SGRT notizie Quattro Qcolonne Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. Crisi economica 70% regime libero – ANNO XXIII n° 7 15 APrIle 2014 – AUT.Dr/CBPA/CeNTrO1 – VAlIDA DAl 27/04/07 Sopravvive solo chi investe e punta tutto sulla tecnologia dall’umbria allo spazio Imprese a due velocità. E quando calano i consumi nazionali, ci salva l’export i lavoratori della perugina devono fare i conti con lo spettro della cassa integrazione, la Sgl Carbon di narni lascia a casa centodieci dipendenti, ma c’è anche chi riesce a mettere ko la crisi. il gruppo Angelantoni, che ha sua sede principale a Massa Martana continua ad investire in ricerca e alta tecnologia. Astra Make-up, azienda a gestione familiare, ha trovato il “trucco” del successo. CenTro CiTTà Sandri, dolce riapertura Nuova gestione per la storica pasticceria simbolo di Perugia Servizi di MAnCini, MeChelli e Spinelli Alle pAgine 4-5 Clima Tempo imprevedibile (e non solo a marzo) D iceva il colonnello Bernacca, annunciatore delle previsioni meteo ai tempi della Rai in bianco e nero: «Nella vita, due sono le cose più instabili: il tempo e le donne». Non potendo prevedere con esattezza il comportamento di queste ultime, si è provato almeno con il clima. Ed ecco una pioggia di studi, rapporti, confronti di serie storiche cadere su increduli utenti, che non sanno più come districarsi di fronte a dati contraddittori, che negano e confermano al tempo stesso. Nessuno sa più spiegarsi perché, a ogni cambio di stagione, ci viene ripetuto sempre lo stesso ritornello: che, ad esempio, «per trovare un autunno così piovoso, bisogna risalire indietro di decenni», oppure che «quello appena trascorso è stato l’inverno più caldo degli ultimi 200 anni». Eppure, almeno in questo caso, non sono le solite frasi a effetto, stavolta si tratta di pure verità: nel 2013 l’autunno, che solitamente si concentra a settembre e ottobre, ha sconfinato verso la fine dell’anno, cancellando del tutto la stagione invernale e dando vita a una grande, lunga stagione di mezzo (e meno male che non esistevano più le mezze stagioni...). La ragione? Stando agli esperti del Centro funzionale di monitoraggio meteo-idrologico di Foligno, la scorsa estate ha portato in dote all’ autunno energia sufficiente (quindi, calore) per non farci battere i denti in dicembre. In Umbria la temperatura media nei primi dieci giorni di febbraio è stata di 7° (di solito, si aggira intorno a un grado). A Perugia, dove quattro anni fa si erano registrati 10 picchi sottozero durante tutto l’inverno, quest’anno è successo solo una volta, evento neanche tanto rimarchevole: appena -0,5°. Se poi si considerano le temperature di questi giorni, si può dire che la primavera è già arrivata, con un anticipo di circa due settimane sulla tabella di marcia. Cosa ci suggeriscono questi dati, e con essi i meteorologi? Più che constatare la mitezza dell’inverno appena trascorso, non ci consentono di dire altro. Fare pronostici, trarre conclusioni, lanciare allarmi sulla “tropicalizzazione” del Mediterraneo o sulla desertificazione della nostra penisola è del tutto inutile. Come è inutile collegare a queste cause la comparsa di fenomeni violenti e inediti per le nostre latitudini (le piogge torrenziali degli scorsi mesi in Sardegna o sulle coste delle Bretagna): sono solo congetture che lasciano, dura realtà, il tempo che trovano. AnTonio BonAnATA FonTAnA «R di zuCChero e dolCi: lA veTrinA di SAndri AlleSTiTA in oCCASione del FeSTivAl inTernAzionAle del giornAliSMo itroveremo il maritozzo con il capocollo, il portafoglio, la meditazione, ritroveremo tutto il meglio di Sandri». A parlare è Massimo Duranti,che nel 2010 ha curato la mostra per i 150 anni della pasticceria Sandri, la più antica dell’Umbria. Un simbolo per Perugia che, però, lo scorso luglio ha chiuso i battenti. In questi mesi sulla sua saracinesca sono stati appesi messaggi di affetto che chiedevano la riapertura. Ora saranno esauditi: grazie a un accordo con gli imprenditori Ferretti, Sandri riprenderà entro la fine di marzo a produrre prelibatezze. «Mi vanto di aver presentato io Ferretti a Carla Schucani, l’attuale proprietaria, ho pensato che li accomunasse la ricerca della qualità assoluta. Infatti locale verrà gestito nel segno della continuità». Come rivela il marchio, con la scritta rossa Sandri Perugia e la croce elvetica, le origini della pasticceria sono svizzere. Intorno al 1860 Jachen Schucan, in italiano Giacomo Schucani, bisnonno di Carla, arrivò a Perugia dalla valle Engadina e avviò un commercio di spezie. Acquistò i locali di Corso Vannucci, in precedenza scuderie di palazzo della Corgna, e li fece affrescare dagli allievi della scuola del Brugnoli. Dopo la morte prematura del figlio Claudio, intorno al 1918, per aiutare il giovane erede Guglielmo arrivò un parente pasticcere svizzero, Nicola Zonder, il quale durante il venten- nio italianizzò il nome in Sandri. Carla Schucani, classe 1932, accantonò la carriera di pittrice per dedicarsi all’arte dolciaria: «Invece di vendere i quadri ho scolpito il pandizucchero». E di sculture, nel tempo, Sandri ne ha realizzate tante, con le sue celebri vetrine a tema: dai pulcini pasquali ai fiori per l’8 marzo. Dario Argento ha preso qui la torta per il suo settantunesimo compleanno: una mezzaluna di mandorle con pipistrello glassato. Tutti i dolci hanno una targhetta in cioccolato bianco con su scritto il loro nome in cioccolato fondente. Il più famoso è la “meditazione”: tre strati di una frolla Linzertorte ripieni con crema chantilly. Tra gli studenti perugini gira la superstizione che entrare da Sandri prima di laurearsi porti male: negli ultimi mesi non c’era rischio, il locale era chiuso. Ora le sue vetrine torneranno. La riapertura è stata promossa su Youtube e sui social network: oltre 3 mila le visualizzazioni su Facebook. I pasticceri saranno quelli di sempre: «Riassumere il personale era importante – spiega Francesco Ferretti – perché vogliamo rassicurare i clienti che i prodotti saranno fatti con le stesse mani di prima. La sfida è coniugare la storicità del locale con le esigenze moderne di avere un servizio veloce, spazio sufficiente, e prodotti di qualità». CArloTTA BAlenA Cultura una casa editrice (non) è un’avventura I n Italia si legge sempre di meno, ma sorprendentemente le imprese editoriali aumentano. Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2012 e ai primi mesi del 2013, segnalano 5074 case editrici, +3% rispetto al 2011. Quelle che pubblicano almeno 10 titoli all’anno però, sono appena 1326. La lettura di questi numeri è semplice: molti dei progetti avviati falliscono in breve tempo, spesso non raggiungono l’anno di vita. Solo i più abili riescono a farsi largo nel mercato. «Per avere successo – spiega Giovanni Peresson, direttore dell’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori – è necessario non solo fare un accorto business plan nel breve e medio periodo, ma anche proporre una strategia sensata. Spesso a sopravvivere sono quelle case editrici che, in un primo momento, si specializzano su un preciso progetto editoriale: temi e autori specifici, accompagnati da apparati illustrativi e grafici riconoscibili. Solo così ci si distingue, evitando inutili potpourri. Quando la casa editrice ha basi più solide, allora può cominciare a diversificare l’offerta». Se le vendite di libri calano (-8,4% tra 2011 e 2012), avanza però il settore digitale. I lettori di eBooks aumentano (1,6 milioni, + 136% rispetto al 2010) e con loro i titoli in commercio: 21.330 nel 2012, il 6% del totale (era l’1% nel 2010). Nonostante questo, come si è visto, sono ancora tanti quelli che aspirano a mettersi in proprio nell’ambito dell’editoria tradizionale. I costi per far partire un’attività, dal punto di vista burocratico, sono bassi, e si limitano all’apertura della Partita IVA e all’iscrizione presso la Camera di Commercio. E tuttavia, accedere a finanziamenti che consentano di sostenere tutte le spese aggiuntive non è così semplice. «I principali bandi a cui si può accedere spiega Claudia Committari, responsabile dell’Ufficio incentivi alle imprese della Camera di Commercio di Perugia - sono a livello locale, per lo più regionale, o proposti dalle stesse Camere di Commercio. