Confessione - CP Madonna del Pilastrello Bresso

Cammino adulti 2014-2015
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RICOMINCIARE
DIFFICOLTÀ E SORPRESE INTORNO
AL SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE
BUONE
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DIO DI NESSUNA COSA
SI RALLEGRA
COME DELLA
CONVERSIONE
E DELLA SALVEZZA
DELL'UOMO
DOMANDE, BUONE RISPOSTE.
CONFESSARSI: CHE SENSO HA?
Sa chiedere perdono chi ha una relazione. Se hai una relazione di fiducia e di fedeltà, è da adul chiedere perdono, quando qualcosa non va. L'essere adul non significa non dover niente a nessuno: significa saper stringere le relazioni giuste e viverle bene, cioè nella logica dell'amore. Chi ama sa che dare e chiedere perdono sono segni di un amore maturo. Ha senso parlare di Riconciliazione solo per chi ci ene al suo rapporto con il Signore Gesù. Ha senso solo se si è cris ani. Certo, cambia nel tempo il modo di confessar . Ma non cambia l'essenziale: “Perdonami: voglio seguire ancora, Gesù”. La Riconciliazione è il segno di una vita
cristiana matura. Ad ogni età lo si può
essere. Sei rimandato alla domanda
fondamentale: ma io sto seguendo Gesù?
2 DOVE STA SCRITTO CHE GESU' HA
VOLUTO LA CONFESSIONE?
Nel Vangelo non trovi certo scri o: “Gesù diceva: andate a confessarvi ogni mese”. Nemmeno: “Andate a Messa ogni domenica”. Non si legge il Vangelo così. Ma se cerchi i ges di perdono di Gesù ne trovi tan : a Pietro (Mt 6,69‐75), a Zaccheo (Lc 19,1‐10), all'adultera (Gv 8,1‐11) a Ma eo (Mc 9,9‐13)... Ges commenta da Gesù con la parabola del Padre misericordioso (Lc 15, 11‐32). E' questo perdono che ha scosso i suoi: come può Gesù tenere con sé gente così, gente che lo ha tradito? Come può aver fiducia ancora in noi? Da questo “shock” nasce questo sacramento, gesto di Gesù che con nua nella Chiesa: essa lungo la storia fa incontrare il perdono di Gesù. A raverso la Riconciliazione giunge a te lo ”shock” di Dio che rinnova la sua fiducia. Insomma: il perdono di Dio è scritto nel
cuore del Vangelo.
3 PERCHE' NON POSSO DIRE I MIEI
PECCATI DIRETTAMENTE A DIO ?
Certo che bisogna dirli a Dio! E' a lui che rivolgi: col Ba esimo sei suo figlio, ci mancherebbe che non si possa parlare col nostro Papà! Questo Padre è concreto e non sta tra le nuvole o nei tuoi sen men . Dio è venuto tra gli uomini in Gesù: noi seguiamo lui. Concretamente seguiamo lui e, se scivoliamo, concretamente chiediamo perdono e concretamente risen amo le sue parole di perdono. Concretamente: cioè dalla Chiesa che ha come compito mostrare che Dio non se ne sta nelle nuvole, ma è venuto ad abitare tra noi. C'è una bella differenza tra “immaginare“
il perdono di Dio e “provarlo”: non siamo
fatti solo d’interiorità.
Così, inoltre, ci si sottrae al rischio della
facile autoassoluzione. E , all’opposto, al
tormento di non riuscire a perdonarsi.
4 COSA C' ENTRA LA CHIESA CON
UNA COSA CHE RIGUARDA ME E DIO?
La Chiesa c'entra. Perché nel momento in cui col Ba esimo entri nel cuore di Dio come figlio, entri nel suo corpo che è la Chiesa, fratello tra fratelli. Con un medesimo legame, chiamato “Comunione”. Quello che tu sei, riguarda inevitabilmente la Chiesa, di cui sei membro vivo. Quando è poco bello un cris ano, è meno bella anche la Chiesa. Con il tuo peccato (anche se non viene alla luce) non solo tradisci la tua amicizia con Dio, ma insieme indebolisci la tes monianza della Chiesa, perché sei più debole tu. Sei “pietra viva“ della Chiesa; se tu sei
pietra friabile, tutto l’edifico è pericolante.
C'entra eccome la Chiesa coi tuoi peccati.
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5 MA PERCHE' OCCORRE IL PRETE
PER ASSOLVERMI DAI PECCATI?
8 SI DEVE DIRE PROPRIO TUTTO IN
CONFESSIONE? OGNI PECCATO?
