ANNO XXI Numero 28 18 LUGLIO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA PROTAGONISTI Lo EURO 1,50 squalo VINCENZO NIBALI, DOPO LA DELIUSIONE DEI MONDIALI, DIVENTA L’ICONA CHE RISCATTA LO SPORT NAZIONALE. VIAGGIO SU DUE RUOTE NELLA FAVOLA DI UN CAMPIONE PARTITO DA MESSINA 18 Luglio 2014 il punto EDITORIALE Se Crocetta rinuncia a 520 milioni QUATTRO MILIARDI di euro. E’ l’entità dei ricorsi cui il presidente Crocetta, accettando la clausola transattiva che ha permesso al governo nazionale di riconoscere subito alla Sicilia 520 milioni di euro, ha rinunciato. Perché lo ha fatto? E perché in perfetta solitudine? Se lo ha fatto per una causa superiore, non fare commissariare subito la Sicilia, ha sbagliato. Un trauma è necessario per uscire dal coma economico. Prendere fiato quando si è all’asfissia, serve a poco: si allunga solo l’agonia. Recidere, per cambiare strada, forse può servire a qualcosa. La macelleria sociale è in corso: la metà dei giovani disoccupati, la categoria della quale i sindacati, che si dichiarano disposti a fare sacrifici, non parlano. Del fallimento della Sicilia non si sono accorti neanche i novanta inquilini di Sala d’Ercole: hanno targato con un loro nome, l’elenco di tutti gli emendamenti proposti per l’ultimo assalto alla diligenza. Risultato, la tabella “H” che Crocetta dichiarava essere sparita, è tornata più prepotente di prima: se prima alle associazioni zootecniche si dava 1,2 milioni di euro, ora si propone di dargliene due. Ogni onorevole, come una prova di esistenza in vita, ha a cuore una causa specifica: il centro studi, l’associazione dei zelanti e dei dafnici. Quel che manca è però una linea organica allo sviluppo della Sicilia. Che ora deve cambiare passo: i petrolieri, Eni in testa, cioè lo Stato, ci mollano. Non solo a Gela. Qui bisogna cambiare tutti i contorni dello sviluppo: ripartire da capo. Ma forse non lo ha ancora capito Crocetta, prigioniero anche di sé stesso, e neppure gli onorevoli inquilini. Che vanno avanti alla giornata. A botte di emendamenti. Matteo Renzi Riforme, non gare di velocità DI DOMENICO BARRILÀ L’INTRICATA VICENDA DELLE RIFORME, alle quali il governo sembra volere imprimere una velocità assai elevata, nasconde insidie le cui ricadute potrebbero vedersi non subito ma sul medio periodo. Come quella delle Province che, in attesa di una legge costituzionale che le abolisca, essendo esse previste dalla Costituzione, pone un gravame potente sulle spalle dei nuovi presidenti e consiglieri, che verranno individuati tramite elezioni di secondo grado in cui voteranno sindaci e consiglieri comunali. Le cariche elettive, in questa fase che dovrebbe precedere l'abolizione, saranno esercitate gratuitamente da uno dei sindaci della provincia, eletto come si diceva, ma non si capisce bene come potrà attendere al proprio mandato, a fronte di alcune contraddizioni palesi. Ad esempio, i sindaci dei comuni piccoli prendono un’indennità molto bassa, quindi in genere non vanno in aspettativa e continuano a svolgere la loro professione di provenienza. Non ricevendo indennità come presidente eventuale della provincia, è difficile pensare che il sindaco di un comune di modeste dimensioni, che prende 300 euro al mese come primo cittadino, possa sobbarcarsi anche la carica di presidente mantenendo il lavoro con cui si guadagna da vivere. Se invece il presidente della provincia lo farà il sindaco di un comune importante, che prende una indennità di carica sufficiente, il suo problema più cogente sarà quello di trovare il tempo per attendere al nuovo incarico, considerato che i compiti che svolge da primo cittadino lasciano già pochi spazi, persino per andare a mangiare una pizza con la famiglia. Non basta manifestare una spinta compulsiva per fare delle buone riforme, così come non basta minacciare, alla maniera di un qualunque Briatore ("sei fuori!"), chi non si allinea al pensiero unico, è invece necessario fare le cose con criterio, cercando di valutare esattamente quale effetto di realtà produrranno i cambiamenti immaginati, altrimenti potremmo trovarci tra non molto in una condizione peggiore della precedente, che già non Caporedattore Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 temeva confronti in fatto di confusione. La democrazia parlamentare è una cosa seria, anche quando le sue aule sono popolate di saltafossi e impresentabili, e il dissenso è il solo antidoto conosciuto alle derive degli uomini soli al comando, salvo quando è esercitato solo per interessi personali o di una lobby che antepone gli affari propri a quelli dei cittadini. Abbiamo visto cos’è accaduto all’interno di Forza Italia (nelle sue varie titolazioni) quando si è voluto trasformare un partito in un’esperienza padronale, trasferendo poi al Paese gli effetti collaterali di tale metodo. Il regresso dell’Italia, l’aumento vertiginoso del debito pubblico, la caduta verticale delle qualità del personale politico, coincidono in larga parte con l’epopea di un solo personaggio che, oltre a coprire di disdoro l’intera collettività nazionale, ha reso normale un concetto di democrazia che in definitiva nega la medesima. Proprio perché si è oramai impiantata nella nostra testa questa pericolosa versione goliardica della democrazia, può accadere che personaggi modesti giungano ai vertici di delicate responsabilità e cerchino di travolgerci con l’attivismo dell’azione ma non del pensiero. Dunque facciamole le riforme, anche in fretta se si vuole, ma evitiamo di farle coincidere che il bagnasciuga mentale di Matteo Renzi, che sarà pure belloccio e intraprendente, ma per quanto mostrato fino a questo momento sembra avere maggiore feeling con la velocità che con l'efficacia. In questi giorni, ad esempio, il premier sta sperimentando che in Europa sono poco sensibili al metodo del piazzista, come attestano le difficoltà di sistemare la Mogherini agli Esteri, sebbene gradita ai socialisti. Non si può, infine, ignorare il tentativo del M5S di sedersi al tavolo delle riforme, da una posizione che oggi sembra di estrema debolezza. Una novità, forse tardiva. Bastava provarci diciotto mesi fa, sarebbe stato utile al Movimento, al Paese e avrebbe permesso agli italiani di chiudere una volta per tutte i conti con il padrone della destra, principale colpevole del declino che ci avvilisce. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana riservato NOMINE. Salvatore De Luca vice di Guido Lo Forte alla Procura di Palermo. Il nuovo equilibrio all’interno delle correnti. Che rafforza le posizioni di Ardita Valzer di giudici, il bottino di Magistratura Indipendente MESSINA. Valzer di giudici da Messina verso Palermo. Guido Lo Forte, dopo il voto della commissione incarichi direttivi e in attesa del via libera del Plenum del Csm, alla guida della Procura di Palermo come “vice” si ritroverà Salvatore De Luca, 55 anni, già procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto. De Luca, che prenderà il posto di Nino Gatto, fuori ruolo per motivi di salute, l’ha spuntata con tredici voti sul Pm della direzione investigativa antimafia Maurizio De Lucia, che di voti ne ha avuti solo nove. Ma come si è arrivati a questi risultati, che hanno lasciato “perplesso” il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, che di voti per andare a Palermo ne ha raccolto solo uno a discapito dei tre di Guido Lo Forte? Ma cosa c’è dietro? Un nuovo equilibro all’interno delle correnti della magistratura. Che hanno visto il successo all’ultima tornata elettorale del Csm di Magistratura Indipendente, la corrente che fa capo al procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, al magistrato, ex pool Mani Pulite, Piercamillo Davigo e al pm torinese Marcello Maddalena. Magistratura indipendente ha infatti registrato i due candidati più votati: Claudio Galoppi, del Tribunale di Milano, 792 voti, e Luca Forteleoni, pm di Nuoro, che di MESSINA Clinica Santa Rita passa alla Carmona MESSINA. E’ stata perfezionata martedì sera a Messina, nello studio dell’avvocato Patrizia Picone, la cessione della clinica Santa Rita alla Carmona, che fa capo al gruppo aretuseo dell’imprenditore Antonio Tigano. Quaranta posti letto autorizzati, a metà tra i servizi di riabilitazione e lungodegenza, l’operazione di acquisizione della storica clinica messinese, ha avuto anche il beneplacito dei sindacati: saranno mantenuti i livelli occupazionali, in una logica di razionalizzazione “industriale” dei servizi. Tigano ha di recente investito oltre trenta milioni di euro, rilevando strutture sanitarie a Palermo, Enna, Trapani. La clinica Santa Rita rinasce dopo la gestione dell’Ati Hospital, di Pizzo e Romano, finita in procedura fallimentare. Sebastiano Ardita Guido Lo Forte consensi ne ha raccolto ben 1571. Forteleoni, è uno dei candidati di punta di Ferri, il sottosegretario alla giustizia, "magistrato che da politico continua a coordinare il gruppo"-la menta il consigliere uscente Pepe-, che con i suoi “inopportuni” sms ha dilaniato l’annoso dibattito interno ai togati sui rapporti tra politica e giustizia. Magistratura Indipendente ha portato i suoi seggi da tre a quattro, a scapito di Unione per la Costituzione che scende da sei a cinque. Ma qui ci sarebbe l’accordo sotterraneo: l’appoggio dato al candidato De Luca di Magistratura Indipendente dovrebbe ora essere ricambiato dai voti della corrente di Ardita al plenum del Csm in sostegno alla candidatura Unicost di Lo Forte. Ben piazzata “Area” la corrente che raduna le anime della sinistra che passa da sei a sette togati. Un fatto, questo, che strategicamente rafforza le posizioni di Sebastiano Ardita, che potrebbe assumere la carica di procuratore, prima di passare al parlamentino dei giudici, carica alla quale, dopo l’impegno nella direzione carceraria, è naturalmente destinato. Ma sulla corrente pesa il macigno dei rapporti controversi con la politica che hanno portato il neo eletto Morgigni a non escludere la possibilità di una “scissione” di Magistratura Indipendente. SOMMARIO PRIMO PIANO 6/8. Nibali, uno Squalo a Parigi Il messinese che sta dominando il Tour POLITICA 9. «Rovinati dai Canciabannera!» L’affondo di D’Alia contro la politica siciliana 10. Pd, la lunga estate “calda” Fuoco di fila per il partito in riva allo Stretto 11. Urega, trasferito Sciacca In commissione le proposte che Crocetta firmerà 12. Prove tecniche di addio Lo Presti e Sturniolo ad un passo dal gruppo misto 13. La delusione di Carbone L’Assessore di Furnari lascia la giunta 14. «La mia Barcellona» I ricordi di Orazio Calamuneri, consigliere dal 1985 SICILIA 15. Piemonte, “pronto soccorso” La città scende in campo per il suo presidio sanitario 16. Messina, Navarra revolution Il rettore si prepara al taglio dei dipartimenti 18. Bomba ecologica Mazzarrà I rischi dei lavori di ampliamento della discarica 19. Incendi? Chiamate Renzi Ritornano a Caronia le combustioni misteriose 20. Viabilità, cominciamo dai semafori Lo studio dell’ingegnere Bitto 22. Tutti pazzi per Elvis Al Palacongressi di Taormina la mostra internazionale 23. Passeggiate medievali Da Scicli a Messina lungo le antiche “vie franchigene” 24. Sinagra, f...orti in gara Il concorso che premia i contadini fai-da-te ECONOMIA 25. Tir, vietato l’ingresso a Messina Firmata l’ordinanza che impedisce ai mezzi pesanti il transito diurno nel centro città 26. Curcitta, caro vecchio grano Carmelo Parlavecchio coltiva l’antica varietà 27. Siracusa, prima città “smart” Il servizio del consiglio nazionale delle ricerche POSTER 30. Marija, muli e paillettes Le impressioni di viaggio della principessa in Sicilia RUBRICHE 3. Riservato 4-5. Settegiorni 28. Consumatori / Consulenti 32/33. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture 38-39. Lettere & Commenti 38. Qui Scuola/Heritage/Ecologia 40. Eliodoro/Animal House 40. Antibuddaci/150 parole da Palermo centonove pagina 3 18 Luglio 2014 TOP SECRET CREDITO COOPERRATIVO Clienti delle Valli joniche da Calatabiano a Pachino MESSINA. Pachino ingoia… Calatabiano. Non si tratta di una Unione di Comuni, ma di un diverso processo: fusione per “incorporazione” tra banche di credito cooperativo. Tutti i clienti delle Valli joniche di Messina dal primo luglio sono stati incorporati d’ufficio dalla “San Marco di Calatabiano” alla Banca di Credito Cooperativo di Pachino. UNIVERSITÀ/1 Palazzo delle Poste, una palestra in arrivo MESSINA. Una palestra nel Palazzo delle Poste. È questo l’ultimo progetto approvato dal consiglio di amministrazione dell’Università per “dare un senso” all’edificio. Il Palazzo, la cui destinazione privilegiata era per gli studenti, ospita come servizi agli iscritti soltanto le segreterie. UNIVERSITÀ/2 Tesi addio, a Messina saranno tutte su file MESSINA. Tesi di laurea triennali e magistrali (ma anche di dottorato) discusse all’Università di Messina saranno presto solo su file. È questa l’idea del rettore Navarra, che punta non solo a non appesantire gli archivi, ma anche a rendere più facili i controli su eventuali plagi. Allo stato attuale, l’Ateneo sta ordinando un software che possa proteggere il futuro sistema di archiviazione. TEATRO DI MESSINA Stretta del sovrintendente, stipendi regionali per tutti MESSINA. Stretta del sovrintendente del Teatro sulle retribuzioni dei dipendenti. Antonino Saija ha deciso di allineare gli stipendi degli assunti in pianta organica a quelli della Regione. Tecnicamente, le tabelle di equiparazione sono già state elaborate da un commissario ad acta e attendono solo il placet dell’assessorato al Turismo. 18 Luglio 2014 CHI SALE Claudio Cardile MESSINA. Il consigliere comunale è attento come un furetto con le mezze verità del Cas, il consorzio autostrade: lo sconto di 6o centesimo per gli utilizzatori del telepass in certe fasce orarie, é scattato dieci giorni dopo l'annuncio ufficiale. Dal Cas nessuna nota. Neppure di scuse. Nino Interdonato MESSINA. Il vicepresidente del consiglio comunale di Messina guarda avanti. Interdonato si è fatto promotore di un ordine del giorno da presentare in aula che punta a inserire Messina nel circuito delle città che stanno già sperimentato la Carta d’Identità Elettronica. Il documento sarà firmato dai colleghi del gruppo dei Democratici Riformisti, Elvira Amata, Rita La Paglia, Carlo Abbate, Nino Carreri e Santi Sorrenti. settegiorni FORMAZIONE PROFESSIONALE Corsi d’oro, tornano agli arresti Capone e Sauta Mafia: ex assessore Miceli torna libero MESSINA. Porta lo stesso cognome della moglie Chiara, Gea Schirò, la parlamentare palermitana di Scelta Civica che relazionerà alla Camera mercoledì 23 luglio, alla commissione per le autorizzazioni a procedere, sul ricorso proposto dall’onorevole Francantonio Genovese contro l’uso, che la Procura di Messina intende fare nel processo sui “Corsi d’Oro, di un centinaio di intercettazioni “registrate” su una utenza dell’esponente del Pd, secondo i legali, in suo “esclusivo uso”. Genovese ha deciso di non partecipare al dibattito, nonostante Claudia Minutoli MESSINA. Nell’ambito della rappresentativa siciliana del Coni, insieme al concittadino Claudio Rampello, la messinese ha fatto incetta di premi alla XVIII Edizione dei Jeux des Iles, disputati ad Ajaccio dal 30 giugno al 4 luglio. Mentre Claudia Minutoli ha conquistato il primo posto nel singolare femminile, Rampello ha vinto la medaglia d’oro nella gara di doppio con Gabriele Puglisi, il terzo posto nel singolare maschile e l’argento nella competizione a squadre. Giancarlo Neri MESSINA. Il docente dell’Università di Messina è stato nominato Membro Titolare per l’Italia nella prestigiosa European Seismological Commission per il biennio 2014-2016. Neri fa il suo ingresso nell’organismo deputato a promuovere la ricerca e le sue applicazioni all’interno della comunità sismologica che opera nel nostro continente. PALERMO. L'ex assessore alla Sanità del Comune di Palermo Mimmo Miceli, condannato a sei anni e mezzo di reclusione per concorso in associazione mafiosa, è tornato in libertà. Dovrà finire di scontare la condanna in affidamento ai servizi sociali. La decisione è stata presa dal tribunale di sorveglianza di Roma, dopo il parere favorevole della Procura generale. Miceli era imputato nel processo sulle talpe alla Dda che coinvolse anche l'ex Governatore Totò Cuffaro, condannato a sette anni. Goletta Verde, in Sicilia coste inquinate PALERMO. Oltre il 60 per cento dei punti analizzati lungo le coste siciliane non superano l'esame: 16 i prelievi che hanno restituito un giudizio di "fortemente inquinato" e "inquinato" rispetto ai 26 realizzati in totale. È la fotografia scattata dalla campagna Goletta verde di Legambiente dedicata al monitoraggio sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. L'istantanea è stata presentata a Palermo da Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde e Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia. E oltre il danno c'è anche la beffa: perché non solo persistono evidenti problemi nel sistema depurativo siciliano - dice Legambiente- ma i soldi da tempo disponibili e messi a disposizione dal Fondo di Sviluppo e Coesione per adeguare rete fognaria e gli impianti di depurazione (circa un miliardo di euro) rischiano di andare perduti a causa della mancata progettazione da parte degli enti preposti. Caos raffinerie, assemblea a Roma per lo sciopero nazionale ROMA. Continua il terremoto raffinerie che vede come epicentro Gela. I sindacati del settore energetico Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno convocato per oggi (ven 18, ndr) a Roma (“Auditorium” di via Rieti, 13 - ore 10,00) il Coordinamento nazionale unitario del Gruppo Eni. In quella sede verranno decise azioni di lotta e la proclamazione di uno sciopero nazionale. I sindacati infatti sono sul piede di guerra dopo la rottura delle trattative avvenuta nei giorni scorsi a seguito dell'annuncio “shock” di Eni di mettere in discussione l'intero impianto strategico della chimica e della raffinazione in Italia, che comporta pesanti ricadute sull'intero sistema. Grazia Musolino MESSINA. Il dovere innanzi tutto: è questo il motto della direttrice dell’Unità operativa beni storico artistici della Soprintendenza di Messina che, venerdì scorso, è rimasta ore e ore in pieno sole per seguire i lavori di ripristino dei giochi d’acqua della Fontana d’Orione. La studiosa, pur di non distogliere lo sguardo dai tecnici, ha anche rifiutato un posto sotto l’ombrellone offertole da Carmelo Picciotto, presidente di Confcommercio e titolare del ritrovo “Dolce vita”. SOCIETÀ Melino Capone ed Elio Sauta BENI CULTURALI l'autorizzazione dei giudici. Dalla Corte di Cassazione arriva un altro valzer di provvedimenti, in merito all'indagine "Corsi d'Oro". Tornano agli arresti domiciliari, dopo sei mesi di libera uscita, due protagonisti dell'indagine: l'ex assessore Melino Capone e l'ex responsabile dei servizi sociali del Comune di Messina, Elio Sauta. Viene accolto invece il ricorso e guadagnano la libertà Natale Capone, fratello di Melino e Grazia Feliciotto, moglie di Sauta, insieme a Natale Lo Presti. Orione torna a zampillare Tecnici a lavoro sulla Fontana Orione MESSINA. La Fontana di Orione tornerà a zampillare. Commissionata dal Senato messinese nel 1547 e realizzata da Giovanni Angelo Montorsoli nel 1553 su iconografia di Francesco Maurolico, l’opera è stata oggetto di un intervento seguito dalla Soprintendenza di Messina che ha permesso di ripristinare il sistema idraulico, sturando tutte le aperture e tappando eventuali falle. Dalla fontana, inoltre, verrà fuori acqua depurata. Il “getto” della rinascità partirà con una cerimonia ufficiale alla presenza del sindaco Accorinti, che ha voluto l’intervento. ANNIVERSARI. A 22 anni dall’attentato in cui persero la vita Borsellino e gli agenti della scorta Palermo ricorda la strage di via D’Amelio PALERMO. Palermo ricorda, 22 anni dopo quel 19 luglio, la strage di via D'Amelio, in cui furono uccisi il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina - con una serie di iniziative organizzate dal movimento delle Agende Rosse insieme al "Fatto Quotidiano" e al periodico "Antimafia Duemila". Dopo la manifestazione a Villa Savoia, a Monreale, "XX Legami di memoria", con, tra gli altri, Rita Borsellino, Domenico Gozzo, Vittorio Teresi., il sit-in di Scorta Civica aal Palazzo di Giustizia. mentre della facoltà di Giurisprudenza si è svolta la conferenza "Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D'Amelio", con, tra gli altri, Salvatore Borsellino, fondatore del movimento Agende Rosse e fratello di Paolo, i sostituti procuratori di Palermo Antonino Di Matteo e Francesco Del Bene, di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, l'ex pm Antonio Ingroia, Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo e sorella di Salvatore e Giuseppe Asta, uccisi nella strage di Pizzolungo. Sabato in via D'Amelio, dalle 9.30 alle 13, le iniziative degli studenti. Dalle 15.30 si alterneranno gli interventi dei familiari centonove pagina 4 vittime delle stragi. Alle 16 un flash mob e alle 16.58, ora dell'attentato, ci sarà un minuto di silenzio. Alle 21 sarà la volta dei dibattiti sul palco su "depistaggi e trattative" con Fabio Repici, legale dei familiari vittime di mafia, e "Romanzo Quirinale", con Marco Travaglio. Domenica 20 luglio le conclusioni con, alle 9, la salita al Castello Utveggio da via D'Amelio e, alle 18, all'ex fonderia reale, dibattito su "Commissione antimafia: parole o fatti?", con Giulia Sarti (M5S), Beppe Lumia (Pd), Claudio Fava (gruppo misto) e il deputato 5 stelle all'Ars Giorgio Ciaccio. A seguire la proiezione del Docufilm "Fuori la mafia...". 18 Luglio 2014 settegiorni MESSINA. Il musicista inaugura la seconda edizione del Messina Sea Jazz EVENTI Paolo Fresu, musica sul mare E Gangi diventa capitale del sax MESSINA. Paolo Fresu con il suo Devil Quartet ha inaugurato lo spazio jazz sul mare della seconda edizione del Messina Sea Jazz, seminari di alta formazione musicale e concerti nel festival diretto dal maestro Giovanni Mazzarino. La rassegna fino al 22 luglio animerà la città con oltre 200 professionisti, nazionali e internazionali, tra musicisti e musicologi, fra cui lo stesso direttore artistico Mazzarino con la sua masterclass sulla “Rivoluzione del jazz” e lo studioso Francesco Martinelli con conferenze Paolo Fresu durante lo spettacolo (foto di Domenick Giliberto) interattive sui grandi compositori della jazz”, lo scorso anno una jam session storia del jazz con incursioni musicali sulla feluca a Ganzirri, quest’anno un live. Completano il cartellone Franco party speciale non ancora svelato. Una Cerri e Enrico Intra Quartet venerdì piccola pausa, e di nuovo concerti, sera, Maria Pia De Vito e Huw Warren con - fuori abbonamento - Fabio con Maurizio Giammarco sabato 19, il Concato e Fabrizio Bosso con 20 luglio la serata di festa dopo il Giovanni Mazzarino Trio all’ex Irrera saggio degli studenti dei workshop del a Mare. Messina Sea Jazz con la “sorpresa di GANGI. "2volte100 Sax" è questo il titolo dell'esposizione di saxofoni allestita nei locali del palazzo Tra-art a Gangi in occasione del bicentenario della nascita di Adolphe Sax (1814 2014) inventore del Sax-o-phone e curata dall'Ars Musicae e DeLuxe Saxophone Museum con il patrocinio del Comune di Gangi. La mostra sarà inaugurata venerdì 18 luglio, alle ore 18 con una presentazione a palazzo Bongiorno e alle ore 21, a piazzetta Zoppo di Gangi, con l'esibizione dell'Acm Saxophone Ensemble, un gruppo da camera costituito da soli sassofoni (soprani, contralti, tenori e baritoni), accompagnati da percussionisti. L'ensemble riunisce dodici giovani sassofonisti provenienti dalle provincie di Agrigento e Caltanissetta, tutti allievi del maestro Salvatore Cutrò con un repertorio che spazia dalla musica barocca alla musica contemporanea, dalla musica etnica alla trascrizione di brani celebri del repertorio classico. L'esposizione di palazzo Tra-art è una delle più grandi collezioni di saxofoni d'Europa (60 saxofoni, oltre una parte dedicata alla storia con foto, video e un insieme di ance, imboccature, dischi e spartiti d'epoca), un vero e proprio museo nato grazie alla ricerca del maestro Luciano Inguaggiato. Un evento culturale unico nel suo genere in Sicilia, grazie al valore storico-artistico dei pezzi rarissimi in esposizione, molti di essi restaurati, che raccontano la storia di questo strumento. AMBIENTE. Monitoraggio anche sulla presenza di delfini e capodogli Eolie, l’arcipelago delle tartarughe SALINA. Aumentano delfini e tartarughe nel mare delle Eolie. I dati li ha forniti il "Delphis Aeolian Dolphin Center" di Salina. Dallo studio è emerso che negli ultimi sei anni, vi è un aumento della presenza dei cetacei, e soprattutto delle tartarughe marine nelle acque dell'Arcipelago. Tra gli esemplari segnalati figurano delfini, capodogli, balenottere e tartarughe marine. Il centro Delphis, giornalmente effettua uscite di monitoraggio che hanno lo scopo di quantificare la presenza dei cetacei e delle tartarughe marine, studiarne la biologia, l'etologia, la genetica, e salvaguardare il loro stato. Durante le uscite in mare si osservano anche molte stenelle, tursiopi, balenottere ed una decina di tartarughe. "E' un'esperienza unica - dicono gli organizzatori - che lascia un'immagine bellissima della natura e di quanto sia fondamentale tutelarla". ROSA E NERO 14 anni di matrimonio, coniugi danesi tornano a Corleone CORLEONE. La coppia di coniugi danesi Jesper e Britta Thuun-Petersen insieme ai loro tre figli, si sono dati appuntamento a mezzogiorno di venerdì 18 luglio con il sindaco di Corleone, Lea Savona, e con il console di Danimarca, Hanne Carstensen, nella piazza dove 14 anni fa hanno piantato un piccolo albero di ulivo nel giorno del loro matrimonio. Una tradizione che è stata rispettata da tutte le coppie danesi che negli anni si sono sposate a Corleone e grazie alla quale oggi nella piazza c’è un piccolo oliveto. Si è laureata in lingue e civiltà orientali Costanza Matafù MESSINA. La nostra collaboratrice Costanza Matafù, si è laureata in lingue e civiltà orientali dell’Università di Napoli “L’Orientale”. Relatore la professoressa Francesca Ersilia, Costanza ha ottenuto il massimo dei voti e la lode, discutendo brillantemente la tesi su “Delitto d’onore nella Giordania contemporanea: impegno della società civile e cambiamenti nell’approccio legale”. Un lavoro certosino fatto anche di interviste alle donne in detenzione nel carcere di Jweideh, nonchè a giudici, giornalisti e docenti che “completa” quello già sostenuto per la tesi triennale sulle mutilazioni genitali femminili in Egitto. A Costanza l’augurio di tutta la redazione di Centonove che il successo di oggi sia l'inizio di un brillante futuro. centonove pagina 5 CHI SCENDE Giulia Adamo MARSALA. La consuocera della lady dei traghetti Olga Franza cade nelle maglie della giustizia. L’ex deputata regionale è stata condannata dalla Corte d’Appello di Palermo a due anni e 10 mesi con interdizione dai pubblici uffici. Avrebbe tentato di indurre un dirigente a non pagare i fondi a un'associazione per condizionare la nomina di una persona a lei gradita. Conclusione? Giulia Adamo si è dovuta dimettere da sindaco di Marsala. Nanni Ricevuto MESSINA. L’ex presidente della Provincia di Messina, e patron della sede cittadina dell’Università telematica Pegaso, non perde la sua vanità. In occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica dedicata a Michelangelo Vizzini, al Monte di Pietà, ha sollecitato più volte il fotografo in servizio per farsi immortalare con amici e autorità. Che pensi a una mostra dedicata a lui? Nino Germanà MESSINA. Mentre All’Ars si registra il tira e molla sull’approvazione della manovra finanziaria, il deputato del Nuovo Centro Destra si dedica ai viaggi. Germanà, infatti, si trova a Berlino, da dove si diverte a inviare fotografie in posa davanti a ciò che resta dello storico muro che divise la città e i due blocchi contrapposti fino al 1989. Sergio De Cola MESSINA. L’assessore comunale all’Urbanistica rischia di trovare Messina al buio. La nuova patata bollente è stata segnalata dalla Fim Cisl e dalla Fisascat Cisl, che hanno comunicato l’avvio delle procedure di licenziamento da parte dell’Ati composta da Smail e Atlantico gestiscono, che gestisce i ventottomila punti luce in città. Il problema? Il bando di affidamento scadrà il prossimo 31 luglio. L’avvio delle procedure per il licenziamento riguarda i 5 dipendenti. Piero David MESSINA. Il coordinatore regionale siciliano dell’area Civati del Pd crede nei social network non tanto per esprimere una posizione politica, quanto per fini molto più prosaici. Il suo ultimo intervento in bacheca Fb, infatti, è una richiesta che non ha nulla a che fare con le questioni siciliane: “Alla ricerca di una casa a Messina... qualche consiglio?”