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, si tratta di bandi plurisettoriali. L’aspirante editore può proporre il suo progetto, ma dovrà affrontare una competizione serrata con imprenditori di altre aree». luCA SerAFini CronACA Parla il questore di Perugia: «Controlli a tappeto, così aumenta la sicurezza» A pAg. 3 2 CRONACA 15 APRILE 2014 Il progetto è cofinanziato dal dipartimento per le Pari opportunità, dai comuni di Perugia e Terni e dall’associazione “Liberamente Donna” donne, un centro per rialzarsi A Ponte Pattoli la prima struttura regionale contro la violenza di genere. L’obiettivo? Accogliere le vittime e sostenerle nel loro percorso Q ualche scatolone ancora da svuotare, computer da collegare, l’odore di vernice delle pareti che riempie le stanze. Il primo centro antiviolenza dell’Umbria ha aperto da pochi giorni a Ponte Pattoli, frazione a nord di Perugia. Molto rimane ancora da sistemare, ma al suo interno si sta già lavorando. La prima richiesta di aiuto è arrivata il 10 marzo, nelle prime ore di attività. A rivolgersi al centro intitolato a Catia Doriana Bellini (ex responsabile del centro regionale per le Pari opportunità dell’Umbria) è stata una donna italiana, che ha detto di aver subito maltrattamenti, violenza psicologica, economica e sessuale dall’uomo con il quale convive. Per lei sono ora previsti dei colloqui con gli psicologi e i consulenti del centro, che valuteranno se “ospitarla” nelle proprie strutture. L’Umbria era rimasta l’unica regione italiana, oltre al Molise, a non avere un luogo di incontro e di aiuto per le donne vittime di violenza. Lacuna che è stata colmata con questo progetto dal costo complessivo di quasi 500mila euro, cofinanziato per il 90% dal dipartimento per le Pari opportunità, per la restante parte dai comuni di Perugia e Terni e dall’associazione “Liberamente Donna”. Per i prossimi due anni sono inoltre previsti 200mila in arrivo dalla Regione. Il progetto, che è stato presentato il 6 marzo alla sala dei Notari di Perugia, risale al 2012, quando venne lanciata l’iniziativa “Umbria antiviolenza”, che vedeva coinvolti i comuni di Pe- l’8 MArzo Si Tinge di roSSo Ofelia, si chiamava. Uccisa come Desdemona, ma con un taglierino da un euro e 80 centesimi, comprato poche ore prima. Era una badante romena di 28 anni; è stata accoltellata alla gola dal suo fidanzato, in una stanza d’albergo di Gualdo Tadino, l’8 marzo. Era la giornata internazionale della donna. Danut Barbu, anche lui romeno, 28 anni, ha ammesso di aver acquistato il taglierino per ucciderla. Lo ha detto davanti al gip Alberto Avenoso e al magistrato Angela Avila, durante l’udienza di convalida dell’arresto. Sono 177 le donne uccise nel 2013, secondo gli ultimi dati del Viminale. Nella gran parte dei casi (120 su 177) le donne sono state vittime della furia omicida dei loro mariti, compagni, figli, fratelli o nipoti. E dal SophiA loren in unA SCenA de donnA in FugA dA roMA “lA CioCiArA”, FilM del 1960 di viTTorio de SiCA Che rACConTA lA SToriA di CeSirA, unA durAnTe lA SeCondA guerrA MondiAle Che viene violenTATA dA un gruppo di SoldATi nord-AFriCAni rugia e Terni e le associazioni “Differenza Donna” e “Liberamente Donna”. L’obiettivo era quello di creare «un luogo dell’accoglienza alle vittime di violenza nei casi più a rischio, ma anche di formazione, ricerca, sensibilizzazione, informazione e prevenzione» come ha spiegato l’assessore alle Pari opportunità del comune di Perugia Lorena Pesaresi nel corso della presentazione. Il centro di Ponte Pattoli (quello di Terni verrà attivato a breve) può offrire accoglienza ad un massimo di otto donne, che possono portare con sé anche i propri figli. Comode stanze con letti singoli, una sala dove far giocare i bambini 2009 ad oggi in 40mila hanno denunciato di aver subito atti di stalking. Silvana Spaziani, 46 anni, l’alba dell’8 marzo non l’ha proprio vista. Perché suo marito Sebastiano Fedele l’ha colpita ripetutamente con un’asta di ferro, l’ha spinta giù per le scale, poi l’ha sollevata e adagiata sul letto, sopra il quale l’ha lasciata morire agonizzante, dopo essersi addormentato nella loro casa, a Frosinone. Assunta Sicignano è stata uccisa dall’uomo che aveva lasciato nel bar che gestivano insieme a Vigevano. Lei, 43 anni, si era trasferita da qualche giorno a casa di un’amica insieme alle figlie di 19 e 16 anni. Lui, Francesco Albano, 71 anni, non aveva accettato la scelta della compagna di una vita. E quando davanti al bar ha visto l’auto dell’uomo che l’aveva sostituito nel cuore di Assunta, è entrato e l’ha accoltellata più volte dietro al bancone. Poi ha sistemato due sedie coperte da una tovaglia in modo che non si riuscisse a vedere l’interno e sulla porta ha attaccato un cartello con scritto a penna "Torno subito". e uno spazio in comune con la cucina dove poter condividere le proprie esperienze. Quando sarà attivo anche il punto di Terni, complessivamente potranno essere accolte fino 36 donne vittime di violenza e 20 bambini. Ad occuparsi di loro saranno 60 tra operatrici e volontarie (30 a Ponte Pattoli e altrettante a Terni) che hanno seguito un corso base di 150 ore. Tutte donne. A spiegare il motivo di questa scelta è Elisa Piazzoli, corresponsabile del centro: «Viviamo in un mondo in cui la donna viene vista come proprietà, come un oggetto, tutto sembra essere giustificato, assistiamo a una mercificazione del corpo. Per questo solo una donna può capire un’altra donna». Le vittime di violenza potranno contattare il centro a qualunque ora, per il momento ad un numero di cellulare, in attesa che venga attivato il numero verde. Verrà dato sostegno alle maternità difficili, consulenza legale e psicologica gratuita, aiuto nell’avvio di procedure con i servizi territoriali e con le istituzioni. Ma il centro antiviolenza “Catia Doriana Bellini” ha ambizioni ancora più alte, conclude Elisa Piazzoli: «Vogliamo creare un laboratorio culturale per dare sostegno a tutte le donne, dobbiamo ridare dignità al genere femminile. C’è tutto un sommerso di silenzi e mancate denunce, sentiamo tutti i giorni storie di chi ha sopportato tanti anni senza dire nulla. I panni sporchi non si lavano in casa». lorenzo grighi Otto marzo amaro per la ragazza di Finale Ligure violentata nella sua scuola. Il tribunale del Riesame ha disposto la ‘permanenza in casa’ per tre dei quattro minori arrestati che erano stati messi in comunità per presunte violenze sessuali verso la compagna di classe. Il quarto indagato era già stato rimesso in libertà. "Ritornano senza nemmeno chiederci ‘scusa’. Ritorna chi ha tradito, chi ha mentito, chi ha amato. Ritorna chi senza di te non può stare. Ritornano tutti". E, ancora, il 6 marzo, un’ultima citazione di Oscar Wilde: "Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza". Questi gli ultimi post sulla bacheca Facebook di Ofelia. Per lei, nessuna ghirlanda di fiori. E, per tutte queste donne, nessuna mimosa. AleSSAndrA BorellA non è tutto rosa quel che luccica Dalle truffe allo sfruttamento della prostituzione, fino alla violenza personale: i giochi pericolosi del gentil sesso M entre il Parlamento discute di quote rosa, c’è un settore in cui l’universo femminile è ben rappresentato senza bisogno di provvedimenti speciali: per molte donne uccise e maltrattate dagli uomini, ce ne sono altre che giocano a ruoli invertiti, indossando i panni delle bullette di quartiere. Sfruttatrici di altre donne, calcolatrici senza scrupoli e maestre dell’evasione fiscale: da Perugia a Città di Castello. Qui, la Guardia di finanza – bussando alla porta di Lisa, una cinese apparentemente nullatenente – ha scoperto pochi giorni fa una piccola Prato. L’imprenditrice faceva affari nel tessile duplicando maglie griffate e nascondeva in casa una vera fortuna, 140mila euro in contanti. Guadagnati sulla pelle delle dipendenti: ne teneva una decina in nero, le pagava pochi euro al giorno facendole dormire e mangiare in una stanzetta, ammassate tra stoffe e cartoni. Intanto lei si arricchiva eludendo il fisco: apriva e chiudeva società fittizie, intestava partite iva a prestanome che sparivano nel giro di un paio di mesi senza pagare nulla e senza lasciar traccia. Sconosciuta al fisco era anche Giulia, nome d’arte di Hu Yunjuan, proprietaria del centro di massaggi “Zhi Luo Lan” in via Campo di Marte. Solo che i clienti che capitavano qui non avevano né sciatica né reumatismi: dentro l’appartamento si nascondeva un piccolo bordello dove vivevano segregate tre clandestine costrette a vendersi. L’incasso finiva nelle tasche della loro maitresse, arrestata dalla polizia per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Un fenomeno che è dilagato proprio in quelle zone, intorno alla stazione, da via del Lavoro a via dei Canali, dove le giovani cinesi hanno ormai rimpiazzato nigeriane e rumene anche in strada. E spesso il loro padrone porta la gonna. Avevano invece i jeans per muoversi più agilmente tra serrature scassate e fughe improvvise, le tre giovani ladre (14, 15 e 18 anni) arrestate il 12 marzo a Terni: di origine croata ma nate in Italia, con cacciaviti e taglierini irrompevano nelle case degli anziani dopo aver citofonato per assicurarsi che non c’era nessuno. In pochi minuti riuscivano ad arraffare di tutto e avevano già messo a segno diversi colpi. Poi una leggerezza fatale, quando hanno cercato di forzare una porta blindata senza accorgersi che gli inquilini le osservavano dallo spioncino e intanto chiamavano il 113. La polizia è arrivata mentre stavano ancora armeggiando davanti all’abitazione: avevano tutte e tre precedenti per furti in appartamento e la maggiorenne era uscita di prigione da una settimana. Tre storie di donne che provano a fare “le dure”, prendendo in prestito il peggio degli uomini. Ma ce n’è un’altra ancora più estrema e quanto mai emblematica: il 10 marzo il tribunale di Brescia ha