I. I. S. S. “PITAGORA - CALVOSA” XXX OLIMPIADE DI MATEMATICA Convegno di studi 12 Aprile 2014 XX OLIMPIADE DI MATEMATICA: MATEMATICA “OLIMPIADI DI STRATEGIE E CURIOSITA’” Prof. Vincenzo Aieta (Responsabile Provinciale) Giunto alla XVIII edizione, il Convegno di Studi sulla Matematica vedrà in veste di relatore il Professore Paolo Antonio Oliverio, docente di ruolo di Geometria presso il Dipartimento di Matematica ed Informatica dell’Università della Calabria, che, per la circostanza, ha scelto di parlare proprio delle “Gare di Matematica”. Prendiamo spunto da questo per soffermarci brevemente sulla “Storia delle Olimpiadi di Matematica”, concludendo con alcuni dati provinciali. L’Italia ha aderito alle Olimpiadi Internazionali della Matematica dal 1967, ma l’inizio della competizione, alla quale partecipano studenti provenienti dalle Scuole Secondarie di tutto il mondo, è datato 1959. Dopo vari tentennamenti e solo verso la metà degli anni Ottanta, il nostro Paese si è deciso ad organizzare le Gare a livello Nazionale. Dal 1987-88, l’organizzazione delle gare di selezione è stata affidata dal Ministero della Pubblica Istruzione alla Scuola Normale Superiore di Pisa. L’Unione Matematica Italiana ha nominato ufficialmente una Commissione per le Gare Matematiche, assumendone così la responsabilità in campo scientifico e didattico nazionale. A partire dal 2000, alla gara individuale, che si articola su tre livelli: Selezione d’Istituto; Selezione Provinciale; Selezione Nazionale; si è affiancata la Gara a Squadre che va acquistando un consenso sempre più ampio coinvolgendo migliaia di studenti provenienti da tutte le regioni italiane. Attualmente più di 1500 Istituti aderiscono ogni anno al Progetto Olimpiadi della Matematica per un totale di 350.000 ragazzi iscritti alla prima fase della gara. Motivazioni del progetto: ● far capire agli studenti che la Matematica può essere divertente, stimolante e a volte ludica, non fatta solo di esercizi meccanici, aridi e noiosi; ● dare ai ragazzi la possibilità di mettere le proprie abilità in comune e di competere per la propria squadra o scuola, attirando interesse verso la matematica, vista come disciplina per tutti; ● diffondere il gusto per la matematica semplice ed elementare, ma intellettualmente stimolante, approfondendo lo studio di argomenti di carattere non prettamente scolastico; ● conoscere altri ragazzi e ragazze che condividono gli stessi interessi ed approfondire insieme a loro le conoscenze della disciplina. A livello provinciale, dal 1994, le scuole iscritte ogni anno sono una quarantina. Ai giochi di Archimede, tra Biennio e Triennio, partecipano in media 4.500 studenti per un totale di 90.000 ragazzi. Alla Fase Provinciale, curata dal responsabile, in media prendono parte 600 studenti per un totale di 12.000 unità. In questo arco di tempo abbiamo meritato una medaglia d’oro, una d’argento, cinque di bronzo e varie menzioni d’onore. Il punteggio più alto, nel 2005, è di Francesco Greco del Liceo “Fermi” di CS, medaglia d’oro con 28 punti su 42. Essere presente alla premiazione mi ha, ad un tempo, inorgoglito ed emozionato. 