The American Dream - Giovanni Alcantara

The
American
Dream
Giova
nni C
Alcan arlo
tara
Il Sogno
Americano
e
Percorso pluridisciplimar
3
Esame di Stato 2012/201
Liceo Scientifico Statale
y“
“John Fitzgerald Kenned
Mappa
Concettuale
Giovanni Pascoli
L’emigrazione italiana e il
Sogno Americano trattati
da Giovanni Pascoli in
Italy, poemetto scritto
nel 1904 e contenuto
nella raccolta “Primi
Poemetti“.
La grande
emigrazione
italiana
Dal XIX secolo la
diffusa povertà di
vaste aree dell’Italia
e la voglia di riscatto
d’intere fasce della
popolazione danno
origine al mito del
Sogno Americano in Italia.
Silicon Valley
(percorso in inglese)
La celebre Silicon Valley
californiana come simbolo
del Sogno Americano oggi
e la rivoluzione informatica
con l’introduzione della
tecnologia della archiviazione
magnetica degli hard
drive secondo i principi
dell’elettromagnetismo.
Speranza, sacrifici
e determinazione:
Il mio Sogno
Americano
The Great Gatsby
F. Scott Fitzgerald
(percorso in inglese)
F
in da piccolo ho avuto in prima persona
l’edificante esempio che tramite il duro lavoro,
i sacrifici, il coraggio e la determinazione
si possa costruire un futuro migliore per
sé e per gli altri. Ho ereditato dai miei genitori un
sogno i cui ideali hanno alla base la speranza per un
miglioramento che non sia solo materialisticamente
economico o sociale, ma che rappresenti un fine e una
gratificazione più personali che utilitaristici. Parlerò del Sogno Americano non per fanatismo, non
per considerazioni di tipo esterofilo, non per malcelata
ipocrisia, ma per la consapevolezza che è questo ideale
di speranza, costituente imprescindibile del Sogno
Americano, a guidarmi giorno dopo giorno.
lI Sogno Americano
In uno dei più grandi capolavori
della letteratura americana,
Fitzgerald mostra quanto il
Sogno Americano sia irreale
e illusionario. Non è questa la
storia di quelli che ce l’hanno
fatta, ma di quelli che hanno
visto il Sogno Americano
corrompersi nel
materialismo.
Neil Armstrong,
simbolo del Sogno
(percorso in inglese)
Nato negli Stati Uniti colpiti dalla
Grande depressione e vissuto
in prima persona l’attacco di
Pearl Harbor, Neil Armstrong
ha trovato il riscatto per il suo
paese con il programma Apollo,
rappresentando l’impegno,
i sacrifici e l’investimento
necessari alla realizzazione
del Sogno Americano.
01. STORIA
PERCORSO
L’emigrazione italiana negli Stati Uniti d’America
Cosa intende per nazione, signor Ministro? Una massa di
infelici? Piantiamo grano ma non mangiamo pane bianco.
Coltiviamo la vite, ma non beviamo il vino. Alleviamo animali,
ma non mangiamo carne. Ciò nonostante voi ci consigliate di
non abbandonare la nostra Patria. Ma è una Patria la terra
dove non si riesce a vivere del proprio lavoro?
Principali destinazioni dell’emigrazione italiana
~ Risposta di un emigrante italiano ad un ministro italiano - 1861
I numeri del fenomeno
A partire dal 1861 si sono registrate 24 milioni di partenze
45%
45% - 11 milioni verso gli Stati Uniti d’America
Stati Uniti
d’America
20% - 4.8 milioni verso l’Argentina
15% - 3.6 milioni verso il Brasile
10% - 2.4 milioni verso la Francia
15%
10%
20%
5%
Le cause
5% - 1.2 milioni verso altre destinazioni
La diffusa povertà di vaste aree dell’Italia e la
voglia di riscatto d’intere fasce della popolazione
hanno avviato, dalla fine del XIX secolo, un
fenomeno migratorio in cui gli italiani sono stati
protagonisti di uno dei più grandi esodi migratori
della storia moderna. Nell’arco di poco più di
un secolo, dal 1861, sono state registrate più di
ventiquattro milioni di partenze, un numero quasi
equivalente all’ammontare della popolazione al
momento dell’Unità. Essa ebbe come destinazioni
soprattutto le Americhe (in particolare Stati Uniti,
Argentina e Brasile, paesi con grandi estensioni di
terre non sfruttate e necessità di mano d’opera).
Fra il 1880 e il 1915, infatti, approdano negli
Stati Uniti 11 milioni di italiani, su 19 milioni circa
di emigranti che scelsero di attraversare l’Oceano
verso le Americhe. Le cifre non tengono conto del
gran numero di persone che rientrò in Italia: una
quota considerevole (50/60%) nel periodo 19001914.
Circa il settanta per cento proveniva dal
Meridione, anche se fra il 1876 ed il 1900 la
maggior parte degli emigrati era del Nord Italia
con il quarantacinque per cento composto solo da
Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte.
Brasile e
Argentina
Francia e altre
destinazioni
europee
Le motivazioni che spinsero masse di milioni di
Meridionali ad emigrare furono molteplici.
Durante l’invasione Piemontese del Regno delle
due Sicilie operata senza dichiarazione di guerra, i
macchinari delle fabbriche, specialmente quelle di
Napoli, che vide nel regno di Ferdinando II e di Francesco
II lo sviluppo in città industrialmente all’avanguardia,
furono portati al Nord, dove in seguito sorsero le
industrie del Piemonte, della Lombardia e della Liguria.
