Le Pmi tessili siglano u n'intesa per trasformare parte del salario accessorio in beni Prato sceglie il weiflire distrettuale L'obiettivo è erogare servizi per 470 neuro, 9mila gli addetti coinvolti ............... = ................................................. . . Silvia Pieraccini PRATO. sa dei dipendenti grazie a condizioni di favore ottenute a fronte di «grandi acquisti» di abbonamentibus opalestre,voucherper asili nido, libri scolastici o pacchi della spesa. Il risultato atteso è che, invece di trovarsi inbustapaga 200 euro netti all'anno come avviene oggi, i lavoratori tessili dell'industria-intutto circa 9mila-potranno comprarebenie servizi per la famiglia del valore di circa 470 euro. Dopo aver attecchito nelle grandi e medie aziende, il welfare aziendale prova a fare ingresso nei distretti industriali con l'obiettivo di difendere il potere d'acquisto dei dipendenti delle piccole e medie imprese. La speri«Vogliamo portare al livello mentazione parte da Prato, para- del distretto industriale gli accordigma dei distretti italiani, grazie di di welfare fatti a livello nazioalle buone relazioni tra sindacati nale come quello di Luxottica, e e industriali, che stanno studian- dare valore aggiunto ai lavoratodo la trasformazione di una parte ri anche in questo momento diredel salarlo accessorio dei lavora- cessione» spiega Stefano Bellantori tessili - un premio diprodut- di, segretario della Cisl di Prato e tivitàlegato al recupero dellepau- presidente del Cogefis, l'organise, previsto da un vecchio accor- smo bilaterale sindacati-Confindo di distretto del 1985 e oggi pari dustria nato 4o anni fa per attuaa351 euro lordi all'anno -inbeni e re iniziative di sostegno sociale. serviziper le famiglie, cioè inwel- L'innovazione, che rende delicafare. «a km zero». Ma non solo. ta l'attuazione del progetto, è le7.lprogetto, chepoggiasulla de- gata al fatto che mai prima d'ora tassazione (ancora da verificare la conversione delpremio diproconministero eAgenzia delle en- duttività in beni e servizi è stata trate) delle azioni diwelfare sosti- `fatta attraverso un accordo coltiutive del premio territoriale di lettivo, e mai è stata fatta per produttività, potrebbe dare ulte- aziende piccole e piccolissime riore impulso alla capacità di spe- come sono quelle pratesi. «Vogliamo esserew.ilaboratorio - aggiunge Bellandi-per sperimentare nuove forme di sostegno. Naturalmente l:a scelta del welfare di distretto sarebbe volóntaria, lasciata, alla discrezionalità dei singoli lavoratori». Il progetto pratese è stato finanziato dalla Regione Toscana su proposta della Camera ffi commercio, ed è stato inserito riel piano disviluppo integrato ¿lel distretto di Prato messo a punto per il 2013-2014 (per adesso gli altriprogetti finanziati sono la mappatura della filiera tessile e una rete di servizi per sviluppare l'export delle pmi). Entro fine anno Cgil, Cisl, Uil e Confindustria Prato contano di chiarire gli aspetti ancora incerti del progetto, per poi arrivare a un accordo sul welfare di distretto che, anziché gli 8mila dipendenti italiani di una grande azienda come Luxottica, interessi i gmila dipendenti delle oltre mille aziende, industriali tessili pratesi. L'idea è anche quella di costruire un progetto welfare a krn zero, proponendo ai lavoratori, beni e servizi del territorio, e clunqueportando benefici economici ai soggetti che li erogano. ® RIPRODUZIONE RISERVATA Prato lancia il nuovo welfare Intesa industriali-sindacati: prove di modello tedesco DIEGO MoTTA MILANO rato diventa la città laboratorio del nuovo welfare italiano. Avverrà oggi, quando all'Unione industriali locale verrà presentato il progetto "welfare Pmi", frutto di un percorso di condivisione lungo un anno tra le forze sociali della città toscana, da tempo simbolo, anche pervia della presenza di una fortissima comunità cinese, del complicato rapporto tra sviluppo, integrazione e territorio. In un contesto economico caratterizzato da massima frammentazione (con aziende di piccole e piccolissime dimensioni) e da esigenze di competitività uniche nel mercato italiano (tanto da chiedere spesso livelli di produttività record ai lavoratori) imprese e sindacati hanno dunque deciso di ri scrivere le regole del mercato e delle relazioni tra le parti. Attraverso Cogefis, ente bilaterale partecipato al 50% dai soggetti datoriali e sindacali, ecco