8 XXX Olimpiade di matematica Nel 1220, Leonardo Pisano da Pisa, detto Fibonacci, (1180 - 1250) calcola π = 3,141818. Ludolph von Keulen (1539-1610), professore di matematica dell’Università di Leida, utilizzando il metodo di Archimede, nel 1596 calcola 20 cifre decimali di π con un poligono di 60 · 233 lati, nel 1609 arriva a 34 decimali. Egli chiese che i decimali fossero impressi sulla sua tomba, distrutta nel XIX secolo. In suo ricordo in Germania π viene spesso chiamato il numero di Ludolph. A Parigi Francois Viète (1540 - 1603) partendo da considerazioni geometriche elementari sull’area di un poligono di 2n lati, scrive la prima formula infinita di π, calcolando calcolando le aree di poligoni inscritti in un cerchio di r =1. | XXX OLIMPIADE DI MATEMATICA FASE PROVINCIALE 20 - 02 - 2014 Studenti per la finale nazionale 8 - 9 - 10 - 11Maggio 2014 Studente Scuola Punti 1) Alessia Greco Liceo S. “Fermi” CS 50 2) Carmine Perrone L. Cl. Castrovillari 41 3) Mattia Tiso L. S. Spezzano Alb. 40 Gara a squadre 2014 Squadra Scuola Punti 1) I Numeri Primi Liceo Classico Rende 161 2) ALL FABIOS Liceo Scient. Corigliano 131 3) WIZARDS IIIB Lic. Class. Castrovillari 122 Il termine 2 indica l’area del quadrato inscritto nel corrisponde all’area dell’ottagono. Si moltiplica per e si passa al poligono di 16 lati, poi per e si passa al poligono di 32 lati, ecc. Questo Olimpiadi 2014:Scuola Media CLASSI PARTECIPANTI S. M. S. “De Nicola” C.villari IIIC-D-L-A-B-M-G-E S. M. S. Rocca Imperiale classe IIIA-IIIB Il prodotto, per un poligono di 128 lati, fornisce il valore di π = 3,1415138011. Non si sa se esso converge a π e come formula in pratica non è utile. Wikkebrod Snellius (1580 - 1626), nel 1621 tenta una approssimazione per difetto e per ecces so di un arco di cerchio con segmenti di retta. Dalle sue costruzioni costruzioni riricavò una formula di approssimazione di α che sarà dimostrata da Christian Huygens un secolo dopo e che oggi si S. M.S. Diamante classe IIIA-IIIB S. M.S.“N. Misasi” Cosenza IIIA-B-C-D-E-F-G-H-I S. M S. Morano Calabro classe IIIA-IIIB S. M .S. “Levi” Rossano classi IIIB-E-H-A-C-G S. M. S. Canna classe IIIC – S. M.S. Nocara IIID S. M. S. Amendolara classe IIIA- S. Lorenzo B. IIIE S. M.S. Montegiordano classe IIIA S. M. S. Verbicaro classi IIIA- IIIB S. M. S. Francavilla M. classi IIIA-IIIB S. M.S. Cerchiara di Calabria classe IIIC Essa offre un metodo per calcolare π, dato che per 4certiXXVI di matematica valoriOlimpiade dell’angolo, tipo , nei poligoni di 3x2n lati, senα, cosα e tanα sono espressi sotto forma di radicali. S . M. S. Roggiano Gravina IIIC-A-B-D S.M.S. RosetoXXIX Capo Spulico IIID di matematica Olimpiade S.M.S. Buonvicino classe IIIA 5 XXX Olimpiade di matematica 5 L’insegnamento come passione “Un metodo attivo per l’insegnamento della geometria intuitiva”. Il suo metodo di insegnamento fu molto influenzato dalla lettura di Eleménts de Géométrie di Alexis Clairaut (1741), un libro in cui l’autore propone, nell’insegnamento della geometria, di partire dalla realtà, dal calcolo delle aree dei campi, usando un “metodo costruttivo”. È da questo momento che Emma decise di cambiare il suo insegnamento, partendo appunto dalla realtà, dalle aree e dai perimetri che si possono misurare. Sulle sperimentazioni del nuovo metodo si basa il libro di testo per la scuola media, piuttosto difforme dai programmi allora vigenti, che intitolò “Geometria intuitiva” (1948) e nel quale la Castelnuovo sottolinea l’importanza di collegarsi a quanto è stato fatto nelle scuole elementari, sostituendo ad un metodo descrittivo un metodo costruttivo “attivo e continuo”. La novità delle sue idee appare anche nella prefazione al libro che qui riportiamo: “obiettivo principale del Corso di Geometria intuitiva è suscitare, attraverso l’osservazione dei fatti riguardanti la tecnica, l’arte e la natura, l’interesse dell’alunno