01.a 01.b 01 in primo piano di Dario Foschini Cmc, un lungo viaggio 01.a-b Due momenti del recente congresso internazionale delle Cooperative, svoltosi Leggendo i libri sulla storia della nostra cooperativa, mi ha sempre colpito la ricerca di nuovi mercati lontani da Ravenna, ogni volta che è calato il lavoro dove già si operava. in Canada a Quebec, al quale ha partecipato anche l’Ad di Cmc, Dario Foschini. Fatico ad immaginare come poteva essere il viaggio dei nostri primi soci verso Messina, distrutta da un tremendo terremoto nel 1908. E poi i tanti viaggi verso la Calabria e la Basilicata di inizio ‘900, dove Cmc ha costruito strade ed edifici, ha realizzato grandi bonifiche. E ancora, l’Iran e l’Algeria negli anni ‘70. È stato un lungo viaggio anche sulla strada dell’avanzamento tecnologico: dalle tecniche di bonifica, alle grandi opere d’arte infrastrutturali, ai silos con i casseri rampanti, al sotterraneo, allo scavo meccanizzato con Tbm. Tutte tecnologie nelle quali – nel tempo – Cmc ha espresso una posizione di leader. Sono questi gli elementi su cui si fonda la diversità di Cmc rispetto a tante altre cooperative ed imprese private di costruzioni, diversità che – come scritto p.03 la Betoniera 04 2014 in uno degli articoli che seguono – oggi consente una maggior resistenza alle avversità del mercato e di intercettare opportunità di crescita. I nostri dirigenti, impegnati in tre continenti extra-Europei, danno prova ogni giorno di sapere operare con successo in situazioni e culture – talvolta millenarie – diversissime dalle nostre. Dai vincoli contrattuali ed operativi a Singapore, alla complessità Cinese, alle tensioni politiche e sociali dell’Africa, alle difficoltà logistiche di un cantiere in centro a Manhattan e a Boston, siamo comunque sempre capaci di adeguare le nostre capacità manageriali al mondo che ci circonda. I compagni di viaggio stanno cambiando, tanti sono con noi da poco, noi più vecchi non li conosciamo tutti, ma sappiamo che hanno tanta professionalità e tanto entusiasmo per il lavoro della cooperativa: sta a loro proseguire in questo cammino iniziato più di 100 anni fa. Capita a volte di incrociare casualmente un collega in un grande aeroporto internazionale, di incontrare un vicino di casa o un compagno di scuola ritrovati in un cantiere distante 10.000 km da Ravenna, o di sentire la fiducia con cui ci guardano Cinesi, Mozambicani e tanti altri stranieri che lavorano con noi da 25-30 anni. Sono tutti piccoli segnali che mi fanno percepire con chiarezza che Cmc fa parte di quel mondo che cammina verso la crescita economica e sociale. Ricavi esteri prodotti da Cmc in crescita I ricavi prodotti all’estero da Cmc sono passati da 216 milioni di euro del 2007 ad oltre 500 milioni nel 2014 (+130%). Cmc è attualmente presente in 18 Paesi su 4 continenti, rispetto agli 8 Paesi in cui era presente nel 2007. Il personale dei nostri cantieri esteri è passato dalle 4.000 unità del 2007 alle 7.500 del 2014. 02.1.a 02.1 02.1.b estero di Paolo Porcelli Dentro l’Africa 02.1.a Foto di gruppo in occasione della recente inaugurazione, a Maputo, dei nuovi uffici di L’attività all’estero è sempre stata una componente determinante per il posizionamento di Cmc sul mercato. L’area di gran lunga più importante è quella dell’Africa Australe. Cmc Africa Austral. 02.1.b Paolo Porcelli, direttore della Divisione Africa Dal Mozambico – dove vantiamo una presenza storica e dove siamo la principale impresa di costruzione – al Sud Africa, dal Lesotho all’Angola. Australe di Cmc. 02.1.c Nel cantiere di Ingula in Sud Africa. Paolo Porcelli, direttore della Divisione Africa Australe, fa il punto sulla presenza di Cmc in questo importante continente e sulle prospettive di crescita del mercato. Negli ultimi anni la percezione nei confronti dell’Africa sub-sahariana è progressivamente cambiata in meglio. 02.1.c Tra le imprese e gli investitori, si è andata via via diffondendo la consapevolezza che il continente africano sia ormai avviato lungo un sentiero di progresso economico e politico lineare, a riprova del quale si registra una dinamica di crescita diffusa e continua ormai da diversi anni, potenzialmente in grado di superare l’impatto della crisi nei mercati avanzati. In prospettiva l’Africa è il continente con i maggiori margini di sviluppo, il versante australe in particolar modo. Questo trend positivo si contrappone, tuttavia, al permanere di condizioni di fragilità ancora consistenti a livello politico, economico e organizzativo. Mi riferisco alle difficoltà oggettive da superare per chi voglia proficuamente operare in loco: il contesto culturale da comprendere a fondo e le condizioni operative oggettivamente difficoltose quali, ad esempio, la carenza di infrastrutture e il persistere di sacche, più o meno diffuse, di tensioni socio-politiche. L’approccio di Cmc in questo contesto è sempre stato differenziato evidenziando la grande capacità di recepire le differenze e le peculiarità dei diversi paesi che compongono l’Africa sub-sahariana. In Mozambico stiamo completando questa importante operazione di ristrutturazione interna resasi necessaria per adeguare il nostro piano industriale al diverso scenario competitivo che si è venuto a delineare nel corso degli ultimi anni. Nel fare questo abbiamo privilegiato l’aspetto organizzativo, dotandoci di una struttura più snella e flessibile ma al tempo stesso più efficiente e dinamica. Particolare attenzione è stata data alla selezione del nuovo management di filiale con importanti avvicendamenti ai vertici della nostra squadra di Maputo. Questo ci ha consentito di portare a segno alcune importanti acquisizioni nel paese, quali la costruzione della fabbrica della Coca-Cola a Matola, la costruzione del centro commerciale “Builders Warehouse”, la costruzione di un cementificio a Beira, la costruzione di una fabbrica all’avanguardia per la produzione di circa 1.300.000 traversine ferroviarie e una importante fornitura di ballast ferroviario per il gruppo brasiliano Vale, funzionali alla realizzazione del corridoio ferroviario che collega Tete con il porto di Nacala, la riabilitazione della vecchia diga di Massingir ed altre. Da rilevare che la situazione politico-economica p.04 la Betoniera 04 2014 del Mozambico continua a presentare motivi di preoccupazione, primo tra tutti il grande deficit pubblico che innesca significative ripercussioni sulla posizione finanziaria della Cmc in area, da cui scaturiscono pesanti impatti negativi sulla capacità produttiva, nonostante le ottime potenzialità di crescita. Ad ogni modo, grazie alla ferma motivazione e alla consapevolezza di saper cogliere le grandi opportunità di sviluppo che il Mozambico offre, continuiamo ad essere presenti in tutte le aree del paese, rappresentando un punto di riferimento per tutte le entità pubbliche e private che vi operano. Le elezioni presidenziali appena concluse, con la conferma del candidato del partito Frelimo, pur rappresentando una soluzione di continuità per il governo del Paese, hanno di fatto ritardato i sicuri sviluppi nel settore degli idrocarburi. Mi riferisco agli investimenti dichiarati e programmati per lo sfruttamento, la gestione e il trasporto del gas naturale a nord del paese (Eni, Anadarko, Enh – Empresa Nacional de Hidrocarbonetos). Il Mozambico continua quindi ad essere per Cmc un mercato importante, da approcciare però con una struttura più leggera ed efficace, che ci consenta di cogliere gli importanti sviluppi industriali e infrastrutturali attesi, con maggiore selettività e controllo rispetto al passato. In Sud Africa negli ultimi due anni la Cmc ha consolidato la sua posizione nel sempre difficile mercato che caratterizza il paese di riferimento nella regione 02.1.d Gillooly’s in Sud Africa: i lavori stradali realizzati da Cmc. sub-sahariana. Il Presidente Zuma è stato appena riconfermato alla guida del Paese, con il difficile compito di rilanciare l’economia. Tra i punti cardine nell’agenda del nuovo governo compare l’attivazione di importanti investimenti infrastrutturali nel settore energetico, dei trasporti e dell’acqua, una risorsa primaria per il Sud Africa e per l’intera regione australe. Anche in questo caso la Cmc ha rivisitato in corso d’opera la strategia, abbandonando il settore delle riabilitazioni stradali dove la competizione con le grosse imprese locali è molto agguerrita e concentrandosi invece sugli impianti di trattamento delle acque e grandi opere infrastrutturali stradali. Da qui le recenti acquisizioni quali: il contratto con la Trans-Caledon Tunnel Authority (Tcta), uno dei Committenti più importanti in Sud Africa, che prevede il trattamento dell’acqua contaminata delle vecchie miniere di Spring (105 megalitri/giorno), l’impianto di trattamento di acque reflue per la città di Sebokeng (50 km a sud di Johannesburg) con capacità di 50 megalitri/giorno, e il rifacimento dello svincolo di Mt. Edgecombe a Durban con la costruzione di due nuove rampe lanciate con il sistema dell’incremental launching. Allo scopo di consolidare ulteriormente la presenza nel paese si sta finalizzando la registrazione di una nuova società di diritto sudafricano con la possibilità della partecipazione di alcuni importanti soci locali. La pluriennale esperienza africana ci ha consentito recentemente di spingerci nell’East Africa in particolare in Kenya, uno dei paesi economicamente più dinamici dell’Africa sub-sahariana. Ad eccezione del rallentamento del 2008-09, legato alle violenze post-elettorali ed alla crisi internazionale, nell’ultimo decennio l’economia keniota ha registrato 02.2 tassi di crescita superiori al 5% annuo. Lo stato delle infrastrutture rappresenta tuttavia un freno allo sviluppo del paese ma al tempo stesso grosse opportunità per Cmc. Dei 147mila km di strade esistenti solo 9mila sono asfaltate, il porto di Mombasa, hub regionale importantissimo anche per i paesi africani landlocked, rappresenta oggi un collo di bottiglia logistico estremamente critico, l’accesso della popolazione keniota all’acqua potabile e all’elettricità costituiscono alcuni dei punti chiave dell’agenda di governo. In questo contesto, la recente acquisizione del progetto di costruzione dell’impianto idroelettrico di Itare ci dà motivo di ragionevole soddisfazione per una serie di aspetti. Primo fra tutti è la struttura della nostra proposta per il progetto che prevede, oltre alla esecuzione dei lavori, anche la proposta di finanziamento dell’opera attraverso una operazione di credito all’esportazione supportata da alcune banche europee e dalla Sace. Riteniamo questo approccio particolarmente efficace ed importante in questa regione in quanto consente alla Cmc di accedere ad alcune nicchie di mercato altrimenti monopolizzate dalle imprese cinesi. L’altro aspetto particolarmente interessante è quello puramente ingegneristico dell’opera relativo alla costruzione dell’acquedotto di Nakuru (circa 160 km ad est di Nairobi); il progetto prevede una diga in roccia (circa 2 milioni di m3), una galleria di 14 km da scavare con Tbm, un impianto di trattamento delle acque (105 megalitri/giorno), una condotta in acciaio di 135 km. Leggevo tempo fa su una rivista tecnica: “...le imprese più internazionalizzate dimostrano maggiore resistenza alle avversità; sono più solide e in grado di riorientare la produzione per intercettare la crescita...”; bene, direi che la Cmc coniuga perfettamente questi principi. 02.2.a estero Inaugurati i nuovi uffici di Cmc Africa Austral 02.2.a-d Momenti diversi della cerimonia di inaugurazione dei nuovi uffici di Maputo. Si è svolta lunedì 3 novembre la cerimonia di inaugurazione dei nuovi uffici Cmc Africa Austral a Maputo. In Mozambico Cmc è presente dal 1982 quando 02.2.c costruì la diga del Pequenos Libombos per portare l’acqua alla città di Maputo e da allora è una delle imprese più importanti e attive del Paese. Alla cerimonia ha partecipato Paolo Porcelli insieme a tutto lo staff italiano e locale. 02.2.d p.05 la Betoniera 04 2014 02.1.d 02.2.b 02.3 02.3.a 02.3.b estero Perchè la Cmc in Cina è un esempio di successo 02.3.a Nel cantiere di Sundarijal in Nepal. 02.3.b Salvatore Casciaro, Direzione Tecnica Cina di Cmc. 02.3.c Una foto “storica” del fotografo Alberto Bevilacqua Il mercato cinese è un obiettivo ambizioso e ambito per gli investitori stranieri di tutto il mondo. Gli sforzi per entrare in questo mercato sono iniziati negli anni ’80, in seguito alla nuova politica nazionale di “Riforma e Apertura”, fattore principale di trasformazione della Cina da un’economia sottosviluppata all’ attuale realtà economica impaziente di scavalcare gli Stati Uniti. nel cantiere cinese di Kunming. 02.3.d La Tbm del cantiere cinese di Qinghai. Cmc arriva in Cina in quel periodo e contribuisce allo sviluppo del paese in alcune infrastrutture chiave, principalmente tunnel. In un periodo di oltre 20 anni vari progetti sono stati portati a termine con successo dalla nostra cooperativa. Con Salvatore Casciaro, Direttore Tecnico di Cmc per la Cina, facciamo il punto sulla nostra presenza nel grande Paese asiatico. Attualmente Cmc sta eseguendo due importanti progetti in province settentrionali della Cina (Qinghai e Shanxi). Un altro progetto, sostanzialmente già completato, è entrato ora nel periodo di manutenzione e si trova nella provincia di Gansu, anch’essa nel nord della Cina. Quali sono le sfide fondamentali per sopravvivere in questo mercato alla resistenza delle compagnie locali che, indubbiamente, ora sono capaci di competere in tecnologia con standard internazionali accettabilmente buoni? Sappiamo che i due fattori chiave di successo delle compagnie cinesi risiedono nella loro capacità di rispettare le tempistiche fissate di completamento dei lavori (o per lo meno impegnarsi nei contratti a rispettare tali tempistiche, indipendentemente se sia fattibile oppure no) e il fattore prezzo che è ancora vantaggioso, qualcosa nell’ordine del 20%, rispetto ad una tipica compagnia occidentale. di costruzione quando il progetto sia totalmente o prevalentemente finanziato da moneta locale. b. La sola lingua utilizzata è il cinese. c. La legislazione, il contratto, la corrispondenza tra il contrattista e altri attori del progetto è esclusivamente in cinese (dimenticarsi le norme FIDIC in Cina). d. Le compagnie locali sono molto aggressive e possono preventivare prezzi più bassi rispetto a una compagnia occidentale. e. I competitori cinesi sono pronti a firmare un contratto e ad impegnarsi a qualsiasi condizione proposta dal Cliente. In particolare, sono pronti ad impegnarsi a rispettare tempi di esecuzione del progetto anche quando sembrano impossibili. Questa è una situazione simile a quella che abbiamo in Giappone, un altro mercato enorme che però non è un mercato idoneo ad una classica compagnia di costruzione occidentale. È un dato di fatto che il mercato è dominato da imprese di proprietà statale cinese, con regolamentazioni severe e implementazioni di leggi molto rigide che restano la sfida principale per le compagnie straniere che, infatti, non sono prevalenti nel mercato cinese delle costruzioni. Quindi, come può la Cmc sopravvivere in questo mercato? Innanzitutto, abbiamo deciso da tempo di specializzarci nei tunnel con Tbm, senza perdere risorse e tempo in altri settori. Cmc è ora un attore apprezzato e riconosciuto nel mercato del tunnelling, a tal punto che è