Risp T345678 - vfioraso.it

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- - - - - - - - - - RISPOSTE BREVI 2° QUADRIMESTRE - - - - - - - - T3. Tempra martensitica + tempra differita martensitica e tempra bainitica
T4. Rinvenimento e bonifica
T5. Carbocementazione
T6. Trattamenti termici dopo la carbocementazione+ spessore efficace
T7. Nitrurazione e spessore efficace T8. Tempra superficiale (fiammatura,
induzione e laser)
Tempra martensitica + tempra differita martensitica e tempra
bainitica
Il trattamento termico di tempra degli acciai consiste nel riscaldare l'acciaio al di
sopra del punto critico A₃, come dimostra il diagramma in acciaio, nel mantenerlo a
tale temperatura per un tempo sufficiente ad assicurare la completa trasformazione
austenitica in tutte le parti del pezzo e nel raffreddarlo rapidamente in modo che
assuma struttura martensitica. Questa è caratterizzata da elevata durezza, ma
anche da notevole fragilità: è perciò necessario far seguire al trattamento di tempra
un trattamento di rinvenimento, che ne attenui gli effetti. Per la scelta della
temperatura di tempra è necessario conoscere con buona approssimazione il punto
critico A₃, che varia col tenore di carbonio e degli elementi di lega dell'acciaio: la
temperatura ottimale si situa a una cinquantina di gradi al di sopra di A₃ e non deve
salire oltre per evitare l'ingrossamento del grano cristallino, che si traduce in un
peggioramento delle caratteristiche del materiale.
Il raffreddamento rapido necessario per la tempra dell'acciaio si ottiene mediante
immersione del pezzo in un mezzo di tempra: i mezzi di tempra comunemente
usati sono, in ordine di drasticità decrescente, acqua o sue soluzioni saline, olio,
sali fusi, aria. La scelta è condizionata dal tenore degli elementi di lega dell'acciaio e
dalle dimensioni del pezzo: infatti quanto più elevato è il tenore degli elementi di
lega, tanto più spostate verso destra sono le curve di trasformazione dell'austenite
e risulta perciò possibile avere trasformazione martensitica anche con velocità di
raffreddamento relativamente modesta. Quest'ultima situazione risulta vantaggiosa
perché quanto più rapido è il raffreddamento tanto maggiori risultano le tensioni
interne, che rimangono nel pezzo in seguito alla trasformazione austenite
martensite, e la possibilità di criccature e rotture. Se l'acciaio contiene notevoli
percentuali di elementi di lega può essere temprato per semplice raffreddamento
all'aria, e per tale ragione si dice autotemprante. Al contrario acciai non legati e
con tenori molto bassi di carbonio (acciai dolci) non possono essere temprati,
perché non è praticamente possibile ottenere raffreddamenti sufficientemente
rapidi, essendo le curve di trasformazione molto spostate verso sinistra. Durante il
raffreddamento la parte esterna del pezzo, a contatto col mezzo di tempra, si
raffredda più rapidamente della parte interna (cuore): pertanto essa inizia la
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trasformazione austenite martensite prima del cuore e, poiché tale trasformazione
avviene con aumento di volume, l'espansione della zona interna è ostacolata dallo
strato superficiale già martensitico. Per evitare eccessive tensioni interne, con
pericolo di rotture, è stato messo a punto un trattamento che viene denominato
tempra differita martensitica.
Nella tempra differita il raffreddamento è
effettuato in due tempi immediatamente
successivi con due mezzi di diverse tempre: il
pezzo viene dapprima immerso in un bagno
di sali fusi a temperatura di poco maggiore di
quello di inizio della trasformazione e
mantenuto a tale temperatura per un tempo
sufficiente a realizzare uniformità di
temperatura, ma non tale da provocare
l'inizio della trasformazione dell'austenite; si
procede poi a un raffreddamento fino a
temperatura ambiente secondo determinate
condizioni, affinché la formazione della
martensite sia pressoché totale.
In taluni casi particolari può essere necessario o preferibile avere, come struttura
conseguente al trattamento, anziché martensite: in tal caso viene effettuato un
trattamento denominato tempra bainitica.
La tempra bainitica può essere eseguita in due modi differenti. Nel primo il pezzo
viene riscaldato al di sopra di A₃, mantenuto in temperatura per avere la completa
trasformazione austenitica, raffreddato velocemente con velocità tale che la
traiettoria di raffreddamento attraversi il campo bainitico, così che la struttura finale
risulti costituita da martensite e bainite. Nel secondo, dopo la fase di riscaldo e
mantenimento, il pezzo viene raffreddato velocemente fino a temperatura maggiore
di Ms, mantenuto a tale temperatura fino a che non si abbia la completa
trasformazione in bainite, indi raffreddato fino a temperatura ambiente.
