Dialogare n°1 (marzo 2014)

Trimestrale di informazione settoriale AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile BINELLI Luigi - Coordinamento di Redazione
Consiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321 30237 - Fax 0321 393276 e-mail [email protected]
Impaginazione: Editmedia s.r.l., Omegna (VB) - Stampa: Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., Gravellona Toce (VB) - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara - Tax perque
NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VCO
anno XVI n. 1 marzo 2014
INDICE
3
Editoriale
5
Verso la Certificazione
dell’Aggiornamento Professionale
9
Dossier formativo
11
13
17
20
24
Assemblea ordinaria iscritti
Collegio IPASVI Novara Verbano Cusio Ossola
Marketing, comunicazione,
deontologia: il vero biglietto
da visita del libero professionista
infermiere
Extubatio repetita intubatio
manifesta
Presentazione del servizio
infermieristico ASL
di Alessandria
È consentita la pratica
dell’AGOPUNTURA
all’infermiere?
28
Notizie flash
30
Buona lettura...
31
Segreteria
informazioni
2
Trimestrale di informazione settoriale AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile BINELLI Luigi - Coordinamento di Redazione
Consiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321 30237 - Fax 0321 393276 e-mail [email protected]
Impaginazione: Editmedia s.r.l., Omegna (VB) - Stampa: Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., Gravellona Toce (VB) - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara - Tax perque
NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VCO
anno XVI n. 1 marzo 2014
INDICE
3
Editoriale
5
Verso la Certificazione
dell’Aggiornamento Professionale
9
Dossier formativo
11
13
17
20
24
Assemblea ordinaria iscritti
Collegio IPASVI Novara Verbano Cusio Ossola
Marketing, comunicazione,
deontologia: il vero biglietto
da visita del libero professionista
infermiere
Extubatio repetita intubatio
manifesta
Presentazione del servizio
infermieristico ASL
di Alessandria
È consentita la pratica
dell’AGOPUNTURA
all’infermiere?
28
Notizie flash
30
Buona lettura...
31
Segreteria
Dialogare è il periodico del
Collegio IPASVI della provincia di Novara e Verbania
che pubblica liberamente
articoli previa approvazione
del Comitato di Redazione.
L’articolo è sotto la responsabilità dell’autore/autori.
Il materiale per la pubblicazione dovrà essere inviato alla Redazione in formato elettronico. Il testo deve
pervenire in formato word.
Le parole che gli autori desiderano evidenziare devono
essere in “grassetto/ bold”.
Tabelle e/o immagini (.tiff
oppure.jpg) devono essere
numerate e fornite su file a
parte (il numero andrà anche richiamato nel testo con
brevi didascalie). In allegato
all’articolo dovrà essere fornita una sintetica nota biografica dell’autore. La pubblicazione degli articoli è a
titolo gratuito e in nessun
caso da diritto a compensi. Gli articoli inviati saranno sottoposti all’esame del
Comitato di Redazione che
si riserva di valutarli, eventualmente rimaneggiarli. Il
materiale inviato non verrà
restituito.
Trimestrale di informazione settoriale – AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 –
Direttore Responsabile BINELLI Luigi – Comitato di di Redazione Consiglio Direttivo del Collegio
Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania – Redazione via Biandrate 20/b, 28100 Novara.
Tel. 0321.30237 – fax. 0321.393276 – e-mail [email protected] – impaginazione:
Editmedia s.r.l., Omegna (VB) – Stampa: Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., Gravellona Toce (VB) –
Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara – Tax perque.
Foto di copertina (di Giancarlo Parazzoli)
1ª Lungolago di Arona
Notiziario di informazione e di aggiornamento
del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e VCO.
Direzione/Redazione/Amministrazione
Via Biandrate 20/b – 28100 Novara – tel. 0321.30237
Direttore Responsabile
Binelli Luigi
Comitato di Redazione
Arreni Antonella, Binelli Luigi, Corrado Elisabetta, Fasolini Gabriele,
Giroldini Luciano, Portaluppi Viviana, Zavaglio Andreina
Editore
Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e VCO
Impaginazione
Editmedia s.r.l., via De Angeli, 73 – 28887 Omegna (VB)
Stampa
Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., via XX Settembre, 111 – 28883 Gravellona Toce(VB)
3
editoriale
Luigi Binelli Presidente
Collegio IPASVI di Novara e VCO
D
al 1994 al 2014 sono passati venti anni dall’approvazione del nostro profilo professionale e sembra che dobbiamo porci sempre la
stessa domanda: chi ha paura di un infermiere
più qualificato?
Questa domanda sorge spontanea visto il susseguirsi di “ostacoli ”che la bozza di accordo sullo
sviluppo delle competenze specialistiche Infermieristiche licenziata dalla Conferenza Stato-Regioni sta incontrando.
Sicuramente un infermiere più qualificato, socialmente e organizzativamente riconosciuto, risulta essere tra i principali attori del sistema sanità,
per rispondere ai bisogni di salute del cittadino.
La presidente Silvestro ribadisce: «La professione infermieristica è chiamata ancora una volta a
scendere in campo unita contro le pressioni di chi si
oppone al riconoscimento del suo ruolo e delle sue
competenze. Abbiamo ragionato delle competen-
ze che definiscono l’assistenza infermieristica, della
loro fisiologica – e già comunemente diffusa – evoluzione, di sperimentazioni ancora più innovative
attuate dai nostri colleghi infermieri in numerosi
luoghi del nostro Paese e dell’aspettativa, già normata in una legge del lontano 2006, di giungere,
finalmente, alla figura dell’infermiere specialista.
Cosicché quelle sperimentazioni ed altre ed ulteriori ancora, possano strutturarsi e ridefinirsi nel loro
costrutto anche con l’approfondimento disciplinare conseguente a percorsi formativi e di ricerca nelle aree di intervento delineate nell’approvando documento sulle competenze specialistiche.
Abbiamo collaborato, dimostrato spirito critico
ma costruttivo e, soprattutto, biennale pazienza.
Abbiamo, infine, sollecitato e chiesto che un documento, su cui erano state accolte osservazioni
e, da tempo, raggiunta la condivisione di intenti,
completasse il suo iter procedurale approdando al
tavolo della Conferenza Stato Regioni. In risposta
abbiamo ricevuto il veto da un raggruppamento
editoriale
di sigle sindacali della dirigenza medica e sanitaria,
con argomentazioni più che confutabili e analisi di
flebile contenuto».
L’Infermiere risulta essere la figura professionale
più numerosa e onnipresente in ogni realtà sia intra che extra ospedaliera, indispensabile per l’attuale contesto storico e sicuramente ancor di più
per il futuro, visto l’aumento dell’età media della
popolazione e dal crescente numero di soggetti
fragili e/o portatori di malattie cronico-degenerative. Questo accordo vuole essere solo il punto
di partenza, non quello di arrivo. L’infermiere già
da anni svolge competenze cosiddette “avanzate”
Da www.linkiesta.it
4
(vedasi il triage infermieristico nei DEA, il dispatch
al 118, il see&treat in pronto soccorso, i PICC team, l’infermiere care manager o infermiere di comunità) con professionalità e piena consapevolezza delle responsabilità che da queste derivano,
senza però il giusto riconoscimento, né professionale né economico. La bozza di accordo vuole essere una presa di coscienza di tutte quelle
prestazioni che l’infermiere svolge nel quotidiano. È fondamentale essere pronti ad assumerci le
nostre responsabilità e aver presente che il processo assistenziale è dell’Infermiere.
La presidente Silvestro riassumendo le volontà di tutti i Presidenti provinciali ribadisce: «Noi
continuiamo – senza accettare provocazioni – nel
nostro percorso, disponibili ad un confronto serio
e costruttivo con tutti, medici, altri professionisti ,
rappresentanti dei cittadini e dei lavoratori, nella
ferma convinzione che un infermiere più formato
e più qualificato serva ai singoli e alla collettività,
per sostenere e rilanciare il Sistema salute del nostro Paese».
Luigi Binelli
5
approfondimenti
A cura di Luigi Binelli
Presidente Collegio IPASVI Novara VCO
Verso
la Certificazione
dell’Aggiornamento
Professionale
La “formazione continua” alla base della professionalità
L’ECM è il processo attraverso il
quale il professionista della salute
si mantiene aggiornato per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle
esigenze del Servizio sanitario e al
proprio sviluppo professionale.
La formazione continua in medicina comprende l’acquisizione di
nuove conoscenze, abilità e attitudini utili a una pratica competente
ed esperta.
I professionisti sanitari hanno l’obbligo deontologico di mettere
in pratica le nuove conoscenze e
competenze per offrire una assistenza qualitativamente utile,
prendersi cura dei propri pazienti
in modo da poter essere un buon
professionista.
L’avvio del Programma nazionale di ECM nel 2002, in base al
DLgs 502/1992 integrato dal DLgs
229/1999, ha rappresentato un
forte messaggio nel mondo della
sanità e, la nuova fase dell’ECM
contiene molte novità presentandosi quale strumento per progettare un moderno approccio allo
sviluppo e al monitoraggio delle
competenze individuali.
Dal 1 gennaio 2008, con l’entrata
in vigore della Legge 24 dicembre
2007, n. 244, la gestione amministrativa del programma di ECM ed
il supporto alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua, fino ad oggi competenze del
Ministero della salute, sono stati
trasferiti all’Agenzia nazionale per
i servizi sanitari regionali (Agenas).
L’Accordo Stato Regioni del 1° agosto 2007 definisce il Riordino del
Programma di Formazione Continua in Medicina e stabilisce la
nuova organizzazione e le nuove
regole per la Governance del sistema Ecm, individua infatti nell’Agenzia la “casa comune” a livello
nazionale, in cui collocare la Commissione nazionale e gli organismi
che la corredano.
Il Co.Ge.A.P.S. (Consorzio Gestione
Anagrafica Professioni Sanitarie) è
un organismo che riunisce le Federazioni Nazionali degli Ordini e dei
Collegi e le Associazioni dei professionisti della salute che partecipano al programma di Educazione
Continua in Medicina.
Secondo quanto stabilito dall’Accordo Stato Regioni del 5 Novembre 2009, il Co.Ge.A.P.S. è “l’organismo nazionale deputato alla
gestione delle anagrafiche nazionali e territoriali, dei crediti ECM attribuiti ai professionisti che fanno
approfondimenti
capo agli Ordini, Collegi nonché
le rispettive Federazioni nazionali
e Associazioni professionali, consentendo a questi le relative funzioni di certificazione delle attività
formative svolte”.
