The American Dream Giova nni C Alcan arlo tara Il Sogno Americano e Percorso pluridisciplimar 3 Esame di Stato 2012/201 Liceo Scientifico Statale y“ “John Fitzgerald Kenned Mappa Concettuale Giovanni Pascoli L’emigrazione italiana e il Sogno Americano trattati da Giovanni Pascoli in Italy, poemetto scritto nel 1904 e contenuto nella raccolta “Primi Poemetti“. La grande emigrazione italiana Dal XIX secolo la diffusa povertà di vaste aree dell’Italia e la voglia di riscatto d’intere fasce della popolazione danno origine al mito del Sogno Americano in Italia. Silicon Valley (percorso in inglese) La celebre Silicon Valley californiana come simbolo del Sogno Americano oggi e la rivoluzione informatica con l’introduzione della tecnologia della archiviazione magnetica degli hard drive secondo i principi dell’elettromagnetismo. Speranza, sacrifici e determinazione: Il mio Sogno Americano The Great Gatsby F. Scott Fitzgerald (percorso in inglese) F in da piccolo ho avuto in prima persona l’edificante esempio che tramite il duro lavoro, i sacrifici, il coraggio e la determinazione si possa costruire un futuro migliore per sé e per gli altri. Ho ereditato dai miei genitori un sogno i cui ideali hanno alla base la speranza per un miglioramento che non sia solo materialisticamente economico o sociale, ma che rappresenti un fine e una gratificazione più personali che utilitaristici. Parlerò del Sogno Americano non per fanatismo, non per considerazioni di tipo esterofilo, non per malcelata ipocrisia, ma per la consapevolezza che è questo ideale di speranza, costituente imprescindibile del Sogno Americano, a guidarmi giorno dopo giorno. lI Sogno Americano In uno dei più grandi capolavori della letteratura americana, Fitzgerald mostra quanto il Sogno Americano sia irreale e illusionario. Non è questa la storia di quelli che ce l’hanno fatta, ma di quelli che hanno visto il Sogno Americano corrompersi nel materialismo. Neil Armstrong, simbolo del Sogno (percorso in inglese) Nato negli Stati Uniti colpiti dalla Grande depressione e vissuto in prima persona l’attacco di Pearl Harbor, Neil Armstrong ha trovato il riscatto per il suo paese con il programma Apollo, rappresentando l’impegno, i sacrifici e l’investimento necessari alla realizzazione del Sogno Americano. 01. STORIA PERCORSO L’emigrazione italiana negli Stati Uniti d’America Cosa intende per nazione, signor Ministro? Una massa di infelici? Piantiamo grano ma non mangiamo pane bianco. Coltiviamo la vite, ma non beviamo il vino. Alleviamo animali, ma non mangiamo carne. Ciò nonostante voi ci consigliate di non abbandonare la nostra Patria. Ma è una Patria la terra dove non si riesce a vivere del proprio lavoro? Principali destinazioni dell’emigrazione italiana ~ Risposta di un emigrante italiano ad un ministro italiano - 1861 I numeri del fenomeno A partire dal 1861 si sono registrate 24 milioni di partenze 45% 45% - 11 milioni verso gli Stati Uniti d’America Stati Uniti d’America 20% - 4.8 milioni verso l’Argentina 15% - 3.6 milioni verso il Brasile 10% - 2.4 milioni verso la Francia 15% 10% 20% 5% Le cause 5% - 1.2 milioni verso altre destinazioni La diffusa povertà di vaste aree dell’Italia e la voglia di riscatto d’intere fasce della popolazione hanno avviato, dalla fine del XIX secolo, un fenomeno migratorio in cui gli italiani sono stati protagonisti di uno dei più grandi esodi migratori della storia moderna. Nell’arco di poco più di un secolo, dal 1861, sono state registrate più di ventiquattro milioni di partenze, un numero quasi equivalente all’ammontare della popolazione al momento dell’Unità. Essa ebbe come destinazioni soprattutto le Americhe (in particolare Stati Uniti, Argentina e Brasile, paesi con grandi estensioni di terre non sfruttate e necessità di mano d’opera). Fra il 1880 e il 1915, infatti, approdano negli Stati Uniti 11 milioni di italiani, su 19 milioni circa di emigranti che scelsero di attraversare l’Oceano verso le Americhe. Le cifre non tengono conto del gran numero di persone che rientrò in Italia: una quota considerevole (50/60%) nel periodo 19001914. Circa il settanta per cento proveniva dal Meridione, anche se fra il 1876 ed il 1900 la maggior parte degli emigrati era del Nord Italia con il quarantacinque per cento composto solo da Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Brasile e Argentina Francia e altre destinazioni europee Le motivazioni che spinsero masse di milioni di Meridionali ad emigrare furono molteplici. Durante l’invasione Piemontese del Regno delle due Sicilie operata senza dichiarazione di guerra, i macchinari delle fabbriche, specialmente quelle di Napoli, che vide nel regno di Ferdinando II e di Francesco II lo sviluppo in città industrialmente all’avanguardia, furono portati al Nord, dove in seguito sorsero le industrie del Piemonte, della Lombardia e della Liguria. Oltre a ciò, le popolazioni del Meridione, devastate dalla guerra con circa un milione di morti, da cataclismi naturali (il terremoto del 1908 con l’onda di marea nello Stretto di Messina uccise più di 100,000 persone nella sola città di Messina) depredato dall’esercito, dissanguato dal potere, ancora di stampo feudale, non ebbero altra alternativa che migrare in massa. Il sistema feudale, ancora perfettamente efficiente, permetteva che la proprietà terriera ereditaria determinasse il potere Australia e Nuova Zelanda politico ed economico, lo status sociale, di ogni individuo. In questo modo, le classi povere non ebbero alcuna possibilità concreta di migliorare la propria condizione. Da aggiungere ai motivi dell’esodo vi è la crisi agraria dal 1880 in poi, che