9 maggio 2014 anno XIV n. 7 Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli www.inchiostronline.it A pesca con i boss Le mani della camorra sui datteri di mare Quando il clan ha paura PAG 4 Prosegue il primo grado del processo per minacce e diffamazione a carico dei boss casalesi Bidognetti e Iovine e dei loro ex avvocati. Nelle ultime udienze, raccolte le testimonianze dei magistrati Cantone e Cafiero De Raho, parti offese insieme a Saviano e alla Capacchione. Eduardo dimenticato L’agenda degli eventi Diritto alla casa Grillo contro tutti Nei mesi di maggio e giugno Eduardo De Filippo ritorna a Napoli, nella città che sembra averlo dimenticato. “Il Sindaco del rione Sanità”, “Dolore sotto chiave” e “L’artefice magico” saranno rimessi in scena da registi contemporanei che tenteranno di ricordare la personalità, la vita e il lavoro teatrale dell’attore e drammaturgo. Nel trentennale della sua morte, però, un’aura di amarezza investe chi lo ha conosciuto e non lo ha mai dimenticato. Non solo il Maggio dei monumenti ma tanti altri eventi per un’altra agenda in Campania: Andy Warhol protagonista al Pan di Napoli fino al 20 luglio e Picasso in mostra a Sorrento dal 30 maggio al 12 ottobre. A Ischia i giardini La Mortella di Forio offrono un concerto con musiche di Mozart e Schumann. Il 22 giugno Sant’Agnello celebra il Corpus Domini con la tradizionale “Infiorata”. Si balla invece a Castel Volturno che ospiterà il Campionato Italiano di tango argentino. Emergenza abitativa, occupazioni abusive e riutilizzo degli immobili a scopo sociale. Quando la crisi economica diventa bisogno di un tetto e le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari riguardano decine di migliaia di persone e scorrono lentamente, qualcuno provvede autonomamente a trovare delle soluzioni. Uno sguardo agli edifici occupati a Napoli dal movimento “Magnammece o’pesone” e alle intenzioni dell’assessore al Patrimonio Pubblico Sandro Fucito. C’è aria di Europee e il Movimento 5 Stelle è sicuro di poter superare il 25%. La corsa di Grillo contro tutti non è più solo sul territorio nazionale. In Campania il 25 maggio si fronteggiano alle urne, come principali concorrenti, M5S e Pd. Raccolte più di 7000 firme a Napoli e provincia per “L’Altra Europa” di Tsipras. Il punto di vista dello scrittore napoletano Ermanno Rea, capolista per “L’Altra Europa” nel collegio Sud, e dell’on. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera. PAGG. 8-9 PAGG. 6-7 PAGG. 2-3 PAG.10 POLITICA Le cinque circoscrizioni si preparano alle elezioni del 25 maggio, 73 seggi per l’Italia Corsa a due per l’Europa Ecco come si presentano i partiti in Campania: favoriti Pd e Cinquestelle Capolista è la renziana Pina Picierno, 33 anni, deputata alla Camera alla seconda legislatura. Sette i campani presenti nelle liste d e i democratici: da Nicola Caputo, consigliere regionale più votato alle ultime “parlamentarie” a Caserta, alla vomerese Roberta Capone, vicepresidente dell’Iusy: l’internazionale dei giovani socialisti. Unico riconfermato fra gli uscenti è Andrea Cozzolino, sulla cui candidatura Roberto Saviano ha polemizzato su Facebook per le primarie annullate nel 2011, valide per il Comune di Napoli. Obiettivo 4%. “La lista degli scrittori” vede nei primi due posti il romanziere napoletano Ermanno Rea e la giornalista di Repubblic a Barbara Spinelli. Tra i candidati Franco Arminio di Bisaccia, detto il paesologo, animatore di battaglie civili e noto sul web per il comizi alle vacche. Ottavo in lista il cassaintegrato della Fiat di Pomigliano, Antonio Di Luca, già candidato a febbraio con Ingroia. In coda, la scrittrice Valeria Parrella, originaria di Torre Del Greco. In Italia il 25 maggio si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo. I cittadini possono esprimere fino a tre preferenze; i seggi saranno assegnati in base al sistema proporzionale. Cinque le circoscrizioni elettorali: Nord-ovest, Nordest, Centro, Sud, Isole. I cittadini eleggeranno per il nostro Paese 73 parlamentari. Gli eletti dei partiti nazionali confluiranno nei gruppi parlamentari europei, che proporranno il loro candidato a guidare la Commissione europea, designato poi dal Consiglio europeo. A guidare il listone alfaniano al Sud è Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc. Polemiche per la presenza dell’ex governatore della regione Calabria. Giuseppe Scopelliti, condannato in primo grado a sei anni per i bilanci truccati al Comune di Reggio, è stato retrocesso da capolista alla settima posizione. Sarà candidato Paolo Romano, presidente del Consiglio regionale della Campania, insieme all’uscente Peppino Gargani e l’ex consigliere regionale Pasquale D’Acunzi. Dopo cinquant’anni di storia politica, Ciriaco De Mita non sarà ricandidato al Parlamento europeo. A guidare la lista, stilata in ordine alfabetico, la salernitana Isabella Adinolfi: la più votata in rete con 1758 consensi. Sette i campani anche tra i Cinque stelle, tutti under 40: la più giovane è Luigia Embrice, 24 anni, laureanda in Giurisprudenza, eletta al primo turno. Fra i candidati rappresentanti di tutte le categorie lavorative: dall’imprenditore di Capaccio, Michele Cammarano, a Melania Pomante, impiegata in un’azienda di Stoccolma. Molti i liberi professionisti tra le fila grilline. Una lista mai così tribolata. Dopo la frattura e la nascita di Forza Campania, il partito di Berlusconi si affida ai big e a qualche volto nuovo. In testa, l’ex presidente della Puglia, Raffaele Fitto. Tra i campani: Fulvio Martusciello, assessore regionale alle Attività produttive, candidato voluto sia dal governatore Caldoro che dai vertici regionali. Le novità: Simona Capasso, imprenditrice e presidente della Sezione metalmeccanica dell’Unione degli Industriali di Napoli e Ines Savastano, ricercatrice universitaria. Riconfermato l’uscente Clemente Mastella, nonostante il recente rinvio a giudizio per associazione a delinquere. Pagina a cura di Daniele Gargagliano La grande incognita a Napoli è il partito dell’astensionismo A Napoli si respira aria di Europa? Girando per le strade, la gente sembra spiazzata o non sa ancora chi votare alle prossime elezioni europee: in città si avverte un clima di sfiducia generale verso la classe politica e le Istituzioni. Lo scontro annunciato è a livello nazionale tra Pd e M5S: Renzi contro Grillo. Anche a Napoli sembra che la sfida per diventare il primo partito in città e in regione si giochi tra questi due schieramenti. Un voto in più serve a decidere chi detterà l’agenda politica. Il sistema proporzionale con le preferenze, sino a tre, sarà determinante nel restituire quello che è il termometro dell’elettorato italiano rispetto all’operato del Governo e delle opposizioni. L’aspetto mediatico e comunicativo ha contraddistinto anche questa prima fase di campagna elettorale a discapito di temi importanti, quali i fondi strutturali per il Mezzogiorno o gli interventi da destinare alle infrastrutture. Al centro dei riflettori la composizione delle liste. In casa Pd il nome di Giuseppina Picierno desta qualche preoccupazione ed è sempre sotto osservazione in seguito all’operazione quote rosa voluta INCHIOSTRO N. 7 5 da Renzi. La candidata, fino ad ora “nominata” due volte alla Camera, dovrà impegnarsi per ottenere le preferenze. Dovrebbe contare sull’appoggio di altri democratici in campo: il lucano Gianni Pittella, secondo in lista e aspirante capogruppo Pse o presidente del Parlamento europeo e Andrea Cozzolino, deputato europeo uscente, il più votato del collegio Sud nel 2009 quando il partito conquistò quattro seggi con il 22,4%. “Io sostengo tutti” ha dichiarato genericamente Nicola Caputo, candidato e compaesano della Picierno, non dissipando i dubbi sul totale supporto da parte del partito locale alla parlamentare. “Rivolteremo il Parlamento come un calzino in Europa come abbiamo fatto in Italia”. Il Movimento Cinque Stelle ha grande fiducia nel superare il 25% sia a livello nazionale che locale. Se ciò si verificasse sarebbe una novità. Mai un movimento politico, presentatosi per la prima volta alla ribalta europea, ha ottenuto un consenso così elevato come quello annunciato dagli stessi candidati grillini. Il messaggio critico verso l’Ue, promosso dai Cinque Stelle con il referendum sull’euro o con l’abolizione del fiscal compact, trova riscontro anche in altri partiti che prima si manifestavano europeisti. Fratelli d’Italia nelle parole di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e numero due nella circoscrizione Sud, propone l’uscita per il nostro Paese dalla moneta unica europea. Lo slogan “meno Europa in Italia” si inserisce in questa tendenza. Forza Italia arriva alle europee con una certa difficoltà. Tra le vicissitudini giudiziarie del leader storico, Berlusconi e del suo ideatore, Marcello Dell’Utri, da poco arrestato dopo una breve latitanza in Libano, il partito è in crisi anche per la spaccatura con l’ala cosentiniana. Forza Campania ha comunque promesso il proprio appoggio ai candidati in corsa. Garanzia dell’accordo è il nome condiviso del capolista, Raffaele Fitto, che ha incontrato negli ultimi giorni i big del partito campano: dal governatore Caldoro all’ex ministro Carfagna. Un caso anomalo è la lista “L’altra Europa