FONTI: PARTECIPANTI: Adrian Pădurariu Valentina Ciaschini Simona Miliffi Moscatelli Marina Ragatzu Giulia Pratesi C. A., Mattia G., Piano marketing dei nuovi prodotti, McGraw-Hill, Milano, 2002, pp. 131-204. Molteni L., Troilo G. (a cura di), Ricerche di marketing, McGrawHill, Milano, 2007, pp. 449-480. MauriC., Product&Brand Management, 2004, pp. 181-197. Università degli studi di Urbino Carlo Bo Scuola di Economia Corso: Marketing Progredito Docente: G. Ferrero A.a.: 2013/2014 1. Organizzarsi per l’innovazione 2. Le tecniche per generare idee e sviluppare la creatività 3. Ricerche di marketing per l’innovazione 4. Le ricerche per il lancio di nuovi prodotti 5. La gestione del portafoglio prodotti ORGANIZZARSI PER L’INNOVAZIONE INTRODUZIONE Per far si che in azienda ci sia un terreno fertile all’innovazione, capace di garantire un flusso continuo di nuovi prodotti a elevato potenziale, occorrono alcuni presupposti di tipo organizzativo, culturale e tecnologico. SONO 5 I PASSI DA SEGUIRE PER INCORAGGIARE L'INNOVAZIONE, RAFFORZANDO L'INTEGRAZIONE E IL COORDINAMENTO TRA I DIVERSI DIPARTIMENTI: Definizione di una struttura organizzativa; selezione e formazione di persone di talento; presenza del top management e ambiente di lavoro favorevole all’innovazione; utilizzo di strumenti per sviluppare la creatività; definizione precisa del processo di sviluppo di un nuovo prodotto. STRUTTURA ORGANIZZATIVA La struttura organizzativa è un sistema di dipendenti. Lo scopo della struttura organizzativa è di dividere le attività dell'organizzazione in attività che vengono eseguite da alcuni dipendenti per raggiungere gli obiettivi organizzativi GRUPPI DI LAVORO E TEAM Il processo di innovazione richiede un gruppo di persone che hanno competenze diverse, le quali, interagendo e collaborando, possono portare a termine il processo. Nella creazione e gestione di un gruppo di lavoro deve rispettare alcune regole tipiche del team building (insieme di azioni che consentono a un gruppo di lavoro di diventare una vera e propria squadra) e del team working (ha come obiettivo il risultato superiore alla somma dei singoli sforzi dei componenti del team stesso): comprendere e condividere gli obiettivi; conoscere se stessi; conoscere gli altri definire le responsabilità; stabilire le regole di comportamento. PROJECT MANAGER Il lavoro in team e il coinvolgimento di varie funzioni organizzative richiedono un intenso coordinamento delle attività, che in genere viene svolto da un Project Manager ossia un responsabile capace di seguire da vicino tutte le diverse fasi dello sviluppo e del lancio di un nuovo prodotto . Il suo ruolo è quello di coordinare le varie funzioni coinvolte nel processo di innovazione di prodotto. PRODUCT MANAGER Una volta portato a termine il lancio, il nuovo prodotto viene affidato a un PRODUCT MANAGER che ha il compito di seguire da vicino la gestione di marketing di un determinato prodotto. Questo avviene nelle imprese che hanno un portafoglio caratterizzato da una molteplicità di prodotti che richiedono strategie di marketing differenziate. PROJECT/PRODUCT MANAGER Top Management Project/P roduct Manager Marketin g R&S Vendite Produzio ne Altre funzioni STRUTTURA CORPORATE I notevoli investimenti e i tempi lunghi richiesti nel processo di innovazione portano alcune aziende ad avere una struttura organizzativa più complessa, con il compito di progettare i nuovi prodotti e seguirne lo sviluppo fino al lancio. Le imprese multinazionali, per favorire l’innovazione ed evitare il ripetersi di sforzi in paesi diversi, tendono ad adottare una struttura centrale che si dedica solamente all’innovazione. In alcune aziende queste strutture centralizzate gestiscono completamente il processo di innovazione, mentre in altre imprese si occupano solo della gestione del concept. Nel modello centralizzato esiste un Centro Internazionale per l’Innovazione, dove operano esperti di marketing costantemente impegnati nell’attività di sviluppo e validazione di nuovi concept di prodotto. Per ogni categoria di prodotto esiste un Category Director, che ha responsabilità a livello mondiale e da cui dipendono diversi Category Manager (uno per ogni regione), che hanno il compito di decidere di volta in volta quale paese coinvolgere nell’attività di sviluppo del marketing mix. Questa soluzione è adottata in quei mercati dove lo sviluppo di un nuovo concept richiede forti investimenti in termini di creatività. STRUTTURA CORPORATE CENTRALIZZATA. Worldwide CEO Worldwide Innovation Director Category Director A Category Manager USA R&D Category Director C Category Director B Category Manager (EU) Produzione Project Manager (Italia) Project Manager (Francia) Category Manager (Resto del Mondo) Finanza Altro Nelle imprese con soluzioni organizzative più decentrate è previsto un Category Director a livello europeo dal quale dipendono una serie di Category Manager, il cui ruolo si limita alla selezione delle varie idee che vengono proposte e all’individuazione dei concept più promettenti. In molti casi l’organizzazione decentrata prevede per ogni categoria di prodotti, un paese definito Lead Country che viene scelto come paese-laboratorio incaricato dell’innovazione di marketing. Questa struttura è generalmente preferita dalle imprese che devono conciliare le esigenze di standardizzazione internazionale con la necessità di una maggiore vicinanza ai mercati di consumo. STRUTTURA CORPORATE DECENTRALIZZATA Worldwide CEO Presidente (UE) Franchise Director (UE) Franchise Manager Categoria A Franchise Manager Categoria B Franchise Manager Categoria C Un’altra struttura organizzativa, tipica del mercato agroalimentare, prevede una decentralizzazione ancora più accentuata e in questo caso si può parlare di processo di innovazione locale. In questi casi sono le strutture locali ad avere al loro interno funzioni responsabili per l’innovazione di prodotto (spesso nell’ambito Marketing) che hanno lo scopo di creare il concept e sviluppare nuovi prodotti. Nella gestione del Marketing possono convivere, all’interno della stessa impresa, strutture centralizzate e decentralizzate (per ogni tipo di prodotto) a seconda del grado di globalizzazione presente nel mercato in cui vanno ad operare. IL FATTORE