House Organ

01.a
01.b
01
in primo piano
di Dario Foschini
Cmc, un lungo viaggio
01.a-b Due momenti
del recente congresso
internazionale delle
Cooperative, svoltosi
Leggendo i libri sulla storia della nostra
cooperativa, mi ha sempre colpito la ricerca
di nuovi mercati lontani da Ravenna, ogni volta
che è calato il lavoro dove già si operava.
in Canada a Quebec, al quale
ha partecipato anche
l’Ad di Cmc, Dario Foschini.
Fatico ad immaginare come poteva essere
il viaggio dei nostri primi soci verso Messina,
distrutta da un tremendo terremoto nel 1908.
E poi i tanti viaggi verso la Calabria e la Basilicata
di inizio ‘900, dove Cmc ha costruito strade
ed edifici, ha realizzato grandi bonifiche.
E ancora, l’Iran e l’Algeria negli anni ‘70.
È stato un lungo viaggio anche sulla strada
dell’avanzamento tecnologico: dalle tecniche
di bonifica, alle grandi opere d’arte infrastrutturali,
ai silos con i casseri rampanti, al sotterraneo,
allo scavo meccanizzato con Tbm.
Tutte tecnologie nelle quali – nel tempo –
Cmc ha espresso una posizione di leader.
Sono questi gli elementi su cui si fonda la diversità
di Cmc rispetto a tante altre cooperative ed imprese
private di costruzioni, diversità che – come scritto
p.03 la Betoniera 04 2014
in uno degli articoli che seguono – oggi consente
una maggior resistenza alle avversità del mercato
e di intercettare opportunità di crescita.
I nostri dirigenti, impegnati in tre continenti
extra-Europei, danno prova ogni giorno di sapere
operare con successo in situazioni e culture –
talvolta millenarie – diversissime dalle nostre.
Dai vincoli contrattuali ed operativi a Singapore,
alla complessità Cinese, alle tensioni politiche
e sociali dell’Africa, alle difficoltà logistiche di un
cantiere in centro a Manhattan e a Boston, siamo
comunque sempre capaci di adeguare le nostre
capacità manageriali al mondo che ci circonda.
I compagni di viaggio stanno cambiando, tanti sono
con noi da poco, noi più vecchi non li conosciamo tutti,
ma sappiamo che hanno tanta professionalità e tanto
entusiasmo per il lavoro della cooperativa: sta a loro
proseguire in questo cammino iniziato più di 100 anni fa.
Capita a volte di incrociare casualmente un collega
in un grande aeroporto internazionale, di incontrare
un vicino di casa o un compagno di scuola ritrovati
in un cantiere distante 10.000 km da Ravenna,
o di sentire la fiducia con cui ci guardano Cinesi,
Mozambicani e tanti altri stranieri che lavorano
con noi da 25-30 anni.
Sono tutti piccoli segnali che mi fanno percepire
con chiarezza che Cmc fa parte di quel mondo
che cammina verso la crescita economica e sociale.
Ricavi esteri prodotti
da Cmc in crescita
I ricavi prodotti all’estero da Cmc sono passati da
216 milioni di euro del 2007 ad oltre 500 milioni
nel 2014 (+130%).
Cmc è attualmente presente in 18 Paesi su 4
continenti, rispetto agli 8 Paesi in cui era
presente nel 2007.
Il personale dei nostri cantieri esteri è passato
dalle 4.000 unità del 2007 alle 7.500 del 2014.
02.1.a
02.1
02.1.b
estero
di Paolo Porcelli
Dentro l’Africa
02.1.a Foto di gruppo
in occasione della recente
inaugurazione, a Maputo,
dei nuovi uffici di
L’attività all’estero è sempre stata una componente
determinante per il posizionamento di Cmc
sul mercato. L’area di gran lunga più importante
è quella dell’Africa Australe.
Cmc Africa Austral.
02.1.b Paolo Porcelli, direttore
della Divisione Africa
Dal Mozambico – dove vantiamo una presenza
storica e dove siamo la principale impresa di
costruzione – al Sud Africa, dal Lesotho all’Angola.
Australe di Cmc.
02.1.c Nel cantiere di Ingula
in Sud Africa.
Paolo Porcelli, direttore della Divisione Africa
Australe, fa il punto sulla presenza di Cmc
in questo importante continente e sulle
prospettive di crescita del mercato.
Negli ultimi anni la percezione nei confronti dell’Africa
sub-sahariana è progressivamente cambiata in meglio.
02.1.c
Tra le imprese e gli investitori, si è andata via via
diffondendo la consapevolezza che il continente
africano sia ormai avviato lungo un sentiero di progresso
economico e politico lineare, a riprova del quale
si registra una dinamica di crescita diffusa e continua
ormai da diversi anni, potenzialmente in grado
di superare l’impatto della crisi nei mercati avanzati.
In prospettiva l’Africa è il continente con i maggiori
margini di sviluppo, il versante australe in particolar modo.
Questo trend positivo si contrappone, tuttavia,
al permanere di condizioni di fragilità ancora consistenti
a livello politico, economico e organizzativo. Mi riferisco
alle difficoltà oggettive da superare per chi voglia
proficuamente operare in loco: il contesto culturale
da comprendere a fondo e le condizioni operative
oggettivamente difficoltose quali, ad esempio,
la carenza di infrastrutture e il persistere di sacche,
più o meno diffuse, di tensioni socio-politiche.
L’approccio di Cmc in questo contesto è sempre stato
differenziato evidenziando la grande capacità di recepire
le differenze e le peculiarità dei diversi paesi
che compongono l’Africa sub-sahariana.
In Mozambico stiamo completando questa importante
operazione di ristrutturazione interna resasi necessaria
per adeguare il nostro piano industriale al diverso
scenario competitivo che si è venuto a delineare
nel corso degli ultimi anni.
Nel fare questo abbiamo privilegiato l’aspetto
organizzativo, dotandoci di una struttura più snella
e flessibile ma al tempo stesso più efficiente e dinamica.
Particolare attenzione è stata data alla selezione
del nuovo management di filiale con importanti
avvicendamenti ai vertici della nostra squadra di Maputo.
Questo ci ha consentito di portare a segno alcune
importanti acquisizioni nel paese, quali la costruzione
della fabbrica della Coca-Cola a Matola, la costruzione
del centro commerciale “Builders Warehouse”,
la costruzione di un cementificio a Beira, la costruzione
di una fabbrica all’avanguardia per la produzione di circa
1.300.000 traversine ferroviarie e una importante
fornitura di ballast ferroviario per il gruppo brasiliano
Vale, funzionali alla realizzazione del corridoio
ferroviario che collega Tete con il porto di Nacala,
la riabilitazione della vecchia diga di Massingir ed altre.
Da rilevare che la situazione politico-economica
p.04 la Betoniera 04 2014
del Mozambico continua a presentare motivi
di preoccupazione, primo tra tutti il grande deficit
pubblico che innesca significative ripercussioni
sulla posizione finanziaria della Cmc in area, da cui
scaturiscono pesanti impatti negativi sulla capacità
produttiva, nonostante le ottime potenzialità di crescita.
Ad ogni modo, grazie alla ferma motivazione
e alla consapevolezza di saper cogliere le grandi
opportunità di sviluppo che il Mozambico offre,
continuiamo ad essere presenti in tutte le aree
del paese, rappresentando un punto di riferimento
per tutte le entità pubbliche e private che vi operano.
Le elezioni presidenziali appena concluse,
con la conferma del candidato del partito Frelimo,
pur rappresentando una soluzione di continuità
per il governo del Paese, hanno di fatto ritardato
i sicuri sviluppi nel settore degli idrocarburi.
Mi riferisco agli investimenti dichiarati e programmati
per lo sfruttamento, la gestione e il trasporto
del gas naturale a nord del paese (Eni, Anadarko,
Enh – Empresa Nacional de Hidrocarbonetos).
Il Mozambico continua quindi ad essere per Cmc
un mercato importante, da approcciare però con
una struttura più leggera ed efficace, che ci consenta
di cogliere gli importanti sviluppi industriali
e infrastrutturali attesi, con maggiore selettività
e controllo rispetto al passato.
In Sud Africa negli ultimi due anni la Cmc ha consolidato
la sua posizione nel sempre difficile mercato che
caratterizza il paese di riferimento nella regione
02.1.d Gillooly’s in Sud Africa: i
lavori stradali realizzati da Cmc.
sub-sahariana. Il Presidente Zuma è stato appena
riconfermato alla guida del Paese, con il difficile
compito di rilanciare l’economia.
Tra i punti cardine nell’agenda del nuovo governo
compare l’attivazione di importanti investimenti
infrastrutturali nel settore energetico, dei trasporti
e dell’acqua, una risorsa primaria per il Sud Africa
e per l’intera regione australe.
Anche in questo caso la Cmc ha rivisitato in corso
d’opera la strategia, abbandonando il settore delle
riabilitazioni stradali dove la competizione con le grosse
imprese locali è molto agguerrita e concentrandosi
invece sugli impianti di trattamento delle acque e grandi
opere infrastrutturali stradali.
Da qui le recenti acquisizioni quali: il contratto con la
Trans-Caledon Tunnel Authority (Tcta), uno dei
Committenti più importanti in Sud Africa, che prevede il
trattamento dell’acqua contaminata
delle vecchie miniere di Spring (105 megalitri/giorno),
l’impianto di trattamento di acque reflue per la città
di Sebokeng (50 km a sud di Johannesburg)
con capacità di 50 megalitri/giorno, e il rifacimento
dello svincolo di Mt. Edgecombe a Durban con
la costruzione di due nuove rampe lanciate con
il sistema dell’incremental launching.
Allo scopo di consolidare ulteriormente la presenza
nel paese si sta finalizzando la registrazione di una
nuova società di diritto sudafricano con la possibilità
della partecipazione di alcuni importanti soci locali.
La pluriennale esperienza africana ci ha consentito
recentemente di spingerci nell’East Africa in particolare
in Kenya, uno dei paesi economicamente più dinamici
dell’Africa sub-sahariana.
Ad eccezione del rallentamento del 2008-09, legato alle
violenze post-elettorali ed alla crisi internazionale,
nell’ultimo decennio l’economia keniota ha registrato
02.2
tassi di crescita superiori al 5% annuo. Lo stato delle
infrastrutture rappresenta tuttavia un freno allo sviluppo
del paese ma al tempo stesso grosse opportunità
per Cmc. Dei 147mila km di strade esistenti solo 9mila
sono asfaltate, il porto di Mombasa, hub regionale
importantissimo anche per i paesi africani landlocked,
rappresenta oggi un collo di bottiglia logistico
estremamente critico, l’accesso della popolazione
keniota all’acqua potabile e all’elettricità costituiscono
alcuni dei punti chiave dell’agenda di governo.
In questo contesto, la recente acquisizione del progetto
di costruzione dell’impianto idroelettrico di Itare
ci dà motivo di ragionevole soddisfazione per una serie
di aspetti. Primo fra tutti è la struttura della nostra
proposta per il progetto che prevede, oltre
alla esecuzione dei lavori, anche la proposta
di finanziamento dell’opera attraverso una operazione
di credito all’esportazione supportata da alcune
banche europee e dalla Sace.
Riteniamo questo approccio particolarmente efficace
ed importante in questa regione in quanto consente
alla Cmc di accedere ad alcune nicchie di mercato
altrimenti monopolizzate dalle imprese cinesi.
L’altro aspetto particolarmente interessante è quello
puramente ingegneristico dell’opera relativo alla
costruzione dell’acquedotto di Nakuru (circa 160 km
ad est di Nairobi); il progetto prevede una diga in roccia
(circa 2 milioni di m3), una galleria di 14 km da scavare
con Tbm, un impianto di trattamento delle acque (105
megalitri/giorno), una condotta in acciaio di 135 km.
Leggevo tempo fa su una rivista tecnica: “...le imprese
più internazionalizzate dimostrano maggiore resistenza
alle avversità; sono più solide e in grado di riorientare
la produzione per intercettare la crescita...”; bene,
direi che la Cmc coniuga perfettamente questi principi.
02.2.a
estero
Inaugurati i nuovi uffici
di Cmc Africa Austral
02.2.a-d Momenti diversi della
cerimonia di inaugurazione
dei nuovi uffici di Maputo.
Si è svolta lunedì 3 novembre la cerimonia
di inaugurazione dei nuovi uffici Cmc Africa
Austral a Maputo.
In Mozambico Cmc è presente dal 1982 quando
02.2.c
costruì la diga del Pequenos Libombos per portare
l’acqua alla città di Maputo e da allora è una delle
imprese più importanti e attive del Paese.
Alla cerimonia ha partecipato Paolo Porcelli
insieme a tutto lo staff italiano e locale.
02.2.d
p.05 la Betoniera 04 2014
02.1.d
02.2.b
02.3
02.3.a
02.3.b
estero
Perchè la Cmc in Cina
è un esempio di successo
02.3.a Nel cantiere
di Sundarijal in Nepal.
02.3.b Salvatore Casciaro,
Direzione Tecnica Cina di Cmc.
02.3.c Una foto “storica” del
fotografo Alberto Bevilacqua
Il mercato cinese è un obiettivo ambizioso
e ambito per gli investitori stranieri di tutto
il mondo. Gli sforzi per entrare in questo mercato
sono iniziati negli anni ’80, in seguito alla nuova
politica nazionale di “Riforma e Apertura”,
fattore principale di trasformazione della Cina
da un’economia sottosviluppata all’ attuale realtà
economica impaziente di scavalcare gli Stati Uniti.
nel cantiere cinese di Kunming.
02.3.d La Tbm del cantiere
cinese di Qinghai.
Cmc arriva in Cina in quel periodo e contribuisce
allo sviluppo del paese in alcune infrastrutture
chiave, principalmente tunnel.
In un periodo di oltre 20 anni vari progetti
sono stati portati a termine con successo dalla
nostra cooperativa.
Con Salvatore Casciaro, Direttore Tecnico di Cmc
per la Cina, facciamo il punto sulla nostra presenza
nel grande Paese asiatico. Attualmente Cmc sta
eseguendo due importanti progetti in province
settentrionali della Cina (Qinghai e Shanxi).
Un altro progetto, sostanzialmente già completato,
è entrato ora nel periodo di manutenzione e si trova
nella provincia di Gansu, anch’essa nel nord della Cina.
Quali sono le sfide fondamentali per sopravvivere
in questo mercato alla resistenza delle compagnie
locali che, indubbiamente, ora sono capaci
di competere in tecnologia con standard
internazionali accettabilmente buoni? Sappiamo
che i due fattori chiave di successo delle compagnie
cinesi risiedono nella loro capacità di rispettare
le tempistiche fissate di completamento dei lavori
(o per lo meno impegnarsi nei contratti a rispettare
tali tempistiche, indipendentemente se sia fattibile
oppure no) e il fattore prezzo che è ancora vantaggioso,
qualcosa nell’ordine del 20%, rispetto ad una tipica
compagnia occidentale.
di costruzione quando il progetto sia totalmente
o prevalentemente finanziato da moneta locale.
b. La sola lingua utilizzata è il cinese.
c. La legislazione, il contratto, la corrispondenza tra
il contrattista e altri attori del progetto è esclusivamente
in cinese (dimenticarsi le norme FIDIC in Cina).
d. Le compagnie locali sono molto aggressive
e possono preventivare prezzi più bassi rispetto
a una compagnia occidentale.
e. I competitori cinesi sono pronti a firmare un contratto
e ad impegnarsi a qualsiasi condizione proposta
dal Cliente. In particolare, sono pronti ad impegnarsi
a rispettare tempi di esecuzione del progetto anche
quando sembrano impossibili.
Questa è una situazione simile a quella che abbiamo
in Giappone, un altro mercato enorme che però
non è un mercato idoneo ad una classica compagnia
di costruzione occidentale.
È un dato di fatto che il mercato è dominato da imprese
di proprietà statale cinese, con regolamentazioni severe
e implementazioni di leggi molto rigide che restano
la sfida principale per le compagnie straniere che, infatti,
non sono prevalenti nel mercato cinese delle costruzioni.
Quindi, come può la Cmc sopravvivere in questo
mercato? Innanzitutto, abbiamo deciso da tempo di
specializzarci nei tunnel con Tbm, senza perdere risorse
e tempo in altri settori. Cmc è ora un attore apprezzato
e riconosciuto nel mercato del tunnelling, a tal punto
che è chiamata ad unirsi a progetti quando le situazioni
si presentano particolarmente difficili.
