DIMENSIONAMENTO SISMICO DI PARATIE ANCORATE Luigi Callisto Sapienza Università di Roma [email protected] Ilaria Del Brocco Sapienza Università di Roma [email protected] Sommario Questa nota descrive un approccio prestazionale al dimensionamento sismico delle paratie ancorate, basato sull’analisi dei principali meccanismi plastici attivabili durante la fase intensa del terremoto. Poiché gli elementi di ancoraggio trovano la propria resistenza in un volume di terreno che durante l’evento è soggetto ad accelerazioni, all’aumentare della resistenza degli ancoraggi si passa da meccanismi plastici locali, caratterizzati dal raggiungimento della resistenza del bulbo e del terreno immediatamente a contatto con la paratia, a meccanismi globali che chiamano in causa l’intero volume di terreno compreso fra la paratia e il bulbo. Ciascun meccanismo plastico individuato può essere studiato con buona approssimazione mediante i metodi dell’equilibrio limite, per ottenere il relativo coefficiente sismico critico da mettere in relazione con la prestazione sismica dell’opera. Si esamina inoltre la possibilità di legare il coefficiente sismico critico alle massime sollecitazioni subite dalla paratia. 1. Introduzione Nella logica della progettazione prestazionale è utile ammettere che nel corso di eventi sismici severi, caratterizzati da elevati periodi di ritorno, un’opera di sostegno possa subire spostamenti permanenti derivanti dalla mobilitazione della resistenza globale dell’opera stessa. Si ammette in altri termini che nelle fasi più intense del sisma possa attivarsi in via transitoria un meccanismo plastico, costituito da elementi dissipativi ed elementi non dissipativi. Lo studio dei meccanismi plastici fornisce da un lato il coefficiente sismico critico, che può essere considerato un indicatore sintetico della resistenza del sistema all’azione sismica, e dall’altro le massime sollecitazioni che gli elementi non dissipativi devono sopportare per svolgere correttamente la propria funzione (Callisto 2014). Il coefficiente sismico critico può a sua volta essere legato allo spostamento permanente, che descrive la prestazione sismica dell’opera. 2. Strumenti di analisi Per una paratia vincolata con un livello di ancoraggi a bulbo iniettato, il relativo meccanismo plastico può essere di non immediata individuazione, poiché l’ancoraggio trova la sua resistenza in una zona di terreno che, sebbene distante dalla paratia, risulta comunque interessata dal moto sismico. In questo lavoro, il principale strumento per l’individuazione e lo studio dei meccanismi plastici è costituito da analisi numeriche di tipo pseudo-statico, condotte in condizioni di deformazione piana con il metodo delle differenze finite (codice FLAC v. 5.0, Itasca 2005), nelle quali le azioni sismiche, rappresentate da un campo di accelerazioni uniforme, sono state incrementate progressivamente fino alla completa mobilitazione della resistenza del sistema. La Figura 1.a mostra una delle griglie di calcolo utilizzate. La paratia ha una lunghezza di 7.5 m e sostiene uno scavo di altezza H = 5.5 m, realizzato in un Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio 30m contorno laterale contorno laterale 5.5m 2m 30.75m 1m 30m bedrock 60.75m (a) (b) Fig 1. (a) Reticolo per le analisi numeriche; (b) dettaglio della descrizione dell’ancoraggio. terreno a grana grossa in assenza di pressioni interstiziali; il livello di ancoraggio si trova alla profondità di 1 m. La paratia è descritta con una serie di elementi trave, collegati al terreno da elementi di interfaccia con una resistenza attritiva pari ai 2/3 di quella del terreno. Il livello di ancoraggio è descritto attraverso elementi cable, reagenti soltanto per azioni assiali, che nel tratto connesso al terreno sono vincolati ai nodi della griglia attraverso un legame elastico-perfettamente plastico, come rappresentato schematicamente in Figura 1.b. Si è assunto