Report Report delle Attività di Prevenzione Anno 2013 Edizione Aprile 2014 1 Indice 1. Generalità pag. 3 2. Indicatori di salute nel contesto locale pag. 3 3. Prevenzione Medica pag. 7 3.1 3.2 3.3 3.4 pag. pag. pag. pag. Area Alimenti e Nutrizione Area Igiene Pubblica Area Medicina di Comunità Area Prevenzione Sicurezza sui Luoghi di lavoro e Impiantistica 8 . 15 20 24 4. Promozione della Salute 5. Prevenzione Veterinaria pag. 30 pag. 34 6. Programmazione anno 2014 pag. 36 2 1. Generalità Il presente documento, redatto in armonia con quanto previsto dalla DGR X/1185/2013 “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l’esercizio 2014“ rappresenta la sintetica descrizione delle attività di Prevenzione condotte nel 2013 dai Servizi afferenti ai Dipartimenti di Prevenzione Medica e Veterinaria della ASL, con descrizione dei volumi di attività e dei miglioramenti in termini qualitativi del servizio offerto, anche in relazione ad indicatori di guadagno di salute atteso. Il taglio redazionale ha privilegiato modalità di presentazione incentrate su sinteticità e chiarezza dei contenuti per rendere il lavoro facilmente fruibile da parte della popolazione e di tutte le parti interessate del territorio. Il report 2013, sviluppato in coerenza con il documento predisposto per l’anno 2012 , è da intendersi come uno strumento di comunicazione dinamico e flessibile che potrà essere rimodulato, nelle prossime edizioni, anche alla luce dei riscontri e delle osservazioni che dovessero pervenire dall’interno e dall’esterno dell’ Azienda. . 2 Indicatori di Salute nel contesto locale Per una dettagliata presentazione del quadro demografico ed epidemiologico di riferimento si rimanda al Piano aziendale di programmazione (consultabile sul sito www.asl.lodi.it). Nella presente sezione vengono sinteticamente richiamati alcuni indicatori riconducibili, in modo manifesto o potenziale al guadagno di salute nella popolazione evidenziandone il trend nel territorio della ASL di Lodi. Il territorio di pertinenza dell’ASL di Lodi è costituito dall’intera provincia e comprende 62 comuni (incluso San Colombano al Lambro), per un totale di 230.975 abitanti (113.317 maschi e 117.658 femmine) residenti al 1/1/2012 (dati ISTAT post censimento). Si nota un costante aumento della popolazione residente: negli ultimi 10 anni è stato di circa 25.000 abitanti. E’ interessante la valutazione degli andamenti in crescita di alcune fasce di popolazione, con l’incremento soprattutto a carico degli ultra-sessantaquattrenni con l'importante contributo, in costante ascesa, degli ultra-settantacinquenni. Per le altre fasce d’età bisognerà, invece, attendere la stabilizzazione dei dati demografici postcensuari. Infine, la distribuzione per sesso evidenzia chiaramente come le donne vivano più a lungo degli uomini, presenti in numero leggermente superiore nelle prime età della vita. Per quel che riguarda la natalità e la mortalità si assiste negli ultimi anni ad un alternarsi di dati: il saldo naturale (differenza tra numero nati e numero morti) positivo da cinque anni è tornato negativo probabilmente a causa della diminuzione del numero di nati tra i cittadini non italiani. I tassi di mortalità (numero morti/popolazione) e natalità (numero nati/popolazione) sono lievemente aumentati nel confronto 1992 vs 2012, e sono contraddistinti da una discreta variabilità. Per quello che riguarda le nascite il tasso generico di fecondità (numero di nati vivi / numero di donne in età di fecondità x 1000) e il tasso specifico di fecondità (numero di nati vivi / numero di donne fra i 25 e i 34 anni di età x1000) mantengono un andamento altalenante, anche se in lieve crescita negli ultimi anni. Il saldo migratorio (differenza tra immigrati ed emigrati) risulta sempre positivo dal 1996, recuperando rispetto al calo degli ultimi anni, si fissa ai 2.234 cittadini in più nel 2012. La struttura della popolazione fornisce ulteriori informazioni: l’indice di struttura della popolazione attiva (ultima fascia della popolazione attiva - 40/64 – rapportato alla prima fascia - 15/39 -) è aumentato nel corso degli anni (1992/2012), raggiungendo una quasi sostanziale parità tra i due sessi e indicando una cittadinanza in età lavorativa che invecchia uniformemente e sempre di più. L’ indice di dipendenza sociale (carico demografico 0 -14 e ≥ 65 - che grava sulla popolazione attiva 15-64), anch’esso in continuo aumento, è del 51,2% nel 2012, superando in tal modo la soglia del 50%: è quindi maggiore la quota di cittadinanza dipendente di quella produttiva. Nel Lodigiano sì è registrato, fino al 2005, un aumento dell’indice di vecchiaia (in particolar modo a carico della fascia maschile) con una riduzione successiva fino al valore di 136,3 indicando che, a fronte di 100 bambini in età compresa tra 0 e 14 anni, ci sono circa 136 anziani (65 anni e oltre). 3 La composizione di anziani (> 75/ > 65) è aumentata del 5,5 % rispetto al 1991, mentre l’indice di dipendenza senile (indica il “peso” degli over 65 sulla popolazione attiva) si attesta all’8,6% di incremento. Una spiegazione di questo fenomeno, cioè la riduzione dell’indice di vecchiaia e l’aumento dell’indice della composizione di anziani e di dipendenza senile, trae origine dal fatto che, nel quadro demografico locale, si è inserito, negli ultimi anni, il fenomeno dell’incremento della popolazione straniera, popolazione in costante aumento, anche se con incrementi minori negli anni recenti, e più giovane, come si evidenzia sia nel confronto tra gli andamenti sia nella doppia piramide delle età (dati 2011 in quanto non ancora disponibili alcuni dati ISTAT 2012 relativi ai cittadini stranieri). Le principali cause di morte tra gli uomini e le donne. Dati generali e confronti 1999-2012 Per quanto riguarda i dati di mortalità, ogni anno decedono, secondo i dati ricavabili dalle certificazioni delle cause di morte, circa 10 persone ogni 1000 residenti. Il numero di morti è sceso dal 1999 al 2001 per poi risalire nel 2003 a causa delle morti per calore; un’ulteriore diminuzione si è avuta l’anno successivo con un nuovo progressivo assestamento cui ha fatto seguito un picco nel 2006 e uno più lieve, nel 2012. Per questi tre anni è interessante il confronto dei dati mensili (numeri assoluti) che mettono in evidenza come il 2006 e 2012 presentano nei mesi invernali il maggior numero di decessi, mentre per il 2003 i mesi maggiormente rappresentativi sono quelli estivi. T a ssi g r e z z i m o r t a lit à - A n n o 1 9 9 9 - 2 0 1 2 1 ,1 0 % 1 ,0 5 % 1 ,0 0 % 0 ,9 5 % 0 ,9 0 % 0 ,8 5 % 0 ,8 0 % 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 A n d a m e n t o m e n sile m o r t a lit à 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Ann i con più de ce ssi 250 Tot decessi 200 150 2003 100 2006 2012 50 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Me si L’esame delle cause di morte evidenzia come le quattro prime cause coprano più dell’80% dei decessi: tumori maligni, malattie del sistema circolatorio, malattie del sistema respiratorio e dell’apparato digerente. Tra i maschi il cancro è la causa più frequente di morte, mentre tra le donne sono le malattie cardiovascolari quelle che hanno provocato il maggior numero di decessi. Gli andamenti di queste quattro cause condizionano, quindi, quelli della mortalità complessiva. 4 Particolarmente interessante è il confronto dell'andamento della mortalità per classi di età e per anno: si può notare come in quattordici anni la curva della mortalità si sia spostata verso le età più avanzate, indicando un apprezzabile aumento della sopravvivenza. Per quel che riguarda i diversi tipi di tumore, quello della mammella nella donna, del polmone, del colon-retto, del pancreas e dello stomaco sono quelli che condizionano il maggior numero di morti, con il relativo contributo, rispetto a tutti i tumori, evidenziato in percentuale. F - Percentuale distribuzione tumori Altri tumori maligni Tumori maligni del pancreas Tumori maligni del seno 10% Tumori maligni della laringe e della trachea/bronchi/polmone 7% Tumori maligni dello stomaco 45% 12% 18% Tumori maligni del colon-retto 8% M - Percentuale distribuzione tumori Altri tumori maligni Tumori maligni del pancreas 9% Tumori maligni della laringe e della trachea/bronchi/polmone Tumori maligni dello stomaco 8% Tumori maligni del colon-retto 47% 30% 6% Fino ai 29 anni, con esclusione della fascia 0-4, la principale causa di morte è quella legata ai traumatismi (in particolar modo incidenti stradali) successivamente, come si evidenzia nei totali per fasce di età, si impongono i tumori fino ai 74 anni che poi sono sopravanzati dalle malattie del sistema cardiocircolatorio. L’analisi dell’incidenza: i dati del Registro Tumori I dati di incidenza per la Provincia di Lodi coprono ormai un quinquennio (2003-2007) e rappresentano quindi una misura sufficientemente stabile, confrontati per singolo tumore con quelli di altri territori del Nord Italia non mostrano particolari differenze. Si prendano come esempio il tumore della prostata (incidenza bassa) e quello del polmone (incidenza più alta): in entrambi i casi i dati dei Registri con minor o maggior incidenza di tumore hanno, in genere, lievi differenze con quelli lodigiani confermando una sostanziale concordanza a livello territoriale. I dati permettono anche di confermare l’efficacia di alcuni interventi di prevenzione; a tal proposito si riportano alcuni esempi. La bassa incidenza del tumore della cervice uterina è sicuramente collegata alla offerta attiva, dal 2000, dello screening organizzato dalla ASL mediante pap-test a tutte le donne residenti con un’età tra i 25 e i 64 anni. 5 Viceversa l’improvviso aumento dell’incidenza per il tumore del colon-retto, in particolare nei maschi, avvenuto a partire dal 2006, è chiaramente dovuto all’avvio dello screening colon-rettale per i cittadini e cittadine tra i 50 e 69 anni ,come mostra il confronto tra i grafici 2003-2005 e 20032007 Sono stati esaminati anche i primi dati di sopravvivenza: pur se condizionati dalla bassa numerosità dei casi, il dato complessivo riguardante tutti i tumori (e quindi con numeri analizzati sufficientemente ampi) non si discosta in modo particolare da quello dei Registri Tumori del Nord Italia. E’ questa una prima valutazione iniziale; analisi più approfondite saranno possibili con l’inserimento nel Registro, previsto nel corso del 2014, dei dati anagrafici e di mortalità del biennio 2011-2012: in tal modo sarà possibile valutare la sopravvivenza a cinque anni del periodo di incidenza 2003-2007. Patologie tumorali e interventi di prevenzione Gli approfondimenti e le indagini epidemiologiche condotti negli ultimi anni, di cui è stata data già ampia informazione in diversi contesti da parte della ASL, hanno reso possibile documentare nel tempo l’assenza di fattori di rischio ambientali e/o professionali specifiche cui attribuire particolari variazioni di mortalità o di incidenza. Anche il Rapporto 2012 dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, pur prendendo in osservazione i soli dati regionali 2011, conferma per la Lombardia l’aumento della speranza di vita già registrato nel rapporto precedente. A questo si aggiungono i dati ISTAT - Tavole di mortalità della popolazione italiana - che vedono, per la Provincia di Lodi, un aumento della speranza di vita nel confronto tra gli anni 2009 e 2010. Un ulteriore supporto locale arriva, in questi ultimi anni, dai dati di incidenza prodotti dal Registro Tumori del Sud della Lombardia, partnership tra l’ASL di Lodi e l’ASL di Pavia.Dati di contesto, azioni preventive integrate e sinergie tra Servizi di prevenzione e cura sono sintetizzati ed emergono dalla lettura integrata dei documenti di programmazione aziendale, aderenti alle strategie e indirizzi regionali in materia. Il Piano di programmazione, il Piano integrato di promozione della salute, il Piano integrato di Prevenzione e Controllo offrono spunti per una lettura delle strategie attivate su più aree di intervento, tenuto conto che i fattori di rischio modificabili includono un complesso sistema di fattori che spesso interagiscono, attinenti a stili di vita, a fattori ambientali, nonché a fattori genetici familiari predisponenti, che possono essere controllati attraverso indagini appropriate, e mitigate attraverso appropriati interventi e corretti comportamenti, in gran parte atti a prevenire altre patologie cronico degenerative. Il programma di prevenzione, controllo e promozione della salute dell’ASL non è orientato solo alla prevenzione dei fattori di rischio legati al modello alimentare, alla sedentarietà e al tabagismo, ma prevede attività di prevenzione e sorveglianza in campo oncologico in più ambiti, quali prevenzione dei tumori professionali, interventi di sorveglianza sulle attività di rimozione in sicurezza dell'amianto, monitoraggio degli interventi a presidio del rischio da radon indoor e, in collaborazione con ARPA, monitoraggio dei rischi legati all’ambiente, controlli sul comparto alimentare, vaccinazione antiepatite B e anti HPV.. Gli interventi sono naturalmente in continuità con la prevenzione secondaria mediante gli screening, che l’ASL punta a potenziare a tutti i livelli. 