1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE a 4 EDIZIONE CONFERENCE BOOK In collaborazione con Un progetto di A 4a CONFERENZA MONDIALE - 16 E 17 NOVEMBRE 2012 TUTTI POSSIAMO CONTRIBUIRE A COSTRUIRE LA PACE. B 1 PROGRAMMA 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 1° GIORNO VENERDÌ 16 NOVEMBRE 9.30 DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE SALUTI ISTITUZIONALI Andrea Sironi, Rettore Università Bocconi Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano* Umberto Veronesi, Presidente Science for Peace Introduzione alla sessione: Damiano Canale, Professore Ordinario, Dipartimento di Studi Giuridici, Università Bocconi, Milano 4 10.00 ART FOR PEACE AWARD 2012 David Grossman, Scrittore e saggista 10.20 DISCORSO INAUGURALE Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana* Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2003 Maryam Al-Khawaja, Presidente pro tempore Vice Presidente, Bahrain Center for Human Rights Kathleen Kennedy Townsend, Professoressa presso la School of Public Policy, Georgetown University, Washington, Vice Presidente Science for Peace 6 8 7 11.20 OVERVIEW SUL PROGRAMMA DELLA CONFERENZA Alberto Martinelli, Professore Emerito di Scienze Politiche e Sociologia, Università degli Studi di Milano, Vice Presidente Science for Peace 9 11 Lettura di un estratto da: “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria 11.30 PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA Moderatore: Mario Calabresi, Direttore de La Stampa Giancarlo Comi, Professore Ordinario di Neurologia e Direttore delle Scuole di Specializzazione in Neurologia e in Neurofisiopatologia, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano Giuseppe Ferraro, Professore presso il Dipartimento Teorie e Metodi Scienze Umane e Sociali, Università Federico II, Napoli Ombretta Di Giovine, Professoressa di Diritto Penale, Università degli Studi di Foggia 14.30 DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO Moderatore: Monica Maggioni, Capo redattore centrale RAI TG1 John Donohue, Professore presso Stanford Law School, USA Ståle Olsen, Scrittore, ex Direttore di carcere Tharcisse Karugarama, Ministro della Giustizia del Rwanda Davide Galliani, Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici, Università degli Studi di Milano 16.00 RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE Sergio D’Elia, Segretario “Nessuno tocchi Caino” Nadia Bizzotto, Volontaria Associazione Papa Giovanni XXIII Gloria Manzelli, Direttore carcere di San Vittore, Milano Ascanio Celestini, Scrittore, attore e regista video messaggio 13 14 16 18 21 22 24 26 30 32 34 36 17.00 CONCLUSIONI Umberto Veronesi 17.15 LECTIO MAGISTRALIS: CONTROLLO E LEGISLAZIONE NELL’INDUSTRIA DELLE ARMI Brian Wood, Responsabile “Arms Control and Security trade” Amnesty International 2 * Invitato a partecipare 39 3 UMBERTO VERONESI Presidente Science for Peace Umberto Veronesi è un medico chirurgo che ha dedicato gran parte della sua vita professionale alla scoperta di nuovi percorsi di ricerca al fine di migliorare le cure e la qualità della vita dei pazienti ammalati di tumore. Ha dato il via allo sviluppo di tecniche di chirurgia conservativa dei tumori al seno, basandosi su di alcuni studi clinici controllati, presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. È stato inoltre il primo a dimostrare che, nel caso di tumori mammari di piccole dimensioni, fosse possibile effettuare un’ampia resezione seguita da radioterapia senza compromettere l’effi cacia dell’intervento, preservando la mammella ed evitando quindi la mastectomia, procedura altamente traumatica. Di recente, ha dato il via a nuove ricerche utilizzando la biopsia del linfonodo sentinella per evitare la dissezione ascellare nei casi in cui i linfonodi siano sani. Negli ultimi vent’anni si è dedicato alla prevenzione del tumore al seno con due importanti studi randomizzati concentrati sull’azione preventiva dei retinoidi e del tamoxifene contro il carcinoma mammario. Recentemente ha rivalutato il ruolo delle procedure di radioterapia postoperatoria in seguito a chirurgia conservativa del seno, introducendo la radioterapia intraoperatoria. Con la fondazione del Gruppo Internazionale sul Melanoma, ha sensibilizzato patologi e specialisti clinici riguardo l’importanza di condurre ricerche internazionali coordinate sul melanoma. Ha ideato e condotto studi che hanno dimostrato che la dissezione profi lattica dei linfonodi regionali durante lo stadio I della malattia può essere evitata senza correre rischi. Ha inoltre sostenuto un approccio conservativo nel combattere il melanoma, adottato dal gruppo di studio sul melanoma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di cui è stato direttore scientifico per 20 anni. Veronesi si è inoltre dedicato all’avviare e promuovere iniziative educative per la formazione di specialisti oncologi. Nel 1982 ha fondato la Scuola Europea di Oncologia, che da allora è diventata un centro di riferimento in tutta Europa, nonché organismo consultivo per la Comunità europea. Analogamente, la Società Europea di Oncologia Chirurgica, anch’essa fondata da Umberto Veronesi, ha a sua volta intrapreso un’impronta educativa che ben si adatta alle linee guida stabilite dalla Scuola. È stato Presidente dell’Unione Internazionale contro il Cancro (UICC) fi no al 1982, dell’Organizzazione Europea per le Ricerche sui Tumori dal 1985 al 1988, e della Federation of European Cancer Societies (FECS) dal 1991 al 1993. E’ stato il fondatore e il primo Presidente della Società Europea di Mastologia. Ha ricevuto la laurea Honoris-Causa in medicina presso due università dell’Argentina (Buenos Aires e Cordoba), una dal Brasile (Rio Grande do Sul), una 4 SALUTI ISTITUZIONALI 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE dalla Grecia (Atene), una dal Belgio (Anversa) e una dalla Polonia (Cracovia). Nel maggio 2003 ha ricevuto la laurea Honoris-Causa in biotecnologie mediche dall’Università degli Studi di Milano, e in marzo 2005 in fi sica dallo stesso istituto. Nel dicembre 2006 ha ricevuto la laurea Honoris-Causa in Scienze Agrarie dall’Università di Napoli, mentre nell’ottobre 2007 quella in Medicina dall’Università di Lleida e, nel 2009, in Scienze Pedagogiche dall’Università degli Studi di Genova. Nel maggio 2010, ha ricevuto la laurea Honoris-Causa in Medicina dall’Università di Antananarivo (Madagascar), e quella in Odontoiatria e Protesi Dentaria dall’Università degli Studi di Foggia nel giugno 2011, mentre nel novembre 2011 gli è stata conferita quella in Medicina dal King’s College di Londra. Nel marzo del 2003 ha ricevuto dall’Arabia Saudita il “2003 King Faisal International Prize award”. Nel 1994 è stato nominato Presidente del “Committee of Cancer Expert” della Comissione europea. È autore di oltre 780 pubblicazioni scientifiche e 12 trattati di oncologia. Da maggio 1994 ad aprile 2000 è stato Direttore Scientifi co dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Da aprile 2000 a giugno 2001 gli è stato affi dato l’incarico di Ministro della Sanità della Repubblica Italiana. Dal 1 luglio 2001 è tornato a ricoprire il ruolo di Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Da aprile 2008 a febbraio 2011 è stato Senatore del Parlamento Italiano nella XVI Legislatura. Il Professor Veronesi è il fondatore della Fondazione Umberto Veronesi, creata nel 2003 al fine di promuovere la ricerca scientifica e la diffusione della scienza, attraverso l’organizzazione di importanti conferenze con relatori internazionali, progetti per le scuole, campagne di sensibilizzazione e pubblicazioni. Nel 2009 ha fondato il Movimento Science for Peace. 5 SHIRIN EBADI KATHLEEN KENNEDY TOWNSEND Premio Nobel per la Pace 2003 Professoressa presso la School of Public Policy, Georgetown University, Washington, Vice Presidente Science for Peace Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace nel 2003, è la prima donna musulmana cui sia stato assegnato il Premio Nobel per la Pace, ed è stata uno dei primi giudici donna in Iran. Ha lavorato come presidente del tribunale di Teheran dal 1975 al 1979 ed è stata la prima donna iraniana ad essere nominata giudice capo. Come altri giudici donna, ha perso la carica in seguito alla rivoluzione islamica del febbraio 1979. Dopo aver ottenuto la licenza forense nel 1992, la Dott.ssa Ebadi ha iniziato a praticare privatamente. Come avvocato si è fatta carico di molti casi controversi a difesa di dissidenti politici, a causa dei quali è stata spesso arrestata. Oltre ad essere una sostenitrice dei diritti umani riconosciuta a livello internazionale, ha istituito diverse organizzazioni non governative in Iran, compresa la Million Signatures Campaign, una campagna che ha lo scopo di porre fine alla discriminazione legale contro le donne all’interno del sistema legale iraniano. La Dott.ssa Ebadi è inoltre docente universitario e ha pubblicato oltre 70 articoli e 13 libri sulle varie tematiche legate ai diritti umani, alcuni dei quali pubblicati dall’UNICEF. Nel 2004 è stata definita dalla rivista Forbes una delle 100 donne più potenti del mondo. Il suo libro “Il mio Iran. Una vita di rivoluzione e speranza” è stato pubblicato nel 2006 in oltre 15 lingue, il suo ultimo libro è intitolato “La Gabbia d’oro. Tre fratelli nell’incubo della rivoluzione iraniana” pubblicato in Italia da Rizzoli. Nel gennaio 2006, insieme alla vincitrice del Premio Nobel Jody Williams, la Dott.ssa Ebadi ha fondato l’organizzazione “Nobel Women’s Initiative.” La Dott.ssa Ebadi ha lasciato l’Iran il giorno prima della rielezione del Presidente Mahmoud Ahmadinejad per partecipare a una conferenza, e da allora non vi ha più fatto ritorno. 6 DISCORSO INAUGURALE 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE Professore Associato della School of Public Policy della Georgetown University, e Visiting Fellow alla Kennedy School of Government di Harvard. Consulente per diverse corporazioni americane e internazionali. Kathleen Kennedy Townsend ha una lunga esperienza nel settore pubblico. Prima donna ad essere eletta Vice Governatore del Maryland, ha gestito budget multimiliardari e supervisionato diversi dipartimenti, inclusi la Polizia di Stato, Sviluppo Economico, Trasporti, e l’Ufficio per la Gioventù e le Famiglie. È conosciuta a livello nazionale per il suo spirito innovatore e per programmi legati ai risultati quali Hot Spots, Break the Cycle, lo sviluppo del settore biotech del Maryland, il lancio dell’iniziativa e-readiness e per la creazione di uno dei primi uffi ci statali dediti all’educazione del carattere. Prima del suo ruolo di Vice Governatore, la Sig.ra Townsend ha lavorato in veste di Procuratore Generale Delegato degli Stati Uniti. Ha steso un piano per l’inserimento di 100.000 poliziotti e ha dato vita ai Police Corps, un programma per conferire borse di studio ai giovani che si impegnano a lavorare come ufficiali di polizia durante i quattro anni successivi alla laurea. Prima della sua esperienza presso il Dipartimento di Giustizia, la Sig.ra Townsend ha trascorso 7 anni come fondatrice e direttrice del Maryland Student Service Alliance. È stato con questo ruolo che si è battuta per, e ha ottenuto, l’inserimento del servizio civile come disciplina obbligatoria nei licei. Prima del lancio di questa iniziativa, la Sig.ra Kennedy ha lavorato come avvocato ambientalista sia come privato, sia come Assistente Procuratore Generale in Maryland. Ha inoltre coordinato nel 1982 la campagna per la rielezione del Senatore Edward Kennedy. Kathleen Kennedy ha insegnato Politica Estera presso la University of Pennsylvania e la University of Maryland, Baltimore County. Ha pubblicato articoli sul New York Times, Washington Post, Washington Monthly e molti altri ancora. A metà degli anni ’80 ha fondato la Robert F. Kennedy Human Rights Award - i cui vincitori includono le Comadres di El Salvador, Adam Michnic (Polonia) e Beyers Naude (Sudafrica). La Sig.ra Townsend è Presidente dell’Institute of Human Virology presso la University del Maryland ed è attualmente membro del consiglio di amministrazione della John F. Kennedy Library Foundation, Points of Light Foundations, Strategic Partnerships, Institute for Women’s Policy Research, Character Education Partnership ed è membro del Consiglio di Relazioni Internazionali e Dialogo Interamericano. In passato, è anche stata membro della direzione di Export-Import Bank, Johns Hopkins School of Advanced International Studies, Wilderness Society, Baltimore Urban League ed è stato Presidente del Robert Kennedy Memorial. Laureata cum laude presso la Harvard University, ha conseguito la specializzazione in legge presso la University of New Mexico dove ha anche lavorato alla rivista di legge. Ha ricevuto dieci lauree onorarie. 