UMANO Per portare avanti in modo efficace lo sviluppo di un nuovo prodotto occorre soprattutto che le persone coinvolte abbiano un adeguato orientamento culturale. COMPETENZA E ATTITUDINI Per attivare il processo di innovazione sono necessarie una serie di caratteristiche: Identificazione del consumatore; Ragionamento; Indispensabile una notevole dose di curiosità; Creatività. IL RUOLO DEL TOP MANAGEMENT E AMBIENTE ORGANIZZATIVO Nel sottolineare l’importanza del fattore umano nel processo di innovazione è bene fare qualche considerazione sul ruolo del vertice dell’impresa in quanto è coinvolto in tutte le fasi del processo. Il Top Management deve avere un atteggiamento favorevole all’innovazione e deve facilitare il processo di sviluppo del nuovo prodotto, valorizzando e promuovendo i suoi collaboratori sulla base del contenuto che apportano all’innovazione di prodotto. FATTORI CRITICI DI SUCCESSO PER LO SVILUPPO DI UN AMBIENTE CREATIVO I fattori da prendere in considerazione per favorire lo sviluppo dell’ambiente creativo e propenso all'innovazione in azienda sono 6: Tolleranza; Un'adeguata organizzazione; Strutture fisiche adatte; Favorire qualunque tipo di comunicazione; Prevedere indirizzamento, feedback e riconoscimenti; Proteggere e valorizzare le risorse umane. LE TECNICHE PER GENERARE IDEE E SVILUPPARE LA CREATIVITÀ La creatività può essere innata, o sviluppata/potenziata attraverso opportune tecniche. Lo strumento più utilizzato è il brainstorming. Le altre tecniche sono le product centred incentrate sulle caratteristiche del prodotto, e le market based basate sull’analisi del mercato. IL BRAINSTORMING È la modalità più pratica per organizzare gruppi creativi all’interno dell’impresa. È una tecnica che serve a sviluppare nuove idee e soluzioni a problemi attraverso l’interazione e lo stimolo reciproco. Si riunisce un gruppo da 5 a 10 persone e si discute del problema. Ci sono diversi “principi cardine” da rispettare per affrontare un Brainstorming in maniera corretta e “fruttuosa”: 1. Non criticare le idee degli altri; 2. Andare a “ruota libera”; 3. Non soffermarsi sulle proprie idee; 4. Gruppo il più possibile multidisciplinare; 5. Non avere un atteggiamento pessimista. Ci sono poi ulteriori presupposti da tenere in considerazione: scegliere i componenti del gruppo tra quelli che sono considerai “i più creativi”; utilizzare “strumenti di stimolo” quali indagini, studi di trend, prodotti concorrenti, ecc. non cercare ragionamenti troppo logici o “specializzati; tenere conto dei “5 stadi del pensiero” di Edward De Bono; evitare che la discussione proceda in modo conflittuale. I 5 stadi del pensiero secondo Edward De Bono 1. Dove. Indica il fine, l’obiettivo del pensare. 2. Cosa. Indica le informazioni disponibili e quelle che servono. 3. Possibilità. È lo stadio in cui cerca di risolvere il problema e si identifica il modo da procedere 4. Risultato. È lo stadio della conclusione, della decisione e della scelta; 5. Azione. Indica la fase dell’agire. In particolare, per evitare che la discussione proceda in modo conflittuale De Bono propone un sistema utile per evitare tale problema attraverso il pensiero parallelo: I 6 CAPPELLI PER PENSARE Domande precise e specifiche Vantaggi e funzionalità Alternative e cambiamento Intuizioni e emozioni Giudizi critici e pessimismo Organizzazione e priorità APPLICAZIONE AD UN PRODOTTO DERBI IDEA: nascondere alla vista la marmitta dello scooter inserendo lo scarico nel codone. Valutazione della idea con il metodo dei sei cappelli. Emozioni positive e problemi non insormonta bili Scarico nel codone come le moto da competizio ne Migliore estetica, sicurezza contro scottature Scooter Derby Difficile manutenzio ne, meno spazio bauletto, necessità di isolamento Scarico più compatto Dare potenza, aggressivit à, protagonis mo PRODUCT CENTRED Sono tecniche utilizzate principalmente per individuare miglioramenti dei prodotti esistenti o estensioni di linea considerando i prodotti come sistemi di attributi che includono delle caratteristiche tecniche capaci di offrire benefici ai consumatori. ANALISI MORFOLOGICA Procedura: il prodotto viene minuziosamente descritto negli aspetti fisici e nelle sue varie funzionalità d’uso. Obiettivo: trovare nuove combinazioni di attributi e funzioni d’uso per offrire una migliore performance per il cliente o l’impresa. ESEMPIO: DI UNA BOTTIGLIA D’OLIO POSSIAMO DIRE Cilindrica; Di vetro; Trasparente; Con una etichetta di carta; Un tappo di metallo in alto; Con una capienza di 0.75 cl; … Sulla base di questo elenco vengono poste una serie di domande, tipo: Se il tappo fosse in basso? Se il vetro fosse colorato? Se la dimensione fosse minore? … Si deducono poi i possibili vantaggi per il consumatore e gli svantaggi. MARKET BASED Sono tecniche incentrate sul concetto di posizionamento competitivo. CONFRONTO CON LA CONCORRENZA Procedura: si visualizza il “collocamento” (posizionamento) dei vari competitor sui grafici. Obiettivo: scoprire i punti deboli della propria gamma ed eventuali “vuoti” d’offerta. ESEMPIO MAPPA DI POSIZIONAMENTO NEL SETTORE DEI DENTIFRICI Capacità curativa “Da Farmacia” Mentadent Gusto Vuoto d offerta “Da Discount” Opportunità di Business IL PROCESSO DI SVILUPPO Le fasi che portano alla nascita e alla commercializzazione di un nuovo prodotto sono: Concept Sviluppo e test Piano di lancio Controllo È necessario seguire un tracciato standard nello sviluppo del nuovo prodotto per: 1. vincolare il Management a procedere in modo ordinato senza tralasciare aspetti critici; 2. definire gli aspetti tecnici e formali, di mercato ed economici del nuovo prodotto; 3. minimizzare la quantità di sforzi e i livelli dedicati al prodotto dopo la sua entrata in produzione. FASE 1 Obiettivo: generazione di idee vincenti in termini di concept, prodotto e package. Metodo: tecniche creative (brainstorming, analisi morfologica, ecc.) FASE 2 Obiettivo: coordinare tutte le attività per il lancio del prodotto. Metodo: concentrarsi sui progetti con potenzialità economiche in linea con gli standard aziendali. FASE 3 Obiettivo: definire gli aspetti legati alla logistica (SUPPLY CHAIN MANAGEMENT) definizione aspetti del marketing mix (politiche commerciali, target e mezzi di