6 3. Prevenzione medica Obiettivi prioritari sono stati l’implementazione di azioni per il mantenimento e il consolidamento dei risultati raggiunti negli anni precedenti, con particolare attenzione alla promozione di stili di vita sani e di ambienti favorevoli alla salute, alla prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro, alla sicurezza alimentare, alla prevenzione e controllo delle malattie infettive, compresi gli interventi vaccinali, alla diagnosi precoce delle malattie cronico degenerative. In particolare nelle successive sezioni, vengono descritte le attività condotte nelle seguenti aree : a) Prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro e nel campo della produzione e somministrazione di alimenti b) Prevenzione malattie infettive e screening sulla persona c) Promozione della Salute e stili di vita nella collettività Le attività di prevenzione sono espletate nell’ambito del Dipartimento di Prevenzione Medico che è articolato in Servizi (USC) e Unità Operative (USS) che hanno autonomia tecnica ed operativa, ferma restando la necessaria integrazione praticata attraverso la struttura dipartimentale, e che garantiscono la qualità tecnica delle prestazioni erogate. Il Dipartimento di Prevenzione Medica nell’ ASL di Lodi presenta la seguente articolazione (Deliberazione n. 312/2012 - POA 2011 –2014 Tav.2.2.2) : Elementi qualificanti della attività 2013 , trasversali alle diverse aree, sono da considerarsi : analisi di contesto della situazione a livello territoriale, da intendersi come espressione del fabbisogno del territorio e come base per la successiva graduazione del rischio; tale analisi contenuta nel Piano di Programmazione Aziendale 2013, include informazioni in relazione a: indici demografici e dati epidemiologici, dati territoriali, dati ambientali, dati sulla presenza di fattori di rischio specifici, o qualsiasi altro dato di utilità per la programmazione della attività di controllo ufficiale; prosecuzione del percorso metodologico di programmazione delle attività di controllo sulla base del contesto di riferimento e del principio della graduazione del rischio inteso come strumento gestionale finalizzato ad una corretta attribuzione delle risorse e ad una omogenea attuazione dell’ attività di controllo all’interno delle varie categorie. 7 3.1 implementazione di un modello organizzativo che valorizzi un’ampia partecipazione delle parti sociali , delle istituzioni e delle Associazioni di categoria ,con competenze nelle specifiche aree (tutela della salute e sicurezza dei cittadini/consumatori/lavoratori), sia nella fase di individuazione delle priorità ed obiettivi, sia nella fase di valutazione del guadagno di salute conseguito attraverso un miglioramento della attività di comunicazione e l’attivazione/mantenimento di tavoli di lavoro e incontri su tematiche di interesse correlate alla attività di controllo ufficiale, con presentazione documenti di programmazione e risultati attività di vigilanza (di nuova attivazione il tavolo di lavoro con Associazioni degli operatori del Settore Alimentare); attuazioni di sistemi oggettivi di verifica dell’efficacia ed dell’appropriatezza della attività di controllo ufficiale con ottimizzazione dell’uso integrato delle risorse in ambito aziendale e con altri Enti esterni con funzioni di controllo; attività di promozione della salute declinata attraverso azioni rivolte alla popolazione in generale o a specifici gruppi target, con particolare attenzione sui setting Impresa (programma WHP: Aziende che promuovono salute) e Scuola (programma Scuole che promuovono salute); inserimento di tutti i processi dipartimentali afferenti all’area del controllo ufficiale nel Modello Organizzativo del Codice Etico Aziendale e mantenimento della Certificazione ISO 9001, per tutti i processi di vigilanza afferenti ai Servizi SIAN e PSALI (emissione corrente 28.3.2012, scadenza 28.3.2015; Istituto di Certificazione: CERTIQUALITY ); sviluppo di interventi in aree di integrazione dipartimentale, interdipartimentale e con altri Enti: Alimenti e progetti Expo 2015, Controllo commercio e uso fitofarmaci, Amianto, Strutture sanitarie e socio-sanitarie, Attività di controllo negli ambienti di lavoro, Urbanistica e igiene ambientale; Area Alimenti e Nutrizione 3.1.1 Area Sicurezza Alimentare L’attività di controllo ufficiale nel settore della sicurezza degli alimenti non di origine animale è stata condotta privilegiando interventi ispettivi in attività che per tipologia produttiva, dimensioni del mercato, tipologia di utenza, sono state classificate a rischio elevato secondo criteri oggettivi di categorizzazione del rischio armonizzati con le indicazioni regionali; si è inoltre posta particolare attenzione al controllo delle filiere alimentari e ad assicurare un’omogenea distribuzione dei controlli su tutto l’ambito territoriale di competenza. Sotto il profilo quantitativo si conferma il raggiungimento dell’obiettivo programmato nel piano annuale dei controlli 2013, con rispetto del Piano di Programmazione annuale (100%) ed effettuazione di ≥60% dei controlli su strutture a rischio elevato, pur in un contesto caratterizzato da una criticità correlata ad una carenza di personale tecnico, ora superata, che ha comportato una lieve riduzione (circa 6%) del numero complessivo dei controlli programmati rispetto al 2012; si segnala un incremento della percentuale di controlli con rilievo di non conformità rispetto al dato 2012, da monitorarsi nel tempo e, almeno in parte, riconducibile al fatto che, in armonia con il Regolamento Comunitario 882, si è progressivamente implementato un modello di controllo riconducibile di fatto ai principi dell’attività di audit, caratterizzato da una particolare attenzione alla valutazione, non formale, dei sistemi di autocontrollo aziendale al fine di verificarne la puntuale e corretta applicazione, ma anche le effettive ricadute sulla qualità dei processi aziendali Sotto il profilo qualitativo si segnalano i seguenti elementi: nessuna delle 26 notifiche di allerta su alimenti ha interessato alimenti prodotti nel territorio della ASL di Lodi, ma esclusivamente prodotti commercializzati in tale ambito; non si è registrato alcun caso di tossinfezione alimentare in ambiente non domestico con un’unica segnalazione di sospetto episodio tossinfettivo in una mensa scolastica che, a seguito della indagine epidemiologica e degli altri accertamenti e condotti è risultato essere riconducibile ad un episodio non di origine alimentare a trasmissione interumana; gli accertamenti analitici di tipo chimico e microbiologico hanno registrato un solo caso di esito “non conforme” (1.4 % sul totale analisi), riconducibile per altro al riscontro di valori 8 superiori ai livelli standard di un composto chimico (acrilamide) per il quale non esistono limiti cogenti di legge, ma solo valori indicativi di riferimento definiti da Linee guida europee; è stata sviluppata, in un’ottica di trasparenza e di collaborazione con le imprese produttive, un’attività organica di comunicazione con particolare riferimento alle Associazioni di categoria e agli OSA (Operatori del Settore Alimentare) attivando uno specifico tavolo di lavoro e organizzando eventi di tipo informativo su tematiche di interesse; anche nel 2013 è stato assicurato il coordinamento con il Dipartimento di Prevenzione Veterinario mediante interventi coordinati/congiunti nell’ambito di specifico progetto EXPO 2015 e con periodici incontri del tavolo di lavoro istituito con Deliberazione 88/2011; implementazione del processo di categorizzazione del livello di rischio delle attività del settore alimentare, effettuata, sia in fase di macroprogettazione su categorie omogenee di attività, sia su specifica unità produttiva e seguito di controllo ufficiale basata su procedure documentate certificate UNI EN ISO 9001. Per definire il grado di rischio sono stati utilizzati i criteri di valutazione definiti dal Manuale delle Autorità Competenti Locali (ai sensi del Regolamento CE 882:2004) e le Linee di indirizzo regionali sulla tematica; frequenze ispettive su attività programmata. Sulla base della valutazione effettuata vengono stabilite le seguenti frequenze ispettive: Livello di Rischio 1 2 3 4 Legenda Frequenza ispettiva Attività a rischio elevato Attività a rischio medio alto Attività a rischio medio basso Attività a rischio basso Sopralluogo entro 12 mesi Sopralluogo entro 24 mesi Sopralluogo entro 36 mesi Sopralluogo su segnalazione o su piani mirati Storico Controlli ufficiali Sicurezza alimentare Tipologia Controllo 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Controlli programmati N° totale controlli 619 608 627 688 660 673 682 661 672 634 Controlli programmati N° totale controlli su attività a Rischio elevato NA NA NA NA NA 474 453 450 468 481 Controlli su segnalazioni esterne 146 114 87 58 85 160 138 92 116 92 Controlli non regolari 137 129 119 135 74 79 84 67 108 190 % Controlli non regolari 17.9 17.9 16.6 19.0 10.0 9.6 10.2 8.9 13.7 26.0 Campionamenti 150 151 151 160 110 109 94 87 89 69 Campionamenti Non Conformi 2 3 2 1 7 0 3 0 0 1 Gestione Registrazione imprese 370 345 416 220 418 565 528 557 647 597 ∅ ∅ 47 26 44 32 37 92 145 169 80 91 86 154 Sanzioni Prescrizioni 45 66 61 46 Prescrizioni ottemperate 41 65 59 45 ∅ ∅ 80 89 85 143 Allerte primarie su alimenti NA NA NA NA 2* 39 38 29 29 27 Allerta alimenti produzione ASL Lodi NA NA NA NA 0 0 0 0 0 0 STA in ambiente non domestico ∅ ∅ 0 0 2 1 0 1 0 0 * Sistema informativo allerta alimenti Regione Lombardia attivo da ottobre 2008 NA : Non Applicabile ; ∅ diverse modalità rilevazione dato /dato non disponibile 9 Tabella : Attività controllo ufficiale SIAN anno 2013 Nel dettaglio l’attività di controllo ufficiale nel settore della sicurezza alimentare relativa al 2013 è richiamata nella successiva tabella : Rischio N° Attività Previsione Controlli anno 2013 Valore al 31.12.2103 STABILIMENTI DI PRODUZIONE SENZA SOMMINISTRAZIONE 1 32 32 33 PREPARAZIONE PASTI SENZA SOMMINISTRAZIONE (o con somministrazione pasti < 50% dei pasti preparati) 1 11 11 11 MENSE STRUTTURE SANITARIE - SOCIOSANITARIE CON PREPARAZIONE, 1 33 33 41 LABORATORI DI PRODUZIONE SENZA SOMMINISTRAZIONE 2 222 111 109 DEPOSITI E LOGISTICHE ALIMENTARI 2 21 10 10 RISTORANTI E RISTORAZIONE IN AZIENDE AGRICOLE 2 384 170 194 GELATERIE E PASTICCERIE CON SOMMINISTRAZIONE 2 55 27 32 MENSE SCOLASTICHE CON PREPARAZIONE 2 99 50 51 MENSE AZIENDALI CON PREPARAZIONE 3 28 10 11 PRODUZIONE PRIMARIA: ORTOFRUTTA 3 20 8 8 COMMERCIO ALL’INGROSSO DI PRODOTTI ALIMENTARI 3 47 10 9 BAR 3 596 100 95 REFETTORI (IN MENSE SCOLASTICHE, AZIENDALI, SOCIO SANITARIE) 3 54 13 14 4 571 15 16 Descrizione Macrocategoria COMMERCIO AL DETTAGLIO DI PRODOTTI ALIMENTARI IN SEDE FISSA O AMBULANTE SENZA PRODUZIONE (Commercio Fitofarmaci) CONTROLLI AD HOC ( allerte, segnalazioni,ecc.) vario 100 92 CAMPIONAMENTI vario 60 69 Analisi documentali SCIA vario 500 597 ( Segnalazioni Certificate Inizio Attività) 10 Tabella : Vigilanza Programmata 2013 per macrocategoria produttiva SIAN : VIGILANZA PROGRAMMATA 2013 600 500 400 300 200 100 0 PRODUTT RIST.COLL RIST. ORI ETTIVA PUBBLICA LABORATO INGROSS RI O DETTAGLI O ATTIVITA' 32 207 596 277 68 571 CONTROLLI 32 128 270 138 20 15 Tabella : Vigilanza Programmata 2013 per classe di rischio SIAN Anno 2013 : Controlli programmati per classe di rischio 800 700 600 500 Numero controlli 400 Attiv ità 300 Ispezioni 200 100 0 Rischio1 Rischio2 Rischio3 Rischio4 Classe Rischio 11 Tabella : Vigilanza programmata per classe di rischio Dato Storico Controlli ufficiali programmati per classe di rischio anni 2011 -2012 -2013 400 350 300 250 Numero 200 2011 2012 150 2013 100 50 0 RISCHIO1 RISCHIO2 RISCHIO3 RISCHIO4 livello rischio Tabella : Campionamenti 2013 SIAN : CAMPIONAMENTI ANNO 2013 20 15 10 5 0 pro dutto ri Labo rato ri ingro sso dettaglio risto razio ne camipio ni 17 11 2 20 16 altro 3 no n co nfo rmi 0 0 0 1 0 0 no n so ddisfacenti 0 2 0 0 0 0 12 Tabella Indicatori Chiave di Prestazione (KPI) 2013 Codice Descrizione KPI Obiettivo Risultato KPI 1 Piano Controlli : Rispetto programmazione Controlli effettuati/controlli previsti 100% 634/600 x 100 = 105% KPI 2 Piano Controlli : Controlli su attività a rischio elevato Controlli su attività a rischio elevato (livello 1 e 2)/totale controlli effettuati x 100 ≥60 % 481/634 x 100 = 75 % KPI 3 Piano Controlli : Rispetto programmazione Campionamenti effettuati/campionamenti previsti 100 % 69/60 x 100 = 115 % KPI 4 Piano Controlli : Controlli ad hoc Controlli effettuati/Controlli previsti 100% 92/100 x100 = 92 % evasione domanda KPI 5 Piano Controlli : Prescrizioni Prescrizioni ottemperate nei tempi previsti/Prescrizioni emesse x 100 ≥ 80 % KPI 6 Gestione SCIA (Segnalazioni Certificate Inizio Attività) SCIA