Oltre a ciò, le popolazioni del Meridione, devastate
dalla guerra con circa un milione di morti, da cataclismi
naturali (il terremoto del 1908 con l’onda di marea
nello Stretto di Messina uccise più di 100,000 persone
nella sola città di Messina) depredato dall’esercito,
dissanguato dal potere, ancora di stampo feudale, non
ebbero altra alternativa che migrare in massa. Il sistema
feudale, ancora perfettamente efficiente, permetteva che
la proprietà terriera ereditaria determinasse il potere
Australia e
Nuova Zelanda
politico ed economico, lo status sociale, di ogni individuo.
In questo modo, le classi povere non ebbero alcuna
possibilità concreta di migliorare la propria condizione.
Da aggiungere ai motivi dell’esodo vi è la crisi
agraria dal 1880 in poi, che Depretis cercò di mitigare
con la tariffa generale del 1887 aumentando il dazio sul
frumento. Successivamente l’aggravarsi delle imposte
nelle campagne meridionali dopo l’unificazione del
paese, il declino dei vecchi mestieri artigiani, delle
industrie domestiche, la crisi della piccola proprietà e
delle aziende montane, delle manifatture rurali.
Gli Stati Uniti dal 1880 aprirono le porte
all’immigrazione nel pieno dell’avvio del loro sviluppo
capitalistico; le navi portavano merci in Europa e
ritornavano cariche di emigranti. I costi delle navi per
l’America erano inferiori a quelli dei treni per l’Europa
settentrionale, per questo milioni di persone scelsero
di attraversare l’Oceano.
Il sogno americano comporta gioie e dolori. È anche la storia di un impatto
drammatico, strumentalizzazioni e sradicamento di valori.
L’arrivo nel nuovo mondo
E per tutti l’impatto con il nuovo mondo
si rivelava difficile fin dai primi istanti:
ammassati negli edifici di Ellis Island o di
qualche altro porto come Boston, Baltimora
o New Orleans gli immigrati, dopo
settimane di viaggio, affrontavano l’esame
a carattere medico e amministrativo, dal
cui esito dipendeva la possibilità di mettere
piede sul suolo americano. La severità dei
controlli fece ribattezzare l’isola della baia
di New York come l’”Isola delle lacrime”.
Assieme ai primi emigranti, i cosiddetti
pionieri, uomini soli che si recavano in
America a cercare fortuna, si sviluppò
il fenomeno della catena migratoria:
parenti, amici e compaesani raggiungevano
i primi emigrati, grazie alle notizie che
ricevevano attraverso le lettere inviate
dall’America. Le lettere, contenenti notizie
relativamente
attendibili,
fungevano
spesso da veicolo principale di propaganda
all’emigrazione nel paese. Lette da parenti
e amici, a volte nella piazza del villaggio,
servirono ad attirare in America milioni
di italiani. Molti di loro furono vittime di
varie forme di sfruttamento: innanzitutto
da parte degli agenti dell’immigrazione, di
solito stranieri, e dei sub agenti italiani che
cercavano di avvantaggiarsi dell’ignoranza
degli immigrati.
Nelle principali città statunitensi si
vennero a creare delle little italies, interi
quartieri abitati da italiani nelle cui strade
la lingua ufficiale erano i vari dialetti del
paese di provenienza, con negozi in cui
si vendevano prodotti d’importazione
italiani. In questi quartieri gli italiani erano
ammassati nei tenements, edifici di cinque
o sei piani in cui le condizioni di vita degli
immigrati erano assai precarie a causa
delle pessime condizioni igieniche e degli
ambienti malsani.
I calabresi e i siciliani che approdavano
alle città statunitensi erano individuati e
descritti, da una Commissione parlamentare
istituita nel 1911 per analizzare il fenomeno
della nuova immigrazione, come coloro che
davano un contributo fondamentale alla
crescita del fenomeno della delinquenza
nelle città americane.
Americanizzazione
Ben presto si verificano mutamenti
profondi nella cultura d’origine degli
immigrati e si sviluppano divisioni
generazionali all’interno della famiglia
immigrata.
La
tradizionale
famiglia
patriarcale italiana a contatto con la
società americana entra in crisi. In
primo luogo la scuola sviluppa il senso di
indipendenza e di autonomia nei bambini,
liberandoli dai vincoli della famiglia.
Sono soprattutto le ragazze che
iniziano a mettere in discussione la finora
incontrastata autorità dei genitori, secondo
i principi della famiglia tradizionale italiana.
Il principale terreno in cui occorreva lo
scontro culturale tra vecchio e nuovo
mondo era costituito dai rapporti delle
figlie, le quali rivendicavano, fra le altre
cose, il diritto sulle scelte matrimoniali.
1
Fig. 1
Emigranti italiani a Ellis Island - 1 gennaio, 1892
Ellis Island, è una delle quaranta isole delle acque di New York, fu adibita nel 1894 come stazione di smistamento per gli immigrati. Quando
l’America superò un periodo di depressione economica e cominciò a
imporsi come potenza mondiale. In tutta Europa si diffusero le voci sulle opportunità offerte dal Nuovo Mondo e migliaia di persone decisero
di lasciare la loro patria.
Quando le navi a vapore entravano nel porto di New York, i più ricchi
passeggeri di prima e seconda classe venivano ispezionati a loro comodo nelle loro cabine e scortati a terra da ufficiali dell’immigrazione.
I passeggeri di terza classe venivano portati a Ellis Island per l’ispezione, che era più dura. Il traghetto storico Ellis Island veniva usato dal
Servizio Immigrazione per trasportare gli immigrati che arrivavano e il
personale del centro di immigrazione.
