RITORNO AL FUTURO - Confagricoltura Asti

stiagricola
Ottobre - Dicembre 2013
In questa edizione:
Pag. 4: Nasce
Agrinsieme Moscato
All’interno lo speciale
Annata agraria 2013
Agrifidi, Pac e progetto
caccia
E molto altro...
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RITORNO AL FUTURO
(IMPEGNI, PROGRAMMI E CERTEZZE
PER FAR CRESCERE L’AGRICOLTURA DI DOMANI)
NOTIZIE da CONFAGRICOLTURA ASTI ADERENTE ALLA
CONFEDERAZIONE GENERALE DELL’AGRICOLTURA ITALIANA
IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE ALL’ UFFICIO P.T. DII 4100 ASTi CORR. E PACCHI DETENTORE DEL CONTO.PER LA RESTiTUZIONE
AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATiVA TARIFFA.
Edizione fuori commercio. Il notiziario viene inviato gratuitamente agli associati Confagricoltura Asti, Org. E Uffici pubbl. della Prov. E della Reg.Piemonte Direttore: FRANCESCO GIAQUINTA - Direzione ed Amministrazione: c/o CONFAGRICOLTURA - VIA MONTI 15 – 14100 ASTIPoste Italiane
Spedizione in a.p. DL335/2003 (conv.in L.27/02/2004 n°46) art.1 comma 1 ASTI Autorizzazione Tribunale di Asti in data 20/01/1976 n.1/76
La presenza di Confagricoltura nel territorio nazionale si concretizza, in modo capillare, attraverso le Federazioni regionali
(19), le Unioni provinciali (95), gli uffici zona e le delegazioni comunali (2.143), nonché attraverso le Federazioni di categoria
e le Federazioni di prodotto.
Confagricoltura raggruppa:
145.200 imprese agricole assuntrici di manodopera;
222.000 imprese agricole diretto coltivatrici e lavoratori autonomi;
301.000 imprese tra contoterzisti, manutenzione del verde, concedenti a mezzadria e colonia, soccidanti.
Confagricoltura è rappresentata nel CNEL e presso tutte le principali sedi istituzionali, nazionali ed internazionali, direttamente collegate all’agricoltura o che abbiano, comunque, attinenza con essa. E’ parte attiva di tavoli di concertazione fra
parti sociali e Governo. Stipula contratti collettivi nazionali per operai, impiegati, dirigenti agricoli oltre al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle imprese del verde.
Fa parte del COPA - Comitato delle organizzazioni agricole europee, del GEOPA - Coordinamento europeo delle organizzazioni datoriali - e del CES - Comitato economico e sociale europeo.
Confagricoltura assicura ai propri associati, a livello nazionale, regionale e provinciale, i servizi di:
• consulenza legale;
• informazione economica e sindacale;
• formazione ed assistenza tecnica per la gestione dell’azienda;
• gestione del personale e libri-paga;
• gestione dei premi Pac e disbrigo delle pratiche burocratiche connesse all’attività d’impresa;
• assistenza fiscale e tributaria.
Attraverso ENAPA - Ente Nazionale Assistenza Patrocinio Agricoltori - istituto di patronato che svolge GRATUITA
MENTE per agricoltori e cittadini le pratiche relative alle pensioni, alla contribuzione e alle prestazioni in materia infortunistica.
Attraverso il CAF Confagricoltura Pensionati svolge attività di assistenza fiscale per i lavoratori dipendenti, i pensionati ed i collaboratori a progetto. Il CAF Imprese Confagricoltura svolge attività di assistenza fiscale nei confronti delle
imprese associate.
Attraverso il CAA - Centro Assistenza Agricola – Confagricoltura cura le attività collegate alla gestione dei premi PAC.
La Confederazione cura anche le problematiche dei giovani imprenditori agricoli, del settore agrituristico, delle donne imprenditrici in agricoltura e degli agricoltori anziani rappresentati, al proprio interno, rispettivamente da:
Associazione Nazionale dei Giovani Agricoltori – ANGA
Agriturist
Confagricoltura Donna
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Sindacato Nazionale Pensionati
Editoriale
Un paese come una matrioska
In Italia esistono tante “Italie” diverse tra loro. C’è l’Italia
che rispetta le regole, che ossequia le istituzioni, che obbedisce alle leggi, che paga le tasse, che non supera i limiti di
velocità e che paga le multe. Ma c’è anche l’Italia della burocrazia, quella che non guarda in faccia nessuno, nemmeno
sé stessa, quella autoreferenziale, che è sorda alle proteste,
specialmente se giuste, e che quando parla non può essere contraddetta, che ci vede benissimo, ma solo con spessi
paraocchi, che si muove rapida quando deve incassare, ma
è lenta come un bradipo quando deve restituire il maltolto
o aiutare un’impresa a crescere e svilupparsi. E c’è pure l’Italia dei furbetti, quelli che non pagano mai le multe, anzi,
a loro, manco le fanno, che se ne infischia di tutto e di tutti
perché c’è sempre un santo a cui votarsi e da votare.
È la fotografia di un’Italia frammentata e disperata che trova in ambito agricolo la sua rappresentazione più fedele.
In agricoltura ci sono decine di enti controllori. Solo nel settore vino sono 23. E non si parlano tra loro. Spesso, anzi, si
sovrappongono.
In agricoltura molte leggi e regole deprimono invece di favorire la crescita e lo sviluppo delle imprese rurali, le uniche
imprese che oggi in quest’Italia strangolata dalla crisi ancora danno lavoro e tengono in territorio positivo la bilancia
tra consumi interni e esportazioni.
vorremmo una sola, ma che funzioni davvero, che faccia
crescere le imprese agricole invece di ostacolarle, che sveltisca la burocrazia, che pensi a creare servizi all’impresa
rurale e non ad ostacolarla, che valorizzi l’agroalimentare
Made in Italy anche attraverso regole e controlli condivisi,
giusti, rapidi e non vessatori. Controlli da cui derivino punizioni certe ed esemplari per chi ha sbagliato e, magari,
agevolazioni per chi ha sempre rispettato le norme.
Solo così avremo imprese agricole moderne e un’Italia unica. Magari anche un po’ più unita.
EDITORIALE
L
a Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana – Confagricoltura è l’organizzazione di rappresentanza e tutela
dell’impresa agricola italiana. Riconosce nell’imprenditore agricolo il protagonista della produzione e persegue lo
sviluppo economico, tecnologico e sociale dell’agricoltura e delle imprese agricole.
Francesco Giaquinta
direttore Confagricoltura Asti
L’agricoltura? In Italia è quasi
una “mission impossible”
In questa Italia, certo, i controlli vanno fatti. A tutti, però,
da Nord a Sud, da Est a Ovest. Oggi, invece, la sensazione è
che ci siano aree più tartassate di altre. E c’è da chiedersi se
chi rispetta le regole sia sempre torchiato sempre di più, e
chi, invece, le elude diventi addirittura invisibile ai controlli.
Se tutti fossero controllati, nel modo giusto, nei tempi giusti, con le sanzioni certe e giuste, beh, forse l’Italia diventerebbe meglio della Svizzera dove, sia detto per inciso, le
etichette dei prodotti alimentari sono tra le più fantasiose
del mondo e lasciate alla creatività dei produttori.
Veniamo da un’estate tormentata, da un autunno non promette nulla di buono e andiamo verso un inverno che si
preannuncio tra i più freddi degli ultimi decenni. Sembra
un bollettino meteo, invece è lo stato d’animo di chi, tutti i
giorni, si impegna in agricoltura.
Dunque sì ai controlliu, ci mancherebbe, ma da meno enti,
senza inutili sovrapposizioni e costosi doppioni, e soprattutto che siano fatti a valle, cioè sugli scaffali dei supermercati, dei negozi, delle enoteche. Controlli periodici, su tutti
i prodotti alimentari, freschi e non. Per controllare origine,
sanità, e rispetto di quello che c’è scritto in etichetta. Smettendola di multare (4 mila euro!) un produttore vinicolo
perché ha scritto Piemonte Dolcetto invece di Dolcetto
Piemonte. Di quale crimine si è macchiato quel produttore?
Quale abuso ha compiuto nei confronti del consumatore?
Ci sono troppi errori formali trattati con pene esasperate. In
questo la burocrazia è sorda e ingiusta.
Del resto l’apparato burocratico dei controlli ha costi immensi incassando il 30/40% di quello che spende. Tanto varrebbe “congelarlo”. Mantenere gran parte dei “controllori”
fermi costerebbe molto meno. Se fosse un’azienda privata
avrebbe chiuso da tempo. Come sta accadendo a tante imprese tartassate dalla burocrazia e tasse.
Tra tutte queste Italia, tuttavia, noi di Confagricoltura ne
In altre nazioni non è così. Basta andare oltre confine e scoprire come le rivendicazioni dei nostri colleghi siano, non
solo esposte con veemenza, come facciamo noi, ma prese
anche in grande considerazione come non accade in Italia.
Su queste pagine, e anche a livello nazionale, è stato denunciato più volte: lo Stato italiano “dimentica” regolarmente
l’importanza strategica in campo economico e sociale che
ha il lavoro dei campi, sia a livello interno che all’estero.
Lo abbiamo detto più volte e lo ripeteremo fino alla nausea: i controlli ci devono essere ma senza doppioni, senza
scadere nell’assurdo e vessare l’impresa; le tasse devono
essere pagate, ma in modo coerente e equo, senza l’odiosa sensazione da parte del contribuente agricolo di essere
diventato una mucca da mungere; gli strumenti per lo sviluppo delle imprese devono essere accessibili da tutti senza
astrusismi ministeriali che fanno diventare il lavoro in agricoltura come una “mission impossible”.
Noi auspichiamo che questi nodi vengano sciolti. Di segnali
positivi, in mezzo ad un oceano di intoppi, ce ne sono. Bisogna vedere se i timonieri avranno abbastanza acume da
seguirli.
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Agriturismo
È nato Agrinsieme Moscato
«Siamo la novità e faremo grande una filiera vitivinicola
che ha bisogno di stabilità e sviluppo»
Nicoletta Candelo eletta presidente Agriturist Asti
A
Cirio Pietro
grinsieme Moscato è una realtà. Da Agrinsieme, il
nuovo soggetto di rappresentanza agricola nazionale che riunisce Confagricoltura, Cia e Aci (l’alleanza
delle cooperative che raggruppa Confcooperative, Lega Coop
e Agci) è nato il “tralcio” vinicolo che si occuperà del mondo
del moscato. Un settore che ha bisogno di stabilità, da anni, e
che ora può contare su una struttura che ne rappresenta una
grande parte.
Il numero più significativo che identifica questa nuova struttura
è quello della superficie agricola: Agrinsieme Moscato, infatti,
rappresenta oltre tremila ettari vitati a moscato. Un fatto senza precedenti, anche a livello nazionale, che apre nuovi scenari
nel teatro della rappresentatività rurale e vitivinicola la quale
risulta allargata e condivisa, «La migliore possibile» l’hanno
definita i neo consiglieri del direttivo di Agrinsieme Moscato.
L’atto formale, davanti ad un notaio, nei primi giorni di ottobre
scorso nella sede di Confagricoltura Asti. Riuniti rappresentanti
e delegati della associazioni partners del progetto.
Del direttivo della neonata associazione fanno parte, per la
componente delle associazioni agricole, Luca Brondelli di
Brondello (Confagricoltura Alessandria), Pietro Cirio (Confagricoltura Asti), Roberto Abellonio (Confagricoltura Cuneo), Carlo
Ricagni e Piero Giovanni Trinchero (Cia Alessandria), Ivano Andreos della Cia di Asti. Per la componente cooperazione-Aci, i
neo consiglieri sono: Elio Pescarmona e Stefano Ricagno (Vignaioli Piemontesi) con Barbara Pastorino (Cantina Maranzana), Paolo Ricagno (cantina Vecchia Alice), Gianpaolo Menotti
(Cantina La Torre) e Giovanni Frola (Cantina di Fontanile)
Lo scopo dichiarato è quello di portare avanti, con una unica
voce, progetti e istanze che favoriscano lo sviluppo del comparto, troppo spesso al centro di polemiche e contrapposizioni.
A costituzione avvenuta molti i commenti positivi sulla nuova
organizzazione di rappresentanza vitivinicola. Per Pietro Cirio,
produttore vincolo e già vicepresidente di Confagrimoscato,
confluita in Agrinsieme Moscato, quello che sta alla base del
nuovo soggetto è la voglia dei viticoltori di essere rappresentati al meglio: «Volevamo essere liberi di tutelare i nostri interessi, senza intermediari che non ci hanno mai rappresentato. Ora
potremo portare avanti i nostri progetti con le nostre risorse».
Luca Brondelli di Brondello, presidente di Confagricoltura Alessandria, spiega: «Al primo posto di Agrinsieme Moscato ci sono
gli agricoltori. È questo l’assioma da cui partiamo e che rispetteremo sempre e fino in fondo».
Per Carlo Ricagni, presidente della Cia di Alessandria, la nuova
struttura arricchisce la democraticità del settore: «Siamo per la
rappresentatività allargata e condivisa. È un concetto nuovo,
che fa crescere tutti, Noi e i nostri associati per primi».
Roberto Abbellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, pone
l’accento sulla condivisione degli scopi di cui Agrinsieme Moscato si farà carico: «Sulle cose concrete siamo tutti d’accordo.
È questo lo spirito giusto per risolvere i problemi del settore e
rilanciarlo. Con le divisioni non si va da nessuna parte».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Domenico Sorasio, direttore di Confcooperative Piemonte: «Agrinsieme Moscato rafforza il settore. Ci saranno risultati positivi perché il mondo della cooperazione crede da sempre nel valore del lavoro comune
in agricoltura».
Gianluigi Biestro, direttore della Vignaioli Piemontesi, parla
apertamente di passo storico: «Ora una grande parte della cooperazione vinicola legata al moscato è rappresentata da un
unico organismo ed è evento».
Paolo Ricagno, rappresentante della sezione moscato della
Vignaioli Piemontesi, presidente della Cantina sociale Vecchia
Alice e anche alla guida del Consorzio di Tutela del Brachetto,
è fiducioso: «Finalmente il moscato è rappresentato anche da
un soggetto che esprime una larga porzione di imprenditori e
vignaioli. Gente che conosce le necessità e i problemi di un settore che va rifondato al più presto per cogliere nuove opportunità di sviluppo».
Nicoletta Candelo, giovane imprenditrice agricola, titolare
dell’agriturismo “Bastian” di Fontanile, è la nuova Presidente di Agriturist Asti.
«Il nostro compito – commenta Nicoletta Candelo, che è
anche referente della sezione provinciale di Confagricoltura Donna - non è facile, specialmente in un contesto di crisi
economica difficile come quello che stiamo attraversando.
Tuttavia sono convinta che la determinazione e la tenacia
dei nostri imprenditori siano gli elementi ideali per mantenere il comparto competitivo e al passo con i tempi.
Le sfide da affrontare sono molte e molto impegnative, e
a questo proposito vorrei ricordare come il prossimo anno,
a marzo, Asti ospiterà il Forum nazionale Agriturist, un appuntamento prestigioso che varrà da vetrina e rilancio per
le aziende del nostro territorio. E Agriturist – conclude la
presidente – è e sarà sempre al fianco di queste aziende,
con la forza e la progettualità della nostra associazione,
anche soltanto per ascoltare e, se possibile, dare qualche
consiglio utile».
Agriturist è l’Associazione Nazionale per l’Agriturismo,
l’Ambiente e il Territorio, prima associazione agrituristica
in Italia, costituita dalla Confagricoltura nel 1965, per promuovere e tutelare l’agriturismo, i prodotti nazionali dell’enogastronomia regionale, l’ambiente (ha ottenuto per questo, nel 1987, il riconoscimento ministeriale di Associazione
ambientalista), il paesaggio, la cultura rurale. Attualmente
l’Agriturist associa circa 5.000 aziende agricole (soci “ordinari”) che svolgono o intendono svolgere attività agrituristica, assistendole sotto il profilo normativo, organizzativo
e promozionale. Un sistema informativo “on-line” diffonde in tempo reale notizie ed aggiornamenti sui principali
aspetti della gestione agrituristica. L’Agriturist associa anche 12.000 appassionati di agriturismo, ai quali distribuisce
la Guida nazionale pubblicata annualmente dal 1975.
AGRI TURIST
In primo piano
Infine i commenti positivi di Massimo Forno e Francesco Giaquinta, presidente e direttore di Confagricoltura Asti. «Agrinsieme Moscato è la dimostrazione che possono esistere sinergie virtuose pur tra differenti impostazioni di come intendere le
politiche agricole» annota Forno.
