Inchiostro - Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa

9 maggio
2014
anno
XIV
n. 7
Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli
www.inchiostronline.it
A pesca
con i boss
Le mani della camorra sui datteri di mare
Quando il clan ha paura
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Prosegue il primo grado del processo per
minacce e diffamazione a carico dei boss
casalesi Bidognetti e Iovine e dei loro ex
avvocati. Nelle ultime udienze, raccolte
le testimonianze dei magistrati Cantone
e Cafiero De Raho, parti offese insieme a
Saviano e alla Capacchione.
Eduardo dimenticato
L’agenda degli eventi
Diritto alla casa
Grillo contro tutti
Nei mesi di maggio e giugno
Eduardo De Filippo ritorna a Napoli, nella città che sembra averlo
dimenticato. “Il Sindaco del rione
Sanità”, “Dolore sotto chiave”
e “L’artefice magico” saranno
rimessi in scena da registi contemporanei che tenteranno di ricordare la personalità, la vita e il
lavoro teatrale dell’attore e drammaturgo. Nel trentennale della
sua morte, però, un’aura di amarezza investe chi lo ha conosciuto
e non lo ha mai dimenticato.
Non solo il Maggio dei monumenti ma tanti altri eventi per un’altra agenda in Campania: Andy
Warhol protagonista al Pan di
Napoli fino al 20 luglio e Picasso
in mostra a Sorrento dal 30 maggio al 12 ottobre. A Ischia i giardini La Mortella di Forio offrono un
concerto con musiche di Mozart
e Schumann. Il 22 giugno Sant’Agnello celebra il Corpus Domini
con la tradizionale “Infiorata”. Si
balla invece a Castel Volturno che
ospiterà il Campionato Italiano di
tango argentino.
Emergenza abitativa, occupazioni abusive e riutilizzo degli immobili a scopo sociale. Quando
la crisi economica diventa bisogno di un tetto e le graduatorie
per l’assegnazione delle case
popolari riguardano decine di
migliaia di persone e scorrono
lentamente, qualcuno provvede
autonomamente a trovare delle
soluzioni. Uno sguardo agli edifici
occupati a Napoli dal movimento
“Magnammece o’pesone” e alle
intenzioni dell’assessore al Patrimonio Pubblico Sandro Fucito.
C’è aria di Europee e il Movimento 5 Stelle è sicuro di poter superare il 25%. La corsa di Grillo
contro tutti non è più solo sul
territorio nazionale. In Campania
il 25 maggio si fronteggiano alle
urne, come principali concorrenti,
M5S e Pd. Raccolte più di 7000
firme a Napoli e provincia per
“L’Altra Europa” di Tsipras.
Il punto di vista dello scrittore napoletano Ermanno Rea, capolista
per “L’Altra Europa” nel collegio
Sud, e dell’on. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera.
PAGG. 8-9
PAGG. 6-7
PAGG. 2-3
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POLITICA
Le cinque circoscrizioni si preparano alle elezioni del 25 maggio, 73 seggi per l’Italia
Corsa a due per l’Europa
Ecco come si presentano i partiti in Campania: favoriti Pd e Cinquestelle
Capolista è la renziana
Pina Picierno, 33 anni,
deputata alla Camera alla
seconda legislatura. Sette
i campani presenti nelle liste
d e i democratici: da Nicola Caputo,
consigliere regionale più votato alle ultime “parlamentarie” a Caserta, alla vomerese Roberta Capone, vicepresidente
dell’Iusy: l’internazionale dei giovani socialisti. Unico riconfermato fra gli uscenti è Andrea Cozzolino, sulla cui candidatura Roberto Saviano ha polemizzato su
Facebook per le primarie annullate nel
2011, valide per il Comune di Napoli.
Obiettivo 4%. “La lista degli scrittori” vede nei primi
due posti il romanziere
napoletano Ermanno Rea
e la giornalista di Repubblic a Barbara Spinelli. Tra i candidati
Franco Arminio di Bisaccia, detto il paesologo, animatore di battaglie civili e
noto sul web per il comizi alle vacche.
Ottavo in lista il cassaintegrato della Fiat
di Pomigliano, Antonio Di Luca, già candidato a febbraio con Ingroia. In coda,
la scrittrice Valeria Parrella, originaria di
Torre Del Greco.
In
Italia il 25 maggio
si voterà per il rinnovo del
Parlamento Europeo. I cittadini
possono esprimere fino a tre preferenze; i seggi saranno assegnati in
base al sistema proporzionale. Cinque le
circoscrizioni elettorali: Nord-ovest, Nordest, Centro, Sud, Isole. I cittadini eleggeranno per il nostro Paese 73 parlamentari.
Gli eletti dei partiti nazionali confluiranno
nei gruppi parlamentari europei, che
proporranno il loro candidato a guidare la Commissione europea,
designato poi dal Consiglio
europeo.
A guidare il listone alfaniano al Sud è Lorenzo Cesa,
segretario dell’Udc. Polemiche per la presenza
dell’ex governatore della
regione Calabria. Giuseppe
Scopelliti, condannato in primo grado
a sei anni per i bilanci truccati al Comune di Reggio, è stato retrocesso da
capolista alla settima posizione. Sarà
candidato Paolo Romano, presidente
del Consiglio regionale della Campania,
insieme all’uscente Peppino Gargani e
l’ex consigliere regionale Pasquale D’Acunzi. Dopo cinquant’anni di storia politica, Ciriaco De Mita non sarà ricandidato al Parlamento europeo.
A guidare la lista, stilata
in ordine alfabetico, la salernitana Isabella Adinolfi:
la più votata in rete con
1758 consensi. Sette i campani anche tra i Cinque stelle, tutti under
40: la più giovane è Luigia Embrice, 24
anni, laureanda in Giurisprudenza, eletta
al primo turno. Fra i candidati rappresentanti di tutte le categorie lavorative:
dall’imprenditore di Capaccio, Michele
Cammarano, a Melania Pomante, impiegata in un’azienda di Stoccolma. Molti i
liberi professionisti tra le fila grilline.
Una lista mai così tribolata.
Dopo la frattura e la nascita di Forza Campania, il
partito di Berlusconi si affida ai big e a qualche volto nuovo. In testa, l’ex presidente della Puglia, Raffaele
Fitto. Tra i campani: Fulvio Martusciello,
assessore regionale alle Attività produttive, candidato voluto sia dal governatore Caldoro che dai vertici regionali. Le
novità: Simona Capasso, imprenditrice e
presidente della Sezione metalmeccanica dell’Unione degli Industriali di Napoli
e Ines Savastano, ricercatrice universitaria. Riconfermato l’uscente Clemente
Mastella, nonostante il recente rinvio a
giudizio per associazione a delinquere.
Pagina a cura di Daniele Gargagliano
La grande incognita a Napoli è il partito dell’astensionismo
A Napoli si respira aria di Europa? Girando per le strade, la gente sembra spiazzata o non sa ancora chi votare alle prossime elezioni europee: in città si avverte
un clima di sfiducia generale verso la classe politica
e le Istituzioni.
Lo scontro annunciato è a livello nazionale tra Pd e
M5S: Renzi contro Grillo. Anche a Napoli sembra che la sfida per diventare
il primo partito in città e in regione si
giochi tra questi due schieramenti. Un
voto in più serve a decidere chi detterà
l’agenda politica. Il sistema proporzionale con le preferenze, sino a tre, sarà
determinante nel restituire quello che è
il termometro dell’elettorato italiano rispetto all’operato del Governo e delle
opposizioni.
L’aspetto mediatico e comunicativo ha contraddistinto anche questa prima fase di campagna elettorale
a discapito di temi importanti, quali i fondi strutturali per il Mezzogiorno o gli interventi da destinare alle
infrastrutture. Al centro dei riflettori la composizione
delle liste. In casa Pd il nome di Giuseppina Picierno
desta qualche preoccupazione ed è sempre sotto osservazione in seguito all’operazione quote rosa voluta
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da Renzi. La candidata, fino ad ora “nominata” due
volte alla Camera, dovrà impegnarsi per ottenere le
preferenze. Dovrebbe contare sull’appoggio di altri
democratici in campo: il lucano Gianni Pittella, secondo in lista e aspirante capogruppo Pse o presidente
del Parlamento europeo e Andrea Cozzolino, deputato europeo uscente, il più votato del
collegio Sud nel 2009 quando il partito
conquistò quattro seggi con il 22,4%. “Io
sostengo tutti” ha dichiarato genericamente Nicola Caputo, candidato e compaesano della Picierno, non dissipando
i dubbi sul totale supporto da parte del
partito locale alla parlamentare.
“Rivolteremo il Parlamento come un calzino in Europa come abbiamo fatto in
Italia”. Il Movimento Cinque Stelle ha grande fiducia
nel superare il 25% sia a livello nazionale che locale.
Se ciò si verificasse sarebbe una novità. Mai un movimento politico, presentatosi per la prima volta alla
ribalta europea, ha ottenuto un consenso così elevato
come quello annunciato dagli stessi candidati grillini.
Il messaggio critico verso l’Ue, promosso dai Cinque
Stelle con il referendum sull’euro o con l’abolizione
del fiscal compact, trova riscontro anche in altri partiti
che prima si manifestavano europeisti. Fratelli d’Italia
nelle parole di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma
e numero due nella circoscrizione Sud, propone l’uscita per il nostro Paese dalla moneta unica europea.
Lo slogan “meno Europa in Italia” si inserisce in questa tendenza. Forza Italia arriva alle europee con una
certa difficoltà. Tra le vicissitudini giudiziarie del leader storico, Berlusconi e del suo ideatore, Marcello
Dell’Utri, da poco arrestato dopo una breve latitanza
in Libano, il partito è in crisi anche per la spaccatura
con l’ala cosentiniana. Forza Campania ha comunque
promesso il proprio appoggio ai candidati in corsa.
