Ravenna: LEGA Nord tocca uno storico 20 per cento

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LUNEDÌ
24 NOVEMBRE 2014
IL GIORNO
il Resto del Carlino
LA NAZIONE
IL COMMENTO
di SANDRO ROGARI
SCHIAFFO
EPOCALE
[SEGUE DALLA PRIMA]
FORSE non lo sono, ma è certo
che l’impatto sulla politica
italiana avrà una portata
epocale, come è stato anticipato
ieri da Andrea Cangini. Niente
sarà più come prima.
È anche legittimo dubitare che
la prossima giunta regionale, da
chiunque sia presieduta,
riteniamo da Stefano Bonaccini,
rifletta sulla opportunità di
uscire dal recinto di una
maggioranza che tale non è e si
apra a una coalizione più ampia
e comprensiva di forze. È un
passo necessario per creare una
convergenza di intenti volti a
ridare credibilità all’istituto
regionale.
I CASI dell’Emilia Romagna e
della Calabria, ove l’affluenza al
voto è solo di poco superiore col
44%, indicano che gli elettori
vedono ormai nelle classi
dirigenti delle regioni la
peggiore rappresentazione della
politica. Se si vuole cercare di
recuperare consenso si deve
voltare pagina. Ciò significa
intervenire con decisioni su tutti
gli abusi e i parassitismi
divenuti insopportabili agli
occhi dei cittadini, a cominciare
dai vitalizi. Ma significa anche
propiziare un fronte largo di
forze politiche che riattivi il
circuito con la società civile.
Questa astensione è soprattutto
una condanna verso i vecchi
metodi di gestione. Se si vuole
avere l’appello bisogna
cambiare.
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delle elezioni regionali in tempo
reale
L’ex sfidante Balzani
«Una lezione durissima»
TEST REGIONALI
L’ex candidato alle primarie Pd in Emilia,
Roberto Balzani, attacca: «Non vogliono
più saperne di questa classe politica.
Una lezione durissima»
SCOSSA ALLA POLITICA
Disastro Emilia: il vuoto ai seggi
Bonaccini vince, exploit leghista
Alle urne quattro su dieci. Calabria, affluenza al 44%: Oliverio avanti
ALLA PROVA
Stefano Bonaccini (Pd)
ha votato in una scuola
di Campogalliano,
nel Modenese
(foto Ansa)
Europee
Politiche
Alle Regionali
c’è stato un milione
di voti in meno
rispetto alle Europee
Alle politiche ci
furono 2,7 milioni
di voti, 1,5 milioni in
più delle regionali
EMILIA ROMAGNA
sezioni 1.606 su 4.512
REGIONALI 2014
CANDIDATI
LISTE
Stefano
Bonaccini
47,7
50%
Lega Nord
21 Lega Nord
Forza Italia
8,85 Forza Italia
31,71
Fratelli d’Italia
2,22 Fratelli d’Italia
Giulia
Gibertoni
68,07%
Rita Bartolomei
· BOLOGNA
UN ALTRO choc nell’Emilia Romagna degli scadali per le spese allegre: l’affluenza alle regionali si
ferma al 37,67%. Un baratro. Il
candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini, renziano, è presidente sì, ma in uno scenario mai
visto prima. Fa meglio Mario Gerardo Oliverio in Calabria, che fino a ieri nella mappa democratica
era proprio un altro mondo. La
terra rossa del nord perde un milione di voti dalle Europee, stavolta sono andati a votare 1 milione e
duecentomila persone. Più del
30% in meno dal 2010. Addirittura molti punti sotto la Calabria,
che supera il 44% con un candidato della minoranza.
E COSÌ, nel derby tutto interno al
Pd, il sud strappa una vittoria che
avrà un peso politico. Ma soprattutto fa a pezzi il mito dell’Emilia
Romagna terra rossa. Fa impallidire anche il 47,60% di elettori
che l’anno scorso scelsero il presidente della Basilicata. Nella Regione governata per quindici anni da Vasco Errani – dimissionario a luglio perché condannato in
appello per falso ideologico – ci si
ferma a più di trenta punti sotto il
52,5 Vasco
Pd
- Errani
Sel
52,1
0,9
Idv
0,5
Altri*
Anna
Maria
Pdl
5
Bernini
11,7
36,7 Lega
2013
POLITICHE
Maurizio
Mazzanti
2014
EUROPEE
LISTE
Europee 2014
%
LISTE
26,8 Pd
Pd
5 Scelta Europa
Centro democratico
4,6
Sel
23,5
Altri
Forza Italia
Fdi
2,1 Fdi
22,6
Casa delle Libertà
9,8
10,1 Forza Italia
Pd
Rif. Com.