Depretis cercò di mitigare con la tariffa generale del 1887 aumentando il dazio sul frumento. Successivamente l’aggravarsi delle imposte nelle campagne meridionali dopo l’unificazione del paese, il declino dei vecchi mestieri artigiani, delle industrie domestiche, la crisi della piccola proprietà e delle aziende montane, delle manifatture rurali. Gli Stati Uniti dal 1880 aprirono le porte all’immigrazione nel pieno dell’avvio del loro sviluppo capitalistico; le navi portavano merci in Europa e ritornavano cariche di emigranti. I costi delle navi per l’America erano inferiori a quelli dei treni per l’Europa settentrionale, per questo milioni di persone scelsero di attraversare l’Oceano. Il sogno americano comporta gioie e dolori. È anche la storia di un impatto drammatico, strumentalizzazioni e sradicamento di valori. L’arrivo nel nuovo mondo E per tutti l’impatto con il nuovo mondo si rivelava difficile fin dai primi istanti: ammassati negli edifici di Ellis Island o di qualche altro porto come Boston, Baltimora o New Orleans gli immigrati, dopo settimane di viaggio, affrontavano l’esame a carattere medico e amministrativo, dal cui esito dipendeva la possibilità di mettere piede sul suolo americano. La severità dei controlli fece ribattezzare l’isola della baia di New York come l’”Isola delle lacrime”. Assieme ai primi emigranti, i cosiddetti pionieri, uomini soli che si recavano in America a cercare fortuna, si sviluppò il fenomeno della catena migratoria: parenti, amici e compaesani raggiungevano i primi emigrati, grazie alle notizie che ricevevano attraverso le lettere inviate dall’America. Le lettere, contenenti notizie relativamente attendibili, fungevano spesso da veicolo principale di propaganda all’emigrazione nel paese. Lette da parenti e amici, a volte nella piazza del villaggio, servirono ad attirare in America milioni di italiani. Molti di loro furono vittime di varie forme di sfruttamento: innanzitutto da parte degli agenti dell’immigrazione, di solito stranieri, e dei sub agenti italiani che cercavano di avvantaggiarsi dell’ignoranza degli immigrati. Nelle principali città statunitensi si vennero a creare delle little italies, interi quartieri abitati da italiani nelle cui strade la lingua ufficiale erano i vari dialetti del paese di provenienza, con negozi in cui si vendevano prodotti d’importazione italiani. In questi quartieri gli italiani erano ammassati nei tenements, edifici di cinque o sei piani in cui le condizioni di vita degli immigrati erano assai precarie a causa delle pessime condizioni igieniche e degli ambienti malsani. I calabresi e i siciliani che approdavano alle città statunitensi erano individuati e descritti, da una Commissione parlamentare istituita nel 1911 per analizzare il fenomeno della nuova immigrazione, come coloro che davano un contributo fondamentale alla crescita del fenomeno della delinquenza nelle città americane. Americanizzazione Ben presto si verificano mutamenti profondi nella cultura d’origine degli immigrati e si sviluppano divisioni generazionali all’interno della famiglia immigrata. La tradizionale famiglia patriarcale italiana a contatto con la società americana entra in crisi. In primo luogo la scuola sviluppa il senso di indipendenza e di autonomia nei bambini, liberandoli dai vincoli della famiglia. Sono soprattutto le ragazze che iniziano a mettere in discussione la finora incontrastata autorità dei genitori, secondo i principi della famiglia tradizionale italiana. Il principale terreno in cui occorreva lo scontro culturale tra vecchio e nuovo mondo era costituito dai rapporti delle figlie, le quali rivendicavano, fra le altre cose, il diritto sulle scelte matrimoniali. 1 Fig. 1 Emigranti italiani a Ellis Island - 1 gennaio, 1892 Ellis Island, è una delle quaranta isole delle acque di New York, fu adibita nel 1894 come stazione di smistamento per gli immigrati. Quando l’America superò un periodo di depressione economica e cominciò a imporsi come potenza mondiale. In tutta Europa si diffusero le voci sulle opportunità offerte dal Nuovo Mondo e migliaia di persone decisero di lasciare la loro patria. Quando le navi a vapore entravano nel porto di New York, i più ricchi passeggeri di prima e seconda classe venivano ispezionati a loro comodo nelle loro cabine e scortati a terra da ufficiali dell’immigrazione. I passeggeri di terza classe venivano portati a Ellis Island per l’ispezione, che era più dura. Il traghetto storico Ellis Island veniva usato dal Servizio Immigrazione per trasportare gli immigrati che arrivavano e il personale del centro di immigrazione. Fig.2 Italian Market a Mulberry Street, a Manhattan 2 Italy 02. ITALIANO PERCORSO Canto I 5 10 15 20 25 Il poemetto Italy fu scritto da Giovanni Pascoli nel 1904 e inserito nella raccolta “Primi poemetti”. L’argomento del testo, che è composto da due canti, ciascuno di 225 endecasillabi, strutturati in terzine dantesche, è legato al drammatico problema dell’emigrazione tra la fine del secolo XIX e primi del secolo XX. GIOVANNI PASCOLI I A Caprona, una sera di febbraio, gente veniva, ed era già per l’erta, veniva su da Cincinnati, Ohio. La strada, con quel tempo, era deserta. Pioveva, prima adagio, ora a dirotto, tamburellando su l’ombrella aperta. La Ghita e Beppe di Taddeo lì sotto erano, sotto la cerata ombrella del padre: una ragazza, un giovinotto. E c’era anche una bimba malatella, in collo a Beppe, e di su la sua spalla mesceva giù le bionde lunghe anella. Figlia d’un altro figlio, era una talla del ceppo vecchio nata là: Maria: d’ott’anni: aveva il peso d’una galla. Ai ritornanti per la lunga