Operazione "Impariamo a ricostruire" rif. PA 2012-2511/RER GLI INTERVENTI POST-SISMA STRUTTURE IN C.A. LIVELLI DI CONOSCENZA E TECNICHE SPERIMENTALI II. Indagini sui materiali Prof. Ing. Nerio TULLINI Dipartimento di Ingegneria – Università di Ferrara Indagini sui materiali Gli scopi di una indagine diagnostica sono principalmente finalizzati a: - caratterizzare il materiale in termini di specie, provenienza, caratteristiche di resistenza, - diagnosticare lo stato di conservazione in termini di degrado, corrosione, umidità, ecc., - scegliere i materiali da utilizzare per l’intervento di recupero. Campionatura del materiale Al fine di caratterizzare il materiale, la campionatura deve essere effettuata nelle parti: - sane, non interessate da fenomeni di degrado, - alterate, con eventuale definizione degli agenti di degrado. - il prelievo dei campioni deve essere eseguito in funzione di ciò che si vuole evidenziare, - i prelievi devono essere eseguiti nel rispetto dell’edificio esistente, - la quantità di materiale deve essere adeguata al fine delle analisi, - la numerosità dei campioni deve essere sufficientemente elevata. Metodi di indagine sui materiali Tipi di prove: - distruttive - non distruttive Tipi di analisi: - meccaniche - chimico-fisiche - mineralogiche/petrografiche Indagini sulle strutture - Prove di carico statiche per saggiare il comportamento ai carichi verticali: prove di carico su solai, scale, balconi, ecc - Prove dinamiche per saggiare il comportamento d'insieme, prevalentemente alle sollecitazioni orizzontali - Prove per la determinazione dello stato tensionale: tiro nelle catene, martinetti piatti per le murature - Monitoraggio dell'evoluzione del degrado e del quadro fessurativo Caratterizzazione statistica delle proprietà del materiale - 1 La misura di una grandezza eseguita su numerosi campioni di materiale consente di costruire: - istogramma delle frequenze relative in cui si riporta il rapporto rN(e) = ne / N tra il numero di campioni ne appartenenti ad una classe e, rispetto al numero totale di campioni N - istogramma delle frequenze cumulative in cui si riporta la somma ∑ E r (e) e =1 N delle frequenze relative rN(e) che precedono una determinata classe E Caratterizzazione statistica delle proprietà del materiale - 2 1.0 frequenza relativa 0.16 CDF 0.12 0.8 0.6 0.08 0.4 PDF 0.04 0.2 0 0.0 frequenza cumulativa Le proprietà dei materiali sono variabili aleatorie 20 24 28 32 36 40 44 48 52 56 60 valori di resistenza Gli istogrammi delle frequenze relative e cumulative diventano delle funzioni denotate rispettivamente funzione di densità di probabilità (PDF) e funzione di distribuzione cumulativa (CDF). (CDF) Valore medio e scarto quadratico medio Valore medio 1 Rm = n PDF n ∑ Ri i =1 sn1 Scarto quadratico medio sn1 < sn2 sn2 1 n (Ri − Rm )2 sn = ∑ n − 1 i =1 Coefficiente di variazione (COV): Rm Cv = sn 100 Rm Resistenza caratteristica di un materiale Rm frequenza relativa 0.16 0.16 0.12 0.12 0.08 0.08 0.04 Rk 0 0.04 0.00 20 24 28 32 36 40 44 48 52 56 60 valori di resistenza Rk = resistenza al di sotto della quale si può attendere di trovare il 5% della popolazione di tutte le misure di resistenza (frattile inferiore 5%) Classificazione del calcestruzzo Il calcestruzzo è classificato in funzione di: - fck resistenza caratteristica a compressione a 28 giorni di cilindri di altezza 300 mm e diametro 150 mm oppure - Rck resistenza caratteristica a compressione a 28 giorni di cubi di 150 mm di lato dove la resistenza caratteristica, denotata con il pedice k, è il valore della resistenza al di sotto del quale si attende di trovare il 5% di tutte le misure possibili di resistenza sul volume di cls considerato. Ai sensi della L. 1086/71 e decreti attuativi, il D.L. ha l'obbligo di effettuare prelievi del cls (1 prelievo = 2 provini) e di far eseguire prove di compressione in Laboratorio. 