7 8 MARYAM AL-KHAWAJA ALBERTO MARTINELLI Presidente pro tempore - Vice Presidente, Professore Emerito di Scienze Politiche e Sociologia, Università Bahrain Center for Human Rights degli Studi di Milano, Vice Presidente Science for Peace Maryam al-Khawaja è presidente in carica del Bahrain Center for Human Rights facente le veci del presidente eletto Nabeel Rajab, attualmente in prigione. Maryam al-Khawaja è altrimenti vice presidente e capo dell'uffi cio per i rapporti internazionali del Bahrain Center for Human Rights, vice direttore del Gulf Center for Human Rights, ed ex studentessa del programma Fulbright presso la Brown University. In Bahrain, Maryam al-Khawaja ha svolto un ruolo chiave durante le proteste democratiche svoltesi presso la Pearl Roundabout nel febbraio 2011, che hanno spinto il governo a rispondere dell'utilizzo di omicidi extragiudiziali, arresti, tortura, discriminazione, saccheggi e intimidazione come metodi per sopprimere il dissenso e la richiesta di riforme. Maryam è la fi glia di Abdulhadi al-Khawaja, il fondatore del Bahrain Center for Human Rights, che ha intrapreso uno sciopero della fame durato 110 giorni contro le violazioni dei diritti umani e fatto parte di un gruppo di noti attivisti e leader dell'opposizione condannati al carcere a vita nel giugno del 2011. Nonostante abbia lasciato il Bahrain per svolgere il proprio incarico di capo dell'uffi cio per i rapporti internazionali del centro, e sfuggire così all'arresto e/o alla prigionia, Maryam al-Khawaja continua a monitorare da vicino gli eventi che si susseguono, e si è affermata come una delle personalità principali a sostegno dei diritti umani e della riforma politica in Bahrain e nella regione del Golfo. Ha inoltre svolto un ruolo chiave nell'elaborazione di strategie ufficiali a livello globale in reazione alle atrocità compiute in Bahrain, stabilendo relazioni con infl uenti personalità del mondo politico in Europa e America come elemento fondante della sua missione. Professore emerito di Scienze politiche e Sociologia all’Università degli Studi di Milano, dove insegna dal 1970 ed è stato preside della Facoltà di Scienze politiche dal 1987 al 1999. Laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi, Master e Ph.D. in Sociologia all’Università di California a Berkeley. Ha insegnato anche all’Università Bocconi, l’Università di California a Berkeley, l’Università di Stanford, la New York University, l’Università di Valencia, l’Università Ain Shams del Cairo, l’Università di San Pietroburgo, l’Università Sun-yat Sen di Guangzhou. Vice-Presidente di Science for Peace della Fondazione Umberto Veronesi. Vicepresidente dell’International Social Sciences Council. Ex presidente dell’International Sociological Association. Medaglia d’oro di benemerenza civica del Comune di Milano. Membro dell’Istituto lombardo accademia di scienze e lettere e della Real Academia des Ciencias Morales y Politicas de España. Presidente della Fondazione AEM di Milano. Presidente del Nucleo di valutazione dell’Università degli studi di Padova. Membro dei comitati scientifi ci degli Osservatori regionali sulla immigrazione e sulla esclusione sociale, della Fondazione I-CSR sulla responsabilità sociale di impresa e dell’Associazione italiana delle aziende familiari (Aidaf). Nel 1984-85 e nel 1997-1998 consigliere del Presidente del Consiglio dei ministri. Editorialista Corriere della sera. È autore di numerosi libri e saggi sui rapporti tra economia, politica e società, la modernizzazione e lo sviluppo sostenibile, l’imprenditorialità e il management, i processi di globalizzazione e la governance globale, le organizzazioni complesse, la rappresentanza degli interessi, le politiche dell’istruzione e della ricerca. Tra i suoi principali libri recenti: L’Occidente allo specchio, Università Bocconi Editore, 2011. La modernizzazione, Laterza, 2010. Progetto ’89. Tre saggi su libertà, eguaglianza e fraternità, Il Saggiatore, 2009. La democrazia globale, Egea, 2008. Transatlantic Divide. Comparing American and European Society, Oxford University Press, 2007. Global Modernization, Sage, 2005, edizione russa 2006, edizione cinese 2010. DISCORSO INAUGURALE 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 9 DAMIANO CANALE Professore Ordinario, Dipartimento di Studi Giuridici, Università Bocconi, Milano DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE 10 Nato il 6 marzo 1968. Laureato in Scienze politiche a Padova. Ha studiato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Würzburg e si è perfezionato in Teoria del diritto alla Goethe-Universität di Francoforte. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Filosofia del diritto presso l’Università di Padova. È stato visiting researcher al Max-Plank-Institut für Europäische Rechtsgeschichte (Frankfurt am Main) e senior research scholar presso la Yale Law School (New Haven, CT). Direttore del Dipartimento di Studi giuridici “A. Sraffa”. Professore straordinario di Filosofi a del diritto. Docente di Teoria e tecnica dell’interpretazione giuridica nell’ambito del PhD in Diritto dell’impresa. Dal 2001 al 2003 è stato professore a contratto di Filosofi a del diritto all’Università Bocconi. È stato ricercatore in Filosofia del diritto e professore incaricato di Informatica giuridica presso l’Università di Padova e il Consorzio Universitario di Rovigo. È membro del comitato di redazione della rivista Law and Philosophy. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 11 MARIO CALABRESI Direttore de La Stampa DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA Mario Calabresi Giancarlo Comi Giuseppe Ferraro Ombretta Di Giovine 12 Mario Calabresi, 42 anni, dalla fine di aprile 2009 è direttore de La Stampa. Dopo aver frequentato a Milano il Corso di laurea in storia e la Scuola di giornalismo, viene assunto all’ANSA nel 1996 come cronista parlamentare. Dall’Agenzia passa alla redazione politica del quotidiano la Repubblica e quindi a La Stampa. Per il quotidiano torinese, ha raccontato dagli Stati Uniti gli attentati dell’11 settembre 2001. Rientrato alla Repubblica nel 2002, assume l’incarico di caporedattore centrale. Dal 2007, sempre per lo stesso quotidiano, ritorna in America per diventare corrispondente da New York. Nel 2007, pubblica il libro autobiografi co “Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo” (Mondadori), dedicato alle vicende del padre Luigi assassinato dal terrorismo a Milano nel 1972. Tradotto anche in Francia, Germania, Stati Uniti e in uscita in Spagna. Nel 2009 pubblica, sempre per Mondadori “La fortuna non esiste” storie americane di persone che sono cadute e hanno trovato la forza di rialzarsi e di ricominciare. È del 2011 il suo ultimo libro “Cosa tiene accese le stelle”, storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro. Tutti i libri sono stati per mesi in cima alle classifiche dei più venduti in Italia. Nel 2002 ha vinto il premio Angelo Rizzoli di giornalismo, nel 2003 quello intitolato a Carlo Casalegno, nel 2007 il Premiolino. Nel 2009 il premio Ischia e nel 2011 il premio “È giornalismo” e il premio Saint Vincent. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE - PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 13 GIANCARLO COMI Professore Ordinario di Neurologia e Direttore delle Scuole di Specializzazione in Neurologia e in Neurofisiopatologia, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano Giancarlo Comi si è laureato in medicina nel 1973 all’Università degli Studi di Milano e specializzato in neurologia nel 1977 presso la stessa università. Nel 1974 è diventato ricercatore presso il Dipartimento di Neurologia dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. Attualmente è Professore di Neurologia, Direttore del Dipartimento di Neurologia e dell’Istituto di Neurologia Sperimentale all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. I suoi interessi si concentrano principalmente sullo studio della patofisiologia e delle cure della sclerosi multipla. È autore, singolo o in collaborazione, di oltre 800 articoli su riviste con referaggio e otto libri. Da lungo tempo partecipa attivamente a comitati direttivi e consultivi di molti esperimenti clinici internazionali, soprattutto nell’ambito della sclerosi multipla. È vicepresidente della Fondazione Europea Charcot e membro del comitato esecutivo del Comitato Europeo per la Cura e le Ricerche sulla Sclerosi Multipla (ECTRIMS). Ha inoltre presieduto la Società Europea di Neurologia (ENS) e la Società Italiana di Neurofi siologia Clinica ed è presidente della Società Italiana di Neurologia per il biennio 2010 - 2012. Attualmente fa parte del consiglio esecutivo di molte associazioni scientifiche e del comitato redazionale delle riviste «Multiple Sclerosis», «European Journal of Neurology» e «Neurological Sciences». 14 L’enorme sviluppo delle neuroscienze negli ultimi vent’anni è in gran parte il risultato della disponibilità di nuovi strumenti di indagine, le neuroimmagini e la stimolazione magnetica transcranica che hanno fi nalmente consentito di approcciare i meccanismi che sottendono le attività mentali, le emozioni e il comportamento. Si è cercato così di far luce sulle basi neurali che sottendono alcune caratteristiche umane, quali l’altruismo e l’egualitarismo e si sono gettate le basi di una nuova giustizia attraverso la comprensione dei fondamenti neurologici delle norme che regolano la vita sociale. D’altra parte i progressi della genetica, ci stanno rivelando l’impensabile complessità della modalità di trasmissione dei caratteri ereditari, fortemente infl uenzata da fattori ambientali, per cui si inizia a comprendere il prodigio dell’individualità dell’essere umano. Individualità non solo fisica, ma anche mentale. L’enorme plasticità del cervello fa sì che esso si impronti delle esperienze vissute, rinnovandosi continuamente. L’amministrazione della giustizia, non può oggi prescindere da queste recenti acquisizioni scientifiche, sia nel riconoscimento della colpa che nella somministrazione della pena. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE - PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 15 GIUSEPPE FERRARO Professore presso il Dipartimento Teorie e Metodi Scienze Umane e Sociali, Università Federico II, Napoli Sono docente di Filosofia Morale della “Federico II” di Napoli. Insegno filosofia fuori e dentro l’Università. È accaduto un giorno, da un momento all’altro. Mi sono posto la domanda se continuare a insegnare fi losofi a come da anni o se invece cambiare, lasciarla o farla in altro modo. È una domanda che arriva per ognuno. Sfiora ogni persona, scuote professioni, rapporti e relazione. Prima ancora che si riesca a formularla, ci si accorge che era già là che aspettava. Vi s’inciampa, s’insedia nella penombra del ripensamento. Ad aprirla si legge che le domande s’impongono, non si pongono. Arrivano da sole. Sono un’esitazione di risposta. Se poi, come si sente ripetere, la fi losofi a si chiede del senso della vita e dell’esistere, allora è sui luoghi estremi dove la vita è offesa. È così che è cominciato. Ho portato la fi losofi a sui luoghi estremi, sui luoghi d’eccezione. Confi ni di voci. Una città arriva fi n dove la voce ha parola, quando invece si smorza in un grido o resta attonita, la città fi nisce. Così è cominciato il mio curriculum, per titoli e senza titoli, fuori e dentro l’università, tenendo lezioni con gli studenti alla “Federico II”, alla Ludwigsuniversität, all’UERJ, tenendo conferenze al College de France, nelle aule accademiche, dove l’etica e la morale si apprendono così dove mancano. In carcere, tra i minori. Tra gli ergastolani. Con i bambini dei “quartieri a rischio”, nelle scuole d’eccezione, dove le regole sono motivo di devianza e in aziende, negli ordini delle professioni, nelle scuole di polizia penitenziaria, in Enti d’Amministrazione e di Governo. Negli ospedali. È il progetto della scuola di “fi losofi a fuori le mura”: il sapere è un possesso senza proprietà, va restituito come propriamente di altri, che non l’hanno avuto o perduto. 