via, già vicini all’antico focolare, la lor chiesa sonò l’Avemaria. Erano stanchi! Avean passato il mare! Appena appena tra la pioggia e il vento l’udiron essi or sì or no sonare. Maria cullata dall’andar su lento sembrava quasi abbandonarsi al sonno, sotto l’ombrella. Fradicio e contento veniva piano dietro tutti il nonno. III [...] Beppe sedè col capo indolenzito tra le due mani. La bambina bionda ora ammiccava qua e là col dito. Parlava; e la sua nonna, tremebonda, 70 stava a sentire, e poi dicea: "Non pare un luì quando canta tra la fronda?" Parlava la sua lingua d’oltremare: "...a cicken-house" "un piccolo luì..." "...for mice and rats" "che goda a cinguettare, 75 zi zi" "Bad country, Ioe, your Italy!" IV [...] Maria guardava. Due rosette rosse aveva, aveva lagrime lontane negli occhi, un colpo ad or ad or di tosse. La nonna intanto ripetea: “Stamane 95 fa freddo!” Un bianco borracciol consunto 95 mettea sul desco ed affettava il pane. IV [...] Maria guardava. Due rosette rosse aveva, aveva lagrime lontane negli occhi, un colpo ad or ad or di tosse. La nonna intanto ripetea: “Stamane fa freddo!” Un bianco borracciol consunto 95 95 mettea sul desco ed affettava il pane. Pane di casa e latte appena munto. Dicea: “Bimbina, state al fuoco: nieva! Nieva!” E qui Beppe soggiungea compunto: 100 “Poor Molly! Qui non trovi il pai con fleva!” IV 160 165 170 175 [...] Ghita diceva: "Mamma, a che filate? Nessuna fila in Mèrica. Son usi d’una volta, del tempo delle fate. Oh yes! Filare! Assai mi ci confusi da bimba. Or c’è la macchina che scocca d’un frullo solo centomila fusi. Oh yes! Ben altro che la vostra ròcca! E fila unito. E duole poi la vita e ci si sente prosciugar la bocca!" La mamma allora con le magre dita le sue gugliate traea giù più rare, perché ciascuna fosse bella unita. Vedea le fate, le vedea scoccare fusi a migliaia, e s’indugiava a lungo nel suo cantuccio presso il focolare. Diceva: "Andate a letto, io vi raggiungo" Vedea le mille fate nelle grotte illuminate. A lei faceva il fungo la lucernina nell’oscura notte. XX (Canto II) [...] "Oh yes" Facea pur bello! Ogni villaggio ridea nel sole sopra le colline. Sfiorian le rose da’ rosai di maggio. 220 Sweet sweet... era un sussurro senza fine nel cielo azzurro. Rosea, bionda, e mesta, Molly era in mezzo ai bimbi e alle bambine. Il nonno, solo, in là volgea la testa bianca. Sonava intorno mezzodì. 225 Chiedeano i bimbi con vocìo di festa: "Tornerai, Molly?" Rispondeva: – Sì! – Nel periodo in cui scrive Giovanni Pascoli, numerose famiglie italiane, di fronte all’indigenza e alla mancanza di prospettive per il futuro, scelsero di emigrare in Paesi stranieri, soprattutto gli Stati Uniti d’America. Sul piano tematico la riflessione dell’autore si concentra dunque su argomenti che variano moltissimo da quelli di Myricae o dai Canti di Castelevecchio. Pascoli decide infatti di dedicarsi a una produzione più elevata e complessa, che si esprime in testi più lunghi e di carattere narrativo, e nella scelta di tematiche sociocontemporanee, iniziando così ad assumere la funzione di poeta vate. Pascoli, prendendo spunto da una vicenda realmente accaduta ad una famiglia in un piccolo paesino della Garfagnana, costruisce una commovente storia di emigrazione, dolore, sofferenza, morte. Il poemetto, seppur non sia particolarmente rappresentativo della poetica pascoliana, rappresenta un componimento d’interesse sia per la ricostruzione storica e documentata del quadro sociale e culturale degli ultimi anni del secolo, sia per l’innovazione e l’originalità in scelte linguistiche di tipo sintattico e lessicale. Nella poesia compaiono termini in Inglese, parole desunte dal lessico dialettale, termini gergali, oltre che, naturalmente, le parole tipiche della consueta sperimentazione linguistica pascoliana, vale a dire termini specifici, determinati, postgrammaticali e del registro botanico ed ornitologico. La vicenda, ispirata a un fatto reale, è la seguente: due fratelli emigranti, Ghita e Beppe, tornano dall’America al paese da cui erano partiti, Caprona, vicino a Castelvecchio, con la nipotina Molly, già nata in terra straniera, malata di tisi. La bambina in un primo tempo detesta l’Italia, ma poi s’instaura un profondo legame affettivo tra lei e la nonna. Molly guarisce grazie al clima salubre della Garfagnana, mentre la nonna muore. Gli emigranti ripartono per l’America, e Molly, ai bambini che le chiedono se ritornerà, risponde in italiano: “Sì”. Il tema fondamentale è quello del rapporto, affettuoso ma non facile, fra due mondi distanti: quello della provincia agricola toscana, che, per che c’è restato, è rimasto sempre uguale a se stesso, immodificabile come la natura, e quello della modernità americana, che ha coinvolto gli emigranti, modificandone i ritmi di vita, i costumi, la lingua. Fra i due mondi la comunicazione è difficile (vv. 98/99-103), nonostante il riconoscimento emozionato dei luoghi e dei volti a lungo conservati nella memoria e la nostalgia del “nido” che ha spinto gli emigranti a tornare. L’emigrazione (che coinvolse, negli ultimi anni dell’Ottocento, grandi masse contadine) è una realtà dolorosa, che disperde il nido familiare e costa lacerazioni psicologiche profonde. Però il ritorno al nido (alla famiglia, ma anche alla patria) può donare agli emigranti, che hanno sofferto le pene della lontananza e dell’esilio, la salute e la serenità perdute: la malattia e la guarigione di Molly questo vogliono rappresentare. Ideologicamente il poemetto lascia intravedere il populismo dell’autore, che depreca il fenomeno dell’emigrazione, idealizza il mondo rurale fondato sulla