Iran, 12 aprile

Civiltà persiana
Iran
Dal 12 al 19 Aprile 2014
In gruppo con accompagnatore dall’Italia
Tehran, Shiraz, Persepolis, Isfahan
Da € 1.960,00
7 notti in hotels 5 stelle
Pensione completa
Guida Parlante Italiano
Volo internazionale Incluso
“Gli abitanti di Shiraz sono di bell'aspetto, sono gente pia, religiosa e virtuosa, specialmente le donne. Esse calzano
scarpini, ed escono coperte da manti e velate, onde nulla ne traspare. Fanno elemosine e atti caritatevoli e si
riuniscono ad ascoltare la predica il lunedì, giovedì e venerdì nella Moschea maggiore. Se ne radunano talora fino a
mille e duemila e si fan vento con i ventagli per il gran caldo; non ho mai visto in alcun altro paese un così grande
assembramento di donne. Anche gli uomini si donano gli uni agli altri. Si racconta che se uno invita un altro a
mangiare del nan o del mas e questi accetta poi invece gli farà gustare molte altre cose ricercate e gustose e alfine
sarà un vero banchetto." Ibn Battuta
1° giorno, sabato 12 aprile ITALIA/TEHERAN Partenza per Teheran con voli di linea. Pasti e pernottamento a
bordo. Arrivo in tarda nottata, disbrigo delle formalità di frontiera. Trasferimento in hotel per il pernottamento.
2° giorno, domenica 13 aprile TEHERAN/SHIRAZ Prima colazione. Giornata dedicata alla visita della capitale i cui
musei sono veramente considerevoli. In particolare si visitano il Museo Nazionale ricco di una vasta collezione di
oggetti e testimonianze delle civiltà achemenide, sasanide e islamica, il museo dei tappeti, il museo del vetro e della
ceramica in una bella costruzione di epoca cagiara.
Quello che colpisce subito della capitale è il suo aspetto poco orientale, dovuto al fatto che Teheran è una città
relativamente giovane in contrapposizione ad un impero dalle tradizioni così antiche. La città, assumendosi la funzione
di guida del Paese, si è trasformata in pochi decenni da un grosso villaggio in una metropoli moderna, intricata,
caotica, particolarmente inquinata e con una densità di popolazione elevatissima. Qui sono avvenuti i grandi
cambiamenti e qui si rappresenta il Paese sotto gli aspetti ideologico, culturale, amministrativo e politico. Il suo
ingresso nella storia avvenne nel XIII secolo con l’invasione dell’Afganistan e dell’Iran da parte delle orde del
conquistatore mongolo Gengis Khan. La città, situata lungo il percorso della via carovaniera che attraversava il paese
da nord a sud, cominciò ad acquistare man mano importanza come luogo di sosta e ristoro per i mercanti ed i loro
seguiti fino ad essere prescelta quale capitale dello stato della dinastia dei Cagiari che l’arricchirono di viali, giardini e
palazzi.
Seconda colazione in corso di visita. In tempo utile trasferimento in aeroporto e partenza per Shiraz. Cena e
pernottamento.
3° giorno, lunedì 14 aprile SHIRAZ (PERSEPOLI/NAQCH E RUSTAM) Pensione completa. Partenza per la visita
di Persepoli che si trova a circa 60 Km da Shiraz.
Al tempo degli Achemenidi Persepoli doveva servire a dare una grandiosa immagine dell’impero. È qui infatti che
principi e governatori venivano a rendere omaggio al re dei re, portandogli i loro doni in segno di buon auspicio.
Questa consuetudine, ripetuta ogni anno, non era una semplice esazione di tributi, ma era soprattutto l’opportunità per
dar vita a cerimonie e festeggiamenti, per i quali Dario (521-486), che estese il dominio dei Persiani fino ai confini
dell’India, volle un palcoscenico pari al suo prestigio. Gli artisti impegnati nella costruzione degli splendidi edifici della
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città venivano dai più lontani confini imperiali, tanto che la fama del fasto e delle grandiosità persiane giunse a
rappresentare, soprattutto per i Greci di Alessandro che poi distrussero la città, il simbolo di lusso più grandioso del
mondo. Esaminando i bassorilievi del palazzo di Persepoli ed osservando gli antichi costumi ancora in uso presso le
tribù della regione, gli archeologi hanno potuto ricostruire quale poteva essere lo svolgimento delle sontuose feste
organizzate in quei tempi lontani. Un’amplissima scalinata dava l’accesso all’unica porta della città, costruita da Serse,
che le aveva dato il nome di “Porta di tutti i Popoli”. I visitatori stranieri, oltrepassati i tori alati androcefali in pietra
che, secondo lo stile assiro, proteggevano la porta, si trovavano di fronte ad una immensa spianata sulla quale si
innalzavano, orientate verso sud, due grandiose sale ipostile dette “la sala delle udienze” e “la sala delle 100 colonne”.
