MENSILE DELLA FEDERAZIONE OPERAIA CATTOLICA LIGURE - ANNO 130° - N. 4 giugno 2014 In necessaris unitas, in dubiis libertas, in omnibus charitas POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 2, (TIPO C) - CB-NO /GENOVA – N. 4 - ANNO 2014 Ciò che conta di più di Mons. luIgI MOlInarI, Ass.EcclesiasticoFOCL Domenica 1 giugno abbiamo compiuto il tradizionale pellegrinaggio al santuario della Madonna della Guardia. Come sempre è stata numerosa la partecipazione delle nostre società con le loro bandiere, insieme alle Pubbliche Assistenze e alle Società di Mutuo Soccorso. La presenza del Cardinale Arcivescovo e dei cappellani del lavoro ha evidenziato il carattere diocesano del pellegrinaggio. La processione verso il Santuario è stata aperta dal crocifisso della Confraternita di Sestri Levante, che ha voluto manifestare la gratitudine per l’annuale raduno delle Confraternite liguri che, quest’anno, si è tenuto nella cittadina rivierasca. Erano presenti rappresentanti delle Pubbliche Istituzioni con i gonfaloni a significare che il pellegrinaggio, oltre all’evidente carattere religioso, ha una forte valenza civile per l’ attenzione e riflessione che esso rivolge ai problemi del lavoro e alle positive ricadute a questi connesse. Presenti pure lavoratori e dirigenti di aziende cittadine. La FIM-CISL ha partecipato con lo striscione da corteo. Il generoso impegno organizzativo della FOCL è stato giustamente premiato dall’ampia partecipazione e dall’ordine con il quale l’evento si è svolto. Il clima di fraternità e amicizia che ha segnato il pellegrinaggio, si è protratto anche dopo la celebrazione della S. Messa. L’Arcivescovo si è lungamente e cordialmente intrattenuto con i partecipanti, rendendosi disponibile per le numerose foto ricordo richieste da gruppi e famiglie. È molto importante sottolineare che ha prevalso il clima di raccoglimento e di preghiera. Ciò conta più di ogni altra cosa ed è per questo che il pellegrinaggio può ritenersi pienamente riuscito. Abbiamo pregato insieme per le nostre società, per Genova, per il lavoro accompagnati dalla consapevolezza che i problemi si risolvono anzitutto con l’aiuto di Dio che ci ispira e sorregge nel nostro impegno quotidiano. Questo aspetto fondamentale del pellegrinaggio apre la strada ad una riflessione che deve costantemente accompagnarci. La vita di Fede di ognuno di noi e la vita di Fede comunitaria delle nostre società è il nostro principale obiettivo. È un fatto sul quale costantemente dobbiamo interrogarci mentre risuona sempre all’ orecchio il noto ammonimento del Signore: “Senza di me non potete far nulla”. È questa una questione fondamentale che riguarda l’anima stessa e l’autenticità delle nostre società e sottolinea il loro contenuto formativo e culturale. L’omelia del Cardinale Arcivescovo ha riscosso attenzione dai media cittadini. Si è soffermata sulla necessità di agire insieme per il lavoro, bandendo litigi e divisioni. Commovente il seguente passo riguardo al dramma della disoccupazione: “Il sentimento di essere inutili uccide l’anima, spegne il sorriso, toglie le forze: senza lavoro risvegliarsi al mattino è angoscia, si diventa cupi, senza speranza, nasce il sentimento che – con l’andare dei giorni – si trasforma in rabbia sorda e, a volte, violenta contro di sé e contro gli altri. Certo non basta la voglia di lavorare e di guadagnarsi la vita, di mettere a frutto i propri talenti e di costruire insieme la società. È necessario che la società non sia sterile, bensì un grembo fecondo e accogliente, capace di generare fiducia e lavoro”. Le parole conclusive dell’omelia hanno delineato lo spirito con il quale dobbiamo affrontare il nostro quotidiano impegno: “L’Ascensione di Gesù al cielo, dopo la risurrezione pasquale, ci presenta il Signore che si leva verso il cielo e scompare agli occhi dei discepoli. Ma non li ha lasciati soli: – “Non vi lascerò orfani” – Gesù è rimasto con noi con il suo Spirito di luce e di forza, è rimasto con il Vangelo e con l’Eucaristia, è rimasto nella sua Chiesa, tra noi se siamo riuniti nel Suo nome. Sì, non ci ha lasciati soli di fronte alla vita e ai suoi problemi: Egli continua ad essere con noi. Per questo – come cristiani – non dobbiamo avere paura, ma vuole che stiamo insieme nel suo nome: stare insieme per vivere, lottare, pensare e costruire insieme. Allora Lui sarà veramente con noi.” Angelo Card. Bagnasco Arcivescovo di Genova. www.focl.eu Nel ricordare quanto affermato duemila anni da Tacito, il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio sottolinea come non siano nuove norme a risolvere il problema: «Se dovessi dare un suggerimento al presidente del consiglio Renzi, che è giustamente preoccupato di quanto sta accadendo, gli direi di lasciar stare le pene, le leggi penali, i nuovi reati. Le leggi ci sono, le pene sono già stratosferiche. Al primo ministro direi paradossalmente di diminuire le pene ma renderle più efficaci e concrete. Soprattutto direi di prevenire il reato, semplificando le procedure, individuando le competenze e attribuendo i controlli preventivi a poche persone. Non è mai servito a niente inasprire le pene, la stessa modifica fatta con le cosiddette leggi ad personam non è stata né utile, né dannosa. Quando è stato ridotta la pena del falso in bilancio si è gridato allo scandalo perché avrebbe aumentato la corruzione, si è dimenticato che la prima Tangentopoli si è formata mentre vigeva la prima legge di falso in bilancio gravissima». Per Nordio, «è necessario che il Parlamento riduca le leggi, le semplifichi, rendendole più chiare e trasparenti, in modo che chi partecipa ad una gara pubblica sappia a quali autorità, a quali porte, deve bussare. E le autorità devono essere poche». Il caso Mose insegna che «se si deve bussare a cento porte, è certo che almeno una di queste rimane chiusa finché non arriva qualcuno che dice che va unta attraverso mazzette. Vanno semplificate le procedure, rese più snelle e trasparenti». Il magistrato veneziano evidenzia “come l’inasprimento delle pene di cui i potenziali delinquenti ridono, anche perché il nostro sistema processuale è così sfasciato che queste pene non saranno mai applicate se non dopo processi eterni» e sottolinea che nelle recenti vicende di corruzione «Il politico ha solo sentito di nuovo sul collo il fiato del cittadino che chiede le manette, ma il cittadino invocherà le manette perché in questi casi ragiona di pancia, vuole in prigione chi ha rubato. Io, che ho firmato le richieste di custodia cautelare con disagio, perché per me chiedere la custodia di una persona è sempre un momento doloroso ma dobbiamo fare il nostro dovere, non ho l’illusione che sia l’arma penale a ridurre la corruzione». Ungiovane sudue nonlavora a pagina 2 Fondata sul pajon… a pagina 2 Industriae società inValleVerde a pagina 3 I cattolici italiani dal Patto Gentiloni all’intervento nella Grande Guerra a pagina 3 L’estate EditoriaFOCL a pagina 6 di alBertO rIgO, PresidenteFOCL L’estate è il periodo delle vacanze per chi è impegnato nella scuola, è il periodo delle ferie per chi lavora. Anche in questo periodo della nostra vita il tempo è prezioso. C’è spazio per un giusto riposo, ma ci si deve guardare dallo spreco del tempo e dell’ozio. Cresce l’industria del tempo libero; mira a coinvolgere ogni persona, in modo da renderla un accanito consumatore, espropriandola dalla capacità di pensare, riflettere di decidere autonomamente e responsabilmente. Si parla in un modo ossessivo di “vacanzieri”, si creano e impongono mode, usanze, miti, imposti dall’esterno, ai quali è sempre più difficile resistere. Essere liberi significa esser capaci di amministrare saggiamente il proprio tempo. L’estate se accompagnata da qualche momento di silenzio e solitudine, può risvegliare la capacità di ascoltare la voce dei boschi, dei monti, del mare, una voce che ha parlato di Dio agli uomini di ogni tempo. L’estate può offrire l’occasione per guardare agli altri con meno fretta, può farci scoprire la preziosità del voler bene e di essere ben voluti. Può incamminarci sulla strada del “conosci te stesso “, può suscitare salutari interrogativi sul contenuto e sul senso della mostra vita. Nel corso dell’estate può crescere nei Soci il senso di corresponsabilità verso le Società Operaie Cattoliche, viste in modo più vero nel loro autentico essere nelle loro potenzialità presenti e future, inserite in Parrocchie nelle quali la presenza del sacerdote, data la crescente scarsità del clero, é ridotta al minimo. La funzione delle Società Operaie Cattoliche nell’attuale contesto, va riscoperta e riprogettata in modo da rispondere alle nuove esigenze che ogni giorno aumentando sempre di più. Sarebbe una vera fortuna per ognuno di noi e per le Società Operaie Cattoliche se l’estate segnasse un progresso nel dialogo e nel conversare con il Signore. E’ questo il cuore della preghiera sentita come strada maestra della crescita della nostra persona, una preghiera vera, vissuta come casa di convergenza degli interrogativi, delle gioie, delle amarezze e delle speranze. Una preghiera che sia la strada per raggiungere la pace con Dio, con noi stessi, sorgente di equilibrio, anche psichico del nostro essere. Le ricchezze delle nostre Società sono formate di persone che abbiano che abbiano dimestichezza con questo percorso. Pellegrinaggio 2014 L’omelia del card. Bagnasco a pagina 7 Pellegrinaggio 2014 Galleria fotografica Anche l’Operaio Ligure cercherà di godersi al meglio l’estate e tornerà nel mese di Settembre; pertanto quanti desiderano segnalare avvenimenti al nostro giornale dovranno farli pervenire entro il 29 agosto 2014. Il Signore che ci guida per tutta la nostra vita ci conceda di non sprecare e sciupare il grande dono dell’estate che ci offre e ci conceda di renderglielo impreziosito dai molti frutti. Sarà un bene grande per ognuno di noi e per le nostre Società. il sito web della Federazione Operaia Cattolica