Rufrae News n. 2 - IC Mignano

RUFRAE NEWS
IC MIGNANO M.L–
MARZANO A.
S.S. I grado
Sede di Presenzano
GIORNALINO DELLA SCUOLA
SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Perché
un
giornalino
scolastico?
Tra infanzia e
adolescenza…
L’idea del giornalino scolastico “Rufrae news”, come
strumento di comunicazione,
nasce con lo scopo di diffondere notizie e informazioni
sulla vita della scuola secondaria di primo grado di
Presenzano. Esso ha varie
finalità: informare, commentare e costituire un importantissimo nesso di collegamento con la realtà esterna.
L’età delle incertezze
La realizzazione del giornalino scolastico offre, infatti,
l’opportunità di riproporre
contenuti didattici, frutto di
ricerche o di interessi personali, attraverso la ricostruzione e la rielaborazione di
argomenti inerenti un percorso di apprendimento
strutturato e non, e diventa
così un ambiente di sperimentazione dei diversi tipi
di scrittura.
Per gli alunni scrivere su un
giornale, sia pure quello
scolastico, è motivo di incentivazione alla produzione
linguistica.
La redazione di un giornalino scolastico, inoltre, è uno
strumento efficace per dar
voce agli alunni, per unificare molteplici interessi e
attività, per promuovere la
creatività, per favorire una
partecipazione responsabile
alla vita della scuola.
Continua a pag. 4
Per molti genitori, scoprire che i
propri figli, giunti alle soglie dei
dodici-tredici anni, si trasformano
rapidamente è ,spesso, traumatico.
Questo è un momento che può
riservare delusioni ai genitori e che, di solito, non risparmia sofferenza nemmeno ai figli. Questo periodo, noto
come adolescenza, funge da collegamento tra l’infanzia e
l’età adulta e comprende gli anni durante i quali
l’individuo compie quelle esperienze fondamentali che lo
trasformano in adulto. L’adolescente è un soggetto molto
fragile perché, dopo aver perduto le antiche certezze e i
punti di riferimento dell’infanzia, stenta a trovare la propria strada. I genitori non rappresentano più tutto il mondo,
anzi, il ragazzo comincia a vedere in loro aspetti che prima non aveva colto e che adesso non lo soddisfano pienamente. Non solo scopre che anche il papà e la mamma possono sbagliare, ma si convince spesso che è proprio
l’atteggiamento nei suoi confronti ad essere inadeguato.
GENNAIO 2014
Sommario:
Perché un giornalino scolastico?
1-4
Tra infanzia e adolescenza
1-2
Suor Sabina
1-3
Il mio paese: Presenzano
2
Il nostro santo protettore
3
Proverbi presenzanesi
3
La globalizzazione
4
Usanze culinarie natalizie 5
Ricette locali
Vecchi giochi e filastrocche
La centrale idroelettrica
6
Il gioco del calcio a Presenzano
Sciò sciò ciucciuvè
Continua a pag. 2 Quest’anno niente uscite?
Natale è ….
Suor Sabina
7
Il Natale
Suor Sabina…., cosa dire di lei? Era una suora
dolce e buona che amava tutti come figli. Quando ero piccola mia madre mi lasciava da lei, se
aveva qualche impegno e doveva uscire. E lei,
con tanta pazienza, mi aiutava a svolgere i compiti e poi mi faceva giocare con gli altri bambini. Spesso, quando i genitori non potevano venire a prenderci, lei ci riaccompagnava a casa e, durante il tragitto, ci faceva recitare il “PADRE NOSTRO” e l’ “AVE MARIA”.
Continua a pag. 3
La mia scuola ideale
8
Il bullismo
Che cos’è la droga?
9
Le droghe spiegate a noi
adolescenti
Storia della famiglia Del
Balzo
10
Pagina 2
Il mio paese:
Presenzano
La storia di Presenzano coincide,
per buona parte, con quella
dell’antica Rufrae, città molto potente perché situata su una collina.
I reperti più importanti per ricostruire la storia del nostro paese, sono
stati rinvenuti quando sono stati
eseguiti alcuni scavi per impiantare
condotte per l’irrigazione; si tratta
di: statuette di creta risalenti al IV
secolo, resti di un’antica cinta muraria in blocchi poligonali, edificata
nel periodo delle guerre sannitiche,
un anfiteatro romano, una necropoli
ed un santuario.
Nel Primi Medioevo, in epoca longobarda, fu edificato un castello ad
impianto quadrilatero: di esso restano i ruderi di alcuni ambienti e del
mastio, nonché il recinto, con torri
quadrate e cilindriche; appartenne,
in un primo periodo, allo spagnolo
Barone d’Avalos, e poi ai duchi
“Del Balzo”.
Alcune voci sostengono che Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, dopo lo storico incontro,
abbiano pernottato proprio nel
“Palazzo ducale” di Presenzano.