Garanzia dell’accordo è il nome condiviso del capolista, Raffaele Fitto, che ha incontrato negli ultimi giorni
i big del partito campano: dal governatore Caldoro
all’ex ministro Carfagna.
Un caso anomalo è la lista “L’altra Europa con
Tsipras”, che ha visto uniti a Napoli esponenti dei partiti di sinistra, divisi in Consiglio comunale. Da Sel sino
a Ricostruzione Democratica, i consiglieri si sono uniti
attorno al simbolo del leader greco di Syriza, raccogliendo a Napoli e provincia più di 7000 firme per la
lista. Nella giungla di simboli registrati per le prossime
elezioni europee, ben 64, tra i risultati il più atteso è
quello dell’unico partito assente: l’astensionismo.
PAGINA 2
POLITICA
Parlano lo scrittore Ermanno Rea e il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio
Il vecchio continente divide
“Se non sono europeo, cosa sono?”
“Tutelare i deboli, non le banche”
“Se sarò eletto, lascerò il mio posto a qualcun altro”. Parla così Ermanno Rea,
scrittore e giornalista napoletano che, all’età di 87 anni, per le elezioni europee
del prossimo 25 maggio, è capolista per “L’Altra Europa” di Tsipras nella circoscrizione Sud.
Quali sono i motivi che l’hanno spinta a sostenere la lista di Tsipras?
Credo sia la lista dove si avverte di più la devozione per l’Europa. All’inizio non
pensavo di candidarmi. Non faccio politica in senso attivo. Però hanno insistito
e allora ho detto che se potevo essere d’aiuto non mi sarei tirato indietro.
Quanto può essere incisiva la presenza di parlamentari euroscettici, prevista dai sondaggi intorno al 25%?
L’impegno principale della campagna elettorale
deve essere rivolto a una decisa opera di persuasione verso chi ritiene necessario uscire dall’Europa.
Per me è una follia bella e buona da tutti i punti di
vista. Se io non sono europeo, mi domando, allora
cosa sono? Basta aver fatto le scuole elementari,
avere un minimo di istruzione, aver letto un libro, per
potersi immediatamente identificare in una cultura
europea. Da un punto di vista economico, inoltre,
uscire dall’euro significherebbe impoverire l’Italia in
modo disastroso. Cosa succederebbe ai tanti enti
indebitati in euro se ritornasse improvvisamente la
lira? Un disastro inaudito.
Se l’Europa non è solo economia e finanza, quanto è importante aprire una vertenza sulla valoriz- Ermanno Rea
zazione della cultura umanistica?
“L’Altra Europa” di Tsipras vuole promuovere un’Europa diversa, più umana, dove le regole del gioco
non siano dettate dalla finanza, da interessi meramente economici. Non vogliamo uscire dall’Europa, vogliamo cambiarla. È importante sentirsi europei
sin nel midollo. È l’Europa di Balzac contro i pescicani che l’hanno impoverita,
l’Europa di Stendhal, di Dickens, di Thomas Mann. L’Europa della solidarietà è
quella dei grandi scrittori. L’ospitalità è propria della cultura greco-latina, quindi
l’Europa ospitale e aperta fa parte del nostro Dna. Se uno ha letto Balzac come
fa a voler uscire dall’Europa?
Le critiche all’Europa però non mancano. Grillo dice di volerla rivoltare
come un calzino. Cosa pensa della corsa dei grillini contro tutti?
Ne penso tutto il male possibile, per una ragione ideologica e filosofica.
Non accetto l’idea di Grillo: sgominare gli avversari perché lui è il portatore del bene assoluto che deve trionfare sul male al di fuori di qualunque
compromesso. La vita è conflitto, necessaria dialettica tra posizioni diverse. Si tratta in realtà del fallimento dell’idea di comunismo così come è
stata intesa, cioè come trasformazione del mondo della necessità in mondo della libertà e della realizzazione del bene assoluto. Queste non sono
utopie, magari lo fossero, sono stupidaggini. Grillo non sa bene quello
che vuole, le sue intenzioni non gli sono chiare. C’è approssimazione e
non mi pare sia intellegibile un progetto.
Se è così, cosa ha contribuito al successo elettorale del Movimento
5 Stelle?
Il senso di rifiuto degli italiani che, in momenti difficili come questo, nasce
anche dalla disperazione e dal disagio. Abbiamo avuto tanti di questi successi elettorali fondati non su ragioni profonde ma su un’esasperazione
dell’elettorato. Eppure, nonostante il successo del movimento pentastellato, è evidente la sua difficoltà nel riuscire a strutturarsi. Continua ad
annaspare.
Molti giovani lo sostengono. Così come è giovane Tsipras. Perché
posizioni diverse quando l’obiettivo comune è cambiare l’Europa?
La dialettica tra posizioni diverse è inevitabile. Io credo che ciò che manchi al
Movimento 5 Stelle sia la cultura. Anche se ha felici intuizioni, non c’è un retroterra culturale.
Nella fase di predisposizione delle liste avete avuto problemi nell’includere la sinistra più estrema?
Non vi ho preso parte direttamente. Le mie partecipazioni sono state tutte telefoniche. All’inizio c’è stato un contrasto, ma non ne ho capito la causa. So che
Flores d’Arcais avrebbe voluto che queste liste fossero state limitate a persone
non di partito, dando così un carattere più ristretto a questa rappresentanza.
Dall’altra parte, però, c’era chi riteneva che non fosse il caso di lasciare la porta
chiusa a Sel e a Rifondazione. Io ritengo che questi contrasti non meritassero
di diventare un casus belli.
Napoli è una città che vive una fase politica particolare. È difficile definirla
di destra o di sinistra. Si presenta come terreno fertile per l’affermarsi di
una nuova leadership politica?
Napoli ha espresso un voto di cambiamento. Non è stato un voto di destra e
sinceramente non credo che il vento cambierà. C’è stato un voto di sinistra, di
protesta, che credo si replicherà, anche se non sono in grado di dire in quali
forme. Per questo mi auguro che la lista di Tsipras possa trovare spazio in
questa realtà.
“Oggi al posto dei cannoni abbiamo lo spread. Viviamo la nuova era delle guerre finanziarie”. Dipinge così il quadro europeo il giovane parlamentare del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, classe 1986, che da studente di giurisprudenza
alla “Federico II” di Napoli è passato a rivestire la carica di vicepresidente della
Camera dei deputati.
Qual è l’Europa unita che lei immagina?
Noi puntiamo innanzi tutto al reddito di cittadinanza e ad aiutare le piccole e
medie imprese. Penso a un’Europa che guardi ai piccoli, ai deboli e non alle
banche. Per quanto mi riguarda possiamo anche restare nell’euro, ma è
necessario creare una nuova sensibilità. Se invece si tratta dell’Europa
che ci prende in giro, quella della TAV, delle multinazionali che si avventano sul nostro patrimonio turistico e culturale, allora non ci stiamo.
Crede ci sia un’identità europea da difendere al di là delle divergenze?
C’è bisogno della crescita culturale del sentimento europeo. Ma per ora
l’Europa ha dimostrato di non saperla alimentare. La nuova era delle guerre finanziarie ha fatto sì che sotto il governo Monti assistessimo impotenti
al suicidio di tanti imprenditori vessati da Equitalia.
Il Movimento 5 Stelle ritiene, in Italia, di non dover collaborare con
nessun partito e di poter viaggiare “contro tutti”. In Europa questo è
più difficile. Ci sarà spazio per mediazioni e compromessi?
Il nostro obiettivo è di creare un gruppo parlamentare. Dobbiamo dunque
trovare sei o sette parlamentari che si aggreghino ai nostri. È opportuno
precisare che il Parlamento europeo può anche rigettare un gruppo parlamentare se dovesse riconoscere che non c’è una convergenza reale. Inoltre
non esiste li un rapporto fiduciario. Di conseguenza si può, volta per volta,
cercare di accordarsi sui diversi temi. In italia è ovviamente più difficile creare
alleanze con coloro che si sono resi responsabili della distruzione del Paese.
Anche se con il decreto di Vannino Chiti il Movimento 5 Stelle ha dimostrato di
saper collaborare con altri partiti.
“L’ Altra Europa” di Tsipras muove, come voi,
dure critiche all’Europa delle banche e della
finanza. Sarebbe possibile trovare un punto di
incontro?
Non voglio entrare nel merito della situazione
greca. Certo in Italia coloro che appoggiano la
lista di Tsipras si sono resi poco credibili. Penso
soprattutto alla situazione nel collegio Sud, dove
molti militanti de “L’Altra Europa” sono stati, precedentemente, convinti sostenitori di Prodi e di
quanti hanno fatto sì che l’Europa diventasse
quella che è ora. Vedo una grave incoerenza di
fondo. La disponibilità a discutere c’è. Ma non la
Luigi Di Maio
disponibilità a creare un gruppo con loro.
Quanto può essere incisiva la presenza degli
euroscettici in Parlamento?
Non credo che la distinzione da fare sia tra euroscettici ed europeisti. Credo ci sarà un ridimensionamento dei partiti tradizionali. Queste Europee sono le più importanti non solo perche si collocano in
un momento buio, ma soprattutto perché sono le prime dopo il disastro greco.
Rappresentano uno scossone, quindi la cosa importante è vedere quanto i
parlamentari saranno in grado di incidere sul cambiamento.
Lei è campano. Come vede l’attuale situazione politica a Napoli?
Un disastro. De Magistris ha ammazzato i sogni dei napoletani. Governa con
una maggioranza che era stata della Iervolino e cerca di mascherare le tante
contraddizioni del suo mandato. Per sbloccare la situazione bisognerebbe riuscire a svegliare i napoletani, i commercianti, gli imprenditori. Non credo che la
creazione di una nuova leadership politica sia la soluzione. Proporre un nuovo
volto da votare non è quello di cui ha bisogno la città. In campagna elettorale
de Magistris si è reso ancora più responsabile di Caldoro nel momento in cui
prometteva un cambiamento che intendeva realizzare in totale connivenza con
le vecchie forze politiche. Napoli è un Comune immobile.