. 18 Luglio 2014 primopiano Col sindaco di Messina Renato Accorinti Nibali a Messina alla Passeggiata a mare con il presidente del suo fan club, e testimone di nozze, Eddy lanzo PROTAGONISTI. Il messinese che dominando il Tour sta facendo sognare l’Italia del pedale. E non solo Nibali, uno Squalo a Parigi Ambasciatore dello sport della regione, titolatissimo, in vetta al pianeta ciclismo. Eppure, quando è a Messina non si fa mancare l’arancino a fianco del negozio di famiglia o la “sgambata” con gli amici di sempre. Che lo raccontano DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Quando la sorte si accanisce c’è davvero poco da fare. E’ strano dirlo di Vincenzo Nibali, il ventinovenne messinese che sta incantando il mondo in sella ad una bici, il ciclista che sta conquistando km dopo km il paradiso dei ciclisti, quel Tour de France che solo i grandi con la g maiuscola hanno dominato. E’ strano dirlo di un atleta con la faccia da bambino che contrasta col truculento soprannome di “Squalo dello Stretto”, che in un paio d’anni ha messo in fila i rivali nella Vuelta in Spagna nel 2010 e nel Giro d'Italia 2013, che si è aggiudicato due edizioni della “classica” della Tirreno-Adriatico, che è diventato campione italiano poche settimane fa e che è il secondo italiano, dopo Felice Gimondi, ad essere salito sul podio di tutti e tre i “Grandi Giri”, tutto questo prima di iniziare a mettere il suo sigillo al Tour. E’ strano dirlo, ma il suo sogno, Vincenzo Nibali non lo ha mai coronato: vincere la sua corsa preferita, la Liegi-Bastogne-Liegi. Il sogno in un cassetto che di sogni non ne hacontiene quasi più. Perchè Nibali, faccia d’angelo, talento cristallino e fame di vittorie da...squalo, li ha esauditi quasi tutti. Quasi. NIBALI SI NASCE. Perchè se è vero che campioni si diventa, la predestinazione un atleta o ce l’ha addosso o non ce l‘ha. Se ne è accorto presto il padre di Vincenzo, Salvatore Nibali, che ha corso in bici nelle categorie dilettanti e da piccolo lo portava alle “sgambate” della domenica e aveva il suo bel daffare a stare dietro a quel diavoletto che sui pedali sembrava volasse, sembrava non sentire fatica, sembrava si nutrisse di quell’aria che in velocità gli investiva il volto. Se ne è accorto anche Peppino Lucchesi, figura carismatica del ciclismo siciliano e uno di quelli che su Nibali ci ha visto lungo. E ci ha visto lungo anche Michela Stancheris, assessore bergamasco allo Sport della regione Sicilia che lo ha incoronato ambasciatore dello sport siciliano nel mondo. Il primo a fregiarsi di questo titolo. Ma ad intuire che dietro a Vincenzo ci fosse lo Squalo, per primi sono stati i suoi amici. Uno in particolare. PRESIDENTE, ANZI TESTIMONE. “Stiamo andando in agenzia a prenotare i biglietti per Parigi. Comunque vada, all’arrivo del Tour dobbiamo esserci”. Ci crede, Eddy Lanzo. Con quel nome che riecheggia quello del “cannibale” belga Eddy Mercks, Lanzo non poteva che essere appassionato di ciclismo. Di più. Perchè il presidente del fan club messinese di Vincenzo Nibali (ne esiste uno anche in Toscana) dello Squalo è anche il testimone di nozze. “E un po’ anche il fratello maggiore”, racconta ridendo. “Ovviamente non per il ciclismo, cosa devo spiegargli io? Ma fino a poco tempo fa ci sentivamo e qualche consiglio glielo davo. Non sul ciclismo però”, sottolinea divertito. Poi racconta. Racconta di quelle strade percorse assieme, Nibali davanti e gli altri ad arrancare dietro. “Le litoranee, e poi le salite. Tutte quelle dei colli san Rizzo, quella di Castelmola, non ce n’era una che gli sfuggisse...”. La sua carriera agonistica, Vincenzo Nibali l’ha iniziata con i Vivai Pietrafitta, la sua prima società, per poi passare, fino alla categoria Allievi, con i “fratelli Marchetta”. Poi gli Juniores alla Mastromarco, e l’addio a Messina, dato che la società lo ha portato in Toscana. “Loro seguivano solo gli Juniores, ma pur di non perderlo misero sù una squadra per il campionato dilettanti racconta Lanzo - Sin da piccolo ha sempre vinto, è stato un predestinato”. E infatti, leggenda da fan club tramanda che “senza conoscere nè strade nè rivali, la prima gara in Toscana Nibali la vince per distacco”, conferma Lanzo. Che oggi “sgambetta” con lo Squalo esattamente come faceva quando il campione era appena adolescente. “Quando viene a Messina sta con gli amici del gruppo, sempre. E puntuale, la mattina alle sette e mezza esce in bicicletta gli amici. Sempre puntuale, sempre umile, mai in ritardo, senza mai far pesare il fatto di essere un campione in mezzo ad amatori...”, puntualizza Lanzo. Sembra proprio che di “macchie” Nibali non ne abbia. “Insomma...dovresti vedere come Michela Stancheris, Peppino Lucchesi e Vincenzo Nibali centonove pagina 6 primopiano 18 Luglio 2014 PERSONAGGI Cairoli, una vita da film “TONY CAIROLI - THE MOVIE”, IN AUTUNNO SUL GRANDE SCHERMO LA STORIA E LE VITTORIE DEL SETTE VOLTE IRIDATO DI MOTOCROSS. CHE NON SI FERMA... La mamma di Vincenzo, Giovanna divora le granite caffè con panna e gli arancini quando è qui e può allentare dalle diete ferree del periodo di preparazione agonistica. Non è goloso si affretta a precisare Lanzo - ma adora la cucina siciliana, e dovendo per undici mesi all’anno nutrirsi altrove...”. CU NESCI ARRINESCI. Per diventare lo Squalo (soprannome del quale Eddy Lanzo rivendica la primogenitura), Nibali ha avuto bisogno di andare a vivere in Toscana. E per seguirne le gesta, i membri del suo fan club sono costretti a massacranti trasferte. “Immagina come eravamo felici quando il giro d’Italia ha fatto tappa sull’Etna...”, spiegano. Sull’’immagine del giovane meridionale arrivato al nord a cercare fortuna, la stampa sportiva ci ha ricamato sopra sin da quando le bacheche di casa Nibali hanno iniziato a riempirsi di trofei. Eppure, lo Squalo non è mai stato l’iconografico emigrante con la valigia di cartone. Lo conferma la mamma. TRA VIDEOTECA E BICI. L’amore per la bicicletta non è stato un fulmine a ciel sereno, ma un amore nato sin dal primo triciclo. Ecco perché sua mamma Giovanna, sempre in trincea dietro il bancone del negozio che fa da videoteca e punto di elaborazioni digitali, non può raccontare episodi come “la prima bicicletta che ha voluto Vincenzo” o altro ancora. Perché “lo Squalo” sulle due ruote è andato sempre, «prima col padre Salvatore, ogni domenica, e poi, piano piano, con le squadre siciliane», racconta. Fino a quando, a sedici anni, in categoria juniores, Vincenzo ha fatto i bagagli per andare in Toscana: «Era giusto che seguisse la sua passione, e poi non era tagliato per la scuola: fosse rimasto qui, sarebbe stato uno dei tanti che stanno a piazza Cairoli senza far nulla». La mamma scherza, ma, quando era in città, Vincenzo aiutava nell’attività di famiglia insieme alla sorella Carmen. Il fratello più piccolo, Antonio, è anche lui ciclista. Vista la vicinanza (si tratta della bottega accanto) e non solo per fama, lo scorso anno il Rosticciere Famulari ha “varato” l’arancino Nibali. «Con Vincenzo ci vediamo due volte l’anno, quando viene qui, anche perché a casa sua non sta mai», spiega la signora Giovanna. Che, dopo una scatto con una foto del figlio in mano, torna in tutta fretta a vedere il Tour. E il figlio che lo sta dominando. Chissà, in attesa magari di vederlo coronare il suo sogno. A Liegi. Non capita tutti i giorni che ad un campione in attività, nel pieno della maturità agonistica, venga dedicato un film. Non capita, a meno che il campione non si chiami Antonio Cairoli. ventotto anni, nato a Patti e sette volte campione del mondo di motocross, quasi otto, perchè l’ottavo alloro ormai è questione di settimane. “Tony Cairoli - the movie” è un lungometraggio, il cui trailer è stato diffuso in settimana, che racconta l’ascesa del crossista più forte in circolazione, dai polverosi campi di Marchesana ai titoli vinti a raffica nelle categorie minori, dal trasferimento in Veneto ai risultati stentati del primo anno di mondiale, fino all’accasamento col team romano di Claudio De Carli e la definitiva esplosione: campione nel mondo nel 2005 e poi nel 2007 nella classe mx2, quindi il dominio totale e incontrastato nella classe regina, la MxGp, categoria in cui Tony Cairoli domina dal 2009, vincendo ininterrottamente allori mondiali. Oltre alle vittorie, Cairoli si è conquistato il rispetto (ed il timore) degli americani, la cui scuola crossistica è da sempre considerata la più forte al mondo. Nelle uniche occasioni in cui i due “universi” si incontrano, e cioè al Motocross delle Nazioni, Cairoli ha devastato la concorrenza e dato un duro colpo alla spocchia yankee: nel 2012 e 2013, su quattro manche corse, Cairoli ha fatto filotto aggiudicandosele tutte. Il film uscirà nelle sale di tutta Europa in autunno, è prodotto dagli olandesi Nik Janssen e Jean-Paul Maas. (A.C.) Tony Cairoli vola con la sua Ktm numero 222 ALBO D’ORO In cima al mondo partendo dal mare OLIMPIONICI, IRIDATI E “MEDAGLIATI” CITTADINI. IL PIENONE? IN ACQUA Non saranno noti ai più, e chi non ha qualche capello bianco sulla testa faticherà a conoscerli, ma di messinesi che hanno raggiunto la vetta del mondo ce ne sono parecchi. Come Giovanni Scalzo, sciabolatore messinesi che può vantare tre medaglie olimpiche: oro a squadre alle olimpiadi di Los Angeles 1984, e bronzo individuale ed a squadre a Seul 1988, dopo aver iniziato a tirare fendenti nella "società operaia Messina". Ancora meglio ha fatto Valerio Vermiglio, pallavolista cresciuto nella Zanclon: cinque campionati italiani e tre coppe dei campioni tra Treviso e Parma, due ori agli europei e un argento olimpico ad Atene 2004. Irragiungibile Silvia Bosurgi, pallanotista che all’oro olimpico nel “setterosa” ad Atene nel 2004 affianca talmente tanti trofei da non sapere più dove metterli: 14 campionati italiani e sette coppe dei campioni con la Orizzonte Catania, oro a mondiali ed europei, quattro argenti. Nel 2008, ha “rischiato” di diventare assessore con la giunta di Francantonio Genovese, poi sconfitto alle urne. Il suo corrispettivo maschile è Massimo Giacoppo, argento col “settebello” a Londra 2012 e cinque volte campione italiano. Sempre in piscina, ma nel nuoto, si è distinto Luca Baldini: per lui un oro e due bronzi ai mondiali, e ben tre ori nei mondiali in acque libere. Nei campionati italiani, poi, Baldini di medaglie ne ha fatto incetta: sette ori, altrettanti bronzi e sei argenti. Oggi Baldini è allenatore della sezione giovanile delle Fiamme Gialle. Ancora una volta in acqua, ma coi remi in mano, Messina ha dato i natali a Giovanni Calabrese, che alle olimpiadi di Sydney del 2000 ha vinto il bronzo nel “due di coppia” di canottaggio, più ori e argenti ai mondiali. Giovane promessa del rallysmo tricolore, Andrea Nucita (di Santa Teresa), è il primo pilota siciliano ad essere titolato negli sport a quattro ruote, nel 2013. (A.C.) centonove pagina 7 Silvia Bosurgi 18 Luglio 2014 primopiano L’INIZIATIVA. L’amministrazione inaugura una Walk of fame dedicata agli sportivi siciliani Gioiosa, la strada dei campioni IN BREVE Da Anna Sidoti a Gianluca Basile firmeranno una mattonella che verrà posata sul lungomare. Cinque le stelle coinvolte nel corso dell’estate. Una iniziativa che guarda anche al turismo Anna Rita Sidoti DI GIANFRANCO CUSUMANO Gioiosa Marea. Luca Valdesi (pluricampione mondiale di karate), Annarita Sidoti (campionessa mondiale di marcia), Tony Cairoli (pluricampione mondiale di motocross) e Gianluca Basile, (basket, argento olimpico e campione d Europa con la Nazionale italiana). Saranno loro i campioni siciliani ad inaugurare nel corso dell’estate la "Walk of fame” di Gioiosa Marea. Se a Los Angeles c’è la strada dedicata ai divi di Hollywood, nel comune siciliano l’amministrazione del sindaco Spinelli ha deciso di esaltare esclusivamente il talento sportivo “made in Sicily”. La prima mattonella sarà inaugurata in apertura della III° edizione di “Gioiosa Gustosa”. «Si tratta di un premio internazionale, destinato a sportivi che abbiano compiuto i 28 anni - spiega il vice sindaco Teodoro La Monica - i quali si siano distinti per i loro risultati sportivi, sia individuali che di squadra, e per la loro personalità. Viene assegnato annualmente, in base al giudizio dell’associazione “Walk of fame”, che nomina il vincitore su una lista di nominations. I vincitori apporranno la loro firma su una mattonella 40x40 cm che verrà poggiata sulla “passeggiata dei campioni”, in pieno centro a Gioiosa Marea, sul lungomare Canapè». Ad inaugurare la Walk Of Fame, l'1 agosto sarà una personalità del mondo dello sport, simbolo e vanto nel corso della sua carriera, in Italia e nel mondo. Il nome verrà ufficializzato nei prossimi giorni. Sarà presente anche Sergio D’Antoni presidente del Coni Sicilia. Nel corso dell’estate, l’onore della “Walk of Fame” spetterà a campioni che hanno dato e continuano a dare, lustro al territorio: da Luca Valdesi, pluricampione mondiale di karate sposato con una gioiosana a Gianluca Basile, argento olimpico e campione d Europa con la Nazionale italiana di Basket. E Annarita Sidoti. L’atleta di Gioiosa Marea, da cinque anni combatte contro il tumore. Lo ha confessato per la prima volta in occasione di un Congresso sulla marcia dal titolo: “ I valori dello sport, campioni in cattedra” organizzato alla scuola media di Lomello a Pavia. Da allora ha continuato a combattere come faceva in pista. Gioiosa Marea ha sempre valorizzato lo sport. Nel comune esistono varie squadre che militano nei campionati di calcio, pallavolo, atletica. Ogni anno ospita anche il Rally dei Nebrodi, appuntamento che porta nel comune migliaia di appassionati da tutta la provincia di Messina. «Questa è un’iniziativa che vuole unire la passione per lo sport di Gioiosa con la sua vocazione turistica - conclude La Monica - il nostro comune conta 5 mila posti letto, Capo Calavà è stato uno dei primi villaggi del messinese sorto negli anni 70, dunque speriamo che questa “strada dei campioni” possa attirare tanta gente a beneficio della economia cittadina». CALCIO Quelle poche soddisfazioni dietro ad un pallone AVARO DI SODDISFAZIONI IL “GIOCO PIÙ BELLO DEL MONDO”. QUINDI CI SI AFFIDA AGLI “ORIUNDI” Se negli sport minori Messina (e la sua provincia) si Totò Schillaci fa rispettare, nel gioco più famoso del mondo, invece, in riva allo Stretto non è mai successo nulla di rilevante. E quando è successo, è stato per merito di “oriundi”. Come Totò Schillaci, palermitano, protagonista delle “notti magiche” dei mondiali del 1990, quelli giocati in Italia, quelli in cui Totò, fino ad un anno prima a gonfiare caterve di reti in serie B con la casacca giallorossa dell’Acr Messina, incantava il mondo trascinando gli azzurri ad un passo così dalla vetta, a furia di gol che gli valsero il titolo di cannoniere del mundial. Quello che racconta di quei mondiali, mette i brivici: “Ci sono periodi nella vita di un calciatore nei quali ti riesce tutto, e per me questo stato di grazia è coinciso con quel campionato del mondo. Vuol dire che qualcuno, da lassù, ha deciso che Totò Schillaci dovesse diventare l'eroe di Italia '90. Peccato che poi si sia distratto durante la semifinale con l'Argentina...”. Schillaci, prima di approdare alla Juventus e quindi in nazionale, è cresciuto agonisticamente sotto Franco Scoglio, il “professore”, allenatore nato a Lipari che per anni allenò in serie A e fu commissario tecnico di nazionali africane che si affacciavano alla ribalta mondiale. Da lì il buio: gli unici due giallorossi ad essere convocati in nazionale, per amichevoli, furono il palermitano Alessandro Parisi ed il napoletano Carmine Coppola: erano gli anni del Messina FC in serie A, 2005/06. (A.C.) centonove pagina 8 Impollonia e Ruggeri danzano sul podio Messina. I messinesi Andrea Impollonia e Simona Ruggeri danzano sul podio di Roccaraso. La coppia si è laureata campione italiana F.I.H.P. Specialità Coppia Danza, Nazionale B, bissando il successo già ottenuto nel 2012. La coppia messinese nel 2013 non ha preso parte alla prova tricolore a causa di un infortunio. Successivamente ha conquistato il titolo di campioni italiani Aics. Al loro fianco l’allenatrice Paola Trimboli. Canottaggio, Finocchiaro conquista l’argento Messina. Il canottaggio messinese non smette di raccogliere consensi. È di quattro medaglie il bottino della Canottieri Thàlatta al 25. Festival dei Giovani, disputato a Corgeno. L'argento lo ha ottenuto nel 7.20 Allievi C, Albert Finocchiaro. Piazza d' onore nel doppio Allievi C sempre per Finocchiaro che ha gareggiato con Enrico Nuccio della Telimar Palermo. Due medaglia di bronzo, invece, per Alessandro Amadeo che ha chiuso la sua spedizione con il terzo posto nel 7.20 cadetti e poi anche nel doppio, sempre cadetti, con Guiscardo Parisi. politica A TU PER TU. L’affondo di Gianpiero D’Alia contro la politica siciliana. Che frena Rosario Crocetta «Rovitati dai Canciabannera!» «L’errore del governatore? Fare come il suo predecessore, affidandosi alle geometrie variabili e a deputati trasformisti. Sono loro che bloccano le riforme, per garantirsi i voti», avverte il presidente nazionale dell’Udc DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Per lui, il problema non è tanto Crocetta, «quanto una politica che in Sicilia, da venti anni, si basa sui cambi di casacca». È un fiume in piena, Giampiero D’Alia, deputato nazionale, presidente dell’Udc e ormai volto “giovane” e consolidato dei centristi siciliani e italiani. D’Alia, lei ha espresso soddisfazione per la nomina di Jean-Claude Juncker a nuovo presidente della Commissione europea: a distanza di quasi due anni, è ancora soddisfatto per l’elezione di Rosario Crocetta? «Domanda di riserva?». Di solito la chiede sempre il suo collega del Pd, Francantonio Genovese, quando non vuol rispondere... «Guardi, mi sto toccando... A questo punto rispondo. Soddisfatto? È chiaro che si può fare di più e meglio, però se pensiamo che il problema sia legato al presidente siamo fuori strada. Il problema è l’assenza di una maggioranza definita e coesa, una circostanza che rende più precaria la condizione del governo». E questo da chi dipende? «L’errore politico commesso, più che da lui dai suoi consiglieri politici o presunti tali, ma non faccio nomi neanche sotto tortura, è di aver scelto non la strada di una responsabilizzazione dei due principali partner, Udc e Pd, ma quella delle maggioranze a geometrie variabili, affidamndosi a singoli parlamentari o a transumanze». Gianpiero D’Alia Un segnale sono anche lo sfaldamento del Megafono o la creazione di Articolo 4 da parte di Lino Leanza? «Mi sembra di aver già risposto. Comunque, il problema della sicilia è che, dall’inizio di questa legislatura a oggi, una buona parte dei parlamentari ha già cambiato gruppo e partito: questo è il vero cancro della politica siciliana. Il cambiar casacca è il problema delle istituzioni politiche ed è ciò che crea danni al governo Crocetta e che dà una patente di inaffidabilità alla Sicilia nel resto d’Italia. Passiamo per poco credibili perché siamo pronti a cambiare con un soffio di vento. È la storia recente, a dirlo: pensiamo al ribaltone fatto nel 1998, che portò al governo Capodicasa, e alla transumanza di deputati che ci fu all’epoca. E pensiamo, soprattutto alla presidenza di Raffaele Lombardo, nata col centrodestra e morta col centrosinistra. La storia dell’ultimo ventennio è fatta di tante becere operazioni “milazziste”. A chi sono utili? «Ai singoli eletti che si garantiscono fette di elettorato attraverso una parte di spesa pubblica regionale. Ecco perché qualunque riforma reale viene paralizzata, perché si comprometterebbe la propria elezione. Crocetta, insomma, ha commesso l’errore di continuare a fare ciò che ha caratterizzato il suo predecessore». La via d’uscita, secondo D’Alia? «Un governo politico a tutto tondo, per fare in modo che i partiti non si chiamino fuori dalle questioni. Perché, sia chiaro, gli assessori esterni, pur indicati dai partiti, possono svincolarsi dalle responsabilità, attribuendosi solo i meriti e scaricando tutte le colpe su 18 Luglio 2014 Crocetta se qualcosa va male. Se, ad esempio, il presidente avesse inserito in giunta il segretario regionale e il capogruppo dell’Udc, nessuno del mio partito avrebbe potuto fare a meno di appoggiare provvedimenti relativi a riforme e spesa pubblica. Insomma, sarebbe stato meglio se alle regionali il candidato governatore fosse stato lei... «Beh, io non mi sono mai candidato, e quindi non posso giudicare dall’esterno e cosa avrei potuto fare». Maggioranza regionale: cosa pernsa dovrebbero fare i vostri alleati del Nuovo Centro Destra? «Con Alfano abbiamo fatto le europee insieme, anche per costruire un nuovo soggetto politico. Mi auguro che si prosegua su questa strada, ma noto un assordante silenzio. In Sicilia, per rilanciare l’azione di governo bisognava riempire la maggioranza non di singoli deputati ma di una forza politica responsabile come l’Ncd. Anche se, per la verità, gli amici brillano per assenza politica». Con Genovese del Pd in caduta libera, il pallino della politica messinese chi lo tiene in mano? “Nel mio partito continiamo a lavorare, degli altri poco mi importa. Ciò che mi preoccupa di più è l’assenza di una discussione seria su città metropolitana e liberi consorzi, che sono il futuro dell’economia e dello sviluppo. Per questo ho chiesto agli assessori regionali Valenti e Torrisi di farsi promotori di iniziative sul tema a Messina. Perché gli altri si stanno organizzando, mentre noi siamo fermi al palo». Cosa ne pensa del sindaco dello Stretto Renato Accorinti, dopo un anno di governo? «Il mio giudizio non è positivo perché l’unica cose di cui la città ha bisogno è una buona amministrazione. È troppo semplicistico, di fronte ai problemi, richiamarsi sempre alle eredità del passato. Adesso Accorinti è padrone delle proprie azioni e se, ad esempio, il servizio di igiene pubblica fa ancora schifo dopo un anno e mezzo, non può riportare sempre tutto sulla sindacatura Buzzanca». APPUNTAMENTI Savarino come Renzi L’EX ONOREVOLE LANCIA A PALERMO LA SUA “LEOLPOLDA” CENTRISTA. TUTTI A VILLA FILIPPINA PER “AMUNÌSICILIA” Giusy Savarino PALERMO. Una versione centrista e moderata della “Leopolda” di Matteo Renzi in salsa siciliana. È quella proposta da Giusy Savarino sabato 19 luglio, a Palermo, a Villa Filippina, al mattino e poi durante il pomeriggio, dove si svolgerà la convention inaugurale di “AmunìSicilia”. Il nome scelto, oltre al senso esortativo dialettale, è anche l’acronimo di Associazione moderati uniti, presieduta dall’ex deputato regionale, che così spiega la sua scelta: «Sarà un giorno di dibattito e di confronto per gettare le basi di un nuovo futuro per i moderati italiani, nel tentativo di fare da centonove pagina 9 pungolo a un centrodestra frammentato, al fine di trovare nuovi stimoli per rilanciare le politiche cattoliche e liberali. Tra gli altri, parteciperanno alla convention Daniele Capezzone, Salvatore Cicu, Gianpiero D'Alia, Raffaele Fitto, Gabriella Giammanco, Enzo Gibiino, Giorgia Meloni, Saverio Romano, Antonio Scavone e Simona Vicari. Essenziale sarà il coinvolgimento, anche attraverso il sito internet, www.amunisicilia.it , la pagina Facebook e il profilo Twitter, di tanti giovani amministratori, militanti o anche semplici appassionati, che saranno chiamati a dire la propria sui temi oggetto di specifiche tavole rotonde. Più nel dettaglio, alle ore 12 sarà presentato il libro “Per la rivincita” di Capezzone, poi alle 15.30 un confronto tra i capigruppo all'Assemblea regionale siciliana e i coordinatori regionali dei partiti di centrodestra. Poi, seguirà un altro confronto tra esponenti della politica nazionale, imprenditori e operatori culturali. 