PINCHAS STEINBERG ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO

I
C O N C E R T I
2 0 1 3 - 2 0 1 4
PINCHAS STEINBERG
DIRETTORE
ORCHESTRA E CORO
DEL TEATRO REGIO
MERCOLEDÌ 19 FEBBRAIO 2014 ORE 20.30
TEATRO REGIO
Pinchas Steinberg direttore
Natascha Petrinsky mezzosoprano
Claudio Fenoglio maestro del coro
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Sergej Prokof ’ev (1891-1953)
Aleksandr Nevskij, cantata per mezzosoprano, coro e orchestra op. 78
Testo di Vladimir Lugovskij e Sergej Prokof’ev
I.
La Russia sotto il giogo dei Mongoli (Molto andante)
II. Canto di Aleksandr Nevskij (Lento)
III. I Cavalieri della Croce a Pskov (Largo - Andante)
IV. Sorgi, popolo russo (Allegro risoluto)
V. La battaglia sul ghiaccio
(Adagio - Allegro moderato - Andante - Allegretto, quasi doppio movimento)
VI. Il campo della morte (Adagio)
VII. Ingresso di Aleksandr Nevskij in Pskov
(Moderato - Allegro, ma non troppo - Più largamente)
Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893)
Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36
Andante sostenuto - Moderato con anima (in movimento di Valse)
Moderato assai, quasi Andante - Allegro con anima
Andantino in modo di canzona
Scherzo: pizzicato ostinato. Allegro - [Trio:] Meno mosso - Tempo I
Finale. Allegro con fuoco - Andante - Tempo I
Restate in contatto con il Teatro Regio:
Sergej Prokof ’ev
Aleksandr Nevskij, cantata per mezzosoprano, coro e orchestra op. 78
La partitura di Aleksandr Nevskij nasce nel 1938, quale colonna sonora destinata
all’omonimo film di Sergej Ejzenštejn, genio della cinematografia sovietica, quando
Prokof ’ev, definitivamente rientrato in patria, è all’apice della notorietà. Nella realizzazione del lavoro – frutto del sodalizio artistico tra due grandi personalità – entrambi collaborano su un piano paritario, in totale simbiosi. È Prokof ’ev stesso a ricordare
come Ejzenštejn, mostrando enorme rispetto per la musica, abbia talora subordinato
tagli e sequenze della pellicola alla partitura. Per contro, più d’un commentatore ha rilevato come «le qualità rappresentative, melodiche, ritmiche e timbriche della musica di
Prokof ’ev trovino piena rispondenza nella concezione “visivo-auditiva” che Ejzenštejn
aveva del film sonoro» (G. Vinay).
Il musicista ne ricavò un’imponente cantata per mezzosoprano, coro e orchestra in
sette quadri – eseguita con grande successo per la prima volta a Mosca il 17 maggio
1939, sotto la direzione dello stesso Prokof ’ev – ed è in tal veste che la superba partitura trasmigrò dalla sala cinematografica a quella da concerto, dove è tuttora stabile in
repertorio. Vi si narra del principe Aleksandr, detto “Nevskij” dacché nel lontano 1240
aveva sconfitto gli Svedesi lungo la Neva; il popolo russo lo invoca ancora quando il
nemico s’identifica coi Cavalieri teutonici e Nevskij, vero eroe nazionale, li stermina in
una famigerata battaglia sulla superficie ghiacciata del lago Peipus. Facile immaginare
come nel 1938, dinanzi alle minacce sempre più cupe e incombenti del regime nazista,
il pubblico intravedesse nel leggendario personaggio una sorta di simbolico baluardo
della resistenza sovietica.
