PATOLOGIA GENETICA Studia i fenomeni patologici che riconoscono come causa un’alterazione del genoma • Malattie genetiche • Malattie ereditarie • Malattie congenite Malattie genetiche: comprendono tutte quelle condizioni patologiche a carico del patrimonio genetico (ereditarie e non) Malattie ereditarie: Derivano dai genitori, sono trasmesse attraverso le cellule germinali nelle diverse generazioni e sono quindi familiari. Non tutte le malattie ereditarie si manifestano al momento della nascita Malattie congenite: significa “Nato con”. I sintomi sono riscontrabili al momento della nascita. Non tutte le malattie congenite sono ereditarie (ex. Sindrome di Down, raramente lo è) oppure determinate geneticamente (ex. Toxoplasmosi). Derivano da fattori patogeni di natura fisica/chimica/biologica che agendo durante la vita intrauterina inducono alterazioni organiche NUCLEO Avvolto da due membrane Esterna e interna in continuità con il reticolo Pori nucleari NUCLEO Cromatina DNA sta per acido desossiribonucleico Presente nel nucleo di tutte le cellule di ogni organismo vivente Il DNA controlla tutti i cambiamenti chimici che avvengono nelle cellule Il tipo di cellula che si forma (muscolare, del sangue, nervosa, ecc) è controllata dal DNA Il genere di organismo che si forma (uomo, pesce, animale, vegetale) è controllato dal DNA Forma della molecola • Il DNA è polimero molto lungo. • La forma di base è come una scala elicoidale o chiusura lampo. • Questa è chiamata doppia elica. La molecola del DNA è costituita da una lunga catena di subunità Le subunità sono chiamate nucleotidi Ciascun nucleotide è costituito da: Uno zucchero chiamato desossiribosio Un gruppo fosfato -PO4 ed una base organica Nucleotide fosfato PO4 base desossiribosio Le basi organiche sono: Adenina (A) Timina (T) Citosina (C) Guanina (G) PO4 PO4 PO4 PO4 Una molecola di DNA è formata da milioni di nucleotidi tenuti insieme in una lunga catena di zuccheri e di residui fosfato. PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 Molecola del DNA a doppia elica Le basi sono appaiate sempre nello stesso modo L’ Adenina forma un legame con la Timina Adenina Timina E la Citosina interagisce con la Guanina Citosina Guanina PO4 PO4 adenina timina PO4 PO4 citosina guanina PO4 PO4 PO4 PO4 Doppia elica basi Catena di zuccheri e fosfato Figura riportata nella pubblicazione originale di Watson e Crick Nature, Aprile 1953 DNA Model 1. DNA dirige la macchina della sintesi delle proteine, quindi, indirettamente controlla le attività delle cellule viventi. 2. Il DNA immagazzina l’informazione ereditaria di un individuo 3. Il DNA ha la capacità di andare incontro a variazioni. Questo permette l’insorgenza di nuove caratteristiche, che possono aiutare un individuo a sopravvivere e riprodursi (EVOLUZIONE). Diversità gene,ca • Il diverso riarrangiamento di NUCLEOTIDI in un a acido nucleico (DNA) rappresenta la chiave per la DIVERSITA’ tra gli organismi vivenC 4. Autoreplicazione: il DNA ha la capacità di fare copie di se stesso 1. La replicazione del DNA è chiamata ‘semi-conservativa’. 2. La replicazione semi-conservativa è quel processo in cui la catena originale di DNA rimane intatta ed agisce come stampo per la sintesi nuove catene di DNA. 3. Una copia della molecola di DNA si separa per formare due copie complete di se stesso. Ciascuna nuova molecola di DNA è costituita da una metà della vecchia molecola e l’altra metà della nuova molecola. PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 Le due catene si separano PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 Ciascuna catena è utilizzata come base per costruire nuove catene con l’aggiunta di nucleotidiPO appropriati. 