del Tufo MANCIANO • PITIGLIANO • SORANO Anno II, numero 6, Giugno 2014 di Mario Papalini T utto più o meno secondo pronostico. Nella Toscana meridionale trionfa generalmente il Pd, senza entusiasmare e con qualche sbavatura, ma con risultati numericamente ineccepibili. Qualche ballottaggio come a Follonica, qualche sconfitta come a Magliano e Piancastagnaio, qualche filo di rasoio come a Santa Fiora e Castell’Azzara, qualche calata di gusto come a Arcidosso, ma il partito democratico vince nettamente da tutte le parti. La destra spavalda di un tempo sembra scomparsa e gli antagonisti sono spesso ex Pd delusi che, “trombati”, hanno deciso di costruire un’alternativa allo strapotere, a volte lapalissiano, di gruppi locali che nel Pd si riconoscono ma che rischiano di non rappresentarlo nella sua completezza. E qui sta il vero problema. I nuovi sindaci si troveranno in larga parte a dover risolvere spaccature al 50% o quasi e dopo una lunga e ingiuriosa campagna che non ha fatto bene a nessuno. Serpeggia un malcontento derivato da governi presi alla leggera e uno strabordare di clientela che ha davvero ridotto la pazienza e accorciato prospettive di dialogo sociale, soprattutto in fatto di accesso al lavoro. Il panorama non è confortante, ma esistono aperture ed opportunità soprattutto sulla scia delle amministrazioni. Toccherà proprio ai nuovi sindaci infatti, interpretare il mutamento in atto e renderlo attivo per le proprie comunità nel tentativo di reggere la struttura dei territori frenando lo spopolamento. Non sarà facile cancellare abitudini obsolete di appartenenza in favore di una osservazione attenta delle eccellenze e positività in relazione con l’esterno, che evitino ghettizzazioni improduttive e restrittive e sappiano cogliere le occasioni che ancora esistono in circolazione e ce ne sono, soltanto hanno cambiato percorsi e modalità. Non so se avrà luogo uno sviluppo ulteriore delle conflittualità, ma in parte sarà difficile rimarginare le ferite aperte e sarà difficile esser sindaci di tutti, soprattutto in alcuni comuni. Ma lo sforzo va fatto ed occorre un segnale forte di cambiamento che distrugga le barriere del voto e il consociativismo eccessivo che si è osservato in giro transitare con troppa disinvoltura. L’equilibrio politico è così fragile da non sopportare ulteriori sbandamenti e fenomeni di entropia, occorre uno sforzo corale, una particolare attenzione alle azioni di governo e alla loro comunicazione ai cittadini che, devono avere tutti, la sensazione di una tutala capace di superare gli sbandamenti e le incomprensioni. In questo senso, che ha vinto non lo ha fatto in senso calcistico, ma si è accollato l’onere gravoso di riportare le amministrazioni su binari di opportunità e civicità, attenzione, come invece si rischiava che non fosse. C’è bisogno delle esperienze acquisite, c’è bisogno al tempo stesso, scongiurando la banalizzazione rottamatoria, di nuove energie che alimentino le speranze di superare questa crisi ormai insopportabile, inutile, evitabile... E-MAIL della REDAZIONE [email protected] Le nostre meraviglie Il nuovo corriere del Tufo Renzi Sulla scia del successo del film della Rohrwacher la via da seguire alla scoperta di un territorio ancora inesplorato. Una nuova stagione estiva alle porte, nuovi metodi di promozione, nuove amministrazioni, aziende che cercano di rinnovarsi. L’unico film italiano in concorso alla 67esima edizione del Festival di Cannes ce l’ha fatta scegliendo come location il nostro territorio, un esempio e uno stimolo al quale aggrapparsi… I La recensione di Luca Federici a pag. X Sagre paesane un infinito dilemma Carla Benocci di Paolo Mastracca L e sagre sono una risorsa per il territorio e per l’economia oppure sono soltanto uno strumento che amplifica le problematiche esistenti in tempo di crisi? Il tema è dibattuto e di attualità ormai da almeno una decina di anni e puntualmente alla vigilia di ogni stagione estiva si ripropone con un dibattito tra favorevoli e contrari che spesso raggiunge toni molto forti. Il comune di Manciano sta provando a seguire una strada per dare risposte adeguate a tale questione con il progetto delle sagre virtuose ed a tale proposito ha istituito un regolamento per aderire al requisito di sagra virtuosa. Tutto si lega al contesto della valorizzazione delle produzioni locali che sta tanto a cuore all’amministrazione del sindaco Marco Galli che recentemente ha allestito una serie di manifestazioni con lo scopo di promuovere la diffusione dei prodotti agricoli del territorio. Ma in cosa consiste concretamente il progetto delle sagre virtuose? La spiegazione viene offerta dall’assessore al turismo del comune di Manciano Giulio Detti: “le sagre, oltre ad essere un importante momento di segue a pag. VI la prima “sindaca” di Sorano Foto di A. Totaro Intervista a pag. V [email protected] [email protected] Effetto 1,50 cpadver-effigi.com c p a d v e r- e f f i g i . c o m – c p a d v e r @ m a c . c o m EVENTI DEL TERRITORIO Vivamus… Manciano II Dal 20 Giugno al 5 Luglio Manciano si vestirà a festa per celebrare territorio, prodotti e buon vivere di Elena Tiribocchi I l poeta latino Catullo esortava la sua bella “Vivamus, mea Lesbia, atque amemus…”, la poesia che raccontava il desiderio di vivere grandi emozioni, innamorarsi e lasciarsi amare. Un mondo lontano quello del latino poeta ma una stessa passione conta di essere riportata in vita nell’evento mancianese dal titolo affine. “Vivamus” quest’anno si svolgerà dal 20 Giugno al 5 Luglio, eventi si susseguiranno in ogni frazione del comune -Manciano, Saturnia, Montemerano, Poggio Murella, Poggio Capanne, San Martino sul Fiora e Poderi di Montemerano - che tra mostre, mercatini, musica e attività coinvolgeranno turisti, cittadini e operatori del settore. Il progetto ha l’ambizione di coinvolgere tutti in giornate legate alla valorizzazione del buon vivere, attraverso le peculiarità del luogo. Uno stile di vita sano e buono, legato ancora ai valori che molto spesso si sono persi nelle metropoli, è elemento prezioso di questa porzione di Maremma, che vuole crescere e farsi conoscere nelle sue pieghe più profonde. Non sarà un evento turistico classico, come già in passato, ma “un progetto di promozione territoriale multitematico” spiegano gli organizzatori che si va ad unire a nuove forme di comunicazione e di coinvolgimento delle persone. Un approccio nuovo apprezzato da esperti del settore turistico proprio per la carica di novità e che è diventato nel tempo un punto di riferimento per l’emergente settore di marketing territoriale e social media mar- keting. Infatti la caratteristica principale su cui è costruito l’evento è quella di sfruttare nuove strategie, in particolare le enormi potenzialità del web e dei social network, per appassionare e condividere l’esperienza, che non è più solo un evento circoscritto ma una vera e propria storia che si sviluppa intorno a quattro aree tematiche principali - natura, cultura, enogastronomia, benessere -. Un periodo in cui tutto il meglio di questa zona sarà protagonista, donato a chi arriva, vissuto da chi in questa terra abita e lavora. Un susseguirsi di giorni che faranno gustare a tutti qualcosa di speciale e che sarà il punto cardine per tutti gli eventi che seguiranno, una sorta di vetrina speciale di ciò che questa landa selvaggia può dare. Le novità di quest’anno saranno una ricchezza maggiore del programma che si svolgerà nelle frazioni, grazie ad un protocollo d’intesa tra pro-loco e Comune che ne garantirà la qualità. A Manciano affiancheranno le consuete attività ormai collaudate le degustazioni “Tradizione Maremma”- replica di ciò che c’è stato nel mese di maggio - e per i bambini un percorso speciale con i gonfiabili. Probabilmente verrà inaugurato anche il nuovo percorso museale all’interno del cassero e il restyling del museo di Manciano. Il turista sarà il vero attore principale dell’evento, un modo per renderlo protagonista, proprio per dargli quella esperienza che nel viaggio tutti vanno cercando. L’ampia offerta permetterà ad ognuno di scegliere secondo il proprio gusto come vivere il territorio. Il turismo a Manciano cerca di avvicinarsi dunque ai nuovi processi che sempre di più amano usare il web per condividere e raccontare l’esperienza che si sta vivendo. D’altro canto la viralità del web consente con poca spesa di arrivare democraticamente a quante più persone possibili, sviluppando così le idee e la relazione. Il motto è “dum vivimus vivamus” che in inglese recita “since we are living, let us living well” e nel dilagare del turismo 2.0 e dell’estate si augura a tutti di trovare vino, cibo, bei posti, spazio per essere se stessi, incontrare amici, vivere un bel tempo e perché no, innamorarsi... di Manciano. Supplemento a: Il nuovo corriere dell’Amiata Anno II, numero 6, Giugno 2014 Mensile dell’Associazione culturale omonima senza fini di lucro Associato al CRIC Produzione: C&P Adver > Mario Papalini Edizioni: effigi 0564 967139 Iscrizione al Tribunale di Grosseto n. 10 depositata il 26.11.2001 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al ROC n° 12763 Direttore responsabile: Fiora Bonelli, Via del Gallaccino, 58033 Castel del Piano, Tel. 0564 955044 - e-mail: [email protected] Segreteria di redazione: Alessandro Zecchini 331 3938386 email [email protected] Redazione: Alessandro Zecchini, Lucia Antista, Andrea Teti, Mario Papalini, Elisa Conti, Luca Federici, Tommaso Baroncelli, Valentino Fraticelli, Elena Tiribocchi, Paolo Mastracca, Franco Dominici L’AZIENDA DEL MESE La cantina sociale di Pitigliano sempre più internazionale di Elena Tiribocchi del Tufo Q uando un pitiglianese si sposta dal paese e racconta da dove arriva, spesso si sente rispondere che Pitigliano è conosciuto per il buon vino. Il Bianco di Pitigliano DOC o il Rosso Sovana DOC solo per fare i nomi più famosi e apprezzati, una produzione variegata, un punto di riferimento per l’economia non solo del paese ma di tutta la zona circostante. La cantina sociale di Pitigliano è uno dei grandi accentratori del sistema vinicolo del territorio, dai produttori alla bottiglia finita. Un’azienda che ha alle spalle oltre cinquanta anni di storia e che continua a tenere bene sul mercato, nonostante la crisi e l’economia globalizzata. Una tradizione millenaria se si considera l’ipotesi dell’origine etrusca dell’attività vitivinicola giunta all’attuale condizione che conta circa 400 soci. Una solida presenza sul mercato nazionale e una nuova spinta verso quello