per le proprietà fondamentali delle figure geometriche e, con esso, il gusto e l’entusiasmo per la ricerca. Questo gusto non può nascere, credo, se non facendo partecipare l’alunno nel lavoro creativo. É necessario animare la naturale e istintiva curiosità che hanno i ragazzi dagli 11 ai 14 anni accompagnandoli nella scoperta delle verità matematiche da una parte, trasmettendo l’idea di averlo fatto per se stessi e, dall’altra parte, far sentire progressivamente la necessità di un ragionamento logico”. Il libro procede con disegni, figure, riferimenti alla realtà: inizia con la piegatura della carta per poi passare alle costruzioni con riga e squadra. Come Clairaut riprende l’idea del filo teso tra due punti per introdurre le proprietà di segmenti e rette, utilizzando la semplice idea didattica che una proprietà si comprende meglio quando si trovano esempi in cui essa non vale. Il suo libro di “Geometria intuitiva” le aprì la strada dell’Europa e degli incontri internazionali per cui non stupisce ritrovarla nel ’53 tra i membri della CIEAEM (Commission Internationale pour l’Etude et l’Amélioration de l’Enseignement des Mathématiques) nata, come gruppo di studio e di lavoro, nel 1950 ad opera del pedagogista Caleb Gattengo e frequentata, tra gli altri, dallo psicologo Piaget che ebbe modo di conoscere e di convincersi che le esperienze di Piaget, interpretate come esperienze didattiche, consentono di sviluppare certe leggi che poi saranno necessarie per l’acquisizione di un concetto e che esse garantiscono una maggiore libertà nella costruzione matematica. A Bruxelles da Paul Lebois fu invitata a visitare l’Ecole Decroly, nata nel 1907 per iniziativa di un gruppo di amici che aveva deciso di affidare l’educazione dei propri figli, per la scuola dell’infanzia e primaria, al pedagogista Ovide Decroly. Questa scuola divenne un punto fermo nella sua formazione: qui l’insegnamento era ricco di stimoli, anche per un bravo insegnante desideroso di imparare, qui il docente parlava pochissimo e si limitava a proporre degli esercizi agli alunni che lavoravano da soli, cercando di rispondere alle domande poste. Nel 1965 nacque il premio Guido Castelnuovo, fondato da Emma, secondo alcuni con i proventi dei suoi libri, che consisteva in una borsa di studio sufficiente a finanziare, ogni anno, un viaggio di una settimana a Bruxelles per una decina di insegnanti di matematica. Quattro giornate erano dedicate all’Ecole, le Journées pédagogiques, nel corso delle quali veniva esposto ai presenti il metodo di insegnamento adottato nella Scuola. Una importante ricaduta delle visite a Bruxelles è rappresentata dalle esposizioni di matematica. Tra il 1971 e il 1974 ella organizzò nella sua scuola, la Scuola Media Tasso di Roma, due esposizioni dei suoi alunni. Esporre per lei vuol dire “da un lato mostrare qualcosa e dall’altro spiegare verbalmente”. Al libro Geometria Intuitiva, seguono molte edizioni relative ai Numeri e alla Geometria. Nella Guida per l’insegnante, allegata alla edizione 1970 di Didattica della Matematica, mette in luce altri momenti importanti del lavoro in classe come la lettura del testo e gli esercizi da fare insieme in classe. Per Didattica della Matematica nel 1964 ottenne il Premio dell’Accademia dei Lincei. Nel marzo del 2009 è stata insignita dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana ”per la passione e l’impegno profusi nel suo lavoro che le hanno permesso di elaborare proposte didattiche profondamente innovative”. (Fonte di questo articolo è la rivista dell’Unione Matematica Italiana: Matematica nella società e nella cultura, n. di aprile 2013.) 