Il Sole 24 Ore - Unione dei Comuni della Bassa Romagna

UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
Lunedì, 20 gennaio 2014
Lunedì, 20 gennaio 2014
Prime Pagine
Il Sole 24 Ore
Prima Pagina del 20/01/2014
Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
Prima Pagina del 20/01/2014
La Voce di Romagna
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Enti locali
Due Oscar alla cattiva tassazione
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Imu e Tares, il venerdì nero della casa
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Le mille Italie della raccolta rifiuti
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Non solo «prime case» al saldo della mini­Imu
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Caccia all' errore nei bollettini comunali
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Casa e rifiuti, un rebus che vale 6 miliardi
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
I CHIARIMENTI PER LA TARES «IN SOSPESO»
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Un solo prelievo con sei nomi diversi
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Dalle rose al nanotech: tutti i buchi nei bilanci delle aziende...
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Meno cultura dell' emergenza e più politica industriale
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Nelle aziende spese per quasi 35 miliardi
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Partecipate, male trasporti e Mezzogiorno
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
La nuova «social card» resta incagliata
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Il federalismo vacilla sulle Regioni
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Lettere
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Semplificazioni: in cima alla lista sempre il Fisco
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
La proprietà piace «nuda»
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Ancora incognite su contributi e impugnazioni
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Cartelle, mini­sanatoria in volata
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
LE GUIDE DEL SOLE
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Per le «marche» maggiorazione record da 8 a 27 euro
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Il contributo unificato schiva il tiro incrociato delle Camere
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Tutte le spese a carico di chi perde
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Dopo l' alt il Comune restituisce gli oneri
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Permessi e Dia, la tagliola­decadenza
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Con il metodo commerciale Irap a base imponibile ridotta
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Gli indici di deficit strutturale perdono sconti ed esenzioni
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Imposta di bollo, azzeramento possibile
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Relazione di fine mandato al primo test di «massa»
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
Risorse decentrate, la Ragioneria moltiplica i controlli
Da Il Sole 24 Ore del 2014­01­20T07:01:00
professioni in movimento
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:31:00
Si riaprono le trattative tra imprese, banche e società di factoring
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:31:00
C' è pure lo scudo della certificazione
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:31:00
Rottamazione dei ruoli in salita
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:31:00
Tari dovuta su immobili vuoti
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:31:00
Affittuari non tenuti al pagamento dell' imposta
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:31:00
Mini­Imu, sì ai micro importi
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:31:00
Crisi battuta dai giochi virtuali Solo a dicembre sono stati raccolti 15...
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:31:00
Procedure Equitalia di riscossione delle cartelle Procedure esecutive...
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Torna la fiducia sul m&a in Europa e anche in Italia
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Delitti violenti made in Italy
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:32:00
La Corte conti costa 323 mln ​
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:32:00
Negli appalti a ciascuno il proprio certificato Cciaa
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:32:00
Nuovi concorsi motivati
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:32:00
Lavoro, giustizia in crisi
Da Italia Oggi Sette del 2014­01­20T05:32:00
letture di diritto
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Web
­ Da Cosenza a Parigi, Maria Perrotta suona Chopin al Rossini di Lugo
Da Lugonotizie.it del 2014­01­20T07:01:00
­ Massa Lombarda / Venerdì la mostra di Giulio Ruffini "La mia...
Da Lugonotizie.it del 2014­01­20T07:02:00
­ Teatro San Rocco di Lugo: "E' Nòstar Tèatar 2014" dal 27...
Da Lugonotizie.it del 2014­01­20T07:03:00
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Da Lugonotizie.it del 2014­01­20T07:04:00
Bassa Romagna ­ Politica­ Elezioni Lugo, Silvano Verlicchi si candida e...
Da Più Notizie del 2014­01­20T07:06:00
Per la Buona Politica Silvano Verlicchi
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:37:00
Fermento di pace autentica
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:38:00
Occorre un cambiamento reale e non teorico
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:39:00
Andrea Leggieri si è ritirato
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:40:00
Vince il Pavaglione
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:42:00
Ci mancano le "primarie" al Teatro Rossini
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:43:00
Incontro con Elisa Fangareggi
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:45:00
Le primarie delle idee al posto delle Primarie sulla persona
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:48:00
Un nuovo defibrillatore alle scuole di Fusignano
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:49:00
San Sebastiano il patrono delle polizie locali
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:50:00
Annisversario della scomparsa di Gianni Guadresco il primo Sindaco di Lugo
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:51:00
Betulle vento silenzio
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:52:00
Inaugurata a Fusignano la nuova via Piancastelli
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:54:00
Maria Perrotta suona Chopin
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:56:00
La mia terra di Giulio Ruffini
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:57:00
Andiamo al cinema nella Bassa Romagna
Da PavaglioneLugo.net del 2014­01­20T06:58:00
Lugo, elezioni: Verlicchi in campo con la lista "Per la Buona Politica"
Da Ravenna24Ore.it del 2014­01­19T17:42:00
Santarella (M5S): "Orizzonte con fiamma"
Da RavennaNotizie.it del 2014­01­19T15:39:00
Volley Serie C Maschile / Foris Index Cm Glomex Conselice­Treviso 3­1
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Il Resto del Carlino Ravenna
Continua ad aumentare il tappo di tronchi: nuovo allarme sul Reno a Ponte...
Da Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) del 2014­01­20T05:26:00
ROTARY Governatore in visita
Da Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) del 2014­01­20T05:26:00
Tanti visitatori alla mostra sui Giusti tra le nazioni
Da Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) del 2014­01­20T05:26:00
Cerimonia per Giadresco
Da Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) del 2014­01­20T05:26:00
"La mia terra e i segni della memoria'
Da Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) del 2014­01­20T05:26:00
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Corriere di Romagna Ravenna
«I problemi sono sempre gli stessi»
Da Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) del 2014­01­20T05:03:00
Far rivivere il Lamone In tanti al lavoro per un progetto comune
Da Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) del 2014­01­20T05:03:00
Defibrillatore donato alle scuole
Da Corriere di Romagna (ed. Ravenna) del 2014­01­20T06:34:00
Sant' Agata,...
Da Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) del 2014­01­20T05:03:00
A nove anni dalla scomparsa il ricordo di Gianni Giadresco
Da Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) del 2014­01­20T05:03:00
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La Voce di Romagna Ravenna
Giorno Memoria Film ad Alfonsine
Da La Voce di Romagna del 2014­01­20T05:00:00
Lugo vs il Secchia
Da La Voce di Romagna del 2014­01­20T05:00:00
Fiori a Giadresco
Da La Voce di Romagna del 2014­01­20T05:00:00
Omaggio a Ruffini
Da La Voce di Romagna del 2014­01­20T05:00:00
Mostra sulla Shoah
Da La Voce di Romagna del 2014­01­20T05:00:00
LUGO San Sebastiano­day In festa.tutte le...
Da La Voce di Romagna del 2014­01­20T05:00:00
Assaggi Il Barolo di Borgogno è il re a Lugo
Da La Voce di Romagna del 2014­01­20T05:01:00
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La Voce di Romagna
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
MATTONE & PASTICCI.
Due Oscar alla cattiva tassazione
Salvatore Padula Le due imposte che molti
italiani dovranno pagare entro venerdì,
saranno ricordate (anche) per la loro
originalità. Sono due "una tantum", le più
leggere mai richieste ai cittadini, ma al tempo
stesso sono certamente tra le più macchinose:
importi minimi, confusione massima. Per
motivi diversi ma con risultati identici: disagi,
proteste, insofferenze crescenti. Da un lato,
sulla mini­Imu, ci sono le oggettive difficoltà
legate alla determinazione dell' imposta sulla
prima casa (sì, proprio quella che è stata
soppressa!); ci sono le aliquote da cercare e
da verificare, somme, sottrazioni e percentuali
da fare (o da chiedere al "consulente"), prima
di arrivare al versamento, spesso qualche
decina di euro. Dall' altro lato, sulla
maggiorazione Tares 2013 ­ 30 centesimi di
euro al metro quadrato che andranno allo
Stato ­ ci sono il caos, i rinvii, il federalismo
allegro di 8mila comuni e gli errori che molte
amministrazioni locali hanno commesso nella
predisposizione dei bollettini e che stanno
mettendo a dura prova la pazienza dei
cittadini.
Ecco, questo è il punto. Impegnata per mesi e
mesi nei dibattito filosofico (!) sull' equità della tassazione sulla prima casa, la politica ha perso di vista
una cosa altrettanto importante: il rispetto verso chi è chiamato a pagare una tassa. Che, almeno, va
messo nella condizione di poterlo fare senza impazzire. E senza dover sopportare costi di calcolo (e di
assistenza) spesso superiori a quelli del tributo da pagare.
Poteva andare peggio? Difficile immaginarlo. Ma stiamo in guardia. Perché se la "telenovela Imu" dell'
ultimo anno (anzi, degli ultimi due anni) insegna qualcosa, allora il 2014 finirà per non risparmiarci
ulteriori sorprese, quando il Governo avrà definito l' assetto finale della tassazione sulla casa per l' anno
appena iniziato. Buona fortuna a tutti.
[email protected].
SALVATORE PADULA
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
Tra cinque giorni doppia scadenza in migliaia di Comuni per l' imposta sulle abitazioni principali
e per la maggiorazione statale.
Imu e Tares, il venerdì nero della casa
Calcoli complessi per determinare la mini­Imu ­ Con la Tares servono i bollettini.
È un vero e proprio "venerdì nero" quello che
attende questa settimana i proprietari di
immobili. Il 24 gennaio scade il termine per il
pagamento della mini­Imu sull' abitazione
principale (e situazioni affini) in 2.401 Comuni,
con diverse complicazioni nell' individuazione
dei soggetti chiamati alla cassa e della soglia
minima al di sotto della quale non si è tenuti a
pagare. Sempre venerdì è l' ultimo giorno per
versare la maggiorazione Tares che i Comuni
"raccolgono" per conto dello Stato: molte città
hanno accorpato alle scadenze di dicembre la
quota extra di 30 centesimi al metro quadrato,
ma un numero imprecisato di Comuni s t a
ancora inviando ­ con ritardi ed errori ­ i
modelli precompilati per i contribuenti.
Servizi u p a g i n e 2 e 3 V e r s o i l d o p p i o
pagamento MINI­IMU La «coda» sulla prima
casa si paga entro il 24 gennaio Entro venerdì
di questa settimana dovranno versare la
mini­Imu i proprietari di abitazioni principali (e
situazioni assimilate) situate nei Comuni che
hanno applicato nel 2013 un' aliquota
superiore a quella statale I COMUNI
INTERESSATI 2.401 MAGGIORAZIONE
TARES La quota erariale raccolta dai Comuni
Il prelievo sui rifiuti del 2013 si chiude con l' obbligo di pagare entro il 24 gennaio la maggiorazione
Tares nei Comuni che non l' hanno accorpata al pagamento della Tarsu o della Tia entro il 16 dicembre
TASSA AL METRO QUADRO 30 centesimi.
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
OCCHIO ALLA POSTA.
Le mille Italie della raccolta rifiuti
Bollettini sbagliati, altri che non arrivano.
Contribuenti in fila agli sportelli comunali per
capire quanto devono pagare (senza sapere
che hanno già versato tutto a dicembre).
Scene di ordinaria incertezza per il pagamento
della maggiorazione Tares i n s c a d e n z a
venerdì.
u pagina 3.
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
Imposte locali GLI IMMOBILI.
Non solo «prime case» al saldo della mini­Imu
Pagano anche gli alloggi assimilati e i terreni non esenti.
A CURA DI Cristiano Dell' Oste Meno quattro:
si avvicina la scadenza della mini­Imu, l a
"coda" dell' imposta 2013 sul l' abitazione
principale, che va pagata entro venerdì 24
gennaio. Mai come in questo caso, a
preoccupare i proprietari non è tanto l' importo
da versare, ma il "se" e "come" calcolarlo. E
non poteva essere diversamente, dopo otto
mesi di incertezze sull' Imu prima casa: dalla
sospensione dell' acconto di giugno alla sua
cancellazione definitiva, fino ad arrivare all'
annullamento del saldo di dicembre, ma solo
per l' imposta ad aliquota base statale.
Risultato: tutti i proprietari di abitazioni
principali situate nei Comuni c h e h a n n o
applicato nel 2013 un' aliquota superiore allo
0,4% statale devono tornare alla cassa ­ a
poco più di un mese dal saldo del 16 dicembre
­ per versare il 40% della differenza tra l' Imu
a n n u a c a l c o l a t a c o n l e r e g o l e comunali
(aliquote e detrazioni) e quella risultante dalle
norme statali.
A conti fatti, si deve pagare in 2.401 Comuni
su poco più di 8mila, cioè uno su tre. Ma la
percentuale dei contribuenti interessati è più
alta, perché nella lista rientrano molte grandi
città, da Torino a Milano, da Roma a Bologna.
Chi deve pagare Per non sbagliare i calcoli, bisogna passare in rassegna diverse variabili, riassunte
nella check­list elaborata dall' Agefis, l' Associazione geometri fiscalisti (si veda il grafico a lato).
Il primo passo è l' individuazione dei soggetti chiamati alla cassa il 24 gennaio. È vero che nella
stragrande maggioranza dei casi si tratta della classica «abitazione principale» in cui il proprietario e la
sua famiglia hanno la dimora e la residenza, comprese le pertinenze (fino a un massimo di tre, di cui
una per categoria C/2, C/6 e C/7).
Ma ci sono anche altre situazioni, richiamate punto per punto dal Dl 133/2013: ­ le case delle
cooperative edilizie a proprietà indivisa, comprese le pertinenze, adibite ad abitazione principale dei
soci assegnatari; ­ gli alloggi regolarmente assegnati dagli istituti case popolari, comunque denominati;
­ l' ex casa coniugale assegnata al coniuge in seguito a separazione o divorzio; ­ le case non affittate
possedute dal personale in servizio permanente delle forze armate, di polizia e dei vigili del fuoco, ma
solo per il secondo semestre 2013 (per i primi sei mesi questi immobili dovevano pagare l' Imu come
seconda casa); ­ i terreni agricoli, compresi quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti
e dagli imprenditori agricoli professionali (Iap) iscritti nella previdenza agricola. Per questi soggetti, il
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Enti locali
valore catastale si ottiene moltiplicando il reddito dominicale dei terreni ­ rivalutato del 25% ­ per il
moltiplicatore 75.
Devono pagare la mini­Imu anche le case assimilate all' abitazione principale dal Comune nei casi
previsti dalla legge: ­ le case non affittate di proprietà di anziani o disabili residenti in istituti di cura e
ricovero; ­ le abitazioni non locate degli italiani residenti all' estero iscritti all' Aire; ­ le case concesse in
comodato ai parenti di primo grado in linea retta (figli o genitori), ma solo per il secondo semestre 2013,
nel senso che anche in questo caso per i primi sei mesi bisognava pagare l' Imu con l' aliquota
comunale, eventualmente ridotta fino allo 0,46 per cento.
Il tutto senza dimenticare che le prime case accatastate nelle categorie di lusso (A/1, A/8 e A/9)
dovevano pagare l' Imu piena entro il 16 dicembre.
Il nodo dell' importo minimo Una volta individuato l' immobile che deve pagare la mini­Imu e la delibera
comunale con le regole da applicare, bisogna solo calcolare le due Imu ­ quella locale e quella
nazionale ­ e versare il 40% della differenza (si veda l' esempio qui a fianco).
Proprio per queste modalità, in molti casi l' importo sarà inferiore ai 12 euro, che rappresentano la
soglia minima di versamento (a meno che il Comune non ne abbia decisa una diversa, di solito più
bassa).
Solo per avere un' idea, quando l' aliquota comunale è allo 0,6%, finisce sotto la soglia dei 12 euro la
mini­Imu dovuta dalle case con una rendita catastale fino a 225 euro. Ma potrebbe trattarsi di un'
abitazione con una rendita di 450 euro in comproprietà tra marito e moglie.
Se poi ci fossero due figli, la rendita­limite salirebbe fino a 325 euro. E addirittura a 390 euro con due
figli e un' aliquota comunale dello 0,5 per cento.
Un' ipotesi tutt' altro che remota, insomma. Anche se poi non bisogna dimenticarsi di sommare la
rendita delle pertinenze e di verificare che il Comune non abbia deciso un importo minimo più basso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA IL CALCOLO Individua la rendita e calcola il valore catastale La
rendita catastale va rivalutata del 5% e moltiplicata per 160 per ottenere il valore catastale. Per esempio
500 euro 500 x 1,05 x 160 = 84.000 Calcola l' Imu comunale 2013 Per prima va calcolata l' Imu dovuta
secondo le regole decise dal Comune per il 2013. Per esempio, aliquota dello 0,6% e detrazione base
di 200 euro (84.000 x 0,6%) ­ 200 = 306 Calcola l' Imu statale 2013 Poi va calcolata l' Imu dovuta
secondo le regole statali: aliquota dello 0,4% e detrazione base di 200 euro (84.000 x 0,4%) ­ 200 =136
Fai la differenza tra i due valori Il terzo passaggio per il calcolo della mini­Imu è fare la differenza tra l'
Imu comunale e quella statale 306 ­ 136 = 168 Calcola il 40% della differenza Il quarto passaggio per
determinare l' importo da versare è calcolare il 40% della differenza tra Imu comunale e statale 168 x
40% = 67,20 Arrotonda la cifra ed effettua il pagamento Prima di versare la mini­Imu, l' importo va
arrotondato: in questo esempio, 67 euro. Per l' abitazione principale e le pertinenze nel modello F24 si
usa il codice 3912 La check­list A CURA DI Agefis ­ Associazione geometri fiscalisti 1 È ABITAZIONE
PRINCIPALE O NO? Bisogna innanzitutto verificare se la casa è abitazione principale del proprietario
(la norma base dell' Imu richiede dimora e residenza) o se, comunque, rientra tra le casistiche di
assimilazione all' abitazione principale decise dallo Stato o dal Comune (abitazioni non locate di anziani
o disabili residenti in istituti di cura, case di residenti all' estero, case possedute da militari e componenti
delle forze di polizia eccetera) 2 CI SONO PERTINENZE?
Occorre verificare se ci sono pertinenze da tassare insieme all' abitazione principale, secondo i requisiti
fissati dalla norma, e cioè solo quelle accatastate nelle categorie C/2 (magazzini, soffitte, cantine), C/6
(box auto) e C/7 (tettoie), nella misura massima di una unità per ciascuna di queste categorie 3 CI
SONO TERRENI AGRICOLI?
Sono soggetti all' obbligo di versamento della mini­Imu i terreni agricoli ­ compresi quelli non coltivati ­
posseduti e condotti da coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali (Iap) iscritti nella
previdenza agricola. Non bisogna però dimenticare che, per tali terreni, scatta comunque l' esenzione
se ricadenti in aree montane e della cosiddetta collina depressa, delimitate dalla circolare Finanze n. 9
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Enti locali
del 14 giugno 1993 4 QUAL È L' ALIQUOTA COMUNALE?
La mini­Imu va pagata sugli immobili situati nei Comuni che hanno adottato un' aliquota Imu più alta di
quella fissata dallo Stato (0,4 per cento). Per sapere se i Comuni hanno deciso un' aliquota più alta di
quella statale bisogna consultare la delibera che ogni Comune è obbligato a pubblicare sul suo sito
internet: se non c' è per il 2013, vale l' aliquota (e quindi la delibera) pubblicata nel 2012 5 CI SONO
DETRAZIONI EXTRA?
Occorre verificare se il Comune ha deliberato detrazioni diverse da quelle previste dalla normativa
statale (200 euro fissi + 50 euro per figlio convivente fino ai 26 anni) che andranno perciò considerate
nel conteggio dell' imposta dovuta in applicazione della normativa comunale da raffrontarsi
successivamente con quanto dovuto in applicazione della norma statale per la determinazione della
quota del 40% da versare 6 L' IMPORTO È SOTTO IL MINIMO? Una volta calcolato l' importo della
mini­Imu, occorre verificare se il versamento è dovuto in relazione all' importo minimo di 12 euro (o il
diverso importo ­ maggiore o minore ­ previsto dal regolamento del Comune). Tale importo non va
riferito al singolo immobile, ma all' imposta totale dovuta per tutti gli immobili situati nello stesso
Comune (per esempio, un' abitazione principale e un terreno chiamato alla cassa il 24 gennaio). In caso
di comproprietà l' importo minimo è da considerarsi per ogni versamento e quindi ogni singolo
contribuente e non per l' importo totale 7 SEMESTRE O ANNO INTERO?
Per il personale delle forze armate e di polizia, così come per le case in comodato ai parenti assimilate
dal Comune, il versamento della prima rata 2013 era comunque dovuto. In questi casi, quindi, l'
eventuale mini­Imu deve essere calcolata rapportandola al semestre luglio­dicembre 2013. Lo stesso
accade anche quando un immobile è abitazione principale solo per una parte dell' anno (per esempio,
per cambio di residenza)
CRISTIANO DELL' OSTE
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Il Sole 24 Ore
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Allo sportello. Cittadini e professionisti in cerca di chiarimenti.
Caccia all' errore nei bollettini comunali
FUORI CONTROLLO Anche nei Comuni maggiori si segnalano sviste: al sindaco di
Milano attribuite proprietà di cui non dispone.
Michela Finizio Incertezza e caos regnano
sulle scadenze fiscali sovrapposte di fine
gennaio. Soprattutto se una di queste, quella
per la maggiorazione Tares, è affidata all' invio
di un bollettino da parte delle amministrazioni
comunali e ognuna si muove in ordine sparso,
con numerosi ritardi ed errori. C' è chi lamenta
di non averlo mai ricevuto e chi di averlo
ricevuto sbagliato.
Una settimana travagliata Persino il sindaco di
Milano, Giuliano Pisapia, la settimana scorsa
ha confessato che l' ultimo bollettino ricevuto
per il pagamento della Tares, anche il suo
come quello di molti altri milanesi, riportava
degli sbagli: gli venivano attribuite delle
proprietà che non aveva. La realtà è che anche
nei Comuni come Milano, dove i bollettini sono
arrivati in tempo, si segnalano degli errori. A
cui si sommano i ritardi di altre
amministrazioni.
È così che nasce la confusione generale che
sta generando in tutta Italia file agli sportelli
comunali e ai Caf, e l' insofferenza dei cittadini.
Senza contare le proteste di chi è alle prese
con il pagamento della terza rata della Tares
2013, comprensiva della maggiorazione
introdotta dalla manovra salva­Italia.
Alcune città non hanno ancora provveduto alla riscossione.
In altre i cittadini lamentano di non aver ricevuto ancora i modelli precompilati (bollettino postale o F24).
A Roma, ad esempio, i sindacati segnalano l' invio di bollettini Tares con importi da versare pari anche
a un euro, oppure F24 per il pagamento della maggiorazione Tares intestati a cittadini differenti dai
destinatari delle cartelle.
In tanti, infine, non hanno ancora ricevuto alcuna notifica. E in questo caso i ritardi non sempre
incontrano cittadini attenti che sapranno porvi rimedio, anche se il Governo ha precisato mercoledì della
scorsa settimana che non saranno applicate sanzioni nei casi in cui la richiesta di pagamento sia
arrivata fuori tempo massimo per colpa degli enti locali e (come pare ragionevole ritenere) per disguidi
di spedizione.
Le proteste dei consumatori «Non è possibile che a pagare per l' inefficienza e la disorganizzazione
siano i cittadini», hanno dichiarato in una comunicazione congiunta Federconsumatori e Adusbef. Nel
caso della Tares anche il Codacons ha lamentato «l' incapacità dei Comuni di far arrivare in così breve
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tempo bollettini di pagamento debitamente compilati o più semplicemente a farli arrivare, visto che molti
non li hanno ancora ricevuti con conseguenti bollettini pazzi e code interminabili agli sportelli».
In un solo giorno, presso l' ufficio comunale di via Capo d' Africa a Roma, a due passi dal Colosseo, la
settimana scorsa sono stati registrati più di mille cittadini. Ciascuno con i suoi punti interrogativi.
Cinquecento, invece, quelli che si sono rivolti allo sportello comunale di Ostia, sul litorale romano, tra chi
vuole informazioni sul pagamento della Tares, chi paga e chi prende i moduli.
Tanto che Roma ha così deciso di potenziare gli uffici, dopo i disagi dei giorni scorsi con file, ressa e
addirittura svenimenti di utenti in coda: l' Ama ha deciso di aumentare il numero degli addetti, passato
da 12 a 16.
Gli sconti dei sindaci Se il cocktail tra Imu, Iuc e Tares vi sembra già complicato, sappiate che l'
autonomia delle amministrazioni comunali ha generato in più una vera e propria gara tra i Comuni a chi
offre lo sconto più originale sulla tassa rifiuti.
Il già complicato fisco sulla casa diventa un puzzle nazionale passando in rassegna le diverse
agevolazioni stabilite dai singoli Comuni s u l l a Tares. C' è chi, come il Comune di Francofonte
(Siracusa), "taglia" la tariffa sui rifiuti per chi adotta un cane in modo da risparmiare sugli ingenti costi
dei canili comunali.
Altri centri preferiscono andare incontro ad anziani e famiglie con disabili. A Pescara, invece, paga la
metà chi ha un reddito incentrato esclusivamente su cassa integrazione, mobilità o disoccupazione e il
70% in meno chi ha perso il lavoro negli ultimi tre anni. Oppure a Grottammare (Ascoli Piceno) si è
scelto di premiare le attività commerciali che decidono di togliere le videolottery con uno sconto del 30%
sulla Tares. E non è una decisione isolata.
Più innovativi i Comuni che sperimentano il metodo «più rifiuti produci, più paghi». Ad Ariccia (Roma),
ad esempio, ogni qual volta si mette fuori il contenitore questo viene svuotato: la parte variabile della
tariffa si calcola in base agli svuotamenti. In pratica più espongo i contenitori, più ritirano i rifiuti, più si
paga.
A Pisa invece la Tares è diventata una specie di raccolta punti: per sostenere la raccolta differenziata
sono stati introdotti gli ecobonus, delle specie di punti che si ottengono in ragione della quantità di rifiuti
differenziati da ciascuna famiglia, ma anche dalla loro tipologia.
Ogni "ecopunto", infatti, dà diritto a 1,5 centesimi di euro di sconto sulla Tares.
twitter@michelafinizio © RIPRODUZIONE RISERVATA ETICA E FANTASIA TRA I SINDACI
FRANCOFONTE (SIRACUSA) Il Comune di Francofonte (Siracusa) "taglia" la tariffa sui rifiuti per chi
adotta un cane in modo da risparmiare sui costi dei canili comunali PESCARA A Pescara paga la metà
chi ha un reddito incentrato esclusivamente su cassa integrazione, mobilità o disoccupazione e il 70% in
meno chi ha perso il lavoro negli ultimi tre anni GROTTAMMARE (ASCOLI PICENO) Il Comune di
Grottammare (Ascoli Piceno) premia le attività commerciali che decidono di togliere le videolottery con
uno sconto del 30% sulla Tares ARICCIA (ROMA) Prime sperimentazioni del principio «più rifiuti si
producono, più si paga». Ad Ariccia, più si espongono i contenitori per i rifiuti, più si paga PISA Premi
alla raccolta differenziata. Il Comune di Pisa ha introdotto degli "ecopunti" sulla quantità di rifiuti
differenziati: ognuno vale 1,5 centesimi di euro di sconto sulla Tares AGF.
MICHELA FINIZIO
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Imposte locali LA RACCOLTA RIFIUTI.
Casa e rifiuti, un rebus che vale 6 miliardi
Entro venerdì va pagata la maggiorazione Tares ­ Tassazione tutta da rifare con la
nuova «Tari»
Cristiano Dell' Oste Giovanni Parente
Sicuramente ci sono state giornate peggiori,
se si guarda solo alla quantità di imposte
pagate dai proprietari di casa. Ma certo il 24
gennaio sarà un "venerdì nero" per la mole di
complicazioni (evitabili) scaricata sui
contribuenti.
Per la mini­Imu, si dovrà andare alla cassa nei
2.401 Comuni che nel 2013 hanno deliberato o
confermato un' aliquota sull' abitazione
principale superiore a quella statale dello 0,4
per cento. Con in più la necessità di
individuare anche tutte le situazioni "affini" alla
prima casa che impongono comunque il
versamento (si veda la pagina precedente).
Per la maggiorazione Tares, invece, non
esiste neppure una stima sul numero di
Comuni i n c u i i c o n t r i b u e n t i d o v r a n n o
effettuare il versamento entro venerdì
prossimo. In questo caso il calcolo non è
particolarmente complesso, perché si tratta
solo di applicare un coefficiente di 30
centesimi al metro quadrato, prendendo a
riferimento la superficie denunciata agli
sportelli comunali per il tributo o la tariffa rifiuti.
Il problema è che questa maggiorazione è in
realtà un' imposta tutta statale, che non ha niente a che vedere né con i rifiuti, né con il Comune. Tant' è
vero che molti sindaci hanno scelto di non riscuoterla insieme alla Tarsu o alla Tia, inviando nei giorni
scorsi un bollettino o un modello F24 separato ai cittadini. Da qui tutto il caos sui ritardi e sulle sanzioni,
accompagnato dalla solita dose di incertezza, perché molti proprietari ­ pagando la rata del 16
dicembre ­ non hanno prestato particolare attenzione nel controllare se il Comune avesse già
addebitato o no la maggiorazione. E quindi ora non sanno se devono aspettarsi un bollettino in questi
giorni.
Tra ciò che è stato già versato e ciò che arriverà venerdì, la maggiorazione Tares dovrà portare nelle
casse dello Stato tra 1,1 e 1,2 miliardi di euro. Ma si tratterà di una sorta di una tantum, perché dal 2014
il prelievo sui servizi indivisibili sarà ripensato da zero. E, soprattutto, perché per i rifiuti arriverà la
nuova Tari, che prenderà il posto della Tares (adottata nel 2013 da un numero ridottissimo di Comuni) e
delle ben più utilizzate Tarsu e Tia, nelle loro diverse versioni locali.
Nel complesso, quest' anno i servizi di raccolta e smaltimento rifiuti costeranno ai proprietari di case,
negozi, uffici e attività produttive almeno 5,5 miliardi. Come sarà distribuito questo carico fiscale, però,
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non è ancora possibile dirlo, dal momento che la legge di stabilità per il 2014 contiene soltanto una
disciplina cornice, destinata oltretutto a essere ancora modificata da Governo e Parlamento nella
riscrittura della nuova imposta unica comunale (Iuc), di cui la Tari è una delle componenti insieme a
Tasi e Imu.
In ogni caso, anche quando le regole nazionali saranno state definite, toccherà ai Comuni dettare la
disciplina di dettaglio (e le tariffe) sulla Tari. Con il rischio concreto di un ingorgo per gli uffici locali,
chiamati a disciplinare anche la Tasi.
Il principio generale dettato dall' Unione europea con la direttiva 2008/98/Ce è quello del «chi inquina
paga», che dovrebbe tradursi in un aggravio per le attività come bar, discoteche o negozi di ortofrutta, e
in uno sconto rispetto al 2013 per gli studi professionali o i negozi d' abbigliamento. Pochissime città,
però, hanno messo a punto i metodi di misurazione puntuale della produzione di rifiuti c h e
consentirebbero di far pagare davvero chi produce più rifiuti. Lo scenario più verosimile, almeno ad
oggi, è che i Comuni partano ancora dal cosiddetto metodo normalizzato (previsto dal Dpr 138/1998)
andando a correggere in modo più o meno marcato le tabelle tariffarie utilizzate fino allo scorso
dicembre.
Per conoscere i dettagli servirà tempo (e pazienza). E pensare che la prima stesura del disegno di
legge di stabilità fissava addirittura a giovedì scorso ­ 16 gennaio ­ la prima scadenza per il pagamento
della Tasi e della Tari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA LA QUESTIONE APERTA I rimborsi Iva sulla Tia Un miliardo di euro.
Tanto vale la partita dei rimborsi Iva sulla Tia. L' imposta sul valore aggiunto è stata applicata
nonostante le bocciature di Corte costituzionale, Cassazione e Corte dei conti. La questione è stata
sollevata a più riprese sul Sole 24 Ore (qui sopra l' edizione del 3 ottobre 2012) raccogliendo anche le
proteste e le preoccupazioni dei lettori. Ma la questione è tuttora aperta e in attesa di una soluzione.
CRISTIANO DELL' OSTE, GIOVANNI PARENTE
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Il Sole 24 Ore
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I CHIARIMENTI PER LA TARES «IN SOSPESO»
A CURA DI Luigi Lovecchio Che cos' è la
maggiorazione Tares e come si distingue dalla
«tassa base» sui rifiuti?
La maggiorazione è un importo dovuto, in linea
teorica, a fronte dei servizi indivisibili dei
Comuni che non ha alcun collegamento con il
costo di gestione dei rifiuti urbani.
L' importo è fisso ed è pari a 30 centesimi al
metro quadrato, commisurati all' estensione
della superficie soggetta alla tassa rifiuti. L'
importo della maggiorazione è interamente
devoluto allo Stato, mentre la tassa rifiuti è
versata a favore del Comune. Gli elementi
distintivi della maggiorazione rispetto alla
tassa rifiuti sono pertanto rappresentati dall'
importo (fisso e uguale per tutti per la
maggiorazione) e dall' ente destinatario del
gettito (lo Stato per la maggiorazione, il
Comune per la tassa). Si tratta quindi di
versamenti distinti e separati.
Negli avvisi di pagamento inviati dai Comuni le
somme dovute a tali titoli sono evidenziate
separatamente.
Come faccio a sapere se devo pagare la
Tares entro il 24 gennaio?
La scadenza del 24 gennaio riguarda
esclusivamente la maggiorazione ed è stata fissata dalla legge di stabilità 2014. La tassa rifiuti si versa
invece alle scadenze stabilite nei singoli regolamenti comunali. Il pagamento della maggiorazione entro
il 24 gennaio 2014 riguarda tutti i contribuenti che hanno occupato immobili soggetti all' applicazione
della tassa rifiuti nel corso del 2013. Se il contribuente ha già pagato la maggiorazione con bollettini
inviati precedentemente dal Comune al 24 gennaio non dovrà corrispondere nulla a tale titolo.
Cosa succede se non ricevo in tempo il modello F24 o il bollettino precompilato dal Comune
con l' importo della maggiorazione Tares da pagare?
Rischio qualche sanzione?
Come è stato precisato nella risposta del Mef al question time del 15 gennaio in commissione Finanze
alla Camera, se il contribuente versa in ritardo la maggiorazione perché non ha ricevuto per tempo i
bollettini del Comune, lo stesso non è passibile né di sanzioni né di interessi, in virtù dell' articolo 10
dello Statuto del contribuente (legge 212/2000).
Deve pagare la maggiorazione Tares anche chi risiede in Comuni che nel 2013 hanno ancora
applicato la Tarsu o la Tia?
Sì, la maggiorazione va pagata anche nei Comuni che nel 2013 erano in Tarsu o in Tia.
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La maggiorazione Tares dovrà essere pagata anche per il 2014? No, l' unico anno di applicazione della
maggiorazione è il 2013. Dal 2014, al posto della maggiorazione c' è la Tasi.
Quest' anno sui rifiuti si dovrà pagare la Tari. Quando sarà possibile conoscere esattamente l'
importo dovuto? Sono già state individuate le scadenze?