mondiale. La partecipazione positiva agli eventi di settore fanno portare a casa risultati positivi all’azienda, negli ultimi mesi infatti ci sono stati il “Vinitaly” e il “Maremma wine and food shire”. Ultima in ordine di tempo è la partecipazione nel mese di maggio all’Expo del vino in Cina, un tour che ha visto la Cantina presente ad Hong Kong e Shanghai. Il Presidente Renato Finocchi si è espresso così riguardo alla partecipazione della cantina alle manifestazioni ´Per noi il mercato fondamentale è quello nazionale però ci siamo sempre interessati a quello internazionale. Quando possiamo noi andiamo e cerchiamo di essere presentiª. Inoltre da alcune settimane la Cantina è entrata a far parte del Consorzio tutela DOC Maremma alla quale partecipano alcune delle aziende più importanti che rappresentano la produzione del vino in Maremma. Il Presidente l’ha definita così ´La costituzione del Consorzio è la conseguenza della Doc Maremma stessa, che ha visto il suo riconoscimento circa un anno fa; era naturale che ne conseguisse il Consorzio di tutti i produttori presenti su questo territorioª aggiungendo ´La DOC Maremma è il grande ombrello di tutta la produzione provinciale, si pone al di sopra di tutte le altre DOC, poi ogni azienda sceglie cosa produrre nel suo specificoª. Questo progetto rientra nel percorso di valorizzazione del brand Maremma di cui si sente tanto parlare negli ultimi tempi e che mira a dare una spinta forte a tutte quelle realtà che popolano il sud della Toscana. L’importanza di riconoscersi in un marchio è ´Un discorso molto importanteª ha detto Finocchi ´Oggi i mercati sono sempre più lontani e sempre più globali. Farsi riconoscere a livello di realtà pic- cole è sempre più difficile e quindi creare un’immagine complessiva di Maremma potrebbe essere buona da esportare e far conoscere con più facilitàª. La risposta ai cambiamenti del mercato è dunque un rinnovato impegno che sappia adattarsi sempre alle novità, mantenendo ottimi livelli di qualità, trovando ´una efficienza complessiva e tempi di produzione accettabiliª per essere come tutte le altre aziende e stare al passo dei concorrenti. La struttura cooperativa sembra essere comunque la forma migliore per rispondere alla crisi e nonostante le difficoltà anche l’ultimo bilancio, approvato alcune settimane fa, è stato positivo. La conclusione del dirigente ´Anche questo anno abbiamo avuto un risultato economico positivo da poter presentare ai nostri soci e penso sia importante. Per il futuro la strada non sarà facile, molte cose non dipenderanno da noi, ma entreranno in gioco i mercati e gli andamenti di altri settori, ma il nostro compito è impegnarci per ottenere risultati sempre positivi. Fino ad adesso ci siamo riusciti e contiamo di riuscirci. Pillole di storia di Franco Dominici Per il 70° della Liberazione La Resistenza nella Colline del Fiora D La foto è un inedito delle macerie dopo il bombardamento di Pitigliano. La foto è stata segnalata gentilmente da Simone Francardi comprendeva i partigiani di Pitigliano comandati da Pietro Casciani. Dal gennaio al giugno del 1944 anche nel comune di Sorano si formarono bande partigiane: la prima, a Montebuono, fu diretta dal caporale neozelandese L. Roderick Douglas e fu attiva fino ai primi di marzo; la seconda vide la luce nei dintorni di Sorano per impulso del capitano Mario Salera e fu operativa fino alla Liberazione. Intanto tra febbraio e marzo del 1944 Canzanelli, che assunse il nome di battaglia di “Gino”, si spostò a Murci, nel comune di Scansano, ampliando ancor più l’area d’azione dei partigiani che agivano a sud di Grosseto. La Banda Armata Maremmana ebbe una caratteristica peculiare: l’apoliticità, nel senso che Arancio non volle aderire a nessuno schieramento politico, mirando invece all’esclusivo carattere militare del raggruppamento, che quindi possiamo definire come “badogliano”. Le azioni dei partigiani andarono dal sabotaggio delle vie di comunicazione, con l’obiettivo di rallentare o impedire gli spostamenti delle truppe germaniche, ai sequestri degli esponenti fascisti più in vista, dagli attacchi alle caserme per recuperare le armi, a vere e proprie imboscate con lo scopo di eliminare fisicamente gli avversari. Numerosi furono i fascisti aggrediti o uccisi, così come i soldati delle truppe tedesche, ma anche i partigiani pagarono un notevole tributo di sangue per la causa della libertà, specialmente a seguito di delazioni da parte di spie “sguinzagliate” di proposito. L’episodio più tristemente noto fu quello dei 5 giovani combattenti catturati a Casa Sbraci, nel comune di Sorano, appartenuti alla banda di Montebuono, che furono fucilati a Manciano il 14 marzo del 1944. La scelta di Manciano come luogo delle esecuzioni aveva il preciso obiettivo di punire i “ribelli” laddove era nata la Resistenza. Fu una crudele ostentazione di superiorità, un tentativo per demoralizzare gli animi dei partigiani che però non raggiunse lo scopo desiderato. Al contrario, la fucilazione dei 5 giovani impressionò moltissimo la popolazione mancianese che, contrariamente alle aspettative dei nazifascisti, si orientò ancor più in favore dei combattenti alla macchia. Infatti, le successive fucilazioni a Manciano, come quelle del 27 maggio 1944, avvennero all’alba, dietro al cimitero, senza che nessuno sapesse nulla, anche se il crepitio dei fucili lasciava chiaramente intendere cosa fosse avvenuto. Alcuni partigiani caddero in combattimento: il capogruppo del Reparto Lamone, Ugolino Lombardi di S.Quirico di Sorano, fu ucciso in uno scontro con i tedeschi nel comune di Pitigliano, mentre la milizia fascista uccise a Montecucco il neozelandese L. Roderick Douglas e a Murci il mitico “tenente Gino”. La Resistenza dei partigiani, la loro determinazione a non mollare, spinse le autorità tedesche e “repubblichine” a operare un rastrellamento contro la banda di Montauto il 20 maggio del 1944. All’alba di quel dramatico giorno, poco prima di iniziare a cannoneggiare la base di Sante Gaspare Arancio, i nazifascisti catturarono il partigiano Delio Ricci di Montefiascone presso la fontana della Campigliola. Il giovane fu brutalmente torturato, impiccato e poi fucilato dopo morto. Sarà insignito della medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria. Poi ebbe inizio la “battaglia di Montauto”, cioè un vero e proprio attacco a colpi d’ariglieria che costrinse il gruppo partigiano ad abbandonare la base e Arancio a sganciarsi dal resto della banda, in quella che erroneamente sarà interpretata come una vera e propria fuga. Fu a seguito di tale sbandamento che il comando militare di Siena prese contatti con il tenente Lucchini che inquadrò le formazioni partigiane delle colline del Fiora nel VII° Gruppo Bande settore B del Monte Amiata. Quella del 20 maggio fu l’ultima offensiva fascista, perché ormai la fine dell’occupazione tedesca era questione di giorni. Infatti, dopo la liberazione di Roma, avvenuta fra il 4 e il III L’articolo è ripreso da G. Betti - F. Dominci, Banda Armata Maremmana, Effigi 2014 Tufo La foto è un inedito delle macerie dopo il bombardamento di Pitigliano. La foto è stata segnalata gentilmente da Simone Francardi 5 giugno del 1944, le truppe tedesche si ritirarono rapidamente verso la Toscana, inseguite dagli alleati che sollecitavano i partigiani ad attaccare senza tregua le formazioni germaniche proprio al confine fra le due regioni. Quelli furono giorni terribili per la popolazione civile dei comuni delle colline del Fiora, anche a causa dei bombardamenti alleati che impietosamente si abbatterono su Pitigliano il 7 giugno, provocando la morte di circa 80 cittadini inermi. Il passaggio del fronte avvenne fra il 10 e il 15 giugno. Dopo la Liberazione di Ischia di Castro e Farnese, gli americani e i francesi raggiunsero Manciano il giorno 12, incontrandosi con i partigiani del tenente Lucchini che fu subito nominato commissario straordinario del comune. Poi gli alleati si diressero verso Pitigliano, che raggiunsero e occuparono senza sparare un colpo il 13 giugno, perché i partigiani di Pietro Casciani e alcuni carabinieri della locale tenenza avevano conquistato la cittadina 2 giorni prima, dopo aver ucciso e arrestato numerosi tedeschi e respinto ripetuti attacchi germanici che provenivano dalla parte di Sorano. Per la “battaglia di Pitigliano” Pietro Casciani ricevette la medaglia d’argento al Valor Militare. Infine, a seguito dello scontro che si svolse fra La Rotta e S.Quirico di Sorano, che fu quello principale e definitivo per la Liberazione del territorio delle colline del Fiora, i francesi e gli americani sbaragliarono i tedeschi e raggiunsero Sorano capoluogo il 14 giugno, dopo che il paese era già stato occupato dai combattenti del capitano Mario Salera. Il 15 gli alleati inseguivano i tedeschi alle pendici dell’Amiata e di lì a poco si accingevano a liberare la provincia di Siena. Intanto a Manciano, Pitigliano e Sorano si erano insediati i nuovi sindaci e i Comitati di Liberazione Nazionale che avviarono il territorio sulla strada della democrazia e della ricostruzione, provvedendo anche al fermo degli esponenti di quel regime che si era dissolto come neve al sole. del opo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 in Maremma nacquero le prime formazioni partigiane che si opposero ai tedeschi e al risorto fascismo della Repubblica sociale italiana. I primi combattenti alla macchia in provincia di Grosseto furono gli uomini della B.A.M., sigla interpretata da alcuni come Banda Armata Maremmana, da altri come Banda Arancio Montauto, dal nome del fondatore e dei boschi, nel comune di Manciano, dove si nascosero i partigiani. Merito indiscusso per aver creato il gruppo fu, infatti, di Sante Gaspare Arancio, che si trovava a Manciano con la famiglia per motivi di lavoro. Era un quarantenne, nato a Pegasi, in Grecia, nel 1903. In un rapporto della XIV° armata tedesca, Arancio è indicato come geometra. In effetti, in quegli anni faceva le stime nei poderi e svolgeva anche l’attività di perito minerario presso la miniera di Macchia Casella. La B.A.M. vide la luce a seguito di alcune riunioni tenute nei mesi di settembre e ottobre del 1943 fra una quindicina di giovani nella casa di Giuseppe Gori e della figlia Mariella in via del Ponticino, nel centro storico di Manciano. La banda ebbe sin dall’inizio un preciso obiettivo: non permettere la nascita di fortificazione tedesche nell’area di confine fra Toscana e Lazio, da Capalbio alle pendici dell’Amiata, interessando anche alcuni