ANNO XXI Numero 10 14 MARZO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) MESSINA EURO 1,50 Nel fotomontaggio, Rosario Crocetta SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA La Musica è finita LA REGIONE DECLASSA IL VITTORIO EMANUELE E TAGLIA I FONDI DESTINATI ALL’ENTE. ECCO LE GRANE CHE AFFRONTERÀ IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE 14 Marzo 2014 il punto EDITORIALE E adesso, rimpasto sia! Le Province sono state tagliate: sopravviveranno per altri sei mesi, il tempo utile per fare nascere i consorzi dei Comuni. Il risultato per il presidente della Regione è più politico che sostanziale: la maggioranza si è coagulata sul tema delle Riforme e i Grillini sono tornati a votare compatti con le decisioni del governo. Ma è la ricomposizione delle alleanze all’Ars, quella che sposta l’asse verso l’Intergruppo promosso da Articolo 4 di Lino leanza, che associa i Drs di Picciolo e Greco e il Megafono. E non è un caso che Picciolo, Cardinale e Leanza sono andati a Roma ad incontrare il ministro dell’Interno Alfano, leader di Ncd, il nuovo centrodestra cui Crocetta ha spalancato le porte di Palazzo d’Orleans e di Sala d’Ercole. I coordinatori come Misuraca, in Sicilia, continuano a dire che Ncd non entrerà nella coalizione di Crocetta, ma di fatto è come se fossero già dentro. I viti in aula lo hanno mostrato. Le pedine da riempire ora sono gli assessorati, in vista del rimpastino di Primavera: si deve fare posto a un assessore del Ncd, il giovane Nino Germanà, e si deve mettere in cura dimagrante forzata l’Udc di Gianpiero D’Alia che continua continua ad avere tre assessori in quota, ma perde altre fiches, ultimo passaggio l’onorevole Alice Anselmo, trasferitasi sotto le ali di Lino Lenaza. In questo clima Crocetta sa che l’eccessiva rissosità del suo partito, il Pd, sarà diluita dalla presenza della maxi-stampella di Cardinale e Leanza. Che per uno strano gioco del destino oggi fa l’accordo con l’onorevole Beppe Lumia per un aperto sostegno alla corsa verso le Europee. In questo clima, la Regione, per fare quadrare i conti si appresta a fare la richiesta di un maxi-prestito da un miliardo. Motivazione ufficiale: pagare le imprese. Le stesse chiamate in Sicilia a pagare l’Irap più alta d’Italia. Papa Francesco Francesco, un anno da Papa DI DOMENICO BARRILÀ L’anniversario della sua elezione ci consiglia una vacanza dalla politica. Già, perché Francesco ci permette misurare la distanza che corre tra un uomo, senza altre aggettivazioni, e i pupazzetti che riempiono le prime pagine dei giornali, vantandosi di metterci la faccia (il resto ce lo mettiamo noi). A metà gennaio dibattevo, insieme ad una pastora protestante e all’autore, su un libriccino piuttosto arguto dedicato al papa argentino. Il luogo l’auditorium dei serviti, nei pressi di Piazza S. Babila, a Milano. Pubblico numerosissimo ed interessato, a riprova delle grandi speranze suscitate dal papa pescato “alla fine del mondo”, che dice cose di buon senso ma rivoluzionarie per le nostre orecchie, corrotte dai paroloni vuoti di certe dispute teologiche. Come quella dei mesi scorsi sulla formula della consacrazione eucaristica tra il papa Benedetto XVI e il teologo Bruno Forte. Braccio di ferro tra “per molti” e “per tutti”, alla fine vince “per molti”, dopo una virata di 180 gradi del teologo. Le formule passano le carriere restano. Dispute impensabili sotto il pontificato di Francesco, che semplifica, non banalizza e invita a saltare il gradino della forma per collocarsi su quello della sostanza. Ciò che rimane di quella serata milanese, oltre a molti contenuti di notevole interesse, è la risposta dell’autore ad una domanda articolata sull’efficacia dell’azione di Francesco. Dopo avere affermato che quanto conquisteremo con questo papa non ci potrà essere tolto, perché indefettibile, si era mostrato preoccupato per l’immediato, sostenendo che l’episcopato non è in grado di assecondare una pastorale così dirompente. Troppo essenziale, aggiungo, difficile da asservire a disegni di potenza personale. E’ passato un anno dalla fumata bianca, un pugno di giorni che sembrano secoli. Il meteorite si è abbattuto su una Chiesa molto preoccupata di se stessa, delle sue liturgie interne, piuttosto che di quanto accade fuori dal suo perimetro. Una Chiesa a trazione curiale e piuttosto triste, poco incline a contaminare il mondo ma assai propensa a lasciarsene plasmare, magari nascosta dietro paraventi di Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Graziella Lombardo Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 comodo come quello dei “valori non negoziabili”, che il papa si è preoccupato di smontare e quasi di ridicolizzare. Espressione divenuta cavallo di battaglia degli integralisti, i malati gravi di una religione che non dovrebbero essere ammessi nemmeno per spirito di carità. Sono costoro, coi numerosi pastori che li precedono, e insieme agli uomini di potere che scelgono l’abito talare per bruciare le tappe (e la Chiesa), i primi bersagli di questo papa, che desacralizza e demitizza senza posa, facendoli apparire patetiche caricature. Un papa amato dalla gente ma di certo poco gradito nei cuori di chi lo vorrebbe fustigatore, di chi gode nel mettere macine al collo a chicchessia, illudendoci di possedere l’unica copia delle chiavi del collare. Walter Kasper, teologo e uomo di genio, impegnato accanto al papa nell’impresa di rendere liberi i credenti, dice si alla comunione ai divorziati, ma avverte che “qualcuno vuole fermare il papa”. Non c’era da dubitarne. Tempo fa venne da me il responsabile della pastorale familiare di una diocesi del Nord. Mi domandava la disponibilità a guidare un gruppo terapeutico per omosessuali credenti. Gli chiesi di elencarmi quali malattie avessero per giustificare la partecipazione a un gruppo terapeutico. Bastava il fatto di essere gay. Costoro godono nel mettere in condizione di chiedere scusa a Dio le persone senza altra colpa che di essere come sono, ma che mantenuti in stato di soggezione possono essere una riserva di potere. La logica del “punto zero” è stata causa di catastrofi e genocidi. Stabilito che io sono il punto zero, tutto ciò che si discosta è peccato e malattia. Anche la famiglia di Nazareth, suo malgrado, in mano alla parte più retriva della Chiesa, diviene punto zero. Chi non entra nella matrice è condannato. Una mostruosità, capace persino di generare morte. Francesco, invece, non detta norme, ma si piega compassionevole sull’uomo, sul singolo uomo non sulla categoria sociale, dimentica così il giudizio e rinuncia al potere di veto sulla difformità, recuperandola invece alla causa della variabilità umana che, quando non eterolesiva, rimane la vera ragione del nostro progresso. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 14 Marzo 2014 riservato MESSINA. Il funzionario dell’Agenzia chiede lumi su tre sentenze che non arrivano. E i giudici si arrabbiano per “il ragionevole ritardo” Entrate, è guerra con la Commissione Tributaria MESSINA. Una espressione infelice, “il ragionevole ritardo”, torna a fare soffiare venti di guerra tra l’Agenzia delle Entrate di Messina e la Commissione Tributaria provinciale, presieduta da Francesco Deodato. A scrivere una nota di poche righe, ma capace di fare irritare le alte sfere della giurisdizione tributaria, è il funzionario A. Wancolla, in forza al contenzioso, che chiede su carta intestata dell’Agenzia delle Entrate notizie su tre sentenze “di certa importanza”- sottolineano in via Santa Cecilia- che tardano ad arrivare da via Giordano Bruno, sede della commissione tributaria. Di qui l’espressione “ragionevole ritardo” che nella sensibilità “urtata” dei magistrati tributari viene tradotta in “ragionevole dubbio”. Un incidente diplomatico, che si aggiunge al fatto che la nuova direttrice Oteri, insediatasi al posto della ex funzionaria Margherita Sanfilippo, trasferita a seguito delle polemiche insorte sui criteri adottati per la sua nomina, ad avviso del giudice del lavoro Laura Romeo “irregolari” prima che fossero sanati, non sia ancora andata in visita di RECUPERO CREDITI. Fire Spa acquisisce il 60% di Creset MESSINA. La Fire Group spa, azienda messinese che si occupa di recupero crediti, ha acquisito il 60% del capitale sociale della Creset Servizi Territoriali spa, ramo d’azienda della banca Credito Valtellinese (Creval) che si occupa di riscossione dei tributi locali e delle altre entrate patrimoniali dei comuni, attraverso contratti con circa 180 enti locali. Costo dell’operazione, 3,6 milioni di euro. Creval cederà all’azienda messinese, presieduta da Sergio Bommarito, 2640 azioni della controllata Creset. L’operazione serve all’istituto di credito per “allegerirsi” di un asset non ritenuto più strategico (“Concentrazione delle attività del gruppo sul core business bancario e semplificazione della struttura societaria e organizzativa del gruppo”, si legge nel comunicato della banca), mentre Fire Spa amplierà la propria attività nell’ambito della gestione della fiscalità locale nell’ambito del recuopero crediti, in cui il gruppo è leader nazionale. (A.C.) Nicolò Xerra cortesia dal presidente della Commissione Tributaria, come usi e consuetudini, tra “leali avversari” in giudizio, in passato imponevano. Ma chi è A. Wancolla? E’ il funzionario arrivato da Palermo che ha preso il posto di Nicolò Xerra, il dirigente dell’Agenzia Entrate di Messina, originario di Licata, autore degli esposti che contestavano la la nomina di Margherita Sanfilippo e a cascata hanno contrapposto l’Agenzia delle Entrate a uno stuolo di avvocati tributari, che chiedevano l’annullamento delle cartelle esattoriali iscritti a ruolo con la firma della direttrice, perché la sua nomina, in un preciso lasso di tempo, era stata ritenuta irregolare. Un braccio di ferro che dal punto di vista legale non è stato ancora “sanato” e sul quale i giudici delle varie commissioni tributarie si sono espressi in maniera discordante. Ma che il clima non sia dei migliori, all’Agenzia delle Entrate, lo conferma il fatto che Nicolò Xerra, in predicato per anzianità di servizio e titoli a prendere il posto della ex direttrice, con un provvedimento d’autorità della struttura regionale, è stato trasferito al front-office del Catasto. Come dire: degradato sul campo. Ma chi conosce il carattere battagliero di Nicolò Xerra, si limita solo a dire: “Lo scontro? E’ solo agli inizi…”. SOMMARIO PRIMO PIANO 6. Teatro, Vittorio a metà del guado La Regione decurta i contributi all’Ente messinese POLITICA 8. Pd, scontro sulla trasparenza Partito paralizzato per l’assegnazione delle poltrone di vertice 10. C’eravamo tanto amati Al Comune di Messina è frattura tra la giunta e il Movimento Cambiamo Messina dal Basso che ha sostenuto il sindaco Accorinti 11. Il pericolo viene dal Lazio L’ordinanza anti tir resiste. Per ora... 12. La farsa della sfiducia Al Comune di Milazzo rischia di naufragare la mozione contro il sindaco Carmelo Pino SICILIA 13. Formazione, iniziò tutto così L’inchiesta che fa tremare la città deborda anche sul fronte contabile 14. Prg, scopri l’intruso L’amministrazione di Messina cerca un “superconsulente” per il piano regolatore 16. Stazione Liberty, ultima fermata Nuova destinazione per lo scalo di Taormina 18. Puzza di gas? C’è lo sniffer La Ram si avvale di annusatori professionisti 19. Bancarelle, fumata Nera Il sindaco di Patti vuole sfrattare gli ambulanti di Tindari 20. Messina, rimesse a sei zeri Il report di BancaItalia sui soldi che vanno all’Estero ECONOMIA 21. Risanamento nel mirino La Procura indaga sulla società di Zunino 23. Benessere Termale ad Alì Il progetto pilota della Regione POSTER 26. Il balletto delle donazioni Un gruppo di artisti in cerca delle loro opere RUBRICHE 3. Riservato 4-5. Settegiorni 24. Consumatori / Consulenti 28. Libri/La Classifica 28. Lacerti di Letture 29. Nuove Visioni/Musica/De Gustibus 30-31. Lettere & Commenti 30. Qui Scuola 30. Heritage 30. Ecologia 31. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 31. Animal House / Antibuddaci centonove pagina 3 TOP SECRET SINDACATI Bilanci della Feneal De Vardo sotto la lente MESSINA. Su delega della Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo, la Guardia di Finanza sta svolgendo indagini su Giuseppe De Vardo, segretario provinciale della Feneal, il sindacato degli edili Uil di Messina. Alla base dell’inchiesta una denunzia di operai della Ugl su anomalie relative a bilanci e gestione delle quote sindacali. MESSINA Cinque per mille 2013, al Comune 16mila euro MESSINA. Sedicimila euro: è questa la cifra che incasserà il Comune di Messina grazie alle donazioni volontarie dei cittadini legate al 5 per mille. La comunicazione è arrivata nei giorni scorsi a Palazzo Zanca. AFFIDAMENTI Al via il piano salva palme Incarico alla ditta Marchetta MESSINA. Il Comune di Messina ha avviato il piano di prevenzione per salvare le palme dal punteruolo rosso. Ad aggiudicarsi l’affidamento diretto da ottomila euro (con un ribasso del 3%) è stata la ditta Marchetta Antonio srl & C.. Non hanno risposto agli inviti dell’amministrazione Vivai Verde 2000 e la Laura Ryolo. Oggetto degli interventi saranno innanzi tutto le palme del viale San Martino. CONTENZIOSO Al Comune di Messina 300 milioni in cause pendenti MESSINA. L’ufficio Contenzioso del Comune ha terminato i conteggi che servono all’assessore Guido Signorino per procedere col nuovo bilancio. Il “buco” potenziale legate alle cause pendenti con l’amministrazione ammonta a 300 milioni di euro, con alcune vertenze di peso, come quella sui derivati. Le somme che invece il Comune deve già pagare sono pari a 20 milioni di euro. Tra queste, anche le parcelle di alcuni avvocati incaricati in passato e mai liquidati. 14 Marzo 2014 settegiorni CHI SALE Letterio Gulletta MESSINA. Il parroco di Santa Maria dell’Arco, più nota come San Fracesco di Paola, ha fatto un colpaccio. Al prete, grande appassionato di musica, le suore del Sacro Cuore di Palermo hanno donato un rarissimo organo Cavaillè-Coll. Per vederne un altro, bisogna andare infatti a Parigi. A occuparsi dello smontaggio, una ditta di fiducia della Soprintendenza di Messina, la Osl Organi. Filippo Panarello MESSINA. Il deputato del Partito democratico di Messina si è dato alla spending review. Invece di andare e tornare da Palermo in automobile, Panarello ha deciso di optare per il più economico treno. L’unico problema? Durante le fermate non può rilasciare interviste a causa degli avvisi acustici di chiusura delle porte. Giuseppe Comunale MESSINA. Debutta oggi (venerdì 14, ndr), il messinese capitano della squadra azzurra di snowboard cross ai Giochi Paralimpici di Sochi. Comunale, trentatre anni, si allena sei mesi all'anno in Trentino con i compagni di squadra Veronica Plebani, Fabio Piscitello e Luca Righetti. La sua grande passione per lo snowboard è nata sui pendii innevati dell'Etna, ma ha provato pure lo skateboard. Renato Accorinti MESSINA. Con il sindaco di Messina, no c’è sbarra che tenga. Mercoledì 12, infatti, nella Casa Circondariale di Messina, Accorinti, accompagnato dal segretario generale, Antonio Le Donne, e dalla responsabile del servizio di stato civile, Angela Maria Salvo, ha celebrato il rito civile del matrimonio tra Domenico e Anna Bonasera. Per il primo cittadino, sono le seconde nozze celebrate in carcere. Sonia Alfano CATANIA. La sua fotona sui poster sei per sei a Catania e Palermo ha scatenato un equivoco poi chiarito; l’Alve, il gruppo dei Democratici Liberali cui l’europarlamentare antimafia aderisce, mette a disposizione una somma istituzionale di fine mandato per fare conoscere l’attività politica svolta. MESSINA Giuramento neo medici Il 16 marzo la cerimonia Messina. Domenica 16 marzo, alle 9,30, si svolgerà la Cerimonia di Giuramento dei neo iscritti agli Albi professionali dell’Ordine dei Medici. La manifestazione avrà luogo nell’Aula Magna del Palazzo dei Congressi del Policlinico Universitario G. Martino di Messina. Nel corso della stessa cerimonia sarà consegnata la medaglia d’oro con attestato di benemerenza agli iscritti che quest’anno compiono 50 anni di laurea e il Premio di laurea “Leonardo Virga” istituito dalla famiglia in ricordo del figlio prematuramente scomparso. Ventisette i “vecchi” medici che otterranno il prestigioso riconoscimento. Antonino Agnello, Felice Aloisi, Pasquale Anania, Sebastiano Biundo, Domenico Biviano, Riccardo Ciliberto, Calogero Collura,Salvatore Consolo, Santa Cordaro, Antonino Currò, Nunzio De Domenico, Santo Fazio, Carmelo Ferreri, Gabriele Germanò, Francesco La Torre, Placido Giacomo Caudo Leone, Giovanni Luongo, Stellario Maiuri, Pietro Materia, Maria Antonietta Milio, Ignazio Minutoli, Giuseppe Nastasi, Girolamo Pontoriero, Filippo Ricciardi, Santi Ruggeri. L’evento, come ogni anno, verrà inaugurato dal presidente dell’ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Messina Giacomo Caudo. Il presidente si soffermerà sull’importanza che l’appuntamento riveste proprio per il suo valore simbolico. Infatti rappresenta un momento di incontro fra neolaureati e i decani della professione medica della città dello Stretto. Il giuramento, invece, è previsto al termine della giornata d’incontro. SOCIETÀ Messina, al via le XXII Giornate Fai di Primavera Messina. Al via le XXII Giornate Fai di Primavera. La manifestazione, che è in programma per sabato 22 e domenica 23 marzo, verrà presentata nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà sabato 15 marzo, alle 11, nel salone di rappresentanza della Prefettura. Quest’anno sarà possibile visitare la Chiesa di San Giovanni di Malta e per la prima volta il Palazzo della Prefettura di Messina. Alla conferenza saranno presenti, oltre alla delegazione Fai, il prefetto Stefano Trotta e monsignor Angelo Oteri, rettore della chiesa di San Giovanni di Malta. Messina, Metodo naturale per apprendere latino e greco al “Maurolico” Messina. La scuola “Maurolico” di Messina, già annoverata quale punto CLE, (rete europea di scuole del Centrum Latinitatis Europae), per la musica antica, ha cominciato un ciclo di incontri e concerti curato dalla prof. Ersilia Dolci, e proseguito poi con una grande novità: un corso di aggiornamento sul metodo naturale per apprendere il latino e greco, come oggi si usa fare per le lingue straniere. A tenerlo il Prof. Luigi Miraglia, Presidente dell'Accademia Vivarium Novum. Pastorale giovanile, la diocesi di Messina in raduno a Monforte San Giorgio Monforte San Giorgio. «Ma come ti vesti!» è l' originale slogan scelto dall'Ufficio diocesano di Pastorale arcidiocesi di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela per il ritiro di Quaresima di domenica 16 marzo a Monforte San Giorgio. La giornata prevede, dalle 10 alle 18, riflessioni sulla Parola di Dio domenicale curate da don Federico Porrello della diocesi di Roma, meditazione, preghiera, pranzo a sacco e la Messa presieduta dall' arcivescovo Calogero La Piana alle ore 17. CONVEGNI. Inedito 8 marzo allo “Jaci” di Messina La poetessa Costa“celebra” Dina e Clarenza Col convegno su"Pianeta Donna" l'istituto “Jaci” di Messina ha festeggiato l'8 marzo. Del Dirigente Scolastico Rosario Abbate (nella foto), Stello Mangano (coop.Fata Morgana), la poetessa Maria Costa, Maria Froncillo Nicosia (editrice "Il Gabbiano"), la psicologa Ilenia Coletti e la professoressa Elvira Bonfantino gli interventi coordinati da Francesca Stornante. Maria Costa, patrimonio vivente Unesco e simbolo assoluto della messinesità, attraverso i suoi versi e i suoi canti ha acclamato le gesta delle eroine Dina e Clarenza. MESSINA. Dopo solo tre anni il team presieduto da Antonio Verzera ottiene l’elogio nazionale Scuderia Antichi Motori, il riconoscimento dell’Asi La Scuderia Antichi Motori di Messina dopo soli tre anni di attività ottiene il riconoscimento nazionale dell'Automotoclub Storico Italiano. Il sodalizio messinese capitanato dal presidente Antonio Verzera, brucia tutte le tappe ed ottiene la federazione Asi, consentendo a tutti i propri associati di diventare Soci dell'organo nazionale che tutela i veicoli di interesse storico e collezionistico. Questo esempio di attività associativa, nata nel marzo 2011 con il direttivo formato da Antonio Verzera alla presidenza, Alfredo Schipani, Aurelio Verzera, Giancarlo Attardo, e Nazzareno Giuffrè, quest'ultimo purtroppo scomparso prima dell'ottenimento di tale riconoscimento, ha dato vita ad un sodalizio ormai punto di riferimento di tanti appassionati del settore riservato ai veicoli storici. Promotore di attività culturali legate alla centonove pagina 4 storia di tali auto, alle competizioni e ai loro eventi che hanno rappresentato momenti di storia dell'automobilismo siciliano. Grande soddisfazione del Presidente e di tutto il Consiglio Direttivo per l'attività svolta, che ha condotto in tempi brevi l'associazione al riconoscimento nazionale durante un momento storico in cui è molto difficile ottenere tale federazione. Grazie al Samo Club la città di Messina avrà un secondo sodalizio federato Asi, che aumenterà l'accostamento degli appassionati di motori al mondo dei veicoli storici e d'epoca. «Se fino ad oggi l'attività svolta - dice Antonio Verzera - ha permesso tutto questo, da domani inizia un lavoro importante che servirà a creare nuovi eventi di aggregazione del settore, e perchè no, riportare le manifestazioni regolaristiche con rievocazioni di vari eventi storici che infiammavano i cuori di tutti i messinesi amanti dei motori». settegiorni MANDANICI. Per gestire il monastero basiliano l’amministrazione comunale in cerca di fondi A. A. A. imprenditore cercasi A.A.A. imprenditore cercasi per gestire il monastero basiliano di Mandanici. Non è una forzatura, “ma non siamo lontani dalla realtà” ammette il vicesindaco del centro collinare, Mario Scigliano. E’ stata infatti rescissa consensualmente la convenzione che legava il Comune all’Ordine basiliano dei monaci greco-ortodossi, che hanno sede in Sicilia e a Grottaferrata, vicino Roma. Le difficoltà in cui è venuto a trovarsi l’Ordine religioso, che si rifà ai monaci di Monte Athos, in Grecia, non hanno permesso di portare a termine gli accordi sottoscritti, che prevedevano l’uso intensivo della struttura, cui il comune era interessato anche per fini turistici e di ospitalità per gli studenti fuori sede. Dotato di dieci camere, definite dai monaci “celle di meditazione”, oltre la Chiesa annessa, la struttura è dotata da una salaristaorazione con duecento posti a sedere. La struttura risale al 1110. Quando il Conte Ruggero, cacciati gli arabi dalla Sicilia, fece costruisce l’Abbazia e dono poi ai monaci greci fedeli alla regola di San Basilio, tutta la struttura. I monaci abitarono il monastero, entrato nel 1600 a fare parte dell’Archimandrato di S.S. Salvatore, fino al 1860, quando poi il bene in abbandono passò allo Stato. Lo sciogli- 14 Marzo 2014 CHI SCENDE Nino Germanà MESSINA. Con il suo smatphone non lascia in pace nessuno, neanche i colleghi a pranzo. L’ultima performance di Germanà ha come protagonista il collega del Ncd Nino Bosco, immortalato su Facebook mentre sta per mangiare due uova a occhio. La didascalia? “E poi dicono che i parlamentari mangiano aragoste...”