Il Foglietto n.2 2014

il FOGLIETTO
dell’Istituto dei Canossiani
Anno 83 — n. 2/3 Aprile - Settembre 2014
PUBBL. TRIMESTRALE ANNO 82 - N. 2/3 - Aprile - Settembre 2014
Poste Italiane spa - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona
Cari giovani,
è Cristo la luce del mondo,
Lui la luce della nostra vita!
Con la certezza
della sua vittoria sulla morte
possiamo affrontare la sfida
di essere suoi discepoli oggi,
nelle nostre situazioni
di vita e nel nostro tempo!
Papa Francesco
il
FOGLIETTO
dell’Istituto dei Canossiani
Anno 83 — n. 2/3 Aprile - Settembre 2014
Sommario
Con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi e lo Spirito d’amore nel cuore!
“Fa’ che la tua vita sia un riflesso della sua vita!” – Ordinazione presbiterale di P. Stefano Lacirignola
Shangue Shynyanga! Shangue Cibe! – Ordinazione sacerdotale di padre Emmanuel Lyanga
pag.
1
»4
»6
Benvenuto, padre Tiago! – Fotonotizia
»7
“Maria cammina con noi per il sentiero della Vita” – Patronato canossiano di Feltre (BL)
»9
...e benvenuto padre Vincenzo! - Nuova ordinazione nelle Filippine – Fotonotizia
80° anniversario della benedizione della Chiesetta dedicata alla B.V. Maria di Loreto – Faller (BL)
L’Istituto “Maris Stella” nei ricordi di un Ex Allievo – Il racconto di Gioacchino Fiscaletti
Cicloverde 2014 – Patronato di Cavarzere (VE)
Festa solenne per i 50 anni di sacerdozio di p. Renato Marchioro – Nova Odessa (Brasile)
»8
»10
»11
»14
»15
70° di Ordinazione sacerdotale di p. Venanzio Menegol – Confratelli canossiani e fedeli in festa a Feltre (BL)»
18
Fra Gabriele, il religioso dei record! – Festa al Patronato di Conselve per il canossiano più longevo
»19
“Ti farò padre di tutte le nazioni” – Patronato di Conselve (PD) - Grest 2014
»22
Tutti insieme nell’Arca di Noè – Castelli di Monfumo (TV) - Grest 2014
»21
Un dono per crescere insieme! – Favignana - Grest 2014: “Zawadi, il sentiero del fuoco”
»23
“C’è più gioia nel dare che nel ricevere!” – Pachino San Corrado - Grest 2014 »25
Il centuplo al GREST – Feltre (BL) - Patronato
Chi ama gratuitamente, educa! – Oratorio di Acireale - Proposte formative estive
»24
»26
Attività estive all’Oratorio di Lavis – Grest e campeggi a Dimaro / Sento il mare dentro una conchiglia… »28
Oratório itinerante canossiano 2014 – Parrocchia São Sebastião (Piabetà - Brasile)
»30
“La gioia evita mille mali e prolunga la vita” – 17° E.C.O.A. a Santa Rita do Passa Quatro (Brasile)
Festa patronale del Sacro Cuore – Timor Leste – Missione di Aituto-Rina
»31
»33
Feeding Program “Hapag-Asa” per i bambini di Tondo –Tondo, Manila - San Pablo Apostol Parish
»37
Apostolato domenicale a Santa Monika - Ongata Rongai
»
“Ricordiamoci che saremo sempre amici!” – Esperienza di giovani volontari nella missione di Tondo - Manila»
La storia di Giuseppe anima il Grest africano a Mathare – Nairobi – Casa di formazione
A scuola o… nella foresta? – Missione di Vasai - India
“Dio ama sempre umilmente” – Moccone (CS) - Esercizi spirituali dei Laici Canossiani
25 anni di impegno nel progetto “Adozioni a distanza” – Cavarzere, il sostegno ai bambini di Tondo
»39
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»41
»42
»44
AVVISO AL LETTORE
L’ente morale Congregazione dei Figli della Carità – Canossiani la informa che i suoi dati (indirizzo) fanno parte
dell’archivio elettronico del nostro Istituto allo scopo di poterle spedire il nostro periodico. Nel rispetto di quanto
stabilito dalla legge n. 675/1996 sulla tutela dei dati personali (privacy) la informiamo che i suoi dati (indirizzo)
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essi lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione, scrivendo
all’attenzione del Direttore Responsabile de “Il Foglietto”:
P. Antonio Papa
Via Santa Giuseppina Bakhita, 1 – 37142 - Poiano - VERONA
Direttore resp.: Padre Antonio Papa
Con approvazione ecclesiastica
Registrato al Tribunale di Venezia n. 333 – 22-05-1962
In redazione: Francesca Mauli
Stampa: Edizioni Stimmgraf – Verona
Tel. 045 8731282
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Con il Pane spezzato tra le mani,
le piaghe di Gesù negli occhi
e lo Spirito d’amore nel cuore!
S
Omelia del Santo Padre Francesco
Sala del Cenacolo (Gerusalemme), lunedì 26 maggio 2014
È
un grande dono che il Signore ci fa,
di riunirci qui, nel Cenacolo, per ce-
lebrare l’Eucaristia. Qui, dove Gesù consumò l’Ultima Cena con gli Apostoli;
PAPA FRANCESCO
iamo particolarmente grati al Signore in questo anno 2014 per l’ordinazione presbiterale di cinque nostri giovani fratelli canossiani. Provenienti da quasi tutte le realtà geografiche in cui vive ed opera la Congregazione, per lunghi anni di formazione, nella vita
fraterna, nello studio e nell’esperienza del servizio apostolico dell’Istituto, accompagnati
dai loro educatori, si sono formati allo spirito del più grande amore. Già si sono consacrati definitivamente al Signore e alla sua missione di carità con la professione perpetua nell’istituto. Nell’arco di questo 2014, attorniati dalla gioia delle loro famiglie e della
comunità religiosa e cristiana, Stefano, Vincenzo, Emmanuel, Tiago e Zaldy ricevono la
consacrazione sacerdotale, conformazione a Cristo sacerdote e pastore: titolo ulteriore e
sacramentale che li abilita a continuare la missione di amore di Gesù. Per loro e per noi
riportiamo le parole grandi e profonde del Papa Francesco nella Messa al Cenacolo e
nella ordinazione presbiterale dei diaconi romani lo scorso maggio.
PAPA FRANCESCO
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dove, risorto, apparve in mezzo a loro;
dove lo Spirito Santo scese con potenza su Maria e i discepoli, qui è nata la
Chiesa, ed è nata in uscita. Da qui è partita, con il Pane spezzato tra le mani, le
piaghe di Gesù negli occhi, e lo Spirito
d’amore nel cuore.
Gesù risorto, inviato dal Padre, nel Cenacolo comunicò agli Apostoli il suo
stesso Spirito e con la sua forza li inviò
a rinnovare la faccia della terra (cfr Sal
104,30).
Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa in uscita custodisce la
memoria di ciò che qui è accaduto; lo
Spirito Paraclito le ricorda ogni parola,
ogni gesto, e ne rivela il senso.
Il Cenacolo ci ricorda il servizio, la lavanda dei piedi che Gesù ha compiuto, come esempio per i suoi discepoli.
Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa
accogliersi, accettarsi, amarsi, servirsi
a vicenda. Vuol dire servire il povero, il
malato, l’escluso, quello che mi è antipatico, quello che mi dà fastidio.
Il Cenacolo ci ricorda, con l’Eucaristia, il
sacrificio. In ogni celebrazione eucaristica Gesù si offre per noi al Padre, perché
anche noi possiamo unirci a Lui, offrendo a Dio la nostra vita, il nostro lavoro,
le nostre gioie e i nostri dolori…, offrire
tutto in sacrificio spirituale.
E il Cenacolo ci ricorda anche l’amicizia.
«Non vi chiamo più servi – disse Gesù
ai Dodici – … ma vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Il Signore ci rende suoi
amici, ci confida la volontà del Padre e
ci dona Se stesso. È questa l’esperienza
più bella del cristiano, e in modo particolare del sacerdote: diventare amico del Signore Gesù, e scoprire nel suo
cuore che Lui è amico.
Il Cenacolo ci ricorda il congedo del
Maestro e la promessa di ritrovarsi con
i suoi amici: «Quando sarò andato, …
verrò di nuovo e vi prenderò con me,
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perché dove sono io siate anche voi»
(Gv 14,3). Gesù non ci lascia, non ci abbandona mai, ci precede nella casa del
Padre e là ci vuole portare con Sé.
Ma il Cenacolo ricorda anche la meschinità, la curiosità – “chi è colui che tradisce?” - il tradimento. E può essere ciascuno di noi, non solo e sempre gli altri,
a rivivere questi atteggiamenti, quando
guardiamo con sufficienza il fratello, lo
giudichiamo; quando con i nostri peccati tradiamo Gesù.
Il Cenacolo ci ricorda la condivisione, la
fraternità, l’armonia, la pace tra di noi.
Quanto amore, quanto bene è scaturito dal Cenacolo! Quanta carità è uscita
da qui, come un fiume dalla fonte, che
all’inizio è un ruscello e poi si allarga e
diventa grande… Tutti i santi hanno attinto da qui; il grande fiume della santità della Chiesa sempre prende origine
da qui, sempre di nuovo, dal Cuore di
Cristo, dall’Eucaristia, dal suo Santo Spirito.
Il Cenacolo infine ci ricorda la nascita
della nuova famiglia, la Chiesa, la nostra
santa madre Chiesa gerarchica, costituita da Gesù risorto. Una famiglia che
ha una Madre, la Vergine Maria. Le famiglie cristiane appartengono a questa
grande famiglia, e in essa trovano luce
e forza per camminare e rinnovarsi, attraverso le fatiche e le prove della vita.
A questa grande famiglia sono invitati e
chiamati tutti i figli di Dio di ogni popolo e lingua, tutti fratelli e figli dell’unico
Padre che è nei cieli.
Questo è l’orizzonte del Cenacolo: l’orizzonte del Risorto e della Chiesa.
Da qui parte la Chiesa, in uscita, animata dal soffio vitale dello Spirito. Raccolta
in preghiera con la Madre di Gesù, essa
sempre rivive l’attesa di una rinnovata
effusione dello Spirito Santo: Scenda il
tuo Spirito, Signore, e rinnovi la faccia
della terra (cfr Sal 104,30)!
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ratelli carissimi, questi nostri figli e
fratelli sono stati chiamati all’ordine
del presbiterato.
Dispensate a tutti quella Parola, che voi
stessi avete ricevuto con gioia, dalle
vostre mamme, dalle vostre catechiste.
Leggete e meditate assiduamente la parola del Signore per credere ciò che avete letto, insegnare ciò che avete appreso
nella fede, vivere ciò che avete insegnato. Sia dunque nutrimento al popolo di
Dio la vostra dottrina, che non è vostra:
voi non siete padroni della dottrina! È
la dottrina del Signore, e voi dovete essere fedeli alla dottrina del Signore! Sia
dunque nutrimento al popolo di Dio la
vostra dottrina, gioia e sostegno ai fedeli di
Cristo il profumo della vostra vita, perché
con la parola e l’esempio edifichiate la casa
di Dio, che è la Chiesa. (…)
Con il Battesimo aggregherete nuovi fedeli al popolo di Dio; con il sacramento della
Penitenza rimetterete i peccati in nome di
Cristo e della Chiesa. E qui voglio fermarmi
e chiedervi, per l’amore di Gesù Cristo: non
stancatevi mai di essere misericordiosi! Per
favore! Abbiate quella capacità di perdono
che ha avuto il Signore, che non è venuto a
condannare, ma a perdonare! Abbiate misericordia, tanta! E se vi viene lo scrupolo
di essere troppo “perdonatori”, pensate a
quel santo prete del quale vi ho parlato,
che andava davanti al tabernacolo e diceva: “Signore, perdonami se ho perdonato
troppo. Ma sei tu che mi hai dato il cattivo esempio!”. E io vi dico, davvero: a me fa
tanto dolore quanto trovo gente che non
va più a confessarsi perché è stata bastonata, sgridata. Hanno sentito che le porte
delle chiese gli si chiudevano in faccia!
Per favore, non fate questo: misericordia,
misericordia! Il buon pastore entra per la
porta e la porta della misericordia sono le
piaghe del Signore: se voi non entrate nel
vostro ministero per le piaghe del Signore,
non sarete buoni pastori. (…)
Consapevoli di essere stati scelti fra gli uomini e costituiti in loro favore per attendere alle cose di Dio, esercitate in letizia e in
carità sincera l’opera sacerdotale di Cristo,
unicamente intenti a piacere a Dio e non
a voi stessi. E pensate a quello che diceva
Sant’Agostino dei pastori che cercavano di
piacere a se stessi, che usavano le pecorelle del Signore come pasto e per vestirsi,
per indossare la maestà di un ministero
che non si sapeva se fosse di Dio. Infine,
partecipando alla missione di Cristo, capo
e pastore, in comunione filiale con il vostro
Vescovo, impegnatevi a unire i fedeli in
un’unica famiglia, per condurli a Dio Padre
per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio
del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per cercare e
salvare ciò che era perduto.
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
alle Ordinazioni Presbiterali di Roma
Basilica Vaticana, IV Domenica di Pasqua,
11 maggio 2014
PAPA FRANCESCO
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“Fa’ che la tua vita
sia un riflesso della sua vita!”
Fasano (BR) - Ordinazione presbiterale di P. Stefano Lacirignola
ORDINAZIONI
Omelia di S.E. Mons. Domenico Padovano,
vescovo di Conversano-Monopoli
Fasano, 24/05/2014
C
arissimo Stefano,
eccoti al giorno tanto atteso, desiderato con amore e tremore. (...)
Sei stato chiamato per nome, hai risposto “Eccomi”, ti viene consegnato un
dono grande: il sacerdozio. Questo gesto
ti sarà fatto attraverso il gesto antichissimo dell’imposizione delle mani. (...) Con
quel gesto del vescovo, Dio prenderà
possesso di te. Dicendoti “Tu mi appartieni”. Attraverso il gesto dell’imposizione
delle mani del vescovo, Dio ti dirà “Tu stai
sotto la mia protezione, sotto la protezione
delle mie mani. Stai nel mio amore, sei custodito nel palmo delle mie mani. Rimani
all’ombra delle mie mani, e dammi le tue”.