Il Co.Ge.A.P.S. ha la gestione della
banca dati Nazionale dei crediti
ECM acquisiti dai professionisti
della Salute, la gestione di un sistema unitario e condiviso per il
governo dei crediti formativi acquisiti dai singoli professionisti
della salute sulla base dei criteri e
delle modalità stabiliti dalla Commissione Nazionale ECM nell’ambito del progetto nazionale di
Educazione Continua in Medicina.
L’implementazione e la gestione,
in coordinamento con il Ministero
della Salute e con gli Ordini, Collegi e Associazioni professionali,
del dossier formativo individuale
e di gruppo.
A partire dal 2 Dicembre 2013, i
singoli professionisti sanitari iscritti
all’ordine, potranno consultare il
portale del Co.Ge.A.P. previa registrazione alla banca dati del Consorzio.
Tramite questo servizio, è possibile visualizzare tutti i crediti ECM
già acquisiti (sia a livello nazionale
che regionale) e programmare la
propria formazione per il triennio
2014 – 2016 tramite la costruzione
del Dossier Formativo individuale.
Come si evidenzia da quanto
scritto, il sistema ECM si avvia verso
la fase in cui il professionista dovrà
documentare di aver ottemperato
l’obbligo ECM, attraverso la certificazione rilasciata dal proprio Ordine e Collegio; le modalità di certificazione a tutt’oggi sono in via di
definizione, sarà nostra cura informare gli iscritti.
Nella determina del 17 luglio 2013
e nelle successive integrazioni, la
Commissione Nazionale per la Formazione Continua ha definito alcuni
aspetti relativamente ad Esoneri e
per ciascuno sono di seguito riassunte le indicazioni più importanti.
ESONERI
Sono esonerati dall’obbligo ECM i
professionisti sanitari che frequentano (in Italia o all’estero) corsi di
formazione post-base propri per la
categoria di appartenenza:
O corso di specializzazione universitaria,
O dottorato di ricerca,
O master universitario di primo e
secondo livello,
O laurea specialistica, previsti e disciplinati dal Decreto del MURST
del 3 novembre 1999 n. 509,
pubblicato nella G.U. n. 2 del
gennaio 2000; Decreto 22 ottobre 2004, n. 270 e successive
modifiche ed integrazioni;
O formazione manageriale, ai
sensi dell’articolo 16-quinquies
del D.lgs. n. 502/92.
L’esonero riguarda l’intero periodo
di formazione nella misura di 4 crediti per mese e solo se il corso di
formazione abbia durata superiore
a 15 giorni per ciascun mese.
ESENZIONI
Sono esentati dall’obbligo formativo ECM, i professionisti sanitari
che sospendono l’esercizio della
propria attività professionale a seguito di:
O congedo maternità e paternità:
D.lgs. n.151 del 26/03/2001 e
successive modifiche e integrazioni;
O congedo parentale e congedo
per malattia del figlio: D.lgs.
n.151 del 26/03/2001 e successive modifiche e integrazioni;
O adozione e affidamento preadottivo: D.lgs. n. 151 del
26/03/2001 e successive modifiche e integrazioni;
O a d o z i o n e i n t e r n a z i o n a l e
aspettativa non retribuita durata espletamento pratiche:
D.lgs.n.151 del 26/03/2001 e
6
successive modifiche e integrazioni;
O congedo retribuito per assistenza ai figli portatori di handicap: D.lgs. n.151 del26/03/2001
e successive modifiche e integrazioni;
O aspettativa senza assegni per
gravi motivi familiari così come
disciplinato dai CCNL delle categorie di appartenenza;
O permesso retribuito per i professionisti affetti da gravi patologie
così come disciplinato dai CCNL
delle categorie di appartenenza;
O assenza per malattia così come
disciplinato dai CCNL delle categorie di appartenenza;
O richiamo alle armi o servizio
volontariato alla C.R.I.: Art.14
R.D. Legge 10/8/1928, n.2034 e
artt.36 e 245 del R.D. n.484/1936
e successive modifiche e integrazioni;
O aspettativa per incarico direttore sanitario aziendale e direttore generale: Art.3 bis, comma
11 D.lgs. n. 502/92 e successive
modifiche e integrazioni;
O aspettativa per cariche pubbliche elettive: D.lgs. n. 29/93 e
successive modifiche e integrazioni; art. 2 L. 384/1979 e successive modifiche e integrazioni;
art. 16 bis comma 2 bis D.lgs. n.
502/92 e successive modifiche e
integrazioni;
O aspettativa per la cooperazione
con i paesi in via di sviluppo e
distacchi per motivi sindacali
così come disciplinato dai CCNL
delle categorie di appartenenza.
O Sono esonerati dall’obbligo formativo ECM nella misura di 4
crediti per ogni mese nel quale
il periodo di sospensione dell’attività professionale sia superiore
a 15 giorni.
I periodi di esonero e di esenzione
sono cumulabili ma non sovrapponibili nell’ambito del trienni, ad eccezione degli esoneri definiti dalla
7
approfondimenti
Da www.ulss19adria.veneto.it
Commissione Nazionale per le catastrofi naturali.
TUTORAGGIO
Ai tutor che svolgono formazione
pre e post laurea prevista dalla
legge e ai professionisti sanitari
che svolgono attività di tutoraggio all’interno di tirocini formativi
e professionalizzanti pre e post laurea previsti dalla legge, sono riconosciuti crediti formativi ECM nella
misura di 4 crediti per mese di tutoraggio. I crediti così acquisiti,
calcolati unitamente ai crediti ottenuti per docenza/pubblicazioni
scientifiche/ricerche, non possono
eccedere il 60% del monte crediti
triennale al netto degli esoneri,
delle esenzioni e delle riduzioni.
Sono esclusi dal riconoscimento
dei crediti per attività di tutoraggio individuale, gli assegnatari di
uno specifico incarico istituzionale di insegnamento anche a titolo gratuito. I crediti, nella misura di cui sopra, sono riconosciuti
anche a chi svolge attività di tutoraggio nell’ambito di specifici PFA
(Piano Formativo Aziendale), solo
se le attività sono inquadrate nel
programma formativo del professionista interessato.
N.B. L’unità mese è considerata il
periodo non inferiore a 16 giorni
e non superiore a 31 giorni di tutoraggio anche non continuativo
e cumulabile nel triennio di riferimento. A titolo esemplificativo: 10
giorni di tutoraggio a gennaio possono essere cumulati con 10 giorni
di tutoraggio a maggio. Tale periodo dà diritto a 4 crediti ECM.
CREDITI
PER LA FORMAZIONE
ALL’ESTERO
È definita formazione individuale
all’estero la formazione non accreditata in Italia e svolta nei paesi
dell’ U.E., in Svizzera, negli Stati
Uniti e in Canada. Ai professionisti sanitari che frequentano corsi
di formazione individuale all’e-
stero, sono riconosciuti crediti ECM
nella misura del 50% dei crediti attribuiti dal singolo evento accreditato all’estero. I crediti acquisibili tramite formazione individuale
all’estero non possono superare il
50% dell’obbligo formativo triennale. Nel caso in cui l’evento accreditato all’estero supera i 50 crediti
formativi sono riconosciuti al massimo 25 crediti ECM.
Il professionista sanitario, ultimata
la frequenza, dovrà inoltrare la documentazione relativa all’evento
(programma, contenuti, etc.) e
quella attestante la frequenza e il
superamento del test di apprendimento all’ente accreditante di riferimento (CNFC, Regione, Provincia autonoma) ovvero al soggetto
da esso indicato (ad esempio ufficio formazione dell’azienda presso
cui presta servizio) ovvero per i liberi professionisti, al proprio Collegio, che valutata la documentazione prodotta dal professionista,
provvederà ad inserire tali atti-
approfondimenti
vità nel tracciato record da inviare
al Co.Ge.A.P.S. Nel caso in cui esistano accordi tra regioni transfrontaliere validamente sottoscritti e
comunicati alla Commissione nazionale e/o ente accreditante regionale per la formazione continua possono essere riconosciuti
tutti i crediti acquisiti tramite l’evento formativo accreditato all’estero e comunque non oltre i 50
crediti per evento.
LIBERO PROFESSIONISTI:
CREDITI
INDIVIDUALI PER
AUTOAPPRENDIMENTO
Ai liberi professionisti sono ricono-
Da www.ipasvioristano.it
sciuti crediti ECM per:
O attività di autoapprendimento
ossia l’utilizzazione individuale
di materiali durevoli e sistemi
di supporto per la formazione
continua preparati e distribuiti
da Provider accreditati (per
l’autoapprendimento non è richiesta l’azione di guida o di
supporto di un tutor ma esclusivamente i processi di valutazione, verifica dell’apprendimento, i crediti ECM vengono
trasmessi dai Provider all’ente
accreditante e al Co.Ge.A.P.S.;
O autoapprendimento derivante
da attività di lettura di riviste
scientifiche, di capitoli di libri e
8
di monografie non preparati e
distribuiti da provider accreditati ECM e privi di test di valutazione dell’apprendimento con il
limite del 10% dell’obbligo formativo individuale triennale
(fino ad un massimo di 15 crediti
nel triennio). I crediti ECM vengono trasmessi al Co.Ge.A.P.S.
dal Collegio di appartenenza.
Per la visione completa del documento si invita a collegarsi al sito:
http://ape.agenas.it/documenti/
normativa/NOTE_DETERMINA_
CNFC_17_07_2013.pdf
9
approfondimenti
A cura di Luigi Binelli
Presidente Collegio IPASVI Novara-VCO
DOSSIER
FORMATIVO
Ciò che è previsto dal nuovo accordo Stato-Regioni
Nella definizione dell’accordo
Stato-Regioni del 01 agosto 2007
si definisce il Dossier Formativo
come uno strumento di programmazione e valutazione del percorso formativo del singolo operatore (individuale) o del gruppo di
cui fa parte (equipe o network professionale).
Il Dossier non si può considerare
come un portfolio delle competenze, tuttavia può essere considerato un precursore ed è comunque
correlato al profilo professionale e
alla posizione organizzativa.
Il dossier formativo deve risultare
utile a valutare nel tempo i singoli
e i gruppi nella prospettiva futura
della ri-certificazione professionale
oltre che utile ai provider al fine di
rilevare gli effettivi bisogni formativi dei singoli per programmare
un’offerta adeguata al mantenimento delle competenze.