. Renato Accorinti Il monastero basiliano di Mandanici mento della convenzione con i monaci basiliani, che pensavano di fare decollare il Centro studi Panortodosso, non è la sola notizia negativa per il comune diretto dal sindaco Armando Carpo. La direzione del Museo Paolo Orsi di Siracusa ha chiesto la restituzione delle monete greco-romane rinvenute nel dopoguerra a Mandanici, che erano state esposte , con appositi pannelli divulgativi, nell’area vicina alla Bi- blioteca, dove sono custoditi preziosi incunaboli del 1500 e oltre duecento volumi secenteschi considerati dagli studiosi “molto rari”. Il Comune, alle prese come tanti piccoli centri con le difficoltà di bilancio, ha partecipato ad alcuni bandi relativi alla valorizzazione dei Beni culturali e nel frattempo ora sta cercando i fondi per ristrutturare il tetto. ROSA E NERO Messina, si è spento lo zio di Graziella Lombardo Messina. Circondato dall’affetto familiare, si è spento a 63 anni Vito Pagano, zio del direttore Graziella Lombardo. I funerali si svolgeranno venerdì 14 presso la chiesa di Villaggio Aldisio. La redazione di Centonove porge le condoglianze a Graziella Lombardo, al nonno, il violinista Felice Pagano, e agli zii ed ai familiari tutti. Olivarella, incendiata l’auto di padre Mostaccio MESSINA Riapre il Panama, storico locale di Via Aspa Amanti della movida messinese anni '90 tenetevi forte. Per contrastare il logorio del weekend moderno ha riaperto, dopo tredici anni, il Panama Bistro, leggendario locale di Via Mario Aspa. E come i vecchi tempi, lo spirito gioioso che ha sempre contraddistinto l'impresa targata Bitto - Accetta continua ad essere presente. Un gioco di colori all'interno della struttura che tende a rilassare ma alla stessa maniera esaltare i presenti, facendoli cadere in un vortice che magicamente li riporta negli anni "cult" della movida messinese. Una storia che comincia nel 1990, quando le due famiglie proprietarie hanno deciso di mettersi in gioco, creando nella "noiosa" Messina un punto di ritrovo diverso dal solito clichè, un luogo dove tutti potessero sentirsi a casa. Un messaggio forte quello lanciato dai gestori. Affrontare la caduta economica è possibile se in gioco, oltre a prodotti valenti, si mettono anche l'amore per le proprie idee e la personalità forte di chi intende trattare i clienti come amici. Ai tempi della prima apertura, infatti, il locale ricevette molti consensi non solo per i cocktail ma anche e soprattutto per la piacevole atmosfera. Claudio Panebianco SAN FILIPPO DEL MELA. E’ stata incendiata ad Olivarella l'auto del parroco di Santa Maria Immacolata, Dario Mostaccio, parcheggiata sotto la sua abitazione, in via De Gasperi, a un centinaio di metri dall'ufficio postale. La Nissan Qashqai è andata distrutta. Il sacerdote, sentito dai carabinieri, ha detto di non aver mai ricevuto minacce. L’indomani i fedeli della frazione Olivarella si sono stretti al loro sacerdote organizzando una fiaccolata di solidarietà con la quale hanno condannato il gesto di ignoti. CONVEGNI. L’incontro in occasione dell’8 marzo organizzato dalla Fidapa Medea, una donna tra passato e presente Si è svolta domenica 9 marzo nella moderna sala consiliare del Comune di Torregrotta la Conferenza sul tema “Medea, una donna tra passato e presente”, evento ideato e coordinato da Maria Luisa Pino past-presidente Fidapa Venetico, organizzato dalla Fidapa Bpw Italy, sezioni di Capo D’Orlando e Venetico presiedute da Rosetta Vitanza e Rosalba Rantuccio. La Conferenza ha affrontato, attraverso una analisi storico-letteraria, la condizione umana di Medea, donna, moglie e madre di 2500 anni fa, la cui tragedia è tutt’oggi di grande drammatica attualità e rappresenta una riflessione sulla condizione femminile. centonove pagina 5 MESSINA. Quando ci si mette, il sindaco di Messina riesce a spiazzare tutti. Anche...il copione. Alla provincia, in occasione del tavolo tecnico sull’attraversamento dello Stretto convocato dal commissario di palazzo dei Leoni, FIlippo Romano, Accorinti ha iniziato il suo intervento citando don Milani e lo ha chiuso tirando in ballo Berkley, il 1968 e l’energia cosmica. Gino Sturniolo MESSINA. Il consigliere di Cambiamo Messina dal basso si diletta in citazioni “dal basso”, alle quali però, non fa seguire i... fatti. Durante una commissione, Sturniolo ha citato “Costretti a sanguinare”, libro culto del movimento musicale punk italiano. Alla domanda se suonasse o meno, però, Sturniolo ha candidamente ammesso “Mah...il contrabasso, ma solo da bambino” Giacomo D’Arrigo MESSINA. Coerente con la gioventù dell’Agenzia nazionale Giovani che dirige, D’Arrigo si è dato alla pratica del retweet per informare amici e seguaci. Ormai, la sua bacheca di Facebook e il suo profilo Twitter sono solo una lunga teoria di rimandi. L’ultimo? È anche un auspicio: “Pregate per me”, scritto da Papa Francesco (@Pontifex_it). Giulio Seminara MESSINA. Brutta delusione per il coordinatore regionale di Futurdem. Giunto a Messina per una riunione con i renziani, sognava un pranzo a base di pesce sulle rive del lago di Ganzirri, ma è rimasto deluso. Per motivi di tempo, ma anche di tasca, Alessandro Russo e Francesco Palano Quero lo hanno portato a mangiare una triste pizza in centro città. 14 Marzo 2014 primopiano FUTURO INCERTO. La Regione decurta i contributi all’Ente messinese, ma lo “salva” dalla paralisi gestionale Teatro, Vittorio a metà del guado Oltre alla riduzione a quattro milioni dei fondi, che servirebbero solo a pagare gli stipendi, il governo ha ritardatola nomina del consiglio di amministrazione. Che è giunta finalmente dopo quasi due mesi Giovanni Ardizzone Amurizio Puglisi DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Una società partecipata di serie B: è questo il futuro del Teatro di Messina, destinato a diventare uno stipendificio che nulla produce (e offre) qualora il taglio del 20% del budget da parte della Regione dovesse vedere la luce. Già, perché un contributo di 4 milioni sarebbe sufficiente solo a pagare le spese ordinarie e incomprimibili, lasciando zero euro per i fini istituzionali del Vittorio Emanuele, nato per portare in riva allo Stretto non solo Prosa, ma anche Musica, Lirica e Balletto. ARRIVA IL CDA. Al di là dell’aspetto economico, però, l’Ente ha subito fino ad Piero Adamo Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina ora l’assenza della ratifica del consiglio di amministrazione da parte della Regione, il che ha impedito, anche volendo, di poter stilare una programmazione per l’anno in corso e per il prossimo, designare un sovrintendente e assumere le decisioni necessarie per fronteggiare una situazione già di per sé disperata. Ma, proprio oggi (giovedì 13, ndr), è arrivata la svolta: la giunta regionale ha approvato il consiglio di amministrazione, che ora andrà in commissione Affari Istituzionali all’Ars. A comporlo, oltre al presidente Maurizio Puglisi (unica designazione fatta per tempo dal sindaco Renato Accorinti e non legata al placet della Regione) sono Daniele Macris (vicepresidente), Giovanni Moschella (attore), Giovanni Giacoppo (avvocato), Laura Pulejo (già indicata, nonché “tradita”, dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, come commissario dell’Ente) e l’attore e regista teatrale Totò D’Urso. I primi due sono stati indicati dal Commissario della Provincia regionale, Filippo Romano, gli altri dal primo cittadino. A completare il quadro, l’unica nomina in quota regione, quella dell’ex dirigente del Comune, Carmelo Altomonte. Una volta in carica, il cda potrà designare i direttori artistici (ovvero Ninni Bruschetta per la Prosa e Giovanni Renzo per la Musica), approvare i cartelloni già da tempo pronti e affrontare l’ultima grana: il sovrintendente del Teatro. REGIONE INADEMPIENTE. Oltre ad aver lasciato il Vittorio Emanuele senza organo di gestione, il governo Crocetta non ha ancora approvato le tabelle di equiparazione predisposte dall’Ente, per la precisione da uno stesso commissario ad acta inviato dall’assessorato al Turismo. Di che si tratta? Le tabelle permettono di allineare i dipendenti del Teatro (in tutto 63, di cui 43 amministrativi) con i colleghi degli altri enti pubblici a livello di inquadramento e stipendi. Con le tabelle approvate, ad esempio, il consiglio di amministrazione potrebbe far fronte alla crisi economica chiedendo la mobilità di parte del personale in altri uffici della Regione. Ma ciò, allo stato, non è possibile. Ed è così che il cane, sul palco del Vittorio, si morde la coda. PUGLISI DIXIT. «L’ultima falsità detta riguarda il famoso contributo da 250 mila euro promesso dall’assessore. Contributo che sempre Greco ha comunicato non esserci più, e che il progetto da noi elaborato per il Comune di Messina, a cui sarebbero andati i soldi, doveva essere riformulato e inviato nuovamente all’assessorato al Turismo. Mi è stato detto, sempre dall’onorevole, che comunque non mi devo aspettare nulla: che o programmo o faccio meglio a dimettermi», spiegava Puglisi prima della ratifica del consiglio. Azzardando: «È come se il destino del Teatro fosse già stato deciso altrove, e lo si può vedere anche nel protocollo di intesa inviato dall’assessorato il 27 febbraio scorso per le circuitazioni in cui mi si chiede di inviare un rappresentante ai tavoli di concertazione: ma chi mai dovrei mandare, senza un Cda? Oppure vado io e relaziono a me stesso? E, soprattutto, non potendo programmare nulla, cosa vado a proporre? Sembra quasi argomenta - che la morale sia: “voi non portete produrre, pazienza, gli spettacoli li inviamo noi”». Sempre nello stesso DIRETTIVE Riforma Stancheris I PIANI DELLA “REGINA” DEL TURISMO PRENDONO FORMA ATTRAVERSO UN PROTOCOLLO DI INTESA SULLA CIRCUITAZIONE Michela Stancheris MESSINA. Dietro al protocollo di intesa per le circuitazioni proposto lo scorso 27 febbraio dall’assessorato al Turismo, ci sono le nuove strategie della Regione, che muovono da uno stop ai contributi a pioggia: in Sicilia, infatti, i teatri riceveranno finanziamenti solo su una logica premiale che, alla fine, segue le logiche del Fus (il fondo unico per lo spettacolo). La riforma dellʼassessore Michela Stancheris punta alla premialità. Riceveranno più soldi, quindi gli enti che collaborano tra loro e investono senza esternalizzare. I centonove pagina 6 due fondi previsti saranno il Fores, Fondo regionale dello spettacolo (dedicato in generale alle attività teatrali e musicali), e il Fogest, Fondo di gestione e salvaguardia dei teatri (destinato agli enti di cui è socia la Regione, ovvero il Teatro Massimo e il Biondo di Palermo, lʼOrchestra sinfonica siciliana, il Teatro di Messina, il Bellini e lo Stabile di Catania, lʼInda di Siracusa, Taormina arte e le Orestiadi di Gibellina). La riforma, su cui dovrà comunque pronunciarsi lʼAssemblea regionale siciliana, rischia però di penalizzare il Teatro di Messina, il cui budget, consumato per quattro quinti dagli stipendi, ha ridotti margini di manovra per quanto riguarda le produzioni. Tornando al protocollo, nasce “nelle more della definizione di una riforma del settore. Previsti tavoli tecnici di settore per “porre in essere una fattiva collaborazione economico-amministrativa, logistica e funzionale tra i diversi organismi”. 14 Marzo 2014 primopiano LA SCHEDA protocollo, l’Ente viene inserito tra i produttopri di Prosa, e non di Lirica, nonostante sia fra i fini statutari. Questo è stato fatto presente? Risponde secco Puglisi: «Mi è stato detto dal segretario della Stancheris che siamo velleitari e anche un po’ provinciali. In tutta franchezza, io vedo un disegno della Regione che mira ad azzerare la gestione del Vittorio Emanuele con una sola motivazione: Palermo si ritiene l’azionista di maggioranza». E LA POLITICA? Per il presidente dell’Ars, il messinese Giovanni Ardizzone, il nodo principale restava il Cda: «Vanno resi operativi gli organi di gestione e quindi va designato il sovrintendente». Ma come fare per evitare un taglio così netto? «Dobbiamo avere una dimensione più regionale del problema, che non è solo del Vittorio Emanuele. Per quel che mi riguarda, va fatta una legge che permetta al personale di andare in mobilità, anche se, così come per le nomine in consiglio, la Regione latita pure su questo. Subito dopo, si deve mettere mano alla pianta organica, a prescindere dalle presenze attuali». Così, invece, il deputato del Pd, Filippo Panarello: «Proveremo a ridurre il taglio affinché non sia messa a rischio l’attività dell’Ente. Intanto stiamo lavorando anche al recupero del finanziamento per Taormina Arte che l’assessore Bianchi si era impegnato a rimpinguare. Devo però dire che, fossi il sindaco di Messina, premerei sulla Regione per la conferma del consiglio di amministrazione». Chi è comunque pronto ad andare in guerra, infine, sono i componenti della Commissione Cultura del Comune. Anticipa il presidente Piero Adamo (Ncd): «Andremo a Palermo a chiedere un’audizione alle commissioni Cultura e Affari Istituzionali insieme all’assessore Tonino Perna. Siamo arrabbiati per l’atteggiamento che la Regione ha riservato a Messina. Il problema non è solo il contributo. È una volontà politica che manca. Chiediamo al sindaco Renato Accorinti di battere i pugni sul tavolo perché, al di là di ciò che dice la Stancheris, il Teatro è paralizzato». LO STATO DELL’ARTE. Persistendo questa situazione, non solo il Teatro di Messina non potrà offrire alcuna stagione per il 2014, ma i cittadini, ormai ex abbonati nei fatti, vedranno chiuse le porte del Vittorio Emanuele anche nel 2015 per l’impossibilità di programmare. IN SICILIA. La scure determinata dal Commissario dello Stato travolge anche Palermo e Catania Se Sparta piange... DAL BIONDO ALLO STABILE ETNEO, LE STAGIONI GIÀ IMPOSTATE PER IL 2015 POTREBBERO SUBIRE DEI CAMBIAMENTI. A MENO CHE, IN ASSEMBLEA... DI SIMONE OLIVELLI Poche speranze e tanti timori. Si potrebbe descrivere così lo stato d’animo dei gestori degli enti teatrali siciliani, da giorni in attesa di conoscere quale sarà l’entità dei tagli che la Regione introdurrà nella Finanziaria bis. Tra coloro che più risentiranno della nuova legge di stabilità - resa necessaria dal recente congelamento di 500 milioni di euro da parte del commissario di Stato, Carmelo Aronica - ci sono i teatri, per i quali si parla di un ritocco al ribasso del venti per cento sulle somme un primo tempo stanziate. E se Messina rischia di vedere compromessa la riuscita del progetto Primavera dei teatri al Vittorio Emanuele, le situazioni nelle altre città dell’isola non sono granché migliori. A Palermo, il Teatro Biondo non ha ancora definito il prossimo cartellone, poiché si attende di sapere con esattezza l’ammontare delle risorse di cui si potrà disporre. Negli ultimi giorni, peraltro, dal teatro palermitano è stato lanciato un messaggio ben preciso nei confronti del governatore Rosario Crocetta e dell’assessore con deleghe al turismo, sport e spettacolo Michela Stancheris: il pagamento degli stipendi dei 50 dipendenti del Biondo - ha ricordato l’ente - fino a oggi è stato possibile soltanto a fronte di un’esposizione bancaria. A Catania, invece, a stare in ansia sono i lavoratori del Teatro Vincenzo Bellini e del Teatro Stabile. Nel primo caso, il timore è quello di vedere allontanarsi ulteriormente il momento del tanto atteso rilancio, dopo anni contrassegnati da gestioni economiche alquanto discutibili che hanno dato vita a un continuum di proteste; tensioni soltanto parzialmente smorzate due settimane fa dalla notizia dell’avvenuto accredito della tredicesima e degli stipendi di dicembre. Se le voci provenienti da Palazzo d’Orleans dovessero essere confermate, con la Finanziaria bis al Bellini andranno soltanto 11,8 dei 14,8 milioni di euro stabiliti a gennaio. Un’ipotesi questa che certamente contrasta con quanto auspicato dai segretari di Cgil e Slc, Angelo Villari e Davide Foti, i quali hanno recentemente ribadito la necessità di mettere il teatro “nelle condizioni di ripartire”, cessando “la lunga agonia” causata dalla Il Teatro Bellini di Catania lentezza della burocrazia e dalle mosse di una “classe politica impreparata”. Sul destino del Teatro Bellini, il deputato acese di Nicola D’Agostino dichiara: «Attendo che le carte arrivino in aula, probabilmente già la prossima settimana. Quel che è sicuro - ha aggiunto l’onorevole dell’Udc - è che lotterò per garantire la sopravvivenza di teatri come il Bellini, che dipendono esclusivamente dai fondi regionali». Per quanto riguarda, invece, il Teatro Stabile - che beneficia di una sovvenzione di 250mila euro da parte del Comune di Catania - l’attesa per ciò che verrà proposto dalla giunta Crocetta non è minore. Il direttore artistico Giuseppe Dipasquale, che la scorsa estate in occasione della presentazione della stagione teatrale 2013/14 aveva dichiarato che «i tagli alla cultura sono un segnale che non incoraggia la crescita sociale», nelle prossime settimane potrebbe trovarsi costretto a rivedere a fondo i piani per il prossimo anno. A tal proposito, in occasione della recente visita a Catania del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, i lavoratori del Teatro Stabile hanno scritto una lettera al capo dello stato in cui si ricordava come il teatro etneo avesse subito già nel 2011 “una grave discriminazione in sede regionale”: quell’anno – si legge nel documento – mentre gli altri teatri subirono tagli che andavano dall’11 al 20%, le risorse dello Stabile furono diminuite del 34%. centonove pagina 7 Tutti i “nodi caldi” PIANTA ORGANICA E TABELLE DI EQUIPARAZIONE PER SALVARSI Ma quali sono i nodi caldi e le possibili soluzioni per il Teatro di Messina. Eccoli, pulto per punto. G PIANTA ORGANICA. I dipendenti in forza al Vittorio Emanuele, infatti, sono 63: 5 macchinisti, 3 elettricisti, 1 fonico, 5 manutentori, 2 addetti di sala, 2 magazzinieri e 5 portieri (con compiti anche di biglietteria). E gli altri quaranta? Sono tutti amministrativi. Gli assunti dal Teatro, complici i tagli economici (che ovviamente colpiscono le spese non comprimibili, ovvero quelle destinate alla programmazione), assorbono i quattro quinti del budget. G LE TABELLE DI EQUIPARAZIONE. Si tratta dellʼallineamento dei dipendenti ai loro colleghi che lavorano nel pubblico. E le risultanze che sono venute fuori non sono incoraggianti. Se infatti, a livello di stipendio, cʼè attualemente una parità, lo stesso non si può dire per la qualifica. Ovvero, cambiando datore di lavoro, alcuni assunti del Teatro “rischierebbero” un inquadramento con un trattamento economico inferiore. Il che, accoppiato a un trasferimento del luogo di lavoro, rende impossibile uno spostamento “volontario”. Ed è a questo punto che si torna alla pianta organica, la cui approvazione risulta più che complessa. A “decidere” dovrebbero essere il consiglio e la Regione, ma mai e poi mai la politica sarebbe pronta a rendersi impopolare sia con gli interni. G IL CASO ORCHESTRALI. Quella dei professori che da decenni compongono l’orchestra non stabilizzata del Vittorio Emanuele è una vicenda che corre parallela a quella del Teatro. Le speranze di poter suonare definitivamente per un datore di lavoro come l’Ente Teatro sono da anni oggetto di speculazioni o di disegni di legge “imperfetti”. G SOLUZIONE CON TABELLE. Qualora dovesse essere insediato il consiglio e approvate le tabelle di equiparazione, persistendo il taglio il Teatro potrebbe solo chiedere la mobilità per i dipendenti in eccedenza, mettendo anche mano a una pianta organica ridotta e compatibile con le entrate da parte della Regione. G SOLUZIONE SENZA TABELLE. Se il consiglio di amministrazione si dovesse trovare impossibilitato a chiedere la mobilità, stante la mancata approvazione delle tabelle di equiparazione, una strada da seguire potrebbe essere la “classica siciliana”: prevedere maggiori entrate per avviare la programmazione e poi, a fine anno, come fanno altri enti omologhi, “piangere minestra” dicendo che non ci sono i soldi per pagare gli stipendi. 14 Marzo 2014 politica MESSINA. Partito paralizzato per l’assegnazione delle poltrone di vertice. Slitta l’assemblea provinciale Pd, scontro sulla presidenza Al mancato ripristino dell’equilibrio delle quote dei delegati, si aggiunge il braccio di ferro su Antonio Saitta, che incontra il veto di Genovese. A meno che non si aprano le porte a Calabrò segretario. Ma renziani e civatiani... DI DANIELE DE JOANNON Il caos sotto il cielo è sempre più grande in casa democratica messinese. L'Assemblea provinciale, convocata con largo anticipo dal segretario Basilio Ridolfo per sabato 8, è saltata proprio a ridosso della sua celebrazione, la sera del giorno prima, perché le trattative tra i deputati regionali Pippo Laccoto e Filippo Panarello con Francantonio Genovese non hanno trovato la quadra sulla vicenda del cosiddetto “riequilibrio” dei componenti dell'Assemblea provinciale e delle nomine di vertice da fare, tra presidenza del partito e segreteria cittadina. Il rinvio si riverbera a livello regionale, visto che l'Assemblea siciliana del Pd ha subito uno slittamento al 23, salvo altre in riva allo Stretto. CHI VUOLE COSA. Le trattative in seno al Pd messinese sono state frenetiche e serrate. Basilio Ridolfo avrebbe dovuto procedere con riequilibrio dei componenti aggiuntivi che la componente di Francantonio Genovese ha strappato in occasione dei congressi di circolo di ottobre scorso. Questo “di più” porta infatti Genovese al 65% dei delegati, venendo meno l'accordo unitario che prevedeva una suddivisione "fifty-fifty" dell'assemblea provinciale, con - appunto - Ridolfo in posizione di segretario equidistante e super partes. Pippo Laccoto e Filippo Panarello hanno chiesto fin da ottobre al segretario di eseguire il “riequilibrio” per ristabilire le condizioni di normalità in seno all'assemblea, ma Ridolfo, nonostante vari tentativi, non Basilio Ridolfo Felice Calabrò Antonio Saitta è finora riuscito a venire a capo alle resistenze di Genovese. PRESIDENZE E SEGRETERIE. L'ultima trattativa, avvenuta proprio il giorno prima della convocazione dell'assemblea, ha visto i deputati regionali Laccoto e Panarello pressare su Ridolfo e - suo tramite - su Genovese per ottenere il riequilibrio dei delegati. In ballo, però, è stata posta anche la questione della carica di presidente dell'assemblea (che per Statuto coincide con la carica di presidente provinciale del partito), per la quale Panarello avrebbe richiesto con forza il “via libera” a favore di Antonio Saitta, escluso eccellente nei mesi scorsi per la corsa alla segreteria regionale. Laccoto avrebbe dato il suo consenso di massima, ma Saitta si è scontrato sul muro eretto da Genovese, il quale non intende consentire un simile passaggio senza far pagare dazio alle correnti minoritarie. MERCE DI SCAMBIO. In questo quadro, il leader messinese del Pd avrebbe richiesto in cambio di Saitta presidente del partito un via libera a Felice Calabrò segretario cittadino di Messina al prossimo congresso che dovrà celebrarsi in riva allo Stretto. Un accordo di questa natura, tuttavia, andrebbe contro le intese stabilite nello scorso mese di ottobre per la nomina di Ridolfo a segretario. Infatti, a quel tempo venne inteso, anche senza un accordo formale, che la segreteria cittadina avrebbe dovuto costituire uno spazio di manovra politica delle correnti minoritarie del Pd. RIVOLTE DELLA BASE. Come prevedibile, con un quadro così ampiamente stravolto, che dalla composizione dell'assemblea si è spostato - solo nelle trattative tra i deputati - alla presidenza del partito e alla segreteria cittadina, senza che i riferimenti sul territorio e i gruppi di minoranza venissero coinvolti, la rivolta è esplosa in maniera deflagrante. Prima i civatiani, che per bocca del responsabile regionale dell'area, Piero David, sconfessano l'accordicchio Laccoto-Panarello-Genovese: «Ridolfo si deve dimettere, è venuto meno al suo ruolo di garante distante tra le parti e le correnti». E contestualmente i “renziani storici”, capeggiati da Alessandro Russo e Francesco Palano Quero, i quali, in una conferenza stampa convocata proprio il giorno previsto per l'assemblea saltata, hanno sparato ad alzo zero: «Ridolfo ha perso la capacità di essere imparziale, non riuscendo a imporre a Genovese, da oltre quattro mesi dal suo insediamento, il “riequilibrio”, che pure era dovuto con una stretta di mano tra gentiluomini. Il partito messinese non ha capacità di essere “normale”, chiederemo a Fausto Raciti di commissariarlo. Infine, deve essere chiaro che i deputati regionali trattano per le loro aree, ma che se credono di poter imporre nomi e pratiche da vecchia politica, tutti giocati nelle stanze a luce soffusa, come è avvenuto in queste ore, troveranno in noi una fiera resistenza. Che quel che è accaduto non si ripeta mai più: questo non è il partito degli eletti, e tutte le aree hanno eguale dignità». Chiamato in causa, Panarello replica: «La questione è complessa. Io punto a ripristinare l’equilibrio. I renziani siano più avveduti nei giudizi, non possono sempre incolpare i giornalisti di aver travisato ciò che dicono». BYE BYE PROVINCIA La rivolta dei consiglieri IN VENTUNO IMPUGNANO LA LEGGE CON LA QUALE L’ARS CANCELLA GLI ENTI. «PALESI VIZI DI INCOSTITUZIONALITÀ» Roberto Cerreti MESSINA. Ventuno ex consiglieri provinciali impugnano la riforma delle province. A capeggiare la “rivolta” il Movimento Liberi Insieme, coordinato da Roberto Cerreti. Il movimento ha raccolto l’istanza di 21 ex Consiglieri Provinciali delle diverse province siciliane, che hanno dato mandato all'avvocato Antonio Catalioto di procedere col ricorso gerarchico al Commissario dello Stato Carmelo Aronica, per denunziare «palesi vizi di incostituzionalità nella norma istituenda i liberi consorzi di comuni in Sicilia». «La dignità di un ruolo istituzionale espletato nell'interesse reale dei centonove pagina 8 cittadini e su espressa volontà popolare - scrive Cerreti - non merita lo squallido epilogo di una norma approvata dall'Ars che, al di là delle palesi contraddizioni sia in termini di costituzionalità che legittimità, mantiene in vita commissariate sine die le Province Regionali e realizza nuovi liberi consorzi dei comuni, dove i sindaci eleggeranno e nomineranno se stessi nei diversi ruoli previsti nei liberi consorzi, con palesi conflitti tra poteri e con l'unico obbiettivo raggiunto, sottraendo il diritto all'elettorato attivo e passivo ai siciliani, di aver sancito la creazione della "Super Casta dei Sindaci". La Sicilia meritava una riforma degli Enti Provinciali conclude - ma quanto approvato nel "Mercato della pochezza" svolto all'Assemblea regionale Siciliana, segna solo il passo con un periodo storico inqualificabile per l'intera nazione, dove il cittadino ed i suoi diritti non sono più al centro della gestione della Cosa Pubblica, ma elemento collaterale da emarginare e limitare». (GIA.C.) 14 Marzo 2014 politica APPUNTAMENTI Nuova sede per Sel A TAGLIARE IL NASTRO, IL DEPUTATO NAZIONALE ERASMO PALAZZOTTO Sel di Messina scende in campo per le Europee e si rimette in gioco sul territorio. Oggi (venerdì 14 marzo, ndr), dalle 19 e 30, la Federazione di Sinistra Ecologia Libertà di Messina inaugurerà la nuova sede in Via Monsignore Bruno numero 12, angolo Via Calamech, nei pressi del Palacultura. A tagliare il nastro sarà il deputato alla Camera dei Deputati Erasmo Palazzotto. Alle prossime elezioni europee, a scendere in campo per Sinistra Ecologia e Libertà nella circoscrizione Isole, a sostegno di Tsipras, saranno: Barbara Spinelli, Elena Ledda, Mario Cicero, Valeria Grasso, Antonella Leto, Simona Lobina, Antonio Mazzeo e Olga Nassis. Rosario Crocetta MESSINA. L’intento è quello di spostare l’asse del governo regionale con l’apporto del Ncd di Alfano E Crocetta guarda a Destra I deputati Germanà, Picciolo e Cardinale sono andati in missione a Roma per discutere con il leader. L’idea è quella di non chiedere assessorati ma maggiore agibilità nei dipartimenti. Ma anche i Renziani... Sel Messina per Tsipras Spostare l’asse del governo regionale guidato da Rosario Crocetta verso il centrodestra e creare una cintura di sicurezza attorno al presidente. È la missione alla quale ieri (giovedì 11, ndr) hanno partecipato Giuseppe Picciolo, Salvatore Cardinale e Nino Germanà, che sono andati in missione a Roma a trovare il leader del Nuovo Centro Destra, Angelino Alfano. L’incontro, riservato, non è la prima volta che per Beppe Piccolo si svolge. La materia del contendere è il rapporto con il governatore. Dall’incontro, secondo indiscrezioni non confermate, nuovo gruppo di sostegno all’azione di Rosario Crocetta. Il nome? Dovrebbe essere “I Popolari e Riformisti per Renzi”. Un assestamento facilitato dallo stesso Crocetta che così si vuole smarcare dal pressing ritenuto eccessivo dell’ex ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia e da quello dell’ex segretario dei Ds, Giuseppe Lupo, con il quale più volte il governatore è entrato in contrasto. Secondo questa nuove visione, “i cespugli” sarebbero pronti a entrare in azione ogni qual volta si scatena un agguato al governatore. (R.C.) Giuseppe Picciolo sarebbe stato stilato un percorso politico secondo il quale, più che la rivendicazione diretta di assessorati e presenze in giunta, tutto l’Intergruppo che ormai contra una ventina di deputati che vanno da Articolo 4 al Megafono e che presto potrebbe ingrossarsi con l’arrivo del deputato Milazzo che ha abbandonato Forza Italia per entrare al momento al gruppo misto, rivendicarebbe una maggiore presenza e agilità all’interno degli assessorati. Una idea, meno visibile della politica, approvata anche da Davide Faraone, leader dei Renziani in Sicilia. In questa prospettiva potrebbe anche nascere un L’ANALISI Occhio alle Europee PER CITTADINANZA ATTIVA IL MECCANISMO VIGENTE FINIRÀ PER PENALIZZARE IL COLLEGIO SICILIANO Il meccanismo di elezione per le europee? Penalizza la Sicilia. A sostenerlo è Cittadinanzattiva Messina. “Prima delle ultime elezioni il Parlamento ha introdotto lo sbarramento del 4%, concordato tra maggioranza ed opposizione. In tale occasione Cittadinanzattiva di Messina ha chiesto ai deputati e senatori siciliani e sardi di intervenire per modificare il metodo previsto per l’attribuzione dei resti che, avvenendo a livello nazionale, di fatto premia i collegi più popolosi e dove anche in termini percentuali i votanti, per tradizione, sono di più. Tale metodo determina l’assurdo: gli elettori della Sicilia e della Sardegna finiscono con il pesare il 60% rispetto agli elettori delle altre Circoscrizioni. E questo anche in considerazione che il numero complessivo degli europarlamentari assegnati all’Italia, dopo l’ingresso nell’U.E. dei nuovi stati, era, allora, di 72 rispetto ai precedenti 78. CittadinanzAttiva - scrive in una nota Angela Rizzo - è stata facile profeta! Questi i seggi complessivi assegnati alle circoscrizioni in base ai dati elettorali delle ultime europee : I. Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia): 19 seggi spettanti, poi 21 realmente assegnati; II. Italia nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, EmiliaRomagna): 13 seggi spettanti, poi 15 realmente assegnati; III. Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio): 14 seggi spettanti, poi 15 realmente assegnati; centonove pagina 9 IV. Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria): 18 seggi spettanti, poi 15 realmente assegnati; V. Italia insulare (Sicilia Sardegna): 8 seggi spettanti, poi 6 realmente assegnati. Infatti il territorio italiano è suddiviso in cinque circoscrizioni ai soli fini delle candidature, essendo il riparto dei seggi effettuato nel collegio unico nazionale. In pratica, una circoscrizione più è grande e più vota, più ottiene rappresentanti. Dopo il trattato di Lisbona l’Italia avrà 73 europarlamentari, invece di 72, così suddivisi per circoscrizione: I. Italia nordoccidentale: 20 seggi; II. Italia nord-orientale: 14 seggi; III. Italia centrale: 14; IV. Italia meridionale : 17;V. Italia insulare (Sicilia - Sardegna): 8 seggi. Il problema è facilmente risolvibile. E’ sufficiente, infatti, prevedere che l’assegnazione dei resti avvenga a livello circoscrizionale”. 14 Marzo 2014 politica PUNTINI SULLE I INCARICHI LEGALI ALLA PROVINCIA, LE PRECISAZIONI DEL DIRIGENTE Nina Lo Presti e Gino Sturniolo PALAZZO ZANCA. Frattura tra giunta e movimento Cambiamo Messina dal basso. Ecco perchè C’eravamo tanto amati Differenza di vedute tra azione amministrativa e premesse elettorali, e sulla graticola finiscono gli assessori “tecnici”. Ecco cosa succede dentro l’universo che ha portato Renato Accorinti alla vittoria MESSINA. Ironicamente, è proprio quando l’amministrazione guidata da Renato Accorinti sta iniziando ad ingranare, e a mettere sul tavolo i provvedimenti che in campagna elettorale hanno costituito il programma di Cambiamo Messina dal basso, che la distanza tra movimento e amministratori sta raggiungendo il punto di rottura. Che le diverse anime del variegatissimo universo che ha portato Accorinti a sedere sulla poltrona di sindaco di Messina fossero difficilmente compatibili era chiaro sin dall’inizio, che a nemmeno un anno dall’elezione i conflitti portassero a “guardarsi in cagnesco” assessori con militanti e consiglieri con movimentisti, invece, non era così scontato. Parte di Cambiamo Messina dal basso non si sente pienamente in sintonia, eufemisticamente, con parte della giunta: la parte più tecnica, quella che non viene da precedenti esperienze politiche, la maggior parte delle quali orientate a sinistra, dalla moderata alla più radicale. E cioè Guido Signorino, assessore che in otto mesi si è sobbarcato sulle spalle la responsabilità di non far dichiarare dissesto al Comune, o Gaetano Cacciola, (ad oggi il fuoriclasse della giunta con delega alla Mobilità ed all’energia) al quale è stato imputato il fatto di agire troppo “in solitaria” e che è stato velatamente accostato al deputato Enzo Garofalo (Ncd). Sul “banco degli imputati” anche il terzo dei tecnici, Sergio De Cola, assessore al Territorio, accusato di poca attenzione (e scarsa condivisione) in alcune nomine mal digerite dal movimento. Mal di pancia che sono iniziati qualche tempo fa, e che sono culminati, nel corso di un’assemblea, in un’accesa discussione in cui è stato stigmatizzato l’avvicinamento di Cambiamo Messina dal basso ad altri partiti politici, Udc in primis. Che i rapporti non siano esattamente fraterni, lo testimonia anche un episodio che ha visto protagonista l’assessore al Commercio Patrizia Panarello, che ha lamentato forti pressioni da parte di commercianti perchè si riaprisse il transito in piazza cairoli durante i giorni feriali. L’assessore avrebbe voluto rispondere con una contromanifestazione in occasione della serrata che gli iscritti a Confcommercio terranno venerdi 14 marzo, ma si è trovata davanti ad un’indifferenza istituzionale non esattamente incoraggiante. (A.C.) Con riferimento all’articolo pubblicato su Centonove il 7 marzo, si precisa che la determinazione 59 del dicembre 2013 riguarda la copertura finanziaria tanto di debiti fuori bilancio che di parcelle pregresse di avvocati per un ammontare complessivo di euro 8 milioni 594 mila circa. Per quanto riguarda il nutrito elenco di avvocati di cui alla determinazione, questa Dirigenza fa presente che i legali di fiducia dell’Ente sono sempre stati scelti intuitu personae dai Presidenti dell’Ente. Soltanto nel luglio del 2013, su iniziativa del commissario Filippo Romano, si è formato un elenco di avvocati di fiducia dell’Ente, da cui si attinge per il conferimento dei nuovi incarichi. Va ricordato anche che sotto la presidenza Ricevuto è stata approvata la delibera di G.P. n. 51/2013, con la quale sono stati fissati importi predeterminati da impegnare per ciascun giudizio, avendo riguardo al valore della controversia ed al giudice adito. La necessità di un provvedimento come la deliberazione 51 è stata determinata dall’insufficienza del capitolo di bilancio a ciò dedicato. Insufficienza frattanto aggravatasi, tant’è che con deliberazione n.3/2014 la S.S. con i poteri della giunta ha ulteriormente ridotto gli importi da impegnare e corrispondere ai legali. Poiché dall’ avvento della deliberazione n. 51 si è potuto impegnare l’intero importo determinato secondo i parametri dalla stessa previsti per ogni singola causa, è stato possibile procedere al pagamento senza ritardo dei legali che abbiano chiesto la liquidazione delle loro spettanze in riferimento ad incarichi del tutto provvisti di copertura finanziaria. Proprio così si spiega il “pagamento veloce” all’avvocato cui la giornalista fa espresso riferimento, ma anche ad altri legali. Al contrario, il mancato pagamento dei legali indicati nella determinazione n.59/2013 è stato causato intanto dalla insufficienza dell’impegno di spesa nella singole deliberazioni di incarico, ma anche dalla cronica ristrettezza degli stanziamenti dell’ufficio legale perdurante da anni. Annamaria Tripodo (dirigente della Provincia) DIBATTITI INTERNI Litigiosi alla meta I QUATTRO CONSIGLIERI DIVISI DA UNA DELIBERA. E DA DIFFERENTI VISIONI DELL’ESPERIENZA POLITICA Se in giunta si piange, in consiglio comunale non c’è moltissimo di cui ridere. Perchè nemmeno tra i quattro consiglieri di Cambiamo Messina dal basso l’armonia regna sovrana. Se già in passato c’erano già stati scambi al vetriolo via email tra le due consigliere Nina Lo Presti e Lucy Fenech, è stata la delibera di quest’ultima sul gettone di presenza che ha fatto esplodere tutte le contraddizioni in senso al gruppo. Alla proposta di corresponsione del gettone legata all’effettiva presenza in aula, Nina Lo Presti ha risposto votando (in difformità al gruppo) un emendamento centonove pagina 10 proposto da Nicola Cucinotta del Pd che di fatto toglieva significato alla delibera, mentre Gino Sturniolo sottoscriveva un subemendamento proposto da Nora Scuderi del Megafono. Tanto che, qualche giorno dopo, voci di corridoio davano per certa la sfiducia al capogruppo Fenech, dei quattro di Cmdb la meno politicizzata (la sua candidatura nasce all’interno del volontariato cattolico e dalla vicinanza personale ad Accorinti, gli altri tre nell’ambito di esperienze di sinistra radicale). Ipotesi poi smentita da Ivana Risitano, ma ancora “sub judice”. In “pole” c’è Gino Sturniolo, che da parte sua capisce la necessità, specie nelle discussioni “minori”, di adottare la tecnica della carota più che trincerarsi dietro il bastone a tutti i costi. Questo perchè, a cominciare dall’isola pedonale, tutti i provvedimenti che caratterizzeranno l’azione politica dell’amministrazione, dovranno necessariamente passare dall’aula. Dove saranno attesi al varco da un agguerrito Pd. 14 Marzo 2014 politica Tir sul viale Boccetta a Messina AL TAR. L’ordinanza “anti tir” resiste alla richiesta di sospensiva. Ma i giochi sono aperti Il pericolo viene dal Lazio L’Aias, associazione degli autotrasportatori, gioca su una sentenza che individua una falla nell’istituzione dell’Ecopass. E su quella fa leva per “demolire” la decisione dell’amministrazione MESSINA. Due a zero per il comune di Messina. Fosse una partita di calcio, palazzo Zanca avrebbe dominato il primo tempo e forte del vantaggio scenderebbe in campo per la ripresa con ottime speranze di vittoria. Purtroppo, il campo da gioco non è rettangolare e di erba ma ha le sembianze sono i tribunali amministrativi di Catania e del Lazio, gli avversari sono cinque, e in gioco c’è l’ordinanza che impedisce ai Tir il transito in città. Che sarà pure ignorata e “derogata” a più non posso, ma quella è, e al momento resta in vigore. Contro la sospensiva richiesta da Caronte/Tourist prima e Rfi dopo (con ricorsi perfettamente sovrapponibili), si è pronunciato il Tar etneo: non esistono motivi per sospendere il provvedimento per mancanza di “sufficienti elementi di fondatezza” in attesa che si giunga alla discussione sul merito. Due a zero, e palla al centro. E i guai arrivano adesso. IL PERICOLO TARGATO LAZIO. Gli altri ricorsi sono stati proposti dalla coop Baglieri (che non prevede sospensiva e quindi non è stato ancora trattato), e due a Roma con Aias Service consorzio e Aias, che saranno discussi a fine marzo. I più spinosi. Perchè quelli di fronte al tar del Lazio sono “giudizi di ottemperanza”, fatti cioè sulla base di una sentenza passata in giudicato i cui effetti vengano intercettati da successivi provvedimenti messi in campo dall’amministrazione (l’ordinanza antitir), che secondo i ricorrenti tenterebbero di eludere il comando dato dalla sentenza. Quale? Si tratta di una pronuncia del 2010, all’epoca della sperimentazione dell’Ecopass, ed è esecutiva ma non ancora passata in giudicato, dato che c’è un appello pendente davanti al Consiglio di stato. La sentenza alla quale si appigliano i ricorrenti, in sostanza accoglie alcune carenze istruttorie del provveimento di allora. Oggi l’Aias sta tentando di agganciare a quella sentenza i nuovi provvedimenti dipingendoli come elusivi o violativi della stessa sentenza. E non solo. SOSPENSIVA ANCHE NOI. In via subordinata anche Aias Service consorzio e Aias hanno proposto l’azione di annullamento degli effetti immediati dell’ordinanza, analogamente a quanto presentato (e rigettato) a Catania. In prima battuta, quindi, i due ricorrenti chiedono l’inefficacia o la nullità di atti che vengono meno rispetto al giudicato. A preoccupare il legale incaricato dall’amministrazione di difendere il provvedimento, Arturo Merlo, è proprio il ricorso pendente davanti al Tar del Lazio. Ma anche per quello di Caronte/Tourist e Rfi i giochi non sono ancora chiusi. Affatto. LE RAGIONI DI UN RIGETTO. Perchè se in una prima fase cautelare il Tar ha ritenuto non ci fossero elementi per la sospensiva, dall’ordinanza si capisce che il convincimento che ha portato al rigetto nasce non dalla mancanza di un danno ma dalla consistenza dei motivi del ricorso, cosa che, durante la discussione ed il giudizio di merito, potrebbe ribaltare a sfavore di palazzo Zanca (e di Messina) il risultato della decisione sulla sospensiva. MERLO SPERA. “Caronte e Tourist lo hanno come limite della concessione”, ha spiegato Arturo Merlo. “L’Autorità portuale concede la possibilità di imbarco e sbarco dei veicoli al di sotto delle tre tonnellate e mezzo, quindi il Comune non ha fatto altro che rafforzare attraverso il divieto il rispetto dei termini della concessione. D’altra parte - continua il legale - la funzione dell’approdo di Tremestieri è quella di opera strutturale per superare il momento dell’emergenza, con una spesa complessiva di 120 milioni di euro tra primo e secondo invaso. Non è una spesa che serve per “aumentare” la possibilità di scelta verso l’approdo più favorevole”. (A.C.) INDISCRETO L’Antitrust ficca il naso ISTRUTTORIA SULL’IPOTESI DI “CARTELLO” NELLO STRETTO AUTORITÀ PORTUALE E COMUNE VANNO IN AUDIZIONE La bomba l’ha sganciata con assoluta calma, senza clamore, il presidente dell’Autorità portuale Antonino De Simone: per tre volte, nell’anno e mezzo nel corso del quale il capitano di vascello napoletano siede nella poltrona più alta dell’ente di via Vittorio Emanuele, l’Authority è stata convocata dal garante per la concorrenza. Per discutere della concessione delle banchine del porto a Rfi, rilasciata nel 2004, rinnovata nel dicembre del 2012 e con validità fino al 2022 per un’area di 56mila metri quadrati. Secondo De Simone, Rfi, “una volta avute in concessione le aree come soggetto pubblico, le va poi a gestire come soggetto privato”. Secondo l’istruttoria dell’Antitrust del 26 giugno 2013 (provvedimento ancora aperto, a scadenza ottobre 2014, che riguarda il “cartello” che le società che operano nel traghettamento nello Stretto avrebbero creato eliminando la concorrenza), “tutti gli approdi del porto destinati al trasporto dello Stretto sono occupati da Rfi, con la sola eccezione della banchina galleggiante Metromare, consorziata con Rfi, e del punto d’imbarco dei traghetti di Meridiano, Antonino De Simone centonove pagina 11 attivi solo il sabato”. Così come nello Stretto, in tutta Italia Rfi è una società di diritto privato che opera in regime di concessione pubblica. Il suo presidente (e già consigliere d’amministrazione dal 2007), dal 2010, è Dario Lo Bosco, già alla presidenza dell’Autorità portuale messinese immediatamente prima di De Simone. Nel frattempo, però, l’Antitrust ha bussato anche alle porte di palazzo Zanca, sempre nell’ambito dell’istruttoria sul “cartello” nello Stretto di Messina da parte delle sette società di traghettamento che vi operano: Caronte&Tourist, Rfi, Blueferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello Stretto. Le cui condotte, secondo l’Antitrust, “sono suscettibili di configurare un’intesa restrittiva della concorrenza del mercato del trasporto marittimo”. La decisione, sull’ipotesi sollevata dal garante, è attesa ad ottobre (A.C.) 14 Marzo 2014 politica ROMETTA Quante donne per Cirino Il candidato del Pd schiera un team rosa. Ecco i nomi di Antonio Bonaccorso Carmelo Pino MILAZZO. Rischia di naufragare la mozione contro Carmelo Pino La farsa della Sfiducia Fallisce l’ennesimo tentativo per far cadere l’esecutivo. Nessun partito è pronto per affrontare gli elettori. Ecco chi non firmerà di Gianfranco Cusumano MILAZZO. La preoccupazione per un voto anticipato a giugno è durata il giro di poche ore. Difficilmente gli elettori di Milazzo saranno chiamati ad eleggere la nuova amministrazione comunale a giugno. La mozione di sfiducia ufficializzata in aula consiliare la settimana scorsa è quasi certo che non andrà in porto. A firmarla sono stati in sei: i consiglieri Giuseppe Marano, Damiano Maisano, Alessio Andaloro, Massimo Bagli, Francesco Alesci e Roberto Mellina. Per presentarla in aula e portarla in votazione ne servono altre sei. Per far decadere il primo cittadino bisogna arrivare a 20 voti favorevoli su 30. Una ipotesi che - in questo momento - è quasi impossibile. A non firmare saranno quasi certamente Filippo Cento, Francesco Messina, Antonio Isgrò, Massimo Materia, Nino Abramo, Giovanni Di Bella, Rosaria De Luca, Santi Saraò, Alessandro Busacca, Maurizio Foti, Enzo Salmeri. Al voto non vuole andare nessuno a maggio. I movimenti e i partiti non sono pronti. Senza considerare che visto gli scontri, le denunce, la decadenza e il reintegro del consiglio, agli occhi degli elettori le azioni politiche sia della giunta capeggiata dal sindaco Carmelo Pino che della sua opposizione sono in caduta libera in egual misura. A non firmare la mozione, a sorpresa, è stato anche il gruppo del Pd che potrebbe giocare la carta dell’avvocato Giovanni Formica. Con questa amministrazione continua a non volere avere nulla a che fare (infatti chiederà le dimissioni agli assessori Stefania Scolaro e Salvatore Gitto, tesserati con il partito Democratico) ma i consiglieri del Pd non vogliono nemmeno firmare perchè sono certi che in questo momento la matematica bocciatura della sfiducia rafforzerebbe Pino. La mozione potrebbe, invece, concretizzarsi a fine anno, proprio con l’avvicinarsi della scadenza natura del mandato fissato nel giugno 2015. L’obiettivo? Impedire al sindaco di guidare la campagna elettorale dal primo piano di Palazzo delle Aquile. ROMETTA. Il più attivo di tutti dal punto di vista “comunicativo” si sta dimostrando Antonino Cirino, il 47enne designato dalla sezione Pd “Cesare Terranova”, che fu già assessore all'istruzione durante il mandato di Enrico Etna, tra il 2004 ed il 2009. Su internet lo sfidante dell'uscente Roberto Abbadessa ha già ufficializzato diversi nomi della sua squadra con cui nei prossimi mesi si presenterà alle amministrative comunali e parecchie sono le presenze femminili. A sostegno del “sindaco” Cirino ci sono, infatti, Patrizia Vinci, Irene Aloi, Tania Mastronardo, Luisa Giacon, Lucia Giordano, il segretario della sezione Pd Giovanni Lombardo, il giovane Aurelio Allia ed il giornalista Gianfranco Pensavalli. «Le donne stanno avendo coraggio e responsabilità per spendersi per il nostro paese. Mi avete chiesto – commenta Cirino rivolgendosi ai cittadini - di portare in consiglio persone che non cambiano casacca, come hanno fatto alcuni nell'ultima tornata elettorale, artefici dell'immobilismo amministrativo». Una critica si è innescata sull'assenza di un candidato di Rometta Centro nella squadra politica. «Ho cercato di coinvolgere tanti amici – spiega Cirino purtroppo hanno detto tutti no». L'imprenditore Alessandro Previti, dopo aver caldeggiato l'ipotesi di presentare una lista a 5 Stelle, ha dovuto virare, visti i “paletti” del Movimento grillino, su una lista civica già ribattezzata “L’Alternativa per Rometta”. «Sarà un gruppo fatto da cittadini – spiega Previti - che credono che per cambiare il proprio paese PATTI Astensione, dubbi da Gigante DIATRIBA SULLE VOTAZIONI. GLI ENTI LOCALI DANNO RAGIONE AL CONSIGLIERE PATTI. L’astensione dei consiglieri continua a diventare oggetto di dibattito. Le diversità di vedute non sono solo tra i consiglieri ma anche tra il segretario generale Fabio Battista e la vice Marcella Gregorio. A fare chiarezza è stato l’assessorato regionale alle Autonomie Locali ma Battista non è ancora convinto. La diatriba è nata durante una votazione dell’agosto scorso. Da una parte Battista sosteneva che le astensioni equivalgono a voto contrario, mentre dall’altra il consigliere Nino Gigante, sosteneva il parere della vice segretaria, Marcella Gregorio, in quanto “i consiglieri che si astengono dal voto si computano nel numero necessario per rendere legale l’adunanza, ma non nel numero dei votanti”. L’Assessorato con un parere ha dato ragione alla tesi del vice segretario. Ma Battista non si dice convinto perchè “non tiene conto della difformità tra lo statuto comunale e il regolamento del consiglio». (P.A.) Nino Gigante centonove pagina 12 Tania Mastronardo bisogna rimboccarsi le maniche e bisogna riappropriarsi del proprio ruolo di cittadino e non di suddito asservito al clientelismo della vecchia politica». E lancia già obiettivi mirati su cui lavorare per la collettività più bisognosa del territorio, la mensa scolastica, un Banco alimentare e i cimiteri. «Invece di fare migliaia di volantini elettorali dei propri candidati, destineremo una somma per l’acquisto di beni o attrezzature a scopi sociali», annuncia Previti. Un primo incontro con i cittadini si avrà sabato, 15 marzo, alle 21, con una relazione dell'ingegnere Piero Argurio, sull'ottimizzazione energetica. Si attende, poi, di capire in che direzione andrà il gruppo capitanato dal commerciante Antonio Bisazza, che troverebbe riferimento nel deputato regionale Beppe Picciolo, ed il sodalizio RomettaVentiQuattordici” facente capo a Giuseppe Laface, esponente del “Megafono”. Infine, le altre mosse arrivano dal sodalizio associativo “Vivi Rometta” che ha dato recentemente mandato a Giuseppe Saija in qualità di presidente. Quest'ultimo fu vice di Abbadessa durante la sua prima Giunta ed in seguito “dimissionato” insieme a Pippo Messina, altro assessore espressione di questa associazione. La squadra di “Vivi Rometta” ha espresso la volontà di creare una gruppo alternativo all'amministrazione. Della compagine fanno parte anche il vicepresidente Franco Russo, il tesoriere Franco Fazio, l'ex presidente Rocco Lombardo, e i consiglieri Andrea Cordaro, Fortunato Marcianò, Paolo Saija ed Andrea Venuto. sicilia MESSINA. L’inchiesta che fa tremare la città deborda anche sul fronte contabile Formazione, iniziò tutto così La Corte dei Conti chiede 47 milioni di euro per i corsi finanziati ad Ancol, Aram e Lumen. E’ solo l’ultimo capitolo di una indagine nata dalla denuncia dell’avvocato Bozzo. Destinata ad allargarsi In principio fu una denuncia, sottovalutata dai più, a firma dell’avvocato Nicola Bozzo, già segretario provinciale del Ds. Nell’esposto inviato al procuratore capo Guido Lo Forte si rilevavano strani movimenti societari attorno al mondo della formazione professionale: affitti di rami di imprese, cessioni di sigle storiche e passaggi di proprietà da sigle sindacali a gruppi privati. In tutta la Sicilia. Tutte cose strane, ad avviso del legale che è stato anche consulente del sindaco di Napoli Antonio Bassolino, per un settore che non prevede ricavi di impresa. Si verificò un fatto strano allora: prima che la denuncia fosse formalizzata, sparì nel nulla il computer portatile di Bozzo, dalla casa dell’amico che lo ospitava, Giuseppe Grioli. Nessuno avrebbe scommesso qualche tempo fa che da questo piccolo giallo ancora irrisolto, un furto misterioso, si sarebbe via via scatenata la bufera che oggi investe tutta la formazione professionale regionale. E ha portato il procuratore Sebastiano Ardita, attraverso la polizia tributaria, a chiedere solo a Messina l’intervento conservativo della Corte dei Conti per importi che fanno paura: 47 milioni di euro, le somme erogate negli ultimi anni per i corsi professionali alla Lumen (tre milioni), all’Aram, (27 milioni), all’Ancol (16 milioni). La procura ha fatto di più: ha chiesto di nuovo gli arresti dei vari protagonisti dell’affaire