piccola proprietà contadina, guarda con sospetto alla modernità urbana e industriale (l’America), caldeggia provvedimenti che consentano agli emigranti di tornare nel loro mondo d’origine. Il tema del nido si è dilatato, dall’originario significato autobiografico ed esistenziale, ad un significato sociale e politico. Per quanto riguarda le implicazioni ideologicopolitiche di Italy, basterà ricordare che qui è già evidente quel processo che porta il poeta dall’ideologia del “nido” alle posizioni nazionalistiche e che sarà chiaramente enunciato nel discorso La grande proletaria si è mossa. In Italy, infatti, c’è la solidale rappresentazione del prezzo di dolore e di mutilazione affettiva che l’emigrazione comporta, dell’estraneità e della solitudine dell’emigrato. Qui il lirico poeta di Myricae si assume il pesante ruolo di poeta vate, dirottando verso forme di nazionalismo il suo umanitarismo socialisteggiante. La materia del poemetto, come si vede, è realistica: ma la resa dello stile non è affatto naturalistica, grazie all’amplificazione epica delle scene narrative (che hanno il ritmo di un’arcaica saga contadina), alla indeterminazione spazio-temporale della vicenda (nonostante i toponimi esatti), alla frammentarietà dei dialoghi (che sembrano rimanere sospesi fra ampie zone di silenzio), al carattere analogico di certi squarci di paesaggio. E soprattutto grazie alla lingua, che è un originalissimo impasto di italiano, toscano, inglese e italo-americano. La motivazione realistico-mimetica di tale scelta (da non escludere del tutto) è peraltro soverchiata da una motivazione più complessa: la volontà di differenziare il linguaggio poetico dalla medierà linguistica della comunicazione normale, in una direzione opposta ma complementare, a quella percorsa in Myricae: come là la lingua tendeva al livello “pre-grammaticale”, così qui punta verso quello che Contini chiama livello “post-grammaticale” (risultante cioè dall’impasto di lingue speciali, come sono i dialetti, i gerghi, le lingue straniere). In ogni caso Pascoli persegue uno scarto rispetto alla norma linguistica, costruendosi una lingua stratificata e composita fino a diventare stridente, con la quale esprimere poeticamente la perdita di forza comunicativa del linguaggio comune (e l’incomunicabilità dei due mondi rappresentati). Va inoltre precisato che l’operazione linguistica di Pascoli non è gratuita, ma nasce da una necessità poetica: questo stridente impasto linguistico è la testimonianza e il mezzo più valido per rendere quell’intima lacerazione, quel doloroso offuscarsi della voce e del sentimento della terra natale che si sono prodotti nell’animo degli emigrati. La soluzione linguistica è quindi in stretto rapporto con il tema di fondo del poemetto. 03. ENGLISH PERCORSO The Great Gatsby The Corruption of the American Dream through Materialism The American dream is an ideal that has been present since American literature’s onset. The dream has had variations throughout different time periods, although it is generally based on ideas of freedom, self-reliance, and a desire for something greater. The early settlers’ dream of traveling out West to find land and start a family has gradually transformed into a materialistic vision of having a big house, a nice car, and a life of ease. In the past century, the American dream has increasingly focused on material items as an indication of attaining success. In The Great Gatsby, Jay Gatsby is a self-made man who started out with no money—only a plan for achieving his dream. He is so blinded by his luxurious possessions that he does not see that money cannot buy love or happiness. Fitzgerald demonstrates how a dream can become corrupted by one’s focus on acquiring wealth, power, and expensive things. Gatsby’s dream is a naïve dream based on the fallacious assumption that material possessions are synonymous with happiness, harmony, and beauty. His American dream has become corrupted by the culture of wealth and opulence that surrounds him. Nick Carraway realizes that although Gatsby is involved in underhanded business dealings and is fixated on money, he is a good man at heart. The last time Nick sees Gatsby alive, he tells him, “They’re a rotten crowd…. You’re worth the whole damn bunch put together”. Gatsby’s romantic view of life may partly be to blame for his inability to achieve his dream. Although he has made his fortune through racketeering and conducting suspicious business deals, his heart seems untouched by the moral evil that is around him. He has lived not for himself, but for his dream, for his vision of the good life inspired by the beauty of a lovely rich girl. Gatsby’s inspiration comes from the beautiful Daisy Buchanan, whom he knew when he was in the military. Daisy’s parents considered Gatsby to be an unsuitable match, because he did not come from a good background and had little money. Gatsby’s idealism is so great that even though Daisy is married and they are having an affair, he assumes that his vision will be realized as long as she will say that she has never loved her husband, Tom. Gatsby’s lapse in judgment is in not realizing that Daisy represents both material success and the corruption that wealth can bring. Although she appears to be full of sweetness and light, she is at heart self-centered and cold. Daisy is careless with people’s lives; she lets Gatsby take the blame for her unintentional manslaughter of Myrtle Wilson. Her careless actions eventually result in Gatsby’s death, of which she shows no concern. She commits adultery, but she had no real intentions of leaving her husband. After