Per Giaquinta la costituzione di
Agrimoscato è «il primo atto per
costruire una nuova identità del
mondo del moscato, slegata da
logiche superate e controproducenti e rivolta ad un futuro libero
da condizionamenti localistici».
Carlo Ricagni
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Pag 5
Intervista a Carlo De Biasi, agronomo del
gruppo veneto con vigneti nell’Astigiano
Gianni Zonin
C
arlo De Biasi, classe 1968, da 14 anni nel Gruppo Zonin, è l’agronomo responsabile dei vigneti dell’azienda
veneta. Un mare di vigne che dal Nord Est d’Italia si è
estende in molte regioni italiane e all’estero. In Piemonte, nel
territorio del Comune di Asti, c’è Il Castello del Poggio, 160 ettari, soprattutto a moscato e barbera, distribuiti attorno ad una
villa padronale e una cantina ultramoderna (una sessantina gli
addetti) perfettamente inserite nel paesaggio dove resistono i
ruderi di un maniero che domina una delle valli più belle dell’Astigiano. Anche qui Zonin sta applicando tecniche d’avanguardia di agricoltura verde. Niente decrescita felice, niente strani agro-riti, piuttosto, come spiega ad Asti Agricola, Carlo De
Biasi, un ritorno all’antico, a quello che facevano i viticoltori di
una volta, per trovare una dimensione compatibile tra vigna e
paesaggio. Tecniche antiche, ma tanto efficaci che all’agronomo di Casa Zonin quest’anno è stato assegnato il premio Green
Personality of the Year, una delle categorie del premio Green
Awards assegnato dalla rivista “The Drink Business”. “De Biasi
– si legge nelle cronache della premiazione - è diventato pala-
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Carlo De Biasi
dino e portatore di una cultura “green” che ha saputo applicare
nel suo campo d’azione insieme a tutta la squadra Zonin con
il risultato di praticare una viticoltura che preserva l’habitat
e l’espressività del terroir. Ha saputo sintetizzare, portando
evidenti risultati, un modus operandi che contempla tutte le
azioni e le tecniche rispettose dell’ambiente”. «A cominciare
dall’accortezza nell’uso dei trattamenti in vigna - spiega–. Nel
2008 – racconta – l’azienda ha avviato una serie di studi finalizzati a mettere in pratica una reale e concreta ecosostenibilità
della viticoltura».
È nata subito una collaborazione con i laboratori dell’Università
di Udine. Una sinergia che ha portato a soluzioni sorprendenti.
Come quella di dotare le irroratrici “a tunnel”, macchinari per
il trattamento della vigna con agrofarmaci, di piani di raccolta
per evitare la deriva, cioè che il prodotto irrorato si disperda
nell’aria e nel terreno. Oltre ad ottimizzare l’uso dei prodotti
e ridurre fortemente la loro dispersione nell’ambiente, questa
tecnica rappresenta anche un risparmio economico per l’azienda che riduce all’osso sprechi costosi e inutili.
Conferma De Biasi: «L’ottimizzazione nell’irrorazione degli agrofarmaci ha permesso di annullare gli sprechi di un
buon 99%. Il prodotto raggiunge solo ed esclusivamente la
pianta e non si disperde né nell’aria né nel terreno. Questo
consente il rispetto delle aree cosieddette sensibili, cioè
quelle vicine a insediamenti abitativi o vie di comunicazione. Inoltre l’eliminazione della “deriva” nei trattamenti ha
consentito un risparmio stimato in almeno il 35% delle spese in agrofarmaci». Risultati e numeri tutt’altro che irrisori
per un Gruppo che opera su appezzamenti di vigne grandi,
in media, 150/160 ettari, e che in totale, in Italia, raggiungono i 2000 ettari vitati, a cui ne vanno aggiunti 90 negli Stati
Uniti, a Barboursville Vineyards, in Virginia.
Il Gruppo Zonin ha 5 macchine irroratrici che consentono la
raccolta e il riciclo degli agrofarmaci. Test saranno effettuati anche al Castello del Poggio, nella frazione Portacomaro
Stazione di Asti.Dunque, trattamenti mirati e ambiente più
pulito con un risparmio economico rilevante. Un ottimo risultato che sembra aprire scenari riguardo il rapporto tra
imprese vitivinicole e ambiente. Ma l’impegno Zonin per la
viticoltura “green” non finisce qui. «Oggi – afferma Carlo
De Biasi – le tenute del Gruppo sono dotate di impianti fotovoltaici, a tetto e quindi ad impatto ambientale e visivo
zero, e di altri sistemi ad energia rinnovabile, che ci consentono di autoprodurre il 40% dell’energia che ci serve per
le nostre attività».Poi ci sono le “buone pratiche agricole”
direttamente in vigna: «Tra i filari coltiviamo veccia, trifoglio, erba medica, orzo e segale, che aiutano il mantenimento di un terreno sano e produttivo. Sono consuetudini
agronomiche antiche che oggi sono riscoperte e diventano
utili per riprendere il preservare il ciclo produttivo naturale
della vite».Novità in vista anche per quanto riguarda il controllo dell’inerbimento tra i filari. «Si stanno sviluppando
macchine di costruzione tedesca – dice De Biasi – in grado di tagliare gli infestanti senza danneggiate le piante di
vite. Una specie di decespugliatore intelligente e in grado
di lavorare su grandi appezzamenti di vigneto».Il Gruppo
Zonin, quindi, persegue una politica “verde”. «E non è solo
una questione di convenienza, anche se il risparmio economico è rilevante – avverte Carlo De Biasi -. C’è la questione
ambientale, nel rispetto di una eco-sensibilità che sta crescendo sempre di più a tutti i livelli della società civile. Ma –
assicura il capo degli agronomi di Casa Zonin – c’è anche la
volontà della proprietà, e direttamente del presidente del
Gruppo, Gianni Zonin a cui, tra l’altro, quest’anno la rivista
americana Wine Enthusiast ha assegnato il prestigioso premio alla carriera Lifetime Achievement Award, a preservare
il paesaggio, i vigneti, i boschi e i prati, secondo uno stile
agricolo che ha sempre messo al primo posto la bellezza e
salubrità dei luoghi da raggiungere attraverso il rispetto e
la tutela dell’ambiente naturale. In questi anni, nelle tenute
Zonin, abbiamo messo a dimora più di 50 mila tra alberi ad
alto fusto, arbusti e alte varietà arboree. Da questi concetti
e da queste azioni – annota De Biasi – non possono che nascere splendidi vini».
INTERVISTA
La filosofia “verde” di Zonin: irroratrici a tunnel
per risparmiare agrofarmaci e tutelare l’ambiente
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Oltre 2 mila agroaziende “in rosa” nell’Astigiano
dalla Regione un progetto per supportarle
Un momento dell’incontro con la presidente di Confagricoltura
Donna Lombardia Gabriella Poli (nella foto seconda da destra)
U
n aiuto alle imprese agricole condotte da donne.
Non il solito proclama, ma un’iniziativa concreta.
La Commissione regionale pe le Pari Opportunità
(CRPO) in collaborazione con il consorzio Il Nodo, che si occupa
di Formazione, consulenza e ricerca, ha, infati, avviato un progetto di valorizzazione delle imprese agricole e agroalimentari
a titolarità Femminile. Gli scopi sono quelli di aiutare le imprese agroalimentari e agricole femminili a migliorare la propria
performance economica, offrire nuove opportunità di sviluppo
congiunto nel territorio piemontese e dell’Unione Europea;
rendere evidenti criticità, bisogni, opportunità delle imprese al
femminile a opinione e enti pubblici per valorizzare le capacità attrattive del territorio sul quale queste imprese operano.Il
progetto prevede la creazione di una piattaforma tra le imprese agricole “in rosa”, le associazioni di categoria e le istituzioni, per condividere informazioni e le opportunità di sviluppo.
In cantiere anche un vademecum d’impresa che promuova la
nascita di nuove imprese agricole e zootecniche e momenti di
dialogo e confronto nelle scuole e in occasione di manifestazioni pubbliche.A marzo 2013 si è costituito un tavolo di lavoro
permanente in cui sono coinvolte, oltre alla CRPO, le principali
associazioni di categoria (Confcooperative Fedagri Piemonte,
Commissione Regionale Dirigenti Confcooperative Piemonte,
Coldiretti Piemonte Donne Impresa, Confagricoltura Donna
Piemonte, CIA Piemonte Donne in Campo).L’11 settembre ad
Asti, alla Camera di Commercio, si è svolto il convegno “Donne
e imprese agricole: un binomio per la crescita”, un momento
di dialogo e confronto che ha presentato storie d’impresa rurale al femminile davvero suggestive e interessanti. Del resto
nei settore dei campi opera la maggior parte delle imprese “al
femminile” in provincia di Asti. I numeri sono significativi: su un
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totale di 6.198 imprese gestite da donne, 2.190, pari al 35,3%,
sono attività agricole. È stato questo uno degli spunti di riflessione emersi al convegno promosso dalla Commissione regionale per le Pari opportunità. Durante l’incontro, che ha visto la
presenza di rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni
di categoria, è stato innanzitutto illustrato il progetto valorizzazione delle imprese agricole e agroalimentari al femminile
promosso dalla Commissione e messo a punto dal consorzio
“Il Nodo”. Ha spiegato la coordinatrice Alessandra Brogliatto: «L’obiettivo è aiutare le imprese femminili a migliorare la
performance economica; offrire nuove opportunità di sviluppo
lavorando in rete; evidenziare le criticità e i bisogni delle imprese “al femminile”, ma anche le opportunità in termini di attrattività dei territori». A questo scopo sono state definite le
varie fasi progettuali: tra queste la nascita di un tavolo di lavoro politico-istituzionale, composto anche da donne imprenditrici, quindi la creazione di una mailing list e di un data base
per lo scambio di informazioni e documenti, la realizzazione di
un vademecum per le donne che vogliono avviare un’impresa
agricola o di allevamento, lo sviluppo di scambi di esperienze
e collaborazioni tra imprenditrici, anche di Paesi diversi per
favorire l’internazionalizzazione, e l’organizzazione di incontri
per stimolare la nascita di nuove imprese nell’ambito dell’agricoltura e dell’allevamento. Tra le relatrici che sono intervenute
al convegno astigiano Barbara Pastorino, presidente della cantina sociale di Maranzana, Nicoletta Candelo dell’agriturismo
“Bastian” di Fontanile, e Mariuccia Borio della cantina Cascina
Castlet di Costigliole d’Asti.
Nicoletta Candelo
Interessante l’analisi di Anna Maria Carrer, presidente del
Comitato imprenditoria femminile della Camera di Commercio. «In base agli ultimi dati disponibili – ha detto - , allo
scorso 30 giugno in provincia di Asti le imprese gestite da
donne sono 6.198. I settori in cui sono maggiormente rappresentate sono l’agricoltura, con 2.190 imprese (35,3% del
totale); i servizi, con 1.815 aziende (29,2%); il commercio,
con 1.403 aziende (22,6%). Nel primo semestre 2013 - ha
ricordato ancora la Carrer - sono nate 224 nuove imprese, a
fronte di 304 cessazioni.
L’indice di natalità è negativo ormai presente da alcuni
anni. Ma questo andamento – ha avvertito - riflette il trend
generale che caratterizza il sistema imprenditoriale, sia a
livello regionale sia nazionale» La presidente carrer ha anche evidenziato come a livello generale Asti sia seconda in
Piemonte, dopo Alessandria, e comunque sopra la media
nazionale, per incidenza di imprese femminili (24,6%) sul
totale delle imprese. E aggiunto un dato sul ruolo delle do-
nen in agricoltura nell’astigiano: «Se le aziende “in rosa”
in provincia di Asti sono più di 6 mila, oltre il doppio sono
le cariche di responsabilità ricoperte da donne all’interno delle aziende». Ancora numeri sull’agricoltura “rosa”
nell’Astigiano: delle imprenditrici che hanno scelto i campi 1.200 si dedicano alla viticoltura, 500 alla cerealicoltura,
136 all’allevamento, 140 alla coltivazione di ortaggi e frutta.
Molte di queste integrano il reddito aziendale con attività
aggiuntive, quali l’agriturismo, le fattorie didattiche, la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti. Ha concluso
la Carrer: «Auspico che queste attività, che nascono dalla
capacità creativa delle donne, contribuiscano alla promozione del territorio e, al tempo stesso, producano incrementi significativi del reddito familiare».Riguardo, poi, alla
gestione delle aziende, è intervenuta Gabriella Sanlorenzo,
che ha illustrato la ricerca redatta nell’ambito del dottorato
presso il Centro studi per lo sviluppo rurale della collina che
ha sede all’Università di Asti.
La ricercatrice, con la collaborazione di Coldiretti, Cia e
Unione agricoltori, ha visitato 95 aziende e ne ha intervistato i titolari. Tra i risultati emersi il fatto che, trattandosi
quasi esclusivamente di imprese individuali, il titolare è il
componente di una famiglia, per cui le decisioni vengono
prese “in casa”, ovvero dai vari componenti della famiglia.
Le donne, indipendentemente dal ruolo in azienda, hanno
facoltà di decidere soprattutto in merito alle attività innovative, amministrazione e contabilità.
CONFAGRICOLTURA DONNA
Campi e donne
All’incontro in Camera di Commercio è seguito, negli uffici
di Confagricoltura Asti, un summit di parte del direttivo di
Confagricoltura Donna Piemonte con la presidente di Confagricoltura Donna Lombardia, Gabriella Poli (nella foto)
Da sinistra: Barbara Pastorino della Cantina di Maranzana, Nicoletta Candelo e Mariuccia Borio di Cascina Castlet
Al centro Maria Teresa Melchior presidente
Confagricoltura Piemonte
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Approfondimenti tecnici
Pac: c’è l’accordo politico
I trattamenti dell’albicocco
di prendere in conto anche i costi salariali). La degressività può
non essere applicata se lo Stato membro decide di utilizzare
lo strumento del pagamento redistributivo per i primi ettari,
utilizzando a questo scopo un minimo del 5% dell’enveloppe
nazionale. Resta invece facoltativo il plafonamento. Sempre in
tema di regolamento sui pagamenti diretti, non è stata accolta
la richiesta del PE di diminuire il tasso massimo per i trasferimenti di fondi dal 2° al 1° pilastro, rimanendo del 15% (25% per
i paesi che ricevono meno del 90% della media nazionale UE
dei pagamenti diretti).
C
on l’accordo politico del 23 settembre scorso tra Consiglio, Parlamento e Commissione sugli ultimi punti «
aperti » della riforma della PAC si è finalmente concluso il lungo iter negoziale che ha portato alla definizione delle
nuove regole per la PAC dopo il 2014 (o meglio, dopo il 2015, visto lo slittamento già annunciato dell’entrata in vigore del nuovo sistema dei pagamenti diretti). Non resta ora che passare
alla fase di finalizzazione, con i voti della plenaria di Strasburgo (il 19-20 novembre) e del Consiglio (16 dicembre). In breve,
viene introdotta una degressività obbligatoria minima del 5%
sopra i 150.000 euro (da applicarsi sul solo pagamento di base,
senza quindi imputare ad “imponibile” la componente di aiuto
di greening, i pagamenti accoppiati, e prevedendo la possibilità
Resta invariato anche il sistema di convergenza esterna, che
permetterà a tutti gli Stati membri di raggiungere un livello di
pagamenti diretti minimo (e vicino al 90% della media UE) entro il 2019. Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, il Parlamento
ha ben accolto il passo avanti del Consiglio che ha accettato
un aumento all’85% dei tassi massimi di cofinanziamento nelle
regioni meno sviluppate e ultraperiferiche (in pratica le zone ex
obiettivo 1), mantenendo invariate le altre percentuali di cofinanziamento stabilite dal Consiglio di febbraio (73% e 63%,
a seconda dei casi, nelle regioni in transizione, 53% nelle altre
zone). Ancora per quanto riguarda lo sviluppo rurale, le dotazioni finanziarie per Stato membro saranno inserite in allegato
al regolamento di base e potranno essere modificate, solo in
giustificati e ben determinati casi, dalla Commissione attraverso atti delegati.
Nella scheda seguente riportiamo i principali trattamenti richiesti nella coltivazione dell’albicocco. Le indicazioni riportate
sono conformi ai disciplinari di produzione integrata previsti dalle misure agro-ambientali.
NEWS DAL SETTORE TECNICO
In breve
SISTRI: aggiornamento
I
l decreto legge 101/13 (Gazzetta Ufficiale n. 204 del 31
agosto 2013) ha introdotto una serie di semplificazioni
sul SISTRI (Sistema di tracciabilità dei rifiuti) prevedendo
che dal 1 ottobre 2013 il Sistri venga utilizzato solo dalle aziende che gestiscono, trasportano e smaltiscono i rifiuti pericolosi.
