I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Normativa, prove di certificazione, criteri di accettazione e di installazione dei dispositivi di ritenuta stradali Ing. Stefano Calamani Direttore del Centro Prove AISICO 1 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Premesse La sicurezza stradale è per tutti i Governi Europei una delle priorità a livello centrale, regionale e locale … A tal fine un compito determinante è svolto dai dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali e tra essi in primo luogo dalle barriere di sicurezza stradale (Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 25 agosto 2004) I dispositivi di ritenuta, rappresentano il principale componente della sicurezza passiva stradale. Tali dispositivi possono essere: BARRIERE DI SICUREZZA ATTENUATORI D’URTO TERMINALI TRANSIZIONI 2 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Normativa Normativa Italiana • Regolamenta le omologazioni dei dispositivi per i quali la normativa comunitaria non è ancora armonizzata • Definisce i criteri di istallazione per le strade con velocità di progetto maggiore o uguale a 70Km/h. Normativa Comunitaria • Definisce, per qualsiasi utilizzo in aree soggette a traffico, le regole per la Certificazione di prodotto (CE) dei dispositivi di ritenuta per i quali la normativa tecnica è armonizzata 3 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Normativa Italiana Decreto Ministeriale n. 223 del 18 febbraio 1992 – Regolamento recante istruzioni tecniche per la progettazione, l’omologazione e l’impiego delle barriere stradali di sicurezza - e dai suoi successivi aggiornamenti. • “I progetti esecutivi relativi alle strade pubbliche extraurbane ed a quelle urbane con velocità di progetto maggiore o uguale a 70 km/h devono comprendere un apposito allegato progettuale, completo di relazione motivata sulle scelte, redatto da un ingegnere, riguardante i tipi delle barriere di sicurezza da adottare, la loro ubicazione e le opere complementari connesse (fondazioni, supporti, dispositivi di smaltimento delle acque, ecc.), nell'ambito della sicurezza stradale” (art. 2, comma 1) • I dispositivi di ritenuta, per poter essere istallati, abbiano preventivamente conseguito un certificato di idoneità tecnica (omologazione) rilasciato dal Ministero competente (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) sulla base dell’esito di prove di urto dal vero (art. 3 comma 1) • L’obbligo di omologazione è vigente solo per i dispositivi appartenenti ad una destinazione e classe per la quale è stata “resa nota la avvenuta omologazione di almeno due tipi di barriere per ciascuna destinazione e classe” (art. 9) • Il comma 1 dell’art. 7 prevede inoltre che “L'ANAS, le società concessionarie di autostrade, le province ed i comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti invieranno ogni due anni al Ministero dei lavori pubblici - Ispettorato circolazione e traffico, un rapporto sommario che sulla base delle esperienze statistiche di esercizio, fornisca indicazioni sulla efficienza e funzionalità delle barriere omologate, segnalando eventuali deficienze rispetto alle caratteristiche previste” 4 (art. 7, comma 1) I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Normativa Italiana Decreto Ministeriale n. 2367 del 21 giugno 2004 – Aggiornamento delle istruzioni tecniche per la progettazione, l’omologazione e l’impiego delle barriere stradali di sicurezza e le prescrizioni tecniche per le prove delle barriere di sicurezza stradale. • aggiorna la istruzioni tecniche allegate al D.M. 223/92, recependo le relative norme comunitarie (EN 1317 parti 1, 2, 3 e 4) (art. 1, comma 2); • “l’idoneità dei dispositivi di ritenuta è subordinata al superamento di prove su prototipi in scala reale, eseguite presso campi prove attrezzati dotati di certificazione secondo le norme EN 17025” (art. 8) • attribuisce al Ministero le attività di studio, ricerca e monitoraggio sui dispositivi di ritenuta (art. 2, comma 1) • introduce per le strade esistenti, il principio di “deformazione più probabile negli incidenti abituali della strada da proteggere” (art. 6 delle Istruzioni tecniche) 5 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Normativa Italiana Direttiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 25 agosto 2004 - Criteri di progettazione, installazione, verifica e manutenzione dei dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali. Per le stradi esistenti, che non sono oggetto di interventi di adeguamento e per le quali pertanto non vige l'obbligo di applicare il decreto ministeriale n. 223/1992 e di sostituire le barriere eventualmente non omologate o non rispondenti ai requisiti previsti dalle istruzioni tecniche allegate allo stesso decreto ministeriale, si richiama tuttavia l'attenzione degli enti proprietari e gestori sui compiti agli stessi assegnati dall'art. 14 del nuovo codice della strada in merito al controllo dell'efficienza tecnica della strada e delle pertinenze stradali tra le quali sono compresi tutti i dispositivi di ritenuta. Pertanto, con la presente direttiva si invitano gli enti in indirizzo a verificare lungo la rete stradale di propria competenza le condizioni di efficienza e di manutenzione dei dispositivi di ritenuta, con particolare riferimento alle modalità di installazione, provvedendo, laddove tali condizioni non siano ritenute sufficienti, a programmarne l'adeguamento alle disposizioni del decreto ministeriale n. 223/1992, secondo le modalità previste dall'art. 2 dello stesso decreto ministeriale. Art. 14 del CdS: “gli Enti proprietari delle strade allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono (omissis) alla manutenzione delle attrezzature” ed al “controllo tecnico dell’efficienza delle strade” 6 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Normativa Italiana Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 21 luglio 2010 - Uniforme applicazione delle norme in materia di progettazione, omologazione e impiego dei dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali. Vengono chiarite alcune delle prescrizioni tecniche contenute nel DM 2367/04. Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 5 ottobre 2010 – Omologazione dei dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali. Aggiornamento norme comunitarie UNI EN 1317, parti 1, 2 e 3 in ambito nazionale. Si ribadisce il superamento della omologazione ministeriale, in osservanza della prossima entrata in vigore della disciplina comunitaria con necessità “recepimento da parte dello scrivente Ministero” degli aggiornamenti delle norme comunitarie. Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 28 giugno 2011 – Disposizioni sull’uso e l’istallazione dei dispositivi di ritenuta stradale. Proroga del periodo di coesistenza. 7 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Normativa Comunitaria COMMISSIONE EUROPEA Barriere di Sicurezza Attenuatori d’urto Prodotti Transizioni Parapetti laterali ENTE DI NORMAZIONE COMUNITARIA (CEN) (M111) Prestazioni sotto l’urto Requisiti essenziali Altezza Resistenza ai carichi orizzontali Tipo di sistema di attestazione Sistema 1 Sostanze pericolose WORKING GROUP 1 8 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Marcatura CE L’armonizzazione di una norma, che avviene attraverso la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, favorisce la libera circolazione delle merci, tende ad assicurare un contesto tecnico comune, favorisce la competitività industriale in particolare per le nuove tecnologie. La norma, cioè, determina i requisiti essenziali dei prodotti, descrive le esigenze che deve soddisfare, individua gli organi competenti alla normalizzazione e le modalità standard per procedere alla valutazione di conformità. I prodotti costruiti secondo tali norme, vengono riconosciuti automaticamente soddisfacenti ai requisiti essenziali. L’applicazione delle procedure previste dalla armonizzazione della norma EN 1317 è in vigore in tutti i Paesi della Comunità Europea dal 1° aprile 2009, mentre l’ultimazione del periodo di coesistenza è stato fissato al 1° gennaio 2011. 9 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Normativa Comunitaria Norme in vigore • UNI EN 1317-1:2010 – Terminologia e criteri generali per i metodi di prova • UNI EN 1317-2:2010 – Classi di prestazione, criteri di accettazione delle prove d’urto e metodi di prova per le barriere di sicurezza inclusi i parapetti veicolari • UNI EN 1317-3:2010 - Classi di prestazione, criteri di accettabilità basati sulla prova di impatto e metodi di prova per attenuatori d’urto • UNI ENV 1317-4:2003 - Classi di prestazione, criteri di accettazione per la prova d'urto e metodi di prova per terminali e transizioni delle barriere di sicurezza • UNI EN 1317-5:2007+A2 - Requisiti di prodotto e valutazione di conformità per sistemi di trattenimento veicoli • UNI CEN/TR 1317-6:2012 – Sistemi di ritenuta dei pedoni – Parapetti pedonali • UNI CEN/TS 1317-8:2012 – Sistemi di ritenuta stradali motociclisti in grado di ridurre la severità dell’urto dei motociclisti in caso di collisione con le barriere di sicurezza 10 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Normativa Comunitaria Norme in fase di approvazione prEN 1317-4:2012 - Classi di prestazione, criteri di accettazione per la prova d'urto e metodi di prova per transizioni e le barriere spostabili. prEN 1317-5:2013 - Requisiti di prodotto e valutazione di conformità per sistemi di trattenimento veicoli. Compiti del Progettista • verificare la validità dei Certificati CE; • verificare il comportamento del dispositivo dai rapporti di prova; • adattare il dispositivo alla istallazione prevista; Tenendo conto che l’unica configurazione certificata è quella di prova. 11 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Marcatura CE Il Sistema di Attestazione per i dispositivi di ritenuta è di tipo 1 e gli Organismi Notificati possono svolgere i seguenti compiti: Sistema di attestazione della conformità Compiti del produttore FPC (Controllo del Processo di Fabbrica) 1 Compiti dell’Organismo Notificato Base per l’affissione della marcatura CE Certificazione di conformità del prodotto sulla base dei compiti dell’organismo notificato e dei compiti assegnati al produttore; Dichiarazione di Conformità del produttore accompagnata dal Certificato FPC ITT (Prove iniziali di Tipo sul prodotto); Prove ulteriori su campioni di prodotto secondo un programma definito FPC sulla base di una ispezione iniziale; FPC in regime di sorveglianza continua, della valutazione e dell’approvazione del controllo del processo di fabbrica. Organismo di Certificazione Organismo di Ispezione Laboratorio di Prova 12 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Marcatura CE Per ottenere la certificazione CE le barriere di Sicurezza devono soddisfare le prestazioni richieste nell’Appendice ZA della norma EN 1317-5: a) Livello di contenimento (Classe da N1 a L4) b) Severità dell’impatto (livello A,B,C) c) Larghezza operativa normalizzata (classe) d) Deflessione dinamica normalizzata (metri) e) Intrusione del veicolo normalizzata (classe) Durabilità Resistenza a rimozione neve (classe) 13 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Marcatura CE Esempio di Schema di marcatura CE 14 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Marcatura CE Marcatura CE di un fabbricante produttore La marcatura CE può essere richiesta dal Fabbricante (o Produttore), che è il Soggetto cui compete la responsabilità legale di apporre un marchio CE su un prodotto. Il fabbricante può eseguire o far eseguire parzialmente o integralmente presso altri siti produttivi il prodotto certificato, a condizione che il sito produttivo recepisca l’FPC (Controllo del Processo di Fabbrica) del Fabbricante e che sia dotato di un proprio sistema di controllo della produzione. La fabbricazione di parte dei dispositivi presso altri centri produttivi non solleva in ogni caso il Fabbricante dalla propria responsabilità legale derivante dall’apposizione del marchio CE sul prodotto Condivisione dei risultati delle ITT Un singolo fabbricante può utilizzare i risultati delle ITT ottenuti da un altro soggetto, per esempio un'industria o un progettista, per un prodotto che egli consideri essere lo stesso, purché siano soddisfatte le condizioni seguenti: a) il fabbricante sia in grado di dimostrare che il prodotto è identico (per esempio, abbia le stesse dimensioni, sia costruito con gli stessi materiali e abbia gli stessi componenti) a quello sottoposto a ITT; b) il soggetto che ha effettuato la prova abbia accettato di fornire i risultati e abbia fornito il rapporto di prova al fabbricante che intende utilizzare i risultati di prova per la propria ITT; c) il fabbricante che utilizza i risultati delle ITT ottenuti da altri a supporto della propria dichiarazione di conformità, rimane responsabile della conformità del prodotto a tutti i requisiti del presente documento, comprese la progettazione e la fabbricazione del prodotto. 