comunicazione) Metodo: trasferimento di tecnologia e informazioni dalla Ricerca e Sviluppo alla Produzione e al Marketing FASE 4 Obiettivo: individuare le eventuali cause problemi; osservare i motivi del successo. e/o Metodo: confrontare i risultati delle vendite effettive con le previsioni fatte dopo i test sui consumatori. Esempio: https://www.youtube.com/watch?v=Xal7Ouxo88 TEMPI E COSTI DEL PROCESSO … Il tempo medio per lo sviluppo di un nuovo prodotto è molto variabile, oscilla dai 6 mesi ai 36 mesi. In generale: 20% : selezione idee e valutazione concetti; 40%: progettazione e piano di marketing; 40%: preparare, eseguire e analizzare i risultati dei concept test. RICERCHE DI MARKETING PER L’INNOVAZIONE Molte delle decisioni che portano al lancio di un prodotto presuppongono l’effettuazione di ricerche di mercato. Così le ricerche di mercato si trasformano in un vero e proprio facilitatore nell’attuazione delle strategie di lancio. Capire le esigenze di chi acquista e cercare idee 3 Obiettivi Validazione Controllo Una ricerca di mercato si compone delle seguenti fasi: Definizione degli obiettivi (e dei vincoli di costo) Scelta del tipo di ricerca (qualitativa o quantitativa) Dimensionamento (errore statistico accettato) Raccolta delle informazioni Analisi delle informazioni Redazione del rapporto finale SCELTA TIPO DI RICERCA Possiamo distinguere tra: Ricerca QUALITATIVA: consente di acquisire in maniera dettagliata il pensiero del consumatore ed approfondirne il significato. Possono essere seguite da ricerche quantitative. - - Focus group Interviste individuali in profondità Ricerca QUANTITATIVA: serve a verificare quanto le nostre ipotesi trovano riscontro nella realtà, permette cioè di misurare l’intensità di un fenomeno. Sono la base per la costruzione di modelli. - Questionario LE RICERCHE QUALITATIVE FOCUS GROUP Consiste nel riunire un gruppo di individui sotto la guida di un moderatore esperto il quale, partendo da una traccia più o meno strutturata, stimola la discussione chiedendo a ciascuno di esprimere liberamente giudizi, sensazioni e impressioni evocati da un prodotto o una categoria di prodotti. Il principale vantaggio del focus group è che facilita l’interazione tra i partecipanti e quindi la generazione di una grande mole di informazioni. Nello studio di un nuovo prodotto il focus group si rivela particolarmente utile, in quanto favorisce la spinta creativa al momento della generazione delle idee e migliora i contenuti del prodotto stesso una volta definito il concept. Volendo ottenere impressioni su un certo prodotto si tenderà ad utilizzare consumatori effettivi, che presentano comunque elementi comuni, o, se il prodotto è nuovo, consumatori di prodotti simili. Molte imprese fortemente orientate all’innovazione utilizzano le ricerche qualitative per esplorare le tendenze di consumo o per individuare nuovi consumer insight, senza partire da un concept già definito. Pertanto i focus group possono rivelarsi molto efficaci per avvicinarsi ai consumatori mentre si studia un nuovo prodotto. INTERVISTE INDIVIDUALI IN PROFONDITA’ Attraverso l’interazione diretta tra intervistatore e intervistato si cerca di approfondire le dinamiche di comportamento e motivazione di alcuni individui presi singolarmente. Anche in questo caso lo scopo è quello di riuscire a trarre dal contatto diretto più informazioni possibili. La differenza rispetto al focus group è che questo metodo permette di conoscere un numero maggiore di valutazioni che l’individuo esprime in merito alla realtà osservata. Si presta ad essere utilizzata quando si vogliono ricostruire in maniera approfondita delle esperienze personali o quando le caratteristiche degli individui rendono preferibile una ambientazione più protetta. LE RICERCHE QUANTITATIVE Lo strumento principale attraverso cui si svolgono le ricerche quantitative è il QUESTIONARIO. Questo viene somministrato ad un campione rappresentativo di consumatori le cui risposte vengono classificate e successivamente elaborate con lo scopo di estrapolarne dei dati utili alla nostra analisi. I metodi usati per svolgere un’indagine quantitativa sono: INTERVISTA TELEFONICA CATI Le domande del questionario da somministrare appaiono sul terminale dell’intervistatore. Tutte le risposte confluiscono in un database e verranno poi elaborate. INTERVISTA FACE TO FACE Questo metodo si preferisce quando è necessario indagare un fenomeno nel luogo in cui esso si manifesta: in questo caso le risposte vengono trascritte su un supporto cartaceo o elettronico. Qualitative Quantitative • Forniscono stimoli su fatti, conoscenze, opinioni, atteggiamenti, motivazioni non prevedibili. • Consentono di comprendere immediatamente le reazioni dei consumatori, grazie a domande dirette formulate dal moderatore al presentarsi dello stimolo. • La rappresentatività non è funzione del numero dei casi. • Gli output non sono quantificabili. • Sono molto flessibili. • Sono in genere più economiche delle quantitative. • Possono essere seguite da indagini quantitative. • Forniscono rappresentazioni misurabili dei fenomeni. • Consentono di classificare percezioni e reazioni. • Consentono di delineare trend e interrelazioni fra variabili. • Sono la base per la costruzione di modelli. IL QUESTIONARIO E’ lo strumento principale intorno al quale ruota la conduzione di una ricerca quantitativa. Non ha una struttura standard se non per alcuni aspetti che sono generalmente compresi nella maggioranza delle indagini (ad esempio le domande di tipo demografico). Gli aspetti «chiave» da considerare durante la costruzione di un questionario sono La scelta del tipo di domanda La scala di classificazione delle risposte La modalità di formulazione delle domande L’ordine di somministrazione La lunghezza a) SCELTA DEL TIPO DI DOMANDA Aperte Chiuse Filtro Di controllo b) SCALA DI CLASSIFICAZIONE DELLE RISPOSTE Scala di Likert Scala di importanza Scala gerarchica Scala di valutazione Differenziale semantico c) COME FORMULARE LE DOMANDE Domande mirate Domande brevi Domande con tempi di risposta omogenei Domande che evitano fraintendimenti Domande con linguaggio piano e struttura semplice d) ORDINE DI SOMMINISTRAZIONE DELLE DOMANDE Creare un flusso che favorisca la collaborazione