che il modulo di elasticità tangenziale a piccole deformazioni del terreno sia legato alla tensione efficace media p' attraverso la relazione: ⎛ p′ ⎞ G0 ⎟⎟ = K G ⎜⎜ pref ⎝ pref ⎠ 0 .5 (1) nella quale la pressione di riferimento pref è pari a 100 kPa e il moltiplicatore KG è stato posto pari a 1000. Nelle fasi di calcolo statiche si è adoperato per il terreno un legame costitutivo elasticoperfettamente plastico con legge di flusso non associata (dilatanza nulla), un valore operativo del modulo di elasticità tangenziale pari al 30 % di G0 e un coefficiente di Poisson ν pari a 0.20. La Tabella I riassume le principali proprietà meccaniche del terreno, della paratia e degli elementi di ancoraggio (c' è la coesione, ϕ' è l’angolo di resistenza al taglio, ψ è la dilatanza, EI è la rigidezza flessionale della paratia, EA è la rigidezza assiale degli elementi cable, che varia a seconda dello schema analizzato). Tabella I. proprietà meccaniche dei terreni e degli elementi strutturali per le analisi statiche terreno paratia ancoraggio c' ϕ' ψ G ν EI EA 5 2 0 35° 0 0.3 G0 0.20 1.26×10 kNm /m 1.5-9.1 ×104 kN/m Gli stessi reticoli delle analisi pseudo-statiche sono stati poi impiegati, modificando opportunamente le condizioni al contorno e il legame costitutivo del terreno, per lo svolgimento di analisi dinamiche nel dominio del tempo, nelle quali sono stati applicati al contorno inferiore delle registrazioni di eventi sismici di intensità sufficiente ad attivare la resistenza del sistema. (In particolare, i risultati mostrati in questa nota sono relativi alla registrazione di Tolmezzo amplificata con un fattore di scala pari a 2). Ai contorni laterali sono stati applicati contorni assorbenti di tipo free field (Itasca 2005), mentre per il terreno si è utilizzato un legame costitutivo di tipo isteretico, calibrato per riprodurre la curva di decadimento della rigidezza tangenziale di Seed e Idriss (1979), accoppiato al criterio di MohrCoulomb caratterizzato dai parametri di resistenza riportati in Tabella I. Callisto e Del Brocco Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio Con le analisi dinamiche si è controllato che i meccanismi plastici trovati nelle analisi pseudo-statiche fossero rappresentativi dell’effettivo comportamento delle opere di sostegno durante un evento sismico. Infine, è stata esplorata la possibilità di trattare i meccanismi plastici ricavati dai risultati delle analisi numeriche mediante i comuni metodi dell’equilibrio limite, allo scopo di fornire uno strumento di analisi immediatamente impiegabile nella progettazione. 3. Analisi pseudo-statiche e interpretazione dei meccanismi plastici La Figura 2 mostra tre diversi schemi, caratterizzati da paratie di uguale geometria ma con livelli di ancoraggio di proprietà diverse. In particolare, passando dallo schema A allo schema C la lunghezza del tratto connesso aumenta notevolmente. Nel caso A la resistenza Tlim allo sfilamento dell’ancoraggio, pari a 70 kN/m, deriva dal dimensionamento della paratia in corrispondenza di un coefficiente sismico modesto, pari a 0.1. Gli schemi B e C sono invece caratterizzati da una maggiore resistenza del tratto connesso, pari a 500 kN/m; nei due schemi questa stessa resistenza è però ottenuta attraverso due diverse combinazioni fra la lunghezza del bulbo L e la resistenza unitaria Tlim/L al contatto tra il bulbo e il terreno: in particolare, passando dal caso B al caso C è stata raddoppiata la lunghezza del bulbo e dimezzata la resistenza unitaria. In Figura 2.a sono rappresentate le zone di terreno nelle quali all’attivazione del meccanismo plastico la resistenza del terreno risulta completamente mobilitata; in corrispondenza del bulbo di ancoraggio è anche rappresentato il grado di mobilitazione della resistenza allo sfilamento. La Figura 2.b mostra invece un’interpretazione qualitativa dei meccanismi ottenuti e riporta i corrispondenti valori del