she learns of Gatsby’s shady background, she quickly runs back into the arms of her equally self-absorbed, corrupt husband. Daisy and Tom’s marriage is further proof of the collapse of the American dream. Although they belong to the elitist West Egg social group and have extreme wealth, they are unhappy and bored with life. Tom seems to be searching for the excitement that he found in playing football in college, and he finds an outlet for his dissatisfaction by cheating on his wife with Myrtle. Once again, Gatsby does not see that attaining wealth and power does not equal happiness. The Buchanans’ marriage is full of lies and infidelities, yet they are united through their corruption. After Myrtle and Gatsby are both killed, neither one of the Buchanans sends their regards or seem remorseful. In fact, they go on a short vacation, which is an indication of the lack of compassion they have toward others. Nick perceives Tom and Daisy as they really are, heartless and careless. Tom and Daisy’s actions are an indication of the detrimental and emotionally numbing effects that wealth can have on someone. They focus too much on appearance and things of So we beat on, boats against the current, borne back ceaselessly into the past. - F. Scott Fitzgerald monetary value, while ignoring people’s feelings and lives. It is very telling that Gatsby’s house is full of people throughout the entire summer, yet when Gatsby dies, no one attends his funeral except Nick and Gatsby’s father. The shallow acquaintances of Gatsby were never his true friends—the only used him for his lavish generosity. Nick is an atypical attendee of Gatsby’s parties, because he is the only one who shows compassion for Gatsby. Nick knows the truth about Gatsby—his humble background, his dishonest business dealings, and his aspirations for success. Nevertheless, Nick recognizes that although Gatsby has become immersed in a world of materialism and corruption, he is still a good man. Nick serves as an objective view of the superficial world that surrounds him in Long Island. Nick’s personality is deeply rooted in ideals of the Midwest and of his family. On the surface, Fitzgerald’s novel may appear to be just a shallow novel about the jazz, parties, and glitz that he experienced in the early twentieth century. After closer examination, however, it is apparent that The Great Gatsby is a profound social commentary on the corrupt and disillusioning effects that materialism can have on members of society. The have-nots yearn to be like the haves, yet those who already have wealth and status are unhappy and dissatisfied with their lives. On the whole, the elitist group in the novel displays characteristics of being bored, disenchanted, and unmotivated. For example, the Buchanans drift from one place to the next, with no real plan or goal in mind. Jordan Baker has a constant bored, unaffected look upon her face. These people are the “haves,” but Fitzgerald makes the reader question whether what they possess is really worth having. Gatsby has devoted his life to belonging to this exclusive group, but it becomes obvious that he never will belong because of his disreputable background. It should also be noted that Gatsby’s romantic idealism does not fit in with this group; no matter how far up the social ladder he climbed, he would never really fit in. The great irony seems to be that the people who have the means, monetary or socially, to grasp their dreams do not have the motivation or the will. Gatsby is surrounded by proof of the unhappiness that “success” can bring, as seen especially through Tom and Daisy. Their marriage is full of lies and deceit, and they are both searching for something greater than what they already have. Gatsby is so blinded by his dream that he does not see that money cannot buy love or happiness. Fitzgerald effectively offers a powerful critique of a materialistic society and the effects it can have on one’s hopes and dreams. 04. SCIENCE PERCORSO Neil Armstrong and the American Dream That’s one small step for a man, one giant leap for mankind. Neil Armstrong Born on August 5, 1930 in Wapakoneta, Ohio, U.S. He was an astronaut, aerospace engineer, naval aviator, test pilot, and university professor. Before becoming an astronaut, Armstrong was an officer in the U.S. Navy and served in the Korean War. After the war, he earned his bachelor’s degree at Purdue University. He later completed graduate studies at the University of Southern California. Neil Armstrong lived the American dream. We have many of the Depression and the Second World War. He became a challenges today, but our society still has so much more U.S. Navy aviator, flying 78 missions during the Korean War. than it did when Armstrong began his journey that took He was part of a new Cold War generation that brought him from small town Ohio to the moon. new talent, ingenuity, and courage to making the world Armstrong was born into a society stuck in Depression. better than it had been. He imbibed the progressive “can When he turned three, in 1933, one-in-four Americans do” spirit of a large cohort of young citizens who joined the were out of work. The country’s economy was contracting military, attended university, and defined their lives by their and no one had a solution, idealism and their service—not especially not the smiling new their bank accounts. The moon-landing program showed president from New York, Senate Majority Leader Lyndon that citizens could conquer great odds, Franklin Roosevelt. Roosevelt Johnson recognized the potential could innovate to solve big problems, famously