15 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Marcatura CE Marcatura CE di un fabbricante produttore 16 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Marcatura CE Marcatura CE di un fabbricante non produttore 17 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Centri Prova Per conseguire la Certificazione CE la normativa comunitaria prescrive che il dispositivo sia sottoposto con esito positivo a prove di crash che devono essere eseguite presso Organismi Notificati per le attività di Laboratorio Il Centro Prove Aisico 18 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Sistema di lancio I veicoli vengono trascinati da un cavo trainato da un sistema idraulico alimentato da due motori diesel da 500CV. La regolazione della velocità del lancio viene controllata da un sistema automatizzato che attraverso la lettura di un encoder segue una curva di accelerazione pre-impostata. La determinazione della velocità finale di impianto è effettuata da un sistema velox collocato a 6 metri dal punto d’impatto. 19 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Sistema di lancio Diagramma di lancio teorico 20 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Sistema di lancio Diagramma di lancio reale 21 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Sistema di ripresa video Ubicazione telecamere 22 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Sistema di acquisizione dati accelerometrici Centralina di acquisizione dati formata da due moduli di 8 canali ciascuno, per un totale di 16 canali. Un contenitore di protezione in alluminio, fissato al telaio del veicolo in prossimità dell’asse posteriore, al cui interno sono installate due terne di accelerometri unidirezionali disposti secondo i tre assi del veicolo (longitudinale, trasversale e verticale). Un trasduttore di Velocità Angolare con fondo scala 70 rad/s, a circa 4,0 cm dalla prima terna, lungo l’asse longitudinale del veicolo in direzione anteriore, per la misura della velocità di rotazione attorno all’asse verticale del veicolo 23 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Prove sulle barriere di Sicurezza La norma EN 1317-1 indica: • Le caratteristiche dei siti di prova • Le strumentazioni dei veicoli • Le specifiche dei veicoli di prova • Il metodo per il calcolo dell’indice di severità dell’accelerazione (ASI) • Il metodo di calcolo della velocità teorica della testa (THIV) • I criteri per la valutazione dell’indice di deformazione dell’abitacolo del veicolo (VCDI) La norma EN 1317-2 indica: • Le classi di prestazione delle barriere • I criteri di accettazione delle prove d’urto • I metodi di prova • I contenuti del rapporto di prova 24 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Prove sulle barriere di Sicurezza Tipologie delle prove di crash sulle barriere di sicurezza definite dalla norma EN 1317-2: Velocità d’urto Angolo d’urto Massa totale del veicolo (km/h) (gradi) (kg) TB11 100 20 900 Automobile TB21 80 8 1.300 Automobile TB22 80 15 1.300 Automobile TB31 80 20 1.500 Automobile TB32 110 20 1.500 Automobile TB41 70 8 10.000 Autocarro rigido TB42 70 15 10.000 Autocarro rigido TB51 70 20 13.000 Autobus TB61 80 20 16.000 Autocarro rigido TB71 65 20 30.000 Autocarro rigido TB81 65 20 38.000 Autocarro articolato Prova Tipo di veicolo 25 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Prove sulle barriere di Sicurezza • Velocità: +7,0% / - 0 • Angolo: -1,0° / + 1,5° Area di tolleranza combinata: 26 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza EN 1317-5 Appendice ZA: LIVELLO DI CONTENIMENTO SEVERITA’ DELL’URTO (ASI) LARGHEZZA OPERATIVA NORMALIZZATA DEFLESSIONE DINAMICA NORMALIZZATA INTRUSIONE DEL VEICOLO NORMALIZZATA Caratteristiche non essenziali: • decelerazione post-urto della testa (THIV) • indice di deformazione dell’abitacolo del veicolo (VCDI) 27 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza LIVELLO DI CONTENIMENTO Energia alla quale viene sottoposta la barriera di sicurezza per verificarne la resistenza. Livelli di contenimento Prove di accettazione Contenimento con angolo d’urto basso T1 TB21 T2 TB22 T3 TB41 e TB21 Contenimento normale N1 TB31 N2 TB32 e TB11 Contenimento più elevato H1 TB42 e TB11 H2 TB51 e TB11 H3 TB61 e TB11 L1 TB42 e TB32 e TB11 L2 TB51 e TB32 e TB11 L3 TB61 e TB32 e TB11 Contenimento molto elevato H4a TB71 e TB11 H4b TB81 e TB11 L4a TB71 e TB32 e TB11 L4b TB81 e TB32 e TB11 28 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza SEVERITA’ DELL’URTO Diagramma dell’ASI delle decelerazioni percepite da un passeggero seduto in prossimità del punto P di applicazione della strumentazione accelerometrica. 29 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza SEVERITA’ DELL’URTO La norma prevede per l’indice ASI tre classi di severità d’urto: Livello di severità dell’urto Valore dell’indice A ASI < 1,0 B 1,0 < ASI < 1,4 C 1,4 < ASI < 1,9 30 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza LARGHEZZA OPERATIVA NORMALIZZATA Distanza laterale massima fra il lato rivolto verso il traffico prima dell’urto della barriera di sicurezza (barriera indeformata) e la massima posizione laterale dinamica di una qualunque parte della barriera. 