N.2 may / maggio 2014 Trimestrale – Poste italiane S.p.A. – sped. A: P: - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1.c.1: CMP Bologna EUROMED FRESH PRODUCE EDITORIAL / EDITORIALE 1 Fresh produce bets it all at Expo 2015 Il fresco si gioca tutto a Expo 2015 by/di Duccio Caccioni Head of marketing and quality control at Bologna’s Municipal Market / Direttore marketing e qualità del Centro AgroAlimentare di Bologna Now that the United States has signed on, the number of countries exhibiting at Expo 2015 in Milan has climbed to 147. Dedicated to food, the coming Universal Exposition should be a memorable event indeed as to both the number of expected visitors, over 20 million, and the quantity/quality of the exhibition areas. From May through October 2015 an average 140,000 persons a day will visit an area as big as 150 football pitches and experience the very best the food industry has to offer. Expo 2015’s theme – Is it possible to ensure sufficient, good and healthy food for all humanity – will leave a lasting mark on the world. It’s truly an occasion not to be missed for the fresh-produce trade. Fruit and vegetables are pillars of healthy, as well as sustainable, nutrition. Two key topics that will occupy the international news media during Expo 2015 are the right to food security and the fight against wastage. By food security is meant not only the right of those living in the world’s poorest areas to feed themselves but also the right to healthy food for everyone. Indeed, even in the wealthiest countries not everyone is properly nourished with fresh produce in a healthy overall diet. Those in the lowest income groups and of limited education often eat poorly, a regimen that can lead to notable health and social problems. It’s as much cultural issue as one of retail distribution. For there are patches in many big cities called “food deserts” because they feature no outlets for buying fresh produce at affordable prices. Then too sustainability and fighting wastage could become notable marketing badges. How many know that 50 grams of fresh spinach leaves a 10-gram CO2 footprint, whereas 50 grams of frozen spinach leaves one 16-fold higher? Now’s the time to advertise it. N Con la recente adesione degli Stati Uniti il numero delle nazioni che saranno presenti a Expo 2015 di Milano è salito a 147. L’esposizione universale dedicata al cibo è quindi destinata a diventare un evento memorabile, sia per il numero di visitatori previsto (oltre 20 milioni), sia per la quantità e qualità delle aree espositive. Da maggio a ottobre 2015 una media di 140.000 persone al giorno visiterà un’area grande come 150 campi da calcio, dove ci sarà la vera eccellenza in campo agroalimentare. Il tema di Expo 2015 lascerà un forte segno a livello mondiale: è possibile assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile? Per il settore del fresco si tratta di un’occasione assolutamente imperdibile. Frutta e verdura sono uno dei pilastri dell’alimentazione sana, ma anche sostenibile. Tra i principali argomenti che saranno trattati dai media internazionali durante Expo, ci sono il diritto al cibo e la lotta agli sprechi. Per diritto al cibo si deve intendere non solo la possibilità per gli abitanti delle aree più povere del pianeta di sfamarsi, ma anche avere un’alimentazione sana per tutti. Perché anche nei paesi più ricchi non a tutti è concesso di nutrirsi bene, con prodotti freschi e di buon profilo nutrizionale. Le fasce meno abbienti e a bassa scolarizzazione spesso mangiano male, con conseguenze sanitarie e sociali. È un problema culturale, ma anche di distribuzione al dettaglio. In molte grandi città esiste quello che è chiamato “food desert”, cioè la mancanza di punti vendita in cui si possa acquistare ortofrutta fresca a prezzi accessibili. Sulla lotta allo spreco e la sostenibilità, potrebbero esserci risvolti di marketing notevoli: chi sa per esempio che 50 gr. di spinaci freschi valgono 10 gr. di CO2 di impatto ambientale mentre la stessa quantità di spinaci surgelati ha un impatto 16 volte superiore? Cominciamo a comunicare la cosa. C Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 www.freshpointmagazine.com FreshPoint @FreshPointItaly Year XVII - Issue N° 2 - May 2014 shopping at: www.edagricole.it Anno XVII - n° 2 - maggio 2014 shopping su: www.edagricole.it Executive editor/Direttore responsabile: Ivo Alfonso Nardella Contributors to this issue/Collaboratori: Duccio Caccioni, Ugo Stella, Daniela Ostidich, Manuela Soressi, Silvia Zucconi, Mario Schiano Lo Moriello, Jessika Pini, Paolo Battistel, Simone Martarello, Giuseppe Francesco Sportelli, Daniele Tirelli, Davide Bernieri English version/Traduzioni: David Verzoni Editorial desk/Segreteria di redazione: Tel. +39 051/6575.847 Fax: +39 051/6575.856 Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 - Bologna [email protected] Graphic design and impagination/Progetto grafico e impaginazione: Lizart comunicazione visiva - Bologna Owner and publisher/Proprietario ed editore: New Business Media srl SUMMARY SOMMARIO 1 Duccio Caccioni 4 Liability: All rights riserved. The reproduction of any illustrations and of articles published in the magazine, as well as any translations thereof, are prohibited unless by prior permission of the Publisher. Typescripts and illustrations submitted to the editorial staff shall not be returned, even if not published, and the Publisher shall not be held liable for any such items that are one-of-a-kind. The Publisher shall not be held liable for any errors of content in published articles, nor for any errors arising in the course of their reproduction in the magazine. Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazine della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati e la Casa Editrice non si assume responsabilità nel caso si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. FRESH POINT FOR EXPO 2015 Reducing food waste: mission possible Ridurre lo spreco di cibo: missione possibile by / di Ugo Stella 10 Head office/Sede legale: Via Eritrea, 21 20157 - Milano Editorial offices/Sede operativa: Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 - Bologna Advertising/Ufficio pubblicità: Tel. +39 051/6575.822 Fax: +39 051/6575.853 - pubblicità[email protected] Printed by/Stampa: Faenza Industrie Grafiche - Faenza (Ra) Customer service/Servizio clienti: [email protected] Tel: +39 02/3909.0440 - Fax: +39 02/3909.0335 Yearly subscription/Abbonamento annuo: €72.00 Priority annual foreign subscription/ Abbonamento estero annuo prioritaria: €119.00 Back issues (available for preceding six months)/ Arretrati (Disponibili i 6 mesi precedenti): €14.40 each Bank account in the name of/Bonifico bancario intestato a: Tecniche Nuove Spa, IBAN IT02 F055 8401 7130 0000 0019 323 Subscriptions will start with the next available issue/ L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile Registration with Tribunale of Bologna/ Registrazione Tribunale di Bologna no. 6776 del 04/03/1998 - ROC “Poste italiane Spa - sped. A.P. - DL 353/2003 - conv. L 46/2004, art. 1 c.1: DCB Milano” - ROC no. 6553 del 10 dicembre 2001- ISSN 1127-0713 Associated to/Associato a: EDITORIAL / EDITORIALE Fresh produce bets it all at Expo 2015 Il fresco si gioca tutto a Expo 2015 CONSUMPTION / CONSUMI OPINION / OPINIONE Organics for mass consumption Un biologico adatto al consumo di massa by / di Daniela Ostidich 12 Mediterranean diet: the most sustainable. Even trolley-wise Dieta mediterranea: la più sostenibile. Anche come spesa by / di Manuela Soressi 18 Never without organic produce Mai senza frutta e verdura bio by / di Silvia Zucconi 24 MARKETS / MERCATI OPINION / OPINIONE Smarter and greener logistics for cities Logistica più intelligente e più verde per le città by / di Duccio Caccioni 26 EU-MTC trade balance in red Bilancio in rosso negli scambi tra Ue e Ptm by / di Mario Schiano Lo Moriello 32 Medfel spotlight melon & pistacchio Melone e pistacchio protagonisti a Medfel 54 by / di Jessica Pini GDO / GDO OPINION / OPINIONE Service at hand, fresh in hand Servizio a portata di mano, il fresco fa centro by / di Daniele Tirelli 36 Maghreb, low-cost quality Maghreb, qualità a basso costo 56 by / di Paolo Battistel Race for freshness and speed In gara per freschezza e velocità by / di Manuela Soressi 40 Only the best for the US Gli Usa aprono solo al meglio 62 by / di Simone Martarello Crai’s code of ethics for suppliers Il codice etico di Crai per i fornitori by / di Davide Bernieri 44 CROPS / PRODUZIONI OPINION / OPINIONE Produce grows at big retail Cresce l’ortofrutta prodotta per la gdo 64 Made in Italy: more exports, fewer costs Made in Italy: più export, meno costi by / di Jessika Pini by / di Duccio Caccioni 46 New cultivars, tomato on top Nuove varietà, pomodoro al top by / di Giuseppe Francesco Sportelli 52 Radicchio, the red gold of Treviso Radicchio, l’oro rosso di Treviso by / di Davide Bernieri 66 Sipo’s packaged organics for export Da Sipo linea bio in busta pensata per l’estero by / di Davide Bernieri 68 La Linea Verde & Agribologna in fresh-cut deal La Linea Verde e Agribologna insieme per la IV gamma by / di Davide Bernieri 4 FRESH POINT FOR EXPO 2015 Reducing food waste mission possible Ridurre lo spreco di cibo missione possibile by / di Ugo Stella As the spectre of poverty looms over many EU families today, how to curtail food waste has become a strategic issue and is even one of the main Expo 2015 themes. Wasting less food is both challenge and opportunity. And everyone must do their part. In actual fact, there’s been a rise in awareness of food waste in the past few months, and we’re beginning to see its effect in a drop in volumes. There are also more in-house efforts by businesses, an increase in conferences and promotional literature, more government involvement and, above all, the effect of Expo 2015, with its focus of global food, is now being felt. So, it’s no accident that Italy, under its national publicservice campaign to prevent food waste, is doing its utmost to make sure 2015 is the EU Year against Waste. In effect, what we mean by waste here is first and foremost the waste that can be measured in our own homes, i.e. what we throw in the bin instead of eating, not the overall food loss or spoilage that occurs in routine processing and packaging. F Public Service On 5 February last the government-sponsored National Council Against Waste met for the first time in Rome. More than 200 representatives of all the stakeholders in Italy’s food supply chain were in attendance – from growers to producer and consumer organisations, from Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 on le famiglie europee a rischio povertà la questione del contenimento degli sprechi alimentari è diventata strategica ed è uno dei temi di Expo 2015. La riduzione delle quantità di cibo che ogni giorno finisce tra i rifiuti è insieme una sfida e un’opportunità, al cui raggiungimento serve il contributo di tutte le parti in gioco. A dire il vero negli ultimi mesi la sensibilità nei confronti dello spreco alimentare è aumentata e si comincia a vedere l’effetto pratico in termini di riduzione dei volumi. Crescono le iniziative all’interno delle imprese, aumentano i convegni e la letteratura, il governo fa la sua parte e soprattutto comincia a funzionare l’effetto Expo 2015, che avrà un focus sull’alimentazione nel pianeta. Non a caso, nell’ambito del piano nazionale di prevenzione dei rifiuti, l’Italia sta lavorando per far sì che il 2015 possa diventare l’anno europeo contro lo spreco. E quando si parla di sperpero, si fa riferimento innanzitutto a quello misurabile nelle nostre case, perché in Italia distinguiamo fra perdite alimentari globali e rifiuti alimentari, cioè tra “perdite di cibo” durante i processi produttivi e “spreco alimentare”. C L’impegno della politica Lo scorso 5 febbraio si è riunita a Roma la prima Consulta nazionale zionale contro lo spreco: presenti più ù di 200 persone in rappresentan-za di tutti i protagonisti della filiera agroalimentare italiana. Dalle aziende alle associazioni ni di produttori e consumatori, da Confindustria a Confcommercio, ercio, dalla Caritas alle Acli con la partecirteci- CONSUMPTION / CONSUMI Confindustria to Confcommercio business groups, from Caritas to Acli community services, and even from FAO and Expo 2015. The Council was established by the government of then Prime Minister Enrico Letta as part of its National Campaign for the Prevention of Food Waste (Pinpas). Former Environment Minister Andrea Orlando, who was given the task of setting up the Council, appointed as its chairman Andrea Segrè, Dean of Bologna University’s Faculty of Agriculture and head of Last Minute Market, a spin-off think-tank that develops projects to reduce household and industry waste and environmental pollution while promoting sustainability, health, energy savings and fair trade. Although the head of government has changed, the Council will still be ready for its public debut on 5 June for World Environment Day 2014. Its agenda will include regulatory issues regarding labelling, packaging, and how best to recover and distribute surpluses. Expo 2015 Is it possible to assure that all the world’s inhabitants have access to sufficient, healthy, good food in a sustainable way? This is the core question that the Milan 2015 76 of food wasted on average by every Italian yearly i kg di cibo che ogni italiano spreca in media ogni anno pazione di Fao ed Expo. L’iniziativa è stata promossa dall’allora governo Letta nell’ambito del Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (Pinpas). Il coordinamento è stato affidato dall’ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, al preside della Facoltà di Agraria all’Università di Bologna Andrea Segrè, che è anche presidente di Last Minute Market, la società spin-off che sviluppa progetti per ridurre sprechi, rifiuti e inquinamento, promuove la sostenibilità, la salute, il risparmio e la solidarietà. Anche se l’esecutivo è cambiato, l’appuntamento rimane quello del 5 giugno prossimo, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, con i diversi temi da regolamentare: etichette, packaging, facilitazioni per il recupero o la distribuzione delle eccedenze. Il ruolo dell’Expo È possibile assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile? Questa la domanda cui cerca di rispondere l’Esposizione Universale di Milano 2015. Un tema tanto più significativo per un appuntamento di rilievo mondiale che si svolge in un paese, l’Italia, divenuta protagonista qualitativa del cibo globalizzato. Nei sei mesi di Expo si parlerà dunque di nutrizione, nel rispetto del pianeta e delle 27% 50% 60.000 of Italians toss out food at least once a week di italiani butta cibo almeno una volta alla settimana of Italians say they don't check home food stocks before shopping at the supermarket di italiani ammette di non controllare quali alimenti siano già in casa prima di andare al supermercato per gli acquisti tons of food are earmarked for reuse every year by the big chain le tonnellate di cibo che la gdo destina ogni anno al riutilizzo Fresh Point Magazine n.1 february / febbraio 2014 5 BIG RETAIL IL RUOLO DELLA GDO While the processing industry has made some progress, it’s the big retail chains who see themselves as being the leaders in the fight against waste and for recycling surplus food. In effect, surplus food is an inherent factor in the business economics of retail outlets since their job is to make sure all customers can purchase what they want on any given day of the week at any given time of day. «The trade is systematically seeking the efficiency to keep wastage to a minimum – said industry group Federdistribuzione’s president Giovanni Cobolli Gigli. – We’re using local suppliers via greater streamlining of logistics and sophisticated software tools to gauge consumer purchase trends and shopping habits. The big chains – he added – also play an active role in living unsold, but still edible food items a second life through cooperation with the Onlus charity. Indeed, the results have been very good so far: over a given year, all the big chains in Italy earmark 60,000 tons of surplus for reuse, which works out to 75 million meals».. Se l’industria ha fatto qualche passo avanti, la gdo ritiene di trovarsi in prima linea sul tema della lotta allo spreco e del recupero delle eccedenze alimentari. Anche perché avere delle eccedenze alimentari è un fatto insito nella stessa attività economica dei punti vendita, al fine di garantire a ogni cliente le stesse opportunità d’acquisto a tutte le ore della giornata e in qualsiasi giorno della settimana. «Il settore sta sistematicamente cercando efficienza per ridurre al minimo gli sprechi – afferma il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli – utilizzando rifornimenti su piazza, inserendo più efficienza logistica, impiegando sofisticati strumenti di analisi degli acquisti e delle abitudini di consumo. La gdo – prosegue – è attiva anche nel dare una seconda vita ai prodotti alimentari invenduti e ancora commestibili attraverso la collaborazione con le onlus. Un’azione che produce già risultati importanti: in un anno l’intera gdo in Italia destina 60mila tonnellate di eccedenze al riutilizzo, equivalenti a 75 milioni di pasti». Universal Exposition will address. It carries even more significance for a worldwide event like the Expo that’s being held in Italy, a country that is known for the high quality of its food in a globalised market. Expo 2015 will thus be the forum that takes on the issue of nutrition under the banner of global conservation that seeks to protect the planet’s environment and its vital, but depletable, resources. The event’s main focal points will include food supply, sustainability and R&D in an effort to find a way to assure food and water for all peoples. Five thematic itineraries will accompany visitors on the way (see insets). Yet Expo Milan will not really end on 31 October 2015 since its six-month run of workshops, conferences, meetings and seminars will leave a legacy of know-how and expertise capable of optimising the food supply chain by reducing waste while boosting food security and recoup- Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 sue risorse vitali ma esauribili. La fiera avrà alcuni focus: alimentazione, sostenibilità, R&S, al fine di trovare il modo per garantire cibo e acqua per tutti e si svilupperà lungo cinque itinerari tematici (vedi box). Ma Expo non si concluderà il 31 ottobre 2015, dato che il semestre di lavori, incontri e seminari, lascerà un know-how in grado di ottimizzare la catena alimentare riducendo gli sprechi, aumentando la sicurezza alimentare e recuperando il valore nutrizionale del cibo. Expo Milano 2015 vuole essere un grande laboratorio per sviluppare il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” che sta nel sottotitolo del brand. I numeri dello spreco In media nell’arco di dodici mesi ogni italiano spreca 76 kg di cibo. Il 27% dichiara di buttarne discrete quantità almeno una volta alla settimana, il 50% ammette di non controllare quali 8 FRESH POINT FOR EXPO 2015 ing food’s nutritional values. The Milan 2015 Expo can thus be seen as a vast laboratory for working on “Feeding the Planet, Energy for Life”, the sub-title of its branding. Waste in numbers Every Italian wastes 76 kilos of food every twelve months. In effect, 27% say they toss out a fairly good quantity every week, and 50% admit they don’t check which food items are in the house before going to shop at the supermarket. Yet Italian households in the last few months have begun to reduce their food wastage, though it’s not clear whether this is due to the grip of the ongoing economic crisis or to heightened awareness thanks to public-service advertising campaigns. At any rate, this is the news from a joint survey by Last Minute Market’s Waste Watcher oversight body and SWG. Their report notes that the amount of food tossed weekly out per Italian household has dropped from 213 to 198 grams in the last four months. Water, energy and arable crop land are also wasted. And this is without factoring in greenhouse gas emissions, which most expert opinion now sees as the cause of esertification and loss of biodiversity. global warming, desertification g obal issue u s that m ust be b a ddressed Yet these are all gl global issues must addressed at the worldwide level, even if individu individual d al eir partt to p lay. y countries have their play. Encouraging signs gns Several steady upbeat pb beat tr trends w were ere noted in food industry group Federalimentare’s p Fe ederalimentare’s Annual 2013 Report, which ch specifically spe eciific fi ally mentioned d a lighter and more intelligent shoppin shopping bag ng ba ag for Italian households. According o ds ol d . Ac A co ording to a surr vey by MC, one out of every two t o Italians tw Ital a ia i ns (51%) has changed ed shopping shop ppi p ng habits, and 67% said their shopping opp pin i g goal is not to waste e anything. This trend is supported by the efficiency y of processing lines. nes. In effect, citing a survey by Milan’s Polytechnic chnic Institute, Federalimentare’s President Filippo Ferrua Magliani underscored underscore r d that at industrial gisters surpluses of only 0 .4%, with with processing now registers 0.4%, 55.3% being recycled. addition, off food cled. In addit tion, n 35% 5 o d industry surpluses are donated ate ed to community charities. Fresh Point Magazine e n.2 2 may a / maggio 2014 4 alimenti siano già in casa prima di andare al supermercato per gli acquisti. Anche se negli ultimi tempi, forse per la crisi economica che dura da tempo, forse per qualche messaggio di sensibilizzazione azzeccato, in Italia gli sprechi dei prodotti alimentari si stanno riducendo. Almeno queste sono le conclusioni dell’indagine dell’osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market e Swg, secondo cui negli ultimi quattro mesi la media di cibo gettato è sceso da 213 a 198 grammi per famiglia a settimana. Insieme al cibo si sprecano anche l’acqua, l’energia e i terreni agricoli utilizzati per la produzione. Senza contare le emissioni di gas serra, che secondo la corrente di pensiero prevalente, sono causa del riscaldamento globale, della desertificazione e della perdita di biodiversità. Tuttavia questi sono temi globali che devono essere affrontati a livello planetario, anche se i singoli stati possono fare la loro parte. Qualche segnale positivo Segnali omogenei in tal senso da parte di Federalimentare che nel presentare i suoi dati consuntivi del 2013, parla di una borsa della spesa più leggera e consapevole per gli italiani. Secondo una ricerca condotta da Mc, un italiano su due (51%) ha modificato gli acquisti e il 67% si dà come imperatiimperati vo quello di non sprecare nulla. Del resto a conferma dell’efficienza delle linee di produzione, il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani ha ricordato che, secondo uno studio del Politecnico di Milano, durante la produzione industriale le eccedenze incidono solo per lo 0,4%, e vengono recuperate per il 55,3%. In più occorre considerare che già oggi, il 35% dell’eccedenza dell’industria viene donato a enti caritativi. 