Quest’ultima fu edificata come la sala d’onore dell’esercito, luogo di riunione dei cosiddetti “immortali”. Nella zona
meridionale della grande spianata una maestosa scalinata conduceva alle residenze reali (palazzo residenziale di Dario
I, residenza di Serse, sale del consiglio, harem, magazzino ed armerie reali). L’eredità achemenide, sotto altre forme,
viene riaffermata come abbiamo detto anche fisicamente dall’impero sasanide che difenderà i lasciti dell’antichità fino
all’assalto ed alla vittoria dell’Islam. La dinastia sasanide (226-640 d.C.) ebbe grandissima importanza politica, culturale
e religiosa nella storia del Paese. Fu fiera avversaria di Roma e poi di Bisanzio, impose lo zoroastrismo nell’interno,
perseguitò cristiani e manichei, promosse un’intensa attività culturale e diede allo stato una salda struttura
amministrativa e sociale. Ma quando finalmente la pace conclusa tra Eraclio, imperatore d’Oriente, e i successori di
Cosroe II pose fine all’ultima lotta, le due potenze, la sasanide e la bizantina, erano così spossate che non riuscirono
ad opporsi alla conquista araba.
Ritornando verso Shiraz sosta a Naqch e Rustam dove, ad una ventina di metri da terra sono scavate le tombe rupestri
di quattro re achemenidi e per l’esattezza (da destra a sinistra) Dario II (425-405), Dario I (521-485), Serse I (485465), e Artaserse I (465-424).
Qui i successori di Ciro preferirono scavare le loro tombe, forse tentando di imitare gli ipogei egiziani, riducendo lo
spazio interno agli elementi più essenziali che sono un vestibolo ed una sala non decorata. In contrapposizione
arricchirono la parete rocciosa esterna con rilievi monumentali eseguiti ad una certa altezza da terra. Al di sotto di
questa necropoli achemenide si vedono otto rilievi rupestri che celebrano la gloria dell’impero sasanide. Il più famoso
ed interessante di questi rilievi è quello che mostra la scena dell’investitura di Ardashir I (224-241), fondatore della
dinastia e sovrano di un impero che si estendeva dall’Eufrate fino all’Afganistan. Le cerimonie religiose che un tempo si
svolgevano in questa località sono rievocate da due altari del fuoco di epoca sasanide a forma piramidale e dal tempio
del fuoco (Kabah-i-zardust) situato di fronte alle tombe achemenidi della stessa epoca.
4° giorno, martedì 15 aprile SHIRAZ/PASARGAD/ISFAHAN Prima colazione e partenza per la visita di Pasargad
che si trova a circa 130 Km. da Shiraz.
Secondo la tradizione, Ciro II il Grande (559-530 a.C.) avrebbe scelto questo luogo per costruirvi la sua capitale, in
ricordo della vittoria che aveva riportato su Astiage, re dei Medi, che gli permise di rendere la Media una satrapia del
regno persiano. Una seconda ipotesi può far semplicemente pensare che nella sua marcia di conquista verso est il re
abbia considerato che questa località fosse abbastanza distante dai suoi vicini più agguerriti (Medi ed Assiri). In ogni
caso Pasargad non rimase per lungo tempo sede del trono achemenide poiché alla morte di Cambise II (521 a.C.), il
successore Dario, che apparteneva ad un ramo collaterale della famiglia, spostò la capitale da Pasargad a Persepoli. La
successione dei monumenti di Pasargad occupa una superficie molto estesa a causa della lontananza di un monumento
dall’altro e l’insieme può essere ricostruito soltanto con una veduta aerea. La visita alla tomba di Ciro è particolarmente
interessante soprattutto per la sua originalità non riconducibile alla classica arte achemenide. Da lontano ha l’aspetto di
un grande sarcofago poggiato su un piedistallo piramidale; in effetti si tratta di una camera funeraria con frontone
triangolare che si eleva su un basamento con sei gradoni arretrati fatto di enormi blocchi di pietra. La visione di questo
monumento tombale incute un senso di triste reverenza: la tomba di Ciro, spoglia di ogni fregio, maestosa nella sua
semplice essenzialità, si eleva sola, abbandonata e desolata in una piana immensa. Rimane la memoria ancora
rafforzata di un grande uomo, unto da Dio (Is 44 ss) che non solo permise agli Ebrei di ritornare in Palestina, ma
dimostrò di essere in ogni occasione un grande stratega, un innovatore, un re mite, magnanimo e tollerante. La sua
storia ci è narrata con precisione dalle iscrizioni cuneiformi babilonesi. Prima di essere profanata, la camera sepolcrale
era chiusa da una porta di pietra e, a quanto si dice, le spoglie di Ciro riposavano in un sarcofago d’oro.