L' importo dovuto a titolo di Tari e le scadenze di pagamento di tale tributo saranno noti solo dopo l'
approvazione dei regolamenti e delle delibere tariffarie da parte dei Comuni. È verosimile ritenere che
anche quest' anno il termine delle delibere sarà posticipato.
Anche per la Tari il Comune invierà a casa dei contribuenti un bollettino con l' importo da
versare?
Sì, anche per la Tari il Comune dovrà inviare il bollettino con l' importo da versare. È confermata la
disposizione inizialmente contenuta nella legge di stabilità secondo cui la Tari dovrà essere versata
insieme alla Tasi e all' Imu, cioè gli altri tributi che compongono la nuova imposta unica municipale
(Iuc)?
No, i Comuni potranno stabilire le scadenze di pagamento anche in modo differenziato per i tre tributi
che compongono la Iuc.
La Tari continuerà a essere pagata in base ai metri quadrati, alla destinazione dell' immobile e
al numero di occupanti già dichiarati ai fini della Tares, oppure bisognerà presentare una nuova
dichiarazione in Comune?
I criteri di determinazione delle tariffe della Tari sono sostanzialmente coincidenti con quelli della Tares.
Pertanto nei Comuni che nel 2013 hanno applicato la Tares "classica", fondata cioè sul metodo
normalizzato previsto dal Dpr 158/1999, non occorrerà presentare nessuna nuova dichiarazione e gli
importi da versare non dovrebbero cambiare di molto.
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LUIGI LOVECCHIO
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Metamorfosi tributarie.
Un solo prelievo con sei nomi diversi
Gianni Trovati Cinque sigle per lo stesso
tributo parevano un record destinato a durare,
ma dopo la tempesta di acronimi che ha
investito Imu e d i n t o r n i a n c h e l e t a s s e
ambientali hanno dovuto muoversi per
mantenere il primato: ed ecco la Tari, la sigla
numero 6.
Tassare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti
non sembra una sfida improba, ma a dispetto
dell' apparente semplicità della materia la
storia è intricata, e a beneficio di chi non voglia
seguirla fino in fondo è bene riassumerne la
morale: le "riforme" si sono susseguite a un
ritmo crescente perché in fondo si è sempre
deciso di non decidere, cioè di non introdurre
davvero una tariffa proporzionale alla quantità
d i rifiuti prodotti come chiede la logica (e l'
Unione europea).
In principio fu la Tarsu, nata nel 1993, che si
basava su un meccanismo semplicissimo, un
tanto al metro quadrato (con tariffe
differenziate per categoria, naturalmente). Il
sistema è semplice ma brutale, tassa la
coppia come la famiglia numerosa se i metri
quadrati sono gli stessi, e quindi non rispetta il
principio Ue per cui «chi inquina paga».
Per diventare europei nel 1997 abbiamo introdotto la Tia, che non ha mai soppiantato la Tarsu ma si è
pian piano estesa a 1.300 Comuni, lasciando gli altri 6.700 ancorati al vecchio sistema. La Tia, anche se
un po' più elaborata, aveva però lo stesso problema della Tarsu, perché con una deroga qui e un'
eccezione lì finiva per scordarsi della proporzionalità tra rifiuti prodotti e conto da pagare.
Nel 2009, dopo il solito infinito contenzioso, la questione è arrivata alla Corte costituzionale, che è stata
chiara: la Tia non è una tariffa (tanto usi il servizio, tanto paghi) ma è la solita tassa, e quindi non può
essere caricata dell' Iva perché non si può pagare un' imposta su una tassa.
Dall' epoca, ci sarebbe un miliardo di euro che le aziende dovrebbero restituire ai contribuenti se lo
Stato lo restituisse a loro, ma agli occhi dei conti pubblici evidentemente i 380 milioni di entrate per la
mini­Imu hanno rappresentato una questione più interessante del miliardo di uscite per l' Iva sulla Tia:
quindi la mini­Imu si paga, subito, e l' Iva rimane in attesa.
Nel 2006 è stata la volta della Tia2, che ha finito per convivere con la Tia1 e la sempre viva Tarsu, fino a
essere accompagnata nel 2013 dalla Tares e dalla sua maggiorazione, che con i rifiuti non c' entra ma
con l' omonimia aumenta la confusione. Ora è la volta della Tari, che funziona più o meno come la Tares
(riformata) ma ha un nome diverso: fino alla prossima puntata.
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GIANNI TROVATI
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20 gennaio 2014
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Conti pubblici LE SOCIETÀ DELLE REGIONI.
Dalle rose al nanotech: tutti i buchi nei bilanci delle
aziende regionali
In Sardegna e Lazio le perdite maggiori.
Se vi serve del sale, chiedete alla Regione
Sicilia, per lo zucchero bisogna rivolgersi al
Molise, mentre chi cerca un mazzo di rose può
bussare alle porte della Regione Umbria.
Prima ancora dei numeri, sono le tante attività
che vedono impegnate le società delle Regioni
a segnalare i problemi di un ente che avrebbe
dovuto legiferare e controllare, e invece arriva
a trasformarsi in un centro commerciale, oltre
a gestire aeroporti, consorzi agricoli, teatri.
Siamo certi che sia la Regione Veneto il
soggetto migliore per «coordinare le
attività del distretto hi­tech per le
nanotecnologie applicate ai materiali»?
Oppure che la creazione di «figure
professionali come web designer, editor,
sviluppatori di linguaggi» vada affidata alla
Regione Abruzzo?
I numeri dei bilanci dicono di no. Quasi il 40%
delle società controllate dalle Regioni, cioè
quelle di cui le amministrazioni possiedono
quote variabili dal 50 al 100%, chiude i bilanci
in rosso e le loro perdite superano gli utili
accumulati dalle aziende che funzionano. Lo
stesso accade nei grandi Comuni (si veda la
pagina a fianco), dove però le attività sono più
"tradizionali" e legate alle funzioni istituzionali, dall' acqua ai rifiuti passando per il trasporto pubblico.
Fra le Regioni a schiacciare i risultati complessivi sono le amministrazioni meridionali, che accumulano
il 70% delle perdite totali e portano in territorio negativo il bilancio totale.
Regina delle perdite è la Sardegna, travolta dalla crisi dell' economia del territorio. La Carbosulcis,
acquisita nel 1996 per evitare la chiusura delle miniere e avviare una "transizione" mai finita, scava
perdite sempre più pesanti, che nel 2012 hanno superato i 42 milioni e hanno raggiunto i 105 milioni nel
triennio. Ora la prospettiva, decisa a dicembre, è quella di una chiusura e una riconversione che
dovrebbe completarsi nel 2027, fra 13 anni, in un lungo crepuscolo accompagnato da cattiva gestione
come quella che a novembre ha portato alla contestazione di 17 milioni di euro di danno erariale per la
miniera Nuraxi Figus.
Se il carbone appartiene al passato, nemmeno l' economia del futuro sembra brillare quando è
declinata in chiave regionale, come mostrano gli oltre 2 milioni di perdita dell' aeroporto di Alghero o i
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problemi della Saremar (linee marittime).
Come nei Comuni, anche nelle Regioni i trasporti assestano colpi duri ai bilanci. In Abruzzo i pullman
regionali dell' Arpa hanno perso 10 milioni in tre anni, nel Lazio la Cotral viaggia a ritmi da 25­27 milioni
di perdita all' anno, mentre il risultato complessivo 2012 delle società controllate dalla Regione
Campania è in pareggio solo perché non tiene conto del disastro Eav, l' Ente autonomo Volturno che
gestisce la Circumvesuviana e altre linee ferroviarie e ha visto fallire nel novembre 2012 il ramo del
trasporto su gomma, mentre per salvare il resto è servito un intervento del Governo.
L' ultimo bilancio "ordinario" disponibile dell' Eav risale al 2010 (82,5 milioni di perdita), dopo di che è
successo di tutto, compreso il fallimento del ramo su gomma (novembre 2012) e il piano di rientro
assistito dal Governo per le ferrovie che tramite tagli, messa a reddito di immobili e anticipazioni
dovrebbe riportare i conti in ordine nel 2015.
Anche lontano dalle attività "tradizionali", comunque, i conti non faticano a colorarsi di rosso. Un
esempio fra i tanti? Il Molise, che non si accontenta dello zuccherificio (12 milioni di perdita nel 2011) e
soffre anche con il centro agroalimentare, in rosso per 14,5 milioni nel 2012 dopo gli 8,2 persi nel 2011.
G. Tr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA IL QUADRO Sul Sole 24 Ore del 16 settembre è stata illustrata la
crescita continua delle partecipate regionali, controllate e no, che sono 403 e secondo la Corte dei conti
accumulano 2,5 miliardi all' anno di costi della produzione.
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20 gennaio 2014
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Il Sole 24 Ore
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L' ANALISI.
Meno cultura dell' emergenza e più politica
industriale
Stefano Pozzoli I dati delle società controllate
dei Comuni capoluogo di regione confermano
che le aziende con perdite di esercizio
significative nell' ultimo esercizio (sopra il
milione di euro) non sono molte e hanno una
particolare concentrazione in due comparti e in
alcune città (Roma, Napoli e Palermo sono i
casi più eclatanti, seppure con caratteristiche
diverse tra loro): quello del trasporto pubblico
locale (ove si presenta la più clamorosa
anomalia di tutto il sistema, ovvero l' Atac di
Roma, che da sola perde più di tutto il resto
delle aziende del campione osservato) e
quello variegato delle aziende dei servizi
cosiddetti «strumentali». I problemi, dunque,
nascono da alcuni Comuni e in pochi settori.
Per quanto riguarda i Comuni l a l e g g e d i
stabilità r a p p r e s e n t a u n p a s s o a v a n t i
significativo. La scelta è quella di
disincentivare gli enti locali a "trasferire" i
propri disavanzi sulle aziende partecipate,
perché a regime è previsto l' obbligo di
accantonare un' analoga somma nel bilancio
del Comune. La norma è perfettibile, certo, ma
la scelta del legislatore è condivisibile e
opportuna. C' è solo da richiedere rigore nell'
applicazione della norma, rafforzandone semmai il quadro sanzionatorio e di non cedere alle solite
pressioni di rinvio della sua entrata in vigore, prevista per il "lontano" 2015.
La concentrazione delle perdite in due settori deve far riflettere sull' opportunità di continuare a parlare
di "riforma dei servizi pubblici locali". Servono, al contrario, interventi mirati al mondo dei trasporti locali,
dove peraltro i tagli eccessivi creano una situazione emergenziale che non aiuta un serio riassetto del
comparto, e a quello delle società strumentali, troppo spesso aziende di poca utilità per il cittadino e
fonte di costi immotivati.
Per gas, acqua, rifiuti e per gli altri servizi pubblici locali i problemi (e le perdite) sono assai minori, le
norme ci sono e tutto sommato funzionano: basta farne un minimo di manutenzione e preoccuparsi che
vengano applicate. La sfida è soprattutto quella di arrivare alla crescita dimensionale delle aziende,
cosa che si può ottenere soltanto portando a effetto la politica già intrapresa di ambito territoriale
ottimale, introducendo il principio di "un ambito, una sola azienda" e verificando con rigore gli standard
di costo e di servizio.
In generale, poi, occorre sottolineare il fatto che le imprese sono imprese e che la trasposizione dei
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vincoli propri della pubblica amministrazione può e deve essere fatto, ma sempre rispettando l'
operatività delle aziende e la loro autonomia, siano esse società in house o meno. È giusto punire gli
eccessi di arbitrarietà nella gestione, ma non al punto da imbrigliarla in un groviglio di vincoli spesso
utili solo ad aumentarne i costi.
Occorre superare la cultura dell' emergenza e tornare a ragionare di politica industriale, di strategie di
settore e di qualità e costi dei servizi, senza perdersi solo nei vuoti luoghi comuni dei "poltronifici" e
degli amministratori superpagati o incapaci e disonesti.
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Il panorama. Ad Aosta e Trieste i «gruppi» più solidi.
Nelle aziende spese per quasi 35 miliardi
Emanuele Padovani Se si considerano le
società e gli organismi partecipati dalle
amministrazioni comunali che depositano i
bilanci p r e s s o l e C a m e r e d i c o m m e r c i o
allargando il campo fino al terzo livello di
partecipazione, il fenomeno si rivela
imponente. Sono oltre 13.500 le aziende
partecipate, di cui quasi 3mila si occupano non
propriamente di servizi pubblici locali (quali
servizio idrico, gas, trasporti, igiene, eccetera)
ma delle più svariate attività: dall' editoria, ai
depositi di carburanti, dal settore immobiliare,
a quello alimentare. Con oltre mille aziende,
anche il settore delle consulenze varie, in cui si
affacciano agenzie per lo sviluppo economico
del territorio, consorzi di ricerca per l'
innovazione, agenzie per lo sviluppo urbano,
gruppi di azione locale, è particolarmente
vasto.
L e s p e s e c o r r e n t i n e i bilanci d e l l e
amministrazioni comunali ammontano a 52
miliardi di euro, e l' insieme delle partecipate
municipali ha gestito nel 2012 risorse per 34,8
miliardi. In altri termini, fuori dai bilanci delle
amministrazioni comunali sono gestite risorse
pari a circa due terzi delle risorse gestite all'
interno dei bilanci pubblici, e questo fenomeno è in considerevole aumento (solo due anni prima, la
proporzione era 44,6 miliardi nei bilanci degli enti contro 18,1 in quelli delle partecipate), segno di un
progressivo trasferimento di attività al sistema delle partecipate pubbliche locali. Altro aspetto
interessante è rappresentato dal l' indebitamento di finanziamento che all' interno delle società
partecipate raggiunge quota 19,9 miliardi, ossia circa il 38% della consistenza dei debiti di
finanziamento (cioè mutui e prestiti a medio­lungo termine) contabilizzati all' interno dei bilanci comunali
(51,9 miliardi).
Anche in considerazione dell' obbligatorietà al consolidamento dei conti delle partecipate con l'
introduzione del nuovo sistema di contabilità a partire dal 2015, emerge chiaramente come sia
indispensabile mantenere monitorato l' andamento delle partecipate comunali per scongiurare
improvvise derive finanziarie (come ad esempio è avvenuto nell' ormai famoso caso del Comune di
Parma).
La scheda qui a fianco riporta i livelli di salute economico­finanziaria dei gruppi municipali delle
principali città italiane, aggiornata agli ultimi dati di bilancio e di quote di partecipazione, ordinata in
base alla grandezza dei gruppi municipali in termini di spese gestite.
Il rating del gruppo misura lo stato di salute finanziaria con un "voto", decrescente da A dei più solidi a E
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delle realtà più in difficoltà. L' analisi valuta prima di tutto lo stato di ogni partecipata di primo livello (ed
eventuali sotto­gruppi attraverso i rispettivi bilanci consolidati) esaminando otto parametri che misurano
redditività, indebitamento e solvibilità. Su questa base, il rating di gruppo riunisce i rating singoli, pesati
in relazione a tre parametri (patrimonio netto, capitale investito e costi monetari, rapportati alla quota di
partecipazione). Alla luce di questi dati, Aosta e Trieste mostrano le situazioni più solide, mentre Roma
e Palermo si confermano le più in difficoltà.
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Conti pubblici LE SOCIETÀ DEI COMUNI.
Partecipate, male trasporti e Mezzogiorno
Maxi­rosso a Roma, Napoli e Palermo ­ Utili per le controllate di Torino, Milano, Firenze
e Bari SOTTO CONTROLLO La legge di stabilità ha introdotto un meccanismo che
imporrà ai sindaci di accantonare risorse a copertura delle perdite.
Gianni Trovati Il fiato corto che
contraddistingue quasi ovunque il trasporto
pubblico e g l i i n c i a m p i g e s t i o n a l i c h e s i
concentrano in alcune grandi città. Sono le due
zavorre che trascinano in rosso i conti
complessivi delle partecipate comunali, u n
mondo che però si rivela composito agli occhi
di chi ne passa in rassegna i bilanci.
Per addentrarsi all' interno di questo mondo, e
fare un passo avanti rispetto alle analisi
"generali" che mescolano aziende
diversissime fra loro, è necessario armarsi di
numeri. Quelli passati in rassegna nel grafico
in pagina si riferiscono alle società
«controllate» dai capoluoghi di Regione, cioè
le aziende in cui il singolo Comune possiede
quote superiori al 50% (e spesso arriva ad
avere una partecipazione totalitaria). Questa
scelta esclude le tante società divise fra più
enti locali, in cui ogni amministrazione ha una
quota più o meno limitata di partecipazione,
ma permette di abbracciare nell' analisi
praticamente t u t t e l e r e a l t à m a g g i o r i e
soprattutto di collegare in modo più immediato
l' andamento della società e le responsabilità
del Comune proprietario: se un ente controlla
una società, la perdita scritta nel bilancio dell' azienda finisce per influire direttamente sui conti
comunali, soprattutto ora che la legge di stabilità 2014 ha introdotto un meccanismo con cui si imporrà
ai Comuni di accantonare risorse a copertura delle perdite delle partecipate. Se una quota dei fondi
locali serve a sostenere un' azienda, non può essere ovviamente impiegata per le spese del Comune,
che quindi andranno finanziate per altra via: ed ecco che si chiude la catena che porta dagli inciampi
delle partecipate alle tasse locali per i contribuenti.
Attenzione, però, perché il tema offre declinazioni molto diverse da città a città e fra un settore e l' altro. I
numeri, tratti da Bureau van Dijk dalla banca dati AidaPa per Il Sole 24 Ore, permettono di scendere nel
dettaglio, e di mostrare i risultati delle scelte compiute dalle singole città.
Spesso, infatti, occorre partire da lì, più che dal settore di attività dell' azienda. L' igiene urbana, cioè la
raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, si rivelano per esempio un ottimo terreno di gioco a Firenze, dove la
Quadrifoglio, che lavora anche per una serie di Comuni intorno al capoluogo toscano, ha chiuso il 2012
con un utile di 5,4 milioni e ha così migliorato un risultato medio del triennio che comunque lasciava in
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cassa mediamente 3,2 milioni all' anno. Basta spostarsi ad Ancona, però, per vedere che i rifiuti
possono anche produrre perdite, perché lì l' utile manca dal 2010 (ma la società vanta oltre tre milioni di
crediti dal Comune), e se si arriva a Palermo le difficoltà si trasformano in problemi quasi
insormontabili. L' azienda dei rifiuti, l' Amia, è fallita (e per questo manca dalla rassegna in tabella), il
suo posto è stato preso dalla Rap, che sta muovendo i primi passi fra mille inciampi: una decina di
giorni fa è scoppiato un nuovo caso­assenteismo, con 30 dipendenti pescati ad allontanarsi subito dopo
aver timbrato, che ha rimesso in discussione l' organizzazione della società e ha fatto infuriare il sindaco
Leoluca Orlando, dopo che le feste erano state funestate dai rifiuti in strada in tante zone della città.
Un discorso simile può riguardare anche il servizio idrico, che a Torino porta la Smat a un super­utile da
oltre 23 milioni, abituale guardando ai risultati medi 2010­2012, mentre a Perugia colora di rosso i
bilanci.
I problemi dei conti, insomma, spesso nascono più dalle esperienze concrete di gestione che dal ramo
di attività: a Napoli si aprono buchi anche alla Mostra d' Oltremare (­5,3 milioni nel 2012), alle Terme di
Agnano (­2,9 milioni), e pure l' Istituto di studi per la gestione d' impresa (73% del Comune) non sembra
dare i risultati sperati, visto che ha perso 462mila euro nel 2012 dopo i 354mila lasciati sul terreno l'
anno prima.
Il Comune di Genova fa anche il bagnino, ma senza successo, perché i Bagni Marina Genovese hanno
perso 109mila euro nel 2012 (e 321mila nel triennio), quello di Venezia è anche biscazziere, e prova a
recuperare i buchi da 14 milioni l' anno aperti dal Casinò, mentre Cagliari si è data all' ippica (e ha
perso 213mila euro nel 2012).
Dove i problemi si fanno strutturali, come accennato, è nei trasporti, anche perché il progressivo
spostamento degli oneri dalla fiscalità generale ai contribuenti avvenuto in tanti settori della finanza
locale non ha funzionato. A parte il record dell' Atac di Roma, che paradossalmente registra un super­
deficit da 156 milioni nel 2012 ma migliora rispetto al recente passato, da Genova ad Ancona, da
Catanzaro a Palermo le aziende di trasporto pubblico locale sono accompagnate dal segno "meno".
Anche qui, però, le eccezioni non mancano, come mostra il caso della Ctm di Cagliari e soprattutto
quello della fiorentina Ataf, che con i 4,8 milioni di utile nel 2012 fa un balzo in avanti e migliora i risultati
medi, sempre positivi, degli ultimi tre anni.
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GIANNI TROVATI
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Welfare LOTTA ALLA POVERTÀ Una platea di 13mila famiglie.
La nuova «social card» resta incagliata
A due anni dal varo si attende l' erogazione dei fondi nelle 12 città coinvolte ­ Il
ministero: avvio imminente.
Francesca Barbieri Valentina Melis Ottocento
milioni sul piatto per la lotta alla povertà e l'
inclusione lavorativa nei prossimi due anni. Il
tesoretto è di tutto rispetto, visti i tempi. Ma è
proprio il fattore tempo che si presenta come l'
incognita maggiore per passare dalla teoria
alla pratica: per assegnare solo i primi 50
milioni, stanziati dal Dl 5 del 9 febbraio 2012 e
destinati alla nuova «social card», da 231 a
404 euro al mese, non basteranno forse due
anni. L' erogazione dei fondi (disponibili
peraltro dal 2008) non è ancora partita in
nessuno dei 12 grandi Comuni coinvolti nella
sperimentazione, come risulta dal
monitoraggio effettuato dal Sole 24 Ore del
Lunedì. L' intervento dovrebbe coinvolgere una
platea di 13mila famiglie bisognose (9.393
stimate da ministero del Lavoro e Inps, più
4mila ipotizzate dal Comune di Roma).
Da Milano a Palermo, in nessuna delle città
selezionate il budget disponibile si è tradotto in
accrediti per la carta acquisti, a cui
dovrebbero accompagnarsi progetti per il
reinserimento lavorativo dei disoccupati. I
numeri dell' emergenza, però, continuano a
peggiorare, con i poveri raddoppiati dal 2005 e
addirittura triplicati al Nord (dove rappresentano ormai oltre il 6% delle famiglie, mentre la media
nazionale sfiora il 13%).
Le ragioni dei ritardi? Se a Roma l' elezione del nuovo sindaco ha dilatato i tempi e il bando per
individuare la lista dei potenziali beneficiari si apre proprio oggi per chiudersi a fine febbraio, altri
Comuni segnalano la lentezza e frammentarietà di una procedura a gestione centralizzata che non ha
tenuto conto delle diversità territoriali e ha rallentato la tempistica. L' iter parte con la pubblicazione del
bando, per arrivare all' individuazione di una lista di potenziali beneficiari, che diventeranno effettivi solo
dopo la verifica dei requisiti da parte dell' Inps. E proprio all' istituto di previdenza si starebbe creando
un "ingorgo" degli elenchi di nominativi in arrivo dai Comuni.
Il ministero del Lavoro assicura che la verifica dei requisiti è stata quasi completata dall' Inps, che nelle
prossime settimane si partirà con l' assegnazione delle carte ai beneficiari e con l' accredito dell'
importo spettante per il bimestre gennaio­febbraio.
I Comuni, però, sottolineano che l' assegnazione delle risorse sarebbe dovuta partire già nell' ultimo
trimestre del 2013. A Milano, ad esempio, che ha a disposizione 5,6 milioni, la delibera per l' avvio del
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programma della nuova carta acquisti è stata approvata ad aprile dell' anno scorso, a fine settembre
sono state inviate all' Inps le liste dei potenziali beneficiari, e l' assessore alle politiche sociali
Pierfrancesco Majorino, già in un comunicato del 12 novembre, sollecitava l' Inps a rispondere «con la
massima sollecitudine».
Il Comune di Genova proporrà al ministero del Lavoro di far partire le erogazioni per le famiglie
bisognose in maniera progressiva, attivando subito le risorse a favore dei richiedenti risultati idonei (sia
in seguito ai controlli comunali, sia per l' Inps) e rinviando invece a un momento successivo l' attivazione
della carta per gli utenti ancora in fase di verifica. Proprio l' avvio graduale delle erogazioni dovrebbe
essere la strada che il ministero percorrerà nelle prossime settimane.
Su questo scenario dovrà partire il nuovo sostegno per l' inclusione attiva (Sia), una misura universale
estesa su tutto il territorio nazionale, annunciata a settembre dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini e
prevista, come evoluzione del programma carta acquisti, dalla legge di stabilità 2014 (legge 147/2013,
articolo 1, comma 216).
© RIPRODUZIONE RISERVATA I dati forniti dai Comuni, dal ministero del Lavoro e dall' Inps sui
potenziali beneficiari della nuova «carta acquisti» nelle 12 città coinvolte dalla sperimentazione (al lordo
delle verifiche sul possesso dei requisiti) ROMA Il bando apre oggi Il Comune stima 8mila nuclei
interessati, la metà dei quali rientrerà nella sperimentazione. Apre oggi fino al 28 febbraio il bando per
la raccolta di candidature.
L' obiettivo è erogare una prima tranche di fondi entro l' estate 11,8 milioni IL BUDGET MILANO
Selezione interna Il Comune ha fatto una selezione tra le famiglie con i requisiti previsti. Si tratta di 1420
nuclei I progetti di reinserimento Si punta a usare lo strumento già esistente delle borse lavoro 5,6
milioni IL BUDGET NAPOLI Duemila beneficiari Secondo le stime del ministero del Lavoro e dell' Inps i
nuclei familiari potenzialmente beneficiari della nuova carta acquisti sono 2.089. È ancora in corso,
però, la verifica dei requisiti 8,9 milioni IL BUDGET TORINO Mille beneficiari Su 2mila domande
raccolte sono stati individuati mille beneficiari che avranno le risorse probabilmente a febbraio. Su
formazione e orientamento al lavoro è stato siglato un accordo di collaborazione con sindacati e Acli 3,8
milioni IL BUDGET PALERMO Graduatoria al rush finale La sperimentazione non è stata avviata perché
il Comune ha ricevuto la graduatoria dall' Inps negli ultimi giorni dell' anno scorso. La graduatoria è in
fase di pubblicazione sul sito del Comune. Si stimano 1.440 beneficiari 6,1 milioni IL BUDGET
GENOVA Bando chiuso a luglio Su 991 domande raccolte dal Comune al 31 luglio, le famiglie
potenzialmente beneficiarie sono 695 Avvio progressivo Si proporrà al ministero l' avvio della misura
per gli idonei 2,6 milioni IL BUDGET BOLOGNA Selezione interna Il Comune ha individuato i potenziali
beneficiari con le informazioni dei servizi sociali e le domande di accesso all' edilizia residenziale
pubblica. Si tratta di 424 famiglie.
Attende il via libera dell' Inps 1,6 milioni IL BUDGET FIRENZE Meno domande del previsto Su 516
domande raccolte dal Comune, i nuclei beneficiari sono potenzialmente 417 Il reinserimento Avverrà
tramite il progetto Polis di accompagnamento socio­lavorativo 1,6 milioni IL BUDGET BARI I beneficiari
Il Comune ha selezionato 400 famiglie, tra 1.114 domande. Prevede l' inizio delle erogazioni a fine
febbraio Per il reinserimento Intese con le agenzie per il lavoro e corsi di formazione 3 milioni IL
BUDGET CATANIA Oltre 4mila domande Le famiglie potenzialmente coinvolte sono 641, su 4.600
domande raccolte dal Comune.
L' amministrazione prevede che la graduatoria completa sia restituita dall' Inps entro fine marzo 2,7
milioni IL BUDGET VENEZIA Duecento nuclei in corsa Secondo le stime i beneficiari della nuova carta
acquisti sono 210 nuclei familiari Le azioni di reinserimento Il Comune userà strumenti già attivi: il patto
sociale e il progetto Informalavoro 1,1 milioni IL BUDGET VERONA I progetti di riqualificazione Sono
previsti tirocini di inserimento lavorativo retribuiti, percorsi di riqualificazione e supporto al superamento
di criticità personali, sanitarie e sociali.
Si stima che le famiglie beneficiarie siano 281 1,1 milioni IL BUDGET.
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GOVERNI TERRITORIALI.
Il federalismo vacilla sulle Regioni
In Italia scandali e clientele, ma anche in Europa avanza la sfiducia.
Carlo Carboni Sembra proprio che per un po'
dovremo archiviare o, comunque, ripensare il
federalismo. Eliminate le Province, ci sono le
Regioni, alcune delle quali a rischio di default
per voragini nei bilanci complessivi e della
sanità. Metà dei consiglieri dei parlamentini
regionali sono sotto inchiesta, in genere per
uso improprio di fondi, nonostante i loro
principeschi trattamenti: milioni di euro finiti in
rolex, tablet, profumi, cene lussuose, tutto, più
o meno, sulle tracce dell' ineffabile Fiorito.
Nell' annus horribilis delle Regioni, il 2012,
sono cadute tre giunte della stazza di Sicilia,
Lazio e Lombardia. Debito, corruzione e
sprechi fluiscono al centro come nelle
periferie. L' ultima notizia è che in Sicilia
r i s u l t a n o i n d a g a t i 9 7 , t r a consiglieri e
funzionari regionali, per illecito utilizzo dei
rimborsi spettanti ai gruppi consigliari: il solito
copione per cui «una mano lava l' altra» finisce
per aggregare un network trasversale. Il
rischio è che faccia sistema proprio questa
dark side della nostra architettura istituzionale,
piegata, prima che dai tagli dello Stato, dalla
pletora di clientele che caratterizzano i nostri
mercati politici locali e regionali.
L' occasione federalista appare oggi un' occasione sciupata, se non persa. I cittadini che hanno
disertato le urne amministrative e regionali nel 2013 sfiorano il 50% e in alcuni casi, come in Basilicata
nel novembre 2013, l' astensionismo va oltre la metà dell' elettorato. Il federalismo è in crisi per le
malefatte dei suoi protagonisti, che evidenziano in modo inequivocabile la voragine che separa le
aspettative passate e i risultati (?) del presente.
Le aspettative erano elevate. Maggiori funzioni e poteri ai governi "di prossimità" avrebbero dovuto
riavvicinare cittadini e istituzioni e, d' altra parte, si era resa necessaria questa supplenza federalista a
un' élite nazionale dapprima scossa da Tangentopoli e, poi, imputata del malessere del Paese, fino allo
showdown delle élite politiche in questi anni di crisi, durante i quali ne abbiamo viste di tutti i colori.
Anche il federalismo europeo, o meglio l' unione politica europea, era tra le aspettative diffuse in molti
Paesi d' Europa, nella speranza di evitare gli effetti negativi di élite politiche nazionali aspramente
criticate (Hay 2007).
Per tutti gli anni 90 il federalismo dell'"Europa delle regioni" ha costituito un possibile modello di
governo multilivello del Vecchio continente, in grado di dribblare gli effetti negativi di élite nazionali in
declino quanto a strategia e decisioni. Al contrario, nel primo decennio del secolo e con l' avvento della
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crisi, abbiamo assistito non solo a un set­back del nostro percorso istituzionale federalista (nonostante
Bossi ministro del federalismo nel IV governo Berlusconi), ma a un generale arretramento dell' idea
federalista, compresa quella europea, accompagnata da un' inaspettata resilienza delle élite nazionali in
grado sia di imporre tagli pesanti agli enti locali sia di riprendere quota in Europa, con il decollo dell'
unione intergovernativa a trazione tedesca.
Infatti, le degenerazioni che hanno riguardato protagonisti e gestione degli enti regionali sono state
accompagnate da recenti difficoltà incontrate dall' idea federalista tanto in Europa che in Italia:
soprattutto, quando sottosistemi delicati come quello fiscale sono chiamati a cambiare, ma anche
quando si risvegliano i nazionalismi su sollecitazione delle urgenze della crisi. L' idea federalista in
larga parte ha marciato, sia da noi che in Europa, su binari elitari, creando élite autoreferenziali sia a
livello regionale che europeo. Il federalismo, poi, era stato visto come la soluzione di tutti i mali
nazionali, soprattutto al nostro Nord, ma la crisi non si è limitata a evidenziarli e spinge per riforme
economiche, istituzionali, elettorali da decidere con l' urgenza dell' emergenza.
Insomma, anche se fuori da sistemi regionali e fuori dall' Europa non c' è salvezza, lo Stato nazionale,
compreso il nostro, è tornato a essere il centro di attese decisioni per i cittadini riguardo le cosiddette
riforme strutturali. Nel frattempo, le Regioni hanno duplicato il loro debito, sciupando così l' autonomia
acquisita. Per motivi diversi, né l' unione europea né il federalismo italiano sono stati in grado di
riavvicinare i cittadini alle istituzioni. Basta pensare che il primo partito in tutte le regioni italiane è oggi
largamente l' astensione e che il federalismo è l' ultimo pensiero delle famiglie italiane.
Quanto all' Europa, si attende una maggioranza di non voto e una quota parlamentare anti­europeista
consistente, in una fase in cui la fiducia dei cittadini europei verso la Ue è ai minimi. C' è dunque da
ripensare all' idea federalista in Italia e in Europa e da capire se l'"Europa delle regioni" non vada
archiviata come utopia.
[email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L' INDAGINE Lunedì 13 gennaio è stato
pubblicato i l servizio sulla Governance Poll 2013, il sondaggio IPR Marketing­Il Sole 24 Ore, sul
gradimento di sindaci e presidenti di Regioni: per i politici locali consensi in calo.
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Lettere
A Gioia Tauro tanto «rumore» per un transito
Non solo cittadini comuni, ma anche sindaci,
forze dell' ordine, consiglieri comunali. Tutti in
piedi lungo il molo di Gioia Tauro pronti ad
azioni eclatanti, pur di non far arrivare le armi
chimiche della guerra di Siria. Sono
sconcertata.
Hanno capito queste persone che si tratta di
materiali in transito? Che cioè verranno
caricati su una nave americana e trasportati
altrove, in un altro continente, lontano da loro?
Capisco gli abitanti di Paderno Dugnano, che
da più di un mese respirano gli effluvi chimici
di un' azienda locale e che stufi sono scesi in
piazza. Ma gli abitanti della Piana?
Lo stoccaggio dei kalashnikov della malavita
va bene, il transito controllato dall' Onu, dai
militari e dal Governo di sostanze disattivate,
che altrimenti sarebbero state usate per
uccidere bambini in Siria, quello no?
Siamo solo a gennaio, ma credo che la
vicenda si candidi a vincere il premio follia
dell' anno 2014.
M. P.
Il conto della mini­Imu Fantastico il risultato
dell' eliminazione dell' Imu. Confusione e
indicazioni contraddittorie fino all' ultimo sulla mini­Imu. Con cittadini costretti a fare code ai Caf per
capire come fare e quanto pagare. Senza contare che la consulenza avrà ­ in molti casi ­ un costo quasi
pari se non superiore all' imposta da pagare.
Lettera firmata Caos Tares a Roma A Roma l' Ama, la società che svolge il servizio rifiuti, sta inviando
solo in questi giorni le bollette per la maggiorazione Tares 2013. Io l' ho ricevuta lunedì 13 gennaio: due
bollettini (uno postale e un modello F24), due file e tanto caos. Basti pensare che i modelli pre­compilati
per l' F24 sono sbagliati e non possono essere pagati online. In alcuni casi gli importi sono ridicoli. I miei
7 euro dovuti non si potevano accorpare alla prossima bolletta, con gran risparmio di carta e di soldi?