con Tsipras”, che ha visto uniti a Napoli esponenti dei partiti di sinistra, divisi in Consiglio comunale. Da Sel sino a Ricostruzione Democratica, i consiglieri si sono uniti attorno al simbolo del leader greco di Syriza, raccogliendo a Napoli e provincia più di 7000 firme per la lista. Nella giungla di simboli registrati per le prossime elezioni europee, ben 64, tra i risultati il più atteso è quello dell’unico partito assente: l’astensionismo. PAGINA 2 POLITICA Parlano lo scrittore Ermanno Rea e il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio Il vecchio continente divide “Se non sono europeo, cosa sono?” “Tutelare i deboli, non le banche” “Se sarò eletto, lascerò il mio posto a qualcun altro”. Parla così Ermanno Rea, scrittore e giornalista napoletano che, all’età di 87 anni, per le elezioni europee del prossimo 25 maggio, è capolista per “L’Altra Europa” di Tsipras nella circoscrizione Sud. Quali sono i motivi che l’hanno spinta a sostenere la lista di Tsipras? Credo sia la lista dove si avverte di più la devozione per l’Europa. All’inizio non pensavo di candidarmi. Non faccio politica in senso attivo. Però hanno insistito e allora ho detto che se potevo essere d’aiuto non mi sarei tirato indietro. Quanto può essere incisiva la presenza di parlamentari euroscettici, prevista dai sondaggi intorno al 25%? L’impegno principale della campagna elettorale deve essere rivolto a una decisa opera di persuasione verso chi ritiene necessario uscire dall’Europa. Per me è una follia bella e buona da tutti i punti di vista. Se io non sono europeo, mi domando, allora cosa sono? Basta aver fatto le scuole elementari, avere un minimo di istruzione, aver letto un libro, per potersi immediatamente identificare in una cultura europea. Da un punto di vista economico, inoltre, uscire dall’euro significherebbe impoverire l’Italia in modo disastroso. Cosa succederebbe ai tanti enti indebitati in euro se ritornasse improvvisamente la lira? Un disastro inaudito. Se l’Europa non è solo economia e finanza, quanto è importante aprire una vertenza sulla valoriz- Ermanno Rea zazione della cultura umanistica? “L’Altra Europa” di Tsipras vuole promuovere un’Europa diversa, più umana, dove le regole del gioco non siano dettate dalla finanza, da interessi meramente economici. Non vogliamo uscire dall’Europa, vogliamo cambiarla. È importante sentirsi europei sin nel midollo. È l’Europa di Balzac contro i pescicani che l’hanno impoverita, l’Europa di Stendhal, di Dickens, di Thomas Mann. L’Europa della solidarietà è quella dei grandi scrittori. L’ospitalità è propria della cultura greco-latina, quindi l’Europa ospitale e aperta fa parte del nostro Dna. Se uno ha letto Balzac come fa a voler uscire dall’Europa? Le critiche all’Europa però non mancano. Grillo dice di volerla rivoltare come un calzino. Cosa pensa della corsa dei grillini contro tutti? Ne penso tutto il male possibile, per una ragione ideologica e filosofica. Non accetto l’idea di Grillo: sgominare gli avversari perché lui è il portatore del bene assoluto che deve trionfare sul male al di fuori di qualunque compromesso. La vita è conflitto, necessaria dialettica tra posizioni diverse. Si tratta in realtà del fallimento dell’idea di comunismo così come è stata intesa, cioè come trasformazione del mondo della necessità in mondo della libertà e della realizzazione del bene assoluto. Queste non sono utopie, magari lo fossero, sono stupidaggini. Grillo non sa bene quello che vuole, le sue intenzioni non gli sono chiare. C’è approssimazione e non mi pare sia intellegibile un progetto. Se è così, cosa ha contribuito al successo elettorale del Movimento 5 Stelle? Il senso di rifiuto degli italiani che, in momenti difficili come questo, nasce anche dalla disperazione e dal disagio. Abbiamo avuto tanti di questi successi elettorali fondati non su ragioni profonde ma su un’esasperazione dell’elettorato. Eppure, nonostante il successo del movimento pentastellato, è evidente la sua difficoltà nel riuscire a strutturarsi. Continua ad annaspare. Molti giovani lo sostengono. Così come è giovane Tsipras. Perché posizioni diverse quando l’obiettivo comune è cambiare l’Europa? La dialettica tra posizioni diverse è inevitabile. Io credo che ciò che manchi al Movimento 5 Stelle sia la cultura. Anche se ha felici intuizioni, non c’è un retroterra culturale. Nella fase di predisposizione delle liste avete avuto problemi nell’includere la sinistra più estrema? Non vi ho preso parte direttamente. Le mie partecipazioni sono state tutte telefoniche. All’inizio c’è stato un contrasto, ma non ne ho capito la causa. So che Flores d’Arcais avrebbe voluto che queste liste fossero state limitate a persone non di partito, dando così un carattere più ristretto a questa rappresentanza. Dall’altra parte, però, c’era chi riteneva che non fosse il caso di lasciare la porta chiusa a Sel e a Rifondazione. Io ritengo che questi contrasti non meritassero di diventare un casus belli. Napoli è una città che vive una fase politica particolare. È difficile definirla di destra o di sinistra. Si presenta come terreno fertile per l’affermarsi di una nuova leadership politica? Napoli ha espresso un voto di cambiamento. Non è stato un voto di destra e sinceramente non credo che il vento cambierà. C’è stato un voto di sinistra, di protesta, che credo si replicherà, anche se non sono in grado di dire in quali forme. Per questo mi auguro che la lista di Tsipras possa trovare spazio in questa realtà. “Oggi al posto dei cannoni abbiamo lo spread. Viviamo la nuova era delle guerre finanziarie”. Dipinge così il quadro europeo il giovane parlamentare del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, classe 1986, che da studente di giurisprudenza alla “Federico II” di Napoli è passato a rivestire la carica di vicepresidente della Camera dei deputati. Qual è l’Europa unita che lei immagina? Noi puntiamo innanzi tutto al reddito di cittadinanza e ad aiutare le piccole e medie imprese. Penso a un’Europa che guardi ai piccoli, ai deboli e non alle banche. Per quanto mi riguarda possiamo anche restare nell’euro, ma è necessario creare una nuova sensibilità. Se invece si tratta dell’Europa che ci prende in giro, quella della TAV, delle multinazionali che si avventano sul nostro patrimonio turistico e culturale, allora non ci stiamo. Crede ci sia un’identità europea da difendere al di là delle divergenze? C’è bisogno della crescita culturale del sentimento europeo. Ma per ora l’Europa ha dimostrato di non saperla alimentare. La nuova era delle guerre finanziarie ha fatto sì che sotto il governo Monti assistessimo impotenti al suicidio di tanti imprenditori vessati da Equitalia. Il Movimento 5 Stelle ritiene, in Italia, di non dover collaborare con nessun partito e di poter viaggiare “contro tutti”. In Europa questo è più difficile. Ci sarà spazio per mediazioni e compromessi? Il nostro obiettivo è di creare un gruppo parlamentare. Dobbiamo dunque trovare sei o sette parlamentari che si aggreghino ai nostri. È opportuno precisare che il Parlamento europeo può anche rigettare un gruppo parlamentare se dovesse riconoscere che non c’è una convergenza reale. Inoltre non esiste li un rapporto fiduciario. Di conseguenza si può, volta per volta, cercare di accordarsi sui diversi temi. In italia è ovviamente più difficile creare alleanze con coloro che si sono resi responsabili della distruzione del Paese. Anche se con il decreto di Vannino Chiti il Movimento 5 Stelle ha dimostrato di saper collaborare con altri partiti. “L’ Altra Europa” di Tsipras muove, come voi, dure critiche all’Europa delle banche e della finanza. Sarebbe possibile trovare un punto di incontro? Non voglio entrare nel merito della situazione greca. Certo in Italia coloro che appoggiano la lista di Tsipras si sono resi poco credibili. Penso soprattutto alla situazione nel collegio Sud, dove molti militanti de “L’Altra Europa” sono stati, precedentemente, convinti sostenitori di Prodi e di quanti hanno fatto sì che l’Europa diventasse quella che è ora. Vedo una grave incoerenza di fondo. La disponibilità a discutere c’è. Ma non la Luigi Di Maio disponibilità a creare un gruppo con loro. Quanto può essere incisiva la presenza degli euroscettici in Parlamento? Non credo che la distinzione da fare sia tra euroscettici ed europeisti. Credo ci sarà un ridimensionamento dei partiti tradizionali. Queste Europee sono le più importanti non solo perche si collocano in un momento buio, ma soprattutto perché sono le prime dopo il disastro greco. Rappresentano uno scossone, quindi la cosa importante è vedere quanto i parlamentari saranno in grado di incidere sul cambiamento. Lei è campano. Come vede l’attuale situazione politica a Napoli? Un disastro. De Magistris ha ammazzato i sogni dei napoletani. Governa con una maggioranza che era stata della Iervolino e cerca di mascherare le tante contraddizioni del suo mandato. Per sbloccare la situazione bisognerebbe riuscire a svegliare i napoletani, i commercianti, gli imprenditori. Non credo che la creazione di una nuova leadership politica sia la soluzione. Proporre un nuovo volto da votare non è quello di cui ha bisogno la città. In campagna elettorale de Magistris si è reso ancora più responsabile di Caldoro