SCRIVERE IL SETTORE
Pagina a cura di Roberta Cordisco
PAGINA 3
CRONACA
I Casalesi scelsero la strategia del terrore per paura delle condanne di Spartacus
Così il clan gridò al complotto
A Napoli prosegue il processo per le minacce a Saviano e Capacchione
Pagina a cura di Anna Dichiarante
no, che è sempre figurato tra gli obiettivi da eliminare
da parte del clan”.
La ricostruzione fatta da Cafiero sembra in linea con
quella svolta nell’udienza precedente dal collega
Cantone, sentito a sua volta come teste. Secondo gli
imputati, quest’ultimo avrebbe manovrato i collaboratori di giustizia e sfruttato in maniera spregiudicata
i rapporti con la stampa per determinare l’esito del
giudizio. “Volevano indicarmi come responsabile di
un’operazione occulta che avrebbe portato alle condanne dei boss alla sbarra”, aveva detto il magistrato.
“Era noto che da qualche mese ero stato trasferito in
Cassazione. L’istanza sottintendeva che, architettata
la congiura, mi fossi fatto mandare alla Corte per pilotare e controllare anche il terzo grado”. Rispondendo
al pm sul perché dopo la lettura di quell’atto si fosse
sentito minacciato al punto da sporgere querela, Can-
sino al nuovo incarico) per ottenere informazioni su
di lui. Infine, un esposto anonimo giunse alla Procura
di Caltanissetta, denunciando il rischio di attentati ai
danni di alcune toghe, tra cui stranamente figurava
anche il giudice napoletano. “In quella missiva c’era
un particolare inquietante. Si parlava di un incontro
La conferma definitiva delle condanne del processo
Spartacus: era lo spauracchio che nel 2008 agitava i
casalesi e che li spinse a uscire allo scoperto, minacciando i protagonisti della lotta anticlan.
Il 5 maggio si è tenuta una nuova udienza del proCantone: vennero a cercarmi
cesso per minacce e diffamazione, con l’aggravante
del metodo mafioso, a carico dei due boss Francesco
addirittura in Cassazione
Bidognetti e Antonio Iovine, con i loro ex avvocati Michele Santonastaso e Carmine D’Aniello.
che avrei avuto con il giornalista Lirio Abbate nella
Parti offese lo scrittore Roberto Saviano, la giornalisede de L’Espresso. In realtà, mi ero davvero trovato
sta Rosaria Capacchione, l’attuale procuratore capo
a bere un caffè con lui nel bar della redazione, visto
di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho e il neo
che al tempo stavo scrivendo un libro con uno dei
presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cansuoi colleghi”.
tone.
Rispondendo all’avvocato Nobile, Cantone aveva
Terza sezione penale del Tribunale di Napoli, collegio
notato come il romanzo “Gomorra” abbia
presieduto da Aldo Esposito, aula 111: è
acceso i riflettori sui clan del casertano e
come se fossero lì Bidognetti e Iovine. Dai
abbia cambiato la percezione del fenomeno
monitor che li collegano in videoconferencriminale: “Perciò Roberto è finito nel mirino
za possono vedere ed essere visti dall’aula
dei casalesi. Le minacce in udienza hanno
in cui si tiene il dibattimento, pur essendo
comportato per lui un irrigidimento nel rereclusi in carceri lontani.
gime di protezione, peggioramento che ha
Assenza giustificata, invece, per gli altri tevissuto con sofferenza”.
sti, tra cui l’ex capo della Squadra mobile
Valutazione simile a quella compiuta da Capartenopea Vittorio Pisani.
fiero nel corso dell’ultima udienza.
Al tavolo dell’accusa siede il pm Antonello
Ardituro. Dietro di lui, le parti civili costitu- Rosaria Capacchione
Federico Cafiero De Raho Dopo l’esame del procuratore capo di Reggio Calabria, il collegio raccoglie la testiite, compreso l’Ordine dei giornalisti. Sui
monianza della giornalista del “Corriere di
banchi al lato opposto, prendono posto i
Caserta” Maria Concetta Palomba. Il dibatdifensori degli imputati: in prima fila quelli
timento viene, a questo punto, aggiornato e
di Santonastaso, che esce dalla cella in cui
l’aula si svuota piano piano. I monitor venè detenuto per partecipare all’udienza a
gono spenti e i boss spariscono nella loro
fianco dei legali. Il coimputato D’Aniello, al
detenzione di massima sicurezza.
contrario, sceglie di non presentarsi.
Si attende ora il 19 maggio, giorno in cui
È la volta della testimonianza di Cafiero
saranno riconvocati i testi assenti e inizieDe Raho: non appena parte l’esame, i fatti
rà, forse, la requisitoria del pm. La difesa
evocati riportano al 13 marzo 2008.
non rinuncia a sentire Pisani: in un’intervista
Era in corso l’appello del processo Spardell’ottobre 2009 al “Corriere della Sera”, il
tacus, quando Santonastaso - per conto
Raffaele Cantone
Roberto Saviano
poliziotto si era espresso contro l’assegnadei suoi assistiti - lesse in pubblica udienzione della scorta allo stesso Saviano. A suo
za un’istanza di rimessione per legittimo
avviso, il rischio corso dallo scrittore sarebsospetto. In pratica, gli imputati Bidognetti
e Iovine chiedevano lo spostamento del rito in altra tone aveva replicato: “Tutta questa vicenda presenta be stato solo un’esagerazione mediatica.
sede perché ritenevano il collegio giudicante non im- stranezze che ancora non hanno trovato spiegazione
parziale e condizionato da fattori esterni. Fin qui, tutto e su cui mi arrovello; fu fonte per me di grande preregolare: si trattava dell’esercizio di un diritto che il occupazione e inquietudine. Spero che dal procescodice di procedura penale dispone a garanzia del- so emerga la verità e vengano dissipati molti dubbi.
la difesa. In quell’atto, tuttavia, i firmatari indicavano Perché gli imputati si riferirono a me nel corso di un
“Ricordo di aver appreso dell’istanza letta in
nelle quattro persone offese la causa del presunto tur- dibattimento in cui non rappresentavo la pubblica acudienza da Santonastaso e di aver chiamato
cusa e in cui le indagini che avevo svolto in passato
bamento.
Cantone, che ancora non sapeva nulla”; rie“I casalesi vedevano avvicinarsi una sentenza che rivestivano rilevanza marginale?”.
voca quel giorno del marzo 2008 Dario Del
poteva diventare storica, il momento in cui fu letta Al professionista esperto in materia di camorra, all’ePorto, cronista giudiziario di “La Repubblil’istanza era perciò particolare”, dice Cafiero, rispon- poca, non sfuggì la gravità del fatto avvenuto davanti
ca Napoli”, e bolla la vicenda delle minacce
alla Corte d’assise d’appello di Napoli: leggere un atto
Cafiero: per gli imputati
a Saviano e agli altri come una circostanza
diffamante e minatorio in un’aula di giustizia, alla preanomala all’interno di un processo penale.
Saviano obiettivo da eliminare senza dei capi casalesi, significava decretare in modo
Una circostanza che il giornalista ritenne sin
ufficiale la condanna a morte dei nemici del clan.
da subito meritevole di essere approfondita.
L’interpretazione personale che l’ex pm diede all’epi“Il contenuto minaccioso e allusivo dell’atto
dendo alle domande di Ardituro. “Quell’atto poteva sodio trovò conferma in alcuni avvenimenti succespoco aveva a che vedere con le legittime risvelare la strategia che il clan avrebbe adottato da lì sivi. “L’allora procuratore generale Vincenzo Galgavendicazioni che possono farsi valere tramiin poi. Subito dopo, infatti, ci fu l’evasione del boss no mi telefonò, esprimendo la sua preoccupazione,
te il meccanismo della legge Cirami (riforma
Giuseppe Setola dagli arresti domiciliari e l’avvio del e diede impulso alle procedure sia per rafforzare la
dell’istituto della rimessione del processo,
periodo stragista, un modo per recuperare il terreno scorta a me e a Saviano sia per metterla alla Capacndr)”. Una mossa giocata in un periodo già
perso a causa dei colpi inferti dalla magistratura e per chione. Quando poi Spartacus arrivò in Cassazione, i
convulso, visto che in quei mesi si era aperta
mostrare quanto il sodalizio fosse ancora forte. Che la carabinieri di Caserta mi riportarono una voce circola stagione stragista firmata dal boss Giuseprichiesta di rimessione fosse prodromo di altre mosse lante a Casal di Principe, secondo cui non si poteva
pe Setola, al punto che Del Porto si pone dei
lo dimostra anche il fatto che Santonastaso rinunciò sperare in un esito clemente per i condannati perché
dubbi: “Non ho ancora compreso a fondo il
a tenere i fili del complotto mediatico-giudiziario a
in seguito all’incarico”, conclude il magistrato.
senso dell’iniziativa. Ho pensato che potesSollecitato da una domanda di Antonio Nobile, difen- Roma c’ero io”.
se essere un messaggio per alzare la tensiosore di parte civile per Saviano, il procuratore aggiun- Ma non è finita. Sempre in quel periodo, due soggetti,
ne all’esterno; era evidente che un fatto così
ge infine: “Il primo grado di Spartacus fu celebrato identificati poi come pregiudicati per reati di stampo
grave avrebbe avuto conseguenze altrettanto
nella disattenzione dei media, uno dei pochi che par- camorristico, si recarono alla segreteria del Massimaserie”.
tecipava alle udienze era proprio lo scrittore napoleta- rio (ufficio della Cassazione dove Cantone ha lavorato
Del Porto: “Un messaggio
per alzare la tensione”
INCHIOSTRO N. 7
PAGINA 4
foto di Marco Gargiulo
In Campania negli ultimi due anni sono stati sequestrati 500 chilogrammi di molluschi
I boss preferiscono i datteri
Indagine sui predoni del mare
Gli affari d’oro della camorra sul pescato. Il Wwf lancia l’allarme
Pagina a cura di Ciriaco Viggiano
Cosa mangiano i boss della camorra? Cosa mettono a tavola per siglare un accordo, propiziare una strage o festeggiare la scarcerazione di un affiliato? La risposta emerge dalle inchieste condotte dalla magistratura. Il piatto preferito dai
capoclan sono i datteri di mare, frutto prelibato con due pregi: oltre ad alimentare
un vorticoso giro d’affari illegali, rappresentano lo strumento ideale con cui il boss
accresce il proprio prestigio agli occhi della manovalanza criminale.