Se nel raggelato primo quadro, dagli sconfinati orizzonti, la desolazione della Russia
oppressa dai Mongoli è tratteggiata con plastica evidenza, nel secondo si leva un solenne
canto corale di singolare pregnanza e limpidità che amplifica alquanto l’epos narrativo;
poi lo straordinario fascino di una netta contrapposizione, musicale e ideologica: da
un lato la tetra raffigurazione dei Crociati (quadro III) evocati con la fissità di un insistito, monocromo salmodiare («Peregrinus expectavi»), lividi rintocchi di percussioni,
ma anche schegge melodiche degli archi; dall’altro (IV) la sorgiva spontaneità del canto
russo, circonfuso da una strumentazione di notevole potenza espressiva. Il climax è nel
vigoroso affresco, meritatamente celebre, della battaglia sul ghiaccio sbalzata a forti
pennellate (V), dall’ampia curva e dalle frasi granitiche e incalzanti: irresistibile l’urto
immane delle masse sonore sino all’estenuata dolcezza delle misure estreme. La spettrale evocazione del campo della morte si ammanta di pathos con l’afflitta e pur accorata
trenodia della voce femminile e, nel contempo, l’esaltazione della valentia dei guerrieri.
Da ultimo, ecco riapparire il canto di Nevskij nello spettacolare quadro conclusivo, di
inarrivabile resa.
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36
Risalgono alla primavera del 1877 i primi abbozzi di una nuova sinfonia (la quarta
del suo catalogo), che Čajkovskij dedicò a Nadežda von Meck, singolare quanto eccentrica figura di mecenate, cui spettò un ruolo di contraddittorio rilievo nella tormentata
biografia del musicista. Il brano prese forma in uno dei periodi più drammatici della
vita del compositore; quando ormai aveva abbozzato l’ultimo tempo, egli s’indusse a
sposare l’ex allieva Antonina Miljukova, che a lungo lo aveva assillato dicendosi segretamente innamorata e minacciando il suicidio di fronte a un rifiuto. L’infelice unione
naufragò miseramente dopo poche settimane soltanto; sull’orlo di un vero e proprio
collasso nervoso, Čajkovskij trascorse l’estate in solitudine a Kamjanka (in Ucraina),
suo abituale rifugio, dove poté condurre a termine l’orchestrazione mentre in parallelo
attendeva all’Evgenij Onegin. Rientrato a Mosca per la ripresa delle lezioni, si arrischiò
in un penoso tentativo di suicidio, per poi fuggire a San Pietroburgo in preda a una spaventosa crisi psichica. In cerca di quiete, su consiglio dei medici, si recò a Clarens, poi
a Vienna; raggiunse quindi Sanremo e Firenze per ritornare nuovamente in Svizzera.
Agli inizi del nuovo anno la Quarta Sinfonia era ultimata; il 10 febbraio 1878 la première
moscovita, diretta da Anton Rubinštejn, venne accolta con freddezza, verosimilmente
per la mediocrità dell’esecuzione. Solo in occasione di una replica a San Pietroburgo, in
novembre, la Quarta fu unanimemente riconosciuta quale una delle pagine più significative fino ad allora scaturite dalla fantasia di Čajkovskij.
Lavoro tra i più incisivi dell’intera sua produzione, opera dal forte coinvolgimento
emotivo, la Quarta appare dominata da un febbrile pessimismo. Turbolento e tumultuoso, il movimento iniziale esordisce con un tema di innegabile impatto. Un’illuminante missiva indirizzata alla sua munifica protettrice rivela come la Sinfonia sia stata
modellata sulla scorta d’un vero e proprio “programma” incentrato sull’inesorabile potere del fato. Non a caso, si apre con una specie di “motto” volto a delineare «quella forza
soprannaturale che impedisce al nostro desiderio di felicità di avverarsi», secondo quanto Čajkovskij stesso dichiarò. Dopo l’introduzione, ecco un tema sinuoso, cromatico.
Piuttosto articolato, il primo movimento alterna zone tenebrose a vivaci accensioni,
con quel secondo tema sognante, incantato e un poco singhiozzante, dal vago sapore
di danza, pur striata di amarezza. Quindi il misterioso pulsare del timpano inaugura
una marcia stranita e sghemba, dapprima evanescente e quasi diafana, poi più corposa.
L’intera orchestra decolla e quasi non ci si accorge di essere nel pieno d’uno sterminato sviluppo in cui ricorre più volte la fanfara, con tratti contrassegnati da turgori che
all’improvviso si quietano. Un ultimo, esacerbato culmine e infine la brillante chiusa.