condannato a 16 anni di prigione Angela Toni, originaria di Gualdo Tadino, per l’omicidio della compagna, avvenuto un anno fa. Angela, operaia di 35 anni, ha confes- il giro dellA proSTiTuzione è SpeSSo geSTiTo dA donne sato subito: non accettava la fine della relazione con Marilena Ciofalo e non riusciva a darsi pace. Per questo aveva perso la testa e comprato una pistola. Aveva passato cinque giorni al poligono per prendere bene la mira. Quindi due colpi per ammazzarla dopo una notte di litigi.Si tratta del primo femminicidio (giuridicamente accertato) in Italia. FederiCo Frigeri CRONACA 15 APRILE 2014 i reati più frequenti sono i furti nelle abitazioni Un trend in continua crescita: il livello della criminalità a Perugia è vorticosamente aumentato negli ultimi anni. Nell’ultimo quinquennio un vero e proprio boom: le statistiche del capoluogo di regione umbro sono le stesse di quelle di Roma, una città notevolmente più grande e più soggetta a confrontarsi con reati ogni tipo. Nel grafico qui a fianco sono evidenziati, voce per voce, i crimini più comuni commessi a Perugia e provncia ogni centomila abitanti: si tratta di dati forniti lo scorso dicembre dal Ministero dell’Interno e rielaborati dal Sole 24 Ore, nelle cui graduatorie Perugia si trova al 78° posto su 107 province in tutta Italia. I reati più frequenti sono i furti e rapine nelle abitazioni: nello scorso anno ne sono avvenuti 611, un dato che supera di gran lunga la media nazionale, soprattutto se paragonato a quello di Terni: nell’altro capolugo umbro sono stati “soltanto” 528. Seguono, con 226 casi, i reati “da strada”, come spaccio, furti e rapine nei negozi, scippi. E qui Perugia deve convivere con un altro, triste primato: 36 morti per ovedose nell’ultimo anno, il dato più alto in tutta Italia. Gli abitanti perugini sono tra i più colpiti in tema di truffe e frodi: sono state ben 180, altro dato che spinge Perugia e provincia ancora più a fondo nelle classifiche. Numeri più bassi per i furti d’auto (la quota, sempre secondo i dati forniti dal Viminale, è di 61) e per le estorsioni, limitati ad 11 casi. e. C. 3 Il nuovo questore, Carmelo Gugliotta, fa il punto della situazione sulla delinquenza in città «perugia, non avere paura» Ai minimi storici la sicurezza percepita: «Il nostro sarà un lavoro concreto per aumentare quella reale» P erugia capitale della droga, Perugia città violenta, Perugia in mano alla criminalità straniera: titoli e slogan che si leggono un po’ ovunque, rilanciati dalle testate web e dai giornali di tutta Italia. In città si percepisce un’aura di disagio e di paura: il centro ormai è abbandonato a se stesso ed è sempre meno vissuto non solo dai cittadini, ma anche da studenti e turisti. Il nuovo questore, Carmelo Gugliotta, insediatosi a gennaio commenta così la deriva del capoluogo umbro: «Fino a 20 anni fa Perugia era notoriamente una città tranquilla, senza nessun grave problema legato alla criminalità. Da allora però sono cambiate molte cose e oggi la provincia è al 78° posto nelle classifiche del Sole 24 Ore in tema di sicurezza. Il disagio è evidente: basti pensare al crollo di iscritti nelle due università della città. Significa che a Perugia si ha paura, ma soprattutto Perugia fa paura». Un dato allarmante, con i cittadini che vedono diminuire giorno dopo giorno la sicurezza percepita: «Ma in questo caso – sottolinea Gugliotta – noi possiamo lavorare soltanto sulla sicurezza reale. Il malessere, o benessere, generale e le sensazioni diffuse tra gli abitanti sono dettate dalla stampa e dal modo in cui certi problemi vengono affrontati. Purtroppo i giornali vendono solo se pubblicano cattive notizie e, quindi, si creano situazioni di allarmismo generale». Anche la provincia di Perugia sta diventando una roccaforte della criminalità organizzata: «Ormai è impossibile fare dei distinguo tra dove ci sono e dove non ci sono le mafie – evidenza il questore – perché sono dovunque c’è la possibilità di fare affari, di investire. Non servono omicidi di mafia per sentenziare che questa sia presente in un territorio, anzi: quando non ci sono, vuol dire che c’è un controllo pacifico del territorio e dei sui principali affari». Un problema grave è quello legato all’immigrazione: è elevato il dato di reati commessi dagli stranieri, soprattutto da quelli irregolari: «È vero – ammette Gugliotta – i numeri legati alla criminalità straniera sono elevati. Noi ci muoviamo come possiamo, ma i passaggi burocratici per arrivare all’identificazione ed all’espulsione di uno straniero, magari irregolare e senza documenti, che commette un reato sono lunghi e macchinosi». Per questo motivo, il questore lancia un appello a tutte le forze di polizia: «Noi della questura siamo i soli a gestire i rimpatri: questo comporta costi elevati per il corpo della polizia di stato, sia per biglietti aerei, sia per il numero di uomini da impiegare in queste operazioni. Sarebbe importanche che ci venisse data una mano». 226 Rapine e furti in negozio, scippi e spaccio 11 Estorsioni 61 Furti d’auto 180 Frodi e truffe 611 Furti e rapine nelle abitazioni CArMelo guglioTTA, queSTore di perugiA Un punto su cui si dibatte molto è la connivenza silenziosa tra gli immigrati irregolari e i perugini che affittano loro appartamenti, ovviamente in nero: anche questo contribuisce al degrado e genera insicurezza ma, negli ultimi tempi, i controlli sono diventati sempre più serrati e si stanno intensificando anche quelli in palazzi abbandonati. Ultimo esempio è quello dell’ex Tabacchificio, dove sono stati trovati 150 posti letto più che arrangiati: in pratica un dormitorio in piena regola, peraltro a due passi dalla questura. Altra piaga sociale: la droga. Il centro di Perugia, è noto, è sempre più in mano a spacciatori di ogni tipo: «Il fenomeno esiste, anche in virtù di un mercato che, purtroppo, non acenna a diminuire. E i problemi più gravi, ma non sempre sotto l’occhio dei riflettori, sono in zona stazione, non solo nei dintorni di corso Vannucci». La questura, comunque, si è impegnata negli ultimi tempi per cercare di rendere più sicura la città: «Il posto di polizia di via Bartolo garantisce un livello di sicurezza più alto e, grazie ai pattugliamenti più continui, sono in netta diminuzione i furti e anche il numero di reati commessi nelle ore notturne. Insomma, la situazione sembra stia migliorando e stiamo cercando di rispondere alle esigenze dei cittadini». edoArdo CozzA Clandestino, ti prendo e ti porto via. Ma dove ti mando? «H o qui sulla scrivania una pratica delle tante che la affollano: è l’ennesimo ricorso al decreto di espulsione. Nove imputati su dieci fanno ricorso, anche quando non ci sono gli estremi». A parlare è Cristiana Cristiani, uno dei giudici di pace che quotidianamente si occupano di convalidare i decreti di espulsione emessi dalla Questura di Perugia (uno o due al giorno in media) e, soprattutto, delle udienze relative ai ricorsi per chiedere l’annullamento di tale decreto. Sono state 162 nel 2012. L’avvocato del clandestino è spesso patrocinato dallo Stato e per prassi si fa firmare una delega per avviare il ricorso. Tanto, non costa nulla. Ma la maggior parte delle volte è mirato ad ottenere una dilazione temporale. «La settimana scorsa ho avuto il caso di un clandestino albanese trovato con un quintale e mezzo di droga. Era qui e piangeva, dicendo che lui ha il figlio piccolo in Italia. Era la seconda udienza. Io cosa devo fare? Capisco che ci siano situazioni delicate che coinvolgono coniugi o minori, ma quando si arriva al decreto di espulsione si è già arrivati all’ultimo stadio», continua il giudice, nel suo lA nAzionAliTà degli iMMigrATi ClAndeSTini più diFFiCile dA individuAre è quellA AlgerinA, MenTre le nAzionAliTà più preSenTi A perugiA Sono quellA TuniSinA e quellA MAroCChinA ufficio al Tribunale di sorveglianza. In corridoio c’è Giuseppe Ricci, ex ispettore dell’ufficio immigrazione. È in pensione da due mesi, è qui per accompagnare l’ispettore che lo sostituisce ad un’udienza. Il novizio, lo chiama. Perché Ricci ha alle spalle 30 anni di carriera, nei quali ne ha viste «di cotte e di crude. Come l’espulsione della stessa persona per 5 volte in due anni. Con la legge Martelli (n. 39/1990, ndr) sono iniziate le sanatorie, secondo me è lì l’origine del problema», afferma. Lui parla dell’importanza del respingimento alle frontiere, l’avvocato, che discute del suo caso con l’altro funzionario della questura, cita sentenze (e condanne) a volte ingiuste, che creano il pregiudizio. Eppure la legge è garantista. Soprattutto nel caso in cui non si riesca a risalire alla nazionalità dell’immigrato. Se c’è un passaporto, si tratta solo di trovare il primo vettore disponibile per il trasporto. Ma se non c’è, ed è questa la casistica maggiore, la questura deve inoltrare la richiesta a più consolati, ai quali non sempre conviene collaborare. «Quello algerino è il più restio a rispondere. Ma, in genere – spiega Ricci – si va comunque dai 4 ai 6 mesi per un riscontro. Nel frattempo si chiede al ministero dell’Interno un posto