di chi risponde e facile da proporre Approccio «concentrico», partendo da domande generali e arrivando a quelle più specifiche e) LUNGHEZZA DEL QUESTIONARIO Evitare un tempo di somministrazione superiore ai 20 minuti Evitare di superare le 30 domande I TEST DI MARKETING Hanno lo scopo di ottimizzare le varie fasi del processo di sviluppo del nuovo prodotto. Non sono obbligatori e si possono evitare quando: Il concept è considerato particolarmente «forte». Il mercato di riferimento è ben conosciuto. Il Management ha una propensione al rischio elevata. Il prodotto non è particolarmente innovativo e si può utilizzare l’esperienza accumulata in lanci precedenti. Introduzione anticipata del nuovo prodotto per arrivare sul mercato prima dei concorrenti. I TEST QUANTITATIVI PER LA VALUTAZIONE DEL CONCEPT I concept che risultano come i più interessanti dalle ricerche qualitative possono essere oggetto di un successivo test quantitativo, al fine di misurare attraverso alcuni parametri di sbarramento (hurdle rate) la loro potenzialità. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. La comprensione del concept; La rilevanza dei benefici; L’intenzione di acquistare (purchase intent) L’unicità del prodotto (uniqueness); La credibilità (credibility); Value for money; La presenza di eventuali dislikes; La coerenza con il brand. Partendo da un market research brief, l’agenzia di ricerca predispone un questionario di valutazione del potenziale del concept, grazie al quale i giudizi sui singoli hurdle rate vengono sintetizzati in un valore di potenziale mediante un sistema di punteggi. Le informazioni che otteniamo dal questionario sono: a) l’intenzione di acquisto degli intervistati; b) una prima stima dei volumi di vendita e della quota di mercato. I TEST PER LO SVILUPPO DEL PRODOTTO Se in azienda si è rafforzata la convinzione che un concept ha elevato potenziale e merita ulteriori investimenti, inizia la fase di sviluppo del prodotto che prevede l’effettuazione di cinque principali tipologie di ricerche: Test del nome Test di prodotto Packag e test Adverti sing pre-test Test di prezzo PRODUCT TEST E’ un’indagine qualitativa che ha lo scopo di rilevare gli aspetti (emozionali, razionali, di esperienza) che legano i consumatori all’uso e all’acquisto del prodotto. L’uso del prodotto viene simulato in un contesto realistico di mercato. Le metodologie di ricerca adottate sono 2: TEST COMPARATO: - Il prodotto viene confrontato con le offerte dei concorrenti attraverso il blind test; - Viene usato nel caso in cui il nuovo prodotto si inserisca in una categoria esistente, non sia particolarmente differenziato; - Periodo di prova breve (non oltre 1 mese). TEST MONADICO: - Si esamina il singolo prodotto senza richiedere ai consumatori un confronto; - Periodo di prova più lungo. ESEMPIO: COCA COLA Nel 1985 Coca Cola, preoccupata per la crescita della rivale Pepsi, decise di creare una nuova Cola con un gusto più dolce da sostituire alla precedente (http://www.businessinsider.com.au/what-new-cokelooked-like-in-1985-2013-3). Avendo ricevuto una risposta ampiamente positiva (il 60% di preferenza per il nuovo prodotto) dai blind test effettuati i manager di Coca Cola decisero di velocizzare il lancio del prodotto facendo notevoli investimenti pubblicitari. La reazione di scontento dei consumatori fu totalmente inaspettata e indusse i vertici di Coca Cola a reintrodurre il vecchio prodotto. L’errore più grosso da parte dell’impresa statunitense è stato quello di effettuare solamente test anonimi, trascurando in tal modo gli aspetti emotivi collegati all’utilizzo del celebre marchio Coca-Cola e l’aver sottovalutato le voci di quel 40% di clienti che avevano mantenuto la loro preferenza per la vecchia bibita. PACKAGE TEST Si analizzano PRIMA (indagine qualitativa): -I valori simbolici e percettivi che i consumatori assegnano alla confezione; -Se la confezione è coerente con il brand; -Se rappresenta un fattore distintivo rispetto ai concorrenti. DOPO (indagine quantitativa): -l’impatto generato sui consumatori (mostrando una foto o un prototipo); -Possibilità di valutare allo stesso tempo gli aspetti estetici e funzionali della confezione. ESEMPIO: TROPICANA Tropicana decise di cambiare il suo packaging tradizionale proponendo una confezione dal design più semplice, rimuovendo il marchio che li caratterizzava (immagine di un’arancia da cui usciva una cannuccia), usando colori più tenui e cambiano il tipo di carattere. Il risultato fu una drastica diminuzione delle vendite che andò a tutto vantaggio dei suoi diretti concorrenti (Minute Maid, Florida’s Natural e Tree Ripe). Questo accadde perché molti dei consumatori che prima, anche se erano di fretta, riuscivano facilmente a riconosce il prodotto poi non erano più in grado di trovarlo con la stessa rapidità. Molti ritenevano anche che questo nuovo design fosse troppo semplice e generico. Tropicana non ebbe altra scelta se non quella di tornare al vecchio packaging. TEST DEL NOME Nello svolgimento di questo test si procede seguendo 3 fasi: 1) A un campione di consumatori viene sottoposta una selezione di possibili nomi per il prodotto allo scopo di comprendere gli aspetti evocativi, affettivi e simbolici di ognuno. 2) Si cerca di individuare quelli maggiormente rafforzativi del concept e, al tempo stesso, coerenti con le caratteristiche della marca. 