comuni del viterbese, in particolare Ischia di Castro. La resistenza nelle colline del Fiora potè giovarsi dell’apporto di valorosi ufficiali dell’esercito regio, allo sbando dopo l’8 settembre, in particolare dei sottotenenti Luigi Canzanelli e Antonio Lucchini. Partiti dal capoluogo maremmano, raggiunsero Montemerano a bordo di un camion e qui presero contatto con la Resistenza locale e con Arancio. Ma i fascisti, venuti a conoscenza dell’attività clandestina, cercarono di arrestare Arancio che, avvertito in tempo, riuscì a fuggire e a nascondersi a Montauto, mentre Lucchini e Canzanelli furono arrestati e imprigionati ad Arcidosso. Da quelle carceri riuscirono a evadere a dicembre del 1943 e a raggiungere le macchie del mancianese, presso il Pelagone, non molto distante da Montauto. Intanto nell’autunno del 1943 altre formazioni si erano organizzate e aggregate alla “Montauto”: il Reparto Lamone, dal nome del bosco che segna il confine fra Lazio e Toscana, con a capo Domenico Federici di Ischia di Castro e il Reparto Lupi, che PITIGLIANO Centro storico e parcheggi traffico e “vie” da seguire di Alessandro Zecchini G li ultimi giorni di Maggio hanno visto concludersi i lavori di ristrutturazione della porta d’ingresso al centro storico di Pitigliano, porta che collega Piazza Petruccioli a Piazza Garibaldi, un nuovo look di vitale importanza visto le condizioni in cui versava la sopracitata porta che si presenta ai visitatori come la prima cosa visibile una volta arrivati a Pitigliano. Nel paese però a tenere banco durante il mese di maggio non sono stati certamente tali lavori, bensì una questione storica per Pitigliano, infinita, di difficile soluzione e dai molteplici pareri: la questione parcheggi-ingresso centro storico. Centro storico aperto o centro storico chiuso? Parcheggi a pagamento o a disco orario? Posti per residenti o paese vecchio aperto a tutti? Sono le questioni che da decenni interessano Pitigliano e i pitiglianesi e alle quali ognuno dà la propria ipotetica soluzione e ha idee a riguardo. Iniziamo dicendo che il Comune ripristinerà i parcheggi a pagamento(blu) in Piazza Garibaldi(Piazza del Comune) come erano prima del rifacimento della pavimentazione. Inoltre saranno aggiunti circa 20 posti a pagamento in Via San Michele, parcheggi principalmente occupati da turisti (secondo uno studio dell’assessore al traffico Biagi) che saranno però recuperati con posti bianchi in Via Ugolini(accanto alle Poste), altri posti a pagamento saranno aggiunti nella zona del mattatoio comunale. Queste decisioni riguarderanno soprattutto i mesi estivi e non tutto l’anno. Insomma, come sottolineato anche dall’amministrazione comunale, poche novità rispetto al recente passato, variare un po’ le abitudini e un tentativo per aumentare il ricambio dei posti d’auto per favorire un po’ i turisti. A questo punto occorrerà vigilare su chi par- Invasioni digitali Unione di passato e presente: passeggiando per vie cave e centri storici condividendo foto ed emozioni di Elena Tiribocchi Pitigliano IV L e invasioni digitali sono arrivate nel paese del tufo. Una nuova pratica per scoprire e conoscere luoghi culturali, musei, siti archeologici. Un’iniziativa nata e ideata da due giovani italiani, Fabrizio Todisco e Marianna Marcucci, che hanno prima sviluppato una start up per il settore turistico culturale, diventando poi un vero e proprio progetto sul web di condivisione e di organizzazione eventi. L’esperimento, partito dai musei e poi esteso ad altri siti culturali, è stato accolto con entusiasmo in Italia e all’estero, arrivato quest’anno alla seconda edizione con circa 400 invasioni compiute. I partecipanti all’invasione hanno l’opportunità di documentare la loro esperienza attraverso il web e i social media -twitter, instagram, facebook -. Una narrazione, attraverso il potere delle immagini, del patrimonio che si ritiene debba essere valorizzato. Possono aderire tutti, dai visitatori appassionati agli esperti di comunicazione fino agli storici. I principi fondamentali di questa pratica sono una organizzazione dal basso dell’esperienza culturale, dove ognuno possa essere un vero e proprio partecipante e non più solo spettatore. L’altro obiettivo è abbattere confini e barriere a favore di una fruizione delle risorse culturali; una sorta di liberazione e svecchiamento dell’arte attraverso lo sfruttamento delle nuove tecnologie. L’invasione a Pitigliano era stata programmata per domenica 4 Maggio con la passeggiata nella Via cava di San Giuseppe, preceduta da quella del 29 Aprile presso il borgo di Sovana. I visitatori muniti dei loro telefoni, tablet e macchine digitali hanno scattato fotografie che hanno poi condiviso sui social per raccontare ciò che avevano visto. E questa iniziativa è stata accolta dai turisti che erano nella zona ma anche da al- cheggia correttamente e chi non rispetta le regole (anche se le multe nei primi mesi del 2014 sono in aumento rispetto agli anni precedenti) una certezza della pena che forse è l’unico modo per far cambiare le abitudini della maggior parte dei pitiglianesi e non. L’altra questione aperta è quella su la chiusura o meno del centro storico. L’anno scorso l’Amministrazione comunale decise di chiudere la Piazza ai non residenti a partire dal mese di luglio e si trovò di fronte a una mezza insurrezione. È vero Pitigliano non possiede tutti i servizi che si vedono fuori dai centri storici di altri paesi anche per via della sua particolare posizione, ma è anche vero che se si vuol fare il paese “turistico” bisogna poi farlo a 360 gradi. In qualsiasi città o paese, simil Pitigliano, non esistono centri storici aperti al traffico, passeggiando non si schivano le macchine e se si vuole fotografare il castello o la fontana principale non si rischia poi di scambiare la foto per una pubblicità FIAT o simili. In tutti i paesi turistici che si rispettino i centri storici rimangono chiusi al traffico, eccetto naturalmente disabili, carico/scarico e residenti con le dovute eccezioni. Ascoltando i turisti durante i ponti pasquali ci si è resi conto che essi non riuscivano a comprendere il perché le macchine fossero parcheggiate sotto la fortezza Orsini o in luoghi simili. Se si pensa alle attività commerciali presenti, alcune piccole variazioni alle solite abitudini non potranno certo danneggiare l’economia pitiglianese. Forse è arrivato il momento che questo paese decida cosa voglia essere; se si vuole il turismo bisogna poi accettare tutti gli aspetti che esso comporta e magari non prendere solo gli elementi che fanno tornaconto (vedi rapporto qualità/prezzi di alcune attività e strutture ricettive), bisognerebbe remare tutti nella medesima direzione e cominciare a pensare anche all’impressione che si suscita nel chi viene a visitare questo fantastico luogo. cuni abitanti di Pitigliano e dintorni, amanti della natura e della storia che circonda il paese. Cinzia Tagliaferri era una delle organizzatrici e si è detta entusiasta dell’iniziativa «è stato un modo per condividere con amici e conoscenti un po’ di tempo, alla scoperta dei nostri territori» aggiungendo «Ti senti cittadino in queste occasioni. Ti rendi conto che puoi fare qualcosa e non sei solo un cittadino passivo». Per quanto riguarda l’invasione della via cava c’era il doppio scopo di mettere in luce non solo l’unicità dell’antica via scavata nel tufo, ma anche la situazione di degrado e precarietà di alcuni tratti del percorso. Infatti l’iniziativa era sostenuta dal comitato “esseOesse Vie Cave” che da mesi denuncia lo stato di criticità delle vie cave di Pitigliano e cerca di promuovere iniziative per salvaguardare il patrimonio del paese, oltre che sostenere la procedura per la candidatura dei siti a patrimonio UNESCO. La presidente Francesca Xerry De Caro ha detto “Abbiamo cercato con questa iniziativa di mostrare il bello di questi posti, anche se ci sono molti problemi da risolvere”. Una pratica che questa della invasioni per riconquistare il contatto diretto con ciò che ci appartiene come cittadini e come persone, che si vuole opporre alle tante emergenze che gravano sulle risorse del paese. Un modo di ampliare le conoscenze a partire dalla gente. E basti pensare che una fotografia scattata a Sovana è stata “ritwittata” da un museo di Sidney, superando i confini di spazio e tempo. Cineteatro di Pitigliano La sfida dei piccoli centri ai multisala delle città, il cinema come luogo di aggregazione di E.T. P itigliano-Il Teatro Salvini è ormai da alcuni mesi entrato in funzione con una buona partecipazione di spettatori, che hanno potuto approfittare di questa opportunità per godere di programmazioni cinematografiche interessanti. Nell’ultimo periodo è stato valorizzato dall’arrivo del film “Le Meraviglie” di Alice Rohrwacher, vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes, girato per lo più nella zona della colline del Fiora e Alto Lazio, terra d’origine della regista a cui pare essere molto legata. Il fine settimana seguente all’uscita del film -avvenuta il 22 Maggio - è infatti arrivato eccezionalmente, grazie alla sollecitazione della stessa regista alla casa di distribuzione BiM per omaggiare i luoghi che avevano ospitato le riprese. L’arrivo del film in un cinema di provincia è sempre conseguente a quello delle grandi città ma questa volta, come ha confermato il presidente della Cooperativa Ape Regina Emiliano Barberini, che ha in gestione il cinema in teatro, è stato straordinario e molte delle comparse che hanno partecipato al film avranno potuto rivedersi sullo schermo. Il teatro ha dunque questa nuova veste, che in realtà non è poi così nuova, perché già cinquanta anni fa la struttura aveva ospitato il cinema. Al suo interno non è cambiano nulla eccetto una nuova piccola struttura per la cabina proiezione ricavata la dove già si trovava cinquant’anni fa. Lo schermo e le casse invece sono mobili in modo da poter sempre lasciare lo spazio alle scenografie del palcoscenico. La cooperativa si avvale di nuove tecnologie digitali che possono rappresentare Un’opportunità in più per i cittadini ha spiegato Emiliano Barberini, che già da tre anni ha in gestione anche la struttura cinematografica di Acquapendente. Per quanto riguarda il periodo estivo la cooperativa sta pensando ad un’arena all’aperto, anche se ancora non c’è nessuna certezza che si possa realizzare, sebbene l’idea di un cinema sotto le stelle sia nei loro progetti. Questo nuovo modo di fare cinema con mezzi semplici ma altamente tecnologico sembra essere una via per