QUÆRERE DEUM RIVISTA SEMESTRALE DI SCIENZE RELIGIOSE E UMANISTICHE ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE “REDEMPTOR HOMINIS” BENEVENTO ANNO V (2013) - N. 8 ISSN 2282-2771 DIRETTORE Pasquale Maria Mainolfi COMITATO DI REDAZIONE Gianandrea de Antonellis - Beniamino Di Martino Marco Di Matteo - Saul Finucci CAPO REDATTORE Gianandrea de Antonellis [email protected] COMITATO SCIENTIFICO Miguel Ayuso Torres Achille Mottola Università Pontificia Comillas (Madrid) Presidente dell’Unione Internazionale dei Giuristi Cattolici Conservatorio di Musica “S. Pietro a Majella” - Napoli Luigi Barbieri Davide Nava Università di Teramo I.S.S.R. “Redemptor hominis” - Benevento Carmine Donisi Lucia Nespoli Università Federico II di Napoli I.S.S.R. “Redemptor hominis” - Benevento Pasquale Giustiniani Francesco Petrillo Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Università degli Studi del Molise Salvino Leone Antonella Tartaglia Polcini Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia Università del Sannio Paolo Martuccelli Giovanni Turco I.S.S.R. “Redemptor hominis” - Benevento Istituto Teologico del Seminario Metropolitano di Salerno Università degli Studi di Udine Pontificia Accademia di S. Tommaso Luigi Mazzone Massimo Viglione I.S.S.R. “Redemptor hominis” - Benevento Studio Teologico “Madonna delle Grazie” - Benevento C.N.R. Consiglio Nazionale delle Ricerche Condizioni di abbonamento Italia euro 30.00 Europa euro 40.00 Altri Paesi euro 50.00 Annate arretrate euro 35.00 I versamenti potranno essere effettuati sul C.C.P. n. 99511040 Intestato a: Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor hominis” Viale degli Atlantici, 69 - 82100 Benevento Direzione ed Amministrazione Prof. Mons. Pasquale Maria Mainolfi Viale degli Atlantici, 69 - Benevento Tel. 0824312246/ 52772 E-mail: [email protected] [email protected]. Edizioni Via A. Aceto, 18 66100 Chieti Autorizzazione Tribunale di Benevento n. 943/09 Progetto grafico Enzo Conte Stampa AUXILIATRIX Arti Grafiche Benevento Contrada Piano Morra - 82100 Benevento Tel. e Fax 0824.313791 - 0824.313792 Sito web: www.auxiliatrix.com E-mail: [email protected] “Quaerere Deum” is a Peer Reviewed Journal Gli articoli della Rivista sono sottoposti a referee cieco: l’accettazione degli articoli è subordinata al parere favorevole della Redazione e di due revisori esterni, esperti della materia. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche ci si avvarrà anche di esperti non inseriti in questo elenco. Agli autori è richiesto di inviare, insieme all’articolo, un breve sunto in italiano e in inglese. Quærere Deum Sommario ABSTRACTS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 EDITORIALE (PASQUALE MARIA MAINOLFI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 I gradi dell’ascesa a Dio nell’Itinerarium mentis in Deum di Bonaventura da Bagnoregio (MARCO DI MATTEO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 A cinquant’anni dalla Pacem in terris di Giovanni XXIII (DON BENIAMINO DI MARTINO) ............................. Kaj Munk (1898-1944): un martire dei nostri tempi (GIANANDREA DE ANTONELLIS) 21 ........................ 47 QUADERNI ORSINIANI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 De fide instrumentorum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 Maxima vigilantia ........................................................ 