1 MPa (1 mega Pascal) = 106 N/m2 = 1 N/mm2 = 10 kg/cm2 Classificazione del calcestruzzo secondo il DM08 Per strutture non armate o a bassa percentuale di armatura Per strutture semplicemente armate Per strutture precompresse Sperimentazione preventiva e controllo di qualità Autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del CSLLPP C25/30: fck = 25 MPa, Rck = 30 MPa Compressione monoassiale Modalità di prova UNI EN 12390-1. Prova sul calcestruzzo indurito. Forma, dimensioni ed altri requisiti per provini e per casseforme Provini cubici Dimensione massima fino a dell’aggregato [mm] 16 Lato del provino [mm] 100 oltre 16 fino a 31,5 oltre 31,5 fino a 63 oltre 63 fino a 125 oltre 125 150 200 250 300 Provini cilindrici: diametro d come per i provini cubici ed altezza pari a 2d. Compressione monoassiale Influenza della forma del provino Le tensioni tangenziali che si sviluppano, per attrito, tra le superfici del provino e quelle della pressa influenzano maggiormente la resistenza a compressione dei provini tozzi. fck ≅ 0.80 Rck Compressione monoassiale Influenza della forma del provino La resistenza diminuisce all’aumentare delle dimensioni del provino per effetto scala (size effect). La resistenza diminuisce all’aumentare della snellezza del provino Compressione monoassiale Modalità di prova UNI EN 12390-2. Prova sul calcestruzzo indurito. Confezione e stagionatura dei provini per prove di resistenza • compattazione del cls effettuata preferibilmente con tavola vibrante; • provini nello stampo per almeno 16h, ma non più di 72h, a 20 ± 5°C; • provini in camera a 20 ± 2 °C e RH > 95% fino a prima della prova; Compressione monoassiale Modalità di prova UNI EN 12390-3. Prova sul calcestruzzo indurito. Resistenza alla compressione dei provini • errore di planarità < 0.05 mm; • angoli fra due facce continue > 90°±30'; • prove a 24h, 72h; 7d, 14d, 28d, 90d, 180d, 365d; • provini per almeno 48h in camera a 20 ± 2 °C e RH > 90% fino a 2h prima; • dσ/dt = 0.5 ± 0.2 MPa/s. Compressione monoassiale Modalità di prova Compressione monoassiale Modalità di rottura regolari irregolari Controllo statistico continuativo del cls (Ferrara e Toniolo, CTE 2000) n = numero di risultati di prelievo fck = fcm - ks con k = 1.48, s = scarto quadratico Andamento quadrimestrale delle resistenze Andamento quadrimestrale delle resistenze - Le mutazioni stagionali inducono sensibili variazioni di fcm C55/67: da 59.3 a 68.9 MPa con ∆fm = 9.6 MPa, C30/37: da 32.0 a 40.2 MPa con ∆fm = 8.2 MPa, - Su base annua si hanno i seguenti valori: C55/67: fm = 62.6 MPa, s = 2.77 MPa, COV = 4.4%, fck = 58.5 MPa C30/37: fm = 35.0 MPa, s = 2.33 MPa, COV = 6.7%, fck = 31.6 MPa Compressione monoassiale Diagramma tensioni - deformazioni in funzione della classe di cls - Per i cls ad alta resistenza si è osservato che la deformazione ec1 in corrispondenza di fc cresce all’aumentare della classe del cls e non è costante - La deformazione ultima cala all’aumentare della classe (comportamento fragile del cls ad alta resistenza). Compressione monoassiale Diagramma tensioni - deformazioni in funzione della classe di cls - Il ramo di softening dipende dalla dimensione del provino (size effect) - In cls ad alta resistenza il tratto iniziale, con andamento prossimo al lineare, è più esteso. - Il modulo elastico iniziale aumenta all’aumentare della classe del cls. Compressione monoassiale Modulo elastico Prova di trazione indiretta (prova brasiliana) UNI EN 12390-6:2002 – Prova sul cls indurito. Resistenza a trazione indiretta dei provini. Rilevamento delle zone omogenee di cls