- sabato 20 settembre 2014 - TASSULLO l'Adige - Pagina: 43 - Spaventa l’annuncio di esuberi. Sindacati in allerta: «La mobilità è comunque tarata solo su eventuali volontari, avranno un incentivo di 12 mila euro», L’assemblea chiede che il vertice aziendale con Confindustria si tenga in Trentino invece che a Bologna: «Disposti anche a iniziative a oltranza» Ultimatum dei dipendenti «Pagateci, o sarà sciopero» GUIDO SMADELLI TASSULLO - Sindacati e lavoratori danno un ultimatum ai vertici di Tassullo Spa. O entro martedì prossimo saranno pagati tutti gli stipendi arretrati non ancora erogati per i mesi di giugno (degli anticipi sono stati fatti) e luglio, o i dipendenti dell’azienda anaune incroceranno le braccia. La decisione è stata presa ieri, in occasione dell’assemblea dei lavoratori conseguente all’incontro tra vertici aziendali, sindacati e Confindustria avvenuto giovedì a Bologna: e non è la sola «linea dura» annunciata. «Abbiamo informato i lavoratori della decisione di Tassullo Spa di mettere in mobilità dei dipendenti», spiega Maurizio Zabbeni, sindacalista Cgil, che ha partecipato all’assemblea in fabbrica assieme ai colleghi Fabrizio Bignotti (Cisl) e Gianni Tomasi (Uil). «La mobilità è comunque tarata solo su eventuali volontari, ai quali sarà riconosciuto un incentivo di 12 mila euro», chiarisce Zabbeni. «Ma il problema non è per chi se ne va, c’è invece per chi rimane...». Proprio per questo i lavoratori hanno dato incarico ai sindacalisti di stendere un comunicato da inviare in giornata alla dirigenza di Tassullo Spa (che ne è stata informata anticipatamente anche via sms), in cui viene chiesto che entro martedì 23 settembre da parte dell’azienda sia dimostrato il pagamento di tutti gli stipendi arretrati inerenti i mesi di giugno e luglio. Caso contrario, mercoledì mattina a Tassullo Spa tutti i dipendenti incroceranno le braccia. «E non solo per la giornata di mercoledì, c’è la volontà di astenersi dal lavoro anche ad oltranza», viene affermato. Ma non basta. Nella lettera saranno chieste altre cose. Dato che è stata programmata una riunione tra Confindustria e vertici aziendali per metà ottobre, sempre a Bologna, in occasione della quale l’amministratore delegato Stefano Odorizzi esporrà il futuro organizzativo dell’azienda, viene chiesto che tale incontro abbia invece luogo in Trentino, anche perché il futuro di Tassullo Spa riguarda soprattutto dipendenti che lavorano nelle sedi di Mollaro e Tassullo, in assoluta maggioranza rispetto a quanti sono al lavoro negli stabilimenti di Solferino (Lombardia) e Ozzano Monferrato (Piemonte). Occasione in cui, viene annunciato, «tutti i dipendenti di Tassullo Spa saranno sotto la finestra dove si svolge l’incontro. Quel giorno non si lavorerà, e i dipendenti saranno in attesa di quanto riporteranno i rappresentanti sindacali ad incontro concluso». Per quel momento non ci dovranno più essere pagamenti di stipendi in arretrato; e dovranno essere date garanzie sul futuro ope- rativo dell’azienda. Anche per quella scadenza, in caso di ulteriori ritardi nel pagamento degli stipendi, i dipendenti sono intenzionati ad adottare la linea dura, con astensione dal lavoro anche nei giorni successivi. Entro allora, in Tassullo Spa dovrebbero avvenire altri movimenti: a giorni si riunisce infatti il consiglio di amministrazione, che dovrebbe provvedere a convocare una seduta di assemblea straordinaria dei soci per riproporre quell’aumento di capitale (2 milioni di euro per altrettante azioni) che era stato bocciato per pochi voti a fine agosto. Stando a «voci di corridoio» qualche azionista (in Tassullo Spa sono circa 600) avrebbe avuto un ripensamento, dopo quella bocciatura: l’aumento di capitale costituisce una «boccata d’ossigeno» importante, soprattutto a livello cassa. L’azionista singolo può anche rischiare sul futuro; ma dire no potrebbe significare perderci di sicuro o quasi. E c’è chi pensa che tra le due ipotesi sia migliore la prima. L’ASSEMBLEA Decisione unitaria con i tre sindacati Una riunione sindacale alla Tassullo spa: all’incontro hanno partecipato Maurizio Zabben della Cgil, Fabrizio Bignotti della Cisl e Gianni Tomasi della Uil. Concordi nella proposta di sciopero
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