Dai 70mila previsti, il sistema interesserà così, alla sua partenza, circa 17mila utenti.
Per tutte le altre aziende, comprese quelle agricole, l’obbligo
sarà in vigore – invece - a partire dal 3 marzo 2014.
Il decreto non risponde pienamente alla necessità di riformare il sistema di tracciabilità, che era stata manifestata anche al
tavolo di consultazione delle Organizzazioni imprenditoriali e
degli Enti coinvolti nell’attuazione del Sistri.
Tuttavia lo slittamento dell’operatività al 3 marzo 2014 per tutti
i produttori di rifiuti pericolosi, anche per quelli con più di dieci
dipendenti e l’alleggerimento del sistema sanzionatorio, almeno per il primo periodo, rappresentano delle novità positive.
Rimangono alcune perplessità sulle difficoltà generali di applicazione del sistema.
Le prossime tappe applicative del Sistri riguardano l’emanazione dei decreti per identificare le categorie soggette al sistema
di tracciabilità e per semplificare la gestione del sistema.
Occorrerà attendere, quindi, la conversione in legge del decreto legge 101/13 per avere il nuovo quadro normativo, auspicando che in questa fase siano comunque reintrodotte l’esclusioni
precedentemente previste per gli imprenditori agricoli.
Open SKY e internet
V
i ricordiamo che Confagricoltura ha stipulato una
convenzione con Open Sky, principale operatore italiano TLC che fornisce il sistema Tooway – internet
via satellite, per garantire ai suoi associati un collegamento anche nelle cosiddette “aree bianche”, tipicamente non coperte
da Adsl. Il settore agricolo è – infatti - uno dei comparti in cui
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si sta perseguendo fortemente l’innovazione e questa non può
prescindere dalla rete e da internet. Numerosi operatori del
settore agroalimentare hanno già scelto Open Sky come partner tecnologico per la loro attività e Confagricoltura non vuole
essere da meno nell’offrire ai suoi soci dei servizi all’avanguardia. Info presso i nostri uffici
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L
obesia botrana, comunemente noto come tignoletta
della vite, è un lepidottero tortricide presente in tutta Italia, con prevalenza nelle aree più meridionali, ma
anche nei nostri ambienti, attacchi frequenti si riscontrano nella zona del Roero e non solo. Le infestazioni, influenzate dalle
condizioni climatiche e microambientali, variano da un anno
all’altro. I danni arrecati dalle larve vanno dalla distruzione dei
bottoni fiorali e dei racimoli, allo svuotamento e disseccamento dei grappoli. I danni ai bottoni fiorali generalmente non
sono particolarmente gravi, grazie alla capacità del grappolo
di compensarli con una maggiore allegagione; quelli agli acini,
invece, oltre a provocare perdite di peso, possono predisporre
i grappoli ad attacchi di botrite e di marciume acido.Le larve
della prima generazione (antofaga) riuniscono con fili sericei
gruppi di bottoni fiorali e formano dei glomeruli all’interno dei
quali si sviluppano, distruggendo i fiori e successivamente i piccoli acini appena allegati.Le larve della seconda e terza generazione (carpofaghe) penetrano negli acini in accrescimento e in
quelli in via di maturazione svuotandoli in parte. Gli acini danneggiati imbruniscono e disseccano. Le ferite possono essere
colonizzate da infezioni successive di botrite e/o marciume acido. La Lobesia botrana è essa stessa in grado di trasportare i
propaguli della muffa grigia sia internamente (li disperde con
le feci) che esternamente. Si possono quindi distinguere due
tipologie principali di danni causati dalla tignoletta della Vite:
•
danni diretti derivati dalla distruzione degli acini,
quindi con perdita di prodotto, e dei bottoni fiorali;
•
danni indiretti legati alla diffusione di muffa grigia
(botrite) o di marciume acido, con conseguente perdite sia dal
punto di vista quantitativo sia dal punto di vista qualitativo del
prodotto.
Quando trattare?
Contro la Tignoletta della Vite si utilizza la lotta guidata basan-
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dosi sulle tecniche di campionamento o con l’uso di trappole a
feromoni. Il campionamento si esegue controllando i grappoli
(circa 100 ogni ettaro di vigneto), scelti casualmente sul tralcio, su un certo numero di ceppi casuali in vigneto.I campionamenti devono essere eseguiti in tre epoche prestabilite che
corrispondono più o meno alle tre generazioni; in particolare
alla fioritura (prima generazione), dalla mignolatura alla prechiusura del grappolo (seconda generazione) e dalla invaiatura alla prima decade di settembre (terza generazione). Con il
campionamento le soglie di intervento sono:
•
1° generazione: 35-50% di grappoli infestati;
•
2° generazione: si può intervenire ai primi attacchi sugli acini, nelle zone a rischio; oppure con una soglia del 5% di
grappoli infestati da larve oppure in presenza di uova o con fori
di penetrazione;
•
3° generazione: si interviene ad una soglia del 5% di
grappoli infestati.
Uso di trappole a feromoni. La determinazione della soglia di
intervento può essere eseguita anche mediante l’uso di trappole a feromoni per monitoraggio. Queste vanno installate (1 o 2
per ettaro) da aprile; occorre cambiare la capsula di feromoni,
circa 10 giorni prima del previsto volo della generazione successiva. Normalmente le catture della prima generazione sono
solamente indicative della popolazione esistente (non conviene trattare). Per le altre generazioni la soglia indicativa proposta in alcuni ambienti è di 15-20 maschi catturati per trappola per settimana (es.: traptest). Se non si vuole considerare la
soglia di intervento, si può trattare circa 10-12 giorni dopo le
prime catture, nel caso sia sufficiente un solo trattamento; oppure si può trattare a 9-13 giorni, con un successivo intervento
dopo 7 giorni, dal momento in cui la fase di cattura dei maschi
è crescente.
Quale principio attivo utilizzare?
Il mercato offre diversi principi attivi, la cui scelta dovrà essere
valutata caso per caso, in base alle caratteristiche della sostanza. Per migliorare l’efficienza dei trattamenti ed evitare l’insorgere di resistenze da parte dei patogeni, si deve impostare una
strategia di difesa che alterni sostanze attive con una diversa
modalità d’azione. Riportiamo, in breve, le caratteristiche dei
principali principi attivi presenti sul mercato.
Indoxacarb è un insetticida appartenente alla classe delle ossadiazine, specifico per la lotta ai più comuni lepidotteri e per
la lotta alle cicaline. Attivo prevalentemente per ingestione e
contatto sulle larve (su alcune specie possiede anche attivita’
ovicida), agisce attraverso un nuovo meccanismo d’azione inibendo l’ingresso dello ione sodio nelle cellule nervose con conseguente paralisi e morte del parassita.
Grazie ad un profilo eco-tossicologico estremamente_
_favorevole ed alla selettività verso i principali artropodi
utili e’ un insetticida ideale per i programmi di difesa integrata. Per la bassa tossicità e il favorevole profilo residuale
ha un breve intervallo pre-raccolta.
Emamectina benzoato sostanza attiva che appartiene
alla famiglia chimica delle avermectine, di derivazione naturale, agisce a dosaggi ridotti soprattutto per ingestione,
causando nella larva la paralisi. E’ caratterizzato da attività
translaminare e rapida degradazione sulla superficie vegetale. La molecola viene rapidamente assorbita e traslocata
verticalmente nelle cellule della pagina opposta. Risulta
particolarmente efficace nei confronti dei lepidotteri quando viene ingerita col tessuto vegetale trattato. Il rapido
degrado per foto-ossidazione sulle superfici dei vegetali
conferisce alla sostanza attiva una azione di contatto molto breve nel tempo ed una ragguardevole selettività sugli
organismi utili. Una volta ingerita dall’insetto, la molecola
agisce stimolando il rilascio del neurotrasmettitore Acido
Gamma-Amino-Butirrico (GABA) nel contesto delle cellule nervose inibitorie. Ciò provoca un continuo flusso di ioni
cloro nelle cellule del muscolo e la successiva inibizione della contrazione del muscolo che si palesa visivamente con
il blocco dell’alimentazione e la paralisi nel giro di poche
ore. In ragione del suo particolare meccanismo d’azione,
è scongiurata l’insorgenza di fenomeni di resistenza incrociata con gli insetticidi disponibili per la lotta ai lepidotteri
fitofagi.
Clorantraniliprole sostanza attiva appartiene alla famiglia
chimica delle antranilammidi. E’ dotata di una spiccata attività biologica su diversi fitofagi (lepidotteri, coleotteri, ditteri, isotteri). La sua azione insetticida avviene a carico dei
canali del calcio presenti sulle fibre muscolari, cui si lega attivando il rilascio incontrollato degli ioni di calcio all’interno
del cytosol cellulare ed esaurendone le riserve. Ciò provoca
l’arresto immediato delle contrazioni motorie, con sintomi
di atassia seguiti da paralisi e morte dell’insetto. La paralisi che segue è quasi immediata e comporta la rapida cessazione dell’attività trofica, da pochi minuti a qualche ora
dopo l’ingestione. La morte dell’insetto avviene normalmente nelle 24-72 ore successive all’assunzione. Il prodotto
agisce principalmente per ingestione e secondariamente
per contatto.
Metoxifenozide (MAC) è un regolatore di crescita, analogo
mimetico dell’ecdisone (MAC), specifico per la lotta contro
le larve dei lepidotteri sulle quali agisce per ingestione, inducendo sulle medesime il processo di muta, prematura,
provocandone così la morte. E’ indicato per interventi contro i principali lepidotteri dannosi su pomacee, drupacee,
vite e agrumi.
Tebufenozide (MAC) insetticida larvicida selettivo per la
lotta contro le larve di lepidotteri che agisce per ingestione
e, secondariamente, per contatto. Può essere considerato il
capostipite dei prodotti MAC (Moulting Accelerating Compounds) composti che simulano una particolare sostanza
(ecdisone) presente negli insetti e preposta a regolare i
processi di muta. Una volta ingerito dall’insetto, ne inibisce il corretto procedere della metamorfosi (inducendo una
muta prematura e letale). Manifesta inizialmente un’azione antifeeding (entro poche ore dall’ingestione) mentre la
morte dell’insetto avviene entro 2-4 giorni.
Spinosad è un principio attivo di derivazione naturale. Appartiene alla famiglia degli spinosoidi, sostanze derivate da
tossine prodotte da batterio Saccharopolispora spinosa.
Agisce sul sistema nervoso degli insetti (lepidotteri, coleotteri, ditteri, imenotteri, isotteri, sifonatteri e tisanotteri) in
maniera diversa da altri insetticidi senza presentare quindi
resistenza crociata con altre modalità d’azione.
E in agricoltura biologica?
In agricoltura biologica la lotta non è difficile, ma si deve
operare senza seguire gli schemi della lotta tradizionale.
Diversi nemici naturali frenano lo sviluppo della Tignoletta,
tra questi sono noti vari insetti utili ma è anche interessante l’apporto di vari microrganismi (CPV, Batteri, Beauveria
bassiana, Metarrhizum anisopliae). Per il controllo della
Tignoletta si può utilizzare il Baccilus thuringiensis var.
Kurstaki, lo Spinosad e la confusione sessuale. Quest’ultimo metodo richiede l’esposizione precoce dei diffusori per
impedire gli accoppiamenti già a partire dalla I generazione; l’ostacolo principale è il costo elevato di applicazione. I
migliori risultati si ottengono operando su superfici abbastanza ampie e con densità di popolazione dell’insetto non
elevata. In aree ad elevata densità di attacco è necessario
controllare già la generazione antofaga (cioè la I) con trattamenti a base di B.thuringiensis, eseguendo uno o più interventi in funzione dell’evoluzione dell’attacco in seconda
generazione. L’impiego di B. thuringiensis va guidato con
l’ausilio di trappole a feromoni. Il trattamento con B. thurigiensis deve essere eseguito quando la maggior parte delle
uova ha raggiunto la fase di “testa nera” (indice di prossima
schiusura). Resta ferma la possibilità di intervenire sulla II
generazione se l’evoluzione dell’infestazione lo richiederà.
È da sottolineare che un controllo biologico efficace della
tignoletta è fondamentale per ridurre la presenza di Ocratossina A nei vini biologici.
NEWS DAL SETTORE TECNICO
Tignoletta della vite:
impostare una corretta difesa
Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki va distribuito prima
che le larve siano entrate negli acini; esso si impiega con
buoni risultati contro le larve della seconda generazione,
distribuendolo due volte (la prima a 7-9 giorni e la seconda
a 15-16 giorni dall’inizio della fase crescente delle catture)
oppure 1 sola volta tra i1 9° ed il 13° giorno dall’inizio della
fase crescente delle catture. Contro la terza generazione, si
applica a 2 e 3 settimane dall’inizio delle catture dei maschi.
In questi interventi è opportuno, per migliorare l’effetto dei
trattamento, aggiungere circa 500-1000 g di zucchero per
ettolitro di acqua. In caso di piogge essendo il prodotto facilmente dilavabile è necessario ripetere l’intervento.
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Nel caso della Tignoletta della vite i trattamenti dovranno essere eseguiti in base ai monitoraggio e alle soglie di danno. Le nome
tecniche di difesa integrata (ex. 2078) non consentono interventi contro la prima generazione, per le generazioni successive
prevedono una soglia di intervento al 5% dei grappoli infestati se si utilizza Bacillus thuringiensis e al 10% se si utilizzano principi
attivi appartenenti ai gruppi I.G.R. o MAC o Indoxacarb.
Gli acceleratori di muta o M.A.C. sono caratterizzati dall’attività ovicida, associata ad un’azione sulle larve neonate e da una
durata di protezione che copre l’intero periodo di nascita larvale, manifestano inoltre un’azione di riduzione della fertilità delle
femmine entrate in contatto con l’insetticida.
Il metoxifenozide, grazie all’azione combinata ovo-larvicida, è particolarmente valido anche per la lotta alle generazioni carpofaghe. Indoxacarb ha un effetto collaterale contro Scafoideus titanus (cicalina della Flavescenza dorata). Nella tabella seguente
alcuni esempi pratici.
La PAC verso il 2020: il greening
NEWS DAL SETTORE TECNICO
La strategia anti-tignoletta in pratica
Con l’accordo politico di giugno è stato dato un assetto pressoché definitivo alla riforma della PAC ‘verso il 2020’ e anche al sistema dei nuovi pagamenti diretti.
Previste varie forme di pagamento che si sommano tra loro sulla medesima superficie. Al pagamento di base disaccoppiato si
aggunge anche un pagamento di inverdimento detto “greening”.
Riguarda tutte le superfici aziendali a fronte di tre tipologie di impegno che prevedono in via generale:
• una diversificazione dei seminativi (due, nelle
aziende con seminativi compresi tra 10 e 30 ettari
e tre nelle aziende con superfici a seminativo
superiore a 30 ettari);
• un divieto di conversione delle foraggere
permanenti in seminativo;
• l’obbligo, per le aziende con superficie superiore a 15 ettari, di destinare a “focus ecologico” il 5% della superficie aziendale
(escluse foraggere permanenti ed arboree).
Dei 3,84 miliardi di euro totali stanziati a regime, per i pagamenti diretti dell’Italia, al greening saranno destinati circa 1,1 mrd di
euro per anno.
Ma quante aziende saranno davvero assoggettate a questi nuovi impegni di “inverdimento”? In base alle prime stime, l’impatto
reale sulle aziende è molto ridotto a causa delle varie esenzioni previste dalla normativa.
Ad esempio, il premio spetta senza alcun impegno alle aziende al di sotto di determinate estensioni. Le aziende biologiche sono
ammesse “ipso facto” al greening. Esistono altre forme di esenzione nel caso di colture arboree, di colture in sommersione per
una parte prevalente del ciclo produttivo.
Dalla tabella 1 è possibile constatare su quali aziende e su quali superfici graverà l’impegno di diversificazione dei seminativi. In
totale si tratta di poco più di 60 mila aziende (meno del 4% del totale) e di meno del 20% della SAU aziendale nazionale. Saranno
assoggettati a diversificazione meno del 30% dei seminativi italiani.
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SPANDIMENTO 2013
La Giunta regionale, a voti unanimi, ha d e l i b e r ato di
approvare per la stagione invernale 2013/2014, un periodo di divieto allo spandimento dei liquami zootecnici con
decorrenza dal 1 dicembre 2013 al 28 febbraio 2014 compresi. Di tale decorrenza sarà data comunicazione al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, ai
sensi dell’art. 25 comma 2 bis del regolamento regionale
10/R/2007.
Consulenza Sicurezza sul lavoro: D.lgs.