Questo è permesso dalla legge: quando ci sono
condizioni geologiche particolarmente difficili,
o il tunnel è troppo lungo o il flusso dell’acqua previsto
è sopra gli standard normali, noi facciamo la nostra
entrata come “Tecnici-Riparatori” che possono aiutare
a risollevare le sorti del progetto. Non importa
se un progetto sia da iniziare o sia già iniziato.
Quindi alla luce di questi fattori, come può la Cmc
continuare a lavorare in un ambiente che è
organizzato apposta per escludere le compagnie
straniere? Di sicuro non è un obiettivo semplice
e non esiste una formula valida per ogni contesto.
Per meglio comprendere la situazione richiamo alcune
delle condizioni con le quali dobbiamo fare i conti.
In secondo luogo, l’adattamento al mercato,
richiede un team forte localizzato, che possa
competere con i locali competitori, in termini di costi,
comprensione del contratto, legislazioni, tradizioni
locali, lingua e cosi via.
a. La presenza di una legislazione negativa che
espressamente blocca l’accesso alle compagnie straniere
La combinazione di questi due fattori, affiancati
da una serie di progetti portati a termine con successo,
02.3.c
nel pieno rispetto di sicurezza e qualità, e in generale
nel rispetto dei tempi di esecuzione, hanno fatto
il nostro successo.
D’ulteriore aiuto è l’apprezzamento dell’attitudine di
Cmc a cogliere le nuove sfide tecniche che si presentino
nel progetto. Come per tradizione in questo paese, noi
dimostriamo di essere un affidabile proattivo contrattista
che propone soluzioni tecniche che si adattano alle
specifiche situazioni e che tiene in conto le condizioni
fissate dai Clienti. Infatti, le soluzioni tecniche proposte
sono fatte da noi con un obiettivo centrale: rispettare
le tempistiche di esecuzione, che in questo paese
sono un assoluto dovere, invariabilmente imposto,
al Cliente e da esso al Contrattista, dai Governi Locali.
Riassumendo, il nostro successo si fonda su vantaggi
tecnologici e know-how consolidato, su un brand
accuratamente costruito nel lavoro di tunnelling;
sulla profonda conoscenza delle norme, su un trained
team particolarmente apprezzato dai partner locali.
Per comprendere il mercato in evoluzione e mantenere
una profonda “China Experience”, Cmc è stata,
dunque, in grado di leggere l’ambiente socio-politico
e adeguarsi concretamente.
Altri aspetti importanti, che il nostro lavoro in Cina
non tralascia, e che la nostra esperienza ci insegna, è un
pianificato e chiaro risk management, non indirizzato
ad una competizione dei prezzi ma su un lavoro
di alta qualità, riconosciuto e soprattutto su un’ottima
comprensione delle tempistiche e del contesto cinese.
Detto ciò, noi rimaniamo fiduciosi e sicuri che la nostra
cooperativa possa migliorare la sua posizione nel paese.
Ma, a causa della necessità di restare in sintonia
costantemente con questa realtà, in continua e veloce
evoluzione, resta una sfida enorme.
02.3.d
p.06 la Betoniera 04 2014
Il Nepal, un nuovo mercato in crescita
La posizione geografica arroccata del Nepal,
accomodata tra due enormi potenze economiche,
potrebbe essere la chiave per portare beneficio
all’attuale contesto sociale: imparare
da entrambi i paesi confinanti investendo risorse
in infrastrutture pubbliche.
Il Nepal è un paese ricco di risorse naturali,
possiede ad esempio circa il 2,27% delle risorse
d’acqua al mondo.
Attualmente il governo ha destinato circa il 60%
del budget in lavori per lo sviluppo, di cui più
del 70% in lavori di costruzione.
Il Nepal sta entrando, dunque, in una nuova era.
La presenza di Cmc in Nepal è un segno
ulteriore dato dal governo agli investitori
e alle compagnie straniere.
I governi nepalesi puntano, infatti, a far crescere
il Paese attraverso ‘learning practice’ promuovendo
gli investimenti stranieri e assicurando le necessarie
garanzie alle compagnie straniere.
02.4
Asian Development Bank rappresenta l’occhio
guardingo degli standard-pratiche internazionali
sul paese, finanziando prestiti addizionali regolari
a progetti di infrastrutture.
Cmc sta lavorando in Nepal sul progetto “Melamchi
Project” destinato a fornire acqua alla valle
e alla città di Kathmandu.
Noi stiamo lavorando in stretta collaborazione con Adb,
e questo fatto ci sta dando, come impresa, una forte
e stabile posizione a livello internazionale spendibile
ovunque in termini di affidabilità, professionalità,
responsabilità sociale d’impresa, protezione ambientale.
Le sfide non mancano ma, dopo più di due anni
di presenza in questo paese, non spaventano Cmc.
Credo si possa dire che grazie alla nostra perseveranza
e alla nostra professionalità ci siamo già adattati
ad essere una compagnia pioneristica in questo paese.
Salvatore Casciaro
con il contributo di Federica Riccadonna
(nella foto a sinistra)
02.4.a
estero
di Luca Barbara
Un mercato dinamico
02.4.a Luca Barbara, Direzione
Tecnica Far East di Cmc.
02.4.b Nel cantiere
indiano di Parbati.
L’area India e Far East interessa paesi estremamente
differenti fra loro. Quattro diversi fusi orari,
quattro religioni principali, assetti legislativi
molto differenti e che solo in parte la creazione
dell’Asean (Association of South East Asian
Nations) potrà uniformare, caratterizzano questa
realtà in forte crescita e sviluppo.
Le iniziative commerciali in essere riguardano il Vietnam
con un progetto inerente la metropolitana di Hanoi
e due progetti per la metropolitana di Ho Chi Minh City,
la Thailandia per alcuni tunnel idraulici, le Filippine
e l’Indonesia per progetti idroelettrici ed idraulici.
In India Cmc è stata pre-qualificata per tre progetti
idroelettrici e stiamo valutando collaborazioni con
aziende locali per la presentazione delle offerte;
stiamo, inoltre, considerando progetti di metropolitane
nelle principali città indiane.
Particolare attenzione è riservata a Laos e Malesia,
Paesi in cui abbiamo già lavorato e in cui monitoriamo
02.4.b
costantemente eventuali iniziative legate a progetti
idroelettrici. Fra le diverse opportunità offerte
dal mercato locale le tipologie di lavori che andiamo
ad identificare restano le grandi infrastrutture in ambito
idroelettrico e lavori che prevedono lo scavo meccanizzato.
Cmc vanta importanti esperienze in paesi come
le Filippine, la Malesia e il Laos, ma l’eterogeneità
dell’area non sempre consente di replicare modelli
di business che si sono dimostrati vincenti in passato.
Riteniamo tuttavia che il know how di Cmc rimanga
la carta più importante da spendere, poichè è proprio
ciò che talvolta manca alle imprese autoctone. La strategia
di ingresso in una nuova realtà passa sovente attraverso
la creazione di un rapporto di partnership con aziende
leader del mercato locale, con cui condividere i rischi
di una iniziativa in un paese per noi nuovo, consentendoci
di apprenderne le dinamiche in maniera più rapida
ed approfondita. Molti dei paesi dell’area adottano
politiche che tendono a proteggere in maniera più
o meno esplicita le imprese locali, rendendo ancora
più complessa l’acquisizione di una commessa da parte
delle imprese straniere. Ciò ha l’effetto di ridurre le nostre
opportunità ad una rosa di lavori che le imprese del luogo
non sono in grado di eseguire e, pertanto, approcciare
i paesi attraverso strategie di partnership diventa
fondamentale in questo contesto. In questo senso
sono da inquadrare gli accordi di collaborazione con la
thailandese Italian-Thai e la vietnamita Song Da, aziende
che si pongono in posizione apicale nei rispettivi mercati
di riferimento. I malcelati meccanismi di protezionismo,
uniti alla crescente capacità di fare impresa da parte
delle realtà imprenditoriali locali, hanno generato un
significativo aumento della competitività del mercato,
ponendo le imprese straniere nella condizione di dover
operare in nicchie di mercato. Non va inoltre trascurato
il fatto che l’area risente dell’influenza commerciale
e politica di Cina e Giappone, che operano in questi paesi
attraverso iniziative coordinate dai rispettivi governi.
Alcuni importanti progetti infrastrutturali vengono
gestiti direttamente da imprese Cinesi e Giapponesi
perché frutto di accordi commerciali e di aiuto e sostengo
allo sviluppo. Pur con le limitazioni su menzionate
e con le complicazioni dovute alla frammentazione
legislativa e culturale, l’area abbraccia paesi in fortissima
espansione e con grandissime opportunità lavorative
che originano dalla necessità, per realtà in così forte
crescita, di dotarsi di un impianto infrastrutturale
adeguato. La conoscenza del mercato maturata
in questi anni di permanenza nell’area, le partnership
con aziende locali e l’affidabilità dimostrata da Cmc
in ognuna delle precedenti esperienze lavorative
in questi paesi, dovranno consentirci di cogliere quelle
iniziative che meglio si adattano al nostro Dna.
Rimarrà estremamente importante non perdere di vista
l’evolversi del ruolo delle imprese di costruzioni in una
realtà così dinamica come quella del Sud Est Asiatico,
per adattare tempestivamente al mercato le modalità
con cui Cmc si rapporta con i potenziali clienti.
p.07 la Betoniera 04 2014
02.5.a
La società vede impiegate una quarantina di persone
con un notevole e pluriennale bagaglio di esperienza,
due dei fratelli DiFazio sono attualmente presenti
nel Cda della società: John, il maggiore dei tre fratelli
ricopre il ruolo di Ceo mentre Mark è il responsabile
di tutte le attività operative.
Parliamo di numeri ora. Al 30 giugno 2014 la DiFazio
presentava un fatturato pari a circa 18,3 mln di dollari
superiore di circa 1,3 mln rispetto al budget atteso e con
un risultato netto prima delle tasse pari a circa 790 mila
dollari. Per l’intero anno invece, anche a causa dello
slittamento temporale di alcune commesse e il limitato
numero di nuove acquisizioni definite nel 2014,
prevediamo un valore del fatturato pari a circa 40 mln di
dollari, leggermente inferiore alle attese, mentre permane
molto buono il livello della marginalità con un risultato
netto prima delle imposte pari a circa 2,5 mln di dollari.
02.5
02.5.b
02.5.c
estero
di Michele Massari
Il sogno americano continua
02.5.a Da sinistra John DiFazio,
Michele Massari, Mark DiFazio
e Dario Foschini.
02.5.b-d Alcuni dei cantieri
Cmc è sbarcata negli Stati Uniti da qualche anno
e sta rapidamente rafforzando la propria
presenza sul mercato dei lavori infrastrutturali
incrementando in maniera significativa il proprio
volume di affari.
in cui sono attualmente
impegnate la Lmh e la DiFazio.
Siamo partiti nella primavera del 2011 quando abbiamo
rilevato Lmh, una società di Boston, per poi proseguire
nel settembre dello scorso anno, quando abbiamo
rilevato il 33.3% di una società di costruzioni
a conduzione familiare denominata DiFazio Industries
Llc con base a Staten Island (uno dei cinque distretti
che compongono la città di New York).
La partecipazione nella DiFazio è detenuta tramite
la Cmc Construction New York, una società neo
costituita, interamente detenuta da Cmc, nel cui board
oltre al sottoscritto vi sono Roberto Macrì e Gianluca
Menchini. Quest’ultima acquisizione rappresenta
un interessante opportunità, per cominciare a valutare
e conoscere da vicino il mercato delle costruzioni
della Grande Mela; un mercato molto importante sia in
termini di volumi che di tipologie di lavori, sicuramente
complesso, competitivo, con regole molto chiare
e precise ma oltremodo affascinante e stimolante.
Il nostro ingresso nel capitale sociale della DiFazio
è coinciso con la volontà della proprietà di ampliare
le proprie linee di business, di aumentare il livello
delle specializzazioni tecniche e il settore di mercato
in cui competere, anche grazie all’aiuto di un partner
importante come Cmc che, oltre a possedere un brand
e una presenza internazionale, è soprattutto in grado
di apportare know-how tecnico, pre-qualifiche di varia
02.5.d
p.08 la Betoniera 04 2014
tipologia e dimensione, notevoli esperienze e capacità
professionali oltre ad un adeguato livello di bonding
capacity che negli Stati Uniti rappresentano un fattore
cruciale per la crescita e la competitività delle imprese.
La società è stata costituita nel 2004 dai fratelli DiFazio,
a seguito della decisione di uscire dalla società del padre,
la S. DiFazio and sons inc. attiva nel settore fin dal 1979,
nella quale i tre fratelli hanno prestato la loro attività,
acquisito buona parte della loro competenza
professionale e formato il loro bagaglio di esperienza
tecnica. La DiFazio è una società di piccole-medie
dimensioni con un ottima reputazione nel mercato delle
infrastrutture newyorkesi, presenta un buon equilibrio
sia da un punto di vista economico che finanziario,
un buon portafoglio ordini e vanta una approfondita
conoscenza sia del settore privato che delle varie entità
pubbliche dello stato di New York. La Società opera in
tutti e cinque distretti della città (Manhattan, Brooklyn,
Bronx, Queens e Staten Island) e vanta una pluriennale
esperienza come contractor in diversi settori del mercato
delle costruzioni e delle infrastrutture, tra cui i lavori
nei sottoservizi cittadini (che sono il core business
aziendale), la realizzazione e manutenzione di reti
fognarie ed approvvigionamento idrico anche complesse,
la costruzione e riabilitazione di strade/highway,
strutture in acciaio e manufatti in calcestruzzo.
La società ad oggi ancora non è operativa nel settore del
tunneling ma stiamo valutando l’opportunità di entrare
nel mercato del micro-tunneling (molto interessante a
New York) tanto che il personale sta seguendo vari corsi
di formazione per ampliare le proprie competenze e non
farsi trovare impreparato di fronte a nuove opportunità.
Le prospettive di mercato a New York sono molto
interessanti, stiamo pensando di aumentare in maniera
significativa sia il volume di affari che la già ottima
marginalità, il tutto sia incrementando il core business
societario, valutando pertanto anche progetti di
dimensione superiore alle attuali che tipologie di lavori
più complessi, eventualmente anche in joint venture
con Cmc o partner locali. L’obiettivo che ci siamo dati
è quello di raggiungere nel prossimo triennio un giro
d’affari pari a circa 60 mln di dollari con una adeguata
redditività. Il portafoglio ordini al 30 settembre era pari
a circa 68 mln di dollari, ed è principalmente composto
da lavori di sewerage e water maintenance fra cui quello
più importante è il contratto di Sheldon Av, acquisito
lo scorso anno e pari a circa 50 mln di dollari, tramite
il quale si sta realizzando un nuova rete fognaria
in una ampia zona residenziale di Staten Island che
proseguirà fino all’inizio del 2016.
Parliamo ora anche di Lmh. Siamo molto contenti delle
performance della società di Boston in quanto Lmh
sta andando oltre le migliori attese. Il volume dei ricavi
è notevolmente aumentato anche grazie al valore
delle nuove acquisizioni perfezionate nel corso dell’anno
pari a circa 90 mln usd. Al 30 giugno il valore dei ricavi
era infatti pari a circa 26.6 mln di dollari e presentava
un utile prima delle tasse di circa 1 mln, lievemente
superiore al budget di periodo, mentre le previsioni
per l’intero esercizio sono di un fatturato che si
dovrebbe attestare attorno ai 60 milioni di usd (rispetto
a un budget di 46 mln), un risultano netto prima delle
imposte pari a circa 2,8 mln (rispetto ad un budget di
1,5) e un backlog a fine anno di circa 80 mln di dollari.
Alla fine del primo triennio successivo al nostro ingresso
nel mercato statunitense, come ci eravamo prefissati,
Lmh ha inoltre definitivamente risolto tutte le pendenze
con la bonding company (Zurich) legate alla vecchia
gestione, ha potenziato in maniera significativa la
propria forza lavoro con nuove assunzioni qualificate e
ha notevolmente incrementato il business e la presenza
nel mercato delle infrastrutture dell’intero New England.