Fig.2
Italian Market a Mulberry Street, a Manhattan
2
Italy
02. ITALIANO
PERCORSO
Canto I
5
10
15
20
25
Il poemetto Italy fu scritto da Giovanni Pascoli nel 1904 e inserito nella raccolta
“Primi poemetti”. L’argomento del testo, che è composto da due canti, ciascuno di
225 endecasillabi, strutturati in terzine dantesche, è legato al drammatico problema
dell’emigrazione tra la fine del secolo XIX e primi del secolo XX.
GIOVANNI PASCOLI
I
A Caprona, una sera di febbraio,
gente veniva, ed era già per l’erta,
veniva su da Cincinnati, Ohio.
La strada, con quel tempo, era deserta.
Pioveva, prima adagio, ora a dirotto,
tamburellando su l’ombrella aperta.
La Ghita e Beppe di Taddeo lì sotto
erano, sotto la cerata ombrella
del padre: una ragazza, un giovinotto.
E c’era anche una bimba malatella,
in collo a Beppe, e di su la sua spalla
mesceva giù le bionde lunghe anella.
Figlia d’un altro figlio, era una talla
del ceppo vecchio nata là: Maria:
d’ott’anni: aveva il peso d’una galla.
Ai ritornanti per la lunga via,
già vicini all’antico focolare,
la lor chiesa sonò l’Avemaria.
Erano stanchi! Avean passato il mare!
Appena appena tra la pioggia e il vento
l’udiron essi or sì or no sonare.
Maria cullata dall’andar su lento
sembrava quasi abbandonarsi al sonno,
sotto l’ombrella. Fradicio e contento
veniva piano dietro tutti il nonno.
III
[...]
Beppe sedè col capo indolenzito
tra le due mani. La bambina bionda
ora ammiccava qua e là col dito.
Parlava; e la sua nonna, tremebonda,
70 stava a sentire, e poi dicea: "Non pare
un luì quando canta tra la fronda?"
Parlava la sua lingua d’oltremare:
"...a cicken-house" "un piccolo luì..."
"...for mice and rats" "che goda a cinguettare,
75 zi zi" "Bad country, Ioe, your Italy!"
IV
[...]
Maria guardava. Due rosette rosse
aveva, aveva lagrime lontane
negli occhi, un colpo ad or ad or di tosse.
La nonna intanto ripetea: “Stamane
95 fa freddo!” Un bianco borracciol consunto 95
mettea sul desco ed affettava il pane.
IV
[...]
Maria guardava. Due rosette rosse
aveva, aveva lagrime lontane
negli occhi, un colpo ad or ad or di tosse.
La nonna intanto ripetea: “Stamane
fa freddo!” Un bianco borracciol consunto 95
95
mettea sul desco ed affettava il pane.
Pane di casa e latte appena munto.
Dicea: “Bimbina, state al fuoco: nieva!
Nieva!” E qui Beppe soggiungea compunto:
100 “Poor Molly! Qui non trovi il pai con fleva!”
IV
160
165
170
175
[...]
Ghita diceva: "Mamma, a che filate?
Nessuna fila in Mèrica. Son usi
d’una volta, del tempo delle fate.
Oh yes! Filare! Assai mi ci confusi
da bimba. Or c’è la macchina che scocca
d’un frullo solo centomila fusi.
Oh yes! Ben altro che la vostra ròcca!
E fila unito. E duole poi la vita
e ci si sente prosciugar la bocca!"
La mamma allora con le magre dita
le sue gugliate traea giù più rare,
perché ciascuna fosse bella unita.
Vedea le fate, le vedea scoccare
fusi a migliaia, e s’indugiava a lungo
nel suo cantuccio presso il focolare.
Diceva: "Andate a letto, io vi raggiungo"
Vedea le mille fate nelle grotte
illuminate. A lei faceva il fungo
la lucernina nell’oscura notte.
XX (Canto II)
[...]
"Oh yes" Facea pur bello! Ogni villaggio
ridea nel sole sopra le colline.
Sfiorian le rose da’ rosai di maggio.
220
Sweet sweet... era un sussurro senza fine
nel cielo azzurro. Rosea, bionda, e mesta,
Molly era in mezzo ai bimbi e alle bambine.
Il nonno, solo, in là volgea la testa
bianca. Sonava intorno mezzodì.
225
Chiedeano i bimbi con vocìo di festa:
"Tornerai, Molly?" Rispondeva: – Sì! –
Nel periodo in cui scrive Giovanni Pascoli, numerose
famiglie italiane, di fronte all’indigenza e alla mancanza
di prospettive per il futuro, scelsero di emigrare in
Paesi stranieri, soprattutto gli Stati Uniti d’America. Sul
piano tematico la riflessione dell’autore si concentra
dunque su argomenti che variano moltissimo da
quelli di Myricae o dai Canti di Castelevecchio. Pascoli
decide infatti di dedicarsi a una produzione più elevata
e complessa, che si esprime in testi più lunghi e di
carattere narrativo, e nella scelta di tematiche sociocontemporanee, iniziando così ad assumere la funzione
di poeta vate.
Pascoli, prendendo spunto da una vicenda
realmente accaduta ad una famiglia in un piccolo
paesino della Garfagnana, costruisce una commovente
storia di emigrazione, dolore, sofferenza, morte.