contrastare la grande concorrenza delle strutture centralizzate delle città. Una sfida difficile dice Barberini ma che ha anche un valore sociale, per ridare qualità e vivacità ai centri storici e ai piccoli paesi sempre più vuoti e sempre più soli. SORANO Carla Benocci la prima “sindaca” di Sorano A pochi giorni dai risultati delle elezioni amministrative che hanno visto trionfare la lista “Sorano Comune, esperienza e futuro” con 1299 voti la neo eletta Carla Benocci ancora si sente frastornata e incredula del buon risultato. A mente fredda sa che dovrà continuare la routine del lavoro all’interno dell’amministrazione e pensare a una nuova Giunta. Il lavoro che si troverà ad affrontare la Benocci, prima donna eletta sindaco del paese sarà intenso ma si dice pronta per questa nuova avventura. Parlando di esperienza, quanto è stato importante avere all’interno della lista la candidatura del Sindaco uscente Pierandrea Vanni? “La presenza di Vanni non è stata importante ma fondamentale. Se oggi abbiamo ottenuto questo risultato lo dobbiamo a lui, senza il quale non sarebbe stato possibile tutto questo. Un segno di continuità e di esperienza all’interno dell’ex amministrazione che mi ha sempre sostenuto anche nella mia esperienza da vicesindaco. Questo Bar Il golosone Via Santa Chiara, 14 PITIGLIANO non significa che gli altri membri del gruppo non hanno avuto un ruolo, tutti sono stati importanti in questo percorso che ci ha portato ad un successo netto”. Si aspettava una vittoria in questi termini? “Sinceramente no, non me lo aspettavo o perlomeno non in questi termini. Sono molto sorpresa del risultato anche per questo mi sono molto emozionata; già lo ero la sera prima per la vittoria raggiunta dal PD a livello nazionale. Rimanendo a Sorano devo dire che mi hanno fatto molto piacere il saluto e gli auguri dei rappresentanti del Movimento cinque stelle che ritroveremo all’opposizione. Spero che si possa lavorare con entrambi i gruppi di opposizione per migliorare Sorano”. Cosa devono aspettarsi i soranesi dalla nuova amministrazione? “Ha vinto la proposta contro la protesta. La parola d’ordine sarà continuità. Proseguire i lavori e i progetti iniziati con la passata amministrazione con la costanza che dovremmo pazientemente avere. Credo però che questo gruppo abbia all’interno anche il giusto mix di novità e esperienza che può guidarci per i prossimi cinque anni. Naturalmente ci vorrà tanta volontà da parte nostra, i tempi che viviamo sono tempi duri per tutte le amministrazioni soprattutto per territori marginali come Sorano”. Quali saranno i primi provvedimenti che adotterà da Sindaco? “Per prima cosa faremo un bilancio generale su quello che è stato fatto fino ad ora e da lì ripartiremo. Ci sono delle cose urgenti da sistemare come la regolamentazione del regolamento urbanistico, la nuova nomina per l’ufficio tecnico comunale e i problemi legati alle scuole. Essendo alle porte il periodo estivo bisognerà anche seguire da vicino il calendario degli eventi legati al turismo. Il lavoro da fare è veramente tanto, siamo un bel gruppo con tante risorse al nostro interno, con l’aiuto di tutti possiamo fare un buon lavoro”. Sorano preferenze liste SVOLTA PARTECIPATA Antonio Merli Alfano Mara 21 Corrias Mario 8 Guiso Elena 12 Manca Bruno 12 Nucci Angelo 12 Conti Serena 13 Sanità Ettore 16 Ugolini Giuliano 2 Zanonzini Marco 2 SORANO ESPERIENZA E FUTURO Carla Benocci Vanni Pierandrea 96 Domenichini Pierluigi 94 Faenzi Roberto 117 Falchi Roberto 96 Finocchi Ambra 14 Mastracchini Rita 43 Nucci Gabriele 194 Peruzzi Tiziana 78 Rappoli Paola 45 Scalabrelli Sofia 44 Taviani Andrea 57 Zamperini Roberto 155 MOVIMENTO 5 STELLE Lavinia Montanini Bernardoni Franca 50 Carrucola Roberto 56 Donatelli Patrizia 11 Ferrari Maurizio 4 Fratini Gianluigi 29 Marcucci Alessandro 19 Mavelli Giacomo 22 Paradisi Sergio 38 Pinzi Loredana 16 Ronca Fabio 34 Saletti Annalisa 25 Vais Vittorio 20 CONCERTO DI MUSICA CLASSICA IN CATTEDRALE A SOVANA Domenica 8 giugno 2014 ore 18 La OFK - OrchesterForumKremstal (Orchestra della LMS Neuhofen / Krems Austria) è stata invitata dalla città di Sovana (GR) per rinnovare per il terzo anno la tradizione dei Concerti in Cattedrale. L’orchestra è composta per questa tournée da insegnanti, studenti e appassionati musicisti per un totale di ventisei elementi. Il programma comprende opere di Bach, Händel, Vivaldi, Mozart, Grieg, Sibelius, Mascagni, Piazzolla, Strauss, Schrammel. L’idea è nata qualche anno fa tra l’Associazione socioculturale SovanAperta e il violista Peter Aigner, che di questa orchestra è il direttore, e che da molti anni con la famiglia frequenta Sovana per le sue vacanze.” Caffè del Teatro Piazza Garibaldi, 55 Pitigliano (GR) Tutte le sere aperitivo-buffet Week end serate Cocktail cronaca locale M a n c i a n o - P i ti g l i a n o - S o r a n o dal 25 Aprile al 25 Maggio Pitigliano. I posti auto si tingono di blu. Pitigliano. Il Professionale di Pitigliano fa festa. “Noi del Professionale di Pitigliano”: è stato questo il titolo della festa organizzata al teatro Salvini di Pitigliano dai ragazzi del Professionale socio sanitario. Pitigliano. L’Arma ricorda Santarelli a due anni dalla morte . Il paese si è fermato per ricordare Antonio Il carabiniere aggredito durante il servizio. Pitigliano. Il M5s bacchetta il Comune: «Non ha ascoltato la gente». Il sindaco: «Ci saranno posti liberi» Parcheggi col ticket: è polemica. Pitigliano. Marras e Ulivieri Il Pd a Pitigliano per la campagna elettorale. Pitigliano. Un Internet point nuovo di zecca all’istituto Zuccarelli di Pitigliano. Pitigliano. Numeri importanti all’assemblea del Credito Cooperativo. Aumento della raccolta diretta e utile di 138 mila euro. La Bcc festeggia. Pitigliano, arriva il film cult girato nelle vie cave. Pitigliano. Aliquota popolare per la nuova tassa. Camilli: «Qui la Tasi si paga all’uno per mille». Pitigliano. L’assemblea Il bilancio della Coop è anticrisi. Sorano. Gioventù ed esperienza a sostegno di Benocci. Sorano. Sorpresa: nella lista spunta Vanni. Sorano. Grandinata danneggia 500 ettari di vigneti «Produzione dimezzata nella Valle del Fiora». Vanni chiede aiuto alla Provincia . Sorano. Fabio Ronca (M5s) «Saremo incubatore di imprese». Sorano. Paura sulla Via Clodia Venti cavalli fuggono nella notte. Sorano. Carla Benocci: “Sono il Piano Accessit e la Tomba Ildebranda i nostri progetti concreti” Sorano. Sorano il vicesindaco Carla Benocci cerca la continuità. Finita l’era Vanni si sfidano in tre. Sorano. A Sorano vince la continuità: Benocci sindaco. A Sorano l’ex vice di Pierandrea Vanni travolge i rivali col 60%: «Lo ringrazio. Governerò nel solco del suo mandato» Benocci, prima donna nella città del tufo. Sorano. Antiquariato e infiorata a Castell’Ottieri Manciano. Urbanistica in black out Il Regolamento rimane fermo Manciano. La modifica proposta dal ministero abbassa il premio per capo Agnello Igp, è rivolta contro la Pac. Manciano. Lavori al palo Galli: «La regionale 74 come la Salerno-Reggio Calabria» Manciano. Intervento Della Vedova di Santarelli sul disagio giovanile. Studenti in evidenza per la Festa della Maremma Dal recupero delle coltivazioni antiche al centro storico. Manciano. «Aiuti concreti a famiglie e imprese. Soprattutto quando la crisi è così grave». Oggi l’assemblea dei soci della Banca di Saturnia e Costa d’Argento. Manciano. Caseificio di Manciano, bilancio positivo. Manciano. Malore fatale mentre lavora con il trattore: muore un agricoltore. Genesio Grifoni, 82 anni, agricoltore residente a Manciano, trovato nel pomeriggio di ieri privo di vita Manciano. La scelta di Montauto «Basta guide dei vini». Manciano. Disciplinare. Sagre sì, ma virtuose ed ecosostenibili. V Sorano di E.T. e A.Z. MANCIANO Tradizione, innovazione e turismo L’assessore al turismo Giulio Detti racconta i progetti di promozione turistica e alcuni eventi che arriveranno in paese di Elena Tiribocchi U n vento nuovo soffia sul paese, circola per le strade del borgo la voglia di riscoprire e far scoprire i gioielli che vi si trovano. Il turismo è uno dei settori di impegno e sviluppo dell’amministrazione comunale che fa capo al sindaco Marco Galli. L’obiettivo secondo l’assessore al turismo Giulio Detti è pensare ´progetti per Manciano dandogli una veste più ampiaª utilizzando dunque il marchio Maremma, che comprende un vasto territorio rispetto al solo comune. Nel mese passato ha già avuto luogo la prima iniziativa. La “Festa della Maremma”, 16/17 Maggio, è stata un’iniziale presentazione del progetto, composto di più step e che nel tempo si completerà. Il programma prevede la costituzione di un paniere di pro- dotti locali delle aziende agricole aderenti, che verranno messi sul mercato, valorizzati e promossi. I commercianti che vorranno vendere i prodotti o i ristoratori che penseranno menù specifici avranno degli sconti da parte delle aziende. “Il Comune – dice Detti – sarà un facilitatore”. Tutto questo si lega strettamente al serrato e più ampio progetto di promozione, che ha visto la scelta di un logo, utile per identificare a colpo d’occhio chi appartiene alla filiera della valorizzazione locale. All’evento di maggio hanno partecipato giornalisti e blogger di livello nazionale che hanno avuto la possibilità di assaggiare i prodotti e di visitare il paese. E nel corso del tempo verranno nuovamente rinnovati gli incontri presentando sempre nuovi eventi. L’orgoglio dell’assessore Detti è quello di aver dato avvio ad un nuovo corso alla Nada e la sua Maremma Il racconto e la vicinanza alla Maremma e il suo ultimo lavoro “Occupo poco spazio” di E.T. L Manciano VI a Maremma è una terra amata da molte persone, che riconoscono a questi luoghi la bellezza dei paesaggi, la calma del tempo, la serenità del passare dei giorni. La magia attraente di incontrarvi storie di luoghi e persone impensabili si rivela a chi ha tempo e voglia di ascoltare. Questa terra è stata scelta anche da una cantante dalla voce affascinante come Nada Malanima, che insieme al marito ormai da dieci anni, ha scelto di vivere sulle colline mancianesi. Una terra che le è sempre piaciuta e che ha trovato affine alle proprie esigenze tanto da affermare ´mi sembra di essere sempre stata quaª. Cantante, scrittrice, attrice. Rientrata per qualche giorno in Maremma dal tour del nuovo disco “Occupo poco spazio”, uscito a Marzo, concede al giornale una intervista per parlare del suo lavoro e del legame con questa terra. Una chiacchierata interessante, a tratti poetica, con una donna