81/08 e successive modifiche
Fin dai tempi immemorabili ormai, si sono susseguiti Decreti e Leggi riguardanti la sicurezza e salute nei luoghi di
lavoro che abbracciavano tutti i campi del “pianeta lavoro”
fosse autonomo o dipendente.
Dall’Asia ecco il Goji, frutto
dell’eterna giovinezza?
Da noi è arrivato da poco e in sordina, come spesso capita alle
novità vegetali, ma in Tibet, sull’Himalaya e in Cina, nelle valli
del NingXia, le proprietà del Goji sono conosciute da centinaia
di anni: per i frutti dati dalle coltivazioni più quotate si parla
addirittura di “red diamonds” ovvero diamanti rossi.
Perché queste bacche sono così pregiate in quei luoghi?
Grazie alle loro proprietà: secondo la medicina cinese, le bacche del Goji (Lycium barbarum) sarebbero una potentissima
risorsa contro l’invecchiamento. E le buone notizie non finiscono qui: l’arbusto del Goji può vivere anche in vaso sul balcone…
Al loro interno le bacche del Goji conterrebbero una forte quantità di nutrienti e anti-ossidanti che assicurerebbero salute e
grande longevità. In Inghilterra le si assume sotto forma di tè,
ma è diffuso anche il succo o il frutto disidratato, che assomiglia esteticamente all’uva sultanina: si dice che abbia un sapore
piacevole una volta ben maturo.
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Da noi è ancora poco conosciuto, ma nelle mostre-mercato
di giardinaggio, alcuni vivaisti intrapprendenti hanno cominciato a proporre questo arbusto. Gli appassionati di piante e
di benessere stanno così scoprendo che il Goji si può coltivare facilmente persino in un grosso vaso sul balcone. Intanto la
voce si sta diffondendo anche tra i piccoli agricoltori, che stanno provando a coltivarlo per profitto. Originario com’è di zone
con inverni assolutamente rigidi, il Goji si può mettere in vaso
senza timore del gelo o del freddo. Forma un arbusto decorativo piuttosto alto (sui 2 metri), con lunghi rami dal portamento ricadente, coperti di piccole foglie lanceolate. La fioritura si
compone di moltissimi fiorellini lilla a forma di stella (simili a
quelli della patata: il Lycium appartiene anch’esso alla famiglia
delle Solanacee) che daranno poi vita alle bacche, che da fresche appaiono sulla pianta come piccoli pomodorini scarlatti.
Solo un’accorgimento da tenere presente, se volete cimentarvi: la pianta di Goji ha bisogno di qualche anno d’età prima di
cominciare a produrre i frutti e cresce con grande lentezza. Meglio comprarla già pronta a fruttificare!
Molte disattenzioni, grandi imprecisioni, infinita selva
di normative all’italiana e quindi, disattenzione da parte
dell’utenza in genere e di coloro che avrebbero dovuto applicare queste norme e/o beneficiare di esse.
Nasce, quindi, la necessità di creare una struttura organizzativa molto semplice anche nel campo della nostra azienda che, in questo modo, si pone l’obiettivo di diventare
sempre più professionale.
Per sviluppare un sistema di sicurezza efficace, per garantire la salute e sicurezza nei posti di lavoro, la valutazione dei
rischi è il punto di partenza.
E’ lo strumento fondamentale che permette al datore di lavoro di individuare le misure di prevenzione e protezione e
di pianificarne l’attuazione.
SANZIONI
- Per chi non nomina il Medico Competente, ammenda da
2.500 a 10.000 euro
- Per chi omette la valutazione di tutti i rischi vi è l’arresto da
4 a 8 mesi o una ammenda da 5.000 a 15.000 euro
- Per chi non svolge i corsi per il servizio di Prevenzione e
Protezione vi è l’arresto da 2 a 4 mesi o un’ammenda da
800 a 3.000 euro - Per chi non designa preventivamente i lavoratori incaricati alla prevenzione incendi e al primo soccorso, vi è l’arresto
da 2 a 4 mesi, o un’ammenda da 800 a 3.000 euro
NEWS DAL SETTORE TECNICO
La tabella di sintesi (tabella 4) dimostra come uno degli strumenti più innovativi della riforma ‘verso il 2020’ in realtà beneficerà
tutte le imprese agricole (il premio viene comunque erogato a tutti i soggetti), ma con impegni concentrati su una ristretta minoranza di imprese, probabilmente le più strutturate e competitive.
Innanzi tutto si parte dal presupposto che non basta più dichiarare di aver fatto un valutazione dei rischi, ma si è ravvisata la necessità per tutti di dotarsi di un Documento di
Valutazione dei Rischi relativi alle nostre attività lavorative
anche di piccola entità.
Finalmente si è capita la necessità di una formazione specifica, di una validità pregressa della formazione o esperienza acquisita e, quindi, la possibilità di non essere totalmente subissati da immediate pressioni finanziarie e normative
per lo svolgimento di corsi per l’abilitazione allo svolgimento in sicurezza relative a lavori da noi sempre eseguiti.
SORVEGLIANZA SANITARIA
La sorveglianza sanitaria è l’insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio
professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività
lavorativa.
DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI
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I nostri corsi
RSPP: CORSO DI FORMAZIONE RSPP per il datore di lavoro che vuole assumersi l’incarico di responsabile del servizio di
prevenzione e protezione
PRIMO SOCCORSO. Il datore di lavoro ha l’obbligo di designare gli addetti al primo soccorso e gestione delle emergenze.
CORSO ANTINCENDIO: La normativa antincendio prevede la
formazione di uno o più addetti a seconda delle tipologia e delle dimensioni aziendali.
CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI
Nel 2014 determinante l’accesso
alla riserva titoli
per i seguenti casi: aziende agricole che nel 2013 avevano solo
vigneto, ortaggi, patate, piante ornamentali.
Oltre ai giovani agricoltori hanno diritto di ricevere l’assegnazione gratuita anche gli agricoltori che si trovano in situazioni
particolari, coloro che sono sottoposti a programmi di ristrutturazione e/o di sviluppo e gli agricoltori che dichiarano un numero di ettari inferiore rispetto ai titoli in portafoglio.
Qualora le risorse disponibili non fossero sufficienti a soddisfare tutte le richieste di accesso alla riserva nazionale, si applicano i seguenti criteri di priorità stabiliti con decreto Mipaaf:
•
Criterio anagrafico, con preferenza per l’agricoltore
che abbia un’età inferiore o uguale a 40 anni al momento della
presentazione della domanda
•
Criterio territoriale, con preferenza per montagna e
collina
•
Qualifica professionale e livello di istruzione, con priorità per iap e soggetti che hanno frequentato scuole agrarie
•
Criterio di genere, con priorità per imprenditoria femminile.
Molta importanza avrà la richiesta di accesso alla riserva nazionale nel 2014, in quanto consentirà a chi non ha beneficiato
dei pagamenti diretti nel 2013, e quindi non soddisfa i requisiti
per la prima assegnazione dei titoli della nuova pac, di essere
considerato lo stesso come soggetto ammissibile.
Le regole per l’attribuzione dei nuovi titoli pac nel 2015, cosi
come ricavate dall’ultima versione della proposta di regolamento in via di approvazione del 25 settembre scorso e disponibile solo in lingua inglese, stabiliscono che per essere considerati beneficiari dei nuovi titoli di base gli agricoltori devono
possedere il requisito che l’azienda agricola abbia avuto un pagamento diretto nel 2013.
A discrezione dello Stato membro è possibile anche assegnare
nuovo diritti a chi non è stato beneficiario di aiuto nel 2013,
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INCENTIVI PER NUOVE ASSUNZIONI A
TEMPO INDETERMINATO
DI LAVORATORI GIOVANI
Va considerato al netto delle diminuzioni occupazionali
verificatesi in società controllate o collegate ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile o facenticapo, anche per interposta persona, allo stesso soggetto.
A
All’incentivo di cui al presente articolo si applicano le disposizioni di cui all’articolo 4, commi 12, 13 e 15, della legge
28 giugno 2012, n. 92.
l fine di promuovere forme di occupazione stabile di giovani fino a 29 anni è previsto un incentivo
per i datori di lavoro che assumano, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, lavoratori di età
compresa tra i 18 e i 29 anni che rientrino in una delle
seguenti condizioni:
a) siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei
mesi;
b) siano privi di un diploma di scuola media superiore o
professionale;
L’incentivo è pari a un terzo della retribuzione mensile lorda
imponibile ai fini previdenziali, per un periodo di 18 mesi,
12 mesi in caso di trasformazione del contratto da tempo
determinato a tempo indeterminato, ed è corrisposto al
datore di lavoro unicamente mediante conguaglio nelle
denunce contributive mensili del periodo di riferimento,
fatte salve le diverse regole vigenti per il versamento dei
contributi in agricoltura.
Il valore mensile dell’incentivo non può comunque superare l’importo di seicentocinquanta euro per lavoratore
assunto ai sensi del presente articolo.
L’incentivo è corrisposto, per un periodo di 12 mesi, entro
i limiti di seicentocinquanta euro mensili per lavoratore,
nel caso di trasformazione con contratto a tempo indeterminato.
L’incremento occupazionale è calcolato sulla base della
differenza tra il numero dei lavoratori rilevato in ciascun
mese e il numero dei lavoratori mediamente occupati nei
dodici mesi precedenti all’assunzione.
DALL’ UFFICIO PAGHE
La pagina sindacale
Ecco le condizioni secondo le quali si ha diritto all’incentivo: regolarità degli obblighi contributivi, osservanza delle
norme poste a tutela delle condizioni di lavoro (sicurezza
decreto 81/2008 collegare al corso del 18 novembre), incremento netto della media occupazionale dell’anno precedente (circolare INPS 138 del 27/09/2013)
INCENTIVI PER NUOVE ASSUNZIONI A
TEMPO DETERMINATO E INDETERMINATO DI LAVORATORI SOCIALMENTE
SVANTAGGIATI
La legge n. 92/2012 favorisce i datori di lavoro che assumano, dal 2013, determinate categorie di lavoratori socialmente svantaggiati.
I relativi benefici consistono nella riduzione del 50% dei
contributi di previdenziali dovuti all’Inps dai datori di lavoro, in relazione ad assunzioni, con contratto di lavoro subordinato, a partire dal 2013, delle previste categorie.
La durata di tali agevolazioni varia, a seconda della tipologia di contratto di lavoro.
Nel caso di assunzione con rapporto a tempo determinato,
il beneficio spetta per 12 mesi, qualora il rapporto di lavoro,
originariamente stipulato a tempo determinato, venga trasformato a tempo indeterminato la riduzione al 50% della
contribuzione previdenziale viene prorogata sino al diciottesimo mese dalla data dell’iniziale assunzione.
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SULLA RATEIZZAZIONE CONTRIBUTI IN
FASE AMMINISTRATIVA
Ecco i requisiti dei lavoratori socialmente svantaggiati la cui assunzione determina le agevolazioni contributive.
L’Inps ha chiarito che ai fini dell’accoglimento dell’istanza di
pagamento in forma dilazionata, si deve presentare un’unica
domanda che comprenda tutti i debiti maturati in fase amministrativa.
Si tratta di lavoratori che hanno superato i 50 anni di età e disoccupati da oltre 12 mesi.
Il lavoratore dovrà essere un disoccupato registrato presso il
servizio competente (cioè il centro per l’impiego competente
per domicilio) e la durata della disoccupazione deve essere superiore a 12 mesi, in base alle regole fissate dagli articoli 2 e 4
del citato decreto legislativo.
Considerate lavoratori svantaggiati anche le donne di qualsiasi
età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24
mesi ovunque residenti.
Diversamente la domanda sarà respinta.
. ANCORA . BASTIMENTO
. CORALLO . GRANCHIO
. MURENA . NAUFRAGHI
. ONDA . PALOMBARO
. PESCHERECCIO
. PLANCTON . REMI
. SABBIA . SCOGLI
. SOGLIOLA
. SOTTOMARINO
. SQUALO . TIMONE
. TONNO
Può riguardare periodi contributivi di solo un trimestre ed essere concessa nel limite massimo di 6 rate.
BENEFICI CONTRIBUTIVI IN AGRICOLTURA
In fase di semplificazioni per il rilancio economico del cosiddetto Decreto del Fare è importante l’acquisizione d’ufficio del
Durc, ossia il documento unico di regolarità contributiva, e che
lo stesso ha validità di 180 giorni dalla data di emissione.
Pertanto sono confermate le riduzioni nella misura del 75%
nelle zone montane e di 68% nelle zone svantaggiate, in misura proporzionale alla quantità del prodotto coltivato dai propri
soci in zone svantaggiate o montane.
N
ei mari tropicali vivono tre pesciolini che nuotano sempre insieme. Il primo ha due occhi enormi, il secondo una
lingua lunghissima e il terzo una bocca smisurata. I pescatori li hanno soprannominati “I tre Ti”. Se vuoi sapere i
loro nomi, cancella dallo schema le parole che trovi qui sotto. Possono essere scritte in orizzontale, verticale o
diagonale, anche al contrario o a testa in giù. Quando le hai trovate tutte, leggi una dopo l’altra le lettere rimaste e troverai
i tre nomi che stai cercando.
La rateizzazione breve può essere richiesta una sola volta nel
corso della rateizzazione principale.
IL DURC DEL “FARE”
L’inps ha confermato la concessione dei benefici contributivi a
favore di cooperative in relazione ai prodotti conferiti provenienti da zone montane o svantaggiate, chiarendo che l’agevolazione è applicata sia al prodotto conferito direttamente
dai soci della cooperativa, sia conferito da questi avvalendosi
di soggetti terzi.
Il quadrato magico
L’istituto ha ribadito inoltre che è possibile dilazionare anche la
quota conto dipendente.
(Circolare INPS 111 del 24.07.2013)
RELAX
Qualora, infine, l’assunzione sia a tempo indeterminato, la
durata del beneficio contributivo è pari a 18 mesi dalla data
dell’assunzione.
C’è l’invito alla regolarizzazione entro il termine di 15 giorni in
caso di irregolarità
Le ricette
LASAGNE DELLA VIGILIA
L’INPS E L’ORARIO DI LAVORO AGRICOLO
L’Istituto ha chiarito che le giornate per i braccianti agricoli
sono da 6,5 ore, pertanto se l’orario giornaliero dichiarato è
inferiore è necessario indicare il fase di denuncia delle retribuzioni, per la tariffazione dei contributi all’Inps, la motivazione
di tale riduzione d’orario.
In ogni caso la riduzione è consentita se il dipendete lavora part
time (dichiarato in fase di assunzione agli enti preposti), in caso
di calamità atmosferiche che hanno interrotto il normale svolgimento del lavoro o in caso di rottura dei mezzi di lavoro.
L’azienda per ricorrere alla riduzione dell’orario giornaliero
deve sapere che oltre ad indicare la corretta motivazione, deve
tenere traccia dell’accaduto conservando elementi probatori
idonei (pezze giustificative per la riparazione mezzi di lavoro,
o segnare i giorni di maltempo) poiché l’istituto si riserva di
effettuare verifiche a riguardo, sia in sede amministrativa che
ispettiva.
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• Ingredienti:
• 3 acciughe
• 40 gr. di burro
• 6 cucchiai d’olio d’oliva
extravergine
• 500 gr. di porri
• un bicchiere di passata
di pomodoro
• pepe nero
• 40 gr. di parmigiano
reggiano
• 500 gr. di farina
• 4 uova
• sale
D
issalate 3 acciughe e mettetele in un piccolo tegame di coccio con 2 spicchi d’aglio, 20 gr di burro e 3 cucchiai d’olio di oliva extravergine facendo cuocere a fuoco. Prendete i
porri, eliminate le radici e la parte verde, lavateli
e affettateli sottilmente facendone tanti anelli
che metterete a stufare in una terrina con 20 gr.
di burro e 3 cucchiai d’olio d’oliva extravergine.
La cottura deve essere dolcissima per evitare che prendano colore
e diventino amari e si dovrà protrarre per quasi un’ora aggiungendo, se necessario, qualche cucchiaio di brodo o latte per evitare
che brucino. Proseguire la cottura per 15 minuti e aggiungere le
acciughe e del pepe nero. Condite le lasagne (meglio se fresche).
Al momento di servire, cospargete con parmigiano ben stagionato
e qualche fiocco di burro.