Il poemetto, seppur non sia particolarmente
rappresentativo della poetica pascoliana, rappresenta
un componimento d’interesse sia per la ricostruzione
storica e documentata del quadro sociale e culturale
degli ultimi anni del secolo, sia per l’innovazione e
l’originalità in scelte linguistiche di tipo sintattico e
lessicale. Nella poesia compaiono termini in Inglese,
parole desunte dal lessico dialettale, termini gergali,
oltre che, naturalmente, le parole tipiche della consueta
sperimentazione linguistica pascoliana, vale a dire
termini specifici, determinati, postgrammaticali e del
registro botanico ed ornitologico.
La vicenda, ispirata a un fatto reale, è la seguente:
due fratelli emigranti, Ghita e Beppe, tornano
dall’America al paese da cui erano partiti, Caprona,
vicino a Castelvecchio, con la nipotina Molly, già nata in
terra straniera, malata di tisi. La bambina in un primo
tempo detesta l’Italia, ma poi s’instaura un profondo
legame affettivo tra lei e la nonna. Molly guarisce grazie
al clima salubre della Garfagnana, mentre la nonna
muore. Gli emigranti ripartono per l’America, e Molly,
ai bambini che le chiedono se ritornerà, risponde in
italiano: “Sì”.
Il tema fondamentale è quello del rapporto,
affettuoso ma non facile, fra due mondi distanti: quello
della provincia agricola toscana, che, per che c’è restato,
è rimasto sempre uguale a se stesso, immodificabile
come la natura, e quello della modernità americana, che
ha coinvolto gli emigranti, modificandone i ritmi di vita,
i costumi, la lingua. Fra i due mondi la comunicazione
è difficile (vv. 98/99-103), nonostante il riconoscimento
emozionato dei luoghi e dei volti a lungo conservati
nella memoria e la nostalgia del “nido” che ha spinto gli
emigranti a tornare. L’emigrazione (che coinvolse, negli
ultimi anni dell’Ottocento, grandi masse contadine)
è una realtà dolorosa, che disperde il nido familiare
e costa lacerazioni psicologiche profonde. Però il
ritorno al nido (alla famiglia, ma anche alla patria) può
donare agli emigranti, che hanno sofferto le pene della
lontananza e dell’esilio, la salute e la serenità perdute:
la malattia e la guarigione di Molly questo vogliono
rappresentare. Ideologicamente il poemetto lascia
intravedere il populismo dell’autore, che depreca il
fenomeno dell’emigrazione, idealizza il mondo rurale
fondato sulla piccola proprietà contadina, guarda con
sospetto alla modernità urbana e industriale (l’America),
caldeggia provvedimenti che consentano agli emigranti
di tornare nel loro mondo d’origine. Il tema del nido si
è dilatato, dall’originario significato autobiografico ed
esistenziale, ad un significato sociale e politico.
Per quanto riguarda le implicazioni ideologicopolitiche di Italy, basterà ricordare che qui è già evidente
quel processo che porta il poeta dall’ideologia del “nido”
alle posizioni nazionalistiche e che sarà chiaramente
enunciato nel discorso La grande proletaria si è
mossa. In Italy, infatti, c’è la solidale rappresentazione
del prezzo di dolore e di mutilazione affettiva che
l’emigrazione comporta, dell’estraneità e della
solitudine dell’emigrato. Qui il lirico poeta di Myricae
si assume il pesante ruolo di poeta vate, dirottando
verso forme di nazionalismo il suo umanitarismo
socialisteggiante.
La materia del poemetto, come si vede, è realistica:
ma la resa dello stile non è affatto naturalistica,
grazie all’amplificazione epica delle scene narrative
(che hanno il ritmo di un’arcaica saga contadina), alla
indeterminazione spazio-temporale della vicenda
(nonostante i toponimi esatti), alla frammentarietà dei
dialoghi (che sembrano rimanere sospesi fra ampie
zone di silenzio), al carattere analogico di certi squarci
di paesaggio. E soprattutto grazie alla lingua, che è un
originalissimo impasto di italiano, toscano, inglese e
italo-americano. La motivazione realistico-mimetica
di tale scelta (da non escludere del tutto) è peraltro
soverchiata da una motivazione più complessa: la
volontà di differenziare il linguaggio poetico dalla
medierà linguistica della comunicazione normale, in
una direzione opposta ma complementare, a quella
percorsa in Myricae: come là la lingua tendeva al livello
“pre-grammaticale”, così qui punta verso quello che
Contini chiama livello “post-grammaticale” (risultante
cioè dall’impasto di lingue speciali, come sono i dialetti,
i gerghi, le lingue straniere). In ogni caso Pascoli
persegue uno scarto rispetto alla norma linguistica,
costruendosi una lingua stratificata e composita
fino a diventare stridente, con la quale esprimere
poeticamente la perdita di forza comunicativa del
linguaggio comune (e l’incomunicabilità dei due mondi
rappresentati). Va inoltre precisato che l’operazione
linguistica di Pascoli non è gratuita, ma nasce da una
necessità poetica: questo stridente impasto linguistico
è la testimonianza e il mezzo più valido per rendere
quell’intima lacerazione, quel doloroso offuscarsi
della voce e del sentimento della terra natale che si
sono prodotti nell’animo degli emigrati. La soluzione
linguistica è quindi in stretto rapporto con il tema di
fondo del poemetto.