coefficiente sismico critico kc. Per lo schema A dalle analisi numeriche pseudo-statiche si ottiene kc = 0.25 e un cinematismo rotazionale per la paratia, associato alla formazione di cunei di spinta a tergo e a valle della paratia e alla completa mobilitazione della resistenza allo sfilamento dell’ancoraggio. Nel caso B il cinematismo è invece prevalentemente traslazionale e sembra chiamare in causa la resistenza dell’intero volume di terreno compreso fra la paratia e l’ancoraggio, mentre la resistenza allo sfilamento risulta solo parzialmente mobilitata; il coefficiente sismico critico per questo schema vale 0.35. I risultati ottenuti per lo schema C indicano che aumentando la lunghezza del bulbo ma lasciandone invariata la resistenza complessiva il cinematismo critico rimane di tipo globale, ma tende ad assumere un carattere leggermente rotazionale, con superfici di scorrimento convesse che raccordano l’inclinazione del cuneo di spinta attiva alla giacitura del bulbo stesso. A parità di resistenza totale allo sfilamento, l’incremento di lunghezza del bulbo produce una resistenza complessiva maggiore, espressa da un valore del coefficiente sismico critico pari a 0.41. Attraverso alcune analisi parametriche si è verificato che i meccanismi plastici trovati sono sostanzialmente indipendenti dalle caratteristiche di rigidezza dei materiali e dall’eventuale stato di pretensione negli ancoraggi. I diversi meccanismi plastici associati agli schemi A, B e C possono essere studianti mediante analisi di equilibrio limite condotte iterativamente a rottura, come illustrato in Figura 3. Nel primo schema si assume una rotazione rigida della paratia intorno a un punto prossimo alla base e si assume completamente mobilitata la resistenza allo sfilamento dell’ancoraggio; si ricercano iterativamente i valori del coefficiente sismico critico e della profondità del punto di rotazione, imponendo che siano soddisfatte le equazioni di equilibrio alla traslazione orizzontale e alla rotazione della paratia soggetta alle tensioni di contatto e alla reazione dell’ancoraggio. Le tensioni di contatto sono una funzione del coefficiente sismico e possono essere calcolate utilizzando la soluzione di estremo inferiore di Lancellotta (2007) estesa alle condizioni limite attive da Rampello et al. (2011). In questo modo, per il modello A si è ottenuto un valore del coefficiente sismico critico kc = 0.27 e distribuzioni delle tensioni di contatto e delle sollecitazioni praticamente coincidenti con quelle trovate per via numerica (Figura 3.a). Per il caso B il meccanismo può essere studiato ricercando iterativamente il valore del Callisto e Del Brocco Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio m 3 A o l l e d o M (a) / li m (-) 0.99 1.00 = kc = L =/ m i m= i Tlkc Tl 70kN/m 23.3kPa 0.25 (b) 0.27 m 5 B o l l e d o M / li m (-) 0.99 1.00 = kc = L =/ m m= il Tl Tikc 500kN/m 100kPa 0.35 0.38 m 0 1 C o l l e d o M / li m (-) 0.99 1.00 = kc = L =/ m m= i l Tikc Tl 500kN/m 50kPa 0.41 0.42 Fig 2. (a) grado di mobilitazione della resistenza del terreno e dell’ancoraggio; (b) interpretazione dei meccanismi plastici B Sa WR Sp A B A G C D WR Sa C=f O=D=i Sp R1 Sa WR R1 Sp 0.38 Cs C o l l e d o= M kc B o l l e d o= M kc A o l l e d o= M kc 0.27 0.42 Fig 3. Analisi dei meccanismi plastici con metodi dell’equilibrio limite. coefficiente sismico critico che soddisfa l’equilibrio alla traslazione del volume di terreno trapezoidale compreso fra la paratia e l’estremo dell’ancoraggio, soggetto, oltre alle forze di massa, alle risultanti della spinta passiva SP e della spinta attiva SA esercitata dal terreno a monte dell’ancoraggio lungo la verticale BC e alla reazione R1 esercitata dal terreno in posto lungo la superficie di scorrimento (Figura 3.b); SA e SP possono essere calcolate con le già menzionate soluzioni di estremo inferiore; l’equilibrio alla traslazione può essere utilmente scritto nella