16 Il carcere è lo specchio infranto della democrazia. Confine di voci soffocate dal silenzio paradossale di chi vive e non esiste, datato per sempre per ciò che è stato. Il grado di democrazia di un Paese si misura dallo stato delle sue carceri e delle sue scuole, quanto più le carceri saranno scuola e quanto meno le scuole saranno carceri tanto più sviluppata sarà la civiltà di una comunità sociale. Contro “il fine pena mai”, perché la pena non sia una punizione o una vendetta, ma rappresenti essa stessa un diritto, quello di ripensare se stessi e ritornare ad essere quel che non si è stato. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE - PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 17 OMBRETTA DI GIOVINE Professoressa di Diritto Penale, Università degli Studi di Foggia Ombretta Di Giovine è nata a Foggia nel 1968 e si è laureata in Giurisprudenza presso la LUISS nel 1992. Borsista ed assegnista presso la LUISS, nel 2002 è diventata ricercatrice di diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza di Roma due - Tor Vergata; quindi professore associato (2004) ed infi ne (2006) professore ordinario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Foggia, dove insegna attualmente diritto penale e diritto penale dell’economia. Tra il 1996 e il 2002 è stata titolare di incarichi di consulenza giuridica presso il Ministero della Giustizia. Nel 1998 è stata membro della delegazione italiana nei lavori della Conferenza mondiale per l’istituzione della Corte Penale Internazionale e tra il 2000 e il 2001 ha fatto parte della delegazione italiana per lo svolgimento dei programmi PHARE in materia di contrasto della corruzione e della criminalità organizzata nell’ambito dell’Unione europea. Sempre tra il 1996 e il 2002 ha partecipato, in qualità di membro o di componente del Comitato scientifico, a commissioni e gruppi di studio ministeriali, tra cui quelli presieduti da Giorgio Lattanzi in materia di responsabilità sanzionatoria delle persone giuridiche; Carlo Federico Grosso sulla riforma del codice penale; Tullio Padovani in tema di depenalizzazione dei reati minori; ancora Tullio Padovani sulla riforma del giudice unico in materia penale; Giovanni Fiandaca per la redazione di un testo unico in tema di contrasto alla criminalità organizzata; Flavia Lattanzi per l’attuazione degli strumenti internazionali; Pranzetti per l’attuazione di alcuni strumenti internazionali; Benedetto Conforti per l’attuazione dello Statuto della Corte penale internazionale. È autrice di numerose pubblicazioni e di tre monografie. I suoi interessi di ricerca vanno dalla causalità in materia penale alla responsabilità degli enti; dall’interpretazione ai rapporti tra diritto penale e neuroscienze. 18 Il dibattito suscitato in ambito giuridico dalle neuroscienze è prevalentemente incentrato sul tema della capacità di intendere e di volere del reo ed ha portato taluni a revocare in dubbio quella libertà di autodeterminazione che costituisce il fondamento stesso della punizione. In realtà, l’ingresso delle metodiche e dei concetti scientifi ci nel diritto penale non sembra mutare granché il (da sempre problematico) quadro giuridico-teorico di riferimento. Per contro, suggerisce nuovi ed interessanti sviluppi sul diverso piano dei criteri di legittimazione delle scelte incriminatrici in settori pure segnati da profonde differenze di vedute e di sensibilità, come quelli che investono questioni bioetiche. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE - PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 19 MONICA MAGGIONI Capo redattore centrale RAI TG1 DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO Monica Maggioni John Donohue Ståle Olsen Tharcisse Karugarama Davide Galliani 20 È una giornalista italiana, ha condotto diversi programmi Rai tra cui TV 7, Unomattina e il TG1. Come reporter di guerra, ha seguito le fasi più violente del conflitto tra israeliani e palestinesi. Dopo l’11 settembre 2001 viaggia tra territori palestinesi e Libano. Poi, negli Stati Uniti da ottobre a dicembre, realizza una serie di inchieste sull’eversione interna americana. Nel 2003 è l'unica giornalista italiana embedded in Iraq, aggregata all’esercito statunitense durante la seconda Guerra del Golfo. Per tre mesi vive con i militari americani durante l’avanzata di terra dal Kuwait.Dal maggio 2003 arriva a Baghdad e inizia una copertura regolare delle vicende irachene fino al gennaio 2005. Tornerà in Iraq nel 2007. In questi anni ha continuato a occuparsi di guerre e di crisi nei vari scenari, dalla Birmania, all’Africa, all’Afghanistan dove è tornata nel luglio 2009 con i marines. Ha viaggiato nel Nord Uganda,in Messico per documentare la guerra dei narcos. Ha seguito le vicende iraniane, quelle siriane; ha incontrato capi di stato, blogger, pacifisti e terroristi. Dal 2008, inviata negli USA, segue la campagna elettorale del Presidente Barack Obama. Negli Usa collabora a diverse riviste italiane ed internazionali, tra cui Foreign Policy. È capo redattore centrale della Redazione Speciali del TG1: conduce e cura la realizzazione degli approfondimenti del TG1. Nel 2010 realizza il documentario Ward 54 - storia dei soldati americani suicidi al ritorno dalla guerra in Iraq e Afghanistan. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, premiato a Biarritz con il Prix Mitrani (miglior opera prima) al FIPA; in finale al docFest di Istanbul e nella cinquina del David di Donatello. Nel 2011 realizza il documentario Out of Tehran. Il documentario è in Concorso alla 68 Mostra del Cinema di Venezia. Poi selezionato in diversi concorsi internazionali. Nel 2012 cura le videoinstallazioni per il Padiglione Italiano della Biennale di Architettura e la regia del documentario Exchanges- L’Expo cambia il mondo. Ha ricevuto numerosi premi giornalistici tra cui il Premio Barzini all’inviato Speciale, il Premio Cutuli, il premio Agnes. Autrice di numerosi saggi e pubblicazioni tra cui: Dentro la guerra, 2005, Longanesi e La fine della verità, 2006, Longanesi. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 21 JOHN DONOHUE Professore presso Stanford Law School, USA John J. Donohue III è C. Wendell and Edith M. Carlsmith Professor of Law presso la Stanford University. È conosciuto per aver applicato il metodo di analisi empirica per determinare l’effetto che le leggi e le politiche pubbliche esercitano in vari settori, tra cui l’impatto della criminalità sulla pena di morte, la detenzione, le armi da fuoco, e la legalizzazione dell’aborto. Donohue ha inoltre studiato i benefi ci derivanti da un maggior impegno contro la discriminazione razziale nell’ambito dell’occupazione e dei fi nanziamenti alle scuole, nonché analizzato le problematiche legate alla legalizzazione delle sostanze illegali. La sua approfondita ricerca sul sistema della pena capitale nel Connecticut è stata menzionata in numerose occasioni durante il dibattito legislativo che ha portato all’abolizione della pena nel Connecticut nell’aprile 2012. Prima di tornare alla Stanford Law School faculty nel 2010, il professor Donohue ha lavorato come Leighton Homer Surbeck Professor of Law presso la Yale Law School. È autore del recente libro: Employment Discrimination: Law and Theory, assieme a George Rutherglen. Al principio della sua carriera, ha insegnato diritto presso la Northwestern University e lavorato come ricercatore presso la American Bar Association. Ha inoltre lavorato al fi anco di T. Emmet Clarie, Chief Justice dello U.S. District Court di Hartford, Connecticut. Il professor Donohue è membro dell’American Academy of Arts and Sciences, ricercatore associato presso il National Bureau of Economic Research, e ha recentemente collaborato come editore specializzato nel metodo empirico dell’American Law and Economics Review, nonché come presidente dell’American Law and Economics Association e della Society for Empirical Legal Studies. Donohue, che è inoltre membro dell’American Law Institute, ha conseguito la laurea presso l’Hamilton College, il titolo di Juris Doctor presso la Harward University, e compiuto il dottorato in economia alla Yale University. 22 Quarant’anni fa, il caso Furman vs Georgia portò la Corte Suprema degli Stati Uniti a sospendere la pena di morte, ritenendo che questa venisse applicata in modo arbitrario e pertanto “crudele e inusuale,” quando i giudici si resero conto che alcuni imputati afro-americani subivano discriminazioni razziali. Quattro anni dopo, la Corte Suprema approvò la conformità dei nuovi e aggiornati statuti sulla pena capitale, che avrebbero dovuto rimuovere i difetti riscontrati nel caso Furman. La Corte citò inoltre alcuni studi secondo i quali le esecuzioni capitali avrebbero salvato altre vite. Oggi, quarant’anni più tardi, è stato ampiamente dimostrato che l’arbitrarietà e la discriminazione nell’applicare la pena di morte prevalgono, mentre non vi è nulla che sostenga l’effetto deterrente della pena. Naturalmente, i difensori della pena di morte hanno ripetutamente presentato studi a sostegno di questa teoria, ma tutti hanno finito per essere insabbiati. Di recente, il prestigioso National Research Council, affi liato alla National Academy of Sciences, ha concluso che gli studi a sostegno dell’effetto deterrente della pena di morte sui tassi di omicidio siano “errati per principio,” e che non vadano quindi tenuti in considerazione nel prendere decisioni a livello politico sulla pena capitale. Va sottolineato che il gruppo di lavoro comprendeva lo studioso conservatore James Q. Wilson, ex Ronald Reagan Professor di politica pubblica presso la Pepperdine University, il cui consenso verso la pena di morte non ha impedito di ritenere valida questa tesi. Il giudice della Corte Suprema John Paul Stevens, commentando un importante caso di pena capitale, scrisse, “Nonostante trent’anni di ricerca empirica su questo tema, non esiste nessuna prova concreta che dimostri che la pena di morte abbia un’effi cacia deterrente sui potenziali criminali.” Il giudice Antonin Scalia replicò che la conclusione del giudice Stevens “non si basava sui dati disponibili.” Ma il rapporto del prestigioso National Research Council da ragione al giudice Stevens. Negli ultimi cinque anni, cinque stati, tra cui più di recente il Connecticut, hanno seguito la tendenza globale abolendo la pena capitale. Il prossimo novembre, gli elettori della California saranno chiamati alle urne per stabilire se lo stato diventerà il sesto ad abolire la pena di morte. Nel farlo, l’orrore dell’uccisione di un imputato innocente verrebbe rimosso, si porrebbe fine all’arbitrarietà e ai condizionamenti razziali che coinvolgono l’intero sistema, e verrebbero risparmiati milioni di dollari di contributi senza mettere a repentaglio la sicurezza pubblica. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 23 THARCISSE KARUGARAMA Ministro della Giustizia del Rwanda Tharcisse Karugarama si laurea nel in Giurisprudenza (LL.B Hons) presso la Makerere University e ocnsegue la specializzazione in pratica legale presso il Law Development Centre, Kampala (Dip. LP). 1983: Diploma di lingua francese (riconoscimento: Honorable), Parigi, Francia. Studente esterno presso l’Alliance Française di Kampala. 1987: Certificato di operatore in ambito sociale; Nsamizi Entebbe, Uganda. 1988-1993: Numerosi certificati in studi sullo sviluppo rurale e delle comunità. 