I libri di storia raccontano, in genere, che l‘incontro sia avvenuto il 26
ottobre 1860 a Teano; altri dicono
che sia avvenuto a Vairano Patenora, ed altri ancora, invece, dicono
che sia avvenuto a Presenzano. A
sostegno di quest’ultima ipotesi,
esiste una leggenda: un certo Pietro
Zenga, mentre pascolava le sue
pecore nei pressi della masseria di
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di Michele Petrella, in contrada
Spinosa, udì un calpestìo: due
gruppi di cavalieri, per opposto
cammino si avvicinavano al galoppo. Zenga vide i comandanti
dei due gruppi: uno spiccava per
la regalità dei movimenti, l’altro si
distingueva per l’intensità volitiva
dello sguardo e per la camicia
rossa. I due scesero dal cavallo e
parlarono per una mezz’ora . Alcuni raccontano anche che Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi s’inginocchiarono dinanzi
al dittatore del napoletano e della
Sicilia, chiedendogli il regno
dell’’Italia unita, e gli offrirono
una corona di spine… Da allora
la contrada Spinosa fu chiamata
“ove si inginocchia”.
Tra il 1861 e 1870, il territorio di
Presenzano visse il fenomeno del
Brigantaggio: il vicino Monte
Cesima rappresentò un rifugio
sicuro ed inespugnabile per numerose bande dell’alto casertano e,
dal 1947 al 1950 fu rifugio per il
bandito Agostino Martone di Sesto Campano.
Durante la seconda guerra mondiale, Presenzano fu raggiunta
Tra infanzia e adolescenza…
Continua da pag. 1
Vorrebbe parlarne, ma una nuova, sconosciuta riservatezza spesso lo allontana, perché sente che non potrebbero
capire
quel
malumore,
quell’insoddisfazione, quel vuoto che
si porta dentro. Allora sorge spontaneo
il bisogno di trovare altre persone che
condividono il suo stesso stato
d’animo, i suoi problemi, persone con
le quali parlare e confidarsi per sentirsi
meno soli. L’adolescenza provoca
dunque la nascita di nuovi rapporti con
singoli amici o con gruppi di coetanei.
In queste fase si comincia ed avvertire
il bisogno di rendersi indipendenti della propria famiglia in molti aspetti di
vita, per esempio nella scelta
Che stagione l'adolescenza.
Senti di poter esser tutto e
ancora non sei nulla e proprio questa è la ragione della
tua onnipotenza mentale.
Eugenio Scalfari
dell’amicizia.
dai colpi di cannone che i tedeschi, stanziati su Montecassino,
sparavano per colpire gli americani, comandati dal Generale Mark
Wayne Clark, che si erano rifugiati in una fattoria del nostro circondario, mentre tutta la pianura e gli
uliveti del paese erano battuti dai
mezzi pesanti che trasportavano le
munizioni al fronte.
Angela Minchella
Classe II D
Gli amici diventano importanti.
L’adolescente li frequenta di continuo,
in un rapporto di complementarietà
con la famiglia. Il desiderio di divertirsi, caratterizza l’età giovanile e
l’adolescente in particolare. Talvolta
però la festa può trasformarsi in tragedia: è il caso della tragedia del sabato
sera che avvengono nelle le discoteche
e nei luoghi tradizionali del divertimento notturno. Infrangere le regole
del mondo degli adulti è tipico
dell’adolescente, anche per questo i
ragazzi scelgono di recarsi in locali
lontani del proprio paese .
Sabrina Petrella
Classe III D
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GENNAIO 2014
Suor Sabina
Continua da pag. 1
Ricordo un episodio, in particolare,
che, secondo me, può raccontare al
meglio il suo carattere: una volta,
mentre ci riaccompagnava a casa,
un bambino fece la pipì in macchina. Tutti avevamo paura che si
arrabbiasse, ma lei cosa fece? Urlò? Lo rimproverò? No, si mise a
ridere, una grande risata che coinvolse anche il bambino impaurito e
imbarazzato e che sdrammatizzò la
situazione. I suoi erano, forse, metodi un po’ all’antica: per prepararci alla prima comunione, per esempio, ci fece ripetere più di cinquanta volte l’Atto di Dolore. Vi assicuro: non l’ho più dimenticato! Suor
Sabina ci ha lasciato dopo una lunga e dolorosa malattia e, per noi di
Presenzano, è un po’ come se fosse
scomparsa una mamma, una mamma che, dal cielo, ci sorride e….
continua a distribuire caramelle a
grandi e piccini. Un bacio, Suor
Sabina.
Federica Parente
Classe II D
Proverbi
Presenzanesi
-Attacca gliu ciuc-
cio addò ricia gliu
padron.
-Scopa la casa che
nun sai chi trasa,fatt gl liett' e nun
sai che t'aspetta.
-Caurai cu caurai nun z'tegnen.
-Falla a tutti e nun t'la fà fà.
-Meglio na mal matin che na mal
vicina,na mala matina passa,na
mala vicina resta.
-Amici, cognati, parenti: pugnali
e serpenti
-Batti il ferro quando è caldo.
-Cane che abbaia non morde.
-A chi ben crede,Dio provvede.
-Ndanu,Ndanu gliu ruttu porta
gliu sanu.
Il nostro santo protettore: San Nicola
Il 6 dicembre si festeggia San Nicola protettore di Presenzano . La mattina si celebra la messa solenne, seguita da una processione. L a sera si celebra un’altra messa, alla fine della quale si distribuiscono
“le panelle”, piccoli pani benedetti, per
proteggere la famiglia e la casa dal maltempo e dalle avversità. Le leggende che
lo ricordano ne esaltano le qualità e in
particolare
fanno
riferimento
alla
generosità del
Santo
come
portatore
di
doni.