attività permanenti registrate/ SCIA attività permanenti pervenute 100% Verifica appropriatezza ed efficacia controllo ufficiale Verbali controllati/Verbali compilati x 100 ≥10 % KPI 7 KPI 8 KPI 9 KPI 10 KPI 11 KPI 12 143/154 x 100 = 93 % 597/597 x 100 = 100 % 84/634 x 100 = 13 % Aggiornamento e formazione personale di vigilanza Incontri Gruppi di miglioramento interni effettuati/ Gruppi di miglioramento interni previsti x 100 100 % Coordinamento con Dipartimento prevenzione Veterinario Riunioni gruppo di lavoro interdipartimentale effettuate/riunioni gruppo di lavoro interdipartimentale previste x 100 100 % 4/4 x 100 = 100 % Sistema di allerta su alimenti e bevande : reattività Controlli su segnalazioni di allarme primarie attivati entro un giorno lavorativo / segnalazioni di allarme pervenute x 100 ≥ 80 % 24/24 x 100 = 100 % Sistema di allerta su alimenti e bevande : reattività Controlli su notifiche per informazione attivati entro tre giorni lavorativi/ segnalazioni di notifica di informazione pervenute x 100 ≥ 80% 2/2 x 100 = 100 % ≤5 giorni Media : 2.3 giorni Mediana : 2 giorni Moda : 1 giorno Sistema di allerta su alimenti e bevande : tempestività di risposta : giorni intercorrenti tra ricezione segnalazione di allerta* e chiusura con inserimento dati controlli nel sistema informatico regionale 10/10 x 100 = 100 % * allarme o notifica per informazione KPI 13 Gestione emergenze sanitarie: Sospette Tossinfezioni Alimentari (STA) Sopralluoghi effettuati entro 24 ore dalla ricezione della segnalazione di sospette STA in ambienti non domestici/Sopralluoghi effettuati su segnalazione di sospetta STA in ambienti non domestici 100% 1/1 x 100 = 100 13 3.1.2 Area Nutrizione L’attività in materia di igiene della nutrizione si è sviluppata nel 2013 attraverso : interventi di sorveglianza nutrizionale in età infantile con particolare attenzione ai dati antropometrici ed ai fattori di rischio per obesità (vedi progetto ANTROPOS nella sezione “Promozione della Salute” indirizzi per la prevenzione delle patologie cronico-degenerative; controlli in sede di ristorazione collettiva; attività di promozione e controllo della sicurezza igienica e nutrizionale; prestazioni a carattere dietetico-nutrizionale con particolare riferimento alla ristorazione scolastica (diete standard, diete speciali); Incontri dedicati alla popolazione e a specifici target in collaborazione con Amministrazioni Comunali e altri Stakeholder chiave ed Istituzionali del territorio; Gestione programma WHP (Aziende che promuovono salute) e supporto alla rete locale SPS (Scuole che Promuovono Salute) Il dato generale cumulativo delle diverse attività svolte nell’area depone per volume di prestazioni incrementato rispetto agli anni precedenti come evidenziato nelle tabelle successive : Anni 2008 2009 2010 2011 2012 2013 1416 1475 1416 1454 1616 1662 Prestazioni Area Nutrizione : Storico attività 1700 1650 1600 1550 1500 Numero 1450 Attività 1400 1350 1300 1250 anno 2008 anno 2009 anno 2010 anno 2011 anno 2012 anno 2013 anni 14 Anche il dato scomposto per singola linea di attività depone per questo trend di mantenimento 2008 2009 2010 1241 1298 1236 relativi alla qualità del servizio per aspetti nutrizionali 90 91 90 Atti di indirizzo di natura nutrizionale 70 52 Conduzione Gruppi 16 34 Attività 2011 2012 2013 1403 1425 101 110 124 63 60 53 71 27 19 50 42 Consulenza dietetico nutrizionale Predisposizione (e/o parere) tabelle dietetiche, diete standard e diete speciali 1252 Controlli c/o sedi ristorazione scolastica 3.2 Area Igiene e Sanità Pubblica Attività di controllo nel 2013 : Aspetti qualitativi Nell'ambito dell'organizzazione delle attività del Servizio Igiene e Sanità Pubblica si possono individuare le seguenti macro aree: igiene edilizia; igiene e sicurezza delle strutture collettive (strutture sanitarie, socio sanitarie e assistenziali, scuole, carcere); igiene degli ambienti di vita; controllo delle acque potabili e balneazione. Nell'anno 2013 l’attività di controllo è stata condotta in armonia con una programmazione redatta sulla base dell’attribuzione ai diversi settori di attività di un livello di categorizzazione del rischio oggettivo e coerente con le indicazioni della Regione Lombardia. E’ stato raggiunto l’obiettivo regionale che prevedeva che il 60% dei controlli programmati nel settore della sicurezza negli ambienti di vita fossero effettuati su strutture a rischio elevato. L'attività di controllo, coerentemente con quanto previsto dalla programmazione 2013, si è sviluppata con: controlli con rispetto del Piano di Programmazione annuale (100%) ed effettuazione di almeno il 60% dei controlli su strutture a rischio elevato; sviluppo dell'integrazione, coordinamento e collaborazione con il Dipartimento ASSI e gli altri Servizi della ASL tramite: a) la partecipazione alla Commissione ASSI e all'attività di controllo sulle strutture della rete socio-assistenziale e socio-sanitaria; b) l'attuazione di interventi di controllo coordinati e congiunti con l'USC Accreditamento sanitario sia su strutture di ricovero e cura sia su strutture ambulatoriali; controlli su acque potabili , di balneazione e di piscina; controlli ad hoc su richiesta specifica di rilascio del certificato di idoneità alloggio, su segnalazioni, esposti sia in materia di igiene dell'abitato, su problematiche ambientali a valenza igienico-sanitaria analisi documentale SCIA relative ad attività dei servizi alla persona, con particolare attenzione alle attività rivolte al benessere della persona (centri estetici, centri benessere ...) 15 Attività di controllo anno 2013 : Aspetti quantitativi Descrizione struttura/attività economica oggetto di controllo Numero strutture/attività Numero controlli alberghi e strutture ricettive 40 8 Scuole 200 45 1 IGIENE E SICUREZZA STRUTTURE COLLETTIVE: AMBIENTI DI VITA strutture carcerarie Al 31.12.2013 8 45 3 2 2 1 24 1 10 4 Piscine (escluse quelle condominiali) 24 24 parrucchieri 250 10 200 90 15 40 41 15 12 20 20 360 360 20 10 20 13 trattamenti estetici centri per il benessere fisico attività di tatuaggio e piercing Vigilanza su acque potabili: analisi dei documenti di autocontrollo Enti Gestori impianti acquedotto Campionamenti acque potabili Piani di controllo e prevenzione Legionella (ispezioni e campionamenti) Vigilanza su problematiche ambientali ( amianto) Livello Rischio 4 3 2 1 1 49 acquedotti 1 1 Descrizione struttura/attività economica oggetto di controllo IGIENE E SICUREZZA STRUTTURE COLLETTIVE: STRUTTURE SANITARIE E SOCIO SANITARIE Numero strutture/attività Numero controlli studi medici (medicina generale, specialisti, odontoiatri) 410 20 Ambulanze/autovetture 25 25 + 5 25 41 Cogente* sedi attività di trasporto sanitario 7 7 8 2 centri di medicina estetica 1 1 1 1 2 Al 31.12.2013 Livello Rischio 3 Poliambulatori 27 11 11 laboratori di analisi cliniche 3 2 2 2 strutture sanitarie ospedaliere 5 12 14 1 strutture socio-sanitarie strutture socio-assistenziali** Nidi 62 95 40 31 25 20 41 2 20 20 3 2 ALTRO attività di produzione cosmetici 23 23 23 1 Aziende di disinfezione e disinfestazione 7 3 3 3 * frequenza ispettiva determinata da normativa cogente 16 Tabella Indicatori Chiave di Prestazione (KPI) 2013 Codice Descrizione KPI Obiettivo Risultato 293 su 404 :72% KPI 1 CONTROLLI SU ATTIVITA’ A RISCHIO ELEVATO Controlli effettuati su attività a rischio elevato ( livello 1 e 2)/totale controlli effettuati x 100 ≥ 60 % KPI 2 RISPETTO PIANO DI PROGRAMMAZIONE Controlli effettuati/controlli previsti 100% 404 su 404 : 100% Acque Potabili Nel territorio di competenza dell'ASL di Lodi l'acqua distribuita per l'approvvigionamento pubblico proviene esclusivamente da n. 157 pozzi che prelevano da falde sotterranee di varia profondità, da un massimo di circa 160 m. ad un minimo di m. 30 in alcuni Comuni della fascia sud che presentano caratteristiche idrogeologiche particolari, tali da fornire acqua grezza che, sottoposta ad idonei trattamenti di potabilizzazione (degasaggio, disinfezione finale, stoccaggio) viene poi immessa in rete. A seconda delle caratteristiche, le acque provenienti dalle varie falde vengono trattate per consentire l'abbattimento di sostanze indesiderabili presenti in quantità eccessiva, che nel territorio sono rappresentate essenzialmente dal ferro, dal manganese e dall'idrogeno solforato; per quanto riguarda l’arsenico, la cui percentuale aumenta con l’aumentare della profondità della falda acquifera, l’acqua viene sottoposta a trattamenti che ne consentono un sicuro abbattimento al di sotto dei 10 µg/L, come stabilito dalle vigenti normative. Dal punto di vista batteriologico la qualità dell’acqua è assicurata da una copertura di cloro adeguata in base alle necessità mediante l’immissione di biossido di cloro. I controlli, ai sensi del D.lgs. 31/2001, vengono effettuati su tutto il territorio in numero opportunamente calibrato per evitare sovrapposizioni con gli Enti gestori degli acquedotti comunali che, secondo quanto stabilito dal suddetto Decreto legislativo devono effettuare i controlli interni mediante prelievi che vanno dalle acque grezze, prelevate direttamente dai pozzi, fino al contatore. L’attività di controllo ufficiale viene svolta dalla ASL sui punti di prelievo, sugli impianti di potabilizzazione e sulle reti idrauliche, di norma attraverso : accertamenti di tipo analitico sull'acqua che viene erogata al consumatore rimodulati nel corso degli anni per garantire un controllo efficace ed efficiente, e in linea con le indicazioni regionali e una razionalizzazione delle risorse; analisi documentale dei piani di autocontrollo degli Enti Gestori, anche nell’ambito di attività di audit; controlli dei pozzi, finalizzati a verificare: a) l'integrità delle recinzioni e degli accessi ai locali ove sono ubicati gli impianti, l'impermeabilizzazione della zona di tutela assoluta con assenza di elementi inquinanti, l'esistenza di impianti di trattamento dell'acqua e la presenza di rubinetteria atta ai prelievi per il controllo dell'acqua; b) la funzionalità idraulica degli impianti e lo stato di conservazione delle opere murarie e degli impianti di trattamento interni ed esterni, ivi comprese le condutture idrauliche, i filtri e lo stato di conservazione degli stessi e delle relative apparecchiature (valvole, pompe, ecc); c) lo stato di funzionalità dei processi di potabilizzazione. La capacità di erogazione dell'acqua porta ad avere una disponibilità, nel nostro territorio, sicuramente elevata, fino a oltre l. 380/die pro capite, anche se in realtà i consumi sono lievemente più bassi, attestandosi a circa l. 300-320/die pro capite, a seconda delle zone. 17 Tabella : chimico – fisiche e batteriologiche Acque destinate al consumo umano Anno Batteriologico Chimico - fisico 2008 677 341 2009 639 320 2010 556 258 2011 490 259 2012 409 229 2013 264 96 Per il 2013 si registra la conformità del 100% delle analisi di tipo chimico e del 90% circa delle analisi microbiologiche (non conformità da ricondursi in quasi la totalità dei casi alla presenza di coliformi).Sono continuate le prestazioni si richiesta di soggetti privati per accertamenti analitici chimico-fisici e batteriologici sulle acque provenienti da pozzi per l'approvvigionamento di insediamenti civili o per attività di zootecnia; complessivamente sono stati effettuati 24 prelievi di acqua per le successive analisi, condotte dal Laboratorio di Prevenzione di Milano. Nel corso del 2013 si sono presentati due casi di persone affette da legionellosi dei quali il primo riconducibile al soggiorno in una struttura alberghiera del territorio e l’altro di incerta origine; è continuata la vigilanza sulle strutture ricettive attraverso l’acquisizione e la verifica degli accertamenti analitici eseguiti in regime di autocontrollo da parte delle strutture interessate. Per quanto riguarda gli inquinamenti della falda acquifera da sostanze chimiche indesiderabili, che sono state riscontrate ormai da tempo in alcune limitate zone del territorio, si evidenzia che le analisi eseguite hanno consentito di registrare percentuali di queste sostanza inquinanti in costante e progressiva diminuzione nel tempo; trattasi di fatto ormai di valori prossimi ai limiti di potabilità delle acque, che comunque vengono trattate mediante il passaggio attraverso filtri a carbone attivo che ne garantiscono la potabilità. Pianificazione Urbanistica E' proseguita la collaborazione con Regione, Provincia e Comuni in materia di VIA (Valutazioni di Impatto Ambientale ) e siti contaminati soggetti a bonifica, mediante valutazioni degli impatti che derivano dal cambiamento dell'uso del territorio stesso. Si è mantenuta e potenziata con i primi dati di incidenza derivanti dal Registro Tumori, la produzione di dati epidemiologici di mortalità e di patologia, utile premessa a valutazioni di impatto sanitario; tali dati sono a disposizione del Nucleo Operativo Multidisciplinare dedicato alle tematiche relative a salute e ambiente, che si rapporta e si coordina permanentemente con ARPA (Agenzia Regionale per l’Ambiente) per le problematiche ambientali e per l'attività di controllo su tematiche ed imprese di comune interesse, mediante una logica di lavoro integrato e programmato, allo scopo di mettere in atto provvedimenti atti a tutelare la salute dei cittadini/lavoratori. Per quanto riguarda gli strumenti urbanistici, in ottemperanza a quanto previsto dalla LR12/2005, si evidenzia che quasi tutti i Comuni del territorio hanno proceduto ad ultimare l'iter di approvazione del PGT (procedimento di VAS e adozione del PGT). In tale ambito l'ASL ha fornito contributi propositivi finalizzati al soddisfacimento dei bisogni di salute della popolazione, promuovendo scelte sostenibili e coerenti nel rafforzare gli stili di vita positivi ( aree verdi, piste ciclabili, ecc). Sono inoltre stati valutati anche alcuni Piani Cimiteriali, nonché i procedimenti di esclusione di VAS per l'attuazione di piani attuativi, favorendo il recupero di fabbricati e/o aree dismesse anziché promuovere l'individuazione di nuovi ambiti con utilizzo di ampie aree di territorio. Considerata la peculiarità del territorio, prevalentemente a carattere agricolo, le criticità maggiormente rappresentate sono legate alla coesistenza di attività agricole e di allevamento con aree a sviluppo residenziale. 