formazione, da Elio Sauta a Melino Capone, ex assessori alla Istituzione sociale e ai Trasporti, e alle consorti di due importanti politici, Daniela D’Urso e Chiara Schirò, mogli di due ex sindaci di Messina, Giuseppe Buzzanca e Francantonio Genovese. Ma è proprio su Genovese che la Procura Il sito del biostabilizzatore di Pace (Messina) sembra giocare come il gatto con il topo: da mesi le investigazioni esplorano il mondo degli affari del deputato nazionale del Pd e non è escluso che a fine mese la Procura formalizzi la richiesta di autorizzazione a procedere al Parlamento. Una decisione che sconquasserà ancora di più il panorama politico regionale, nel quale Genovese gioca un ruolo non secondario: la corrente “Innovazioni”, che a lui fa capo, ha sostenuto apertamente la candidatura di Giuseppe Lupo alla segretaria, esprime un assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture, Nino Bartolotta, ma soprattutto ha fatto da sponda all’ex ministro Salvatore Cardinale, oggi presidente dei Drs, gruppo sostenitore del governatore Rosario Crocetta. Percorsi politici che si sono con i “corsi d’oro” ribaltati in corso d’opera. Crocetta non ha risparmiato critiche, anche laceranti, sugli affari della Formazione: sua la proposta di legge che esclude “i soci” dalle compartecipazioni su imprese in rapporti con la Regione, una misura che-è opinione diffusa- è stata studiata “ad personam” contro Franco Rinaldi, presidente dei deputati questori all’Ars e cognato di Genovese, da tutti considerato, insieme a Gianpiero D’Alia, il Grande Elettore dell’ex sindaco di Gela alla Regione. Ma ora le cose in via Federico Pipitone, dove ha sede l’assessorato diretto dalla giovane studentessa fuoricorso Nelli Scilabra, 29 anni, procedono in maniera diversa. I risultati della lunga commissione di indagine promossa dalla Regione sulla Formazione, presieduta dall’onorevole del Pd, Filippo Panarello, sono stati considerati poco più che “carta straccia”: parole prive di vera efficacia, senza nessun antidoto vero contro gli sprechi. Tanto che “l’introduzione del costo standard” proposto dal direttore generale 14 Marzo 2014 Ludovico Albert, legato da parentela al sindaco di Torino Piero Fassino, e fatto proprio dall’ex assessore Mario Centorrino, è stato considerato da Nelli Scilabra “un espediente per legalizzare la truffa”. “Una svista”, secondo l’economista Centorrino e il manager Albert, se è vero che “questa best practice”, come hanno scritto su una lettera al Sole 24 Ore è stata studiata sui modelli della Lombardia, dell’Emilia e del Friuli, diminuendoli in relazione al minor costo della vita in Sicilia”. Dallo studio il costo orario in Sicilia oscillava, come il pendolo impazzito di un orologio a cucù, da 78 a 241 euro all’ora, a seconda dell’ente che chiedeva i rimborsi. Con la riforma AlbertCentorrino, si è arrivati alla stima media di 135 euro l’ora. Costi complessivi, quella della Formazione professionale, che in dieci anni si attestano su quasi quattro miliardi di euro, quattromila miliardi di vecchie lire, che altro non hanno prodotto che un esercito di ottomila formatori sui quali oggi i sindacati chiedono gli scivoli e gli ammortizzatori sociali per la pensione. Scartata l’indagine Panarello, ora la Regione attraverso la dirigente Anna Rosa Corsello ha promosso una nuova ispezione su tutti i corsi: si vuole verificare se è stato violato il divieto di assunzione imposto a partire dal 31 dicembre 2008. I lavoratori del settore sono in fermento: su 1415 posti disponibili al Ciapi di Priolo, una sorte di holding del settore sotto il diretto controllo della Regione, ottocento non sono riusciti ad entrare, perché non in possesso della iscrizione all’albo dei formatori, tra questi lavoratori dell’Anfe, del Cefop, dell’Ancol e dell’Aram. Il presidente e l’assessore, intanto, plaudono ai risparmi realizzati attraverso le indagini: cento milioni. Soldi, assicura Scilabra, che saranno investiti nel “Pino Giovani”. Una sorta di Piano Marshall per l’occupazione che dovrebbe interessare in Sicilia 35mila tra i 18 e i 35 anni, per percorsi di auto impiego. Interessati all’intervento anche i giovani professionisti, come avvocati, ingegneri o giornalisti, reduci da praticantato: sono offerti bonus a fondo perduto per aprire studi professionali. MESSINA Efal, braccio di ferro con i dipendenti L’ENTE DI VIA PIETRO CASTELLI CONTESTA L’ASSENZA DAL POSTO DI LAVORO, MINACCIANDO PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI. LA RISPOSTA IN UNA LETTERA: 21 MESI DI STIPENDI ARRETRATI MESSINA. È guerra aperta tra Efal, l’ente di via Pietro Castelli promosso dal Movimento cristiano lavoratori, e i dipendenti. L’ente ha contestato ai dipendenti l’assenza sul posto di lavoro, minacciando provvedimenti disciplinari. Ma, riuniti in comitato spontaneo, i dipendenti hanno contestato le lagnanze dell’avvocato Enrico Favara, amministratore unico dell’ente, e scritto alla direzione dell’assessorato alla Formazione lamentando una serie di incongruenze: 21 mesi di stipendi arretrati, crediti ancora riscossi relativi agli anni 1998-2003; mancata copertura contributi a partire dal mese di agosto 2013, mancata informazione sullo stato di accreditamento alla Regione, mancata comunicazione sull’accreditamento della quota relativa all’anno 2013. Una serie di questioni aperte, sostengono i dipendenti in sciopero, per le quali “l’ente non può contestare l’assenza dal posto di lavoro”. Tra le altre cose, rilevano, per morosità, l’Enel ha staccato la luce. Più buio di così... centonove pagina 13 14 Marzo 2014 sicilia MESSINA. L’amministrazione cerca un “superconsulente” per il piano regolatore. Ma c’è chi dice no. O “ni” Prg, scopri l’intruso Centomila euro d’incarico per una figura di supporto, i professionisti messinesi sono dubbiosi. Trovato: “Abbiamo offerto supporto, non hanno voluto”. E Sciacca: “Se la politica non ficca il naso...” In alto, il viale Regina Elena degli anni ‘70. In basso, lo stesso panorama trent’anni dopo DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Nomina di altro profilo, che abbia esperienza in materia di programmazione urbanistica, non messinese e che possibilmente con Messina non abbia mai avuto a che fare. Il “supervisore” del prossimo piano regolatore, secondo l’amministrazione guidata da Renato Accorinti, dovrebbe avere queste caratteristiche, e per i suoi servizi sarà pagato entro i centomila euro. La soluzione del nodo gordiano, per molti. Non per tutti. CONSULENTE SI, MA... “Un “superesperto”? Non mi lascia tranquillo”. Giovanni Lazzari è presidente dell’ordine degli architetti di Messina, e da qualche giorno anche della consulta regionale. E l’ipotesi che a disegnare la Messina del futuro possa essere un consulente esterno non gli va esattamente a genio. “Qual è la sua funzione? domanda - di certo porterà una Santi Trovato visione asettica e non “compromessa” sul territorio, certo, ma un Prg non può prescindere dalla conoscenza della storia di quel territorio. L’ordine ha forti perplessità ma nessun preconcetto: speriamo che l’amministrazione ci dimostri di avere ragione. Con lui - continua - ci rapporteremo, e se dovessimo capire che non è utile non avremo remore nel denunciarlo. Piuttosto, quello che abbiamo in questo momento è un’esigenza di chiarezza e regole certe, per imprenditori, professionisti e lavoratori: e cioè che ci siano regole chiare che non cambino a seconda di chi le interpreta negli uffici. Questo prosegue - prescinde dal piano regolatore, che ha tempi di redazione, adozione e approvazione incompatibili con la crisi che ha travolto l’edilizia. Rispetto alla tempistica il comparto non può più attendere. Ci vogliono interventi urgenti e operare con regole certe”. NO...I INGEGNERI. “Noi siamo favorevoli a che venga dato incarico ai rappresentanti delle libere professioni, a patto che sia un bando regolare come previsto dalla legge”. Inizia in maniera “possibilista” Santi Trovato, presidente dell’ordine degli ingegneri di Messina. Ma dura poco. Perchè poi partono le bordate. “La nostra collaborazione all’amministrazione l’abbiamo data, dopodichè non entriamo nel merito di procedure che non sono di nostra competenza. Noi avevamo dato collaborazione e proposto un tavolo tecnico, non è stata accolta, pazienza, le procedure non sono fuori norma. A titolo volontario avevamo dato disponibilità a sederci attorno ad un tavolo, non hanno voluto, hanno scelto la strada del consulente esterno, va bene così”, lamenta Trovato, che un’altra zampata però la tira fuori: “Certamente non potremmo accettare che come requisito ci sia il fatto che non abbia mai operato a Messina, si dovrebbe dare privilegio alle professionalità PROPOSTE “Noi siamo per il ri.u.so” IL PRESIDENTE DEGLI ARCHITETTI GIOVANNI LAZZARI: “CONSUMO ZERO E INTERVENTI MIRATI”. ECCO QUALI. E DOVE MESSINA. “Noi ne parliamo da anni, professiamo il consumo zero come principio di battaglia anche a livello nazionale". Quando per la prima volta, a palazzo Zanca durante un corso di formazione per gli architetti messinesi (ordine del quale è presidente), Giovanni Lazzari ha reso pubblici questi concetti, da parte di qualche “senatore” della professione si è sollevata qualche battuta di scherno. “Forse qualche collega non ha capito che a questi concetti è legato il futuro della professione, ma mi creda, sono molto molto pochi”. Lazzari la liquida così, con due frasi, la questione. Poi, però, sente il bisogno di approfondire. “Si tratta di un nuovo approccio al mestiere di architetto: è assolutamente inimmaginabile aggredire ulteriormente porzioni del territorio che manifestano evidenti criticità da tutti i punti di vista: idrogeologico, ambientale, paesaggistico, e perchè no, anche identitario. Messina - spiega - è una città del primo mondo all’interno della quale ampie porzioni di terzo mondo. Ecco s’infiamma - sono i piani di risanamento i luoghi dove oggi è necessario concentrare l‘attenzione di tecnici e costruttori per Giovanni Lazzari garantire livelli qualitativi centonove pagina 14 che al momento non ci sono. Per questo noi parliamo di Ri.U.So, riqualificazione urbana sostenibile, e cioè far ripartire una parte dell’economia che trova nell’edilizia un volano allo sviluppo. Come? Con la partnership tra pubblico e privato, oggi assolutamente imprescindibile”. Che l’attuale linea dell’ordine degli architetti vada ben d’accordo con quella dell’amministrazione, è testimoniata dall’uso degli acronimi. Ri.u.so. per i primi, Pi.co (piano condiviso) per l’altra. “Non avremo mai atteggiamenti preconcetti nei confronti di alcuno - concorda Lazzari perchè vogliamo diventare sempre più interlocutori di enti. Chiaramente è un ruolo che non ci possiamo attribuire, ma ce lo possiamo ritagliare con la serietà ed il lavoro. Con Renato Accorinti abbiamo un approccio legato da questo principio, chiediamo un confronto e diamo un contributo di idee e fattivo”. (A.C.) sicilia locali; questo sarebbe fuori dalle norme regolamentari pubbliche e, nel caso, saremmo pronti a dare battaglia in tutte le sedi”. Dal punto di vista tecnico, il presidente degli ingegneri specifica: “Il progetto lo firma il responsabile dell’ufficio ed è controfirmato dagli incaricati del progetto. All’interno di queste qualifiche l’amministrazione sceglie consulenti su materie che non possono essere affrontate da chi non ha competenze adatte. Ovviamente il consulente non ha la responsabilità del progettista.” E’ sulle linee guida che torna la pace: “L’indirizzo va bene, “mettiamo in sicurezza il patrimonio edilizio prima di costruire altre case” sono cose che noi ingegneri diciamo da prima della mia presidenza. A questo proposito, suggerirei di prestare attenzione alle opportunità concesse dal piano casa, che mi sembra uno strumento nato proprio per i casi come quello di Messina”. E se Trovato usa la carota... FUORI DAL CORO. ...l’ingegnere capo del Genio civile Gaetano Sciacca non esita a togliersi qualche pietra dalla scarpa: “Sono contento che oggi tutti siano arrivati a conclusioni che io perseguo da anni, e cioè che non è più possibile costruire dovunque e a qualunque costo. Sono contento, anche se ci sono voluti anni”, dichiara sarcastico. Sul consulente, però, è possibilista. “Non so dare un giudizio così, a priori: se sono professionisti liberi, preparati e competenti ben vengano, se sono manovrati politicamente non va bene. Il rischio peggiore è che scelte sbagliate potrebbero portare indietro di vent’anni la città. Quello che è mancato fino ad oggi sono stati i piani particolareggiati e un’organicità d’intervento. Si è andati avanti con singole concessioni”. ZOOM. Cosa accadde quando a redigere lo strumento urbanistico fu chiamato un “esterno” E l’esperto fa cilecca DIECI ANNI DI STUDI, UNA BOCCIATURA, POI IL COMMISSARIO: IL FLOP DI LEONARDO URBANI. E DEI PROGETTI CHE SEGUIRONO. E OGGI... MESSINA. Perchè un consulente? Perchè “è intenzione dell’Amministrazione supportare le attività dell’Ufficio “piano” mediante figure professionali atte a fornire adeguati contributi tecnico-scientifici per una migliore ed efficace redazione del nuovo piano regolatore nel rispetto della tempistica prevista”. Per farlo, il “superconsulente” dovrò avere esperienza di “pianificazione urbanistica maturata nell’ambito di piani di città di dimensione media o grande, piani particolareggiati, rigenerazione urbana, perequazione urbanistica e gruppi di lavoro multidisciplinari”. Per tutto questo, il compenso ricevuto non supererà i centomila euro. E’ già un’indicazione molto specifica, perchè per “la firma, cioè la redazione materiale di un piano regolatore per una città delle dimensioni e dalla densità abitativa come Messina, centomila euro non basterebbero. E, chiaramente, il consulente non ha la responsabilità che ricade in capo al progettista. Il piano, quindi, non sarà firmato dal consulente, bensì dal coordinatore dell’uffico Raffaele Cucinotta, o, come avvenuto nel 2002, anno in cui entrò in vigore il piano tuttora vigente, dal dirigente del dipartimento Urbanistica (oggi Vincenzo Schiera, allora Manlio Minutoli). Il precedente di “redattore esterno”, in effetti, non induce all’ottimismo. Grida ancora vendetta il famigerato piano “Urbani”, benedetto in consiglio comunale dopo una nottata di discussioni in commissione il 5 marzo del 1990 (sindaco era all’epoca Mario Bonsignore), e poi praticamente disintegrato ad ottobre del 1993 dalla Regione, con motivazioni che andavano dalla carenza di indagini idrogeologiche adeguate fino all’eccessivo ed ingiustificabile “sovradimensionamento, soprattutto in materia di edilizia privata, che va a soffocare una realtà già congestionata, come scrisse l’allora assessore regionale al territorio Giovanni Burtone, immediatamente prima della nomina di un commissario ad acta, Giuseppe Giacalone. In quel frangente, fu Leonardo Urbani, urbanista di chiara fama, a firmare dopo dieci anni di studi (l’incarico risaliva al 1983) il piano da lui definito ad “arpa”, in qualità di capo di un gruppo di redazione dello strumento urbanistico che comprendeva anche gli ingegneri Beppe Rodriquez, Aldo D’Amore, Saro Cutrufelli e Marcello Vittorini, e gli architetti Vittorio Potestà, Antonio Quistelli e Nicola Giuliano Leone. Tutti professionisti per ingaggiare i quali l’amministrazione comunale dell’epoca, bicolore di centrosinistra Dc-Psi, non aveva badato a spese. Coi risultati che ormai sono Sergio De Cola e Raffaele Cucinotta storia. Oggi, in realtà, il raggio d’azione di chi disegnerà la Messina del futuro è molto più ristretto. Intanto perchè il tessuto urbano, dal mare alle colline, è già fortemente compromesso da insediamenti sorti come funghi, e lì non sarà possibile intervenire se non in maniera più conservativa che creativa. E poi perchè le linee guida proposte nel 2011 dall’allora assessore al territorio del comune di Messina Pippo Corvaja, e grossomodo sposate anche dall’attuale assessore Sergio De Cola, fissano dei paletti molto ben definiti. Il 40% delle nuove fabbricazioni, in un arco temporale di cinque anni, oggi è invenduto. Per contro, in città ci sono oltre mille famiglie in emergenza abitativa, tra baraccati e chi anela ad una casa popolare. In compenso, le colline sono state colonizzate da interi quartieri serviti da strade anguste e da opere di urbanizzazione inesistenti: opere che, per la maggior parte dei casi, avrebbero dovuto essere effettuate prima delle edificazioni e, per quanto riguarda le lottizzazioni, realizzate dai costruttori stessi. Un sistema che ha premiato unʼimprenditoria predatoria alla quale si è data libertà di disegnare una città intera. E da domani? Consumo zero, riuso, riciclo, riduzione. Sono le parole d’ordine annunciate da De Cola alla presentazione del piano. Cosa significano nello specifico? Non si costruirà più sulle colline, sarà previsto un solo indice di edificazione in tutta la città, lʼuso del suolo sarà regolamentato e sarà privilegiato il concetto di demolizione e ricostruzione con premio di cubatura. E si parlerà per la prima volta di “perequazione”. In pratica, i proprietari di aree “declassate” e non più edificabili, avranno facoltà di spostare la volumetria altrove. Verso le nuove frontiere del mattone. (A.C.) centonove pagina 15 14 Marzo 2014 FUTURO PROSSIMO Guardando a sud ZIS, ZIR, ZFU, PIANO STRATEGICO. ECCO DOVE “DOMANI” SI CONCENTRERANNO GLI APPETITI MESSINA. Sarà una concatenazione di cause come nemmeno nel più fantasioso dei thriller, ma in capo a un anno la nuova mecca delle speculazioni potrebbe diventare quella porzione di territorio, oggi periferia da terzo mondo seppure a due passi dal primo, della zona che dal cavalcavia termina prima di Tremestieri e a metà si inerpica verso Larderia. Zone franche urbane, aree Zis e Zir che diverranno edificabili, nuovo Prg, via Don Blasco in partenza e via Del Mare in potenza, tutto indica che, verso quella fascia stretta e lunga, si iniziano ad accendere riflettori e concentrare appetiti. L’istituzione delle Zone franche urbane, porzioni di territorio disagiato in cui chi aprirà nuove attività produttive godrà di enormi sgravi fiscali e contributivi, nel giro di qualche mese faranno aumentare a dismisura il valore di aree e immobili che, oggi, di valore ne hanno prossimo allo zero. Valore che si impennerà quando, adottato il nuovo piano regolatore (tarda primavera del 2015, sperano a palazzo Zanca), sulle colline non si potrà più costruire, ma la volumetria non sarà cancellata. E sarà quindi in parte “spalmata” nella fascia stretta a lunga che corre parallela alla via La Farina. Questo prima che le aree di sviluppo industriale, oggi in capo alla Regione, passino al Comune e diventino edificabili, come da piani programmatici del nuovo piano regolatore, che impone il consumo di nuovo suolo pari zero. E siccome la volumetria oggi prevista sulle colline non può essere cancellata, ecco che si riverserà sulle aree ancora vergini e oggi “terra di nessuno”. Nel frattempo, a giugno l’amministrazione comunale ha intenzione di partire coi lavori che interesseranno via Don Blasco, facendo diventare quella che oggi è una strada che attraversa il nulla, un’arteria che permetterebbe di snellire il traffico pesante di via La Farina, oggi congestionata ai limiti della vivibilità. Per i lavori, partiranno necessariamente gli espropri, col pubblico che risarcirà i privati per le aree sulle quali passerà la strada: aree che oggi valgono zero, domani chissà. Sempre che non partano, prima o poi, i cento progetti previsti dal piano strategico Messina 2020, che per la zona che va dal cavalcavia a Gazzi prevede boulevard, lidi, insediamenti turistici e isolotto artificiale targato Oriol Bohigas, l’archistar spagnola che sulla carta ha immaginato un fantascientifico sviluppo turistico della città del futuro. Risultato? Chi ha un terreno o un fabbricato in zona, fino a qualche settimana fa non sapeva come disfarsene, oggi è ricco e non lo sa. E chi non lo aveva? Dipende dalla quantità di denaro che può mettere sul tavolo. Gli studi notarili già scaldano i motori: nei prossimi mesi, le compravendite fioccheranno. (A.C.) 14 Marzo 2014 sicilia La stazione di Taormina - Giardini Naxos TAORMINA. Rfi progetta un nuovo capolinea a Trappitello. Si discute sulla nuova destinazione d’uso Stazione liberty, ultima fermata Smentita l’ipotesi di demolire la struttura inaugurata nel 1886. Il sindaco di Taormina vorrebbe aprire un museo, il collega di Giardini Naxos punta su una metropolitana leggera: «Evitiamo cattedrali nel deserto» DI GIANFRANCO CUSUMANO TAORMINA. «Nessuno si è mai sognato di demolire la stazione storica di Taormina. E’ una ipotesi assurda». Eligio Giardina, sindaco della capitale turistica siciliana, tronca sul nascere qualsiasi polemica sul futuro dell’edificio liberty su cui si erano addensate nubi sempre più minacciose. Giardina conferma le smentite di Rfi, proprietaria dell’immobile, e del Soprintendente di Messina, Rocco Scimone, il quale ha sottolineato la presenza di vincoli architettonici sulla struttura del 1886, ma ora ci si interroga sul suo futuro: con il nuovo progetto di raddoppio ferroviario la nuova stazione è prevista a Trappitello. Se per il primo cittadino di Taormina l’edificio potrebbe ospitare un museo, per il collega di Giardini Naxos, Nello Lo Turco, la questione diventa più complessa. «Ma quale museo? La stazione non deve cambiare destinazione d’uso rischierebbe di diventare una cattedrale nel deserto sostiene - l’ho detto anche a Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, a noi va bene il trasferimento della stazione ma dobbiamo decidere tutti insieme che cosa fare non solo della sruttura, ma anche di tutte le aree adiacenti e del tracciato ferroviario che attraversa Giardini Naxos». Lo Turco un’idea ce l’ha. «La stazione liberty deve essere trasformata nel capolinea di una metropolitana leggera che colleghi sia Trappitello che Letojanni. In questo modo potremo allegerire la viabilità e non rendere disagevole per i turisti raggiunegere i nostri comuni». A chi fa notare che la struttura ricade esclusivamente nel territorio di Taormina, Lo Turco sottolinea che «la questione è, però, comprensoriale». Il presunto progetto di demolizione, per dirla come il sindaco Eligio Giardina, è una notizia che «a forza di rotolare si è gonfiata come una palla di neve». Il presidente di Rfi, Dario Lo Bosco ha rassicurato anche l’onorevole Vincenzo Garofalo (Ncd) che si è interessato alla vicenda, confermando che parteciperà ad una riunione convocata da Lo Turco al comune di Giardini Naxos, per discutere sulle ipotesi di valorizzazione della vecchia stazione». «Nel corso dell'incontro - scrive in una nota il deputato messinese - dopo avere manifestato l'intenzione di salvaguardare la storica stazione, il Presidente di Rfi ha chiarito che il progetto della nuova stazione si inserisce in un più ampio piano di riqualificazione del territorio e di ammodernamento dell'offerta di Rfi che prevede, tra l'altro, la realizzazione di un nuovo tracciato del raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo (approvato dal Cipe già nel 2003 con l'assenso di tutti i Comuni coinvolti e della Regione), a monte dell'attuale linea, non più in grado di soddisfare in chiave moderna le istanze del territorio e, infine, che la nuova fermata della stazione è stato individuata in un luogo collegato meglio e, dunque, MILAZZO Ferservizi riapre il bar dimenticato IL PUNTO RISTORO RIMANE CHIUSO DA 10 ANNI PER UN CONTENZIOSO. L’APPELLO DELL’AMMINISTRAZIONE ALLE FERROVIE CHE PROMETTE DI RISOLVERE LA QUESTIONE ENTRO L’ESTATE. PER ACCOGLIERE I TURISTI A destra il sindaco Pino con l’assesosre Nanì e i dirigenti Rfi MILAZZO. Il bar della stazione di Milazzo, chiuso da dieci anni, riaprirà entro l’estate. Dopo tanti appelli si è svolto l'annunciato sopralluogo dei rappresentanti di Rfi e Fersevizi con gli amministratori comunali per fare il punto della situazione in merito anche alla riapertura del punto informativo. All'incontro sono intervenuti i dirigenti di Rfi, Arturo Spataro e Antonio Crisci, accompagnati dai tecnici e Annarosa Giammanco , responsabile di Ferservizi, il sindaco Carmelo Pino e l'assessore allo sviluppo economico, Gaetano Nanì. Dopo aver effettuato la verifica di alcuni locali, è stato ripercorso l'iter che ormai da quasi dieci anni ha determinato la chiusura del bar e il successivo contenzioso instaurato dal gestore con Rfi e col Comune di Milazzo. Il sindaco Carmelo Pino ha sottolineato l'importanza che la stazione ferroviaria di Milazzo, anche porta delle isole Eolie abbia un bar, da intendersi non solo come centro ristoro per il viaggiatore ma anche come punto di riferimento e aggregazione di un'area lontana dal centro. Ritengo centonove pagina 16 sicilia L’ingresso della stazione raggiungibile con più facilità proprio per venire incontro alle esigenze di turisti e albergatori». La stazione venne costruita nell'ambito del programma di costruzioni ferroviarie in Sicilia intrapreso dalla Società Vittorio Emanuele. Era infatti parte del progetto per connettere mediante la strada ferrata l'estremo lembo nord della Sicilia e il porto di Messina alle zone produttive della costa orientale jonica. 