I numeri parlano chiaro: in Campania, dal 2012 a oggi, le forze dell’ordine hanno
sequestrato più di mezza tonnellata di molluschi del valore di 40mila euro. Le immersioni dei datterai si concentrano in due periodi dell’anno. Nel periodo estivo,
quando il meteo è più clemente, e nelle settimane prima di Natale, quando i frutti
di mare impazzano sulle tavole dei napoletani. “Tra maggio e settembre, un chilo
di datteri può essere venduto anche a 70-80 euro. Il prezzo aumenta vertiginosamente verso Capodanno,
quando si sfiorano i 200
euro”, spiega il presidente
del Wwf penisola sorrentina Claudio d’Esposito.
“È stata una delle giornate più strazianti
Emblematici i dati dell’odella mia vita”: il sorrentino Marco Garperazione condotta il 30
giulo, biologo marino e campione italiano di safari fotosub, descrive il disastro
dicembre scorso dalla
L’allarme del biologo:
Occorrono pene esemplari
provocato dai datterai nell’area marina
protetta di punta della Campanella. Fu
lui il primo a denunciare la devastazione
della parete calcarea da parte dei datterai.
Cosa ha visto durante quell’immer-
sione?
“Quando mi sono immerso non mi sono accorto subito dell’accaduto perché ero diretto in profondità in
cerca delle gorgonie rosse. Solo in risalita ho notato
lo scempio”.
Che danno hanno provocato i datterai al fondale?
“Sono stati distrutti tutti gli organismi vegetali e quelli
animali, soprattutto spugne e margherite di mare, che
vivevano sulla roccia. Lo scoglio è stato scalpellato
lungo tutto il suo perimetro da una profondità di 3 metri fino a circa 15 metri. È stato deturpato l’habitat di
migliaia di piccole specie animali che vivono su questo substrato rimosso per pescare i datteri di mare”.
Perché la pesca dei datteri danneggia l’ecosistema marino?
“Il danno non è limitato alla parete deturpata, perché
i frammenti di roccia cadono sul fondo e ricoprono le
alghe e gli animali che vivono sul fondale. Questo materiale, poi, subisce un processo di decomposizione
che altera il microhabitat del luogo”.
Cosa ha provato nell’assistere a quello scempio?
“Ho iniziato a urlare all’interno dell’erogatore. Ho
pianto fino ad allagare la maschera. Quando mi sono
accorto dell’estensione del danno sono rimasto senza parole: sono tornato a casa e ho lanciato l’allarme
alle autorità competenti. Vorrei lanciare un appello”.
Lo faccia.
“Gli esercizi che commercializzano i datteri di mare
devono essere chiusi. Occorrono pene esemplari anche per i clienti e per i pescatori di frodo”.
dio d’Esposito. Spesso, però, i datterai sono collegati ai clan dell’hinterland napoletano, vesuviano e stabiese. Oltre a essere attirati da possibili affari d’oro, i
boss adorano i datteri in quanto frutto raffinato e proibito. Insomma, non si tratta
di semplice una prelibatezza da buongustai ma di un modo per sfidare la legge.
Il regolamento comunitario 1967/2006 vieta la pesca e la vendita dei datteri nel
Mediterraneo. La normativa è ancora più restrittiva nelle aree marine protette italiane. Qui, nelle zone di riserva integrale, sono vietate la navigazione, le immersioni, la pesca e persino la balneazione.
Ciononostante, la camorra non esita a inviare la propria manovalanza nel parco
marino di punta della Campanella per devastare i fondali e fare incetta di datteri.
Il caso emblematico è quello che, a maggio 2012, ha visto protagonista il biologo
Marco Gargiulo. Durante
un’immersione, il quattro
volte campione italiano di safari fotosub ha
immortalato lo scempio
“Il prestigio? Per i boss della
compiuto da una banda
camorra conta più degli affari”:
di datterai nei pressi delne è sicuro l’antropologo Marilo scoglio del Vervece:
no Niola, docente di Riti e Miti
cinquanta metri di roccia
dell’alimentazione presso l’unisbancata per strappare
versità Suor Orsola Benincasa di
Napoli.
chili e chili di molluschi.
Così la malavita esercita
il suo potere sulla natura
La pesca di frodo
è un mercato in espansione
Guardia Costiera: in una
pescheria di Napoli, i datteri erano offerti a 180
euro al chilo. Quando i
militari hanno sequestrato
i frutti di mare, il titolare
della pescheria ha visto
sfumare un guadagno di
circa 6mila euro. Oltre ai
rivenditori, sono gli stessi
pescatori di frodo a conoscere bene le leggi della
domanda e dell’offerta.
Le indagini condotte dalla
Guardia Costiera nel 2012
hanno accertato che i datterai non vendono subito
il pescato, ma attendono
il momento giusto per
piazzarlo a prezzi esorbitanti o per esportarlo fuori
dalla Campania.
Ma chi sono i nuovi predoni del mare? “Nella
maggior parte dei casi
si tratta di persone dedite da sempre alla pesca
abusiva”, continua Clau-
Perché i datteri di mare attirano i boss?
“Perché sono rari, costosi e, soprattutto, proibiti. Su
cibi del genere i camorristi misurano il proprio prestigio agli occhi degli alleati e degli affiliati”.
Per i capiclan contano più gli affari o il prestigio?
“Il controvalore in prestigio di un cibo ricercato come i
datteri di mare è di gran lunga più importante. Se non
godessero di questo potere, i boss non potrebbero
mai gestire gli impressionanti volumi d’affari ai quali
ci hanno abituato”.
A livello antropologico, che valenza ha il fatto che
i datteri siano pescati in fondo al mare?
“È interessante che la manovalanza criminale li peschi strappandoli dalla roccia e infierendo sull’ecosistema marino: in questo modo, i boss dimostrano
di essere non solo al di sopra della legge, ma anche
della natura”.
Com’è cambiato il rapporto tra cibo e malavita organizzata nel corso dei secoli?
“Le metamorfosi gastronomiche hanno inciso anche
sulle abitudini dei criminali. Un solo elemento è rimasto immutato: guappi e camorristi si concedono con
piacere i cibi che gli altri non possono permettersi. Un
tempo si trattava della carne, ora è il turno dei frutti di
mare proibiti. L’importante è che certi cibi marchino
una differenza tra i capiclan e il resto della comunità”.
La denuncia di Gargiulo
ha portato all’arresto di
quattro datterai collegati alla camorra stabiese.
La magistratura ha contestato loro il reato di disastro ambientale ma, a
distanza di due anni, l’inchiesta è a un punto morto. Le uniche contromisure sono state adottate
dal governo e dal parco
marino. Nel 2012, il ministero dell’Ambiente concesse un finanziamento
per una task-force lungo
il litorale sorrentino-stabiese. I risultati sono stati
incoraggianti, ma il successivo taglio dei fondi
ha costretto la Guardia Costiera a fermarsi. “La pesca di frodo è come la prostituzione: i tanti episodi criminosi dimostrano che il mercato illegale è in espansione
- spiega Antonino Miccio, già presidente dell’associazione che riunisce i direttori
dei parchi naturali italiani -. Servono fondi, mezzi e una capillare attività di informazione per cancellare questa piaga”.
A breve, a punta della Campanella sarà attivato un impianto di videosorveglianza:
sulla costa vigileranno decine di telecamere collegate a una sala operativa nazionale.Per i datterai si annunciano tempi duri.
PAGINA 5
PRIMO
PIANO
L’assessore al Patrimonio Sandro Fucito: “No agli sgomberi. Consideriamo soluzioni a
Non ho i soldi per affittare ca
Il movimento “Magnammece o’ pesone” si appropria abusivamen
Pagine a cura di Gianmarco Altieri
della popolazione di 150mila individui, mentre la provincia napoletana è prima in Italia
per densità di popolazione con 2500 abitanti per chilometro quadro, con tutte le proLa casa è un diritto e me la prendo. Con la crisi economica, l’emergenza abitativa sta blematiche sociali che ne derivano, come la mancanza di servizi necessari. In secondo
diventando uno dei problemi più sentiti dalla popolazione, soprattutto in un Paese luogo, non abbiamo puntato a occupare case popolari non assegnate perché significome il nostro che per molto tempo ha guardato al tetto come elemento di stabilità cava fare una guerra tra poveri; abbiamo invece scelto tra i tanti palazzi abbandonati
sociale. Il risultato? Un’esplosione di occupazioni abusive di immobili. Si profilano, sia del patrimonio pubblico
così, nuove modalità abitative esplorate sia da movimenti organizzati che dalle am- che dei grandi patrimoni priHo l’abitazione ipotecata
ministrazioni locali. A Napoli, da circa due anni ha preso vita il movimento per il diritto vati. Cerchiamo di fare occuall’abitare “Magnammece o’pesone”. Le occupazioni effettuate fin ora, che coinvol- pazioni relativamente piccole,
Voglio avere giustizia
gono 200 persone, sono cinque: l’ex scuola media statale Michelangelo Schipa in via massimo cinquanta persone,
Salvator Rosa, nel quartiere Avvocata, non utilizzata da circa sette anni in quanto non così da permettere condizioni
conforme ai nuovi parametri di sicurezza; Villa De Luca in via Nuova San Rocco a Ca- abitative dignitose. Inizialmente pensavamo a una composizione di studenti e giovani
podimonte, un palazzo settecentesco abbandonato da quasi vent’anni per inagibilità; precari, non essendo appartamenti ma situazioni di cohousing, ossia avendo degli
spazi in comune in cui vivere. Poi agli sportelli è cominciata ad
i locali dell’ex Annona a Rampe Brancaccio nei Quartieri Spaarrivare anche la pressione di nuclei familiari, spesso in situagnoli, vecchi uffici comunali; un palazzetto di tre piani ad angolo
zioni drammatiche, e quindi le occupazioni si sono diversificate
fra via Orsi e Salita Arenella al Vomero, in mano alla curatela falincludendo anche famiglie”.
limentare; e, infine, l’ultima occupazione nel quartiere Materdei.