3) Infine si realizza una ricerca quantitativa per stabilire una classifica di preferenze, basata sull’intenzione e le motivazioni d’acquisto e su quanto il nome è appropriato alla categoria. TEST DI PREZZO Si ricorre al test di elasticità (pricing test) che consente di stimare come si modifica l’intenzione di acquisto in funzione del prezzo del prodotto. Elasticità diretta Elasticità incrociata • Prima: Si sottopone in successione a tre campioni di consumatori (con le stesse dimensioni e caratteristiche) lo stesso prodotto con tre livelli di prezzo diversi; • Dopo: Si osserva come cambia la sua rotazione in diversi punti vendita che praticano prezzi diversi. • Prima: Si crea uno scaffale con diversi prodotti concorrenti, verificando come al variare del prezzo si modifica l’intenzione di acquisto; ADVERTISING PRE-TEST Ha l’obiettivo di stabilire il corretto orientamento delle scelte comunicative in relazione al profilo economico e sociale del target e al suo rapporto con il prodotto. In ordine si procede con: a) Copy test: si verifica la reazione dei consumatori al messaggio pubblicitario. b) - Test quantitativo: si fa una volta che è stato realizzato lo spot o l’annuncio stampa. Punta a misurare: Risposta cognitiva; Risposta affettiva; Risposta comportamentale. Una volta lanciata la campagna si effettuano anche test di controllo a posteriori dai quali si possono ottenere informazioni utili per apportare correzioni alle campagne successive. Viene effettuato anche il tracking pubblicitario, ossia una analisi comparativa della pubblicità con i prodotti (o brand) dei concorrenti. I TEST IN FASE DI PRE-LANCIO Sono test quantitativi e servono a verificare che la configurazione finale del prodotto trovi presso i consumatori un gradimento sufficiente a giustificare la sua introduzione sul mercato. Si valuta anche se occorre apportare aggiustamenti al marketing mix e si acquisiscono le ultime informazioni su come perfezionare la strategia di commercializzazione. Alcune imprese (es: settore alimentare) si effettua anche il cosiddetto area test, che consiste nel distribuire il prodotto a un campione di punti vendita di una certa area geografica con lo scopo di verificare l’andamento delle vendite e la reazione dei consumatori per un certo periodo di tempo. LE RICERCHE PER IL LANCIO DI UN NUOVO PRODOTTO IL RUOLO DELLA RICERCA DI MARKETING Il ruolo delle ricerche di marketing è quello di internalizzare il “punto di vista del mercato” sin dalle prime fasi di sviluppo del nuovo prodotto, in modo da anticipare il giudizio dei clienti e ridurre il grado di incertezza connesso con l’innovazione. IDENTIFICAZIONE DELLE OPPORTUNITÀ E LA GENERAZIONE DELLE IDEE Il ruolo della ricerca di marketing in questo stadio è rappresentato da: ASCOLTO ACCURATO E FEDELE DEL CLIENTE PREFERENZE DEL CLIENTE LINGUAGGI E CODICI più adatti ad alimentare il lavoro del team di sviluppo Si ricorre a diverse tipologie di TECNICHE : •Focus group ideativocreativo; •Analisi delle esperienze d’uso; •Osservazione partecipante; •L’indagine contestuale. •L’analisi delle catene di benefici; •La teoria dei mezzi-fini; •Metaphor elicitation technique- BISOGNI IMPLICITI O INESPRESSI BISOGNI ESPLICITI I NUOVI METODI WEB BASED: Information pump: tecnica di valutazione della qualità e della coerenza dei commenti offerti dai partecipanti ai focus group condotti on-line in merito a una possibile idea di nuovo prodotto; Clickstream analysis: sviluppare un sito web in base ai percorsi di navigazione attuati dai potenziali clienti e agli attributi di prodotto che vengono ricercati. DALLE IDEE AI CONCETTI POTENZIALI IDEE CONCETTI (Concept): descrizioni verbali o grafiche delle idee stesse che evidenziano i benefici offerti e le caratteristiche fondamentali dei potenziali prodotti. Possono essere sottoposti al giudizio dei potenziali clienti, tramite il cosiddetto CONCEPT TEST. DAI CONCETTI POTENZIALI AI CONCETTI DEFINITIVI Il ruolo principale delle ricerche di marketing, in questo caso, è quello di aiutare i BENEFICI espressi nei diversi concept in una serie di ATTRIBUTI DI PRODOTTO atti a fornire quei benefici, grazie alla MISURAZIONE DEL GRADO DI PREFERENZA ESPRESSO VERSO I DIVERSI CONCETTI potenzialmente realizzabili dall’impresa. L’approccio di ricerca più appropriato è quello quantitativo (concept testing quantitativo) e la conjoint analysis. CONJOINT ANALYSIS Una tecnica analitica di riferimento per la misurazione delle preferenze del cliente nell’ambito di alternative di scelta riconducibili a modelli multiattributo. La tecnica presuppone lo sviluppo di vari possibili profili di prodotti alternativi ottenuti combinando fra loro i differenti livelli di un predeterminato numero di attributi e sottoponendo questi profili alla valutazione di un campione di rispondenti rappresentativo della popolazione di acquirenti target. PECULIARITA’: non viene richiesto alcun giudizio analitico sui singoli attributi. Si procede secondo un APPROCCIO DECOMPOSITIVO. DAL CONCETTO AL PROTOTIPO Fase del DESIGN DI PRODOTTO: gli ATTRIBUTI dei profili CARATTERISTI CHE TECNICHE (prototipo di prodotto). VALUE ENGINEERING: un insieme di tecniche e di valutazioni, effettuate in fase di progettazione, aventi lo scopo di ridurre i costi di realizzazione dell’opera. CONCETTO GUIDA: mantenere una relazione costante tra l’importanza che i clienti danno ad ogni funzione del prodotto e i costi dei componenti che contribuiscono all’ottenimento di tal funzione, considerando che il costo marginale di ogni prodotto deve essere proporzionale al contributo offerto alla costruzione del valore da parte del cliente. STRUMENTO: Quality Function Deployment (QFD), insieme di procedure di pianificazione e comunicazione che trovano nella matrice della House Of Quality (HOQ) la più efficace traduzione. House of quality (HOQ) : strumento logico che riesce a costituire una mappa concettuale per realizzare una collaborazione tra le risorse umane operanti all’interno della funzione di marketing, progettazione e produzione. DAL PROTOTIPO AL PRODOTTO: IL PRODUCT TESTING Realizzati uno o più prototipi di prodotto e quindi definiti i relativi processi produttivi, il team di prodotto può valutare e selezionare tali prototipi per la produzione definitiva e il lancio nel mercato, sulla base della migliore performance attesa. Il PRODUCT TEST serve a misurare la capacità dell’impresa di trasformare: CONCETTI che hanno ottenuto le preferenze dei clienti potenziali PRODOTTI EFFETTIVI Il PRODUCT TEST si configura come un ESPERIMENTO e quindi come una ricerca quantitativa. Nel disegno dell’esperimento si prevede una scelta rispetto alle seguenti dimensioni: Criterio di decisione Tipologia di test Attributi da testare Solo alcuni vs intero prototipo Livello di analisi Blind vs Branded o mixed Natura del test Monadico vs Comparativo Lunghezza del tempo di sperimentazione In use vs Instant Campione Ad Hoc vs Panel Luogo In House vs Laboratorio NUOVI APPROCCI: INTERNET BASED PRODUCT TESTING E INFORMATION ACCELERATION INFORMATION ACCELERATION (Urban, Weinberg e Hauser): un metodo di previsione del successo di nuovi