Ciclo di isteresi e sua visualizzazione [email protected]; http://www.df.unipi.it/∼fuso/dida (Dated: version 1 - FF, 5 aprile 2014) Questa nota serve per illustrare alcuni aspetti non del tutto ovvi di una esperienza piuttosto carina che ho trovato in laboratorio e che voi dovete svolgere. L'interpretazione dell'esperienza, nalizzata a visualizzare un ciclo di isteresi sull'oscilloscopio usato in modalità X-Y, prevede diversi passaggi concettuali che qui vengono presi in considerazione uno per uno. Prima di questo, si richiamano brevemente pochi concetti sici di base che riguardano il ciclo di isteresi in materiali ferromagnetici. I. A. CICLO DI ISTERESI DI UN MATERIALE Ferromagneti FERROMAGNETICO Nella maggioranza dei materiali Come sapete, i materiali ferromagnetici hanno spiccate proprietà di carattere magnetico, cioè la loro presenza è in grado di modicare sostanzialmente valori (e direzioni) dei campi vettoriali rilevanti per la descrizione dei fenomeni magnetostatici. χm ≈ 0, con un segno positivo o negativo a seconda del carattere para- o diamagnetico. Di conseguenza gli eetti in termini magnetici della maggioranza dei materiali sono estremamente ridotti, benché i fenomeni che ne derivano siano estremamente importanti in molti settori della sica della materia. Completamente diverso è il caso dei materiali classicati Non è certamente questa la sede per entrare nei detta- come ferromagnetici (ad esempio, materiali ferrosi o con- gli di argomenti che fanno ampia parte dei corsi di Fisica tenenti Ni, Co, alcuni ioni di terre rare, e qualcos'altro, χm , di naturale o articiale). Qui ~ H, ~ M ~ , regoconviene introdurre i tre campi vettoriali B, ~ ~ ~ lati dalla relazione B = µ0 (H + M ), dove µ0 è la permea- no generalmente segno positivo, possono assumere valori bilità magnetica del vuoto (il valore di questa costante è, e quindi µr , 2, però vale la pena di ricordare che, per motivi pratici, che han- anche di parecchie decine di migliaia. Nei ferromagneti l'eclatante valore di µr comporta un µ0 = 4π × 10 T ~ può essere messo m/A). Il campo di magnetizzazione M in relazione con la presenza di momenti magnetici p ~m nel ~ = lim ∆N < p~m >, dove il passaggio al materiale: M ∆V limite consiste nel considerare volumetti ∆V tendenti a zero e contenenti ∆N momenti di dipolo magnetico, e il altrettanto eclatante aumento dell'intensità del campo bra-ket indica un'operazione di media nell'ensemble. e tangenziali di −7 nel nostro sistema di unità di misura, L'utilità dell'impiego dei tre campi vettoriali può essere compresa ponendo ~jm ~ ×H ~ = ~j ∇ e ~ ×M ~ = ~jm , dove ~j ∇ ~ B rispetto al vuoto (o materiali non ferromagnetici), oltre a diverse altre conseguenze, tra cui il cosiddetto fenomeno di canalizzazione delle linee di ~ B all'interno del ma- teriale (può essere facilmente dimostrato a partire dalle condizioni di continuità delle componenti ortogonali di ~ B ~ ). H Accanto a tutto questo, normalmente si ha anche un altro importante eetto: la relazione di linearità tra i e campi che abbiano prima supposto non è più vericata, sono le densità superciali della corrente vera e pro- o, perlomeno, è vericata in termini di denizione solo pria, che in genere scorre intenzionalmente in un qualche assumendo che conduttore, e della corrente associata ai fenomeni di ma- complicata e non univocamente determinata, dell'inten- gnetizzazione della materia. In un ipotetico esperimento, sità o situazione sica, possiamo quindi supporre che ~ H determinato da correnti note e ben controllate, mentre ~, H e µr siano una funzione, parecchio Infatti sperimentalmente si osserva che l'anda- sia mento di ~ M culiare. Se si suppone che inizialmente tutti e due i campi ha a che fare con la risposta del sistema materiale considerato all'applicazione di H. χm ovvero tiene conto delle M in funzione di H siano nulli, all'aumentare di aumento di M H ha un comportamento pesi osserva inizialmente un che poi