chiamata ad unirsi a progetti quando le situazioni si presentano particolarmente difficili. Questo è permesso dalla legge: quando ci sono condizioni geologiche particolarmente difficili, o il tunnel è troppo lungo o il flusso dell’acqua previsto è sopra gli standard normali, noi facciamo la nostra entrata come “Tecnici-Riparatori” che possono aiutare a risollevare le sorti del progetto. Non importa se un progetto sia da iniziare o sia già iniziato. Quindi alla luce di questi fattori, come può la Cmc continuare a lavorare in un ambiente che è organizzato apposta per escludere le compagnie straniere? Di sicuro non è un obiettivo semplice e non esiste una formula valida per ogni contesto. Per meglio comprendere la situazione richiamo alcune delle condizioni con le quali dobbiamo fare i conti. In secondo luogo, l’adattamento al mercato, richiede un team forte localizzato, che possa competere con i locali competitori, in termini di costi, comprensione del contratto, legislazioni, tradizioni locali, lingua e cosi via. a. La presenza di una legislazione negativa che espressamente blocca l’accesso alle compagnie straniere La combinazione di questi due fattori, affiancati da una serie di progetti portati a termine con successo, 02.3.c nel pieno rispetto di sicurezza e qualità, e in generale nel rispetto dei tempi di esecuzione, hanno fatto il nostro successo. D’ulteriore aiuto è l’apprezzamento dell’attitudine di Cmc a cogliere le nuove sfide tecniche che si presentino nel progetto. Come per tradizione in questo paese, noi dimostriamo di essere un affidabile proattivo contrattista che propone soluzioni tecniche che si adattano alle specifiche situazioni e che tiene in conto le condizioni fissate dai Clienti. Infatti, le soluzioni tecniche proposte sono fatte da noi con un obiettivo centrale: rispettare le tempistiche di esecuzione, che in questo paese sono un assoluto dovere, invariabilmente imposto, al Cliente e da esso al Contrattista, dai Governi Locali. Riassumendo, il nostro successo si fonda su vantaggi tecnologici e know-how consolidato, su un brand accuratamente costruito nel lavoro di tunnelling; sulla profonda conoscenza delle norme, su un trained team particolarmente apprezzato dai partner locali. Per comprendere il mercato in evoluzione e mantenere una profonda “China Experience”, Cmc è stata, dunque, in grado di leggere l’ambiente socio-politico e adeguarsi concretamente. Altri aspetti importanti, che il nostro lavoro in Cina non tralascia, e che la nostra esperienza ci insegna, è un pianificato e chiaro risk management, non indirizzato ad una competizione dei prezzi ma su un lavoro di alta qualità, riconosciuto e soprattutto su un’ottima comprensione delle tempistiche e del contesto cinese. Detto ciò, noi rimaniamo fiduciosi e sicuri che la nostra cooperativa possa migliorare la sua posizione nel paese. Ma, a causa della necessità di restare in sintonia costantemente con questa realtà, in continua e veloce evoluzione, resta una sfida enorme. 02.3.d p.06 la Betoniera 04 2014 Il Nepal, un nuovo mercato in crescita La posizione geografica arroccata del Nepal, accomodata tra due enormi potenze economiche, potrebbe essere la chiave per portare beneficio all’attuale contesto sociale: imparare da entrambi i paesi confinanti investendo risorse in infrastrutture pubbliche. Il Nepal è un paese ricco di risorse naturali, possiede ad esempio circa il 2,27% delle risorse d’acqua al mondo. Attualmente il governo ha destinato circa il 60% del budget in lavori per lo sviluppo, di cui più del 70% in lavori di costruzione. Il Nepal sta entrando, dunque, in una nuova era. La presenza di Cmc in Nepal è un segno ulteriore dato dal governo agli investitori e alle compagnie straniere. I governi nepalesi puntano, infatti, a far crescere il Paese attraverso ‘learning practice’ promuovendo gli investimenti stranieri e assicurando le necessarie garanzie alle compagnie straniere. 02.4 Asian Development Bank rappresenta l’occhio guardingo degli standard-pratiche internazionali sul paese, finanziando prestiti addizionali regolari a progetti di infrastrutture. Cmc sta lavorando in Nepal sul progetto “Melamchi Project” destinato a fornire acqua alla valle e alla città di Kathmandu. Noi stiamo lavorando in stretta collaborazione con Adb, e questo fatto ci sta dando, come impresa, una forte e stabile posizione a livello internazionale spendibile ovunque in termini di affidabilità, professionalità, responsabilità sociale d’impresa, protezione ambientale. Le sfide non mancano ma, dopo più di due anni di presenza in questo paese, non spaventano Cmc. Credo si possa dire che grazie alla nostra perseveranza e alla nostra professionalità ci siamo già adattati ad essere una compagnia pioneristica in questo paese. Salvatore Casciaro con il contributo di Federica Riccadonna (nella foto a sinistra) 02.4.a estero di Luca Barbara Un mercato dinamico 02.4.a Luca Barbara, Direzione Tecnica Far East di Cmc. 02.4.b Nel cantiere indiano di Parbati. L’area India e Far East interessa paesi estremamente differenti fra loro. Quattro diversi fusi orari, quattro religioni principali, assetti legislativi molto differenti e che solo in parte la creazione dell’Asean (Association of South East Asian Nations) potrà uniformare, caratterizzano questa realtà in forte crescita e sviluppo. Le iniziative commerciali in essere riguardano il Vietnam con un progetto inerente la metropolitana di Hanoi e due progetti per la metropolitana di Ho Chi Minh City, la Thailandia per alcuni tunnel idraulici, le Filippine e l’Indonesia per progetti idroelettrici ed idraulici. In India Cmc è stata pre-qualificata per tre progetti idroelettrici e stiamo valutando collaborazioni con aziende locali per la presentazione delle offerte; stiamo, inoltre, considerando progetti di metropolitane nelle principali città indiane. Particolare attenzione è riservata a Laos e Malesia, Paesi in cui abbiamo già lavorato e in cui monitoriamo 02.4.b costantemente eventuali iniziative legate a progetti idroelettrici. Fra le diverse opportunità offerte dal mercato locale le tipologie di lavori che andiamo ad identificare restano le grandi infrastrutture in ambito idroelettrico e lavori che prevedono lo scavo meccanizzato. Cmc vanta importanti esperienze in paesi come le Filippine, la Malesia e il Laos, ma l’eterogeneità dell’area non sempre consente di replicare modelli di business che si sono dimostrati vincenti in passato. Riteniamo tuttavia che il know how di Cmc rimanga la carta più importante da spendere, poichè è proprio ciò che talvolta manca alle imprese autoctone. La strategia di ingresso in una nuova realtà passa sovente attraverso la creazione di un rapporto di partnership con aziende leader del mercato locale, con cui condividere i rischi di una iniziativa in un paese per noi nuovo, consentendoci di apprenderne le dinamiche in maniera più rapida ed approfondita. Molti dei paesi dell’area adottano politiche che tendono a proteggere in maniera più o meno esplicita le imprese locali, rendendo ancora più complessa l’acquisizione di una commessa da parte delle imprese straniere. Ciò ha l’effetto di ridurre le nostre opportunità ad una rosa di lavori che le imprese del luogo non sono in grado di eseguire e, pertanto, approcciare i paesi attraverso strategie di partnership diventa fondamentale in questo contesto. In questo senso sono da inquadrare gli accordi di collaborazione con la thailandese Italian-Thai e la vietnamita Song Da, aziende che si pongono in posizione apicale nei rispettivi mercati di riferimento. I malcelati meccanismi di protezionismo, uniti alla crescente capacità di fare impresa da parte delle realtà imprenditoriali locali, hanno generato un significativo aumento della competitività del mercato, ponendo le imprese straniere nella condizione di dover operare in nicchie di mercato. Non va inoltre trascurato il fatto che l’area risente dell’influenza commerciale e politica di Cina e Giappone, che operano in questi paesi attraverso iniziative coordinate dai rispettivi governi. Alcuni importanti progetti infrastrutturali vengono gestiti direttamente da imprese Cinesi e Giapponesi perché frutto di accordi commerciali e di aiuto e sostengo allo sviluppo. Pur con le limitazioni su menzionate e con le complicazioni dovute alla frammentazione legislativa e culturale, l’area abbraccia paesi in fortissima espansione e con grandissime opportunità lavorative che originano dalla necessità, per realtà in così forte crescita, di dotarsi di un impianto infrastrutturale adeguato. La conoscenza del mercato maturata in questi anni di permanenza nell’area, le partnership con aziende locali e l’affidabilità dimostrata da Cmc in ognuna delle precedenti esperienze lavorative in questi paesi, dovranno consentirci di cogliere quelle iniziative che meglio si adattano al nostro Dna. Rimarrà estremamente importante non perdere di vista l’evolversi del ruolo delle imprese di costruzioni in una realtà così dinamica come quella del Sud Est Asiatico, per adattare tempestivamente al mercato le modalità con cui Cmc si rapporta con i potenziali clienti. p.07 la Betoniera 04 2014 02.5.a La società vede impiegate una quarantina di persone con un notevole e pluriennale bagaglio di esperienza, due dei fratelli DiFazio sono attualmente presenti nel Cda della società: John, il maggiore dei tre fratelli ricopre il ruolo di Ceo mentre Mark è il responsabile di tutte le attività operative. Parliamo di numeri ora. Al 30 giugno 2014 la DiFazio presentava un fatturato pari a circa 18,3 mln di dollari superiore di circa 1,3 mln rispetto al budget atteso e con un risultato netto prima delle tasse pari a circa 790 mila dollari. Per l’intero anno invece, anche a causa dello slittamento temporale di alcune commesse e il limitato numero di nuove acquisizioni definite nel 2014, prevediamo un valore del fatturato pari a circa 40 mln di dollari, leggermente inferiore alle attese, mentre permane molto buono il livello della marginalità con un risultato netto prima delle imposte pari a circa 2,5 mln di dollari. 02.5 02.5.b 02.5.c estero di Michele Massari Il sogno americano continua 02.5.a Da sinistra John DiFazio, Michele Massari, Mark DiFazio e Dario Foschini. 02.5.b-d Alcuni dei cantieri Cmc è sbarcata negli Stati Uniti da qualche anno e sta rapidamente rafforzando la propria presenza sul mercato dei lavori infrastrutturali incrementando in maniera significativa il proprio volume di affari. in cui sono attualmente impegnate la Lmh e la DiFazio. Siamo partiti nella primavera del 2011 quando abbiamo rilevato Lmh, una società di Boston, per poi proseguire nel settembre dello scorso anno, quando abbiamo rilevato il 33.3% di una società di costruzioni a conduzione familiare denominata DiFazio Industries Llc con base a Staten Island (uno dei cinque distretti che compongono la città di New York). La partecipazione nella DiFazio è detenuta tramite la Cmc Construction New York, una società neo costituita, interamente detenuta da Cmc, nel cui board oltre al sottoscritto vi sono Roberto Macrì e Gianluca Menchini. Quest’ultima acquisizione rappresenta un interessante opportunità, per cominciare a valutare e conoscere da vicino il mercato delle costruzioni della Grande Mela; un mercato molto importante sia in termini di volumi che di tipologie di lavori, sicuramente complesso, competitivo, con regole molto chiare e precise ma oltremodo affascinante e stimolante. Il nostro ingresso nel capitale sociale della DiFazio è coinciso con la volontà della proprietà di ampliare le proprie linee di business, di aumentare il livello delle specializzazioni tecniche e il settore di mercato in cui competere, anche grazie all’aiuto di un partner importante come Cmc che, oltre a possedere un brand e una presenza internazionale, è soprattutto in grado di apportare know-how tecnico, pre-qualifiche di varia 02.5.d p.08 la Betoniera 04 2014 tipologia e dimensione, notevoli esperienze e capacità professionali oltre ad un adeguato livello di bonding capacity che negli Stati Uniti rappresentano un fattore cruciale per la crescita e la competitività delle imprese. La società è stata costituita nel 2004 dai fratelli DiFazio, a seguito della decisione di uscire dalla società del padre, la S. DiFazio and sons inc. attiva nel settore fin dal 1979, nella quale i tre fratelli hanno prestato la loro attività, acquisito buona parte della loro competenza professionale e formato il loro bagaglio di esperienza tecnica. La DiFazio è una società di piccole-medie dimensioni con un ottima reputazione nel mercato delle infrastrutture newyorkesi, presenta un buon equilibrio sia da un punto di vista economico che finanziario, un buon portafoglio ordini e vanta una approfondita conoscenza sia del settore privato che delle varie entità pubbliche dello stato di New York. La Società opera in tutti e cinque distretti della città (Manhattan, Brooklyn, Bronx, Queens e Staten Island) e vanta una pluriennale esperienza come contractor in diversi settori del mercato delle costruzioni e delle infrastrutture, tra cui i lavori nei sottoservizi cittadini (che sono il core business aziendale), la realizzazione e manutenzione di reti fognarie ed approvvigionamento idrico anche complesse, la costruzione e riabilitazione di strade/highway, strutture in acciaio e manufatti in calcestruzzo. La società ad oggi ancora non è operativa nel settore del tunneling ma stiamo valutando l’opportunità di entrare nel mercato del micro-tunneling (molto interessante a New York) tanto che il personale sta seguendo vari corsi di formazione per ampliare le proprie competenze e non farsi trovare impreparato di fronte a nuove opportunità. Le prospettive di mercato a New York sono molto interessanti, stiamo pensando di aumentare in maniera significativa sia il volume di affari che la già ottima marginalità, il tutto sia incrementando il core business societario, valutando pertanto anche progetti di dimensione superiore alle attuali che tipologie di lavori più complessi, eventualmente anche in joint venture con Cmc o partner locali. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di raggiungere nel prossimo triennio un giro d’affari pari a circa 60 mln di dollari con una adeguata redditività. Il portafoglio ordini al 30 settembre era pari a circa 68 mln di dollari, ed è principalmente composto da lavori di sewerage e water maintenance fra cui quello più importante è il contratto di Sheldon Av, acquisito lo scorso anno e pari a circa 50 mln di dollari, tramite il quale si sta realizzando un nuova rete fognaria in una ampia zona residenziale di Staten Island che proseguirà fino all’inizio del 2016. Parliamo ora anche di Lmh. Siamo molto contenti delle performance della società di Boston in quanto Lmh sta andando oltre le migliori attese. Il volume dei ricavi è notevolmente aumentato anche grazie al valore delle nuove acquisizioni perfezionate nel corso dell’anno pari a circa 90 mln usd. Al 30 giugno il valore dei ricavi era infatti pari a circa 26.6 mln di dollari e presentava un utile prima delle tasse di circa 1 mln, lievemente superiore al budget di periodo, mentre le previsioni per l’intero esercizio sono di un fatturato che si dovrebbe attestare attorno ai 60 milioni di usd (rispetto a un budget di 46 mln), un risultano netto prima delle imposte pari a circa 2,8 mln (rispetto ad un budget di 1,5) e un backlog a fine anno di circa 80 mln di dollari. Alla fine del primo triennio successivo al nostro ingresso nel mercato statunitense, come ci eravamo prefissati, Lmh ha inoltre definitivamente risolto tutte le pendenze con la bonding company (Zurich) legate alla vecchia gestione, ha potenziato in maniera significativa la propria forza lavoro con nuove assunzioni qualificate e ha notevolmente incrementato il business e la presenza nel mercato delle infrastrutture dell’intero New England. La grossa scommessa ora è, oltre a continuare a crescere come Lmh sia in termini di fatturato che di redditività, anche quella di cominciare a valutare lavori in sinergia con Cmc di Ravenna, con la previsione per la nostra cooperativa di sbarcare in futuro direttamente negli Stati Uniti per lavori di medie dimensioni. In questo momento stiamo infatti cominciando a guardare lavori di tunneling (il core business di Cmc all’estero) e stiamo perfezionando le registrazioni delle società e le attività di pre-qualifica (sia come Lmh e/o in joint-venture con Cmc) al fine di poter cominciare a competere anche in altri settori e stati come il Connecticut, il Maine e la Florida. Il core businnes di Lmh restano comunque sempre le attività infrastrutturali nel New England; quest’anno le tre le più importanti acquisizioni che ci tengo a segnalare vi sono: il Merrimac River Bridge Rehabilitation, la complessa riabilitazione di un ponte per un importo di circa 20 mln di dollari vinto da Lmh in joint venture con Cmc grazie anche all’utilizzo dei track records della nostra cooperativa; il rifacimento di una linea ferroviaria di circa 9 mln per MassDOT che ci ha recentemente aumentato il livello delle pre-qualifiche; il South Coast Rail Grade Crossing Improv. un importante track & signal project del valore di circa 16 milioni di dollari, e in particolare, la Jv di Fitchburg fra Lmh e la Jf white (una delle principali e storiche aziende di costruzioni di Boston)relativa ad un progetto ferroriario di circa 65 mln usd di cui Lmh detiene il 35%. Alcuni di questi lavori sono stati acquisiti recentemente ma alcuni sono già partiti nel mese di ottobre. Per concludere, ad oggi Cmc realizza negli Usa tramite le diverse società un fatturato di circa 73 milioni di dollari con la previsione di arrivare a 100 mln di dollari nel prossimo triennio 2015/2017, un risultato che ci soddisfa pienamente e un obiettivo che ci stimola a fare sempre meglio!!! 02.6 02.6.a 02.6.b estero di Giovanni Matta Le strategie competitive di Cmc a Singapore 02.6.a, c Nel cantiere di Singapore. Negli ultimi tre anni Cmc è stata impegnata a Singapore nella realizzazione di due lotti della nuova linea metropolitana Downtown Line 3. 02.6.b Giovanni Matta, Direzione tecnica Cmc di Singapore. Queste due commesse ci hanno dato la preziosa opportunità di approfondire al meglio la conoscenza e la comprensione del mercato singaporiano che, rispetto a quelli relativi ad altre realtà nelle quali opera la Società, mostra peculiarità molto interessanti. La competitività e la varietà dei main contractors, una legislazione molto particolare e soprattutto in continuo sviluppo, le particolari dinamiche nella preparazione e presentazione delle gare, la gestione contrattuale durante l’esecuzione dei lavori, un contratto particolarmente “blindato”, i problemi “sociali” nelle politiche del personale ed un turnover significativamente alto, sono solo alcune delle difficoltà che ci siamo trovati a dover affrontare durante questo periodo. Questa esperienza costituisce un know-how indispensabile e prezioso per la Cmc che sarà protagonista nell’area negli impegni a venire. Lo scoglio principale è quello di presentarsi sufficientemente competitivi con le società straniere, soprattutto coreane e giapponesi, che monopolizzano il mercato rendendo arduo l’ingresso ai contractors occidentali. Purtroppo la competizione con quelle cinesi è persa in partenza. per garantirci sufficientemente il risultato positivo per un’eventuale acquisizione. Sono quindi necessari alcuni steps metodologici. Il più significativo dei quali è quello di importare il know-how tecnico e tecnologico, che possediamo, ma che possiamo e dobbiamo convertire in competitività. La dimostrazione di questo avviene già oggi nelle due commesse attive, laddove introducendo soluzioni alternative al design originale di tender, siamo riusciti a migliorare costi e recuperare tempi aumentando la nostra produttività e guadagnando terreno nei confronti di un Cliente difficile mostrandoci al mercato come tecnologicamente preparati. Una delle maggiori difficoltà affrontate nel passato, con la quale ci stiamo ancora energicamente scontrando, è che la procedura approvativa di possibili varianti tecniche progettuali è molto lunga e passa attraverso il coinvolgimento di diverse figure indipendenti sulle quali anche lo stesso Cliente non ha controllo. Dal 2004, in seguito ad un gravissimo incidente occorso a Nishimatzu durante la costruzione di una stazione della metro sulla Nicoll Away, il Governo di Singapore decise infatti, con lo scopo di garantire maggiore sicurezza delle opere di scavo meccanizzato e no, di rafforzare il monitoraggio nella progettazione e nella realizzazione dei lavori, introducendo alcune terze figure indipendenti non presenti fino ad allora. Questo però ha inevitabilmente fatto lievitare i tempi per eventuali richieste di varianti, a volte proposte dallo stesso Cliente, e che obbliga tutti a dover agire tempestivamente e con sufficiente anticipo onde evitare di rendere inefficace ed inutile la richiesta di variante stessa. Nell’ottica di questa nuova esperienza, e della competitività dimostrata in questi anni, per Cmc si aprono degli orizzonti interessanti di possibile continuità a Singapore con evidenti segnali positivi che ci permettono di guardare al futuro con la consapevolezze che le nostre energie e strategie messe in campo ci agevoleranno nella acquisizione di nuove commesse e ci consentiranno di confermarci come società primaria nel settore anche in questo particolare contesto. 02.6.c La strategia vincente per raggiungere questo obbiettivo non passa solo attraverso la semplice riduzione dei costi ma deve essere pianificata profondamente già nelle scelte tecniche e organizzative operate nella preparazione della stessa offerta che deve andare oltre il progetto originale consegnatoci dal Cliente. Inoltre in corso d’opera, è molto difficile recuperare, mediante claims e/o varianti, un ribasso pensato dietro le quinte in fase di gara, come invece avviene in altre aree geografiche/contrattuali. Il contratto “standard” a Singapore è infatti sbilanciato e rimanda la completa gestione dei rischi all’appaltatore, inclusa quella relativa alle aree che tradizionalmente appartengono al Cliente. In questi tre anni la situazione si è fatta anche più difficile. I nuovi contratti, per esempio quelli della Thomson Line, sono stati “ritoccati” laddove il Cliente rimaneva anche leggermente esposto nei confronti del costruttore. La conseguenza diretta è una difficilissima realizzazione delle aspettative sui claims i quali alla fine non trovano fondamenta sufficienti per essere finalizzati positivamente. Per ridurre al minimo i rischi associati a quanto sopra, è quindi imperativo che la previsione dei costi sia il più possibile aderente al programma già in fase di preventivo iniziale. Ma così diventa difficile rimanere economicamente in pole position Speciale classifiche del Sole 24 Ore: Cmc si conferma al 5° posto fra le cooperative di costruzioni italiane Il settimanale del Sole 24 Ore, Edilizia e Territorio, ha pubblicato la tradizionale classifica delle prime 50 imprese di costruzioni italiane, redatta sulla base dei bilanci dell’esercizio 2013. Cmc si conferma al 5° posto, prima fra le cooperative di costruzioni italiane. p.09 la Betoniera 04 2014 03.a 03 03.c 03.b italia di Mara Cavallari Italia, l’anno delle sei Tbm 03.a Foto di gruppo di fianco alla Tbm della Ss 640. 03.b “Barbara”, la Tbm siciliana. 03.c La Tbm del cantiere Nel 2015, nei suoi cantieri italiani, Cmc avrà al lavoro ben sei Tbm. Un record. Di questo e delle difficoltà che continuano ad interessare il mercato interno delle costruzioni, parliamo con Roberto Leonardi, da due anni Direttore della Divisione Costruzioni Italia. della Nuova Aurelia di Savona. 03.d Dentro la Tbm di Savona. 03.e Roberto Leonardi, Direttore Divisione Costruzioni Italia di Cmc. Roberto partiamo dal record delle sei Tbm in Italia. Un bel risultato per Cmc... In Italia l’uso delle grandi Tbm per i lavori in sotterraneo è relativamente recente, soprattutto per quanto riguarda il loro utilizzo in ambito stradale e non, dunque, per opere idrauliche o per la realizzazione di metropolitane. Lo sviluppo delle tecnologie sta però imponendo anche nel nostro Paese un utilizzo crescente di queste macchine innovative e sicure. Cmc ha una lunga esperienza in questo settore, soprattutto all’estero. Infatti, dopo alcune esperienze sporadiche a metà degli anni ‘80, è dalla fine di quel decennio che l’utilizzo delle Tbm diviene una costante nella realizzazione dei progetti eseguiti dalla Cooperativa. Negli anni ci siamo costruiti una buona esperienza e reputazione e oggi torniamo a presentarci in Italia fra i principali player che utilizzano queste tecnologie anche per lavori che non riguardano solo le metropolitane. A partire dal 2015 avremo in Italia contemporaneamente in funzione sei grandi frese: quella utilizzata nel tunnel esplorativo per la Tav, le due utilizzate nei cantieri Anas a Savona (nuova Aurelia) e in Sicilia (ammodernamento Ss 640 CaltanissettaAgrigento) e le tre che utilizzeremo in diversi cantieri per opere legate a lavori per le metropolitane di Torino e di Catania. Vale la pena sottolineare che oltre alle sei frese appena indicate, nel 2015 vi saranno altre 10 Tbm al lavoro nei cantieri della Cmc sparsi per il mondo. Si prefigura una sorta di specializzazione di Cmc nel settore degli scavi in sotterraneo con Tbm? 03.d No, noi aspiriamo ad essere fra i migliori nello scavo meccanizzato con Tbm e nello scavo tradizionale, senza però diventare un’impresa specialistica di questi settori. Abbiamo l’ambizione di restare un’impresa multisettoriale capace di offrire esperienza, professionalità e competenze per tutti i tipi di opere. Infatti, in Italia Cmc continua ad avere commesse significative anche nel settore marittimo e portuale. Sì, dopo il completamento del porto turistico di Pisa siamo attualmente impegnati in importanti lavori nel porto di Piombino e in quello di Ancona. E naturalmente speriamo che si possa al più presto sbloccare il progetto per l’approfondimento dei fondali del Canale Candiano a Ravenna. In questo momento siete anche impegnati in 4 diversi cantieri all’Expo di Milano. Ma su questo straordinario appuntamento continua ad aleggiare una certa incertezza. Cmc sta lavorando con grande determinazione nei suoi cantieri per rispettare i tempi di consegna del 31 marzo prossimo. Lavoriamo attualmente su 3 turni e siamo, per quanto ci riguarda, fiduciosi su un esito positivo del nostro lavoro. Le nostre commesse, come dicevi, sono 4: una riguarda il completamento della rimozione delle interferenze dell’area, le altre la costruzione di tre diversi padiglioni per Paesi ospiti: quello francese, quello thailandese e quello della Corea del Sud. I lavori per il padiglione Francese e per quello Thailandese sono già partiti mentre per quello Coreano si sta concludendo l’iter contrattuale. Ribadisco che noi contiamo di rispettare pienamente i tempi contrattuali per questo che resta un appuntamento straordinario ed una grande opportunità per l’Italia. 03.e A vedere il portafoglio lavori per l’Italia sembrerebbe che la crisi del settore non abbia toccato più di tanto Cmc. La crisi del settore delle costruzioni in Italia c’è ed è drammatica. È una crisi che obbliga tutti a ripensare la propria presenza, anche chi, come noi, ha 113 anni di vita alle spalle. Sul nostro fatturato il peso dell’estero è cresciuto in modo significativo fino a raggiungere quasi il 60%. Ma l’Italia resta per noi molto importante e non solo perché qui ci sono le nostre radici. Nonostante la crisi, infatti, anche quest’anno arriveremo a conseguire in Italia una parte consistente del nostro fatturato. Tuttavia, anche con questi risultati tutto sommato positivi, lavorare in Italia resta molto difficile. Burocrazia, iter lunghissimi, lentezza nella risoluzione dei contenziosi, una legislazione eccessiva e spesso contraddittoria, rendono i tempi di inizio e di realizzazione delle commesse per lo meno incerti. E molto spesso biblici. E questa incertezza, dal punto di vista imprenditoriale e finanziario, ha costi a volte insopportabili. Una delle emergenze che si è evidenziata con maggiore drammaticità negli ultimi mesi è quella del dissesto idrogeologico e ambientale. Cmc è pronta per lavorare anche in questo settore? Noi siamo pronti ad impegnarci in un grande piano di prevenzione. L’idea che problemi drammatici come quello del dissesto idrogeologico si possano affrontare solo in situazioni di emergenza, è fallimentare dal punto di vista territoriale e ambientale ma anche da quello economico e imprenditoriale. Serve appunto un grande piano nazionale. Cmc ha fatto, negli anni scorsi, un’esperienza positiva nelle zone terremotate dell’Emilia mettendo alla prova la propria capacità di gestire interventi d’emergenza in tempi rapidi e con flessibilità. Anche alla luce di quell’esperienza abbiamo partecipato alla gara, indetta dalla Consip per conto del Dipartimento della Protezione Civile, per un accordo quadro (della durata di 6 anni) per la fornitura, il trasporto, il montaggio di soluzioni abitative da attivare in caso di emergenza. La gara si articolava in 3 lotti e Cmc è risultata prima sia nel lotto per il Nord Italia che in quello per il Centro. Naturalmente, in questo caso, speriamo di non dovere mai attivare il contratto perché questo significherebbe che non si è determinato alcun stato di necessità. Anche nella ristrutturazione di immobili di pregio Cmc sta facendo notevoli esperienze e non solo a Ravenna. Dopo la ristrutturazione di Palazzo Rasponi dalle Teste ora a Ravenna è arrivato anche l’appalto per la ristrutturazione di Palazzo Guiccioli. A Roma, invece, stiamo portando a termine la ristrutturazione di un edificio di pregio nel quartiere dei Parioli. È un settore di nicchia ma di grande interesse soprattutto in un’area particolare come quella della Capitale. Quella che sembra invece esaurirsi è l’esperienza delle concessioni autostradali... Quello delle concessioni è effettivamente un mercato in profonda crisi. Nel 2015 termineremo il lotto nel quale stiamo lavorando per la costruzione della Tangenziale Esterna Est di Milano, un lavoro che ci sta dando soddisfazioni sia dal punto di vista tecnico che economico. Sulla Sat invece aleggia un clima di grande incertezza. E per il momento credo proprio che ci fermeremo qui. Quella che non si ferma, invece, è l’esperienza dei Protocolli di Legalità che oramai Cmc ha adottato in tutti i cantieri italiani. Siamo stati fra i primi ad applicare in Italia i Protocolli di Legalità, fin dal cantiere per il nostro lotto della Salerno-Reggio Calabria. Oggi in tutte le commesse abbiamo siglato appositi Protocolli e soprattutto lavoriamo in stretta collaborazione con le Prefetture, gli Enti