direzione normale a R1. Si è ottenuto così per lo schema B un coefficiente sismico critico pari 0.38; trattandosi di un equilibrio globale, in questo caso l’analisi non può fornire indicazioni sulle tensioni di contatto e quindi sulle sollecitazioni. Nel caso C, è possibile ipotizzare che il meccanismo attivi la resistenza lungo una superficie curvilinea, approssimabile con un arco di spirale logaritmica di anomalia ϕ', univocamente determinato dalla condizione di passaggio per il piede della paratia e per l’estremità dell’ancoraggio. La soluzione si Callisto e Del Brocco Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio ricava ricercando iterativamente il coefficiente sismico che soddisfa l’equilibrio alla rotazione della porzione di terreno delimitata dalla paratia, dalla superficie di scorrimento e dalla verticale BC (Fig. 3.c). Utilizzando questa procedura si è ottenuto per il caso C un coefficiente sismico critico prossimo a quello ricavato per via numerica, e pari a 0.42; anche in questo caso il carattere globale del meccanismo non consente di ricavare informazioni sulle tensioni di contatto fra il terreno e la paratia e quindi sulle sollecitazioni. 4. Analisi del comportamento dinamico e discussione dei risultati La Figura 4 mostra per i tre diversi schemi le griglie deformate al termine dell’evento sismico considerato. La configurazione finale per ciascuno dei tre casi studiati appare descritta con sufficiente accuratezza dai meccanismi plastici di Figura 2.b. Inoltre le storie temporali del grado di mobilitazione della resistenza allo sfilamento degli ancoraggi diagrammate in Figura 5.a mostrano, in accordo con i meccanismi ricavati dalle analisi pseudo-statiche, che effettivamente solo per lo schema A si verifica la completa mobilitazione della resistenza dell’ancoraggio; per i modelli B e C la forza assiale nel livello di ancoraggio è sempre minore del 40 % della rispettiva resistenza allo sfilamento. In Figura 5.b sono invece rappresentati, per i tre diversi schemi analizzati, gli spostamenti orizzontali medi della paratia e la differenza Δu tra lo spostamento della testa e quello del piede, proporzionale alla rotazione della paratia. La prestazione sismica del sistema appare immediatamente correlabile al coefficiente sismico critico del corrispondente meccanismo plastico di Figura 2: al crescere della resistenza sismica del sistema, rappresentata sinteticamente da kc, gli spostamenti decrescono rapidamente. Inoltre i risultati mostrati in figura concordano con la cinematica dei meccanismi plastici di Figura 2, confermando che gli spostamenti subiti dalla paratia dello schema A sono associati a rotazioni non trascurabili, mentre le paratie dei rimanenti due schemi subiscono prevalentemente delle traslazioni. È interessante osservare l’andamento delle massime sollecitazioni nella paratia in funzione di kc, mostrato in Figura 5.c. Con riferimento ai risultati delle analisi pseudo-statiche, si osserva che all’aumentare del coefficiente sismico critico si verifica un aumento delle massime sollecitazioni. Per il problema in esame, analisi aggiuntive non discusse in questa nota hanno mostrato che il passaggio dal meccanismo locale ai meccanismi di tipo globale si verifica in corrispondenza di kc ≈ 0.33. Dalla Figura 5.c si osserva che per valori di kc maggiori di questa soglia le sollecitazioni massime nella paratia aumentano con un gradiente modesto; una stima delle massime sollecitazioni nella paratia può pertanto ottenersi, con buona approssimazione, dall’analisi del meccanismo di tipo A per una resistenza allo sfilamento dell’ancoraggio che corrisponde al passaggio dal meccanismo locale a quello globale. Questo particolare valore della resistenza allo sfilamento può essere ricavato studiando l’equilibrio limite della paratia imponendo che il punto di rotazione coincida con il piede. Le massime sollecitazioni ottenute dalle analisi dinamiche