10 CONSUMPTION / CONSUMI OPINION OPINIONE DANIELA OSTIDICH Founder of Marketing & Trade, she is a consultant and researcher for major Italian and cross-border retail chains and big brand companies. Fondatrice di Marketing & Trade, è consulente e ricercatore per primarie insegne di distribuzione italiane e estere e per aziende di marca. Organics for mass consumption Un biologico adatto al consumo di massa The media keep featuring articles about free-falling consumer spending and greater household belttightening. True, but they fail to take account of the emerging changes in consumer habits. While purchases are fewer, whether by necessity or choice, shoppers who still have the power to pick and choose are coming down on the side of a more sustainable consumption of quality, i.e. one more coherent with the price paid and functional to an overall increased value of the purchase made. Organics, FairTrade & premium A look at the trends of the various private-label lines of the big food retailers shows that the rise in their list prices for organics, FairTrade and premium items is lower than Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 in that of the big brand names. In short, shoppers are eschewing needless and undeserving items and, where possible, use the money thus saved to buy healthier foods that have added ethical and sustainable benefits. a crossover from an ‘organic’ model more Nordic by tradition, to a more sunny and Mediterranean mood, more in line with Italian consumers in that purposed to promoting the value of the products as well as the colours and nuances of Italian cooking. Retailers adjust With Italy’s organic food trade showing a 12-15% yearly growth rate, the big chains are broadening their stock range and organicsonly retailers are experiencing a boom never seen before. A good case in point is Natura Sì. The chain launched a new retail format in 2013, going from a somewhat off-putting, coldly rational model to a concept enhancing product value in a lively way with emotional appeal. It marked A new model Consumers who are new to organics want product information. But they have even higher emotional expectations, of a suggestive nature, of colours and lights because buying organics is as much a matter of reason as it is of imagining better flavours and meals. The issue is knowing how to respond to this growing trend in consumption of organic foods, how to propose and promote their values to a broader CONSUMPTION / CONSUMI consuming public. It is a public that, for instance, includes those who have never bought organics before, who need to see the value for the higher price tag, or who need to be encouraged to change their shopping habits. Less ideology is needed so as to make shopping simpler, provide clearer, more direct information in language like the big retail chains use. These are the guidelines for organics in future. I media continuano a riportare notizie sul calo dei consumi e sulla contrazione del potere di spesa delle famiglie. Vero, ma in questi termini non si rende merito ai cambiamenti di consumo che si stanno verificando. Si acquista meno, per necessità e per volontà, ma i consumatori che possono ancora scegliere, si stanno orientando verso la ricerca di una qualità di consumo più sostenibile, cioè coerente con il prezzo pagato e funzionale a un innalzamento del valore complessivo dell’acquisto. Bio, equosolidale e premium Se guardiamo all’andamento delle diverse linee delle marche private dei retailer in ambito food, notiamo che la crescita dei primi prezzi è inferiore a 12-15% quella dei brand privati legati a temi di biologico, equosolidale e premium. In sostanza le persone tagliano i consumi inutili e quelli non meritevoli, ma se possono utilizzano le economie ottenute per investirle in prodotti più sani e più benefici anche da un punto di vista etico e sostenibile. I retailer si adeguano Il mercato dell’alimentare biologico cresce in Italia del 12-15% l’anno, le catene della gdo ampliano l’offerta tradizionale, mentre le insegne del biologico stanno vivendo uno sviluppo mai visto in passato. Un esempio su tutti quello di Natura Sì, che nel 2013 ha inaugurato un nuovo format, passando da un modello di offerta al consumatore abbastanza punitivo e razionale, a un concept emozionale, vivo, che valorizza al meglio i prodotti. Un passaggio da un modello “biologico” per tradizione più nordico, verso un mood più solare e mediterraneo, più adatto al consumatore italiano, dato che valorizza prodotti, colori per annum growth rate of organics in Italy l’aumento dei consumi di biologico ogni anno in Italia e suggestioni della cucina nazionale. Un nuovo modello Il nuovo consumatore del bio chiede alla distribuzione informazioni sui prodotti, ma ha anche l’esigenza di un’intensità emozionale più alta, di suggestioni, di colori e luci perché l’acquisto di biologico non è solo una scelta di testa, ma anche un risultato in termini di migliori sapori e risultati in tavola. Occorre saper rispondere a questa tendenza verso un biologico di consumo, con la capacità di tradurre per un pubblico più ampio i valori di questa offerta. Ad esempio per chi non ha mai acquistato bio o per chi deve dare un valore al probabile maggior prezzo, o deve essere indotto a cambiare le proprie abitudini d’acquisto. Meno ideologia dunque, perché occorre semplificare il processo d’acquisto, dare un’informazione più semplice e diretta e adottare un linguaggio più simile a quello della distribuzione moderna. Queste le linee guida del biologico per il futuro. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 11 12 CONSUMPTION / CONSUMI Mediterranean diet the most sustainable Even trolley-wise Dieta mediterranea la più sostenibile Anche come spesa by / di Manuela Soressi hat the Mediterranean diet is one of the best nutritional regimes for a long, healthy life is no longer in doubt. One of the latest, most authoritative voices in its support comes from Sweden’s Goteborg University. It conducted a 40-year survey and found that persons whose diet is rich in greens, vegetables and fish had better results than those on mostly protein diets. Nor is there any doubt that even talking about the Mediterranean diet reminds everyone of the Italian way of life. Yet today’s Mediterranean diet is not at all what it was 50 years ago when it was studied by Ancel Keys, the ‘father’ of this field of research. In Italy, this half-century span has seen the consumption of meat increase and that of pulses decrease. Even fruit and vegetables are not doing too well. This is the conclusion of the Molisani Project research team. They surveyed the dietary habits of 21,000 people from 2005 to 2010 to determine to what extent they followed the Mediterranean diet. Their most significant finding was recorded in 2007, the year the economic downturn began to be felt. They discovered that the 33.7% who said they followed it in 2005 had fallen to 19.6% by 2007, a figure that fell to 14.9% by 2009. T Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 ul fatto che la dieta mediterranea sia una delle migliori combinazioni di alimenti per una vita salutare e longeva pare non ci sia più alcun dubbio. Una delle conferme più recenti e autorevoli arriva dalla Svezia, dove l'Università di Goteborg ha condotto un'indagine durata 40 anni riscontrando un risultato nettamente a favore delle persone che seguono un'alimentazione ricca di verdure, ortaggi e pesce, rispetto a quanti adottano una dieta prevalentemente proteica. Parlare di dieta mediterranea poi, rimanda in tutto il mondo allo stile di vita italiano. Eppure la dieta mediterranea di oggi non è quella di 50 anni fa, analizzata dal "padre" di questo filone di studi, Ancel Keys. Da allora in Italia sono aumentati i consumi di carne e diminuiti quelli di legumi. Pure frutta e verdura non se la passano bene. Lo confermano anche le indagini condotte dal gruppo di ricerca del progetto Molisani: dall’analisi delle abitudini alimentari di 21.000 persone, registrate tra 2005 e 2010, per determinare il livello di aderenza alla dieta mediterranea. Il cambiamento più significativo è stato registrato nel 2007, anno in cui la crisi economica si è di fatto manifestata. Da lì in poi quella che era un’alta aderenza alla dieta mediterranea ha subito un’importante flessione (19,6% contro il 33,7% del 2005) e ha continuato a scendere ulteriormente fino al 14,9% del 2009. Di solito si attribuiscono queste modifiche all'enorme ampliamento dell'offerta di alimenti disponibili nella gdo, ai nuovi stili di vita che impongono cucine più veloci e semplici, alle modifiche dei gusti. Ma negli ultimi tempi un altro fattore viene considerato prioritario: la crisi economica, e la conseguente revisione dell'allocazione delle spese domestiche da parte delle famiglie. S CONSUMPTION / CONSUMI Changes of such proportions are usually attributed to the enormous range of foods stocked by the big retail chains, to new life-styles demanding simpler meals cooked faster, and to altered consumer tastes. Yet priority of place is being given lately to another factor: the economic crisis and the subsequent reallocation of and belt-tightening household spending. Poor but cheep There’s little doubt that the weakening of consumer purchasing power has played a key role, and does still, in what shoppers put in their trolleys, more economical or even cheaper items taking preference. It’s a situation that should favour fruit and vegetables since they have certain pluses on their side excellent nutritional value-to-price ratio and taste/flavour-to-cost ratio. It’s no accident that for centuries fruit and vegetables, along with pulses, had been the staples of the so-called "cucina povera". This is the country or peasant cooking that in fact most resembles the Mediterranean diet as classified in the 20th century, and today still embodies the most healthy and tasty diet as well as the most ‘economically sustainable’ one. It is in this sense that fruit and vegetables can be re-interpreted and revalued as full, well-balanced meals. In effect, this is what’s happening with fresh salad greens enriched with fresh fruit like apple or pear and nuts like walnut and almond: they make for light, delicious meals rich in vitamins, fibre and antioxidants, and all at an affordable price. Recession should boost fruit and vegetables: affordable and flavourful La crisi dovrebbe premiare l'ortofrutta: conveniente, sana e gustosa Povera ma economica Indubbiamente l'erosione del potere d'acquisto dei consumatori ha inciso (e sta incidendo) profondamente sulla composizione del carrello della spesa, portando a privilegiare prodotti più convenienti o a bassa battuta di cassa. Un atteggiamento che dovrebbe premiare proprio frutta e verdura, che hanno dalla loro alcuni plus importanti: l'ottimo rapporto tra valore nutrizionale e prezzo, tra gusto/appetibilità e costo. Non per niente per secoli frutta e verdura sono stati (insieme ai legumi) i protagonisti della cosidetta "cucina povera", in realtà la più simile al modello della dieta mediterranea com'è stato codificato nel 20esimo secolo. E che oggi non rappresenta solo la dieta più sana e gustosa, ma anche quella più "economicamente sostenibile". In quest'ottica i prodotti ortofrutticoli possono essere reinterpretati e valorizzati come piatti unici completi ed equilibrati, come accade con le insalate a base di verdure fresche, arricchite con frutta fresca e frutta secca: si ottengono così pranzi leggeri e gustosi, che Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 13 FOUR STEPS TO HEALT / QUATTRO MOSSE PER LA SALUTE STEFANIA RUGGERI GABRIELE RUBINI alias CHEF RUBIO LA NUOVA DIETA MEDITERRANEA CON 40 RICETTE TRADIZIONALI RIVISITATE Prefazione prof. Jeremiah Stamler C M Y CM MY CY CMY K G R I B A U D O DOCTORS AND CHEFS TOGETHER INFO CAMPAIGNS GAMES FOR CHILDREN COLORFUL DISHES ON TV More and more often menus at gourmet eateries and in the food service trade are being created jointly by dieticians and chefs. It’s a trend that is even reaching out directly to consumers at large. A good example is the book La nuova dieta mediterranea (The new Mediterranean diet). The idea is to promote and reboot the Mediterranean diet so that it matches today’s life-style demands, and taking a pragmatic approach that offers more scientific and nutritional information. Fun, learning and experience are the key words summarising the many items on the agenda of "Fruit&Vegetables: discover, taste, and choose them”, an info campaign being run in Italy and France by Interfel and Alimos. It includes a web site, learning kit for schools, exhibitions at the major agriculture and food trade shows, day-long workshops for children and parents. The idea is to heighten awareness about fruit and vegetables by emphasising how to discover them through sensory experience Leaves of salad greens and rocket, slices of tomato and courgette, cubes of sweet pepper and aubergine, extra virgin olive oil and vinegar to season them with, the necessary flatware, and then bananas, oranges, strawberries and apples ready to slice. All in wood, they’re pieces of games to familiarise young children with a healthy diet based on fruit and vegetables. Every Sunday morning for the past couple of months Rai1 has been airing “Buongiorno Benessere” Good Morning, Wellness), a new TV show focusing on colours and their health properties. Food plays a leading part in a segment featuring a specialist physician who highlights the role that the 5 colours of produce items have as essential building blocks of a proper nutritional regime. GIOCHI PER I PIÙ PICCOLI PIATTI A COLORI IN TV Foglie di insalata e di rucola, fette di pomodoro e di zucchine, dadini di peperoni e melanzane. E poi olio extravergine d’oliva e aceto per condirli. E le immancabili posate. Oppure banane, arance, fragole e mele pronte da tagliare. Tutto in legno. Sono i giochi con cui si avvicinano i bambini a familiarizzare con l'alimentazione sana a base di frutta e verdura. Da un paio di mesi la domenica mattina su Rai1 va in onda “Buongiorno Benessere”, un nuovo programma televisivo dedicato ai colori e alle loro proprietà salutistiche. Ampio spazio è dedicato all’alimentazione, trattata in una rubrica curata da un medico specializzato e incentrata sul ruolo dei 5 colori degli alimenti ortofrutticoli quali alleati imprescindibili per una corretta nutrizione. ALLEANZA TRA MEDICI E CHEF Sempre più spesso nella ristorazione gourmet e in quella collettiva i menu vengono creati dalla collaborazione tra dietisti e cuochi. Su questa scia nascono anche iniziative rivolte direttamente ai consumatori, come il libro "La nuova dieta mediterranea". L’obiettivo è quello di promuovere la dieta mediterranea adattandola alle esigenze dei nostri tempi, ma con un approccio pragmatico che offre anche un approfondimento scientifico e nutrizionale. CAMPAGNE INFORMATIVE Divertimento, apprendimento ed esperienza sono le parole chiave che riassumono le tante attività in programma nella campagna "Frutta&Verdura: scoprila, gustala, sceglila" lanciata in Italia e Francia da Interfel e Alimos: un sito web, kit didattici per le scuole, la partecipazione ai principali saloni agricoli e alimentari, alcune giornate dedicate ai bambini e ai familiari. L'obiettivo è accrescere l’attenzione verso frutta e verdura valorizzandone il processo di scoperta sensoriale. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 16 CONSUMPTION / CONSUMI 18,8% - the Italians who, from a 2005 peak of 33.7% to a 2009 low of 14.9%, stopped following the Mediterranean diet mainly because of the economic crisis. Today the fall-off rate may be even higher gli italiani che dal 2005 (33,7%) al 2009 (14,9%) hanno smesso di seguire la dieta mediterranea, principalmente a causa della crisi economica. Oggi questo dato potrebbe essere cresciuto. Seasonal items and frozen foods And, if consumer awareness regarding seasonality of produce can be heightened, groceries will cost less and their nutritional value will increase. In effect, fruit and vegetables that are in season have a higher nutritional value and lower prices since supply is abundant. It may seem strange yet promoting in-season produce even paves the way for frozen items. If consumers want strawberries in autumn or asparagus at Christmas, they can dip into the freezer for them since they’re on sale year round at a price that remains stable compared to the swings of the fresh market, whose prices are usually, decidedly, higher for early-season items or out-of-season imports. Another plus of frozen compared to fresh produce items is their better "value for money" as there’s no wastage or discards because they’re already cleaned, and they never risk going off or being thrown away because they can be kept in he freezer for months. These are advantages that Italian consumers at least are well aware of, as sales of frozen produce ‘au natural’, i.e. simply cleaned and sliced without condiments, additives or aroma enhancers, are on the rebound. It’s produce that is perceived as healthy and close to their fresh counterparts while being versatile and useful as meal ingredients. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 apportano grandi quantità di vitamine, fibre e antiossidanti, con una spesa contenuta. Prodotti di stagione e surgelati Se poi si sensibilizzano i consumatori a rispettare le stagionalità dei prodotti il costo della spesa diminuisce e il suo valore nutrizionale aumenta. Infatti frutta e verdura di stagione sono più ricche sul piano nutrizionale ed essendo in commercio in quantità abbondanti, hanno prezzi più bassi. Sembrerà strano, eppure la promozione del prodotto di stagione apre la strada anche alla valorizzazione dei surgelati. Se il consumatore ha voglia di fragole in autunno o di asparagi a Natale, può sempre ricorrere ai prodotti sottozero, disponibili tutto l'anno e con un prezzo fisso che non risente delle quotazioni di mercato dei freschi che in genere è decisamente più alto rispetto alle primizie fresche o ai prodotti importati controstagione. Un altro punto a favore degli ortofrutticoli surgelati è che, rispetto al fresco, hanno un miglior "value for money" visto che non hanno scarti né sprechi (sono già puliti) e non rischiano di marcire o essere buttati perché si possono tenere in freezer per mesi. Vantaggi che i consumatori hanno ben chiari, come dimostra il ritorno agli acquisti di surgelati "al naturale", ossia semplicemente puliti e tagliati, senza aggiunta di condimenti, additivi o aromi, percepiti come sani e vicini a quelli freschi. 