Download - 7° Congresso Nazionale Congiunto 6

Alma Mater Studiorum
Università di Bologna
Programma definitivo
Azienda Ospedaliero - Universitaria di Bologna
Organizzato dalla
Policlinico S. Orsola-Malpighi
Chirurgia Pediatrica
Alma Mater Studiorum
Università di Bologna
Policlinico di S. Orsola
Bologna
Archiginnasio Stabat Mater
6-7 novembre 2014
www.congiunto2014.planning.it
Congresso
°Nazionale
Congiunto
Cari Colleghi,
è con grande entusiasmo che ho accolto la proposta di organizzare a Bologna il
Congresso nazionale congiunto della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica, della
Società Italiana di Urologia Pediatrica e della Società Italiana di Videochirurgia
Infantile.
L’Alma Mater Studiorum di Bologna è la più antica Università del mondo occidentale:
fonda le sue origini in un’associazione libera di studenti che sceglievano e
finanziavano i propri docenti. La fama e il prestigio dell’Università crebbero nel
tempo indissolubilmente legate alla sua città e Bologna diventò meta di ospiti e
studiosi illustri, esperti in vari campi, tra cui quello medico. Bologna è sede della
prima cattedra italiana di Chirurgia Pediatrica, il primo titolare, il Prof. Remigio
Dòmini, è stato il primo chirurgo pediatra universitario italiano.
La sede del congresso è l’Archiginnasio, ubicato nel centro città, ove un tempo
sorgeva l’antica Università. Avete quindi anche l’occasione di visitare la città
immergendovi nel suo fascino e nella sua storia.
Il congresso presenta alcune novità. La prima è l’organizzazione di quattro tavole
rotonde, la seconda consiste nell’incremento degli spazi dedicati alla discussione
seguente alle presentazioni, la terza è la modifica delle modalità di giudizio per
l’assegnazione dei premi ai migliori lavori presentati ed in ultimo è stato definito il
contenimento della quota d’iscrizione a 220 euro (IVA inclusa), comprensiva della
cena sociale per i primi 150 iscritti.
Credo che quanto proposto, condiviso dai presidenti delle società, sia un doveroso
adeguamento della struttura del congresso ai tempi che viviamo.
Benvenuti a Bologna
Mario Lima
Presidente del Congresso
2
Bologna
I
Archiginnasio Stabat Mater
I
6-7 novembre 2014
Con il Patrocinio di
Comune di Bologna
Scuola di Medicina e Chirurgia “Alma Mater Studiorum” - Università di Bologna
Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna
Società Medica Chirurgica di Bologna
Presidenti
Alessandro Calisti (Roma)
Waifro Rigamonti (Trieste)
Vincenzo Di Benedetto (Catania)
Presidente organizzatore
Mario Lima (Bologna)
Relatori e Moderatori
M.G. Aceti (Cosenza)
D. Alberti (Brescia)
M. Andermarcher (Trento)
A. Appignani (Perugia)
P. Bagolan (Roma)
F. Bartoli (Foggia)
S. Cacciaguerra (Catania)
A. Cacciari (Modena)
P. Caione (Roma)
F. Camoglio (Verona)
N. Capozza (Roma)
M. Castagnetti (Padova)
M. Catti (Torino)
G. Cecchetto (Padova)
F. Chiarenza (Vicenza)
E. Clemente (Salerno)
D. Cozzi (Roma)
L. Dall’Oglio (Roma)
A. Danti (Firenze)
M. De Gennaro (Roma)
E. De Grazia (Palermo)
C. Del Rossi (Parma)
J. De Ville De Goyet (Roma)
V. Di Benedetto (Catania)
G. Di Nardo (Roma)
C. Esposito (Napoli)
D. Falchetti (Milano)
S. Federici (Rimini)
A. Franchella (Ferrara)
P.G. Gamba (Padova)
S. Gerocarni Nappo (Roma)
A. Inserra (Roma)
N. Laricchiuta (Bari)
P. Lelli Chiesa (Pescara)
G. Manzoni (Milano)
S. Mariconda (Napoli)
A. Martino (Ancona)
G. Mattioli (Genova)
E. Merlini (Torino)
M. Messina (Siena)
A. Messineo (Firenze)
B. Noccioli (Firenze)
G. Paradies (Bari)
P. Parmeggiani (Napoli)
G. Pelizzo (Pavia)
A. Pession (Bologna)
G. Riccipetitoni (Milano)
W. Rigamonti (Trieste)
C. Romeo (Messina)
F. Rossi (Novara)
G. Ruggeri (Bologna)
J. Schleef (Torino)
A. Settimi (Napoli)
A. Tramontano (Napoli)
3
Congresso
°Nazionale
Congiunto
Interviene
E. Riccomini (Bologna)
Partecipano
4
G. Amici (Ancona)
V. Jasonni (Genova)
A. Barletta (Cagliari)
E. Kema (Brescia)
C. Battisti (Bologna)
A. Leggio (Bari)
F. Bergami (Roma)
G. Locatelli (Bergamo)
G. Boglino (Roma)
M. Marzaro (Treviso)
R. Bragheri (Pavia)
S. Meli (Catania)
P. Buffa (Genova)
L. Musi (Vicenza)
F. Canavese (Torino)
A. Ottolenghi (Verona)
F. Cataliotti (Palermo)
L. Pansini (Milano)
S. Cavallaro (Torino)
G. Perrino (Treviso)
F. Cozzi (Roma)
G. Piazza (Trapani)
R. De Castro (Bologna)
B. Possenti (Genova)
C. dell’Agnola (Milano)
C. Previtera (Padova)
A. Dessanti (Brescia)
M. Rivosecchi (Roma)
A. Di Benedetto (Catania)
G. Romagnoli (Genova)
P. Dodero (Genova)
G. Romeo (Messina)
R. Dòmini (Bologna)
P.L. Seymandi (Alessandria)
G. Esposito (Napoli)
M. Torricelli (Milano)
P. Georgacopulo (Ferrara)
G. Verga (Pavia)
C. Ghinelli (Parma)
G.F. Zanon (Padova)
M. Giacomoni (Milano)
Zoppellato (Treviso)
M. Guglielmi (Padova)
B. Zuccarello (Messina)
Bologna
I
Archiginnasio Stabat Mater
I
6-7 novembre 2014
Consigli Direttivi
S ocietà
I taliana
C hirurgia
P edriatrica
S ocietà
I taliana
U rologia
P edriatrica
S ocietà
I taliana
V ideochirurgia
I nfantile
PRESIDENTE
PRESIDENTE
PRESIDENTE
Alessandro Calisti
Waifro Rigamonti
Vincenzo Di Benedetto
PRESIDENTE ELETTO
VICE PRESIDENTE
VICE PRESIDENTE
Giovanni Franco Zanon
Mario Lima
Salvatore Fabio Chiarenza
PAST-PRESIDENT
PAST PRESIDENT
PAST PRESIDENT
Vincenzo Jasonni
Pierluigi Lelli Chiesa
Alessandro Settìmi
SEGRETARIO
SEGRETARIO
SEGRETARIO
Antonino Appignani
Maria Grazia Scarpa
Piergiorgio Gamba
TESORIERE
TESORIERE
TESORIERE
Giovanni Cobellis
Simona Gerocarni Nappo
Maurizio Marzaro
CONSIGLIERI
CONSIGLIERI
CONSIGLIERI
Alfredo Cacciari
Carmine Del Rossi
Andrea Franchella
Mario Messina
Antonino Tramontano
Vincenzo Bagnara
Francesco Battaglino
Massimo Catti
Arianna Lesma
Maria Grazia Scuderi
Francesco Molinaro
Alessandra Farina
Paolo Caione
Giovanni Casadio
WEBMASTER
Alfredo Berrettini
Nicola Laricchiuta
Giovanni Mosiello
Michele Ilari
REVISORI DEI CONTI
REVISORI DEI CONTI
Claudio Vella
Fabio Beretta
PROBI VIRI
Mirko Bertozzi
Lorenzo Costa
5
Congresso
°Nazionale
Congiunto
6 novembre 2014
■■ 08.00
Saluto e presentazione
■■ 08.10-09.00
Miscellanea 1
Moderatori: A. Franchella (Ferrara), M.G. Aceti (Cosenza)
4656-29
4640-22
SICP YouTube e chirurgia pediatrica: quali le possibili insidie?
O. Adorisio (Roma), 7 min.
SIVI Proposta di un programma standardizzato di formazione in chirurgia
mini-invasiva pediatrica
F. Turrà (Napoli), 7 min.
4706-25
4732-24
SICP Rigenerazione intestinale autologa: ruolo del WNT e TGFβ pathways
R. Coletta (Manchester), 7 min.
Linee guida per la day surgery pediatrica
U. De Luca (Napoli), 7 min.
■■ 09.00-10.00
Tavola rotonda: Il Neuroblastoma
Moderatori: A. Appignani (Perugia), V. Di Benedetto (Catania)
Partecipanti: A. Pession (Bologna), G. Cecchetto (Padova), A. Inserra (Roma)
■■ 10.00-10.45
Chirurgia Oncologica 1
Moderatori: S. Federici (Rimini), D. Cozzi (Roma)
4691-28
Chirurgia del neuroblastoma: ruolo della MIS in relazione ai criteri IDRFs
C. Filisetti (Milano), 3 min.
4731-23
Ganglioneuroma incidentale in giovani pazienti: management chirurgico e revisione
della letteratura
C. Spinelli (Pisa), 3 min.
6
Bologna
4677-32
Archiginnasio Stabat Mater
I
6-7 novembre 2014
La chirurgia ad accesso mini-invasivo del paziente pediatrico emato-oncologico:
risultati a 6 anni
4604-22
I
L. Pio (Genova), 3 min.
4641-23
SICP Rischio oncologico nel paziente affetto da malattia di Hirschsprung
V. Rossi (Genova), 7 min.
Rischio tumorale e indicazione chirurgica nei pazienti pediatrici con sindrome di
Turner o di Morris: studio multicentrico
M. Escolino (Napoli), 3 min.
4653-26
Il Tronco Brachiocefalico per il posizionamento di CVC in età pediatrica: studio
preliminare
A. Pini Prato (Genova), 3 min.
■■ 10.45
LETTURA
Urla, strida e dolore nel COMPIANTO di Nicolò dell’Arca
Prof. E. Riccomini (Bologna)
■■ 11.00-12.00
Chirurgia Oncologica 2
Moderatori: P. Parmeggiani (Napoli), F. Rossi (Novara)
4654-27
Teratomi ovarici pediatrici: revisione della casistica degli ultimi 10 anni
A. Cerrina (Torino), 3 min.
4638-29
Terapia conservativa dei teratomi ovarici
C. Vella (Milano), 3 min.
4722-23
Trattamento chirurgico dei tumori renali e surrenalici con trombosi cavale in età
pediatrica. Nostra Esperienza
G. Carbonaro (Torino), 7 min.
4599-35
Tumore uroteliale ed ematuria asintomatica: case report in età pediatrica
4631-22
4698-35
E. Caponcelli (Modena), 3 min.
SIUP Cisto-prostatectomia parziale robotico-assistita per rabdomiosarcoma
embrionale
A. Berrettini (Milano), 7 min.
Aspergillosi invasiva polmonare: ruolo della chirurgia mini-invasiva
G. Montemezzo (Padova), 3 min.
7
Congresso
°Nazionale
Congiunto
■■ 12.00-13.00
Chirurgia Urologica 1
Moderatori: P. Caione (Roma), S. Mariconda (Napoli)
4728-29
Chirurgia laparoscopica radio-guidata in un caso di grave ipoplasia renale
S. Cacciaguerra (Catania), 7 min.
4669-33
Nefrectomia retroperitoneoscopica: nostra esperienza
F. Ferrara (Vicenza), 3 min.
4601-19
Nefrectomia videolaparoscopica: come e perché?
E. Mele (Roma), 3 min.
4609-27
SIUP Il ruolo della disfunzione renale prima dell’intervento nei bambini
con tumore renale monolaterale
S. Ceccanti (Roma), 7 min.
4714-24
Idronefrosi neonatale ed IRA: due pazienti, due soluzioni
I. Goruppi (Pavia), 3 min.
4602-20
SIVI Pieloplastica laparoscopica transperitoneale nella idronefrosi da vasi anomali:
“vascular hitch” o pieloplastica “dismembered”? Esperienza su 30 casi consecutivi
S. Gerocarni Nappo (Roma), 7 min.
4672-27
La “pneumovescica sovrapubica” nella diagnosi e nel trattamento delle
neoformazioni endovescicali
M. Ilari (Ancona), 3 min.
■■ 13.00
Assemblea Società Italiana di Videochirurgia Infantile (SIVI)
Sala Adunanze - Società Medica Chirurgica
■■ 14.00-15.00
Chirurgia Addominale 1
Moderatori: D. Alberti (Brescia), B. Noccioli (Firenze)
4613-22
Quando il pancreas inganna
C. Filisetti (Milano), 7 min.
4628-28
L’uso dell’ecografia intraoperatoria laparoscopica (LIOUS) in una resezione
pancreatica per tumore pseudopapillare
E. Severi (Firenze), 3 min.
4719-29
Le complicanze biliari dopo trauma epatico nel bambino. Nostra esperienza
G. Carbonaro (Torino), 3 min.
8
Bologna
4663-27
4623-23
I
Archiginnasio Stabat Mater
I
6-7 novembre 2014
SIVI Atresia duodenale. Approccio laparoscopico versus Open.
Analisi della nostra esperienza negli ultimi 10 anni
S.F. Chiarenza (Vicenza), 7 min.
Management laparoscopico del diverticolo di Meckel
A. Papparella (Napoli), 7 min.
4651-24
Diverticolo di Meckel intramurale ed inverted nell’invaginazione intestinale: la
nostra casistica
4593-29
G. Piazza (Trapani), 3 min.
Manifestazioni cliniche del diverticolo di Meckel: 10 anni di esperienza
M. Bertozzi (Perugia), 3 min.
■■ 15.00-16.00
Tavola rotonda: Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali
Moderatori: G. Riccipetitoni (Milano), G. Mattioli (Genova)
Partecipanti: G. Di Nardo (Roma), D. Falchetti (Milano), L. Dall’Oglio (Roma)
■■ 16.00-17.00
Chirurgia del colon
Moderatori: A. Settimi (Napoli), J. Schleef (Torino)
4644-26
Survey nazionale multicentrica nel trattamento chirurgico della RCU
G. Mattioli (Genova), 7 min.
4639-30
Chirurgia mini-invasiva delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI):
l’importanza delle nuove tecnologie
C. Vella (Milano), 3 min.
4645-27
La cone-like resection nel trattamento chirurgico del Crohn perianale: esperienza
preliminare
G. Mattioli (Genova), 3 min.
4741-24
Malattia di Hirschsprung ed esame immunocitochimico con anticorpi antiCalretinina: la nostra esperienza
F. Italiano (Rimini), 3 min.
4737-29
Pullthrough endorettale transanale video-assistito nel trattamento della malattia di
Hirschsprung
R.V. Iacona (Catania), 3 min.
9
Congresso
°Nazionale
Congiunto
4687-33
Laparoscopic-Assisted Ano-Rectal Pullthrough Vs. Posterior Sagittal AnoRectoplasty: revisione sistematica degli studi comparativi
G. Lisi (Pescara), 7 min.
4738-30
Pullthrough anorettale video-assistito nei pazienti affetti da malformazione
anorettale alta
R.V. Iacona (Catania), 3 min.
■■ 17.00-18.00
Chirurgia Toracica 1
Moderatori: C. Romeo (Messina), G. Paradies (Bari)
4725-26
SICP Pectus excavatum e asimmetria mammaria: strategie chirurgiche e proposta
di un algoritmo terapeutico
M.V. Romanini (Genova), 7 min.
4701-20
SIVI L’intervento di Nuss nei casi più severi di pectus excavatum: è una buona
indicazione?
L. Leonelli (Genova), 3 min.
4718-28
Il BAL in chirurgia pediatrica: prospettive di studio per la diagnostica ed il follow up
delle patologie polmonari congenite ed acquisite
A. Raffaele (Pavia), 3 min.
4713-23
Correzione dell’ernia diaframmatica congenita: materiali protesici a confronto
L. Migliazza (Bergamo), 7 min.
4699-36
4697-34
SICP La chirurgia della via aerea in età pediatrica
M. Torre (Genova), 7 min.
Distress respiratorio acuto e sindrome post-pneumonectomia in un neonato trattato
per atresia dell’esofago
C. Iacusso (Roma), 3 min.
10
Bologna
I
Archiginnasio Stabat Mater
I
6-7 novembre 2014
■■ 18.00-19.00
Chirurgia Uro-Andrologica
Moderatori: A. Danti (Firenze), F. Bartoli (Foggia)
4695-32
Nuove strategie terapeutiche per la protezione della fertilità, in un modello
sperimentale di varicocele
4642-24
S. Arena (Messina), 3 min.
SIVI Standardizzazione del trattamento laparoscopico del varicocele in età
pediatrica con la tecnica lymphatic-sparing utilizzando il blu di isosulfano
A. Roberti (Napoli), 3 min.
4590-26
Variazione dei valori di Inibina B nel post-operatorio di pazienti operati per
varicocele. Studio clinico prospettico
T. Russo (Messina), 3 min.
4578-32
Studio randomizzato sull’uso di flaps di copertura nell’uretroplastica per ipospadia
distale
M. Cimador (Palermo), 7 min.
4622-22
Uretroplastica in due tempi con graft prepuziale: una preoccupante complicanza
D.G. Minoli (Milano), 3 min.
4646-28
Plastica del prepuzio Y-V come alternativa alla circoncisione nel trattamento
chirurgico della fimosi in età pediatrica
4572-26
N. Nardi (Perugia), 3 min.
SICP Studio genetico della torsione del testicolo: nuova ipotesi sul ruolo del gene
Insulin-Like3
P. Impellizzeri (Messina), 3 min.
■■ 19.00
Assemblea Società Italiana di Chirurgia Pedriatrica (SICP)
Sala Stabat Mater
■■ 20.30
Cena Sociale
Palazzo Isolani
Via Santo Stefano, 1 - Bologna
11
Congresso
°Nazionale
Congiunto
7 novembre 2014
■■ 08.00-08.30
Chirurgia Urologica 2
Moderatori: P. Lelli Chiesa (Pescara), F. Camoglio (Verona)
4694-31
SIUP Counseling PsicoSessulogico in pazienti affetti dal complesso Estrofia
Vescicale - Epispadia
M. Di Grazia (Trieste), 3 min.
4678-33
4675-30
SIUP Il Complesso Estrofia Vescicale - Epispadia: cosa succede all’adolescenza?
P. Caione (Roma), 7 min.
SIUP Outcome clinico a lungo termine e qualità della vita in pazienti portatori di
derivazione urinaria continente sec il principio di Mitrofanoff: 12 anni di esperienza
V. Bucci (Vicenza), 3 min.
4594-30
Tecnica di Heinz-Hoyer-Bovelaque modificata: un’opzione terapeutica nei pazienti
con estrofia vescicale recidiva
M. Messina (Siena), 7 min.
■■ 08.30
LETTURA “G. Belloli”
Patologia della giunzione pielo-ureterale: è possibile preservare
la funzione renale?
E. De Grazia (Palermo)
■■ 08.50
Consegna medaglia “F. Soave”
■■ 09.00-10.00
Tavola rotonda: “Long-gap” esofageo
Moderatori: P. Bagolan (Roma), C. Esposito (Napoli)
Partecipanti: F. Chiarenza (Vicenza), G. Ruggeri (Bologna), A. Tramontano (Napoli)
12
Bologna
I
Archiginnasio Stabat Mater
I
6-7 novembre 2014
■■ 10.00-11.00
Chirurgia dell’esofago
Moderatori: A. Cacciari (Modena), C. Del Rossi (Parma)
4626-26
Atresia dell’esofago “long-gap”: sostituzione o conservazione dell’esofago?
Esperienza degli ultimi dieci anni della Chirurgia Neonatale di Firenze
B. Noccioli (Firenze), 7 min.
4597-33
Sostituzione esofagea mediante trasposizione gastrica in età pediatrica: esperienza
di due centri italiani
M. Messina (Siena), 7 min.
4730-22
Il ruolo dei Flap maggiori nei pazienti con atresia esofagea “long-gap”
4565-28
L. Valfrè (Roma), 3 min.
SICP La gestione del neonato con atresia dell’esofago ed arco aortico destroposto:
destra o sinistra?
F. Parolini (Brescia), 3 min.
4729-30
L’influenza delle anomalie cardiache maggiori sugli outcome a medio termine nei
pazienti trattati per atresia esofagea
L. Valfrè (Roma), 3 min.
4652-25
Una rara causa di emorragia esofagea massiva: approccio multidisciplinare e miniinvasivo a un caso complesso
G. Giannotti (Bergamo), 3 min.
4634-25
Risultati a lungo termine del trattamento laparoscopico dell’acalasia esofagea nei
bambini. Studio multicentrico
A. Roberti (Napoli), 3 min.
■■ 11.00-12.00
Chirurgia Addominale 2
Moderatori: G. Pelizzo (Pavia), E. Clemente (Salerno)
4703-22
Ricostruzione autologa intestinale nel nuovo millennio: Il modello di Manchester
R. Coletta (Manchester), 7 min.
4670-25
Onfalocele gigante: 10 anni di esperienza con approccio mini-invasivo
4587-32
4707-26
C. Bleve (Vicenza), 7 min.
SICP Chiusura sequenziale di gastroschisi con silos costruito con pellicola adesiva
e senza suture
S. Ceccanti (Roma), 3 min.
Interposizione colica nel trattamento della Short Bowel Syndrome: nostra esperienza
R.V. Iacona (Catania), 3 min.
13
Congresso
°Nazionale
Congiunto
4704-23
SICP Duodenal antimesenteric sequential tailoring: nuovo approccio nel trattamento
della dilatazione duodelale sintomatica in pazienti affetti da Short Bowel Syndrome
R. Coletta (Manchester), 3 min.
4743-26
SICP L’uso del sistema V.A.C. (Vacuum Assisted Closure) nel trattamento delle ferite
dell’addome del neonato e del prematuro
M.D. Sabatino (Rimini), 3 min.
■■ 12.00-13.00
Chirurgia Uro-Ginecologica
Moderatori: A. Martino (Ancona), P.G. Gamba (Padova)
4688-34
SICP Torsioni ovariche in età pediatrico-adolescenziale: ovarian-sparing surgery
come trattamento preferenziale
G. Lisi (Pescara), 3 min.
4683-29
Utero didelfo, emivagina ostruita ed agenesia renale omolaterale (S. di HerlynWerner-Wunderlich): il corretto timing diagnostico-terapeutico consente di
precorrere le complicanze e preservare la fertilità
V. Guerriero (Pescara), 3 min.
4624-24
La patologia ovarico-annessiale in età pediatrica: la nostra esperienza
M. Bertozzi (Perugia), 7 min.
4620-20
SIVI Standardizzazione della tecnica nell’asportazione laparoscopica dei residui
dell’uraco
E. Magrini (Perugia), 3 min.
4576-30
SIUP Rimorso decisionale nei genitori di pazienti sottoposti a trattamento
di ipospadia distale
F. Ghidini (Padova), 3 min.
4723-24
SIUP Adjustable male sling (ARGUS) per il trattamento dell’incontinenza urinaria
nei pazienti con spina bifida: risultati preliminari
L. Leonelli (Genova), 3 min.
4564-27
SIUP EGF ed MCP-1 quali marcatori di nefropatia da reflusso in bambini sottoposti
a trattamento endoscopico: follow up a 24 mesi
V. Pastore (Foggia), 3 min.
■■ 13.00
Assemblea Società Italiana di Urologia Pedriatrica (SIUP)
Sala Adunanze - Società Medica Chirurgica
14
Bologna
I
Archiginnasio Stabat Mater
I
6-7 novembre 2014
■■ 13.45
Proclamazione vincitori premi SICP, SIUP, SIVI
■■ 14.00-15.00
Miscellanea 2
Moderatori: A. Messineo (Firenze), M. Andermarcher (Trento)
4742-25
NEC: più valore all’ecografia?
L. De Biagi (Rimini), 3 min.
4720-21
Mesenchymal Stem Cells nelle lesioni cutanee congenite ed acquisite in Chirurgia
Pediatrica. Prospettive di ricerca
4643-25
4570-24
A. Raffaele (Pavia), 7 min.
Angiodisplasia in età pediatrica: un raro evento di diagnosi differenziale
D. Biondini (Modena), 3 min.
Malformazione vascolare complessa del collo: dall’epoca prenatale al trattamento
A. Sgrò (Padova), 3 min.
4571-25
Trattamento laparoscopico vs open dell’ernia inguinale nella prima infanzia: risultati
a confronto
P. Impellizzeri (Messina), 3 min.
■■ 15.00-16.00
Tavola rotonda: Doppio distretto pielo-ureterale complesso
Moderatori: W. Rigamonti (Trieste), G. Manzoni (Milano)
Partecipanti: M. Castagnetti (Padova), S. Gerocarni Nappo (Roma), M. Catti (Torino)
■■ 16.00-17.00
Chirurgia Urologica 3
Moderatori: M. De Gennaro (Roma), N. Capozza (Roma)
4665-29
Duplicità pielo-ureterale sintomatica: ectopia ureterale
F. Marinoni (Milano), 3 min.
4681-27
Asportazione robot-assistita di moncone ureterale ectopico nelle vie seminali e
sintomatico (ascesso, epididimiti recidivanti)
M. De Gennaro (Roma), 3 min.
15
Congresso
°Nazionale
Congiunto
4615-24
Ureterocele ectopico in doppio distretto renale: recidiva tardiva del reflusso
E. Casolari (Parma), 3 min.
4637-28
Eminefrectomia laparoscopica nei pazienti pediatrici con doppio distretto renale.
Risultati di uno studio multicentrico europeo
M. Escolino (Napoli), 7 min.
4667-31
Eminefrectomia con tecnica mini-invasiva: descrizione di alcuni casi complessi
F. Ferrara (Vicenza), 3 min.
4632-23
Eminefroureterectomia laparoscopica in età pediatrica: tecnica e risultati
L. Pintozzi (Napoli), 3 min.
4712-22
Megavescica fetale: una diagnosi poliedrica a prognosi variabile
C. Manzoni (Roma), 3 min.
4630-21
Polipo congenito e valvole dell’uretra posteriore: un’associazione rara?