La grossa scommessa ora è, oltre a continuare a crescere
come Lmh sia in termini di fatturato che di redditività,
anche quella di cominciare a valutare lavori in sinergia
con Cmc di Ravenna, con la previsione per la nostra
cooperativa di sbarcare in futuro direttamente negli Stati
Uniti per lavori di medie dimensioni. In questo momento
stiamo infatti cominciando a guardare lavori di tunneling
(il core business di Cmc all’estero) e stiamo perfezionando
le registrazioni delle società e le attività di pre-qualifica
(sia come Lmh e/o in joint-venture con Cmc) al fine
di poter cominciare a competere anche in altri settori
e stati come il Connecticut, il Maine e la Florida.
Il core businnes di Lmh restano comunque sempre
le attività infrastrutturali nel New England; quest’anno
le tre le più importanti acquisizioni che ci tengo
a segnalare vi sono: il Merrimac River Bridge
Rehabilitation, la complessa riabilitazione di un ponte
per un importo di circa 20 mln di dollari vinto da Lmh in
joint venture con Cmc grazie anche all’utilizzo dei track
records della nostra cooperativa; il rifacimento di una
linea ferroviaria di circa 9 mln per MassDOT che ci ha
recentemente aumentato il livello delle pre-qualifiche; il
South Coast Rail Grade Crossing Improv. un importante
track & signal project del valore di circa 16 milioni
di dollari, e in particolare, la Jv di Fitchburg fra Lmh
e la Jf white (una delle principali e storiche aziende di
costruzioni di Boston)relativa ad un progetto ferroriario
di circa 65 mln usd di cui Lmh detiene il 35%.
Alcuni di questi lavori sono stati acquisiti recentemente
ma alcuni sono già partiti nel mese di ottobre.
Per concludere, ad oggi Cmc realizza negli Usa tramite
le diverse società un fatturato di circa 73 milioni
di dollari con la previsione di arrivare a 100 mln
di dollari nel prossimo triennio 2015/2017, un risultato
che ci soddisfa pienamente e un obiettivo che
ci stimola a fare sempre meglio!!!
02.6
02.6.a
02.6.b
estero
di Giovanni Matta
Le strategie competitive
di Cmc a Singapore
02.6.a, c Nel cantiere
di Singapore.
Negli ultimi tre anni Cmc è stata impegnata
a Singapore nella realizzazione di due lotti della
nuova linea metropolitana Downtown Line 3.
02.6.b Giovanni Matta,
Direzione tecnica
Cmc di Singapore.
Queste due commesse ci hanno dato la preziosa
opportunità di approfondire al meglio
la conoscenza e la comprensione del mercato
singaporiano che, rispetto a quelli relativi
ad altre realtà nelle quali opera la Società,
mostra peculiarità molto interessanti.
La competitività e la varietà dei main contractors,
una legislazione molto particolare e soprattutto
in continuo sviluppo, le particolari dinamiche
nella preparazione e presentazione delle gare,
la gestione contrattuale durante l’esecuzione dei lavori,
un contratto particolarmente “blindato”, i problemi
“sociali” nelle politiche del personale ed un turnover
significativamente alto, sono solo alcune delle difficoltà
che ci siamo trovati a dover affrontare durante questo
periodo. Questa esperienza costituisce un know-how
indispensabile e prezioso per la Cmc che sarà
protagonista nell’area negli impegni a venire.
Lo scoglio principale è quello di presentarsi
sufficientemente competitivi con le società straniere,
soprattutto coreane e giapponesi, che monopolizzano
il mercato rendendo arduo l’ingresso ai contractors
occidentali. Purtroppo la competizione con quelle
cinesi è persa in partenza.
per garantirci sufficientemente il risultato positivo
per un’eventuale acquisizione.
Sono quindi necessari alcuni steps metodologici.
Il più significativo dei quali è quello di importare
il know-how tecnico e tecnologico, che possediamo,
ma che possiamo e dobbiamo convertire in competitività.
La dimostrazione di questo avviene già oggi nelle
due commesse attive, laddove introducendo soluzioni
alternative al design originale di tender, siamo riusciti
a migliorare costi e recuperare tempi aumentando
la nostra produttività e guadagnando terreno
nei confronti di un Cliente difficile mostrandoci
al mercato come tecnologicamente preparati.
Una delle maggiori difficoltà affrontate nel passato,
con la quale ci stiamo ancora energicamente
scontrando, è che la procedura approvativa di possibili
varianti tecniche progettuali è molto lunga e passa
attraverso il coinvolgimento di diverse figure indipendenti
sulle quali anche lo stesso Cliente non ha controllo.
Dal 2004, in seguito ad un gravissimo incidente occorso
a Nishimatzu durante la costruzione di una stazione
della metro sulla Nicoll Away, il Governo di Singapore
decise infatti, con lo scopo di garantire maggiore
sicurezza delle opere di scavo meccanizzato e no,
di rafforzare il monitoraggio nella progettazione
e nella realizzazione dei lavori, introducendo alcune
terze figure indipendenti non presenti fino ad allora.
Questo però ha inevitabilmente fatto lievitare i tempi
per eventuali richieste di varianti, a volte proposte
dallo stesso Cliente, e che obbliga tutti a dover agire
tempestivamente e con sufficiente anticipo onde evitare
di rendere inefficace ed inutile la richiesta di variante stessa.
Nell’ottica di questa nuova esperienza,
e della competitività dimostrata in questi anni,
per Cmc si aprono degli orizzonti interessanti
di possibile continuità a Singapore con evidenti
segnali positivi che ci permettono di guardare
al futuro con la consapevolezze che le nostre energie
e strategie messe in campo ci agevoleranno nella
acquisizione di nuove commesse e ci consentiranno
di confermarci come società primaria nel settore
anche in questo particolare contesto.
02.6.c
La strategia vincente per raggiungere questo obbiettivo
non passa solo attraverso la semplice riduzione dei costi
ma deve essere pianificata profondamente già nelle
scelte tecniche e organizzative operate nella
preparazione della stessa offerta che deve andare oltre
il progetto originale consegnatoci dal Cliente. Inoltre
in corso d’opera, è molto difficile recuperare, mediante
claims e/o varianti, un ribasso pensato dietro le quinte
in fase di gara, come invece avviene in altre aree
geografiche/contrattuali. Il contratto “standard”
a Singapore è infatti sbilanciato e rimanda la completa
gestione dei rischi all’appaltatore, inclusa quella relativa
alle aree che tradizionalmente appartengono al Cliente.
In questi tre anni la situazione si è fatta anche più
difficile. I nuovi contratti, per esempio quelli della
Thomson Line, sono stati “ritoccati” laddove il Cliente
rimaneva anche leggermente esposto nei confronti del
costruttore. La conseguenza diretta è una difficilissima
realizzazione delle aspettative sui claims i quali
alla fine non trovano fondamenta sufficienti
per essere finalizzati positivamente.
Per ridurre al minimo i rischi associati a quanto
sopra, è quindi imperativo che la previsione
dei costi sia il più possibile aderente al programma
già in fase di preventivo iniziale. Ma così diventa
difficile rimanere economicamente in pole position
Speciale classifiche
del Sole 24 Ore:
Cmc si conferma al 5°
posto fra le cooperative
di costruzioni italiane
Il settimanale del Sole 24 Ore, Edilizia e Territorio,
ha pubblicato la tradizionale classifica
delle prime 50 imprese di costruzioni italiane,
redatta sulla base dei bilanci dell’esercizio 2013.
Cmc si conferma al 5° posto, prima fra le cooperative
di costruzioni italiane.
p.09 la Betoniera 04 2014
03.a
03
03.c
03.b
italia
di Mara Cavallari
Italia, l’anno delle sei Tbm
03.a Foto di gruppo di fianco
alla Tbm della Ss 640.
03.b “Barbara”,
la Tbm siciliana.
03.c La Tbm del cantiere
Nel 2015, nei suoi cantieri italiani, Cmc avrà
al lavoro ben sei Tbm. Un record.
Di questo e delle difficoltà che continuano
ad interessare il mercato interno delle costruzioni,
parliamo con Roberto Leonardi, da due anni
Direttore della Divisione Costruzioni Italia.
della Nuova Aurelia di Savona.
03.d Dentro la Tbm di Savona.
03.e Roberto Leonardi,
Direttore Divisione Costruzioni
Italia di Cmc.
Roberto partiamo dal record delle sei Tbm in Italia.
Un bel risultato per Cmc... In Italia l’uso delle grandi
Tbm per i lavori in sotterraneo è relativamente recente,
soprattutto per quanto riguarda il loro utilizzo in ambito
stradale e non, dunque, per opere idrauliche o per
la realizzazione di metropolitane. Lo sviluppo delle
tecnologie sta però imponendo anche nel nostro Paese
un utilizzo crescente di queste macchine innovative
e sicure. Cmc ha una lunga esperienza in questo settore,
soprattutto all’estero. Infatti, dopo alcune esperienze
sporadiche a metà degli anni ‘80, è dalla fine di quel
decennio che l’utilizzo delle Tbm diviene una costante
nella realizzazione dei progetti eseguiti dalla
Cooperativa. Negli anni ci siamo costruiti una buona
esperienza e reputazione e oggi torniamo a presentarci
in Italia fra i principali player che utilizzano queste
tecnologie anche per lavori che non riguardano solo
le metropolitane. A partire dal 2015 avremo in Italia
contemporaneamente in funzione sei grandi frese:
quella utilizzata nel tunnel esplorativo per la Tav, le due
utilizzate nei cantieri Anas a Savona (nuova Aurelia)
e in Sicilia (ammodernamento Ss 640 CaltanissettaAgrigento) e le tre che utilizzeremo in diversi cantieri
per opere legate a lavori per le metropolitane di Torino
e di Catania. Vale la pena sottolineare che oltre alle sei
frese appena indicate, nel 2015 vi saranno altre 10 Tbm
al lavoro nei cantieri della Cmc sparsi per il mondo.
Si prefigura una sorta di specializzazione di Cmc
nel settore degli scavi in sotterraneo con Tbm?
03.d
No, noi aspiriamo ad essere fra i migliori nello scavo
meccanizzato con Tbm e nello scavo tradizionale,
senza però diventare un’impresa specialistica
di questi settori. Abbiamo l’ambizione di restare
un’impresa multisettoriale capace di offrire esperienza,
professionalità e competenze per tutti i tipi di opere.
Infatti, in Italia Cmc continua ad avere
commesse significative anche nel settore
marittimo e portuale. Sì, dopo il completamento
del porto turistico di Pisa siamo attualmente
impegnati in importanti lavori nel porto di Piombino
e in quello di Ancona. E naturalmente speriamo
che si possa al più presto sbloccare il progetto
per l’approfondimento dei fondali del Canale
Candiano a Ravenna.
In questo momento siete anche impegnati
in 4 diversi cantieri all’Expo di Milano.
Ma su questo straordinario appuntamento
continua ad aleggiare una certa incertezza.
Cmc sta lavorando con grande determinazione
nei suoi cantieri per rispettare i tempi di consegna
del 31 marzo prossimo.
Lavoriamo attualmente su 3 turni e siamo,
per quanto ci riguarda, fiduciosi su un esito
positivo del nostro lavoro. Le nostre commesse,
come dicevi, sono 4: una riguarda il completamento
della rimozione delle interferenze dell’area,
le altre la costruzione di tre diversi padiglioni
per Paesi ospiti: quello francese, quello thailandese
e quello della Corea del Sud. I lavori per il padiglione
Francese e per quello Thailandese sono già partiti
mentre per quello Coreano si sta concludendo
l’iter contrattuale. Ribadisco che noi contiamo
di rispettare pienamente i tempi contrattuali
per questo che resta un appuntamento straordinario
ed una grande opportunità per l’Italia.
03.e
A vedere il portafoglio lavori per l’Italia
sembrerebbe che la crisi del settore
non abbia toccato più di tanto Cmc. La crisi
del settore delle costruzioni in Italia c’è ed
è drammatica. È una crisi che obbliga tutti
a ripensare la propria presenza, anche chi,
come noi, ha 113 anni di vita alle spalle.
Sul nostro fatturato il peso dell’estero è cresciuto
in modo significativo fino a raggiungere quasi
il 60%. Ma l’Italia resta per noi molto importante
e non solo perché qui ci sono le nostre radici.
Nonostante la crisi, infatti, anche quest’anno
arriveremo a conseguire in Italia una parte
consistente del nostro fatturato. Tuttavia, anche
con questi risultati tutto sommato positivi, lavorare
in Italia resta molto difficile. Burocrazia,
iter lunghissimi, lentezza nella risoluzione
dei contenziosi, una legislazione eccessiva
e spesso contraddittoria, rendono i tempi di inizio
e di realizzazione delle commesse per lo meno
incerti. E molto spesso biblici. E questa incertezza,
dal punto di vista imprenditoriale e finanziario,
ha costi a volte insopportabili.
Una delle emergenze che si è evidenziata
con maggiore drammaticità negli ultimi
mesi è quella del dissesto idrogeologico
e ambientale. Cmc è pronta per lavorare
anche in questo settore? Noi siamo pronti
ad impegnarci in un grande piano di prevenzione.
L’idea che problemi drammatici come quello
del dissesto idrogeologico si possano affrontare
solo in situazioni di emergenza, è fallimentare
dal punto di vista territoriale e ambientale
ma anche da quello economico e imprenditoriale.
Serve appunto un grande piano nazionale.
Cmc ha fatto, negli anni scorsi, un’esperienza
positiva nelle zone terremotate dell’Emilia
mettendo alla prova la propria capacità
di gestire interventi d’emergenza in tempi
rapidi e con flessibilità. Anche alla luce
di quell’esperienza abbiamo partecipato alla gara,
indetta dalla Consip per conto del Dipartimento
della Protezione Civile, per un accordo quadro
(della durata di 6 anni) per la fornitura, il trasporto,
il montaggio di soluzioni abitative da attivare in caso
di emergenza. La gara si articolava in 3 lotti e Cmc
è risultata prima sia nel lotto per il Nord Italia che
in quello per il Centro. Naturalmente, in questo caso,
speriamo di non dovere mai attivare il contratto
perché questo significherebbe che non
si è determinato alcun stato di necessità.
Anche nella ristrutturazione di immobili
di pregio Cmc sta facendo notevoli esperienze
e non solo a Ravenna. Dopo la ristrutturazione
di Palazzo Rasponi dalle Teste ora a Ravenna
è arrivato anche l’appalto per la ristrutturazione
di Palazzo Guiccioli. A Roma, invece, stiamo portando
a termine la ristrutturazione di un edificio di pregio
nel quartiere dei Parioli. È un settore di nicchia
ma di grande interesse soprattutto in un’area
particolare come quella della Capitale.
Quella che sembra invece esaurirsi
è l’esperienza delle concessioni autostradali...
Quello delle concessioni è effettivamente
un mercato in profonda crisi. Nel 2015 termineremo
il lotto nel quale stiamo lavorando per la costruzione
della Tangenziale Esterna Est di Milano, un lavoro
che ci sta dando soddisfazioni sia dal punto di vista
tecnico che economico. Sulla Sat invece aleggia
un clima di grande incertezza. E per il momento
credo proprio che ci fermeremo qui.
Quella che non si ferma, invece, è l’esperienza
dei Protocolli di Legalità che oramai Cmc
ha adottato in tutti i cantieri italiani. Siamo
stati fra i primi ad applicare in Italia i Protocolli
di Legalità, fin dal cantiere per il nostro lotto
della Salerno-Reggio Calabria. Oggi in tutte
le commesse abbiamo siglato appositi Protocolli
e soprattutto lavoriamo in stretta collaborazione
con le Prefetture, gli Enti Locali, i Sindacati.
È una pratica importante, che si evolve grazie
all’esperienza e che ritengo vada assolutamente
preservata e incrementata.
Roberto un’ultima domanda personale...
come sono stati questi due anni
alla Direzione della Divisione Italia? Difficili
perché ho dovuto fare i conti con una realtà
che conoscevo poco e che, come dicevo prima,
è assai complicata. Ma, allo stesso tempo, molto
formativi perché mi hanno permesso di acquisire
una visione della cooperativa più complessiva
e completa di quella che avevo maturato
nella mia precedente esperienza alla Direzione
della Divisione Estero.
p.10 la Betoniera 04 2014
04
personale
di M. C.
L’importanza delle risorse
umane nelle previsioni di Cmc
A volte pochi numeri raccontano meglio di molte
parole. E i numeri certamente aiutano a capire
i grandi cambiamenti in atto dentro la nostra
cooperativa. Prendiamo i dati relativi al fatturato
e al personale della struttura fissa. Negli ultimi
dieci anni il fatturato di Cmc è più che raddoppiato.
