Centonove numero 28

ANNO XXI Numero 28
18 LUGLIO 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
PROTAGONISTI
Lo
EURO 1,50
squalo
VINCENZO NIBALI,
DOPO LA DELIUSIONE
DEI MONDIALI,
DIVENTA L’ICONA
CHE RISCATTA LO SPORT
NAZIONALE.
VIAGGIO
SU DUE RUOTE
NELLA FAVOLA
DI UN CAMPIONE
PARTITO DA MESSINA
18 Luglio 2014
il punto
EDITORIALE
Se Crocetta
rinuncia
a 520 milioni
QUATTRO MILIARDI di euro. E’
l’entità dei ricorsi cui il presidente
Crocetta, accettando la clausola
transattiva che ha permesso al
governo nazionale di riconoscere
subito alla Sicilia 520 milioni di euro,
ha rinunciato. Perché lo ha fatto? E
perché in perfetta solitudine? Se lo
ha fatto per una causa superiore,
non fare commissariare subito la
Sicilia, ha sbagliato. Un trauma è
necessario per uscire dal coma
economico. Prendere fiato quando
si è all’asfissia, serve a poco: si
allunga solo l’agonia. Recidere, per
cambiare strada, forse può servire a
qualcosa. La macelleria sociale è in
corso: la metà dei giovani
disoccupati, la categoria della quale
i sindacati, che si dichiarano disposti
a fare sacrifici, non parlano.
Del fallimento della Sicilia non si
sono accorti neanche i novanta
inquilini di Sala d’Ercole: hanno
targato con un loro nome, l’elenco
di tutti gli emendamenti proposti
per l’ultimo assalto alla diligenza.
Risultato, la tabella “H” che
Crocetta dichiarava essere sparita, è
tornata più prepotente di prima: se
prima alle associazioni zootecniche
si dava 1,2 milioni di euro, ora si
propone di dargliene due. Ogni
onorevole, come una prova di
esistenza in vita, ha a cuore una
causa specifica: il centro studi,
l’associazione dei zelanti e dei
dafnici. Quel che manca è però una
linea organica allo sviluppo della
Sicilia. Che ora deve cambiare passo:
i petrolieri, Eni in testa, cioè lo
Stato, ci mollano. Non solo a Gela.
Qui bisogna cambiare tutti i
contorni dello sviluppo: ripartire da
capo. Ma forse non lo ha ancora
capito Crocetta, prigioniero anche
di sé stesso, e neppure gli onorevoli
inquilini. Che vanno avanti alla
giornata. A botte di emendamenti.
Matteo Renzi
Riforme, non gare di velocità
DI
DOMENICO BARRILÀ
L’INTRICATA VICENDA DELLE RIFORME,
alle quali il governo sembra volere imprimere una
velocità assai elevata, nasconde insidie le cui
ricadute potrebbero vedersi non subito ma sul medio periodo.
Come quella delle Province che, in attesa di una legge
costituzionale che le abolisca, essendo esse previste dalla
Costituzione, pone un gravame potente sulle spalle dei nuovi
presidenti e consiglieri, che verranno individuati tramite elezioni
di secondo grado in cui voteranno sindaci e consiglieri comunali.
Le cariche elettive, in questa fase che dovrebbe precedere
l'abolizione, saranno esercitate gratuitamente da uno dei sindaci
della provincia, eletto come si diceva, ma non si capisce bene
come potrà attendere al proprio mandato, a fronte di alcune
contraddizioni palesi. Ad esempio, i sindaci dei comuni piccoli
prendono un’indennità molto bassa, quindi in genere non vanno
in aspettativa e continuano a svolgere la loro professione di
provenienza. Non ricevendo indennità come presidente eventuale
della provincia, è difficile pensare che il sindaco di un comune di
modeste dimensioni, che prende 300 euro al mese come primo
cittadino, possa sobbarcarsi anche la carica di presidente
mantenendo il lavoro con cui si guadagna da vivere. Se invece il
presidente della provincia lo farà il sindaco di un comune
importante, che prende una indennità di carica sufficiente, il suo
problema più cogente sarà quello di trovare il tempo per attendere
al nuovo incarico, considerato che i compiti che svolge da primo
cittadino lasciano già pochi spazi, persino per andare a mangiare
una pizza con la famiglia.
Non basta manifestare una spinta compulsiva per fare delle buone
riforme, così come non basta minacciare, alla maniera di un
qualunque Briatore ("sei fuori!"), chi non si allinea al pensiero
unico, è invece necessario fare le cose con criterio, cercando di
valutare esattamente quale effetto di realtà produrranno i
cambiamenti immaginati, altrimenti potremmo trovarci tra non
molto in una condizione peggiore della precedente, che già non
Caporedattore Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon
In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella
Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Enzo Basso
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
temeva confronti in fatto di confusione. La democrazia
parlamentare è una cosa seria, anche quando le sue aule sono
popolate di saltafossi e impresentabili, e il dissenso è il solo
antidoto conosciuto alle derive degli uomini soli al comando,
salvo quando è esercitato solo per interessi personali o di una
lobby che antepone gli affari propri a quelli dei cittadini. Abbiamo
visto cos’è accaduto all’interno di Forza Italia (nelle sue varie
titolazioni) quando si è voluto trasformare un partito in
un’esperienza padronale, trasferendo poi al Paese gli effetti
collaterali di tale metodo. Il regresso dell’Italia, l’aumento
vertiginoso del debito pubblico, la caduta verticale delle qualità
del personale politico, coincidono in larga parte con l’epopea di un
solo personaggio che, oltre a coprire di disdoro l’intera collettività
nazionale, ha reso normale un concetto di democrazia che in
definitiva nega la medesima.
Proprio perché si è oramai impiantata nella nostra testa questa
pericolosa versione goliardica della democrazia, può accadere che
personaggi modesti giungano ai vertici di delicate responsabilità e
cerchino di travolgerci con l’attivismo dell’azione ma non del
pensiero. Dunque facciamole le riforme, anche in fretta se si vuole,
ma evitiamo di farle coincidere che il bagnasciuga mentale di
Matteo Renzi, che sarà pure belloccio e intraprendente, ma per
quanto mostrato fino a questo momento sembra avere maggiore
feeling con la velocità che con l'efficacia. In questi giorni, ad
esempio, il premier sta sperimentando che in Europa sono poco
sensibili al metodo del piazzista, come attestano le difficoltà di
sistemare la Mogherini agli Esteri, sebbene gradita ai socialisti.
Non si può, infine, ignorare il tentativo del M5S di sedersi al
tavolo delle riforme, da una posizione che oggi sembra di estrema
debolezza. Una novità, forse tardiva. Bastava provarci diciotto
mesi fa, sarebbe stato utile al Movimento, al Paese e avrebbe
permesso agli italiani di chiudere una volta per tutte i conti con il
padrone della destra, principale colpevole del declino che ci
avvilisce.
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
riservato
NOMINE. Salvatore De Luca vice di Guido Lo Forte alla Procura di Palermo. Il nuovo equilibrio all’interno delle correnti. Che rafforza le posizioni di Ardita
Valzer di giudici, il bottino di Magistratura Indipendente
MESSINA. Valzer di giudici da Messina
verso Palermo. Guido Lo Forte, dopo il voto
della commissione incarichi direttivi e in
attesa del via libera del Plenum del Csm,
alla guida della Procura di Palermo come
“vice” si ritroverà Salvatore De Luca, 55
anni, già procuratore di Barcellona Pozzo di
Gotto.
De Luca, che prenderà il posto di Nino
Gatto, fuori ruolo per motivi di salute, l’ha
spuntata con tredici voti sul Pm della
direzione investigativa antimafia Maurizio
De Lucia, che di voti ne ha avuti solo nove.
Ma come si è arrivati a questi risultati, che
hanno lasciato “perplesso” il procuratore di
Caltanissetta, Sergio Lari, che di voti per
andare a Palermo ne ha raccolto solo uno a
discapito dei tre di Guido Lo Forte? Ma cosa
c’è dietro?
Un nuovo equilibro all’interno delle correnti
della magistratura. Che hanno visto il
successo all’ultima tornata elettorale del
Csm di Magistratura Indipendente, la
corrente che fa capo al procuratore
aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, al
magistrato, ex pool Mani Pulite, Piercamillo
Davigo e al pm torinese Marcello
Maddalena.
Magistratura indipendente ha infatti
registrato i due candidati più votati: Claudio
Galoppi, del Tribunale di Milano, 792 voti, e
Luca Forteleoni, pm di Nuoro, che di
MESSINA
Clinica Santa Rita
passa alla Carmona
MESSINA. E’ stata perfezionata martedì
sera a Messina, nello studio dell’avvocato
Patrizia Picone, la cessione della clinica
Santa Rita alla Carmona, che fa capo al
gruppo aretuseo dell’imprenditore
Antonio Tigano.
Quaranta posti letto autorizzati, a metà tra
i servizi di riabilitazione e lungodegenza,
l’operazione di acquisizione della storica
clinica messinese, ha avuto anche il
beneplacito dei sindacati: saranno
mantenuti i livelli occupazionali, in una
logica di razionalizzazione “industriale”
dei servizi.
Tigano ha di recente investito oltre trenta
milioni di euro, rilevando strutture
sanitarie a Palermo, Enna, Trapani. La
clinica Santa Rita rinasce dopo la gestione
dell’Ati Hospital, di Pizzo e Romano, finita
in procedura fallimentare.
Sebastiano Ardita
Guido Lo Forte
consensi ne ha raccolto ben 1571.
Forteleoni, è uno dei candidati di punta
di Ferri, il sottosegretario alla giustizia,
"magistrato che da politico continua a
coordinare il gruppo"-la menta il
consigliere uscente Pepe-, che con i suoi
“inopportuni” sms ha dilaniato l’annoso
dibattito interno ai togati sui rapporti
tra politica e giustizia.
Magistratura Indipendente ha portato i
suoi seggi da tre a quattro, a scapito di
Unione per la Costituzione che scende
da sei a cinque. Ma qui ci sarebbe
l’accordo sotterraneo: l’appoggio dato al
candidato De Luca di Magistratura
Indipendente dovrebbe ora essere
ricambiato dai voti della corrente di
Ardita al plenum del Csm in sostegno alla
candidatura Unicost di Lo Forte. Ben
piazzata “Area” la corrente che raduna le
anime della sinistra che passa da sei a
sette togati.
Un fatto, questo, che strategicamente
rafforza le posizioni di Sebastiano Ardita,
che potrebbe assumere la carica di
procuratore, prima di passare al
parlamentino dei giudici, carica alla
quale, dopo l’impegno nella direzione
carceraria, è naturalmente destinato. Ma
sulla corrente pesa il macigno dei
rapporti controversi con la politica che
hanno portato il neo eletto Morgigni a
non escludere la possibilità di una
“scissione” di Magistratura Indipendente.
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6/8. Nibali, uno Squalo a Parigi
Il messinese che sta dominando il Tour
POLITICA
9. «Rovinati dai Canciabannera!»
L’affondo di D’Alia contro la politica siciliana
10. Pd, la lunga estate “calda”
Fuoco di fila per il partito in riva allo Stretto
11. Urega, trasferito Sciacca
In commissione le proposte che Crocetta firmerà
12. Prove tecniche di addio
Lo Presti e Sturniolo ad un passo dal gruppo misto
13. La delusione di Carbone
L’Assessore di Furnari lascia la giunta
14. «La mia Barcellona»
I ricordi di Orazio Calamuneri, consigliere dal 1985
SICILIA
15. Piemonte, “pronto soccorso”
La città scende in campo per il suo presidio sanitario
16. Messina, Navarra revolution
Il rettore si prepara al taglio dei dipartimenti
18. Bomba ecologica Mazzarrà
I rischi dei lavori di ampliamento della discarica
19. Incendi? Chiamate Renzi
Ritornano a Caronia le combustioni misteriose
20. Viabilità, cominciamo dai semafori
Lo studio dell’ingegnere Bitto
22. Tutti pazzi per Elvis
Al Palacongressi di Taormina la mostra internazionale
23. Passeggiate medievali
Da Scicli a Messina lungo le antiche “vie franchigene”
24. Sinagra, f...orti in gara
Il concorso che premia i contadini fai-da-te
ECONOMIA
25. Tir, vietato l’ingresso a Messina
Firmata l’ordinanza che impedisce ai mezzi
pesanti il transito diurno nel centro città
26. Curcitta, caro vecchio grano
Carmelo Parlavecchio coltiva l’antica varietà
27. Siracusa, prima città “smart”
Il servizio del consiglio nazionale delle ricerche
POSTER
30. Marija, muli e paillettes
Le impressioni di viaggio della principessa in Sicilia
RUBRICHE
3. Riservato
4-5. Settegiorni
28. Consumatori / Consulenti
32/33. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture
38-39. Lettere & Commenti
38. Qui Scuola/Heritage/Ecologia
40. Eliodoro/Animal House
40. Antibuddaci/150 parole da Palermo
centonove pagina 3
18 Luglio 2014
TOP SECRET
CREDITO COOPERRATIVO
Clienti delle Valli joniche
da Calatabiano a Pachino
MESSINA. Pachino ingoia…
Calatabiano. Non si tratta
di una Unione di Comuni,
ma di un diverso processo:
fusione per “incorporazione” tra banche di credito
cooperativo. Tutti i clienti
delle Valli joniche di Messina dal primo luglio sono
stati incorporati d’ufficio
dalla “San Marco di Calatabiano” alla Banca di Credito
Cooperativo di Pachino.
UNIVERSITÀ/1
Palazzo delle Poste,
una palestra in arrivo
MESSINA. Una palestra nel
Palazzo delle Poste. È questo l’ultimo progetto approvato dal consiglio di
amministrazione dell’Università per “dare un senso”
all’edificio. Il Palazzo, la cui
destinazione privilegiata
era per gli studenti, ospita
come servizi agli iscritti soltanto le segreterie.
UNIVERSITÀ/2
Tesi addio, a Messina
saranno tutte su file
MESSINA. Tesi di laurea
triennali e magistrali (ma
anche di dottorato) discusse all’Università di Messina saranno presto solo su
file. È questa l’idea del rettore Navarra, che punta
non solo a non appesantire
gli archivi, ma anche a rendere più facili i controli su
eventuali plagi. Allo stato
attuale, l’Ateneo sta ordinando un software che
possa proteggere il futuro
sistema di archiviazione.
TEATRO DI MESSINA
Stretta del sovrintendente,
stipendi regionali per tutti
MESSINA. Stretta del sovrintendente del Teatro
sulle retribuzioni dei dipendenti. Antonino Saija ha deciso di allineare gli stipendi
degli assunti in pianta organica a quelli della Regione. Tecnicamente, le
tabelle di equiparazione
sono già state elaborate da
un commissario ad acta e
attendono solo il placet dell’assessorato al Turismo.
18 Luglio 2014
CHI SALE
Claudio Cardile
MESSINA. Il consigliere comunale
è attento come un furetto con le
mezze verità del Cas, il consorzio
autostrade: lo sconto di 6o centesimo per gli utilizzatori del telepass in certe fasce orarie, é
scattato dieci giorni dopo l'annuncio ufficiale. Dal Cas nessuna
nota. Neppure di scuse.
Nino Interdonato
MESSINA. Il vicepresidente del
consiglio comunale di Messina
guarda avanti. Interdonato si è
fatto promotore di un ordine
del giorno da presentare in aula
che punta a inserire Messina
nel circuito delle città che
stanno già sperimentato la
Carta d’Identità Elettronica. Il
documento sarà firmato dai colleghi del gruppo dei Democratici Riformisti, Elvira Amata,
Rita La Paglia, Carlo Abbate,
Nino Carreri e Santi Sorrenti.
settegiorni
FORMAZIONE PROFESSIONALE
Corsi d’oro, tornano
agli arresti Capone e Sauta
Mafia: ex assessore Miceli torna libero
MESSINA. Porta lo stesso cognome
della moglie Chiara, Gea Schirò, la
parlamentare palermitana di Scelta
Civica che relazionerà alla Camera
mercoledì 23 luglio, alla commissione
per le autorizzazioni a procedere, sul
ricorso proposto dall’onorevole
Francantonio Genovese contro l’uso,
che la Procura di Messina intende
fare nel processo sui “Corsi d’Oro, di
un centinaio di intercettazioni
“registrate” su una utenza
dell’esponente del Pd, secondo i
legali, in suo “esclusivo uso”.
Genovese ha deciso di non
partecipare al dibattito, nonostante
Claudia Minutoli
MESSINA. Nell’ambito della
rappresentativa siciliana del
Coni, insieme al concittadino
Claudio Rampello, la messinese
ha fatto incetta di premi alla
XVIII Edizione dei Jeux des Iles,
disputati ad Ajaccio dal 30 giugno al 4 luglio. Mentre Claudia
Minutoli ha conquistato il
primo posto nel singolare femminile, Rampello ha vinto la
medaglia d’oro nella gara di
doppio con Gabriele Puglisi, il
terzo posto nel singolare maschile e l’argento nella competizione a squadre.
Giancarlo Neri
MESSINA. Il docente dell’Università di Messina è stato nominato Membro Titolare per
l’Italia nella prestigiosa European Seismological Commission
per il biennio 2014-2016. Neri
fa il suo ingresso nell’organismo deputato a promuovere la
ricerca e le sue applicazioni all’interno della comunità sismologica che opera nel nostro continente.
PALERMO. L'ex assessore alla Sanità del Comune di Palermo
Mimmo Miceli, condannato a sei anni e mezzo di reclusione per
concorso in associazione mafiosa, è tornato in libertà. Dovrà finire
di scontare la condanna in affidamento ai servizi sociali. La
decisione è stata presa dal tribunale di sorveglianza di Roma, dopo
il parere favorevole della Procura generale. Miceli era imputato nel
processo sulle talpe alla Dda che coinvolse anche l'ex Governatore
Totò Cuffaro, condannato a sette anni.
Goletta Verde, in Sicilia coste inquinate
PALERMO. Oltre il 60 per cento dei punti analizzati lungo le coste siciliane non
superano l'esame: 16 i prelievi che hanno restituito un giudizio di "fortemente
inquinato" e "inquinato" rispetto ai 26 realizzati in totale. È la fotografia
scattata dalla campagna Goletta verde di Legambiente dedicata al monitoraggio
sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. L'istantanea è stata
presentata a Palermo da Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde e
Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia. E oltre il danno c'è anche la
beffa: perché non solo persistono evidenti problemi nel sistema depurativo
siciliano - dice Legambiente- ma i soldi da tempo disponibili e messi a
disposizione dal Fondo di Sviluppo e Coesione per adeguare rete fognaria e gli
impianti di depurazione (circa un miliardo di euro) rischiano di andare perduti a
causa della mancata progettazione da parte degli enti preposti.
Caos raffinerie, assemblea a Roma per lo sciopero nazionale
ROMA. Continua il terremoto raffinerie che vede come epicentro Gela. I sindacati del
settore energetico Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno convocato per oggi (ven
18, ndr) a Roma (“Auditorium” di via Rieti, 13 - ore 10,00) il Coordinamento nazionale
unitario del Gruppo Eni. In quella sede verranno decise azioni di lotta e la
proclamazione di uno sciopero nazionale. I sindacati infatti sono sul piede di guerra
dopo la rottura delle trattative avvenuta nei giorni scorsi a seguito dell'annuncio
“shock” di Eni di mettere in discussione l'intero impianto strategico della chimica e
della raffinazione in Italia, che comporta pesanti ricadute sull'intero sistema.
Grazia Musolino
MESSINA. Il dovere innanzi
tutto: è questo il motto della
direttrice dell’Unità operativa
beni storico artistici della Soprintendenza di Messina che,
venerdì scorso, è rimasta ore e
ore in pieno sole per seguire i
lavori di ripristino dei giochi
d’acqua della Fontana d’Orione.
La studiosa, pur di non distogliere lo sguardo dai tecnici, ha
anche rifiutato un posto sotto
l’ombrellone offertole da Carmelo Picciotto, presidente di
Confcommercio e titolare del ritrovo “Dolce vita”.
SOCIETÀ
Melino Capone ed Elio Sauta
BENI CULTURALI
l'autorizzazione dei giudici.
Dalla Corte di Cassazione arriva un
altro valzer di provvedimenti, in
merito all'indagine "Corsi d'Oro".
Tornano agli arresti domiciliari, dopo
sei mesi di libera uscita, due
protagonisti dell'indagine: l'ex
assessore Melino Capone e l'ex
responsabile dei servizi sociali del
Comune di Messina, Elio Sauta. Viene
accolto invece il ricorso e
guadagnano la libertà Natale
Capone, fratello di Melino e Grazia
Feliciotto, moglie di Sauta, insieme a
Natale Lo Presti.
Orione torna a zampillare
Tecnici a lavoro sulla Fontana Orione
MESSINA. La Fontana di Orione tornerà a
zampillare. Commissionata dal Senato
messinese nel 1547 e realizzata da
Giovanni Angelo Montorsoli nel 1553 su
iconografia di Francesco Maurolico, l’opera
è stata oggetto di un intervento seguito
dalla Soprintendenza di Messina che ha
permesso di ripristinare il sistema idraulico,
sturando tutte le aperture e tappando
eventuali falle. Dalla fontana, inoltre, verrà
fuori acqua depurata. Il “getto” della
rinascità partirà con una cerimonia ufficiale
alla presenza del sindaco Accorinti, che ha
voluto l’intervento.
ANNIVERSARI. A 22 anni dall’attentato in cui persero la vita Borsellino e gli agenti della scorta
Palermo ricorda la strage di via D’Amelio
PALERMO. Palermo ricorda, 22 anni dopo
quel 19 luglio, la strage di via D'Amelio,
in cui furono uccisi il magistrato Paolo
Borsellino e i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie
Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e
Claudio Traina - con una serie di iniziative
organizzate dal movimento delle
Agende Rosse insieme al "Fatto
Quotidiano" e al periodico "Antimafia
Duemila". Dopo la manifestazione a Villa
Savoia, a Monreale, "XX Legami di
memoria", con, tra gli altri, Rita
Borsellino, Domenico Gozzo, Vittorio
Teresi., il sit-in di Scorta Civica aal Palazzo
di Giustizia. mentre della facoltà di
Giurisprudenza si è svolta la conferenza
"Un Paese senza verità. Continuare a
cercarla 22 anni dopo la strage di via
D'Amelio", con, tra gli altri, Salvatore
Borsellino, fondatore del movimento
Agende Rosse e fratello di Paolo, i
sostituti procuratori di Palermo Antonino
Di Matteo e Francesco Del Bene, di
Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, l'ex
pm Antonio Ingroia, Margherita Asta,
figlia di Barbara Rizzo e sorella di
Salvatore e Giuseppe Asta, uccisi nella
strage di Pizzolungo. Sabato in via
D'Amelio, dalle 9.30 alle 13, le iniziative
degli studenti. Dalle 15.30 si
alterneranno gli interventi dei familiari
centonove pagina 4
vittime delle stragi. Alle 16 un flash mob
e alle 16.58, ora dell'attentato, ci sarà un
minuto di silenzio. Alle 21 sarà la volta
dei dibattiti sul palco su "depistaggi e
trattative" con Fabio Repici, legale dei
familiari vittime di mafia, e "Romanzo
Quirinale", con Marco Travaglio.
Domenica 20 luglio le conclusioni con,
alle 9, la salita al Castello Utveggio da via
D'Amelio e, alle 18, all'ex fonderia reale,
dibattito su "Commissione antimafia:
parole o fatti?", con Giulia Sarti (M5S),
Beppe Lumia (Pd), Claudio Fava (gruppo
misto) e il deputato 5 stelle all'Ars
Giorgio Ciaccio. A seguire la proiezione
del Docufilm "Fuori la mafia...".
18 Luglio 2014
settegiorni
MESSINA. Il musicista inaugura la seconda edizione del Messina Sea Jazz
EVENTI
Paolo Fresu, musica sul mare
E Gangi diventa
capitale del sax
MESSINA. Paolo
Fresu con il suo Devil
Quartet ha
inaugurato lo spazio
jazz sul mare della
seconda edizione del
Messina Sea Jazz,
seminari di alta
formazione musicale
e concerti nel festival
diretto dal maestro
Giovanni Mazzarino.
La rassegna fino al
22 luglio animerà la
città con oltre 200
professionisti,
nazionali e
internazionali, tra
musicisti e
musicologi, fra cui lo
stesso direttore
artistico Mazzarino
con la sua
masterclass sulla
“Rivoluzione del
jazz” e lo studioso
Francesco Martinelli
con conferenze
Paolo Fresu durante lo spettacolo (foto di Domenick Giliberto)
interattive sui grandi
compositori della
jazz”, lo scorso anno una jam session
storia del jazz con incursioni musicali
sulla feluca a Ganzirri, quest’anno un
live. Completano il cartellone Franco
party speciale non ancora svelato. Una
Cerri e Enrico Intra Quartet venerdì
piccola pausa, e di nuovo concerti,
sera, Maria Pia De Vito e Huw Warren
con - fuori abbonamento - Fabio
con Maurizio Giammarco sabato 19, il
Concato e Fabrizio Bosso con
20 luglio la serata di festa dopo il
Giovanni Mazzarino Trio all’ex Irrera
saggio degli studenti dei workshop del
a Mare.
Messina Sea Jazz con la “sorpresa di
GANGI. "2volte100 Sax" è questo il
titolo dell'esposizione di saxofoni
allestita nei locali del palazzo Tra-art a
Gangi in occasione del bicentenario
della nascita di Adolphe Sax (1814 2014) inventore del Sax-o-phone e
curata dall'Ars Musicae e DeLuxe
Saxophone Museum con il patrocinio
del Comune di Gangi. La mostra sarà
inaugurata venerdì 18 luglio, alle ore
18 con una presentazione a palazzo
Bongiorno e alle ore 21, a piazzetta
Zoppo di Gangi, con l'esibizione
dell'Acm Saxophone Ensemble, un
gruppo da camera costituito da soli
sassofoni (soprani, contralti, tenori e
baritoni), accompagnati da
percussionisti. L'ensemble riunisce
dodici giovani sassofonisti provenienti
dalle provincie di Agrigento e
Caltanissetta, tutti allievi del maestro
Salvatore Cutrò con un repertorio che
spazia dalla musica barocca alla musica
contemporanea, dalla musica etnica
alla trascrizione di brani celebri del
repertorio classico.
L'esposizione di palazzo Tra-art è una
delle più grandi collezioni di saxofoni
d'Europa (60 saxofoni, oltre una parte
dedicata alla storia con foto, video e un
insieme di ance, imboccature, dischi e
spartiti d'epoca), un vero e proprio museo
nato grazie alla ricerca del maestro
Luciano Inguaggiato. Un evento culturale
unico nel suo genere in Sicilia, grazie al
valore storico-artistico dei pezzi rarissimi
in esposizione, molti di essi restaurati, che
raccontano la storia di questo strumento.
AMBIENTE. Monitoraggio anche sulla presenza di delfini e capodogli
Eolie, l’arcipelago delle tartarughe
SALINA. Aumentano delfini e tartarughe nel mare delle Eolie. I dati li
ha forniti il "Delphis Aeolian Dolphin Center" di Salina. Dallo studio è
emerso che negli ultimi sei anni, vi è un aumento della presenza dei
cetacei, e soprattutto delle tartarughe marine nelle acque
dell'Arcipelago. Tra gli esemplari segnalati figurano delfini, capodogli,
balenottere e tartarughe marine. Il centro Delphis, giornalmente
effettua uscite di monitoraggio che hanno lo scopo di quantificare la
presenza dei cetacei e delle tartarughe marine, studiarne la biologia,
l'etologia, la genetica, e salvaguardare il loro stato. Durante le uscite
in mare si osservano anche molte stenelle, tursiopi, balenottere ed una
decina di tartarughe. "E' un'esperienza unica - dicono gli
organizzatori - che lascia un'immagine bellissima della natura e di
quanto sia fondamentale tutelarla".
ROSA E NERO
14 anni di matrimonio, coniugi danesi tornano a Corleone
CORLEONE. La coppia di coniugi danesi Jesper e
Britta Thuun-Petersen insieme ai loro tre figli, si sono
dati appuntamento a mezzogiorno di venerdì 18
luglio con il sindaco di Corleone, Lea Savona, e con il
console di Danimarca, Hanne Carstensen, nella
piazza dove 14 anni fa hanno piantato un piccolo
albero di ulivo nel giorno del loro matrimonio. Una
tradizione che è stata rispettata da tutte le coppie
danesi che negli anni si sono sposate a Corleone e
grazie alla quale oggi nella piazza c’è un piccolo
oliveto.
Si è laureata in lingue e civiltà orientali Costanza Matafù
MESSINA. La nostra collaboratrice Costanza Matafù,
si è laureata in lingue e civiltà orientali
dell’Università di Napoli “L’Orientale”. Relatore la
professoressa Francesca Ersilia, Costanza ha ottenuto
il massimo dei voti e la lode, discutendo
brillantemente la tesi su “Delitto d’onore nella
Giordania contemporanea: impegno della società
civile e cambiamenti nell’approccio legale”. Un
lavoro certosino fatto anche di interviste alle donne
in detenzione nel carcere di Jweideh, nonchè a
giudici, giornalisti e docenti che “completa” quello
già sostenuto per la tesi triennale sulle mutilazioni
genitali femminili in Egitto. A Costanza l’augurio di
tutta la redazione di Centonove che il successo di
oggi sia l'inizio di un brillante futuro.
centonove pagina 5
CHI SCENDE
Giulia Adamo
MARSALA. La consuocera della
lady dei traghetti Olga Franza
cade nelle maglie della giustizia. L’ex deputata regionale è
stata condannata dalla Corte
d’Appello di Palermo a due
anni e 10 mesi con interdizione
dai pubblici uffici. Avrebbe tentato di indurre un dirigente a
non pagare i fondi a un'associazione per condizionare la nomina di una persona a lei gradita.
Conclusione? Giulia
Adamo si è dovuta dimettere
da sindaco di Marsala.
Nanni Ricevuto
MESSINA. L’ex presidente della
Provincia di Messina, e patron
della sede cittadina dell’Università telematica Pegaso, non
perde la sua vanità. In occasione dell’inaugurazione della
mostra fotografica dedicata a
Michelangelo Vizzini, al Monte
di Pietà, ha sollecitato più volte
il fotografo in servizio per farsi
immortalare con amici e autorità. Che pensi a una mostra dedicata a lui?
Nino Germanà
MESSINA. Mentre All’Ars si registra il tira e molla sull’approvazione della manovra finanziaria, il deputato del Nuovo
Centro Destra si dedica ai
viaggi. Germanà, infatti, si
trova a Berlino, da dove si diverte a inviare fotografie in
posa davanti a ciò che resta
dello storico muro che divise la
città e i due blocchi contrapposti fino al 1989.
Sergio De Cola
MESSINA. L’assessore comunale
all’Urbanistica rischia di trovare
Messina al buio. La nuova patata bollente è stata segnalata
dalla Fim Cisl e dalla Fisascat Cisl,
che hanno comunicato l’avvio
delle procedure di licenziamento
da parte dell’Ati composta da
Smail e Atlantico gestiscono, che
gestisce i ventottomila punti
luce in città. Il problema? Il
bando di affidamento scadrà il
prossimo 31 luglio. L’avvio delle
procedure per il licenziamento
riguarda i 5 dipendenti.
Piero David
MESSINA. Il coordinatore regionale siciliano dell’area Civati del
Pd crede nei social network non
tanto per esprimere una posizione politica, quanto per fini
molto più prosaici. Il suo ultimo
intervento in bacheca Fb, infatti, è una richiesta che non ha
nulla a che fare con le questioni
siciliane: “Alla ricerca di una
casa a Messina... qualche consiglio?”.