Un colore mestamente russo aleggia nell’Andantino, con l’oboe in primo piano, in un
clima di struggente nostalgia; i violini apportano maggiore distensione abbandonandosi a una vibrante cantabilità nell’episodio mediano. Verso la fine riaffiora però il tema
d’esordio, istoriato da delicati arabeschi dei legni. Umoristico e fantasioso, il crepitante
Scherzo è pagina pervasa di eccitata verve ritmica; deve la sua efficacia ai pizzicati degli
archi, geniale tocco di funambolismo timbrico. Evidentissimo il contrasto che si viene a
creare con lo spensierato Trio, bonaria marcia dalle eleganti inflessioni melodiche.
Un vasto Allegro con fuoco dallo scintillante brio conclude la Sinfonia all’insegna di
una sorprendente varietà di colori; esso rielabora una melodia popolare russa dal candore naïf, riplasmata in una serie di fantasmagoriche variazioni: così disarmante al punto che nemmeno la fugace ricomparsa del motto iniziale riesce a sgualcirne la bellezza;
ricacciato ben presto lo spettro del destino, una rutilante fanfara avvia infatti la festosa
e giubilante conclusione.
Attilio Piovano
Musicologo e scrittore, Attilio Piovano ha pubblicato Invito all’ascolto di Ravel (1995), i racconti La
stella amica (2002) e Il segreto di Stravinskij (2006), i romanzi L’Aprilia blu (2003) e Sapeva di erica, di
torba e di salmastro (2009). Laurea in Lettere, studi in Composizione, diploma in Pianoforte, in Musica
corale e direzione di coro, è autore di numerosi contributi, specie sul primo Novecento. Oltre che con il
Teatro Regio ha collaborato con Scala, Opéra Royal di Liegi, Rai, Mito, Stresa Festival, Fenice, Opera
di Roma, Lirico di Cagliari, Unione Musicale, Politecnico di Torino. Già corrispondente del «Corriere
del Teatro», scrive per «Torino Sette», «La Voce del Popolo» ed è critico musicale per più testate tra cui
la rivista online «Il Corriere Musicale». Insegna Storia ed estetica della musica presso il Conservatorio
“G. Cantelli” di Novara e nell’ambito del workshop Architettura, Scenografia e Musica presso il Dipartimento di Architettura & Design del Politecnico, in collaborazione col Teatro Regio. È stato Direttore
artistico dell’Orchestra Filarmonica di Torino.
Aleksandr Nevskij
I. La Russia sotto il giogo dei Mongoli (orchestrale)
II. Canto di Aleksandr Nevskij (coro)
Fu sul fiume Neva che avvenne.
Sulle correnti della Neva, sulle acque profonde.
Là trucidammo i migliori combattenti dei nostri nemici.
I migliori combattenti, l’esercito degli Svedesi.
Ah! Come combattemmo, come li sbaragliammo!
Sì, riducemmo le loro navi da guerra in legna da ardere.
Nella battaglia il nostro rosso sangue fu sparso generosamente
per la nostra grande terra, la nostra Russia natia. Ehi!
Dove vibrava l’ampia scure c’era una strada aperta.
Nelle loro schiere si aprì un varco dove si gettò la lancia.
Falciammo gli Svedesi, gli eserciti invasori,
proprio come gramigna cresciuta sul suolo del deserto.
Non cederemo mai la nostra Russia natia.
Coloro che marceranno contro la Russia saranno messi a morte.
Sorgi contro il nemico, Russia, sorgi!
Sorgi in armi, sorgi, grande città di Novgorod!
III. I Cavalieri della Croce a Pskov (coro)
Peregrinus, expectavi
pedes meos in cymbalis.
Straniero, attesi
le mie guarnigioni giungere al suono dei cimbali.
IV. Sorgi, popolo russo (coro)
Sorgi, popolo russo, in armi, per combattere fino alla morte.
Sorgi, popolo, libero e coraggioso, a difendere la tua bella terra natia.
Gloria ai guerrieri in vita, fama immortale per i guerrieri uccisi.
Per la casa natia, per il suolo di Russia sorgi, popolo, popolo russo.
Nella nostra grande Russia, nella nostra Russia natia,
non resterà alcun nemico in vita.
Sorgi alle armi, sorgi, nostra madre Russia!