6 XXX Olimpiade di matematica ▲ “ L’affascinante numero π Storia di π ai tempi della Geometria I Babilonesi I più antichi valori di π, la cui utilizzazione è attestata nell’ambito delle civiltà antiche, sono: L’ultimo valore proviene da una tavoletta babilonese in scrittura cuneiforme, venuta alla luce nel 1936 e vecchia di 4 di 4.000 anni. Sembra che i Babilonesi ci siano arrivati perché essi sapevano che il perimetro di un esagono è 3 volte il diametro del cerchio circoscritto all’esagono stesso (ciò che giustifica la prima approssimazione ); d’altro canto essi stimavano il rapporto tra il perimetro del cerchio di raggio uno e quello dell’esagono inscritto in misura approssimata ottenuta dal sistema di numerazione in base 60 allora in uso. Da queste premesse si deduce che : Gli antichi Egizi Il papiro di Rhind, scoperto nel 1855 e conservato nel British Museum, nel problema 48 valuta π come: … Si parte da un quadrato di lato 9, suddiviso in 9 quadrati di lato 3 e si calcola l’area dell’ottagono che, contando quadrati e mezzi quadrati, è 63, valore sostituito da 64 che tiene conto che l’area del cerchio, che sembra molto vicina a quella dell’ottagono, è solo un po’ più grande. L’area del cerchio è : che posta uguale a 64 ci fornisce il valore di π sopra scritto. A differenza dei Uno posto di per merito Babilonesi, glidiritto Egizi esapevano perfettamente che il π del 2 XXVI Olimpiade di matematica rapporto tra circonferenza e diametro era lo stesso π del rapporto tra area del cerchio e quadrato del raggio. LaIlBibbia Il passo della Bibbia, che descrive la costruzione del Un tempio di Salomone e l’enorme bacile di bronzo, (datato 550 a.C.) utilizza il valore π = 3. Tuttavia gli Ebrei avevano forse coscienza che 3 non fosse che una approssimazione di π tanto è vero che, qualche secolo più tardi, dopo la diffusione della geometria greca, il valore 3 creerà gravi problemi. Il rabbino matematico Nehèmiah (vissuto in Palestina intorno al 150 a. C.), combattuto tra il valore biblico π = 3 e quello fornito da Archimede π = 3+ 1/7 che sapeva essere più vicino al vero, esce dall’impasse sostenendo che, poiché la Bibbia non si sbaglia mai e pure per conciliare fede e geometria, essa si riferisce alla circonferenza interna del bacile che, tenuto conto dello spessore del recipiente, può perfettamente valere 3 volte il diametro esterno. Archimede di Siracusa (287-212 a. C.) Nel suo libro “Sulla Misura del cerchio” dopo aver stabilito che considerando poligoni di 6,12, 24, 48, 96 lati calcola le approssimazioni successive di π che lo conducono alle valutazioni seguenti, un risultato stupefacente se si tiene conto che Archimede utilizza un metodo geometrico che fa ricorso a puri calcoli astratti e non a misure per cui non si basa sul concetto che il nostro mondo fisico sia euclideo: , oppure da cui si ottiene 3,1408 < π < 3,1429. Per calcolare π egli considera un cerchio di raggio 1 che circoscrive ed inscrive con poligoni di 3·2n lati, è il semiperimetro del poligono circoscritto e il semiperimetro del poligono inscritto. Per si ha 3 e 3 < π < 3,46 se n=2 e 3,10 < π < 3,21 Utilizzando questa formula di ricorrenza, è possibile trovare π con la precisione voluta. Per giungere alla sua approssimazione Archimede ha dovuto calcolare radici quadrate ad ogni passaggio, approssimando per difetto o per eccesso a seconda che calcolasse