C. Matteotti (Novara), 3 min.
4621-21
Trattamento laser delle valvole congenite dell’uretra posteriore:personale esperienza
G. Cretì (San Giovanni Rotondo), 7 min.
■■ 17.00-18.00
Chirurgia Urologica 4
Moderatori: E. Merlini (Torino), N. Laricchiuta (Bari)
4588-33
L’urologo pediatra e il transitional care dell’adulto con spina bifida: studio
conoscitivo dei percorsi di cura in 16 centri italiani
G. Mosiello (Roma), 7 min.
4724-25
Accesso trans-mesocolico per pieloplastica robotica anche in presenza di vasi polari
anomali
G. Torino (Roma), 3 min.
4612-21
Trapianto renale in pazienti < 15 Kg con disfunzione del basso apparato urinario
M. Castagnetti (Padova), 3 min.
4633-24
Pieloplastica con approccio mini-invasivo
D.G. Minoli (Milano), 3 min.
4685-31
One Trocar Assisted Pyeloplasty: analisi della curva di apprendimento in chirurghi
senior e junior
S. Gerocarni Nappo (Roma), 3 min.
4715-25
Pieloplastica laparoscopica robot-assistita: la nostra esperienza
L. Avolio (Pavia), 3 min.
16
Bologna
4708-27
4660-24
4583-28
I
Archiginnasio Stabat Mater
I
6-7 novembre 2014
Transizione diretta da pieloplastica open a RALP: esperienza di un singolo centro
A. Lesma (Milano), 3 min.
Trattamento mini-invasivo del megauretere ostruttivo: presentazione di dieci casi
M. Sonzogni (Milano), 3 min.
Addome acuto di pertinenza ginecologica in età pediatrica
N. Zampieri (Verona), 3 min.
■■ 18.00-19.00
Chirurgia Toracica 2
Moderatori: M. Messina (Siena), S. Cacciaguerra (Catania)
4618-27
4616-25
Approccio toracoscopico alla patologia mediastinica in età pediatrica:
nostra esperienza
F. Nino (Ancona), 3 min.
Soluzione definitiva per il trattamento dei linfangiomi toraco-mediastinici complessi
G. Casadio (Parma), 3 min.
4606-24
Il destino dell’adattamento del diaframma dopo riparazione di ernia diaframmatica
congenita
S. Ceccanti (Roma), 7 min.
4666-30
MIS nella patologia congenita del diaframma. Quale approccio migliore:
toracoscopico o laparoscopico?
4736-28
C. Bleve (Vicenza), 3 min.
Procedura EXIT per masse cervicali giganti. Esperienza di un singolo Centro
G. Farris (Milano), 3 min.
4682-28
Mini-toracotomia ascellare per la riparazione di atresia esofagea con fistola tracheoesofagea distale nell’era endoscopica
4696-33
4734-26
I. Falconi (Roma), 3 min.
Chi va piano va sano e lontano? Un caso di enfisema lobare congenito bilaterale
L. Del Prete (Roma), 3 min.
Un raro caso di polmone esofageo: strategie chirurgiche e review della letteratura
A. Zanini (Milano), 3 min.
■■ 19.00
Compilazione questionario di apprendimento ECM
■■ 19.15
Fine lavori
17
Congresso
°Nazionale
Congiunto
1
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V. de’ Chi
ari
1 Stazione centrale (FS)
2
2 Aeroporto
3 Sede del Congresso
Sala dello Stabat Mater
Archiginnasio
Piazza Galvani 1 - Bologna
18
3 Sociale
4 Cena
Palazzo Isolani
4Via Santo Stefano, 1 - Bologna
5 Il Cappello Rosso
Via Dè Fusari, 9 - Bologna
6 Art Hotel Corona D’Oro
Via Guglielmo Oberdan, 1 - Bologna
7 Art Hotel Dei Commercianti
Via Dè Pignattari, 11 - Bologna
8 Art Hotel Novecento
Piazza Galileo Galilei, 4/3 - Bologna
P Parcheggi consigliati
Garage del Commercio Piazza Galvani 6/8 Tel 051 235042
Garage Farini Vicolo San Damiano 3/3 Tel. 051 266086
Bologna
I
Archiginnasio Stabat Mater
I
6-7 novembre 2014
Informazioni generali
Sede del Congresso
Iscrizione
Sala dello Stabat Mater
Archiginnasio
Piazza Galvani 1 - Bologna
Tel. 051 276811
La quota di iscrizione è pari a euro 220,00 iva inclusa e include:
• Accesso alle sessioni scientifiche
• Lunch buffet e open bar per tutta la durata del congresso
• Kit congressuale
• Attestato di partecipazione
La quota di iscrizione di 220,00 euro iva inclusa è inoltre
comprensiva della cena sociale per i primi 150 iscritti.
I pagamenti dovranno essere effettuati entro il 31 ottobre
2014.
Una email di conferma verrà inviata a seguito della regolare
iscrizione e del pagamento sul sito
www.congiunto2014.planning.it
Come raggiungere la sede del Congresso
Dalla Stazione centrale (FS):
• a piedi (Km. 1,5): da Piazza delle Medaglie d’oro proseguire
in Via dell’Indipendenza fino a Piazza Maggiore, svoltare a
destra in Via dell’Archiginnasio, proseguire fino a Piazza
Galvani 1
• in autobus (5-10 minuti) n. 25, 37, 27, 30: fermata Via Rizzoli
o Piazza Maggiore; navetta A: fermata Piazza Galvani
Dall’Aeroporto:
• con l’Aerobus (circa 15 minuti): fermata V. Ugo Bassi o V.
Indipendenza - S. Pietro
In auto:
Accedere da Via Dante, procedere per via Santo Stefano e a
seguire Via Farini. Via dell’Indipendenza, Via Rizzoli e Via Ugo
Bassi non sono percorribili.
Garage consigliati:
Garage del Commercio Piazza Galvani 6/8 Tel 051 235042
Garage Farini Vicolo San Damiano 3/3 Tel. 051 266086
Modalità Televoto
A ciascun partecipante sarà consegnato un televoter con il
quale verranno votati i contributi candidati all’assegnazione
dei premi SICP, SIUP, SIVI.
Le comunicazioni indicate ai fini della premiazione sono
contrassegnate all’interno del programma col simbolo (
)
seguito dall’acronimo della Società.
Il voto verrà effettuato al termine di ciascuna comunicazione,
dopo la discussione; il tempo a disposizione per la votazione
sarà di 20 secondi.
La votazione sarà indicata e condotta dai moderatori delle
sessioni interessate.
Le possibilità di voto saranno da 1 (punteggio minimo) a 9
(punteggio massimo).
Il televoter verrà fornito a fronte della consegna di un valido
documento di identità: al fine di snellire le pratiche di iscrizione
Vi preghiamo di predisporre per tempo il documento in fase di
registrazione in sede congressuale.
Ciascun televoter dovrà essere riconsegnato al termine di ogni
giornata.
Educazione Continua in Medicina (ECM)
Planning Congressi Srl, provider ECM n.38, ha accreditato
il Corso per le categorie: Chirurgia pediatrica, Urologia,
Pediatria, attribuendo n. 15 crediti formativi ECM.
Si rende noto che ai fini dell’acquisizione dei crediti
formativi è INDISPENSABILE la presenza effettiva al
100% della durata complessiva dei lavori e almeno il
75% delle risposte corrette al questionario di valutazione
dell’apprendimento.
Non saranno previste deroghe a tali obblighi.
WIFI
Al fine di evitare congestionamenti di linea che potrebbero
rallentare la connessione e l’accesso ai file Vi preghiamo di:
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19
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Giovanni Ruggeri
Chirurgia Pediatrica
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Policlinico Sant’Orsola
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Segreteria Scientifica
Sommario
La ricostruzione del prepuzio nelle ipospadie distali. La nostra esperienza ............................................. 1
L'embolizzazione profilattica dello pseudoaneurisma post-traumatico dell'arteria epatica .................. 2
Studio retrospettivo sulle metodiche di biopsia in pazienti pediatrici affetti da neuroblastoma ............ 3
Single port laparoscopic assisted pyloromyotomy (SPLAP): 5 anni di esperienza ................................... 4
Approccio laparo-assistito con 2 trocar alle torsioni ovariche neonatali ................................................... 5
Ernia diaframmatica congenita destra: caso clinico ....................................................................................... 6
Fattori di rischio e classificazione del prolasso rettale dopo anorettoplastica per malformazioni
anorettali (MAR) ..................................................................................................................................................... 7
Antregrade Continence Enema (Malone) per via laparoscopica: note tecniche e descrizione della
nostra esperienza ................................................................................................................................................. 8
Ancoraggio di catetere per alimentazione nel refeeding di enterostomia distale ..................................... 9
Ginecologia pediatrica dipartimentale.............................................................................................................10
Prolasso di ureterocele ectopico uretrale nel bambino ...............................................................................11
Complicanze nelle appendiciti acute con peritonite: valutazione sulla base della tecnica chirurgica e
individuazione dei fattori di rischio. .................................................................................................................12
Uretroplastica secondo Duplay con riconfigurazione prepuziale VS uretroplastica secondo
Snodgrass e circoncisione. La nostra esperienza degli ultimi sei mesi. ...................................................13
Trattamento chirurgico dell’ ernia inguinale monolaterale nel primo anno di vita: e’ necessaria
l’esplorazione controlaterale? Revisione sistematica della letteratura. ...................................................15
Tre casi di patologie ostruttive atipiche dell'alto apparato urinario...........................................................16
Appendicectomia laparoscopica a 3 trocar senza cicatrici: esperienza preliminare. .............................17
La “one-stick maneouvre” per il trattamento laparoscopico della torsione ovarica. ..............................18
i
Nefroma mesoblastico congenito: una rara neoplasia in età neonatale ...................................................19
I disordini di alimentazione in bambini operati per atresia esofagea isolata ...........................................20
Una rara causa di emorragia esofagea massiva: diagnosi e trattamento mininvasivo ..........................21
Sarcoma sinoviale esofageo .............................................................................................................................22
Cleft sternale: trattamento chirurgico nel neonato .......................................................................................23
Analisi del fattori di rischio del fallimento della chirurgia per ipospadia .................................................24
La “MICROPERC”: nuova frontiera della miniaturizzazione per la nefrolitiasi pediatrica.......................25
La digiunostomia transgastrica (PEGJ) nella nutrizione del paziente con malattia da reflusso
gastroesofageo (MRGE) esito di correzione di atresia esofagea (AE) “long-gap” ....................................26
Disfagia lusoria: una serie di 8 casi pediatrici ...............................................................................................27
Ostruzione gastrica da tricobezoario: case report e revisione della letteratura .....................................28
Duplicita'pielo-ureterali “complesse ” : ricerca di soluzioni terapeutiche semplici e personalizzate .29
Il ruolo della preparazione intestinale nell’ ottimizzazione del working-space nei neonati sotto i 5 kg
di peso sottoposti ad erniorrafia laparoscopica: uno studio comparativo. ...............................................30
Trattamento del paziente pediatrico con doppio distretto pielo-ureterale complicato. .........................31
Varicocele destro e bilaterale in età adolescenziale: la nostra esperienza. .............................................32
Iniezione di Deflux in epoca neonatale - Case Report ...................................................................................33
Trattamento ed imaging di un raro caso di duplicazione della colecisti. ..................................................34
Ascesso renale in età pediatrica: descrizione di un caso e trattamento chirurgico ................................35
When cystic lymphangioma determines a bowel volvolus: uncommon case of acute abdomen in a
child. ......................................................................................................................................................................36
Materiale di sutura e complicanze anastomotiche nei pazienti operati per atresia esofagea ..............37
Tulaa versus VLS Appendectomy:Statistical Study .......................................................................................38
Riduzione idrostatica dell’invaginazione intestinale per via ecogiudata versus fluoroscopica.
Revisione sistematica e meta-analisi. .............................................................................................................39
Riduzione dell’invaginazione intestinale per via laparoscopica versus laparotomica. Revisione
sistematica e meta-analisi. ...............................................................................................................................40
Early life events chirurgici e Disordini Funzionali Gastrointestinali (FGIDs): Stenosi ipertofica del
piloro vs. Ernia inguinale non complicata .......................................................................................................41
Eminefroureterectomia in età pediatrica: e' l'accesso videolaparoscopico retroperitoneale il gold
standard??? ..........................................................................................................................................................42
ii
Il trattamento del varicocele in età pediatrica: tecnica open o laparoscopica .........................................43
Megauretere ostruttivo: Rimodellamento robotico-assistito e reimpianto extra-vescicale ..................44
Il profilo coagulativo come strumento diagnostico nell'appendicite acuta in età pediatrica .................45
Approccio anestesiologico ai bambini con linfoma mediastinico anteriore (aML) ...................................46
Appendicectomia laparoassistita transombelicale (TULAA): tecnica di rapido apprendimento ..........47
Una rara causa di pneumatocele: case report ...............................................................................................48
Rischio chirurgico nei pazienti trombocitopenici sottoposti a posizionamento di catetere venoso
centrale .................................................................................................................................................................49
Un nuovo protocollo per il trattamento conservativo dell'invaginazione intestinale ..............................50
L'ernioplastica inguinale laparoscopica nel neonato: esperienza triennale .............................................51
La tecnica di Sistrunk "estesa" per il trattamento delle recidive delle cisti del dotto tireoglosso: 10
anni di esperienza ...............................................................................................................................................52
Limiti e vantaggi dell'ETG addome "graded compression" in bambini con appendicite acuta...............53
Un raro caso di appendicite neonatale ............................................................................................................54
Il ruolo della Trans Percutaneous Splenic-artery Embolization nel trattamento conservativo delle
lesioni traumatiche della milza in età pediatrica ..........................................................................................55
Regressione spontanea della displasia cistica della rete testis: caso clinico. .........................................56
Ernia inguinale neonatale: esperienza su 179 pazienti in sette anni .........................................................57
Pancreatoblastoma congenito: dalla diagnosi prenatale al trattamento ..................................................58
Trial clinico randomizzato per verificare gli effetti della premedicazione e induzione all’anestesia su
ansia e compliance in pazienti pediatrici ........................................................................................................59
Linfangioma macrocistico emiscrotale infantile associato ad idrocele omolaterale: caso clinico. ......60
Importanza dell'utilizzo di un adeguata sostanza ed opportuno materiale per il trattamento
endoscopico del reflusso vescico-ureterale. la nostra esperienza di cinque anni ..................................62
Necrosi ischemica segmentaria del testicolo: descrizione di quattro casi osservati nell’ultimo anno.
................................................................................................................................................................................63
Management of impalpable undescended testes with a modified two stages Fowler-Stephens
procedure: experience of a single centre. ......................................................................................................65
Evoluzione tecnica nel trattamento dell’epispadia femminile: presentazione di due casi .....................66
Balanite xerotica ed ipospadia: un rapporto a doppio senso. Presentazione di un caso ........................67
Distress respiratorio acuto da enfisema polmonare interstiziale nel prematuro: un caso clinico e
revisione della letteratura .................................................................................................................................68
iii
Sezione contemporanea di arterie e vene segmentarie in corso di splenectomia laparoscopica: quali
vantaggi?...............................................................................................................................................................69
Case report: cistoadenoma papillare a cellule chiare dell’epididimo; manifestazione di Von Hippel
Lindau Desease ...................................................................................................................................................70
Torsione isolata della Tuba di Falloppio: e' possibile un trattamento conservativo? ..............................71
Stenosi ipertrofica del piloro: validità di un approccio sempre più mini-invasivo. ..................................72
Appendicite acuta complicata trattata mediante appendicectomia video-laparo-assistita (TULAA): la
nostra esperienza sul ruolo degli antibiotici nella prevenzione e nel trattamento dell’infezione del
sito chirurgico ......................................................................................................................................................73
La malrotazione intestinale nei difetti di parete addominale: la coscienza dell'inconsapevole ............74
Lipomi cutanei giganti in età pediatrica ..........................................................................................................75
Neoformazioni del collo in età pediatrica: nostra esperienza .....................................................................76
Anteprima nell'utilizzo di microclips da 3 mm nel trattamento mininvasivo di alcune patologia
urinarie .................................................................................................................................................................77
iv
Abstract Code: CNG4692-29
La ricostruzione del prepuzio nelle ipospadie distali. La
nostra esperienza
S. Arena 1, N. Turiaco 1, A. Centorrino 1, P. Perrone 1, M.R. Gravina 1, C. Romeo 1
(1) Dipartimento di Scienze Pediatriche, Ginecologiche, Microbiologiche e Biomediche - UOC di
Chirurgia Pediatrica - Università di Messina
Premesse e scopo dello studio: L’obiettivo della chirurgia delle ipospadie è la riconfigurazione del
pene al fine di raggiungere un risultato estetico e funzionale quanto più vicino alla norma.Anche per
motivi culturali, spesso i genitori richiedono che la ricostruzione del pene ipospadico preveda anche
la ricostruzione del prepuzio.
Materiali e Metodi: Da 2012 al 2013, 31 pz(età 23±10 mesi)con ipospadia distale sono stati sottoposti
ad “anatomical reconstruction” del prepuzio.Le ali del prepuzio sonobvb, state incise,il pene è stato
sottoposto a degloving anteriore e,dopo aver corretto il difetto dell’uretra,rispettando gli strati
anatomici, il prepuzio è stato riapprossimato in tre strati.Nei casi in cui il prepuzio, a fine procedura,
appariva stenotico è stata eseguita contestualmente prepuzioplastica dorsale.La sutura cutanea è
stata protetta dermabond glue.Il catetere è stato mantenuto per 5-7 giorni.I controlli sono stati
effettuati a 2 settimane, e a 1,3 e 6 mesi.
Risultati: Tutti i prepuzi erano retrattili a 6 mesi dalla procedura.In 1 pz, si è avuta una parziale
deiscenza del glande con leak del prepuzio ed 1 deiscenza puntiforme. Nessuno dei pz è stato
sottoposto a reintervento.Nel 94% dei casi, il risultato estetico è stato soddisfacente.
Conclusioni: Nella nostra esperienza, la prepuzioplastica nelle ipospadie distale è associata ad una
percentuale accettabile di complicanze. Poiché è riportato che la retrattabilità a fine procedura è
correlata a una retrattabilità a distanza,noi abbiniamo,quando necessario, una contestuale plastica
di slittamento posteriore.
1
Abstract Code: CNG4585-30
L'embolizzazione profilattica dello pseudoaneurisma
post-traumatico dell'arteria epatica
A. Armellini 1, F. Parolini 1, G. Boroni 1, F. Torri 1, L. Righetti 1, D.M. De Previde Prato 1, D. Alberti 1
(1) Clinica Chirurgica Pediatrica - Università degli Studi di Brescia
Premesse e scopo dello studio: Nel paziente emodinamicamente stabile affetto da trauma epatico
contusivo, il trattamento conservativo rappresenta lo standard di cura. Alcuni pazienti tuttavia
sviluppano pseudoaneurismi post-traumatici dell’arteria epatica (PEA), gravati da importanti tassi di
rottura e mortalità. In questo studio riportiamo la nostra esperienza con 5 pazienti affetti da trauma
epatico maggiore.
Materiali e Metodi: Lo studio retrospettivo ha coinvolto pazienti con trauma epatico maggiore
(Grado≥4 sec. American Association for the Surgery of Trauma liver injury grading system).
L'inquadramento diagnostico è stato eseguito con ecografia, TC addome e scintigrafia epatobiliare. In
caso di riscontro di PEA o di sanguinamento attivo, il paziente è stato sottoposto ad arteriografia ed
embolizzazione selettiva.
Risultati: Cinque pazienti, 3 con trauma di grado 5 e 2 di grado 4, sono stati inclusi; età media 11
anni. La scintigrafia ha evidenziato leakage biliare in 2 pazienti sottoposti poi a posizionamento di
stent biliare. La TC di controllo, effettuata in 2 pazienti, ha evidenziato 2 PEA in un unico paziente
(sottoposto ad embolizzazione in 9 e 14 giornata dal trauma). Un paziente è deceduto in 21a giornata
per emorragia massiva.
Conclusioni: L’utilizzo della TC permette la diagnosi precoce di PEA non diagnosticabili all’ecografia.
L'embolizzazione profilattica rappresenta un trattamento sicuro ed efficace. La mancata diagnosi di
PEA può inoltre portare a conseguenze catastrofiche. Pertanto nei traumi epatici maggiori
consigliamo di ripetere la TC in 7a giornata.
2
Abstract Code: CNG4661-25
Studio retrospettivo sulle metodiche di biopsia in pazienti
pediatrici affetti da neuroblastoma
S. Avanzini 1, M. Faticato 2, L. Pio 2, A. Pini Prato 1, M. Conte 3, G. Montobbio 4, P. Buffa 1, G. Mattioli 5
(1) Chirurgia Pediatrica, Istituto Gaslini, Genova, (2) DINOGMI, Università di Genova, (3) Oncologia
Pediatrica, Istituto Gaslini, Genova, (4) Anestesia e Rianimazione Pediatrica, Istituto Gaslini, Genova,
(5) Chirurgia Pediatrica, Istituto Gaslini, Genova - DINOGMI, Università di Genova
Premesse e scopo dello studio: La biopsia chirurgica e la biopsia con ago tranciante rappresentano
le metodiche per consentire la diagnosi istologica e biologica del neuroblastoma (NB). Lo studio
esamina la casistica di biopsie in bambini affetti da NB valutando, la sicurezza in termini di
complicanze e l’adeguatezza del campionamento.
Materiali e Metodi: Sono inclusi i pazienti affetti da NB sottoposti a biopsia tra il 2006 e il 2014. Le
informazioni comprendono i dati demografici, la localizzazione, il tipo e la tecnica di biopsia, il
numero di campioni, l’adeguatezza, la durata della degenza, il tempo per l’inizio di chemioterapia e
le complicanze.
Risultati: Sono state eseguite 50 biopsie. 5 sono state eseguite con tecnica chirurgica open e 34 con
ago tranciante, di cui 11 per via percutanea ecoguidata e 23 per via video assistita. 6 pazienti sono
stati sottoposti a biopsia incisionale laparoscopica, mentre 5 pazienti sono stati sottoposti nello
stesso intervento sia a biopsia con ago tranciante sia a biopsia incisionale laparoscopica.
L’adeguatezza è risultata essere del 98%. Non è stata riscontrata nessuna complicanza
intraoperatoria.
Conclusioni: Le metodiche sono efficacemente applicate a seconda della localizzazione e delle
caratteristiche della massa. La biopsia con ago tranciante video-assistita è la procedura più
utilizzata. Essa garantisce gli stessi risultati in termini di adeguatezza, non risulta a maggior rischio
di complicanze e al tempo stesso favorisce una più rapida ripresa delle normali attività e la
possibilità di intraprendere prima la chemioterapia.
3
Abstract Code: CNG4581-26
Single port laparoscopic assisted
(SPLAP): 5 anni di esperienza
pyloromyotomy
M. Bertozzi 1, N. Nardi 1, A. Appignani 1
(1) S.C. di Clinica Chirurgica Pediatrica - Università degli Studi di Perugia - Ospedale S. Maria della
Misericordia 06100 S. Andrea delle Fratte - Perugia – ITALY
Razionale dello studio : La piloromiotomia secondo Ramsted è la procedura di scelta per la stenosi
ipertrofica del piloro; tuttavia, il modo migliore per approcciare chirurgicamente il piloro è ancora in
discussione . La recente letteratura riporta molti confronti tra gli approcci open e laparoscopico. Lo
scopo di questo lavoro è quello di mostrare i risultati di 5 anni di esperienza con un approccio videoassistito: Single port laparoscopic assisted pyloromyotomy (SPLAP) .
Metodi:
Dal novembre 2008 al novembre 2013, 34 bambini sono stati sottoposti a SPLAP. L'approccio alla
cavità addominale viene eseguito attraverso un'incisione circumombelicale destra ove viene inserito
un trocar da 10 mm. Dopo aver creato il pneumoperitoneo, viene introdotta l’ottica operativa.
All’esplorazione dell’addome il piloro viene individuato rapidamente e successivamente afferrato ed
esteriorizzato attraverso l’incisione ombelicale. La piloromiotomia viene realizzata sotto visione
diretta in maniera convenzionale. Una volta reintrodotto il piloro in addome, un nuovo
pneumoperitoneo viene creato per controllare l' emostasi e l’integrità della mucosa.
Risultati : I 34 pazienti (26 maschi e 8 femmmine) con stenosi ipertrofica del piloro, età
media 36,7 giorni (20 -53 giorni) con un peso da 2,8 a 5,3 kg (media 4.337 kg) sono stati sottoposti a
SPLAP. I tempi operatori sono variati da 16 min a 56 min (media 23.5). In tutti i 34 casi, è stata
eseguita un'adeguata piloromiotomia senza complicanze intra o post- operatorie, ottenendo ottimi
risultati estetici.
Conclusioni : I risultati ottenuti in questi 5 anni eseguendo la piloromiotomia con tecnica video
assistita (SPLAP) dimostrano che questa procedura è un'ottima alternativa alla piloromiotomia open
o laparoscopica.
4
Abstract Code: CNG4582-27
Approccio laparo-assistito con 2 trocar alle torsioni
ovariche neonatali
M. Bertozzi 1, N. Nardi 1, E. Magrini 1, A. Appignani 1
(1) S.C. di Clinica Chirurgica Pediatrica - Università degli Studi di Perugia -Ospedale S. Maria della
Misericordia 06100 S. Andrea delle Fratte - Perugia – ITALY
Razionale dello studio : Riportiamo la nostra esperienza sull’approccio laparo-assistito con 2 trocar
nelle torsioni ovariche neonatali.
Metodi : Dal giugno 2004 al aprile 2014 cinque neonate sono state sottoposte ad asportazione
laparoassistita di ovaio torto. Una attraverso l'incisione ombelicale eseguita con tecnica di Hasson è
stato inserito un trocar da 10 mm con ancoraggio pneumatico. L'addome è stato insufflato ad una
pressione di 6 mmHg. La lesione è stata identificata come torsione ovarica e un secondo trocar da 3
mm è stato inserito al fianco destro o sinistro a seconda dell'ergonomia del chirurgo. L’ovaio torto è
stato mobilizzato con una pinza atraumatica e, mediante un’agocannula 14 gauge inserita attraverso
la parete addominale, è stato aspirato il contenuto della cisti che è stata saldamente afferrata con
pinza traumatica ed esteriorizzata attraverso l’accesso ombelicale. L’asportazione è stata quindi
eseguita per via extracorporea .
Risultati: La laparoscopia ha confermato in tutti i casi la diagnosi preoperatoria. Il tempo operatorio
è variato da 30 a 40 min. Non ci sono state complicanze intra o postoperatorie. Il decorso
postoperatorio è stato regolare in tutti i casi e le pazienti sono state dimesse in II giornata.