Le tue mani, caro Stefano, saranno unte
con il Crisma, il segno dello Spirito Santo, il segno della forza che viene da Dio.
Perché proprio le mani? Le mani sono
il luogo dello scambio, gli strumenti
dell’azione. Sono il simbolo della capacità di ricevere e di dare, di affrontare il
mondo. Ecco, il Signore vuole ora le tue
mani affinché nel mondo diventino le
sue mani. Vuole che le tue mani non siano più strumenti per prendere, afferrare, accaparrarsi cose, soldi persone. Ma
strumenti per donare, al servizio del suo
amore. (...) E per essere vero prete devi restare per sempre diacono, servo. Le mani
al servizio della missione. La mani per ordinare il mondo secondo il cuore di Dio.
(...) D’ora in poi sei chiamato a vivere per
Lui, mettendo le tue mani a sua disposizione. Facendoti prendere per mano da
Lui. Lasciandoti condurre da lui. “Non ti
chiamerò più servo, ma amico”. In queste parole c’è il significato più profondo
dell’essere prete. Il Signore ti rende suo
amico. Ti affida tutto, se stesso. Da oggi in
poi si consegnerà nelle tue mani. Da oggi
in poi potrai parlare nel suo nome e identificandoti con lui. Papa Francesco, che in
questi giorni è in Terra Santa, parlando a
voi religiosi ha ricordato qual è il compito
dei consacrati: “Svegliare il mondo”. Essere
testimoni di un modo diverso di fare, di
agire. Mostrare al mondo che è possibile
vivere diversamente. È possibile lasciare
tutto per seguire il Signore. Ecco, questa
è la testimonianza che Papa Francesco
si aspetta da voi religiosi: essere uomini,
donne capaci di svegliare il mondo. È la
priorità dettata dallo stesso Pontefice per
voi dà profezia, i religiosi devono essere
profeti. Attenti, dice il Papa, essere profeti
e non giocare ad esserlo. E questa è una
delle tentazioni più ricorrenti: giocare a
fare i profeti, senza esserlo. (...) I profeti testimoniano come Gesù è vissuto su questa Terra. Voi religiosi siete profeti. Avete
scelto di seguire Gesù e imitarlo nella
povertà, nella castità, nell’obbedienza. E
se i voti diventano caricature, dice papa
Francesco, il vivere in comunità diventa
un inferno. E la castità diventa non un vivere nella fecondità ma un vivere da zitelloni. La profezia di voi religiosi deve fare
notizia, deve fare rumore. Deve imporsi
fino a diventare lievito. Il popolo di Dio,
dice ancora il Papa, vuole pastori e non
funzionari, non chierici di Stato. Vuole ministri di misericordia che si fanno carico
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delle persone, accompagnandole come il
buon samaritano che lava, pulisce, solleva. Se le persone vanno accompagnate, le
ferite vanno curate. Non è possibile contemplare il volto di Cristo, senza riconoscerlo poi nella sua carne più bisognosa e
sofferente. Bisogna asciugare le lacrime
di Dio ovunque Egli pianga. Un Dio che
piange in tutti gli oppressi, in tutti i sofferenti del nostro tempo. La cosa di cui ha
più bisogno la Chiesa oggi è la capacità
di curare le ferite, di scaldare il cuore dei
fedeli. Come ha fatto Santa Maddalena di
Canossa, una donna divorata dalla carità.
Quando si rese conto delle piaghe, della
miseria materiale e morale della sua città,
capì che non poteva amare il prossimo
da signora, da marchesa, dall’alto dei privilegi del suo ceto sociale. Capì che non
poteva a limitarsi soltanto a spartire le
sue cose, senza dare sé stessa. Il Crocifisso glielo impediva. Il Crocifisso divenne
la sua regola di vita, il suo modello. Gesù
spogliò se stesso, assunse la condizione
di servo. Ecco le “serve dei poveri”, ecco
i “figli della carità”. Discendente di un illustre casato, Maddalena rinuncia al suo
blasone, si immerge nell’anonimato della
miseria morendo a se stessa. Però il risultato non è la morte, è la fioritura di vita:
una schiera di consacrati impegnati ad accompagnare i ragazzi, educare i giovani, a
promuovere la donna, ad animare gli oratori, a sostenere le famiglie, a diffondere la
catechesi, a investire in educazione. Educare, educare, educare. Carissimo Stefano,
accogli il dono di Dio. Fa’ che le tue parole
siano sempre le sue. Fa’ che i tuoi gesti,
siano sempre i suoi. Fa’ che la tua vita, sia
un riflesso della sua vita. Sii un uomo che
parla a Dio degli uomini, e agli uomini di
Dio. Sii un uomo di Dio. Non avere paura di servire, ti farà vivere nella gioia. Recupera ogni giorno l’amore degli inizi. E
voi, fratelli e sorelle, pregate per i vostri
sacerdoti. (...) La comunità, pregando per
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ORDINAZIONI
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il pastore, lo sostiene, lo collabora, lo ricarica, lo supporta. (...) La santità del popolo dipende dalla santità del prete. Ma
la santità del prete, dipende dalla preghiera del popolo! I pastori buoni fanno le
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pecore buone, ma anche le pecore buone
fanno i pastori buoni. Il pastore prega per
il gregge, il gregge prega per il pastore. (...)
+ Domenico Padovano
Shangue Shynyanga!
Shangue Cibe!
ORDINAZIONI
2 agosto 2014: ordinazione sacerdotale di padre Emmanuel Lyanga
A
ssistere a un’ordinazione sacerdotale in Africa è sempre esperienza
unica. Ed è stata una novità soprattutto
per le volontarie Veronica, Silvia, Michela
e Francesca da poco arrivate a Mwanza
per una esperienza di servizio e volontariato nella missione canossiana di Igoma.
L’ordinazione di P. Emmanuel Lyanga ha
avuto luogo sabato 2 agosto nella sua
città di origine. Dopo un viaggio a dir
poco impegnativo, siamo arrivati a Shinyanga, dove ci siamo fermati tre giorni
partecipando all’ordinazione il sabato e
domenica alla prima S. Messa a Cibe, il
villaggio dove p. Emmanuel è nato.
Questo popolo semplice, molto contenuto nel manifestare i suoi sentimenti,
sa esplodere di una gioia travolgente
quando vi è un evento di festa della comunità, esprimendosi soprattutto nei
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canti e nelle danze che rivelano tutta la
forza espressiva della loro fede e della
gioia di avere in mezzo a loro un nuovo
Rappresentante di Cristo. Non è facile
per noi comprendere l’enfasi data ai doni
offerti da singoli fedeli o dai gruppi al novello Sacerdote, dopo la celebrazione. È
un rito che dura ore, con lunghi discorsi.
Pur nella povertà e semplicità di alcuni
doni, c’è il bisogno di esprimere il legame con la persona, la gratitudine a Dio
per il dono ricevuto, ma anche il bisogno
di riconoscere il grande valore che ha per
la loro comunità il “Sacerdote”.
Ancora più sentita la festa a Cibe, il villaggio dove Padre Emmanuel ha celebrato la
prima S. Messa domenica mattina. I canti, le danze, i colori dei vestiti e degli addobbi dicevano la gioia dei suoi parenti
e della sua gente. Ha celebrato nei pressi
della sua casa, sotto gli alberi di aranci
coltivati con tanta cura dalla mamma,
accanto al semplice sacello dove riposa-
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no papà e mamma ambedue deceduti
recentemente. Davvero commovente,
particolarmente per P. Emmanuel, è stata la benedizione della tomba dei suoi
genitori, un momento che ha strappato
le lacrime non solo a lui, nonostante lo
sforzo di contenere la commozione. La
festa è continuata con il pranzo offerto a
tutti i presenti indistintamente secondo
la bella tradizione africana, non importa
se per accontentare tutti, i cuochi hanno
cucinato fino a sera, e se ne hanno fatto
le spese le piante di arance depredate
dei loro frutti! È festa e tutto è offerto con
generosità perché tutti devono restare
contenti.
Noi poi siamo ritornati a Igoma arrivando di notte dopo un viaggio impossibile,
su un vecchio autobus strapieno che arrancava lentamente sulla strada in parte
sterrata e tortuosa. Ma nel cuore avevamo la soddisfazione di aver partecipato
a un evento unico di fede e di umanità.
P. Tiago Nascimento Nigro, ordinato sacerdote a Serrana (Ribeirão Preto,
Brasile) il 30 agosto 2014.
ORDINAZIONI
FOTONOTIZIA
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...e benvenuto padre Vincenzo!
ORDINAZIONI
FOTONOTIZIA
P. Vincenzo Torrente, ordinato sacerdote l'11 settembre a Favignana (TP).
Prossima ordinazione nelle Filippine
P. Zaldy Camposo, mentre tiene una catechesi ai giovani di Tondo; sarà ordinato sacerdote il 25 ottobre a Malaybalay (Filippine).
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“Maria cammina con noi
per il sentiero della Vita”
“M
aria cammina con noi per il sentiero
della Vita”: questo striscione apriva
la lunga fila di ragazzi, genitori e catechiste che camminavano lungo il sentiero
che porta al Santuario di Travagola, località vicino a Pedavena. Quel pomeriggio di
fine maggio era stato scelto quale ultima
‘lezione’ dell’anno catechistico. Arrivare a
Gesù Vita facendo tappa alla casa di Maria. I ragazzi sono partiti a piedi per un pellegrinaggio, non per una camminata tra i
boschi. Era ‘un’esperienza’ di vita. “Esistono
sentieri senza viaggiatori. Ma vi sono ancor
più viaggiatori che non hanno i loro sentieri” (Gustave Flaubert 1847). Noi non abbiamo camminato senza meta: l’anno di
catechismo ci ha aiutato ad orientarci nei
sentieri della vita, ed è stato bello percorrere insieme un sentiero comune verso la
casa della Mamma di tutti.
Il tempo che minacciava pioggia ci ha lasciati incerti fino all’ultimo; ma il coraggio
dei piccoli e delle mamme ci ha spinto a
partire. Lo striscione preparato da p. Pietro faceva strada, e le catechiste in cinque
soste hanno commentato il cammino di
fede di Maria Madre di Gesù.
Ad un certo punto abbiamo incontrato
un ruscello; in fila indiana l’abbiamo attraversato sostenuti dalla mano sicura di un
papà. “Stretta è la via che porta alla Vita”
dice Gesù. Ogni sentiero presenta imprevisti e ostacoli. Ci ha fatto ricordare una
frase del poeta Kahlil Gibran: “Non si può
toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte”. E le nubi che si facevano
sempre più oscure e minacciose ce l’hanno ricordato, facendoci accelerare il passo
per arrivare in tempo al Santuario.
Eravamo ormai al sicuro; con i canti e le
preghiere abbiamo mostrato alla Madre
del Cielo la gioia di esserle figli e affidato al suo cuore le nostre famiglie e tutti i
bambini del mondo, anche quelli che non
vanno per il sentiero del catechismo. Proprio al termine del nostro pellegrinaggio
è esploso il temporale, ma ormai eravamo
a casa.
L.C.
ITALIA
Patronato canossiano di Feltre (BL)
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il FOGLIETTO
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80° anniversario della benedizione della
Chiesetta dedicata alla B.V. Maria di Loreto
Cima Loreto – Faller di Sovramonte (BL)
ITALIA
D. O. M.
ET IN HONOREM B. V. M. LAURETANAE
ET S. JOSEPH EIUS SPONSI
HOC SACELLUM
JOSUÈ CATTAROSSI EP. BELL. ET FEL.
SOLEMNI BENEDICTIONE
DICAVIT DIE XVIII AUGUSTI MCMXXXIV
A
più di uno degli affezionati di Cima
Loreto, non è sfuggita la data del 18
agosto, giorno anniversario della inaugurazione e benedizione della Chiesetta.
L’avvenimento è ricordato dalla modesta
scritta posta all’interno, sopra la porta di
ingresso, conservata anche dopo il rinnovamento della cappella eseguito dalla
Ditta Moretton di Faller nel 2003. Come
riporta la scritta latina, fu l’allora Vesco-
vo di Belluno - Feltre, Mons. Giosuè Cattarossi a benedire il sacello dedicandolo
alla Madonna di Loreto; e ciò a motivo
del voto fatto da Padre Angelo, che aveva fatto pregare la Vergine Lauretana dagli aspiranti, promettendo alla Madonna
che se avesse aiutato a trovare un luogo
ameno in montagna per il soggiorno
estivo degli stessi, le avrebbe dedicato
il luogo e la cappella. E così avvenne: il
luogo fu trovato, ameno e salubre, casera e fienile attorniati da una vasta area
di prati e bosco. E gratuitamente, grazie
alla generosità del Cav. Pasquale Sebben.
Subito si pose mano alla costruzione della cappella, sotto la direzione di Fra Benedetto; una semplice aula aggiunta al
fabbricato dell’esistente casera, ornata
solo di un dipinto di poco valore, che fu
rimosso durante il restauro del 2003 e sostituito dalle belle vetrate che ritraggono
la Vergine di Loreto e gli angeli che trasportano la santa Casa. Ad essere precisi,
la chiesetta fu dedicata anche a S. Giuseppe, santo amato perché santo della
Provvidenza della quale allora come oggi
c’è sempre tanto bisogno. Sarà compito
nostro onorare anche questa memoria e
riconoscere come il Custode della Santa
Famiglia ha sempre custodito dai pericoli
i piccoli e i grandi che hanno soggiornato a Cima Loreto. Intanto la Provvidenza
continua a darci una mano a conservare
questo immenso bene anche attraverso
amici ed estimatori, come il gruppo dei
Volontari di Cavarzere (nella foto), che dedicano volentieri e gratuitamente un po’
del loro tempo alla cura e alla manutenzione di Cima Loreto, dei suoi prati e dei
suoi boschi.
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L’Istituto “Maris Stella”
nei ricordi di un Ex Allievo
S
ono Gioacchino Fiscaletti e abito a S.
Benedetto del Tronto (AP). Sono nato
nel 1929; non sono sposato, e data la mia
età avanzata e gli acciacchi, sono aiutato
da una sorella. Ma la memoria è ancora
buona e ricordo molto del passato.