18 Luglio 2014
primopiano
Col sindaco di Messina Renato Accorinti
Nibali a Messina alla Passeggiata a mare con il presidente del suo fan club, e testimone di nozze, Eddy lanzo
PROTAGONISTI. Il messinese che dominando il Tour sta facendo sognare l’Italia del pedale. E non solo
Nibali, uno Squalo a Parigi
Ambasciatore dello sport della regione, titolatissimo, in vetta al pianeta ciclismo. Eppure, quando è a Messina
non si fa mancare l’arancino a fianco del negozio di famiglia o la “sgambata” con gli amici di sempre. Che lo raccontano
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Quando la sorte si accanisce
c’è davvero poco da fare. E’ strano dirlo
di Vincenzo Nibali, il ventinovenne
messinese che sta incantando il mondo
in sella ad una bici, il ciclista che sta
conquistando km dopo km il paradiso
dei ciclisti, quel Tour de France che solo
i grandi con la g maiuscola hanno
dominato. E’ strano dirlo di un atleta
con la faccia da bambino che contrasta
col truculento soprannome di “Squalo
dello Stretto”, che in un paio d’anni ha
messo in fila i rivali nella Vuelta in
Spagna nel 2010 e nel Giro d'Italia
2013, che si è aggiudicato due edizioni
della “classica” della Tirreno-Adriatico,
che è diventato campione italiano poche
settimane fa e che è il secondo italiano,
dopo Felice Gimondi, ad essere salito
sul podio di tutti e tre i “Grandi Giri”,
tutto questo prima di iniziare a mettere
il suo sigillo al Tour. E’ strano dirlo, ma il
suo sogno, Vincenzo Nibali non lo ha
mai coronato: vincere la sua corsa
preferita, la Liegi-Bastogne-Liegi. Il
sogno in un cassetto che di sogni non ne
hacontiene quasi più. Perchè Nibali,
faccia d’angelo, talento cristallino e
fame di vittorie da...squalo, li ha
esauditi quasi tutti. Quasi.
NIBALI SI NASCE. Perchè se è vero
che campioni si diventa, la
predestinazione un atleta o ce l’ha
addosso o non ce l‘ha. Se ne è accorto
presto il padre di Vincenzo, Salvatore
Nibali, che ha corso in bici nelle
categorie dilettanti e da piccolo lo
portava alle “sgambate” della domenica
e aveva il suo bel daffare a stare dietro a
quel diavoletto che sui pedali sembrava
volasse, sembrava non sentire fatica,
sembrava si nutrisse di quell’aria che in
velocità gli investiva il volto. Se ne è
accorto anche Peppino Lucchesi,
figura carismatica del ciclismo siciliano
e uno di quelli che su Nibali ci ha visto
lungo. E ci ha visto lungo anche
Michela Stancheris, assessore
bergamasco allo Sport della regione
Sicilia che lo ha incoronato
ambasciatore dello sport siciliano nel
mondo. Il primo a fregiarsi di questo
titolo. Ma ad intuire che dietro a
Vincenzo ci fosse lo Squalo, per primi
sono stati i suoi amici. Uno in
particolare.
PRESIDENTE, ANZI TESTIMONE.
“Stiamo andando in agenzia a prenotare
i biglietti per Parigi. Comunque vada,
all’arrivo del Tour dobbiamo esserci”. Ci
crede, Eddy Lanzo. Con quel nome
che riecheggia quello del “cannibale”
belga Eddy Mercks, Lanzo non poteva
che essere appassionato di ciclismo. Di
più. Perchè il presidente del fan club
messinese di Vincenzo Nibali (ne esiste
uno anche in Toscana) dello Squalo è
anche il testimone di nozze. “E un po’
anche il fratello maggiore”, racconta
ridendo. “Ovviamente non per il
ciclismo, cosa devo spiegargli io? Ma
fino a poco tempo fa ci sentivamo e
qualche consiglio glielo davo. Non sul
ciclismo però”, sottolinea divertito. Poi
racconta. Racconta di quelle strade
percorse assieme, Nibali davanti e gli
altri ad arrancare dietro. “Le litoranee, e
poi le salite. Tutte quelle dei colli san
Rizzo, quella di Castelmola, non ce n’era
una che gli sfuggisse...”. La sua carriera
agonistica, Vincenzo Nibali l’ha iniziata
con i Vivai Pietrafitta, la sua prima
società, per poi passare, fino alla
categoria Allievi, con i “fratelli
Marchetta”. Poi gli Juniores alla
Mastromarco, e l’addio a Messina, dato
che la società lo ha portato in Toscana.
“Loro seguivano solo gli Juniores, ma
pur di non perderlo misero sù una
squadra per il campionato dilettanti racconta Lanzo - Sin da piccolo ha
sempre vinto, è stato un predestinato”. E
infatti, leggenda da fan club tramanda
che “senza conoscere nè strade nè rivali,
la prima gara in Toscana Nibali la vince
per distacco”, conferma Lanzo. Che oggi
“sgambetta” con lo Squalo esattamente
come faceva quando il campione era
appena adolescente. “Quando viene a
Messina sta con gli amici del gruppo,
sempre. E puntuale, la mattina alle sette
e mezza esce in bicicletta gli amici.
Sempre puntuale, sempre umile, mai in
ritardo, senza mai far pesare il fatto di
essere un campione in mezzo ad
amatori...”, puntualizza Lanzo. Sembra
proprio che di “macchie” Nibali non ne
abbia. “Insomma...dovresti vedere come
Michela Stancheris, Peppino Lucchesi e Vincenzo Nibali
centonove pagina 6
primopiano
18 Luglio 2014
PERSONAGGI
Cairoli, una vita da film
“TONY CAIROLI - THE MOVIE”, IN AUTUNNO SUL GRANDE SCHERMO LA STORIA
E LE VITTORIE DEL SETTE VOLTE IRIDATO DI MOTOCROSS. CHE NON SI FERMA...
La mamma di Vincenzo, Giovanna
divora le granite caffè con panna e gli
arancini quando è qui e può allentare
dalle diete ferree del periodo di
preparazione agonistica. Non è goloso si affretta a precisare Lanzo - ma adora
la cucina siciliana, e dovendo per undici
mesi all’anno nutrirsi altrove...”.
CU NESCI ARRINESCI. Per diventare
lo Squalo (soprannome del quale Eddy
Lanzo rivendica la primogenitura),
Nibali ha avuto bisogno di andare a
vivere in Toscana. E per seguirne le
gesta, i membri del suo fan club sono
costretti a massacranti trasferte.
“Immagina come eravamo felici quando
il giro d’Italia ha fatto tappa sull’Etna...”,
spiegano. Sull’’immagine del giovane
meridionale arrivato al nord a cercare
fortuna, la stampa sportiva ci ha
ricamato sopra sin da quando le
bacheche di casa Nibali hanno iniziato a
riempirsi di trofei. Eppure, lo Squalo
non è mai stato l’iconografico emigrante
con la valigia di cartone. Lo conferma la
mamma.
TRA VIDEOTECA E BICI. L’amore per
la bicicletta non è stato un fulmine a ciel
sereno, ma un amore nato sin dal primo
triciclo. Ecco perché sua mamma
Giovanna, sempre in trincea dietro il
bancone del negozio che fa da videoteca
e punto di elaborazioni digitali, non può
raccontare episodi come “la prima
bicicletta che ha voluto Vincenzo” o
altro ancora. Perché “lo Squalo” sulle
due ruote è andato sempre, «prima col
padre Salvatore, ogni domenica, e poi,
piano piano, con le squadre siciliane»,
racconta. Fino a quando, a sedici anni,
in categoria juniores, Vincenzo ha fatto i
bagagli per andare in Toscana: «Era
giusto che seguisse la sua passione, e poi
non era tagliato per la scuola: fosse
rimasto qui, sarebbe stato uno dei tanti
che stanno a piazza Cairoli senza far
nulla». La mamma scherza, ma, quando
era in città, Vincenzo aiutava
nell’attività di famiglia insieme alla
sorella Carmen. Il fratello più piccolo,
Antonio, è anche lui ciclista. Vista la
vicinanza (si tratta della bottega
accanto) e non solo per fama, lo scorso
anno il Rosticciere Famulari ha “varato”
l’arancino Nibali. «Con Vincenzo ci
vediamo due volte l’anno, quando viene
qui, anche perché a casa sua non sta
mai», spiega la signora Giovanna. Che,
dopo una scatto con una foto del figlio
in mano, torna in tutta fretta a vedere il
Tour. E il figlio che lo sta dominando.
Chissà, in attesa magari di vederlo
coronare il suo sogno. A Liegi.
Non capita tutti i giorni che ad un
campione in attività, nel pieno della
maturità agonistica, venga dedicato un
film. Non capita, a meno che il
campione non si chiami Antonio Cairoli.
ventotto anni, nato a Patti e sette volte
campione del mondo di motocross,
quasi otto, perchè l’ottavo alloro ormai
è questione di settimane.
“Tony Cairoli - the movie” è un
lungometraggio, il cui trailer è stato
diffuso in settimana, che racconta
l’ascesa del crossista più forte in
circolazione, dai polverosi campi di
Marchesana ai titoli vinti a raffica nelle
categorie minori, dal trasferimento in
Veneto ai risultati stentati del primo
anno di mondiale, fino all’accasamento
col team romano di Claudio De Carli e
la definitiva esplosione: campione nel
mondo nel 2005 e poi nel 2007 nella
classe mx2, quindi il dominio totale e
incontrastato nella classe regina, la
MxGp, categoria in cui Tony Cairoli
domina dal 2009, vincendo
ininterrottamente allori mondiali. Oltre
alle vittorie, Cairoli si è conquistato il
rispetto (ed il timore) degli americani, la
cui scuola crossistica è da sempre
considerata la più forte al mondo. Nelle
uniche occasioni in cui i due “universi”
si incontrano, e cioè al Motocross delle
Nazioni, Cairoli ha devastato la
concorrenza e dato un duro colpo alla
spocchia yankee: nel 2012 e 2013, su
quattro manche corse, Cairoli ha fatto
filotto aggiudicandosele tutte. Il film
uscirà nelle sale di tutta Europa in
autunno, è prodotto dagli olandesi Nik
Janssen e Jean-Paul Maas. (A.C.)
Tony Cairoli vola con la sua Ktm numero 222
ALBO D’ORO
In cima al mondo partendo dal mare
OLIMPIONICI, IRIDATI E “MEDAGLIATI” CITTADINI. IL PIENONE? IN ACQUA
Non saranno noti ai più, e chi non ha
qualche capello bianco sulla testa
faticherà a conoscerli, ma di messinesi
che hanno raggiunto la vetta del
mondo ce ne sono parecchi. Come
Giovanni Scalzo, sciabolatore
messinesi che può vantare tre medaglie
olimpiche: oro a squadre alle olimpiadi
di Los Angeles 1984, e bronzo
individuale ed a squadre a Seul 1988,
dopo aver iniziato a tirare fendenti
nella "società operaia Messina". Ancora
meglio ha fatto Valerio Vermiglio,
pallavolista cresciuto nella Zanclon:
cinque campionati italiani e tre coppe
dei campioni tra Treviso e Parma, due
ori agli europei e un argento olimpico
ad Atene 2004. Irragiungibile Silvia
Bosurgi, pallanotista che all’oro
olimpico nel “setterosa” ad Atene nel
2004 affianca talmente tanti trofei da
non sapere più dove metterli: 14
campionati italiani e sette coppe dei
campioni con la Orizzonte Catania, oro
a mondiali ed europei, quattro argenti.
Nel 2008, ha “rischiato” di diventare
assessore con la giunta di Francantonio
Genovese, poi sconfitto alle urne. Il suo
corrispettivo maschile è Massimo
Giacoppo, argento col “settebello” a
Londra 2012 e cinque volte campione
italiano. Sempre in piscina, ma nel
nuoto, si è distinto Luca Baldini: per lui
un oro e due bronzi ai mondiali, e ben
tre ori nei mondiali in acque libere. Nei
campionati italiani, poi, Baldini di
medaglie ne ha fatto incetta: sette ori,
altrettanti bronzi e sei argenti. Oggi
Baldini è allenatore della sezione
giovanile delle Fiamme Gialle. Ancora
una volta in acqua, ma coi remi in
mano, Messina ha dato i natali a
Giovanni Calabrese, che alle olimpiadi
di Sydney del 2000 ha vinto il bronzo
nel “due di coppia” di canottaggio, più
ori e argenti ai mondiali. Giovane
promessa del rallysmo tricolore, Andrea
Nucita (di Santa Teresa), è il primo
pilota siciliano ad essere titolato negli
sport a quattro ruote, nel 2013. (A.C.)
centonove pagina 7
Silvia Bosurgi
18 Luglio 2014
primopiano
L’INIZIATIVA. L’amministrazione inaugura una Walk of fame dedicata agli sportivi siciliani
Gioiosa, la strada dei campioni
IN BREVE
Da Anna Sidoti a Gianluca Basile firmeranno una mattonella che verrà posata sul lungomare.
Cinque le stelle coinvolte nel corso dell’estate. Una iniziativa che guarda anche al turismo
Anna Rita Sidoti
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Gioiosa Marea. Luca Valdesi
(pluricampione mondiale di karate),
Annarita Sidoti (campionessa mondiale
di marcia), Tony Cairoli (pluricampione
mondiale di motocross) e Gianluca
Basile, (basket, argento olimpico e
campione d Europa con la Nazionale
italiana). Saranno loro i campioni
siciliani ad inaugurare nel corso
dell’estate la "Walk of fame” di Gioiosa
Marea. Se a Los Angeles c’è la strada
dedicata ai divi di Hollywood, nel
comune siciliano l’amministrazione del
sindaco Spinelli ha deciso di esaltare
esclusivamente il talento sportivo “made
in Sicily”. La prima mattonella sarà
inaugurata in apertura della III°
edizione di “Gioiosa Gustosa”. «Si tratta
di un premio internazionale, destinato a
sportivi che abbiano compiuto i 28 anni
- spiega il vice sindaco Teodoro La
Monica - i quali si siano distinti per i
loro risultati sportivi, sia individuali che
di squadra, e per la loro personalità.
Viene assegnato annualmente, in base al
giudizio dell’associazione “Walk of
fame”, che nomina il vincitore su una
lista di nominations. I vincitori
apporranno la loro firma su una
mattonella 40x40 cm che verrà poggiata
sulla “passeggiata dei campioni”, in
pieno centro a Gioiosa Marea, sul
lungomare Canapè». Ad inaugurare la
Walk Of Fame, l'1 agosto sarà una
personalità del mondo dello sport,
simbolo e vanto nel corso della sua
carriera, in Italia e nel mondo. Il nome
verrà ufficializzato nei prossimi giorni.
Sarà presente anche Sergio D’Antoni
presidente del Coni Sicilia. Nel corso
dell’estate, l’onore della “Walk of Fame”
spetterà a campioni che hanno dato e
continuano a dare, lustro al territorio:
da Luca Valdesi, pluricampione
mondiale di karate sposato con una
gioiosana a Gianluca Basile, argento
olimpico e campione d Europa con la
Nazionale italiana di Basket. E Annarita
Sidoti. L’atleta di Gioiosa Marea, da
cinque anni combatte contro il tumore.
Lo ha confessato per la prima volta in
occasione di un Congresso sulla marcia
dal titolo: “ I valori dello sport, campioni
in cattedra” organizzato alla scuola
media di Lomello a Pavia. Da allora ha
continuato a combattere come faceva in
pista.
Gioiosa Marea ha sempre valorizzato lo
sport. Nel comune esistono varie
squadre che militano nei campionati di
calcio, pallavolo, atletica. Ogni anno
ospita anche il Rally dei Nebrodi,
appuntamento che porta nel comune
migliaia di appassionati da tutta la
provincia di Messina. «Questa è
un’iniziativa che vuole unire la passione
per lo sport di Gioiosa con la sua
vocazione turistica - conclude La Monica
- il nostro comune conta 5 mila posti
letto, Capo Calavà è stato uno dei primi
villaggi del messinese sorto negli anni
70, dunque speriamo che questa “strada
dei campioni” possa attirare tanta gente
a beneficio della economia cittadina».
CALCIO
Quelle poche soddisfazioni dietro ad un pallone
AVARO DI SODDISFAZIONI IL “GIOCO PIÙ BELLO DEL MONDO”. QUINDI CI SI AFFIDA AGLI “ORIUNDI”
Se negli sport minori Messina (e la sua provincia) si
Totò Schillaci
fa rispettare, nel gioco più famoso del mondo,
invece, in riva allo Stretto non è mai successo nulla
di rilevante. E quando è successo, è stato per
merito di “oriundi”. Come Totò Schillaci,
palermitano, protagonista delle “notti magiche”
dei mondiali del 1990, quelli giocati in Italia, quelli
in cui Totò, fino ad un anno prima a gonfiare
caterve di reti in serie B con la casacca giallorossa
dell’Acr Messina, incantava il mondo trascinando
gli azzurri ad un passo così dalla vetta, a furia di
gol che gli valsero il titolo di cannoniere del
mundial. Quello che racconta di quei mondiali,
mette i brivici: “Ci sono periodi nella vita di un
calciatore nei quali ti riesce tutto, e per me questo
stato di grazia è coinciso con quel campionato del
mondo. Vuol dire che qualcuno, da lassù, ha deciso
che Totò Schillaci dovesse diventare l'eroe di Italia
'90. Peccato che poi si sia distratto durante la
semifinale con l'Argentina...”. Schillaci, prima di
approdare alla Juventus e quindi in nazionale, è
cresciuto agonisticamente sotto Franco Scoglio, il
“professore”, allenatore nato a Lipari che per anni
allenò in serie A e fu commissario tecnico di
nazionali africane che si affacciavano alla ribalta
mondiale. Da lì il buio: gli unici due giallorossi ad
essere convocati in nazionale, per amichevoli,
furono il palermitano Alessandro Parisi ed il
napoletano Carmine Coppola: erano gli anni del
Messina FC in serie A, 2005/06. (A.C.)
centonove pagina 8
Impollonia e Ruggeri
danzano sul podio
Messina. I messinesi Andrea
Impollonia e Simona Ruggeri
danzano sul podio di Roccaraso. La
coppia si è laureata campione
italiana F.I.H.P. Specialità Coppia
Danza, Nazionale B, bissando il
successo già ottenuto nel 2012. La
coppia messinese nel 2013 non ha
preso parte alla prova tricolore a
causa di un infortunio.
Successivamente ha conquistato il
titolo di campioni italiani Aics. Al
loro fianco l’allenatrice Paola
Trimboli.
Canottaggio, Finocchiaro
conquista l’argento
Messina. Il canottaggio messinese
non smette di raccogliere consensi.
È di quattro medaglie il bottino
della Canottieri Thàlatta al 25.
Festival dei Giovani, disputato a
Corgeno. L'argento lo ha ottenuto
nel 7.20 Allievi C, Albert
Finocchiaro. Piazza d' onore nel
doppio Allievi C sempre per
Finocchiaro che ha gareggiato con
Enrico Nuccio della Telimar
Palermo. Due medaglia di bronzo,
invece, per Alessandro Amadeo che
ha chiuso la sua spedizione con il
terzo posto nel 7.20 cadetti e poi
anche nel doppio, sempre cadetti,
con Guiscardo Parisi.
politica
A TU PER TU. L’affondo di Gianpiero D’Alia contro la politica siciliana. Che frena Rosario Crocetta
«Rovitati dai Canciabannera!»
«L’errore del governatore? Fare come il suo predecessore, affidandosi alle geometrie variabili e a deputati
trasformisti. Sono loro che bloccano le riforme, per garantirsi i voti», avverte il presidente nazionale dell’Udc
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Per lui, il problema non è
tanto Crocetta, «quanto una politica
che in Sicilia, da venti anni, si basa sui
cambi di casacca». È un fiume in piena,
Giampiero D’Alia, deputato
nazionale, presidente dell’Udc e ormai
volto “giovane” e consolidato dei
centristi siciliani e italiani.
D’Alia, lei ha espresso
soddisfazione per la nomina di
Jean-Claude Juncker a nuovo
presidente della Commissione
europea: a distanza di quasi
due anni, è ancora soddisfatto
per l’elezione di Rosario
Crocetta?
«Domanda di riserva?».
Di solito la chiede sempre il suo
collega del Pd, Francantonio
Genovese, quando non vuol
rispondere...
«Guardi, mi sto toccando... A questo
punto rispondo. Soddisfatto? È chiaro
che si può fare di più e meglio, però
se pensiamo che il problema sia legato
al presidente siamo fuori strada. Il
problema è l’assenza di una
maggioranza definita e coesa, una
circostanza che rende più precaria la
condizione del governo».
E questo da chi dipende?
«L’errore politico commesso, più che da
lui dai suoi consiglieri politici o
presunti tali, ma non faccio nomi
neanche sotto tortura, è di aver scelto
non la strada di una
responsabilizzazione dei due principali
partner, Udc e Pd, ma quella delle
maggioranze a geometrie variabili,
affidamndosi a singoli parlamentari o a
transumanze».
Gianpiero D’Alia
Un segnale sono anche lo
sfaldamento del Megafono o la
creazione di Articolo 4 da parte
di Lino Leanza?
«Mi sembra di aver già risposto.
Comunque, il problema della sicilia è
che, dall’inizio di questa legislatura a
oggi, una buona parte dei parlamentari
ha già cambiato gruppo e partito: questo
è il vero cancro della politica siciliana. Il
cambiar casacca è il problema delle
istituzioni politiche ed è ciò che crea
danni al governo Crocetta e che dà una
patente di inaffidabilità alla Sicilia nel
resto d’Italia. Passiamo per poco credibili
perché siamo pronti a cambiare con un
soffio di vento. È la storia recente, a
dirlo: pensiamo al ribaltone fatto nel
1998, che portò al governo Capodicasa,
e alla transumanza di deputati che ci fu
all’epoca. E pensiamo, soprattutto alla
presidenza di Raffaele Lombardo, nata
col centrodestra e morta col
centrosinistra. La storia dell’ultimo
ventennio è fatta di tante becere
operazioni “milazziste”.
A chi sono utili?
«Ai singoli eletti che si garantiscono
fette di elettorato attraverso una parte
di spesa pubblica regionale. Ecco
perché qualunque riforma reale viene
paralizzata, perché si
comprometterebbe la propria elezione.
Crocetta, insomma, ha commesso
l’errore di continuare a fare ciò che ha
caratterizzato il suo predecessore».
La via d’uscita, secondo D’Alia?
«Un governo politico a tutto tondo, per
fare in modo che i partiti non si
chiamino fuori dalle questioni. Perché,
sia chiaro, gli assessori esterni, pur
indicati dai partiti, possono svincolarsi
dalle responsabilità, attribuendosi solo i
meriti e scaricando tutte le colpe su
18 Luglio 2014
Crocetta se qualcosa va male. Se, ad
esempio, il presidente avesse inserito in
giunta il segretario regionale e il
capogruppo dell’Udc, nessuno del mio
partito avrebbe potuto fare a meno di
appoggiare provvedimenti relativi a
riforme e spesa pubblica.
Insomma, sarebbe stato meglio
se alle regionali il candidato
governatore fosse stato lei...
«Beh, io non mi sono mai candidato, e
quindi non posso giudicare dall’esterno
e cosa avrei potuto fare».
Maggioranza regionale: cosa
pernsa dovrebbero fare i vostri
alleati del Nuovo Centro Destra?
«Con Alfano abbiamo fatto le europee
insieme, anche per costruire un nuovo
soggetto politico. Mi auguro che si
prosegua su questa strada, ma noto un
assordante silenzio. In Sicilia, per
rilanciare l’azione di governo
bisognava riempire la maggioranza
non di singoli deputati ma di una forza
politica responsabile come l’Ncd.
Anche se, per la verità, gli amici
brillano per assenza politica».
Con Genovese del Pd in caduta
libera, il pallino della politica
messinese chi lo tiene in mano?
“Nel mio partito continiamo a lavorare,
degli altri poco mi importa. Ciò che mi
preoccupa di più è l’assenza di una
discussione seria su città metropolitana
e liberi consorzi, che sono il futuro
dell’economia e dello sviluppo. Per
questo ho chiesto agli assessori regionali
Valenti e Torrisi di farsi promotori di
iniziative sul tema a Messina. Perché gli
altri si stanno organizzando, mentre noi
siamo fermi al palo».
Cosa ne pensa del sindaco dello
Stretto Renato Accorinti, dopo
un anno di governo?
«Il mio giudizio non è positivo perché
l’unica cose di cui la città ha bisogno è
una buona amministrazione. È troppo
semplicistico, di fronte ai problemi,
richiamarsi sempre alle eredità del
passato. Adesso Accorinti è padrone
delle proprie azioni e se, ad esempio, il
servizio di igiene pubblica fa ancora
schifo dopo un anno e mezzo, non può
riportare sempre tutto sulla
sindacatura Buzzanca».
APPUNTAMENTI
Savarino come Renzi
L’EX ONOREVOLE LANCIA A PALERMO LA SUA “LEOLPOLDA”
CENTRISTA. TUTTI A VILLA FILIPPINA PER “AMUNÌSICILIA”
Giusy Savarino
PALERMO. Una versione centrista e moderata della
“Leopolda” di Matteo Renzi in salsa siciliana. È quella
proposta da Giusy Savarino sabato 19 luglio, a Palermo, a
Villa Filippina, al mattino e poi durante il pomeriggio, dove
si svolgerà la convention inaugurale di “AmunìSicilia”. Il
nome scelto, oltre al senso esortativo dialettale, è anche
l’acronimo di Associazione moderati uniti, presieduta dall’ex
deputato regionale, che così spiega la sua scelta: «Sarà un
giorno di dibattito e di confronto per gettare le basi di un
nuovo futuro per i moderati italiani, nel tentativo di fare da
centonove pagina 9
pungolo a un centrodestra frammentato, al fine di trovare
nuovi stimoli per rilanciare le politiche cattoliche e liberali.
Tra gli altri, parteciperanno alla convention Daniele
Capezzone, Salvatore Cicu, Gianpiero D'Alia, Raffaele
Fitto, Gabriella Giammanco, Enzo Gibiino, Giorgia
Meloni, Saverio Romano, Antonio Scavone e Simona
Vicari. Essenziale sarà il coinvolgimento, anche attraverso il
sito internet, www.amunisicilia.it , la pagina Facebook e il
profilo Twitter, di tanti giovani amministratori, militanti o
anche semplici appassionati, che saranno chiamati a dire la
propria sui temi oggetto di specifiche tavole rotonde. Più
nel dettaglio, alle ore 12 sarà presentato il libro “Per la
rivincita” di Capezzone, poi alle 15.30 un confronto tra i
capigruppo all'Assemblea regionale siciliana e i coordinatori
regionali dei partiti di centrodestra. Poi, seguirà un altro
confronto tra esponenti della politica nazionale,
imprenditori e operatori culturali.
18 Luglio 2014
politica
SOTTO LA CENERE. Fuoco di fila per il partito, stretto tra finanziaria, rimpasto e “caso Messina”
Pd, la lunga estate “calda”
Gli equilibri palermitani impediscono ancora di trovare una soluzione alla gestione in riva allo Stretto, destinata
a sbarcare in direzione nazionale. E mentre Ridolfo incontra Raciti, l’opposizione prepara documenti e assemblee
MESSINA. Il nodo del Pd messinese?
Per scioglierlo bisognerà attendere prima
la Finanziaria regionale, quindi trovare
un accordo con il governatore Rosario
Crocetta e, infine, sentire anche
l’opinione della direzione nazionale,
visto che la questione della segreteria
provinciale non è stata risolta dal
segretario regionale Fausto Raciti, che ha
pure avuto una interlocuzione a Milazzo
con il titolare dell’incarico, che una parte
del Pd non vuole più al suo posto,
Basilio Ridolfo.
LA STASI. A ormai due mesi dalle
europee, data limite che il segretario
regionale Fausto Raciti si era dato per
decidere sulle dimissioni presentate dal
segretario provinciale Basilio Ridolfo,
sindaco di Ficarra e vicino alle posizioni
di Francantonio Genovese e
Franco Rinaldi, da Palermo ancora
tutto tace. Un silenzio su cui pesano i
problemi palermitani, a cominciare dal
rimpasto chiesto a gran voce da mesi da
Antonello Cracolici e dagli esponenti
dell'Area Cuperlo. La difficoltà sta
nell’accontentare tutti gli appetiti, per i
quali servirebbe che diversi assessori, tra
cui i fedelissimi di Crocetta, come
Michela Stancheris, o i renziani di
area Faraone, come Giuseppe Bruno,
facessero un passo indietro: prospettiva
vista come fumo negli occhi da Beppe
Lumia, Crocetta e dallo stesso renziano
Davide Faraone.
L’ULTIMA DIREZIONE. All’incontro,
celebrato a Palermo sotto l'egida del vice
segretario nazionale, il renziano doc
Lorenzo Guerini, a parte un
documento finale “doroteo”, nel quale
tutti possono dire di aver vinto qualche
punto, perché non scontenta Crocetta, né
Raciti, le soluzioni circa il rimpasto e gli
equilibri futuri non sono state neppure
accennate.
MENTRE A MESSINA... Nel
frattempo, in riva allo Stretto tutto è
cristallizzato. Una stasi che non è stata
smossa neanche dallo scandalo
“formazione” e dalle critiche che da più
anime del partito si sono sollevate.
Nonostante l’annunziata volontà di
rinnovamento, infatti, la segreteria di
Raciti teme di scontentare equilibri
favorevoli a Genovese e Rinaldi. Una
circostanza che non ferma l’opposizione
interno. A contrastare il gruppo che fa
riferimento a Genovese (e che vuole
lasciare in piedi il segretario Ridolfo,
facendo forza sui bruti rapporti di forza
del tesseramento 2013), ci sono i
“rinnovatori” di varie anime, dai renziani
storici, veri e propri avversari diretti di
Genovese, ai renziani “della seconda
ora”, ai civatiani fino a segmenti della
stessa area Cuperlo, che iniziano ad
avere dei dubbi su questa attesa perenne.
In questo stallo, i renziani hanno
incontrato Davide Faraone, a
Messina, in occasione di un pranzo
avvenuto negli scorsi giorni, durante il
quale è stato richiesto un impegno del
Basilio Ridolfo
referente regionale di Renzi perché si
decida al più presto sul destino della
città, sia sul commissariamento del
Partito, sia sulle conseguenze politiche
ALLEANZE
Patto federativo col Psi. Che assegna i nuovi incarichi
PALERMO. Si rinsalda il patto federativo tra Psi e Pd in Sicilia. E' il risultato esito
dell'incontro, presente il senatore Carlo Vizzini, del segretario regionale Giovanni
Palillo, del vice presidente dell'Ars Antonio Venturino e del deputato questore
dell'Ars Nino Oddo. Il Psi ha poi comunicato la nuova distribuzione degli incarichi
al suio interno: Carmelo Di Quattro -sviluppo economico e rapporti con i sindacati;
Paolo Torrente - organizzazione e tesseramento, Giovanni Palillo - Enti locali; Piero
Lo Nigro - agricoltura; Giuseppe D?Antona - trasporti e lavori pubblici; Daniela
Virgilio - sanità e pari opportunità; Totò Chinnici - famiglia lavoro e politiche
sociali, Gaspare Sardella - comunicazione; Saverio Ficarra - protezione civile; Misti
Anna - cultura; Santo Vasta - urbanistica ed edilizia residenziale; Angelo Bellanti
- scuola ed amministrazione; Ulisse Signorelli - emigrazione; Enzo Capizzi - aree
interne precariato università, Andrea Pipitone - pesca e portualità; Alessandro
Montalto - politiche giovanili; Peppe Conti - diritti civili; Giancarlo Ruscello - aree
metropolitane; Cristian Bosco - ambiente; Antonio Sunzeri - Pes; Dario Aloisi cooperazione.
L’APPUNTAMENTO
Il rimpasto? Annuncio
agli Stati Generali
IL PD SICILIANO? Ricomincia dagli “Stati
generali”. Si tratta dell’assemblea
promossa per il prossimo 26, a Palermo,
dal segretario regionale Fausto Raciti.
Per il coordinatore, però, gli stati
generali saranno l’occasione per
annunciare la pace con Crocetta e le
modalità del nuovo rimpasto in giunta,
almento questo è nelle speranze di
Raciti. A partecipare saranno i segretari
dei circoli dell’Isola, affiancati anche da
amministratori locali, sindaci, dirigenti,
parlamentari regionali e nazionali,
L’obiettivo è dare vita a un confronto a
trecentosessanta gradi, durante il quale
il partito siciliano discuterà della sua
organizzazione, del radicamento sul
territorio e dei temi legati alle dinamiche
politiche locali e regionali.
da assumere nel caso, ormai dato certo,
del rigetto al Consiglio di Giustizia
Amministrativa del ricorso opposto
contro il sindaco Renato Accorinti dai
seguaci del candidato del Pd, Felice
Calabrò. A chiedere discontinuità e
impegno diretto per un congresso
provinciale e cittadino tutto rinnovato e
basato su un nuovo tesseramento 2014
controllato dal partito nazionale o
regionale sono stati i renziani storici,
Alessandro Russo, Francesco
Palano Quero e Giacomo D'Arrigo,
tradizionalmente vicini al deputato
palermitano leader dell'Area Renzi
siciliana. Ma anche Pippo Laccoto,
presente all'incontro, ha dichiarato la
necessità di un impegno più chiaro nei
confronti di Messina, che rischia di
venire marginalizzata, soprattutto in
ottica di rimpasto regionale. La prossima
mossa sarà un documento aperto sul
cambio dei vertici del partito e della
classe dirigente locale, ma anche
sull'impostazione di una linea politica,
finora “prona ai desiderata degli uomini
forti Genovese e Rinaldi”, soprattutto in
tema di tir in città. I “civatiani”, invece,
intendono organizzare un’assemblea
aperta a iscritti e simpatizzanti. Non
presenteranno un documento vincolante,
ma le richieste sono assai simili a quelle
dei renziani. (D.D.J.)