03. ENGLISH
PERCORSO
The Great Gatsby
The Corruption of the American
Dream through Materialism
The American dream is an ideal that has been
present since American literature’s onset. The dream
has had variations throughout different time periods,
although it is generally based on ideas of freedom,
self-reliance, and a desire for something greater. The
early settlers’ dream of traveling out West to find land
and start a family has gradually transformed into a
materialistic vision of having a big house, a nice car,
and a life of ease. In the past century, the American
dream has increasingly focused on material items
as an indication of attaining success. In The Great
Gatsby, Jay Gatsby is a self-made man who started
out with no money—only a plan for achieving his
dream. He is so blinded by his luxurious possessions
that he does not see that money cannot buy love or
happiness. Fitzgerald demonstrates how a dream
can become corrupted by one’s focus on acquiring
wealth, power, and expensive things.
Gatsby’s dream is a naïve dream based on the
fallacious assumption that material possessions are
synonymous with happiness, harmony, and beauty.
His American dream has become corrupted by the
culture of wealth and opulence that surrounds him.
Nick Carraway realizes that although Gatsby is
involved in underhanded business dealings and is
fixated on money, he is a good man at heart. The last
time Nick sees Gatsby alive, he tells him, “They’re a
rotten crowd…. You’re worth the whole damn bunch
put together”.
Gatsby’s romantic view of life may partly be to
blame for his inability to achieve his dream. Although
he has made his fortune through racketeering and
conducting suspicious business deals, his heart
seems untouched by the moral evil that is around
him. He has lived not for himself, but for his dream,
for his vision of the good life inspired by the beauty
of a lovely rich girl. Gatsby’s inspiration comes from
the beautiful Daisy Buchanan, whom he knew when
he was in the military. Daisy’s parents considered
Gatsby to be an unsuitable match, because he did not
come from a good background and had little money.
Gatsby’s idealism is so great that even though
Daisy is married and they are having an affair, he
assumes that his vision will be realized as long as
she will say that she has never loved her husband,
Tom.
Gatsby’s lapse in judgment is in not realizing
that Daisy represents both material success and
the corruption that wealth can bring. Although she
appears to be full of sweetness and light, she is at
heart self-centered and cold. Daisy is careless with
people’s lives; she lets Gatsby take the blame for
her unintentional manslaughter of Myrtle Wilson.
Her careless actions eventually result in Gatsby’s
death, of which she shows no concern. She commits
adultery, but she had no real intentions of leaving
her husband. After she learns of Gatsby’s shady
background, she quickly runs back into the arms of
her equally self-absorbed, corrupt husband.
Daisy and Tom’s marriage is further proof of the
collapse of the American dream. Although they
belong to the elitist West Egg social group and have
extreme wealth, they are unhappy and bored with
life. Tom seems to be searching for the excitement
that he found in playing football in college, and he
finds an outlet for his dissatisfaction by cheating on
his wife with Myrtle. Once again, Gatsby does not
see that attaining wealth and power does not equal
happiness.
The Buchanans’ marriage is full of lies and
infidelities, yet they are united through their
corruption. After Myrtle and Gatsby are both killed,
neither one of the Buchanans sends their regards or
seem remorseful. In fact, they go on a short vacation,
which is an indication of the lack of compassion they
have toward others.
Nick perceives Tom and Daisy as they really are,
heartless and careless. Tom and Daisy’s actions are
an indication of the detrimental and emotionally
numbing effects that wealth can have on someone.
They focus too much on appearance and things of
So we beat on, boats against the current, borne back
ceaselessly into the past.
- F. Scott Fitzgerald
monetary value, while ignoring people’s feelings and
lives.
It is very telling that Gatsby’s house is full of
people throughout the entire summer, yet when
Gatsby dies, no one attends his funeral except Nick
and Gatsby’s father. The shallow acquaintances of
Gatsby were never his true friends—the only used
him for his lavish generosity.
Nick is an atypical attendee of Gatsby’s parties,
because he is the only one who shows compassion
for Gatsby. Nick knows the truth about Gatsby—his
humble background, his dishonest business dealings,
and his aspirations for success. Nevertheless,
Nick recognizes that although Gatsby has become
immersed in a world of materialism and corruption,
he is still a good man.
Nick serves as an objective view of the superficial
world that surrounds him in Long Island.
Nick’s personality is deeply rooted in ideals of the
Midwest and of his family.
On the surface, Fitzgerald’s novel may appear
to be just a shallow novel about the jazz, parties,
and glitz that he experienced in the early twentieth
century. After closer examination, however, it is
apparent that The Great Gatsby is a profound social
commentary on the corrupt and disillusioning effects
that materialism can have on members of society.
The have-nots yearn to be like the haves, yet those
who already have wealth and status are unhappy and
dissatisfied with their lives. On the whole, the elitist
group in the novel displays characteristics of being
bored, disenchanted, and unmotivated. For example,
the Buchanans drift from one place to the next, with
no real plan or goal in mind. Jordan
Baker has a constant bored, unaffected look upon
her face. These people are the “haves,” but Fitzgerald
makes the reader question whether what they
possess is really worth having. Gatsby has devoted
his life to belonging to this exclusive group, but it
becomes obvious that he never will belong because of
his disreputable background. It should also be noted
that Gatsby’s romantic idealism does not fit in with
this group; no matter how far up the social ladder he
climbed, he would never really fit in. The great irony
seems to be that the people who have the means,
monetary or socially, to grasp their dreams do not
have the motivation or the will.
Gatsby is surrounded by proof of the unhappiness
that “success” can bring, as seen especially through
Tom and Daisy. Their marriage is full of lies and deceit,
and they are both searching for something greater
than what they already have. Gatsby is so blinded by
his dream that he does not see that money cannot
buy love or happiness. Fitzgerald effectively offers
a powerful critique of a materialistic society and the
effects it can have on one’s hopes and dreams.