Conclusioni : L’ approccio laparo-assistito con 2 trocar alle torsioni ovariche neonatali sembra
essere sicuro ed efficace, meno invasivo rispetto alla tecnica puramente laparoscopica che utilizza 3
trocar o alla tecnica open e con migliori risultati estetici.
5
Abstract Code: CNG4598-34
Ernia diaframmatica congenita destra: caso clinico
E. Brandigi 1, F. Mariscoli 1, A.L. Bulotta 1, D. Meucci 1, M. Pavone 1, M. Messina 1
(1) Università di Siena 1240. Dipartimento di scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze. Clinica
Chirurgica Pediatrica.
INTRODUZIONE L’ernia diaframmatica congenita è presente a destra nel 20% dei casi. Con l’utilizzo
routinario dell’ecografia prenatale e con i progressi di gestione del neonato in terapia intensiva, i tassi di
sopravvivenza hanno raggiunto il 90% nei centri terziari. Non sono ancora presenti dati consistenti sulla
correlazione tra la sede dell’ernia diaframmatica e la prognosi. Presentiamo un caso di ernia
diaframmatica congenita a destra.
CASO CLINICO Paziente nato da parto cesareo elettivo (peso 3 kg) con diagnosi ecografica prenatale di
ernia diaframmatica destra confermata dalla risonanza magnetica fetale. Il paziente non presentava
malformazioni congenite associate e una volta stabilizzato in terapia intensiva neonatale dal punto di vista
emodinamico e cardiorespiratorio, in terza giornata di vita, è stato sottoposto a correzione chirurgica del
difetto. L’intervento è stato eseguito con incisione sottodiaframmatica destra. I visceri erniati (anse
intestinali e lobo epatico destro) sono stati riposizionati in addome e il difetto è stato chiuso accostando i
margini del difetto con sutura riassorbibile a punti staccati. Il paziente è stato estubato in nona giornata
postoperatoria e il controllo radiografico a 3 e 6 mesi risultava nella norma.
CONCLUSIONE: Il corretto inquadramento diagnostico prenatale con un’adeguata gestione intensivistica
neonatale in un centro di terzo livello ha permesso una buona prognosi nonostante il ridotto outcome
ancora presente in questi casi.
6
Abstract Code: CNG4733-25
Fattori di rischio e classificazione del prolasso rettale
dopo anorettoplastica per malformazioni anorettali
(MAR)
G. Brisighelli 1, A. Di Cesare 1, A. Morandi 1, I. Paraboschi 1, L. Canazza 1, E. Leva 1
(1) U.O.C. Chirurgia Pediatrica, Fondazione IRCCS Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
PREMESSE E SCOPO DELLO STUDIO
Descrivere i fattori di rischio e proporre una classificazione del prolasso rettale dopo
anorettoplastica per malformazioni anorettali (MAR).
MATERIALI E METODI
E’ stata condotta un’analisi retrospettiva dei pazienti MAR trattati presso il nostro centro dal 1996 al
2014. Sono state analizzate diverse variabili correlate all’insorgenza di prolasso. Abbiamo
classificato il prolasso in minimo, moderato ed evidente.
RISULTATI
Su 150 pazienti inclusi nello studio 40 hanno sviluppato prolasso: 24/73 maschi (33%) e 16/77
femmine (21%) (p:0.09); 25 prolassi minimi,6 moderati e 9 evidenti. La severità della MAR era
significativamente correlata al rischio di sviluppare prolasso(maschi p:0.001,femmine p:0.058).
Su 150 pazienti, 25 presentavano midollo ancorato (MA). Di questi 10 (40%) hanno sviluppato
prolasso, in confronto a 30 pazienti (24%) senza MA (p:0.13). 31 pazienti presentavano anomalie
vertebrali (AV), di questi 12 (39%) ha sviluppato prolasso, in confronto a 28 pazienti (24%) senza AV
(p:0.11). Su 4 pazienti in cui è stata effettuata LAARP, 3 hanno sviluppato prolasso (75%) in confronto
a 37 pazienti su 109 (25%) non LAARP (p:0.05).
11 pazienti presentavano sintomi (7% dei pazienti con prolasso minimo, 33% moderato, 77%
evidente) (p:0.009). 9 pazienti hanno necessitato correzione chirurgica (2 con prolasso moderato e 7
evidente) (p:0.08).
CONCLUSIONI
Il sesso maschile, la presenza di MAR “alte” e la LAARP predispongono a prolasso rettale. La
classificazione del prolasso permette di predire la presenza di sintomi e la necessità di correzione
chirurgica.
7
Abstract Code: CNG4673-28
Antregrade Continence Enema (Malone) per via
laparoscopica: note tecniche e descrizione della nostra
esperienza
V. Bucci 1, L. Costa 1, E. Zolpi 1, C. Bleve 2, S.F. Chiarenza 1
(1) Unità Operativa Chirurgia Pediatrica ULSS 6 Ospedale San Bortolo Vicenza, (2) V
Premesse e scopo dello studio:In letteratura sono descritte molte varianti tecniche della
MACE(Malone Antegrade Continence Enema)mirate ad ottenere una stomia continente e non
stenotica.Riportiamo la nostra esperienza nella creazione di appendicostomia per via laparoscopica.
Materiali e metodi:Abbiamo sottoposto 5 pz (età media all’intervento di 5aa,min 3 max 9)ad
intervento di appendicostomia con tecnica laparoscopica;3 con stipsi inveterata esito di MAR e 2 con
stipsi funzionale in quadri sindromici. E’ stato proposto il trattamento chirurgico dopo fallimento
delle opzioni mediche.
La tecnica utilizzata prevede approccio laparoscopico con ottica 5 mm, 30° e posizionamento di 3
trocar (sottoxifoideo, sovrapubico e in fossa iliaca destra -sede della stomia): isolamento
dell’appendice e creazione di manicotto cecale antireflusso(“Nissen” su appendice)e abboccamento
estroflettente dell’appendice alla cute.
Risultati:la tecnica è risultata agevole con tempistica sovrapponibile ai parametri descritti in
letteratura. Non si sono verificate complicanze peri o post-operatorie. Un catetere tipo foley è stato
lasciato come tutore per una media di 5 gg (3-12 gg)
Il condotto è risultato utilizzabile agevolmente in breve tempo senza riscontrare stenosi della
stomia. Il manicotto ceco-cecale su appendice è risultato efficace nel prevenirne l’incontinenza.
Conclusioni:nella nostra esperienza la variante ACE laparoscopica con flap cecale risulta attuabile
con tecnica mininvasiva ed ha presentato buoni risultati in termine di efficacia, di gestione e di
significativo miglioramento clinico.
8
Abstract Code: CNG4726-27
Ancoraggio di catetere per alimentazione nel refeeding di
enterostomia distale
S. Cacciaguerra 1, A.C. Mancuso 1, G. Cottonaro 1, M. Lebet 1, G. Stranieri 1, A.N.E. Papale 1, G. Tina 2
(1) U.O.C. di Chirurgia Pediatrica A.R.N.A.S. Garibaldi - Catania, (2) U.O.C. di Neonatologia e Terapia
Intensiva Neonatale A.R.N.A.S. Garibaldi - Catania
Premesse e scopo dello studio: I neonati con enterostomie “alte” confezionate per NEC, atresie,
Fibrosi Cistica, hanno un maggior rischio di squilibrio elettrolitico e perdita di liquidi con scarso
aumento ponderale e necessitano, pertanto, di Nutrizione Parenterale Totale. Da anni è stato
proposto il re-feeding della enterostomia distale. L’introduzione del liquido enterico proveniente
dalla stomia prossimale può determinare problemi pratici di vario tipo: necessità di introdurre e
rimuovere il catetere, dislocazione dello stesso, lesioni da decubito in caso di uso di cateteri a
palloncino etc.
Materiali e metodi: Gli AA descrivono due casi clinici (♀ 38a s.g., 2140 g; ♂ 29a s.g., 1450g) con
atresia intestinale sottoposti a resezione intestinale e confezionamento di stomia digiunale con
esteriorizzazione a stomie separate.
Tecnica: La stomia prossimale viene apparecchiata con placca e sacca di raccolta. La fistola mucosa
viene invece apparecchiata con una comune placca da colostomia, alla quale viene solidarizzata una
tettarella trasparente, attraverso la quale si fa passare un sonda da alimentazione di grandezza
adeguata. La sonda viene introdotta per 10cm. Il bolo proveniente dalla stomia prossimale viene
introdotto mediante pompa-siringa nella fistola mucosa.
Conclusione: Nella nostra esperienza, questo artificio di tecnica rappresenta un metodo semplice e
sicuro di fissaggio, facilmente esplorabile attraverso la tettarella trasparente, che riduce le
manipolazioni del catetere e della placca di stomia.
9
Abstract Code: CNG4573-27
Ginecologia pediatrica dipartimentale
F. Caccia 1, D. Perilli 1, S. De Nigris 1, A. Corbo 1, A. Bornati 1, M. Gibelli 1, F. Miola 1, R. Mattai 1, L.
Cucchi 1, A. Podestà 1
(1) Ospedale San Carlo Borromeo Milano
Premesse e scopo dello studio: traendo origine dalle esperienze degli ultimi 20 anni, si propone, un
modello integrato diagnostico terapeutico per il trattamento dei problemi ginecologici pediatrici
Materiali e Metodi: vengono presentate sei situazioni che hanno richiesto il coinvolgimento del
pediatra, del chirurgo, ginecologo, urologo pediatrici, del chirurgo plastico, del neuropsichiatra e
dello psicologo
Risultati: nelle pazienti presentatesi con addome acuto, il chirurgo pediatra ha coinvolto il ginecologo
laparoscopista , che ha effettuato ovariectomia in un caso ed asportazione di cisti ovarica in un
altro. La paziente con rene unico refluente è stata operata dall’urologo pediatra, con reimpianto e
modellamento dell’uretere e dal ginecologo, con drenaggio vaginale e successiva plastica vaginale.
Nel fibroemangioma delle piccole labbra, il chirurgo plastico ha escluso l’indicazione di un
trattamento laser. Il neuropsichiatra ha preso in carico la bambina di 9 anni, che aveva tamponato
completamente la vagina con le proprie feci, dopo laparoscopia per quadro acuto di pelvi-peritonite.
Le lesioni cutanee genitali della bambina di 3 anni hanno trovato la giusta interpretazione con lo
psicologo, dopo pregresse indagini negative pediatriche, dermatologiche, allergologiche e
ginecologiche.
Conclusioni: viene sostenuta l’opportunità di una gestione dipartimentale dei problemi ginecologici in
età pediatrica.
10
Abstract Code: CNG4574-28
Prolasso di ureterocele ectopico uretrale nel bambino
F. Caccia 1, C. Zamana 1, L. Ruzza 1, U. Rossi 1, S. Battaglia 1, E. Pallotti 1, C. Scalfaro 1, M. Cariati 1, L.
Cucchi 1, A. Podestà 1
(1) Ospedale San Carlo Borromeo Milano
Premesse e scopo dello studio: si presenta il problema posto da ureterocele ectopico uretrale
associato a valvole complete dell’uretra posteriore in duplicità destra, idroureteronefrosi
dell’emirene superiore e reflusso di V grado dell’emirene inferiore. Lo scopo dello studio è
documentare l’evoluzione del quadro urologico negli anni, dopo folgorazione delle valvole,
eminefroureterectomia dx superiore seguite, a 6 e 12 mesi di vita, da 2 trattamenti endoscopici
(STING ) per il RVU.
Materiale e Metodo: al 5° mese di vita, l’ureterocele, non più visibile all’ecografia, compare, nella
fase minzionale cistografica, come una grossolana formazione sferica mediana prolassata dalla
vescica e centrata sull’uretra posteriore, senza alcun segno di ostacolo al deflusso. Per questo
motivo e per l’assenza di infezioni ed incontinenza, viene deciso un trattamento conservativo.
Risultati: A 2 anni di di distanza persistenza in fase minzionale del prolasso dell’ureterocele. A 3 e
10 anni: invariata l’ ectasia sferica con svuotamento vescicale completo. UroangioRM a 15 anni:
normalità di captazione ed eliminazione bilaterale del gadolinio. Ecograia a 18 anni: rene dx 8,4 cm
ptosico, senza dilatazioni, con buona corticale. Rene sin. 11 cm senza dilatazioni. Vescica con pareti
regolari. Immagini minzionali con cisto RM.
Conclusioni: dopo 18 anni, ridiscusso il caso con l’urologo degli adulti, si decide di proseguire con
modalità conservative, controllando infezioni, continenza ,flusso e sorvegliando ecograficamente le
alte vie urinarie.
11
Abstract Code: CNG4659-32
Complicanze nelle appendiciti acute con peritonite:
valutazione sulla base della tecnica chirurgica e
individuazione dei fattori di rischio.
M. Capitanio 1, L. Ferrero 1, A. Cerrina 1, M.G. Cortese 1, E. Teruzzi 1, L. Lonati 1, J. Schleef 1
(1) S.C. di Chirurgia Generale Pediatrica,Azienda Ospedaliera Città della salute e della scienza di
Torino,Ospedale Infantile Regina Margherita.
Obiettivi: Lo studio valuta la prevalenza di complicanze post appendicectomia su peritonite e la loro
associazione con tecnica chirurgica, caratteristiche epidemiologiche e quadro ematologico.
Metodi: Di 562 appendicectomie dal 2010 al 2013, 225 erano peritoniti: 58 eseguite in laparoscopia e
167 in laparotomia. Affinché le popolazioni in studio fossero confrontabili è stato eseguito un test di
appaiamento selezionando 2 open per ogni laparoscopia, in base a sesso, età e PCR d’ingresso. Dei
174 casi ottenuti si sono considerate complicanze, reinterventi e fattori associati. Nel confronto si
sono usati i test T di Student e Chi quadro(IC 99%).
Risultati: In tutti i casi è stata fatta triplice terapia antibiotica fino a normalizzazione degli indici di
flogosi con modifiche, se necessario, in base all’antibiogramma. Tra i 2 gruppi non si rilevano
differenze nel tempo di degenza (p=0,13). Il 18,9% delle open e il 20,6% delle laparoscopie hanno
presentato complicanze, senza differenze significative (p=0,79). Risultato analogo per i reinterventi:
2 nelle laparotomie, 3 nelle laparoscopie (p=0,82). La prognosi non è influenzata dall’età, mentre è
peggiore nei maschi in modo significativo (p<0,01). Il valore di PCR all’ingresso risulta più alto nei
casi complicati (p<0,01).
Conclusioni: La laparoscopia non appare inferiore alla tecnica open ma presenta un vantaggio
estetico e riduce il numero di occlusioni a distanza per aderenze, come evidenziato in letteratura.
Deve essere dunque, se possibile, preferita. PCR d’ingresso alta e sesso maschile sembrano essere
fattori prognostici negativi.
12
Abstract Code: CNG4657-30
Uretroplastica secondo Duplay con riconfigurazione
prepuziale VS uretroplastica secondo Snodgrass e
circoncisione. La nostra esperienza degli ultimi sei mesi.
C. Carlini 1, L. Sangiorgio 1, F. Rotundi 2, F. Vaccarella 2, E. Podestà 3
(1) Urologia Pediatrica A.O. Alessandria, (2) Chirurgia Pediatrica A.O. Alessandria, (3) Consulente
Urologia Pediatrica A.O. Alessandria
Introduzione: negli ultimi sei mesi, utilizziamo, per la cura delle ipospadie peniene distali e medio –
peniene, accanto alla tecnica di Snodgrass, la correzione secondo Duplay senza incisione del piatto
uretrale, associata a riconfigurazione del prepuzio. Presentiamo i risultati di uno studio comparativo
fra le due tecniche.
Materiali e metodi: da novembre ad oggi abbiamo operato per ipospadia 36 bambini di cui 28
arruolabili nel nostro studio, 14 pazienti sono stati operati secondo la tecnica di Duplay o MAGPI con
riconfigurazione (tranne 1) del prepuzio. Il gruppo di controllo (14 pazienti), sottoposti ad intervento
di uretroplastica secondo la tecnica TIPU di Snodgrass.
Età 14-22 mesi
Tipo di ipospadia:




7 coronali o peniene distali
1 perineale
5 glandulari
1 schisi prepuziale con ipospadia navicolare
Tipologia di intervento:


ipospadie glandulari: MAGPI
ipospadie più gravi: Duplay
In 13 casi è stata fatta riconfigurazione prepuziale
In 1 caso circoncisione
13
La riconfigurazione prepuziale consiste nell’individuare le linee del rafe schisato, incidere a tale
livello e suturare lungo i 2 emirafi, al fine di ripristinare la situazione più fisiologica possibile
Gruppo di controllo



6 coronali o peniene distali
2 medio – peniene.
6 glandulari.
6 ipospadie coronali, le 2 ipospadie medio – peniene e 3 delle ipospadie glandulari trattate con TIPU.
Risultati:
Follow up: 1-6 mesi
Complicanze nelle Duplay con riconfigurazione del prepuzio:


1 fistola e deiscenza della riconfigurazione prepuziale
1 fimosi relativa in riconfigurazione prepuziale
Snodgrass:


2 stenosi del meato uretrale trattate con dilatazioni
1 fistola uretrale
Conclusioni: le tecniche sono confrontabili. Nell’uretroplastica secondo Snodgrass abbiamo
incontrato due stenosi del meato che non abbiamo osservato nei bimbi operati con la Tecnica di
Duplay, la frequenza di fistole, è analoga. La riconfigurazione del prepuzio garantisce un aspetto
estetico fisiologico e forse, mantenendo il meato in un ambiente fisiologico, ne previene la stenosi
14
Abstract Code: CNG4674-29
Trattamento chirurgico dell’ ernia
inguinale
monolaterale nel primo anno di vita: e’ necessaria
l’esplorazione controlaterale? Revisione sistematica
della letteratura.
V. Cascini 1, G. Lisi 2, G. Lauriti 3, L. Tarallo 1, N. Marino 3, P. Lelli Chiesa 2
(1) Dipartimento di Chirurgia Pediatrica, Università degli studi "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara, (2)
Dipartimento di Chirurgia Pediatrica, Università degli studi "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara ed Unità
Operativa di Chirurgia Pediatrica, P.O. "Spirito Santo" di Pescara, (3) Unità Operativa di Chirurgia
Pediatrica, P.O. "Spirito Santo" di Pescara
Premesse e scopo dello studio: nei lattanti ≤ 1 anno affetti da ernia inguinale monolaterale (EIM) la
gestione del lato asintomatico è controversa per il rischio di sviluppare un’ ernia metacrona
controlaterale (EMC). Scopo dello studio è valutare l’incidenza di EMC nei lattanti dopo erniotomia
monolaterale open (EMO) e quella di dotto peritoneo-vaginale controlaterale pervio (DPVCP) in quelli
sottoposti a trattamento laparoscopico (TL), confrontandoli con la popolazione d’età > 1 anno.
Materiali e Metodi: dopo revisione sistematica della letteratura sono stati inclusi 23 studi su pazienti
≤ 1 anno d’età con EIM.
Risultati: 4488 lattanti sottoposti a EMO hanno sviluppato 342 (7,6%) EMC, soprattutto se d’età < 6
mesi (13,8%). Significative differenze sono presenti comparando i nati pretermine vs termine (8.3%
vs 5.4%, p<0.001), i LBW vs NBW (27.2% vs 16%, p<0.05) ed il lato dell’EIM primaria (14,5% sn vs
7,4% dx, p<0.005). Dei 987 lattanti sottoposti a TL, 451 (45.7%) presentavano un DPVCP. Fra i
pazienti > 1 anno, 7728 trattati con EMO mostravano una minore incidenza di EMC rispetto ai lattanti
(492 - 6.3%; p<0.05), così come 745 soggetti trattati con TL (289 DPVCP, 38.8%, p<0.005).
Conclusioni: il numero di DPVCP riscontrati e chiusi nel gruppo con TL è elevato rispetto all’incidenza
delle EMC, suggerendo un over-trattamento durante tale procedura. Il basso numero di EMC nel
gruppo d’età > 1 anno non giustifica l’esplorazione controlaterale ordinaria. Resta controversa la
gestione del lato asintomatico nei lattanti < 6 mesi, pretermine, LBW e con ernia primaria sinistra.
15
Abstract Code: CNG4619-28
Tre casi di patologie ostruttive atipiche dell'alto apparato
urinario
M. Catti 1, B. Tadini 1, C. Fiorito 1, G. Carbonaro 1, A. Cerrina 1, M. Falcone 1, E. Merlini 1
(1) Urologia Pediatrica OIRM Città della Salute Torino
Razionale dello studio: Presentiamo tre casi di patologie ostruttive atipiche dell’alto apparato
urinario.
Metodi:
caso 1: bimbo di 5 anni con riscontro occasionale di dilatazione calicopielica ed ureterale prossimale
sinistra studiata con ecografia, TAC senza mdc, scintigrafia con MAG3 ed uroRMN.
Caso 2: bimba di 5 anni con riscontro occasionale di idronefrosi gigante sinistra atipica, studiata con
ecografia, scintigrafia con MAG3 ed uroRMN.
Caso 3: bimba di 7 anni con riscontro occasionale di bifidità pielica sinistra con idronefrosi
dell’emidistretto polare inferiore e calcolosi pielica inferiore, già sottoposta a trattamento ESWL in
altra sede senza successo, studiata con ecografia e scintigrafia renale con MAG3.
Risultati:
1: Riscontro operatorio di stenosi puntiforme del giunto pieloureterale destro basso (diagnosi
differenziale con stenosi ureterale), sottoposto con successo a resezione del tratto stenotico ed
anastomosi pielo-ureterale.
2: Riscontro operatorio di bifidità pielica con dilatazione di entrambi gli emidistretti renali a monte di
stenosi puntiforme dell’uretere unico lombare, sottoposta con successo a resezione del tratto
stenotico ed uretero-uretero anastomosi.
3: Riscontro operatorio di doppio distretto pieloureterale incompleto con idronefrosi osrtuttiva
dell’emidistretto renale inferiore, sottoposta con successo a pielolitotomia, resezione del tratto
stenotico ed anastomosi tra il bacinetto polare inferiore e l’uretere.
Conclusioni: i casi presentati risolti chirurgicamente con successo costituiscono delle varianti
anatomiche interessanti da conoscere.
16
Abstract Code: CNG4607-25
Appendicectomia laparoscopica
cicatrici: esperienza preliminare.
a
3
trocar
senza
S. Ceccanti 1, S. Frediani 1, D. Morgante 1, I. Falconi 1, A. Boscarelli 1, D.A. Cozzi 1
(1) Sapienza Università di Roma
Premesse e scopo dello studio: Descriviamo una tecnica di appendicectomia laparoscopica (AL) a 3
trocar, in cui le incisioni per i trocar operativi sono nascoste in regione sovrapubica, al fine di
migliorare ulteriormente la cosmesi.
Materiali e Metodi: 58 bambini, tra 5 e 14 anni di età (mediana,9), sono stati sottoposti ad AL (20112013). I primi 37 sono stati sottoposti a tecnica convenzionale, che prevede 1 trocar transombelicale
da 10 mm per l’ottica e 2 trocar operativi da 5 mm, in fossa iliaca sinistra e in regione sovrapubica,
rispettivamente. Nei restanti 21 pazienti, i 2 trocar operativi sono stati spostati in sede pararettale,
sulla linea sovrapubica. Abbiamo confrontato: dati demografici, complicanze, morbidità e risultato
estetico.
Risultati: Non abbiamo riscontrato differenze significative in termini di età, sesso e tempi operatori
[mediana 60 (range,30-120) vs 55 (range,40-80) minuti; p=0.06]. Nessun intervento è stato convertito
o complicato nell’immediato postoperatorio. La durata mediana del ricovero è stata simile nei 2
gruppi [4 (range,1-14) vs 3.5 (range,2-8) giorni;p=0.62]. Le complicanze postoperatorie includono: 3
granulomi ombelicali e 3 ascessi post-appendicectomia, tutti risolti conservativamente. Tutti i
pazienti hanno dischiarato di essere soddisfatti del risultato estetico.
Conclusioni: L’AL con 3 trocar senza cicatrici visibili è una tecnica semplice, sicura, facilmente
riproducibile, e con risultati comparabili all’AL tradizionale. Tuttavia, l’invisibilità delle cicatrici,
conferisce a tale approccio alternativo un chiaro vantaggio estetico.
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Abstract Code: CNG4700-19
La “one-stick maneouvre” per
laparoscopico della torsione ovarica.
il
trattamento
S. Ceccanti 1, S. Frediani 1, A. Boscarelli 1, I. Falconi 1, R. Iaconelli 1, D.A. Cozzi 1
(1) Sapienza Università di Roma
Premesse e scopo dello studio: Riportiamo la nostra esperienza preliminare con un approccio
laparoscopico originale per il trattamento delle torsioni ovariche in età pediatrica.
Materiali e Metodi: La nostra tecnica prevede il posizionamento di un trocar di Hasson da 5-10mm a
livello ombelicale, per l’introduzione di un’ottica da 30°. Dopo esplorazione della pelvi, viene inserita
una pinza da 5 mm (con o senza trocar) attraverso un’incisione pararettale sulla linea ombelicale
omolaterale all’ovaio torto. La derotazione viene quindi eseguita sollevando e ruotando l’ovaio fino a
completa risoluzione della torsione.
Risultati: Tra Luglio 2013 e Marzo 2014, 3 bambine di 8,12 e 9 anni di età, sono state
consecutivamente sottoposte a derotazione ovarica monolaterale con la tecnica sopradescritta. Due
pazienti erano prepubere e la terza presentava una voluminosa cisti a carico dell’ovaio torto. La
torsione riscontrata era di 540°, 900° e 360°rispettivamente, e veniva agevolmente derotata senza
necessità di ulteriori strumenti operatori. La cisti ovarica associata è stata punta ed aspirata per via
percutanea sotto visione. La durata dell’intervento è stata rispettivamente di 50, 40, e 40 minuti.
Tutte le pazienti sono state dimesse tra la 3a e la 4a giornata postoperatoria con ottimo risultato
estetico.
Conclusioni: La nostra tecnica di derotazione ovarica con singolo strumento operatorio è una valida
ed efficace alternativa alla laparoscopia convenzionale, ed associata ad una migliore cosmesi.