Sia chiaro: il prete non è mediatore tra Dio e noi. Tanto meno è come una specie di mago che traffica con poteri sacri... L'unico mediatore è Gesù e seguendo lui siamo in comunione con Dio. Il prete col sacramento dell'Ordine ha ricevuto da Gesù il compito di garan re a tu , lungo i secoli, di poter rivivere auten camente i ges di Dio. Per questo è lui che può dire: “Ricomincia! Il Signore si fida ancora di te! Questa tua Chiesa conta ancora sulla tua tes monianza. Vai nella vita con la forza di Dio!”. Grazie alle sue parole sai che Dio perdona veramente. Tu o ciò che ha segnato un cedimento pesante a uno s le ben lontano dal Vangelo, una ro ura della mia relazione vitale con Dio. I de agli scrupolosi non occorrono. Tacere apposta nella Riconciliazione un peccato grave è come dire: “Questo è affar mio”. E' come se non fidassi di Dio. E allora res lì col tuo peccato. Il prete garantisce il perdono di Dio nel
sacramento. Ma anche ciascuno di noi,
nell’esercizio del perdono quotidiano
piccolo o grande, permette di fare
esperienza del super-dono di Dio.
6 UN PRETE CHE MI CONOSCE O NO?
Un prete vale l'altro, perché ogni prete può ridar davvero la forza del perdono di Dio. Ma se vuoi che la confessione sia anche un momento di discernimento, allora è buona cosa farsi conoscere da un prete che sen capace di comprendere il tuo cuore e di accompagnar . In questo senso un prete non vale l'altro. Il sacramento non dipende dalle nostre
umanità, però non prescinde da esse.
È sempre più grande di noi, però passa
attraverso di noi.
7 NELLA CONFESSIONE POSSO APRIRE
IL CUORE SU QUELLO CHE MI ASSILLA?
Certo. Ogni confessore sa di esercitare un servizio di consolazione della sua gente e spesso ciò avviene nel momento della Riconciliazione. La vita è sovente dura, insidiosa, esigente: abbiamo bisogno di essere ascolta e la parola di un fratello di cui riconosco la saggezza fa bene. Apri pure il cuore su ciò che lo grava, lo
interroga o lo allieta. Ma ricorda che la
Riconciliazione non è una seduta di
psicologia o uno sfogo dei sentimenti. La
Riconciliazione non è un momento
incentrato su di te. È la fiducia nel Padre e
nella sua misericordia che rende efficace in
noi il sacramento, donando luce, gioia e
consolazione.
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Un prete non può per nessuna ragione dire
a nessuno —o farlo intendere- cosa ha
sentito in Confessione e da chi. Se lo
facesse c’è per lui la scomunica ( =
esclusione dalla Chiesa). Fosse anche un
delitto: ti chiederà di confessarlo anche alla
giustizia umana, ma non può farlo lui.
9 MA LE PICCOLEZZE...
È vero: spesso non ci sono fa così grossi da ricorrere al sacramento. Ma se diciamo: “Beh, siamo tu peccatori e in fondo non è così grave. Fanno tu così, che male c’è!?” Qui è il punto: lasciamo che sia quel che fan tu ‐e non quel che fa Gesù‐ a guidare la nostra vita: la coscienza si appanna e non vediamo più la strada. A cominciare dalle piccole cose. Egoismi, pregiudizi, pe egolezzi, li gi, volgarità, avidità, bugie.. non sono così innocui come appare. Sopra u o se si fanno abitudine. E dall’incuria del piccolo può nascere la frana. Chi lascia che la Parola di Gesù sia
“lampada ai suoi passi” (Sal 118) si accorge
sempre più dov’è il bene e dov’è il male.
Anche se i peccati sono lievi e feriscono
la vita cristiana senza ucciderla (una volta
si chiamavano peccati veniali) chiedi il
perdono per essi nella Riconciliazione.
10 MI SEMBRA DI RIPETERE SEMPRE LE
STESSE COSE...
Aver davan sempre lo stesso avversario non è segno che hai perso la par ta; è il segno che la par ta non è ancora finita. La vi oria defini va sarà Lassù: non prima. Con Lui, ci arriveremo. Dio non ti chiede di
abbattere l'albero, ma di
trovarti con la scure in mano.
11 DIO MI PERDONA. MA IO NON
RIESCO A PERDONARE ME STESSO.
14 QUALE RAPPORTO C'E' TRA
CONFESSIONE E COMUNIONE?