18 Amianto Nel 2013 è stata potenziata l'attività di controllo sulla problematica amianto in attuazione di quanto previsto dal Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL). A seguito della pubblicazione della LR 14/2012, che modifica e integra la LR 17/2003, con la quale la Regione ha dato un nuovo impulso al censimento dei siti con presenza di amianto, l'ASL ha promosso una stretta collaborazione con Comuni e Provincia, con l'obiettivo di completare il censimento dell'amianto. A tale proposito ha organizzato momenti informativi rivolti sia ai Comuni sia alla popolazione per rilanciare l'auto notifica, mediante compilazione del modulo NA1, da parte di tutti i proprietari, pubblici e privati di edifici e impianti contenenti amianto. Il materiale informativo predisposto è stato distribuito a tutti i Comuni ed è inoltre presente sul sito web dell'ASL. Nel 2013 anche in conseguenza della introduzione di sanzioni amministrative in caso di omessa notifica, sono pervenute 4428 nuove notifiche, rispetto alle 2714 del periodo 2006–2011, e questo ha reso possibile un significativo aggiornamento del censimento amianto. E’ stata inoltre garantita l’informazione e la collaborazione con i Comuni fornendo chiavi di accesso diretto ai dati del censimento; parallelamente è stata implementata l’attività di vigilanza mediante ricerca attiva dei manufatti contenenti amianto non censiti. Si riporta in tabella l'andamento negli ultimi anni che, con un dato di incremento dei piani di rimozione e una riduzione delle quantità di amianto smaltite, è di fatto espressione della evoluzione normativa che introducendo la sanzionabilità dell’obbligo di notifica, ha di fatto portato alla luce numerose situazioni di presenza di amianto in piccole quantità, in ambienti “domestici” , per il quale sono stati presentati numerosi piani di rimozione. ANNO 2010 2011 2012 2013 N° piani rimozione valutati 608 686 674 870 m² di Materiale Contente Amianto rimossi 467816,0 368734,2 269720,6 175388,2 Radon Nell'anno 2013 è continuata l'attività in materia di prevenzione dall'esposizione al gas radon in ambiente indoor e di integrazione dei Regolamenti Edilizi Comunali; in particolare, a seguito della trasmissione del nuovo articolo recepito nel Regolamento Locale di Igiene Tipo, si è proceduto a richiedere ai Comuni di attivare procedure di revisione dei Regolamenti Edilizi inserendo norme in materia di prevenzione dall'esposizione del gas in ambienti interni. Al 31.12.2013 undici Comuni hanno proceduto alla revisione del proprio REC e quattro hanno avviato l'istruttoria. Igiene abitato Nel corso dell'anno è continuata l'attività di vigilanza a seguito di segnalazioni da parte di privati o altri Enti in merito a problematiche di natura impiantistica e di salubrità dell'alloggio; sono inoltre stati rilasciati 200 certificati di idoneità alloggio su richiesta di cittadini stranieri, le cui abitazioni non presentavano criticità igienico-sanitarie. E' stato inoltre avviato, in via sperimentale con alcuni Comuni, un piano locale destinato a svilupparsi nel 2014, con l'obiettivo di individuare gli edifici ad uso abitativo, presenti in zone rurali e/o “critiche” , e di inquadrarne il livello generale da un punto di vista igienico-sanitario e di sicurezza. 19 Attività di certificazione alla persona Circa la consolidata attività di certificazione alla persona, si sono registrati nel corso dell'anno 2013 i seguenti volumi di attività complessiva eseguita nelle varie sedi distrettuali: Tipo certificazione Numero rilascio - rinnovo patenti di guida effettuate : da medici monocratici 4872 rilascio - rinnovo patenti di guida effettuate da Commissione Medica Locale 3402 Altre certificazioni (es. porto d’armi,conduzione caldaie,idoneità lavorativa minori certificazioni di cause di morte, ecc. 614 3.3 Area Medicina di Comunità La prevenzione e profilassi delle malattie infettive Vaccinazioni Sono stati raggiunti tutti gli obiettivi di copertura vaccinale previsti a livello nazionale per le vaccinazioni dell’infanzia. Ottimi risultati stanno producendo anche le nuove proposte vaccinali, delineate dal Piano Vaccini Regionale del dicembre 2012: sta progressivamente aumentando la copertura per il richiamo della quinta dose ai 15enni (83%, obiettivo regionale 85%), effettuato ora con vaccino difterite-tetanopertosse; in aumento anche le coperture per vaccino pneumococcico, proposto a tutti i bambini in 3 dosi insieme all’esavalente (77%), e per vaccino meningococcico, proposta in dose unica al compimento dell’anno (78%). Parallelamente all’inserimento delle nuove proposte vaccinali, è stata svolta un’attività di sensibilizzazione della popolazione, aggiornando il materiale informativo distribuito alle famiglie, ampliando anche la disponibilità di informazione in lingue straniere. E’ stata implementata attività formativa specifica per i pediatri di libera scelta e per i medici di famiglia. Relativamente alla vaccinazione anti-influenzale, come negli anni passati, sono stati invitati tutti i minori con condizione di rischio, spedendo 845 lettere personalizzate; l’adesione tra questi soggetti, è stata del 29%, sovrapponibile a quella degli anni passati. VACCINAZIONE COPERTURE (% di soggetti vaccinati sui residenti di quell’età) obiettivo regionale 2013 2012 2011 2013 ESAVALENTE (3 dosi a 2 anni) 97% 96% 96% 95% MORBILLO (1 dose a 2 anni) 96% 96% 96% 95% MORBILLO (2 dosi a 6 anni) 93% 92% 93% 90% POLIOMIELITE ( 4 dosi a 6 anni) 95% 95% 95% 95% DIFTERITE-TETANO (5 dosi a 15 anni) 83% 82% 85% 85% ANTI-PAPILLOMAVIRUS (3 dosi a 12 anni) 80% 80% 73% 70% 20 Il numero di famiglie che dichiarano rifiuto ideologico a tutte le vaccinazioni è in leggera crescita anche nella nostra ASL negli ultimi anni (v.grafico), anche se si mantiene ancora in un ordine numerico tale da non compromettere le coperture vaccinali (<1% della popolazione). Alta è l’attenzione al fenomeno, strettamente monitorato, con registrazione informatizzata di tutti i rifiuti e di tutte le azioni di sollecito attuate. Negli ultimi mesi del 2013 stato attivato un ambulatorio dedicato ai colloqui di counselling per i dissenzienti alla vaccinazione, e sono state incrementate le misure di sollecito verso i soggetti non rispondenti alla vaccinazione (contatto con il pediatra o medico curante, invio raccomandata, visite domiciliari, periodiche verifiche della residenza con gli uffici anagrafe dei comuni). L’inadempienza ideologica rimane per ora ancora un fenomeno marginale nel complesso fenomeno dei soggetti che non rispondono agli inviti vaccinali: questi si rivelano essere, nella maggioranza dei casi, appartenenti a famiglie straniere che, pur mantenendo una residenza in Italia, sono rientrati al paese di origine, o hanno domicilio diverso da quello registrato all’anagrafe. Numero dissensi per anno di acquisizione. ASL Lodi, dato informatizzato 2008-2013. 100 95 87 72 80 66 66 58 60 40 20 0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Malattie infettive La prevenzione e il controllo delle malattie infettive è un settore ben presidiato in stretta collaborazione non solo con pediatri e medici di famiglia, ma anche con i medici specialisti della struttura ospedaliera. Nel 2013 è proseguito il percorso di formazione sulla problematica dell’HIV, iniziato nel 2012 con i medici di medicina generale: quest’anno si è mirato alla sensibilizzazione del personale ospedaliero, organizzando una giornata formativa in collaborazione con l’Azienda Opedaliera di Lodi, con la partecipazione anche di esperti in materia esterni. Patologia anno Tasso ASL (x 100000) Numero Pratiche ASL Tasso Lombardia (x 100000) 2013 2012 2011 2013 2012 2011 2013 2012 2011 AIDS 12 7 8 5,2 3,0 3,4 2,6 2,5 2,6 BLENORRAGIA 3 . . 1,3 . . 2,5 1,9 1,7 CHLAMIDIA GENITALE 2 1 . 0,9 0,4 . 0,9 0,9 0,5 DIARREA INFETTIVA1 190 247 237 82,3 106,9 100,8 40,8 43,1 38,8 EPATITE A 9 5 1 3,9 2,2 0,4 3,5 1,5 1,5 EPATITE B 2 2 3 0,9 0,9 1,3 1,0 1,0 1,1 EPATITE C 1 1 2 0,4 0,4 0,9 0,4 0,3 0,3 INFEZIONI, TOSSINFEZIONI E INTOSSICAZIONI ALIMENTARI2 2 4 47 0,9 1,7 20,0 4,4 3,3 2,8 INFEZIONE DA HIV 10 8 9 4.3 3.5 3.8 n.d. 10.5 8,7 21 Patologia anno Tasso ASL (x 100000) Numero Pratiche ASL Tasso Lombardia (x 100000) 2013 2012 2011 2013 2012 2011 2013 2012 2011 LEGIONELLOSI 2 4 2 0,9 1,7 0,9 4,2 4,2 3,4 LISTERIOSI 1 . 1 0,4 . 0,4 0,7 0,5 0,7 MALARIA 6 2 2 2,6 0,9 0,9 2,4 2,4 1,9 MALATTIA INVASIVA DA HIB . . 1 . . 0,4 0,2 0,1 0,1 MALATTIA INVASIVA MENINGOCOCCICA 2 . . 0,9 . . 0,3 0,3 0,3 MALATTIA INVASIVA PNEUMOCOCCICA 2 6 4 0,9 2,6 1,7 3,3 3,1 3,0 MENINGITI BATTERICHE 3 2 3 1,3 0,9 1,3 0,6 0,7 0,8 MENINGO−ENCEFALITE VIRALE 3 4 4 1,3 1,7 1,7 1,3 1,2 1,3 MICOBATTERIOSI NON TUBERCOLARE . 5 1 . 2,2 0,4 1,5 1,4 1,4 MORBILLO 11 5 31 4,8 2,2 13,2 7,5 1,2 7,6 PAROTITE EPIDEMICA 9 9 7 3,9 3,9 3,0 2,9 3,8 3,5 0,6 PERTOSSE 1 1 2 0,4 0,4 0,9 0,8 0,8 ROSOLIA SALMONELLOSI NON TIFOIDEE2 . 1 1 . 0,4 0,4 0,3 0,4 0,2 45 58 97 19,5 25,1 41,3 15,7 16,8 18,0 SCABBIA 45 26 76 19,5 11,3 32,3 12,0 10,5 11,2 SIFILIDE 7 5 4 3,0 2,2 1,7 4,2 3,3 2,6 TETANO 1 . . 0,4 . . 0,1 0,1 0,2 TUBERCOLOSI 10 27 18 4,3 11,7 7,7 7,7 8,7 8,9 VARICELLA 430 894 554 186,2 387,1 235,6 243,5 215,4 248,8 1 Il valore del dato locale, superiore a quello regionale, trova spiegazione nell’attività di sensibilizzazione condotta nei confronti dei Pediatri e dei Medici di famiglia per promuovere la segnalazione delle malattie infettive; ciò rappresenta una maggiore attenzione alla problematica e non una situazione di allarme per particolari condizioni epidemiologiche 2 Il dato di incidenza superiore a quello regionale per tossinfezioni alimentari e salmonellosi non tifoidee nel 2011 sono riconducibili a singoli episodi che hanno coinvolto numerosi casi. Di seguito brevi considerazioni su alcune patologie di particolare interesse nel 2013: AIDS e HIV: prosegue il trend degli anni precedenti, comune a tutta l’Italia: aumento dei casi di AIDS in eterosessuali maschi e aumento della tardività delle diagnosi di HIV, sempre più spesso con effettuazione del 1° test a malattia conclamata; Malattie a trasmissione sessuale: nel 2013 possiamo notare anche un lieve incremento delle diagnosi di blenorragia, chlamidia e sifilide, sia nella nostra ASL che su tutto l’ambito regionale: se il trend sarà confermato anche nei prossimi anni saranno sviluppate campagne di prevenzione mirate; Epatite A: a fronte dell’allarme europeo dovuto in grande misura al consumo di frutti di bosco surgelati, che ha portato a picchi epidemici anche in Lombardia, anche nella nostra ASL abbiamo REGISTRATO un focolaio familiare in cui veniva riferito il consumo di frutti di bosco; in un secondo piccolo focolaio, invece, non siamo stati in grado di identificare nè fonte d’infezione né modalità di trasmissione. Prosegue la proposta gratuita della vaccinazione ai bambini che si recano in Paesi ad alta endemia, ora recepita anche dal Piano Regionale Vaccini: nonostante la segnalazione da parte dell’osservatorio Nazionale delle Epatiti (SEIEVA) di numerosi casi importati dall’Egitto, non abbiamo avuto casi d’importazione. Malaria: i 6 casi del 2013 potrebbero non essere un allarme di incremento di patologia (nel 2010 erano stati 9), ma sicuramente, con l’aumentare dei viaggi in destinazioni a rischio e i sempre più periodici rientri in patria delle popolazioni migranti, il numero delle patologie di importazione andrà aumentando negli anni. Morbillo: la pratica vaccinale, ormai diffusa anche nell’adulto (la vaccinazione è offerta gratuitamente agli adulti fino a 45 anni, oltre che a tutti i bambini) ha consentito, anche nel 2013, che singoli episodi importati nel territorio dell’ASL non determinassero epidemie. 