o . Tutto il procedimento si basa sulla legge di isotonia, cioè che la lunghezza di una curva, compresa tra due poligoni, è compresa tra le lunghezze dei perimetri dei poligoni stessi. L’idea di usare 2 XXX Olimpiade di matematica OLIMPIADI INTERNAZIONALI 2103 seguenti due condizioni: (1) nessuna delle rette passa per i punti della configurazione. (2)nessuna regione contiene punti di entrambi i colori. Qual è il minimo valore di k tale che, per ogni configurazione colombiana di punti, esiste un insieme buono di k rette? Problema 3. Sia ABC Le 54-me IMO, svoltesi a Santa Marta (Colombia) dal 18 al 28 Luglio 2013, hanno visto la partecipazione di 98 Paesi e 528 studenti. Sono state assegnate 45 medaglie d’oro a partire da un punteggio x≥31, 92 medaglie d’argento per punteggi: 24≤ x < 31 e 141 medaglie di bronzo: 15≤ x < 24. Nessuno studente ha ottenuto il punteggio pieno (42 punti). Al primo posto assoluto, con 41 punti su 42, si sono classificati Yutao Lyu (Cina) ed Eunsoo Lee (Corea del Sud); seguono con 40 punti Chung Song Hong (Corea del Nord) e Jeck Lim (Singapore). L’Italia con 137 punti si piazza al 20-esimo posto guadagnando 44 punti rispetto al 2012, tra i Paesi della comunità europea prima di Francia e Germania e subito dopo il Regno Unito. Ecco i risultati dei nostri: Nome Esercizi 1-6 totale Medal Gioacchino Antonelli 5-1-0-7-1-0 14 M.O. Dario Ascari 7-7-7-7-7-0 35 Oro Damiano Zeffiro 7-4-0-7-7-0 25 Giada Franz 1-1-0-7-2-0 11 M.O. Marco Trevisiol 7-7-0-7-1-0 22 Bronzo Federico Glaudo 7-7-2-7-7-0 30 Argento Argento Al primo posto assoluto la Cina (208 punti), poi la Corea del Sud (204), USA (190), Russia (187), Corea del Nord (184), Singapore (182). Problemi proposti: 3 al giorno per 4 ore e 30 primi. Problema 1. Dimostrare che, per ogni coppia di interi positivi k ed n, esistono k interi positivi m1, m2,…, mk (non necessariamente distinti) tali che: Problema2. Una configurazione di 4027 punti nel piano si dice colombiana se è costituita da 2013 punti rossi e 2014 punti blu, ed i punti della configurazione sono a 3 a 3 non allineati. Il piano viene suddiviso in varie regioni tracciando delle rette. Un insieme di rette si dice buono per una configurazione colombiana se sono soddisfatte le un triangolo. L’excerchio del triangolo ABC opposto al vertice A è tangente al lato BC nel punto A1. Definiamo il punto B1 su CA ed il punto C1 su AB in maniera analoga, usando gli excerchi opposti a B e C, rispettivamente. Supponiamo che il circocentro del triangolo A1B1C1 appartenga alla circonferenza circoscritta al triangolo ABC. Dimostrare che il triangolo ABC è rettangolo. (L’excerchio del triangolo ABC opposto al vertice A è la circonferenza tangente al segmento BC, alla semiretta AB dalla parte di B, e alla semiretta AC dalla parte di C. Gli excerchi opposti a B e C sono definiti in maniera analoga). Problema 4. Sia ABC un triangolo acutangolo con ortocentro H, e sia W un punto del segmento BC, strettamente compreso tra B e C. I punti M ed N sono i piedi delle altezze condotte da B e C, rispettivamente. Indichiamo con ω1 la circonferenza circoscritta a BWN, e con X il punto di ω1 tale che WX è un diametro di ω1. Analogamente, indichiamo con ω2 la circonferenza circoscritta a CWM, e con Y il punto di ω2 tale WY è un diametro di ω2. Dimostrare che i punti X, Y e H sono allineati. Problema 5. Sia l’insieme dei numeri razionali positivi. Sia una funzione che soddisfa le seguenti tre condizioni: (i) per ogni per ogni (iii) esiste un Dimostrare che ; (ii) ; (con a ϵ ). . Problema 6. Sia n ≥ 3 un numero intero, e prendiamo una circonferenza sulla quale sono stati segnati n+1 punti equispaziati. Consideriamo tutte le etichettature di questi punti mediante i numeri 0,1,…,n in cui ogni etichetta è usata esattamente una volta; due di queste etichettature sono considerate la stessa se una può essere ottenuta dall’altra mediante una rotazione della circonferenza. Una etichettatura si dice magnifica se comunque si scelgano 4 etichette a<b<c<d con a +XXVI d = bOlimpiade + c, la corda congiungente i3 di matematica punti etichettati a e d non interseca la corda congiungente i punti etichettati b e c. Sia M il numero di etichettature magnifiche, e sia N il numero delle coppie ordinate (x,y) di interi positivi tali che x + y ≤ n e MCD(x,y) = 1. Provare che M = N + 1. XXX Olimpiade di matematica 3,1415926535897932384…. i poligoni nacque dal tentativo di risolvere, utilizzando solo una riga non graduata ed un compasso e considerando solo un numero finito di passi, il problema della quadratura del cerchio che consisteva nel costruire un quadrato di area uguale a quella di un cerchio dato. Nelle ipotesi fatte, come fu dimostrato nel 1882, il problema non ha soluzioni dato che è impossibile costruire con riga e compasso come esso richiede. Problemi dello stesso genere che appassionarono 1 gli antichi geometri greci sono la trisezione dell’angolo e la duplicazione del cubo. La quadratura del cerchio fu invano tentata da Anassagora (500-428 a. C.). Più tardi, Antifone (sofista ateniese del IV secolo a. C.) propose di quadrare il cerchio costruendo poligoni aventi un numero di lati sempre più grande. L’idea, dovuta ad Eudosso di Cnido (408-355a. C.), è nota come principio di esaustione: prendendo un numero di lati abbastanza grande si costruisce un poligono 2 che si confonde con il cerchio dato e dunque ricopre il cerchio “esaustivamente”. La difficoltà sta nel non sapere se si raggiunge veramente il cerchio dopo un numero finito di passaggi o “al limite”, un concetto che lo stesso Archimede non intuì diversamente sarebbe stato lo scopritore del calcolo integrale due secoli prima della nascita di Cristo. Nel terzo libro degli Elementi di Euclide (III secolo a. C.) si trova un concetto più soddisfacente del principio di esaustione. Da Euclide in poi, prendendo poligoni con un gran numero di lati, si può “rendere la differenza tra l’area del cerchio e quella dei poligoni che via via si costruiscono più piccola di una quantità positiva ε piccola a piacere”. Questo modo di esprimersi equivale alle definizioni rigorose dei limiti formulate nel XIX secolo. Così concepito il “principio di esaustione” sfocia in Calcolo di Integrale ante litteram. 6una forma XXVI del Olimpiade matematica I Maya Secondo alcuni specialisti, i sapienti Maya avrebbero, ben prima dei loro invasori, utilizzato valori di π con una precisione di almeno 8 cifre decimali. Ma se ciò è vero non lo sapremo mai perché nel 1560 Diego de Landa, vescovo di quel 1 Yucatàn che gli spagnoli avevano appena conqui- stato, bruciò tutti i documenti Maya ritrovati, proclamando che essi non contenevano altro che “superstizioni e menzogne del diavolo”. In India Il più antico documento indiano dove figurano calcoli su π è il Siddhanta (Sistemi, 380 d. C.) dove viene indicato il valore . Lo stesso valore viene usato da Aryabhata nel 499, più tardi Brahmagupta (596 d. C.) propose per π il valore meno preciso del primo. In Cina Dodici secoli prima della nostra era, i