LASER TRIBuNE

LASer Tribune
The World’s Newspaper of Laser Dentistry • Italian Edition
Febbraio 2014 - anno VI n. 1
Allegato n. 1
di Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2014 - anno X n. 2
www.dental-tribune.com
Il laser a Diodo
Tecniche operative step by step, applicazioni, protocolli e casi
clinici con follow-up
Marisa<Roncati<
Il laser è uno strumento che non
si sostituisce alle metodiche tradizionali, ma può offrire benefici
aggiuntivi e significativi se utilizzato secondo protocolli e parametri adeguati, e soprattutto
se associato a una strumentazione parodontale non chirurgica,
manuale e a ultrasuoni, sempre
sito-specifica. Il DVD descrive, in
maniera particolareggiata, strumenti, tecniche step by step, protocolli clinici e gestione del paziente parodontale, relativamente
al trattamento laser assistito, al
fine di ottenere la stabilità clinica
dei casi trattati. In uno dei tre casi
clinici, risolti con trattamento
parodontale non chirurgico, dettagliatamente illustrati nel DVD
sull’aspetto mesiale dell’incisivo
centrale di destra, è presente una
recessione di circa 2 mm, valori di
sondaggio nella norma, in assenza
Fig. 1
di sanguinamento (Fig. 1), documentato anche con un video di
follow-up, dopo 1 anno.
> pagina 15
Il trattamento micro-invasivo degli emangiomi orali
effettuato con laser a diodi: due case report
A.<Albanese,<M.E.<Licata,<G.<Campisi<
SCANDEFA
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2-4 APRIL
2014
Introduzione
Il laser a diodi ha come mezzo attivo un semiconduttore ed emette
un raggio laser di lunghezza d’onda compresa tra 640 e 1064 nm.
Recentemente sono stati messi in
commercio laser a diodi con emissione fino a 1400 nm.
> pagina 18
Da Torino
a Gerusalemme
Il ricco calendario della Società Italiana
di Laser in Odontostomatologia (SILO)
Dopo il grande successo della giornata regionale in Campania il 5 ottobre,
è stato il turno della regione Piemonte, il 26 ottobre. La giornata è stata
organizzata a Torino presso il Campus Lingotto, in modo ineccepibile
dai due responsabili locali, il dott.
Leoci e il dott. Antonietti, affidando
la segreteria organizzativa Tueor.
I lavori hanno avuto inizio con una
relazione del presidente della società, Umberto Romeo, seguita da una
relazione del vice presidente, Roly
Kornblit, e da quella dei responsabili regionali, Leoci e Antonietti.
> pagina 14
SCANDEFA invites you to exclusively meet the Scandinavian dental market and
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14 Speciale
Laser Tribune Italian Edition - Febbraio 2014
Da Torino a Gerusalemme
Il ricco calendario della Società Italiana di Laser in Odontostomatologia (SILO)
Dopo il coffee break, che ha avuto luogo tra gli stand
dei vari sponsor – che hanno partecipato con entusiasmo e vanno sempre ringraziati per il loro sostegno
–, la mattina è proseguita con la relazione del segretario Alessandro Del Vecchio, seguita da Renato Pol,
dell’Università degli Studi di Torino, e si è conclusa
con la relazione del presidente eletto, Paolo Vescovi.
Il pomeriggio ha visto protagonisti Angelo Sedran,
dell’Università degli Studi di Torino, Attilia Petrino,
ortodontista di Milano, e Massimo Bruno.
Le numerose domande e l’interazione del pubblico
con i vari relatori, sia alla fine di ciascuna relazione sia
durante le pause, sono stati la testimonianza del grande interesse che hanno stimolato i diversi argomenti:
dalla terapia fotodinamica, all’uso del laser nella riabilitazione implanto-protesica, dalla terapia laser nella sindrome da bocca urente, al trattamento laser nei
pazienti sottoposti a terapia con biofosfonati.
Il successo dell’evento è stato il modo migliore per
il presidente e il direttivo di chiudere un ricco anno
di attività scientifica e sociale della società, che ha in
programma un calendario altrettanto ricco di attività
per il 2014.