70 Instructio italica adnexa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 RECENSIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97 FRIEDRICH A. VON HAYEK, La via della schiavitù (BENIAMINO DI MARTINO); EAN-FRANÇOIS LAVERE, L’enigma Valtorta (SAUL FINUCCI); CRISTINA ANNA ADDESSO, EMILIO MASTRIANI, ROSARIO MASTRIANI, 3 Quærere Deum Che somma sventura è nascere a Napoli! Bio-bibliografia di Francesco Mastriani (GIANANDREA DE ANTONELLIS); VITO LIMONE, Inizio e Trinità. Il neoplatonismo giovanneo nell’ultimo Schelling (GIOVANNI SASSO); KENNETH MINOGUE, La mente servile. La vita morale nell’era della democrazia (BENIAMINO DI MARTINO); La croce. Un simbolo attraverso i tempi e le culture (GIANANDREA DE ANTONELLIS); MARIO ARTURO IANNACCONE, Cristiada. L’epopea dei Cristeros in Messico (PAOLO LANZILLI). Segnalazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114 ARIEL S. LEVI DI GUALDO, Erbe amare. Il secolo del sionismo (LUIGI VINCIGUERRA); ISABELLA BECHERUCCI, Scampoli manzoniani (G. DE A.); ALESSIO VARISCO, Il Beato Gherardo de Saxo e i 900 anni dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (G. DE A.); ROBERTO DAL BOSCO, Contro il Buddismo. Il volto oscuro di una dottrina arcana (SANDRA BOSCO). Libri ricevuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121 Gli Autori 4 ................................................................ 125 Quærere Deum Ma nel 1975 Hans J. Hopfen, basandosi sulle indicazioni valtortiane, aveva ricostruito una piantina del palazzo di Lazzaro compatibile con quella del palazzo scoperto nel 1983. I resti sono nel solo punto da cui si vede il panorama che, secondo la Valtorta, si ammirava proprio dal palazzo di Lazzaro. Possibile che la Valtorta abbia dunque ricevuto una rivelazione privata? Lavère correttamente cita la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, che nel 1995 raccomandava di indicare nelle edizioni dell’opera la seguente nota: «Le visioni e i dettati riportati nei volumi [di Maria Valtorta] non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma possono essere considerati come forme letterarie utilizzate dall’autrice per narrare a suo modo la vita di Gesù» (p. 13); ma ricorda che anche Leone XIII dichiarò nel 1878 che a Lourdes e a La Salette era solo permesso credere con una fede puramente umana. La raccomandazione di considerare l’opera valtortiana solo un’opera letteraria sembra un’indicazione prudenziale, non un pronunciamento definitivo: non pare che impegni l’autorità apostolica del Papa e dei vescovi. Inoltre, nel 1995 non si dice che le visioni e i dettati non potranno mai essere ritenuti di origine soprannaturale, ma solo che non lo possono in quel momento. Se nuovi dati portassero a ritenere probabile che nella redazione dell’opera è accaduto qualcosa di umanamente inspiegabile, la situazione potrebbe cambiare. Quindi la questione potrebbe forse essere rivista, lasciando aperto il giudizio. Le rivelazioni private, come Lavère ricorda, si prestano al rischio di essere riportate con qualche imprecisione dal veggente, che potrebbe in teoria fare errori materiali, o descrivere in modo impreciso o 102 inesatto ciò che “vede”. Quindi va verificato che nulla vada contro ciò che la Chiesa sa già. La Rivelazione si è completata con l’ultimo apostolo; ma va esplicitata, e i dettati valtortiani sembrano andare in questo senso. Inoltre, se sappiamo cosa Gesù ha detto e fatto in alcuni momenti, perché i Vangeli e la Tradizione lo dicono, è anche vero che se fossimo vissuti ai suoi tempi conosceremmo maggiori dettagli, che ci farebbero conoscere meglio il Signore e quindi il senso delle sue parole. Dunque non si tratterebbe, di una rivelazione “alternativa”, ma di un aiuto a vivere la Fede. Lavère ha segnato un punto di svolta sulla questione Valtorta: non si tratta solo di rimanere affascinati o meno da una narrazione. Il volume mostra che la Valtorta ha avuto una conoscenza dei luoghi di Terra Santa che non sembra potersi spiegare finché si parla solo di letteratura. SAUL FINUCCI *** CRISTINA ANNA ADDESSO, EMILIO MASTRIANI, ROSARIO MASTRIANI, Che somma sventura è nascere a Napoli! Bio-bibliografia di Francesco Mastriani, Aracne, Roma 