18 CONSUMPTION / CONSUMI Never without organic produce Mai senza frutta e verdura bio by / di Silvia Zucconi – Nomisma ith unemployment at levels unseen in 40 years, incomes in free-fall and consumer confidence the lowest in Europe, Italy is still in the grip of an economic downturn that shows no signs of loosening. The adverse effects of such a W Fresh Point Magazine n.2 may /maggio 2014 isoccupazione ai livelli di 40 anni fa, redditi in picchiata e fiducia dei consumatori più bassa del continente. Questa la fotografia dell’Italia attanagliata da una crisi economica che non accenna ad attenuare la sua presa. In un simile scenario è inevitabile che i consumi ne risentano, compresi quelli alimentari. Ma il biologico va in controtendenza. Secondo un’indagine di Nomisma, negli ultimi 2-3 anni l’80% delle famiglie ha modificato le abitudini d’acquisto, compresa la spesa alimenta- D 19 2% 43,4% - 20% 38% + 9% 30% context on consumer spending, including that for groceries, are inevitable. But organics are bucking the trend. According to a Nomisma survey, 80% of households have changed their shopping habits in the last 2-3 years, including that for groceries, to the extent of obsessively seeking sales promotions. Overall sales figures for 2013 were off 2%, with small retailers taking the biggest slide at 3% and the big chains holding their own at 0.4% down. When grocery shopping, 67% of Italians say they buy only what is strictly necessary, 50.7% say they buy a little at a time grocery sales in 2013 compared to 2012 le vendite alimentari a valore nel 2013 rispetto al 2012 households buy only products in promotion le famiglie che acquistano solo prodotti in promozione of every 5 households buys at discount stores delle famiglie acquista nei discount of teens eat vegetables once a da gli adolescenti che consumano verdura una volta al giorno more organic sales in 2013 gli acquisti di prodotti biologici nel 2013 is produce share of all organic foods la quota di frutta e verdura nel totale del paniere biologico re, con una ricerca quasi ossessiva delle promozioni. Nel 2013 le vendite sono calate del 2%: soffrono soprattutto i piccoli esercizi (-3%), mentre regge la grande distribuzione (-0,4%). Quando fanno la spesa, gli italiani comprano solo lo stretto necessario (68,7%), oppure si riforniscono poco alla volta e vanno più spesso al supermercato (50,7%), ma il 41,5% compra di meno in generale. C’è una fortissima attenzione al prezzo: il 43,4% delle famiglie acquista solo prodotti in promozione, il 34,8% prima di recarsi in un punto vendita consul- Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 20 CONSUMPTION / CONSUMI WHICH OF YOUR FOODS MUST ALWAYS BE UNDER AN ORGANIC LABEL? QUALI SONO I PRODOTTI ALIMENTARI PER CUI NON POTREBBE PER NESSUN MOTIVO RINUNCIARE AL MARCHIO BIOLOGICO? Fresh fruit / Frutta fresca 19,0% Fresh vegetables / Verdura e ortaggi freschi 7,1% Eggs / Uova 7,1% 5,1% Extra virgin olive oil / Olio extra vergine d'oliva Milk / Latte 4,9% Pasta / Pasta 4,6% 4,1% Jam & honey / Marmellate e miele 3,4% Cheese / Formaggi Meat / Carne 2,7% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% 14,0% 16,0% 18,0% 20,0% source: Nomisma data reworked for Osservatorio Sana, 2012. / Fonte: elaborazioni Nomisma per Osservatorio Sana 2012 and go to the supermarket more often, and 41.5% claim they buy less as a rule. Price leads all attention-getting factors: 43.4% of households buy only promotional products, 34.8% claim they check adverts for special offers, nearly a third pick less expensive brands and one in five shops at discounts. Yet the government’s spending review has also generated worrisome reactions. While the share of the population over the age of 3 who eat fruit at least once a day has diminished from 78.4% in 2001 to 75% in 2012, the consumption of vegetables has increased from 49% to 51%. But only 63% of teens eat fruit and 38% vegetables. Boom of fresh organic foods Yet there’s a part of the industry that’s bucking this highly negative trend – consumer spending for organic foods, up 9% in 2013 and 58% since 2005. Produce is the driver here with over 30% of all organic foods rung up at the big retail chains and underscores growth with an 8% rise over 2012. Sales of packaged fresh organic fruit in the big chains climbed to €35.6 million, to which must be added the €0.7 million for fresh-cut organic fruit and €8.8 million for organic nuts. If we also add jams, marmalade tinned and dried organic fruit, total organic fruit sales at the big retail chains amount to €88 million, or 15% of all big retail’s organic food receipts. Last year sales of packaged fresh organic vege- Fresh Point Magazine n.2 may /maggio 2014 ta i volantini con le offerte, quasi un terzo sceglie marche meno costose, una su cinque si affida ai discount. Ma la spending review produce anche comportamenti poco virtuosi. È diminuita la quota di popolazione sopra i 3 anni che consuma frutta almeno una volta al giorno (dal 78,4% del 2001 al 75% del 2012) mentre è scresciuto il consumo di verdura dal 49% al 51%. Ma solo il 63% degli adolescenti consuma frutta e il 38% verdura. Boom degli alimenti freschi bio In questo scenario di forte contrazione, c’è però un segmento che va in controtendenza: i consumi di alimentari biologici (+9% nel 2013) in crescita dal 2005 (+58%). La principale categoria degli acquisti bio è proprio l’ortofrutta (oltre 30% sul totale del paniere bio della gdo) che conferma il trend di crescita: +8% rispetto al 2012. Nella gdo le vendite di frutta fresca bio confezionata hanno raggiunto 35,6 milioni di euro a valore, a cui si aggiungono 0,7 milioni di frutta di IV gamma bio e 8,8 milioni di frutta secca bio. Se si considerano anche la frutta in composta e quella disidratata, le vendite di frutta bio nella Gdo arrivano a 88 milioni (15% delle vendite bio nella gdo). L’anno scorso la verdura fresca confezionata a peso imposto ha raggiunto 26 milioni di euro di vendite, che diventano 37 se si aggiungono anche gli 11 milioni della IV gamma (in contrazione del 7% rispetto al 2011). Nel canale specializzato le vendite di ortofrutta bio crescono, principa- 22 CONSUMPTION / CONSUMI ORGANIC ACREAGE BY CROP TYPE (HA) / SUPERFICI BIOLOGICHE PER TIPOLOGIA DI COLTURA (HA) Vegetables / Ortaggi In conversione 2011 2012 4.464 3.457 Biologica 2011 2012 18.942 17.879 2011 23.405 Totale 2012 21.336 Fruit / Frutta 6.011 6.387 17.226 16.645 23.237 23.033 -0,9% Nuts / Frutta in guscio 6.949 7.108 20.890 22.963 27.839 30.071 8,0% Citrus / Agrumi 6.097 6.048 15.843 19.292 21.940 25.340 15,5% Total fruit / Totale frutta 19.057 19.543 53.959 58.900 73.016 78.444 7,4% Total produce / Totale ortofrutta 23.521 23.000 72.901 76.779 96.421 99.780 3,5% Total crops / Totale colture 259.782 243.575 837.107 923.786 Total crops / Peso Sup ortofrutta su Totale Sup bio 9% 9% 9% 8% 1.096.889 1.167.362 9% Var. % 2012-2011 -8,8% 6,4% 9% Source: Sinab data reworked by Nomisma / Fonte: Osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane del Macfrut tables hit €26 million, which become €37 million if we add the €11 million from the fresh-cut trade, which slipped 7% over 2011. The specialised organic retailers, with 45% of all receipts, also report growth. The Sana-Nomisma Organics Watch reported a 4% rise over 2012 for non-packaged fresh organics. Yet organic produce is as important even what it represents in the perception of consumers: a fruit is the category in which 19% of the buyers of organic products does not give up in any way, followed by vegetables (7%). Produce crops account for 9% of Italy’s organic acreage. The crops follow sales: fruit up, vegetables down. There were 48 thousand total hectares of organic and in-conversion fruit and citrus 2012 plus another 30 thousand for organic nuts. Compared to 2011, organic acreage grew by 7.4%, mostly on the strength of new citrus (+15.5%) nut (+8%) plantations, growth which offsets the 0.08% slip in acreage for other species. Vegetable acreage is off: the 21 thousand hectares registered in 2012, were down 8.8% over the previous year. Organics are still a niche market in Italy given that they account for only 1.45% of all grocery sales. How to make it organic grow? In order to exploit its potential and reach targets achieved by neighbouring countries like Switzerland (6%) and Austria (7%) of all grocery sales, of key importance is an advertising strategy that emphasises the safety of organics as much as their taste and flavour qualities. Fresh Point Magazine n.2 may /maggio 2014 le canale del bio in Italia (45% del totale delle vendite bio). L’Osservatorio Sana-Nomisma ha registrato per il fresco non confezionato una crescita del 4% rispetto al 2012. L’ortofrutta bio è importante anche per ciò che rappresenta nella percezione del consumatore: la frutta è la categoria a cui il 19% dei acquirenti di prodotti bio non rinuncia in alcun modo seguita dalla verdura (7%). Se ci si sposta dal consumo alla produzione, il settore ortofrutticolo rappresenta il 9% delle superfici bio in Italia. Le coltivazioni seguono le dinamiche dei consumi: in crescita i frutteti, in calo gli orti. Erano 48mila gli ettari totali (bio+conversione) coltivati a frutta e agrumi nel 2012, a cui vanno aggiunti altri 30mila ettari per la frutta in guscio. Le superfici frutticole hanno però andamenti differenti: rispetto al 2011 la crescita delle superfici biologiche è stata del 7,4%, incremento determinato soprattutto dagli ettari destinati ad agrumi (+15,5%) e alla frutta in guscio (+8%) che controbilanciano la lieve contrazione delle altre tipologie di frutta (-0,8%). In calo le superfici orticole: 21mila ettari nel 2012, -8,8% rispetto a un anno prima. Il biologico in Italia è ancora una nicchia, tanto che pesa per l’1,45% sul totale dei consumi alimentari. Come fare per farlo crescere? Per sfruttare questo potenziale e raggiungere i traguardi di molti paesi europei come Svizzera (dove il bio pesa per il 6% del totale dei consumi alimentari) o l’Austria (7%), è importante una forte strategia di comunicazione che valorizzi non solo i plus di sicurezza offerti dal bio, ma anche e soprattutto le qualità organolettiche. 24 MARKETS / MERCATI OPINION OPINIONE DUCCIO CACCIONI Head of marketing and quality control at Bologna’s Municipal Market Direttore marketing e qualità del Centro AgroAlimentare di Bologna Smarter and greener logistics for cities Logistica più intelligente e più verde per le città Today most of our planet’s population lives in urban areas that are increasingly polluted and congested by vehicular traffic, problems to which food distribution is a major contributor. While the restructuring of the big chains from large-format supermarkets to medium- and small-sized neighbourhood outlets keeps consumers closer to home, it also complicates logistical issues connected to supplying these smaller outlets. In addition, many municipal administrations limit motor vehicle access during daytime hours. Urban logistics is thus one of today’s most interesting and topical issues for both the retail and HoReCa, food service, trade. The use of light-weight vehicles Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 that run on biodiesel, methane or electric battery seem to be more and more indispensable. In fact, we’re seeing a shift from platforms sited far from cities to more centrally located distribution facilities where goods are off-loaded from heavy-duty lorries onto smaller, less polluting vehicles. Yet intra-city movement by these new delivery vans still needs to be optimised, a task that could be accomplished using specific vehicle navigational software and complementary devices to determine the shortest routes while maximising vehicle load coefficients. The Casino Group is running an interesting trial in Paris in partnership with the Franprix grocery stores. Here electric-powered vans make home deliveries and barges on the Seine are used for daily supplies to 45 outlets. The idea is to develop a green logistics system as part of the overall Citygreen sustainablegrowth project. In this connection, too, a new cold-store facility has just opened at Gonesse, an Hqe (Haute Qualité Environnementale) certified logistics platform. It is a 28-thousand square metre operation that daily supplies fresh foods and produce to more than 600 retail outlets north of the Seine, in the Ile-de-France and in northeastern France. Some of the refrigerated delivery vehicles are hybrids and all use liquid nitrogen for cooling, features that reduce their MARKETS / MERCATI carbon footprint and noise levels. The Casino Group estimates that in the Ile-de-France region alone yearly mileage can be cut by 2 million kilometres, equal to a 2,200 tons of CO2 emissions. Chapeau messieurs et dames. La maggior parte della popolazione del pianeta vive in aree urbane che sono sempre più inquinate e congestionate per il traffico a cui contribuisce anche la distribuzione del cibo. La rimodulazione del sistema distributivo, con il passaggio dai supermercati di grande superficie ai piccoli e medi punti vendita vicinali riduce la mobilità dei consumatori, ma aumenta i problemi per la logistica di rifornimento dei punti vendita. Inoltre, in molte città le amministrazioni limitano l’accesso dei mezzi a motore nelle ore diurne. La logistica urbana appare quindi come uno dei temi più interessanti e attuali, non solo per il commercio al dettaglio, ma anche per il settore HoReCa. L’utilizzo di mezzi leggeri alimentati a biodiesel, a metano o anche elettrici, sembra sempre più indispensabile. Da piattaforme posizionate lontano dalle città, si sta oggi passando a centri di smistamento più centrali, in cui viene predisposto il passaggio delle merci dai mezzi pesanti a quelli leggeri non inquinanti. Il We’re seeing a shift from platforms sited far from cities to more centrally located distribution facilities where goods are off-loaded from heavy-duty lorries onto smaller, less polluting vehicles Da piattaforme posizionate lontano dalle città, si sta oggi passando a centri di smistamento più centrali, in cui viene predisposto il passaggio delle merci dai mezzi pesanti a quelli leggeri non inquinanti. movimento all’interno dell’area urbana dei nuovi vettori deve poi essere ottimizzato. Ciò può avvenire impiegando specifici software collegati ai navigatori veicolari per trovare i percorsi più brevi e anche per massimizzare il coefficiente di carico dei veicoli. Il gruppo Casino sta portando avanti un esperimento interessante a Parigi. Il progetto coinvolge i piccoli supermercati vicinali del gruppo Franprix: si utilizzano veicoli elettrici per la consegna della spesa a domicilio e barche sulla Senna per il rifornimento quotidiano di 45 punti vendita. L’idea punta a sviluppare un sistema di logistica verde nell’ambito del progetto di sviluppo sostenibile Citygreen. Proprio in quest’ottica è stata inaugurata una nuova piattaforma frigorifera a Gonesse, polo logistico certificato Hqe (Haute Qualité Environnementale). Una struttura di 28mila metri quadrati che rifornisce ogni giorno di prodotti freschi e ortofrutta oltre 600 punti vendita a nord della Senna, nell’Ile-de-France e nella zona nordorientale della Francia. I mezzi frigoriferi usati per le consegne sono in parte ibridi e per il raffreddamento usano l’azoto liquido. In questo modo si abbattono le emissioni di CO2 e si riduce la rumorosità. Secondo le stime del gruppo Casino, nella sola regione Ile-de-France si potranno ridurre le distanze percorse di 2 milioni di km l’anno, equivalenti a 2.200 tonnellate di emissioni di CO2 in meno. Chapeau messieurs et dames. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 25 26 MARKETS / MERCATI EU-MTC trade balance in red Bilancio in rosso negli scambi tra Ue e Ptm T T by / di Mario Schiano Lo Moriello - Ismea urkey, Syria, Lebanon, Israel, Palestine, Egypt, Libya, Algeria, Tunisia and Morocco are the Mediterrranean Third Countries, a bloc of nonEU members whose common denominator is their excellent vocation as growers of horitcultural produce. Neither a single economic agregate or a homogeneous geopolitical area, the MTCs are rather both notable producers and exporters of typical Basin crops, vegetables, citrus, and table grape being the most prominent. Trade in produce between the two blocs has intensified in recent years. Indeed, a fifth of all EU produce imports came from MTCs in 2013. Yet, since imports exceed exports, the EU’s balance of trade with the MTCs is in the red. Last year the deficit amounted to €3 billion 180 million, a figure that’s held nearly steady for the last three years. EU countries are investing more and more money, equipment and know-how in MTCs and the latter, apart from their crop exports, are beginning to import more produce commodities they do not grow like apple, kiwi and pear. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 urchia, Siria, Libano, Israele, Palestina, Egitto, Libia, Algeria, Tunisia e Marocco. Sono i paesi terzi del Mediterraneo, un gruppo di stati non appartenenti all’Unione europea che presentano come fattore comune un’eccellente vocazione per la produzione di prodotti ortofrutticoli. I Ptm non costituiscono un aggregato economico unitario o un’area omogenea dal punto di vista geopolitico, ma sono caratterizzati dalla produzione di colture tipiche del Mediterraneo, in particolare ortaggi, agrumi e uve da tavola e da una spiccata propensione all’export. Negli ultimi anni gli scambi di ortofrutta tra Ue e Ptm si sono intensificati. Nel 2013 circa un quinto delle importazioni nell’Ue proveniva dai Ptm. I flussi in entrata prevalgono sulle spedizioni, quindi il saldo della bilancia commerciale dell’Ue verso quest’area è negativo. L’anno scorso il deficit ammontava a 3 miliardi e 180 milioni di euro, un passivo stabile da circa tre anni. Sempre più di frequente i paesi europei investono nei Ptm risorse economiche, mezzi tecnici e know how e i Ptm oltre a esportare parte delle loro produzioni, cominciano a importare sempre più prodotti di cui non dispongono, come mele, kiwi e pere. I recenti eventi socio politici che hanno scosso Tunisia, Libia, Egitto e Siria hanno fatto rallentare momentaneamente questi flussi, ma giungono segnali di ripresa. MARKETS / MERCATI While this trade has been momentarily slowed by the recent socio-political developments that have unsettled Tunisia, Libya, Egypt and Syria, it appears to be rebounding. Esports The EU’s 2013 produce exports to the MTCs amounted to 1.3 million tons, about the same as in 2012. A look at receipts, however, shows that the turnover climbed to €756 million. A breakdown indicates that fruit exports, which went from 154 to 399 million tons from 2008 to 2012, slowed somewhat in 2013. The vegetable column shows contrasting results, with fairly wide swings from one year to the next. The leading EU export item is seed potato, which claims 30% of receipts and are mainly despatched to Egypt, Algeria, Morocco and Israel. It is followed by apple at about 229 thousand tons, for receipts of some €162 million; the major EU exporter is Italy and its major markets are Algeria and Egypt. Third place is held by broad bean at 257 thousand tons on receipts of about €102 million; Egypt, the main market, imported some 253 thousand tons in 2013. These three leaders together account for neatly twothirds of EU produce exports to MTCs. The remainder include frozen peas, pulses, pear, orange, kiwi, prunes, shelled almond, peach, nectarine, garlic, table grape, Esportazioni Nel 2013 i paesi dell’Ue hanno esportato verso i Ptm 1,3 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli, un volume stabile rispetto al 2012. In termini di valore, gli introiti derivanti dalle esportazioni sono aumentati fino a raggiungere quota 756 milioni di euro. Tra 2008 e 2012 le esportazioni di frutta sono salite da 154 e 399mila tonnellate, mentre nel 2013, si è registrato un lieve calo. Per gli ortaggi, l’andamento delle esportazioni appare contrastato, con oscillazioni abbastanza ampie tra un anno e l’altro. I prodotti più esportati sono le patate da seme (30% degli introiti complessivi), destinati principalmente a Egitto, Algeria, Marocco e Israele. A seguire le mele con circa 229mila tonnellate e introiti per circa 162 milioni. Il principale fornitore di mele è l’Italia, i maggiori importatori Algeria ed Egitto. Al terzo posto nell’elenco dei prodotti più esportati ci sono le fave secche, con spedizioni per 257mila tonnellate e introiti per circa 102 milioni. Il principale mercato di sbocco è l’Egitto con circa 253mila tonnellate importate nel 2013. Patate da seme, mele e fave secche generano circa i due terzi degli introiti dell’export Ue-Ptm. Il resto è costituito dalle esportazioni di una miriade di prodotti: piselli surgelati, legumi secchi, pere, arance, kiwi, prugne secche, mandorle sgusciate, pesche, nettarine, aglio, uve da tavola, patate, cipolle e prugne fresche. I principali acquirenti sono Egitto e Algeria rispettivamente con 256 e 201 milioni. A seguire si piazzano Libia (83 milioni), Marocco (57 milioni) e Israele (52 milioni). Fresh Point Magazine n.2 maggio / maggio 2014 27 28 MARKETS / MERCATI EU-MTC PRODUCE TRADE (€ MILLION) SCAMBI DI ORTOFRUTTA TRA UE E PTM (MILIONI DI €) EU IMPORTS OF MTC PRODUCE (€ MILLION) IMPORT DI ORTOFRUTTA NELL’UE DAI PTM (MILIONI DI €) 3.600 1.800 1.600 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0 3.100 2.600 2.100 1.600 1.100 600 2008 Import (tons) 2009 2010 Export (tons) 2011 2012 2013 Trade deficit (€ 1,000) Passivo bilancio (1.000 euro) Source: Eurostat data reworked by the author. / Fonte: elaborazioni dell’autore di dati Eurostat 2008 Turkey Turchia 2009 Morocco Marocco 2010 Egypt Egitto 2011 Israel Israele 2012 Tunisia Tunisia 2013 Other Altri Source: Eurostat data reworked by the author. / Fonte: elaborazioni dell’autore di dati Eurostat EU PRODUCE EXPORTS TO MTCS (€ MILLION) EXPORT DI ORTOFRUTTA UE VERSO I PTM (MILIONI DI €) 300 250 200 150 100 50 0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Egypt Egitto Algeria Algeria Israel Israele Libya Libia Morocco Marocco Other Altri Source: Eurostat data reworked by the author. / Fonte: elaborazioni dell’autore di dati Eurostat potato, onion and plum. The main MTC importers are Egypt at €256 million and Algeria at €201 ml, followed by Libya at €83 ml, Morocco at €57 ml and Israel at €52 ml. Imports Last year EU markets inported nearly 3.2 million tons of produce from MTCs for a bill just shy of €4 billion. While EU imports from MTCs expanded up to 2009 and then declined, they rose 5.8% in 2013 over the previous year. A closer look at these trends shows that vegetables posted a slight dip from 2008 to 2012 but then rose 11.4% in 2013 compared to a year earlier. Although fruit imports showed a slight dip from 2008 to 2011, they have remained essentially steady over the last three years. The leading EU imports are hazel nut at 106 thousand tons, for a bill of €575 million, sultanas at 190 thousand tons and €334 million, followed by tomato, sweet pepper, Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 Importazioni Lo scorso anno i paesi dell’Unione europea hanno importato dai Ptm circa 3,2 milioni di tonnellate di ortofrutta per un valore di poco meno 4 miliardi di euro. Le importazioni Ue dai Ptm hanno avuto una fase di espansione fino al 2009, poi c’è stata una contrazione, mentre il 2013 ha segnato un +5,8% rispetto all’anno precedente. Per quanto concerne gli ortaggi, tra 2008 e 2012 si è verificata una tendenza flessiva delle importazioni, mentre nel 2013 c’è stata una ripresa (+11,4% rispetto al 2012). Per frutta e agrumi è stato osservato un lieve calo tra 2008 e 2011, seguito nel triennio successivo da una sostanziale stabilità. Tra i prodotti più importati troviamo nocciole sgusciate (106mila tonnellate per un valore di 575 milioni) e uva sultanina (190mila tonnellate e 334 milioni). Poi pomodori, peperoni, fagiolini, patate, arance, piccoli agrumi, uve da tavola, datteri, fichi, albicocche secche, ciliegie e fragole surgelate. 