Il dossier formativo non può essere
ritenuto una semplice raccolta statistica di informazioni, ma deve
rappresentare lo strumento di accompagnamento del professioni-
sta in grado di:
O rendere esplicito e visibile il proprio percorso formativo;
O programmare e contestualizzare la formazione individuale
nel gruppo e per il gruppo;
O valutare la pertinenza e la rilevanza delle azioni formative erogate e frequentate in rapporto
al proprio lavoro ed alla mission
clinico-assistenziale del gruppo.
Il Dossier Formativo deve essere visto come un’occasione anche per
l’organizzazione (Azienda, Dipartimento, U.O.), responsabile del governo strategico della formazione,
per orientare efficacemente le
scelte formative, valorizzare i singoli professionisti, realizzare una
puntuale analisi del fabbisogno
formativo e monitorare le attività
formative stesse.
Il Dossier Formativo si avvale di tre
specifiche attività documentabili:
1. l’individuazione del piano formativo, in cui sono indicati gli
obiettivi formativi rispondenti
a bisogni individuali;
2. la periodica e sistematica at-
tività di “verifica” e di acquisizione della documentazione relativa alle attività di formazione
continua svolta dai professionisti accreditati all’ECM;
3. la valutazione periodica (triennale) dell’andamento e dei risultati del percorso da parte di
organismi di valutazione “tra
pari”.
Il Dossier Formativo è composto
da quattro specifiche sezioni documentali:
1ª sessione – contiene l’Anagrafica,
al cui interno si trova il profilo
anagrafico con l’indicazione del
profilo professionale, della collocazione lavorativa (posizione
organizzativa) e del curriculum
dell’operatore.
2ª sessione – contiene la Programmazione, cioè il fabbisogno formativo individuale definito in
rapporto al profilo e alle aree di
competenza dell’operatore e
alle caratteristiche dell’attività
clinico-assistenziale svolta.
3ª sessione – contiene la Realizzazione/Evidenze. Le evidenze
approfondimenti
sono relative all’attività di formazione ef fettuata (documentazione, crediti, tipologie
di attività) e alle altre attività
considerate rilevanti come ad
esempio la docenza, il tutoraggio e la ricerca.
4ª sessione – contiene la Valutazione, che deve risultare periodica sia da parte del singolo
professionista, sia da parte
dell’Azienda, sia da parte dei
Collegi.
È suddiviso in tre macro aree:
1. competenze tecnico specialistiche;
2. competenze di processo relazionali/comunicative;
Da www.marsicalive.it
3. competenze di sistema organizzativo/gestionali.
La Formazione Continua “ECM”,
non si può pensare solo come “
manutenzione tecnica”, ma deve
essere intesa come supporto allo
sviluppo di un sistema di competenze, riduttivo connotarle esclusivamente come tecnico-professionali, che devono comprendere
tutta la gamma delle attività richieste, in contesti sociali continuamente mutevoli.
La Formazione alimenta la multidimensionalità delle competenze del
professionista e può:
O costituire un punto d’incontro tra individuo (bisogni, aspi-
10
razioni, profilo professionale,
ecc.) e organizzazione (appropriatezza, efficienza ed efficacia) dell’offerta sanitaria;
O garantire la continuità tra lavoro
e formazione senza separarle secondo i vecchi modelli scolastici.
La formazione è un valore professionale ancorato nella deontologia
del nostro codice che va trasferito
nella realtà delle organizzazioni,
preposte alla tutela della salute,
ponendosi come prezioso strumento di sviluppo della qualità,
efficacia e sicurezza dei professionisti, delle organizzazioni e dei servizi resi.
11
approfondimenti
A cura di Luigi Binelli
Presidente Collegio IPASVI Novara-VCO
ASSEMBLEA ORDINARIA
iscritti Collegio
Novara - Verbano Cusio Ossola
Appuntamento per il 12 Aprile 2014 a Novara
Il nuovo anno inizia con la consueta assemblea degli iscritti. Voglio ricordare che l’assemblea è n
obbligo istituzionale e di legge, infatti le leggi costitutive di ordini e
collegi Dlcps 233/46 e successive,
stabiliscono che il Consiglio Direttivo convochi gli iscritti per presentare il consuntivo programmatico
e economico dell’anno trascorso e
quello dell’anno che inizia, al fine
di discuterli e proporli per l’approvazione degli iscritti.
Questo è un passaggio normativo
fondamentale che la legge reputa
democratico oltre che obbligatorio.
Ritengo sia importante pensarlo
come una grande opportunità, infatti l’assemblea rappresenta il momento privilegiato in cui incontrarsi e confrontarsi, il momento
in cui le esigenze, i progetti e le istanze si mettono in comune, il
momento in cui i suggerimenti e
le proposte si trasformano in progetti per il nuovo anno.
Ogni assemblea permette, ai componenti del Consiglio Direttivo, di
far nostre le vostre richieste e di
confrontare con voi le nostre idee,
con l’unico scopo di fare tutto
quanto è nelle possibilità del Collegio per portare un contributo attivo e fattivo alla professione e agli
infermieri delle nostre provincie.
Prevendendo di non poter raggiungere il numero di presenze necessario per la validità della prima
convocazione, ritengo opportuno sin d’ora, invitare tutti i colleghi alla seconda convocazione.
Ricordo infine che si conteggiano
come intervenuti, gli iscritti assenti
che abbiano conferito delega ad
uno degli iscritti presenti. Nessun
iscritto può essere investito di più
di due deleghe.
L’assemblea, come di consueto,
viene organizzata all’interno di un
evento formativo gratuito.
Il Consiglio Direttivo, in occasione dell’Assemblea annuale, propone l’evento formativo
“LA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE ED ETICA
NELLA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO”
L’evento si svolgerà a Novara
presso l’Hotel Europa, corso Felice Cavallotti, 38
Le iscrizioni all’evento formativo si riceveranno a partire da 17 marzo 2014,
contattando telefonicamente la segreteria del Collegio (sede di Novara) in orari di apertura ufficio.
Il programma verrà pubblicato prossimamente sul sito del Collegio
www.ipasvinovara.it
approfondimenti
12
13
approfondimenti
A cura di Roberta Arbellia
Consigliere Collegio IPASVI Novara VCO
Marketing, comunicazione,
deontologia:
il vero biglietto da visita
del libero professionista
infermiere
Dalla Seconda Giornata Nazionale
della Libera Professione Infermieristica
Il 24 novembre 2013 si è svolta a
Bologna la Seconda Giornata Nazionale della Libera Professione Infermieristica.
Gli obiettivi della giornata sono
stati:
O analizzare l’attuale contesto
economico e socio sanitario con
focus sull’esercizio libero professionale e libero professionale infermieristico;
O valutare il possibile impatto
delle diverse forme di esercizio
libero professionale sui criteri
fondanti il SSN e per la risposta
ai bisogni di assistenza infermieristica della collettività;
O dibattere su quale ruolo può
giocare l’esercizio libero professionale infermieristico per la
O
flessibilizzazione del sistema salute nella garanzia di risposte assistenziali complete e continuative;
proporre uno strumento che, in
logica evolutiva, funga da vademecum operativo per il libero
professionista infermiere.
Il programma della giornata si è
approfondimenti
centrato su due temi fondamentali
per lo sviluppo della libera professione infermieristica nel mercato
del lavoro e nel “mercato” sociosanitario:
1. le politiche della professione
per la “imprenditorialità” infermieristica;
2. imprenditorialità e immagine
professionale: metodi e strumenti.
La relazione presentata ha voluto portare l’attenzione sulla possibile visione strategica di marketing e comunicazione del libero
professionista, senza dimenticare
il valore della deontologia che da
sempre caratterizza la professione
infermieristica.
O
O
O
O
NUOVA VISION
DELLA PROFESSIONE
INFERMIERISTICA
I cambiamenti sociali, legislativi,
professionali ma anche epidemiologici e demografici, oltre che politici, dirigono la professione infermieristica a modificare il proprio
campo d’azione e le modalità con
cui affrontare la vita lavorativa.
Con la libera professione si passa
da un concetto di attività “protetta” in ambito ospedaliero/sanitario,
ad un’attività in cui diventa prevalente una progettualità di tipo imprenditoriale: l’infermiere diventa
imprenditore di se stesso.
Essere imprenditore richiede una
forte determinazione e delle precise qualità.
O fiducia in se stessi: è la capacità di cambiare il modo di pensare e sviluppare una nuova
prospettiva personale ponendo
il focus sui propri punti di forza
(fiducia significa fare affidamento su qualcuno, in questo
caso si farà affidamento su se
stessi);
O la capacità di innovare e gestire il cambiamento necessario per raggiungere nuovi
O
obiettivi (dare una risposta assistenziale flessibile ed efficace in
relazione allo scenario politico e
sociale);
la capacità di pianificare e
progettare la propria attività
(libero professionista in forma
individuale, associata, cooperativa);
la propensione al rischio, ovvero la capacità di sapersi mettere in gioco;
la capacità di organizzare e
controllare il lavoro in tutte le
fasi del processo (progettazione,
azione, verifica);
la leadership ovvero la capacità
di guidare e dirigere il gruppo
con cui si collabora. Il leader sa
creare un rapporto fiduciario sia
con i colleghi che con gli assistiti
e di diventare un punto di riferimento;
la capacità di relazione e negoziazione nelle fasi di progettazione e risoluzione delle problematiche.
CODICE DEONTOLOGICO
ARTICOLO 47
L’infermiere , ai diversi livelli di
responsabilità, contribuisce ad
orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario...
NUOVA MISSION
DELLA PROFESSIONE
INFERMIERISTICA
CODICE DEONTOLOGICO
ARTICOLO 1
L’infermiere è il professionista
sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica.
La mission primaria dell’infermiere è di prendersi cura della persona che assiste in una logica olistica, considerando le sue relazioni
sociali ed il contesto ambientale.
14
Il libero professionista porterà a
compimento la sua mission utilizzando nuove strategie organizzative e culturali:
l’autonomia e il rapporto fiduciario
con il cliente si esplicheranno in un
contesto di vera libertà di manifestazione della personalità professionale con la piena responsabilità
delle scelte e delle modalità utilizzate nel processo assistenziale.
MARKETING
Per poter dare una risposta efficace
ai bisogni di assistenza, a livello imprenditoriale, diventa indispensabile definire un piano di marketing.