31 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza LARGHEZZA OPERATIVA NORMALIZZATA 32 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza LARGHEZZA OPERATIVA NORMALIZZATA Classi di livelli di larghezza operativa Livelli di larghezza operativa normalizzata normalizzata W1 W < 0,6 W2 W < 0,8 W3 W < 1,0 W4 W < 1,3 W5 W < 1,7 W6 W < 2,1 W7 W < 2,5 W8 W < 3,5 33 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza DEFLESSIONE DINAMICA NORMALIZZATA Spostamento dinamico laterale massimo di un punto qualsiasi del lato rivolto verso il traffico della barriera 34 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza INTRUSIONE DEL VEICOLO NORMALIZZATA Posizione laterale massima del veicolo rispetto al lato rivolto verso il traffico prima dell’urto della barriera di sicurezza (barriera indeformata). Per gli autocarri e gli articolati, l’intrusione del veicolo va calcolata ipotizzando un’altezza del veicolo da terra pari a 4 metri. 35 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche non essenziali delle barriere di Sicurezza VELOCITA’ TEORICA DELLA TESTA (THIV) Diagramma del THIV 36 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche non essenziali delle barriere di Sicurezza VELOCITA’ TEORICA DELLA TESTA (THIV) Prova n. 1010 – asse ASI 0,8 - THIV 26 Prova n. 1066 – asse ASI 0,9 – THIV 25 37 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche non essenziali delle barriere di Sicurezza INDICE DI DEFORMAZIONE DELL’ABITACOLO DEL VEICOLO (VCDI) DEFINITO DA UNA SIGLA CON DUE CARATTERI ALFABETICI E SETTE CARATTERI NUMERICI Due caratteri alfabetici – massima deformazione AS = tutti i sedili Sette caratteri numerici – percentuale di deformazione PERCENTUALE DI RIDUZIONE DI 7 DIMENSIONI INTERNE PRESTABILITE FS = sedili anteriori BS = sedili posteriori RS = sedili di destra LS = sedili di sinistra RF = anteriore destra LF = anteriore sinistra RB = posteriore destra LB = posteriore sinistra Il valore numerico è pari a: • 0 se la riduzione è minore o uguale al 3% • 1 se la riduzione è maggiore del 3% e minore o uguale del 10% • 2 se la riduzione è maggiore del 10% e minore o uguale al 20% • 3 se la riduzione è maggiore del 20%, o se non è possibile misurarla a causa delle deformazione. 38 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Caratteristiche essenziali delle barriere di Sicurezza INDICE DI DEFORMAZIONE DELL’ABITACOLO DEL VEICOLO (VCDI) Ante urto Post urto 39 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Criteri di accettabilità delle prove d’urto COMPORTAMENTO DELLA BARRIERA DI SICUREZZA Prova n. 1077 – asse • • • Prova n. 1078 – asse La barriera di sicurezza deve contenere il veicolo senza che avvenga la rottura degli elementi longitudinali principali; Tutte le parti staccate della barriera di sicurezza, aventi massa maggiore di 2,0 Kg, devono essere identificate, localizzate e registrate nel rapporto di prova indicandone le dimensioni; Fondazioni, ancoraggi e fissaggi devono avere un comportamento analogo al progetto della barriera stessa. 40 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Criteri di accettabilità delle prove d’urto COMPORTAMENTO DEL VEICOLO DI PROVA • Durante e dopo l’urto, non più di una ruota del veicolo deve passare completamente sopra o sotto alla barriera di sicurezza; Prova n. 1051 – asse • Prova n. 1058 – asse Il veicolo non deve ribaltarsi e non più del 5% della massa di zavorra deve staccarsi o spargersi durante la prova 41 Criteri di accettabilità delle prove d’urto 42 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Criteri di accettabilità delle prove d’urto COMPORTAMENTO DEL VEICOLO DI PROVA • Dopo l’urto il veicolo deve lasciare la barriera di sicurezza in modo che le tracce delle ruote non attraversino una linea parallela al lato del sistema che inizialmente era rivolto verso il traffico, a una distanza A aumentata della larghezza del veicolo e aumentata del 16% della lunghezza del veicolo, entro una distanza B dall’ultimo (ossia il più vicino a valle della barriera) punto P, in cui le ultime tracce delle ruote del veicolo intersecano di nuovo la linea originale del lato della barriera che inizialmente era rivolto verso il traffico. • Per le automobili e gli altri veicoli le distanze A e B devono essere come specificate nel prospetto seguente. Tipo di veicolo A (m) B (m) Automobile 2,2 10 Altri veicoli 4,4 20 43 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Criteri di accettabilità delle prove d’urto COMPORTAMENTO DEL VEICOLO DI PROVA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Passa Non passa Tracce delle ruote Bordo del box di uscita A + Larghezza del veicolo + 16% Lunghezza del veicolo Lato della barriera di sicurezza indeformata che inizialmente era rivolto verso il traffico Punto P Forma deformata della barriera di sicurezza Distanza dall’ultimo (ossia il più vicino all’estremità di valle della barriera) punto P 44 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Criteri di accettabilità delle prove d’urto COMPORTAMENTO DEL VEICOLO DI PROVA 45 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Criteri di accettabilità delle prove d’urto INDICI DI SEVERITA’ Livello di severità dell’urto Valori degli indici A ASI < 1,0 B ASI < 1,4 C ASI < 1,9 e THIV < 33 km/h 46 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Rapporti di Prova Tutti i dati (sia sostanziali che formali) che deve contenere il rapporto di prova sono indicati nell’Appendice A della norma EN 1317-2. SOMMARIO DEI RISULTATI – SUMMARY RESULTS DATI GENERALI GENERAL TIPO DI PROVA TB81 TEST TYPE NUMERO DI PROVA …….. TEST NUMBER BARRIERA DI SICUREZZA DISPOSITIVO TESTATO SPARTITRAFFICO MONOFILARE SU OPERA D’ARTE CLASSE H4B MOD. ………. TEST DEVICE DATA DELLA PROVA 22/01/2014 TEST DATE PARAMETRI DELLA PROVA MASSA DEL VEICOLO VELOCITÀ VEICOLO ANGOLO DI IMPATTO 37500 Kg 65,4 Km/h 20° TEST PARAMETERS VEHICLE MASS VEHICLE VELOCITY IMPACT ANGLE RISULTATI DELLA PROVA MAX. DEFLESSIONE DINAMICA 1,2 m MAX. DEFLESSIONE DINAMICA NORMALIZZATA 1,2 m LARGHEZZA DI LAVORO DISPOSITIVO 1,3 m TEST RESULTS MAX. DYNAMIC DEFLECTION MAX. NORMALISED DYNAMIC DEFLECTION TEST DEVICE WORKING WIDTH TB81 …….. H4B SAFETY BARRIER ON CONCRETE CURB FOR TRAFFIC DIVIDER MOD. ............. 