Nessun nemico marcerà attraverso la terra russa,
nessun esercito nemico saccheggerà la Russia.
Incognite sono le vie per raggiungere la Russia.
Nessun nemico devasterà i campi russi.
V. La battaglia sul ghiaccio (coro)
Peregrinus, expectavi
pedes meos in cymbalis.
Straniero, attesi
le mie guarnigioni giungere al suono dei cimbali.
VI. Il campo della morte (mezzosoprano)
Attraverserò il campo coperto di neve.
Volerò sul campo della morte.
Cercherò colà valenti guerrieri.
Quelli a me promessi, forti e fedeli.
Uno riposa tranquillo dove le sciabole lo hanno straziato.
Qui giace un altro trafitto da una freccia.
Dalle loro ferite caldo sangue rosso
fu versato come pioggia sulla nostra terra natia,
sui nostri campi russi.
Chi è caduto per la Russia con nobile morte
sarà benedetto dal mio bacio sui suoi spenti occhi.
E per quel bravo giovane che è rimasto in vita
sarò una moglie fedele e un’amica affettuosa.
Non sposerò un uomo attraente:
fascino e bellezza terreni appassiscono e presto scompaiono.
Sposerò un uomo coraggioso.
Ascoltate, guerrieri coraggiosi, uomini dal cuor di leone!
VII. Ingresso di Aleksandr Nevskij in Pskov (coro)
In una grande campagna la Russia andò in guerra.
La Russia sconfisse le truppe avversarie.
Nella nostra terra natia i nemici non resteranno in vita.
I nemici che verranno saranno messi a morte.
Celebrate e cantate la nostra madre Russia!
A una festa trionfale venne tutta la gente russa.
Celebrate, gioite, celebrate e cantate la nostra madre Russia!
Pinchas Steinberg è oggi uno dei più importanti direttori d’orchestra, apprezzato per le sue
intense interpretazioni del repertorio operistico
e sinfonico. Da molti anni riscuote enorme successo nei teatri di maggior prestigio e nelle sale da
concerto d’Europa e Stati Uniti.
Pinchas Steinberg è nato in Israele, ha studiato
violino con Joseph Gingold e Jascha Heifetz negli
Stati Uniti e composizione a Berlino con Boris
Blacher. Nel 1974 ha debuttato come direttore
con la Deutsches Symphonie Orchester di Berlino, dando così inizio a una lunga serie di successi
con le maggiori orchestre del mondo: Berliner
Philharmoniker, Gewandhaus di Lipsia, London
Symphony, Israel Philharmonic, Orchestre National de France, Filarmonica Ceca, Orchestra
di Santa Cecilia di Roma, Münchner Philharmoniker, Boston Symphony, Orchestre de Paris
e molte altre. Dirige inoltre in numerosi festival,
tra i quali Salisburgo, Berlino, Praga, Vienna,
Monaco, Tanglewood, Blossom, Orange e, infine,
il Festival delle Fiandre e il Richard Strauss Festival di Garmisch.
Dal 1988 al 1993 è stato Direttore ospite
principale alla Staatsoper di Vienna. Ha diretto
nei teatri d’opera più importanti del mondo, da
Londra a Parigi, da Monaco a San Francisco, da
Berlino a Roma. Tra il 1989 e il 1996 è stato Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della
Radio Orf di Vienna e dal 2002 al 2005 Direttore musicale dell’Orchestre de la Suisse Romande a Ginevra. A partire dal febbraio 2014 è
Direttore principale e Presidente della Budapest
Philharmonic, l’orchestra dell’Opera di Stato
Ungherese.
Tra le sue incisioni di maggior successo: L’Olandese volante di Wagner, La Wally di Catalani,
Die schweigsame Frau di Strauss e La clemenza di
Tito di Mozart, registrata dal vivo con l’Orchestra della Radio di Monaco. Con Chérubin di
Massenet ha vinto il Grand Prix du Disque, il
Diapason d’Or, il Premio della Critica tedesca e
il Prix Cæcilia a Bruxelles.