22 Diagnosi precoce e screening oncologici E’ proseguita l'attività di prevenzione secondaria della patologia tumorale attraverso gli screening per l’individuazione delle forme pre-cancerose e/o la diagnosi precoce dei tumori della cervice uterina, del colon retto e della mammella. Si riportano, in tabella, i dati relativi all’anno 2013: Screening Oncologici Cruscotto Indicatori anno 2013 Descrizione Obiettivo Valore ASL Lodi Ind. Area 1 Screening cervice uterina Obiettivo regionale 40 % Adesione corretta: 42,3 % (su popolazione donne protette) 2 Screening Mammella Obiettivo regionale 60 % Adesione corretta: 64 % 3 Screening Colon retto Obiettivo regionale 40 % Adesione corretta: 47 % * Il dato di adesione delle donne protette (cioè già aderenti in precedenza all’esame di screening) risulta in linea con le indicazioni regionali non essendo più necessaria, per questa tipologia di screening, l’estensione almeno al 95 % della popolazione, come invece previsto per gli screening del tumore della mammella e del colon-retto Si è quindi mantenuto il trend in incremento degli ultimi anni; la continuità della proposta di screening è, infatti, di per sé un elemento di sensibilizzazione e di fidelizzazione della popolazione target. Il Registro Tumori del Sud della Lombardia Dal 2007 è attivo sul nostro territorio il registro Tumori del Sud della Lombardia – costituito dalle ASL di Lodi (capofila) e Pavia – i cui dati di incidenza prodotti per tutti i tumori del triennio 2003 – 2005, sono stati accettati dallo IARC (International Agency for Reserarch on Cancer) e ora visibili sul sito http://ci5.iarc.fr/CI5-X/ci5-X.htm e ne è citato il contributo nell’articolo (in press) sul European Journal of Cancer (2014) dal titolo ‘The European Cancer Observatory: A new data resource’ confermando così il lavoro svolto in questi anni. Un registro tumori si prefigge, infatti, la rilevazione sistematica di tutti i casi di neoplasia che occorrono nella popolazione residente. L’interesse prioritario è rivolto alle neoplasie maligne al fine di evidenziare: • numero complessivo dei casi e loro distribuzione per sesso ed età • tassi grezzi e standardizzati di mortalità • numero dei nuovi casi/anno che si verificano (incidenza); • sede organo e istotipo; • stadiazione • andamento nel tempo (trend) e distribuzione territoriale (mappatura). Il dato di incidenza utilizzato attualmente per la ASL di Lodi (2003-2008) è, ormai, un dato stabile: comprende un discreto intervallo di tempo e si riferisce ad una quantità di popolazione (circa 1.200.0000 persone nei sei anni considerati) sufficientemente ampia; i dati, per singolo tumore, confrontati con quelli di ASL limitrofe o viciniori non mostrano particolari differenze di incidenza, confermando il quadro di insieme; si può, quindi, riconoscere la validità di alcuni interventi di prevenzione: il risultato della bassa incidenza del tumore della cervice uterina vede sicuramente l’influenza positiva della attivazione, dal 2000, dello screening organizzato dalla ASL mediante la proposta dell’effettuazione del pap-test a tutte le donne residenti con un’età tra i 25 e i 64 anni 23 l’elevata incidenza di tumori del colon-retto conferma e rafforza la scelta dell’introduzione dello screening per il tumore del colon-retto, avvenuta nel 2006 con ottimi risultati, che vedono diagnosi sempre più precoci di tumore. Si rendono così evidenti, da un lato l’appropriatezza delle analisi condotte e dall’altro la validità degli sforzi fatti dalla sanità lodigiana in termini di prevenzione, cura e miglioramento della qualità di vita attraverso iniziative che mirano a potenziare e consolidare la rete di alleanze e responsabilità tra cittadini, istituzioni, parti sociali, con gli operatori sanitari. 3.4 Area Prevenzione Sicurezza sui Luoghi di lavoro Il piano di attività era l’articolazione locale 2013 del piano regionale per il periodo 2011-2013, definito come ogni anno in accordo con le parti sociali e tutto il sistema della prevenzione. Il piano si è concentrato in questi anni su alcuni punti cardine, con lo scopo di migliorare le condizioni di sicurezza e mantenere il trend di riduzione degli infortuni, in particolare dei mortali e con esiti invalidanti. Le linee d’azione che hanno caratterizzato il triennio si riassumono in: Superare la visione formalistica e burocratica della sicurezza, promuovendo da un lato l’integrazione tra attività di autocontrollo e miglioramento della sicurezza nelle imprese e attività di controllo, dall’altro promuovendo la cultura della sicurezza; ciò è stato perseguito soprattutto attraverso le iniziative dell’”Osservatorio per la prevenzione degli infortuni professionali e la promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, istituito di concerto con tutti gli Enti e le parti sociali e con il patrocinio dello STER; Programmare l’attività in base a criteri di priorità di rischio, individuati a livello locale; Orientare l’attività ispettiva alla rilevazione delle violazioni sostanziali più gravi; Sperimentare, perfezionare e consolidare l’integrazione operativa delle attività di controllo svolte dagli Organi istituzionali attraverso la condivisione dei rispettivi patrimoni informativi per coordinare l’attività tra i diversi organi di vigilanza; Promuovere la concreta applicazione nelle aziende delle buone pratiche, linee guida, vademecum approvati a livello regionale e l’adozione di Sistemi per la Gestione della Sicurezza Ciò ha significato mantenere elevata l’attività di vigilanza in edilizia e in agricoltura, sviluppare le attività dell’Osservatorio (concentratesi nel 2013 sul patto territoriale per la formazione, il tavolo di lavoro per l’applicazione del DVR standardizzato, l’applicazione della normativa di sicurezza ai tirocini scolastici negli ambienti di lavoro, ecc.), promuovere l’applicazione di buone pratiche in diversi comparti produttivi (metalmeccanico, commercio macchine agricole, gomma/plastica, macellazione, legno, progetto SOBANE per la valutazione e gestione partecipata del rischio nelle RSA) attraverso attività di stimolo e accompagnamento promosse congiuntamente con le parti sociali e la pariteticità, coinvolgendo direttamente oltre 170 imprese. In termini quantitativi si conferma con 886 controlli effettuati, di cui 354 in edilizia, il raggiungimento e superamento al 31.12.2013 dell’obiettivo programmato di 865 controlli di cui 335 in ambito di cantiere; analogamente in ambito agricolo si sono raggiunti gli obiettivi programmati con 93 controlli, comprensivi del commercio di macchine agricole e del commercio e uso di prodotti fitosanitari. Il 66% dei controlli effettuati è stato condotto in realtà produttive a rischio elevato. 24 Il contesto Nel corso di questi anni si è assistito ad una progressiva diminuzione del numero delle imprese e ad una relativa stagnazione degli addetti PAT industria artigianato servizi altro Totale 2008 2009 2010 1.651 1.620 1.577 7.182 7.152 7.173 4.715 4.745 4.760 263 264 269 15.819 15.790 15.789 2011 2012 1.550 1.492 7.096 6.560 4.822 4.823 269 265 15.748 15.152 Censimento 2010 Aziende agricole n 1333 Addetti Eq.* 3380 *giornate lavorate/230 Posizioni Assicurative Territoriali (PAT) INAIL CCIAA Imprese 2007 2008 2009 2010 2011 16125 16348 16227 16245 16043 2012 15717 Gli addetti Industria Artigianato Terziario Altre attività Totale 2008 2009 2010 2011 2012 19.802 19.089 19.114 19.473 19.712 13.264 12.828 12.692 12.588 12.561 16.342 15.800 16.042 15.483 15.577 6.750 6.445 6.438 6.091 6.239 56.158 54.162 54.286 53.635 54.089 diff % -0,45 -5,30 -4,68 -7,57 -3,68 La riduzione ha colpito soprattutto l’artigianato, pure in modo contenuto a confronto con il calo di produzione, evidenziato nel grafico relativo all’artigianato nel periodo dal 2007 al 2012. Indici congiunturali produzione e occupazione Lodi. Artigianato Indic i c o ng iunturali de s ta gio nalizza ti di pro duzio ne e o c c upa zio ne 105 100 95 90 85 80 75 70 65 Produzione Occupazione I dati di Lodi risultano molto allineati a quelli definiti per l’intera regione ad esclusione dell’occupazione che risulta riportare una variazione negativa maggiore. 25 Tutti i settori produttivi di maggior interesse prevenzionistico appaiono in riduzione. Il tessuto produttivo lodigiano continua peraltro ad essere caratterizzato da piccola e piccolissima impresa; le aziende medio-grandi sono molto poche e si incontrano quasi solo nei servizi. Fonte: Unioncamere Lombardia GLI INFORTUNI E’ continuata nel 2012, una modesta riduzione degli infortuni denunciati (da 3212 a 3118 nel 2012); la tendenza alla riduzione degli infortuni sia in termini assoluti sia in termini di incidenza, è confermata se si considerano gli infortuni negli ambienti di lavoro di durata superiore alla franchigia. TipoDefinizione MORTE 2008 2 2009 2010 2011 1 2012 2 1 4 NON DEFINITI 3 47 98 131 138 PERMANENTE 100 82 65 77 72 75 83 77 1460 1256 1242 1533 REGOLARE SENZA IND 91 81 TEMPORANEA 1633 1445 TOTALE 1829 1656 1700 1548 Differenza % -9,46 -7,05 I. incidenza Trend % 2007 2008 2009 2010 2011 47,10 46,92 45,05 46,97 41,95 100 99,63 95,65 99,74 89,07 Non è possibile calcolare l’incidenza del 2012, mancando nei flussi informativi i dati 2012 relativi agli addetti. -15,36 -16,18 LEGENDA : dagli infortuni denunciati sono tolti gli infortuni non riconosciuti, gli infortuni in itinere , su strada, in studenti,colf,casalinghe,sportivi professionisti e gli infortuni in franchigia. Comparti di maggiore interesse. Numero infortuni (valori assoluti) Comparti 06 Industria Legno 2008 2009 2010 2011 2012 22 26 27 12 20 08 Industria Chimica 115 94 85 70 80 09 Industria Gomma 19 8 10 11 6 11 Industria Metalli 24 9 21 13 19 12 Metalmeccanica 239 199 180 163 143 16 Costruzioni 327 267 289 200 164 18 Trasporti 94 93 85 78 79 19 Sanità 141 179 169 152 121 981 875 866 699 632 Totale La riduzione si è manifestata in misura maggiore nel settore artigiano, ma ciò si spiega essenzialmente con lo stato di crisi produttiva già evidente nel 2011 e 2012. 26 Infortuni in agricoltura a Lodi e in Lombardia: infortuni denunciati 2003-2012 (Fonte: Banca Dati INAIL) 2003 Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano* Pavia Sondrio Varese Lombardia 2004 590 1.584 276 813 74 221 1.187 431 513 275 233 6.197 2005 583 1.502 248 792 87 203 1.063 386 411 245 204 5.724 560 1.455 259 838 91 181 1.016 420 426 240 210 5.696 2006 598 1.395 226 758 81 177 906 370 383 239 201 5.334 2007 497 1.175 186 688 69 127 837 338 327 204 195 4.643 2008 440 1.142 179 599 62 160 704 334 297 211 178 4.306 2009 2010 473 1.081 156 570 74 139 725 347 297 220 190 4.272 468 1.116 183 594 85 133 675 342 290 184 174 4.244 2011 455 1.042 161 503 72 150 687 338 296 197 181 4.082 2012 2010/2012 430 951 125 508 62 127 693 295 254 185 172 3.802 -8,12 -14,78 -31,69 -14,48 -27,06 -4,51 2,67 -13,74 -12,41 0,54 -1,15 -10,41 2003/2012 -27,12 -39,96 -54,71 -37,52 -16,22 -42,53 -41,62 -31,55 -50,49 -32,73 -26,18 -38,65 * con Monza Gli infortuni nel Lodigiano dopo qualche anno di oscillazione sono tornati al minimo storico, comunque abbondantemente al di sotto dei valori del decennio scorso. Progettazione 2013: elementi di consuntivazione E’ continuata l’attività di indirizzo e controllo sui due comparti critici di edilizia e agricoltura, oggetto di piani nazionali e regionali. Per l’agricoltura Lodi continua ad essere sede del Laboratorio di Approfondimento Regionale, con le conseguenti ricadute in termini di sperimentazione locale di aspetti innovativi. Sono continuati i progetti di comparto con la finalità di applicare concretamente, riscontrandone i risultati, le indicazioni di buona pratica prodotte in questi anni a livello regionale/nazionale; analogamente sono stati potenziati alcuni progetti trasversali finalizzati a promuovere l’adozione di Sistemi di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (progetto SOBANE-SGSL) e ad affrontare i “nuovi rischi” (stress lavoro-correlato), con particolare attenzione alle PMI e alle amministrazioni locali. In maniera trasversale tra i servizi del Dipartimento di Prevenzione e con altri Enti è stata rilanciata nel 2013 in occasione dell’entrata in vigore della nuova normativa regionale l’attività di censimento e bonifica dei materiali contenenti amianto. L’attività di censimento dei materiali contenenti amianto ha visto un buon incremento, a seguito delle iniziative intraprese di informazione delle autorità municipali sull’andamento e sulle risultanze del censimento previsto dal Piano Amianto Regionale. Anche le attività di bonifica si sono mantenute su un buon livello: nel 2013 sono stati esaminati 870 piani di lavoro per la rimozione e si sono effettuate ispezioni in 23 cantieri di rimozione. Obiettivi 2013, definiti sulla base delle indicazioni regionali: OBIETTIVO RISULTATI Effettuazione dei controlli su almeno il 5% delle imprese attive in coerenza con il LEA e su almeno il 10% delle imprese edili attive; garantendo i controlli effettuati l’anno precedente compatibilmente con riduzioni del personale a) effettuati 886 controlli in imprese rispetto alla sicurezza nei luoghi di lavoro pari a circa l’8% delle imprese attive; b) Edilizia: Sono state controllate complessivamente 354 aziende, pari al 25% circa del numero delle aziende iscritte alla CCIAA, visitando 150 cantieri 10% dei cantieri aperti nell’anno – 1437 notifiche di apertura cantiere). Il controllo sul territorio sale ulteriormente se si tiene conto anche degli interventi della DTL e delle attività di forte indirizzo tecnico esercitate nei cantieri dai tecnici del Comitato Paritetico Territoriale Edilizia. Effettuazione di controlli in almeno 60% delle Effettuati 543 controlli in imprese con livello di rischio elevato, imprese con livello di rischio elevato per i corrispondenti al 66% delle imprese controllate. lavoratori. 