22/01/2014 37500 Kg 65,4 Km/h 20° SOMMARIO DEI RISULTATI – SUMMARY RESULTS DATI GENERALI GENERAL LARGHEZZA DI LAVORO TEST DEVICE DISPOSITIVO NORMALISED 1,3 m 1,3 m NORMALIZZATA WORKING WIDTH CLASS OF CLASSE DELLA LARGHEZZA NORMALISED W4 W4 DI LAVORO NORMALIZZATA WORKING WIDTH INTRUSIONE DEL VEICOLO 1,5 m VEHICLE INTRUSION 1,5 m INTRUSIONE DEL VEICOLO NORMALISED 1,5 m – VI5 1,5 m – VI5 NORMALIZZATA VEHICLE INTRUSION MAX. DEFORMAZIONE MAX PERMANENT 1,0 m 1,0 m PERMANENTE DEFLECTION COMPORTAMENTO DEL DISPOSITIVO IL DISPOSITIVO CONTIENE IL VEICOLO SI 1,2 m 1,2 m 1,3 m PARTI PRINCIPALI LONGITUDINALI DEL DISPOSITIVO ROTTE O DIVELTE NO TEST DEVICE BEHAVIOUR THE BARRIER CONTAINED THE TEST VEHICLE COMPLETE BREAKAGE OF ANY PRINCIPAL LONGITUDINAL ELEMENTS OF THE TEST ITEM YES NOT 47 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Rapporti di Prova SOMMARIO DEI RISULTATI – SUMMARY RESULTS DATI GENERALI GENERAL TEST ITEMS PARTS ELEMENTI SUPERIORI A 2 Kg OVER THE MASS OF SI 2 Kg TOTALLY COMPLETAMENTE STACCATI DETACHED COMPORTAMENTO DEL VEICOLO NON PIÙ DI UNA RUOTA DEL VEICOLO OLTREPASSA LA PARTE PIÙ ARRETRATA DEL SISTEMA DEFORMATO IL VEICOLO SI RIBALTA NELL’AREA DI PROVA LA TRAIETTORIA DEL VEICOLO SI TROVA ALL’INTERNO DEL BOX CEN PIÙ DEL 5% DELLA MASSA DELLA ZAVORRA SI STACCA O SI SEPARA DURANTE L’URTO SI NO SI NO VEHICLE BEHAVIOUR NOT MORE THAN ONE WHEEL OF THE VEHICLE PASSES OVER THE REARMOST PART OF DEFORMED SYSTEM THE VEHICLE ROLLS OVER INSIDE THE TEST AREA VEHICLE TRAJECTORY WHITIN EXIT BOX MORE THAN 5% OF THE MASS OF THE BALLAST BECOMES DETACHED OR SPLITTED DURING THE TEST YES Informazioni aggiuntive: YES NOT YES • Materiali componenti il dispositivo di prova • Tipo di supporti delle barriere • Caratteristiche di istallazione dei dispositivi • Parere del Centro Prove sull’esito della prova NOT 48 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Modifica delle barriere di sicurezza Certificate Le modifiche possono essere di due tipi: Modifiche del dispositivo • • • • Le modifiche del dispositivo certificato sono regolamentate dall’Appendice A della norma EN 1317-5 Esistono tre classi di modifiche: lievi, moderate o significative Responsabilità dell’Organismo Notificato E’ possibile la marcatura CE come prodotto modificato. Modifiche di istallazione • Durante le operazioni di montaggio si possono riscontrare situazioni che possono obbligare ad apportare modifiche, a volte anche sostanziali • Responsabilità del Progettista • Non è possibile la marcatura CE 49 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Modifica delle barriere di sicurezza Certificate MODIFICHE DEL DISPOSITIVO Categoria A Tipo Modifica modifica Lieve Descrizione Esempi - barriera riverniciata - barriera di cls Informazione richiesta Modifiche che non richiedono prefabbricata Descrizione della cambiamenti di tipo meccanico provvista di rinforzo modifica proposta aggiuntivo per ragioni di produzione Modifiche di uno o più componenti i cui effetti sulle B Moderata - cambiamento di prestazioni della barriera bulloni non progettati possono essere determinati per snervarsi attraverso analisi statistiche o - dinamiche o altri mezzi aumento della lunghezza della lama appropriati - sostituzione dei giunti di una barriera in cls C Significativa Modifiche di entità superiori ad A o B prefabbricata - modifica dei materiali - cambiamento di bulloni progettati per snervarsi Rapporto scritto, da parte di un progettista, con la prova e/o i metodi utilizzati, confrontati con i valori originali Ulteriori prova d’urto (eventualmente ridotte nei casi di modifiche previste al punto 5 dell’Allegato A della norma) 50 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Modifica delle barriere di sicurezza Certificate MODIFICHE DELL’ISTALLAZIONE Nell'installazione sono tollerate piccole variazioni, rispetto a quanto indicato nei certificati di omologazione, conseguenti alla natura del terreno di supporto o alla morfologia della strada (ad esempio: infissione ridotta di qualche paletto o tirafondo; inserimento di parte dei paletti in conglomerati cementizi di canalette; eliminazione di supporti localizzati conseguente alla coincidente presenza di caditoie per l'acqua o simili). Altre variazioni di maggior entità e comunque limitate esclusivamente alle modalità di ancoraggio del dispositivo di supporto sono possibili solo se previste in progetto, come riportato nell'art. 6 (art. 5 delle Istruzioni tecniche allegate al D.M. 2367/04). In caso di impiego di dispositivi installati su cordoli o terreni con dimensioni e/o caratteristiche meccaniche diverse rispetto a quelle di prova, il progettista della installazione, così come previsto dall’art. 6 del D.M. 21.06.2004, dovrà dimostrare con specifici disegni esecutivi e relazioni di calcolo, e sotto la propria responsabilità, che dette dimensioni, caratteristiche meccaniche e/o eventuali differenti posizionamenti della barriera garantiscono condizioni di funzionamento sostanzialmente analoghe a quelle delle prove di crash. La modalità di installazione (ancorata su cordolo o infissa in terra) dovrà essere quella adottata nelle prove di crash con la sola eccezione delle zone di transizione, di ancoraggio e nei punti singolari, dove il progettista potrà adottare soluzioni difformi da quelle di crash (art. 6 della Circolare del 21 luglio 2010). 