1997: National Centre for State Courts, Washington D.C., USA. 1998: Ecole Nationale de la Magistrature (ENM); Parigi, Francia. ESPERIENZA LAVORATIVA In Ruanda • 2006 - oggi Ministro della Giustizia e Procuratore Generale, Repubblica del Ruanda; • Luglio 2004 - Luglio 2006: Presidente della Corte Suprema della Repubblica del Ruanda; • Luglio 1999 - Dicembre 2003: Vice Presidente, Corte Suprema del Ruanda; • Giugno 1996 - Luglio 1999: Pubblico Ministero, Corte di Appello, Ruhengeri; • Tre anni come Presidente della Commissione di riforma legale del Ruanda, e al contempo Vice Presidente, Corte Suprema; • Breve incarico per il film documentario della CNN Rwanda Cry Justice; • Due anni come Co-ordinatore del Progetto Lutheran World Federation (LWF) nella provincia di Umutura. All’estero • 1980 - 1984 Procuratore di Stato, Ministero della Giustizia, Uganda • 1984 - 1987 Programme Assistant, UNHCR, Kampala, Uganda • 1988 - 1994, District Projects Officer (DPO), SWIP/UNICEF, Uganda 24 DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 25 DAVIDE GALLIANI Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici, Università degli Studi di Milano Davide Galliani è ricercatore e docente di Diritto pubblico nella Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano. Nell’ateneo milanese insegna anche Diritto dei beni culturali nella Facoltà di Scienze e Tecnologie ed ha insegnato Diritto sanitario e responsabilità eticogiuridiche e professionali presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Svolge la sua attività di ricerca presso il Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici dell’ateneo milanese. E’ stato responsabile di programmi di ricerca finanziati sul ruolo del Capo dello Stato e sul federalismo ed ha fatto parte di gruppi di ricerca sulla “web usability”, sulla tutela dei diritti sociali, sui poteri pubblici nell’odierna fase di transizione e sulla tutela multilivello dei diritti. Di recente ha preso parte alla stesura di importanti dizionari, come il “Dizionario biografi co dei giuristi italiani (secc. XII-XX)” di prossima pubb. per il Mulino di Bologna e di prestigiose enciclopedie, come la “Storia della cultura italiana” edita dalla Utet di Torino e curata da L. Cavalli Sforza. Ha collaborato per diversi anni con la Regione Lombardia prendendo parte a numerosi gruppi di lavoro ed è stato consulente giuridico del Ministro per gli affari regionali e le autonomie territoriali in particolare sul tema “Regioni in Europa”. Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano i libri “La più politica delle pene. La pena di morte”, Cittadella, Assisi, 2012, “Il Capo dello Stato e le leggi”, tomo I, “Aspetti storici, profi li comparatistici, ordinamento italiano” Giuffrè, Milano, 2011, “Il Capo dello Stato e le leggi”, tomo II, “Il concreto svolgimento costituzionale”, Giuffrè, Milano, 2011 e, con A. Papa, “Le basi del diritto della cultura”, Aracne, Roma, 2012. È in preparazione un volume sulla incostituzionalità della pena dell’ergastolo. Per il cv integrale e per ulteriori informazioni si può consultare www. davidegalliani.it Ha pubblicato diversi libri tra i quali i recenti La più politica delle pene. La pena di morte (Cittadella, Assisi, 2012), Il Capo dello Stato e le leggi, tomo I, Aspetti storici, profi li comparatistici, ordinamento italiano (Giuffrè, Milano, 2011) e Il Capo dello Stato e le leggi, tomo II, Il concreto svolgimento costituzionale (Giuffrè, Milano, 2011). 26 La pena di morte è un problema anche per gli Stati che l’hanno abolita. L’estradizione e l’espulsione verso Paesi mantenitori sono vietate. Come dovrebbe essere vietato, nell’ambito delle missioni di pace, consegnare alle autorità locali di Stati mantenitori presunti terroristi, anche se arrestati su mandato ONU. Per gli Stati che mantengono la pena di morte i problemi sono maggiori. Spesso capita che i politici utilizzino, durante la campagna elettorale, l’argomento pena di morte come strumento per raccogliere voti, tra l’altro, adoperando argomenti indimostrabili e letteralmente primitivi. E tutto avviene mentre i condannati vivono sulla propria pelle un tragico dilemma: decidere di rinunciare ad ulteriori appelli pur di porre fine all’agonia, oppure, perseverare correndo il rischio di prolungare lo strazio per altri anni? Per evitare anche questi risvolti bisogna auspicare che in un futuro prossimo la pena di morte venga interpretata come un trattamento crudele e inumano, perciò vietato dalle norme internazionali. La battaglia contro la pena di morte è solo uno dei tanti passi verso un mondo più democratico: la pena dell’ergastolo e le carceri disumane sono solo alcune delle moderne vergogne da eliminare insieme a quella che rimane la più politica delle pene, la pena di morte. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 27 DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE Sergio D’Elia Nadia Bizzotto Gloria Manzelli Ascanio Celestini 28 DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 29 SERGIO D’ELIA Segretario “Nessuno tocchi Caino” Nato il 5 gennaio 1952, negli anni ‘70, Sergio D’Elia partecipa al movimento, prima della sinistra extraparlamentare, poi della lotta armata. Viene arrestato a Firenze nel maggio del 1979 e condannato per concorso morale in omicidio a venticinque anni di carcere, poi dimezzati con l’applicazione della legge sulla dissociazione dal terrorismo e altri benefici di legge. Nei primi anni ’80 anima il movimento della dissociazione politica dal terrorismo, sceglie la nonviolenza e, nel 1986, si iscrive al Partito Radicale. Nel gennaio 1987, grazie ad un permesso premio, partecipa al congresso del Partito Radicale, dove “consegna” simbolicamente al partito della nonviolenza la disciolta Prima Linea, l’organizzazione violenta di cui aveva fatto parte. Nello stesso congresso viene eletto membro della segreteria federale del Partito Radicale. Finisce di scontare la pena nel 1991 e, nel 2000, viene riabilitato con sentenza del Tribunale di Roma, riabilitazione sostenuta da decine di lettere di vittime dei suoi reati. Nel 1993, con la sua compagna Mariateresa Di Lascia, già deputata radicale e poi autrice del romanzo “Passaggio in ombra”, Premio Strega postumo del ’95, fonda Nessuno tocchi Caino, l’associazione radicale contro la pena di morte. Suoi reportage dai “bracci della morte”, articoli e interviste sono pubblicati dai settimanali Panorama, L’Espresso, Gente, Oggi, Liberal e da quotidiani italiani e stranieri. Sul tema più generale della pena, in particolare sulla realtà del “carcere duro” in Italia, scrive il libro-inchiesta “Tortura Democratica”. Nell’aprile 2006 viene eletto a Montecitorio nelle liste della Rosa nel Pugno. Con Nessuno tocchi Caino e il Partito Radicale ottiene la approvazione, nel dicembre 2007, della Risoluzione per la Moratoria Universale delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. E’ attualmente impegnato in progetti in Africa per spingere Governi e Parlamenti a dare attuazione alla richiesta delle Nazioni Unite di moratoria delle esecuzioni nella prospettiva dell’abolizione definitiva della pena di morte. 30 In Italia è stata abolita la pena di morte ma vige ancora la pena fino alla morte. In Italia vige ancora il “fi ne pena mai” dei condannati all’“ergastolo ostativo” e il “carcere a tempo indeterminato”, cioè l’“ergastolo bianco” dei cosiddetti “internati”. I condannati in via definitiva all’ergastolo sono oltre 1.500, oltre la metà dei quali hanno l’“ergastolo ostativo”, cioè sono esclusi per legge dalle misure alternative e, quindi, anche da quella liberazione condizionale teoricamente possibile agli ergastolani che hanno scontato almeno 26 anni di carcere. I condannati all’“ergastolo bianco” - gli “internati” - sono quasi 1.400 e sono i prosciolti per infermità mentale oppure i “delinquenti abituali, professionali o per tendenza” sottoposti alle misure di sicurezza. Per la loro presunta pericolosità sociale possono restare intrappolati in strutture chiamate “colonie agricole” o “case di lavoro”, che sono però carceri a tutti gli effetti, per un periodo di otto, dieci e più anni, periodo che in teoria può essere prolungato all’infinito dal magistrato di sorveglianza che ritenga persistere la loro pericolosità sociale. Quando nei primi anni 90 fondammo l’Associazione radicale contro la pena di morte, ispirati dall’Antico Testamento, decidemmo di chiamarla “Nessuno tocchi Caino” e non “Nessuno uccida Caino” come era tradotto allora il famoso passo della Genesi… proprio per dare il senso della intangibilità, non solo della vita umana, ma anche della dignità della persona. Pensavamo espressamente a quel “fi ne pena mai”, allora scritto a chiare lettere nella cartella giudiziaria degli ergastolani, una sorta di marchio di infamia, che poi è stato cancellato negli uffici-matricola delle carceri ma che è sempre rimasto impresso sulla pelle degli ergastolani come a dire “tu non cambierai mai”. Il marchio di infamia dell’ergastolo va abolito come è stato abolito quello della pena di morte. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 31 NADIA BIZZOTTO Volontaria Associazione Papa Giovanni XXIII Nadia Bizzotto è nata a Bassano del Grappa (VI) il 21/07/1966 e fa parte dell’Associaizone Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata dal Don Oreste Benzi, dal 1999. Dal 2005 è responsabile della struttura di Accoglienza “Il Sogno di Maria” attualmente sita a Bevagna (Perugia) nell’ex Convento dell’Annunziata. Dal 2007 fa parte del Servizio Carcere della Comunità Papa Giovanni XXIII e condivide il progetto “Oltre le sbarre” nel carcere di massima sicurezza di Spoleto, dove accede come art. 17 O.P. Attraverso colloqui individualizzati incontra settimanalmente i detenuti condannati all’ergastolo. Per loro svolge anche attività di giornalismo e di blogger. È stata curatrice dei seguenti libri: “Gli Uomini Ombra” di Carmelo Musumeci, Gabrielli Editori 2010 “Undici Ore d’amore di un uomo ombra” di Carmelo Musumeci, Gabrielli Editori 2012 “Zanna Blu” di Carmelo Musumeci, con presentazione di Margherita Hack, Gabrielli Editori 2012. Cura il sito www.carmelomusumeci.com e il blog degli ergastolani ostativi www. urladalsilenzio.wordpress.com dell’Associazione Fuori dall’Ombra, di cui fa parte del Consiglio Direttivo. Per la causa degli ergastolani ha collaborato tra gli altri con Barbara Alberti, Agnese Moro, Vauro Senesi e con l’Associazione Antigone. 32 L’intervento alla 4° Conferenza Mondiale Science for Peace sarà mirato a portare la mia testimonianza sulla situazione di coloro che in Italia scontano la pena dell’ergastolo e hanno alle spalle già decine di anni di detenzione. Dal 2009, infatti, incontro ogni settimana i detenuti del carcere di massima sicurezza di Spoleto e ho potuto constatare cosa significhi vivere l’ergastolo, in particolare quando questo è realmente una pena senza fine, come nel caso degli ergastolani ostativi ai benefici penitenziari. In questa situazione, con le attuali leggi in vigore, la persona detenuta non ha nessuna possibilità di uscire dal carcere prima della morte fisica. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 33 GLORIA MANZELLI Direttore carcere di San Vittore, Milano Laureata in Giurisprudenza, Gloria Manzelli dirige la Casa Circondariale Milano “San Vittore” dal dicembre del 2004; già tra il 1991 e il 1993 ne era stata Vice Direttore. Incarichi conferiti: • Presidente del Consiglio Regionale di Disciplina per il Personale della Polizia Penitenziaria; • Componente Supplente per esame Vice Ispettori del Corpo della Polizia enitenziaria; • Componente Commissione per concorso Medici Incaricati per Istituti Penitenziari; • Funzionario Istruttore per i procedimenti disciplinari nei confronti del Personale del Corpo della Polizia Penitenziaria; • Componente Commissione Arbitrale • Relatore 4° Congresso Nazionale FIMP “Criminologia e Prevenzione Firenze 30/09/2012 34 La funzione rieducativa della pena nell’ordinamento italiano ha rango costituzionale. Tutte le azioni concretamente declinate per la realizzazione del mandato costituzionale pongono al centro la persona detenuta nella sua complessità e con i suoi bisogni, con una particolare attenzione rivolta anche all’esterno, alle sue relazioni famigliari, sociali e lavorative che devono essere attivate in supporto di un effi cace percorso di rieducazione. La sinergia di tutti gli attori istituzionali è presupposto fondamentale per la piena realizzazione del dettato istituzionale. DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 35 ASCANIO CELESTINI Scrittore, attore e regista Ascanio Celestini è nato a Roma nel 1972. I suoi spettacoli e la sua scrittura sono legati ad un lavoro di ricerca sul campo e indagano nella memoria di eventi e questioni legate alla storia recente e all’immaginario collettivo. Del 2000 sono Radio Clandestina, che racconta dell’eccidio alle Fosse Ardeatine, e Cecafumo sulla fi aba di tradizione orale. Seguono Fabbrica nel 2002, Scemo di Guerra nel 2004 e La Pecora Nera. Elogio funebre del manicomio elettrico debutta nell’ottobre del 2005. Attualmente sta portando in tournée Appunti per un film sulla lotta di classe una performance sul tema del lavoro precario nel call center. Su questo tema sta girando un documentario che sarà presentato a Roma in ottobre. Nel 2004 ha girato il documentario Senza Paura sulla vicenda di sei lavoratori notturni (prodotto da Fandango, Fabbrica e Comune di Roma). Ha lavorato a Radio 3 dove ha rappresentato tutti i suoi ultimi spettacoli, partecipato a diverse trasmissioni e per la quale ha scritto e interpretato Milleuno sulle storie di tradizione popolare, Guerra e Pace sulla guerra a Roma, Il Tempo del Lavoro e Bella Ciao sul tema del lavoro, della guerra e della malattia mentale. Con Donzelli editore ha pubblicato Cecafumo, Fabbrica e il libro-dvd Radio Clandestina. Con Einaudi ha pubblicato il romanzo Storie di uno scemo di Guerra, La Pecora Nera e il libro-Dvd Scemo di Guerra. In televisione sono stati messi in onda i suoi spettacoli Fabbrica, Radio Clandestina e Scemo di Guerra. È stato attore e autore nella trasmissione “La storia siamo noi” e in particolare ha seguito le sei puntate sulla storia d’Italia attraverso i diari dell’archivio di Pieve Santo Stefano. Da ottobre partecipa al programma “Parla con me” di Rai 3. 36 DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 37 BRIAN WOOD Responsabile “Arms Control and Security trade” Amnesty International LECTIO MAGISTRALIS CONTROLLO E LEGISLAZIONE NELL’INDUSTRIA DELLE ARMI 38 Brian Wood è responsabile per la ricerca e le politiche sul controllo delle armi presso il Segretariato internazionale di Amnesty International e ha cogestito la campagna per il controllo delle armi sin dalla sua nascita nel 2003. Ha elaborato proposte di politiche per migliorare i controlli statali sull’utilizzo e il trasferimento di armi convenzionali, tra cui la proposta per un Codice di Condotta UE e un trattato globale sul commercio delle armi fondato sul diritto internazionale, e si è rivolto in due occasioni al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per proporre misure atte a rafforzare la struttura e l’implementazione di embargo dell’ONU sulle armi. Nel 2010 Brian Wood ha collaborato come consulente presso l’Uffi cio delle Nazioni Unite per il Disarmo al fi ne di condurre ricerche sulle problematiche internazionali riguardanti i controlli sull’utilizzo fi nale delle armi trasferite. Nel corso del 2007, ha operato come consulente dell’ONU presso il Gruppo di esperti governativi sulla prevenzione del procacciamento illegale di armi di piccolo calibro e armi leggere, il cui rapporto è stato pubblicato in settembre. Nel periodo 1998-99, Brian Wood ha contribuito alla ricerca e alla stesura di un documento di 140 pagine intitolato “The Arms Fixers: controlling the Brokers and Shipping Agents” (let. I procacciatori di armi: il controllo dei procacciatori e degli agenti spedizionieri) fi nanziato dal governo norvegese, e si è occupato da allora di fornire ricerca e analisi politiche sul tema del procacciamento di armi presso organizzazioni intergovernative, governi nazionali e organizzazioni non-governative, ad esempio la rivista delle Nazioni Unite Disarmament Forum. Dal 1991 Brian Wood ha redatto, contribuito e curato vari studi tematici e specifi ci per paese sul controllo delle armi e i diritti umani in situazioni di confl tito e non nelle varie regioni del mondo, pubblicati da Amnesty International e altre organizzazioni. Nel 2000, Brian Wood ha contribuito alla valutazione della fattibilità di uno studio da parte del Gruppo Generale di Esperti Governativi sulla regolamentazione della produzione e del commercio di armi di piccolo calibro e armi leggere. Ha gestito un progetto sul controllo delle armi da fuoco e la sicurezza delle comunità in Malawi e contribuito alla fondazione della International Action Network of Small Arms. Ha inoltre partecipato al Censimento sulle armi di piccolo taglio con ricerche in merito, in particolare sui temi delle politiche e del controllo delle armi da fuoco. LECTIO MAGISTRALIS - CONTROLLO E LEGISLAZIONE NELL’INDUSTRIA DELLE ARMI 1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE 39 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE 2° GIORNO SABATO 17 NOVEMBRE 9.15 13.30 CONCLUSIONI VERSO UN MONDO PIÙ EQUO Moderatore: Silvia Bencivelli, Rai 3 Chiara Tonelli, Professoressa di Genetica, Università degli Studi di Milano e Fondazione Filarete, Progetto Agrisost, Italia Klaus Ammann, Chairman EFB Section on Biodiversity, Università di Berna Susan Murcott, Senior Lecturer, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, MIT Sergio Piazzi, Segretario Generale Assemblea Parlamentare del Mediterraneo Roberto Bertollini, Rappresentante OMS presso l’UE 43 44 46 Giancarlo Aragona, Vice Presidente Science for Peace Alberto Martinelli, Vice Presidente Science for Peace Kathleen Kennedy Townsend, Vice Presidente Science for Peace Umberto Veronesi, Presidente Science for Peace 67 48 50 52 11.15 PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ Andrea Riccardi, Ministro della Cooperazione internazionale e dell’integrazione* Thorbjørn Jagland, Segretario Generale del Consiglio d’Europa Emma Bonino, Vice Presidente del Senato della Repubblica Italiana Moderatore: Franco Venturini, Editorialista Corriere della Sera Guido Barbujani, Professore di Genetica, Università degli Studi di Ferrara Graziano Delrio, Sindaco di Reggio Emilia Anna Mahjar-Barducci, Autrice del libro “Italo-marocchina. Storie di immigrati marocchini in Europa” 40 * Invitato a partecipare 56 58 55 60 62 64 41 SILVIA BENCIVELLI RAI3 VERSO UN MONDO PIÙ EQUO Silvia Bencivelli Chiara Tonelli Klaus Ammann Susan Murcott Sergio Piazzi VERSO UN MONDO PIÙ EQUO 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE Silvia Bencivelli è medico ma fa la giornalista scientifi ca. Ha fatto parte della redazione di Radio3 Scienza, quotidiano scientifico di Radio3 Rai. Oggi collabora con Raitre per il programma Presadiretta. Ma anche con case editrici, festival culturali, giornali, riviste, università e agenzie di comunicazione. Nel 2008 è stata selezionata per la fellowship Giovanni Armenise - Harvard Medical School Foundation per giovani giornalisti scientifi ci, nel 2010 ha vinto il Premio speciale per la divulgazione scientifi ca Riccardo Tomassetti e a settembre 2012 ha vinto la prima edizione di Short on Work, concorso per documentari brevi sul lavoro della Fondazione Marco Biagi. Ha scritto due libri: uno, Perché ci piace la musica, è stato tradotto in francese, inglese e spagnolo ed è appena uscito in seconda edizione in italiano. Ha un blog in cui racconta il suo lavoro: www.silviabencivelli.it. Roberto Bertollini 42 43 CHIARA TONELLI Professoressa di Genetica, Università degli Studi di Milano e Fondazione Filarete, Progetto Agrisost, Italia Chiara Tonelli è Professore Ordinario di Genetica presso l’Università degli Studi di Milano, Italia, e leader del Gruppo di Genetica Molecolare delle Piante, Dipartimento di BioScienze. È membro della European Molecular Biology Organisation (EMBO). I suoi interessi scientifici spaziano dagli aspetti fondamentali della biologia delle piante, alle applicazioni biotecnologiche. Scopo principale dei suoi studi è decifrare la logica del controllo trascrizionale e della regolazione genica nelle piante, sia durante la fase di sviluppo, sia nell’interazione con l’ambiente. Ha contribuito all’identifi cazione e alla caratterizzazione molecolare di famiglie geniche responsabile del controllo coordinato della sintesi di flavonoidi e antociani nelle piante. Più recentemente ha scoperto il primo fattore di trascrizione che regola in modo specifi co i movimenti degli stomi nelle piante, scoperta che apre a nuove possibilità per il miglioramento del sopravvivenza di colture e della produttività in condizioni di scarsità d’acqua. Le sue ricerche sono fi nanziate con fondi nazionali ed internazionali. Chiara ha operato in numerosi comitati e advisory board scientifi ci in Italia e all’estero. Attualmente è membro dell’Advisory Group su Cibo, Agricoltura e Biotecnologia della Commissione Europea, nonché del Gruppo Europeo di Esperti per la Ricerca su Alimentazione e Salute; è membro del Consiglio della European Plant Science Organisation (EPSO) e del Comitato di Ricerca e Transfer Tecnologico dell’Università di Milano. È referee per diversi giornali scientifi ci internazionali e valutatore per agenzie di assegnazione di fondi di ricerca (ERC, ANR,USDA, EMBO, TWAS, Human Frontier). Dal 2005 Chiara è Segretario Generale della Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza, un ciclo di conferenze internazionali che riunisce eminenti esperti di varie discipline per discutere le implicazioni dell’avanzamento scientifi co e aumentare la consapevolezza della società nel suo insieme, non solo in merito ai benefi ci della scienza, ma anche riguardo ai problemi e ai dilemmi che il continuo progresso scientifico comporta. 44 VERSO UN MONDO PIÙ EQUO 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE L’acqua non è una risorsa infinita e la sua scarsità è un grave problema recentemente peggiorato dai cambiamenti climatici. La scarsità d’acqua è spesso all’origine di forti tensioni tra Stati. La popolazione mondiale sta crescendo in modo allarmante e si stima che raggiungerà la soglia dei sei miliardi entro la fine dell’anno 2050. Pertanto la richiesta di cibo sta contemporaneamente crescendo molto rapidamente. La siccità, assieme ad altri fattori come il freddo e l’alta salinità del terreno, è uno degli stress abiotici che limitano maggiormente la produzione e la distribuzione geografica delle specie coltivate. Per affrontare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sul rendimento dei raccolti e soddisfare la crescente domanda alimentare, è indispensabile sviluppare nuove coltivazioni caratterizzate da maggiore rendimento in condizioni di carenza idrica, e in grado di consumare meno acqua pur mantenendo un alto livello di efficienza. 45 KLAUS AMMANN Chairman EFB Section on Biodiversity, Università di Berna Nato il 6 dicembre 1940 a Bern, si è laureato a pieni voti nel 1972 presso l'Università di Berna con una tesi sulla storia della vegetazione e dei ghiacciai. Tra i vari incarichi, ha contribuito alla creazione dell'Atlante sulla diffusione delle piante in Svizzera, e ha lanciato il primo gruppo di ricerca svizzera sulla lichenologia, ha tenuto lezioni di biodiversità delle piante ed ecologia vegetale, ed è stato direttore del Giardino Botanico di Berna dal 1996 al 2006. Infi ne, è professore onorario dal 2000. Ha compiuto periodi di studio sabbatico a Bergen (Norvegia), Duke University in North Carolina, University of the West Indies in Jamaica, e presso il Giardino Botanico del Missouri a St Louis. Come professore emerito dal 2006, ha tenuto lezioni presso la Delft University of Technology e la Sabanci University di Istanbul. Per alcuni anni ha moderato il blog "Berne Debates" sulla biotecnologia delle piante, attualmente convertito nel blog ASK-FORCE facente parte della PRRI (Public Research and Regulation Initiative). Contribuisce inoltre al FORUM della European Federation of Biotechnology, ed è autore del KLAUSBLOG per la Black Sea Biotechnology Association. E' stato membro di numerosi comitati e ha condotto numerosi progetti di ricerca in Svizzera e in Europa sul flusso genico, la conservazione delle piante, la chemiosistematica dei licheni e il biomonitoraggio dell'inquinamento ambientale. Ha pubblicato studi di biogeografi a, storia della vegetazione, ecologia delle piante, sistematica delle piante, fl usso genico delle coltivazioni e loro parenti selvatici, e biodiversità agricola. Il suo credo scientifi co: il mio obiettivo è favorire l'elaborazione di soluzioni alle principali problematiche odierne, quali la protezione della biodiversità, la valutazione del rischio delle coltivazioni geneticamente modificate e il dibattito pubblico sulle biotecnologie. Tutto ciò dovrebbe contribuire a migliorare il dialogo tra i ricchi e i poveri, in uno scenario in cui la fame rappresenta tuttora il principale problema del pianeta. 