18 Luglio 2014 politica SOTTO LA CENERE. Fuoco di fila per il partito, stretto tra finanziaria, rimpasto e “caso Messina” Pd, la lunga estate “calda” Gli equilibri palermitani impediscono ancora di trovare una soluzione alla gestione in riva allo Stretto, destinata a sbarcare in direzione nazionale. E mentre Ridolfo incontra Raciti, l’opposizione prepara documenti e assemblee MESSINA. Il nodo del Pd messinese? Per scioglierlo bisognerà attendere prima la Finanziaria regionale, quindi trovare un accordo con il governatore Rosario Crocetta e, infine, sentire anche l’opinione della direzione nazionale, visto che la questione della segreteria provinciale non è stata risolta dal segretario regionale Fausto Raciti, che ha pure avuto una interlocuzione a Milazzo con il titolare dell’incarico, che una parte del Pd non vuole più al suo posto, Basilio Ridolfo. LA STASI. A ormai due mesi dalle europee, data limite che il segretario regionale Fausto Raciti si era dato per decidere sulle dimissioni presentate dal segretario provinciale Basilio Ridolfo, sindaco di Ficarra e vicino alle posizioni di Francantonio Genovese e Franco Rinaldi, da Palermo ancora tutto tace. Un silenzio su cui pesano i problemi palermitani, a cominciare dal rimpasto chiesto a gran voce da mesi da Antonello Cracolici e dagli esponenti dell'Area Cuperlo. La difficoltà sta nell’accontentare tutti gli appetiti, per i quali servirebbe che diversi assessori, tra cui i fedelissimi di Crocetta, come Michela Stancheris, o i renziani di area Faraone, come Giuseppe Bruno, facessero un passo indietro: prospettiva vista come fumo negli occhi da Beppe Lumia, Crocetta e dallo stesso renziano Davide Faraone. L’ULTIMA DIREZIONE. All’incontro, celebrato a Palermo sotto l'egida del vice segretario nazionale, il renziano doc Lorenzo Guerini, a parte un documento finale “doroteo”, nel quale tutti possono dire di aver vinto qualche punto, perché non scontenta Crocetta, né Raciti, le soluzioni circa il rimpasto e gli equilibri futuri non sono state neppure accennate. MENTRE A MESSINA... Nel frattempo, in riva allo Stretto tutto è cristallizzato. Una stasi che non è stata smossa neanche dallo scandalo “formazione” e dalle critiche che da più anime del partito si sono sollevate. Nonostante l’annunziata volontà di rinnovamento, infatti, la segreteria di Raciti teme di scontentare equilibri favorevoli a Genovese e Rinaldi. Una circostanza che non ferma l’opposizione interno. A contrastare il gruppo che fa riferimento a Genovese (e che vuole lasciare in piedi il segretario Ridolfo, facendo forza sui bruti rapporti di forza del tesseramento 2013), ci sono i “rinnovatori” di varie anime, dai renziani storici, veri e propri avversari diretti di Genovese, ai renziani “della seconda ora”, ai civatiani fino a segmenti della stessa area Cuperlo, che iniziano ad avere dei dubbi su questa attesa perenne. In questo stallo, i renziani hanno incontrato Davide Faraone, a Messina, in occasione di un pranzo avvenuto negli scorsi giorni, durante il quale è stato richiesto un impegno del Basilio Ridolfo referente regionale di Renzi perché si decida al più presto sul destino della città, sia sul commissariamento del Partito, sia sulle conseguenze politiche ALLEANZE Patto federativo col Psi. Che assegna i nuovi incarichi PALERMO. Si rinsalda il patto federativo tra Psi e Pd in Sicilia. E' il risultato esito dell'incontro, presente il senatore Carlo Vizzini, del segretario regionale Giovanni Palillo, del vice presidente dell'Ars Antonio Venturino e del deputato questore dell'Ars Nino Oddo. Il Psi ha poi comunicato la nuova distribuzione degli incarichi al suio interno: Carmelo Di Quattro -sviluppo economico e rapporti con i sindacati; Paolo Torrente - organizzazione e tesseramento, Giovanni Palillo - Enti locali; Piero Lo Nigro - agricoltura; Giuseppe D?Antona - trasporti e lavori pubblici; Daniela Virgilio - sanità e pari opportunità; Totò Chinnici - famiglia lavoro e politiche sociali, Gaspare Sardella - comunicazione; Saverio Ficarra - protezione civile; Misti Anna - cultura; Santo Vasta - urbanistica ed edilizia residenziale; Angelo Bellanti - scuola ed amministrazione; Ulisse Signorelli - emigrazione; Enzo Capizzi - aree interne precariato università, Andrea Pipitone - pesca e portualità; Alessandro Montalto - politiche giovanili; Peppe Conti - diritti civili; Giancarlo Ruscello - aree metropolitane; Cristian Bosco - ambiente; Antonio Sunzeri - Pes; Dario Aloisi cooperazione. L’APPUNTAMENTO Il rimpasto? Annuncio agli Stati Generali IL PD SICILIANO? Ricomincia dagli “Stati generali”. Si tratta dell’assemblea promossa per il prossimo 26, a Palermo, dal segretario regionale Fausto Raciti. Per il coordinatore, però, gli stati generali saranno l’occasione per annunciare la pace con Crocetta e le modalità del nuovo rimpasto in giunta, almento questo è nelle speranze di Raciti. A partecipare saranno i segretari dei circoli dell’Isola, affiancati anche da amministratori locali, sindaci, dirigenti, parlamentari regionali e nazionali, L’obiettivo è dare vita a un confronto a trecentosessanta gradi, durante il quale il partito siciliano discuterà della sua organizzazione, del radicamento sul territorio e dei temi legati alle dinamiche politiche locali e regionali. da assumere nel caso, ormai dato certo, del rigetto al Consiglio di Giustizia Amministrativa del ricorso opposto contro il sindaco Renato Accorinti dai seguaci del candidato del Pd, Felice Calabrò. A chiedere discontinuità e impegno diretto per un congresso provinciale e cittadino tutto rinnovato e basato su un nuovo tesseramento 2014 controllato dal partito nazionale o regionale sono stati i renziani storici, Alessandro Russo, Francesco Palano Quero e Giacomo D'Arrigo, tradizionalmente vicini al deputato palermitano leader dell'Area Renzi siciliana. Ma anche Pippo Laccoto, presente all'incontro, ha dichiarato la necessità di un impegno più chiaro nei confronti di Messina, che rischia di venire marginalizzata, soprattutto in ottica di rimpasto regionale. La prossima mossa sarà un documento aperto sul cambio dei vertici del partito e della classe dirigente locale, ma anche sull'impostazione di una linea politica, finora “prona ai desiderata degli uomini forti Genovese e Rinaldi”, soprattutto in tema di tir in città. I “civatiani”, invece, intendono organizzare un’assemblea aperta a iscritti e simpatizzanti. Non presenteranno un documento vincolante, ma le richieste sono assai simili a quelle dei renziani. (D.D.J.) LUTTI Addio a Di Benedetto SCOMPARE A 52 ANNI, L’EX DEPUTATO DEI DEMOCRATICI Giacomo Di Benedetto PALERMO. Un vero e proprio pellegrinaggio con centinaia di amici, conoscenti e semplici cittadini hanno reso omaggio al sindaco di Raffadali (Agrigento), Giacomo Di Benedetto, stroncato sabato 12 da un infarto, nella Camera ardente allestita nella Biblioteca Comunale, per poi diventare migliaia nel giorno del funerale, alla presenza del presidente della Regione, del presidente dell’Ars e del segretario regionale del Pd. La morte di Di Benedetto è un lutto per la politica siciliana e per i democratici. Colto da un malore improvviso all'uscita dal municipio, era stato immediatamente soccorso e trasportato in centonove pagina 10 ospedale, dove era deceduto poco dopo l'arrivo. Cinquantadue anni, sindacalista e politico di lungo corso, eletto nel 2006 all'Assemblea regionale siciliana tra le fila dei Democratici di sinistra e poi nel 2008 con il Pd, era al suo secondo mandato da sindaco di Raffadali (Agrigento). «Profondo dolore» per la tragica scomparsa è stato espresso «'a nome mio e dei parlamentari regionali del Partito Democratico all'Ars» da Baldo Gucciardi, capogruppo dei democratici a Sala d'Ercole. «'Durante gli anni che ha passato al Parlamento regionale - ha raccontato - Di Benedetto ha portato avanti battaglie importanti con la stessa passione che aveva messo in campo nel suo impegno con il sindacato prima, e da sindaco di Raffadali poi». «A nome del Partito democratico della Sicilia esprimo profondo cordoglio per la scomparsa di Giacomo Di Benedetto», ha detto Fausto Raciti, che aggiunge: «Vogliamo far sentire la nostra sincera vicinanza ai suoi familiari». politica MESSINA. Vanno in commissione le proposte che Crocetta firmerà come decreto Urega, trasferito Sciacca A guidare il Genio civile, sarà Leonardo Santoro, in quota Udc. Il direttore dell’Urega sarà invece Santi Trovato, presidente dell’Ordine degli ingegneri. Ecco i retroscena di una partita ancora aperta MESSINA. Completato il puzzle delle nomine tra Genio Civile e Urega per la Provincia di Messina. Il nuovo capo del Genio civile di Messina, in quota all’Udc, è l’ingegnere Leonardo Santoro, proveniente dall’ufficio della Motorizzazione. Prende il posto dell’ingegnere Gaetano Sciacca, che va a presiedere l’Urega, l’orrganismo provinciale ospitato dentro il Genio Civile che si occupa degli appalti sopra-soglia comunitaria. A fargli da vice, sarà Antonio Favosi. Direttore generale dell’Urega, sarà invece il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Messina, Santi Trovato. L’intesa politica, trovata alla fine tra l’Udc di D’Alia e Ardizzone e i Drs di Beppe Picciolo, è stata davvero contrastata per l’ambientalità creata attorno al trasferimento dell’ingegnere Gateano Sciacca, al centro di infuocate polemiche per le sue prese di posizione a favore della difesa ambientale e idrogeologica del territorio, che più di una Gaetano Sciacca volta lo hanno portato in contrapposizione con dirigenti del suo stesso ordine professionale. Da ultimo, le posizioni di Gaeteno Sciacca, in merito alla pericolosità del viadotto Ritiro, “a rischio crollo” divergono enormemente da quelle dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Messina Sergio De Cola, che ritiene sì urgenti i lavori al centonove pagina 11 18 Luglio 2014 Viadotto “ammalorato”, ma che non intravede nessun pericolo di imminente crollo. Polemiche che hanno portato i rappresentanti del Megafono a Messina, Massimo Finocchiaro e Gisueppe Laface, ad accusare apertamente Sciacca di “procurato allarme sociale”. Ma la partita delle nomine di Messina, è un tassello più vasto, di “aggiustamenti” nelle varie province: a catania non si muove nulla nelle nomine dell’Urega, secondo le disposizioni del segertario dell’Udc, Giovanni Pistorio e di mario D’Agostino. Più complessa la partita sul tavolo regionale. Qui bisogna sostituire l’ingegnere Sergio Sansone, capo della struttura tecnica di tutti i servizi provinciali di Genio Civile. In corsa per la sua sostituzione, due funzionari: Manlio Munafò, capo del genio civile di Palermo, molto vicino all’onorevole Beppe Lumia e Fulvio Bellomo, già capo di gabinetto dell’ex assessore alle Infrastrutture, Nino Bartolotta. La partita è aperta. Ma non sempre i titoli e la competenza professionale sono premiati nelle nomine. Non è infatti esclusa la presentazione di ricorsi, contro la nomina di Leonardo Santoro, da parte di altri ingegneri, come il presidente degli ingegneri Santi Trovato, che ritengono avere maggiori titoli per ricoprire la carica. 18 Luglio 2014 politica “Pensiamoci un attimo...” Gino Sturniolo e Nina Lo Presti PALAZZO ZANCA. Nina Lo Presti e Gino Sturniolo ad un passo dal gruppo misto Prove tecniche di addio I due consiglieri di Cambiamo Messina dal basso in rotta con l’amministrazione. Che in aula guarda ad una maggioranza variegata. “Traditi i presupposti che ci hanno portato all’elezione”. Ecco quali DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. L’addio potrebbe arrivare a fine luglio, in concomitanza con la discussione sull’approvazione del bilancio consuntivo 2013. Occasione in cui Cambiamo Messina dal basso potrebbe perdere metà dei suoi consiglieri. Perchè la “pazza idea” di Nina Lo Presti e (in misura solo di poco minore) Gino Sturniolo è quello di abbandonare il simbolo arcobaleno del movimento che sostiene il sindaco renato Accorinti per abbracciare il “grigio” del gruppo misto. C’ERAVAMO TANTO AMATI. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato lo spaccamento tra i due consiglieri di Cmdb e la Giunta in occasione del voto negativo dei due sulle risposte da dare alla Corte dei Conti dopo le rimostranze mosse dai magistrati contabili al consuntivo 2012. Una posizione netta ed inequivocabile, che ha però esposto Nina Lo Presti e Gino Sturniolo al “fuoco amico”. Perchè l’altra metà di Cambiamo Messina (Ivana Risitano e Lucy Fenech) ha votato favorevolmente, così come Udc, Dr e Pd. Cosa rimproverano i due “dissidenti” all’amministrazione? parecchio. ALTO TRADIMENTO. Un bilancio partecipato, tanto per iniziare. “Per carità, è giusto che un sindaco debba cercarsi una maggioranza, visto che può contare solo su quattro consiglieri su quaranta, ma magari sarebbe bene che per primo si confrontasse proprio con loro. E invece no - attacca Nina Lo Presti - Tutti i presupposti coi quali era iniziata l’avventura non sono mai stati messi in atto. Con il sindaco Renato Accorinti parlo, ma solo di questioni secondarie, quando si tratta di provvedimenti importanti e vincolanti non riusciamo a discutere. Con l’assessore al Bilancio Guido Signorino, poi, il dialogo si riduce alle occasioni in cui ci vediamo in commissione”. La decisione dei due non è però presa “in comune”. Nina Lo Presti, più impulsiva, è ad un passo dalla rottura. Gino Sturniolo, più morbido, spera che la frattura possa risanarsi. I due, nel primo anno da consiglieri comunali, hanno preso la frase “senza vincolo di mandato” nell’accezione più alla lettera possibile, e oggi si trovano allo scontro con amministrazione e parte del movimento. Solo parte, perchè l’ala meno legata ai partiti, che dalla giunta Accorinti si attendeva un cambio di marcia, è delusa quanto i due. E tramite i due rumoreggia. In alternativa? Il gruppo misto. MISTI ALLA META. All’interno del quale siede già da mesi Antonella Russo, che tra le file dei Progressisti Democratici, lista gemella del Pd nella quale è stata eletta, ci ha resistito per qualche settimana appena. Ironia della sorte, a stare “scomodo” oggi è il suo ex collega Daniele Zuccarello, ormai sistematicamente allineato su posizioni alternative rispetto all’ortodossia democratica d’aula. E’ proprio Zuccarello che sta facendo la sponda all’amministrazione Accorinti in parecchi dei provvedimenti presi. Non ultimo, il supporto riguardo al pugno duro nella questione tir. Ma per un inaspettato supporto che arriva, per Accorinti c’è una bordata “amica”. SEL ALLO SCOPERTO. A pungolare l’amministrazione, chiedendo di “rivedere la squadra di assessori” è Sel: un rimpasto di giunta con l’avvicendamento di Sergio De Cola, Nino Mantineo, Patrizia Panarello e Filippo Cucinotta. Singolari le modalità della richiesta: si fa riferimento alle magagne nei settori ma non i nomi degli assessori che secondo Sel ne sarebbero responsabili. Il partito, tra l’altro, fino a giugno 2013 ha sostenuto la candidatura a sindaco di Felice Calabrò del Pd. Durante l’ultimo congresso, però, ha prevalso la corrente più vicina ad Accorinti. CALCOLI IN AULA. E Pd e Udc, che giusto un anno fa, dalle dichiarazioni roboanti e dai numeri in aula sembrava dovessero disputarsi le carni del povero Renato Accorinti? Tengono in piedi la baracca. quando c’è da votare atti che comprometterebbero la sopravvivenza del consiglio. Altrimenti la buttano in caciara. BARZELLETTE Più tir, meno Tar IL PD SI ASTIENE SULLA DISCUSSIONE, EVITANDO DI PRENDERE POSIZIONE SULLA VICENDA. COME DON ABBONDIO. O PEGGIO MESSINA. Visto che da qualche tempo in consiglio comunale fioccano le citazioni letterarie (la maggior parte a sproposito), forse, per commentare la seduta di martedi 15, sarebbe necessario citare don Abbondio. Perchè, alla discussione sulla questione Tir proposta da Daniele Zuccarello, Claudio Cardile e Donatella Sindoni, si è preferito dare spazio a quella sulla chiusura (già evitata per una norma nazionale) del Tar di Catania. Ancora una volta, protagonista in negativo è stato il Pd, che si è astenuto o ha votato contro (come Dr, Megafono, Udc e Paolo David, unico del Pd che ha avuto comunque il merito di aver preso una posizione) sul prelievo della delibera. Astensione pelosissima, in questo caso, perchè subito dopo è stato centonove pagina 12 convocato un consiglio “aperto” per discutere la questione, ma venerdi 18, a ordinanza già firmata. E doppiamente “peloso”, perchè da regolamento comunale, i consigli aperti non possono adottare decisioni amministrative. Un tristissimo “prendere tempo” e attendere che gli eventi facciano il loro corso, per non prendere mai una posizione. E così, i pensieri dei più sono andati a Francantonio Genovese, leader del Pd locale e socio dei Franza nella Cartour. La certezza è che molti dei consiglieri astenuti abbia peccato in eccesso di zelo, perchè oggi le vicende armatoriali occupano, nella mente di Genovese, lo spazio di uno spillo, dati i fronti giudiziari nei quali il parlamentare è impelagato. E quindi? Meglio essere “più realisti del re”, tentando di dare un colpo al cerchio (i maggiorenti) ed uno alla botte (il pubblico). A favore della discussione hanno votato compatti i consiglieri di Cmdb, Fabrizio Sottile di Forza Italia e Piero Adamo, che sull’argomento, col circolo “vento dello Stretto”, si era espresso in tempi non sospetti al fianco “pugno duro” di Renato Accorinti. (A.C.) politica 18 Luglio 2014 FURNARI Mario Foti e le minacce che dividono E’ scontro sul consiglio straordinario chiesto dalla maggioranza di Pamela Arena Michele Carbone FURNARI. L’assessore lascia la giunta e accusa la maggioranza La delusione di Carbone Il politico si ritiene vittima del “fuoco amico” e contesta al sindaco di non averlo difeso. La replica del consigliere Gitto Falcone. «Il sindaco avrebbe potuto difendermi davanti alle ostilità della maggioranza ma non l’ha fatto». Queste alcune dichiarazioni di Michele Carbone, assessore dimissionario, subentrato nella giunta Cirella dopo che tutti i membri dell’esecutivo avevano lasciato il proprio incarico. Nominato lo scorso 9 dicembre, Carbone aveva ricevuto le deleghe ai Lavori pubblici, Viabilità e Urbanistica, settori dov’era più competente considerato il suo impiego all’ufficio tecnico del comune di Tripi. Ma sono bastati 7 mesi di attività amministrativa per indurre Carbone a rassegnare le dimissioni. A non essergli andato giù sembra che siano state le critiche dei componenti della maggioranza la quale «era solita mettere in difficoltà il mio operato polemizzando alcune mie iniziative». Secondo Carbone, «i consiglieri di maggioranza non gradivano né l’autonomia con cui il sindaco mi permetteva di lavorare, né la fiducia che mi mostravano i colleghi dell’esecutivo». L’ ex assessore Carbone si riferisce, uno fra tutti, alla raccolta differenziata. Carbone, inoltre, non ha negato difficoltà con l’ufficio tecnico «che non mi sembrava efficiente». A replicare è il capo gruppo di maggioranza, Mariano Gitto: «Le lacune all’ufficio tecnico che l’ex assessore evidenzia, sono sotto gli occhi di tutti e più volte è stato esortato ad essere più collaborativo con lo stesso ufficio, proprio in virtù della sua esperienza lavorativa. Probabilmente continua Gitto - i motivi reali delle dimissioni possono essere ricercati nel poco tempo che l’ex assessore riusciva a dedicare all’amministrazione, anche a causa del suo lavoro. Non gli siamo mai stati ostili. Eventuali perplessità erano sempre motivate». (P. A.) Furnari. Un consiglio comunale urgente per manifestare solidarietà relative alle “velate minacce” ricevute dal sindaco Mario Foti, ma la minoranza consiliare non ci sta. Dopo la notizia della chiusura della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea a cui il dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti ha revocato le autorizzazioni per le irregolarità riscontrate, cominciano le diatribe sui meriti di questa svolta. A tal proposito i consiglieri di opposizione del gruppo “ Giovani per Furnari”, considerano addirittura “eccessiva”, la necessità di convocare un consiglio comunale straordinario ed urgente per manifestare solidarietà al sindaco Foti che sarebbe stato oggetto di velate minacce per la chiusura degli impianti. I consiglieri di opposizione, infatti, tengono a precisare che se di chiusura oggi si parla è grazie a quel gruppo di cittadini di Furnari che a proprie spese “ha voluto ricorrere in sede giudiziaria, per far valere le ragioni di un’intera comunità martoriata ormai da anni dai miasmi provenienti dalla discarica”. Con una nota, infatti, i consiglieri, oltre a declinare l’invito del presidente del consiglio, che comunque ringraziano, intendono «evidenziare il comportamento poco corretto del primo cittadino, quando intende prendersi dei meriti che non gli spettano, omettendo colpevolmente la fondamentale iniziativa di coloro che pur privi di incarichi politici hanno quasi totalmente a proprie spese sostenuto un ricorso al Tar e proposto appello al Cga – si legge in una nota – ». Aspetto, questo, evidenziato anche da uno dei ROMETTA Caso La Face: «Merlino non faccia il puro» LA MINORANZA ATTACCA DOPO LA CONDANNA ERARIALE DELL’ASSESSORE Rometta. Il vice sindaco Giuseppe Laface viene condannato per danno erariale ma la minoranza attacca il sindaco Nicola Merlino. «Sul futuro della sua attività amministrativa Laface può prendere solo una decisione morale, che noi rispetteremo - scrive in una nota il gruppo “Continuiamo Insieme per Innovare” - a dichiararsi invece campione di moralità, a ostentare il vessillo della purezza assoluta, sua e dei suoi, è stato – prima e dopo la recente campagna elettorale – il superiore in grado di Laface, il sindaco Merlino. Il quale sapeva anche lui della condanna in primo grado per «colpa grave e danno erariale» di Laface (nella qualità di ex vertice dell’Iacp di Messina), e tuttavia, come se nulla fosse, ha continuato ad autoproclamarsi l’immacolato e a esaltare la purezza della sua coalizione a fronte di avversari – a suo dire – moralmente disonorati». «Le sentenze non le commento - replica Laface - ma le appello come farò in questo caso». Giuseppe Laface centonove pagina 13 Zothecas amputat cathedras, quod firmatari del ricorso, Armando Lopes, il quale dichiara che “«bisogna riconoscere i meriti di quei cittadini che allora, come ora, continuano a battersi anche per segnalare il conferimento in discarica di materiale non conforme a quanto prevede la legge, come l’amianto». A queste dichiarazioni rispondono i consiglieri comunali di maggioranza che con un altro documento evidenziano che «se di chiusura oggi si parla è grazie alla partecipazione, anche se non richiesta, del sindaci Mario Foti alla Conferenza di servizio dello scorso 24 gennaio, nella quale è stata sospesa sia la richiesta del terzo ampliamento della discarica in contrada Zuppà, sia la richiesta di costruzione di un impianto di biostabilizzazione. E’ stato il sindaco Foti, inoltre, a segnalare per la prima volta a tutte le autorità competenti, le irregolarità collegate alla discarica - si legge fra le altre cose nella nota -Ciò' non sarebbe accaduto se in sede di quella Conferenza di servizi, che porto' alle Autorizzazioni Aia del maggio 2009, il comune si fosse presentato con l’amministratore dell'epoca ad evidenziare la distanza dell'invaso dai suoi pozzi di approvvigionamento idrico e dal centro urbano. Ne' tantomeno se, invece dei cittadini, il ricorso contro l'ampliamento fosse stato proposto a suo tempo dalla stessa amministrazione comunale». 18 Luglio 2014 politica L’INTERVISTA. I ricordi di Orazio Calamuneri, consigliere comunale dal 1985 MONFORTE «La mia Barcellona» Club “Forza Silvio” Scilipoti taglia il nastro Il decano dell’aula rivaluta anche gli ex nemici politici. «Il senatore Santalco l’ho sempre contestato ma era un “sindaco del fare”. Nania lo voleva imitare ma non c’è riuscito» DI GIOVANNI FRAZZICA BARCELLONA. Orazio Calamuneri, cosigliere comunale di lungo corso al Comune di Barcellona (Pd), si rende disponibile a ripercorrere le tappe della sua lunga carriera politica. “Se penso alla mia esperienza di consigliere comunale, forse più di tanti altri avrei tanti ricordi, tanti episodi, tante persone e personaggi da raccontare. Da avversario politico devo ammettere che se Barcellona ha avuto un “Sindaco del Fare” quello è stato il senatore Carmelo Santalco. A lui si devono numerose fondamentali realizzazioni come la rete idrica cittadina, le case popolari, la valorizzazione dello scalo ferroviario, il ruolo dell’Ospedale e tante altre cose che non sto qui a ricordare, perché Santalco era un sindaco intervenitista, incombente, visto con gli occhi dell’oppositore, quale io ero, ma dal punto di vista amministrativo non si può negare che sia stato una grande risorsa per la città. Era capace anche di mettersi in contrasto con i vertici regionali e nazionali del suo partito, quando c’erano in gioco gli interessi di Barcellona”. Dopo Santalco come cambiò la politica barcellonese? ”Ricordo che a Santalco succedette il cavaliere Emanuele Bisignani e poi Antonino Calabrò. A questi fece seguito nella gestione della sindacatura l’avv. Giovanni D’Amico, uomo di grande cultura e con una personalità molto forte, una persona che ancora oggi ricordo con molta ammirazione. A lui succedette Carmelino Munafò, funzionario dell’Iacp, politicamente molto vicino al senatore Santalco. Dopo l’esperienza Munafò, per un breve periodo c'è stato l'avvocato Enzo Amato, Orazio Calamuneri infine tornò a fare il Sindaco, per l’ultima volta, il sen. Santalco, poi lasciò definitivamente, e fù proprio allora che ebbe inizio una nuova fase, quel declino di Barcellona che, purtroppo, ancor oggi viviamo. Incominciò proprio all’epoca della sindacatura di Roberto Molino, seguita all’ultima gestione Santalco, ma con ciò, ovviamente, non intendo gettare la croce addosso a Molino, perché mi rendo conto che in alcuni passaggi epocali concorrono anche diversi fattori esterni. A Molino seguì l’esperienza entusiasmante di Franco Speciale, che si caratterizzò per una particolare attenzione nei confronti dei problemi sociali che, da allora, non si è più vista”. Però poi vinse il cetro-destra. “Si, Candeloro Nania aveva delle grandi ambizioni, voleva diventare un nuovo Santalco, purtroppo, per lui e per la città, molti dei suoi progetti non sono giunti in porto. Su una situazione di degrado economico e sociale, per quei fenomeni di protesta popolare e di malcontento che sono germogliati un po’ ovunque, Maria Teresa Collica ha vinto le ultime elezioni. Oggi galleggia anche lei in una situazione in cui lo sfilacciamento delle forze politiche tradizionali non si è ancora ricomposto, anche se ci sono importanti segnali positivi, mentre invece la crisi economica si è notevolmente aggravata. Dopo la chiusura dell’Hotel Sant’Andrea a Barcellona c’è un solo albergo. Non è passato il Prg per definire la “Città dei Servizi”, nella zona industrale, praticamente morta, hanno cessato le attività i produttori di laterizi, l’Electromobil, i manufatti Siemens e IL NUOVO SODALIZIO AZZURRO DEDICATO A GAETANO MARTINO MONFORTE SAN GIORGIO. E’ stato inaugurato il Club Forza Silvio “Gaetano Martino”, presso l’istituto dell’associazione “Maria Immacolata” di via Principe di Piemonte. Relatori il sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea Salvatore Bucolo e Rosa Maria Aliquò, presidente del club dedicato alla memoria del compianto ministro Gaetano Martino, protagonista del rilancio europeo a metà degli anni cinquanta. Le conclusioni dell’incontro inaugurale, cui hanno partecipato alcuni giovani del luogo ad altri esponenti del comprensorio, sono state riservate al senatore di Terme Vigliatore Domenico Scilipoti, promotore del sostegno al “Silvio nazionale”, che ha promosso anche il sostegno del gruppo forzista messinese alla manifestazione"Uniti con il Presidente per ritornare a vincere" di Roma, del 10 Luglio scorso, presso la Sala Poli in Via del Pozzetto. tanti altri. Se in questo quadro catastrifico si blocca anche la “Piattaforma Intermodale Merci”, realizzabile con un project financing e capace di dare alla luce del sole decine di posti di lavoro, non si capisce bene la funzione della politica comunale”. Ma ora il Pd, il suo partito, entra in maggioranza, non pensa che cambierà la politica a Barcellona? “Se così fosse qualcosa cambierebbe certamente, penso invece che stiamo assistendo ad uno strano balletto che serve, allo stato, a confondere le idee. Più che alla sostanza di un dialogo politico si punta al formalismo di una copertura, da un lato, mentre dall’altro lato qualcuno sogna una poltrona di Assessore. Questo non serve ne alla Collica, ne al Pd, ne tantomeno alla città”. TORREGROTTA Sette consiglieri “bacchettano” i responsabili d’area LIA BERNAVA SI FA PORTAVOCE DELL’OPPOSIZIONE CHE CHIEDE MAGGIORE RISPETTO DELLE DELIBERAZONI DELL’AULA Lia Bernava Acque agitate nel Comune di Torregrotta dove 7 consiglieri comunali puntano il dito contro la struttura amministrativa. “E’ successo di nuovo che i responsabili d’area non si attengono alle decisioni prese dal Consiglio - scrive Lia Bernava anche a nome dei colleghi Giovanni Scaglione, Giuseppe Ordile, Domenico Grasso, Giuseppe Pavone, Giuseppe Polito e Nicola Spada - Deliberazioni che agevolano i cittadini ed ai quali non viene data la pubblica comunicazione, come è avvenuto per la proroga del pagamento della tassa sui rifiuti per gli anni 2012 e 2013, che centonove pagina 14 dal 5 maggio 2014 è stata decisa anche con la immediata esecutività! Così anche per la deliberazione relativa all’annullamento delle procedure di cui al bando di gara relativo al Piano delle alienazioni anno 2012, discussa in aula il 23 giugno scorso, durante la quale il responsabile dell’area tecnica ha comunicato che quella stessa mattina sono stati stipulati i contratti con gli assegnatari dei lotti di viale Europa, mentre il contratto riguardante la via Pavese era già stato stipulato il 16 giugno”. I consiglieri chiedono maggiore aderenza alle direttive impartite dall’organo politico. 