51 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Impiego delle barriere di Sicurezza Le barriere di sicurezza possono essere classificate in: Barriere per bordo laterale Barriere per opere d’arte Barriere per spartitraffico 52 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Impiego delle barriere di Sicurezza La norma italiana D.M. 2367/04 individua le classi minime delle barriere in funzione del TMG (traffico giornaliero medio nei due sensi) e delle caratteristiche delle strade: Tipo di strada I Barriere spartitraffico H2 Barriere bordo laterale H1 Barriere bordo ponte (1) H2 II H3 H2 H3 III H3-H4 H2-H3 H3-H4 I H1 N2 H2 II H2 H1 H2 III H2 H2 H3 I N2 N1 H2 II H1 N2 H2 III H1 H1 H2 Tipo di traffico Autostrade (A) e strade extraurbane principali (B) Strade extraurbane secondarie (C) e Strade urbane di scorrimento (D) Strade urbane di quartiere (E) e strade locali (F) Tipo di traffico TGM % Veicoli con massa > 3,5 t I < 1000 Qualsiasi I > 1000 <5 II > 1000 5 < n < 15 III > 1000 > 15 53 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Zone da proteggere La norma italiana D.M. 2367/04 individua quali siano le zone da proteggere in fase di progettazione: • • I margini di tutte le opere d'arte all'aperto quali ponti, viadotti, ponticelli, sovrappassi e muri di sostegno della carreggiata, indipendentemente dalla loro estensione longitudinale e dall'altezza dal piano di campagna; lo spartitraffico; • Il margine laterale stradale nelle sezioni in rilevato dove il dislivello tra il colmo dell'arginello ed il piano di campagna e' maggiore o uguale a 1 m; la protezione è necessaria per tutte le scarpate aventi pendenza maggiore o uguale a 2/3. Nei casi in cui la pendenza della scarpata sia inferiore a 2/3, la necessità di protezione dipende dalla combinazione della pendenza e dell'altezza della scarpata, tenendo conto delle situazioni di potenziale pericolosità a valle della scarpata (presenza di edifici, strade, ferrovie, depositi di materiale pericoloso o simili); • Gli ostacoli fissi (frontali o laterali) che potrebbero costituire un pericolo per gli utenti della strada in caso di urto, quali pile di ponti, rocce affioranti, opere di drenaggio non attraversabili, alberature, pali di illuminazione e supporti per segnaletica non cedevoli, corsi d'acqua, ecc, ed i manufatti, quali edifici pubblici o privati, scuole, ospedali, ecc. 54 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Zone da proteggere Non è necessario proteggere: • tratti in trincea o dove sono presenti muri controripa. In queste situazioni il progettista dovrà valutare caso per caso le situazioni in cui risulti preferibile l’aggiunta di una protezione in funzione della conformazione della sezione (considerando, ad esempio, la conformazione della cunetta di drenaggio anche in relazione a quanto prescritto dal D.M. 5.11.2001 e s.m.i.) e della eventuale presenza di ostacoli (art. 4 della Circolare del 21 luglio 2010); • gallerie dove il profilo redirettivo richiesto dal D.M. 6792 del 5.11.2001 e s.m.i., per le gallerie realizzate su strade nuove, rappresenta, nella configurazione riportata, una mera configurazione geometrica dell’elemento marginale e non una barriera omologata o provata conformemente alle norme della serie UNI EN 1317 (art. 4 della Circolare del 21 luglio 2010). 55 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Zone da proteggere Prova n. 679 - fronte 56 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su terra CONFORMAZIONE DEL TERRENO RETROSTANTE Il terreno di istallazione differisce dal terreno del Centro Prove: • per configurazione (rilevato anziché in piano); • per caratteristiche meccaniche. 57 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su terra CONFORMAZIONE DEL TERRENO RETROSTANTE Prova n. 1058 – fronte 58 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su terra CONFORMAZIONE DEL TERRENO RETROSTANTE Prova n. 1067 – fronte 59 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su terra CONFORMAZIONE DEL TERRENO RETROSTANTE Prova n. 1067 – retro 60 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su terra CONFORMAZIONE DEL TERRENO RETROSTANTE Prova n. 1020 - asse 61 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su terra QUALITA’ DEL TERRENO 62 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su terra QUALITA’ DEL TERRENO Ingombro della ruota visto posteriormente 63 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo Il progettista dovrà inoltre curare con specifici disegni esecutivi e relazioni di calcolo l'adattamento dei singoli dispositivi alla sede stradale in termini di supporti (art. 6 delle Istruzioni tecniche allegate al D.M. 2367/04) In caso di impiego di dispositivi installati su cordoli (omissis) con dimensioni e/o caratteristiche meccaniche diverse rispetto a quelle di prova, il progettista della installazione, così come previsto dall’art. 6 del D.M. 21.06.2004, dovrà dimostrare con specifici disegni esecutivi e relazioni di calcolo, e sotto la propria responsabilità, che dette dimensioni, caratteristiche meccaniche e/o eventuali differenti posizionamenti della barriera garantiscono condizioni di funzionamento sostanzialmente analoghe a quelle delle prove di crash (punto 7 della Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 21 luglio 2007) 64 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo STUDIO AISICO PER BARRIERE SU CORDOLO Partendo da una prova reale, studio della variazione del comportamento del veicolo e del dispositivo in presenza di cordoli rialzati. Altezza cordolo: 0 , 10 , 20 cm Sporgenza cordolo: -20 , 0 , 20 , 40 cm 65 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo STUDIO AISICO PER BARRIERE SU CORDOLO Veicoli utilizzati Veicolo utilizzato per le simulazioni della TB11 (900Kg) Peugeot 206 Veicolo utilizzato per le simulazioni della TB81 (900Kg) 38Ton 66 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB11 Altezza cordolo: 0 cm Sporgenza cordolo: 0 cm 67 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB11 Altezza cordolo: 10 cm Sporgenza cordolo: 0 cm 68 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB11 Altezza cordolo: 10 cm Sporgenza cordolo: 20 cm 69 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB11 Altezza cordolo: 10 cm Sporgenza cordolo: -20 cm 70 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB11 Altezza cordolo: 10 cm Sporgenza cordolo: 40 cm 71 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB11 Altezza cordolo: 20 cm Sporgenza cordolo: 0 cm 72 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB11 Altezza cordolo: 20 cm Sporgenza cordolo: 20 cm 73 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB11 Altezza cordolo: 20 cm Sporgenza cordolo: -20 cm 74 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB11 Altezza cordolo: 20 cm Sporgenza cordolo: 40 cm 75 