Ligure a pagina 8 2 ATTUALITA’ giugno 2014 Il dramma dell’Italia Un giovane su due non lavora Fondata sul pajon… di carlO cefalOnI È dal 1977, che l’Istat ha cominciato a rilevare in maniera sistematica i dati sulla disoccupazione che hanno toccato il picco massimo nel primo trimestre 2014. Il numero delle persone disoccupate raggiunge la vetta di 3 milioni e 487mila unità con un secco aumento di 212 mila rispetto all’anno precedente. Il tasso della disoccupazione giovanile (convenzionalmente la fascia tra i 15 e i 24 anni di età) sale al 46 per cento e arriva a toccare il 60,9 per cento nel Meridione. Ma prestiamo attenzione ai dettagli. Questo valore si raggiunge misurando la quota dei giovani disoccupati sul totale di quelli attivi e cioè sia quelli occupati che gli stessi disoccupati. Da questo calcolo sono, perciò, esclusi i giovani inattivi, cioè quelli che non sono occupati e non cercano lavoro perché, ad esempio impegnati negli studi. Un totale di 4 milioni e 405 mila che definisce un tasso di inattività giovanile pari al 73,6 per cento su base nazionale. Allargando l’osservazione sulla fascia di età dai 15 ai 29 anni, il rapporto Istat “Noi Italia 2014” evidenzia un numero di oltre 2 milioni di giovani “neet”, acronimo anglosassone che indica coloro che non lavorano, non studiamo e neanche cercano un’occupazione perché sfiduciati. «Non raccontiamoci storielle, stiamo strisciando sul fondo». Con la consueta schiettezza il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha commentato i dati Istat precisando nella sua analisi che «la crescita italiana da anni è di un punto inferiore alla media Ue e oggi non ci sono più i consumi interni. È questa la lotta da fare, far ripartire la domanda interna». Su questa linea si è mosso il governo Renzi ipotizzando l’aumento mensile degli 80 euro, solo per una determinata fascia di lavoratori. Ma l’effetto volano sulla ripre- sa rischia di non esserci per l’aggravio di tasse e spese su altri fronti. Anche il decreto Poletti, duramente criticato da una parte del sindacato, vuole incoraggiare gli imprenditori ad assumere a termine nuove leve con cinque rinnovi in tre anni senza alcun obbligo di stabilizzazione. Misure che saranno messe sotto controllo dal governo stesso, secondo le intenzioni dichiarate, per verificarne gli effetti positivi in termini di aumento dell’occupazione e questo in tempi assai brevi. Il Piano per il lavoro (Jobs Act) annunciato da Renzi entro luglio non sarà certo una passeggiata se solo si considera la pressione costante di diversi settori a rimuovere ogni limite alla flessibilità in uscita (leggasi “licenziamento”) come indispensabile leva per smuovere un mercato del lavoro avvinghiato, come provano i tanti dossier delle aziende che non ce la fanno depositati sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Per Confindustria restano comunque decisivi gli interventi diretti ad eliminare i vincoli Ue agli investimenti per le infrastrutture. A proposito di infrastrutture, una lettura radicalmente alternativa ai dati Istat arriva, invece, dai cosiddetti neo keynesiani, come Luciano Gallino che reputa indispensabile un ruolo diretto dello Stato come facilitatore di assunzioni, tramite investimenti mirati e un salario vicino a quello medio (intorno ai 15.000 euro lordi l’anno)» indirizzati a piccole e medie industrie, cooperative e aziende pubbliche, aventi competenze nei settori di urgente utilità pubblica e alta intensità di lavoro: «quindi niente grandi opere, bensì gran numero di opere piccole e medie. In Italia settori con queste caratteristiche sono quelli che si occupano di riassetto idrogeologico, di ristrutturazione delle scuole che violano le norme di sicurezza (la metà), di ricostruzione degli ospedali obsoleti (forse il 60 per cento)». Nel frattempo, i lavoratori dei call center italiani scendono in piazza per difendersi dalle costanti delocalizzazioni all’estero e, chiuso il capitolo delle elezioni europee, l’ Etihad Airways ha presentato il piano di investimenti su Alitalia con in previsione 2500 esuberi. In tale contesto macro economico il successo del programma “Garanzia Giovani” (Youth Guarantee), partito a maggio 2014 con un capitale investito di un miliardo e mezzo di euro, assicurato in buona parte dai fondi Ue, risulta compromesso. L’intento è quello di offrire ai disoccupati e neet fino a 29 anni, un servizio di orientamento capace di offrire un percorso qualificato di inserimento nel mondo del lavoro o di reinserimento in ambito formativo, previa registrazione sul portale www.garanziagiovani.gov.it . Entro 4 mesi si dovrebbe essere convocati. Ad oggi risultano oltre 60 mila iscrizioni che dovrebbero condurre ai primi colloqui entro giugno. Come osserva il parlamentare e giurista Pietro Ichino, intervistato dalla rivista specializzata dell’Enaip (ente nazionale di istruzione delle Acli), «gli assessori regionali al lavoro non sono ancora in grado di governare direttamente il personale dei centri per l’impiego, che dipendono dalle province, ora “commissariate”, in attesa della riforma costituzionale che abolirà questo livello di amministrazione. Se non saremo capaci di dare un forte colpo di reni, vedo un serio rischio che l’Italia finisca col non essere in grado di utilizzare una parte consistente del finanziamento europeo». (fonteCittàNuova.it,quotidianoon-line) Kigali, un memoriale per ricordare l’orrore Quest’anno ricorrono vent’anni dal genocidio in Ruanda, tra le pagine più oscure della storia non solo africana. Una tragedia le cui ferite sono ancora aperte di sIlVIa c. turrIn È la capitale e la città più importante del Ruanda. Dal 6 aprile 1994, Kigali divenne uno dei centri più colpiti dall’ecatombe del genocidio conclusosi in un bagno di sangue nel luglio dello stesso anno. Tre lunghi mesi in cui migliaia di Tutsi (un milione all’incirca, sebbene i dati esatti sono difficili da delineare) sono stati uccisi brutalmente ad opera delle milizie Hutu (Interahamwe). Le armi del genocidio furono machete, pistole, martelli, asce, lance, granate: solo a vederli questi strumenti di morte incutono paura e al contempo rabbia e sdegno. Questa macabra sfilata la si osserva esposta presso il Memoriale di Kigali, luogo della memoria voluto da chi è scampato ai massacri. È stato edificato a circa 3 km dal centro cittadino, nel distretto Gasabo, ed è uno dei siti più visitati da quanti vogliono conoscere in profondità il lato oscuro della storia ruandese. Qui aleggia un’atmosfera sospesa, tra la morte e la vita. Si percepisce il dolore dei sopravvissuti, si toccano le ferite di chi ha perso l’intera famiglia, si ascoltano le domande volteggianti nell’aria: Perché? Come è stato possibile? Chi ha voluto questo genocidio? Si sa che i machete utilizzati per uccidere erano stati venduti alle milizie dalla Francia e dalla Cina. Lo sterminio dei Tutsi non è stato quindi solo un fatto interno al Ruanda e non è stato solo un conflitto etnico. Nel giardino del Memoriale di Kigali sono stati sepolti 250mila corpi! I corpi che si sono potuti identificare hanno ricevuto degne esequie: gli altri sono stati interrati in modo anonimo. Una tragedia nella tragedia. Figli, madri, fratelli e sorelle privati del diritto di sapere la sorte dei loro familiari, privati del diritto a una degna sepoltura dei loro cari. Il Memoriale è avvolto da un silenzio rispettoso verso i defunti. È un silenzio anche scandito da sensazioni di incredulità. Si rincorrono domande: come è possibile che ciò sia accaduto? Da dove è nato l’odio etnico? Cosa ha innescato questa follia umana? storia, ritornando agli omicidi antecedenti il 1994, iniziati a partire dal 1990. Rimane un mistero la sorte dell’informatore Jean-Pierre (nome di copertura), il quale tre mesi prima dell’inizio del genocidio avvisò i vertici della Missione speciale delle Nazioni Unite per il Ruanda che le milizie Interahamwe stavano stilando un elenco dei Tutsi in vista di un piano di sterminio. Questo avvertimento è stato inascoltato. Per quale motivo? Perché ritenuto infondato o perché era più conveniente metterlo a tacere? In questo luogo della memoria si scoprono documenti, testimonianze orali che ricostruiscono il terrore. Si vedono anche fotografie, rosari, scarpe e vestiti delle vittime. Si avverte che qualcosa non è chiaro. Si coglie la pianificazione del genocidio e si riesce a compiere un passo indietro nella Il Genocidio in Ruanda ha dimostrato il grande fallimento dell’ONU in situazioni critiche e ha confermato l’esistenza di interessi celati di diversi Stati nei confronti del continente africano, ritenuto ancora soggetto da sfruttare secondo l’antico principio del divide et impera. di rOBertO Beretta Il Piave mormora da cent’anni e da cent’anni anche il Brenta non fa che scorrere sotto il ponte di Bassano, quello dove – chissà perché – gli alpini si stringono la mano. Sempre da un secolo c’è una tradotta in partenza da Torino «e la va diretta al Piave», mentre sul monte Ortigara risuona l’eco di lugubri «ta-pum / ta-pum / tapum »... Oggi un po’ meno perché l’Italia sta perdendo la voglia di cantare (o meglio, la investe in tutt’altri karaoke di prima serata); ma comunque ancora moltissimi – tra singoli e cori – tramandano viva la tradizione delle canzoni popolari della Grande Guerra. Se c’è infatti una prova che il ’15-’18 fu davvero evento «di popolo», la si trova nel repertorio delle cante alpine: da “Sul cappello” a “Sul pajòn”, da “Era una notte che pioveva” a “Bombardano Cortina...” Anche se – in verità – la prima sorpresa per chi scava tra i testi semplici e le melodie orecchiabili diffuse a tutto lo Stivale partendo da quelle trincee, è scoprire che gran parte delle hit in grigioverde sono tutt’altro che nate al ritmo del cannone, almeno di quello del Carso o d’Adamello: alcune infatti risalgono a ben più antiche battaglie e altre invece sono state tranquillamente scritte a tavolino come opera «d’autore» (uno su tutti: il compositore dilettante ma prolificissimo E. A. Mario, pseudonimo del napoletano Giovanni Gaeta, autore di successi indiscussi come “E le stellette che noi portiamo” e “La leggenda del Piave”, che inizia appunto col celebre verso del mormorio). Certo: immaginare che un versetto perentorio e marziale come «Non passa lo straniero! » venne cantato per la prima volta con accompagnamento di mandolino potrebbe far strano (eppure fu proprio così!); ancor di più sapere che l’inno risale soltanto al giugno 1918, ovvero quando il 24 maggio 1915 – giorno dell’entrata in guerra del nostro Paese – era passato da un bel pezzo, anzi per fortuna si intravedevano le avvisaglie della pace. Ma lo stupore dovrebbe servire a rivedere non pochi luoghi comuni correnti sulle canzoni attribuite a quel conflitto – e su quelle «alpine» in generale. Ta-pum? Ripete il rumore dei fucili, sì, ma prima ancora quello delle cariche che saltavano durante la costruzione del traforo del San Gottardo, onomatopea importata dai minatori trentini che vi lavorarono dal 1872 al 1880. “Addio, mia bella, addio”? in realtà è una marcia risorgimentale, cantata dai volontari a Curtatone e Montanara nel 1848. Il funereo “Monte Nero”? Probabilmente risale a una canzone ottocentesca dedicata a un brigante milanese detto appunto «il Nero». “Il testamento del capitano”? Deriva da una ballata dedicata al marchese di Saluzzo ed è di ascendenza addirittura cinquecentesca... Si potrebbe continuare a lungo in questa ricerca di genealogia canora. Del resto proprio la pratica del «riuso» di motivi precedenti e la mole delle varianti, delle storpiature, delle parodie (attestata da antologie anche molto precoci, come quella di Piero Jahier e una addirittura del cappellano padre Agostino Gemelli, oltre che da quella «definitiva» stampata nel 1981 in due volumi da Virgilio Savona e Michele Straniero), testimoniano la derivazione genuinamente popolare di queste canzoni. Anche se i superiori comandi non tardarono a intuire la valenza psicologica del canto come strumento per distrarre e tenere alto il morale della truppa e infatti commissionarono composizioni direttamente a professionisti (nell’autunno 1918 per l’inno della Terza Armata venne indetto addirittura un pubblico concorso che raccolse ben 62 partecipanti), pezzi in cui tromboneggia un tono trionfalistico lontanissimo dal realismo delle prime linee. Pure la retorica lugubre e nostalgica perpetuata da troppe esecuzioni «alpine» forzatamente solo maschili, andrebbe tuttavia ridimensionata: nei repertori della Grande Guerra si trovano infatti anche parecchia scanzonatezza, ironia, persino sberleffi (ferocemente censurati se scoperti, è ovvio) contro i generali che mandavano a morire come carne da macello i figli dei poveri contadini. Oggi ben meno note dei classici “Dove sei stato, mio bell’alpino?” e “Monte Canino”, negli accampamenti circolavano elementari ma esplicite composizioni antimilitariste magari imbastite su ariette da varietà di Petrolini: «Il general Cadorna davvero è un gran portento/ con undici avanzate ha preso il Tagliamento!»; «Il battaglione Edolo sta sempre sulle cime/ e quando scende a valle el roba le galline»; «Tu piglia ’nu fetiente, eccoti fatto lu sergente»... Innocenti antidoti alla disciplina, inoffensive proteste di gente abituata da secoli a mugugnare contro i “padroni” ma poi – giunti al dunque – ad obbedire in silenzio; d’altronde al vero eroismo non si dà mai troppo peso. Così nelle pietraie del Carso o nel fango di Caporetto, i cafoni del Sud trovarono certamente modo d’intendersi sulla materia col popolino del Nord, anche a suon di musica. Sebbene infatti la tradizione accrediti la maggior parte delle cante belliche al solo corpo degli Alpini, dunque a genti settentrionali dal Piemonte al Veneto al Friuli, non mancano (e sarebbe peraltro da chiedersi come mai non si siano prodotti o conservati con uguale abbondanza) esemplari provenienti da altri regioni, da diversi dialetti: «Tristu l’adiu ti dogu» pare cantassero ad esempio i soldati sardi lasciando l’isola (si traduce «triste ti do l’addio »), mentre i napoletani imprecavano salendo il monte San Michele «Va vattenne, va vattenne, sparagnece ’a sagliuta» («Vattene via, risparmiaci la salita»). Persino un successo della canzone partenopea come “’O surdato ’nnammurato” («Oj vita, oj vita mia...») – peraltro opera di compositori professionisti – nacque nel 1915 ispirandosi proprio ai militari partiti per l’«inutile strage». Ma ancor più curiosa suona la filastrocca che nell’ottobre 1918 i bambini dei dintorni di Vicenza appresero a memoria – pur senza capir nulla – direttamente dalle truppe inglesi del corpo di spedizione inviato colà: «Gud baie, don saie..., trascrizione fonetica di una canzone che in italiano si sarebbe tradotta «Addio, non sospirare...». Insomma, la Grande Guerra compì una funzione di mescolanza polifonica nazionale dei cui esiti abbiamo risentito fino a oggi, musicalmente ma ancor più culturalmente. Come dichiara il sito di uno del Coro alpino Orobica, uno dei più creativi d’Italia: «Il canto alpino è un unicum italiano, che non ha paragoni nemmeno nelle altre nazioni vicine, e – lo si voglia o no – è stato ed è tuttora un cemento nazionale». Sì, l’Italia è una repubblica fondata (anche) sul pajòn... (dalquotidiano“Avvenire”del18maggio2014) CULTURA 1869: industria e società in valle Verde di gIOVannI rePettI Nel 1869, dopo più di vent’anni di discussioni e di progetti, ad iniziativa di un Consorzio internazionale, si apre il canale di Suez che mette il mare Mediterraneo in comunicazione con l’Oriente. Con il conseguente aumento del traffico marittimo nasce il problema dell’ampliamento del porto di Genova che sembrava senza soluzioni se, poco prima di morire, il duca di Galliera non avesse offerto venti milioni di lire per mettere quello scalo in condizioni di funzionare. L’accavallarsi di iniziative provoca la repentina ed a volte disordinata crescita delle piccole e medie industrie nella periferia genovese, in particolare nella Valpolcevera, che vengono chiamate a fornire l’indotto per lo scalo che sta diventando più grande ed operoso. La grande quantità d’acqua che scende dal preAppennino ligure e che per un tratto, sino a Pontedecimo, forma il torrente Verde è stata la fortuna della vallata che si chiama appunto “Valle Verde” ed è l’ultima parte della Valpolcevera. Da una recente pubblicazione del Comune di Campomorone si evince che ancora alla fine dell’ottocento, tra Isoverde e Campomorone si potevano contare più di 60 attività produttive tra le quali alcuni grossi opifici: la tessitura Samengo, la tessitura Figari e lo Jutificio “A. Costa & c.”. La tessitura Samengo aveva sede a Gallaneto in riva sinistra del Verde (guardando la fonte) già nel 1883, nel 1889 produceva tessuti colorati ed impegnava 14 lavoranti maschi e 120 femmine delle quali 14 sotto i sedici anni. La tessitura Figari (che dagli archivi non si capisce se fosse a Gallaneto o in località “Gallà”), anch’essa nel 1883 e negli anni successivi dava lavoro a 22 operai maschi ed a 131 femmine e nel 1903 occupava 125 operai, genericamente indicati dai documenti del tempo. C’erano inoltre pastifici e molini per la lavorazione dei cereali: famosi i vari Pittaluga Stefano e Pittaluga Luigi, Roggerone G.B. ecc., sparsi lungo l’attuale strada provinciale che da Campomorone conduceva a Isoverde. Lo Jutificio “Costa” nasce a Isoverde nel 1885 per la produzione di sacchi che serviranno per l’imballaggio della merce nel porto di Genova e chiede all’Acquedotto “De Ferrari-Galliera”, attivo in valle Verde e nella valle del Gorzente dal 1880 la forza motrice per far funzionare la fabbrica. La richiesta, se ovviamente crea qualche problema, aiuta anche a risolvere quello locale. Si decide infatti di trasmettere l’energia della centrale di Gallaneto tramite tre piloni, appositamente costruiti, sui quali un congegno rotante trasmetterà la necessaria energia allo Jutificio “Costa”. Sembrava “l’uovo di Colombo” ma ancora oggi gli esperti giudicano quei piloni (dei quali ne è rimasto uno solo!) delle vere opere di archeologia industriale. Nel 1888 nello Iutificio di Isoverde vengono occupati 450 operai di cui 112 uomini e 338 donne tutti provenienti dal Venerto o dalla pianura padana. L’improvvisa esplosione demografica provoca problemi d’ogni sorta ed a Gallaneto l’osteria di Caterina Bergaglio viene chiusa dall’autorità di pubblica sicurezza. Un anno dopo, nel 1889, per la tessitura della juta vengono impiegati telai meccanici mossi da una turbina della potenza di 120 cavalli. Gli operai maschi sono 54 del quali 3 sotto i quattordici anni, le femmine sono 186 delle quali 15 sotto i quattordici anni. Nel 1909 la ditta “Costa” arruola una quantità di famiglie provenienti da Porto Maggiore (Ferrara) che creano subito grossi problemi anche politici. Nel 1903 don Gaetano Sessarego, Cappellano a Isoverde, aveva dato vita alla Società Cattolica “S. Filippo Neri”, con l’intento di fare spazio ed assistenza agli operai più giovani, negli anni successivi gli operai ferraresi si organizzarono in un circolo repubblicano e le loro donne fondarono il circolo “Giuditta Tavani” di chiara ispirazione anticlericale. La situazione sociale e gli scontri che avvengono per motivi politici ma anche tra i giovani locali che si contendono le ragazze immigrate, allarmano le Autorità e la ditta “Costa” rimanda al loro paese le famiglie che aveva chiamato da Porto Maggiore. È questo il tempo in cui il giornale dell FOCL “L’Operaio Ligure” scrive che le ragazze che la- vorano nello Iutificio osta sono come “schiave bianche” per la disumana condizione in cui si trovano ed apertamente esprime loro la sua solidarietà quando scendono in sciopero a difesa del posto di lavoro. Verso la fine 1800 e l’inizio del 1900 lo Iutificio Costa iniziò a Isoverde la costruzione di alcuni grandi caseggiati detti “Pavien” per dare casa alle molte