nel momento in cui prometteva un cambiamento che intendeva realizzare in totale connivenza con le vecchie forze politiche. Napoli è un Comune immobile. SCRIVERE IL SETTORE Pagina a cura di Roberta Cordisco PAGINA 3 CRONACA I Casalesi scelsero la strategia del terrore per paura delle condanne di Spartacus Così il clan gridò al complotto A Napoli prosegue il processo per le minacce a Saviano e Capacchione Pagina a cura di Anna Dichiarante no, che è sempre figurato tra gli obiettivi da eliminare da parte del clan”. La ricostruzione fatta da Cafiero sembra in linea con quella svolta nell’udienza precedente dal collega Cantone, sentito a sua volta come teste. Secondo gli imputati, quest’ultimo avrebbe manovrato i collaboratori di giustizia e sfruttato in maniera spregiudicata i rapporti con la stampa per determinare l’esito del giudizio. “Volevano indicarmi come responsabile di un’operazione occulta che avrebbe portato alle condanne dei boss alla sbarra”, aveva detto il magistrato. “Era noto che da qualche mese ero stato trasferito in Cassazione. L’istanza sottintendeva che, architettata la congiura, mi fossi fatto mandare alla Corte per pilotare e controllare anche il terzo grado”. Rispondendo al pm sul perché dopo la lettura di quell’atto si fosse sentito minacciato al punto da sporgere querela, Can- sino al nuovo incarico) per ottenere informazioni su di lui. Infine, un esposto anonimo giunse alla Procura di Caltanissetta, denunciando il rischio di attentati ai danni di alcune toghe, tra cui stranamente figurava anche il giudice napoletano. “In quella missiva c’era un particolare inquietante. Si parlava di un incontro La conferma definitiva delle condanne del processo Spartacus: era lo spauracchio che nel 2008 agitava i casalesi e che li spinse a uscire allo scoperto, minacciando i protagonisti della lotta anticlan. Il 5 maggio si è tenuta una nuova udienza del proCantone: vennero a cercarmi cesso per minacce e diffamazione, con l’aggravante del metodo mafioso, a carico dei due boss Francesco addirittura in Cassazione Bidognetti e Antonio Iovine, con i loro ex avvocati Michele Santonastaso e Carmine D’Aniello. che avrei avuto con il giornalista Lirio Abbate nella Parti offese lo scrittore Roberto Saviano, la giornalisede de L’Espresso. In realtà, mi ero davvero trovato sta Rosaria Capacchione, l’attuale procuratore capo a bere un caffè con lui nel bar della redazione, visto di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho e il neo che al tempo stavo scrivendo un libro con uno dei presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cansuoi colleghi”. tone. Rispondendo all’avvocato Nobile, Cantone aveva Terza sezione penale del Tribunale di Napoli, collegio notato come il romanzo “Gomorra” abbia presieduto da Aldo Esposito, aula 111: è acceso i riflettori sui clan del casertano e come se fossero lì Bidognetti e Iovine. Dai abbia cambiato la percezione del fenomeno monitor che li collegano in videoconferencriminale: “Perciò Roberto è finito nel mirino za possono vedere ed essere visti dall’aula dei casalesi. Le minacce in udienza hanno in cui si tiene il dibattimento, pur essendo comportato per lui un irrigidimento nel rereclusi in carceri lontani. gime di protezione, peggioramento che ha Assenza giustificata, invece, per gli altri tevissuto con sofferenza”. sti, tra cui l’ex capo della Squadra mobile Valutazione simile a quella compiuta da Capartenopea Vittorio Pisani. fiero nel corso dell’ultima udienza. Al tavolo dell’accusa siede il pm Antonello Ardituro. Dietro di lui, le parti civili costitu- Rosaria Capacchione Federico Cafiero De Raho Dopo l’esame del procuratore capo di Reggio Calabria, il collegio raccoglie la testiite, compreso l’Ordine dei giornalisti. Sui monianza della giornalista del “Corriere di banchi al lato opposto, prendono posto i Caserta” Maria Concetta Palomba. Il dibatdifensori degli imputati: in prima fila quelli timento viene, a questo punto, aggiornato e di Santonastaso, che esce dalla cella in cui l’aula si svuota piano piano. I monitor venè detenuto per partecipare all’udienza a gono spenti e i boss spariscono nella loro fianco dei legali. Il coimputato D’Aniello, al detenzione di massima sicurezza. contrario, sceglie di non presentarsi. Si attende ora il 19 maggio, giorno in cui È la volta della testimonianza di Cafiero saranno riconvocati i testi assenti e inizieDe Raho: non appena parte l’esame, i fatti rà, forse, la requisitoria del pm. La difesa evocati riportano al 13 marzo 2008. non rinuncia a sentire Pisani: in un’intervista Era in corso l’appello del processo Spardell’ottobre 2009 al “Corriere della Sera”, il tacus, quando Santonastaso - per conto Raffaele Cantone Roberto Saviano poliziotto si era espresso contro l’assegnadei suoi assistiti - lesse in pubblica udienzione della scorta allo stesso Saviano. A suo za un’istanza di rimessione per legittimo avviso, il rischio corso dallo scrittore sarebsospetto. In pratica, gli imputati Bidognetti e Iovine chiedevano lo spostamento del rito in altra tone aveva replicato: “Tutta questa vicenda presenta be stato solo un’esagerazione mediatica. sede perché ritenevano il collegio giudicante non im- stranezze che ancora non hanno trovato spiegazione parziale e condizionato da fattori esterni. Fin qui, tutto e su cui mi arrovello; fu fonte per me di grande preregolare: si trattava dell’esercizio di un diritto che il occupazione e inquietudine. Spero che dal procescodice di procedura penale dispone a garanzia del- so emerga la verità e vengano dissipati molti dubbi. la difesa. In quell’atto, tuttavia, i firmatari indicavano Perché gli imputati si riferirono a me nel corso di un “Ricordo di aver appreso dell’istanza letta in nelle quattro persone offese la causa del presunto tur- dibattimento in cui non rappresentavo la pubblica acudienza da Santonastaso e di aver chiamato cusa e in cui le indagini che avevo svolto in passato bamento. Cantone, che ancora non sapeva nulla”; rie“I casalesi vedevano avvicinarsi una sentenza che rivestivano rilevanza marginale?”. voca quel giorno del marzo 2008 Dario Del poteva diventare storica, il momento in cui fu letta Al professionista esperto in materia di camorra, all’ePorto, cronista giudiziario di “La Repubblil’istanza era perciò particolare”, dice Cafiero, rispon- poca, non sfuggì la gravità del fatto avvenuto davanti ca Napoli”, e bolla la vicenda delle minacce alla Corte d’assise d’appello di Napoli: leggere un atto Cafiero: per gli imputati a Saviano e agli altri come una circostanza diffamante e minatorio in un’aula di giustizia, alla preanomala all’interno di un processo penale. Saviano obiettivo da eliminare senza dei capi casalesi, significava decretare in modo Una circostanza che il giornalista ritenne sin ufficiale la condanna a morte dei nemici del clan. da subito meritevole di essere approfondita. L’interpretazione personale che l’ex pm diede all’epi“Il contenuto minaccioso e allusivo dell’atto dendo alle domande di Ardituro. “Quell’atto poteva sodio trovò conferma in alcuni avvenimenti succespoco aveva a che vedere con le legittime risvelare la strategia che il clan avrebbe adottato da lì sivi. “L’allora procuratore generale Vincenzo Galgavendicazioni che possono farsi valere tramiin poi. Subito dopo, infatti, ci fu l’evasione del boss no mi telefonò, esprimendo la sua preoccupazione, te il meccanismo della legge Cirami (riforma Giuseppe Setola dagli arresti domiciliari e l’avvio del e diede impulso alle procedure sia per rafforzare la dell’istituto della rimessione del processo, periodo stragista, un modo per recuperare il terreno scorta a me e a Saviano sia per metterla alla Capacndr)”. Una mossa giocata in un periodo già perso a causa dei colpi inferti dalla magistratura e per chione. Quando poi Spartacus arrivò in Cassazione, i convulso, visto che in quei mesi si era aperta mostrare quanto il sodalizio fosse ancora forte. Che la carabinieri di Caserta mi riportarono una voce circola stagione stragista firmata dal boss Giuseprichiesta di rimessione fosse prodromo di altre mosse lante a Casal di Principe, secondo cui non si poteva pe Setola, al punto che Del Porto si pone dei lo dimostra anche il fatto che Santonastaso rinunciò sperare in un esito clemente per i condannati perché dubbi: “Non ho ancora compreso a fondo il a tenere i fili del complotto mediatico-giudiziario a in seguito all’incarico”, conclude il magistrato. senso dell’iniziativa. Ho pensato che potesSollecitato da una domanda di Antonio Nobile, difen- Roma c’ero io”. se essere un messaggio per alzare la tensiosore di parte civile per Saviano, il procuratore aggiun- Ma non è finita. Sempre in quel periodo, due soggetti, ne all’esterno; era evidente che un fatto così ge infine: “Il primo grado di Spartacus fu celebrato identificati poi come pregiudicati per reati di stampo grave avrebbe avuto conseguenze altrettanto nella disattenzione dei media, uno dei pochi che par- camorristico, si recarono alla segreteria del Massimaserie”. tecipava alle udienze era proprio lo scrittore napoleta- rio (ufficio della Cassazione dove Cantone ha lavorato Del Porto: “Un messaggio per alzare la tensione” INCHIOSTRO N. 7 PAGINA 4 foto di Marco Gargiulo In Campania negli ultimi due anni sono stati