4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 PO4 Codice genetico La sequenza delle basi azotate nel DNA forma il codice genetico Un gruppo di tre basi (tripletta) controlla la produzione di un determinato aminoacido nel citoplasma della cellula I diversi aminoacidi e l’ordine in cui essi vengono aggiunti determinano il tipo e la funzione della proteina prodotta esempio Citosina Adenina Codifica per Valina Timina Citosina (C) Guanina (G) Adenina (A) Codifica per Alanina Codice a triplette CGA -‐ CAA -‐ CCA -‐ CCA -‐ GCT -‐ GGG -‐ GAG -‐ CCA -‐ Ala Val Gly Gly Arg Pro Leu Le mutazioni si verificano naturalmente o attraverso fattori dell’ambiente. Le mutazioni possono essere: GENICHE se interessano uno solo o più geni CROMOSOMICHE se interessano pezzi grandi di un cromosoma GENOMICHE se interessano l’intero genoma MUTAZIONE = modificazione del DNA stabile e trasmissibile - GERMINALE à trasmessa alla prole - SOMATICA à non trasmessa alla prole - SPONTANEE - INDOTTE = dovute all’azione di un mutageno Esempi di agenti mutageni: - fumo di sigaretta - sostanze chimiche di uso industriale - pesticidi - additivi industriali - radiazioni N.B. Sebbene il materiale genetico (DNA) sia lo stesso in tutti gli esseri viventi, il potere mutageno di una data sostanza può variare (anche molto) in specie diverse (possibilità di penetrare nelle cellule, metabolismo, ecc.). EFFETTI DI UNA MUTAZIONE - Nessun effetto - Sintesi di una proteina alterata (es. anemia falciforme) - Riduzione dell’efficienza di trascrizione (es. Β-talassemia) Esempi MUTAZIONE NON DANNOSA - Forma e consistenza del padiglione auricolare / mento con fessura o meno MUTAZIONI “FASTIDIOSE” (più o meno dannose) - Brachidattilia / calvizie / nanismo / emofilia / diabete MUTAZIONI LETALI - Morbo di Tay-Sachs / fibrosi cistica / distrofia muscolare di Duchenne MODELLI DI TRASMISSIONE EREDITARIA La genetica studia come gli individui trasmettano le loro caratteristiche alle generazioni successive Il fondatore ne fu l’abate Gregor Mendel (1822-1884), che condusse i suoi esperimenti su base statistica Mendel fu un precursore all’epoca incompreso, soprattutto perché non poteva conoscere i meccanismi della divisione cellulare Egli utilizzò per la sua ricerca delle linee pure di piante della specie pisello odoroso, che gli consentivano il controllo dell’impollinazione e l’autofecondazione Le origini della genetica Pisum sativum • • • • Facile da coltivare Ciclo vitale breve Autofecondazione Sette caratteri presenti in forme alternative nette Mendel lavorò su piante di pisello che fecondava artificialmente: con un pennellino trasportava il polline del fiore di una pianta su quello di un’altra, faceva quello che in natura fanno gli insetti. I SETTE CARATTERI STUDIATI DA MENDEL Studiò dapprima il comportamento di una sola coppia di caratteri alternativi, per esempio il colore giallo o verde dei semi, il colore bianco o viola dei fiori, ecc. Con la fecondazione artificiale Mendel selezionò piante di razza pura per alcuni caratteri. A forza di incrociare artificialmente ottenne piante, ad esempio, dal fiore viola che davano sempre, autoimpollinandosi, piante con fiore viola. Oppure piante dal fiore bianco che autoimpollinandosi davano sempre piante con fiore bianco. Oppure piante dal seme liscio che, autoimpollinandosi, davano luogo a discendenti sempre con il seme liscio o piante dal seme rugoso che originavano sempre piante con il seme rugoso. Mendel, una volta che si fu assicurato di aver piante pure per un determinato carattere iniziò la fecondazione incrociata: ad esempio, prelevò del polline da una varietà dal fiore bianco e lo andò a depositare sul pistillo di una varietà dal fiore viola. Mendel scelse delle linee pure che differivano per un unico carattere ed effettuò incroci reciproci delle piante genitrici. Chiamò la generazione iniziale P, la prima generazione filiale F1 e la seconda F2 Analisi dell’ereditarietà di un carattere linea pura = piante che se incrociate tra loro producono solo piante con caratteristiche identiche a quelle dei genitori. Ad esempio linee pure per il carattere colore del seme: Piante con semi gialli X Piante con semi gialli Piante con semi verdi X Piante con semi verdi SOLO SOLO Piante con semi gialli Piante con semi verdi Analisi dell’ereditarietà di un carattere Quindi, ha incrociato linee pure diverse e ne ha esaminato la progenie: F1 Generazione parentale P Generazione F1 Piante con semi gialli X Piante con semi verdi linee pure Piante con semi gialli linea ibrida La generazione F1 era composta da