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo STUDIO AISICO PER BARRIERE SU CORDOLO PROVA TB11 Sporgenza cordolo (distanza tra il Altezza cordolo filo del cordolo ed il filo della ASI THIV 0 1,20 27,00 -20 1,43 32,76 0 1,24 31,64 20 1,24 32,56 40 1,26 31,55 -20 1,66 30,71 0 1,27 29,43 20 1,20 28,91 40 1,26 28,06 barriera rivolto verso il traffico) 0 10 20 76 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo STUDIO AISICO PER BARRIERE SU CORDOLO PROVA TB11 GRAFICI ASI 77 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo STUDIO AISICO PER BARRIERE SU CORDOLO PROVA TB11 GRAFICI THIV 78 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB81 Altezza cordolo: 0 cm Sporgenza cordolo: 0 cm 79 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB81 Altezza cordolo: 10 cm Sporgenza cordolo: 0 cm 80 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB81 Altezza cordolo: 10 cm Sporgenza cordolo: 20 cm 81 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB81 Altezza cordolo: 10 cm Sporgenza cordolo: -20 cm 82 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB81 Altezza cordolo: 10 cm Sporgenza cordolo: 40 cm 83 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB81 Altezza cordolo: 20 cm Sporgenza cordolo: 0 cm 84 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB81 Altezza cordolo: 20 cm Sporgenza cordolo: 20 cm 85 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB81 Altezza cordolo: 20 cm Sporgenza cordolo: -20 cm 86 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo PROVA TB81 Altezza cordolo: 20 cm Sporgenza cordolo: 40 cm 87 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo STUDIO AISICO PER BARRIERE SU CORDOLO PROVA TB11 Sporgenza cordolo (distanza tra il filo del Altezza cordolo cordolo ed il filo della barriera rivolto Working width [cm] verso il traffico) 0 10 20 0 130 -20 110 0 107 20 123 40 110 -20 105 0 108 20 101 40 105 88 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo STUDIO AISICO PER BARRIERE SU CORDOLO PROVA TB81 GRAFICI ASI 89 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere su cordolo STUDIO AISICO PER BARRIERE SU CORDOLO CONCLUSIONI • Un cordolo rialzato di 10 cm comporta un incremento del 5-10% dell’ASI e del 20% del THIV. • Aumentando da 10 a 20 cm il rialzo, i valori dell’ASI tendono a ridursi mentre il THIV si riduce di circa il 10% • per ASI e THIV la posizione peggiore del cordolo è quella arretrata rispetto al filo della barriera • il cordolo rialzato riduce la larghezza di lavoro, mentre la posizione del cordolo non comporta variazioni significative 90 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Istallazione in curva Un dispositivo posizionato in curva fornisce un comportamento differente da quello registrato durante le prove di crash. Impatto teorico su una barriera in curva Impatto effettivo su una barriera in curva E’ discrezione del progettista valutare, in caso di istallazione su strade con elevate curvature, l’efficacia di un dispositivo. 91 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Lunghezza minima di istallazione Lunghezza della zona da proteggere con una aggiunta a monte ed a valle di zone di “approccio” Lunghezza minima = lunghezza della istallazione del crash 92 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Terminali di barriere Certificate Il terminale testato non conferisce al terminale nessuna capacità prestazionale ma solo una capacità di contenimento maggiore del dispositivo. Barriera testata con terminale a monte Barriera testata con terminale a valle Barriera testata senza terminale a monte Barriera testata senza terminale a valle 93 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Deformazione più probabile negli incidenti abituali Per le strade esistenti o per allargamenti in sede di strade esistenti il progettista potrà prevedere la collocazione dei dispositivi con uno spazio di lavoro (inteso come larghezza del supporto a tergo della barriera) necessario per la deformazione più probabile negli incidenti abituali della strada da proteggere, indicato come una frazione del valore della massima deformazione dinamica rilevato nei crash test; detto spazio di lavoro non sarà necessario nel caso di barriere destinate a ponti e viadotti, che siano state testate in modo da simulare al meglio le condizioni di uso reale, ponendo un vuoto laterale nella zona di prova; considerazioni analoghe varranno per i dispositivi da bordo laterale testati su bordo di rilevato e non in piano, fermo restando il rispetto delle condizioni di prova (art. 6 delle Istruzioni del D.M. 2367/04). La metodologia AISICO adotta la tecnica “Safety Analysis of Multimodal Transportation Corridors”. • definizione della “energia di impatto” con cui il veicolo in svio in una data condizione di velocità e corsia di svio, a cui è associata la probabilità di accadimento, dovrebbe urtare contro la barriera • definizione della probabilità che avvenga uno svio di un veicolo di una data classe veicolare, da una data corsia, con una velocità uguale o superiore ad un dato valore. 94 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Deformazione più probabile negli incidenti abituali 100 90 Urti con ET<ET* (%) 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 Energia di impatto (KJ) ET* Probabilità di svio a destra con energia ET<ET* 95 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Attenuatori d’urto Caratteristiche essenziali per gli attenuatori d’urto 96 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Attenuatori d’urto LIVELLO DI CONTENIMENTO Gli attenuatori d’urto, regolamentati dalla EN 1317-3, si classificano in 5 livelli in base al proprio livello di assorbimento di energia Attenuatore d’urto redirettivo Livello Prove di accettazione 50 TC 1.1.50 - - - TC 4.2.50a) - 80/1 - TC 1.2.80 TC 2.1.80 - TC 4.2.80a) - 80 TC 1.1.80 TC 1.2.80 TC 2.1.80 TC 3.2.80 TC 4.2.80a) TC 5.2.80a) 100 TC 1.1.100 TC 1.2.100 TC 2.1.100 TC 3.2.100 TC 4.2.100a) TC 5.2.100a) 110 TC 1.1.100 TC 1.3.110 TC 2.1.100 TC 3.2.110 TC 4.3.110a) TC 5.3.110a) Le prove contrassegnate con a) sono pertinenti solo agli attenuatori d’urto ridirettivi 