Il marketing è quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso
processi di creazione e scambio di
prodotto e valori. È l’arte e la scienza di individuare, creare e fornire
valore per soddisfare le esigenze
di un mercato di riferimento, realizzando un profitto.(Giancarlo Pallavicini)
Vengono riconosciuti tre tipi di
marketing:
1. analitico: studio del mercato, della clientela e dei concorrenti (studio del Piano Sanitario
Nazionale, del Piano sanitario
regionale,dei bisogni della popolazione in relazione al territorio in cui si opera,delle risorse
già presenti e operanti);
2. strategico: è un’attività di pianificazione, per ottenere, pur
privilegiando il cliente, la fedeltà e la collaborazione da parte di tutti gli attori del mercato
(saper creare un rapporto fiduciario con clienti e collaboratori attraverso la propria leadership);
3. operativo: attiene invece a tutte quelle scelte che il libero professionista pone in essere per
raggiungere i suoi obiettivi.
La definizione del programma di
15
approfondimenti
Da www.malattiedelsangue.org
marketing territoriale deve tenere conto:
1. dei soggetti pubblici e privati presenti sul territorio e delle
loro specifiche competenze ed
esigenze;
2. della necessità di produrre effetti
positivi sia sul sistema economico locale che sull’intera società;
3. dalla necessità di sviluppare
politiche di aggregazione operativa e funzionale tra i diversi
soggetti coinvolti o beneficiari
delle attività;
4. della necessità di sviluppare
progetti e programmi capaci
di generare risultati strutturali e tangibili nel breve, medio e
lungo periodo;
5. della necessità di valorizzazione, ristrutturazione, riconversione e riqualificazione di strutture
o realtà non più economicamente rappresentative o non
utilizzate per il loro specifico
potenziale;
6. del fattore tempo che impone
scelte e decisioni in linea con
l’evoluzione dei mercati.
COMUNICAZIONE
CODICE DEONTOLOGICO
ARTICOLO 19
L’infermiere promuove stili di
vita sani, la diffusione del valore della cultura e della salute e
della tutela ambientale,anche
attraverso l’informazione e l’educazione...
CODICE DEONTOLOGICO
ARTICOLO 23
L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata
multi professionale e si adopera affinché l’assistito disponga
di tutte le informazioni necessarie ai bisogni di vita.
CODICE DEONTOLOGICO
ARTICOLO 24
L’infermiere aiuta sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale...
La comunicazione della nuova vision dell’attività infermieristica
in libera professione, avviene in
un’ottica di collaborazione e rapporto fiduciario sia con i colleghi
che con i clienti.
Considerando che gli ambiti d’azione della nostra professione abbracciano un ampio percorso, la
comunicazione può comprendere scenari differenti: prevenzione,
educazione sanitaria, cura, riabilitazione e palliazione.
La comunicazione può avvenire su
diversi livelli, con contenuti differenziati e con canali comunicativi
personalizzati:
approfondimenti
16
Da media-public.pmm.rtsi.ch
O
O
O
O
cittadino: pubblicità con biglietto da visita, conferenze di
prevenzione ed educazione sanitaria;
medico di Medicina Generale:
presentazione di progetti di collaborazione in équipe partecipando alle riunioni d’équipe dei
MMG;
Istituzione Sanitaria (ASL, ASO,
CASE di CURA, RSA) presentazione di progetti di integrazione.
In questo frangente è necessaria
un’abilità di negoziazione;
politici locali: appuntamenti
specifici con i politici locali in
cui presentare nel dettaglio le
risorse della libera professione
in relazione ai bisogni del territorio;
O
O
O
ONLUS: in merito alle patologie
croniche presentazione di progetti a breve termine per la cura
di malati per cui il SSN non garantisce continuità a domicilio;
case farmaceutiche: partecipazione a progetti di ricerca e cura;
colleghi: creare una rete di collaborazione per avere un servizio di cura efficace e flessibile
nel rispondere alle esigenze sia
del cittadino che dei servizi pubblici.
Si conclude con una riflessione della Presidente della Federazione Nazionale IPASVI Annalisa Silvestro:
«L’espansione dell’esercizio libero
professionale infermieristico non
è solo conseguente all’interesse di-
mostrato dal mercato del lavoro e
non è nemmeno una conseguenza della possibilità di inserimento
nella sanità pubblica; è anche una
scelta coerente con la maturazione
della professione e con la consapevolezza dei professionisti infermieri
della specificità e autonomia del loro pensiero e del loro agire dopo un
ricco e peculiare percorso formativo
accademico.
Siamo convinti che l’esercizio libero
professionale sarà valore aggiunto
per la costante ridefinizione delle
modalità e dei contenuti della risposta assistenziale infermieristica
e per l’ulteriore crescita e visibilità
del gruppo professionale».
Il Gruppo di lavoro FNC IPASVI sulla libera professione ha presentato il “Vademecum della libera professione”,
che sarà disponibile a partire da gennaio 2014 in versione sia cartacea che in PDF.
Tale Vademecum è una vera e propria guida per il libero professionista.
I contenuti sono:
O aspetti di natura comportamentale del libero professionista infermiere;
O aspetti di natura normativo e giuridica;
O aspetti di natura commerciale;
O aspetti di natura previdenziale e assistenziale e aspetti fiscali;
O strumenti operativi della disciplina.
17
formazione
Candidato: De Boni Veronica
Relatore: dott. Capuzzi Fabio
Correlatore: Pulvirenti Simone
Extubatio repetita
intubatio manifesta
Analisi della letteratura e ricerca comparativa
tra due metodiche per la rimozione del tubo endotracheale
ABSCRACT • TESI DI LAUREA – ANNO ACCADEMICO 2012/2013
All’interno delle aree critiche si assiste spesso ad un utilizzo operatore dipendente della metodica di
estubazione. Da un’analisi della letteratura si riscontra la presenza di
diverse tecniche per l’estubazione
endotracheale programmata, di
cui due sono quelle principalmente utilizzate:
O rimozione del tubo endotracheale con cuffia completamente
sgonfia e simultaneo utilizzo di
broncoaspirazione;
O rimozione del tubo endotracheale con cuffia completamente
sgonfia senza utilizzo di broncoaspirazione.
Lo scopo dello studio è quello di
comparare le due tecniche per valutare quali risulti più efficace ai fini dell’estubazione programmata,
presentando il verificarsi del minor numero di complicanze postestubazione quali: broncospasmo,
ipossiema, desaturazione, colate
secretorie, ipertensione arteriosa,
tosse, reintubazione.
BACKGROUND
O
L’estubazione è la rimozione del
tubo endotracheale quando
non più necessario. All’interno
della linea guida “Removal
of Endotracheal Tube – 2007
Revison&Update” (1) si descrive
come la rimozione del tubo
endotracheale debba avvenire in un ambiente protetto,
che permetta il monitoraggio
del paziente tramite apparecchiature e personale opportunamente formato e dove operatori sanitari con competenze
di gestione delle vie aeree siano prontamente disponibili.
La teoria clinica vede l’estubazione programmata come
una procedura dello staff me-
dico. Nella realtà, uno studio ha
messo in luce come l’estubazione nel 35% dei casi venga effettuata da infermieri, nel 30%
dei casi da medici e infermieri e
nel 10% dei casi solo da medici.
All’interno delle unità operative
e delle aree critiche si assiste alla
pratica quotidiana dell’estubazione effettuata dal personale
infermieristico a seguito del periodo di svezzamento dal ventilatore e attenendosi ai protocolli
in essere nell’azienda di appartenenza (2). Nello studio “Tracheal extubation of adult surgical patients” (3) si distinguono
le complicanze a seconda dello
stato di coscienza del paziente.
Per quanto concerne il paziente
sveglio ritroviamo: ipertensione,
tachicardia, tosse, trattenimento
del respiro e broncospasmo. L’estubazione del paziente ancora
formazione
O
O
MATERIALI E METODI
sedato riduce le complicanze
sopraccitate, ma aumenta il rischio di aspirazione, laringospasmo e perdita di controllo delle
vie aeree. All’interno dello studio di Rassam et al. (4) le complicanze legate all’estubazione
vengono raggruppate in due
macrocategorie:
cardiovascolari: tachicardia
(FC>100 bpm a riposo); crisi ipoipertensive;
respiratorie: trauma locale;
tosse, bucking (5) che provoca
l’innalzamento della pressione
intracranica e può rapidamente
causare ipossiemia; desaturazione (SpO₂<94%); laringospasmo, definito da Keating come
una minaccia per la vita quando
avviene dopo l’estubazione (5);
ostruzione delle vie aeree ed
aspirazione.
Lo studio randomizzato si esplica a partire da Marzo ad Agosto
2013, nel reparto di Rianimazione
dell’A.O.U. Maggiore della Carità di
Novara. La scelta del campione, per
un totale di 100 pazienti, ricade su
una popolazione adulta (>18aa) ed
un tempo di intubazione inferiore
alle 72h. Per l’arruolamento ci si affida al numero di pratica assegnato
al momento del ricovero:
O numero di cartella dispari arruolamento nel gruppo “Estubazione con Cuffia Sgonfia Broncoaspirazione”;
O numero di cartella pari arruolamento nel gruppo “Estubazione
con Solo Cuffia Sgonfia”.
Non risultano rilevanti fattori
come: età, sesso, patologia d’entrata, anamnesi prossima e remota. Non avendo ritrovato in lettera-
100
90
80
70
55
60
CUFFIA SGONFIA E
45
50
41
40
BRONCOASPIRAZIONE
36
SOLO CUFFIA SGONFIA
30
14
20
9
10
0
TALE
O TO
NZE
LICA
P
COM
CON
ER
NUM
A
SENZ
NZE
LICA
P
COM
FIGURA 2 Complicanze campione totale
100
90
75%
80
70
60
50
40
30
20
13%
10
0
IONE
TENS
IPER TERIOSA
AR
4%
E
TOSS
4%
TURA
DESA
E
ZION
4%
2%
T
COLA
E SE
ORIE
CRET
BR
SMO
OSPA
ONC
2%
SIA
IPOS
2%
IPER
IA
CAPN
FIGURA 3 Complicanze Gruppo Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione
UNA
NESS
18
tura uno strumento di valutazione
validato si è provveduto alla creazione di una griglia osservazionale ad hoc, completano la raccolta
dati i prelievi emogasanalitici arteriosi (EGA) effettuati durante il test
pre-estubazione (CPAP2) e 30’ dopo l’avvenuta estubazione. I dati
sono stati organizzati all’interno di
un database su un foglio di calcolo
di Microsoft Excel, per analizzare i
dati provenienti dai prelievi EGA
e non incorrere in errori si è proceduto alla creazione di una formula che mettesse a confronto i valori degli EGA pre-estubazione con
quelli degli EGA post-estubazione, in modo da escludere dal campo delle complicanze quei pazienti
che già precedentemente l’estubazione presentavano quadri di ipossiemia e/o desaturazione.