Si inizierà il 15 marzo 2014, all’Auditorium San Paolo
dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, con un incontro dal titolo “Odontoiatria laser dall’età evolutiva
all’età adulta” (vedi programma qui a fianco). A proseguire, il 12 aprile sempre a Roma con un International
symposium in collaborazione con EPMA (The European Association for Predictive, Preventive and Personalised Medicine) all’interno del Collegio dei Docenti.
Dal 30 aprile al 4 maggio, SILO insieme alla Società
Israeliana di Laser in Odontoiatria offriranno ai soci
un’occasione unica: quella di abbinare la scienza alla
cultura, alla storia e, perché no, al piacere attraverso
un viaggio organizzato in Terra Santa. Il viaggio inizierà con una giornata scientifica all’Università di
Gerusalemme, nella quale si alterneranno relatori
israeliani e italiani, per proseguire con visite guidate
della città, viaggi al lago di Tiberiade e al nord del paese. Non mancherà di certo un tuffo nel Mar Morto
(ulteriori informazioni sul sito SILO: www.silolaser.it).
Il 7 giugno sarà poi il momento della giornata regionale dell’Emilia Romagna. Ci fermiamo all’attività preestiva di SILO, nonostante ci siano in calendario già
futuri incontri autunnali di sicuro grande interesse.
Silo
Sinergia virtuosa tra 3 Università europee (3G)
per divulgare le tecniche laser
L’esigenza di divulgare la tecnologia laser, tanto affascinante quanto
efficace, innovativa quanto discussa, è molto sentita in una parte del
mondo odontoiatrico.
Le tecniche laser sono ormai riconosciute nella loro dignità scientifica, ma la letteratura internazionale
è ancora controversa su molte problematiche connesse con la ricerca
nel campo specifico dell’odontoiatria; i materiali e metodi utilizzati
nei diversi studi sono spesso non
ripetibili o ripetuti, cosicché la comunità scientifica internazionale, a
volte digiuna di cultura e conoscenza specifica, finisce per il non considerare quanto fatto in circa venticinque anni di odontoiatria laser.
Sicuramente, soprattutto negli ultimi cinque, si è lavorato per colmare la carenza e in questa direzione
l’Università degli Studi di Genova è
particolarmente all’avanguardia a
livello mondiale.
Accanto ad attività di ricerca sperimentale e clinica, soprattutto nel
campo dell’endodonzia e paradontologia, della biostimolazione (la
cosiddetta LLLT) e dell’odontoiatria
infantile, esiste infatti, in questa
città, una realtà di continua attività
formativa che prevede, tra l’altro,
un master internazionale in “Laser
Dentistry” con medici provenienti
da 17 paesi, corsi fellowship di laser,
endodonzia, conservativa e paradontologia in tutto il mondo e corsi
di perfezionamento e su alte tecnologie riguardanti, oltre la tecnologia
laser, anche la microscopia operatoria. Speciali sessioni per igieniste
preparano anche questa figura professionale all’uso del laser.
La novità è un programma mirato per specifiche discipline (laser
in endodonzia, in conservativa e
odontoiatria infantile) organizzato
dall’Università degli Studi di Genova (Direttore del DI.S.C. Stefano
Benedicenti con il coordinamento
scientifico di Giovanni Olivi), con
partner universitari di assoluta
eccellenza: l’Università degli Studi di Ginevra, diretta da Ivo Krejci,
e l’Università di Gent, diretta da
Roeland DeMoor. Le tre università,
che vanno sotto la sigla di “3G” (per
Genova, Ginevra e Gent), terranno
in ogni anno accademico un corso
monotematico organizzato in due
sessioni di due giorni ognuna, per
approfondire l’utilizzo dei diversi
laser in odontoiatria infantile (a
Gent), sotto la guida di Roeland DeMoor e Luc Martens; laser in odontoiatria conservativa a Ginevra, con
Ivo Krejci e la sua équipe; laser in
endodonzia a Genova, con l’esperta
guida di Stefano Benedicenti, Vasilios Kaitsas e Giovanni Olivi.
Si tratta di un’opportunità per approfondire la disciplina che più
viene eseguita o più si ama, arricchendo il proprio bagaglio culturale con le ultime innovative
tecniche laser assistite. Un corso
speciale per specialisti, ma anche
per chi (utilizzatore o non di laser)
vuole arricchire il suo bagaglio culturale di nuove tecniche da poter
mettere subito in pratica nella propria attività. Lo scopo di tale forma
di cooperazione, nata da un’idea di
Giovanni Olivi, è offrire un punto
di riferimento internazionale su
tematiche, discusse e approfondite
dai massimi esperti su argomenti
specifici. I corsi verranno riproposti
nei successivi anni accademici, con
una rotazione degli argomenti trattati nelle diverse sedi universitarie.