27 Promozione dell’applicazione nelle aziende delle linee di indirizzo e vademecum decretati in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e verifica della loro efficacia Programmazione e attuazione delle attività di controllo secondo i principi della graduazione del rischio e individuazione delle priorità, e rendicontazione tramite sistema IMPRES@ Definizione di un programma coordinato con ARPA e Amministrazione Provinciale di controlli sulle aziende che svolgono attività che impattano sull’ambiente. Coordinamento delle attività con altri Enti di controllo e organismi della pariteticità Controllo e vigilanza in tema di REACH/CLP Applicazione della graduazione dei rischi alle Verifiche periodiche impiantistiche Ricerca attiva delle malattie professionali Nel 2013 sono continuati alcuni progetti avviati nel triennio, e sono stati concordati con le parti sociali ulteriori iniziative, che hanno coinvolto numerose aziende. In particolare: Plastica e gomma 16 Legno 7 Commercio macchine agricole 17 Metalmeccaniche 11 Macellazione 11 Sobane e WHP 55 Attività trattamento rifiuti 15 per un totale di 132 imprese coinvolte pari al 15,3% dei controlli programmati. Nel corso del 2013 l’attività di controllo è stata attuata con attenzione alla graduazione del rischio, applicata a livello di comparti produttivi, ma quando possibile anche a livello di singola azienda. La rendicontazione tramite IMPRES@ è a regime, ed attualmente rileva anche i provvedimenti assunti. E’ stato definito con ARPA e Provincia un programma coordinato con specifico riferimento ad imprese RIR, attività di cava, per le quali è in atto un protocollo congiunto con la Provincia, attività soggette ad AIA con rischi rilevanti. Attraverso l’attività dell’Osservatorio per la prevenzione degli infortuni professionali e la promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e in collaborazione con la Prefettura si è sviluppato il coordinamento delle strategie di prevenzione di tutti gli attori pubblici e della pariteticità. In particolare: si è coordinata l’attività con DTL in cantieri edili attraverso il sistema informativo comune, si è formulato un piano di lavoro per i luoghi confinati, si è portata a regime la collaborazione in tema di lavoro irregolare, si è collaborato attivamente e con successo in tema di formazione obbligatoria dei lavoratori all’interno di un “patto per la formazione” stipulato con tutti gli Enti e le parti sociali si è organizzato un ciclo di incontri di confronto monotematici con le imprese in collaborazione con CPT edilizia si è definito un protocollo di intesa con INAIL in cui inquadrare tutte le collaborazioni Si è promossa l’adesione ai progetti di applicazione di buone pratiche Si è creato un tavolo di confronto e promozione dell’applicazione della VdR standardizzata nelle piccole imprese in precedenza in regime di autocertificazione Con CCIAA, scuola e parti sociali si sono affrontati i risvolti di tutela della salute e della sicurezza negli stage formativi organizzati dalla scuola nelle imprese del territorio Effettuati i controlli programmati in accordo con il livello regionale. In sede di vigilanza si sono inoltre rilevate importanti irregolarità in tema di commercio e utilizzo zootecnico di prodotti a base di formaldeide portate all’attenzione della Regione per i necessari correttivi In applicazione del nuovo POA l’area Impiantistica è stata pienamente integrata nel Servizio che ha assunto l’acronimo PSALI. E’ stato sistematicamente applicato l’algoritmo per la graduazione dei rischi nella categorizzazione delle apparecchiature e impianti da sottoporre a verifica; sono state inoltre poste le basi per l’avvio sistematico di un’attività di vigilanza da affiancare a quella di verifica. Nel corso del 2013 si è sviluppata positivamente l’applicazione in via sperimentale del sistema OCCAM alla ricerca attiva di patologie muscolo-scheletriche dio origine professionale. 28 La tabella riassume il complesso delle attività di controllo sviluppate nell’arco del 2013 ATTIVITA’ PROGRAMMATA Agricoltura: controlli in aziende, anche PSR Agricoltura: controlli commercio macchine Agricoltura controllo rischio da fitofarmaci Costruzioni ** Classe rischio N° attività presenti consuntivo anno 2013 1 1 1 1 1550 60 15 17 18 16 1359 354 controllate in cantieri Ospedali e case di riposo Logistica e Trasporti gomma/plastica chimiche (RIR, …) + Reach legno Meccanica Impianti di macellazione (CEE) Attività trattamento rifiuti Controlli DIAP Aziende soggette a normativa gas tossici 150 1o2 1 1 2 2 1o2 1 2 1o2 1o2 23 5 515 1 114 16 13 226 7 1047 11 10 11 15 15 61 11 18 6 Inchieste infortunio 83 Inchieste malattia professionale 36 Vigilanza su segnalazione (n° controlli) 19 Interventi in tema WHP e SGSL (n° imprese) 55 Deroghe a normative specifiche (n° pareri) 2 Ricorsi parere MC e ex art. 5 L 300 Rxprotezione ispezioni Pareri permessi costruire produttivi TOTALE 26 250 20 102 886 Le verifiche periodiche degli impianti Generalità L’azione di verifica periodica e di controllo riguarda impianti definiti dalla normativa come particolarmente pericolosi e quindi necessitanti di periodiche verifiche da parte di specifiche competenze (impianti di sollevamento, impianti elettrici, impianti a pressione) per valutarne l'effettivo stato di conservazione ed efficienza ai fini di sicurezza. Si tratta di materia oggetto di forte evoluzione normativa, culminata nel Decreto Ministeriale del 11.4.2011, applicativo dell’art. 71, comma 13 del D.Lgs.81/08 per quanto riguarda gli impianti e attrezzature elencati nell'allegato VII (attrezzature per il sollevamento ed idroestrattori, impianti termici e a pressione) e ulteriormente modificata nel corso del 2013 con la Legge 125/2013. Ad oggi le verifiche periodiche successive alla prima sono effettuate su libera scelta del datore di lavoro dalle ASL, o da soggetti privati abilitati dal Ministero del Lavoro secondo i criteri definiti dal D.M. 11.4.2011, come già in essere per le verifiche degli impianti elettrici. È, invece, di esclusiva competenza ASL la prima verifica omologativa degli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione (art. 5, comma 4 D.P.R. 462/01) Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono poste a carico del datore di lavoro sulla base del tariffario nazionale (G.U. n°. 279 del 29/11/2012) Nel corso del 2013 si è applicato sistematicamente l’algoritmo di categorizzazione del rischio proposto a livello regionale con lo scopo di ridurre la discrezionalità nella scelta. 29 A seguito della piena unificazione all’interno del servizio nel 2013 è stata sistematizzata la attività integrata nell’ambito dei cantieri edili, delle industrie a rischio rilevante, nel promuovere la prevenzione attraverso una azione il più possibile trasversale di assistenza, di informazione e formazione. In particolare sul tema delle verifiche periodiche e delle prime verifiche in edilizia si sono tenuti incontri con le imprese in collaborazione con il Comitato Paritetico Territoriale Edilizia. Verifiche periodiche anno 2013 Descrizione struttura/attività economica oggetto di controllo Impianti esistenti Controlli 2013 Apparecchi a pressione circa 2500 12 Apparecchi di sollevamento Impianti elettrici, di cui impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione circa 1500 circa 1500 430 238 11 4. Promozione della Salute Le attività di promozione della salute sono state condotte in coerenza con il “ Piano integrato di Promozione della Salute 2013” sviluppato con una logica di approccio sistemico alla tematica e finalizzato ad implementare iniziative coordinate e interdisciplinari su più ambiti puntando ad innescare sane politiche pubbliche, creare ambienti favorevoli alla salute, sviluppare le capacità individuali e rafforzare l'azione collettiva a favore della salute attraverso le sinergie interaziendali ed esterne con istituzioni e forze sociali del territorio La programmazione si è focalizzata su: promozione di una sana alimentazione e dell’attività fisica, sviluppo e benessere della persona, e salute del malato, prevenzione del tabagismo, degli incidenti nei luoghi di vita e di lavoro. Gli interventi sono stati condotti in diversi setting quali Scuola, Impresa, Settore Sanitario, Comunità e hanno visto il coinvolgimento attivo di numerosi stakeholder chiave ed istituzionali del territorio quali forze sociali, Medici, Amministrazioni Locali, Scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, Imprese, Servizi, strutture sanitarie e sociosanitarie, volontariato, ecc. Vengono di seguito richiamate le principali azioni previste nei diversi setting : Scuola Le iniziative in ambito scolastico sono state realizzate in armonia con il modello del programma regionale : “ Scuole lombarde che promuovono salute”, che riconosce alla Scuola la titolarità dei processi di salute che si determinano nel proprio contesto e nel governo di determinanti di salute riconducibili a diversi aspetti: ambiente formativo, ambiente sociale, ambiente fisico e ambiente organizzativo. In questo nuovo scenario, deve necessariamente rimodularsi anche il ruolo dell’ ASL passando dalla offerta di “percorsi preconfezionati, all’implementazione di azioni di accompagnamento ai processi di miglioramento messi in atto dalle Direzioni scolastiche e alla progettazione e sviluppo di percorsi di promozione della salute caratterizzati da evidenti connotati di specificità, sostenibilità ed appropriatezza. 30 Principali azioni attuate: • • • • implementazione d’intesa con l’ Ufficio Scolastico Territoriale e la Scuola coordinatrice a livello provinciale,del programma regionale “Le Scuole lombarde che promuovono salute” (8 Direzioni aderenti nell’ a.s. 2012 – 2013 , n. 15 Direzioni aderenti nell’ anno scolastico 2013 –2014, con incremento adesioni del 75 % circa); interventi di promozione della salute per la promozione di una sana alimentazione e dell’attività fisica, sviluppo e benessere della persona, prevenzione del tabagismo, degli incidenti nei luoghi di vita, dell’incidentalità stradale; corso di formazione per componenti delle commissioni mensa del territorio (due edizioni) sulla problematica della ristorazione scolastica e sul ruolo dei componenti delle commissioni in parola; produzione di documenti e di linee di indirizzo per la ristorazione scolastica con particolare riferimento alla redazione,d’intesa con AO e PDF del territorio, di una Linea Guida per la ristorazione negli asili nido ( disponibile su www.asl.lodi.it -sezione aree temadiche –download salute) Impresa L’attività di Promozione della Salute nei contesti occupazionali (Workplace Health Promotion o WHP) presuppone che un’azienda oltre naturalmente a prevenire infortuni e malattie professionali, s’impegni anche ad offrire ai propri lavoratori opportunità per migliorare la propria salute, riducendo i fattori di rischio generali e in particolare quelli maggiormente implicati nella genesi delle malattie croniche; secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti nei paesi ad elevato reddito il 30% del totale degli anni di vita in buona salute che vengono persi è attribuibile a fattori comportamentali come fumo di tabacco, alimentazione e sedentarietà. Principali azioni attuate: • Progettazione e sviluppo, da parte della ASL di Lodi di un: “Manuale di buone pratiche per le aziende che promuovono salute”, al fine di dare concreto impulso, in ambito locale, ad una rete di aziende che promuovono salute con definizione di buone pratiche possibili in sei aree tematiche, con estensione del programma anche alle Aziende Sanitarie e Socio Sanitarie Aree tematiche individuate per lo sviluppo di attività (buone pratiche) : Nell’anno 2013 hanno aderito al programma n. 12 aziende del territorio incluse l’Azienda Ospedaliera e la ASL; Promozione del programma WHP della regione Lombardia 2014 : La Regione Lombardia, sulla base di alcune iniziative locali condotte in alcune ASL, tra cui quella di Lodi (progetto “Rete Lodigiana di aziende che Promuovono Salute”), ha sviluppato un programma finalizzato alla costituzione di un network WHP regionale, da intendersi come una rete di aziende che si impegnano a realizzare buone pratiche nel campo della promozione della salute dei