2012, p. 400, euro 24. I cento romanzi dello scrittore napoletano Francesco Mastriani (1819-1891), nonostante l’enorme successo che ebbe in vita (ed immediatamente dopo: il suo editore continuò a sfruttare il suo nome, anzi il suo cognome, facendo scrivere alcuni lavori al figlio Filippo e pubblicandoli indicandone l’autore come “F. Mastriani” per giocare sull’equivoco), sono ai nostri giorni pressoché dimenticati. Nelle librerie se trovano pochissimi e, nell’ultimo mezzo Quærere Deum secolo, sono stati ristampati solo i suoi titoli maggiori (attualmente accessibili solo attraverso il mercato dell’usato). Eppure Mastriani è un autore che merita di essere riscoperto: autore di quello che è considerato – anche se con un po’ di benevolenza – il primo “giallo” della letteratura italiana (Il mio cadavere, 1851-1852), di un best-seller assoluto come La cieca di Sorrento (1851), di una coraggiosa “trilogia socialista” (o sociale: per Mastriani si è parlato appunto di “cristianesimo sociale”): I vermi (1863-1864), Le ombre (1868) e I misteri di Napoli, (1869-1870). Un autore, quindi, che dovrebbe suscitare interesse anche ai nostri giorni, nonostante grande notorietà gli venne dalla famosa (o famigerata) letteratura d’appendice (a cui peraltro non era estranea neanche la grande scuola francese, a partire da Eugene Sue che ispirò una lunga serie di “misteri” ad imitazione di quelli parigini…). Fondamentale per tornare a parlare dell’autore della Cieca di Sorrento risulta questo studio “a sei mani” attuato da due discendenti del più prolifico scrittore italiano e da una studiosa dell’Università Federico II di Napoli, che all’autore napoletano ha dedicato anche il volume Francesco Mastriani a teatro (Fridericiana, Napoli, 2011) ed ha curato l’edizione Novelle Scene e Racconti, con Appendice di testi (Aracne, Roma 2012). Esso ha il suo perno nella ricostruzione completa della bibliografia di Mastriani: per ognuno dei 106 testi attribuiti è indicato il periodo di pubblicazione in appendice, le edizioni a stampa e le eventuali traduzioni. La ricerca è stata condotta, oltre che sui cataloghi bibliotecari, anche attraverso l’ordinamento della collezione degli eredi Mastriani, i quali posseggono alcune rarissime edizioni mancanti al circuito del- le biblioteche italiane. La Addesso ha anche curato la bibliografia degli scritti giornalistici e delle opere teatrali o delle riduzioni sceniche de romanzi del Nostro. La sezione biografica prevede un interessante saggio della stessa studiosa sul periodo delle disillusioni in seguito alla caduta del Regno delle Due Sicilie («A Napoli l’ingegno muore di fame». Il declino delle speranze di Mastriani dal crollo borbonico all’Unità d’Italia): lo scrittore, prima dell’aggressione piemontese, aveva anche lavorato all’interno dell’ufficio di censura. Probabilmente proprio per via di questo incarico la sua critica al regime borbonico colpisce soprattutto il periodo più lontano (in particolare le repressioni in seguito ai moti del 1799 e del 1848), mentre, per fidelizzare i propri lettori «denuncia le storture sociali e prosegue il proprio programma evangelico e pedagogico basato su un socialismo “spicciolo” e sui valori semplici ma universali dell’onestà, del lavoro, della famiglia dell’importanza dell’istruzione, su un’ideologia vagamente anti-capitalistica, nella misura in cui il capitalista si incarna quasi sempre nella figura del padrone di casa» (p. 44). Se le prime opere postunitarie risentono della necessaria accondiscendenza verso i nuovi padroni (nell’ultimo capitolo de I vermi, intitolato La luce, giunge a redigere un vero e proprio panegirico di Garibaldi, «Gran Gloria d’Italia», sostenendo che, grazie alla sua azione, «tra dieci anni il nostro popolo non sarà secondo ad altri in Europa», cit. a