Nell'ottobre 1937 mio padre morì dopo
un incidente avvenuto a bordo di un motopeschereccio mentre si trovava al lavoro a Termoli. Rimasto orfano con due sorelle minori, mia madre dovette andare a
lavorare negli alberghi per sostenerci. Per
interessamento di una signora del luogo,
il 13 ottobre 1938 (ricordo bene la data
perché era la festa del Patrono) partii accompagnato dal Sacerdote Don Giuseppe Ballarin per Sottomarina di Chioggia
per raggiungere l’Istituto “Fanciulli del
popolo orfani di pescatori mediterranei”
fondato dallo stesso sacerdote.
Nel mese di settembre del 1939, data la
grave situazione economica dell’Istituto,
per interessamento delle Autorità civili e religiose, fummo trasferiti all’isola di
Pellestrina ospitati in un fabbricato di
proprietà del Dott. Marella, annesso al
santuario della Madonna dell’Apparizione. All’Istituto fu dato il nome di “Maris
Stella”.
Inizialmente la gestione e l’assistenza
dei ragazzi fu affidata ad alcuni laici e
sacerdoti di Chioggia. Successivamente
la Fondazione per la Piccola Pesca prese
contatto con la Casa Generalizia dei Padri
Canossiani di San Giobbe in Venezia, e fu
affidata a loro la direzione dell’istituto.
ITALIA
Gioacchino Fiscaletti, di S. Benedetto del Tronto, racconta
la sua permanenza presso l'Istituto di Pellestrina (VE)
ITALIA
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il FOGLIETTO
Il primo direttore canossiano fu padre
Agostino; dopo una sua breve permanenza, fu nominato direttore del Maris
Stella padre Angelo Pasa con gli assistenti: p. Alessandro Bergo, p. Anselmo
Zancanella, p. Clemente Serragiotto e fra
Vincenzo, quest’ultimo tuttofare (muratore, falegname, elettricista, pittore…) di
cui serbo un caro ricordo.
Nel periodo di gestione di Padre Angelo
Pasa le iniziative si susseguivano, sempre
nell’ambito del tema marinaro, perché
così lo voleva la Fondazione.
Nel 1940 ricevetti la Cresima nella cattedrale di Chioggia dal Vescovo Mons.
Ambrosi.
Avevamo una barca a dieci remi che
spesso si usava per esercitazioni marinare; alcune volte siamo stati anche a
Venezia, dove avemmo l’occasione di venerare il corpo di Santa Lucia nella chiesa
a Lei dedicata. Erano frequenti i contatti
con i pescatori del luogo per adattarci al
problema della pesca. Chi aveva terminato la scuola elementare continuava a
Chioggia presso la Scuola E.N.E.M. (Ente
Nazionale per l’Educazione Marinara).
Lì frequentai il 1° e 2° corso. Nel salone
del refettorio vi era pure un palcoscenico dove spesso si rappresentavano delle
commedie ed io ero tra gli attori.
Padre Angelo Pasa aveva molto a cuore
noi ragazzi e ci seguiva sempre con grande affabilità e così anche gli altri che ci
assistevano. Per due volte abbiamo soggiornato a Feltre presso l’Istituto dei Canossiani, e da lì si andava in passeggiata
a piedi a Fonzaso, e poi su a Cima Loreto,
e al ritorno si passava da Croce d’Aune e
Pedavena.
Nel pieno della guerra sorsero per l’Istituto grandi difficoltà economiche e ciò
creò grossi problemi. Ricordo il giorno in
cui ci fu un duello aereo sopra le nostre
teste mentre stavamo giocando in cortile, e in quell’occasione fu bombardato il
N. 2/3 - 2014
transatlantico “Conte di Savoia” che era
alla rada davanti a Malamocco, e dalla
nostra posizione si vedevano le fiamme
e il fumo. La situazione stava peggiorando, il fronte di guerra fermo ad Ortona
avanzava verso Nord creando la possibilità di non avere più contatti con mia
madre. Chiesi e ottenni di lasciare l’Istituto, e così accompagnato da un padre
Canossiano presi in treno a Venezia, fui
consegnato alla milizia ferroviaria che mi
accudì fino al mio arrivo a S. Benedetto
del Tronto il giorno 5 ottobre 1943. Durante la guerra la mia città subì molti
bombardamenti aerei navali, con distruzioni, morti e feriti.
Passarono molti anni dalla fine della
guerra e il mio pensiero di tanto in tanto andava al Maris Stella, riportando alla
memoria tanti ricordi di Padre Angelo e
degli altri religiosi suoi collaboratori. Ripresi i contatti con la casa generalizia di
Venezia e seppi che Padre Angelo era deceduto ed era stato sepolto nella cappella dell’Istituto di Fonzaso. Venni a sapere
allora che padre Agostino si trovava a
Roma-Acilia; scrissi a Padre Clemente nel
1962, il quale con mia grande gioia mi rispose con una bellissima lettera che conservo con amore. Contattai anche Padre
Alessandro quando era in Sicilia, e anche
lui mi rispose con una lettera piena di
ricordi; ebbi anche modo di rivederlo e
incontrarlo a Fonzaso e a Cima Loreto.
Così pure padre Anselmo, mantenendo
contatti fino a poco tempo prima che ci
lasciasse.
Ritornai anche a Fonzaso, visitai l’Istituto
Canossiano fermandomi a pregare sulla tomba di Padre Angelo, Servo di Dio.
Quanti ricordi di quegli anni e di quei
Religiosi, che sono ancora e sempre vivi
nella mia memoria grata!
S. Benedetto del Tronto, 1 agosto 2014
Gioacchino Fiscaletti
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il FOGLIETTO
Venezia, 1 giugno 1962
arissimo Fiscaletti,
non puoi immaginare la soddisfazione per il tuo ricordo, confermatomi dalla
tua gentile cartolina: davvero che tale constatazione ha la forza e la potenza di
riportarmi indietro di un ventennio circa per ritrovarmi prete giovanissimo al Maris
Stella di Pellestrina, accanto a te e a tanti altri cari figliuoli del mio primo apostolato!
Ed allora quanti ricordi, quante date, quanti avvenimenti ritornano alla mente:
date liete e tristi, cose di Collegio e del paese, feste di istituto e feste di personaggi
illustri, scuola e studio (!), viaggi e gite in barca, guerra e bombardamenti…!
Sarei spontaneamente, cioè seguendo la fantasia, spinto a pensarti ancora ragazzo
vivace, alle soglie della adolescenza, ancora spensierato, senza ancora idee chiare
per l'avvenire: invece, dato che anche per te il tempo cammina e gli anni si susseguono, debbo vederti uomo fatto, e con le tue responsabilità e con la tua famiglia
e con le tue preoccupazioni, solite a venire con tutti con il seguito degli anni!
Sei però ancora a S. Benedetto del Tronto, che io ho visto di passaggio due volte,
ma di sfuggita con il treno però ogni volta che mi ricorre questa cittadina, subito il
pensiero corre a te e al tuo compagno che era pure al Maris Stella!
Caro Fiscaletti, sono proprio lietissimo di averti quasi ritrovato: facciamo ora in
modo che l’amicizia di un tempo ritorni efficiente ed operante, per questo ti ringrazio caramente anche dell’indirizzo accluso alla cartolina e che mi offre la possibilità di darti la presente risposta.
Se non erro, mi pare che tu di recente sia stato a rivedere il Maris Stella: quante
novità vi hai trovato, vero? Chissà che alla prossima tua venuta altre ne trovi e tutte
belle e confortanti.
Ti faccio ogni più bell’augurio anche per tutta la tua famigliola, e per tutti e singoli
invio una particolare benedizione nel nome del Signore.
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Aff.mo, P. Clemente
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C
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Cicloverde 2014
Patronato di Cavarzere (VE)
ITALIA
U
na Messa celebrata sul prato del Patronato San Pio X, un tavolo come altare e una porta da calcio a delimitare la
scena. È questa l'immagine più significativa della prima Cicloverde, iniziativa nata a
Cavarzere nel 1979. Ragazzi e adulti stretti
attorno a padre Mariano Griggio per la
celebrazione della messa domenicale, prima della partenza.
Oggi, come 35 anni fa, la tradizione si è
rinnovata la prima domenica di maggio.
Molte cose sono cambiante. L'oratorio è
cresciuto con i numerosi Padri canossiani,
che nel corso degli anni hanno condiviso
con la comunità la loro esperienza di fede
e prestato il loro servizio, e tanti giovani di
allora che sono diventati mamme e papà.
In tutto questo tempo la Cicloverde ha
continuato ad essere un punto di riferimento, un evento atteso, un momento di
incontro e di festa. Sono cambiate le persone, le mode e la città si è trasformata,
ma la passione e l'entusiasmo della prima
edizione non sono mai venuti meno. Così,
negli anni, la festa del Patronato San Pio
X si è trasformata nella festa della città.
Circa 700 i partecipanti all'edizione del
2014, molti anche dai paesi vicini, arrivati
a Cavarzere per trascorrere una giornata
di festa, immersi nella ridente natura della
campagna veneta. C'erano davvero tutti:
giovani, famiglie, bambini, e i partecipanti
"storici" della Cicloverde, quelli che non
hanno mai saltato un'edizione nonostante le tante primavere via via accumulate
sulle spalle.
Una pedalata che, senza dubbio, è anche
una metafora della vita: c'è chi corre, chi se
la prende con comodo e chi aiuta gli altri
ad arrivare al traguardo. Tutti comunque
pedalano verso una meta condivisa. Ci si
incoraggia, ci si scambia qualche battuta,
spesso c’è occasione di darsi una mano.
Una pedalata – anche quella di quest’anno - che si spinge idealmente fino all'Africa, tendendo la mano e il cuore alla
missione dei Padri Canossiani di Nairobi
(Kenya): parte del ricavato infatti, è stato
destinato agli amici africani dove prestano il loro servizio missionario padre Tadeo
Timada e padre Angelo Bettelli. Arrivederci allora, pedalando, all’Edizione 2015!
Filippo Greggio
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Festa solenne per i 50 anni di
sacerdozio di p. Renato Marchioro
Nova Odessa (Brasile) – Parrocchia di S. Bakhita
ll’inizio di luglio, la parrocchia
di Santa Bakhita e tutta Nova
Odessa hanno festeggiato i 50 anni
di sacerdozio dell’attuale parroco
canossiano, P. Renato Marchioro. La
giornata della festa - il 5 luglio - è
stata preparata da una Settimana
Missionaria Vocazionale, una settimana piena di iniziative. Tutta la
famiglia canossiana del Brasile era
rappresentata: confratelli e seminaristi, Sorelle canossiane e tanti laici
che si sono impegnati nelle varie
attività proposte: momenti di riflessione per i giovani, visita missionaria alle famiglie, visita agli ammalati
in casa e nell’ospedale della città.
La Celebrazione eucaristica serale
era arricchita da una riflessione sul
tema vocazionale, sul sacerdozio e
la sua missione. Molto partecipata
la Veglia vocazionale per tutti e un
momento di animazione per i giovani interessati alla vita consacrata
canossiana. Il giorno della festa, insieme al Vescovo di Limeira dom Wilson, presenti tanti fedeli arrivati dalle comunità
del Brasile, per manifestare a Dio e a p. Renato la gratitudine per un dono così grande
e prezioso. È stata una celebrazione di festa, piena di emozioni, conclusa da questo
omaggio al festeggiato (che riportiamo in lingua originale):
"P
oder celebrar a Eucaristia já é motivo suficiente para dar graças a Deus, aliás,
toda missa já é ação de graças pelo dom de receber a presença de Cristo na
Palavra proclamada e refletida e na mesa do altar quando o pão e o vinho se transformam no alimento salutar de nossa alma.
Mas Deus é tão bom que sempre nos oferece tantos outros motivos para dar graças,
hoje estamos extasiados pelos 50 anos de sacerdócio do pe. Renato, só de pensar
que cada dia a graça de Deus se derramou em bênçãos, abraços, orientações e sobretudo sacramentos ficaríamos vários dias elencando o quão precioso é o dom do
ANNIVERSARI
A
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sacerdócio e no caso de hoje quantas coisas nestes longos 50 anos! Quantas histórias, quantas situações, quantas pessoas e lugares, quanto bem feito, quantas vezes
pelas mãos ungidas deste filho da caridade o Cristo se fez presente entre nós.
Então, hoje, pretensiosos queremos parafrasear com o próprio Jesus louvando e
bendizendo o Pai porque não foi aos sábios e entendidos que revelou seu mistério
de amor e sim aos pequenos, porque foi do agrado do Senhor que o pequeno Renato com apenas 12 anos de vida entrasse no seminário canossiano e de lá só saísse
formado canossiano e sacerdote. E este pequeno, continua sendo um pequeno homem, pequeno em estatura porque se pensar na sua missão ele é grandioso tanto
quanto o dom do chamado que ele recebeu.
Queremos bendizer a Deus pelo testemunho singelo e constante, de fé, acolhida, serviço e, sobretudo fidelidade ao chamado.
Queremos bendizer a Deus porque esta comemoração nos incentiva na vida sacerdotal e consagrada.
Queremos agradecer a Deus porque sua graça está no meio de nós hoje e sempre.
Parabéns pe. Renato, e obrigado... obrigado... muito obrigado”.
P. Diego Humeniuk
A sua volta p. Renato ha così salutato e
ringraziato tutti i partecipanti:
ANNIVERSARI
“B
endirei o Senhor Deus em todo
tempo e seu louvor estará sempre
em minha boca” (Sl 33, 2). É com profundo sentimento de gratidão que estou
vivenciando este momento comemorativo dos meus 50 anos de Ordenação
Sacerdotal.
Recordo ainda com grande emoção as
imposições das mãos do bispo que me
tornava Sacerdote para sempre. Só posso dizer como o Salmista: - “Bendirei o Senhor Deus em todo o tempo e seu louvor
estará sempre em minha boca”.
Nesta semana foi realizada uma Semana
Missionária Vocacional. Dentro das reflexões que foram feitas coloquei a minha
caminhada destes 50 anos.
Na vocação da vida, descobri um presente de Deus que devo valorizar a todos os
instantes para que o mundo no qual eu
estou vivendo, possa se tornar cada vez
melhor.