Si ringrazia l’agriturismo Cascina Dani di Agliano d’Asti
Pag 21
Annata agraria: i dati dell’ultimo triennio
U
Meno agroimprese per salto generazionale
tengono produzione e lavoro con giovani e donne
n tempo il Natale era all’insegna della semplicità, un
modo intimo per festeggiare la nascita di Gesù. La
preparazione del presepe era un rito importante e
c’era molta attenzione nella scelta delle statuine che rappresentavano i personaggi nelle loro attività di tutti i giorni. L’albero di Natale è un’invenzione nordica moderna, come pure l’uso
del vischio, ma fin dal Medioevo esisteva, anche dalle nostre
parti, l’usanza di un ceppo da bruciare tutta la notte e gli edifici, anche quelli più poveri, venivano decorati con ramoscelli
di edera e di pino. Queste usanze traevano origine dalle feste
romane per il solstizio, festa della luce e della vita.
Un personaggio che appartiene invece alla nostra tradizione è
Gelindo che, secondo la leggenda popolare, era il pastore accorso per primo, nella notte di Natale, quando la stella cometa
guidò la gente verso la capanna dove era nato Gesù. La sacra
rappresentazione del “Gelindo” è una delle più vecchie tradizioni delle popolazioni contadine piemontesi, è una storia antica, alle origini del teatro italiano, collegabile ai “presepi viventi” di francescana memoria, diventato poi dramma sacro con
elementi profani di cui ci restano testi dall’Ottocento ad oggi.
Intorno all’atteso evento, la nascita del Bambin Gesù, si muove
Gelindo con la sua famiglia e i garzoni, a commentare i fatti
noti (il censimento, la stella cometa, i re magi, ecc.), e quelli più
attuali, perché il testo si presta infatti alle improvvisazioni degli attori e degli autori. Gelindo è ancora oggi rappresentato in
molte zone del Monferrato Alessandrino e Astigiano, e conserva intatta la sua freschezza, con il pastore rappresentato con
una gallina che finirà bollita e Alinda, sua moglie, che porta le
fasce per il bambinello Gesù; c’è poi la figlia Aurelia e il garzone
Mafè e in qualche rappresentazione c’è anche il cognato Maté
che non ha proprio nulla da offrire e suona il suo piffero per rallegrare i presenti.
La prima rappresentazione del pastore Gelindo venne messa in
scena a Vezza nel 1872, ma spesso, alla vigilia di Natale, la stalla
diventava lo scenario ideale in cui si svolgeva la recita della sacra rappresentazione. Gli attori non erano altri che i contadini e
l’ultimo nato della famiglia era il Bambinello. Fino a pochi anni
fa, la musica che si suonava durante la messa di mezzanotte
era chiamata “La pastorale di Gelindo” e un tempo, per annunciare l’arrivo del Natale, era abitudine dire “a ven Gelindo”.
I PROVERBI DIMENTICATI
AFORISMI
Per cunose ùn a bsogna mangeje pi d’na volta anse- Al saggio non può capitare nulla di male: non si mema.
scolano i contrari. Come tutti i fiumi, tutte le piogge e le sorgenti curative non alterano il sapore del
Per conoscere qualcuno bisogna stare in tavola con mare, né l’attenuano, così l’impeto delle avversità
lui più di una volta.
non fiacca l’animo dell’uomo forte: resta sul posto e
qualsiasi cosa avvenga la piega a sé; è infatti più potente di tutto ciò che lo circonda.
Lucio Anneo Seneca
Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori
e i bambini.
Dante Alighieri
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SPECIALE ANNATA AGRARIA
Il racconto: Gelindo
R
eperire i dati globali dell’annata agraria diventa di
anno in anno sempre più difficile. Per la scomposizione della base da analizzare spalmata su diverse
associazioni di categoria, ma anche per la lentezza, crediamo necessaria, con cui organismi che monitorano le attività imprenditoriali recuperano numeri e flussi.
Facendo, comunque, leva sui dati della Camera di Commercio di Asti, si riescono ad avere indici relativamente attuali
(2012/2013) delle attività agricole.
Secondo l’Osservatorio della Congiuntura dell’ente camerale astigiano, cioè l’ufficio che analizza lo stato delle imprese astigiane, in agricoltura le attività si sono ridotte in
due anni, del 3,3%. Oggi le imprese rurali sono 7.273, erano
circa 7.500 nel 2012, 7.800 nel 2011 e ben 9.900 nel 2003.
Una costante decrescita, dovuta verosimilmente sia all’invecchiamento progressivo dei conduttori dei fondi, che
Pag I
Pag II
Mais day a Montiglio Monferrato
U
come il lavoro agricolo sia in controtendenza rispetto agli altri
settori economici.
Infine qualche dato estratto ancora dalla Giornata dell’Economia che, però, riporta numeri di tre anni fa. Dunque nell’Astigiano la superficie totale agricola è di circa 80.500 ettari di cui
65 mila utilizzati. Il resto sono terreni da arboricoltura da legno,
boschi annessi a aziende agricole e aree non utilizzate. Per cui
la Sau, la superficie agricola utilizzata, è pari all’80,4 del totale, leggermente superiore alla media regionale fissata a 77,9%.
Della Sau astigiana 33,5 ettari sono coltivati a seminativi, 16
mila a vite, poco più di 4 mila ad altre colture e orti, mentre 11
mila sono pascoli e prati permanenti. Le produzioni di cereali
in quintali: grano tenero, 450 mila; frumento duro, 2300; 162;
orzo, 92 mila; avena 1400; mais, 900 mila; sorgo 11 mila. La
zootecnia nella provincia astigiana resta una voce importante
con più di 48 mila bovini, quasi 19 mila suini, 5.500 ovini e caprini e 1,2 milioni di capi avicoli.
na giornata “a tutto mais” con interventi di esperti agronomi che hanno parlato di come coltivare al
meglio le piante e preservarle da malattie e parassiti; di veterinari che hanno spiegato il ruolo del mais nell’alimentazione animale; e di tecnici delle energie alternative
che hanno illustrato i vantaggi di una centrale alimentata a
biomassa, una tecnologia che collega ancora più strettamente
mais e zootecnia. Tutto si è svolto domenica 10 novembre e
ha avuto come scenario l’azienda Alma di Montiglio Monferrato di proprietà della famiglia Razzano. Un’impresa moderna
e all’avanguardia che ha ospitato il forum “Mais Day” organizzato da Pioneer Hi-Bred Italia in collaborazione con Confagricoltura Asti e un pool di aziende: Vitasol, Timac Agro Italia,
Moritz aratri, Alma Commerciale, Dupont. Sul palco, ad aprire
il forum, condotto dal direttore di Confagricoltura Asti, Francesco Giaquinta, l’agronomo Michele Scarabello (Pioneer) il
quale prima di tutto ha sgombrato il campo sull’utilità della
coltivazione del mais per molteplici attività e prodotti umani,
no solo cibo, ma anche medicine, combustibili, lubrificanti,
tessuti. Quindi ha parlato delle varietà selezionate che possono produrre al meglio resistendo a patologie e parassiti. Silvano Locardi, della Timac Agro, ha parlato di fertilizzanti e di
come, le più moderne generazioni di questi prodotti, possano
ottimizzare la coltivazione del mais mettendo a disposizione
della pianta quegli elementi nutritivi necessari alla sua crescita
sana e rigogliosa. A Stefano Pozzetti, veterinario di Vitasol, è
toccato illustrare quali siano i vantaggi di una buona alimentazione in zootecnia con mangimi a base di mai privi di elementi
che possono nuocere al benessere dei capi; mentre Raffaello
Carrescia, manager Vitasol, ma descritto tecnologie e strategia dell’azienda leader nella produzione di mangimi di qualità.
Parentesi eco-tecnologica con Flavio Pasotti, della Eng.In.
Group, che ha presentato le ultime novità in materia di centrali
a biomasse. Impianti non più grandi, ma dimensionati alle ne-
cessità delle aziende agricole, con enormi margini di risparmio
e produzione di energia ottenuta dai reflui animali, e grandi
prospettive di sviluppo, sia in ambito economico che tecnologico, nel solco di una assoluta tutela ambientale.
Una svolta “verde” che da tempo l’agricoltura ha imboccato,
a differenza di altri settori produttivi, sia in Italia sia nel resto
del mondo. Infine, in tema di interventi, da segnalare, dopo il
benvenuto del padrone di casa, Davide Razzano, il saluto del
sindaco di Montiglio Monferrato, Dimitri Tasso, che ha posto
l’accento sulla necessità per i centri agricoli di aprirsi alle nuove agrotecnologie, centrali a biomasse comprese, nel rispetto
rigoroso del paesaggio, dell’ambiente naturale e della salute
umana; e quello del vicepresidente nazionale di Confagricoltura, l’astigiano Ezio Veggia, che ha confermato l’intensa attività
che l’organizzazione di categoria sta portando avanti su argomenti delicati come tasse, risorse pubbliche, sviluppo, accesso
al credito e competitività. Nel pomeriggio, dopo il pranzo a
base di carne alla griglia cucinata dalla pro loco di Tuffo, una dimostrazione “sul campo” con una pesata del mais e una visita
all’impianto di biogas dell’azienda agricola Ricovar.
Mettere la dida: Ezio Veggia,
vicepresidente nazionale Confagricoltura
Davide Razzano (al centro)
con i rappresentanti Pioneer
SPECIALE MAIS DAY
all’accorpamento di varie proprietà sotto un unico padrone.
L’ipotesi di una chiusura di attività agricole per crisi commerciale
va valutata, anche se, sia per cultura che per solidità strutturale e
patrimoniale, è fatto eccezionale
nel tessuto rurale astigiano. Restano comunque i numeri: le imprese agricole in provincia di Asti
diminuiscono.
Altro dato quello riferito al Turismo, che in parte coinvolge
anche l’agricoltura attraverso
agriturismo e B&B, spesso realizzati ad integrazione di una attività agricola. Ebbene secondo i dati
di riferiti nella Giornata dell’Economia a maggio scorso, nell’Astigiano si contano 190 strutture turistiche. Quanto le attività
agricole, nel loro complesso, incidano sul territorio astigiano
lo si evince da un documento InfoCamere che fa riferimento al
2012, secondo il quale agricoltura e attività connesse incidono
sul totale della provincia di Asti per il 30,3%, il 13,6 su base regionale. Percentuali considerevoli per un settore che non sempre ottiene attenzione altrettanto importante da parte di enti
e istituzioni pubblici.
Ancora riferito al 2012, il dato delle attività giovanili in agricoltura, che sono 419, il 5,6% su base provinciale; mentre le
imprese rurali condotte da donne sono ben 2.296, quasi il 31%
delle attività rurali in provincia di Asti. Da segnalare anche le
177 imprese a conduzione non italiana, il 2,4%.
Ma se la crisi comincia a mordere duro anche l’agricoltura, i
campi continuano a garantire lavoro. I dati parlano, per quanto
riguarda lo scorso anno, di poco più di 7.600 addetti, lo 0,6% in
più rispetto al 2011. Un lieve aumento che, tuttavia, dimostra
Pag III
C
ome sarà, o almeno come si pensa sarà, la nuova Pac,
cioè la politica agricola comunitaria, ossia le regole e
le risorse attraverso le quali l’Unione europea intende sviluppare e favorire la crescita dell’agricoltura nei 28 Stati
membri. Uno strumento varato nel 1962 che oggi, tra alterne
fortune, risulta completamente rinnovato in scopi e applicazioni. Se ne è parlato martedì 29 ottobre nell’aula magna dell’Università di Asti in occasione del convegno dal titolo “La nuova
Pac, illusioni o speranze?” organizzato da Confagricoltura Asti.
Relatore è stato Vincenzo Lenucci, responsabile dell’area economica di Confagricoltura. Una relazione, quella di Lenucci,
puntuale e molto accurata, che ha cercato di fare luce su argomenti complessi e, per la maggior parte, ancora al vaglio
degli enti nazionali, Stato e Regioni, che dovranno mettere in
pratica le direttive emanate da Bruxelles. «E io spero – ha commentato Lenucci – che l’Italia sappia cogliere e interpretare al
meglio queste direttive. Se lo saprà fare avremmo la possibilità di sfruttare al meglio le occasioni di sviluppo che l’Europa
riserva al mondo agricolo, pur con tutte le difficoltà di questo
momento storico-economico». È proprio la disponibilità delle
risorse europee e le nuove regole per la loro distribuzione sono
stati i temi centrali a cui hanno fatto riferimento sia l’esposizione di Lenucci che gli interventi di Massimo Forno e Francesco
Giaquinta, presidente e direttore di Confagricoltura Asti, e di
Ezio Veggia, già presidente provinciale e oggi vicepresidente
nazionale di Confagricoltura. «Avremo meno fondi da distribuire secondo regole che saranno decise, secondo quanto ha
indicato la Ue, dallo Stato e dalle Regioni. Un fatto, questo, che
non può non preoccupare data la lentezza con la quale gli enti
pubblici italiani decidono procedure alla base dello sviluppo
economico del Paese» ha detto Forno.
Giaquinta ha sottolineato le vessazioni a cui sono sottoposte
le imprese agricole che hanno diritto alle risorse della nuova
Pac, fornendo un dato eclatante: «La burocrazia agricola costa
quattro volte i fondi europei erogati. Un’assurdità tutta italiana
a cui nessuno fino ad ora pensa di mettere mano. Di questo
passo l’agricoltura italiana rischia i collasso».
Ezio Veggia ha assicurato che Confagricoltura farà tutto quanto
è il suo potere per favorire una Pac meno impattante sulle imprese rurali: «Il nostro compito – ha detto – è quello di fare gli
interessi di una categoria strategica per l’economia nazionale».
Lenucci ha indicato anche le strategie che le imprese agricole
italiane dovranno mettere in atto per accedere al meglio alla
nuova Pac 2014-2019: «Per le il pagamento unico, essenzialmente condurre più terreni, anche attraverso affitti, nel 2015
e verificare la storicità dei pagamenti avuti nel 2013. Per il greening, cioè le attività ecocompatibili che sono obbligatorie per
chi vuole usufruire della nuova Pac, verificare gli adempimenti
da fare e valutare le esenzioni».Ha quindi ricordato il capitolo
della selettività a favore degli agricoltori attivi e dei piccoli agricoltori che avranno vantaggi dalla nuove norme europee. Dalla
platea, relativamente alle regole che la nuova Pac impone in
termini di distribuzione delle risorse – sostanzialmente meno
soldi, ma spalmati su una platea più grande a discapito delle
categorie che fino ad oggi avevano quote importanti anche tra
i 2 e i 3 mila euro -, sono emersi dubbi su come alcune filiere,
come quella zootecnica, potranno bilanciare una drastica riduzione di aiuti Ue. «È un capitolo che decidono gli Stati membri
– ha detto Lenucci -. In questo senso c’è ottimismo perché l’Italia sarebbe orientata nel tutelare quelle filiere che sono strategiche a discapito di nuovi soggetti inseriti nella Pac». Tradotto:
allevatori non fasciatevi la testa ora. Non resta che attendere le
decisioni di Stato e Regioni. Per quanto riguarda i diritti di impianto di vitigni, un argomento che interessa molto l’Astigiano,
Leunucci ha detto che saranno gestisti dalle Regioni secondo le
necessità territoriali, ma nell’ambito di precisi paletti: non oltre
il +1% su base nazionale. Resta sempre l’incognita su come e
quando le Regioni applicheranno queste regole. Infine da Luisella Torchio, la responsabile per la Pac di Confagricoltura Asti,
l’ultima rassicurazione: «È un tema complesso – ha detto -, ma
noi di Confagricoltura – ha aggiunto – siamo a disposizione dei
nostri associati per fugare ogni dubbi e dare supporto per ogni
necessità d’impresa che dovesse sorgere».
Intervento del preside Massimo Forno
«Il futuro dell’Agricoltura moderna sta nella sinergia
con l’agroindustria»
P
er questa edizione
di Asti Agricola mi è
stato chiesto di pronosticare il futuro dell’agricoltura astigiana.
Per farlo dovrei avere la sfera
di cristallo, tuttavia ci sono
indicatori che segnalano alcune strade che l’agricoltura
dovrà necessariamente percorrere per stare al passo con
i tempi e non imboccare quel
tunnel di “decrescita” che alcuni, ignoranti di quello che
significa, auspicano.
L’agricoltura astigiana, come
quella nazionale e mondiale,
non può prescindere dal suo
compito principale: quello di
sfamare, di fornire quanto
più possibile cibo di qualità,
tutelato e garantito, ad una umanità sempre più numerosa
e bisognosa di cibo genuino, autentico, sano.
In questo senso le “nicchie” vanno bene per il marketing
ma non aiutano. Ci deve essere, a mio avviso, un importante potenziamento della sinergia tra produzioni agricole e
aziende agroindustriali. È solo attraverso questa collaborazione che si può immagine un’agricoltura all’avanguardia,
attuale, proiettata verso il futuro per una vera colonizzazione verde del pianeta, ma fuori da ortodossie green che
oggi sono tanto di moda ma lasciano il tempo che trovano
e soprattutto non offrono il benché minimo programma di
crescita agricola. Sia ben chiaro, la mia non è un’ode al tecnicismo a tutti i costi, ma al pragmatismo rurale sì.