Il personale della struttura fissa è, invece, rimasto
sostanzialmente invariato ma sono aumentati
i laureati (+ 9%) e calati coloro in possesso della
sola scuola dell’obbligo (- 8%).
Per parlare di questi cambiamenti e delle strategie
messe in campo dalla direzione aziendale,
abbiamo incontrato Leonardo Potenza,
da ottobre Direttore del Personale di Cmc.
Il settore delle costruzioni è uno dei più colpiti
dalla crisi. Cosa significa occuparsi di risorse umane
in una grande impresa cooperativa in un contesto
economico così difficile? Nonostante la crisi che ha
colpito pesantemente tutte le imprese, Cmc sta reggendo
la sfida della concorrenza riuscendo anzi ad aumentare
i volumi del proprio fatturato, salvaguardando la redditività
e, soprattutto, l’occupazione. Questo risultato non
è frutto del caso ma di scelte che la direzione aziendale
ha saputo compiere negli scorsi anni. Fra le scelte vincenti
c’è anche quella di puntare ad una struttura fissa snella
e assai flessibile alle diverse esigenze del mercato. Cmc
chiuderà il 2014 con oltre 8.600 dipendenti, distribuiti in
4 continenti. Il personale della struttura fissa resta, però,
oscillante attorno a quota 470, più o meno come nel
Duemila. Il fatturato, nel frattempo, è più che raddoppiato.
Questo risultato, lo voglio sottolineare, è stato comunque
raggiunto senza lasciare per strada nessuno, come deve
essere in una cooperativa. Sono state inserite nel corpo
aziendale molte risorse giovani che hanno in questi anni
già cambiato il volto dell’azienda. Abbiamo lavorato
tutti insieme per farle crescere e oggi sono fortemente
motivate e con grandi potenzialità di ulteriore crescita.
In particolare, come ricordavi tu, siamo passati dai 91
laureati della struttura fissa del 2007 ai 134 odierni,
43 nuove risorse ad elevata scolarità che negli ultimi
7 anni sono entrate in azienda e oggi ricoprono
importanti incarichi, in particolare all’estero.
E proprio alla voce estero si registrano
i cambiamenti maggiori... Sì, è vero. È sull’estero
che si concentrerà lo sviluppo della Cmc dei prossimi
anni. Per scelta lungimirante fatta molti anni fa, la Cmc
non ha mai abbandonato l’estero. D’altra parte, la mission
della nostra cooperativa, fin dal 1901, è sempre stata
quella di dare lavoro ai propri soci e dipendenti ma
andando a prendere il lavoro dove era, anche fuori
Ravenna, anche fuori Italia. Oggi molte delle commesse
più importanti sono proprio all’estero. Il nostro fatturato
per oltre il 60% si realizza fuori dai confini nazionali.
Nel nostro organico oltre 7.400 persone sono impegnate
fuori Italia. Lavorare all’estero non è facile. Esiste anche
per l’estero una concorrenza agguerrita e questo si riflette
anche nella ricerca di personale altamente qualificato
e con esperienza. L’aumento delle commesse estere
e la difficoltà a reperire risorse interne per le funzioni
di vertice delle commesse – i Project Manager, i Construction
Manager, ecc. – disponibili a trasferirsi all’estero,
ci porta, da una parte, ad un programma di valorizzazione
dei nostri Tcn e, dall’altra, ad accelerare il processo
di inserimento e responsabilizzazione di risorse giovani.
A proposito di necessità di personale specializzato,
un’esigenza particolare riguarda l’utilizzo
delle Tbm... Nei prossimi due anni saranno operative
nei nostri cantieri, in Italia e all’estero, 16 macchine.
Quello dei lavori di scavo meccanizzato sta diventando
un settore sempre più importante per la nostra azienda,
anche se è nostra volontà restare un’azienda
fortemente multisettoriale e non specialistica.
Le Tbm richiedono personale fortemente specializzato
e anche in questo caso è nostra intenzione valorizzare
al massimo l’esperienza dei nostri Tcn e l’inserimento
di giovani risorse qualificate.
Parliamo dei Tcn (Third Country National):
chi sono e quanti sono? Come dice la parola,
si tratta di lavoratori provenienti da nazioni “terze”
rispetto all’Italia e al Paese in cui operiamo, in molti
casi altamente specializzati, che abbiamo conosciuto
nei nostri cantieri in giro per il mondo e che poi hanno
continuato a seguirci nelle nostre attività. Abbiamo
320 Tcn provenienti da tantissimi paesi: cinesi, filippini,
indiani, libanesi, ma anche inglesi, spagnoli, portoghesi,
ecc. Sono risorse di grande valore e che in molti casi
lavorano con noi da lungo tempo. Ce n’è un gruppo
molto numeroso, oltre 100, e con ruoli di grande
interesse per l’azienda, che ha ricevuto valutazioni
molto positive. Vogliamo valorizzare la loro esperienza
e fare in modo che essi diventino parte integrante
del nostro patrimonio di risorse umane, al pari degli
altri nostri dipendenti espatriati italiani. Questo
significa definire nuove politiche di inquadramento,
Leonardo Potenza
Leonardo è nato a Roma 49 anni fa. Laureato
in Ingegneria civile, indirizzo trasporti,
all’università La Sapienza di Roma. Dopo varie
esperienze lavorative, fra le quali 10 anni nella
Grandi Lavori Fincosit passati come direttore
cantiere e responsabile della sicurezza, nel 2004
approda in Cmc. Il primo incarico è quello
di Responsabile Qualità Sicurezza Ambiente.
Nel 2007 diventa socio della cooperativa.
Nel 2010 assume l’incarico di vice Direttore
del personale a fianco di Manlio Malatesta,
che ha sostituito nell’ottobre del 2014
quando Manlio è andato in pensione.
“Stiamo proseguendo – ci tiene a precisare
Leonardo – le politiche già avviate con
lungimiranza da Manlio con il management
aziendale. Da lui ho imparato molto
e voglio ancora ringraziarlo per la fiducia
che in questi anni ha riposto in me e per
i suggerimenti che ancora continua a darmi”.
di fidelizzazione e valorizzazione, costruire percorsi
di sviluppo in sinergia con i nostri responsabili di area,
anche attraverso una efficace formazione.
E per quanto riguarda l’inserimento e lo sviluppo
di risorse giovani come state operando? Come
dicevo all’inizio, in questi anni sono già stati inseriti,
con risultati molti soddisfacenti, molti giovanissimi
laureati e diplomati, sia in Italia sia all’estero: abbiamo
bisogno di proseguire in questo progetto, e sempre
con maggior efficacia. Favorire lo sviluppo di forze
giovani significa anche dare loro fiducia, dare con
più rapidità nuove e maggiori responsabilità a quei
giovani ai quali si riconoscono capacità e voglia
di crescere, ma sempre sotto la guida e la supervisione
dei più anziani, dei tutor aziendali, come li chiamiamo
talvolta, perché i giovani possano assumere quella
conoscenza e autorevolezza di cui c’è bisogno.
In tutto questo la formazione riveste un ruolo
determinante. Cmc da anni ha scelto di destinare
alla formazione ingenti risorse finanziarie e umane, e oggi
ha un sistema della formazione molto ben articolato:
dal progetto di inserimento dei giovani, del quale abbiamo
già parlato, alla formazione specialistica per l’aggiornamento
tecnico e normativo, alla formazione continua per quadri
e impiegati su temi “manageriali (la comunicazione
efficace, ad esempio), all’alta formazione manageriale
per i dirigenti, e naturalmente la Cmc University. Si tratta,
per quest’ultima, di un’esperienza originale, che sta
dando buoni risultati, ed è destinata a quelle risorse
fortemente fidelizzate che presentano un potenziale
di crescita utile per l’azienda. Oltre al percorso di studio,
articolato su più anni, che vede i giovani inseriti nel
progetto sottoporsi a veri e propri esami con i nostri
docenti interni, il grande punto di forza del progetto
è focalizzato sulle potenzialità che il tutoraggio da parte
di personale interno può offrire nella trasmissione
dell’esperienza e della conoscenza aziendale. Come
vedi, ritorna ancora il tema del tutoraggio. È un grande
sforzo del quale tuttavia un’azienda proiettata al futuro
non può fare a meno. Solo per richiamare qualche
numero, a fine 2014 avremo realizzato 158 corsi
di formazione, solo per citare quelli gestiti direttamente
dalla sede centrale, che hanno coinvolto quasi 1.100
partecipanti per un totale di oltre 12.000 ore di formazione
erogate. Nel 2007 le ore di formazione erano state circa
5.400. Non servono molte parole per spiegare il grande
investimento compiuto dall’azienda.
Per concludere questa nostra chiacchierata,
possiamo dire che il tema della gestione
e dello sviluppo delle risorse umane è al centro
delle strategie della direzione aziendale?
Non c’è dubbio che sia così e non da oggi. Del resto,
come in tante aziende anche in Cmc, la disponibilità
di risorse umane adeguate è uno dei fattori che
determina la sostenibilità dei nostri progetti di crescita.
05.1
cooperazione
Legacoop a congresso
05.1.a Foto di gruppo
al termine del congresso
di Legacoop Romagna.
In vista del congresso nazionale di Legacoop,
in programma a Roma dal 16 al 18 dicembre,
si sono tenuti, nelle scorse settimane,
i congressi territoriali.
05.1.b Filippo Taddei in visita
allo stabilimento della Deco
in occasione di una recente
iniziativa di Generazioni.
05.1.c Foto di gruppo
al termine del convegno
Il 13 novembre, a Ravenna, si è s volto il primo
congresso di Legacoop Romagna, l’associazione
che nelle province di Ravenna, Forli-Cesena e Rimini,
riunisce 447 imprese cooperative. Al termine
dei lavori è stata eletta Presidente la faentina
Ruenza Santandrea, Presidente del Cevico.
Giovanni Monti è stato riconfermato
Presidente regionale.
La cooperazione in Emilia Romagna dimostra
di reggere meglio alla crisi – ha detto nella sua
relazione Monti – richiamando una serie di dati
relativi al periodo 2008-2013. In questi cinque
anni, in Emilia Romagna, le imprese in generale
registrano un saldo negativo di -5.000 unità
mentre per le imprese cooperative il dato registra
una crescita di +300 imprese.
“Network in progress”.
Nominati anche i tre vicepresidenti: Luca Panzavolta
(Commercianti Indipendenti Conad), Giampiero
Boschetti (Cooperativa Braccianti Riminese)
e Massimo Matteucci (Presidente di Cmc).
Il 26 novembre, si è tenuto, invece a Bologna,
il congresso regionale di Legacoop Emilia Romagna.
05.2
I soci delle imprese cooperative in regione sono
456.067 in più e arrivano a 2.972.671 mentre
gli addetti segnano un +11.749 fino ad arrivare
a 141.060 unità. Il valore della produzione cresce
da 25,416 a 26,419 miliardi di euro, l’occupazione
femminile è al 57,2% e i contratti a tempo
indeterminato rappresentano l’89,9% del totale.
05.2.a
cooperazione
di Paolo Pingani
Generazioni, un’esperienza
in crescita
05.2.a Rudy Gatta.
Rudy Gatta, come coordinatore per la Romagna,
ci puoi spiegare quali sono i traguardi
che si è dato Generazioni, il network
dei cooperatori under 40 di Legacoop?
Accompagnare un processo che la cooperazione
ha bisogno di portare avanti con determinazione,
perché riguarda la sua stessa essenza: parlo del ricambio
generazionale, della possibilità che i giovani cooperatori
possano essere protagonisti del cambiamento.
Perché è così importante? In primo luogo
perché le nuove ge nerazioni sono una grande
opportunità per la crescita del sistema cooperativo,
anche se a volte vengono percepite come un pericolo.
La crisi ha evidenziato quanto sia importante che
la cooperazione valorizzi le nuove leve se vuole
avere un futuro all’altezza del suo grande, importante
passato. E in questa fase economica negativa, con
la disoccupazione al 44 per cento per chi ha meno
di 25 anni (il tasso di disoccupazione dei 15-24enni
ad agosto in Italia era del 44,2%), il rilancio della
cooperazione grazie alle nuove generazioni
e del lavoro sono temi ancora più d’attualità.
Come è nata Generazioni e perché? Generazioni
nasce nel 2007 a Bertinoro, grazie all’iniziativa
dei cooperatori under 40 di Legacoop EmiliaRomagna, per affrontare il tema del loro ruolo,
soprattutto futuro, e per favorire lo scambio
intergenerazionale delle competenze e dei valori.
Oggi è una rete a cui partecipano centinaia
di persone. Dopo il primo coordinamento,
nel 2008 a Marina di Ravenna, abbiamo organizzato
moltissime iniziative, l’ultima delle quali il 7 marzo
a Bagnacavallo, alla Deco, in cui abbiamo affrontato
il tema dell’occupazione grazie anche agli interventi
di ospiti importanti, come il responsabile economico
del Pd Filippo Taddei. Un tema che insieme a quello
delle start up sarà al centro anche del prossimo
p.12 la Betoniera 04 2014
appuntamento di Generazioni Romagna,
a gennaio, con il Ministro del lavoro Giuliano Poletti.
Il tema del lavoro: come pensate debba
essere affrontato? Pensiamo che sia venuto
il momento di investire sull’innovazione,
sulle start up: in Italia ne sono nate 700 negli
ultimi sei mesi e al 17 marzo ne erano state
registrate quasi 1.800. Il sistema cooperativo,
che in questi anni di crisi è stato visto
dai giovani come lo strumento più efficace
per rispondere al bisogno di fare impresa
e creare lavoro, deve impegnarsi su questo
punto. Del resto proprio Cmc è un esempio
di quanto paghi puntare sull’innovazione,
sui progetti internazionali, su prodotti moderni.
Ma servono risorse. È vero. L’impressione è che
si preferisca investire in attività produttive legate
a mercati saturi o maturi piuttosto che in start up.
Siamo ancora in ritardo per quanto riguarda i progetti
imprenditoriali legati all’Information technology,
mentre è un mercato chiave, strategico. Uno spazio
che dovrebbe essere occupato anche da cooperative.
Dobbiamo anche noi avere aziende cutting edge
nei settori nuovi: chi ha detto che si può fare
innovazione solo nella Silicon Valley?!.
Ma è pronto il sistema cooperativo a fare
questo passo? Ne sono certo. Lo è sempre
stato: lo spirito di innovazione è nella sua storia
e nella sua cultura. Pensiamo ai braccianti
che andarono a Ostia per bonificare l’Agro romano,
(saremo a Ostia il 22 novembre a ricordare i 130 anni
di quella impresa), oppure alle parole di Nullo Baldini
“La cooperazione contribuì non solo a bonificare
il territorio, ma anche a realizzare una bonifica
umana. Facendo crescere nei braccianti sentimenti
di responsabilità, di altruismo e di solidarietà.
E trasformò molti operai, destinati nella loro vita
a rimanere dei miseri carriolanti, in dirigenti
e abili amministratori”. Oggi siamo in grado
di attrarre giovani che hanno idee e progetti,
che hanno sviluppato competenze e di alto livello
e che hanno, cosa importante visto che parliamo
di cooperazione, la passione per metterle in pratica.
E poi non dimentichiamo che molte menti brillanti
della nostra Regione guardano alla cooperazione
con simpatia e fiducia: dobbiamo sfruttare
questo affidabilità che abbiamo conquistato.
Oltre che di Generazioni e di Legacoop
Romagna, per la quale ti occupi del settore
dei servizi, hai un’altra grande passione...
Che è la poesia in dialetto romagnolo.
Quest’anno per sostenere la Fondazione
“Dopo di Noi” di Torri di Mezzano abbiamo
preparato un progetto sulle liriche di Raffaello
Baldini, che si è concretizzato nel volume
“È mònd... e rcminzé tòtt da capo” e in un video,
“E divèri”, con la regia di Silvia Bigi e le musiche
di Luca Maria Baldini, che ha vinto il premio come
miglior “Cortoinloco” all’undicesima edizione
del Festival internazionale di Forlì “Sedicicorto”.
Baldini, che ho conosciuto personalmente,
non solo secondo me, è uno dei più grandi poeti
italiani del 900, uno tra quelli che ha saputo
sviluppare il tema dell’identità, del territorio
in una società complessa, che va sempre più veloce.
Penso che le sue poesie ci aiutino a capire dove
si vuole andare: a me servono spesso a fare ordine.