nei CIE, che sono già sovraffollati». Cosa succede a questo punto? Con la direttiva comunitaria sui rimpatri, la 115 del 2008, il clandestino ha sette giorni di tempo per una partenza volontaria. Sarebbe a dire che deve andarsene da solo, senza alcun controllo. Su 100, di solito, se ne vanno in tre. Gli altri, è ovvio, non ci pensano nemmeno. Forse non hanno i soldi, forse meritano asilo politico. Più spesso hanno precedenti penali sufficienti a giustificare l’espulsione, ma restano liberi di delinquere ancora. AleSSAndrA BorellA n V el ia la gg c io r is i io si g i g cr ia V lla e n il declino e l’ascesa, il binomio che spacca l’Umbria La crisi non colpisce tutti allo stesso modo: alcune delle nostre aziende storiche mandano a casa i lavoratori, altre invece crescono e lanciano il made in Italy direttamente nello “spazio” per la perugina il prestigio non basta più angelantoni, orgoglio tutto “high tech” Dopo mesi di attese i lavoratori dell’azienda di San Sisto non sanno ancora cosa sarà del loro futuro L’ annuncio che ha fatto tremare lo la Perugina, nel reparto produttivo. Dal 2003 anche perché ha una progettualità di stabilimento di San Sisto è arrivaha un contratto a tempo indeterminato. fondo». Progettualità: è questo che La stagionalità to a metà febbraio. Pochi giorni Marco ci spiega cosa è cambiato rispetto al chiedono i dipendenti della Perugidopo San Valentino, la Nestlè ha comunicapassato: «Nel periodo primaverile c’è na. Un piano industriale di rilancio, è sempre stata to ai lavoratori della Perugina un piano di sempre stato un abbassamento della dicono, è fondamentale per garantiil punto debole cassa integrazione per 867 dipendenti. La produzione. Adesso si è accentuato. re un futuro a questa azienda. «Queldecisione della multinazionale di VeDa cosa dipende? Dal calo dei consu- lo che ci preoccupa non è la cassa indell’azienda. vey dipende dalla stessa natura mi, ma anche dalla variazione del tegrazione! È la fine che faremo… della produzione: il consumo mercato: il consumatore vuole che ne sarà della Perugina? Con la crisi l’impatto del cioccolato si concentra in il prodotto sempre più freLavorare per una multinazionale è alcuni periodi dell’anno. sco, questo significa pro- una fortuna: il 40% della nostra proè stato molto Inevitabile l’oscillazione durre sempre più a ridosso duzione va all’estero. Se lavorassimo più forte delle vendite e quindi dei dei periodi di consumo, il solo per l’Italia, di questo stabilimencali di produzione. La staperiodo invernale, ma so- to rimarrebbe ben poco. Ma le scelgionalità, caratteristica delprattutto le feste, san Va- te di una multinazionale spesso significano masla Perugina, è vecchia di delentino e Pasqua in parti- sificazione produttiva: alcuni prodotti artigianacenni. In passato però quecolare. li stanno sparendo. Insieme a loro sparisce ste criticità, spiega Michele Quest’anno, la cassa inte- un’etichietta di qualità e di prestigio. Greco, coordinatore grazione dura di più Il marchio Perugina ha poca visibilità in Italia: il bacio perUgina, il celebre cioccolatino prodotto nello dell’RSU Perugina, del passato. L’inten- quando va bene, escono due pubblicità all’anno stabilimento nato a san sisto il 30 novembre del 1907. a fondare la “società perUgina per la fabbricazione di hanno avuto risposte zione iniziale della in televisione per san Valentino. La Nestlè vuoconfetti” ci sono, tra gli altri, dUe imprenditori perUgini destinati ad avere sUccesso anche in altri settori: diverse: «Alla fine deNestlé era di aprire le investire sullo stabilimento di San Sisto o no? 27,7% —> francesco bUitoni e annibale spagnoli. gli anni ‘90 e all’inizio nel 1985, la perUgina viene vendUta a carlo de benedetti la cig per tutta la for- Abbiamo anche chiesto la internalizzazione di in crescita che, a sUa volta deciderà di vendere. degli anni 2000, alcuni reparti, come nel 1988 la fabbrica va a finire in mani straniere. l’azienda ha gestito la ad esempio quello load acqUistarla, è la mUltinazionale nestlè curva bassa con il sogistico, che erano sta38,2% —> lo utilizzo delle ferie. E poi, la flessione produt- za lavoro a tempo indeti dati in appalto. Coin crisi tiva durava poco. Attualmente la situazione è terminato, poi in fase di sì potremmo recupepiù complessa per diversi fattori. Primo fra tut- trattativa siamo riusciti ad rare posti di lavoro». ti la crisi che ha impattato sui consumi: le fami- escludere tutta la sezione Marco, abbassa lo 34,2% —> glie hanno tagliato sulle spese superflue, pian part time. Il termine del sguardo: «È tutto nestabili piano la flessione produttiva si è allargata. Pur periodo è il 23 aprile, poi buloso. Quando sono avendo compensato con l’export, la pesante però bisognerà tornare in entrato qui dentro perdita del mercato interno ci ha portato ad una Confindustria, al tavolo avevo delle certezze. +13,6% —> riduzione dei volumi». della trattativa, perché ci Ora? Non so cosa ci export La cassa integrazione per i dipendenti della Pe- sarà da coprire anche aspetta. Nello stabilirugina è cominciata lo scorso 3 marzo. Un ver- maggio e giugno. Non si mento, l’età media bale d’intenti siglato con il sindacato ha però sa se dopo aprile l’am- lo stabilimento a san sisto, frazione di perUgia dei lavoratori è di 40 +11% —> permesso di ridurre il numero dei lavoratori in- mortizzatore sociale sarà anni. Quanti di noi hitech teressati di più di 200 unità. Marco Ballarani è la cig o il contratto di solidarietà, vantaggioso arriveranno alla pensione?». michela mancini uno di loro. Nel ‘97 ha cominciato a lavorare al- per due motivi: dal punto di vista salariale, ma “ ” le aziende in numeri sgl carbon, la chiusura è sempre più vicina La multinazionale tedesca ha avviato la liquidazione. Ma gli operai non ci stanno: «Continueremo a lottare» S ono ormai parte integrante del panorama di gilia dell’incontro delle rappresentanze sindacaNarni i silos della Sgl Carbon. Stanno lì da li al ministero dello Sviluppo per discutere di un’eventuale solu117 anni e hanno zione. I vertici tedato lavoro a molte famiglie della deschi non si sono presentati perché cittadina. Un luogo antico che afnon avevano «alcun argomento su cui fonda le proprie discutere». radici sotto terra – con quel gioiello Ed ecco che le speranze dei lavoarcheologico che è ratori sono di nuoNarni sotterranea vo crollate a picco: – e un presente «Siamo col morale che, invece, si staglia a cinquanta a terra», dice Francesco Pettorossi, metri di altezza. E la protesta di otto operai in cima ad Un silos il 25 febbraio interpretando i senlì, il 25 febbraio scorso, hanno deciso di salire e incatenarsi otto timenti di tutti i 109 colleghi. La chiusura della operai dello stabilimento, sperando che da lì si Sgl Carbon non rappresenta solo la chiusura di una fabbrica. Attorno allo stabilimento si è copotesse vedere il futuro. Speranze che sembrano sempre più effimere struita l’economia di un’intera zona. Per più di perché i tedeschi, proprietari dello stabilimento un secolo ha prodotto ricchezza per molte famiche produce elettrodi di grafite, sono decisi a glie narnesi. Francesco, operaio e Rsu (rapprechiudere i battenti. «La nostra è una decisione ir- sentanza sindacale unitaria), è uno degli otto reversibile»: queste le parole arrivate – tramite operai incatenatisi sul silos. Lavora qui da trenuna lettera – dalla Germania il 4 marzo, alla vi- t’anni e proprio non ci sta a veder chiudere una parte della propria vita. Continua ad andare al la- avanti finché ci sarà materia voro, tutti i giorni, come sempre. I prima da laLa prodotti sono gli stessi, le macchiL’economia vorare. speranza è che un ne pure. Ma non l’atmosfera che si della zona respira. All’entrata dello stabilimenpotenziale acquirente si avanti al più presto, prito c’è un presidio permanente, gli dipende dalla faccia operai si danno il cambio per vigima che le macchine vengano fabbrica spente. Ma, fino ad ora, nessulare, 24 ore su 24, i pesanti elettrono sembra essere interessato. di di carbone che producono. «Il loro valore è di circa venti milioni di euro e conLa Sgl Carbon rifornisce le più importanti actrolliamo che non vengano portati fuori per es- ciaierie italiane, prime fra tutte quella ternana e l’Ilva di Taranto. Un mercasere venduti», racconta to decisamente remuneratiFrancesco. Gli operai della vo che ha consentito alSgl li considerano di loro proprietà. l’azienda di finire gli ultimi quindici anni coi bilanci Per difendere il frutto del sempre in attivo. La chiusuloro lavoro – e il lavoro stesra dello stabilimento umbro so – sono pronti a lottare si ripercuoterebbe, quindi, a ancora, ricorrendo ad altre manifestazioni ed iniziative livello nazionale perché le di protesta. Si preannunciaacciaierie sarebbero costrette a rifornirsi all’estero. In no mesi di fuoco. Nello stabilimento di Italia, gli elettrodi di grafite Una manifestazione dei lavoratori. si producono infatti solo Narni Scalo, intanto, si conalcUni siedono sUgli elettrodi di tinua a produrre, anche se a qui, a Narni Scalo. grafite, i prodotti fabbricati regime