Ci sono momen in cui sembra di averla combinata davvero grossa, e dici di te: “Ormai…” con sce cismo amaro. Momen delica ssimi. Lì Gesù dice: “Non avere paura. Io ho ancora fiducia. Vuoi ricominciare?” Sulla sua Parola riprendiamo il largo e ge amo le re . La nostra forza non sta se siamo bravi noi: ma che è bravo lui. Qui sta la differenza tra il senso di colpa e il senso del peccato. Qualunque cosa tu abbia combinato, lui ha già perdonato. E tu vuoi farlo con te stesso? Mai dire: “Ormai…” Per fare “la” Comunione bisogna essere “in” Comunione. Cioè bisogna essere uni a Gesù e ai fratelli, in quella vita che il Ba esimo ci dona, la Riconciliazione rilancia e l’Eucaris a sos ene. Se a Gesù ci eni davvero, riconosci fragile e vai a ricevere il suo Pane di vita, che brucia le tue fragilità quo diane. Il suo amore davvero “toglie i pecca del mondo”. Dio non ti perdona perché tu ti confessi:
ma ti confessi perché Dio ti perdona.
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OGNI QUANTO CI SI CONFESSA?
Primo: tu e le volte che c'è stato un grosso incidente che ha fa o uscire di strada, deragliando dal Vangelo. O se da tempo ‐troppo!‐ non confessi proprio: anche questo dice molto.. Secondo: anche se non ci sono sta grossi inciden , eni d'occhio il motore della tua vita. Non c’è una scadenza di tempo, ma una Riconciliazione mensile aiuta a tenere il polso della situazione. Un buon ritmo fa bene. Terzo: non accostar alla Riconciliazione in modo irragionevole. I pecca della fragilità, dicevano gli an chi Padri, vengono “brucia ” dal fuoco dello Spirito di Dio ricevuto nell’Eucaris a, dalla carità, dalla pazienza, dalla preghiera, dal digiuno, dalla cura dei poveri. Non trascurare ques ges per for ficar : la Riconciliazione è uno, non il solo mezzo di liberazione dal peccato. Quarto: non aspe are mai la vigilia delle feste. Cura nel quotidiano la relazione con Dio e
non lasciarlo cadere nella routine.
13 NON RIESCO A FAR LA COMUNIONE
SE NON MI CONFESSO.
E sbagli: mai “fuggire l’uso (della Comunione) per more dell’abuso”. Chiediamo perdono all’inizio della Messa per i piccoli pecca della fragilità quo diana. Fallo di cuore: la Riconciliazione non è il lasciapassare alla Comunione, è un impegna vo gesto di conversione. La Comunione non è il premio per i buoni,
è il sostegno del cammino. Se sei fragile,
affidati a Dio, ma non rinunciare a quel
Pane per un dannoso scrupolo.
Ad ogni buon conto: nessuno è così
all'altezza di Gesù, da non aver bisogno di
dirgli: “Signore, non sono degno di
partecipare alla tua mensa. Ma dì soltanto
una parola e io sarà salvato”.
15 QUAL E' IL SENSO DELLA PENITENZA
ALLA FINE DELLA CONFESSIONE?
La penitenza non è un modo per dire che nella vita "chi sbaglia, paga!". Tu 'altro. E' un modo per dire: "Chi sbaglia, ricomincia!". La penitenza è il primo passo della ripresa di uno s le evangelico: una preghiera, un gesto di bene, calibra sulla tua situazione, che rigenera là dove qualcosa si è ro o. Così faccio mia quella misericordia sorprendente. E così dai il via a un rinnovato cammino, che for fica nel bene. Nel linguaggio evangelico
significa: i passi verso Dio.
penitenza
16 “SENTIRSI BENE” DOPO LA
CONFESSIONE. SEGNO CHE É VERA?
Il “beneficio” della Confessione ha certo un livello psicologico: “dire” ciò che ho dentro e mi pesa, e “udire” che si può ricominciare è tu 'altro che irrilevante circa il “sen rsi bene”. Ma la Confessione non si riduce ad un effe o psicologico. E' una dinamica spirituale che si me e in moto. Cioè molto di più. Il beneficio della Confessione sta nella libertà del cuore che non è irre to da invincibili legami col male. Il peccato ha la sua radice nel sospe o che Dio non sappia farmi felice: ora che ho “udito” che Dio mi perdona e mi libera, provo una inaspe ata, grandissima gioia. E una gra tudine infinita. La gioia e la gratitudine: la risorse migliori
per star lontano dal male e per amare
come ama Dio. È il cuore nuovo, che hai
ricevuto nel Battesimo.
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PECCO. TANTO POI MI CONFESSO..