che ha scritto la storia della canzone italiana. Come è nata la decisione di trasferirsi in Maremma? Mio padre mi raccontava di questi posti bellissimi e della natura. Io c’ero stata di pas- saggio per lavoro, ma non è che conoscessi così bene la zona. La scelta è stata un po’ casuale. Io sono stata molti anni a Roma, sin da giovanissima mi ero spostata dalla provincia di Livorno per la carriera. Poi circa dieci anni fa abbiamo deciso di trasferirci e questa zona era vicina alla città, dove ho ancora legami lavorativi, per cui trovando una posto bellissimo abbiamo deciso di restare qui. Le piace dunque vivere qui? Si è rivelata una scelta giustissima. Io sto bene, la natura è potente, per me che la amo e che la cerco sempre, questo è un luogo giusto. E poi mi sono ambientata, conosco le persone, ho delle amicizie. Il mio lavoro mi porta molto ad essere stressata, sottopressione e in un posto un po’ isolato, in campagna puoi rigenerarti, puoi liberarti. Un po’ di sana solitudine fa bene. La zona dove abitiamo è primitiva, selvaggia, bellissima, abbiamo gli animali intorno e si vede anche il mare che è importante per me. Nelle sue canzoni come nei libri trova ispirazione dal posto? Non penso che devi prender ispirazione da un posto specifico, ce l’hai dentro. Io ce l’avrei anche se stessi a New York. Certo sarebbe un po’ più complicato, ma certe cose le senti dentro, qua faccio meno fatica a immaginare cosa succede nella natura perché ce l’ho sotto gli occhi. L’energia che prendo qui è molto forte, recupero molto quando torno. L’idea di tornare qui mi fa vedere tutto più facile e mi sento libera. La libertà è una parola che torna spesso nelle sue interviste e nei temi delle canzoni. Cos’è la libertà? La libertà è essere se stessi, ma non è così facile. La vita, le cose, gli altri ci condizionano e abbiamo sempre un po’ paura di essere noi stessi. Quando uno si sente libero, non ha paura di mostrarsi com’è. Bisogna liberarsi dalla paura del giudizio, il cammino della vita è lo stesso per tutti, dobbiamo liberarci. È la mia filosofia, quello che penso sia giusto. Nell’ultimo disco “occupo poco spazio” un titolo anche ironico, perché spesso pensiamo di essere in un mondo immenso e molto potenti invece non siamo niente. Il nuovo disco è molto le- politica turistica, che si basa sul tentativo di fare rete tra i diversi settori, sul confronto e sulla partecipazione oltre che sulla trasparenza. A Manciano infatti è stato istituito l’Osservatorio Turistico di Destinazione (OTD) un tavolo strutturato di progettazione e programmazione. A questa iniziativa potranno partecipare associazioni di categoria, consorzi turistici, centri commerciali naturali oltre che i rappresentanti comunali; i soggetti di volta in volta discuteranno ordini del giorno e progetti da applicare sul territorio, tutto sarà verbalizzato e pubblicato sul sito internet dedicato, al quale ogni cittadino potrà fare riferimento. L’assessore ha spiegato che il tavolo è ´un modello strutturato di dialogo sociale con il territorioª dove tutti potranno dare il proprio contributo, aggiungendo ´tutto sarà misurabile e questa è la differenza con il passato e tutti saranno in gioco per raggiungere i risultatiª. I mesi appena trascorsi sembrano essere stati intensi; hanno visto la luce nuovi cartelloni, volantini da distribuire nelle piazze, un nuovo ufficio turistico, l’arrivo di studenti dell’Università di Firenze per il secondo anno consecutivo di collaborazione e in progettazione ci sono il sito internet e tanti eventi. Seguiranno dunque mesi altrettanto ricchi. A giugno gli appuntamenti saranno due. Il primo riporterà per le strade le band che hanno già negli anni passati avuto grande successo, il 6-7-8 giugno ci sarà infatti il “Manciano street music festival”. Più avanti invece tornerà la nuova edizione di “Vivamus” dal 20 giugno al 5 luglio su tutto il territorio comunale verrà valorizzata la natura, la cultura, il benessere e l’enogastronomia. gato al mondo femminile.. Io scrivo naturalmente di storie di donne. Essendo donna mi viene più semplice raccontare sia in musica sia nei libri di storie al femminile. Sono storie di persone che si aprono, che non hanno paura di raccontarsi, anche con le fragilità, le debolezze, con le ansie e le paure di cui siamo fatti. Nell’essere come si è c’è la verità. Queste storie raccontano anche la diversità, che può essere elemento di conoscenza e comprensione. Cerco sempre di pescare dal mondo che mi ha sempre incuriosito, che mi piace, non si finisce mai di imparare di conoscere perché siamo infinite… La fatica delle donne in musica è reale? La nostra società non è nata per valorizzare la donna, i ruoli sono stati diversi, solo con il tempo si è capito che i ruoli possono essere interscambiabili. Mi sembra che ci siano ancora lotte da fare. Nella musica in Italia, non ci sono state le donne cantautrici, se non negli ultimi anni. Io mi sono trovata ad essere poco credibile, poco interessante, come se un uomo avesse più cose da dire. Ma uno non si deve arrendere e bisogna andare avanti perché poi le cose succedono. La musica, una canzone porta con se dei messaggi, è un tramite per raccontare delle verità? La musica come un libro come una poe- sia o un quadro serve a capirsi, emozionarsi, scoprire qualcosa di se stessi di quello che c’è intorno. La cultura così bistrattata in questi anni è importantissima. La cultura, che apparentemente non serve, non si mangia, però è una cosa che far star meglio le persone, non ha prezzo, ti da un pochino più di senso alla vita, impari a conoscerti o ad affrontare meglio le cose. Anche una piccola canzone ha un suo valore, per questo io ci metto tutta la mia passione, io ci credo che possa servire. Quello che dico l’ho vissuto, ci sono passata e lo conosco, posso raccontarlo. Le storie sono diverse ma i sentimenti sono gli stessi; ci può essere condivisione. L’importanza delle parole… Ho scoperto nel tempo la bellezza dello scrivere. Ti fa scoprire tante di quelle cose, che pensavi di conoscere. Quando scrivo mi sento in compagnia dei personaggi che racconto. Scrivendo mi isolo, non è un recinto, ma una necessità. E così si conclude la conversazione in una mattinata di sole. Ci sarà modo di ripensare alle parole dette, sarà bello ascoltare e riascoltare dischi che raccontano di vite e di amori e di disperazioni, per sentirsi semplicemente un po’ meglio. Sagre paesane un infinito dilemma Segue da pag. I aggregazione sociale costituiscono un’attrattiva a livello turistico da valorizzare”. Dopo questa premessa Detti entra nel merito della questione: “se una sagra viene strutturata in base a determinati criteri aumenta il proprio appeal e rappresenta uno stimolo alle presenze dei turisti sia italiani che stranieri. Basti pensare al fascino che possono avere piatti tradizionali preparati con prodotti locali oppure la dimostrazione su come preparare una specialità sulla base di una ricetta storica”. L’assessore Giulio Detti aggiunge: “la sagra deve puntare a questo aspetto e per fare un riferimento concreto penso alla sagra della lumaca di Poggio Murella che è un vero esempio di sagra virtuosa. Prendo come esempio la storica preparazione delle lumache alla Poggiaiola oppure un bel piatto di lunghini. Queste sono autentiche delizie che si possono trovare soltanto in tali occasioni e sicuramente rappresentano un valore aggiunto per l’intero territorio. L’auspicio è che i menù vengano predisposti sia in italiano che in inglese, proprio allo scopo di rivolgersi chiaramente a utenti internazionali che in numero sempre maggiore conoscono e apprezzano il nostro territorio”. Il vicesindaco e assessore all’ambiente Antonio Camillo tocca un altro tasto della questione: “nel regolamento per aderire al requisito di sagra virtuosa abbiamo predisposto un capitolo dedicato esclusivamente alla tematica ambientale che prevede per le sagre l’utilizzo di stoviglie biodegradabili o riciclabili, raccolta differenziata e compostaggio e utilizzo dell’acqua dell’Acquedotto del Fiora. Il Comune favorisce la realizzazione fornendo le colonnine di distribuzione e le bottiglie in vetro per la somministrazione dell’acqua e le compostiere per gli scarti alimentari”. Antonio Camillo sottolinea che “dopo l’inserimento dell’acqua in brocca nelle mense scolastiche si tratta della seconda azione messa in atto dalla nostra amministrazione per ridurre alla fonte la produzione del rifiuto e per favorire la raccolta differenziata. Sono piccole azioni volte a far crescere nella nostra comunità la cultura del territorio ed il rispetto dell’ambiente”. Le prossime settimane ci diranno se il requisito di sagra virtuosa avrà fatto centro oppure se l’argomento sagra, in tutta la Maremma, continuerà ad essere scottante rappresentando un punto di forte divisione tra operatori commerciali ed organizzatori delle sagre. BBC Informa Sviluppo e conti in regola D omenica 18 maggio è stato approvato il Bilancio di Esercizio relativo all’anno 2013 della Banca di Credito Cooperativo di Pitigliano. Presso l’Auditorium BCC centinaia di soci hanno partecipato alla consueta assemblea annuale seguita nel corso della giornata dall’ormai tradizionale Festa del Socio, giunta quest’anno alla terza edizione. Numeri confortanti per la BCC che ha recentemente festeggiato i centocinque anni dalla fondazione, numeri che parlano di una situazione complessa ma in costante crescita e in miglioramento rispetto al 2012. La relazione al Bilancio, illustrata ai soci presenti dal Presidente Dott. Stefano Conti, riporta innanzitutto l’aumento del numero dei soci e dei clienti, testimonianza diretta della fiducia e delle aspettative che i cittadini nu- per la bcc di Pitigliano trono verso la Banca. Buoni anche i numeri legati ai volumi complessivamente gestiti con la raccolta diretta in aumento di 8,6 milioni a Euro 178,5 milioni (+ 5,07%) gli impieghi complessivi stabili a 150 milioni di euro a fronte di ulteriori 63 milioni di euro di crediti concessi o rinnovati a sostegno delle imprese e delle famiglie del territorio. La crisi economica in atto ha reso necessari importanti accantonamenti per bilanciare la crescita dei crediti deteriorati: l’utile registrato (pari a 138 mila, in flessione rispetto allo scorso anno) sommato a tali accantonamenti, genera un risultato ampiamente superiore rispetto al 2012. “Tutti questi numeriha commentato il Presidente Conti- fanno si che la Banca possa occuparsi costantemente del territorio trasmettendo tranquillità e fiducia a soci e clienti”. A seguito