6 IL CAFFÈ 2 marzo 2014 attualità La storia L’arrivo in Ticino, il lavoro, la voglia d’essere donna. I “peccati” dei clienti che si confessano con lei. La vita di una escort, che predica sobrietà e conosce sette lingue, raccontata senza pregiudizi. Dagli anni d’oro della prostituzione sino alla spietata concorrenza degli ultimi tempi IN CASA Angel Venturini, transessuale di origini francesi, ritratta nella sua abitazione “Mi chiamo Angel e sono il trans della porta accanto” Peter Ruggle MAURO SPIGNESI I Peter Ruggle Il grande business degli affittacamere Un’immagine di Angel che racconta di alcuni proprietari di case che offrono alle ragazze che si prostituiscono stanze minuscole ma a prezzi molto elevati telefonini squillano a intervalli regolari. E lei si scusa, chiede un attimo di pausa, e liquida gentilmente l’interlocutore: “Ti richiamo io, amore”, e mette giù. Poi riprende: “Dove eravamo rimasti? Ah, già alla mia infanzia. Sì, onestamente non mi sono mai sentita maschio e sono sempre stata attratta dagli uomini. In vita mia non ho mai avuto un rapporto con una donna. M-a-i”, scandisce bene Angel Venturini, transessuale e massaggiatrice. “Ma massaggiatrice con diploma federale – precisa indicando l’attestato – perché tante mie colleghe dicono d’essere massaggiatrici, ma in realtà s’improvvisano. Io nella vita mi sono sempre posta obiettivi precisi, non per nulla parlo sette lingue”. Angel si muove spesso, da Lugano viaggia verso San Gallo dove ha un salone da estetista e vende cosmetici, oppure va nella Svizzera francese chiamata da diversi clienti. La sua storia inizia da un piccolo paese in Francia, dove lei è nata in una famiglia molto cattolica. “La fede mi è rimasta, ogni mattina vado a seguire la messa – dice –. Sin da piccola ho capito d’essere più donna, ho avuto comportamenti da donna, ho ragionato da donna, mi sono vestita da donna. D’altronde nel mio corpo avevo l’80 per cento di ormoni femminili. Al resto ci ha pensato il chirurgo plastico. Non nego nulla, io”. Dopo le scuole, Angel ha cercato un lavoro: “Ho fatto la parrucchiera. Mi è sempre piaciuto stare a contatto con la gente, parlare, scherzare. E già allora ogni tanto andavo con qualche cliente. Una cosa così, occasionale. Poi ho deciso che dovevo dare una svolta alla mia vita e sono arrivata in Svizzera. Non è stata una scelta casuale, qui vivevano mia sorella e mio fratello”. Angel Venturini aveva vent’anni e sapeva già che in Ticino c’erano regole, leggi precise. “Che io ho seguito subito e che rispetto alla lettera, perché le regole sono La precisazione Fabrizio Nobili dal 1999 non fa più parte dell’azienda di rubinetteria di cui il Caffè ha scritto la scorsa domenica. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori. La vita La famiglia Il lavoro Il Ticino I clienti Gli affari IN FRANCIA PARRUCCHIERA I FRATELLI LE CHIAMATE IL SALONE Angel Venturini nasce in Francia, da una famiglia molto cattolica. La fede è uno dei valori che conserva: ancora oggi va a messa. Dopo gli studi nel suo Paese comincia a lavorare in un salone da parrucchiera e incontra i primi, occasionali clienti. Attorno ai vent’anni Angel arriva in Ticino, in Svizzera vivono anche il fratello e la sorella. Inizia a lavorare con altri trans. Dopo qualche anno, la escort comincia a selezionare la clientela e viaggia in tutta la Confederazione. Oltre l’attività da escort possiede un salone di massaggi e vendita cosmetici a San Gallo, uno dei suoi primi investimenti. quelle che ti consentono di vivere stabilmente qui senza avere guai - racconta -. All’inizio abitavo in una casa con altre ragazze, tutte trans. Tutte persone per bene, che sapevano lavorare. Al cliente piaceva scegliere perché tutte eravamo allo stesso livello. C’era un ambiente allegro, si usciva insieme”. Assicura che mai, da