32,2
Sel
Altri
Pdl
19,6 Giuseppe
Scopelliti
Udc
3,6
57,8 Nuovo Psi
Altri
Movimento 5 stelle 3,75 Movimento 5 stelle 21,5
L’altra Calabria
1,55 Tsipras
4,2
Ncd-Udc
12,7 Ncd-Udc
11,4
11,4
Note: Percentuali dei voti di lista relativi a 103 sezioni scrutinate su 2.409
CANDIDATI % LISTE
35,8 Agazio
1,3 Loiero
1,62
Nico
D’Ascola
0,98 -
Regionali 2010
%
3,79
Domenico
Gattuso
Liberi cittadini
sezioni 135 su 2.409
Wanda
Ferro
Cono
Cantelmi
2,70 Ncd-Udc
punti, il democratico è in testa
con il 47,72% sul 31,71%. Il dato
vero è che i padani fanno un balzo incredibile dal 5% delle Europee e si mangiano Berlusconi
(quasi 21 contro quasi 9%) mentre i grillini resistono (superano il
13%, a maggio erano sopra il 19).
Renzi si mostra sicuro ma le dichiarazioni dei big già prima dei
risultati finali lo isolano. «Sorprende», ragiona in serata Roma-
REGIONALI 2014
60,6
13,7
0,1
2,7
La Destra
4,1
Fed. Sinistra 2,8
19,2
Giovanni
Favia
7,0 M5S
6
2,6
Gianluca
Galletti
4,2 Udc
3,8
-
-
-
Note: Percentuali dei voti di lista relativi a 1.356 sezioni scrutinate su 4.512
CALABRIA
Mario
Oliverio
24,6
1.04
2014
REGIONALI
2010, quando andò a votare il
68% degli elettori.
Lo spoglio delle schede parte con
un clamoroso testa a testa tra Bonaccini e Alan Fabbri, il leghista
sostenuto anche da Forza Italia e
dai Fratelli d’Italia. Illusione di
un momento. Poi alle 2 di notte,
quando si è superato un terzo delle schede scrutinate, con 1.606 sezioni su 4.512, si alza una barriera
di sicurezza che vale quindici
CANDIDATI
%
40,6
1,8
6,4
3,1
2,67
Percentuali riferite all’Emilia Romagna
2010
REGIONALI
Movimento 5 stelle 13,2 M5S
Alessandro
Rondoni
Ncd
69,99%
25%
2009
EUROPEE
L’altra E. Romagna 3,35 Lista Tsipras
CANDIDATI % LISTE
13,24
37,67%
82,1%
76,8%
42,9 Pd
2,96
1,38 Fed. Verdi
0,44 Scelta Europea
Regionali 2010
%
3,59
L’AFFLUENZA
75%
Pd
Sel
E. Romagna civica
Centro democratico
Europee 2014
LISTE
Alan
Fabbri
M. Cristina
Quintavalla
100%
%
Pippo
Callipo
10
%
15,7
4
3,7
11,3
26,4
9,4
5,2
16,6
Idv
5,4
Altri
2,2
no Prodi sul sorpasso della Calabria che s’intravede già dall’affluenza delle 19, perché l’Emilia
Romagna «di solito è di 11-12
punti percentuali superiore, quindi c’è una particolare situazione
di malessere». E non si cambia
musica nemmeno a Campogalliano, il paese del presidente. Bonaccini se lo sentiva, forse aveva i sondaggi. Dopo il 10 punto 8 di mezzogiorno si attacca al telefono e
sprona i candidati: al lavoro! Le
minoranze prendono fiato. Pippo
Civati: «Dati disarmanti. Se andiamo avanti così perde la democrazia».
«È UN PROBLEMA di fiducia
non di voti», ragiona un esponente di spicco del tortello magico, e
va da sé che i voti se ne vanno perché non c’è fiducia. «Siamo nel
bel mezzo di un cambiamento disordinato – ammette una candidata del Pd –. È stata una campagna
elettorale strana. Eravamo tutti
più liberi. Il partito non c’è stato.
O meglio, c’erano tanti pezzi di
Pd, in giro. Cosa diventeremo?
Non è chiaro». Suona l’ora della
vendetta: «Hanno voluto il partito leggero? Eccolo», buttano in
faccia agli altri quelli della ditta.
Non c’è più una regia. E adesso?
Lo scoramento a sinistra è alto.
«La strada di Bonaccini parte tutta in salita».