Locali, i Sindacati. È una pratica importante, che si evolve grazie all’esperienza e che ritengo vada assolutamente preservata e incrementata. Roberto un’ultima domanda personale... come sono stati questi due anni alla Direzione della Divisione Italia? Difficili perché ho dovuto fare i conti con una realtà che conoscevo poco e che, come dicevo prima, è assai complicata. Ma, allo stesso tempo, molto formativi perché mi hanno permesso di acquisire una visione della cooperativa più complessiva e completa di quella che avevo maturato nella mia precedente esperienza alla Direzione della Divisione Estero. p.10 la Betoniera 04 2014 04 personale di M. C. L’importanza delle risorse umane nelle previsioni di Cmc A volte pochi numeri raccontano meglio di molte parole. E i numeri certamente aiutano a capire i grandi cambiamenti in atto dentro la nostra cooperativa. Prendiamo i dati relativi al fatturato e al personale della struttura fissa. Negli ultimi dieci anni il fatturato di Cmc è più che raddoppiato. Il personale della struttura fissa è, invece, rimasto sostanzialmente invariato ma sono aumentati i laureati (+ 9%) e calati coloro in possesso della sola scuola dell’obbligo (- 8%). Per parlare di questi cambiamenti e delle strategie messe in campo dalla direzione aziendale, abbiamo incontrato Leonardo Potenza, da ottobre Direttore del Personale di Cmc. Il settore delle costruzioni è uno dei più colpiti dalla crisi. Cosa significa occuparsi di risorse umane in una grande impresa cooperativa in un contesto economico così difficile? Nonostante la crisi che ha colpito pesantemente tutte le imprese, Cmc sta reggendo la sfida della concorrenza riuscendo anzi ad aumentare i volumi del proprio fatturato, salvaguardando la redditività e, soprattutto, l’occupazione. Questo risultato non è frutto del caso ma di scelte che la direzione aziendale ha saputo compiere negli scorsi anni. Fra le scelte vincenti c’è anche quella di puntare ad una struttura fissa snella e assai flessibile alle diverse esigenze del mercato. Cmc chiuderà il 2014 con oltre 8.600 dipendenti, distribuiti in 4 continenti. Il personale della struttura fissa resta, però, oscillante attorno a quota 470, più o meno come nel Duemila. Il fatturato, nel frattempo, è più che raddoppiato. Questo risultato, lo voglio sottolineare, è stato comunque raggiunto senza lasciare per strada nessuno, come deve essere in una cooperativa. Sono state inserite nel corpo aziendale molte risorse giovani che hanno in questi anni già cambiato il volto dell’azienda. Abbiamo lavorato tutti insieme per farle crescere e oggi sono fortemente motivate e con grandi potenzialità di ulteriore crescita. In particolare, come ricordavi tu, siamo passati dai 91 laureati della struttura fissa del 2007 ai 134 odierni, 43 nuove risorse ad elevata scolarità che negli ultimi 7 anni sono entrate in azienda e oggi ricoprono importanti incarichi, in particolare all’estero. E proprio alla voce estero si registrano i cambiamenti maggiori... Sì, è vero. È sull’estero che si concentrerà lo sviluppo della Cmc dei prossimi anni. Per scelta lungimirante fatta molti anni fa, la Cmc non ha mai abbandonato l’estero. D’altra parte, la mission della nostra cooperativa, fin dal 1901, è sempre stata quella di dare lavoro ai propri soci e dipendenti ma andando a prendere il lavoro dove era, anche fuori Ravenna, anche fuori Italia. Oggi molte delle commesse più importanti sono proprio all’estero. Il nostro fatturato per oltre il 60% si realizza fuori dai confini nazionali. Nel nostro organico oltre 7.400 persone sono impegnate fuori Italia. Lavorare all’estero non è facile. Esiste anche per l’estero una concorrenza agguerrita e questo si riflette anche nella ricerca di personale altamente qualificato e con esperienza. L’aumento delle commesse estere e la difficoltà a reperire risorse interne per le funzioni di vertice delle commesse – i Project Manager, i Construction Manager, ecc. – disponibili a trasferirsi all’estero, ci porta, da una parte, ad un programma di valorizzazione dei nostri Tcn e, dall’altra, ad accelerare il processo di inserimento e responsabilizzazione di risorse giovani. A proposito di necessità di personale specializzato, un’esigenza particolare riguarda l’utilizzo delle Tbm... Nei prossimi due anni saranno operative nei nostri cantieri, in Italia e all’estero, 16 macchine. Quello dei lavori di scavo meccanizzato sta diventando un settore sempre più importante per la nostra azienda, anche se è nostra volontà restare un’azienda fortemente multisettoriale e non specialistica. Le Tbm richiedono personale fortemente specializzato e anche in questo caso è nostra intenzione valorizzare al massimo l’esperienza dei nostri Tcn e l’inserimento di giovani risorse qualificate. Parliamo dei Tcn (Third Country National): chi sono e quanti sono? Come dice la parola, si tratta di lavoratori provenienti da nazioni “terze” rispetto all’Italia e al Paese in cui operiamo, in molti casi altamente specializzati, che abbiamo conosciuto nei nostri cantieri in giro per il mondo e che poi hanno continuato a seguirci nelle nostre attività. Abbiamo 320 Tcn provenienti da tantissimi paesi: cinesi, filippini, indiani, libanesi, ma anche inglesi, spagnoli, portoghesi, ecc. Sono risorse di grande valore e che in molti casi lavorano con noi da lungo tempo. Ce n’è un gruppo molto numeroso, oltre 100, e con ruoli di grande interesse per l’azienda, che ha ricevuto valutazioni molto positive. Vogliamo valorizzare la loro esperienza e fare in modo che essi diventino parte integrante del nostro patrimonio di risorse umane, al pari degli altri nostri dipendenti espatriati italiani. Questo significa definire nuove politiche di inquadramento, Leonardo Potenza Leonardo è nato a Roma 49 anni fa. Laureato in Ingegneria civile, indirizzo trasporti, all’università La Sapienza di Roma. Dopo varie esperienze lavorative, fra le quali 10 anni nella Grandi Lavori Fincosit passati come direttore cantiere e responsabile della sicurezza, nel 2004 approda in Cmc. Il primo incarico è quello di Responsabile Qualità Sicurezza Ambiente. Nel 2007 diventa socio della cooperativa. Nel 2010 assume l’incarico di vice Direttore del personale a fianco di Manlio Malatesta, che ha sostituito nell’ottobre del 2014 quando Manlio è andato in pensione. “Stiamo proseguendo – ci tiene a precisare Leonardo – le politiche già avviate con lungimiranza da Manlio con il management aziendale. Da lui ho imparato molto e voglio ancora ringraziarlo per la fiducia che in questi anni ha riposto in me e per i suggerimenti che ancora continua a darmi”. di fidelizzazione e valorizzazione, costruire percorsi di sviluppo in sinergia con i nostri responsabili di area, anche attraverso una efficace formazione. E per quanto riguarda l’inserimento e lo sviluppo di risorse giovani come state operando? Come dicevo all’inizio, in questi anni sono già stati inseriti, con risultati molti soddisfacenti, molti giovanissimi laureati e diplomati, sia in Italia sia all’estero: abbiamo bisogno di proseguire in questo progetto, e sempre con maggior efficacia. Favorire lo sviluppo di forze giovani significa anche dare loro fiducia, dare con più rapidità nuove e maggiori responsabilità a quei giovani ai quali si riconoscono capacità e voglia di crescere, ma sempre sotto la guida e la supervisione dei più anziani, dei tutor aziendali, come li chiamiamo talvolta, perché i giovani possano assumere quella conoscenza e autorevolezza di cui c’è bisogno. In tutto questo la formazione riveste un ruolo determinante. Cmc da anni ha scelto di destinare alla formazione ingenti risorse finanziarie e umane, e oggi ha un sistema della formazione molto ben articolato: dal progetto di inserimento dei giovani, del quale abbiamo già parlato, alla formazione specialistica per l’aggiornamento tecnico e normativo, alla formazione continua per quadri e impiegati su temi “manageriali (la comunicazione efficace, ad esempio), all’alta formazione manageriale per i dirigenti, e naturalmente la Cmc University. Si tratta, per quest’ultima, di un’esperienza originale, che sta dando buoni risultati, ed è destinata a quelle risorse fortemente fidelizzate che presentano un potenziale di crescita utile per l’azienda. Oltre al percorso di studio, articolato su più anni, che vede i giovani inseriti nel progetto sottoporsi a veri e propri esami con i nostri docenti interni, il grande punto di forza del progetto è focalizzato sulle potenzialità che il tutoraggio da parte di personale interno può offrire nella trasmissione dell’esperienza e della conoscenza aziendale. Come vedi, ritorna ancora il tema del tutoraggio. È un grande sforzo del quale tuttavia un’azienda proiettata al futuro non può fare a meno. Solo per richiamare qualche numero, a fine 2014 avremo realizzato 158 corsi di formazione, solo per citare quelli gestiti direttamente dalla sede centrale, che hanno coinvolto quasi 1.100 partecipanti per un totale di oltre 12.000 ore di formazione erogate. Nel 2007 le ore di formazione erano state circa 5.400. Non servono molte parole per spiegare il grande investimento compiuto dall’azienda. Per concludere questa nostra chiacchierata, possiamo dire che il tema della gestione e dello sviluppo delle risorse umane è al centro delle strategie della direzione aziendale? Non c’è dubbio che sia così e non da oggi. Del resto, come in tante aziende anche in Cmc, la disponibilità di risorse umane adeguate è uno dei fattori che determina la sostenibilità dei nostri progetti di crescita. 05.1 cooperazione Legacoop a congresso 05.1.a Foto di gruppo al termine del congresso di Legacoop Romagna. In vista del congresso nazionale di Legacoop, in programma a Roma dal 16 al 18 dicembre, si sono tenuti, nelle scorse settimane, i congressi territoriali. 05.1.b Filippo Taddei in visita allo stabilimento della Deco in occasione di una recente iniziativa di Generazioni. 05.1.c Foto di gruppo al termine del convegno Il 13 novembre, a Ravenna, si è s volto il primo congresso di Legacoop Romagna, l’associazione che nelle province di Ravenna, Forli-Cesena e Rimini, riunisce 447 imprese cooperative. Al termine dei lavori è stata eletta Presidente la faentina Ruenza Santandrea, Presidente del Cevico. Giovanni Monti è stato riconfermato Presidente regionale. La cooperazione in Emilia Romagna dimostra di reggere meglio alla crisi – ha detto nella sua relazione Monti – richiamando una serie di dati relativi al periodo 2008-2013. In questi cinque anni, in Emilia Romagna, le imprese in generale registrano un saldo negativo di -5.000 unità mentre per le imprese cooperative il dato registra una crescita di +300 imprese. “Network in progress”. Nominati anche i tre vicepresidenti: Luca Panzavolta (Commercianti Indipendenti Conad), Giampiero Boschetti (Cooperativa Braccianti Riminese) e Massimo Matteucci (Presidente di Cmc). Il 26 novembre, si è tenuto, invece a Bologna, il congresso regionale di Legacoop Emilia Romagna. 05.2 I soci delle imprese cooperative in regione sono 456.067 in più e arrivano a 2.972.671 mentre gli addetti segnano un +11.749 fino ad arrivare a 141.060 unità. Il valore della produzione cresce da 25,416 a 26,419 miliardi di euro, l’occupazione femminile è al 57,2% e i contratti a tempo indeterminato rappresentano l’89,9% del totale. 05.2.a cooperazione di Paolo Pingani Generazioni, un’esperienza in crescita 05.2.a Rudy Gatta. Rudy Gatta, come coordinatore per la Romagna, ci puoi spiegare quali sono i traguardi che si è dato Generazioni, il network dei cooperatori under 40 di Legacoop? Accompagnare un processo che la cooperazione ha bisogno di portare avanti con determinazione, perché riguarda la sua stessa essenza: parlo del ricambio generazionale, della possibilità che i giovani cooperatori possano essere protagonisti del cambiamento. Perché è così importante? In primo luogo perché le nuove ge nerazioni sono una grande opportunità per la crescita del sistema cooperativo, anche se a volte vengono percepite come un pericolo. La crisi ha evidenziato quanto sia importante che la cooperazione valorizzi le nuove leve se vuole avere un futuro all’altezza del suo grande, importante passato. E in questa fase economica negativa, con la disoccupazione al 44 per cento per chi ha meno di 25 anni (il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ad agosto in Italia era del 44,2%), il rilancio della cooperazione grazie alle nuove generazioni e del lavoro sono temi ancora più d’attualità. Come è nata Generazioni e perché? Generazioni nasce nel 2007 a Bertinoro, grazie all’iniziativa dei cooperatori under 40 di Legacoop EmiliaRomagna, per affrontare il tema del loro ruolo, soprattutto futuro, e per favorire lo scambio intergenerazionale delle competenze e dei valori. Oggi è una rete a cui partecipano centinaia di persone. Dopo il primo coordinamento, nel 2008 a Marina di Ravenna, abbiamo organizzato moltissime iniziative, l’ultima delle quali il 7 marzo a Bagnacavallo, alla Deco, in cui abbiamo affrontato il tema dell’occupazione grazie anche agli interventi di ospiti importanti, come il responsabile economico del Pd Filippo Taddei. Un tema che insieme a quello delle start up sarà al centro anche del prossimo p.12 la Betoniera 04 2014 appuntamento di Generazioni Romagna, a gennaio, con il Ministro del lavoro Giuliano Poletti. Il tema del lavoro: come pensate debba essere affrontato? Pensiamo che sia venuto il momento di investire sull’innovazione, sulle start up: in Italia ne sono nate 700 negli ultimi sei mesi e al 17 marzo ne erano state registrate quasi 1.800. Il sistema cooperativo, che in questi anni di crisi è stato visto dai giovani come lo strumento più efficace per rispondere al bisogno di fare impresa e creare lavoro, deve impegnarsi su questo punto. Del resto proprio Cmc è un esempio di quanto paghi puntare sull’innovazione, sui progetti internazionali, su prodotti moderni. Ma servono risorse. È vero. L’impressione è che si preferisca investire in attività produttive legate a mercati saturi o maturi piuttosto che in start up. Siamo ancora in ritardo per quanto riguarda i progetti imprenditoriali legati all’Information technology, mentre è un mercato chiave, strategico. Uno spazio che dovrebbe essere occupato anche da cooperative. Dobbiamo anche noi avere aziende cutting edge nei settori nuovi: chi ha detto che si può fare innovazione solo nella Silicon Valley?!. Ma è pronto il sistema cooperativo a fare questo passo? Ne sono certo. Lo è sempre stato: lo spirito di innovazione è nella sua storia e nella sua cultura. Pensiamo ai braccianti che andarono a Ostia per bonificare l’Agro romano, (saremo a Ostia il 22 novembre a ricordare i 130 anni di quella impresa), oppure alle parole di Nullo Baldini “La cooperazione contribuì non solo a bonificare il territorio, ma anche a realizzare una bonifica umana. Facendo crescere nei braccianti sentimenti di responsabilità, di altruismo e di solidarietà. E trasformò molti operai, destinati nella loro vita a rimanere dei miseri carriolanti, in dirigenti e abili amministratori”. Oggi siamo in grado di attrarre giovani che hanno idee e progetti, che hanno sviluppato competenze e di alto livello e che hanno, cosa importante visto che parliamo di cooperazione, la passione per metterle in pratica. E poi non dimentichiamo che molte menti brillanti della nostra Regione guardano alla cooperazione con simpatia e fiducia: dobbiamo sfruttare questo affidabilità che abbiamo conquistato. Oltre che di Generazioni e di Legacoop Romagna, per la quale ti occupi del settore dei servizi, hai un’altra grande passione... Che è la poesia in dialetto romagnolo. Quest’anno per sostenere la Fondazione “Dopo di Noi” di Torri di Mezzano abbiamo preparato un progetto sulle liriche di Raffaello Baldini, che si è concretizzato nel volume “È mònd... e rcminzé tòtt da capo” e in un video, “E divèri”, con la regia di Silvia Bigi e le musiche di Luca Maria Baldini, che ha vinto il premio come miglior “Cortoinloco” all’undicesima edizione del Festival internazionale di Forlì “Sedicicorto”. Baldini, che ho conosciuto personalmente, non solo secondo me, è uno dei più grandi poeti italiani del 900, uno tra quelli che ha saputo sviluppare il tema dell’identità, del territorio in una società complessa, che va sempre più veloce. Penso che le sue poesie ci aiutino a capire dove si vuole andare: a me servono spesso a fare ordine. 