Però consoliamoci: dato il gran caos abbiamo otto giorni in più per pagare senza interessi. Ma per
scoprirlo bisogna andare sul sito dell' Ama.
V. U.
Spending review veloce in casa Due figli, marito impiegato, io lavoratrice saltuaria, reddito familiare più
basso che medio. La crisi ha colpito anche noi, ma la nostra spending review l' abbiamo ideata nel giro
di qualche mese. Quanto ci mettono i tecnici dello Stato a fare la loro?
Lettera firmata Perché solo la Kyenge? Difficile credere alla buonafede della "Padania" quando giustifica
che la rubrica «Qui Cecile Kyenge» con la volontà di evidenziare il nulla di fatto del ministro dell'
Integrazione. Ma allora perché non evidenziare anche il nulla di fatto su altri fronti? L' aggiunta,
sporadica, di alcuni appuntamenti di questo o quel ministro, penso serva solo a mascherare il vero fine
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del quotidiano leghista.
R. C.
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SONDAGGIO MINISTERO PA.
Semplificazioni: in cima alla lista sempre il Fisco
C' è un grande bisogno di semplificazione.
Soprattutto in questi giorni in cui i cittadini
sono alle prese con il calcolo della mini­Imu e
si sono ritrovati nella cassetta postale la lettera
del Comune con il saldo della Tares, quella
che prima si chiamava Tarsu e t r a u n p o '
diventerà Tari. Ma in tema di tassa rifiuti l a
complicazione non è solo terminologica. Il
pagamento, infatti, si sdoppia: una parte va
versata con bollettino postale, un' altra con
F24.
Sarà per questo che gli italiani quando
pensano a una burocrazia più amichevole
mettono in cima alla lista dei loro desideri gli
adempimenti fiscali. E ciò sia che la proposta
arrivi dai cittadini sia che siano chiamate in
causa le imprese. Entrambi chiedono un Fisco
più chiaro e meno vessatorio. Ora, infatti, gli
obblighi tributari a cui tener dietro durante l'
arco dell' anno sono troppi, i calcoli delle
imposte cervellotici, le regole poco chiare e
soggette a continui cambiamenti.
È il risultato della consultazione telematica "Le
100 procedure più complicate da semplificare"
lanciata a metà ottobre dal ministero della
Pubblica amministrazione in collaborazione
con l' Anci, la Conferenza dei presidenti di Regione e l' Upi e che si chiude quest' oggi.
A metà della scorsa settimana erano arrivate 1.500 segnalazioni, mille da parte dei cittadini e 500 dalle
imprese. Spesso, però, le esigenze di cittadini e imprese coincidono. Si è detto della necessità comune
di avere una fiscalità più chiara.
Stesso discorso per le procedure dell' edilizia, che entrambi pongono al secondo posto: c' è la necessità
di avere a che fare con tempi più ragionevoli per il rilascio delle autorizzazioni (permesso di costruire,
Scia, Dia), di snellire le attuali complicazioni in materia di autorizzazione paesaggistica o sismica, di
confrontarsi con regole uniformi e certe, che non varino da comune a comune.
Dal terzo posto in poi, invece, le richieste di cittadini e imprese prendono strade diverse. I primi
rivendicano più facilità nell' accesso alle prestazioni sanitarie (dalla prenotazione delle visite
specialistiche alla scelta del medico di base), nelle procedure relative ai disabili (riconoscimento dell'
invalidità, richiesta di ausili e protesi, permessi di lavoro e contrassegno per l' auto), nei pagamenti
(estensione della modalità telematica e uniformità delle modalità).
Invece le imprese ­ quelle che hanno risposto sono per il 65% aziende con meno di 5 addetti ­ chiedono
meno vincoli nel rilascio delle autorizzazioni di inizio attività (la modulistica ora è, per esempio,
estremamente varia), nel rilascio del Durc (il documento unico di regolarità contributiva), nella
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presentazione della documentazione antimafia, nelle procedure relative alla sicurezza sul lavoro
(formazione e aggiornamento dei dipendenti, controlli sulle attrezzature, tenuta del registro infortuni).
Che fine faranno queste indicazioni? «Il Governo ­ risponde il ministro della Pubblica amministrazione
Gianpiero D' Alia ­ proporrà importanti misure di semplificazione. Nei prossimi mesi si dovrà, infatti,
lavorare avendo come cardini, all' interno della strategia di politica economica, un Fisco più snello, in
particolare per le famiglie, e l' azione di sburocratizzazione».
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investimenti a lungo termine.
La proprietà piace «nuda»
Secondo immobile? Troppe spese, meglio una proprietà parziale che lascia l' usufrutto
al proprietario.
Andrea Curiat a È una possibilità presa in
considerazione da molte famiglie italiane che
hanno la fortuna di avere già una prima casa
di proprietà: comprare un secondo
appartamento, pensando non alle vacanze ma
al futuro dei figli. Chi è libero dal carico di un
mutuo, e ha un po' di liquidità da parte, può
iniziare a guardarsi attorno sin da quando i
bimbi sono in tenera età. Approfittando,
magari, del momento di ribasso dei mercati
immobiliari per strappare un buon affare. Ma
dinanzi all' elevata imposizione fiscale sugli
immobili, alle spese di manutenzione e ai costi
del condominio, il dubbio è legittimo: conviene
davvero investire in una seconda casa per i
figli?
I problemi non mancano. Prima di tutto
bisogna considerare la stretta sul credito, che
rende più difficile per le famiglie ottenere mutui
sugli immobili: solo nel 2013 le erogazioni
sono diminuite quasi del 20 per cento. Poi ci
sono le tasse: sulle compravendite delle
seconde case gravano imposte per il 10% del
valore. Una volta acquistata la seconda casa, i
proprietari si devono far carico sia della Tasi,
l a n u o v a i m p o s t a s u i servizi indivisibili
comunali, sia dell' Imu, che insieme non possono superare il 10,6 per mille. Inoltre ci sono le spese di
mantenimento dell' immobile. In media, stando ai calcoli di Federconsumatori relativi al 2013, il solo
costo del condominio per un appartamento da 90 metri quadrati in una zona intermedia di una grande
città supera i 1.000 euro all' anno. Se poi ci si aggiungono riscaldamento centralizzato, acqua e spese di
manutenzione ordinaria, il totale sale a più di 1.800 euro annui.
Infine, c' è la questione liquidità: in caso di emergenze impreviste, gli investimenti in immobili richiedono
lunghi tempi di dismissione e possono determinare perdite considerevoli di capitale. «In condizioni
normali, acquistare una seconda casa per un figlio che non debba subito andare ad abitarci non
conviene poi tanto. Anche se si decide di dare in affitto l' immobile, tra le spese e i rischi il rendimento è
ridotto all' osso», commenta Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari.
Un' idea da abbandonare del tutto, allora?
In realtà ci sono due casi in cui l' acquisto di una casa per i figli può rappresentare un investimento
particolarmente valido, seppure con tutte le accortezze del caso. Un' occasione vantaggiosa può
derivare dall' acquisto di una casa in nuda proprietà: con questo tipo di contratto si acquista a tutti gli
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effetti un' immobile, lasciandone però l' usufrutto al venditore, che potrà vivere nell' appartamento vita
natural durante. Solo alla morte del proprietario precedente gli acquirenti otterranno il diritto di utilizzo
dell' immobile. Il vantaggio sta nel risparmio considerevole rispetto ai prezzi di mercato, soprattutto se
si acquista da un proprietario di età non troppo avanzata: è proprio questo, infatti, il parametro
fondamentale per stabilire il valore della nuda proprietà. Ad esempio, se il venditore ha tra i 70 e i 72
anni, il prezzo della casa è scontato del 40%; se si sale a 79­82 anni, il risparmio si riduce al 25% del
valore della piena proprietà. È chiaro che si tratta di un meccanismo inadatto alle famiglie che abbiano
necessità di trasferirsi subito nell' appartamento. «Ma diventa molto interessante per una coppia di
genitori che vogliano destinare una casa a un figlio piccolo, così che possa utilizzarla dopo 20 o 25
anni», rileva Breglia.
Il secondo caso è quello di un giovane che abbia deciso di andare a studiare fuorisede, in un' altra città
italiana o anche all' estero.
In queste circostanze si può acquistare un piccolo appartamento e destinare, magari, quello che
sarebbe stato il budget dell' affitto alle rate di un mutuo. «Ovviamente non ne vale la pena per periodi
brevi. Ma se si ha un figlio che deve cominciare l' università, nell' arco di 5 anni si possono risparmiare
anche 40mila euro di affitto, recuperando la quota di capitale per l' acquisto», aggiunge l' esperto.
Attenzione, però: il reddito delle unità a destinazione abitativa non locate e situate nello stesso comune
dell' abitazione principale concorre a formare il reddito imponibile Irpef nella misura del 50%, gravando
ulteriormente sulle tasse applicate alla famiglia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA [email protected] affitto o acquisto? Le due ipotesi
Quando un figlio va fuori di casa è meglio aiutarlo a pagare l' affitto o comprargli casa? Scenari
Immobiliari ha effettuato una simulazione per valutare la convenienza di due ipotesi: una casa di 50
metri quadrati, a un prezzo di 150mila euro o, in alternativa, con un canone di locazione di 500 euro al
mese.
Acquisto Se i genitori decidono di comprare la casa con un investimento iniziale di 60mila euro e la
sottoscrizione di un mutuo a tasso fisso, si ritrovano a pagare una rata mensile di 936 euro; dopo 10
anni avranno speso 180mila e la casa si sarà rivalutata almeno sino a 182mila.
In affitto Se il figlio decidesse di andare in affitto, spenderebbe 36.500 euro nell' arco di 5 anni di studi; e
altrettanti nei 5 anni successivi, necessari magari per frequentare un master, trovare lavoro, mettere su
famiglia, arrivando a una spesa totale di 75mila euro. La liquidità a disposizione della famiglia, pari a
60mila euro, potrebbe però essere investita in un altro strumento finanziario, come un BTp a 10 anni al
tasso del 4,10% Dieci anni dopo Nel 2024, in caso di acquisto la famiglia si ritrova con un capitale
immobiliare di 182mila euro; in caso di affitto, avrebbe un patrimonio investito per 96.900 euro.
ANDREA CURIAT
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Le questioni aperte. Necessario chiarire l' applicazione alle contestazioni Inps e Inail.
Ancora incognite su contributi e impugnazioni
Nonostante manchi poco tempo per la data
prevista per il pagamento delle some dovute,
continuano a persistere alcuni dubbi operativi
che potrebbero limitare l' adesione alla
sanatoria. Non è, infatti, ancora chiaro se sono
"rottamabili" anche gli avvisi di addebito dell'
Inps e le cartelle di pagamento relative a
contributi assistenziali e previdenziali di
competenza di altri istituti di assistenza e
previdenza, come, per esempio, l' Inail che
hanno affidato a Equitalia la riscossione. La
norma che ha introdotto la mini­sanatoria fa,
infatti, riferimento ai ruoli emessi da parte di
uffici statali, agenzie fiscali (agenzia delle
Entrate, agenzia del Demanio e agenzia delle
Dogane e dei Monopoli), Regioni, Province e
Comuni e affidati agli agenti della riscossione
fino al 31 ottobre 2013.
Nessun esplicito riferimento, dunque, viene
fatto in merito all' Inps o all' Inail. Occorre
chiarire se tra gli «uffici statali» siano da
considerare anche tali enti. Una prima lettura
(e soprattutto il buon senso) porterebbero a
includere anche i debiti dei contribuenti con tali
enti, tuttavia è verosimile che si giunga a
conclusioni differenti.
In passato, infatti, l' agenzia delle Entrate (per quanto nelle sue competenze) con riferimento alla
rottamazione dei ruoli prevista dalla legge 289/2002 aveva specificato che per uffici statali dovessero
intendersi solo i Ministeri e non anche gli enti di previdenza, in quanto, anche nel Dlgs 46/1999 sulla
riforma della riscossione tramite ruolo, gli istituti previdenziali e assistenziali erano considerati a sé.
Un altro aspetto da precisare, per nulla marginale, riguarda poi la possibilità di definire anche le cartelle
relative alle somme dovute in pendenza di giudizio. In sostanza, non è chiaro se sia possibile definire
anche le somme relative ad atti impugnati dovute nella misura di un terzo (iscrizione provvisoria) o dell'
intero importo (in caso di iscrizione straordinaria o di cartella) senza il pagamento degli interessi di
mora e da ritardata iscrizione a ruolo.
Supponendo, infatti, che un contribuente abbia impugnato un avviso di accertamento in Ctp e non abbia
pagato la cartella di pagamento per le somme dovute in pendenza di giudizio, non è chiaro se possa
comunque pagare le somme dovute (attualmente, pari a 1/3 delle maggiori imposte), compreso l' aggio
della riscossione e le spese di notifica della cartella, al netto però degli interessi di mora e da ritardata
iscrizione a ruolo.
Laddove ciò sia possibile, infatti, sarebbe auspicabile allora anche un' espressa previsione circa la
possibilità di restituzione delle medesime somme pagate in sede di sanatoria a titolo di imposte e aggio
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della riscossione, in caso di esito favorevole della lite presso la Ctr.
Sempre in occasione del condono del 2002, infatti, l' agenzia delle Entrate aveva avuto modo di
precisare che la sanatoria poteva riguardare anche le somme in pendenza di giudizio iscritte a ruolo.
Tuttavia, se poi la sentenza avesse dato ragione al contribuente, gli importi versati in sede di sanatoria
non avrebbero potuto essere più chiesti in restituzione.
Non essendo irrilevanti nella valutazione di convenienza alla sanatoria, tali dubbi richiedono rapidi
chiarimenti per non far perdere ulteriormente appeal alla definizione.
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Riscossione. Niente interessi di mora e da ritardata iscrizione a ruolo, ma tutti gli adempimenti
vanno completati entro febbraio.
Cartelle, mini­sanatoria in volata
Verifica preventiva su posizione debitoria, atti ricevuti e affidamento a Equitalia.
PAGINA A CURA DI Rosanna Acierno Estratto
di ruolo, data di affidamento delle somme
dovute all' agente della riscossione e tipologie
di atti ricevuti: sono queste le principali
verifiche che il contribuente è chiamato a
effettuare se intende aderire alla mini­
sanatoria delle cartelle prevista dalla legge di
stabilità (legge 147/2013, articolo 1, commi da
618 a 624).
Un percorso in salita se si pensa che
bisognerà versare l' intero importo al netto di
interessi di mora e da ritardata iscrizione a
ruolo in un' unica soluzione e che ormai è
rimasto poco più di un mese alla scadenza del
28 febbraio.
Passo dopo passo Deve essere direttamente il
contribuente ad attivarsi presso l' agente della
riscossione per la rottamazione dei ruoli.
Pertanto, il soggetto interessato deve prendere
visione presso gli sportelli del concessionario
della propria posizione debitoria, mediante la
richiesta di un estratto di ruolo da cui si
evincano le iscrizioni a ruolo e gli accertamenti
esecutivi che risultano a suo carico. Poi il
contribuente dovrà individuare le cartelle e gli
atti che potranno essere oggetto di
rottamazione. La norma, infatti, prevede che possono essere oggetto di definizione agevolata i carichi
inclusi nei ruoli consegnati agli agenti della riscossione fino al 31 ottobre 2013, emessi da uffici statali,
agenzie fiscali (agenzia delle Entrate, agenzia del Demanio e agenzia delle Dogane e dei Monopoli),
Regioni, Province e Comuni. Inoltre, la definizione potrà riguardare anche i carichi derivanti dagli
accertamenti esecutivi affidati sempre fino al 31 ottobre 2013. Risultano, dunque, escluse, le somme
iscritte a ruolo dopo tale data anche per effetto di atti di accertamento esecutivi e le somme dovute per
effetto di sentenze di condanna emesse dalla Corte e affidate a Equitalia anche prima della stessa data.
Di norma, l' estratto di ruolo riporta la data di presa in carico e di affidamento delle somme all' agente
della riscossione e, dunque, se è anteriore al 31 ottobre 2013. Tuttavia, qualora non sia agevole stabilire
la data effettiva di consegna del ruolo, è opportuno chiedere l' assistenza direttamente al funzionario
incaricato della riscossione. Individuati i carichi da rottamare, il contribuente dovrà poi fare il computo
delle somme da versare ossia le somme originariamente iscritte a ruolo a titolo di imposta e sanzioni, l'
aggio della riscossione, le spese di notifica degli atti e le eventuali spese esecutive. Il beneficio della
sanatoria, infatti, attiene soltanto allo sconto relativo agli interessi da ritardata iscrizione a ruolo dovuti,
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attualmente, nella misura del 4% annuo (articolo 20 del Dpr 602/1973) e degli interessi di mora dovuti,
dal 1° ottobre 2009, nella misura del 5,2233% annuo (articolo 30 del Dpr 602/1973). Di solito, l' estratto
di ruolo indica separatamente gli interessi (di mora e da ritardata iscrizione a ruolo).
Pertanto, non dovrebbe essere difficile scomputarli dal resto delle somme dovute. Tuttavia, anche in
questo caso, è opportuno chiedere l' assistenza di uno sportello del concessionario laddove emergano
dubbi.
Alla cassa I soggetti interessati dovranno effettuare il pagamento delle somme dovute in un' unica
soluzione, senza possibilità di rateazione, entro e non oltre il prossimo 28 febbraio direttamente presso
l' agente della riscossione. Attenzione, però, a far imputare correttamente il pagamento delle somme ai
carichi da rottamare.
Per consentire il versamento delle somme dovute e agli enti creditori la registrazione delle relative
operazioni, resteranno sospesi fino al 15 marzo 2014: ­ la riscossione dei carichi inclusi nei ruoli e negli
accertamenti esecutivi emessi e affidati agli agenti della riscossione fino al 31 ottobre 2013; ­ i termini di
prescrizione.
Una volta intervenuto il pagamento entro il prossimo 28 febbraio, i concessionari della riscossione sono
automaticamente discaricati dell' importo residuo.
Poi, entro il 30 giugno di quest' anno dovranno trasmettere a ciascun ente creditore, anche in via
telematica, l' elenco dei debitori che si sono avvalsi della sanatoria. Inoltre, sempre entro la stessa data,
i contribuenti che hanno effettuato il versamento entro il termine previsto saranno informati con posta
ordinaria dagli agenti della riscossione dell' avvenuta estinzione del debito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA La check­list L' ESTRATTO DI RUOLO I passaggi da seguire per
aderire alla mini­sanatoria entro il prossimo 28 febbraio Per comprendere se è possibile aderire alla
mini­sanatoria in base alla propria posizione debitoria, i contribuenti interessati dovranno visionare (con
la consultazione online o recandosi direttamente agli sportelli dell' agente della riscossione) il proprio
estratto di ruolo ossia gli importi iscritti a ruolo e e somme derivanti da avvisi di accertamento esecutivi
affidati a Equitalia per la riscossione entro il 31 ottobre 2013 LA VERIFICA DEGLI ATTI SANABILI Alla
luce della posizione debitoria, i contribuenti devono individuare gli atti per cui è possibile aderire alla
mini­sanatoria. Si possono definire in modo agevolato, infatti, solo i carichi inclusi nei ruoli consegnati
agli agenti della riscossione fino al 31 ottobre 2013, compresi gli accertamenti esecutivi, emessi da uffici
statali, agenzie fiscali, Regioni, Province e Comuni. In caso di dubbi, è sempre opportuno chiedere
chiarimenti all' agente della riscossione GLI IMPORTI DA PAGARE Nel calcolo delle somme dovute per
aderire alla sanatoria, i contribuenti dovranno individuare gli importi (anche residui) ancora dovuti ­ tra
cui figurano, per esempio, imposte, sanzioni e aggio della riscossione ­ in base alla cartella di
pagamento e/o all' avviso di accertamento esecutivo che si vuole rottamare e sottrarre la componente
attribuibile a interessi di mora e da ritardata iscrizione a ruolo LE MODALITÀ DI VERSAMENTO
Dovranno essere i contribuenti ad attivarsi poiché non ci sarà alcuna comunicazione del concessionario.
Pertanto, i soggetti interessati dovranno effettuare il pagamento delle somme dovute in un' unica
soluzione, senza chance di rateazione, entro il prossimo 28 febbraio direttamente presso l' agente della
riscossione. Occorrerà prestare attenzione per far imputare correttamente il pagamento delle somme ai
carichi da rottamare L' ATTESA PER L' ESITO Dopo il pagamento entro il 28 febbraio, i contribuenti che
hanno aderito alla mini­sanatoria dovranno attendere l' invio, da parte dell' agente della riscossione, di
una comunicazione di avvenuta estinzione del proprio debito entro il prossimo 30 giugno. Tale
comunicazione sarà spedita con posta ordinaria e attesterà il buon esito della procedura eseguita e,
dunque, il discarico delle somme.
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Aumenti. L' anticipazione forfettaria.
Per le «marche» maggiorazione record da 8 a 27
euro
A TITOLO DI RIMBORSO Serve per coprire gli esborsi degli uffici giudiziari per
notificazioni, diritti, indennità di trasferta, spedizione di documenti.
Con la manovra per il 2014, l' anticipazione
forfettaria, dovuta quale rimborso per le
notificazioni richieste all' ufficio giudiziario, a
titolo di diritti, indennità di trasferta e per le
spese di spedizione, viene maggiorata più del
triplo. La parte che per prima si costituisce in
giudizio, dunque, contestualmente al deposito
del ricorso introduttivo, ovvero, nei processi
esecutivi di espropriazione forzata,
contestualmente all' istanza per l'
assegnazione o la vendita dei beni pignorati, a
partire dal 1° gennaio 2014 deve apporre una
marca da bollo non più di 8 euro, bensì di 27
euro.
L' aumento fa comunque salvi i processi esenti
da contributo unificato ai sensi della legge
319/1958, già ridotti dopo l' intervento della
manovra estiva del 2011 che ha introdotto per
la prima volta il contributo unificato anche per i
procedimenti di lavoro e previdenza per i
titolari di reddito tre volte superiore rispetto all'
importo previsto per il gratuito patrocinio.
La novità legislativa in parola riguarda il solo
processo civile, "risparmiando" il processo
amministrativo ­ già colpito da incrementi del
contributo unificato in primo grado (anche
maggiori del 100%) e in secondo grado (la legge di stabilità per il 2013 ha aumentato il contributo della
metà per i giudizi di impugnazione) ­ e il processo tributario (per il quale l' introdotto contributo unificato
dipende dal valore della controversia).
Ma la previsione legislativa sembra porsi in controtendenza rispetto ai precedenti incrementi delle
spese di giustizia, sempre relativi a scaglioni di valore (introdotti anche nel processo tributario e in
materia di appalti nel processo amministrativo). La marca per l' anticipazione forfettaria, invece, si
applica, indipendentemente dal valore della causa, in misura fissa a tutte le controversie per le quali è
prevista.
L' aumento, pari a più del 300%, inoltre, appare ancor più consistente se si considera che riguarda una
spesa che si aggiunge a quella già sostenuta a titolo di contributo unificato. E certo non basta a
ridimensionare la portata della novità l' esiguità della somma di cui si sta parlando. Se infatti 27 euro
sembrano ben poca cosa, basti pensare che ammonta a 37 euro il contributo unificato di minore entità,
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dovuto per le cause fino a 1.100 euro.
Ne deriva che l' aumento avrà una maggiore incidenza sulle controversie di valore più esiguo. Si pensi,
a titolo di esempio, a una causa da 2.000 euro. Oltre al contributo unificato di 85 euro deve ora pagarsi l'
anticipazione di 27 euro, per un totale di 112 euro rispetto ai precedenti 92 euro. Ed ancora per una
causa di valore pari a 10.000 euro si devono pagare all' Erario 233 euro invece che 214 euro.
In conclusione, la principale novità di questa legge di stabilità, sebbene appaia davvero minima rispetto
agli interventi più corposi a cui si è assistito negli anni passati in materia di spese di giustizia, non
sembra tuttavia deludere un trend purtroppo negativo per la tutela dell' accesso alla giustizia.
Giu. La.
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Le liti amministrative.
Il contributo unificato schiva il tiro incrociato delle
Camere
L' ipotesi era di introdurre ritocchi nella legge di stabilità.
Marcello Clarich Giuliano Fonderico Un po'
come i tabacchi, gli alcolici e i carburanti, il
contributo unificato per le cause
amministrative ha un appuntamento quasi
fisso con le leggi di fine anno, che si chiamino
finanziarie o di stabilità. Lo scorso anno la
l e g g e d i stabilità a v e v a i n c r e m e n t a t o i l
contributo per molte categorie di giudizi
amministrativi, accanendosi in particolare su
quelle in tema di contratti pubblici e Autorità
indipendenti. Lo Stato voleva raccogliere più
risorse da destinare a «interventi urgenti in
materia di giustizia amministrativa»: nuove
assunzioni, incentivi ai dipendenti e spese di
funzionamento degli uffici.
Quest' anno l' appuntamento è stato mancato
per un soffio. Nella discussione parlamentare
della legge di stabilità si sono fronteggiate due
soluzioni contrapposte. Un emendamento dell'
opposizione proponeva di riportare il
contributo unificato ai valori di qualche anno fa,
raccogliendo risorse con l' aumento dei
prelievi sulle slot machine. Un altro
emendamento, elaborato in commissione
durante il passaggio alla Camera, proponeva
non di aumentare il prelievo
complessivamente ricavato dal contributo unificato, ma di distribuirlo diversamente tra le categorie di
giudizi.
Come? Innalzando in modo significativo il contributo sui (soliti) giudizi in tema di contratti pubblici e di
Autorità indipendenti per ridurlo un po' sulle altre controversie. Sullo scaglione più alto, sopra il milione
di euro, si sarebbe arrivati a 11.400 euro. Tale sarebbe stata la cifra da pagare per il ricorso introduttivo
e per ciascun ricorso per motivi aggiunti "con nuove domande". Giudizi di media complessità avrebbero
così raggiunto facilmente cifre considerevoli, senza contare gli ulteriori aggravi comunque previsti per i
giudizi di appello.
La nuova distribuzione dei pesi, secondo il Governo che aveva dato parere favorevole all'
emendamento, serviva ad «accentuare i caratteri di progressività ed equità del contributo unificato».
Come tali caratteri fossero stati posti in collegamento con la situazione reddituale delle parti "tipiche" dei
giudizi coinvolti è tuttavia un aspetto che gli atti non chiariscono. Così come non sembra che alla base
del l' emendamento ci fossero dati accurati sul peso relativo e sulle vicende di tali giudizi. L'
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emendamento alla fine è stato respinto perché la Ragioneria ha giudicato carente la copertura
finanziaria. Non era certo, dunque, che gli introiti maggiori derivanti dagli aumenti compensassero i
minori legati alle riduzioni. A ogni modo, a futura memoria, il contributo unificato non può diventare una
barriera all' accesso alla giustizia amministrativa, a pena di incostituzionalità.
Il prezzo della giustizia non è peraltro rimasto indenne da altre forme di incremento. La legge di stabilità
ha più che triplicato il valore delle "anticipazioni forfettarie" sui costi di notifica che i privati versano all'
Erario nel processo civile. Le cifre in sé non sono significative ma incideranno sui giudizi in misura fissa,
indipendentemente dalla tipologia di causa e dal valore delle controversie. Sembra quindi che si sia
andati nella direzione opposta della "progressività ed equità" che invece era stata predicata per il
giudizio amministrativo.
Insomma, comunque vada i costi per accedere alla giustizia continuano ad avere una tendenza al rialzo.
Non si può escludere che, al di là dei fabbisogni di cassa, vi sia un' esigenza genuina di riallineare il
prezzo del "servizio" ai costi che lo Stato sopporta per assicurarlo. Così come potrebbe esservi spazio
per strutturare il contributo unificato e gli altri costi di giustizia in modo da incentivare negli "utenti"
comportamenti efficienti. Azioni del genere richiederebbero però analisi preventive accurate e maggiore
riflessione quando si elaborano le soluzioni. L' impressione è che gli interventi ipotizzati siano frutto di
improvvisazione, comune peraltro a molte altre misure finanziarie.
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IL RIMBORSO.
Tutte le spese a carico di chi perde
Nel processo tributario la condanna alle spese
è specificatamente disciplinata dall' articolo 15
del decreto legislativo 546/92, secondo cui le
spese processuali liquidate in sentenza sono
rimborsate dalla parte soccombente se la
Commissione non le dichiara compensate. In
particolare, la parte soccombente è
condannata a rimborsare le spese processuali
tenendo anche conto delle spese anticipate
per eventuali consulenze tecniche disposte nel
corso del processo.
Per ottenere il pagamento delle spese la parte
che vi ha interesse può proporre il cosiddetto
giudizio di ottemperanza, mediante ricorso alla
Commissione tributaria che ha pronunciato la
sentenza passata in giudicato.
Pertanto, qualora l' ufficio sia stato condannato
alle spese di giudizio, il contribuente può
attivarsi per ottenere il pagamento attraverso il
giudizio di ottemperanza.
In sostanza, dopo la scadenza del termine
entro il quale dovevano essere adempiuti da
parte dell' ufficio gli obblighi imposti da una
sentenza divenuta definitiva o, in mancanza
del predetto termine, dopo trenta giorni dalla
messa in mora a mezzo di ufficiale giudiziario
e fino alla estinzione dell' obbligo, il contribuente può chiedere l' ottemperanza agli obblighi derivanti
dalla sentenza passata in giudicato mediante ricorso da depositare in doppio originale alla segreteria
della commissione tributaria provinciale (quando la sentenza passata in giudicato sia stata da essa
pronunciata) o alla segreteria della commissione tributaria regionale, in ogni altro caso.
Il ricorso, indirizzato al presidente della commissione tributaria adita, deve contenere la sommaria
esposizione dei fatti che ne giustificano la proposizione, la precisa indicazione, a pena di
inammissibilità, della sentenza passata in giudicato di cui si chiede l' ottemperanza, la produzione in
copia della sentenza, la produzione dell' originale o copia autentica dell' atto di messa in mora
eventualmente notificato. Entro venti giorni dalla comunicazione, l' ufficio dell' agenzia fiscale o l' ente
locale può trasmettere le proprie osservazioni alla commissione tributaria, allegando la documentazione
dell' eventuale adempimento. Il presidente della commissione tributaria assegna il ricorso alla stessa
sezione che ha pronunciato la sentenza.
Successivamente, il presidente della sezione fissa il giorno per la trattazione del ricorso in camera di
consiglio non oltre novanta giorni dal deposito del ricorso. Il collegio adotta con sentenza i
provvedimenti indispensabili per l' ottemperanza, che sono immediatamente esecutivi.
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Gli effetti. Rimborso anche in caso di completamento parziale.
Dopo l' alt il Comune restituisce gli oneri
Q u a n d o l e o p e r e edilizie a u t o r i z z a t e o
assentite non sono realizzate entro il termine
di decadenza o sono realizzate solo in parte il
Comune deve restituire o ricalcolare i
contributi per oneri di urbanizzazione primaria
e secondaria e costo di costruzione. L' obbligo
di restituzione delle somme incamerate è
sancito da un orientamento giurisprudenziale
consolidato.
Tra le pronunce più recenti si segnala quella
del Tar Puglia­Bari n. 1526/2013, che ha
dichiarato la sussistenza del diritto del titolare
di un permesso di costruire che aveva
formalmente dichiarato di rinunciarvi ad
ottenere dal Comune la restituzione dell'
importo già versato.
Per i giudici pugliesi risulta evidente che il
contributo concessorio è strettamente
connesso alla effettiva attività di
trasformazione del territorio assentita col titolo
edilizio rilasciato. Ne deriva che, se questa
circostanza non si verifica concretamente, «il
relativo pagamento risulterebbe privo della
causa dell' originaria obbligazione di dare;
argomentando diversamente, in assenza di
restituzione, si determinerebbe in favore del
Comune un indebito oggettivo, ai sensi dell' articolo 2033 c.c.».
Nello stesso senso si sono espressi anche il Tar Lombardia­Milano (sentenza n.
2092/2013) ed il Tar Sicilia­Catania (sentenza n. 159/2013), che richiamando analoghi precedenti (Tar
Lombardia ­ Brescia, sentenza n. 188/2011; Consiglio di Stato, sezione V, n.
3847/2009) hanno ribadito che il diritto alla restituzione dei contributi sorge non solamente nel caso in
cui la mancata realizzazione delle opere sia totale, ma anche laddove la cubatura prevista dal
permesso di costruire sia stata utilizzata solo parzialmente e quindi le opere realizzate abbiano
consistenza volumetrica inferiore rispetto a quella assentita.
In questa eventualità il privato ha diritto alla rideterminazione del contributo per oneri di urbanizzazione
e costo di costruzione ed alla restituzione della quota riferibile alla porzione non realizzata.
Il diritto di credito andrà esercitato nell' ordinario termine prescrizionale e poiché ai sensi dell' articolo
2935 del Codice civile il termine comincia a trascorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere,
la prescrizione decorrerà dal momento in cui l' interessato comunicherà al Comune la propria intenzione
di rinunciare al titolo abilitativo o chiederà la rideterminazione del contributo, oppure dalla data di
adozione da parte della Pa del provvedimento che dichiara la decadenza del permesso di costruire per
scadenza dei termini o per l' entrata in vigore di previsioni urbanistiche contrastanti.
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Enti locali
Trattandosi di indebito oggettivo, sugli importi spetteranno all' interessato i soli interessi al tasso legale
e non anche la rivalutazione monetaria, con decorrenza dal momento della domanda.
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Titoli abilitativi. Le dilazioni biennali concesse dal decreto «del fare» valgono soltanto per gli
interventi già in corso di realizzazione.
Permessi e Dia, la tagliola­decadenza
Giurisprudenza unanime: scaduti i termini di inizio e fine lavori lo stop è automatico LE
DATE Ci sono tre anni di tempo per chiudere il cantiere sia per la denuncia di inizio
attività che per il permesso di costruire.
A CURA DI Donato Antonucci Il permesso di
costruire decade allo scadere dei tre anni dall'
inizio dei lavori e ogni lavoro successivo è
realizzato senza titolo. La giurisprudenza su
questo è uniforme: da ultimo il Consiglio d i
Stato e i giudici di primo grado (sezione IV,
sentenze n. 6151/2013 e n. 974/2012 e Tar
Sicilia­Palermo, n. 1481/2013 Tar Abruzzo­
Pescara, n. 61/2013) hanno ribadito che la
pronuncia di decadenza del permesso di
costruire per inosservanza del termine annuale
di inizio dei lavori e di quello triennale per il
loro completamento, costituisce espressione di
un potere strettamente vincolato e ha natura
meramente ricognitiva dei presupposti previsti
dalla legge, al verificarsi dei quali la
decadenza opera di diritto.
La finalità della decadenza è sia quella di
garantire l' effettiva realizzazione dell'
intervento edificatorio in tempi prestabiliti, sia
quella di non vincolare per un periodo
indefinito le successive scelte pianificatorie dei
Comuni, che potrebbero mutare le originarie
previsioni urbanistiche. Infatti, il quarto comma
dell' articolo 15 del Tu edilizia (Dpr 380/2001),
stabilisce che il permesso di costruire decada
con l' entrata in vigore di contrastanti previsioni urbanistiche, a meno che le opere siano già state
avviate e vengano completate entro il termine di tre anni dalla data di inizio.
L' arco temporale di validità del titolo abilitativo è indicato dagli articoli 15, comma 2 e 23, comma 2 del
Testo unico, rispettivamente, per il permesso di costruire e per la Dia/Scia.