LUTTI
Addio a Di Benedetto
SCOMPARE A 52 ANNI, L’EX DEPUTATO DEI DEMOCRATICI
Giacomo Di Benedetto
PALERMO. Un vero e proprio pellegrinaggio con centinaia di amici,
conoscenti e semplici cittadini hanno reso omaggio al sindaco di
Raffadali (Agrigento), Giacomo Di Benedetto, stroncato sabato 12 da
un infarto, nella Camera ardente allestita nella Biblioteca Comunale,
per poi diventare migliaia nel giorno del funerale, alla presenza del
presidente della Regione, del presidente dell’Ars e del segretario
regionale del Pd. La morte di Di Benedetto è un lutto per la politica
siciliana e per i democratici. Colto da un malore improvviso all'uscita dal
municipio, era stato immediatamente soccorso e trasportato in
centonove pagina 10
ospedale, dove era deceduto poco dopo l'arrivo. Cinquantadue anni,
sindacalista e politico di lungo corso, eletto nel 2006 all'Assemblea
regionale siciliana tra le fila dei Democratici di sinistra e poi nel 2008
con il Pd, era al suo secondo mandato da sindaco di Raffadali
(Agrigento). «Profondo dolore» per la tragica scomparsa è stato
espresso «'a nome mio e dei parlamentari regionali del Partito
Democratico all'Ars» da Baldo Gucciardi, capogruppo dei democratici
a Sala d'Ercole. «'Durante gli anni che ha passato al Parlamento
regionale - ha raccontato - Di Benedetto ha portato avanti battaglie
importanti con la stessa passione che aveva messo in campo nel suo
impegno con il sindacato prima, e da sindaco di Raffadali poi». «A
nome del Partito democratico della Sicilia esprimo profondo cordoglio
per la scomparsa di Giacomo Di Benedetto», ha detto Fausto Raciti,
che aggiunge: «Vogliamo far sentire la nostra sincera vicinanza ai suoi
familiari».
politica
MESSINA. Vanno in commissione le proposte che Crocetta firmerà come decreto
Urega, trasferito Sciacca
A guidare il Genio civile, sarà Leonardo Santoro, in quota Udc. Il direttore dell’Urega sarà invece
Santi Trovato, presidente dell’Ordine degli ingegneri. Ecco i retroscena di una partita ancora aperta
MESSINA. Completato il puzzle delle
nomine tra Genio Civile e Urega per la
Provincia di Messina. Il nuovo capo del
Genio civile di Messina, in quota
all’Udc, è l’ingegnere Leonardo
Santoro, proveniente dall’ufficio della
Motorizzazione.
Prende il posto dell’ingegnere Gaetano
Sciacca, che va a presiedere l’Urega,
l’orrganismo provinciale ospitato
dentro il Genio Civile che si occupa
degli appalti sopra-soglia comunitaria.
A fargli da vice, sarà Antonio Favosi.
Direttore generale dell’Urega, sarà
invece il presidente dell’Ordine degli
Ingegneri di Messina, Santi Trovato.
L’intesa politica, trovata alla fine tra
l’Udc di D’Alia e Ardizzone e i Drs di
Beppe Picciolo, è stata davvero
contrastata per l’ambientalità creata
attorno al trasferimento dell’ingegnere
Gateano Sciacca, al centro di infuocate
polemiche per le sue prese di posizione
a favore della difesa ambientale e idrogeologica del territorio, che più di una
Gaetano Sciacca
volta lo hanno portato in
contrapposizione con dirigenti del suo
stesso ordine professionale.
Da ultimo, le posizioni di Gaeteno
Sciacca, in merito alla pericolosità del
viadotto Ritiro, “a rischio crollo”
divergono enormemente da quelle
dell’assessore all’Urbanistica del
Comune di Messina Sergio De Cola,
che ritiene sì urgenti i lavori al
centonove pagina 11
18 Luglio 2014
Viadotto “ammalorato”, ma che non
intravede nessun pericolo di
imminente crollo.
Polemiche che hanno portato i
rappresentanti del Megafono a
Messina, Massimo Finocchiaro e
Gisueppe Laface, ad accusare
apertamente Sciacca di “procurato
allarme sociale”.
Ma la partita delle nomine di Messina,
è un tassello più vasto, di
“aggiustamenti” nelle varie province: a
catania non si muove nulla nelle
nomine dell’Urega, secondo le
disposizioni del segertario dell’Udc,
Giovanni Pistorio e di mario
D’Agostino.
Più complessa la partita sul tavolo
regionale. Qui bisogna sostituire
l’ingegnere Sergio Sansone, capo della
struttura tecnica di tutti i servizi
provinciali di Genio Civile. In corsa per
la sua sostituzione, due funzionari:
Manlio Munafò, capo del genio civile
di Palermo, molto vicino all’onorevole
Beppe Lumia e Fulvio Bellomo, già
capo di gabinetto dell’ex assessore alle
Infrastrutture, Nino Bartolotta. La
partita è aperta. Ma non sempre i titoli
e la competenza professionale sono
premiati nelle nomine. Non è infatti
esclusa la presentazione di ricorsi,
contro la nomina di Leonardo Santoro,
da parte di altri ingegneri, come il
presidente degli ingegneri Santi
Trovato, che ritengono avere maggiori
titoli per ricoprire la carica.
18 Luglio 2014
politica
“Pensiamoci un attimo...” Gino Sturniolo e Nina Lo Presti
PALAZZO ZANCA. Nina Lo Presti e Gino Sturniolo ad un passo dal gruppo misto
Prove tecniche di addio
I due consiglieri di Cambiamo Messina dal basso in rotta con l’amministrazione. Che in aula
guarda ad una maggioranza variegata. “Traditi i presupposti che ci hanno portato all’elezione”. Ecco quali
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. L’addio potrebbe arrivare a
fine luglio, in concomitanza con la
discussione sull’approvazione del
bilancio consuntivo 2013. Occasione in
cui Cambiamo Messina dal basso
potrebbe perdere metà dei suoi
consiglieri. Perchè la “pazza idea” di
Nina Lo Presti e (in misura solo di
poco minore) Gino Sturniolo è
quello di abbandonare il simbolo
arcobaleno del movimento che sostiene
il sindaco renato Accorinti per
abbracciare il “grigio” del gruppo
misto.
C’ERAVAMO TANTO AMATI. La
goccia che ha fatto traboccare il vaso è
stato lo spaccamento tra i due
consiglieri di Cmdb e la Giunta in
occasione del voto negativo dei due
sulle risposte da dare alla Corte dei
Conti dopo le rimostranze mosse dai
magistrati contabili al consuntivo
2012. Una posizione netta ed
inequivocabile, che ha però esposto
Nina Lo Presti e Gino Sturniolo al
“fuoco amico”. Perchè l’altra metà di
Cambiamo Messina (Ivana Risitano
e Lucy Fenech) ha votato
favorevolmente, così come Udc, Dr e
Pd. Cosa rimproverano i due
“dissidenti” all’amministrazione?
parecchio.
ALTO TRADIMENTO. Un bilancio
partecipato, tanto per iniziare. “Per
carità, è giusto che un sindaco debba
cercarsi una maggioranza, visto che
può contare solo su quattro consiglieri
su quaranta, ma magari sarebbe bene
che per primo si confrontasse proprio
con loro. E invece no - attacca Nina Lo
Presti - Tutti i presupposti coi quali era
iniziata l’avventura non sono mai stati
messi in atto. Con il sindaco Renato
Accorinti parlo, ma solo di questioni
secondarie, quando si tratta di
provvedimenti importanti e vincolanti
non riusciamo a discutere. Con
l’assessore al Bilancio Guido
Signorino, poi, il dialogo si riduce
alle occasioni in cui ci vediamo in
commissione”. La decisione dei due
non è però presa “in comune”. Nina Lo
Presti, più impulsiva, è ad un passo
dalla rottura. Gino Sturniolo, più
morbido, spera che la frattura possa
risanarsi. I due, nel primo anno da
consiglieri comunali, hanno preso la
frase “senza vincolo di mandato”
nell’accezione più alla lettera possibile,
e oggi si trovano allo scontro con
amministrazione e parte del
movimento. Solo parte, perchè l’ala
meno legata ai partiti, che dalla giunta
Accorinti si attendeva un cambio di
marcia, è delusa quanto i due. E
tramite i due rumoreggia. In
alternativa? Il gruppo misto.
MISTI ALLA META. All’interno del
quale siede già da mesi Antonella
Russo, che tra le file dei Progressisti
Democratici, lista gemella del Pd nella
quale è stata eletta, ci ha resistito per
qualche settimana appena. Ironia della
sorte, a stare “scomodo” oggi è il suo
ex collega Daniele Zuccarello,
ormai sistematicamente allineato su
posizioni alternative rispetto
all’ortodossia democratica d’aula. E’
proprio Zuccarello che sta facendo la
sponda all’amministrazione Accorinti
in parecchi dei provvedimenti presi.
Non ultimo, il supporto riguardo al
pugno duro nella questione tir. Ma per
un inaspettato supporto che arriva, per
Accorinti c’è una bordata “amica”.
SEL ALLO SCOPERTO. A pungolare
l’amministrazione, chiedendo di
“rivedere la squadra di assessori” è Sel:
un rimpasto di giunta con
l’avvicendamento di Sergio De Cola,
Nino Mantineo, Patrizia
Panarello e Filippo Cucinotta.
Singolari le modalità della richiesta: si
fa riferimento alle magagne nei settori
ma non i nomi degli assessori che
secondo Sel ne sarebbero responsabili.
Il partito, tra l’altro, fino a giugno 2013
ha sostenuto la candidatura a sindaco
di Felice Calabrò del Pd. Durante
l’ultimo congresso, però, ha prevalso la
corrente più vicina ad Accorinti.
CALCOLI IN AULA. E Pd e Udc, che
giusto un anno fa, dalle dichiarazioni
roboanti e dai numeri in aula
sembrava dovessero disputarsi le carni
del povero Renato Accorinti? Tengono
in piedi la baracca. quando c’è da
votare atti che comprometterebbero la
sopravvivenza del consiglio. Altrimenti
la buttano in caciara.
BARZELLETTE
Più tir, meno Tar
IL PD SI ASTIENE SULLA DISCUSSIONE, EVITANDO DI PRENDERE
POSIZIONE SULLA VICENDA. COME DON ABBONDIO. O PEGGIO
MESSINA. Visto che da qualche tempo in consiglio
comunale fioccano le citazioni letterarie (la maggior parte a
sproposito), forse, per commentare la seduta di martedi 15,
sarebbe necessario citare don Abbondio. Perchè, alla
discussione sulla questione Tir proposta da Daniele
Zuccarello, Claudio Cardile e Donatella Sindoni, si è
preferito dare spazio a quella sulla chiusura (già evitata per
una norma nazionale) del Tar di Catania. Ancora una volta,
protagonista in negativo è stato il Pd, che si è astenuto o ha
votato contro (come Dr, Megafono, Udc e Paolo David,
unico del Pd che ha avuto comunque il merito di aver preso
una posizione) sul prelievo della delibera. Astensione
pelosissima, in questo caso, perchè subito dopo è stato
centonove pagina 12
convocato un consiglio “aperto” per discutere la questione,
ma venerdi 18, a ordinanza già firmata. E doppiamente
“peloso”, perchè da regolamento comunale, i consigli aperti
non possono adottare decisioni amministrative. Un
tristissimo “prendere tempo” e attendere che gli eventi
facciano il loro corso, per non prendere mai una posizione. E
così, i pensieri dei più sono andati a Francantonio
Genovese, leader del Pd locale e socio dei Franza nella
Cartour. La certezza è che molti dei consiglieri astenuti abbia
peccato in eccesso di zelo, perchè oggi le vicende armatoriali
occupano, nella mente di Genovese, lo spazio di uno spillo,
dati i fronti giudiziari nei quali il parlamentare è
impelagato. E quindi? Meglio essere “più realisti del re”,
tentando di dare un colpo al cerchio (i maggiorenti) ed uno
alla botte (il pubblico). A favore della discussione hanno
votato compatti i consiglieri di Cmdb, Fabrizio Sottile di
Forza Italia e Piero Adamo, che sull’argomento, col circolo
“vento dello Stretto”, si era espresso in tempi non sospetti al
fianco “pugno duro” di Renato Accorinti. (A.C.)
politica
18 Luglio 2014
FURNARI
Mario Foti e le minacce che dividono
E’ scontro sul consiglio straordinario chiesto dalla maggioranza
di Pamela Arena
Michele Carbone
FURNARI. L’assessore lascia la giunta e accusa la maggioranza
La delusione di Carbone
Il politico si ritiene vittima del “fuoco amico” e contesta al
sindaco di non averlo difeso. La replica del consigliere Gitto
Falcone. «Il sindaco avrebbe potuto
difendermi davanti alle ostilità della
maggioranza ma non l’ha fatto».
Queste alcune dichiarazioni di Michele
Carbone, assessore dimissionario,
subentrato nella giunta Cirella dopo
che tutti i membri dell’esecutivo
avevano lasciato il proprio incarico.
Nominato lo scorso 9 dicembre,
Carbone aveva ricevuto le deleghe ai
Lavori pubblici, Viabilità e Urbanistica,
settori dov’era più competente
considerato il suo impiego all’ufficio
tecnico del comune di Tripi. Ma sono
bastati 7 mesi di attività amministrativa
per indurre Carbone a rassegnare le
dimissioni. A non essergli andato giù
sembra che siano state le critiche dei
componenti della maggioranza la quale
«era solita mettere in difficoltà il mio
operato polemizzando alcune mie
iniziative». Secondo Carbone, «i
consiglieri di maggioranza non
gradivano né l’autonomia con cui il
sindaco mi permetteva di lavorare, né
la fiducia che mi mostravano i colleghi
dell’esecutivo». L’ ex assessore Carbone
si riferisce, uno fra tutti, alla raccolta
differenziata. Carbone, inoltre, non ha
negato difficoltà con l’ufficio tecnico
«che non mi sembrava efficiente». A
replicare è il capo gruppo di
maggioranza, Mariano Gitto: «Le
lacune all’ufficio tecnico che l’ex
assessore evidenzia, sono sotto gli occhi
di tutti e più volte è stato esortato ad
essere più collaborativo con lo stesso
ufficio, proprio in virtù della sua
esperienza lavorativa. Probabilmente continua Gitto - i motivi reali delle
dimissioni possono essere ricercati nel
poco tempo che l’ex assessore riusciva a
dedicare all’amministrazione, anche a
causa del suo lavoro. Non gli siamo mai
stati ostili. Eventuali perplessità erano
sempre motivate». (P. A.)
Furnari. Un consiglio comunale urgente
per manifestare solidarietà relative alle
“velate minacce” ricevute dal sindaco
Mario Foti, ma la minoranza consiliare
non ci sta. Dopo la notizia della
chiusura della discarica di Mazzarrà
Sant’Andrea a cui il dipartimento
Regionale Acqua e Rifiuti ha revocato
le autorizzazioni per le irregolarità
riscontrate, cominciano le diatribe sui
meriti di questa svolta. A tal proposito
i consiglieri di opposizione del gruppo
“ Giovani per Furnari”, considerano
addirittura “eccessiva”, la necessità di
convocare un consiglio comunale
straordinario ed urgente per
manifestare solidarietà al sindaco Foti
che sarebbe stato oggetto di velate
minacce per la chiusura degli impianti.
I consiglieri di opposizione, infatti,
tengono a precisare che se di chiusura
oggi si parla è grazie a quel gruppo di
cittadini di Furnari che a proprie spese
“ha voluto ricorrere in sede
giudiziaria, per far valere le ragioni di
un’intera comunità martoriata ormai
da anni dai miasmi provenienti dalla
discarica”. Con una nota, infatti, i
consiglieri, oltre a declinare l’invito del
presidente del consiglio, che
comunque ringraziano, intendono
«evidenziare il comportamento poco
corretto del primo cittadino, quando
intende prendersi dei meriti che non
gli spettano, omettendo
colpevolmente la fondamentale
iniziativa di coloro che pur privi di
incarichi politici hanno quasi
totalmente a proprie spese sostenuto
un ricorso al Tar e proposto appello al
Cga – si legge in una nota – ». Aspetto,
questo, evidenziato anche da uno dei
ROMETTA
Caso La Face: «Merlino non faccia il puro»
LA MINORANZA ATTACCA DOPO LA CONDANNA ERARIALE DELL’ASSESSORE
Rometta. Il vice sindaco Giuseppe Laface viene condannato per danno erariale ma
la minoranza attacca il sindaco Nicola Merlino. «Sul futuro della sua attività
amministrativa Laface può prendere solo una decisione morale, che noi
rispetteremo - scrive in una nota il gruppo “Continuiamo Insieme per Innovare” - a
dichiararsi invece campione di moralità, a ostentare il vessillo della purezza
assoluta, sua e dei suoi, è stato – prima e dopo la recente campagna elettorale – il
superiore in grado di Laface, il sindaco Merlino. Il quale sapeva anche lui della
condanna in primo grado per «colpa grave e danno erariale» di Laface (nella
qualità di ex vertice dell’Iacp di Messina), e tuttavia, come se nulla fosse, ha
continuato ad autoproclamarsi l’immacolato e a esaltare la purezza della sua
coalizione a fronte di avversari – a suo dire – moralmente disonorati». «Le sentenze
non le commento - replica Laface - ma le appello come farò in questo caso».
Giuseppe Laface
centonove pagina 13
Zothecas amputat cathedras, quod
firmatari del ricorso, Armando Lopes, il
quale dichiara che “«bisogna
riconoscere i meriti di quei cittadini
che allora, come ora, continuano a
battersi anche per segnalare il
conferimento in discarica di materiale
non conforme a quanto prevede la
legge, come l’amianto».
A queste dichiarazioni rispondono i
consiglieri comunali di maggioranza
che con un altro documento
evidenziano che «se di chiusura oggi si
parla è grazie alla partecipazione,
anche se non richiesta, del sindaci
Mario Foti alla Conferenza di servizio
dello scorso 24 gennaio, nella quale è
stata sospesa sia la richiesta del terzo
ampliamento della discarica in
contrada Zuppà, sia la richiesta di
costruzione di un impianto di biostabilizzazione. E’ stato il sindaco Foti,
inoltre, a segnalare per la prima volta
a tutte le autorità competenti, le
irregolarità collegate alla discarica - si
legge fra le altre cose nella nota -Ciò'
non sarebbe accaduto se in sede di
quella Conferenza di servizi, che porto'
alle Autorizzazioni Aia del maggio
2009, il comune si fosse presentato con
l’amministratore dell'epoca ad
evidenziare la distanza dell'invaso dai
suoi pozzi di approvvigionamento
idrico e dal centro urbano. Ne'
tantomeno se, invece dei cittadini, il
ricorso contro l'ampliamento fosse
stato proposto a suo tempo dalla
stessa amministrazione comunale».
18 Luglio 2014
politica
L’INTERVISTA. I ricordi di Orazio Calamuneri, consigliere comunale dal 1985
MONFORTE
«La mia Barcellona»
Club “Forza Silvio”
Scilipoti taglia il nastro
Il decano dell’aula rivaluta anche gli ex nemici politici. «Il senatore Santalco l’ho sempre
contestato ma era un “sindaco del fare”. Nania lo voleva imitare ma non c’è riuscito»
DI
GIOVANNI FRAZZICA
BARCELLONA. Orazio Calamuneri,
cosigliere comunale di lungo corso al
Comune di Barcellona (Pd), si rende
disponibile a ripercorrere le tappe della
sua lunga carriera politica. “Se penso
alla mia esperienza di consigliere
comunale, forse più di tanti altri avrei
tanti ricordi, tanti episodi, tante persone
e personaggi da raccontare. Da
avversario politico devo ammettere che
se Barcellona ha avuto un “Sindaco del
Fare” quello è stato il senatore Carmelo
Santalco. A lui si devono numerose
fondamentali realizzazioni come la rete
idrica cittadina, le case popolari, la
valorizzazione dello scalo ferroviario, il
ruolo dell’Ospedale e tante altre cose
che non sto qui a ricordare, perché
Santalco era un sindaco intervenitista,
incombente, visto con gli occhi
dell’oppositore, quale io ero, ma dal
punto di vista amministrativo non si può
negare che sia stato una grande risorsa
per la città. Era capace anche di mettersi
in contrasto con i vertici regionali e
nazionali del suo partito, quando
c’erano in gioco gli interessi di
Barcellona”.
Dopo Santalco come cambiò la
politica barcellonese?
”Ricordo che a Santalco succedette il
cavaliere Emanuele Bisignani e poi
Antonino Calabrò. A questi fece seguito
nella gestione della sindacatura l’avv.
Giovanni D’Amico, uomo di grande
cultura e con una personalità molto
forte, una persona che ancora oggi
ricordo con molta ammirazione. A lui
succedette Carmelino Munafò,
funzionario dell’Iacp, politicamente
molto vicino al senatore Santalco. Dopo
l’esperienza Munafò, per un breve
periodo c'è stato l'avvocato Enzo Amato,
Orazio Calamuneri
infine tornò a fare il Sindaco, per
l’ultima volta, il sen. Santalco, poi lasciò
definitivamente, e fù proprio allora che
ebbe inizio una nuova fase, quel declino
di Barcellona che, purtroppo, ancor oggi
viviamo. Incominciò proprio all’epoca
della sindacatura di Roberto Molino,
seguita all’ultima gestione Santalco, ma
con ciò, ovviamente, non intendo
gettare la croce addosso a Molino,
perché mi rendo conto che in alcuni
passaggi epocali concorrono anche
diversi fattori esterni. A Molino seguì
l’esperienza entusiasmante di Franco
Speciale, che si caratterizzò per una
particolare attenzione nei confronti dei
problemi sociali che, da allora, non si è
più vista”.
Però poi vinse il cetro-destra.
“Si, Candeloro Nania aveva delle grandi
ambizioni, voleva diventare un nuovo
Santalco, purtroppo, per lui e per la
città, molti dei suoi progetti non sono
giunti in porto. Su una situazione di
degrado economico e sociale, per quei
fenomeni di protesta popolare e di
malcontento che sono germogliati un
po’ ovunque, Maria Teresa Collica ha
vinto le ultime elezioni. Oggi galleggia
anche lei in una situazione in cui lo
sfilacciamento delle forze politiche
tradizionali non si è ancora ricomposto,
anche se ci sono importanti segnali
positivi, mentre invece la crisi
economica si è notevolmente aggravata.
Dopo la chiusura dell’Hotel Sant’Andrea
a Barcellona c’è un solo albergo. Non è
passato il Prg per definire la “Città dei
Servizi”, nella zona industrale,
praticamente morta, hanno cessato le
attività i produttori di laterizi,
l’Electromobil, i manufatti Siemens e
IL NUOVO SODALIZIO AZZURRO
DEDICATO A GAETANO MARTINO
MONFORTE SAN GIORGIO. E’ stato
inaugurato il Club Forza Silvio
“Gaetano Martino”, presso l’istituto
dell’associazione “Maria Immacolata”
di via Principe di Piemonte. Relatori il
sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea
Salvatore Bucolo e Rosa Maria Aliquò,
presidente del club dedicato alla
memoria del compianto ministro
Gaetano Martino, protagonista del
rilancio europeo a metà degli anni
cinquanta. Le conclusioni dell’incontro
inaugurale, cui hanno partecipato
alcuni giovani del luogo ad altri
esponenti del comprensorio, sono
state riservate al senatore di Terme
Vigliatore Domenico Scilipoti,
promotore del sostegno al “Silvio
nazionale”, che ha promosso anche il
sostegno del gruppo forzista messinese
alla manifestazione"Uniti con il
Presidente per ritornare a vincere" di
Roma, del 10 Luglio scorso, presso la
Sala Poli in Via del Pozzetto.
tanti altri. Se in questo quadro
catastrifico si blocca anche la
“Piattaforma Intermodale Merci”,
realizzabile con un project financing e
capace di dare alla luce del sole decine
di posti di lavoro, non si capisce bene la
funzione della politica comunale”.
Ma ora il Pd, il suo partito, entra in
maggioranza, non pensa che
cambierà la politica a Barcellona?
“Se così fosse qualcosa cambierebbe
certamente, penso invece che stiamo
assistendo ad uno strano balletto che
serve, allo stato, a confondere le idee.
Più che alla sostanza di un dialogo
politico si punta al formalismo di una
copertura, da un lato, mentre dall’altro
lato qualcuno sogna una poltrona di
Assessore. Questo non serve ne alla
Collica, ne al Pd, ne tantomeno alla
città”.
TORREGROTTA
Sette consiglieri “bacchettano” i responsabili d’area
LIA BERNAVA SI FA PORTAVOCE DELL’OPPOSIZIONE CHE CHIEDE MAGGIORE RISPETTO DELLE DELIBERAZONI DELL’AULA
Lia Bernava
Acque agitate nel Comune di Torregrotta dove 7 consiglieri
comunali puntano il dito contro la struttura amministrativa.
“E’ successo di nuovo che i responsabili d’area non si
attengono alle decisioni prese dal Consiglio - scrive Lia
Bernava anche a nome dei colleghi Giovanni Scaglione,
Giuseppe Ordile, Domenico Grasso, Giuseppe Pavone,
Giuseppe Polito e Nicola Spada - Deliberazioni che agevolano
i cittadini ed ai quali non viene data la pubblica
comunicazione, come è avvenuto per la proroga del
pagamento della tassa sui rifiuti per gli anni 2012 e 2013, che
centonove pagina 14
dal 5 maggio 2014 è stata decisa anche con la immediata
esecutività! Così anche per la deliberazione relativa
all’annullamento delle procedure di cui al bando di gara
relativo al Piano delle alienazioni anno 2012, discussa in aula il
23 giugno scorso, durante la quale il responsabile dell’area
tecnica ha comunicato che quella stessa mattina sono stati
stipulati i contratti con gli assegnatari dei lotti di viale Europa,
mentre il contratto riguardante la via Pavese era già stato
stipulato il 16 giugno”. I consiglieri chiedono maggiore
aderenza alle direttive impartite dall’organo politico.
18 Luglio 2014
sicilia
MESSINA. La città scende in campo per il suo presidio sanitario più antico. Riconvertito dalla Regione
Piemonte, “pronto soccorso”
Nelle linee dell’assessorato, dovrebbe diventare un polo materno infantile, sopprimendo un punto emergenze
necessario al centro. Un’idea sviluppata durante la battaglia per i punti nascita, che oggi diventa un boomerang
MESSINA. Prima la chiusura dei
padiglioni per il rischio sismico (rilevato
già dal 2007), poi la decisione di
chiudere i battenti (rientrata), infine
una battaglia per i punti nascita,
neanche nel 2013, che oggi diventa il
principale contrappasso che potrebbe
subire l’Ospedale Piemonte di Messina.
Già, perché la riconversione del più
antico edificio sanitario di Messina (la
cui costruzione risale al 1911) in Polo
materno infantile potrebbe segnare la
fine di tutte le attività svolte, in primis il
pronto soccorso, lasciando senza luogo
di cura i pazienti del centro città. Gli
altri due ospedali esistenti, il Policlinico
e il Papardo, si trovano infatti ai poli
opposti della città.
TUTTI IN CAMPO. «Quando si decide
di riconvertire un punto centrale,
occorre preliminarmente organizzare un
dibattito pubblico», accusa il deputato
dell’Udc, Gianpiero D’Alia,
sottolineando come la notizia della
riconversione sia stata data dal manager
del polo Papardo-Piemonte, Michele
Vullo, in un incontro con dirigenti e
sindacati. Al di là di ciò, D’Alia ha una
proposta: «Come ho detto all’assessore
regionale alla Salute, Lucia
Borsellino, bisogna organizzare un
incontro coinvolgendo tutta la città». Su
questo terreno, si sono già mossi i
deputati Dr all’Ars, Marcello Greco e
Giuseppe Picciolo: «Riteniamo
essenziale indire un tavolo tecnico al
fine di presentare una proposta
condivisa che esalti le caratteristiche
dell’Ospedale Piemonte». L’incontro, a
cui avrebbero dato disponibilità i due
direttori regionali Ignazio Tozzo e
Totò Sammartano, nonché quelli
delle aziende cittadine, dovrà chiarire i
termini dell’operazione, che non può
L’Ospedale Piemonte nei primi anni dopo la sua realizzazione
essere di «“maquillage” e
ridimensionamento sanitario». E mentre
la politica scende in campo, dai deputati
Ncd Garofalo, Germanà e Mancuso,
all’onorevole regionale di Fi,
Bernadette Grasso, fino ai consiglieri
comunali e il sindaco, tra i sindacati è
anche scoppiata la baruffa. Ecco perché.
FRIZIONI SINDACALI. Lo scontro
frontale è stato tra la Cgil, da una
parte, e la Cisl e la Uil, dall’altra. Per
il primo sindacato, infatti, gli altri
sapevano già tutto, e anzi avevano
avallato l’operazione, nata ai tempi
del commissario Armando Caruso. E,
in effetti, l’ultimo capitolo della
vicenda si era registrato all’epoca
della questione punti nascita (a
Messina ne erano previsti due), che
aveva visto Cisl e Uil in prima linea
per difendere la posizione del
Piemonte.
LA STORIA
Cento anni di attività
L’OSPEDALE PIEMONTE è stato costruito
nel lontano 1911 con i fondi raccolti dai
cittadini piemontesi in favore della città di
Messina colpita dall'immane disastro del
terremoto del 28 dicembre 1908. Il
Nosocomio, situato all'epoca in zona
marginale rispetto al centro cittadino, fu
costruito adiacente al torrente Zaera ed rea
dotato inizialmente di 200 posti letto. Ma
già nella relazione del progettista, in data
1 settembre 1912, si accennava alle
impellenti necessità di ampliare con nuovi
padiglioni l'esistente, per aumentare i posti
letto e fare fronte alle richieste cittadine di
ricovero. La gestione dell'Ospedale, nella
fase iniziale, fu affidata ad un Comitato
Provinciale di Assistenza e Beneficenza. E'
soltanto nel 1971 che viene costituito l'Ente
Ospedaliero Regionale Piemonte, con una
capienza di circa 712 posti letto. Per molti
anni il Nosocomio ha rappresentato il polo
scientifico sanitario cittadino, in quanto
ospitava solo Cliniche Universitarie, ed è
stato un punto di riferimento importante
e significativo non soltanto per Messina e
Provincia, ma anche per le altre Province
siciliane e non. Nel 1982, a seguito
dell'attuazione della Legge 833/78,
l'Ospedale Piemonte viene inserito nella
Usl 42 Messina Sud, in un ambito
territoriale che va dal viale Europa al
comune di Roccalumera. Nel 1995, a seguito
del Decreto Legislativo 502/92 e Legge
Regionale 34/95, viene costituita l'Ospedale
"Piemonte" di secondo livello per
l'emergenza. Al Piemonte, è stato dedicato
unl libro a cura di Nino pricipato,
“L’Ospedale Piemonte 1911-2011”.
UN PRESIDIO “CENTRALE”. Dotato
di una piastra chirurgica, che servì
anche a sopperire il periodo in cui 11
padiglioni su 20 erasto chiusi per rischio
sismico, il “Piemonte” è l’unico
riferimento per il territorio della IV
Circoscrizione e per parte della III e
della V. Recentemente, lo scorso giugno,
a elogiare i medici per l’assesitenza
fornita alla madre, è stata l’attrice
Mariagrazia Cucinotta. (D.D.J.)