WEB ARTICLE
Laser Tribune Italian Edition - Febbraio 2014
Speciale 15
WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM
Il laser a Diodo
Tecniche operative step by step, applicazioni, protocolli e casi clinici con follow-up
Marisa<Roncati*
*Docente al Master Universitario di Protesi ed Implantoprotesi, Università di Bologna. Insegnante all’European Master Degree on Laser Applications (EMDOLA).
Università la Sapienza, Roma
< pagina 13
Lo stesso paziente, lo stesso sito, 6
mesi prima rispetto alle immagini
precedenti. Si riscontra un sondaggio di 8 mm sulla superficie mesiale dell’incisivo centrale di destra,
associato a una recessione di circa
2 mm, per una perdita complessiva di attacco clinico di circa 10 mm
(Fig. 2).
Dopo aver selezionato la modalità
“Parodontologia” oppure un’impostazione equivalente a tali parametri, si utilizza il laser in modalità
pulsata, con un T on uguale a un T
off, a una potenza di circa 1 Watt,
per un tempo massimo di 30 secondi per ogni sito, ripetibile dopo
un lasso di tempo di 10 secondi.
La lunghezza della fibra di vetro di
320 nanometri deve risultare pari
alla profondità di sondaggio rilevata (Fig. 3), oppure in caso di fibra
spellabile, si seleziona un inserto
monouso, da 5 millimetri o 10 millimetri. Da notare come, grazie alla
luce laser, si vedano in trasparenza
i capillari della copiosa irrorazione
sanguigna propria della mucosa
alveolare (Fig. 3 - qui rappresentato
attraverso dei disegni, ma nel DVD,
con video clinici).
La fibra è inserita all’interno della
tasca, fino a raggiungerne l’estensione più apicale e si mantiene la
fibra sempre in movimento, per
un’azione tipo “scanner”. La funzione del laser è principalmente
battericida, si eliminano anche i
batteri dalla parete interna della
tasca, dove si localizzano quelli più
patogeni, per rimuovere i quali, con
la sola strumentazione tradizionale, sarebbe necessario ricorrere a
un curettage che spesso si associa
a una recessione gengivale. Il laser,
inoltre, indebolisce l’adesione del
tartaro al dente, per effetto della
sua azione termica; di conseguenza, la successiva strumentazione
parodontale risulta facilitata, ma
sempre necessaria. Si utilizzano
poi strumenti a ultrasuoni e manuali, in modo complementare. Si
usa un inserto di forma triangolare
con movimenti oscillatori, veloci,
ma quasi sul posto, e soprattutto
alternati a frequenti momenti di
pausa, sempre nel rispetto del pieno comfort del paziente (Fig. 4). Si
noti come lo strumento manuale è
utilizzato rigorosamente di punta,
secondo una metodica modificata
dall’autore e ampiamente descritta
nel DVD (Fig. 5).
Si raccomanda, inoltre, l’uso di un
apparecchio aria-polvere, associato
a sostanze come eritritolo, un dolcificante non cariogeno (Fig. 6).
Si osserva come, dopo 1 anno di
follow-up, si sia ricreato un adeguato sigillo mucoso attorno agli
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 6
Fig. 7
Fig. 8
Fig. 9
elementi dentali, che riduce la
penetrazione batterica (Fig. 1). La
profondità di sondaggio si è ridotta, dagli 8 mm iniziali (Fig. 2) agli
attuali 2 mm, in assenza di sanguinamento, e soprattutto in presenza
di una recessione rimasta stabile a
2 mm (Fig. 1). L’utilizzo addizionale
del diodo sembra dunque associarsi
a un “minor prezzo biologico” posttrattamento non chirurgico. L’uso
del laser, in questa fase di follow-up,
è giustificato, per rendere durevoli i
risultati clinici ottenuti in un soggetto che presenta suscettibilità
pregressa alla malattia parodontale
(Fig. 7). Sull’aspetto centro-vestibolare dell’incisivo laterale, mascellare di destra si nota una lieve infiammazione (Fig. 7).