05.1.a
05.3
cooperazione
di Valentina Crociani
Intervista a Pauline Green
05.1.b
Il 2 ottobre si è tenuto a Bologna il workshop
“Network in progress. Immagini per un lavoro
senza frontiere”, evento regionale organizzato
da Generazioni Legacoop Emilia Romagna,
con l’ambizioso obiettivo di costruire
una rete unitaria di giovani cooperatori.
già i nostri. Si sono dimostrati validi, e dobbiamo
impegnarci a farli conoscere. Sono stati fatti dei passi
in avanti in questo senso; la nostra voce si sta facendo
sentire e vuole essere ascoltata, come dimostrano
le nostre ultime partecipazioni al G20, al B20
e presso la sede dell’Onu.
Alla tavola rotonda svoltasi nel pomeriggio sono
intervenuti Giovanni Monti, Presidente dell’Alleanza
delle Cooperative Italiane Emilia-Romagna, Filippo
Addarii, The Young Foundation – EuropeLab, Sandro
Gozi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza
del Consiglio con delega agli affari europei, Pauline
Green, Presidente International Co-operative Alliance.
Molte cooperative sono create e gestite da donne.
Come sta cambiando il loro ruolo all’interno
del movimento cooperativo? In che modo
l’ICA le aiuta a rafforzare i loro ruoli e le loro
competenze professionali? È stato fatto molto,
ma non è ancora abbastanza. Crediamo, fin dalla
nostra fondazione, che l’uguaglianza di genere
sia necessaria e fondamentale, e da sempre operiamo
in questo senso. Bisogna comunque continuare
ad alzare la rappresentatività femminile nei livelli
manageriali, all’interno dei consigli di amministrazione
e nei ruoli di responsabilità.
Proprio quest’ultima, prima donna a ricoprire tale ruolo
nella storia dei 116 anni dell’Ica nonché primo Ceo
donna di Co-operative Uk, ha accettato di parlare
di lavoro, donne, futuro, cooperative e giovani.
05.1.c
Aurelio Piccinini
Il 13 novembre scorso è deceduto, all’età di 86 anni,
Aurelio Piccinini Presidente di Cmc per 7 anni.
Piccinini fu, infatti, eletto presidente nel 1973
alla scomparsa di Bruno Selleghini e restò
presidente della cooperativa fino al giugno
del 1980 quando gli subentrò Roberto Dradi.
Ai famigliari le sentite condoglianze
del Consiglio di Amministrazione e di tutti
i soci e dipendenti di Cmc.
p.13 la Betoniera 04 2014
Signora Green, il 3 dicembre 2011 ha chiuso il suo
intervento al convegno “La competizione positiva”,
organizzato a Ravenna da Cmc in occasione dei
suoi 110 anni, ponendo l’accento sull’importanza
di essere ambiziosi, soprattutto in questo periodo
storico così delicato. Dopo quasi tre anni, come
pensa che il movimento cooperativo abbia
affrontato questa congiuntura? Abbiamo fatto
tanto in questi tre anni, ma ciò di cui vado più fiera
è stato l’aumento di visibilità del nostro movimento
a livello mondiale, e il conseguente peso che la nostra
voce ha acquisito fra quelle dei grandi attori globali.
Una grande opportunità, soprattutto per i giovani.
A prova di ciò, quest’anno ho avuto il piacere
di prendere parte al B20, e di potermi confrontare
con le più grandi ed influenti economie del mondo.
Per la prima volta rappresentanti del movimento
cooperativo sono stati invitati ad un evento di tale
portata; avrei potuto trovare ostilità da parte di privati
e multinazionali e, invece, è stato vero il contrario.
Grazie anche a questa esperienza positiva, sono
sempre più convinta che ogni singola occasione
di dibattito e discussione sia importante per confrontarci
con gli altri, per farci conoscere e far sapere chi siamo.
Come il Pontifical Council for Justice and Peace,
cui ho recentemente preso parte, e durante il quale
Papa Francesco ha ribadito l’importanza di porre
l’essere umano al centro della growing economy.
Ecco, tutti sappiamo che il modello cooperativo
si fonda proprio su questo: certamente produrre
reddito, ma anche creare valore e tramandarlo.
È indubbio che il mondo della cooperazione
dovrà avere un impatto determinante all’interno
dell’economia globale del futuro proprio perché
è fondato su questi valori. Dobbiamo continuare
ad impegnarci affinché gli altri conoscano
e riconoscano queste nostre caratteristiche.
Sempre durante il nostro ultimo incontro
a Ravenna, ha affermato che un unico dominante
modello di business può risultare pericoloso,
specialmente in questo momento di crisi globale.
Ha quindi esortato a rafforzare la consapevolezza
esterna rispetto al modello cooperativo.
A suo avviso, qual è ruolo che ogni cooperativa
deve svolgere oggi per raggiungere questo
obiettivo? Aiutarci a far passare questo messaggio,
poiché ogni cooperativa – indipendentemente
dal settore in cui opera – si ispira agli stessi valori.
Tutto sta nel far capire l’importanza della ricaduta
significativa che il nostro operato ha a livello locale,
regionale, nazionale e internazionale. Far conoscere
il nostro modello di impresa è la nostra forza. I risultati
del vecchio sistema sono sotto gli occhi di tutti;
ha portato al collasso finanziario e alla recessione.
Il modello cooperativo rappresenta un’alternativa
e una risposta per ciò che è in grado di fare: creare
profitto, con le persone al centro. Non abbiamo
bisogno di inventare valori nuovi, perché abbiamo
Come può il movimento cooperativo aiutare
le giovani generazioni ad affrontare le sfide
socio-economiche odierne per preservare
il proprio presente e costruire il proprio futuro?
In realtà, sono le giovani generazioni che devono
aiutare noi. Il nostro è il più grande modello
partecipativo del mondo; dobbiamo alimentare
la partecipazione e farla crescere, coinvolgendo
i giovani nell’apertura di un dialogo che raggiunga
le persone all’interno dei contesti in cui vivono
e operano. Il punto non è solo ispirarli ed aiutarli
a credere nel modello cooperativo, ma metterci
nelle condizioni di farci aiutare da loro, soprattutto
nei campi della comunicazione, dei social media,
del networking e delle nuove tecnologie, per
trasmettere attraverso questi nuovi strumenti i nostri
valori e la nostra identità, per far sentire la nostra voce.
Dobbiamo dare l’esempio e mostrare cosa può fare
una cooperativa, cioè creare comunità migliori.
È pieno di giovani desiderosi di condividere
le proprie esperienze con noi; per questo è importante
essere pronti a dar loro delle opportunità.
Dobbiamo trovare il coraggio di innovare, e l’innovazione
viene dai giovani.
05.3.a
05.3.a Pauline Green,
Presidente International
Co-operative Alliance.
06
06.a
formazione
di V. C.
Un portoghese
in Cmc University
06.a Ricardo insieme
ad Antonio Raffa.
06.b Ricardo Filipe
Guerreiro Pinela.
Ricardo Filipe Guerreiro Pinela, portoghese
di 33 anni, lavora in Cmc dal 2007. Il suo primo
incarico l’ha svolto in Sudan come Production
Manager, per poi spostarsi in Malawi, in cui
è stato per un anno e mezzo Production Manager
e Site Agent all’interno del Mangochi-Monkey
Bay Road Project.
Nel 2009 si è poi trasferito in Mozambico,
dove è stato Site Agent nei progetti Rehabilitation
of Beira and Quelimane Airports e Rehabilitation
of Nampevo – Alto Molocue Road.
Sempre in Mozambico, da marzo 2011, ha assunto
il ruolo di Project Manager del NamacurraNampevo Road Project e, infine, da ottobre 2012
è Project Manager del progetto di riabilitazione
della strada Lichinga-Litunde e della costruzione
di sette ponti fra Marrupa e Litunde.
Da quanto tempo frequenti Cmc University
e quale è stato il tuo approccio con questa realtà?
Ho iniziato il programma nel 2011. Fin dal primo
giorno il mio approccio a questa esperienza è stato
estremamente serio, poiché credo abbia un potenziale
molto grande. Infatti, ritengo che in virtù della crescita
di ognuno, sia molto importante rinnovare e migliorare
le proprie capacità, così come, allo stesso modo,
06.b
è importante acquisire esperienza e la giusta maturità
professionale nel lavoro con il quale ci si misura
quotidianamente. Mi congratulo con Cmc per questa
iniziativa, e spero che continui ad impegnarsi
nel migliorare le competenze del proprio staff,
come ha fatto fino ad ora.
Come descriveresti questo progetto a chi non
ne fa parte o a chi non lavora in questa azienda?
Mi sorprende moltissimo constatare che questo
programma di formazione sia quasi unico fra le imprese
del settore. Credo sia uno strumento molto valido
per affrontare in maniera consapevole la formazione
dello staff più giovane, anche perché fornisce
un background molto forte soprattutto nel campo
del management, che spesso non viene affrontato
in maniera approfondita durante l’esperienza accademica.
Quali punti di forza e criticità hai evidenziato?
Fra i punti di forza ci sono la scelta degli argomenti
dei seminari, attinenti al settore lavorativo in cui si sta
operando; in questo modo ognuno di noi può mettere
in pratica immediatamente all’interno del proprio lavoro
quotidiano ciò che sta imparando. Ma anche il metodo
di valutazione, che è più un confronto che un giudizio,
e quindi è per me un grande stimolo motivazionale.
Ultimo, ma non meno importante, la possibilità
di conoscere personalmente altri colleghi e confrontarsi
con loro, attraverso scambi di idee sui problemi proposti
in aula. Forse rivedrei la durata dei vari seminari,
strutturandone i contenuti in base al lavoro che l’allievo
sta svolgendo in quel momento. Prendiamo ad esempio
l’area amministrativo-finanziaria: sarebbe più efficace
dividere gli studenti in due gruppi rispetto ad un unico
soggetto; il primo per gli studenti che lavorano
in quest’area, ai quali può essere dedicato un corso
più lungo e dettagliato, il secondo per coloro che sono
impiegati nelle aree tecniche, che forse troverebbero
più utile un corso di minore durata e più generale.
Cosa ne pensi dei contenuti e del metodo
di valutazione? Come ho già detto, ritengo
il metodo di valutazione uno dei punti chiave
di Cmc University, perché è dettagliato e anche
chiaro per gli studenti. Credo inoltre che questo
feedback fra docente e studente faccia davvero
la differenza, anche a livello motivazionale.
Considero, infatti, fondamentale sapere quali sono
le materie in cui ho basi solide e in quali, invece,
devo migliorare e spendermi, al di là del voto
dell’esame finale.
Rispetto al tuo corso di studi, ritieni debba
esserci qualche argomento che possa essere
implementato? Se sì, quale e perché?
Indubbiamente la leadership, con un riguardo
particolare alla motivazione del proprio gruppo
di lavoro e alla comunicazione con i propri
colleghi e collaboratori. Credo che questi aspetti
vadano perfezionati perché il modo di essere leader
e di motivare il proprio staff sono alla base
per il successo e per l’ottenimento dei risultati
di tutto il team.
Visto il contesto socio-economico mondiale,
quali sfide ritieni che oggi un’azienda sia chiamata
a compiere in termini di formazione? Penso
che soprattutto oggi sia estremamente importante
per un’azienda continuare ad investire nella formazione
del proprio personale. La Cmc lo sta facendo seriamente
e a tutti i livelli, anche se credo sia fondamentale
e urgente estendere la formazione dello staff in maniera
più capillare nelle aree al di fuori dell’Europa. In questo
modo si può garantire un aggiornamento omogeneo
a tutti i colleghi in tutto il mondo.
“Motivare i collaboratori” workshop
a Singapore
Il Changi Cove hotel di Singapore, ha ospitato sabato 22 e domenica 23 novembre,
il workshop “Motivare i collaboratori” dedicato al management Cmc impegnato
in Asia. Edizione che fa seguito a quelle analoghe già tenute a Bologna
ed a Johannesburg tra settembre e ottobre.
Le attività, svoltesi in lingua inglese, sono state brillantemente condotte dall’Ing.
Fabio Fanecco – www.almaweb.unibo.it/faculty/fabio-fanecco/67589/53271/ –
membro della faculty della Business School dell’Università di Bologna
in collaborazione con la quale Cmc ha progettato questo training facente parte
del ciclo “Comportamenti manageriali per la leadership” avviato nel 2012.
Elevato il grado di commitment e partecipazione attiva espresso dai presenti.
Ricordiamo infine che questa tipologia di progetto formativo è parte del piano
d’azione scaturito dall’analisi dell’indagine di clima “Il mondo cmc” –
http://www.youtube.com/watch?v=amIaI08Da60
p.14 la Betoniera 04 2014
07.1
Le difficoltà e le sfide che tutte le persone coinvolte
in questo importante progetto incontreranno
saranno molteplici e principalmente legate alla
movimentazione di materiale e macchinari sotto
la superficie stradale e all’interno della fitta rete
d’acciaio formata dagli elementi di sostegno
temporanei che sono attualmente installati
e che dovranno essere rimossi progressivamente
alla costruzione e completamento delle solette.
lavori in corso
di Marco Biagi
Stazione 926 di Singapore:
partiti i lavori per i calcestruzzi
07.1.a Layout del sistema
di puntellazione temporanea
“Struts” e ultimazione delle
fasi di scavo.
Dopo il riconoscimento dell’importante
premio come “Miglior Impresa Multinazionale
Italiana nella Repubblica di Singapore”,
Cmc non si ferma, cercando di raggiungere
risultati sempre più brillanti.
Ultimati i lavori di scavo, fino ad una profondità
di circa 23 metri al di sotto della superficie stradale,
i lavori di calcestruzzo inizieranno dalla realizzazione
dalla soletta di base denominata Underplatform
Level avente uno spessore di 2 metri.
Successivamente alle imponenti fasi di scavo
presso la stazione nell’ambito del progetto C926,
il conseguente movimemento delle terre e l’installazione
degli elementi di sostegno denominati “Struts”
ad opera di subappaltatori locali, Cmc darà il via
ai lavori di calcestruzzo che completeranno le fasi
finali della BSC (Basic Structure Completion).
Successivamente ad essa si passerà a costruire
l’intricata maglia di muri portanti che permetteranno
la realizzazione dei livelli superiori della stazione C926.
07.1.b Installazione, fissaggio
e controllo del corretto
posizionamento delle barre
d’armatura nella soletta di base.
Le attività in oggetto, avranno una durata complessiva
stimata in circa 1 anno e vedranno Cmc coinvolta
nella complessa realizzazione di quelle che saranno
le strutture principali della stazione C926.
Proseguendo dal livello di fondo scavo fino
al piano stradale soprastante verranno realizzati
altri quattro livelli di solette a spessore variabile
che andranno a formare lo scheletro portante
di questa stazione.
Per questo motivo le scelte tecniche, tecnologiche
ed una accurata pianificazione dei lavori potranno
fare la differenza in termini di tempo
sul completamento della stazione.
Nella realizzazione dell’Underplatform,
della Platform, del Service, del Concourse,
del Roof e di tutti i muri (portanti e non portanti)
che caratterizzano la struttura principale della
stazione, verranno impiegati circa 50.000 m3
di calcestruzzo al cui interno dovranno essere
installate circa 11.000 tonnellate di ferro di armatura
ad aderenza migliorata.
In questo momento, e contestualmente
alle lavorazioni di scavo e istallazione di elementi
di supporto del corpo stazione, i lavori si stanno
concentrando nella realizzazione della soletta
di fondazione dell’Entrata B di quella che sarà
la futura stazione di Tampines West Station.
In particolare è in fase di ultimazione la posa
del ferro di armatura della soletta fondazione
e dei muri di parete, che precede il primo getto
di calcestruzzo di una lunga serie che porterà
Cmc, entro la fine del 2015, al completamento
di un’opera di rilevante importanza
nella Repubblica di Singapore.
I livelli vengono denominati Platform, Service,
Concourse e Roof Level.
07.1.a
07.2
07.2.a
07.1.b
07.2.b
lavori in corso
di Jonathan Abanga
Una soluzione vincente
07.2.a-b Immagine degli scavi
del C927.
Nell’esecuzione del C927 a Singapore la Cmc
ha introdotto un’alternativa costruttiva
per l’esecuzione di un sottopasso per l’entrata
alla stazione.
Il progetto originale del Cliente prevedeva
lo scavo di una galleria confinata con il metodo
dello spingi tubo, ovvero del “pipe jacking”
e conseguentemente lo scavo verticale
del vero e proprio accesso alla stazione.