A Presenzano è
ancora vivo il
ricordo della
storia dei tre bambini uccisi dall’oste e
serviti come pietanza di pesce a San Nicola, che, divinamente ispirato, resuscitò i
piccoli, oppure quella delle tre fanciulle
che il padre voleva avviare ad una brutta
via, non potendo provvedere alla dote che
occorreva per farle sposare. San Nicola
lanciò nella casa delle fanciulle tre sacchi
contenenti l’oro che bastava a fare la dote
e a salvarle da un triste futuro. Durante la
carestia del 333 che aveva colpito gran
parte dell’Impero, approdarono a Myra
delle navi provenienti da Alessandria. nei
confronti degli esattori.
- Gli auciegli p'alloria e gli ftienti p'terra.
-La otta vecchia fà lu vinu buonu.
-Aiutami lengua che forza nun tengu.
Gli parienti so comm l'scarp',chiu sò strett
e chiù fann' male.
-Stipt gliù milu p quann'te vene la set.
Il vescovo Nicola salì su una di queste
navi esortando il capitano a scaricare
un parte del grano, impegnandosi a
giustificarlo e ad assumersi la responsabilità nei confronti degli esattori.
Non ci fu bisogno di tutto ciò perché,
quando le navi giunsero a Costantinopoli, al momento della misurazione, si
constatò che veniva sbarcata la stessa
quantità di grano imbarcata alla partenza. Il grano che il Santo aveva ricevuto
in dono bastò alla popolazione per 2
anni, anzi, poiché ne avevano conservato un parte, seminarono anche le loro
terre. La figura di Nicola si staglia in
tutto il suo impegno per i deboli: la
simbologia del grano, e quindi del pane, esprime l’idea della partecipazione
alla beatitudine di Cristo, essendo il
pane il bene per
eccellenza.
Le
panelle che si
ricevono il 6 dicembre sono il
simbolo della generosità del Santo
protettore
dei
bambini,
delle
ragazze da marito e di chiunque si trovi
in circostanze sfavorevoli. Se ne conserva sempre una a protezione della
casa dai pericoli del fuoco e dei temporali.
-Se gliu monte tena gliu cappiegliu
vena lu bruttu e cessa gliu bellu.
-Chi nu semina in primavera nun raccoglie in estate.
- Chi troppo tira la stocca.
-Se nun è zuppa è pan bagnato.
- Furnu cuntientu,pane gentile.
-Se nun è aino è pecura.
-Mazz e panell fann i figli belli,panell
senza mazz fann i figli pazzi.
- Natale cu lu solu e Pasqua cu gliu
-La merula cicata,la nott fa gliu miru.
tizzonu
-Ha truvatu;Cristu a met e la Maronna a
cogl.
- Rimm a chi si figliu e t'ricu a chi
-Prima r'Natale nè friddu nè fame,roppù
Natale friddu e fame.
t'alligni.
Angela Minchella
Classe II D
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La globalizzazione
Per globalizzazione si intende l'accorpamento del
mondo intero in
un unico sistema economico:
esso è uno dei
termini più
usati nel dibattito politico,
economico e
culturale che riguarda l'attualità. Questo
concetto fa riferimento ad un collegamento di individui e gruppi che si trovano sul nostro pianeta e può avere
influssi positivi e negativi sul nostro
modo di vivere, sulla nostra sicurezza e
sul nostro benessere. La diffusione dei
nuovi mezzi di comunicazione, che
consente un'informazione capillare a
chiunque è connesso alla rete, ha posto
in discussione le distanze culturali: si
parla, oggi, di una globalizzazione culturale, cioè di una diffusione delle notizie e della cultura su scala planetaria,
anche se questo comporta il rischio di
una omogenizzazione dei pensieri e
degli stili di vita. Lo scrittore A. Baricco ha scritto alcune pagine che riguardano la posizione dei No global, i contestatori della globalizzazione, le cui
proteste sono di natura diversa, spaziano dell'ecologia al debito del terzo
mondo. I No global si battono per una
maggiore trasparenza delle regole del
mercato e per una maggiore cooperazione fra tutti i paesi del mondo. Essi
chiedono un impegno mondiale per la
riduzione dei debiti da parte dei paesi
ricchi nei confronti delle nazioni più
povere, vorrebbero un maggiore rispetto per l'ambiente e per la salute e reclamano la difesa dei diritti del lavoro. La
globalizzazione non ha soltanto ampliato le nostre conoscenze ma ha anche
determinato cambiamenti sostanziali
nella nostra vita quotidiana. La vita
economica ha tratto un impulso vertiginoso delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie allargando così a dismisura il proprio campo di azione.