L’autore raccomanda l’uso dello
scaler a falcetto con un movimento
orizzontale, qui in direzione mesiodistale, sempre con un controllo
molto rigoroso dello strumento, per
evitare di traumatizzare le mucose
(Fig. 8). Al termine della strumentazione, si raccomanda di eseguire la
biostimolazione del sito (Fig. 9).
Si utilizza un manipolo di 600 nanometri, caratterizzato da un raggio defocalizzato, per 60 secondi a
una potenza di 0,5 Watt, in modalità pulsata. Si raccomanda di tenere
il manipolo perpendicolare al tessuto mucoso e in lento movimento,
a circa 1 cm dai tessuti, disegnando
dei piccoli cerchi. Il laser utilizzato in tutti i video di questo DVD, è
un diodo la cui fonte di radiazione
luminosa è l’arsenuro di gallio, ha
dimensioni poco ingombranti che
lo rendono versatile, maneggevole
e portatile, in caso di necessità.
In un altro caso, sull’aspetto mesiale dell’incisivo centrale laterale di
destra si rileva un sondaggio di circa 7 mm, associato a sanguinamento. Il tessuto mucoso è infiammato
e facilmente retraibile (Fig. 10).
> pagina 16
16 Speciale
Laser Tribune Italian Edition - Febbraio 2014
Fig. 10
Fig. 11
Fig. 12
Fig. 13
Fig. 14
Fig. 15
<< pagina 15
La sonda è mantenuta parallela
all’asse verticale del dente, per misurare la profondità di sondaggio,
ma anche inclinata, per accentuare
la sensibilità tattile, nel rilevare i depositi sottogengivali.
Si raccomanda di usare il laser prima della strumentazione parodon-
tale non chirurgica, proprio per la
sua azione antalgica, conseguente
all’inversione della pompa sodiopotassio di tutte le membrane cellulari, che crea analgesia della polpa,
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il laser a diodo
Il Laser è uno strumento che non si sostituisce alle metodiche tradizionali ma può offrire
benefici aggiuntivi, se utilizzato con protocolli
e parametri adeguati. Il laser a Diodi è anche
indicato in caso di mucosite e perimplantite.
Innumerevoli sono i casi clinici, con follow-up,
ampiamente illustrati.
Il DVD illustra dettagliatamente strumenti, tecniche STEP by STEP, il Modus Operandi, i protocolli clinici, la gestione completa del paziente
parodontale dalla prima visita alla rivalutazione
che culmina nella terapia di mantenimento
per ottenere la stabilità clinica dei casi trattati. La strumentazione meccanica manuale
e ad ultrasuoni, sempre sito-specifica, viene
descritta in dettaglio attraverso animazioni e
video didattici.
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Fig. 16
per circa 20 minuti, a vantaggio del
comfort del paziente. Oltre a ciò, iniziare il trattamento con una procedura indolore serve a tranquillizzare
il paziente, e l’impiego di tecnologie
di ultima generazione genera un impatto positivo.
Il laser a diodo è particolarmente
indicato nella terapia parodontale
non chirurgica, perché interagisce in
modo selettivo con il tessuto infiammato, ricco di cromofori endogeni,
come l’ossiemoglobina e la melanina, determinando innumerevoli effetti biologici.
Aspetto clinico dello stesso caso a 1
anno di distanza, dal trattamento di
terapia causale (Fig. 11): si apprezza
una stabilità del sigillo mucoso, valori di sondaggio nella norma in assenza di sanguinamento.
L’obiettivo della strumentazione parodontale non chirurgica laser assistita è quello di rimuovere tutto ciò
che è estraneo al dente, rispettando
sostanza biologica. Per cui, il rilevamento del tartaro deve essere particolarmente meticoloso, eseguito sia
con la sonda (Fig. 12) sia con la punta
del laser spento, proprio per raccogliere il maggior numero di informazioni circa la distribuzione e l’entità
dei depositi presenti (Fig. 13).
All’utilizzo del laser a diodo segue
sempre la strumentazione parodontale non chirurgica, per rimuovere i
depositi rilevati, eseguita, secondo le
preferenze del clinico, con strumenti
manuali oppure con strumenti a ultrasuoni (Fig. 14).