prodotti, che alla presentazione virtuale del prodotto associa un’esperienza d’acquisto virtuale. VANTAGGI SVANTAGGI •prevedere la risposta del mercato all’introduzione di innovazioni radicali; •testare numerosi prototipi e incorporare informazioni relative alle variabili di marketing mix. •alti costi di implementazione; • verifica dei prototipi, richiedendo un elevato volume di informazioni per attivare la simulazione d’acquisto. I METODI BASATI SULLA RETE dimostrano una netta superiorità rispetto ai test del concetto più tradizionali poichè presentano: • Costi di realizzazione dei test del prototipo inferiori; • Costi di accesso dei partecipanti alla ricerca limitati; • Raccolta informazioni più affidabili (grazie alla disponibilità di tecnologie che stimolano i sensi); • Possibilità di testare molteplici prototipi (costi di progettazione inferiori, massimizzazione della flessibilità del progetto). STRUMENTI PER LA PREVISIONE DELLE VENDITE La stima delle vendite future (o previsione vendite): è un importante strumento che consente di controllare i ridurre i rischi connessi al processo di sviluppo. Questo valore indica qual è la risposta attesa del mercato e come quest’ultimo risponderà all’eventuale lancio di un nuovo prodotto. Nella fase precedente il lancio: rappresentano un importante strumento di supporto alle decisioni. Nelle fasi iniziali del lancio: permettono di decidere se sia opportuno perseguire un’idea o se invece si meglio abbandonarla. Strumenti utilizzati per ottenere previsioni circa l’accettazione di un nuovo prodotto da parte del mercato si differenziano sulla base delle seguenti variabili: •Metodi di raccolta dei dati: test di mercato; i pre-test, test elettronici; •Tipo di mercati/prodotti esaminati: prodotti durevoli, di largo consumo. METODI DI RACCOLTA DATI Gli strumenti utilizzati nella raccolta dei dati necessari per la previsione delle vendite nella fase antecedente il lancio sono: I MODELLI DI MERCATO SIMULATI (I PRE-TEST): capaci di fornire previsioni di vendita sulla base di dati raccolti in contesti di acquisto e di utilizzo non reali ma simulati in laboratorio. OBIETTIVO: rilevare le intenzioni di prova e di riacquisto di un target di mercato, l’affidabilità e la capacita predittiva di questi test è elevata. VANTAGGI SVANTAGGI •costi di sviluppo e introduzione nuovi prodotti inferiori •Dati in tempi relativamente rapidi e disgnostiche; •Maggiore riservatezza. •Non tengono conto delle reazioni della concorrenza; •Per la stima di alcuni parametri ricorrono a giudizi esterni; •Presentano gradi di realismo limitati; •Poco adatti all’esame di estensioni di linee di prodotto e al caso di innovazioni radicali. Strumenti per condurre i pre-test di mercato e analizzare i dati che ne derivano: BASE ASSESOR Comprende strumenti atti a testare: •nuove idee prima che assumono forma fisica; •idee relative a trasformazioni di prodotti già esistenti. Utilizza dati raccolti in punti di vendita simulati a cui si aggiungono dati ottenuti tramite sondaggi telefonici rivolti a coloro che hanno acquistato il bene nella situazione di acquisto simulata. TEST DI MERCATO: consiste nel lancio del prodotto per un periodo di tempo limitato all’interno di area test, allo scopo di ottenere una risposta dal mercato sulla coerenza del marketing mix; VANTAGGI SVANTAGGI •Dati raccolti sono estremamente affidabili; •Consentono all’impresa di evitare il lancio di prodotti le cui vendite attese non sono conformi alle aspettative. •un’azione di disturbo da parte dei concorrenti, che può influenzare il il manifestarsi delle preferenze dei potenziali clienti. •Costi molto elevati, che possono aumentare con la durata degli stessi. TEST DI MERCATO ELETTRONICI (anni ‘80): test effettuati da società di ricerca di mercato in città selezionate, su un ben identificato panel di consumatori, il cui comportamento d’acquisto viene registrato attraverso i sistemi elettronici dei punti vendita e la cui esposizione pubblicitaria viene manipolata e monitorata. I test di mercato e i metodi elettronici di raccolta dati soddisfano 2 ordini di esigenze, consentono di: Raccogliere informazioni evitando di modificare le condizioni di acquisto; Specificare i panel in funzione delle loro caratteristiche. I MODELLI DI PREVISIONE DELLE VENDITE DEI NUOVI PRODOTTI Raccolti i dati tramite i test si possono sviluppare dei modelli per la previsione delle vendite dei nuovi prodotti. Si ha una distinzione tra: MODELLO DI PROVA E RIACQUISTO: caratterizzati da un breve intervallo di riacquisto (come quelli di largo consumo e farmaceutici). Sviluppato rappresentando formalmente e individualmente la componente di prova e di riacquisto, che, una volta calibrate, devono essere integrate per generare una stima della dimensione e dell’evoluzione delle vendite. OBIETTIVO: stimare il livello di penetrazione di un nuovo prodotto a un tempo t. SVANTAGGI: Non considerano le variabili di marketing; Scarsa considerazione per l’interdipendenza tra gli acquisti di ciascun individuo. MODELLO DI DIFFUSIONE: relativi a prodotti durevoli. Viene sviluppato dalla ricerca quando si cerca di prevedere la domanda di nuovi prodotti caratterizzati da intervalli di riacquisto lunghi (generalmente uguali o superiori all’anno). OBIETTIVO: rappresentare le modalità e i tempi con cui un prodotto si diffonde in un mercato. Modello di BASS (1969): ADOZIONE DEL PRODOTTO INNOVATORI - passaparola; - Influenzano il resto del mercato IMITATORI adottano il prodotto su stimolo dei precedenti LA GESTIONE DEL PORTAFOGLIO PRODOTTI IL PORTAFOGLIO PRODOTTI Espansione della varietà dei prodotti STRATEGIA COMPETITIVA EFFICACE … Soddisfare una domanda sempre più esigente e specifica; Erigere una robusta barriera all’entrata nel mercato. Fonte di risparmi perché genera: Economie di replicazione; • Economie di regolazione. • Economie di replicazione Economie di regolazione … QUESTA STRATEGIA PUÒ ESSERE REALMENTE EFFICACE? Si è cominciato a riflettere su diversi aspetti: Conseguenze dei frequenti lanci di nuove varianti in termini di dimensione del portafoglio prodotti; Reale consistenza della varietà offerta; Configurazione dell’architettura della marca; Difficoltà di accesso ai canali distributivi; Difficoltà di differenziare i