18 Luglio 2014 sicilia MESSINA. La città scende in campo per il suo presidio sanitario più antico. Riconvertito dalla Regione Piemonte, “pronto soccorso” Nelle linee dell’assessorato, dovrebbe diventare un polo materno infantile, sopprimendo un punto emergenze necessario al centro. Un’idea sviluppata durante la battaglia per i punti nascita, che oggi diventa un boomerang MESSINA. Prima la chiusura dei padiglioni per il rischio sismico (rilevato già dal 2007), poi la decisione di chiudere i battenti (rientrata), infine una battaglia per i punti nascita, neanche nel 2013, che oggi diventa il principale contrappasso che potrebbe subire l’Ospedale Piemonte di Messina. Già, perché la riconversione del più antico edificio sanitario di Messina (la cui costruzione risale al 1911) in Polo materno infantile potrebbe segnare la fine di tutte le attività svolte, in primis il pronto soccorso, lasciando senza luogo di cura i pazienti del centro città. Gli altri due ospedali esistenti, il Policlinico e il Papardo, si trovano infatti ai poli opposti della città. TUTTI IN CAMPO. «Quando si decide di riconvertire un punto centrale, occorre preliminarmente organizzare un dibattito pubblico», accusa il deputato dell’Udc, Gianpiero D’Alia, sottolineando come la notizia della riconversione sia stata data dal manager del polo Papardo-Piemonte, Michele Vullo, in un incontro con dirigenti e sindacati. Al di là di ciò, D’Alia ha una proposta: «Come ho detto all’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, bisogna organizzare un incontro coinvolgendo tutta la città». Su questo terreno, si sono già mossi i deputati Dr all’Ars, Marcello Greco e Giuseppe Picciolo: «Riteniamo essenziale indire un tavolo tecnico al fine di presentare una proposta condivisa che esalti le caratteristiche dell’Ospedale Piemonte». L’incontro, a cui avrebbero dato disponibilità i due direttori regionali Ignazio Tozzo e Totò Sammartano, nonché quelli delle aziende cittadine, dovrà chiarire i termini dell’operazione, che non può L’Ospedale Piemonte nei primi anni dopo la sua realizzazione essere di «“maquillage” e ridimensionamento sanitario». E mentre la politica scende in campo, dai deputati Ncd Garofalo, Germanà e Mancuso, all’onorevole regionale di Fi, Bernadette Grasso, fino ai consiglieri comunali e il sindaco, tra i sindacati è anche scoppiata la baruffa. Ecco perché. FRIZIONI SINDACALI. Lo scontro frontale è stato tra la Cgil, da una parte, e la Cisl e la Uil, dall’altra. Per il primo sindacato, infatti, gli altri sapevano già tutto, e anzi avevano avallato l’operazione, nata ai tempi del commissario Armando Caruso. E, in effetti, l’ultimo capitolo della vicenda si era registrato all’epoca della questione punti nascita (a Messina ne erano previsti due), che aveva visto Cisl e Uil in prima linea per difendere la posizione del Piemonte. LA STORIA Cento anni di attività L’OSPEDALE PIEMONTE è stato costruito nel lontano 1911 con i fondi raccolti dai cittadini piemontesi in favore della città di Messina colpita dall'immane disastro del terremoto del 28 dicembre 1908. Il Nosocomio, situato all'epoca in zona marginale rispetto al centro cittadino, fu costruito adiacente al torrente Zaera ed rea dotato inizialmente di 200 posti letto. Ma già nella relazione del progettista, in data 1 settembre 1912, si accennava alle impellenti necessità di ampliare con nuovi padiglioni l'esistente, per aumentare i posti letto e fare fronte alle richieste cittadine di ricovero. La gestione dell'Ospedale, nella fase iniziale, fu affidata ad un Comitato Provinciale di Assistenza e Beneficenza. E' soltanto nel 1971 che viene costituito l'Ente Ospedaliero Regionale Piemonte, con una capienza di circa 712 posti letto. Per molti anni il Nosocomio ha rappresentato il polo scientifico sanitario cittadino, in quanto ospitava solo Cliniche Universitarie, ed è stato un punto di riferimento importante e significativo non soltanto per Messina e Provincia, ma anche per le altre Province siciliane e non. Nel 1982, a seguito dell'attuazione della Legge 833/78, l'Ospedale Piemonte viene inserito nella Usl 42 Messina Sud, in un ambito territoriale che va dal viale Europa al comune di Roccalumera. Nel 1995, a seguito del Decreto Legislativo 502/92 e Legge Regionale 34/95, viene costituita l'Ospedale "Piemonte" di secondo livello per l'emergenza. Al Piemonte, è stato dedicato unl libro a cura di Nino pricipato, “L’Ospedale Piemonte 1911-2011”. UN PRESIDIO “CENTRALE”. Dotato di una piastra chirurgica, che servì anche a sopperire il periodo in cui 11 padiglioni su 20 erasto chiusi per rischio sismico, il “Piemonte” è l’unico riferimento per il territorio della IV Circoscrizione e per parte della III e della V. Recentemente, lo scorso giugno, a elogiare i medici per l’assesitenza fornita alla madre, è stata l’attrice Mariagrazia Cucinotta. (D.D.J.) IL PERSONAGGIO Da infermiere a manager RITRATTO DEL DIRETTORE GENERALE DEL POLO PAPARDO TRANSITATO DALLA FP CGIL ALLA GESTIONE DELLA SANITÀ Michele Vullo NEL 2002, con il libro “Bisturi e nuvole. La faccia triste della sanità siciliana tra riforme e illegalità” (DoraMarkus), aveva provato a individuare, analizzandoli a fondo, i motivi che hanno portato il sistema sanitario siciliano a essere considerato, come viene affermato nell’introduzione “tra i più arretrati del Paese”. In quell’anno, Michele Vullo, nato a Caltanissetta, direttore generale dell’Azienda Papardo Piemonte, aveva appena terminato l’incarico come segretario generale della Fp Cgil ed era andato a lavorare presso l’Azienda Ospedaliera Santobono-Pausilipon di Napoli. Infermiere professionale, centonove pagina 15 quindi laureato in Scienze Politiche, Vullo, nel suo libro, sostiene che i Governi della Regione Sicilia hanno operato sempre in direzione opposta a quella di una “politica omogenea e finalizzata al miglior utilizzo delle risorse disponibili”. Eppure, ma sarà una leggenda metropolitana, in occasione dell’annuncio della riconversione del Piomente, Vullo avrebbe chiosato in dialetto: “Attaccu u sceccu unni voli u patruni”. Il 10 febbraio scorso, in occasione del dibattito sulle nomine dei direttori generali della Sanità, da direttore amministrativo del Policlinico di Messina, Vullo aveva scritto a Crocetta: “Nella sua rivoluzione non sembra che il merito abbia un grande posto. Ciò che si percepisce... è una particolare attenzione non al merito ma alla fedeltà di una stagione, al cambiare casacca per compiacere chi comanda. Comportamenti che trovano riscontro nei criteri da lei indicati per la selezione dei futuri direttori generali delle aziende sanitarie. Criteri in cui non c’è traccia di alcuna valutazione del merito...”. 18 Luglio 2014 sicilia MESSINA. Il rettore dell’Università si prepara al taglio dei dipartimenti. Per agevolare la rappresentanza e... Nararra revolution Lo Schiavo, che cattiva! Dalle ventuno attuali, le strutture dovrebbero diventare dodici. Un passaggio che inciderà sull’elezioni dei nove rappresentanti eletti dal collegio dei direttori. Togliendo potere soprattutto alle ex facoltà di Medicina e Scienze DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Non solo un taglio netto delle posizioni di responsabilità negli uffici amministrativi, che scenderanno da 296 a 170, ma anche una sforbiciata al numero dei dipartimenti, che ritornano a dodici invece degli attuali 21. È questa l’altra “riforma” meditata dal rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra, e già accennata agli organi di governo accademici. Un cambio di rotta, quello riguardante il Senato, che potrebbe comportare una riforma dello Statuto (per ridurre ulteriormente a livello numerico i componenti), ma che incide “politicamente” a monte. COME FUNZIONA. Attualmente, a il Senato Accademico è composto dal Rettore (che lo presiede), da nove Direttori di Dipartimento eletti a maggioranza dal Collegio dei Direttori di Dipartimento (così da assicurare la pari rappresentanza delle tre macro-aree Scienze e tecnologie formali e sperimentali, Scienze della vita e Scienze umane, politiche e sociali), da quattro professori ordinari, quattro professori associati e quattro ricercatori a tempo indeterminato in rappresentanza delle aree scientificodisciplinari (Scienze matematiche e informatiche, Scienze fisiche e Scienze della terra, Scienze chimiche, Ingegneria civile e Architettura e Ingegneria industriale e dell’informazione, che fanno parte della macro-area 1; Scienze biologiche, Scienze mediche e Scienze agrarie e veterinarie, cha afferiscono alla macro-area 2; Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche, Scienze Il rettore dell’Ateneo di Messina, Pietro Navarra giuridiche, Scienze economiche e statistiche, Scienze politiche e sociali, che sono raggruppate nella macro-area 3), da cinque studenti, da tre rappresentanti del personale tecnicoamministrativo e dei lettori e collaboratori esperti linguistici, da un rappresentante dei ricercatori a tempo determinato, da un rappresentante dei dottorandi e degli assegnisti e da un rappresentante degli specializzandi. E COSA CAMBIA. La riduzione del numero dei dipartimenti inciderebbe soprattutto sull’elezione dei nove rappresentanti in seno al collegio dei direttori di dipartimento, perché, prevedendo alcuni accorpamenti inevitabili, la forza di alcune ex facoltà, IL PERSONAGGIO Scienze in primis e poi Medicina, si andrebbe sostanzialmente riducendo. Allo stato attuale, i dipartimenti sono questi, anche in riferimento alle ex facoltà (alcuni dipartimenti, però, sono anche a cavallo e non perfettamente discendenti): Civiltà Antiche e Moderne (1, ex Lettere), Fisica e Scienze della Terra, Matematica e Informatica, Scienze Biologiche e Ambientali, Scienze Chimiche, Scienze dell'Ambiente, della Sicurezza del Territorio, degli Alimenti della Salute (5, ex Scienze); Giurisprudenza, Scienze Giuridiche e Storia delle Istituzioni (2, ex Giurisprundenza); Ingegneria Civile, Informatica, Edile, Ambientale e Matematica Applicata, ORMAI HA FAMA di “cattiva”, ma la sua filosofia, finita sulle colonne del Corriere della Sera, è questa: “Ritengo di essere un dipendente pubblico che prova a fare bene il proprio dovere”. A parlare è Sandra Lo Schiavo, docente di Chimica generale e inorganica nel corso di Biologia marina dell’Università dello Stretto, divenuta leggendaria per le sue bocciature. Il perché? Solo gli scritti per l’ammissione agli orali non vengono superati da molti (si parla del 70%). Cattiveria? No, molto Sandra Lo Schiavo più semplicemente, gli studenti si presentano senza studiare. Per capirlo, basta leggere i compiti che la docente conserva (“Da mettersi le mani ai capelli”). Il titolo di “più cattiva d’Italia” sembra sia frutto della ritorsione per la bocciatura di uno studente della “Messina bene”. Alla docente è giunta la solidarietà del rettore: «Le notizie dimostrano l’attenzione rivolta verso il riconoscimento del merito da parte della docente e dei colleghi del Dipartimento». Ingegneria Elettronica, Chimica e Ingegneria Industriale (2, ex Ingegneria); Medicina Clinica e Sperimentale, Neuroscienze, Patologia Umana, Scienze Biomediche e delle Immagini Morfologiche e Funzionali, Scienze Pediatriche, Ginecologiche, Microbiologiche e Biomediche, Scienze Sperimentali Medico-Chirurgiche Specialistiche ed dontostomatologiche (6, ex Medicina); Scienze Cognitive della Formazione e degli Studi Culturali (1, ex Scienze della Formazione); Scienze del Farmaco e Prodotti per la Salute (1, ex Farmacia); Scienze Economiche, Aziendali, Ambientali e Metodologie Quantitative (1 ex Economia); Scienze Umane e Sociali SENTENZE Risarcimenti per due IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE LE DOGLIANZE DI DUE BOCCIATI AI TEST. A PAGARE, MIUR E ATENEO MESSINA. Una tegola da decine di migliaia di euro sull’Ateneo di Messina. A sganciarla è stato il Consiglio di Stato che ha accolto le richieste degli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, stabilendo che gli errori, diretti o indiretti, si pagano, sia che a commetterli sia il Ministero dell’Università che l’Università che applica le sue indicazioni. La decisione è l’ultimo capitolo delle denunce presentate nel 2010 dai legali in seguito al concorso per l’ammissione al corso di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo. Un concorso le cui modalità, secondo il Consiglio, invalidavano la graduatoria finale. La prassi, infatti, prevedeva che, in tutta Italia, i Commissari d’esame fossero a conoscenza del codice segreto abbinato al candidato, rendendo nullo l’anonimato. I Giudici di Palazzo Spada hanno deciso non solo per l’ammissione dei ricorrenti, ma anche il risarcimento di un danno che a Messina costerà anche 10.000 euro di spese legali. Il Miur, invece, ne dovrà risarcire 20 mila a testa, totale quarantamila. Questo la posizione dell’Ateneo guidato da Pietro Navarra: “In merito alla sentenza del Consiglio di Stato relativa alla riammissione degli studenti che hanno sostenuto i test per l’accesso alla Facoltà di Medicina negli anni passati, l’Università di Messina precisa quanto segue. La sentenza in oggetto riguarda solo 2 studenti, per tutti gli altri che hanno centonove pagina 16 proposto ricorso vale soltanto come precedente pur autorevole, ma non vincolante. Ogni singola causa avrà pertanto il suo corso e l’esito che il giudice riterrà di volta in volta secondo giustizia. Nulla può dire l’Ateneo in merito al numero di ricorrenti in tutta Italia, che secondo un’agenzia di stampa sarebbero 5.000. Ciò che invece risulta all’Ateneo di Messina, è che l’errore rilevato dal Consiglio di Stato è frutto di un ordine del Miur ricevuto da tutte le commissioni italiane e, pertanto, anche da quelle di Messina. L’Università peloritana, quindi, risulta essere parte lesa e ritiene che, qualora dovesse risultare una responsabilità generalizzata e questa prima sentenza dovesse essere confermata, dovrà essere lo stesso Ministero a farsi carico del problema e non i singoli atenei”. 18 Luglio 2014 sicilia RIFORMA DELL’ORGANIZZAZIONE Leonardi: «Troppi responsabili su 750 dipendenti» MESSINA. Il ternine dato ai sindacati era il 18 luglio, data dalla quale la riforma dell’organizzazione dell’Ateneo di Messina prenderà forma con una nuova bozza, definitiva, da portare alla discussione finale. Una rimodulazione non da poco, quella pensata dal rettore dell’Università, visto che prevede un disegno composto da 21 aree, le 6 direzioni, 70 settori, 175 uffici e 28 staff. Il risultato più evidente sarà un taglio netto delle posizioni di responsabilità, che scenderanno dalle 296 odierne a 160. A essere tagliate, le figure intermedie sotto il dirigente che compongono le strutture (capoarea, caposettore e capoufficio), a cui si sostituiranno soltanto un responsabile dell’unità organizzativa e e un responsabile operativo. È questo uno dei nodi centrali che sono in discussione con i sindacati, ovvero la perdita di posizione di prestigio e, conseguentemente, della relativa indennità (a meno che non si decida di prevedere figure specialistiche). Teoricamente, comunque, la riorganizzazione non porterà un risparmio, ma solo una diversa distribuzione delle risorse al personale. Spiega Salvatore Leonardi, componente del consiglio di amministrazione, già direttore generale del Policlinico e direttore amministrativo dell’Università di Reggio Calabria: «Non è, ovviamente, una questione economica, anche perché le somme cosiddette accessorie legate ai ruoli resteranno sempre al personale in quanto sono poste in bilancio che non possono essere aumentate e neanche diminuite. Lo scopo della riforma - aggiunge è accentuare le responsabilità del personale e snellire le procedure. Il senso, insomma, è quello di accelerare e responsabilizzare tutti al massimo. In questo modo, i (1, ex Scienze Policiche); Scienze Veterinarie (1, ex Veterinaria), Scienze del Farmaco e prodotti per la Salute (1, ex Farmacia). Dove si deciderà di procedere con gli accorpamenti, considerato che Medicina e Scienze, insieme, assommanno 11 dipartimenti? Tecnicamente, dalla sua, la ex facoltà di Medicina può sostenere che la suddivisione è inevitabile perché dettata dai campi di azione. Lo stesso discorso potrebbe valere per Scienze, dove però, sembra che nel mirino vi sia Scienze dell'Ambiente, degli Alimenti della Salute, diretto da Giacomo Dugo, già candidato concorrente di Navarra alle ultime elezioni. Salvatore Leonardi percorsi dei procedimenti saranno più chiare e veloci, non dovendo passare da un ufficio all’altro e da una persona all’altra. Allo stato attuale, l’Ateneo di Messina conta 750 impiegati a vario titolo, compreso il personale assegnato ai dipartimenti e, in tutta franchezza, 296 assunti con posizioni di responsabilità a vari livelli era assoultamente eccessivo». Allo stato attuale, infine, non sembra che verranno soppresse figure in pianta organica da destinare ad altri compiti: quella in corso, infatti, è solo una riorganizzazione e razionalizzazione. (D.D.J.) LA TEMPISTICA. Tutto andrà di pari passo con le modifiche allo Statuto, in maniera tale da ricomporre i dipartimenti tra gennaio e febbraio e quindi procedere alle nuove elezioni degli organi collegiali entro marzo, dopo aver effettuato le consultazioni per il rinnovo delle componenti studentesche. Entro l’estate, la bozza di modifica del numero dei dipartimenti verrà inoltrata a quelli esistenti per potersi esprimere nel nome della “collaborazione” che Navarra vuole siano il tratto distintivo della sua gestione. La cosa, però, non sarà facile, perché, al di là di direttive di massima sulle aree da accorpare, dovranno essere i dipartimenti stessi a ricomporsi, mentre i docenti afferenti saranno chiamati ad aderire a questo o a quel nuovo dipartimento. UN ANNO DI NAVARRA. Progettazione, rifunzionalizzazione, aggregazione, trasparenza, cultura e tecnologia, sono queste le parole chiave che hanno caratterizzato la conferenza stampa in cui il rettore ha tracciato un bilancio a un anno dall’insediamento, nel luglio 2013: «I risultati raggiunti sono sicuramente merito di tutti. Collaborare, nel significato originario del termine lavorare insieme: è questa la linea guida che ha ispirato l’azione dell’amministrazione. Questo è quanto fatto fino ad ora: accelerazione processo verbalizzazione on line; approvazione assestamento di Bilancio dell’esercizio finanziario 2013; adozione Piano triennale anticorruzione; attivazione collegamento in fibra ottica tra la sede centrale e il Policlinico; introduzione (primi in Sicilia) del mandato informatico; istituzione Ciam e Centro Statistico; acquisizione locali ex Biblioteca regionale; accoglienza profughi al Palanebiolo; istituzione nuovo CusUnime; nomina nuovo Consiglio d’Amministrazione; informatizzazione: gestione contratti pubblici in rete; protocollo d’intesa con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria; rete di collaborazione interuniversitaria; nuovi criteri per premiare la qualità della ricerca; approvazione di misurazione e valutazione della performance organizzativa e individuale; donazione 15.000 euro ad associazioni di volontariato; processo di verbalizzazione esami e valutazione online della didattica; istituzione Centro Orientamento e Placement; avvio delle consultazioni per le modifiche allo Statuto; percorsi didattici comuni con l'Università di Tunisi; istituzione Centro studi e ricerche sulla criminalità mafiosa e sui fenomeni di corruzione politica-amministrativa; bilancio 2014 approvato all'unanimità; completamento e apertura in tutti i mesi dell’anno della piscina scoperta di Unimesport; appalto per nuova Casa dello Studente al Policlinico; inaugurazione mostra “Zipelli”; nuova Offerta formativa; protocollo con l’Agenzia Nazionale per i Giovani; approvati Corsi di Dottorato con aumento risorse; giornata dedicata a “Il Gattopardo”; organizzazione, con le associazioni studentesche, dell’iniziativa “Scalinata mundial”; riorganizzazione struttura amministrativa; certificazione abitabilità per residenze sportive Cittadella dell’Annunziata; approvazione progetto Centro Medicosportivo presso la Cittadella dell’Annunziata; approvazione progetto ristrutturazione ex Biblioteca regionale; approvazione progetto per realizzazione nuova palestra; completamento ristrutturazione Villa Amalia, all’interno di Villa Pace; organizzazione “Messina Sea jazz” e master class. APPUNTAMENTI Alfano per le stragi IL MINISTRO DELL’INTERNO SARÀ IN CITTÀ IL 19 LUGLIO PER UN INCONTRO PER COMMEMORARE BORSELLINO MESSINA. Una giornata per commemorare il giudice Paolo Borsellino e tutte le vittime della strage di via D’Amelio (in occasione dell’anniversario) e per ribadire l’impegno dell’Ateneo di Messina nella lotta alla mafia ed ai fenomeni di corruzione. È questo lo scopo della giornata organizzata dall’Università che vedrà tra gli ospiti, Angelino Alfano, Ministro dell’Interno. Sabato 19 luglio, alle ore 9.30, presso il Dipartimento di Scienze giuridiche e Storia delle Istituzioni, si svolgerà un momento di riflessione che sarà anche l’occasione per presentare i master di I e II livello in “Prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso, della corruzione politica-amministrativa. Amministrazione e gestione dei patrimoni confiscati alla mafia”. Nel corso dell’incontro, presso il Dipartimento di Scienze giuridiche e Storia delle Istituzioni, si svolgerà un momento di riflessione che sarà anche l’occasione per presentare i master di I e II livello in “Prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso, della corruzione politica-amministrativa. Amministrazione e gestione dei patrimoni confiscati alla mafia”. Nel corso dell’incontro, il cui tema è “Contro le mafie. In ricordo di Paolo Borsellino”, dopo i saluti del Rettore, Pietro Navarra, di Nicola Fazio centonove pagina 17 (Presidente della Corte d’Appello di Messina), di Giovanni D’Angelo (Procuratore Generale della Repubblica di Messina), di Antonino Totaro (Presidente del Tribunale di Messina), di Francesco Celona (Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina) e di Enrico Spicuzza (Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Messina), si terrà una tavola rotonda moderata da Antonio Saitta, Prorettore alla Legalità, trasparenza e processi amministrativi dell’Ateneo. Interverranno, inoltre, i professori Giovanni Moschella (Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche e Storia delle Istituzioni), Luigi Chiara (docente di Storia Contemporanea) e Liliana Todaro, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina. R.C. 18 Luglio 2014 sicilia INCHIESTA. Aria, acque e sottosuolo messe a rischio dai lavori di ampliamento della discarica Bomba ecologica Mazzarrà “Fortissime ripercussioni di carattere ambientale”, scrivono i tre membri della commissione, tra valutazioni d’incidenza “postume” e autorizzazioni successive alla realizzazione delle opere La discarica di Mazzarrà sant’Andrea DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. La discarica di Mazzarrà sant’Andrea è da chiudere. Firmato Anna Abita, Livia Di Franco e Mara Fais, i tre membri della commissione messa in piedi dall’ex assessore regionale all’Energia Nicolò Marino per indagare sulle discariche private siciliane. Commissione che, per l’impianto alle porte del comune di Furnari gestito da TirrenoAmbiente, ha trovato tali e tante magagne nell’ampliamento dell’impianto da tirare in ballo aspetti gestionali, tecnici, finanziari e ambientali. Soprattutto ambientali. tali da farne una potenziale bomba ecologica. SALTANDO ALLE CONCLUSIONI. Dopo centosessanta pagine di cronologia degli eventi e raccolta e analisi della documentazioni, le tre commissarie giungono alla conclusioni: altre dieci pagine in cui demoliscono, punto per punto, il progetto