told Americans for Armstrong’s generation “they have nothing to fear but of young citizens. Johnson’s and could follow big dreams. fear itself.” Young men, like driving ambition was to create Armstrong, had to overcome the fear all around them and opportunities for the most talented Americans, enabling manufacture new sources of hope. them to contribute more to their society in the struggle Things became worse before they became better. against communism, poverty, and bigotry. This largerArmstrong watched his country suffer a devastating attack than-life Texan believed that space exploration was a at Pearl Harbor on 7 December 1941. The nation then spent central part of pushing Americans to achieve more. He nearly four years sacrificing at home to fight formidable played a vital role in creating the National Aeronautics and fascist adversaries in Europe and Asia. The nation had Space Administration and placing one its main facilities in never fought on this scale before. It had to learn, and it had Houston. to learn fast. Lyndon Johnson’s predecessor in the White House, Armstrong’s career of public service began in the shadow President John F. Kennedy, promised that Americans Fig. 1 Apollo 11 crew member Neil Armstrong, first person to walk on the Moon, July 1969 would reach the moon, and NASA did the work. The organization created the Apollo moon-landing program in 1963. Neil Armstrong was one of the first recruits. He launched into space on the Gemini spacecraft in March 1966. Then three years later he had the opportunity to lead the first moon landing as the commander of the Apollo 11 mission. It seems so long ago. Amidst the riots at home, the war in Vietnam, and the deep partisan divisions at the time, the Apollo 11 moon landing on 20 July 1969 brought Americans together to appreciate their potential as a country. The moon landing inspired viewers in a way that no television event had done before or since. It showed that citizens could conquer great odds, could innovate to solve big problems, and could follow big dreams. It captured both the possibilities of forward-looking government and the integrity of public-minded citizens. The moonlanding reminded people of how much Americans could accomplish when they worked together and for something more than themselves. This was not about markets or entitlements. It was about commitment, sacrifice, and investment as a society in our best qualities. Surface composition of the Moon The Apollo program brought back 381.7 kg of lunar surface material, most of which is stored at the Lunar Receiving Laboratory in Houston, Texas, and the unmanned Soviet Luna program returned 0.3 kilograms of lunar material. These rocks have proved to be invaluable in deciphering the geologic evolution of the Moon. Lunar rocks are in large part made of the same common rock forming minerals as found on Earth, such as olivine, pyroxene, an anorthosite (rarer on the Earth). Anorthosite is mostly found in the lunar crust, while pyroxene and olivine are typically seen in the lunar mantle. The mineral ilmenite is highly abundant in some mare basalts, and a new mineral named armalcolite (named for Armstrong, Aldrin, and Collins, the three members of the Apollo 11 crew) was first discovered in the lunar samples. The maria are composed predominantly of basalt, whereas the highland regions are iron-poor and composed primarily of anorthosite, a rock composed primarily of calcium-rich plagioclase feldspar. 1 05. PHYSICS PERCORSO Silicon Valley: the American Dream 2.0 Silicon Valley is the southern region of the San Francisco Bay Area in Northern California. The region, whose name eventually came to refer to all the high-tech businesses in the area, is home to many of the world’s largest technology corporations as well as thousands of small startups. Silicon Valley continues to be the leading startup for high-tech innovation and development, and is hence seen as the ultimate destination of computer scientists, electronic and electrical engineers, information technology specialists and software developers and engineers from all over the world. This environment, powered by the Internet, is the closest before. And it is that passion that turns a job into a way of thing to meritocracy in its purest form. Users and life. It is not just about the money. customers don’t care what ethnicity the founders are or whether they celebrated Passover or Easter. If the We’re the Generation Y, the Millennials, or whatever you product provides the solution they are looking for, that’s want to call us. We seldom use the phone to call. We text, all that matters. Dreamers with a powerful idea are able we tweet, and we believe that if you had a great experience, to float it on the Internet, build it out, and henceforth it doesn’t exist until it’s posted to Facebook or Path. But create positive change for society. People do not care we have a love for the United States, a place that has where Twitter’s founder Jack Dorsey is from; they care given us so many opportunities. We’re using technology, about being given a voice social media, Web 2.0, mobile to be heard. People do not and cloud computing. These Dreamers with a powerful idea are able care about Kevin Systrom’s aren’t just buzzwords. They to float it on the Internet, build it out, and background; they love the are our tools for making this idea that anyone with an society stronger than ever henceforth create positive change for society. Instagram account can be a going forward. photographer. This isn’t a story of success. This is a story of hope. Jack The tough economy