Una signora di cinquanta anni che ha intrapreso questo perI militanti spiegano le richieste mosse alle amministrazioni locali:
corso dice: “Sono disperata. Mio marito è stato licenziato e io
“Siamo per soluzioni flessibili, l’importante è che sia garantito il
lavoro a nero guadagnando pochissimo. Vivevamo in una casa
diritto all’abitare. Tra queste possiamo individuare l’assegnaziofatiscente che abbiamo cercato di comprare facendo un mutuo
ne degli immobili, oppure intraprendere un percorso di auto-reche poi non siamo più stati in grado di pagare. La banca ha
cupero”. L’auto-recupero è una formula che prevede l’impegno,
messo l’ipoteca sull’immobile e abbiamo anche la macchina
da parte degli occupanti, di realizzare lavori di ristrutturazione
sotto sequestro. Mi sento esasperata, ho tre figli e vorrei un po’
degli edifici in cambio del permesso comunale a potervi risiededi giustizia per me e per loro”.
re. Sandro Fucito, assessore al Patrimonio Pubblico, spiega: “E’
Situazione di disagio vissuta anche da una giovane laureata
una soluzione che stiamo tenendo in considerazione. Io stesso
in psicologia, anche lei tra gli occupanti: “Non riesco a trovare
ho fornito a queste persone indicazioni su alcuni beni degradati.
lavoro e quello che trovo è a nero e sottopagato. E’ un modo
La questione è, però, capire se gli occupanti abbiano la forza
per sentirmi viva, sentirmi attiva e poter fare qualcosa sul mio
sufficiente per sistemarli, e da soli non ce la si fa. Occorre fare
territorio e non lamentarmi e piangermi addosso. Ma è anche
investimenti pubblici su questi spazi. Il patrimonio libero che
un gesto di speranza, vivevo con mia nonna in affitto e siamo
abbiamo non è libero per vezzo, ma per inagibilità, per pregiudistate sfrattate. E’ l’unica strada che vedo davanti a me”.
zio statico o altri problemi. Deve esserci il riconoscimento della
“Io invece vengo dalla provincia di Salerno e sono qui per stulotta e quindi credo sia sempre preferibile evitare gli sgombediare Filosofia – interviene un’altra ragazza –. A Napoli gli affitti
ri laddove non vi sia impedimento di funzione pubblica, come
per gli studenti sono altissimi e quasi sempre senza contratto.
spazi già destinati ad ospitare scuole o uffici comunali”.
Per di più le case sono fatiscenti. Mi rifiuto di sottostare a que“Magnammece o’pesone” è un’esperienza nata dall’incontro di
Locandina
sto sistema”.
individui con esigenze comuni. Possiede una struttura organizzativa che comprende sportelli di primo contatto presso il centro sociale Ska, nell’aula La campagna “Magnammece o’pesone” ha anche organizzato iniziative contro la diLP della facoltà di Lettere e smissione del patrimonio pubblico. Una dismissione che definiscono “svendita”. Nel
dell’Università Fe- gennaio del 2013 è stato occupato l’archivio storico di piazza Dante, nel centro cittaOccorre affermare delle norme Filosofia
derico II e all’interno dell’ex dino, chiedendo che fosse tolto dall’elenco dei beni da mettere all’asta. Afferma uno
per poter utilizzare gli spazi vuoti scuola Schipa occupata. Qui, dei militanti: “Cerchiamo di operare su più livelli perché crediamo che in città si debba
in giorni e orari prestabiliti, le aprire un grande dibattito sul diritto all’abitare. Dentro la crisi, e contro l’austerity, c’è
persone sotto sfratto, o che bisogno di ridiscutere un nuovo concetto di sovranità sociale dei suoli. Non è più accomunque versano in emergenza abitativa, cercano collettivamente soluzioni. Nei pa- cettabile che ci siano strutture abbandonate, case senza gente e gente senza casa.
lazzi, ogni settimana gli occupanti si riuniscono in assemblee che servono per discute- Occorre affermare, anche sul piano legislativo, delle norme che garantiscano l’utilizzo
re della gestione degli spazi, per mediare gli stili di vita dei coinquilini e per perseguire degli spazi vuoti in funzione dei bisogni sociali. In questo contesto, un movimento
la campagna politica, che riguarda sia la difesa della propria esperienza abitativa che orizzontale, trasparente e auto-organizzato che oltre a risolvere il problema di decine
azioni di solidarietà verso terzi, costituendo una rete di mutuo soccorso antisfratto. di famiglie, precari e studenti, provvede a porre questa domanda politica alla città, ci
“Abbiamo deciso – spiega Alfonso, uno degli aderenti al movimento – di occupare sembra più che legittimo”.
palazzi situati nel centro cittadino che negli ultimi dieci anni ha visto una diminuzione La linea politica del Comune, almeno intenzionalmente, sembra puntare su scelte che
C.r.o.s.s. contro la speculazione
CROSS (Casa e Reddito Occupazioni Senza Sosta) è la prima occupazione di “Magnammece o’pesone” che riguarda un’immobile di edilizia privata, “nell’intento di
colpire la speculazione” dicono i militanti. Il palazzo è situato nel quartiere Vomero
ed è in mano alla curatela fallimentare. Il terreno fu acquisito da una srl per realizzare il restauro filologico di un rudere settecentesco. Sono stati, così, realizzati
appartamenti a scopo abitativo e circa cinquanta box interrati per il parcheggio di
automobili. Su denuncia dei vicini, il TAR ha rilevato che, al di là dei permessi comunali ottenuti, l’edificio violava la distanza minima dagli immobili adiacenti e ha
dunque ritirato i permessi e reso abusiva la costruzione. La srl è fallita e, per pagare
i creditori, la curatela metterà tutto all’asta. La prima è prevista per il 19 maggio.
“La nostra paura – spiegano gli occupanti – è che qualcuno provi a fare una nuova
speculazione acquistando il palazzo man mano che i prezzi d’asta si abbassano.
Sosteniamo che l’unica cosa non abusiva siano le esigenze di chi lo occupa: 8 famiglie e 15 precari e disoccupati in emergenza abitativa. Qualsiasi soluzione verrà trovata dovrà tenere conto delle persone che vivono in questo palazzo, che era pure
chiuso da oltre due anni”. L’assessore al Patrimonio Pubblico Sandro Fucito spiega: “Sarebbe bello, ed è ciò per cui ci stiamo muovendo, acquistare con permuta
la palazzina vendendo poi i box auto, mentre gli appartamenti verranno destinati
ad ospitare temporaneamente persone che hanno urgente bisogno di una casa”.
INCHIOSTRO N. 7
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alternative per dare un tetto a queste persone, ma occorrono investimenti pubblici”
asa? Non importa, la occupo
nte di edifici abbandonati per rispondere all’emergenza abitativa
da un lato tutelino le graduatorie per le case popolari e dall’altro tengano conto
dell’emergenza abitativa. Attraverso l’applicazione del decreto del fare, l’amministrazione ha richiesto 391 beni al demanio per poter effettuare la riconversione e poterli destinare a persone bisognose offrendo loro una modalità
ospitativa limitata nel tempo. Tra gli immobili interessati c’è anche l’ex ospedale psichiatrico giudiziario nel quartiere Materdei. Le risorse per effettuare
gli interventi necessari? “Il 31 marzo – continua l’assessore Fucito – abbiamo
presentato i documenti per i Pon Metro, fondi europei che è possibile ricevere attraverso il ministero. Abbiamo richiesto sette milioni di euro per poter
rimodulare circa 10mila mq di spazi complessivi proprio per realizzare queste
sperimentazioni di nuove forme abitative. Ciò non significa dare una casa, ma
un aiuto provvisorio che favorisca il reinserimento sociale”.
Di certo, l’emergenza abitativa cresce sempre più, e di case libere da occupare ce ne sono. Secondo una recente inchiesta del quotidiano inglese The
Guardian, in Europa a fronte di circa quattro milioni di persone bisognose di un
tetto, ci sono poco più di undici milioni di abitazioni vuote. Il secondo posto in
questa classifica, dopo la Spagna, spetta all’Italia con due milioni di alloggi inutilizzati. Qui da noi, circa 650mila persone sono in attesa di case popolari. Ogni
anno aumentano gli sfratti per morosità incolpevole, famiglie che fino a qualche tempo fa potevano permettersi di pagare l’affitto e ora non più. A Napoli,
alla graduatoria del 2011 per l’assegnazione di case popolari hanno concorso
16800 elementi, ma ancora scorre la graduatoria del 1995. In situazioni critiche
di emergenza abitativa versano circa 10mila nuclei familiari. La città, inoltre, ha
un dato strano: è quella con il minore indice di proprietà privata. Mentre in Italia
la media si attesta attorno al 78 per cento, Napoli si ferma al 53, quindi vi è un
uso della locazione molto ampio, con circa 1500 sfratti per morosità ogni anno.