si arresta tendendo a una sorta di valore limite, di saturazione. La saturazione può es- proprietà magnetiche intrinseche del materiale. sere qualitativamente interpretata come dovuta al fatto Trattare questi fenomeni dal punto di vista microscopico è generalmente molto complicato. Si possono fare alcune approssimazioni, consistenti nel considerare materiali omogenei e isotropi e nel supporre la seguente relazione lineare tra i campi: adimensionata χm ~ = χm H ~. M La costante scalare (credo si chiami suscettività magneti- ca) misura proprio la risposta del materiale al campo ~ H che tutti (o quasi) i dipoli magnetici elementari presenti nel materiale e disponibili per il processo si sono allineati con la direzione di gurazione. M ~ H per minimizzare l'energia di con- Inoltre se si fa diminuire H si osserva che non ripercorre l'andamento iniziale, ma se ne discosta disegnando quello che si chiama un ciclo di isteresi. Si potrebbe parlare a lungo dell'isteresi. Qui limitia- applicato al materiale stesso. Unendo le relazioni di de- moci a notare che la presenza di un ciclo di isteresi, la nizione scritte sopra, si trova facilmente che, nelle ipotesi cui ciccionaggine dipende dallo specico materiale con- fatte, si ha ~ = µ0 µr H ~, B magnetica del materiale. con µr = 1 + χm permeabilità siderato (l'isteresi è secca per il ferro dolce, cicciona per materiali destinati a realizzare magneti permanenti, 2 tipo il permalloy), implica una dissipazione di energia. Infatti l'area racchiusa nel ciclo è proporzionale all'energia magnetica nel volume del materiale. Spesso qui, come in altre situazioni che coinvolgono materiali veri, il dispendio di energia è legato a una sorta di transizione di fase solido-solido che conduce a un riarrangiamento (strutturale) della materia. Molto spesso presentato da il fenomeno graci dell'isteresi B di in è funzione rapdi H , come mostrato in Fig. 1(a) (tratta da http://www.larapedia.com/elettrotecnica). Avendo stabilito in precedenza un semplice legame di somma tra le intensità dei vari campi e tenendo conto dell'elevato valore di µr , un graco di questo tipo ha all'incirca lo stesso andamento discusso in precedenza. L'unica dierenza notevole è che, a saturazione, invece di avere un andamento costante si ha una continua lieve crescita lineare di µr → 1, B H. in funzione di per cui B = µ0 H . Infatti a saturazione Con le scale normalmente adottate, questo aumento è di fatto invisibile! B. Campo rimanente e coercivo Oltre all'indicazione di Bs (campo di saturazione), la gura riporta alcuni punti caratteristici del ciclo di isteresi, corrispondenti in particolare ai valori manente) e HC Br (campo ri- (campo coercivo[1]. Notate che nella cur- Figura 1. B vs H Rappresentazione qualitativa del ciclo di isteresi per un materiale ferromagnetico con indicazione dei punti caratteristici del ciclo (a); rappresentazione qualitativa della fase iniziale del ciclo e dell'andamento corrispondente di µ = µ0 µr (b). va disegnata in gura si suppone che il ciclo di isteresi sia simmetrico rispetto allo zero, cosa che non sempre si verica. Il perché questi punti abbiano un ruolo speciale è abbastanza immediato da capire. Br rappresenta l'intensità del campo di induzione magnetica che il materiale produce in assenza di campo esterno (è un magnete permanente!). Hc rappresenta l'intensità del campo magnetico da applicare se si vuole che la magnetizzazione rimanente inverta il suo segno (cioè per costringere il materiale a cambiare il verso della propria magnetizzazione). I valori tipici del campo rimanente, che ha un'utlità pratica, dipendono dallo specico materiale considerato e dalle sue dimensioni. Per un materiale ferroso di di- mensioni macroscopiche Br può essere dell'ordine delle decine di Gauss e la saturazione corrisponde a campi di razione. Come già anticipato, è evidente che χm ) µr (ovvero non ha un valore costante nel ciclo. Tuttavia nella pratica si introduce spesso