IL PERSONAGGIO
Da infermiere a manager
RITRATTO DEL DIRETTORE GENERALE DEL POLO PAPARDO
TRANSITATO DALLA FP CGIL ALLA GESTIONE DELLA SANITÀ
Michele Vullo
NEL 2002, con il libro “Bisturi e nuvole. La faccia triste della
sanità siciliana tra riforme e illegalità” (DoraMarkus), aveva
provato a individuare, analizzandoli a fondo, i motivi che
hanno portato il sistema sanitario siciliano a essere considerato,
come viene affermato nell’introduzione “tra i più arretrati del
Paese”. In quell’anno, Michele Vullo, nato a Caltanissetta,
direttore generale dell’Azienda Papardo Piemonte, aveva
appena terminato l’incarico come segretario generale della Fp
Cgil ed era andato a lavorare presso l’Azienda Ospedaliera
Santobono-Pausilipon di Napoli. Infermiere professionale,
centonove pagina 15
quindi laureato in Scienze Politiche, Vullo, nel suo libro,
sostiene che i Governi della Regione Sicilia hanno operato
sempre in direzione opposta a quella di una “politica
omogenea e finalizzata al miglior utilizzo delle risorse
disponibili”. Eppure, ma sarà una leggenda metropolitana, in
occasione dell’annuncio della riconversione del Piomente, Vullo
avrebbe chiosato in dialetto: “Attaccu u sceccu unni voli u
patruni”. Il 10 febbraio scorso, in occasione del dibattito sulle
nomine dei direttori generali della Sanità, da direttore
amministrativo del Policlinico di Messina, Vullo aveva scritto a
Crocetta: “Nella sua rivoluzione non sembra che il merito abbia
un grande posto. Ciò che si percepisce... è una particolare
attenzione non al merito ma alla fedeltà di una stagione, al
cambiare casacca per compiacere chi comanda. Comportamenti
che trovano riscontro nei criteri da lei indicati per la selezione
dei futuri direttori generali delle aziende sanitarie. Criteri in cui
non c’è traccia di alcuna valutazione del merito...”.
18 Luglio 2014
sicilia
MESSINA. Il rettore dell’Università si prepara al taglio dei dipartimenti. Per agevolare la rappresentanza e...
Nararra revolution
Lo Schiavo, che cattiva!
Dalle ventuno attuali, le strutture dovrebbero diventare dodici. Un passaggio che inciderà sull’elezioni dei nove
rappresentanti eletti dal collegio dei direttori. Togliendo potere soprattutto alle ex facoltà di Medicina e Scienze
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Non solo un taglio netto
delle posizioni di responsabilità negli
uffici amministrativi, che scenderanno
da 296 a 170, ma anche una sforbiciata
al numero dei dipartimenti, che
ritornano a dodici invece degli attuali
21. È questa l’altra “riforma” meditata
dal rettore dell’Università di Messina,
Pietro Navarra, e già accennata agli
organi di governo accademici. Un
cambio di rotta, quello riguardante il
Senato, che potrebbe comportare una
riforma dello Statuto (per ridurre
ulteriormente a livello numerico i
componenti), ma che incide
“politicamente” a monte.
COME FUNZIONA. Attualmente, a il
Senato Accademico è composto dal
Rettore (che lo presiede), da nove
Direttori di Dipartimento eletti a
maggioranza dal Collegio dei Direttori
di Dipartimento (così da assicurare la
pari rappresentanza delle tre macro-aree
Scienze e tecnologie formali e
sperimentali, Scienze della vita e
Scienze umane, politiche e sociali), da
quattro professori ordinari, quattro
professori associati e quattro ricercatori
a tempo indeterminato in
rappresentanza delle aree scientificodisciplinari (Scienze matematiche e
informatiche, Scienze fisiche e Scienze
della terra, Scienze chimiche, Ingegneria
civile e Architettura e Ingegneria
industriale e dell’informazione, che
fanno parte della macro-area 1; Scienze
biologiche, Scienze mediche e Scienze
agrarie e veterinarie, cha afferiscono
alla macro-area 2; Scienze dell’antichità,
filologico-letterarie e storico-artistiche,
Scienze storiche, filosofiche,
pedagogiche e psicologiche, Scienze
Il rettore dell’Ateneo di Messina, Pietro Navarra
giuridiche, Scienze economiche e
statistiche, Scienze politiche e sociali,
che sono raggruppate nella macro-area
3), da cinque studenti, da tre
rappresentanti del personale tecnicoamministrativo e dei lettori e
collaboratori esperti linguistici, da un
rappresentante dei ricercatori a tempo
determinato, da un rappresentante dei
dottorandi e degli assegnisti e da un
rappresentante degli specializzandi.
E COSA CAMBIA. La riduzione del
numero dei dipartimenti inciderebbe
soprattutto sull’elezione dei nove
rappresentanti in seno al collegio dei
direttori di dipartimento, perché,
prevedendo alcuni accorpamenti
inevitabili, la forza di alcune ex facoltà,
IL PERSONAGGIO
Scienze in primis e poi Medicina, si
andrebbe sostanzialmente riducendo.
Allo stato attuale, i dipartimenti sono
questi, anche in riferimento alle ex
facoltà (alcuni dipartimenti, però, sono
anche a cavallo e non perfettamente
discendenti): Civiltà Antiche e Moderne
(1, ex Lettere), Fisica e Scienze della
Terra, Matematica e Informatica,
Scienze Biologiche e Ambientali,
Scienze Chimiche, Scienze
dell'Ambiente, della Sicurezza del
Territorio, degli Alimenti della Salute
(5, ex Scienze); Giurisprudenza,
Scienze Giuridiche e Storia delle
Istituzioni (2, ex Giurisprundenza);
Ingegneria Civile, Informatica, Edile,
Ambientale e Matematica Applicata,
ORMAI HA FAMA di “cattiva”, ma la sua
filosofia, finita sulle colonne del Corriere
della Sera, è questa: “Ritengo di essere un
dipendente pubblico che prova a fare bene
il proprio dovere”. A parlare è Sandra Lo
Schiavo, docente di Chimica generale e
inorganica nel corso
di Biologia marina
dell’Università dello
Stretto, divenuta
leggendaria per le
sue bocciature. Il
perché? Solo gli
scritti
per
l’ammissione agli
orali non vengono
superati da molti (si
parla del 70%).
Cattiveria? No, molto
Sandra Lo Schiavo
più semplicemente,
gli
studenti
si
presentano senza studiare. Per capirlo, basta
leggere i compiti che la docente conserva
(“Da mettersi le mani ai capelli”). Il titolo di
“più cattiva d’Italia” sembra sia frutto della
ritorsione per la bocciatura di uno studente
della “Messina bene”. Alla docente è giunta
la solidarietà del rettore: «Le notizie
dimostrano l’attenzione rivolta verso il
riconoscimento del merito da parte della
docente e dei colleghi del Dipartimento».
Ingegneria Elettronica, Chimica e
Ingegneria Industriale (2, ex
Ingegneria); Medicina Clinica e
Sperimentale, Neuroscienze, Patologia
Umana, Scienze Biomediche e delle
Immagini Morfologiche e Funzionali,
Scienze Pediatriche, Ginecologiche,
Microbiologiche e Biomediche, Scienze
Sperimentali Medico-Chirurgiche
Specialistiche ed dontostomatologiche
(6, ex Medicina); Scienze Cognitive
della Formazione e degli Studi Culturali
(1, ex Scienze della Formazione);
Scienze del Farmaco e Prodotti per la
Salute (1, ex Farmacia); Scienze
Economiche, Aziendali, Ambientali e
Metodologie Quantitative (1 ex
Economia); Scienze Umane e Sociali
SENTENZE
Risarcimenti per due
IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE LE DOGLIANZE
DI DUE BOCCIATI AI TEST. A PAGARE, MIUR E ATENEO
MESSINA. Una tegola da decine di migliaia di euro
sull’Ateneo di Messina. A sganciarla è stato il
Consiglio di Stato che ha accolto le richieste degli
avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, stabilendo
che gli errori, diretti o indiretti, si pagano, sia che a
commetterli sia il Ministero dell’Università che
l’Università che applica le sue indicazioni. La
decisione è l’ultimo capitolo delle denunce
presentate nel 2010 dai legali in seguito al concorso
per l’ammissione al corso di Medicina e Chirurgia
dell’Ateneo. Un concorso le cui modalità, secondo il
Consiglio, invalidavano la graduatoria finale. La
prassi, infatti, prevedeva che, in tutta Italia, i
Commissari d’esame fossero a conoscenza del codice
segreto abbinato al candidato, rendendo nullo
l’anonimato. I Giudici di Palazzo Spada hanno deciso
non solo per l’ammissione dei ricorrenti, ma anche il
risarcimento di un danno che a Messina costerà
anche 10.000 euro di spese legali. Il Miur, invece, ne
dovrà risarcire 20 mila a testa, totale quarantamila.
Questo la posizione dell’Ateneo guidato da Pietro
Navarra: “In merito alla sentenza del Consiglio di
Stato relativa alla riammissione degli studenti che
hanno sostenuto i test per l’accesso alla Facoltà di
Medicina negli anni passati, l’Università di Messina
precisa quanto segue. La sentenza in oggetto
riguarda solo 2 studenti, per tutti gli altri che hanno
centonove pagina 16
proposto ricorso vale soltanto come precedente pur
autorevole, ma non vincolante. Ogni singola causa
avrà pertanto il suo corso e l’esito che il giudice
riterrà di volta in volta secondo giustizia.
Nulla può dire l’Ateneo in merito al numero di
ricorrenti in tutta Italia, che secondo un’agenzia di
stampa sarebbero 5.000.
Ciò che invece risulta all’Ateneo di Messina, è che
l’errore rilevato dal Consiglio di Stato è frutto di un
ordine del Miur ricevuto da tutte le commissioni
italiane e, pertanto, anche da quelle di Messina.
L’Università peloritana, quindi, risulta essere parte
lesa e ritiene che, qualora dovesse risultare una
responsabilità generalizzata e questa prima sentenza
dovesse essere confermata, dovrà essere lo stesso
Ministero a farsi carico del problema e non i singoli
atenei”.
18 Luglio 2014
sicilia
RIFORMA DELL’ORGANIZZAZIONE
Leonardi: «Troppi responsabili su 750 dipendenti»
MESSINA. Il ternine dato ai sindacati era il 18 luglio, data
dalla quale la riforma dell’organizzazione dell’Ateneo di
Messina prenderà forma con una nuova bozza, definitiva,
da portare alla discussione finale. Una rimodulazione non
da poco, quella pensata dal rettore dell’Università, visto
che prevede un disegno composto da 21 aree, le 6 direzioni,
70 settori, 175 uffici e 28 staff. Il risultato più evidente sarà
un taglio netto delle posizioni di responsabilità, che
scenderanno dalle 296 odierne a 160. A essere tagliate, le
figure intermedie sotto il dirigente che compongono le
strutture (capoarea, caposettore e capoufficio), a cui si
sostituiranno soltanto un responsabile dell’unità
organizzativa e e un responsabile operativo. È questo uno
dei nodi centrali che sono in discussione con i sindacati,
ovvero la perdita di posizione di prestigio e,
conseguentemente, della relativa indennità (a meno che
non si decida di prevedere figure specialistiche).
Teoricamente, comunque, la riorganizzazione non porterà
un risparmio, ma solo una diversa distribuzione delle risorse
al personale. Spiega Salvatore Leonardi, componente del
consiglio di amministrazione, già direttore generale del
Policlinico e direttore amministrativo dell’Università di
Reggio Calabria: «Non è, ovviamente, una questione
economica, anche perché le somme cosiddette accessorie
legate ai ruoli resteranno sempre al personale in quanto
sono poste in bilancio che non possono essere aumentate
e neanche diminuite. Lo scopo della riforma - aggiunge è accentuare le responsabilità del personale e snellire le
procedure. Il senso, insomma, è quello di accelerare e
responsabilizzare tutti al massimo. In questo modo, i
(1, ex Scienze Policiche); Scienze
Veterinarie (1, ex Veterinaria),
Scienze del Farmaco e prodotti per la
Salute (1, ex Farmacia). Dove si
deciderà di procedere con gli
accorpamenti, considerato che
Medicina e Scienze, insieme,
assommanno 11 dipartimenti?
Tecnicamente, dalla sua, la ex facoltà di
Medicina può sostenere che la
suddivisione è inevitabile perché dettata
dai campi di azione. Lo stesso discorso
potrebbe valere per Scienze, dove però,
sembra che nel mirino vi sia Scienze
dell'Ambiente, degli Alimenti della
Salute, diretto da Giacomo Dugo, già
candidato concorrente di Navarra alle
ultime elezioni.
Salvatore Leonardi
percorsi dei procedimenti saranno più chiare e veloci, non
dovendo passare da un ufficio all’altro e da una persona
all’altra. Allo stato attuale, l’Ateneo di Messina conta 750
impiegati a vario titolo, compreso il personale assegnato
ai dipartimenti e, in tutta franchezza, 296 assunti con
posizioni di responsabilità a vari livelli era assoultamente
eccessivo». Allo stato attuale, infine, non sembra che
verranno soppresse figure in pianta organica da destinare
ad altri compiti: quella in corso, infatti, è solo una
riorganizzazione e razionalizzazione. (D.D.J.)
LA TEMPISTICA. Tutto andrà di pari
passo con le modifiche allo Statuto, in
maniera tale da ricomporre i
dipartimenti tra gennaio e febbraio e
quindi procedere alle nuove elezioni
degli organi collegiali entro marzo, dopo
aver effettuato le consultazioni per il
rinnovo delle componenti studentesche.
Entro l’estate, la bozza di modifica del
numero dei dipartimenti verrà inoltrata
a quelli esistenti per potersi esprimere
nel nome della “collaborazione” che
Navarra vuole siano il tratto distintivo
della sua gestione. La cosa, però, non
sarà facile, perché, al di là di direttive di
massima sulle aree da accorpare,
dovranno essere i dipartimenti stessi a
ricomporsi, mentre i docenti afferenti
saranno chiamati ad aderire a questo o a
quel nuovo dipartimento.
UN ANNO DI NAVARRA.
Progettazione, rifunzionalizzazione,
aggregazione, trasparenza, cultura e
tecnologia, sono queste le parole chiave
che hanno caratterizzato la conferenza
stampa in cui il rettore ha tracciato un
bilancio a un anno dall’insediamento,
nel luglio 2013: «I risultati raggiunti
sono sicuramente merito di tutti.
Collaborare, nel significato originario
del termine lavorare insieme: è questa
la linea guida che ha ispirato l’azione
dell’amministrazione. Questo è quanto
fatto fino ad ora: accelerazione processo
verbalizzazione on line; approvazione
assestamento di Bilancio dell’esercizio
finanziario 2013; adozione Piano
triennale anticorruzione; attivazione
collegamento in fibra ottica tra la sede
centrale e il Policlinico; introduzione
(primi in Sicilia) del mandato
informatico; istituzione Ciam e Centro
Statistico; acquisizione locali ex
Biblioteca regionale; accoglienza
profughi al Palanebiolo; istituzione
nuovo CusUnime; nomina nuovo
Consiglio d’Amministrazione;
informatizzazione: gestione contratti
pubblici in rete; protocollo d’intesa con
l’Università Mediterranea di Reggio
Calabria; rete di collaborazione
interuniversitaria; nuovi criteri per
premiare la qualità della ricerca;
approvazione di misurazione e
valutazione della performance
organizzativa e individuale; donazione
15.000 euro ad associazioni di
volontariato; processo di
verbalizzazione esami e valutazione online della didattica; istituzione Centro
Orientamento e Placement; avvio delle
consultazioni per le modifiche allo
Statuto; percorsi didattici comuni con
l'Università di Tunisi; istituzione Centro
studi e ricerche sulla criminalità
mafiosa e sui fenomeni di corruzione
politica-amministrativa; bilancio 2014
approvato all'unanimità;
completamento e apertura in tutti i
mesi dell’anno della piscina scoperta di
Unimesport; appalto per nuova Casa
dello Studente al Policlinico;
inaugurazione mostra “Zipelli”; nuova
Offerta formativa; protocollo con
l’Agenzia Nazionale per i Giovani;
approvati Corsi di Dottorato con
aumento risorse; giornata dedicata a “Il
Gattopardo”; organizzazione, con le
associazioni studentesche, dell’iniziativa
“Scalinata mundial”; riorganizzazione
struttura amministrativa; certificazione
abitabilità per residenze sportive
Cittadella dell’Annunziata;
approvazione progetto Centro Medicosportivo presso la Cittadella
dell’Annunziata; approvazione progetto
ristrutturazione ex Biblioteca regionale;
approvazione progetto per realizzazione
nuova palestra; completamento
ristrutturazione Villa Amalia, all’interno
di Villa Pace; organizzazione “Messina
Sea jazz” e master class.
APPUNTAMENTI
Alfano per le stragi
IL MINISTRO DELL’INTERNO SARÀ IN CITTÀ IL 19 LUGLIO
PER UN INCONTRO PER COMMEMORARE BORSELLINO
MESSINA. Una giornata per commemorare il
giudice Paolo Borsellino e tutte le vittime della
strage di via D’Amelio (in occasione
dell’anniversario) e per ribadire l’impegno
dell’Ateneo di Messina nella lotta alla mafia ed ai
fenomeni di corruzione. È questo lo scopo della
giornata organizzata dall’Università che vedrà tra gli
ospiti, Angelino Alfano, Ministro dell’Interno.
Sabato 19 luglio, alle ore 9.30, presso il Dipartimento
di Scienze giuridiche e Storia delle Istituzioni, si
svolgerà un momento di riflessione che sarà anche
l’occasione per presentare i master di I e II livello in
“Prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità
organizzata di tipo mafioso, della corruzione
politica-amministrativa. Amministrazione e gestione
dei patrimoni confiscati alla mafia”.
Nel corso dell’incontro, presso il Dipartimento di
Scienze giuridiche e Storia delle Istituzioni, si
svolgerà un momento di riflessione che sarà anche
l’occasione per presentare i master di I e II livello in
“Prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità
organizzata di tipo mafioso, della corruzione
politica-amministrativa. Amministrazione e gestione
dei patrimoni confiscati alla mafia”.
Nel corso dell’incontro, il cui tema è “Contro le
mafie. In ricordo di Paolo Borsellino”, dopo i saluti
del Rettore, Pietro Navarra, di Nicola Fazio
centonove pagina 17
(Presidente della Corte d’Appello di Messina), di
Giovanni D’Angelo (Procuratore Generale della
Repubblica di Messina), di Antonino Totaro
(Presidente del Tribunale di Messina), di Francesco
Celona (Presidente dell’Ordine degli Avvocati di
Messina) e di Enrico Spicuzza (Presidente
dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti
Contabili di Messina), si terrà una tavola rotonda
moderata da Antonio Saitta, Prorettore alla
Legalità, trasparenza e processi amministrativi
dell’Ateneo. Interverranno, inoltre, i professori
Giovanni Moschella (Direttore del Dipartimento di
Scienze Giuridiche e Storia delle Istituzioni), Luigi
Chiara (docente di Storia Contemporanea) e Liliana
Todaro, Sostituto Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Messina.
R.C.
18 Luglio 2014
sicilia
INCHIESTA. Aria, acque e sottosuolo messe a rischio dai lavori di ampliamento della discarica
Bomba ecologica Mazzarrà
“Fortissime ripercussioni di carattere ambientale”, scrivono i tre membri della commissione,
tra valutazioni d’incidenza “postume” e autorizzazioni successive alla realizzazione delle opere
La discarica di Mazzarrà sant’Andrea
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. La discarica di Mazzarrà
sant’Andrea è da chiudere. Firmato
Anna Abita, Livia Di Franco e
Mara Fais, i tre membri della
commissione messa in piedi dall’ex
assessore regionale all’Energia Nicolò
Marino per indagare sulle discariche
private siciliane. Commissione che, per
l’impianto alle porte del comune di
Furnari gestito da TirrenoAmbiente, ha
trovato tali e tante magagne
nell’ampliamento dell’impianto da
tirare in ballo aspetti gestionali,
tecnici, finanziari e ambientali.
Soprattutto ambientali. tali da farne
una potenziale bomba ecologica.
SALTANDO ALLE CONCLUSIONI.
Dopo centosessanta pagine di
cronologia degli eventi e raccolta e
analisi della documentazioni, le tre
commissarie giungono alla conclusioni:
altre dieci pagine in cui demoliscono,
punto per punto, il progetto di
ampliamento della discarica di
Mazzarrà sant’Andrea. E lo fanno in
otto punti. Il primo spiega che la
discarica è stata utilizzata in difformità
rispetto alla legge. Perchè? “Il
commissario delegato non ha
finanziato l’opera e quest’ultima, una
volta realizzata, non è stata trasferita
all’amministrazione competente
(Comune o Ato) per la successiva
gestione ordinaria con le proprie
disponibilità dell’impianto realizzato.
Anche il decreto di Autorizzazione
integrata ambientale (Aia), così come
le opere realizzate, sono difformi da
quanto previsto. Non solo: “Il decreto
rilasciato non possiede le
caratteristiche di conformità legislativa
più volte richiamata, nè
conseguenzialmente permette
l’effettuazione di controlli efficaci sulle
attività di gestione rifiuti autorizzate”.
Dove le tre ci vanno giù pesante, però,
è nel punto in cui si spiega, che si è
cercato di “tappare una falla” nei nulla
osta ambientali.
TE LA DO IO LA SANATORIA. “La
considerazione che il parere
ambientale reso in conferenza, ad
impianto realizzato, sia sostitutivo di
una propedeutica Via (valutazione
d’incidenza ambientale), rappresenta
una modalità autorizzativa non
prevista dalla norma”, si legge nelle
conclusioni della lunga relazione.
Perchè? Perchè “il rilascio di
un’autorizzazione integrata ambientale
di fatto a sanatoria - ammoniscono i
tre commissari - di una discarica già
realizzata in assenza delle
autorizzazioni propedeutiche,
utilizzata per la maggior parte della
propria volumetria utile, senza alcuna
certezza sul reale impatto sul territorio
della stessa e sulla reale protezione
delle matrici ambientali (sottosuolo,
acque e aria), è assolutamente
contraria ai principi imposti dalla
stessa normativa di riferimento”. In
poche parole, a discarica ultimata e già
in gran parte utilizzata, si sono cercati
i pareri ambientali. I rischi? Altissimi.
RISCHIO AMBIENTALE. Perchè, a
questo si aggiunge, scrive la
commissione, “l’incertezza in merito
alle caratteristiche della barriera di
confinamento realmente realizzata al
di sotto del corpo rifiuti”. Come mai
quest’incertezza? Perchè non è stato
trasmesso il progetto esecutivo
dell’opera e non è stata verificata la
conformità ambientale. Ciò comporta
che “il quadro di riferimento ha delle
fortissime ripercussioni di carattere
ambientale nell’ambito della effettiva
protezione messa in atto ed esistente
sulle matrici suolo, sottosuolo ed
acque”. Non bastasse, secondo la
commissione, emerge che “la discarica
è rimasta in difformità rispetto alle
prescrizioni in merito alle emissioni in
atmosfera.
MINACCE E SOLIDARIETA’. “La
chiusura della discarica può
comportare la perdita del posto di
lavoro di diversi padri di famiglia a cui
va la nostra solidarietà, ma questo non
può essere addebitato a chi come il
Sindaco di Furnari in questi anni ha
chiesto che venissero rispettate le
regole e tutelata la salute dei cittadini”.
A scriverlo sono i consiglieri comunali
della “lista per Furnari”, che dichiarano
“di sostenere e condividere tutte le
iniziative politiche ed amministrative
poste in essere dal Sindaco Mario
Foti e dalla Giunta Municipale in
merito alla suddetta discarica nella
difesa degli interessi del comune di
Furnari nonché in difesa della salute
dei cittadini residente e dei beni
ambientali del nostro territorio”.
SALINA
Salina non accetta...rifiuti
IL NUOVO PIANO DI GESTIONE VIETERA’ L’INTRODUZIONE
SULL’ISOLA DI MATERIALI NON “DIFFERENZIABILI”
Salina. L’isola di Salina ai rifiuti ci pensa da sola. Dopo la
Massimo Lo Schiavo
costituzione del nuovo Aro che coinvolge i tre comuni
isolani (Santa Marina Salina, Malfa e Leni) approvato dalla
Regione, il consiglio comunale di Santa Marina Salina ha
approvato il piano d'intervento per il nuovo servizio di
raccolta e spazzamento dei rifiuti da avviare sul territorio
comunale, dando mandato al Sindaco Massimo Lo Schiavo
di sottoscrivere la convenzione con gli altri due colleghi
centonove pagina 18
dell'isola per costituire formalmente l'Ambito di Raccolta
Ottimale "Salina". Si tratta della prima, ed al momento
unica, isola minore della Sicilia ad essere dotata di un piano
d'intervento in materia di rifiuti già approvato. Una svolta
ritenuta rivoluzionaria che consentirà la riduzione dei costi:
l'obiettivo a cui si punta nel breve è quello di avviare al
recupero un materiale differenziato qualitativamente
superiore a quello che attualmente parte da Salina, gestire
interamente in loco ( anche attraverso la buona pratica del
compostaggio ) la frazione umida e di vietare, attraverso
apposite ordinanze, l'introduzione sull'isola di materiali
non compostabili. Attualmente lo smaltimento dei rifiuti
avviene esclusivamente tramite il trasporto sulla terra
ferma con un costo annuo di 5 milioni di euro. Spesa che i
comuni non riescono più a sostenere.
18 Luglio 2014
sicilia
CARONIA. A distanza di 10 anni ritornano le combustioni misteriose
Incendi? Chiamate Renzi
Il sindaco Beringheli chiede al premier di rendere pubblici gli
studi segreti della Marina Militare e della Protezione civile
DI
GIUSEPPE PISTONE
Caronia. A questo punto gli estintori
non bastano più: ora a Canneto di
Caronia per spegnere le decine di
combustioni quotidiane chiedono le
“carte”. Per affrontare l’emergenza dei
fuochi misteriosi ritornati a distanza di
dieci anni, infatti, abitanti e
amministratori comunali si sono rivolti
al premier Matteo Renzi chiedendo di
rendere pubblici i dossier realizzati da
Marina Militare, Aeronautica, Protezione
civile, servizi segreti e tutti coloro che
hanno indagato sul borgo marinaro per
capire una volta per tutte le cause delle
combustioni. Episodi a cui nessuno,
ancora oggi, ha dato una spiegazione.
Secondo il sindaco, Calogero
Beringheli, il “dramma di Canneto” è
stato sottovalutato e chiede da un lato
chiarezza al Governo, dall’altro ed un
presidio permanente di protezione civile
e vigili del fuoco. Lui è pronto ad
emettere un’ordinanza di evacuazione.
«Si sono spesi centinaia di migliaia di
euro per individuare le cause, nel 2004
era la zona più monitorata d’Europa –
Il sindaco Calogero Beringheli
Nino Pezzino
spiega il sindaco – ma non è cambiato
nulla». E al telefono con il capo di
gabinetto della presidenza della regione
invoca a gran voce l’intervento di esperti
di ingegneria elettronica per valutare il
fenomeno: «non c’è tempo da perdere».
Intanto scatta l’allarme per i 40 abitanti
che temono per la loro salute, ma non
vogliono lasciare la propria abitazione e
la sorvegliano notte e giorno. Il comune
ha dato loro in dotazione 7 estintori e
una decina di mascherine antifumo per
fronteggiare gli incendi. Un televisore
staccato dalla presa che si incendia per
ben 5 volte, contatori e prese della
corrente che si sciolgono e continuano a
funzionare, una tenda che si infiamma
senza alcun motivo apparente. Ma a
rendere ancora più inspiegabile il
fenomeno, è l’incendio verificatosi nel
corso di una riunione operativa, sotto le
telecamere dei giornalisti, di una cesta
in vimini con all’interno indumenti,
ricami e borse, riposta nel sottoscala
dell’abitazione di Nino Pezzino. «Di
elettrico questa volta non c’era nulla.
Siamo esasperati, stanchi e delusi – dice
il signor Pezzino che si è ferito assieme
al figlio durante un intervento – dopo
10 anni ritorna l’incubo, credevo che
tutto fosse risolto, invece adesso tocca
ritornare a difendere le nostre case». E si
scatena il panico. «La frazione di
Canneto di Caronia era un’oasi di pace e
adesso è diventata un inferno - dice con
un filo di voce Rosalia Mirabella che
di primavere ne ha trascorse ben 70,
sempre in questo borgo marinaro. Ha
perso il marito Gaetano nel 2004,
appena 40 giorni dopo quei maledetti
incendi. «Il cuore mi scoppia di paura dice tra le lacrime. Ma da qui non andrò
via». S’infittisce dunque l’ombra del
“mostro giallo”, come lo chiamano da
queste parti. Un evento che lascia
sbigottiti, increduli e in lacrime i poveri
abitanti di fronte all’ennesimo fenomeno
incendiario. Ma tra i roghi “misteriosi”
intanto spunta un altro giallo. Ancora
più inquietante. Ancora più grave.
«Vogliamo sapere tutta la verità sugli
studi effettuati nel 2004 dei quali
l’amministrazione di Caronia non è mai
stata portata a conoscenza – dice il
sindaco Beringheli - ho scritto al
premier Matteo Renzi di portare alla
luce questi benedetti studi per capire
cosa sia successo realmente». Il primo
cittadino lancia un duro appello alle
istituzioni e scrive alle più alle cariche
dello Stato, tra cui al Capo della
La signora Rosalia Mirabella mostra i suoi ricami bruciati dagli incendi
Protezione Civile, al presidente del
consiglio dei Ministri, al dirigente
regionale dell’Arpa, al presidente della
Regione, Rosario Crocetta, per
conoscere tutta la verità sui risultati
degli studi interistituzionali di lavoro
per l’osservazione dei fenomeni di
Canneto, istituito dall’ex presidente
Silvio Berlusconi con ordinanza n. 3428
del 29 aprile 2005, a cui hanno
collaborato anche Marina Militare,
Aeronautica militare e altri organismi
competenti. Il primo cittadino intende
andare fino in fondo in questa vicenda e
minaccia di presentare una denuncia
cautelativa per “omissione di intervento”
contro le autorità interpellate. Intanto
tra i cittadini si è già scatenata
l’angoscia e si teme che tali fenomeni
siano nocivi per la salute. E richiedono
uno screening medico. «Già dieci anni fa
lo avevamo chiesto – spiega il
portavoce, Nino Pezzino – ma non ci
hanno mai risposto, la verità è che
neanche ci considerano. Negli ultimi
anni, nel silenzio generale, si sono
registrati ben 7 casi tra decessi e malati
di tumore. Ma a nessuno importa». Un
numero allarmante per una piccola
frazione di appena 40 abitanti. Nel
2004 come si ricorderà la protezione
civile fece redigere un nuovo progetto
elettrico e vennero cambiati tutti gli
impianti delle abitazioni e infine
collaudati. Ma questo non è bastato a
tranquillizzare Catena Cangemi, la
più longeva del quartiere, 88 anni. «La
notte non riesco più a riposare, sento
sempre quella puzza di fumo ed ho
paura di vedere la mia casa avvolta dalle
fiamme, ormai vivo in un forno
elettrico». Intanto nessuno vuole
abbandonare le case e trascorrono la
notte sull’uscio organizzando a turno
una ronda notturna. Lucia Pezzino al
telefono cerca di rasserenare i suoi due
figli, Anita e Greta, che da giorni non
vivono più con lei, ma a casa di parenti
a Santo Stefano di Camastra. «Sono
esasperata - – dice scuotendo la testa».
Lorenzina Di Pane, 78 anni, dopo i
sacrifici di una vita per costruire una
casa, non smette di piangere: «Ho visto
il televisore sciogliersi, la presa della
cucina bruciare ed un fumo asfissiante –
ricorda – non ce la faccio più. Dieci
giorni fa è venuto il parroco a benedire
le nostre case e adesso è l’inferno».
ZOOM
Ufo, esperimenti segreti ed esorcismi
CARONIA. Per capire le cause degli oltre 180 incendi spontanei sono giunti a Caronia
esperti da tutto il mondo. Si tratta di tecnici della Protezione civile, del Centro
elettrotecnico sperimentale italiano, del Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto di
geofisica e vulcanologia di Firenze, del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri e
professori universitari. Senza dimenticare i tecnici di Ferrovie dello stato, Enel e
Telecom. Oltre ai roghi sistematicamente impazziscono i cellulari, le pen drive si
smagnetizzano e le bussole impazziscono. Varie le tesi: dagli esperimenti militari agli
ufo. Anche l’esorcista padre Gabriele Amorth ha espresso il suo parere: «E’ colpa del
diavolo». L’unica ad avere una certezza è stata la procura di Mistretta che ha chiuso il
fascicolo sugli incendi del 2004 senza individuare un colpevole ma con una certezza: si
tratta di «un fenomeno di natura dolosa e umana».
centonove pagina 19
18 Luglio 2014
sicilia
PROPOSTE. Lo studio dell’ingegnere Bitto per attenuare i danni del passaggio dei tir a Messina
Viabilità, cominciamo dai semafori
Razionalizzazione del tragitto dei camion, monodirezionalità del traffico e soprattutto distribuzione
semaforica da ridimensionare. Una proposta a costo zero e di facile attuazione per “tornare a respirare”
DI
EUGENIO BITTO*
MESSINA. A Messina la lunga guerra dei
Tir continua. L’ultima puntata è dedicata
alla bagarre tra il sindaco, che propone
un provvedimento tampone e l’impresa
traghettatrice, che minaccia di
sopprimere il servizio di una sua linea.