La maggior parte dei metodi di indagine utilizzati per valutare la classe di resistenza di un calcestruzzo presuppone l’esecuzione delle prove su aree omogenee. Un parametro adeguato per la misura dell’omogeneità di una zona di cls è il coefficiente di variazione correlato alla grandezza caratterizzante il metodo di indagine adottato. Indicato con gi il parametro valutato in n punti, il coefficiente di variazione è fornito dalla relazione: Cv = sn 100 gn 1 dove g n = n n ∑ gi i =1 è la media degli n valori trovati gi, 1 n (gi − g n )2 è lo scarto quadratico medio. sn = ∑ n − 1 i =1 Una zona viene definita omogenea se per essa risulta Cv < 10%. fopera,m ≥ 85% fcm Prove sul cls in opera prove dirette di resistenza su campioni prelevati dagli elementi strutturali sono considerate prove distruttive - carotaggi - microcarotaggi prove indirette in cui si misurano certe caratteristiche fisiche o chimiche da cui si ricava una stima della resistenza attraverso correlazioni, in genere di tipo empirico - non distruttive: sclerometro, velocità di propagazione degli ultrasuoni metodi combinati (SonReb) - moderatamente distruttive: prove di estrazione (pull-out test, con inserti pre-inseriti, con inserti post-inseriti) - prova di penetrazione: Windsor Probe Test, pull-off, break-off Carotaggio Riferimenti normativi: UNI EN 12504-1:2002 - Prove sul calcestruzzo nelle strutture. Carote. Prelievo, esame e prova di compressione. Principio di funzionamento: il carotaggio prevede l’estrazione di provini cilindrici mediante sonda a corona diamantata (carotatrice), sui quali è poi possibile eseguire prove di compressione e di determinazione del modulo elastico. Zone in cui effettuare il carotaggio Le zone in cui effettuare i carotaggi devono essere scelte in modo da non alterare la capacità portante dell'elemento strutturale. Viceversa occorre puntellare la struttura. Particolare attenzione in prossimità dei nodi strutturali. Negli elementi compressi (pilastri) occorre assolutamente evitare di effettuare fori in posizione eccentrica. Eseguire il foro a metà altezza. Nelle travi, sono preferibili le zone ai quarti della luce e all'altezza dell'asse neutro. Non ci si deve comunque attendere che la riduzione di capacità portante delle strutture soggette a compressione possa essere completamente compensata dal riempimento del foro mediante malte additivate. Carotaggio Campionamento delle carote - Prove non distruttive possono essere utilizzate per identificare le aree aventi caratteristiche meccaniche modeste. Le carote prelevate da tali aree forniscono un limite inferiore della resistenza a compressione del cls della struttura. - I risultati delle prove a compressione sulle carote possono essere utilizzati per calibrare metodi non distruttivi che possono essere poi utilizzati per valutare una più estesa area della struttura. Carotaggio Prelevamento delle carote Il diametro della carota non deve essere inferiore a 3 volte il diametro massimo dell’aggregato e si deve annotare la direzione di prelievo, poiché la resistenza a compressione è dipendente dalla direzione in cui è avvenuto il getto. Usualmente le carote hanno diametro d = 100 mm o 150 mm e preferibilmente altezza h = 2d, in ogni caso h ≥ d. Carotaggio Resistenza a compressione del calcestruzzo Secondo la British Standard 1881 - P120/83 la resistenza cubica Rc dedotta da quella fcarota misurata sulla carota vale: f carota Rc = w (1.5 + d h ) dove w = 2.5 per perforazioni verticali, w = 2.3 per perforazioni orizzontali. Nel primo caso e per h = d si ottiene fcarota = Rc; mentre per h = 2d si ha fcarota = 0.8 Rc. fcarota,m ≥ 85% fcm = 0.85 (fck + 8) = 0.85 (0.83 Rck + 8) [in MPa] ⇒ Rck ≤ (1.42 fcarota,m – 9.6) [in MPa] Microcarotaggio