un valore µr per il materiale considerato, denito come µr = Br /(µ0 Hc ). Questa denizione ha una motivazione. univoco Come già aermato, l'area racchiusa nel ciclo di isteresi è proporzionale alla densità di energia um immagazzina- ta (ovvero spesa nel processo) all'interno del materiale. Nella maggior parte dei cicli, um ∼ 4Hc Br (se guardate il graco, potete intuire che l'area del ciclo è data da 4 volte l'area del rettangolo appena data di µr , Hc Br ) che, con la denizione si può scrivere nella forma, compatta e facile da ricordare, 4Br2 /(µ0 µr ). induzione magnetica delle centinaia di Gauss. In un disco rigido, dove la magnetizzazione di piccoli pezzettini (domini) di ferromagneti permette l'immagazzinamento dell'informazione, i valori sono parecchi ordini di grandezza II. MISURARE, O VISUALIZZARE, IL CICLO DI ISTERESI più bassi, visti i piccoli volumetti di materiale in gioco (pensateci e vedete se questo può comportare qualche Per misurare il ciclo di isteresi è necessario: (i) poter problema pratico!). La Fig. 1(b) mostra l'andamento nella fase iniziale del ciclo, quando B (supposto pari a applicare un campo ~ H la cui intensità H sia variabile in viene fatto passare dal valore iniziale modo controllato; (ii) poter misurare l'intensità µ0 H , all'interno del materiale. cioè a zero, se H = 0) alla satu- razione. Inoltre è mostrato un comportamento realistico per la permeabilità µ = µr µ0 , B di ~ B Se il primo requisito è abba- stanza facile da soddisfare (basta prendere una bobina di che in genere assume un cui sia noto il campo in funzione della corrente, e inviarvi µmax in corrispondenza di un certo valore di H , per poi tendere a µ0 quando ci si avvicina alla satu- una corrente variabile in modo controllato), il secondo è valore massimo più complicato. 3 B è rappresentato dai gli eetti utilizzando un campione di materiale che metodi basati sull'induzione magnetica, cioè dai metodi, ha la forma di una lamina sottile, dove le correnti che ben conoscete, basati sulla cosiddetta legge di Fara- parassite scorrono con dicoltà. Un modo brillante per misurare day. Infatti, usando campi oscillanti, su una bobina di sonda si crea una forza elettromotrice proporzionale alla (variazione!) del usso di ~ B • bine distinte, dette bobina 1 e bobina 2, e sfruttare che passa nella sezione della per la nostra misura il trasferimento del usso da bobina di sonda stessa. Dunque se il materiale si trova una all'altra grazie al fenomeno della canalizzazione all'interno della bobina di sonda e la geometria è tale da poter stimare facilmente la relazione tra B la speranza di poter risalire alla misura di e ~ , Φ(B) B delle linee di campo all'interno del materiale ferro- c'è magnetico. Ovviamente due bobine poste a piccola dentro il distanza tra loro hanno anche un accoppiamento materiale. magnetico spontaneo, come ben testimoniato dal- Concettualmente è tutto bello e facile, però quel punto le vostre misure di mutua induzione fatte in prece- esclamativo sulla parola variazione implica delle dicoltà. denza. Qui supporremo che questo accoppiamento Infatti misurare la variazione del usso non è la sia trascurabile. stessa cosa di misurare il usso! Se potessimo però integrare nel tempo il primo e il secondo membro della legge mo ricavare una • ~ , cioè potremf em(t)dt = Φ(B) ~ , e dunque di B . misura del usso di B di Faraday, avremmo R curata la determinazione di faremo uso di un cir- gliamo visualizzare l'isteresi, cioè disporremo tante lamine di questo materiale in modo da creare una della forza elettromotrice sulla bobina di sonda è di fatto linea chiusa (una catena di lamine). arbitrario (dipende, come ben sapete, dal senso di avvol- • Inne notiamo un altro aspetto importante dell'approccio che stiamo disegnando. Usando un campo Pensiamo a un metodo semplice (e tricky) per implementare praticamente questa idea, introducendo dove possibile qualche altra belluria: • H cuito magnetico