p. 50), non passano cinque anni che, a conclusione de I lazzari, denuncia il favoritismo del nuovo governo verso i presunti “martiri e patrioti” «tralasciando avventatamente il criterio della capacità e del merito» (p. 50), tanto che gli impieghi, come le elemosine, «si danno il più delle vol103 Quærere Deum te alla cieca e pressoché sempre e pressoché sempre al più importuno e al meno meritevole» (ibidem). Il seguito de I vermi, I figli del lusso (1866) conferma la disillusione: la cultura viene affossata e gli editori sono equiparati a «quell’altro vertebrato in ferro fuso che dicesi il padrone di casa» (cit. a p. 51). A fianco dell’opera letteraria Mastriani si dedica al giornalismo, difendendo la classe impiegatizia napoletana (che l’onorevole Giovanni Cappellari, ex direttore delle gabelle, aveva definito “corrotta e digiuna di ogni istruzione”) dimostrando che la principale colpa era – allora come ora – la “consorteria” di ex patrioti ed ex martiri della libertà che monopolizzavano gli incarichi, affossando le intelligenze. I misteri di Napoli si chiudono con l’emigrazione a cui uno dei protagonisti è costretto: «Ciò che l’ingegno in Italia ha di meglio a fare si è di espatriare; e questo io farò. […] Gran peccato che questa Italia sì feconda d’ingegni non sia capace di allevarli bene, e che nutrisca invece cialtroni, cortigiani ed istrioni» (cit. a p. 59). Come si vede, in 150 anni ben poco è cambiato… Tornando al volume, esso presenta anche la riproposizione di una corposa biografia dello scrittore redatta dal figlio Filippo (lunga circa 150 pagine), una serie di documenti inediti (tra cui l’atto di cessione dei diritti letterari, alcune lettere ed una toccante preghiera) ed un’antologia delle prefazioni dei romanzi, curate dai due discendenti di Mastriani, intese come “luoghi di riflessione meta-letteraria ed autobiografica”. Insomma, si tratta di un testo imprescindibile per rivalutare la figura di quest’autore ingiustamente dimenticato. GIANANDREA DE ANTONELLIS 104 VITO LIMONE, Inizio e Trinità. Il neoplatonismo giovanneo nell’ultimo Schelling, ETS, Pisa 2013, “Philosophica 114”, p. 282, euro 28. Abbiamo imparato a seguire l’autore di: Inizio e Trinità. Il neoplatonismo giovanneo nell’ultimo Schelling nelle sue ricerche sulla Patristica greca fin dalla curatela, presso Bompiani, nella prestigiosa collana “Il Pensiero Occidentale” diretta da Giovanni Reale, del volume Origene, Commento al Vangelo di Giovanni (Milano 2012, 20132). Da allora egli ha continuato ad interessarsi al pensiero tardo antico nella evoluzione del neoplatonismo in Atenagora e Giustino, oltre che in Origene, curando il volume: Sulla resurrezione (Aracne, Roma 2012). Oggi, lo studio della tradizione neoplatonica ci affascina, anche per i contenuti di queste pubblicazioni. L’ultimo Schelling è, quindi, oggetto degli ulteriori studi, insieme al corpus dottrinario del neoplatonismo cristiano e della letteratura ereticale. Inizio e Trinità va, quindi, letto per comprendere il tardo Schelling, teorico della “filosofia della rivelazione”, nei suoi legami dottrinali con la Patristica greca. Il testo ne è valida dimostrazione. Un lavoro condotto e sviluppato come una reale concreta «”dimostrazione” non solo teoretica – non si tratta, cioè, solamente di rilevare la continuità concettuale di alcune idee fondamentali del pensiero cristiano antico che in Schelling profondamente e fedelmente si custodiscono, ma soprattutto filologica – si tratta di ricostruire questa continuità concettuale, questo custodirsi nelle profondità del pensiero delle idee dell’antichità nella schellinghiana “filosofia cristiana”, attraversandone i linguaggi, confrontando le “parole” di Schelling con quelle dei suoi
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