14 Marzo 2014 Anche gli arredi sono vincolati dalla Soprintendenza La stazione venne costruita nello spazio tra due gallerie nella zona sottostante l'abitato di Taormina adiacente la Strada Statale 114 (orientale sicula) e poco prima dell'inizio dell'abitato di Giardini. Il fabbricato viaggiatori in origine era una piccola costruzione dall'aspetto modesto sia per dimensioni che per qualità dei servizi offerti. Venne inaugurata il 12 dicembre 1866, contestualmente all'apertura all'esercizio del tronco ferroviario Messina-Giardini della ferrovia Messina-Siracusa, il cui secondo tratto venne inaugurato l’anno dopo. Il 3 gennaio 1867 veniva infatti collegata alla stazione di Catania. Dal 1959 al 1992 la stazione fu origine dei treni per Randazzo, via valle dell'Alcantara, linea oggi soppressa. La stazione consiste di un pregevole fabbricato, di forma classica ferroviaria, in stile liberty, con centonove pagina 17 un corpo centrale elevato a due piani, affiancato da due corpi laterali allungati. Le sale interne sono arredate con mobili in legno scuro in stile Ottocentesco e le pareti e i soffitti sono decorati con affreschi e decorazioni a rilievo. La stazione è ben inquadrata nel paesaggio circostante posta com'è ai piedi della rocca di Taormina su un terrapieno affacciato sulla stupenda baia di Naxos. 14 Marzo 2014 sicilia MILAZZO. La Raffineria di Milazzo per eliminare le emissioni si avvale di “annusatori” professionisti Puzza di gas? C’è lo sniffer Sono venti dipendenti della Ram con uno spiccato olfatto che individuono nei vari quartieri le eventuali “fughe” e avvisano con una app la centrale operativa. Ma per i Verdi è polemica DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. “Annusatori” professionisti per combattere le emissioni di gas provenienti dagli impianti industriali. Ad “assumerli” è stata la Raffineria di Milazzo (Ram) stanca delle continue accuse che le rivolgono periodicamente per le puzze di gas provenienti dall’azienda petrolifera. Gli esperti dall’olfatto sopraffino sono venti, anche se la Ram vorrebbe raddoppiare il numero nel giro di pochi mesi. Gli sniffers, come vengono definiti nei documenti ufficiali della Ram, sono dipendenti dell’azienda petrolifera controllata al 50% da Eni e Kuwait Petroleum, che grazie a particolari capacità olfattive e distribuzione sul territorio, sono state addestrate al riconoscimento degli odori sia come tipologia che come concentrazione. Il titolo di sniffers (che all’interno dell’azienda è anche oggetto di ironie da parte dei colleghi) gli è stato rilasciato dopo avere partecipato ad un corso di cinque giorni per imparare a riconoscere gli odori. Alla fine delle lezioni bisogna superare un esame e garantire un certo numero di rilevazioni annue. Appena sentono puzza di gas hanno il mandato di allertare immediatamente la centrale operativa per segnalare il problema e consentire loro di porre rimedio nel caso si trattasse di una responsabilità dell'azienda petrolifera. Grazie alla loro esperienza sono in grado di riconoscere il tipo di emissione e dare indicazioni precise (odori di nafta, fumi industriali, concimi ZOOM industriali a base di letami utilizzati dai florovivaisti). In altri casi è la stessa centrale operativa che chiama gli "annusatori" che abitano nella zona colpita dalla puzza di gas per chiedere conferma e stabilire nel dettaglio il tipo di emissione. «Il personale è dotato di dispositivi mobili e app sviluppate dagli esperti informatici della Ram che permettono di inviare un report in tempo reale con posizione e caratteristiche dell'odore rilevato», spiegano alla Raffineria. Appena si è sparsa la notizia della presenza di “annusatori” professionisti molti hanno fatto ironia e contestato la scelta. In realtà la questione è più seria di quella che possa sembrare. Non solo è suggerita dalla best practice a livello internazionale, ma vi sono già esperienze in città come Taranto. In Cina dove queste figure professionali sono presenti da decenni, vengono utilizzati per monitorare il grado di inquinamento delo smog nelle grandi città. La Ram, ovviamente, non pensa di combattere quelle che tecnicamente vengono definite “emissioni odorigene” con gli “annusatori”. La presenza di queste puzze quando provengono dalla raffineria (accanto opera anche la centrale termoelettrica Edipower) sono legate principalmente al movimento dei carburanti dal pontile alle cisterne delle petroliere. I vapori prodotti dall’operazione, con i venti che spirano da Est e Sud Est, provocano questo tipo di problematica avvertita dalla popolazione. Recentemente sono stati investiti circa 4 milioni di euro per Antenne killer AL COMUNE DI SAN FILIPPO DEL MELA UN CONVEGNO SULL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO SAN FILIPPO DEL MELA. Inquinamento elettromagnetico. Sarà Protesta dei cittadini contro Terna questo il tema del convegno che coinvolgerà esperti al comune di San Filippo del Mela. Un argomento molto sentito nella Valle del Mela per la realizzazione di un nuovo elettrodotto di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale. Gli esperti si confronteranno venerdì 14 marzo alle 17.30 nell’aula consiliare. Il convegno, organizzato da Domus Line Italia e dal comune filippese, tratta un argomento è fra i più dibattuti ed attuali: le cause e gli centonove pagina 18 dotare i pontili di aspiratori, come intimato anche dall’Arpa e dall’Aia (Autorizzazione integrata ambientale). Inoltre, è stato realizzato un protocollo a cui si devono attenersi tutte le petroliere che attraccano alla Ram. Il 10 febbraio, ad esempio, il giorno in cui si sono registrati malori all’interno dell’istituto d’arte “Guttuso” di Milazzo a causa della puzza di gas (l’edificio si trova accanto agli impianti industriali), tutti hanno puntato l’indice verso la Raffineria, invece, come dai controlli effettuati da una ditta specializzata che ha redatto una perizia per conto della Ram e da quelli effettuati dalla capitaneria di Porto, l’esalazione proveniva da una petroliera che si trovava nella rada del porto mamertino che aveva una valvola difettosa. «Le navi trasportano il prodotto ma non sono alle nostre dipendenze - sottolineano alla Ram nonostante questo stiamo pretendendo requisiti precisi e il rispetto di un protocollo molto restrittivo». Attorno alla puzza di gas si sta svolgendo una vera guerra. Fatta principalmente di denunce e carta bollata. A lanciare quotidianamente l’allarme - e a diramare il relativo comunicato stampa - è il consigliere comunale Peppe Marano, esponente dei Verdi. Tra l’azienda e Marano, ormai è scontro. La Ram lo ha querelato per diffamazione e allarme sociale per i post pubblicati sulla sua pagina facebook. Quattrocentomila gli euro richiesti come risarcimento danni. La prima udienza della causa civile è fissata il prossimo 17 giugno. Marano, dal canto suo, il cui olfatto non ha nulla da invidiare agli sniffers della Raffineria, è una sentinella ambientale unica. Basta uno spiffero, anche di pochi minuti, che puntuale arriva la chiamata alla Capitaneria, alla ram, alle forze dell’ordine e comunicato. «E' oggettiva e documentale la circostanza che la Ram rilasci sostanze inquinanti in atmosfera riconducibili ai processi dello stabilimento -scrive Marano - E' anche documentale la circostanza che in presenza di condizioni meteo-climatiche favorevoli (in particolare venti di ponente e scirocco), i gas, vapori e fumi dispersi vengano sospinti in direzione dell'agglomerato urbano. Questa iniziativa la riteniamo essere offensiva nei confronti dell'intelligenza dei cittadini». effetti dell’inquinamento elettromagnetico sulla salute umana. A spiegarle da un punto di vista medico – scientifico saranno Carmelo Pecora, neurochirurgo della casa di cura Villa Salus di Messina; Giovanna Russella, responsabile Nazionale Domus line; e la biologa Nancy Grillo. «Sono innumerevoli i disturbi che questo tipo di inquinamento produce sul nostro organismo - si legge in un comunicato incidendo sulla qualità della vita: mal di testa, stress, depressione ed insonnia sono solo alcuni dei sintomi con i quali spesso conviviamo, senza tuttavia conoscerne le cause. Quando si parla di inquinamento elettromagnetico si è portati a pensare che sia prodotto esclusivamente dagli elettrodotti e dalle antenne, non sapendo tuttavia che oltre a queste fonti di non trascurabile rilievo, ne esistono altre ben più subdole». sicilia 14 Marzo 2014 Il santuario del Tindari. Nella foto accanto le tradizionali bancarelle che caratterizzano la salita che conduce alla piazza. PATTI. Il sindaco Aquino vuole spostare gli ambulanti che da 40 anni colorano la salita del Tindari Bancarelle, fumata Nera I commercianti si sono rivolti ad un legale per evitare il trasferimento al parcheggio dove sostano gli autobus: «Rischiamo l’isolamento». A rischiare anche i bazar della piazza. Interviene la Curia DI PAMELA ARENA PATTI. Solo la Curia li potrebbe salvare. Rischiano seriamente il trasferimento i commercianti che lavorano in via Monsignor Pullano, tratto di strada che dal parcheggio degli Ulivi conduce turisti e fedeli fino al Santuario della Madonna del Tindari. Secondo una recente disposizione del sindaco Mauro Aquino, infatti, è previsto un nuovo posizionamento delle postazioni per il commercio ambulante a Tindari dalla celebre via che i pellegrini provenienti da tutto il mondo percorrono per venerare la Madonna Nera al parcheggio degli Ulivi, una zona meno visibile e più “appartata”. Si tratta di una nuova collocazione che se da un lato viene considerata ottimale dal primo cittadino e dall'assessore al Commercio, Gioacchino Pipitò, i quali sostengono di «voler dare una sistemazione più razionale all'intero tratto di strada che conduce al Santuario per migliorarne la fruibilità e far crescere Tindari», dall'altro non viene accettata dai commercianti i quali ritengono che una collocazione diversa da quella esistente da oltre 40 anni sarebbe per loro penalizzante. E sembra che a rischiare il trasferimento siano anche gli altri commercianti che lavorano nei pressi di Piazza Teatro, davanti al Santuario. Durante una recente riunione nella sala consiliare dove erano presenti, oltre ai commercianti e agli amministratori, anche il comandante della polizia municipale, Enzo Ganci, e in rappresentanza di alcuni ambulanti, l'avvocato Mara Correnti, il sindaco Aquino ha precisato che il provvedimento riguarderà gli undici esercenti che saranno posizionati nel margine nord del parcheggio in delle strutture in legno a norma e saranno date in locazione agli ambulanti al solo costo del suolo pubblico. Inoltre, vista la presenza di molti ambulanti non in regola, sarà data a tutti la possibilità di adeguarsi alle normative. «L’aspetto più importante per noi, infatti, è il ritorno alla legalità», sostiene il primo cittadino. Per tranquillizzare tutti, Aquino ha ribadito che sarà prevista la sosta degli autobus di linea e turistici proprio all'interno del parcheggio in modo che i visitatori, che siano essi appena scesi dal pullman o in procinto di partire, possano acquistare oggettini o cibi nelle loro bancarelle. A rimarcare la posizione contraria dei lavoratori riguardo al trasferimento, è l'avvocato Correnti: «I commercianti sono convinti che questo cambiamento possa pregiudicare la loro condizione già precaria viste le difficoltà economiche esistenti - dichiara l'avvocato - lo spostamento nel parcheggio degli Ulivi comporterebbe un isolamento ed una perdita dei potenziali clienti». A dare un barlume di speranza ai commercianti era la possibilità che la Curia concedesse loro una piccola porzione di terreno che si trova dietro il passaggio principale anche per garantire la tanto desiderata fruibilità. Aspetto, questo, che non sembra però realizzabile visto che ad un recente incontro, in cui era presente anche Monsignor Ignazio Zambito, è emersa la volontà di voler venire in contro alle esigenze dei lavoratori ma senza intaccare i terreni. «Da quanto è emerso dall’incontro - continua l’avvocato - il Vescovo è intenzionato a dare una mano ai commercianti anche perché ha dichiarato di essere sensibile ai problemi che riguardano le famiglie. Ciò che, però, ci ha promesso è che chiederà un incontro con il sindaco per cercare di trovare una soluzione alternativa». IL PRECEDENTE Lo sciopero di San Sebastiano SCIOPERO BIANCO PER LA FESTA DEL PATRONO DI BARCELLONA BARCELLONA. Guai a toccare le bancarelle. Ne sa qualcosa il sindaco di Barcellona Maria Teresa Collica quando a gennaio ha deciso di spostare di posto gli ambulanti che da sempre “montano” in occasione della festa del patrono, San Sebastiano. Il risultato? Gli ambulanti hanno incrociato le braccia e fatto “sciopero”. La protesta è scattata dopo la decisione dell’amministrazione di modificare l’area destinata alle bancarelle rispetto alla tradizionale postazione di Piazza San Sebastiano. I commercianti hanno fatto un sit-in per manifestare il malcontento. A nulla è servita la precisazione di Collica: «L’amministrazione ha voluto operare una riorganizzazione degli spazi per consentire ai cittadini di fruire al meglio di tutti gli aspetti della festa – che si tiene a ribadire – ha una forte valenza tradizionale». centonove pagina 19 Protesta degli ambulanti a Barcellona 14 Marzo 2014 sicilia A SORPRESA. Il report di Banca di Italia racconta il fiume di denaro che da tutta la provincia va all’estero Messina, rimesse a sei zeri Dei venti milioni complessivi spediti nel solo 2012, otto sono andati a finire in Romania iA condividere il podio, la Cina, al secondo posto con 4,8, e il Marocco, che raggiunge quota 1,2 DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Oltre 20 milioni di euro sono partiti da Messina e provincia in un solo anno. Serve una cifra a sette zeri per descrivere i trasferimenti operati da chi ha inviato denaro dalla tutta la provincia ad altri paesi del mondo nel solo 2012. A concorrere, certamente in minor parte, anche “cause” commerciali o finanziarie, ma questi numeri da capogiro sono soprattutto il frutto di chi, avendo trovato lavoro in città, si è preoccupato di inviare un “gruzzoletto” al paese d’origine. I DATI BANKITALIA. Dal 2005 al 2012 le somme partite da Messina alla volta dell’estero si sono quasi sempre concentrate su poco meno di una decina di paesi stranieri. Cina, India. Marocco, Filippine, Polonia, Romania Sri Lanka e Ucraina, su tutti. Con dati piuttosto altalenanti che dipendono soprattutto dall'andamento degli insediamenti “non autoctoni” presenti in provincia. GLI OPPOSTI. Un caso abbastanza particolare è quello delle Filippine che in 8 anni hanno portato via dallo Stretto 52,3 milioni di euro, ma con cifre assolutamente decrescenti negli anni. Si va dai 7,1 milioni di euro del 2005, passando per la somma massima di trasferimento fatta registrare nell’anno 2006 (ovvero 8,6 milioni) fino a concludere con circa 3 milioni e mezzo di euro del 2012. Uno tra i casi contrari, ovvero caratterizzato da costanti aumenti, invece è quello dell’India. Che ha incassato circa 6 milioni di euro in 8 anni, andando dai circa 200mila euro del 2005 ai quasi 2 milioni del 2012. Sono rimasti stabili, invece, i trasferimenti bancari da Messina all’Ucraina. Poco più di 5 milioni di euro in 8 anni, ad una media di circa 600mila euro annuali. Un sensibile decremento Bankitalia lo registra, invece, nel denaro inviato da Messina alla Polonia. Dai quasi 1 milione e 300mila euro girati nel 2005, con picchi di 1 milione e 500 mila euro negli anni 2007/2008 si è passati a poco più di 1 milione nel 2012. Per un totale di 11 milioni di euro in 8 anni. Simile a quella della Polonia anche la situazione dello Sri Lanka che nello spazio di pochi anni (dal 2008 al 2012) ha “incassato” da Messina e Provincia circa 12 milioni di euro, ma diminuendo nel tempo la ricezione di denaro. Dai 3,2 milioni del 2008 si è passati a circa 2 milioni di euro del 2012. SUL PODIO. Gli stati che invece, dal 2005 al 2012, hanno trasferito di più ed hanno visto, inoltre, aumentare la mole di denaro arrivato da Messina sono Cina, Marocco e Romania. Una terzetto che riserva sorprese, perché se è facile pensare (visto anche il proliferare negli ultimi anni di esercizi commerciali “made in China” in città) che il primo posto possa essere occupato dagli orientali, è altrettanto facile essere smentiti. Al primo posto, infatti, c’è la Romania che con i suoi 8 milioni e mezzo detiene il primato per l’anno 2012 e in 8 anni ha “incassato” dai suoi “figli messinesi” ben oltre 64 milioni di euro con un picco fatto registrare nel 2011 di oltre 9 milioni di euro in un anno. Alla Cina, spetta invece il secondo posto per aumento di trasferimenti bancari da Messina al paese d’origine. Dal 2005 al 2012 i cinesi hanno fatto tornare a casa quasi 17 milioni di euro. Sono passati di circa 3milioni e 200mila euro del 2005 ai 4,8 milioni del 2012. Una cifra più modesta rispetto a quella dei rumeni anche perché certamente gli orientali piuttosto che dedicarsi al risparmio, scelgono di investire sempre più a Messina, ma in generale in tutta Italia. Al terzo posto c’è infine il Marocco che in 8 anni ha visto arrivare 11 milioni di euro dallo Stretto e che è passato dal milione del 2005 al milione e 200mila euro del 2012, con un picco che nel 2008 ha fatto arrivare in Nord Africa 1,8 milioni di euro. Negli otto anni e dai sette paesi presi in esame secondo Bankitalia da Messina sono partiti la bellezza di 156 milioni di euro. DATI ALLA MANO Così scrisse l’Istat LE PRESENZE SECONDO L’ULTIMO CENSIMENTO NAZIONALE. IL CAPOLUOGO “CULLA DI COMUNITÀ” MESSINA. L’ultimo censimento, datato 2011, ha fotografato Messina come culla di numerose comunità “non autoctone” con un totale di oltre 24mila stranieri presenti in tutta la provincia. Ed è proprio incrociando questo report con l’ultimo rapporto di Bankitalia sul monte di denaro volato via da Messina verso altra destinazione che vengono fuori dati a dir poco interessanti. Partendo dal presupposto che da parecchi anni a questa parte sullo Stretto, un po' come in tutta Italia, gli stranieri hanno evitato un tracollo demografico assicurato, negli anni si è assistito a progressivi aumenti degli “stanziamenti” stranieri. In città, ad esempio, nel 2011 sono stati 11.168 gli stranieri censiti rappresentando il 4.5 % dell'intera popolazione cittadina. Rispetto al censimento del 2001 sono stati 6.379 gli stranieri in più registrati.La situazione non si discosta di molto in provincia dove la popolazione straniera, toccando esattamente quota 24.133 persone, rappresenta in percentuale il 3,7% di tutta la popolazione che risiede da Tusa a Giardini. Fino al 2010, per nazionalità, sul podio dei messinesi d'adozione c'erano gli sri lankesi che erano oltre 3mila, al secondo posto i circa 2200 filippini presenti in città, al terzo i rumeni, che superavano di poco le mille unità. Ottocentosessantre erano i marocchini, 316 i cinesi, esattamente 313 i polacchi, poco più di un centinaio gli ucraini, appena 37 gli indiani. centonove pagina 20 L'ultimo censimento, sempre per quanto riguarda i dati relativi alla provincia, ha fatto registrare un aumento della popolazione straniera di esattamente 14.892 unità. In particolare secondo le statitistiche Istat per quanto riguarda l'area geografica di cittadinanza a Messina e provincia vivono circa 3851 nord africani, provenienti in gran parte dal Marocco. Soffermandosi sui nativi dell'Europa centro-orientale si tocca quota 2770 residenti sempre a livello provinciale. I dati aumentano se si analizza l'area orientale. In particolare a Messina e provincia vivono circa 4650 persone provenienti dal'Asia centro meridionale e in gran parte da India e Sri Lanka. Di poco più piccoli i numeri che riguardano gli abitanti messinesi che provengono dall'Asia orientale. Sono in tutto 3402 e formano “l'esercito” di cinesi e filippini stanziati a Messina e provincia. (T.C.) economia Salvatore Mancuso L’INCHIESTA. La Procura di Milano indaga sulla società immobiliare di Luigi Zunino Risanamento nel mirino Insieme al patron e agli amministratori Franco Bonelli e Oliviero Bonato, vengono contestati i reati di agiotaggio e ostavolo all’autorità di Vigilanza anche al finanziere Salvatore Mancuso Mentre è impegnato nella costruzione di un nuovo fondo di investimento, che dovrebbe prendere il posto di Equinox, fondo partecipato da gruppi bancari, come Intesa San Paolo dove al corporate presta servizio il palermitano Gaetano Miccichè, uscito un po’ malconcio dalla partecipazione al capitale di Alitalia con una perdita secca di 40 milioni di euro, il finanziere Salvatore Mancuso, originario di Sant’Agata Militello, è Luigi Ragno stato raggiunto da un avviso di garanzia della Procura di Milano per il reato di agiottaggio e ostacolo all’autorità di vigilanza. Mancuso è chiamato a risponderne nella sua qualità di amministratore della società immobiliare Risanamento, per il periodo compreso tra il 23 febbraio e il 19 marzo 2009. Lo stesso reato è contestato al “patron” di Risanamento, l’immobiliarista Luigi Zunino, e agli amministratori Franco Bonelli e 14 Marzo 2014 Oliviero Bonato. Una vicenda complessa quella della società Risanamento, dove di recente è stato chiamato a fare parte del consiglio di amministrazione, in sostituzione di Mancuso, l’ex candidato sindaco, in quota An, di Messina, l’avvocato Luigi Ragno, che vede al centro della contesa la ristrutturazione del debito con le banche, dopo una sofferta operazione immobiliare nelle aree ex Falk di Sesto San Giovanni. Quotata al listino di Milano, Risanamento ha presentato un piano di ristrutturazione a un pool di banche, prevedendo la cessione di una serie di immobili di pregio in Francia, al fondo “Chelsfield”. Ma su questa proposta si sono divaricate le posizioni degli istituti di credito. Mentre Unicredit e Banca Popolare di Milano si sono dichiarate favorevoli alla cessione degli immobili francesi, Banca Intesa si è mostrata interlocutoria. Ma rompendo il fronte il Banco Popolare ha detto un secco no e in una lettera del 20 febbraio ha ammonito i vertici di Risanamento che, ove mai l’operazione di cessione dovesse essere portata a termine, il ricavato dovrebbe essere destinato al rimborso di un prestito obbligazionario di 270milioni di euro in scadenza a maggio. Attraverso il fondo di Tom Barrack, Calony Capital, Luigi Zunino ha presentato poi un’Opa, una offerta pubblica di acquisto, per togliere dal listino la società. Ma non sono solo i fondi di investimento impegnati nella difficile partita di Risanamento: lavorano a pieno ritmo anche i consulenti e gli avvocati d’affari. Un parere pro-veritate, rilasciato da Mario Notari, ordinario di diritto commerciale alla Bocconi, indica come perfettamente legale la proposta di cessione degli immobili francesi. Oltre l’avviso di garanzia ai vertici della società, è stato notificato anche un provvedimento di chiusura delle indagini. DIBATTITI Consumo e decrescita NELL’AMBITO DEL “CORTILE DEI GENTILI”, INCONTRO CON VALENTINA ZAFARANA E GIROLAMO COTRONEO Si intitola “Consumo, decrescita. In un mondo con poche risorse è ancora possibile vivere “de claritate in claritatem?”, il prossimo incontro organizzato da Sergio Todesco, direttore della Biblioteca regionale di Messina, nell’ambito dell’iniziativa il “Cortile dei Gentili”. Alle 17, nella Cappella di Palazzo Arcivescovile, introdurranno il tema proposto Valentina Zafarana (Parlamentare Assemblea Regionale Siciliana del Movimento 5 Stelle) e Girolamo Cotroneo (Filosofo, Professore Emerito Università di Messina). “Già sessant’anni or sono Claude Lévi-Strauss aveva messo in dubbio la concezione unilineare e progressiva dello sviluppo delle civiltà. Circa un decennio più tardi, in Italia, Pier Paolo Pasolini, nella forma poetica che gli era propria, contestava l’identificazione tra ‘sviluppo” e ‘progresso’, segnalando profeticamente come la società dei consumi avrebbe sortito – come poi è di fatto avvenuto - quella devastante ‘scomparsa delle lucciole’ che ha progressivamente impoverito gli orizzonti naturali e culturali dei nostri angoli di mondo, facendo smarrire le identità locali e producendo una perniciosa mutazione antropologica che ha arrecato danni alla qualità della vita e ai rapporti delle comunità con gli ecosistemi in cui esse sono inserite. I moderni critici del consumismo e teorizzatori della decrescita felice (Nicholas Georgescu-Roegen, Serge Latouche, centonove pagina 21 Cornelius Castoriadis, Jeremy Rifkin, Zygmunt Bauman e, qui in Italia, Maurizio Pallante), epigoni di quei lontani testimoni che hanno pioneristicamente avviato un processo di demitizzazione dello sviluppo fine a se stesso, partono proprio dalla considerazione che non ci sia rapporto di conseguenza tra crescita economica e benessere, e che anzi il consumo (o, meglio, il suo eccesso) conduce al peggioramento della qualità dell’esistenza degli uomini e della vita dell’intero pianeta. Uscire dalla società dei consumi - spiega Todesco - diventa pertanto un ideale e una missione per quanti ritengono che a fronte dei paradisi di benessere promessi (e non mantenuti) dall’incremento del Pil vada piuttosto coltivato il perseguimento di nuovi stili di vita e l’eliminazione (o la riduzione) degli sprechi, il recupero della “gratuità” a tutti i livelli, una nuova coscienza planetaria consapevole dei costi ecologici”. 