La galleria si presenta con una scarsa copertura
essendo collocata appena 7 metri sotto una arteria
stradale in pieno centro urbano. A complicare
la situazione anche la presenza di alcuni
sottoservizi difficilmente rilocabili.
Da un punto di vista programmatico, le due attività
erano in diretta successione ed i tempi per la loro
realizzazione erano in conflitto con i nostri obblighi
contrattuali. Si è deciso quindi di proporre al Cliente
una soluzione alternativa con una tecnica di scavo
p.15 la Betoniera 04 2014
diversa per questo sottopasso. Questa tecnica prevedeva
l’impiego di una macchina perforatrice e il preconsolidamento del terreno con iniezione di miscela
cementizia. Al fronte si è effettuato il consolidamento
attraverso infilaggio di tubi di vetroresina con successivo
grouting mentre sulla corona circolare della calotta
si è eseguito il consolidamento con infilaggio ad
ombrello protettivo in tubi in acciaio e successiva
iniezione di grout. Il progetto prevedeva lo scavo di due
gallerie affiancate e parzialmente sovrapposte e secanti
in modo tale da ottenere la sezione completa originale
prevista in tender.
Si è anche dovuto procedere ad un attento
monitoraggio dei cedimenti superficiali per non
danneggiare i sottoservizi presenti ed evitare di
interferire negativamente con il traffico stradale
sovrastante. In conclusione, la soluzione proposta
si è rivelata vincente dal punto di vista contrattuale
e costruttivo, in quanto siamo riusciti a svincolare
questa attività’ dallo scavo dell’entrata che è potuto
iniziare in sovrapposizione allo scavo della galleria
con un vantaggioso recupero di almeno 6 mesi
sul programma lavori ed ha comportato
un consistente risparmio economico.
La prima galleria si è appena conclusa e ci si appresta a
realizzare il rivestimento definitivo in calcestruzzo armato
gettato in opera. Al completamento della fase di
rivestimento, si riprenderà con lo scavo della seconda
galleria. Questa soluzione tecnica adottata
è stata motivata, oltre che per ragioni programmatiche,
anche dalle difficili condizioni di un terreno sciolto
contenente depositi alluvionali ed argilla organica.
Da notare anche che questa galleria sta suscitando
interesse crescente da parte del Cliente e di altri soggetti
professionali coinvolti nel mondo dei lavori in
sotterraneo (per esempio la Tunnelling & Underground
Works Society) a Singapore in quanto al momento,
la Cmc è l’unica impresa che sta realizzando
una galleria con tale procedimento costruttivo
rivelandone vantaggi e benefici.
07.3
lavori in corso
di M. C.
La “talpa” procede nella sua
corsa verso il confine francese
07.3.a Il cantiere sotto
i piloni della A32.
07.3.b-d Dentro il tunnel...
07.3.e La Tbm “Gea”
che scava il cunicolo.
07.3.f L’impianto
di depurazione delle acque.
07.3.g-i ...Di nuovo
dentro al tunnel.
Gea sta procedendo con successo il suo scavo
nella montagna - ha superato i 1.700 m. inconsapevole del clamore che ancora circonda
il cantiere che le sta attorno.
Il cantiere è quello di Chiomonte, in Val Susa.
Gea è la Tbm che da circa un anno è entrata
in funzione per realizzare il tunnel esplorativo
per la Tav Lione –Torino. Il cunicolo servirà
per conoscere meglio la struttura morfologica del
massiccio dell’Ambin finalizzata alla progettazione
esecutiva della nuova linea ferroviaria ad alta
velocità destinata a collegare Lione e Torino.
Una volta terminata l’opera, questo cunicolo
sarà utilizzato per la manutenzione del tunnel
di base principale e come via di fuga e per
l’accesso dei mezzi di soccorso.
Per accedere al cantiere, sotto i piloni dell’autostrada
A32, occorre superare vari punti di controllo presidiati
dall’esercito e dalle forze dell’ordine.
Ma la strada, il piazzale degli uffici e l’area dove sorge
l’impianto di depurazione di tutte le acque, sono tutti
asfaltati e ben tenuti e l’impatto con il cantiere (circa
7 ettari, aperto nell’estate del 2011) è uguale a quello
di un qualsiasi altro cantiere. Solo qualche bandiera
notav e dei cartelli ai limiti dell’area recintata,
ci ricordano le immagini viste in Tv. Per il resto, i lavori
fervono negli uffici, nel piazzale e dentro la galleria.
Ad accoglierci il Direttore Tecnico di Cantiere, Paolo
Padovese, veneto (di Caorle, per la precisione) 33 anni
appena compiuti, ingegnere civile con un’esperienza
lavorativa già consolidata (nonostante la giovane età)
all’estero e in Italia, in altre imprese e in Cmc dove
è arrivato nel 2009.
Quest’anno è diventato anche socio della cooperativa.
Al suo fianco Giovanni Casadio, capocantiere
di Alfonsine, in Cmc dal 1975. “Dovrei andare
in pensione il prossimo anno” dice e, dal tono
della voce, si capisce che quel benedetto traguardo
pensa di averlo guadagnato tutto in 40 anni passati
da un cantiere all’altro.
“I lavori stanno ora procedendo nel migliore dei modi –
dice Padovese – abbiamo superato i 1.700 m di scavo
dei 7.500 m circa previsti e, ad oggi, registriamo
un anticipo di qualche mese sulla tabella di marcia”.
Prima di entrare nel tunnel, parliamo delle azioni
messe in atto per i controlli ambientali. Nel sito
di Ltf (n.d.r. la società italo-francese promotrice
del progetto della Torino-Lione) si parla
di collaborazione costante con il Ministero
dell’Ambiente, l’Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale, con Arpa... cosa ci puoi
dire su questo importante aspetto? L’attenzione
07.3.g
all’impatto ambientale e alla sicurezza dei lavoratori
è molto più forte rispetto a qualsiasi altro cantiere
“normale”. Per prima cosa abbiamo realizzato
un impianto di depurazione che garantisce
un avanzatissimo trattamento delle acque,
suddivise per tipologie, provenienti sia dai piazzali
del cantiere che dalla galleria. Tramite l’utilizzo
di una tecnologia innovativa è stato realizzato
un micro tunnel di 240 m circa,unico nel suo genere
per geometria e complessità, che permette lo scarico
delle acque trattate, nella Dora Riparia, così come
previsto dagli Enti. Sono state individuate le aree
nelle quali l’impresa che ha vinto l’appalto sta stoccando
lo smarino estratto dal tunnel, aree che alla fine
del lavoro verranno riqualificate e ripiantumate,
come perlatro sta già avvenendo.
Speciali cannoni nebulizzatori tengono costantemente
vaporizzato lo smarino e le aree di cantiere in modo
da limitare al massimo le polveri prodotte. Sono state
predisposte linee di nebulizzazione anche sul nastro
di smarino ed in Tbm. Nel cantiere e nella galleria sono
attivi monitoraggi continui sulla qualità dell’ambiente
e sui lavoratori, con decine di stazioni di rilevazione
e controlli a campione sulle diverse matrici monitorate
(terre e rocce da scavo, rumore, acque superficiali
e sotterranee, radiazioni, amianto, atmosfera).
I dati di questi rilevamenti sono inviati costantemente
da Ltf all’Arpa Piemonte e successivamente vengono
confrontati con quelli registrati dalle stazioni esterne
al cantiere. La formazione del personale in tema
di sicurezza è una questione prioritaria.
Sono previste arche di rifugio mobili lungo la tratta
ed in Tbm da utilizzare in caso di emergenza.
Un sistema radio e uno telefonico permettono
una costante connessione con l’esterno, mentre
un sistema semaforico e di controllo accessi regola
gli ingressi e le uscite dalla galleria.
07.3.a
07.3.e
07.3.f
Quante persone lavorano attualmente
nel cantiere? Attualmente lavorano per la Venaus
(la società consortile che ha vinto l’appalto
per la realizzazione del cunicolo e che è formata
da Cmc, dall’austriaca Strabag e dalla piemontese
Cogeis) all’incirca 100 persone, un terzo dei quali
abitano nella valle. Una quindicina sono proprio
di Chiomonte, comune che ospita il cantiere. Anche
le imprese subappaltatrici che hanno operato in cantiere
per l’80% erano imprese locali. Il fatto è molto
importante perché credo fermamente che queste
grandi opere debbano favorire il territorio. Per quanto
concerne gli operai abbiamo cercato di investire sulla
loro formazione e sulla crescita professionale,
soprattutto delle figure più giovani. Credo che proprio
in questi contesti si debbano creare sì infrastrutture,
ma anche professionalità e competenze lavorative,
da valorizzare per il futuro. Lo staff diretto di Cmc
attualmente è di poche unità (n.d.r. Paolo Padovese,
Giovanni Casadio, Mauro Ceccoli, Andrea Berti,
07.3.h
07.3.i
07.3.b
Massimo Montanari, Silvestro Costa, Gianfranco
Bonaccorso)ed è coadiuvato da personale Strabag
(Andrea e Stefano), impiegati assunti localmente
(Monica ed Alessandro) e giovani consulenti in materia
ambientale e di sicurezza (Claudio, Simone e Sebastiano).
L’età media del cantiere è molto bassa, forse
è per questo che il clima di cantiere è molto bello
ed il gruppo di lavoro risulta essere molto coeso.
Parliamo della Tbm utilizzata per lo scavo.
Si tratta di una Tbm di tipo aperto, lunga circa 265 m,
con un diametro di 6,30 m.
Sette motori elettrici e una testa composta
da 41 (all’occorrenza 43) “taglienti” di 17 pollici
di diametro. La talpa pesa complessivamente circa
380 tonnellate e la velocità di rotazione di crociera
varia tra i 7 ed i 9 giri al minuto.
A che punto è arrivato la scavo? Abbiamo
cominciato a scavare la galleria nel gennaio del 2013,
con 9 mesi di anticipo sul programma contrattuale.
I primi 204 metri sono stati scavati in tradizionale,
con consolidamento preventivo del fronte e con l’uso
di escavatore e martello demolitore. I primi 118 metri
sono stati rivestiti in c.a. Tra agosto e novembre 2013,
nonostante i noti problemi di ordine pubblico, siamo
riusciti ad assemblare ed a trasportare al fronte la fresa.
Il 14 novembre del 2013 abbiamo avviato lo scavo
meccanizzato, incontrando la roccia dell’Ambin.
Nei primi 1.000 metri abbiamo rinvenuto del materiale
estremamente tenace ed abrasivo (gneiss) pertanto
lo scavo è avanzato ad una media di 4-5 metri al giorno.
Tanto per intendersi le resistenza a compressioni
della roccia superavano quelle dell’acciaio ed eravamo
costantemente intenti a sostituire i taglienti di scavo
che si consumavano per usura. Poi abbiamo incontrato
la prima faglia, in corrispondenza della linea di incontro
tra la zona geologica del Clarea (caratterizzata
dalla presenza di micascisti) e quella del massiccio
dell’Ambin. La roccia fortemente fratturata incontrata
ci ha obbligato a consolidare in avanzamento
ed a mettere in opera pannelli centinati di rivestimento
e questo ha, naturalmente, rallentato il nostro lavoro.
Ma a questo servono, appunto, le gallerie geognostiche,
a conoscere meglio il terreno su cui si andrà a scavare.
Dopo ferragosto la faglia è stata superata senza fermare
l’avanzamento e, dalla progressiva chilometrica
1+400, abbiamo rinvenuto i micascisti del Clarea,
materiale meno compatto che ci ha permesso
di avanzare con una media giornaliera di 15m/g.
Il 30 ottobre abbiamo raggiunto quello che è,
per il momento, il nostro record di 30,5 m. scavati
in un giorno. Alla data di oggi (n.d.r. 14 novembre)
abbiamo superato i 1.700 m.
Cosa prevede il crono programma dei lavori
e su quanti turni lavorate attualmente? In cantiere
si lavora, come prevede l’accordo sindacale,
07.3.l
07.3.c
dalle 6 del lunedì alle 22 del sabato, su 3 turni.
La Tbm è seguita da 13 persone per turno,
oltre che da una squadra che esegue i lavori
a latere tergo Tbm (montaggio tubi, esecuzione
nicchie geognostiche...).
Ogni settimana lo scavo si arresta per l’esecuzione
di prove sismiche ed a distruzione in avanzamento.
Ogni giorno 4 ore sono destinate alla manutenzione
della fresa. La talpa ora sta scavando in discesa.
Andremo giù per 2.700 m circa prima di raggiungere
il livello del tunnel di base ed il punto di minimo
del tracciato, zona nella quale dovranno essere
realizzati dei profondi cunicoli per l’accumulo
delle acque e la realizzazione di stazioni di pompaggio.
Da quel punto in poi il cunicolo si collocherà
al di sopra delle due canne del tunnel di base
principale per ulteriori 3,5 km circa. In quel tratto
il cunicolo supererà il confine francese e si troverà
a circa 2.000 sotto la vetta dell’Ambin diventando
una delle gallerie più profonde del mondo. Il nostro
crono programma prevede di raggiungere i 5.765 m
alla fine del 2016 e di completare tutti i 7.541 m
del progetto nell’estate del 2017.
Questa è un’opera molto discussa e voi vi siete
trovati, vostro malgrado, al centro di queste
contestazioni. Come si lavora e si vive in queste
condizioni? Vivendo in valle mi sono fatto delle idee
personali su cosa non abbia funzionato, in ogni modo,
non sta a noi giudicare la bontà di questa infrastruttura.
Noi lavoriamo per un Consorzio che ha vinto un appalto
pubblico e il nostro dovere è quello di fare bene il nostro
lavoro, impegnandoci a rispettare quanto previsto dalla
normativa. Credo che chiunque venga a vedere come
lavoriamo possa testimoniare la qualità e lo scrupolo
con il quale operiamo e l’impegno quotidiano che
i lavoratori mettono in campo per onorare il loro
07.3.d
lavoro. Detto questo ci tengo a precisare che,
sebbene il clima in valle non sia molto accogliente,
nessuno di noi ha mai avuto problemi con gli abitanti
dei paesi dove alloggiamo e dove passiamo il nostro,
poco, tempo libero. Come dicevo all’inizio, fra i nostri
colleghi di lavoro molti sono valligiani.
L’unica donna presente in questo momento in cantiere
è Monica segretaria tuttofare e abitante della valle.
Il servizio di mensa è gestito da un catering di Susa.
C’è chi dice che nonostante tutto, la linea
della Tav Torino-Lione non si farà mai… Non spetta
certamente a me rispondere a questa obiezione
ed in ogni caso dipenderà dalla capacità della politica.
Al momento sul versante francese sono già stati
realizzati tre cunicoli esplorativi e si stanno di fatto
realizzando ulteriori opere sul versante francese.
Parlando da cittadino se l’opera non venisse realizzata
l’unica cosa certa è che si sarebbe speso del tempo
e del denaro inutilmente.
Ad ogni modo noi facciamo il nostro lavoro; queste
decisioni spettano ad altri.
Un’ultima domanda relativa ai controlli di legalità.
Anche qui, come nei principali cantieri dove opera
Cmc, è stato firmato un Protocollo di Legalità?
Certamente, il Protocollo è stato firmato a settembre
del 2012 con la Prefettura di Torino, gli Enti Locali
e i sindacati. Tutte le imprese per partecipare ai lavori
e per fornire servizi hanno dovuto richiedere e ottenere
le necessarie certificazioni antimafia. Alcune aziende
sono state escluse perché non in possesso dei necessari
requisiti per espressa segnalazione della Questura.
Abbiamo, giustamente, i riflettori sempre
puntati su di noi. La nostra ambizione è concludere
il cantiere, nel migliore dei modi, tra meno di due anni.
Festa di Santa Barbara
Il giorno 4 dicembre, anche a Chiomonte, si è svolta
la festa di Santa Barbara.
A differenza degli anni scorsi la messa in galleria
è stata finalmente celebrata da un sacerdote valsusino.
Terminata la funzione le maestranze si sono ritrovate
per festeggiare e pranzare in un tendone posizionato
all’interno dell’area di cantiere.
La festa ha rappresentato un giusto momento
di ricorrenza e di riposo per tutti gli operai che
giornalmente, con tanto sacrificio ed impegno,
dedicano parte della loro vita alla realizzazione
di questo grande progetto.
07.4.b
07.4.a
sulle operazioni di avvio della nostra commessa
per “l’adeguamento funzionale del lotto Est
dell’autostrada”, sottolineando che si tratta
di uno dei lavori più importanti per l’Algeria
e che confida nella capacità di Cmc, come capofila
del raggruppamento, di assicurare una ottima
prestazione complessiva.