dell’assemblea si è svolta la “Festa del Socio 2014” nel parco esterno alla Sede. Una festa alla quale hanno partecipato circa 400 soci realizzata grazie alla collaborazione ed alla disponibilità di oltre dieci associazioni locali. Un grande momento di socialità e cooperazione, due elementi che da sempre contraddistinguono la mission della BCC. Importante anche l’esposizione alla quale hanno partecipato alcune aziende socie della Bcc, produttori enogastronomici locali e, eccezionalmente per quest’anno, altre aziende socie operanti nel settore “ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica”, sulla scia dell’omonima iniziativa in atto, ricordata durante l’assemblea anche dal Direttore Generale Dott. Claudio Morosini, in modo da favorire ulteriormente la conoscenza reciproca fra i soci e l’incontro tra le aziende e potenziali clienti nel segno dello spirito mutualistico che ispira la Bcc di Pitigliano. La giornata si è conclusa con la torta finale, celebrante i 105 anni della BCC di Pitigliano. Una Banca fondata tanti anni fa, fatta di saldi principi e con obbiettivi ben fissati ai quali ha ampiamente risposto. Una Banca del territorio, delle famiglie, delle imprese, delle associazioni, in generale della comunità a cui appartiene. VII di Anna Maria Liberati e Dr.ssa Maria Elena Formiconi Piazza Petruccioli, 58 58017 Pitigliano (GR) (+39) 0564 616448 BCC Informa www.ursineaimmobiliare.com [email protected] Alla ricerca dell’Oro di Maremma Alla ricerca dell’Oro di Maremma Agriturismo Aia del Tufo l’essenza del chilometro zero E se oggi ti raccontassi una storia completamente diversa, caro lettore? Nessun viaggio, nessuna scoperta, nessun cambio di rotta... Una famiglia, originaria di Sorano da più generazioni; due sorelle, nate e cresciute in quello stesso territorio ed il forte legame con la loro terra; una scelta, quella delle due ragazze, di prendere in mano l’eredità familiare e trasformarla in una perfetta sintonia di coppia, tra agriturismo ed azienda. Alessia, cuoca abilissima, spalanca le porte dell’Agriturismo biologico Aia del Tufo ai suoi ospiti, coccolandoli con prelibatezze che lei stessa prepara... ricette originali, ingredienti di prima qualità, che non si possono trovare nemmeno dal bottegaio di fiducia. Già, amico mio, perché devi sapere che quei sapori non hanno un origine lontana, bensì, possono definirsi a tutti gli effetti “A Km0”. Il segreto? Chiedilo a Roberta, sua sorella, che si occupa della gestione dell’Azienda biologica “Pian della contessa”... Da lì, provengono le materie prime, con cui Alessia si sbizzarisce ai fornelli: farina, lavorata con macine a pietra, prodotti biologici e piante officinali, usate anche nella produzione di oli essenziali attraverso un innovativo distillatore a corrente di vapore, capace di estrarre l’essenza da ben 200 kg di pianta... In effetti, caro mio, non te l’ho detto, ma l’azienda vanta una piantagione di ben 50000 piante tra cui salvia, issopo, lavanda e rosmarino... mica poco eh!? Ma la storia non finisce qua... Nel rispetto della natura e della tradizione, le sorelle Morettoni non hanno solamente scelto di rinunciare alla grande distribuzione, privilegiando le colture autoctone, ma hanno persino deciso di strutturare la loro attività basandosi sul metodo della “coltura ad alto reddito”, garantendo una totale eco-sostenibilitò energetica. Senti un po’, amico mio, quando vuoi venire con me a fare una visita da Alessia e Roberta? VIII Azienda Agricola di Paoli Francesco Tel. 328 4288108 - 329 6504961 Loc. Corte del Re, Sorano (GR) [email protected] 7$%$&&+(5,$ &+(&&+,1, 6$148,5,&2',625$12 6&200(66(63257,9( Rubriche $3(5785$'20(1,&$/( 25( 3$*$0(172%2//(77,1,/2772 683(5(1$/27725,&$5,&+( 3$*$0(17,9(56$0(172,136 /LEULVFRODVWLFLFRQFRSHUWLQDFROLEUu Verso una comunità partecipativa Rubrica di Lucia Morelli Partecipare sì, a che cosa? I La sottoscritta, con la sicurezza che le viene dalle sue competenze professionali e dall’esperienza di investitrice fiduciosa nello sviluppo socioculturale di questo territorio, insiste nel richiamare l’attenzione di tutti – amministratori e cittadini – sull’assurdità di lasciarne indefinita l’identità: cioè la sua “sostanza” emotiva, culturale e commerciale di cui sindaco, consiglieri ed assessori si sono candidati ad occuparsi e quindi, di conseguenza, a prendersi la responsabilità di condizionare il destino economico ed esistenziale dei suoi abitanti e dei loro discendenti negli anni a venire. La richiesta di posti di lavoro per giovani e meno giovani è giustamente l’assillante problema cui, anche nelle reti televisive nazionali, non viene adeguatamente data la risposta vera, semplice e corretta: i posti di lavoro scaturiscono dallo sviluppo intelligente delle risorse del territorio con progetti creativi ed operativi ad un tempo. Le devastazioni, le predazioni e le incurie sono state il frutto della ingenua mancanza di conoscenza delle passate generazioni del valore dell’eredità scolpita nelle rocce di tufo lasciataci dai nostri avi Etruschi. Oggi, diversamente dal passato, non avere autostrade che attraversino le nostre colline è un valore ambientale. Scrive Margareth Mazzantini “… noi siamo terra di lupi e di cinghiali, ma anche un angolo di ristoro nel corso affaccendato della vita”. “Angolo di ristoro” per gente che sa apprezzare l’insieme delle risorse ambientali e culturali vivendo l’emozione di immergersi in esse come un entrare in un’altra dimensione spazio temporale nella vacanza/vacatio rispetto ai quotidiani contesti. È un’esperienza onirica ad occhi aperti che soffre il disturbo di pacchiani risvegli… Sentivo ieri sera in TV il Presidente della BNL Abete dire che la crescita è figlia dello sviluppo coordinato di tutte le componenti di un sistema che si vuole promuovere. Non di una o due alla volta delle sue componenti sistemiche, intanto che i mesi e gli anni passano, inesorabili. A me è venuta in mente la metafora della slitta trainata dai dieci cani che avevo inserito nel mio articolo di maggio. Ve la ripropongo in fondo all’articolo, chiedendovi di interrogarvi e rispondervi – prima di andare avanti nella lettura – su quale sia la velocità maggiore cui può viaggiare la slitta. La risposta è: per quanto veloce e for- [email protected] IX Per quanto possa essere grande e generoso l’impegno del cane di testa la slitta si muoverà inesorabilmente, nel suo insieme, alla velocità del cane meno veloce Ricette in tufo Ripropongo la ricetta Carbonara di asparagi selvatici con bottarga di Orbetello e tartufo bianchetto Il Tufo Allegro Vicolo della Costituzione, 5 58017 Pitigliano, Grosseto Tel. +39 0564 616192 “D omenico Pichini è un bohémienne che si realizza in cucina”. Questo è uno dei tanti commenti che trovate scritto di lui se cercate sul web e questo è realmente lui. È una definizione che lo disegna in toto; un uomo felice e questo lo si capisce anche dai suoi piatti. Domenico Pichini, Chef di pluriennale esperienza offre formule regionali aggiornate dall’impronta personale che si distinguono per purezza e leggerezza. La sua è una cucina semplice e gradevolissima che conquista palati e cuori proprio con la naturalezza e il buon gusto. È una figura autorevole che gode di stima e di una buona reputazione. Questi sono i motivi che hanno portato il Corriere del Tufo a spingerlo verso una rubrica gastronomica, dove fantasia, estro e creatività sostenibile crediamo possano incrementare la cultura del buon mangiare. Il suo laboratorio è un piccolo locale scavato in tufo, da qui il nome “Tufo Allegro” fornito di una cantina nutrita di oltre 400 etichette di vini, Domenico propone i sapori della tradizione toscana, rielaborati con arditi accostamenti. È una cucina semplice, legata molto al territorio toscano e alle varietà stagionali. Il piatto che propone per questo mese è un primo piatto sfizioso, creato per chi vuole assaporare i gusti maremmani e sperimentare un’inedita delicatezza. Il Tufo Allegro: Tel. 0564 616192 [email protected] Rubriche l titolo di questa rubrica “Verso una comunità partecipativa” sta ad indicare l’idea di un progetto sociopolitico da attuare attraverso un percorso in direzione di un obiettivo ben definito: quello di costruire una “comunità” interessata e determinata a partecipare alle decisioni politiche ed amministrative del proprio Comune. L’aggettivo “interessata” esprime un stato affettivo spontaneo; l’aggettivo “determinata” rimanda invece a un atto di volontà a fare, nella presa di coscienza del proprio interesse e dovere: quello dell’impegno a costruire una relazione sinergica con gli organi di governo locale, tesa a raggiungere un obiettivo comune. L’obiettivo comune, nel nostro caso, non può essere altro che la scoperta e l’utilizzo competente delle peculiari risorse di questo territorio da cui deriva che la cosa più semplice, e al tempo stesso rivoluzionaria, per creare un accoppiamento costruttivo con i cittadini, sia quella che maggioranza ed opposizione decidano quale è – a loro avviso – l’identità distintiva di questo Comune e del suo territorio e che la comunichino formalmente ai cittadini sollecitando chiaramente ogni loro contributo ideativo. Mi rendo conto che continuo a proporre questa necessità di definire l’identità distintiva di Sorano - collegata ovviamente agli altri due comuni dell’area del tufo - con la soddisfazione che molti sono arrivati a capire l’importanza operativa primaria di questa mia proposta. Prego quanti non l’abbiano ancora condivisa di voler riflettere che dalla definizione dell’identitaria dell”oggetto” da promuovere ed amministrare dipende la corretta ed equa gestione degli interessi emotivi ed economici di tutti i suoi abitanti. Per decidere, ad esempio, dell’assegnazione delle cubature in base alle caratteristiche dell’area invece che sulla “simpatia” o meno del proprietario. Ho parlato di interessi “emotivi” degli abitanti di introiettare l’ identità distintiva dello stesso, come processo socioculturale costitutivo l’identità psicologica di ciascuno dei suoi abitanti. La bellissima iniziativa del prof. Angelo Biondi (sostenuta dalla dirigente scolastica prof. Marta Bartolini, con la guida dei proff. Stefania Buccioni e Massimiliano Dessì, in collegamento con l’arch. Patrizia Vezzosi per gli Itinerari delle Ville Medicee e per le scuole accreditate UNESCO) di realizzare un film, con il lavoro del gruppo di studenti S.I.S. “F. Zuccarelli” sez. I.T.E. di Pitigliano dal titolo “Un itinerario mediceo nelle terre del tufo” è perfettamente in linea con quanto vado