Riferimenti normativi: UNI 10766 (1999) - Prove di compressione su provini ricavati da microcarote per la stima delle resistenze cubiche locali del calcestruzzo in situ. Principio di funzionamento: il microcarotaggio consiste nell’estrazione, mediante carotaggio ad umido, di microcarote aventi diametro nominale 28 mm e dalle quali si possano ricavare almeno 3 provini di altezza pari al diametro. Le microcarote devono essere estratte da manufatti di cls con aggregati di diametro non maggiore di 31.5 mm. Il metodo è ritenuto non distruttivo in quanto il danno provocato alla struttura è limitato rispetto a quello delle usuali carote del diametro di 100 mm o 150 mm. Microcarotaggio Campionamento e prelevamento delle carote - Per una stima affidabile di una zona di cls, preliminarmente definita omogenea con mezzi idonei, è necessario disporre di un numero di microcarote non inferiore a 3 e di provini non inferiore a 12. L'elevata dispersione dei dati che il metodo comporta viene così bilanciata dalla richiesta di un numero elevato di provini. d 100 mm < d < 150 mm d Esempio di localizzazione delle microcarote Resistenza a compressione del calcestruzzo Allo scopo di ottenere risultati affidabili le norme UNI richiedono che almeno ogni 3 anni si controllino le apparecchiature e la procedura di misurazione, ossia l’operatore deve certificare di essere in grado di ottenere, in un cls omogeneo, eguali resistenze a compressione da microprovini e da cubi standard, con un errore al più del 10 %. Sclerometro Riferimenti normativi: UNI EN 12504-2:2001 - Prove sul calcestruzzo nelle strutture. Prove non distruttive. Determinazione dell'indice sclerometrico. Principio di funzionamento: il rimbalzo di una massa elastica dipende dalla durezza della superficie su cui urta. La risposta dello strumento deve essere controllata periodicamente sull'incudine di riferimento L'energia di impatto, costante caratteristica dello strumento, viene in parte assorbita dal calcestruzzo sotto forma di deformazioni anelastiche permanenti ed in parte restituita alla massa mobile che rimbalza: quindi quanto maggiore è la resistenza del materiale, tanto minori sono le deformazioni permanenti e quindi tanto maggiore risulta l'altezza di rimbalzo. Sclerometro Limiti del metodo: la valutazione è basata sulla resistenza di uno strato di piccolo spessore (da 1 a 3 cm circa) della superficie dell'elemento strutturale, strato che peraltro risulta poco rappresentativo a causa delle alterazioni che subisce per fattori ambientali. Sclerometro Superficie di prova. a) le parti di cls da sottoporre a prova devono avere spessore > 150 mm b) devono essere evitate le zone che presentano nidi di ghiaia, scalfitture, tessitura grossolana, porosità elevate, zone con presenza di ferro o intonaco c) adeguatamente preparata e pulita per eliminare le asperità superficiali d) devono essere effettuate almeno 9 misure per ogni superficie di prova, le battute non devono risultare sovrapposte e devono distare almeno 25 mm dai bordi + + + d + + + 25 mm < d < 50 mm d + + Esempio di localizzazione delle battute sclerometriche + L’indice di rimbalzo sclerometrico della superficie di prova è determinato dalla media di tutte le misure effettuate. Sclerometro Verbale della prova sclerometrica. Nel resoconto di prova si deve riportare, per quanto possibile: - il riferimento alla norma UNI EN 12504-2:2001; - l’individuazione dell’opera e le sue caratteristiche; - la localizzazione della superficie di prova; - la descrizione della superficie di prova (per esempio spianata, asciutta pulita con pietra abrasiva); - la descrizione del cls (composizione, classe di resistenza, età, condizio-ni di maturazione, tipo di casseforme utilizzate); - tipo