famiglie che provenivano dalle regioni del nord Italia e sulla strada che portava a Cravasco venne aperto il “Convitto”, una specie di collegio gestito dalle suore di N.S. della Neve che ospiterà le operaie minorenni. La guerra 1915/18 e la crisi mondiale che ne seguì incisero profondamente anche sulla vita del piccolo paese, in particolare la grande guerra che falciò a Isoverde, Gallaneto e Cravasco molte giovani vite. In una situazione profondamente mutata e quando il Fascismo, anche a livello locale, era saldamente al potere, lo Iutificio Costa aprì, nel 1929, l’Asilo Infantile “Andrea Costa” per i figli degli operai e di tutta la popolazione locale. La Resistenza al Fascismo e la lotta clandestina dopo l’8 settembre 1943 ebbe tra gli operai dello Jutificio elementi di spicco e successivamente, dopo il 25 aprile 1945, lo Iutificio Costa divenne un punto di forza della sinistra sociale e politica. Negli anni sessanta del secolo scorso, quando i sacchi di Juta furono sostituiti dai container, un’altra industria che produceva profilati prese il posto dello Iutificio Costa. Oggi sul luogo dove c’era la “Fabbrica” (così veniva chiamato lo Jutificio dalla gente locale) ci sono alcune attività artigianali. Ma c’è anche un grande senso di vuoto che speriamo non preluda ad un mesto declino. giugno 2014 3 I cattolici italiani dal patto Gentiloni all’intervento nella Grande Guerra di gIOVannI B. VarnIer Nell’autunno del 1913 – quindi poco più di cent’anni orsono – fu eletta la prima Camera dei deputati con suffragio universale maschile e il numero degli elettori salì da tre a otto milioni e mezzo. Abbassando la soglia di rappresentatività si consentiva un avvicinamento tra Paese reale e Paese legale, ma il liberalismo elitario che fino ad allora aveva governato l’Italia poneva le premesse per la propria emarginazione dalla rappresentanza parlamentare. Nel modificare profondamente la base elettorale le classi dirigenti del tempo furono obbligate a tenere conto della nuova situazione e anche per la Chiesa con l’introduzione del suffragio universale si posero nuovi problemi: in particolare, quello dell’organizzazione politica delle masse cattoliche. In tale circostanza fu sperimentata la riforma elettorale voluta da presidente del Consiglio Giovanni Giolitti, il quale è certo che difficilmente avrebbe concesso il suffragio universale se l’evoluzione del movimento cattolico non l’avesse rassicurato sul fatto di poter contare sulla possibilità di future alleanze. In quei frangenti nel 1913, il conte Ottorino Gentiloni, presidente dell’ Unione Figure femminili del cattolicesimo sociale a Genova E’ stato appena pubblicato per i tipi di De Ferrari Comunicazione un volume di cui è autrice Francesca Di Caprio Francia dal titolo: Donne genovesi tra fine Settecento e primo Novecento. Si tratta di un’opera di circa 150 pagine e arricchita da diverse illustrazioni, che si segnala per diversi requisiti. In primo luogo per chi si accosta al testo presenta una lettura accattivante, che unisce insieme l’eleganza espressiva, la documentazione e la agevole comunicazione. In secondo luogo l’opera in recensione focalizza l’attenzione sulla partecipazione del mondo femminile alla vita sociale genovese. In periodo preso in considerazione è essenzialmente quello dell’Ottocento e del Novecento nel quale la donna – almeno per un certo periodo – godette di ridotti diritti civili essendo soggetta all’autorità paterna o maritale; in quanto ai diritti politici sappiamo che in Italia il suffragio femminile fu assicurato soltanto a partire dal 1946. Ebbene, nonostante questa condizione legale le donne furono sempre partecipi o protagoniste del loro tempo, distinguendosi già dalla Rivoluzione francese e poi nel Risorgimento per la loro attività cospirativa e politica, ma sono anche da ricordare come letterate, giornaliste, artiste, religiose, benefattrici e alcuni dei loro nomi compaiono nella toponomastica cittadina. Ma l’interesse maggiore per il quale si segnala ai lettori di questo periodico il volume di Francesca Di Caprio Francia sono i riferimenti al ruolo che le donne svolsero in opere legate al cattolicesimo sociale. E’ questo un capitolo che per Genova, ma anche per Savona, Chiavari e le altre località liguri è ancora da scrivere. Come sappiamo la storia del movimento cattolico femminile conobbe a partire dagli anni Settanta del secolo scorso una serie di approfondimenti condotti solo a livello nazionale e, quindi, risultano scarsi gli apporti scaturiti da indagini di ordine locale. Questa è la ragione per cui questo volume merita l’interesse del lettore, in quanto ci presenta raccolte– accanto alle più note figure della santità genovese (come Benedetta Cambiagio Frassinello; Paola Frassinetti; Maria Repetto; Anna Rosa Gattorno; Francesca Rubatto; Eugenia Ravasco) – una serie di profili di donne che furono protagoniste del cattolicesimo sociale. Furono donne, che sovente sfidando le convenzioni della società borghese, uscirono dalle mura domestiche per operare in ambito sociale e cercare, quindi, di rispondere ai bisogni del tempo. Il ventaglio che ci viene presentato è assai ampio e solo per richiamare qualche nome Fortuna Bottaro, Suor Blandina, Ermelinda Rigon, Francesca Teresa Rossi, Lina Noceti. Titolo:DONNEGENOVESITRAFINE700EPRIMO900;Autore: FRANCESCADICAPRIOFRANCIA;Collana:SESTANTE;Caratteristiche:Formato17x24pp.104;Prezzo:€.16,00;ISBN:978-88-6405533-6;DeFerrariEditore,Genova. elettorale cattolica italiana, negoziò con Giovanni Giolitti un patto di alleanza elettorale, che consisteva nell’impegno da parte dei candidati di rispettare i sette punti in cui era articolato l’accordo, ricevendo in cambio il voto degli elettori cattolici. Il successo fu superiore ad ogni aspettativa e un grande numero di moderati fu eletto in virtù di questo compromesso elettorale. Questa Camera - che fu la più longeva nella storia d’Italia perché fu prorogata fino al 1919 – vide ben presto lo scontro tra neutralisti e interventisti. La rappresentanza parlamentare si rivelò incapace di tenere in pugno le sorti dell’Italia e fu sorpassata dai clamori dell’interventismo di piazza e, il 20 maggio 1915, votò la fiducia al Governo di Antonio Salandra, portando l’Italia alla guerra senza conoscere il contenuto del Patto di Londra del 26 aprile, che ne garantiva le condizioni. La data di quelle elezioni politiche resta comunque fondamentale per la storia del movimento cattolico perché vide per la prima volta fu superato il non expedit e si posero le basi per la nascita del Partito Popolare Italiano. In Liguria il Patto Gentiloni trovò una delle sue migliori realizzazioni, perché si registrò una forte convergenza tra elementi moderati e associazionismo cattolico, tale da determinare l’elezione di una alta percentuale di candidati liberalimoderati. Questo avvenne nonostante il fatto che la diocesi di Genova da tempo fosse vacante, a seguito del cosiddetto caso Caron. Infatti, dopo l’improvvisa morte nel dicembre 1911 dell’arcivescovo Edoardo Pulciano, si aprì una crisi, che si manifestò in piena evidenza quando nel 1912 l’arcivescovo Andrea Caron non poté prendere possesso del beneficio per il mancato exequatur governativo alla nomina. Solo nel 1914 il pontefice Pio X nominò il domenicano Tommaso Pio Boggiani amministratore apostolico per la diocesi, ma l’accordo si ebbe con il nuovo papa, il genovese Benedetto XV, che nel 1915 traslò a Genova dalla sede di Casale Monferrato il vescovo Lodovico Gavotti. Per chi voglia approfondire quelle vicende di cent’anni orsono sono ricostruite in un volume assai documentato di Marco Pignotti dal titolo: Notabili candidati elezioni. Lotta municipale e politica nella Liguria giolittiana, pubblicato nel 2001 a Milano dall’editore Franco Angeli. SPINN-E Nostra Signora del Bosco a Lumarzo di angela gIustO di sergIO tazzer Quante votte emmu dîtu “gò ‘na spinn-a in tu côe” a punze, a fà tantu mà, però a nu se vedde e nis-sciun a-u pô immaginà. Ghessun ê spinn-e de articiocche: a l‛è verdua speciale. Sun ottime in tutti i moddi, ma se nu-se sta attenti a pùlile punzan. Fan tantu mà. Anche i cardi da muntagna han ‘na bella sciua ma è spinn-e fan magagna. Pigemmu é reginn-e du giardin: rôse, tutte belle, cun culuri meravigliusi, ê russe parlan sempre d‛amú, ma quandu sĕ piggian attenti bêsogna sta perché serte spinn-e e stelle fan vedde. Insumma che ê spinn-e fajan sempre mà, però ghessun è gioie che pattezzan e ne cunsolan. Il pregevole Santuario di Nostra Signora del bosco si trova nell’alta Val Fontanabuona, all’interno del Comune di Lumarzo, nei pressi della frazione di Pannesi. E’ agevolmente raggiungibile tramite una diramazione, ben segnalata, dalla strada principale, che si inoltra in un mirabile e fitto castagneto, fino al sito sacro ed è facilmente percorribile sia in auto che a piedi. L’origine ne va fatta risalire al lontano 1555, allorché un contadino sordomuto di nome Felice Olcese, che vagava nei boschi in cerca di funghi, vide apparire la Vergine. Ne venne guarito e gli fu richiesto di donare una pecora e di innalzare una chiesa, di cui furono anche indicate il luogo e le dimensioni. Pare che già intorno al 1580 fosse sorta una cappella, a cura degli abitanti locali. Fu, tuttavia, nel 1640 che si passò alla costruzione dell’attuale Santuario e del bel campanile che lo affianca. L’opera divenne, ben presto, meta di pellegrinaggi. Vi si recavano religiosi e laici per meditare. Il luogo, per la sua natura solitaria e densa di fascino, stimolava, infatti, la riflessione e la preghiera. La chiesa, situata in una vasta radura, appare semplice, ma dall’impianto gradevole, con l’interno suddiviso in tra navate. Contiene un gruppo ligneo che rappresenta il miracolo delle origini e viene recato in processione fino all’altar maggiore, durante la festività dell’Ascensione e le celebrazioni che si tengono la domenica dopo l’8 settembre. Nella navata di sinistra vi è pure una statua marmorea che rappresenta la Madonna della Misericordia. Quadri di buona fattura completano la veste estetica della chiesa, senza lederne l’evidente richiamo all’umiltà. L’ultimo restauro della struttura venne compiuto tra l 1994 e il 1996. All’esterno, in prossimità dell’edificio sacro, sgorga una fonte curativa denominata “Acqua della Madonna”. Nei dintorni figurano anche congrui spazi di verde attrezzato, che agevolano la sosta e permettono la realizzazione dei picnic. Ne consiglio la visita, proprio per il richiamo alla profondità che stimola, favorendo il recupero dei valori e della purezza che il credo cristiano originale contiene e promuove. 