ridotto. Si andrà all’interno dello stabilimento di narni antonella spinelli “ ” Da Massa Martana allo spazio, la ricetta vincente di una multinazionale “di famiglia” che non dimentica la terra di origine S ulle colline di Massa Martana le intuizioni del Nobel Carlo Rubbia diventano industria. Nel 2007, un anno di svolta fondamentale per l’azienda, il Gruppo Angelantoni inaugura una nuova via nella ricerca to la supervisione del Nobel Carlo Rubbia. Il Questa multinazionale “tascabile”, ancora a Science (ALS) e Angelantoni CleanTech (ACT), presidente Gianluigi Angelantoni spiega: “La no- misura d’uomo ha una storia che assomiglia alla oltre ad Archimede Solar Energy (ASE), con 8 stra è la più avanzata centrale sperimentale al trama di un film. Nel 1924 il fondatore di An- unità produttive in Italia, Germania, Francia, Inmondo a energia gelantoni Indu- dia e Cina. solare concentrata strie, Giuseppe Così il sindaco di Massa Martana Maria Pia e su di essa sono Angelantoni, par- Bruscolotti: «Inutile negarlo, siamo fieri di quepuntati gli occhi di te in motocicletta sta azienda. È il nostro fiore all’occhiello. Il grupArabia Saudita, Qadal suo piccolo po Angelantoni offre lavoro e ossigeno al nostro tar, Cina, Giappopaese umbro per territorio, promuove il nome di Massa Martana ne, Stati Uniti, MaMilano: è un gio- nel mondo. L’azienda è stata capace di battere rocco e Kuwait, i vane meccanico la crisi con il coraggio degli investimenti. L’amci sono due cui rappresentanti che in paese non ministrazione comunale è stata vicina il più posUmbrie: una che sono intervenuti il trova risposta alla sibile al Gruppo e di questo ne andiamo fieri». sale e una che scen3 luglio 2013 alla sua creatività, alle Ancora il sindaco Bruscolotti: «Non va mai dicerimonia di inausue mille doman- menticato che questa azienda avrebbe potuto de. i dati relativi gurazione dell’imde tecniche e scegliere altre realtà dove insediarsi ma ha scelall’ultimo trimestre pianto insieme ad vuole asseconda- to l’Umbria ed in particolare la nostra cittadina del 2013 dicono che una folta rapprere la sete di cono- di questo gli saremo sempre grati». quasi la metà delle sentanza del monscenza. In questi tempi di crisi trovare parole di ingianlUigi angelantoni, amministratore dell’omonimo grUppo do politico ed induGiuseppe, a Mi- coraggiamento e stima da parte dei sindacati veraziende ha registrato striale proveniente dall’ Italia e da altre parte del lano, fa una fondamentale esperienza nel setto- so le aziende è una impresa quasi titanica ma una contrazione della mondo. Il progetto onora la ricerca italiana nel re frigorifero tecnico-meccanico, spinto da una quando si nomina il gruppo Angelantoni la muproduzione, mentre mondo, è una vetrina internazionale per la tec- costante curiosità e dal vivo desiderio di cono- sica cambia. Angelo Manzotti, responsabile delun terzo registra nologia tutta italiana, è fattore di sviluppo diret- scenza, dà sfogo alla to e indotto, esalta la futura sostenibilità ambien- sua innata lungimidegli aumenti, anche tale e la green economy”. ranza e capacità di sensibili. Ma facciamo un passo indietro. anticipare il futuro e a soffrire di più il setC’è chi investe e sa come fare perché ha una nel 1932 fonda la Fritore terziario mentre nitida visione non tanto dell’economia, quanto goriferi Angelantoni, sembrano godere di del futuro. Il gruppo Angelantoni è da anni lea- un’impresa familiare der nel settore del “freddo”, della componenti- che produce frigoriottima salute le stica di altissimo livello tecnologico per simula- feri industriali e sucimprese che puntano zioni aerospaziali e della tecnologia energe- cessivamente si trasulle nuove tecnolotica in generale. Se qualcuno raccontasse, sforma in una realtà gie. inoltre, che gli stabilimenti si trovano manageriale con attia Massa Martana, piccolo co- vità produttive in dic’è però un ambito mune di tremila abitanti versi campi strategici nel quale l’Umbria sembra non immerso nella Media Valle della scienza e della avere rivali: l’export. è, infatti, del Tevere, si potrebbe tecnica. Rientrato a alla guida della classifica delle pensare di essere vittima Massa Martana nel di una colossale presa in gi- 1968 con il sogno “di regioni per l’aumento di esporro. Non è così. portare lavoro dove tazioni di prodotti realizzati L’Angelantoni (nome del- c’era manodopera ed dalle piccole imprese. l’azienda che porta con sé la storia ingegno” (e non vicedella famiglia che l’ha fondata e che og- versa come accadeva Uno degli specchi solari della «archimede solar energy». il progetto onora la ricerca italiana nel mondo, è Una vetrina internazionale per la tecnologia tUtta italiana gi la gestisce) ha sede proprio a Massa in quei tempi di emiMartana. Lì lavorano più di 200 addetti e l’in- grazione dall’Umbria), fonda l’Angelantoni Cen- la Cisl per la Media Valle del Tevere e di origine dello sfruttamen- dotto è incalcolabile. Dentro gli stabilimenti non tro Sud, poi Angelantoni Industrie, dando un re- massetane, parla di «una realtà produttiva che to dell’energia solare si parla soltanto l’italiano ma soprattutto l’ingle- spiro internazionale ed assicurando quel lavoro non ha accusato la crisi in quanto ha investito in fondando la Archimede Solar se, il francese e il cinese. Uomini d’affari incra- che non c’era. Attualmente il Gruppo Angelan- tecnologie e formazione del personale su tutti i Energy, che produce tubi ricevitori vattati arrivano con la 24 ore di ordinanza dai toni comprende 3 subholdings: Angelantoni livelli». nicola mechelli solari per le centrali solari termodinamiche sot- cinque continenti, le commesse idem. Test Technologies (ATT), Angelantoni Life la “grande bellezza” si chiama astra Simone Settimi, amministratore dell’azienda di make-up: «Il segreto del nostro successo? La nostra “testa” è umbra» T utti ne parlano e le donne fanno a gara per riuscire a trovare un punto vendita. Il mercato dei cosmetici e del “make up”, termine preso a noleggio dalla lingua inglese per indicare un più italico “trucco”, è uno dei settori più competitivi che ci siano. Simone Settimi è un giovane imprenditore tuderte e la sua azienda “Astra” produce polveri, rossetti, rimmel e creme che finiscono sul viso di migliaia di donne in tutta Italia. Il successo è arrivato lentamente ma la famiglia Settimi l’ha cercato fin dall’inizio. Astra è il marchio di punta di Giufra, una importante azienda italiana, con sede a Todi che da più di trent’anni propone un binomio vincente tra cosmetici sicuri e moda. Tutto ha inizio nel 1979 quando Giuliano Settimi, medico farmacista con il pallino di fare business nel mondo della co- smesi, apre quella che oggi gli esperti di marke- stimonials di pregio. Claudia Gerini, Valeria Solarino, Anna Falchi sono solo alcune delle testiting chiamerebbero “start-up”. monials del marchio». Negli anni ’80 l’azienda è stata la seE quando gli si chiede conda produttrice itacosa abbia questa liana di trousse. In azienda di umbro, Settimi risponde: «Tutto, trenta anni il mondo è la gran parte dei nostri cambiato ma non la loro filosofia aziendadipendenti e dei nostri le, racconta Simone impiegati è umbra, ma Settimi, figlio di Giudi “umbro” abbiamo liano che insieme al soprattutto una cosa: fratello Andrea e alla “la testa”». moglie Lucia gestisce La sede di Astra è a la sede di astra a todi il brand Astra: «Siamo Todi, una bellissima stati i primi nel 2008, in qualità di importante cittadina medievale ma certo non è la capitale azienda di make up “low cost” ad investire in te- della moda: «Se voglio vivere immerso nella fre- nesia me ne vado con l’aereo a Parigi, a Milano e a Londra. Stare a Todi permette di vivere in un ambiente sereno, un fattore fondamentale per prendere decisioni importanti». Astra si distingue anche per l’attività filantropica, meglio dire sportiva: è infatti tra gli sponsor principali degli Internazionali di tennis dell’Umbria, il più importante evento sulla terra rossa della regione. L’assessore alla cultura e allo sport del comune di Todi, Andrea Caprini, non ha dubbi: «Astra è una risorsa, una importante risorsa sia per l’apporto che dà agli internazionali di tennis ma anche sotto il profilo dell’occupazione con importanti ricadute in città. Aziende capaci di esportare il nome di Todi a livello nazionale e internazionale sono fondamentali». n. m. 6 CULTURA 15 APRILE 2014 Anche quest’anno eventi culturali «di alto profilo». Tra gli ospiti più attesi dell’Ijf: Margaret Sullivan, Jeff Jarvis e Wolfgang Blau il Festival del giornalismo trova Amazon Per l’edizione 2014 la scelta del web porta i suoi frutti. Dopo Google, un altro sponsor internazionale salva la manifestazione A rriva Amazon. A pochi giorni dall’an- supporto finanziario o saranno coinvolti nuncio della sponsorizzazione di anche nella programmazione degli eventi? Sarà nostro ospite Richard Gingras, Senior Google, l’organizzazione del Festival internazionale del giornalismo ottiene lo spon- Director di Google News,che parlerà di come è cambiato l’ecosistema dell’informazione negli sor