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Grazie ai progressi dell'informatica,
un comune cittadino può investire i
proprio denari sui mercati esteri in
temo reale. Anche le aziende industriali possono scegliere con la massima libertà il luogo in cui svolgere le
loro attività produttive. Di conseguenza, con le merci, si spostano anche le
persone: ciò ha dato vita a fenomeni
di emigrazione– immigrazione che
riguarda sempre più culture. Un problema connesso alla globalizzazione è
la perdita dell'identità: le persone finiscono per dimenticare la loro storia, le
loro tradizioni locali, i dialetti e le
proprie radici. Il mondo globalizzato
vive nel presente, quindi non ha memoria, consuma notizie, personaggi e
prodotti rapidamente per restituirne
altri. Spezzare il filo della memoria
significa non avere consapevolezza
del proprio passato e ciò mette
l’individuo in una condizione di fragilità che lo porta ad abbattersi alla prima difficoltà. Alcuni movimenti migratori hanno portato nel nostro paese
milioni di persone, con lingue, culture, religioni, mentalità e abitudini
diverse, da diverse parti del mondo:
viviamo ormai in una società multietnica che deve stimolarci, da una parte
ad arricchirci di queste diversità e
deve, dall’altra, farci riflettere sul
nostro percorso storico e sociale. Solo
in questo modo riusciremo a vincere
le sfide del futuro.
Federica Caraccio, Alessandra Vicario e Alison Maccarelli
Classe III D
La globalizzazione, a suo
modo, rende un po' più meticce tutte le culture. Ma non
dobbiamo dimenticare che,
nell'età della globalizzazione, le identità (nazionali,
religiose, culturali) riprendono coscienza di sé.
Andrea Riccardi
Perché un giornalino
scolastico?
Continua da pag. 1
E’ anche un modo per sfruttare la potenzialità didattica di questo tipo di attività,
in quanto, in essa, si incanalano diverse
competenze (comunicative, logiche, sociali, relazionali, operativo manuali, informatiche…),si attiva la fantasia e si
sviluppa il senso critico.
Lavorare insieme per un giornalino costituisce una preziosa occasione per potenziare le competenze comunicative degli
alunni e, nel contempo, facilita la collaborazione per il conseguimento di un
obiettivo comune. Scrivere per una platea
più ampia, facendo ricorso a differenti
tipologie testuali, incrementa notevolmente la motivazione ad esprimersi e a
sperimentare forme di scrittura diverse da
quelle solitamente praticate tra le mura
scolastiche. Descrizioni, relazioni, indagini, resoconti di attività scolastiche, invenzione di storie, attività di scrittura
creativa, tutto quello che viene prodotto
dai ragazzi e che, solitamente, resta
“nascosto” nei loro quaderni ha la possibilità di valicare le anguste mura delle
aule; il computer diventa un mezzo per
facilitare il lavoro di revisione dei testi e
di impaginazione del giornalino, ma anche un amplificatore delle possibilità
comunicative. Non a caso tra le prove
proposte all’esame di stato troviamo il
saggio breve e l’articolo che chiedono
agli studenti di saper comporre
un’argomentazione, ma, a differenza
dell’analisi testuale, a differenza del tema, questi due esercizi di scrittura chiedono esplicitamente che i ragazzi abbiano una precisa consapevolezza della situazione comunicativa in cui il loro testo
si collocherà, che sappiano bene a chi
scrivono, con quale scopo, in quale occasione, … e che sappiano adeguare il registro espressivo alla situazione che hanno
scelto (D.M. 18 settembre 1998, n. 356).
Prof.ssa Paola Melillo
Responsabile del Progetto
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GENNAIO 2014
Usanze culinarie natalizie
Ricette locali
A Natale, nel mio paese, si usa fare
un pranzo abbondante. La sera della vigilia si prepara il cenone e
vengono serviti: gli spaghetti con le
vongole, il baccalà fritto, l'insalata
di cavolfiori e di carota, il baccalà
lessato e l'anguilla. Infine si termina con i dolci. Il dolce tipico del mio paese sono le crespelle
fatte con pasta lievitata per un giorno intero, e poi fritta
nell'olio bollente; esse si conservano per diversi giorni. Altri
dolci preparati per le feste natalizie sono i biscotti morbidi al
miele con i diavolini, dolci di cioccolato spruzzati con la
farina di cocco tipo neve; poi i famosi struffoli, a forma di
ceci, passati nel miele e serviti con i diavolini, e la frutta
candita. Il giorno di Natale si mangia un abbondante
pasto: un antipasto con affettati, uova sode, sottoaceti, formaggi, olive ecc; un primo o due (uno dei due è lasagna al
forno o cannelloni) e per secondo si usa cucinare il cappone
ripieno al forno con patate arrosto. Poi seguono dolci vari
con panettone e spumante.
POLENTA
GUANTI (CHIACCHERE)
INGREDIENTI:farina,zucchero,margarina,limone
to,uova,lievito.
gratta-
PREPARAZIONE:disporre sul tagliere la farina ad anello ed
unirvi tutti gi ingredienti, impastare il tutto fino ad ottenere un
impasto morbido ed elastico. Con il mattarello stendere la sfoglia e tagliare tante strisce e fare dei grossi nodi. Dopo friggere
i guanti ottenuti in olio bollente, una volta cotti spolverizzarli
con lo zucchero a velo.
Federica Parente
Classe III D
Classe II D
BattiMuro:
il gioco consiste nel lanciare una moneta e farla andare sotto il muro. Chi riesce a farla avvicinare di più al muro,
vince tutte le monete a terra.