proponendo da mesi anche su questo giornale, e cioè che è necessario “rendere consapevoli i soranesi dell’identità che viene loro assegnata dalla storia degli abitanti dei secoli passati di questi territori”, seminando l’amore e l’orgoglio consapevole dei cittadini per la loro appartenenza a questa terra, iniziando a formarli in questo senso negli anni del percorso scolastico. Diventeranno cittadini consapevoli che non permetteranno il degrado delle nostre ricchezze archeologiche garantendo loro un adeguato contesto ambientale. Lo scempio della bellezza della cornice che meritava la nostra fortezza Orsini, con la costruzione della palazzina adibita a scuole a pochi metri da essa, è sotto gli occhi di tutti. Mi sento male ogni volta che la guardo. Voglio sperare che un giorno quell’edificio possa essere abbattuto e che lo splendido profilo della fortezza possa ergersi sorvegliando e dominando, come nel suo lontano passato, il territorio circostante. te possa essere il cane di testa, la velocità maggiore che essa può raggiungere, è quella del cane meno veloce. Fate voi le analogie con il sistema territorio. Da questa considerazione scaturisce l’importanza della pianificazione dello sviluppo del nostro Comune, indicando chiaramente la meta da raggiungere, le risorse da impiegare e il tempo necessario a raggiungere quella specifica meta, attivando le sinergie tra le varie componenti del sistema: anche quelle offerte dai cittadini responsabili che vogliono essere informati per poter partecipare con i loro contributi creativi di idee e di esperienze preziose. In altre parole, credo di fare cosa utile e gradita ai cittadini, chiedendo al nuovo sindaco Carla Benocci di fateci sapere dove - da brava conducente di un “slitta/ sistema Comune” - deciderà di condurre i suoi cittadini, dopo aver ascoltato le proposte di tutti e averne coordinato la sinergica realizzazione. A lei, ai suoi assessori e consiglieri, facciamo i più sinceri e partecipi auguri di sapersi fare interpreti ideativi ed operativi di tutte le potenzialità e di tutte le risorse umane e professionali di questo meraviglioso territorio. Città Invisibili di Luca Federici La Maremma di Alice Le Meraviglie di Alice Rohrwacher. Ricordo di un’adolescenza DATA USCITA: 22 maggio 2014 REGIA: Alice Rohrwacher SCENEGGIATURA: Alice Rohrwacher ATTORI: Monica Bellucci, Alba Rohrwacher, Margarete Tiesel, Sabine Timoteo, André Hennicke, Sam Louwyck, Maria Alexandra Lungu, Agnese Graziani FOTOGRAFIA: Hélène Louvart MONTAGGIO: Marco Spoletini PRODUZIONE: Tempesta, Rai Cinema, Cineteca del Comune di Bologna PAESE: Italia “T utto naturale, non c’è niente di chimico, solo miele puro di api”. Così Wolfgang, duro e sognante agricoltore tedesco impiantato nella campagna umbra, circondato da quattro figlie, una moglie e un’altra donna, tenta impacciato di promuove il prodotto del suo duro lavoro, davanti alle telecamere del concorso televisivo “Le Meraviglie”. Il secondo film della regista Alice Rohrwacher, sbarca a Cannes come unica pellicola italiana in concorso e vince dopo dodici minuti di applausi e lacrime di commozione. E’ la storia di Gelsomina, adolescente primogenita di una famiglia di apicoltori, che a soli dodici anni deve occuparsi di tutte le complicate fasi dell’allevamento delle api. Il film racconta una lunga estate passata a riprendere sciami, a spostare le arnie verso i fiori, a raffinare il miele in un am- X biente senza norme igieniche, in un momento in cui la ragazzina è in preda alle normali turbe giovanili. Ogni giorno, costantemente, insieme alla madre, deve prendersi cura delle tre sorelline e combattere con il padre, Wolfgang, duro e inflessibile, ma comunque di buon cuore. I giorni si susseguono, in giro sul vecchio furgone a lavorare, dormendo sotto le stelle per tenere lontani i cacciatori, a combattere con gli agricoltori ignoranti e facili a potenti diserbanti (consigliati dal consorzio) che uccidono le api; a vendere miele alle fiere, cercando di sopravvivere in un mondo difficile che non mostra rispetto per chi è insolito, non si allinea alle regole precostituite e non sa stare al passo. L’equilibrio della famiglia viene rotto dall’arrivo di Martin, un adolescente problematico, mandato da loro sotto un programma di reinserimento giovanile. I silenzi del ragazzo romperanno comunque gli schemi abituali, grazie alla complicità che nasce tra lui e Gelsomina. L’attacco decisivo alla fortezza eretta da Wolfgang arriva con il volantino di un programma televisivo condotto da Milly Catena (Monica Bellucci), alla ricerca di contadini che partecipino al reality con i prodotti della loro terra. L’incontro con la fata turchina avanti con gli anni rende Gelsomina e sorel- le meravigliate come dei Pinocchi davanti al paese dei balocchi. Come non vedere un’ancora di salvezza per la famiglia, visto il grosso premio in denaro: soldi facili che permetterebbero loro di rinnovare il laboratorio del miele e avere una sicurezza econo- Albert Camus e la Toscana (Algeria, 7 Novembre 1913 - Francia, 4 Gennaio 1960) di Roberta Trice “Firenze! Uno dei pochi luoghi d’Europa in cui ho capito che nel cuore della mia rivolta dormiva un consenso. Nel suo cielo misto di lacrime e di sole imparavo a dire di sì alla terra e ad ardere nella fiamma cupa delle sue ferite… ma come consacrare l’accordo dell’amore e della rivolta?” Rubriche P arole scritte ricordando il suo viaggio in Italia nel 1936, che riassumono il senso compiuto della sua visione di uomo e di artista combattuto tra la forza dell’amore, inteso come equo ed armonioso interagire tra gli uomini, e la sua stessa rivolta contro la tragica realtà del suo tempo in cui ogni slancio vitale si scontra contro un mondo dominato dall’assurdo. È la Storia che parla in suo nome: dalla Prima guerra mondiale,( in cui perde la vita suo padre, francese d’Algeria, combattendo “per un paese che non era il suo” come ricorderà lo stesso Camus), alla guerra civile in Spagna, ( colpo al cuore dell’Europa), all’impresa coloniale francese in Algeria, fino ai preparativi per un’altra futura catastrofe in cui ogni anelito di felicità verrà inesorabilmente calpestato. Tutto è perduto allora… No, perché, dice Camus …” nel cuore della mia rivolta dormiva un consenso”. Nella storia della letteratura europea Albert Camus è spesso citato affrontando il tema dell’Esistenzialismo, facendo riferimento alla concezione filosofica di Jean Paul Sartre suo nume tutelare e al dissenso tra i due scrittori che porterà Camus a uscire dal Partito Comunista e allontanarsi dalla strategia dell’impegno politico seguita da Sartre. Del resto, leggendo il suo teatro (“Caligola”, “Il mito di Sisifo”), i suoi articoli e i suoi romanzi (“La Peste”, “Lo straniero”, “L’uomo in rivolta”) non si ha l’impressione di venir coinvolti in speculazioni astratte, bensì in un’aspra denuncia della realtà, personale e sociale, in cui un uomo è chiamato ad operare. Realtà che pone il problema del senso o meno dell’esistenza. La conclusione sofferta cui giunge lo scrittore non ha in sé nulla di moralistico, è semplicemente l’accettazione della propria “assurdità, la più straziante delle passioni”. Accettando questo principio di per sé castrante (se la vita è assurda, perché vivere?) che può generare forme di nichilismo e di violenza, facendo come Sisifo condannato dagli dei a far rotolare un macigno sulla sommità di una montagna e vederlo ricadere subito dopo, sottolineando l’inutilità dello sforzo fatto, proprio nell’attimo in cui sa di doverlo ripetere infinite volte, in quella sua disperazione cosciente, per Camus si manifesta la forza della presa di coscienza… ”Sisifo insegna la fedeltà superiore che nega gli dei e solleva i macigni…Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice”. Solo così si riconosce una possibilità di azione, perché “…nell’attaccamento dell’uomo alla vita, vi è qualcosa di più forte di tutte le miserie del mondo”. Nella visione di un impegno comune di tutti gli uomini, per cui anche “La lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo”, è radicata in Camus la certezza che nel mondo continueranno ad esserci sofferenze e soprusi. Quando, nel 1957 riceverà il Premio Nobel per la Letteratura, scriverà nei “Discorsi di Svezia”: “Ogni generazione si crede votata a rifare il mondo. Ma la mia generazione sa che non lo farà. Il compito è troppo gravoso. La mia generazione si impegna solo a impedire che il mondo si disfi, si distrugga… nel suo sforzo maggiore l’uomo può solo proporsi di diminuire aritmeticamente il dolore del mondo”. La difficile, amara conclusione cui giunge Camus è certamente legata alla sua esperienza personale di giovane nato in una famiglia di origine franco-spagnola molto povera costretta a vivere in un quartiere di Algeri abitato da un sottoproletariato arabofrancese, con la magra pensione di guerra del padre defunto e dei guadagni della madre che svolge servizi domestici. Una vita apparentemente senza speranze, senza futuro, ma la precocità intellettuale testimoniata dal giovane Camus negli studi, gli permette di proseguire la sua educazione , iscriversi alla prestigiosa Università di Algeri e di laurearsi in filosofia. In questo periodo viene colpito dalla tubercolosi, malattia che lo accompagnerà per il resto della sua vita. Esordisce nel mondo letterario con una raccolta di poesie “Dritto e Rovescio” e si scopre un’autentica passione per il teatro, inteso però come rappresentazione di una tragedia (l’ispiratore è Shakespeare) più che una palestra di discussioni critiche (vedi Bertold Brecht). Anche se la malattia impone in più occasioni un forzato riposo, essa non gli impedisce di esercitare il giornalismo inteso come mica. Loro, che non hanno la tv in casa, alla fine riusciranno a partecipare al programma, ma non faranno breccia sul pubblico, a vincere sarà l’altro concorrente, allevatore cinico e ignorante dalla chiacchiera facile e nonna madre e sorella cantanti, come a dire: vincono sempre i peggiori. Le Meraviglie è prima di tutto un film autobiografico, girato come un documentario naturalista, dove la mancanza di colonna sonora permette allo spettatore di sentire il rumore dei passi sull’erba o il canto dei grilli al mattino. Ma le Meraviglie stanno soprattutto nelle atmosfere sognanti e nella bellezza dei luoghi mostrati dalla macchina da presa: la Tomba Ildebranda a Sovana, la Balena Bianca nelle terme di Bagni San Filippo, il lago di Bolsena, l’Isola Bisentina, il diruto casolare vicino Acquapendente e la campagna maremmana, sempre