Se tutto va bene a noi cittadini sarà
concesso respirare qualche boccata di
aria meno inquinata. Ma fino
all’autunno. Dopo, ritorneremo a usare le
nostre strade dividendole con i Tir. Ma
dovrà durare sempre così? Non c’è alcuna
soluzione che possa risolvere questo
decennale problema, anche pro tempore?
La risposta è si! Essa è dietro l’angolo e
“a costo zero”. Solo se si avesse la volontà
di riprogrammare la viabilità cittadina
inserendo piccoli ma efficaci adattamenti,
che di certo non rappresenterebbero il
toccasana risolutorio del traffico nella
città, ma potrebbero essere una cura
ricostituente capace di rinforzare il
cittadino malato di Tir, almeno fino a
quando non saranno funzionanti il porto
di Tremestieri e la via Don Blasco.
LA PROPOSTA
Qui di seguito, unitamente ai due schemi
grafici di corredo, si propone, per la parte
centrosettentrionale della città, un
sistema di mobilità urbana in grado di
conciliare il diritto dei cittadini agli
spostamenti con l'esigenza di ridurre
l'insieme delle negatività che opprimono
Messina, come l’invadente circolazione
dei Tir, l’inquinamento atmosferico, la
caoticità del traffico e soprattutto la
inoperosa funzionalità dei semafori .
A condizione però che siano realizzate tre
condizioni:
1. L’Offuscamento dei semafori
2. La Monodirezionalità del traffico
3. La Razionalizzazione del tragitto dei
Tir.
PUNTO 1. I semafori a Messina sono
troppi, addirittura, nelle zone di traffico
intenso, dislocati con una anormale
densità che nella maggior parte dei casi
conduce alla inefficienza degli stessi
impianti. È appena il caso far cenno alle
norme basilari di Tecnica dei Trasporti
laddove, a proposito della distribuzione
semaforica nel territorio, è caldamente
raccomandata la proporzionalità fra il
numero dei semafori e la lunghezza dei
convoglio di mezzi che transitano per
l’incrocio. Pena la compromissione della
loro funzione, fino alla totale inoperosità.
Si chiarisce. Se una colonna di mezzi
lunga, diciamo 100 metri, superato un
semaforo incontra il successivo, a 150
metri, nel tempo permesso dallo scatto
del “verde” la colonna avrà bastante
spazio e tempo per dislocarsi fra i due
semafori senza vanificarne l’efficienza di
entrambi gli impianti. Ma se il successivo
semaforo è posto, diciamo a 50 metri,
succede che allo scattare del “verde”, solo
una parte della colonna supererà il
semaforo mentre la rimanente parte
continuerà ad attendere l’altro “verde” e
poi l’altro “verde” e poi l’altro “verde”
ancora. In questo caso in breve tutto
andrà in tilt. E questo si verifica spesso a
Piazza della Unità d’Italia, (Prefettura),
ed a Piazza della Repubblica, (Stazione)
ove, sia per l’elevato numero delle strade
convergenti e sia per la compresenza
dalla linea tramviaria, che zigzagando
attraversa più volte la carreggiata
stradale, sono stati installati un
quantitativo di semafori in molti casi a
distanze inferiori ai 40/50 metri. E come
non bastasse, le necessità connesse con
gli imbarcaderi Privati e quelli delle FS,
importa la formazione di colonne di
mezzi spesso eccedenti i 150 metri di
lunghezza. In questi casi non c’è
proporzionalità che tenga: i semafori non
fungono più. È preferibile la loro
eliminazione.
PUNTO 2. Eliminati i semafori, ora si
deve provvedere agli incroci incustoditi.
Si è pensato allora di adattare nella
topografia della città alcuni Percorsi
Rotazionali ad Anello in cui è fatto
obbligo di procedere solo ed unicamente
a senso unico. Questa soluzione, evidenziata meglio negli schemi grafici -,
permetterà, sia a chi è all’interno di un
anello, sia a chi è fuori, di raggiungere
qualsiasi zona della città senza mai
imbattersi in percorrenze conflittuali.
In questo caso il tragitto che ogni utente
dovrà percorrere potrebbe essere
lievemente più lungo ma di certo sarà più
celere perché più fluido e sicuro.
All’uopo, nelle vie Vittorio Emanuele,
Libertà e Cavour, (dal Tribunale alla villa
Mazzini), si procederà a senso unico in
direzione Nord, mentre nelle vie Regina
Elena, Garibaldi, (da viale Giostra alla
CLASSIFICHE
Palermo e Catania tra le prime 10 città “congestionate”
MILANO AL TOP della classifica delle 100 città più congestionate d'Europa
e Nord America, e tra le prime 10 per numero di ore sprecate a causa di imbottigliamenti nel traffico. I calcoli li ha fatti Inrix, la società di informazioni
sul traffico fondata a Washington nel 2004, che ha sede in 37 Paesi del
mondo.
Le città con la viabilità meno congestionata sono Nancy e Vienna, collocate
rispettivamente al centesimo e al novantanovesimo posto della classifica.
Oltre Milano, le altre italiane presenti tra le prime per la peggioere viabilità sono Brescia, Catania, Cagliari, Verona, Palermo, Torino, Genova, Napoli,
Cremona e Firenze.
centonove pagina 20
sicilia
Due schemi grafici a
corredo della proposta
per la parte
centrosettentrionale
della città di un sistema
di mobilità urbana in
grado di conciliare il
diritto dei cittadini agli
spostamenti con
l'esigenza di ridurre
l'insieme delle
negatività che
opprimono Messina,
come l’invadente
circolazione dei Tir,
l’inquinamento
atmosferico, la
caoticità del traffico e
soprattutto la
inoperosa funzionalità
dei semafori .
In tre mosse:
offuscamento dei
semafori,
Monodirezionalità
del traffico,
Razionalizzazione
del tragitto dei Tir
Prefettura) e Cavour, (fino a viale
Boccetta) in direzione opposta.
PUNTO 3. Collegamento molo
Norimberga-Autostrade
Attualmente, il traffico dei Tir verso e da
il molo Norimberga si snoda sul percorso
Europa - La Farina – Cavalcavia - Don
Blasco – San Rainieri, con un punto di
massimo traffico in prossimità
dell’incrocio La Farina-Cavalcavia,
laddove passa anche la linea tramviaria.
Per alleggerire la pesantezza del tratto, si
pensa di deviare il traffico della via La
Farina su via Don Blasco in prossimità
dell’incrocio con via Santa Cecilia, per
farlo procedere poi fino al molo
Norimberga tramite via San Rainieri.
Collegamento imbarcadero FS di
Campo delle Vettovaglie con le
Autostrade
Per questo percorso, varrà quanto
previsto lo stesso tragitto nel precedente
punto però fino all’incrocio Don Blasco –
Cavalcavia, ove verrà dirottato tramite
Cavalcavia stesso e senza alcun vincolo
semaforico, su via Campo delle
Vettovaglie.
Imbarchi e sbarchi alla rada S.
Francesco
Il percorso dei Tir verso gli imbarcaderi di
rada San Francesco, almeno fino a
quando non saranno realizzati gli svicoli
di Giostra e dell’Annunziata, dovrà
purtroppo continuare sull’unico itinerario
possibile: Boccetta – Libertà –
Imbarcaderi. Però, con gli adattamenti
centonove pagina 21
18 Luglio 2014
previsti nel presente lavoro, nel
percorrere il tratto Villa Mazzini –
Imbarcaderi si guadagnerà molto in
risparmio di tempo e fluidità per la
programmata monodirezionalità del
traffico in assenza totale di impedimenti
semaforici. In buona sostanza adesso, da
villa Mazzini fin dentro le navi si
procede direttamente senza impedimento
alcuno tranne…la sosta obbligatoria alla
biglietteria. A loro volta i mezzi pesanti
scaricati, che devono raggiungere le
Autostrade, seguiranno un percorso
altrettanto fluido e veloce, perché privo
di impedimenti semaforici, tramite la
corsia mare di Via della Libertà, a loro
dedicata, fino alla rotonda Annunziata
dove, per il viale omonimo, saranno
instradati su per il viale stesso verso la
tangenziale, unico tragitto possibile per
raggiungere Palermo o Catania via
autostrada.
Qualche nota d’obbigo. Si è parlato di
oscuramento dei semafori. Qui si precisa
che sono fatti salvi i semafori connessi
con la funzionalità della rete tramviaria
però alla condizione che rimangano
costantemente sul via libera e cambiare
al “rosso” solo per il tempo necessario al
transito del convoglio. I mezzi ATM e
quelli delle Società private, non
subiranno cambiamento alcuno e
continueranno a percorrere gli stessi
itinerari però incanalandosi in un flusso
monodirezionale. Il sottopasso dei binari
FS in via Santa Cecilia dovrà essere
scavati di 1,10 ml per portare l’attuale
luce libera di 2.90 ml ai regolamentari
4.00 ml.
*ingegnere
18 Luglio 2014
sicilia
TAORMINA. Al Palacongressi la mostra internazionale che ricorda la star del Rock
Tutti pazzi per Elvis
Aperta fino al 21 settembre è l’unica tappa europea del 2014. Cento gli oggetti appartenuti a Presley
che si possono ammirare insieme alla sua ultima e preferita Cadillac. Previsto anche l’annullo filatetico
CURIOSITA’
La passione di Heel
IL TOUR MANAGER DELLA COLLEZIONE
Il tour manager dell’evento Franz
Heel, assieme alla moglie Elisabeth
Pfeiffer da anni monta, pezzo per
pezzo, ad ogni tappa, gli oggetti
appartenuti alla rock star. Gli
L’ultima Cadillac di Elvis Presley e la più amata in mostra al Palacongressi di Taormina
Taormina. Il Museo di Elvis Presley è
sbarcato a Taormina. Direttamente da
Graceland-Memphis/Tennessee è
aperta al pubblico al PalaCongressi la
prestigiosa mostra internazionale
autorizzata dalla famiglia Presley, che
vivrà nella Perla dello Jonio l'unica
tappa europea dell'estate e dell'intero
2014. In mostra a Taormina, sino al 21
settembre, oltre cento oggetti
appartenuti la leggenda del rock del
roll e soprattutto la sua ultima
Uno dei vestiti di scena di Elvis
Cadillac Fleetwood Brougham.
Curatore esclusivo del museo è Franz
Heel, mentre la direzione
organizzativa della mostra è affidata al
giornalista Emanuele Cammaroto,
che nella primavera 2013 presentò la
candidatura itinerante della Città di
Taormina ad ospitare il Museo di Elvis.
La prestigiosa esposizione, patrocinata
dal Comune di Taormina e dalla
Regione Sicilia, Assessorato regionale
alla Cultura, è realizzata in
collaborazione con TaoArte e la Tcb di
Catania di Raffaele Portoghese e
Gianni Irrera.
La grande attrattiva è, ovviamente, la
mitica Cadillac Fleetwood Brougham,
targata "1-Elvis", l’ultima appartenuta
a Presley e la più amata dal “Re”, le
cui operazioni di arrivo al
Palacongressi hanno lasciato a bocca
aperta tanti turisti, che si sono
affrettati subito a scattare foto ed
esclamare il nome di Presley.
Verranno, inoltre, proiettate per
l'occasione immagini e filmati inediti
dell’artista. I visitatori della mostra
potranno vedere una collezione unica
al mondo di oggetti che hanno
caratterizzato la vita di Elvis: oltre alla
Cadillac, le chitarre, abiti personali e
costumi di scena che ricordano i suoi
concerti più famosi, le sue lettere,
dischi dorati e riconoscimenti di ogni
Franz Heel con la moglie Elisabeth Pfeiffer
genere ottenuti nel corso della
carriera, stampe originali, i suoi
autografi e i suoi scritti, il suo
distintivo di Polizia e tanto altro.
Il Museo Presley sarà impreziosito da
ulteriori appuntamenti, come un
annullo filatelico speciale su "Elvis a
Taormina" previsto per sabato 16
agosto e sabato 20 settembre un
concerto di Joe Bavota, il cover-man
più apprezzato di Elvis sulla scena
internazionale.
appassionati possono vedere da
vicino quello che il cantante ha amato
e ha toccato sino agli ultimi istanti
della sua vita. Così a Taormina ci sono
la Cadillac che utilizzava senza
autista: una delle sue 220 auto, la
divisa che indossava quando era
militare in Germania, la sua chitarra,
i suoi vestiti di scena, i suoi dischi
d'oro, il suo divano preferito.
Un gruppo di visitari nelle sale del Palacongressi di Taormina
centonove pagina 22
sicilia
I cinque protagonisti della passeggiata da Scicli a Messina. Previsti passaggi nei territori di Montalbano e Spadafora
LA STORIA. Da Scicli a Messina 400 chilometri lungo le antiche “vie franchigene”
Passeggiate medievali
Cinque ragazzi seguiranno il percorso di fede per arrivare in riva allo stretto in occasione della
festa di San Giacomo a Camaro. «Vogliamo recuperare i vecchi itinerari dimenticati»
DI FRANCO
TUMEO
Messina. Da Scicli a Messina a piedi,
percorrendo le antiche “vie Francigene”
di Sicilia. Quasi 400 chilometri per
borghi e paesi, tra valli e fiumare,
pianure e colline, tra boschi e agrumeti
che profumano di mille essenze e distese
riarse dal sole che modellano paesaggi
di struggente bellezza in cui civiltà
millenarie, per sempre, la loro anima vi
hanno incastonato. Protagonisti
dell’impresa, Giovanni di Milano, Davide
di Messina, Gregorio di Avola, Irene di
Catania e Chiara di Trento. Zaino in
spalla e bastone del pellegrino in mano,
i cinque instancabili camminatori
dell’associazione “Amici dei cammini
francigeni”, sono partiti lo scorso 11
luglio: prima tappa Scicli-Ragusa di
“appena” 25 chilometri. L’arrivo nella
città dello Stretto il 24, in coincidenza
con i tradizionali festeggiamenti in
onore di San Giacomo, nella chiesa di
Santa Maria dell’Incoronata di Camaro.
In mezzo due settimane di faticoso
cammino lungo strade e sentieri che
tagliano i territori di Giarratana,
Francofonte, Lentini, Paternò, Adrano,
Bronte, Randazzo, Montalbano,
Castroreale e Spadafora e ancora avanti,
sui Peloritani, fino a Messina. «Obiettivo
dell’iniziativa - spiega Davide, animatore
del gruppo - è sottrarre
all’inconsapevolezza e rendere
nuovamente percorribili le antiche vie
Francigene dell’Isola, oggi abbandonate
e dimenticate, ma un tempo battute da
viandanti e pellegrini in viaggio per
Messina o Roma. Vogliamo tracciare un
itinerario apripista che sia rispettoso del
dato storico e archeologico, ma anche
fruibile ai giorni nostri, così da
segnalarlo ai tanti camminatori e
consegnarlo alle comunità locali perché
lo custodiscano, valorizzino e ne
mantengano memoria per le future
generazioni». Il percorso seguito da
Davide e dai suoi compagni di
avventura non è però soltanto un
trasferimento fisico da un luogo ad un
altro. E’ piuttosto un singolare intreccio
di fede, storia e passione: come per i
pellegrini medievali infatti, percorrere
oggi le vie Francigene significa
soprattutto fare un viaggio nell’anima
alla ricerca di quella spiritualità in parte
perduta di cui molti secoli fa era intrisa
la nostra terra e di cui si avverte un
rinnovato bisogno in questi tempi di
insopportabile decadenza morale e
culturale, prima ancora che economica.
E dunque, il cammino si rivela non
soltanto osservazione straordinaria del
paesaggio o ammirazione di preziose
vestigia, ma soprattutto scoperta di un
variegato mondo di umanità gioiosa e
ospitale ostinatamente sopravvissuto
agli egoismi della civiltà dei consumi. Il
passaggio dei camminatori insomma
oltre ché ricerca geografica,
antropologica e culturale dei luoghi, è
18 Luglio 2014
anche mobilitazione di buoni sentimenti
che si credeva quanto meno sopiti, se
non cancellati: accoglienza, generosità,
solidarietà, condivisione. E così ai
novelli viandanti capita di incontrare chi
offre saporiti frutti, acqua fresca, pane,
un tetto, un incoraggiamento, un
sorriso, un saluto: segni riconoscibili di
fratellanza che un tempo lontano
accompagnavano il viaggio dei
pellegrini e che oggi restituiscono
speranza contro un declino che sembra
irreversibile. In fondo, il cammino
francigeno è l’occasione di ripensare e
ritrovare se stessi in una dimensione
meno consumistica e più cristiana.
Senza rinunciare a internet, ovviamente:
su Facebook “Cammini francigeni di
Sicilia, per chi volesse saperne di più.
Ma chi sono questi camminatori e,
aggiungiamo, sognatori? A guidare la
composita pattuglia è un messinese:
Davide, giovane archeologo e docente
con una cattedra a Roma e la Sicilia nel
cuore. Che non riesce ad accettare di
non dover far nulla per la propria terra:
“Siamo cresciuti in una terra che ci ha
sempre detto "levici manu" dai sogni e
dalle cose difficili. Ecco, noi invece ce le
vogliamo mettere le mani”. Con molta
ironia, si definisce “la mente malata del
gruppo”. La sua vita si snoda tra la
capitale e Messina, tra lezioni e
convegni e interminabili camminate
lungo le vie Francigene, la sua vera
passione. “Giovanni – racconta Davide
parlando con grande affetto dei suoi
compagni d’avventura - è il più
“giovane” del gruppo, perito chimico in
pensione e veterano della Sicilia avendo
già percorso a piedi la via Francigena
della marina. Per strada ci spiega come
la gazzosa diventa gassosa e ogni altra
reazione chimica che gli viene in mente.
Gregorio è guida ambientale: sa tutto
sulle piante. La trentina Chiara, spirito
scout e tante lentiggini arriva dalle valli
sopra Trento. Esperta di vini sa sempre
cosa abbinare ad un arancino o ad uno
sfincione. Il braccio dolce della
compagnia è Irene: fa da logista,
prepara le accoglienze e si occupa di
slow e street food”. Il cammino può
riprendere, la meta è vicina.
LA SCHEDA
In cammino sulla strada della fede
I SENTIERI NASCEVANO PER AGEVOLARE IL PASSAGGIO DEI PELLEGRINI
A partire dal IV secolo dopo Cristo, un considerevole flusso di pellegrini animati da
una grande fede si mise in moto in tutta Europa per visitare i luoghi santi. Tre
erano le mete principali visitate: Roma, Gerusalemme e Santiago di Compostela.
L’intensificarsi del fenomeno determinò la nascita di una fitta rete di strade, le vie
francigene o romee, tracciate per raggiungere le destinazioni. Lungo questi
percorsi sorsero chiese e abbazie, ospedali e rifugi per assistere quella crescente
massa di gente che percorreva l'Europa a piedi. Le vie più frequentate spesso
coincidevano con le grandi strade romane, ma esistevano anche percorsi alternativi,
più brevi ma meno sicuri. Ancora oggi sono rintracciabili sul territorio i segni di
questo passaggio che ha permesso alle diverse culture europee di incontrarsi. (ft)
centonove pagina 23
Una delle vie franchigene siciliane
18 Luglio 2014
sicilia
Una immagine di “Orti a Sinagra” della passata edizione
INIZIATIVE. La quarta edizione del concorso che premia i contadini fai-da-te
Sinagra, f...orti in gara
Fino ad agosto in competizione i campi dei sinagresi. L’idea per sensibilizzare sulla qualità
degli ortaggi coltivati con tecniche tradizionali. Che coinvolge giovani e nonni
DI
MARIA TIZIANA SIDOTI
SINAGRA. Il rosso dei pomodori fa
capolino tra le foglie delle piante
impalate, conquistando il suo vermiglio
dal verde in gentil grado con i raggi del
sole, senza "l'arroganza" di una cromia
"infuocata" da additivi e coloranti,
mentre le lattughe "sbocciano" come
rose tra i campi: questi sono alcuni degli
"scatti" che per tutta l'estate sarà
possibile vedere negli orti tra le case di
Sinagra. Dove tra eco medievali di un
glorioso passato e la frescura delle
sponde del Naso, i sinagresi da giugno
ad agosto saranno in gara, coltivando
con tecniche tradizionali, con il
concorso "Orti a Sinagra". Giunto alla IV
edizione, il concorso nasce da Pro Loco
e Comune in collaborazione con l’Orto
Botranico dell'Università di Palermo, il
Museo Naturalistico Francesco Minà
Palumbo di Castelbuono, e la Soat
(Sezione operativa assistenza tecnica
dell'Assessorato regionale
dell'agricoltura) di Sant’Agata Militello.
Ossia un nuovo modo per declinare
l'attenzione all'ambiente nell'ambito di
progetti di salvaguardia e tutela per
Sinagra. Che tra Pro Loco ed
amministrazione non è nuova ad
iniziative "verdi" sì da ricevere negli anni
anche riconoscimenti, quali quello
internazionale di "Un bosco per Kyoto",
per le virtù ambientali, dalla
differenziata al 100% ai 3 "petali",
marchio di qualità, e premi in denaro,
del concorso nazionale "Comuni Fioriti"
di Asproflor con Atl Distretto Turistico
dei Laghi, alla Carta dei Beni Culturali
ed Ambientali ossia una mappa in Gps
con il censimento di 150 fontane, 50
palmenti, edicole, chiese, il convento, il
castello, palazzi, chiese rurali, carcare,
fornaci, il carcere, la fiumara, cascate,
grotte ed alberi monumentali,
l'identificazione dei proprietari e la
raccolta di aneddoti, storie e leggende,
con cui si organizzano passeggiate
ecologico-culturali a tema con varie
raccolte da quella della cicoria in marzoaprile a quella della violetta in aprile, tra
poesie, canti antichi e la visita alla casa,
ove sotto il pino Beniamino Joppolo
scriveva. E così, rilanciando anche
l'agricoltura, dai giovani agli anziani con
"Orti a Sinagra" saranno impegnati in 4
categorie: "I giovani e l'orto", "Orto nella
Tradizione", "I nonni e l'orto", ed "Orto
Fiorito", sotto l'occhio di una giuria che
farà più di una visita, premiando con
una targa, come spiega Vincenza Mola,
presidente della Pro Loco sinagrese.
Dottoressa Mola, quali sono gli
obiettivi del copncorso “Orti a
Sinagra”? E quali le novità del 2014?
«Il concorso è ideato dalla Pro Loco, il
Comune collabora. Gli obiettivi sono:
abituare soprattutto i bambini al rispetto
ed alla salvaguardia della natura, al
ripristino delle antiche tradizioni e
soprattutto mangiare cose genuine. Le
novità di quest'anno riguardano l'orto
fiorito».
In tempi difficili un'iniziativa per il
territorio, sfruttando le risorse della
terra e della memoria storica con
pochi soldi...
«È risaputo che nei periodi di crisi il
cervello funziona a 360°: deve studiare
come sbarcare il lunario. Allora, è
essenziale sfruttare tutto ciò che
abbiamo sul territorio e sviluppare la
filiera. Al nord lo fanno da decenni».
Nel 2013 sia come Pro Loco che come
Comune siete stati premiati in
Campidoglio ad "Un bosco per Kyoto"
per la vostra vocazione ambientale:
com'è andata con qualche altro
progetto al tempo in itinere come "I
Monumenti della Natura"? E ci può
parlare di qualche altra iniziativa?
«Sì, "I Monumenti della Natura" sono
stati inseriti nel Rei (Registro delle
eredità immateriali, ndr): la pratica
comprende, oltre gli alberi, i quali sono
stati censiti, catalogati e inseriti nella
mappa, anche ricette antiche, usi e
costumi di una volta, ballate..Spesso
durante l'anno si svolgono delle
passeggiate ecologiche culturali per far
conoscere sia il territorio che i prodotti
che la terra ci offre come le cicorie, gli
asparagi, i funghi, le fragoline di bosco e
l'origano, le nocciole, gli agrumi..».
Nel progetto di sviluppo del territorio
anche il corso ed il museo di antichi
mestieri...
«Sì, il progetto "Atelier di moda e
costume per il recupero delle tradizioni
dei Nebrodi" è partito già da 2 anni e si
divide in: "Sartoria" diretto dal maestro
Franco Reale, e "Ricamo" diretto da
Carmen Russo. L'Atelier è stato premiato
nel 2013 a Messina alla Camera di
Commercio dall'Associazione Messina
Web. Una parte dei locali è stata adibita
a sede museale attinente al progetto.
Dal 30 giugno al 31 luglio i volontari
della Pro Loco e alcuni impiegati
comunali svolgono un corso per i
bambini da 6 a 15 anni per apprendere
gli antichi mestieri».
Nonostante le difficoltà continuate ad
andare avanti...
«Sì, i volontari della Pro Loco sono
convinti che i sacrifici alla fine
porteranno benessere alla collettività.
Certo non è corretto che le istituzioni in
generale continuano a sovvenzionare gli
enti fantasma e non aiutano chi ha a
cuore non solo il proprio paese, ma i
Nebrodi, la Sicilia, l'Italia. Speriamo che
alla fine qualche anima generosa possa
aiutarci economicamente a portare
avanti i numerosi progetti che vogliamo
sviluppare per i Nebrodi, e l'entusiasmo
e l'amore per il territorio alla fine non si
spenga».
GANGI
Civiltà contadina nel borgo più bello d’Italia
GANGI. “Memorie e tradizioni” nel Borgo più bello d’Italia, oggi anche Gioiello d’Italia, è un
viaggio fra le tradizioni e gli antichi sapori del borgo medievale, alla riscoperta delle eredità
lasciate dalle generazioni passate: ricordi, tramandati da padre a figlio e da madre a figlia, che
identificano la comunità nella sua autentica essenza. La Terza edizione 2014, il 26 e 27 luglio,
ripercorre le memorie e le tradizioni etniche e gastronomiche di uno dei periodi più floridi del
Borgo quando, a cavallo fra Ottocento e Novecento, con i suoi oltre 16.000 abitanti, Gangi era il
borgo più florido e popoloso delle Madonie. Un’epoca in cui la vita agreste regolava il modus
vivendi della comunità e della società siciliana. La manifestazione, ampliata rispetto alle prime
edizioni, propone uno spaccato della vita quotidiana di quel periodo: la saggezza degli usi e dei
costumi; la spontaneità dei bambini nei giochi di strada; la sapienza dei mestieri legati alla terra;
la memoria orale; le abitudini quotidiane; le differenze sociali; i momenti che si fanno rito e, non
ultimo, i sapori di un passato non molto lontano ispirati e condizionati dalla civiltà contadina. In
uno dei contesti ambientali più caratteristici del Borgo – l’ampio scenario urbano compreso fra il
castello dei Ventimiglia, la Chiesa della Catena e la piazza cittadina (la parte più antica e
suggestiva del borgo medievale) -, verranno dunque rievocati gli usi, le tradizioni e le abitudini
gastronomiche con i piatti tipici del borgo, con numerosi figuranti in abbigliamento dell’epoca,
frutto di una profonda quanto accurata ricerca storica.
centonove pagina 24
economia
Incidente tra un tir ed un’utilitaria nel pomeriggio di martedi 15 luglio, all’incrocio tra le vie Cavour e Boccetta
MESSINA. Firmata l’ordinanza che impedisce ai mezzi pesanti il transito diurno dalle strade del centro
Tir, vietato l’ingresso
Dal provvedimento restano fuori sia cavalcavia che viale Boccetta. Ecco perchè, e cosa comporterà.
Nel frattempo, il molo Norimberga raddoppia: L’autorità portuale lancia una gara per l’ampliamento
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Il dado è tratto, l’ordinanza
è firmata, dal 20 luglio i tir non
potranno più percorrere le strade del
centro dalle sette di mattina alle nove di
sera. Il romanzo dell’estate è entrato
nelle fasi finali: quelle in cui si scopre
che l’assassino è il maggiordomo. Il
problema è che, ad oggi, non si è ancora
capito chi impersonifichi il
maggiordomo.
ORDINANZA FU. Il sindaco Renato
Accorinti l’aveva annunciata un mese
fa, in risposta all’orario estivo di sbarco
della Cartour, l’autostrada del mare che
fa rotta da Messina a Salerno e
viceversa. A firmare materialmente
l’ordinanza è stato il dirigente alla
Viabilità Mario Pizzino: il
provvedimento impedisce il transito
“lungo entrambe le direzioni di marcia
delle vie Bonino, La Farina, Campo delle
vettovaglie, Rizzo, Vittorio Emanuele II,
e del tratto di Viale Europa tra le vie
Catania (rotatoria Boris Giuliano) e La
Farina” ai tir. Dal provvedimento, resta
fuori (quindi saranno percorribili ad
ogni orario) il viale Boccetta,
ironicamente il luogo da cui sono
storicamente partite le proteste anti-tir.
Questo per consentire ai mezzi pesanti
l’imbarco alla rada san Francesco
tramite la “via di fuga” del viale Gazzi e
della tangenziale. Pizzino spiega che
l’ordinanza che porta la sua firma è
inattaccabile e perfettamente a norma di
codice della strada.
ARMATORI ALLE ARMI. E la risposta
degli armatori? All’indomani
dell’annuncio di Accorinti, dalla
Caronte&Tourist della famiglia Franza
era partita una controffensiva: in caso di
cancellazione della corsa diurna della
Cartour, saremo costretti a licenziare
oltre cento lavoratori e trasferire tutte le
attività a Catania (dove sulla stessa rotta
opera già il colosso Grimaldi). Al lavoro
sulle “carte” per il certo ricorso al tar c’è
lo storico amministrativista dei Franza,
Carmelo Briguglio. L’Ad Vincenzo
Franza non ha però commentato.
Progetto di ampliamento del molo
18 Luglio 2014
CAVALCAVIA DELLA DISCORDIA.
Stranamente, dal testo dell’ordinanza,
tra le strade con divieto di essere
percorse dai tir, è rimasto escluso il
cavalcavia, vero e proprio nodo della
discordia delle discussioni di questi
giorni, sulla cui tenuta statica, visto
l’ammaloramento delle strutture,
nessuno fino all’altro ieri sembrava
disposto a scommetterci sopra un
centesimo. In teoria, i tir potranno
percorrerlo fino alla via la Farina a loro
interdetta nella fascia diurna, ma poi
sarebbero obbligati a tornare indietro,
con tutti i rischi ed i disagi che la
manovra comporterebbe. Alternativa
ancora più grave sarebbe una carovana
di tir in fila sul cavalcavia,
“parcheggiati” in attesa di poter
percorrere la via La farina. “Ci saranno
appositi cartelli che indicheranno le
strade che non possono essere percorse
e adeguate aree di sosta”, ha tagliato
corto Mario Pizzino, prima di
aggiungere che “i vigili saranno presenti
in forze per segnalare e reprimere”. Il
costo della “reprimenda? Ottanta euro
di multa all’autotrasportatore pizzicato a
violare il divieto diurno. Nel frattempo,
nel silenzio, il molo Norimberga non
solo non si lascia, ma addirittura si
raddoppia.
NORIMBERGA IN GRANDE.
L’Autorità portuale, infatti, ha lanciato
un bando di gara per la progettazione
dell’ampliamento delle banchine dei
moli Norimberga, Pelori, Rizzo e
Marconi. Da cosa nasce l’iniziativa?
Dalla “esigenza di procedere
all’ampliamento del Molo Norimberga
del porto di Messina, sia ai fini della
sicurezza che per il miglioramento della
funzionalità delle stesse, tenuto conto
delle maggiori dimensioni delle nuove
navi da crociera e commerciali”, si legge
nel bando. Che prevede un totale
complessivo a base d’asta da 712.164
euro divisi in quattro fasi,
dall’adeguamento tecnico funzionale
alle tre fasi di progettazione:
preliminare, definitiva ed esecutiva.
Per le altre tre banchine, invece,
l’Autorità portuale prevede un importo a
base d’asta da ottocentomila euro.