sequestrati 500 chilogrammi di molluschi I boss preferiscono i datteri Indagine sui predoni del mare Gli affari d’oro della camorra sul pescato. Il Wwf lancia l’allarme Pagina a cura di Ciriaco Viggiano Cosa mangiano i boss della camorra? Cosa mettono a tavola per siglare un accordo, propiziare una strage o festeggiare la scarcerazione di un affiliato? La risposta emerge dalle inchieste condotte dalla magistratura. Il piatto preferito dai capoclan sono i datteri di mare, frutto prelibato con due pregi: oltre ad alimentare un vorticoso giro d’affari illegali, rappresentano lo strumento ideale con cui il boss accresce il proprio prestigio agli occhi della manovalanza criminale. I numeri parlano chiaro: in Campania, dal 2012 a oggi, le forze dell’ordine hanno sequestrato più di mezza tonnellata di molluschi del valore di 40mila euro. Le immersioni dei datterai si concentrano in due periodi dell’anno. Nel periodo estivo, quando il meteo è più clemente, e nelle settimane prima di Natale, quando i frutti di mare impazzano sulle tavole dei napoletani. “Tra maggio e settembre, un chilo di datteri può essere venduto anche a 70-80 euro. Il prezzo aumenta vertiginosamente verso Capodanno, quando si sfiorano i 200 euro”, spiega il presidente del Wwf penisola sorrentina Claudio d’Esposito. “È stata una delle giornate più strazianti Emblematici i dati dell’odella mia vita”: il sorrentino Marco Garperazione condotta il 30 giulo, biologo marino e campione italiano di safari fotosub, descrive il disastro dicembre scorso dalla L’allarme del biologo: Occorrono pene esemplari provocato dai datterai nell’area marina protetta di punta della Campanella. Fu lui il primo a denunciare la devastazione della parete calcarea da parte dei datterai. Cosa ha visto durante quell’immer- sione? “Quando mi sono immerso non mi sono accorto subito dell’accaduto perché ero diretto in profondità in cerca delle gorgonie rosse. Solo in risalita ho notato lo scempio”. Che danno hanno provocato i datterai al fondale? “Sono stati distrutti tutti gli organismi vegetali e quelli animali, soprattutto spugne e margherite di mare, che vivevano sulla roccia. Lo scoglio è stato scalpellato lungo tutto il suo perimetro da una profondità di 3 metri fino a circa 15 metri. È stato deturpato l’habitat di migliaia di piccole specie animali che vivono su questo substrato rimosso per pescare i datteri di mare”. Perché la pesca dei datteri danneggia l’ecosistema marino? “Il danno non è limitato alla parete deturpata, perché i frammenti di roccia cadono sul fondo e ricoprono le alghe e gli animali che vivono sul fondale. Questo materiale, poi, subisce un processo di decomposizione che altera il microhabitat del luogo”. Cosa ha provato nell’assistere a quello scempio? “Ho iniziato a urlare all’interno dell’erogatore. Ho pianto fino ad allagare la maschera. Quando mi sono accorto dell’estensione del danno sono rimasto senza parole: sono tornato a casa e ho lanciato l’allarme alle autorità competenti. Vorrei lanciare un appello”. Lo faccia. “Gli esercizi che commercializzano i datteri di mare devono essere chiusi. Occorrono pene esemplari anche per i clienti e per i pescatori di frodo”. dio d’Esposito. Spesso, però, i datterai sono collegati ai clan dell’hinterland napoletano, vesuviano e stabiese. Oltre a essere attirati da possibili affari d’oro, i boss adorano i datteri in quanto frutto raffinato e proibito. Insomma, non si tratta di semplice una prelibatezza da buongustai ma di un modo per sfidare la legge. Il regolamento comunitario 1967/2006 vieta la pesca e la vendita dei datteri nel Mediterraneo. La normativa è ancora più restrittiva nelle aree marine protette italiane. Qui, nelle zone di riserva integrale, sono vietate la navigazione, le immersioni, la pesca e persino la balneazione. Ciononostante, la camorra non esita a inviare la propria manovalanza nel parco marino di punta della Campanella per devastare i fondali e fare incetta di datteri. Il caso emblematico è quello che, a maggio 2012, ha visto protagonista il biologo Marco Gargiulo. Durante un’immersione, il quattro volte campione italiano di safari fotosub ha immortalato lo scempio “Il prestigio? Per i boss della compiuto da una banda camorra conta più degli affari”: di datterai nei pressi delne è sicuro l’antropologo Marilo scoglio del Vervece: no Niola, docente di Riti e Miti cinquanta metri di roccia dell’alimentazione presso l’unisbancata per strappare versità Suor Orsola Benincasa di Napoli. chili e chili di molluschi. Così la malavita esercita il suo potere sulla natura La pesca di frodo è un mercato in espansione Guardia Costiera: in una pescheria di Napoli, i datteri erano offerti a 180 euro al chilo. Quando i militari hanno sequestrato i frutti di mare, il titolare della pescheria ha visto sfumare un guadagno di circa 6mila euro. Oltre ai rivenditori, sono gli stessi pescatori di frodo a conoscere bene le leggi della domanda e dell’offerta. Le indagini condotte dalla Guardia Costiera nel 2012 hanno accertato che i datterai non vendono subito il pescato, ma attendono il momento giusto per piazzarlo a prezzi esorbitanti o per esportarlo fuori dalla Campania. Ma chi sono i nuovi predoni del mare? “Nella maggior parte dei casi si tratta di persone dedite da sempre alla pesca abusiva”, continua Clau- Perché i datteri di mare attirano i boss? “Perché sono rari, costosi e, soprattutto, proibiti. Su cibi del genere i camorristi misurano il proprio prestigio agli occhi degli alleati e degli affiliati”. Per i capiclan contano più gli affari o il prestigio? “Il controvalore in prestigio di un cibo ricercato come i datteri di mare è di gran lunga più importante. Se non godessero di questo potere, i boss non potrebbero mai gestire gli impressionanti volumi d’affari ai quali ci hanno abituato”. A livello antropologico, che valenza ha il fatto che i datteri siano pescati in fondo al mare? “È interessante che la manovalanza criminale li peschi strappandoli dalla roccia e infierendo sull’ecosistema marino: in questo modo, i boss dimostrano di essere non solo al di sopra della legge, ma anche della natura”. Com’è cambiato il rapporto tra cibo e malavita organizzata nel corso dei secoli? “Le metamorfosi gastronomiche hanno inciso anche sulle abitudini dei criminali. Un solo elemento è rimasto immutato: guappi e camorristi si concedono con piacere i cibi che gli altri non possono permettersi. Un tempo si trattava della carne, ora è il turno dei frutti di mare proibiti. L’importante è che certi cibi marchino una differenza tra i capiclan e il resto della comunità”. La denuncia di Gargiulo ha portato all’arresto di quattro datterai collegati alla camorra stabiese. La magistratura ha contestato loro il reato di disastro ambientale ma, a distanza di due anni, l’inchiesta è a un punto morto. Le uniche contromisure sono state adottate dal governo e dal parco marino. Nel 2012, il ministero dell’Ambiente concesse un finanziamento per una task-force lungo il litorale sorrentino-stabiese. I risultati sono stati incoraggianti, ma il successivo taglio dei fondi ha costretto la Guardia Costiera a fermarsi. “La pesca di frodo è come la prostituzione: i tanti episodi criminosi dimostrano che il mercato illegale è in espansione - spiega Antonino Miccio, già presidente dell’associazione che riunisce i direttori dei parchi naturali italiani -. Servono fondi, mezzi e una capillare attività di informazione per cancellare questa piaga”. A breve, a punta della Campanella sarà attivato un impianto di videosorveglianza: sulla costa vigileranno decine di telecamere collegate a una sala operativa nazionale.Per i datterai si annunciano tempi duri. PAGINA 5 PRIMO PIANO L’assessore al Patrimonio Sandro Fucito: “No agli sgomberi. Consideriamo soluzioni a Non ho i soldi per affittare ca Il movimento “Magnammece o’ pesone” si appropria abusivamen Pagine a cura di Gianmarco Altieri della popolazione di 150mila individui, mentre la provincia napoletana è prima in Italia per densità di popolazione con 2500 abitanti per chilometro quadro, con tutte le proLa casa è un diritto e me la prendo. Con la crisi economica, l’emergenza abitativa sta blematiche sociali che ne derivano, come la mancanza di servizi necessari. In secondo diventando uno dei problemi più sentiti dalla popolazione, soprattutto in un Paese luogo, non abbiamo puntato a occupare case popolari non assegnate perché significome il nostro che per molto tempo ha guardato al tetto come elemento di stabilità cava fare una guerra tra poveri; abbiamo invece scelto tra i tanti palazzi abbandonati sociale. Il risultato? Un’esplosione di occupazioni abusive di immobili. Si profilano, sia del patrimonio pubblico così, nuove modalità abitative esplorate sia da movimenti organizzati che dalle am- che dei grandi patrimoni priHo l’abitazione ipotecata ministrazioni locali. A Napoli, da circa due anni ha preso vita il movimento per il diritto vati. Cerchiamo di fare occuall’abitare “Magnammece o’pesone”. Le occupazioni effettuate fin ora, che coinvol- pazioni relativamente piccole, Voglio avere giustizia gono 200 persone, sono cinque: l’ex scuola media statale Michelangelo Schipa in via massimo cinquanta persone, Salvator Rosa, nel quartiere Avvocata, non utilizzata da circa sette