lavoratori, secondo un percorso predefinito e sostenibile, la cui validità è garantita da esperti dalle Aziende Sanitarie Locali della Regione. Il programma , riconosciuto dalla rete Europea 31 WHP si svilupperà a partire dal 2014 (ad oggi otto aziende del territorio lodigiano hanno aderito all’iniziativa in parola). Per informazioni consultare il sito : www.retewhplombardia.org Comunità Principali azioni attuate: • • • • Supporto a campagne di educazione alla salute della Regione Lombardia (con diffusione di materiale e campagna di sensibilizzazione destinatari: vedi comunicazione regionale sulla promozione di stili di vita sani e ambienti favorevoli alla salute e produzione di materiale informativo e di sensibilizzazione sui temi di promozione della salute; in particolare si segnala la pubblicazione : “Alimentare la Salute” (disponibile sul sito www.asl.lodi.it sezione aree tematiche – download salute) Incontri di informazione/sensibilizzazione sui temi della promozione della salute , realizzati in collaborazione con Amministrazioni Comunali e altri Stakeholder chiave del territorio (n. 42 incontri nel 2013 con circa 450 soggetti raggiunti) Supporto alla iniziativa della Regione Lombardia: “Con meno sale nel pane c’è più gusto e…Guadagni salute” secondo indicazioni della Regione Lombardia (attualmente risultano aderenti all’iniziativa 11 esercizi del territorio pari al 17 % della popolazione universo ; elenco disponibile sul sito www.asl.lodi.it- sezione aree tematiche – download salute) ; predisposizione e divulgazione della brochure “Sapore di sale” Sorveglianza nutrizionale della popolazione in eta pediatrica, d’intesa con i Pediatri del territorio nell’ambito del PROGETTO ANTROPOS (attivo dal 2004) e del Percorso Diagnostico Terapeutico sulla obesità infantile (report disponibile sul sito ww.asl.lodi.it –sezione aree tematiche – download salute) Nel 2013 il campione di riferimento è risultato pari a 1034 bambini (46.2 % della popolazione universo) . I dati rilevati in ambito locale testimoniano una percentuale di bambini in eccesso ponderale pari al 18.2 %, (valore inferiore del 3% rispetto al dato 2012) Il dato riferito ai genitori stima una percentuale di maschi in sovrappeso/obesità pari al 51.7 % (dato nazionale 54.5%; fonte: Indagine Multiscopo Annuale sulle Famiglie; aspetti della vita quotidiana. Istat 2005-2010), e una percentuale di femmine in sovrappeso/obesità del 24.8 % (36.2% dato nazionale fonte: Indagine Multiscopo Annuale sulle Famiglie; aspetti della vita quotidiana. Istat 2005-2010). 32 Parallelamente al progetto ANTROPOS si è sviluppato, con l’adesione di circa il 70 % dei PDF del territorio un Percorso Diagnostico Terapeutico sui soggetti in età evolutiva (bambini tra i 5 e gli 11 anni) con sovrappeso/obesità,che ha interessato,nel periodo 2007/2013, 404 soggetti (196 maschi e 208 femmine) soprappeso/obesi . Tra gli obiettivi del percorso risulta prioritario il controllo dell’eccesso ponderale dei bambini per mezzo di un programma di educazione sanitaria mirato a: 1. Migliorare le abitudini alimentari; 2. aumentare l’attività fisica; 3. ridurre le abitudini sedentarie; 4.coinvolgere e sostenere la famiglia Nei 328 soggetti che, nel periodo di riferimento hanno svolto il programma nel pieno rispetto dello schema operativo previsto con regolari visite di controllo trimestrali si è registrato un miglioramento dello stato ponderale con riduzione del BMI ( Indice di massa corporea) nel 40% dei soggetti monitorati • Promozione dell’attività fisica nella comunità: Gruppi di cammino ,Piedibus, , Scale per la salute ; (attualmente risultano attivi n. 8 gruppi di cammino e n. 5 piedibus ; scale per la salute è stato adottato in ASL e AO e sono state sensibilizzate le altre Amministrazioni locali) con produzione di un documento di indirizzo per Amministrazioni Comunali; • Promozione del consumo di snack salutari attraverso la produzione e diffusione di un documento di indirizzo ,per la popolazione e altri Stakeholder, alla scelta di alimenti salubri anche nei distributori automatici per alimenti con produzione documento di indirizzo per Amministrazioni Comunali : “ Take a break : guida agli snack salutari” disponibile sul sito ww.asl.lodi.it –sezione aree tematiche – download salute); Produzione e diffusione di materiale informativo sui temi della promozione della salute rivolto alla popolazione : es. brochure “Come un girasole” sulla prevenzione del melanoma; Brochure “Sapore di sale” per promuovere una diete a basso contenuto di sale, Brochure “HIV sapere è meglio” in collaborazione con AO; Settore Sanitario Gli interventi in questo settore sono stati coordinati con l’Azienda Ospedaliera di Lodi nell’ambito della rete HPH (Ospedali e ASL che promuovono salute”; • • pubblicazione di articoli periodici sulla rivista aziendale : “FILO DIRETTO” (per Medici di Medicina Generale e Pediatri) in tema di promozione della salute ; corso per “Animatori della Prevenzione”: Corso finalizzato all’ informazione/sensibilizzazione degli operatori sanitari sui temi della prevenzione e a promuovere comportamenti proattivi, sui temi della promozione della salute nel contesto lavorativo e sociale di riferimento ; 33 • • • prosecuzione del progetto Take a Break (ASL – AO) per garantire l’offerta di snack salutari, nei distributori automatici per alimenti presenti nelle sedi aziendali; prosecuzione progetto Scale per la salute (ASL – AO) per promuovere l’uso delle scale in ambito aziendale, come “buona pratica” per la salute; avvio di un progetto di promozione della salute sui luoghi di lavoro (WHP) rivolto al personale sanitario (ASL e AO) con realizzazione di incontri di informazione e progettazione e sviluppo di buone pratiche (es. offerta disassuefazione a dipendenti fumatori e progettazione di seminari sulla tematiche della salute). 5. Prevenzione veterinaria La Sanità Pubblica Veterinaria è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale per garantire qualità e sicurezza delle produzioni del sistema agro-alimentare lombardo. In tale contesto, con l’attività svolta nell’anno 2013, si è pianificato e supportato un continuo miglioramento delle realtà di eccellenza sia del sistema dei controlli che del sistema produttivo mediante un’organica ed efficace “politica di integrazione, semplificazione e trasferimento delle conoscenze“ tra le diverse parti del sistema (Regione-ASL -Università-Istituti Zooprofilattici – Altre A.C. - Associazioni di categoria e i vari Enti territoriali di ricerca) partecipando come parte attiva ad un processo di crescita dell’intero settore. Particolarmente significativa è risultata la collaborazione con la Sezione di Lodi dell’IZSLER con cui si è sviluppata una pianificazione di 9 audit (3 per ogni area funzionale) con evidenti risultati si sviluppo dell’integrazione tra autorità competenti, sviluppo della sinergia professionale in ambiti contigui, collaborazione con esaltazione delle specifiche professionalità; nella stessa ottica si sono attivati controlli congiunti in materia di benessere animale con le Forze dell’Ordine programmando e realizzando 25 giornate di controllo. Il Dipartimento di Prevenzione Veterinario nella ASL di Lodi presenta la seguente articolazione (Deliberazione n. 312/2012 - POA 2011 –2014 Tav.2.2.3) : 34 Attività anno 2013 L’attività 2013 del Dipartimento di Prevenzione Veterinario è stata sviluppata in armonia con il PIAPV (Piano integrato Aziendale della Prevenzione veterinaria) 2012-2014 ; tale piano declina gli obiettivi fissati nella deliberazione XI/4334 del 26/10/2012 e, rappresenta esso stesso una importante novità in termini di gestione coordinata dei controlli e di criteri di programmazione fondati sulla categorizzazione del rischio. Il monitoraggio dello stato di avanzamento del piano depone per un raggiungimento degli obiettivi previsti al 31.12.2013, sia in termini quantitativi sia qualitativi. A tale proposito si richiamano, di seguito, i principali KPI (indicatori chiave di prestazione) utilizzati per il controllo del processo, suddivisi per Servizio : Servizio Sanità Animale (S.A.) Piano di sorveglianza e controllo nei confronti della Tubercolosi Bovina -ALLEVAMENTI (50% allevamenti da riproduzione) – n. 224 allevamenti controllati su 224 programmati (100%) Bonifica brc ovicaprina - 50% anno/allev– n. 28 allevamenti controllati su 28 programmati (100%) Malattia Vescicolare Suina - ciclo Chiuso (1C/anno x allevamento) – n. 35 allevamenti controllati su 35 programmati (100%) Servizio Igiene Alimenti origine Animale (I.A.O.A.) Controlli nelle macellerie etniche – 18 controlli eseguiti su 18 programmati (100%) Piano Nazionale Residui – 782 campioni effettuati su 782 programmati (100%) Preaccettazioni campioni PNR con applicativo informatico SIV – 92.9 % dei campioni preaccettati su un minimo di 80% da preaccettare Servizio Igiene Allevamenti Produzioni Zootecniche (I.A.P.Z.) Verifiche gestione del farmaco su vendita all’ingrosso 4 controlli eseguiti su 4 programmati (100%) Farmacosorveglianza in allevamento 100 controlli eseguiti su 100 programmati (100%) Piano Nazionale Residui (PNR) – 118 campioni eseguiti su 118 programmati (100%). Nell’ambito di una più globale gestione della Prevenzione Veterinaria, il Dipartimento ha attivato inoltre dei progetti che costituiscono attività aggiuntiva rispetto a quella di istituto e che promuovono la sinergia tra i diversi Servizi; tali progetti rispondono agli obiettivi regionali sia per ciò che attiene all’iniziative legate a Expo 2015, in armonia con la nota regionale H1.2012.14198 (nota regionale H1.2013.3248 del 29.01.2013) sia partecipando alle iniziative Regionali in sostegno all’export attraverso l’elaborazione di un progetto EXPORT per il terriotorio della provincia di Lodi. L’attuazione dell’attività programmata per il Dipartimento di Prevenzione Veterinario in applicazione della normativa vigente, ha portato al riscontro di una situazione di generale conformità su tutto il territorio della provincia di Lodi; le eventuali situazioni di non conformità riscontrate in attuazione dei controlli, non compromettono un quadro di generale garanzia rispetto agli obiettivi di sicurezza alimentare, sanità e benessere animale in carico al Dipartimento stesso. La programmazione 2014 inclusa nel PIAPV 2012-2014 sotto forma di declinazione annuale dei controlli, sarà sviluppata in coerenza con quanto previsto dalle regole di sistema con l’obiettivo di garantire la salvaguardia sanitaria del patrimonio zootecnico locale, il benessere degli animali e la tutela del consumatore finale attraverso la sicurezza alimentare, il tutto in una logica di massima sinergia con il Dipartimento di Prevenzione Medica, e le altre Autorità Competenti interessate. 35 6. Programmazione anno 2014 La programmazione della attività di prevenzione anno 2014, è stata sviluppata in armonia con gli obiettivi fissati da : DGR N. X/1185/2013 “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l’esercizio 2014“; • Circolare prot. H1.2014.0002441 del 22.01.2014 : “ Prime precisazioni in merito alla attuazione della DGR n.1185 del 20.12.2013” La Prevenzione Medica Attività di controllo La Programmazione per l’anno 2014 dettagliata nel Piano Integrato dei Controlli 2014 sarà sviluppata in armonia con gli obiettivi quantitativi e qualitativi che saranno definiti dalla DGR delle Regole 2014. L’attività di controllo, in continuità con gli anni precedenti, sarà condotta in una logica di integrazione interna e di collaborazione con gli altri enti e soggetti coinvolti nella attività di vigilanza e di indirizzo sulla base dei principi sopra richiamati e privilegiando controlli in attività e imprese classificate a rischio elevato. Elementi di novità potranno intervenire a seguito dell’emanazione dei Piani Sanitari Nazionale e Regionale 2014-2018, attualmente in elaborazione. Al fine di garantire efficacia ed appropriatezza della attività di controllo saranno in ogni caso implementate azioni atte a garantire: • • • • • applicazione delle Linee guida regionali in materia di vigilanza e controllo; sviluppo in ogni ambito, in armonia con le indicazioni regionali, di attività di indirizzo alle aziende nel recepimento di buone pratiche utili a incrementare la sicurezza dei processi produttivi e dei prodotti; implementazione e verifica permanente di strumenti di monitoraggio dell’efficacia e dell’appropriatezza della attività di controllo, già avviati in ambito dipartimentale dal 2013; inserimento di tutte le attività di controllo ufficiale nel Modello organizzativo del codice etico aziendale e riesame ed eventuale revisione delle procedure certificate ISO 9001: mantenimento a regime del modello di rendicontazione tramite i sistemi informativi regionali (IMPRES@ e person@) e produzione del Report delle attività di prevenzione condotte nel 2013, con particolare attenzione ad indicatori di efficacia e di “guadagno di salute” sviluppo di un progetto integrato 2014 – 2015 di prevenzione e controllo su tematiche correlate all’evento EXPO 2015. In tema di sicurezza alimentare: • • • • • mantenimento e ulteriore sviluppo di tavoli di lavoro con Associazioni di categoria del territorio e dell’attività di comunicazione e confronto con altri soggetti di riferimento del territorio; consolidamento del processo di integrazione tra Servizi operanti nel settore della Sicurezza alimentare con interventi di controllo coordinati/congiunti; implementazione controlli dietetico nutrizionali sul campo presso le sedi di ristorazione scolastica del territorio; potenziamento dell’attività di audit presso imprese alimentari a rischio particolarmente elevato (Livello 1) attività di campionamento mirata sulla base di indicazioni e piani di controllo definiti dalla Regione Lombardia. 