SOLUZIONI
Don Blasco a singhiozzo
LA REGIONE CHIEDE L’ADEGUAMENTO DI PREZZI E ULTERIORI
VERIFICHE. DA PALAZZO ZANCA RISPONDONO “GIÀ FATTO”
MESSINA. A scomodarsi, e per ben due volte, è stato
addirittura Rosario Crocetta in persona: il presidente della
regione, sulla riuscita della via don Blasco aveva voluto
sincerarsene di persona, prima a giugno dello scorso anno,
poi a gennaio. Sorrisi, strette di mano, firme su protocolli,
flash di foto celebrative. Oggi si scopre che è proprio dalla
regione che arriva la mazzata, forse definitiva, al progetto
che potrebbe garantire al centro cittadino messinese di non
vedere più un solo tir sfrecciare per le strade. E’ infatti
datata 11 luglio la nota dell’assessorato alle Infrastrutture
nella quale il dirigente Giovanni Arnone spiega
sostanzialmente che tutto il progetto, messo su carta da
anni da Antonio Rizzo, è da ricalcolare. “Dato che nessuna
centonove pagina 25
gara è stata pubblicata al 31 dicembre 2012 sulla base del
progetto in questione - scrive Arnone - corre l’obbligo del
suo adeguamento al Dpr 207/2010 (il regolamento sugli
appalti recepito dalla Regione nel 2011, ndr), di cui
l’aggiornamento dei prezzi ne rappresenta solo una piccola
parte”, e procedere alle verifiche alla documentazione
previste dallo stesso regolamento. “Gli oneri economici concede il dirigente - potranno essere compresi nel quadro
economico”. Tradotto, i tempi, già non proprio celerissimi,
rischiano di allungarsi ulteriormente. O forse no, perchè
quello della via don Blasco è un progetto approvato “in
linea tecnica” prima del recepimento del Dpr da parte della
regione e quindi “immune ai suoi effetti dato che e rientra
nelle norme transitorie. L’aggiornamento dei prezzi è già
conforme al prezziario regionale 2013 e ammonta a 27
milioni di euro: cinque dall’Authorità portuale, 6,6
impegnati dalla regione. Rimane il 70% del finanziamento
statale. Quando sarà nella disponibilità della Regione si
partirà con espropri e gara. (A.C.)
18 Luglio 2014
economia
DAL PASSATO
Biscotti al lievito
La ricetta dell’Eden Bar
Carmelo Parlavecchio nel suo appezzamento di terreno a Basicò dove coltiva la varietà di grano Curcitta
BASICO’. Carmelo Parlavecchio coltiva l’antica varietà scomparsa vent’anni fa dalla provincia di Messina
Curcitta, caro vecchio grano
Il pensionato settantaduenne tre anni fa ha piantato il frumento nel suo terreno di tremila metri quadrati
a Basicò. E dopo un primo raccolto di dieci chili adesso sono trecento quelli prodotti. Per essere venduti
DI
ROSSANA FRANZONE
Basicò. Si chiama Carmelo
Parlavecchio, ed è un dinamico
pensionato di 72 anni. Un signore
originario di San Cono di Tripi che
ormai da anni vive in campagna. In un
appezzamento di terreno di tremila
metri quadrati a Basicò dove coltiva
da tre anni il grano Curcitta. Una
varietà antica di frumento scomparsa
dalle produzioni della provincia di
Messina dagli anni Ottanta e che si
differenzia dalle altre per la sua spiga
chiara e senza barba. «E’ una cosa dice il signor Carmelo - di cui vado
veramente molto fiero. Da tanti anni
volevo rimettere in produzione questo
tipo di grano. Ho provato per la prima
volta tre anni fa. Con dieci chili avuti
da un compaesano. L’anno successivo
sono riuscito a raccoglierne 52 chili.
Quest’anno, invece, sono trecento i
chili di grano Curcitta che ho
coltivato». Un vero e proprio successo
visto che, da oltre vent’anni, nessuno
nel messinese era più riuscito a
produrre così tanti chili di questa
varietà. «Non è stato facile - spiega il
settantaduenne - quando ho piantato
per la prima volta il grano era misto.
Durante la prima trebbiatura ho
dovuto “isolare” ogni singola spiga di
Curcitta per poi ripiantarla l’anno
successivo. La farina che produce
questo tipo di varietà è molto fine e
viene prevalentemente utilizzata per
fare biscotti. Una vecchia ricetta che
fino a qualche anno fa veniva ancora
utilizzata da uno dei bar di Basicò. Le
antiche varietà di frumento sono una
passione per il signor Carmelo. In
passato si è anche dedicato alla
coltivazione del Senatore Cappelli,
altro tipo di frumento raro e pregiato.
Ma non solo. Da diversi anni ha un
allevamento di lumache (ntuppateddi)
e produce anche i pomodorini
messicani. «Ho avuto i semi - dice - da
una signora di Terme Vigliatore e
adesso ho settecento piante. Con
questi pomodori si fa una salsa
messicana molto buona». Ma in
questo momento il signor Carmelo
pensa solo all’imminente mietitura.
«Tra qualche giorno arriverà la
trebbiatrice. Devo stare molto attento confessa - è stata in altri campi e può
La farina che si ottiene dal grano
Curcitta viene prevalentemente
ricercata per fare un tipo di
biscotti. Una vecchia ricetta
utilizzata dalle signore del paese
e che fino a qualche anno fa
veniva ancora usata da uno dei
bar di Basicò. Pochi gli
ingredienti necessari e
semplicissima la preparazione.
Servono: 5 chili di farina di
Curcitta, un chilo di farina di
Curcitta per il lievito madre, e poi
strutto, zucchero e 100 grammi di
semi di finocchietto. Bisogna fare il
lievito madre, basta impastarlo
bene e mettere a riposo e dopo 24
ore iniziare a fare i biscotti. Con i
cinque chili di farina fare una
fontana, porre al centro lo strutto
ed amalgamare. Sciogliere lo
zucchero in un po’ di acqua tiepida
ed unire all’impasto. Unire il lievito
madre. Unire i semi. Impastare,
aggiungere acqua se necessaria
fino ad ottenere un impasto liscio
ed omogeneo. Dividere l’impasto in
panetti e lavorare ogni panetto
fino a che la pasta risulta filante.
Formare i biscottini a filamento e
porli a riposo per 24 ore. Infornare
a temperatura bassa proprio
perchè devono rimanere bianchi.
Caratteristica dei biscotti.
contaminare la mia coltivazione. Per
questo motivo prima sarò costretto a
farla girare per scaricare i residui delle
altre varietà. Poi entrerà nel mio
campo. E a lavoro finito porterò il
grano al mulino in pietra di Basicò».
Carmelo Parlavecchio non nasconde il
suo entusiasmo e svela: «ho già ricevuto
delle proposte per l’acquisto della
farina». Sorride il signor Carmelo, già
pensa di ampliare la sua produzione.
Anche oltre Basicò.
OCCORRE SAPERE
E a Gioiosa spunta la spiga
GIOIOSA MAREA. E sempre nel messinese, non lontano
da Sinagra, sul versante tirrenico, anche altri si danno
all'agricoltura, anzi alla granicoltura, coltivando secondo
tradizione, per rilanciare il territorio con nuovi percorsi
di turismo diversificato fatto di storia e cultura
all'insegna dell'ecocompatibile, del rispetto della natura
e della memoria di luoghi e persone. Sono i gioiosani
dell'associazione culturale "La Spiga" con i loro "I
sentieri del grano", alla riscoperta di antichi usi e
pratiche del ciclo del grano. Già alle spalle le prime 2
tappe ossia la "Festa della mietitura" il 6 luglio a
contrada Landro a Gioiosa Marea con i visitatori che
hanno potuto partecipare alla mietitura, rigorosamente a
centonove pagina 26
mano, come uso delle campagne siciliane fino agli anni
'60, tra stand di prodotti tipici locali ed artigianali, giochi
popolari, canti e balli tradizionali, passeggiate
naturalistiche, e la mostra "museo del contadino", ed il
12 luglio la mietitura di grani antichi siciliani, in origine
donati dalla Stazione Consorziale Sperimentale di
Granicoltura per la Sicilia, da 87 anni impegnata a
servizio degli agricoltori nel miglioramento della
produzione, in particolare cerealicola, con ricerche in
laboratorio e sperimentazione in campi, ed anche nello
studio, recupero e conservazione di semi antichi, nel sito
archeologico di Gioiosa Guardia, sotto lo sguardo della
città fantasma di Joiousa, tra degustazioni di prodotti
tipici realizzati con grano locale come la "frinza di pane
duro". Terza tappa: la Trebbiatura, separando i chicchi da
paglia e pula con una vecchia trebbia, il 2 agosto a
Montagnareale. (M.T.S.)
18 Luglio 2014
economia
TURISMO E TECNOLOGIE. Il servizio realizzato dal consiglio nazionale delle ricerche
OCCORRE SAPERE
Siracusa, prima città “smart”
Così il bando
Siracusa è stata selezionata
attraverso un bando nazionale,
promosso da Cnr e Anci
(Associazione nazionale comuni
italiani), per attrezzare città di
alta rilevanza storica e
monumentale con strumenti
multimediali e con un insieme
coordinato di servizi e soluzioni
innovative, improntate al turismo
e alla valorizzazione del
patrimonio. Il progetto, che si
candida tra le buone pratiche
internazionali sul tema delle città
intelligenti, vede la partecipazione
dei seguenti Istituti Cnr: l’Istituto
per i beni archeologici e
monumentali (Ibam), l’Istituto di
biometereologia (Ibimet), l’Istituto
per le tecnologie della costruzione
(Itc) e l’Istituto per la sintesi
organica e la fotoreattività (Isof).
Il progetto pilota che guida il turista in un viaggio digitale, virtuale e tridimensionale
nel patrimonio culturale, archeologico e monumentale della città di Archimede
SIRACUSA. Andare a spasso per la città di
Archimede con l'ausilio di tutte le nuove
tecnologie che accompagnano cittadini e
turisti a fruire di servizi civici e di
informazione. Cnr Smart Cities Living Lab
Siracusa è il progetto pilota entrato in
funzione in questi giorni che guida il
turista in un viaggio digitale, virtuale e
tridimensionale nel patrimonio culturale,
archeologico e monumentale della città
antica, grazie ai ‘QR-code’ dislocati sul
territorio, ad applicazioni gratuite e al
portale ‘Welcome to Siracusa’. Altri servizi
aggiuntivi, realizzati dal Consiglio
nazionale delle ricerche, consentiranno
inoltre il monitoraggio del ‘metabolismo
urbano’.
Le innovazioni, già operative, sono state
presentate dal presidente del Cnr, Luigi
Nicolais, e dal sindaco di Siracusa,
Giancarlo Garozzo.
L’utente può accedere al sistema da casa,
attraverso il portale web
www.welcometosiracusa.it, e sul
territorio, tramite un’apposita app per
device mobile, scaricabil dai vari store a
titolo gratuito, sei totem digitali
informativi e i QR-code installati presso i
vari siti storici. Il portale permette di
prendere visione dei più importanti punti
storico-archeologici di Neapolis e Ortigia
con mappe interattive, corredate di
descrizioni testuali e fotografiche, tour
virtuali con riprese da terra e da drone. La
'realtà aumentata' rende inoltre possibile
sovrapporre alla città moderna quella
antica. Le tecnologie innovative trovano
applicazione anche nel monitoraggio
dello stato di salute della città: un sistema
integrato di stazioni fisse e mobili,
installate sui totem (SensorWebTourist),
sulle auto (SensorWebCar) e sulle
biciclette (SensorWeBike) della Polizia
Municipale, rileva il ‘metabolismo
urbano’, ovvero il rapporto tra energia e
materia - acqua, nutrienti, materiali e
rifiuti - che costituisce l’ecosistema della
città. I dati vengono visualizzati sui totem
digitali in tempo reale e utilizzati
dall’amministrazione locale.
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centonove pagina 27
18 Luglio 2014
economia
UOMINI&BUSINESS
QUI EUROPA. Rapporto sul funzionamento del terriorio privo di frontiere creato nel 1985
Spazio Schengen, questo sconosciuto
DI SALVATORE CIFALÀ
A partire dal 1985, anno in
cui Francia, Germania,
Belgio, Lussemburgo e Paesi
Bassi hanno creato lo spazio
Schengen, il territorio privo di frontiere ha
continuato a crescere e oggi oltre 400
milioni di cittadini europei possono
viaggiare liberamente all'interno di questo
spazio. Compito della Commissione
europea è garantire l'attuazione coerente
delle norme comuni in tutti i paesi
membri dello spazio Schengen,
consentendo così la libera circolazione di
merci, servizi, capitali e persone. Proprio
questa libertà è uno dei successi più
concreti dell'Unione europea.
Ultimamente, è stata pubblicata la terza
relazione semestrale della Commissione
sul funzionamento di Schengen, relativa
al periodo che va dal 1° novembre 2012 al
30 aprile 2013. Il rapporto contiene una
serie di valutazioni sull'applicazione delle
norme Schengen, sul sistema
d'informazione visti e sulla situazione alle
frontiere esterne.
In generale, le norme di Schengen sono
state applicate in maniera corretta, come è
CONSUMATORI
Igiene e salute
La promozione della
salute non si limita alla
prevenzione delle
malattie , ma persegue
l’obiettivo del
miglioramento delle
condizioni di vita e di
lavoro, attraverso l’individuazione
dei fattori di rischio
comportamentali ed ambientali. In
tal senso è inportante, ad esempio,
fare attenzione al corretto processo
di smaltimento dei rifiuti, al
mantenimento a alla manipolazione
degli alimenti, al controllo acustico.
L’igiene della persona è inoltre
fondamentale nell’ambito degli
ambienti di vita e di lavoro, per un
adeguato controllo dei fattori di
rischio che contribuiscono
all’aumento e alla diffusione delle
malattie. Importante la prevenzione
primaria (che limita il contatto o
l’esposizione dell’indiividuo sano nei
confronti degli agenti ambientali) e
attraverso la promozione della saute
(che cerca di coinvolgere il cittadino
nel mantenimento dello stato di
benessere fisico, psichico e sociale.
Francesco Sabatino,
Adoc Uil Messina
Controllo alle frontiere
risultato da una serie di verifiche svolte in
numerosi Stati appartenenti allo spazio di
libera circolazione. La panoramica
evidenzia che i controlli alle frontiere
interne sono stati riattivati soltanto una
volta, in occasione della cerimonia di
consegna del premio Nobel per la pace ad
Oslo, e che in questa occasione è stato
rifiutato l'ingresso a 19 persone, delle
3.136 oggetto di verifica.
Secondo il rapporto, inoltre, alle frontiere
esterne di Schengen si sono verificati, nel
periodo esaminato, più di 13.600
attraversamenti illegali: questa cifra
CAMERA DI COMMERCIO
Il commissario di Messina:
«A rischio gli stipendi»
MESSINA. "Siamo preoccupati per le
drammatiche ricadute che ci saranno
per il personale delle Camere di
commercio, le aziende messinesi e per
l'intero territorio peloritano, in seguito
agli ultimi provvedimenti del Governo
nazionale". Lo dice il commissario
dell'Ente camerale, Franco De
Francesco, nel corso della conferenza
stampa . "La riduzione del diritto
camerale annuale del 50% - afferma De
Francesco - non permetterebbe più di
pagare gli emolumenti ai 426
dipendenti camerali e ai 648 pensionati,
oltre all'impossibilità di mantenere in
servizio 80 precari e 14 dipendenti delle
Aziende speciali di Messina, Agrigento
e Trapani. Nella nostra provincia, il
dimezzamento del diritto camerale
comporterebbe un risparmio annuo per
le imprese di poco più di 50 euro precisa il segretario generale della
Camera di commercio,
Vincenzo Musmeci - un
risparmio
insignificante che,
però, metterebbe il
sistema camerale e
l'intero
territorio in
ginocchio".
corrisponde ad una
diminuzione del
52% rispetto
all'anno precedente.
E' da sottolineare
che tra ottobre e
dicembre 2012
l'Italia ha segnalato
il 31% di tutti i
rilevamenti, seguita
poi dalla Grecia con
il 30% dei
rilevamenti.
Il rapporto
evidenzia anche un
buon funzionamento del sistema
d'informazione visti (VIS), lanciato
recentemente in Africa occidentale e
centrale e quindi operante attualmente in
cinque regioni. Fino a maggio 2013, con
l'aiuto di VIS sono state trattate quasi 3
milioni di domande di visto, di cui 2,4
milioni sono state approvate.
Il rapporto della Commissione costituisce
uno strumento importante per rafforzare
l'efficacia e la legittimità del sistema di
Schengen, in quanto permette di
monitorarne semestralmente punti di
forza e di debolezza.
CONFESERCENTI SICILIA
Politino nuovo responsabile
dell’area credito
PALERMO. Confesercenti Sicilia ha nominato all' unanimità Salvo Politino
nuovo responsabile dell'area credito
della Confesercenti Sicilia.
Catanese, 40 anni, Politino è direttore
della Confesercenti provinciale di Catania, membro del Consiglio di Amministrazione di CO.SVI.G ( Consorzio Nazionale per lo Sviluppo delle Garanzie
costituito da Confesercenti Nazionale ) e
dal 2009 al 2013, aveva già ricoperto ricoperto il ruolo Responsabile dell'area
credito della Confesercenti Sicilia.
DISTRETTO TURISTICO IBLEI
Spataro eletto presidente,
il suo vice è Vito Fornaro
SIRACUSA. Il sindaco di Comiso, Filippo
Spataro, è stato eletto presidentedel Distretto turistico degli Iblei, di cui fanno
parte i dodici comuni della ex provincia,
con Rosolini, Pachino, Portopalo, Vizzini, Grammichele, Licodia Eubea, Mazzarrone. Obiettivo del Distretto è lo sviluppo locale, puntando sulla ricchezza
dei patrimoni ambientali e culturali e
sulla qualità dei prodotti eno-gastronomici, della terra e dell' artigianato. Il
vice di Spataro è Vito Fornaro, di Chiaramonte.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Contratto a termine, nuove regole
IL NUOVO CONTRATTO A TERMINE dopo le modifiche
introdotte dal cd. Jobs act viene indubbiamente reso più
semplice. Infatti, è stato eliminato quello era definito
causalone che rappresentava la regola generale per poter
stipulare tra datore di lavoro e lavoratore un contratto a
termine. Si trattava, in buona sostanza, della necessità che vi fosse una specifica
esigenza organizzativa, tecnica, produttiva o sostitutiva, altrimenti il rapporto di
lavoro non poteva prevedere una scadenza. Ora, invece, tale requisito non è più
necessario in quanto fino alla durata di 36 mesi sarà possibile ricorrervi. Ciò
evidentemente rappresenta una grande semplificazione, ma consentirà anche di
depotenziare i rischi di contenzioso che spesso hanno contrassegnato tale tipologia
contrattuale, perché non era semplice in molti casi individuare se l'esigenza fosse o
meno genuina. Tuttavia, il limite di 36 mesi riguarda non solo il singolo contratto,
ma il periodo complessivo di occupazione con analoga qualifica o anche
equivalente e questo anche se frutto della stipula di più contratti di lavoro a
termine o di utilizzo della somministrazione di lavoro. A fronte di tale
liberalizzazione, la legge prevede tuttavia dei limiti per evitare che il contratto a
termine diventi la regola, mentre in realtà rimane ancora previsto che il contratto
di lavoro normalmente sia a tempo indeterminato. In particolare è previsto che i
contratti a termine non possano superare il limite del 20% del numero dei
lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1 gennaio dell'anno di assunzione. Per
i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti è sempre possibile
comunque stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato. Sono tuttavia
previste alcune eccezioni, ad esempio per esigenze stagionali o per la sostituzione
di altri lavoratori. La violazione dei limiti comporta una sanzione amministrativa
pari al 20% della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese superiore a
quindici giorni di durata del rapporto di lavoro, se il numero dei lavoratori assunti i
violazione al limite non è superiore ad uno. Se si supera tale soglia, la sanzione sale
al 50%. Tale sanzione si applica solo per i contratti stipulati dal 20 maggio scorso.
Coloro che a tale data eccedevano tali limiti potranno mettersi in regola, invece,
entro fine anno, altrimenti non potranno stipulare nuovi contratti.
centonove pagina 28
poster
18 Luglio 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
ACCADDE OGGI A MESSINA
A CURA DI FELICE IRRERA
Quando Girolamo
unì le congregazioni
G Il 18 luglio 1506, l’abate di San
Placido, il messinese F. Girolamo
d’Alibrando (che ricoprì tale carica
per quattro volte, a partire dal
1487, e molto si adoperò nella
fabbrica del monastero) ottiene
dall’autorità del pontefice Giulio II
che la Congregazione siciliana di S.
Benedetto si aggreghi alla
Cassinese. Con questa unione si
regolamentò la disciplina
monastica (Samperi,”Iconologia
della gloriosa Vergine Madre di Dio
Maria protettrice di Messina”,
1644).
Faro, le fregate
cannoneggiate
Paolo Rossi
RASSEGNE. Torna il Festival “Teatro dei due mari”
Odissea a Tindari
Sette spettacoli per un mese di programmazione che punta
tutto sulla forza della poesia omerica. Gli appuntamenti
PATTI. Sette spettacoli per un mese di
programmazione (dal 25 luglio al 20
agosto) in uno dei luoghi più suggestivi,
densi di storia e di mito della Sicilia.
Ritorna anche quest'anno il Festival
“Teatro dei due Mari”, che per il 2014
offrirà al Teatro Greco di Tindari un
“cavalcata” omerica, una prima esclusiva
e un gran finale nel segno
dell'intramontabile “Miles Gloriosus” di
Plauto.
NEL SEGNO DI OMERO. Un mito nei
luoghi che dal mito stesso discendono: è
con questa consapevolezza che il Festival
si aprirà ospitando quattro dei sei
incontri che compongono “Odissea – un
racconto Mediterraneo”, un progetto
concepito nel 2011 da Sergio Maifredi
per “Teatri Pubblico Ligure”. Dal 25
luglio all' 8 agosto, nel Teatro che
guarda l'arcipelago delle Eolie, una delle
mete del viaggio di Ulisse, a raccontare
l'opera di Omero saranno Maddalena
Crippa (in “Penelope”, dal XXIII canto,
25 luglio), Gioele Dix (in “Il viaggio di
Telemaco”, dal I e IV canto, 26 luglio),
Paolo Rossi (in “La maga Circe”, dal X
canto, 3 agosto) e Teresa Mannino (in
“Le sirene, Scilla e Cariddi”, dal XII
canto, 8 agosto). Quest'ultimo
appuntamento è l'unica performance
siciliana dell'attrice palermitana.
Il nome stesso di Tindari, in cima a un
promontorio alto più di 200 metri sui
laghetti della baia di Marinello, ha una
stretta connessione con l'Odissea e con
l'Iliade. Fondata da Dionisio il vecchio
(tiranno di Siracusa) nel 396 avanti Cristo
come rifugio per i profughi spartani che
avevano partecipato alla guerra del
Peloponneso contro Cartagine (404
a.C.), deve il suo il suo antico nome,
Tyndaris, a Tindareo, capostipite del
Tindaridi, re di Sparta e padre adottivo
di Elena di Troia, personaggio che
Telemaco incontra, insieme al marito
Menelao, proprio nel libro IV
dell'Odissea, affidato a Giole Dix. E un
legame, Tindari, lo ha anche con la
stessa Penelope celebrata da Maddalena
Crippa, in quanto cugina di Elena e
imparentata con i Tindaridi. Proprio da
Tindari, poi, si vedono le Isole Eolie
(Giungemmo nell’Eolia, ove il diletto
Agl’immortali dèi d’Ippota figlio,
Eolo, abitava in isola natante, Cui
tutta un muro d’infrangibil rame E
una liscia circonda eccelsa rupe..., X
Teresa Mannino
Libro), che da luogo di passaggio
apparentemente risolutivo (Ulisse ha
in dono da Eolo un vento propizio
per ritornare in patria) diventano
invece la tappa precedente
all'incontro con Circe, raccontato da
Paolo Rossi. Dalla maga, Ulisse riceve
preziose indicazioni da seguire
durante la prosecuzione del suo
viaggio, e una di queste riguarda
proprio le sirene e il gorgo di Cariddi,
narrati da Teresa Mannino, che si
trovano nello Stretto di Messina, a
una manciata di chilometri da
Tindari. Così spiega la scelta di
ospitare “Odissea – un racconto
Mediterraneo”, il direttore artistico
del “Teatro dei due Mari”, Filippo
Amoroso: “Ritengo Tindari il luogo
giusto dove ospitare i racconti
dell'Odissea. La forza della poesia
Omerica espressa nell'attenta messa
in scena ed esaltata dalla bravura
degli interpreti, sposandosi con
questo luogo unico di fronte al
mare delle Eolie, farà rivivere agli
spettatori, viaggiando con la fantasia,
il viaggio delle navi di Ulisse che
solcano le onde del mare”.
centonove pagina 29
G Il 18 luglio 1848, alle prime ore
della sera, tre fregate napoletane si
dirigono verso il Faro, ma,
avvistate dalla torre, le batterie
tirano contro di esse; i piroscafi
nemici rispondono, ma i loro
proiettili danneggiano solo tre case
disabitate. Il cannoneggiamento
dura circa un’ora e si tirano da una
parte e dall’altre non meno di 120
colpi (Da “Gaetano Oliva “Annali
della città di Messina”, vol. VII).
IL GRAN FINALE. Dopo Omero, Il
Festival proporrà “E l'alba si tinse di
rosa” con Silvia Siravo (12 agosto, alle 5
del mattino), “Elena di Ritsos” con
Mariangela D'Abbraccio (16 agosto) e
“Miles Goriosus” con Edoardo Siravo e
Marco Simeoli (20 Agosto), commedia
inoltre rappresentata a Palermo a Villa
Filippina il 22 agosto.
L'ASSOCIAZIONE. Il “Teatro dei due
Mari” è un'associazione che svolge la
propria attività con l’intento di
contribuire a dare un ulteriore impulso
allo studio, alla conoscenza e alla
divulgazione degli testi classici,
utilizzando i più significativi siti
archeologici italiani per riproporre
spettacoli, greci e latini, nei luoghi
dove in origine sono stati
rappresentati, cercando di contribuire
a creare un modello vincente per
un’intelligente fruizione dei beni
culturali, ritenendo che l’utilizzo del
patrimonio monumentale non debba
fermarsi davanti ad un pur corretto
concetto di tutela, nel rispetto della
tradizione e dei vincoli archeologici,
ma che questi luoghi possano svolgere
un ruolo importante per lo sviluppo.
18 Luglio 2014
posterprotagonisti
ANNIVERSARI. Un secolo fa il libro con le impressioni di viaggio della principessa alla scoperta della Sicilia
Marija, muli e paillettes
Sulla strada da Messina a Taormina, sensazioni, suggestioni ed emozioni della nobile russa incantata
dai carretti dalla brillante bardatura. Dalle baracche al lusso, ecco i contrasti specchio della popolazione
DI FELICE IRRERA
MESSINA. Difficile trovare un viaggio
più completo, ben programmato proprio
per cogliere l'identità suggestiva ma così
articolata della Sicilia, per descriverne
caratteri paesaggistici e monumentali,
per rappresentarne la ricchezza della
civiltà artistica, di quello intrapreso
dalla principessa russa e scrittrice
Marija Michajlovna Volkonskaja (18631943), vissuta prevalentemente
all’estero (Francia, Svizzera, Italia),
convertitasi al cattolicesimo nel 1901 e
stabilitasi a lungo a Roma sino alla
morte. Fu autrice di molte opere
religiose (tra cui una su Don Bosco
pubblicata a San Pietroburgo nel 1908)
e anche altri suoi parenti divennero
Ritratto di Maria Michailovna Volkonskaja-1
cattolici: uno di loro, il fratello
Alexander, era l’attaché militare
dell’ambasciata russa a Roma, tra il
1908 e il 1912 e fu poi ordinato
sacerdote di rito orientale nel 1930.
La Volkonskaja nel 1913 giunge in treno
in Sicilia, in una Messina ancora piegata
dalla catastrofe del terremoto di quattro
anni prima. Nelle sue “Impressions de
Sicile” (Paris, 1914), illustrato da alcuni
acquarelli dell’autrice, ella così scrive (la
traduzione è nostra): “Messina è di
fronte a noi. Un mare agitato, d’un blu
scuro striato di macchie glauche, ci
separa dalla povera città distrutta. Le
onde s’infrangono sul ponte e il loro
spruzzo schiumoso arriva fino a noi.
Non resta più nulla di ciò che costituiva
il fascino e la grazia della ridente
Messina che esisteva alcuni anni fa.
Sono in piedi solo pezzi di muro,
facciate di palazzi o di chiese, i cui
interni e le cui pareti laterali sono
crollati. Dappertutto macerie. Vagoncini
e carretti trasportano mucchi di rovine a
mare… La cattedrale ci mostra, in un
crollo generale desolante a vedersi, la
metà di una cupola tutta ornata di
mosaici fondo oro e di resti di scultura
gotica. In mezzo a queste rovine, una
nuova Messina è sorta nei sobborghi e
in città. Baracche di legno dipinte di
bianco e coperte di lamiera, tutte eguali,
ospitano gli abitanti che non vogliono
abbandonare la loro città a dispetto dei
pericoli che corrono. La vita è ripresa;
nei seminterrati delle case crepate si
sono aperti negozi. La popolazione
vivace, pacata, piena di energia, ripara,
ricostruisce, rifà la sua bella Messina
così bene che in una dozzina d’anni
questi ammassi senza nome lasceranno
il posto ad una città attiva, prospera e
piena di promesse. Il “libeccio” soffia
sulle coste della Calabria. Grosse nuvole
grigie lasciano cadere grevi acquazzoni;
le montagne illividiscono; poi, passato
l’acquazzone, il sole macchia lo stretto
di chiazze d’azzurro”. Appare evidente
dal testo la sensibilità coloristica
dell’autrice.
Dalla città si allontanò subito in
automobile per recarsi a Taormina. Ed
ecco altre sue impressioni lungo il
tragitto: “Sulla strada da Messina a
Taormina, quanto mai ingombra e poco
percorribile, incontriamo pesanti
Il tempio della Concordia ad Agrigento, 1914
centonove pagina 30
Maria Volkonskaja, Il tempio di Giunone Lucina ad Agrig
carrette, trainati da buoi scuri, e leggeri
carretti a due ruote pieni di originalità.
Una bardatura arricchita da piume
colorate, da “paillettes” argentate e da
un corno di cuoio rosso, fissata alla
selletta, adorna di una nota vibrante la
mula o il cavallo che tira il veicolo.
Questa bardatura brillante e ricca;
questi carretti dipinti con vari soggetti,
dalle tonalità vivaci, danno, fin
dall’ingresso in Sicilia, l’impressione
nettissima che gli abitanti del paese
18 Luglio 2014
posterprotagonisti
ento, 1914
hanno una marcata predilezione per la
pompa e gli orpelli. E fa uno strano
contrasto vedere spesso i conducenti di
questi ricchi carretti vestiti di stracci,
con la testa avvolta da un fazzoletto
colorato e il corpo coperto da un grande
scialle a frange o da una cappa di colore
scuro: contrasto che fa presentire le
anomalie e le stranezze di quest’isola
ancora piena di mistero. I pannelli di
questi “carretti” sono decorati da pitture
che ricordano episodi del Medioevo. Il
culto della cavalleria, che è al fondo
dell’anima siciliana, si manifesta, nelle
classi più basse della popolazione, con
la rappresentazione di scene di guerra e
di sangue, improntate, per la maggior
parte, alle lotte sostenute per
l’indipendenza dell’isola. Ornamenti in
ferro battuto stanno sugli assi e
completano la decorazione di questi
“carretti”, di cui avevo spesso sentito
parlare, ma nei quali non pensavo di
trovare tante. Seguiamo la costa. La
strada affonda a tratti nella terra per
raggiungere dei ponti che attraversano
larghi torrenti ora quasi in secco. I
villaggi si succedono senza interruzione:
sono attorniati da bei giardini
“d’agrumi”, i cui frutti ancora verdi
lasciano presagire una ricca raccolta”.
Alloggiò, quindi, in un albergo di
Taormina, passeggiò per le sue strade,
osservò la fisionomia della gente,
notando la folta presenza di stranieri e
ricevendo emozione dal paesaggio. Più
tardi proseguì per Acireale, di cui
ammirò lo splendido barocco, e si fermò
a Catania, dove notò il contrasto tra la
tristezza della periferia industriale, con
edifici grigi nei quali viveva una
popolazione povera, e il tenore di vita
dei quartieri del centro, con gente ben
vestita, passeggio con tanti bei
“landaus”, molte librerie. L’indomani
s'avviò a Siracusa, attenta sempre per
via ai carretti che incontrava e ai tipi a
cavallo dei muli: scese all' "Hotel Villa
Politi", le cui camere davano sulle
latomie dei Cappuccini. Molte ore
trascorse nel dedalo delle rocce bianche
e grigie, immersa nella lussureggiante
vegetazione di aranci, cipressi, lauri,
limoni, provando l'illusione di trovarsi
in un paese da racconto di fate. Nelle
catacombe, avvolte nella più completa
oscurità, provò la tristezza delle
antichità cristiane, mentre fu più
piacevole visitare i resti grandiosi
dell'epoca greco-romana: il teatro e
l'Epipoli (uno dei quartieri dell’antica
Siracusa nel cui punto più alto era il
famoso Castello di Eurialo), la
riportarono ai tempi aurei della città.