I nostri vecchi sapevano bene, con la saggezza degli antichi, come trattare la terra, rispettandola, ma anche piegandola alle necessità dell’uomo.
Il rapporto tra uomini e campi e una storia vecchia di decine
di migliaia di anni. Fatta di innovazione tecnologiche e di
scoperte. Non si può e non si deve tornare indietro.
Sarebbe una iattura, e non solo per chi, sui campi ci vive e ci
lavora, ma anche per il concetto di società civile e avanzata
come la conosciamo noi ora.
Ci dovranno essere aggiustamenti, rodaggi, correzioni. È
giusto. Ci sono sempre stati.
Ma per favore teniamo dritta la barra del timone agricolo
Pag IV
SPECIALE ANNATA AGRARIA
La nuova PAC: illusioni o speranze?
che impone, prima di tutto, la tutela del ruolo dell’agricoltore e la garanzia di un reddito rurale dignitoso.
Se vengono meno questi assiomi l’agricoltura rischia il default, e con lei tutta la filiera dell’alimentazione umana e
animale. Non è poco.
Come vedo il futuro dell’agricoltura astigiana? In salita, ovviamente; tra intoppi e problemi, certamente; senza troppa attenzione da parte delle istituzioni pubbliche, come al
solito. Epperò resto fiducioso. Perché a contrastare tutto e
tutti c’è i grande spirito di adattamento e di sacrificio di noi
agricoltori.
Che non è la condizione di chi accetta supinamente, magari con fatalismo, decisioni che gli cadono dall’alto. Ma
è l’atteggiamento di chi, nonostante la grandinata di tasse che bersagliano le nostre risorse, la tempesta perfetta
della burocrazia che colpisce le nostre risorse, nonostante
il gelo dell’indifferenza statale e sferzante ottusità di quella
europea, nonostante tutto questo noi restiamo sulla nostra
terra, a fare quello che sappiamo fare meglio, con amore e
passione: lavorare i nostri campi, le nostre colline, allevare i
nostri animali, vendemmiare le nostre uve.
Perché essere agricoltori non è solo il nostro lavoro, è la nostra stessa vita.
Massimo Forno
presidente Confagricoltura Asti
Pag V
Premi per chi abbatte più cinghiali dannosi
«La caccia sia risorsa di territorio e ambiente»
Intervista a Davide Martelli di Agrifidi
«Con noi garantito l’accesso al credito bancario per sviluppare
al meglio le imprese rurali»
agricolo, è croce e delizia di imprenditori di tutte le dimensioni e, in generale, di tutti coloro che abbiano necessità di
risorse esterne per realizzare un progetto imprenditoriale.
D
Davide Martelli
avide Martelli è il segretario di Agrifidi, la società
cooperativa piemontese nata attraverso Confagricoltura Novara e Vco con uffici anche ad Alessandria e Asti, che fa da tramite tra imprenditori agricoli e
banche garantendo i prestiti che servono a sviluppare le
aziende rurali. Spiega tra un intervento e l’altro davanti ai
responsabili di zona che saranno chiamati a offrire questo servizio ai soci di Confagricoltura delle rispettive aree:
«Non siamo una mera interfaccia, siamo una cooperativa
di garanzia, sul modello di quelle che già operano in altri
settori economici».Un tema, quello dell’accesso ai finanziamenti bancari che da sempre, in Italia e non solo in campo
U
n premio a chi caccia più cinghiali che stanno infestando le campagne dell’Astigiano, collaborazione
con gli agricoltori e gli agriturismo per far diventare il
contenimento della popolazione di questi ungulati una risorsa
del territorio e dell’ambiente.
È con questo spirito che Confagricoltura Asti, Agriturist e Federcaccia Asti, nella prospettiva di una sempre maggiore collaborazione tra cacciatori e mondo agricolo, hanno deciso di
organizzare, per la stagione venatoria 2013/2014, un Gran Premio riservato alle squadre di caccia al cinghiale della provincia
di Asti aderenti a Federcaccia Asti.
Spiegano Aldo Rosio, segretario di Federcaccia Asti, Massimo
Forno e Francesco Giaquinta, rispettivamente presidente e direttore di Confagricoltura Asti: «L’iniziativa tende a premiare
l’impegno profuso dalle squadre di cinghialai nell’intento di arginare il grave problema provocato dagli ungulati alle colture
Pag VI
Il Piemonte agricolo in questo settore aveva un gap da
colmare. «Oggi stiamo rimediando – assicura Martelli -.
Le esigenze delle imprese agricole stanno cambiando in
modo veloce. C’è bisogno di adeguarsi al tempi. Innovare
e modernizzare le tecniche di produzione e di approccio ai
mercati. In questo senso l’accesso ai finanziamenti bancari
non era sempre immediato e semplice per le imprese agricole. Ecco che una cooperativa di garanzia come la nostra
può fare la differenza, mettendo in collegamento non solo
la domanda con l’offerta, ma anche fornendo le garanzie
necessarie affinché tempi burocratici e iter di assegnamento delle risorse siano più brevi possibile».
Un risultato, quello di ridurre i tempi, che sembra già un
primo successo, insieme a quello di accedere alle risorse
bancarie. E il fatto che Agrifidi si occupi non solo di imprese
agricole ma anche di quelle agrituristiche sembra testimoniare come anche nel mondo delle banche e delle cooperative di garanzie la tutela del paesaggio stia cominciando ad
essere considerata un investimento da aiutare.
Un risultato, quello di ridurre i tempi, che sembra già un
primo successo, insieme a quello di accedere alle risorse
bancarie. E il fatto che Agrifidi si occupi non solo di imprese
agricole ma anche di quelle agrituristiche sembra testimoniare come anche nel mondo delle banche e delle cooperative di garanzie la tutela del paesaggio stia cominciando ad
essere considerata un investimento da aiutare.
SPECIALE CREDITO
Intesa tra Federcaccia, Agriturist
e Confagricoltura Asti
agrarie, senza dimenticare gli incidenti stradali provocati da
esemplari di questa specie che ormai infestano le campagne e
le periferie dei centri abitati».
Al termine della stagione venatoria saranno stilate due classifiche: la prima premierà le tre squadre che avranno abbattuto
più cinghiali in assoluto, la seconda le tre squadre che avranno
maggiormente incrementato in percentuale, rispetto alla scorsa stagione, il numero di abbattimenti.
Si è anche stilata una convenzione tra Agriturist e Federcaccia
che prevede uno sconto del 10% ai soci Federcaccia che intenderanno usufruire degli agriturismo aderenti ad Agriturist.
A febbraio 2014, inoltre, in una struttura di Agriturist sarà organizzata una manifestazione conviviale, aperta a tutti i cacciatori e simpatizzanti, per la consegna dei premi.
Menù, ovviamente, a base di cinghiale.
Pag VII
RELAX
Accadde oggi... un secolo fa
E’
il 1881, quando il più famoso ingegnere dell’epoca, Ferdinand de
Lesseps, dà inizio al grande sogno di unire con un canale, come
aveva fatto a Suez, due mari, l’Atlantico e il Pacifico. Questa volta, però, l’impresa è al di sopra delle sue forze, e Lesseps e i suoi sono costretti a rinunciare. E’ il presidente americano Franklin Delano Roosvelt a
raccogliere la sfida: per lo scavo degli 81 kilometri gli americani impiegheranno 48 mila persone e 300 milioni di dollari, ma le condizioni di lavoro
nella foresta sono proibitive e gli uomini muoiono a migliaia di malaria
e febbre gialla. Ma sarà soltanto il 10 ottobre 1913 che il 28° presidente, Thomas Woodrow Wilson, farà brillare l’ultima mina ponendo fine alla
diga di Gambao e allo stretto di Panama. Curiosità: Con deliberazione del
Consiglio Comunale del 7 dicembre 1918 San Giorgio Monferrato conferì
la cittadi nanza onoraria a Wilson “...per i meriti eccezionali acquisiti nella
Grande Guerra combattuta per la libertà e la giustizia del mondo...”.
1
2 dicembre 1913: Vincenzo Peruggia è arrestato a Firenze per il furto de La Gioconda di Leonardo da Vinci.
L’imbianchino italiano aveva rubato il famoso quadro nell’Agosto del 1911 dal Museo del Louvre, ove il capolavoro era custodito. Il furto, avvenuto con imbarazzante semplicità, è sempre stato giustificato da Peruggia come un’azione patriottica per riparare a quanto maltolto da Napoleone. Mai tanto patriottismo è stato usato male: l’opera, infatti, è correttamente
di proprietà dello stato francese; pare probabile che lo stesso Leonardo da Vinci l’abbia ceduta al re di Francia, Luigi I, nel 1516.
Libri
L’Agenda della Luna 2014 - Vivere in armonia con le fasi della luna ogni
giorno dell’anno di Johanna Paungger e Thomas Poppe
Edizioni TEA Libri
D
agli autori dei best seller Servirsi della luna l’agenda settimanale tascabile a colori ci guida ancora una volta nella scelta del momento giusto per svolgere con successo qualsiasi
tipo di attività: dal giardinaggio al taglio dei capelli, dai lavori di bricolage, all’agopuntura
e alla dieta disintossicante. Per ogni giorno dell’anno vi sono le indicazioni di base, come il segno
zodiacale, la fase della luna, la parte del corpo più influenzata, e dei simboli chiari e immediati che
indicano ciò che è consigliabile fare o invece evitare.
Frutta e Verdura di Stagione: calendario Goloso 2014
di Allan Bay
Salani Edizioni
O
gni mese un elenco completo delle varietà dell’orto e del frutteto, e
una squisita ricetta suggerita dall’autore. Allan Bay, laureato in Economia Politica alla Bocconi con una tesi in storia economica, è giornalista nel settore eno-gastronomico; scrive sul “Corriere della Sera”, “Vivi Milano”, “Diario della settimana”, “Viaggi e Sapori”. Professore incaricato di cucina
presso l’Università di Pavia, ha pubblicato diversi libri gastronomici. Cucinare è
sempre stato il suo hobby preferito.
Pag VIII
Pag 23
ARAMENGO (si ringrazia l’ATL per il prezioso contributo)
visi tra i Marchesi del Monferrato, il Vescovo di Vercelli e altri
feudatari. Il paese si snoda a semicerchio addossato all’altura
scoscesa che ospitava il Castello distrutto nel XV sec.
Sulle rovine del maniero fu edificata la chiesa parrocchiale intitolata a S. Antonio Abate, bell’esempio di architettura tardobarocca di fine Settecento, progettata dall’Architetto Giovanni
Maria Molino nel 1770.
Per la costruzione della chiesa pervennero laterizi ed altri materiali da un distrutto castello dei Conti Radicati, mentre dalla
Certosa di Asti, smantellata per ordine napoleonico, giunsero i
marmi per l’altare maggiore, le statue ed i vasi in terracotta che
adornano il timpano della facciata. In borgata Masio da vedere
la chiesa di San Giorgio, con abside romanica.
I
l nome di Aramengo deriva dal latino Ara Mea diventato
Aramengo nella dizione longobarda. In epoca romana
il borgo doveva rivestire un’importanza strategica per il
controllo dell’antica strada che univa Asti alla valle del Po. Nel
basso medioevo i territori di Aramengo furono concessi ai conti
Radicati, poi passarono ai conti di Cocconato, in seguito suddi-
Il laboratorio di Restauro Nicola, che opera in tutti i settori del
restauro di opere d’arte, è uno dei più prestigiosi in Italia. Nelle
aziende agricole è diffuso l’allevamento dei bovini di razza piemontese. Altri prodotti tipici sono i salumi, il miele e il rinomato
tartufo bianco.
La produzione vinicola vede in particolare il Freisa e il Barbera
Lo sapevi che ...
La Stampa è il quotidiano più “social” d’Italia
Lo studio realizzato dalla società di consulenza Innova et Bella piazza il giornale al 15esimo posto della classifica mondiale.
La top-five è dominata dagli americani: il New York Times precede il Los Angeles Times, mentre completa il podio il Washington Post. A seguire il britannico The Guardian e il francese Le Parisien.
Solo due quotidiani italiani su dieci hanno ottenuto la “tripla A”: La Stampa (quindicesimo posto) e Corriere della Sera (sedicesimo posto). Mentre le altre testate perdono posizioni.
La ricerca ha preso in analisi per ogni testata esaminata dodici criteri:
1.
gestione di una massa critica di portatori d’interesse;
2.
sviluppo della la partecipazione dei lettori alla fruizione, alla condivisione e alla produzione dei contenuti;
3.
coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse (lettori, giornalisti, dipendenti, imprese e istituzioni)
nelle proprie strategie di relazione;
4.
sviluppo di App dedicate a promuovere l’accesso mobile all’offerta di relazione, prodotto e servizio;
5.
offerta ai lettori di opportunità di relazione diretta con i propri giornalisti;
6.
l’“ascolto” dei propri lettori;
7.
l’offerta al pubblico della partecipazione all’agenda editoriale e la produzione di contenuti foto e video e dei lettori;
8.
il valore aggiunto dei propri contatti, oltre il semplice “mi piace”, con l’offerta di relazioni personalizzate su
interessi profondi;
9.
l’integrazione delle proprie strategie editoriali su più canali aperti: carta, online, app, blog, facebook, twitter,
pinterest,
10.
youtube, google+;
11.
lo sviluppo dell’offerta di contenuti per specifici target;
12.
la valorizzazione “pubblica” delle relazioni sviluppate con i propri lettori..
Pag 24
Il patronato vi ricorda ...
INFORTUNIO
el momento in cui un lavoratore, sia autonomo sia dipendente) si infortuna sul lavoro, ha l’obbligo di denunciare il fatto all’INAIL. La modalità di invio della denuncia è variata a decorrere dal primo luglio 2013. In via provvisoria
si trasmette tramite Pec, la posta elettornica certificata che tutte
le imprese devono avere. A breve sarà operativo anche l’invio telematico secondo uan procedura di cui daremo comunicazione
tempestivamente. Non è comunque sufficiente fare la denuncia,
ma bisogna rivolgersi il prima possibile al Patronato, che provvederà all’immediata richiesta di pagamento: temporanea, danno
biologico e rendita. Se il parere dell’Inail è giudicato inesatto il
beneficiario può fare opposizione.Dalla data di denuncia di infortunio si hanno 10 anni di tempo per richiedere una revisione. I motivi possono essere vari: se si continua ad avere dolore, se si deve
affrontare un intervento, se le condizioni di salute peggiorano a
causa dell’infortunio. Ogni caso sarà valutato dal nostro ufficio
con il medico a noi correlato.
ASSEGNO ORDINARIO DI INVALIDITA’
È una prestazione economica, erogata a domanda, in favore di coloro la cui capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo a causa
di infermità fisica o mentale. Hanno diritto all’assegno di invalidità i lavoratori:
•dipendenti;
•autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti,coloni e
mezzadri);
•iscritti ad alcuni fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria.
Sono richiesti:
• riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo a causa di
infermità o difetto fisico o mentale;
• almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione
e assicurazione) di cui 156 (tre anni di con
tribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione
della domanda. Non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa.
RIDUZIONE ULTRA 65ENNE:
È il beneficio a cui hanno diritto sia i CD (titolare/coadiuvante)
che gli IAP. Consiste nella riduzione degli importi annuali (4 rate)
versati nella gestione Inps. Non è automatica, ma bisogna fare richiesta scritta e inviarla all’ente. Ne hanno diritto tutti coloro che,
pur essendo pensionati INPS, versano ancora i contributi. Deve
essere fatta nell’anno in cui si compiono i 65 anni e possibilmente
entro marzo.