prodotti tra i vari canali. LA STRUTTURA DEL PORTAFOGLIO PRODOTTI PRODUCT MANAGER Non è il responsabile di un unico prodotto bensì di un portafoglio prodotti che condividono alcune caratteristiche, di cui la principale è la MARCA. PRODUCT MIX È la somma dei portafogli di ciascun PM all’interno dell’impresa, che può includere una sola o numerose marche. Il Product Mix si struttura gerarchicamente in almeno tre livelli: VARIANTI LINEE GAMMA VARIANTI: Sono specifiche versioni di prodotto che hanno una designazione separata nel listino. LINEE: Le varianti sono raggruppate in linee, ciascuna delle quali comprende prodotti strettamente collegati. GAMMA: È data dall’insieme delle linee. Molto raramente il PM è responsabile di una gamma completa, nonostante ciò deve avere una chiara visione del portafoglio prodotti nel suo complesso LA DIMENSIONE DEL PORTAFOGLIO PRODOTTI Si utilizzano quattro misure: Ampiezza: Numero di linee offerte Profondità: Numero di varianti di ogni marca o prodotto Lunghezza: Numero totale di prodotti della gamma Coerenza: Quanto strettamente sono correlate le diverse linee rispetto al loro uso finale, ai requisiti di produzione, ai canali di distribuzione e ad altri fattori I GUSTI CLASSICI 1. 2. 3. LA PRIMA COLAZIONE GOLOSA 1. 2. Cioccolato Caffè arabica 100% Agrumi di Sicilia Ananas Cocco in scaglie IN LINEA 0,1% 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. Frutti di bosco Mirtilli neri Ciliegie e marene Fragoline in pezzi Mirtilli interi Ciliegie in pezzi MONDO BIOLOGICO 1. 2. 3. 4. 5. 6. Bianco intero Bianco magro Fragole Pesca gialla Pera Lamponi 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Bianco crema Malto Caffè Biscotti ai 4 cereali Cioccolato fondente Caffè arabica 100% Ovomaltina YOMO 8. Fragole in pezzi Ananas in pezzi Pesca in pezzi Frutti di bosco in pezzi Mela verde in pezzi Prugna California in pezzi Ciliegie e marene in pezzi ‹‹da Bere›› Agrumi di Sicilia 4 X 200g ‹‹da Bere›› Ananas 4 X 200g ‹‹da Bere›› Pesca 4 X 200g ‹‹da Bere›› Agrumi i Sicilia 500g ‹‹da Bere›› Ananas 500g ‹‹da Bere›› Pesca 500g ‹‹Minipasto› Pesca ‹‹Minipasto› Fragoline 1. 2. 3. 4. 5. 6. I GUSTI GOLOSI E LINEE DI PRODOTTI Bianco intero Bianco magro Fragola Albicocca Banana Prugna Pesca in pezzi Albicocca in pezzi I GUSTI DEL BOSCO GAMMA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. I GUSTI DEL SOLE FONTE: Mauri C., “Product & Brand Management”, p. 186. Ampiezza: 7 (linee) Profondità della linea I Gusti Classici: 8, e così per tutte le 7 linee Lunghezza della gamma: 8 + 3 + 6 + 7 + 2 + 15 + 6 = 47 Lunghezza media di una linea: 47 / 7 ~ 7 LE POLITICHE DI PORTAFOGLIO Abbiamo quattro modalità: A. Ampliamento gamma con l’aggiunta di nuove linee B. Allungamento verso l’alto e/o verso il basso di una o più linee C. Completamento di una o l’aggiunta di varianti diverse D. Aumento o diminuzione della coerenza di una o più linee più linee con LE POLITICHE DI FACE LIFTING, RESTYLING, LINE EXTENSION E FLANKERING La revisione dei prodotti di una linea, con l’innovazione parziale o sostanziale di alcuni elementi che la connotano si configurano come scelte di … Face lifting Quando coinvolgono attributi estetici (cosmetici) Lancia Ypsilon 2003 Lancia Ypsilon 2006 Restyling Quando implicano una modifica sostanziale degli attributi fondamentali dei prodotti L’allungamento o il completamento di una linea di prodotti possono configurarsi come decisioni di … Line extension Generico approfondimento della linea di prodotti ≠ Flankering È un tipo di line extension assimilabile al concetto di “differenziazione laterale” L’aumento della varietà dall’impresa porta a … dei prodotti offerti Vantaggi: Risvegliare l’interesse dei consumatori nei confronti di beni ormai in fase avanzata del ciclo di vita; Permette di comporre assortimenti mirati a misura di canale, di format distributivo e di cliente. Svantaggi: Creare sovrapposizione di gamma che confondono i clienti; Difficoltà di impostare strategie produttive integrate con conseguente aumento dei costi di produzione. LE MISURE DELLA VARIETÀ DI UNA LINEA DI PRODOTTI • La misurazione della varietà reale di un insieme di prodotti è una questione che sta sollevando un vivace dibattito nella letteratura di marketing. • Le ricerche nell’ambito del marketing raggiunto tre risultati importanti: 1. 2. 3. hanno La varietà ha un impatto positivo significativo sulla quota di mercato di una marca, mentre prodotti ridondanti non hanno alcun impatto La varietà effettiva è scarsamente correlata alla varietà percepita dal consumatore, perché il consumatore considera le reali opzioni di scelta Non è sufficiente misurare la varietà con indicatori globali (n.ro prodotti), ma è opportuno utilizzare indicatori che considerano gli attributi dei prodotti perché i secondi evidenziano una correlazione più elevata con la varietà percepita dal consumatore In particolare, gli studi sulla misurazione della varietà di un insieme di prodotti si sono orientati su due fronti Una prima direzione è la misurazione della varietà di un insieme di prodotti e del suo impatto sulle vendite e sulla quota di mercato È orientato ad individuare le migliori soluzioni produttive e logistiche per ottimizzare i processi aziendali in funzione della varietà desiderata Individuare il TRADE-OFF TRA DIFFERENZIAZIONE E STANDARDIZZAZIONE DEI PRODOTTI CHE MASSIMIZZA LA REDDITIVITA’ L’ALBERO DEI PRODOTTI PER UNA LINEA DI YOGURT GUSTO FORMATO Yogurt “da Bere” della linea “In Linea 0,1%” 500 g Agrumi Variante 1 Ananas Variante 2 4 X 200 g Pesca Agrumi Ananas Variante 3 Variante 4 Variante 5 Pesca Variante 6 FONTE: Mauri C., “Product & Brand Management”, p. 190. Questo sono i due attributi che si ipotizzano critici ai fini della scelta dei consumatori CERCHIAMO DI DETERMINARE LE REALI OPZIONI DI SCELTA ATTRAVERSO LE SEGUENTI MISURE … SB = numero dei formati della “marca” B (nell’esempio consideriamo come marca “da Bere In Linea 0,1%”) = 500g e 4X200g FB = numero dei gusti della “marca” B = 3 = Agrumi, ananas e pesca OB = numero delle varianti distinte dalla “marca” B, cioè numero dei nodi finali occupati da almeno una variante = 6 NB = numero totale delle varianti della “marca” B = 6 … Nel loro insieme queste misure possono essere impiegate con diversi scopi … 1. 