O tema da vocação familiar me levou a
refletir sobre meus pais e irmãos. Percebi como uma família bem estruturada se
torna uma escola de formação humana
e religiosa. Quantas coisas aprendi, na
simplicidade dos meus pais e da união
entre os meus irmãos. Foi um lar profundamente religioso que a minha vocação
foi nascendo. Agradeço a Deus pela família que Deus me deu como presente.
Desde criança vivi um ambiente canossiano. Na minha Cidade, havia um Oratório dirigido pelos Padres Canossianos.
Com a idade de 06 anos, comecei a frequentá-lo, fazendo deste ambiente uma
segunda casa. Entrava de manhã e saia
a noite, porque muitas vezes, tomava as
refeições junto com os Padres. Lá era o lugar da minha preparação aos Sacramentos, a vida Litúrgica, como coroinha e do
meu lazer, desenvolvido com muitas atividades esportivas e culturais. Cheguei a
ser até ator de teatro e participante do
coral da igreja. Foi a convite de um pio e
santo religioso que entrei com a idade de
12 anos, como era de costume daquele
tempo no Seminário Canossiano.
Com já 05 anos de Padre, nasceu a vocação missionária, não de livre e espontânea vontade, mas por uma certa pressão
do Superior Geral daquele tempo, Padre
Clemente Serragiotto. Os meus pais e
meus irmãos eram contra, sobretudo
porque minha mãe estava sendo internada naqueles dias e só sairia do hospital
para descansar em paz no céu, quando
já estava no Brasil há 3 meses. Consegui
convence-los dizendo “Se não dar certo,
voltarei”. Mas desde o começo deu tudo
certo e já se passaram mais de 45 anos de
Brasil. Passei por várias comunidades, em
todas me deixando um profundo sentimento de saudade. Araras, Santa Rita do
Passa Quatro, Piabetá, Agostinho Porto e
Nova Odessa.
A vocação sacerdotal recebeu o seu alicerce durante o longo tempo de Seminário. Entrei quase adolescente e saí já
pessoa adulta. Foram treze anos tomados pela oração constante, pelo estudo
il FOGLIETTO
sempre muito empenhado e com um
pouco de lazer, onde a diversão principal
era o futebol.
As dificuldades sempre estiveram presentes na minha caminhada. Os poucos
contatos com a família, a convivência
com colegas de outras proveniências, a
disciplina do seminário um pouco rígida,
os estudos de Filosofia e Teologia que
apresentavam muitas dúvidas, e o lado
afetivo que devia ser condicionado a um
ideal superior.
Olhando aqueles anos passados, tenho
que dizer que foram providenciais para
uma formação voltada para uma Missão
futura.
Estou aqui hoje, para convidar todos vocês a louvar e agradecer a Deus com as
palavras do Salmo “Bendirei o Senhor em
todo o tempo”, porque o todo poderoso, apesar da minha insuficiência com o
dom do sacerdócio, fez em mim grandes
coisas. Que este louvor se perpetue sempre em minha boca.
Por isso, muito obrigado a todos aqueles
que nestes 50 anos, compartilharam as
alegrias e os momentos de tristeza.
Quantas recordações, e quanta saudade
existe em mim, e quanta vontade para
que o Reino de Deus pudesse acontecer,
ligados no amor e na fraternidade. Conservo as melhores lembranças porque
foram força e o sustento da minha caminhada sacerdotal.
Agradeço a todos meus coirmãos canossianos, de maneira especial nosso Delegado pe. Octavio, agradeço sobretudo à
comunidade religiosa atual na pessoa do
pe. Diego superior da comunidade e dos
meus queridos irmãos no sacerdócio pe.
José Carlos e pe. Victor. Agradeço ao bispo diocesano Dom Vilson presente nesta festa, agradeço a todos os presentes.
Muito, mas muito obrigado a todos!
P. Renato Marchioro
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70° di Ordinazione sacerdotale
di p. Venanzio Menegol
Confratelli canossiani e fedeli in festa al Sacro Cuore di Feltre (BL)
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omenica 3 maggio la comunità parrocchiale del Sacro Cuore a Feltre è
stata in festa per il 70° di ordinazione sacerdotale di p. Venanzio Menegol. Parenti
venuti dal trevigiano, Confratelli Canossiani, Sacerdoti del Feltrino e numerosi fedeli hanno fatto corona attorno al Padre
ordinato a Venezia il 21 maggio del 1944.
A testimoniargli l’affetto della Famiglia
canossiana c’erano le Madri Canossiane
di Fonzaso, di Feltre e di Valdobbiadene;
ha onorato la festa anche Padre Giorgio
Valente, nostro superiore generale, che
ha portato il saluto affettuoso e la riconoscenza di tanti confratelli sparsi nel mondo ai quali padre Venanzio ha fatto scuola;
lui stesso è stato suo scolaro in teologia.
Con la accurata organizzazione della
festa, la comunità, il gruppo di “Fede e
Luce”, le catechiste e il coro parrocchiale
hanno voluto esprimere a padre Venanzio la riconoscenza di tutti per la sua serena e cordiale presenza, per la sua disponibilità a varie richieste di ministero, ma
soprattutto per la sua diuturna disponibilità nel ministero della Riconciliazione, sia
al Sacro Cuore che nel confessionale della
Cattedrale.
Nell’omelia P. Venanzio, fedele al suo stile
e con la sua solita modestia, ha ringraziato il Signore per la chiamata a seguirlo da
canossiano nella vocazione sacerdotale e
si è reso disponibile a seguirlo ancora per
molti anni, raccomandando a tutti di non
mancare alla festa dell’80°!
È il 15 maggio e siamo a Riese Pio X, pro-
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prio durante i festeggiamenti nel centenario della morte del santo Pontefice
trevigiano. In occasione della consueta
giornata di fraternità delle comunità che
si sono trovate durante l’anno per i ritiri a
Castelli, festeggiamo padre Venanzio che
presiede la concelebrazione al santuario
della Madonna della Cendrole (TV) ricordando il 70° della sua Ordinazione sacerdotale.
Davvero un “uomo per tutte le stagioni”,
padre Venanzio! Un canossiano per tutte le
situazioni e gli ambienti, un mediatore e negoziatore anche nelle questioni più spinose.
I Superiori hanno sempre approfittato della
sua prudenza e del suo equilibrio per affidargli compiti di particolare responsabilità,
in situazioni delicate e difficili. Superiore lui
stesso in varie comunità dell’istituto e nelle
case di formazione, vicario generale ed eco-
il FOGLIETTO
21
nomo per molti anni. Forse anche curatore
del Foglietto per qualche tempo; senz’altro
collaboratore, con il suo esprimersi piano
ma sapido – vorremmo dire, alla papa Francesco - che sa dire le cose grandi con parole
semplici e si fa capire da tutti, nello scritto
come nella parola. Sarebbe lungo elencare
i luoghi e gli incarichi da lui espletati. Scherzando, noi giovani studenti a Poiano gli facevamo notare che assommando le varie
cariche, era stato superiore per un numero
di anni ben superiore a quelli della sua vita!
Davvero indovinata ci sembra la “profezia”
del Servo di Dio padre Angelo Pasa che con
una sua espressione dialettale colorita, definiva il giovane padre Venanzio il miglior
uomo della squadra! Anche dalle pagine
del Foglietto le congratulazioni, gli auguri
più affettuosi, padre Venanzio, e: ad multos
annos!
Fra Gabriele,
il religioso dei record!
S
ì, proprio così! Fra Gabriele, al secolo
Giuseppe Boaro, ha superato il secolo
di vita ed è il Religioso dei record. È IL PIÙ
ANZIANO DI ETÀ dei Religiosi Canossiani. IL PIÙ ANZIANO DI PROFESSIONE RELIGIOSA tra i Canossiani. HA RICOPERTO
16 INCARICHI nella sua Vita Religiosa. HA
FATTO SERVIZIO PIÙ DI 25 ANNI proprio
qui a Conselve dove ora è presente dal
1988. HA VISTO 8 PAPI. HA FATTO SERVIZIO PER 5 VOLTE nella stessa comunità
proprio qui a Conselve. Gli manca solo di
essere il più anziano cittadino di Conselve…, ma per questo dovrà attendere ancora qualche anno. Lo diciamo con le sue
stesse parole: “Finchè el Signor me lassa,
mi ghe stago!”.
ANNIVERSARI
Festa al Patronato di Conselve per il canossiano più longevo
ANNIVERSARI
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il FOGLIETTO
Fra Gabriele è nato a S. Zenone degli Ezzelini (TV) il 19 marzo 1914. Ha fatto la
prima professione temporanea il 16 settembre 1936 e la professione perpetua il
28 settembre 1941. La prima vera comunità apostolica in cui lui è vissuto da religioso è stata proprio Conselve, dal 1937
al 1939, dopo un anno trascorso nella
casa di formazione di Castelli, dal 1936 al
1937, come cuoco.
I religiosi di una certa età che lo hanno conosciuto da giovane dicono di lui: “Sono
stato con lui per un anno a Roma Acilia.
Lo ricordo bene come assistente in oratorio, bravo catechista, capace di ‘incantare’
i ragazzi e anche di addormentarli!”. Anche noi negli ultimi anni qui a Conselve
lo abbiamo visto all’opera, soprattutto
quando in Duomo cercava di tenere la
disciplina fra i chierichetti e i ragazzi che affollavano il
presbiterio nelle grandi
celebrazioni. Con il suo
sguardo severo e buono riusciva proprio ad
attirare la loro attenzione e a ricomporre il loro
sbarazzino chiacchiericcio. Forse qualche volta
faceva quasi più chiasso
lui dei ragazzi, ma questo ce lo faceva sentire
ancora più vicino, “fanciullo” tra i fanciulli.
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Compiuti i 100 anni ha pensato bene di
cambiar vita. Non più in giro per le strade
di Conselve, ma ben custodito in Patronato, con tanta gente che gli vuole bene.
Si è fratturato il femore. È stato operato e
gli è stata messa la protesi. E già di nuovo
cammina, gode di una certa autonomia,
anche se data l’età e per precauzione, gli
è stata affiancata una persona che gli sta
accanto e lo aiuta. Fra Gabriele non finisce mai di ringraziare tutti e in particolare
coloro che gli stanno vicino per assisterlo.
Al mattino si alza dicendo: “Ti lodo Signore per la tua creazione e nella sofferenza…
abbi pietà di me peccatore!”. Ogni giorno
riceve la Santa Eucaristia, ringraziando
Gesù che gli vuole bene, gli sta vicino,
lo perdona dai suoi peccati. Da simpatico Religioso Canossiano ripete: “Ora non
ho più nessuna Regola; la mia Regola è il
Cielo!”.
La Comunità dei Padri Canossiani ringrazia tutti di cuore per la vicinanza dimostrata in vari modi a Fra Gabriele. In particolare sente di ringraziare tutti coloro
che lo assistono nelle sue necessità fisiche e spirituali. Fra Gabriele allarga il più
grande abbraccio e sul suo volto splende un sereno sorriso proprio per tutti…
SANTO SUBITO!
il FOGLIETTO
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Tutti insieme nell’Arca di Noè
Castelli di Monfumo (TV) - Grest 2014
ome da tradizione, anche quest’anno
le parrocchie di S. Giorgio in Castelli
e S. Nicola in Monfumo, unendo le loro
forze hanno organizzato tre settimane di
Gr.Est, dal 30 giugno al 19 luglio 2014.
Un’esperienza unica che ha legato nell’amicizia ragazzi e animatori mediante la
condivisione di preghiere e giochi, tutti
concentrati nella riflessione sul tema proposto: “Tutti Insieme nell’Arca di Noè!”. Ogni
pomeriggio (dalle 14.00 alle 18.00) ai ragazzi veniva raccontata a puntate, la storia biblica del Diluvio universale per mettere in evidenza che, noi battezzati, siamo
dei salvati perché già dentro la vera Arca
che è la Chiesa. Oltre ai momenti di riflessione e preghiera tenuti dal parroci di Castelli e Monfumo - P. Antonio e Don Marco
-, i giovani animatori ed alcune mammenonne hanno saputo intrattenere quella
scatenata novantina di ragazzi/e, facendo trascorrere il pomeriggio intensamente, motivandoli con attività e laboratori
(cucito, midollino, fermaporte, cornici,
collage…) e coinvolgendoli in movimen-
Roana (VI).
Partecipare al Gr.Est, qui in mezzo ai Colli
Asolani, è un’avventura unica ogni anno
per i nostri ragazzi. Parteciparvi come
Animatrice è sempre entusiasmante e
coinvolgente: anche se a volte può sembrare pesante e molto impegnativo. Ma
vedere l’entusiasmo e la gioia dei ragazzi
fa sì che tutta la fatica ne sia ripagata!
L’avventura, che si è svolta sempre presso
la chiesa e gli ambienti della Parrocchia
S. Giorgio M. di Castelli, si è conclusa con
una serata di festa sabato 19 luglio: ragazzi, genitori, parenti e amici si sono ritrovati prima per la S. Messa di ringraziamento,
seguita dalla proiezione di un video che
ha ripreso i momenti salienti del Grest, e
successivamente da una succulenta cena.
Non ci resta che ringraziare il Signore che
anche quest’anno ci ha dato la possibilità
di vivere questa avventura e darci appuntamento alla prossima edizione, sempre
al grido di “Tutti insieme nell’ Arca di Noè!”.
Marta Z., animatrice
GREST
C
tati e divertenti giochi.
Non potevano certo
mancare le attesissime escursioni: la prima
settimana
all’Opera
“Beato G. Nascimbeni”
al Cavallino - Treporti
(VE), dove abbiamo
potuto giocare e fare
un bagno al mare. La
seconda settimana,
ci siamo cimentati in
una avventura unica:
dotati di moschettone e corda, siamo
volati da un albero
all’altro all’Acropark di
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“Ti farò padre di tutte le nazioni”
Patronato di Conselve (PD) - Grest 2014
GREST
D
io promette ad Abramo: “Ti farò padre
di tutte le nazioni”. L'Oscuro Terrore,
con le sue Sorelle Scure, Lite, Riso e Carestia, frenano lo slancio della risposta del
Patriarca. Proprio come avviene per ciascuno di noi nel fidarci delle promesse di
Dio che sono superiori alle nostre aspettative. La promessa di Dio ad Abramo è
stato il tema del Grest 2014, sulla scia di
un percorso di catechesi incentrato sulla
figura del patriarca. Durante le tre settimane di Grest, ogni giovedì sono stati
invitati due ospiti di differenti nazioni per
far conoscere ai ragazzi la storia del loro
Paese, usi, costumi e tradizioni. I nostri
ospiti sono stati: Barbara dalla California,
Dolores dall’Argentina, Silvia dall’Ungheria, Rocky dalle Filippine, Latifa di origine
berbera dal Marocco ed Elias dalla Nigeria. Sono stati i volti delle nazioni di cui
Abramo è Padre.