dunque prendere formail primo caso nazionale di nuovo welfare, fatto su misura per il distretto pratese, con ben l Omila imprese coinvolte. I vantaggi perle parti Il metodo è quello della cogestione dei processi produttivi, simile a quella utilizzata nel sistema tedesco. L'obiettivo comprende una serie di interventi finalizzati su tre piani: l'inserimento dei gio- vani nel mondo del lavoro, con particolare attenzione al settore manifatturiero; l'impulso ai consumi e alle attività produttive e commerciali lo cali; infine, l'estensione delle soluzioni diwelfare aziendale anche a chi è collocato in mobilità. In concreto, si punta a garantire una maggiore produttività alle imprese e vantaggi in busta paga agli operai, attraverso la contrattazione di secondo livello. I lavoratori potranno contare su un sistema di convenzioni per L'obiettivo è liberare risorse per i lavoratori e aumentare la produttività delle aziende consumi a costi agevolati, così come sul sostegno nelle spese per istruzione e cultura delle loro famiglie. L'accordo permette anche di affrontare problemi come quello dei cosiddetti "fuori busta", erogazioni extra a favore della manodopera che in questi anni venivano garanti ti dai datori di lavoro in cambio di straordinari a ripetizione. Quali sono le opportunità che si aprono? Da una parte il lavoratore, si spiega nelle 15 pagine dell'accordo, «potrà approvvigionarsi di beni, servizi e prestazioni in quantità superiore a quanto avrebbe potuto acquistare con il valore netto» dei premi concordati verbalmente con le proprietà; dall'altro il datore di lavoro «usufruendo delle agevolazioni normative previste, potrà sostenere un costo potenzialmente inferiore a quello totale del premio monetario». Un caso che può fare scuola «È un passo avanti per Prato - conferma il presidente dell'Unione industriali locale, Andrea Cavicchi - perché di solito accordi del genere si fanno a livello aziendale, con gruppi di grandi dimensioni. Noi invece vogliamo aiutare il distretto a fare massa critica, rafforzando le piattaforme per gli acquisti delle imprese, e insieme liberare risorse per il personale». La città toscana cerca dunque di dare sviluppo organico alla crescita sin qui disordinata cui si è assistito nel comparto tessile (e non solo) senza escludere in un secondo momento il coinvolgimento di realtà cinesi che hanno già dimostrato di voler operare alla luce del sole. Non è l'unico aspetto innovativo: oggi alla presentazione di "Welfare Pmi" ci saranno associazioni territoriali di categoria provenienti in molti casi dal Nord Italia. È il segnale che l'intesa può essere un precedente importante per costruire, sul modello tedesco, analoghe sinergie tra le parti sociali nel resto del Paese. ® RIPRODUZIONE RISERVATA Malo lanci, li n"mrl welídre Il welfare si può rinnovare nel distretto ieci anni fa Prato si "inventò" la cassa integrazione in deroga alle normative vigenti, applicabile anche alle aziende industriali e artigiane con meno di quindici dipendenti, poi diventata negli anni più recenti della crisi il salvagente che ha tenuto a galla migliaia di piccole imprese in tutta Italia. Ora la città tessile simbolo dei distretti industriali feriti dalle difficoltà dell'economia mondiale, prova a sferrare un altro colpo innovativo nelle relazioni industriali, anch'esso figlio della crisi che colpisce imprese e lavoratori riempiendo di segni "meno" i bilanci aziendali e familiari. Ecco allora spuntare il welfare di distretto, tentativo ambizioso di Confindustria Prato e dei sindacati Cgil, Cisl, Uil di trasferire nelle piccole aziende del distretto quei beni e servizi di utilità quotidiana (dall'asilo nido alla diagnostica, dai trasporti alla palestra) che oggi sono appannaggio contrattuale solo dei dipendenti delle grandi aziende, e che vanno a temperare i tagli allo stato sociale e a rimpolpare le tutele dei lavoratori. Peccato che a tarpare le ali al decollo del welfare di distretto sia la mancanza di una normativa chiara sulle agevolazioni fiscali per le aziende che decidono di offrire servizi ai lavoratori. Se l'obiettivo del Governo è far recuperare potere d'acquisto ai lavoratori, porsi il problema del trattamento fiscale delle azioni di welfare dovrebbe diventare una priorità. Accordo di secondo livello per i novemila addetti del settore tessile coinvolti . . . salari o vari ab ile Silvia Pieraccini