Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino¶22 settembre 2014¶N. 39 21 Politica e Economia Sfida all’Isis Sono una quarantina gli aderenti alla coalizione internazionale contro il califfato islamico, ma l’alleanza si presenta con riluttanza e molte ambiguità La peste africana Ebola, il virus dei poveri non conosce tregua. Foto di Luigi Baldelli scattate in Sierra Leone Bilancio di sei anni alla DSC Intervista con Martin Dahinden che a fine settembre si dimette da capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione per assumere la carica di ambasciatore svizzero a Washington pagina 22 pagina 27 ESA pagine 24-25 Incontro con la Cometa Missione nello spazio La sonda Rosetta sviluppata dall’Agenzia Spaziale Europea porterà il lander Philae ad atterrare sulla superficie di 67P Churyumov-Gerasimenko. Il tentativo, senza precedenti, avverrà l’11 novembre Loris Fedele Il mondo scientifico, e più particolarmente quello legato alla ricerca in campo spaziale, è in fibrillazione. Siamo arrivati nei momenti cruciali di una missione nella quale il confine tra realtà e fantasia potrebbe confondersi, almeno filosoficamente parlando. La missione si chiama Rosetta, un nome comune, se però si va a verificare il perché di quel nome si vede che di popolare non ha nulla, anzi. Il nome è una citazione dotta, nel senso che si rifà alla famosa stele di Rosetta, la roccia granitica oggi esposta al British Museum di Londra, che porta inciso lo stesso testo in tre diverse grafie: il geroglifico, il demotico (egiziano) e il greco. La stele all’inizio dell’800 offrì la chiave per interpretare i geroglifici egiziani e quindi far avanzare vistosamente la conoscenza umana. Allo stesso modo la missione Rosetta, promossa dall’Agenzia spaziale europea, intende porre una nuova pietra miliare nella conoscenza umana dello spazio. L’obiettivo è una cometa, la 67P/ Churyumov-Gerasimenko sulla quale Rosetta – un satellite lanciato 10 anni fa e arrivato a destinazione lo scorso agosto – farà scendere un’altra sonda più piccola – chiamata Philae – per condurre esperimenti sul suolo cometario. In questo caso il nome è quello dell’obelisco di Philae, appartenente all’omonimo complesso di templi edificati nei pressi di Assuan, che con le sue iscrizioni concorse con Rosetta alla decifrazione dei geroglifici. Lunedì scorso, 15 settembre, è stato reso noto il sito prescelto dagli scienziati per far atterrare Philae sulla cometa. Si tratterà di una prima mondiale dal forte impatto emotivo. L’evento non può che suscitare curiosità e diverse riflessioni. Perché mai si è voluto andare su una cometa? Parafrasando J.F. Kennedy nel suo discorso che preannunciava lo sbarco americano sulla Luna potrei dire: «perché è difficile!» Ma le ragioni sono diverse e i tempi sono molto cambiati rispetto agli anni ’60. Una volta gli Stati Uniti e la disciolta Unione Sovietica si fronteggiavano a colpi di record. Il primato in campo spaziale rifletteva un preteso primato politico di un sistema di governo. Si investivano cifre strabilianti per questo scopo e i soldi per farlo, in un modo o nell’altro, si trovavano. Oggi le scelte non sono più quelle. Ne approfitta l’Europa, che con la sua Agenzia è diventata leader mondiale nel campo dei satelliti. Si è trattato di una scelta quasi obbligata, perché l’Europa non aveva i mezzi per competere sui voli umani nello spazio. Ma è stata una scelta vincente. Tuttavia i satelliti non sono soltanto quelli di servizio, i meteosat o quelli di telecomunicazione per esempio, ma ci sono anche quelli per la ricerca pura. Rosetta è uno di questi e l’averlo mandato a studiare una cometa da vicino è dovuto al fatto che, oltre alla grandissima performance tecnica necessaria all’impresa, si aprono nuove frontiere di conoscenza e verifica di ipotesi scientifiche importanti. Le comete sono corpi celesti antichissimi, che nella loro lunga vita sono cambiati poco. Una accreditata teoria ritiene che possano aver portato sulla Terra, con antichi scontri, gli elementi che hanno permesso la nascita della vita. La cometa, nell’immaginario collettivo, è qualcosa di meraviglioso e intrigante. Fin da bambini, e forse dal 1300 quando Giotto la disegnò nella Cappella degli Scrovegni di Padova, la associamo al pensiero di una stella con la coda che guidò i Magi verso Betlemme. La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko chi guiderà oggi? A questa missione hanno lavorato moltissime persone, di nazioni diverse, in Euro- pa e nel mondo. Non vi è distinzione di nazionalità, di razza o di religione nello sforzo degli scienziati che perseguono un obiettivo comune. Dei frutti raccolti beneficeranno tutti anche se, per ovvie ragioni di mercato, chi più ha dato più raccoglierà. Mi preme sottolineare la riuscita degli sforzi congiunti. In un mondo dove si formano continue divisioni è bello pensare che lo spazio unisce. Una curiosità: l’obiettivo della missione Rosetta all’inizio doveva essere la cometa 46P/Wirtanen, ma un lancio fallito del razzo Ariane 5 e la conseguente impossibilità di partire in tempo per un appuntamento con essa fecero cambiare destinazione. Si scelse 67P/Churyumov-Gerasimenko che porta il nome di due scienziati che la scoprirono: Klim I. Churyumov e Svetlana I. Gerasimenko attivi in Ucraina e in Russia, quando questi due Paesi andavano d’accordo. Ironica la coincidenza pensando alla situazione attuale. Oltre ad avere una doppia paternità la cometa si è mostrata binaria, cioè con un corpo formato da due elementi di taglia diversa uniti tra loro da una specie di collo più sottile e liscio. Una struttura del genere nelle comete non è giudicata rara, ma la forma si è dimostrata più estrema di come si sarebbe potuto pensare. Questo fatto rende ancora più difficile la gestione tecnica della missione. Il sito scelto per l’atterraggio di novembre si trova sulla parte più piccola, sulla «testa» della cometa. Come riserva si considera un sito sulla parte opposta della cometa, quella più panciuta. Vi sono precise ragioni scientifiche per queste scelte. Una richiesta importante è stata quella di trovare un sito dal quale la sonda Philae atterrata potesse condurre esperimenti in coppia con Rosetta, che resta in orbita attorno alla cometa nel suo avvicinamento al Sole. Gli scenari che si aprono costituiscono l’orgoglio di un’Agenzia europea che da tempo compete alla pari con le potenze spaziali russe e americane. Ma bisogna tenere i piedi per terra. Gli investimenti sono da capogiro, anche se danno lavoro a moltissime persone e muovono l’economia. Le scelte politiche strategiche in questo campo non possono pensare solo alla ricerca. Resta aperta la questione se ormai valga di più la pena ridurre i voli umani nello spazio e incoraggiare l’uso strumentale con sonde e robot oppure no. Comunque vada la missione Rosetta sta segnando un importante punto a favore delle macchine.
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