e numero di serie dello sclerometro utilizzato; - la direzione di battuta (angolo α); - l’indice di rimbalzo per ogni superficie di prova; - la curva di taratura, se determinata; - la data di prova; Sclerometro Verbale della prova sclerometrica. I risultati delle prove possono essere raccolti in una tabella come la seguente: N . Data Posizione Tipo cls α in opera Battute 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 -- Pilastro 1 -- 0 2 -- Trave 23 -- 0 Media Stima R Sclerometro Il metodo sclerometrico misura la durezza superficiale e non è da intendersi alternativo per la determinazione di Rck. In assenza di una calibrazione diretta, la resistenza a compressione può essere stimata pari a: Rc = 0.059 I1.75 [N/mm2] con un errore stimabile maggiori 20%. Propagazione di impulsi ultrasonici Riferimenti normativi: UNI EN 12504-4:2005 - Prove sul calcestruzzo nelle strutture. Parte 4: Determinazione della velocità di propagazione degli impulsi ultrasonici. Principio di funzionamento: si misura il tempo che un impulso di vibrazione impiega per percorrere la distanza (nota) tra la sonda emittente T e quella ricevente R. La velocità apparente è definita dal rapporto fra distanza geometrica tra i punti di rilievo e tempo di transito rilevato. Propagazione di impulsi ultrasonici La frequenza di lavoro delle sonde può variare da 40 a 100 kHz. Onde a bassa frequenza sono debolmente attenuate dal materiale e perciò penetrano ad elevate profondità, con esse è possibile operare su materiali a grana grossa e su superfici ruvide ma non sono in grado di risolvere piccole discontinuità. Onde a frequenze più alte consentono maggiore risoluzione, ma hanno minore profondità di penetrazione. La superficie di calcestruzzo dell’elemento in prova, nei punti di applicazione delle sonde, deve essere pulita e sufficientemente piana, tale da permettere un contatto uniforme con le sonde ed evitare la presenza d’aria interposta che provoca un’attenuazione del segnale. Propagazione di impulsi ultrasonici - Posizionamento delle sonde T T R T R Trasmissione diretta R semi diretta indiretta 1) Trasmissione diretta (per trasparenza): consiste nell’applicare i trasduttori su due facce opposte dell’oggetto indagato. La maggiore parte dell’energia emessa dalla sonda emittente è diretta a quella ricevente. 2) Trasmissione semi diretta (diagonale): consiste nell’applicare i trasduttori in punti appartenenti a due facce adiacenti, in genere ortogonali. È necessario misurare con la massima accuratezza la distanza tra i centri delle facce dei trasduttori. 3) Trasmissione indiretta (superficiale): consiste nell’applicare i trasduttori in punti diversi di una stessa faccia dell’elemento da provare. Solo una minima parte dell’energia emessa dalla sonda emittente è diretta a quella ricevente. La velocità di propagazione è influenzata dallo strato superficiale del materiale. Propagazione di impulsi ultrasonici - Posizionamento delle sonde traiettorie 1 e 6: le misure forniscono di valori di velocità e di attenuazione relativi al calcestruzzo di base traiettoria 2a: fessura priva di zone di contatto fra i lembi: velocità più bassa traiettoria 2b: fessura con zone di contatto fra i lembi: velocità circa uguale, attenuazione maggiore Propagazione di impulsi ultrasonici - Posizionamento delle sonde traiettoria 3: presenza di un vuoto: velocità minore e attenuazione maggiore traiettoria 4: presenza di un vespaio, cioè di vuoti con piccole zone di contatto: velocità circa uguale, marcata attenuazione traiettoria 5: zona di cls con diverse caratteristiche elasto-meccaniche: diversa velocità Propagazione di impulsi ultrasonici - Posizionamento delle sonde T T R R La presenza di disomogeneità aumenta