05.1.a 05.3 cooperazione di Valentina Crociani Intervista a Pauline Green 05.1.b Il 2 ottobre si è tenuto a Bologna il workshop “Network in progress. Immagini per un lavoro senza frontiere”, evento regionale organizzato da Generazioni Legacoop Emilia Romagna, con l’ambizioso obiettivo di costruire una rete unitaria di giovani cooperatori. già i nostri. Si sono dimostrati validi, e dobbiamo impegnarci a farli conoscere. Sono stati fatti dei passi in avanti in questo senso; la nostra voce si sta facendo sentire e vuole essere ascoltata, come dimostrano le nostre ultime partecipazioni al G20, al B20 e presso la sede dell’Onu. Alla tavola rotonda svoltasi nel pomeriggio sono intervenuti Giovanni Monti, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Emilia-Romagna, Filippo Addarii, The Young Foundation – EuropeLab, Sandro Gozi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega agli affari europei, Pauline Green, Presidente International Co-operative Alliance. Molte cooperative sono create e gestite da donne. Come sta cambiando il loro ruolo all’interno del movimento cooperativo? In che modo l’ICA le aiuta a rafforzare i loro ruoli e le loro competenze professionali? È stato fatto molto, ma non è ancora abbastanza. Crediamo, fin dalla nostra fondazione, che l’uguaglianza di genere sia necessaria e fondamentale, e da sempre operiamo in questo senso. Bisogna comunque continuare ad alzare la rappresentatività femminile nei livelli manageriali, all’interno dei consigli di amministrazione e nei ruoli di responsabilità. Proprio quest’ultima, prima donna a ricoprire tale ruolo nella storia dei 116 anni dell’Ica nonché primo Ceo donna di Co-operative Uk, ha accettato di parlare di lavoro, donne, futuro, cooperative e giovani. 05.1.c Aurelio Piccinini Il 13 novembre scorso è deceduto, all’età di 86 anni, Aurelio Piccinini Presidente di Cmc per 7 anni. Piccinini fu, infatti, eletto presidente nel 1973 alla scomparsa di Bruno Selleghini e restò presidente della cooperativa fino al giugno del 1980 quando gli subentrò Roberto Dradi. Ai famigliari le sentite condoglianze del Consiglio di Amministrazione e di tutti i soci e dipendenti di Cmc. p.13 la Betoniera 04 2014 Signora Green, il 3 dicembre 2011 ha chiuso il suo intervento al convegno “La competizione positiva”, organizzato a Ravenna da Cmc in occasione dei suoi 110 anni, ponendo l’accento sull’importanza di essere ambiziosi, soprattutto in questo periodo storico così delicato. Dopo quasi tre anni, come pensa che il movimento cooperativo abbia affrontato questa congiuntura? Abbiamo fatto tanto in questi tre anni, ma ciò di cui vado più fiera è stato l’aumento di visibilità del nostro movimento a livello mondiale, e il conseguente peso che la nostra voce ha acquisito fra quelle dei grandi attori globali. Una grande opportunità, soprattutto per i giovani. A prova di ciò, quest’anno ho avuto il piacere di prendere parte al B20, e di potermi confrontare con le più grandi ed influenti economie del mondo. Per la prima volta rappresentanti del movimento cooperativo sono stati invitati ad un evento di tale portata; avrei potuto trovare ostilità da parte di privati e multinazionali e, invece, è stato vero il contrario. Grazie anche a questa esperienza positiva, sono sempre più convinta che ogni singola occasione di dibattito e discussione sia importante per confrontarci con gli altri, per farci conoscere e far sapere chi siamo. Come il Pontifical Council for Justice and Peace, cui ho recentemente preso parte, e durante il quale Papa Francesco ha ribadito l’importanza di porre l’essere umano al centro della growing economy. Ecco, tutti sappiamo che il modello cooperativo si fonda proprio su questo: certamente produrre reddito, ma anche creare valore e tramandarlo. È indubbio che il mondo della cooperazione dovrà avere un impatto determinante all’interno dell’economia globale del futuro proprio perché è fondato su questi valori. Dobbiamo continuare ad impegnarci affinché gli altri conoscano e riconoscano queste nostre caratteristiche. Sempre durante il nostro ultimo incontro a Ravenna, ha affermato che un unico dominante modello di business può risultare pericoloso, specialmente in questo momento di crisi globale. Ha quindi esortato a rafforzare la consapevolezza esterna rispetto al modello cooperativo. A suo avviso, qual è ruolo che ogni cooperativa deve svolgere oggi per raggiungere questo obiettivo? Aiutarci a far passare questo messaggio, poiché ogni cooperativa – indipendentemente dal settore in cui opera – si ispira agli stessi valori. Tutto sta nel far capire l’importanza della ricaduta significativa che il nostro operato ha a livello locale, regionale, nazionale e internazionale. Far conoscere il nostro modello di impresa è la nostra forza. I risultati del vecchio sistema sono sotto gli occhi di tutti; ha portato al collasso finanziario e alla recessione. Il modello cooperativo rappresenta un’alternativa e una risposta per ciò che è in grado di fare: creare profitto, con le persone al centro. Non abbiamo bisogno di inventare valori nuovi, perché abbiamo Come può il movimento cooperativo aiutare le giovani generazioni ad affrontare le sfide socio-economiche odierne per preservare il proprio presente e costruire il proprio futuro? In realtà, sono le giovani generazioni che devono aiutare noi. Il nostro è il più grande modello partecipativo del mondo; dobbiamo alimentare la partecipazione e farla crescere, coinvolgendo i giovani nell’apertura di un dialogo che raggiunga le persone all’interno dei contesti in cui vivono e operano. Il punto non è solo ispirarli ed aiutarli a credere nel modello cooperativo, ma metterci nelle condizioni di farci aiutare da loro, soprattutto nei campi della comunicazione, dei social media, del networking e delle nuove tecnologie, per trasmettere attraverso questi nuovi strumenti i nostri valori e la nostra identità, per far sentire la nostra voce. Dobbiamo dare l’esempio e mostrare cosa può fare una cooperativa, cioè creare comunità migliori. È pieno di giovani desiderosi di condividere le proprie esperienze con noi; per questo è importante essere pronti a dar loro delle opportunità. Dobbiamo trovare il coraggio di innovare, e l’innovazione viene dai giovani. 05.3.a 05.3.a Pauline Green, Presidente International Co-operative Alliance. 06 06.a formazione di V. C. Un portoghese in Cmc University 06.a Ricardo insieme ad Antonio Raffa. 06.b Ricardo Filipe Guerreiro Pinela. Ricardo Filipe Guerreiro Pinela, portoghese di 33 anni, lavora in Cmc dal 2007. Il suo primo incarico l’ha svolto in Sudan come Production Manager, per poi spostarsi in Malawi, in cui è stato per un anno e mezzo Production Manager e Site Agent all’interno del Mangochi-Monkey Bay Road Project. Nel 2009 si è poi trasferito in Mozambico, dove è stato Site Agent nei progetti Rehabilitation of Beira and Quelimane Airports e Rehabilitation of Nampevo – Alto Molocue Road. Sempre in Mozambico, da marzo 2011, ha assunto il ruolo di Project Manager del NamacurraNampevo Road Project e, infine, da ottobre 2012 è Project Manager del progetto di riabilitazione della strada Lichinga-Litunde e della costruzione di sette ponti fra Marrupa e Litunde. Da quanto tempo frequenti Cmc University e quale è stato il tuo approccio con questa realtà? Ho iniziato il programma nel 2011. Fin dal primo giorno il mio approccio a questa esperienza è stato estremamente serio, poiché credo abbia un potenziale molto grande. Infatti, ritengo che in virtù della crescita di ognuno, sia molto importante rinnovare e migliorare le proprie capacità, così come, allo stesso modo, 06.b è importante acquisire esperienza e la giusta maturità professionale nel lavoro con il quale ci si misura quotidianamente. Mi congratulo con Cmc per questa iniziativa, e spero che continui ad impegnarsi nel migliorare le competenze del proprio staff, come ha fatto fino ad ora. Come descriveresti questo progetto a chi non ne fa parte o a chi non lavora in questa azienda? Mi sorprende moltissimo constatare che questo programma di formazione sia quasi unico fra le imprese del settore. Credo sia uno strumento molto valido per affrontare in maniera consapevole la formazione dello staff più giovane, anche perché fornisce un background molto forte soprattutto nel campo del management, che spesso non viene affrontato in maniera approfondita durante l’esperienza accademica. Quali punti di forza e criticità hai evidenziato? Fra i punti di forza ci sono la scelta degli argomenti dei seminari, attinenti al settore lavorativo in cui si sta operando; in questo modo ognuno di noi può mettere in pratica immediatamente all’interno del proprio lavoro quotidiano ciò che sta imparando. Ma anche il metodo di valutazione, che è più un confronto che un giudizio, e quindi è per me un grande stimolo motivazionale. Ultimo, ma non meno importante, la possibilità di conoscere personalmente altri colleghi e confrontarsi con loro, attraverso scambi di idee sui problemi proposti in aula. Forse rivedrei la durata dei vari seminari, strutturandone i contenuti in base al lavoro che l’allievo sta svolgendo in quel momento. Prendiamo ad esempio l’area amministrativo-finanziaria: sarebbe più efficace dividere gli studenti in due gruppi rispetto ad un unico soggetto; il primo per gli studenti che lavorano in quest’area, ai quali può essere dedicato un corso più lungo e dettagliato, il secondo per coloro che sono impiegati nelle aree tecniche, che forse troverebbero più utile un corso di minore durata e più generale. Cosa ne pensi dei contenuti e del metodo di valutazione? Come ho già detto, ritengo il metodo di valutazione uno dei punti chiave di Cmc University, perché è dettagliato e anche chiaro per gli studenti. Credo inoltre che questo feedback fra docente e studente faccia davvero la differenza, anche a livello motivazionale. Considero, infatti, fondamentale sapere quali sono le materie in cui ho basi solide e in quali, invece, devo migliorare e spendermi, al di là del voto dell’esame finale. Rispetto al tuo corso di studi, ritieni debba esserci qualche argomento che possa essere implementato? Se sì, quale e perché? Indubbiamente la leadership, con un riguardo particolare alla motivazione del proprio gruppo di lavoro e alla comunicazione con i propri colleghi e collaboratori. Credo che questi aspetti vadano perfezionati perché il modo di essere leader e di motivare il proprio staff sono alla base per il successo e per l’ottenimento dei risultati di tutto il team. Visto il contesto socio-economico mondiale, quali sfide ritieni che oggi un’azienda sia chiamata a compiere in termini di formazione? Penso che soprattutto oggi sia estremamente importante per un’azienda continuare ad investire nella formazione del proprio personale. La Cmc lo sta facendo seriamente e a tutti i livelli, anche se credo sia fondamentale e urgente estendere la formazione dello staff in maniera più capillare nelle aree al di fuori dell’Europa. In questo modo si può garantire un aggiornamento omogeneo a tutti i colleghi in tutto il mondo. “Motivare i collaboratori” workshop a Singapore Il Changi Cove hotel di Singapore, ha ospitato sabato 22 e domenica 23 novembre, il workshop “Motivare i collaboratori” dedicato al management Cmc impegnato in Asia. Edizione che fa seguito a quelle analoghe già tenute a Bologna ed a Johannesburg tra settembre e ottobre. Le attività, svoltesi in lingua inglese, sono state brillantemente condotte dall’Ing. Fabio Fanecco – www.almaweb.unibo.it/faculty/fabio-fanecco/67589/53271/ – membro della faculty della Business School dell’Università di Bologna in collaborazione con la quale Cmc ha progettato questo training facente parte del ciclo “Comportamenti manageriali per la leadership” avviato nel 2012. Elevato il grado di commitment e partecipazione attiva espresso dai presenti. Ricordiamo infine che questa tipologia di progetto formativo è parte del piano d’azione scaturito dall’analisi dell’indagine di clima “Il mondo cmc” – http://www.youtube.com/watch?v=amIaI08Da60 p.14 la Betoniera 04 2014 07.1 Le difficoltà e le sfide che tutte le persone coinvolte in questo importante progetto incontreranno saranno molteplici e principalmente legate alla movimentazione di materiale e macchinari sotto la superficie stradale e all’interno della fitta rete d’acciaio formata dagli elementi di sostegno temporanei che sono attualmente installati e che dovranno essere rimossi progressivamente alla costruzione e completamento delle solette. lavori in corso di Marco Biagi Stazione 926 di Singapore: partiti i lavori per i calcestruzzi 07.1.a Layout del sistema di puntellazione temporanea “Struts” e ultimazione delle fasi di scavo. Dopo il riconoscimento dell’importante premio come “Miglior Impresa Multinazionale Italiana nella Repubblica di Singapore”, Cmc non si ferma, cercando di raggiungere risultati sempre più brillanti. Ultimati i lavori di scavo, fino ad una profondità di circa 23 metri al di sotto della superficie stradale, i lavori di calcestruzzo inizieranno dalla realizzazione dalla soletta di base denominata Underplatform Level avente uno spessore di 2 metri. Successivamente alle imponenti fasi di scavo presso la stazione nell’ambito del progetto C926, il conseguente movimemento delle terre e l’installazione degli elementi di sostegno denominati “Struts” ad opera di subappaltatori locali, Cmc darà il via ai lavori di calcestruzzo che completeranno le fasi finali della BSC (Basic Structure Completion). Successivamente ad essa si passerà a costruire l’intricata maglia di muri portanti che permetteranno la realizzazione dei livelli superiori della stazione C926. 