piante tutte uguali con piselli gialli La prima legge Mendel concluse che alcuni caratteri si manifestavano e li chiamò caratteri dominanti, altri invece si nascondevano, i caratteri recessivi. Formulò quindi la prima legge: Legge della dominanza dei caratteri Incrociando due individui appartenenti a linee pure, che differiscono per un solo carattere, si ottengono ibridi in cui compare solo il carattere dominante. Analisi dell’ereditarietà di un carattere Incrociando tra loro (autoincrocio) le piante della generazione F1 ha ottenuto la generazione F2 Generazione F1 Generazione F2 Piante con semi gialli 3/4 Piante con semi gialli X Piante con semi gialli linea ibrida 1/4 Piante con semi verdi La generazione F2 era composta per 3/4 da piante con piselli gialli e per 1/4 da piante con piselli verdi La seconda legge Legge della segregazione dei caratteri Incrociando ibridi della prima generazione si ottiene una seconda generazione filiale nella quale il carattere dominante e quello recessivo si presentano sempre nel rapporto di 3:1 La spiegazione Per spiegare i risultati ottenuti, Mendel intuì che ogni carattere preso in esame era determinato in ogni pianta da una coppia di fattori. Le conclusioni Quelli che Mendel chiamava fattori ora si chiamano “geni”. Il lavoro del monaco scienziato è alla base della moderna genetica e che le sue conclusioni hanno avuto sviluppi interessantissimi in campo medico e scientifico più in generale. Piccolo dizionario di genetica GENE è un fattore ereditario ALLELE una delle possibili forme alternative di un gene FENOTIPO è l’aspetto verificabile del carattere GENOTIPO è una combinazione di alleli OMOZIGOTE genotipo formato da alleli identici ETEROZIGOTE genotipo formato da alleli diversi Geni • Le particelle responsabili dei caratteri ereditari sono come gli anelli di una catena e si trovano sui cromosomi. Essi determinano le caratteristiche fisiche ereditarie dell’uomo, degli, animali, delle piante e di ogni essere vivente Geni e alleli Ogni carattere ereditario si trova sotto il controllo di una coppia di fattori detti geni. Le differenti caratteristiche che può assumere lo stesso gene si chiamano alleli. Geni e alleli • Coppie di alleli responsabili ognuna di un carattere ereditario (colore degli occhi, dei capelli…) Geni e alleli • Tutti gli individui possiedono una coppia di alleli per ogni carattere ereditario: quando la coppia responsabile di un carattere è formata da alleli identici l’individuo è detto “geneticamente puro” o omozigote. • Quando la coppia è formata da alleli diversi l’individuo è detto “misto” o eterozigote Geni e alleli Geni e alleli • Nei cromosomi si trovano quindi tutte le informazioni ereditarie che permettono la “costruzione” dell’individuo. Genotipo e fenotipo • I caratteri di un individuo sono descritti da molti geni; molte volte un carattere dipende da più di un gene. • L’insieme dei geni di un individuo è detto genotipo; quindi il genotipo e tutto quello che si trova nei cromosomi. Genotipo e fenotipo • Invece, l’insieme dei caratteri di un individuo è detto fenotipo; quindi il fenotipo è tutto ciò che possiamo osservare di un individuo, come altezza, colore degli occhi, … Genetica e malattie ereditarie • I principi della genetica si possono applicare al genere umano come a qualsiasi altro essere vivente. Per quanto riguarda l’uomo è importante non solo lo studio della trasmissione dei caratteri normali, ma anche quello delle varie malattie. Eredità Mendeliana • I geni sono ereditati in coppia (uno dal padre e l’altro dalla madre) • Ogni gene possiede diversi alleli, alcuni dei quali (dominanti) agiscono su altri (recessivi) • Alla meiosi (divisione cellulare) gli alleli segregano singolarmente ed indipendentemente nei gameti A A a Prima divisione meiotica a A a A a Seconda divisione meiotica A A a a La trasmissione di un solo carattere • • “M” è allele dominante “occhi marroni” “m” è allele recessivo “occhi azzurri” Fenotipo: Occhi azzurri Occhi marroni Occhi marroni Genotipo: mm omozigote MM omozigote Mm eterozigote La trasmissione di un solo carattere La trasmissione di un solo carattere