46 VERSO UN MONDO PIÙ EQUO 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE La carenza di vitamina A rappresenta un problema grave per la salute, specialmente in paesi con popolazioni povere la cui alimentazione si basa sul riso. Le conseguenze a livello medico comprendono la cecità e il decesso. Nonostante gli interventi tradizionali siano parzialmente d'aiuto, essi non riescono ad evitare la morte di oltre 300.000 bambini ciechi ogni anno. Un metodo complementare di intervento consiste nella bio-fortificazione - ovvero l'aggiunta alle coltivazioni di micronutrienti in difetto - utilizzando il potenziale della genetica. Il Golden Rice è il primo esempio di applicazione delle tecnologie OGM a questo fi ne. L'aggiunta di provitamina A al seme raffinato è possibile solamente tramite l'ingegneria genetica. Un esperimento positivo nell'applicazione di tecnologie biochimiche per la sintesi della provitamina A nell'endosperma è stato concluso nel 1999. Se il Golden Rice non fosse un OMG, sarebbe stato utilizzato già dal 2002. L'impatto stimato del Golden Rice, calcolato tramite valutazioni socioeconomiche ex-ante, indica ad esempio la possibilità di salvare ogni anno 40.000 bambini indiani la cui alimentazione si basa sul riso. Data la presente regolamentazione, le varietà di OMG sono sottoposte a costi aggiuntivi di circa 20 milioni di dollari e richiedono dieci anni in più per essere sviluppate. Numerosi studi indipendenti condotti da istituzioni pubbliche hanno dimostrato che non sussiste nessun fondamento scientifi co che giustifi chi la necessità di regolamentare gli OMG in modo specifi co. Se il sistema non verrà adeguato alla base scientifi ca, l'enorme potenziale per il bene pubblico rappresentato dalle tecnologie OGM andrà sprecato, e centinaia di milioni di persone povere nei paesi in via di sviluppo ne pagheranno le conseguenze. 47 SUSAN MURCOTT Senior Lecturer, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, MIT Susan Murcott è Senior Lecturer presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del MIT. Il suo impegno consiste nel sensibilizzare l’opinione pubblica e contribuire all’accesso all’acqua pulita a livello globale, con particolare attenzione all’ultimo miliardo, ovvero il settimo della popolazione mondiale in condizioni di maggior necessità. Nei suoi primi dieci anni di lavoro nel campo dell’ingegneria ambientale, si è dedicata allo studio di programmi innovativi per il trattamento e il riutilizzo delle acque refl ue nelle megalopoli. Dal 1997, si è imposta come leader nel settore emergente del trattamento domestico e lo stoccaggio sicuro dell’acqua potabile, prendendo parte a progetti del MIT in dieci paesi diversi. La sua missione attuale è quella di garantire entro i prossimi cinque anni l’accesso ad acqua potabile, servizi sanitari e igiene a oltre un milione di persone nel Ghana settentrionale, dove ha fondato assieme a partner locali un’ impresa sociale, la Pure Home Water, e fatto costruire uno stabilimento di filtri per l’acqua in ceramica. È tra i fondatori dell’International Network to Promote Household Drinking Water Treatment and Safe Storage dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Presso il MIT, Susan Murcott è docente presso il corso di laurea di secondo livello in “Acqua e infrastrutture sanitarie nei paesi in via di sviluppo” e di due insegnamenti di laurea di primo livello: “La crisi globale dell’acqua dolce” e “Diffusione delle innovazioni nei settori dell’acqua, sanità, igiene e ambiente.” Ha contribuito all’avvio del master in “Ingegneria per lo Sviluppo Sostenibile” presso la Cambridge University, e ha condiviso la cattedra di “Sviluppo sostenibile per grandi progetti infrastrutturali” e “Design per i paesi in via di sviluppo”, in seno al Cambridge-MIT Institute (CMI). È autrice di oltre 50 pubblicazioni professionali e del libro Arsenic in the World: an International Sourcebook (IWA, 2012). 48 VERSO UN MONDO PIÙ EQUO 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE Le tecnologie per il trattamento domestico e lo stoccaggio sicuro dell’acqua potabile (HWTS) consistono in una serie di tecniche innovative e a basso costo per aiutare l’ultimo miliardo della popolazione mondiale fornendo acqua potabile microbiologicamente pulita nelle zone in cui la rete idrica è inesistente o non affidabile. La Pure Home Water è un’impresa sociale che produce e vende una tipologia di HWTS che promette risultati incoraggianti, ovvero i filtri per l’acqua in ceramica. Dieci anni fa, alcuni ricercatori del MIT furono tra i primi scienziati indipendenti a testare e verifi care l’effi cacia di questi fi ltri. Da allora, il nostro team nel Ghana settentrionale, che comprende personale locale e oltre 100 ricercatori del MIT in visita, ha dato lavoro a donne e uomini della zona, costruito uno stabilimento e consentito l’accesso ad acqua microbiologicamente pulita ad oltre 100.000 persone. La nostra strategia di marketing e distribuzione a breve termine si fonda su un sistema sussidiario: le persone provenienti da zone rurali o degradate che guadagnano meno di un dollaro al giorno possono acquistare i filtri al prezzo scontato di 3 dollari l’uno; le persone a reddito medio che vivono in zone urbane pagano i filtri a prezzo pieno, 25 dollari; infi ne, chi non ha problemi di approvvigionamento può “acquistare un litro” (di acqua imbottigliata) e “restituire molti litri” (di acqua filtrata). La nostra strategia a medio e lungo termine si basa invece su una serie di modelli e prezzi che permettano a tutti i clienti di pagare il prodotto a prezzo pieno, sia in un’unica soluzione che tramite microfinanziamento. Rispetto alla singola fabbrica in un unico paese di dieci anni fa, oggi possiamo contare su 36 stabilimenti di filtri in ceramica in 18 paesi diversi. Il nostro sogno di “scienza per la pace” è di raggiungere la cifra di 100 stabilimenti in 100 paesi. 49 SERGIO PIAZZI Segretario Generale Assemblea Parlamentare del Mediterraneo L’Ambasciatore Sergio Piazzi è un ex allievo della scuola militare Nunziatella di Napoli. Ha conseguito un dottorato di laurea in Scienze politiche presso l’Università degli Studi di Napoli e ha frequentato l’Istituto Diplomatico di Roma. Ha inoltre acquisito un master in Economia e commercio internazionale a Roma, e un certificato in Crisis Management presso la University of Wisconsin, USA. L’Ambasciatore Piazzi è stato Political Offi cer presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti nei primi anni Ottanta. Ha coordinato le operazioni di sostegno umanitario dell’ONU nell’Etiopia settentrionale dal 1985 al 1988. Ha inoltre elaborato e gestito il programma dell’ONU sull’utilizzo di strumenti internazionali di difesa militare e civile nella gestione delle calamità dal 1989 al 1995. Nel 1996, è stato eletto capo dell’ufficio regionale del Dipartimento per gli Affari Umanitari dell’ONU per l’Europa e la Comunità degli Stati Indipendenti. Dal 2001 al 2006, è stato responsabile delle relazioni esterne per l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari. Nel gennaio del 2007, è stato eletto Senior Adviser per gli affari europei. E’ stato inoltre responsabile per le politiche di cooperazione presso il Consiglio dell’Unione Europea, la Commissione Europea, la NATO, la Lega Araba, il G77, il G8, l’OIC, il Consiglio d’Europa e l’OSCE, e le loro assemblee parlamentari. Nell’aprile 2007, l’ambasciatore Piazzi è stato nominato Segretario Generale dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Nel corso della sua carriera, l’Ambasciatore Piazzi ha intrapreso, tra vari incarichi, quello di rappresentante ONU in Romania nel 1989-90, delegato dell’UNDRO (United Nations Disaster Relief Organization) nella regione del Golfo Persico nel 1990 come assistente speciale di Matti Ahtisaari; consulente politico del rappresentante speciale del segretario generale in Iraq nel periodo 1991-92; rappresentante ONU presso l’Operazione Turquoise in Ruanda nel 1994. Ha inoltre condotto le trattative per il cessate il fuoco in Georgia nel 1994, e coordinato l’assistenza internazionale in Polonia nel 1997 e in Turchia nel 1999. Ha sviluppato il quadro di riferimento politico ONU/ NATO per la cooperazione nella gestione di emergenze civili nel contesto della Partnership for Peace (PfP). Nel 2000, l’Ambasciatore Piazzi ha organizzato il Forum di Friburgo, la Conferenza Ministeriale dell’ONU sulla Cooperazione e Coordinamento Europeo nella gestione delle crisi. Nel 2001, ha portato a conclusione il protocollo di cooperazione trilaterale tra ONU, Grecia e Turchia. Nel 2004, ha partecipato alle trattative tra ONU e Unione Europea sulla cooperazione in operazioni di emergenza. Nel 2005, è stato nominato Vice Assistente Segretario Generale per le operazioni della NATO. L’Ambasciatore Piazzi è cittadino italiano. 50 VERSO UN MONDO PIÙ EQUO 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE L’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM), una rete di relazioni diplomatiche parlamentari senza precedenti che coinvolge la regione mediterranea e oltre, si è da sempre dedicata ai settori dell’acqua e dell’energia come risorse fondamentali e strategiche per l’area del Mediterraneo. Nel corso degli anni, la PAM ha condotto alcune analisi sulla disponibilità di risorse idriche nella regione, tenendo in considerazione la necessità urgente di aumentare la consapevolezza su questa problematica tra tutti i parlamenti membri e la società civile, e l’impatto dell’utilizzo di tali risorse causato dalle attività umane ed economiche. Le sfi de riguardanti il settore dell’energia nella regione mediterranea, e in particolare la crescente domanda e bisogno di misure di protezione ambientale, sono anch’esse una priorità fondamentale per la nostra assemblea. Entrambe le tematiche vengono discusse all’interno di gruppi di lavoro specifici che rientrano nel secondo comitato permanente della PAM per la protezione economica, sociale e ambientale. La PAM è convinta che l’accesso a queste risorse vitali sia una problematica che tutte le parti in causa devono affrontare, rafforzando il dialogo, la collaborazione e la cooperazione tra i paesi stessi e a livello regionale, internazionale e globale, tra istituzioni (parlamenti, governi, enti di regolamentazione), enti pubblici e privati (nei settori dell’istruzione, ricerca e sviluppo, industria, commercio, fi nanza, comunicazione), i consumatori e le loro associazioni e organizzazioni rappresentative. La PAM ritiene inoltre che una piattaforma di networking ben strutturata e comprensiva, come l’iniziativa di Science for Peace, rappresenti il contesto migliore per progredire verso risultati tangibili e garantire sviluppo sostenibile nella regione. L’energia e l’acqua, assieme ad altre tematiche correlate, sono a loro volta associate alla stabilità politica ed economica, oltre alla pace sociale nella regione. Per questa ragione, la PAM ha scelto di adottare un approccio multisettoriale per rafforzare ulteriormente il legame tra il proprio impegno su queste questioni e la promozione della pace, la sicurezza, e la stabilità nel Mediterraneo. Il tutto in collaborazione con le Nazioni Unite, grazie al suo ruolo di osservatore presso l’Assemblea Generale dal 2009. 