Campana:
il gioco consiste nel disegnare a terra
dei quadrati con dei numeri
all’interno. Si lanciava una pietra sui
numeri e si saltava all’interno de quadrati, ritornando indietro con la pietra tra le mani.
Mazz’e piuz:
il gioco consiste nel prendere 2 asticelle di
legno, una più lunga dell’altra. Quella lunga
tra le mani, doveva far alzare la piccola a
terra che doveva essere colpita a volo.
si giocava a 2o 4 persone. Si faceva la
conta e chi veniva sorteggiato si metteva vicino al muro a testa in giù e gli
altri gli saltavano addosso.
Preparazione: far bollire l'acqua con un
pizzico di sale, dopo aggiungere la farina
di mais e girare per circa 20 min, a parte
preparare la salsa. Dopo la cottura versare
la polenta su un tagliere grande e candirla
con la salsa di pomodoro precedente preparata.
Laura Comparelli
Vecchi giochi e filastrocche
Piri Piri Botta:
Ingredienti:farina di mais,sale e salsa.
La filastrocca più “detta” dai presenzanesi recita così:
“Presenzaniegliu miu cull’aria fina,
viatu a chi ci te la ‘nnammurata,
‘i la tenevo e mo l’aggiu lassata,
Presenzaniegliu miu cumm’aggia fa”.
La sera dell’ultimo dell’anno si
andava in giro per le case e si
cantava questa canzone intitolata Santu
Salviestu:
“Oggi è Santu salviestu.
E che ni cantammu priestu
Oggi è scalera e rimani è
gli’annu nuovu
E vui re la casa
ratci gliu piccigliatu.
Ratcigliu priestu priestu
Che amma arrivà finu agliu
Siestu(Sesto Campano).
Ratcigliu curren,curren
che amma arrivà fì alla taverna.
Oggi è la festa santa e la santa signuria.
Che Diu ce l’accrescia sta bella cumpagnia”.
Angela Minchella
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La centrale idroelettrica
Si sviluppa sul territorio della provincia di Caserta e
Isernia, riveste
una fondamentale importanza
nella produzione
di energia elettrica per il nostro paese. In primo luogo la sua posizione, praticamente equidistante tra
Roma e Napoli ed in secondo luogo
per la vicinanza con il tracciato
dell’elettrodotto a 380kv, la principale
dorsale di trasporto di energia della
rete italiana.
Nell’ impianto idroelettrico di Presenzano si incontrano produzione di
energia, innovazione tecnologia e
sport . I circa 70 ettari del bacino
ospitano infatti, da alcuni anni, le
attivita’ del Centro Nautico, gestito
dall’Associazione Sport Vacanze
Presenzano(alla cui guida c’è il due
volte Campione Olimpico Davide
Tizzano), una serie di moderne infrastrutture sportive che permettono
ai giovani della zona di praticare
alcuni tra i più amati sport d’acqua.
La superstizione è
l’eredità di persone abili
di un secolo agli stupidi
dell’avvenire
Angela Minchella
Classe II D
Il gioco del calcio a
Presenzano
Nel mio paese ci sono due campi da
calcio: l’uno con erba sintetica,
l’altro con erba naturale. Il primo fa
parte di una proprietà privata che
comprende anche un campo di pallavolo e campetti di tennis; il secondo è
pubblico e vi sono delle persone che,
con tanto impegno, lo mantengono in
buono stato. Esiste
anche una scuola di
calcio che comprende varie categorie:
Piccoli Amici, Pulcini, Esordienti,
Giovanissimi, Allievi e Prima Squadra. Io gioco nella
categoria Esordienti e sono il capitano della squadra. Non sempre vinciamo, quando partecipiamo a dei tornei
ma, come si dice: non sempre si può
vincere. Ciò che mi dispiace è che, a
volte, alcuni miei compagni di squadra non si comportano tanto bene,
mentre io credo che nello sport, così
come nella vita, sia fondamentale
seguire le regole.
Silvio Lombari
Classe II D
La disciplina è il rispetto
delle regole che noi sottoscriviamo, l’educazione è
non il rispetto delle regole
ma il rispetto degli uomini
Una delle più antiche tradizioni
presenzanesi, e non solo, è il rito
contro il malocchio. Anticamente,
quando un bambino era eccessivamente capriccioso, o stava male, o
quando qualcuno aveva mal di testa, si credeva che avesse “gliù maluocchio” e si metteva in atto un
rito particolare. Le signore anziane,
mettendo l’acqua in un piatto bianco e
Quest’anno niente uscite?
Io non sono contenta perché, per
colpa di alcuni ragazzi, non possiamo andare alle gite. Loro non hanno
un buon comportamento e i professori non fanno uscire neanche i ragazzi che rispettano le regole.
Io vorrei che non fosse così, ma che
ci facessero uscire e andare a visitare qualche posto bello e particolare
perché noi, alla scuola elementare,
siamo andati sempre nella stessa
località.