In questa situazione c’è chi ha smesso di aspettare una soluzione che provenga solo dalle istituzioni; chi neanche c’è nelle graduatorie; chi non può attendere anni e anni per un’assegnazione; chi non può permettersi di pagare un
affitto. E’ chi decide di occupare.
Ex scuola Schipa occupata
A.S.L. l’ultima occupazione
Villa De Luca
Abitare Senza Limiti, questo l’acronimo scelto per l’ultima occupazione
del movimento “Magnammece o’ pesone”. Nove famiglie, con undici
minori, e dieci precari e disoccupati hanno occupato all’alba di giovedì
8 maggio un edificio in via salita San Raffaele, nel quartiere Materdei.
Lo stabile nelle intenzioni dell’Asl, che ne detiene la proprietà, sarebbe
dovuto diventare un centro sanitario assistenziale per anziani. Di fatto,
però, è vuoto da anni. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno in cui il
palazzo è stato occupato, un ingente schieramento di polizia, vigili del
fuoco e vigili urbani, blocca al traffico tutti gli sbocchi della strada e, in
assetto antisommossa, le forze dell’ordine hanno tentato di sgomberare
l’edificio. Molti abitanti del quartiere hanno manifestato solidarietà nei
confronti degli abusivi. Dopo circa quattro ore, trascorse tra spintoni e
tentativi di pompieri e polizia di aprirsi varchi per entrare, un contrordine
ha fermato l’operazione lasciando nuovamente via libera agli occupanti.
Ex uffici comunali Annona
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EVENTI
Da Caserta alla Penisola, otto ap
Andy Warhol
Fino al 20 luglio il museo Pan di Napoli, via dei
Mille 60, ospiterà la rassegna “Vetrine”, a cura
di Achille Bonito Oliva. Protagoniste 150 opere di Andy Warhol. In evidenza il rapporto tra
l’artista americano e la città partenopea nato
a metà degli anni ‘70 grazie all’amicizia con il
gallerista Lucio Amelio. La mostra è aperta dal
lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30.
La domenica dalle ore 9.30 alle ore 14.30. Le
sale sono chiuse nella giornata di martedì. Il
costo del biglietto intero è di 8 euro. Per info:
081 7958601 – 04
Bateau Mouche
Dopo il successo della scorsa edizione, torna il
bateau mouche a Napoli. Il tour costiero, promosso da Alilauro e dal Comune, è ripreso il 2 maggio
e terminerà il 28 settembre. La passeggiata, della
durata di 40 minuti, prevede un giro della costa
da Mergellina a Posillipo. Il battello raggiungerà
poi l’isolotto di Nisida e rientrerà in porto dopo un
giro panoramico fino a Castel dell’Ovo. I prezzi
vanno dai 6 euro e 50 centesimi per gli adulti, ai
4 euro per i bambini dai 2 ai 12 anni. Le corse,
con partenza dal porto di Mergellina, si terranno il
venerdì alle ore 17:00, 18:30 e 20:00; e il sabato e
la domenica alle 10:30, 11:45, 13:00, 17:00, 18:30
Maggio dei monumenti
Il Maggio dei monumenti arriva alla XX edizione e
quest’anno rientra tra gli eventi in programma del
Forum Universale delle Culture.
Il filo rosso sarà “Storie e leggende napoletane”,
dal titolo dell’omonimo testo di Benedetto Croce,
per valorizzare il vissuto storico di Napoli, dell’immaginario collettivo della città e delle sue radici
storiche europee e mediterranee.
Lo scopo è richiamare l’attenzione dei cittadini e
dei tanti turisti non soltanto sulla bellezza dei luoghi e dei monumenti ma sul modo in cui nel corso
dei secoli, dentro e intorno ad essi, si siano svolte
la vita quotidiana e le vicende storiche.
INCHIOSTRO N. 7
Ischia in musica
Sabato 31 maggio e domenica 1 giugno ore 17.00
presso i giardini La Mortella di Forio (via Francesco Calise, 39) il Quartetto Lunaire si esibirà in un
concerto per archi e pianoforte. Musiche di Mozart e Schumann. Il costo del concerto è compreso nel biglietto di ingresso al giardino botanico.
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EVENTI
ppuntamenti tra sacro e profano
Tango argentino
Anche quest’anno Marina di Castello (Castel
Volturno) ospiterà, dal 15 al 18 maggio, il terzo
“Campionato italiano e Festival del Tango”, preliminare del Mundial di Tango di Buenos Aires.
Il Festival ospiterà l’organizzazione medico-umanitaria MEDICI SENZA FRONTIERE, presente per
tutta la durata dell’evento.
Madonna dell’Avvocata
Il 9 giugno, il lunedi di Pentecoste, a 50 giorni
esatti dalla Pasqua, Maiori festeggia la Madonna
dell’Avvocata. A mezzogiorno ha inizio la processione e il santuario di Maria Santissima Avvocata,
situato sul Monte Falerzio, diviene meta di pellegrinaggio. Danze e balli si protraggono fino a
sera. La festa rientra nel ciclo delle “sette sorelle”,
ovvero le sette madonne che vengono celebrate
in un periodo che va da febbraio a settembre.
Infiorata
Picasso
Sorrento sarà la cornice della mostra su Picasso a
Villa Fiorentino, dal 30 maggio al 12 ottobre 2014.
L’esposizione, intitolata “Picasso, eclettismo di
un genio”, ruoterà attorno a oltre 240 incisioni
grafiche, 25 ceramiche, olii ed opere uniche, per
immergersi in un viaggio immaginario tra le diverse tecniche e le varie fasi stilistiche sperimentate
dall’artista durante tutta la sua attività.
Il 22 giugno a Sant’Agnello, penisola sorrentina, si
celebra il Corpus Domini con una manifestazione
che vede in campo i Maestri di arte floreale con
la tradizionale “Infiorata”.
Multicolori riproduzioni
iconografiche di scenografie del Vangelo, vere e
proprie composizioni pittoriche, faranno da tappeto alla solenne Processione del Corpus Domini
che si snoderà lungo le strade di Sant’Agnello.
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CULTURA
Sergio Solli: “Ho l’impressione che la città abbia dimenticato il grande drammaturgo”
Un Eduardo “sik sik” a Napoli
Nel trentennale della morte, solo tre spettacoli ricordano De Filippo
“Napoli non ha saputo meritarsi tanto Eduardo De Filippo quanto Raffaele Viviani. È una città assurda e
disattenta: bisogna morire o andare in esilio per poter
essere ascoltati”. A pensarla così è il regista Francesco Saponaro che, nel trentennale della morte di
Eduardo, metterà in scena al Teatro San Ferdinando,
il 19 e 20 giugno “Dolore sotto chiave”. Un testo che,
nato come radiodramma, festeggerà i 50 anni dalla
sua prima versione teatrale. L’esperienza radiofonica
dell’opera sarà utilizzata dal regista per rappresentare l’elemento fantasmatico;
un prologo pirandelliano fungerà da collante tra il testo di
Eduardo e alcune novelle di
Pirandello come I pensionati della memoria e La camera
in attesa. Ad anticipare questa rappresentazione alcuni
eventi tenteranno di ricordare
l’uomo e l’attore, colui che,
nonostante il celebre “Fujtavenne”, scelse Napoli come
serbatoio dal quale attingere,
come punto di partenza, l’unico possibile.
Il 17 e 18 maggio “Eduardo l’artefice magico” sarà
presentato al Teatro Stabile.
Francesco Nappa, danzatore,
pittore e compositore partenopeo, vissuto per molti anni anche all’estero, si confronterà con il grande
‘illusionista’ raccontandone la personalità, la vita e il
lavoro teatrale con uno sguardo ironico, frutto di una
visione internazionale e insieme napoletana del grande attore. “Le opere di Eduardo, come Natale in casa
Cupiello, Filumena Marturano e Sik Sik, saranno utilizzate come pretesto per parlare di lui come uomo,
per celebrare la sua poetica con una danza astratta
e stilizzata senza alcuna forma di realismo”, afferma
Alessandra Panzavolta, direttore artistico del corpo di
ballo del Teatro San Carlo.
Si proseguirà il 7 e l’8 giugno al Teatro San Ferdinando, in occasione della Settima edizione del Napoli
Teatro Festival Italia 2014. Un festival che premierà
Cechov con ben sei produzioni ed Eduardo con due:
“Il sindaco del Rione Sanità”, recitato dal genovese
Eros Pagni per la regia di Marco Sciaccaluga e “Dolore sotto chiave” di Saponaro.