18
Abstract Code: CNG4648-30
Nefroma mesoblastico congenito: una rara neoplasia in
età neonatale
P.L. Ceccarelli 1, M. Pati 2, F. Tavani 3, S. Brocchi 4, A. Bianchini 1, P. Repetto 1, V. Durante 1, A. Cacciari
1
(1) Chiurgia Pediatrica, Policlinico di Modena, (2) Ginecologia e Ostetricia, Ospedale di Carpi, (3)
Neuroradiologia, Ospedale di Baggiovara, (4) Pediatria, Policlinico di Modena
Premesse e scopo dello studio
Le neoplasie neonatali nel 7% sono renali. La diagnosi prenatale (<50%): può essere ecografia (1516%) o sospetta in caso di poliidramnios o idrope (84-85%). Il nefroma mesoblastico congenito può
essere diagnosticato e trattato precocemente: riportiamo la nostra esperienza.
Case report
Maschio (EG 34 sett, PN 2420 gr) con buon adattamento alla vita extrauterina. L’ecografia prenatale
(EG 28 W) mostrava una massa nella loggia renale dx, la RMN fetale confermava presenza della
massa (48x35x28mm) con apparente piano di clivaggio rispetto al rene. In seconda giornata di vita
comparsa di ipertensione arteriosa associata ad aldosteronemia (1000 pg/ml) e reninemia (500
mcg/UI) elevate, catecolamine urinarie normali. Imaging post-natale (ecografia e RMN) compatibili
con massa di origine renale. Scintigrafia total body con 1231-MIBG negativa.
Dopo aver escluso il sospetto di neuroblastoma e confermata l’origine renale del tumore il bambino
è stato sottoposto a resezione della massa (rene dx ed uretere) in 13° giornata. Istologia: nefroma
mesoblastico con margini infiltrati, variante classica (stadio I). Non eseguita chemioterapia.
Attualmente in follow-up oncologico e nefrologico da un anno.
Conclusioni
Ecografia e angio-RMN sono indagini indispensabili per la diagnosi del nefroma mesoblastico, il
quale può presentarsi nella variante classica (benigna), cellulata o mista. La terapia primaria è la
nefrectomia radicale associata a istologia estemporenea per decidere i provvedimenti terapeutici. La
sopravvivenza è elevata se il trattamento avviene precocemente.
19
Abstract Code: CNG4658-31
I disordini di alimentazione in bambini operati per atresia
esofagea isolata
A. Cerchiari 1, M. Faldo 1, F. Morini 1, G. Totonelli 1, L. Valfrè 1, A. Conforti 1, P. Bagolan 1
(1) Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Premesse e scopo dello studio: Sintomi inerenti accettazione e gestione del cibo sono frequenti nei
pazienti (pz) operati per atresia esofagea (AE) isolata, ma scarsamente studiati. Scopo del lavoro è
descrivere i disordini di alimentazione/deglutizione in un gruppo di pz operati per AE, seguiti
sistematicamente con percorso dedicato.
Materiali e Metodi: Pz operati per AE isolata e seguiti nel 2013. Tutti sono stati osservati con
videoregistrazione nelle diverse fasi nutrizionali: generale, preparazione orale ed orale, faringea,
esofagea e gastrica. L'abilità in ogni fase è stata valutata da 1 (migliore) a 4 (peggiore).
Risultati: 21 pz totali, M:F=10:11, età media 3,4 anni (range: 3 mesi-13 anni). La classificazione ha
mostrato in tutti un ritardato sviluppo di alimentazione. Di seguito la prevalenza delle anomalie
riscontrate: scarsa assunzione del pasto 47,6%; tempo del pasto > 45min 71%; rifiuto di cibi solidi
70%; uso patologico del biberon 58%; alimentazione genitore-dipendente 70%; bisogno di distrazioni
ludiche 64%; scialorrea 41%; perdita di cibo dalla bocca 62%; stasi del bolo in bocca 87,5%;
ipersensibilità orale 100%; difficoltà ad avviare la masticazione 64%; tosse nel pasto 37%; conati nel
pasto 52%; reflusso gastro-esofageo 14%; voce o pianto gorgogliante dopo il pasto33%.
Conclusioni: Pz con AE isolata mostrano disturbi in ogni fase della nutrizione. La stimolazione
precoce dell’attività di suzione e deglutizione, sin dal pre-operatorio, può contribuire a promuovere
entrambe le attività.
20
Abstract Code: CNG4693-30
Una rara causa di emorragia esofagea massiva: diagnosi
e trattamento mininvasivo
M. Cheli 1, G. Giannotti 1, M. Ciuffreda 2, M.L. Brena 1, M.M. Colusso 1, L. Minelli 1
(1) Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, U.S.C. Chirurgia Pediatrica, (2) Azienda Ospedaliera
Papa Giovanni XXIII, U.S.S.D. Cardiologia Pediatrica
Premesse e scopo dello studio: Descriviamo un caso di fistola aortoesofagea determinante
emorragia gastrointestinale massiva. Condizione rara dovuta a molteplici cause che presenta rapida
e letale evoluzione.
Materiali e Metodi: Bambina di 3 anni si presenta con ematemesi e shock emorragico. Sottoposta a
endoscopia che evidenziava emorragia senza definita foce di sanguinamento. Si posizionava sonda
di Blakemore con stabilizzazione emodinamica. L’ angioTC mostrava spandimento di mdc dall’aorta
discendente con adiacente psedudoaneurisma. Nelle ore successive per ripresa del sanguinamento
ha presentato distensione addominale con quadro di shock e impossibilità alla ventilazione
necessitando di laparotomia esplorativa e gastrotomia decompressiva. Si posizionava cannula
aortica e in collaborazione con i cardiologi interventisti stent aortico con esclusione dello
pseudoaneurisma e della fistola.
Risultati: Il decorso postoperatorio è stato caratterizzato dalla formazione di stenosi esofagea
peggiorata da reflusso che ha necessitato di fundoplicatio con gastrostomia e dilatazioni
pneumatiche. Il follow-up a 1 anno mostra miglioramento della stenosi con ripresa
dell’alimentazione. All’ecocolordoppler lo stent risulta pervio e ben posizionato.
Conclusioni: In presenza di massivo sanguinamento dalle vie digestive superiori va considerata la
rara evenienza di una fistola aortoesofagea. Per la sopravvivenza della paziente è stato
determinante la gestione multidisciplinare che ha permesso una pronta diagnosi e la possibilità di
realizzare chiusura della fistola con tecnica mininvasiva.
21
Abstract Code: CNG4627-27
Sarcoma sinoviale esofageo
E. Ciardini 1, E. Severi 1, N. Centonze 1, E. Cerchia 1, B. Noccioli 1
(1) SODC Chirurgia Pediatrica Neonatale AOU Meyer Firenze
PREMESSE E SCOPO DELLO STUDIO: Il sarcoma sinoviale (SS) è una neoplasia maligna a prevalente
manifestazione nei tessuti molli delle estremità e con altre rare localizzazioni. Il SS primitivo
dell’esofago è estremamente raro con soli 6 casi riportati in letteratura. Si manifesta come massa
polipoide intraluminale morfologicamente indifferenziabile da più comuni lesioni benigne.
Riportiamo il caso di un bambino che da un’ iniziale sintomatologia respiratoria aspecifica ha
condotto ad un eccezionale riscontro di SS esofageo.
MATERIALI E METODI: Un paziente di 6 anni viene trasferito da altro nosocomio per emoftoe in
quadro di recente disfagia e calo ponderale. Lo studio radiologico descrive una massa endoluminale
esofagea simil polipoide di 12x4x4 cm con base di impianto cervicale. Le biopsie endoscopiche e
successivamente chirurgiche giungono all’inaspettata diagnosi di sarcoma sinoviale. La rarità della
diagnosi ha reso necessario un confronto con il referente italiano ed europeo per la gestione dei
sarcomi al fine di concordare il programma terapeutico. Il paziente è stato quindi sottoposto, dopo I
ciclo di chemioterapia, ad una resezione segmentaria dell’ esofago cervicale.
RISULTATI: Non ha presentato complicanze post-operatorie ed ha ripreso una regolare
alimentazione per via orale. Continua il protocollo chemioterapico ed uno stretto follow up.
CONCLUSIONI: Data la rarità dei casi riportati in letteratura e la conseguente assenza di protocolli
terapeutici standardizzati specifici sarà necessario un lungo follow up per stabilire il successo della
terapia.
22
Abstract Code: CNG4629-29
Cleft sternale: trattamento chirurgico nel neonato
E. Ciardini 1, E. Severi 1, N. Centonze 1, E. Cerchia 1, B. Noccioli 1
(1) SODC Chirurgia Pediatrica Neonatale AOU Meyer Firenze
PREMESSE E SCOPO DELLO STUDIO: il cleft sternale è una rara anomalia congenita caratterizzata
dalla mancata fusione sulla linea mediana delle due barre sternali mesodermiche entro le 8
settimane di gestazione. Descriviamo il caso di una neonata con schisi sternale dei ¾ superiori dello
sterno senza malformazioni associate.
MATERIALI E METODI: La bambina presentava un buon compenso cardio-respiratorio ed erano
apprezzabili le pulsazioni cardiache dal difetto sternale. La TC del torace preoperatoria ha
evidenziato la mancata fusione dei 4 cm craniali dello sterno a partenza dal manubrio con deficit dei
nuclei di ossificazione e superficializzazione del mediastino anteriore comprendente timo e porzione
craniale del cuore (ventricolo ed atrio destro). Non documentate alterazioni a carico dei grossi vasi e
delle camere cardiache. Il difetto è stato corretto intorno al terzo mese di vita con sutura diretta
dello sterno previa sezione e rimodellamento della porzione caudale integra (inferiore ai 2 cm) sulla
linea mediana ed asportazione del timo.
RISULTATI: La chiusura del difetto è stata possibile senza incremento della PVC né disturbi della
ventilazione. I risultati estetici risultano apprezzabili e la funzione cardio-vascolare e respiratoria si
è mantenuta stabile al follow up di un anno.
CONCLUSIONI: La correzione nei primi mesi di vita di questa rara patologia sembra essere più
agevole per l’elasticità dei tessuti che in aggiunta alla timectomia, allo scopo di ridurre la
compressione cardio-vascolare, ha consentito la chiusura senza l’ausilio di materiale protesico.
23
Abstract Code: CNG4579-33
Analisi del fattori di rischio del fallimento della chirurgia
per ipospadia
M. Cimador 1, S. Vallasciani 2, G. Manzoni 2, W. Rigamonti 3, E. De Grazia 1, M. Castagnetti 4
(1) Dipartimento di Scienze per la Promozione della Salute e MAterno-Infantile, Università di
Palermo, (2) UO Urologia Pediatrica, Ospedale Maqgiore, Milano, (3) UO Chirurgia Pediatrica, Osp.
Burlo-Garofalo, Trieste, (4) UO Urologia Pediatrica, Università di Padova
Col termine di “ipospadia fallita” ci si riferisce a tutte le ipospadie trattate chirurgicamente in cui si
verificano complicanze o causano insoddisfazione nel paziente. Il tasso di complicanze dopo
chirurgia per ipospadia varia dal 5 al 70% nelle diverse casistiche, ma l’effettiva incidenza delle
complicanze rimane sconosciuta in quanto alcune complicanze possono verificarsi molti anni dopo
la chirurgia primaria ed al momento non esistono studi a lunghissimo termine. Inoltre si devono
considerare anche quelle chirurgie che pur non essendosi complicate non soddisfano il paziente o i
genitori.
I fattori di rischio per la presenza di complicanze includono quelli correlati con: 1) il tipo di ipospadia
(severità della condizione, e caratteristiche del piatto uretrale); 2) il tipo di paziente (età alla
chirurgia, ambiente endocrino e alterazione dei processi cicatriziali); 3) il chirurgo (selezione della
tecnica e capacità ); ed infine 4) il tipo di procedura (dettagli tecnici e trattamento post-operatorio).
I fattori più importanti per prevenire le complicanze sono 1) l’expertise del chirurgo in termini di
numero di casi trattati/anno; 2) l’interposizione di lembi di copertura tra uiretroplastica e cute; 3)
l’uso di cateteri uretrali. Le maggior complicanze associate al fallimento della chirurgia per
ipospadia includono l’incurvamento residuo, le alterazioni cicatriziali (deiscenza del prepuzio,
deiscenza del glande, formazione di fistole, deiscenza dell’uretroplastica), le ostruzioni uretrali
(stenosi del mneato, stenosi uretrali, ostruzioni funzionali), i diverticolo uretrali, l’hairy uretra e il
deficit di cute peniena.
24
Abstract Code: CNG4655-28
La “MICROPERC”: nuova frontiera della miniaturizzazione
per la nefrolitiasi pediatrica
G. Collura 1, M. De Dominicis 1, E. Matarazzo 1, N. Capozza 1, P. Caione 1
(1) Dipartimento Nefrologia-Urologia, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, IRCCS – Roma
Premesse
La calcolosi renale è un problema significativo per la frequenza e la difficoltà di trattamento, specie
quando il calcolo è incuneato al polo inferiore. La “MICROPERC” è una nuova metodica miniaturizzata
che abbiamo applicato nel bambino: riportiamo l’esperienza effettuata.
Materiali e Metodi
Previo cateterismo ascendente “open tip”, si è ottenuto accesso diretto percutaneo al calice
attraverso un ago metallico 4,85F (1,9 mm) sotto guida eco e fluoroscopia, con il paziente in
posizione supina di Valdivia-Galdakao. Un connettore a 3 vie è stato utilizzato per il passaggio di
fibra laser da 200 µm, per via di irrigazione e per fibra ottica ad alta risoluzione (10.000 pixels) da
0,9 mm collegata a telecamera. La litotrissia è realizzata sotto visione diretta con Olmio YAG laser.
Le indicazioni sono state calcoli caliceali inferiori o pielici di diametro <20 mm, senza patologia
associata.
Risultati
Sono stati trattati 7 pazienti di età 18 mesi – 14 anni (mediana 6,3 anni) negli ultimi 8 mesi. La
dimensione media dei calcoli è stata 15,0 mm (± 3 mm). Un caso è stato convertito in RIRS per
scarsa visuale endoscopica. La durata media della procedura è stata di 56 min (± 23 min) con
ospedalizzazione di 2,4 ± 0,6 giorni. Non si sono osservati sanguinamenti significativi e l’uso di
analgesici post-operatori è stato minimo.
Conclusioni
La microperc è nuova tecnica mininvasiva che si è dimostrata efficace, sicura ed economica per
calcoli del polo inferiore e della pelvi renale anche nel bambino. Le possibili indicazioni nel bambino
sono ancora da definire.
25
Abstract Code: CNG4686-32
La digiunostomia transgastrica (PEGJ) nella nutrizione
del paziente con malattia da reflusso gastroesofageo
(MRGE) esito di correzione di atresia esofagea (AE) “longgap”
S. Costanzo 1, G. Fava 1, L. Maestri 1, M. Meroni 1, F. Marinoni 1, G. Riccipetitoni 1
(1) UO Chirurgia Pediatrica, Ospedale dei Bambini "V. Buzzi" - Milano
Premesse e scopo dello studio: La chirurgia della MRGE nei pazienti con AE “long-gap” corretta è
evento frequente:il posizionamento di una PEGJ attraverso la gastrostomia già presente garantisce
un accesso sicuro per realizzare un programma di nutrizione assistita efficace
Materiali e Metodi: E’ stata rivista la documentazione clinica di 6 bambini che,dopo correzione di AE
“long-gap”,hanno presentato segni clinici e radiografici di MRGE severa(vomito, difficoltà di
alimentazione, infezione delle vie aeree).In questi pazienti,tutti con peso inferiore al 3^ percentile,è
stata posizionata una PEGJ attraverso la gastrostomia già presente.Vengono discussi i risultati del
trattamento dal punto di vista nutrizionale,in termini di incremento del peso.Viene valutato il numero
di ricoveri ospedalieri nei tre mesi precedenti e nei tre mesi successivi alla procedura e la qualità di
vita(QoL)dei genitori prima e dopo la procedura, utilizzando il questionario Short-Form 36, ver. 1.6
Risultati: Si trattava di 5 maschi e 1 femmina.In 3 casi vi erano severe patologie associate (1
neuroblastoma surrenalico IVs, 1 malformazione delle vie aeree, 1 cardiopatia).In tutti i pazienti vi è
stato un incremento significativo del peso e una riduzione dei numero di ricoveri ospedalieri dopo il
posizionamento della PEGJ. Anche La QoL dei genitori è significativamente migliorata
Conclusioni: Nei bambini con MRGE severa dopo correzione di AE “long-gap”,il posizionamento di
una PEGJ consente di portare i pazienti all’intervento di fundoplicatio in condizioni nutrizionali
ottimali.
26
Abstract Code: CNG4689-35
Disfagia lusoria: una serie di 8 casi pediatrici
S. Costanzo 1, G. Fava 1, L. Maestri 1, M. Meroni 1, M. Napolitano 2, G. Pomè 3, S. Zirpoli 2, G.
Riccipetitoni 1
(1) UO Chirurgia Pediatrica, Ospedale dei Bambini "V. Buzzi" - Milano, (2) UO di Radiologia e
Neurologia Pediatrica, Ospedale dei Bambini "V. Buzzi" - Milano, (3) UO di Cardiochirurgia 1, IRCCS
Policlinico S. Donato - Milano
Premesse e scopo dello studio: La compressione dell’esofago da parte di un arco vascolare
anomalo, più comunemente da una arteria succlavia destra aberrante, è causa rara di disfagia che
viene definita lusoria e che deve essere presa in considerazione nei casi di disturbo della
deglutizione non neurogeno.
Materiali e Metodi: E’ stata rivista la documentazione clinica di 8 bambini che, dopo valutazione
multidisciplinare, hanno ricevuto la diagnosi di disfagia lusoria nel periodo gennaio 2008-aprile
2014. Vengono presentati i dati epidemiologici e clinici, discutendo i risultati del trattamento
Risultati: L’età era compresa tra 1 mese a 11 anni. Si trattava di 2 maschi e 6 femmine. In 2 casi vi
erano severe patologie associate (1 AE senza FTE con stenosi sottoglottica e cardiopatia, 1 s. di
Rubinstein Taybi con cardiopatia) Tutti i pazienti hanno eseguito studio videofluroscopico della
deglutizione, rx del tubo digerente completo, valutazione foniatrica, EGDS e tracheobroncoscopia,
angioTC del torace. Tutti i pazienti sono stati poi riferiti al cardiochirurgo pediatra per il trattamento,
a causa della severità dei sintomi digestivi e/o respiratori
Conclusioni: Le cause vascolari di disfagia sono rare, ma tuttavia vanno considerate nello studio del
paziente disfagico, specie nei bambini indenni da patologie neurologiche. Un approccio
multidisciplinare è necessario per ottenere una corretta diagnosi finale. Fondamentale è il ruolo
della diagnostica per immagini, che deve avvalersi sia di tecniche di radiologia convenzionale, sia di
tecniche di imaging avanzato
27
Abstract Code: CNG4671-26
Ostruzione gastrica da tricobezoario: case report e
revisione della letteratura
L. Costa 1, E. Zolpi 1, F. Ferrara 1, L. Fasoli 1, S.F. Chiarenza 1
(1) Unità Operativa Chirurgia Pediatrica ULSS 6 Ospedale San Bortolo Vicenza
Razionale dello studio: i tricobezoari sono agglomerati composti da peli, capelli, muco e grassi non
digeriti. Le fibre ingerite possono provenire dallo stesso soggetto, da altri uomini, da animali, da
fibre di altra natura. Quando raggiungono grandi dimensioni possono comparire segni e sintomi
d’occlusione intestinale. I tricobezoari in età pediatrica si rilevano in genere in adolescenti di sesso
femminile affette da tricotillomania e tricotillofagia con corteo di sintomi emotivi o psichici.
Materiali e Metodi: il lavoro descrive un caso di tricobezoario gigante diagnosticato in una ragazza di
17 aa, giunta alla nostra osservazione per sintomatologia dispeptica. All’E.O.si apprezzava in
epigastrio una massa palpabile. La pz viene sottoposta in primis ad esame ecografico ed EGDS, che
sottostimavano le dimensioni della massa e successivo intervento di rimozione per via
laparoscopica con conversione laparotomica per le enormi dimensioni del tricobezoario occupante a
stampo l‘intero lume gastrico.
Risultati: la rimozione è stata effettuata attraverso un’ampia gastrotomia. La pz è stata mantenuta a
digiuno per 7 giorni, in NPT, con presa in carico dai Colleghi Psichiatri.
Conclusioni: Nei bezoari gastrici l’EGDS assume un ruolo diagnostico e può rappresentare
un’opzione terapeutica. Se di piccole dimensioni è possibile eseguire la rimozione endoscopica in un
unico tempo. Il trattamento chirurgico va riservato ai grossi bezoari “a stampo”. In questi la semplice
rimozione del corpo estraneo, senza resezione gastrica è risolutiva; raramente si rende necessaria
la resezione gastrica.
28
Abstract Code: CNG4575-29
Duplicita'pielo-ureterali “complesse ” : ricerca
soluzioni terapeutiche semplici e personalizzate .
di
G. Creti' 1, N. Sebastio 1, S. Recupero 2, F. Marangi 2, G. Palermo 2, P. Guacci 3, A. Cisternino 1
(1) UOC Urologia Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza IRCCS San Giovanni Rotondo, (2) Clinica
Urologica Universita' del Sacro Cuore Roma, (3) UOC Neonatologia Ospedale Casa Sollievo della
Sofferenza IRCCS San Giovanni Rotondo
Introduzione. La duplicita’ pielo-ureterale (DPU) rappresenta ancora un problema aperto e
controverso in Letteratura relativamente agli aspetti di ricerca e di pianificazione di soluzioni
terapeutiche adeguate,mininvasive ed efficaci da adottare nei casi di DPU complesse con l’obiettivo
di proporre un approccio semplificato, “ a misura” del singolo paziente.
Obiettivo Gli Autori, sulla base della selezione e revisione critica della propria casistica, a sostegno
di quanto espresso, analizzano le “singolarita’ “ di alcuni casi di DPU complesse con l’obiettivo di
rilevarne i criteri di scelta utilizzati nei singoli casi e adottati fra le varie opzioni terapeutiche
disponibili.
Materiali e Metodi La casistica presentata si riferisce a 47 pz. ( M\F : 18\29 ) in eta’ compresa fra 23
gg e 16 aa. ( media di 3,6 aa.) e con un follow-up medio di 6,2 aa. L’UTC è stato associato in 21; il RVU
è stato rilevato in 25 pz per 41 unita’renali. Il trattamento iniziale è consistito nell’incisione
endoscopica dell’UTC in 18 casi . Le procedure impiegate successivamente sono state : il
trattamento endoscopico dei RVU in 21 pz (44.6%) per 32 UR, la chirurgia open in 18 pz ( 38.2%),il
trattamento combinato in tempo unico endoscopico-open in 6 pz (12.7%).
Risultati L’incisione endoscopico dell’UTC è risultata efficace (risoluzione o riduzione) nel 73.6% dei
casi.
Il RVU secondario è stato registrato in 8 casi (38%). Il trattamento endoscopico dei RVU
è stato risolutivo nel 92% dei casi non associati a UTC e nel 76% dei casi con UTC. Il ricorso ad una
chirurgia open è stato necessario in 18 casi (38.2%) .
Conclusioni L’analisi critica dei casi presentati consente una riflessione di fondo: quadri di DPU
complesse non richiedono un approccio terapeutico sistematizzato e pianificato, ma la ricerca di
soluzioni terapeutiche “a misura” del singolo paziente e delle specifiche singolarita’ delle
malformazioni associate.
29
Abstract Code: CNG4635-26
Il ruolo della preparazione intestinale nell’ ottimizzazione
del working-space nei neonati sotto i 5 kg di peso
sottoposti ad erniorrafia laparoscopica: uno studio
comparativo.
C. Esposito 1, M. Escolino 1, A. Farina 1, F. Turra' 1, M. Cerulo 1, I. Giurin 1, A. Roberti 1, A. Savanelli 1, A.
Settimi 1
(1) UNIVERSITA' DI NAPOLI FEDERICO II, NAPOLI, ITALIA
Scopo dello studio: Riportiamo i risultati di uno studio comparativo per valutare il ruolo della
preparazione intestinale sul working-space in neonati sottoposti ad erniorrafia laparoscopica.
Metodi: In un periodo di tre anni 30 neonati (21 maschi e 9 femmine) affetti da ernia inguinale (15
destre, 8 sinistre e 7 bilaterali) con un peso medio di 3,5 kg (1,9 – 5 kg) sono stati sottoposti ad
erniorrafia laparoscopica nella nostra unità. Abbiamo diviso i pazienti in 2 gruppi: il gruppo 1 (G1)
composto da 15 pazienti operati senza preparazione intestinale ed il gruppo 2 (G2) composto da 15
pazienti sottoposti a preparazione intestinale prima dell’intervento.
Risultati: La durata media dell’intervento è stata 32 min. Non sono state osservate complicanze
intra o postoperatorie. In G1, dopo l’introduzione dell’ottica, è stata necessaria la conversione in
chirurgia open in 5/15 casi (33,3%) risultando impossibile completare la procedura per via
laparoscopica a causa della distensione delle anse intestinali. In G2, l’intera procedura è stata
completata in laparoscopia. Per quanto riguarda la pressione intra-addominale, nei pazienti G1, essa
variava tra 8 e 12 mmHg (media 10 mmHg), nei pazienti G2, variava tra 5 e 9 mmHg (media 7
mmHg). I risultati sono stati analizzati mediante il test χ2 con correzione di Yates. Il tasso di
conversione risultava significativamente più elevato in G1 rispetto a G2 (p=0.1) La pressione intraaddominale presentava un valore significativamente più basso in G2 rispetto a G1 (p=0.1).
Conclusioni: Il nostro studio dimostra che il tasso di conversione era significativamente più alto nei
pazienti senza preparazione intestinale rispetto a coloro che l’avevano ricevuta.
La preparazione intestinale prima della chirurgia incrementa lo spazio di lavoro mediante la
riduzione del contenuto intestinale e soprattutto nei neonati ciò permette di utilizzare una pressione
intraddominale significativamente più bassa.
30
Abstract Code: CNG4680-26
Trattamento del paziente pediatrico con doppio distretto
pielo-ureterale complicato.
M.G. Faticato 1, L. Pio 1, G. Mattioli 1, P. Buffa 2
(1) Istituto Giannina Gaslini, DINOGMI Università degli studi di Genova, (2) Istituto Giannina Gaslini
Premesse e scopo dello studio: Il trattamento del doppio distretto pielo-ureterale (DDPU) complicato
è dibattuto; l’assenza di linee guida rende la scelta variabile a seconda del centro di urologia. Lo
scopo dello studio è analizzare il trattamento con particolare attenzione all’approccio conservativo.