RISULTATI
Al termine dello studio, dei 100 pazienti estubati, 55 risultano estubati con tecnica “Cuffia Sgonfia e
Broncoaspirazione”, 45 con tecnica “Solo Cuffia Sgonfia”. Sull’intero
campione 23 pazienti hanno presentato complicanze (FIGURA 2).
All’interno del gruppo “Cuffia
Sgonfia e Broncoaspirazione” 14
pazienti (25%) hanno presentato complicanze, 2 soggetti hanno
mostrato il presentarsi di 2 complicanze contemporaneamente. Nelle 16 complicanze verificatesi nel
gruppo “Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione” si evidenziano: 7 casi
di ipertensione arteriosa (13%); 2
casi di tosse (4%); 2 casi di desaturazione (4%); 2 casi di broncospasmo (4%); 1 caso di colate secretorie (2%); 1 caso di ipossia (2%); 1
caso di ipercapnia (2%) (FIGURA 3).
All’interno del gruppo “Solo Cuffia
Sgonfia” 9 pazienti (20%) hanno
mostrato il verificarsi di complicanze, 1 soggetto ha presentato il verificarsi contemporaneo di 2 complicanze. Nelle 10 complicanze del
19
formazione
gruppo “Solo Cuffia Sgonfia” si segnalano: 6 casi di ipertensione arteriosa (13%); 2 casi di agitazione
(4%); 1 caso di tosse (2%); 1 caso
di broncospasmo (2%) (FIGURA 4).
Dall’analisi dei dati EGA risulta
come all’interno del gruppo “Cuffia
Sgonfia e Broncoaspirazione” si siano verificati 8 casi di desaturazione
(15%), che sommati ai 2 segnalati
in griglia raggiungono un totale di 10 (18%) e 13 casi di ipossiemia (29%). In 5 soggetti entrambe
le complicanze si sono presentate
contemporaneamente, portando
a 16 i pazienti colpiti da ipossiemia
e/o desaturazione. Nel gruppo “Solo Cuffia Sgonfia” si sono presentati 2 casi di desaturazione (4%) e 11
casi di ipossiemia (24%). In 2 soggetti vi è stato il presentarsi di entrambe le complicanze, portando
a 11 i pazienti colpiti da ipossiemia
e/o desaturazione (FIGURA 5).
100
80
70
60
50
Analizzando statisticamente i dati (test del Pearson chi2(1)=0.4158;
Pr=0.519) si evidenzia come nessuna delle due tecniche risulti superiore all’altra in termini del verificarsi di complicanze, e come
entrambe le tecniche possano essere utilizzate indiscriminatamente. La scelta della tecnica di estubazione potrà essere vista come
operatore dipendente, ogni operatore potrà applicare la tecnica
nella quale si sente più preparato date le conoscenze e la pratica.
La differenza che colpisce non riguarda la quantità delle complicanze, ma la varietà. Utilizzando la
tecnica “Cuffia Sgonfia e BroncoaBibliografia
1. Wratney AT, Cheifetz IM. Removal of
endotracheal Tube - 2007 Revision &
Update. Respiratory Care. 2007 2007;
52(1): p. 81-92.
2. Scales K, Pilsworth J. A pratical guide
to extubation. Nursing Standard. 2007
Maggio; 22(2): p. 44-48.
36
40
30
9
13%
20
10
9
2%
0
IONE
TENS
IPER
E
TOSS
A
RIOS
ARTE
4%
2%
O
ASM
COSP
E
UNA
ZION
A
AGIT
BRON
NESS
FIGURA 4 Complicanze Gruppo Cuffia Sgonfia
DESATURAZIONE
100
IPOSSIEMIA
90
CSB = Cuffia Sgonfia e
Broncoaspirazione
80
70
SCS = Solo Cuffia Sgonfia
60
50
29%
40
20
EGA = Emogasanalisi
36
24%
30
15%
4%
10
4%
0%
0
CSB
CONCLUSIONI
80%
90
EGA
SCS
EGA
LIA
C
RIG
SB G
0%
0%
LIA
S
RIG
CS G
FIGURA 5 Ipossiemia e Desaturazione dati Ega
spirazione” vediamo infatti il presentarsi di 7 diverse tipologie di
complicanze, contro le 4 della tecnica “Solo Cuffia Sgonfia”. Inoltre la
tecnica “Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione” sembrerebbe provocare un aumento di quella che è la
complicanza di desaturazione; sarebbe quindi bene evitare di utilizzare questa tecnica in pazienti che possano già presentare nel
periodo di intubazione un quadro
clinico di desaturazione o una situazione borderline. Concludendo, l’utilizzo dell’una o dell’altra
tecnica parrebbe indifferente ai fini del presentarsi delle complicanze sopraccitate, ma, tenendo conto della tendenza al presentarsi
di un numero maggiore di differenti complicanze nell’utilizzare
la tecnica “Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione” e, ponendo magari
un occhio di riguardo alla possibile correlazione tra la desaturazione e la discriminante della broncoaspirazione, ci permettiamo di
consigliare l’utilizzo come tecnica
preferenziale della metodica “Solo Cuffia Sgonfia”.
3. Daley MD, Norman PH, Coveler LA. Tracheal Extubation of Adult Surgical Patients While Deeply Anesthetized: A
Survey of United States Anesthesiologists. Journal of Clinical Anesthesia.
1999; 11: p. 445-452.
4. Rassam S, SandbyThomas M, Vaughan
RS, Hall JE. Airway management be-
fore, during and after extubation: a
survey of practice in the United Kingdom and Ireland. Anaesthesia. 2005;
60: p. 995-1001.
5. Miller KA, Harkin CP, Bailey PL. Postoperative tracheal extubation. Anesthesia
& Analgesia. 1995; 80: p. 149-172.
interviste
20
A cura di Gabriele Fasolini
Vice Presidente Collegio IPASVI Novara-VCO
ialogare...
con i Servizi
Infermieristici
L’intervista di questo
numero è rivolta alla
dirigente responsabile del
servizio infermieristico,
tecnico, riabilitativo
ostetrico dell’ASL di
Alessandria, Dottoressa
Maria Elisena Focati Pisani
Presentazione del servizio infermieristico
ASL di Alessandria
Breve presentazione iter formativo Si diploma nel 1983 come infermiera presso la scuola Regionale per infermieri di Lucca. Nell’anno 1985
consegue il diploma di Ostetrica presso la sede di Pisa. Nel 1990 consegue il diploma di Dirigente dell’assistenza infermieristica/ostetrica.
Nel 1991 presso la Scuola Infermieri USSL n. 6 – Piana di Lucca acquisisce il certificato di abilitazione alle funzioni direttive.
Approda in Regione Piemonte nel 1992, dopo aver vinto il concorso
come CSSA ufficio infermieristico dell’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato. Il percorso professionale si conclude acquisendo la
laurea magistrale nel 2006 presso l’Università di Tor Vergata di Roma.
Nel 2000 l’Ufficio Infermieristico viene trasformato in struttura semplice con il suo riconoscimento della Direzione del SITRO. Nel 2008 dopo concorso pubblico acquisisce il titolo di dirigente del servizio infermieristico tecnico, ostetrico riabilitativo. Dal 2008 il SITRO diventa
struttura complessa. Dal 2010 dopo l’accorpamento delle tre ex AA.SS.
LL. n. 20 di Alessandria, n. 21 di Casale M. e n.22 di Novi L., e la definizione dell’organizzazione della nuova ASL AL , è la Dirigente SITRO di
tutta l’Azienda.
21
interviste
Breve presentazione
dell’A.S.L. Alessandria
Nel 2010 è terminato il percorso di
accorpamento delle tre ex AA.SS.
LL. n. 20 di Alessandria, n. 21 di Casale M. e n. 22 di Novi L., costruendo l’organizzazione della nuova
ASL AL su tre elementi cardine,la
prevenzione, la rete dei presidi
ospedalieri, la distrettualizzazione, nonché su forti elementi di integrazione a tutti i livelli con l’obiettivo di realizzare un modello
generale di servizi centrati sul cittadino ed economicamente sostenibile dal sistema.
I DISTRETTI SANITARI DELL’ASL AL
I Distretti Sanitari che costituiscono l’ASL AL sono 9: Alessandria, Acqui Terme, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada, Tortona,
Valenza.
I Comuni compresi in tali Distretti sono complessivamente 195. Gli
abitanti totali dell’insieme dei Distretti che compongono attualmente l’ASL AL erano 430.586 nel
2001. In tabella sono descritti i residenti distribuiti per aree specifiche nell’anno 2006.
Popolazione 2006
Provincia Alessandria
Distretto Alessandria
Distretto Acqui Terme
Distretto Casale Monferrato
Distretto Novi Ligure
Distretto Ovada
Distretto Tortona
Distretto Valenza
Azienda ASL AL
Regione Piemonte
432.215
121.819
43.072
86.911
72.244
27.743
61.432
31.917
445.138
4.352
RETE OSPEDALIERA ASL AL
L’Azienda Sanitaria Locale AL comprende 4 Presidi ospedalieri articolati su 5 sedi:
– Casale Monferrato
– Novi Ligure/ Tortona
– Acqui Terme
– Ovada
La distribuzione dei posti letto per
attività ordinaria e per day Hospital/Day Surgery rispetta i contenuti
delle vigenti disposizioni regionali.
L’attività ospedaliera erogata prevede l’integrazione in rete, sia tra i
vari presidi, sia con quelli dell’ASL
AT, sia con l’ASO di Alessandria.
Sono presenti Dipartimenti interaziendali funzionali. Essi sono stati
creati per favorire l’integrazione
delle strutture che vi partecipano
attraverso la definizione di percorsi comuni intra e interaziendali volti a:
– garantire omogeneità e uniformità dei livelli assistenziali in
una logica di rete di servizi e
nell’ambito del modello di rete
ospedaliera “hub and spoke”;
– massimizzare l’efficacia dei servizi erogati;
– migliorare l’efficienza complessiva del sistema.
Come si articola il SITRO
dell’ASL AL?
Il SITRO nel 2008 diventa una SOC
che si riparte in quattro aree di responsabilità con a capo quattro referenti laureati magistrali.I responsabili del SITRO, hanno la direzione
del territorio e del Presidio di competenza.
Il SITRO è in staff alla direzione generale, ma dal punto di vista funzionale è in line in quanto il SITRO
governa completamente il comparto sanitario e tecnico. Il SITRO
con il nuovo atto Aziendale assumerà la denominazione di DI.P.SA..