La trasmissione di un solo carattere La trasmissione di un solo carattere Esempio • Quali saranno le possibili caratteristiche dei figli dei discendenti di una coppia formata da madre eterozigote con occhi marroni e padre omozigote con occhi marroni? Fenotipo Genotipo Maschio Occhi marroni Omozigote MM Femmina Occhi marroni Eterozigote Mm Esempio M M M MM MM m Mm Mm Tutti i figli (100%) avranno gli occhi marroni: 50% omozigoti MM 50% eterozigoti Mm Alleli multipli • In generale a determinare un carattere in un organismo intervengono solo due alleli. Tuttavia vi sono molti caratteri controllati da più di due alleli. È il caso dei gruppi sanguigni, la cui trasmissione ereditaria è determinata da tre alleli. I gruppi sanguigni • La trasmissione dei gruppi sanguigni è dovuta a tre alleli: A dominante su 0 B dominante su 0 A e B co-dominanti I gruppi sanguigni Fenotipo Genotipo omozigote eterozigote Gruppo 0 00 Gruppo A AA A0 Gruppo B BB B0 Gruppo AB AB Esempio • Quali sono i possibili risultati dell’incrocio tra una madre eterozigote del gruppo A e un padre del gruppo B? Fenotipo Genotipo Maschio Gruppo B Omozigote BB Femmina Gruppo A Eterozigote A0 Esempio B B A AB AB 0 B0 B0 I figli saranno: 50% del gruppo AB 50% del gruppo B (eterozigoti) Classificazione delle malattie ad eredità mendeliana MALATTIE AUTOSOMICHE DOMINANTI ALBERI GENEALOGICI convenzioni grafiche EREDITA’ AUTOSOMICA DOMINANTE " Il 50% dei figli nati da genitori affetti manifestano la stessa malattia Regole generali per malattie autosomiche dominanti • La malattia viene trasmessa di generazione in generazione, in generale solo tramite gli individui affetti • Ciascun figlio di individuo affetto ha 1 probabilità su 2 di essere malato • I figli sani di soggetti sani avranno solo figli sani • La malattia colpisce indifferentemente maschi e femmine Malattie autosomiche dominanti. Rischio riproduttivo relativo a: A) soggetto eterozigote e partner normale B) entrambi i soggetti eterozigoti Esempio di malattia autosomica dominante: una nonna al centro, con tre figlie ed una nipote affette da piebaldismo SINDROME Di MARFAN SINDROME DI MARFAN Frequenza: 1/5.000 nati vivi La Sindrome di Marfan (MFS) è una malattia genetica che colpisce il tessuto connettivo, cioè il tessuto che costituisce l’“impalcatura” del corpo, importante per la struttura e la funzione di quasi tutti i tessuti dell’organismo I pazienti con MFS tendono ad essere alti, hanno spesso dita lunghe e affusolate ed articolazioni lasse, eccessivamente mobili. La gravità delle manifestazioni cliniche della MFS varia da caso a caso: alcuni pazienti presentano sintomi lievi, mentre altri possono avere disturbi più importanti che devono essere presi in considerazione per il monitoraggio e l’eventuale trattamento Disturbi dell’apparato scheletrico Le persone affette da MFS hanno un aspetto longilineo, con arti e mani lunghe e sottili. Le articolazioni sono “lasse”, con frequenti lussazioni. Spesso è presente piede piatto. Si possono avere anche deformità della gabbia toracica come il petto carenato e il petto escavato, e problemi alla spina dorsale come scoliosi e lordosi di gravità variabile. Malattia autosomica dominante: nascita di un individuo affetto da genitori sani a causa di una mutazione de novo El Nino de Vallecas Museo del Prado, Madrid Velázquez L'acondroplasia è la più comune causa di nanismo nell'uomo con una prevalenza 1/25 000 nati vivi Caratterizzata da un mancato sviluppo armonico della cartilagine di accrescimento delle ossa lunghe degli arti con quindi gravi disturbi della crescita Diagnosi in epoca avanzata di gravidanza Già alla nascita i bambini hanno la testa grande e gli arti corti e tozzi, rispetto al resto del corpo. Altre caratteristiche: • fronte prominente • radice del naso infossata. • mano e dita corte e tozze ("mano a tridente") • parte bassa della colonna vertebrale è esageratemente curvata in avanti (lordosi lombare) Esempio di malattia autosomica dominante: sette fratelli affetti da acondroplasia che si esibivano in un circo Non esiste ad oggi nessuna terapia in grado di guarire dall'ACP Attualmente una delle