97 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Attenuatori d’urto Specifiche tecniche delle prove e traiettorie di avvicinamento 98 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Attenuatori d’urto INDICE DI SEVERITA’ Livello di severità dell’urto Valori dell’indice ASI A ASI < 1,0 B 1,0 < ASI < 1,4 THIV < 44 km/h (prove 1, 2 e 3) < 33 km/h (prove 4 e 5) 99 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Attenuatori d’urto Esempio di un certificato CE di un attenuatore d’urto 100 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Attenuatori d’urto 101 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Attenuatori d’urto Esempio di un certificato CE di un attenuatore d’urto 102 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Transizioni Le transizioni sono regolamentate dalla norma ENV 1317-4 Caratteristiche essenziali per le transizioni 103 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Transizioni Norma prEN1317-4 Metodo A: la transizione è testata con le tradizionali due prove (TB11 + prova veicolo pesante) previste per le barriere di sicurezza – unica transizione certificabile CE; Metodo B1: la transizione è verificata con due simulazioni numeriche veicolo leggero e veicolo pesante); Metodo B2: metodo di calcolo, applicabile quando le due barriere contigue differiscano per non più di una classe; Metodo B3: metodo di calcolo, applicabile quando le due barriere contigue differiscano per non più di due classi. Criteri di progettazione Tutti gli elementi longitudinali delle due barriere devono essere collegati attraverso la transizione; La variazione dell’altezza degli elementi longitudinali deve essere graduale con una pendenza non superiore all’8%; Il lato rivolto verso il traffico delle barriere deve variare gradualmente con differenza non superiore al 5%; La transizione deve compensare gradualmente la differenza delle rigidezze delle due barriere; Se la rigidezza flessionale di uno o più elementi è superiore di oltre il 50% alla maggiore rigidezza dell’altra barriera, la transizione non deve essere inferiore a 6 metri; La lunghezza delle transizione non deve essere inferiore alla differenza delle deflessioni dinamiche normalizzate delle due barriere, con alcuni fattori correttivi. 104 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Transizioni Transizione non conforme tra una barriera su opera d’arte ed una su terra Transizione apparentemente conforme tra una barriera su opera d’arte ed una su terra 105 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Transizioni Esempio di un certificato CE di una transizione 106 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Terminali I terminali sono attualmente regolamentate dalla norma ENV 1317-4, in futuro saranno regolamentati dalla norma EN 1317-7, attualmente in elaborazione. Caratteristiche essenziali dei terminali 107 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Terminali I terminali possono essere: Semplici Speciali Nessuna prestazione Prestazioni definite dalla norma con obbligo di prove ed omologazione ministeriale. 108 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Terminali Esempi di terminali semplici 109 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Terminali Prova 1059 Terminale speciale 110 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Terminali Prova 1059 Terminale speciale 111 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Terminali Esempio di un certificato CE di un terminale 112 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere per motociclisti SPECIFICA TECNICA CEN/TS 1317-8 I dispositivi per motociclisti possono essere: Continui Discontinui CMPS – continuous motorcyclist protection system DMPS discontinuous motorcyclist protection system 113 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere per motociclisti Dispositivi discontinui: Classe Prove richieste D60 TM.1.60 TM.2.60 D70 TM.1.70 TM.2.70 Dispositivi continui: Classe Prove richieste C60 TM.1.60 TM.3.60 C70 TM.1.70 TM.3.70 114 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere per motociclisti Configurazione di Prova Tipo di dispositivo TM.1.60 CMPS e DMPS Centrato (1) 60 TM.2.60 DMPS Disassato (2) 60 TM.3.60 CMPS Mezzeria (3) 60 TM.1.70 CMPS e DMPS Centrato (1) 70 TM.2.70 DMPS Disassato (2) 70 TM.3.70 CMPS Mezzeria (3) 70 lancio Velocità (km/h) 115 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere per motociclisti CRITERI DI ACCETTABILITA’ Comportamento del dispositivo • Non deve verificarsi la rottura di nessun elemento longitudinale • Se la larghezza operativa supera quella registrata con le prove secondo la EN 1317-2, la larghezza operativa del dispositivo sarà quella misurata nell’impatto con il motociclista Comportamento del manichino • Il manichino non deve rimanere incastrato sotto il dispositivo • Nessuna parte del manichino (arti, testa, collo) deve staccarsi • Il manichino non deve presentare evidenti lacerazioni • Indici di severità: livello I o II, come specificato di seguito. 116 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere per motociclisti CRITERI DI ACCETTABILITA’ Tipica conseguenza di impatto dell’impatto di un motociclista contro una barriera 117 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere per motociclisti INDICI DI SEVERITA’ 118 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Barriere per motociclisti INDICI DI SEVERITA’ • • • • Non è possibile certificare CE un dispositivo per motociclisti secondo la CEN/TS 1317-8 È possibile la certificazione CE di un dispositivo per motociclisti solo secondo la norma EN1317-2 (configurazione completa) Le prove secondo la CEN/TS 1317-8 sono aggiuntive rispetto a le prove secondo la EN1317-2 Obbligo di certificazione CE del dispositivo completo (compreso l’elemento per motociclisti) 119 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI Grazie per l’attenzione. 120 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI www.aisico.it [email protected] 121 I DISPOSITIVI DI RITENUTA STRADALI www.aisico.it [email protected] 122
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