Il laser a diodi presenta anche indicazioni in caso di mucosite e di perimplantite. Le immagini cliniche
(Figg. 15, 16) si riferiscono a uno dei
due casi, illustrati dettagliatamente
nel DVD.
In Fig. 15 si nota un sondaggio di circa 9 mm, registrato in occasione di
un appuntamento di richiamo al 13º
anno di follow-up.
In Fig. 16 si osserva un valore di sondaggio nella norma, documentato
in un successivo appuntamento di
richiamo, dopo 23 anni di follow-up.
Nel DVD si illustrano molte delle
strategie di trattamento, con video
di follow-up, da 1 a 8 anni. Si descrive inoltre l’utilizzo del laser a diodo
in caso di afta ulcerosa e di herpes
labialis. Infine, si presenta lo sbiancamento dei denti vitali mediante laser
a diodo. Numerosi disegni e animazioni arricchiscono il DVD, con precise finalità didattiche.
Speciale 17
Laser Tribune Italian Edition - Febbraio 2014
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Laser a diodi SOL™
Una nuova tecnologia laser progettata per venire incontro alle esigenze della pratica quotidiana
SOL™ è garanzia di potenza e precisione, ha un manipolo curvo ergonomico, un’interfaccia semplice con quattro programmi preimpostati (Taglio,
Sterilizzazione, Paradontologia e Personalizzato) e ha un fascio luminoso
di colore blu ad alto contrasto.
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laser semplice ed efficace. Inoltre è
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attraente in odontoiatria oggi… ed è
prodotto dalla DenMat.
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Portabilità
È molto leggero e facile da trasportare,
ha la batteria interna con oltre 3 ore di
autonomia. La fibra si riavvolge in un
sistema a mulinello permettendo l’utilizzo solo della parte interessata.
Semplicità
Il laser ha tre funzioni preimpostate
per semplificare i protocolli di trattamento e un’impostazione addizionale che può essere personalizzata a
seconda delle proprie esigenze. Tutte
e quattro le impostazioni sono completamente personalizzabili: ciò da la
possibilità di avere infinite soluzioni.
Visibilità
Il fascio luminoso di colore blu permette di visualizzare meglio la zona
che si sta operando, essendo in forte
contrasto con il colore rosso dei tessuti e del sangue e sempre visibile
anche con gli occhiali protettivi.
Ergonomia
Il manipolo di forma curva consente un migliore accesso sui posteriori
e riduce l’affaticamento durante
procedure più lunghe.
Monouso
I puntali monouso eliminano il fastidio di dover tagliare ogni volta
la punta e vengono proposti a un
prezzo vantaggioso, riducendo al
minimo il costo per paziente. Sono
disponibili sia i puntali da 400 micron, per il taglio e la gestione dei
tessuti molli, che da 300 micron più
sottili e più lunghi, per la sterilizzazione dei canali.
rivolte alla cura dei tessuti molli e al tessuto paradentale, come ad esempio:
– escissioni e incisioni;
– biopsie;
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gengivoplastiche;
contornature gengivali;
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benigne del cavo orale;
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WEB ARTICLE
18 Speciale
Laser Tribune Italian Edition - Febbraio 2014
WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM
Il trattamento micro-invasivo degli emangiomi
orali effettuato con laser a diodi: due case report
Antonino<Albanese,<Maria<Ester<Licata,<Giuseppina<Campisi<
Università degli Studi di Palermo – Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche (Di.Chir.On.S.)
< pagina 13
I raggi di luce laser a queste lunghezze d’onda vengono assorbiti
dalle molecole di emoglobina, melanina e collagene tissutali, di cui
sono particolarmente ricchi i tessuti molli. Per questa sua caratteristica, il laser a diodi rappresenta uno
strumento eccezionale nella chirurgia dei tessuti molli del cavo orale.
Infatti, oltre a possedere un’eccellente capacità di taglio, è in grado di
sviluppare un’azione di sigillatura
dei piccoli vasi sanguigni, ottenendo così una perfetta emostasi, con
conseguente migliore visualizzazione del campo operatorio, riduzione dell’edema post-operatorio
ed eliminazione della sutura.
Il laser a diodi può operare in emissione continua o in regime pulsato.
In quest’ultimo caso, l’emissione
avviene tramite impulsi che si ripetono nel tempo con una frequenza e un duty cycle modificabile.