costituito dal materiale di cui vo- intenzionalmente omesso il segno meno, dato che il segno irrilevante ai nostri ni. Per aumentare l'accoppiamento dovuto alla presenza del materiale e per rendere facile e piuttosto ac- Prima di lamentarvi, notate che nel secondo membro ho gimento delle spire che compongono la sonda), dunque Allo scopo possiamo pensare di utilizzare due bo- di intensità po H(t) H oscillante, cioè una funzione del tem- che va per esempio come un seno o un co- seno, avremo la possibilità di variare continuativa- la forza elettromotrice indotta nella sonda dà luogo a una dierenza di potenziale, cioè un segnale, V2 (t). oscillante, che di seguito chiamerò Questo segnale può essere integrato temporalmente in vari modi, il più semplice dei quali è quello che prevede l'uso di un integratore RC. Collegare un integratore RC a una bobina, che è inevitabilmente mente l'intensità H tra un valore minimo e un valo- VH proporzionale CH1 dell'oscilloscopio, avremo la pos- re massimo. Inviando un segnale a H al canale sibiilità di visualizzare direttamente la curva di iste- X-Y dell'oscilloscopio stesso CH2 un segnale VB proporzionale a B . resi usando la modalità mandando a Ganzo! rende abba- Facendo riferimento all'esperienza pratica di laborato- stanza complicato stabilire il comportamento del rio, vediamo un po' più in dettaglio come interpretare i circuito. risultati e costruire un minimo di matematica per spie- dotata di una propria induttanza L, Però possiamo sempre supporre di ope- rare in condizioni in cui l'impedenza dell'induttore gare il suo funzionamento. (la bobina di sonda) sia trascurabile rispetto alle un generatore di funzioni che produce un'onda sinusoi- impedenze di resistore e condensatore, come si ot- dale a frequenza tiene a frequenze sucientemente basse (la parte chiuso, possiamo integrare sulla supercie i due mem- reattiva dell'impedenza è jωL, che tende a zero per ω → 0). f. La bobina 1 è collegata a Poiché usiamo un circuito magnetico ~ × H(t) ~ ∇ = ~j(t), ottedove Iconc (t) rappresenta bri dell'equazione (di Maxwell) nendo H ~ H(t) · d~` = Iconc (t), l'intensità della corrente concatenata alla linea chiusa di • Possiamo ideare qualche ulteriore miglioria al no- circuitazione. Notate che, pur se siamo in presenza di cor- stro sistema di misura (meglio, di visualizzazione) renti e campi variabili nel tempo, supponiamo che questi della curva di isteresi. Per esempio possiamo se- evolvano in tempi caratteristici sucientemente lunghi parare spazialmente la regione dove si produce il da permettere l'approssimazione quasi-stazionaria, che è campo ~ H da quella dove si misura ~ . Φ(B) Questo sicuramente ben vericata operando a frequenze f ∼ 100 comporta un immediato vantaggio pratico: le cor- Hz, come suggerito di fare in laboratorio. renti parassite indotte nel materiale sotto analisi saranno presenti soprattutto nella regione di produ- Detta ` la lunghezza (media) del circuito magnetico, I1 (t) la corrente che uisce nella bobina 1 e N1 il suo numero di spire, l'integrazione fornisce H(t) = N1 I1 (t)/`. zione, dove il campo è più intenso. Dunque l'eetto Data l'approssimazione quasi-stazionaria, questa relazio- di schermatura dei campi, che è tipicamente as- ne vale anche tra le ampiezze (o ampiezze picco-picco): sociato alla presenza di correnti parassite, sarà me- H = N1 I1 /`. no rilevante. Inoltre potremo ridurne ulteriormente venientemente fatta montando una resistenza sono in questo caso meno importanti, dato che esse La misura della corrente può essere con- R1 in serie 4 alla bobina. Trascurando la resistenza interna del generatore, si ha infatti in queste condizioni dove con VH I1 = VH /R1 , abbiamo indicato l'ampiezza (o ampiezza picco-picco) della dierenza di potenziale ai capi della resistenza gresso (lo ricordate? Il ltro passa-basso attenua pres- soché linearmente le frequenze che giacciono sotto alla frequenza di taglio!). Di conseguenza, si ha in uscita dall'integratore un segnale la cui ampiezza è R1 . Mettendo tutto insieme, si ha quindi VH VB = V2 `R1 H, = N1 (1) cioè l'ampiezza (o ampiezza picco-picco) del segnale H, VH V 2 = N2 costituendone una misura indiretta. (2) D'altra parte, come già aermato, si ha anche è direttamente proporzionale all'intensità (o intensità picco-picco) del campo oscillante 1 . 