Nel primo caso le opere vanno iniziate entro un anno dall' effettivo rilascio del titolo ­ che secondo la
giurisprudenza coincide con la sua materiale consegna all' interessato e non con la semplice
emanazione dell' atto (Tar Sicilia­Palermo, 181/2011; Tar Liguria, 322/2011; Tar Sicilia­Catania
678/2009) ­ e devono essere completate entro il successivo triennio. Il termine finale di tre anni è
previsto anche per gli interventi eseguibili con denuncia o segnalazione certificata di inizio attività.
Per gli interventi con permesso di costruire i termini, iniziale e finale, devono essere espressamente
indicati nell' atto, costituiscono condizione di efficacia e validità della concessione ed operano
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automaticamente, indipendentemente da un' apposita dichiarazione amministrativa (Tar Sicilia­
Palermo, 1481/2013).
Da ciò consegue che, salva una loro eventuale proroga, dopo la scadenza dei termini le opere
eventualmente eseguite saranno considerate prive di titolo abilitativo anche in assenza di un espresso
provvedimento di decadenza, con conseguente configurabilità del reato previsto dall' articolo 44, lett. b)
del testo unico (Cassazione penale, sezione III, 17971/2010).
Per favorire il rilancio economico collegato all' edilizia, l' articolo 30, comma 3 del cosiddetto "decreto
del fare" (Dl 69/2012, modificato dalla legge di conversione 98/2013 e poi dal successivo decreto
91/2013, convertito in legge 112/2013) ha disposto una proroga biennale dei termini di inizio e di
ultimazione dei lavori di cui all' articolo 15 del testo unico, così come indicati nei titoli rilasciati o
comunque formatisi prima dell' entrata in vigore del decreto.
La previsione, in forza del successivo comma 4, trova applicazione anche alle denunce di inizio attività
ed alle segnalazioni certificate di inizio attività presentate entro lo stesso termine.
In entrambi i casi la proroga non opera automaticamente, sia perché l' interessato deve comunicare all'
amministrazione la volontà di avvalersene, sia perché, al momento della comunicazione, deve
sussistere una duplice condizione: e i titoli abilitativi non devono essere in contrasto con nuovi strumenti
urbanistici approvati o adottati; r i termini devono essere già trascorsi, non essendo certo possibile
prorogare un termine già scaduto.
A questo fine la «comunicazione dell' interessato», poiché atto recettizio ex articolo 1334 del Codice
civile, spiegherà effetti solo con la ricezione da parte dell' ente destinatario.
La norma proroga di tre anni anche il termine delle autorizzazioni paesaggistiche in corso di efficacia
alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto; e ciò al fine di consentire che il
maggiore arco temporale concesso per l' esecuzione degli interventi renda gli stessi compatibili anche
con la disciplina in tema di tutela del paesaggio, oltreché con quella urbanistico­edilizia.
Il comma 3­bis del "decreto del fare" dispone una proroga triennale anche del termine di validità delle
convenzioni di lottizzazione disciplinate dall' articolo28 della legge urbanistica n.
1150/1942, ovvero degli accordi similari comunque denominati dalla legislazione regionale, nonché dei
termini di inizio e fine lavori delle opere eseguite in attuazione dei medesimi accordi, purché stipulati
entro il 31 dicembre 2012.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Gli orientamenti 01 | LA DECADENZA La decadenza della
concessione edilizia per mancata osservanza del termine di inizio dei lavori ha natura vincolata e opera
di diritto, di tal che il provvedimento che la dichiara, ove adottato, ha carattere meramente dichiarativo
di un effetto verificatosi ex se, in via diretta, con l' infruttuoso decorso del termine prefissato Consiglio di
stato, sezione IV ­ sentenza n. 6151/2013 02|L' AVVIO LAVORI Ai fini dell' impedimento della
decadenza della concessione ai sensi dell' articolo 31, legge 1150/1942, l' avvio dei lavori può senz'
altro ritenersi sussistente quando le opere intraprese ed oggetto della concessione siano tali da
manifestare l' univoca intenzione del concessionario di realizzare il manufatto assentito Consiglio d i
stato, sezione IV, sentenza n. 2027/2013 03| LA SOSPENSIONE Il termine di durata del titolo edilizio
non può mai intendersi automaticamente sospeso, essendo al contrario sempre necessaria, a tal fine, la
presentazione di una formale istanza di proroga, cui deve comunque seguire un provvedimento da
parte della stessa amministrazione che ha rilasciato il titolo edilizio e che accerti l' impossibilità del
rispetto del termine in origine fissato, e solamente nei casi in cui possa ritenersi sopravvenuto un factum
principis, ovvero l' insorgenza di una causa di forza maggiore.
Consiglio di stato, sezione IV, sentenza n. 2915/2012 04|LE DATE Ai sensi dell' articolo 15 del Dpr
380/2001 i termini per l' inizio dei lavori e per la loro ultimazione, da indicare obbligatoriamente nell' atto
di concessione, sono configurati come termini di validità ed efficacia della concessione stessa, per cui
operano automaticamente, indipendentemente da un' apposita dichiarazione amministrativa, con la
conseguenza che, dopo l' inutile scadenza di tale termine la concessione è come se non fosse mai
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esistita, sicché i lavori edilizi iniziati o ultimati dopo la relativa scadenza restano privi di titolo abilitativo,
a prescindere da una dichiarazione amministrativa di decadenza.
Tar Sicilia­Palermo, sezione II, sentenza n. 1481/2013 05|LA FORZA MAGGIORE Nel caso in cui l'
amministrazione comunale sia a conoscenza di eventi che hanno impedito al titolare del permesso di
costruire di eseguire i lavori, la stessa non può adottare un provvedimento di decadenza del permesso
stesso, trovando in tal caso applicazione, anche senza richiesta del concessionario, la proroga del
termine per fatti estranei alla volontà del concessionario che siano sopravvenuti a ritardare i lavori
durante la loro esecuzione.
Tar Calabria ­ Catanzaro, sezione I, sentenza n.
1008/2013 06|I MINORI VOLUMI Sussiste il diritto di un soggetto che ha avanzato al Comune domanda
di accertamento di conformità, ex articolo 13 della legge n. 47 del 1985, riguardante un intervento
realizzato in difformità dalla concessione edilizia, di ottenere la restituzione degli importi versati all' ente
locale a titolo di oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, nonché di smaltimento rifiuti, nel caso in
cui sia stato accertato che la suddetta difformità consiste nella realizzazione di superficie e volume del
manufatto inferiori rispetto a quelli originariamente assentiti con il titolo edificatorio. Gli interventi, nella
loro consistenza reale, hanno determinato la produzione di un carico urbanistico inferiore rispetto a
quello che sarebbe conseguito dalle opere previste dal titolo rilasciato.
Tar Lombardia, sezione II sentenza n. 2092/2013 07|IL DIRITTO DI CREDITO Ai sensi dell' articolo 2935
del Codice civile, il termine di prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere
fatto valere; pertanto, il diritto di credito del titolare di una concessione edilizia non utilizzata, di ottenere
la restituzione dalla Pa delle somme corrisposte per oneri di urbanizzazione, decorre non già dalla data
del rilascio dell' atto di assenso edificatorio, bensì dalla data in cui il titolare comunica a l l a
amministrazione la propria intenzione di rinunciare al titolo abilitativo, o dalla data di adozione da parte
della Pa del provvedimento che dichiara la decadenza del permesso di costruire per scadenza dei
termini iniziali o finali o per l' entrata in vigore delle previsioni urbanistiche contrastanti Tar Lombardia,
sezione II, sentenza n. 728/2010 08|L' ABUSO Il decorso del termine di ultimazione dei lavori determina,
se non prorogato, la decadenza di diritto del per­messo di costruire per la parte ancora non eseguita dei
lavori ai sensi dell' articolo 15 del Dpr 380/2001, con conseguente configurabilità del reato previsto dall'
articolo 44, lett. b) del decreto in caso di loro prosecuzione oltre il termine. La Cassazioneorte ha
precisato che, diversamente, un provvedimento espresso e motivato dell' autorità amministrativa è
richiesto per la proroga del termine.
Corte di cassazione, sezione III penale, sentenza n. 17971/2010 09|LO SBANCAMENTO La mera
esecuzione di lavori di sbancamento è, di per sé, inidonea per ritenere soddisfatto il presupposto dell'
effettivo inizio dei lavori entro il termine di un anno dal rilascio del permesso di costruire a pena di
decadenza del titolo abilitativo, essendo necessario, al fine di escludere la configurabilità del reato di
costruzione abusiva, che lo sbancamento sia accompagnato dalla compiuta organizzazione del cantiere
e da altri indizi idonei a confermare l' effettivo intendimento del titolare del permesso di costruire di
realizzare l' opera assentita edificio.
Corte di cassazione, sezione III penale, sentenza n. 7114/2010.
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Enti locali
Tassazione. Chance di risparmio aperte anche alla Pa.
Con il metodo commerciale Irap a base imponibile
ridotta
Domenico Luddeni Gli enti locali o gli altri enti
compresi nell' articolo 1, comma 2, del Dlgs
165/01, dispongono di una opportunità di
risparmio molto importante che deriva dalla
scelta del metodo di calcolo della base
imponibile Irap. I n f a t t i i l D l g s 4 4 6 / 1 9 9 7 ,
istitutivo dell' Irap, per questi enti prevede due
modalità di calcolo. La prima, definita
retributiva o istituzionale, contenuta nell'
articolo 10, comma 1 prevede che per i
soggetti di cui all' articolo 3, comma 1, lettera
e­bis), la base imponibile è determinata in un
importo pari all' ammontare delle retribuzioni
erogate al personale dipendente, dei redditi
assimilati a lavoro dipendente e dei compensi
erogati per collaborazione coordinata (articolo
50 del Tuir) nonché per prestazioni occasionali
e compensi dalla assunzione di obblighi di
fare, non fare o permettere di cui all' articolo
67 del Tuir. Alla base imponibile così
determinata (con le deduzioni di cui all' articolo
11) si applica l' aliquota pari a 8.5% (articolo
16 comma 2 del decreto). Il comma 2 prevede
che, nel caso in cui l' ente svolga anche attività
commerciale, il calcolo può essere effettuato
applicando il metodo del valore della
produzione netta (Vpn) tipico dei soggetti commerciali.
Il vantaggio per gli enti spesso si calcola in decine di migliaia di euro: l' imponibile istituzionale viene
ridotto delle retribuzioni erogate al personale commerciale, con un primo risparmio netto dell' 8.5% su
queste somme. Inoltre esso viene ulteriormente ridotto di una percentuale, calcolata in base al rapporto
tra le entrate commerciali e il totale delle entrate correnti, che rappresenta la quota di retribuzioni dei
lavoratori non direttamente riferibili alle attività commerciali, i cosiddetti promisqui, (articolo 10 bis
comma 2). Bisogna altresì considerare che il Vpn delle attività commerciali dell' ente risulta spesso
negativo, e allo stesso comunque si applicherebbe un' aliquota ridotta rispetto al metodo istituzionale,
che varia dal 2.9% al 4.97% a seconda delle Regioni. Le attività commerciali dell' ente sono quelle
rilevanti ai fini Iva (circolare 148/2000 Agenzia entrate, p.
7.3.3) mentre gli obblighi contabili previsti all' articolo 20 del Dlgs 446/1997 si intendono assolti se sono
tenute le scritture contabili ai fini Iva (circ. min.
Fin. 97/1998).
La scelta deve essere operata in sede di dichiarazione ma può essere desunta dai comportamenti
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Enti locali
concludenti del contribuente (circ. 97/1998 p. 4.1). Entro la scadenza del primo acconto per il 2014 (17
febbraio), gli enti potranno già ottenere un risparmio riducendo l' imponibile istituzionale Irap,
escludendo gli importi relativi a dipendenti, assimilati e occasionali impiegati nei servizi commerciali.
Pare opportuno evidenziare il comportamento concludente con una delibera di Giunta o altro atto che
espliciti il risparmio atteso e quali attività Iva saranno oggetto del calcolo con il metodo commerciale,
posto che la prassi prevede che l' opzione possa essere esercitata per una o più attività.
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Contabilità. Con il Salva­Roma decadute le possibili eccezioni.
Gli indici di deficit strutturale perdono sconti ed
esenzioni
LA VIGILANZA Le realtà in disavanzo stabile sono monitorate su assunzioni, dotazioni
organiche e costo dei servizi.
Anna Guiducci Nessuna esclusione in merito
all' applicazione dei parametri di deficitarietà
strutturale, almeno per ora.
Il testo originario del Dl 126/13 (il cosiddetto
decreto "Salva­Roma") stabiliva la non
applicazione per gli enti in sperimentazione
contabile degli articoli 242 e 243 del Tuel,
recanti la disciplina di verifica e controllo delle
situazioni strutturalmente deficitarie. Ma il
decreto è stato ritirato per le osservazioni del
Quirinale.
Secondo la norma generale, sono da
considerarsi in condizioni strutturalmente
deficitarie gli enti locali che presentano gravi
ed incontrovertibili condizioni di squilibrio,
rilevabili, in sede di rendicontazione, da
apposita tabella contenente parametri obiettivi
dei quali almeno la metà con valori deficitari.
G l i enti locali strutturalmente deficitari sono
soggetti al controllo centrale sulle dotazioni
organiche e sulle assunzioni di personale ed in
materia di copertura del costo di alcuni servizi,
tra i quali quelli a domanda individuale (la cui
copertura minima è prevista al 36%), il servizio
di acquedotto ed il servizio di smaltimento dei
rifiuti solidi urbani interni ed equiparati.
La metodologia di calcolo di questi indicatori ed i valori limite oltre i quali scattano le sanzioni devono
però essere resi coerenti con l' applicazione al bilancio dei nuovi principi di competenza finanziaria
potenziata, di cui al Dlgs 118/11, secondo cui le obbligazioni giuridicamente perfezionate devono
essere imputate agli esercizi di esigibilità del credito o del debito e tutte le entrate devono essere iscritte
al lordo, anche in riferimento ad eventuali quote per le quali sussistono ragionevoli dubbi di riscossione.
In uscita deve essere stanziato il fondo crediti di dubbia esigibilità, il cui ammontare minimo è stabilito
nei principi contabili allegati al Dpcm 28 dicembre 2011.
Poiché i principali parametri rilevano la percentuale di incasso delle entrate o di pagamento delle spese
sul totale di accertamenti e impegni, il diverso criterio di imputazione delle obbligazioni giuridiche
determina la necessità di rivedere anche i valori di riferimento per l' individuazione della virtuosità degli
enti.
Il decreto Salva­Roma disponeva inoltre la possibilità (oggi decaduta) di ripianare in dieci anni l'
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
eventuale disavanzo di amministrazione derivante dal riaccertamento straordinario dei residui di cui all'
articolo 14 del citato Dpcm e dal primo accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità.
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ANNA GUIDUCCI
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Enti locali
La tesoreria.
Imposta di bollo, azzeramento possibile
Marco Nocivelli La legge di stabilità ritocca
nuovamente la disciplina dell' imposta di bollo
applicabile alle comunicazioni r e l a t i v e a
prodotti finanziari inviate alla clientela bancaria
(legge 147/2013, articolo 1, comma 581).
Per i soggetti diversi dalle persone fisiche, a
decorrere dal 2014, la tassazione è salita dall'
1,5 al 2 per mille del complessivo valore di
mercato (o, in mancanza, del valore nominale
o di rimborso). Ai sensi della nota 3­ter) è
stabilito il limite di tassazione a 14mila euro
per ogni comunicazione (nel 2013 il limite era
di 4.500 euro). Il mutato scenario normativo,
però, lascia inalterata la controversia sull'
imponibilità dei depositi gestiti dalle banche
affidatarie del servizio di tesoreria degli enti
locali.
L' incertezza, dati alla mano, emerge dai
difformi comportamenti che le maggiori
banche, in qualità di soggetti deputati ad
operare il prelievo fiscale per conto dell' erario,
hanno tenuto nei due anni trascorsi.
Tutti i Comuni e le Province possiedono titoli, il
più delle volte costituiti da valori mobiliari
azionari, pure essi classificabili tra i "prodotti
finanziari" (articolo 1, comma 1, lettera u, Dlgs
58/98). Non di rado, anche in piccoli enti, il "complessivo valore di mercato" è considerevole (si pensi
alle partecipazioni azionarie nelle multiutility), cosicché l' onere fiscale (per gli enti che subiscono la
tassazione) non è per nulla trascurabile, soprattutto se le gestioni sono frammentate in diverse categorie
di titoli.
I valori mobiliari di questi enti, senza esclusioni, devono essere custoditi dal tesoriere.
La soluzione di depositare i titoli presso gli emittenti, o custodirli in Comune, anche con il solo fine di
evitare la tassazione, non è consentita.
Piuttosto salde, però, sono le ragioni di diritto, sia sul piano soggettivo sia su quello oggettivo, che
avvalorano la tesi della non tassabilità.
Un primo spunto si trae proprio dalla cogenza del Tuel. Il tesoriere è agente contabile (articolo 93) e, in
quanto tale, agisce quale organo del Comune. Perciò non opera nel ruolo di banca per conto di un
cliente, bensì svolge le proprie funzioni in veste d' incaricato di un pubblico servizio. Fissato questo
principio, è arduo sostenere che il Comune possa essere annoverato tra la "clientela": benché il
rapporto sia formalmente sorretto da una convenzione, gli obblighi del tesoriere sono incardinati in
norme di legge che tutelano la finanza pubblica, non interessi disponibili dell' amministrazione locale.
Risulta poi determinante l' articolo 27 della Tabella, "Allegato B", dello stesso decreto 642. La norma
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
contempla un' esenzione oggettiva di ampia portata: non si paga l' imposta per i «conti delle gestioni
degli agenti dello Stato, Regioni, Province e Comuni,conti concernenti affari trattati nell' interesse delle
dette amministrazioni». Le comunicazioni relative ai depositi dei titoli di proprietà degli enti amministrati
rappresentano i conti delle gestioni (dei titoli), cioè documenti menzionati dalla Tabella delle esenzioni.
Va sottolineato come la stessa agenzia delle Entrate, con la circolare esplicativa della nuova tassazione
(n.
48/12) riconosce che restano salve le esenzioni stabilite dal citato Allegato B. Sempre l' Agenzia, con
successiva circolare (n. 15/13), riferendosi all' imposizione prevista dal comma 2­ter, afferma che non si
considerano rapporti intrattenuti con i clienti quelli che l' ente gestore intrattiene con le amministrazioni
dello Stato.
Purtroppo, però, ancora una volta l' Agenzia nulla dice riguardo agli enti locali, ragion per cui molti
tesorieri non ne hanno tenuto conto.
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Elezioni amministrative. Obbligatoria nel 50% dei Comuni.
Relazione di fine mandato al primo test di «massa»
I CONTENUTI I sindaci devono rendere nota la situazione finanziaria e patrimoniale, l'
indebitamento e le soluzioni per ridurlo.
Ettore Jorio Il 50,3% del Comuni andrà al voto
nel maggio 2014. Tra circa 40 giorni un
esercito di sindaci sarà tenuto a sottoscrivere
la relazione di fine mandato, a differenza di
quanto eluso nelle elezioni amministrative
dello scorso anno (si veda Il Sole 24 Ore del
20 maggio 2013). Cambiano, dunque, le
regole e i contenuti della campagna elettorale.
Si offre una grande occasione ai cittadini per
votare più consapevolmente del solito.
Ciò in quanto i sindaci uscenti, a prescindere
se ricandidati, dovranno fornire agli
amministrati i "saldi" del loro mandato, per
come individuati nel Dm pubblicato s u l l a
«Gazzetta Ufficiale» n. 124 del 29 maggio
2013, certificati dall' organo di revisione.
I sindaci dovranno infatti fornire informazioni
su: ­ sistema dei controlli interni e esiti
registrati; ­ rilievi eccepiti dalla Corte dei Conti
e soluzioni individuate; ­ iniziative intraprese
per rispettare i saldi programmati di finanza
pubblica; ­ s i t u a z i o n e f i n a n z i a r i a e
patrimoniale, anche riferita alle società
partecipate, con l' indicazione dei rimedi e
delle carenze riscontrate; ­ scelte mirate a
contenere la spesa e ad ottimizzare i servizi; ­
quantificazione dell' indebitamento.
Per la fine di febbraio, i responsabili dei servizi finanziari o i segretari comunali (tenuti alla redazione del
documento pena la riduzione del 50% dell' indennità di mandato e degli emolumenti), dovrbero in teoria
anche riferire sullo «stato del percorso di convergenza ai fabbisogni standard». Un adempimento
impossibile perché i fabbisogni standard non sono ancora definiti.
Al riguardo, il legislatore di fine anno ha perso l' occasione per ridare slancio alla procedura,
rimuovendo l' unico ostacolo insito nella norma (Dlgs 149/2011, articolo 4). L' esame con relazio da
parte del Tavolo interistituzionale, cui occorrerà inviare il documento, costituisce infatti un adempimento
impossibile da effettuare in 20 giorni (200 valutazioni al dì). Sarebbe bastata la mera trasmissione alla
Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica per abilitarne la pubblicazione sul
sito municipale. Una modifica che il legislatore potrebbe prevedere in sede di conversione del Dl
151/2013.
Quanto al contenuto delle relazioni di fine mandato, occorre sottolineare le difficoltà che avranno i
sindaci dei Comuni che avranno aderito al piano di riequilibrio pluriennale.
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Il Sole 24 Ore
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L' adempimento diventerà quasi impossibile anche per quelli che avranno preferito mantenere sotto
cenere lo stato di decozione delle loro amministrazioni. Per entrambi sarà complicato, rispettivamente: ­
giustificare la contraddizione manifesta tra quanto "corretto" con i piani di rientro rispetto a quanto
approvato nelle annualità precedenti, rischiando in proposito di "confessare" le illegittimità prodotte
finanche con l' approvazione dell' ultimo rendiconto; ­ il perdurare delle bugie contabili, peraltro
funzionali a compromettere la veridicità dei numeri relativi agli esercizi successivi.
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Fondo per il personale. Le strategie di difesa.
Risorse decentrate, la Ragioneria moltiplica i
controlli
Dopo l' ispezione il bivio: danno erariale o restituzione delle somme dai dipendenti I
RISCHI L' indebito inserimento delle voci contestate fa scattare la responsabilità
amministrativa e il giudizio davanti alla Corte dei conti.
Tiziano Grandelli Mirco Zamberlan Gli effetti
dei controlli ispettivi della Ragioneria generale
dello Stato iniziano a farsi sentire
pesantemente nella gestione del personale
degli enti locali. Se fino a poco tempo fa, la
crescente severità normativa poteva apparire
come un problema accademico, nell' ultimo
anno ha subito una forte accelerazione e i casi
si stanno moltiplicando da Nord a Sud.
Solo per citare alcuni municipi di grandi
dimensioni si ricordano Vicenza, Firenze e
Reggio Calabria.
Cosa contengono i verbali ispettivi? Le
contestazioni sono numerose e variegate ma
si possono ricondurre a due macro categorie:
non corretta costituzione del Fondo per le
risorse decentrate e utilizzo improprio delle
risorse. Gli errori quantitativamente più
rilevanti sul fondo riguardano le risorse
aggiuntive inserite "discrezionalmente" dagli
enti.
Sull' utilizzo, codificato in sede di contratto
decentrato, il leit motiv si riscontra da una
parte nella mancanza di selettività nell'
attribuzione dei premi (in particolare
produttività e progressioni economiche) e dall'
altra sui compensi atipici (indennità non prevista da norma o contratto nazionale a fronte di specifiche
prestazioni).
Gli ispettori giungono sempre alla medesima conclusione: indebito inserimento delle risorse nel fondo
ed illegittimità delle clausole del contratto decentrato.
La norma sanziona l' inserimento di risorse con la responsabilità amministrativa e l' illegittimità delle
clausole con la nullità delle stesse che, a sua volta, configura un' ulteriore fattispecie di danno erariale. Il
problema si amplifica in quanto il periodo verificato non si limita ad una sola annualità ma interessa tutte
le irregolarità non ancora prescritte.
Ricevuto il verbale ispettivo, la palla torna nelle mani degli enti, i quali devono decidere quale strategia
adottare.
Due sono le possibili alternative con effetti diametralmente opposti nel breve e nel lungo periodo.
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
L' amministrazione persevera nel proprio comportamento convinta di poterlo difendere anche davanti al
giudice contabile. I vantaggi immediati sono rappresentati dalla pace sociale in quanto non viene
toccato lo stipendio dei dipendenti.
A questo punto sarà l' istruttoria della Corte che potrà concludersi con un' azione di responsabilità
chiamando in causa i soggetti che hanno contribuito a riconoscere ed erogare i benefici economici non
dovuti.
La platea è molto ampia in quanto va dai dirigenti al segretario e al direttore generale, dai revisori dei
conti ai componenti dell' Oiv e alla Giunta comunale. Senza dimenticare che, in un atto di citazione della
procura contabile toscana, vengono annoverate anche le organizzazioni sindacali.
L' alternativa consiste nel recuperare dai dipendenti le somme contestate. L' attuazione di questa
strategia salva dal rischio di danno erariale solo nel momento in cui risulta conclusa l' integrale
restituzione degli indebiti.
D' altro canto sono evidenti gli effetti di questa operazione sia sulle buste paga e che sul clima all'
interno dell' ente; senza dimenticare le ripercussioni mediatiche.
Anche in questo caso non si rimane indenni dai contenziosi, cambia solo la magistratura competente: si
passa dalla Corte dei conti al giudice del Lavoro. Infatti, il verbale ispettivo non può dichiarare la nullità
degli atti o dei contratti e l' amministrazione, per escludere la responsabilità, dovrà chiedere una
sentenza di accertamento.
Scelta che, per ora, ha confermato la sospensione delle progressioni economiche orizzontali a Reggio
Calabria. In caso contrario, con ogni probabilità, saranno i dipendenti a far valere le proprie ragioni.
Il perpetrarsi dei comportamenti contestati, dopo i rilievi ispettivi, potrebbe aggravare la situazione dei
responsabili configurandosi per loro il dolo. Forse è questo che l' Anci sta chiedendo, a gran voce, una
soluzione normativa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Le tappe 01 | LE CONTESTAZIONI I verbali degli ispettori della
Ragioneria dello Stato si concentrano soprattutto sulla costituzione del Fondo per il personale e sull' uso
improprio delle risorse. Nel mirino soprattutto i compensi atipici e la scarsa selettività nell' attribuzione
dei premi 02 | I RISCHI Le sanzioni per indebiti inserimenti nel Fondo vanno dalla responsabilità
amministrativa al danno erariale per aver inserito clausole ritenute illegittime.
03 | LA DIFESA L' amministrazione può scegliere di andare avanti con la stessa gestione del Fondo,
senza recuperare le somme elargite ai dipendenti. Ma rischia un' azione di responsabilità da parte della
Corte dei conti 04 | IL RECUPERO In alternativa si può chiedere la restituzione delle somme ai
dipendenti.
Ma il danno erariale è scongiurato solo se il recupero è totale.
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Italia Oggi Sette
Enti locali
professioni in movimento
Pietro Iurato direttore risorse umane in Sap
Italia Pietro Iurato, 37 anni, è il nuovo direttore
delle risorse umane per la filiale italiana di
Sap. Nel suo nuovo incarico Iurato avrà la
responsabilità di tradurre in Italia la Sap
People Strategy per garantire la migliore
gestione, crescita e sviluppo delle risorse
umane e sostenere il sistema di welfare
aziendale finalizzato alla creazione di un clima
flessibile e produttivo. Iurato ha conseguito la
laurea in scienze politiche, con
specializzazione in lavoro e organizzazione,
presso l' università statale di Milano e il master
in risorse umane presso l' Istituto Vigorelli di
Milano.
Nadia Benabdallah cresce in Vodafone Nadia
Benabdallah ha assunto il ruolo di Regional
engineering director Europe del gruppo
Vodafone. Benabdallah ha ricoperto l' incarico
di head of regional Engineering Southern
Europe da settembre 2012, con l' obiettivo di
sostenere l' evoluzione e lo sviluppo delle reti
3G e 4G nei paesi del Sud Europa. Entrata in
Vodafone Italia nel 1998, è stata engineering
director e technology strategy & group
programs director, ruolo in cui ha fornito un
importante contributo allo sviluppo della
Strategia Tecnologica di Vodafone Italia. In
precedenza, ha partecipato alla start up di Omnitel Pronto Italia dal 1994 al 1996.
Andrea Martino alla presidenza della società Scr Piemonte Nuova governance per Scr Piemonte Spa, la
società di committenza regionale per beni, servizi e lavori. Il nuovo presidente è Andrea Martino.
Martino, dopo le esperienze in Banca d' Italia, Commissione europea e Bain & Company, dal 2007 è
approdato alla guida della centrale acquisti lombarda prima come direttore all' interno di Lombardia
Informatica e, da settembre 2012, in qualità di direttore generale Arca. Nato nel 1971, laurea in
economia e commercio e Mba in Business Administration alla Luiss di Roma, ha maturato una solida
esperienza in consulenza strategica, occupandosi prevalentemente di pianificazione, piani industriali e
progetti di riorganizzazione aziendale, oltre che specifiche competenze nella razionalizzazione degli
acquisti della pubblica amministrazione.
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Italia Oggi Sette
Enti locali
gli effetti della sentenza sulla cessione del credito iva trimestrale.
Si riaprono le trattative tra imprese, banche e società
di factoring
Buone nuove per la cessione del credito Iva
trimestrale. Dopo anni in cui il ministero delle
finanze ha escluso la cedibilità dei rimborsi Iva
riferiti a periodi inferiori all' anno, la Corte di
appello di Venezia (sent. n.
2252 del 2/10/2013) non ha riconosciuto valide
le motivazioni ministeriali per discriminare fra
il credito Iva a rimborso annuale e quello
trimestrale. In pratica, i giudici di secondo
grado hanno ritenuto che non vi sono ragioni
per negare l' esistenza giuridica del credito
maturato nel trimestre (e quindi la sua
cedibilità), purché lo stesso trovi poi riscontro
e conferma nella dichiarazione Iva annuale.
Tale documento, infatti, esporrà non solo le
eccedenze dell' imposta relative all' intero
anno, bensì anche la parte di Iva domandata a
rimborso su base trimestrale. Pertanto, il
credito infrannuale chiesto a rimborso è
perfettamente simmetrico a quello richiesto a
rimborso in dichiarazione annuale, e di
conseguenza è legittimamente cedibile,
secondo le formalità previste dall' art. 69 del
r.d. 2440/1923, salve le garanzie ex lege e
quelle generali degli artt. 1266 e 1267 c.c.
Confermando la decisione dei giudici di primo
grado, la Corte d' appello di Venezia ha
rigettato il ricorso dell' Agenzia delle entrate
territorialmente competente, chiarendo che il credito Iva formatosi in sede trimestrale, allo stesso modo
di quello annuale, deriva da operazioni effettuate nel corso dell' anno d' imposta, riepilogate nella
dichiarazione annuale Iva.
Da queste operazioni può derivare a favore del contribuente un' eccedenza che, se richiesta a rimborso,
costituisce un credito certo, liquido ed esigibile e non soltanto un' aspettativa di rimborso (Cass. civ., 23
febbraio 1984, n.
1286). La Corte ha, quindi, evidenziato come il concetto normativo di credito Iva risultante dalla
dichiarazione annuale non sia riferito soltanto alle somme chieste a rimborso per la prima volta in sede
di dichiarazione annuale, ma anche agli importi chiesti a rimborso in sede trimestrale, secondo le
disposizioni dell' art. 38­bis, dpr 633/72. La prima decisione che ha rigettato la tesi dell' erario è del
Tribunale di Venezia (sent. n.
436 del 19 febbraio 2008). Il tribunale aveva accolto la domanda di pagamento del cessionario, società
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Italia Oggi Sette
Enti locali
di factoring, il quale, interpellata l' Agenzia delle entrate, si era visto negare il rimborso sulla base del
fatto che la cessione, seppure regolarmente notificata all' ufficio competente dell' Agenzia, non avrebbe
prodotto alcuna obbligazione nei confronti dell' erario, che aveva pagato il cedente successivamente
fallito, con danno grave a carico del cessionario. Il tribunale ha così condannato le Entrate a rimborsare
nuovamente il credito Iva nei confronti del cessionario.
La pronuncia n. 2252/13 dei giudici dell' appello getta sicuramente le basi per una ripresa delle trattative
tra impresa, banche e società di factoring relativamente allo smobilizzo (mediante cessione all' istituto
di credito) del credito trimestrale Iva, con la conseguente possibilità di creare liquidità per l' impresa
cedente, purché l' azienda sia in regola con gli adempimenti tributari e i pagamenti verso Equitalia.
Occorrerà tuttavia verificare nel concreto, vista la permanente stretta creditizia italiana, la reale
intenzione delle banche di affidare le imprese nelle operazioni di cessione del credito Iva trimestrale. È
da ritenersi che in tali interventi da parte degli istituti di credito il ruolo dei confidi possa essere
determinante al fine dell' approvazione dell' operazione. Per ciò che riguarda gli aspetti formali
occorrerà riferirsi alle procedure in essere per il rimborso Iva annuale. Per gli effetti dell' operazione,
occorre riferirsi all' art. 69, r.d. 2440/1923, secondo cui le cessioni di crediti devono essere notificate all'
amministrazione centrale, in deroga all' art. 1264 c.c. per la quale la cessione ha effetto nei confronti del
debitore ceduto solo quando questi l' abbia accettata. La notifica deve avvenire per tempo, giacché
essa rimane priva di effetto riguardo agli ordini di pagamento che risultino già emessi e le cessioni di
crediti devono altresì risultare da atto pubblico o da scrittura privata autenticata dal notaio. L' atto dovrà
contenere l' esatta individuazione delle parti e dell' importo del credito ceduto e il creditore avrà poi l'
obbligo di notificare formalmente all' ufficio dell' Agenzia delle entrate l' avvenuta cessione.
BRUNO PAGAMICI
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C' è pure lo scudo della certificazione
L' asseverazione fa il paio con la certificazione,
congelando ogni possibile rivendicazione in
ordine alla correttezza del posto di lavoro.
Infatti se con la certificazione già si poteva
mettere un bollino al «contratto» di lavoro,
adesso con l' asseverazione si può mettere un
bollino anche al «rapporto» di lavoro. Con i
due bollini, entrambi gestibili con il proprio
consulente del lavoro, insomma, il datore di
lavoro può garantirsi massima tranquillità:
certificazione e asseverazione, infatti,
rappresentano uno scudo a difesa da
contenziosi sulla qualificazione del rapporto di
lavoro e dagli ispettori per gli accertamenti
sullo svolgimento del rapporto di lavoro.
La certificazione blinda il «contratto» di lavoro.
La certificazione dei contratti di lavoro è stata
introdotta dalla riforma Biagi, il dlgs n.
276/2003, «al fine di ridurre il contenzioso in
materia di lavoro». È una procedura che mira
a porre un sigillo al nascente rapporto di
lavoro circa l' inquadramento normativo dello
stesso. In tal modo, si tenta di prevenire ogni
forma di contestazione in merito agli effetti
civili, amministrativi, previdenziali o fiscali del
contratto di lavoro.