L’interruzione durante la quale il
laser non emette impulsi permette il rilassamento termico dei tessuti riducendo il danno termico
per i tessuti circostanti. Durante
l’irradiazione, l’incremento della
temperatura consente di ottenere
un’azione di disinfezione localizzata nei tessuti target1. Per le sue caratteristiche di emostasi, il laser a
diodi è particolarmente indicato in
chirurgia orale per il trattamento
delle lesioni vascolari e in particolare degli emangiomi. Inoltre, poiché
in molti casi il trattamento di queste lesioni è richiesto per ragioni di
ordine estetico, la micro-invasività
di questo tipo di chirurgia, associata alla rapida guarigione della ferita chirurgica, fa sì che essa venga
scelta quale procedura chirurgica
d’elezione2-4 .
Lo scopo di questo lavoro è descrivere, attraverso la presentazione
di due casi clinici, una modalità di
trattamento micro-invasivo degli
emangiomi orali attraverso l’utilizzo del laser a diodi.
Procedura operativa
Il protocollo terapeutico prevede
una fase di coagulazione per la riduzione delle dimensioni della lesione (opzionale, in relazione alle
dimensioni della lesione) e una fase
di escissione chirurgica della lesione. Entrambe le fasi sono effettuate
utilizzando un laser a diodi a 900
nm, in assenza di anestesia locale. I
parametri utilizzati nella fase di riduzione sono di 2,5 W in emissione
continua per 90 s. L’irradiazione è
effettuata utilizzando una fibra di
quarzo flessibile da 300 micron non
attivata, posizionata a una distanza
di 1 mm dalla lesione.
I parametri utilizzati nella fase di
Fig. 1 – Case report 1. Aspetto clinico della lesione alla visita
iniziale.
Fig. 2 – Case report 1. Procedura operativa: fase di coagulazione laser della lesione.
riferito la comparsa di edema e dolore post-operatorio. Dopo 15 giorni,
la lesione risultava completamente
guarita (Fig. 5). L’esame istologico
ha confermato la diagnosi di emangioma artero-venoso.
Case report 2
Una paziente di 84 anni, di sesso
femminile, si è presentata presso
il nostro ambulatorio di medicina
orale per la presenza di una neo-
formazione localizzata a livello del
labbro inferiore (Fig. 6).
La neoformazione si presentava di
colore rosso-giallastro con focali
aree brune, superficie irregolare,
margini netti, base d’impianto peduncolata. Alla palpazione la lesione appariva di consistenza duroelastica. Il diametro della lesione
era di circa 2 cm. La paziente riferiva
che la lesione era comparsa da circa
tre anni e nel tempo era aumentata di volume. La paziente, indagata
dal punto di vista medico generale,
non presentava controindicazioni
al trattamento chirurgico. Dopo l’esame clinico ed eco-doppler, è stata
formulata la diagnosi clinica di sospetto di emangioma.
La paziente è stata sottoposta all’escissione chirurgica della lesione.
Non è stato necessario eseguire alcun tipo di emostasi né applicare
punti di sutura (Fig. 7). La paziente
non ha riferito la comparsa di edema e dolore post-operatorio.
Dopo 15 giorni, la lesione risultava
completamente guarita (Fig. 8). L’esame istologico ha confermato la
diagnosi di emangioma capillare
lobulare.
> pagina 19
Fig. 3 – Case report 1. Procedura operativa: fase di escissione chirurgica laser-assistita della lesione.
escissione chirurgica sono: 3 W in
emissione pulsata con un duty cycle
del 50%, durata dell’impulso di 20
ms. L’irradiazione è effettuata utilizzando una fibra da 300 micron
attivata. Il fascio di luce laser viene orientato tangenzialmente alla
lesione e al piano di clivaggio della
lesione stessa. Al termine dell’escissione chirurgica il tessuto prelevato
viene inviato per l’esame istologico.
I pazienti vengono sottoposti a
follow-up per la valutazione della
guarigione clinica della ferita dopo
7 e 15 giorni. A ogni esame clinico,
vengono rilevati i report fotografici.
Case report 1
Una paziente di 53 anni, di sesso
femminile, si è presentata presso
il nostro ambulatorio di medicina
orale per la presenza di una neoformazione localizzata a livello della
mucosa geniena retrocommissurale destra (Fig. 1). La neoformazione
si presentava di colore bluastro,
superficie irregolare, margini net-
ti, base d’impianto sessile. Alla
palpazione, la lesione appariva di
consistenza molle. Il diametro della
lesione era di circa 4 cm. Alla digitopressione, la lesione scompariva.