possibilità per migliorare la qualità della vita dei pazienti è l'intervento ortopedico, per correggere la curvatura della schiena e per aumentare l'altezza L'operazione mira ad allungare chirurgicamente le ossa del femore e della tibia, consentendo di "guadagnare" circa 20 centimetri in altezza. Questa operazione comporta un lungo periodo di immobilità ed un grosso carico fisico e psichico per il paziente e perciò la sua opportunità va valutata attentamente insieme al medico MALATTIE AUTOSOMICHE RECESSIVE Regole generali per malattie autosomiche recessive • Gli eterozigoti sono normali come aspetto fenotipico, ma portatori del carattere abnorme • Quando un individuo affetto nasce da genitori normali, si deve ritenere che entrambi i genitori siano eterozigoti e che, con media statistica ¼ della prole risulterà affetta, ½ portatrice e ¼ normale • Quando un individuo affetto contrae matrimonio con una persona genotipicamente normale, la prole sarà genotipicamente eterozigote e fenotipicamente normale • Quando contraggono matrimonio due individui ammalati, tutta la prole risulterà affetta • La malattia colpisce indifferentemente maschi e femmine • Il rischio di ricorrenza nelle generazioni successive è basso, a meno che non si verifichino particolari circostanze che favoriscono l’unione tra due eterozigoti (consanguineità, alta frequenza del gene) Malattie autosomiche recessive: probabilità di trasmissione dell’allele mutato e relativo rischio riproduttivo: entrambi genitori eterozigoti. Malattie autosomiche recessive: probabilità di trasmissione dell’allele mutato e relativo rischio riproduttivo: un solo genitore eterozigote. Malattie autosomiche recessive: probabilità di trasmissione dell’allele mutato e relativo rischio riproduttivo: uno dei due genitori omozigote affetto. Esempi di malattie autosomiche recessive: l’albinismo Albinismo • Chi ne è colpito presenta una pelle candida ed occhi rossi provocati dalla mancanza di un pigmento, la melanina. Il difetto non è legato ai cromosomi sessuali. MALATTIE X-LINKED I cromosomi sessuali XY Anche nella specie umana il fenotipo sessuale è determinato dai cromosomi. Il nostro corredo cromosomico è composto da 46 cromosomi, 22 coppie di autosomi e i due cromosomi sessuali X e Y . I cromosomi sessuali XY Le femmine possiedono un corredo cromosomico con due cromosomi X (46,XX) mentre nei maschi sono presenti un cromosoma X e un cromosoma Y (46,XY). I cromosomi sessuali XY Il sesso del nascituro quindi, dipende da quale spermatozoo feconda l’ovulo! Eredità X-linked (o Eredità legata all’X o eredità legata al sesso) Nella specie umana sono presenti, oltre ai 44 autosomi (22 coppie), 2 cromosomi sessuali che determinano il sesso: Femmine: XX Maschi: XY Il sesso maschile è determinato dalla presenza del cromosoma Y. I maschi vengono anche detti EMIZIGOTI L’eredità dei caratteri presenti sul cromosoma X è quindi legata al sesso. Eredità X- linked Dominante Patologie molto rare poiché letali in emizigosi Es. Ipofosfatemia (rachitismo resistente alla vitamina D) I) I maschi affetti trasmettono il carattere a tutte le figlie; i figli maschi sono tutti sani A XY a XY a XY a a XX Aa XX A a X X II) Le femmine affette trasmettono la malattia al 50% dei figli (sia maschi sia femmine) A A a X Y A X Y a XY X X A a XX a a XX Malattie a trasmissione X-linked. Rischi riproduttivi relativi a: A) femmina eterozigote e maschio emizigote normale Malattie a trasmissione X-linked. Rischi riproduttivi relativi a: B) femmina eterozigote e maschio emizigote affetto (RARO!!!!!) Malattie a trasmissione X-linked. Rischi riproduttivi relativi a: C) femmina omozigote per l’allele normale e maschio emizigote affetto La maggior parte delle mutazioni presenti sul cromosoma X sono recessive e quindi si manifestano solo nei maschi (per la loro condizione di emizigoti) Di conseguenza, le principali caratteristiche di un albero genealogico dove segrega una malattia recessiva legata all’X sono: -La presenza della malattia dipende dal sesso (sono malati solo i maschi) -La malattia non si trasmette mai da maschio malato a figlio malato ma vi è una trasmissione