Materiali e metodi: Abbiamo incluso le procedure eseguite da Gennaio 2013 a Febbraio 2014 nei
pazienti affetti da DDPU, distinguendole per patologia: ureterocele, reflusso vescico-ureterale (RVU)
e deficit renale terminale, ectopia ureterale, con valutazione delle complicanze e dell’outcome
chirurgico con un follow-up a 3, 6 e 12 mesi.
Risultati: Sono state eseguite 29 procedure in 25 pazienti: 8 punture di ureterocele in 6 pazienti con
un secondo trattamento in 2 pazienti; 3 nefrectomie parziali polari superiori in 3 pazienti per danno
renale terminale alla diagnosi; 14 trattamenti endoscopici in 13 pazienti per RVU primario (un
secondo trattamento in un paziente); 4 reimpianti in 4 pazienti di cui 3 per uretere ectopico e 1 per
RVU dopo 2 punture di ureterocele. Non si è verificata nessuna complicanza, con follow-up mediano
di 8 mesi.
Conclusioni: Il trattamento conservativo del DDPU complicato risulta promettente, con un basso
tasso di reinterventi e di complicanze. La chirurgia maggiore dovrebbe essere considerata un
trattamento di seconda linea nel caso di fallimento dei trattamenti endoscopici, funzionalità renale
compromessa ed ostruzioni ureterali a funzionalità renale conservata.
31
Abstract Code: CNG4679-34
Varicocele destro e bilaterale in età adolescenziale: la
nostra esperienza.
G. Fiocca 1, N. Guarino 1, C. Gulia 2, G. Marrocco 1
(1) Azienda Ospedaliera SCamillo-Forlanini - Roma, (2) Università degli Studi "La Sapienza" - Roma
Varicocele destro e bilaterale in età adolescenziale: la nostra esperienza.
Guido Fiocca, Caterina Gulia, Nino Guarino, Giacinto Marrocco
Unità Operativa Complessa di Chirurgia e Urologia Pediatrica
Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini – ROMA
Premesse Il Varicocele (V) è una patologia caratterizzata da dilatazione e tortuosità delle vene
spermatiche. Alla pubertà ha un’incidenza del 15-20%. Nel 90% dei casi è solo sinistro, nell’8% è
bilaterale, nel 2% è solo destro.
Materiale. Nel nostro centro abbiamo raccolto dati dal 1991 al 2013 e rivalutato le casistiche,
escludendo i soggetti che avevano solo un V sinistro. Di ogni ragazzo abbiamo rivisto la storia clinica,
il tipo di trattamento, i risultati a distanza, e se possibile lo spermiogramma.
Risultati. Su 4021 casi, 28 erano solo destri (0.7%) e 288 bilaterali (7,2%). Su 22 ragazzi trattati per V
destro (78,5%), 18 sono stati sottoposti a Sclerosi Retrograda (SR), 4 a intervento di Palomo (IP). Su
151 casi bilaterali trattati (52,4%), 91 sono stati sottoposti a SR, 58 a Sclerosi Anterograda (SA), 2 a
IP. Le recidive in questi pazienti sono minori rispetto ai risultati dei V sinistri (2,3% vs. 3,75%) e lo
spermiogramma a 18 anni dà risultati uguali o superiori: i 20 spermiogrammi dei V destri sono nella
norma. Dei 288 V. bilaterali, 115/116 spermiogrammi dei pazienti trattati sono risultati essere entro
i valori di riferimento, mentre solo 52/100 sono normali in quelli non trattati.
Conclusioni Nella nostra esperienza il V destro è meno frequente che in altre casistiche; quello
bilaterale è simile. La gestione del paziente è la stessa: trattare solo i soggetti con V.
emodinamicamente continuo o con sintomatologia associata. Negli altri casi di norma si applica un
vigile atteggiamento di “attendi e osserva”.
32
Abstract Code: CNG4649-31
Iniezione di Deflux in epoca neonatale - Case Report
P. Formica 1, E. Milana 1, G. Piazza 1, A. De Filippi 1, C. Maurigi 1, P. Catalano 1
(1) U.O.C. Chirurgia Pediatrica P.O. S. A. Abate - TRAPANI
Premesse e scopo dello studio: descrizione di un caso di iniezione endoscopica di Deflux in un
neonato
Materiali e metodi: una neonata di 2 giorni giunge alla nostra osservazione con diagnosi prenatale di
idronefrosi dx. L’ecografia postnatale conferma la presenza di una idronefrosi dx di III grado con
severo assottigliamento del parenchima renale (1,7 mm). Nell’ipotesi di una SGPU viene sottoposta a
pielostomia percutanea urgente. Dopo 4 giorni viene eseguita una pielografia percutanea che
evidenzia il regolare passaggio del m.d.c. in vescica, escludendo la SGPU. Viene, allora, eseguita una
CUM che dimostra la presenza di un RVU dx di 5° grado. Pertanto la piccola viene sottoposta all’età
di 21 giorni ad iniezione endoscopica di Deflux.
Risultati: i controlli ecografici evidenziano una immediata riduzione della dilatazione renale dx fino
alla completa scomparsa. La scintigrafia renale eseguita a circa 1 mese di vita mostra una funzione
relativa sovrapponibile dei due reni. La CUM di controllo effettuata all’età di 4 mesi conferma
l’assenza del RVU.
Conclusioni: nelle idronefrosi neonatali è sempre necessario eseguire una CUM anche quando
ecograficamente l’uretere non viene visualizzato. L’iniezione endoscopica di Deflux può essere
eseguita anche in epoca neonatale nei gradi di RVU elevato in particolare nelle femmine in cui la
procedura risulta più agevole.
33
Abstract Code: CNG4647-29
Trattamento ed imaging di un raro caso di duplicazione
della colecisti.
G. Giannotti 1, M. Cheli 1, A. Indriolo 2, L. Migliazza 1, E. Zaranko 1, L. Minelli 1
(1) Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, U.S.C. di Chirurgia Pediatrica, (2) Azienda Ospedaliera
Papa Giovanni XXIII, U.S.C. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Premesse e scopo dello studio: La duplicazione della colecisti è una malformazione congenita
rara che richiede attento studio anatomico. Presentiamo un caso di duplicazione della colecisti
associata a malformazione pancreatica che ha condizionato un quadro clinico acuto.
Materiali e Metodi: Bambina di 9 anni giunge all’osservazione con colica biliare. L’ecografia
mostrava la presenza di doppia colecisti, ripiene di fango biliare. Il coledoco, le via biliari erano
dilatate e il pancreas tumefatto. La diagnosi veniva confermata da colangioRMN che evidenziava la
presenza di pancreas divisum con persistenza dominante del dotto del Santorini al cui interno erano
presenti calcoli. Dati i sintomi e la presenza di calcolosi è stata eseguita ERCP con
papillosfinterotomia con regressione della sintomatologia. A distanza di 5 mesi si è quindi proceduto
a colecistectomia laparotomica con asportazione di entrambe le colecisti previa esecuzione di
colangiografia intraoperatoria che ha permesso la corretta visualizzazione di due dotti cistici che
sboccavano separatamente in coledoco.
Risultati: Il decorso postoperatorio è stato privo di complicanze, il follow-up clinico-strumentale a 6
mesi dall’intervento è nella norma.
Conclusioni: L’intervento chirurgico può presentare una sfida in relazione alle numerose varianti
anatomiche che necessitano di corretto studio preoperatorio. La scelta di un approccio laparotomico
ci è stata dettata dall’anomalo quadro anatomico e dal pregresso episodio infiammatorio
biliopancreatico da cui erano residuate aderenze.
34
Abstract Code: CNG4717-27
Ascesso renale in età pediatrica: descrizione di un caso e
trattamento chirurgico
I. Goruppi 1, A. Raffaele 1, L. Avolio 1, P. Romano 1, G. Pelizzo 1
(1) U.O.Chirurgia Pediatrica, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia
Premesse e scopo dello studio: L’ascesso renale è una patologia rara in età pediatrica, e la diagnosi
può essere difficile. Descriviamo il caso di una bambina di 11 anni affetta da ascesso renale da
stafilococco aureus, il cui trattamento ha richiesto il posizionamento di una nefrostomia percutanea.
Materiali e metodi: Al momento del ricovero la paziente riferiva comparsa di febbre intermittente da
alcuni giorni, vomiti e dolore in fianco destro, scariche alvine liquide e rialzo degli indici di flogosi. E’
stata eseguita ecografia addominale e successiva TC che hanno dimostrato la presenza di una
raccolta ascessuale localizzata al terzo medio del rene di destra ed interessante la corticale e la
midollare a tutto spessore. La paziente è stata pertanto sottoposta a terapia antibiotica ad ampio
spettro, risultata inefficace. Dopo 10 giorni è stata posta indicazione a posizionamento di drenaggio
della raccolta per via percutanea ecoguidata, in anestesia locale e lieve sedazione.
Risultati: Il drenaggio dell’ascesso è stato mantenuto per 6 giorni, con progressiva riduzione delle
dimensioni della raccolta e miglioramento delle condizioni cliniche e radiologiche. Durante la
permanenza del catetere nefrostomico, la paziente è stata sottoposta a monitoraggio ecografico
quotidiano.
Conclusioni: L’ascesso renale è raro in età pediatrica, ad eziopatogenesi spesso sconosciuta. Il
posizionamento di drenaggio percutaneo è risolutivo se la terapia medica è risultata inefficace.
35
Abstract Code: CNG4636-27
When cystic lymphangioma determines a bowel volvolus:
uncommon case of acute abdomen in a child.
E. Guida 1, M.A. Lembo 1, D. Codrich 1, M.G. Scarpa 1, W. Rigamonti 1
(1) Department of Paediatric Surgery, Institute for Maternal and Child Health – IRCCS Burlo Garofolo,
Trieste, Italy
A 5 years old male was admitted to our Institute for acute abdomen, with abdominal pain started
suddenly. No vomit, no diarrhea and no fever were associated. No other episodes of abdominal pain
had been reported in the past. The abdomen was distended, very painful diffusely and peristalsis
was poor. A normal white blood cells count and C-reactive protein level were documented.
Ultrasonography shown a widespread dilated fluid-filled bowel and a mesogastric image of multiple
small anechoic areolas placed in a thickening and hypervascularised mesenteric adipose tissue of
uncertain significance. Abdominal radiography and computed tomography highlighted the important
distension of a central abdominal intestinal loop with air-fluid levels, with convolute aspect, suspect
for intestinal volvolus originating from the small bowel.
Laparotomy revealed a big soft mass, with a milky content, completely involving about 50
centimetres of ileus and originating from mesenteric adipose tissue. The mass determines a partial
volvolus of the intestinal loop, without significant ischemia. After solving the volvolus, a completed
abdominal mass excision was done performing a 50 cm bowel involved resection also. At
histological examination a cystic lymphangioma was diagnosed. Intra-abdominal cystic
lymphangioma is a particularly rare congenital benign tumours, originating from mesenteric tissues.
Complete or partial intestinal obstruction in the form of small-bowel volvulus is a rare presentation
of the lymphangioma that typically presented as a chronic abdominal distension with palpable
abdominal mass. Radiology may not have a diagnostic specificity mostly in emergency and often
diagnosis could be intraoperative.
Complete resection is the treatment of choice, while simple aspiration or incomplete resection are
associated with a high recurrence rate. Some study have reported a malignant change or
spontaneous regression. The paediatricians and surgeons should keep in mind that intrabdominal
cistic lymphangioma in rare cases may present as acute abdomen caused by a bowel volvolus.
36
Abstract Code: CNG4586-31
Materiale di sutura e complicanze anastomotiche nei
pazienti operati per atresia esofagea
C. Iacusso 1, P. Bagolan 1, G. Totonelli 1, B.D. Iacobelli 1, A. Crocoli 1, F. Morini 1
(1) Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma
Razionale: Stenosi e leakage dell’anastomosi sono complicanze frequenti del trattamento
dell’atresia esofagea (AE). Nonostante il materiale di sutura sia considerato importante nella
guarigione dell’anastomosi, pochi studi hanno analizzato il suo impatto sul destino dell’anastomosi
nei pazienti (pz) operati per AE. Scopo dello studio è stato valutare se esiste un’associazione tra tipo
di sutura e complicanze anastomostiche nei pz con AE.
Metodi: Abbiamo incluso tutti i pz trattati per AE dal 1995 al 2013. Variabili registrate: peso alla
nascita (PN), gap intra-operatorio, tipo di sutura, prevalenza di reflusso gastro-esofageo (RGE),
stenosi (> di 2 dilatazioni) e leakage anastomotico, numero di dilatazioni. I pazienti sono stati
suddivisi in base alla sutura [assorbibile (A) vs non riassorbibile (NA)].
Risultati: Nel periodo in esame abbiamo trattato 256 pz con AE. Abbiamo escluso i pz con “long gap”
(67), senza dati sulla sutura (10), trasferiti dopo chirurgia esofagea maggiore (9), fistola isolata (7), o
deceduti nei primo post-operatorio (3). Dei restanti 160 pz, 91 erano nel gruppo A e 69 in quello NA.
Non abbiamo riscontrato differenze significative in: PN, gap intra-operatorio, prevalenza di RGE e
stenosi dell’anastomosi, numero di dilatazioni. I pz del gruppo A hanno presentato una prevalenza di
filtraggio dell’anastomosi significativamente maggiore rispetto al gruppo NA (14% vs 3%; p=0.0144).
Conclusioni: L’impiego di suture non riassorbibili sembra si associ a minor rischio di leakage
dell’anastomosi, mentre non appare avere un effetto sul rischio di stenosi esofagea.
37
Abstract Code: CNG4611-20
Tulaa versus VLS Appendectomy:Statistical Study
M.P. Lanzillotto 1, A. Orofino 1, F. Caroppo 1, G. Paradies 1
(1) UOC di Chirurgia Pediatrica-Azienda Ospedaliero-Universitaria-Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII
- BARI
Premesse e scopo dello studio: Scopo dello studio è valutare se l’appendicectomia
videoassistita(TULAA) e laparoscopica(VLSA),abbiano effetti statisticamente significativi sulla
insorgenza di complicanze postoperatorie
Materiali e Metodi: 487 pz sottoposti ad appendicectomia sono stati studiati secondo le variabili
di età, sesso,clinica, tecnica chirurgica,degenza ospedaliera,complicazioni,istologia. Le variabili
qualitative sono state riassunte con conteggi e percentuali; le analisi condotte con software SAS 9.2
per PC. E’ stato considerato statisticamente significativo il valore di p<0,05
Risultati: 337 i pz sottoposti a TULAA;102 a VLSA; 48 a chirurgia open(OSA).Le appendiciti semplici
sono state 271: 236 TULAA, 32 VLSA e 3 OSA Le appendiciti complicate sono state 216 : 101
TULAA, 70 VLSA, 45 OSA. 26 i casi di complicanze postoperatorie., 13 sottoposti a TULAA, 6 a VLS
e 7 a OSA. Solo18 pz sono stati sottoposti a reintervento. La regressione logistica mostra che
nessuna delle procedure laparoscopiche utilizzate ha rappresentato un fattore di rischio. Nella
analisi univariata il rischio di complicanza è stato correlato in maniera statisticamente significativa
alla obiettività clinica e al quadro appendicolare. L’analisi multivariata ha identificato nella febbre e
nella presenza di versamento peritoneale fattori significativi per aumentato rischio di complicanze
Conclusioni:TULAA e VLSA non rappresentano fattore significativo per la insorgenza di
complicanze; nelle appendiciti complicate il tempo chirurgico della VLSA è risultato inferiore alla
TULAA.
38
Abstract Code: CNG4716-26
Riduzione idrostatica dell’invaginazione intestinale per
via ecogiudata versus fluoroscopica. Revisione
sistematica e meta-analisi.
G. Lauriti 1, V. Cascini 2, D. Di Renzo 2, F. De Girolamo 2, G. Lisi 3, P. Lelli Chiesa 3
(1) U.O. Clinicizzata di Chirurgia Pediatrica – P.O. “Spirito Santo” di Pescara, (2) Cattedra di Chirurgia
Pediatrica – Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, (3) U.O. Clinicizzata di Chirurgia Pediatrica
– P.O. “Spirito Santo” di Pescara e Cattedra di Chirurgia Pediatrica – Università “G. d’Annunzio” di
Chieti-Pescara
Premesse e scopo dello studio: Il trattamento iniziale dell'invaginazione intestinale idiopatica in età
pediatrica è il tentativo di ridurla attraverso un clisma idrico. Tuttavia, non è ancora appurato quale
sia la tecnica gold standard con maggiore successo e minore morbidità. Scopo dello studio è
determinare possibili vantaggi della riduzione idrostatica ecoguidata (US) versus quella
fluoroscopica (FS).
Materiali e Metodi: Due autori hanno indipendentemente eseguito una revisione sistematica della
letteratura utilizzando definiti criteri di ricerca. Da 3644 abstracts esaminati, sono stati analizzati 79
articoli. Sono stati inclusi solo studi caso-controllo. Tali studi sono stati comparati con one-way
ANOVA e meta-analisi utilizzando RevMan 5.2.
Risultati: Sono stati inclusi un randomized control trial (RCT), uno studio con casi prospettici ed una
coorte storica di controlli e due studi retrospettivi (230 pazienti). Tali pazienti risultano omogenei per
età e durata dei sintomi (p=ns). La meta-analisi ha dimostrato una maggior percentuale di riduzione
nei pazienti US versus quelli FS (76.86% vs 61.95% rispettivamente, p<0.05). Inoltre la meta-analisi
non ha mostrato alcuna differenza tra queste due tecniche riguardo l'incidenza di ricorrenze e
perforazioni (p=ns).
Conclusioni: Nonostante la carenza di studi di alta qualità, entrambe le tecniche idrostatiche US e FS
sono procedure valide e sicure nel ridurre l'invaginazione intestinale. Grazie all'assenza di radioesposizione, sarebbero necessari ulteriori RCTs al fine di corroborare i vantaggi della riduzione
idrostatica US.
39
Abstract Code: CNG4721-22
Riduzione dell’invaginazione intestinale
laparoscopica
versus
laparotomica.
sistematica e meta-analisi.
per via
Revisione
G. Lauriti 1, V. Cascini 2, S. Silvaroli 2, N. Marino 1, G. Lisi 3, P. Lelli Chiesa 3
(1) U.O. Clinicizzata di Chirurgia Pediatrica – P.O. “Spirito Santo” di Pescara, (2) Cattedra di Chirurgia
Pediatrica – Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, (3) U.O. Clinicizzata di Chirurgia Pediatrica
– P.O. “Spirito Santo” di Pescara e Cattedra di Chirurgia Pediatrica – Università “G. d’Annunzio” di
Chieti-Pescara
Premesse e scopo dello studio: Nonostante l'ampio utilizzo della riduzione dell'invaginazione
intestinale idiopatica (III) per via laparoscopica (LR), pochi studi di alta qualità supportano tale
tecnica. Scopo del presente lavoro è stato determinare possibili benefici della LR versus la riduzione
open (OR) nella III in età pediatrica.
Materiali e Metodi: Due autori hanno indipendentemente eseguito una revisione sistematica della
letteratura utilizzando definiti criteri di ricerca. Da 3388 abstracts esaminati, sono stati analizzati 82
articoli. Sono stati inclusi solo studi caso-controllo. Questi sono stati comparati con one-way ANOVA
e meta-analisi utilizzando RevMan 5.2. I dati sono espressi come media±SD.
Risultati: Non sono stati pubblicati ad oggi studi prospettici. Sono stati inclusi 5 studi caso-controllo
retrospettivi (250 pazienti). Tali pazienti risultano omogenei per età e durata dei sintomi (p=ns).
Nonostante un'alta percentuale di conversione da LR ad OR (32/149, 21.5%), LR ha mostrato un
trend nel ridurre i tempi chirugici versus OR (55.9±20.3 vs 65.3±16.4 minuti, p=0.08). La meta-analisi
ha dimostrato una più celere ripresa della piena alimentazione per os in LR versus OR (2.2±1.7 vs
3.8±2.5 giorni, p=0.0001) ed una ridotta degenza (3.1±1.5 vs 6.1±2.5 giorni, p<0.0001).
Conclusioni: LR sembrerebbe essere una attendibile procedura chirurgica nella III, con ridotti tempi
di ripresa dell'alimentazione ed una minor degenza in confronto a OR. Tuttavia, studi di alta qualità
(i.e. trials clinici randomizzati) sarebbero necessari al fine di confermare tali vantaggi.
40
Abstract Code: CNG4690-27
Early life events chirurgici e Disordini Funzionali
Gastrointestinali (FGIDs): Stenosi ipertofica del piloro vs.
Ernia inguinale non complicata
G. Lisi 1, L. Tarallo 1, M.T. Illiceto 2, F. Strocchi 1, P. Lelli Chiesa 1
(1) U.O.Clinicizzata di Chirurgia Pediatrica - Università "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara, (2) U.O.S. di
Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Pediatrica - UOC di Pediatria Medica - P.O. di Pescara
PREMESSE E SCOPI DEL LAVORI. I disordini funzionali gastrointestinali (FGID) sono frequenti nel
bambino. Multipli fattori contribuiscono all’origine, alcuni dei quali rintracciabili nelle prime fasi
della vita. Abbiamo valutato l’incidenza di FGID in 2 comuni condizioni chirurgiche infantili: la stenosi
pilorica (SP) e l’ernia inguinale non complicata (EI). Abbiamo testato l’ipotesi che manipolazione
viscerale e sng possano aumentare l’incidenza dei FGID.
MATERIALI E METODI. I genitori dei pazienti sottoposti a piloromiotomia open o erniotomia open <3
mesi di vita fra 2000 e 2009 sono stati invitati a partecipare ad uno studio caso-controllo.
Fratelli/sorelle di età 4-20 anni non operati sono stati i controlli. La presenza dei FGID è stata
valutata con il questionario QPGS-RIII, form A o form C in base all’età. L’outcome primario era
valutare l’incidenza dei FGID.
RISULTATI: 32 SP e 38 EI hanno aderito allo studio. Casi e controlli sono comparabili per peso alla
nascita, età gestazionale, età attuale. L’incidenza dei FGID è risultata del 31.2% (SP), 10% (SP
controlli), 23.7% (EI), 37% (EI controlli), rispettivamente.
Conclusioni. La chirurgia precoce può incrementare l’incidenza dei FGID, se associata a
manipolazione viscerale, sng e digiuno post-op., come nella piloromiotomia open. Vista la loro alta
prevalenza in età scolare, sono necessarie popolazioni più ampie per confermare qs. risultati e
valutare l’effetto di approcci chirurgici mini-invasivi e differenti regimi alimentari post-op.
(rialimentazione precoce vs. tardiva, ad libitum vs. graduale) nel trattamento della SP
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Abstract Code: CNG4600-18
Eminefroureterectomia in età pediatrica: e' l'accesso
videolaparoscopico retroperitoneale il gold standard???
E. Mele 1, S. Gerocarni Nappo 1, N. Capozza 1, P. Caione 1
(1) UOC di Urologia-Andrologia, Dip. Nefrologia-urologia, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, IRCCS,
Roma
Premesse e Scopo dello studio: L'eminefroureterectomia (HNU) ha precise indicazioni cliniche in
urologia pediatrica. L'avvento delle tecniche videolaparoscopiche ha rivoluzionato il tradizionale
intervento "open", ma non vi è consenso tra l'approccio trans e quello retroperitoneoscopico.
Presentiamo la nostra esperienza nella HNU retroperitoneoscopica.
Materiali e Metodi: Analisi retrospettiva delle HNU effettuate negli ultimi 5 anni. Indicazioni cliniche,
dati demografici dei pazienti, distretto renale interessato, caratteristiche tecniche dell'intervento,
risultati e complicanze vengono esaminati.
Risultati: Sono stati effettuati 13 interventi: 9 F e 4 M, età media 5,7 aa (9 m-14 aa). Le indicazioni
sono state: distretti idronefrotici, displasici o non funzionanti (7), infetti (3), pseudoincontinenza (3).
Di 13 in 4 era presente megauretere, in 5 ureterocele, in 4 reflusso sul distretto affetto. L'approccio è
stato retroperitoneoscopico con 3 trocar. La durata media dell'intervento e' stata174 min (122-236).
Il dolore postoperatorio e' stato controllato in tutti i caso con solo paracetamolo per 24-36 h. La
degenza media e' stata di 3,8 gg (2-9). Ad un follow-up medio di 3,5 aa, si sono verificate 2
complicanze postoperatorie: 1 urinoma e 1 perdita di funzione del rene. La funzione del distretto
residuo e' rimasta stabile al DMSA, eccetto in un caso.
Conclusioni: L'approccio retroperitoneoscopico e' risultato nella nostra esperienza efficace e sicuro.
Pur richiedendo expertise laparoscopico pediatrico, lo consideriamo come "gold standard" per la
HNU pediatrica.
42
Abstract Code: CNG4650-23
Il trattamento del varicocele in età pediatrica: tecnica
open o laparoscopica
E. Milana 1, P. Formica 1, G. Piazza 1, A. De Filippi 1, C. Maurigi 1, P. Catalano 1
(1) U.O.C. Chirurgia Pediatrica P.O. S. A. Abate - TRAPANI
Premesse e scopo dello studio
Gli autori riportano la loro esperienza sul trattamento chirurgico del varicocele con tecnica sia open
che laparoscopica in adolescenti di età compresa fra 14 e 16 anni. Scopo dello studio è stato quello
di individuare la tecnica chirurgica dotata di migliore outcome (< incidenza di idrocele e <
persistenza del varicocele).
Materiali e metodi
Dal 2009 al 2012 sono stati trattati chirurgicamente per varicocele sinistro 186 adolescenti di età
compresa fra 14 e 16 anni. Di questi 120 sono stati trattati con tecnica open (72 sec. Ivanissevich e
48 sec. Bernardi) e 66 con tecnica laparoscopica.
Risultati
Dei 72 pazienti trattati con tecnica sec. Ivanissevich, 6 hanno presentato idrocele (8,3%) e 7 hanno
avuto una persistenza di varicocele (9,72%). Dei 48 pazienti trattati con tecnica inguinale sec.
Bernardi, 3 hanno presentato idrocele (6,25%) e 4 hanno avuto una persistenza (8,3%). Dei 66
pazienti trattati con tecnica video laparoscopica 7 hanno presentato idrocele (10,6%) e 6 hanno
presentato una persistenza (9%).