07.1.b Installazione, fissaggio e controllo del corretto posizionamento delle barre d’armatura nella soletta di base. Le attività in oggetto, avranno una durata complessiva stimata in circa 1 anno e vedranno Cmc coinvolta nella complessa realizzazione di quelle che saranno le strutture principali della stazione C926. Proseguendo dal livello di fondo scavo fino al piano stradale soprastante verranno realizzati altri quattro livelli di solette a spessore variabile che andranno a formare lo scheletro portante di questa stazione. Per questo motivo le scelte tecniche, tecnologiche ed una accurata pianificazione dei lavori potranno fare la differenza in termini di tempo sul completamento della stazione. Nella realizzazione dell’Underplatform, della Platform, del Service, del Concourse, del Roof e di tutti i muri (portanti e non portanti) che caratterizzano la struttura principale della stazione, verranno impiegati circa 50.000 m3 di calcestruzzo al cui interno dovranno essere installate circa 11.000 tonnellate di ferro di armatura ad aderenza migliorata. In questo momento, e contestualmente alle lavorazioni di scavo e istallazione di elementi di supporto del corpo stazione, i lavori si stanno concentrando nella realizzazione della soletta di fondazione dell’Entrata B di quella che sarà la futura stazione di Tampines West Station. In particolare è in fase di ultimazione la posa del ferro di armatura della soletta fondazione e dei muri di parete, che precede il primo getto di calcestruzzo di una lunga serie che porterà Cmc, entro la fine del 2015, al completamento di un’opera di rilevante importanza nella Repubblica di Singapore. I livelli vengono denominati Platform, Service, Concourse e Roof Level. 07.1.a 07.2 07.2.a 07.1.b 07.2.b lavori in corso di Jonathan Abanga Una soluzione vincente 07.2.a-b Immagine degli scavi del C927. Nell’esecuzione del C927 a Singapore la Cmc ha introdotto un’alternativa costruttiva per l’esecuzione di un sottopasso per l’entrata alla stazione. Il progetto originale del Cliente prevedeva lo scavo di una galleria confinata con il metodo dello spingi tubo, ovvero del “pipe jacking” e conseguentemente lo scavo verticale del vero e proprio accesso alla stazione. La galleria si presenta con una scarsa copertura essendo collocata appena 7 metri sotto una arteria stradale in pieno centro urbano. A complicare la situazione anche la presenza di alcuni sottoservizi difficilmente rilocabili. Da un punto di vista programmatico, le due attività erano in diretta successione ed i tempi per la loro realizzazione erano in conflitto con i nostri obblighi contrattuali. Si è deciso quindi di proporre al Cliente una soluzione alternativa con una tecnica di scavo p.15 la Betoniera 04 2014 diversa per questo sottopasso. Questa tecnica prevedeva l’impiego di una macchina perforatrice e il preconsolidamento del terreno con iniezione di miscela cementizia. Al fronte si è effettuato il consolidamento attraverso infilaggio di tubi di vetroresina con successivo grouting mentre sulla corona circolare della calotta si è eseguito il consolidamento con infilaggio ad ombrello protettivo in tubi in acciaio e successiva iniezione di grout. Il progetto prevedeva lo scavo di due gallerie affiancate e parzialmente sovrapposte e secanti in modo tale da ottenere la sezione completa originale prevista in tender. Si è anche dovuto procedere ad un attento monitoraggio dei cedimenti superficiali per non danneggiare i sottoservizi presenti ed evitare di interferire negativamente con il traffico stradale sovrastante. In conclusione, la soluzione proposta si è rivelata vincente dal punto di vista contrattuale e costruttivo, in quanto siamo riusciti a svincolare questa attività’ dallo scavo dell’entrata che è potuto iniziare in sovrapposizione allo scavo della galleria con un vantaggioso recupero di almeno 6 mesi sul programma lavori ed ha comportato un consistente risparmio economico. La prima galleria si è appena conclusa e ci si appresta a realizzare il rivestimento definitivo in calcestruzzo armato gettato in opera. Al completamento della fase di rivestimento, si riprenderà con lo scavo della seconda galleria. Questa soluzione tecnica adottata è stata motivata, oltre che per ragioni programmatiche, anche dalle difficili condizioni di un terreno sciolto contenente depositi alluvionali ed argilla organica. Da notare anche che questa galleria sta suscitando interesse crescente da parte del Cliente e di altri soggetti professionali coinvolti nel mondo dei lavori in sotterraneo (per esempio la Tunnelling & Underground Works Society) a Singapore in quanto al momento, la Cmc è l’unica impresa che sta realizzando una galleria con tale procedimento costruttivo rivelandone vantaggi e benefici. 07.3 lavori in corso di M. C. La “talpa” procede nella sua corsa verso il confine francese 07.3.a Il cantiere sotto i piloni della A32. 07.3.b-d Dentro il tunnel... 07.3.e La Tbm “Gea” che scava il cunicolo. 07.3.f L’impianto di depurazione delle acque. 07.3.g-i ...Di nuovo dentro al tunnel. Gea sta procedendo con successo il suo scavo nella montagna - ha superato i 1.700 m. inconsapevole del clamore che ancora circonda il cantiere che le sta attorno. Il cantiere è quello di Chiomonte, in Val Susa. Gea è la Tbm che da circa un anno è entrata in funzione per realizzare il tunnel esplorativo per la Tav Lione –Torino. Il cunicolo servirà per conoscere meglio la struttura morfologica del massiccio dell’Ambin finalizzata alla progettazione esecutiva della nuova linea ferroviaria ad alta velocità destinata a collegare Lione e Torino. Una volta terminata l’opera, questo cunicolo sarà utilizzato per la manutenzione del tunnel di base principale e come via di fuga e per l’accesso dei mezzi di soccorso. Per accedere al cantiere, sotto i piloni dell’autostrada A32, occorre superare vari punti di controllo presidiati dall’esercito e dalle forze dell’ordine. Ma la strada, il piazzale degli uffici e l’area dove sorge l’impianto di depurazione di tutte le acque, sono tutti asfaltati e ben tenuti e l’impatto con il cantiere (circa 7 ettari, aperto nell’estate del 2011) è uguale a quello di un qualsiasi altro cantiere. Solo qualche bandiera notav e dei cartelli ai limiti dell’area recintata, ci ricordano le immagini viste in Tv. Per il resto, i lavori fervono negli uffici, nel piazzale e dentro la galleria. Ad accoglierci il Direttore Tecnico di Cantiere, Paolo Padovese, veneto (di Caorle, per la precisione) 33 anni appena compiuti, ingegnere civile con un’esperienza lavorativa già consolidata (nonostante la giovane età) all’estero e in Italia, in altre imprese e in Cmc dove è arrivato nel 2009. Quest’anno è diventato anche socio della cooperativa. Al suo fianco Giovanni Casadio, capocantiere di Alfonsine, in Cmc dal 1975. “Dovrei andare in pensione il prossimo anno” dice e, dal tono della voce, si capisce che quel benedetto traguardo pensa di averlo guadagnato tutto in 40 anni passati da un cantiere all’altro. “I lavori stanno ora procedendo nel migliore dei modi – dice Padovese – abbiamo superato i 1.700 m di scavo dei 7.500 m circa previsti e, ad oggi, registriamo un anticipo di qualche mese sulla tabella di marcia”. Prima di entrare nel tunnel, parliamo delle azioni messe in atto per i controlli ambientali. Nel sito di Ltf (n.d.r. la società italo-francese promotrice del progetto della Torino-Lione) si parla di collaborazione costante con il Ministero dell’Ambiente, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, con Arpa... cosa ci puoi dire su questo importante aspetto? L’attenzione 07.3.g all’impatto ambientale e alla sicurezza dei lavoratori è molto più forte rispetto a qualsiasi altro cantiere “normale”. Per prima cosa abbiamo realizzato un impianto di depurazione che garantisce un avanzatissimo trattamento delle acque, suddivise per tipologie, provenienti sia dai piazzali del cantiere che dalla galleria. Tramite l’utilizzo di una tecnologia innovativa è stato realizzato un micro tunnel di 240 m circa,unico nel suo genere per geometria e complessità, che permette lo scarico delle acque trattate, nella Dora Riparia, così come previsto dagli Enti. Sono state individuate le aree nelle quali l’impresa che ha vinto l’appalto sta stoccando lo smarino estratto dal tunnel, aree che alla fine del lavoro verranno riqualificate e ripiantumate, come perlatro sta già avvenendo. Speciali cannoni nebulizzatori tengono costantemente vaporizzato lo smarino e le aree di cantiere in modo da limitare al massimo le polveri prodotte. Sono state predisposte linee di nebulizzazione anche sul nastro di smarino ed in Tbm. Nel cantiere e nella galleria sono attivi monitoraggi continui sulla qualità dell’ambiente e sui lavoratori, con decine di stazioni di rilevazione e controlli a campione sulle diverse matrici monitorate (terre e rocce da scavo, rumore, acque superficiali e sotterranee, radiazioni, amianto, atmosfera). I dati di questi rilevamenti sono inviati costantemente da Ltf all’Arpa Piemonte e successivamente vengono confrontati con quelli registrati dalle stazioni esterne al cantiere. La formazione del personale in tema di sicurezza è una questione prioritaria. Sono previste arche di rifugio mobili lungo la tratta ed in Tbm da utilizzare in caso di emergenza. Un sistema radio e uno telefonico permettono una costante connessione con l’esterno, mentre un sistema semaforico e di controllo accessi regola gli ingressi e le uscite dalla galleria. 07.3.a 07.3.e 07.3.f Quante persone lavorano attualmente nel cantiere? Attualmente lavorano per la Venaus (la società consortile che ha vinto l’appalto per la realizzazione del cunicolo e che è formata da Cmc, dall’austriaca Strabag e dalla piemontese Cogeis) all’incirca 100 persone, un terzo dei quali abitano nella valle. Una quindicina sono proprio di Chiomonte, comune che ospita il cantiere. Anche le imprese subappaltatrici che hanno operato in cantiere per l’80% erano imprese locali. Il fatto è molto importante perché credo fermamente che queste grandi opere debbano favorire il territorio. Per quanto concerne gli operai abbiamo cercato di investire sulla loro formazione e sulla crescita professionale, soprattutto delle figure più giovani. Credo che proprio in questi contesti si debbano creare sì infrastrutture, ma anche professionalità e competenze lavorative, da valorizzare per il futuro. Lo staff diretto di Cmc attualmente è di poche unità (n.d.r. Paolo Padovese, Giovanni Casadio, Mauro Ceccoli, Andrea Berti, 07.3.h 07.3.i 07.3.b Massimo Montanari, Silvestro Costa, Gianfranco Bonaccorso)ed è coadiuvato da personale Strabag (Andrea e Stefano), impiegati assunti localmente (Monica ed Alessandro) e giovani consulenti in materia ambientale e di sicurezza (Claudio, Simone e Sebastiano). L’età media del cantiere è molto bassa, forse è per questo che il clima di cantiere è molto bello ed il gruppo di lavoro risulta essere molto coeso. Parliamo della Tbm utilizzata per lo scavo. Si tratta di una Tbm di tipo aperto, lunga circa 265 m, con un diametro di 6,30 m. Sette motori elettrici e una testa composta da 41 (all’occorrenza 43) “taglienti” di 17 pollici di diametro. La talpa pesa complessivamente circa 380 tonnellate e la velocità di rotazione di crociera varia tra i 7 ed i 9 giri al minuto. A che punto è arrivato la scavo? Abbiamo cominciato a scavare la galleria nel gennaio del 2013, con 9 mesi di anticipo sul programma contrattuale. I primi 204 metri sono stati scavati in tradizionale, con consolidamento preventivo del fronte e con l’uso di escavatore e martello demolitore. I primi 118 metri sono stati rivestiti in c.a. Tra agosto e novembre 2013, nonostante i noti problemi di ordine pubblico, siamo riusciti ad assemblare ed a trasportare al fronte la fresa. Il 14 novembre del 2013 abbiamo avviato lo scavo meccanizzato, incontrando la roccia dell’Ambin. Nei primi 1.000 metri abbiamo rinvenuto del materiale estremamente tenace ed abrasivo (gneiss) pertanto lo scavo è avanzato ad una media di 4-5 metri al giorno. Tanto per intendersi le resistenza a compressioni della roccia superavano quelle dell’acciaio ed eravamo costantemente intenti a sostituire i taglienti di scavo che si consumavano per usura. Poi abbiamo incontrato la prima faglia, in corrispondenza della linea di incontro tra la zona geologica del Clarea (caratterizzata dalla presenza di micascisti) e quella del massiccio dell’Ambin. La roccia fortemente fratturata incontrata ci ha obbligato a consolidare in avanzamento ed a mettere in opera pannelli centinati di rivestimento e questo ha, naturalmente, rallentato il nostro lavoro. Ma a questo servono, appunto, le gallerie geognostiche, a conoscere meglio il terreno su cui si andrà a scavare. Dopo ferragosto la faglia è stata superata senza fermare l’avanzamento e, dalla progressiva chilometrica 1+400, abbiamo rinvenuto i micascisti del Clarea, materiale meno compatto che ci ha permesso di avanzare con una media giornaliera di 15m/g. Il 30 ottobre abbiamo raggiunto quello che è, per il momento, il nostro record di 30,5 m. scavati in un giorno. Alla data di oggi (n.d.r. 14 novembre) abbiamo superato i 1.700 m. Cosa prevede il crono programma dei lavori e su quanti turni lavorate attualmente? In cantiere si lavora, come prevede l’accordo sindacale, 07.3.l 07.3.c dalle 6 del lunedì alle 22 del sabato, su 3 turni. La Tbm è seguita da 13 persone per turno, oltre che da una squadra che esegue i lavori a latere tergo Tbm (montaggio tubi, esecuzione nicchie geognostiche...). Ogni settimana lo scavo si arresta per l’esecuzione di prove sismiche ed a distruzione in avanzamento. Ogni giorno 4 ore sono destinate alla manutenzione della fresa. La talpa ora sta scavando in discesa. Andremo giù per 2.700 m circa prima di raggiungere il livello del tunnel di base ed il punto di minimo del tracciato, zona nella quale dovranno essere realizzati dei profondi cunicoli per l’accumulo delle acque e la realizzazione di stazioni di pompaggio. Da quel punto in poi il cunicolo si collocherà al di sopra delle due canne del tunnel di base principale per ulteriori 3,5 km circa. In quel tratto il cunicolo supererà il confine francese e si troverà a circa 2.000 sotto la vetta dell’Ambin diventando una delle gallerie più profonde del mondo. Il nostro crono programma prevede di raggiungere i 5.765 m alla fine del 2016 e di completare tutti i 7.541 m del progetto nell’estate del 2017. Questa è un’opera molto discussa e voi vi siete trovati, vostro malgrado, al centro di queste contestazioni. Come si lavora e si vive in queste condizioni? Vivendo in valle mi sono fatto delle idee personali su cosa non abbia funzionato, in ogni modo, non sta a noi giudicare la bontà di questa infrastruttura. Noi lavoriamo per un Consorzio che ha vinto un appalto pubblico e il nostro dovere è quello di fare bene il nostro lavoro, impegnandoci a rispettare quanto previsto dalla normativa. Credo che chiunque venga a vedere come lavoriamo possa testimoniare la qualità e lo scrupolo con il quale operiamo e l’impegno quotidiano che i lavoratori mettono in campo per onorare il loro 07.3.d lavoro. Detto questo ci tengo a precisare che, sebbene il clima in valle non sia molto accogliente, nessuno di noi ha mai avuto problemi con gli abitanti dei paesi dove alloggiamo e dove passiamo il nostro, poco, tempo libero. Come dicevo all’inizio, fra i nostri colleghi di lavoro molti sono valligiani. L’unica donna presente in questo momento in cantiere è Monica segretaria tuttofare e abitante della valle. Il servizio di mensa è gestito da un catering di Susa. C’è chi dice che nonostante tutto, la linea della Tav Torino-Lione non si farà mai… Non spetta certamente a me rispondere a questa obiezione ed in ogni caso dipenderà dalla capacità della politica. Al momento sul versante francese sono già stati realizzati tre cunicoli esplorativi e si stanno di fatto realizzando ulteriori opere sul versante francese. Parlando da cittadino se l’opera non venisse realizzata l’unica cosa certa è che si sarebbe speso del tempo e del denaro inutilmente. Ad ogni modo noi facciamo il nostro lavoro; queste decisioni spettano ad altri. Un’ultima domanda relativa ai controlli di legalità. Anche qui, come nei principali cantieri dove opera Cmc, è stato firmato un Protocollo di Legalità? Certamente, il Protocollo è stato firmato a settembre del 2012 con la Prefettura di Torino, gli Enti Locali e i sindacati. Tutte le imprese per partecipare ai lavori e per fornire servizi hanno dovuto richiedere e ottenere le necessarie certificazioni antimafia. Alcune aziende sono state escluse perché non in possesso dei necessari requisiti per espressa segnalazione della Questura. Abbiamo, giustamente, i riflettori sempre puntati su di noi. La nostra ambizione è concludere il cantiere, nel migliore dei modi, tra meno di due anni. Festa di Santa Barbara Il giorno 4 dicembre, anche a Chiomonte, si è svolta la festa di Santa Barbara. A differenza degli anni scorsi la messa in galleria è stata finalmente celebrata da un sacerdote valsusino. Terminata la funzione le maestranze si sono ritrovate per festeggiare e pranzare in un tendone posizionato all’interno dell’area di cantiere. La festa ha rappresentato un giusto momento di ricorrenza e di riposo per tutti gli operai che giornalmente, con tanto sacrificio ed impegno, dedicano parte della loro vita alla realizzazione di questo grande progetto. 