14 Marzo 2014 economia UOMINI&BUSINESS. Dagli esordi nei primi anni Ottanta ai Magazzini Generali Enzo Vinciullo, il costruttore Rappresenta l’ultima generazione di una classe di appaltatori nata all’indomani del 1908 e che ha conosciuto momenti con molte ombre. Ecco la crescita di una srl senza problemi di credito DI VINCENZO LOMBARDO La seconda guerra mondiale vede la città distrutta dai bombardamenti. E ancora una volta Messina deve far fronte alla ricostruzione. In pochi anni sorgono nuove baraccopoli che si aggiungono ai primi rifugi per i senzatetto del terremoto del 1908. In questa situazione di emergenza abitativa e di degrado ambientale prende corpo una tipologia antropologica caratteristica della citta di Messina: il baraccato. Una condizione, questa, indispensabile per "avere diritto" alla casa popolare dell'Istituto Autonomo Case Popolari, che finanziato copiosamente dalla legge Fanfani, diventa il principale committente edilizio. L'Amministrazione Comunale si incarica di redigere una graduatoria di aventi diritto all'alloggio popolare per pianificare la ricostruzione. Da quel momento la politica userà le baraccopoli e tutti coloro che aspettano la casa popolare come serbatoio di voti. Il voto di scambio sarà assunto a prassi elettorale per molti anni. All’ombra degli appalti dell’Iacp si seleziona una nuova classe imprenditoriale edile, una vera e propria razza predona, che, non paga dell’appalto pubblico, si mette in proprio e, con l’appoggio della politica, va all’assalto delle aree edificabili. L’edilizia diventa il nuovo eldorado che attrae uomini e business. Ricordiamo autentici self made man come Cosimo D’Andrea, Giuseppe Ministeri e Nino Palano. Spregiudicati imprenditori come Franz D’Angelo e Alfio Vitale. E tipi molto poco raccomandabili come Michelangelo Alfano, condannato per associazione mafiosa e per rapporti illeciti con la magistratura; Santo Sfameni, “boss di vecchio stampo”, referente di Cosa Nostra; Sarino Bonaffini , al quale viene sequestrato un complesso patrimoniale stimato in circa 450 milioni di euro; Nicola e Domenico Pellegrino, considerati elementi di spicco di un’ organizzazione criminale ai quali vengono sequestrati beni per oltre 50 milioni di euro. In una zona di mezzo, border line, sono finiti molti altri imprenditori di grido, tra questi uno dei più importanti è Vincenzo Vinciullo. Comincia ad entrare nel mondo delle costruzioni intorno ai primi anni ottanta, realizzando il mega complesso residenziale contiguo al Gran Camposanto, Residence Villa Dante. Il settore dell’edilizia lo conosce bene perché da molto tempo prima egli LA SCHEDA RATING ECONOMICO SOCIALE (0 a 10): non classificato Outlook: stabile, curvato in direzione di una involuta complicazione con un alto rischio di volatilità. I Magazzini Generali è il venditore esclusivo del ferro, tondino, travi ecc., delle Acciaierie Megara spa di Catania. Vinciullo, secondo la Commissione Parlamentare Antimafia, “rivestirebbe un ruolo di sicuro rilievo nelle sponde imprenditoriali di Cosa Nostra, rientrando in quel novero di affaristi risultati a disposizione – personalmente e con le loro strutture aziendali e societarie - degli interessi di gruppi mafiosi, permettendo il comodo reinvestimento in attività apparentemente lecite di capitali di provenienza illecita”. Il nome di Vinciullo compare in una delle missive consegnate da Provenzano ad Ilardo (collaboratore di giustizia), in ordine alla soluzione di uno scontro fra Cosa Nostra catanese e quella palermitana insorto per la suddivisione delle somme, 500milioni delle vecchie lire, provenienti dall’estorsione in danno delle Acciaierie Megara di Catania. In tale circostanza Vinciullo “avrebbe svolto il ruolo dell’amico buono per conto di Cosa Nostra. “La vicenda estorsiva ai danni delle acciaierie ebbe un tragico epilogo: il 31 ottobre 1990, vennero assassinati a Catania Alessandro Rovetta, amministratore delegato della Megara SpA e Francesco Vecchio, direttore del personale dell’azienda. Un duplice omicidio su cui non si è fatta ancora luce. Da questi fatti ad oggi Vinciullo ha costruito in ogni dove a Messina: da Ganzirri a Via Palermo, da Provinciale alla Panoramica fino a Santa Margherita. Il futuro di Messina è destinato ancora a svilupparsi nel segno di Vinciullo. Nel centro storico sta per vedere la luce l'ennesimo palazzaccio-casermone di cemento, metà parcheggio e metà residence, un numero imprecisato di negozi commerciali e finanche un ristorante panoramico all'ultimo piano. Avrà un'invidiabile vista sulla Stretto e la Zona falcata e sorgerà a due passi dalla stazione marittima, nell'area che ospita gli ex Magazzini Generali di proprietà del Comune. L’ambizioso progetto scaturisce dal piano di dismissione comunale varato dalla giunta Buzzanca, vincolato al cambio della sua destinazione d'uso. I vecchi preesistenti edifici sono andati all’asta e solo la ditta di Vinciullo vi ha partecipato con una offerta di pagamento vantaggiosissima per saldare i 4.890.000 di euro richiesti dal Comune. La proposta di acquisto è così articolata: in contanti appena il 10% della base d'asta (489.000 euro), mentre il resto dell'importo sarà coperto con la permuta di alcuni appartamenti di proprietà della Immobiliare 4 V Srl. La società immobiliare si avvarrà di una modifica del regolamento delle alienazioni approvata dal consiglio comunale che consente ai privati di acquisire i beni presentando offerte miste, in parte con denaro e il resto con immobili in permuta. Un paradosso incredibile. Il Comune decide di dismettere i propri beni immobiliari perché non riesce a sopportarne i costi di manutenzione, per avere in cambio altri beni immobiliari, di cui dovrà comunque accollarsi i costi manutentivi. Il sistema creditizio sottopone i propri clienti a un esame, credit scoring, al fine di valutarne l’affidabilità. Grazie all’uso di algoritmi complessi si prendono in considerazione un gran numero di variabili relativi alla storia del cliente, al suo andamento economico e al suo patrimonio. Una storia come quella di Vincenzo Vinciullo, dagli sviluppi incerti, incide negativamente sulla formulazione di un rating. Eppure non risulta che egli abbia difficoltà di accesso al credito. Per molto meno, per esempio, un ritiro di patente per eccesso di velocità, la banca chiude i rubinetti del credito al mal capitato cliente. [email protected] centonove pagina 22 L’ANALISI Andamento Economico Messina. Il Il Gruppo Vinciullo non presenta un bilancio consolidato d’insieme. E’ articolato in una miriade di società (25), il cui settore merceologico prevalente è quello edilizio (costruzioni di edifici residenziali e non, alberghi, locazione immobiliare di beni propri e leasing), in uno a quello relativo al commercio di metalli e prodotti semilavorati, che esercita tramite la Società in Accomandita “ Dott. Enzo Vinciullo & C. Sas - Rappresentanze Prodotti Siderurgici”. Dal 1997 al 1999 è stato Amministratore Unico di una analoga società , la Ferro Legno SpA con sede sociale a Palermo della quale non sono reperibili informazioni sui soci. La società è stata cancellata nel 2001. Tutte le società a r.l. del gruppo sono dotate del minimo sindacale di capitale sociale( Euro 10.400/15.000), palesemente sottocapitalizzate rispetto ai volumi dei lavori eseguiti e ai finanziamenti ricevuti dalle banche. A maggio del 2013, Vinciullo ha modificato il proprio modello di busines, dando luogo alla trasformazione della sua principale società, la Immobiliare 4 V del Dr. Vinciullo Vincenzo & C Sas in Immobiliare 4 V Srl, Capitale sociale euro 100.000. Da socio accomandante che risponde, in misura della propria quota, nei confronti di terzi a semplice amministratore, senza alcuna quota di capitale posseduta, nella nuova società. Da proprietario a impiegato. Le quote societarie sono distribuite tra i componenti del nucleo familiare: le figlie Loredana, Tindara, Daniela e la moglie Caterina Gallo. I dati di bilancio al 2012 non sono stati depositati in quanto la preesistente ditta era una società di persone e, pertanto, senza l’obbligo di presentazione in CCIAA. A pensar male, diceva Andreotti, si fa peccato ma spesso si indovina, ma la trasformazione della società di persone in società di capitali con la coeva separazione delle responsabilità patrimoniali dell’amministratore, nel contesto degli eventi giudiziari in cui egli si trova chiamato in causa non ha, in qualche modo suggerito la nuova riarticolazione dele attività di Vincenzo Vinciullo? 14 Marzo 2014 economia PROGETTI. Il comune messinese sarà la sede legale del progetto pilota della Regione Benessere Termale ad Alì La cittadina sarà la “capitale” di un piano che consorzia tutti gli stabilimenti da Sciacca ad Acireale, da Termini Imerese a Vulcano. Rappresentante sarà Margherita Ferro. Il ruolo di Lorenzo Grasso Alì Terme sarà la sede legale del Distretto del Benessere Termale, il progetto pilota approvato dall’Assessorato regionale alle attività produttive che consorzia tutti gli stabilimenti termali della Sicilia, da Sciacca, ad Acireale, a Termini Imerese, a Vulcano. A guidare la struttura dal punto di vista della rappresentanza legale è Margherita Ferro, già dirigente della Terme di Acireale. Ma il vero motore dell’iniziativa, che ha ottenuto il placet dell’assessorato diretto da Linda Vancheri, è Lorenzo Grasso, presidente del consiglio di Alì Terme, centro che è rappresentato con le sue tre aziende attive nel settore, Marino, GranataCassibile e Acquagrazia. Cinquantasei le imprese raggruppate, tra cui il rappresentante della Fiavet, l’associazione delle agenzie di Viaggi, l’etneo Bevacqua, Aeroviaggi del gruppo Mangia di Palermo. «La struttura produttiva avrà accesso alle linee di finanziamento previste dalla nua programmazione europea - spiega Lorenzo Grasso ma aldilà dei supporti finanziari è il La piscina delle Terme Granata Cassibile sistema della filiera quello a cui si è lavorato. Il sistema termale come è stato inteso finora, con flussi legati solo alle cure dei dipendenti pubblici convenzionati o le attività stagionali, non ha dato i risultati sperati. Oggi si vuole intercettare nuovi flussi europei e anche internazionali, con cure che vanno dall’idromassaggio, ad aspetti più complessi che investono anche cure sanitarie, per arrivare al concetto di benessere caro agli antichi che frequentavano le Terme con la cultura della cura mista all’uso anche virtuoso di prodotti cosmetici collegati. Un mondo che abbiamo rimodellato con un nuovo modello di business “integrato”». Quelle della Sicilia sono considerate, dagli studi di settore, tra le acque termali migliori al mondo. E ad essere rappresentante nel distretto sono ben cinque province siciliane, compresi i siti più remoti come Montevago, in provincia di Agrigento, che partecipa con le Acque Pie. Unica strutture rimasta fuori pert motivi legati alla gestione del sito, le terme di San Calogero di Lipari. A dare supporto all’iniziativa anche Federterme e Ancot, associazioni di operatori del settore. CROCERISMO Messina a Miami LE PROPOSTE DELL’AUTORITÀ PORTUALE AL “CRUISE SHIPPING” 2014 L’Autorità Portuale di Messina e Milazzo sbarca al Cruise Shipping Miami 2014, principale evento fieristico internazionale del settore crocieristico, con dati da record per l’anno appena trascorso. Il 2013 infatti si è chiuso con oltre mezzo milione di passeggeri (501.316), facendo registrare in termini il massimo storico dello scalo peloritano, guidato dal Presidente De Simone, con un incremento del 14,5% rispetto all’anno precedente. Ancora più evidente la crescita (+27,8%) del numero dei passeggeri in imbarco per un totale di 18.880 persone. Con 228 navi appartenenti a oltre 30 compagnie internazionali la crescita degli approdi è stata invece del 22%; in particolare 54 gli scali della MSC, 31 della Royal Caribbean, 21 della Carnival, 13 della P&O, 10 della Holland America Line e della Silversea Cruises. A Miami, il segretario generale Francesco Di Sarcina e la responsabile del Servizio Affari Istituzionali e promozione, Cristiana Laurà, hanno presentato tutte le azioni innovatrici che sono state messe in campo a Messina e Milazzo. L'Autorità portuale ha studiato un pacchetto di iniziative in favore delle compagnie basato su una politica di aggiornamento e miglioramento della qualità dei servizi. Per ulteriormente potenziare la qualità dell'accoglienza dei passeggeri è stata pubblicata a fine febbraio la gara per la progettazione del nuovo terminal crociere del porto di Messina. LEGALMENTE TRIBUNALE DI MESSINA - II Sezione Civile Il Giudice Dr. Ugo Scavuzzo letto il ricorso con il quale Giuseppe Zito, nato a Messina il 23.04.1947, ed ivi residente in Via Torrente San Licandro Alto 27 P. Santoro, C.f. ZTIGPP47D23F158Q, elettivamente domiciliato in Messina, Via F. Faranda 2, presso lo studio dell’Avv. Francesco Genovese, che lo rappresenta e difende giusta procura a margine del ricorso, chiede che si dia accesso alla procedura di “composizione della crisi da sovra indebitamento” disponendo la comunicazione ai creditori della proposta e del decreto; P.Q.M. Visto l’art. 10, legge n. 3/2012; FISSA l’udienza del 4.04.2014 ore 12.30, disponendo la comunicazione, entro il termine di cui all’art. 11, comma 1, N. 3/2012, della proposta e del presente decreto ai creditori presso la residenza o la sede legale, anche per telegramma o per lettera raccomandata con avviso di ricevimento o per telefax o per posta elettronica certificata; AVVISA i creditori che, ai sensi dell’art. 11, comma 1, N. 3/2012 devono far pervenire, anche per telegramma o per lettera raccomandata con avviso di ricevimento o per telefax o posta elettronica certificata, all’organismo di composizione della crisi dichiarazione sottoscritta del proprio consenso almeno 10 giorni prima dell’udienza e che in mancanza si ritiene che abbiano prestato consenso alla proposta nei termini in cui è stata loro comunicata; DISPONE che sino al momento in cui il provvedimento di omologazione diventa definitivo, non possono, sotto pena di nullità, essere iniziate o proseguite azioni esecutive individuali né disposti sequestri conservativi né acquistati diritti di prelazione sul patrimonio del debitore che presentato l’accordo da parte di creditori aventi titolo o causa anteriore. AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI PALERMO AVVISO DI GARA Questa Azienda ha indetto, con deliberazione n.395 del 05.11.2013, procedura aperta per l’affidamento del servizio integrato di gestione energetica che si compone della fornitura dei vettori energetici e della gestione, conduzione e manutenzione degli impianti tecnologici a servizio dell’Asp di Palermo, per un periodo pari a 108 mesi.L’importo complessivo presunto dell’appalto ammonta ad Euro 126.490.000,00 oltre I.V.A. Gli atti di gara sono disponibili sul sito internet:www.asppalermo.org. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per le ore 10,00 del 07 Aprile 2014. Il bando è stato inviato alla G.U.E. il 24/02/2014. IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO PROVVEDITORATO E TECNICO Avv.to Fabio Damiani SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected] centonove pagina 23 14 Marzo 2014 economia NOMINE Adesioni all’Ue,le priorità del 2014 DI SALVATORE CIFALÀ Il 16 ottobre la Commissione europea ha adottato una serie di relazioni annuali in cui raccomanda di concedere all'Albania lo status di paese candidato all'Ue e, per la quinta volta consecutiva, di avviare negoziati di adesione con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia. La Commissione valuta inoltre i progressi compiuti negli ultimi dodici mesi dagli altri paesi dei Balcani occidentali e dalla Turchia verso l'adesione all'Unione. Visto che il governo islandese ha deciso di sospendere i negoziati di adesione, una relazione semplificata sull'Islanda valuta il suo attuale grado di allineamento con l'Ue. Nel presentare il pacchetto annuale sull'allargamento, il Commissario Štefan Füle ha dichiarato: "Il processo di allargamento è in corso e, nonostante la crisi economica, si conferma una politica valida, che costituisce parte della soluzione. L'allargamento rimane una delle politiche più efficaci dell'Ue. Affrontando in via prioritaria questioni fondamentali quali la lotta alla corruzione, la solidità della governance economica, la libertà di espressione e i media, i diritti umani e la tutela delle minoranze, l'allargamento consolida la stabilità politica ed economica nei paesi aspiranti e nell'intera Ue”. La strategia di allargamento adottata conferma la pertinenza degli elementi fondamentali dei criteri di adesione di Copenaghen concordati dall'UE 20 anni fa. Uno di questi è lo Stato di diritto, che rimane saldamente al centro del processo. I paesi interessati devono risolvere questioni come la riforma giudiziaria e la lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione sin dalle prime fasi dei negoziati di adesione, per dimostrare di avere ottenuto risultati solidi e duraturi. La crisi economica mondiale ha sottolineato la necessità per tutti i paesi di rafforzare la governance economica e di migliorare la competitività. La Commissione ha presentato una serie di proposte a sostegno di questo obiettivo, tra cui l'introduzione di strategie nazionali per le riforme economiche e di piani d'azione per la gestione delle finanze pubbliche. I recenti avvenimenti verificatisi in diversi paesi candidati all'adesione hanno ribadito l'importanza di rafforzare le istituzioni democratiche e di rendere più inclusivi i processi democratici. Tutti i paesi dei Balcani occidentali e la Turchia devono intraprendere ulteriori riforme per garantire l'effettivo rispetto della libertà di espressione e dei diritti delle persone appartenenti a minoranze, compresi i rom. Occorrono misure più incisive per difendere altri gruppi vulnerabili dalle discriminazioni, in particolare quelle basate sull'orientamento sessuale. La Commissione darà ulteriore centralità a questi temi nell'ambito del processo di adesione, anche attraverso finanziamenti preadesione più mirati e una maggiore assistenza per favorire l'inclusione dei rom mediante un meccanismo specifico. PARTECIPATE PALERMO Presidenti per Amat e Amap PALERMO. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha nominato i nuovi presidenti di Amat e Amap e confermato i restanti componenti dei Consigli di amministrazione. All'Amap va Maria Prestigiacomo, architetto, e imprenditrice nel settore delle piccole e medie imprese; all'Amat Antonio Gristina, con esperienza nel settore dell'amministrazione e finanza di piccole e medie imprese. Michelangelo Salamone e Giuseppe Monteleone sono stati confermati nel Cda della ex municipalizzata che gestisce il servizio idrico; mentre Diego Bellia e Rosalia Sposito restano in carica nell'azienda di trasporto pubblico. «L'immediata regolarizzazione dei vertici delle partecipate Amap e Amat è conferma dell'importanza strategica dei servizi resi ai cittadini - dice Orlando - ed anche della necessità di una visione armonica e condivisa riguardo alla qualità dei servizi». COLDIRETTI RAGUSA-SIRACUSA Greco nuovo direttore MESSINA. GiPietro Greco è il nuovo direttore della Coldiretti di Ragusa e Siracusa; subentra a Gerardo Forina, nominato direttore di Palermo. Greco 54 anni, pugliese, arriva dopo sei anni di direzione delle Federazioni di Sassari e Gallura. Ha cominciato come segretario di zona nella provincia di Taranto e torna a Siracusa dopo essere stato in passato vicedirettore, nonché responsabile, del patronato Epaca. CONSUMATORI VITIVINICULTURA Oneri condominiali Marsala, tutti a Enofocus Voucher, le novità per quest’anno Con la riforma della normativa sui condomini, entrata in vigore nel 2013, sono state introdotte alcune novità per quanto concerne il pagamento degli oneri condominiali in caso di cessione di un immobile. Secondo la legge l’acquirente, che subentra nei diritti di un condomino, è obbligato solidalmente con questo al pagamento dei contributi relativi all'anno in corso e a quello precedente. La riforma prevede oggi che il cedente di diritti su unità immobiliari resta obbligato solidalmente con l'acquirente per i contributi maturati fino al momento in cui è trasmessa all'amministratore copia autentica del titolo che determina il trasferimento del diritto. Nei rapporti interni tra acquirente e venditore vale la regola generale secondo cui l’acquirente risponde per le quote condominiali dovute successivamente all’acquisto. Per quanto riguarda le spese di natura straordinaria, in caso di vendita dell’immobile, la Cassazione prevede che è tenuto a sopportarne i costi chi era proprietario dell'immobile al momento della delibera assembleare. MARSALA. Ricercatori, docenti universitari e esperti provenienti da tutta Europa si incontreranno a Marsala (Trapani), oggi (venerdì 14, ndr) e sabato, per confrontarsi sulle più importanti innovazioni e ricerche in atto nel mondo del vino. L'occasione è la prima edizione di Enofocus Sicilia, organizzata da Assoenologi Sicilia per permettere a tutti gli enologi siciliani di conoscere le più avanzate opportunità che la ricerca propone attualmente nel campo vitivinicolo. «L'enologo - spiega l'enologo Giacomo Manzo, presidente di Assoenologi Sicilia - è il protagonista di tutta la filiera vitivinicola: dall'aspetto agronomico al marketing, deve essere in grado di gestire tutto il processo che porta alla creazione di un vino di qualità. Per questo motivo l'aggiornamento tecnico e il confronto sono oggi sono così importanti». Il lavoro occasionale accessorio (voucher o buoni lavoro) aggiorna gli importi dei compensi massimi e proroga le possibilità di attivazione con percettori di prestazioni economiche integrative del salario o di sostegno al reddito. Per il 2014, come previsto dalla riforma Fornero, sono stati aggiornati gli importi sulla base della variazione dell’indice Istat. I nuovi importi economici da prendere a riferimento per l’anno 2014, anche al fine delle verifiche sul loro rispetto a cura dei committenti, sono rideterminati in 5.050 € netti per la totalità dei committenti nel corso di un anno solare, 2.020 € netti in caso di committenti imprenditori commerciali o liberi professionisti nel corso di un anno solare. I corrispondenti importi lordi, riferiti all’anno solare, sono pari a: 6.740 € per la totalità dei committenti; 2.690 € in caso di committenti imprenditori commerciali o liberi professionisti. Ricordiamo che il superamento della soglia massima di reddito percepibile potrebbe far scattare la trasformazione del rapporto in lavoro subordinato a tempo indeterminato, pertanto il committente per escludere tale rischio dovrà farsi rilasciare dal prestatore una dichiarazione in cui lo stesso attesta il mancato superamento del massimo consentito. Il Decreto Milleproroghe, inoltre, ha esteso anche per quest’anno la possibilità di effettuare lavoro accessorio con cassaintegrati e disoccupati. Per il 2014, quindi, prestazioni di lavoro occasionale ed accessorio, con limite massimo di 3.000 € per anno solare, possono essere rese, in tutti i settori produttivi compresi gli enti locali (rispettando i vincoli di contenimento delle spese e del patto di stabilità), dai percettori di prestazioni economiche integrative del salario o di sostegno al reddito. L’INPS, per questi lavoratori, sottrarrà dalla contribuzione figurativa relativa alle prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito corrisposte, gli accrediti contributivi derivanti dalle prestazioni di lavoro accessorio. Fatta salva la ritenuta complessiva sul valore nominale del “voucher” (13% alla gestione separata INPS, 7% all’INAIL, 5% rimborso spese a INPS per i costi di gestione), la somma percepita per la prestazione lavorativa, è esente da imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato od inoccupato. Un’utile guida al lavoro con i voucher è stata pubblicata da Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, intermediari abilitati alla procedura Inps on line per il lavoro accessorio. Francesco Suria, esperto legale NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO centonove pagina 24 poster GALLERIE Il balletto delle donazioni Pagina 26. Nel 1997 un gruppo di artisti regala al Comune di Messina 51 opere che finiscono in uno stanzino del teatro 14 Marzo 2014 LIBRI Legalità, la parola a Cavadi Pagina 28. Nel suo ultimo libro l’autore è riuscito a mischiare completezza e sinteticità in settanta pagine MURALES DI UMANITÀ VARIA Alcuni studenti dell’artistico “Basile” di Messina Un fumetto stile Manga realizzato durante Cominks EVENTI. Protagonisti della manifestazione messinese i giovani disegnatori del Liceo Artistico “Basile” Cominks, scuola di fumetti Gli studenti dall’1 al 3 marzo si sono confrontati con gli esperti del settore. Eloisia Strani: «E’ stata un’esperienza straordinaria. Per me non è solo una passione diventerà il mio mestiere» DI EMANUELA GIORGIANNI A Messina, tutti gli appassionati di fumetti, manga, ma anche di fantasy, musica, videogames o semplici curiosi hanno passato un Carnevale indimenticabile. Dall’1 al 3 marzo la più grande fiera del fumetto ha avuto luogo alla cittadella universitaria, il Cominks, dando la possibilità a chiunque di farne parte. L’atmosfera era quasi irreale, si passava dai combattimenti medievali, con tanto di spada e armatura, a Star Wars, dai giochi di ruolo al tiro con l’arco, sembrava di essere proiettati in un tempo e uno spazio paralleli. Un evento che, oltre ad essere un passatempo, ha costituito per molti una grande occasione. Tantissimi, infatti, i fumettisti a prenderne parte, avendo anche l’occasione di confrontarsi con gli esperti del mestiere, i ragazzi dell’Accademia del fumetto di Palermo e Reggio Calabria, e i giovani studenti del Liceo artistico “Ernesto Basile” di Messina. Giovani pieni di sogni e talento, i quali hanno potuto vivere un’esperienza indimenticabile. «All’inizio credevamo di non riuscire a fare molto, i tavoli erano pochi rispetto al materiale ordinato, ma tutto si è poi risolto per il meglio. Tra le cose più interessanti c’è stata l’esperienza del cosplay, tramite la quale abbiamo potuto conoscere tantissime persone con i nostri stessi interessi, e stringere legami inaspettati». Cosplay è un termine giapponese che indica la pratica in cui vengono vestiti i panni di un personaggio di un determinato ambito e impersonate le sue caratteristiche. «Rappresentavamo figure totalmente diverse che interagivano tra loro. Sono corsa da un ragazzo, che interpretava il fratello del mio personaggio, urlandogli fratellone» racconta Eloisia Strani, del liceo Basile. Gli stessi protagonisti dei fumetti da loro realizzati, saltavano fuori dai disegni e prendevano vita. Ma è possibile far nascere da questa passione qualcosa di più serio? Quali sono le possibilità, le aspettative e i progetti di questi giovani fumettisti? Sono tutti molto determinati a realizzare il loro sogno, per quanto difficile possa essere. Chi vuole diventare fumettista, chi realizzare manga, o fare doppiaggi. «Io sogno di diventare una mangaka (realizzatrice dei tipici fumetti giapponesi), dopo il diploma voglio studiare a Torino per specializzarmi e spostarmi in Giappone. Lì iniziare a farmi conoscere, per poi tornare a Messina e aprire un’editoria. So che è difficile ma non mi arrenderò - spiega Eloisia - mi piacerebbe anche aprirvi una scuola di manga. A Messina, infatti, non ci sono possibilità in questo campo, anche se nelle altre zone di Italia si sta pian piano facendo di più». L’Italia, spiegano i ragazzi, non offre grandi possibilità, sarebbe bello dare più spazio al fumetto. Per questo, opportunità come il cominks sono fondamentali. È anche vero, però, che ormai esistono accademie di fumetto da tutte le parti d’Italia, e stanno nascendo anche scuole estive. L’interesse verso quest’ambito è in continuo aumento, e non ci si può lamentare delle tante nuove iniziative prese. Nonostante ciò, tuttora, fare dei centonove pagina 25 fumetti la base del proprio futuro sembra un’idea poco fattibile. «Alcune persone mi contrastano categoricamente; tra i miei amici alcuni mi incoraggiano ad andare avanti, altri no, lo considerano solo un sogno; i miei genitori sono realisti, ma cercano in ogni caso di aiutarmi-continua Eloisia ed io non mi fermerò davanti alle difficoltà». Ciascuno di loro tiene stretti i propri obiettivi, seguendo i principali modelli di riferimento, nomi come Akira Toriyama, creatore di Dragon Ball, ed ex produttore dello studio Ghibli, o Hayao Miyazaki, premio Oscar per la realizzazione de “La città incantata”. Il Cominks ha dato spazio e modo a questi giovani di fare le prime esperienze e relazionarsi direttamente col mestiere che poi vorranno intraprendere nella vita, agli appassionati di condividere reciprocamente i propri interessi,e ai visitatori di entrare a contatto e conoscere meglio questo mondo affascinante. Insieme ai moltissimi altri eventi offerti dalla fiera, il cominks è stata una novità all’avanguardia per la nostra città, organizzata dai ragazzi per i ragazzi. Un momento di grande partecipazione da parte di tutta la città, che i giovani fumettisti, soprattutto, sperano possa ripetersi, poiché unico ambiente nel quale si sono trovati liberi di dar sfogo alle proprie passioni, come anche alle proprie follie. Dice, infatti, il motto dell’evento: “Stay foolish, stay cominks!” 