I suoi impegni sinfonici includono, tra gli altri, concerti con l’Orchestra di Cleveland (con la
quale prosegue una particolare frequentazione fin
dal 2001), l’Orchestra Toscanini di Parma, l’Orchestra Sinfonica di Sydney, la Filarmonica Ceca
di Praga. Degli ultimi anni si ricordano le nuove
produzioni di Turandot e Tristan und Isolde presso la Deutsche Oper di Berlino e Die tote Stadt di
Korngold all’Opéra Bastille di Parigi, riproposta
anche al Teatro Real di Madrid nel giugno 2010.
Nello stesso anno ha debuttato al Teatro alla
Scala di Milano dirigendo la Filarmonica nelle
Faust-Szenen di Schumann e nel 2011 ha diretto la prima rappresentazione assoluta dell’opera
Senso di Marco Tutino al Teatro Massimo di Palermo. Ha inaugurato la stagione operistica 20112012 dell’Opéra Bastille con Salome di Strauss e
nel gennaio 2012 ha trionfalmente debuttato alla
Wiener Staatsoper con l’Andrea Chénier.
La felice frequentazione del maestro Steinberg
con il Teatro Regio è iniziata nel 1993 con Il caso
Makropulos di Leóš Janáček per la regia di Luca
Ronconi, binomio rinnovato nell’aprile 2001 con
il Lohengrin di Richard Wagner. Invitato più volte a dirigere concerti sinfonici, ha inaugurato la
stagione 2005-2006 con l’Aida di Giuseppe Verdi
(regia di William Friedkin). Di Puccini, è tornato
a dirigere nel 2014 la recente ripresa di Madama
Butterfly (regia di Damiano Michieletto) e Turandot (regia di Giuliano Montaldo).
Il soprano viennese Natascha Petrinsky, dopo
la laurea in giurisprudenza, ha studiato canto in
Israele con Tamar Rachum, debuttando con la
New Israeli Opera in Carmen. La sostituzione di
una collega per l’incisione della medesima opera
sotto la direzione di Giuseppe Sinopoli, inaugurò
un’assidua collaborazione con il Maestro: Messa
da Requiem di Verdi, Nona Sinfonia di Beethoven
alla Rai di Torino, Missa Solemnis di Beethoven
all’Accademia di Santa Cecilia, Wozzeck alla Scala, Das Rheingold all’Opera di Roma, Der Ring des
Nibelungen a Bayreuth, dove ha cantato anche nel
Parsifal diretto da Christoph Eschenbach.
Ha cantato inoltre sotto la direzione, tra gli
altri, di Riccardo Chailly, Gustav Kuhn, Lorin
Maazel, James Conlon, Jeffrey Tate, Pinchas
Steinberg e Gustavo Dudamel.
Nel suo amplissimo repertorio, eseguito nei
migliori teatri e auditorium del mondo, convivono felicemente Verdi (La traviata, Il trovatore,
Rigoletto, Aida, Don Carlo) e Wagner (Tannhäuser, Ring), Strauss (Ariadne auf Naxos, Die Frau
ohne Schatten) e Stravinskij (The Rake’s Progress,
Œdipus rex), Berg (Wozzeck, Lulu), Prokof ’ev
(L’amore delle tre melarance), Britten (The Rape of
Lucretia, A Midsummer Night’s Dream), Šostakovič
(Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk),
Bartók (Il castello di Barbablu), Janáček (Káťa
Kabanová, La piccola volpe astuta), Hindemith
(Sancta Susanna) e Thomas Adès (The Tempest).
Ha debuttato a Berlino in una nuova produzione
di Phaedra di Henze ed è stata prima interprete
assoluta per la nuova opera La Lumière Antigone
di Pierre Bartholomée a Bruxelles.
In campo lirico-sinfonico ha cantato anche
nell’Elias di Mendelssohn, in Das Lied von der
Erde, Des Knaben Wunderhorn e nella Seconda e
Terza Sinfonia di Mahler.
Claudio Fenoglio, nato nel 1976, si è diplomato con il massimo dei voti e la lode in Pianoforte
e in Musica corale e direzione di coro; si è inoltre
laureato in Composizione. Ha studiato principalmente con Laura Richaud, Franco Scala, Giorgio
Colombo Taccani e Gilberto Bosco, frequentando numerosi corsi di perfezionamento. Parallelamente agli studi accademici ha iniziato l’attività in
ambito operistico come Maestro sostituto per poi
specializzarsi nella direzione di coro.