30 MARKETS / MERCATI TOP 15 EU PRODUCE COMMODITIES IMPORTED BY MTCS I 15 PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI PIÙ ESPORTATI DALL’UE VERSO I PTM EXPORT 2013 EXPORT (Var. % 2013 vs. 2012) 1.000 kg 1.000 euro euro/kg Volume Value Price 1.305.894 755.927 0,58 -0,5% 4,3% 4,8% Vegetables and tubers/Ortaggi e tuberi 936.362 452.083 0,48 2,5% 5,7% 3,1% Fruit, nuts & citrus/Frutta, noci e agrumi 369.532 303.844 0,82 -7,3% 2,2% 10,2% Seed potatoes/Patate da semina 466.829 229.780 0,49 9,1% 0,7% -7,7% Apples/Mele 228.617 161.687 0,71 -11,6% -2,7% 10,1% Dried, shelled broad beans 'vicia faba'/ fave 257.072 102.224 0,40 -18,8% -5,7% 16,2% Peas 'pisum sativum', frozen/ piselli congelati 26.679 21.535 0,81 12,3% 21,3% 8,0% Dried, shelled leguminous vegetables/ legumi secchi 57.441 20.798 0,36 75,8% 77,9% 1,2% Pears/Pere 20.847 17.391 0,83 -12,7% 13,0% 29,4% Oranges/arance 26.474 13.492 0,51 32,3% 32,1% -0,1% Kiwifruit/Kiwi 15.359 13.061 0,85 -27,6% -4,4% 32,1% Dried prunes/Prugne secche 6.656 11.140 1,67 18,3% 34,9% 14,1% Almonds, shelled/Mandorle sgranate 1.626 10.531 6,48 0,1% 33,1% 33,0% Peaches, incl. Nectarines/Pesche comprese Nettarine 12.213 10.288 0,84 2,8% 11,5% 8,5% Garlic/aglio 11.221 10.196 0,91 141,7% 132,3% -3,9% Grapes/Uva 7.853 9.854 1,25 14,9% 12,1% -2,5% Potatoes/Patate 29.089 9.542 0,33 -1,0% 9,2% 10,3% Onion and shallot/Cipolle e scalogni 33.655 8.961 0,27 36,8% 118,0% 59,4% Fruit & vegetables/Frutta e verdura Source: Eurostat data reworked by the author. / Fonte: elaborazioni dell’Autore di dati Eurostat green bean, potato, orange, small citrus, table grape, date, fig, dried apricot, cherry and frozen strawberry. The leading MTC exporters are Turkey at 982 thousand tons on receipts of €1.763 billion, Morocco at 963 thousand tons on €979 ml, Egypt at €519 ml, Israel at 546 thousand tons on €505 ml, and Tunisia at 107 thousand tons on €125 ml. Hazel nut at €574 ml accounts for about a third of Tur- Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 Tra i Ptm, i principali paesi fornitori sono Turchia (spedizioni per 982mila tonnellate e un valore di 1,763 miliardi), Marocco (963mila tonnellate per 979 milioni), Egitto (519 milioni), Israele (546mila tonnellate per 505 milioni) e Tunisia (107mila tonnellate per 125 milioni). Circa un terzo delle esportazioni turche riguardano le nocciole (574 milioni di euro). Gli altri prodotti esportati dalla Turchia in Ue sono uva sultanina, fichi, albicocche essiccate, ciliegie, MARKETS / MERCATI 20% 27% key’s EU-bound produce exports, followed by sultana grape, fig, dried apricot, cherry, lemon, sweet pepper, grapefruit, small citrus, tomato and lentils. Most of Morocco’s EUbound exports are vegetables: the leader is tomato at 365 thousand tons in 2013, France being the primary market. It is followed by green bean, sweet pepper, courgette, squash and strawberry; orange and small citrus are also important. Notable too are frozen strawberry exports: they totalled €60 million in 2013 and ranked higher by value than fresh strawberry. There’s a certain balance among the items Egypt eports to the EU. Orange and table grape rang up the higherst receipts in 2013, followed by potato, onion, green bean, pulses, strawberry and frozen strawberry. Israel’s main exports to the EU include sweet pepper, potato, avocado, tangerine, date, grapefruit and carrot. And Tunisia exports mainly date, orange and tomato. of EU produce imports from MTCs delle importazioni di ortofrutta nell'Ue arriva dai Ptm limoni, peperoni, pompelmi, piccoli agrumi, pomodori e lenticchie. Le esportazioni del Marocco verso l’Ue riguardano prevadrop in 2013 EU exports lentemente gli ortaggi. I poto MTCs modori sono il prodotto più il calo delle esportazioni di kiwi dall'Ue ai Ptm nel 2013 esportato: 365mila tonnellate nel 2013, prevalentemente verso la Francia. Nell’elenco dei prodotti più esportati troviamo anche fagiolini, peperoni, zucchine, meloni e fragole. Di rilievo anche l’export di piccoli agrumi e arance. Spiccano infine le esportazioni di fragole surgelate che nel 2013 hanno determinato introiti di 60 milioni di euro, gettito superiore a quello del prodotto fresco. Per quanto concerne le esportazioni dell’Egitto verso l’Ue, vi è un equilibrio dei diversi prodotti. Arance e uve da tavola sono i prodotti che nel 2013 hanno determinato il maggior gettito, seguiti da patate, cipolle e fagiolini e fagioli secchi, fragole e fragole surgelate. Le esportazioni di Israele verso l’Ue interessano soprattutto peperoni, patate, avocado, clementine, datteri, pompelmi e carote. La Tunisia esporta in Ue prevalentemente datteri, arance e pomodori. 31 32 MARKETS / MERCATI Medfel spotlights melon & pistachio Melone e pistacchio protagonisti a Medfel by / di Jessika Pini elon and pistachio are the stars of Medfel 6, the produce trade show from 13-15 May at Perpignan held by Sud de France Développement Languedoc-Roussillon Region. Melon is the most widely grown hort crop in LanguedocRoussillon at 2,750 hectares, acreage on a slight rise M Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 elone protagonista, insieme al pistacchio, della VI edizione del Medfel, la fiera di frutta e verdura che si svolge dal 13 al 15 di maggio al palazzo delle Esposizioni di Perpignan (Francia), organizzata da Sud de France Développement e dalla Regione Languedoc-Roussillon. Il melone è l’ortaggio più coltivato, in termini di superficie, in Languedoc-Roussillon con 2.750 ettari: un’estensione stabile, tendente a un leggero aumento, da circa dieci anni. La Languedoc-Roussillon è la terza regione produttrice della Francia dietro al Poitou-Charentes e Midi-Pyrénées e poco più avanti della Provenza-Costa Azzurra. M MELON, EVENTS CALENDAR MELONE, CALENDARIO APPUNTAMENTI Melon will be the focus of key conferences: 13 May 3pm: Melon, innovation & development 14 May 4pm: Organic melon 5pm: Planting forecasts for Morocco, Spain and France 6pm: Press Conference of French Interprofessional Melon Association Among the participating producers are Force Sud, Soldive, Matysha, Anecoop and Idyl. 15-16 May Euro-Mediterranean Melon Congress 9:30am: opening of proceedings by M. Pelegri Aixut, President of Areflh (Association of European Fruit, Vegetable and Horticultural Producing Regions) and Agricultural Minister of Catalonia 9:45am: Presentations by the Languedoc Roussillon Region representatives 10.00am: M. Trentini, Cso, World melon production 10:30am: Production, trade and key supply-chain issues in producer countries presented by speakers from Italy, France, Spain, Morocco, other 11:45am: Trade between European countries and the rest of the world 12:15: Discussion 12:45: Lunch 2:30pm: Technical and economic issues: t(FSBSE3PDIF.BOBHJOH%JSFDUPSPG-ÏHVNFTEF'SBODF1MBOUIFBMUI issues of melon t)PXUPQSPNPUFBOEDBQJUBMJTFDPOTVNQUJPO t$SJTJTQSFWFOUJPOBOENBOBHFNFOUGPSBQFSJTIBCMFJUFNUFTUTBOBMZses and proposals by producer-country representatives 4:30pm: Discussion and proposals 5:30pm: End of proceedings Friday 16 May: field trip to growing districts and a packinghouse in the Beziers area Al Medfel il melone sarà al centro di numerosi convegni: 13 maggio ore 15: Melone, innovazione e sviluppo 14 maggio ore 16: Melone biologico ore 17: Le previsioni di impianto in Marocco, Spagna e Francia ore 18: conferenza stampa dell’Associazione interprofessionale del melone francese In fiera diverse le aziende produttrici, tra cui: Force Sud, Soldive, Matysha, Anecoop, Idyl, ecc. 15-16 maggio Congresso euro-mediterraneo del melone 9.30 I lavori saranno aperti dal presidente dell’Areflh (Assemblea delle Regioni europee frutticole, orticole e floricole, M. Pelegri Aixut, consigliere dell’Agricoltura della Catalogna 9. 45 Intervento dei rappresentanti della Regione Languedoc Roussillon 10.00 M. Trentini, Cso, La produzione mondiale del melone 10.30 Produzione, commercializzazione e principali problematiche della filiera nei vari paesi produttori illustrate dai rappresentanti di Italia, Francia, Spagna, Marocco, Altri paesi 11.45 Gli scambi commerciali tra i paesi europei e il resto del mondo 12.15 Dibattito 12.45 Pranzo 14.30 Problematiche tecniche ed economiche: t(ÏSBSE3PDIFBNNJOJTUSBUPSFEF-ÏHVNFTEF'SBODF*QSPCMFNJmUPsanitari del melone t$PNFJODFOUJWBSFFWBMPSJ[[BSFJDPOTVNJ t-BQSFWFO[JPOFFMBHFTUJPOFEFMMFDSJTJQFSVOQSPEPUUPEFQFSJCJMFQSPWF analisi e proposte dei rappresentanti dei paesi produttori 16.30 Dibattito e proposte 17.30 Chiusura dei lavori Venerdì 16 maggio è prevista la visita agli areali di coltivazione e a uno stabilimento di confezionamento nella region di Béziers over the last decade. Languedoc-Roussillon ranks third as France’s producer area behind Poitou-Charentes and Midi-Pyrénées and just ahead of Provence-Côte d’Azur. Mediterraneo secondo solo alla Cina Mediterranean second only to China A Réussir Fruits & Légumes survey reports that the worldwide crop stands at 28.3 million tons, China accounting for half. Europe produces 2.3 million t: 43%, or 1 million t, in Spain, the top supplier to the EU at 90%, or 360,000 t, followed by Italy (580,000 tons) and France (300,000). Mediterranean countries together rank second in world melon crop at 100,000 hectares behind China’s 300,000 Secondo i dati di Réussir Fruits & Légumes la produzione mondiale ammonta a 28,3 milioni di tonnellate, di cui la metà in Cina. In Europa ne sono prodotti 2,3 milioni di t, di cui il 43% in Spagna, primo paese esportatore e fornitore di melone dell’Ue con il 90% delle 360mila t esportate. In Europa i principali produttori sono la Spagna (1 milione di t), l’Italia (580mila t) e la Francia (300mila t). I paesi mediterranei rappresentano il secondo bacino di produzione mondiale del melone con 100mila ettari di superficie, dietro alla Cina (300mila ha) e davanti ai paesi del Golfo Persico, culla delle origini botaniche di questa coltura (83mila ha). La produzione si divide quasi equamente tra il Nord (55mila Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 CentroStampaBO Coltiviamo insieme la qualità È frutto del lavoro quotidiano di oltre 10.000 produttori agricoli, la leadership di Apo Conerpo. Un primato che nasce in campagna, dal grande rispetto per l’ambiente e la salute e che si rafforza con un rigoroso sistema di coltivazione e controllo lungo l’intera filiera dell’orto- frutta, che fornisce le più ampie garanzie di freschezza e salubrità. Le società del Gruppo cooperativo completano il percorso della qualità e distribuiscono in tutto il mondo l’ampia gamma di offerta di Apo Conerpo, integrandola con moderni servizi commerciali. Via B. Tosarelli, 155 - 40055 Villanova di Castenaso (BO) Italia - Tel. +39 051 781837 - Fax +39 051 782680 - [email protected] - www.apoconerpo.com MARKETS / MERCATI FOUR-THOUSAND B2B MEETINGS QUATTROMILA INCONTRI B2B Medfel is famous for the business meetings and discussions between the Med Basin Rims accompanying its events calendar. The show is expected to draw 275 exhibitors, 50 more than last year and a doubling since 2009, and some 5,000 buyers. Spain will be well represented and so will Portugal, France, Italy, Greece, all the Maghreb countries, Egypt, Turkey and even Switzerland. In its efforts to improve economic performance and the environment, Medfel arranges nearly 4 thousand B2B meetings with buyers from all over the world, including Russia, South America, Asia and Australia. Il Medfel si caratterizza per essere una fiera d’incontro e di discussione tra le due sponde del Mediterraneo che si confronteranno nei numerosi dibattiti che accompagnano la manifestazione. In fiera sono attesi 275 espositori (50 in più rispetto allo scorso anno e raddoppiati dal 2009 al 2013) e circa 5mila visitatori. Ben rappresentata la vicina Spagna, ma ci sono anche Portogallo, Francia, Italia, Grecia, tutti i paesi del Maghreb, l’Egitto, la Turchia e anche la Svizzera. Con lo scopo di migliorare le performance economiche e ambientali delle aziende partecipanti, il Medfel organizza per i suoi espositori circa 4mila incontri B2B con buyers provenienti da tutto il mondo, dalla Russia al Sud America, dall’Asia all’Australia. and ahead of the Persian Gulf States’ 83,000. Acreage is about evenly divided between the Basin’s North at 55,000 ha and South at 50,000. Spain and Italy in the North account for about 18,000 ha, France-Adriatic countries at 14,000, and Greece at 4,600. The South Rim leader is Egypt at 13,500 ha, then Libya and Algeria at 12,000 each, Morocco at 8,500, Tunisia at 7,500, Turkey at 14,000, and those in the Black Sea area (Bulgaria, Romania, Hungary, Ukraine, Georgia) at 20,000. ha) e il Sud (50mila ha) del Mediterraneo. Al Nord Spagna e Italia coltivano circa 18mila ha, la Francia e i paesi dell’Adriatico 14mila ha e la Grecia 4.600 ha. Nella costa Sud, il primo paese produttore è l’Egitto con 13.500 ha, seguito dalla Libia e dall’Algeria con circa 12mila ha ciascuno, poi vengono Marocco (8.500 ha), Tunisia (7.500 ha), Turchia (14mila ha) e i paesi dell’Europa centrale, vicini al mar Nero (Bulgaria, Romania, Ungheria, Ucraina, Georgia) che appaiono comunque come una grande zona di produzione del melone (20mila ha). 35 36 ENG / CONSUMI Maghreb low-cost quality Maghreb, qualità a basso costo by / di Paolo Battistel – Ceres Srl n the last few years the farm industry of the North African countries has undergone notable development, more than is often perceived in Europe. Morocco is a good, an easiest to see, case in point since it enjoys the virtues of far-sighted government policy-making like its I Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 agricoltura nordafricana si è sviluppata molto negli ultimi anni, spesso più di quanto si percepisca in Europa. Il Marocco è il paese più attivo, sia grazie a scelte governative lungimiranti, come il piano “Maroc Vert”, sia grazie alla stabilità politica, che non è stata intaccata dalle varie primavere arabe. Un potente aiuto è venuto anche dall’accordo di libero scambio con l’Ue, che sta eliminando gradualmente i dazi doganali per l’importazione di prodotti ortofrutticoli e ittici, primo passo verso la liberalizzazione totale degli interscambi. Il trattato infiamma spesso gli agricoltori dell’Europa mediterra- L' MARKETS / MERCATI 50% + High-quality trussed tomato in a “canariana” tunnel at Agadir. Pomodoro a grappolo di alta qualità in una serra “canariana” ad Agadir. “Maroc Vert” plan and the country’s overall political stability, which has been unaffected by the ‘Arab Spring’ events. Another key factor has been the new trade pact with the EU, which as a first step towards full free trade calls for the gradual dismantling of tariff barriers on agricultural commodities and fish. Yet this trade agreement has is often seen by the EU’s Mediterranean growers as a bone of contention, especially by tomato growers in Spain. Note, however, that of the nearly 6 million tons produced in the EU, with Spain accounting for 2.6 million, Moroccan imports amount to a mere 6%, or 365 thousand tons in 2013, with 250 thousand sent through Perpignan, and will increase, if at all, only a further 1-2% over the next 4-5 years. And Italy What about Italy? Are its growers right to be anxious? In principle, no: 65-70% of Moroccan exports to the EU go to France, for receipts of €450 million overall, €280 being for tomato, and 20-25% earmarked for Spain at €140 million, whereas only a mere 1-3%, or €5 million, go directly to Italia. The main issue for Italy is probably citrus since Morocco’s crop has increased by 50% over the last five years because of government subsidies to the tune of €800 per hectare. So Morocco’s citrus exports have gown by 30%, with half going to Russia, mostly tangerine, and 1/3 to the EU. Italy’s citrus trade will face an even more problematic out look over the next decade as the “Morocco Green” Plan calls for a crop increase from 1.8 to 3 million tons by 2020 1,3 million tons of citrus exports is Morocco’s target by 2020, against less than half that of today i milioni di tonnellate di agrumi che il Marocco prevede di esportare entro il 2020, oggi ne spedisce meno della metà 37 Morocco’s citrus crop over the last 5 years la produzione di agrumi in Marocco negli ultimi 5 anni nea, soprattutto spagnoli, in particolare i coltivatori di pomodoro. Va detto però che su una produzione comunitaria di circa 6 milioni di tonnellate (delle quali 2,6 vengono dalla Spagna), l’import marocchino vale oggi solo il 6% (365mila t. nel 2013, delle quali 250mila passano da Perpignan) e non aumenterà che di un ulteriore 1-2% nei prossimi 4-5 anni. Attenta Italia E in Italia? Sono giustificate le preoccupazioni dei nostri produttori? In teoria no: il 65-70% dell’export marocchino arriva in Europa attraverso la Francia (pari a 450 milioni di euro, di cui 280 di pomodoro) e il 20-25% tramite la Spagna (140 milioni), mentre solo un misero 1-3% arriva direttamente in Italia (5 milioni). Per l’Italia il problema potrebbero essere gli agrumi, in quanto la loro produzione è aumentata in Marocco del 50% nell’ultimo quinquennio, grazie anche ad aiuti di stato di 800 euro per ettaro. L’export è cresciuto del 30%, metà verso la Russia, soprattutto per le clementine, mentre 1/3 verso l'Europa. Nei prossimi 10 anni la situazione sarà ancora più difficile per l’agrumicoltura italiana: il piano “Marocco Verde” prevede di portare la produzione da 1,8 a 3 milioni di t. nel 2020, il 50% destinato all'export: 1,3-1,4 milioni di t. contro le 500mila attuali. I due principali motivi di preoccupazione degli agricoltori italiani riguardo all’ortofrutta marocchina, sono la forte competitività nei costi di produzione, grazie soprattutto al bassissimo costo della Moroccan oranges and tomatoes on display at Fruitlogistica in Berlin: two items exported to Europe and eastern countries at competitive prices. Arance e pomodori marocchini in mostra al Fruitlogistica di Berlino: due prodotti esportati verso l’Europa e verso i paesi dell’Est a prezzi competitivi. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 38 MARKETS / MERCATI with exports of 50%, or 1.3-1.4 million tons, as against the current 500 thousand. The key issue here for Italian growers is two-fold: Morocco’s far lower labour costs and its crop/commodity quality vis à vis EU health standards. The former is the main worry since the hourly farmhand wage in Morocco is €0.65. Common salad tomato in trusses is a good case in point. Total cost at farmgate delivery for the winter crop is €18-20 cents a kilo and €50-55 cents on export delivery at Perpignan very competitive prices compared to those commanded by the Almeria or Vittoria crop. However, worries that the Moroccan crop’s quality is so low as to ‘depress’ the high quality of Italy’s crop in the market are rather misplaced. The Moroccan farms that export are run by highly qualified managers, employ scheduled firtigation, grafted plants, integrate pest management and come with Global-Gap certification. The Moroccan government also takes great pains in promoting technology advances in green house facilities and does so carefully and in many ways. For instance, it finances the construction of roads and motorways, fully subsidises upgrading of irrigation systems, including wells, fertigation lines, water-quality testing, and invests heavily even in professional training. It is even testing irrigation systems using water of low-saline content, since water supply is the key issue facing the longterm quality of the country’s produce industry. Given that the free-trade zone is destined to expand, rather than contract, for all the countries in North Africa, and that the latter are becoming increasingly competitive, the real worry for Italian growers resides in quality more than in costs. And the only response to quality is better quality. Tunisia, ideal climate Despite the slow-down effect of the ‘Arab Spring’, Tunisia’s farm industry is also showing growth, and its trade with Europe and especially Italy along with it. Today a heavy-duty truck loaded with oranges or tomatoes within 100-200 km of Tunis can travel by daily express ferry runs to Genoa and be at Milan’s Municipal Market in 26-28 hours. The Tunisian government is attracting a lot of very promising 1.111% + acreage under organic crops In Tunisia compared to 10 years ago la superficie dedicata alle produzioni biologiche in Tunisia rispetto a 10 anni fa Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 High-quality cherry tomato in January. Many Moroccan tunnels employ drip fertigation, bumble-bee pollination, integrated or bio-control pest management, and some are Global-Gap certified. Pomodoro cherry di alta qualità a gennaio. Molte serre marocchine usano la fertirrigazione a goccia, l’impollinazione con bombi, la difesa integrata e/o biologica. Alcune sono anche certificate Global-gap. manodopera, e la qualità dei prodotti, in particolare il rispetto degli standard fitosanitari europei. Per il primo punto i timori sono più che fondati: il lavoro in Marocco costa da 0,65 a un euro l’ora e anche l’efficienza degli operai è notevole. Per quel che riguarda il pomodoro da mensa a grappolo, ad esempio, parliamo di un costo di produzione totale “franco azienda”, sulla produzione invernale, di 0,18-0,20 euro al kg e di 0,50-0,55 euro posto a Perpignan: costi competitivi con le produzioni di Almeria o Vittoria. Assai meno giustificati appaiono, invece, i timori circa la scarsa qualità marocchina, che verrebbe a “inquinare” l’alta qualità italiana. Le aziende che esportano pomodoro sono ben condotte da manager di alto livello, usano piani di fertirrigazione razionali, piante innestate, difesa integrata e sono certificate Global-gap. Il governo marocchino, inoltre, è molto attento e attivo nel promuovere l’evoluzione tecnologica dei propri serricoltori. Crea infrastrutture, finanzia al 100% tutti gli interventi di miglioramento nel settore irriguo (pozzi, impianti di fertirrigazione, analisi); inve- 1 per hour is Morocco’s labour cost euro l’ora il costo della manodopera in Marocco EU investment bids, many from Italy, as its offering public land at basement prices, notably less red tape in approval procedures for new production and trade businesses, export subsidies, and tax-free zones. Not to mention, a large, very low-cost labour pool. Agriculture is without doubt a key sector of Tunisia’s economy as it generates 1/6 of GDP, employs 1/6 of its workforce and accounts for 10% of investments. Its warm, dry and sunny climate is ideal for such typical Mediterranean produce as olive, citrus, table grape, early-season stone fruit like peach, apricot and plum, tunnel-forced winter vegetables like tomato, sweet pepper and aubergine, spring potato, both in winter from January to March and in spring from April to June, almond, and date, Tunisia being world leader of the latter. It is also a notable producer of wheat and oats, sheep and goats, and fish. And then the organic produce: has seen a real boom in the last few years, which estimates now put at some 20 thousand hectares against the 1,800 of 10 years ago. Vertical cultivation of squash on copra sacks in Morocco makes it possible to double yields up to 8-10 kilos per square metre. Soilless melon cultivation also enhances quality by enhancing °Brix, colouring, flesh firmness and, hence, shelf-life. Coltivazione verticale di melone su sacchi di fibra di cocco in Marocco: permette di raddoppiare le rese fino a 8-10 kg per metro quadrato. La coltura fuori suolo del melone migliora anche la qualità: maggiore grado Brix, colore più intenso, polpa più consistente, quindi più shelf-life. Tunisia is the world leader of date production and exports. La Tunisia è leader mondiale nella produzione ed esportazione di datteri. ste nella formazione professionale. Ci si sta occupando anche del problema della disponibilità di acqua irrigua a bassa salinità, che forse è la principale minaccia alla crescita dell’ortofrutta marocchina di qualità nel lungo periodo. Se c’è un vero motivo di preoccupazione per i nostri agricoltori, visto che comunque l’area di libero scambio è destinata solo ad allargarsi con tutti i paesi del Nord Africa, è che questi stanno diventando sempre più competitivi, non solo nei costi, ma anche nella qualità. E alla qualità si risponde solo con la qualità. Tunisia, clima ideale Nonostante la “primavera araba” abbia rallentato il processo, anche l’agricoltura tunisina sta crescendo, e con essa gli scambi con l’Europa, soprattutto l’Italia. Un camion che carica arance o pomodori nel raggio di 100-200 km da Tunisi, oggi può essere a Milano in 26-28 ore utilizzando traghetti veloci che fanno la spola quotidianamente con Genova. Il governo tunisino, inoltre, sta attirando con molte proposte allettanti gli investimenti europei, italiani in particolare: terre demaniali a tariffe irrisorie, iter burocratici privilegiati per avviare nuove attività produttive o commerciali, contributi all’esportazione, “free zones” esentasse. Oltre a un’ampia disponibilità di manodopera a bassissimo costo. L’agricoltura tunisina è indubbiamente un settore fondamentale dell’economia: produce 1/6 del Pil e assorbe 1/6 della forza lavoro e il 10% degli investimenti. Il clima è caldo, secco e soleggiato, ideale per le produzioni tipiche mediterranee: olivo, agrumi, uva e frutta precoce con nocciolo (pesca, albicocco, prugna), ortaggi sotto serra a ciclo invernale (pomodoro, peperone, melanzana), patate novelle (sia invernali da gennaio a marzo, che primaverili da aprile a giugno), fino al mandorlo e alla palma da datteri, di cui la Tunisia è un leader mondiale. Da non dimenticare anche la notevole importanza dei settori cerealicolo, ovi-caprino e pesca. E poi il biologico, letteralmente esploso negli ultimi anni: si stimano oggi 20mila ettari dedicati, contro i 1.800 di 10 anni fa. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 40 MARKETS / MERCATI Only the best for the US Gli Usa aprono solo al meglio by / di Simone Martarello rotectionism, high standards, demanding consumers diffident towards imports, stiff competition it’s enough to discourage anyone from doing business in the US. Yet North America is offers vast opportunities for Italian produce and only the best made in Italy can reap the rewards. US market standards and demand filled the conference Italian Produce and Opportunities of the American Market sponsored by Agrofresh, a Dow Chemical Company subsidiary and technology supplier for SmartFresh products. Held at Cantina Bersi Serlini Franciacorta at Provaglio D’Iseo, near Brescia, international industry experts and Italian producers discussed trade. P Apple The US has seen a big apple sea-change over the last 15 years a shift to quality and new cultivars. At the century turned retailers no longer wanted apple because of poor flavour and eye-appeal. Sales were stagnant, prices low and profit margins slim as grower earnings fell, leading to a 65% plunge in commercial acreage over 2000. Market surveys showed US consumers wanted big, Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 rotezionismo tenace anche per motivi culturali, standard altissimi per i prodotti alimentari, consumatori esigenti e diffidenti verso tutto ciò che arriva dall’estero, forte concorrenza tra aziende. Basterebbe questo breve elenco per scoraggiare chiunque voglia intraprendere un rapporto commerciale con gli Stati Uniti, invece quella nordamericana è una piazza ricca di occasioni per l’ortofrutta italiana, ma per coglierle bisogna offrire il meglio del made in Italy. Delle regole e delle richieste del mercato statunitense si è parlato durante un convegno dal titolo “L’ortofrutta italiana e le opportunità del mercato americano” organizzato da AgroFresh, consociata della Dow Chemical Company, titolare e fornitore della tecnologia per la conservazione dei prodotti freschi SmartFresh. Nell’accogliente cornice della Cantina Bersi Serlini Franciacorta a Provaglio D’Iseo (Bs), esperti internzionali del settore e produttori italiani si sono confrontati per valutare vantaggi e criticità. P Il caso delle mele Per quanto riguarda le mele, negli Stati Uniti c’è stato un importante cambiamento negli ultimi 15 anni. Il mercato è stato rivoluzionato, si è puntato tutto sulla qualità e su nuove varietà. Agli inizi del secolo i retailer dissero ai produttori che non volevano più le loro mele perché avevano scarsi standard organolettici ed erano brutte da vedere. Con frutti poco attraenti sullo scaffale, i consumi languivano, i prezzi restavano bassi e i margini esigui. Così molti agricoltori smisero di coltivare perché non c’era guadagno, tanto che oggi i melicoltori sono calati del 65% rispetto al 2000. MARKETS / MERCATI 5,5% -45% 18 7 US share of Italian kiwi exports la quota di esportazioni di kiwi italiani negli Usa US pear imports in 2013 over 2012 le importazioni di pere negli Usa nel 2013 rispetto al 2012 million Italians and ItaloAmericans live in the US milioni di italiani e italoamericani vivono negli Usa Da indagini di mercato si è scoperto che i consumatori americani volevano mele grandi, dolci e croccanti e che per averle erano disposti a pagare un prezzo più alto. Così i produttori si sono adeguati, impegnandosi per offrire un prodotto all’altezza delle aspettative. Nel periodo 2000-2013 il consumo interno di mele non è aumentato molto, solo il 5%, stesse percentuali per la produzione, ma è migliorata la qualità, perciò i prezzi sono saliti. Sono diminuite le superfici coltivate ma è cresciuta la resa: da 50 a 100 tonnellate per ettaro. Grazie alle loro caratteristiche le mele americane hanno iniziato a essere apprezzate anche all’estero, tanto che l’export è salito del 5%. Oggi le cultivar più vendute negli States sono Gala e Red Delicius. Pere e kiwi days’ longer shelf-life for SmartFresh-treated apples giorni in più di shelf life per le mele trattate con SmartFresh Il primo carico di 15 container di pere italiane è stato spedito negli Stati Uniti lo scorso autunno. È stato solo l’inizio di un lungo percorso, ma per creare una relazione commerciale stabile servirà una massiccia campagna di promozione. La pera è un frutto Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 41 42 MARKETS / MERCATI sweet crunchy apples and were willing to pay top prices. Growers got the message. While the domestic apple crop and retail sales grew only 5% from 2000-2013, quality improved and prices rose. Though acreage decreased, yields increased from 50 to 100 tons per ha. And the higher quality of American apples helped exports rise 5%. The best selling cultivars in the US today are Gala and Red Delicious. Pear & kiwifruit The first Italian pear shipment reached the US last autumn in 15 containers the first step towards trade relations and blanket advertising. Pear is complicated: worldwide sales are sliding, US imports fell 45% last year, prices higher than apple but there are no new varieties for shelves. Kiwi is another story altogether. US imports of Italian kiwi have risen steadily over the last 10 years, now accounting for 5.5% of Italy’s kiwi exports. Since exports to Germany and Spain keep dropping, the North American market appears a good bet: sales keep rising, though the California and Florida crop has to be reckoned with. Rules & targets Its 350 million inhabitants in 50 states make for an unmatched ethnic, cultural, food mix the US is a hard sell. It needs prior study and local consultants can help with import contacts. The ideal consumers of Italian produce are the nearly 18 million Italians/Italo-Americans, most living on the East Coast. «The US market is rebounding after the 2007-2009 downturn – noted Lisa Williams, senior consultant at Promar International. – Retailers want more assortment, so there’s room for top quality Italian apple and pear.» While most out-of-season US fruit is from South America, securing import permits is no mean feat. First you need one from the Animal and Plant Health Inspection Service, which inspects orchards at least twice Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 Jochen Kager, 38, AgroFresh Commercial Manager for Southern Europe, opened the conference Jochen Kager, 38 anni, responsabile commerciale dell’area Sud Europa di AgroFresh, introduce i lavori del convegno complicato: il consumo diminuisce a livello mondiale e anche negli Stati Uniti le importazioni sono calate del 45% lo scorso anno. Il prezzo è più alto di quello delle mele e mancano nuove varietà da mettere sugli scaffali. Completamente diverso lo scenario per i kiwi: negli ultimi 10 anni le importazioni negli Usa di kiwi italiani sono salite progressivamente, raggiungendo il 5,5% del totale dei frutti verdi diretti fuori dall’Italia. E dato che le spedizioni verso Germania e Spagna continuano a calare, quella nordamericana potrebbe essere una piazza su cui puntare, anche perché i consumi sono in crescita. Ovviamente bisognerà fare i conti con la concorrenza dei produttori di California e Florida. Regole e target Trecentoventi milioni di abitanti, 50 Stati, una varietà di etnie e culture unica al mondo, ognuna con le proprie abitudini, anche alimentari. Quello statunitense è un mercato difficile da penetrare, per questo prima di approcciarlo è importante studiarlo, anche con l’ausilio di consulenti del luogo, che possono aiutare l’importatore a entrare in contatto con la filiera. I consumatori ideali di ortofrutta in arrivo dall’Italia non possono che essere i circa 18 milioni di italiani o italo-americani residenti negli Usa. La maggior parte di questi vive sulla costa orientale del paese. «Dopo la crisi del 2007-2009 il mercato Usa si sta riprendendo – ha detto Lisa Williams, senior consultant di Promar International – i retailer stanno cercando di espandere la gamma MARKETS / MERCATI LONGER SHELF LIFE WITH SMARTFRESH SHELF LIFE PIÙ LUNGA CON SMARTFRESH Crunchy, large, sweet, juicy, eye-appealing the fruit consumers want. Yet, in today’s global marketplace with shipments to countries far from growing areas, fresh fruit can lose a lot of its quality from field to shelf. AgroFresh, with its range of preand postharvest fruit storage products, offers solutions the world’s apple and pear growers need. Its SmartFresh technology is an excellent anti-scald alternative to ethoxyquin, which is banned in Italy. SmartFresh, a growth regulator like ethylene, leaves no residue on fruit and controls the release of ethylene, which causes fruit ripening. Used in the US since 2002, it was introduced in Europe in 2006 and is used for apple, pear, kiwifruit, plum and salad tomato. It is particularly effective with apple, a fruit stored for long periods. It is applied as the fruit is put in cold storage to completely block ripening. Upon fruit removal to ambient temperature, ripening resumes but at a slower rate than that of untreated fruit. So it lengthens fruit shelf-life, retains freshness, size, colour and overall postharvest value while helping to reduce wastage from orchard to retailer. SmartFresh is an effective tool for growers who want to win over the American market with their fresh produce. Croccante, voluminosa, dolce, succosa e bella da vedere. Così i consumatori vogliono la frutta. Ma dai campi agli scaffali dei supermercati i freschi possono perdere gran parte delle loro caratteristiche, soprattutto oggi, con un mercato globalizzato e spedizioni in paesi sempre più lontani dai luoghi di produzione. AgroFresh, con la sua linea di prodotti per la conservazione della frutta in pre e post raccolta, offre soluzioni che i coltivatori di pere e mele di tutto il mondo apprezzano. In particolare, la tecnologia SmartFresh è un valido prodotto antiriscaldo alternativo alle etossichine che attualmente in Italia non si possono usare. SmartFresh è un fitoregolatore simile all’etilene che non lascia residui sui frutti e regola la produzione dello stesso etilene, la sostanza che fa maturare la frutta. Utilizzato negli Stati Uniti dal 2002, è stato introdotto in Europa dal 2006. Il trattamento per ora si usa su mele, pere, kiwi, susine e pomodoro insalataro. Si applica al momento nelle celle frigorifere, bloccando completamente la maturazione. Quando la frutta torna a temperatura ambiente la maturazione riprende, ma in maniera più lenta rispetto a quella non trattata. In questo modo la shelf life si allunga mantenendo la freschezza, il calibro, il colore e il valore generale dei prodotti freschi nel post raccolta, contribuendo a ridurre gli scarti dal frutteto al reparto ortofrutta. SmartFresh può essere dunque un efficace supporto per quei produttori che vogliano presentare in modo vincente i propri prodotti freschi sul mercato americano. from bloom to harvest. When the fruit arrives in port, it is thoroughly checked and refused if below standards. Pest control and packaging are specifically regulated. Penetrating the US market means sending varieties that are not grown there, or not in year-round supply, and selling to top-end retailers. Marketing is be targeted to US consumers, produce of premium quality from despatch to retail the consumer votes by purchase. dei loro prodotti, quindi c’è spazio per mele e pere italiane, purché siano di elevata qualità». Gli Stati Uniti si riforniscono di ortofrutta da paesi in controstagione, principalmente quelli del Sud America, ma ottenere le autorizzazioni per importare non è un gioco da ragazzi. Serve un permesso rilasciato dall’Aphis (Animal and Plant Health Inspection Service), che ispeziona i frutteti almeno due volte tra fioritura e raccolto. All’arrivo nei porti le merci sono sottoposte a rigidi controlli, se non rispettano gli standard vengono rispedite al mittente. Ci sono regole precise anche per le profilassi contro gli insetti e per il packaging. Se la frutta italiana vuole entrare nel mercato statunitense deve individuare le varietà non coltivate sul posto o quelle non disponibili per 12 mesi l’anno e scegliere come rivenditori le catene premium. Non bisogna sottovalutare il marketing che deve essere pensato per i clienti americani. Indispensabile poi che il prodotto sia di ottima qualità, non solo alla partenza dall’Italia, ma anche all’arrivo alle dogane e soprattutto sugli scaffali dei retailer, perché è lì che i consumatori lo vedono e decidono di acquistarlo. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 43 44 CROPS / PRODUZIONI OPINION OPINIONE DUCCIO CACCIONI Head of marketing and quality control at Bologna’s Municipal Market Direttore marketing e qualità del Centro AgroAlimentare di Bologna Produce grows at big retail Cresce l’ortofrutta prodotta per la gdo +0,5% +2% Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 private label sales in 2013 compared to 2012 le vendite di prodotti a marchio del distributore nel 2013 rispetto al 2012 private label produce sales in 2013 over 2012 le vendite di prodotti ortofrutticoli a marchio del distributore nel 2013 rispetto al 2012 CROPS / PRODUZIONI Private label items account for nearly a fifth of all food and groceries sold at retail today by Italian super- and hypermarkets. We’re still a long way from what we see in countries like the UK where almost all the food and grocery items sold by such big chains as Tesco carry their private label. Yet there are areas even in Italy’s big retail panorama where private label items reign supreme. For example, they account for 65% of the entire national fresh-cut trade. A Marca/Adem Lab survey reports an upswing in the share private labels items hold of all sales at super- and hypermarkets in Italy in 2013: 17.9% against 17.4% in 2012. By contrast, big food industry brands slipped from 82.6 to 82.4%. Private label items are also gaining ground in the premium and organic market sectors. Most notable here is the 2% growth rate for produce, which includes the unstoppable rise of fresh-cut and convenience products as well as that of bulk fresh produce. This would, in effect, be a good place for big retail to focus on in the coming years. Private label items can be as much opportunity as peril at the production end. Loss of identity is no big deal for a processor who may have to deal with vagaries at the retail end. On the other hand, supplying large crop quantities under fair contracts may be a chance to grow for those producers who have little expertise in marketing, in building a specific identity and in innovating. The UK has a number of companies that act as co-packers for almost all the major retail chains, with some even having facilities dedicated to each individual chain. This is the case of Bakkavor. A giant in the world’s fresh-cut trade, it keeps posting growth and revenues of over billion a year. Le private label valgono ormai quasi 1/5 dell’offerta commerciale di prodotti alimentari e per la casa di super e ipermercati italiani. Siamo ancora lontani dalle quote di alcuni paesi come il Regno Unito, dove l’offerta nell’alimentare e nel grocery di alcuni supermercati leader (come il gigante Tesco) è quasi del tutto imperniata sulle private label. D’altronde anche nel nostro paese ci sono settori in cui i prodotti a marchio ormai la fanno da padrone: è il caso della IV gamma in cui rappresentano circa il 65% del mercato. Nel 2013 (dati Marca/Adem Lab) si è notato un ulteriore aumento della quota di private label sul totale di merci distribuite da super e ipermercati in Italia: 17,9%, +0,5% sul 2012. Di contro i prodotti con marchio industriale sono calati dall’82,6 all’82,4%. I prodotti a marchio del distributore stanno acquisendo sempre più valore in particolare nei segmenti premium e il biologico. Da notare la crescita dell’ortofrutta (+2%) con l’inarrestabile incremento dei prodotti fresh cut e convenience, ma anche della prima gamma. Proprio qui si potrebbe concentrare il maggiore interesse dei distributori al dettaglio nei prossimi anni. I prodotti a marchio privato possono rappresentare un’opportunità o un’insidia per il mondo della produzione. Di certo la perdita d’identità non è gran cosa per un produttore, che può trovarsi a fare i conti con la volubilità del distributore. D’altro canto la fornitura di grandi quantità di prodotti con contratti equi può rappresentare una possibilità di sviluppo per quei produttori che hanno difficoltà nel marketing, nel guadagnare un’identità specifica, nell'innovare. Nel Regno Unito ci sono aziende che operano come copacker per quasi tutte le maggiori catene distributive, addirittura con stabilimenti dedicati per ogni singola insegna di distribuzione: è il caso di Bakkavor, il gigante del fresh cut mondiale, in incessante crescita e con un fatturato annuo di oltre un miliardo di euro. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 45 46 CROPS / PRODUZIONI New cultivars tomato on top Nuove varietà pomodoro al top alad tomato leads the way but fennel, lettuce, aubergine, bell pepper and even radicchio are also there. The new, innovative, at times even extraordinary, cultivars being marketed in Italy and Europe by the seed companies in 2014 belong to these vegetables. S Pasionata F1 (Clause) Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 l pomodoro da mensa soprattutto, ma anche finocchio, lattuga, melanzana, peperone e perfino radicchio. Appartengono a queste ortive le novità particolari, a volte straordinarie, e comunque innovative, proposte dalle società sementiere per il 2014 sul mercato italiano e su quelli europei. Con Pasionata F1 la Clause introduce nella tipologia dei “midiplum” (ovetti con peso medio di 30 g) un salto qualitativo importante grazie a 1,5°-2° brix in più della media e a una Lsl che permette di gestire facilmente il prodotto dal campo alla vendita per il consumo. Pasionata F1 ha forma più stretta e allungata di quella classica, molto elegante, polpa spessa che non rilascia I by / di Giuseppe Francesco Sportelli Caronte F1 (Cora Seeds) Collina F1 (Esasem) CONSUMPTION / CONSUMI Clause takes a real quality leap in the “midi-plum” class of 30-g average weight with Pasionata F1. a new tomato with 1.5-2°Brix more than the average and a long shelf-life (LSL) that makes it easier to handle from field to fork. Of elegant shape, Pasionata F1 is narrower and more tapered than the usual midi-plum, has thick flesh that retains most juice when cut and is a real palate pleaser. It can be packaged individually or trussed in tubs or in crates. Caronte F1, the latest fennel from Cora Seeds R&D, can be picked from late January on so that it covers the market segment for late crop in the South. It features excep- Snack Arancio F1 (Four) Apeticio F1 (Gautier) troppo succo al taglio e conferisce gradevolezza elevata al consumo. È indicato per lavorazione in vaschetta (a grappolo e a frutto singolo) e in cassetta. Caronte F1, finocchio frutto della ricerca di Cora Seeds, afferma la grande affidabilità per raccolte da fine gennaio in poi, in modo da coprire con efficacia il segmento di mercato per le raccolte tardive del Sud. La varietà mostra grumoli di eccezionale uniformità, pesanti, rotondi e ben serrati, bianchi, dolci e croccanti, tolleranti alla spugnatura (effetto della sovramaturazione). Collina F1, proposto da Esasem, è un pomodoro “mini-plum” con bacche molto consistenti, di colore verde uniforme, che vira- Deko F1 (Isi Sementi) Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 47 48 CROPS / PRODUZIONI tionally uniform bulbs, heavy, round, tightly packed, white, sweet and crunchy while tolerant to the sponginess accompanying over-ripening. Collina F1 from Esasem is a “mini-plum” tomato with firm fruit of uniform green colour that turn shiny red when ripe while being free of ‘yellow-shoulder’ even under high light and temperature conditions. The fruit is pear-shaped, of average 20-g weight, 45 mm long and 25 mm in diameter, exceptionally sweet and tasty with optimum shelf-life. Four, a divison of Blumen,has three new snack sweet peppers to be eaten raw: Snack arancio (orange), Snack giallo (yellow), Snack rosso (red). All three are F1s and feature a great many cone-shaped fruit 8-9 cm long, very sweet, delicious raw, and highly digestible. Gautier has added two new flavourful, tasty premium mini-plums to its cultivar assortment. Apeticio F1 (10-12 g), which is already becoming popular in northern Europe and the UK, and Bellacio F1, with bright, shiny red fruit. Deko F1, an oxheart of the “Cuor di Bue di Albenga” type from Isi Sementi, is a hardy, very productive variety yielding a high rate of commercial-grade fruit because of their exceptionally uniform size at 220-240 g, dark green colour, marked ribbing and a fine ‘tinge’ of red when they turn ripe. MedHermes is offering two new tomato cultivars with optimum shelf-life. Tomperinos F1, a new perino-like, shiny red fruit for picking either singly or trussed, wighs about 40 g, is 3.5 cm in diameter and 6.5 cm long, stands out for its high productivity and fine flavour with fruity aftertaste. Bacco F1, a red cocktail cultivar for picking trussed, weighs 40 g and is highly resistant to cracking. Meridiem Seeds’s El Cabo F1, an eye-appealing demi- Tomperinos F1 (Medhermes) Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 no al rosso brillante a maturazione completa e assenza di spalla gialla anche in condizioni di elevata luminosità e temperatura. Il frutto è periforme, del peso medio di circa 20 g, lungo 45 mm e con diametro di 25 mm. Le bacche sono caratterizzate da eccezionale dolcezza e sapidità con ottima tenuta in post raccolta. Four (divisione di Blumen) propone tre peperoni snack da mangiare a crudo: Snack arancio, Snack giallo, Snack rosso. Questi tre peperoni F1 presentano numerosissimi frutti conici, lunghi 8-9 cm, dolcissimi, gustosi da mangiare crudi e molto digeribili. Nell’assortimento varietale di Gautier figurano due nuovi pomodori miniplum premium dotati di elevate caratteristiche organolettiche e gustative ed eccellente sapore: Apeticio F1 (10-12 g), che si sta imponendo anche nei mercati del Nord Europa e dell’Inghilterra, e Bellacio F1, dai frutti di colore rosso vivo brillante. Deko F1, pomodoro della tipologia “Cuor di Bue di Albenga” proposto da Isi Sementi, è una varietà rustica e molto produttiva con alta percentuale di prodotto commerciabile per l’elevata uniformità di pezzatura dei frutti (220-240 g), che vantano colore di fondo verde intenso e spalla marcata e un ottimo “spunto” di rosso al viraggio. MedHermes propone due nuovi pomodori con ottima Lsl in post raccolta. Tomperinos F1, con nuova forma del tipo perino per raccolta a grappolo rosso e/o frutto singolo, ha colore rosso brillante, peso di 40 g circa, diametro di 3,5 cm, lunghezza di 6,5 cm. Si distingue per l’alta produttività e l’elevato sapore con retrogusto fruttato. Bacco F1, pomodoro del tipo cocktail per raccolta a grappolo a rosso, ha pezzatura di 40 g e vanta elevata resistenza alle spaccature. El Cabo F1 è un pomodoro demi-beef nella tipologia a frutto singolo per raccolta a rosso proposto da Meridiem Seeds. Vanta bacca uniforme, piena, polposa con placenta poco pre- El Cabo F1 (Meridiem Seeds) Coronato F1 (Nunhems) beef tomato to be picked individually when n shiny red, features a uniform, full fleshy fruit with h little placenta, slightly flat globular shape, of good d size at 250-300 g, outstandingly long shelf-life, and flavourful taste with a good °Brix to acidity y ratio. It’s ideal for the fresh-cut trade, either raw aw or cooked. The latest from Nunhems is Coronato F1, with th 5-6 round, firm, bright red fruit of 110-130 g weight ght uniformly arrayed for trussed picking, this cultivar ar is ideal for long growing cycles, keeps well in postharvest arvest and has long shelf-life. The newest from Olter, a division of Blumen, is s the OL 6610 F1. Known a black tomato because of its deep, dark green nearly black colour that turns brick red at ripening but mixes with the notably deep green of the shoulder, which retains it colour even at maturity. It also has a particular ‘taste’, prominent, very delicious with a somewhat acidic after-taste like that of your typical salad tomato. Auvona RZ is from Rijk Zwaan’s new type of Open Heart Cos Romaine lettuce, which also includes many other Romaines that are ideal for processing with marked veining and leaves of uniform length and can be mechanically harvested thanks to their open growth habit. Auvona Rz has a shiny dark green colour whose leaves are healthy and erect, keeps well in postharvest and is perfect for fresh-cut and flow pack as their ribbing is full for greater handling and slicing resistance. Gloria F1 is an early-season, high-yielding Violetta aubergine from Southern Seed. The deep purple fruit is round, its calyx not very spiny, 650-750 g average weight, 15-17 long 15-17 cm in diameter. OL 6610 F1 (Olter) Auvona RZ (Rijk Zwaan) sente, di bell’aspetto, di d forma globosa leggermente appiattita, pesante (250-300 g) e di un bel colore rosso brillante. Si distingue per la qualità e la tenuta in post-raccolta Lsl e il sapore gustoso con buon rapporto tra brix elevato e acidità. È indicato per crudo e cotto da IV gamma. È ideale per lunghi cicli produttivi e per raccolta a grappolo, vanta ottima Lsl ed eccellente conservabilità nel post raccolta: sono i tratti distintivi di Coronato F1, nuovo pomodoro di Nunhems con grappolo regolare da 5 a 6 frutti, che hanno forma tonda, peso medio di 110-130 g, grande consistenza e colore rosso vivo. Novità di Olter (divisione di Blumen), è il pomodoro nero OL 6610 F1. Si caratterizza per il colore verde molto scuro e intenso, quasi nero: al viraggio diventa rosso mattone scuro, che si mescola con il verde intenso della spalla sempre molto marcata e rimane evidente anche a maturazione completa. Manifesta un sapore “particolare”, intenso, estremamente gradevole per il consumatore, con un retrogusto acidulo tipico del pomodoro insalataro. Auvona RZ è una lattuga romana della nuova tipologia Open Heart Cos di Rijk Zwaan, che comprende romane molto adatte per il processing e caratterizzate da venatura marcata e fo- Gloria F1 (Southern Seed) Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 50 CROPS / PRODUZIONI Syngenta is introducing new tomatoes in its colourful snack size for “fun food”: the lemon types T601464 F1 (still in trial) and Yolita F1 (on the market and on sale soon in Italy), featuring an innovative, attractive yellow colouring; the orange baby plum Bambelo F1, a datterino of peerless flavour whose fruit are compact, uniform, sweet and crispy with an attractive orange colouring: ideal for snacks and nifty hors d’oeuvres. T&T, a Blumen subsidiary, has two new cultivars for the radicchio niche. Rosalba features a curious light pink colouring, and Rosanna, a selection from the Gorizia area, featuring a rose-like shape and dark red colouring. Last comes Vilmorin’s Sir Sagramor F1, a new tapered tomato of the San Marzano type that, along with Sir Elyan, Parsifal and Lancelot, is part of its ‘knighthood’ line but is resistant to the Tylcv virus, which makes it a real novelty indeed. It can be picked as a salad fruit or later at full red maturity, has a tapered cylindrical shape, an average 130-140 g weight, an average 90 mm length, an average 50 mm size, a very dark green colour that turns a fine red at ripening. Bambelo F1 (Syngenta) Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 Rosalba (T&T) glie di pari lunghezza, che possono essere raccolte meccanicamente grazie al loro “sviluppo aperto”. Auvona Rz presenta cam colore verde scuro brillante, con foglie sane ed erette; mostra colo ottima tenuta in post raccolta ed è particolarmente adatta per ottim gamma e flow pack; le coste risultano piene, per maggiore IV g resistenza alle lavorazioni meccaniche e al taglio. resis Gloria F1, melanzana della tipologia Violetta, è una varietà preGlor coce e altamente produttiva proposta da Southern Seed. Il frutto è rotondo, viola intenso e con poche spine sul calice, ha frutt peso medio di 650-750 g, lunghezza di 15-17 cm e diametro cm. di 15-17 15 Syngenta presenta nuovi pomodori nel segmento dei colorati Syng snack size per il “fun food”: i lemon type gialli T601464 F1 (in snac fase di prova) e Yolita F1 (già commercializzato e presto disponibile in Italia), dall’innovativa e attrattiva colorazione gialla; l’orange baby plum Bambelo F1, datterino dal gusto inimitabile, con frutto compatto e uniforme e dall’attraente e innovativo colore aranciato, dolce, croccante e zuccherino, ideale per snack e antipasti sfiziosi. T&T (società del gruppo Blumen) propone due nuove varietà di nicchia di radicchio: Rosalba, dalla curiosa colorazione rosa tenue, e Rosanna, selezione di radicchio della zona di Gorizia dalla caratteristica forma di rosa dal colore rosso scuro. Infine Vilmorin propone Sir Sagramor F1, nuovo pomodoro allungato, tipo San Marzano, facente parte, con Sir Elyan, Parsifal e Lancelot, della squadra dei “cavalieri”, ma con resistenza al virus Tylcv, particolare che lo rende una novità assoluta. Indicato per raccolta a frutto singolo da insalataro e/o a maturazione rossa, ha forma cilindrico-allungata, con peso medio di 130-140 g, lunghezza media di 90 mm, calibro medio di 50 mm, colore verde molto scuro e attraente al viraggio e ottima colorazione rossa a maturazione. Sir Sagramor F1 (Vilmorin) 52 CROPS /PRODUZIONI Radicchio the red gold of Treviso Radicchio, l’oro rosso di Treviso by / di Davide Bernieri t’s got a robust terroir character and a world-famous reputation. PGI Treviso Radicchio (local chicory) is experiencing a boom, in part due to the efforts of growers who are pooling resources for advertising aimed at reaching more and more consumers. If we look at the fall in consumer spending for all produce, the out look for radicchio appears more nuanced. I Exports on rise The Pgi radicchio crop from the Veneto districts of Treviso and Castelfranco is a hit in the national marketplace now that it has finally breached the confines of its native northeastern areas. And that’s not all. Riding on the growing popularity of Italian regional cuisines almost everywhere in the world today, these two types of radicchio are finding favour across borders, whether with the country’s traditional western trading partners or with the ‘tigers’ of the new global economy. Indeed, some analysts are calling it ‘red gold’ in the light of its growing international success and forecast a trend for it similar to that of Prosecco, a sparkling white wine that has registered a robust popularity in Italy and worldwide. Today a mere 30% of locally grown radicchio is sold in Italy, with the remaining 70% being exported to the Arab Emirates, Japan, the US, northern Europe and, most recently, eastern European markets. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 na forte connotazione locale, una grande reputazione all’estero: il radicchio di Treviso Igp sta vivendo un periodo di crescita anche grazie all’impegno dei produttori che stanno facendo squadra in chiave promozionale per allargare il bacino dei consumatori. Vista dalla prospettiva dei radicchi veneti tutelati, la crisi dei consumi che sta colpendo tutta l’ortofrutta, appare sfocata. U Export in crescita Le produzioni di radicchio Igp proveniente dai territori di Treviso e Castelfranco Veneto (Tv) si stanno affermando sul mercato, uscendo dalle piazze del Nordest tradizionalmente favorevoli, per ottenere un successo più ampio su scala nazionale. Non solo: i radicchi, sulla scia del successo della cucina regionale italiana un po’ in tutto il mondo occidentale, stanno conquistando anche i mercati oltre confine, sia i partner tradizionali, sia le tigri della nuova economia globale. Tanto che alcuni analisti stanno parlando di “oro rosso” e prevedono una dinamica simile al prosecco, un vino che ha conosciuto un vigoroso e rapido successo in Italia e nel mondo. Oggi solo il 30% del radicchio prodotto è venduto in Italia, il restante 70% va all’estero: Emirati Arabi, Giappone, Stati Uniti, Nord Europa e ultimamente anche Est Europa. Viene percepito come un bene di lusso, utilizzato nei ristoranti più rinomati e in vendita dalle grandi catene di supermercati. Programma promozionale Ue Per dare più vigore a questa dinamica positiva, i radicchi di Treviso e di Castelfranco Igp parteciperanno a un programma di promozione triennale su scala europea insieme ad altre specialità tutelate (ortaggi, frutta) a forte connotazione locale, finanziato CROPS / PRODUZIONI It is seen by consumers as a luxury item served in the finest restaurants and sold in up-scale supermarket chains. EU promotional efforts As a way of strengthening this dynamic trend, Pgi Treviso and Castelfranco radicchio will take part, along with other EU-seal, locally grown, specialty produce items, in various EU-sponsored Union-wide campaigns to promote and boost their market value. The Veneto chicory types will be joined by peach and nectarine from Emilia Romagna, Xùquer Spanish asparagus, and the five French items Perigord strawberry, asparagus from Sable des Landes, Kiwi from Adour, plum d’Agen, and tangerine from Corsica. Like Prosecco «We’re seeing the same trends for radicchio that we’ve seen for Prosecco – said Cesare Bellò, managing boardmember of the Opo Veneto producer organisation. – The rise in volume has not eroded retail prices. Rather, it’s increased the number of markets we sell to. The promotional campaign is a novel undertaking that promises excellent results. It optimises resources, develops joint action, showcases a range of items with a robust, commanding image and takes them beyond their traditional confines to court new consumers with their unique flavours. Then too – he concluded – it provides a muscular advertising range and sweep that would be impossible for any individual item of produce». 70% 20.000 +800% 60 +1.200% of crop earmarked for export della produzione destinato all’export tons grown in 2012 tonnellate prodotte nel 2012 the growth over 2000 la produzione rispetto al 2000 million euro in recipts for the 2012 crop milioni di euro di controvalore per la produzione del 2012 increase of receipts over 2000 l’incemento del controvalore rispetto al 2000 Source: Opo Veneto / Fonte: Opo Veneto con fondi della Comunità europea per iniziative di promozione e di valorizzazione. Insieme ai prodotti veneti saranno le pesche e nettarine dell’Emilia Romagna, gli asparagi spagnoli del Xùquer e cinque prodotti francesi (le fragole di Perigord, gli asparagi di Sable des Landes, i Kiwi dell’Adour, le prugne d’Agen, e le clementine di Corsica). Come il Prosecco «Per il radicchio registriamo più o meno le stesse dinamiche del prosecco – dichiara Cesare Bellò, consigliere delegato di Opo Veneto – l’aumento della quantità non ha eroso il prezzo di vendita ma ha aumentato il numero dei mercati serviti. Il programma rappresenta un’interessante novità che promette eccellenti risultati. Ottimizza risorse, sviluppa azioni comuni, presenta diversi prodotti con un’immagine forte e convincente, porta i prodotti fuori dei loro confini tradizionali, facendoli conoscere e gustare. E ancora – conclude – permette efficaci azioni di comunicazione, che sarebbero impossibili per i singoli prodotti». Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 53 54 BIG RETAIL / GDO OPINION OPINIONE DANIELE TIRELLI PhD in Economics, teaches at IULM and Milan universities. President of POPAI Italy PhD in Economia. Docente presso lo Iulm e l’Università degli Studi di Milano. È presidente di Popai Italia. Service at hand fresh in hand Servizio a portata di mano il fresco fa centro Discount general merchandise in Europe is going through a difficult period. It has been unable to leverage the long economic crisis that has eroded the welfare levels of the European countries. French, Italian and British shoppers increasingly prefer serviceorientated neighbourhood outlets, a contrasting shift towards mid-sized, more specialised supermarkets. Several factors are at work here. The most obvious include market saturation of mass-produced goods after decades of growth, their lost value due to globalisation and outsourcing. Others are price levelling in the Euro-zone and resulting slimmer profit margins, notable changes in urban/suburban life-styles, and the spread internet. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 Yet fresh and ultra-fresh foods offered at local outlets are prospering. We see that the business model built on streamline logistics, chain locations and low service overhead – the core of big retail’s success – is clearly struggling. True, re-introducing the butcher’s block and other service counters for customers like inhouse bakeries, restyled produce departments, etc, is undoubtedly pumping new blood into general merchandising. Yet overhead costs remain high. When a chain starts as discount general, it’s hard to become service-orientated. The ground lost by hypermarkets in France to fresh specialists like Grand Frais will be hard to win back. Germany’s associated retailers Edeka and Rewe exploit their local roots by tracking emerging trends to meet customer demands. In Italy, Esselunga, Conad and Lidl have followed the service-oriented shift and become particularly adept at fresh quality. Europe & US still far apart The gulf between Europe and America remains vast. US category killers have exerted enormous pressure, forcing independent retailers to bet on variety, quality and services. Ordering a wedding cake, having meat cooked on site and eating it in the restaurant area, having catering home-delivered for a special occasion, or tasting new fruit varieties presented by growers, are but a few of the services-cum- BIG RETAIL / GDO events the independent chains offer, each according to the demands of the community it operates in and the market it seeks to defend and expand. Service and customer relations are now impinging on the big retail chains as they too try to go local. In Europa il discount general merchandise attraversa un periodo difficile e neppure la lunga crisi economica che ha eroso i livelli di benessere dei paesi europei è riuscita a dargli vigore. Si è invece rafforzata la preferenza degli shopper francesi, italiani e inglesi per il vicinato e il servizio, alimentando così la rivitalizzazione dei supermercati di media superficie e più specializzati. Un simile scenario si spiega con la saturazione dei mercati di beni di uso comune dopo decenni di crescita, la perdita di valore di queste merci grazie alla globalizzazione e il decentramento della produzione. Ma anche il livellamento dei prezzi dovuto all’euro, con conseguenti perdite di marginalità, la modificazione degli stili di vita e la diffusione dell’informazione in rete. Tra i settori immuni alla banalizzazione del prodotto, ci sono però quelli dell’alimentare fresco e freschissimo, Even the big chains are reorganising to offer quality services Anche le grandi catene si stanno riorganizzando per offrire servizi di qualità per i quali servizio e vicinato restano fondamentali. Al contempo, le strutture che hanno fatto dell’efficienza logistica, della serialità e dell’abbattimento dei costi del servizio, l’asse portante del proprio business, sono in difficoltà. La reintroduzione della macelleria e dei banchi assistiti per il servizio del cliente, la panetteria, la riqualificazione del reparto ortofrutta, sono soluzioni che rivitalizzano la logica del general merchandising, ma il problema restano i costi. E poi chi nasce discount generalista fatica a tramutarsi in luogo di servizio. Così lo spazio perso in Francia dagli ipermercati a favore di specialisti del freschissimo come Grand Frais, difficilmente potrà essere riguadagnato. In Germania i commercianti associati di Edeka e Rewe sfruttano la loro sensibilità e autonomia locale, cercano di soddisfare con continui adattamenti, le richieste della clientela più esigente. In Italia, Esselunga, Conad, ma anche Lidl, curano in particolare la qualità del freschissimo, percependo che la frontiera dell’eccellenza si è spostata in direzione del servizio. Europa e Usa restano lontani La distanza che separa l’Europa dagli Usa resta enorme. Negli Stati Uniti la pressione subita dai category killer è stata enorme. I retailer indipendenti hanno fatto di varietà, qualità e servizio, il presupposto della loro esistenza. Avere una torta per il matrimonio, farsi cucinare la carne in esposizione al banco e consumarla nell’attigua area ristorante, ricevere a casa tutto il necessario per un evento conviviale o poter assaggiare le nuove varietà di frutta, magari presentate da un esperto che le produce, sono solo alcune delle attività che le catene indipendenti offrono, ciascuna secondo le esigenze delle comunità di riferimento, per difendere e ampliare la propria quota di mercato. Servizio e relazione con il cliente sono centrali anche per le grandi catene, che seppur con i limiti del gigantismo, si sforzano di agire localmente. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 55 56 BIG RETAIL / GDO Race for freshness and speed In gara per freschezza e velocità by / di Manuela Soressi hether in their home or on the continental pitch, Europe’s big retail chains will focus more and more on fresh food, especially produce, to gain a market edge. Now that even Amazon has started an on-line service for the sale of fruit and vegetables, for direct home delivery, it’s easy to see that this segment of the mass consumer market is a slice of the trade’s pie that clearly whets the appetite of retailers, whether brick and mortar or “virtual”. Fresh foods account for more than half the grocery bill in the EU and represent an extraordinarily reliable vector of consumer loyalty for a chain or single retail outlet, since this is a sector that can make or break business reputations. Yet it’s also a crucial segment of the trade in which budgets and revenues play leading roles. Obviously, the big chains keep tweaking their service by tracking consumer demand data, giving prefer- W Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 i giocherà sempre più sui freschi, ortofrutta in testa, la competizione tra i vari retailer europei, sia nei loro mercati domestici che sullo scenario continentale. Se persino Amazon ha lanciato un servizio di vendita on-line di frutta e verdura da consegnarsi direttamente a domicilio, si capisce che questo segmento del mercato di largo consumo rappresenti una fetta di business sul quale gli appetiti dei distributori, sia brick and mortar che “virtuali”, si concentrano. Il cibo fresco copre oltre la metà della spesa alimentare in Europa e rappresenta un veicolo di fidelizzazione straordinario per una catena/punto di vendita, che proprio su questo settore si gioca gran parte della sua reputazione commerciale. Ma è anche un segmento di criticità, nel quale il bilancio e la redditività giocano un ruolo importante. Ovvio che le catene distributive cerchino di affinare il servizio attraverso una serie di analisi della domanda dei clienti, privilegiando da un lato la qualità dei prodotti, sia l’efficienza della filiera distributiva, incentrata sulla freschezza di frutta e ortaggi e sulla riduzione dei costi. Inoltre, tutti i big della distribuzione hanno implementato una serie di servizi aggiuntivi che possono rendere la shopping experience più gradevole, efficace e ricca di infomazioni. S BIG RETAIL / GDO 50% 40% 45 ence on the one hand to quality, and on the other to freshness and cost-cutting. All the big chains have also instituted additional services so as to make shopping a more pleasurable, efficient experience offering a wealth of information. Big retail for price Let’s first look at the EU’s produce industry’s current trends and how robust they actually are. According to Nielsen data that were part of the Global Survey Fresh Food, 40% of Europe’s consumers shop at supermarkets for their produce, 13% at hypermarkets and 11% at local mini-markets. The first of the factors affecting this preference, and pushing the trolleys round the produce floors in the big chains, is the favourable price:quality ratio, followed by the greater produce freshness they appear to offer. The other factors are assortment and convenience. Compared to traditional retail grocers, Europeans seem to like super- and hypermarkets for the fuller range of produce on offer and for their modern conveniences, including such novelties as packaged freshcut produce, ready-to-eat and other prepared food products and even company oversight policies pursued through share of fresh food sales in Europe la quota del fresco nelle vendite di alimentari in Europa tof European consumers shop for produce at supermarkets dei consumatori europei si rivolge al canale supermercato per gli acquisti di ortofrutta million in revenues for packaged fruit in Italy milioni di euro il giro d'affari in Italia della frutta confezionata Canale moderno per il prezzo Il dato di partenza riguarda la consistenza e i trend che attraversano l’ortofrutta europea in questo frangente. Secondo dati Nielsen, riuniti nella ricerca condotta su scala mondiale Global Survey Fresh Food, in Europa il 40% dei consumatori si rivolge al canale supermercato per gli acquisti di ortofrutta, il 13% all’ipermercato e solo l’11% ai mini market di prossimità. Naturalmente, tra i fattori che vanno a influenzare questa scelta, sta al primo posto il rapporto prezzo/qualità favorevole, mentre al secondo posto è la ricerca di maggiore freschezza dei prodotti a spingere gli europei a comprare frutta e verdura sul canale moderno. Infine, scelta e facilità della spesa: secondo gli europei super e ipermercati permettono una scelta più ampia e una spesa con caratteristiche più evolute rispetto al canale tradizionale, sia a livello della “natura” dei prodotti, con grande spazio alle versioni “evolute” di frutta e verdura, IV gamma, piatti pronti e quant’altro, sia dei concetti perseguiti durante tutta la filiera ed espletati appieno proprio sul punto di vendita. Secondo alcune stime, il giro d'affari in Italia della frutta confezionata presso la Gdo raggiunge Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 57 58 BIG RETAIL / GDO LECLERC LECLERC DRIVE CARREFOUR LOCALISM AND HIGH END Having recently out-paced Carrefour as the leading chain in France and backed up by its specialist ‘multi-channel’ model, Leclerc continues pursuing new sales concepts, including e-commerce. One of the new approaches is its Drive service, which combines e-commerce and order pick-up at outlet. In efforts to lure the more demanding consumers, Carrefour has introduced a produce counter featuring premium items and those from local growers who ensure freshness and inspire consumer confidence. LECLERC LECLERC DRIVE Leclerc, forte di una politica di specialista “multicanale” prosegue nel suo sviluppo di nuovi concetti di vendita, esplorando anche l’e-commerce. Tra le novità, il servizio Drive, che unisce la scelta dell’e-commerce al ritiro dei prodotti sul punto vendita. the pipeline from field to retail outlet. Some analysts estimate that revenues for packaged fruit at the big retail chains in Italy amount to nearly €45 million, with fresh fruit claiming an 80% share and fresh-cut and nuts the remaining 20%. CARREFOUR LOCALISMO E ALTO DI GAMMA Carrefour, per catturare un consumatore sempre più esigente, presenta un banco ortofrutta che ha una segmentazione dell’offerta comprendente prodotti premium e anche il ricorso a fornitori locali che garantiscono freschezza dei prodotti e fiducia dei consumatori. all’incirca i 45 milioni di euro, l'80% dei quali riconducibile alla frutta fresca ed il restante 20% rispettivamente alla IV gamma e alla frutta secca. Informazione per un cliente sempre più connesso Information for increasingly wired consumers The point-of-no-return in the lengthy pursuit of overhauling the EU’s retail food business, which is more advanced in the northern-central countries than in the still tradition-bound member states of the Mediterranean area, is customer loyalty. Unsettled by the numerous and widespread scandals that have erupted in the Continent’s food industry, consumers have embraced the big chains, viewing them as more reliable in assuring the safety of what ends up on the table. This is especially true of produce. All the chains have implemented quality controls, set up their own labels, struck specific supply-chain deals to reassure customers, and have taken the time to explain the reasons for these qualitycontrol and safety policies. Through the use of the usual information-filled posters at outlets to the more high-tech Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 Nella lunga marcia di trasformazione del sistema distributivo europeo, più avanzata nei paesi dell’Europa settentrionale/centrale, ancora ancorata a una struttura più tradizionale nei paesi dell’area mediterranea, il punto di non ritorno è stata la fiducia, ossia incalzati dai numerosi scandali alimentari su larga scala che hanno colpito il settore alimentare continentale, i cittadini consumatori hanno abbracciato il canale moderno, ritenuto più idoneo a garantire la sicurezza di ciò che finisce sulla tavola. In particolare di frutta e verdura. Tutti i retailer hanno dato vita a percorsi di qualità, hanno sviluppato marchi ad hoc, hanno avviato accordi di filiera specifici, con l’obiettivo di rassicurare il loro cliente, e hanno colto tutte le opportunità possibili per spiegargli su quali basi si fonda questa politica di qualità e sicurezza. Dalla più classica informazione sul punto di ven- 60 BIG RETAIL / GDO SAINSBURY MORE E-COMMERCE AMAZON “FRESH ON FRESH” E-COMMERCE One of the most active big chains on the UK’s fresh food, Sainsbury has announced a decision to speed up the pace of its ecommerce by opening a new dedicated logistics platform in London capable of handling 20 thousand more orders a week. Service available in the Seattle area but that could be introduced in the UK. If you order on-line by 10 am, order will be delivered to you by lunchtime. Given Amazon’s hefty e-commerce muscle, the service may end up competing with traditional retailer. SAINSBURY PIÙ E-COMMERCE AMAZON UN E-COMMERCE "FRESCO FRESCO" Una delle catene più attive sul fronte fresh food in Uk, Sainsbury, annuncia una decisa accelerata sul versante dell’e-commerce, aprendo un nuovo centro logistico dedicato a Londra, che aumenterà la capacità di servizio di 20mila ordini in più la settimana. Servizio attivo nell’area di Seattle, potrebbe essere esteso anche al Regno Unito: ordinando on line entro le 10 di mattina, l’utente avrà consegnata la spesa all’ora di pranzo. Vista la forza di Amazon, questo servizio potrà entrare in concorrenza con i retailer tradizionali. totems, touch screens and QR Code, the big chains have begun to talk with and inform consumers. dita mediante un poster, alle articolazioni più tecnologiche, attraverso totem, touch screen, uso di Qr Code, le catene hanno avviato un fitto dialogo con i consumatori. Sustainability: a key factor for produce It’s the most topical issue today and will be one of the drivers of growth in the coming years. In a practical sense, the concept alerts us as consumers to our unfettered use of non-renewable natural resources and encourages us to purchase products that are made so as keep the balance among resources intact. Organically grown produce can turn this heightened focus on sustainability to its advantage. Indeed, the growth of organics is to be linked to it. This despite the fact that the current economic crisis continues to bite into disposable household income throughout the EU. Not to mention a number of agreements designed to reduce the food industry’s environmental impact. The best example here is the one signed by all the major chains, wholesalers and NGOs in Holland to the effect that 100% of all the fresh fruit and vegetables sold in Dutch supermarkets will be grown under sustainable practices by 2020. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 Sostenibilità: per l’ortofrutta è key factor È il tema del momento e sarà uno dei driver di sviluppo nei prossimi anni. In pratica, spaventato dal consumo irrefrenabile delle risorse naturali non rinnovabili, il consumatore privilegia l’acquisto di prodotti realizzati in maniera da non intaccare questo equilibrio tra le risorse. L’ortofrutta biologica può trarre vantaggio da questa rinnovata attenzione per la sostenibilità. In tal senso, va letta la crescita del biologico, nonostante la crisi economica in atto mortifichi la capacità di spesa delle famiglie in tutt’Europa, e una serie di accordi tesi a ridurre l’impatto della filiera alimentare sull’ambiente, come quello siglato in Olanda tra tutti i principali supermercati, società commerciali ed organizzazioni non governative, che si sono impegnati a garantire che il 100% della frutta e verdura fresca nei supermercati olandesi venga prodotta in modo sostenibile entro il 2020. 62 ENG / CONSUMI Crai’s code of ethics for suppliers Il codice etico di Crai per i fornitori by / di Davide Bernieri rai announced its Charter of Values for its privatelabel products. It’s a set of guidelines defining the good practices that the outlets are to follow for their contracted products and services. But it’s also an agenda summarising a series of general concepts regulating the trade of mass-market goods the retailer itself is held to in its relations with customers, in protecting the environment and in its social responsibility. «We decided to make the values we incorporate in our private-label products visible in a concrete way – said Silvana C Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 ettere nero su bianco i legami tra la catena e tutti i suoi interlocutori: Crai presenta la “Carta dei Valori” per i propri prodotti a marchio, che definisce i contorni entro i quali anche le aziende copacker possono agire. Un’agenda che non è solo sequenza di macro concetti che stanno normalmente dietro all’attività del commercio di beni di largo consumo, ma che definisce quale contributo il retailer può dare in termini di rispetto dei clienti, dell’ambiente, della società, per costruire una relazione più proficua per tutti. «Abbiamo voluto rendere concreto il nostro bagaglio di valori – dichiara Silvana Russo, responsabile marketing strategico Private Label Crai – che mettiamo nei nostri prodotti a marchio, non solo per dire al consumatore che siamo attenti, ma perché crediamo che la nostra attività, e quella dei nostri fornitori, M BIG RETAIL / GDO 100% Silvana Russo, head of strategic marketing at Crai Silvana Russo, responsabile marketing strategico di Crai the provenance of our fruit and vegetables is Italian of suppliers have facilities whose standards of quality 96% there’s a vegetarian or vegan in at least 7% of Italian households famiglie italiane con almeno un vegetariano o vegano Russo, head of strategic marketing at Crai. – It’s not just a matter of letting consumers know how good we are. We also firmly believe that our business activities and those of our suppliers should be grounded in respect for all of the supply chain’s stakeholders». Lawfulness, excellence, commitment and coherence, fairness and impartiality are the standards to which Crai holds its private-label suppliers. debba essere ispirata dal rispetto di tutti gli attori della filiera». Legalità, eccellenza, impegno e coerenza, correttezza e imparzialità sono le richieste che Crai fa ai propri fornitori di prodotto a marchio. Quattro pilastri valoriali che si traducono, nel pratico, nell’aderenza, da parte dei copacker, a un codice di condotta. 