Barbara ha deliziato i ragazzi con le immagini delle prelibatezze culinarie che si preparano il 4 luglio, giorno in cui si festeggia
l’indipendenza e tutti i piatti hanno i colori della bandiera americana, raccontando
le origini della più tradizionale festa americana. Dolores ha incantato i ragazzi con
un video che mostrava i paesaggi più diversi che si possono trovare in Argentina,
dalla pampa con i gauchos alla Terra del
Fuoco. Silvia ha affascinato i ragazzi con
la storia dell’Ungheria dalle origini con le
sette tribù, tra cui la principale quella dei
Magiari con Almos, all’unione con l’Impero d’Austria che vide come regina la
famosa Sissi, fino alla più triste spartizione del territorio durante la Prima Guerra
Mondiale. Rocky ha meravigliato i ragazzi
con le immagini delle spiagge delle Filippine e di pesci e frutta esotica di ogni
tipo. Latifa ha raccontato come la storia
del popolo musulmano inizi con il profeta
Abramo e con i suoi discendenti tramite
Ismaele, figlio di Abramo e della schiava
Agar, e ha donato a ogni ragazzo il proprio nome scritto con le lettere dell’alfabeto arabo. Elias, infine, ci descritto le due
stagioni che caratterizzano il suo Paese,
quella arida e secca e quella delle piogge,
e ha mostrato ai ragazzi i prodotti tipici
della sua terra.
Grazie Patriarca Abramo perché ti sei fidato di Dio. Grazie perché la paura non ha
vinto nella tua vita. Ci sentiamo parte del
cammino verso l'unità di tutti i Popoli. Essi
vincono la dispersione nel tenere vivo il
loro rapporto con Dio Padre Buono.
Alessia Sturaro
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il FOGLIETTO
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Un dono per crescere insieme!
I
l villaggio di Karibu (benvenuto, in lingua swahili) sta festeggiando l’inizio
dell’estate, quando un evento misterioso getta tutti nella paura: è stata rubata
la Pietra Sacra che consente di rinnovare
il fuoco, fonte di vita per la tribù; anche
Kuro, il Custode del Fuoco, è scomparso.
Gli indizi parlano chiaro: i responsabili
dell’accaduto sono i guerrieri di Kuchoma, il lontano Villaggio di Lava. Una misteriosa visione di Thoro, lo sciamano,
indica che l’unico in grado di recuperare
la Pietra e liberare Kuro è il piccolo Babù:
è lui il Prescelto, chiamato a percorrere
Zawadi (dono), il Sentiero proibito del
Fuoco, per giungere fino a Kuchoma. Ed
è così che Babù, accompagnato dall’allegra zebra Wolly e dall’intrepida Nyma,
dovrà affrontare i tanti pericoli che Zawadi nasconde. Attraverso la magnifica
e insidiosa natura africana i tre amici incontreranno molti animali: ma chi di loro
saprà donare i consigli giusti e chi invece
si rivelerà un nemico spietato?
Allegria, paura, coraggio, sacrificio, avventura, ricerca: percorrere Zawadi, seguendo i tanti segni posti lungo il cammino, sarà per Babù, Nyma e Wolly anche un
viaggio dentro il loro cuore, che li porterà
a rafforzare l’amicizia che li lega e a scoprire lo Spirito che li anima.
Questa, in sintesi, la storia che ci ha guidati a vivere insieme l’esperienza del Grest
2014! Un evento sempre atteso e vissuto
con entusiasmo e passione. Un tempo
così pieno di tante cose belle che non ci
si accorge neppure che passa…
L’organizzazione si ripete: preghiera, racconto, gioco, musica, balli, spiaggia e
mare… Quello che cambia ogni anno è
il modo di lasciarsi coinvolgere da parte
di ragazzi e animatori: dei ragazzi perché
nuovi o più grandi e animatori perché
sono sempre di più. L’esperienza dell’essere “animati”, infatti, fa nascere il desiderio di diventare “animatori”! È il ciclo della
vita, la realizzazione del tema di quest’anno: essere dono e diventare dono!
GREST
Favignana - Grest 2014: “Zawadi, il sentiero del fuoco”
26
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2014
In un mese insieme, piccoli e grandi abbiamo scoperto che Zawadi=dono comporta un altro modo di pensare la vita e il
mondo. Chi dona gratuitamente libera se
stesso e rende libere le persone. Il dono
fa crescere sia chi lo fa sia chi lo riceve: il
dono fa stare bene tutti! E quando si sta
bene il tempo vola!
Il grest offre sempre l’opportunità di
un’esperienza educativa: coinvolge tutti,
anche la comunità cristiana, soprattutto durante la celebrazione dell’Eucaristia domenicale che diventa momento
dell’incontro con le famiglie, e stimolo a
riflettere sull’importanza e la necessità
di condividere energie, risorse spirituali
e materiali per la formazione dei nostri
giovani.
Anche quest’anno la Provvidenza si è
resa visibile e concreta durante il Grest
attraverso i suoi protagonisti - bambini,
ragazzi e animatori - che mai si sono tirati
indietro. Un augurio: siamo tutti dei piccoli Babù, ma ci faremo aiutare dai tanti
Wolly e Nyma che il Signore ci mette a
fianco, non ci tireremo mai indietro nel
percorrere Zawadi il sentiero del fuoco e,
nonostante prove e difficoltà impareremo anche noi a diventare Zawadi (dono)
per tutti coloro che incontriamo.
Il centuplo al GREST
Feltre (BL) – Patronato
GREST
L’
estate in Patronato a Feltre è passata in fretta; piena anche quest’anno
del Grest e del dopo grest, ‘Grestate’. Un
mese e mezzo di attività, giochi, canti,
laboratori, compiti delle vacanze e preghiera. Non sono mancate le gite al mare
al Villaggio S. Paolo di Cavallino e l’incontro con i Grest Canossiani a Cima Loreto.
Una bella mano ce l’ha data quest’anno
anche p. Pietro con il suo brio e i suoi
pennelli. Al termine del Grest abbiamo
salutato e ringraziato il cappellano don
Luciano che per diversi anni ha tenuto la
regia e formato gli animatori.
Due belle serate con i Genitori hanno
creato un clima di conoscenza e di amicizia che speriamo continui a far crescere
la loro partecipazione e collaborazione
in patronato. Ma dobbiamo ringraziare
soprattutto il folto gruppo di animatori
giovani e adulti, che hanno mantenuto
il loro impegno costante, e ai quali siamo disponibili fin d’ora a ‘rinnovare il
contratto’ per il prossimo settembre, logicamente alle solite condizioni sindacali evangeliche… il centuplo quaggiù e
qualcosa in più!
Una mamma
collaboratrice del Patronato
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2014
27
“C’è più gioia nel dare
che nel ricevere!”
F
renetica è stata la preparazione al
GREST: incontri a non finire, sia per gli
animatori giovani che per gli adulti volontari collaboratori. All’invito del Parroco rivolto a tutti i fedeli, indistintamente,
dall’altare, numerose sono state le adesioni degli adulti non solo per i laboratori, ma per tutti i servizi necessari per il
buon andamento del GREST.
L’inizio di ogni GREST, come sempre, è
stato entusiasmante ed interessante
per tutti. Abbiamo dovuto sospendere le iscrizione a quota 300; a questi si
aggiungono gli animatori giovani che
hanno raggiunto quota 120. Questo
entusiasmo ha raggiunto l’apice con la
visita del Primo cittadino di Pachino: nel
pomeriggio del 10 giugno, appena due
giorni dopo l’elezione, il nuovo Sindaco
sig. Bruno Roberto, nostro parrocchiano,
ha voluto visitare l’Oratorio per incontrare i ragazzi del GREST; una festa per tut-
ti, un incontro bello e gioioso. Il
Sindaco ha espresso tutta la sua
soddisfazione per questa iniziativa altamente meritoria, e assicurando che: “si è sentito di casa
tra noi”, perché come parrocchiano anche lui ha frequentato
l’oratorio ed vari grest estivi.
Si è complimentato con i Padri,
con gli adulti e animatori per
quanto si è realizzato. Ci ha
esortato a continuare e a vivere
con entusiasmo questa avventura estiva. Si è intrattenuto
con tutti: ragazzi, animatori ed
educatori, con tutti ha scattato
una foto ricordo.
Il GREST ha camminato serenamente
per tutta la sua durata, senza scossoni,
grazie anche alla disponibilità trainante
e generosa di Daniele che ha fatto da
punto di riferimento per tutta l’attività.
La presenza dei Padri Canossiani ha reso
più serene e sicure le attività del GREST.
Una meta era tanto attesa da tutti: l’uscita all’acqua park di Siracusa; sei pullman,
pieni zeppi, puntuali come da programma, hanno accompagnato i ragazzi nel
parco acquatico divertimenti, dove hanno “guazzato come papere” nell’acqua
limpida tutto il giorno; sono poi ritornati
tutti rossi come peperoni… bruciati per
bene! Unico rammarico: è stata l’unica
uscita del GREST 2014.
Un altro avvenimento ha lasciato in tutti un ricordo unico: l’incontro con tutti
i GREST di Pachino nel pomeriggio del
27 giugno in piazza Vittorio Emanuele.
GREST
Pachino San Corrado - Grest 2014
28
il FOGLIETTO
Aperto da un momento di preghiera, cui
sono seguiti canti, danze e bans, e poi
tutti in corteo cantando e sventolando le
bandiere fino all’Oratorio San Giuseppe
dove sono seguiti un momento di riflessione, giochi e un rinfresco per tutti.
Ma il nostro Grest è stato caratterizzato
anche da un commovente gesto di solidarietà da parte dei ragazzi: tutti d’accordo hanno rinunciato alla “schiuma party”
per donare un sorriso e una speranza ai
ragazzi extracomunitari delle due Comunità di “Accoglienza” presenti a Pachino.
Nella serata della festa finale, tutti insieme ragazzi, animatori, genitori ed amici,
si sono uniti nella solenne Eucaristia di
ringraziamento. La nostra Chiesa in que-
N. 2/3 - 2014
ste circostanze si rivela insufficiente per
accogliere tutti. Sul volto di tutti tanta
soddisfazione e tanta gioia. Una santa
Messa partecipata da tutti, animata con
canti e gesti significativi. È doveroso ricordare con riconoscenza tutti coloro
che hanno collaborato, dando una mano
per rendere il GREST sereno e interessante.
Nel cuore di tutti si è stampato il messaggio: ”C’è più gioia nel dare che nel ricevere!” e se l’esempio viene dagli adulti,
allora convince, trascina e coinvolge i più
giovani. L’oratorio diventa così il luogo
dove – giovani e adulti - sperimentiamo
la gioia di stare insieme, ma anche di donare con generosità.
Chi ama gratuitamente, educa!
GREST
Oratorio di Acireale - Proposte formative estive
V
ogliamo raccontavi un’esperienza
che ci ha cambiato la vita. Siamo
sempre più consapevoli che chi ama
l’altro è perché ha sentito l’invito del
Signore a vivere l’amore sempre più disinteressato. C’è una frase del vangelo
che è rimasta scolpita nel nostro cuore e
che è diventata un programma di vita in
questa estate: “Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date” (Mt 10,8). Questa provocazione evangelica ha animato l’equipe educativa della Parrocchia
“Madonna della Fiducia” in Acireale che
a partire da questa Parola si è formata
e preparata ad animare le diverse proposte educative con i ragazzi, gli adolescenti e i giovani. Questa esperienza
è stata vissuta nella casa estiva delle
Madri Canossiane sull’Etna (Catania).
La presenza delle Madri, in particolare
la disponibilità discreta ma significativa
di Madre Paolina, ha manifestato in pienezza il nostro Carisma Canossiano.
Obiettivo di ogni educatore è stato
quello di “far conoscere Gesù” (S. Maddalena di Canossa) a tutti i destinatari incontrati nei vari campi educativi. È stato
stupendo testimoniare Gesù agli altri,
perché abbiamo donato quel Signore
che, per primi, abbiamo conosciuto e
del quale abbiamo fatto esperienza e
dal quale ci siamo lasciati guidare. È stato Lui a sostenere e riempire la nostra
vita.
Vorremmo riuscire a raccontarvi le esperienze dei ragazzi, così diverse, sempre
originali e irripetibili. Ognuno di loro ci
ha manifestato una grande gioia di vivere; ci ha rivelato di avere in cuore una
grande ricchezza, tanti sogni e speranze. Abbiamo conosciuto il valore delle
relazioni vere e profonde indispensabili
per camminare con l’altro; ci siamo arricchiti reciprocamente attraverso la condivisione del percorso e della storia personale. Non è mancata la fatica che ha
richiesto impegno da parte di tutti; ma
crediamo di essere riusciti a fare centro,
cioè, rispondere ai bisogni dei ragazzi e
alle loro domande. E loro sono rimasti
colpiti dalle diversità delle testimonianze e dei servizi, e insieme dalla essenzia-
il FOGLIETTO
29
Preghiera
“Sulle orme di S. Maddalena
e di S. Francesco”
Voglio cantare, Signore,
gridare al mondo la gioia di averti
incontrato, ogni giorno,
nei volti stanchi di tanti poveri
e di tanti giovani.
Nei volti degli ultimi del mio mondo
io già t’amavo mio Signore Crocifisso.
Mi hai mostrato una strada nuova
fin sul monte degli amanti,
e ho trovato Maddalena con Maria,
ai piedi della Croce:
uno “stare” in movimento,
un “Amare” in modo nuovo,
Maddalena mi ha insegnato
ad Amare come Maria,
con un cuore che accoglie,
con un cuore che impara a “stare”,
povero tra i poveri, ultimo con gli
ultimi,
come anche Francesco d’Assisi.