La paziente riferiva che la lesione
era comparsa da circa quattro anni,
nel tempo era aumentata di volume
e occasionalmente sanguinava. La
sua maggiore preoccupazione, tuttavia, era di natura estetica e correlata alla deformazione tissutale. Le
condizioni di salute generale della
paziente erano buone. Dopo l’esame clinico ed eco-doppler, è stata
formulata la diagnosi clinica di sospetto di emangioma.
La paziente è stata dapprima sottoposta alla fase di coagulazione della
lesione (Fig. 2). Dopo 15 giorni, all’esame clinico il diametro della lesione appariva ridotto di circa 2 cm.
La lesione è stata quindi sottoposta
alla fase di escissione chirurgica
(Fig. 3). Non è stato necessario eseguire emostasi né applicare i punti
di sutura (Fig. 4). La paziente non ha
Fig. 4 – Case report 1. Aspetto della ferita post-chirurgica.
Fig. 5 – Case report 1. Aspetto clinico della lesione dopo 15 giorni dall’escissione
chirurgica laser-assistita.
Speciale 19
Laser Tribune Italian Edition - Febbraio 2014
Università degli Studi di Palermo – Dipartimento di Discipline
Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche
Master di II livello “Laser e nuove
tecnologie in Odontoiatria”
Edificio odontoiatria AOUP “P. Giaccone”
e Aula Tansini (DI.Chir.On.S.) Palermo
Coordinatore: prof. Giuseppina Campisi
Argomenti:
Fig. 6 – Case report 2. Aspetto clinico della lesione alla visita
iniziale.
Fig. 7 – Case report 2. Aspetto della ferita post-chirurgica.
<< pagina 18
Discussione
I casi clinici descritti in questo articolo mostrano che il laser
a diodi offre la possibilità di trattare agevolmente gli emangiomi orali, sia procedendo direttamente all’escissione chirurgica della lesione (case report 2) sia facendo precedere a
questa una fase pre-chirurgica di coagulazione, finalizzata
alla riduzione della lesione stessa (case report 1).
In entrambi i casi è stato possibile ottenere una rapida e
completa guarigione della ferita, senza ricorrere all’uso
di anestetici per infiltrazione e assicurando il massimo
comfort al paziente. Infatti, il laser a diodi ha permesso di
ottenere una perfetta emostasi senza uso di suture, riducendo il rischio emorragico sia durante la fase intra-operatoria
sia durante la fase post-operatoria; in più, la sua precisione
di taglio ha permesso di limitare le dimensioni della ferita,
con conseguente migliore e più rapida guarigione tissutale.
Inoltre, il laser a diodi utilizzato in fase pre-chirurgica, per
ridurre le dimensioni della lesione iniziale attraverso l’azione di coagulazione dei vasi sanguigni, ha reso più semplice
ed efficace la performance chirurgica.
Il Master è strutturato in 12 moduli che
prevedono 400 ore di attività frontale e
300 ore di tirocinio (seminari, incontri di
studio, convegni, attività di stage). Il Master, che coinvolge cinque atenei italiani,
fornirà un aggiornamento con l’obiettivo
di condividere e incrementare le competenze nel campo del laser (dalle basi scientifiche dell’utilizzo all’applicazione nella
chirurgia dei tessuti duri e molli del cavo
orale, in parodontologia, in conservativa
ed endodonzia, alla biostimolazione) e
delle nuove tecnologie in Odontoiatria
(piezosurgery, alitometria, CAD/CAM,
3D Cone Beam, microscopia).
Per informazioni:
Fig. 8 – Case report 2. Aspetto clinico della lesione dopo 15
giorni dall’escissione chirurgica laser-assistita.
Si può concludere che il laser a diodi rappresenta uno strumento efficiente e sicuro nel trattamento delle lesioni angiomatose, poiché è in grado di assicurare una completa e
rapida guarigione clinica, in assenza di rischi per il paziente.