Cosa resta di Eduardo a Napoli a trent’anni dalla mor- bestia avevamo fatto un piccolo buco dal quale l’ultite? “Poco e per colpa dei napoletani. Ho l’impressio- ma sera era riuscita a mettere la cresta rossa fuori dal
ne che non se ne freghino più nulla di Eduardo ma cappello: un fuori onda preoccupante per noi attori
conoscendoli non mi meraviglio più”. Risponde così che eravamo in scena. Eduardo non si perse d’animo,
Sergio Solli che nella compagnia del grande attore si girò verso Luca e disse “ma c’he t’è schiaffat na
e drammaturgo ha recitato per oltre dieci anni. Basti pummarol ‘n front? Il pubblico andò in delirio. Quella
pensare che al Teatro San Ferdinando di Napoli non fu la più grande e divertente esperienza teatrale della
rimane neppure una targa a indicare quello che era il mia vita”.
suo camerino. Un “sacrario distrutto” il luogo dei suoi Di quell’ “Artefice magico”, atto unico di De Filippo, il
assorti silenzi e delle sue camminate meditative prima critico teatrale Giulio Baffi conserva una registrazione
di entrare in scena. Una scala del 1979, nonché di quell’ultima volta in cui l’attore,
antincendio ne ha irrimediabil- autore e regista calcò le scene. “Quella sera ricordo
mente oltraggiato la memoria e con una gioia infinita il divertimento di Eduardo, l’iio “non metterò mai più piede strionismo di un attore che a 79 anni riusciva a inin quel teatro”, dichiara l’attore. cantare il pubblico con la sua sapienza e con il suo
Eppure Eduardo a Napoli senso teatrale. Nessuno ha più compiuto il miracolo
“avrebbe voluto fare una scuo- di saldarsi al pubblico in modo così fedele”.
la di recitazione, ma non glie- Per questo, nel trentennale della morte, Giulio Baffi
lo permisero; - ricorda Sergio desidererebbe fortemente la ricostruzione del cameSolli- Con una sua commedia rino di Eduardo al San Ferdinando. “Si tratterebbe di
a Roma facevamo 6 mesi di un feticcio, di un omaggio e un rispetto che Napoli ha
repliche, a Napoli due; quando il dovere di dargli”.
fu direttore dello Stabile, nel D’altra parte, come ricorda Francesco Saponaro, il
1963, chiese il resoconto eco- San Ferdianndo fu ristrutturato con i soldi di Eduarnomico di tutte le spese fatte, do e da lui pensato come una cerniera tra Napoli e
ma gli dissero che non erano l’Europa. “La verità è che i napoletani amano le ludimostrabili e pertanto non singhe, non le critiche ed Eduardo ha sempre avuto
potevano essergli rimborsate. uno sguardo tutt’altro che compiaciuto su di loro”. –
Eppure continuò lì il suo lavoro. osserva Saponaro. “Dalle sue opere emerge la condiDisse ‘fujtavenne ‘a Napoli’ e aveva ragione. Le cose zione antropologica tipica dei napoletani: l’ipocrisia”.
più belle Eduardo è riuscito a farle solo fuori da questa Quella che oggi, a trent’anni dalla morte, fa risvegliare
città”. Colpevoli le istituzioni locali che non sono state Napoli e le fa parlare di Eduardo come fosse la sua
in grado di custodire un patrimonio come Eduardo; e famiglia. “Dolore sotto chiave, però, ne è l’esempio
colpevoli anche i napoletani “perché se c’è qualcuno – conclude il regista- Anche in una famiglia, luogo
che permette di distruggere vuol dire che c’è qualcun sincretico degli affetti, si possono commettere i più
altro che omette di tutelare”, replica Saponaro.
atroci delitti”.
Molti aneddoti e tanti ricordi costituiscono il tesoro di
chi Eduardo lo ha conosciuto, di chi ha voluto viverLucia Francesca Trisolini
lo a dispetto delle malelingue sul suo carattere
che “cozzavano con la sua drammaturgia”, dice
Solli. “Con Eduardo sul palco ogni sera accadeva qualcosa di esilarante ma la sua interpretazione non usciva mai dalle righe. Inventava interpretando. Ricordo, ad esempio, quell’ultima
Il Maggio del Monumenti quest’anno ha il doppio nome.
replica al San Ferdinando del ‘Sik sik, l’artefice
Si chiama anche Forum delle Culture. L’evento internaziomagico’. Luca aveva un pollo nel cappello che
nale tanto chiacchierato alla fine non ha visto la luce così
gli era stato prestato dalla Signora Pina, la porcome era stato annunciato. “Sul sito ufficiale del Forum
tiera del teatro. Per far respirare quella povera
Se il Maggio dei Monumenti
diventa Forum delle Culture
Al Monastero delle Trentatré la rassegna dedicata ai libri
Un’Altra Galassia in città
Il 23 aprile si festeggia San Giorgio, santo protettore della Catalogna. Barcellona
è in festa: le Ramblas sono letteralmente travolte da fiori, bancarelle di libri e una
folla immensa di persone. Un’antica tradizione catalana vuole che in questo stesso giorno, e non il 14 febbraio, cada la festa degli innamorati e tutte le coppie di
amanti, ma anche di amici, di genitori e figli, si scambiano dei regali: gli uomini
regalano rose alle donne e le donne regalano agli uomini libri.
Questo è il motivo per cui il 23 aprile l’Unesco ha indetto il Dia del Libre, La giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Mentre Barcellona festeggia, anche la città di Napoli onora i libri e la lettura. Al
Monastero delle Trentatré è stato presentato il
programma di “Un’altra Galassia”, la festa del
libro ai piedi del Vesuvio.
In programma sabato 31 maggio e domenica
1 giugno, la rassegna, giunta alla sua quarta
edizione, è figlia di Galassia Gutenberg, la fiera
del libro italiana che si è tenuta ogni anno in
primavera in città dal 2005 al 2010.
“Un’altra Galassia” sarà animata da quattro
ospiti in due serate. Guest star lo spirito di un
grande autore del passato, evocato in una speciale “seduta spiritica letteraria”. La festa del
libro di Napoli è curata dagli scrittori e giorna-
INCHIOSTRO N. 7
delle Culture abbiamo pubblicato i primi bandi – dice l’assessore alla Cultura Nino Daniele – e anche il programma
del Maggio dei Monumenti è pronto”. Iniziativa quest’ultima che è giunta alla XX edizione: “Quest’anno abbiamo
fatto convogliare gli eventi – spiega l’assessore – visto
che hanno la stessa natura”.
E.d.L
listi Rossella Milone, Valeria Parrella,
Francesco Raiola, Pier Luigi Razzano, Piero Sorrentino e Massimiliano Virgilio.
I lettori sono attesi nel chiostro, nel refettorio e nella cantina del Monastero delle
Trentatrè , il complesso cinquecentesco così chiamato dal numero di monache
Clarisse Cappuccine che vi vivevano in clausura, in via Armanni, restituito alla città
nel 2003.
Gli incontri, le presentazioni e le maratone letterarie sono a ingresso gratuito.
Primo grande ospite: Andrea Camilleri. Sarà possibile incontrare il papà di Montalbano alle 17.30 di sabato 31, l’autore parlerà del suo ultimo libro “Inseguendo
un’ombra”, edito da Sellerio. A seguire, la poetessa Antonella Anedda. Alle 21, la
cantina del complesso ospiterà una seduta spiritica sui generis, dove la scrittrice
Elisabetta Rasy evocherà Anna Maria Ortese, autrice, tra gli altri capolavori, de “Il
mare non bagna Napoli”, in occasione del centenario dalla sua nascita.
La manifestazione proseguirà domenica 1 Giugno, nel chiostro alle 17, per un
incontro con lo scrittore e sceneggiatore casertano Francesco Piccolo. Spazio
anche ai più piccoli, a partire dalle 18, con letture animate per bambini a cura di
Librerie Feltrinelli. La compagnia del “Teatro nel Baule”, inoltre, presenterà il libro
“La tarantella di Pulcinella” (Interlinea) di Emanuele Luzzati . Ultimo appuntamento
in refettorio, alle 18.30, per una conversazione con lo scrittore ligure Sebastiano
Vassalli.
Elisabetta de Luca
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TENDENZE
A Napoli dilaga la moda dei balli clandestini. É boom nelle piazze e sulla rete
Stasera mazurka: passaparola
La danza in controtendenza distrugge la crisi a colpi di abbracci
Si incontrano di sera, per strada e iniziano a ballare.
Clandestinamente, senza chiedere il permesso e facendo il passaparola. È la nuova tendenza che si sta
diffondendo in tutta Italia, a partire dal Nord, e che da
qualche anno è approdata a Napoli: centinaia di persone si radunano nelle piazze per ballare tutta la notte
la Mazurka Klandestina. Decidono la data, il luogo e
l’ora e su Facebook inizia il tam tam che raccoglie tutti
gli appassionati di danze popolari francesi e non solo.
“Mazurka – i Mazurkari Partenopei (e parte no)” è il
nome della pagina Facebook dove sono iscritte circa
duemila persone (quella nazionale ne conta più di seimila), appassionati o semplicemente curiosi di questa
danza misteriosa. Si danno appuntamento e ballando
si riappropriano degli spazi pubblici, vivendoli in modo non convenzionale.
Uno dei luoghi più suggestivi dove si riunisce il popolo dei mazurkari è piazza del Plebiscito, sotto i portici. Basta un amplificatore
e, a volte, un violino o un organetto e l’atmosfera diventa magica: sembra di essere in
una fiaba quando le coppie iniziano a volteggiare leggere sotto il colonnato. Si ballano
scottish, bourree, polka e valzer, chapelloise, circolo
circassiano, danze popolari del Nord Italia, francesi,
irlandesi, inglesi e spagnole che affondano le loro radici nel Medioevo. Sembra di essere tornati indietro
nel tempo, alle antiche feste di corte.
E poi c’è la Mazurka, il ballo degli abbracci, che strin-
ge persone che si conoscono e non. I danzatori raccontano che è questa la parte più importante: “è un
ballo romantico e affettuoso – dice l’ingegnere Roberto Brunialti, 32 anni– in tempi di crisi e stress continuo è sempre bello avere un abbraccio, ti fa tornare
a vivere i rapporti umani in modo diretto e genuino”.
Durante i balli si creano dinamiche che non esistono
più nella società moderna, una dimensione a grandezza d’uomo in contrasto con un mondo freddo e
frenetico: questo ne fa un vero e proprio fenomeno di
controcultura.
Maria Paola Tomasino, ricercatrice di 28 anni, partecipa alle Mazurke Clandestine da un anno. Racconta che prima pensava si trattasse di “giovani vecchi
folgorati, rimasti indietro di 100 anni che
ballano il valzer per strada”. Poi si è dovuta
ricredere. Spiega che nelle Mazurke c’è un
sapore di mondo antico e non di vecchio. Di
qualcosa che manca: belle maniere, disciplina dei passi, regole di bon ton e galanteria.