14 Marzo 2014 postergallerie MESSINA. Nel 1997 un gruppo di artisti regala al Comune cinquantuno opere che finiscono in uno stanzino del teatro Il balletto delle donazioni Dopo una mostra allestita nella Galleria d’arte Moderna i quadri sono stati dispersi. Per ritrovarli gli autori hanno fondato l’associazione “Senza Chiedere Il Permesso”che adesso chiede aiuto alla giunta Accorinti. Dopo 17 anni di rinvii DI ALESSANDRA TIMMONERI Una storia che si protrae da quasi vent’anni e che, forse, solamente adesso può concludersi con un lieto fine. Risale infatti al 1997 il primo capitolo di una vicenda che, a Messina, intreccia opere d'arte e burocrazia, diverse alternanze di amministrazioni politiche ma immutate cattive abitudini nei confronti della cultura, abitudini fatte di colpevoli dimenticanze e superficiali quanto insufficienti risoluzioni nei confronti di un qualcosa che andrebbe invece percepito come patrimonio collettivo, tesoro per tutta la città. Nel 1997 infatti un nutrito gruppo di artisti effettuò una donazione di un totale di 51 opere al Comune di Messina, all’epoca sotto l’amministrazione Providenti. Per l’occasione si tenne una mostra, "Artisti al Museo", e venne scelta la sede della galleria d’arte moderna in Via Consolato del Mare, accanto a Palazzo Zanca. Ma poco dopo, una volta cambiato il sindaco, la galleria venne prontamente chiusa, e si perse ogni traccia dei quadri donati, che scomparvero letteralmente nel nulla. Come racconta Pippo Martino, tutti gli artisti che avevano effettuato la donazione si attivarono per rintracciare le loro opere: «Ci rivolgemmo al Comune, il quale era all’oscuro della destinazione finale dei nostri quadri. Fondammo allora un’associazione, “Senza Chiedere Il Permesso”, che divenne la spina dorsale della nostra protesta». Perché fu effettivamente senza alcun “permesso” che gli artisti iniziarono Alcuni artisti di “Senza chiedere il permesso” un’incessante ricerca per il ritrovamento delle tele sparite, e su loro esclusiva iniziativa, giacché il Comune non sembrava allora deciso ad andare più a fondo nell’accaduto. Fu solamente sotto l’amministrazione Genovese che gli artisti poterono finalmente operare una ricerca con la piena autorizzazione comunale. Ottennero infatti dal vicesindaco Saitta il permesso di visitare diversi uffici e proprietà comunali, nella speranza di rinvenire essi stessi i dipinti spariti. E fu così che nel 2007 l’Associazione di artisti, i quali sono giustamente definiti da Martino «gli unici custodi della memoria dell’evento» rinvennero in uno stanzino chiuso del teatro Vittorio Emanuele i resti della donazione effettuata ben dieci anni prima: alcuni dei quadri danneggiati, altri mancanti, stipati in uno stanzino buio, molto lontani dalla degna collocazione che si meritavano. Si corse così subito ai ripari: i quadri danneggiati furono restaurati dagli artisti (o meglio dai superstiti: si deve infatti tener presente che in quei dieci anni alcuni di loro erano passati a miglior vita, come Felice Canonico o Mimmo Grillo), quelli mancanti sostituiti con nuove tele, e il 2 aprile 2007 si organizzò una mostra al Vittorio Emanuele. «Finalmente le nostre opere ricevevano la giusta collocazione, ma già ci domandavamo dove sarebbero finiti una volta conclusa la mostra». E già, perché l’Associazione fece le sue pressioni all’assessore alla cultura e allo stesso Saitta affinché questa volta i quadri ricevessero il trattamento che spettava loro, e dunque venissero custoditi o dentro lo stesso teatro, o in una galleria come era stato stabilito inizialmente. «La nostra intenzione prosegue Martino - era quella di trovare una giusta collocazione per le nostre opere. Dopo le peripezie che questi quadri avevano dovuto affrontare in dieci anni, finendo nel dimenticatoio nonostante fossero un dono fatto da noi al Comune, nonostante la nostra voglia di esporli e fare così un regalo alla città tutta, nonostante questo, erano spariti per così tanto tempo che avevamo paura l'accaduto potesse ripetersi nuovamente. Dunque era necessario trovare la giusta collocazione». Ma le cose, manco a dirlo, andarono diversamente. Conclusasi bruscamente l’era Genovese, ogni discorso finì nel nulla e i buoni propositi accantonati. I quadri vennero nuovamente dimenticati, collocati alla rinfusa (senza un filo conduttore che fosse tematico o temporale) lungo i corridoi del Teatro, accanto ai servizi igienici, per l’esattezza. Ogni speranza di dialogo con l’amministrazione comunale era ancora una volta impossibile: «Ciò che ci è mancato in tutti questi anni è stato un interlocutore. Sì, è vero, le amministrazioni comunali si alternavano frequentemente, eppure non è mai stato possibile instaurare un dialogo con nessuno». In tempi relativamente recenti, con la giunta Accorinti, continuando con una buona dose di perseveranza, gli artisti sono riusciti per la prima volta a trovare, pare, un interlocutore che ascolti davvero le loro richieste. E chissà che questa non sia la volta buona... CHI C’È “Artisti al Museo” DA MANTILLA A CELI, DA D’AVENIA A BORGIA. UNA COLLEZIONE CHE RACCOGLIE DEI CAPOLAVORI MESSINA. La mostra "Artisti al Museo", finanziata dal Rotary Club e curata dal critico Lucio Barbera, raccoglieva una varietà di opere di artisti tra i più diversi: da Pietro Mantilla a Enzo Celi, da Michele D'Avenia a Francesca Borgia. Il filo conduttore, a detta di Pippo Martino, era quello di documentare lo stato dell'arte in città. Sebbene non tutti gli artisti fossero messinesi, infatti, l'idea era quella di testimoniare un pezzo di storia dell'arte in città. «L'intera collezione, con il catalogo stilato in occasione del ritrovamento dei quadri perduti, è testimonianza concreta di una generazione di artisti che dagli anni '80 ha caratterizzato il territorio messinese, ma che, forse, è rimasta per molto tempo nascosta, anche a causa di questa vicenda. L'intenzione, ora come allora, è quella di mettere in luce quanto la cultura e l'arte possano e debbano dare alla città, e di riscoprire un sentimento comune che porti alla rinascita culturale». Sotto la giunta Accorinti per la prima volta è stato stilato un documento che testimoni l'esistenza di questa collezione (singolarmente, infatti, mancava fino ad oggi ogni sorta di documento che attestasse anche la sola stessa esistenza della raccolta); inoltre i quadri sono stati collocati in maniera degna nella prima galleria all'interno del Vittorio Emanuele, e non finisce qui: «Noi non siamo avvezzi a stare dietro le porte dei potenti, ma finalmente stiamo avendo un fruttuoso centonove pagina 26 dialogo con l'assessore Perna: abbiamo trovato qualcuno che ci dia retta, così abbiamo regolarizzato burocraticamente e adesso attendiamo il riconoscimento pubblico presso il Salone delle Bandiere. Sentendoci finalmente ascoltati abbiamo potuto avanzare delle proposte per il futuro, come la prossima notte della cultura da dedicare ad un altro messinese, paradossalmente forse più celebre lontano dalla città, e cioè Filippo Juvarra. Vorremmo realizzare anche una piccola città dell'arte, sfruttando edifici dismessi e offrendo servizi e corsi gratuiti nei quartieri. Abbiamo inviato al Comune una bozza con gli interventi che ci piacerebbe fare per dare nuovo slancio culturale a questa città per troppo tempo rimasta assopita. Certo, visti tutti i trascorsi abbiamo imparato con gli anni ad essere diffidenti per natura, ma per il momento siamo abbastanza ottimisti». (A.T.) postergallerie 14 Marzo 2014 PROSSIMAMENTE Trasferta low cost A PALERMO L’EVENTO DEL MART. RINUNCIANDO A 580 MILA EURO La Madonna del Polittico di San Gregorio Teresa Pugliatti L’INTERVENTO. L’esposizione allestita per la Notte della Cultura va smontata. Ecco perché Antonello e la “mostraccia” Riproduzioni riprese malamente dai libri, con tanto di retinatura, misure delle opere non corrispondenti al vero e assenza di un criterio cronologico fanno della mostra di riproduzioni una vera “calamità” DI TERESA PUGLIATTI* A un mese dalla Notte Antonelliana, ciò che resta in città è la mostra di riproduzioni dei dipinti di Antonello al Palacultura. Una mostra che, proposta all’assessore alla Cultura del Comune Tonino Perna, è diventata lo spunto per imbastire l’intera iniziativa. Ma si tratta di un arricchimento per la città? Penso proprio di no, anche perché il capoluogo dello Stretto ha avuto ben altre occasioni di rendere omaggio al suo massimo e più conosciuto artista. MESSINA, 1953. La città visse un evento che la pose al culmine della cultura mondiale: la prima mostra di Antonello da Messina e della pittura del ‘400 in Sicilia, promossa dall’allora Rettore dell’Università di Messina, Salvatore Pugliatti, coadiuvato dall’entusiasmo del sindaco, Carmelo Fortino, e curata da alcuni degli storici dell’arte più noti del tempo. L’Istituto Centrale del Restauro, diretto da Cesare Brandi, inviò a Messina una equipe di tecnici che fu impegnata per mesi nel restauro di tutte le opere. Tra i dipinti pervenuti si ricorda la Crocifissione di Sibiu, una località che allora era al di là della cosiddetta “cortina di ferro”; il difficile prestito fu ottenuto per la mediazione di Renato Guttuso, amico di Pugliatti, e l’opera fu recapitata a Messina in una valigetta diplomatica. Ho narrato questo episodio, perché può dare l’idea (pur sempre vaga) dell’importanza di quella mostra. Che fu visitata dagli storici dell’arte e dai direttori dei musei di tutto il mondo. L’allestimento, nel palazzo del Comune, realizzato da Carlo Scarpa, è rimasto uno degli allestimenti espositivi più celebrati. MESSINA 1981. Il Preside della facoltà di Lettere dell’Università, Gianvito Resta, progettò una seconda mostra di Antonello. Purtroppo, poche furono le opere concesse in prestito dai Paesi stranieri, perché, come io stessa seppi dopo, non era piaciuta la composizione del comitato organizzatore, costituito prevalentemente da politici. Tuttavia, la cura scientifica della mostra, affidata a due prestigiosi storici dell’arte, Alessandro Marabottini e Fiorella Sricchia, che vi inserirono i loro giovani allievi, produsse un catalogo importante sotto il profilo scientifico, i cui testi (saggi critici, schede filologiche e nuovi regesti documentari) posero per la prima volta un punto fermo nel chiarimento di molti problemi. Furono esposti comunque tutti i quadri esistenti in Sicilia, degli altri si fecero eseguire, da fotografi professionisti, delle ottime riproduzioni fotografiche, direttamente dai dipinti originali. Messina 2014. Si sta spacciando per mostra “didattica” di Antonello (e sottolineando perfino, in alcuni interventi giornalistici pubblicitari, che sarebbe la prima fatta a Messina!) una esposizione di brutte stampe che offendono la cultura e la città: si tratta di foto prevalentemente scattate da libri, con il retino in vista; non rispondenti agli originali nelle misure, nei colori, e che quindi non danno conto del caratteristico uso della luce antonelliana, né del tratto “lenticolare” del pittore; e infine, esposte, con assoluta incompetenza, in un inaccettabile ordine tematico e non in quello cronologico che suole dare conto dei diversi momenti del pittore, delle sue evoluzioni dovute ai luoghi, alle persone alle influenze delle sue frequentazioni (nel caso di Antonello la prima formazione a Napoli con Colantonio, la cultura fiamminga, angioina e aragonese, l’influenza importante di Piero della Francesca, il rapporto con Venezia e con Giovanni Bellini): quelle influenze, e quelle frequentazioni, cioè, che rendono conoscibili il percorso, la personalità., la cultura, le ragioni mentali di un pittore e quindi comprensibile il suo stile. Né si è provveduto ad accompagnare la mostra con dei pannelli (quelli che si definiscono appunto “didattici”), e d’altra parte non vedo come questi organizzatori fossero in grado di redigerli. E ancora, dulcis in fundo, tra le immagini ve ne sono alcune di quadri che, fin dagli anni Trenta del secolo scorso, gli storici dell’arte hanno tolto dal catalogo di Antonello. Questa mostra andrebbe dunque subito tolta, per evitare che venga visitata da centonove pagina 27 Sì è conclusa a gennaio e sbarcherà ad aprile a Palermo, la mostra dedicata ad Antonello da Messina e già allestita al Mart (Museo di Arte Moderna e Contemporanea) di Trento e Rovereto. Progettata da Ferdinando Bologna e Federico De Melis quasi “a ridosso” dell’ultima antologica alle Scuderie del Quirinale di Roma (del 2006, curatore Mauro Lucco), l’esposizione propone, secondo la presentazione, “un’indagine articolata e uno sguardo originale sulla figura del grande pittore del Quattrocento e sul suo tempo, attraverso lo studio degli intrecci storico-artistici e delle controversie ancora aperte”, riportando invero molto indietro le lancette degli studi sull’artista, più o meno all’epoca del grande pioniere Stefano Bottari. Un “ritorno al passato”, quello voluto da Bologna, che viene offerto come punto di forza per “approfondire nuovi percorsi di interpretazione critica”. “Questa rilettura di Antonello da Messina non offre solo la ricerca della collocazione cronologica delle opere, l’analisi dei rapporti con i maestri a lui contemporanei, delle similitudini e delle differenze, ma è concentrata anche su una profonda analisi dell’intelligenza poetica di un artista che ha saputo cogliere le sfumature psicologiche e le caratteristiche più intime dell’esistere”. La mostra è stata possibile grazie a collaborazioni con i musei della Regione Sicilia, la Galleria Borghese di Roma, i Musei Civici di Venezia, la Fundación Colección Thyssen Bornemisza di Madrid, il Philadelphia Museum of Art e il Metropolitan Museum di New York. Alla Regione, si è detto ufficialmente, la mostra che sarà allestita a Palazzo Abatellis non verrà a costare nulla. In realtà, però, il governo ha deciso di rinunciare ai 580 mila euro derivanti dal prestito, soldi che sarebbero andati direttamente ai musei. (D.D.J.) veri competenti che si farebbero l’idea che a Messina non ci sono storici dell’arte né, più in generale, persone colte. Nell’ambito di questa medesima manifestazione leggo infine di una conferenza di Antonino Principato su un argomento che viene definito “nuovo”: il supposto rapporto spirituale tra Antonello e Santa Eustochia, l’allora clarissa di Montevergine. Stupisco nel sentire che il Principato non ha citato Giuseppe Miligi, il compianto studioso che ha suggerito e trattato questo tema, nel suo libro Francescanesimo al femminile (EDAS, Messina 1994), supportandolo con interessanti e validi indizi che avevano suscitato l’interesse di Federico Zeri. *Storica dell’Arte 14 Marzo 2014 posterlibri A TU PER TU. Nel suo ultimo libro l’autore è riuscito a mischiare completezza e sinteticità in settanta pagine Legalità, la parola a Cavadi Il volume, che inaugura la collana “Sindacalario”, con la sua chiarezza espressiva è uno strumento utile per i cittadini. Perchè prima di rispettare una regola bisogna sempre comprenderne il senso. DI VALERIO DROGA Completezza e sinteticità: due qualità inconciliabili? Non per Augusto Cavadi che è riuscito a sintetizzare concetti complessi nelle settanta pagine del suo Legalità (Di Girolamo, Trapani 2013, euro 7,00), volumetto che inaugura la collana "Sindacalario" dedicata ad approfondire le parolechiave di una cultura sociale dentro e fuori il sindacato. A riprova del fatto che 'complesso' non è sinonimo di 'complicato' né 'semplice' lo è di 'semplicistico'. La chiarezza espressiva ne fa davvero uno strumento utile per tutti i cittadini: un manualetto la cui narrazione si snoda come un romanzo, scorrevole e piacevole. Il lettore è accompagnato per mano lungo un percorso e le cui pietre miliari sono legalità, appunto, giustizia, fedeltà, resistenza, creatività, partecipazione. Legalità - afferma l'autore già dalle prime battute - non è una parola simpatica, come a volere imporsi l'obiettivo di farcela apparire, alla fine della trattazione, simpatica o comunque amica. È antipatica perché richiama regole, divieti e prescrizioni, pene e castighi e, naturalmente, senso del dovere e responsabilità. L'obbedienza cieca a queste regole non può riuscire a garantire stabilmente l'ordine sociale come del resto non può farlo l'anomia, il rifiuto di qualsiasi normativa. Prima di obbedire a una regola ne va compreso e condiviso (due passaggi consecutivi) il senso; va quindi recuperato il concetto di "patto sociale" grazie al quale soltanto il suddito si distingue dal cittadino. In altre parole, occorre passare dalla modalità del dovere (esterna) a quella del volere (interna): ogni legge va resa desiderabile, ne va compreso il LACERTI DI LETTURE valore di utilità sociale, va interiorizzata. Solo così il rispetto delle leggi diventa un dovere imposto da sé stessi per assicurare la tutela dei propri diritti. Senza regole si imporrebbe comunque, infatti, una legge: quella del più forte, del più furbo e del più ricco. Ecco che la parola legalità diventa già un po' meno antipatica, ma il racconto continua. Le leggi, per essere accettate, devono essere giuste. Entra così in campo una seconda parola, la giustizia. Esistono leggi ingiuste (pensiamo alle leggi razziali o alla decaduta legge elettorale italiana) e ci sono comportamenti giusti considerati illegali (pensiamo al reato in cui incorre chi dà ospitalità a uno straniero disperato a cui è scaduto il permesso di soggiorno). Un bravo cittadino quindi non obbedisce ciecamente alle leggi, ma sa distinguere quelle giuste dalle ingiuste e, in questo secondo caso, mostra il coraggio di disobbedirvi: soltanto così, con la partecipazione attiva e critica, sistema legislativo e società stessa possono evolversi. Entra quindi in scena un nuovo concetto, il discernimento, la saggezza per distinguere una legge giusta da una ingiusta: una dote che non si riceve alla nascita ma che si affina col tempo, con l'esperienza, lo studio, la meditazione e il confronto con gli altri. L'importante è seguire il proprio senso di giustizia, nel modo più onesto: disubbidire non per un proprio vantaggio (sarebbe altrimenti semplice ribellismo), ma per obbedire alla nostra coscienza. L'esercizio della legalità è un valore, dunque, solo se è instancabile ricerca della giustizia. La resistenza è un diritto e un dovere al tempo stesso: compiere un atto illegale può essere giusto se serve a tutelare un nostro diritto ma diventa un obbligo morale quando si tratta di tutelare un diritto altrui, anche a costo di andare incontro responsabilmente a conseguenze infauste (dal carcere alle torture, fino alla morte, se necessario). Chi obbedisce ciecamente senza interpellare la propria coscienza, appellandosi al senso del LA CLASSIFICA dovere, non è un uomo né giusto né ingiusto: semplicemente non è un uomo. In questo percorso di miglioramento dello spirito critico ci fanno da tutori tre setacci che ci possono aiutare a discernere le leggi giuste da quelle ingiuste: la Dichiarazione dei diritti dell'uomo, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e la Costituzione italiana. Incontriamo infine la creatività: opporsi a una legge ha senso se si ha in mano una controproposta. In fondo la politica cos'è se non il contrastare norme ingiuste per proporne di alternative? È partecipazione. E non è un caso che qualsiasi dominatore scoraggi la partecipazione politica, alimentando il senso di sfiducia nella politica stessa. Ne consegue una stagione di qualunquismo e di riflusso verso i propri piccoli interessi privati che lascia campo libero proprio ai più spregiudicati professionisti della politica. Il piacevole percorso proposto da Cavadi si chiude con i compagni che ci hanno affiancato fin dalla prima pagina: le parole. Abbiamo sottolineato l'importanza della conoscenza delle leggi, inevitabile per poterle giudicare, ma queste risultano incomprensibili ai più. Da una parte bisogna avvicinare le leggi ai cittadini e, dall'altra, alfabetizzare il cittadino al linguaggio giuridico. E questo avvicinamento è lo scopo della collana progettata dalla Filca-Cisl nazionale: obiettivo che Cavadi ha pienamente centrato, rendendoci, al termine del viaggio, finalmente comprensibile, amica e simpatica la parola legalità. DI FELICE IRRERA Esce, in un’edizione filologicamente corretta, e con traduzione a fronte, questo libro di “cunti” (pubblicato postumo fra il 1634 e il 1636), forse il più bello dell’età barocca Giovan Battista Basile, Lo cunto de li cunti (a cura di Carolina Stromboli), voll. 1-2, pp. 1058, Salerno Editrice, € 98,00 Friedman 1Alan Ammazziamo il Gattopardo - Rizzoli King Doctor Sleep - Sperling & Kupfer 2Stephen Giampaolo Pansa 3stenza Bella ciao. Controstoria della Resi- Rizzoli Sánchez 4Clara Le cose che sai di me - Garzanti Cornwell Polvere - Mondadori 5Patricia Serra 6Michele Gli sdraiati - Feltrinelli www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) La bellezza Quella stanchezza che ci coglie, ad una certa età, rendendoci compiaciuti dell’essere stanziali. “La lotta snervante quotidianamente rinnovata tra la volontà fiera e tenace di andare e questa crescente stanchezza che bisognava celare.” L’eroe è colui che riesce a mortificare le proprie debolezze con idee e principi. “L’elegante dominio di sé, che dissimula agli occhi del mondo un logoramento interno, il decli-no biologico: esiste eroismo all’infuori della debolezza?” La dignità è un valore alimentato dalla passione. “Aveva conquistato la dignità, verso la quale ogni grande talento si sente naturalmente spinto e pungolato. La sua evoluzione era stata un’ascesa verso la dignità, ostinata, sprezzante del dubbio e dell’ironia.” Nell’immensità del mare ci sentiamo al riparo dagli affanni, perché la mente non cerca riparo al chiuso ma nella quiete. “Egli amava il mare: il bisogno di riposo dell’artista che cerca riparo nella semplicità dell’immensità. Riposare nella perfezione e il sogno di chi si affatica per giungere all’eccellenza”. Nell’infinito silenzio del mare l’uomo può sentire l’Eterno.