È stato Aiuto Maestro del coro presso il Teatro
Massimo di Palermo affiancando per due anni
Franco Monego. Nel 2002 è stato chiamato al Teatro Regio come Assistente del Maestro del coro
Claudio Marino Moretti e successivamente di Roberto Gabbiani. A partire dal 2007 ha cominciato
l’attività come Altro Direttore del coro, alternandosi al Direttore principale in alcune produzioni
della Stagione del Regio e collaborando con il Coro
Filarmonico dello stesso Teatro.
Nel novembre 2010 è stato nominato Direttore
del Coro del Teatro Regio, incarico che mantiene
tuttora accanto a quello di Maestro del Coro di
voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio
“G. Verdi”.
L’Orchestra del Teatro Regio è l’erede del complesso fondato alla fine dell’Ottocento da Arturo
Toscanini, sotto la cui direzione vennero eseguiti
numerosissimi concerti e molte storiche produzioni operistiche, quali la prima italiana del Crepuscolo degli dèi di Wagner e le prime assolute di Manon
Lescaut e Bohème di Puccini.
Nel corso della sua lunga storia ha dimostrato
una spiccata duttilità nell’affrontare il grande repertorio così come molti titoli del Novecento, anche in prima assoluta, come Gargantua di Corghi e
Leggenda di Solbiati. L’Orchestra si è esibita con i
solisti più celebri e alla guida del complesso si sono
alternati direttori di fama internazionale come
Roberto Abbado, Ahronovič, Bartoletti, Bychkov,
Campanella, Gelmetti, Gergiev, Oren, Pidò, Sado,
Steinberg, Tate e infine Gianandrea Noseda, che
dal 2007 ricopre il ruolo di Direttore musicale del
Teatro Regio. Ha inoltre accompagnato grandi
compagnie di balletto come quelle del Bol’šoj di
Mosca e del Mariinskij di San Pietroburgo.
Numerosi gli inviti di festival e teatri stranieri; negli ultimi cinque anni, in particolare, è
stata ospite con il maestro Noseda in Germania
(Wiesbaden, Dresda), Spagna (Madrid, Oviedo,
Saragozza e altre città), Austria (Wiener Konzerthaus), Francia (tre volte al Théâtre des ChampsElysées di Parigi). Nell’estate del 2010 ha tenuto
una trionfale tournée in Giappone e in Cina con
Traviata e Bohème, un successo ampiamente bissato nel 2013 con il recentissimo “Regio Japan Tour”:
nove date a Tokyo con Tosca, Messa da Requiem,
Un ballo in maschera e un Gala Rossini.
L’Orchestra e il Coro del Teatro figurano oggi
nei video di alcune delle più interessanti produzioni delle ultime stagioni: Medea, Edgar, Thaïs,
Adriana Lecouvreur, Boris Godunov, Un ballo in
maschera e I Vespri siciliani. Tra le incisioni discografiche più recenti, tutte dirette da Gianandrea
Noseda, figurano, per Deutsche Grammophon,
due cd dedicati a Verdi con Rolando Villazón e
Anna Netrebko e uno mozartiano con Ildebrando
D’Arcangelo; per Chandos, Quattro pezzi sacri di
Verdi e un disco dedicato a Petrassi.
Fondato alla fine dell’Ottocento e ricostituito nel
1945 dopo il secondo conflitto mondiale, il Coro
del Teatro Regio è uno dei maggiori cori teatrali
europei. Sotto la guida di Bruno Casoni (19942002) ha raggiunto un alto livello internazionale,
dimostrato anche dall’esecuzione dell’Otello di
Verdi sotto la guida di Claudio Abbado e dalla stima di Semyon Bychkov che, dopo averlo diretto al
Regio nel 2002 per la Messa in si minore di Bach,
lo ha invitato a Colonia per l’incisione della Messa
da Requiem di Verdi ed è tornato a coinvolgerlo nel
2012 in un concerto brahmsiano con l’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai.