il percorso dell’onda di pressione e l’intensità viene attenuata, di conseguenza la velocità apparente diminuisce rispetto a quella del materiale integro. Viceversa la presenza di barre d’armatura diminuisce il tempo di propagazione e quindi aumenta la velocità, maggiorata anche del 40% rispetto a quella riscontrata nel cls. Pertanto di solito occorre effettuare un rilievo preliminare della posizione delle barre. Tomografia sonica - 1 Il grafico del tempo di propagazione in funzione della distanza dei sensori fornisce utili indicazioni sulla qualità del cls oggetto d’indagine. a) cls omogeneo. La velocità di propagazione, rappresentata dall’inclinazione della retta, è costante; Distanza T R1 R2 Distanza + + + + + + R1 Tempo R3 R6 R4 Distanza R5 R6 R6 + + + + + R1+ Velocità Tomografia sonica - 2 b) cls disomogeneo a causa di nidi di ghiaia, cavità o fessurazione diffusa. Distanza T R1 R2 Distanza R3 R6 + + + R1 + + + R4 R5 Distanza R6 R 6+ + + + + R1+ Tempo Velocità Tomografia sonica - 3 c) presenza di una fessura verticale tra i sensori R3 e R4; T R1 R2 R3 R4 R5 R6 h Distanza ∆ t R 6+ R3 + + + R4 + + R1 Tempo Distanza R6 + + R 4+ + R3 + R1 + Velocità Con i sensori R1, R2, R3 si valuta la velocità apparente del cls integro Vc = di/ti con i = 1, 2, 3. La profondità della fessura risulta h = Vc ∆t/2, ossia è la metà dello spazio ulteriore percorso dall’impulso. Tomografia sonica - 4 d) cls superficiale danneggiato; T R1 R2 R3 R4 R5 R6 h Distanza + + + R6 + + + Distanza R 3+ + R6 + + R4 + R1+ R1 Tempo Velocità Tomografia sonica - 5 La localizzazione di vuoti o fessure è meglio determinata con il metodo di trasmissione diretta tramite la realizzazione di una griglia regolare di letture della velocità apparente. Se l’elemento strutturale ha spessore costante, le curve di livello delle velocità apparenti possono indicare la localizzazione e l’estensione dei vuoti. Mappa di omogeneità di una trave di calcestruzzo Metodo combinato SonReb - 1 Principio di funzionamento: si utilizzano grandezze del tutto indipendenti tra loro in modo che i metodi utilizzati siano influenzati in maniera differente da un medesimo parametro. Nel metodo SonReb (Sonic + Rebound) si ottiene una buona stima della resistenza di un cls utilizzando la velocità ultrasonica V e l’indice di rimbalzo (rebound) I, la prima opera sotto tensioni lontane dalla crisi, il secondo allorché la coesione è localmente persa. Espressione dei risultati Per ogni punto di misura si valuta la velocità di propagazione degli impulsi ultrasonici VP e l’indice di rimbalzo dello sclerometro I. I valori medi dei due parametri devono essere valutati su almeno 3 misurazioni dirette di velocità di propagazione e 9 misure dell’indice di rimbalzo. Metodo combinato SonReb - 2 Resistenza a compressione del calcestruzzo La classe di resistenza può essere stimata tramite la seguente relazione: Rc = 7.695 ×10 −9 × I 1.4 × VP2.6 Rc = 1.2 ×10−9 × I 1.058 × VP2.446 [MPa ] [MPa ] Giacchetti - Laquaniti (1980) Di Leo - Pascale (1992) dove VP è espresso in m/s. La precisione della stima è maggiore del 15%. Curve isoresistenti nel metodo SonReb Determinazione della forza di estrazione (Pull-out test) - 2 Riferimenti normativi: UNI EN 12504-3:2005 - Prove sul calcestruzzo nelle strutture. Parte 3: Determinazione della forza di estrazione. Principio di funzionamento: si determina la forza F necessaria ad estrarre da un elemento di calcestruzzo un inserto metallico pre-inserito (preventivamente inglobato nel getto) o post-inserito (introdotto in apposito foro a cls indurito). L’inserto post-inserito può essere del tipo ad espansione geometrica o ad espansione forzata e la profondità utile non deve essere minore di 35 mm. L’estrattore è costituito