Sandra Lombari
Classe I D
pronunciando delle parole segrete,
facevano cadere nel piatto, lentamente, delle gocce d’olio: se la
goccia si “spanneva”, il malocchio
c’era, se rimaneva ” tonna” si poteva stare tranquilli, perché il malocchio non c’era. La formula segreta
del malocchio veniva tramandata ai
bambini (che avevano già ricevuto
la comunione) durante la notte di
Natale o di Pasqua.
Angela Minchella
Classe II D
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Natale è …
Il Natale è una festa nata per ricordare la nascita di Gesù, anche se adesso è considerata prevalentemente
una festa in cui ci si scambia doni e
in cui si è tutti più buoni: questo è
confermato dal fatto che molte persone, anche se non credono in Gesù,
festeggiano il Natale in modo consumistico dimenticando il Natale, che
significa “rinascita” dovrebbe avvenire dentro ciascuno di noi.
Durante il Natale, per i bambini, si
rinnova la leggenda di Babbo Natale, una persona anziana che porta
doni a tutti i bimbi del mondo tramite una slitta trainata da renne volanti.
Io adoravo questo personaggio e il
periodo in cui veniva a portare i doni
perché, da piccola, i miei genitori mi
raccontavano la leggenda di Babbo
Natale e ci sono stati anni in cui un
amico di mia zia, travestito da
Babbo Natale, per la gioia mia e
di mio fratello, ci portava i regali
precedentemente acquistati dai
nostri genitori.
Se si pensa al Natale, si pensa
subito alle luminarie che danno
alle città un aspetto festoso, ma
anche in ogni casa è usanza addobbare con luci, presepi e alberi
di Natale decorati con palline
pendenti e luci a intermittenza.
Il Natale è ricordato anche da numerose canzoni e musiche che
creano una particolare atmosfera
e ci fanno sentire in uno strano
stato di gioia e serenità .
Il caratteristico colore del Natale
è per me il bianco, il colore della
neve, ma forse si può dire che
non esiste un colore preciso per-
essendo un evento festoso e
allegro, può essere rappresentato da tutti i colori vivaci.
Noemi Parisi
Classe II D
Il Natale
E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano
Madre Teresa di Calcutta
Il Natale apre i cuori ai grandi e ai piccini: è la festa più importante di tutto l'anno perché si festeggia la nascita di Gesù
ed è un giorno di festa molto sentito, sia in famiglia che nelle
scuole e nelle strade. Ovunque si respira un'aria di festa. La
tradizione vuole che ogni casa venga addobbata con il presepe e l'albero con tante luci e tanti regali da aprire il giorno
della festa. Per i piccini è proprio questa la vera festa:
l’attesa dei doni portati da Babbo Natale che arriva con la
sua slitta trainata dalle renne. Le tavole si riempiono dei dolci tradizionali come: i mostaccioli, gli struffoli, i roccocò, il
panettone, il torrone. Parenti e amici si ritrovano a trascorrere le serate insieme giocando a tombola o ad altri giochi di
società; ci si riunisce anche per il cenone della vigilia, aspettando la mezzanotte per la nascita del piccolo Gesù. Il Natale
dei nostri giorni è molto diverso dal Natale di tanto tempo fa.
Purtroppo oggi non è più un Natale dei cuori ma è un Natale
dei consumi: c'è tanto spreco di cibo e di regali inutili. Ciascuno di noi dovrebbe riflettere, proprio in queste occasioni,
sul fatto che in molte parti del mondo ci sono bambini
che non conoscono regali e che muoiono per fame e malattie. Anche nelle scuole ci si prepara al Natale cantando
e suonando canzoni, imparando poesie e preparando recite. Con le professoresse e i professori gli alunni addobbano le aule con strenne colorate, si prepara l'albero e il
presepe tutti insieme nell'atrio e, alcune volte, con il permesso del preside, l’ultimo giorno di scuola, prima delle
vacanze natalizie, si organizza una piccola festicciola e ci
si saluta scambiandosi dei piccoli doni.
Asia Vicario
Classe II D
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La mia scuola ideale
Alla scuola chiederei
di insegnare che cosa
è bello, di divulgare
l’armonia, di spiegare
il senso dei valori
Roberto Vecchioni
Il bullismo
La scuola che frequento è bella ma,
nella mia scuola ideale mi piacerebbe che ci fossero tre piani. Il primo
per le medie, il secondo per le elementari e il terzo per le materne. Il
piano delle medie vorrei che avesse
un laboratorio, un giardino enorme
o una palestra e una cartina geografica gigante in una grande stanza.
Mi piacerebbe che avesse anche
una biblioteca scolastica dove andare a fare delle ricerche. Alle elementari, invece, vorrei che ci fosse
una maestra per classe, una stanza
con i computer e per le riunioni da
utilizzare anche quando è il compleanno di qualche alunno per festeggiare con dolci e pizzette. Vorrei, poi, che ogni domenica andassimo a Messa tutti insieme, anche
con le professoresse e mi piacerebbe che ci fosse una stanza speciale
per la mensa, dove poter cucinare.
All’ultimo piano, infine, immagino un enorme giardino, con uno
scivolo, un’ altalena, un dondolo
ed un grande angolo pieno di sabbia per farci i castelli, e, dentro,
un’aula tutta addobbata, piena di
disegni e una sala dove fare merenda. Questa è la mia scuola ideale e credo che sia bellissima.