anni in quanto non così da permettere condizioni conforme ai nuovi parametri di sicurezza; Villa De Luca in via Nuova San Rocco a Ca- abitative dignitose. Inizialmente pensavamo a una composizione di studenti e giovani podimonte, un palazzo settecentesco abbandonato da quasi vent’anni per inagibilità; precari, non essendo appartamenti ma situazioni di cohousing, ossia avendo degli spazi in comune in cui vivere. Poi agli sportelli è cominciata ad i locali dell’ex Annona a Rampe Brancaccio nei Quartieri Spaarrivare anche la pressione di nuclei familiari, spesso in situagnoli, vecchi uffici comunali; un palazzetto di tre piani ad angolo zioni drammatiche, e quindi le occupazioni si sono diversificate fra via Orsi e Salita Arenella al Vomero, in mano alla curatela falincludendo anche famiglie”. limentare; e, infine, l’ultima occupazione nel quartiere Materdei. Una signora di cinquanta anni che ha intrapreso questo perI militanti spiegano le richieste mosse alle amministrazioni locali: corso dice: “Sono disperata. Mio marito è stato licenziato e io “Siamo per soluzioni flessibili, l’importante è che sia garantito il lavoro a nero guadagnando pochissimo. Vivevamo in una casa diritto all’abitare. Tra queste possiamo individuare l’assegnaziofatiscente che abbiamo cercato di comprare facendo un mutuo ne degli immobili, oppure intraprendere un percorso di auto-reche poi non siamo più stati in grado di pagare. La banca ha cupero”. L’auto-recupero è una formula che prevede l’impegno, messo l’ipoteca sull’immobile e abbiamo anche la macchina da parte degli occupanti, di realizzare lavori di ristrutturazione sotto sequestro. Mi sento esasperata, ho tre figli e vorrei un po’ degli edifici in cambio del permesso comunale a potervi risiededi giustizia per me e per loro”. re. Sandro Fucito, assessore al Patrimonio Pubblico, spiega: “E’ Situazione di disagio vissuta anche da una giovane laureata una soluzione che stiamo tenendo in considerazione. Io stesso in psicologia, anche lei tra gli occupanti: “Non riesco a trovare ho fornito a queste persone indicazioni su alcuni beni degradati. lavoro e quello che trovo è a nero e sottopagato. E’ un modo La questione è, però, capire se gli occupanti abbiano la forza per sentirmi viva, sentirmi attiva e poter fare qualcosa sul mio sufficiente per sistemarli, e da soli non ce la si fa. Occorre fare territorio e non lamentarmi e piangermi addosso. Ma è anche investimenti pubblici su questi spazi. Il patrimonio libero che un gesto di speranza, vivevo con mia nonna in affitto e siamo abbiamo non è libero per vezzo, ma per inagibilità, per pregiudistate sfrattate. E’ l’unica strada che vedo davanti a me”. zio statico o altri problemi. Deve esserci il riconoscimento della “Io invece vengo dalla provincia di Salerno e sono qui per stulotta e quindi credo sia sempre preferibile evitare gli sgombediare Filosofia – interviene un’altra ragazza –. A Napoli gli affitti ri laddove non vi sia impedimento di funzione pubblica, come per gli studenti sono altissimi e quasi sempre senza contratto. spazi già destinati ad ospitare scuole o uffici comunali”. Per di più le case sono fatiscenti. Mi rifiuto di sottostare a que“Magnammece o’pesone” è un’esperienza nata dall’incontro di Locandina sto sistema”. individui con esigenze comuni. Possiede una struttura organizzativa che comprende sportelli di primo contatto presso il centro sociale Ska, nell’aula La campagna “Magnammece o’pesone” ha anche organizzato iniziative contro la diLP della facoltà di Lettere e smissione del patrimonio pubblico. Una dismissione che definiscono “svendita”. Nel dell’Università Fe- gennaio del 2013 è stato occupato l’archivio storico di piazza Dante, nel centro cittaOccorre affermare delle norme Filosofia derico II e all’interno dell’ex dino, chiedendo che fosse tolto dall’elenco dei beni da mettere all’asta. Afferma uno per poter utilizzare gli spazi vuoti scuola Schipa occupata. Qui, dei militanti: “Cerchiamo di operare su più livelli perché crediamo che in città si debba in giorni e orari prestabiliti, le aprire un grande dibattito sul diritto all’abitare. Dentro la crisi, e contro l’austerity, c’è persone sotto sfratto, o che bisogno di ridiscutere un nuovo concetto di sovranità sociale dei suoli. Non è più accomunque versano in emergenza abitativa, cercano collettivamente soluzioni. Nei pa- cettabile che ci siano strutture abbandonate, case senza gente e gente senza casa. lazzi, ogni settimana gli occupanti si riuniscono in assemblee che servono per discute- Occorre affermare, anche sul piano legislativo, delle norme che garantiscano l’utilizzo re della gestione degli spazi, per mediare gli stili di vita dei coinquilini e per perseguire degli spazi vuoti in funzione dei bisogni sociali. In questo contesto, un movimento la campagna politica, che riguarda sia la difesa della propria esperienza abitativa che orizzontale, trasparente e auto-organizzato che oltre a risolvere il problema di decine azioni di solidarietà verso terzi, costituendo una rete di mutuo soccorso antisfratto. di famiglie, precari e studenti, provvede a porre questa domanda politica alla città, ci “Abbiamo deciso – spiega Alfonso, uno degli aderenti al movimento – di occupare sembra più che legittimo”. palazzi situati nel centro cittadino che negli ultimi dieci anni ha visto una diminuzione La linea politica del Comune, almeno intenzionalmente, sembra puntare su scelte che C.r.o.s.s. contro la speculazione CROSS (Casa e Reddito Occupazioni Senza Sosta) è la prima occupazione di “Magnammece o’pesone” che riguarda un’immobile di edilizia privata, “nell’intento di colpire la speculazione” dicono i militanti. Il palazzo è situato nel quartiere Vomero ed è in mano alla curatela fallimentare. Il terreno fu acquisito da una srl per realizzare il restauro filologico di un rudere settecentesco. Sono stati, così, realizzati appartamenti a scopo abitativo e circa cinquanta box interrati per il parcheggio di automobili. Su denuncia dei vicini, il TAR ha rilevato che, al di là dei permessi comunali ottenuti, l’edificio violava la distanza minima dagli immobili adiacenti e ha dunque ritirato i permessi e reso abusiva la costruzione. La srl è fallita e, per pagare i creditori, la curatela metterà tutto all’asta. La prima è prevista per il 19 maggio. “La nostra paura – spiegano gli occupanti – è che qualcuno provi a fare una nuova speculazione acquistando il palazzo man mano che i prezzi d’asta si abbassano. Sosteniamo che l’unica cosa non abusiva siano le esigenze di chi lo occupa: 8 famiglie e 15 precari e disoccupati in emergenza abitativa. Qualsiasi soluzione verrà trovata dovrà tenere conto delle persone che vivono in questo palazzo, che era pure chiuso da oltre due anni”. L’assessore al Patrimonio Pubblico Sandro Fucito spiega: “Sarebbe bello, ed è ciò per cui ci stiamo muovendo, acquistare con permuta la palazzina vendendo poi i box auto, mentre gli appartamenti verranno destinati ad ospitare temporaneamente persone che hanno urgente bisogno di una casa”. INCHIOSTRO N. 7 PAGINA 6 alternative per dare un tetto a queste persone, ma occorrono investimenti pubblici” asa? Non importa, la occupo nte di edifici abbandonati per rispondere all’emergenza abitativa da un lato tutelino le graduatorie per le case popolari e dall’altro tengano conto dell’emergenza abitativa. Attraverso l’applicazione del decreto del fare, l’amministrazione ha richiesto 391 beni al demanio per poter effettuare la riconversione e poterli destinare a persone bisognose offrendo loro una modalità ospitativa limitata nel tempo. Tra gli immobili interessati c’è anche l’ex ospedale psichiatrico giudiziario nel quartiere Materdei. Le risorse per effettuare gli interventi necessari? “Il 31 marzo – continua l’assessore Fucito – abbiamo presentato i documenti per i Pon Metro, fondi europei che è possibile ricevere attraverso il ministero. Abbiamo richiesto sette milioni di euro per poter rimodulare circa 10mila mq di spazi complessivi proprio per realizzare queste sperimentazioni di nuove forme abitative. Ciò non significa dare una casa, ma un aiuto provvisorio che favorisca il reinserimento sociale”. Di certo, l’emergenza abitativa cresce sempre più, e di case libere da occupare ce ne sono. Secondo una recente inchiesta del quotidiano inglese The Guardian, in Europa a fronte di circa quattro milioni di persone bisognose di un tetto, ci sono poco più di undici milioni di abitazioni vuote. Il secondo posto in questa classifica, dopo la Spagna, spetta all’Italia con due milioni di alloggi inutilizzati. Qui da noi, circa 650mila persone sono in attesa di case popolari. Ogni anno aumentano gli sfratti per morosità incolpevole, famiglie che fino a qualche tempo fa potevano permettersi di pagare l’affitto e ora non più. A Napoli, alla graduatoria del 2011 per l’assegnazione di case popolari hanno concorso 16800 elementi, ma ancora scorre la graduatoria del 1995. In situazioni critiche di emergenza abitativa versano circa 10mila nuclei familiari. La città, inoltre, ha un dato strano: è quella con il minore indice di proprietà privata. Mentre in Italia la media si attesta attorno al 78 per cento, Napoli si ferma al 53, quindi vi è un uso della locazione molto ampio, con circa 1500 sfratti per morosità ogni anno. In questa situazione c’è chi ha smesso di aspettare una soluzione che provenga solo dalle istituzioni; chi neanche c’è nelle graduatorie; chi non può attendere anni e anni per un’assegnazione; chi non può permettersi di pagare un affitto. E’ chi decide di occupare. Ex scuola Schipa occupata A.S.L. l’ultima occupazione Villa De Luca Abitare Senza Limiti, questo l’acronimo scelto per l’ultima occupazione del movimento “Magnammece o’ pesone”. Nove famiglie, con undici minori, e dieci precari e disoccupati hanno occupato all’alba di giovedì 8 maggio un edificio in via salita San Raffaele, nel quartiere Materdei. Lo stabile nelle intenzioni dell’Asl, che ne detiene la proprietà, sarebbe dovuto diventare un centro sanitario assistenziale per anziani. Di fatto, però, è vuoto da anni. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno in cui il palazzo è stato occupato, un ingente schieramento di polizia, vigili del fuoco e vigili urbani, blocca al traffico tutti gli sbocchi della strada e, in assetto antisommossa, le forze dell’ordine hanno tentato di sgomberare l’edificio. Molti abitanti del quartiere hanno manifestato solidarietà nei confronti degli abusivi. Dopo circa quattro ore, trascorse tra spintoni e tentativi di pompieri e polizia di aprirsi varchi per entrare, un contrordine ha fermato l’operazione lasciando nuovamente via libera agli occupanti. Ex uffici comunali Annona PAGINA 7 EVENTI Da Caserta alla Penisola, otto ap Andy Warhol Fino al 20 luglio il museo Pan di Napoli, via dei Mille 60, ospiterà la rassegna “Vetrine”, a cura di Achille Bonito Oliva. Protagoniste 150 opere di Andy Warhol. In evidenza il rapporto tra l’artista americano e la città partenopea nato a metà degli anni ‘70 grazie all’amicizia con il gallerista Lucio Amelio. La mostra è aperta dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30. La domenica dalle ore 9.30 alle ore 14.30. Le sale sono chiuse nella giornata di martedì. Il costo del biglietto intero è di 8 euro. Per info: 081 7958601 – 04 Bateau Mouche Dopo il successo della scorsa edizione, torna il bateau mouche a Napoli. Il tour costiero, promosso da Alilauro e dal Comune, è ripreso il 2 maggio e terminerà il 28 settembre. La passeggiata, della durata di 40 minuti, prevede un giro della costa da Mergellina a Posillipo. Il battello raggiungerà poi l’isolotto di Nisida e rientrerà in porto dopo un giro panoramico fino a Castel dell’Ovo. I prezzi vanno dai 6 euro e 50 centesimi per gli adulti, ai 4 euro per i bambini dai 2 ai 12 anni. Le corse, con partenza dal porto di Mergellina, si terranno il venerdì alle ore 17:00, 18:30 e 20:00; e il sabato e la domenica alle 10:30, 11:45, 13:00, 17:00, 18:30 Maggio dei monumenti Il Maggio dei monumenti arriva alla XX edizione e quest’anno rientra tra gli eventi in programma del Forum Universale delle Culture. Il filo rosso sarà “Storie e leggende napoletane”, dal titolo dell’omonimo testo di Benedetto Croce, per valorizzare il vissuto storico di Napoli, dell’immaginario collettivo della città e delle sue radici storiche europee e mediterranee. Lo scopo è richiamare l’attenzione dei cittadini e dei tanti turisti non soltanto sulla bellezza dei luoghi e dei monumenti ma sul modo in cui nel corso dei secoli, dentro e intorno ad essi, si siano svolte la vita quotidiana e le vicende storiche. INCHIOSTRO N. 7 Ischia in musica Sabato 31 maggio e domenica 1 giugno ore 17.00 presso i giardini La Mortella di Forio (via Francesco Calise, 39) il Quartetto Lunaire si esibirà in un concerto per archi e pianoforte. Musiche di Mozart e Schumann. Il costo del concerto è compreso nel biglietto di ingresso al giardino botanico. PAGINA 8 EVENTI ppuntamenti tra sacro e profano Tango argentino Anche quest’anno Marina di Castello (Castel Volturno) ospiterà, dal 15 al 18 maggio, il terzo “Campionato italiano e Festival del Tango”, preliminare del Mundial di Tango di Buenos Aires. Il Festival ospiterà l’organizzazione medico-umanitaria MEDICI SENZA FRONTIERE, presente per tutta la durata dell’evento. Madonna dell’Avvocata Il 9 giugno, il lunedi di Pentecoste, a 50 giorni esatti dalla Pasqua, Maiori festeggia la Madonna dell’Avvocata. A mezzogiorno ha inizio la processione e il santuario di Maria Santissima Avvocata, situato sul Monte Falerzio, diviene meta di pellegrinaggio. Danze e balli si protraggono fino a sera. La festa rientra nel ciclo delle “sette sorelle”, ovvero le sette madonne che vengono celebrate in un periodo che va da febbraio a settembre. Infiorata Picasso Sorrento sarà la cornice della mostra su Picasso a Villa Fiorentino, dal 30 maggio al 12 ottobre 2014. L’esposizione, intitolata “Picasso, eclettismo di un genio”, ruoterà attorno a oltre 240 incisioni grafiche, 25 ceramiche, olii ed opere uniche, per immergersi in un viaggio immaginario tra le diverse tecniche e le varie fasi stilistiche sperimentate dall’artista durante tutta la sua attività. Il 22 giugno a Sant’Agnello, penisola sorrentina, si celebra il Corpus Domini con una manifestazione che vede in campo i Maestri di arte floreale con la tradizionale “Infiorata”. Multicolori riproduzioni iconografiche di scenografie del Vangelo, vere e proprie composizioni pittoriche, faranno da tappeto alla solenne Processione del Corpus Domini che si snoderà lungo le strade di Sant’Agnello. PAGINA 9 CULTURA Sergio Solli: “Ho l’impressione che la città abbia dimenticato il grande drammaturgo” Un Eduardo “sik sik” a Napoli Nel trentennale della morte, solo tre spettacoli ricordano De Filippo “Napoli non ha saputo meritarsi tanto Eduardo De Filippo quanto Raffaele Viviani. È una città assurda e disattenta: bisogna morire o andare in esilio per poter essere ascoltati”. A pensarla così è il regista Francesco Saponaro che, nel trentennale della morte di Eduardo, metterà in scena al Teatro San Ferdinando, il 19 e 20 giugno “Dolore sotto chiave”. Un testo che, nato come radiodramma, festeggerà i 50 anni dalla sua prima versione teatrale. L’esperienza radiofonica dell’opera sarà utilizzata dal regista per rappresentare l’elemento fantasmatico; un prologo pirandelliano fungerà da collante tra il testo di Eduardo e alcune novelle di Pirandello come I pensionati della memoria e La camera in attesa. Ad anticipare questa rappresentazione alcuni eventi tenteranno di ricordare l’uomo e l’attore, colui che, nonostante il celebre “Fujtavenne”, scelse Napoli come serbatoio dal quale attingere, come punto di partenza, l’unico possibile. Il 17 e 18 maggio “Eduardo l’artefice magico” sarà presentato al Teatro Stabile. Francesco Nappa, danzatore, pittore e compositore partenopeo, vissuto per molti anni anche all’estero, si confronterà con il grande ‘illusionista’ raccontandone la personalità, la vita e il lavoro teatrale con uno sguardo ironico, frutto di una visione internazionale e insieme napoletana del grande attore. “Le opere di Eduardo, come Natale in casa Cupiello, Filumena Marturano e Sik Sik, saranno utilizzate come pretesto per parlare di lui come uomo, per celebrare la sua poetica con una danza astratta e stilizzata senza alcuna forma di realismo”, afferma Alessandra Panzavolta, direttore artistico del corpo di ballo del Teatro San Carlo. Si proseguirà il 7 e l’8 giugno al Teatro San Ferdinando, in occasione della Settima edizione del Napoli Teatro Festival Italia 2014. Un festival che premierà Cechov con ben sei produzioni ed Eduardo con due: “Il sindaco del Rione Sanità”, recitato dal genovese Eros Pagni per la regia di Marco Sciaccaluga e “Dolore sotto chiave” di Saponaro. Cosa resta di Eduardo a Napoli a trent’anni dalla mor- bestia avevamo fatto un piccolo buco dal quale l’ultite? “Poco e per colpa dei napoletani. Ho l’impressio- ma sera era riuscita a mettere la cresta rossa fuori dal ne che non se ne freghino più nulla di Eduardo ma cappello: un fuori onda preoccupante per noi attori conoscendoli non mi meraviglio più”. Risponde così che eravamo in scena. Eduardo non si perse d’animo, Sergio Solli che nella compagnia del grande attore si girò verso Luca e disse “ma c’he t’è schiaffat na e drammaturgo ha recitato per oltre dieci anni. Basti pummarol ‘n front? Il pubblico andò in delirio. Quella pensare che al Teatro San Ferdinando di Napoli non fu la più grande e divertente esperienza teatrale della rimane neppure una targa a indicare quello che era il mia vita”. suo camerino. Un “sacrario distrutto” il luogo dei suoi Di quell’ “Artefice magico”, atto unico di De Filippo, il assorti silenzi e delle sue camminate meditative prima critico teatrale Giulio Baffi conserva una registrazione di entrare in scena. Una scala del 1979, nonché di quell’ultima volta in cui l’attore, antincendio ne ha irrimediabil- autore e regista calcò le scene. “Quella sera ricordo mente oltraggiato la memoria e con una gioia infinita il divertimento di Eduardo, l’iio “non metterò mai più piede strionismo di un attore che a 79 anni riusciva a inin quel teatro”, dichiara l’attore. cantare il pubblico con la sua sapienza e con il suo Eppure Eduardo a Napoli senso teatrale. Nessuno ha più compiuto il miracolo “avrebbe voluto fare una scuo- di saldarsi al pubblico in modo così fedele”. la di recitazione, ma non glie- Per questo, nel trentennale della morte, Giulio Baffi lo