di Amazon. «Ci hanno contattato loro» racconta Arianna ultimi tempi, e di quello che si può fare ora, e Ciccone, fondatrice del Festival del Giornalismo di Perugia, che si dice soddisfatta di avere due partner internazionali così ambiti ed autorevoli. Altri tasselli si aggiungono alla nuova impalcatura del Festival del giornalismo, che quest’anno si è incamminato nell’avventura del Crowdfunding arrivando a 115.420 euro, quota che coprirà gran parte dell’evento. Intanto procede il SoprA: AriAnnA CiCCone, lA FondATriCe e orgAnizzATriCe cantiere dell’organizzazione A deSTrA: un inConTro del FeSTivAl Al TeATro MorlACChi per un appuntamento che si annuncia sorprendente, con oltre 300 ospiti confermati. L’edizione 2014, promuoveremo anche una partita come la più debole della storia del serie di masterclass per Festival, con i conti azzerati e una scommessa approfondire la conoscenza da vincere sul fronte dell’appeal dell’evento, degli strumenti digitali per il giornalismo. oggi sembra presentarsi come la più solida, Quali saranno gli ospiti principali? Per noi sono tutti importanti, posso però dire almeno sotto il profilo dell’internazionalità e a chi abbiamo affidato gli incontri più attesi: dell’autorevolezza. E non è poco. Google e Amazon si limiteranno a fornire Margaret Sullivan, editrice del “New York unA donnA in CoSTuMe Al D MerCATo delle gAiTe di BevAgnA agli occhi verdi della ragazza afghana, allo sguardo di un bambino che gioca nei vicoli di un borgo umbro. Dalla guerra, i bombardamenti e la sofferenza, al paesaggio collinare, tranquillo, silenzioso dell’Umbria. Il fotografo statunitense Steve McCurry ha scelto questa regione per portare avanti un lavoro fotografico unico nel suo genere in Italia. Si chiama Sensational Umbria: cento scatti che raccontano persone, tradizioni, momenti di festa e di raccoglimento. Il progetto, nato dalla collaborazione tra il fotografo e la Regione Umbria, ha come obiettivo quello di far conoscere le bellezze di questo territorio a turisti di tutto il mondo e svelarne i tanti aspetti nascosti. Dopo anni passati in zone di guerra come l’Iraq, ci si chiede però come mai McCurry sia arrivato qui. Perché proprio lui, che ha vissuto sotto i bombardamenti della guerra del Golfo e ha conosciuto i combattenti delle Tigri Tamil in Sri Lanka? Ad averlo portato in Umbria è il desiderio di conoscere. La volontà di scoprire, la curiosità. Per l’artista Afghanistan, Italia, Stati Uniti o Cambogia, sono paesi: sono la cornice per ritrarre uomini e donne. Il momento in cui studia l’inquadratura è però anche un’occasione per fermarsi a riflettere dinnanzi ad una montagna, un ruscello o un prato fiorito. «Una delle più forti immagini di guerra per me è quella che ho scattato ad un uccello ricoperto di petrolio: la devastazione del- preSenTAzione dellA MoSTrA SenSATionAl uMBriA Times”, Jeff Jarvis, giornalista e critico televisivo, Wolfgang Blau, direttore delle strategie digitali della testata britannica “The Guardian” e Richard Gingras, senior director a Google, nel settore news and social products. Voi ponete storicamente l’accento sul giornalismo multimediale. Perché? Oggi chi vuole fare il giornalista deve sapere che molto verosimilmente scriverà su spazi digitali. È un mestiere che non è solo saper scri- vere, ma è necessario anche avere un account Twitter, trovare le notizie sui Social, saper verificare le informazioni su Internet, usare Tool come Storify. Ecco perché. Perché è la nuova frontiera. piAzzA del duoMo A guBBio Con Sei CerAioli McCurry: «umbria surreale e sorprendente» Come nasce la passione per l’Umbria e cosa pensa dei suoi valori e del suo stile di vita? Non esiste al mondo un altro paese che offra una così grande varietà di arte, cultura, paesaggi e architetture come l’Italia. Ritrovarsi immersi nella storia con monumenti e tracce che risalgono a secoli addietro è qualcosa di incredibile. L’Umbria ha qualcosa da offrire a tutti. Non importa l’età o gli interessi. Perché questa mostra “Sensational Umbria”? Come nasce l’idea? Nasce da un progetto che stavo portando avanti con la Regione per catturare con il mio obiettivo i vari aspetti dell’Umbria. Questo includeva varie esperienze che ho vissuto durante i miei viaggi: il buon cibo e il vino, bellezza, arte e sport. Ho cominciato a lavorarci nel 2010 con il mio team italiano. Tra i 100 scatti, ce n’è qualcuno in particolare a cui è più legato? Se devo sceglierne uno, mi piace la fotografia in controluce con i musicisti e Palazzo dei Priori a Perugia sullo sfondo. Mi trasmette molta emozione.Mi piace anche quella della performance artistica al Festival di Spoleto. L’Umbria è un posto pieno di momenti surreali, sorprendenti ed inaspettati. Tra i tanti luoghi che ha visitato nella sua carriera quale l’ha affascinata di più? Scelgo i paesi da visitare in base alla mia curiosità. Mi piace tornare dove sono già stato in modo da poterli studiare a fondo. Dal punto di vista fotografico l’India è quella che mi ha colpito di più. Non si trova un altro posto con così tanta geografia e cultura tra caos e confusione. Sophie TAverneSe Quali saranno i punti di forza dell’edizione 2014? Credo gli stessi di tutti gli anni. Eventi di alto profilo, inclusi i workshop a ingresso libero, e la possibilità di confrontarsi e misurarsi con le tematiche più importanti sul mondo del giornalismo e i suoi cambiamenti. Quest’anno siete partiti annunciando la possibile chiusura per mancanza di fondi. Poi è avvenuta una rinascita. Com’è andata? Abbiamo integrato gli aiuti pubblici alla generosità degli internauti, e una quota è stata coperta col ricorso al Crowdfunding, la raccolta di finanziamenti tramite Social network. Lo strumento è alla portata di tutti, qualsiasi sia la forza mediatica dell’idea e dell’ideatore. Il consiglio è di esporsi in prima persona nel video di presentazione e chiedere il contributo nel modo più chiaro e trasparente possibile. Anche per un fundraiser online, bisogna saperci fare. Qual è la soddisfazione più grande? Essere riusciti a fare questo dopo aver deciso inizialmente di chiudere per mancanza di fondi. Tantissimi hanno creduto e investito in questo Festival, una comunità che si incontra per condividere e scambiare competenza, passioni, saperi. vAlenTinA roSSini unA donnA CAMMinA Con il CAvAllo, Sullo SFondo lo sfondo di Spello, sembra un quadro di Giuseppe Polizza da Volpedo. Il tempo si ferma per dare spazio alla riflessione. Protagonisti di Sensational Umbria anche i ceraioli di Gubbio, i musicisti che suonano nei vicoli di Perugia durante Umbria Jazz e i turisti che passeggiano in questa regione ancorata alla tradizione. Come la bambina ritratta mentre apre una finestra, sopra di lei un soffitto affrescato e davanti ai suoi occhi l’immensità: il Duomo di Orvieto con la sua facciata gotica. «McCurry è un grande artista, curioso dell’umanità. Un viaggiatore che con i suoi scatti riesce a cogliere ovunque la presenza umana. È un uomo che non si ferma all’apparenza, ma guarda allo spirito profondo di ogni persona» ha sottolineato l’assessore Bracco. . Sensational Umbria però non è solo una mostra, ma anche una guida fotografica cui corrisponderanno percorsi turistici per attraversare i luoghi dove McCurry ha soggiornato.Un biglietto da visita davvero speciale per la regione. Lo scorso dicembre, in occasione di Umbria Jazz Winter, i cento scatti di Sensational Umbria erano già stati in mostra a Orvieto, mentre a luglio Perugia aveva ospitato dieci delle cento fotografie del progetto. Dal 29 marzo al 5 ottobre la mostra sarà a Perugia nei locali dell’ex Fatebenefratelli. Un’occasione per tutti coloro che vorranno guardare l’Umbria attraverso un occhio speciale. Quello di Steve niCole di giulio McCurry. Cento scatti svelano la regione la natura», ha detto infatti il fotografo della National Geografic. Quella natura che McCurry ha riscoperto nei suoi soggiorni in Umbria fino a decidere di renderla soggetto delle sue fotografie. Spiega l’assessore regionale ai Beni culturali Fabrizio Felice Bracco: «Sensational Umbria è un’opportunità importante che mostra come il fotografo abbia instaurato con la nostra regione un rapporto che va oltre a quello professio- nale, McCurry ama questi luoghi tanto da dedicargli più di cento scatti, inoltre sarà proprio lui a curare la mostra». L’occhio del fotografo si è soffermato su momenti della quotidianità che spesso sfuggono a chi vive in questi luoghi. I colori, la prospettiva, la luce: tutto concorre a rendere eterne le sue foto. Ecco quindi che il ritratto di una donna a Bevagna cattura lo spettatore e lo fa sognare. La passeggiata di una ragazza a cavallo, con Spello 15 APRILE 2014 7 CULTURA Si è conclusa la kermesse cinematografica di Spello, alla terza edizione. Affluenza in aumento, tanti progetti per il futuro dove si premia il “dietro le quinte” Cinque giorni, dal 27 febbraio al 1 marzo, di proiezioni, seminari e laboratori per avvicinare il grande schermo al pubblico S «Cerchiamo di selezionare i film della stagione 40 anni. Ma il vero entusiasmo viene dai più