Anastasia Ruberto
Classe I D
I bulli sono molto abili a manipolare la situazione ed a far credere che
l'episodio sia stato solo un gioco. Il bullismo però non è un gioco, bensì
un comportamento capace di lasciare profonde ferite in chi lo subisce.
Il bullismo è una delle piaghe
della nostra società: i media,
giornali e televisioni, ci
raccontano spesso di atti di
violenza, fisica o psicologica,
che adolescenti mettono in atto
nei confronti di loro compagni
più deboli o di ragazzi più
piccoli.
Sono quattro anni, dal primo
anno di scuola, che viene trattato
come un posacenere umano.
Quattro anni che quei compagni
di classe lo bruciano. Sigarette
spente addosso, quasi ogni mese,
una, due, tre, venti volte. Manuel ha 19 anni e soffre di ritardo cognitivo. E quelle ferite,
fuori e dentro, pesano come un
macigno. La sua storia, un storia
di bullismo, di indifferenza, di
troppa gente che non vede o non
vuol vedere ……….”.
“Le cicatrici sul suo corpo
raccontano più di mille parole.
Manuel ne ha talmente tante di
quelle bruciature, sul mento,
sulle braccia, sulla testa, da
perdere il conto.
Mi ha colpito molto la storia di
Manuel. Come è possibile tanta
cattiveria? Quanta rabbia covano
dentro dei ragazzi, all’apparenza
“normali”, per arrivare a compiere atti così
crudeli? Mi sono interrogata a
lungo su tutto questo, nella
speranza di trovare una spiegazione plausibile, e poi,
guardandomi bene intorno,
riflettendo sui comportamenti
aggressivi di alcuni ragazzi,
sono giunta a concludere che i
deboli sono loro: avrebbero
bisogno di più attenzione da
parte degli adulti, di più amore, di più ascolto. Ed è stato
così che, guardando mamma e
papà mi sono detta: come sono fortunata!
Sandra Lombari
Classe I D
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GENNAIO 2014
Che cos'è
Le droghe spiegate a noi
adolescenti
Le droghe sono sostanze, disponibili in natura o create artificialmente, che alterano la percezione della realtà e possono creare, a seconda della composizione, una dipendenza fisica o psicologica; queste
alterazioni portano alla tossicodipendenza, cioè all’assunzione continua di quantità crescenti della sostanza. Le droghe possono essere
legali e illegali. Droghe legali sono, ad esempio, gli alcolici: dopo
averne assunto è vietato guidare autoveicoli perché si potrebbero
causare incidenti mortali. Le droghe illegali, quali eroina, morfina e
cocaina, sono quelle proibite che si possono, di fatto, acquistare solo
da loschi spacciatori: queste droghe non sono legali in Italia, e le
forze dell'ordine fanno di tutto per combatterle. Esse sono diffuse
soprattutto fra i giovani "adolescenti" che iniziano con l’assunzione
di droghe cosiddette “leggere” e finiscono poi con la dipendenza da
droghe “pesanti” che li conducono alla morte. Ignorando a cosa vanno incontro, vengono trasportati dai coetanei, e, curiosi di provare,
cominciano a farne uso: essi arrivano a questo o per superare un
disagio, o per farsi notare perché si sentono esclusi dal gruppo.
Spesso, purtroppo, leggiamo di ragazzi che, sotto l’effetto di allucinogeni, si suicidano. Le allucinazioni sono date da sostanze come
l’LSD, una tra le più potenti sostanze chimiche che alterano
l’umore. Tale droga, inodore, incolore e dal sapore leggermente amaro, deriva dall’acido lisergico, che si trova nell’ergotina, un fungo che cresce sulla segale e su altri tipi di cereali: viene prodotta, in
forma di cristalli, all’interno di laboratori illegali, principalmente
negli Stati Uniti. Questi cristalli vengono poi convertiti in forma
liquida per la distribuzione. Conosciuto come “acido” e con molti
altri nomi, l’LSD viene venduta illegalmente sotto forma di piccole
pillole (“micropunte”), capsule o quadrati di consistenza gelatinosa
(“window panes”). A volte, della carta assorbente viene impregnata
con questa sostanza e poi suddivisa in piccoli quadrati decorati con
personaggi dei cartoni animati (“loony toons”). Occasionalmente
viene venduta in forma liquida, ma, indipendentemente dalla sua
forma, l’LSD porta chi ne fa uso sempre allo stesso punto: una grave
dissociazione dalla realtà. Chi fa uso di LSD chiama “trip” (viaggio)
l’esperienza che vive e che, solitamente dura circa dodici ore. Le
reazioni avverse, che sono frequenti, vengono chiamate “brutti trip”,
un’espressione con la quale si sottintende che si è provato l’inferno.
A volte, chi prova di continuo queste droghe muore di overdose. Il
termine overdose descrive l'assunzione di una droga, ma anche di
sostanze medicinali o bevande alcoliche, in quantità eccessive. Tale
circostanza può portare alla morte. L'overdose è una condizione tipica di persone assuefatte a un tale tipo di sostanza della quale necessitano sempre più, il che porta a un'escalation, spesso non controllata, che conduce al punto di non ritorno.