di ampliamento della discarica di Mazzarrà sant’Andrea. E lo fanno in otto punti. Il primo spiega che la discarica è stata utilizzata in difformità rispetto alla legge. Perchè? “Il commissario delegato non ha finanziato l’opera e quest’ultima, una volta realizzata, non è stata trasferita all’amministrazione competente (Comune o Ato) per la successiva gestione ordinaria con le proprie disponibilità dell’impianto realizzato. Anche il decreto di Autorizzazione integrata ambientale (Aia), così come le opere realizzate, sono difformi da quanto previsto. Non solo: “Il decreto rilasciato non possiede le caratteristiche di conformità legislativa più volte richiamata, nè conseguenzialmente permette l’effettuazione di controlli efficaci sulle attività di gestione rifiuti autorizzate”. Dove le tre ci vanno giù pesante, però, è nel punto in cui si spiega, che si è cercato di “tappare una falla” nei nulla osta ambientali. TE LA DO IO LA SANATORIA. “La considerazione che il parere ambientale reso in conferenza, ad impianto realizzato, sia sostitutivo di una propedeutica Via (valutazione d’incidenza ambientale), rappresenta una modalità autorizzativa non prevista dalla norma”, si legge nelle conclusioni della lunga relazione. Perchè? Perchè “il rilascio di un’autorizzazione integrata ambientale di fatto a sanatoria - ammoniscono i tre commissari - di una discarica già realizzata in assenza delle autorizzazioni propedeutiche, utilizzata per la maggior parte della propria volumetria utile, senza alcuna certezza sul reale impatto sul territorio della stessa e sulla reale protezione delle matrici ambientali (sottosuolo, acque e aria), è assolutamente contraria ai principi imposti dalla stessa normativa di riferimento”. In poche parole, a discarica ultimata e già in gran parte utilizzata, si sono cercati i pareri ambientali. I rischi? Altissimi. RISCHIO AMBIENTALE. Perchè, a questo si aggiunge, scrive la commissione, “l’incertezza in merito alle caratteristiche della barriera di confinamento realmente realizzata al di sotto del corpo rifiuti”. Come mai quest’incertezza? Perchè non è stato trasmesso il progetto esecutivo dell’opera e non è stata verificata la conformità ambientale. Ciò comporta che “il quadro di riferimento ha delle fortissime ripercussioni di carattere ambientale nell’ambito della effettiva protezione messa in atto ed esistente sulle matrici suolo, sottosuolo ed acque”. Non bastasse, secondo la commissione, emerge che “la discarica è rimasta in difformità rispetto alle prescrizioni in merito alle emissioni in atmosfera. MINACCE E SOLIDARIETA’. “La chiusura della discarica può comportare la perdita del posto di lavoro di diversi padri di famiglia a cui va la nostra solidarietà, ma questo non può essere addebitato a chi come il Sindaco di Furnari in questi anni ha chiesto che venissero rispettate le regole e tutelata la salute dei cittadini”. A scriverlo sono i consiglieri comunali della “lista per Furnari”, che dichiarano “di sostenere e condividere tutte le iniziative politiche ed amministrative poste in essere dal Sindaco Mario Foti e dalla Giunta Municipale in merito alla suddetta discarica nella difesa degli interessi del comune di Furnari nonché in difesa della salute dei cittadini residente e dei beni ambientali del nostro territorio”. SALINA Salina non accetta...rifiuti IL NUOVO PIANO DI GESTIONE VIETERA’ L’INTRODUZIONE SULL’ISOLA DI MATERIALI NON “DIFFERENZIABILI” Salina. L’isola di Salina ai rifiuti ci pensa da sola. Dopo la Massimo Lo Schiavo costituzione del nuovo Aro che coinvolge i tre comuni isolani (Santa Marina Salina, Malfa e Leni) approvato dalla Regione, il consiglio comunale di Santa Marina Salina ha approvato il piano d'intervento per il nuovo servizio di raccolta e spazzamento dei rifiuti da avviare sul territorio comunale, dando mandato al Sindaco Massimo Lo Schiavo di sottoscrivere la convenzione con gli altri due colleghi centonove pagina 18 dell'isola per costituire formalmente l'Ambito di Raccolta Ottimale "Salina". Si tratta della prima, ed al momento unica, isola minore della Sicilia ad essere dotata di un piano d'intervento in materia di rifiuti già approvato. Una svolta ritenuta rivoluzionaria che consentirà la riduzione dei costi: l'obiettivo a cui si punta nel breve è quello di avviare al recupero un materiale differenziato qualitativamente superiore a quello che attualmente parte da Salina, gestire interamente in loco ( anche attraverso la buona pratica del compostaggio ) la frazione umida e di vietare, attraverso apposite ordinanze, l'introduzione sull'isola di materiali non compostabili. Attualmente lo smaltimento dei rifiuti avviene esclusivamente tramite il trasporto sulla terra ferma con un costo annuo di 5 milioni di euro. Spesa che i comuni non riescono più a sostenere. 18 Luglio 2014 sicilia CARONIA. A distanza di 10 anni ritornano le combustioni misteriose Incendi? Chiamate Renzi Il sindaco Beringheli chiede al premier di rendere pubblici gli studi segreti della Marina Militare e della Protezione civile DI GIUSEPPE PISTONE Caronia. A questo punto gli estintori non bastano più: ora a Canneto di Caronia per spegnere le decine di combustioni quotidiane chiedono le “carte”. Per affrontare l’emergenza dei fuochi misteriosi ritornati a distanza di dieci anni, infatti, abitanti e amministratori comunali si sono rivolti al premier Matteo Renzi chiedendo di rendere pubblici i dossier realizzati da Marina Militare, Aeronautica, Protezione civile, servizi segreti e tutti coloro che hanno indagato sul borgo marinaro per capire una volta per tutte le cause delle combustioni. Episodi a cui nessuno, ancora oggi, ha dato una spiegazione. Secondo il sindaco, Calogero Beringheli, il “dramma di Canneto” è stato sottovalutato e chiede da un lato chiarezza al Governo, dall’altro ed un presidio permanente di protezione civile e vigili del fuoco. Lui è pronto ad emettere un’ordinanza di evacuazione. «Si sono spesi centinaia di migliaia di euro per individuare le cause, nel 2004 era la zona più monitorata d’Europa – Il sindaco Calogero Beringheli Nino Pezzino spiega il sindaco – ma non è cambiato nulla». E al telefono con il capo di gabinetto della presidenza della regione invoca a gran voce l’intervento di esperti di ingegneria elettronica per valutare il fenomeno: «non c’è tempo da perdere». Intanto scatta l’allarme per i 40 abitanti che temono per la loro salute, ma non vogliono lasciare la propria abitazione e la sorvegliano notte e giorno. Il comune ha dato loro in dotazione 7 estintori e una decina di mascherine antifumo per fronteggiare gli incendi. Un televisore staccato dalla presa che si incendia per ben 5 volte, contatori e prese della corrente che si sciolgono e continuano a funzionare, una tenda che si infiamma senza alcun motivo apparente. Ma a rendere ancora più inspiegabile il fenomeno, è l’incendio verificatosi nel corso di una riunione operativa, sotto le telecamere dei giornalisti, di una cesta in vimini con all’interno indumenti, ricami e borse, riposta nel sottoscala dell’abitazione di Nino Pezzino. «Di elettrico questa volta non c’era nulla. Siamo esasperati, stanchi e delusi – dice il signor Pezzino che si è ferito assieme al figlio durante un intervento – dopo 10 anni ritorna l’incubo, credevo che tutto fosse risolto, invece adesso tocca ritornare a difendere le nostre case». E si scatena il panico. «La frazione di Canneto di Caronia era un’oasi di pace e adesso è diventata un inferno - dice con un filo di voce Rosalia Mirabella che di primavere ne ha trascorse ben 70, sempre in questo borgo marinaro. Ha perso il marito Gaetano nel 2004, appena 40 giorni dopo quei maledetti incendi. «Il cuore mi scoppia di paura dice tra le lacrime. Ma da qui non andrò via». S’infittisce dunque l’ombra del “mostro giallo”, come lo chiamano da queste parti. Un evento che lascia sbigottiti, increduli e in lacrime i poveri abitanti di fronte all’ennesimo fenomeno incendiario. Ma tra i roghi “misteriosi” intanto spunta un altro giallo. Ancora più inquietante. Ancora più grave. «Vogliamo sapere tutta la verità sugli studi effettuati nel 2004 dei quali l’amministrazione di Caronia non è mai stata portata a conoscenza – dice il sindaco Beringheli - ho scritto al premier Matteo Renzi di portare alla luce questi benedetti studi per capire cosa sia successo realmente». Il primo cittadino lancia un duro appello alle istituzioni e scrive alle più alle cariche dello Stato, tra cui al Capo della La signora Rosalia Mirabella mostra i suoi ricami bruciati dagli incendi Protezione Civile, al presidente del consiglio dei Ministri, al dirigente regionale dell’Arpa, al presidente della Regione, Rosario Crocetta, per conoscere tutta la verità sui risultati degli studi interistituzionali di lavoro per l’osservazione dei fenomeni di Canneto, istituito dall’ex presidente Silvio Berlusconi con ordinanza n. 3428 del 29 aprile 2005, a cui hanno collaborato anche Marina Militare, Aeronautica militare e altri organismi competenti. Il primo cittadino intende andare fino in fondo in questa vicenda e minaccia di presentare una denuncia cautelativa per “omissione di intervento” contro le autorità interpellate. Intanto tra i cittadini si è già scatenata l’angoscia e si teme che tali fenomeni siano nocivi per la salute. E richiedono uno screening medico. «Già dieci anni fa lo avevamo chiesto – spiega il portavoce, Nino Pezzino – ma non ci hanno mai risposto, la verità è che neanche ci considerano. Negli ultimi anni, nel silenzio generale, si sono registrati ben 7 casi tra decessi e malati di tumore. Ma a nessuno importa». Un numero allarmante per una piccola frazione di appena 40 abitanti. Nel 2004 come si ricorderà la protezione civile fece redigere un nuovo progetto elettrico e vennero cambiati tutti gli impianti delle abitazioni e infine collaudati. Ma questo non è bastato a tranquillizzare Catena Cangemi, la più longeva del quartiere, 88 anni. «La notte non riesco più a riposare, sento sempre quella puzza di fumo ed ho paura di vedere la mia casa avvolta dalle fiamme, ormai vivo in un forno elettrico». Intanto nessuno vuole abbandonare le case e trascorrono la notte sull’uscio organizzando a turno una ronda notturna. Lucia Pezzino al telefono cerca di rasserenare i suoi due figli, Anita e Greta, che da giorni non vivono più con lei, ma a casa di parenti a Santo Stefano di Camastra. «Sono esasperata - – dice scuotendo la testa». Lorenzina Di Pane, 78 anni, dopo i sacrifici di una vita per costruire una casa, non smette di piangere: «Ho visto il televisore sciogliersi, la presa della cucina bruciare ed un fumo asfissiante – ricorda – non ce la faccio più. Dieci giorni fa è venuto il parroco a benedire le nostre case e adesso è l’inferno». ZOOM Ufo, esperimenti segreti ed esorcismi CARONIA. Per capire le cause degli oltre 180 incendi spontanei sono giunti a Caronia esperti da tutto il mondo. Si tratta di tecnici della Protezione civile, del Centro elettrotecnico sperimentale italiano, del Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto di geofisica e vulcanologia di Firenze, del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri e professori universitari. Senza dimenticare i tecnici di Ferrovie dello stato, Enel e Telecom. Oltre ai roghi sistematicamente impazziscono i cellulari, le pen drive si smagnetizzano e le bussole impazziscono. Varie le tesi: dagli esperimenti militari agli ufo. Anche l’esorcista padre Gabriele Amorth ha espresso il suo parere: «E’ colpa del diavolo». L’unica ad avere una certezza è stata la procura di Mistretta che ha chiuso il fascicolo sugli incendi del 2004 senza individuare un colpevole ma con una certezza: si tratta di «un fenomeno di natura dolosa e umana». centonove pagina 19 18 Luglio 2014 sicilia PROPOSTE. Lo studio dell’ingegnere Bitto per attenuare i danni del passaggio dei tir a Messina Viabilità, cominciamo dai semafori Razionalizzazione del tragitto dei camion, monodirezionalità del traffico e soprattutto distribuzione semaforica da ridimensionare. Una proposta a costo zero e di facile attuazione per “tornare a respirare” DI EUGENIO BITTO* MESSINA. A Messina la lunga guerra dei Tir continua. L’ultima puntata è dedicata alla bagarre tra il sindaco, che propone un provvedimento tampone e l’impresa traghettatrice, che minaccia di sopprimere il servizio di una sua linea. Se tutto va bene a noi cittadini sarà concesso respirare qualche boccata di aria meno inquinata. Ma fino all’autunno. Dopo, ritorneremo a usare le nostre strade dividendole con i Tir. Ma dovrà durare sempre così? Non c’è alcuna soluzione che possa risolvere questo decennale problema, anche pro tempore? La risposta è si! Essa è dietro l’angolo e “a costo zero”. Solo se si avesse la volontà di riprogrammare la viabilità cittadina inserendo piccoli ma efficaci adattamenti, che di certo non rappresenterebbero il toccasana risolutorio del traffico nella città, ma potrebbero essere una cura ricostituente capace di rinforzare il cittadino malato di Tir, almeno fino a quando non saranno funzionanti il porto di Tremestieri e la via Don Blasco. LA PROPOSTA Qui di seguito, unitamente ai due schemi grafici di corredo, si propone, per la parte centrosettentrionale della città, un sistema di mobilità urbana in grado di conciliare il diritto dei cittadini agli spostamenti con l'esigenza di ridurre l'insieme delle negatività che opprimono Messina, come l’invadente circolazione dei Tir, l’inquinamento atmosferico, la caoticità del traffico e soprattutto la inoperosa funzionalità dei semafori . A condizione però che siano realizzate tre condizioni: 1. L’Offuscamento dei semafori 2. La Monodirezionalità del traffico 3. La Razionalizzazione del tragitto dei Tir. PUNTO 1. I semafori a Messina sono troppi, addirittura, nelle zone di traffico intenso, dislocati con una anormale densità che nella maggior parte dei casi conduce alla inefficienza degli stessi impianti. È appena il caso far cenno alle norme basilari di Tecnica dei Trasporti laddove, a proposito della distribuzione semaforica nel territorio, è caldamente raccomandata la proporzionalità fra il numero dei semafori e la lunghezza dei convoglio di mezzi che transitano per l’incrocio. Pena la compromissione della loro funzione, fino alla totale inoperosità. Si chiarisce. Se una colonna di mezzi lunga, diciamo 100 metri, superato un semaforo incontra il successivo, a 150 metri, nel tempo permesso dallo scatto del “verde” la colonna avrà bastante spazio e tempo per dislocarsi fra i due semafori senza vanificarne l’efficienza di entrambi gli impianti. Ma se il successivo semaforo è posto, diciamo a 50 metri, succede che allo scattare del “verde”, solo una parte della colonna supererà il semaforo mentre la rimanente parte continuerà ad attendere l’altro “verde” e poi l’altro “verde” e poi l’altro “verde” ancora. In questo caso in breve tutto andrà in tilt. E questo si verifica spesso a Piazza della Unità d’Italia, (Prefettura), ed a Piazza della Repubblica, (Stazione) ove, sia per l’elevato numero delle strade convergenti e sia per la compresenza dalla linea tramviaria, che zigzagando attraversa più volte la carreggiata stradale, sono stati installati un quantitativo di semafori in molti casi a distanze inferiori ai 40/50 metri. E come non bastasse, le necessità connesse con gli imbarcaderi Privati e quelli delle FS, importa la formazione di colonne di mezzi spesso eccedenti i 150 metri di lunghezza. In questi casi non c’è proporzionalità che tenga: i semafori non fungono più. È preferibile la loro eliminazione. PUNTO 2. Eliminati i semafori, ora si deve provvedere agli incroci incustoditi. Si è pensato allora di adattare nella topografia della città alcuni Percorsi Rotazionali ad Anello in cui è fatto obbligo di procedere solo ed unicamente a senso unico. Questa soluzione, evidenziata meglio negli schemi grafici -, permetterà, sia a chi è all’interno di un anello, sia a chi è fuori, di raggiungere qualsiasi zona della città senza mai imbattersi in percorrenze conflittuali. In questo caso il tragitto che ogni utente dovrà percorrere potrebbe essere lievemente più lungo ma di certo sarà più celere perché più fluido e sicuro. All’uopo, nelle vie Vittorio Emanuele, Libertà e Cavour, (dal Tribunale alla villa Mazzini), si procederà a senso unico in direzione Nord, mentre nelle vie Regina Elena, Garibaldi, (da viale Giostra alla CLASSIFICHE Palermo e Catania tra le prime 10 città “congestionate” MILANO AL TOP della classifica delle 100 città più congestionate d'Europa e Nord America, e tra le prime 10 per numero di ore sprecate a causa di imbottigliamenti nel traffico. I calcoli li ha fatti Inrix, la società di informazioni sul traffico fondata a Washington nel 2004, che ha sede in 37 Paesi del mondo. Le città con la viabilità meno congestionata sono Nancy e Vienna, collocate rispettivamente al centesimo e al novantanovesimo posto della classifica. Oltre Milano, le altre italiane presenti tra le prime per la peggioere viabilità sono Brescia, Catania, Cagliari, Verona, Palermo, Torino, Genova, Napoli, Cremona e Firenze. centonove pagina 20 sicilia Due schemi grafici a corredo della proposta per la parte centrosettentrionale della città di un sistema di mobilità urbana in grado di conciliare il diritto dei cittadini agli spostamenti con l'esigenza di ridurre l'insieme delle negatività che opprimono Messina, come l’invadente circolazione dei Tir, l’inquinamento atmosferico, la caoticità del traffico e soprattutto la inoperosa funzionalità dei semafori . In tre mosse: offuscamento dei semafori, Monodirezionalità del traffico, Razionalizzazione del tragitto dei Tir Prefettura) e Cavour, (fino a viale Boccetta) in direzione opposta. PUNTO 3. Collegamento molo Norimberga-Autostrade Attualmente, il traffico dei Tir verso e da il molo Norimberga si snoda sul percorso Europa - La Farina – Cavalcavia - Don Blasco – San Rainieri, con un punto di massimo traffico in prossimità dell’incrocio La Farina-Cavalcavia, laddove passa anche la linea tramviaria. Per alleggerire la pesantezza del tratto, si pensa di deviare il traffico della via La Farina su via Don Blasco in prossimità dell’incrocio con via Santa Cecilia, per farlo procedere poi fino al molo Norimberga tramite via San Rainieri. Collegamento imbarcadero FS di Campo delle Vettovaglie con le Autostrade Per questo percorso, varrà quanto previsto lo stesso tragitto nel precedente punto però fino all’incrocio Don Blasco – Cavalcavia, ove verrà dirottato tramite Cavalcavia stesso e senza alcun vincolo semaforico, su via Campo delle Vettovaglie. Imbarchi e sbarchi alla rada S. Francesco Il percorso dei Tir verso gli imbarcaderi di rada San Francesco, almeno fino a quando non saranno realizzati gli svicoli di Giostra e dell’Annunziata, dovrà purtroppo continuare sull’unico itinerario possibile: Boccetta – Libertà – Imbarcaderi. Però, con gli adattamenti centonove pagina 21 18 Luglio 2014 previsti nel presente lavoro, nel percorrere il tratto Villa Mazzini – Imbarcaderi si guadagnerà molto in risparmio di tempo e fluidità per la programmata monodirezionalità del traffico in assenza totale di impedimenti semaforici. In buona sostanza adesso, da villa Mazzini fin dentro le navi si procede direttamente senza impedimento alcuno tranne…la sosta obbligatoria alla biglietteria. A loro volta i mezzi pesanti scaricati, che devono raggiungere le Autostrade, seguiranno un percorso altrettanto fluido e veloce, perché privo di impedimenti semaforici, tramite la corsia mare di Via della Libertà, a loro dedicata, fino alla rotonda Annunziata dove, per il viale omonimo, saranno instradati su per il viale stesso verso la tangenziale, unico tragitto possibile per raggiungere Palermo o Catania via autostrada. Qualche nota d’obbigo. Si è parlato di oscuramento dei semafori. Qui si precisa che sono fatti salvi i semafori connessi con la funzionalità della rete tramviaria però alla condizione che rimangano costantemente sul via libera e cambiare al “rosso” solo per il tempo necessario al transito del convoglio. I mezzi ATM e quelli delle Società private, non subiranno cambiamento alcuno e continueranno a percorrere gli stessi itinerari però incanalandosi in un flusso monodirezionale. Il sottopasso dei binari FS in via Santa Cecilia dovrà essere scavati di 1,10 ml per portare l’attuale luce libera di 2.90 ml ai regolamentari 4.00 ml. *ingegnere 18 Luglio 2014 sicilia TAORMINA. Al Palacongressi la mostra internazionale che ricorda la star del Rock Tutti pazzi per Elvis Aperta fino al 21 settembre è l’unica tappa europea del 2014. Cento gli oggetti appartenuti a Presley che si possono ammirare insieme alla sua ultima e preferita Cadillac. Previsto anche l’annullo filatetico CURIOSITA’ La passione di Heel IL TOUR MANAGER DELLA COLLEZIONE Il tour manager dell’evento Franz Heel, assieme alla moglie Elisabeth Pfeiffer da anni monta, pezzo per pezzo, ad ogni tappa, gli oggetti appartenuti alla rock star. Gli L’ultima Cadillac di Elvis Presley e la più amata in mostra al Palacongressi di Taormina Taormina. Il Museo di Elvis Presley è sbarcato a Taormina. Direttamente da Graceland-Memphis/Tennessee è aperta al pubblico al PalaCongressi la prestigiosa mostra internazionale autorizzata dalla famiglia Presley, che vivrà nella Perla dello Jonio l'unica tappa europea dell'estate e dell'intero 2014. In mostra a Taormina, sino al 21 settembre, oltre cento oggetti appartenuti la leggenda del rock del roll e soprattutto la sua ultima Uno dei vestiti di scena di Elvis Cadillac Fleetwood Brougham. Curatore esclusivo del museo è Franz Heel, mentre la direzione organizzativa della mostra è affidata al giornalista Emanuele Cammaroto, che nella primavera 2013 presentò la candidatura itinerante della Città di Taormina ad ospitare il Museo di Elvis. La prestigiosa esposizione, patrocinata dal Comune di Taormina e dalla Regione Sicilia, Assessorato regionale alla Cultura, è realizzata in collaborazione con TaoArte e la Tcb di Catania di Raffaele Portoghese e Gianni Irrera. La grande attrattiva è, ovviamente, la mitica Cadillac Fleetwood Brougham, targata "1-Elvis", l’ultima appartenuta a Presley e la più amata dal “Re”, le cui operazioni di arrivo al Palacongressi hanno lasciato a bocca aperta tanti turisti, che si sono affrettati subito a scattare foto ed esclamare il nome di Presley. Verranno, inoltre, proiettate per l'occasione immagini e filmati inediti dell’artista. I visitatori della mostra potranno vedere una collezione unica al mondo di oggetti che hanno caratterizzato la vita di Elvis: oltre alla Cadillac, le chitarre, abiti personali e costumi di scena che ricordano i suoi concerti più famosi, le sue lettere, dischi dorati e riconoscimenti di ogni Franz Heel con la moglie Elisabeth Pfeiffer genere ottenuti nel corso della carriera, stampe originali, i suoi autografi e i suoi scritti, il suo distintivo di Polizia e tanto altro. Il Museo Presley sarà impreziosito da ulteriori appuntamenti, come un annullo filatelico speciale su "Elvis a Taormina" previsto per sabato 16 agosto e sabato 20 settembre un concerto di Joe Bavota, il cover-man più apprezzato di Elvis sulla scena internazionale. appassionati possono vedere da vicino quello che il cantante ha amato e ha toccato sino agli ultimi istanti della sua vita. Così a Taormina ci sono la Cadillac che utilizzava senza autista: una delle sue 220 auto, la divisa che indossava quando era militare in Germania, la sua chitarra, i suoi vestiti di scena, i suoi dischi d'oro, il suo divano preferito. Un gruppo di visitari nelle sale del Palacongressi di Taormina centonove pagina 22 sicilia I cinque protagonisti della passeggiata da Scicli a Messina. Previsti passaggi nei territori di Montalbano e Spadafora LA STORIA. Da Scicli a Messina 400 chilometri lungo le antiche “vie franchigene” Passeggiate medievali Cinque ragazzi seguiranno il percorso di fede per arrivare in riva allo stretto in occasione della festa di San Giacomo a Camaro. «Vogliamo recuperare i vecchi itinerari dimenticati» DI FRANCO TUMEO Messina. Da Scicli a Messina a piedi, percorrendo le antiche “vie Francigene” di Sicilia. Quasi 400 chilometri per borghi e paesi, tra valli e fiumare, pianure e colline, tra boschi e agrumeti che profumano di mille essenze e distese riarse dal sole che modellano paesaggi di struggente bellezza in cui civiltà millenarie, per sempre, la loro anima vi hanno incastonato. Protagonisti dell’impresa, Giovanni di Milano, Davide di Messina, Gregorio di Avola, Irene di Catania e Chiara di Trento. Zaino in spalla e bastone del pellegrino in mano, i cinque instancabili camminatori dell’associazione “Amici dei cammini francigeni”, sono partiti lo scorso 11 luglio: prima tappa Scicli-Ragusa di “appena” 25 chilometri. L’arrivo nella città dello Stretto il 24, in coincidenza con i tradizionali festeggiamenti in onore di San Giacomo, nella chiesa di Santa Maria dell’Incoronata di Camaro. In mezzo due settimane di faticoso cammino lungo strade e sentieri che tagliano i territori di Giarratana, Francofonte, Lentini, Paternò, Adrano, Bronte, Randazzo, Montalbano, Castroreale e Spadafora e ancora avanti, sui Peloritani, fino a Messina. «Obiettivo dell’iniziativa - spiega Davide, animatore del gruppo - è sottrarre all’inconsapevolezza e rendere nuovamente percorribili le antiche vie Francigene dell’Isola, oggi abbandonate e dimenticate, ma un tempo battute da viandanti e pellegrini in viaggio per Messina o Roma. Vogliamo tracciare un itinerario apripista che sia rispettoso del dato storico e archeologico, ma anche fruibile ai giorni nostri, così da segnalarlo ai tanti camminatori e consegnarlo alle comunità locali perché lo custodiscano, valorizzino e ne mantengano memoria per le future generazioni». Il percorso seguito da Davide e dai suoi compagni di avventura non è però soltanto un trasferimento fisico da un luogo ad un altro. E’ piuttosto un singolare intreccio di fede, storia e passione: come per i pellegrini medievali infatti, percorrere oggi le vie Francigene significa soprattutto fare un viaggio nell’anima alla ricerca di quella spiritualità in parte perduta di cui molti secoli fa era intrisa la nostra terra e di cui si avverte un rinnovato bisogno in questi tempi di insopportabile decadenza morale e culturale, prima ancora che economica. E dunque, il cammino si rivela non soltanto osservazione straordinaria del paesaggio o ammirazione di preziose vestigia, ma soprattutto scoperta di un variegato mondo di umanità gioiosa e ospitale ostinatamente sopravvissuto agli egoismi della civiltà dei consumi. Il passaggio dei camminatori