4 VITA ASSOCIATIVA giugno 2014 In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo vita, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda (dal Vangelo secondo Giovanni 6, 51-58, Domenica 22 giugno 2014 festività del Corpus Domini) Commento dei Monaci Benedettini Silvestrini San Luigi di Multedo (Ge –Ponente) Il giorno 3 maggio 2014 presso la sede della nostra Società è stato presentato il volumetto “Società Operaia Cattolica San Luigi – Multedo” che tratta della storia centenaria del Circolo Giovanile San Luigi e della Società Operaia stessa operanti nella parrocchia di Multedo. Erano presenti all’incontro: il Presidente della Federazione delle Società Operaie Cattoliche Liguri Sig. Alberto Rigo, l’Assistente Diocesano della Federazione Monsignor Luigi Molinari, il Presidente della SOC Sig. Ennio Ziggiotto, l’Assistente Ecclesiastico della stessa e Parroco della Parrocchia di Multedo Rev. Don Valter Molinari, il Rev. Don Enrico Costigliolo già Assistente Ecclesiastico e Parroco della Parrocchia di Multedo fino all’anno 2009, membri del Consiglio, Soci, simpatizzanti e gli autori della pubblicazione sul centenario: Sigg. Silvio Prof. Zavattoni e Giovanni Battista Calvillo. In tale circostanza sono stati distribuiti ai Soci copie della pubblicazione. E’ seguita una breve presentazione del lavoro svolto cui ha fatto seguito un rinfresco. In merito al contenuto del volumetto è significativo quanto scritto nella prefazione da Mons. Molinari: “Lo scritto è stato reso possibile dall’amorevole impegno con il quale sono stati custoditi i molti documenti sia scritti che fotografici, presso la sede sociale. La pubblicazione è certo molto utile per conoscere il cammino percorso dal Circolo Giovanile San Luigi e dalla omonima Società Operaia Cattolica, ma importante anche perché ricostruisce il contesto più ampio nel quale sono sorte le società operaie di mutuo soccorso, sia cattoliche, sia laiche e perciò offre possibilità per comprendere le difficoltà che dovettero superare e le energie ideali e morali che ad esse conferivano vitalità.” (G.B. Calvillo) N.S. del GARBO e S.MATTEO ap. GE-Valpolcevera Il primo premio è per Aurora Siri con “ Torta cioccolato e pere”. Secondo premio va a Franca Bertolina con “ Torta agli amaretti”. Terzo premio è per Gianna Borneto con “ Torta arancia e cioccolato”. Nel pomeriggio prosegue la manifestazione con la degustazione delle torte. Il ricavato della vendita è devoluto alla nostra parrocchia. Ringraziamo tutti per la partecipazione. Arrivederci al prossimo anno. (Mariangela Parodi) Anche se Domenica 27 aprile è una giornata uggiosa, i primi “ pasticcieri”, non si fanno attendere per la tradizionale manifestazione “E turte du Garbu” arrivando di buon’ora in Società. Lorella con “Torta di mele classica”. Gino “Torta arancia”, ci tiene a precisare che il pasticciere è la moglie la Signora Caterina. A seguire Franca “ Torta agli amaretti”, Ines “ Torta di mele”, Gianna “ Torta arancia e cioccolato, Alessandra “ Torta paradisiaca”, Rita “ Torta ungherese”, Luisa “Torta di mele, Aurora “ Torta cioccolato e pere”, Oriana “ Torta gioia mia”. La novità di questa edizione è la partecipazione di un giovanissimo pasticciere Pietro Galdi con una squisita “ Torta pic-nic cake”. Gesù Eucaristia oggi esce trionfalmente dai tabernacoli e dalle chiese per essere portato trionfalmente in processione per le strade del mondo: Così la Chiesa mossa dalla fede e dalla devozione dei fedeli vuole percepire ancora più intensamente, viva e pulsante la presenza del Cristo, come quando percorreva duemila anni fa le strade della Palestina. Ci piace sapere e percepire anche con i nostri sensi, che Egli cammina ancora con noi, sta concretamente attuando la solenne promessa di restare vivo ed operante con noi sino alla fine dei tempi. Oggi vogliamo farlo immergere di nuovo nel cuore del mondo per fargli sentire da vicino l’urgenza della sua rinnovata presenza tra noi. E’ sicuramente anche il canto della gratitudine e della lode della Chiesa militante, dei pellegrini della terra, che lo seguono imploranti e devoti. E’ anche una presa di coscienza di tutto il cammino che ci ha fatto percorrere dal deserto delle nostre povertà, dalla condizione servile, nutrendoci di Pane e d’amore e riscattandoci a prezzo del suo N.S. della Guardia e S. Giuseppe di Bolzaneto GE-Valpolcevera Sabato 10 maggio 2014 si è svolta l’Assemblea Annuale della Società che prevedeva, tra gli argomenti all’ordine del giorno, l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti. L’assemblea si è svolta regolarmente con l’approvazione degli argomenti all’ordine del giorno, la partecipazione dei soci è stata numerosa e sono intervenuti, in rappresentanza della FOCL il Vicepresidente PIENOVI Tiziana e il Rappresentante di zona LAGORIO Maurizio. Sono stati eletti per il Consiglio Direttivo: LAGORIO Maurizio, che ha assunto la carica di Presidente, BERTONCIN Roberto, che ha assunto la carica di Vice Presidente, RUSNIGHI EUGENIO, che ha assunto l’incarico di Segretario, BELCASTRO Bruno, che ha assunto l’incarico di Cassiere, BUZZALINO Mauro, che ha assunto l’incarico di Consigliere, FERRANDO Romano, che ha assunto l’incarico di Consigliere e VALLIN Giovanni, che ha assunto l’incarico di Consigliere. Sono stati eletti per il Collegio dei Revisori dei Conti: BARALDI Gianluigi, CASTELLANA Rosario e GARRI Martina. Domenica 1° Giugno con la bandiera Sociale e un bel gruppo di soci abbiamo partecipato al Pellegrinaggio del Mondo sangue. Da quell’ostia consacrata, da quella prima misteriosa cena, sgorga come un memoriale, la nostra comunione con Cristo e la vera fraternità tra gli uomini. Quel pane di vita spezzato e moltiplicato sugli altari del mondo, sfama ancora la fame più acuta dell’umanità. È garanzia d’immortalità, è recupero pieno della dignità filiale, è fonte inesauribile d’amore divino che si riversa nel cuore dell’uomo. Non bisognerebbe attendere la solennità annuale odierna per ricordarci di queste verità: per troppo tempo Gesù rimane forzatamente recluso negli angusti tabernacoli delle nostre chiese. Egli chiede di abitare tra gli uomini, di vivere in comunione con ciascuno di noi, di condividere la nostra esistenza per rinvigorirla, per nobilitarla, per condurla all’approdo finale, alla mensa di Dio. Seguiamolo nelle nostre processioni, anzi, facciamoGli vedere le nostre strade, le nostre case, apriamo i cancelli, le finestre. Facciamolo rientrare nella vita dei nostri paesi perché sia Lui, vivo e presente, il centro della nostra vita. del Lavoro al Santuario della Madonna della Guardia. Era presente la nostra Banda Musicale che ha allietato la Processione al Santuario unitamente alla Consorella di Pontedecimo. Il nuovo Consiglio Direttivo invita tutti i soci a frequentare la Sede Sociale e a partecipare alle iniziative che verranno organizzate. La presenza di tanti soci in sede motiverà il Consiglio Direttivo a lavorare sempre al meglio. (L.M.) SAN GIOVANNI BATTISTA di Sestri Pon. GE-Medio Ponente Nella Palestra del Complesso Sportivo della Società, da quest’anno è ospite la prestigiosa Società “Karate Dojo Ronin”. Con la loro attività e il loro allenamento, la scuola di Karate ha conseguito, nel febbraio scorso, il terzo posto ai Campionati Regionali Kumite e a marzo, il primo posto come Campione Ligure Kata durante il Campionato Regionale di Karate FESIK dove hanno partecipato oltre 250 atleti provenienti da tutta la regione. La soddisfazione per il risultato ottenuto è stata molto grande tra i tecnici del Dojo Ronin, i maestri Cresio Giorgio, Calderone Giuseppe e l’Istruttore Cresio Andrea, a evidenziare il valore assoluto dei ragazzi in questa specialità. Non a caso la Società è detentrice del titolo Italiano nella categoria Cadetti-Juniores femminile individuale a squadre, conseguito dall’atleta azzurra Nicole Ceresio. Da segnalare che, a conclusione dell’anno sportivo, in occasione dei festeggiamenti del Santo Patrono della Parrocchia S. Giovanni Battista, la scuola di Karate, in unione ad altre cinque Associazioni Sportive, si esibiranno sul campo Sportivo della Parrocchia il 22 giugno dalle 15.00 con premiazione finale Primo Trofeo S. Giovanni Battista Karate. San giuseppe Campomorone La sera di venerdì 23 maggio un gruppo di Soci e Socie si è ritrovato nei locali della Società e, rinnovando una tradizione antica, ha recitato il S. Rosario in occasione del mese di maggio. Si è pregato per il mondo del lavoro, per i disoccupati, per i Soci Defunti e per tutti coloro che sono caduti nell’adempimento del loro dovere. san filippo neri Isoverde Nel pomeriggio di lunedì 29 maggio i ragazzi che prendono parte agli incontri di Catechismo che si svolgono nei locali della Società hanno fatto festa ed hanno ricordato S. Filippo Neri, patrono della Gioventù, con una maiuscola “frisciolata” preparata dalle nostre Socie. Ovviamente c’erano proprio tutti! In serata, anche in occasione del mese mariano, unfolto gruppo di Socie e Soci hanno pregato e cantato ed hanno fatto ancora festa in onore del Santo Patrono. VITA ASSOCIATIVA giugno 2014 Avvisi 160 anni di storia attiva In questo 2014 ricorre il 160° della fondazione della più antica Società Operaia Cattolica della Liguria: quella intitolata a “Nostra Signora del Soccorso