04. SCIENCE
PERCORSO
Neil Armstrong and
the American Dream
That’s one small step for a man,
one giant leap for mankind.
Neil Armstrong
Born on August 5, 1930
in Wapakoneta, Ohio, U.S.
He was an astronaut, aerospace engineer,
naval aviator, test pilot, and university
professor. Before becoming an astronaut,
Armstrong was an officer in the U.S. Navy
and served in the Korean War. After the war,
he earned his bachelor’s degree at Purdue
University. He later completed graduate
studies at the University of Southern
California.
Neil Armstrong lived the American dream. We have many
of the Depression and the Second World War. He became a
challenges today, but our society still has so much more
U.S. Navy aviator, flying 78 missions during the Korean War.
than it did when Armstrong began his journey that took
He was part of a new Cold War generation that brought
him from small town Ohio to the moon.
new talent, ingenuity, and courage to making the world
Armstrong was born into a society stuck in Depression.
better than it had been. He imbibed the progressive “can
When he turned three, in 1933, one-in-four Americans
do” spirit of a large cohort of young citizens who joined the
were out of work. The country’s economy was contracting
military, attended university, and defined their lives by their
and no one had a solution,
idealism and their service—not
especially not the smiling new
their bank accounts.
The moon-landing program showed
president from New York,
Senate Majority Leader Lyndon
that citizens could conquer great odds,
Franklin Roosevelt. Roosevelt
Johnson recognized the potential
could
innovate
to
solve
big
problems,
famously
told
Americans
for
Armstrong’s
generation
“they have nothing to fear but
of
young
citizens.
Johnson’s
and could follow big dreams.
fear itself.” Young men, like
driving ambition was to create
Armstrong, had to overcome the fear all around them and
opportunities for the most talented Americans, enabling
manufacture new sources of hope.
them to contribute more to their society in the struggle
Things became worse before they became better.
against communism, poverty, and bigotry. This largerArmstrong watched his country suffer a devastating attack
than-life Texan believed that space exploration was a
at Pearl Harbor on 7 December 1941. The nation then spent
central part of pushing Americans to achieve more. He
nearly four years sacrificing at home to fight formidable
played a vital role in creating the National Aeronautics and
fascist adversaries in Europe and Asia. The nation had
Space Administration and placing one its main facilities in
never fought on this scale before. It had to learn, and it had
Houston.
to learn fast.
Lyndon Johnson’s predecessor in the White House,
Armstrong’s career of public service began in the shadow
President John F. Kennedy, promised that Americans
Fig. 1
Apollo 11 crew member Neil Armstrong, first person to walk on the Moon, July 1969
would reach the moon, and NASA did the work. The
organization created the Apollo moon-landing program
in 1963. Neil Armstrong was one of the first recruits. He
launched into space on the Gemini spacecraft in March
1966. Then three years later he had the opportunity to lead
the first moon landing as the commander of the Apollo 11
mission.
It seems so long ago. Amidst the riots at home, the war
in Vietnam, and the deep partisan divisions at the time,
the Apollo 11 moon landing on 20 July 1969 brought
Americans together to appreciate their potential as a
country. The moon landing inspired viewers in a way that
no television event had done before or since. It showed that
citizens could conquer great odds, could innovate to solve
big problems, and could follow big dreams. It captured
both the possibilities of forward-looking government
and the integrity of public-minded citizens. The moonlanding reminded people of how much Americans could
accomplish when they worked together and for something
more than themselves. This was not about markets or
entitlements. It was about commitment, sacrifice, and
investment as a society in our best qualities.
Surface composition of the Moon
The Apollo program brought back 381.7 kg of lunar surface
material, most of which is stored at the Lunar Receiving
Laboratory in Houston, Texas, and the unmanned Soviet
Luna program returned 0.3 kilograms of lunar material.
These rocks have proved to be invaluable in deciphering
the geologic evolution of the Moon. Lunar rocks are in
large part made of the same common rock forming
minerals as found on Earth, such as olivine, pyroxene,
an anorthosite (rarer on the Earth). Anorthosite is mostly
found in the lunar crust, while pyroxene and olivine are
typically seen in the lunar mantle. The mineral ilmenite is
highly abundant in some mare basalts, and a new mineral
named armalcolite (named for Armstrong, Aldrin, and
Collins, the three members of the Apollo 11 crew) was first
discovered in the lunar samples.
The maria are composed predominantly of basalt, whereas
the highland regions are iron-poor and composed primarily
of anorthosite, a rock composed primarily of calcium-rich
plagioclase feldspar.
1
05. PHYSICS
PERCORSO
Silicon Valley: the American Dream 2.0
Silicon Valley is the southern region of the San Francisco Bay Area in Northern California. The region, whose name
eventually came to refer to all the high-tech businesses in the area, is home to many of the world’s largest technology
corporations as well as thousands of small startups. Silicon Valley continues to be the leading startup for high-tech
innovation and development, and is hence seen as the ultimate destination of computer scientists, electronic and electrical
engineers, information technology specialists and software developers and engineers from all over the world.