07.4
lavori in corso
di Gian Luca Menchini
La Cmc alla fiera dei lavori
pubblici ad Algeri
07.4.a-b Nello stand di Cmc
alla fiera di Algeri.
Anche questa anno la Cmc ha partecipato
con un proprio stand alla Fiera dei Lavori Pubblici
di Algeri che si è svolta dal 19 al 23 novembre.
È l’appuntamento più importante per tutti
gli operatori del settore in Algeria. Infatti, erano
presenti con propri stand e rappresentanti
qualificati, tutte le le più importanti
amministrazioni pubbliche nazionali, le imprese
di costruzioni algerine, statali e private,
e le imprese straniere che operano in Algeria.
Imprese e ditte italiane erano tutte raggruppate
nel padiglione “Italia”, organizzato dall’Ambasciata
Italiana e dall’Ice di Algeri, e costituivano, nel loro
insieme, una presenza molto evidente e di fatto
il padiglione straniero più grande, a riprova
dell’importanza prioritaria che ormai il mercato
delle opere pubbliche algerino riveste per le grandi
imprese di costruzioni italiane.
Lo stand della Cmc, disposto strategicamente all’entrata
del padiglione “Italia”, era più grande degli altri anni
e costantemente presidiato dai nostri rappresentanti
e tecnici operanti in Algeria, Giuseppe Canini, Claudio
Cuccorese, Aurelio Mirabelli, Alessandra Pinza, Sohuila
Lilani, Taguine Zakia. Il nostro stand, tra l’altro adiacente
agli stand dell’Ice e di Anas Interantional, è venuto
a costituire un utile punto di riferimento e di incontro
tra le istituzioni Algerine e tutto il sistema Italia presente.
Nel giorno dell’inaugurazione lo stesso Ministro
dei Lavori Pubblici - Mr. Abdelkader Kadi – ha iniziato
la visita dal nostro stand, trattenendosi a lungo
con i nostri rappresentanti, informandosi della
presenza della Cmc nel mondo e poi informandosi
Assai gradita e prolungata è stata poi la visita
del nuovo direttore generale dell’Ana (Agence Nationale
des Autoroutes) – Mr. Ali Khelifaoui – e di tutto lo staff
tecnico della stessa Ana e della Aga (Algerienne
de Gestion des Autoroutes), tutti assai interessati
alle nostre realizzazioni come gallerie, viadotti e dighe
nel mondo, che hanno avuto modo di visionare grazie
ad un bellissimo filmato interattivo, che scorreva sui
video, preparato dal nostro ufficio immagine di sede.
Il direttore generale dell’Ana e i suoi ingegneri sono
rimasti assai ammirati delle nostre realizzazioni di dighe
in Algeria, dalla metro di Singapore, dalle opere della
SS640 a Caltanisetta e in particolare dalla grande
galleria con la Tbm “Barbara”; assicurando a breve
una loro visita ai nostri cantieri in Italia.
Durante i giorni della fiera anche i nostri rappresentanti
hanno incontrato, presso i rispettivi stand,
le Amministrazioni Algerine (Ana, Aga, Anbt, Anesrif,
ecc.) ed anche le grandi imprese statali Algerine
(Cosider, Meditram, ecc.) che svolgono un ruolo assai
importante nel mercato delle costruzioni, ricevendo
apprezzamento sull’operato negli anni di Cmc
nel paese. In tali incontri si è parlato di prospettive,
progetti, alleanze, sui vari settori e si è quindi trovato
riscontri specifici sulle grandi possibilità di sviluppo
del settore delle opere pubbliche in Algeria,
a conferma delle strategie e degli obiettivi inseriti
da Cmc nei propri piani pluriennali.
Al via i lavori nel cantiere indiano di Parbati
Il contratto per i lavori di scavo dell’Head Race Tunnel
dell’impianto idroelettrico di Parbati nello stato
dell’Himachal Pradesh in India, prevede il ri-avvio
di una Tbm ereditata dal contrattista che ha
abbandonato i lavori. L’importo del contratto è
di poco superiore agli 85 Milioni di USD ed i lavori
saranno eseguiti in partnership al 50% con l’impresa
di costruzioni indiana Gammon Ltd, una delle
imprese leader del settore nel paese.
Il tunnel, parzialmente scavato, dovrà essere
completato per la porzione rimanente (circa 4,5 km)
e dovrà essere rivestito in calcestruzzo per tutta
la sua lunghezza pari a 9km circa. La macchina è
bloccata di fronte ad una zona di faglia che deve
essere consolidata con tecniche tipiche dello scavo
in tradizionale. Attualmente una squadra di tecnici
sondatori è in cantiere coordinata dal nostro
personale e sta eseguendo i carotaggi per la
determinazione dell’estensione della faglia nonchè
delle caratteristiche geomeccaniche della roccia
per meglio calibrare le operazioni di consolidamento.
Saranno necessari per completare tale operazione
alcuni mesi. Contemporaneamente si sono avviati sia
il processo di refurbishent della Tbm, che dovrà
essere pronta allo scavo al momento in cui la faglia
sarà completamente consolidata, sia la realizzazione
del rivestimento in calcestruzzo del tunnel.
Il rivestimento è realizzato con cassero tradizionale e
getto in opera; i primi 4 km di tunnel sono infatti stati
scavati ma non rivestiti dal contrattista precedente
e pertanto tale onere ricade sotto il nostro contratto.
Primo km in Nepal
Nelle scorse settimane nel nostro cantiere in Nepal
è stato festeggiato il primo chilometro di scavo.
Ricordiamo che il progetto di Melamchi consiste
nello scavo di circa 20,5 km di tunnel in tradizionale.
Scopo del progetto, del valore di circa 66 milioni
di euro, è quello di deviare l’acqua dal fiume
Melamchi fino alla città di Kathmandu.
Le foto sono di Maurizio Didonè e di Nabin Giri.
p.18 la Betoniera 04 2014
07.5.a
07.5
lavori in corso
di Armando Turiano
Nuovi lavori nel
cantiere per la Coca Cola
07.5.a Il cantiere della Coca
Cola a Maputo.
Sono iniziati in Mozambico, nel cantiere per
il nuovo stabilimento della Coca Cola, i lavori
per l’impianto di trattamento delle acque reflue
che il cliente ci ha affidato, in variante, per un
importo di circa 4 milioni di dollari da realizzare
entro maggio 2015.
Proseguono, intanto, i lavori del contratto principale.
È stata ultimata la struttura metallica del “Warehouse”
ed è in corso il rivestimento della copertura in lamiera
grecata e termocoibentazione.
Le lamiere di questa copertura, in unica falda da 66 ml
e senza sovrapposizioni, vengono sagomate in cantiere
mediante apposite macchine, partendo da coils
e sono movimentate a mano da squadre composte
da circa 50 operai. Sono iniziate inoltre in questo edificio
le pavimentazioni industriali interne (25cm) sovrastanti
07.6
uno strato di aggregato naturale stabilizzato a cemento
(15cm) e a breve partiranno le lavorazioni per gli
impianti elettromeccanici.
Sono, invece, in completamento le strutture in c.a.
dell’edifico “Main Building” di circa 4.600 mq
su due livelli e il rivestimento su struttura metallica
dell’edifico “Raw Water Treatment” di circa 1.000 mq.
In corso di realizzazione le strutture in c.a. degli edifici
“Fleet Workshop” e “Security Building” di altri edifici
minori e sono iniziate le murature sugli edifici “Cooler
Workshop” e “Utility Builbing”, nonchè i sottoservizi
interrati che si sviluppano all’interno del sito per oltre 11 km.
Infine, è stata incrementata la forza lavoro: a fine
ottobre vi erano circa 420 lavoratori locali a cui vanno
aggiunti 22 tra italiani e Tcn.
Proseguono i lavori
per l’ospedale di
Mazara del Vallo
Dopo la firma del protocollo di legalità fortemente
voluto dalla Cmc e sottoscritto dall’Asp e dalla
Prefettura di Trapani, i lavori sono iniziati
regolarmente e proseguono a buon ritmo.
Il progetto prevede la parziale demolizione
e ristrutturazione dei padiglioni esistenti
del vecchio ospedale ai quali verranno affiancate
le ali dei nuovi reparti. È in fase di costruzione
anche un bunker schermato che riceverà il nuovo
acceleratore lineare di particelle per la
radioterapia. L’importo totale dei lavori è di 22
milioni (quota Cmc pari all’87%) e la consegna
è prevista entro la fine del 2015.
07.6.a
lavori in corso
Partiti i lavori nel nuovo
cantiere vicino Johannesburg
07.6.a-b Immagini dal cantiere.
I lavori per il nuovo contratto con al TransCaledon Tunnel Authority (Tcta) per il trattamento
dell’acqua contaminata in una vecchia miniera
vicino a Johannesburg, sono cominciati.
La mobilitazione è stata conclusa rapidamente
e la costruzione delle opere civili, declinata nei vari
organi che ospiteranno poi le macchine dell’impianto,
è avviata. Mentre le opere civili avanzano, una frenetica
attività di progettazione è in corso per finalizzare
in tempo utile il progetto di dettaglio delle componenti
elettromeccaniche dell’impianto di trattamento che,
ricordiamo, dovrà poi neutralizzare 106 milioni di litri
al giorno di acque acide.
Le macchine e gli equipaggiamenti impiantistici
arriveranno in cantiere durante il primo semestre
del 2015 e tra questi quello che si può essere
considerato il cuore del progetto, le 3 pompe,
p.19 la Betoniera 04 2014
in grado di estrarre i reflui della miniera abbandonata
mischiati ad acque sotterranee da oltre 300 m
di profondità (peso di circa 20 tonnellate e potenza
di 2400 kW per ciascuna pompa) che sono attualmente
in produzione e i cui test di collaudo in fabbrica
sono previsti per i primi giorni di febbraio 2015.
Si apre un tratto della
Bolognetta-Lercara
Prima della fine dell’anno sarà aperto, in Sicilia,
un tratto della Bolognetta-Lercara, i cui lavori
sono in corso ormai da oltre un anno.
La Bolognetta Scpa è impegnata attualmente
con diverse squadre di lavoro.
07.6.b
L’intervento sulla SS 121 si riferisce ad un tratto
di circa 34 chilometri dell’itinerario complessivo
Palermo-Agrigento, che va dall’attuale svincolo
Bolognetta (al km 238 circa dell’attuale Ss121)
allo svincolo Bivio Manganaro.
Sono previste numerose opere d’arte e, in
particolare, una galleria artificiale, 5 nuovi viadotti,
12 svincoli, oltre ad interventi di restauro,
miglioramento sismico e adeguamento di 16
viadotti e ponti esistenti.
07.7
07.7.a
lavori in corso
Inaugurato il primo lotto dei
lavori nel porto di Piombino
07.7.a-c Il porto di Piombino
durante l’inaugurazione.
Si è svolta sabato 25 ottobre, a Piombino,
l’inaugurazione del primo banchinamento
della Variante 2 al Prp del porto.
07.7.b
07.7.c
07.8.a
07.8.b
07.7.b Il presidente della Regione
Enrico Rossi insieme al “nostro”
Roberto Leonardi.
Nell’occasione sono state inaugurate anche la nuova
banchina Lanini e la strada di collegamento industrie.
Erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione
Toscana, Enrico Rossi, il Sindaco di Piombino, Massimo
Giuliani e il Sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo.
07.8
lavori in corso
di Salvatore Picone
Santa Barbara in galleria
accanto alla Tbm
07.8.a-c Santa Barbara
nei cantieri della Ss 640.
A quasi due chilometri di galleria scavata,
la festa di Santa Barbara quest’anno in Sicilia
è stata sicuramente più suggestiva rispetto
agli anni passati.
Nel cuore della Sicilia, dove la Cmc sta realizzando,
accanto ad altre imprese, una delle gallerie più
importanti d’Italia con la mega Tbm dal diametro
di 15 metri, si è svolta il 4 dicembre scorso la giornata
dedicata alla santa protettrice dei minatori.
La città di Caltanissetta, con le sue autorità,
per la prima volta ha visto i grandi lavori della
galleria naturale di cui si parla tanto.
Ma a partecipare alla grande festa tutti i lavoratori
impegnati anche in altri cantieri: dal primo lotto
dei lavori della Ss 640 a quelli di Bolognetta e Catania.
07.8.c
p.20 la Betoniera 04 2014
“Quest’anno la nostra festa di cantiere – dov’erano
presenti anche i vertici regionali e nazionali dell’Anas –
ha avuto una particolarità importante: tutti i lavoratori
dei cantieri nell’isola si sono stretti attorno alla nostra
Barbara, alla Tbm che abbiamo voluto dedicare
alla Santa nostra protettrice”.
Dopo la messa, i fuochi d’artificio hanno reso ancor
più particolare il cantiere di contrada Bigini.
Il 4 dicembre è stata anche la giornata di presentazione
del nuovo vino “seicentoquaranta”: con la sua nuova
etichetta la bottiglia è già in circolazione.
Con i ricavati della bottiglia la Cmc sarà vicina
alle associazioni di volontariato del territorio.
È il vino che tornerà al Vinitaly e andrà all’Expo
all’interno dei padiglioni della Regione Sicilia.
08.1
08.1.a
noi e voi
di Felice Cavallaro
La “Strada degli scrittori”
da Racalmuto ad Agrigento
La Sicilia è anche una strada che coincide con
la sua anima letteraria, con i luoghi che hanno
visto nascere e produrre scrittori di prima
grandezza, da Verga a Pirandello, da Brancati
a Sciascia, da Bufalino a Consolo, da Ignazio
Buttitta a Dacia Maraini e così via, senza
dimenticare Giuseppe Tomasi di Lampedusa,
passando da centri piccoli e grandi di un’isola
che Goethe già considerava indispensabile
conoscere per capire il resto d’Italia.
È questo lo scenario in cui si colloca il progetto della
“Strada degli scrittori” nato lungo i trenta chilometri
che legano Racalmuto, il paese di Lenoardo Sciascia,
ad Agrigento e Porto Empedocle, le città di Luigi
Pirandello e Andrea Camilleri. È il segmento di una
strada ancora più ampia perché va da Caltanissetta,
la città dello scrittore Rosso di San Secondo, fino a Porto
Empedocle, proprio la statale 640 dove la Cooperativa
Muratori Cementisti di Ravenna è impegnata
per trasformarla in una sorta di autostrada.
Ecco la prima area in cui sperimentare la proposta.
Nel mezzo splende la Valle dei Templi di Agrigento
con il giardino incantato della Kolimbetra, ma in quei
primi trenta chilometri presi a modello insistono le case
natali, le statue, i luoghi frequentati, le trattorie,
i paesaggi amati dai tre giganti della letteratura siciliana,
da Pirandello, Sciascia e Camilleri. Una miniera d’oro,
un percorso dell’anima puntellato da teatri, fondazioni,
circoli, miniere, castelli. Una linea che va dalla Contrada
Noce, il buen retiro di Racalmuto dove Sciascia scrisse
gli ultimi libri, alla ormai famosissima Scala dei Turchi,
liberata da un orrendo ecomostro.
Ecco l’itinerario di questo angolo siciliano che
dalla collina al mare può conquistare turisti decisi
a trasformare una vacanza fra le spiagge della
Vigata del Commissario Montalbano in un’occasione
per far vivere i libri dei tre grandi scrittori,
per contestualizzare le storie, per assaporare le loro
pagine miscelandole con i profumi dei luoghi.
Si tenta così di attivare un meccanismo capace
di scuotere e mobilitare in piccoli grandi centri
della Sicilia soprattutto alcuni gruppi di giovani
da incentivare perché riescano a costruire lungo
quei percorsi progetti in grado di offrire loro redditizie
occasioni di lavoro. Fuori dalla diffusa logica
dei contributi improduttivi, dalla deriva di sostegni
e fondi pubblici o, peggio, dalla distorsione sfociata
nella platea di precari, cooperative fittizie, lavoratori
socialmente utili e così via.
Si pensa piuttosto a vere e proprie (anche piccole)
attività imprenditoriali capaci di produrre un sufficiente
reddito per sostenere il lavoro di autisti, guide, attori,
tecnici della scena, interpreti e di un indotto fatto
di trattorie, B&B, artigianato, commercio.
Sul podio!