Sul tuo monte ho trovato
un tesoro prezioso, Signore,
ho lasciato ogni cosa,
come Maddalena e come Francesco,
ho seguito le tue orme,
ti ho incontrato, mio Dio
e mi sono lasciato amare,
Tu, Crocifisso amante
io, povero e amato.
lità dei contenuti formativi proposti; un
aspetto che la società non offre più. Con
i ragazzi siamo andati alla ricerca e scoperta dei valori fondamentali su cui vale
la pena fondare la vita: la famiglia, l’incontro con l’altro, la fede come rapporto
personale con il Signore; soprattutto ha
colpito la scoperta dell’essenzialità di
cui alcuni ragazzi hanno sete. Avendo a
disposizione al campo poche cose ma-
GREST
N. 2/3 - 2014
30
il FOGLIETTO
teriali, si sono aggrappati al solo desiderio di essere sereni, liberi e ben voluti.
Ad ogni gruppo è stata fatta una proposta diversificata: per prima e seconda
media “Al di là dell’apparenza! Io ho
scelto… e Tu?”; la terza media “Dove
stai andando?”; la prima superiore “Tu
sei prezioso ai miei occhi” (Is 43,4); la
seconda e terza superiore “Sei pronto a
lasciare il segno”; e infine i Giovanissimi “Chiamati a condividere le scelte di
Cristo (Mt 16, 21 - 27). Sulle orme di S.
Maddalena e di S. Francesco”.
L’unione e la collaborazione fra Laici Canossiani, Madri, Padri e Fratelli Canossiani è stato un elemento determinante
per la buona riuscita dei campi scuola;
ci auguriamo che questa esperienza di
N. 2/3 - 2014
collaborazione possa diventare lo stile
abituale della nostra azione pastorale
canossiana, soprattutto giovanile e vocazionale. Riportiamo a voi (alla pagina
precedente, ndr) la preghiera che è sgorgata dai ragazzi.
Grazie ai ragazzi e giovani che hanno
aderito e si sono lasciati coinvolgere;
grazie agli educatori per la loro collaborazione. Ma soprattutto grazie al Signore che si è fidato di noi e ci ha sostenuti; certamente ci aiuterà a continuare
il cammino all’interno della Comunità
Parrocchiale “Madonna della Fiducia”. Il
Signore benedica la vostra vita! E gioia
sia!
Fratel Fabio e Madre Angela
Attività estive all’Oratorio di Lavis
GREST
Grest e campeggi a Dimaro
A
nche l’estate 2014 in Oratorio è stata
ricca di proposte formative e ricreative. Il via è stato dato dal Grest, che dall’inizio di giugno ha visto bambini e ragazzi,
animatori giovani e adulti, coinvolti in un
programma intenso di momenti di pre-
ghiera e di riflessione, di gioco e di lavoro
di squadra. Numerosa la partecipazione e
grande l’entusiasmo di tutti. Il tema conduttore ha visto come protagonista una
giovane donna di nome Miriam che ci ha
insegnato a credere nei nostri sogni e a
N. 2/3 - 2014
non arrenderci davanti agli ostacoli.
Il Grest non ha interessato solo i più piccoli: attraverso la proposta del “Grestone”
si è rivolto anche agli adolescenti e ai giovani coinvolgendoli in attività serali come
i tornei, a cui hanno partecipato anche
squadre di altre parrocchie.
L’opportunità formativa è continuata
nei campeggi svoltisi presso la casa parrocchiale di Dimaro. Il filo conduttore
della settimana è stata la storia biblica
di Giuseppe: ispirandosi a questa storia
gli animatori hanno proposto ai ragazzi
laboratori e attività legati a temi quali la
famiglia, i sogni, la verità, il perdono. Così
il racconto della vita di Giuseppe ha per-
il FOGLIETTO
31
messo a tutti di riflettere sulla propria vita
e su valori importanti come amicizia, fede
e fraternità. Non poteva mancare lo spazio per il gioco e per le escursioni, il tutto
nell’incantevole scenario della Val di Sole,
che aiuta a comprendere la bellezza e
l’importanza della natura.
Fondamentale la partecipazione dell’intera comunità: primi fra tutti il Parroco, poi i
Padri Canossiani, le catechiste e gli adulti,
i giovani e gli adolescenti che si sono messi in gioco con entusiasmo, permettendo
un’ottima riuscita di tutte le iniziative oratoriane.
Martina, Erica e Sara
D
opo un mese di servizio nei campi
estivi a Dimaro, è tempo di mare, è
tempo di sole, è tempo di Puglia! Grazie
a p. Stefano abbiamo avuto l’opportunità di visitare e godere le bellezze del Sud.
Lungo il viaggio verso Fasano, nostra
destinazione, una prima sosta a visitare
Maria alla Santa Casa di Loreto.
La settimana è stata davvero intensa.
Anzitutto per i momenti di preghiera,
tra i quali la partecipazione come CoroGiovani alla S. Messa dell’Assunta nella parrocchia dove P. Stefano lo scorso
24 maggio è stato ordinato prete. Altro
momento forte, quello vissuto presso la
tomba di Don Tonino Bello: riascoltando
la sua testimonianza abbiamo pregato
e riflettuto sulla nostra vita, sui nostri
impegni e progetti, e sullo spirito che
deve animarci sempre nel servire gli altri. Un’esperienza che ci ha arricchito, ha
spinto un po’ più in alto i nostri sogni e
progetti di giovani animatori, e ha rafforzato il collante che tiene unito il nostro
gruppo.
Non sono mancati i tempi di relax: in
spiaggia abbiamo potuto goderci il sole
e il meraviglioso mare di Puglia. Le serate sono state dedicate alla scoperta delle
tradizioni e dei sapori della Puglia, portandoci a visitare alcune delle più belle
località pugliesi, quali Ostuni, Alberobello, Monopoli e Locorotondo, e a partecipare alle loro rinomate sagre paesane.
Il nostro viaggio si è spinto fino al “tacco” d’Italia, fino a visitare il santuario di S.
Maria di Leuca, e offrendoci una giornata
alternativa passeggiando lungo la costa.
Una settimana davvero ricca di amicizia,
di condivisione, di riflessione e preghiera, di momenti di grande gioia che resteranno per sempre nelle nostre vite. Un
grande grazie a P. Stefano, che ha voluto condividere con noi la sua bellissima
terra e le sue tradizioni. Grazie anche alla
sua famiglia, che ci ha accolti a braccia
aperte, facendoci sentire a casa, ai padri
dell’Oratorio e tutte quelle persone che
hanno contribuito alla buona riuscita di
questa esperienza.
GREST
Sento il mare dentro una conchiglia…
32
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2014
Oratório itinerante canossiano 2014
Anche quest’anno l’oratorio canossiano di Piabetà si fa
“itinerante” tra le comunità della Parrocchia São Sebastião
BRASILE
D
ando continuidade aos oratórios itinerantes que acontecem nas capelas
da Paróquia São Sebastião, atendendo a
comunidade que vive ao redor de cada
uma delas, no mês de agosto de 2014
tivemos a alegria de realizar mais uma
edição do nosso já conhecido Oratório
Itinerante, só que desta vez, para toda a
cidade de Magé.
Nesse ano, em parceria com a OAB (Ordem dos Advogados do Brasil) Magé/
Guapimirim, através da brilhante iniciativa do presidente da OAB, Dr. Edison de
Freitas, a diretoria e o Tribunal de Justiça,
realizamos o casamento civil comunitário, que agraciou 103 casais de nosso município. O mesmo foi celebrado pelo Juiz
Titular da Vara Cível de Magé, Dr. Vitor
Moreira de Lima, que estava acompanhado do Promotor de Justiça do Ministério
Público, Dr. Ramon Leite de Carvalho.
Além de tão belo ato de caridade tivemos
ainda diversos atendimentos gratuitos,
tais como serviços de beleza, atendimen-
tos jurídicos, consultoria do INSS, oficinas
e até exposições e vendas de artes, com
obras de artes plásticas, artesanatos e livros dos artistas e artesãos de Magé.
E dando credibilidade a quem diz que
“saco vazio não para em pé”, fornecemos
café da manhã, almoço e frutas, para que
todos os presentes pudessem aproveitar
o dia inteiro, sem a necessidade de se ausentar do evento para se alimentar. Além
disso tudo, ainda restou tempo e espaço
para muita brincadeira, músicas e jogos.
Foi realmente um dia inesquecível na história de nosso Oratório.
E não podemos deixar de lembrar o quão
expressiva foi a dedicação dos nossos
educadores e animadores, que compartilharam a alegria de estarem sempre juntos na vivência cotidiana de nosso oratório. Vivência essa que se firma cada vez
mais, já que nosso recreatório vem acontecendo quase todos os dias da semana,
e também com a escola de futebol, que
está com um número impressionante de
N. 2/3 - 2014
participantes.
É visível como é importante o nosso oratório na nossa comunidade, é um trabalho
simples, de formiguinha, que cativa todas
as idades e o mais importante educa para
o mundo. Temos que agradecer sempre
aqueles que nos precederam nesta obra,
pois eles deram o primeiro passo que é
acreditar na potencialidade que cada um
traz dentro de si e que é compartilhado
com todos.
Obrigado a toda nossa juventude canossiana (JUCA), que com todo amor vive
il FOGLIETTO
33
o carisma canossiano e tem a alegria de
compartilhar com todos. Obrigado a todo
o conselho do Oratório que com grande
dedicação articulou todo esse trabalho
que envolveu toda nossa Paróquia. Que
Santa Madalena de Canossa interceda
por todos e Deus continue derramando
suas bênçãos sobre todos e nos ajude a
nunca esquecermos que nossa maior recompensa é a alegria de poder servir ainda mais e mais numa caridade incansável.
Pe. Jenalro
“La gioia evita mille mali
e prolunga la vita" (W. Shakespeare)
17° E.C.O.A. a Santa Rita do Passa Quatro (Brasile)
on questo motto preso dal
noto drammaturgo inglese,
si è svolto il 7-8 giugno scorso,
a Santa Rita do Passa Quatro
il 17º ECOA (Encontro Canossiano Oratorio Adolescenti).
Momenti indimenticabili – dalla marcia iniziale attraverso
la città fino alla celebrazione
eucaristica - per i giovani adolescenti provenienti dalle varie
comunità oratoriane canossiane del Brasile, che sono ripartiti con l’impegno di contagiare
il mondo con la loro gioia.
Ancora una volta l’ECOA ha visto tutti – religiosi, adolescenti, animatori – uniti dal solo
obiettivo: vivere e diffondere
il carisma canosssiano, perché come dice Papa Francesco,
‘Tutto quello che è condiviso si
moltiplica!’.
BRASILE
C
34
il FOGLIETTO
BRASILE
C
om tal alegria o Senhor encheu os
corações dos jovens canossianos
para a realização do 17º ECOA no dias 7
e 8 de Junho, um final de semana onde
não importava a idade, a cor, o nome, e a
cidade, onde a tristeza não teve chance,
pois o Espírito Santo nos encheu com os
seus dons, e nos mostrou que amar vale
a pena.
Em suma, todos os momentos foram
inesquecíveis, e não poderia deixar de
citar a acolhida das cidades participantes na cidade sede, Santa Rita do Passa
Quatro – SP, a emocionante abertura, o
momento vocacional que tivemos preparado pela cidade de Araras, também
contamos que uma confraternização em
seguida, o domingo foi cheios de emoções, iniciando com uma gloriosa
missa que tocou os corações dos
participantes, a apresentação
de cada cidade nos mostrou de
modo único que conseguimos
sim contagiar o mundo com alegria, só precisamos tentar (as cidades que se apresentaram no
domingo foram: Agostinho Porto
– RJ, Piabetá – RJ, Ribeirão Preto –
SP, Nova Odessa – SP) para finalizar os jovens contagiaram as ruas
por onde passavam com uma expressão contagiante mostrando o
N. 2/3 - 2014
amor por Jesus em uma maravilhosa caminhada até a Paróquia
São José Operário.
Memorável. Podemos falar que
isso foi fruto da dedicação das
pessoas da comunidade local
que doaram partes de seus
tempos, dos jovens que enfrentaram suas fronteiras para juntos alcançarem a realização do
evento, de cada cidade que se
mobilizou para poder participar
e se fazer presente de corpo,
alma e coração, de todos os religiosos que uniram seus corações em um
só com o objetivo de fazermos vivenciar
o carisma canossiano e também foi fruto da benção Deus que permitiu a cada
um sonhar, planejar, realizar e viver esse
momento.
Que a alegria que vivenciamos no 17º
ECOA preencha os corações de todas as
pessoas e que com isso possamos espalhar amor, paz e ALEGRIA pelo mundo,
vivendo assim o carisma canossiano.
Alegria! Adolescentes Canossianos Contagiando a Vida! Vamos compartilhar
alegria, afinal: ‘Tudo aquilo que se compartilha, se multiplica!’ (Papa Francisco).
Ana Beatriz Rizzo Zanardo
Jovem de Santa Rita do Passa Quatro
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2014
35
Festa patronale del Sacro Cuore
I
l 27 giugno scorso abbiamo partecipato per la prima volta alla festa patronale della nostra missione in Aituto-Rina.
Anche per la gente è stata la prima volta
in cui i loro sacerdoti sono stati con loro
per tutto il tempo della preparazione e
della festa stessa. È stata una prima volta un po’ per tutti, anche se sotto diversi
aspetti.
Le celebrazioni sono iniziate con il pellegrinaggio della statua del Sacro Cuore
di Gesù patrono della missione. Secondo
la tradizione locale, la sacra immagina
deve andare a visitare tutte le cappelle
che fanno parte della stazione missionaria che ci è stata affidata. Le cappelle,
compresa quella centrale dove noi padri
risiediamo, sono ben 12, ma alla visita si
sono aggiunte altre due cappelle che per
ora sono sotto la giurisdizione di un altro
centro missionario, il cui sacerdote incaricato ci ha autorizzato, per quest’anno,
a passare e fermarci, visto che si è sempre fatto così e la gente lo chiedeva con
insistenza.