e San Giovanni Battista” e fondata il 23 luglio del 1854 nella Canonica di S. Torpete in Genova. Erano quelli tempi difficili c’era in atto una sorta di guerra non ufficialmente dichiarata tra il “mondo cattolico” e lo “Stato liberale” che si articolava con attacchi da una parte e dall’altra sui giornali dell’epoca. Tale stato di cose portò alla ricusazione delle Società Operaie di Mutuo Soccorso da parte dei quotidiani cattolici. Queste Società in Italia apparvero nel 1851, a Torino e nel febbraio dello stesso anno anche in Genova ed in effetti erano organizzazioni aperte a tutti. In esse confluivano mazziniani, cattolici, anarchici, ecc. Tra i fondatori della prima SOMS genovese ci saranno anche alcuni sacerdoti come don Giuseppe Piaggio, don Luigi Massa, don Paolo Ricchini e il chierico Nicolò Caviglia. Nonostante ciò il giornale genovese “IL CATTOLICO” uscirà con alcuni articoli che insinuavano l’ipotesi che queste associazioni avessero come scopo la rivoluzione e tendenze comunistiche mascherate sotto le forme evangeliche. (Vedasi il Cattolico del 22 febbraio 1851). Sarà il vescovo Andrea Charvaz a risolvere la situazione con una decisione salomonica che non scontentava nessuno. Dava la sua approvazione (se non la suggeriva direttamente) per la costituzione di Società Operaie di Mutuo Soccorso di stampo cattolico, che oltre a prevedere forme di mutualità economica e sociale, comprendevano anche quella religiosa e morale. Venivano così soddisfatte le aspettative delle masse operaie cattoliche e, nel contempo, si tacitavano le voci dei benpensanti che temevano l’ascesa dei rivoluzionari. Chi scrive si ferma qui per il momento ricordando ancora una volta che il Sabato 11 ottobre 2014 sarà interamente dedicato ai festeggiamenti per il 160° di fondazione della prima SOC. (Conti Giulio) FOCL ff Sabato 21 Giugno 2014, Festa del Corpus Domini, le Società Operaie Cattoliche del centro cittadino genovese si trovino con le Bandiere e i Soci alle ore 16,45 in Via Lomellini per partecipare alla Processione Diocesana del Corpus Domini. ff La Segreteria FOCL resterà chiusa da Venerdì 18 luglio 2014 a Martedì 2 settembre 2014; sarà riaperta Mercoledì 3 settembre 2014 col consueto orario. anniversari ff SOC Maria SS. e S. Claro di Valleregia (Serra Riccò) Sabato 5 luglio 2014 la SOC festeggerà il 130° anniversario di fondazione col seguente programma: - Ore 16.00 Ricevimento consorelle; - Ore 16.45 Corteo verso la Chiesa; - Ore 17.00 S. Messa officiata da Mons. Luigi Molinari,Ass. Eccl. FOCL; durante la funzione verrà benedetta la nuova bandiera sociale; COPPA LUCIANO MONACO Sul sito web www.focl.eu nella rubrica “eventi” sono riportate, per ogni mese, le attività che vengono organizzate dalla FOCL o dalle singole Società; l’aggiornamento del sito viene eseguito in tempo reale e la notizia viene inserita ancor prima che venga pubblicata su “L’Operaio Ligure”. Si invitano le SOC a trasmettere ogni notizia delle proprie attività a questo indirizzo [email protected] - Ore 18.00 Deposizione corona alla lapide dei soci caduti; segue ritorno in sede sociale con discorso del sig. Alberto Rigo, Presidente FOCL e premiazione Soci anziani; - Ore 19.00 Rinfresco. ff SOC “N.S. del Soccorso e S. Giovanni Battista” (GE-Centro) Sabato 11 ottobre 2014, la SOC festeggerà il 160° anniversario di fondazione. Il programma di massima, ancora in elaborazione, prevede nella mattinata, con inizio alle ore 10.30 presso l’Oratorio e la Chiesa di S. Filippo (Via Lomellini), alcuni incontri – interviste con personalità del settore alternati da interventi musicali. Dopo un rinfresco (ore 13.00) e la pausa per il pranzo, riprenderanno i lavori alle ore 14.30. Alle 16.30 il card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, chiuderà i lavori e tra le 17.00 e le 18.00 celebrerà la S. Messa. Il programma, come sopra indicato, potrà essere oggetto di modificazioni; questo periodico comunicherà a tempo debito il programma definitivo. Anniversari del 2014 FOCL S.O.C. S. MARIA - S. ROCCO CSI GENOVA RIVAROLO - Via alla Chiesa di Rivarolo,5 - Tel. 0107457484 Anniversario Anno di di fondazione fondazione 160° Società Operaia Cattolica 1854 N.S. del Soccorso e San Giovanni Battista (Ge-Centro Est) 135° 1879 San Giuseppe (Campomorone) N.S. della Guardia di Pontedecimo (Ge-Valpolcevera) 130° 1884 San Giovanni Battista di Sestri Pon. (Ge-Medio Ponente) La Società Operaia Cattolica organizza una gara a bocce a coppie denominata 125° 1889 San Giovanni Battista di San Quirico (Ge-Valpolcevera) DOMENICA 22 Giugno 2014 ore 9,00 105 ° 1909 Sacro Cuore di Gesù di Comago (SantOlcese) N.S. Assunta di Molassana (Ge-Media Valbisagno) 45° 1969 San Rocco di Brasile (Ge-Valpolcevera) 40° 1974 San Siro di Struppa (Ge-Media Valbisagno) 35° 1979 San Pio X° (Ge-Medio Levante) 25° 1989 San Pietro ap. di Fontanegli (Ge-Media Valbisagno) N.S. dell’Aiuto e don Lupi (Ge-Valpolcevera) Categoria: D-D (senza vincolo di società) con 2 bocce Possono partecipare Soci, simpatizzanti, cartellinati FIB, Arci e Endas . SETTORI DI GARA S.OC. RIVAROLO E CAMPI LIMITROFI La quota d’iiscrizione sarà di euro 12,00 per giocatore e si riceverà presso la Società organizzatrice: S.O.C. di RIVAROLO TEL. 0107457484, dalle ore 15,00 alle ore 18,00 dal Lunedì al Sabato. Termine delle iscrizioni: Venerdì 20 Giugno 2014 alle ore 18,00 i giocatori dovranno presentarsi Domenica 22 Giugno alle ore 8,15 presso la SOC di Rivarolo per conoscere il settore di gara assegnato. Vige regolamento FIB. PREMI AI GIOCATORI 1ª Coppia classificata; 2ª Coppia classificata; 3ª e4ª Coppia classificata; N° 2 Sterline; N° 2 Marenghi; N° 2 mezzi Marenghi a formazione I premi saranno confermati al raggiungimento di 32 formazioni iscritte. Qualora le iscrizioni fossero superiori sarà corrisposto un premio ogni 8 formazioni PREMI DI RAPPRESENTANZA 1ª Coppia classificata: COPPA LUCIANO MONACO 2ª Coppia classificata: COPPA S.O.C. RIVAROLO A tutti i partecipanti, prima della gara, sarà offerta dalla S.O.C. di Rivarolo, focaccia e vino bianco. Previa prenotazione entro le ore 10,00 della mattina, sarà possibile consumare il pasto di mezzogiorno, presso la S.O.C., al prezzo di € 15,00. La gara è stata approvata dalla C.T. Provinciale FIB di Genova Gara di Petanque 1° Trofeo FOCL 1° Coppa FOCL Domenica 29 giugno 2014 Le Società Operaie Cattoliche “N.S. Addolorata e S.Ambrogio di Fegino”,“S. Mauro di Teglia” e ”N.S. del Carmine di Gemignano”, in collaborazione con la Federazione Operaia Cattolica Ligure, organizzano per Domenica 29 Giugno 2014 una Gara di Petanque a terne aperta e libera a tutti (uomini, donne, bambini) al raggiungimento delle 16 terne che si svolgerà sui campi di Fegino (Via Fegino 17, 16161, GE-Valpolcevera). Quota di partecipazione: 5 Euro a giocatore; Iscrizioni da Domenica 22 giugno a venerdì 27 giugno 2014, telefonando a 3475020313 (SOC Fegino) oppure 3486670366 (SOC Teglia); A tutti i partecipanti verrà consegnata una medaglia ricordo. Assegnazione Trofeo FOCL e Coppa FOCL. Programma ff Ore 08.00 riapertura iscrizioni; ffOre 08.30 S. Messa al campo sui campi della Società Operaia Cattolica a Fegino; ffOre 09.15 Colazione; ffOre 09.30 Inizio Gara sui campi da gioco della SOC di Fegino; ffOre 12.30 Pranzo Sociale presso la SOC di Fegino; quota d’iscrizione Euro 13.00; termine iscrizione ore 10.00 di Domenica 29 Giugno 2014; ff15.00 Ripresa Gara; ff17.30 Finale; ff18.30 Premiazione e Rinfresco. ° Per entrambe le SOC si tratta della data di ri-fondazione Le Società che intendono celebrare l’anniversario, prendano contatti con la Federazione per concordare la data in modo da evitare sovrapposizioni. Alle Società sopraelencate, grazie per il servizio svolto e auguri di buon lavoro. Il Comitato FOCL Necrologi Il Presidente, l’Assistente Ecclesiastico, la Giunta, il Comitato, i Revisori dei Conti della Federazione Operaia Cattolica Ligure, unitamente al Direttore Editoriale de “L’Operaio Ligure” partecipano commossi al dolore della Famiglia Boffardi, e pregano per l’anima di On.le Ines Boffardi ricordando il grande impegno politico nella Democrazia Cristiana, donna dai grandi valori umani e professionali, impegnata negli anni della Resistenza, grande amica delle Società Operaie Cattoliche. Alla famiglia giunga il cordoglio del Consiglio e dei Soci che lo ricorderà sempre con affetto profondo. Annunziata Panzieri vulgo Mirella si uniscono al loro dolore pregando, il Padre Celeste, per la sua Anima buona. La SOC “S. Eugenio di Crevari” (GE-Ponente) ricorda unita nella preghiera il socio defunto Mario Parodi gare di bocce ff Domenica 15 giugno 2014, presso la SOC “N.S. della Salute e S. Stefano di Borzoli” si svolgerà la gara di bocce 3°Trofeo FOCL e 3^ Coppa CSI; ff Domenica 22 giugno 2014, presso la SOC “S.Maria e S. Rocco di Rivarolo” (GE-Valpolcevera) si svolgerà la gara “Coppa Luciano Monaco” (vedi locandina a pagina 5); ff Domenica 29 giugno 2014, presso la SOC “N.S. Addolorata e S. Ambrogio di Fegino” (GE-Valpolcevera) si svolgerà la gara di petanque “I° trofeo FOCL” (vedi locandina a pagina 5) ff Domenica 13 luglio 2014, presso la SOC “ Stanislao Solari di Santo Stefano di Larvego” (Ceranesi) si svolgerà la gara “ 26° Trofeo Giovanni Romairone” (vedi locandina a pagina 6); ff Domenica 20 luglio 2014, presso la SOC “ Stanislao Solari di Santo Stefano di Larvego” (Ceranesi) si svolgerà una gare di bocce in onore di Aldo Rebizzo (vedi locandina a pagina 6); Attività SOC ff La SOC “Sacra Famiglia di Manesseno” (Sant’Olcese) organizza per Sabato 12, domenica 13 e lunedì 14 luglio 2014 la tradizione Festa della Lumaca, in occasione della ricorrenza di S. Alberto patrono del locale Oratorio. ff La SOC “Sacro Cuore di Gesù di Comago” (Sant’Olcese) organizza per ÓÓVenerdì 15 Agosto 2014 - Ferragosto con gli amici - Ore 18.30 apertura stand gastronomici - ore 21.00 serata danzante; ÓÓDomenica 12 Ottobre 2014 - Castagnata - Ore 12.00 apertura stand gastronomici - ore 15.00 pomeriggio danzante. Si prega – al fine di poter dar spazio a tutti – di voler contenere le relazioni circa le attività sociali nell’ambito delle 1.500 battute; la Redazione si riserva la facoltà di “sforbiciare” le relazioni senza alterare il senso della stessa. Gli avvisi per le attività future debbono essere contenute in articolo a parte. Per il prossimo numero il materiale deve pervenire entro il 31 agosto 2014. Per l’invio del materiale si prega utilizzare, per quanto possibile, la posta elettronica ([email protected]). La SOC “S. Maria – S. Rocco di Rivarolo” (GE-Valpolcevera) annuncia la perdita del Socio Gianni Roncallo Il Presidente, il Presidente Onorario, il Consiglio Direttivo, la Banda Musicale, la Bocciofila e i soci tutti della SOC “N.S. della Guardia di Pontedecimo” (GE-Valpolcevera) si associano al dolore dei familiari tutti per la scomparsa del caro e indimenticabile Socio Onorario Biagio Molinari del quale ricordano le grandi doti umane e professionali e la cura con cui ha svolto il servizio di Presidente della Società. Il Signore apra a Lui le porte del Paradiso. E’ mancato all’affetto dei Suoi cari il socio Alessandro Poggi Il Presidente, il Consiglio Direttivo e tutti i Soci della SOC “San Biagio” (GE-Valpolcevera) porgendo sentite condoglianze ai familiari della Socia, 5 La SOC “ Cristoforo Colombo di Quezzi” (Ge Bassa Valbisagno) ricorda con affetto e accompagna con la preghiera il caro Sandro. Il Presidente, il Consiglio e i Soci tutti porgono le più sentite condoglianze ai familiari per la perdita del loro congiunto. La SOC “N.S del Soccorso e San Giovanni Battista di Genova (GE-Centro Est) ricorda con affetto ed accompagna con la preghiera la socia Ernestina Recalcati Il Presidente, il Consiglio Direttivo e tutti i soci rinnovano al fratello sentite condoglianze. Socio Extra (come lo ha definito il nostro Presidente Emerito dr. Giovanni Manca nel Suo saluto). Apprezzata memoria storica di Rivarolo, ricercato compagno di giochi, gradito ospite agli incontri conviviali. Ideale modello comportamentale, sempre sorridente, disponibile e rispettoso. Tutti i Soci si uniscono al dolore dei Familiari e, ricordandolo al Padre Celeste, rinnovano sincere condoglianze. Il Presidente e tutti i Soci della SOC “Sacra Famiglia di Manesseno” (Sant’Olcese) ricordano con particolare rimpianto la dolorosa morte della cara socia Maria Luisa Dagnino in Torre e porgono al marito Gianni ai figli e ai familiari le più sincere condoglianze assicurando preghiere di suffragio. La SOC “S. Filippo Neri” di Isoverde ricorda il carissimo Socio GAETANO PECOLLO e prega per i suoi familiari perché Dio doni loro il conforto della speranza cristiana. Lapubblicazionedeinecrologiavviene,atitologratuito,sullabase delle segnalazioni pervenute dalle Società Operaie Cattoliche. Per il prossimo numero devono arrivare entro il 31 agosto 2014. 6 VITA ASSOCIATIVA giugno 2014 Focl ffSabatof 3f Maggiof ilf Presidentef Rigof ef l’A.E.f Mons.f Molinarif sonof intervenutif allaf presentazionef delf librof sullaf storiaf dellaf SOCf “Sanf Luigif dif Multedo”f svoltasif nellaf sedefdellafstessa;f L’editoria della Federazione è più ricca successivamente a cura della SOC “N.S. di Misericordia” sarà presentato nelle Società citate nel libro. Questa iniziativa ha lo scopo di far conoscere anche alle giovani generazioni la nostra storia. Il libro del Savonese è stato omaggiato a tutte le Società Operaie Cattoliche Liguri affiliate alla Federazione. Ci auguriamo che questa ricerca porti frutto e faccia ritornare qualche Società Operaia Cattolica del Savonese nella grande famiglia delle Federazione Operaia Cattolica Ligure. Per i nostri Lettori pubblichiamo le due copertine dei libri, annunciando già che del 2015 in occasione del 130° anniversario della SOC “N.S. Addolorata e S. Ambrogio di Fegino”, il Prof. Sergio Tazzer curerà la ricerca per una nuova pubblicazione.(A.R.) ffDomenicaf4fMaggiofilfPresidentefRigofhafpartecipato,fafSestrifLevante,falfradunofdellefConfraternitefLiguri;f ffLunedìf 5f Maggiof ilf Presidentef RigofhafpartecipatofallafSantafMessafinfsuffragiofdelfcard.fSiri,fcelebratafnellafCattedralefdifSanfLorenzof inf Genova,f nelf 25°f anniversariof dellafsuafmorte; ffVenerdìf 9f maggiof sif èf svoltaf laf riunionef deif Presidentif dellef SOCf perfl’approvazionefdelfRendicontof EconomicofFOCLf2013; ffSabatof 10f Maggiof laf Vicepresidentef Pienovif haf partecipatof all’Assembleaf deif Socif dellaf SOCf “N.S.f dellaf Guardiaf ef S.f Giuseppef difBolzaneto”;f Nell’anno 2014 la collana editoriale della Federazione si è arricchita di due nuovi libri; uno uscito a Gennaio che racconta la storia della Società San Luigi di MulffDomenicaf 11f Maggiof ilf Presi- tedo, l’altro invece sovvenzionato - dalla dentefRigofhafpartecipatofafunfsa- Regione Liguria con la legge 13/94 - è una ricerca sul mutualismo cattolico nel lottoftelevisivofafPrimocanale; Savonese. ffLunedìf 12f Maggiof ilf Presidentef Entrambe i libri sono stati presentati Rigof haf incontratof lef Societàf dif ufficialmente: il primo a Multedo con Teglia,f Feginof ef Gemignanof infVal- una manifestazione molto semplice in polcevera;f quanto avvenuta in Società alla presenza ffMartedìf13ffMaggiofilfPresiden- di un buon numero di Soci alla Presenza tef Rigof ef lafVicepresidentef Pieno- del Presidente della FOCL, di Mons. vif hannof partecipatof allaf riunionef Molinari e degli autori del libro che dellaf Zonaf Sant’Olcese-Serraf Ric- hanno intrattenuto i presenti per la parte di competenza; il secondo sarà presencò;f tato a Savona nella Sala del Comune e ffMercoledìf14fMaggiofsifèftenutaf laf riunionef dellaf Giuntaf Foclf presenti:fRigo,fMons.fMolinari,fCazullo,f Pienovi,fOrlandi;f ffSabatof 24f Maggiof ilf Presidentef Rigofhafpartecipatofallafcelebrazionef delf Trentesimof dif Fondazionef dell’AssociazionefGigifGhirotti.ff ffDomenicaf25fmaggio,falfmattino,f ilf Presidentef Rigof haf partecipatof allaf premiazionef dellaf“Garaf dellaf Fienagione”f af Cravasco;f nelf pomeriggiof ilf Segretariof Orlandif edf ilfResp.fAmm.fBrizziffhannofpartecipatof all’assembleaf deif Socif dellaf SOCf“N.S.fdellafGuardiafdifPontedecimo”. Periodico mensile della Federazione Operaia Cattolica Ligure - Fondato nel 1884 N. 4 - GIUGNO 2014 Direzione, Redazione, Amministrazione: Vico Falamonica 1/3 - 16123 Genova - tel. 010.247.45.93 - fax 010.251.72.64 e-mail:[email protected] Codice Fiscale FOCL 80048590105 Presidente FOCL ed Amministratore: alberto rigo Assistente Ecclesiastico FOCL: luigi mons. Molinari Direttore Responsabile: adriano torti Direttore Editoriale: guido garri Autorizz.:TribunalediGenovan.2950del2.10.1958-RegistrodellaStampan.436 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Centro Stampa: NUOVA GRAFICA L.P. Via Pastorino, 200 r. - 16162 Genova tel. 010.745.02.31 - fax 010.745.02.60 e-mail: [email protected] Tiratura di questo numero: 5.718 copie Convenzioni in vigore a favore dei soci delle Società Operaie Cattoliche La Federazione Operaia Cattolica Ligure ha stipulato apposite convenzioni di cui possono beneficiare i soci delle Società Operaie Cattoliche e dei Circoli CSI della Liguria che siano in possesso della Tessera sociale dell’anno in corso. Per tutte le prestazioni di natura sanitaria la Tessera Sociale deve essere esibita al momento dell’accettazione. SANITÀ 3 G LABORATORIO ANALISI CLINICHE Laboratorio analisi - Campomorone - Via A. Gavino 94 r - tel. 010.780290 Laboratorio analisi - GE- Bolzaneto - Via G.B. Custo 14 R - tel. 010.7455198 - 010.7455198 Diagnostica con ultrasuoni - GE-Bolzaneto - Via G.B. Custo 14 r - tel. 010.7455198 - 010.7455198 AMBULATORI GENOVA SALUTE Centro medico polispecialistico Genova Via G. D’Annunzio 64 (piano 5) - tel. 0106429059 Prestazioni a prezzi convenzionati (depositati presso la Segreteria FOCL) previo appuntamento dal lunedì al venerdì dalle ore 08.30 alle 18.00 ANALYST Laboratorio analisi – GE-Pontedecimo - Via Pieve di Cadore 12/B - tel. 010.7856908 Centro prelievi - Genova - Corte Lambruschini - Torre B - 7° Piano, Piazza Borgo Pila 39/9 - tel. 010.5957764 BIOMEDICAL GE-Prà - Via Prà, 1/b - tel. 010.66351 GE-Pegli - Via Teodoro II di Monferrato, 58 r - tel. 010.6967470 GE-Pegli - Via Martiri della Libertà, 30 c - tel. 010.6967470 GE-Sestri Pon. - Vico Erminio, 1/3/5 r - tel. 010.6533299 IL BALUARDO Genova - Porto Antico - tel. 0102471034 Ge-San Fruttuoso - Via G. Torti, 30/1 - tel. 010.513895 LABORATORIO ALBARO GE-Albaro - Via P. Borselli, 30 canc. - tel. 010.3622881 3S LABORATORIO DI ANALISI Savona - Via Pirandello, 1 r - tel. 019.822650 STUDIO RADIOLOGIOCO ESSEPI Savona - Via Pirandello, 1 r - tel. 019.828737 SANITARI - ORTOPEDIA ALLEGRETTI Genova - Salita S. Caterina, 44 r - tel. 010.561604 GE-S. Fruttuoso - Via G. Torti, 20 r - tel. 010.503807 GE-Sampierdarena - Via A. Cantore, 62 r - tel. 010.411216 GE-San Gottardo - Via Piacenza, 201 m/r - tel. 010.8363513 CADENASSO & STRINGHINI Genova – Via A. Volta 71 r - tel. 010.530045 PODOLOGO Dott. De Martino - Genova - Corso De Stefanis, 15-4 e Via P. Giacometti, 38 r. AUTO AUTOCAROZZERIA MANNINO Genova - Via C. Reta, 1 - tel. 010.7406211 CONSULENZE COMMERCIALISTA Studio Ferrari e Pavero 16122 Genova - Via Gropallo, 3 - tel. 010.5702441 LEGALE Avv. 