Segreteria organizzativa (dott. Antonino
Albanese, dott. Domenico Compilato, dott.ssa Maria Ester Licata, dott.ssa
Bianca Polizzi, dott.ssa Nicoletta Termine)
E-mail: [email protected] Tel.: 091.6552221 – Fax 091.6552236
Durata: 12 mesi (da marzo 2014 a febbraio 2015)
ECM: la frequenza al Master esonera il partecipante dall’obbligo dell’ECM
per tutto il periodo di formazione.
La bibliografia è disponibile presso l’Editore.
PREMIAZIONE 2014
“L’articolo scientifico più letto”
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Clinical > articoli scientifici
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Il vincitore di gennaio 2014
Single Flap Approach: un approccio chirurgico
semplificato ai difetti ossei parodontali
Autori: A. Simonelli, R. Farina, L. Trombelli
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A fine anno la consegna dei premi
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20 Speciale
Laser Tribune Italian Edition - Febbraio 2014
Due laser (Erbium Yag e Diodi)
a confronto con l’handicap
Al V Memorial “Ruggero Cavaliere” (Ospedale Fracastoro di Verona, 7 dicembre) in un Convegno sui “percorsi terapeutici integrati medico e odontoiatrici”, si è affrontato l’approccio ai pazienti disabili con utilizzo dei laser ad
Erbium Yag e a Diodi, dove l’odontoiatra svolge una funzione importante,
alleviando
le difficoltà del soggetto
causate
da
un’igiene
orale non corretta.
pag.Pubblicitaria57°AdB
OK.pdf
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10/02/14
18.59
C
M
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CM
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Nei pazienti disabili e/o a rischio, i due laser appaiono poco invasivi e ben
accetti, con decorsi post-operatori prevedibili e non traumatici anche per
interventi importanti. Non utilizzando strumenti a taglio sono più sicuri
per un operatore che debba lavorare in difficoltà visive o senza collaborazione del paziente. Di qui l’utilizzo per pazienti con handicap, turbe men-
tali, diabetici,
cardiopatici,
emofi lici, con
Hiv o patologie tumorali
in chemioterapia e defedati.
A Verona si è
auspicato un
approccio mirato per limitare il ricorso
all’anestesia generale, evitando il
più possibile lo stress alla poltrona
per operatore e paziente. In passato era prassi trattare la disabilità
con anestesia generale: per lo più
in estrazioni multiple senza successiva sostituzione degli elementi
dentari estratti. Oggi si studiano
tecniche di approccio e metodi di
valutazione per quantificare velocemente la collaborazione del disabile, riaffermando i principi base
del suo trattamento (approccio mirato, anamnesi e documentazione
accurata, esame obiettivo, intercettazione precoce dei difetti di crescita dei mascellari e delle anomalie
dentarie, ecc).
L’assenza dello spiacevole rumore del trapano e di vibrazioni (ad
esempio in conservativa), del bisturi (nella piccola chirurgia) e,
nella maggioranza dei casi, dell’anestesia locale e suoi rischi, rendono il laser ad Erbio assai indicato nel trattamento dei disabili, in
particolare dei bimbi fobici spesso
ospedalizzati fi n dalla nascita date
le loro condizioni cliniche generali.
Questi i vantaggi dell’utilizzo sui
tessuti molli in persone disabili:
non necessità di un’anestesia (o in
quantità ridotta rispetto alle tradizionali), sanguinamento limitato
(anche se non ha effetto emostatico-coagulativo), maggior controllo
del sanguinamento senza lo spray.
Inoltre, contaminazione del sito
chirurgico, dolore post-operatorio
e tempi di guarigione ridotti, oltreché non necessità di sutura.
Utilissimo appare nelle pulpotomie, gengivoplastiche, gengivectomie, frenulectomie e frenulotomie, vestiboloplastiche, riaperture
implantari, epulidi, fibromi, papillomi, cisti superficiali, estrazioni
complesse, asportazioni di tessuto
granulomatoso in chirurgia endodontica e parodontale. Sui tessuti
duri dei soggetti disabili i vantaggi
derivanti sono l’efficacia in relazione alla quantità d’acqua presente
nel tessuto bersaglio, la massima
selettività d’azione, la formazione
immediata di dentina di reazione,
una mordenzatura non necessaria
(o a tempi ridotti) con minor rischio di danno pulpare, ridotto ricorso agli anestetici locali e minor
sensibilità post-operatoria. Infi ne,
l’associazione alle tecniche tradizionali per bisellare e lucidare.