Il numero del personale del comparto che afferisce al SITRO e di
2400 operatori suddivisi nel ruolo
sanitario e tecnico.
La sede centrale del SITRO è a Casale Monferrato : ufficio centrale
dove ha sede il direttore SITRO co-
adiuvato da quattro coordinatori
con posizione organizzativa.
I quattro coordinatori supportano
in toto l’attività del direttore SITRO;
ognuno di loro si occupa di un’area
specifica compresa la partecipazione ai tavoli di trattazione sindacale.
La loro attività è trasversale su tutta l’Azienda ASl AL.
Al di fuori della struttura centrale
SITRO vi sono tre coordinatori con
posizione organizzativa che si occupano trasversalmente su tutta
l’Azienda dell’Area Tecnica e Ostetrica. Con il nuovo atto aziendale
sarà inserita nel nucleo SITRO anche un coordinatore del servizio
prevenzione/epidemiologia sanitaria territoriale.
A livello locale ci sono tre coordinatori con posizione organizzativa
massima che si occupano dei seguenti ambiti:
1. Novi Ligure, Tortona: presidio
ospedaliero e territorio;
2. Acqui terme, Ovada: presidio
ospedaliero e territorio;
3. Casale Monferrato-Valenza: presidio ospedaliero e territorio.
Quali sono le Funzioni
Centrali della Direzione
SITRO?
Il SITRO rappresenta il comparto
con ruolo attivo a tutti i livelli strategici.
La dirigente è presente in tutte le
commissioni che si occupano delle decisioni strategiche:
– dalla costituzione del nucleo per
la programmazione degli obiettivi aziendali, alla decisione per
le linee di indirizzo di formazione aziendale;
– è componente del collegio di direzione dove rappresenta il personale del comparto.
Il SITRO o DI.P.SA. ( secondo il nuovo atto aziendale) opera per il raggiungimento degli obiettivi aziendali secondo gli indirizzi della
interviste
Direzione Generale.
Gestisce le risorse professionali di
competenza per lo svolgimento
dei processi assistenziali e tecnici
nel rispetto delle esigenze organizzative individuate dai Direttori
e Responsabili di Struttura in base
agli indirizzi clinici.
Coadiuva la Direzione Generale
fornendo supporto tecnico per:
– la definizione e realizzazione degli obiettivi aziendali;
– la pianificazione, programmazione, gestione e sviluppo del
personale di propria competenza coniugando la valorizzazione professionale con criteri
di valutazione, efficacia, qualità
ed efficienza operativa;
– l’attuazione del governo clinico
assistenziale mediante le definizione. lo sviluppo e la direzione
di modelli organizzativi di erogazione dell’assistenza;
– il programma di gestione del rischio clinico negli ambiti specifici.
Il SITRO o DI.P.SA contribuisce alla
definizione dei programmi di attività dei distretti e dei dipartimenti, collaborando con i direttori dei
distretti e di dipartimento allo sviluppo di processi assistenziali efficienti, appropriati e coerenti con
le strategie aziendali e gli obiettivi assegnati anche attraverso la
funzione di coordinamento delle professioni sanitarie a livello dipartimentale e di altri livelli organizzativi periferici
Quali sono le Funzioni
dei Coordinatori
di Dipartimento o di area?
Le funzioni di coordinamento a livello centrale SITRO si dividono in
quattro macro settori così suddivisi:
22
1. formazione, qualità e ricerca
(definizione del piano formativo annuale, sinergismo con
tutti gli operatori per la ridefinizione delle procedure e dei
percorsi assistenziali);
2. organizzazione del lavoro e valorizzazione delle competenze
professionali (trattativa sindacale, gestione dei concorsi, partecipazione con rappresentanti del SITRO a tutte le Gare per
l’acquisizione di presidi sanitari
per tutta l’ASL AL);
3. implementazione degli strumenti operativi e gestionali
(sperimentazione e validazione
tramite la E.B.N. dei nuovi modelli di assistenza);
4. implementazione delle cure
domiciliari, della continuità assistenziale e del C.A.P.
Attualmente c’è in corso una sperimentazione che ha determinato
23
interviste
la conversione di un Presidio Ospedaliero, e precisamente il Presidio
di Valenza, in un’area di lunga assistenza (area di continuità assistenziale) a gestione infermieristica. La
direzione della struttura è a carico
di un’infermiera con laurea Magistrale. Il Dirigente medico del territorio o medico di medicina generale viene chiamato solo come
consulente. È una struttura di venti posti letto che permette il ricovero degli utenti per al massimo
60 giorni. L’infermiere è responsabile in toto del piano assistenziale
del paziente e gestisce tutto il percorso tramite una cartella assistenziale infermieristica dove vengono
annotate le consulente del medico di medicina generale o di altri
specialisti.
L’articolazione complessa del SITRO permette alla Dr.ssa Focati di
avere una situazione aggiornata
di tutte le realtà ospedaliere e territoriali.
L’area della ricerca non è ancora
stata assegnata a un singolo coordinatore, ma ogni referente gestionale del SITRO si occupa di impostare il processo assistenziale in
base all’E.B.N.
Per favorire lo sviluppo assistenziale in ogni ambito i ai coordinatori è
stata assegnata una posizione organizzativa in base alla complessità gestionale da gestire quotidianamente.
Il numero del personale del comparto gestito dal SITRO è di 2400
operatori di cui 168 coordinatori.
Dei 168 coordinatori, a 100 è stata assegnata la posizione organizzativa in base alla complessità lavorativa.
Quali sono i modelli
assistenziali utilizzati
dal personale infermieristico
e qual è la macro
organizzazione presente
all’interno dell’Azienda?
A livello Aziendale si stanno sperimentando in due aree una medica
e una chirurgica, la gestione delle
Unità Operative per intensità di cura e complessità assistenziale. In
quei presidi si sonno create delle
aree omogenee di medicina e chirurgia organizzate logisticamente
per alta intensità e media intensità. Nell’ASl AL, la bassa intensità di
cura è gestita dal territorio (es. i 20
posti letto di valenza).
Attualmente nella maggior parte
delle degenze il modello utilizzato è quello funzionale. Nelle aree
omogenee sperimentali si sta provando il modello a moduli, dove
avviene la presa in carico del paziente da un infermiere dell’equipe. L’orientamento è quello di sviluppare l’assistenza infermieristica
con la presa in carico del singolo
paziente e quindi lo sviluppo di
tutto il progetto assistenziale.
A livello di SITRO, un coordinatore ha il mandato di occuparsi della continuità assistenziale per quei
pazienti che dimessi dalle aree
per acuti, devono essere ricoverati
presso la struttura per la continuità assistenziale di Valenza; il ruolo del coordinatore è assimilabile a
quello del case manager.
L’organizzazione
offre effettive possibilità
di carriera per tutti?
Tutto il personale ha la possibilità
di avere una crescita professionale:
– i coordinatori hanno la possibilità di avere un riconoscimento
professionale e economico. Infatti il valore della posizione organizzativa può variare in base
alle competenze di ruolo dimostrate. I coordinatori possono
accedere alla posizione organizzativa tramite concorso per
titoli;
– i professionisti che hanno approfondito le competenze spe-
cialistiche hanno la possibilità
del riconoscimento del proprio
percorso formativo es: stomaterapista, ambulatorio di vulnologia, gruppo operativo per la
gestione del prelivo d’organo.
A oggi c’è il riconoscimento
professionale, ma non ancora
quello economico.
Quali sono, secondo lei,
le cose più urgenti
da migliorare nell’Azienda
in cui Lavora?
Il rapporto e la collaborazione che
c’è con il personale amministrativo.
L’attività amministrativa per garantire una corretta evoluzione, deve
svilupparti di pari passo con l’attività assistenziale. La carenza di collaborazione complica lo sviluppo
dell’attività professionale.
Quali sono secondo lei
le cose che non cambierebbe
nell’Azienda in cui lavora?
Non cambierei il modello organizzativo attuale del SITRO, perché è
un modello molto dinamico e funzionale. Ovviamente non si può dire che nel tempo possa modificarsi
con l’evoluzione dei modelli assistenziali e dell’ E.B.N.
Altro modello organizzativo che
non cambierei sono le modalità di
contatto con tutti i coordinatori.
Il direttore del SITRO riceve i verbali di tutte le riunioni, ma non sempre incontra tutti i coordinatori. Il
direttore si incontra due volte al
mese con i responsabili degli ambiti territoriali e ospedalieri; a loro
volta i referenti incontrano i coordinatori gestiti, una volta al mese.
La dottoressa Focati incontra tutti
i coordinatori solo in caso di problematiche complesse non gestibili dai diretti collaboratori.
legislazione
24
A cura di
Antonella Arreni
Consigliera IPASVI Novara VCO
È consentita la pratica
dell’AGOPUNTURA
all’infermiere?
Infermieri e agopuntura: il parere dell’esperto
Volendo andare subito al nocciolo della questione che una Collega
ci ha posto, è possibile affermare
che l’agopuntura così come la fitoterapia e l’omeopatia sono riconosciute a tutti gli effetti, come attività riservata poiché di esclusiva
competenza e responsabilità del
medico.
Nello specifico, l’agopuntura è un
metodo diagnostico clinico e terapeutico che si avvale dell’infissione di aghi metallici, in precise zone cutanee, allo scopo di ristabilire
l’equilibrio di uno stato di salute alterato.
Nonostante la diffusione di que-
sti aspetti della c.d. medicina complementare e l’importante dibattito che ne è scaturito, in particolare
dopo esemplari sentenze a carico
di personale sanitario non medico, la formazione non ha, fino ad
ora, ottenuto nessuna regolamentazione.
Alcuni istituti privati, scuole e associazioni, hanno tentato di autoregolamentarsi definendo criteri comuni di insegnamento e, al
termine dei corsi, rilasciano “attestati di frequenza”. Questo percorso formativo è tuttavia valido solo nel caso in cui si possegga una
Laurea in Medicina e Chirurgia, riservato dunque solo ai medici chirurghi e odontoiatri.
25
legislazione
Da www.medicinanaturalenews.it
È assolutamente preclusa tale
formazione, e dunque attività/
competenza, all’infermiere.
Numerose sentenze vanno in questa direzione (sentenza n. 2652
del 25.2.1999 della Corte Suprema di Cassazione, Sez. VI; Cassazione, Sez. VI penale, sentenza n°
22528 del 21.05.2003, recentemente ribadito dalla sentenza Sez. VI,
n. 34200/2007 del 20.6.2007) con
condanna per l’infermiere di esercizio abusivo di professione medica in aggiunta alla responsabilità per eventuali eventi avversi che
dovessero manifestarsi.