51 ROBERTO BERTOLLINI Rappresentante OMS presso l’UE Dall’ottobre 2011, Roberto Bertollini (Laurea in Medicina, Master of Public Health) è rappresentante dell’OMS all’UE (Bruxelles) e direttore scientifi co dell’uffi cio regionale per l’Europa dell’OMS. Dal 2007 al 2010, ha ricoperto il ruolo di coordinatore dell’unità per le evidenze e le politiche per l’ambiente e la salute del dipartimento di Salute pubblica e ambiente dell’OMS a Ginevra, con l’incarico di elaborare la politica globale dell’OMS e la risposta alle conseguenze dei cambiamenti climatici sulla salute. Prima di questo incarico, dal dicembre 2000 è stato Direttore della divisione di supporto tecnico della “Health Determinants” all’uffi cio regionale dell’OMS per l’Europa a Copenhagen. Dall’ottobre 2004, è stato Direttore del programma speciale EURO dell’OMS sulla salute e l’ambiente, con sede a Copenhagen, Roma, e Bonn. Precedentemente è stato direttore della sede di Roma del Centro Europeo Ambiente e Salute dell’OMS, a partire dal 1993. Prima di entrare a far parte dell’OMS, ha lavorato presso l’unità di epidemiologia della Regione Lazio. Nel corso della sua esperienza professionale, ha intrapreso missioni in vari paesi europei e africani, a sostegno dell’implementazione di progetti di cooperazione nel campo della salute. Il dottor Bertollini ha conseguito la laurea in medicina e la specializzazione in pediatria, e un Master in salute pubblica presso la Johns Hopkins University nel 1983. Le sue principali aree di interesse professionale comprendono lo studio delle conseguenze dell’ambiente sulla salute, e in particolare gli effetti delle minacce emergenti quali i cambiamenti climatici, le conseguenze sulla salute dello stile di vita e dei fattori socioeconomici, quali tabacco, alcol e alimentazione, l’applicazione dell’epidemiologia allo sviluppo di politiche per la salute pubblica e la valutazione di programmi e pratiche di salute pubblica. Il Dottor Bertollini è autore di molti articoli scientifi ci e ha contribuito a numerosi libri, ha concesso interviste e partecipato a vari programmi televisivi e radiofonici dedicati a problematiche di salute pubblica sia in Italia che all’estero. 52 VERSO UN MONDO PIÙ EQUO 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE La disponibilità di risorse naturali in qualità e quantità adeguate è essenziale per la salute umana. Malattie letali che hanno devastato l’umanità nel corso dei secoli sono state sconfitte dal miglioramento delle condizioni di vita e dalla disponibilità di risorse come acqua potabile, alimenti ed energia. Da sola, la disponibilità di acqua potabile ha non solo determinato la sconfi tta delle malattie legate alla sua contaminazione, ma anche contribuito alla riduzione delle malattie legate alla mancanza di igiene nell’ambiente di vita e di lavoro. Tuttavia, in questi primi anni del XXI secolo, mentre una parte della popolazione mondiale è ancora senza accesso a essenziali risorse naturali, assistiamo a fenomeni globali, che attraverso il cambiamento del clima e la diffusa contaminazione dell’ecosistema, prefigurano nei prossimi decenni condizioni ambientali che potranno presentare nuove situazioni di rischio e di penuria di risorse essenziali per la vita e il benessere. La relazione tra salute e accesso alle risorse verrà illustrata a partire dalle evidenze scientifiche e dai dati storici e seguita da una presentazione degli scenari futuri legati ai cambiamenti climatici con riferimento agli effetti sulla salute e alle possibili strategie di risposta. 53 FRANCO VENTURINI Editorialista del Corriere della Sera PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ Franco Venturini Thorbjørn Jagland Emma Bonino Guido Barbujani Graziano Delrio Franco Venturini nasce nel 1946 a Venezia e frequenta le scuole francesi fi no al Baccalauréat ottenuto nel 1965 con specializzazione in Filosofi a. Successivamente si laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Roma con una tesi di Politica economica pubblicata dal Ministero del Tesoro. La sua attività giornalistica comincia negli Anni ‘70 al Tempo diretto da Gianni Letta dove diventa capo del Servizio esteri e Inviato speciale. Nel 1986 viene chiamato al Corriere della Sera, e dopo pochi mesi assume la carica di corrispondente da Mosca in coincidenza con l’esplosione della perestrojka gorbacioviana. Rientrato in Italia nel 1988 diventa editorialista di politica internazionale del Corriere, mansione che svolge tuttora. Franco Venturini è stato insignito della Legion d’Onore della Repubblica Francese ed è Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Ha vinto il Premio Hemingway e il Premio Barzini. PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE Anna Mahjar-Barducci 54 55 THORBJØRN JAGLAND Segretario Generale del Consiglio d’Europa Thorbjørn Jagland, nato il 5 novembre 1950 a Drammen, in Norvegia, è il Segretario Generale del Consiglio d’Europa. Nel 2009 è stato eletto presidente del Comitato per il Nobel Norvegese, che assegna ogni anno il Premio Nobel per la Pace. I temi principali della vita politica di Thorbjørn Jagland comprendono lo sviluppo della democrazia liberale in Occidente, con particolare attenzione alla parità dei diritti sociali, la partecipazione alla vita pubblica e la coerenza a livello nazionale. E’ stato uno degli uomini politici norvegesi maggiormente impegnati a livello internazionale e da molti anni è un sostenitore attivo dell’Unione Europea e dell’appartenenza della Norvegia all’UE. E’ uno degli più illustri e richiesti oratori tra i circoli accademici e politici norvegesi. È stato Primo Ministro della Norvegia dal 1996 al 1997 e Ministro degli Esteri dal 2000 al 2001. È stato inoltre Presidente del Parlamento norvegese dal 2005 al 2009. Ha poi rivestito numerosi incarichi parlamentari presso le istituzioni europee e transatlantiche, incarichi politici internazionali, incarichi politici nazionali e locali. Nel corso della sua carriera politica, Jagland ha redatto numerosi articoli, pubblicazioni e libri su temi di politica norvegese e internazionale, con particolare attenzione alle tematiche europee. Nel 1990, ha pubblicato il libro “Min Europeiske Drøm” (“Il mio sogno europeo”). 56 L’Europa sta attraversando una profonda crisi economica, la più lunga mai sperimentata nel corso dell’ultimo secolo e oltre. Le conseguenze sociali provocate dalla crisi mettono a rischio alcune delle virtù fondamentali dell’identità europea. L’Europa è chiamata a dover gestire la diversità. I pregiudizi contro gli immigrati, l’intolleranza sulla base di differenze religiose, i messaggi di odio, la nascita di società parallele e la crescita di estremismi politici minacciano la coerenza delle società europee. La risposta a queste minacce è frammentata e indebolita da considerazioni di tipo politico. L’Europa deve rispondere in modo coeso. Questa reazione potrà avere successo soltanto grazie a una leadership audace e lungimirante. I politici devono svolgere un ruolo chiave in questo processo, ma è necessario creare un consenso ampio per difendere il modello europeo. L’azione dovrà essere quanto più inclusiva ed estendersi ai leader di tutti i settori della vita quotidiana. Il rapporto “Living Together,” preparato sotto l’egida del Consiglio d’Europa, propone una serie di raccomandazioni strategiche e specifiche per spingere gli attori coinvolti a rispondere alle minacce identificate. E’ necessario dedicare maggiore attenzione ai giovani, oggi particolarmente esposti agli effetti negativi della crisi. Spetta a loro valutare in che tipo di società vorranno vivere nel futuro. Le giovani generazioni rappresentano il futuro del modello europeo di tolleranza, e sono pertanto gli attori principali del progetto europeo. Il modello europeo di tolleranza andrà tradotto in chiari principi e buone pratiche comuni. Solo gestendo le diversità al suo interno in modo effi cace, l’Europa rimarrà un luogo in cui la pace potrà regnare in un contesto di dignità e libertà. PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE 57 EMMA BONINO Vice Presidente del Senato della Repubblica Italiana Emma Bonino è nata il 9 marzo del 1948 a Bra (Cuneo). Laureata all’Università Bocconi in Lingue e letteratura straniera. Dopo aver iniziato la sua militanza nel Partito Radicale, fonda nel 1975 il Cisa (Centro informazione, sterilizzazione e aborto). Un anno dopo viene eletta alla Camera dei Deputati dove sarà rieletta nel 1979, 1983, 1987, 1992, 1994 e 2006. Alle elezioni 2008 entra al Senato come radicale nel Gruppo Pd. E’ Vice-Presidente del Senato. Nel 1978 è Segretaria dell’associazione “Food and disarmament International”. Nel 1979 diventa deputato del Parlamento Europeo (riconfermata nel 1984, 1999 e 2004). In quegli anni parte la campagna di mobilitazione internazionale contro lo sterminio per fame nel mondo. Dal 1995 al 1999 è commissario europeo per la Pesca, la Politica dei consumatori e gli aiuti umanitari di emergenza. Nel 1997, dopo un sequestro lampo a Kabul da parte dei Talebani, denuncia in tutto il mondo le terribili condizioni di vita delle donne afghane promuovendo la campagna internazionale “Un fiore per le donne di Kabul”, come pure, nel 2001, quella per l’inclusione delle donne nel Governo ad interim in Afghanistan. Dal 2000 è tra i promotori di una campagna mondiale per lo sradicamento delle mutilazioni genitali femminili (MGF) e per la ratifi ca del protocollo di Maputo da parte dei Paesi dell’Unione Africana. Per l’Unione europea è stata Capo delegazione della missione degli osservatori elettorali in Ecuador (2002) e in Afghanistan (2005). È nominata Rappresentante del governo italiano alla Conferenza Intergovernativa della Comunità delle Democrazie a Seul nel 2002 e a Santiago del Cile nel 2005. Nel maggio 2006 viene nominata Ministro del Commercio Internazionale e per gli Affari europei nel Governo Prodi. È membro del Comitato Esecutivo dell’International Crisis Group (ICG), dell’European Council on Foreign Relations ed è tra i fondatori delle ONG Non c’è Pace Senza Giustizia e Nessuno tocchi Caino. 58 L’Europa è sempre stata caratterizzata dalla diversità. Diversità grazie alla quale ha potuto progredire ottenendo i suoi più grandi successi, per quanto la diversità demonizzata sia stata causa di alcune delle sue tragedie più immani. In un’epoca che ci ha portato ad un confronto involontario, imprevisto, e spesso drammatico con “l’altro” è essenziale affrontare la sfida delle diversità a viso aperto. Purtroppo, questo fenomeno viene invece troppo spesso colto - o, peggio, frainteso - nel quadro di riferimento della vecchia visione di un’uguaglianza o disuguaglianza racchiusa nel recinto dello stato nazionale. Con il risultato che molte società sembrano più impegnate a coltivare la disuguaglianza che l’uguaglianza. Per questo occorre continuare a lavorare con determinazione sulla strada della legalizzazione democratica dell’Unione europea, basata su di una visione federalista delle sue istituzioni. Quello che io preferisco chiamare gli Stati Uniti d’Europa. PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE 59 GUIDO BARBUJANI Professore di Genetica, Università degli Studi di Ferrara Guido Barbujani (Adria, 31 gennaio 1955) ha lavorato alla State University of New York a Stony Brook (New York), al Queen Mary College dell’Università di Londra, alle Università di Padova e Bologna, e dal 1996 è professore di Genetica all’Università di Ferrara. Col suo gruppo, si occupa di biodiversità umana e dell’analisi del DNA in popolazioni moderne e antiche. Collabora al Sole 24 Ore. Oltre agli articoli scientifi ci, ha pubblicato quattro romanzi: Dilettanti (Marsilio 1994 e Sironi 2004), Dopoguerra (Sironi 2002), Questione di razza (Mondadori 2003) e Morti e sepolti (Bompiani 2010) e tre saggi scientifici: L’invenzione delle razze (Bompiani 2006), Europei senza se e senza ma (Bompiani 2008) e, con Pietro Cheli, Sono razzista, ma sto cercando di smettere (Laterza 2008). 