100% ortofrutta nazionale 100% domestic produce One important highlight is that 96% of suppliers have facilities whose standards of quality, hygiene and environmental protection are certified as being higher than those required by law. Its co-packers do not exploit employees, the chain itself has a low index of supplier turnover to assure longterm business relations, and refuses bids for below-cost supplies that would end up compromising the quality of its products. «When it comes to produce – noted Russo – we’ve set strict selection standards and guarantee through certified supply chains that the provenance of our fruit and vegetables is 100% Italian from especially suitable growing districts and, wherever possible, bearing the PDO or PGI quality seal. And all the crops are grown under integrated management practices. Crai produce from its guaranteed Italian pipeline – she concluded – is specifically sorted for value so as to be of extra or prime grade quality». Another key feature of Crai’s business model is sustainability. Through the specification of integrated production items, offers consumers greater assurance of quality, authenticity and food safety. Tra gli highlights proposti, il 96% dei nostri fornitori vanta stabilimenti, prodotti o processi che enti indipendenti certificano superiori a quanto richiesto dalle normative in essere su aspetti di qualità, igiene e tutela dell’ambiente; i copacker non impiegano manodopera sfruttata; la catena distributiva ha un basso indice di turnover dei propri fornitori, per stabilire con loro rapporti di lungo periodo. «Sulla Filiera Ortofrutta Crai – prosegue Russo – abbiamo fissato rigidi criteri selettivi e garantiamo, attraverso le filiere garantite, la provenienza 100% italiana, da zone particolarmente vocate alle varie produzioni. Le coltivazioni sono inoltre caratterizzate da produzione integrata. Frutta e verdura da filiera italiana garantita Crai si distinguono, infine, per essere di categoria extra o prima, con calibri che valorizzano i prodotti e la loro qualità». Particolare attenzione è stata posta al tema della sostenibilità, uno dei cardini della proposta commerciale di Crai. Attraverso il disciplinare di produzione integrata si ottengono, infatti, in modo sostenibile per l’ambiente, produzioni che offrono ai consumatori maggiori garanzie di qualità, genuinità e sicurezza alimentare. Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 63 Made in Italy more exports fewer costs Made in Italy più export meno costi by / di Jessica Pini taly’s food industry accounts for €220 billion €147 billion in-home and €73 bl outside the home of consumer spending, 13.2% of its workforce, or 3.3 million jobs, and 8.7% of GDP, a figure that climbs to 13.9% when all supply chain-related revenues are taken into account. Given stagnant domestic demand, the industry seeks growth by strengthening exports. Yet, despite the high profile of Italian foods worldwide and good performance of late, Italy’s exports are still less than half of Germany’s €27 bl against €57 bl in 2013. In fact, Italy’s export muscle is decidedly weaker than that of its closet EU rivals 21% against Spain’s 23%, France’s 25% and Germany’s 31%. I Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 a filiera agroalimentare italiana rappresenta un segmento di consumo che vale 220 miliardi di euro (di cui 147 per consumi domestici e 73 per quelli fuori casa) e ha un ruolo rilevante nell’economia del Paese: vale il 13,2% degli occupati (3,3 milioni di lavoratori) e l’8,7% del Pil, percentuale che sale al 13,9% considerando anche l’indotto. Di fronte al calo della domanda interna, tutta la filiera vede nel potenziamento delle esportazioni la strada per lo sviluppo. Nonostante l’apprezzamento dell’agroalimentare italiano nel mondo e i buoni risultati ottenuti negli ultimi anni, le esportazioni sono meno della metà di quelle tedesche (27 miliardi contro 57 nel 2013). Allo stesso tempo la propensione all’export dell’Italia in questo settore è decisamente inferiore a quella di tutti i principali competitor europei (21% per l’Italia, 23% per la Spagna, 25% per la Francia e 31% per la Germania). L Infrastrutture carenti e spese elevate Uno studio di Nomisma “La filiera agroalimentare italiana: formazione del valore e dei prezzi alimentari” mette in luce che le BIG RETAIL / GDO TURNOVER AT RETAIL FATTURATO AL CONSUMO For every €100 Italian consumers spent for food from 20082011, the end-beneficiaries break down in the following order: téBMMGPPEJOEVTUSZQMBZFSTBOEFNQMPZFFTGBSNFSTQSPcessors, distributors, retailers food service trade); t é BMM FOUFSQSJTFT JO PUIFS FDPOPNJD TFDUPST EPJOH CVTJness with the food industry (transport, logistics, energy suppliers, packagers, etc.); t é GPPE JOEVTUSZ CVTJOFTTFT UIBU NBEF OFX DBQJUBM JOvestments; t é HPWFSONFOU UISPVHI DBTIJOH EJSFDU BOE JOEJSFDU 7"5 taxes; téUIFGJOBODJBMTFDUPSUISPVHIDBTIJOHJOUFSFTUPODBQJUBM loans; téGPSFJHOCVTJOFTTFTGSPNFYQPSUTUP*UBMZ t é QSPGJUT GPS PXOFST PG BOE TIBSFIPMEFST JO CVTJOFTTFT throughout the food supply chain (farm, industry, distribution, retail, food services). Per ogni 100 euro di spesa in alimentari del consumatore italiano nel periodo 2008-2011, destinatari e beneficiari finali di tale somma sono stati, nell’ordine: tFVSPBEEFUUJFPDDVQBUJOFMMFJNQSFTFEJUVUUBMBmMJFSBBHSJDPMF industriali, distributive, commerciali e della ristorazione); tFVSPJNQSFTFEJBMUSJTFUUPSJFDPOPNJDJDIFDPOMBmMJFSBBHSPalimentare intrattengono relazioni commerciali (imprese di trasporto, logistica, di fornitura energetica, di packaging, ecc.); tFVSPJNQSFTFEFMMBmMJFSBBHSPBMJNFOUBSFDIFIBOOPQPUVUPSJOOPvare il proprio capitale tramite investimenti; tFVSPMP4UBUPBUJUPMPEJJNQPTUFEJSFUUF*SFTF*SBQ FJOEJSFUUF*WB incassate; tFVSPJMTJTUFNBmOBO[JBSJPUSBNJUFMFSFOEJUFJODBTTBUFTVJDBQJUBMJ erogati in prestito; tFVSPJNQSFTFFTUFSFQFSJQSPEPUUJFTQPSUBUJJO*UBMJB tFVSPJNQSFOEJUPSJFB[JPOJTUJEFMMFJNQSFTFEJUVUUBMBmMJFSBBHSJcole, industriali, distributive, commerciali e della ristorazione), tramite gli utili conseguiti. Weak infrastructures, high overhead The Nomisma survey ‘Italy’s Food Industry: Value and Pricing’ found that the industry’s hurdles in fully exploiting the undisputed image and high profile of food made in Italy are mainly due to structural shortcomings and its overall production system. Both constrain market competitiveness by their impact on business costs and, hence, prices. No less than 97% of the price paid by Italian consumers for food pays for overhead, meaning that the profits earned by all players in the supply chain amount to a mere 3%. Compared to other EU countries, Italy is marked by a fragmented supply chain, dependence on imports for many staple commodities, infrastructure weaknesses and high production costs for transport, energy, logistics, and so forth, factors that adversely affect retail pricing and competitive edge of foods made in Italy. difficoltà dell’agroalimentare nazionale nello sfruttare appieno l’indiscussa immagine e riconoscibilità del food made in Italy nel mondo sono in parte determinate dalle criticità strutturali di filiera e di “sistema Paese” che, impattando sui costi di produzione e quindi sul livello dei prezzi, limitano la competitività delle imprese italiane. Del prezzo pagato dai consumatori italiani per i beni alimentari ben il 97% serve a ripagare i costi di produzione, mentre la somma di tutti gli utili conseguiti dalle imprese nei diversi anelli della filiera rappresenta solo il 3%. La frammentazione della filiera italiana rispetto a quella di altri paesi europei, la dipendenza dall’estero per molte produzioni agroalimentari di base, i deficit infrastrutturali e gli elevati costi si sistema (trasporto, energia, logistica, ecc.) pesano negativamente sulla formazione dei prezzi al consumo e quindi sulla competitività di prodotti agroalimentari made in Italy. Qualche suggerimento What to do «Italy’s agriculture must shed its dependence on government subsidies and gain competitive edge in export markets – said Francesco Pugliese, President of the Modern Retail Association. – If Italy does not want to lose most of its competitive potential by the wayside, it must streamline production and processing, reduce its dependence on imported staple commodities and shorten its supply chain». «L’agricoltura italiana deve uscire dalla dipendenza dai finanziamenti pubblici e guadagnare in competitività sui mercati esteri – sottolinea il presidente di Associazione distribuzione moderna (Adm), Francesco Pugliese –. Per far sì che il sistema Italia non perda per strada gran parte del proprio potenziale competitivo – spiega – occorre ottimizzare produzione e trasformazione, ridurre la dipendenza dall’estero per le materie prime e accorciare la filiera». Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 65 66 Sipo’s packaged organics for export Da Sipo linea bio in busta pensata per l'estero by / di Davide Bernieri fresh-cut organics assortment designed with export markets in mind. Sipo, a specialist in packaged organic salads, introduces Si Bionda, a line of 20 organic items including ready-to-eat bagged salads and special flow-pack baby leaf greens for unrefrigerated display without best-by date. The 80 to 150-gram packages are ready to cover all the demands of a broad consumer-public target, from Massimiliano ds. While each singles to larger households. Ceccarini, item has the same service e Development content as conventionall manager at Sipo packaging, it incorpo-Massimiliano rates more environmental al Ceccarini, stewardship, a prominent isResponsabile dello able sue even though disposable sviluppo di Sipo household incomes have been hammered hard by the recescession. The growth in sales of organic foods s in Italy, despite the rather desolate panorama a in A Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 V gamma biologica destinata principalmente ai mercati stranieri. Sipo, specialista di insalate “in busta”, presenta Si Bionda, linea di 20 referenze bio suddivise tra insalate pronte al consumo in busta e baby leaf in vassoio flow pack per esposizione fuori frigo senza data di scadenza. I vari formati da 80 a 150 grammi permettono di coprire le esigenze di consumo di un target ampio, dal single fino al nucleo famigliare più ampio, con un prodotto che ha lo stesso contenuto di servizio delle “buste” tradizionali, ma che ha dalla sua parte una maggiore attenzione per il rispetto dell’ambiente, tema caldo nonostante la crisi economica colpisca duramente il reddito disponibile per le famiglie. Del resto la crescita delle vendite di prodotti biologici in Italia, nonostante un panorama piuttosto desolante per quanto riguarda la spesa quotidiana dei nostri connazionali, è un chiaro segnale dell’aumentata sensibilità, anche alla nostra latitudine, su temi c come la salvaguardia della natura e la vo voglia di ridurre la “chimica” che finisce sulla tavola. su I guarda oltreconfine Si Bionda B «Siamo convinti che i prodotti biologici «Sia debbano essere disponibili ad un pubblico deb consumatori sempre più ampio – spiedi c ga Massimiliano Ceccarini, Development Manager di Sipo –. Da qui la scelta di M adottare un posizionamento di prezzo a 67 the everyday shopping habits of the country’s consumers, is a clear signal of heightened awareness regarding such issues as eco-conservation and reducing the ‘chemicals’ that end up in our meals. Si Bionda looks abroad «We’re convinced that organic food must be affordable for an ever larger consuming public – said Massimiliano Ceccarini, Development Manager at Sipo. – That’s why we’ve taken the step of setting prices that are not too far above those of conventionally grown items so as to make them shopper friendly». Established in the 1950s as a family-run commercial farm, Sipo today is a leader in fresh produce and fresh-cut trade with its ‘Sapori del mio Orto’ salad line marketed to retailers and the Horeca, or food service trade, in Italy and abroad and with its fresh-squeezed SI Drink fruit juices. The SI Bionda fresh-cut organic line will be earmarked mostly for export markets, i.e. conventional retail, big chains and the food service trade. «The decision to broaden our product lines with organics – noted Ceccarini – is a logical step in the company’s continuing efforts to promote the sale of Italian produce in the international marketplace. The idea is to supply areas with solid purchasing power and strong demand for top-quality produce imports, areas that include northern Europe, the Baltic and the Persian Gulf. These areas offer excellent business opportunities». non troppo elevato rispetto o all’agricoltura convenzioonale tale da permettere al consumatore l’acquisto del prodotto». Nata negli anni '50 come me impresa agricola familiare, are, Sipo oggi è una delle realealtà più importanti del settore tore dei prodotti ortofrutticoli di I e IV gamma, presente sul mercato con la linea Sapori ori del mio Orto per la distribuzione retail e horeca sia in Italia che all’estero e con le spremute di frutta fresca SI Drink. I prodotti di IV gamma bio SI Bionda saranno commercializzati in larga parte sui mercati esteri sul canale retail, ossia normal trade e grande distribuzione, oltre all'horeca, tra ristorazione e comunità. «L’esigenza di ampliare l’offerta con il biologico – sottolinea Ceccarini – è nata in seguito al processo di internazionalizzazione messo in atto dall’azienda nell’ottica di valorizzare le produzioni italiane all’estero, soprattutto in aree con elevato potere d'acquisto e una forte richiesta di prodotti agricoli di importazione di qualità. Pensiamo in particolar modo ai paesi nordeuropei, dell’area baltica e del Golfo Persico, aree nelle quali si possono cogliere ottime opportunità commerciali». Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 68 La Linea Verde & Agribologna in fresh-cut deal La Linea Verde e Agribologna insieme per la IV gamma by / di Davide Bernieri he joint venture was put in place to develop fresh-cut fruit, a sector that has never really taken off in Italy the way it has in more dynamic markets such as the UK. It brings together La Linea Verde, a national leader in the fresh-cut produce trade with its DimmidiSì brand ready-to-eat greens and packaged salads, and Agribologna Group, which with its Consortium Agribologna and Conor subsidiary is a leader in fruit sales for the food ser-vices trade. T A mix of expertise and skills A The forte of Agribologna Group lies in market-ing a line of fruit products under its Fresco Senso o g label, its innovative packaging and mixes giving it a profile like ready-to-eat items. «Our idea these past few years was to develop a Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 n accordo per sviluppare il mercato della IV gamma a base frutta, che nel nostro paese non è mai decollato almeno rispetto a quanto avvenuto su altre piazze più evolute, Gran Bretagna in testa. Nasce con questo obiettivo l’accordo commerciale tra La Linea Verde, azienda agroalimentare italiana ai vertici nel mercato dell’ortofrutta fresca di IV gamma, specializzata nelle insalate pronte in busta vendute a marchio DimmidiSì e il Gruppo Agribologna, attraverso il Consorzio Agribologna e la sua control- U Dimmidisì fresh-cut packages of leafy greens and mixed salads Le buste IV gamma Dimmidisì con insalata riccia e misticanza CONSUMPTION / CONSUMI partnership – said La Linea Verde Sales Manager Massimo Bragotto – with a company having the expertise and special skills that complement our own and is also specialised in fresh-cut fruit. It’s been evident for more than a few years now that this market segment has not had the development or the dynamics in our country as it has enjoyed, and still does, in other big western markets. While we’ve often seen opportunities and room for expansion for fresh-cut fruit, sales are still stagnant and need a boost. A marketing deal such as this one with a specialist in the business like Agribologna Group will help put momentum into this segment. lata Conor, azienda leader nel settore del commercio della frutta per la ristorazione commerciale e collettiva. Un mix di competenze Il gruppo agroalimentare bolognese commercializza una gamma di prodotti a base frutta a marchio Fresco Senso, caratterizzati da packaging innovativi e da ricettazioni che li avvicinano al mondo dei piatti pronti. «Abbiamo sviluppato questa partnership – spiega Massimo Bragotto, direttore commerciale di La Linea Verde – con un’azienda che potesse avere un’expertise e un know how complementare al nostro e che fosse specializzata nella frutta di IV gamma. Già Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 69 We’re counting on it to give the sector much needed new vigour.» In effect, sales of fresh fruit in Italy have largely remained a preserve of traditional retail and small neighbourhood municipal markets and of more or less conventional items, factors that clearly are not exactly the right recipe, nor do they augur well, for the expansion of turnover in the fresh-cut fruit sector during hard times like the current economic downturn. Logistics a must The deal appears to make very good business sense for all concerned. For, on the one hand, La Linea Verde will be sole supplier of fresh-cut greens and fresh prepared dishes to Conor for the food service e trade ade and a d export markets. And, on the other, Agribologna gna will become exclusive producer of fresh-cut fruitt that is to be sold to the Big Retail Chains under the DimmidiSì label. «While the new enterprise will of course cover ver all links in the supply chain from end to end nd – continued Bragotto – it is also set up so as to place particular emphasis on R&D of new products, solutions and ideas, all of which h will s and mean in turn investments in high-tech tools ke ours, streamlining of logistics. For a business like truly efficient logistics at all stages is a real must for keeping product flavour, taste, texture and eye-appeal Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 da qualche anno evidenziamo come nel nostro paese questo mercato non abbia raggiunto un grado di sviluppo che ci potesse avvicinare agli altri grandi mercati occidentali. Spesso alla frutta di IV gamma si evidenziano le grandi possibilità di espansione, ma poi le vendite languono. Credo che un accordo commerciale con un’azienda specializzata come il Gruppo Agribologna ci permetterà di dare nuova linfa a questo segmento». L’acquisto di frutta fresca, in Italia, ha mantenuto le sue peculiarità di canale (ancora molto forti il dettaglio tradizionale e il mercato rionale) e di prodotto, elementi che, sotto la spinta depressiva della crisi economica, di certo non favoriscono l’espansione delle vendite di frutta “evoluta". Dimmidisì 150 and 500 gram packages of mixed fruit Lee co confezioni e o da 150 50 e 500 ggrammi a ddi macedonia acedo Dimmidisì 72 CONSUMPTION / CONSUMI properties intact through the entire pipeline and on up to consumers.» Export The continuing recession with its fallout on household spending power is spreading its dark cloud over the entire market. It might nip a segment whose sales are estimated at some €15 million, with La Linea Verde’s fruit holding a 30% share, in the bud. «Today – concluded Bragotto – signs of a rebound are coming from cross-border markets, where fresh-cut items are seen as a driver of fruit sales especially among young consumers whose life-style is notably adverse to bulk fresh fruit for reasons of practical convenience. For instance, we’ve come up with a line of ready-to-eat peeled fruit on a stick, like ice-cream on the go, for an Austrian client, including packaged pineapple slices on a stick. It’s a way to eat fruit without getting your hands sticky or having to deal with complicated peeling». La Linea Verde-Agribologna venture will develop these synergies in economy of scale to assure a proper return on the investment needed for technology and R&D. Dimmidisì melon and apple ready to eat with cutlery Melone e mele tagliati e pronti da gustare con le pratiche posate Dimmidisì Fresh Point Magazine n.2 may / maggio 2014 L’importanza della logistica Secondo l’accordo, La Linea Verde sarà fornitore unico di verdure di IV gamma e di piatti pronti freschi di Conor per il settore della ristorazione commerciale e collettiva e per i mercati esteri, mentre Agribologna sarà produttore esclusivo di frutta di IV gamma destinata alla grande distribuzione organizzata e venduta a marchio DimmidiSì. «Naturalmente – prosegue Bragotto – i termini di questa partnership commerciale riguarderanno tutti gli aspetti della filiera produttiva, con particolare attenzione alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni, agli investimenti tecnologici e al miglioramento dell’efficienza logistica. Fattore quest’ultimo di grande importanza per chi opera su questo mercato per preservare le caratteristiche organolettiche del prodotto». Lo sguardo rivolto verso l'export La crisi economica in atto e il suo riflesso sulla capacità di spesa delle famiglie italiane allunga nuvole nere su tutto il mercato e rischia di tarparlo sul nascere. Un segmento che ha un controvalore stimato in 15 milioni di euro, 30% dei quali frutto delle vendite di La Linea Verde. «Oggi – conclude Bragotto – i segnali di vitalità più importanti vengono dai mercati stranieri, che vedono nella IV gamma a base di frutta un veicolo per incrementare il consumo di frutta soprattutto tra i giovani, nonostante uno stile di vita che allontana dalla I gamma tal quale per esigenze di praticità. Per fare un esempio, per un nostro cliente austriaco abbiamo sviluppato una gamma di frutta pelata pronta al consumo su uno stecco stile gelato da passeggio o alcuni stick di ananas confezionati e pronti per essere consumati senza sporcarsi le mani e senza doversi confrontare con le difficili operazioni di pelatura». L’accordo commerciale tra La Linea Verde e Agribologna svilupperà proprio queste sinergie in un’ottica di economia di scala, per dare un ritorno più sicuro agli investimenti necessari in tecnologia, ricerca e sviluppo.
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