Conclusioni
Tutte le procedure chirurgiche sono valide e presentano complicanze di grado variabile pari a 4-15%
secondo le varie casistiche; senza dubbio la tecnica video assistita, consente di raggiungere risultati
sovrapponibili alle procedure tradizionali. Allo stato attuale, il giudizio definitivo su quale sia il
miglior trattamento del varicocele, deve essere ancora affidato a studi prospettici randomizzati, che
confrontino tecniche open e laparoscopiche.
43
Abstract Code: CNG4625-25
Megauretere ostruttivo: Rimodellamento
assistito e reimpianto extra-vescicale
robotico-
D.G. Minoli 1, A. Berrettini 1, S. Vallasciani 1, C. Peters 2, G. Manzoni 1
(1) UOSD Urologia Pediatrica - Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico - Milano,
(2) Children's National Medical Center – Washington – USA
Scopo:
Descrivere l'approccio robotico-assistito per la correzione del megauretere ostruttivo e definirne i
vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale.
Materiali e metodi:
Un bimbo di 7 anni è stato valutato dopo un episodio di pielonefrite acuta ed ematuria macrosopica. I
successivi accertamenti di imaging hanno evidedenziato la diagnosi di megauretere primario
ostruttivo sinistro. L'approccio laparoscopico robotico-assistito è stato scelto come strategia
chirurgica.
Risultati:
I punti del trattamento sono stati: 1) posizionamento preliminare di stent JJ per via cistoscopica; 2)
identificazione della vescica e dell'uretere e successivo isolamento del segmento ureterale stenotico
alla giunzione vescico-ureterale; 3) escissione distale e rimodellamento dell'uretere dilatato; 4)
reimpianto dell'uretere per via extra-vescicale. Il tempo operatorio complessivo endoscopico e
chirurgico è stato di 300 minuti.
Il bimbo è stato dimesso il seconda giornata post-operatoria senza complicanze. Lo stent è stato
rimosso dopo 2 mesi. Il successivo follow-up ha dimostrato una progressiva riduzione
dell'idroureteronefrosi sinistra; il paziente è asintomatico.
Conclusioni:
La chirurgia mini-invasiva ha ormai ottenuto un ruolo principale nella pratica chirurgica
contemporanea. Nonostante tempi chirurgici più lunghi, la laparoscopia robotico-assistita offre pur
con una procedura meno invasiva, una eccellente esposizione anatomica, una minore morbidità, una
ospedalizzazione più breve con tempi di recupero ridotti.
44
Abstract Code: CNG4735-27
Il profilo coagulativo come strumento diagnostico
nell'appendicite acuta in età pediatrica
A. Morandi 1, F. Parolini 1, G. Farris 1, F. Bianchi 1, M.S. Pippo 1, A. Zanini 1, E. Leva 1
(1) U.O.C. Chirurgia Pediatrica, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
PREMESSE E SCOPO DELLO STUDIO:
valutare il ruolo del profilo di coagulazione nell’iter diagnostico dei pazienti pediatrici con sospetta
appendicite acuta (AA).
MATERIALI E METODI:
la popolazione di pazienti operati nel 2013 per AA istologicamente confermata è stata suddivisa in 2
gruppi: AA semplice (gruppo 1) e AA complicata (gruppo 2). Come controlli sono stati arruolati i
pazienti operati negli ultimi 5 anni per AA non confermata all’istologia (gruppo 0). I valori
preoperatori di globuli bianchi, neutrofilia relativa, proteina-C reattiva, PTratio, APTTratio e
fibrinogeno sono stati confrontati tra gruppi. L’accuratezza diagnostica di tali parametri è stata
valutata mediante analisi delle curve ROC.
RISULTATI:
sono stati inclusi nello studio 145 pazienti: 57 nel gruppo 0, 63 nel gruppo 1 e 25 nel gruppo 2. I
valori di PTratio e di fibrinogeno sono risultati significativamente più elevati all’aumentare della
gravità della patologia (PTratio: gruppi 1 vs 0 p=0.036, gruppi 2 vs 0 p=0.0009, gruppi 2 vs 1
p=0.019; Fibrinogeno: gruppi 1 vs 0 p<0.0001, gruppi 2 vs 0 p<0.0001, gruppi 2 vs 1 p=0.004). Il
valore di fibrinogeno ha presentato la più vasta area sotto la curva ROC.
CONCLUSIONI:
il processo di AA comporta un’alterazione della via estrinseca della coagulazione e il grado di
alterazione sembra correlarsi con la gravità della patologia. La valutazione del profilo coagulativo
può costituire un valido aiuto nel processo diagnostico dell’AA in età pediatrica. Tra tutti i marcatori
della coagulazione il fibrinogeno sembra avere la maggior accuratezza diagnostica.
45
Abstract Code: CNG4617-26
Approccio anestesiologico ai bambini con linfoma
mediastinico anteriore (aML)
A. Narciso 1, C. Tognon 2, M. Pillon 3, A. Todesco 3, R. Alaggio 4, S. Metrangolo 2, M. Grazzini 2, N. Zadra
2
, G. Cecchetto 1, P. Dall'igna 1
(1) Divisione di Chirurgia Pediatrica, Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino, Università
di Padova, (2) Divisione di Anestesia Pediatrica, Università di Padova, (3) Divisione di EmatoOncologia Pediatrica, Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino Università di Padova, (4)
Istituto di Anatomia Patologica, Università di Padova
Premesse e scopo dello studio: L’anestesia generale nei bambini con aML può indurre gravi
complicanze a causa della compressione delle vie aeree, cuore e grossi vasi mediastinici.
Materiali e metodi: Nel nostro Istituto, dal 2004, vengono utilizzate linee-guida specifiche per
l’anestesia di questi bambini, che, dopo accurata valutazione multidisciplinare, vengono suddivisi in
3 gruppi:
A: assenza di sintomi respiratori, nessuna compressione tracheale o vascolare;
B: sintomi respiratori lievi, nessuna compressione vascolare, compressione tracheale <50%;
C: gravi sintomi respiratori e/o sindrome della vena cava superiore e/o compressione tracheale
>50%.
Risultati: 6 pazienti del gruppo A, 2 del B e 4 del C sono stati sottoposti a biopsia dei linfonodi
patologici (LNb) in anestesia locale (AL); 14 del gruppo A, 7 del B, 10 del C sono stati sottoposti a
LNb, biopsia della massa (tru-cut/Chamberlein) in AL+lieve sedazione (midazolam, ketamina,
alfentanil); 7 del gruppo A e 6 del B sono stati sottoposti a LNb e Chamberlein in AG in ventilazione
spontanea, senza miorilassanti; 1 paziente del gruppo C è stato trattato con steroidi prima della
biopsia. In 2 pazienti del gruppo B è stata necessaria una seconda procedura in AG per ottenere la
diagnosi.
Conclusioni: Il nostro algoritmo nei bambini con aML ha consentito una diagnosi istologica corretta
con metodi anestesiologici poco invasivi, un approccio chirurgico rapido e senza gravi complicanze.
Nessun paziente del gruppo C è stato sottoposto ad anestesia generale ed il trattamento con steroidi
non ha compromesso l’outcome.
46
Abstract Code: CNG4592-28
Appendicectomia
laparoassistita
transombelicale
(TULAA): tecnica di rapido apprendimento
C. Noviello 1, M. Ilari 1, M. Romano 1, F. Mariscoli 1, F. Nino 1, G. Cobellis 1, A. Martino 1
(1) Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona. SOD di Chirurgia Pediatrica e delle Specialità. Dir
Ascanio Martino
Razionale
Gli Autori riportano la loro esperienza nel trattamento delle appendiciti non complicate con tecnica
transombelicale videoassistita (TULAA).
Metodi
Sono state valutate tutte le appendiciti trattate in un periodo di 5 anni. L’intervento è stato open (AO)
per le forme complicate, TULAA per quelle non complicate. Lo stesso approccio è stato adottato da
tutti i chirurghi del team. Nei casi di impossibilità ad eseguire la TULAA si è proceduti ad AO oppure
appendicectomia laparoscopica (AL), in base alla scelta dell’operatore. L’ esame istologico e follow
up ad un mese dall’intervento sono stati eseguiti in tutti i casi.
Risultati
Sono stati trattati 444 bambini (età: 2 - 14 anni), 252 maschi. AO in 144 casi di forma complicata:
segni di peritonite nel 85,4% ed ascesso addominale nel 14,6%. In 300 bambini è stato eseguito un
approccio laparoscopico transombelicale mentre la TULAA è stata completata nell’84,0% di loro:
negli altri AO (45 casi) e AL (3 casi). Motivo della conversione: cieco fisso in 89.6% dei casi. Nel 94%
dei pazienti trattati con TULAA l’esame istologico ha rilevato una forma flemmonosa/gangrenosa. Il
tempo operatorio medio per la TULAA è stato di 42 minuti. Follow up dei pazienti trattati con TULAA
ha mostrato 11 casi di infezione della ferita ed 1 caso di sindrome uremico-emolitica.
Conclusioni
La TULAA è da considerare una procedura che combina la sicurezza della tecnica open con i
vantaggi della laparoscopia ed è risultata di facile apprendimento per tutti i chirurghi del team.
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Abstract Code: CNG4711-21
Una rara causa di pneumatocele: case report
D. Olenik 1, M.G. Scuderi 1, V. Di Benedetto 1
(1) U.O.C. di Clinica Chirurgica Pediatrica A.O.U. “Policlinico-Vittorio Emanuele” Università di Catania
Introduzione: La sindrome da iper IgE è una rara immunodeficienza primitiva caratterizzata da gravi
infezioni ricorrenti di cute e delle vie respiratorie che esitano spesso in pneumatoceli.
Materiali e metodi: Bambina di 4 anni con diagnosi di Sindrome da iper IgE al 5 ° mese di vita a
seguito di riniti ricorrenti, dermatiti simil eczematose, broncopolmoniti recidivanti, ascessi frequenti
ed artrite settica. A gennaio 2014 focolaio broncopneumonico dx esitato in ascesso polmonare,
trattato con duplice terapia antibiotica ev. ed evoluto in voluminoso pneumatocele (44x40x33 mm).
Risultati: IgE sieriche 19575 IU/ml (v.n.<120 IU/ml). Lobectomia polmonare superiore dx.
Discussione e Conclusioni: La sindrome da iper IgE o sindrome di Giobbe è una rara
immunodeficienza primitiva (1/100.000) caratterizzata da eczema cutaneo, elevati livelli di IgE nel
siero e gravi infezioni recidivanti a carico di cute (ascessi freddi) e di alte e basse vie respiratorie. Il
patogeno di più frequente riscontro è lo Staphylococcus aureus. Il susseguirsi di infezioni e processi
riparativi esuberanti esitano nella formazione di pneumatoceli e bronchiectasie, con lo sviluppo di
patogeni multiresistenti. La diagnosi si basa su segni clinici precoci: dermatite, infezioni, allergie,
iperlassità legamentosa, aumentati livelli di IgE sieriche policlonali, eosinofilia. Scopo della terapia è
la prevenzione ed il trattamento delle infezioni cutanee e polmonari con antibiotici ed antifungini,
associati al trattamento degli ascessi e degli eczemi. Nelle forme con pneumatoceli di lunga durata
resistenti a terapia medica l’intervento chirurgico - lobectomia polmonare o resezione
segmentaria/atipica – costituisce il trattamento di scelta.
48
Abstract Code: CNG4596-32
Rischio chirurgico nei pazienti trombocitopenici
sottoposti a posizionamento di catetere venoso centrale
C. Olivieri 1, A. Crocoli 1, E.A. De Marco 1, V. Pardi 1, A. Inserra 1
(1) U.O. Chirurgia Generale e Toracica, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma
Premesse e scopo dello studio: I pazienti con piastrinopenia severa sono a rischio di sanguinamento
durante il posizionamento di catetere venoso centrale (CVC). Scopo dello studio è valutare
l’insorgenza di complicanze in questi pazienti durante la procedura chirurgica.
Materiali e Metodi: Abbiamo condotto uno studio retrospettivo dei CVC posizionati nel periodo 2011 2013, escludendo i neonati ed i pazienti sottoposti a procedura eco-guidata. I dati analizzati sono
stati: sesso, età, diagnosi, tipo di CVC, PLT, emoglobina, aPTT, INR e complicanze emorragiche. I
pazienti con conta piastrinica inferiore a 50 x 109/L sono stati sottoposti a trasfusione di PLT prima
della procedura chirurgica. Per valutare le differenze ematologiche pre e post-procedura, i pazienti
sono stati suddivisi in due gruppi: gruppo A (PLT <50 x 109/L) e gruppo B (PLT >50 x 109/L).
Risultati: 72 CVC sono stati posizionati in 67 pazienti (età mediana 45 mesi). Di questi, 25 pazienti
sono stati inclusi nel gruppo A e i restanti 42 nel gruppo B, con conta piastrinica media
rispettivamente di 24 x 109/L (range 7 – 48 x 109/L) e di 317 x 109/L (range 53 – 834 x 109/L). Nei
pazienti trasfusi si è ottenuto un rialzo significativo della conta piastrinica (media 30 x 109/L). Sono
state riportate 2 complicanze (3%): 1 ematoma e 1 modesto sanguinamento dall’exit-site.
Conclusioni: Il posizionamento di CVC chirurgico è risultato sicuro nei pazienti piastrinopenici se
trattati preventivamente con la trasfusione. Rimane da definire il reale valore che determina il cutoff della trasfusione.
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Abstract Code: CNG4684-30
Un nuovo protocollo per il trattamento conservativo
dell'invaginazione intestinale
O. Pannuti 1, P. Tipaldi 2
(1) Dipartimento Scienze Chirurgiche Ospedala Santobono Napoli, (2) Dipartimento Scienze
Chirurgiche Ospedale Santobono Napòoli
Premesse e scopo dello studio: L’invaginazione intestinale è patologia dell’ età pediatrica con
un’incidenza di 2-4 casi su 1000, Ma ora è possibile porre diagnosi anche in caso di forme
subcliniche, ciò comporta aumento dei pazienti;è quindi necessario un protocollo di indagine al fine
di ridurre il numero degli operati
Materiali e Metodi: Il protocollo si basa su tre step I) l’ecografia diagnostica II) sedazione
farmacologica, bolo cortisonico per ev e almeno un’ora di reidratazione III) clisma opaco a bassa
pressione con colonna baritata .La nostra casistica è costituita da 556 bambini ricoverati nella
Divisione di Chirurgia d’Urgenza e PS dell’Ospedale Santobono di Napoli per invaginazione
intestinale in due periodi,omogenei per l’appli-cazione della metodica. Un primo gruppo, di 180 casi,
considera i ricoveri dal 2003 al 2007; un secondo gruppo di 376 pazienti, che è stato trattato con il
nuovo protocollo, riguarda il periodo dal 2008 al 2013
Risultati: Nel primo gruppo i pazienti disinvaginati con clisma furono 96 gli operati per
disinvaginazione manuale 80 mentre 4 furono operati di resezione intestinale. Nel secondo gruppo i
disinvaginati 323 gli operati furono solo 41, per disinvaginazione manuale e 12 di resezione. Si è
quindi ottenuta una riduzione del 32% degli operati.
Conclusioni: Il trattamento con sedazione nell’86%dei casi dà una rapida risoluzione della patologia e
il paziente può essere dimesso dopo una giornata di osservazione. Si ottiene così l’eliminazione del
dolore rendendo più agevole l’esecuzione del clisma .Si riduce la flogosi e migliora le condizioni del
paziente e l’idratazione ripristina l’equilibrio idroelettrolitico con una riduzione dei tempi di degenza
e dei costi del ricovero .La nostra esperienza continua , soprattutto grazie alla indispensabile
collaborazione dei colleghi radiologi e di tutto il nostro personale infermieristico, con buoni risultati.
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Abstract Code: CNG4560-23
L'ernioplastica inguinale laparoscopica nel neonato:
esperienza triennale
V. Pastore 1, R. Cocomazzi 1, A. Basile 1, F. Niglio 1, F. Bartoli 1
(1) Chirurgia Pediatrica Universitaria, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università
degli Studi di Foggia
Premesse e scopo dello studio L’ernioplastica inguinale VLS nei neonati è ancora una procedura
rara, richiedendo particolare abilità chirurgica e di gestione anestesiologica. In questo studio
retrospettivo abbiamo analizzato la fattibilità, la sicurezza e le complicanze associate
all’ernioplastica inguinale laparoscopica in neonati di peso <5 kg.
Materiali e metodi Trenta neonati di peso <5 kg sono stati operati laparoscopicamente nel triennio
2011-2013. Ventotto pazienti erano ex-prematuri ed il peso medio al momento dell’intervento è stato
di 3,800 kg. L’anello inguinale interno è stato chiuso con sutura non riassorbibile, valutando e
chiudendo anche il controlaterale se pervio. Tutti i neonati hanno ripreso l’alimentazione entro 12 h
dalla VLS e sono stati dimessi il giorno successivo. Il follow-up è stato fatto obiettivamente con
controllo clinico ad 1 settimana dalla procedura laparoscopica e quindi a 6 e 12 mesi.
Risultati Dei 30 pazienti (27 maschi e 3 femmine),19 avevano diagnosi preoperatoria di ernia
inguinale monolaterale (16 a destra, 3 a sinistra) e 11 bilaterale. Intraoperatoriamente, la chiusura è
stata bilaterale in 23 neonati. L’età gestazionale corretta media all’intervento è stata di 49.1
settimane ed il tempo operatorio è stato mediamente di 30 minuti per le ernie monolaterali e 41
minuti per quelle bilaterali. Non ci sono state complicanze intra- o post-operatorie, conversioni e
recidive.
Conclusioni La correzione VLS delle ernie inguinali nei neonati e negli ex pre-termine è sicura e
fattibile e meno rischiosa e complicata dell’erniotomia open.
51
Abstract Code: CNG4561-24
La tecnica di Sistrunk "estesa" per il trattamento delle
recidive delle cisti del dotto tireoglosso: 10 anni di
esperienza
V. Pastore 1, R. Cocomazzi 1, A. Basile 1, F. Niglio 1, F. Bartoli 1
(1) Chirurgia Pediatrica Universitaria, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università
degli Studi di Foggia
Premesse e scopo dello studio Sebbene la tecnica chirurgica standard per il trattamento delle cisti
del dotto tireoglosso sia quella di Sistrunk, diversi sono gli approcci per le recidive. Si riporta
l’esperienza nella chirurgia delle recidive con procedura di Sistrunk “estesa”.
Materiali e metodi Dal 2004 al 2013 sono stati osservati 25 bambini operati con tecnica di Sistrunk
per cisti del dotto tireoglosso. Sette pazienti hanno presentato recidiva (4 primariamente operati
presso un altro Ospedale) e tutti sono stati trattati con tecnica di Sistrunk “estesa”.
Risultati Tutte le recidive si sono verificate entro 12 mesi dal primo intervento, nella stessa sede
della cisti primaria e hanno coinvolto ugualmente entrambi i sessi. Cinque pazienti (71%) avevano in
anamnesi infezione pre-operatoria e 2 post-operatoria (trattate con antibiotico). La valutazione
istologica ha mostrato tratto singolo in 2 pazienti e multiplo nei restanti 5, sempre con prevalenza di
epitelio respiratorio o squamoso, e mai metaplasico. In un campione era associato tessuto tiroideo
ed in 2 c’erano segni di flogosi cronica. Il tempo operatorio per le recidive è stato significativamente
maggiore (135 + 33 minutes vs 58 + 27 minutes; p=0.013) rispetto alla chirurgia primaria. Nessuna
complicanza peri-operatoria e follow up medio di 2.1 anni. Nessuna recidiva
Conclusioni Le recidive non mostrano predilezione di sesso, compaiono nella stessa sede della cisti
primaria e più spesso dopo infezioni peri-operatorie. La procedura di Sistrunk “estesa” è sicura e
valida anche in presenza di tratti cistici multipli.
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Abstract Code: CNG4562-25
Limiti e vantaggi dell'ETG addome "graded compression"
in bambini con appendicite acuta
V. Pastore 1, R. Cocomazzi 1, M. Pastore 2, A. Basile 1, F. Niglio 1, F. Bartoli 1
(1) Chirurgia Pediatrica Universitaria, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università
degli Studi di Foggia, (2) Università degli Studi di Foggia
Premesse e scopo dello studio L’ETG addome “graded compression” è la metodica diagnostica
maggiormente utilizzata nel sospetto di appendicite acuta nei bambini e in questo studio prospettico
si è valutato il suo contributo per la diagnosi di appendicite acuta nel periodo 2010-2013.
Materiali e metodi Quattrocentottanta bambini sono stati sottoposti ad ETG per sospetta appendicite
acuta. Sono stati suddivisi in operati (220 pz) e non-operati (260 pz) e la diagnosi definitiva si è
basata sull’ istologia per il primo gruppo e su un’intervista telefonica per il secondo. L’ETG è stata
l’unica indagine diagnostica in tutti i bambini non-operati e in 203 operati.
Risultati L’appendicite acuta è stata confermata in 188 bambini operati, mentre nessuno nonoperato è tornato in ospedale o è stato operato nei 3 mesi successivi. Sensibilità, specificità, VPP,
VPN e accuratezza della metodica sono stati rispettivamente 79%, 78%, 95%, 39% e 79%. Le
appendicectomie negative sono state il 14% e le perforazioni l’8%. Diciassette bambini operati hanno
richiesto più indagini diagnostiche: 7 TC, tutte compatibili con appendicite acuta, e 10 ulteriori ETG, di
cui 6 hanno mostrato segni ecografici di appendicite.
Conclusioni Questi risultati supportano l’uso routinario dell’ETG addome “graded compression” nei
bambini con sospetta appendicite acuta poichè aiuta a ridurre le appendicectomie negative e le
perforazioni. Inoltre, anche in presenza di ETG negative, non è giustificabile l’immediato ricorso alla
TC poichè la rivalutazione clinica ed una seconda ETG possono chiarire la diagnosi.
53
Abstract Code: CNG4563-26
Un raro caso di appendicite neonatale
V. Pastore 1, R. Cocomazzi 1, A. Basile 1, F. Niglio 1, F. Bartoli 1
(1) Chirurgia Pediatrica Universitaria, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di
Foggia
Premesse e scopo dello studio L’appendicite acuta neonatale è rara con elevata mortalità.
L’incidenza è 0.04-0.2% e coinvolge soprattutto neonati maschi, prematuri e con comorbidità ed
interessamento vascolare. Per la rarità e per la presenza di segni/sintomi aspecifici, la diagnosi è
quasi solo intra-operatoria, con complicanze dovute al ritardo diagnostico e terapeutico.
Materiali e metodi Neonata a termine ricoverata in UTIN per dimorfismi e sospetta anomalia
cariotipica. Buone condizioni generali, escludendo un lieve distress respiratorio. In terza giornata
compare tachicardia, febbre, melena, distensione addominale e leucocitosi. Esclusa l’invaginazione e
fatta diagnosi di malrotazione, si pensa a quest’ultima come alla causa dell’addome acuto. Alla
laparotomia, però, si osserva un’appendice perforata in punta ed aderenze peri-appendicolari.
Standard l’approccio chirurgico: procedura di Ladd, appendicectomia e toilet peritoneale.
Risultati Le indagini diagnostiche svelano la trisomia 13, la tetralogia di Fallot e l’ipoplasia del corpo
calloso. Da un punto di vista chirurgico il decorso post-operatorio è regolare e l’istologia conferma
l’appendicite. In attesa dell’intervento cardiochirurgico, la paziente muore per sepsi da Klebsiella
Pneumoniae.
Conclusioni L’appendicite neonatale è rara e difficile da diagnosticare. Per ridurre la mortalità,
quasi invariabilmente associata alla perforazione, deve entrare in diagnosi differenziale con le più
frequenti cause di addome acuto neonatale, soprattutto in neonati con comorbidità e patologie
cardiovascolari.
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Abstract Code: CNG4603-21
Il ruolo della Trans Percutaneous Splenic-artery
Embolization nel trattamento conservativo delle lesioni
traumatiche della milza in età pediatrica
D. Perilli 1, M. Cariati 2, M. Stella 3, U. Rossi 4, P. Rigamonti 5, F. Caccia 6, C. Zamana 1, E. Zoffoli 4, A.
Boncimino 7, A.F. Podestà 8
(1) Chirurgia Pediatrica Ospedale San Carlo Borromeo, Milano, (2) Direttore U.O.Radiologia Ospedale
San Carlo Borromeo, Milano, (3) Direttore U.O. Chirurgia Generale Politrauma Ospedale San Carlo
Borromeo, Milano, (4) U.O.Radiologia Ospedale San Carlo Borromeo, Milano, (5) U.O. Radiologia
Ospedale San Carlo Borromeo, Milano, (6) Responsabile U.O.Chirurgia Pediatrica Ospedale San Carlo
Borromeo, Milano, (7) U.O. Pediatria Ospedale San Carlo, Milano, (8) Direttore del Dipartimento
Materno Infantile Ospedale San Carlo Borromeo, Milano
Premesse e scopo dello studio:Applicando noi da tempo il trattamento conservativo delle lesioni
spleniche traumatiche in età pediatrica, abbiamo di recente utilizzato la “Trans percutaneous
Splenic-Artery Embolization” ( TPSA) nelle lesioni di grado maggiore o con relativa instabilità
emodinamica, allo scopo di aumentare la probabilità di successo del trattamento conservativo.
Materiali e Metodi:Nel marzo 2014 giungevano presso il nostro PS a seguito di traumatismo
addominale A, femmina di anni 12 e B maschio di anni 13. All’ingresso i pazienti presentavano
parametri vitali stabili ma con necessità di supporto trasfusionale in B. Veniva eseguita ecografia
addominale e TC che mostravano emoperitoneo con lesione splenica di IV° grado. Sulla base di
questi dati abbiamo ritenuto per la prima volta nella nostra esperienza anziché affidarsi al solo
monitoraggio di avvalerci della procedura TPSA: nel caso di A embolizzazione dell’arteria splenica
prossimale con spirali per riscontro angiografico di sanguinamento attivo e in B embolizzazione
superselettiva di rami intraparenchimali con materiale embilizzante temporaneo.
Risultati: Il decorso è stato libero da complicanze con controlli ecografici precoci che hanno
dimostrato scomparsa del versamento libero e ottimale costituzione di circoli collaterali di
rivascolarizzazione splenica, in quellia due mesi pressoché completa risoluzione delle immagini
lesionali.
Conclusioni: Riteniamo che la procedura TPSA applicata alle lesioni di grado medio-elevato possa
significamente aumentare la percentuale di successo della terapia conservativa.
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Abstract Code: CNG4591-27
Regressione spontanea della displasia cistica della rete
testis: caso clinico.