insomma oltre ché ricerca geografica, antropologica e culturale dei luoghi, è 18 Luglio 2014 anche mobilitazione di buoni sentimenti che si credeva quanto meno sopiti, se non cancellati: accoglienza, generosità, solidarietà, condivisione. E così ai novelli viandanti capita di incontrare chi offre saporiti frutti, acqua fresca, pane, un tetto, un incoraggiamento, un sorriso, un saluto: segni riconoscibili di fratellanza che un tempo lontano accompagnavano il viaggio dei pellegrini e che oggi restituiscono speranza contro un declino che sembra irreversibile. In fondo, il cammino francigeno è l’occasione di ripensare e ritrovare se stessi in una dimensione meno consumistica e più cristiana. Senza rinunciare a internet, ovviamente: su Facebook “Cammini francigeni di Sicilia, per chi volesse saperne di più. Ma chi sono questi camminatori e, aggiungiamo, sognatori? A guidare la composita pattuglia è un messinese: Davide, giovane archeologo e docente con una cattedra a Roma e la Sicilia nel cuore. Che non riesce ad accettare di non dover far nulla per la propria terra: “Siamo cresciuti in una terra che ci ha sempre detto "levici manu" dai sogni e dalle cose difficili. Ecco, noi invece ce le vogliamo mettere le mani”. Con molta ironia, si definisce “la mente malata del gruppo”. La sua vita si snoda tra la capitale e Messina, tra lezioni e convegni e interminabili camminate lungo le vie Francigene, la sua vera passione. “Giovanni – racconta Davide parlando con grande affetto dei suoi compagni d’avventura - è il più “giovane” del gruppo, perito chimico in pensione e veterano della Sicilia avendo già percorso a piedi la via Francigena della marina. Per strada ci spiega come la gazzosa diventa gassosa e ogni altra reazione chimica che gli viene in mente. Gregorio è guida ambientale: sa tutto sulle piante. La trentina Chiara, spirito scout e tante lentiggini arriva dalle valli sopra Trento. Esperta di vini sa sempre cosa abbinare ad un arancino o ad uno sfincione. Il braccio dolce della compagnia è Irene: fa da logista, prepara le accoglienze e si occupa di slow e street food”. Il cammino può riprendere, la meta è vicina. LA SCHEDA In cammino sulla strada della fede I SENTIERI NASCEVANO PER AGEVOLARE IL PASSAGGIO DEI PELLEGRINI A partire dal IV secolo dopo Cristo, un considerevole flusso di pellegrini animati da una grande fede si mise in moto in tutta Europa per visitare i luoghi santi. Tre erano le mete principali visitate: Roma, Gerusalemme e Santiago di Compostela. L’intensificarsi del fenomeno determinò la nascita di una fitta rete di strade, le vie francigene o romee, tracciate per raggiungere le destinazioni. Lungo questi percorsi sorsero chiese e abbazie, ospedali e rifugi per assistere quella crescente massa di gente che percorreva l'Europa a piedi. Le vie più frequentate spesso coincidevano con le grandi strade romane, ma esistevano anche percorsi alternativi, più brevi ma meno sicuri. Ancora oggi sono rintracciabili sul territorio i segni di questo passaggio che ha permesso alle diverse culture europee di incontrarsi. (ft) centonove pagina 23 Una delle vie franchigene siciliane 18 Luglio 2014 sicilia Una immagine di “Orti a Sinagra” della passata edizione INIZIATIVE. La quarta edizione del concorso che premia i contadini fai-da-te Sinagra, f...orti in gara Fino ad agosto in competizione i campi dei sinagresi. L’idea per sensibilizzare sulla qualità degli ortaggi coltivati con tecniche tradizionali. Che coinvolge giovani e nonni DI MARIA TIZIANA SIDOTI SINAGRA. Il rosso dei pomodori fa capolino tra le foglie delle piante impalate, conquistando il suo vermiglio dal verde in gentil grado con i raggi del sole, senza "l'arroganza" di una cromia "infuocata" da additivi e coloranti, mentre le lattughe "sbocciano" come rose tra i campi: questi sono alcuni degli "scatti" che per tutta l'estate sarà possibile vedere negli orti tra le case di Sinagra. Dove tra eco medievali di un glorioso passato e la frescura delle sponde del Naso, i sinagresi da giugno ad agosto saranno in gara, coltivando con tecniche tradizionali, con il concorso "Orti a Sinagra". Giunto alla IV edizione, il concorso nasce da Pro Loco e Comune in collaborazione con l’Orto Botranico dell'Università di Palermo, il Museo Naturalistico Francesco Minà Palumbo di Castelbuono, e la Soat (Sezione operativa assistenza tecnica dell'Assessorato regionale dell'agricoltura) di Sant’Agata Militello. Ossia un nuovo modo per declinare l'attenzione all'ambiente nell'ambito di progetti di salvaguardia e tutela per Sinagra. Che tra Pro Loco ed amministrazione non è nuova ad iniziative "verdi" sì da ricevere negli anni anche riconoscimenti, quali quello internazionale di "Un bosco per Kyoto", per le virtù ambientali, dalla differenziata al 100% ai 3 "petali", marchio di qualità, e premi in denaro, del concorso nazionale "Comuni Fioriti" di Asproflor con Atl Distretto Turistico dei Laghi, alla Carta dei Beni Culturali ed Ambientali ossia una mappa in Gps con il censimento di 150 fontane, 50 palmenti, edicole, chiese, il convento, il castello, palazzi, chiese rurali, carcare, fornaci, il carcere, la fiumara, cascate, grotte ed alberi monumentali, l'identificazione dei proprietari e la raccolta di aneddoti, storie e leggende, con cui si organizzano passeggiate ecologico-culturali a tema con varie raccolte da quella della cicoria in marzoaprile a quella della violetta in aprile, tra poesie, canti antichi e la visita alla casa, ove sotto il pino Beniamino Joppolo scriveva. E così, rilanciando anche l'agricoltura, dai giovani agli anziani con "Orti a Sinagra" saranno impegnati in 4 categorie: "I giovani e l'orto", "Orto nella Tradizione", "I nonni e l'orto", ed "Orto Fiorito", sotto l'occhio di una giuria che farà più di una visita, premiando con una targa, come spiega Vincenza Mola, presidente della Pro Loco sinagrese. Dottoressa Mola, quali sono gli obiettivi del copncorso “Orti a Sinagra”? E quali le novità del 2014? «Il concorso è ideato dalla Pro Loco, il Comune collabora. Gli obiettivi sono: abituare soprattutto i bambini al rispetto ed alla salvaguardia della natura, al ripristino delle antiche tradizioni e soprattutto mangiare cose genuine. Le novità di quest'anno riguardano l'orto fiorito». In tempi difficili un'iniziativa per il territorio, sfruttando le risorse della terra e della memoria storica con pochi soldi... «È risaputo che nei periodi di crisi il cervello funziona a 360°: deve studiare come sbarcare il lunario. Allora, è essenziale sfruttare tutto ciò che abbiamo sul territorio e sviluppare la filiera. Al nord lo fanno da decenni». Nel 2013 sia come Pro Loco che come Comune siete stati premiati in Campidoglio ad "Un bosco per Kyoto" per la vostra vocazione ambientale: com'è andata con qualche altro progetto al tempo in itinere come "I Monumenti della Natura"? E ci può parlare di qualche altra iniziativa? «Sì, "I Monumenti della Natura" sono stati inseriti nel Rei (Registro delle eredità immateriali, ndr): la pratica comprende, oltre gli alberi, i quali sono stati censiti, catalogati e inseriti nella mappa, anche ricette antiche, usi e costumi di una volta, ballate..Spesso durante l'anno si svolgono delle passeggiate ecologiche culturali per far conoscere sia il territorio che i prodotti che la terra ci offre come le cicorie, gli asparagi, i funghi, le fragoline di bosco e l'origano, le nocciole, gli agrumi..». Nel progetto di sviluppo del territorio anche il corso ed il museo di antichi mestieri... «Sì, il progetto "Atelier di moda e costume per il recupero delle tradizioni dei Nebrodi" è partito già da 2 anni e si divide in: "Sartoria" diretto dal maestro Franco Reale, e "Ricamo" diretto da Carmen Russo. L'Atelier è stato premiato nel 2013 a Messina alla Camera di Commercio dall'Associazione Messina Web. Una parte dei locali è stata adibita a sede museale attinente al progetto. Dal 30 giugno al 31 luglio i volontari della Pro Loco e alcuni impiegati comunali svolgono un corso per i bambini da 6 a 15 anni per apprendere gli antichi mestieri». Nonostante le difficoltà continuate ad andare avanti... «Sì, i volontari della Pro Loco sono convinti che i sacrifici alla fine porteranno benessere alla collettività. Certo non è corretto che le istituzioni in generale continuano a sovvenzionare gli enti fantasma e non aiutano chi ha a cuore non solo il proprio paese, ma i Nebrodi, la Sicilia, l'Italia. Speriamo che alla fine qualche anima generosa possa aiutarci economicamente a portare avanti i numerosi progetti che vogliamo sviluppare per i Nebrodi, e l'entusiasmo e l'amore per il territorio alla fine non si spenga». GANGI Civiltà contadina nel borgo più bello d’Italia GANGI. “Memorie e tradizioni” nel Borgo più bello d’Italia, oggi anche Gioiello d’Italia, è un viaggio fra le tradizioni e gli antichi sapori del borgo medievale, alla riscoperta delle eredità lasciate dalle generazioni passate: ricordi, tramandati da padre a figlio e da madre a figlia, che identificano la comunità nella sua autentica essenza. La Terza edizione 2014, il 26 e 27 luglio, ripercorre le memorie e le tradizioni etniche e gastronomiche di uno dei periodi più floridi del Borgo quando, a cavallo fra Ottocento e Novecento, con i suoi oltre 16.000 abitanti, Gangi era il borgo più florido e popoloso delle Madonie. Un’epoca in cui la vita agreste regolava il modus vivendi della comunità e della società siciliana. La manifestazione, ampliata rispetto alle prime edizioni, propone uno spaccato della vita quotidiana di quel periodo: la saggezza degli usi e dei costumi; la spontaneità dei bambini nei giochi di strada; la sapienza dei mestieri legati alla terra; la memoria orale; le abitudini quotidiane; le differenze sociali; i momenti che si fanno rito e, non ultimo, i sapori di un passato non molto lontano ispirati e condizionati dalla civiltà contadina. In uno dei contesti ambientali più caratteristici del Borgo – l’ampio scenario urbano compreso fra il castello dei Ventimiglia, la Chiesa della Catena e la piazza cittadina (la parte più antica e suggestiva del borgo medievale) -, verranno dunque rievocati gli usi, le tradizioni e le abitudini gastronomiche con i piatti tipici del borgo, con numerosi figuranti in abbigliamento dell’epoca, frutto di una profonda quanto accurata ricerca storica. centonove pagina 24 economia Incidente tra un tir ed un’utilitaria nel pomeriggio di martedi 15 luglio, all’incrocio tra le vie Cavour e Boccetta MESSINA. Firmata l’ordinanza che impedisce ai mezzi pesanti il transito diurno dalle strade del centro Tir, vietato l’ingresso Dal provvedimento restano fuori sia cavalcavia che viale Boccetta. Ecco perchè, e cosa comporterà. Nel frattempo, il molo Norimberga raddoppia: L’autorità portuale lancia una gara per l’ampliamento DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Il dado è tratto, l’ordinanza è firmata, dal 20 luglio i tir non potranno più percorrere le strade del centro dalle sette di mattina alle nove di sera. Il romanzo dell’estate è entrato nelle fasi finali: quelle in cui si scopre che l’assassino è il maggiordomo. Il problema è che, ad oggi, non si è ancora capito chi impersonifichi il maggiordomo. ORDINANZA FU. Il sindaco Renato Accorinti l’aveva annunciata un mese fa, in risposta all’orario estivo di sbarco della Cartour, l’autostrada del mare che fa rotta da Messina a Salerno e viceversa. A firmare materialmente l’ordinanza è stato il dirigente alla Viabilità Mario Pizzino: il provvedimento impedisce il transito “lungo entrambe le direzioni di marcia delle vie Bonino, La Farina, Campo delle vettovaglie, Rizzo, Vittorio Emanuele II, e del tratto di Viale Europa tra le vie Catania (rotatoria Boris Giuliano) e La Farina” ai tir. Dal provvedimento, resta fuori (quindi saranno percorribili ad ogni orario) il viale Boccetta, ironicamente il luogo da cui sono storicamente partite le proteste anti-tir. Questo per consentire ai mezzi pesanti l’imbarco alla rada san Francesco tramite la “via di fuga” del viale Gazzi e della tangenziale. Pizzino spiega che l’ordinanza che porta la sua firma è inattaccabile e perfettamente a norma di codice della strada. ARMATORI ALLE ARMI. E la risposta degli armatori? All’indomani dell’annuncio di Accorinti, dalla Caronte&Tourist della famiglia Franza era partita una controffensiva: in caso di cancellazione della corsa diurna della Cartour, saremo costretti a licenziare oltre cento lavoratori e trasferire tutte le attività a Catania (dove sulla stessa rotta opera già il colosso Grimaldi). Al lavoro sulle “carte” per il certo ricorso al tar c’è lo storico amministrativista dei Franza, Carmelo Briguglio. L’Ad Vincenzo Franza non ha però commentato. Progetto di ampliamento del molo 18 Luglio 2014 CAVALCAVIA DELLA DISCORDIA. Stranamente, dal testo dell’ordinanza, tra le strade con divieto di essere percorse dai tir, è rimasto escluso il cavalcavia, vero e proprio nodo della discordia delle discussioni di questi giorni, sulla cui tenuta statica, visto l’ammaloramento delle strutture, nessuno fino all’altro ieri sembrava disposto a scommetterci sopra un centesimo. In teoria, i tir potranno percorrerlo fino alla via la Farina a loro interdetta nella fascia diurna, ma poi sarebbero obbligati a tornare indietro, con tutti i rischi ed i disagi che la manovra comporterebbe. Alternativa ancora più grave sarebbe una carovana di tir in fila sul cavalcavia, “parcheggiati” in attesa di poter percorrere la via La farina. “Ci saranno appositi cartelli che indicheranno le strade che non possono essere percorse e adeguate aree di sosta”, ha tagliato corto Mario Pizzino, prima di aggiungere che “i vigili saranno presenti in forze per segnalare e reprimere”. Il costo della “reprimenda? Ottanta euro di multa all’autotrasportatore pizzicato a violare il divieto diurno. Nel frattempo, nel silenzio, il molo Norimberga non solo non si lascia, ma addirittura si raddoppia. NORIMBERGA IN GRANDE. L’Autorità portuale, infatti, ha lanciato un bando di gara per la progettazione dell’ampliamento delle banchine dei moli Norimberga, Pelori, Rizzo e Marconi. Da cosa nasce l’iniziativa? Dalla “esigenza di procedere all’ampliamento del Molo Norimberga del porto di Messina, sia ai fini della sicurezza che per il miglioramento della funzionalità delle stesse, tenuto conto delle maggiori dimensioni delle nuove navi da crociera e commerciali”, si legge nel bando. Che prevede un totale complessivo a base d’asta da 712.164 euro divisi in quattro fasi, dall’adeguamento tecnico funzionale alle tre fasi di progettazione: preliminare, definitiva ed esecutiva. Per le altre tre banchine, invece, l’Autorità portuale prevede un importo a base d’asta da ottocentomila euro. SOLUZIONI Don Blasco a singhiozzo LA REGIONE CHIEDE L’ADEGUAMENTO DI PREZZI E ULTERIORI VERIFICHE. DA PALAZZO ZANCA RISPONDONO “GIÀ FATTO” MESSINA. A scomodarsi, e per ben due volte, è stato addirittura Rosario Crocetta in persona: il presidente della regione, sulla riuscita della via don Blasco aveva voluto sincerarsene di persona, prima a giugno dello scorso anno, poi a gennaio. Sorrisi, strette di mano, firme su protocolli, flash di foto celebrative. Oggi si scopre che è proprio dalla regione che arriva la mazzata, forse definitiva, al progetto che potrebbe garantire al centro cittadino messinese di non vedere più un solo tir sfrecciare per le strade. E’ infatti datata 11 luglio la nota dell’assessorato alle Infrastrutture nella quale il dirigente Giovanni Arnone spiega sostanzialmente che tutto il progetto, messo su carta da anni da Antonio Rizzo, è da ricalcolare. “Dato che nessuna centonove pagina 25 gara è stata pubblicata al 31 dicembre 2012 sulla base del progetto in questione - scrive Arnone - corre l’obbligo del suo adeguamento al Dpr 207/2010 (il regolamento sugli appalti recepito dalla Regione nel 2011, ndr), di cui l’aggiornamento dei prezzi ne rappresenta solo una piccola parte”, e procedere alle verifiche alla documentazione previste dallo stesso regolamento. “Gli oneri economici concede il dirigente - potranno essere compresi nel quadro economico”. Tradotto, i tempi, già non proprio celerissimi, rischiano di allungarsi ulteriormente. O forse no, perchè quello della via don Blasco è un progetto approvato “in linea tecnica” prima del recepimento del Dpr da parte della regione e quindi “immune ai suoi effetti dato che e rientra nelle norme transitorie. L’aggiornamento dei prezzi è già conforme al prezziario regionale 2013 e ammonta a 27 milioni di euro: cinque dall’Authorità portuale, 6,6 impegnati dalla regione. Rimane il 70% del finanziamento statale. Quando sarà nella disponibilità della Regione si partirà con espropri e gara. (A.C.) 18 Luglio 2014 economia DAL PASSATO Biscotti al lievito La ricetta dell’Eden Bar Carmelo Parlavecchio nel suo appezzamento di terreno a Basicò dove coltiva la varietà di grano Curcitta BASICO’. Carmelo Parlavecchio coltiva l’antica varietà scomparsa vent’anni fa dalla provincia di Messina Curcitta, caro vecchio grano Il pensionato settantaduenne tre anni fa ha piantato il frumento nel suo terreno di tremila metri quadrati a Basicò. E dopo un primo raccolto di dieci chili adesso sono trecento quelli prodotti. Per essere venduti DI ROSSANA FRANZONE Basicò. Si chiama Carmelo Parlavecchio, ed è un dinamico pensionato di 72 anni. Un signore originario di San Cono di Tripi che ormai da anni vive in campagna. In un appezzamento di terreno di tremila metri quadrati a Basicò dove coltiva da tre anni il grano Curcitta. Una varietà antica di frumento scomparsa dalle produzioni della provincia di Messina dagli anni Ottanta e che si differenzia dalle altre per la sua spiga chiara e senza barba. «E’ una cosa dice il signor Carmelo - di cui vado veramente molto fiero. Da tanti anni volevo rimettere in produzione questo tipo di grano. Ho provato per la prima volta tre anni fa. Con dieci chili avuti da un compaesano. L’anno successivo sono riuscito a raccoglierne 52 chili. Quest’anno, invece, sono trecento i chili di grano Curcitta che ho coltivato». Un vero e proprio successo visto che, da oltre vent’anni, nessuno nel messinese era più riuscito a produrre così tanti chili di questa varietà. «Non è stato facile - spiega il settantaduenne - quando ho piantato per la prima volta il grano era misto. Durante la prima trebbiatura ho dovuto “isolare” ogni singola spiga di Curcitta per poi ripiantarla l’anno successivo. La farina che produce questo tipo di varietà è molto fine e viene prevalentemente utilizzata per fare biscotti. Una vecchia ricetta che fino a qualche anno fa veniva ancora utilizzata da uno dei bar di Basicò. Le antiche varietà di frumento sono una passione per il signor Carmelo. In passato si è anche dedicato alla coltivazione del Senatore Cappelli, altro tipo di frumento raro e pregiato. Ma non solo. Da diversi anni ha un allevamento di lumache (ntuppateddi) e produce anche i pomodorini messicani. «Ho avuto i semi - dice - da una signora di Terme Vigliatore e adesso ho settecento piante. Con questi pomodori si fa una salsa messicana molto buona». Ma in questo momento il signor Carmelo pensa solo all’imminente mietitura. «Tra qualche giorno arriverà la trebbiatrice. Devo stare molto attento confessa - è stata in altri campi e può La farina che si ottiene dal grano Curcitta viene prevalentemente ricercata per fare un tipo di biscotti. Una vecchia ricetta utilizzata dalle signore del paese e che fino a qualche anno fa veniva ancora usata da uno dei bar di Basicò. Pochi gli ingredienti necessari e semplicissima la preparazione. Servono: 5 chili di farina di Curcitta, un chilo di farina di Curcitta per il lievito madre, e poi strutto, zucchero e 100 grammi di semi di finocchietto. Bisogna fare il lievito madre, basta impastarlo bene e mettere a riposo e dopo 24 ore iniziare a fare i biscotti. Con i cinque chili di farina fare una fontana, porre al centro lo strutto ed amalgamare. Sciogliere lo zucchero in un po’ di acqua tiepida ed unire all’impasto. Unire il lievito madre. Unire i semi. Impastare, aggiungere acqua se necessaria fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Dividere l’impasto in panetti e lavorare ogni panetto fino a che la pasta risulta filante. Formare i biscottini a filamento e porli a riposo per 24 ore. Infornare a temperatura bassa proprio perchè devono rimanere bianchi. Caratteristica dei biscotti. contaminare la mia coltivazione. Per questo motivo prima sarò costretto a farla girare per scaricare i residui delle altre varietà. Poi entrerà nel mio campo. E a lavoro finito porterò il grano al mulino in pietra di Basicò». Carmelo Parlavecchio non nasconde il suo entusiasmo e svela: «ho già ricevuto delle proposte per l’acquisto della farina». Sorride il signor Carmelo, già pensa di ampliare la sua produzione. Anche oltre Basicò. OCCORRE SAPERE E a Gioiosa spunta la spiga GIOIOSA MAREA. E sempre nel messinese, non lontano da Sinagra, sul versante tirrenico, anche altri si danno all'agricoltura, anzi alla granicoltura, coltivando secondo tradizione, per rilanciare il territorio con nuovi percorsi di turismo diversificato fatto di storia e cultura all'insegna dell'ecocompatibile, del rispetto della natura e della memoria di luoghi e persone. Sono i gioiosani dell'associazione culturale "La Spiga" con i loro "I sentieri del grano", alla riscoperta di antichi usi e pratiche del ciclo del grano. Già alle spalle le prime 2 tappe ossia la "Festa della mietitura" il 6 luglio a contrada Landro a Gioiosa Marea con i visitatori che hanno potuto partecipare alla mietitura, rigorosamente a centonove pagina 26 mano, come uso delle campagne siciliane fino agli anni '60, tra stand di prodotti tipici locali ed artigianali, giochi popolari, canti e balli tradizionali, passeggiate naturalistiche, e la mostra "museo del contadino", ed il 12 luglio la mietitura di grani antichi siciliani, in origine donati dalla Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia, da 87 anni impegnata a servizio degli agricoltori nel miglioramento della produzione, in particolare cerealicola, con ricerche in laboratorio e sperimentazione in campi, ed anche nello studio, recupero e conservazione di semi antichi, nel sito archeologico di Gioiosa Guardia, sotto lo sguardo della città fantasma di Joiousa, tra degustazioni di prodotti tipici realizzati con grano locale come la "frinza di pane duro". Terza tappa: la Trebbiatura, separando i chicchi da paglia e pula con una vecchia trebbia, il 2 agosto a Montagnareale. (M.T.S.) 18 Luglio 2014 economia TURISMO E TECNOLOGIE. Il servizio realizzato dal consiglio nazionale delle ricerche OCCORRE SAPERE Siracusa, prima città “smart” Così il bando Siracusa è stata selezionata attraverso un bando nazionale, promosso da Cnr e Anci (Associazione nazionale comuni italiani), per attrezzare città di alta rilevanza storica e monumentale con strumenti multimediali e con un insieme coordinato di servizi e soluzioni innovative, improntate al turismo e alla valorizzazione del patrimonio. Il progetto, che si candida tra le buone pratiche internazionali sul tema delle città intelligenti, vede la partecipazione dei seguenti Istituti Cnr: l’Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam), l’Istituto di biometereologia (Ibimet), l’Istituto per le tecnologie della costruzione (Itc) e l’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività (Isof). Il progetto pilota che guida il turista in un viaggio digitale, virtuale e tridimensionale nel patrimonio culturale, archeologico e monumentale della città di Archimede SIRACUSA. Andare a spasso per la città di Archimede con l'ausilio di tutte le nuove tecnologie che accompagnano cittadini e turisti a fruire di servizi civici e di informazione. Cnr Smart Cities Living Lab Siracusa è il progetto pilota entrato in funzione in questi giorni che guida il turista in un viaggio digitale, virtuale e tridimensionale nel patrimonio culturale, archeologico e monumentale della città antica, grazie ai ‘QR-code’ dislocati sul territorio, ad applicazioni gratuite e al portale ‘Welcome to Siracusa’. Altri servizi aggiuntivi, realizzati dal Consiglio nazionale delle ricerche, consentiranno inoltre il monitoraggio del ‘metabolismo urbano’. Le innovazioni, già operative, sono state presentate dal presidente del Cnr, Luigi Nicolais, e dal sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo. L’utente può accedere al sistema da casa, attraverso il portale web www.welcometosiracusa.it, e sul territorio, tramite un’apposita app per device mobile, scaricabil dai vari store a titolo gratuito, sei totem digitali informativi e i QR-code installati presso i vari siti storici. Il portale permette di prendere visione dei più importanti punti storico-archeologici di Neapolis e Ortigia con mappe interattive, corredate di descrizioni testuali e fotografiche, tour virtuali con riprese da terra e da drone. La 'realtà aumentata' rende inoltre possibile sovrapporre alla città moderna quella antica. Le tecnologie innovative trovano applicazione anche nel monitoraggio dello stato di salute della città: un sistema integrato di stazioni fisse e mobili, installate sui totem (SensorWebTourist), sulle auto (SensorWebCar) e sulle biciclette (SensorWeBike) della Polizia Municipale, rileva il ‘metabolismo urbano’, ovvero il rapporto tra energia e materia - acqua, nutrienti, materiali e rifiuti - che costituisce l’ecosistema della città. I dati vengono visualizzati sui totem digitali in tempo reale e utilizzati dall’amministrazione locale. LEGALMENTE TRIBUNALE DI PATTI G.E. Dr. A. La Spada Rif. RGE 95/11 CAPO D’ORLANDO – Via Consolare Antica 163 – LOTTO UNICO: Appartamento p.terzo, composto da salone, 3 camere, cucina, 2 bagni e sgabuzzino; sup. tot. mq 176. Prezzo base Euro 116.700,00. Rilancio minimo Euro 1.500,00. VENDITA SENZA INCANTO 09.10.2014 ore 11.15. Eventuale incanto 16.10.2014 ore 9.30. Custode Avv. Maria Teresa Nocifora 0941/21654, per info e visita immobile. Domanda in carta legale entro ore 13 giorno precedente vendita in Cancelleria con assegno circolare n.t. pari al 10% prezzo offerto per cauzione. Info: Cancelleria, siti www.tribunaledipatti.net o www.foropatti.it. SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected] centonove pagina 27 18 Luglio 2014 economia UOMINI&BUSINESS QUI EUROPA. Rapporto sul funzionamento del terriorio privo di frontiere creato nel 1985 Spazio Schengen, questo sconosciuto DI SALVATORE CIFALÀ A partire dal 1985, anno in cui Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno creato lo spazio Schengen, il territorio privo di frontiere ha continuato a crescere e