is not going to stop bright and Dorsey’s story, Kevin Systrom’s story, my grandfather’s passionate individuals from coming up with innovations story, my father’s story, my mother’s story, and my story in process and products. They say people work that way are all brush strokes that are part of a much larger because they believe they are making a contribution, impressionist painting. When one takes a big step back, creating something special, something of the moment the tableau makes sense. The American Dream is not and something on a scale that has never been seen dead; it has been reinvented. The revolution of magnetic storage One of the revolutions proposed in Silicon Valley in the 1950s was an innovative way to store virtual data through principles of mechanics and magnetism. Having gone through several upgrades in technology throughout the years, the main principles on which modern hard disk function is the same as three or four decades ago. HDDs were introduced in 1956 as data storage for an IBM real-time transaction processing computer and were developed for use with general purpose mainframe and minicomputers. The first IBM drive, the 350 RAMAC, was approximately the size of two refrigerators and stored 5 million 6-bit characters (the equivalent of 3.75 million 8-bit bytes) on a stack of 50 discs. As the 1980s began, HDDs were a rare and very expensive additional feature on PCs; however by the late 1980s, their cost had been reduced to the point where they were standard on all but the cheapest PC. 1 Fig. 1 View inside a modern Seagate Hard Disk. Hard disks and electromagnetism One of the revolutions proposed in Silicon Valley in the 1980s was an innovative way to store virtual data through principles of mechanics and magnetism. Having gone through several upgrades in technology throughout the years, the main principles on which modern hard disk function is the same as three or four decades ago. 2 An HDD records data by magnetizing a thin film on a disk of oxide, a ferromagnetic material, which, if exposed to a magnetic field is permanently magnetized. Sequential changes in the direction of magnetization represent binary data bits. The data is read from the disk by detecting the transitions in magnetization. User data is encoded using an encoding scheme which determines how the data is represented by the magnetic transitions. A typical HDD design consists of a spindle that holds flat circular disks, also called platters, which hold the recorded data. The platters are made from a nonmagnetic material, usually aluminum alloy, glass, or ceramic, and are coated with a shallow layer of magnetic material typically 10–20 nm in depth, with an outer layer of carbon for protection. Information is written to and read from a platter as it rotates past devices called read-and-write heads that operate very close (often tens of nanometers) over the magnetic surface. The read-and-write head is used to detect and modify the magnetization of the material immediately under it. Each head has a tiny electromagnet, which consists of an iron core wrapped with wire. The electromagnet applies a magnetic flux to the oxide on the media, and the oxide permanently “remembers” the flux it sees. During writing, the data signal is sent through the coil of wire to create a magnetic field in the core. At the gap, the magnetic flux forms a fringe pattern. This pattern bridges the gap, and the flux magnetizes the oxide on the media. When the data is read by the drive, the read head pulls a varying magnetic field across the gap, creating a varying magnetic field in the core and therefore a signal in the coil. This signal is then sent to the computer as binary data. The read process is particularly important as it is based on Faraday’s law principles. As each magnet moves under the wrapped wire (a solenoid), the magnetic flux changes as a function of time, and an emf is induced (in each turn of the coil) according to Faraday’s law, where is the induced emf, and is the magnetic flux through the loop. The computer program produces an emf-versus-time graph. This causes the flux through the solenoid as a function of time to have a profile as shown in Fig. 3a. The emf versus time can be deduced from Faraday’s law (Eq. 1) by plotting the “negative” slope of the flux- -time curve. The shape is shown in Fig. 3b, a negative pulse followed by a positive pulse. A binary 0 has an inverted shape. Figure 3c shows an experimental measurement of the binary number 10. Fig. 2 Scheme of the internal structure of a Hard Disk 3 Fig. 3 (a) Magnetic flux vs. time as a north pole (binary 1) moves under a solenoid. (b) Induced emf in the coil vs. time as the binary 1 moves under it, which is the negative of the slope of the flux vs. time. (c) Experimental recording of the binary number 10 where the bits are spaced closely. Il mio Sogno Americano ha alle basi valori ereditati, un retaggio d’ideali che ha alla base la speranza, la determinazione e la consapevolezza che con il duro lavoro e con i sacrifici si possa costruire un futuro migliore. E non è una mera enumerazione di luoghi comuni, ma è un insieme di valori che mi guida quotidianamente, che mi rende consapevole che ciò che importa e che fa la differenza non è chi tu sia o da dove tu venga, ma cosa tu abbia da dare per rendere questo un mondo migliore. E secondo questi ideali ho preso decisioni nel corso degli anni che rivisti oggi più criticamente avrei preferito non fare, ho preso rischi e spesso subito dure conseguenze, ma che in ogni caso oggi cerco di non rimpiangere. Ciò perché oggi sarei una persona diversa da quella