Rinvenimento e bonifica
Allo stato temprato l'acciaio presenta una elevata durezza e basse caratteristiche di
tenacità. È necessario quindi ricorrere ad un successivo trattamento che ne
modifichi, più o meno profondamente, la struttura martensitica di tempra
annullandone le tensioni e la fragilità. Questo trattamento, denominato
rinvenimento, può essere di due tipi:
1. rinvenimento a bassa temperatura (200-300 °C) per ottenere una diminuzione
delle tensioni e mantenere una comunque notevole durezza --> martensite
rinvenuta
2. rinvenimento ad alta temperatura (550-650 °C). Comprende un riscaldo ad
una temperatura inferiore ad AC1, un mantenimento per un certo tempo a
questa temperatura ed infine un raffreddamento in un mezzo appropriato fino
a temperatura ambiente.
Il rinvenimento deve essere eseguito immediatamente dopo la tempra, per evitare il
pericolo di cricche causa l'elevato stato tensionale in cui si trovano i pezzi temprati.
La temperatura di rinvenimento va scelta in modo da ottenere il miglior
compromesso tra le carattenstiche di durezza e di tenacità.
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E' noto infatti che con l'aumentare della
temperatura si ha un progressivo incremento
della tenacità, dell'allungamento e della
contrazione e, corrispondentemente, una
diminuzione della durezza, della resistenza a
trazione e dello snervamento. L'andamento delle
caratteristiche meccaniche è messo in evidenza
dalle curve di rinvenimento. Quando la
temperatura di rinvenimento è intorno ai 600 °C il
trattamento che ne deriva (tempra e
rinvenimento) viene chiamato bonifica e
permette di conferire all'acciaio un buon
compromesso tra tenacità e resistenza. La
struttura che ne deriva è detta sorbite che è alla
base di tutti gli acciai da costruzione.
Per gli acciai da bonifica viene adottato quel
campo di temperature cui corrisponde il massimo
del prodotto Rm x A%
Negli acciai per molle il rinvenimento viene effettuato nell'intervallo 400°÷ 460 °C in
modo da garantire elevate caratteristiche di elasticità.
La permanenza alla temperatura di rinvenimento viene stabilita in base alle
dimensioni dei pezzi ed al tipo di forno impiegato; essa dovrebbe essere non
inferiore alle 2 ore.
Il raffreddamento finale viene fatto generalmente in aria, ma per gli acciai da
bonifica al Mn, Cr, Cr-Mn e Ni-Cr, che risentono del fenomeno della fragilità di
rinvenimento (malattia di Krupp), è necessario ricorrere al raffreddamento rapido
(acqua od olio). La fragilità di rinvenimento si manifesta con forti cadute dei valori
di tenacità negli acciai già citati raffreddando lentamente, dopo rinvenimento,
nell'intervallo 500-400 °C. Per evitarla si aggiunge Molibdeno o si raffredda
abbastanza velocemente.
Carbocementazione
La carbocementazione (UNI 5381) o piu comunemente "cementazione" e'
attualmente il processo di diffusione maggiormente impiegato a livello industriale.
Esso consiste nella carburazione superficiale di particolari in acciaio a basso tenore
di carbonio (max. 0.20%) ad una temperatura pari ad Ac3+50°C, comunque
generalmente compresa tra 850°C e 950°C.
La carburazione puo' avvenire tramite un mezzo polverulento, pastoso, liquido o
gassoso di particolare composizione chimica in grado di garantire un arricchimento
superficiale di carbonio che acquisirà poi un'elevata durezza (60-62 HRC) con il
successivo trattamento di tempra, conservando al nucleo la resilienza originaria. Il
trattamento è pertanto destinato agli organi meccanici che debbono accoppiare alla
durezza superficiale e resistenza all'usura, la resistenza a fatica (l'aumento di
volume dello strato cementato e temprato legato alla trasformazione martensitica
dell'acciaio arricchito di carbonio induce tensioni di compressione dello strato
superficiale incrementando notevolmente il limite a fatica).
Dopo il trattamento di cementazione vero e proprio i pezzi devono essere temprati
e successivamente rinvenuti, allo scopo di conferire alla superficie le necessarie doti
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di durezza e resistenza all'usura ed al cuore una soddisfacente tenacità e resistenza
a fatica.
Procedimenti di cementazione:
1- nel mezzo solido i pezzi vengono posti in cassette metalliche piene di polveri,
costituite da carbone di legno con una % del 25% di sostanze acceleranti del
processo di cementazione (attivatori) ad una T di 900-950 °C
VANTAGGI: semplice esecuzione e riuscita e modesto costo dell'impianto
SVANTAGGI: elevata durata del processo con formazione di grani grossi,
distorsione dei pezzi ed elevata ossidazione superficiale. Scarsa uniformità di
spessore dei strati cementati
Tale processo viene eseguito per pezzi singoli o piccolissime serie che non
richiedono particolari caratteristiche.