sono sistematicamente maggiori di quelle ottenute in condizioni pseudo-statiche, probabilmente per effetti legati all’asincronia del moto sismico. Tuttavia l’andamento delle sollecitazioni dinamiche in funzione di kc è molto simile a quello ottenuto con le analisi pseudo-statiche, mostrando che il comportamento dinamico del sistema appare effettivamente controllato dallo sviluppo dei meccanismi plastici di Figura 2. Per il caso A, le analisi dinamiche sono state ripetute con diversi accelerogrammi e diversi fattori di scalatura, ottenendo risultati praticamente coincidenti: questi risultati sono in accordo con il quadro concettuale descritto da Callisto (2014) secondo il quale, nella logica del criterio della gerarchia delle resistenze, le sollecitazioni negli elementi non dissipativi di un meccanismo plastico sono una funzione della resistenza degli elementi dissipativi, e non dell’ampiezza delle azioni sismiche. Nel caso in esame, la paratia funge da elemento non dissipativo, mentre gli elementi dissipativi sono costituiti da terreno e, limitatamente al caso A, dal contatto fra il bulbo di ancoraggio e il terreno. Callisto e Del Brocco Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio A B C Fig 4. Configurazione deformata delle griglie di calcolo per i tre schemi analizzati. 0.5 media u 0.4 250 (a) (b) (c) 200 0.3 C B 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 A 150 0.2 100 0.1 50 B, C 0 0 4 8 12 16 20 t (s) Flac pseudo-statiche Flac dinamiche T2 A T A A kc=0.25 B C kc=0.35 kc=0.41 0 0.24 0.28 0.32 kc 0.36 0.4 0.44 Fig 5. (a) storia temporale del grado di mobilitazione della resistenza allo sfilamento del bulbo per i tre diversi schemi; (b) spostamenti medi e differenziali ottenuti dall’analisi dinamica con la registrazione sismica di riferimento; (c) massimi valori del momento flettente nella paratia, diagrammati in funzione del coefficiente sismico critico. 5. Considerazioni conclusive L’effettivo comportamento dinamico di un elemento strutturale interagente con il terreno è caratterizzato da notevole complessità. Tuttavia, per molte opere di sostegno può ammettersi che la resistenza globale del sistema possa essere raggiunta durante la fase intensa del sisma. In questo caso una rappresentazione semplificata ma sostanzialmente attendibile del comportamento sismico dell’opera è rappresentata da un accumulo di spostamenti prodotto dalla ripetuta attivazione di un meccanismo plastico durante l’evento. Nel progetto di paratie ancorate, la resistenza assunta per lo sfilamento del bulbo si basa tipicamente su correlazioni empiriche caratterizzate da una notevole incertezza: per questo motivo viene spesso valutata con notevole cautela. I risultati presentati in questa nota evidenziano che al crescere della resistenza allo sfilamento si assiste a una transizione da meccanismi locali verso meccanismi globali. Entrambi i meccanismi possono essere studiati con relativa semplicità, per prevedere diversi possibili scenari associati alla effettiva resistenza allo sfilamento. La condizione di transizione fra i meccanismi di tipo locale e globale può anche essere utilizzata per un previsione sufficientemente cautelativa delle massime sollecitazioni da utilizzare nel progetto della paratia. Bibliografia Callisto L. (2014). Capacity design of embedded retaining structures. Géotechnique 64, 204-214, http://dx.doi.org/10.1680/geot.13.P.091 Itasca (2005) FLAC Fast Lagrangian Analysis of Continua v. 5.0. User’s Manual. Lancellotta R. (2007). “Lower bound approach for seismic passive earth resistance”, Géotechnique, 57, 319-321. Rampello S., Callisto L. e Masini L. (2011). Spinta delle terre sulle strutture di sostegno. Atti delle XXIII Conferenze Geotecniche di Torino. Seed HB and Idriss IM (1979). Soil moduli and damping factors for dynamic analysis. Report No. EERC 70-10, University of California, Berkeley. Callisto e Del Brocco
© Copyright 2024 Paperzz