L. Righetti 1, S. Milianti 1, F. Torri 1, G. Boroni 1, L.G. Tonegatti 1, A. Armellini 1, D. Alberti 1
(1) Clinica Chirurgica Pediatrica, Brescia
Premesse: La displasia cistica della rete testis (CDT) è una rara malformazione congenita dovuta ad
un anomalo sviluppo del dotto mesonefrico; spesso si associa ad anomalie urogenitali omolaterali.
Caso clinico: Bambino di 11 anni, noto per rene multicistico sinistro, si presenta per tumefazione
testicolare sinistra non dolente. All’esame obiettivo il testicolo presenta volume e consistenza
aumentati, con profili bozzuti.
L’US evidenzia parenchima testicolare sostituito da formazioni cistiche ipoanecogene di diametro
massimo 5mm, alternate a sottili setti iperecogeni, con parziale risparmio del parenchima in sede
medio-inferiore.
Il paziente è stato seguito con ecografie semestrali e, a distanza di 3 anni, si è avuta la completa
scomparsa delle cisti con parenchima testicolare ecograficamente normale.
Discussione: In età pediatrica le lesioni testicolari cistiche sono benigne nel 31-59% e non sono mai
stati segnalati casi di infertilità o degenerazione maligna correlati alla CDT.
Tuttavia, fino al 2003, il trattamento di scelta per la CDT è stato l’orchiectomia; dopo la descrizione di
un caso con regressione spontanea, l’atteggiamento terapeutico è cambiato. Ad oggi, i casi segnalati
in letteratura sono tre, escluso il nostro. Pertanto, nel caso in cui siano presenti caratteristiche
ecografiche tipiche della CDT, markers tumorali negativi e altre anomalie del dotto mesonefrico,
riteniamo che la CDT debba essere seguita con periodico follow-up ecografico, da proseguire per 5
anni dopo la risoluzione spontanea, riservando la biopsia testicolare solo ai casi di dubbio
diagnostico.
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Abstract Code: CNG4605-23
Ernia inguinale neonatale: esperienza su 179 pazienti in
sette anni
V. Rossi 1, M. Mosconi 1, S. Avanzini 1, N. Disma 1, A. Michelazzi 1, G. Mattioli 1, P. Buffa 1, V. Jasonni 1,
A. Pini Prato 1
(1) Istituto Giannina Gaslini
Premesse e scopo dello studio: L’ernia inguinale coinvolge fino al 5% dei nati a termine ed il 30% dei
nati pretermine. Il rischio di intasamento raggiunge il 30% entro i 6 mesi. Il 65% dei chirurghi
preferisce trattare i neonati prima della dimissione dalla TIN per contenere il rischio di complicanze.
Il nostro studio ha lo scopo di definire il tasso di complicanze ed il timing ottimale per l’intervento.
Materiali e Metodi: Studio retrospettivo. Pazienti di età inferiore ai 150 gg e peso inferiore ai 5 Kg
sottoposti ad erniotomia fra il gennaio 2007 ed il dicembre 2013 (7 anni). Dati raccolti: età
gestazionale alla nascita ed all’intervento, peso all’intervento, complicanze preoperatorie,
complicanze postoperatorie, metacronia.
Risultati: Totale 179 pazienti e 212 ernie. Destre 65%, sinistre 35%, bilaterali 16%. Male to female
ratio = 5,4:1. Metacronia nell’8,4%. Incarceramento preoperatorio = 12%. Accessi di PS preoperatori
nel 44%, multipli nel 9%. Sono state osservate 14 complicanze fra cui 3 ipo-atrofie (1.4%), 2 idroceli
(0,9%) e 9 recidive (4,2%). L’incidenza di ipo-atrofia correla significativamente con l’incarceramento
preoperatorio (p= 0,0237).
Conclusioni: L’ernia inguinale neonatale è frequente, rappresenta procedura chirurgica routinaria
ma di difficile esecuzione ed è potenzialmente gravata da complicanze maggiori, più frequenti in casi
di incarceramento preoperatorio. Stressiamo ancora una volta l’importanza di trattare
precocemente questa problematica al fine di contenere il rischio di intasamento e conseguente ipoatrofia testicolare.
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Abstract Code: CNG4577-31
Pancreatoblastoma congenito: dalla diagnosi prenatale al
trattamento
M. Ruol 1, P. Dall'igna 1, R. Alaggio 2, M. Zuliani 3, L. Cattarossi 4, P.G. Gamba 1
(1) Chirurgia Pediatrica, Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino, Università di Padova,
(2) Anatomia Patologica, Dipartimento di Medicina, Università di Padova, (3) Istituto di Radiologia,
Dipartimento di Medicina, Università di Padova, (4) Patologia Neonatale, Azienda Ospedaliera
Universitaria di Udine
Introduzione. In letteratura sono descritti 15 casi di pancreatoblastoma congenito: 5 presentavano
diagnosi prenatale, nessuno aveva metastasi alla diagnosi, 7 erano associati a sindrome di
Beckwith-Wiedemann (SBW). In 13 l’exeresi è stata radicale, in 2 con residui. Solo un paziente è stato
sottoposto a chemioterapia dopo recidiva a distanza. Tutti i bambini sono vivi tranne 1 deceduto per
problemi legati alla SBW.
Il nostro obiettivo è quello di descrivere l’approccio adottato in un neonato con pancreatoblastoma
congenito trattato nel nostro centro.
Case report. Le indagini radiologiche (ecografia, RMN), eseguite alla nascita, descrivevano una
lesione cistica, di non chiara natura. Si è proceduto ad esplorazione laparoscopica, trasformata in
approccio open per il riscontro di una neoformazione del corpo del pancreas; tale lesione è stata
resecata, conservando testa e coda. L’esame istologico ha posto diagnosi di pancreatoblastoma
completamente escisso. Dopo aver escluso lesioni metastatiche, si è deciso di eseguire solo attento
monitoraggio, senza trattamento chemioterapico. Il follow-up a 7 mesi è negativo.
Conclusioni. Pur essendo il pancreatoblastoma un tumore maligno che necessita di un trattamento
multidisciplinare, i casi congeniti sembrano avere un comportamento biologico meno aggressivo. Il
trattamento, quindi, nel caso di resezione completa, sembra possa essere solamente chirurgico,
seguendo naturalmente un attento follow-up. Tali forme congenite sono spesso associate a SBW, ma
nel nostro caso, il paziente non presentava le caratteristiche tipiche della sindrome.
58
Abstract Code: CNG4610-19
Trial clinico randomizzato per verificare gli effetti della
premedicazione e induzione all’anestesia su ansia e
compliance in pazienti pediatrici
T. Russo 1, E. Vinci 2, P. Impellizzeri 1, N. Turiaco 1, A.S. Montalto 1, M.R. Gravina 1, A. Sgroi 2, F.
Cuzzocrea 2, R. Larcan 2, C. Romeo 1
(1) Dipartimento di Scienze Pediatriche, Ginecologiche, Microbiologiche e Biomediche-UOC Chirurgia
Pediatrica Messina, (2) Dipartimento di Scienze Umane e Sociali,Messina
Premesse e scopo dello studio. L'induzione dell’anestesia può costituire una condizione di stress che
il bambino sperimenta durante la procedura. La premedicazione orale è ampiamente usata in
anestesia pediatrica per ridurre l'ansia preoperatoria prima e durante l’induzione. Il Midazolam è il
farmaco pre-anestetico più utilizzato. Obiettivo di tale studio è comparare gli effetti dell’induzione
dell’anestesia tramite maschera facciale(MF) vs. endovena(EV) nonché della premedicazione
(melatonina vs. midazolam) sull’ansia e la compliance in pazienti chirurgici pediatrici.
Materiale e Metodi. 100 bambini (90 M,10 F) tra 5-14 anni, premedicati con midazolam (0.5 mg/Kg) o
melatonina (0.2 mg/Kg) e sottoposti all’induzione dell’anestesia per via orale o endovena. Sono stati
valutati: Ansia (Modified Yale Pre-operative Anxiet Scale) e Compliance (Induction Compliance
Cheklist)
.Risultati. I pazienti sottoposti all’induzione tramite MF mostrano minori livelli di ansia [t(98)=-2.27;
p=.025] e maggiori comportamenti complianti [ t(98)=-2.38; p=.029] rispetto a quelli sottoposti a EV.
Relativamente al pre-anestetico, la condizione migliore sembra essere composta dalla
combinazione melatonina e MF [t(96)=-2.28; p=.023]. Inoltre, l’induzione per via orale sembra
correlare negativamente con i comportamenti ansiogeni (ρ=-.376; p=.049); l’uso della maschera
abbasserebbe i livelli di ansia nei bambini.
Conclusioni. Si evidenzia un ruolo funzionale dell’induzione tramite maschera facciale e l’utilità della
melatonina integratore e non farmaco con minori effetti collaterali nella premedicazione.
59
Abstract Code: CNG4589-34
Linfangioma macrocistico emiscrotale infantile associato
ad idrocele omolaterale: caso clinico.
G. Saggiomo 1, B. Pascotto 2, G. De Maria 3, D. Di Meglio 1, U. De Luca 4, R. Pascotto 1
(1) U.O. CHIRURGIA PEDIATRICA P.O. SS. ANNUNZIATA - A.O.R.N. SANTOBONO PAUSILIPON, NAPOLI,
(2) U.O. CHIRURGIA GASTROINTESTINALE, SECONDA UNIVERSITA' DI NAPOLI, (3) U.O. RADIOLOGIA
P.O. SS. ANNUNZIATA - A.O.R.N. SANTOBONO PAUSILIPON, NAPOLI, (4) U.O. DAY SURGERY P.O.
PAUSILIPON - A.O.R.N. SANTOBONO PAUSILIPON, NAPOLI
Riportiamo il caso di un linfangioma scrotale in un bambino di 8 anni, inizialmente diagnosticato
come idrocele destro, comparso da circa un anno come tumefazione scrotale destra. All' E.O. la
massa appare rotondeggiante, di consistenza molle elastica, transilluminabile, con più
concamerazioni.
All’intervento si conferma la diagnosi di idrocele destro, ma si repertano in aggiunta due formazioni
cistiche contigue, interpretate come cisti del funicolo, che vengono asportate ed inviate ad esame
istologico.
L’esame istologico evidenzia la presenza di cellule endoteliali, che orienta verso una diagnosi di
linfangioma macrocistico.
A seguito di ricomparsa della tumefazione, viene effettuata una ecografia scrotale che evidenzia la
recidiva del linfangioma multicistico dell'emiscroto destro.
Si procede quindi a puntura evacuativa delle cisti ed iniezione sclerosante (Sodio Tetradecil Solfato).
A distanza di due mesi viene ripetuta tale procedura con regressione dopo un mese; si programma
follow-up.
I linfangiomi o igromi cistici sono una inusuale malformazione congenita del sistema linfatico. Di
frequente riscontro a livello di testa, collo e cavo ascellare, sono molto rari a livello scrotale.
Possono essere classificati, in base alla dimensione del vaso, in capillari, cavernosi e cistici.
60
Il linfangioma cistico scrotale si presenta come una tumefazione scrotale cistica e la diagnosi è
spesso misconosciuta. Clinicamente, infatti, in presenza di un bambino con una tumefazione
transilluminabile dello scroto si pone diagnosi di idrocele, molto frequente rispetto al linfangioma.
La puntura diagnostica è controindicata in presenza di un sospetto di eventuale idrocele
comunicante, a causa della comunicazione con la cavità peritoneale foriera di possibili infezioni.
La terapia è chirurgica (asportazione); la sclerotizzazione è indicata nelle recidive.
Nel nostro caso si è dovuti ricorrere a due sedute di puntura evacuativa e iniezione sclerosante, a
causa del persistere della patologia.
61
Abstract Code: CNG4702-21
Importanza dell'utilizzo di un adeguata sostanza ed
opportuno materiale per il trattamento endoscopico del
reflusso vescico-ureterale. la nostra esperienza di
cinque anni
L. Sangiorgio 1, C. Carlini 1, F. Rotundi 2, R. Arnoldi 3, G. Casaccia 4
(1) Urologia Pediatrica A.O. Alessandria, (2) Chirurgia Pediatrica A.O. AlessandriA, (3) Chirurgia
Pediatrica A.O. Alessandria, (4) Chirurugia Pediatrica A.O. Alessandria
Importance of 'adequate and proper material substance for the endoscopic treatment of reflux. Our
experience in the last five years.
Introduzione: si sottolinea come sia determinante l’utilizzo di sostanze adeguate e materiali idonei
per il trattamento endoscopico del reflusso vescico – ureterale.
Materiali: negli ultimi cinque anni, abbiamo osservato 254 RVU (336 ureteri). 34 casi presentavano
doppio distretto monolaterale o bilaterale. 132 maschi e 122 femmine. Abbiamo valutato il grado del
reflusso, presenza di pielonefriti, scars alla scintigrafia. 44 pazienti sono stati sottoposti ad
intervento di Cohen. Nei restanti casi abbiamo praticato il trattamento endoscopico del reflusso
comparando due differenti co – polimeri della stessa sostanza: destranomero ed acido jaluronico,
utilizzando la stessa tecnica con ago rigido, sono state praticate due iniezioni per lato con una
quantità di sostanza compresa fra 0.7 ed 1 ml. Abbiamo riscontrato sei casi di persistenza del
reflusso. In quelli trattati con il composto più stabile il ponfo era migrato, quelli trattati con
l’associazione più instabile non presentavano esiti dell’iniezione anche a breve distanza
dall’impianto . si segnala che durante l’iniezione del secondo prodotto, si è avuta rottura dello
stantuffo della siringa con ferita dell’operatore che la punta dell’ago metallico non era
opportunatamente fresata con orifizio di uscita del materiale non omogeneo, con impurità
metalliche che potevano essere introdotte nella parete della vescica. Questi casi sono stati sottoposti
a nuovo trattamento con il composto più stabile. I restanti pazienti con recidiva sono stati avviati alla
chirurgia.
Conclusioni : il trattamento endoscopico del reflusso, anche nei casi di grado elevato e doppio
distretto, offre buone opportunità di risoluzione del problema sempre che si usi una sostanza stabile
ed un’attrezzatura adeguata.
62
Abstract Code: CNG4705-24
Necrosi ischemica segmentaria del testicolo: descrizione
di quattro casi osservati nell’ultimo anno.
L. Sangiorgio 1, P. Russo 2, F. Rotundi 3, R. Arnoldi 4, V. Badò 5
(1) Urologia Pediatrica A.O. Alessandria, (2) Radiologia Pediatrica A.O. Alessandria, (3) Chirurgia
Pediatrica A.O. AlessandriA, (4) Chirurgia Pediatrica A.O. Alessandria, (5) Chirurugia Pediatrica A.O.
Alessandria
Necrosi ischemica segmentaria del testicolo: descrizione di quattro casi osservati nell’ultimo anno.
Introduzione: descriviamo l’esperienza di quattro casi di necrosi ischemica segmentaria del testicolo
giunti alla nostra osservazione nell’ultimo anno.
Materiali: nel corso dell’ultimo anno abbiamo osservato quattro casi di dolore testicolare acuto non
riferibile a torsione del testicolo o a patologia infiammatoria dello stesso che sono stati in seguito
diagnosticati come necrosi ischemica segmentaria del testicolo; tale patologia è particolarmente
rara, si manifesta con i sintomi di uno scroto acuto di natura indeterminata e non si conosce ancora
la causa.
I sintomi all’esordio sono stati: dolore testicolare insorto improvvisamente, intenso, accompagnato
da pallore, sudorazione e dolore al funicolo irradiato all’addome.
L’ecografia eseguita in pronto soccorso a poca distanza dall’esordio dei sintomi dimostrava segni
caratteristici della necrosi ischemica segmentaria: dall’ilo testicolare si dipartivano bande
ipoecogene parallele con vascolarizzazione decisamente ridotta, alterante a colonne di tessuto
testicolare normalmente rappresentato e ben vascolarizzato.
L’esame obiettivo corrispondeva alla obiettività ecografica, alternanza di zone di ridotta consistenza
con zone di normale densità, la dolorabilità era intensa e presente su tutto il testicolo e sul funicolo.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti a trattamento antiflogistico ed antibiotico. Il quadro clinico si è
stabilizzato nel corso di una settimana.
A tutti i ragazzi è stata praticata una RM pelvica che è risultata nella norma.
63
Follow – up: a distanza di un anno in un caso il testicolo è ritornato alle condizioni fisiologiche e non
presenta alterazioni ecografiche. Negli altri tre casi il quadro è stabile: riduzione volumetrica non
significativa del testicolo con alternanza alla palpazione di zone di normale consistenza con zone di
consistenza decisamente ridotta.
Gli esami ematochimici non sono stati significativi. I controlli si sono svolti dapprima mensilmente,
quindi ogni tre mesi.
64
Abstract Code: CNG4580-25
Management of impalpable undescended testes with a
modified two stages Fowler-Stephens procedure:
experience of a single centre.
S. Scarvaglieri Mazzeo 1, M.G. Scuderi 1, A.A. Scarpa 1, V. Di Benedetto 1
(1) U.O.C. Chirurgia Pediatrica, A.O. Policlinico-Vittorio Emanuele, Catania
PURPOSE: The undescended testis is one of the most common congenital abnormalities of the
genitourinary system in young boys. Around 20% of cases, the testis is not palpable. Although
several research studies have been conducted, the management of not palpable intrabdominal testis
(NPIT) is still controversial.
We report our successful experience with a modified two-stage Fowler-Stephens procedure (MFSP).
MATERIALS AND METHODS: From December 2006 to December 2013, in our centre 65 patients with
impalpable testis were treated. The age ranged from 9 months to 7 years (median age: 19,8 months).
All patients were assessed by clinical examination and pre-operative ultrasonography. Laparoscopy
was performed for 65 patients: 5 patients had bilateral cryptorchidism and 60 unilateral (26 right; 34
left). A total of 70 testes were treated. 24 patients presented blind ending cord structures and
atrophic testis. They were treated with open orchidectomy and the fixation of controlateral testis. In
41 patients, an intrabdominal testis was found and they have been treated with MFSP. A second
stage was carried out after 6 months. After laparoscopic exploration to check the testis, an open
orchidopexy was performed in all cases, with a creation of a large peritoneal flap around the testis
and the vases. After each stage, all patients underwent neoadjuvant hCG-therapy to improve size
and testis position before and after orchidopexy.
RESULTS: No intraoperative complications were reported. During the follow-up the position and size
of the testes were documented after clinical examination. The testes were found with satisfying
size and well allocated into the scrotum. Only one testis (1,4%) has become atrophic after
orchidopexy.
CONCLUSIONS: According to our experience, we believe that MFSP and neoadjuvant hCG-therapy
could be considered a good choice to treat impalpable undescended testis in children.
65
Abstract Code: CNG4662-26
Evoluzione tecnica nel trattamento
femminile: presentazione di due casi
dell’epispadia
G. Selvaggio 1, F. Marinoni 1, M. Sonzogni 1, C. Filisetti 1, G. Riccipetitoni 1
(1) UO Chirurgia Pediatrica Ospedale dei Bambini V.Buzzi Milano
Premesse e scopo dello studio: l’epispadia femminile è patologia con incidenza variabile tra
1/150000 e 1/500000. E’caratterizzata da diastasi pubica,clitoride bifido,ampio piatto uretrale con
visibilità del collo vescicale e assenza dei meccanismi sfinterici. Obbiettivo della ricostruzione è il
raggiungimento di estetica normale e continenza con minzione non ostruita.
Materiali e metodi: nel periodo 1997-2013 sono giunti alla nostra osservazione due casi di epispadia
femminile. Nel primo caso, età attuale 17 anni, si è ricorsi a 9 mesi a intervento di
clitoridouretroplastica, seguito due mesi dopo a trattamento del collo vescicale con collagene per
aumentare le resistenze e favorire l’incremento della capacità.All’età di 4 anni si è proceduto a
plastica del collo sec. Young-Dees.Nel secondo caso,età attuale 16 mesi,si è proceduto a 9 mesi a
uretrocervicoplastica e a ricostruzione del piano sfinterico con tessuto parauretrale
fibromuscolare.
Risultati: i decorsi postoperatori sono stati privi di complicanze. Il primo caso ha raggiunto la
continenza con l’intervento di plastica del collo. Non vi è stata sin dal primo periodo postoperatorio
ritenzione urinaria e, con follow-up di 13 anni, è ad oggi con continenza e capacità vescicale
normali. Il secondo caso, con follow-up breve, non presenta sgocciolamento tra le minzioni, la
capacità è per età normale e lo svuotamento è completo.
Conclusioni: l’approccio precoce, con aumento delle resistenze uretrali, sembra garantire per
entrambe le metodiche uno sviluppo adeguato della vescica base fondamentale per la continenza.
66
Abstract Code: CNG4668-32
Balanite xerotica ed ipospadia: un rapporto a doppio
senso. Presentazione di un caso
G. Selvaggio 1, F. Marinoni 1, M. Sonzogni 1, C. Vella 1, S. Costanzo 1, G. Riccipetitoni 1
(1) UO Chirurgia Pediatrica Ospedale dei Bambini V.Buzzi Milano
Premesse e scopo dello studio: La balanite xerotica (BXO) è una infiammazione cronica che può
interessare il prepuzio, il glande, il meato e l’uretra. Nei casi in cui è presente il coinvolgimento
uretrale è necessario ricorrere a uretroplastiche. Per contro la diffusione delle tecniche con innesto
libero prepuziale per la correzione delle ipospadie posteriori, espone a complicazioni tardive legate
all’insorgenza della BXO sul tessuto neouretrale.
Materiali e metodi: nel maggio 2013 giunge alla nostra osservazione paziente di 13 anni per infezioni
urinarie e epididimiti ricorrenti in esiti di ipospadia posteriore corretta in due tempi, nel corso dei
primi 18 mesi di vita, con tecnica di innesto libero prepuziale. L’ispezione rileva area biancastra
circondante il neo meato uretrale. La cateterizzazione è possibile solo con catetere Ch5. Vengono
eseguite flussimetria ed uretrocistografia che rilevano quadro di importante stenosi a carico di tutta
la neouretra. Sulla base di questi riscontri viene sottoposto a uretroscopia che conferma il sospetto
patologico. Pertanto si procede ad asportazione di tutta la neouretra e a innesto libero di mucosa
orale prelevata dalla guancia. L’istologia conferma la diagnosi di BXO.
Risultati: sia il primo che il secondo tempo chirurgico non presentano complicanze. A sei mesi
dall’intervento la flussimetria è normale e non si sono più avuti fenomeni infettivi.
Conclusioni: riteniamo di fondamentale importanza mantenere un follow-up a lungo termine nelle
ipospadie posteriori per poter iniziare nei casi affetti una terapia medica precoce.
67
Abstract Code: CNG4595-31
Distress respiratorio acuto da enfisema polmonare
interstiziale nel prematuro: un caso clinico e revisione
della letteratura
M. Sica 1, F. Molinaro 1, A.L. Bulotta 1, E. Cerchia 1, E. Bindi 1, M. Messina 1
(1) UNIVERSITA' DI SIENA 1240. DIPARTIMENTO DI SCIENZE MEDICHE, CHIRURGICHE E
NEUROSCENZE. CLINICA CHIRURGICA PEDIATRICA
Introduzione: l’enfisema polmonare interstiziale persistente (PIE) è una malattia rara che si verifica
sia nel pretermine che nei neonati a termine. Riportiamo il caso di un paziente con PIE trattato con
successo presso il nostro centro.
Caso clinico: paziente nato alla 32 settimana da FIVET con ovodonazione, con peso alla nascita 1.570
Kg. Ha presentato distress respiratorio acuto in 20 giornata di vita che ha necessitato l’intubazione
con ventilazione assistita. L’Rx torace confermava la presenza di distensione alveolare massiva del
lobo superiore sinistro con shunt sinistro-destro del mediastino confermata alla TC.
Il paziente è stato sottoposto ad intervento chirurgico d’urgenza di lobectomia superiore sinistra in
terapia intensiva neonatale. Il decorso post-operatorio è stato privo di complicanze per tale motivo il
paziente è stato estubato in terza giornata e dimesso in 29 giornata postoperatoria. Il controllo RX
torace a 3 mesi dall’intervento è risultato nella norma.
Discussione e conclusione:l’enfisema interstiziale risulta essere una patologia rara, di difficile
“management” che può essere causa di distress respiratorio acuto nel neonato tale da necessitare
un approccio chirurgico d’urgenza, talvolta invasivo come una pneumectomia.
68
Abstract Code: CNG4709-28
Sezione contemporanea di arterie e vene segmentarie in
corso di splenectomia laparoscopica: quali vantaggi?
S. Silvaroli 1, M. De Montalembert 2, V. Brousse 2, S. Irtan 3
(1) Cattedra di Chirurgia Pediatrica Università "G. D'Annunzio" Chieti-Pescara, (2) Department of
Pediatrics, APHP, Hôpital Necker Enfants Malades, Paris, France, (3) Department of pediatric
surgery, APHP, Hôpital Necker Enfants Malades, Paris, France; Sorbonne Paris City University, Paris,
France.
Introduzione: La splenectomia laparoscopica è ormai il gold standard, anche in pazienti pediatrici. Di
norma la legatura dei vasi splenici avviene sul margine superiore del pancreas, dopo la separazione
di vena e arteria per scongiurare il rischio di fistola. Utilizzando devices di elettrocoagulazione la
sezione dei peduncoli secondari può essere preferibile in termini di controllo dell’emostasi e del
rischio di traumatismo pancreatico.
Metodi: Dal 2009 al 2013 sono state eseguite, per disordini ematologici, 30 splenectomie in decubito
laterale eseguite con tecnica modificata che prevede la legatura contemporanea di vene e arterie
spleniche segmentali utilizzando il Ligasure(Valleylab). Descriviamo i risultati a lungo termine.
Risultati: L’età media dei pazienti è 6.36 anni. Il tempo chirurgico medio è stato di 115 min. La
colecistectomia addizionale è stata eseguita in 12 pazienti. Nessuna emorragia intraoperatoria o
necessità di conversione sono riportate. Il decorso post-operatorio è stato regolare in tutti i pazienti
eccetto un caso di iperpiressia e versamento pleurico trattato con sola terapia antibiotica. La
degenza media è stata di 2,25 giorni. Nessun segno clinico o ecografico di trombosi venosa o di
fistola artero-venosa è stato riscontrato in un follow-up medio di 15,5 mesi.