La certificazione è svolta da apposite
commissioni istituite presso: enti bilaterali
costituiti nell' ambito territoriale di riferimento ovvero a livello nazionale quando la commissione di
certificazione sia costituita nell' ambito di organismi bilaterali a competenza nazionale; direzioni
territoriali del lavoro e province; università pubbliche e private, comprese le fondazioni universitarie,
registrate in un apposito albo istituito presso il ministero del lavoro con decreto interministeriale 14
giugno 2004; ministero del lavoro, direzione generale delle relazioni industriali e dei rapporti di Lavoro
(ex direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro) esclusivamente nei casi in cui il datore di
lavoro abbia le proprie sedi di lavoro in almeno due province anche di regioni diverse ovvero per quei
datori di lavoro con unica sede di lavoro associati a organizzazioni imprenditoriali che hanno
predisposto a livello nazionale schemi di convenzioni certificati dalla stessa commissione istituita
presso il ministero del lavoro; consigli provinciali dei consulenti del lavoro, esclusivamente per i
contratti di lavoro instaurati nell' ambito territoriale di riferimento e unicamente nell' ambito di intese
definite tra il ministero del lavoro e il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, con l' attribuzione a
quest' ultimo delle funzioni di coordinamento e vigilanza per gli aspetti organizzativi.
Procedura volontaria (come l' asseverazione). La certificazione è volontaria e il relativo procedimento ha
inizio su istanza comune delle parti del contratto di lavoro, redatta su un apposito modulo provvisto di
bollo e sottoscritto in originale. A esso va allegata una copia del documento di identità dei richiedenti e l'
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originale del contratto di lavoro che deve essere certificato. L' istanza deve inoltre contenere l'
indicazione espressa degli effetti civili, amministrativi, previdenziali o fiscali in relazione ai quali le parti
chiedono la certificazione, pena l' improcedibilità. L' avvio del procedimento certificativo va comunicato
alla direzione territoriale del lavoro, che provvede a inoltrare la comunicazione alle autorità pubbliche
nei confronti delle quali l' atto di certificazione è destinato a produrre effetti, la quali possono presentare
osservazioni alle commissioni di certificazione. Efficacia della certificazione. L' atto di certificazione ha
natura di provvedimento amministrativo. È motivato, contiene l' esplicita menzione degli effetti civili,
amministrativi, previdenziali o fiscali, in relazione ai quali ha efficacia, e indica i rimedi esperibili, nonché
i termini e l' autorità cui è possibile ricorrere, facoltà rimessa non solo alle parti del contratto di lavoro
ma anche ai terzi nella cui sfera giuridica la certificazione è destinata a produrre effetti.
Con la certificazione, dunque, i datori di lavoro possono elevare scudo anche nei confronti degli istituti
previdenziali, Inps e Inail in primo luogo. Il provvedimento, infatti, non potrà essere oggetto di
contestazione da parte degli ispettori in relazione alla qualificazione del rapporto di lavoro e ai
conseguenti obblighi contributivi. Almeno non prima di aver adito l' autorità giudiziaria e ottenuto l'
annullamento dell' atto di certificazione. Gli effetti dell' atto di certificazione permangono fino al momento
in cui non venga accolto, con sentenza di merito, un ricorso giurisdizionale. Ciò vale anche nelle ipotesi
di accertamento di discordanze fra programma negoziale certificato e quello concretamente posto in
essere dalle parti. In questi casi, in particolare, l' esistenza di un atto di certificazione comporta per l'
Inps (o altri istituti e amministrazioni pubbliche) l' impossibilità di passare direttamente dalla
constatazione delle pretese omissioni contributive all' azione di recupero del credito: prima bisogna
obbligatoriamente esperire il tentativo di conciliazione davanti alla stessa commissione che ha adottato
l' atto di certificazione contestato. Se tale tentativo non va a buon fine, occorre poi proporre ricorso al
tribunale.
A questo punto, l' eventuale accertamento giurisdizionale di difformità, cioè l' annullamento della
certificazione, darà via libera nella prosecuzione delle azioni di recupero contributivo.
I rimedi contro la certificazione. Con la certificazione le parti, datore di lavoro e lavoratore, ottengono
una «validazione» legale del contratto di lavoro.
Il relativo atto (al certificazione), ovviamente, conserva valore fintantoché le condizioni e i requisiti che
hanno permesso tale validazione vengono rispettati.
Nel momento in cui si verificano violazioni alla regolamentazione del rapporto di lavoro, tuttavia, l' atto
continua a esplicare efficacia (cioè non si annulla automaticamente); ma è possibile praticare rimedi di
tipo giudiziario finalizzati a ottenere l' annullamento dell' atto di certificazione, operazione propedeutica
ad ogni tipo di rivendicazione di diritti e/o obbligazioni elusi.
Due le possibilità per ricorrere nei confronti della certificazione: al Tribunale oppure al Tar. Con la prima
via, le parti (datore di lavoro e lavoratore) e i terzi nei cui confronti l' atto di certificazione è destinato a
produrre effetti possono proporre ricorso al tribunale per erronea qualificazione del contratto di lavoro
oppure per difformità tra il programma negoziale certificato e la sua successiva attuazione, nonché per
vizi del consenso. Ma in tal caso, la procedura richiede obbligatoriamente di rivolgersi,
preventivamente, alla commissione che ha adottato l' atto di certificazione ed espletare un tentativo di
conciliazione; il suo fallimento, pertanto, costituisce condizione di ammissibilità del ricorso dinanzi al
giudice del lavoro. Quanto agli effetti del ricorso diversi sono i tempi, perché mentre l' accertamento
giudiziale sull' erroneità della qualificazione ha effetto fin dal momento della conclusione dell' accordo
contrattuale (cioè dall' instaurazione del rapporto di lavoro certificato), quello sulla difformità tra
programma negoziale e programma effettivamente realizzato, invece, ha effetto a partire dal momento
in cui la sentenza accerta che ha avuto inizio tale difformità.
La seconda via prevede la presentazione di ricorso dinanzi al tribunale amministrativo regionale (Tar)
nella cui giurisdizione ha sede la commissione che ha certificato il contratto. La possibilità vale nel caso
di ricorso avverso l' atto di certificazione per violazione del procedimento o per eccesso di potere.
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I passaggi chiave del cammino verso l' estinzione delle somme affidate alla riscossione.
Rottamazione dei ruoli in salita
Sconti poco convenienti, troppe incognite e tempi stretti.
La rottamazione degli importi a ruolo e degli
atti impo­esattivi affidati agli agenti della
riscossione entro il 31 ottobre scorso è un
percorso a ostacoli denso di incognite. Oltre a
essere poco conveniente, essendo lo sconto
concesso dal legislatore della legge di stabilità
2014 limitato ai soli interessi moratori e di
ritardata iscrizione a ruolo, il percorso da
intraprendere per estinguere gli importi affidati
ai concessionari della riscossione presenta
tutta una serie di incognite che il debitore, da
solo, difficilmente potrà risolvere.
Non ci sono solo incognite interpretative a
rendere complicato il cammino verso l'
estinzione delle somme affidate alla
riscossione, c' è anche il poco tempo a
disposizione concesso dalla legge a rendere
veramente più difficile il tutto.
Nella tabella in pagina abbiamo riassunto,
sinteticamente, i passaggi chiave attraverso i
quali si articola la procedura di rottamazione
dei carichi pendenti sulla base di quanto
disposto nei commi da 618 a 624 dell' articolo
1 della legge n.147 del 2013.
Ciò premesso vediamo adesso quali sono i
maggiori problemi che i debitori dovranno
risolvere per arrivare al traguardo dell'
estinzione degli importi dagli stessi dovuti.
Il concetto di «affidamento». Uno dei passaggi più infelici della normativa in commento riguarda l'
individuazione delle somme oggetto di possibile rottamazione. Il comma 618 del già citato articolo 1
individua, infatti, gli importi suscettibili di rottamazione nei carichi inclusi in ruoli emessi da uffici statali,
agenzie fiscali, regioni, province e comuni, affidati in riscossione fino al 31 ottobre 2013.
Il successivo comma 624 della medesima disposizione, introdotto durante i lavori parlamentari,
equipara alle somme incluse nei ruoli anche quelle contenute negli avvisi esecutivi emessi dalle agenzie
fiscali purché anch' essi affidati in riscossione fino al 31 ottobre 2013.
L' aver scelto la data di affidamento delle somme dall' ente titolare del diritto di credito al concessionario
della riscossione rappresenta un problema di non poco conto. L' affidamento è, infatti, un passaggio di
consegne interno ai due enti del rapporto del quale il debitore/contribuente è assolutamente ignaro. La
data del suddetto passaggio non è desumibile da nessuno dei documenti che il contribuente potrebbe
avere nella sua disponibilità (cartella di pagamento, intimazione ad adempiere ecc.
) e ciò crea non pochi problemi nell' individuare esattamente le somme suscettibili di sanatoria.
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Per risolvere questo primo impasse il contribuente non può che chiedere specifica assistenza al
concessionario della riscossione.
Solo attraverso una consultazione del fascicolo presente agli atti dell' agente sarà possibile desumere,
con esattezza, la data di affidamento delle somme dall' ente creditore al concessionario.
In assenza di informazioni certe il rischio che si può correre è quello di vedere vanificati gli effetti della
sanatoria.
Il debitore potrebbe infatti effettuare il pagamento e vedersi poi richiedere, integralmente, anche gli
importi dovuti a titolo di interessi moratori e per ritardato pagamento nel momento in cui l' agente della
riscossione, effettuate le opportune verifiche, accertasse che la data di affidamento di tali partite
debitore è posteriore al famigerato 31 ottobre 2013.
Le somme oggetto di provvedimenti di rateazione. Possono formare oggetto di sanatoria anche le
somme affidate in carico agli agenti della riscossione fino al 31 ottobre 2013 per le quali sono in atto
procedure di rateazione. Anche in questi casi però i problemi sul tappeto sono più di uno. Per poter
determinare con esattezza gli importi da versare è infatti necessario bloccare la rateazione in corso e
riportare ad attualità l' ammontare delle rate future ancora da corrispondere. Si tratta di un calcolo che il
debitore non ha possibilità di compiere senza il supporto tecnico dell' agente della riscossione
competente.
Senza entrare nel dettaglio tecnico della procedura da effettuare è ovvio che occorrerà attualizzare il
debito residuo e procedere alla depurazione dallo stesso sia degli importi dovuti a titolo di interessi
moratori e per ritardata iscrizione a ruolo, sia di quelli dovuti per la specifica procedura di rateazione.
Detto in parole povere tutta la residua componente finanziaria dovrà essere eliminata e il debitore
provvederà a versare, in unica soluzione entro il 28 febbraio prossimo, le somme dovute a titolo di
capitale (imposte e sanzioni) nonché quelle dovute a titolo di remunerazione del concessionario della
riscossione.
La convenienza della rottamazione. Così come formulata dal legislatore la c.d. rottamazione dei carichi
pendenti presso gli agenti della riscossione è tutt' altro che appetibile. Sono sostanzialmente due gli
elementi che giocano a sfavore della sanatoria: il primo riguarda la misura degli sconti concessi, che di
fatto è ridotta solo alla componente finanziaria del carico pendente, mentre la seconda riguarda la
necessità che per aderire alla definizione è necessario pagare in unica soluzione le somme dovute entro
il 28 febbraio 2014.
In moltissimi casi quindi continua a essere molto più appetibile accedere alla rateazione delle somme
affidate alla riscossione, con possibilità di ottenere anche fino a 120 rate mensili, piuttosto che
avventurarsi in una definizione che prevede sconti modesti a fronte della necessità del pagamento in
unica soluzione ed in tempi rapidi.
Nonostante tutto ciò ci possono comunque essere dei casi nei quali l' adesione alla sanatoria può
rivelarsi conveniente.
Si tratta di quelle situazioni relative a vecchie iscrizioni per le quali il decorso del tempo ha fatto
crescere, anche di molto, l' incidenza percentuale della componente finanziaria (interessi moratori e di
ritardata iscrizione a ruolo) rispetto alla componente capitale (tributi e sanzioni). In queste situazioni l'
adesione alla definizione prevista nella legge di stabilità per il 2014 potrebbe consentire di ottenere
sconti sugli importo dovuti in misura anche superiore al 50% di quanto complessivamente dovuto.
Il «poco» tempo a disposizione. Anche il fattore temporale gioca un ruolo importante nel successo o nell'
insuccesso della nuova definizione dei carichi pendenti. Tenuto conto delle problematiche sul tappeto,
molte delle quali richiedono accessi ed assistenza presso gli sportelli dei concessionari della
riscossione, il termine del 28 febbraio prossimo sembra davvero troppo ristretto. Si rischia infatti un
affollamento dei potenziali interessati presso i concessionari della riscossione proprio negli ultimi giorni
a disposizione per l' adesione con la possibilità che molti, nell' incertezza delle decisioni da prendere e
nel ridotto appeal offerto dalla definizione, decidano di abbandonare l' idea di chiudere la partita.
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Insomma la partita della rottamazione è appena iniziata, ma già si comincia a pensare alla necessità di
ricorrere ai tempi supplementari.
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PAGINA A CURA DI ANDREA BONGI
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Le regole della legge di Stabilità: tassa ridotta solo per la mancata raccolta dei rifiuti.
Tari dovuta su immobili vuoti
Il non utilizzo non implica l' esonero dal pagamento.
La Tari è dovuta se l' immobile è suscettibile di
produrre rifiuti. Quindi, sono soggetti gli
immobili non utilizzati, anche se non allacciati
alle reti idriche, elettriche o se privi di mobili.
La tassa è invece dovuta in misura ridotta in
caso di mancato o irregolare svolgimento del
servizio e di mancata raccolta dei rifiuti. Sono
le regole contenute nell' articolo 1, commi 641
e seguenti della legge di Stabilità (147/2013).
C o m e p e r l a Tarsu, alla luce dei principi
affermati da tempo dalla Cassazione, anche
per la Tari la norma di legge impone la
tassazione di tutti gli immobili «suscettibili di
produrre rifiuti urbani». Del resto, per la Tares
leggendo la relazione sull' articolo 14 del dl
salva Italia (201/2011), che l' aveva istituita,
viene posto in rilievo che il legislatore, laddove
assoggettava al tributo gli immobili
«suscettibili di produrre rifiuti», aveva inteso
recepire «il consolidato orientamento della
Corte di cassazione, riconducendo l'
applicazione del tributo alla mera idoneità dei
locali e d e l l e a r e e a p r o d u r r e rifiuti,
prescindendo dall' effettiva produzione degli
stessi». Quindi, le regole fissate dalla
Suprema corte per la Tarsu si applicano sia
alla Tares sia alla Tari, non essendo stata
modificata per quest' ultima la previsione
contenuta nella «vecchia» norma di legge. Al riguardo, anche di recente la Cassazione, con l' ordinanza
18022 del 24 luglio 2013, ha ritenuto legittima la pretesa del comune di Bologna di applicare la Tarsu a
un appartamento inutilizzato. Il cambio di residenza del contribuente, la denuncia di cessazione dell'
occupazione dell' immobile e il mancato consumo di energia elettrica non lo esonerano dal pagamento
della tassa rifiuti.
La tassa si paga anche se non viene utilizzato il servizio di smaltimento svolto dall' amministrazione
comunale. Per i giudici di piazza Cavour, «dando rilevanza all' avvenuto trasferimento della residenza
anagrafica (e alla concreta idoneità del bene a produrre rifiuti, siccome desumibile per presunzione dal
mancato consumo delle erogazioni di energia) il giudice del merito ha chiaramente violato le norme che
disciplinano il presupposto dell' imposta». In effetti, sulla questione della tassabilità degli immobili
inutilizzati si registrano prese di posizione diverse tra Cassazione, giudici tributari e ministero dell'
economia e delle finanze. Anche le amministrazioni comunali non hanno quasi mai applicato la regola
fissata dalla Suprema corte, la quale ha sempre posto dei limiti rigidi per l' esonero dal pagamento del
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tributo sui rifiuti, che è dovuto a prescindere dal fatto che il contribuente utilizzi l' immobile. Ex lege,
vanno esclusi dalla tassazione solo gli immobili non utilizzabili (inagibili, inabitabili, diroccati). Non ha
alcuna rilevanza la scelta soggettiva del titolare di non utilizzare l' immobile.
Anche il mancato arredo non costituisce prova dell' inutilizzabilità dell' immobile e della inettitudine alla
produzione di rifiuti. Un alloggio che il proprietario lasci inabitato e non arredato si rivela inutilizzato, ma
non oggettivamente inutilizzabile. Per la prima volta il principio è stato affermato con la sentenza 16785
del 30 novembre 2002. Regola ribadita con le sentenze 9920/2003, 22770/2009, 1850/2010 e altre.
Sempre la Cassazione (ordinanza 1332 del 21 gennaio 2013) ha stabilito che l' esonero dal pagamento
del tributo non spetta neppure quando il contribuente fornisca la prova dell' avvenuta cessazione di un'
attività industriale. Il Ministero dell' economia e delle finanze, invece, nelle linee guida che ha fornito ai
comuni nel 2013 sulla corretta applicazione della Tares (tassa sui rifiuti e i servizi), ha sostenuto che
non sono soggetti al pagamento le unità immobiliari privi di mobili e di allacci alle reti idriche e
elettriche, che di fatto non vengono utilizzate. Dunque, secondo il ministero, gli immobili inutilizzati
destinati ad abitazioni private o a attività commerciali e industriali non erano soggette al pagamento
della Tares. La tesi ministeriale si pone in contrasto sia con le pronunce della Cassazione che con l'
interpretazione del legislatore (articolo 14 del dl 201/2011), laddove prevede la tassazione di tutti gli
immobili «suscettibili» di produrre rifiuti urbani, vale a dire oggettivamente utilizzabili, a prescindere
dall' effettiva produzione.
La legge di Stabilità prevede notevoli riduzioni tariffarie s e i l servizio non viene prestato in modo
efficiente. Il comma 656 dispone che il tributo sia dovuto nella misura massima del 20% in caso di
mancato o irregolare svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, qualunque sia la causa. Inoltre, il
comma successivo stabilisce che qualora non venga effettuata la raccolta dei rifiuti il pagamento della
Tari non può essere superiore al 40% della tariffa.
PAGINA A CURA DI SERGIO TROVATO
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Italiaoggi risponde.
Affittuari non tenuti al pagamento dell' imposta
Domanda. In caso di contratto di affitto a
riscatto, per l' Imu chi è il soggetto passivo? Mi
devo comportare come per il leasing, cioè il
soggetto passivo è l' utilizzatore del bene? Da
quale data: da quando ha finito di pagare l'
ultima rata o dall' inizio?
Comune di Dolzago Risposta. L' affittuario non
è tenuto al pagamento dell' Imu. Sono obbligati
al pagamento dell' imposta municipale il
proprietario, l' usufruttuario, il coniuge
assegnatario, il superficiario, l' enfiteuta.
Inoltre, sono soggetti passivi i titolari dei diritti
di uso e abitazione, nonché il concessionario
d i a r e e demaniali. Rientra tra i diritti reali
anche il diritto di abitazione che spetta al
coniuge superstite, in base all' articolo 540 del
codice civile. Non è soggetto al prelievo
fiscale, invece, il nudo proprietario dell'
immobile. Allo stesso modo, non sono tenuti al
pagamento dell' imposta il locatario, l'
affittuario e il comodatario, in quanto non sono
titolari di un diritto reale di godimento sull'
immobile, ma lo utilizzano sulla base di uno
specifico contratto.
TERRENI AGRICOLI E COLTIVATORI
DIRETTI Domanda. Sono tenuti a pagare la
mini­Imu i proprietari di terreni agricoli che non
siano coltivatori diretti o imprenditori agricoli?
Lettera firmata Risposta. I possessori di terreni agricoli che non hanno la qualifica di coltivatori diretti o
imprenditori professionali (Iap) non devono versare la mini­Imu. Questi soggetti erano tenuti a versare la
seconda rata entro lo scorso 16 dicembre. Gli immobili agricoli non sono stati assoggettati al
pagamento della prima rata Imu, senza alcuna differenziazione. In un primo momento l' esonero dal
pagamento ha riguardato anche quelli non condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli
professionali.
Erano stati esonerati dal pagamento tutti gli immobili per i quali a giugno era stata concessa la
sospensione (dl 102/2013). L' articolo 1 del dl 54/2013 aveva concesso la sospensione richiamando l'
articolo 13, comma 5 del dl «salva Italia» (201/2011), che ricomprende nella nozione di terreno agricolo
anche quello che non viene condotto direttamente da un coltivatore o imprenditore agricolo
professionale. Con un successivo intervento normativo (dl 133/2013), invece, sono stati esclusi dal
beneficio coloro che possiedono terreni, ma non hanno la qualifica di agricoltori professionali.
TITOLARI DI FABBRICATI RURALI Domanda. I possessori di fabbricati rurali devono effettuare il
versamento della mini­Imu entro il prossimo 24 gennaio?
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Risposta. I titolari di fabbricati rurali non devono versare la mini Imu perché è stato riconosciuto l'
esonero dal pagamento per il 2013, sia della prima che della seconda rata, e i comuni non avevano il
potere di aumentare l' aliquota di base stabilita dalla legge (articolo 13 del dl 201/2011) nella misura del
2 per mille. Quindi, a differenza degli altri immobili (abitazioni principali e assimilate, terreni agricoli),
non c' è alcuna differenza d' imposta da versare entro il 24 gennaio. L' esenzione dal pagamento, però,
riguarda solo i fabbricati strumentali e non gli immobili rurali destinati a abitazione. Per questi ultimi dal
2102, con l' istituzione dell' Imu, non è più prevista alcuna agevolazione fiscale. Sono considerati
fabbricati strumentali quelli diretti alla manipolazione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli.
Va ricordato, infine, che l' Agenzia del territorio (circolare 2/2012) ha chiarito che non conta più la
classificazione catastale per avere diritto al trattamento agevolato per i fabbricati rurali. Possono infatti
mantenere le loro categorie originarie. È sufficiente l' annotazione catastale, tranne per i fabbricati
strumentali che siano per loro natura censibili nella categoria D/10. La circolare ha anche fornito delle
indicazioni sulla corretta interpretazione delle disposizioni contenute nel decreto ministeriale emanato il
26 luglio 2012, che ha stabilito, in dettaglio, quali adempimenti devono porre in essere i titolari degli
immobili interessati a ottenere l' annotazione negli atti catastali della ruralità, al fine di fruire anche per l'
Imu delle agevolazioni tributarie.
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L' effetto delle scelte dei sindaci, da un lato, e dei chiarimenti del Mef, dall' altro.
Mini­Imu, sì ai micro importi
Contribuenti alla cassa anche per versamenti sotto 12 ​
In molti casi, la mini­Imu va pagata anche per
somme inferiori al minimo fissato dalla legge.
È l' effetto, oltre che delle scelte dei sindaci,
che spesso hanno abbassato o addirittura
azzerato la soglia minima di 12 euro che fa
scattare l' obbligo di versamento, anche dei
chiarimenti forniti dal Mef.
Secondo Via XX Settembre, infatti, tale
importo deve intendersi riferito all' imposta
complessivamente dovuta con riferimento a
tutti gli immobili situati nello stesso comune
dal medesimo contribuente.
Quindi, tutti coloro che hanno già pagato
qualcosa nel 2013 dovranno necessariamente
ripresentarsi alla cassa. Ma in alcuni casi, la
stessa sorte toccherà a chi finora era riuscito a
scamparla.
Il problema della cosiddetta mini­Imu si pone
solo per alcune delle tipologie di immobili che
hanno usufruito della (parziale) cancellazione
della seconda rata dell' Imu 2013, ovvero: 1) le
abitazioni principali e relative pertinenze,
esclusi quelle accatastate in A/1, A/8 e A/9; 2)
gli immobili assimilati all' abitazione principale
con delibera comunale (abitazioni possedute
da anziani o disabili residenti in centri di cura,
ovvero concesse in comodato a parenti in linea
retta entro il I grado, ovvero ancora possedute
dai cittadini italiani residenti all' estero); 3) le unità immobiliari di proprietà delle coop edilizie a proprietà
indivisa adibite ad abitazione principale dei soci e quelle regolarmente assegnate dagli Iacp; 4) le ex
case coniugali assegnate a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento
o cessazione degli effetti civili del matrimonio; 5) le abitazioni non di lusso non locate possedute dal
personale delle Forze armate e di polizia, dei vigili del fuoco e della carriera prefettizia; 6) i terreni
condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.
I possessori di tali immobili devono pagare la mini­Imu solo nel caso in cui il comune dove gli stessi
sono localizzati abbia previsto l' applicazione di un' aliquota superiore a quelle base previste dalla
legge, versando il 40% della differenza fra l' ammontare dell' Imu risultante dall' applicazione dell'
aliquota e della detrazione decisa dal comune e, se inferiore, quello risultante dall' applicazione dell'
aliquota e della detrazione di base.
In molti casi, si tratta di importi modesti, talora inferiori al minimo al si sotto del quale nulla è dovuto.
Tale soglia è fissata a 12 euro dalla legge (art. 25 della legge 289/2002), che però consente ai comuni
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di prevedere importi diversi (art. 1, comma 168, della legge 296/2006). Diverse amministrazioni si sono
avvalse di tale possibilità, quasi sempre abbassando la soglia e in alcuni casi addirittura azzerandola
(si veda ItaliaOggi del 16 gennaio). È bene precisare che tali decisioni devono essere state assunte con
un regolamento adottato entro lo scorso 30 novembre, altrimenti sono illegittime in quanto non è
possibile per i comuni disciplinare con efficacia retroattiva un tributo (come la mini­Imu) che riguarda il
2013.
Sul punto è poi intervenuto il Mef, che con una delle Faq (la n. 3) sulla mini­Imu pubblicate sul sito delle
Finanze ha precisato che il minimo non va riferito solo al versamento del 24 gennaio, ma alla
complessiva posizione fiscale del contribuente rispetto a tutti gli immobili da lui posseduti nel medesimo
comune.
Quindi, chi, oltre alla prima casa, ha un altro immobile su cui ha già pagato l' Imu 2013 non potrà
esimersi dal versare la mini­Imu anche per un importo inferiore alla somma minima (fissata dalla legge
o dal sindaco). E anche chi non ha pagato nulla potrebbe dover metter mano al portafoglio: si pensi, per
esempio, a un cittadino che possiede, oltre all' abitazione principale, un piccolo terreno su cui l' Imu
dovuta l' anno scorso era sotto soglia. Se l' importo della mini­Imu sommato a quello non versato supera
tale soglia, egli dovrà versarla entro il 24 gennaio. Anzi, a rigore, sarebbe tenuto anche a sborsare
anche quanto in precedenza non pagato.
MATTEO BARBERO
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I risultati delle scommesse su eventi simulati: nel 2014 si stimano incassi per un miliardo.
Crisi battuta dai giochi virtuali Solo a dicembre sono
stati raccolti 15 milioni di euro
Eventi simulati, anche se perfettamente simili
a quelli reali, ma soldi veri, anzi verissimi. Le
scommesse virtuali sono partite con il botto: in
meno di un mese e mezzo dal via ufficiale, e
con le reti dei principali operatori (Intralot,
Gtech, Sisal, Cogetech, Snai) ancora in fase di
attivazione, gli incassi fanno immaginare un
business ricchissimo. Nel mese di dicembre,
sono stati raccolti 15 milioni di euro, con una
media giornaliera di poco superiore ai 500
mila euro. La progressiva crescita della rete di
accettazione del gioco «virtual» ha fatto poi
schizzare gli incassi nella prima metà di
gennaio a quota 30 milioni, quadruplicando
così la media giornaliera, ora vicina ai 2 milioni
di euro, e lasciando ipotizzare un mercato
vicino al miliardo di euro, come previsto
qualche settimana fa da Steven Rogers,
numero uno del leader mondiale del settore, l'
inglese Inspired. Il meccanismo è d' altronde
ben studiato: grafica di altissimo livello,
puntate fino a un euro, 10 mila euro di vincita
massima, un pay out (il «ritorno» ai giocatori)
che può toccare il 90% (ora le macchinette
sono tarate all' 88­89%) e una tassazione del
20% sul margine al netto delle vincite. Sui
maxi­schermi in agenzia, e online sui siti
autorizzati, scorrono allora corse di cani e
cavalli, gare di motociclismo e automobilismo, partite di calcio (con squadre dai nomi fortemente
evocativi come «Zebre», «Magica», «Felsinei» o «Viola»): tutto, quote, immagini, prestazioni,
statistiche, è generato da un sistema casuale Rng (Random number generator), che produce eventi
ogni cinque minuti, fino a un massimo di 500 al giorno, sotto lo stretto controllo dell' Agenzia delle
Dogane e dei Monopoli e di Sogei. Il via libera alle puntate virtuali, così come il lancio nelle prossime
settimane del «betting exchange», una specie di Borsa delle scommesse che esordirà online con gli
inglesi di Betfair, è considerato dall' Amministrazione e dai concessionari una delle chiavi per affrontare
la crisi che sta colpendo il settore: nei 7 mila punti che vendono scommesse sportive, gli incassi
registrati alla fine del 2013 sono in calo del 5% rispetto all' anno precedente, da 3.900 a 3.700 milioni di
euro, e anche i ricavi degli operatori continuano a scendere: le vincite hanno sfiorato l' 80% degli incassi
e l' aliquota fiscale si è attestata attorno al 4,3%, garantendo all' Erario circa 160 milioni di gettito.
Accanto al lancio di nuovi prodotti, però, il settore attende che sia affrontato dal governo anche il nodo
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della massiccia presenza di competitor esteri sul territorio: secondo l' associazione dei gestori Agisco,
sono almeno 5 mila le agenzie collegate a bookmaker comunitari presenti nel nostro paese, alcune delle
quali operano di fatto grazie a sentenze della Corte di giustizia Ue seppur prive di concessione Mef e
della licenza di pubblica sicurezza rilasciata dalle questure ai locali di gioco. Sistema Gioco Italia­
Confindustria ha calcolato che, applicando gli stessi oneri che gravano sulle reti legali ai network non
autorizzati, ammonta a oltre 380 milioni di euro la stima delle risorse complessive che il «comparto» non
autorizzato dovrebbe essere chiamato a versare allo Stato per i soli ultimi due anni di attività. Un buco
nero cui l' Amministrazione sta cercando di porre argine, in particolare sul fronte fiscale: sono già sette i
casi di condanna al pagamento dell' imposta unica sulle scommesse decisi da diverse Commissioni
tributarie provinciali ai danni dei gestori delle agenzie non autorizzate collegate a bookmaker esteri.
Nel caso più recente, a Napoli, i giudici tributari hanno ribadito che «la norma italiana assoggetta a
responsabilità colui che gestisce con qualunque mezzo, anche telematico, concorsi o scommesse di
qualsiasi genere». Le disposizioni della legge italiana «non legano in maniera inscindibile l'
assoggettamento all' imposta al rispetto delle norme che autorizzano l' esercizio dell' attività: dunque,
anche senza concessione e autorizzazione di pubblica sicurezza gli esercizi esteri vanno sottoposti a
tassazione». Concessione o no, quindi, le tasse vanno pagate: una scommessa da diverse centinaia di
milioni di euro all' anno, che il Ministero dell' economia e i concessionari sperano ora di vincere.
© Riproduzione riservata.
PAGINA A CURA DI NICOLA TANI
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Procedure Equitalia di riscossione delle cartelle
Procedure esecutive Pignoramento immobiliare Il
pignoramento presso terzi Accesso civico Requisiti
di ammissione Giustificato motivo oggettivo
Trasferimento Doveri di diligenza Dirigente ...
Ho sentito dire che il decreto c.d. «del fare» ha
apportato delle novità in materia di
riscossione. Ho una cartella di pagamento
scaduta e vorrei sapere quali sono le azioni
attualmente esperibili per la riscossione N.C.
Ho delle vecchie cartelle non pagate. Quali
sono le misure esecutive che potrebbe
azionare l' Equitalia per la riscossione? A.B.
Quali sono le novità apportate recentemente
alle procedure immobiliari di Equitalia? G.M.
Un mio inquilino mi ha riferito di aver ricevuto
un atto di pignoramento del canone di
locazione da parte di Equitalia per miei debiti
tributari. In cosa consiste il pignoramento
presso terzi? D.P. Vorrei sapere se è possibile
conoscere gli incarichi di collaborazione
conferiti da una pubblica amministrazione e
quali sono i presupposti per poter effettuare la
richiesta di accesso agli atti. A. M. Ho ricevuto
un provvedimento di esclusione da un
concorso pubblico per mancanza del titolo di
studio richiesto. Vorrei sapere se ci sono i
presupposti per chiedere l' annullamento dell'
atto per mancata comunicazione di avvio del
procedimento. G.C. Il licenziamento per
giustificato motivo oggettivo comprende anche
l' ipotesi di un riassetto organizzativo dell'
azienda attuato al fine di una più economica
gestione? P.I. Il trasferimento può essere motivato con ragioni di incompatibilità con i colleghi? S.E. La
violazione, da parte del lavoratore, dei doveri di diligenza può comportare l' obbligo di risarcire il danno
prodotto all' azienda? D.O. È risarcibile il danno d' immagine subito da un dirigente dequalificato? U.N.
In caso di adeguamento della retribuzione, il giudice deve precisare le ragioni dell' applicazione di un
determinato trattamento retributivo? E.R. La procedura di riduzione del personale può essere avviata
solo dal datore di lavoro attuale o anche dal cessionario ex art 2112 c.c.? Y.P. La mia compagna ha
deciso di lasciarmi, ha preso i gemelli (4 anni) e si è trasferita nella nostra villa al mare, in Liguria, da
due settimane, senza il mio consenso, e afferma che vuole vivere lì. Tra l' altro entrambi i bambini erano
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inseriti nella scuola materna e si trovavano bene. Vorrei sapere se devo rivolgermi a un avvocato di
Torino o di Genova. C.L. Per rinnovare il negozio di famiglia vorrei alienare un terreno compreso nel
fondo patrimoniale ma mia moglie si oppone. Nell' atto di costituzione non avevamo previsto la
possibilità di un disaccordo, posso ricorrere al giudice per sbloccare la situazione? O.I. Le spese di
sponsorizzazione sostenute da un' impresa commerciale a favore di un' associazione sportiva
dilettantistica sono fiscalmente deducibili? Quali tipi di contestazioni possono essere teoricamente
mosse nei confronti dell' impresa in caso di verifica? R.T. Si chiedono chiarimenti in merito all' obbligo
di trasmissione dello spesometro da parte di una Asd in regime 398. O.L. Quale implicazione deriva
dalla previsione dell' obbligo di monitoraggio degli esiti della sperimentazione della nuova fase della
mediazione obbligatoria, come prevista dal novellato dlgs 28/2010? D.O. Non ho versato la seconda
rata dell' Imu agricola. Mi è venuto il dubbio, avendo fabbricati rurali abitativi e strumentali, di non aver
correttamente interpretato le confusionarie norme che regolano l' Imu in questo settore. Si chiede, prima
che scadono i termini per il ravvedimento operoso un quadro sintetico sull' esenzione Imu prevista per l'
agricoltura. Z.P. In un incendio mi è andata bruciata parte della documentazione contabile (come
registri e fatture). Come devo fare per potermi detrarre l' Iva che ho versato e che risultava dalle fatture
e dalle annotazioni bruciate? L' incendio è stato riconosciuto fortuito dai pompieri intervenuti per lo
spegnimento. F.B. Un commerciante al dettaglio può emettere una fattura differita solo sulla base di uno
scontrino fiscale? Se sì, come? R.P. Come può essere definita la subordinazione del giornalista? P.N. L'
attività di informazione mediante pubblicazioni di carattere tecnico, professionale o scientifico non
legittima l' iscrizione nell' albo dei giornalisti? I.L. Quando le dimissioni del pubblico impiegato
determinano la risoluzione del rapporto di lavoro? S.N.