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VITA ASSOCIATIVA giugno 2014 7 Pellegrinaggio al Santuario N.S. della Guardia Insieme a testa bassa e con lo sguardo al mondo Omelia tenuta l’1 giugno in occasione del Pellegrinaggio Diocesano del Mondo del Lavoro al Santuario N.S. delle Guardia Cari Fratelli e Sorelle È tradizione che il mondo del Lavoro genovese, in una domenica della primavera inoltrata si ritrovi con i suoi simboli e le sue bandiere al Santuario della Madonna della Guardia per deporre ai piedi della madre di Dio le sue speranze e le sue delusioni: ed ascoltare dal suo Vescovo parole di incitamento e di conforto per proseguire “insieme a testa bassa e con lo sguardo al mondo” il difficile cammino che lo attende. Erano in molti domenica 1 giugno al Santuario, la giornata gradevole ha favorito l’uscita “fuori porta” di intere famiglie e la processione che alle ore 9,30 si è snodata dal luogo dell’Apparizione verso la Basilica è stata da subito imponente e composta: la gente cantava e pregava ad una voce dando vita ad uno spettacolo commovente. Dopo la proclamazione del Vangelo del giorno il Cardinale Arcivescovo apre la sua omelia con un saluto oltre che alle Autorità presenti “a quella moltitudine di uomini e donne, giovani e adulti, che hanno la grazia di lavorare, quelli che non sono sicuri di poter continuare, quelli che hanno perso o stanno per perdere l’occupazione o che non l’hanno mai avuta”. Il lavoro, insegna la Dottrina Sociale Cristiana, non serve solo per guadagnarsi da vivere, ma per credere nella propria dignità di uomo, per formarsi e sostenere una famiglia”. E qui il discorso si fa accorato, quasi paterno: ...”la famiglia produce capitale umano, senza il quasle non vi è società e benessere per nessuno: anche per questa ragione una società saggia dovrebbe custodire e promuovere in tutti i modi questo patrimonio dell’umanità anziché indebolirlo e sfaldarlo con ostinata ipocrisia”. Il Cardinale parla poi alla sua Città: “Genova deve tornare all’essenziale: la sua opulenza non ha mai fatto perdere di vista ciò che conta di più, la laboriosità ed il sacrificio, la famiglia ed il fututo. Genova è sempre stata non come la cicala che svolazza spensierata e rumorosa sugli alberi, ma piuttosto come la formica... che si dedica al lavoro pensando al domani”. E contro il personalismo e le inutili ambizioni il Cardinale avverte che “l’essenziale non è apparire il più grande nella pubblica considerazione, non è la ricerca del posto più in vista, ma essere onesti e capaci, è mantenere e sviluppare lavoro. E per tale scopo è necessario andare avanti insieme a testa bassa e con lo sguardo al mondo”. È il giorno in cui la Chiesa celebra l’Ascensione al cielo del Signore e la tristezza che allora invase il cuore e la mente dei discepoli non deve essere anche la nostra perché... “Gesù è vivo ed è rimasto con noi con il Suo spirito di luce e di forza”. È un invito alla speranza, anche se molte cose non vanno e portano al contrario, in questa società che, per l’individualismo tanto diffuso, sembra voglia andare altrove. Alla fine della celebrazione dell’Eucarestia, che il Cardinale ha celebrato con mons. Luigi Molinari, Assistente della FOCL, con don Franco Molinari e con don Gianpiero Carzino, le tante bandiere delle Società cattoliche sono scese a sventolare sull’ampio piazzale della basilica per essere ancora una volta la testimonianza che il loro Vescovo non ha parlato invano. GIOVANNI REPETTI Chi c’era Oltre al Gonfalone della FOCL che ha organizzato l’iniziativa ed il Gonfalone del Comune di Ceranesi per la competenza territoriale, erano presenti: zz 45 Società Operaie Cattoliche con la bandiera; zz 3 Società Operaie di Mutuo Soccorso; zz 6 Pubbliche Assistenze; zz Le Confraternite di Sestri Levante e di Fegino; zz Le Bande musicali delle SOC di Bolzaneto e di Pontedecimo. Da rimarcare la partecipazione della SOC “San Fruttuoso” (GE-Bassa Valbisagno) presente al Pellegrinaggio con ben 54 soci. Un exploit che si ripete ogni volta e che costituisce un esempio per tutte le Società consorelle. Sono intervenuti anche i Sindaci di Campomorone, Ceranesi, Mignanego e Serra Riccò, Autorità Militari, l’on. Basso, il dr. Adinolfi e i Consiglieri Regionali Pellerano e Siri. Era rappresentata la Regione Liguria col Gonfalone e l’Assessore dr. Rossetti, la Provincia di Genova col Gonfalone ed il v. Commissario dr. Sinisi, il Comune di Genova col Gonfalone e l’Assessore sig. Crivello, la Fondazione CARIGE col v. Presidente dr. Repetto, l’Autorità Portuale col Gonfalone ed il Presidente dott. Merlo. Inoltre hanno onorato la manifestazione con qualificati rappresentanti e le insegne sociali l’MCL, le ACLI, l’AC, la CISL con lo striscione degli operai metalmeccanici. 1.il pellegrinaggio del mondo del lavoro al Santuario della Madonna della Guardia è un appuntamento caro: è qui spiritualmente presente quella moltitudine di uomini e donne, giovani e adulti, che hanno la grazia di lavorare, quelli che non sono sicuri di poter continuare, quelli che hanno perso o stanno per perdere l’occupazione, o che non l’hanno mai trovata. Dietro al lavoro vi è il pane quotidiano, la propria dignità di uomini, ci stanno le famiglie. Una ricchezza umana immensa che costituisce il tessuto solido della società, un patrimonio di fare e saper fare invidiabile, una miniera di valori umani e cristiani, una riserva di concretezza e di quel buon senso che oggi sembra tanto mancare. 2.Viviamo non solo un’epoca di cambiamenti, ma siamo dentro ad un cambiamento d’epoca. Tuttavia, come ho detto altre volte, il cuore dell’uomo non cambia e non cambierà mai. Rimane sempre lo stesso: un anelito alla bellezza della bontà, un desiderio d’amore, di vita laboriosa e serena. Il sentimento di essere inutili uccide l’anima, spegne il sorriso, toglie le forze: senza lavoro risvegliarsi al mattino è angoscia, si diventa cupi, senza speranza, nasce il risentimento che – con l’andare dei giorni – si trasforma in rabbia sorda e, a volte, violenta contro di sé e contro gli altri. Certo, non basta la voglia di lavorare e di guadagnarsi la vita, di mettere a frutto i propri talenti e di costruire insieme la società. E’ necessario che la società non sia sterile, bensì grembo fecondo e accogliente, capace di generare fiducia e lavoro. 3.Com’è noto ma spesso taciuto, la prima e fondamentale impresa resta la famiglia: essa “produce” il capitale umano, senza il quale non vi è società e benessere per nessuno. Anche per questa ragione una società saggia dovrebbe custodire e promuovere in tutti i modi questo patrimonio dell’umanità, anziché indebolirlo e sfaldarlo con ostinata ipocrisia. Si sta perdendo il lume della ragione, cioè il buon senso che riconosce le evidenze elementari dell’umano in nome dell’individuo avulso dagli altri, solamente preoccupato del proprio benessere. 4.Come dicevo, insieme alla famiglia, la società deve vedere e provvedere affinché la fiducia nel domani non venga meno, ognuno abbia la sua dignità di lavoratore e di cittadino, perché i giovani non siano costretti ad emigrare, perché chi è avanti nell’età non si trovi tagliato fuori, perché chi ha intrapreso non si disperi. I dati di questi giorni registrano milioni di senza lavoro, una folla impressionante che non può non preoccupare tutti. Si dice che i segnali positivi ormai esistono e sono documentati: lo vogliamo sperare cordialmente. Ma se questa alba incipiente riguarda la macro economia, le ricadute sull’occupazione spicciola non si vedono ancora. E intanto corre la vita delle persone e delle famiglie, degli anziani e dei giovani. Nessuno si può illudere di salvarsi da solo. Se questo vale per l’intero Paese, vale altresì per la nostra Città. Forse, Genova deve tornare all’essenziale: la sua antica opulenza non ha mai fatto perdere di vista ciò che conta di più, la laboriosità e il sacrificio, la famiglia e il futuro. Genova è sempre stata non come la cicala che svolazza spensierata e rumorosa sugli alberi, ma piuttosto come la formica che in ogni stagione si dedica al lavoro pensando al domani. Ciò non le ha impedito una vita agiata e serena, la ricerca di un benessere non per pochi ma per tutti. 5.L’essenziale non è apparire il più grande nella pubblica considerazione, non è la ricerca del posto più in vista, ma è essere onesti e capaci, è mantenere, sviluppare e creare lavoro. E per tale scopo è necessario andare avanti insieme, a testa bassa e con lo sguardo al mondo. Dividersi per gelosie o puntigli significa disperdere le forze, mancare di visione; essere irragionevolmente ancorati ai propri punti di vista vuol dire affondare tutti. La gente è stanca di vedere che, a causa di gelosie, interessi particolari, comodità, veti incrociati ad ogni livello, il lavoro non solo non arrivi a Genova, ma anche che se ne vada altrove. E allora? A che cosa sarà servito litigare per non decidere? Decidere per poi cambiare? Perché non ci può essere un fronte comune certo e definitivo, rapido nelle decisioni e nelle realizzazioni? Non dobbiamo arrenderci; dobbiamo lottare contro la sfiducia davanti alla complessità dei problemi e verso gli altri, persone e istituzioni. Il male, che non di rado ci viene sbattuto in faccia e va ad appesantire il cuore, non può oscurare tanta onestà e serietà che opera per il bene della gente. Ognuno deve fare la sua parte, secondo le sue possibilità e doveri: un grande appello va fatto certamente ai responsabili della cosa pubblica, perché favoriscano concretamente la creazione e il mantenimento del lavoro. Ma – a tutti i livelli - c’è anche bisogno che si investa con coraggio così da dare ossigeno là dove ve n’è urgente bisogno. 7.L’ascensione di Gesù al cielo, dopo la risurrezione pasquale, ci presenta il Signore che si leva verso il cielo e scompare agli occhi tristi dei discepoli. Ma non li ha lasciati soli: “Non vi lascerò orfani”. Gesù è rimasto con noi con il suo Spirito di luce e di forza, è rimasto con il Vangelo e con l’ Eucaristia, è rimasto nella sua Chiesa, tra noi se siamo riuniti nel suo nome. Sì, non ci ha lasciati soli di fronte alla vita e ai suoi problemi: Egli continua ad essere con noi. Per questo – come cristiani – non dobbiamo avere paura, ma vuole che stiamo insieme nel suo nome: stare insieme per vivere, lottare, pensare e costruire insieme. Allora Lui sarà veramente con noi. † Angelo Card. Bagnasco, Arcivescovo di Genova 8 giugno 2014 VITA ASSOCIATIVA Presso la Segreteria FOCL è possibile avere copia informatica (portarsi chiavetta USB) di tutte le foto del pellegrinaggio
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