Conclusioni: La nostra esperienza dimostra che grazie a presidi di elettrocoagulazione la legatura
dei peduncoli splenici secondari appare efficace e sicura nelle splenectomie laparoscopiche
d’elezione, senza incrementare il rischio di emorragia operatoria o complicanze post-operatorie.
69
Abstract Code: CNG4710-20
Case report: cistoadenoma papillare a cellule chiare
dell’epididimo; manifestazione di Von Hippel Lindau
Desease
S. Silvaroli 1, D. Di Renzo 1, A. Persico 2, L. Sardella 2, P. Lelli Chiesa 1
(1) Cattedra di Chirurgia Pediatrica Università "G. D'Annunzio" Chieti-Pescara, (2) U.O. Chirurgia
Pediatrica Ospedale Civile "Santo Spirito" Pescara
Introduzione: Il cistoadenoma papillare a cellule chiare dell’epididimo (PCE) è una rara neoplasia
benigna di origine mesonefrica, con circa 70 casi riportati in letteratura. Nel 40% dei casi è a
presentazione bilaterale, e si associa in 1/3 dei casi a Sindrome di Von Hippel-Lindau (VHLD). Le
neoformazioni monolaterali invece, non sono mai manifestazione d’esordio di VHLD e sono tipiche
del giovane adulto (età media 35 anni).
Case report: Un paziente di 17 anni senza antecedenti né familiarità per VHLD viene valutato per una
massa paratesticolare destra, non dolente, non conseguente a traumi. L’ecografia testicolare mostra
gonadi nella norma e riscontra neoformazione della testa dell’epididimo rotondeggiante,
disomogenea, di 1cm di diametro, vascolarizzata all’ECD. L’ecografia addominale e gli esami ematici,
tra cui aFP e bHCG, risultano nella norma. In considerazione dell’aspetto non cistico della lesione si
pone indicazione all’asportazione chirurgica.
In sede intraoperatoria si reperta una massa della testa dell’epididimo ad aspetto parzialmente
calcifico, non capsulata. L’asportazione è radicale. L’esame istologico cita “cistoadenoma papillare a
cellule chiare VIM+ e CK7+”. Regolare il decorso postoperatorio.
Conclusioni: il caso riportatao ribadisce l’appropriatezza dell’indicazione chirurgica per le formazioni
epididimarie non cistiche alla diagnostica per immagini. Qualora si abbia diagnosi istologica di PCE,
in caso di presentazione monolaterale, l’asportazione radicale è risolutiva, senza necessità di
eseguire esami di stadiazione o test genetico per VHLD.
70
Abstract Code: CNG4608-26
Torsione isolata della Tuba di Falloppio: e' possibile un
trattamento conservativo?
M. Silveri 1, M.C. Lucchetti 2, F. Bassani 2, C. Orazi 3, O. Adorisio 1
(1) Dipartimento Chirurgico - Ospedale Pediatrico "Bambino Gesù" - Roma, (2) Dipartimento
Nefrologia-Urologia - Ospedale Pediatrico "Bambino Gesù" - Roma, (3) Dipartimento Immagine Ospedale Pediatrico "Bambino Gesù" - Roma
Non è facile stabilire con certezza una diagnosi precoce di torsione isolata di una tuba di Falloppio
(FTT). La aspecificità dei sintomi di esordio ed una certa mancanza di “clinical awareness” sulla
patologia possono concorrere a determinarne una non corretta gestione clinica.
Abbiamo sottoposto a valutazione retrospettiva (Gennaio 2005 – Giugno 2014) le schede cliniche di
pazienti sottoposte a trattamento presso il nostro Centro e dimesse con codice ICD 620.5 (torsione
dell’ovaio, del peduncolo ovarico, della tuba di Falloppio). Criteri di inclusione sono stati: età 1 mese
- 16 anni; diagnosi di TFF isolata identificata nel registro operatorio. Scopo dello studio è stato quello
di identificare i casi di TFF isolata sottoponendoli a revisione critica per selezionare criteri di
diagnosi e di indicazione alla terapia verificando la possibilità di un trattamento conservativo, come
da alcuni recentemente suggerito.
Sono state selezionate 7 pazienti di età compresa tra 10 e 12 anni (età media: 11.6 aa.). L’esordio
clinico è stato sempre caratterizzato da dolore addominale con localizzazione di lato elettiva. La
diagnosi ecografica è risultata diagnostica di idrosalpinge con sospetta torsione tubarica in 3 casi su
7 (42.8 %). La diagnosi RMN ha avuto conferma nel riscontro intraoperatorio solo in 2 casi (28.5 %).
Patologia tubarica associata (idrosalpinge – cisti tubariche) si è osservata in 6 pazienti (85.7 %). Il
trattamento definitivo è stato la salpingectomia in 6/7 casi (85.7 %). In un caso è stato possibile un
trattamento conservativo. L’esordio e l’andamento clinico di una TFF isolata non sono di univoca
interpretazione. Nella nostra esperienza l’utilizzo di una diagnostica strumentale di II livello non si è
rivelato dirimente e tutte le condizioni di idrosalpinge o cisti tubarica seguite conservativamente
sono esitate, in tempi variabili, in condizioni di torsione acuta e con caratteristiche cliniche tali da
richiedere un intervento chirurgico urgente.
71
Abstract Code: CNG4727-28
Stenosi ipertrofica del piloro: validità di un approccio
sempre più mini-invasivo.
G. Stranieri 1, G. Cottonaro 1, M. Lebet 1, A.C. Mancuso 1, A.N.E. Papale 1, S. Cacciaguerra 1
(1) U.O.C. di Chirurgia Pediatrica A.R.N.A.S. Garibaldi - Catania
Premesse e scopo dello studio: Le opzioni chirurgiche in tema di piloromiotomia extramucosa sono
laparotomica e laparoscopica. Gli AA riportano la loro esperienza di “passaggio” dalla tecnica di
piloromiotomia trans-ombelicale secondo Bianchi a quella laparoscopica.
Materiali e metodi: Da giugno 2009 a marzo 2014 abbiamo operato in tutto 107 casi di stenosi
ipertrofica del piloro trattati con approccio secondo Bianchi. Nello periodo marzo 2013 – marzo 2014
abbiamo operato con laparoscopia 12 casi.
Conclusioni: Gli step chirurgici non variano quale che sia l’approccio. L’approccio laparoscopico, che
prevedeva inizialmente tre working port operativi oltre l’accesso transombelicale e che oggi viene
condotto con sole tre porte laparoscopiche comprensive del primo trocar transombelicale. I vantaggi
estetici della metodica laparoscopica rispetto a quella laparotomica con approccio mediano o
trasverso sono indubbi, ma sono meno evidenti rispetto all’approccio secondo Bianchi. In letteratura
sono riportate complicanze in ordine alla metodica laparoscopica non dissimili da quelli riportati per
l’approccio laparotomico. Tuttavia, complicanze quali infezione della ferita, deiscenza o laparocele,
possibili con l’approccio laparotomico, non sono riportate per quello laparoscopico. Il vantaggio
sostanziale e/o la differenza rispetto al più recente approccio secondo Bianchi, nella nostra iniziale
esperienza starebbe non tanto nei tempi di ripresa postoperatoria che sono stati comparabili, quanto
piuttosto nella assente incidenza di complicanze di parete.
72
Abstract Code: CNG4740-23
Appendicite acuta complicata trattata mediante
appendicectomia video-laparo-assistita (TULAA):
la
nostra esperienza sul ruolo degli antibiotici nella
prevenzione e nel trattamento dell’infezione del sito
chirurgico
S. Straziuso 1, V. Domenichelli 1, G. Lamberti 2, S. Federici 1
(1) U.O.C. Chirurgia Pediatrica AUSL della Romagna, Ospedale "Infermi" di Rimini, (2) Scuola di
Specializzazione in Chirurgia Pediatrica Università di Palermo
Premesse e scopo dello studio: l’appendicectomia transombelicale laparo-assistita (TULAA), è una
procedura consolidata anche per la risoluzione di appendiciti complicate. Il lavoro riporta la nostra
esperienza sull’utilizzo della triplice terapia antibiotica per la prevenzione e per il trattamento
dell’infezione del sito chirurgico.
Materiali e metodi: tra il 2002 e il 2013 sono state eseguite presso il nostro centro 901
appendicectomie secondo tecnica TULAA. Il 32% identificate come appendiciti complicate (peritonite
saccata, diffusa, appendicite perforata); in questi casi e’ stata somministrata terapia antibiotica e.v.
con cefalosporina, aminoglicoside e metronidazolo (durata: 5 giorni).
Risultati: l’1.8% delle appendiciti operate ha sviluppato un ascesso intraperitoneale (di queste il
100% appendiciti complicate), risoltosi conservativamente. Solo in 2 casi è stato necessario un
second look. Nell’8% dei casi si è sviluppata un’infezione della ferita chirurgica; in 2 bambini con
grave peritonite, si è verificata la totale deiscenza della ferita che ha richiesto il posizionamento
della VAC (Vacuum Assisted Closure); nei restanti casi è stato necessaria l’applicazione di terapia
antibiotica topica mirata.
Conclusioni: la nostra esperienza conforta sull’utilizzo della triplice terapia antibiotica adottata nelle
appendicectomie complicate e sul trattamento dell’ascesso endoperitoneale; meno convincente è la
sua azione sulla prevenzione e sul trattamento dell’infezione della ferita chirurgica.
73
Abstract Code: CNG4676-31
La malrotazione intestinale nei difetti
addominale: la coscienza dell'inconsapevole
di
parete
G. Totonelli 1, L. Cordischi 1, C. Iacusso 1, A. Braguglia 1, L. Del Prete 1, F. Morini 1, P. Bagolan 1
(1) Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, Italia
Premesse e scopo dello studio: L’associazione di malrotazione intestinale e difetti di parete
addominale (DPA) è frequente, ma con scarsi dati disponibili in letteratura. Scopo dello studio è
studiare l’associazione di DPA e malrotazione, con particolare attenzione a diagnosi, esito e
complicanze.
Materiali e Metodi: 29 pazienti (pz) con DPA (2010–2013). Ogni pz è stato studiato con revisione della
cartella clinica e questionario telefonico alle famiglie registrando: dati demografici, intervento,
presenza di malrotazione e complicanze pre- e post-dimissione.
Risultati: 16 onfaloceli e 13 gastroschisi. La malrotazione è stata studiata in 18/29 pz (62%), e
diagnosticata in 11/18 (61%), intraoperatoria (n=10, gastroschisi) o con Rx-transito intestinale dopo
chiusura del DPA (n=1, onfalocele). L’intestino era in posizione regolare in 7/18 pz. Le malrotazioni
riscontrate all’intervento sono state corrette con procedura di Ladd e 3 (33%) rioperate per
occlusione da aderenze. 2 pz sono stati persi al f-u. L’intervista telefonica ha rivelato che 3/27
famiglie (11%) erano informate della diagnosi di malrotazione. A un f-u medio di 12 mesi (range 2-35
mesi) non vi è stata alcuna complicanza addominale.
Conclusioni: I dati riportati dimostrano che la malrotazione, quando ricercata, è frequente in pz con
DPA. Sebbene nessuno dei nostri pz abbia presentato volvolo intestinale, con possibile catastrofica
perdita d’intestino, consigliamo che tutti i pz con DPA siano studiati per malrotazione intestinale,
nell’intra- o nel post-operatorio, mettendo a conoscenza della diagnosi le famiglie.
74
Abstract Code: CNG4584-29
Lipomi cutanei giganti in età pediatrica
N. Zampieri 1, M. Peretti 1, G. Scirè 1, F.S. Camoglio 1
(1) Dipartimento di scienze anestesiologiche e chirurgiche, Università degli studi di Verona, Unità
operativa di Chirurgia Pediatrica
Introduzione
I lipomi sono i tumori mesenchimali benigni più frequenti in età pediatrica con una prevalenza di 2 casi per
1000; molti lipomi sono piccoli con un peso inferiore ai 200 grammi senza una vera prevalenza di sede;
meno frequenti sono quelli con peso maggiore o di dimensioni superiori ai 7 cm di diametro; questi lipomi
giganti, spesso con diametro di 10 cm si localizzano prevalentemente nella parete addominale e nella zona
scapolare. Lo scopo di questo studio è di riportare la nostra casistica di lipomi giganti, trattati con tecnica
chirurgica standard e con approccio mini-invasivo.
Materiali e metodi
Abbiamo retrospettivamente analizzato i casi trattati da Gennaio 2005 a Dicembre 2013; vengono
riportate le modalità di exeresi chirurgica ed il follow-up. Abbiamo considerato i casi di lipomi con
diametro maggiore di 7 cm.
Risultati
Durante il periodo di studio sono stati trattati 9 casi di lipomi giganti in pazienti con età media di 8
anni (range 4-14anni); 4 casi con diametro maggiore di 10 cm, 4 casi con diametro di 8 cm e 1 caso
con diametro di 7 cm; 1 lipoma era in regione sovra scapolare, 6 casi in regione addominale, e due
casi in regione toracica. Due casi sono stati trattati con liposuzione (per l’iniziale riduzione) ed
exeresi mentre 2 casi con exeresi diretta attraverso due mini-incisioni; 5 casi con exeresi diretta.
Nessun paziente è recidivato ed i casi trattati con liposuzione preventiva hanno sviluppato un
ematoma che è stato trattato con impacchi caldi per due settimane.
Conclusioni
Il trattamento dei lipomi giganti in età pediatrica deve sempre comprendere l’aspetto estetico
quando possibile. L’utilizzo di tecniche mini-invasive, come la pilo suzione preventiva può
considerarsi un trattamento sicuro ed efficace.
75
Abstract Code: CNG4614-23
Neoformazioni del collo in età pediatrica: nostra
esperienza
N. Zampieri 1, G. Scirè 1, M. Peretti 1, F.S. Camoglio 1
(1) Dipartimento di scienze anestesiologiche e chirurgiche, Università degli studi di Verona, Unità
operativa di chirurgia pediatrica
Introduzione
Le tumefazioni del collo sono una patologia di frequente riscontro in età pediatrica. Esse possono
essere su base infiammatoria (50% delle tumefazioni), neoplastica (30%) o congenita (20%). La
localizzazione nella regione laterale del collo risulta essere la più frequente. In tale sede le
tumefazioni congenite sono ascrivibili ad un ampio spettro di patologie, quali le cisti e fistole
branchiali, malformazioni vascolari e linfatiche, lipomi, laringocele, anomalie di timo, tiroide,
paratiroidi e ghiandole salivari. Scopo del presente studio è una revisione dei casi trattati presso la
nostra struttura.
Materiali e metodi
Lo studio ha coinvolto pazienti trattati per neoformazione latero-cervicale tra Gennaio 2005 e
Dicembre 2013. Sono stati inclusi nello studio pazienti di età compresa tra 0 e 14 anni;Sono stati
esclusi pazienti di età superiore ai 14 anni, pazienti affetti da cisti mediana del collo,i pazienti trattati
per linfoadenopatie ascessualizzate ed i pazienti sottoposti a biopsie linfonodali per sospetta
malattia ematologica.
Risultati
Nel periodo di studio sono stati trattati 95 pazienti e sono stati considerati per lo studio 27 pazienti:
20 cisti branchiali, 2 lipomi, 3 linfangiomi e 2 eterotopie delle ghiandole salivari minori. Delle cisti
branchiali quelle più frequenti erano del secondo arco. Un caso di cisti del secondo arco era
bilaterale ma è stata rimossa solo quella di maggior diametro (6 cm) mentre la contro laterale è in
osservazione con ecografia e risonanza magnetica (diametro 2 cm). Nessun caso di linfangioma è
recidivato (controllo medio 2 anni).
Conclusioni
Le neoformazioni del collo sono espressione di numerose patologie; la conoscenza dell’anatomia
chirurgica del collo e la conoscenza delle diverse patologie sono necessarie per poter meglio gestire
l’exeresi chirurgica.
76
Abstract Code: CNG4664-28
Anteprima nell'utilizzo di microclips da 3 mm nel
trattamento mininvasivo di alcune patologia urinarie
E. Zolpi 1, F. Ferrara 1, V. Bucci 1, L. Costa 1, S.F. Chiarenza 1
(1) Unità Operativa Chirurgia Pediatrica ULSS 6 Ospedale San Bortolo Vicenza
Razionale dello studio: il trattamento mininvasivo del varicocele e del criptorchidismo
endoaddominale è ampiamente riconosciuto. Lo scopo di questo studio prospettico è quello di
verificare l’idoneità, in termini di sicurezza e i risultati estetici nell’utilizzo di microclips da 3mm nel
trattamento mininvasivo di patologie di routine prima di affrontarne l’utilizzo in interventi maggiori.
Materiali e Metodi: sono stati selezionati negli ultimi mesi pazienti affetti da varicocele e
criptorchidismo endoaddominale sottoposti al trattamento laparoscopico di chiusura dei vasi
spermatici con micro clips da 3 mm monouso in titanio.
Risultati: sono stati arruolati 20 pazienti affetti da varicocele e criptorchidismo con testicolo
endoaddominale i cui vasi sono stati clampati con questo nuovo dispositivo. Non sono state
registrate complicanze sia intra-operatorie che post-operatorie (follow-up massimo di 1 mese).
Ottimo il risultato estetico.
Conclusioni: l’utilizzo di clips da 3 mm nel trattamento del varicocele e nel 1° tempo della FowlerStephens risulta essere sicuro, semplice, sovrapponibile in termini di costi all’utilizzo di clips da 5
mm. Tale dispositivo permette di effettuare interventi di varicocele con set completo da 3 mm e
quindi “scarless”.
I limiti di tale lavoro sono legati allo scarso numero di pazienti ancora arruolati. Tuttavia, visti i
risultati e l’assenza di complicanze è possibile considerarne l’utilizzo anche nella patologia
maggiore.
77
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Indice degli Autori
Adorisio O.; 71
Alaggio R.; 46; 58
Alberti D.; 2; 56
Appignani A.; 4; 5
Arena S.; 1
Armellini A.; 2; 56
Arnoldi R.; 62; 63
Avanzini S.; 3; 57
Avolio L.; 35
Badò V.; 63
Bagolan P.; 20; 37; 74
Bartoli F.; 51; 52; 53;
54
Basile A.; 51; 52; 53;
54
Bassani F.; 71
Battaglia S.; 11
Berrettini A.; 44
Bertozzi M.; 4; 5
Bianchi F.; 45
Bianchini A.; 19
Bindi E.; 68
Bleve C.; 8
Boncimino A.; 55
Bornati A.; 10
Boroni G.; 2; 56
Boscarelli A.; 17; 18
Braguglia A.; 74
Brandigi E.; 6
Brena M.L.; 21
Brisighelli G.; 7
Brocchi S.; 19
Brousse V.; 69
Bucci V.; 8; 77
Buffa P.; 3; 31; 57
Bulotta A.L.; 6; 68
Caccia F.; 10; 11; 55
Cacciaguerra S.; 9; 72
Cacciari A.; 19
Caione P.; 25; 42
Camoglio F.S.; 75; 76
Canazza L.; 7
Capitanio M.; 12
Capozza N.; 25; 42
Carbonaro G.; 16
Cariati M.; 11; 55
Carlini C.; 13; 62
Caroppo F.; 38
Casaccia G.; 62
Cascini V.; 15; 39; 40
Castagnetti M.; 24
Catalano P.; 33; 43
Cattarossi L.; 58
Catti M.; 16
Ceccanti S.; 17; 18
Ceccarelli P.L.; 19
Cecchetto G.; 46
Centonze N.; 22; 23
Centorrino A.; 1
Cerchia E.; 22; 23; 68
Cerchiari A.; 20
Cerrina A.; 12; 16
Cerulo M.; 30
Cheli M.; 21; 34
Chiarenza S.F.; 8; 28;
77
Ciardini E.; 22; 23
Cimador M.; 24
Cisternino A.; 29
Ciuffreda M.; 21
Cobellis G.; 47
Cocomazzi R.; 51; 52;
53; 54
Codrich D.; 36
Collura G.; 25
Colusso M.M.; 21
Conforti A.; 20
Conte M.; 3
Corbo A.; 10
Cordischi L.; 74
Cortese M.G.; 12
Costa L.; 8; 28; 77
Costanzo S.; 26; 27; 67
Cottonaro G.; 9; 72
Cozzi D.A.; 17; 18
Creti' G.; 29
Crocoli A.; 37; 49
Cucchi L.; 10; 11
Cuzzocrea F.; 59
Dall'igna P.; 46; 58
De Dominicis M.; 25
De Filippi A.; 33; 43
De Girolamo F.; 39
De Grazia E.; 24
De Luca U.; 60
De Marco E.A.; 49
De Maria G.; 60
De Montalembert M.;
69
De Nigris S.; 10
De Previde Prato D.M.;
2
Del Prete L.; 74
Di Benedetto V.; 48; 65
Di Cesare A.; 7
Di Meglio D.; 60
Di Renzo D.; 39; 70
Disma N.; 57
Domenichelli V.; 73
Durante V.; 19
Escolino M.; 30
Esposito C.; 30
Falcone M.; 16
Falconi I.; 17; 18
Faldo M.; 20
Farina A.; 30
Farris G.; 45
Fasoli L.; 28
Faticato M.; 3
Faticato M.G.; 31
Fava G.; 26; 27
Federici S.; 73
Ferrara F.; 28; 77
Ferrero L.; 12
Filisetti C.; 66
Fiocca G.; 32
Fiorito C.; 16
Formica P.; 33; 43
Frediani S.; 17; 18
Gamba P.G.; 58
Gerocarni Nappo S.;
42
79
Giannotti G.; 21; 34
Gibelli M.; 10
Giurin I.; 30
Goruppi I.; 35
Gravina M.R.; 1; 59
Grazzini M.; 46
Guacci P.; 29
Guarino N.; 32
Guida E.; 36
Gulia C.; 32
Iacobelli B.D.; 37
Iaconelli R.; 18
Iacusso C.; 37; 74
Ilari M.; 47
Illiceto M.T.; 41
Impellizzeri P.; 59
Indriolo A.; 34
Inserra A.; 49
Irtan S.; 69
Jasonni V.; 57
Lamberti G.; 73
Lanzillotto M.P.; 38
Larcan R.; 59
Lauriti G.; 15; 39; 40
Lebet M.; 9; 72
Lelli Chiesa; 15
Lelli Chiesa P.; 39; 40;
41; 70
Lembo M.A.; 36
Leva E.; 7; 45
Lisi G.; 15; 39; 40; 41
Lonati L.; 12
Lucchetti M.C.; 71
Maestri L.; 26; 27
Magrini E.; 5
Mancuso A.C.; 9; 72
Manzoni G.; 24; 44
Marangi F.; 29
Marino N.; 15; 40
Marinoni F.; 26; 66; 67
Mariscoli F.; 6; 47
Marrocco G.; 32
Martino A.; 47
Matarazzo E.; 25
Mattai R.; 10
Mattioli G.; 3; 31; 57
Maurigi C.; 33; 43
Mele E.; 42
Merlini E.; 16
Meroni M.; 26; 27
Messina M.; 6; 68
Metrangolo S.; 46
Meucci D.; 6
Michelazzi A.; 57
Migliazza L.; 34
Milana E.; 33; 43
Milianti S.; 56
Minelli L.; 21; 34
Minoli D.G.; 44
Miola F.; 10
Molinaro F.; 68
Montalto A.S.; 59
Montobbio G.; 3
Morandi A.; 7; 45
Morgante D.; 17
Morini F.; 20; 37; 74
Mosconi M.; 57
Napolitano M.; 27
Narciso A.; 46
Nardi N.; 4; 5
Niglio F.; 51; 52; 53;
54
Nino F.; 47
Noccioli B.; 22; 23
Noviello C.; 47
Olenik D.; 48
Olivieri C.; 49
Orazi C.; 71
Orofino A.; 38
Palermo G.; 29
Pallotti E.; 11
Pannuti O.; 50
Papale A.N.E.; 9; 72
Paraboschi I.; 7
Paradies G.; 38
Pardi V.; 49
Parolini F.; 2; 45
Pascotto B.; 60
Pascotto R.; 60
Pastore M.; 53
Pastore V.; 51; 52; 53;
54
Pati M.; 19
Pavone M.; 6
Pelizzo G.; 35
Peretti M.; 75; 76
Perilli D.; 10; 55
Perrone P.; 1
Persico A.; 70
Peters C.; 44
Piazza G.; 33; 43
Pillon M.; 46
Pini Prato A.; 3; 57
Pio L.; 3; 31
Pippo M.S.; 45
Podestà A.; 10; 11
Podestà A.F.; 55
Podestà E.; 13
Pomè G.; 27
Raffaele A.; 35
Recupero S.; 29
Repetto P.; 19
Riccipetitoni G.; 26;
27; 66; 67
Rigamonti P.; 55
Rigamonti W.; 24; 36
Righetti L.; 2; 56
Roberti A.; 30
Romano M.; 47
Romano P.; 35
Romeo C.; 1; 59
Rossi U.; 11; 55
Rossi V.; 57
Rotundi F.; 13; 62; 63
Ruol M.; 58
Russo P.; 63
Russo T.; 59
Ruzza L.; 11
Saggiomo G.; 60
Sangiorgio L.; 13; 62;
63
Sardella L.; 70
Savanelli A.; 30
Scalfaro C.; 11
Scarpa A.A.; 65
Scarpa M.G.; 36
Scarvaglieri Mazzeo
S.; 65
Schleef J.; 12
Scirè G.; 75; 76
Scuderi M.G.; 48; 65
80
Sebastio N.; 29
Selvaggio G.; 66; 67
Settimi A.; 30
Severi E.; 22; 23
Sgroi A.; 59
Sica M.; 68
Silvaroli S.; 40; 69; 70
Silveri M.; 71
Sonzogni M.; 66; 67
Stella M.; 55
Stranieri G.; 9; 72
Straziuso S.; 73
Strocchi F.; 41
Tadini B.; 16
Tarallo L.; 15; 41
Tavani F.; 19
Teruzzi E.; 12
Tina G.; 9
Tipaldi P.; 50
Todesco A.; 46
Tognon C.; 46
Tonegatti L.G.; 56
Torri F.; 2; 56
Totonelli G.; 20; 37; 74
Turiaco N.; 1; 59
Turra' F.; 30
Vaccarella F.; 13
Valfrè L.; 20
Vallasciani S.; 24; 44
Vella C.; 67
Vinci E.; 59
Zadra N.; 46
Zamana C.; 11; 55
Zampieri N.; 75; 76
Zanini A.; 45
Zaranko E.; 34
Zirpoli S.; 27
Zoffoli E.; 55
Zolpi E.; 8; 28; 77
Zuliani M.; 58
81