permisero; - ricorda Sergio desidererebbe fortemente la ricostruzione del cameSolli- Con una sua commedia rino di Eduardo al San Ferdinando. “Si tratterebbe di a Roma facevamo 6 mesi di un feticcio, di un omaggio e un rispetto che Napoli ha repliche, a Napoli due; quando il dovere di dargli”. fu direttore dello Stabile, nel D’altra parte, come ricorda Francesco Saponaro, il 1963, chiese il resoconto eco- San Ferdianndo fu ristrutturato con i soldi di Eduarnomico di tutte le spese fatte, do e da lui pensato come una cerniera tra Napoli e ma gli dissero che non erano l’Europa. “La verità è che i napoletani amano le ludimostrabili e pertanto non singhe, non le critiche ed Eduardo ha sempre avuto potevano essergli rimborsate. uno sguardo tutt’altro che compiaciuto su di loro”. – Eppure continuò lì il suo lavoro. osserva Saponaro. “Dalle sue opere emerge la condiDisse ‘fujtavenne ‘a Napoli’ e aveva ragione. Le cose zione antropologica tipica dei napoletani: l’ipocrisia”. più belle Eduardo è riuscito a farle solo fuori da questa Quella che oggi, a trent’anni dalla morte, fa risvegliare città”. Colpevoli le istituzioni locali che non sono state Napoli e le fa parlare di Eduardo come fosse la sua in grado di custodire un patrimonio come Eduardo; e famiglia. “Dolore sotto chiave, però, ne è l’esempio colpevoli anche i napoletani “perché se c’è qualcuno – conclude il regista- Anche in una famiglia, luogo che permette di distruggere vuol dire che c’è qualcun sincretico degli affetti, si possono commettere i più altro che omette di tutelare”, replica Saponaro. atroci delitti”. Molti aneddoti e tanti ricordi costituiscono il tesoro di chi Eduardo lo ha conosciuto, di chi ha voluto viverLucia Francesca Trisolini lo a dispetto delle malelingue sul suo carattere che “cozzavano con la sua drammaturgia”, dice Solli. “Con Eduardo sul palco ogni sera accadeva qualcosa di esilarante ma la sua interpretazione non usciva mai dalle righe. Inventava interpretando. Ricordo, ad esempio, quell’ultima Il Maggio del Monumenti quest’anno ha il doppio nome. replica al San Ferdinando del ‘Sik sik, l’artefice Si chiama anche Forum delle Culture. L’evento internaziomagico’. Luca aveva un pollo nel cappello che nale tanto chiacchierato alla fine non ha visto la luce così gli era stato prestato dalla Signora Pina, la porcome era stato annunciato. “Sul sito ufficiale del Forum tiera del teatro. Per far respirare quella povera Se il Maggio dei Monumenti diventa Forum delle Culture Al Monastero delle Trentatré la rassegna dedicata ai libri Un’Altra Galassia in città Il 23 aprile si festeggia San Giorgio, santo protettore della Catalogna. Barcellona è in festa: le Ramblas sono letteralmente travolte da fiori, bancarelle di libri e una folla immensa di persone. Un’antica tradizione catalana vuole che in questo stesso giorno, e non il 14 febbraio, cada la festa degli innamorati e tutte le coppie di amanti, ma anche di amici, di genitori e figli, si scambiano dei regali: gli uomini regalano rose alle donne e le donne regalano agli uomini libri. Questo è il motivo per cui il 23 aprile l’Unesco ha indetto il Dia del Libre, La giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Mentre Barcellona festeggia, anche la città di Napoli onora i libri e la lettura. Al Monastero delle Trentatré è stato presentato il programma di “Un’altra Galassia”, la festa del libro ai piedi del Vesuvio. In programma sabato 31 maggio e domenica 1 giugno, la rassegna, giunta alla sua quarta edizione, è figlia di Galassia Gutenberg, la fiera del libro italiana che si è tenuta ogni anno in primavera in città dal 2005 al 2010. “Un’altra Galassia” sarà animata da quattro ospiti in due serate. Guest star lo spirito di un grande autore del passato, evocato in una speciale “seduta spiritica letteraria”. La festa del libro di Napoli è curata dagli scrittori e giorna- INCHIOSTRO N. 7 delle Culture abbiamo pubblicato i primi bandi – dice l’assessore alla Cultura Nino Daniele – e anche il programma del Maggio dei Monumenti è pronto”. Iniziativa quest’ultima che è giunta alla XX edizione: “Quest’anno abbiamo fatto convogliare gli eventi – spiega l’assessore – visto che hanno la stessa natura”. E.d.L listi Rossella Milone, Valeria Parrella, Francesco Raiola, Pier Luigi Razzano, Piero Sorrentino e Massimiliano Virgilio. I lettori sono attesi nel chiostro, nel refettorio e nella cantina del Monastero delle Trentatrè , il complesso cinquecentesco così chiamato dal numero di monache Clarisse Cappuccine che vi vivevano in clausura, in via Armanni, restituito alla città nel 2003. Gli incontri, le presentazioni e le maratone letterarie sono a ingresso gratuito. Primo grande ospite: Andrea Camilleri. Sarà possibile incontrare il papà di Montalbano alle 17.30 di sabato 31, l’autore parlerà del suo ultimo libro “Inseguendo un’ombra”, edito da Sellerio. A seguire, la poetessa Antonella Anedda. Alle 21, la cantina del complesso ospiterà una seduta spiritica sui generis, dove la scrittrice Elisabetta Rasy evocherà Anna Maria Ortese, autrice, tra gli altri capolavori, de “Il mare non bagna Napoli”, in occasione del centenario dalla sua nascita. La manifestazione proseguirà domenica 1 Giugno, nel chiostro alle 17, per un incontro con lo scrittore e sceneggiatore casertano Francesco Piccolo. Spazio anche ai più piccoli, a partire dalle 18, con letture animate per bambini a cura di Librerie Feltrinelli. La compagnia del “Teatro nel Baule”, inoltre, presenterà il libro “La tarantella di Pulcinella” (Interlinea) di Emanuele Luzzati . Ultimo appuntamento in refettorio, alle 18.30, per una conversazione con lo scrittore ligure Sebastiano Vassalli. Elisabetta de Luca PAGINA 10 TENDENZE A Napoli dilaga la moda dei balli clandestini. É boom nelle piazze e sulla rete Stasera mazurka: passaparola La danza in controtendenza distrugge la crisi a colpi di abbracci Si incontrano di sera, per strada e iniziano a ballare. Clandestinamente, senza chiedere il permesso e facendo il passaparola. È la nuova tendenza che si sta diffondendo in tutta Italia, a partire dal Nord, e che da qualche anno è approdata a Napoli: centinaia di persone si radunano nelle piazze per ballare tutta la notte la Mazurka Klandestina. Decidono la data, il luogo e l’ora e su Facebook inizia il tam tam che raccoglie tutti gli appassionati di danze popolari francesi e non solo. “Mazurka – i Mazurkari Partenopei (e parte no)” è il nome della pagina Facebook dove sono iscritte circa duemila persone (quella nazionale ne conta più di seimila), appassionati o semplicemente curiosi di questa danza misteriosa. Si danno appuntamento e ballando si riappropriano degli spazi pubblici, vivendoli in modo non convenzionale. Uno dei luoghi più suggestivi dove si riunisce il popolo dei mazurkari è piazza del Plebiscito, sotto i portici. Basta un amplificatore e, a volte, un violino o un organetto e l’atmosfera diventa magica: sembra di essere in una fiaba quando le coppie iniziano a volteggiare leggere sotto il colonnato. Si ballano scottish, bourree, polka e valzer, chapelloise, circolo circassiano, danze popolari del Nord Italia, francesi, irlandesi, inglesi e spagnole che affondano le loro radici nel Medioevo. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, alle antiche feste di corte. E poi c’è la Mazurka, il ballo degli abbracci, che strin- ge persone che si conoscono e non. I danzatori raccontano che è questa la parte più importante: “è un ballo romantico e affettuoso – dice l’ingegnere Roberto Brunialti, 32 anni– in tempi di crisi e stress continuo è sempre bello avere un abbraccio, ti fa tornare a vivere i rapporti umani in modo diretto e genuino”. Durante i balli si creano dinamiche che non esistono più nella società moderna, una dimensione a grandezza d’uomo in contrasto con un mondo freddo e frenetico: questo ne fa un vero e proprio fenomeno di controcultura. Maria Paola Tomasino, ricercatrice di 28 anni, partecipa alle Mazurke Clandestine da un anno. Racconta che prima pensava si trattasse di “giovani vecchi folgorati, rimasti indietro di 100 anni che ballano il valzer per strada”. Poi si è dovuta ricredere. Spiega che nelle Mazurke c’è un sapore di mondo antico e non di vecchio. Di qualcosa che manca: belle maniere, disciplina dei passi, regole di bon ton e galanteria. “Tutti si sciolgono di fronte a un po’ di romanticismo”, dice. Maria Paola preferisce le Mazurke landestine alla discoteca. Spiega: “I sorrisi non si sentono dove la musica è troppo alta, invece mentre balli anche se sei una mezza pippa come me, riesci a comunicare tante cose. Come non consigliarlo?” Tutti possono danzare, anche chi non lo sa fare, perchè si impara per strada semplicemente invitando qualcuno in pista. Sergio Piccirillo, studente di 27 anni, dice che “la cosa più bella di questo ballo è la sua semplicità: un passo di base, che impari facilmente, ti infonde più fiducia in te stesso, ingentilisce il corpo e lo spirito. E nonostante sia semplice, non è banale”. Tra i mazurkari c’è un po’ di tutto: studenti universitari, signori un po’ attempati, professionisti in camicia, hippie a piedi scalzi: non esistono distanze tra le persone. Anche se è una danza molto antica si rinnova sempre con nuovi passi e musicisti moderni che reinterpretano le vecchie