Visitò il Duomo, il museo famoso per la
sua Venere, e Aretusa, luogo pieno di
fascino al crepuscolo; poi si recò alla
bocca dell'Anapo, fiancheggiato dalle
folte fioriture di papiri, un fiume da
fiaba, esotico come un gioiello
orientale; fu così presa da una strana
sensazione, una sorta d’angoscia che a
poco a poco divenne tenera stanchezza,
intorpidimento. Il giorno successivo, in
viaggio per Girgenti, sostò, durante il
tragitto, per visitare la barocca Noto, poi
Modica, posta al centro di una ricca
campagna, notando che in questa parte
della Sicilia il contadino non è povero,
dato che coltiva la terra a mezzadria
oppure lavora alla giornata con un
salario che andava da quattro a sei
franchi. Passò, quindi, per Ragusa,
Comiso e Vittoria, dopo la quale la
strada peggiorava e tutto era deserto.
Era notte quando raggiunse Gela, dove
pernottò; quindi, lungo la costa, si
diresse a Licata e proseguì oltre, fino a
Girgenti con la grandiosità dei suoi
templi. La città moderna era terra di
miniere, povera e non certo piacevole
come Taormina o Siracusa: girovagando
per le strade, la gente le parve chiusa e
composta nella serie dei propri lutti, il
clima malsano. Si fermò un giorno solo,
rimettendosi in viaggio per Selinunte:
qui l'imponente e drammatica maestà
dell'acropoli e lo spettacolo del mare
sullo sfondo, magnifico sotto il sole
Il teatro di Taormina, 1914
centonove pagina 31
morente, le ispirarono di nuovo
sensazioni languide e una poesia
grandiosa e triste intrisa di ricordi e di
sospiri contenuti; per quella sera, però,
dovette accontentarsi di pernottare nella
vicina e povera Castelvetrano, in un
albergo malandato. La risollevò, il
giorno dopo, il magnifico tempio di
Segesta, lasciato il quale, l'accolse un
paesaggio nuovo, con la meravigliosa
successione degli aranci della Conca
d'Oro; infine Palermo, incoronata dai
monti, adagiata su un golfo
incomparabile. Un giorno di assoluto
riposo per riordinare le idee e
rinfrancarsi dalla fatica, e quindi la
visita, accurata, a cominciare dal Museo,
al quale la viaggiatrice dedicò una
descrizione molto accurata e
competente; quindi, il giro per la città, a
scoprirne le attrattive, gli edifici d'arte, i
giardini e le passeggiate, in una
continuità di suggestioni: le più vive e
profonde al chiostro degli Eremiti.
Scriverà: “Di tutti i giardini di Palermo,
è questo chiostro pieno di fiori che mi
ha incantato di più. Lo stesso disordine
delle piante, il loro esuberante vigore ne
fanno un luogo di sogno”.
Palermo, che le era sembrata, in un
primo tempo, una città dall'arte un po'
barbara, se paragonata a quella della
classicità, ora l’attraeva con le delizie
della sua arte arabo-bizantina: ritornò
alla Cappella Palatina, in un primo
momento poco apprezzata,
avvertendone la folgorante bellezza e
comprendendo di essere di fronte ad un
gioiello assoluto, un capolavoro d'arte;
proprio con questo spirito visitò gli altri
monumenti, effettuando pure escursioni
nei dintorni: S. Maria di Gesù, la
palazzina cinese, le catacombe dei
Cappuccini; spingendosi fino a Solunto
e Bagheria, per visitare qui le celebri
ville. Dopo tale prolungato soggiorno,
poté consapevolmente affermare che
Palermo era una città affascinante. In
automobile, seguendo la litoranea, si
diresse di nuovo a Messina, passando
per Cefalù, dove visitò il Duomo
normanno; ma dopo Capo d'Orlando
dovette deviare per i monti; attraversò
Randazzo e giunse a Francavilla. E
manifestò la sua gioia di rivedere di
nuovo la bella costa inondata di una
luce così diversa da quella di Palermo.
Volle per l'ultima volta riempirsi gli
occhi e lo spirito delle meraviglie di
Taormina: vi salì a piedi per meglio
gustare i luoghi, rivide il teatro antico,
s'immerse nella trasparenza di quei
luoghi. A sera si ritrovò a Messina.
L'indomani, da bordo del battello che la
riportava via, malinconicamente
mandava «un ultimo addio alla bella
Sicilia».
Quella della Volkonskaja è una
rappresentazione intensa della Sicilia,
connotata dalla presenza di tanti
elementi spesso così difformi, che ne
costituiscono la caratteristica e
provocano in una viaggiatrice ricca di
cultura e sensibilità, impressioni,
sensazioni, emozioni.
18 Luglio 2014
posterlibri
NOVITA’. Una efferata pagina di storia siciliana brillantemente raccontata da Armeli
Tony, il gangster di Galati
Museo Epicentro
Omaggio a Milani
L’epopea di un ragazzo che diventa il consigliere più fidato
di Al Capone. Ma non dimentica la madre e la sua terra. Tanto che...
DI
PIETRO FRAZZICA
MESSINA. È l’estate del 1926 quando
gli abitanti di Galati Mamertino
assistono al temporaneo ritorno dagli
Stati Uniti del loro compaesano Tony
Lombardo. Da figlio siciliano devoto
qual’egli è, grazie all’ingente fortuna
guadagnata nel nuovo mondo, si
premura di acquistare una casa per
l’anziana madre. Inoltre, come un
proverbiale zio d’ America, dimostra
grande prodigalità verso i Galatesi,
elargendo denaro in prestito ai bisognosi
senza curarsi di recuperarlo e
contribuendo largamente a finanziare la
realizzazione del monumento ai caduti
della grande guerra, inaugurato nel
1930 dall’allora Podestà Antonio
Bianco, che ancora oggi è possibile
ammirare in piazza San Giacomo.
Tuttavia l’origine della fortuna del
Gatsby di Galati solleva non pochi
interrogativi circa la natura delle sue
attività oltreoceano, ma i pochi che
realmente sanno preferiscono tacere. Il
pettegolezzo serpeggia alimentando un
brusio di supposizioni destinate a trovare
conferma solo pochi anni più tardi. Dopo
quasi un secolo, lo scrittore Luciano
Armeli Iapichino, anch’egli Galatese, ha
condotto un accurato lavoro di ricerca
storiografica attingendo agli archivi dei
quotidiani di Chicago e
raccogliendo le testimonianze
di coloro tra gli abitanti di
Galati che all’epoca furono
testimoni degli eventi,
districandosi tra notizie certe
e dicerie verosimili, per
ricostruire l’intera vicenda di
Tony Lombardo. Figlio di
umili braccianti, animato
dalla stessa speranza di molti
suoi conterranei di ottenere
LACERTI DI LETTURE
una rivalsa sulla propria indigenza
cercando la fortuna lontano da una
Sicilia eternamente intorpidita nel suo
immobilismo socioeconomico, nel 1906,
con solo 12 dollari in tasca, decise di
recarsi in America per ricongiungersi col
fratello Giuseppe. Stabilitosi in Illinois si
dedicò a un proficuo commercio
all’ingrosso di generi alimentari ed entrò
a far parte dell’ Unione Siciliana che, da
organizzazione di emigrati finalizzata
alla mutua assistenza, era divenuta
un’interfaccia legale della vasta e
articolata rete di crimine organizzato
conosciuta come mano nera. Per poter
espandere il suo giro di affari, che aveva
inglobato il redditizio commercio di
alcool divenuto illegale con l’avvento del
proibizionismo, Lombardo prese in
prestito un’ingente somma di denaro dal
noto gangster Al Capone, legandosi a lui
inscindibilmente fino a divenire il suo
più fidato consigliere e sostituendolo in
quei summit di malaffare a cui Big Al
non avrebbe potuto recarsi senza mettere
a repentaglio la propria incolumità. Nel
1925 Lombardo venne eletto all’ambita
carica di presidente dell’Unione Siciliana,
consolidando la propria influenza sul
crimine organizzato di Chicago e
lasciando presagire un risvolto cruento
nelle sue vicende. Questa pagina efferata
di storia siciliana lontano dalla Sicilia è
stata brillantemente
raccontata da Armeli, già
autore di “Le vene violate”,
nell’avvincente saggio
storiografico “L’uomo di Al
Capone – Tony lombardo:
dall’indigenza siciliana a zar
del crimine della Chicago
anni ‘20” (ed. Armenio,
pp126, eur13,00). Il
dinamismo quasi
cinematografico della prosa
BARCELLONA
Luciano Armeli Iapichino
si adatta perfettamente all’oggetto della
narrazione ambientata in un cupo
scenario la cui comprensione viene
facilitata al lettore attraverso brevi e
illuminanti digressioni. La realizzazione
di quest’opera non persegue l’arduo
obiettivo di fornire una trattazione
esaustiva del fenomeno del gangsterismo
in tutta la sua vastità, ma risponde
all’istanza di preservare a vantaggio delle
nuove generazioni, analizzandolo con
coscienza critica, un frammento di storia
che rischia di essere inghiottito dall’oblio
e dalla travisazione.
LA CLASSIFICA
BARCELLONA. Aperte al Museo
Epicentro di Gala di Barcellona le
manifestazione culturali organizzate
dal Museo Epicentro per l’estate
2014, con la presentazione del libro
“Milena Milani e il Museo Epicentro
di Gala”, scritto da Nino Abbate
(Giambra Editori), e l’inaugurazione
di una mostra a lei dedicata. Nino
Genovese, racconta nel libro scritto
da Nino Abbate, i suoi rapporti
telefonici ed epistolari con la grande
scrittrice di fama internazionale,
scomparsa il 9 luglio 2013, ha voluto
sottolineare che si tratta di un libro
raro, che parla di un incontro
straordinario che ha arricchito la
sensibilità di Abbate, l’ha reso più
maturo, più umano. Franco Cassata
ha invece focalizzato l’attenzione
sulla capacità avuta da Abbate di
trasformare eticamente il luogo Gala,
in una leggenda. La mostra ha
presentato documenti della Milani,
foto, lettere, la mattonella del 2007,
e una installazione con fotografie dei
grandi personaggi della cultura chha
incontrato nella sua vita. Infine le
opere d’arte realizzate da Nino
Abbate e Salva Mostaccio.
DI FELICE IRRERA
L'autore sostiene qui che la prima globalizzazione, avvenuta sotto l'egida dell'Impero britannico tra il 1880 e
il 1914, ha in comune con quella dei nostri giorni il dominio delle oligarchie finanziarie, con una differenza, però:
mentre nella prima c'era ancora un'interdipendenza con la democrazia parlamentare, questo legame è venuto
meno ai tempi nostri: ne è un esempio la struttura tecno-burocratica dell'Unione europea, che ha tolto ai suoi
popoli il controllo decisionale, sempre più sottoposto alle oligarchie finanziarie internazionali.
Giuseppe Berta, Oligarchie. Il mondo nelle mani di pochi, Il Mulino, pp. 122, € 10,00
Casati Modigliani
Dan Brown
1Sveva
La moglie magica - Sperling & Kupfer
4
Inferno - Mondadori
Markus Zusak
Stefano Benni
2Storia
di una ladra di libri - Frassinelli
5
Pantera - Feltrinelli
Tiziano Tersani
Massimo Gramellini - La magia di
Un' idea di destino. Diari di una vita
un buongiorno - Longanesi
3straordinaria
6
Longaneri
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
Innocenti umiliati
La concussione ha il suo linguaggio, fatto di
simboli, segni, comportamenti. C’è una precisa
fenomenologia che è inequivocabile.
“Queste guardie erano gentaglia corrotta, mi
riempivano la testa di chiacchiere, volevano
essere corrotte, volevano portarmi via con l’inganno.”
La corruzione alligna in certi scenari paradossali, dove la forma
e la legge opprimono ciò che è giusto e naturale e la
discrezionalità dei mediocri trasforma i diritti in favori
producendo clientele e potere cieco e violento. “Non c’è
dubbio che, dietro tutte le espressioni di questo tribunale, nel
mio caso dietro l’arresto e l’odierna udienza, ci sia una grande
organizzazione. Una organizzazione che non solo dà lavoro a
guardie corruttibili, a stupidi ispettori e a giudici istruttori che
nel migliore dei casi sono mediocri, ma deve mantenere
scrivani, guardiani e altri aiuti, forse persino carnefici. Quale è
il senso di questa grande organizzazione? Consiste nel far
arrestare degli innocenti e nell’avviare contro di loro un
procedimento insensato e per lo più, senza esito. In mezzo a
questa assurdità come sarebbe possibile evitare la corruzione
dei funzionari? Impossibile. E per questo che le guardie
cercano di rubare, gli istruttori fanno irruzione nelle case
degli innocenti. Gli innocenti invece di essere interrogati,
vengono umiliati.” Spesso i pericoli che prospettiamo come
ostacoli al nostro agire sono i fantasmi della nostra
vigliaccheria. “Voglio aiutarla, non parli più dei pericoli che
corro, li temo solo quando voglio temerli, venga.”
Esistono processi che vengo imbastititi da oscure entità con lo
scopo di annullare l’imputato sia che alla fine venga giudicato
colpevole o innocente. “Tu sei combinato, hai sempre avuto
un’intelligenza equilibrata e proprio adesso questa ti
centonove pagina 32
abbandona? Perdere il processo vuol dire semplicemente che
saresti annientato. Avere un processo del genere, vuol dire
averlo già perso.” L’innocente comincia il suo calvario non in
tribunale ma dal suo avvocato, costretto a difendersi con
tecnicismi utili ai colpevoli e non a dimostrare semplicemente
la sua l’innocenza. Le regole del processo gli impongono di
pensare da colpevole.
“Finalmente K. decise di revocare il mandato all’avvocato.
Non era certo possibile dissipare del tutto il dubbio se fosse
giusto agire così, ma la convinzione che era necessario farlo
prevalse. E’ paradossale dover esporre la propria innocenza
attraverso un difensore per definizione è un sofista.
“Quando si trovò davanti alla porta dell’avvocato, si chiese se
non fosse meglio trasmettere una revoca telefonica o
scritta.”
Lacerti tratti da: “Il processo ” parte II - 1914
Franz Kafka
posterlibri
SAGGI. Gli ottant’anni della storica dell’arte, a lavoro con due libri “monumentali”
Pugliatti, Simbolismo a tutto volume
L’opera con 500 foto a colori dà una visione coordinata e sistematica al movimento culturale nato in Francia
nel XIX secolo. Ma è col diario su Agostino Tassi che racconta un pezzo di sè. E il passaggio alla vita “claustrale”
MESSINA. Due volumi sul Simbolismo
e ottanta candeline. Teresa
Pugliatti, messinese doc, già docente
di Storia del'Arte nella sua città e
all'Università di Palermo, sta scalando
l'ennesima “montagna” con lo stesso
piglio di quando intraprese il suo
primo e complesso studio, negli anni
Settanta, sulla controversa figura di
Agostino Tassi (1580-1644), celebre
quadraturista e paesaggista del XVII
secolo. Perché a Teresa Pugliatti piace
affrontare materie complesse e
magmatiche, che prova a penetrare,
ordinare e raccontare in tutti i loro
aspetti, raggiungendo un duplice
scopo: dare uno “scossone” alla ricerca
con le proprie conclusioni e aprire le
porte a quella altrui dopo aver
dissodato faticosamente un terreno
reso brullo da studi episodici e
specialistici. Un'operazione che ha
sempre ampi confini: o legati al genere
e al periodo, come nel caso dello stesso
Tassi o di “Giulio Mazzoni e la
decorazione a Roma nella cerchia di
Daniele da Volterra” (suo secondo
volume, edito dal Poligrafico dello
Stato nel 1984); o anche puramente
geografici, ad esempio nei due libri
sulla pittura del Cinquecento in Sicilia
(i primi due editi da Electa Napoli) e
nel terzo, sulla tarda maniera nella
parte occidentale dell'Isola, pubblicato
da Kalos.
IL SIMBOLISMO. L’opera è in due
volumi con un totale di 500 foto a
colori. Ciascuno dei due volumi
contiene tre parti. Nel I volume la
prima parte è dedicata all’universo
preraffaellita, popolato da numerosi
personaggi affiancati da musicisti,
poeti e letterati che, secondo la visione
della Pugliatti (e contro buona parte
della critica), a partire dal 1848,
aprono con la loro opera la via al
Simbolismo. Dopo questa prima parte,
che si svolge in Inghilterra, si passa in
Francia dove Gustave Moreau, negli
anni Sessanta-Settanta mostrerà i
prodromi del simbolismo francese. E
nella terza Parte sarà “visitato” il
Simbolismo in Svizzera, in Germania,
in Belgio, tornando poi in Inghilterra
per trovarvi esiti più tardi (AlmaTadema, Beardsley). Il secondo
volume si apre nella Francia dei tardi
anni Ottanta, quando, erroneamente,
secondo Teresa Pugliatti, la critica del
tempo decreta la nascita del
Simbolismo per merito di Gauguin e
il suo gruppo della cosiddetta Scuola
di Pont-Aven. Questo è quello che,
invece, la Pugliatti definisce “secondio
Simbolismo” e vede completamente
diverso da quello che chiama “primo”
Teresa Pugliatti
e che ha avuto i suoi natali in
prima parte dove i Preraffaelliti e i loro
Inghilterra nel ’48-50 e in Francia nel
amici letterati sono visti come
60-70, e i cui referenti in letteratura,
ispiratori e fondatori del Simbolismo e
per l’Inghilterra erano da Swinburne
cioè si sostiene che questo nasce già
a Oscar Wilde e per la Francia da
nel ’48. Sotto il profilo metodologico
Huysmann a Baudeleire, a Mallarmè.
un nuovo aspetto è dato da tre
Mentre per questo “secondo”
peculiarità diverse: l’eloquio diretto in
Simbolismo francese i referenti
una forma chiara, volutamente
letterari si possono indicare soprattutto
didattica; l’esposizione svolta come un
in una schiera di giornalisti (da Jean
lungo “racconto” con molti personaggi
Morèas a Edouard Dujardin e
e infine la ricerca di collegamento
altri). Nella seconda parte si accede al
interterritoriale e perfino
Simbolismo in Italia, con due
interpersonale tra gli artisti dei diversi
personaggi quali Previati e Segantini
Paesi. Quest’ultima peculiarità è
(quest’ultimo conteso dalla Svizzera),
importante perché finalmente la
e con i molti raffinati illustratori. La
Pugliatti riesce a dare del Simbolismo
Parte III è dedicata alle Secessioni
una visione coordinata e sistematica
(Berlino, Monaco e Vienna), con
rispettive trattazioni su
Franz von Stuck, Klimt e
importanti artisti che vi
gravitavano intorno. Infine,
il volume si chiude con
un’appendice nella quale si
dà uno sguardo ai Manifesti
(da Lautrec a Grasset a
Mucha) e alle più differenti
forme decorative dell’Art
Nouveau.
LE NOVITA’. Quello che va
detto soprattutto è che
questo libro presenta delle
assolute novità critiche e
metodologiche. Sotto il
profilo critico, il libro si
Alma Tadema, Ritorno dei fiori
definisce già nuovo nella
centonove pagina 33
18 Luglio 2014
delle sue numerose e pur diverse facce
che di solito vengono trattate
isolatamente, rintracciando tra queste,
nuovi interessanti e non previsti
rapporti che offrono a loro volta
chiarimenti inediti.
IL DIARIO. Lo scorso anno, mentre il
“pentolone” del Simbolismo era già in
piena ebollizione, Teresa Pugliatti ha
anche chiuso un cerchio iniziato con il
suo primo studio, che diede vita a
“Agostino Tassi tra conformismo e
libertà” (De Luca, Roma 1978), dando
alle stampe “Sulle tracce di Agostino
Tassi. Diario autentico di una ricerca”
(Futura, Perugia 2013). Si tratta, come
suggerisce il titolo, del diario della
studiosa scritto tra Messina e l'Italia (in
particolare Roma) durante la ricerca
suggeritale in seduta di laurea dal suo
maestro, Alessandro Marabottini,
dopo averla “avvertita”: “La aspetta il
mondo, non sempre roseo, della storia
dell'arte”. La figura di Tassi era venuta
fuori dalla tesi come secondo (ma non
secondario) personaggio ed è proprio
dal momento del “suggerimento” del
docente che inizia il diario. Un diario
che è la registrazione minuziosa e
quotidiana di uno studio che si
configura come una indagine poliziesca
e comporterà i più svariati incontri (e
scontri), oltre che con storici dell'arte,
italiani e stranieri, con alti prelati del
Vaticano, con direttori di Musei, con
bizzarri collezionisti, con antiquari, con
proprietari di palazzi, nonché con i
portieri degli stessi, con bibliotecari,
con uscieri e impiegati di musei,
gallerie, archivi. Il libro, oltre a
raccontare l'indagine, svela anche la
donna Pugliatti, il suo passaggio dalla
vita precedente, più sociale, a quella
“claustrale” della ricerca, le sue
incertezze e il toccare con mano il
mondo “non sempre roseo” della storia
dell'arte, dove vige una assoluta
religiosità verso grandi nomi o logiche
di mercato. Un affresco, quello dipinto
in “Sulle tracce...”, che racconta anche
gli anni Settanta, la fatica del lavoro
senza computer, delle telefonate
dall'albergo o dalla cabina, di una Italia
in trasformazione, come la stessa Teresa
Pugliatti, che alterna lo sconforto per gli
impedimenti alla gioia delle scoperte,
sempre, comunque, incasellate e
ponderate nel segno del dubbio laico
che caratterizza la studiosa. (D.D.J.)
18 Luglio 2014
posterprotagoniste
ALCARA LI FUSI. Viaggio nel convento trasformato in museo per accogliere un patrimonio “sacro” spettacolare
Le Benedettine dell’arte
Tra le pareti che raccontano storie di monacazioni forzate e figli illeggittimi, trovano posto monumentali ostensori, pianete e piviali
realizzati dal Settecento in avanti nei più eleganti tessuto laminati in argento e oro. Ma i veri capolavori sono nei gruppi statuari lignei
DI
GERARDO RIZZO
ALCARA LI FUSI. Il monastero delle
Benedettine di Alcara Li Fusi racconta
vicende piuttosto usuali per questo
genere di edifici. Sono storie di
monacazioni forzate di figlie minori di
nobili famiglie locali, per
salvaguardare l’integrità dei
matrimoni; storie di clausura,
solitudine e finestre con robuste grate
di ferro; e la tradizione orale
rammenta la ruota al portone,
attraverso la quale le monache
ricevevano offerte in alimenti e
accoglievano i bambini che nascevano
da unioni illegittime o in famiglie che
non potevano mantenerli, e che
pertanto venivano affidati alla
misericordia di Dio e delle sue agenti
sulla terra.
Le buone monache ricambiavano
facendo uscire, per quella stessa ruota,
dolci di farina, zucchero e mandorle
che ancora oggi fanno parte della
tradizione alcarese.
Alcara, che ancora non era Li Fusi e si
appellava Valdemone, contava
numerosi e popolati monasteri
maschili e femminili, che erano
dapprima basiliani, e poi furono dei
Cappuccini o dei Minori Conventuali, e
vantava molte famiglie illustri, che si
chiamavano Ciuppa o Faraci, Auriti o
Lanza, le quali oltre a monacare figli
minori, commissionavano opere d’arte,
a esecutori del circondario nebroideo
come anche alla botteghe di Palermo e
Messina, per abbellire le tante chiese
cittadine, o acquistavano preziosi libri
di raffinatissima fattura che
arricchivano le biblioteche dei
conventi.
Il che ci riporta al monastero delle
Benedettine: poco più di dieci anni fa,
infatti, per iniziativa dell’arciprete
padre Guido Passalacqua, i locali del
convento diventavano il Museo di Arte
Sacra di Alcara Li Fusi, destinato a
raccogliere e custodire una selezione
del variegato patrimonio artistico
cittadino.
La struttura è articolata su vari livelli.
Entrando, si accede a una piccola ma
accogliente reception, dove si possono
avere le informazioni necessarie per
compiere una visita accurata.
Nel piano superiore troviamo due
Particolare di Madonna col Bambino fra i Santi Francesco e Sebastiano
salette dedicate agli argenti e una che
raccoglie i parati sacri. Gli argenti sono
prevalentemente croci o reliquiari, ma
troviamo anche elegantissime corone,
elmi, spade o altri oggetti che in
passato avevano adornato statue e
quadri nelle varie chiese del paese.
Nella saletta più interna, invece,
quadri devozionali, calici e scenografici
ostensori sembrano gareggiare tra loro
in magnificenza e raffigurazioni
allegoriche: come in realtà erano in
competizione fra loro le famiglie che
donavano gli oggetti alle “loro” chiese,
a maggior gloria di Dio. Gli oggetti
esposti sono realizzazioni dei più
grandi argentieri palermitani e
messinesi dal XVII al XIX secolo.
Particolarmente spettacolari sono un
ostensorio settecentesco la cui raggiera
poggia su un pellicano che si squarcia
il petto con il becco per nutrire i propri
ITINERARI
Una giornata nel paese del Muzzuni
IL MUSEO DI ARTE SACRA è solo uno dei motivi buoni per decidere di
trascorrere una giornata ad Alcara Li Fusi. La cittadina nebroidea è famosa
soprattutto per il suo ricco patrimonio di tradizioni, che si estrinsecano nelle
manifestazioni religiose: in particolare le feste dedicate al patrono San Nicolò
Politi (3 maggio e 17 agosto), la coloratissima festa del Muzzuni (24 giugno) o
le suggestive processioni della Settimana Santa. In queste occasioni si può
approfittare per assaggiare – ed eventualmente acquistare – i numerosi
prodotti agroalimentari della zona. Anche una passeggiata per il medievale
quartiere Motta o una visita alle numerose chiese possono riservare piacevoli
sorprese - visto che ancora è lì che è custodita la maggior parte del patrimonio
artistico locale – come la preziosissima biblioteca proveniente dal convento dei
Cappuccini (e adesso conservata presso la parrocchia di San Pantaleone) che
annovera numerosi incunaboli e cinquecentine. Gli amanti della natura
possono godere di belle escursioni nei dintorni, come al lago Maullazzo o,
previo accordo con le guide, alla suggestiva Grotta del Lauro. Per informazioni,
si può contattare l’ufficio turistico del comune al numero 0941/792029.
centonove pagina 34
18 Luglio 2014
posterprotagoniste
Testa di San Giovanni. Lego e telacolla
piccoli, o un altro, più o meno coevo, il
cui piede è sormontato dall’allegoria
della Fede, e la cui corona è decorata
da fiori e grappoli d’uva.
Sullo stesso piano è collocata la sala
dei parati sacri, che espone pianete e
piviali realizzati dal ‘700 in avanti nei
più eleganti tessuti laminati in argento
e oro. Il pezzo più singolare di questa
collezione è senza dubbio un paliotto
d’altare dedicato a San Nicolò Politi,
veneratissimo patrono di Alcara.
L’opera, donata dal nobile don
Emanuele Lanza per una grazia
ricevuta, è ricamata con oro e argento
su seta con motivi floreali e con
decorazioni in corallo rosso; al centro,
in un tondo, si vede il santo in una
delle sue raffigurazioni tipiche, con la
croce e il libro di preghiere.
Originariamente, il paliotto abbelliva
la cappella del santo fino alla fine
dell’Ottocento, poi era stato trasferito
all’altare maggiore della Chiesa Madre.
Ma le cose più belle da vedere sono
probabilmente al piano inferiore, dove
si trovano le sale delle sculture e delle
pitture. È soprattutto per questo genere
di opere che Alcara fu un importante
centro di committenza. Fra ‘500 e ‘700,
le chiese, le confraternite, le comunità
monastiche e le famiglie aristocratiche
fecero a gara per accaparrarsi i servizi
di artisti che agivano nell’area dei
Nebrodi, ma anche in tutta la Sicilia:
erano Pietro d’Asaro, detto il Monocolo
di Racalmuto, Giuseppe Tomasi di
Tortorici, Salvatore Rivel palermitano e
Filippo Tancredi messinese, e molti
altri di cui non sempre è rimasta
traccia negli archivi. Molte delle loro
opere sono ancora nelle chiese per le
quali erano state realizzate, altre si
sono spostate da una chiesa a un’altra
per le motivazioni più svariate, ma una
nutrita rappresentanza di esse ha
trovato ospitalità in questi locali.
Madonna e Sant’Anna
Un prezioso ostensorio
Tra le sculture troviamo oggetti di
piccole dimensioni ma di pregevole
fattura, tra cui spiccano una Madonna
di Trapani in alabastro e una Testa di
San Giovanni, donato nel 1618 da
Gerolamo e Raffaele Surdi, fratelli
medici di Alcara, alla confraternita del
santo, e che veniva condotta in
processione in occasione della festa del
Muzzuni. Ma troviamo anche gruppi
statuari lignei e pittoresche varette
processionali finemente lavorate che
rappresentano un’ulteriore
testimonianza della relativa ricchezza
dei centri montani nei secoli passati,
prima che si verificasse la discesa verso
la costa, quando Sant’Agata Militello
era solo “la Marina”, lo sbocco a mare
della produzione agricola di Alcara e
Militello. Un crocifisso di fine
Quattrocento, di maestranze messinesi,
fa oggi bella mostra di sé in una delle
sale del Museo, ma fino al 1972
giaceva in un locale dismesso
dell’antico monastero dei Cappuccini,
seppellito da cartacce e altro materiale
di risulta, e solo un accurato restauro
lo ha riportato alle attuali condizioni.
I quadri presenti nel Museo sono
anch’essi una selezione fra i tanti
presenti in paese: si distinguono una
Adorazione dei Magi di Giuseppe
Tomasi, proveniente dalla Chiesa
Madre e prima ancora dal convento di
San Michele, o una Madonna col
Bambino e Sant’Anna di anonimo ma
datato 1599, particolarmente
interessante perché i dettagli
architettonici dello sfondo richiamano
atmosfere nordiche, il che ha suggerito
agli studiosi che l’autore potrebbe
essere un pittore nordeuropeo con
bottega a Messina. Ma se anche in
questa sala si vuole indicare un pezzo
centonove pagina 35
che da solo valga la visita al Museo, la
scelta cade sicuramente su una
“Madonna col Bambino tra i santi
Sebastiano e Francesco”, un olio su
tavola di autore ignoto ma riferibile
all’area messinese. Il dipinto,
restaurato negli anni ’60 e poi negli
anni ’90, proviene dalla chiesa di San
Pantaleone e prima ancora da quella di
San Sebastiano, oggi non più esistente.
Questo dipinto rimanda con la mente
al periodo in cui l’Europa era colpita
da varie pestilenze, e che è anche il
tempo in cui si diffuse in Sicilia il culto
di San Sebastiano, il quale tra i propri
patronati annovera la protezione dalle
epidemie.
A ulteriore conferma, qualora ce ne
fosse bisogno, che ogni Museo e ogni
opera in esso custodita hanno dietro si
sé storie che meritano di essere
raccontate.
18 Luglio 2014
postermostre
INAIGURAZIONI
“Messina tra le due guerre”
al Ricovero antiaereo
Alcune foto di Aldo Pintaldi in mostra. Sotto due lanterne dell’Ottocento
MESSINA. La mostra-evento al Palacultura sui maestri peloritani. A partire da Aldo Pintaldi
Fotografia, cento anni di storia
Esposte anche foto e macchine del periodo 1860-1960
per raccontare attraverso i protagonisti anche la storia della città
MESSINA. Ha preso il via lo
scorso 12 luglio la mostra
“1860-1960 – Cento anni do
storia della fotografia a
Messina”, organizzata
dall’assessorato alla Cultura del
Comune di Messina con il
patrocinio della Soprintendenza
ai Beni Culturali e la
compartecipazione
dell’associazione Comunicarte.
Le apparecchiature resteranno
esposte fino al 31 agosto, sette
giorni sette, dalle 10 alle 13 e
dalle 16 alle 19 all’interno del
Foyer del Palacultura. Si tratta di una
mostra storica di elevato livello
artistico e culturale con macchine
fotografiche appartenute a più noti
maestri fotografi peloritani e italiani.