Seconda colazione in corso di visita e proseguimento per Isfahan, per molti la città più bella del mondo. Il percorso è
particolarmente interessante. Arrivo ad Isfahan in serata. Cena e pernottamento.
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5°/6° giorno, mercoledì 16 e giovedì 17 aprile ISFAHAN Pensione completa. Due giorni dedicati a questa
splendida città, capitale della provincia omonima, situata a 1367 metri d’altitudine in una piana irrigata dallo
Zayendehrud, “il fiume che dona la vita”.
Isfahan, nel 600 fu una tra le più brillanti capitali dell’Oriente e veniva chiamata con l’appellativo “l’altra metà del
mondo”. La grande piazza centrale della città (ora piazza dell’Imam) è veramente suggestiva col suo sfondo di cupole e
minareti, colonne ed arcate che ormai da più di quattro secoli si compongono in un quadro unitario. Sulla piazza si
affaccia la moschea dell’Imam. È il primo monumento commissionato dallo Scià Abbas, una delle più imponenti e
compiute realizzazioni dell’arte safavide. Su un altro lato della piazza si affaccia invece l’elegante e slanciata moschea
Loftollah. Di fronte a questa moschea si trova il palazzo Ali Qapu (porta alta) che una volta rappresentava il
monumentale accesso ai palazzi reali. La grande terrazza serviva un tempo da loggia reale e da questo eccelso punto
di osservazione lo Scià seguiva insieme ai suoi ospiti gli spettacoli che avevano luogo nella piazza. La sala della musica,
all’interno del palazzo, colpisce per la straordinaria decorazione delle pareti e della volta, con intarsi raffiguranti
bottiglie, flaconi e strumenti musicali che non solo avevano valore ornamentale ma dovevano sicuramente servire a
migliorarne l’acustica. Poco distante dalla grandiosa piazza si trova il palazzo Chehel Sotun o delle 40 colonne. Nel
porticato le venti colonne si riflettono perfettamente nel bacino del parco, tanto che le colonne sembrano essere
effettivamente 40. Ricordiamo che il numero 40 ha in tutta l’Asia islamica un valore simbolico ed è considerato un
numero fortunato. Ed ancora la moschea del Venerdì è considerato il più venerabile monumento di Isfahan. La
pertinenza tecnica e la temerarietà degli architetti selgiuchidi è chiaramente dimostrata dal fatto che la pianta quadrata
della sala diviene circolare in alto con 16 archi che sorreggono la copertura. Gli architetti sperimentarono soluzioni
audaci e, facendo tesoro degli errori passati, riuscirono a costruire già nel XII secolo una cupola così perfetta da non
essere di nuovo eguagliata, se non nel XVIII secolo grazie al progresso delle scienze matematiche. La visita del bazar è
molto interessante soprattutto nella zona degli artigiani, nella quale si ha modo di assistere alla lavorazione di argenti,
rami, intarsi, babbucce e tappeti, con un’abilità ed una maestria di cui in occidente si è perso il ricordo. Ed ancora
ricordiamo il quartiere della Jolfa con la bella chiesa armena. È comunque soprattutto il ricordo della gloriosa dinastia
dei Safavidi che risplende nelle cupole e nei minareti di Isfahan dove la maestosità dei monumenti e l’esuberanza delle
decorazioni rievocano la raffinata atmosfera di corte e le fastose feste dell’epoca.