07.4.b 07.4.a sulle operazioni di avvio della nostra commessa per “l’adeguamento funzionale del lotto Est dell’autostrada”, sottolineando che si tratta di uno dei lavori più importanti per l’Algeria e che confida nella capacità di Cmc, come capofila del raggruppamento, di assicurare una ottima prestazione complessiva. 07.4 lavori in corso di Gian Luca Menchini La Cmc alla fiera dei lavori pubblici ad Algeri 07.4.a-b Nello stand di Cmc alla fiera di Algeri. Anche questa anno la Cmc ha partecipato con un proprio stand alla Fiera dei Lavori Pubblici di Algeri che si è svolta dal 19 al 23 novembre. È l’appuntamento più importante per tutti gli operatori del settore in Algeria. Infatti, erano presenti con propri stand e rappresentanti qualificati, tutte le le più importanti amministrazioni pubbliche nazionali, le imprese di costruzioni algerine, statali e private, e le imprese straniere che operano in Algeria. Imprese e ditte italiane erano tutte raggruppate nel padiglione “Italia”, organizzato dall’Ambasciata Italiana e dall’Ice di Algeri, e costituivano, nel loro insieme, una presenza molto evidente e di fatto il padiglione straniero più grande, a riprova dell’importanza prioritaria che ormai il mercato delle opere pubbliche algerino riveste per le grandi imprese di costruzioni italiane. Lo stand della Cmc, disposto strategicamente all’entrata del padiglione “Italia”, era più grande degli altri anni e costantemente presidiato dai nostri rappresentanti e tecnici operanti in Algeria, Giuseppe Canini, Claudio Cuccorese, Aurelio Mirabelli, Alessandra Pinza, Sohuila Lilani, Taguine Zakia. Il nostro stand, tra l’altro adiacente agli stand dell’Ice e di Anas Interantional, è venuto a costituire un utile punto di riferimento e di incontro tra le istituzioni Algerine e tutto il sistema Italia presente. Nel giorno dell’inaugurazione lo stesso Ministro dei Lavori Pubblici - Mr. Abdelkader Kadi – ha iniziato la visita dal nostro stand, trattenendosi a lungo con i nostri rappresentanti, informandosi della presenza della Cmc nel mondo e poi informandosi Assai gradita e prolungata è stata poi la visita del nuovo direttore generale dell’Ana (Agence Nationale des Autoroutes) – Mr. Ali Khelifaoui – e di tutto lo staff tecnico della stessa Ana e della Aga (Algerienne de Gestion des Autoroutes), tutti assai interessati alle nostre realizzazioni come gallerie, viadotti e dighe nel mondo, che hanno avuto modo di visionare grazie ad un bellissimo filmato interattivo, che scorreva sui video, preparato dal nostro ufficio immagine di sede. Il direttore generale dell’Ana e i suoi ingegneri sono rimasti assai ammirati delle nostre realizzazioni di dighe in Algeria, dalla metro di Singapore, dalle opere della SS640 a Caltanisetta e in particolare dalla grande galleria con la Tbm “Barbara”; assicurando a breve una loro visita ai nostri cantieri in Italia. Durante i giorni della fiera anche i nostri rappresentanti hanno incontrato, presso i rispettivi stand, le Amministrazioni Algerine (Ana, Aga, Anbt, Anesrif, ecc.) ed anche le grandi imprese statali Algerine (Cosider, Meditram, ecc.) che svolgono un ruolo assai importante nel mercato delle costruzioni, ricevendo apprezzamento sull’operato negli anni di Cmc nel paese. In tali incontri si è parlato di prospettive, progetti, alleanze, sui vari settori e si è quindi trovato riscontri specifici sulle grandi possibilità di sviluppo del settore delle opere pubbliche in Algeria, a conferma delle strategie e degli obiettivi inseriti da Cmc nei propri piani pluriennali. Al via i lavori nel cantiere indiano di Parbati Il contratto per i lavori di scavo dell’Head Race Tunnel dell’impianto idroelettrico di Parbati nello stato dell’Himachal Pradesh in India, prevede il ri-avvio di una Tbm ereditata dal contrattista che ha abbandonato i lavori. L’importo del contratto è di poco superiore agli 85 Milioni di USD ed i lavori saranno eseguiti in partnership al 50% con l’impresa di costruzioni indiana Gammon Ltd, una delle imprese leader del settore nel paese. Il tunnel, parzialmente scavato, dovrà essere completato per la porzione rimanente (circa 4,5 km) e dovrà essere rivestito in calcestruzzo per tutta la sua lunghezza pari a 9km circa. La macchina è bloccata di fronte ad una zona di faglia che deve essere consolidata con tecniche tipiche dello scavo in tradizionale. Attualmente una squadra di tecnici sondatori è in cantiere coordinata dal nostro personale e sta eseguendo i carotaggi per la determinazione dell’estensione della faglia nonchè delle caratteristiche geomeccaniche della roccia per meglio calibrare le operazioni di consolidamento. Saranno necessari per completare tale operazione alcuni mesi. Contemporaneamente si sono avviati sia il processo di refurbishent della Tbm, che dovrà essere pronta allo scavo al momento in cui la faglia sarà completamente consolidata, sia la realizzazione del rivestimento in calcestruzzo del tunnel. Il rivestimento è realizzato con cassero tradizionale e getto in opera; i primi 4 km di tunnel sono infatti stati scavati ma non rivestiti dal contrattista precedente e pertanto tale onere ricade sotto il nostro contratto. Primo km in Nepal Nelle scorse settimane nel nostro cantiere in Nepal è stato festeggiato il primo chilometro di scavo. Ricordiamo che il progetto di Melamchi consiste nello scavo di circa 20,5 km di tunnel in tradizionale. Scopo del progetto, del valore di circa 66 milioni di euro, è quello di deviare l’acqua dal fiume Melamchi fino alla città di Kathmandu. Le foto sono di Maurizio Didonè e di Nabin Giri. p.18 la Betoniera 04 2014 07.5.a 07.5 lavori in corso di Armando Turiano Nuovi lavori nel cantiere per la Coca Cola 07.5.a Il cantiere della Coca Cola a Maputo. Sono iniziati in Mozambico, nel cantiere per il nuovo stabilimento della Coca Cola, i lavori per l’impianto di trattamento delle acque reflue che il cliente ci ha affidato, in variante, per un importo di circa 4 milioni di dollari da realizzare entro maggio 2015. Proseguono, intanto, i lavori del contratto principale. È stata ultimata la struttura metallica del “Warehouse” ed è in corso il rivestimento della copertura in lamiera grecata e termocoibentazione. Le lamiere di questa copertura, in unica falda da 66 ml e senza sovrapposizioni, vengono sagomate in cantiere mediante apposite macchine, partendo da coils e sono movimentate a mano da squadre composte da circa 50 operai. Sono iniziate inoltre in questo edificio le pavimentazioni industriali interne (25cm) sovrastanti 07.6 uno strato di aggregato naturale stabilizzato a cemento (15cm) e a breve partiranno le lavorazioni per gli impianti elettromeccanici. Sono, invece, in completamento le strutture in c.a. dell’edifico “Main Building” di circa 4.600 mq su due livelli e il rivestimento su struttura metallica dell’edifico “Raw Water Treatment” di circa 1.000 mq. In corso di realizzazione le strutture in c.a. degli edifici “Fleet Workshop” e “Security Building” di altri edifici minori e sono iniziate le murature sugli edifici “Cooler Workshop” e “Utility Builbing”, nonchè i sottoservizi interrati che si sviluppano all’interno del sito per oltre 11 km. Infine, è stata incrementata la forza lavoro: a fine ottobre vi erano circa 420 lavoratori locali a cui vanno aggiunti 22 tra italiani e Tcn. Proseguono i lavori per l’ospedale di Mazara del Vallo Dopo la firma del protocollo di legalità fortemente voluto dalla Cmc e sottoscritto dall’Asp e dalla Prefettura di Trapani, i lavori sono iniziati regolarmente e proseguono a buon ritmo. Il progetto prevede la parziale demolizione e ristrutturazione dei padiglioni esistenti del vecchio ospedale ai quali verranno affiancate le ali dei nuovi reparti. È in fase di costruzione anche un bunker schermato che riceverà il nuovo acceleratore lineare di particelle per la radioterapia. L’importo totale dei lavori è di 22 milioni (quota Cmc pari all’87%) e la consegna è prevista entro la fine del 2015. 07.6.a lavori in corso Partiti i lavori nel nuovo cantiere vicino Johannesburg 07.6.a-b Immagini dal cantiere. I lavori per il nuovo contratto con al TransCaledon Tunnel Authority (Tcta) per il trattamento dell’acqua contaminata in una vecchia miniera vicino a Johannesburg, sono cominciati. La mobilitazione è stata conclusa rapidamente e la costruzione delle opere civili, declinata nei vari organi che ospiteranno poi le macchine dell’impianto, è avviata. Mentre le opere civili avanzano, una frenetica attività di progettazione è in corso per finalizzare in tempo utile il progetto di dettaglio delle componenti elettromeccaniche dell’impianto di trattamento che, ricordiamo, dovrà poi neutralizzare 106 milioni di litri al giorno di acque acide. Le macchine e gli equipaggiamenti impiantistici arriveranno in cantiere durante il primo semestre del 2015 e tra questi quello che si può essere considerato il cuore del progetto, le 3 pompe, p.19 la Betoniera 04 2014 in grado di estrarre i reflui della miniera abbandonata mischiati ad acque sotterranee da oltre 300 m di profondità (peso di circa 20 tonnellate e potenza di 2400 kW per ciascuna pompa) che sono attualmente in produzione e i cui test di collaudo in fabbrica sono previsti per i primi giorni di febbraio 2015. Si apre un tratto della Bolognetta-Lercara Prima della fine dell’anno sarà aperto, in Sicilia, un tratto della Bolognetta-Lercara, i cui lavori sono in corso ormai da oltre un anno. La Bolognetta Scpa è impegnata attualmente con diverse squadre di lavoro. 07.6.b L’intervento sulla SS 121 si riferisce ad un tratto di circa 34 chilometri dell’itinerario complessivo Palermo-Agrigento, che va dall’attuale svincolo Bolognetta (al km 238 circa dell’attuale Ss121) allo svincolo Bivio Manganaro. Sono previste numerose opere d’arte e, in particolare, una galleria artificiale, 5 nuovi viadotti, 12 svincoli, oltre ad interventi di restauro, miglioramento sismico e adeguamento di 16 viadotti e ponti esistenti. 07.7 07.7.a lavori in corso Inaugurato il primo lotto dei lavori nel porto di Piombino 07.7.a-c Il porto di Piombino durante l’inaugurazione. Si è svolta sabato 25 ottobre, a Piombino, l’inaugurazione del primo banchinamento della Variante 2 al Prp del porto. 07.7.b 07.7.c 07.8.a 07.8.b 07.7.b Il presidente della Regione Enrico Rossi insieme al “nostro” Roberto Leonardi. Nell’occasione sono state inaugurate anche la nuova banchina Lanini e la strada di collegamento industrie. Erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il Sindaco di Piombino, Massimo Giuliani e il Sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo. 07.8 lavori in corso di Salvatore Picone Santa Barbara in galleria accanto alla Tbm 07.8.a-c Santa Barbara nei cantieri della Ss 640. A quasi due chilometri di galleria scavata, la festa di Santa Barbara quest’anno in Sicilia è stata sicuramente più suggestiva rispetto agli anni passati. Nel cuore della Sicilia, dove la Cmc sta realizzando, accanto ad altre imprese, una delle gallerie più importanti d’Italia con la mega Tbm dal diametro di 15 metri, si è svolta il 4 dicembre scorso la giornata dedicata alla santa protettrice dei minatori. La città di Caltanissetta, con le sue autorità, per la prima volta ha visto i grandi lavori della galleria naturale di cui si parla tanto. Ma a partecipare alla grande festa tutti i lavoratori impegnati anche in altri cantieri: dal primo lotto dei lavori della Ss 640 a quelli di Bolognetta e Catania. 07.8.c p.20 la Betoniera 04 2014 “Quest’anno la nostra festa di cantiere – dov’erano presenti anche i vertici regionali e nazionali dell’Anas – ha avuto una particolarità importante: tutti i lavoratori dei cantieri nell’isola si sono stretti attorno alla nostra Barbara, alla Tbm che abbiamo voluto dedicare alla Santa nostra protettrice”. Dopo la messa, i fuochi d’artificio hanno reso ancor più particolare il cantiere di contrada Bigini. Il 4 dicembre è stata anche la giornata di presentazione del nuovo vino “seicentoquaranta”: con la sua nuova etichetta la bottiglia è già in circolazione. Con i ricavati della bottiglia la Cmc sarà vicina alle associazioni di volontariato del territorio. È il vino che tornerà al Vinitaly e andrà all’Expo all’interno dei padiglioni della Regione Sicilia. 08.1 08.1.a noi e voi di Felice Cavallaro La “Strada degli scrittori” da Racalmuto ad Agrigento La Sicilia è anche una strada che coincide con la sua anima letteraria, con i luoghi che hanno visto nascere e produrre scrittori di prima grandezza, da Verga a Pirandello, da Brancati a Sciascia, da Bufalino a Consolo, da Ignazio Buttitta a Dacia Maraini e così via, senza dimenticare Giuseppe Tomasi di Lampedusa, passando da centri piccoli e grandi di un’isola che Goethe già considerava indispensabile conoscere per capire il resto d’Italia. È questo lo scenario in cui si colloca il progetto della “Strada degli scrittori” nato lungo i trenta chilometri che legano Racalmuto, il paese di Lenoardo Sciascia, ad Agrigento e Porto Empedocle, le città di Luigi Pirandello e Andrea Camilleri. È il segmento di una strada ancora più ampia perché va da Caltanissetta, la città dello scrittore Rosso di San Secondo, fino a Porto Empedocle, proprio la statale 640 dove la Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna è impegnata per trasformarla in una sorta di autostrada. Ecco la prima area in cui sperimentare la proposta. Nel mezzo splende la Valle dei Templi di Agrigento con il giardino incantato della Kolimbetra, ma in quei primi trenta chilometri presi a modello insistono le case natali, le statue, i luoghi frequentati, le trattorie, i paesaggi amati dai tre giganti della letteratura siciliana, da Pirandello, Sciascia e Camilleri. Una miniera d’oro, un percorso dell’anima puntellato da teatri, fondazioni, circoli, miniere, castelli. Una linea che va dalla Contrada Noce, il buen retiro di Racalmuto dove Sciascia scrisse gli ultimi libri, alla ormai famosissima Scala dei Turchi, liberata da un orrendo ecomostro. Ecco l’itinerario di questo angolo siciliano che dalla collina al mare può conquistare turisti decisi a trasformare una vacanza fra le spiagge della Vigata del Commissario Montalbano in un’occasione per far vivere i libri dei tre grandi scrittori, per contestualizzare le storie, per assaporare le loro pagine miscelandole con i profumi dei luoghi. Si tenta così di attivare un meccanismo capace di scuotere e mobilitare in piccoli grandi centri della Sicilia soprattutto alcuni gruppi di giovani da incentivare perché riescano a costruire lungo quei percorsi progetti in grado di offrire loro redditizie occasioni di lavoro. Fuori dalla diffusa logica dei contributi improduttivi, dalla deriva di sostegni e fondi pubblici o, peggio, dalla distorsione sfociata nella platea di precari, cooperative fittizie, lavoratori socialmente utili e così via. Si pensa piuttosto a vere e proprie (anche piccole) attività imprenditoriali capaci di produrre un sufficiente reddito per sostenere il lavoro di autisti, guide, attori, tecnici della scena, interpreti e di un indotto fatto di trattorie, B&B, artigianato, commercio. Sul podio! Sabato 4 ottobre si è svolta a Finale Emilia la manifestazione Ediltrophy 2014: una gara di “arte muraria” aperta a tutte le scuole edili dell’Emilia Romagna. Per la Scuola Edile di Ravenna hanno partecipato i “nostri” Morar Sergiu Adrian e Oltean Danut Petru, che hanno conquistato il terzo posto. La gara è consistita nella costruzione di una panchina-fioriera. Complimenti ai colleghi! 