In vetrina quasi 200 apparecchiature di
ogni dimensione, oltre ingranditori
verticali ed orizzontali, lanterne
magiche, locandine pubblicitarie e foto
relative alla città di Messina e tutto
l’occorrente per lo sviluppo e la
stampa. Saranno presenti inoltre,
vintage prints originali d'epoca, tra cui
dagherrotipi, calotipi su carta salata,
stampe all'albumina, al bromuro, al
carbone e attrezzature d’epoca. Previsti
itinerari per turisti con un laboratorio
fotografico e una stanza per farsi
fotografare con l’ apparecchiatura
fotografica che immortalò Garibaldi.
L’obiettivo è quello di far conoscere alla
maggior parte dei siciliani e ai turisti le
testimonianze religiose, artistiche,
commerciali e storiche di Messina e
della sua provincia attraverso le foto e
le macchine fotografiche del periodo
dal 1860 al 1960, trovando anche
punti di vista che diventino nuova linfa
vitale nel dibattito culturale. Saranno
anche proposti agli istituti scolastici e
alle Università visite guidate con
percorsi didattici. Il progetto, vuole
quindi ripercorrere attraverso i
momenti storici rappresentati nelle
foto e nelle locandine i segni sociali e
di costume avvenuti a Messina nel
periodo oggetto della mostra. In
questo modo, si tenterà di carpire le
influenze e i processi che hanno
portato alla realtà di oggi e mostrare
l’intima connessione tra la dimensione
culturale e quella dell’agire sociale.Il
focus centrale della mostra è infatti,
quello di sviluppare itinerari culturali,
valorizzando un’identità comune che
sta per andare smarrita. L’analisi e lo
studio delle diverse macchine
fotografiche, rappresenta poi una
possibilità unica per lo studio della
storia della fotografia fino ai giorni
nostri.
“MESSINA TRA le due Guerre”. E’ il titolo
della mostra che si terrà nei locali dell’ex
ricovero antiaereo Cappellini per
celebrare la ricorrenza del 17esimo
anniversario dello sbarco alleato in
Sicilia. L’inaugurazione venerdì 18 luglio
alle ore 10.30 nei locali del museo
provinciale “Messina nel Novecento” di
contrada Scoppo a Messina, proprio nella
sede che fu rifugio antiaereo. Si tratta di
una struttura imponente recuperata
grazie alla sensibilità dei collezionisti che
hanno reso possibile questo viaggio nella
memoria per far rivivere con
immediatezza le difficili fasi della nostra
recente storia. Una iniziativa formativa e
culturale di alto profilo che ora mette in
mostra armi, divise, foto, documenti,
tutte testimonianze autentiche di quei
momenti drammatici «che hanno
costretto l’uomo - sio legge in una nota
di presentazione alla mostra - a vivere in
una condizione obliterante ogni forma di
vera civiltà». All’inaugurazione del 18
luglio prenderanno parte il commissario
della Provincia di Messina, Filippo
Romano, il soprintendente ai Beni
culturali Rocco Scimone, il direttore del
museo Angelo Caristi. La mostra sarà
inaugurata dall’assessore regionale ai
Beni culturali Giusi Furnari con
l’intervento del presidente della
commissione regionale Beni culturali,
Marcello Greco.
MOSTRE
Art Me, la Messina cinematografica negli scatti di Vizzini
MESSINA. Presentata, nella sala Boris Giuliano di palazzo
dei Leoni, il Messina Tourism Bureau presenterà la prima
edizione di Art ME. La rassegna ha esordito il 14 luglio con
un cartellone che ha come fiore all'occhiello nella mostra
fotografica intitolata “60 anni di stelle tra Messina e
Taormina - Omaggio a Michelangelo Vizzini”, in
programma fino al prossimo 17 agosto al Monte di Pietà,
nell'area pedonale Cairoli e al terminal crocieristico.
La serata inaugurale, sempre il 14 luglio alle 20, al Monte di
Pietà, prevede aperitivo e intrattenimento musicale a cura
di Leo Lippolis e Nat Minutoli (sax), con la gentile
partecipazione di Kate Charlotte Speranza.
centonove pagina 36
L'iniziativa mira a celebrare il 60esimo anniversario della
Rassegna Cinematografica di Messina, attraverso gli scatti
del maestro Michelangelo Vizzini.
In calendario, anche proiezioni dei film lanciati attraverso la
Rassegna e due serate musicali, con la direzione artistica di
Antonio Vadalà.
Alla conferenza stampa di presentazione anche il
presidente e il direttore del Messina Tourism Bureau,
rispettivamente Gaetano Majolino e Valeria Leone; le
curatrici della mostra fotografica, Alessandra Brancatelli,
Emanuela Reitano, Francesca Martello; la famiglia Vizzini;
Antonio Vadalà.
posterrubriche
NUOVE VISIONI
RICONOSCIMENTI
DI MARCO OLIVIERI
Macaluso, le sorelle dell’anno
Tutta colpa di Freud
Non è un film di Billy Wilder,
né possiede la cattiveria e la
capacità di penetrazione
psicologica della migliore
commedia all’italiana.
Tuttavia, “Tutta colpa di
Freud”, che ritorna nelle sale
nel periodo estivo, è un film garbato, ben
scritto e più gradevole di tante altre
commedie usa e getta del cinema italiano.
Niente di straordinario, per carità, ma la
regia e sceneggiatura di Paolo Genovese
(“La banda dei Babbi Natale”, “Immaturi”)
rende l’insieme narrativo non esente da
spunti intelligenti e distensivo grazie alla
bravura degli interpreti: Marco Giallini
(padre modello di tre figlie scapestrate, ma
non troppo, e psicoanalista un po’
improbabile), Anna Foglietta (la figlia
lesbica ma con parentesi tragicomica da
etero), Vittoria Puccini (sensibile e
autolesionista), Claudia Gerini (signora
annoiata dalla vita e da un matrimonio
infelice), Vinicio Marchioni (sordomuto e
ladro ma cambiato dallo sguardo amoroso
di Marta/Puccini), Laura Adriani
(diciottenne invaghitasi di un
cinquantenne, provocando la disperazione
del padre), Alessandro Gassman (in un
ruolo che ne valorizza i tempi comici),
Daniele Liotti, Edoardo Leo e Gian Marco
Tognazzi. Nella colonna sonora, anche la
canzone originale di Daniele Silvestri
“Tutta colpa di Freud”. Il film alterna
elementi da commedia sentimentale,
efficaci situazioni comiche e accenni
all’attuale mondo disordinato degli affetti
e dei sentimenti, senza premere mai
l’acceleratore dell’analisi approfondita ma
evitando quasi sempre grossolanità, fino a
un epilogo prevedibile.
INIZIATIVE
Mirto, due giorni di Rock
Nuovi talenti al music festival
MIRTO. Nel cuore dei Nebrodi, il 2 e 3
agosto 2014, anche quest’anno si
svolgerà il MirtoRock Festival, una due
giorni che ha come obiettivo la
promozione artistica di nuovi talenti
della scena indipendente italiana. Ben 8
band più 2 Dj di comprovata esperienza
si alterneranno, infatti, sul palco
allestito a Villa Loreto. Sabato è
prevista l’esibizione di Malarditi e
Phantorama, band vincitrici del
MirtoRock Contest 2014, a seguire
l’electro rock dei capitolini Moseek e il
granitico sound degli Appaloosa. Si
conclude in bellezza con i dischi di un
Dj di fama internazionale come Alessio
Bertallot. Il giorno dopo i “Cinema
Noir”, il duo “La Rappresentante di
Lista”, i “Veivecura” e i “Calibro 35”.
Seguirà il Dj Set di Davide Patania.
Per info: www.mirtorock.it
[email protected]
18 Luglio 2014
A EMMA DANTE IL PREMIO DELLA CRITICA 2014
Un momento dello spettacolo
DI
PAOLO RANDAZZO
PER RACCONTARE il teatro siciliano
contemporaneo non basta metterne in
fila protagonisti, seguirne le vicende,
metter ordine tra poetiche e linguaggi,
no, non basta: per spiegare la vitalità di
quest’arte nella nostra terra occorre
capirne il senso profondo e provare a
rintracciarlo laddove esso si è andato
depositando. E non è detto che siano gli
stessi siciliani i più adatti a compiere
tale operazione: è vero che il teatro è
finzione, ma è anche vero che sono
realtà i mattoni con cui questa finzione
si realizza e, se per molti questi mattoni
significano poco o nulla, noi siciliani,
messi di fronte a uno spettacolo di
Scaldati, Cuticchio, Scimone e Sframeli,
Eamma Dante, Pirrotta, Zappalà,
Caspanello, Luna, Collovà, solo per dire
di alcuni (ma ce ne sono molti altri), di
quei mattoni riconosciamo origine,
senso, tensione e non è affatto detto che
questo sia d’ aiuto nello sforzo di capire
uno spettacolo. Eppure si tratta di
grandi artisti che tutto il mondo,
pubblico e critica, ci invidia. L’ultimo
episodio di questa straordinaria storia è
accaduto la settimana scorsa e si
compirà il 23 luglio a Volterra nel corso
del celebre Festival di Armando Punzo e
DE GUSTIBUS
Cinzia De Felice: l’Associazione
nazionale critici di teatro ha assegnato a
Emma Dante il “Premio della Critica
2014” per il suo ultimo spettacolo “Le
sorelle Macaluso” che, dopo una lunga e
felice tournee in Italia, ha cominciato il
suo giro internazionale e in questi giorni
è acclamato in Francia ad Avignone. Si
tratta di uno spettacolo davvero
formidabile: morte, amore, ferocia,
solidarietà familiare, luce e buio,
destino, memoria, dolore, bellezza ne
compongono un profilo che è insieme
straziato, complesso ed estremamente
composto. Ecco se c’è una qualità che
colpisce in questo spettacolo è la sua
solidità, la compostezza adulta di un
linguaggio teatrale che, definitosi a
partire dal 2001, è ormai nella piena
consapevolezza e padronanza della
regista palermitana. Per la cronaca,
accanto alla Dante, riceveranno i premi
della critica 2014: lo spettacolo “La
società” di Musella e Mazzarelli, il
Teatro Sociale di Gualtieri, Sara Bertelà,
il light designer Cesare Accetta, la
compagnia Punta Corsara, Gigi
Dall’Aglio, Serena Sinigaglia, Elio De
Capitani, Paolo Graziosi (Premio
Poesio), Filippo Dini (Premio Hystrio),
Stalker teatro e Mimmo Sorrentino
(Premio Teatri delle diversità).
MUSICA
DI CESARE NATOLI
Un film su Miles Davis
S’intitola “Miles
Ahead” il nuovo film
che racconterà un
pezzo di storia di
Miles Davis. Le riprese
della pellicola, che si
intitola come un
famoso album del celebre
trombettista statunitense, sono
iniziate da pochi giorni e vedono
Don Cheadle come attore
protagonista, regista e produttore.
Sua anche la sceneggiatura, scritta
insieme a Steven Baigelman. Miles
Davis è una leggena della storia del
jazz. Scomparso nel 1991 a 65 anni,
ha suonato con tutti i grandi della
sua epoca: da Charlie Parker e John
Coltrane a Chick Corea, fino a
Coleman Hawkins, Horace Silver,
Cannonball Adderley, Sonny
Rollins, Bill Evans, Wayne Shorter,
Herbie Hancock. In mezzo, la svolta
fusion e rock e il suo essere
musicista sperimentatore e
visionario. Inserito nella Rock and
Roll Hall of Fame nel 2006, Davis,
nella sua carriera, ha esplorato
diverse strade, affrontando anche
momenti difficili e travagliati, come
il quinquennio 1975-1980, durante
il quale ha fatto largo uso di
sostanze stupefacenti e alcool. Un
tunnel lungo e pericoloso, che lo ha
condotto alle soglie dell’isolamento
prima del definitivo ritorno sulle
scene negli anni '80. Il film si
soffermerà proprio sul periodo più
difficile nella vita del trombettista,
conosciuto anche come ‘periodo del
silenzio’. Don Cheadle, 49 anni e
una nomination agli Oscar nel 2005
per il film "Hotel Rwanda", sarà
affiancato nelle riprese, tra gli altri,
da Zoe Saldana e Ewan McGregor. .
DI MASSIMO LANZA
Bellavista, le delizie di Marcello
ERA DA TEMPO IMMEMORE che non mangiavo
così bene a Messina, a mia memoria probabilmente
dai tempi del mitico Sporting di Alberto, locale che
per ragioni semplicemente paesaggistiche ho
sempre preferito all’Alberto in centro città. A
cominciare dalla location, mai fu più giustificato il
nome Bellavista per il locale di Marcello Startari, una stupenda
terrazza affacciata sullo Stretto proprio di fronte a Scilla.
Elegante e luminosa la sala, panoramicissimi i terrazzi dove si
apparecchia la sera, unici i tavoli praticamente sulla battigia, da
riservare per tempo perché i più richiesti. La cucina è quasi
esclusivamente di mare, semplice e raffinata al tempo stesso,
capace di esaltare materia prima freschissima e selezionatissima,
così come alcuni piatti della tradizione siciliana. Così ecco
centonove pagina 37
arrivare un piatto di crudo contenete un carpaccio di spada dal
sapore squisito, dei gamberetti di nassa da succhiarsi le dita e un
carpaccio di sarago impreziosito da un trito di capperi e un fili di
extravergine di rara bontà. A seguire una zuppetta di cozze e
vongole davvero deliziosa, da farci la scarpetta sino a ripulire la
ciotolina dove viene servita. Per primo abbiamo scelto la pasta
con i ricci, saporita e cotta al dente perfettamente. Per chiudere
uno splendido scorfano all’acqua di mare splendidamente cotto,
profumatissimo e sapido. In chiusura un tris di dolci, tra cui un
sorbetto ai gelsi davvero notevole. La carta dei vini è abbastanza
vasta e ben scelta, tante buone etichette non solo italiane
offerte con il giusto ricarico, da segnalare la piccola ma ben
selezionata scelta di bollicine. Il servizio guidato con mano ferma
da Marcello è all’altezza della situazione e sa districarsi bene
anche nei momenti di confusione.
Ristorante Bellavista – Via Circuito – Torre Faro –
Messina Tel. 090 326682
18 Luglio 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
Scadenze utilizzazioni
e assegnazioni provvisorie
Senza passato nè futuro?
Definiti gli organici dei docenti
e pubblicati i movimenti per la
scuola dell’infanzia, primaria e
scuola media, a breve si
conosceranno anche gli esiti per i docenti
delle scuole superiori e gli organici del
personale ATA. E quasi senza soluzione di
continuità si passerà alla mobilità
annuale: utilizzazioni e assegnazioni
provvisorie (AP). La prima interessa il
personale senza sede definitiva, i
trasferiti in quanto soprannumerari e
consente di prestare servizio per un anno
in una scuola richiesta dall’interessato;
l’AP, invece, è l’istituto attraverso il quale
è possibile prestare servizio per un anno
in una scuola più vicina al proprio nucleo
familiare (coniuge, figli, genitori,
convivente) o in una di un dato comune
per cure connesse a gravi motivi di salute.
Le scadenze fissate dal MIUR per la
mobilità annuale sono: 21 luglio per i
docenti della scuola dell´infanzia e
primaria; dal 24 al 30 luglio per i docenti
della scuola di istruzione secondaria di I e
II grado; 25 luglio per il personale
educativo e i docenti di religione
cattolica; 12 agosto per il personale ATA.
Per i docenti della scuola dell’infanzia,
primaria e secondaria la presentazione
delle domande è prevista con la modalità
web attraverso le istanze online. Per il
personale educativo, gli insegnanti di
religione cattolica e il personale ATA,
invece, permane la modalità cartacea
e,pertanto, verranno utilizzati i moduli
predisposti dal Ministero. Le domande di
utilizzazione debbono essere indirizzate
all´Ufficio territoriale (UT) competente
della provincia di titolarità per il tramite
del dirigente scolastico dell´istituto di
servizio. Quelle di AP e di utilizzazione in
altra provincia debbono essere
presentate direttamente all´UT della
provincia richiesta e, per conoscenza,
all’UT della provincia di titolarità.
ECOLOGIA&AMBIENTE
MESSINADRASTICA
DI FABIO AMATO
VACANZE ESTIVE
E finalmente sono arrivate le vacanze! Posso rilassarmi
tutta la giornata, andare al mare, e cenare in posti caratteristici. E
per questo motivo ho scelto, quest'anno Messina, la citta' dello
Stretto, la città del pescespada e della spatola, la citta' del
pescestocco e dello scirocco, e quindi con la mia macchina, sono
arrivato a Messina, via autostrada, e chiaramente ho preso l'uscita
"centro". A Messina , pero' ho subito scoperto, che "Centro" è un eufemismo! Lo
svincolo e' circondato da baracche , costruite dopo il terremoto del 1908 , e mai
piu' eliminate o riconvertite in appartamenti. Improvvisamente mi ritrovo in un
vialone, chiamato " Viale Europa " e ciò mi rende felice, perche' penso di essere
arrivato, finalmente, in Europa, e cioe' in un posto pieno di bar, ristoranti, negozi,
grattacieli ....ma quando mai, mi ritrovo in un posto circondato da venditori
ambulanti, che vendono di tutto, dalle cozze alla spatola, dalla frutta alla verdura,
dagli autoricambi per autovetture al pane, dal salame all'olio, tutto sulla strada e
tutto a portata di tutto. Mi viene in mente , subito , Istanbul , Tangeri , Marrakesh,
con la differenza che li esistono i Mercati , coperti e sistemati , puliti ed ordinati e
le strade sono libere da macchine e sono tutte pulite. Decido quindi di andare al
mare , e dopo aver finalmente trovato un accesso libero al mare , scavalco
letteralmente la spazzatura e le suppellettili , abbandonate sulla spiaggia e mi
tuffo ! Ho saputo che le prossime Olimpiadi le faranno a Messina e le gare di salto
in alto , lancio del peso , ginnastica e sollevamento pesi le faranno sulle nostre
splendide spiagge . Finalmente al calar del sole , prendo la mia bicicletta e decido
di farmi una bella passeggiata , poiche' c'e' una pista ciclabile lunghissima , ma
non posso praticarla perche' e invasa da motorini , macchine posteggiate , gente
che fa jogging , bambini che passeggiano con i tricicli, rassegnato poso la
bicicletta, mi compro 5 chili di focaccia e disteso sulla spiaggia "Me la calo" e
GOOODOOO!!!!!!
Attorniato da un bagno di
folla il Presidente
Napolitano ha replicato a
un ragazzo che gli chiedeva
sulle possibilità
d’occupazione: «Se non c’è
lavoro per i giovani, l’Italia è finita». È
una risposta sincera, ma rischia di
rimanere quella di un buon padre di
famiglia, se, proprio ora che è
cominciato il semestre europeo a guida
italiana, non si avviano politiche di
sviluppo e crescita per rimettere in
moto l’economia. Perché il destino dei
giovani è legato a quello dei padri e
dell’intero Paese. Occorre farlo capire
proprio ai giovani, soprattutto a quelli
del Sud. Tra loro, molti incarnano gli
atteggiamenti della “generazione nini”, che non tenta di trovare impiego,
né tantomeno s’impegna nello studio,
puntando ad accrescere le competenze
da spendere in tutte le realtà sociali.
Sembra che con la “spending review”
non si risparmi solo sulla spesa
pubblica, ma anche sui valori che
hanno sostenuto le generazioni
passate: quelle del dopoguerra, ad
esempio. In tale pigrizia mentale,
nessuno sembra consapevole delle
conseguenze. La stessa scuola è sotto
scacco. I grandi mediatori di un tempo
– dice il filosofo francese Michel Serres
– cioè il sistema scolastico, gli istituti
della politica e della società, brillano
come stelle morte. E avverte: le nuove
tecnologie annullano le distanze,
dislocando diversamente il sapere.
Quale sapere? Mi chiedo. I nostri
giovani sono schiacciati su questo
oscuro presente, senza alcuna visione
del futuro, ma soprattutto senza
prospezione del passato da cui
prendere slancio, perché (come Serres
intitola il suo libro) per loro questo
“Non è un mondo per vecchi”.
[email protected]
DI ANNA GIORDANO
Essere o benessere?
UN AFFANNO SENZA LIMITI, quello che
prende numerosi soggetti e li spinge a fare
le umane e le divine cose, per far soldi
sempre e comunque. Finalizzati non a
campare, ma a strafare e stra apparire.
Come se il valore di una persona si dovesse valutare in
base alla marca dell’orologio, della macchina, delle scarpe.
Avevo un fidanzato che riusciva a distinguere le marche
delle scarpe, dei pantaloni. Non un fiore dall’altro, un
albero da un cespuglio o una roccia da tante (bellissime)
rocce ancora. No. E’ finita per fortuna, inconciliabile
assortimento di interessi. E per questo affannato e
spasmodico ricercare lusso e appariscente manifestazione
del proprio essere, non hanno ormai alcun pudore nel
gestire i loro affari. Che vi sia un decadimento morale
inimmaginabile e profondissimo non vi è dubbio e lo dice
chi dall’alto del suo osservatorio professionale, ne vede
centomila volte più dei pochi ambientalisti rimasti, quelli
che ci credono e continuano, inspiegabilmente (anche per
me) a crederci comunque, sbattendo malamente con
silenzi eloquenti, indifferenze conclamate e talmente
consolidate che manco ce ne si rende più conto.
Allora mi domando come sia possibile che progetti
giganteschi, sia in termini di opere che di soldi (decine e
decine di milioni di euro), si accompagnino a studi
ambientali dove il copia e incolla è palese, dove non si
sono neanche presi la briga di controllare che ci fossero,
diciamo, “stranezze”. Cosa li renda così sicuri, così
sfacciati, così arroganti, così superbi nel perseverare con le
barzellette del nulla che accade nonostante il tanto,
devastante che vogliono fare. Un clic e ti riciclo il presunto
studio di impatto o valutazione di incidenza che sia, e il
centonove pagina 38
nulla che accade facendo 500 ville con piscine al posto di
macchia mediterranea e boschi e praterie sub steppiche,
diventa il nulla che accade in area di fiumara e mare (e no
ville), incluse le specie animali che non esistono dalla
Lombardia in giù. Che dire della mirabolante non risposta
del rapporto ambientale della VAS del piano regionale
rifiuti, sulla più che mai preziosissima acqua ? Il Ministero
chiede (giustamente), di sapere da dove si prenderebbe
l’acqua per i tanti impianti del piano (che la usano, eccome
se la usano !!) e la regione “risponde” che nessun impianto
ha bisogno di acqua. Ora, la domanda che mi faccio ogni
santo giorno è: tanta arroganza, superficialità, in
documenti importantissimi (per il resto dell’Europa) è
casuale oppure no ? io la risposta ce l’ho già, visto che mi
sono letta 445 pagine (più altre 1500) del nulla che accade
qualunque discarica o TBM o quel che è, si faccia. La pongo
a voi, ma so già che il silenzio sarà assordante, come
sempre, da anni.
postercommenti
DISCUTIAMONE
DI FRANCO PUSTORINO*
Dateci un teatro per gli spettatori
Messina continua ad affondare lentamente
ma inesorabilmente, tra la indifferenza
generale. Abbiamo perduto diverse strutture
pubbliche tra cui la più importante, la
cosiddetta Fiera Internazionale che non era
più un gran che ma restava pur sempre un
momento di svago e di relax per i tanti
messinesi costretti a rimanere in città durante
la calura estiva. Stavamo per perdere la
squadra di calcio perché il patron Lo Monaco,
dopo avere riportato la squadra
boccheggiante tra i dilettanti in serie
professionistica stava per andar via perché,
giustamente, non si può dare lo stadio, per di
più a prezzo stracciato, in prossimità
dell’inizio del campionato, per due concerti
alla fine dei quali il manto erboso non
esisterà più e non ci saranno né il tempo né i
soldi per rifarlo. Ora Lo Monaco per restare
detta le sue condizioni e il Comune quasi
certamente dovrà accettarle. Infine, grazie ai
politici che gravitano attorno stiamo
perdendo, se non lo abbiamo già perduto,
anche l’unico Teatro degno di questo nome, il
Vittorio Emanuele. Quest’anno è rimasto
chiuso e l’anno prossimo non si sa ancora se
riaprirà. Certo, ci restano due sale
parrocchiali che ospitano compagnie semi
amatoriali, ma questa è una magra
consolazione per una città di 250.000
abitanti, nella quale c’è solo una multisala e
due piccoli cinema e dove gli unici possibili
svaghi rimasti sono il burraco e la pizza.
Molto poco, in verità. E veniamo al Vittorio
Emanuele che dopo decenni di letargo e di
lotte intestine era riuscito a decollare alla
grande, fino a quando sono intervenuti i
150 PAROLE DA PALERMO
Scambi culturali Pa-Gr
DI
18 Luglio 2014
MARIA D’ASARO
La notizia è apparsa sul quotidiano “Il
Tirreno” il 24 maggio scorso: i vigili
urbani di Grosseto hanno multato i
titolari di un bar perché, con due casse
esterne, animavano con musica una
cena/aperitivo, ideata per raccogliere
fondi per Guglielmo, un bambino di 4
anni affetto da una rara forma di tumore,
che subirà una costosa operazione.
Peraltro erano appena le 20.30 di sera e la
musica, per la quale sono stati pagati i
diritti SIAE, non era ad alto volume. Ce ne
fossero vigili così solerti a Palermo, subito
pronti ad accorrere alle chiamate dei
cittadini! Forse Grosseto e Palermo
avrebbero bisogno con urgenza di una
sorta di gemellaggio o “scambio
culturale”, simili a quelli operati nelle
scuole: molti palermitani dovrebbero
soggiornare a Grosseto per imparare il
rispetto delle regole; ad alcuni grossetani
farebbe bene vivere qualche settimana a
Palermo per imparare, a loro spese, a
essere più tolleranti.
ELIODORO
Catania città turistica, Bianco esulta, ma...
politici e lo hanno ridotto ad un cumulo di
macerie. Negli anni passati il Teatro Vittorio
Emanuele allestiva cartelloni di musica e di
prosa di prim’ordine. Le prime degli spettacoli
di lirica erano recensiti, sui più importanti
quotidiani nazionali da critici musicali di gran
nome. In un cartellone preso a caso, quello
degli anni 1997-98 sono state rappresentate e
prodotte opere liriche come Madama Butterfly
di Puccini, prodotta dal Teatro di Messina,
Elisir d’amore di Donizetti, Il telefono di
Giancarlo Menotti, Norma di Bellini, prodotta
dal Teatro di Messina, La gazzaladra di Rossini
e tanti altri.
C’era anche un cartellone di balletti nel quale
spiccavano il famoso musical Evita,
rappresentato in tutto il mondo, il Don
Chisciotte, prodotto dal Teatro di Messina,
Imetta e Tracollo di Pergolesi ed altro ancora.
Una stagione di musica veramente
eccezionale, ma altrettanto lo era la stagione
di prosa. Cito a caso: Medea con Franco
Branciaroli, Il caso Kafka con Moni Ovadia,
Ditegli sempre di si di Eduardo.
Insomma, cartelloni teatrali! Adesso vediamo
cosa ci propongono gli attuali vertici del
Teatro Vittorio Emanuele appena nominati. Di
lirica non se ne parla neppure mentre di prosa
se ne parla ma al peggio.
Una prima proposta è valorizzare le tante
professionalità che abbiamo a Messina.
L’altra proposta, davvero estemporanea, è
quella di dar vita ad una sorta di gemellaggio
culturale con il Teatro Greco. Secondo il
proponente questa manifestazione avrebbe
risonanza internazionale e prevederebbe
anche un ciclo di manifestazioni musicali
dedicate a Mikis Theodorakis. Se si spera di
riempire il Teatro Vittorio Emanuele con
questo tipo di proposte io ritengo che è meglio
tenerlo chiuso. Da vecchio frequentatore e
conoscitore di teatro lancerei un cartellone
così concepito: tre spettacoli di prosa
impegnata, tre spettacoli di prosa leggera, due
spettacoli dedicati alle professionalità locali e
due musical. Il tutto con compagnie di giro a
livello internazionale. Questo perché il teatro,
gestito con denaro pubblico, non lo si fa per se
stessi ma per gli spettatori.
ANIMAL HOUSE
CATANIA. Diciannovesima in Italia, terza in Sicilia dietro solo a Palermo
e Taormina. Catania si ritrovata città turistica grazie ad un articolo del
Corriere della sera che pubblica i dati forniti dall'Enit. Il sindaco Enzo
Bianco è raggiante, l'assessore Orazio Licando incontenibile.
Dichiarazioni e comunicati a raffica. Il miracolo è stato compiuto e il
sindaco della primavera (che ancora non è arrivata) è pronto ad
aggiungersi un'altra medaglietta virtuale (molto virtuale) sul petto.
Poi, la doccia fredda: leggendo bene quei dati si scopre che sono del
2012, era Stancanelli...
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
Da amministrati a cittadini attivi
Da tempo il principio di
sussidiarietà (uno dei
capisaldi della Dottrina
Sociale della Chiesa) è riconosciuto sia
dalla Costituzione italiana (art.118, dal
2001) sia, a partire dal trattato di
Maastricth nel 1992, dall'Unione
Europea. Un principio
apparentemente astratto, ma che se
ben applicato potrebbe produrre una
rivoluzione sociale anche nella nostra
città. Grazie alla sussidiarietà i
cittadini passano dal ruolo
meramente passivo di amministrati
per assumere quello di cittadini attivi.
La sussidiarietà verticale coincide con
il decentramento amministrativo delle
funzioni pubbliche, quella orizzontale
implica il coinvolgimento di cittadini,
famiglie, associazioni, per favorire lo
sviluppo di attività di interesse
generale. Negli ultimi anni si parla più
esplicitamente di sussidiarietà
circolare, per sottolineare che i tre
settori di cui si compone la società
(enti pubblici, mondo delle imprese,
associazionismo) devono elaborare in
maniera paritaria le regole per
garantire non solo la gestione di
progetti, ma anche la
programmazione degli interventi.
Insomma, la fase della progettazione
non è una prerogativa esclusiva
dell'ente publico. Senza aspettare che
siano le singole amministrazioni a
favorire le iniziative di cittadini attivi,
dovrebbero essere i cittadini ad
attuare il principio di sussidiarietà,
senza che le amministrazioni possano
impedirlo. Ma in una città malata da
decenni di ottuso assistenzialismo e da
forme di solidarismo familistico e
clientelare che hanno svuotato lo
spirito di iniziativa dei messinesi, quali
possibilità di rigenerazione sociale
possono esserci nel breve periodo? La
forte riduzione delle risorse disponibili
a livello pubblico, i bisogni crescenti
della collettività, renderanno sempre
più urgente e necessaria la ricerca di
soluzioni innovative. Anche per questo
occorre ripartire subito dal principio di
sussidiarietà che, comunque, per
essere concretamente applicato,
richiede un radicale cambio culturale
da parte di amministratori,
imprenditori, volontari. Non basta
riunirsi intorno a un tavolo se la
mentalità resta sempre la stessa.
[email protected]
DI ROBERTO SALZANO
Tra sevizie e stalking
LA PERVERSIONE UMANA non ha davvero
limiti. Ed i fatti di cronaca lo ricordano
costantemente. Quale può essere il motivo?
Forse sono gli esseri umani che, ormai, rivelano di avere
perso qualsiasi valore e rinunciato alla loro dignità, senza
avere molto altro da offrire se non storie di rara e
sconvolgente violenza e depravazione. L’ultimo
sconcertante episodio arriva da Bergamo e le vittime
dell’ingegno deviato dell'uomo sono, ancora una volta, gli
animali. Un quarantenne è stato denunciato dal Corpo
forestale dello Stato in quanto presunto responsabile di
sevizie e dell'uccisione di cuccioli di gatto. Monitorava gli
annunci caricati online da donne attraverso cui procurarsi le
future vittime. Le inserzioni sui vari portali erano infatti
centonove pagina 39
relative alla cessione gratuita di felini e riusciva a farsi
consegnare gli esemplari. L'inizio di un incubo fatto di
continui atti di stalking. Messaggi ingiuriosi e molesti
venivano inoltrati alle donne: gli venivano chieste
rassicurazioni sullo stato degli animali e lui rispondeva con
foto raccapriccianti, in cui i quattrozampe erano ritratti
morti o in agonia, seviziati, gravemente maltrattati. Le
continue segnalazioni hanno portato alla denuncia di
questi giorni, mentre le perquisizioni e gli accertamenti,
ancora in corso, hanno fatto emergere la presenza di
tracce ematiche su mobili, pavimento e letto. Una vicenda
inquietante e folle. L’ennesima storia di violenza sugli
animali. L’ennesima storia che finisce sotto i riflettori per la
spietatezza degli uomini nei confronti delle creature più
deboli e per il piacere insano che la razza umana è capace
di provare grazie alle efferatezze di cui si macchia troppo
spesso, purtroppo.