This environment, powered by the Internet, is the closest
before. And it is that passion that turns a job into a way of
thing to meritocracy in its purest form. Users and
life. It is not just about the money.
customers don’t care what ethnicity the founders are
or whether they celebrated Passover or Easter. If the
We’re the Generation Y, the Millennials, or whatever you
product provides the solution they are looking for, that’s
want to call us. We seldom use the phone to call. We text,
all that matters. Dreamers with a powerful idea are able
we tweet, and we believe that if you had a great experience,
to float it on the Internet, build it out, and henceforth
it doesn’t exist until it’s posted to Facebook or Path. But
create positive change for society. People do not care
we have a love for the United States, a place that has
where Twitter’s founder Jack Dorsey is from; they care
given us so many opportunities. We’re using technology,
about being given a voice
social media, Web 2.0, mobile
to be heard. People do not
and cloud computing. These
Dreamers with a powerful idea are able
care about Kevin Systrom’s
aren’t just buzzwords. They
to
float
it
on
the
Internet,
build
it
out,
and
background; they love the
are our tools for making this
idea that anyone with an
society stronger than ever
henceforth create positive change for society.
Instagram account can be a
going forward.
photographer.
This isn’t a story of success. This is a story of hope. Jack
The tough economy is not going to stop bright and
Dorsey’s story, Kevin Systrom’s story, my grandfather’s
passionate individuals from coming up with innovations
story, my father’s story, my mother’s story, and my story
in process and products. They say people work that way
are all brush strokes that are part of a much larger
because they believe they are making a contribution,
impressionist painting. When one takes a big step back,
creating something special, something of the moment
the tableau makes sense. The American Dream is not
and something on a scale that has never been seen
dead; it has been reinvented.
The revolution of magnetic storage
One of the revolutions proposed in Silicon Valley in the 1950s was an innovative way to store virtual data
through principles of mechanics and magnetism. Having gone through several upgrades in technology
throughout the years, the main principles on which modern hard disk function is the same as three or four
decades ago.
HDDs were introduced in 1956 as data storage for an IBM real-time transaction processing computer and
were developed for use with general purpose mainframe and minicomputers. The first IBM drive, the 350
RAMAC, was approximately the size of two refrigerators and stored 5 million 6-bit characters (the equivalent
of 3.75 million 8-bit bytes) on a stack of 50 discs.
As the 1980s began, HDDs were a rare and very expensive additional feature on PCs; however by the late
1980s, their cost had been reduced to the point where they were standard on all but the cheapest PC.
1
Fig. 1
View inside a modern Seagate Hard Disk.
Hard disks and electromagnetism
One of the revolutions proposed in Silicon Valley in the
1980s was an innovative way to store virtual data through
principles of mechanics and magnetism. Having gone
through several upgrades in technology throughout the
years, the main principles on which modern hard disk
function is the same as three or four decades ago.
2
An HDD records data by magnetizing a thin film on a disk
of oxide, a ferromagnetic material, which, if exposed to
a magnetic field is permanently magnetized. Sequential
changes in the direction of magnetization represent binary
data bits. The data is read from the disk by detecting the
transitions in magnetization. User data is encoded using
an encoding scheme which determines how the data is
represented by the magnetic transitions.
A typical HDD design consists of a spindle that holds
flat circular disks, also called platters, which hold the
recorded data. The platters are made from a nonmagnetic material, usually aluminum alloy, glass, or
ceramic, and are coated with a shallow layer of magnetic
material typically 10–20 nm in depth, with an outer layer
of carbon for protection.
Information is written to and read from a platter as it
rotates past devices called read-and-write heads that
operate very close (often tens of nanometers) over the
magnetic surface. The read-and-write head is used
to detect and modify the magnetization of the material
immediately under it.
Each head has a tiny electromagnet, which consists
of an iron core wrapped with wire. The electromagnet
applies a magnetic flux to the oxide on the media, and
the oxide permanently “remembers” the flux it sees.
During writing, the data signal is sent through the coil of
wire to create a magnetic field in the core. At the gap, the
magnetic flux forms a fringe pattern. This pattern bridges
the gap, and the flux magnetizes the oxide on the media.
When the data is read by the drive, the read head pulls a
varying magnetic field across the gap, creating a varying
magnetic field in the core and therefore a signal in the
coil. This signal is then sent to the computer as binary
data.
The read process is particularly important as it is based
on Faraday’s law principles. As each magnet moves
under the wrapped wire (a solenoid), the magnetic flux
changes as a function of time, and an emf is induced (in
each turn of the coil) according to Faraday’s law,
where
is the induced emf, and
is the magnetic flux
through the loop. The computer program produces an
emf-versus-time graph.
This causes the flux through the solenoid as a function of time
to have a profile as shown in Fig. 3a. The emf versus time can
be deduced from Faraday’s law (Eq. 1) by plotting the “negative”
slope of the flux- -time curve. The shape is shown in Fig.
3b, a negative pulse followed by a positive pulse. A binary 0
has an inverted shape. Figure 3c shows an experimental
measurement of the binary number 10.
Fig. 2
Scheme of the internal structure
of a Hard Disk
3
Fig. 3
(a) Magnetic flux vs. time as a north pole (binary 1) moves under a solenoid.
(b) Induced emf in the coil vs. time as the binary 1 moves under it, which is the negative of the slope of the flux vs. time.
(c) Experimental recording of the binary number 10 where the bits are spaced closely.
Il mio Sogno Americano ha alle basi valori ereditati, un retaggio
d’ideali che ha alla base la speranza, la determinazione e la
consapevolezza che con il duro lavoro e con i sacrifici si possa costruire
un futuro migliore. E non è una mera enumerazione di luoghi comuni,
ma è un insieme di valori che mi guida quotidianamente, che mi rende
consapevole che ciò che importa e che fa la differenza non è chi tu sia
o da dove tu venga, ma cosa tu abbia da dare per rendere questo un
mondo migliore.