08.1.b Bisognerebbe sforzarsi di delineare un percorso per fare capire ai giovani come possano costruirsi un futuro con le loro mani. Permettendo loro di accedere a finanziamenti per inserirsi nel progetto, per formare le società, acquistare beni e attrezzature come pullmini, computer, mezzi scenici, divise... La Regione siciliana e gli altri enti coinvolti con un protocollo d’intesa sottoscritto nel 2013 dovrà offrire il progetto generale e rendere immediatamente visibili le tante caselle produttive da riempire perché ogni gruppo, ogni nuova società o ditta, ogni aspirante lavoratore partecipi, cosciente di correre anche un rischio economico personale, ma certo di una scommessa in cui vale la pena giocare il futuro di una generazione. 08.2 08.2.a noi e voi Leonardo Sciascia a Ravenna Nel venticinquesimo anniversario della scomparsa, anche Ravenna ha ricordato lo scrittore siciliano. Una mostra importante e un convegno per ricordare uno dei più grandi scrittori del Novecento europeo, l’intellettuale che ha saputo raccontare l’Italia senza mai cessare di far udire la sua testimonianza e la sua voce di fronte ad ogni battaglia civile e sociale. E la Cmc non poteva non ricordare il magistero di questo grande scrittore che ha fatto della Sicilia la metafora del mondo. “La Sicilia e il suo cuore” è il titolo della mostra organizzata in collaborazione con la Fondazione Leonardo Sciascia e il Comune di Ravenna. Sono le fotografie di Henri Cartier-Bresson, Ferdinando Scianna, Giuseppe Leone, Giovanna Borgese, Nino p.21 la Betoniera 04 2014 Catalano, Mario Pecoraino, Enzo Sellerio, Carla De Gregorio, Pietro Tulumello e Melo Minnella che segnano il percorso della sua vita: i viaggi in Francia e in Spagna, le passeggiate a Milano e i momenti più sereni nella sua campagna di contrada Noce, a Racalmuto, dove ha scritto quasi tutti i suoi libri. Il 6 dicembre scorso, in occasione dell’inaugurazione della mostra, si è svolto anche un interessante incontro dedicato a Sciascia e ai valori della legalità. Sono intervenuti, oltre al Presidente di Cmc Massimo Matteucci e al Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, il giornalista del “Corriere della sera” Felice Cavallaro e lo studioso e docente universitario a Catania Rosario Castelli. Un omaggio a Leonardo Sciascia che nasce dal risultato della proficua collaborazione tra la Fondazione Sciascia e la Cmc di Ravenna. 08.1.a Il vino dedicato 08.2.a Gli oratori del convegno alla “seicentoquaranta”. dedicato a Sciascia. Da sinistra 08.1.b Il giornalista Felice il Sindaco di Ravenna Fabrizio Cavallaro. Matteucci, il Presidente il professor Rosario Castelli, di Cmc Massimo Matteucci e il giornalista Felice Cavallaro. 09.1 09.1.a 09.1.b attività sociali Esami e interrogazioni orali 09.1.a Il Professor Domenica 25 gennaio Emanuele Bassetti. 09.1.b Foto di gruppo per alle ore 10, nella sala corsi di Cmc (via Trieste 76 – Ravenna) Anche quest’anno il Prof. Emanuele Bassetti (sociologo ed esperto di comunicazione dell’Università di Bologna) approfondirà un tema di interesse generale. Il tema di quest’edizione sarà: i premiati dello scorso anno. In questo giorno, come di consueto, si terrà l’incontro annuale di consegna degli incentivi allo studio per tutti i figli di dipendenti e soci della cooperativa Cmc. “Esami e interrogazioni orali. Come migliorare i risultati ottenuti lavorando sull’emotività personale e sulla propria abilità comunicativa”. 09.2 I colori dell’autunno attività sociali di Alvaro Zavatta Ascolta la mia voce segui il mio pensiero ti porterò in un mondo che non sembra vero Elementare Watson 09.2.a Foto di gruppo dei nostri pensionati. 09.3.a Cheryl Porter durante Elementare Watson... elementare. I resti dell’abbuffata, osservati con attenzione, rivelano indizi che un occhio distratto non riesce a cogliere. il concerto di Cmc dell’anno scorso. 09.3.b La befana in Cmc. Chi è passato da qui ha gozzovigliato senza alcun ritegno facendo strame di antipasti, primi e secondi piatti con relativi contorni. Dal numero di piatti, posate e bicchieri lasciati su questi tavoli, direi che erano almeno una cinquantina. Guarda queste bottiglie di vino e di spumante… non ne hanno lasciato neppure un goccio e della torta sono rimaste solo alcune briciole. Che tipi! Penso proprio che se ne siano andati via satolli e soddisfatti ma... aspetta che rispondo al cellulare: si... si... ho capito, trasmettimi tutto via mail... tanto ho qui il portatile. Come sai, Watson, ho i miei informatori ed uno di questi è in grado di fornirmi, a suo dire, prove inconfutabili relative ai commensali; mi ha riferito che c’erano anche delle donne che hanno liberamente scelto di partecipare alla baldoria. Tutti, nel chiuso di una sala riservata del ristorante Cristallo, pensavano di passare inosservati, ma hanno commesso un errore. Perduta lucidità per il troppo mangiare e bere sono usciti all’aperto per alcune foto di gruppo; il mio informatore li ha segretamente ripresi ed ora me le sta inviando. Pochi istanti ancora ed anche noi vedremo le facce di quei bei soggetti. Ecco la prima foto ma... accidenti... vedi un pò chi sono! Li conosco tutti... pensionate e pensionati della Cmc Ravenna. Brave, brave... bravi, bravi... ora ci penso io a farvi un pò di pubblicità! Farò pubblicare le foto ed un articolo su la Betoniera che è il loro periodico aziendale. Guardale, guardali, che facce stralunate; e dire che se li incontri sembrano tutte persone serie ed irreprensibili ma, come tanti, non sanno resistere alle tentazioni della gola; davanti a raffinate ed abbondanti portate, a vini e spumanti di qualità, sciolgono ogni freno inibitorio evidenziando p.22 la Betoniera 04 2014 aspetti della propria personalità più vera ed intima. Watson... sotto questo tavolo ci sono dei fogli scritti; in questo firmato Alvaro, lo conosco proprio bene ed ha pretese di poeta, c’è una sua, chiamiamola così, poesia; in quest’altro c’è una relazione a firma Ermanno, anche lui personaggio noto. Cosa altro c’è Watson?... in calce alla relazione c’è un altro nome?... Rossi Raffaello il “fotografo ufficiale”. Bravo pure lui, non c’è che dire! E cosa hai trovato ancora?... una locandina disposta da Giuseppe Zaccardo, anche lui assai conosciuto, “l’in-formatico” del gruppetto; fammela vedere... ma questa è la locandina con il menù; accidenti che pranzo, da leccarsi veramente i baffi, ora capisco tutto! Non c’è nessun dubbio sono loro gli organizzatori di questo bell’appuntamento! Ed in quest’altro foglio, guarda guarda, ci sono i nomi di tutti i partecipanti. Benissimo, meglio di così non poteva andare! Le foto e l’elenco sono una prova incontestabile. Sono proprio contento di averli scoperti Watson. Pur conoscendomi e sapendo quanto mi piacciono queste riunioni non mi hanno invitato. Farò un articolo al vetriolo che se lo ricorderanno per parecchio tempo... i miei cari commensali. Che tutti vedano e si rendano conto di come se la godano questi ”poveri”, a sentire loro, pensionati! Farò pubblicare pure quella che il “poeta” pretende di far passare come poesia, sventurata la mia vera poesia! Spero proprio che tutti ridano di lui e chissà che non la smetta di rompere gli “zebedei” con i suoi versi. Per la riuscita del pranzo, nel mentre ringraziamo la Cmc nella persona di Mauro Montanari, sempre disponibile, ricordiamo gli organizzatori: l’Ermanno citato è Savoia, infaticabile e puntuale; l’Alvaro, ebbene si lo confesso, sono io; gli altri due “compari” sono già citati per nome e cognome e, quindi, non c’è bisogno di aggiungere altro. l’autunno l’ha sognato e poi se lo è creato e senza nulla chiedere a noi l’ha regalato shiump croc shiump sono nostri questi passi che vanno sul mantello che vuote stanche braccia a terra hanno posato e canta il pettirosso sulla sempreverde siepe fra perle colorate del colore della brace. sono tanti i suoi colori verde giallo rossomarrone in mille sfumature Vieni vieni con me che accendono l’emozione. Non pensare al cielo grigio ma guardami negli occhi Vieni vieni con me nei tuoi…che sono belli ascolta questi suoni avverto quel calore dono dell’amore. shiump shiump croc croc croc shiump Alvaro Z. Pensionati in gita Organizzata dai validissimi Ermanno Savoia, Guido Leoni e Raffaello Rossi e col generoso contributo aziendale, un nutrito gruppo di pensionati Cmc ed una rappresentanza impiegatizia ha effettuato la 14ma gita con meta Assisi e Montefalco. Tutto si è svolto nel migliore dei modi e, con il supporto di una valida guida, abbiamo potuto apprezzare le bellezze di Assisi e della Basilica. Il pomeriggio, dopo un pranzo “da leccarsi i baffi” da “Giorgione”, protagonista di una serie TV in onda su Gambero Rosso Chanel, abbiamo ammirato Montefalco. Questo tipo di inziativa è aperta a tutti e non solo a soci pensionati; quindi non temete di ritrovarvi solo fra anziani da “rottamare” e.... partecipate! 09.2.a 09.3 L’allegro genere musicale, nato nell’America degli anni ‘30, ha oramai contagiato il pubblico internazionale. attività sociali In programma sono previste alcune tra le più celebri melodie tratte da capolavori assoluti come “West Side Story” di L. Bernstein, “Un Americano a Parigi” di G. Gershwin ma anche lo splendido “Cats” per arrivare al più recente “Moulin Rouge”. Appuntamenti di Natale Ad esibirsi sarà l’Orchestra “Città di Ravenna”, unita per l’occasione alla Movie Picture Orchestra, sapientemente diretta dal Maestro Stefano Nanni che è anche il curatore di tutti gli arrangiamenti. Stefano Nanni - che già il pubblico di Cmc conosce vanta un curriculum di altissimo livello che spazia dal jazz alla musica moderna. Per l’occasione potrà contare sulle splendide voci di Paola Fabris e Lele Riceputi. Natale in musical Spettacolo della Befana 19 dicembre ore 21 Galleria Cmc, via Trieste 76 Ravenna. È un concerto dedicato al Musical quello che Cmc regalerà quest’anno ai suoi soci e dipendenti per il tradizionale appuntamento di fine anno. 09.3.a 6 gennaio ore 10 Galleria Cmc, via Trieste 76 Ravenna. Torna la befana per le bambine ed i bambini Cmc con lo spettacolo Pinocchio nel Gran Teatro di Mangiafuoco. 09.4 attività sociali Nuovi arrivi in biblioteca Nuovi acquisti vi aspettano nella biblioteca Cmc, ogni venerdì dalle 11.30 alle 12.30! 09.3.b Noi di David Nicholls Uno spietato esercizio di analisi famigliare abilmente camuffato da viaggio ironico lungo l’Europa, ma anche indietro nel tempo, alternando con efficacia l’oggi, con il tentativo goffo di un marito di recuperare l’amore della moglie e del figlio, e il passato, con una vera anamnesi dei rapporti fra i tre, che assume contorni di ogni genere: dal dramma alla farsa, dal sentimentale all’umoristico. Quello che gli altri non vedono di Virginia Macgregor Milo è ancora un bambino e, anche se sa di avere una malattia che lo renderà progressivamente cieco, non si perde certo d’animo, soprattutto perché ha imparato dalla nonna Lou a osservare il mondo attraverso piccoli particolari che sfuggono a tutti gli altri. Avventure, amore, amicizia e soprattutto la capacità di superare i propri limiti sono le parole chiave di questo piccolo gioiellino. Il guardiano del faro di Camilla Lackberg C’è un motivo perché Graskar è chiamata da tempi remoti Gastholmen, l’isola degli spettri. Chi vi moriva non la lasciava mai. Lo dicevano gli abitanti dell’arcipelago di Fjallbacka, con uno strano luccichio negli occhi. Eppure, l’isoletta è bellissima, con un faro e una sola casetta, circondata dal verde. Non è possibile che un posto così bello nasconda qualcosa di malvagio.L’antica leggenda svedese ha un ruolo preciso nel romanzo di Camilla Läckberg, la regina di Svezia del giallo, “Il guardiano del faro”, settimo della serie di Erica e Patrick. Il confessore di Jo Nesbo Sonny Lofthus non ha neanche trent’anni, ma è in galera da dodici per duplice omicidio. La sua esistenza è ormai tutta lì, non ha più sogni né un’idea del futuro. Ma tutto sarà destinato a cambiare quando in una delle confessioni verrà a sapere che suo padre, un poliziotto, non è morto suicida come tutti pensano, ma è stato ucciso. Longbourn House di Jo Baker C’era una volta la famiglia Bennet: un padre distratto, una madre soffocante e cinque figlie da maritare. Jane Austen ne racconta magistralmente i signorili affanni in Orgoglio e pregiudizio, ma tace sulla servitú che p.23 la Betoniera 04 2014 dall’alba a tarda notte si affaccendava perché la conversazione in salotto scorresse serena. Jo Baker svela una metà del mondo popolata di ombre che, mentre cucinano e puliscono per gli altri, vivono vite e nutrono speranze proprie. E che sotto gli abiti di seconda mano nascondono segreti, ferite e passioni non meno intense di quelle che animano i piani superiori. La lista di Lisette di Susan Vreeland Le vicende narrate nel libro si distendono per un arco di tempo piuttosto lungo, e si concludono soltanto nel ‘48, per un totale di undici anni. Sappiamo tutti quello che accade alla Francia – all’Europa, al mondo – in quegli anni. In questo romanzo c’è Lisette con la sua lista dei desideri e dei propositi, c’è l’arte del secolo scorso nel suo momento più florido, c’è un pò di Marc Chagall, c’è Roussillon con le sue cave d’ocra e i suoi abitanti, c’è l’occupazione. Una mente insolente di Francesca Mazzoni Allegra, la protagonista, a volte giovane donna, a volte bambina è affetta da “mal di vivere”, una sensibilità dolorosa e commovente, una fame d’amore antica, un’acuta intelligenza. È in dissonanza dal correre veloce dei nostri tempi, che ci impone la forza come prerequisito per esistere ed essere accettati, mentre le fragilità soccombono o si rifugiano vergognose dietro una maschera. Storia della bambina perduta di Elena Ferrante Storia della bambina perduta è il quarto e ultimo volume dell’Amica geniale, la fortunata saga che Elena Ferrante ha cominciato nel 2011. Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e “rinascite”. Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l’altro allo scontro con i potenti fratelli Solara).
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