E bravo! Ancora pensi che il peccato sia come uno sgarro e qualcuno in alto decide che si può far finta di niente?! No. Il peccato è vero. Davvero rende friabile la tua umanità, davvero indebolisce la Chiesa, davvero inquina la storia degli uomini. Perché davvero sciupa, infrange un rapporto, una storia. Davan al tuo peccato Dio non dice: “Facciamo finta che tu o va ben, tu o va ben..”. No: lo prende sul serio ‐fino alla croce!‐ perché prende sul serio te. Se coltivi un rapporto, che è il tesoro della
tua vita, allora non puoi dire “tanto poi mi
confesso”. Chi ama davvero lo sa bene.
18 QUANTE CONFESSIONI HO FATTO.
MI CHIEDO SE ERO DAVVERO PENTITO..
Dio non lega il perdono al “non farlo mai più”: chiede di “impegnar ” a non farlo più. Al ladrone morente, al figliol prodigo affamato, Dio non chiede il pen mento de agliato e la volontà inflessibile di rigar dri o. Vede solo la loro invocazione di aiuto per come sono fini così e la loro fiducia in lui. A Dio basta che tu abbia quel semino di fede e quel semino di volontà di staccar dal male e lui spalanca le sue braccia. Una volta si diceva “attrizione” e
“contrizione” e su ciò si litigava... Chiedi
aiuto a Dio, riconosci la sua grandezza e il
tuo peccato. E ricomincia il cammino. Così
c’è una buona Riconciliazione.
19 PERCHÉ POI RIMANGO SEMPRE LO
STESSO ANCHE SE MI CONFESSO?
Nella vita cris ana non c'è nessuna magia: c'è la forza di Dio, che è il suo amore per te e con questa forza, se vuoi, puoi cambiare la tua vita. Non aspe ar magiche risoluzioni di problemi interiori: puoi contare però sulla fiducia che Dio ha ridato, sulle energie inta e che ritrovi, sulla luce e sulla pace che il bene e la verità ritrovate regalano. Scomme ci: si può ricominciare a pensare e vivere con lo stesso s le di Gesù. Provaci: con la sua forza, ma con la tua volontà. 4
Siamo di nuovo alla questione di partenza:
la cura del tuo cammino di fede. Una fede
che nasce dal perdono: insomma una fede
perennemente giovane.
20 SE DIO PERDONA, ALLORA A CHI
FA IL MALE VA A FINIRE SEMPRE BENE...
No. Il male è male. Vivere nel male o unde così tanto da non vedere più la luce del bene. È bru o e pericoloso vivere così. Tolleranza zero col male. Chi compie il male va messo in condizione di non nuocere; ma la persona è sempre più grande del male che fa. Sempre. Gius zia è fa a non quando “la paga tu a”, ma quando si risca a e si ricostruisce. E solo il bene ricostruisce. Perché sorprende e risveglia il cuore o uso dal male. Dio perdona, non condona il peccatore.
Che così vede il male e si mette
faticosamente a cercare di “essere” nel
bene. Cosa non senza dolore. “Ahi quanto
a dir qual era è cosa dura...”: leggi le
prime 9 terzine dell’Inferno di Dante...
21 I DIVORZIATI RISPOSATI, CHI SI
SPOSA CIVILMENTE, CHI CONVIVE. MA
PERCHÉ NON POSSONO CONFESSARSI?
E una spina dolorosa, questa. Su cui la Chiesa oggi è in ascolto per essere meglio fedele a Gesù. Gesù dice che l’amore tra l’uomo e la donna è il segno vivo dell’amore fedele e inesauribile di Dio per noi. E con lui è davvero così: per questo due cris ani non possono che sposarsi “nel Signore”. 1 Con la convivenza o il matrimonio solo civile è come se di fa o dicessero: io non riconosco in questo nostro amore, faccio a meno della tua grazia. E ciò pone in contraddizione col cercare Dio, nel suo Perdono e nel suo Pane. 2 Dove il pa o d’amore è sigillato dal sacramento (che è gesto di Dio, prima che nostro) romperlo e iniziare un’altra stabile storia è venir meno alla vocazione di essere segno dell’amore eterno di Dio, pico degli sposi cris ani. Così mancando il segno dell’amore di Dio nella coppia, viene meno il segno dell’amore di Dio della Comunione (e della Riconciliazione che ne apre la via). Ma né divorzia , né conviven , né sposa solo civilmente sono esclusi dalla Chiesa: il Ba esimo ci fa figli di Dio per sempre e anch’essi, come tu , ne vivono la grazia. Quante volte i pre lo vedono! Dio si fa compagno dei passi di ogni uomo, più che mai quando c’è un cuore ferito o confuso o incerto. Vuoi che il Signore neghi loro la sua provvidenza, lui che ci ama fino al sangue? Vuoi che la Chiesa non sia vicina a ciascuno dei suoi figli?