da una apparecchiatura in grado di applicare una forza di trazione allo stelo dell’inserto, facendo contrasto sulla superficie di cls, fino a provocare il distacco del cono di estrazione. Espressione dei risultati Per ogni punto di misura il valore F della forza di estrazione risulta dalla media aritmetica di 3 estrazioni distanti almeno 5 volte la profondità utile dell’inserto, ossia almeno 5*35 = 175 mm. Ognuno dei 3 valori non deve discostarsi più del 20% dal valore medio. Determinazione della forza di estrazione (Pull-out test) - 2 Resistenza a compressione del calcestruzzo La classe di resistenza è stimata tramite una apposita correlazione fornita dall’operatore. Studi teorici e sperimentali, hanno mostrato che la forza di estrazione è correlata alla resistenza a compressione per angoli α fino a 30÷35°; per α>45° è invece proporzionale alla resistenza a trazione. Classificazione dell’acciaio per c.a. Le barre sono caratterizzate dal diametro ∅ della barra tonda liscia equipesante, ipotizzando una densità dell’acciaio pari a 7,85 kg/dm3. Gli acciai B450C possono essere impiegati in barre di diametro ∅ compreso tra 6 e 40 mm (solo diametri pari + 25 mm). Per gli acciai B450A il diametro ∅ deve essere compreso tra 5 e 10 mm. Classificazione dell’acciaio per c.a. secondo DM08 La classificazione si basa sui seguenti parametri: - Ft tensione di rottura (o resistenza a trazione) tensione di snervamento - Fy - ft/fy rapporto di sovraresistenza allungamento limite in corrispondenza ft - εt B450C e B450A: valori nominali frattile del 5% Requisiti B450C 1.15 ≤ ft/fy < 1.35 εt = (Agt)k ≥ 7.5% Requisiti B450A ft/fy ≥ 1.05 εt = (Agt)k ≥ 2.5% fy,nom = 450 N/mm² ft,nom = 540 N/mm² Acciaio per c.a. Acciaio per c.a. Snervamento [kg/mm2] Dolce 23 RD 16/11/39 Semiduro 27 Duro 31 AQ42 23 Circ. MLLPP AQ50 27 1957 AQ60 31 Normativa DM74DM96 FeB22k FeB32k FeB38k FeB44k 22 32 38 44 Rottura [kg/mm2] 42-50 50-60 60-70 42 50 60 34 50 46 55 Allungament σadm o [%] [kg/mm2] 20 14 16 16 14 20 20 14 16 16 14 20 24 23 14 12 12 16 22 26 Prelievo spezzoni - metodo distruttivo di prelievo di spezzoni di armatura da studiare in laboratorio; - spezzoni sottoposti a prova di trazione per la stima di tensione di snervamento, resistenza a rottura e allungamento a rottura; - attenzione alla presenza del fenomeno di corrosione delle barre che ne compromette la resistenza. Estrazione di spezzone di barra d'armatura e ripristino mediante saldatura Livelli di conoscenza (Circ. Dm08 - Appendice C8A) Ai fini della scelta del tipo di analisi e dei valori dei fattori di confidenza vengono definiti i tre livelli di conoscenza seguenti: - LC1: Conoscenza Limitata; - LC2: Conoscenza Adeguata; - LC3: Conoscenza Accurata. Gli aspetti che definiscono i livelli di conoscenza sono: - geometria, ovvero le caratteristiche geometriche degli elementi strutturali; - dettagli strutturali, ovvero quantità e disposizione delle armature; - materiali, ossia le proprietà meccaniche dei materiali. Definizione dei livelli di rilievo - 1 Prove in-situ limitate per completare le informazioni Prove in-situ estese ed esaustive per ottenere informazioni in mancanza sia dei disegni costruttivi che dei certificati originali di prova Definizione dei livelli di rilievo - 2 Livello di conoscenza LC e fattore di confidenza FC Fragile La forza non può crescere oltre F. L’elemento fragile si rompe. Duttile La forza non può crescere oltre Fy. L’elemento fragile è protetto se F è maggiore di Fy (criterio di progetto). Impiego dei fattori di confidenza FC elementi duttili fcd = fcm/FC, fyd = fym/FC elementi fragili fcd = fcm/(γc FC), fyd = fym/(γs FC) Impiego dei fattori di confidenza FC
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