2. È possibile costruire analoghe misure per marche concorrenti ed effettuare confronti sulla varietà offerta da ciascuna marca; Possono essere utilizzate come variabili indipendenti di un modello della quota di mercato della linea per rispondere a domande del tipo: le varianti di una linea hanno tutte il medesimo impatto sulla quota di mercato? Il numero di formati e di gusti influenza la quota di mercato? L’IMPATTO DELLA VARIETÀ SULLA GESTIONE DEL PORTAFOGLIO PRODOTTI Effetti Positivi Quando la variante crea vendite aggiuntive Effetti Negativi Quando le vendite conquistate dalla variante vanno a detrimento delle vendite di altri prodotti della linea SINERGIE Cause … Convinzione che le vendite aumentino con il lancio di nuove varianti; Convinzione che una linea completa di prodotti possa far aumentare la quota di marcato; Posizionamento non sufficientemente distintivo delle nuove varianti; Eccessiva segmentazione della domanda per cui si creano due segmenti con preferenze pressoché identiche; Aggressiva promozione della nuove varianti a scapito di quelle già esistenti. CANNIBALIZZAZIONE = Fenomeno per cui un nuovo prodotto lanciato sul mercato sottrae vendite ad un prodotto “fratello”, cioè presente nel portafoglio della stessa azienda LA CANNIBALIZZAZIONE NON DEVE PERÒ ESSERE CONSIDERATA SOLO NEGATIVAMENTE … Un PM potrebbe attuare estensioni di linea finalizzate a migliorare o aggiornare il posizionamento della marca. … UN ESEMPIO = Alcuni produttori di soft drink hanno lanciato varianti light . Pur consapevoli che tali varianti avrebbero sottratto vendite alle bibite tradizionali, erano altresì convinti che la mossa avrebbe migliorato l’immagine complessiva della marca. Una nuova variante, anche con un elevato potenziale di cannibalizzazione, potrebbe essere introdotta per colmare vuoti della linea in cui si teme possano insediarsi marche concorrenti. Il “cannibalismo preventivo o reattivo ” può rivelarsi una strategia EFFICACE … … MA … i suoi vantaggi tendono ad esaurirsi in breve tempo se manca il sostegno di una politica complessiva di gamma Per accertare se e quando una nuova variante crea sinergie o, al contrario, cannibalizza i prodotti di una linea, occorre svolgere ricerche sui consumatori per indagare se e in che misura sostituiscono le varianti tra loro UN ESEMPIO = Mercato dei dentifrici in India • 1989 = Unilever rilancia il dentifricio close-up con due varianti in gel Blue e Red la sua quota di mercato aumentò dal 4 al 16% in due anni •1990 = Colgate lancia la sub-brand Colgate Gel di colore blu, allineandola al prezzo di close-up Da questo momento ha inizio una serie di mosse e contromosse tra i due concorrenti … In un mercato maturo e stabile come quello dei dentifrici come si ridistribuiscono le quote fra i due concorrenti? Assumiamo il punto di vista di Colgate … 1° STEP : Il PM deve predisporre un quadro della struttura competitiva del mercato di riferimento e delle caratteristiche principali della domanda. • Dal 60 al 90% delle famiglie acquista diverse marche; • Il 30% delle famiglie acquista più marche nel corso della stessa spesa; • Quasi il 50% delle famiglie benestanti residenti nelle grandi città acquista diversi dentifrici nella stessa occasione. 2° STEP : Valutazione della fonte delle vendite delle nuove varianti. Il PM dovrebbe raccogliere dati sul comportamento di tre segmenti di individui: • I fedeli alla marca; • I consumatori che cambiano marche; • I non-consumatori. Una nuova variante di successo è quella che: A- Genera acquisti aggiuntivi da parte dei consumatori fedeli alla propria marca; B- Attrae i consumatori fedeli di marche concorrenti; C- Attrae i brand switchers; D- Attrae i non-consumatori della categoria. Nel nostro esempio … Dopo un anno dal lancio di close-up fu subito evidente che le marche più penalizzate furono le “altre” mentre l’impatto su CDC (Colgate Dental Cream) era stato trascurabile. Il lancio da parte di Colgate di Colgate gel portò alla riduzione della quota di close-up sui consumi dei suoi utilizzatori dal 98% al 76%. La quota di mercato di Colgate aumentò dall’1 al 22% . In conclusione … Gli users di close-up erano disponibili a cambiare marca; Una volta passati a Colgate Gel, acquistavano anche CDC; I consumatori di Colgate si dimostravano molto fedeli alla marca; I consumatori di Colgate erano sensibili alle nuove sub-brand; Le vendite conquistate dalla nuova sub-brand Colgate Gel provenivano da … CDC EFFETTO CANNIBALIZZAZIONE ! CLOSE-UP EFFETTI ECONOMICO-FINANZIARI DELLA CANNIBALIZZAZIONE … Considerare gli effetti economicofinanziari della cannibalizzazione significa predisporre un prospetto che contabilizza i ricavi, i costi e gli investimenti incrementali. Solo prodotto A Prodotto A + Prodotto B Previsione domanda primaria 15.000.000 Stima quota mercato A 5% Vendite volume 750.000 550.000 1.250.000 50.000 200.000 100.000 950.000 100.000 200.000 500.000 450.000 Fonti delle vendite •Nuovi clienti •Clienti marche concorrenti •Cannibalizzazione •Clienti attuali (riacquisto) Quota di mercato effettiva Totale A + B Analisi incrementale 18.000.000 3,1% 1.800.000 950.000 200.000 200.000 450.000 6,9% 10,0% Prezzo unitario Ricavi totali Margine lordo unitario Margine lordo complessivo Spese di Mkt e costi fissi Secondo margine Investimenti 2,00 1.500.000 1,00 750.000 300.000 450.000 4.500.000 2,00 1.100.000 1,00 1,75 2.187.500 0,75 3.287.500 1.787.500 550.000 300.000 250.000 4.500.000 937.500 450.000 487.500 1.000.000 1.487.500 750.000 737.500 5.500.000 737.500 450.000 287.500 1.000.000 ROI 10% 6% 13% 29% 537.500 87.500 10% 9% 49% Meno effetto cannibalizzazione 200.000 Secondo margine rivisto 287.500 ROI rivisto 29% Con questi dati è possibile inoltre calcolare l’incremento delle vendite necessario per mantenere invariati i margini e quindi neutralizzare l’effetto di cannibalizzazione: Volume incrementale per neutralizzare la cannibalizzazione = Volume cannibalizzato X Margine vecchio prodotto Margine nuova variante 200.000 unità X 1,00 euro = 267.000 unità 0,75 euro Al tasso di cannibalizzazione stimato la nuova variante B deve generare vendite aggiuntive per 267.000 unità per recuperare la perdita di margine
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