oggi oltre 400 milioni di cittadini europei possono viaggiare liberamente all'interno di questo spazio. Compito della Commissione europea è garantire l'attuazione coerente delle norme comuni in tutti i paesi membri dello spazio Schengen, consentendo così la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone. Proprio questa libertà è uno dei successi più concreti dell'Unione europea. Ultimamente, è stata pubblicata la terza relazione semestrale della Commissione sul funzionamento di Schengen, relativa al periodo che va dal 1° novembre 2012 al 30 aprile 2013. Il rapporto contiene una serie di valutazioni sull'applicazione delle norme Schengen, sul sistema d'informazione visti e sulla situazione alle frontiere esterne. In generale, le norme di Schengen sono state applicate in maniera corretta, come è CONSUMATORI Igiene e salute La promozione della salute non si limita alla prevenzione delle malattie , ma persegue l’obiettivo del miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, attraverso l’individuazione dei fattori di rischio comportamentali ed ambientali. In tal senso è inportante, ad esempio, fare attenzione al corretto processo di smaltimento dei rifiuti, al mantenimento a alla manipolazione degli alimenti, al controllo acustico. L’igiene della persona è inoltre fondamentale nell’ambito degli ambienti di vita e di lavoro, per un adeguato controllo dei fattori di rischio che contribuiscono all’aumento e alla diffusione delle malattie. Importante la prevenzione primaria (che limita il contatto o l’esposizione dell’indiividuo sano nei confronti degli agenti ambientali) e attraverso la promozione della saute (che cerca di coinvolgere il cittadino nel mantenimento dello stato di benessere fisico, psichico e sociale. Francesco Sabatino, Adoc Uil Messina Controllo alle frontiere risultato da una serie di verifiche svolte in numerosi Stati appartenenti allo spazio di libera circolazione. La panoramica evidenzia che i controlli alle frontiere interne sono stati riattivati soltanto una volta, in occasione della cerimonia di consegna del premio Nobel per la pace ad Oslo, e che in questa occasione è stato rifiutato l'ingresso a 19 persone, delle 3.136 oggetto di verifica. Secondo il rapporto, inoltre, alle frontiere esterne di Schengen si sono verificati, nel periodo esaminato, più di 13.600 attraversamenti illegali: questa cifra CAMERA DI COMMERCIO Il commissario di Messina: «A rischio gli stipendi» MESSINA. "Siamo preoccupati per le drammatiche ricadute che ci saranno per il personale delle Camere di commercio, le aziende messinesi e per l'intero territorio peloritano, in seguito agli ultimi provvedimenti del Governo nazionale". Lo dice il commissario dell'Ente camerale, Franco De Francesco, nel corso della conferenza stampa . "La riduzione del diritto camerale annuale del 50% - afferma De Francesco - non permetterebbe più di pagare gli emolumenti ai 426 dipendenti camerali e ai 648 pensionati, oltre all'impossibilità di mantenere in servizio 80 precari e 14 dipendenti delle Aziende speciali di Messina, Agrigento e Trapani. Nella nostra provincia, il dimezzamento del diritto camerale comporterebbe un risparmio annuo per le imprese di poco più di 50 euro precisa il segretario generale della Camera di commercio, Vincenzo Musmeci - un risparmio insignificante che, però, metterebbe il sistema camerale e l'intero territorio in ginocchio". corrisponde ad una diminuzione del 52% rispetto all'anno precedente. E' da sottolineare che tra ottobre e dicembre 2012 l'Italia ha segnalato il 31% di tutti i rilevamenti, seguita poi dalla Grecia con il 30% dei rilevamenti. Il rapporto evidenzia anche un buon funzionamento del sistema d'informazione visti (VIS), lanciato recentemente in Africa occidentale e centrale e quindi operante attualmente in cinque regioni. Fino a maggio 2013, con l'aiuto di VIS sono state trattate quasi 3 milioni di domande di visto, di cui 2,4 milioni sono state approvate. Il rapporto della Commissione costituisce uno strumento importante per rafforzare l'efficacia e la legittimità del sistema di Schengen, in quanto permette di monitorarne semestralmente punti di forza e di debolezza. CONFESERCENTI SICILIA Politino nuovo responsabile dell’area credito PALERMO. Confesercenti Sicilia ha nominato all' unanimità Salvo Politino nuovo responsabile dell'area credito della Confesercenti Sicilia. Catanese, 40 anni, Politino è direttore della Confesercenti provinciale di Catania, membro del Consiglio di Amministrazione di CO.SVI.G ( Consorzio Nazionale per lo Sviluppo delle Garanzie costituito da Confesercenti Nazionale ) e dal 2009 al 2013, aveva già ricoperto ricoperto il ruolo Responsabile dell'area credito della Confesercenti Sicilia. DISTRETTO TURISTICO IBLEI Spataro eletto presidente, il suo vice è Vito Fornaro SIRACUSA. Il sindaco di Comiso, Filippo Spataro, è stato eletto presidentedel Distretto turistico degli Iblei, di cui fanno parte i dodici comuni della ex provincia, con Rosolini, Pachino, Portopalo, Vizzini, Grammichele, Licodia Eubea, Mazzarrone. Obiettivo del Distretto è lo sviluppo locale, puntando sulla ricchezza dei patrimoni ambientali e culturali e sulla qualità dei prodotti eno-gastronomici, della terra e dell' artigianato. Il vice di Spataro è Vito Fornaro, di Chiaramonte. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Contratto a termine, nuove regole IL NUOVO CONTRATTO A TERMINE dopo le modifiche introdotte dal cd. Jobs act viene indubbiamente reso più semplice. Infatti, è stato eliminato quello era definito causalone che rappresentava la regola generale per poter stipulare tra datore di lavoro e lavoratore un contratto a termine. Si trattava, in buona sostanza, della necessità che vi fosse una specifica esigenza organizzativa, tecnica, produttiva o sostitutiva, altrimenti il rapporto di lavoro non poteva prevedere una scadenza. Ora, invece, tale requisito non è più necessario in quanto fino alla durata di 36 mesi sarà possibile ricorrervi. Ciò evidentemente rappresenta una grande semplificazione, ma consentirà anche di depotenziare i rischi di contenzioso che spesso hanno contrassegnato tale tipologia contrattuale, perché non era semplice in molti casi individuare se l'esigenza fosse o meno genuina. Tuttavia, il limite di 36 mesi riguarda non solo il singolo contratto, ma il periodo complessivo di occupazione con analoga qualifica o anche equivalente e questo anche se frutto della stipula di più contratti di lavoro a termine o di utilizzo della somministrazione di lavoro. A fronte di tale liberalizzazione, la legge prevede tuttavia dei limiti per evitare che il contratto a termine diventi la regola, mentre in realtà rimane ancora previsto che il contratto di lavoro normalmente sia a tempo indeterminato. In particolare è previsto che i contratti a termine non possano superare il limite del 20% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1 gennaio dell'anno di assunzione. Per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti è sempre possibile comunque stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato. Sono tuttavia previste alcune eccezioni, ad esempio per esigenze stagionali o per la sostituzione di altri lavoratori. La violazione dei limiti comporta una sanzione amministrativa pari al 20% della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese superiore a quindici giorni di durata del rapporto di lavoro, se il numero dei lavoratori assunti i violazione al limite non è superiore ad uno. Se si supera tale soglia, la sanzione sale al 50%. Tale sanzione si applica solo per i contratti stipulati dal 20 maggio scorso. Coloro che a tale data eccedevano tali limiti potranno mettersi in regola, invece, entro fine anno, altrimenti non potranno stipulare nuovi contratti. centonove pagina 28 poster 18 Luglio 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA ACCADDE OGGI A MESSINA A CURA DI FELICE IRRERA Quando Girolamo unì le congregazioni G Il 18 luglio 1506, l’abate di San Placido, il messinese F. Girolamo d’Alibrando (che ricoprì tale carica per quattro volte, a partire dal 1487, e molto si adoperò nella fabbrica del monastero) ottiene dall’autorità del pontefice Giulio II che la Congregazione siciliana di S. Benedetto si aggreghi alla Cassinese. Con questa unione si regolamentò la disciplina monastica (Samperi,”Iconologia della gloriosa Vergine Madre di Dio Maria protettrice di Messina”, 1644). Faro, le fregate cannoneggiate Paolo Rossi RASSEGNE. Torna il Festival “Teatro dei due mari” Odissea a Tindari Sette spettacoli per un mese di programmazione che punta tutto sulla forza della poesia omerica. Gli appuntamenti PATTI. Sette spettacoli per un mese di programmazione (dal 25 luglio al 20 agosto) in uno dei luoghi più suggestivi, densi di storia e di mito della Sicilia. Ritorna anche quest'anno il Festival “Teatro dei due Mari”, che per il 2014 offrirà al Teatro Greco di Tindari un “cavalcata” omerica, una prima esclusiva e un gran finale nel segno dell'intramontabile “Miles Gloriosus” di Plauto. NEL SEGNO DI OMERO. Un mito nei luoghi che dal mito stesso discendono: è con questa consapevolezza che il Festival si aprirà ospitando quattro dei sei incontri che compongono “Odissea – un racconto Mediterraneo”, un progetto concepito nel 2011 da Sergio Maifredi per “Teatri Pubblico Ligure”. Dal 25 luglio all' 8 agosto, nel Teatro che guarda l'arcipelago delle Eolie, una delle mete del viaggio di Ulisse, a raccontare l'opera di Omero saranno Maddalena Crippa (in “Penelope”, dal XXIII canto, 25 luglio), Gioele Dix (in “Il viaggio di Telemaco”, dal I e IV canto, 26 luglio), Paolo Rossi (in “La maga Circe”, dal X canto, 3 agosto) e Teresa Mannino (in “Le sirene, Scilla e Cariddi”, dal XII canto, 8 agosto). Quest'ultimo appuntamento è l'unica performance siciliana dell'attrice palermitana. Il nome stesso di Tindari, in cima a un promontorio alto più di 200 metri sui laghetti della baia di Marinello, ha una stretta connessione con l'Odissea e con l'Iliade. Fondata da Dionisio il vecchio (tiranno di Siracusa) nel 396 avanti Cristo come rifugio per i profughi spartani che avevano partecipato alla guerra del Peloponneso contro Cartagine (404 a.C.), deve il suo il suo antico nome, Tyndaris, a Tindareo, capostipite del Tindaridi, re di Sparta e padre adottivo di Elena di Troia, personaggio che Telemaco incontra, insieme al marito Menelao, proprio nel libro IV dell'Odissea, affidato a Giole Dix. E un legame, Tindari, lo ha anche con la stessa Penelope celebrata da Maddalena Crippa, in quanto cugina di Elena e imparentata con i Tindaridi. Proprio da Tindari, poi, si vedono le Isole Eolie (Giungemmo nell’Eolia, ove il diletto Agl’immortali dèi d’Ippota figlio, Eolo, abitava in isola natante, Cui tutta un muro d’infrangibil rame E una liscia circonda eccelsa rupe..., X Teresa Mannino Libro), che da luogo di passaggio apparentemente risolutivo (Ulisse ha in dono da Eolo un vento propizio per ritornare in patria) diventano invece la tappa precedente all'incontro con Circe, raccontato da Paolo Rossi. Dalla maga, Ulisse riceve preziose indicazioni da seguire durante la prosecuzione del suo viaggio, e una di queste riguarda proprio le sirene e il gorgo di Cariddi, narrati da Teresa Mannino, che si trovano nello Stretto di Messina, a una manciata di chilometri da Tindari. Così spiega la scelta di ospitare “Odissea – un racconto Mediterraneo”, il direttore artistico del “Teatro dei due Mari”, Filippo Amoroso: “Ritengo Tindari il luogo giusto dove ospitare i racconti dell'Odissea. La forza della poesia Omerica espressa nell'attenta messa in scena ed esaltata dalla bravura degli interpreti, sposandosi con questo luogo unico di fronte al mare delle Eolie, farà rivivere agli spettatori, viaggiando con la fantasia, il viaggio delle navi di Ulisse che solcano le onde del mare”. centonove pagina 29 G Il 18 luglio 1848, alle prime ore della sera, tre fregate napoletane si dirigono verso il Faro, ma, avvistate dalla torre, le batterie tirano contro di esse; i piroscafi nemici rispondono, ma i loro proiettili danneggiano solo tre case disabitate. Il cannoneggiamento dura circa un’ora e si tirano da una parte e dall’altre non meno di 120 colpi (Da “Gaetano Oliva “Annali della città di Messina”, vol. VII). IL GRAN FINALE. Dopo Omero, Il Festival proporrà “E l'alba si tinse di rosa” con Silvia Siravo (12 agosto, alle 5 del mattino), “Elena di Ritsos” con Mariangela D'Abbraccio (16 agosto) e “Miles Goriosus” con Edoardo Siravo e Marco Simeoli (20 Agosto), commedia inoltre rappresentata a Palermo a Villa Filippina il 22 agosto. L'ASSOCIAZIONE. Il “Teatro dei due Mari” è un'associazione che svolge la propria attività con l’intento di contribuire a dare un ulteriore impulso allo studio, alla conoscenza e alla divulgazione degli testi classici, utilizzando i più significativi siti archeologici italiani per riproporre spettacoli, greci e latini, nei luoghi dove in origine sono stati rappresentati, cercando di contribuire a creare un modello vincente per un’intelligente fruizione dei beni culturali, ritenendo che l’utilizzo del patrimonio monumentale non debba fermarsi davanti ad un pur corretto concetto di tutela, nel rispetto della tradizione e dei vincoli archeologici, ma che questi luoghi possano svolgere un ruolo importante per lo sviluppo. 18 Luglio 2014 posterprotagonisti ANNIVERSARI. Un secolo fa il libro con le impressioni di viaggio della principessa alla scoperta della Sicilia Marija, muli e paillettes Sulla strada da Messina a Taormina, sensazioni, suggestioni ed emozioni della nobile russa incantata dai carretti dalla brillante bardatura. Dalle baracche al lusso, ecco i contrasti specchio della popolazione DI FELICE IRRERA MESSINA. Difficile trovare un viaggio più completo, ben programmato proprio per cogliere l'identità suggestiva ma così articolata della Sicilia, per descriverne caratteri paesaggistici e monumentali, per rappresentarne la ricchezza della civiltà artistica, di quello intrapreso dalla principessa russa e scrittrice Marija Michajlovna Volkonskaja (18631943), vissuta prevalentemente all’estero (Francia, Svizzera, Italia), convertitasi al cattolicesimo nel 1901 e stabilitasi a lungo a Roma sino alla morte. Fu autrice di molte opere religiose (tra cui una su Don Bosco pubblicata a San Pietroburgo nel 1908) e anche altri suoi parenti divennero Ritratto di Maria Michailovna Volkonskaja-1 cattolici: uno di loro, il fratello Alexander, era l’attaché militare dell’ambasciata russa a Roma, tra il 1908 e il 1912 e fu poi ordinato sacerdote di rito orientale nel 1930. La Volkonskaja nel 1913 giunge in treno in Sicilia, in una Messina ancora piegata dalla catastrofe del terremoto di quattro anni prima. Nelle sue “Impressions de Sicile” (Paris, 1914), illustrato da alcuni acquarelli dell’autrice, ella così scrive (la traduzione è nostra): “Messina è di fronte a noi. Un mare agitato, d’un blu scuro striato di macchie glauche, ci separa dalla povera città distrutta. Le onde s’infrangono sul ponte e il loro spruzzo schiumoso arriva fino a noi. Non resta più nulla di ciò che costituiva il fascino e la grazia della ridente Messina che esisteva alcuni anni fa. Sono in piedi solo pezzi di muro, facciate di palazzi o di chiese, i cui interni e le cui pareti laterali sono crollati. Dappertutto macerie. Vagoncini e carretti trasportano mucchi di rovine a mare… La cattedrale ci mostra, in un crollo generale desolante a vedersi, la metà di una cupola tutta ornata di mosaici fondo oro e di resti di scultura gotica. In mezzo a queste rovine, una nuova Messina è sorta nei sobborghi e in città. Baracche di legno dipinte di bianco e coperte di lamiera, tutte eguali, ospitano gli abitanti che non vogliono abbandonare la loro città a dispetto dei pericoli che corrono. La vita è ripresa; nei seminterrati delle case crepate si sono aperti negozi. La popolazione vivace, pacata, piena di energia, ripara, ricostruisce, rifà la sua bella Messina così bene che in una dozzina d’anni questi ammassi senza nome lasceranno il posto ad una città attiva, prospera e piena di promesse. Il “libeccio” soffia sulle coste della Calabria. Grosse nuvole grigie lasciano cadere grevi acquazzoni; le montagne illividiscono; poi, passato l’acquazzone, il sole macchia lo stretto di chiazze d’azzurro”. Appare evidente dal testo la sensibilità coloristica dell’autrice. Dalla città si allontanò subito in automobile per recarsi a Taormina. Ed ecco altre sue impressioni lungo il tragitto: “Sulla strada da Messina a Taormina, quanto mai ingombra e poco percorribile, incontriamo pesanti Il tempio della Concordia ad Agrigento, 1914 centonove pagina 30 Maria Volkonskaja, Il tempio di Giunone Lucina ad Agrig carrette, trainati da buoi scuri, e leggeri carretti a due ruote pieni di originalità. Una bardatura arricchita da piume colorate, da “paillettes” argentate e da un corno di cuoio rosso, fissata alla selletta, adorna di una nota vibrante la mula o il cavallo che tira il veicolo. Questa bardatura brillante e ricca; questi carretti dipinti con vari soggetti, dalle tonalità vivaci, danno, fin dall’ingresso in Sicilia, l’impressione nettissima che gli abitanti del paese 18 Luglio 2014 posterprotagonisti ento, 1914 hanno una marcata predilezione per la pompa e gli orpelli. E fa uno strano contrasto vedere spesso i conducenti di questi ricchi carretti vestiti di stracci, con la testa avvolta da un fazzoletto colorato e il corpo coperto da un grande scialle a frange o da una cappa di colore scuro: contrasto che fa presentire le anomalie e le stranezze di quest’isola ancora piena di mistero. I pannelli di questi “carretti” sono decorati da pitture che ricordano episodi del Medioevo. Il culto della cavalleria, che è al fondo dell’anima siciliana, si manifesta, nelle classi più basse della popolazione, con la rappresentazione di scene di guerra e di sangue, improntate, per la maggior parte, alle lotte sostenute per l’indipendenza dell’isola. Ornamenti in ferro battuto stanno sugli assi e completano la decorazione di questi “carretti”, di cui avevo spesso sentito parlare, ma nei quali non pensavo di trovare tante. Seguiamo la costa. La strada affonda a tratti nella terra per raggiungere dei ponti che attraversano larghi torrenti ora quasi in secco. I villaggi si succedono senza interruzione: sono attorniati da bei giardini “d’agrumi”, i cui frutti ancora verdi lasciano presagire una ricca raccolta”. Alloggiò, quindi, in un albergo di Taormina, passeggiò per le sue strade, osservò la fisionomia della gente, notando la folta presenza di stranieri e ricevendo emozione dal paesaggio. Più tardi proseguì per Acireale, di cui ammirò lo splendido barocco, e si fermò a Catania, dove notò il contrasto tra la tristezza della periferia industriale, con edifici grigi nei quali viveva una popolazione povera, e il tenore di vita dei quartieri del centro, con gente ben vestita, passeggio con tanti bei “landaus”, molte librerie. L’indomani s'avviò a Siracusa, attenta sempre per via ai carretti che incontrava e ai tipi a cavallo dei muli: scese all' "Hotel Villa Politi", le cui camere davano sulle latomie dei Cappuccini. Molte ore trascorse nel dedalo delle rocce bianche e grigie, immersa nella lussureggiante vegetazione di aranci, cipressi, lauri, limoni, provando l'illusione di trovarsi in un paese da racconto di fate. Nelle catacombe, avvolte nella più completa oscurità, provò la tristezza delle antichità cristiane, mentre fu più piacevole visitare i resti grandiosi dell'epoca greco-romana: il teatro e l'Epipoli (uno dei quartieri dell’antica Siracusa nel cui punto più alto era il famoso Castello di Eurialo), la riportarono ai tempi aurei della città. Visitò il Duomo, il museo famoso per la sua Venere, e Aretusa, luogo pieno di fascino al crepuscolo; poi si recò alla bocca dell'Anapo, fiancheggiato dalle folte fioriture di papiri, un fiume da fiaba, esotico come un gioiello orientale; fu così presa da una strana sensazione, una sorta d’angoscia che a poco a poco divenne tenera stanchezza, intorpidimento. Il giorno successivo, in viaggio per Girgenti, sostò, durante il tragitto, per visitare la barocca Noto, poi Modica, posta al centro di una ricca campagna, notando che in questa parte della Sicilia il contadino non è povero, dato che coltiva la terra a mezzadria oppure lavora alla giornata con un salario che andava da quattro a sei franchi. Passò, quindi, per Ragusa, Comiso e Vittoria, dopo la quale la strada peggiorava e tutto era deserto. Era notte quando raggiunse Gela, dove pernottò; quindi, lungo la costa, si diresse a Licata e proseguì oltre, fino a Girgenti con la grandiosità dei suoi templi. La città moderna era terra di miniere, povera e non certo piacevole come Taormina o Siracusa: girovagando per le strade, la gente le parve chiusa e composta nella serie dei propri lutti, il clima malsano. Si fermò un giorno solo, rimettendosi in viaggio per Selinunte: qui l'imponente e drammatica maestà dell'acropoli e lo spettacolo del mare sullo sfondo, magnifico sotto il sole Il teatro di Taormina, 1914 centonove pagina 31 morente, le ispirarono di nuovo sensazioni languide e una poesia grandiosa e triste intrisa di ricordi e di sospiri contenuti; per quella sera, però, dovette accontentarsi di pernottare nella vicina e povera Castelvetrano, in un albergo malandato. La risollevò, il giorno dopo, il magnifico tempio di Segesta, lasciato il quale, l'accolse un paesaggio nuovo, con la meravigliosa successione degli aranci della Conca d'Oro; infine Palermo, incoronata dai monti, adagiata su un golfo incomparabile. Un giorno di assoluto riposo per riordinare le idee e rinfrancarsi dalla fatica, e quindi la visita, accurata, a cominciare dal Museo, al quale la viaggiatrice dedicò una descrizione molto accurata e competente; quindi, il giro per la città, a scoprirne le attrattive, gli edifici d'arte, i giardini e le passeggiate, in una continuità di suggestioni: le più vive e profonde al chiostro degli Eremiti. Scriverà: “Di tutti i giardini di Palermo, è questo chiostro pieno di fiori che mi ha incantato di più. Lo stesso disordine delle piante, il loro esuberante vigore ne fanno un luogo di sogno”. Palermo, che le era sembrata, in un primo tempo, una città dall'arte un po' barbara, se paragonata a quella della classicità, ora l’attraeva con le delizie della sua arte arabo-bizantina: ritornò alla Cappella Palatina, in un primo momento poco apprezzata, avvertendone la folgorante bellezza e comprendendo di essere di fronte ad un gioiello assoluto, un capolavoro d'arte; proprio con questo spirito visitò gli altri monumenti, effettuando pure escursioni nei dintorni: S. Maria di Gesù, la palazzina cinese, le catacombe dei Cappuccini; spingendosi fino a Solunto e Bagheria, per visitare qui le celebri ville. Dopo tale prolungato soggiorno, poté consapevolmente affermare che Palermo era una città affascinante. In automobile, seguendo la litoranea, si diresse di nuovo a Messina, passando per Cefalù, dove visitò il Duomo normanno; ma dopo Capo d'Orlando dovette deviare per i monti; attraversò Randazzo e giunse a Francavilla. E manifestò la sua gioia di rivedere di nuovo la bella costa inondata di una luce così diversa da quella di Palermo. Volle per l'ultima volta riempirsi gli occhi e lo spirito delle meraviglie di Taormina: vi salì a piedi per meglio gustare i luoghi, rivide il teatro antico, s'immerse nella trasparenza di quei luoghi. A sera si ritrovò a Messina. L'indomani, da bordo del battello che la riportava via, malinconicamente mandava «un ultimo addio alla bella Sicilia». Quella della Volkonskaja è una rappresentazione intensa della Sicilia, connotata dalla presenza di tanti elementi spesso così difformi, che ne costituiscono la caratteristica e provocano in una viaggiatrice ricca di cultura e sensibilità, impressioni, sensazioni, emozioni. 