2- nel mezzo liquido si utilizzano bagni di sali fusi. Questo procedimento è
praticamente sparito a partire dagli anni '80 per motivi di natura ecologica
3- il mezzo di cementazione che attualmente viene maggiormente sfruttato a livello
industriale è quello GASSOSO. Grazie a particolari forni in grado di gestire l'intero
processo termochimico, oggi è possibile controllare con estrema precisione tutte le
movimentazioni dei particolari all'interno dell'impianto ma soprattutto gestire con
assoluta precisione l'atmosfera carburante in camera di trattamento.
VANTAGGI: processo controllabile e veloce. Miglior tipo di cementazione dal punto
di vista qualitativo
SVANTAGGI: costo dell'impianto
Trattamenti termici dopo la carbocementazione+ spessore
efficace
Dopo la cementazione si deve sempre procedere al trattamento di tempra per
ottenere sul bordo cementato la massima durezza possibile e al cuore resistenza e
tenacità
I procedimenti sono:
1- tempra diretta Si tempra il pezzo all'uscita del mezzo cementante e senza un
raffreddamento preventivo fino a temperatura ambiente. E' indicato solo per quei
pezzi che non sono soggetti ad urti o a sollecitazioni meccaniche importanti in
quanto generalmente abbiamo grano ingrossato che provoca fragilità del materiale.
Tale trattamento è il più vantaggioso dal punto di vista economico.
2- tempra unica Si effettua sul pezzo
La tempra unica può avvenire secondo i cicli (1) o (2)
Ciclo (1): riscaldamento di
tempra a temperatura
superiore ad Ac3 del
bordo cementato: si
ottiene una grande finezza
e tenacità del bordo
cementato; tuttavia il
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cuore, non essendo
rigenerato né temprato,
presenta resistenza bassa e
resilienza incerta perché la
struttura non è ben definita.
Quindi esiste la possibilità
che il pezzo sia fragile.
Ciclo (2): riscaldamento di tempra a temperatura superiore ad Ac3 del cuore:
il nucleo, completamente rigenerato e temprato, sviluppa il massimo delle sue
proprietà di resistenza e tenacità. Il bordo cementato è invece a grano grosso,
perché temprato a temperatura troppo elevata in base al suo contenuto di C.
In pratica, la scelta della temperatura di tempra viene fatta in funzione della zona
che si vuole privilegiare e del materiale da trattare.
3- la tempra doppia consiste nella
combinazione di due tempre: la prima
adatta al nucleo, l'altra adatta alla parte
esterna: questo trattamento, in cui si
affina il grano sia alla superficie sia al
cuore, si presta particolarmente per
acciai a grano grosso.
Si nota però che la seconda tempra,
effettuata per affinare il grano sulla
superficie carburata, distrugge, almeno
parzialmente, gli effetti della prima tempra al cuore, provocando un rinvenimento,
se non una ricottura del materiale, diminuendo così la resistenza a fatica. Questo
trattamento è inoltre il meno vantaggioso dal punto di vista economico.
Dopo tempra, qualunque sia stato il ciclo, è necessario eseguire una distensione a
bassa temperatura ( 180 - 200 ° C ) per eliminare le tensioni interne, senza
diminuire la durezza del bordo.
Sarà anche necessaria un'operazione di rettifica, per portare il pezzo alle
dimensioni e alla rugosità previste in sede di progetto.
Spessore efficace di cementazione
Si definisce spessore efficace la
distanza tra la superficie esterna del
pezzo cementato e temprato e il punto
interno la cui durezza è
convenzionalmente HV1/15/550.
Si intende invece per spessore totale la
distanza tra la superficie del pezzo e il
punto in cui non si rileva più alcuna
differenza tra le caratteristiche chimiche
e fisiche del cuore e dello strato
indurito (lo spessore efficace è circa
2/3 dello spessore totale)
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Nitrurazione e spessore efficace
La nitrurazìone è un trattamento termochimico con azoto, effettuato sui materiali
ferrosi in campo ferritico, cioè a temperatura compresa tra 450 e 550 °C per un
periodo di tempo che va da qualche ora a parecchie decine di ore, in funzione dello
spessore di nitrurazìone che si vuole ottenere.
I processi di diffusione sono tanto più rapidi quanto più elevata è la temperatura
perchè è maggiore l'energia degli atomi: operando con temperature relativamente
basse (circa 500°C) i tempi del processo saranno più lunghi.
Il mezzo nitrurante può essere un'atmosfera gassosa a base di ammoniaca, un gas
a base di azoto allo stato di plasma o anche un bagno di sali fusi a base di cianuri.