Ed inoltre visita di Hasht Behesht (8 paradisi), l'harem estivo dello Scià Abbas. Persi tra le moschee azzurre, in un
turbinio di polvere, di fronte alle trame inaspettate dei tappeti, uno più bello dell’altro, avvolti da un’ intimità che si
credeva impossibile, si resta davvero intrappolati da un’autentica passione per questo Paese. Isfahan è una delle città
più antiche del mondo. La storia ci racconta che essa era meta di tutte le carovane dei mercanti che provenivano
dall’interno dell’Asia, cariche dei doni più raffinati e che tre secoli fa, per volontà di Scià Abbas, rifiorì a nuova vita
grazie ad una tribù di Armeni del nord che si stabilì sulla riva del fiume. Fu grazie alla loro intraprendenza che ben
presto Isfahan fu abbellita con magnifici palazzi, dimore lussuose, moschee splendide. Scià Abbas fece ciò che la
natura non aveva fatto allargando il letto del fiume e costruendo canali che attraversavano la città. Isfahan divenne
così centro culturale ed artistico di prima grandezza, in contatto con l’Europa e con l’Asia.
7° giorno, venerdì 18 aprile ISFAHAN/NATANZ/KASHAN/TEHERAN Prima colazione e partenza per Teheran
(circa 450 km). Sosta a Natanz per la visita della moschea del Venerdì. Possibilmente si effettua poi una deviazione che
porta al villaggio di montagna più noto ed antico dell’Iran ossia Abyaneh (patrimonio dell’Unesco). Quindi
proseguimento per l’oasi di Kashan, ai margini dell’esercito iranico. Kashan è la patria dei tappeti e dei kashi, famose
mattonelle di ceramica di cui oggi si vedono pochissimi esemplari. Tra i monumenti è interessante vedere, nel mezzo
del bazar, la Masjid-i-Maidan-Fays, una moschea a quattro iwan di epoca timuride. Nessuno può dubitare della
predilezione dello Scià Abbas per Kashan: la sua tomba è custodita nel mausoleo di Habit ibn Moussi. Tuttavia della
splendida tenuta del grande re safavide, descritta con ammirazione dai viaggiatori del tempo, rimangono oggi solo i
cipressi secolari ed i canali dove scorrono le acque della sorgente del fiume Fin. Sono visibili le case tradizionali dei
mercanti, coi loro bei giardini interni e la piacevole architettura: tra queste visiteremo la casa del mercante Brujerdi.
Seconda colazione in corso di visita. Quindi proseguimento per Teheran in tempo per la cena ed il pernottamento.
8° giorno, sabato 19 aprile TEHERAN/ITALIA Sveglia presto la mattina. Trasferimento all’aeroporto
internazionale e partenza per l’Italia con voli di linea. Arrivo previsto in tarda mattinata.
Documenti
Per effettuare questo viaggio occorre il passaporto valido per almeno sei mesi dalla data di inizio del viaggio.
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Gli hotels previsti (o della stessa categoria)
Tehran, Ferdowsi (4 stelle)
Shiraz, Homa/Pars (5 stelle)
Isfahan, Abbassi (5 stelle)
Operativo voli previsto:
12 Aprile TK1872 Venezia/Istanbul
12 Aprile TK874 Istanbul/Teheran
19 Aprile TK879 Teheran/Istanbul
19 Aprile TK1871 Istanbul/Venezia
14,20/17,45
20,15/00,45
08,25/10,20
11,50/13,20
Possibili partenze su richiesta anche da Milano, Roma, Genova e Bologna
Tariffa aerea garantita per prenotazioni entro il 10 gennaio 2014
Condizioni individuali di partecipazione
Quota base in camera doppia
Minimo 10 persone € 2.140,00
Minimo 15 persone € 2.020,00
Minimo 20 persone € 1.960,00
Tasse di imbarco e carburanti da € 210,00
Supplemento per camera singola € 240,00
Visto di ingresso (da pagarsi in arrivo in aeroporto) da € 60,00
Iscrizione, Assicurazione Annullamento Viaggio € 85,00
La quota base comprende
Voli internazionali di linea dall’Italia in classe economica, voli interni da programma,
sistemazione negli hotels segnalati, pensione completa, trasporti con veicoli privati,
ingressi per la vista dei siti, esperta guida/accompagnatore locale parlante italiano,
accompagnatore dall’Italia, facchinaggio, assicurazione medico-bagaglio, documenti
e set da viaggio.
La quota base non comprende
Bevande supplementari, mance, extra e spese personali.
(Ricordiamo che l’accompagnatore raccoglierà un importo di circa € 50,00 in base al
numero di partecipanti per la gestione delle mance locali ad autisti, guide, facchini e
camerieri.)
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