quando è in Svizzera, sisia sentita in qualche modo discriminata. “Anche perché io parto dalla convinzione che se tu accetti te stessa, quello che sei realmente, anche gli altri ti accetteranno. L’importante è non esagerare mai. In tutti i sensi. Invece vedo certe colle- ghe, e mi viene da sorridere per i loro trucchi pesanti, le labbra gonfie, le scarpe con tacchi vertiginosi, l’abbigliamento chiasso- “Un anziano mi ha chiamato perché era morta la moglie. E ho capito la solitudine nella nostra società” so. Chi fa questa vita deve costruire le proprie relazioni partendo da un concetto che si chiama sobrietà. Io vado spesso a casa di clienti, ma quando scendo dal taxi indosso un paio di je- ans, una bella camicetta, la giacca, mai nulla di vistoso. Sono l’escort della porta accanto. Tanto che con i padroni di casa, come con i vicini, non ho mai avuto un problema”. Soltanto una volta a Lugano ha avuto un problema. “Mi avevano affittato un monolocale per lavorare a Paradiso, era poco più di una stalla- ricorda Angel -. Eppure, come richiesto, avevo dato 700 franchi di caparra. Tutti vogliono fare affari sulla nostra pelle. Chi fa il nostro mestiere, invece, deve poter accogliere i clienti in un ambiente pulito, ordinato. Ecco, in Ticino, contrariamente ad altre regioni svizzere, comin- …E LA LETTURA CONTINUA CON GLI EBOOK DEL CAFFÉ ONLINE. ADESSO. GRATIS. SU APP STORE E AMAZON IL RACCONTO DELLA REALTÀ Anonymous COME FU CHE UN TUNISINO SPOSÒ UNA TICINESE Andrea Vitali SAPORI E MITI E. Moro C.Cenni LE PAROLE DEL 2013 Autori vari APPUNTI DI VIAGGIO Giò Rezzonico cia a mancare la qualità, il mercato si è dilatato, ci sono prostitute che arrivano da ogni parte del mondo. Sono disposte a tutto, perché nei loro Paesi d’origine la crisi si fa sentire, perciò si fanno una concorrenza spietata, è diventato un gigantesco business al ribasso. Un cliente mi ha raccontato d’essere stato con due ragazze per mezz’ora pagando 50 franchi. E sono convinta che non tutte pagano le tasse. Ecco perché negli anni ho imparato a selezionare la clientela, a fissarmi delle regole come l’orario di lavoro che non va mai oltre le 11 di notte, perché poi ti arrivano a casa solo ubriachi o gente carica di cocaina. Poi, appena mi chiamano, magari perché hanno letto un annuncio su escortsvizzera.ch, vado a San Gallo piuttosto che a Ginevra o Zurigo”. Alla porta di Angel bussano bancari, medici, impiegati statali. “E anche macellai - precisa ridendo-, ma non chiedo mai la professione. I miei clienti, parecchi con tanti soldi davvero, li conosco bene e so perché passano da me. Perché? Primo perché sanno di potersi fidare, secondo perché con me si lasciano andare. In questo lavoro devi essere molto flessibile, e non solo per le richieste sessuali più fantasiose, per quel senso del peccato che spinge molti a venire con una come me. Ma perché trovi chi arriva e fa quello che deve fare, soprattutto i giovani e giovanissimi, e va via senza dire una parola. E poi trovi chi ti racconta della sua vita, di quella della sua famiglia”. Insomma serve tatto, sensibilità, e anche un po’ di psicologia: “Noi trans siamo i confessori della gente, raccogliamo le miserie della vita. Ci capita di tutto. Ricordo un cliente di 72 anni, veniva spesso a casa, restava ore a parlare, era preoccupato perché la moglie stava molto male. Io lo consolavo, non abbiamo mai fatto sesso. Una notte mi ha chiamato, piangeva, mi ha chiesto se poteva passare. Era sconvolto, la moglie era appena morta. L’ho aiutato io, ho chiamato l’ambulanza. Una settimana dopo è passato a salutarmi, mi ha ringraziato. Non l’ho mai più visto, né sentito. Ma mi ha fatto capire quanto in una società ricca come la nostra ci si possa sentire davvero soli”. [email protected] Q@maurospignesi
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