Cinesi utilizzavano il valore 3. Nel 130 d. C. Hou Han Shu propose il valore 3,1622 molto vicino a dal quale fu ottenuto tenendo conto che in Cina è stato sempre usato il sistema decimale. Nel 263 il matematico Liu Hui, mediante un poligono di 192 lati, trova 3,141024 < π < 3,142704 e con un poligono di 3072 lati trova π = 3,14159. Nel V secolo, Tsu Chung-Chih e suo figlio Tsu KengChih trovano il valore 3,1415926 < π < 3,1415927 e scoprono il valore approssimato 355/113 che rappresenta una precisione che l’Europa raggiungerà solo nel XVI secolo. Nel mondo dell’Islam Verso l’anno 800, Muhammad ibn Musa AlHuwarizmi nome che è all’origine del parola algoritmo, nato a Huwarizm (oggi Khiva in Uzbekistan) utilizza il valore 3,1416. Intorno all’anno 1450 Al-Kashi astronomo a Samarcanda (oggi in Turkestan) con il metodo dei poligoni di Archimede calcola π con 14 decimali, più precisamente egli utilizza la formula di ricorrenza che dà il lato di un poligono a p lati: , Applicando 27 volte questa formula, il che vuol dire considerare un poligono di lati , ed eseguendo i calcoli nel sistema sessagesimale, trova: π = 3,082944004725530725 esatto. In Europa prima dell’Analisi Non si ebbe nessun progresso notevole nel calcolo di π a causa della troppo lenta adozione del sistema decimale. Tolomeo di Alessandria, autore del più grande trattato di Astronomia, denominato “Almagesto” e rimasto opera di riferimento sino a Copernico e Keplero, utilizza il valore decimale: =3+ = 7 4 XXX Olimpiade di matematica Emma Castelnuovo Il 12 Dicembre del 2013 Emma Castelnuovo ha compiuto 100 anni. L’Unione Matematica Italiana ha inteso sottolineare questo evento nel Congresso UMI-CIIM svoltosi a Salerno dal 17 al 19 ottobre 2013. Ultima di cinque figli, Emma nasce a Roma il 12 dicembre del 1913. Il padre Guido (18651952) aveva sposato Elbina Enriques, sorella maggiore di Federigo Enriques (1871-1946). Dal sodalizio scientifico-culturale dei due cognati, matematici di fama internazionale, nacque la teoria delle superficie algebriche secondo l’indirizzo algebrico-geometrico o italiano, per distinguerlo da quello trascendente dei Francesi. Emma è dunque figlia d’arte. Compiuti gli studi liceali, si iscrive al Corso di laurea in Matematica e Fisica dell’Università di Roma. Segue i corsi di Geometria Algebrica e Storia della matematica dello zio e si laurea nel 1936. Suoi insegnanti universitari furono anche il padre Guido, Gaetano Scorza e Tullio Levi Civita, ebbe come compagna di studi Lina Proia e conobbe Lucio Lombardo Radice. Nel 1938 vince il concorso per insegnare nella scuola secondaria ma, a causa delle leggi razziali, promulgate dal regime fascista e che portarono alla immediata espulsione dei cittadini ebrei dagli incarichi pubblici, non otterrà la cattedra perché agli insegnanti e agli studenti ebrei fu precluso l’accesso alla Scuola e all’Università pubblica. Dal 1939 al 1943 Emma insegna nella scuola israelitica, ospitata nelle aule dell’asilo ebraico sul Lungo Tevere, e sarà testimone dell’Università clandestina fondata da suo padre nel 1941 per consentire agli Ebrei la prosecuzione degli studi. Nell’ottobre del 1943, grazie ad un commissario di polizia, forse il padre del matematico Marcello Puma che dirigeva la scuola israelitica e per il quale Emma scrisse sotto falso nome “Lezioni di Geometria Elementare”, i Castelnuovo sfuggono alla deportazione e allo sterminio. Si rifugiano, sotto falsa identità, presso ospedali, case di amici, istituti religiosi e pensioni