Il termine droghe è spesso associato, erroneamente, solo alla cocaina e all’eroina, ma, in
realtà, può essere utilizzato per tutte quelle sostanze che creano dipendenza. L’alcol e il tabacco sono le due droghe più diffuse. La sigaretta ha un effetto leggermente rilassante,
l’alcol, se assunto in un dosaggio eccessivo,
può limitare le nostre capacità diminuendo i
riflessi, e per questo la legge punisce chi si m
mette alla guida dopo aver assunto una quantità
di alcol equivalente a due bicchieri di vino in
un pasto normale. La sigaretta invece non altera
i nostri sensi ma provoca gravissime malattie al
fegato, ai polmoni e al cervello. Una droga che
si sta diffondendo sempre di più tra noi giovani
è la cocaina. Questa è particolarmente pericolosa giacché può far perdere “la giusta paura” che
dobbiamo avere in ogni situazione . Anche dalla cocaina è facile diventare dipendenti: più ti
abitui a vivere artificialmente più diventa difficile accontentarti della realtà. Il cocainomane
oscilla da momenti d’iperattività a momenti di
prostrazione Poi ci sono le pasticche di vari
colori, talvolta con dei disegni stampati sopra,
che corrispondono a un gruppo di sostanze chimiche chiamate ecstasy. Questo tipo di sostanze è detto sintetico perché sintetizzato in laboratorio, per la prima volta su richiesta delle
forze armate inglesi che cercavano un prodotto
che aumentasse la resistenza dei soldati: vedendo che i soldati, dopo una fase di maggiore
resistenza, erano sfiniti, abbandonarono
l’esperimento. Ora queste pasticche le usano i
giovani per “sballarsi” in discoteca. Gli allucinogeni sono un altro gruppo di sostanze, particolarmente nocive per il cervello, che possono
spingere a compiere azioni assurde o pericolose: fanno sembrare reali cose che esistono solo
nella nostra ,mente La sostanza più diffusa nel
nostro paese è LSD che si compra solitamente
sotto forma di pasticche ma anche sotto forma
di francobolli imbevuti, che possono essere
leccati. La marijuana è derivata dalla pianta di
canapa, ma sul mercato nero si trova più facilmente la resina, chiamato hashish. La marijuana a differenza di tutte le altre droghe è legale
in alcun i stati.
Alison Maccarelli, Isabella Ormella, Laura Comparelli.
Classe III D
Mario Costa e Salvatore De Biasio
Classe III D
la droga?
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RUFRAE NEWS
Storia della famiglia Del Balzo
Originaria della Provenza, la famiglia del Balzo trae le proprie origini da quella dei Visconti di Marsiglia. Per alcuni
autori tale origine sarebbe da ricercare in una discendenza diretta da Baldasarre, uno dei
tre re Magi e da questo deriverebbe la cometa che questa casata portata nel proprio
stemma da tempi remotissimi.
Non vi è dubbio, tuttavia, che, da un punto di vista storico, le prime tracce documentate
risalgono al IX secolo: esse ci parlano di questi Signori come Cavalieri destinati
all’aiuto dei Conti di Provenza, impegnati a scacciare i Saraceni dalle coste.
Due secoli dopo Raimondo IV, Signore sovrano di Les Baux, cercherà di togliere ai conti di Barcellona la sovranità
sulla intera regione di Provenza.
Prevenuta la Provenza nelle mani di Carlo D’ Angiò, alcuni membri della famiglia lo seguiranno, nel 1263, nella
conquista del Regno di Napoli, acquistando così fama e onori.
Alla morte di Bertrando VI, Signore Sovrano di Les Baux, i figli divideranno la famiglia in tre rami principali: i
Signori di Les Beaux; i signori di Berre, poi Duchi d’Adria e i Principi D’Orange.
Gli attuali rappresentanti della famiglia Del Balzo discendono da Battista, marito di Cecca di Monforte dei Conti di
Campobasso. Alla loro morte la famiglia si divide in due rami. Il ramo dei Signori di Santa Croce, a sua volta, si
dividerà in tre differenti linee: i Signori e poi Duchi di Schiavi; i Duchi di Caprigliano ed i Signori e poi Duchi di
Presenzano, linea più volte ricevuta nel Sovrano Militare Ordine di Malta, a partire dal 1693, ed onorata dal Re Carlo VI, il 27/01/1734, del titolo di Duca nella persona di Giacinto.
Il castello ed il palazzo Ducale di Presenzano appartengono oggi ai Conti Valerio e Nicola Gallerani Valeri Caldesi, nipoti del XIII Duca di Presenzano Nicola Del Balzo e figli di Maria Rosaria Del Balzo, deceduta in Bologna, le
cui spoglie riposano nel cimitero di Presenzano.
Daniel Savastano
Classe I D
Grazie a tutti i nostri
GRUPPO DI PROGETTO:
alunni per la loro
Prof.ssa Amelia Esposito
collaborazione.
Il gruppo di
progetto
Prof.ssa Paola Melillo
Prof.ssa M. Antonietta Silvestri
Prof.ssa Daniela Zinno
Responsabile di progetto: Prof.ssa Paola Melillo