La preparazione alle celebrazioni è ini-
ziata con l'incontro tra i rappresentanti
dei rispettivi centri, sia religiosi che civili.
I festeggiamenti esterni e l’organizzazione della festa finale sono stati assegnati al “Suco Mulo”, dove ci troviamo noi. Il
“Suco” è come un raggruppamento di
paesi che hanno un loro capo, eletto direttamente dal popolo. La liturgia nelle
varie cappelle e le rispettive processioni,
invece, sono state affidate ai rispettivi
centri pastorali con i loro leader.
Il 24 giugno si è tenuta la celebrazione
di apertura, con una S. Messa solenne
seguita dalla processione in costumi tradizionali. In ogni cappella il comitato di
accoglienza accoglieva l’immagine del
Sacro Cuore con danze e canti tradizionali, accompagnandola nella cappella
dove si celebrava l’Eucaristia. L’indomani, la Statua del Patrono veniva portata
al centro successivo con un’altra processione, danze, canti, ricevimento e Messa.
E così via, per 13 giorni, fino a riaccompagnare la Sacra Immagine a casa sua, al
nostro centro.
Il 27 giugno, giorno principale della fe-
TIMOR LESTE
Timor Leste – Missione di Aituto-Rina
36
il FOGLIETTO
TIMOR LESTE
Padre Josef in costume tradizionale
sta, insieme ai leader locali e ai “katuas”
(leader della cultura locale, molto ascoltati e seguiti dalla gente), di buon mattino, ci accingiamo a dare il benvenuto
al Sacro Cuore che stava arrivando dalla
cappella di Dare, a 7 km di distanza. Prima dell’arrivo della immagine sacra, era
stata preparata una cerimonia di benvenuto per i nostri ospiti illustri: i miei
due fratelli e don Luciano (già parroco
di Castelgugliemo) venuti a trovarmi a
Timor proprio per l’occasione. I nostri
ospiti sono rimasti sorpresi ed entusiasti
del ricevimento e dei riti tradizionali, ma
soprattutto della calorosa accoglienza
della gente.
È stato quindi dato il benvenuto al Sacro
Cuore e subito dopo abbiamo celebrato
l’Eucaristia. Come sempre capita in queste grandi occasioni, una folla gremiva la
chiesa. Padre Yosef aveva preparato magistralmente il coro dei giovani che hanno animato la messa. Successivamente, ci si è radunati tutti nel salone (uno
stanzone enorme, fatto di bambù, un po’
mal ridotto, ma che almeno ripara dalle
intemperie!). Non possono mai mancare
i discorsi tradizionali, molti e solitamente lunghi, come in tutte le feste timoresi
che si rispettano, seguiti, finalmente, dal
taglio della torta e lo stappo dello spu-
N. 2/3 - 2014
mante, che stranamente si fa
prima di consumare il pasto.
Nel pomeriggio, nei pressi della scuola, è avvenuto il passaggio delle consegne al “Suco” (i
capi) che il prossimo anno si incaricherà di organizzare e preparare la festa esterna. Anche
questo passaggio di consegne
è fatto secondo antichi rituali
tradizionale: al Gruppo incaricato per l’anno prossimo viene consegnata una testa di un
maiale infilata in canne di bambù e portata solennemente a
spalle. Potrà sembrare macabro a noi,
ma la testa di maiale è segno di prosperità e augurio di buona fortuna per chi la
riceve. Non possono ormai mancare anche i riti moderni… le numerose foto di
gruppo, e ora anche i "selfie" davanti al
sanguinolento dono, prima che sia consumato in allegra compagnia dal gruppo
che lo ha ricevuto. Allora sì che la festa
è finita, e tutti contenti tornano a casa,
dandosi l’arrivederci al prossimo anno.
Non vi dico la gioia e l’entusiasmo dei
miei fratelli Renzo e Maurizio (che certamente neanche nel basso Polesine
avevano mai partecipato a una festa patronale così!) e di don Luciano per aver
potuto partecipare in prima persona
a realtà che credevano non esistessero più! Ma le foto sono là a provare che
non si è trattato di un sogno, bensì di un
passaggio reale in una realtà culturale e
religiosa che ancora sopravvive a Timor
e anima la fede e la coesione di questo
popolo gioioso e accogliente. Una realtà
nella quale con amore e pazienza stiamo
cercando anche noi Canossiani di inserirci per far crescere anche qui la gioia del
Vangelo e per crescere nella fede insieme a questo popolo.
P. Adriano Carazzolo
N. 2/3 - 2014
il FOGLIETTO
37
"Ricordiamoci che saremo
sempre amici!"
T
ra fine aprile e inizio maggio ho
avuto la possibilità, insieme a Padre
Gianluigi e Anna, di andare nelle Filippine per una ventina di giorni, e visitare
la missione canossiana di Tondo, noto
quartiere di Manila, dove abbiamo dato
una mano ai padri e ai ragazzi del posto
alla realizzazione di una sorta di grest
parrocchiale.
Intraprendere un viaggio del genere non
è mai una cosa semplice. È un'esperienza
che chiede di lasciare da parte pregiudizi e diffidenze, liberarsi da quella mentalità un po' “colonizzatrice”, intrinseca
nella cultura occidentale; l'idea, cioè, di
andare là per insegnare e per portare
perché, certo, siamo tutti uguali e tutti
fratelli, ma, in fondo – pensiamo- noi siamo migliori di loro. Ma solo andando là,
una volta a contatto con la gente, si ha
la possibilità di cogliere la straordinaria
ricchezza che un'esperienza del genere e
un popolo, come quello Filippino, hanno
da offrire.
Per me è stata al tempo stesso un’esperienza meravigliosa e durissima; ci ha
messo davanti alla miseria, quella vera
e che le immagini dei media non sono
in grado di rendere. Arriva come un pugno nello stomaco, frantumando ogni
convinzione e pregiudizio, ponendoti
di fronte le contraddizioni di un sistema
che quasi sempre vanno a ripercuotersi
impietosamente sui più deboli e indifesi.
E sono sempre i bambini a pagare il
prezzo più caro: non hanno rappresentanti in parlamento o la forza di scendere in piazza a protestare nei confronti di
un governo che dovrebbe impegnarsi a
garantire loro un futuro, che per molti
di loro troppo spesso si riduce a un setacciare immondizie per guadagnarsi da
vivere. I bambini sono i primi ad essere
messi da parte, ma incredibilmente rie-
FILIPPINE
Esperienza di giovani volontari nella missione di Tondo - Manila
FILIPPINE
38
il FOGLIETTO
scono sempre a regalare un sorriso, uno
scherzo, un abbraccio, con quella volontà di renderci, in qualche modo, partecipi del loro mondo.
Ed è proprio il sorriso la manifestazione
di questo popolo, la serenità con la quale sanno affrontare le difficoltà e i problemi di ogni giorno, di fronte ai quali le
nostre lamentele fanno sorridere. E qui
sta un’altra sorpresa del nostro viaggio:
essere entrati in contatto con un popolo
straordinario e una cultura ricchissima, e
questo ci ha fatto riflettere molto sul nostro modo di vedere la realtà così spesso
presuntuoso, ma sbiadito e povero.
Certamente avrà influito il colore chiaro
della nostra pelle, ma fin da subito abbiamo colto il grande senso di ospitalità
del popolo filippino: un popolo che sa
dare al tempo e alle relazioni umane il
valore che meritano, e ciò in contrasto
con la nostra superficialità; gente che
non è affannata dal bisogno continuo di
produrre, ma che considera una nuova
amicizia l'investimento più redditizio.
Ci ha colpito molto poi il concetto di rispetto che i filippini hanno: non tanto
nei confronti di un ospite occidentale
(che sarebbe quasi scontato), quanto il
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senso di riverenza nei confronti
delle autorità religiose e familiari:
degli anziani, dei
sacerdoti, e soprattutto, della
figura materna.
La mamma è la
persona di riferimento nella famiglia filippina,
in sostituzione
di un padre purtroppo spesso
assente o poco
presente. A lei i
figli sono davvero legati e affezionati.
Abbiamo potuto renderci conto di persona dello straordinario lavoro che i
missionari portano avanti per la gente, e
dell’importanza che Associazioni come
quella canossiana – “Una mano aiuta
l’altra” - hanno per la comunità: danno
infatti la possibilità di studiare ai ragazzi,
permettendo loro di entrare nel mondo
del lavoro sempre più competitivo, trasmettendo valori di vita e voglia di riscatto morale e sociale, con benefici per
le loro famiglie e l’intera comunità.
Mettersi “in viaggio” non è una cosa semplice: chiede di lasciare da parte tante
certezze e pregiudizi per affacciarci su
una realtà nuova, su un mondo e una società che appare insieme meraviglioso e
crudele; un mondo e una cultura che ha
molto da insegnare. L’importante è avvicinarsi con rispetto, senza pretendere
di capire e di giudicare. È proprio questo
il valore del nostro viaggio e la preziosa
scoperta: la gioia di meravigliarsi di fronte a un popolo che dopo sole due settimane è in grado di dirti: "ricordiamoci
che saremo sempre amici!".
Una giovane Volontaria
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Feeding Program “Hapag-Asa”
per i bambini di Tondo
I
l 12 luglio scorso abbiamo terminato
l’ottavo programma di nutrizione denominato "Feeding program" o in tagalog,
“Hapag-Asa”, per i bambini dell’area di
Happy Land. Il programma è durato sei
mesi e ha coinvolto abbastanza regolarmente circa 50 bambini, e altri in modo
saltuario. Alla cerimonia di ‘Graduation’ o
attività conclusiva, ne erano presenti più
di 70. Questo momento conclusivo, che si
è svolto presso lo ‘Youth formation e social Center’ dove abbiamo gli spazi idonei,
ha compreso la Messa di ringraziamento,
un breve programma con giochi e premi,
e un abbondante pranzo con regalo finale per tutti i bambini. In questa occasione abbiamo potuto distribuire i vestitini
preparati con tanta fantasia e amore dal
gruppo della signora Anna Dal Dosso
della parrocchia di S. Maria Addolorata di
Verona.
Con padre Zaldy e il gruppo dei Volontari che operano nel programma abbiamo
fatto la verifica, e pensiamo di programmare il prossimo gruppo nell’area di Katuparan, dove vivono numerose famiglie
indigenti, molti sono baraccati e alcune
famiglie vivono addirittura sotto il ponte. Anche se “Caritas Manila” non può più
sostenerci come in passato, useremo i
fondi che abbiamo e quelli che vengono
generosamente dal gruppo di Venezia.
Davvero GRAZIE di cuore a tutti, a nome
dei padri, degli amici e bambini di Tondo!
Ieri è passato da queste parti il tifone
‘Glenda’, e per quasi ventiquattro ore tutta
Metro-Manila è rimasta senza elettricità;
ha fatto molti danni soprattutto rimuo-
FILIPPINE
Tondo, Manila – San Pablo Apostol Parish
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il FOGLIETTO
vendo le lamiere dei tetti di alcune case,
ha in parte demolito la cinta del nostro
Centro giovanile e pure la parte centrale
del tetto della chiesa a Nepo e della cappella di Katuparan, ma per fortuna non
abbiamo avuto vittime. Le famiglie che
erano in maggior pericolo vicino a mare,
nelle aree di Happy Land e Katuparan,
sono state fatte evacuare la sera prima e
D
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trasferite nella palestra coperta del quartiere e nella nostra cappella in Katuparan.
Come sempre la chiesa di Magville si è
allagata… Abbiamo monitorato la situazione con gli operatori della Caritas parrocchiale.
Salutiamo tutti e assicuriamo la preghiera.
padre Carlo
FILIPPINE
ear Maria Luisa, greetings!
Scusa per il ritardo nel rispondere alla tua richiesta di foto per le signore che
hanno confezionato i vestitini con tanta dedizione per i nostri bambini poveri. Solo
oggi pomeriggio ho avuto modo di iniziare il lavoro. Per la verità verso le 5 del pomeriggio sono arrivati due bambini poveri dell'area R10 vicino alla Smokey mountain:
una bambina di 7 anni, Marrian, e il fratellino Rio, di 2-3 anni, mezzi nudi, solo coi
pantaloncini. Mi hanno chiesto qualcosa da mangiare e così assieme a p. Zaldy, che
è l’incaricato della Caritas parrocchiale, abbiamo dato loro da mangiare ma anche
due vestitini... ed ecco la foto allegata che immortala il momento e la felicità di questi
due bambini! Gli altri vestitini li daremo ad altri bambini che avranno bisogno o alla
Graduation del Feeding Program in luglio-agosto. Grazie ancora di tutto.
padre Carlo
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Nairobi – Casa di formazione
N
ei mesi di maggio e di giugno - incredibile ma vero! - anche noi della
comunità di Nairobi abbiamo fatto il nostro Grest. Insieme a Julius e d Eric, abbiamo prima animato la formazione dei
ragazzi del gruppo giovani di Mathare3,
poi abbiamo seguito il loro impegno e i
loro sforzi nello sbocconcellare, durante
le domeniche di giugno, la storia di Giuseppe figlio di Giacobbe, per i ragazzini
della Sunday School (il catechismo di
qui) della comunità cristiana che, sempre a Mathare3, si riunisce intorno alla
cura delle suore della Fraternità Contemplativa Missionaria di Charles de
Foucault.
Mathare è lo slum ‘storico’ di Nairobi:
una foresta di casupole e baracche di
fango, di lamiere arrugginite, quasi nel
cuore di Nairobi. I ragazzi del gruppo
giovani sono stati bravissimi a interpretare la storia di Giuseppe, a raccontarla
drammatizzandola, a spezzettarla per la
meraviglia e la comprensione dei bambini. In un posto dove di storie tristi e feroci come quella capitata a Giuseppe ce
ne sono moltissime, il racconto biblico è
suonato come avvenuto l’altro oggi, tra
le baracche dalle parti del ponte, verso
le distillerie di pombe (il liquore locale e
letale). Il messaggio della storia di Giuseppe, ovvero, la scelta di un esito diverso dalla vendetta, il suo talento di leggere il futuro (attraverso i sogni) con gli
occhi di Dio, la sorpresa di vedere come
la vita riservi sempre un secondo tempo (ed eventuali tempi supplementari
e rigori…) anche a chi sembra perdere
6 a 0, la prosperità che è venuta a tutta
quella famiglia (una tribù di tribù, addirittura) grazie alla scelta del perdono, il
collegamento diretto e gorgheggiante
tra Giuseppe e Gesù, sono rimbombati
a Mathare amplificati nei cerchi d’onda
dello stupore che si spargeva negli occhi
dei bambini che ascoltavano e guardavano incantati la storia bellissima di quel
bellimbusto viziato, stra-umiliato, e poi
graziato da una carriera fulminante, giganteggiante nella storia del suo popolo grazie al guizzo geniale di un gesto di
perdono.
p. A. B.