melodie e ne inventano di nuove. Artisti come i Parasol, Accordzeam, Sextet a claques, Duo absynthe perpetuano la tradizione esibendosi in tutta Europa, e il loro seguito è sempre molto numeroso. Rossella Grasso Marta Mainieri: “I social media ci aiutano a vivere meglio” L’economia dello sharing Lasciare alla cassa un caffè, un pezzo di pane o un libro già pagato per il cliente che viene dopo. È il meccanismo che ha portato alla rinascita del caffè sospeso, una vecchia pratica napoletana riportata in auge dal Gambrinus, uno dei bar più popolari di Napoli e non solo. Stessa cosa per il pane sospeso, promosso da Mimmo Filosa, presidente di Unipan, associazione panificatori della Campania. Il suo panificio in San Sebastiano al Vesuvio, è stato il primo a lanciare la campagna. Nelle ultime settimane hanno aderito all’iniziativa anche altri panificatori della provincia di Napoli, fino alla partecipazione di città del Sud come Messina e Lecce. Infine la pratica del libro sospeso, che è partita dalla libreria “Ex Libris Cafè” di Polla, in provincia di Salerno, per espandersi in diversi punti vendita da Nord a Sud. Anche la Feltrinelli ha aderito alla nuova tendenza lanciando dal 23 aprile, in occasione della giornata mondiale del libro, al 5 maggio la campagna “lascia anche tu un libro sospeso”. Ma le forme di sharing si concretizzano anche attraverso la rete, che facilita il riuso e l’accesso ai prodotti al posto dell’acquisto e della proprietà. La “sharing economy”, la nuova economia della condivisione nata negli Stati Uniti, si sta facendo largo anche nel nostro Paese. Agisce attraverso una serie di piattaforme digitali che mettono in contatto le persone per condividere e scambiare beni e servizi. Uno dei pionieri del settore in Italia è Marta Mainieri, che si occupa di internet e media digitali dal 1998. Dopo aver lavorato presso importanti agenzie di comunicazione e marketing, dal 2012 ha intrapreso la carriera di libera professionista. Oggi è consulente di marketing digitale e si occupa con sempre maggiore attenzione dei temi legati alla collaborazione. Nel febbraio dello scorso anno ha pubblicato “Collaboriamo! Come i social media ci aiutano a lavorare e a vivere bene in tempo di crisi” “Il mio libro si divide in due parti –dice-. La prima è più teorica e racconta che cos’è la sharing economy. La seconda è più emozionale e descrive dieci servizi collaborativi che ci dicono come stanno cambiando i modelli di riferimento connessi al modo di viaggiare, di muoversi e di produrre. Tra i casi presi in esame, ho scelto sei piattaforme americane, tre italiane e una inglese: da Airbnb, che mette in contatto le persone per condividere la casa o una stanza, a RelayRides, un servizio di car sharing peer to peer che consente di prestarsi la macchina in cambio di denaro. Per l’Italia abbiamo Reoose, che è un sito dedicato al baratto, e Fubles, in cui gli individui si organizzano per andare a giocare a calcetto”. In contemporanea all’uscita del libro, Marta ha deciso di fondare Collaboriamo.org, un sito che riunisce tutte le piattaforme digitali italiane per dare loro maggiore visibilità: “All’inizio è nato per promuovere il libro. Ho voluto che questo servizio contribuisse a far parlare della sharing economy, quindi ho creato una directory per segnalare tutti i servizi esistenti in Italia. L’idea è di farlo crescere affinché diventi un punto di riferimento in rete. In questo momento possiamo contare su 110 piattaforme attive nel territorio nazionale. Inoltre, Collaboriamo.org sta diventando una società che diffonde contenuti e servizi, come la consulenza e la formazione per le aziende e le amministrazioni che vogliono conoscere e far proprie queste piattaforme collaborative”. Vincenzo Nappo Inchiostro Anno XIV numero 7 9 maggio 2014 www.unisob.na.it/inchiostro Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Direttore editoriale Lucio d’Alessandro Direttore responsabile Pierluigi Camilli Coordinamento scientifico Arturo Lando Coordinamento redazionale Alfredo d’Agnese Carla Mannelli Alessandra Origo Guido Pocobelli Ragosta Caporedattore Roberta Cordisco Capi servizio Elisabetta de Luca Lucia Francesca Trisolini In redazione Gianmarco Altieri Anna Dichiarante Alfonso Fasano Daniele Gargagliano Rossella Grasso Nicola Lo Conte Vincenzo Nappo Ciriaco Viggiano Grafica Biagio Di Stefano Spedizioni Enrico Cacace, tel. 081.2522232 Editore Università degli Studi Suor Orsola Benincasa 80135 Napoli via Suor Orsola 10 Partita Iva 03375800632 Redazione 80135 Napoli via Suor Orsola 10 tel. 081.2522212/226/234 fax 081.2522212 Registrazione Tribunale di Napoli n. 5210 del 2/5/2001 Stampa Imago sas di Elisabetta Prozzillo Napoli 80123 via del Marzano 6 Partita Iva 05499970639 PAGINA 11 SPORT Il 39% degli italiani non pratica attività fisica. É la percentuale più alta in Europa Se lo sport marina la scuola Corrado Grasso: “L’amministrazione non tutela le associazioni sportive” Pagina a cura di Nicola Lo Conte Inoltre i docenti, non essendo rimborsati per le ore extracurriculari, difficilmente possono seguire adeNapoli non vive di solo calcio. Ma sempre meno per- guatamente i ragazzi”. sone, giovani compresi, praticano sport. Secondo i Manca in generale una cultura dello sport adeguata: dati dell’Istat, ripresi da un’indagine del Centro Univer- “I giovani ci mettono tanto entusiasmo – prosegue sitario Sportivo cittadino, la percentuale di italiani che Grasso – che però rischia di perdersi se non suppordichiarano di non praticare alcuna attività è cresciuta, tato. L’atletica è uno sport che forma in maniera comnegli ultimi 15 anni, dal 35,8% al 39,2%. È la percen- pleta, sia dal punto di vista fisico che mentale, allena tuale più elevata tra i paesi dell’Ue, la cui media si at- alla vita. Ma troppo spesso è posto in secondo piano. testa sul 14% circa. Non c’è da stupirsi, alla luce della Le associazioni sportive fanno del loro meglio, ma le diffusione dei nuovi media (tv, internet, smartphone, pubbliche amministrazioni non tutelano il loro lavoro, privilegiando gli sport di social network, ecc.) come L’atletica allena alla vita squadra e soprattutto il calmezzi di svago, il cui utilizzo da parte della popolazione ma è posta in secondo piano cio. È una politica assolutamente non condivisibile. Il si è impennato dal 37% del rischio è di vedere i nostri 2001 al 52% odierno. Se è ragazzi sempre più attaccati ai cellulari, piuttosto che vero che gli impianti dove praticare attività fisica in impegnati nell’attività fisica”. Italia sono cresciuti complessivamente di circa mille unità – da 13300 a 14300 circa – negli ultimi 25 anni, Poco seguita anche l’iniziativa degli “Open Day” prola qualità degli stessi e la poca attenzione posta dalle mossi dal CUS tra i primi di aprile e la metà di maggio e rivolti alle scuole secondarie di Napoli: solo tre istiistituzioni non incoraggiano affatto gli utenti. Fondamentali diventano gli eventi di promozione della tuti hanno aderito. Rammaricato il segretario Maurizio pratica sportiva rivolta alle nuove generazioni, in si- Pupo: “Molte scuole non ci hanno neanche risposto. nergia con le scuole. Due le manifestazioni organiz- E dire che si tratta di un’iniziativa a titolo gratuito! L’ezate al Campo Sportivo Virgiliano nel mese di aprile ducazione motoria è decisamente trascurata in Italia, dalla Federazione regionale di Atletica Leggera: prima un dato che si ripercuote anche a livello di strutture. la riunione regionale di apertura delle categorie pro- Il ritardo rispetto agli altri paesi europei è preoccumozionali, quindi i campionati studenteschi. Buoni pante”. Eppure, sostiene Pupo, i benefici dell’attività i dati di partecipazione della prima kermesse (circa fisica sono notevoli: “Chi fa sport gode di maggior sa720 atleti), un po’ meno quelli della seconda: solo una lute, chi sta bene in salute riduce le spese sanitarie. trentina le scuole della provincia presenti. Questione È strano che lo Stato non ne tenga conto. Lo sport di logistica, come ha spiegato il presidente del co- fa anche crescere l’individuo sotto l’aspetto sociale e mitato provinciale Corrado Grasso: “C’è carenza di culturale. Speriamo che i futuri universitari recepiscastrutture appropriate, non solo a livello scolastico. no il messaggio che vogliamo lanciare. Una singola INCHIOSTRO N. 7 giornata è forse troppo poco, ma a giudicare dalla risposta dei ragazzi che abbiamo accolto possiamo essere fiduciosi”. Migliori i riscontri in termini numerici del progetto “Bowling e scuola”, organizzato in tutta Italia dalla Federazione nazionale in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e promosso in città dal Bowling Oltremare. Al torneo hanno partecipato ben 33 scuole tra medie inferiori e superiori, per un totale di quasi 10mila studenti. La finale tra le dieci migliori scuole, disputatasi il 7 maggio, ha visto vincitrice la scuola media “Tito Livio”. Positivo il bilancio tracciato dal direttore sportivo Stefano Coppa: “Il bowling è uno sport diverso dagli altri, favorisce la socialità e più che l’aspetto fisico privilegia quello mentale, rivelandosi quindi adatto a tutte le fasce d’età. I ragazzi a volte si appassionano talmente da rendere partecipe il proprio circolo sociale. PAGINA 12
© Copyright 2024 Paperzz