Il Coro del Regio è stato diretto successivamente da Roberto Gabbiani, che ne ha incrementato
ulteriormente lo sviluppo artistico, mentre nel novembre 2010 l’incarico è stato assegnato a Claudio
Fenoglio.
Oltre alla Stagione d’Opera, il Coro svolge una
significativa attività concertistica e figura in diverse
registrazioni discografiche, ultime delle quali Boris Godunov di Musorgskij, Un ballo in maschera,
I Vespri siciliani e Quattro pezzi sacri di Verdi, infine Magnificat e Salmo IX di Petrassi con l’Orchestra del Regio diretta da Gianandrea Noseda.
Il Coro ha preso parte alle numerose tournée del
Teatro Regio in tutta Europa (ultima delle quali
l’ospitalità al festival di Verbier nell’agosto del
2013 per il Requiem verdiano) e nelle due trasferte
in Oriente: in Cina e Giappone nel 2010 e a Tokyo
nel 2013, con diverse produzioni operistiche e concerti lirico-sinfonici.
Teatro Regio
Walter Vergnano, Sovrintendente
Gianandrea Noseda, Direttore musicale
Orchestra
Violini primi
Sergey Galaktionov •
Monica Tasinato
Claudia Zanzotto
Marcello Iaconetti
Elio Lercara
Carmen Lupoli
Miriam Maltagliati
Gianmario Mari
Walter Matacena
Alessio Murgia
Paola Pradotto
Laura Quaglia
Laura Riccardi
Thomas Schrott
Daniele Soncin
Giuseppe Tripodi
Francesca Viscito
Violini secondi
Cecilia Bacci •
Tomoka Osakabe
Bartolomeo Angelillo
Silvana Balocco
Edoardo De Angelis
Anna Rita Ercolini
Silvio Gasparella
Ekaterina Gulyagina
Fation Hoxholli
Roberto Lirelli
Michele Mangiacasale
Anselma Martellono
Brice Oliver Mbigna
Mbakop
Ivana Nicoletta
Viole
Enrico Carraro •
Gustavo Fioravanti
Andrea Arcelli
Tamara Bairo
Rita Bracci
Maria Elena Eusebietti
Alma Mandolesi
Roberto Musso
Davide Ortalli
Alessandro Sacco
Claudio Vignetta
Giuseppe Zoppi
Violoncelli
Claudia Ravetto •
Davide Eusebietti
Giulio Arpinati
Fabrice De Donatis
Augusto Gasbarri
Alfredo Giarbella
Armando Matacena
Luisa Miroglio
Marco Mosca
Paola Perardi
Contrabbassi
Davide Ghio •
Atos Canestrelli
Alessandro Belli
Fulvio Caccialupi
Kaveh Daneshmand
Vito Galante
Michele Lipani
Stefano Schiavolin
Ottavino
Roberto Baiocco
Flauti
Federico Giarbella •
Maria Siracusa
Trombe
Ivano Buat •
Mauro Pavese
Enrico Negro
Marco Rigoletti
Oboi
Andrea De Francesco •
Stefano Simondi
Tromboni
Vincent Lepape •
Enrico Avico
Marco Tempesta
Corno inglese
Alessandro Cammilli
Tuba
Rudy Colusso
Clarinetti
Luigi Picatto •
Luciano Meola
Timpani
Ranieri Paluselli •
Clarinetto basso
Edmondo Tedesco
Saxofono
Roberto Genova
Fagotti
Andrea Azzi •
Orazio Lodin
Controfagotto
Sergio Pochettino
Corni
Ugo Favaro •
Natalino Ricciardo •
Evandro Merisio
Pierluigi Filagna
Eros Tondella
Percussioni
Lavinio Carminati
Enrico Femia
Massimiliano Francese
Gianmattia Gandino
Sergio Meola
Fiorenzo Sordini
Andrea Vigliocco
Arpa
Elena Corni •
• Prime parti
Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei
professori Sergey Galaktionov (violino Giovanni Battista Guadagnini, Torino 1772), Cecilia Bacci (violino
Santo Serafino, Venezia 1725) ed Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.).
Si ringrazia la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola.
Il professor Luigi Picatto suona strumenti Patricola.