Appare importante sottolineare e
riportare alcuni passaggi della sentenza di Cassazione n. 22528/2003,
che precisa: «Colui che esercita l’agopuntura, senza aver conseguito la
laurea in medicina, commette il reato di esercizio abusivo della professione medica di cui all’art. 348 c.p.»
Bibliografia
1. Le medicine non convenzionali e il Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna,
Dossier 186-2009.
2. Corte Suprema di Cassazione, Sez. V
penale, Sentenza n. 482 del 27.03.2003
3. Corte Suprema di Cassazione, Sez.
La Regione Piemonte, aveva tentato di regolamentare la materia
attraverso la Legge regionale sulle medicine non convenzionali,
definendo i criteri per il riconoscimento di scuole abilitate a rilasciare titoli professionali, istituendo un
Registro regionale degli operatori delle pratiche e delle discipline
non convenzionali, articolato in
due sezioni rispettivamente per i
medici e per i non medici.
Tale legge è stata impugnata dal
Governo di fronte alla Corte costituzionale che, con sentenza n. 353
del 2003, l’ha dichiarata illegittima
poiché le Regioni non possono legiferare sull’individuazione delle figure professionali e sull’istituzione
di nuovi albi, competenze che sono riservate allo Stato.
Anche la Federazione nazionale
degli Ordini dei medici chirurghi e
VI penale, Sentenza n. 34200 del
20.6.2007
4. Regolamentazione dell’esercizio dell’agopuntura, della fitoterapia e dell’omeopatia da parte dei medici chirurghi ed odontoiatri, pubblicato
degli odontoiatri, nel 2002 ha approvato un documento dal titolo
“Linee guida su medicine e pratiche non convenzionali”; il documento afferma che l’esercizio delle suddette medicine e pratiche non
convenzionali è da ritenersi a tutti
gli effetti atto medico, attuato dopo un’adeguata informazione e l’acquisizione di esplicito consenso consapevole.
Per concludere, è possibile affermare che la pratica dell’agopuntura non rientra nello specifico
infermieristico; l’infermiere è responsabile dell’assistenza infermieristica che prevede ampi spazi
di autonomia, relativamente agli
aspetti educazionali e preventivi,
da porre in essere anche nell’ambito dei SERT per individuare altre
importanti strategie contro il tabagismo.
nella sezione “Conferenze” del sito
www.regioni.it
5. Legge n. 25 del 24/10/2002 “Regolamento delle pratiche terapeutiche e delle
discipline non convenzionali”
rubriche
26
LA BIBLIOTECA VIRTUALE
PER LA SALUTE • PIEMONTE
www.bvspiemonte.it
La Biblioteca Virtuale per la Salute (BVS-P) è
un servizio della Regione Piemonte, affidato al
Centro di Documentazione DoRS dell’ASL TO3,
che fornisce gratuitamente a tutti i professionisti
del Sistema Sanitario Regionale centinaia di
riviste scientifiche e importanti banche dati sui
temi della salute e dell’ambiente.
L’obiettivo è quello di rappresentare un punto di
accesso organico e sistematico alle informazioni
utili all’attività clinica e di prevenzione, all’organizzazione dei servizi e alla formazione.
La BVS-P è costituita come un consorzio, con una
strategia di acquisto comune per tutta la Regione
e con una negoziazione concertata delle risorse
bibliografiche da parte di tutte le biblioteche
biomediche e dei centri di documentazione.
Per la sua natura consorziata è utile anche alla
razionalizzazione dei costi.
La Biblioteca Virtuale per la Salute piemontese si
è costituita con la collaborazione dei bibliotecari
e documentalisti delle Biblioteche biomediche
presenti nelle Aziende Sanitarie regionali, che
contribuiscono attivamente alla sua attività.
La Biblioteca è consultabile all’indirizzo
internet www.bvspiemonte.it, da postazioni
pubbliche o private, per tutti i professionisti
della salute afferenti alle Aziende Sanitarie
Locali e per il personale non accademico delle
Aziende Ospedaliere. Inoltre consente l’accesso
alle risorse bibliografiche per gli specialisti
ambulatoriali, i medici di medicina generale e
i pediatri di libera scelta afferenti alle Aziende
Sanitarie Locali.
Offre l’accesso a centinaia di riviste elettroniche
di grande rilevanza scientifica: le collezioni
Clinics, Freedom, Elsevier Masson dell’editore
Elsevier, Publishing Medical and Nursing degli
editori Wiley – Blackwell, le riviste Springer.
L’offerta a catalogo di periodici elettronici e
banche dati, attraverso il sito internet www.
bvspiemonte.it, si compone di 1.506 riviste, 5
banche dati, 398 e-book, centinaia di riviste Open
Access.
Polizze assicurative
La Federazione nazionale dei Collegi IPASVI ha
individuato per gli iscritti agli Albi alcune proposte assicurative, su base volontaria, a condizioni particolarmente favorevoli.
Le proposte si riferiscono a:
O “Responsabilità Civile professionale” e “Tutela
giudiziaria”;
O “Infortuni professionali”;
O “Responsabilità Civile patrimoniale” per la copertura dei Dirigenti infermieristici e Coordinatori.
Le convenzioni dedicate agli iscritti IPASVI sono sottoscritte da Pro.Me.Sa, associazione fina-
lizzata allo sviluppo di forme di protezione per
le professioni sanitarie.
Poiché questa Federazione non ha alcun rapporto diretto nella gestione delle polizze, qualsiasi quesito relativo alle stesse deve essere inoltrato solo e soltanto alla Willis Italia spa, Broker
Pro.Me.Sa, ai seguenti recapiti:
Numero verde: 800.637709
https://clientportal.willis.it/IPASVI/
[email protected]
Fax: 011/2443464
Posta ordinaria: Willis Spa – Affinity Groups –
Via Tortona 33 – 20144 MILANO
27
rubriche
POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (PEC)
PER I PROFESSIONISTI
Giunge al Collegio a firma del Direttore Generale
del Ministero dello Sviluppo Economico la risposta
al quesito: «È possibile utilizzare una casella
[email protected] per adempiere all’obbligo
di legge in capo a tutti i professionisti iscritti all’albo?»
Questa la risposta: «La casella [email protected], è stata
introdotta con l’Articolo 16 bis comma 5 della Legge 2/2009, con la finalità
di attribuire senza oneri una casella di PEC ai cittadini che ne facessero
richiesta, ed è destinata esclusivamente alle comunicazioni tra Pubblica
Amministrazione e Cittadino e viceversa.
Da ciò ne consegue che i professionisti e le imprese, ai sensi della citata
Legge 2/2009, devono dotarsi unicamente di caselle PEC, ovvero di posta
elettronica certificata, “commerciale” o “ordinaria” fornite da gestori
autorizzati (elenco disponibile all’indirizzo http://www.digitpa.gov.it/
pec_elenco_gestori). Il professionista, per ragioni professionali, non
può utilizzare una CEC-PAC (@postacertificata.gov.it) poiché non saranno
efficaci le comunicazioni, anzi si troverà nell’impossibilità di comunicare.»
All’attenzione di tutti gli iscritti
CAMBIO DI RESIDENZA e RECAPITO TELEFONICO
È indispensabile comunicare tempestivamente, in forma scritta, ogni cambio di residenza e recapito telefonico alla segreteria
del Collegio compilando il modulo disponibile sul sito: www.ipasvinovara.it nella sessione segreteria modulistica e facendolo
pervenire alla segreteria del Collegio utilizzando una delle seguenti modalità:
●
●
●
inviando il modulo compilato per posta;
inviando il modulo compilato per fax al n°
0321 393276;
inviando il modulo compilato attraverso
la posta elettronica all’indirizzo:
[email protected]
La Segreteria
rubriche
28
A cura di Elisabetta Corrado
e Antonella Arreni
Notizie flash
! ! ! ! ! !
CRESCE LA POVERTÀ.
ANCHE QUELLA “SANITARIA”
tratto da Ipasvi Newsletter, gennaio 2014
Aumenta il numero delle persone scese sotto
il limite della povertà assoluta e che, in proporzione, spendono in sanità più di quello che
spendevano nel 2006.
Dal 2007 al 2012 la povertà assoluta in Italia
è cresciuta di circa il 60%. Le famiglie spendono in media al mese per la sanità, circa il
2 % dell’intero budget familiare.
Sono alcuni dati del Rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla donazione farmaci (Odf )
della Fondazione Banco Farmaceutico. La crescita della povertà ha inoltre ampliato il divario tra bisogno e capacità di risposta otte-
nuta attraverso le donazioni: nel 2007, infatti,
la raccolta della Giornata riusciva a coprire
quasi il 55% delle richieste, mentre nel 2013
la copertura del bisogno è scesa al 43,2%.
I farmaci donati sono prevalentemente quelli
contro l’acidità (11,5%), gli analgesici (11,2%),
gli antiinfiammatori (7,7%), i preparati per la
tosse (6,8%) e quelli contro i dolori articolari
e muscolari (5,8%).
Le donazioni raccolte dalla Fondazione
hanno permesso a 1.506 organizzazioni caritative di aiutare nel 2013 quasi 680 mila persone, circa un terzo delle quali minorenni.
PASSAGGIO DI CONSEGNE ADEGUATO,
PAZIENTI PIÙ SICURI!
JAMA. 2013; 310(21): 2262-2270.
Secondo un recente studio, pubblicato su
JAMA, migliorare il passaggio di informazioni
(consegne) tra operatori sanitari, durante il
cambio del turno, riduce la frequenza di errori ai danni dei pazienti.
È questa la conclusione a cui è giunta una ricercatrice americana che ha condotto lo studio in due reparti, dell’Ospedale Pediatrico di
Boston, introducendo diverse modalità comunicative, orali e scritte, durante i cambi
del turno.
Lo studio ha considerato 1.255 ricoverati,
642 prima e 613 dopo l’intervento di miglioramento, e sono stati coinvolti 84 operatori,
42 prima e 42 dopo l’introduzione della procedura.
Dopo l’intervento gli errori medici sono scesi
dal 33,8 al 18,3%, mentre gli eventi avversi
prevenibili sono calati dal 3,3 all’1,5%.
Nonostante lo studio vada ad indagare il
passaggio di consegne tra i medici, risulta
evidente che una corretta comunicazione,
orale e scritta, sia fondamentale anche per
gli aspetti assistenziali infermieristici, al fine
di scongiurare errori o dimenticanze in un
momento di crescente complessità organizzativa, limitando la discontinuità con consegne efficaci.