60 Gli esseri umani sono diversi, sia a livello biologico che culturale. Per secoli gli scienziati hanno tentato di raggrupparli in piccoli numeri di insiemi, razze o sottospecie naturali, ciascuno composto da una serie di individui biologicamente simili. Tuttavia, tali sforzi sono sfociati in una quantità di cataloghi razziali differenti, comprendenti ognuno da 2 a 200 voci, ognuno incoerente rispetto agli altri. Negli anni Sessanta, Frank Livingstone propose di abbandonare il concetto stesso razza negli esseri umani, basandosi sulla premessa che le differenze esistono ma che la nostra biodiversità è di carattere continuo ed è distribuita in gradienti, piuttosto che discontinua e interrotta da limiti che in altre specie (per esempio, gli orangotanghi) rappresentano barriere riproduttive tra le sottospecie. Al contrario, Theodosius Dobzhansky era fi ducioso nel fatto che attraverso il progresso nella ricerca genetica si potesse alla fine determinare un catalogo di razze umane coerente. Con lo sviluppo di progetti a larga scala per esplorare il genoma umano siamo ora nella posizione di poter considerare chi avesse ragione, se Livingstone o Dobzhansky. Oggi sappiamo che più della metà delle varianti genetiche umane è cosmopolita, ovvero presente, con frequenze diverse, in tutti i continenti; un’altra frazione significativa è nello specifico la variante africana, mentre pochissimi aploidi appaiono limitati agli altri continenti. Mediamente ogni popolazione umana include un tasso molto ampio di diversità genetica delle specie a livello globale, cosicché membri della stessa popolazione sono a volte molto diversi l’uno dall’altro, come dimostrano le comparazioni relative alla sequenza completa del genoma. Evidenze di carattere fossile e genetico concorrono a indicare che gli esseri umani moderni ebbero origine in Africa, da dove si diffusero circa 60.000 anni fa, rimpiazzando forme umane pre-esistenti e infine colonizzando l’intero pianeta. L’assenza di limiti razziali è verosimilmente conseguenza dell’età relativamente giovane della nostra specie e degli estesi scambi migratori tra le popolazioni. Ciò non lascia speranza per la definizione di una medicina razziale, ma una migliore comprensione del nostro patrimonio genetico sarà cruciale per lo sviluppo di trattamenti medici personalizzati. PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE 61 GRAZIANO DELRIO Sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio è sindaco di Reggio Emilia dal 2004 e dall’ottobre 2011 è presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani. È nato nel 1960 a Reggio Emilia, è laureato in medicina, specializzato in endocrinologia. Ricercatore universitario con studi in Gran Bretagna e Israele, è sposato con Annamaria, padre di nove fi gli, è cresciuto respirando i valori della sinistra riformista, del cattolicesimo democratico e dell’impegno sociale. Con l’Associazione Giorgio La Pira, di cui è stato fondatore e presidente, ha promosso iniziative culturali e di solidarietà. È stato eletto in consiglio comunale nel 1999 e consigliere della Regione Emilia-Romagna nel 2000, diventando presidente della Commissione sanità e politiche sociali. Nel 2004 l’elezione a sindaco di Reggio Emilia con il 63% per il primo mandato, con l’Unione. Nel 2009 la riconferma con il 52,4%. È presidente del comitato promotore della campagna per i diritti di cittadinanza “L’Italia sono anch’io”. Ha recentemente pubblicato per Donzelli, Saggine, il libro “Città delle persone. L’Emilia, l’Italia e una nuova idea di buon governo” (2011). 62 La nostra idea di città mette al centro la relazione tra le persone, quindi la comunità. La parola “persona”, compresa l’interpretazione dal latino per se ad alium, include la relazione. E’ nella relazione con l’Altro, che defi nisco la mia identità, la politica stessa nasce nella relazione e nell’incontro con ciò che è diverso. Come società, possiamo adottare due reazioni diverse: bonding, la relazione tra gruppi omogenei chiusi, oppure bridging, cioè la relazione tra gruppi disomogenei aperti, relazione inclusiva e diffusiva. La cura genera cura, l’attenzione genera attenzione. Un bambino che riceve fi ducia darà fi ducia. Il prendersi cura delle persone, così come dello spazio comune, è espressione del senso di appartenenza e convivenza. Allora, l’ambiente culturale in cui vorremmo crescessero i nostri figli è esattamente questo: quello che dice che l’Altro non è un nemico, che l’Altro è un’opportunità. PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE 63 ANNA MAHJAR-BARDUCCI Autrice del libro “Italo-marocchina. Storie di immigrati marocchini in Europa” Anna Mahjar-Barducci è una giornalista, ricercatrice e scrittrice italomarocchina. È cresciuta tra la Versilia, il Marocco e la Tunisia; ha trascorso parte della sua infanzia in Zimbabwe, Senegal, Guinea Conakry e Gambia. Ha vissuto, a lungo, in Pakistan, dove ha studiato. La mamma è musulmana, il padre cristiano e il marito ebreo. Vive tra Washington e Gerusalemme. I suoi articoli sono apparsi su varie testate mediorientali, nonché italiane ed europee. È presidente dell’Associazione Arabi Democratici Liberali, che ha sede a Roma. In Italia, ha pubblicato “Italo Marocchina. Storie di immigrati marocchini in Europa” (Diabasis, 2009) e “Pakistan Express” (Lindau, 2011). 64 La soluzione ai pregiudizi e all’incomprensione reciproca è l’integrazione. Ma non attraverso il solo multiculturalismo, perché questo, senza integrazione, diventa soltanto sinonimo di ghettizzazione. L’integrazione è l’omogeneizzazione delle popolazioni nella diversità della religione e della cultura d’origine, che normalmente potrebbe portare allo scontro se non viene creato un sentimento di appartenenza comune che trascenda le differenze. La costruzione di questo sentimento dovrebbe essere uno dei compiti della scuola, che deve ritrovare il proprio ruolo sociale. La scuola è un potente strumento di integrazione sia per gli immigrati sia per le seconde generazioni. Gli immigrati di ogni fascia d’età possono trovare dei corsi serali accoglienza e imparare l’italiano, acquisendo così i primi mezzi essenziali di inserimento sociale. Alle seconde generazioni, la scuola offre loro opportunità e l’interazione con i propri coetanei. Ma per giocare un ruolo di rilievo nella società e nella formazione delle future generazioni, la scuola deve cominciare ad allontanarsi dall’anacronistica tradizione nozionistica, per seguire invece un obiettivo di formazione di cittadinanza attiva. Solo in questo modo si può costruire il senso di appartenenza di un giovane fi glio di immigrati, che comprende a sua volta il riconoscimento stesso da parte dei suoi coetanei e della società dominante. Lo strumento più importante di integrazione ci viene però offerto dall’Europa. Non si può infatti trascurare che siamo oggi non solo Italiani ma anche Europei. Il concetto di integrazione delle seconde generazioni deve quindi essere rivisto anche rispetto alla costruzione europea, che induce a una segmentazione identitaria. Questa segmentazione, rafforzata dalla mondializzazione, crea una molteplicità di confl uenze identitarie, rendendo la distinzione tra “noi” e “loro” sempre più labile. Allo stesso tempo, permette anche una stratificazione delle identità, in modo che l’individuo possa sentirsi Europeo, Italiano o di qualunque altra etnia. PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE 65 CONCLUSIONI 2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE GIANCARLO ARAGONA Vice Presidente Science for Peace CONCLUSIONI 66 14 Novembre 1942 nasce a Messina. Marzo 1969 entra nel Servizio Diplomatico Italiano. Gennaio 1972 Ambasciata Italiana a Vienna, Secondo Segretario. Novembre 1974 Console a Freiburg in Breisgau (Germany). Aprile 1977 Consigliere e Vice Capo Missione presso l‘Ambasciata Italiana a Lagos, Nigeria. Giugno 1980 Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per gli Affari Politici, Ufficio Africa. Maggio 1982 Ministero degli Affari Esteri, Dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo, Capo dell’Ufficio del Mediterraneo e del Medio Oriente. Luglio 1984 Ambasciata Italiana a Londra, Primo Consigliere Politico e Rappresentante Permanente Aggiunto all’Unione Europea Occidentale. Novembre 1987 Missione Permanente Italiana presso la NATO a Bruxelles. Ministro e Vice Rappresentante Permanente. Agosto 1992 Ministero della Difesa, Consigliere Diplomatico del Ministro della Difesa. Giugno 1994 Ministero degli Affari Esteri, Vice Capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri. Gennaio 1995 Capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri. Giugno 1996 Segretario Generale dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, a Vienna. Giugno 1999 Ambasciatore Italiano a Mosca. Ottobre 2001 Ministero degli Affari Esteri, Direttore Generale degli Affari Politici. Febbraio 2004 Ambasciatore Italiano a Londra. Settembre 2009 Nominato dal Segretario Generale della NATO, Membro del Gruppo di Esperti presieduto dall’ex Segretario di Stato USA, Madeleine Albright, incaricato della preparazione del Nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza Atlantica. Dicembre 2009 Termina il servizio attivo nella carriera Diplomatica Italiana. Da Luglio 2010 Presidente dell’Istituto Mediterraneo di Ematologia (IME). Da Ottobre 2010 Presidente di Sogin S.p.A. (Società Gestione Impianti Nucleari), la società statale incaricata dello smantellamento delle centrali nucleari italiane. Da Gennaio 2012 Presidente dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), Milano. 67 4a CONFERENZA MONDIALE - 16 E 17 NOVEMBRE 2012 PRESIDENTE Umberto Veronesi SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA VICE PRESIDENTI Kathleen Kennedy Townsend - Giancarlo Aragona - Alberto Martinelli IN COLLABORAZIONE CON COMITATO D’ONORE Prince Albert II of Monaco - H.H. The Dalai Lama - Alexei Abrikosov - George A. Akerlof - Zhores Alferov - Giorgio Armani - Daniel Barenboim - Roberto Benigni - Ingrid Betancourt - J. Michael Bishop - Emma Bonino - Nicoletta Braschi - Mario R. Capecchi - Aaron Ciechanover - Claude Cohen-Tannoudji - Francesca Comencini - Shirin Ebadi - Umberto Eco - Rita El Khayat - Gerhard Ertl - Albert Fert - Massimiliano Fuksas Tara Gandhi - Giacomo Guerrera - Margherita Hack - John L. Hall - Alan J. Heeger - Harold Walter Kroto - Serge Latouche - Zubin Mehta - Rita Levi- Montalcini - Luc Montagnier - Noa - Paul M. Nurse - Moni Ovadia - Ferzan Ozpetek - Renzo Piano - Paolo Pobbiati - Raffaella Ravinetto - Red Cross Italy - Rete Italiana per il Disarmo - Mons. Marcelo Sanchez Sorondo - Save the Children - Giorgio Schultze - Sandro Veronesi Frank Wilczek - Harald Zur Hausen BOARD OF TRUSTEES Jacques Bernier - David Blackbourn - Bruce Chassy - Barbara Corkey - Daniel Dennett - Elfath Eltahir - Ahmed F. Ghoniem - Marc Hauser - Richard Klausner - John Lupien - Villoo Morawala Patell - Edgar Morin - Susan Murcott - Philip Pettit - Steven Pinker Tomaso Poggio - Luigi Ramponi - Vaclav Smil - Paula Stephan - Ian Tattersall - Jeff Tester - David Tilman - Adolfo Vannucci - Tilahun Yilma COMITATO PROMOTORE Paolo Veronesi - Pascal Acot - Peter Atkins - Guido Barilla - Benedetta Barzini - Luigi Bazzoli - Maria Bettetini - Michael W. Bevan - Nanni Bignami - Edoardo Boncinelli Mario Boselli - Chris Bowler - Diana Bracco - John Broome - Eva Cantarella - Carlo Casonato - Franco Cavalli - Alessandro Cecchi Paone - Angelo Chessa - Luca Cordero di Montezemolo - Alberto Costa - Lella Costa - Paolo Costantino - Rosanna D’Antona Maurizio Dallocchio - Concetta De Cicco - Enrico Decleva - Pier Paolo Di Fiore - Manuela Dviri Vitali Norsa - E.L.S.A. - Bruno Ermolli - Tecumseh Fitch - Gabriele Galateri di Genola - Viviana Enrica Galimberti - Giorgio Gallo - Laura Gancia - Giulio Giorello Aron Goldhirsch - Michael Grätzel - Gunther Hasinger - Dirk Inzé - Jonathan Jones - John Krebs - Stéphane Lissner - Cathie Martin - Federico Mayor - J. Gordon Mc Vie - Daniela Memmo D’Amelio - Francesco Micheli - Fabio Mini - Giorgio Noseda - Franco Pacini Charlie Paton - Michael Peckham - Pier Giuseppe Pelicci - Laura Pellegrini - Emilio Petrone Mario Pianta - Telmo Pievani - Luigi Piro - Ingo Potrykus - Pere Puigdomènech - Giovanni Puglisi - Luigi Ramponi - Mahdi Rezai - Amedeo Santosuosso - Louis Schlapbach - Franco Scelsi - Maurizio Sella - Piero Sierra - Laura Taveggia - Chicco Testa - Corrado Tomassini Chiara Tonelli - Bruno Vespa - Francesco Vignarca - Barbara Vitti - Lewis Wolpert 68 CON IL PATROCINIO DI SUPPORTANO IL PROGETTO Comunità di SANT’EGIDIO Croce Rossa Italiana PARTNER MEDIA PARTNER 69 Segreteria organizzativa: Fondazione Umberto Veronesi - Piazza Velasca 5 - 20122 - Milano Tel +39 02 76018187 - Fax +39 02 76406966 www.scienceforpeace.it www.fondazioneveronesi.it
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