VARIAZIONI DI FASCIA
I contributi agricoli vengono versati in 4 rate all’anno e in periodo posticipato. Le scadenze sono luglio, settembre e novembre
dell’anno in corso; e gennaio dell’anno successivo.L’importo annuale è determinato in base al reddito agrario dell’azienda, quindi quando la superficie condotta aumenta dovete comunicarlo
all’Inps per non incorrere in multe retroattive. La pratica deve pervenire entro il 20 marzo dell’anno in corso
N
PENSIONE ANTICIPATA (EX ANZIANITA’)
Si ottiene con il raggiungimento degli anni contributivi Fino al
31.12. 2013 per gli uomini sono richiesti: 42 anni e 2 mesi + 3 mesi
di speranza di vita
- Per le donne sono richiesti : 41 anni e 2 mesi + 3 mesi di speranza di vita
- Nel 2014 per gli uomini sono richiesti: 42 anni e 3 mesi + 3 mesi
di speranza di vita
- Per le donne sono richiesti: 41 anni e 3 mesi + 3 mesi di speranza
di vita
PENSIONE VECCHIAIA:
Si ottiene con l’età anagrafica Fino al 31.12.2013 :
- per le lavoratrici autonome sono richiesti: 63 anni e 6 mesi + 3
mesi di speranza di vita
- per i lavoratori autonomi sono richiesti: 66 anni + 3 mesi di speranza di vita
Nel 2014 :
- per le lavoratrici autonome sono richiesti: 64 anni e 6 mesi + 3
mesi di speranza di vita
- per i lavoratori autonomi rimangono 66 anni + 3 mesi di speranza
di vita
TESSERA LIBERA CIRCOLAZIONE PER PERSONE DISABILI
La tessera di libera circolazione, detta comunemente “tessera
gialla”, è un documento di viaggio regionale che permette alle
persone disabili di viaggiare gratuitamente nell’ambito della Regione Piemonte senza limiti di orari e di corse su tutte le linee di
trasporto pubblico (L.R. 4 gennaio 2000 n. 1):
• urbane, suburbane ed extraurbane (tram e autobus),
• metropolitana di Torino,
• treni regionali e regionali veloci con partenza ed arrivo nelle città
piemontesi,
• treni regionali e regionali veloci che collegano il Pie
monte con la Lombardia e la Liguria di competenza della Regione Piemonte,
• autobus sostitutivi, suppletivi ed integrativi di servizi ferroviari della Regione Piemonte.
Hanno diritto al rilascio della tessera di libera circolazione i residenti nella Regione Piemonte che rientrano in una delle seguenti
categorie:
• ciechi assoluti e ventesimisti (con residuo visivo non superiore
ad 1/20),
• sordomuti,
• grandi invalidi (invalidi di guerra, civili di guerra e per servizio)
appartenenti alle categorie dalla 1^ alla 4^. Alle persone della 1^
categoria con l’assegno della superinvalidità viene rilasciata la
tessera con accompagnatore,
• minori invalidi sino al compimento della maggiore età,
• beneficiari dell’indennità di accompagnamento,
• ultrassessantacinquenni con difficoltà persistenti nello svolgere
i compiti e le funzioni proprie della loro età, risultante dalla certificazione della commissione sanitaria,
• disabili (invalidi civili e del lavoro) con percentuale di invalidità
superiore/uguale al 67%.Per i ciechi, i minori invalidi e i disabili con
percentuale di invalidità al 100% la gratuità del viaggio è consentita anche all’eventuale accompagnatore Perché venga rilasciata la
tessera il richiedente deve compilare apposita domanda fornita in
modulistica, alla quale si allega fotocopia del documento di identità in corso di validità, fotocopia del codice fiscale e fotocopia del
certificato di invalidità del richiedente, rilasciato dalla commissione medico legale La tessera ha validità pluriennale e viene rinnovata con scadenze stabilite dalla Regione
CONTRASSEGNO INVALIDI DA AFFIGGERE ALL’AUTO :
Tra le varie agevolazioni previste per facilitare la mobilità dei disabili c’è il contrassegno per auto che, in deroga ad alcune prescrizioni di legge, mette al riparo i soggetti portatori di handicap
e/o invalidi da improprie contestazioni o verbalizzazioni di infrazioni. Se sul verbale rilasciato (da maggio 2013) a seguito di visita
della commissione Asl, viene riportato : Ricorrono le previsioni di
cui: all’art 381 del DPR/1992. E’ sufficiente recarsi al Comune di
residenza per il rilascio del contrassegno “INVALIDI” da apporre
all’auto.
ENAPA
I comuni del nostro territorio
Si ricorda che l’assistenza del Patronato è GRATUITA
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«Il paesaggio astigiano? È ok, ma attenzione
a cementificazione e invasione di animali dannosi»
prescrizioni che vengono inserite nelle autorizzazioni alle modificazioni del suolo in aree vincolate.
Al centro, in divisa, la dirigente Chiara
D
ottoressa Arnaudo, come i Forestali che operano
nell’Astigiano si confrontano con un territorio così vario fatto di boschi, ma anche e soprattutto di colture?
Da sempre i Forestali vigilano non solo sulla corretta gestione dei
boschi, al fine di tutelarne le molteplici funzioni, ma anche sul rispetto delle norme poste a garanzia a della stabilità idrogeologica
dei versanti e della qualità del paesaggio, norme che riguardano
il territorio in generale, forestale, agricolo ed urbano. Il C.F.S. è la
“polizia di prossimità” delle aree agricole e forestali e svolge il suo
servizio “con gli scarponi ai piedi” per venire incontro alle richieste
ed ai problemi di coloro che operano in settori fondamentali della
nostra economia: quello paesaggistico-forestale e quello agroalimentare. La vigilanza su tali settori comporta anche talvolta
interventi di tipo repressivo nei confronti di chi, non comprendendo l’importanza, per la sicurezza della collettività e per lo sviluppo
dell’economia, di una attenta tutela del territorio e del paesaggio,
deturpa questo bene comune; ma resta prioritario nell’animo dei
Forestali l’intento di informare e sensibilizzare i cittadini, perché
abbiano piena coscienza dell’importanza di una gestione sostenibile delle risorse e del ruolo che ognuno di noi ha nella salvaguardia dell’ambiente. In particolare le Stazioni forestali sono a disposizione dei cittadini per fornire chiarimenti sull’applicazione del
Regolamento forestale approvato nel 2011 dalla Regione Piemonte, sulle corrette modalità di trattamento dei residui di potatura
e più in generale sulle norme di tutela ambientale, non sempre di
facile interpretazione.Di particolare importanza è poi l’attività di
controllo svolta dai Forestali sulle aree sottoposte a vincolo idrogeologico. I numerosi vigneti che tappezzano le colline astigiane,
sono fragili sotto il profilo della stabilità: il terreno, scoperto per
buona parte del ciclo vegetativo, è esposto all’erosione superficiale e, in assenza di adeguati sistemi di canalizzazione e drenaggio,
può diventare instabile. E’ quindi molto importante, anche ai fini
della tutela della pubblica incolumità, il controllo sul rispetto delle
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I Forestali sono osservatori privilegiati dell’ambiente. Qual è lo
stato dell’ambiente e del paesaggio astigiani?
L’Astigiano è un territorio di grande pregio paesaggistico, dove riserve naturali, siti di Importanza comunitaria ed aree protette si
inseriscono in un tessuto agricolo, forestale ed architettonico di
notevole bellezza e peculiarità, dove domina storicamente la coltura della vite, portatrice di benessere e creatrice di un paesaggio
di particolare piacevolezza. Nel complesso lo stato dell’ambiente e del paesaggio di questa provincia è buono, ma la corsa alla
cementificazione, cancro che avanza inesorabilmente nei siti più
pregevoli d’Italia, non risparmia questo territorio, dove i Forestali
accertano ogni anno numerosi illeciti edilizi che riguardano prevalentemente aree soggette a vincolo paesaggistico o comunque
di particolare valore ambientale. Ritengo sia un fatto in parte culturale ed in parte economico. Culturale perché manca una seria
ed efficace pianificazione paesistica e perché non sempre la scuola
educa i giovani, che sono il nostro futuro, a cogliere l’eleganza e
l’armonia degli edifici storici, il fascino dei borghi arroccati in cima
alle colline vitate, la bellezza delle antiche cascine disseminate
tra campi e vigneti. Economico perché in assenza di sostanziose
agevolazioni da parte dello Stato, risulta più facile e meno dispendioso demolire e ricostruire piuttosto che restaurare e conservare
un patrimonio architettonico che, insieme a quello eno-gastronomico, potrebbe favorire un richiamo turistico di grande rilievo, con
un notevole ritorno finanziario e possibilità di creare nuovi posti di
lavoro per i giovani, che in numero crescente negli ultimi anni si
indirizzano verso il settore agricolo mirando a produzioni ecologicamente sostenibili e di alta qualità.
Danni alle colture da parte degli animali selvatici. Il tema è
d’attualità. I Forestali si trovano spesso a rilevare danneggiamenti dovuti alla crescita della popolazioni di cinghiali e caprioli
nell’Astigiano?
Effettivamente è un tema di non trascurabile importanza, in particolare per la specie cinghiale e per alcune aree dell’Astigiano, ove
sembra non siano sufficienti i piani di contenimento posti in atto
dagli ATC. Viene segnalata negli ultimi tempi alle Stazioni forestali
una presenza di caprioli e di cinghiali di grandi dimensioni (forse
derivanti da ibridazioni con maiali) superiore a quella abituale.
È tuttavia anche tema delicato, che suscita accalorate discussioni tra agricoltori, cacciatori ed ambientalisti e che coinvolge molti
aspetti, compreso quello sanitario (problema della trichinosi nella carne di cinghiale).Ritengo indispensabile cercare di dare una
impostazione il più possibile scientifica al problema, effettuando
attenti censimenti e raccogliendo accurata documentazione dei
danni alle colture e degli incidenti stradali causati dalla selvaggina,
in modo che gli organi competenti possano intervenire in modo
efficace ed ecologicamente sostenibile.
È poi di fondamentale importanza il controllo sui possibili alle-
-vamenti non autorizzati di tali specie e su eventuali immissioni illegali di animali: a tal fine gli agricoltori potrebbero essere
un utile supporto per l’operato dei Forestali. Va ancora detto
che la Regione Piemonte ha di recente emanato la D.G.R. 276193 che autorizza i Sindaci ad emettere ordinanze con tingibili ed urgenti di abbattimento di cinghiali o caprioli ad opera
della Polizia municipale o della Vigilanza faunistico-venatoria
della Provincia: tuttavia il presupposto di tali ordinanze deve
essere un concreto e documentato pericolo per la pubblica incolumità, non essendo sufficienti per l’adozione del provvedimento i danni alle colture.
Nell’Astigiano ci sono parchie oasi naturalistiche. È sintom0
di un benessere dell’ambiente oppure si potrebbe fare di più
anche qui?
Credo che a tutela dell’ambiente si possa sempre fare di più
(ed in tal senso sarebbe indispensabile poter disporre di molti
più forestali sul territorio), ma ritengo che, come già accennato prima, si dovrebbe pensare non soltanto alla creazione
di limitate aree a tutela speciale, ma ad una pianificazione
paesistica complessiva che possa garantire la conservazione
di quelle molteplici caratteristiche che rendono così piacevole il territorio astigiano. Un rilevante impegno dei Forestali nell’ambito della tutela ambientale è quello profuso nel
contrastare l’abbandono o la illegale gestione dei rifiuti, che
spesso deturpano strade, corsi d’acqua e siti di pregio architettonico o paesistico. Anche in questo caso si tratta essenzialmente di un problema culturale e di civiltà; è fondamentale
che si capisca che ciò che viene abbandonato, se non si riesce
ad individuare il responsabile, dovrà essere recuperato a spese del Comune e che il costo di tale recupero ricadrà su tutta
la collettività. Altrettanto importante è che si comprenda che
un paesaggio deturpato da rifiuti allontana il turismo, motore
essenziale dell’economia.
C’è collaborazione con gli agricoltori e gli allevatori? E come
questa collaborazione potrebbe essere migliorata?
Come già detto, il mio auspicio è che agricoltori ed allevatori
possano vedere nel Forestale il “poliziotto di prossimità”, che
consiglia, previene la commissione di illeciti, aiuta e soccorre
in occasione dei sempre più frequenti eventi atmosferici che
richiedono l’intervento del C.F.S. quale forza di protezione civile. Ovviamente il Forestale è anche chiamato a far rispettare
le leggi poste a tutela dell’ambiente e delle produzioni agricole, ma questa attività è volta a tutelare coloro che con senso di
responsabilità, impegno e fatica concorrono a rendere competitiva l’agricoltura ed apprezzati in tutto il mondo il cibo ed
i prodotti italiani. Dal canto loro gli agricoltori possono svolgere, a favore dei Forestali, l’utilissima funzione di “sentinelle
del territorio” segnalando i problemi, non ultimo quello degli
incendi boschivi, di cui vengono a conoscenza grazie alla capillare diffusione delle loro aziende ed alla diuturna presenza sui
campi.Le Stazioni forestali, pur nella grave limitatezza dell’organico attualmente presente sul territorio, sono a disposizione, così come il personale del Comando provinciale di Asti, di
tutti i cittadini ed in particolare di coloro che presidiano quel
bene insostituibile che è il territorio agricolo e forestale.
INTERVISTA
Intervista alla dirigente
della Forestale, Chiara Arnaudo
EcoCloud, è lo spazio che, sul sito di Confagricoltura www.confagricoltura.it, è dedicato alle buone
pratiche sostenibili che le aziende aderenti al progetto confederale “Produttività e Sostenibilità delle
imprese agricole” mettono in atto al loro interno.
Si tratta di buone pratiche legate alla sostenibilità in ambito economico, ambientale e sociale.
La ricerca sul catalogo on line, contenente una scheda dettagliata per ciascuna azienda,
può essere fatta attraverso diversi criteri
(ragione sociale, regione, provincia, tema, settore produttivo e multifunzionalità).
Visita la pagina!
Pag 27
Restano (e vanno a regime) gli
sconti della PPC
R
esta in vigore l’agevolazione cosiddetta della “piccola
proprietà contadina” ossia l’applicazione dell’imposta
di registro e ipotecaria in misura fissa e dell’imposta
catastale nella misura dell’1% per l’acquisto di terreni agricoli e
relative pertinenze da parte di coltivatori diretti, imprenditori
agricoli professionali e società agricole IAP.
Lo prevede il disegno di legge di stabilità per l’anno 2014.
Come noto l’agevolazione era stata abolita con il decreto legge
n. 104/2013 dello scorso mese di ottobre.
Il disegno di legge di stabilità 2014, oltre ad aver ripristinato
l’agevolazione PPC, ha anche fissato nuove aliquote di imposta
di registro.
In particolare:
-
12% per l’acquisto di terreni da parte di soggetti non
coltivatori diretti né imprenditori agricoli professionali;
-
9% per l’acquisto di altri immobili (es. fabbricati)
-
2% per l’acquisto della prima casa.
Il disegno di legge di cui trattasi ha inoltre abolito l’agevolazione del compendio unico.
Particolare importanza riveste il fatto che, se la legge di stabilità verrà approvata, l’agevolazione PPC diventerà definitiva e
non dovrà dunque più essere prorogata anno per anno.
colta dei rifiuti;
Il momento di effettuazione delle operazioni corrisponde:
mese di dicembre;
-
la Tasi, imposta che copre i servizi indivisibili dei comuni quali ad esempio manutenzione strade, illuminazione
pubblica ecc..
-
per i beni mobili con la consegna o la spedizione
b)
per i soggetti con liquidazioni trimestrali, entro
il 17/03/2014.
-
per i beni immobili con la data di stipula del rogito
La prima sarà calcolata sulla superficie calpestabile e sarà dovuta esclusivamente dal soggetto che occupa l’immobile; la seconda sarà dovuta dai proprietari dell’immobile e dagli inquilini
La nuova tassa andrà versato in quattro rate trimestrali con
scadenza 16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 dicembre.
-
per i servizi con la data di pagamento
Il mantenimento dell’IMU
L’IMU non si pagherà più sugli immobili adibiti ad abitazione
principale, fatta eccezione per gli immobili di lusso.
L’Imu graverebbe solo sui proprietari di un immobile di pregio,
con una stretta ulteriore rispetto al sistema odierno visto che la
detrazione per ogni nucleo familiare potrebbe essere limitata a
200 euro al posto dei 600 per chi ha 4 figli.
Immobili concessi in uso ai familiari
La legge di conversione del c.d. decreto IMU, che ha cancellato
la prima rata dell’IMU sull’immobile adibito ad abitazione principale, risolve la questione aperta sugli immobili abitativi concessi in comodato ai figli, concedendo ai Comuni la possibilità
di assimilarle all’abitazione principale.
Tra le altre disposizioni spicca, dunque, per importanza la reintroduzione delle regole Ici che consentivano di assimilare all’abitazione principale gli immobili concessi in comodato gratuito
ai figli.
Nel disegno di legge di stabilità, spicca la riforma del prelievo
sul mattone.
In particolare, nella tassazione immobiliare sta per irrompere
un altro acronimo con cui gli italiani dovranno familiarizzare il
prima possibile: il TRISE (Tributo sui servizi comunali) che dal
2014 sostituirà la TARES (Tassa rifiuti e servizi).