2πf R2 C ~ dΦ(B(t)) = N2 2πf hsB , dt (3) dove abbiamo notato che il usso attraversa la sezione Nelle ipotesi di isotropia, omogeneità e linearità che abbiamo citato all'inizio, all'interno del materiale questo ~ H(t) dà luogo a un ~ ~ . Per B(t) = µr µ0 H(t) delle N2 spire (messe in serie tra loro) che formano la bobina 2 e abbiamo fatto la derivata di una grandez- campo campo di induzione magne- za sinusoidale con frequenza angolare tica il fenomeno della canalizza- solito, abbiamo trascurato i segni, che sono irrilevanti). zione delle linee di campo, la sua direzione sarà (preva- ω = 2πf (e, al Mettendo tutto insieme, si ha lentemente) allineata con il lato lungo delle lamine che costituiscono la catena, ovvero il circuito magnetico. VB = Questo signica che all'interno della bobina 2 si avrà un usso di campo magnetico oscillante dove h ed s N2 2πf hs N2 hs B= B, 2πf R2 C R2 C (4) ~ Φ(B(t)) = hsB(t), sono altezza e spessore delle lamine (oc- chio alla geometria!). Ovviamente l'espressione scritta è un'approssimazione: a parte gli aspetti geometrici (non è mica detto, per esempio, che il campo ~ B(t) sia omoge- neo dentro la lamina!), è possibile che ci siano perdite di che quindi rappresenta una misura indiretta di B, quello che volevamo ottenere. Se i segnali CH2 VH e VB vengono inviati ai canali di un oscilloscopio usato in modalità X-Y, che è CH1 e allora si ottiene la visualizzazione diretta della relazione tra in- nea tra le bobine o alle correnti parassite. Tutto questo ~ e intensità B ~ del campo esterno (applicato) H al variare di quest'ul~ vietima. Infatti nel periodo T = 1/f l'intensità di H lo consideriamo trascurabile. ne continuamente spazzata tra un valore minimo (pari campo dal circuito magnetico così come è possibile che ci sia un contributo dovuto alla mutua induzione sponta- Nell'esperienza pratica, la bobina 2 è collegata a un circuito integratore costituito da una resistenza un condensatore C. R2 e Ora, tutti ricordate che un inte- tensità del campo di induzione magnetica a a Hmin = −VH (N1 /(R1 `))) Hmax = +VH (N1 /(R1 `))). e un valore massimo (pari Nel frattempo il campo di induzione magnetica viene continuamente misurato at- VB gratore è un ltro passa-basso la cui frequenza di taglio traverso la misura di fT = 1/(2πR2 C) è molto minore della frequenza di laf . In altre parole, anché l'integratore si comporti in modo opportuno dovete scegliere R2 e C tali che R2 C >> 1/(2πf ): nelle mie prove io ho posto R2 = 3.3 kohm (nominali) e C = 10µF (nominali). Lavorando a f ≈ 100 Hz la condizione è abbastanza ben verica- rappresentazione della curva di isteresi. ta, dato che la frequenza di taglio è circa 20 volte in- simazioni che abbiamo fatto, il metodo non consente una feriore alla frequenza di lavoro. Ricordate poi tutti che misura particolarmente adabile delle grandezze in gio- all'uscita dell'integratore il segnale ha un'ampiezza pari co, per cui non datevi troppo dei valori quantitativi che voro a fT /f = 1/(f 2πR2 C) volte quella del segnale in in- [1] In italiano di dovrebbe dire coercitivo, ma si usa, io uso, coercivo come neologismo proveniente dal termine e dunque si ricostruisce una Il metodo è furbo e carino, ma la sua interpretazione a me lascia qualche dubbio (spero che anche a qualcuno di voi vengano dei dubbi, che chiariremo per esempio all'esame orale!). Non voglio palesarvi i miei timori, ma vorrei concludere con un avvertimento: a parte le tante appros- estrarrete dall'esperienza! coercive. Mi sta più simpatico così!
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