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È quanto emerge da un sondaggio condotto da cms e mergermarket.
Torna la fiducia sul m&a in Europa e anche in Italia
Il 2014 dovrebbe registrare una ripresa dell'
m&a europeo, traguardo per altro non così
difficile dopo la crisi degli ultimi due anni.
Lo rivela un sondaggio condotto qualche
settimana fa da Cms (55 uffici in 30 paesi in
tutto il mondo, per un totale di 2.800
professionisti) e Mergermarket.
In particolare, quasi la metà degli intervistati
(48%), tutti operativi nel settore m&a, prevede
per il nuovo anno un incremento del tasso di
fusioni e acquisizioni, il 10% si aspetta un calo,
mentre il resto degli intervistati stima che la
situazione resterà invariata. Dunque, la
sensazione diffusa è che il calo sia terminato,
ma resta da vedere quale intensità mostrerà la
ripresa.
Gli intervistati provenienti dai Paesi scandinavi
(68%), dall' Europa centrale e orientale, dalla
Russia e dall' Ucraina (64%) sono i più
fiduciosi, mentre quelli spagnoli chiudono la
classifica, benché un quarto (24%) dei
professionisti iberici si aspetti comunque un
aumento dell' attività. I professionisti del
settore m&a prevedono che i paesi del Nord
Europa saranno i più attivi nel corso del
prossimo anno, seguiti dal Regno Unito e dall'
Irlanda. Dal lato degli acquirenti, il flusso delle
opportunità di investimento dovrebbe essere
generato da fattori come il rinnovato interesse degli acquirenti stranieri (62%), la disponibilità di target
finora sottovalutati (57%) e la crescente presenza di operatori in possesso di liquidità (52%). In
sostanza, i temi caldi di questo ultimo scorcio del 2013, ma attesi su livelli di maggiore intensità grazie
al rafforzamento del processo di crescita nel Vecchio Continente, che solo nel terzo trimestre di quest'
anno è uscito dalla recessione.
Dal lato dei venditori, gli intervistati si aspettano che le opportunità di investimento saranno
maggiormente incentivate dalla necessità di raccolta di capitali per l' espansione nei mercati in rapida
crescita (69%), soprattutto quelli emergenti, e dalle liquidazioni di attività (68%), inevitabili alla luce
della lunga congiuntura negativa che ha interessato l' Europa.
Secondo le previsioni, i settori principalmente interessati dal processo di aggregazione saranno nell'
ordine: telecomunicazioni, tecnologie e media (41% degli intervistati); energia, servizi pubblici e settore
minerario (38%); industria e settore chimico (37%); settore farmaceutico, medico e delle biotecnologie
(35%); servizi finanziari (34%).
A proposito del nostro paese, la maggior parte degli intervistati (40%) prevede che le difficoltà di
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accesso al credito saranno mantenute nel breve periodo, mentre circa un terzo degli intervistati (32%)
ritiene che il reperimento di finanziamenti sarà, seppur di poco, più agevole.
Anche in questo caso le opinioni più ottimiste vengono dalla Germania, dall' Europa centrale e orientale,
incluse Russia e Ucraina, e dai Paesi Scandinavi.
In ogni caso, Pietro Cavasola, partner dello studio Cms Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni e
responsabile del dipartimento corporate ed m&a, vede un miglioramento in attivo nel nuovo anno: «Ci si
attende che anche in Italia il periodo più acuto della crisi sia alle spalle», commenta.
L' avvocato non si attende una ripresa brillante, ma comunque sufficiente a «far ripartire
progressivamente il mercato delle acquisizioni, anche con protagonisti italiani».
Quali i settori più interessanti: «Registriamo movimenti importanti nel farmaceutico, settore
caratterizzato da aziende che si sono ristrutturate negli ultimi anni e ora sono pronte per tornare a
crescere», commenta Cavasola, che al secondo posto mette l' energia, «con alcuni operatori che sono
usciti dal comparto delle rinnovabili e altri invece interessati a proporsi come soggetti aggreganti».
Infine cresce l' attenzione verso la meccanica, anche se in questo caso secondo l' avvocato «le aziende
italiane sono candidate più a un ruolo di prede, che di predatori». Da dove potranno arrivare gli
investitori esteri? «In primo luogo dai mercati emergenti, come la Russia», conclude.
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20 gennaio 2014
Pagina 205
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Lo studio della Fondazione Leone Moressa sulla relazione tra nazionalità e crimini.
Delitti violenti made in Italy
Reati contro la persona, italiani il 70% dei detenuti.
Nei delitti contro la persona gli italiani
doppiano gli stranieri. Su un totale di 23.897
detenuti per questa tipologia di reato, 16.522
(69%) sono cittadini italiani, mentre sono 7.375
(31%) gli stranieri. Simile l' andamento anche
per i reati contro la famiglia. Su un totale di
2.081 detenuti, 1.543 (74%) sono italiani
mentre 538 (26%) sono stranieri. Meno
marcata la differenza nei reati contro la
pubblica amministrazione e la fede pubblica.
Per quanto riguarda i primi, su un totale di
8.109 detenuti, 5.034 (62%) sono italiani
mentre 3.075 (38%) sono stranieri.
Nei reati contro la fede pubblica, invece, su un
totale di 4.611 soggetti reclusi, 2.888 (62,6%)
sono italiani, mentre 1.723 (37,3%) sono
stranieri.
Questo il risultato emerso dallo studio condotto
dalla fondazione Leone Moressa, a seguito dei
dati diffusi dal Ministero della giustizia sulla
nazionalità dei detenuti nelle carceri italiani.
Analizzando lo studio condotto, salta all'
occhio come, nei reati aventi ad oggetto
persone fisiche, sono gli italiani quelli più
coinvolti. Al 31 dicembre 2013, infatti, i
detenuti italiani per reati contro la persona
(comprendenti i delitti contro la vita e l'
incolumità individuale, contro l' onore, contro la
personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale) erano 16.522 ed
incidevano sul totale della popolazione carceraria italiana per il 16,7%, secondi solo ai detenuti per i
reati contro il patrimonio che incidevano per il 24,4%. Simile la situazione anche per i reati contro la
famiglia (delitti contro il matrimonio, contro la morale familiare, contro lo stato di famiglia e contro l'
assistenza familiare). Per questa tipologia di reati, infatti, i detenuti italiani sono 1.543 contro i 538
stranieri. La loro incidenza sul totale della popolazione carceraria italiana è, però, dell' 1,6%.
Meno marcata, invece, la differenza nei reati contro la p.a. e la fede pubblica. Nel primo caso, infatti, i
cittadini detenuti (5.034) incidono sul totale della popolazione carceraria italiana per il 5,1%, mentre nei
reati contro la fede pubblica l' incidenza è del 2,9%. Fanalino di coda, i reati di prostituzione. Sono solo
198, infatti, i detenuti italiani per aver commesso questo tipo di reato e la loro incidenza sul totale della
popolazione carceraria italiana è pari allo 0,2%.
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20 gennaio 2014
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BEATRICE MIGLIORINI
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20 gennaio 2014
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Approvato il bilancio previsionale '14.
La Corte conti costa 323 mln ​
La macchina della magistratura contabile
costa 323 milioni di euro all' anno. Questo l'
importo risultante nel bilancio previsionale per
il 2014 della Corte dei conti, approvato con
decreto del 30 dicembre 2013 e pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 10 del 14 gennaio
scorso.
Rispetto all' anno precedente (346 milioni di
euro) i costi generali scenderanno di circa il
6,5%. Ma la spending review trova alcuni limiti
nella struttura dei costi: il 76% delle uscite
risulta infatti incomprimibile (incluse le
competenze fisse e accessorie del personale,
pari al 73% del totale), per cui le spese
rimodulabili ammontano al 24%.
Così come il bilancio dello Stato, anche quello
della Corte dei conti è articolato per missioni e
programmi. Sono previsti quattro centri di
responsabilità. Al segretariato generale
andranno 138 milioni di euro (di cui circa 18
accantonati nel fondo di riserva), destinati al
trattamento economico dei magistrati, del
Consiglio di presidenza e dell' ufficio di
presidenza. Il totale degli stipendi dei giudici,
nonostante l' ingresso di 22 neoreferendari,
subisce un leggero calo rispetto al 2013,
esercizio sul quale gravava la restituzione del
«ticket» di solidarietà bocciato dalla Corte
costituzionale con la sentenza n. 223/2012.
Circa 26 milioni di euro sono appannaggio della direzione per la gestione degli affari generali, deputata
ad amministrare immobili, beni e servizi.
Il risparmio per i costi di funzionamento delle sedi centrali e regionali rispetto al 2013 si attesta al 13%.
Più consistente il budget della direzione generale gestione risorse umane e formazione, cui vengono
attribuiti 117 milioni di euro (­2% rispetto al 2013). I fondi serviranno per lo più alla retribuzione del
personale amministrativo della Corte.
Per coprire parzialmente i vuoti lasciati dai pensionamenti registrati nel 2013, pur nel rispetto delle
norme sul blocco del turnover nella p.a.
, l' istituto intende assumere nuove unità al termine delle procedure concorsuali indette negli anni
precedenti.
L' ultimo centro di responsabilità finanziato nel bilancio è la Direzione generale sistemi informativi
automatizzati: con 42 milioni di euro, si registra un aumento del 10% delle risorse assegnate, «in
considerazione della modifica apportata ai progetti già in essere e dell' avvio di nuove iniziative di
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automazione». In particolare viene dato nuovo impulso alla completa dematerializzazione dei documenti
cartacei.
VALERIO STROPPA
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Negli appalti a ciascuno il proprio certificato Cciaa
Una impresa che partecipa a un appalto
pubblico non può utilizzare il certificato di
iscrizione alla Camera di commercio di un'
altra ditta per documentare il possesso dei
requisiti, trattandosi di elemento di natura
soggettiva. È quanto afferma il Tar Calabria
con al sentenza del 3 gennaio 2014, n. 1
rispetto a una vicenda relativa ad una gara di
appalto in cui l' aggiudicatario di una gara
aveva presentato un contratto di avvalimento
per documentare il possesso del requisito dell'
iscrizione alla Camera di commercio. Un
concorrente adiva quindi il giudice
amministrativo nel presupposto che l' istituto
non risulta utilizzabile per i requisiti aventi un'
intrinseca natura soggettiva. Veniva inoltre
eccepito che, in concreto, il contratto
presentato in gara non risultasse conforme a
quanto prescrive l' articolo 49 del Codice dei
contratti pubblici i n q u a n t o i l d o c u m e n t o
contrattuale stipulato tra le due imprese era
troppo generico e violava l' art. 88 del
regolamento.
I giudici accolgono il ricorso nonostante l'
istituto dell' avvalimento abbia portata
generale e risulti applicabile a tutti i requisiti di
gara (di capacità economico­finanziaria e
tecnico­organizzativa). Infatti, dicono i giudici
citando quanto precisato in questi ultimi anni dall' Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici esclude
che si possa utilizzare l' avvalimento per tale certificazione in quanto elemento di natura soggettiva.
L' Autorità ha infatti chiarito, proprio con riguardo al certificato della Camera di commercio che l'
iscrizione a detta Camera «rappresenta l' adempimento di un obbligo posto dagli artt. 2195 e ss. del
codice civile che garantisce la pubblicità legale delle imprese e di tutti gli atti ad esse connessi». La
mancata iscrizione non può, quindi, essere supplita tramite l' iscrizione di altra impresa, attesa la natura
squisitamente soggettiva dell' adempimento richiesto dalla norma. In sostanza, quindi, dal momento che
l' iscrizione alla Camera di commercio non costituisce requisito attinente all' impresa e ai mezzi di cui
essa dispone e non è funzionale a garantire l' obiettiva qualità dell' adempimento, rientra nell' ambito dei
requisiti soggettivi che non possono essere oggetto di avvalimento.
© Riproduzione riservata.
ANDREA MASCOLINI
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lo dice il cds.
Nuovi concorsi motivati
La pubblica amministrazione non può indire un
nuovo concorso per l' assunzione dei
medesimi profili professionali quando è ancora
valida la graduatoria concorsuale precedente,
a meno che non ci sia una adeguata
motivazione: è quanto ha stabilito la V sez. del
Consiglio di Stato nella sentenza n. 6247/2013.
Secondo il collegio giudicante, riunito in sede
giurisdizionale, «in costanza di proroga di una
graduatoria concorsuale, la decisione di indire
un nuovo concorso relativo all' assunzione
degli stessi profili di quella graduatoria va
congruamente motivata, poiché se non
sussiste un diritto soggettivo all' assunzione in
capo agli idonei, l' Amministrazione deve
tenere conto sul piano ordinamentale che lo
scorrimento delle preesistenti graduatorie
deve costituire la regola generale, mentre l'
indizione del concorso rappresenta un'
eccezione». Così argomentando, ha respinto il
ricorso proposto da Roma Capitale per la
riforma di una sentenza del Tar competente
concernente la procedura obbligatoria di
mobilità esterna a seguito di concorso per
dirigente a tempo indeterminato, con il quale
erano risultati idonei due concorrenti, vistisi poi
mettere da parte con l' indizione di un nuovo
concorso.
La p.a., spiegano, all' uopo, i magistrati, «una volta stabilito di procedere alla provvista del posto, deve
sempre motivare in ordine alle modalità prescelte per il reclutamento, dando conto dell' esistenza di
eventuali graduatorie degli idonei ancora valide ed efficaci al momento dell' indizione del nuovo
concorso e considerando il generale favore dell' ordinamento per l' utilizzazione della graduatoria degli
idonei ancora efficace». Tra le altre cose, nella sentenza di primo grado, era risultato da attento
confronto che non esisteva differenza alcuna tra il bando impugnato e quello relativo al concorso
precedente: non erano state rilevate, infatti, differenze né relativamente al profilo professionale da
ricoprire, né ai requisiti di partecipazione, né tanto meno alle prove di esame da sostenere. Di qui, la
dichiarazione di difetto di motivazione in ordine all'(implicita) decisione di non procedere allo
scorrimento della graduatoria relativa al concorso anteriore.
ADELAIDE CARAVAGLIOS
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L' Associazione giuslavoristi italiani pone la questione a Cancellieri.
Lavoro, giustizia in crisi
Gli avvocati: rilanciare il processo del '73.
L' Associazione giuslavoristi italiani pone all'
attenzione del ministro della giustizia Anna
Maria Cancellieri una serie di proposte per
«rilanciare l' efficienza della giustizia del
lavoro» compromessa, secondo l' Agi, dalla
recente riforma Fornero. In particolare, gli
avvocati del lavoro chiedono attraverso il loro
presidente, l' avvocato fiorentino Fabio
Rusconi che firma il documento inviato al
Guardasigilli, «l' abrogazione del rito
processuale per la trattazione delle
controversie in tema di impugnazione dei
licenziamenti ex articolo 18 dello Statuto dei
lavoratori controproducente per il sistema e
causa di dubbi e difficoltà di interpretazione
che nuocciono all' efficienza del processo». Va
invece rilanciato il processo del 1973,
sostengono, «abrogato il contributo unificato
che non ha sortito alcun effetto deflattivo
penalizzando inutilmente l' accesso alla
giustizia». Le proposte sono state messe nero
su bianco nel documento inviato al ministro su
interessamento della stessa all' iniziativa: «La
valorizzazione dell' udienza di discussione da
concludersi comunque con una conciliazione e
con un provvedimento del giudice, limitazione
delle note scritte da ammettersi solo in caso di
istruttoria complessa, il ritorno pieno alla
gratuità del processo senza più il pagamento del contributo unificato, il prudente utilizzo della condanna
per lite temeraria per scoraggiare il ricorso manifestatamente infondato, l' individuazione di misure di
incentivazione della conciliazione per la p.a., la valorizzazione del ruolo dell' avvocato specialista, la
formazione comune tra magistrati e avvocati e l' adozione di codici di buone prassi condivise». Per l'
Associazione occorre incentivare le conciliazioni e ridisegnare il disapplicato istituto dell' arbitrato: l' Agi
caldeggia l' intervento di legali specializzati e, per l' arbitrato, la riduzione dei costi e la cancellazione
del criterio d' equità per gli arbitri chiamati solo a rifarsi al diritto.
MARZIA PAOLUCCI
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letture di diritto
Autore ­ Giuseppe Molfese e Alessandra
Molfese Titolo ­ Ricorso e controricorso per
cassazione in materia civile Casa editrice ­
Cedam, Padova, 2013, pp. 1050 Prezzo ­ Euro
81 Argomento ­ Il testo scritto da Giuseppe e
Alessandra Molfese ha come obiettivo quello
di offrire all' operatore del diritto un manuale
dal taglio pratico e dalla consultazione veloce.
Il volume, pur non trascurando gli
indispensabili principi dottrinali, tiene conto
soprattutto della pratica giurisprudenziale.
Primaria nella redazione del volume è stata l'
attenzione all' applicazione operativa del diritto
sostanziale e processuale, nonché alle
esigenze di coloro che debbono ricorrere o
resistere in Cassazione. Tutti gli argomenti,
aggiornati secondo le più recenti novità
normative, vengono illustrati e approfonditi in
modo chiaro e completo. L' aggiornamento ha
riguardato, oltre le recentissime sentenze della
Suprema corte, tutte le ultime novità
normative, fra le quali, per importanza, si
segnala il dl 22/6/2012, n.
83, che, proseguendo la riforma attuata dalle l.
18/6/2009 n. 69 e dalla l. 12 novembre 2011, n.
183, ha radicalmente mutato la fisionomia dell'
appello e del ricorso per cassazione,
prevedendo, con riferimento a quest' ultimo, la
completa riformulazione dell' art. 360, comma I, n. 5, cpc. L' opera contiene anche l' esame della
giurisprudenza formatasi ante riforma.
Autori ­ A cura di Vincenzo Mariconda e Guido Alpa Titolo ­ Codice civile commentato Casa editrice ­
Ipsoa, Milano, 2013, pagg. 12000 (tre volumi) Prezzo ­ Euro 380 Argomento ­ L' opera, curata dal
Professor Guido Alpa e dal Professor Vincenzo Mariconda, nasce dalla collaborazione ed esperienza di
oltre duecento prestigiosi professori, magistrati, avvocati, notai e ricercatori e fornisce il commento
articolo per articolo del Codice civile e delle preleggi. Il Codice presenta l' impostazione propria dei
commentari Ipsoa: testo dell' articolo, commento d' autore strutturato in sommario, paragrafi e
sottoparagrafi, con la relativa bibliografia di riferimento.
Le parole­chiave in neretto garantiscono una facile consultazione. Completa il codice un dettagliato
indice analitico. Insieme ai tre volumi è prevista la presenza di un dvd­rom, che assicura la completezza
dei contenuti dell' opera cartacea (testo dell' articolo, sommario con link ai commenti e bibliografie).
Fornisce, inoltre, le correlazioni alle massime di giurisprudenza relative ai singoli articoli e garantisce
piene funzionalità di ricerca (per articolo e full text), rendendo agevole e immediata la consultazione. In
aggiunta, tramite link ipertestuali, è possibile accedere alle norme citate nei commenti.
Autore ­ Cinzia De Stefanis, Antonio Quercia e Assunta Tomelleri Titolo ­ Enti non profit. Prontuario
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operativo Casa editrice ­ Maggioli, Rimini, 2013, pagg. 664 Prezzo ­ Euro 69 Argomento ­ Aggiornato
con le novità relative alle social card introdotte dal Decreto ministeriale del 3 maggio 2013 e con la più
recente giurisprudenza e prassi di settore il testo scritto da Cinzia De Stefanis, pubblicista in materia
societaria, Antonio Quercia dottore commercialista e revisore contabile e Assunta Tomelleri, avvocato, è
dedicato ai vari enti che fanno parte del cosiddetto «Terzo Settore» (associazioni, fondazioni, comitati,
organizzazioni di volontariato, onlus, imprese sociali ecc.
) e ne analizza tutti gli aspetti civilistici e fiscali, senza tralasciare quelli relativi all' attività di controllo
contabile e agli obblighi di rendicontazione. Strutturato sotto forma di prontuario il lavoro spazia su tutto
il mondo non profit trattando argomenti quali: edifici di culto e imposta sugli immobili, cancellazione di
una Onlus disposta dall' amministrazione finanziaria, associazioni di volontariato e partecipazione alle
gare, imputazione dei componenti positivi al professionista, associazioni sportive dilettantistiche,
co.co.co. a progetto all' interno di Ong/Onlus e di organizzazioni con finalità socio assistenziali e
sanitarie, gratuità del comodato e pagamento dell' Imu per gli enti non commerciali. Ricca di schemi ed
esempi, l' opera analizza tutti gli aspetti dei vari enti che fanno parte del terzo settore fornendo al
professionista efficaci spunti di riflessione che ne facilitano la consultazione. Il testo è corredato di cd­
rom contenente un dettagliato formulario di 165 atti personalizzabili e stampabili e la modulistica del
caso.
Autori ­ AA.VV.
Titolo ­ Decreto «Fare» e decreto «Lavoro» Casa editrice ­ Seac, Trento, 2013, pagg. 221 Prezzo ­ Euro
29 Argomento ­ Con i cosiddetti decreti «Fare» e «Lavoro» il legislatore ha messo mano a numerose
materie che, direttamente o indirettamente, riguardano aziende e consulenti del lavoro. Il decreto legge
n. 69/2013 (decreto «Fare») ha introdotto una serie di semplificazioni amministrative, sul lavoro e
tributarie quali l' abrogazione del modello 770 mensile, la possibilità di utilizzo del mod. 730 anche per
quei lavoratori che non hanno sostituto di imposta, l' estensione della validità del Durc a 120 giorni ecc.
Il decreto legge n.
76/2013 (decreto «Lavoro») ha previsto, invece, misure che vanno dalla previsione di incentivi e sgravi
per le assunzioni alla disciplina delle start up innovative, alle nuove opportunità di impiego. Il testo
illustra in modo dettagliato le principali misure previsti dai due interventi normativi ricorrendo spesso al
supporto di numerosi schemi, esempi e tabelle.
L' opera, grazie alla completezza degli argomenti trattati e alla facile consultazione degli stessi, si
presenta come un indispensabile strumento di lavoro per il personale amministrativo delle aziende e
per il professionista in campo di diritto del lavoro.
PAGINA A CURA
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20 gennaio 2014
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­ Da Cosenza a Parigi, Maria Perrotta suona Chopin
al Rossini di Lugo
"Il segreto di Chopin? Farlo sembrare
improvvisato sul momento" Martedì 21
gennaio al Teatro Rossini di Lugo la pianista
cosentina che vive a Parigi affronta opere
molto popolari del grande polacco: Notturni,
Ballate, Sonate, Berceuse, Tarantella e
Andante Spianato e Grande Polacca Brillante.
Con un impegnativo omaggio a Frédéric
Chopin torna ad esibirsi al Teatro Rossini di
Lugo martedì 21 gennaio 2014 alle ore 20,30
la pianista cosentina (ma parigina di adozione)
Maria Perrotta, a due anni esatti di distanza
dal suo ormai storico concerto con le
Variazioni Goldberg di Bach eseguite al nono
mese di gravidanza. Come molti ricorderanno,
la notizia fece il giro del mondo e il nome di
Maria Perrotta divenne subito familiare al
grande pubblico, che ammirò il suo gesto di
dedizione alla musica per cui non si
conoscevano precedenti. «La Perrotta ha
suonato le Goldberg con controllo purissimo di
sé e della partitura... pianismo a metà perfetta
fra il lussureggiante Alexis Weissenberg e il
laser di Glenn Gould» scrisse Nazzareno
Carusi sul quotidiano Libero, mentre Enrico
Girardi sul Corriere della Sera aggiungeva: «Il
suono è sgranato, la tecnica è
clavicembalistica, il disegno formale è nitido:
se continua così, Maria Perrotta sembra destinata a diventare la Rosalyn Tureck italiana». Nei mesi
successivi Maria Perrotta si fece poi notare per alcune intense letture beethoveniane, in particolare le tre
ultime Sonate, eseguite in diretta Rai e poi replicate in un memorabile concerto milanese (da poco
pubblicato in cd dalla Decca) che fece scrivere al critico Paolo Isotta sulle colonne del Corriere «È una
figura schiva e poco conosciuta, è uno dei veri astri del pianismo mondiale, ma non lo sa ancora. La sua
figuretta si trasfigura mentre suona, pur tuttavia in modo compostissimo. Il suo tocco è delicato, e dallo
Steinway ella ricava un timbro bellissimo... Là ove Pollini è veloce e formalistico, la Perrotta è analitica
ed espressiva, ma non perde mai, come il suo grande esempio, il senso dell`unità formale. I recitativi
sono da lei resi un teatro metafisico. I passi di terze e doppie terze acquisiscono un timbro creato da
Dio in istato di grazia. Le colorature scorrono come i fili di una ragnatela». Dopo Bach e Beethoven, per
Maria Perrotta è ora il momento di Chopin, il poeta del pianoforte, al quale è dedicato l'intero concerto a
Lugo, comprendente alcune delle sue pagine più popolari, rappresentative sia del cotè brillante e
salottiero degli anni giovanili che di quello poetico e drammatico della maturità. Apertura coi 3 Notturni
op. 9, composti a vent'anni all'indomani della partenza dalla sua amata Polonia, ispirati ai notturni del
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compositore irlandese John Field (inventore del genere); poi la delicata Berceuse (Ninna Nanna) op. 57,
in cui una breve frase melodica si dissolve in sedici variazioni di inusitata bellezza. Poi la Tarantella op.
43 composta nel 1841, probabilmente ispirata da una festa paesana, che stringe l'occhio alla melodia e
al carattere napoletano. Quindi l'Andante Spianato e Grande Polacca Brillante op. 22, originariamente
composta per pianoforte e orchestra, in cui temi frivoli si alternano a raffinate ornamentazioni e a
momenti drammatici. Nella seconda parte due capolavori della maturità: la Quarta Ballata op. 52
(ispirata al poeta polacco Adam Mickiewicz) e la grandiosa Sonata n. 3 op. 58, composta quasi di getto
nel 1844, pervasa di una serenità mendelssohniana, con un Largo centrale incantato e sognante,
seguito da un Finale di grande potenza, in cui molti hanno voluto leggere l'ispirazione politica, una
glorificazione della Polonia libera e vittoriosa. Alla domanda con che stato d'animo si accinga a suonare
Chopin Maria Perrotta risponde: «Spesso mi chiedono se i miei programmi siano delle sfide: con
Chopin posso dire di sì, perché penso che esista una sorta di attitudine chopiniana che in qualche modo
deve essere nel proprio DNA musicale. È una sensibilità davvero speciale, un universo sonoro che è un
mondo a sé, che si possiede o no. È un'idea che può sembrare troppo forte ma che ho sempre avuto,
fin da piccola, quasi si tratti di una caratteristica fisica. Si potrebbe chiedere ai pianisti (e al pubblico)
"lei è chopiniano?" quasi come si chiedesse "lei è allergico?". Voglio scoprire se anch'io sono "malata"
di Chopin. Perché è un autore da "vivere", bisogna tentare di identificarsi totalmente con lo stato
d'animo che presupponiamo sia alla base delle sue opere. È un procedimento sofferto: si parte
dall'emozione, dall'intuizione, per poi iniziare un lavoro di enorme precisione dei gesti musicali. La
musica di Chopin deve risultare un creazione improvvisata, e deve provenire dal cuore, non deve
sembrare pensata. È una musica che non si risolve sulla carta: è teatro, è lingua parlata. È storia, è
psicologia. Come l'opera. Il tutto costruito con mezzi estremamente puri, che richiedono una tecnica
sofisticata e nitida, quasi alla Mozart».
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20 gennaio 2014
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­ Massa Lombarda / Venerdì la mostra di Giulio
Ruffini "La mia terra ­ Segni e colori della memoria"
Inaugurazione venerdì 24 gennaio 2014 alle
ore 18 alla Sala del Carmine: Massa
Lombarda dedica un affettuoso ricordo al
maestro Giulio Ruffini, a poco più di due anni
dalla scomparsa La mostra, ideata da Orlando
Piraccini e curata assieme a Paolo Trioschi,
riprende uno dei cicli tematici più importanti
dell'intera opera ruffiniana, incentrato sulla
perdita del paesaggio agrario e della civiltà
rurale. In visione sono dipinti e disegni dagli
anni '60 fino al primo scorcio del Duemila,tra i
quali anche il celebre dipinto intitolato La
scomparsa della Romagna risalente al 1983:
vero e proprio grido di dolore dell'artista, di
fronte ad un paesaggio naturale trasformato in
immensa discarica invasa da macerie e
rovine, frammenti e resti "simboli" dell'estinto
mondo contadino. E' il pittore navigatore nel
suo tempo il Ruffini che viene ricordato in
questa mostra, tra le grandezze tragiche della
società industrializzata e il disfacimento
doloroso della civiltà rurale. Giulio Ruffini Nato
a Villanova di Bagnacavallo, Ruffini è stato tra
gli artisti romagnoli più noti in ambito
nazionale. Inizialmente a contatto con il
movimento neorealista, nel 1952 ha vinto il
"Premio Suzzara". Nel '54 ha allestito la sua
prima mostra personale a Bologna e
partecipato alla Biennale di Venezia. Nel 1955 è stato invitato alla Quadriennale romana.Tra gli anni '60
e '70 ha svolto intensa attività espositiva ed è presente ad importanti rassegne artistiche a livello
nazionale. Attratto dalla poetica informale, si colloca sulla linea dell'espressionismo europeo,
affrontando tematiche sociali, ma traendo anche ispirazione dalla dimensione ambientale e domestica
del proprio vivere. Nel 1997, la città di Ravenna gli ha dedicato una grande mostra antologica nelle sale
della Loggetta Lombardesca. Le ultime "grandi mostre" risalgono al 2002 (La scomparsa della
Romagna) a Forlì e a Fusignano e al 2007­2008 (L'occhio del poeta) alla Manicalunga della Biblioteca
Classense di Ravenna. Dopo la scomparsa, è uscito il volume Album a disegni, ideato ed impaginato
dal Maestro. L'iniziativa è promossa dal Comune di Massa Lombarda nell'ambito della tradizionale festa
paesana dedicata a San Paolo, con la collaborazione tecnico­scientifica dell'Istituto regionale per i beni
culturali. La mostra, allestita nella suggestiva cornice dell'ex Chiesa del Carmine, è aperta al pubblico
nei seguenti orari: Venerdi 16­19; sabato e domenica 10­12/16­19. Ingresso gratuito.
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­ Teatro San Rocco di Lugo: "E' Nòstar Tèatar 2014"
dal 27 febbraio al 27 marzo la 29ma edizione
"Il cartellone di quest'anno è stato improntato
esclusivamente sulla COMICITA', in quanto
pensiamo che in tempi di crisi come quelli
attuali, passare una serata in totale allegria e
spensieratezza, non può che giovare a
risollevare il nostro spirito".
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20 gennaio 2014
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­ Villanova di Bagnacavallo / L'Ecomuseo celebra la
giornata mondiale delle zone umide
Sabato 1 e domenica 2 febbraio tantissime
iniziative e una "grande merenda" con prodotti
locali Sabato 1 e domenica 2 febbraio
l'Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova di
Bagnacavallo celebrerà la giornata mondiale
delle zone umide, con un programma dedicato
alle famiglie, realizzato e curato
dall'Associazione Civiltà delle Erbe Palustri.
Continuano quindi le iniziative e gli incontri
conviviali al nuovo Ecomuseo di via Ungaretti,
dove fino al 26 gennaio è ancora visitabile la
mostra di presepi creativi. "Il sabato del
villaggio... di capanne", è il titolo scelto per
questo speciale fine settimana. Sabato alle 15
sarà inaugurata la mostra fotografica delle valli
del Lamone "Le belle figlie dell'Amone", curata
da Battista Landi, mentre nella sala
"immersiva" dell'Ecomuseo, dotata di un
enorme mega­schermo, sarà proiettato il
documentario "Passeggiando nel Parco del
Delta del Po". Dalle 16 ci saranno numerosi
laboratori dedicati ai bambini "dai 2 ai 99
anni": lavori di intrecci e trame dell'erba di
valle, i giochi dell'argine e del prato incolto e i
giochi di legno e dell'ingegno. Con una
passeggiata per il sentiero dell'etnoparco si
potranno inoltre ammirare le bellissime
capanne classiche del ravennate, la cantina
semi­interrata, la "cavana con la battana" e le anatre dello stagno. La giornata avrà una conclusione
speciale con la grande merenda, con la tradizione del Lamone e le nonne all'opera a "chilometro zero".
La grande merenda, che potrà sostituire la cena, è prevista alle 18.30 e proporrà crescioni alle erbe o
con patata e salsiccia, piadina e affettati nostrani "di qua dal ponte", patate arrosto con rosmarino
dell'etnoparco, formaggio morbido e ricotta "di là dal ponte", marmellata di cocomera e fichi caramellati,
chiacchiere di carnevale, zuccherini e ciambella con il passito del Lamone. Tutte le iniziative saranno
replicate domenica 2 febbraio. Per i laboratori e la merenda è obbligatoria la prenotazione. Per
informazioni e prenotazioni, contattare l'Ecomuseo delle Erbe Palustri al numero 0545 47122, email
[email protected], sito internet www.erbepalustri.it.