29
rubriche
CLOSTRIDIUM DIFFICILE E TRAPIANTO
DI FECI
PLOS ONE. Published: Nov 26, 2013.
Un gruppo di ricercatori statunitensi, dell’ Institute for Genome Sciences di Baltimora, riporta che ogni anno negli Stati Uniti muoiono 14.000 persone e vengono spesi circa
800 milioni di dollari a causa dell’infezione ricorrente da Clostridium difficile, che in un caso
su 5 si ripresenta anche dopo la terapia antibiotica causando diarrea e altre gravi conseguenze.
Lo studio condotto, mette in luce i risultati
di quello che tecnicamente si definisce “trapianto di microbiota”, analizzando i cambiamenti che si verificano a seguito del trapianto o batterioterapia fecale, concentrando
l’attenzione sul numero e sul tipo di batteri
presenti nell’intestino prima e dopo il trattamento.
Questo particolare trapianto viene utilizzato
nel tentativo di ricreare una popolazione microbica efficace per combattere le infezioni
ricorrenti da Clostridium difficile e l’analisi dei
riceventi e dei donatori coinvolti, durata un
anno, ha confermato che nei pazienti soggetti a infezioni ricorrenti da Clostridium difficile, il microbiota pre-trapianto è modificato
e ridotto in termini di numero e di tipologie
di organismi presenti.
Un altro obiettivo dello studio è quello di
identificare i gruppi di pazienti maggiormente
soggetti ad infezioni ricorrenti con lo scopo di
fornire nuove strategie terapeutiche per altre
malattie legate, appunto, a cambiamenti nel
microbiota, come diabete e obesità.
TRIBUNALE DI NOVARA: L’ASL
FORNISCA I FARMACI CANNABINOIDI
QUANDO NON ESISTONO VALIDE
ALTERNATIVE
Tratto da Il Sole24Ore Sanità 8 febbraio 2014
Il giudice del lavoro, accogliendo il ricordo di
una paziente, ha deciso che, in mancanza di
valide alternative terapeutiche, la ASL deve
fornire al paziente, in ambito ospedaliero e
dunque a carico del SSN, i farmaci cannabinoidi importati dall’estero. L’articolo 5 del DM
11 febbraio 1997 precisa che la spesa relativa
ai farmaci venduti all’estero, ma non autorizzati in Italia, non deve essere a carico del paziente soltanto se il medicinale è richiesto da
un ospedale.
Il giudice sottolinea che non si può più dubi-
tare «sull’utilità dei farmaci e delle prescrizioni
galeniche a base di cannabinoidi per finalità
terapeutiche» ed evidenzia come molte Regioni, ma non il Piemonte, abbiano «provveduto a regolamentare le modalità di erogazione».
Ricorda poi che il diritto alla salute, combinato con il principio di uguaglianza, «impone a carico dello Stato il dovere di garantire a tutti i cittadini pieno e libero accesso
alle cure, indipendentemente dalle possibilità economiche di ciascuno».
rubriche
30
Buona lettura...
Se anche Voi avete letto un libro
che vi è piaciuto in modo particolare e volete rendere partecipi
altri colleghi, scriveteci, scriveteci e scriveteci...
recensione a cura di Paola Caggiano
recensione a cura di Viviana Portaluppi
recensione a cura di Andreina Zavaglio
LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI
Autore: Paolo Giordano
Casa Editrice: Oscar Mondadori
Anno: 2008
Pagine: 304
Euro: 13,00
IL COMANDANTE DI AUSHWITZ
Autore: T. Hardingt
Casa Editrice: Newton Compton
Editori
Anno: 2013
E-Book: pagine 336
Euro: 4,99
LA SCHIAVA BAMBINA
Autore: Diaryatou Bah
Casa Editrice: Piemme
Anno: 2007
Pagine: 236
Euro: 14,90
Due anime tormentate, un destino che
combina il loro incontro quasi come un
riscatto dovuto; per Alice e Mattia il muro della solitudine sembrava sgretolarsi
negli istanti trascorsi insieme.
Il romanzo si apre con la descrizione degli eventi determinanti nella costruzione del loro mondo solitario e silenzioso. Alice odiava sciare ma il padre per
lei nutriva grandi speranze; un incidente sulle piste diventò l’inizio della fine,
l’andatura zoppicante la segnò così profondamente da trasformare il suo dolore
in anoressia. Mattia colpito dalla tragica
scomparsa della sorella autistica si puniva con atti autolesionistici.
Dopo un periodo di lontananza, un bacio sembra riavvicinarli ma “come per i
numeri primi, attratti l’uno verso l’altra,
non riescono mai ad unirsi, perché divisi
da un invalicabile ostacolo”.
Alla fine della seconda guerra mondiale, viene creato un pool investigativo per
scovare e assicurare alla giustizia internazionale i gerarchi nazisti responsabili delle atrocità dell’Olocausto.
Rudolf Hoss è il kommandant del lager
di Aushwitz, responsabile del massacro
di un milione di persone. Hans Alexander è un ebreo tedesco rifugiatosi in Inghilterra e divenuto membro del team
investigativo incaricato, al termine della
Seconda guerra mondiale, di scovare e
assicurare alla giustizia i gerarchi nazisti.
Hoss è stato il primo ufficiale del Reich
ad ammettere di avere attuato la “soluzione finale” decretata da Hitler.
Questo libro, senza condannare ne assolvere, pone delle domande scomode ma
necessarie: cosa trasforma un uomo in
un carnefice? Perché una persone decide di affrontare i propri aguzzini? La vendetta è sempre giustificata?
Una storia vera. Le vite parallele del più
spietato criminale nazista e dell’ebreo
che riuscì a catturarlo.
In un piccolo monolocale, una ragazza
infreddolita fissa assente un televisore.
Sullo schermo scorrono immagini che lei
guarda assente, i suoi occhi e il suo cuore sono vuoti. I giorni passano, la dispensa è vuota e quel che resta di cento euro.
Ad un tratto la ragazza sente una voce
alla televisione che racconta una vita che
potrebbe essere la sua. Sposata dai genitori a 14 anni a un uomo di trent’anni
più vecchio di lei, deportata in Europa
dall’Africa per essere stuprata, picchiata e umiliata, giorno dopo giorno. Ma la
voce di donna che viene dalla televisione racconta anche qualcosa di inimmaginabile: da una vita così si può fuggire,
si può chiedere aiuto, si può scappare. La
schiava bambina, è una storia vera, come
cento, mille storie che affollano gli articoli dei quotidiani. La sua protagonista
però è riuscita a ribellarsi e ad aprirsi alla speranza di una vita migliore.
31
rubriche
la segreteria
informa
SEGRETERIA SEDE DI NOVARA
Indirizzo: Via Biandrate, 20b NOVARA
Orari di segreteria:
lunedì e mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00,
venerdì e sabato dalle ore 10:00 alle ore 12:00
Recapiti: Tel. 0321.30237 Fax 0321.393276
E-mail: novara.verbania @ ipasvi.legalmail.it
SEDE DI VERBANIA
Indirizzo: Piazza Aldo Moro, 5 VERBANIA
Orari di segreteria: martedì dalle ore 15:00 alle ore 17:00
Recapiti: Tel. 334.5387441
CAMBIO RESIDENZA
È indispensabile comunicare tempestivamente ogni cambio di residenza con una delle seguenti modalità:
• attraverso comunicazione scritta direttamente alla segreteria del Collegio
• per posta, fax o e-mail.
Coloro i quali cambiano provincia hanno facoltà di chiedere al Collegio della nuova residenza il trasferimento dell’iscrizione.
SMARRIMENTO TESSERA
In caso di smarrimento o furto della tessera di iscrizione al Collegio è necessario:
• sporgere denuncia di smarrimento/furto alle autorità competenti (Questura, Carabinieri)
• presentare al Collegio copia della denuncia e due foto tessera per avere il duplicato.
I certificati di iscrizione hanno validità di sei mesi (legge 15 maggio 1997 n. 127) e possono essere richiesti in segreteria con le seguenti modalità:
• direttamente ed in tempo reale presso la segreteria
• telefonicamente, fax o e-mail, indicando le generalità del richiedente. Nel caso in cui non sia l’interessato a ritirarlo,
la persona incaricata deve essere munita di delega e fotocopia del documento di identità del richiedete il certificato.
Si ricorda che il certificato di iscrizione è un documento e può essere autocertificato.
CANCELLAZIONE DALL’ALBO
La presentazione della domanda per la cancellazione dall’Albo deve pervenire al Collegio entro il 30/11/2014.
Per le modalità consultare il sito oppure contattare la segreteria.
LIBERA PROFESSIONE
Chi esercita o intende intraprendere l’attività libero professionale deve darne comunicazione al Collegio.
Si ricorda che l’attività libero professionale implica l’iscrizione alla Cassa di Previdenza ENPAPI.
COLLOQUI
È possibile avere un incontro con la Presidente o un membro del Consiglio Direttivo previo appuntamento telefonico.
POLIZZA R.C. PROFESSIONALE
È possibile sottoscrivere Polizza R.C. professionale: WILLIS Federazione Nazionale IPASVI, per il contratto e la relativa modulistica contattare la segreteria del Collegio oppure sul sito www.ipasvinovara.it
SERVIZIO BIBLIOTECA
Ricordiamo a tutti gli iscritti che il Collegio presso la sede di Novara mette a disposizione un servizio di biblioteca presso il quale si possono richiedere libri e consultare riviste scientifiche. All’interno del sito del Collegio, nella sezione biblioteca potrete trovare il regolamento, l’elenco dei testi e delle riviste.
SITO www.ipasvinovara.it
All’interno del sito è possibile ad esempio scaricare la modulistica reperibile in segreteria, inviare eventuali quesiti (tramite il link “contatti”), consultare le diverse sezioni tematiche ricche di informazioni inerenti la formazione, libera professione,
crediti formativi ecm, oppure semplicemente consultare l’elenco dei testi/riviste reperibili presso la biblioteca del Collegio.
Il Codice Deontologico
Art 11.
L’infermiere fonda
il proprio operato
su conoscenze validate
e aggiorna saperi e
competenze attraverso
la formazione
permanente,
la riflessione critica
sull’esperienza
e la ricerca.
Progetta, svolge e
partecipa ad attività
di formazione.
Promuove, attiva e
partecipa ala ricerca
e cura la diffusione
dei risultati.