così detta a “zig-zag” da maschio malato a circa la metà dei nipoti maschi, attraverso femmine sane (che sono portatici). Regole generali per malattie recessive legate al cromosoma X ü La malattia è sempre trasmessa attraverso una femmina eterozigote che appare fenotipicamente normale ü La femmina eterozigote trasmette il gene mutato a metà della prole :statisticamente i figli maschi sono per metà affetti e per metà normali; le femmine presentano tutte un aspetto normale, ma sono per metà portatrici ü Le figlie di un maschio affetto sono tutte portatrici ü Gli individui affetti sono in prevalenza di sesso maschile Principali malattie recessive legate all’X MALATTIA maschi Frequenza per 10.000 Daltonismo Ritardo mentale X fragile Distrofia muscolare di Duchenne Emofilia A (difetto di coagulazione da deficit di fattore VIII) Emofilia B (difetto di coagulazione da deficit di fattore IX) 800 5 3 2 0.3 Daltonismo • Il daltonismo è l’incapacità, totale o parziale, a percepire i colori. • L’allele per la visione normale è dominante su quello del daltonismo. Il carattere è legato al sesso dato che i relativi alleli si trovano sul cromosoma X e non su Y. Emofilia • Si tratta di una malattia legata al sesso, recessiva, e che consiste nell’incapacità del sangue di coagulare normalmente. • Gli alleli che portano l’informazione che determina la coagulazione del sangue si trovano sui cromosomi X; il cromosoma Y non possiede alleli per questo carattere. Emofilia • È quindi molto più probabile che la malattia si manifesti in un maschio che in una femmina, in quanto le cellule del maschio contengono un solo allele interessato: se a un maschio capita di ricevere l’allele recessivo, in lui si manifesterà la malattia e il suo sangue non coagulerà normalmente. La regina Vittoria d’Inghilterra con parentela Emofilia E’ la forma più comune e più grave di distrofia muscolare, con una incidenza di circa 1 su 10000 maschi. E’ trasmessa come malattia legata alla X. Caratteristiche cliniche: - Esordio clinico intorno ai 5 anni con debolezza muscolare (localizzata inizialmente al cingolo pelvico) e pseudoipertrofia dei muscoli del polpaccio (per aumento del t. connettivo e adiposo) - Inabilità deambulatoria a 10-12 anni. - Esito fatale intorno ai 20 anni (per insufficienza respiratoria, infezioni polmonari e scompenso cardiaco) PSEUDOIPERTROFIA DEI MUSCOLI DEL POLPACCIO La distrofia muscolare di Duchenne è causata da mutazioni di un gene, situato sul cromosoma X, che codifica per una proteina associata con la membrana plasmatica delle cellule muscolari scheletriche: la DISTROFINA. IL GENE DELLA DISTROFINA LOCALIZZAZIONE DEL GENE SUL CROMOSOMA X MUTAZIONI DEL GENE E FORME CLINICHE DI DISTROFIA Numero cromosomi sessuali assetto cromosomi 47, XY, +21 eventuali anomalie p (da petit) à braccio corto del cromosoma q à braccio lungo del cromosoma Xp21.2 = cromosoma X, braccio corto, regione 2, banda 1, sottobanda 2 Trisomia 21 LA SINDROME DI TURNER (45,X0) LA SINDROME DI KLINEFELTER (47, XXY) MALFORMAZIONI CONGENITE MALFORMAZIONI CONGENITE: MOLTI DIVERSI FATTORI CAUSALI CAUSE ESTRINSECHE (chimiche, fisiche, infettive: durante la gravidanza) EMBRIOPATIE (1-3 mesi di gestazione) FETOPATIE (4-9mesi di gestazione) errori di sviluppo, intrauterino e/o postnatale MALFORMAZIONI CONGENITE CAUSE DI EMBRIOPATIE E FETOPATIE INFEZIONI DELLA GESTANTE IPOSSIA DEL FETO ENDOCRINOPATIE DELLA GESTANTE NUTRIZIONE CARENTE DELLA MADRE ESPOSIZIONE DELLA GESTANTE A SOSTANZE TERATOGENE • ESPOSIZIONE DELLA GESTANTE A RADIAZIONI • CAUSE LOCALI INTRAUTERINE • • • • • SINDROME TORCH si osserva a seguito di: Toxoplasmosi, Rosolia, Citomegalovirosi, Herpes MALFORMAZIONI CONGENITE MOLTISSIMI QUADRI DIVERSI: • SQUILIBRI DI MASSA CORPOREA TRA GEMELLI • GEMELLI SIAMESI • DEFORMITA’ DI STRUTTURA (circoscritta a singoli organi o estesa ad interi apparati) sistema nervoso centrale app. cardiovascolare sistema digerente apparato genito-urinario scheletro Labiopalatoschisi ERRORI DI SVILUPPO DEL CANALE VERTEBRALE: DISRAFIE SPINA BIFIDA o rachischisi aspetto ecografico
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