che non le avrebbe prese, probabilmente una persona che asseconda ciò che gli è offerto, che accetta la propria, discreta condizione attuale. Nel corso degli anni del liceo ho provato a concedere maggiore priorità a ciò che sono i miei sogni e le mie ambizioni per il futuro; ho cercato di trovare un compromesso fra la mia educazione scolastica e la realizzazione delle mie aspirazioni future. Vi sono stati momenti durante la mia carriera scolastica in cui sentivo la frustrazione nello studiare, vedendo nella sua meccanica apparenza la relativa e pratica inutilità di temi della letteratura italiana, latina o della storia dell’arte. Preferivo seguire la mia passione per la programmazione informatica, nel sentire la tastiera ticchettare al movimento dei polpastrelli e vedere magicamente lo schermo riempirsi di codici che avrebbero regolato il funzionamento di un algoritmo, di un’applicazione o di un sito web; sentivo che era ciò quello che avrei dovuto fare. Ed ho creato compromessi, ho mediato fra ciò era mio dovere fare e ciò avrei voluto fare, ho mitigato la rabbia della consapevolezza che ci sarebbe dovuta essere un’identità fra le due parti, ho cercato un’armonia, dove in apparenza vi è un insieme vuoto. Da autodidatta ho seguito corsi online di Computer Science delle migliori università americane, ho scoperto la magia dietro la programmazione, ho scoperto come linee di codice potessero fare la differenza nel modo in cui le persone vivono e si rapportano con le altre. Nel corso degli anni mi sono stati commissionati diversi siti web da sviluppare, ho pubblicato diverse applicazioni per dispositivi mobili. Da un anno ho un impiego fisso per una compagnia americana come designer e sviluppatore web. Lo scorso settembre ho sostenuto diversi test per entrare all’università negli Stati Uniti. Sono stato accettato dalla Drexel University, una fra le prime 50 università private negli Stati Uniti, per un corso di Computer Science della durata di cinque anni, con una borsa di studio di 10 mila dollari all’anno. Oggi, come non mai, sto inseguento il mio sogno Americano. Il mio Sogno Americano Il Sogno Americano è spesso confuso e ritenuto sinonimo di soldi, ricchezza e successo. Come già detto in precedenza, il mio Sogno Americano non vuole ricadere nel materialismo, né nel fanatismo o in bigotta esterofilia. Riportato qui in basso è una delle lettere motivazionali che mi ha garantito un posto alla Drexel University. What matters to you, and why? (2000 characters maximum) When I was a child, I wanted to be the president of the Philippines. People smiled warmheartedly at me, while I naively assured them that I would give money to everyone, and that no one would need to go to a foreign country to seek their fortune as my parents had done. I knew that underneath this ingenuous aspiration was the desire to make a difference. When I was a child, I would go to work with my mom when school was closed. I sat for hours as she did someone else’s household chores. I felt sorry for her, realizing that she had to do what she had been told to do and feeling her weariness after she had been working the whole day. She would say to me that that was how life worked: it was about accepting unconditionally what has been given to you. Even so, I knew I never would have accepted it. I felt the urge to change something, but things were still too big, and I just did what I was supposed to do: go to school and strive for the best. I began to acknowledge how much I yearned to make a difference; I came to realize that I had the potential to do so. When I was a child, relatives would go to me and seek assistance with their first computers, with viruses to be removed and word processors to be installed. Over the years, my passion for computers grew, driven by the confidence that the field holds many opportunities and the genuine enthusiasm for staring at a monitor that displayed, with apparent magic, the breadth of human knowledge. A moment later I found myself in a stable job maintaining computers in an office, which led to my being commissioned to create websites for businesses and local activities; in high school I created an online marketplace for second-hand school books, allowing students to save hundreds of euros on textbooks. I eagerly started to realize the proportions of the things you can have an impact on and eventually change. When I was a child, I dreamt an unbiased recognition that I am more than what a stereotype says I am. Biblio grafia La Grande Emigrazione • • • Dentro la Storia Edizione Blu Volume 3A - Z. Ciuffoletti, Baldocchi, Bucciarelli Costantino Ianni - Homens sem paz, Civilização Brasileira, 1972, ed esposta nel Memoriale dell’immigrato di San Paolo L’emigrazione negli Stati Uniti - www.roccadevandro.net The Great Gatsby: The Corruption of the American Dream • • • The University of North Carolina of Chapel Hill - www.unc.ed Bloom, Harold, ed. Modern Critical Views: F. Scott Fitzgerald. New York: Chelsea House Publishers, 1985. Fahey, William. F. Scott Fitzgerald and the American Dream. New York: Thomas Y. Crowell Company, 1973. La testimonianza pascoliana dell’emigrazione italiana • Baldi, Giusso. Il Piacere dei Testi - Paravia Neil Amstrong and the American Dream • Jeremi Suri, Remembering how to dream - globalbrief.ca Silicon Valley: the American Dream 2.0 • • SiliconValley.com “The Hard Drive: An Experiment for Faraday’s Law”, Brad Hinaus and Mick Veum, Department of Physics and Astronomy, University of Wisconsin– Stevens Point Giovanni Carlo Alcantara Roma, 28 giugno 2013
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