picceneggiatura, montaggio, trucco, costumi, musiche ed effetti speciali. Un festival del passata che non abbiano ricevuto il giusto rico- coli; i bambini ed i ragazzi che hanno seguiti i corcinema che vuole premiare tutto quello che noscimento. Valutiamo aspetti come quello sce- si sono rimasti molto colpiti» commenta Donaavviene dietro alle quinte. Con una cornice d’ec- nografico e sonoro che spesso vengono un po’ tella Cocchini. dimenticati. Devo dire che questa nostra scelta è Nonostante il successo dell’edizione 2014 gli cezione, Spello. «In realtà si tratta di un evento regionale che molto apprezzata, soprattutto dagli addetti ai la- organizzatori vedono questo risultato soltanto come un punto di partenza. Per il fucoinvolge altri borghi umbri come turo si pensa ad un’apertura del FeTorgiano, Marsciano e Lidarno stival ad una dimensione più internaSant’Egidio. L’idea è nata tre anni zionale. Per i documentari è in profa da me ed il regista Fabrizio Catgetto una collaborazione con la Rai. tani, ora direttore artistico della Una giuria di nomi d’eccezione ha manifestazione» spiega Donatella assegnato i premi consegnati al TeaCocchini, presidente dell’associatro Subasio sabato 1 marzo. Tra di lozione Aurora che organizza la kerro Rosita Celentano, attrice e condutmesse. «Ho scelto la mia città come trice televisiva e Tilde Corsi, produtsede principale coinvolgendo antrice cinematografica di numerosi che i paesi vicini perché credo nelfilm del regista turco Ferzan Özpele potenzialità della mia regione. tek. Anche il cinema può attirare turiOspite d’onore della serata conclusti da tutto il mondo. Rispetto allA CiTTà ArroCCATA di Spello Che hA oSpiTATo lA TerzA edizione del FeSTivAl del CineMA siva, Vittorio Storaro, direttore della fol’edizione del 2013 i numeri sono in netto aumento; oltre quattromila le presenze» ag- vori. Molti tra quelli che vengono premiati ritor- tografia, tre volte premio Oscar con “Apocalypgiunge la presidente. nano come membri della giuria» commenta il di- se Now”, “Reds” e “L’ultimo imperatore”. Triplo riconoscimento per “Miele” (miglior Tra i film ospiti di questa edizione “Miele” di rettore artistico Fabrizio Cattani. Valeria Golino, la storia di una giovane donna che Il Festival non è solo una vetrina per i film, ma scenografia, montaggio e fonico). Montaggio cerca di aiutare le persone con problemi fisici fi- un modo per avvicinare i giovani al mondo del suono e musiche sono andati al film di Rocco Pano a quando un incontro le cambierà la vita. Poi cinema. A fianco dei concorsi organizzati per le paleo. Buona performance anche per “Viaggio “Educazione siberiana” di Gabriele Salvatores, scuole dalle elementari alle medie superiori, labo- Sola” che si è aggiudicato il premio per i costu“Una piccola impresa meridionale” di Rocco Pa- ratori e seminari di effetti speciali ed effetti spe- mi e la sceneggiatura. Effetti digitali apprezzati quelli della pellicola “Educazione siberiana”. paleo, “Viaggio sola” di ciali sonori. « La più rappresentata è la L’Umbria sotto una nuova luce: crocevia del ciMaria Sole Tognazzi. fascia dai 20 ai nema di qualità. n.d.g. e S.T. iniziative perugia 2019 in arrivo il Cinema sociale I l cinema per raccontare le storie di malati di mente, immigrati, prostitute. Il grande schermo come mezzo per educare, conoscere e soprattutto promuovere una società più giusta. Sono i motivi che hanno spinto i ragazzi dell’associazione Fiorivano le viole, la fondazione Città del sole, il consorzio Abn e Cinegatti ad organizzare a Perugia il Festival del Cinema sociale. Per il 2014 è prevista l’edizione zero, ma in estate uscirà il bando per il 2015. Sarà aperto ai centri di produzione integrata e ai videomaker: si potrà partecipare con cortometraggi e lungometraggi. A dirigere l’evento sarà Stefano Rulli, del quale verranno proiettati «Matti da slegare» e «Un silenzio particolare», film che affrontano il tema della salute mentale. Un’iniziativa accolta con entusiasmo dal sindaco Vladimiro Boccali e da Bruno Bracalente, presidente della fondazione Perugia 2019. Potrebbe infatti essere solo il primo passo verso un Festival internazionale di cinema sociale nel 2019, in stretta sinergia con le altre Capitali europee della cultura. n.d.g da filosofa a produttrice Tilde Corsi, una collaborazione consolidata con Özpetek U «un mestiere “in luce”» Il ruolo del cinematografo spiegato da Vittorio Storaro A rriva con molto anticipo al teatro SubaSi, prima volta e la cosa mi fa molto piacere. sio, per la serata conclusiva del Festival Un piccolo aneddoto: io negli ultimi due anni sodel cinema di Spello. Un uomo distinto ed ele- no stato in Iran per realizzare un film e recentegante che apprezza lo scherzo e l’ironia. Sciar- mente il Festival di Teheran mi ha invitato copa bianca, due grandi anelli agli anulari, spiega me ospite d’onore. Quando sono arrivato all’aeil suo mestiere con pazienza e roporto, in una sala di attesa c’era un passione. grande monitor dove passavano delle Se dovesse spiegare il suo immagini con i luoghi più belli del ruolo, quello di direttore della paese. E poi tra queste all’improvviso fotografia, cosa direbbe? Un appare una scritta “I love Spello” ed mestiere che forse è un po’ in una foto con l’infiorata del borgo. Ho ombra per i non specialisti... interpretato questa cosa come un seBeh, innanzitutto non è un megno, ero stato invitato qualche giorno stiere in ombra. È un mestiere in prima di partire. viTTorio STorAro, luce. Chi si occupa di cinemato- Tre preMi oSCAr CoMe Miglior È difficile oggi per un giovane direTTore dellA FoTogrAFiA grafia, come me, è colui che scrientrare nel mondo del cinema e ve con la luce in movimento la storia di un film. quali sono le qualità caratteriali o profesIl cinematografo, la dicitura “direttore della fo- sionali necessarie? tografia” è sbagliato, ha il compito di curare la I giovani hanno un grandissimo futuro in qualità delle immagini. E il cinema, se ci pen- questo campo. Il mio consiglio è fare però delsiamo bene, è espressione per immagini. Sen- le scuole. Per me è davvero fondamentale coza l’apporto creativo del cinematografo il cine- noscere non solo le tecnologie, ma anche la stoma non esisterebbe, non si vedrebbe. Il cine- ria che ha costruito il cinema com’è oggi. Ci dema è come un’orchestra dove ci sono i solisti ve essere sempre un equilibrio tra tecnologia ed che suonano i vari strumenti e il direttore. Nel arte. Poi, non bisogna mai smettere di essere mio mondo esiste il costumista, lo sceneggiato- studente ed essere sempre aggiornati. Cercare re, lo scenografo, il montatore, il musicista e il il perché di tutte le cose. Importante l’umiltà: cinematografo, tutti gestiti da un regista. essere consapevoli di non conoscere mai abbaIl primo anno qui a Spello. Cosa pensa stanza. Sophie TAverneSe del Festival? n filo di brillanti al collo, un vestito verde, in mezzo ad una magia un po’ come oggi che i capelli corti e curati. Tono della voce pa- sono entrata nella chiesa di san Francesco ad cato, calma nei movimenti. Portamento elegan- Assisi. Cosa pensa del Festival del Cinema di te e modi gentili. È Tilde Corsi, produttrice di molti film tra cui le pellicole più famose del re- Spello? Per me è la seconda esperienza nella giuria gista turco Ferzan Özpetek. Come altri grandi nomi del cinema italiano anche lei è nella giuria del festival dato che sono venuta già l’anno scorso. Mi è piaciuto tantissidel Festival del cinema di Spello. La mo sia il festival sia l’Umbria. incontriamo prima che inizi la seraÈ meravigliosa con questi borta conclusiva, mentre il teatro si sta ghi segreti come Bevagna, il ciriempendo. bo ottimo e la gente davvero Lei è laureata in filosofia, come accogliente. è entrata in contatto con il mondo La sua collaborazione con del cinema? Özpetek dura da anni, state È stato casuale. Io volevo fare l’inTilde CorSi segnante e per questo ho deciso di produTTriCe CineMATogrAFiCA realizzando altri film? Io e Özpetek abbiamo realasciare la mia città, Carrara, per andare a Roma. Poi ho incontrato diverse perso- lizzato cinque film insieme tra cui la famosa trine come Goffredo Parise e il cugino di Pasoli- logia “Le fate ignoranti”, “Finestra di fronte” ni, Nico Naldini. Grazie a lui, che lavorava nel- e “Saturno contro”. Solitudine, amicizia, omol’ufficio stampa della casa di produzione Pea, sessualità. Adesso siamo al nostro sesto film insono stata catapultata nel mondo del grande ci- sieme, si chiama “Allacciate le cinture”, lo abnema. La Pea, in quegli anni, ha prodotto “Sa- biamo girato a Lecce ed uscirà nei prossimi lò” di Pierpaolo Pasolini, “Novecento” di Ber- giorni. Sono molto emozionata e spero che nardo Bertolucci. Poi, da un momento all’altro, piaccia al pubblico. niCole di giulio mi sono trovata sul set di Federico Fellini. Ero La storia 8 1. STeFAno giovinAzzo, 34 Anni, FondATore nel 2009 di “edizioni dellA SerA” — 2. AndreA Bongiorni, 33 Anni, nel 2012 15 APRILE 2014 hA CreATo “WepuB” — 3. vAlenTinA pArASeColo, 29 Anni, due Anni FA hA dATo viTA A “il BureAu” imprenditori