Coro
Soprani
Sabrina Amè
Chiara Bongiovanni
Anna Maria Borri
Caterina Borruso
Sabrina Boscarato
Eugenia Braynova
Serafina Cannillo
Cristina Cogno
Cristiana Cordero
Eugenia Degregori
Alessandra Di Paolo
Manuela Giacomini
Federica Giansanti
Rita La Vecchia
Laura Lanfranchi
Paola Isabella Lopopolo
Maria de Lourdes
Martins
Lyudmila Porvatova
Silvia Spruzzola
Pierina Trivero
Alexandra Zabala
Giovanna Zerilli
Mezzosoprani /
Contralti
Cristiana Arri
Angelica Buzzolan
Shiow-hwa Chang
Ivana Cravero
Corallina Demaria
Maria Di Mauro
Roberta Garelli
Rossana Gariboldi
Elena Induni
Antonella Martin
Raffaella Riello
Myriam Rossignol
Marina Sandberg
Teresa Uda
Daniela Valdenassi
Tiziana Valvo
Barbara Vivian
© Fondazione Teatro Regio di Torino
Tenori
Pierangelo Aimé
Janos Buhalla
Marino Capettini
Gian Luigi Cara
Antonio Coretti
Diego Cossu
Luis Odilon Dos Santos
Alejandro Escobar
Giancarlo Fabbri
Sabino Gaita
Mauro Ginestrone
Roberto Guenno
Leopoldo Lo Sciuto
Vito Martino
Matteo Mugavero
Matteo Pavlica
Dario Prola
Francesco Santoli
Gualberto Silvestri
Sandro Tonino
Franco Traverso
Valerio Varetto
Baritoni / Bassi
Leonardo Baldi
Mauro Barra
Lorenzo Battagion
Enrico Bava
Giuseppe Capoferri
Massimo Di Stefano
Umberto Ginanni
Vladimir Jurlin
Desaret Lika
Luca Ludovici
Riccardo Mattiotto
Davide Motta Fré
Gheorghe Valentin Nistor
Mirko Quarello
Franco Rizzo
Enrico Speroni
Marco Sportelli
Marco Tognozzi
Evans Tonon
Vincenzo Vigo
Prezzo: € 1
L’ORCHESTRA A PUNTATE
Mercoledì 9 Aprile 2014 ore 20
Teatro Regio
Gli Archi
Sergey Galaktionov direttore e violino
Orchestra del Teatro Regio
Benjamin Britten: Simple Symphony
Antonio Vivaldi: Le quattro stagioni
Venerdì 11 Aprile 2014 ore 20
Piccolo Regio Puccini
I Legni
Eun-Sun Kim direttore
Fiati del Teatro Regio
Gioachino Rossini:
Sinfonia da La Cenerentola
Sinfonia da Il barbiere di Siviglia
Richard Strauss:
Serenata op. 7
Suite op. 4
Domenica 13 Aprile 2014 ore 11
Teatro Regio
Gli Ottoni
Ronald Romm direttore
Ottoni e percussioni del Teatro Regio
Leonard Bernstein: West Side Story, suite
e musiche di Giovanni Gabrieli,
Johann Sebastian Bach, Dmitrij Šostakovič
I concerti saranno presentati da Elisabetta Lipeti
BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI
Abbonamento ai 3 concerti: € 22 - Under 16 € 15
Biglietti concerto del 9 aprile: € 15 - Under 16 € 10
Biglietti concerto dell’11 aprile: € 10 - Under 16 € 8
Biglietti concerto del 13 aprile (Stagione I Concerti Aperitivo): € 12 - Under 16 € 6
Vendita diretta alla Biglietteria del Teatro Regio e presso i punti vendita Vivaticket;
on line su www.vivaticket.it; telefonicamente con carta di credito - Tel. 011.8815.270
da lunedì a venerdì ore 9-12
L’abbonamento è in vendita esclusivamente alla Biglietteria del Teatro Regio
Biglietteria del Teatro Regio: piazza Castello 215 - Tel. 011.8815.241/242
Da martedì a venerdì 10.30-18; sabato 10.30-16; un’ora prima degli spettacoli
Informazioni: Tel. 011.8815.557 - www.teatroregio.torino.it