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20 gennaio 2014
Più Notizie
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Bassa Romagna ­ Politica­ Elezioni Lugo, Silvano
Verlicchi si candida e sfida il Pd
Il manager 65enne scende in campo nella
corsa a sindaco: lascia i suoi incarichi per
dedicarsi a tempo pieno all'impegno civico con
la lista civica "Per la Buona Politica" Il
governante non è l'eletto, ma il cittadino
elettore. Con questo presupposto chiaro in
mente, è partita ufficialmente la corsa per le
elezioni amministrative di Lugo della lista
civica Per la Buona Politica, nata
dall'esperienza di questi mesi dell'omonima
associazione. Candidato sindaco per il nuovo
soggetto politico è Silvano Verlicchi, 65enne
manager lughese, già alla guida dell'Usl locale
e successivamente impegnato in vari incarichi
all'interno del Gruppo Villa Maria, oltre che
nell'ambito del sistema confindustriale a livello
provinciale e regionale. Ho accettato la
richiesta di candidarmi ha spiegato per pura
passione, perché ho a cuore la mia città. Dopo
un percorso professionale che mi ha dato
tanto, oggi le mie priorità sono altre: voglio
essere io a dare qualcosa alla città, mettendo
al servizio della comunità le mie esperienze
manageriali, oltre al mio impegno ed al mio
entusiasmo. La nuova lista civica, che si
caratterizza per essere totalmente trasversale,
aperta a tutti ed alternativa ai partiti
tradizionali, è stata promossa
dall'Associazione Civica Per la Buona Politica, nata nel giugno scorso per iniziativa di un gruppo di
cittadini espressione della società civile, che in questi mesi hanno dato vita ad incontri pubblici che
hanno raccolto l'interesse dei lughesi. Un percorso mirato all'ascolto delle esigenze delle varie
articolazioni socio­economiche del territorio ed, al contempo, al coinvolgimento di persone pronte a
mettersi in gioco. Partecipazione e sostegno verso la nuova formazione politica sono stati manifestati da
alcuni lughesi che hanno preso la parola ieri mattina nella Sala del Carmine: commercianti e piccoli
imprenditori, liberi professionisti, ma anche giovani precari ed operatori del mondo dell'associazionismo
che si sono schierati a favore di Verlicchi e della neonata Lista Civica. La proposta dell'Associazione per
la Buona Politica prosegue Verlicchi mi è parsa da subito onesta e credibile, perché vuole dare voce a
tutti i cittadini, non solo ad una parte, mettendo la politica al loro servizio. Ci rivolgiamo a tutti coloro che
sono stanchi di firmare cambiali in bianco ai partiti, a chi non è più disposto a concedere fiducia ad
occhi chiusi, insomma a chi vuole vedere un cambiamento effettivo al governo della propria città. A
questi dico: il cambiamento è necessario, ma va costruito insieme. Per questo nei prossimi giorni
inizierò subito ad incontrare tutti i cittadini per intercettare le loro istanze e, su queste, costruire un
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20 gennaio 2014
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dettagliato programma di governo. Un buon amministratore non deve attendere che gli arrivino richieste
di appuntamento dai cittadini, deve essere lui per primo ad incontrare le persone che rappresenta:
ascoltarne le istanze, condividerne le soluzioni per prevenire e risolvere problemi e disagi. Per
affrontare al meglio e da uomo libero la sfida di questa campagna elettorale, Silvano Verlicchi ha
annunciato che lascerà i propri incarichi professionali all'interno del Gruppo Villa Maria e si proporrà ai
lughesi come una figura indipendente, dedicandosi a tempo pieno all'impegno civico, attraverso cui si
propone di interpretare una nuova stagione politica per il territorio, superando i partiti tradizionali. Al
centro dell'attenzione della nuova formazione civica, il lavoro e l'impresa come espressione del capitale
umano di un territorio; la sicurezza e la legalità per una città che sia accogliente, attrattiva e più vivibile
per tutti; un'amministrazione locale efficiente e trasparente che sia al servizio del cittadino; l'attenzione
per i servizi alla persona, alle imprese tra welfare e sanità. Da qui ci si muoverà per redigere un
programma partecipato. Per fare questo al meglio, nei prossimi giorni verrà aperto in città e nelle
frazioni un punto di ascolto, nel quale Verlicchi e gli esponenti della lista civica Per la Buona Politica
incontreranno i lughesi. Tra i prossimi appuntamenti in programma: la presentazione della squadra, la
messa on line del sito internet www.verlicchisindaco.it, sul quale sarà possibile trovare informazioni e
contenuti relativi alla campagna elettorale ed agli appuntamenti del candidato, ma anche inviare
proposte e dialogare direttamente con Silvano Verlicchi.
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20 gennaio 2014
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Per la Buona Politica Silvano Verlicchi
Il governante non è l'eletto, ma il cittadino
elettore Con questo presupposto chiaro in
mente, parte ufficialmente la corsa per le
elezioni amministrative di Lugo della lista
civica "Per la Buona Politica", nata
dall'esperienza di questi mesi dell'omonima
associazione. Candidato sindaco per il nuovo
soggetto politico è Silvano Verlicchi, 65enne
manager lughese, già alla guida dell'Usl locale
e successivamente impegnato in vari incarichi
all'interno del Gruppo Villa Maria, oltre che
nell'ambito del sistema confindustriale a livello
provinciale e regionale. Ho accettato la
richiesta di candidarmi ha spiegato per pura
passione, perché ho a cuore la mia città. Dopo
un percorso professionale che mi ha dato
tanto, oggi le mie priorità sono altre: voglio
essere io a dare qualcosa alla città, mettendo
al servizio della comunità le mie esperienze
manageriali, oltre al mio impegno ed al mio
entusiasmo. La nuova lista civica, che si
caratterizza per essere totalmente trasversale,
aperta a tutti ed alternativa ai partiti
tradizionali, è stata promossa
dall'Associazione Civica Per la Buona Politica,
nata nel giugno scorso per iniziativa di un
gruppo di cittadini espressione della società
civile, che in questi mesi hanno dato vita ad
incontri pubblici che hanno raccolto l'interesse dei lughesi. Un percorso mirato all'ascolto delle esigenze
delle varie articolazioni socio­economiche del territorio ed, al contempo, al coinvolgimento di persone
pronte a mettersi in gioco. Partecipazione e sostegno verso la nuova formazione politica sono stati
manifestati da alcuni lughesi che hanno preso la parola nella Sala del Carmine: commercianti e piccoli
imprenditori, liberi professionisti, ma anche giovani precari ed operatori del mondo dell'associazionismo
che si sono schierati a favore di Verlicchi e della neonata Lista Civica. La proposta dell'Associazione per
la Buona Politica prosegue Verlicchi mi è parsa da subito onesta e credibile, perché vuole dare voce a
tutti i cittadini, non solo ad una parte, mettendo la politica al loro servizio. Ci rivolgiamo a tutti coloro che
sono stanchi di firmare cambiali in bianco ai partiti, a chi non è più disposto a concedere fiducia ad
occhi chiusi, insomma a chi vuole vedere un cambiamento effettivo al governo della propria città. A
questi dico: il cambiamento è necessario, ma va costruito insieme. Per questo nei prossimi giorni
inizierò subito ad incontrare tutti i cittadini per intercettare le loro istanze e, su queste, costruire un
dettagliato programma di governo. Un buon amministratore non deve attendere che gli arrivino richieste
di appuntamento dai cittadini, deve essere lui per primo ad incontrare le persone che rappresenta:
ascoltarne le istanze, condividerne le soluzioni per prevenire e risolvere problemi e disagi. Per
affrontare al meglio e da uomo libero la sfida di questa campagna elettorale, Silvano Verlicchi ha
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annunciato che lascerà i propri incarichi professionali all'interno del Gruppo Villa Maria e si proporrà ai
lughesi come una figura indipendente, dedicandosi a tempo pieno all'impegno civico, attraverso cui si
propone di interpretare una nuova stagione politica per il territorio, superando i partiti tradizionali. Al
centro dell'attenzione della nuova formazione civica, il lavoro e l'impresa come espressione del capitale
umano di un territorio; la sicurezza e la legalità per una città che sia accogliente, attrattiva e più vivibile
per tutti; un'amministrazione locale efficiente e trasparente che sia al servizio del cittadino; l'attenzione
per i servizi alla persona, alle imprese tra welfare e sanità. Da qui ci si muoverà per redigere un
programma partecipato. Per fare questo al meglio, nei prossimi giorni verrà aperto in città e nelle
frazioni un punto di ascolto, nel quale Verlicchi e gli esponenti della lista civica Per la Buona Politica
incontreranno i lughesi. Tra i prossimi appuntamenti in programma: la presentazione della squadra e la
messa on line del sito internet www.verlicchisindaco.it, sul quale sarà possibile trovare informazioni e
contenuti relativi alla campagna elettorale ed agli appuntamenti del candidato, ma anche inviare
proposte e dialogare direttamente con Silvano Verlicchi. Per la Buona Politica
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20 gennaio 2014
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Fermento di pace autentica
Ieri Domenica 19 gennaio nelle chiese Si è
pregato anche così: "Per quanti si adoperano
per alleviare le infermità umane: la loro opera
sia fermento di speranza nel futuro e di pace
autentica".
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20 gennaio 2014
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Occorre un cambiamento reale e non teorico
Lettera aperta di Maurizio Tasselli ai candidati
a Sindaco Signori Candidati Sindaco dei vari
schieramenti politici, sicuramente questi
saranno alcuni dei temi che in campagna
elettorale tratterete più o meno intensamente;
alcuni sembrano di fondamentale importanza,
mentre altri sembrerebbero secondari.
Ritengo siano tutti ugualmente importanti per
lo sviluppo sociale ed economico della nostra
Comunità che ha bisogno di un cambiamento
reale e non teorico. Già tante parole sono state
dette, ora servono i fatti; per quanto mi
riguarda, ma penso anche tutti gli altri che
come me sono impegnati in vari settori della
Società Civile vi chiediamo che non vengano
più sprecate alcun tipo di risorsa, da quella
umana che ha ancora tanto da proporre a
quella economica che ha bisogno di
riprendere vigore. Ascoltare chi ha idee nuove
e voglia di dare il proprio contributo in questo
particolare momento della nostra vita, penso
non solo sia importante, ma doveroso per il
bene dell'intera Comunità. Capisco che la
burocrazia all'interno della Pubblica
Amministrazione sia il punto chiave dell'attuale
sistema, occorre pertanto che da parte vostra
ci sia la volontà, nel pieno rispetto delle regole,
di cambiare in meglio e di accelerare certe
lungaggini fatte di passaparola, rimbalzi da una parte all'altra, che non giovano all'intero sistema paese
perché, se alcuni argomenti necessitano di approfondimenti, altri possono essere portati a termine più
velocemente a prescindere dal fatto che giustamente le priorità vanno rispettate e ribadisco le regole
rispettate. Auguro a tutti buon lavoro con l'auspicio che chiunque governerà la nostra Città per i prossimi
5 anni voglia dimostrare che lo sviluppo non è un'utopia; necessita sfruttare tutte le risorse che si hanno
a portata di mano per il bene di tutti. Maurizio Tasselli
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20 gennaio 2014
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Andrea Leggieri si è ritirato
Alla luce del dibattito di questi giorni, ho
concluso non vi fossero le condizioni politiche
necessarie a proseguire il cammino delle
Primarie. A Eleonora Proni, che sosterrò
lealmente da militante del PD, vanno i miei
migliori auguri di buon lavoro, nell'interesse di
tutta la nostra comunità. A proposito di
interessi collettivi, va il mio GRAZIE di cuore ai
tanti bagnacavallesi (e non) che mi hanno
accompagnato in questo bel percorso, e che
hanno contribuito a scrivere un eccellente
progetto che rimane a disposizione di tutta la
nostra comunità; continuerò a fare tutto il
possibile, spero insieme a loro, perchè venga
adeguatamente valorizzato! Cordialità, Andrea
Leggieri Peccato, peccato davvero, avevo
comprato il biglietto per assistere alla gara.
Guardando a quanto accade nel PD a livello
nazionale, già da tempo avevo fatto
l'abbonamento per le otto gare delle Primarie
dei Comuni della Bassa Romagna. Mi trovo
con poco in mano, solo due gare. Sarà molto
interessante controllare il risultato del Pd a
Massa Lombarda e a Conselice rispetto agli
altri Comuni dove a votare, a decidere, sono
stati i dirigenti del partito. Arrigo Antonellini
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20 gennaio 2014
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Vince il Pavaglione
Tregua sulle vittorie degli articoli politici, ma
sabato ha vinto comunque un pezzo da
novanta dell'interesse dei lughesi, il suo
Pavaglione. L'articolo più letto di sabato
scorso 18 gennaio (subito dopo ovviamente
come accade tutti i sabati all'"Acsè par ridar"
di Guido Neri) è stato "Si commercia sempre
più al Pc, Difficile ma necessario anche per i
commercianti della Bassa Romagna". Già,
sabato, giornata ormai festiva a tutti gli effetti
in cui abbiamo avuto 1.608 contatti, più di
quanti mediamente ne avevamo nei giorni
feriali solo poche settimane fa. E ancora più
sorprendenti gli oltre mille di ieri, Domenica,
1.091, quando il giornale non c'era,
ovviamente il record di contatti dei giorni
festivi.
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20 gennaio 2014
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Ci mancano le "primarie" al Teatro Rossini
Avremmo evitato 90 minuti di odio a tonnellate
di Arrigo Antonellini Al di là della modesta
recitazione di Claudio Casadio, in contrasto
con quella splendida di Giulio Scarpati
(scontato che trattasi di giudizio personale)
penso che con i tempi che corrono, tristi,
piuttosto tristi, avremmo potuto evitare
l""Oscura immensità" andato in scena al
Rossini. Ma non è il mio giudizio che essendo
appunto personale ad essere degno di
cronaca, ma una valutazione "metodologica"
sulle nostre stagioni di prosa. E' noto come
trattasi di un cartellone bloccato, di una lista
precostituita da acquistare in blocco, prendere
o lasciare. Ne deriva che non abbia senso,
cosi come avviene nel "libero" cinema, fare
valutazioni sul numero di spettatori ai singoli
spettacoli come indicatore di successo. Mi
"sovviene" allora un forte rimpianto per quelle
primarie che aveva messo in campo il
rimpianto Assessore alla Cultura Valter Ricci
Bitti. Una commissione ampia, operatori
dell'assessorato, insegnanti, uomini di cultura,
giornlisti. Si riceveva già in estate un ampio
materiale contenente tutte le programmazioni
delle Compagnie per la stagione invernale. Ci
si riuniva già a fine agosto più volte, portando
ciascuno le proprie proposte. Ci si
confrontava. Si chiudeva con un ventaglio di una decina di proposte all'interno delle quali l'Assessorato
formulava il cartellone. Già, erano le primarie, partecipazione, e non la predisposizione di una lista
bloccata. Arrigo Antonellini
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20 gennaio 2014
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Incontro con Elisa Fangareggi
Quasi nessuno parla di ciò che accade in Siria
Venerdì 24 gennaio, alle ore 20,45, al Centro
sociale "Il Tondo" di via Lumagni a Lugo, "Chi
salva una vita salva il mondo intero". Incontro
con Elisa Fangareggi, 32 anni, avvocato
modenese, madre di tre figlie, una vita
pianificata e serena che dopo un viaggio in
Siria ci prepone:"Possiamo fare qualcosa
anche noi?".
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20 gennaio 2014
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Le primarie delle idee al posto delle Primarie sulla
persona
Faremo un lavoro importante per la città,
offriremo spunti nuovi e saremo molto attenti a
realizzare il presente, portando con noi la
giusta passione per il futuro. Si è espresso
così Davide Ranalli, candidato sindaco del
Partito Democratico per la città di Lugo,
durante la conferenza stampa che si è tenuta
oggi alle 12, presso il ristorante Tatì di Lugo,
alla presenza dei giornalisti delle principali
testate locali. Lo slogan che è stato scelto ha
evidenziato Ranalli spiega l'orizzonte su cui
vogliamo insieme appoggiare la nostra azione.
Stiamo attraversando una fase molto delicata,
in cui la politica non può più esistere solo per
se stessa, ma deve necessariamente rivolgere
lo sguardo con attenzione alla società civile.
Dobbiamo, pertanto, rinnovare la politica e
farlo attraverso tutti gli strumenti che abbiamo
a disposizione. L'arma più importante è la
partecipazione e, perciò, abbiamo deciso di
fare le primarie delle idee con cui costruiremo
il nostro programma elettorale. Tutti i cittadini
avranno, dunque, la possibilità di partecipare
alla costruzione del futuro di Lugo. Il percorso
d'avvicinamento alle elezioni del candidato
democratico, infatti, prevede l'elaborazione e
la stesura di un programma elettorale che
risponda alle esigenze dei cittadini e offra alla
città soluzioni nuove ai problemi più stringenti. Per fare questo, Ranalli e il suo staff hanno deciso di
formare molteplici spazi di discussione (OST) aperti a tutti i cittadini. Il primo appuntamento sarà sabato
25 gennaio, presso la sala della Casa del Popolo di San Lorenzo, a partire dalle 9:30. Credo che la
discussione sulle cose da fare sia più giusta di quella sui nomi e i cognomi dei candidati ha precisato
Ranalli ­, anche perché al mio fianco, come coordinatore, ci sarà Giovanni Costantini, una scelta
importante anche all'interno del nostro partito. A rinforzare il pensiero del candidato democratico è
intervenuto lo stesso Costantini: Quelle sul programma e sulle idee saranno le nostre vere primarie ha
ribadito il coordinatore della campagna elettorale ­: vorremmo che la polemica sulle mancate primarie
del candidato sindaco del nostro partito si spegnesse, poiché la nostra scelta è avvenuta di comune
accordo. Dopo i risultati delle primarie nazionali dell'8 dicembre, è emerso che la mia visione di
amministrazione locale concordava con quella di Davide. Ritengo, dunque, che i miei cinque anni di
legislatura potranno essere un valore aggiunto per lui e per la sua preparazione politica, e che le nostre
personalità si compensino. Ora c'è solo da pensare alla campagna elettorale: la più difficile che il PD si
trovi ad affrontare a Lugo da molto tempo. L'open space a San Lorenzo ha proseguito Costantini ­ sarà
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20 gennaio 2014
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una sorta di Leopolda in cui invitiamo tutti i cittadini ad un confronto su temi specifici. Le persone si
divideranno in gruppi di lavoro a seconda delle idee, e le proposte più innovative verranno selezionate.
Usciremo da quella giornata con una relazione da cui prenderemo spunto per la definizione del
programma elettorale. L'invito ai cittadini da parte dei rappresentanti del Pd è aperto: Chiediamo a tutti
di finanziare la nostra campagna elettorale con la cosa più preziosa: il tempo ha concluso Fabrizio Lolli,
collaboratore del comitato elettorale di Ranalli ­. Al cambiamento si può partecipare non solo mettendo
la X sul nome di un candidato, ma anche dedicando tempo alle idee. Facciamo parte di una comunità
solo se la viviamo insieme. Nel frattempo, in via Baracca (n°38) è tutto pronto per l'allestimento del
comitato elettorale del Pd, spazio in cui si svolgeranno alcuni degli OST in programma. Gli
aggiornamenti sulle date degli eventi, le idee dei gruppi di lavoro e l'agenda politica saranno pubblicati
sul blog ufficiale di Davide Ranalli (www.davideranalli.it) e sui maggiori social network di riferimento.
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20 gennaio 2014
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Un nuovo defibrillatore alle scuole di Fusignano
La macchina è stata donata dall'associazione
di Alfonsine Il mare di Filippo E' stato
consegnato a Fusignano un nuovo
defibrillatore, installato presso il polo
scolastico "Luigi Battaglia", dove si trovano le
scuole materne, elementari e medie e a poca
distanza dal palazzetto dello sport. Il
defibrillatore è sotto vigilanza di telecamera, è
in rete con il 118 ed è censito nel programma
regionale per la diffusione dei defibrillatori.
L'apparecchio è semiautomatico e può essere
utilizzato da personale abilitato tramite corsi di
formazione organizzati dalla Regione e tenuti
da personale del pronto soccorso. La
macchina rientra nel progetto Un defibrillatore
per le scuole, lanciato dall'associazione
alfonsinese Il mare di Filippo insieme alla
Polisportiva di Rossetta, le quali hanno trovato
la collaborazione di tanti volontari e in poco
tempo hanno raccolto i fondi necessari per
donare due defibrillatori: uno alle scuole di
Fusignano e uno a quelle di Alfonsine, che
sarà inaugurato prossimamente. Nei mesi
scorsi inoltre, l'associazione Il mare di Filippo,
nata per ricordare il giovane Filippo Babini,
morto nel 2009 in un incidente stradale, ha
donato alla Polisportiva di Rossetta un
ulteriore defibrillatore, posizionato al Centro
civico di Rossetta (vicino alla piscina), comprensivo di corso per la formazione di sette volontari abilitati
per intervenire in caso di crisi cardiaca. Il luogo dove è stato installato è il centro sportivo frequentato da
tanti giovani, sia d'estate con l'apertura della piscina e dei centri ricreativi estivi, sia nel periodo
invernale, con le attività sportive del calcio, rugby e ginnastica.
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San Sebastiano il patrono delle polizie locali
Le celebrazioni della Municipale del Comune
della Bassa Romagna Oggi, lunedì 20 gennaio
ricorre San Sebastiano, patrono delle polizie
locali: per celebrare la giornata, la Polizia
municipale dell'Unione dei Comuni della
Bassa Romagna ha organizzato una mattinata
di eventi che si terranno nei locali del Carmine
di Lugo. Gli operatori della Polizia municipale
si schiereranno nel sagrato della chiesa del
Carmine alle 9, per poi partecipare alla Santa
Messa celebrata da monsignor Tommaso
Ghirelli, vescovo della diocesi di Imola. Alle 11
le autorità porteranno il loro saluto;
interverranno, Linda Errani, sindaco referente
per la Polizia municipale, Lorenza Mazzotti,
Comandante Provinciale della Polizia
municipale e Roberto Faccani, Comandante
della Polizia municipale della Bassa
Romagna. Infine, alle 12 si terrà una
conferenza stampa finalizzata a illustrare le
attività svolte nel 2012 dalla Polizia provinciale
e dalle polizie municipali della provincia di
Ravenna. L'organizzazione della giornata è a
cura della Polizia municipale della Bassa
Romagna in collaborazione con la Polizia
Provinciale di Ravenna, telefono 0545 38470.
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20 gennaio 2014
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Annisversario della scomparsa di Gianni Guadresco
il primo Sindaco di Lugo
Avremmo voluto scrivere il primo dei sette
sindaci lughesi della sinistra ma la frase ci è
stata censurata, siamo stati informati che ora i
sindaci sono del PD....In occasione
dell'anniversario della scomparsa del
partigiano Gianni Giadresco, lunedì 20
gennaio alle 15.45 si terrà una cerimonia
commemorativa presso il cimitero cittadino,
alla quale tutta la cittadinanza è invitata. Per
l'occasione, il sindaco di Lugo Raffaele Cortesi
deporrà presso la tomba di Giadresco una
composizione floreale, a nome di tutta la
cittadinanza. Il ritrovo sarà davanti al cancello
carrabile del parcheggio di via Canaletta.
Gianni Gradesco, nato a Lugo nel 1927, a soli
sedici anni è diventato partigiano sotto il
comando di Bulow (Arrigo Boldrini, un'amicizia
durata nell'ANPI di cui è stato dirigente) e ha
partecipato alla liberazione di Ravenna, il 4
dicembre 1944. Dopo la guerra diventa
responsabile del PCI della sua città, poi
segretario provinciale e consigliere comunale,
poi parlamentare, dal 1972 al 1987. Nel PCI è
stato stretto collaboratore di Giancarlo Pajetta,
di Luigi Longo, di Enrico Berlinguer. Alla
Bolognina si schierò contro lo scioglimento del
PCI e fu tra i fondatori del Movimento per la
Rifondazione comunista; nel 1998 aderì al
partito dei Comunisti italiani. Si è dedicato al giornalismo, nell'ultima parte della sua vita, nella
ricostruzione di pagine di cronaca e storia, soprattutto dei partiti comunisti, per la rivista La Rinascita.
Ha scritto sei libri e l'opera della sua vita è stata Guerra in Romagna 1943­1945 (Il Monogramma), dove
ha ricostruito gli anni della liberazione di Ravenna. E' deceduto a Ravenna il 20 gennaio 2005.
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20 gennaio 2014
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Betulle vento silenzio
Alcuni studenti lughesi e ravennati hanno
organizzato una mostra fotografica e
multimediale che ha le sue radici in un viaggio
da loro compiuto nell'aprile 2013, con
destinazione Auschwitz, Birkenau, Cracovia.
L'inaugurazione è prevista per il 23 gennaio
alle 17, nella sede che la ospita, casa Rossini,
in via Rocca. Resterà aperta fino al 2 febbraio;
sarà possibile anche prendere visione di
alcune cartoline della Memoria realizzate dallo
studio Baccaredda di Cagliari. Per dare
un'idea dell'eccezionalità dl lavoro di questi
giovani, vogliamo sottolineare che è stato
inserito nel sito dello Yad Vashem, il museo
dell'Olocausto di Gerusalemme, che nel 2014
compirà 62 anni, e con questa scelta ha voluto
premiare il loro impegno emotivo e costruttivo.
Per informazioni e visite: 0545 84302 (Istituto
Storico della Resistenza di Alfonsine, ore 9­12)
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20 gennaio 2014
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Inaugurata a Fusignano la nuova via Piancastelli
l primo intervento affidato al servizio tecnico
associato del Comune della Bassa Romagna
E' stata inaugurata la rinnovata via
Piancastelli. Alla cerimonia erano presenti il
sindaco di Fusignano Mirco Bagnari, il
consigliere regionale Mario Mazzotti,
l'assessore Alessandra Fiorini e per l'Ufficio
tecnico Associato dell'Unione dei Comuni il
Dirigente Ing. Paolo Nobile. L'intervento di
riqualificazione è stato portato a termine
venerdì 20 dicembre 2013 ed è stato il primo a
essere coordinato dall'Ufficio tecnico associato
dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna.
La strada è stata completata in largo anticipo
rispetto alle previsioni iniziali, in quanto la sua
ultimazione sarebbe dovuta avvenire entro la
fine del mese di marzo 2014. "Questo
intervento contribuisce notevolmente alla
qualificazione del centro storico di Fusignano ­
sottolinea il sindaco Mirco Bagnari ­, positivo
sia per i cittadini, sia per l'attrattività delle
attività nel centro cittadino; proprio da questo
punto di vista, abbiamo colto un'opportunità
importante poiché il 50% del costo di questi
lavori è finanziato con fondi della Legge
regionale 41. Inoltre, è stato un eccellente
banco di prova per il servizio tecnico associato
per i lavori pubblici, che ha dimostrato la sua
validità vista anche la velocità con cui sono stati portati a termine i lavori. La rinnovata via Piancastelli è
ora dotata di una pavimentazione pregiata, in porfido. Il costo dell'opera è stato di 84.685 euro (più Iva
al 10%), cofinanziati dalla Regione Emilia Romagna: una cifra nettamente inferiore rispetto ai 130mila
euro inizialmente preventivati. Queste opere servono a dare fiducia ha dichiarato il consigliere regionale
Mario Mazzotti gli interventi anche piccoli ma significativi favoriscono la giusta connessione tra
l'amministrazione e la comunità La direzione dei lavori è stata eseguita direttamente dall'ufficio tecnico
associato dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna e realizzati dalla ditta Ppg ­ Posatori Porfidi
Galeata (FC).
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20 gennaio 2014
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Maria Perrotta suona Chopin
Con un impegnativo omaggio a Frédéric
Chopin torna ad esibirsi al Teatro Rossini di
Lugo domani martedì 21 gennaio alle ore
20,30 la pianista cosentina (ma parigina di
adozione) Maria Perrotta, a due anni esatti di
distanza dal suo ormai storico concerto con le
Variazioni Goldberg di Bach eseguite al nono
mese di gravidanza. Come molti ricorderanno,
la notizia fece il giro del mondo e il nome di
Maria Perrotta divenne subito familiare al
grande pubblico, che ammirò il suo gesto di
dedizione alla musica per cui non si
conoscevano precedenti. «La Perrotta ha
suonato le Goldberg con controllo purissimo di
sé e della partitura pianismo a metà perfetta
fra il lussureggiante Alexis Weissenberg e il
laser di Glenn Gould» scrisse Nazzareno
Carusi sul quotidiano Libero, mentre Enrico
Girardi sul Corriere della Sera aggiungeva: «Il
suono è sgranato, la tecnica è
clavicembalistica, il disegno formale è nitido:
se continua così, Maria Perrotta sembra
destinata a diventare la Rosalyn Tureck
italiana». Nei mesi successivi Maria Perrotta si
fece poi notare per alcune intense letture
beethoveniane, in particolare le tre ultime
Sonate, eseguite in diretta Rai e poi replicate
in un memorabile concerto milanese (da poco
pubblicato in cd dalla Decca) che fece scrivere al critico Paolo Isotta sulle colonne del Corriere «È una
figura schiva e poco conosciuta, è uno dei veri astri del pianismo mondiale, ma non lo sa ancora. La sua
figuretta si trasfigura mentre suona, pur tuttavia in modo compostissimo. Il suo tocco è delicato, e dallo
Steinway ella ricava un timbro bellissimo Là ove Pollini è veloce e formalistico, la Perrotta è analitica ed
espressiva, ma non perde mai, come il suo grande esempio, il senso dell`unità formale. I recitativi sono
da lei resi un teatro metafisico. I passi di terze e doppie terze acquisiscono un timbro creato da Dio in
istato di grazia. Le colorature scorrono come i fili di una ragnatela». Dopo Bach e Beethoven, per Maria
Perrotta è ora il momento di Chopin, il poeta del pianoforte, al quale è dedicato l'intero concerto a Lugo,
comprendente alcune delle sue pagine più popolari, rappresentative sia del cotè brillante e salottiero
degli anni giovanili che di quello poetico e drammatico della maturità. Apertura coi 3 Notturni op. 9,
composti a vent'anni all'indomani della partenza dalla sua amata Polonia, ispirati ai notturni del
compositore irlandese John Field (inventore del genere); poi la delicata Berceuse (Ninna Nanna) op. 57,
in cui una breve frase melodica si dissolve in sedici variazioni di inusitata bellezza. Poi la Tarantella op.
43 composta nel 1841, probabilmente ispirata da una festa paesana, che stringe l'occhio alla melodia e
al carattere napoletano. Quindi l'Andante Spianato e Grande Polacca Brillante op. 22, originariamente
composta per pianoforte e orchestra, in cui temi frivoli si alternano a raffinate ornamentazioni e a
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20 gennaio 2014
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momenti drammatici. Nella seconda parte due capolavori della maturità: la Quarta Ballata op. 52
(ispirata al poeta polacco Adam Mickiewicz) e la grandiosa Sonata n. 3 op. 58, composta quasi di getto
nel 1844, pervasa di una serenità mendelssohniana, con un Largo centrale incantato e sognante,
seguito da un Finale di grande potenza, in cui molti hanno voluto leggere l'ispirazione politica, una
glorificazione della Polonia libera e vittoriosa. Alla domanda con che stato d'animo si accinga a suonare
Chopin Maria Perrotta risponde: «Spesso mi chiedono se i miei programmi siano delle sfide: con
Chopin posso dire di sì, perché penso che esista una sorta di attitudine chopiniana che in qualche modo
deve essere nel proprio DNA musicale. È una sensibilità davvero speciale, un universo sonoro che è un
mondo a sé, che si possiede o no. È un'idea che può sembrare troppo forte ma che ho sempre avuto,
fin da piccola, quasi si tratti di una caratteristica fisica. Si potrebbe chiedere ai pianisti (e al pubblico) lei
è chopiniano? quasi come si chiedesse lei è allergico?. Voglio scoprire se anch'io sono malata di
Chopin. Perché è un autore da vivere, bisogna tentare di identificarsi totalmente con lo stato d'animo
che presupponiamo sia alla base delle sue opere. È un procedimento sofferto: si parte dall'emozione,
dall'intuizione, per poi iniziare un lavoro di enorme precisione dei gesti musicali. La musica di Chopin
deve risultare un creazione improvvisata, e deve provenire dal cuore, non deve sembrare pensata. È
una musica che non si risolve sulla carta: è teatro, è lingua parlata. È storia, è psicologia. Come l'opera.
Il tutto costruito con mezzi estremamente puri, che richiedono una tecnica sofisticata e nitida, quasi alla
Mozart». Informazioni e prenotazioni: Fondazione Teatro Rossini, Piazzale Cavour, 17 Lugo ­ Tel.
0545.38542 ­ Fax 0545.38482 Sito web: www.teatrorossini.it ­ e­mail: [email protected] ­ Biglietteria:
Il pomeriggio di spettacolo e quello precedente: 15.30­18.30 Biglietteria on­line: www.vivaticket.it
Francesca Bandoli Ufficio Stampa ­ Teatro Rossini
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La mia terra di Giulio Ruffini
La mostra alla Sala del Carmine di Massa
Lombarda GIULIO RUFFINI (1921 ­ 2001) La
mia terra Segni e colori della memoria Massa
Lombarda Sala del Carmine 24 gennaio 16
febbraio 2014 Inaugurazione VENERDI' 24
GENNAIO ORE 18.00. Massa Lombarda
dedica un affettuoso ricordo al maestro Giulio
Ruffini, a poco più di due anni dalla
scomparsa. Nato a Villanova di Bagnacavallo,
Ruffini è stato tra gli artisti romagnoli più noti in
ambito nazionale. Inizialmente a contatto con il
movimento neorealista, nel 1952 ha vinto il
Premio Suzzara. Nel '54 ha allestito la sua
prima mostra personale a Bologna e
partecipato alla Biennale di Venezia. Nel 1955
è stato invitato alla Quadriennale romana. Tra
gli anni '60 e '70 ha svolto intensa attività
espositiva ed è presente ad importanti
rassegne artistiche a livello nazionale. Attratto
dalla poetica informale, si colloca sulla linea
dell'espressionismo europeo, affrontando
tematiche sociali, ma traendo anche
ispirazione dalla dimensione ambientale e
domestica del proprio vivere. Nel 1997, la città
di Ravenna gli ha dedicato una grande mostra
antologica nelle sale della Loggetta
Lombardesca. Le ultime grandi mostre
risalgono al 2002 (La scomparsa della
Romagna) a Forlì e a Fusignano e al 2007­2008 (L'occhio del poeta) alla Manicalunga della Biblioteca
Classense di Ravenna. Dopo la scomparsa, è uscito il volume Album a disegni, ideato ed impaginato
dal Maestro. La mostra, ideata da Orlando Piraccini e curata assieme a Paolo Trioschi, riprende uno dei
cicli tematici più importanti dell'intera opera ruffiniana, incentrato sulla perdita del paesaggio agrario e
della civiltà rurale. In visione sono dipinti e disegni dagli anni '60 fino al primo scorcio del Duemila, tra i
quali anche il celebre dipinto intitolato La scomparsa della Romagna risalente al 1983: vero e proprio
grido di dolore dell'artista, di fronte ad un paesaggio naturale trasformato in immensa discarica invasa
da macerie e rovine, frammenti e resti simboli dell'estinto mondo contadino. E' il pittore navigatore nel
suo tempo il Ruffini che viene ricordato in questa mostra, tra le grandezze tragiche della società
industrializzata e il disfacimento doloroso della civiltà rurale. L'iniziativa è promossa dal Comune di
Massa Lombarda nell'ambito della tradizionale festa paesana dedicata a San Paolo, con la
collaborazione tecnico­scientifica dell'Istituto regionale per i beni culturali. La mostra, allestita nella
suggestiva cornice dell'ex Chiesa del Carmine, è aperta al pubblico nei seguenti orari: Venerdi 16­19;
sabato e domenica 10­12/16­19. Ingresso gratuito.