private. Il 4 giugno del 1944 con la liberazione di Roma è la fine di un incubo: Emma viene reintegrata nella scuola e le viene assegnata la cattedra di matematica per il ciclo della secondaria inferiore presso la scuola statale “Torquato Tasso” dove rimarrà fino al 1979, anno del suo pensionamento, infatti, per scelta propria insegnò sempre a ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. Nella Roma liberata del 1944, assieme a Tullio Viola, assistente di Ugo Amaldi presso l’Istituto di Matematica di Roma, e Liliana Ragusa Gilli, che conobbe durante il periodo della clandestinità, fonda l’Istituto Romano di Cultura Matematica allo scopo di avere “dalla cultura un’idea di come insegnare matematica”. Si organizzano cicli di conferenze tenute da matematici, fisici, pedagogisti, filosofi, ecc. Nascono alcune riflessioni che Emma esprime in un breve articolo pubblicato sulla “Voce della scuola”, organo della Federazione italiana della scuola, in cui afferma il principio che “la scuola deve essere per tutti”, cioè non deve essere “fatta né per l’uomo collezionista né per l’uomo di spiritualità superiore”, e deve conformarsi quanto più possibile al momento intellettuale “dell’allievo normale”. Ella prospetta un nuovo ordine scolastico in cui si dovrà “ conformare l’insegnamento al periodo che il ragazzo attraversa, valorizzando ed esaltando il più possibile le potenzialità intellettuali ed affettive che la natura dà all’uomo nei vari periodi della vita”. Le riflessioni esposte da Emma sono il contenuto di una sua conferenza dal titolo: XXX Olimpiade di matematica “Matematica e Poesia” “La fede e la ragione” Un quadrato se ne stava da solo sulla superficie piatta di un lago, il suo mondo bidimensionale, quando fu scosso da uno splash. Si voltò giusto in tempo per vedere una serie di circonferenze, di raggio sempre più piccolo, ridursi ad un punto e svanire. Capì che si trattava di una sfera, un abitante dello spazio solido. Quella visione fu sufficiente per risvegliare in lui la vita passata: si rivedeva giovane segmento sulla retta, mentre scalzava i punti ad uno ad uno fino a divenire il re assoluto di tutta la linea. Fu sulla retta che un giorno, nel suo intorno circolare destro, notò una esile figura femminile che divenne poi sua coniugata. Voglioso di sapere, lasciò la linea e con la sua metà emigrò nel piano. Qui edificarono la loro casa, un accogliente pentagono regolare, ove nacquero trapezi, triangoli, rombi, quadrati e poligoni regolari. Era nel piano quando si decise ad esplorare la terza dimensione: un mondo abitato da sfere, coni, cilindri e poliedri di ogni forma. L’amicizia con un cubo lo spinse, un dì, verso la quarta dimensione, ma lì emersero i suoi limiti fisici. Dall’amico piano era approdato nello strano spazio dei politopi, poliedri dalle facce solide: ipercubi, simplessi, 20-celle, 60-celle, 120-celle, i loro nomi. Il quadrato, catapultato in un mondo troppo diverso dal suo, si smarrì e fu solo grazie ad una sfera, da un simplesso derivata, che potè ritornare nel piano. Prima di quella visita inattesa era lì a meditare sui suoi errori, ormai convinto che il “linguaggio dei numeri” da solo non basta per “leggere” il “grande libro della natura”. Ci sono verità che l’uomo non riuscirà mai a comprendere, e non perchè dovute al caso: il caso non esiste. Il caso è solo una scusa banale, per giustificare i limiti umani: << Dio non gioca a dadi>>. (V. Aieta, ottobre 2008) 3
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