“Tutti si sciolgono di fronte a un po’ di romanticismo”, dice. Maria Paola preferisce le
Mazurke landestine alla discoteca. Spiega:
“I sorrisi non si sentono dove la musica è troppo alta,
invece mentre balli anche se sei una mezza pippa
come me, riesci a comunicare tante cose. Come non
consigliarlo?”
Tutti possono danzare, anche chi non lo sa fare, perchè si impara per strada semplicemente invitando
qualcuno in pista. Sergio Piccirillo, studente di 27
anni, dice che “la cosa più bella di questo ballo è la
sua semplicità: un passo di base, che impari facilmente, ti infonde più fiducia in te stesso, ingentilisce
il corpo e lo spirito. E nonostante sia semplice, non è
banale”.
Tra i mazurkari c’è un po’ di tutto: studenti universitari, signori un po’ attempati, professionisti in camicia,
hippie a piedi scalzi: non esistono distanze tra le persone. Anche se è una danza molto antica si rinnova sempre con nuovi passi e musicisti moderni che
reinterpretano le vecchie melodie e ne inventano di
nuove. Artisti come i Parasol, Accordzeam, Sextet a
claques, Duo absynthe perpetuano la tradizione esibendosi in tutta Europa, e il loro seguito è sempre
molto numeroso.
Rossella Grasso
Marta Mainieri: “I social media ci aiutano a vivere meglio”
L’economia dello sharing
Lasciare alla cassa un caffè, un pezzo di
pane o un libro già pagato per il cliente che
viene dopo. È il meccanismo che ha portato
alla rinascita del caffè sospeso, una vecchia
pratica napoletana riportata in auge dal Gambrinus, uno dei bar più popolari di Napoli e
non solo. Stessa cosa per il pane sospeso,
promosso da Mimmo Filosa, presidente di
Unipan, associazione panificatori della Campania. Il suo panificio in San Sebastiano al
Vesuvio, è stato il primo a lanciare la campagna. Nelle ultime settimane hanno aderito
all’iniziativa anche altri panificatori della provincia di Napoli, fino alla partecipazione di
città del Sud come Messina e Lecce. Infine la
pratica del libro sospeso, che è partita dalla
libreria “Ex Libris Cafè” di Polla, in provincia
di Salerno, per espandersi in diversi punti
vendita da Nord a Sud. Anche la Feltrinelli ha
aderito alla nuova tendenza lanciando dal 23
aprile, in occasione della giornata mondiale
del libro, al 5 maggio la campagna “lascia
anche tu un libro sospeso”. Ma le forme di
sharing si concretizzano anche attraverso la
rete, che facilita il riuso e l’accesso ai prodotti al posto dell’acquisto e della proprietà.
La “sharing economy”, la nuova economia
della condivisione nata negli Stati Uniti, si sta
facendo largo anche nel nostro Paese. Agisce attraverso una serie di piattaforme digitali
che mettono in contatto le persone per condividere e scambiare beni e servizi.
Uno dei pionieri del settore in Italia è Marta
Mainieri, che si occupa di internet e media
digitali dal 1998. Dopo aver lavorato presso
importanti agenzie di comunicazione e marketing, dal 2012 ha intrapreso la carriera di
libera professionista. Oggi è consulente di
marketing digitale e si occupa con sempre
maggiore attenzione dei temi legati alla collaborazione. Nel febbraio dello scorso anno
ha pubblicato “Collaboriamo! Come i social
media ci aiutano a lavorare e a vivere bene
in tempo di crisi” “Il mio libro si divide in due
parti –dice-. La prima è più teorica e racconta
che cos’è la sharing economy. La seconda è
più emozionale e descrive dieci servizi collaborativi che ci dicono come stanno cambiando i modelli di riferimento connessi al
modo di viaggiare, di muoversi e di produrre.
Tra i casi presi in esame, ho scelto sei piattaforme americane, tre italiane e una inglese:
da Airbnb, che mette in contatto le persone
per condividere la casa o una stanza, a RelayRides, un servizio di car sharing peer to
peer che consente di prestarsi la macchina in cambio di denaro. Per l’Italia abbiamo
Reoose, che è un sito dedicato al baratto, e
Fubles, in cui gli individui si organizzano per
andare a giocare a calcetto”.
In contemporanea all’uscita del libro, Marta
ha deciso di fondare Collaboriamo.org, un
sito che riunisce tutte le piattaforme digitali
italiane per dare loro maggiore visibilità: “All’inizio è nato per promuovere il libro. Ho voluto
che questo servizio contribuisse a far parlare
della sharing economy, quindi ho creato una
directory per segnalare tutti i servizi esistenti
in Italia. L’idea è di farlo crescere affinché diventi un punto di riferimento in rete. In questo
momento possiamo contare su 110 piattaforme attive nel territorio nazionale. Inoltre,
Collaboriamo.org sta diventando una società che diffonde contenuti e servizi, come la
consulenza e la formazione per le aziende e
le amministrazioni che vogliono conoscere e
far proprie queste piattaforme collaborative”.
Vincenzo Nappo
Inchiostro
Anno XIV numero 7
9 maggio 2014
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PAGINA 11
SPORT
Il 39% degli italiani non pratica attività fisica. É la percentuale più alta in Europa
Se lo sport marina la scuola
Corrado Grasso: “L’amministrazione non tutela le associazioni sportive”
Pagina a cura di Nicola Lo Conte
Inoltre i docenti, non essendo rimborsati per le ore
extracurriculari, difficilmente possono seguire adeNapoli non vive di solo calcio. Ma sempre meno per- guatamente i ragazzi”.
sone, giovani compresi, praticano sport. Secondo i Manca in generale una cultura dello sport adeguata:
dati dell’Istat, ripresi da un’indagine del Centro Univer- “I giovani ci mettono tanto entusiasmo – prosegue
sitario Sportivo cittadino, la percentuale di italiani che Grasso – che però rischia di perdersi se non suppordichiarano di non praticare alcuna attività è cresciuta, tato. L’atletica è uno sport che forma in maniera comnegli ultimi 15 anni, dal 35,8% al 39,2%. È la percen- pleta, sia dal punto di vista fisico che mentale, allena
tuale più elevata tra i paesi dell’Ue, la cui media si at- alla vita. Ma troppo spesso è posto in secondo piano.
testa sul 14% circa. Non c’è da stupirsi, alla luce della Le associazioni sportive fanno del loro meglio, ma le
diffusione dei nuovi media (tv, internet, smartphone, pubbliche amministrazioni non tutelano il loro lavoro, privilegiando gli sport di
social network, ecc.) come
L’atletica
allena
alla
vita
squadra e soprattutto il calmezzi di svago, il cui utilizzo
da parte della popolazione
ma è posta in secondo piano cio. È una politica assolutamente non condivisibile. Il
si è impennato dal 37% del
rischio è di vedere i nostri
2001 al 52% odierno. Se è
ragazzi
sempre
più
attaccati
ai cellulari, piuttosto che
vero che gli impianti dove praticare attività fisica in
impegnati
nell’attività
fisica”.
Italia sono cresciuti complessivamente di circa mille
unità – da 13300 a 14300 circa – negli ultimi 25 anni, Poco seguita anche l’iniziativa degli “Open Day” prola qualità degli stessi e la poca attenzione posta dalle mossi dal CUS tra i primi di aprile e la metà di maggio
e rivolti alle scuole secondarie di Napoli: solo tre istiistituzioni non incoraggiano affatto gli utenti.
Fondamentali diventano gli eventi di promozione della tuti hanno aderito. Rammaricato il segretario Maurizio
pratica sportiva rivolta alle nuove generazioni, in si- Pupo: “Molte scuole non ci hanno neanche risposto.
nergia con le scuole. Due le manifestazioni organiz- E dire che si tratta di un’iniziativa a titolo gratuito! L’ezate al Campo Sportivo Virgiliano nel mese di aprile ducazione motoria è decisamente trascurata in Italia,
dalla Federazione regionale di Atletica Leggera: prima un dato che si ripercuote anche a livello di strutture.
la riunione regionale di apertura delle categorie pro- Il ritardo rispetto agli altri paesi europei è preoccumozionali, quindi i campionati studenteschi. Buoni pante”. Eppure, sostiene Pupo, i benefici dell’attività
i dati di partecipazione della prima kermesse (circa fisica sono notevoli: “Chi fa sport gode di maggior sa720 atleti), un po’ meno quelli della seconda: solo una lute, chi sta bene in salute riduce le spese sanitarie.
trentina le scuole della provincia presenti. Questione È strano che lo Stato non ne tenga conto. Lo sport
di logistica, come ha spiegato il presidente del co- fa anche crescere l’individuo sotto l’aspetto sociale e
mitato provinciale Corrado Grasso: “C’è carenza di culturale. Speriamo che i futuri universitari recepiscastrutture appropriate, non solo a livello scolastico. no il messaggio che vogliamo lanciare. Una singola
INCHIOSTRO N. 7
giornata è forse troppo poco, ma a giudicare dalla
risposta dei ragazzi che abbiamo accolto possiamo
essere fiduciosi”.
Migliori i riscontri in termini numerici del progetto
“Bowling e scuola”, organizzato in tutta Italia dalla
Federazione nazionale in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e promosso in città dal Bowling
Oltremare. Al torneo hanno partecipato ben 33 scuole
tra medie inferiori e superiori, per un totale di quasi
10mila studenti. La finale tra le dieci migliori scuole,
disputatasi il 7 maggio, ha visto vincitrice la scuola
media “Tito Livio”. Positivo il bilancio tracciato dal
direttore sportivo Stefano Coppa: “Il bowling è uno
sport diverso dagli altri, favorisce la socialità e più che
l’aspetto fisico privilegia quello mentale, rivelandosi
quindi adatto a tutte le fasce d’età. I ragazzi a volte
si appassionano talmente da rendere partecipe il proprio circolo sociale.
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