Sabato 4 ottobre si è svolta a Finale Emilia
la manifestazione Ediltrophy 2014: una gara
di “arte muraria” aperta a tutte le scuole edili
dell’Emilia Romagna.
Per la Scuola Edile di Ravenna hanno partecipato
i “nostri” Morar Sergiu Adrian e Oltean Danut
Petru, che hanno conquistato il terzo posto.
La gara è consistita nella costruzione di una
panchina-fioriera.
Complimenti ai colleghi!
08.1.b
Bisognerebbe sforzarsi di delineare un percorso
per fare capire ai giovani come possano costruirsi
un futuro con le loro mani. Permettendo loro
di accedere a finanziamenti per inserirsi nel progetto,
per formare le società, acquistare beni e attrezzature
come pullmini, computer, mezzi scenici, divise...
La Regione siciliana e gli altri enti coinvolti
con un protocollo d’intesa sottoscritto nel 2013
dovrà offrire il progetto generale e rendere
immediatamente visibili le tante caselle produttive
da riempire perché ogni gruppo, ogni nuova società
o ditta, ogni aspirante lavoratore partecipi, cosciente
di correre anche un rischio economico personale,
ma certo di una scommessa in cui vale la pena
giocare il futuro di una generazione.
08.2
08.2.a
noi e voi
Leonardo Sciascia a Ravenna
Nel venticinquesimo anniversario della scomparsa,
anche Ravenna ha ricordato lo scrittore siciliano.
Una mostra importante e un convegno per ricordare
uno dei più grandi scrittori del Novecento europeo,
l’intellettuale che ha saputo raccontare l’Italia senza
mai cessare di far udire la sua testimonianza
e la sua voce di fronte ad ogni battaglia civile e sociale.
E la Cmc non poteva non ricordare il magistero
di questo grande scrittore che ha fatto della Sicilia
la metafora del mondo.
“La Sicilia e il suo cuore” è il titolo della mostra
organizzata in collaborazione con la Fondazione
Leonardo Sciascia e il Comune di Ravenna.
Sono le fotografie di Henri Cartier-Bresson, Ferdinando
Scianna, Giuseppe Leone, Giovanna Borgese, Nino
p.21 la Betoniera 04 2014
Catalano, Mario Pecoraino, Enzo Sellerio, Carla De
Gregorio, Pietro Tulumello e Melo Minnella che segnano
il percorso della sua vita: i viaggi in Francia e in Spagna,
le passeggiate a Milano e i momenti più sereni nella
sua campagna di contrada Noce, a Racalmuto, dove
ha scritto quasi tutti i suoi libri.
Il 6 dicembre scorso, in occasione dell’inaugurazione
della mostra, si è svolto anche un interessante incontro
dedicato a Sciascia e ai valori della legalità.
Sono intervenuti, oltre al Presidente di Cmc Massimo
Matteucci e al Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci,
il giornalista del “Corriere della sera” Felice
Cavallaro e lo studioso e docente universitario
a Catania Rosario Castelli.
Un omaggio a Leonardo Sciascia che nasce dal risultato
della proficua collaborazione tra la Fondazione Sciascia
e la Cmc di Ravenna.
08.1.a Il vino dedicato
08.2.a Gli oratori del convegno
alla “seicentoquaranta”.
dedicato a Sciascia. Da sinistra
08.1.b Il giornalista Felice
il Sindaco di Ravenna Fabrizio
Cavallaro.
Matteucci, il Presidente
il professor Rosario Castelli,
di Cmc Massimo Matteucci
e il giornalista Felice Cavallaro.
09.1
09.1.a
09.1.b
attività sociali
Esami e interrogazioni orali
09.1.a Il Professor
Domenica 25 gennaio
Emanuele Bassetti.
09.1.b Foto di gruppo per
alle ore 10, nella sala corsi di Cmc
(via Trieste 76 – Ravenna)
Anche quest’anno il Prof. Emanuele Bassetti
(sociologo ed esperto di comunicazione dell’Università
di Bologna) approfondirà un tema di interesse generale.
Il tema di quest’edizione sarà:
i premiati dello scorso anno.
In questo giorno, come di consueto, si terrà
l’incontro annuale di consegna degli incentivi
allo studio per tutti i figli di dipendenti
e soci della cooperativa Cmc.
“Esami e interrogazioni orali. Come migliorare
i risultati ottenuti lavorando sull’emotività
personale e sulla propria abilità comunicativa”.
09.2
I colori dell’autunno
attività sociali
di Alvaro Zavatta
Ascolta la mia voce
segui il mio pensiero
ti porterò in un mondo
che non sembra vero
Elementare Watson
09.2.a Foto di gruppo dei nostri
pensionati.
09.3.a Cheryl Porter durante
Elementare Watson... elementare.
I resti dell’abbuffata, osservati con attenzione,
rivelano indizi che un occhio distratto
non riesce a cogliere.
il concerto di Cmc dell’anno
scorso.
09.3.b La befana in Cmc.
Chi è passato da qui ha gozzovigliato senza
alcun ritegno facendo strame di antipasti, primi
e secondi piatti con relativi contorni.
Dal numero di piatti, posate e bicchieri lasciati
su questi tavoli, direi che erano almeno
una cinquantina.
Guarda queste bottiglie di vino e di spumante…
non ne hanno lasciato neppure un goccio e della
torta sono rimaste solo alcune briciole. Che tipi!
Penso proprio che se ne siano andati via satolli
e soddisfatti ma... aspetta che rispondo al cellulare:
si... si... ho capito, trasmettimi tutto via mail...
tanto ho qui il portatile.
Come sai, Watson, ho i miei informatori ed uno
di questi è in grado di fornirmi, a suo dire, prove
inconfutabili relative ai commensali; mi ha riferito
che c’erano anche delle donne che hanno liberamente
scelto di partecipare alla baldoria. Tutti, nel chiuso
di una sala riservata del ristorante Cristallo, pensavano
di passare inosservati, ma hanno commesso un errore.
Perduta lucidità per il troppo mangiare e bere sono
usciti all’aperto per alcune foto di gruppo; il mio
informatore li ha segretamente ripresi ed ora me
le sta inviando. Pochi istanti ancora ed anche
noi vedremo le facce di quei bei soggetti. Ecco
la prima foto ma... accidenti... vedi un pò chi sono!
Li conosco tutti... pensionate e pensionati
della Cmc Ravenna. Brave, brave... bravi, bravi...
ora ci penso io a farvi un pò di pubblicità!
Farò pubblicare le foto ed un articolo
su la Betoniera che è il loro periodico aziendale.
Guardale, guardali, che facce stralunate;
e dire che se li incontri sembrano tutte persone
serie ed irreprensibili ma, come tanti,
non sanno resistere alle tentazioni della gola; davanti
a raffinate ed abbondanti portate, a vini e spumanti
di qualità, sciolgono ogni freno inibitorio evidenziando
p.22 la Betoniera 04 2014
aspetti della propria personalità più vera ed intima.
Watson... sotto questo tavolo ci sono dei fogli scritti;
in questo firmato Alvaro, lo conosco proprio bene
ed ha pretese di poeta, c’è una sua, chiamiamola
così, poesia; in quest’altro c’è una relazione a firma
Ermanno, anche lui personaggio noto.
Cosa altro c’è Watson?... in calce alla relazione
c’è un altro nome?... Rossi Raffaello il “fotografo
ufficiale”. Bravo pure lui, non c’è che dire!
E cosa hai trovato ancora?... una locandina disposta
da Giuseppe Zaccardo, anche lui assai conosciuto,
“l’in-formatico” del gruppetto; fammela vedere...
ma questa è la locandina con il menù; accidenti
che pranzo, da leccarsi veramente i baffi,
ora capisco tutto!
Non c’è nessun dubbio sono loro gli organizzatori
di questo bell’appuntamento!
Ed in quest’altro foglio, guarda guarda, ci sono
i nomi di tutti i partecipanti. Benissimo, meglio
di così non poteva andare! Le foto e l’elenco sono
una prova incontestabile. Sono proprio contento
di averli scoperti Watson.
Pur conoscendomi e sapendo quanto mi piacciono
queste riunioni non mi hanno invitato.
Farò un articolo al vetriolo che se lo ricorderanno
per parecchio tempo... i miei cari commensali.
Che tutti vedano e si rendano conto di come
se la godano questi ”poveri”, a sentire loro, pensionati!
Farò pubblicare pure quella che il “poeta” pretende
di far passare come poesia, sventurata la mia vera
poesia! Spero proprio che tutti ridano di lui e chissà
che non la smetta di rompere gli “zebedei”
con i suoi versi.
Per la riuscita del pranzo, nel mentre ringraziamo
la Cmc nella persona di Mauro Montanari, sempre
disponibile, ricordiamo gli organizzatori: l’Ermanno
citato è Savoia, infaticabile e puntuale; l’Alvaro,
ebbene si lo confesso, sono io; gli altri due
“compari” sono già citati per nome e cognome
e, quindi, non c’è bisogno di aggiungere altro.
l’autunno l’ha sognato
e poi se lo è creato
e senza nulla chiedere
a noi l’ha regalato
shiump croc shiump
sono nostri questi passi
che vanno sul mantello
che vuote stanche braccia
a terra hanno posato
e canta il pettirosso
sulla sempreverde siepe
fra perle colorate
del colore della brace.
sono tanti i suoi colori
verde giallo rossomarrone
in mille sfumature
Vieni vieni con me
che accendono
l’emozione.
Non pensare al cielo grigio
ma guardami negli occhi
Vieni vieni con me
nei tuoi…che sono belli
ascolta questi suoni
avverto quel calore
dono dell’amore.
shiump shiump croc
croc croc shiump
Alvaro Z.
Pensionati in gita
Organizzata dai validissimi Ermanno Savoia, Guido
Leoni e Raffaello Rossi e col generoso contributo
aziendale, un nutrito gruppo di pensionati Cmc
ed una rappresentanza impiegatizia ha effettuato
la 14ma gita con meta Assisi e Montefalco. Tutto
si è svolto nel migliore dei modi e, con il supporto
di una valida guida, abbiamo potuto apprezzare
le bellezze di Assisi e della Basilica. Il pomeriggio,
dopo un pranzo “da leccarsi i baffi” da
“Giorgione”, protagonista di una serie TV in onda
su Gambero Rosso Chanel, abbiamo ammirato
Montefalco. Questo tipo di inziativa
è aperta a tutti e non solo a soci pensionati;
quindi non temete di ritrovarvi solo fra anziani
da “rottamare” e.... partecipate!
09.2.a
09.3
L’allegro genere musicale, nato nell’America degli anni
‘30, ha oramai contagiato il pubblico internazionale.
attività sociali
In programma sono previste alcune tra le più
celebri melodie tratte da capolavori assoluti come
“West Side Story” di L. Bernstein, “Un Americano
a Parigi” di G. Gershwin ma anche lo splendido
“Cats” per arrivare al più recente “Moulin Rouge”.
Appuntamenti
di Natale
Ad esibirsi sarà l’Orchestra “Città di Ravenna”,
unita per l’occasione alla Movie Picture Orchestra,
sapientemente diretta dal Maestro Stefano Nanni
che è anche il curatore di tutti gli arrangiamenti.
Stefano Nanni - che già il pubblico di Cmc conosce vanta un curriculum di altissimo livello che spazia
dal jazz alla musica moderna.
Per l’occasione potrà contare sulle splendide voci
di Paola Fabris e Lele Riceputi.
Natale in musical
Spettacolo della Befana
19 dicembre ore 21
Galleria Cmc, via Trieste 76 Ravenna.
È un concerto dedicato al Musical quello che Cmc
regalerà quest’anno ai suoi soci e dipendenti per
il tradizionale appuntamento di fine anno.
09.3.a
6 gennaio ore 10
Galleria Cmc, via Trieste 76 Ravenna.
Torna la befana per le bambine ed i bambini Cmc con
lo spettacolo Pinocchio nel Gran Teatro di Mangiafuoco.
09.4
attività sociali
Nuovi arrivi in biblioteca
Nuovi acquisti vi aspettano nella biblioteca
Cmc, ogni venerdì dalle 11.30 alle 12.30!
09.3.b
Noi di David Nicholls
Uno spietato esercizio di analisi famigliare abilmente
camuffato da viaggio ironico lungo l’Europa,
ma anche indietro nel tempo, alternando con efficacia
l’oggi, con il tentativo goffo di un marito di recuperare
l’amore della moglie e del figlio, e il passato,
con una vera anamnesi dei rapporti fra i tre, che assume
contorni di ogni genere: dal dramma alla farsa,
dal sentimentale all’umoristico.
Quello che gli altri non vedono di Virginia Macgregor
Milo è ancora un bambino e, anche se sa di avere
una malattia che lo renderà progressivamente cieco,
non si perde certo d’animo, soprattutto perché
ha imparato dalla nonna Lou a osservare il mondo
attraverso piccoli particolari che sfuggono a tutti gli altri.
Avventure, amore, amicizia e soprattutto la capacità
di superare i propri limiti sono le parole chiave di questo
piccolo gioiellino.
Il guardiano del faro di Camilla Lackberg
C’è un motivo perché Graskar è chiamata da tempi
remoti Gastholmen, l’isola degli spettri. Chi vi moriva
non la lasciava mai. Lo dicevano gli abitanti
dell’arcipelago di Fjallbacka, con uno strano luccichio
negli occhi. Eppure, l’isoletta è bellissima, con un faro
e una sola casetta, circondata dal verde.
Non è possibile che un posto così bello nasconda
qualcosa di malvagio.L’antica leggenda svedese
ha un ruolo preciso nel romanzo di Camilla Läckberg,
la regina di Svezia del giallo, “Il guardiano del faro”,
settimo della serie di Erica e Patrick.
Il confessore di Jo Nesbo
Sonny Lofthus non ha neanche trent’anni, ma è in galera
da dodici per duplice omicidio. La sua esistenza è ormai
tutta lì, non ha più sogni né un’idea del futuro. Ma tutto
sarà destinato a cambiare quando in una delle confessioni
verrà a sapere che suo padre, un poliziotto, non è morto
suicida come tutti pensano, ma è stato ucciso.
Longbourn House di Jo Baker
C’era una volta la famiglia Bennet: un padre distratto,
una madre soffocante e cinque figlie da maritare. Jane
Austen ne racconta magistralmente i signorili affanni
in Orgoglio e pregiudizio, ma tace sulla servitú che
p.23 la Betoniera 04 2014
dall’alba a tarda notte si affaccendava perché
la conversazione in salotto scorresse serena. Jo Baker
svela una metà del mondo popolata di ombre che,
mentre cucinano e puliscono per gli altri, vivono vite
e nutrono speranze proprie. E che sotto gli abiti di seconda
mano nascondono segreti, ferite e passioni non meno
intense di quelle che animano i piani superiori.
La lista di Lisette di Susan Vreeland
Le vicende narrate nel libro si distendono per un arco
di tempo piuttosto lungo, e si concludono soltanto nel
‘48, per un totale di undici anni. Sappiamo tutti quello
che accade alla Francia – all’Europa, al mondo –
in quegli anni. In questo romanzo c’è Lisette con la
sua lista dei desideri e dei propositi, c’è l’arte del secolo
scorso nel suo momento più florido, c’è un pò di Marc
Chagall, c’è Roussillon con le sue cave d’ocra e i suoi
abitanti, c’è l’occupazione.
Una mente insolente di Francesca Mazzoni
Allegra, la protagonista, a volte giovane donna,
a volte bambina è affetta da “mal di vivere”, una
sensibilità dolorosa e commovente, una fame
d’amore antica, un’acuta intelligenza. È in dissonanza
dal correre veloce dei nostri tempi, che ci impone
la forza come prerequisito per esistere ed essere
accettati, mentre le fragilità soccombono o si rifugiano
vergognose dietro una maschera.
Storia della bambina perduta di Elena Ferrante
Storia della bambina perduta è il quarto e ultimo
volume dell’Amica geniale, la fortunata saga che
Elena Ferrante ha cominciato nel 2011.
Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù)
sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene
di avvenimenti, scoperte, cadute e “rinascite”.
Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale,
una prigione di conformismo, violenze e legami difficili
da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata,
ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata,
ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire
un amore giovanile che si è di nuovo materializzato
nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli,
più invischiata nei rapporti familiari e camorristici,
ma si è inventata una sorprendente carriera
di imprenditrice informatica ed esercita più che mai
il suo affascinante e carismatico ruolo di leader
nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà
tra l’altro allo scontro con i potenti fratelli Solara).