AFRICA
La storia di Giuseppe anima
il Grest africano a Mathare
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Apostolato domenicale a Santa
Monika – Ongata Rongai
AFRICA
P
rosegue il nostro inserimento apostolico a Soweto-Kibera, presso la cappella di Santa Bakhita. Kibera è lo slum
della periferia sud di Nairobi, abbastanza
vicino a noi. Nessuno sa quante persone
ci vivano dentro, si dice tra le 600 mila e
un milione di persone, forse lo slum più
grande dell’Africa. Soweto è una porzione
di Kibera, che è composta di 15, 20 altre
‘Soweto’… Da un po’ di tempo abbiamo
cominciato a frequentare le varie comunità di base, a visitare gli ammalati e portare loro i sacramenti, accompagnati da
un catechista o da uno dei leader. Posso
così inoltrami nei tanti, sovrapposti labirinti di cui è fatta Kibera. Spingendo la
mia bicicletta - le strade dentro Soweto
sono viottoli scoscesi e pietrosi, fangosi,
fogna a cielo aperto - mi sono inoltrato
nel dedalo di capanne e casette, muri di
fango, di sassi, tetti di lamiera arrugginita,
panni stesi, occhi accesi da dentro il buio
di porte semiaperte di case miserissime, stradine che incrociano altre stradine, e non si arriva
mai… Kibera sembra una caverna a cielo aperto, un girare su se
stessi che sali-scende sempre
più in profondità, con squarci di
povertà sanguinante.
Ma intanto abbiamo continuato a celebrare le messe domenicali presso la cappella di santa Monika, ad Ongata Rongai.
Ongata Rongai (‘pianoro della
rugiada’) è la prima ‘cittadina’
(di circa 300mila anime…) che
si incontra a sud di Nairobi, verso la Rift Valley e le pianure dei
Masai. A Santa Monica la gente
ci vuole già bene, e ce lo dimostra. Tutte le domeniche ci ‘costringono’ a
portare a casa i doni portati all’Offertorio.
Perciò, da quando andiamo ad Ongata,
abbiamo più che abbondanza di banane, arance, ananas e –soprattutto! - di
cavoli. A Ongata c’è la possibilità di comprendere un po’ di più la vita ed il cuore
di questa gente. Spesso, a Messa, dopo la
comunione, coro ed assemblea si lasciano andare in una canzone struggente
nella quale tutti si perdono, dai bambini
agli anziani più rugosi. È un canto di ringraziamento, molto toccante. Le parole,
la musica, la partecipazione di tutti sono
davvero profonde, commosse. Eppure c’è
nei loro occhi un velo di tristezza e una
riserva di malinconia. Cantano e danzano il loro grazie a Dio, ma è come se si
tenessero stretto nel cuore un senso di
disillusione, di attesa, di non abbandono
eccessivo al significato delle parole e alle
emozioni. È una caratteristica di questa
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gente: sono prodighi e dilapidatori con le
cose, e tirchi con le parole e i sentimenti. Non si tengono riserve né cassette di
sicurezza, né di risparmi, danno e consumano tutte le cose che hanno tra le mani,
ma sono avari di parole, tengono stretto
nel cuore i sentimenti e i significati segreti, specie quelli più intimi e più vulnerabili (a volte vulnerati), che non danno e
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dicono a nessuno, anche per tutta la vita.
Tutto il contrario di quello che siamo e
che facciamo noi: dilapidatori a vanvera
di parole e di sentimenti, tirchi ed avari di
cose. È proprio vero che l’‘altro’ ci insegna
a conoscere l’ ‘altro‘ che siamo noi rispetto a noi stessi!
p. A. B.
A scuola o… nella foresta?
U
na delle principali attività di un ragazzo è certamente la scuola. Studiare, però, non è sempre la cosa più desiderabile e piacevole che un ragazzo possa
sognare. Soprattutto se guardando fuori
della finestra dell’aula di studio si vedono
gli alberi di mango con i loro dolcissimi
frutti maturi o il campetto di gioco che
aspetta per la ricreazione. Allora star lì sui
libri e sui quaderni, almeno per qualcuno,
diventa una vera penitenza.
Così è, verosimilmente, in ogni parte del
mondo e così è per i ragazzi ospiti nella
nostra casa d’accoglienza a Vasai (India).
Alcuni di loro sono molto diligenti e si impegnano a fondo, con buoni risultati. Per
altri le cose non stanno proprio così: fati-
ca, disinteresse, lacune accumulate negli
anni o scarse capacità pesano sul rendimento scolastico. L’aiuto che noi Padri
cerchiamo di dare attraverso ripetizioni
e mirate attenzioni non sempre riesce a
cambiare in meglio le situazioni.
Ma una bella soddisfazione l’abbiamo
avuta dal gruppo dei ragazzi più grandi.
Dieci di questi, il marzo scorso, hanno
sostenuto gli esami di Stato alla fine del
decimo anno di scuola (la nostra seconda superiore), una tappa importante nel
cammino scolastico indiano. Ebbene: i
nostri dieci “prodi” sono stati tutti promossi con buoni voti. Sei di questi sono
ancora con noi e ora frequentano il Junior College, un corso di scuola superiore
INDIA
Missione di Vasai - India
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il FOGLIETTO
LAICI CANOSSIANI
che dura due anni. Gli altri quattro invece
sono tornati in famiglia e continuano da
casa i loro studi.
Purtroppo invece altri quattro ragazzi che
hanno frequentato la Classe IX sono stati bocciati e si ritrovano a ripetere l’anno.
Uno di loro ha deciso di ritornare al suo
villaggio e andare a lavorare.
Con queste novità dopo le vacanze estive
(che vanno da aprile a giugno), il 16 giugno è ripresa la scuola e oltre ai cinque
ragazzi menzionati sopra ne mancano altri. Tra questi, due fratelli di 10 e 12 anni
che non sono voluti rientrare. Abitano nei
dintorni di Talasari, un villaggio a più di
90km dalla nostra casa. Lì sono presenti
le nostre Sorelle Canossiane, e due di loro
si sono interessate della cosa e più volte
sono andate a cercarli, ma loro o non si
facevano trovare o all’apparire della suora scappavano nella foresta. Anche Padre
Vitthal è andato quattro volte a cercarli, e
in un’occasione, vedendolo, i due bambini si sono arrampicati su un alto albero di
tamarindo, minacciando di buttarsi giù se
qualcuno fosse salito per prenderli. Ci è
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mancata solo la fotografia a immortalare
la scena con P. Vitthal che da giù li chiamava cercando di convicerli a scendere,
e loro due sull’albero che non volevano
sentire ragioni. Non c’è stato niente da
fare! Sarà stato il richiamo della foresta
che li ha attratti a vivere come piccoli “tarzan”! Speriamo che cambino idea e che
tornino a scuola…
Altra novità della casa: durante le scorse vacanze estive abbiamo provveduto
a rivestire i muri dei corridoi e degli ambienti frequentati dai ragazzi con delle
piastrelle, necessarie per una maggior
igiene della casa. Per questo regalo dobbiamo ringraziare la Provvidenza che si è
resa manifesta nella grande generosità di
amici benefattori di Verona. Finiti i monsoni, pensiamo di ritinteggiare gli interni
e i muri esterni, sempre con l’aiuto dei
nostri benefattori. Grazie a quanti ci sono
vicini con il loro aiuto e le loro preghiere e
ci assicurano la continuità di quest’opera
a favore dei ragazzi di questa terra!
I Padri Vitthal, Pierantonio e Robert
“Dio ama sempre umilmente”
Moccone (CS) - Esercizi spirituali dei Laici Canossiani
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l verde della foresta Silana, che si incontra non appena percorsi pochi chilometri da Cosenza si raggiunge Moccone, il primo centro di villeggiatura che si
incontra sul pianoro, ci ha accolti in un
abbraccio rigenerante, insieme alla calorosa familiare accoglienza delle quattro
madri Canossiane – Giovanna, Giulia,
Mariuccia e Caterina - che ci attendevano per farci sentire subito a casa. il gruppo dei partecipanti era costituito da Laici provenienti da Catania, da S. Giovanni
Galermo, da Roma – Ottavia. La fortuna
di trovare bellissime giornate di sole, la
tranquillità del posto poco frequentato
da rari villeggianti, l’ottimo trattamento
della casa e la buona cucina della signora Anna, hanno certamente contribuito
alla riuscita dello scopo per cui abbiamo
fatto tanta strada.
Motivo dell’incontro a Moccone: gli
esercizi spirituali annuali per i laici Canossiani. Tre giorni densi di ascolto, di
preghiera e di condivisione; le meditazioni suggerite da Padre Antonio hanno
approfondito quest’anno un tema caro
a S. Maddalena e centrale nello spirito
canossiano: l’umiltà; punti di riferimento
la parola di Dio e gli scritti della Fondatrice, in particolare la Regola Diffusa e
i Riflessi. Sono stati giorni anche di fraternità, conoscendo altre realtà laicali,
nello scambio di esperienze di servizio,
facendo il semplice ma importantissimo
“esercizio spirituale” del vivere concretamente insieme, dalla preghiera del mattino alla buonanotte della sera.
Momento centrale delle giornate è stata certamente la celebrazione eucaristica quotidiana. Ma sono stati apprezzati
molto il breve pellegrinaggio a piedi per
raggiungere la chiesa di Camigliatello
dedicata a Maria Assunta; la condivisione in tre piccoli gruppi dove ognuno ha
potuto esprimere la sua esperienza, ma
anche il momento dell’adorazione di
domenica pomeriggio durante la quale
chi ha voluto ha presentato al Signore la
sintesi del suo ritiro attraverso un segno
e una preghiera spontanea. Apprezzata
da tutti anche la simpatica presenza di
tre piccoli laici: Alessio, Luigi e Gianmaria che hanno prestato il loro servizio
all’altare e con il loro gioco libero e gioioso in cortile ci hanno ricordato che i
piccoli devono essere sempre presenti
alla nostra attenzione.
Gli esercizi si sono conclusi con una meditazione sulla Vergine Maria che, nel
suo peregrinare dietro a Gesù dall’annunciazione fino ai piedi della croce,
ha imparato a non sentire nulla umanamente, ma a vivere tutto nella più pura
adesione di fede al suo Figlio.
Non mancano certamente gli aspetti che
si possono migliorare. Ma non possiamo
fare a meno di dire Grazie al Signore per
averci chiamati “in disparte” – come faceva con i suoi discepoli – per parlare
più intimamente al nostro cuore. Grazie
anche a chi ci ha fatto questa proposta
(magari dovendo rinunciarvi per un imprevisto di famiglia!) e grazie di cuore
a chi ha reso possibile questa proposta
formativa così importante per il nostro
cammino di Laici canossiani.
Una partecipante agli esercizi
LAICI CANOSSIANI
I
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25 anni di impegno
nel progetto “Adozioni a distanza”
Cavarzere - Il sostegno della comunità ai bambini di Tondo
UFFICIO MISSIONI
G
li anni in cui padre Giovanni Gentilin ha vissuto e lavorato a Cavarzere,
come Canossiano e insegnante di Religione nella Scuola Media, hanno significato - nel buon ricordo che la nostra
comunità conserva della sua persona e
della sua opera - la solida base di fiducia
nel rispondere al suo appello, quando
è iniziata l’esperienza delle “adozioni a
distanza”. L’enorme distanza fra mondi
tanto lontani è stata così annullata nel
momento in cui un gruppo di persone
del nostro paese ha accettato di sostenere con un contributo finanziario le
esistenze di alcuni ragazzi di TondoManila. Nel tempo, questo gruppo è
cresciuto - oggi conta 38 adottanti -, e
continua a essere presente anche con
l’“operazione container” che ogni anno
invia alimenti e altri beni ai ragazzi della
missione di Tondo.
L’aiuto dato a questi ragazzi e giovani,
che hanno il diritto a un’esistenza più dignitosa, in una realtà di indigenza dove
la fame e le malattie insidiano la loro
crescita, non è sicuramente un gesto a
senso unico; al contrario, chi ha scelto di
donare viene ricambiato con la speranza e l’affetto dei ragazzi che mantengono il contatto epistolare e informano regolarmente del loro percorso di studio,
affiancati dal personale della Missione.
Essere generosi fa bene, arricchisce
sempre la vita, perché ci ricambia con
un centuplo, un “ritorno” di relazioni
e di crescita umana autentica. Festeggiamo dunque con entusiasmo questo
anniversario d’argento dell’associazione “Adozioni a distanza-Una mano aiuta
l’altra” e certamente lodiamo il Signore
per chi, come padre Giovanni, ne è stato
l’iniziatore e l’animatore!
Carissimi amici lettori del Foglietto...
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seminario che avrebbe garantito lo sviluppo della Congregazione. Nel tempo è stato continuato
grazie all’opera dei Superiori che si sono succeduti, in particolare negli ultimi anni dall’indimenticabile padre Modesto Giacon.
Attualmente, grazie alla collaborazione di quanti ci inviano gli articoli e della redazione, possiamo continuare a far uscire questo semplice strumento di comunicazione per tanti amici dell’Istituto e sostenitori delle nostre opere e delle Missioni canossiane e dei loro progetti.
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«Dio è roccia
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mia parte per sempre»
(Sal 73,26).
La ferma certezza
di essere amati
da Dio è al centro
della vostra vocazione:
essere per gli altri
un segno tangibile
della presenza
del Regno di Dio,
un anticipo delle gioie
eterne del cielo.
Solo se la nostra
testimonianza è gioiosa
potremo attrarre
uomini e donne
a Cristo!
Papa Francesco,
Corea, 16 agosto 2014
IL FOGLIETTO
DELL’ISTITUTO DEI CANOSSIANI
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