PRATO. Debutta il welfare di distretto, strumento che - attraverso un accordo collettivo Confindustriasindacati - punta a far recuperare potere d'acquisto ai lavoratori delle pini, sviluppando allo stesso tempo servizi sul territorio (il cosiddetto «welfare a km zero»), dall'asilo nido alla diagnostica, dai trasporti alle attività sportive. Terreno di sperimentazione è Prato, storico distretto tessile apripista nello sviluppo di relazioni industriali innovative, che sul tema ha avviato da mesi un confronto tra le parti (si veda Il Sole 24 Ore del i8 luglio) guardato con interesse da altri territori e da altre associazioni imprenditoriali. Ieri è stato presentato l'accordo Welfare Pini raggiunto da Unione industriale pratese, Cgil, Cisl e Uil, che ora è pronto a diventare operativo. L'obiettivo è fare in modo che i dipendenti delle aziende pratesi, che non superano le poche decine (l'azienda più grande ha meno di , . . . esse re sostituito dall ' e rogaz ione 20o addetti) e che mai potrebbero aspirare alwelfare frutto della contrattazione di secondo livello diffusa nelle grandi imprese, possano godere di quegli stessi beni e servizi offerti da colossi come Luxottica o Intesa Sanpaolo. La strada per rendere possibile questo risultato è stata considerare l'intero distretto co- I firmatari dell'accordo otterranno un valore di beni superiore a quello monetario ottenibile in busta paga me un'unicagrande azienda, che abbraccia circa 9mila dipendenti tessili dell'industria. I lavoratori potranno scegliere se trasformare in welfare per se stessi e per la propria famiglia il premio aziendale di produttività (dove esiste) e le altre forme di salario variabile, come quella prevista a partire dal 2o15 dal nuovo contratto nazionale di settore per chi non ha una contrattazione di secondo livello (28o euro). Col doppio vantaggio, secondo i firmatari dell'accordo pratese, di vedersi comunque versare i contributi, e di ottenere unvalore di beni e servizi superiore a quello monetario che sarebbe stato erogato in busta paga, e dunque di accrescere il proprio potere d'acquisto. Resta in stand by in attesa di chiarimenti sulla detassazione da parte dell'Agenzia delle entrate - la possibilità di trasformare in welfare il premio territoriale di produttività legato al recupero delle pause, previsto da un vecchio accordo di distretto del 1985, che nella prima ipotesi era stato posto alla base del welfare distrettuale. Tecnicamente, l'accesso all'offerta di welfare avverrà attraverso una piattaforma informatica (battezzata Crescere), che offrirà anche beni e servizi in convenzione a tutti i dipendenti delle aziende associate a Confindustria Prato, sull'esempio di quanto fatto nei mesi scorsi da Unindustria Reggio L'avanguardia La sperimentazione del progetto Welfare Pini debutterà con una cinquantina di aziende tessili del distretto di Prato, per poi estendersi a tutte le altre. L'accordovede la firma congiunta di Unione industriale pratese, Cgil, Cisle Uil La «taglia» massima L'obiettivo è fare in modo che i dipendenti delle aziende pratesi, che non superano le poche decine (l'azienda più grande sul territorio ha meno di duecento dipendenti), e che mai potrebbero aspirare alwelfare frutto della contrattazione di secondo livello, possano godere degli stessi benefici delle grandi aziende . 1 . . se rviz i Emilia per i propri associati (si veda Il Sole 24 Ore del 22 gennaio), liberando le imprese da qualunque problema organizzativo. «Siamo fieri di aver lavorato con il sindacato - dice Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Prato e del Cogefis, l'organismo bilaterale sindacati-Confindustria nato 4o anni fa per attuare iniziative di sostegno sociale - a un progetto utile a tutti: ai lavoratori, che possono acquisire beni e servizi a costi ridotti e vedere i compensi derivanti dalla contrattazione di secondo livello valorizzati al massimo; alleimprese, felici di poter dare vantaggi ai propri collaboratori; all'economia del territorio, sulla quale sono incentrate le convenzioni». Quello del potere d'acquisto è «un tema che deve stare a cuore a tutti, secondo Cavicchi, e con WelfarePmi abbiamo fatto qualcosa di concreto in questa direzione». La sperimentazione partirà con una cinquantina di aziende tessili del distretto, per poi estendersi a tutte le altre.
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