Scopo del trattamento è l'indurimento superficiale di un pezzo, per spessori di
qualche decimo di millimetro, per migliorare la resistenza all'usura e alla fatica
sfruttando il fenomeno d'indurimento per precipitazione, senza alcuna necessità di
tempra martensitica.
Gli acciai destinati alla nitrurazìone hanno il tenore di C proprio degli acciai da
bonifica e contengono alcuni elementi, quali Cr e Al, che hanno il compito di
facilitare l'assorbimento e la diffusione dell'azoto. Se questo non avvenisse si
formerebbe uno strato molto sottile superficiale e molto duro che non lega col
cuore del pezzo. Questa situazione potrebbe essere pericolosa perchè un colpo al
pezzo potrebbe togliere questa parte superficiiale (sfarinatura)
Inoltre elementi di lega quali Cromo, Vanadio e Titanio formano dei nitruri
incrementando enormemente la durezza fino a 1200 HV
La nitrurazìone è generalmente preceduta da un trattamento di bonifica.
Perché la nitrurazìone sia possibile è necessario che:
• il ferro sia allo stato alfa: in caso contrario, l'indurimento sarebbe inferiore;
l'azoto ha come effetto quello di abbassare la temperatura di trasformazione da alfa
a gamma e con la concentrazione di azoto tipica del processo il Fey è stabile già a
585 °C; è quindi necessario riscaldare a temperature più basse di tale valore;
• l'azoto sia allo stato atomico
Spessore di nitrurazione
Si definisce spessore di indurimento totale
(NtT) la distanza tra la superficie esterna
dello strato indurito e il punto in cui non si
rileva più alcuna differenza nei valori delle
durezze.
Si definisce spessore di indurimento
efficace (NtE) la distanza tra la superficie
esterna dello strato indurito e il punto in cui
la durezza di questo assume il valore
convenzionale di 100 HV più del cuore
La nitrurazione ha i seguenti vantaggi rispetto alla carbocementazione:
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durezza superficiale più elevata (HV1000 - 1200 in confronto a circa HV 850);
trattamento finale che non induce ossidazione o deformazione dei pezzi;
assenza di pericolo di ingrossamento del grano cristallino nel corso del
trattamento.
Contemporaneamente, gli svantaggi rispetto alla carbocementazione sono:
strato indurito più sottile e quindi minori carichi specifici sopportabili;
ciclo di produzione più lungo e costoso;
acciai da utilizzare più costosi a causa degli elementi di lega presenti
Tempra superficiale (fiammatura, induzione e laser)
E' il trattamento che riscalda alla T di austenitizzazione la zona che si desidera
indurire facendo subito dopo una tempra martensitica e una distensione.
Tale processo ha lo scopo principale di migliorare la resistenza all'usura e alla fatica
e vi si ricorre in particolare nei casi descritti di seguito.
• Necessità tecnologica di indurire solo alcune superfici, come camme, steli di
valvole o altro.
• Necessità di contenere le deformazioni: i pezzi di forma complessa sono
facilmente soggetti a distorsioni se trattati in maniera convenzionale: con la tempra
superficiale possono essere induriti soltanto nelle zone strettamente necessarie,
riducendo così il rischio di deformazioni.
Vediamo ora quali sono i sistemi più usati per il riscaldamento localizzato.
Fiammatura. Sfrutta l'alta temperatura di una fiamma ossiacetilenica per
riscaldare rapidamente il pezzo. Questo sistema dà luogo a deformazioni limitate ed
è abbastanza economico; presenta tuttavia notevoli difficoltà a ottenere una
costanza nei risultati.
Riscaldamento a induzione. Si ottiene
ponendo il pezzo nel campo elettromagnetico
prodotto da una bobina percorsa da corrente
alternata.
Le correnti indotte dalla bobina tendono a
portarsi alla superficie del pezzo e ne provocano
il riscaldamento per effetto Joule. L'effetto
pellicolare è tanto maggiore quanto più alta è la
frequenza della corrente indotta, quindi,
regolando opportunamente la frequenza, si può variare lo spessore riscaldato e di
conseguenza la profondità di tempra.
Tempra al laser. Con questo procedimento si riscalda solo un strato superficiale
molto sottile del materiale da trattare, lasciando inalterata la parte interna; la
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tempra avviene a causa del raffreddamento provocato dalla parte interna, non
riscaldata dal laser. Infatti, la quantità di calore trasferita dal laser alla superficie del
pezzo è superiore a quella che può essere trasferita negli strati sottostanti, quindi la
temperatura sale velocemente in superficie, dove si raggiunge l'austenitizzazione,
mentre il cuore, non riscaldato, raffredda la parte esterna ed è il responsabile della
successiva tempra.
Prima della tempra superficiale, è necessario che l'acciaio sia stato bonificato o
normalizzato per avere al cuore le proprietà prefissate.
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