Il nuovo tributo di competenza e gestione del comune è composto da due componenti:
-
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la Tari, che servirà a coprire i costi del servizio di rac-
-
per le cessioni nei confronti di Stato, enti pubblici,
enti ospedalieri, università con la data di pagamento
Da quanto sopra consegue che l’aliquota del 22% deve essere applicata:
-
per i beni mobili e le merci consegnati dal 1° ottobre 2013
-
2013
per i beni immobili ceduti con rogito dal 1° ottobre
-
per i servizi pagati dal 1° ottobre 2013
-
per le operazioni intracomunitarie quando il trasporto è iniziato dal 1° ottobre 2013
-
per le cessioni nei confronti dello Stato, degli enti
pubblici, degli enti ospedalieri quando il pagamento è avvento dal 1° ottobre 2013
Nel caso di pagamento di acconti farà fede la data del pagamento.
Altre novità previste dalla legge di Aliquota IVA 22%: casi particolari
stabilità
Come ormai ben noto, dal 1 ottobre 2013, l’aliquota ordinaria
L’introduzione del Tributo sui servizi comunali (TRISE)
-
per le operazioni intracomunitarie con l’inizio del
trasporto
IVA è salita dal 21 al 22%. Restano ferme le aliquote del 4 e del
10 per cento.
Rimangono invariate anche le aliquote di compensazione per i
produttori in regime speciale agricoltura .
L’Agenzia delle Entrate con comunicati stampa e con la recente circolare del 5/11/2013 è intervenuta al fine di chiarire alcuni
dubbi interpretativi.
Cerchiamo di riassumere gli aspetti più interessanti.
L’incremento dell’aliquota ordinaria al 22% riguarda in generale le operazioni effettuate a partire dal 1 ottobre 2013.
Infine, per le note di variazione (note di debito e credito)
emesse in data successiva all’incremento dell’aliquota si
dovrà tener conto dell’aliquota applicata alla operazione
originaria.
L’ Agenzia delle Entrate ha precisato che per ragioni di ordine tecnico che impediscono l’aggiornamento tempestivo
dei programmi software per la fatturazione e dei misuratori
fiscali non saranno applicate sanzioni nel caso di fatturazione con l’aliquota del 21 per cento qualora venga effettuata
la variazione in aumento (nota di debito) ex predetto art.
26, se la maggiore imposta, collegata all’aumento dell’aliquota, è versata:
a)
per i soggetti con liquidazioni mensili, entro il 27
dicembre p. v., per le fatturazioni dei mesi di ottobre e
novembre, ed entro il 17/03/2014 per le fatturazioni del
Entro i termini indicati dovranno quindi essere regolarizzate le fatture erroneamente emesse con la minor aliquota del 21%.
UFFICIO IVA
Fiscal news
Spesometro e soggetti
passivi IVA
I soggetti passivi IVA devono comunicare, in via telematica, all’Anagrafe tributaria l’ammontare delle operazioni rilevanti ai fini del tributo relativamente alle cessioni di beni
e alle prestazione di servizi rese e ricevute.
Il provvedimento, a decorrere dal 1 gennaio 2012, riguarda
tutte le operazioni per le quali sussiste l’obbligo di emissione della fattura, indipendentemente dal superamento della
soglia dei 3.000 euro, limite vigente prima delle modifiche.
Resta ferma la soglia dei 3.600 euro, comprensiva dell’IVA,
per la comunicazione delle operazioni per le quali non sussiste l’obbligo dell’emissione della fattura (commercio al
minuto, ecc.).
Il termine per la trasmissione delle operazioni relative
all’anno 2012 è stato recentemente fissato al 31 gennaio
2014.
Relativamente alle comunicazioni per il 2013 e annualità
successive, i soggetti che effettuano le liquidazioni mensili sono tenuti a trasmettere la comunicazione entro il 10
aprile dell’anno successivo a quello di riferimento e gli altri
soggetti entro il 20 aprile dell’anno successivo a quello di
riferimento.
Per quanto riguarda gli imprenditori agricoli esonerati, ex
art. 34, c. 6, del DPR n. 633/72, l’obbligo della comunicazione è stato stabilito a far data dal 1 gennaio 2013 da presentarsi entro il 20 aprile 2014.
Formano oggetto della comunicazione le cessioni dei beni
e le prestazioni di servizi rese e ricevute soggette all’obbligo di fatturazione per ciascun cliente e fornitore, indipendentemente dall’ammontare dell’operazione;
Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese e ricevute
per le quali non sussiste l’obbligo di emissione della fattura
qualora l’importo unitario dell’operazione sia pari o superiore a 3.600 euro al lordo dell’IVA.
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L’ufficio zonale
Luisella Torchio, Marco Terzuolo, Giusy Veglio
L
a Zona di Villanova si caratterizza per la presenza di
grandi aziende cerealicole e zootecniche, è l’allevamento dei bovini il motore dell’attività delle aziende
agricole della zona. Alla pianura dell’altopiano di Poirino si
contrappongono le colline vitate del comprensorio che vede
a capo il comune di Castelnuovo Don Bosco, che trovano l’eccellenza nella produzione del caratteristico vino rosso dolce
Malvasia.
Il consiglio di zona
Il consiglio di zona, che ringraziamo per la fattiva partecipazione alla vita dell’associazione, è composto dai seguenti
membri:
L’ufficio zonale di Villanova d’Asti raggruppa nella provincia di
Asti i paesi di Buttigliera d’Asti, Cellarengo, Cortazzone, Dusino San Michele, Ferrere, Montafia, Piea, San Paolo Solbrito,
Valfenera, Viale d’Asti, Villafranca d’Asti, Villanova d’Asti e nella
provincia di Torino: Arignano, Isolabella e Riva presso Chieri.
All’ufficio zona fa capo la sotto zona di Castelnuovo Don Bosco
che raggruppa i paesi di: Albugnano, Berzano di San Pietro, Castelnuovo Don Bosco e Passerano Marmorito.
L’ufficio zonale, oltre a coprire tutti i servizi necessari ad una
moderna azienda agricola e ad essere uno degli sportelli informativi previsti dalla misura 111.1.B, svolge anche la funzione
di sede provinciale dell’ufficio CAA (Centro Assistenza Agricola)
per l’intera struttura di Confagricoltura Asti.
Oltre alle aziende agricole anche i cittadini e i pensionati trovano un utile supporto nell’ufficio grazie al Patronato Enapa - per
la consulenza previdenziale ed assistenziale gratuita - ed al servizio CAAF per l’assistenza fiscale.
L’assistenza per le pratiche agricole è svolta da Luisella Torchio
e Marco Terzuolo, Giusy Veglio coordina il Patronato ENAPA e
il servizio CAAF.
CARDONA RENATO (presidente di zona), ARRI ELIO, BAIOTTO PIERINO, BECHIS ARMANDO, BERRINO FABIO, CAVAGLIA’ PIERO, DAVANZO ANGELO, GILLI EMILIANO, LANFRANCO TOMASO, PELASSA CARLO, PERUCCA FRANCESCO,
RAVERDINO CLARA, SCLAVERANO PIERINO, SITO GIUSEPPE
Le manifestazioni della zona
Le principali manifestazioni sul territorio sono la Rassegna Zootecnica di Valfenera che si svolge a fine Agosto, la fiera
della “Zucca delle meraviglie” che si tiene a Piea nel mese di Settembre e la fiera della Gallina Bionda a Villanova d’Asti
che nel mese di Novembre.
FIERA DELLA GALLINA BIONDA DI VILLANOVA
SPECIALE ZONA DI VILLANOVA D’ASTI
Speciale zona di Villanova d’Asti
FIERA DELLA ZUCCA PIEA D’ASTI
Ufficio Zonale di Villanova
Via Per San Paolo 19,
14015 - Villanova d’Asti (AT)
Lunedì, martedì, mercoledì e venerdì:
8.30 – 12.30
Giovedì: 8.30 – 12.30 / 14.30-18.00
Tel. 0141.94.76.26 – Fax 0141.94.77.91
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Recapito di Castelnuovo Don Bosco
Via Roma 12,
14022 – Castelnuovo Don Bosco (AT)
Presso il Municipio
Il secondo e il quarto Giovedì del mese
Dalle 9.00 – 12.00
Tel. 0141.94.76.26 – Fax 0141.94.77.91
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provenienti da vigneti composti da: Malvasia di Schierano
e/o Malvasia Nera Lunga: dall’ 85% al 100%; la restante
parte da Freisa: dallo 0% al 15%.La zona di produzione dei
vini a Denominazione di Origine Controllata “Malvasia di
Castelnuovo Don Bosco” comprende i territori dei comuni
di Albugnano, Castelnuovo don Bosco Passerano Marmorito, Pino d’Asti, Berzano S. Pietro e Moncucco Torinese. La
coltivazione dei vigneti deve rispondere ai seguenti requisiti:
- terreni devono essere argillosi / limosi / sabbiosi / calcarei
e loro eventuali combinazioni;
- giacitura: esclusivamente collinare. Sono esclusi i terreni di fondovalle, umidi, pianeggianti non sufficientemente
soleggiati;
- altitudine: non inferiore a 150 m s.l.m.
- esposizione: adatta ad assicurare un’idonea maturazione
delle uve.
- densità d’impianto: quelle generalmente usate in funzione delle caratteristiche peculiari dell’uva e del vino. Il numero di ceppi a ettaro non deve essere inferiore a 3.300.
Il “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco” presenta un colore rosso cerasuolo, mantiene l’aroma fragrante dell’uva, il
sapore è dolce, aromatico e caratteristico. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% Vol di cui effettivo
almeno 5,50 %Vol e comunque non superiore a 7,00 % Vol;
Il “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco” spumante si caratterizza per il processo di vinificazione che ne prevede la
spumantizzazione. Si presenta con un colore rosato più o
La zucca di Piea
La ricetta
Ingredienti
per 6 persone
1 kg di zucca
100 g di farina
150 g d’amaretti
100 g di zucchero
2 uova
un pizzico di cannella
2 cucchiai di panna liquida
un cucchiaio di Grappa
mezza bustina di lievito
sale q.b.
burro per ungere la teglia
zucchero a velo q.b
I prodotti tipici della zona
I prodotti che più caratterizzano la zona sono la famosa Gallina
Bionda di Villanova e le Zucche a cui il paese di Piea dedica la
festa. Per quanto riguarda i vini la fanno da padrone la Freisa, la
Bonarda e naturalmente l’ottima Malvasia di Castelnuovo Don
Bosco, un vino rosso dolce che si presente come alternativa ori-
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ginale a classici vini dolci bianchi.
Il Malvasia di
Castelnuovo Don Bosco
I vini a Denominazione di Origine Controllata “Malvasia di
Castelnuovo Don Bosco” devono essere ottenuti dalle uve
meno intenso, la spuma è fine e persistente, il sapore dolce
e leggermente aromatico. Il titolo alcolometrico volumico
totale minimo: 11,00 % Vol di di cui effettivo almeno 6,0
%Vol e comunque non superiore a 7 ,00 % Vol; acidità totale minima: 5 g/l ;
La Freisa d’Asti
Il vino “Freisa d’Asti” è ottenuto dalle uve provenienti dai
vigneti composti dal vitigno Freisa coltivate nelle zone collinari della provincia. Il vino ha un colore da rosso granato
a cerasuolo piuttosto chiaro, con tendenza a leggero arancione quando il vino invecchia. L’odore è caratteristico delicato di lampone e di rosa; il sapore è amabile, fresco con
sottofondo di lampone. Nel tipo secco e con breve invecchiamento diventa delicatamente morbido. La gradazione
alcolica minima complessiva è di gradi 11.
La Bonarda
Tra i vini prodotti in zona la Bonarda è uno dei più tradizionali. Prodotto con uve derivanti almeno per l’85% dal
vitigno Bonarda è un vino che si caratterizza per il colore
rosso rubino intenso, l’odore intenso gradevole, il sapore
asciutto abboccato o amabile, leggermente tannico, fresco
e talvolta vivace; il titolo alcolometrico volumico minimo è
11 % vol.
SPECIALE ZONA DI VILLANOVA D’ASTI
RASSEGNA ZOOTECNICA DI VALFENERA
Tra i prodotti più caratteristici della zona e recentemente riscoperti è da ricordare la
Zucca. Alimento una volta considerato povero, ma che grazie alle sue caratteristiche
nutrizionali è stato riscoperto in cucina con gli usi più diversi . La zucca è facile da
coltivare e presenta un’elevata resistenza naturale agli attacchi dei parassiti, motivo
per cui nella coltivazione non sono necessari trattamenti con fitofarmaci. Un alimento
quindi che unisce il pregio di avere un alto potere nutrizionale, una lunga conservabilità e l’assenza di residui di prodotti fitosanitari, oltre ad un basso costo.
Torta di Zucca
Tagliate 1 kg di zucca in pezzi piuttosto grossi e fateli cuocere in forno a 150°C per
40 minuti circa in modo che si caramelli. Una volta pronta, con un cucchiaio rimuovete la polpa della zucca, che ora pesa circa 500 grammi, mettetela in una ciotola e
mescolatela per bene e passatela con il setaccio in modo da ottenere un composto
piuttosto morbido e omogeneo. Separate gli albumi delle uova dai tuorli e montate
gli albumi a neve con una frusta, elettrica o manuale. In una ciotola unite i tuorli allo
zucchero e mescolate con una frusta per un paio di minuti fino ad ottenere un composto di colore molto chiaro. Quindi, sempre continuando a mescolare, aggiungete
una alla volta la cannella, la panna liquida, la purea di zucca e la farina divisa in due o
tre parti per poterla amalgamare più facilmente all’impasto. Sbriciolate poi gli amaretti e uniteli all’impasto e, dopo averlo mescolato, unitevi il lievito e la grappa. Dopo
aver ulteriormente amalgamato l’impasto, aggiungetevi gli albumi montati a neve e
mescolate delicatamente. Aggiungete infine un pizzico di sale. Prendete una teglia
circolare, imburratela accuratamente, cospargetela con un po’ di farina che aderirà al
burro, e rimuovete quella in eccesso. Versate l’impasto della vostra torta di zucca nella
tortiera, spalmatelo con una paletta, e fatela cuocere in forno già caldo a 160°C per
45-50 minuti. Quando la torta sarà cotta, toglietela dal forno e lasciatela raffreddare
per almeno un’ora. Toglietela dalla teglia, guarnitela, se volete, con dello zucchero a
velo, e servite.
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Il documento di prassi, infatti, ha precisato che i Comuni possono
anche decidere di far slittare al 2014 l’ultima rata della Tares, prevista per dicembre, ma ha altresì affermato che la maggiorazione
statale di 0,30 centesimi a metro quadrato deve comunque essere pagata entro il 16 dicembre.
Ciò implica che, se un Comune ha stabilito, come scadenza dell’ultima rata della Tares, il 30 dicembre o i primi mesi del 2014, deve
inviare ai contribuenti un altro bollettino a parte per permettere
loro di pagare la maggiorazione della Tares entro il 16 dicembre.
[email protected]
Quali mobili e quali elettrodomestici si possono detrarre e fino a che data ho tempo per
effettuare la spesa? (Carla, Asti)
Risponde l’ufficio redditi
Possono essere detratti al 50% solo gli acquisti di mobili ed elettrodomestici “agganciati” ad una ristrutturazione. L’acquisto
deve essere effettuato entro il 31 dicembre 2013
Ecco, in sintesi:
I mobili agevolabili devono essere nuovi. Anche se questo requisito non è indicato nella norma, esso deve intendersi implicito.
I mobili non devono essere per forza collegati con l’ambiente ristrutturato: questo significa ad esempio che posso detrarre l’acquisto del letto anche se i lavori di ristrutturazioni sono stati eseguiti solo sul bagno. Ciò che conta ai fini del beneficio fiscale è che
l’immobile sia stato
Se un Comune ha fissato la scadenza
dell’ultima rata della Tares al 30 dicembre
o ai primi mesi del 2014, deve inviare ai
contribuenti un altro bollettino a parte per
permettere loro di pagare la maggiorazione della Tares entro il 16 dicembre? (Antonio, Cocconato)
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CONFAGRICOLTURA ASTI VI RINNOVA GLI AUGURI PER UN FELICE NATALE E
UN SERENO ANNO NUOVO
I testi di questo numero del trimestrale ASTIAGRICOLA sono a cura di:
Silvia Alessio, Roberto Bocchino, Wilma Bugnano, Annalisa Cespoli,
Francesco Giaquinta, Filippo Larganà, Davide Martelli, Enrico Masenga,
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Risponde l’ufficio tributario
La Risoluzione n. 9/DF del Dipartimento delle Finanze relativa
alla Tares ha sollevato alcuni dubbi.
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E’ on line il nuovo sito
www.confagricoltura.it
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