della cultura, malgrado tutto Tre storie di giovani che hanno avviato progetti editoriali dimostrando che, anche di questi tempi, attraverso i libri si può vivere «L eggere buoni libri è come dialogare con gli uomini migliori», diceva Cartesio nel Discorso sul metodo. Si può essere giovani, affacciarsi all’odierna società del rischio in cui la conquista di una dignitosa sopravvivenza è spesso considerata il bene primario, eppure non voler spezzare il filo di questo dialogo, puntare anzi a farne la cifra della propria esistenza. Nello scenario desolante dell’impresa in Italia, investire sull’editoria è molto più che un azzardo. Alcuni ci provano, solo in pochi ci riescono. Si tratta, spesso, di persone che dei libri non possono fare a meno. È questo profondo bisogno a creare un valore aggiunto fatto di passione e sfrontatezza. Sentimenti a cui deve abbinarsi la ragione: conoscenza del mercato, solide capacità imprenditoriali. Se tutti i pezzi del puzzle sono al loro posto, compresa quella dose di fortuna sempre necessaria nelle faccende umane, anche vivere con la cultura può non essere un’utopia. Stefano Giovinazzo, romano, quando nel 2009 fondò la casa editrice “Edizioni della Sera”, di anni ne aveva appena 29. Lo spirito di iniziativa non gli è mai mancato: ha iniziato creando due testate online, una di notizie e una di cultura. «È stato in quel periodo che ho avuto la possibilità di scrutare il mondo editoriale, entrare in contatto con gli esperti del settore, “rubare con gli occhi”. Di base però c’era un’idea fissa: arrivare. A qualsiasi costo. Ma soprattutto, creando il binomio lavoro-passione. È una convinzione che si era formata già negli anni dell’università, quando tra un part time in un fast food e un lavoro di segreteria in mezzo alle scartoffie, si è sedimentata questa folle passione letteraria». Una passione a cui si è aggiunto il talento, che gli ha permesso di pubblicare tre raccolte di poesie. Ma lo scrittore-imprenditore deve sdoppiarsi per necessità, perché il velo di malinconia che ispira le sue opere va lasciato da parte quando in ballo c’è la gestione di un’azienda, con tutta la dose di pragmatismo ed efficienza che questo comporta. «Siamo in Italia, un Paese in cui si legge poco e in cui la crisi si fa ancora sentire. Nel mio settore, sono i grandi gruppi a controllare il mercato. Per un editore emergente è una lotta quotidiana. Di tempo libero i primi anni non ne avevo proprio. Ci sono però diversi aspetti che ti ripagano della fatica: poter lavorare facendo valere la forza delle proprie idee è il principale». “Edizioni della Sera” pubblica prevalentemente narrativa e saggistica, ma ultimamente ha allargato il suo raggio a testi con un mercato potenzialmente maggiore, dando vita ad una collana che racconta la storia dei derby calcistici in Italia: «Si tratta di prodotti di grande qualità, con ricerche di archivio e scrittura originale. È chiaro che il mercato va conquistato. In quest’ottica più l’offerta è ampia e diversificata, più sono i riscontri che si possono avere». Stefano, in ogni caso, con la cultura riesce a vivere. In parte proprio perché, per lui, è un modo di vivere. Se però un editore tradizionale, per riuscire, dev’essere un po’ anima maledetta e un po’ moderno businessman, un po’ apocalittico e un po’ MAngiAre Andrea coltiva anche lui il bifrontismo dell’editore del terzo millennio, in bilico tra ideali e necessità pratiche. «Operare nel digitale non significa che non ci sia un controllo sulla qualità, anzi. Il mio obiettivo principale è dare voce a testi meritevoli che non trovano spazio nel cartaceo. La selezione che effettuiamo è rigorosa. Sono orgoglioso di aver creato WePub, e non l’ho fatto solo per guadagnarci». E tuttavia, del proprio lavoro bisogna pur vi- Con un’iMpreSA ediToriAle: unA SFidA SeMpre più diFFiCile, MA Con i preSuppoSTi giuSTi non iMpoSSiBile integrato, c’è anche chi ha scelto subito di puntare tutto sul legame tra cultura e nuove tecnologie. Andrea Bongiorni è di Verona, e dopo una laurea in Lettere moderne e i primi lavori come revisore di bozze e ufficio stampa, nel 2012, a 31 anni, decide assieme a sua moglie di fondare WePub, casa editrice che opera esclusivamente nel settore degli eBooks. «Era da tempo che ragionavo sulle possibilità offerte dal digitale. Non solo per l’editore, ma anche per l’autore, che può vedere la sua opera pubblicata in meno tempo, saltando buona parte dei passaggi intermedi. I costi sono ridottissimi. Quando ho fatto partire WePub, ho dovuto investire soldi praticamente solo nella realizzazione del sito web, appoggiandomi ad un programmatore». verci, e quella sugli eBooks è una scommessa da valutare in prospettiva. «Ci sono Paesi, come gli Stati Uniti, in cui il settore eBooks ha già sfondato, e sta raggiungendo, in termini di vendite, l’editoria tradizionale. In Italia siamo ancora molto indietro: attualmente nessuno può vivere solo di questo. Perché allora l’ho fatto? Perché tra 5-10 anni il processo potrebbe arrivare a compiersi anche da noi, e allora forse si potrà mangiare anche con l’editoria digitale. Nel frattempo a questa attività, che mi garantisce guadagni modesti, ne affianco altre: offro alle case editrici vari servizi, dalla redazione, all’impaginazione, alla grafica. Ma sto pensando a come far crescere WePub anche nel breve periodo: un’idea, ad esempio, è quella di aprirla alla collaborazione di blogger». Quattro Colonne Anno XXIII numero 7 – 15 aprile 2014 Periodico del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Agg.to di Giornalismo Radiotelevisivo Direttore responsabile: Antonio Socci In redazione Laura Aguzzi – Cecilia Andrea Bacci – Carlotta Balena – Antonio Maria Bonanata – Alessandra Borella – Edoardo Cozza – Nicole Di Giulio – Giuseppe Di Matteo – Federico Frigeri – Lorenzo Maria Grighi – Manlio Grossi – Michela Mancini – Alessia Marzi – Nicola Mechelli – Alessandro Orfei – Antonello Paciolla – Lucina Meloni Paternesi – Michele Raviart – Valentina Rossini – Giulia Sabella – Luca Serafini – Antonella Spinelli – Sophie Tavernese – Caterina Villa SGRT Notizie Presidente: Nino Rizzo Nervo Direttore: Antonio Bagnardi Coordinatori didattici: Luca Garosi – Dario Biocca Redazione degli allievi della Scuola a cura di Sandro Petrollini Registrazione al Tribunale di Perugia N. 7/93 del marzo 1993 Le strade per arrivare a mangiare con la cultura possono essere tortuose, in alcuni casi indirette. Valentina Parasecolo, umbra di Todi, a 27 anni ha fondato “Il Bureau”, sito internet che alterna informazione e approfondimento culturale, e su cui oggi, a due anni dalla nascita, scrivono 15 tra giovani giornalisti e ricercatori universitari. I contenuti sono sempre stati d’élite, e lo si capisce già dal nome. «Scriviamo per un pubblico di nicchia, perché la volontà è quella di realizzare un prodotto curato, di qualità. Alcuni nostri lavori però hanno raggiunto l’informazione mainstream: un’inchiesta su un’impresa recuperata da una cooperativa di ex lavoratori è stata ripresa dal “Corriere della Sera”, “Agorà” e “Ballarò”, mentre un video satirico che contrapponeva Briatore a Formigoni è andato su “Blob” e “Striscia la notizia”. Per il resto, però, è un progetto che nasce da una necessità esistenziale di espressione, di libertà ». Non c’è solo questo, però. «L’altro obiettivo è quello dell’autopromozione, e grazie anche all’eco che hanno avuto alcuni articoli l’esperimento è riuscito. Il nostro grafico Giulio Mencaroni, cofondatore de “Il Bureau”, grazie al sito oggi lavora molto con altre testate. Un nostro redattore di sport è stato notato da un sito specializzato durante gli Europei di calcio, e oggi scrive, pagato, per loro. Gli esempi sono molti. Anch’io ho tratto giovamento da questa attività. Ho lavorato alla società di pubbliche relazioni “Edelman” per alcuni mesi; conoscevano il sito, e mi hanno chiesto di applicare per loro alcune cose che li avevano colpiti. Lo stesso è avvenuto durante la mia esperienza all’ufficio di informazione italiana del Parlamento Europeo». Un percorso che si è concluso, qualche mese fa, con l’assunzione a “Servizio Pubblico” di Michele Santoro. Un esempio di come un’attività a costo zero, e promossa solo tramite i social networks, possa diventare un trampolino di lancio. «Ma la base di tutto rimane la passione. Vogliamo tutti continuare a scrivere sul “Bureau”, anche se molti di noi ora lavorano». Che sia apocalittico o integrato, il giovane che, in un’epoca come questa, vuole fare dell’editoria (cartacea o digitale) un mestiere, non deve necessariamente imbarcarsi in progetti “ruffiani”. Alla base, però, ci sono delle prerogative imprescindibili: un fortissimo spirito di iniziativa e una fede incrollabile, ma ragionata, nelle proprie idee. luCA SerAFini Segreteria: Villa Bonucci 06077 Ponte Felcino (PG) Tel. 075/5911211 Fax. 075/5911232 e-mail: [email protected] http://www.sgrtv.it Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c legge 662/96 Filiale di Perugia Stampa: Graphic Masters - Perugia
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