uguale, sempre diversa. Le Meraviglie più che nelle parole sono nei cambi di sguardi tra padre e figlia, nell’amarezza e nella gioia di vivere, nel desiderio di libertà, nel cercare di sopravvivere in un mondo che sta finendo. Le meraviglie sono da ricercare in quella poesia che è la vita, sussurrata da quei molti che negli anni ottanta da ogni dove sono arrivati in Maremma ad abitare casolari fatiscenti, ad improvvisarsi agricoltori, senza radici ne’ memoria, senza accorgersi che i soldi purtroppo sono fondamentali e che un cammello in campagna non serve a nessuno. mezzo per dimostrare il suo impegno contro ogni forma di dittatura del pensiero e in favore dei nord-africani sfruttati nella loro terra dalla politica coloniale francese come dimostrerà la “guerra d’Algeria”, battendosi per una nuova “cultura mediterranea”, (a tutt’oggi incomprensibilmente disattesa). Nei suoi viaggi in Italia, Albert Camus si sofferma spesso sulla inconsueta bellezza del paesaggio e sulla luminosità particolare del cielo…” Mi pare che la mia giovinezza mi attendesse in Italia e forze nuove e la voce perduta”, così scrive nel 1954 con la segreta nostalgia del cielo e del mare della sua terra…” Fiesole, Djémila et les portes dans le soleil”. La Toscana è la sua meta preferita, ripercorrendo l’itinerario di Piero della Francesca, per il quale ha una vera ammirazione, tra chiese e musei. A Firenze, visita il Chiostro della Santissima Annunziata: “Cala la sera e mi siedo per terra appoggiandomi a una colonna…un prete passa e mi sorride. Nella chiesa l’organo suona in sordina e la calda sonorità delle sue note appare all’improvviso dietro le grida dei bambini che giocano…”. Ha passato la mattina in un convento di francescani a Fiesole, in un’atmosfera al profumo di alloro, fermandosi a lungo in un piccolo cortile pieno di fiori rossi, di sole, di api gialle e nere. Poi è tornato verso Firenze costeggiando la collina che scende verso la città tra i cipressi. “In questo splendore del mondo… io vedevo la sua stessa giustificazione”. Davanti a simili paesaggi, la cui bellezza gli toglie il respiro, davanti a “questi vangeli di pietra, di cielo e d’acqua… mi sentii felice”. A Firenze sale verso i Giardini di Boboli fino a una terrazza da cui si scorge il Monte Oliveto…”. Abbracciai con lo sguardo la fuga di colline che respiravano all’unisono insieme al canto della terra… quello fu per me come il primo sorriso del cielo”. Albert Camus muore in un incidente di macchina il 4 Gennaio 1960. Pro loco per un turismo diverso quanto durerà ancora? di Alessandro Zecchini D urante il ponte del primo maggio si è svolta a Pitigliano la prima mostra mercato “Cibo in Condotta”, presso gli ex-granai della Fortezza Orsini, organizzata dalla condotta Slow Food Pitigliano e Colli di Maremma ed il supporto tecnico ed operativo dell’instancabile Proloco “L’orso” di Pitigliano. Un’affluenza molto buona per questa prima edizione (circa 2000/2500 presenze nei tre giorni) che ha permesso di far conoscere una piccola realtà che opera sul territorio da alcuni anni, presente nei cinque comuni che fanno parte della condotta (Pitigliano, Sorano, Manciano, Castell’Azzara, Semproniano). Cornice della manifestazione la mostra d’arte “... e, in mezzo, la Toscana”, connubbio tra arte e cibo per conoscere donne e uomini che dedicano la propria vita alla terra, ne raccolgono i frutti e sapientemente e con passione li trasformano. Un territorio che non è soltanto suolo, clima e geografia, ma anche storia, saperi, tecniche artigianali; un cibo che è espressione d’arte dove ogni prodotto rappresenta la cultura, la sostenibilità ambientale e sociale. É stata l’occasione per scoprire piccoli produttori buoni, puliti e giusti, da quelli caseari-contadini, fino a arrivare alla pasticceria; ma anche un esperienza di socialità dove ascoltare, osservare, assaggiare e condividere decine di saperi. Un territorio molto esteso e ben rappresentato dalla Comunità del cibo di Petricci e non solo. Hanno partecipato tra gli altri “Naturalmente Toscano“ con il pane a lievitazione naturale, prodotto con la varietà del grano “autonomia“, farina macinata a pietra; da “Gatti Birrai”, piccolo birrificio artigianale, da varie aziende agricole produttrici d’olio e formaggi locali e dai vini dell’azienda vitivinicola “Villa Corano” e dell’azienda agricola “R. Luongo”, infine “Sapori e Saperi di Maremma” con produzione di biscotti. Ciò che occorre sottolineare non è tanto la riuscita o meno della mostra (comunque un buon successo) ma quello che si cerca di trasmettere al visitatore. Un‘esperienza da ripetere senza ombra di dubbio che rappresenta la strada da seguire per la promozione di un territorio marginale come quello sopracitato, ma alla quale vanno dedicate inesorabilmente più risorse. Alcuni eventi che fanno da vetrina e aiutano a costruire un brand per l’intera area non possono essere lasciati esclusivamente al volonatriato (seppur lodevole), occorrono al più presto progetti a lungo termine appoggiati in prima linea dalle istituzioni che devono decidere una volta per tutte cosa e come promuovere realmente il territorio. di Giovanni Gentili N e rimarrà uno solo? Sarebbe già un successo. Al consiglio della Pro loco pitiglianese, rinnovato circa un anno fa, di 7 che erano ne sono rimasti 2. Anch’essi sfiniti e scoraggiati. Se a questo si aggiunge un programma estivo ancora in alto mare ed un’amministrazione comunale che non è in grado di garantire risorse certe, il quadro si fa ancora più grigio. Le uniche iniziative già in cantiere sono: “Calici di stelle” e “Passato prossimo”. Feste che coprono non più di 4 giorni sui circa i 50 che vanno da metà luglio ai primi di settembre. Anche togliendo la Festa della Contea e Cantine nel Tufo, i giorni da “riempire” rimangono molti. Allora è opportuno fare una riflessione. Ci sono alcuni momenti in cui diventa di fondamentale importanza fermarsi, guardarsi intorno, rinfrescarsi le idee e, se necessario, ripartire da zero. L’obiettivo originario della Pro loco è quello di promuovere le attività turistiche, le tradizioni popolari e la salvaguardia del patrimonio ambientale, storico, artistico e culturale del paese. Certamente nell’ambito della promozione turistica può essere fatto rientrare di tutto. Ma siamo sicuri che una serata di liscio su due sia un valido modo per promuovere il turismo? Perché dall’amministrazione comunale è questo l’input: riempire tutte le sere, anche se non ci sono le risorse, anche se mancano le idee. Ed allora, quest’anno, dopo essersi consultati ed essere arrivati vicini a lasciare, i pochi consiglieri superstiti, hanno deciso nuovamente di rimboccarsi le maniche ed optare per una soluzione alternativa. Con buona probabilità saranno coinvolti i commercianti che, a turno, organizzeranno delle serate, con il supporto e la supervisione della Pro loco stessa. Si garantirà così non solo una maggiore offerta, ma anche un’offerta diversificata e rivolta a tutte le età, dato che i commercianti saranno lasciati completamente liberi nella scelta delle iniziative da portare avanti. Se la proposta andrà in porto l’estate pitiglianese non solo sarà salvata ma risulterà probabilmente più invitante. Questo però non ci esime dal fare una dolorosa constatazione. Nonostante continuiamo a sentire sbuffare la gente in piazza perché “a Pitigliano non si fa mai niente”, non c’è nessuno disposto ad impegnarsi direttamente nell’associazione. Allora lanciamo un appello all’impegno ed alla collaborazione. E tanto di cappello a quei pochi che ancora continuano a crederci e a lavorare nella Pro loco a titolo volontario per il bene del paese e dei suoi cittadini. Notizie dal territorio La strada XI Settembre di vino di A.Z. L a Festa delle Cantine 2014 è ancora lontana ma idee e progetti non si fermano mai dentro l’associazione Cantine nel Tufo. Il mese di Maggio è stato un mese importante per la giovane associazione pitiglianese che adesso ha al suo interno un nuovo ospite un po’ ingombrante ma di sicura affidabilità e utilità. L’associazione ha acquistato una grande tendostruttura di 300 metri quadri, un’importante investimento di energie e economico che potrà essere sfruttato in futuro in innumerevoli modi. Un segnale inequivocabile che l’associazione manda al territorio nel modo di lavorare come ha ricordato il presidente Alessio Celata: “L’idea di questo acquisto nacque due anni fa in occasione della prima edizione dei Santi Vinai a novembre. Queste strutture consentono innumerevoli utilizzi per eventi futuri che possono spaziare dalle feste popolari alle mostre ecc...avere a di- sposizione così tanti metri quadrati coperti consente di progettare nei minimi dettagli qualsiasi avvenimento venga in mente”. Questa associazione nata un po’ per caso con l’intento di promuovere la festa delle cantine sta facendo qualcosa in più. Il settembre di vino è diventato ormai l’evento popolare più seguito ben al di fuori del territorio e della Maremma, la classica festa che i visitatori segnano in rosso sul calendario alla quale non si può mancare, per la quale si chiedono le ferie al capo. Il coinvolgimento di migliaia di turisti, l’aggregazione di giovani e non, il riscontro economico su tutta l’economia cittadina sono elementi evidenti sotto gli occhi di tutti ormai da anni, ma come si dice in questi casi c’è anche dell’altro. Questa associazione non organizza solo feste ma investe sul territorio per lasciare un segnale indelebile nel tempo, si rinnova e si ampia, fa parlare di se in modo produttivo e soprattuto esporta un marchio chiamato Pitigliano. Associazione Cantine nel Tufo, Pitigliano Settembre di vino 2014 festa delle cantine 4-5-6-7 settembre 2014 Notizie dal territorio e non solo... Il Pozzo Antico Maremma Maiala Via Generale Orsini, 21 Pitigliano (GR) Tel. 0564 614405 Le torte del Pozzo Il Pozzo Antico non è solo pizzeria e ristorazione. Realizziamo anche fantastiche torte personalizzate adatte ad ogni tipo di ricorrenza COLLEZIONE 2014 Belle novità per il marchio maremma maiala. Una particolare attenzione alla linea UOMO completamente rinnovata con un effetto vintage e modelli trendy in tre colori. Stessa linea per la donna, che così acquista anche un tocco “vecchio stile”… Molte altre novità e coloratissime in negozio per la collezione completa di primavera-estate! Via Roma 99, Pitigliano (GR) XII LA ROCCA American Bar-Pizzeria Piazza della Repubblica 92 - Pitigliano (GR) FESTA DELLA CONTEA agosto 2014 Work in progress
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