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20 gennaio 2014
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Andiamo al cinema nella Bassa Romagna
Il Gulliver di Alfonsine intende partecipare alle
celebrazioni del Giorno della Memoria 2014
con un evento cinematografico, la proiezione
in pellicola, giovedì 23 e giovedì 30 gennaio,
del capolavoro restaurato VOGLIAMO
VIVERE! ­ TO BE OR NOT TO BE, satira anti­
nazista diretta dal maestro Ernst Lubitsch nel
1942, in piena seconda guerra
mondiale.Un'occasione imperdibile per tutti gli
appassionati di cinema di riscoprire sul grande
schermo uno dei film che hanno fatto la storia
della settima arte. Giovedì 30 Gennaio la
proiezione sarà introdotta da Gian Luigi
Melandri dell'Istituto Storico della Resistenza e
dell'Età Contemporanea in Ravenna e
Provincia. La proiezione, con ingresso unico di
5,00, inizierà alle ore 21. L'evento è
organizzato da Cineclub Kamikazen e Arci
Ravenna, in collaborazione con Comune di
Alfonsine, Istituto Storico della Resistenza e
dell'Età Contemporanea in Ravenna e
Provincia, Museo della Battaglia del Senio di
Alfonsine. Commedia capolavoro della
Hollywood classica, tuttora ineguagliata per
l'abilità nel mescolare satira politica,
divertimento sfrenato e momenti di sincera
commozione, TO BE OR NOT TO BE di Ernst
Lubitsch torna finalmente al cinema in versione
restaurata. Un'occasione imperdibile per tutti gli appassionati di cinema di riscoprire sul grande
schermo uno dei film che hanno fatto la storia della settima arte. Joseph Tura (Jack Benny) e la moglie
Maria (Carole Lombard) dirigono una compagnia teatrale polacca, rimasta senza lavoro dopo
l'occupazione tedesca del '39. Quando il tenente Sobinski (Robert Stack), spasimante di Maria, chiede
loro aiuto per la causa della Resistenza, il talento dell'intera compagnia finisce al servizio di un
esilarante e sempre più rischioso complotto antinazista fatto di travestimenti e scambi di persona. Il
congegno narrativo perfetto, il ritmo travolgente e un cast formidabile guidato dall'eccelsa Carole
Lombard, hanno reso negli anni TO BE OR NOT TO BE un'opera di culto, uno degli esempi più
folgoranti e duraturi dell'arte di Lubitsch. Girato nel 1941, in piena tragedia nazista, come il
contemporaneo IL GRANDE DITTATORE di Chaplin, il film ­ accusato erroneamente di leggerezza ­
combatte la sua guerra con le armi della finzione e della comicità ma anche della più grande poesia
tragica, rivelandosi, specie a posteriori, di una complessità sofisticata e sorprendente, che non va mai a
discapito della suspence o della risata incontenibile. Durata: 99 min. Versione originale con sottotitoli in
italiano Trailer del film: http://youtu.be/n4KQTrMLWmI
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19 gennaio 2014
Ravenna24Ore.it
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Lugo, elezioni: Verlicchi in campo con la lista "Per la
Buona Politica"
E' il candidato sindaco.
"Il governante non è l' eletto, ma il cittadino
elettore". E' questo il presupposto dell' azione
della lista civica lughese "Per la Buona
Politica", che ha dato inizio alla sua corsa per
le amministrative. La lista è nata dall'
esperienza di questi mesi dell' omonima
associazione. Candidato sindaco per il nuovo
soggetto politico è Silvano Verlicchi, 65enne
manager lughese, già alla guida dell' Usl
locale e successivamente impegnato in vari
incarichi all' interno del Gruppo Villa Maria,
oltre che nell' ambito del sistema di
Confindustria a livello provinciale e regionale.
"Ho accettato la richiesta di candidarmi ­ ha
spiegato ­ per pura passione, perché ho a
cuore la mia città. Dopo un percorso
professionale che mi ha dato tanto, oggi le mie
priorità sono altre: voglio essere io a dare
qualcosa alla città, mettendo al servizio della
comunità le mie esperienze manageriali, oltre
al mio impegno ed al mio entusiasmo". La
nuova lista civica, spiegano i promotori, si
caratterizza per essere "totalmente
trasversale, aperta a tutti ed alternativa ai
partiti tradizionali, è stata promossa dall'
Associazione Civica Per la Buona Politica,
nata nel giugno scorso per iniziativa di un
gruppo di cittadini espressione della società
civile, che in questi mesi hanno dato vita ad incontri pubblici che hanno raccolto l' interesse dei lughesi.
Un percorso mirato all' ascolto delle esigenze delle varie articolazioni socio­economiche del territorio
ed, al contempo, al coinvolgimento di persone pronte a mettersi in gioco". Partecipazione e sostegno
verso la nuova formazione politica sono stati manifestati da alcuni lughesi che hanno preso la parola
nella Sala del Carmine durante la presentazione della lista: commercianti e piccoli imprenditori, liberi
professionisti, ma anche giovani precari ed operatori del mondo dell' associazionismo che si sono
schierati a favore di Verlicchi e della neonata Lista Civica. "La proposta dell' Associazione per la Buona
Politica ­ prosegue Verlicchi ­ mi è parsa da subito onesta e credibile, perché vuole dare voce a tutti i
cittadini, non solo ad una parte, mettendo la politica al loro servizio. Ci rivolgiamo a tutti coloro che sono
stanchi di firmare cambiali in bianco ai partiti, a chi non è più disposto a concedere fiducia ad occhi
chiusi, insomma a chi vuole vedere un cambiamento effettivo al governo della propria città. A questi
dico: il cambiamento è necessario, ma va costruito insieme. Per questo nei prossimi giorni inizierò
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19 gennaio 2014
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Ravenna24Ore.it
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subito ad incontrare tutti i cittadini per intercettare le loro istanze e, su queste, costruire un dettagliato
programma di governo. Un buon amministratore non deve attendere che gli arrivino richieste di
appuntamento dai cittadini, deve essere lui per primo ad incontrare le persone che rappresenta:
ascoltarne le istanze, condividerne le soluzioni per prevenire e risolvere problemi e disagi". Silvano
Verlicchi ha annunciato che lascerà i propri incarichi professionali all' interno del Gruppo Villa Maria e si
proporrà ai lughesi come una figura indipendente, dedicandosi a tempo pieno all' impegno civico,
attraverso cui si propone di interpretare una nuova stagione politica per il territorio, superando i partiti
tradizionali. Al centro dell' attenzione della nuova formazione civica, "il lavoro e l' impresa come
espressione del capitale umano di un territorio; la sicurezza e la legalità per una città che sia
accogliente, attrattiva e più vivibile per tutti; un' amministrazione locale efficiente e trasparente che sia al
servizio del cittadino; l' attenzione per i servizi alla persona, alle imprese tra welfare e sanità. Da qui ci
si muoverà per redigere un programma partecipato. Per fare questo al meglio, nei prossimi giorni verrà
aperto in città e nelle frazioni un punto di ascolto, nel quale Verlicchi e gli esponenti della lista civica
"Per la Buona Politica" incontreranno i lughesi. Tra i prossimi appuntamenti in programma: la
presentazione della squadra, la messa on line del sito internet www.verlicchisindaco.it , sul quale sarà
possibile trovare informazioni e contenuti relativi alla campagna elettorale ed agli appuntamenti del
candidato, ma anche inviare proposte e dialogare direttamente con Silvano Verlicchi.
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19 gennaio 2014
RavennaNotizie.it
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Santarella (M5S): "Orizzonte con fiamma"
Le estrazioni dai pozzi di Angela Angelina di
fronte a Lido di Dante e il progetto della
centrale di stoccaggio di Alfonsine Francesca
Santarella, consigliere Movimento 5 Stelle , ha
affermato: "La subsidenza, il più grave
problema di dissesto idrogeologico
irreversibile del nostro territorio. Una sciagura
che solo un' amministrazione disattenta (o
peggio) può sottovalutare. E a dirlo non è il
Movimento 5 Stelle o i catastrofisti dell' ultima
ora, lo diceva già decenni fa il professor
Zambon, lo dice Arpa, lo dice Legambiente
nella recentissima conferenza organizzata sull'
argomento, lo ribadisce in quella stessa
conferenza il professor Mentino Bondesan, lo
affermava il capo della Forestale durante una
commissione ambiente quando, in merito al
ripristino della pineta divorata dalla fiamme,
parlava di necessario rimodellamento della
linea di costa. Lo sottolinea, infine, l' ingegner
Marco Ferretti del Comitato Cittadino di Lido di
Dante". "Durante il Consiglio Comunale di
giovedì, ­ prosegue Santarella ­ dopo ben
sette mesi è stata data risposta alle nostre
interrogazioni sul tema degli idrocarburi nel
nostro territorio. Domande relative alla ripresa
delle estrazioni dai pozzi di Angela Angelina e
sul progetto della centrale di stoccaggio di
Alfonsine . Ebbene, come immaginavamo, in entrambi i casi pare proprio che il Comune di Ravenna sia
completamente disinteressato alle questioni. O meglio: non abbia espresso particolare apprensione per
quanto accadrà. Un po' meno tranquilli sono gli abitanti di Lido di Dante , che per tutta l' estate han
rimirato il fervido via­vai di uomini e mezzi a poche centinaia di metri di distanza dalla costa, la torcia
sulla piattaforma spesso accesa ed un certo rassicurante odorino per l' aria. Riattivazione dei pozzi, è
stato risposto dopo sette mesi. Così come sono parecchio preoccupati gli abitanti di Alfonsine e dei
territori limitrofi, tra cui il nostro, che vedranno grandemente aumentati inquinamento e rischi di
microsismicità indotta dal progetto di mera speculazione economica della centrale di stoccaggio".
Continua poi: "Profitti altissimi per pochissimi, rischi, dissesto ed inquinamento per tutti. Gli
emungimenti presso le piattaforme di Angela Angelina proseguiranno fino a completo esaurimento del
giacimento, come da concessione rinnovata fino al 2027. Il giacimento, collocato anche sotto la
terraferma, risucchierà come un imbuto tutto il territorio: quasi 30 cm l' abbassamento di suolo previsto .
Bazzeccole perfettamente compensabili e sostenibili, secondo il Comune. Come dobbiamo ancora
capirlo, in quanto nemmeno l' Assessore, che pure ha ammesso la gravità della questione, a nostro
avviso è stato in grado di grado di rispondere: in che modo potrà essere fermata l' erosione costiera, l'
ingressione del cuneo salino e la morte definitiva dell' ambiente naturale che questo comporta? Qualche
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scogliera, un comitato scientifico per analizzare il malato agonizzante e i soldi di Eni per effettuare i
ripascimenti, come ha ribadito senza vergogna anche l' Assessore Corsini nella commissione di ieri
sulla direttiva Bolkestein". "Ripascimenti inutili, ­ incalza Santarella ­ costosi e spesso con pessimo
materiale di cava. Quali monitoraggi servono per sapere che stiamo sprofondando? Quali mitigazioni,
compensazioni pecuniarie o accordi sono accettabili se i danni diventano irreversibili e molto maggiori
del beneficio ottenuto dagli sfruttamenti dei giacimenti? Pensiamo ad esempio alle idrovore che
dovranno lavorare ininterrottamente, o ai cambi di pendenza dei canali scolanti. Naturalmente il
Comune non può nulla, e tutto viene deciso dallo Stato, è stata la risposta. Ma il Comune avrebbe
potuto almeno provare a far sentire la sua voce con ferme osservazioni al procedimento di rinnovo della
concessione, a Roma e soprattutto in Regione". Conclude: "Niente di tutto questo, invece. Ignoranza,
incoscienza o interessi in gioco troppo grandi? Almeno si avesse l' onestà di dire ai cittadini cosa li
aspetta per il futuro..."
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19 gennaio 2014
RavennaNotizie.it
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Volley Serie C Maschile / Foris Index Cm Glomex
Conselice­Treviso 3­1
Cerquetti Risultati Set (25­22, 25­20, 14­25,
25­21) Vittoria meritata per la Foris Index Cm
Glomex Conselice che supera 3­1 un giovane
ed esuberante Treviso, conquistando così il
settimo successo consecutivo che lancia i
gialloblù sempre più in alto in classifica.
Nonostante una ricezione traballante contro i
giovani bombardieri veneti, i romagnoli
riescono a fare leva sull' attacco di palla alta,
commettendo meno errori del solito e sul
muro, riuscendo a mettere sotto un Treviso
con discrete individualità. Valli deve fare a
meno all' ultimo momento del centrale
Mughetti e sceglie di puntare su Sasdelli in
regia al posto di Bendandi. Nel primo set il
primo break per i padroni di casa arriva in
apertura (8­4), poi Treviso raggiunge la parità
a quota 11 ma Conselice piazza il parziale
decisivo nella parte centrale del set andando
avanti 21­17 e mantenendo il vantaggio fino
alla fine (25­22). Nel secondo set conselicesi
sempre avanti ma decisia la battuta e qualche
errore avversario sempre nella fase centrale
con i gialloblù che vanno sul 21­16 e vincono
25­20. La Foris Index Cm Glomex paga un
black out totale in avvio di terzo set, va sotto 2­
9 sbagliando un po' in tutti i fondamentali e
non si riprende più. Valli prova a cambiare
qualcosa ma Treviso, che picchia forte in battuta, vince 25­14. In avvio di quarto set Conselice ritrova lo
smalto e i veneti non riescono più ad essere efficaci al servizio. La Foris Index sale fino alò 16­10 ma poi
in casa romagnola qualcosa si inceppa e Treviso riesce ad arrivare fino a ­1 sul 19­18. Ne esce un
finale emozionante ma, sul 21­20, con Saiani al servizio, Conselice in difesa e a muro opera il break di
3­0 e chiude la pratica un errore al servizio degli ospiti (25­21). FORIS INDEX CM GLOMEX: Sasdelli 1,
Calarco 8, Rota 7, Andreatta 10, Belloni 12, Cerquetti 23, Monti (libero), Bendandi, Marchini, Saiani 6.
N.e. Cirillo. All.: Valli. TREVISO: Norbedo 13, Monari 14, Marsili 1, Durigon 1, Bortolato 15, Luisetto 6,
Pinarello (libero), Cester 9. N.e. Mazzon. All.: Zanin. ARBITRI: Badolato e Ferri.
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20 gennaio 2014
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
LAVEZZOLA I GORGHI CAUSATI DALLA "DIGA' PROVOCANO FENOMENI DI EROSIONE.
Continua ad aumentare il tappo di tronchi: nuovo
allarme sul Reno a Ponte Bastia
E' DI nuovo allarme al ponte della Bastia, alle porte di
Lavezzola, a causa dell' ingente quantitativo di legname
formatosi a ridosso dei piloni sul fiume Reno. Un
fenomeno che continua a verificarsi ogni qual volta si
registrano, come in questi giorni, abbondanti
precipitazioni in particolare sull' Appennino tosco­
emiliano; in alcune località del crinale, dall' inizio del
mese sono caduti oltre mille millimetri di pioggia.
Dalla tarda serata di sabato e fino a tutta la giornata di
ieri, il "tappo' composto da molte tonnellate di rami,
tronchi e vegetazione varia è aumentato a vista d'
occhio, destando non poca curiosità tra gli automobilisti
di passaggio e una certa preoccupazione nella gente
che risiede nelle zone limitrofe, sia nella parte
ravennate, ossia nelle campagne a nord di Lavezzola,
sia in quella argentana nei pressi di San Biagio.
A DIFFERENZA dell' ondata di piena di un paio di
settimane fa, quando il legname si era fermato soltanto
in corrispondenza dei due piloni centrali, ieri la
vegetazione era ammassata praticamente a ridosso di
quattro dei complessivi otto piloni, ostacolando lo scorrimento dell' intenso flusso d' acqua. La
conseguenza è sempre la stessa, nel senso che la diga artificiale, oltre a diventare assai pericolosa
qualora dovesse verificarsi un' ondata di piena ancor più consistente, ha formato una sorta di piccole
cascate che a loro volta originano dei grossi gorghi.
Veri e propri mulinelli d' acqua che stanno provocando l' erosione di decine di metri di sponda della
golena, poco dopo il ponte, a valle. Un fenomeno che alcuni mesi fa fece franare una settantina di metri
di sponda. Anche ieri alcuni residenti hanno ritenuto opportuno segnalare l' enorme ammasso di
legname sia ai vigili del fuoco che al demanio. Il Reno è il più importante fiume dell' Emilia­Romagna.
Inoltre è il maggiore per lunghezza, superficie di bacino e portata d' acqua media alla foce fra i corsi d'
acqua che sfociano in Adriatico a sud del Po. Il suo corso, che misura (dalla sorgente più distante dalla
foce) 211,8 km, ne fa il decimo fiume italiano per lunghezza e per bacino idrografico, il sesto ­ sia per
lunghezza che per bacino ­ fra quelli che sfociano in mare. Meriterebbe, in sostanza, la massima
attenzione e cura.
INFINE un cenno al Santerno, il cui livello, dopo la piena di sabato, è tornato ieri a scendere.
Luigi Scardovi.
SCARDOVI LUIGI
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20 gennaio 2014
Pagina 7
Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
ROTARY Governatore in visita
IL GOVERNATORE del Distretto 2072 del
Rotary club, Giuseppe Castagnoli, ha fatto
visita alla sezione lughese, nella sua sede all'
Ala d' Oro. Giornalista ed ex direttore del
Carlino , Castagnoli ha consegnato al club un
riconoscimento proveniente direttamente da
Evanston, negli Stati Uniti, dove si trova la
sede centrale del Rotary international: il Rotary
d i Lugo ­ che include tutti e dieci i Comuni
della Bassa Romagna ­ nel 2013 è stato infatti
il secondo club per donazioni alla Fondazione
in tutto il Distretto 2072 (Emilia Romagna e
San Marino).
La Bassa Romagna, con i suoi 69 soci, si è
collocata dopo Modena, mentre al terzo posto
si trova il Rotary di Ferrara.
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20 gennaio 2014
Pagina 7
Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
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Tanti visitatori alla mostra sui Giusti tra le nazioni
INAUGURATA da pochissimi giorni, sta destando
grande interesse la mostra "I Giusti tra le nazioni. I non
ebrei che salvarono gli ebrei in Emilia Romagna 1943­
1945', realizzata dal Museo ebraico e dalla Comunità
ebraica di Bologna. Allestita nella biblioteca Trisi di
Lugo, potrà essere visitata fino al 30 gennaio. La mostra
si focalizza sui 54 Giusti che in Emilia Romagna hanno
nascosto, protetto e nutrito ebrei per settimane, a volte
mesi. Una piccola sezione ricorda gli aiuti forniti dagli
istituti religiosi San Giuseppe, Sacro Cuore e Salesiani e
d a t a n t i c i t t a d i n i . A Lugo n e s s u n o h a a v u t o i l
riconoscimento di Giusto, anche se è risaputo che sono
state numerose le persone che si sono prodigate per la
salvezza degli ebrei, mettendo a rischio la propria vita.
Un percorso, infine, è dedicato all' arte dell' olocausto e
della memoria; presenti alcune tavole originali di
Tommaso d' Incalci, illustratore torinese che vive da anni
a Lugo.
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20 gennaio 2014
Pagina 7
Il Resto del Carlino (ed.
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LUGO PARTIGIANO.
Cerimonia per Giadresco
NEL nono anniversario della morte, Gianni
Giadresco viene ricordato oggi alle 15.45 al
cimitero di Lugo.
Nato a Lugo nel 1927, a soli 16 anni Giadresco
divenne partigiano sotto il comando di Arrigo
Boldrini e partecipò alla liberazione di
Ravenna. Fu parlamentare Pci dal 1972 al
1987 e stretto collaboratore di Pajetta, Longo e
Berlinguer. Dopo la Bolognina fu tra i fondatori
di Rifondazione comunista; nel 1998 aderì ai
Comunisti italiani.
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20 gennaio 2014
Pagina 8
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Ravenna)
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"La mia terra e i segni della memoria'
A Massa venerdì inaugura la mostra con le opere di Giulio Ruffini.
GLI appuntamenti con le mostre d' arte della settimana.
Partendo da Ravenna, al Museo Nazionale (via San
Vitale 17) fino al 9 marzo mostra dal titolo "Jorrit
Tornquist e la luce eterna del colore'. Orario: martedì­
domenica 8.30­19.30. Alla Galleria Ninapì (via Giovanni
Pascoli 31) fino all' 8 febbraio mostra di pittura di
Federico Zanzi dal titolo "Lessico intimo'. Orario: venerdì
e sabato dalle ore 17 alle ore19. Altri giorni solo su
appuntamento (tel: 347­120 2754 e 335­8430522).
Nell' aula magna della biblioteca Classense (via
Baccarini 3) fino al 1° febbraio ?Gli incisori di Anversa'.
In mostra la raccolta di Vittorio Pranzini di incisioni
devozionali di piccolo formato prodotte dalla fine del
Cinquecento nelle botteghe di Anversa. Orario: martedì­
sabato 14­18 ( su richiesta anche in ore mattutine).
Chiuso lunedì e festivi.
A Cervia al Museo del Sale (via Nazario Sauro 24) fino
al 14 febbraio è aperta la mostra dal titolo "Rascal' di
Enrico Manera.
A FAENZA il Museo Internazionale delle ceramiche
(viale Baccarini 19) fino al 30 marzo ospita la mostra "Arturo Martini: armonie e figure tra mito e realtà'.
In particolare si ricorda anche la presenza di due presepi in maiolica policroma datati entrambi 1926­27.
Orario di visita: da martedì a venerdì 10­13.30; sabato e domenica 10­ 17.30.
ALLA Bottega Bertaccini di Faenza invece (corso Garibaldi 4) fino al 28 febbraio sono esposte le 12 foto
finaliste della IV edizione del "Concorso fotografico' Circolo Anspi Cappuccini di Faenza. Orario: 9.30­
12.30 e 15.30­19.30.
Chiuso il lunedì mattina.
Nell' area coperta della parrocchia di Pieve Cesato (via Accarisi 57) fino al 2 febbraio mostra Presepe
artistico con 30 figure a grandezza naturale costruite in cartapesta. Orario di visita: 9­22 A Massa
Lombarda nella Sala ex chiesa del Carmine (via Rustici) alle 18 del 24 gennaio inaugurazione della
mostra di Giulio Ruffini (1921­2001) dal titolo "La mia Terra Segni e colori della memoria'.
La rassegna , ideata da Orlando Piraccini e curata assieme a Paolo Trioschi, si protrarrà fino al 16
febbraio col seguente orario: venerdì 16­19; sabato e domenica 10­12 e 16­19. Il museo civico
"Giuseppe Ugonia' di Brisighella (piazzetta Porta Gabalo 6) fino al 30 marzo ospita la mostra dello
scultore Aldo Rontini. Orario: festivi e prefestivi 10­12.30 e 15­ 18.30. A BAGNACAVALLO alla Bottega
Matteotti (via Matteotti 26) per la rassegna "Arte in vetrina' mostra di Stefano Tedioli dal titolo "Tempi
moderni'. L' esposizione si protrarrà fino al 23 febbraio con orario di apertura coincidente con quello
della Bottega.
Al museo civico delle Cappuccine di Bagnacavallo invece (via Vittorio Veneto 1/A) fino al 23 febbraio è
aperta la mostra "L' incisione in Italia oggi. Linguaggi, poetiche, tendenze'. Orario: da martedì a
domenica 10­12 / 15­18.
Rosanna Ricci.
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Continua ­­>
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20 gennaio 2014
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Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
RICCI ROSANNA
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20 gennaio 2014
Pagina 38
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
«I problemi sono sempre gli stessi»
Stazione, i pendolari tornano alla carica: «E parlano di Smart city!»
FAENZA. «Attendiamo che il silenzio venga
squarciato e che qualche misura concreta
venga adottata dato che se Faenza è una
"smart city" è il momento di provare a
dimostrarlo coi fatti».
Il Comitato pendolari Rombo torna a farsi
sentire. Perché a Faenza in stazione «i
problemi rimangono e le proposte fattive dei
pendolari sono rimaste inascoltate». Ma l'
amministrazione comunale, a detta di Rombo,
latita.
«Dpo aver avuto l' occasione il 21 maggio
2013 di rappresentare direttamente all'
assessore Savini ed ai dirigenti comunali
competenti le nostre proposte per interventi
migliorativi della fruizione della stazione
ferroviaria, ci troviamo a confermare l' assoluta
carenza di coinvolgimento delle autorità
comunali su questo tema con risposte
concrete. Abbiamo proposto anche la nostra
fattiva collaborazione sui temi della mobilità e
la creazione di tavoli ad hoc senza ricevere un
riscontro. Davvero un peccato perché, invece
della polemica gratuita, abbiamo sempre
scelto la strada della collaborazione
propositiva».
Ma quali sono, a detta dei pendolari, le
carenze? L' elenco non è nuovo: «Da anni
continuiamo a dire che in stazione manca tutta la segnaletica, compresa quella turistica; che le bici blu
sono nascoste agli occhi di tutti; che i "comodi" pullman sostitutivi intralciano, ormai, il traffico della
rotonda e del parcheggio (vista la loro proliferazione quotidiana); che i posti auto gratuiti dopo l'
approvazione del piano sosta sono una chimera e che la sicurezza in zona stazione è un tema ancora
da affrontare seriamente».
«Siamo consapevoli che per alcuni temi non è il Comune il responsabile delle tante situazioni segnalate
­ prosegue Rombo, ma ci siamo fatti noi stessi portatori di proposte fattive e tavoli di confronto
permanenti di cui si è persa traccia in questi mesi. Nello stesso tempo fa sorridere come si continui a
parlare di mobilità sostenibile e di smart city (!) quando il piazzale della stazione di Faenza e la stessa
stazione sono diventati tutto fuorché un esempio di come dovrebbe essere gestita la mobilità».
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20 gennaio 2014
Pagina 38
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
INCONTRO A BAGNACAVALLO.
Far rivivere il Lamone In tanti al lavoro per un
progetto comune
BAGNACAVALLO. Da Marradi a Marina Romea: tutte le
comunità che si affacciano sul Lamone erano
rappresentate all'Ecomuseo delle Erbe Palustri di
Villanova di Bagnacavallo all'i ncontro di avvio del
percorso partecipato Lamone Bene Comune, coordinato
dal Comune di Bagnacaval l o a s s i eme al
l'associazione Civiltà delle Erbe Palustri e a Geol@b
onlus. Durante la serata si è deciso che oltre ai
workshop con la cittadinanza, previsti fra marzo e aprile,
saranno presto messe in calendario escursioni e
iniziative di socializzazione lungo il fiume, grazie al
contributo delle molte associazioni coinvolte, che si
metteranno alla prova già venerdì 28 febbraio con Lom
a merz, i tradizionali fuochi di marzo che si
accenderanno sugli argini del Lamone da Casaglia al
mare.
Oltre settanta erano le persone che si sono ritrovate
lungo i due lunghi tavoli della sala conviviale
dell'Ecomuseo villanovese per condividere gli obiettivi
del percorso e fornire esperienze, opinioni,
suggerimenti. Molte le realtà associative presenti, da
quelle sportive a quelle culturali, da quelle
gastronomiche a quelle naturalistiche e ambientali, ai
comitati cittadini e ai consigli di zona. Tutte hanno ribadito il desiderio di partecipare al percorso per
garantire la tutela e la valorizzazione de ll'ambiente fluviale.
Sono poi intervenuti i rappresentanti di diversi dei nove comuni che sono bagnati dal Lamone e dal suo
bacino idrografico: Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella, Tredozio, Modigliana, Faenza, Russi,
Bagnacavallo, Ravenna. Erano inoltre presenti i referenti delle autorità competenti in materia di fiume
(Servizio Tecnico di Bacino, Autorità di Bacino, Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale,
Arpa), già coinvolti dal coordinatore scientifico del progetto per Geol@b onlus, Giacomo Buganè, per
fornire indicazioni e informazioni fondamentali per il percorso. «Ci sono tanti enti preposti alla tutela del
fiume ha spiegato Buganè e tante competenze: il nostro intento è che le sollecitazioni dal basso che
forniremo con i nostri incontri consentano di creare una regia condivisa. Per questo in ogni comune
organizzeremo un incontro tecnico con gli amministratori e le autorità e uno con la popolazione, per
ascoltare le loro proposte, le tradizioni sulla vita del fiume, le problematiche incontrate oggi.» Il
Quaderno della vita di fiume, obiettivo principale di questo percorso che si concluderà entro giugno,
diventerà quindi un vademecum nel quale il cittadino troverà tutte le informazioni necessarie per
poterne fruire in sicurezza e libertà, valorizzandolo come merita. Se ne produrranno due versioni, una
online sul sito www.fiumelamone.it che si potrà vedere crescere man mano, e una cartacea. (r.e.)
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20 gennaio 2014
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna)
Corriere di Romagna Ravenna
FUSIGNANO
Defibrillatore donato alle scuole
FUSIGNANO. Inaugurazione sabato scorso del nuovo
defibrillatore installato al polo scolastico Luigi Battaglia,
dove si trovano le scuole materne, elementari e medie e
a poca distanza dal palazzetto dello sport. La macchina
è stata donata dall'a s s o c i azione di Alfonsine Il mare
di Filippo Il defibrillatore è sotto vigilanza di telecamera,
è in rete con il 118 ed è censito nel programma
regionale per la diffusione dei defibrillatori. L a m a c c h
i n a rientra nel progetto Un defibrillatore per le scuole,
lanciato dall'associazione alfonsinese Il mare di Filippo
insieme alla Polisportiva di Rossetta, le quali hanno
trovato la collaborazione di tanti volontari e in poco
tempo hanno raccolto i fondi necessari per donare due
defibrillatori: uno alle scuole di Fusignano e uno a quelle
di Alfonsine, che sarà inaugurato prossimamente.
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20 gennaio 2014
Pagina 38
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
Sant' Agata, centrosinistra al buio
Il Pd ancora alla ricerca di un candidato sindaco.
LUGO. Profondo buio elettorale a Sant' Agata
sul Santerno. Accade mentre invece a Massa
Lombarda, dopo l' anteprima "solitaria" di
Bassi supportato da Guido Tampieri, questa
sera e domani sera i tre candidati alle
primarie, Daniele Bassi, Pier Giorgio Missiroli,
Carlo Alberto Senatore, si presentano alla
collettività.
Sulla scia del ritardo registrato nel 2009,
allorché, nella totale disinformazione, ci si
ridusse all' ultimo momento per le primarie, i
vertici Pd locali pur anticipando di aver già il
candidato sindaco non ne fanno il nome.
Unico dato certo, la rinuncia a scendere in
lizza, «per scelta politica» della segretaria Pd
Simona Guiducci. In realtà avrebbe potuto
esserci un' investitura gradita non solo all'
elettorato del centrosinistra, ma anche a
cittadini di altra opinione politica, proprio nella
persona di Pier Giorgio Missiroli, originario e
molto legato a Sant' Agata, ma ha optato per le
primarie di Massalombarda dove risiede da 20
anni.
Evidentemente la segreteria Pd sta faticando a
trovare un candidato autorevole, in grado di
contrastare Luigi Antonio Amadei o chi per lui.
Con l' elettorato di sinistra "sconcertato" dall'
ipotesi formulata dall' attuale capogruppo di
minoranza Antonio Bassi di candidare un sindaco "unificato": Enea Emiliani, assessore di Amadei.
Eventualità bocciata con forza dall' elettorato di sinistra. In molti auspicano invece la candidatura di
Germano Zanzani, docente di 65 anni da tre mesi in pensione, storico ambientalista, promotore di tante
battaglie a favore della propria gente e dell' ambiente.
Amalio Ricci Garotti.
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20 gennaio 2014
Pagina 38
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
A nove anni dalla scomparsa il ricordo di Gianni
Giadresco
LUGO. Si ricorda Gianni Giadresco. Nel
pomeriggio, inizio alle 15.45, in occasione del
nono anniversario della scomparsa del
partigiano si tiene una cerimonia
commemorativa nel cimitero cittadino, alla
quale tutta la cittadinanza è invitata. Il ritrovo è
davanti al cancello carrabile del parcheggio di
via Canaletta. Il sindaco Raffaele Cortesi
deporrà sulla tomba di Giadresco una
composizione floreale, a nome di tutta la
cittadinanza.
Gianni Giadresco, nato a Lugo nel 1927, a soli
sedici anni è diventato partigiano sotto il
comando di Bulow (Arrigo Boldrini) con un'
amicizia durata negli anni, nell' Anpi di cui è
stato dirigente e ha partecipato alla liberazione
di Ravenna, il 4 dicembre 1944. Dopo la
guerra diventa responsabile del Pci della sua
città, poi segretario provinciale e consigliere
comunale, quindi parlamentare, dal 1972 al
1987. Nel Pci è stato stretto collaboratore di
Giancarlo Pajetta, di Luigi Longo, di Enrico
Berlinguer. Alla Bolognina si schierò contro lo
scioglimento del Pci e fu tra i fondatori del
Movimento per la Rifondazione comunista; nel
1998 aderì al partito dei Comunisti italiani. Si è
dedicato al giornalismo, nell' ultima parte della
sua vita. (a.r.g.
)
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20 gennaio 2014
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La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
Giorno Memoria Film ad Alfonsine
Il 23 gennaio alle ore 21, per il Giorno della Memoria, al
cinema Gulliver di Alfonsine (piazza Resistenza 2) viene
proiettato il capolavoro restaurato "Vogliamo vivere!
To be or not to be", satira anti­nazista diretta dal
maestro Ernst Lubitsch nel 1942, in piena seconda
guerra mondiale; ingresso 5 euro.
Giovedì 30 gennaio (ore 21) il film sarà replicato con
introduzione di Gian Luigi Melandri dell' Istituto Storico
della Resistenza e dell' Età Contemporanea.
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20 gennaio 2014
Pagina 16
La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
BASSA ROMAGNA.
Lugo vs il Secchia
LUGO ­ Anche i Vigili del Fuoco di Lugo
prendono parte agli aiuti in seguito all'
esondazione del fiume Secchia: tre unità della
caserma lughese sono state inviate nel
Modenese nel primo pomeriggio di ieri.
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20 gennaio 2014
Pagina 16
La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
Fiori a Giadresco
LUGO ­ Alle 15.45, nell' anniversario della
scomparsa del partigiano Gianni Giadresco,
cerimonia commemorativa al cimitero
cittadino; il sindaco Cortesi a nome della
cittadinanza depone presso la tomba una
corona di fiori.
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20 gennaio 2014
Pagina 16
La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
Omaggio a Ruffini
MASSA LOMBARDA ­ Il 24 gennaio (ore 18)
nella Sala del Carmine si inaugura la mostra
"La mia terra ­ Segni e colori della memoria"
che omaggia il grande artista romagnolo Giulio
Ruffini (1921­2011) a poco più di due anni
dalla scomparsa.
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20 gennaio 2014
Pagina 16
La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
Mostra sulla Shoah
LUGO ­ In biblioteca Trisi è visitabile fino al 30
gennaio la mostra "I Giusti tra le nazioni ­ I non
ebrei che salvarono gli ebrei in E ­Romagna
1943­45" del Museo ebraico e della Comunità
ebraica di Bologna.
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20 gennaio 2014
Pagina 16
La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
LUGO San Sebastiano­day In festa.tutte le Polizie
municipali
LUGO La Polizia municipale dell' Unione Comuni Bassa
Romagna oggi organizza la Festa di San Sebastiano,
patrono della Polizia, nei locali del Carmine. Partecipano
tutti i Comandi di Polizia municipale della provincia.
Nella chiesa del Carmine partecipano alla S.Messa
celebrata da mons. Tommaso Ghirelli, vescovo della
diocesi di Imola. Alle 11 il saluto delle autorità con Linda
Errani, Lorenza Mazzotti e Roberto Faccani comandante
Polizia municipale Bassa Romagna.
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20 gennaio 2014
Pagina 58
La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
Assaggi Il Barolo di Borgogno è il re a Lugo
BAGNARA (Lu.Ca.) ­ Sua maestà il Barolo fa
tappa in Romagna con una degustazione di
quattro diverse annate della Cantina
Borgogno, azienda che ha fatto la storia di
questo grandissimo rosso. Borgogno produce
Barolo dal 1761 ed è significativo che nel
1861, anno dell' Unità d' Italia, il vino scelto per
accompagnare il pranzo celebrativo ufficiale
sia stato proprio il Barolo di Borgogno. L'
appuntamento, organizzato dalla delegazione
d i Lugo di Ais Romagna, è per domani alla
Locanda di Bagnara (Bagnara di Romagna).
Assieme al produttore Andrea Farinetti, i
partecipanti percorreranno vent' anni di storia
degustando le annate 2005, 1995 e 1985, alle
quali si aggiungerà il 2004, annata recente
particolarmente favorevole per il Barolo. In
abbinamento stracotto alla piemontese
bagnato al barolo con patate schiacciate e
spinaci saltati. Info: [email protected] ­ cell.
331 4460341.
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