E secondo questi ideali ho preso decisioni nel corso degli anni che
rivisti oggi più criticamente avrei preferito non fare, ho preso rischi e
spesso subito dure conseguenze, ma che in ogni caso oggi cerco di non
rimpiangere. Ciò perché oggi sarei una persona diversa da quella che
non le avrebbe prese, probabilmente una persona che asseconda ciò
che gli è offerto, che accetta la propria, discreta condizione attuale.
Nel corso degli anni del liceo ho provato a concedere maggiore
priorità a ciò che sono i miei sogni e le mie ambizioni per il futuro; ho
cercato di trovare un compromesso fra la mia educazione scolastica
e la realizzazione delle mie aspirazioni future. Vi sono stati momenti
durante la mia carriera scolastica in cui sentivo la frustrazione nello
studiare, vedendo nella sua meccanica apparenza la relativa e pratica
inutilità di temi della letteratura italiana, latina o della storia dell’arte.
Preferivo seguire la mia passione per la programmazione informatica,
nel sentire la tastiera ticchettare al movimento dei polpastrelli e
vedere magicamente lo schermo riempirsi di codici che avrebbero
regolato il funzionamento di un algoritmo, di un’applicazione o di un
sito web; sentivo che era ciò quello che avrei dovuto fare. Ed ho creato
compromessi, ho mediato fra ciò era mio dovere fare e ciò avrei voluto
fare, ho mitigato la rabbia della consapevolezza che ci sarebbe dovuta
essere un’identità fra le due parti, ho cercato un’armonia, dove in
apparenza vi è un insieme vuoto.
Da autodidatta ho seguito corsi online di Computer Science
delle migliori università americane, ho scoperto la magia dietro la
programmazione, ho scoperto come linee di codice potessero fare la
differenza nel modo in cui le persone vivono e si rapportano con le
altre. Nel corso degli anni mi sono stati commissionati diversi siti web
da sviluppare, ho pubblicato diverse applicazioni per dispositivi mobili.
Da un anno ho un impiego fisso per una compagnia americana come
designer e sviluppatore web.
Lo scorso settembre ho sostenuto diversi test per entrare
all’università negli Stati Uniti. Sono stato accettato dalla Drexel
University, una fra le prime 50 università private negli Stati Uniti, per
un corso di Computer Science della durata di cinque anni, con una
borsa di studio di 10 mila dollari all’anno.
Oggi, come non mai, sto inseguento il mio sogno Americano.
Il mio Sogno Americano
Il Sogno Americano è spesso confuso e ritenuto sinonimo di soldi,
ricchezza e successo. Come già detto in precedenza, il mio Sogno
Americano non vuole ricadere nel materialismo, né nel fanatismo o in
bigotta esterofilia.
Riportato qui in basso è una delle lettere motivazionali che
mi ha garantito un posto alla Drexel University.
What matters to you, and why? (2000 characters maximum)
When I was a child, I wanted to be the president of the Philippines. People smiled
warmheartedly at me, while I naively assured them that I would give money to everyone,
and that no one would need to go to a foreign country to seek their fortune as my parents
had done. I knew that underneath this ingenuous aspiration was the desire to make a
difference.
When I was a child, I would go to work with my mom when school was closed. I sat
for hours as she did someone else’s household chores. I felt sorry for her, realizing that
she had to do what she had been told to do and feeling her weariness after she had been
working the whole day. She would say to me that that was how life worked: it was about
accepting unconditionally what has been given to you. Even so, I knew I never would have
accepted it. I felt the urge to change something, but things were still too big, and I just did
what I was supposed to do: go to school and strive for the best. I began to acknowledge
how much I yearned to make a difference; I came to realize that I had the potential to do
so.
When I was a child, relatives would go to me and seek assistance with their first
computers, with viruses to be removed and word processors to be installed. Over the
years, my passion for computers grew, driven by the confidence that the field holds many
opportunities and the genuine enthusiasm for staring at a monitor that displayed, with
apparent magic, the breadth of human knowledge. A moment later I found myself in a
stable job maintaining computers in an office, which led to my being commissioned to
create websites for businesses and local activities; in high school I created an online
marketplace for second-hand school books, allowing students to save hundreds of euros
on textbooks. I eagerly started to realize the proportions of the things you can have an
impact on and eventually change.
When I was a child, I dreamt an unbiased recognition that I am more than what a
stereotype says I am.
Biblio
grafia
La Grande Emigrazione
•
•
•
Dentro la Storia Edizione Blu Volume 3A - Z. Ciuffoletti, Baldocchi, Bucciarelli
Costantino Ianni - Homens sem paz, Civilização Brasileira, 1972, ed esposta
nel Memoriale dell’immigrato di San Paolo
L’emigrazione negli Stati Uniti - www.roccadevandro.net
The Great Gatsby: The Corruption of the American Dream
•
•
•
The University of North Carolina of Chapel Hill - www.unc.ed
Bloom, Harold, ed. Modern Critical Views: F. Scott Fitzgerald. New York:
Chelsea House Publishers, 1985.
Fahey, William. F. Scott Fitzgerald and the American Dream. New York:
Thomas Y. Crowell Company, 1973.
La testimonianza pascoliana dell’emigrazione italiana
•
Baldi, Giusso. Il Piacere dei Testi - Paravia
Neil Amstrong and the American Dream
•
Jeremi Suri, Remembering how to dream - globalbrief.ca
Silicon Valley: the American Dream 2.0
•
•
SiliconValley.com
“The Hard Drive: An Experiment for Faraday’s Law”, Brad Hinaus and Mick
Veum, Department of Physics and Astronomy, University of Wisconsin–
Stevens Point
Giovanni Carlo Alcantara
Roma, 28 giugno 2013