“La pigrizia incatenava lo spirito, mentre i sensi assaporavano il formidabile e stordente di-scorso del silenzio marino.” Quando la bellezza si veste di pudore diventa grazia. “Mentre rispondeva con un sorriso indescrivibilmente amabile usciva a ritroso con gli occhi bassi.<La bellezza genera il pudore> e si chiese insistentemente perché?” La bellezza: l’unica prova dell’esistenza di Dio. centonove pagina 28 “Credette di comprendere con quello sguardo l’essenza stessa della bellezza. La forma come pensiero divino, unica e pura perfezione che vive nello spirito. ” L’innamoramento esprime sempre e comunque bellezza: la bellezza del desiderio. “L’amante è più divino dell’amato perché Dio è nel primo ma non nell’altro, dal quale scaturisce la più segreta voluttà del desiderio.” La passione è un’idea che diventa sentimento. “Il pensiero può tutt’intero divenir sentimento, il sentimento può trasformarsi in pensiero”. Quei sorrisi che ci entrano dentro l’anima lasciandoci una smarrita tenerezza, spesso ci segnano la vita. “L’uomo al quale era destinato quel sorriso se lo portò via come un dono fatale.” Lacerti tratti da: “La morte a Venezia ” - 1913 Thomas Mann posterrubriche NUOVE VISIONI CATANIA DI MARCO OLIVIERI MUSICA 12 anni schiavo Dopo gli ottimi “Hunger” e “Shame”, il regista londinese Steve McQueen approda negli Stati Uniti e firma “12 anni schiavo”. Un’occasione per raccontare con crudezza, senza edulcorazioni hollywoodiane, la schiavitù subita dai neri, dal 1841 al 1853, negli Stati Uniti. Tre gli Oscar conquistati: quello più ambito come miglior film, la sceneggiatura non originale (da un libro autobiografico di Solomon Northup) scritta da John Ridley e l’Oscar come migliore attrice non protagonista a Lupita Nyong'o. Prodotto anche da Brad Pitt (pure interprete) e dallo stesso regista, per la prima volta non sceneggiatore di una sua opera, “12 anni schiavo” è ben diretto, con forza stilistica, e ben interpretato da Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender (attore prediletto da McQuenn), Benedict Cumberbatch, Paul Dano e Paul Giamatti. Rispetto ai precedenti titoli, il regista dal nome e cognome di una figura mitica dell’immaginario del grande schermo – non realizza un lavoro innovativo come linguaggio cinematografico. Ma la qualità rimane alta sul piano visivo, tra denuncia e desiderio di raccontare un pezzo di storia rimossa. Particolarmente sentito da un autore quarantaquattrenne nero e che discende dagli schiavi delle Indie Occidentali. INTITOLAZIONI Una strada per Danzè MESSINA. Sabato 15 marzo, alle 10, all’incrocio tra la via Monte Scuderi e la via Monte Vettore di Messina si svolgerà la cerimonia di intitolazione del largo a Marcello Danzè (1918-1990), preside, giornalista, studioso e storico dell’arte. Danzè, dopo gli anni di insegnamento nei licei La Farina e Maurolico e quelli di assistentato universitario nelle cattedre di Glottologia e di Antichità greche e romane, è stato per molti anni preside della scuola media Vann’Antò. Coltivò sempre la passione del giornalismo. Presente nel dibattito culturale della città ai tempi delle librerie Ospe, D’Anna e Peloritana, tra i suoi scritti e pubblicazioni di carattere saggistico si ricordano quelli relativi alla dibattuta questione del latino dopo la riforma della scuola media di primo grado degli anni Sessanta. 14 Marzo 2014 DI CESARE NATOLI L’Oscar a Price Elvira Seminara Ecco a voi “Scusate la Polvere” La “malincomica” commedia in scena al Teatro Musco. Dal 18 al 23 marzo DI PAOLO RANDAZZO Cavare drammaturgie da romanzi siciliani più o meno importanti sta diventando una specialità del Teatro Stabile di Catania. Una scelta discutibile, non sempre condivisibile e che, complessivamente, non sembra abbia portato in questi anni a grandi risultati artistici o a indimenticabili produzioni; ma tant’è e questa volta, nel contesto della rassegna “l’Isola del teatro” che si tiene al Teatro Musco, si appresta ad andare in scena lo spettacolo “Scusate la Polvere”: nuova drammaturgia dell’ italianista Rita Verdirame, ricavata dall’omonimo romanzo (2011, Edizioni Nottetempo) della scrittrice catanese Elvira Seminara, regia di Giampiero Borgia (anche lui un habitué dello Stabile Etneo), in scena Loredana Solfizi, Luana Toscano, Egle Doria, Giada Colonna, Giorgia Boscarino. Lo spettacolo sarà in scena dal 18 al 23 di marzo. La scrittura della Seminara è sofisticata, colta, ma anche gaia e corrosiva e la storia che racconta questo romanzo è capace d’intrigare e divertire: una signora di nome Coscienza (ma Alice e Mia, le amiche di sempre, DE GUSTIBUS declinano variamente il suo nome in “Enza”, “Enzima”, “Cosce”, “Scienza” e “Zen”) si trova vedova a 44 anni. Il suo lutto, però, è funestato da una misteriosa donna che si trova morta proprio accanto al suo amato Andrea. Il dubbio del tradimento è immediato e l’elaborazione del lutto, la ricerca della verità e il tentativo di rimettere insieme i cocci di un passato che sembra non appartenerle più integralmente, non possono che essere foriere di grandi sorprese. È il tema della morte che viene affrontato con leggerezza ed irridente ironia. Ed ecco come il regista pugliese racconta il suo lavoro: «La vita è in scena dal primo momento, con l’irruzione dei più vari umori. Specialmente se, a guastare il lutto, c’è una sconosciuta morta nella stessa auto del marito, avvinghiata nello stesso pre-cipizio, il che trasformerà la vedova in detective sulle tracce del misterioso coniuge, assieme a due amiche speciali. Il tutto dentro una Sicilia glocal, magica ironica e sensuale, dove il pianto può trasformarsi in danza, sino alla bella sor-presa finale. Il che rende “Scusate la polvere”, con l’eversiva voce di Coscienza, una “malincomica” commedia umana». HA TRIONFATO il futuro nella corsa all’Oscar 2014 per la colonna sonora. La statuetta, infatti, è andata a Steven Price, trentasettenne compositore inglese che, pur non vantando un curriculum di prestigio, è stato premiato per “Gravity”, film catastrofico spaziale, che ha ricevuto anche il premio come migliore regia con Alfonso Cuarón. La musica di Price non prevede orchestrazioni classiche alle John Williams o alla Morricone. Essa fonde elementi acustici ed elettronici in una scrittura basata su effetti e idee originali. Nessuna ricerca dell’emozione attraverso l’armonia tonale, dunque, bensì il tentativo – tutto sommato riuscito – di restituire il clima surreale e siderale delle scene principali. Dall’altro lato, l’Oscar per la canzone originale è andato a “Let It Go”, scritto dalla coppia artistica e di fatto Kristen Anderson Lopez e Robert Lopez per “Frozen, Il regno di ghiaccio”, la pellicola della Disney premiata anche come miglior film d’animazione. L’anno scorso lo stesso premio era andato a “Skyfall2 di Adele. Se Steven Price è stato preferito ai blasonati John Williams (“The Book Thief2), Alexandre Desplat (“Philomena”), Thomas Newman (“Saving Mr. Banks”) e William Butler and Owen Pallett (“Her”), “Let It Go” ha avuto la meglio su U2, Pharrell Williams e Karen O dei Yeah Yeah Yeahs. Un successo meritato e confermato anche dagli ottimi risultati in classifica nella interessante versione originale di Idina Menzel. DI MASSIMO LANZA Dal 6 al 9 aprile il “Vinitaly 2014” Tutto pronto a Verona per Vinitaly 2014 dal 6 al 9 Aprile, la più importante fiera di settore registra già un record, per la prima volta in 48 edizioni sono stati superati i 100.000 metri quadrati netti dedicati agli espositori. È il risultato dell'allestimento del padiglione I come international per ospitare Vininternational, il nuovo salone riservato agli espositori esteri e dell'ampliamento del padiglione A. Ma appassionati, operatori di settore e giornalisti oltre a poter degustare il meglio della produzione vitivinicola italiana e mondiale girando per i padiglioni del Vinitaly potranno continuare il loro tour nell’eccellenza vitivinicola italiana partecipando a “Vinitaly and the City”, il Fuori Salone di Vinitaly, manifestazione dedicata a tutti gli appassionati del buon cibo e del buon vino, in centonove pagina 29 programma al Palazzo della Gran Guardia di Verona domenica 6 e lunedì 7 aprile dalle 17.30 alle 23.00. Qui il visitatore ha l’opportunità di entrare a contatto con le eccellenze del nostro territorio. Calici Zafferano in alto per i vini selezionati da Gambero Rosso e da Verona Wine Top della Camera di Commercio di Verona, per i vini rosati del Concorso Enologico Nazionale “Rosati d’Italia” e per la selezione dei concorsi enologici seguiti dalle Camere di Commercio di Novara, Torino, Alessandria e Asti, grazie alla collaborazione di Unioncamere Piemonte. Quest'anno, grazie al Consorzio del vino Durello, viene allestita un’ampia area sparkling, che offre ai visitatori l’opportunità di degustare questo spumante giovane, alternativo e dal carattere “vulcanico”. Il sipario si apre anche per l'alta cucina, con un live cooking che promette di stupire anche i palati più raffinati. Ai fornelli rinomati chef come Pasquale Palamaro di Indaco, ristorante dell'Albergo della Regina Isabella di Iischia, e Salvatore Bianco del Comandante, ristorante dell'Hotel Romeo di Napoli. 14 Marzo 2014 posterlettere GUI QUI SCUOLA HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Una Sicilia credibile Le scadenze di Marzo MARZO è ricco di scadenze significative per la scuola. Il 14 marzo è il termine ultimo per il ritiro dalle lezioni degli studenti che intendono partecipare agli esami di Stato in qualità di candidati esterni agli esami di Stato degli istituti superiori. La domanda per l’ammissione agli esami deve essere, invece, presentata agli uffici territoriali entro il termine del 20 marzo. La scadenza del 15 marzo interessa, invece, il personale docente e quello Ata – di ruolo -, perché entro questa data può essere presentata la domanda per la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. Le domande devono essere presentate, per il tramite del Dirigente scolastico della scuola di servizio, all’Ufficio Scolastico Provinciale. La procedura riguarda: docenti con contratto a tempo indeterminato in servizio nelle scuole di ogni ordine e grado; personale Ata con contratto a tempo indeterminato in servizio nelle scuole di ogni ordine e grado, delle istituzioni educative e dei conservatori ed accademie, con l’esclusione dei Direttori dei Servizi generali ed amministrativi; personale della scuola utilizzato in altri compiti ai sensi dell’art. 23 del C.C.N.L./1995, nonché il personale a qualsiasi titolo comandato o distaccato presso enti od istituzioni diversi da quelli di titolarità, previo parere favorevole dell’amministrazione di servizio. La durata minima delle prestazioni lavorative deve essere di norma pari al 50% di quella a tempo pieno e il contratto di rapporto di lavoro a tempo parziale deve contenere l'indicazione della durata della prestazione lavorativa. Il tempo parziale può essere realizzato in modalità orizzontale (servizio ridotto tutti i giorni), verticale (servizio in alcuni giorni della settimana) o mista. ECOLOGIA&AMBIENTE PRECISAZIONI Zangla: «In congedo per avere denunziato» BARCELLONA. Porto alla Vostra attenzione alcune imprecisioni pubblicate nell'articolo del 7 marzo scorso dal titolo "Poliziotto di serie C”. La mia età anagrafica attuale è di anni 53; sono stato messo alla porta privato del lavoro, della funzione di poliziotto - per aver denunziato gravi irregolarità nella trattazione della pratica medico-legale e quando il mio avvocato ha evidenziato la gravità dei loro atti, i responsabili, forti del loro ruolo, invece di intervenire in ottemperanza alle leggi dello Stato, cioè perseguire i Componenti delle Cmo autori di gravi violazioni di legge e ripristinare lo Stato di diritto con la emissione dei giusti provvedimenti, decidono di continuare a coprire tali "soggetti" interpretando le leggi a loro piacimento. Avevo osato denunziare e quindi dovevo essere “punito". Hanno emesso nei miei confronti un provvedimento illegittimo : dispensato a soli 40 anni, posto in pensione con il minimo trattamento economico. Nella sede di Bologna ho prestato servizio dal 1979 al dicembre 1981; nella Questura di Parma dal dicembre 1981 al dicembre 1982; nel Commissariato di P.S. di Comiso (RG) dal 1982 al 1985; nella Polizia Ferroviaria di Messina dal 1985 al 1990 e infine al Commissariato di P.S. di Barcellona P.G. dal 1990 fino al "congedo forzato" del 2000. Per evitare l’uso strumentale di tali errori, chiedo la rettifica nel prossimo numero di Centonove. Ringrazio anzitempo. Vito Zangla Barcellona Ridi: «Non ho aderito ad Anno Zero» BARCELLONA. Riguardo alla notizia pubblicata lo scorso 14 febbraio a pagina 14, dal titolo "Pantano e Ridi ripartono da Anno Zero", tengo a precisare che non faccio parte di questo nuovo movimento politico di cui sono venuto a conoscenza solo attraverso i manifesti affissi nelle vie del paese. Fermo restando la mia stima nei confronti dei fondatori di questo nuovo gruppo, voglio precisare che i miei ideali, e la mia esperienza politica, mi inducono a rimanere legato a chi ha condiviso con me tanti anni di impegno politico. Roberto Ridi Montalbano Ben vengano nell’isola gli stanziamenti annunciati dal nuovo responsabile del Collegio Romano, il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini. Quasi 34 milioni di euro per 11 interventi di restauro nell’ambito dei “Grandi attrattori culturali”. Messina naturalmente non vi fa parte, ma quantomeno le provincie di Siracusa, Ragusa, Trapani, Caltanissetta, non sono fra le solite due che detengono potere politico e quindi potere drenate di stanziamenti. In compenso Messina esulta, dopo i patemi delle settimane precedenti, per il voto dell’Ars che l’ha decretata città metropolitana, allargando le sue potenzialità strategiche all’Area dello Stretto. Anche qui le risorse economiche comunitarie ci sono, seppure sulla carta. Ma perché da ora si possa costruire un futuro possibile anche per il patrimonio culturale necessitano programmi precisi e puntuali, opportunità e strategie, che rendano il territorio, beneficiato da interventi straordinari, in grado di autofinanziarsi nella successiva fase di esistenza ordinaria. Dopo le azioni di conservazione, serviranno programmi di valorizzazione e promozione, definiti con regole precise e convergenti. Idonei ad attrarre investimenti privati, allontanando il timore generalizzato di operare in situazioni di continua emergenza ed in aree di altissimo rischio. Per ottenere ciò occorre liquidare la burocrazia improduttiva e creare un modello operativo che non ostacoli, ma piuttosto favorisca, la capacità di spesa pubblica e privata. In altre parole occorre essere credibili nel rispondere all’Unione Europea con bei propositi tradotti in fatti. [email protected] DI ANNA GIORDANO Un canto “libero” Non riusciva neanche a respirare, tanto era stretta la corda intorno al suo microscopico corpo, usato, in barba ad ogni legge, per catturare altri suoi simili. Parlo di un cardellino sequestrato dal distaccamento forestale di Colle San Rizzo, ad un soggetto che si dilettava a catturarli e rivenderli: reti, cardi, nascondiglio, richiami vivi e via, fermando per sempre il volo libero di questi (ed altri) meravigliosi uccelli. Trenta e passa anni di sequestri, e non si fermano, continuano imperterriti a fare quel che vogliono, ad occupare terreni, ad allontanare le persone che li disturbano, a chiudere per sempre in gabbie disumane uccelli nati liberi, gioiosi, coraggiosi, meravigliosi nel loro affrontare la vita e tutti i pericoli, senza però aver mai capito come sfuggire alle grinfie umane. Talmente stretta quella corda che sembrava incarnata, un respiro faticoso, mani disumane pur appartenendo alla razza che si professa intelligente, hanno avvolto quel corpicino di pochi grammi in un cappio a vita. Senza l’intervento della Forestale, quel cardellino sarebbe morto. Gli altri, una vita in gabbie microscopiche fino alla morte. Gabbie miserrime, devastanti per chi ha come confini, da sempre, solo il cielo. Ci lucrano, soldi in nero, esentasse, corpi pesanti, che mai forse hanno conosciuto la bellezza della libertà, prigionieri del loro egoismo becero, vigliacco, magari possessivi verso coloro che gravitano nella loro vita privata, senza capire mai che la libertà è tutto nella vita. Vanno in Africa a svernare, esseri minuscoli di pochi grammi di peso, ossa cave per essere leggiadri nei cieli e non piombare a terra. Tornano in Europa affrontando venti impetuosi, fame, sete, predatori, burrasche. Molti muoiono durante il volo, altri arrivano qui e umani egoisti centonove pagina 30 incapaci anche solo di volare con il pensiero, li catturano ingannandoli con richiami vivi, cardi messi a bella posta per far credere loro che vi sia tanto cibo e la libertà sfuma per sempre. Cantano, cantano subito appena apri la gabbia ed è un inno alla vita quel canto che si leva manco il tempo di aprire quelle sbarre infernali. E felici, felicissimi, cantano volando e cantano appena si posano, senza più le maledette sbarre che li hanno accompagnati per chissà quanto tempo. Ogni liberazione è un sogno, è un po’ come volare con loro, tornare per un attimo a pensare alla bellezza di questo mondo, dimenticandosi i criminali di ogni genere, anche di quelli che con l’egoismo dirompente e devastante, rubano al cielo i suoi abitanti più belli e più puri. Continuate a strisciare su questa terra, mai possederete un briciolo della bellezza assoluta di chi vola. Un grazie di cuore, immenso, alla Forestale che ha permesso loro di tornare liberi, come natura (e leggi) vuole. Grazie. postercommenti 14 Marzo 2014 LA LETTERA Castello di Milazzo, qualcosa di falso ELIODORO Tutti pazzi per la cittadella della Giustizia CATANIA - L'ex Ospedale Ascoli Tomaselli sarà riconvertito in Cittadella della giustizia. Tutti contenti, dal sindaco all'ultimo lavoratore disoccupato dell'edilizia. Sarà aperto un cantiere per milioni di euro, necessari per ristrutturare la struttura alle nuove esigenze. Fortunatamente il vasto complesso edilizio non è stato vandalizzato e non è particolarmente degradato. Eppure gli uffici giudiziari avrebbe potuto trovare una adeguata, anche se forse non sufficiente, collocazione già diversi anni fa, nell'ex palazzo delle poste di viale Africa, ormai ridotto a poco più di un rudere, occupato abusivamente. L'abbandono, al quale è stato condannato dal sindaco Scapagnini prima e da Stancanelli poi, è quantificabile in milioni e milioni di euro e, ormai, è antieconomico recuperarlo. Resterà lì, cemento in putrefazione, monumento all'incapacità amministrativa e politica. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE La teologia di Papa Bergoglio Egregio direttore, scrivo la presente quale legale fiduciario dell'ingegnere Francesco Clemente, in riferimento al contenuto dell'articolo apparso nell'edizione del 7/03/2014 dal titolo "Castello in Procura" a firma di E.B. Orbene, risultano contrarie al vero tutte le gravi e tendenziose affermazioni e/o insinuazioni relative a: alle modalità di composizione della commissione, con specifico riferimento a quelle di nomina dei componenti e dalla liquidazione dei compensi in loro favore e della misura; 150 PAROLE DA PALERMO Tante creature, un’unica vita DI MARIA D’ASARO Palermo, in una stradina nei pressi della Stazione centrale, un qualsiasi piano rialzato di un caseggiato popolare costruito nell’era fascista; in particolare, un balcone/finestra con persiane verdi parecchio scrostate, con mezza persiana aperta: si intravedono due zampe robuste, marroni e mielate. Mi avvicino: appartengono a un cane, di razza simile a un pastore tedesco. Il cagnone ha grandi occhi socchiusi. Che a tratti si aprono. Sembra guardarmi, con calcolata indifferenza. Poi gira la testa dall’altro lato. Forse a godere in modo migliore del tiepido raggio di sole, anche perché non gli interesso granché. Che strana sensazione: per un istante la vicinanza tra i nostri sguardi mi è apparsa maggiore rispetto al salto di specie. Magari abbiamo esagerato un po’ troppo nel sottolineare le differenze tra le creature. Forse sbaglieremmo di meno se, in qualche momento, ci considerassimo tutti parte della grande famiglia di esseri viventi: piante, umani e animali insieme. al criterio di valutazione delle domande di partecipazione ai fini dell'aggiudicazione della gara; alla durata dei lavori eseguiti dal Consorzio aggiudicatario; alla misura dell'importo liquidato per la voce "REST 01" indicata nella astronomica cifra di 4.164.226, 39 euro, la metà dell'intero intervento (laddove è - si ribadisce - documentale che è stato liquidato per tale voce l'importo di circa € 500mila per una superfiicie di circa 20mila mq. ai dubbi sollevati sul nulla osta rilasciato al consorzio aggiudicatario (omettendo di evidenziare la richiesta formulata proprio dall'ingegnere Clemente nei modi e tempi di legge alla Prefettura di Ronma-Ufficio territoriale del Governo Area1 bis Ordine e sicurezza pubblica Antimafia-e non Messina, cui alcunchè doveva chiedersi secondo la disciplina di legge del tempoche nulla rilevò o contestò o segnalò sul Consorzio l ?ggiudicataria, perlomeno fino alla data del 15 giugno 2010 in cui l'ingegnere Clemente si dimise dal Comune di Milazzo! Avvocato Nunzio Rosso ANIMAL HOUSE A un anno dall'elezione di Papa Francesco sono numerose le iniziative promosse per approfondire la conoscenza di questa straordinaria figura di testimone della fede. Su Papa Bergoglio in questi mesi sono stati pubblicati numerosi volumi, articoli, interviste, ma soprattutto le immagini televisive hanno avuto il sopravvento, sopra ogni altro tipo di informazione. Sappiamo che è stato fidanzato, della sua passione per il calcio e, in particolare, per la squadra del San Lorenzo (un quartiere di Buenos Aires), conosciamo le sue letture preferite e il suo stile di vita improntato da sempre a rigore ed austerità. Il suo impegno, spesso silenzioso e sotterraneo, durante la dittatura dei militari in Argentina, per salvare la vita di tanti oppositori del regime, è stato sviscerato e analizzato nei minimi particolari. Ciò che è rimasto ancora in gran parte inesplorato è il mondo teologico e culturale da cui proviene. Sappiamo che negli anni settanta, quando in America Latina si diffondeva la “Teologia della liberazione”, in Argentina nasceva la “Teologia del popolo” che non rappresenta semplicemente la versione argentina della “Teologia della liberazione”, ma contiene delle peculiarità che finora, almeno in Italia, non sono state adeguatamente approfondite. Una differenza fondamentale è il rifiuto dell'analisi marxista della società che la “Teologia della liberazione” ha invece accolto. Un altro punto è la valorizzazione della religiosità popolare che la “Teologia del popolo” considera positivamente come prima evangelizzazione da cui ripartire. A fine marzo (27-28) si terrà a Roma un convegno “Primo anno di Pontificato di Papa Francesco”, promosso dall'Università Gregoriana e da Civiltà Cattolica, che vuole approfondire proprio le radici teologico-culturali del Papa, con relatori P. Juan C. Scannone e P. Carlos Maria Galli. Una grande occasione per comprendere meglio i pensieri e i gesti di Papa Bergoglio che le immagini televisive, da sole, non possono dare, ma anche per sottrarre la sua azione pastorale da ogni tipo di lettura banalmente ideologica. [email protected] DI ROBERTO SALZANO Filmati da censurare Tante sono le storie di violenza sugli animali che finiscono sotto i riflettori per la spietatezza degli uomini nei confronti delle creature più deboli e per il piacere insano che la razza umana è capace di provare grazie alle efferatezze di cui si macchia troppo spesso, purtroppo. Un piacere tanto malato e forte da spingere gli aguzzini a lasciarsi immortalare mentre infieriscono sulle loro vittime indifese. Ne vengono fuori dei video raccapriccianti, che i protagonisti non esitano a fare finire in rete. Le riprese vengono pubblicate su Internet e condivise così con un pubblico vastissimo, forse sulla base dell’assurda convinzione che possa essere uno spettacolo piacevole e divertente. Per fortuna, le reazioni che derivano da tali provocazioni estreme e crudeltà gratuite sono di totale indignazione: le persone si sentono offese, si dissociano e centonove pagina 31 pretendono giustizia di fronte ai numerosi maltrattamenti le cui immagini vengono caricate in rete. Un crescendo di atrocità che scatena la rabbia degli amanti degli amici a quattro zampe ed induce le associazioni animaliste a condannare, denunciare ed attivarsi affinché i carnefici vengano identificati in tempi rapidi. Si tratta di reati incresciosi, casi in cui vanno considerate le serie aggravanti: il codice penale prevede pene severe, la reclusione. Le denunce raggiungono giustamente anche i responsabili dei siti che consentono la diffusione dei filmati. I gruppi di controllo attivati per intecettare riprese del genere e disciplinarne la circolazione, composti da veri e propri esperti della rete, individuano centinaia di video contenenti violenze su animali. Numeri altissimi, stupefacenti. È ora di applicare con rigore le leggi. Perché le leggi in materia esistono da anni e le battaglie per educare il mondo alla civiltà stanno a cuore non solo agli animalisti ma a tutti coloro che hanno rispetto per ogni forma di vita.
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