36 In tema di Controlli negli ambienti di vita Parallelamente all'attività di controllo ufficiale, la progettualità per il 2014 sarà improntata sul consolidamento delle linee di azione intraprese nei precedenti anni. In particolare: Pianificazione e governo del territorio: l'attività di supporto agli enti locali sarà sviluppata mediante l'attivazione preliminare di tavoli di lavoro all'interno dei quali esercitare un ruolo sempre più propositivo. Emissioni odorigene: in coordinamento con l’ARPA e con gli Enti Locali, si promuoverà l'adozione di protocolli e/o procedure di buona tecnica condivisi nelle aziende in grado di generare molestie olfattive; il tema è particolarmente critico nel territorio ASL, in cui le attività agricole si trovano sempre più spesso inserite in ambiti con caratteristiche residenziali. VIA: sarà ulteriormente consolidata la partecipazione attiva alle istruttorie, laddove si palesino problematiche a valenza sanitaria. Si procederà alla luce dei criteri generali sopra enunciati e delle innovazioni normative intervenute a una profonda revisione dell’attività in tema di tutela delle acque per consumo umano, di balneazione, di controllo delle infestazioni e delle infestanti allergogene. Settore in sviluppo nel 2014 sarà il controllo di centri estetici e di cura del corpo: in particolare si porrà attenzione alla corretta installazione e utilizzo delle apparecchiature, con riferimento anche alle emissioni di raggi UV. In tema di sicurezza nei luoghi di lavoro Gli orientamenti che emergono dal confronto nella Cabina di Regia regionale delineano quali linee strategiche del Piano Regionale 2014-2018: Semplificazione, mediante l’applicazione efficace, coerente e mirata delle norme esistenti, evitando duplicazioni, sovrapposizioni e ridondanze, l’uniformità degli interventi di controllo effettuati dagli organi di vigilanza, il confronto costante tra Istituzioni e Parti Sociali, per la risoluzione dei problemi, l’individuazione di percorsi a superamento delle criticità, l’emersione di percorsi aziendali virtuosi di autocontrollo; Sostenibilità, mediante l’adozione volontaria da parte delle imprese di politiche di Responsabilità Sociale di Impresa, la promozione e diffusione di buone pratiche e percorsi virtuosi di autocontrollo nelle aziende, (responsabilità sociale e sistemi di gestione della sicurezza ampiamente intesi), nonché delle buone prassi esistenti e decretate nell’ambito delle precedenti pianificazioni; Coinvolgimento della scuola nello sviluppo delle competenze in materia di SSL nei futuri lavoratori; Coordinamento degli Enti e delle Parti Sociali sulle azioni ritenute prioritarie. Gli obiettivi che indirizzeranno l’attività della Regione Lombardia nei prossimi anni si riassumono per la prevenzione degli infortuni nel mantenimento del trend di diminuzione e per le malattie professionali nel mantenimento del trend di progressiva emersione del fenomeno e sviluppo di ricerca attiva, in relazione soprattutto a tumori ad alta e bassa frazione eziologica, disturbi muscolo scheletrici lavoro-correlati, disturbi da stress lavoro-correlato. In coerenza con queste indicazioni e con quanto già sviluppato nel triennio precedente si manterrà quindi nel 2014 un’elevata e qualificata attività di vigilanza in edilizia e in agricoltura, i due settori a maggior rischio infortunistico. Per quest’ultimo settore l’ASL di Lodi continuerà a coordinare l’attività del Laboratorio Regionale di Approfondimento che ha il compito di indirizzare il recepimento a livello regionale delle indicazioni del PN Agricoltura e del Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, di sviluppare attività di monitoraggio del conseguimento degli obiettivi prefissati, di sviluppare esperienze pilota di approfondimento su temi di particolare interesse regionale (es. rapporto con veterinari, rischio biologico, sorveglianza sanitaria, …), nonchè di garantire una partecipazione strutturata e qualificata ai gruppi di lavoro nazionali. 37 Altri elementi qualificanti per il 2014 consisteranno nel consolidamento ed estensione: • delle attività dell’Osservatorio per la prevenzione degli infortuni professionali e la promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, quale espressione operativa del Comitato Provinciale di Coordinamento ex art 7 Dlgs 81/08, • delle iniziative, già collaudate per alcuni comparti produttivi, per promuovere congiuntamente con le parti sociali e la pariteticità, l’applicazione di buone pratiche, • delle attività di ricerca attiva di malattie professionali, con particolare riferimento ai disturbi muscolo scheletrici lavoro-correlati, su cui già nel 2013 si è avviata un’iniziativa mirata. • dell’integrazione nelle strategie dipartimentali di prevenzione delle attività di verifica con le attività di vigilanza sugli impianti e attrezzature soggetti a verifica periodica ex art. 71 D.Lgs 81/08 Attività di Promozione della salute La programmazione 2014, declinata nel Piano annuale di Promozione della salute sarà sviluppata in continuità con gli interventi messi in campo negli anni precedenti attraverso interventi diretti ed azione di indirizzo nei confronti di stakeholder interni ed interni all’Azienda. Le principali azioni previste nei diversi setting saranno: • Scuola: implementazione d’intesa con UST e Scuole aderenti (14 adesioni per a.s. 2013 –2014 con incremento del 75 % rispetto al 2012 –2013) del programma “Le Scuole lombarde che promuovono salute”; • Impresa: prosecuzione del progetto “Network regionale aziende che promuovono salute” secondo il programma 2014 della Regione Lombardia; • Comunità: 1. Promozione dell’attività fisica nella comunità: Piedibus, gruppi di cammino, ecc.; 2. supporto alla iniziativa regionale per la promozione del consumo di pane a ridotto tenore di sale; 3. Adesione al programma di sorveglianza nutrizionale OKKIO alla Salute su obesità e sovrappeso nei bambini delle scuole primarie; • Settore Sanitario: 1. Mantenimento e consolidamento delle collaborazioni con l’Azienda Ospedaliera nell’ambito della rete WHP, con realizzazione di eventi formativi e sviluppo di iniziative rivolte al personale aziendale; 2. attività di sensibilizzazione dei Medici di Medicina Generale e Pediatri sui temi della prevenzione primaria delle patologie cronico degenerative 3. continuazione d’intesa con i PDF del progetto di sorveglianza nutrizionale “Antropos” e del PDT per la prevenzione e il controllo dell’obesità infantile. La prevenzione e profilassi delle malattie infettive Vaccinazioni: Nel 2014 saranno ulteriormente implementate attività finalizzate a rispondere compiutamente ai seguenti obiettivi fissati dalla DGR n. 4334 del 26 ottobre 2012, in particolare con l’offerta del vaccino antivaricella agli adolescenti anamnesticamente negativi per la malattia, in occasione della V dose del vaccino anti-difterite-tetano-pertosse. Malattie infettive: mantenere coperture elevate delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate Ridurre la suscettibilità alla varicella degli adolescenti anamnesticamente negativi per la malattia Integrazione con il sistema GEV per la messa a regime del “Sistema informativo regionale della prevenzione” per le vaccinazioni Attività di screening: Mantenimento/Incremento adesione agli screening attraverso le seguenti azioni: continuare la collaborazione con i MMG; continuare l’attività del numero verde verso le invitate non aderenti allo screening per il tumore della mammella per massimizzarne l’adesione; raggiungere la popolazione straniera mediante materiale ad hoc e leader delle comunità locali ; consolidare l’interfaccia con i cittadini tramite l’utilizzo di e-mail, attuare azioni finalizzate alla ottimizzazione degli inviti. 38 La prevenzione veterinaria Di seguito si propone una sintesi degli obiettivi attesi per il 2014: Predisposizione della declinazione annuale dei controlli 2014 nell’ambito del PIAPV 2012-2014 Il DPV redige il documento integrato di programmazione in cui vengono raccolte tutte le attività che dovranno essere svolte nell’arco del 2014 da parte dei Servizi afferenti al Dipartimento. Pianificazione controlli integrati con IZSLER All’interno del PIAPV 2014 è prevista la pianificazione ed esecuzione di controlli integrati tra personale afferente al DPV dell’ASL di Lodi e la sezione locale dell’IZSLER al fine di migliorare l’efficacia e l’appropriatezza del controllo ufficiale negli ambiti della Sicurezza Alimentare, Campionamento Ufficiale e Sanità Animale Predisposizione di un Piano annuale di Formazione Il DPV redige un piano di formazione secondo argomenti che saranno individuati sulla base di indicazioni regionali o sulla base di esigenze interne al DPV Erogazione e rendicontazione dei LEA Il DPV eroga prestazioni essenziali di assistenza (LEA) ai sensi del DPCM 29/11/2001. In tale ambito assicura il monitoraggio degli obiettivi pianificati nell’ambito della programmazione. Utilizzo delle risorse finanziarie tramite fondo funzioni, D.Lgs 194/2008 e sanzioni Il DPV gestisce la dote finanziaria al fine di garantire l’attuazione degli obiettivi di prevenzione veterinaria attraverso l’utilizzo delle risorse finanziarie riferite al fondo funzioni, al D.Lgs 194/2008 ed alle sanzioni, con particolare attenzione allo sviluppo di progetti di connotazione innovativa Utilizzo delle funzionalità del Sistema Informativo Veterinario Il DPV assicura l’implementazione del SIVI secondo gli step pianificati dalla U.O. veterinaria regionale Pianificazione degli obiettivi operativi previsti dal PRPV Il DPV attua il controllo ufficiale in ottemperanza a quanto previsto dal Manuale Operativo delle Autorità Competenti Locali e limitatamente alle attività previste nel PIAPV 2014 con l’integrazione dei nuovi piani specifici a valenza regionale previsti dalla programmazione regionale. Azioni correlate con l’attuazione del progetto regionale EXPO 2015 Il DPV svolge le attività correlate con l’attuazione del progetto regionale EXPO 2015 “Garantire la sicurezza alimentare e la valorizzazione delle produzioni” attraverso l’attuazione e la conclusione dei due progetti nelle seguenti aree di intervento “”Attività di controllo integrata nel settore della ristorazione e somministrazione, aggiornamento banche dati anagrafiche, attribuzione livelli di rischio” e “Promozione della sicurezza delle carni ed il controllo dei residui negli animali a fine carriera” Azioni correlate con l’attuazione del progetto regionale EXPORT Il DPV svolge le attività correlate con l’attuazione del progetto EXPORT sviluppato sul territorio della provincia di Lodi. 39 Obiettivi specifici elaborati a livello di ASL di Lodi INTERVENTI OBIETTIVO Progetto DPV – procedura dipartimentale Attuazione ed applicazione della procedura dipartimentale Progetto Sanità Animale – Piano regionale di controllo e certificazione della para TBC bovina Adesione al piano regionale e certificazione del 50% degli allevamenti bovini produzione di latte presenti sul territorio dell’ASL Progetto IAOA – aggiornamento dei riconoscimenti alla dicitura prevista dal Reg. 853/04 Aggiornamento delle diciture e dei decreti di riconoscimento rilasciati dal Servizio IAOA, ai sensi del Reg. CE 853/04 Progetto IAPZ – gestione del farmaco in allevamento Aumentare il livello complessivo di conformità alla normativa vigente ed avvio di un processo di attribuzione del livello di rischio in ambito di gestione del farmaco in allevamento AZIONE INDICATORE DI VALUTAZIONE DEI RISULTATI (KPI) Incontri formativi con il personale del DPV Informazione e formazione degli allevatori formazione e informazione del personale afferente al Servizio IAOA rispetto agli obbiettivi del progetto controllo dei decreti di riconoscimento ed eventuale aggiornamento prima fase: formazione/informazi one rivolta agli allevatori ed i veterinari aziendali circa gli obiettivi del progetto stesso; seconda fase: raccolta dati sulla gestione e verifica in allevamento Applicazione della procedura Indicatori della procedura Dipartimentale N. allevamenti certificati/n. allevamenti totali= > 50% n. decreti controllati/n. decreti presenti= 100% incontri di formazione/informazione con gli stakeolders; attribuzione del livello di rischio 40
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