18 Luglio 2014 posterlibri NOVITA’. Una efferata pagina di storia siciliana brillantemente raccontata da Armeli Tony, il gangster di Galati Museo Epicentro Omaggio a Milani L’epopea di un ragazzo che diventa il consigliere più fidato di Al Capone. Ma non dimentica la madre e la sua terra. Tanto che... DI PIETRO FRAZZICA MESSINA. È l’estate del 1926 quando gli abitanti di Galati Mamertino assistono al temporaneo ritorno dagli Stati Uniti del loro compaesano Tony Lombardo. Da figlio siciliano devoto qual’egli è, grazie all’ingente fortuna guadagnata nel nuovo mondo, si premura di acquistare una casa per l’anziana madre. Inoltre, come un proverbiale zio d’ America, dimostra grande prodigalità verso i Galatesi, elargendo denaro in prestito ai bisognosi senza curarsi di recuperarlo e contribuendo largamente a finanziare la realizzazione del monumento ai caduti della grande guerra, inaugurato nel 1930 dall’allora Podestà Antonio Bianco, che ancora oggi è possibile ammirare in piazza San Giacomo. Tuttavia l’origine della fortuna del Gatsby di Galati solleva non pochi interrogativi circa la natura delle sue attività oltreoceano, ma i pochi che realmente sanno preferiscono tacere. Il pettegolezzo serpeggia alimentando un brusio di supposizioni destinate a trovare conferma solo pochi anni più tardi. Dopo quasi un secolo, lo scrittore Luciano Armeli Iapichino, anch’egli Galatese, ha condotto un accurato lavoro di ricerca storiografica attingendo agli archivi dei quotidiani di Chicago e raccogliendo le testimonianze di coloro tra gli abitanti di Galati che all’epoca furono testimoni degli eventi, districandosi tra notizie certe e dicerie verosimili, per ricostruire l’intera vicenda di Tony Lombardo. Figlio di umili braccianti, animato dalla stessa speranza di molti suoi conterranei di ottenere LACERTI DI LETTURE una rivalsa sulla propria indigenza cercando la fortuna lontano da una Sicilia eternamente intorpidita nel suo immobilismo socioeconomico, nel 1906, con solo 12 dollari in tasca, decise di recarsi in America per ricongiungersi col fratello Giuseppe. Stabilitosi in Illinois si dedicò a un proficuo commercio all’ingrosso di generi alimentari ed entrò a far parte dell’ Unione Siciliana che, da organizzazione di emigrati finalizzata alla mutua assistenza, era divenuta un’interfaccia legale della vasta e articolata rete di crimine organizzato conosciuta come mano nera. Per poter espandere il suo giro di affari, che aveva inglobato il redditizio commercio di alcool divenuto illegale con l’avvento del proibizionismo, Lombardo prese in prestito un’ingente somma di denaro dal noto gangster Al Capone, legandosi a lui inscindibilmente fino a divenire il suo più fidato consigliere e sostituendolo in quei summit di malaffare a cui Big Al non avrebbe potuto recarsi senza mettere a repentaglio la propria incolumità. Nel 1925 Lombardo venne eletto all’ambita carica di presidente dell’Unione Siciliana, consolidando la propria influenza sul crimine organizzato di Chicago e lasciando presagire un risvolto cruento nelle sue vicende. Questa pagina efferata di storia siciliana lontano dalla Sicilia è stata brillantemente raccontata da Armeli, già autore di “Le vene violate”, nell’avvincente saggio storiografico “L’uomo di Al Capone – Tony lombardo: dall’indigenza siciliana a zar del crimine della Chicago anni ‘20” (ed. Armenio, pp126, eur13,00). Il dinamismo quasi cinematografico della prosa BARCELLONA Luciano Armeli Iapichino si adatta perfettamente all’oggetto della narrazione ambientata in un cupo scenario la cui comprensione viene facilitata al lettore attraverso brevi e illuminanti digressioni. La realizzazione di quest’opera non persegue l’arduo obiettivo di fornire una trattazione esaustiva del fenomeno del gangsterismo in tutta la sua vastità, ma risponde all’istanza di preservare a vantaggio delle nuove generazioni, analizzandolo con coscienza critica, un frammento di storia che rischia di essere inghiottito dall’oblio e dalla travisazione. LA CLASSIFICA BARCELLONA. Aperte al Museo Epicentro di Gala di Barcellona le manifestazione culturali organizzate dal Museo Epicentro per l’estate 2014, con la presentazione del libro “Milena Milani e il Museo Epicentro di Gala”, scritto da Nino Abbate (Giambra Editori), e l’inaugurazione di una mostra a lei dedicata. Nino Genovese, racconta nel libro scritto da Nino Abbate, i suoi rapporti telefonici ed epistolari con la grande scrittrice di fama internazionale, scomparsa il 9 luglio 2013, ha voluto sottolineare che si tratta di un libro raro, che parla di un incontro straordinario che ha arricchito la sensibilità di Abbate, l’ha reso più maturo, più umano. Franco Cassata ha invece focalizzato l’attenzione sulla capacità avuta da Abbate di trasformare eticamente il luogo Gala, in una leggenda. La mostra ha presentato documenti della Milani, foto, lettere, la mattonella del 2007, e una installazione con fotografie dei grandi personaggi della cultura chha incontrato nella sua vita. Infine le opere d’arte realizzate da Nino Abbate e Salva Mostaccio. DI FELICE IRRERA L'autore sostiene qui che la prima globalizzazione, avvenuta sotto l'egida dell'Impero britannico tra il 1880 e il 1914, ha in comune con quella dei nostri giorni il dominio delle oligarchie finanziarie, con una differenza, però: mentre nella prima c'era ancora un'interdipendenza con la democrazia parlamentare, questo legame è venuto meno ai tempi nostri: ne è un esempio la struttura tecno-burocratica dell'Unione europea, che ha tolto ai suoi popoli il controllo decisionale, sempre più sottoposto alle oligarchie finanziarie internazionali. Giuseppe Berta, Oligarchie. Il mondo nelle mani di pochi, Il Mulino, pp. 122, € 10,00 Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di Un' idea di destino. Diari di una vita un buongiorno - Longanesi 3straordinaria 6 Longaneri www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Innocenti umiliati La concussione ha il suo linguaggio, fatto di simboli, segni, comportamenti. C’è una precisa fenomenologia che è inequivocabile. “Queste guardie erano gentaglia corrotta, mi riempivano la testa di chiacchiere, volevano essere corrotte, volevano portarmi via con l’inganno.” La corruzione alligna in certi scenari paradossali, dove la forma e la legge opprimono ciò che è giusto e naturale e la discrezionalità dei mediocri trasforma i diritti in favori producendo clientele e potere cieco e violento. “Non c’è dubbio che, dietro tutte le espressioni di questo tribunale, nel mio caso dietro l’arresto e l’odierna udienza, ci sia una grande organizzazione. Una organizzazione che non solo dà lavoro a guardie corruttibili, a stupidi ispettori e a giudici istruttori che nel migliore dei casi sono mediocri, ma deve mantenere scrivani, guardiani e altri aiuti, forse persino carnefici. Quale è il senso di questa grande organizzazione? Consiste nel far arrestare degli innocenti e nell’avviare contro di loro un procedimento insensato e per lo più, senza esito. In mezzo a questa assurdità come sarebbe possibile evitare la corruzione dei funzionari? Impossibile. E per questo che le guardie cercano di rubare, gli istruttori fanno irruzione nelle case degli innocenti. Gli innocenti invece di essere interrogati, vengono umiliati.” Spesso i pericoli che prospettiamo come ostacoli al nostro agire sono i fantasmi della nostra vigliaccheria. “Voglio aiutarla, non parli più dei pericoli che corro, li temo solo quando voglio temerli, venga.” Esistono processi che vengo imbastititi da oscure entità con lo scopo di annullare l’imputato sia che alla fine venga giudicato colpevole o innocente. “Tu sei combinato, hai sempre avuto un’intelligenza equilibrata e proprio adesso questa ti centonove pagina 32 abbandona? Perdere il processo vuol dire semplicemente che saresti annientato. Avere un processo del genere, vuol dire averlo già perso.” L’innocente comincia il suo calvario non in tribunale ma dal suo avvocato, costretto a difendersi con tecnicismi utili ai colpevoli e non a dimostrare semplicemente la sua l’innocenza. Le regole del processo gli impongono di pensare da colpevole. “Finalmente K. decise di revocare il mandato all’avvocato. Non era certo possibile dissipare del tutto il dubbio se fosse giusto agire così, ma la convinzione che era necessario farlo prevalse. E’ paradossale dover esporre la propria innocenza attraverso un difensore per definizione è un sofista. “Quando si trovò davanti alla porta dell’avvocato, si chiese se non fosse meglio trasmettere una revoca telefonica o scritta.” Lacerti tratti da: “Il processo ” parte II - 1914 Franz Kafka posterlibri SAGGI. Gli ottant’anni della storica dell’arte, a lavoro con due libri “monumentali” Pugliatti, Simbolismo a tutto volume L’opera con 500 foto a colori dà una visione coordinata e sistematica al movimento culturale nato in Francia nel XIX secolo. Ma è col diario su Agostino Tassi che racconta un pezzo di sè. E il passaggio alla vita “claustrale” MESSINA. Due volumi sul Simbolismo e ottanta candeline. Teresa Pugliatti, messinese doc, già docente di Storia del'Arte nella sua città e all'Università di Palermo, sta scalando l'ennesima “montagna” con lo stesso piglio di quando intraprese il suo primo e complesso studio, negli anni Settanta, sulla controversa figura di Agostino Tassi (1580-1644), celebre quadraturista e paesaggista del XVII secolo. Perché a Teresa Pugliatti piace affrontare materie complesse e magmatiche, che prova a penetrare, ordinare e raccontare in tutti i loro aspetti, raggiungendo un duplice scopo: dare uno “scossone” alla ricerca con le proprie conclusioni e aprire le porte a quella altrui dopo aver dissodato faticosamente un terreno reso brullo da studi episodici e specialistici. Un'operazione che ha sempre ampi confini: o legati al genere e al periodo, come nel caso dello stesso Tassi o di “Giulio Mazzoni e la decorazione a Roma nella cerchia di Daniele da Volterra” (suo secondo volume, edito dal Poligrafico dello Stato nel 1984); o anche puramente geografici, ad esempio nei due libri sulla pittura del Cinquecento in Sicilia (i primi due editi da Electa Napoli) e nel terzo, sulla tarda maniera nella parte occidentale dell'Isola, pubblicato da Kalos. IL SIMBOLISMO. L’opera è in due volumi con un totale di 500 foto a colori. Ciascuno dei due volumi contiene tre parti. Nel I volume la prima parte è dedicata all’universo preraffaellita, popolato da numerosi personaggi affiancati da musicisti, poeti e letterati che, secondo la visione della Pugliatti (e contro buona parte della critica), a partire dal 1848, aprono con la loro opera la via al Simbolismo. Dopo questa prima parte, che si svolge in Inghilterra, si passa in Francia dove Gustave Moreau, negli anni Sessanta-Settanta mostrerà i prodromi del simbolismo francese. E nella terza Parte sarà “visitato” il Simbolismo in Svizzera, in Germania, in Belgio, tornando poi in Inghilterra per trovarvi esiti più tardi (AlmaTadema, Beardsley). Il secondo volume si apre nella Francia dei tardi anni Ottanta, quando, erroneamente, secondo Teresa Pugliatti, la critica del tempo decreta la nascita del Simbolismo per merito di Gauguin e il suo gruppo della cosiddetta Scuola di Pont-Aven. Questo è quello che, invece, la Pugliatti definisce “secondio Simbolismo” e vede completamente diverso da quello che chiama “primo” Teresa Pugliatti e che ha avuto i suoi natali in prima parte dove i Preraffaelliti e i loro Inghilterra nel ’48-50 e in Francia nel amici letterati sono visti come 60-70, e i cui referenti in letteratura, ispiratori e fondatori del Simbolismo e per l’Inghilterra erano da Swinburne cioè si sostiene che questo nasce già a Oscar Wilde e per la Francia da nel ’48. Sotto il profilo metodologico Huysmann a Baudeleire, a Mallarmè. un nuovo aspetto è dato da tre Mentre per questo “secondo” peculiarità diverse: l’eloquio diretto in Simbolismo francese i referenti una forma chiara, volutamente letterari si possono indicare soprattutto didattica; l’esposizione svolta come un in una schiera di giornalisti (da Jean lungo “racconto” con molti personaggi Morèas a Edouard Dujardin e e infine la ricerca di collegamento altri). Nella seconda parte si accede al interterritoriale e perfino Simbolismo in Italia, con due interpersonale tra gli artisti dei diversi personaggi quali Previati e Segantini Paesi. Quest’ultima peculiarità è (quest’ultimo conteso dalla Svizzera), importante perché finalmente la e con i molti raffinati illustratori. La Pugliatti riesce a dare del Simbolismo Parte III è dedicata alle Secessioni una visione coordinata e sistematica (Berlino, Monaco e Vienna), con rispettive trattazioni su Franz von Stuck, Klimt e importanti artisti che vi gravitavano intorno. Infine, il volume si chiude con un’appendice nella quale si dà uno sguardo ai Manifesti (da Lautrec a Grasset a Mucha) e alle più differenti forme decorative dell’Art Nouveau. LE NOVITA’. Quello che va detto soprattutto è che questo libro presenta delle assolute novità critiche e metodologiche. Sotto il profilo critico, il libro si Alma Tadema, Ritorno dei fiori definisce già nuovo nella centonove pagina 33 18 Luglio 2014 delle sue numerose e pur diverse facce che di solito vengono trattate isolatamente, rintracciando tra queste, nuovi interessanti e non previsti rapporti che offrono a loro volta chiarimenti inediti. IL DIARIO. Lo scorso anno, mentre il “pentolone” del Simbolismo era già in piena ebollizione, Teresa Pugliatti ha anche chiuso un cerchio iniziato con il suo primo studio, che diede vita a “Agostino Tassi tra conformismo e libertà” (De Luca, Roma 1978), dando alle stampe “Sulle tracce di Agostino Tassi. Diario autentico di una ricerca” (Futura, Perugia 2013). Si tratta, come suggerisce il titolo, del diario della studiosa scritto tra Messina e l'Italia (in particolare Roma) durante la ricerca suggeritale in seduta di laurea dal suo maestro, Alessandro Marabottini, dopo averla “avvertita”: “La aspetta il mondo, non sempre roseo, della storia dell'arte”. La figura di Tassi era venuta fuori dalla tesi come secondo (ma non secondario) personaggio ed è proprio dal momento del “suggerimento” del docente che inizia il diario. Un diario che è la registrazione minuziosa e quotidiana di uno studio che si configura come una indagine poliziesca e comporterà i più svariati incontri (e scontri), oltre che con storici dell'arte, italiani e stranieri, con alti prelati del Vaticano, con direttori di Musei, con bizzarri collezionisti, con antiquari, con proprietari di palazzi, nonché con i portieri degli stessi, con bibliotecari, con uscieri e impiegati di musei, gallerie, archivi. Il libro, oltre a raccontare l'indagine, svela anche la donna Pugliatti, il suo passaggio dalla vita precedente, più sociale, a quella “claustrale” della ricerca, le sue incertezze e il toccare con mano il mondo “non sempre roseo” della storia dell'arte, dove vige una assoluta religiosità verso grandi nomi o logiche di mercato. Un affresco, quello dipinto in “Sulle tracce...”, che racconta anche gli anni Settanta, la fatica del lavoro senza computer, delle telefonate dall'albergo o dalla cabina, di una Italia in trasformazione, come la stessa Teresa Pugliatti, che alterna lo sconforto per gli impedimenti alla gioia delle scoperte, sempre, comunque, incasellate e ponderate nel segno del dubbio laico che caratterizza la studiosa. (D.D.J.) 18 Luglio 2014 posterprotagoniste ALCARA LI FUSI. Viaggio nel convento trasformato in museo per accogliere un patrimonio “sacro” spettacolare Le Benedettine dell’arte Tra le pareti che raccontano storie di monacazioni forzate e figli illeggittimi, trovano posto monumentali ostensori, pianete e piviali realizzati dal Settecento in avanti nei più eleganti tessuto laminati in argento e oro. Ma i veri capolavori sono nei gruppi statuari lignei DI GERARDO RIZZO ALCARA LI FUSI. Il monastero delle Benedettine di Alcara Li Fusi racconta vicende piuttosto usuali per questo genere di edifici. Sono storie di monacazioni forzate di figlie minori di nobili famiglie locali, per salvaguardare l’integrità dei matrimoni; storie di clausura, solitudine e finestre con robuste grate di ferro; e la tradizione orale rammenta la ruota al portone, attraverso la quale le monache ricevevano offerte in alimenti e accoglievano i bambini che nascevano da unioni illegittime o in famiglie che non potevano mantenerli, e che pertanto venivano affidati alla misericordia di Dio e delle sue agenti sulla terra. Le buone monache ricambiavano facendo uscire, per quella stessa ruota, dolci di farina, zucchero e mandorle che ancora oggi fanno parte della tradizione alcarese. Alcara, che ancora non era Li Fusi e si appellava Valdemone, contava numerosi e popolati monasteri maschili e femminili, che erano dapprima basiliani, e poi furono dei Cappuccini o dei Minori Conventuali, e vantava molte famiglie illustri, che si chiamavano Ciuppa o Faraci, Auriti o Lanza, le quali oltre a monacare figli minori, commissionavano opere d’arte, a esecutori del circondario nebroideo come anche alla botteghe di Palermo e Messina, per abbellire le tante chiese cittadine, o acquistavano preziosi libri di raffinatissima fattura che arricchivano le biblioteche dei conventi. Il che ci riporta al monastero delle Benedettine: poco più di dieci anni fa, infatti, per iniziativa dell’arciprete padre Guido Passalacqua, i locali del convento diventavano il Museo di Arte Sacra di Alcara Li Fusi, destinato a raccogliere e custodire una selezione del variegato patrimonio artistico cittadino. La struttura è articolata su vari livelli. Entrando, si accede a una piccola ma accogliente reception, dove si possono avere le informazioni necessarie per compiere una visita accurata. Nel piano superiore troviamo due Particolare di Madonna col Bambino fra i Santi Francesco e Sebastiano salette dedicate agli argenti e una che raccoglie i parati sacri. Gli argenti sono prevalentemente croci o reliquiari, ma troviamo anche elegantissime corone, elmi, spade o altri oggetti che in passato avevano adornato statue e quadri nelle varie chiese del paese. Nella saletta più interna, invece, quadri devozionali, calici e scenografici ostensori sembrano gareggiare tra loro in magnificenza e raffigurazioni allegoriche: come in realtà erano in competizione fra loro le famiglie che donavano gli oggetti alle “loro” chiese, a maggior gloria di Dio. Gli oggetti esposti sono realizzazioni dei più grandi argentieri palermitani e messinesi dal XVII al XIX secolo. Particolarmente spettacolari sono un ostensorio settecentesco la cui raggiera poggia su un pellicano che si squarcia il petto con il becco per nutrire i propri ITINERARI Una giornata nel paese del Muzzuni IL MUSEO DI ARTE SACRA è solo uno dei motivi buoni per decidere di trascorrere una giornata ad Alcara Li Fusi. La cittadina nebroidea è famosa soprattutto per il suo ricco patrimonio di tradizioni, che si estrinsecano nelle manifestazioni religiose: in particolare le feste dedicate al patrono San Nicolò Politi (3 maggio e 17 agosto), la coloratissima festa del Muzzuni (24 giugno) o le suggestive processioni della Settimana Santa. In queste occasioni si può approfittare per assaggiare – ed eventualmente acquistare – i numerosi prodotti agroalimentari della zona. Anche una passeggiata per il medievale quartiere Motta o una visita alle numerose chiese possono riservare piacevoli sorprese - visto che ancora è lì che è custodita la maggior parte del patrimonio artistico locale – come la preziosissima biblioteca proveniente dal convento dei Cappuccini (e adesso conservata presso la parrocchia di San Pantaleone) che annovera numerosi incunaboli e cinquecentine. Gli amanti della natura possono godere di belle escursioni nei dintorni, come al lago Maullazzo o, previo accordo con le guide, alla suggestiva Grotta del Lauro. Per informazioni, si può contattare l’ufficio turistico del comune al numero 0941/792029. centonove pagina 34 18 Luglio 2014 posterprotagoniste Testa di San Giovanni. Lego e telacolla piccoli, o un altro, più o meno coevo, il cui piede è sormontato dall’allegoria della Fede, e la cui corona è decorata da fiori e grappoli d’uva. Sullo stesso piano è collocata la sala dei parati sacri, che espone pianete e piviali realizzati dal ‘700 in avanti nei più eleganti tessuti laminati in argento e oro. Il pezzo più singolare di questa collezione è senza dubbio un paliotto d’altare dedicato a San Nicolò Politi, veneratissimo patrono di Alcara. L’opera, donata dal nobile don Emanuele Lanza per una grazia ricevuta, è ricamata con oro e argento su seta con motivi floreali e con decorazioni in corallo rosso; al centro, in un tondo, si vede il santo in una delle sue raffigurazioni tipiche, con la croce e il libro di preghiere. Originariamente, il paliotto abbelliva la cappella del santo fino alla fine dell’Ottocento, poi era stato trasferito all’altare maggiore della Chiesa Madre. Ma le cose più belle da vedere sono probabilmente al piano inferiore, dove si trovano le sale delle sculture e delle pitture. È soprattutto per questo genere di opere che Alcara fu un importante centro di committenza. Fra ‘500 e ‘700, le chiese, le confraternite, le comunità monastiche e le famiglie aristocratiche fecero a gara per accaparrarsi i servizi di artisti che agivano nell’area dei Nebrodi, ma anche in tutta la Sicilia: erano Pietro d’Asaro, detto il Monocolo di Racalmuto, Giuseppe Tomasi di Tortorici, Salvatore Rivel palermitano e Filippo Tancredi messinese, e molti altri di cui non sempre è rimasta traccia negli archivi. Molte delle loro opere sono ancora nelle chiese per le quali erano state realizzate, altre si sono spostate da una chiesa a un’altra per le motivazioni più svariate, ma una nutrita rappresentanza di esse ha trovato ospitalità in questi locali. Madonna e Sant’Anna Un prezioso ostensorio Tra le sculture troviamo oggetti di piccole dimensioni ma di pregevole fattura, tra cui spiccano una Madonna di Trapani in alabastro e una Testa di San Giovanni, donato nel 1618 da Gerolamo e Raffaele Surdi, fratelli medici di Alcara, alla confraternita del santo, e che veniva condotta in processione in occasione della festa del Muzzuni. Ma troviamo anche gruppi statuari lignei e pittoresche varette processionali finemente lavorate che rappresentano un’ulteriore testimonianza della relativa ricchezza dei centri montani nei secoli passati, prima che si verificasse la discesa verso la costa, quando Sant’Agata Militello era solo “la Marina”, lo sbocco a mare della produzione agricola di Alcara e Militello. Un crocifisso di fine Quattrocento, di maestranze messinesi, fa oggi bella mostra di sé in una delle sale del Museo, ma fino al 1972 giaceva in un locale dismesso dell’antico monastero dei Cappuccini, seppellito da cartacce e altro materiale di risulta, e solo un accurato restauro lo ha riportato alle attuali condizioni. I quadri presenti nel Museo sono anch’essi una selezione fra i tanti presenti in paese: si distinguono una Adorazione dei Magi di Giuseppe Tomasi, proveniente dalla Chiesa Madre e prima ancora dal convento di San Michele, o una Madonna col Bambino e Sant’Anna di anonimo ma datato 1599, particolarmente interessante perché i dettagli architettonici dello sfondo richiamano atmosfere nordiche, il che ha suggerito agli studiosi che l’autore potrebbe essere un pittore nordeuropeo con bottega a Messina. Ma se anche in questa sala si vuole indicare un pezzo centonove pagina 35 che da solo valga la visita al Museo, la scelta cade sicuramente su una “Madonna col Bambino tra i santi Sebastiano e Francesco”, un olio su tavola di autore ignoto ma riferibile all’area messinese. Il dipinto, restaurato negli anni ’60 e poi negli anni ’90, proviene dalla chiesa di San Pantaleone e prima ancora da quella di San Sebastiano, oggi non più esistente. Questo dipinto rimanda con la mente al periodo in cui l’Europa era colpita da varie pestilenze, e che è anche il tempo in cui si diffuse in Sicilia il culto di San Sebastiano, il quale tra i propri patronati annovera la protezione dalle epidemie. A ulteriore conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che ogni Museo e ogni opera in esso custodita hanno dietro si sé storie che meritano di essere raccontate. 18 Luglio 2014 postermostre INAIGURAZIONI “Messina tra le due guerre” al Ricovero antiaereo Alcune foto di Aldo Pintaldi in mostra. Sotto due lanterne dell’Ottocento MESSINA. La mostra-evento al Palacultura sui maestri peloritani. A partire da Aldo Pintaldi Fotografia, cento anni di storia Esposte anche foto e macchine del periodo 1860-1960 per raccontare attraverso i protagonisti anche la storia della città MESSINA. Ha preso il via lo scorso 12 luglio la mostra “1860-1960 – Cento anni do storia della fotografia a Messina”, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Messina con il patrocinio della Soprintendenza ai Beni Culturali e la compartecipazione dell’associazione Comunicarte. Le apparecchiature resteranno esposte fino al 31 agosto, sette giorni sette, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 all’interno del Foyer del Palacultura. Si tratta di una mostra storica di elevato livello artistico e culturale con macchine fotografiche appartenute a più noti maestri fotografi peloritani e italiani. In vetrina quasi 200 apparecchiature di ogni dimensione, oltre ingranditori verticali ed orizzontali, lanterne magiche, locandine pubblicitarie e foto relative alla città di Messina e tutto l’occorrente per lo sviluppo e la stampa. Saranno presenti inoltre, vintage prints originali d'epoca, tra cui dagherrotipi, calotipi su carta salata, stampe all'albumina, al bromuro, al carbone e attrezzature d’epoca. Previsti itinerari per turisti con un laboratorio fotografico e una stanza per farsi fotografare con l’ apparecchiatura fotografica che immortalò Garibaldi. L’obiettivo è quello di far conoscere alla maggior parte dei siciliani e ai turisti le testimonianze religiose, artistiche, commerciali e storiche di Messina e della sua provincia attraverso le foto e le macchine fotografiche del periodo dal 1860 al 1960, trovando anche punti di vista che diventino nuova linfa vitale nel dibattito culturale. Saranno anche proposti agli istituti scolastici e alle Università visite guidate con percorsi didattici. Il progetto, vuole quindi ripercorrere attraverso i momenti storici rappresentati nelle foto e nelle locandine i segni sociali e di costume avvenuti a Messina nel periodo oggetto della mostra. In questo modo, si tenterà di carpire le influenze e i processi che hanno portato alla realtà di oggi e mostrare l’intima connessione tra la dimensione culturale e quella dell’agire sociale.Il focus centrale della mostra è infatti, quello di sviluppare itinerari culturali, valorizzando un’identità comune che sta per andare smarrita. L’analisi e lo studio delle diverse macchine fotografiche, rappresenta poi una possibilità unica per lo studio della storia della fotografia fino ai giorni nostri. “MESSINA TRA le due Guerre”. E’ il titolo della mostra che si terrà nei locali dell’ex ricovero antiaereo Cappellini per celebrare la ricorrenza del 17esimo anniversario dello sbarco alleato in Sicilia. L’inaugurazione venerdì 18 luglio alle ore 10.30 nei locali del museo provinciale “Messina nel Novecento” di contrada Scoppo a Messina, proprio nella sede che fu rifugio antiaereo. Si tratta di una struttura imponente recuperata grazie alla sensibilità dei collezionisti che hanno reso possibile questo viaggio nella memoria per far rivivere con immediatezza le difficili fasi della nostra recente storia. Una iniziativa formativa e culturale di alto profilo che ora mette in mostra armi, divise, foto, documenti, tutte testimonianze autentiche di quei momenti drammatici «che hanno costretto l’uomo - sio legge in una nota di presentazione alla mostra - a vivere in una condizione obliterante ogni forma di vera civiltà». All’inaugurazione del 18 luglio prenderanno parte il commissario della Provincia di Messina, Filippo Romano, il soprintendente ai Beni culturali Rocco Scimone, il direttore del museo Angelo Caristi. La mostra sarà inaugurata dall’assessore regionale ai Beni culturali Giusi Furnari con l’intervento del presidente della commissione regionale Beni culturali, Marcello Greco. MOSTRE Art Me, la Messina cinematografica negli scatti di Vizzini MESSINA. Presentata, nella sala Boris Giuliano di palazzo dei Leoni, il Messina Tourism Bureau presenterà la prima edizione di Art ME. La rassegna ha esordito il 14 luglio con un cartellone che ha come fiore all'occhiello nella mostra fotografica intitolata “60 anni di stelle tra Messina e Taormina - Omaggio a Michelangelo Vizzini”, in programma fino al prossimo 17 agosto al Monte di Pietà, nell'area pedonale Cairoli e al terminal crocieristico. La serata inaugurale, sempre il 14 luglio alle 20, al Monte di Pietà, prevede aperitivo e intrattenimento musicale a cura di Leo Lippolis e Nat Minutoli (sax), con la gentile partecipazione di Kate Charlotte Speranza. centonove pagina 36 L'iniziativa mira a celebrare il 60esimo anniversario della Rassegna Cinematografica di Messina, attraverso gli scatti del maestro Michelangelo Vizzini. In calendario, anche proiezioni dei film lanciati attraverso la Rassegna e due serate musicali, con la direzione artistica di Antonio Vadalà. Alla conferenza stampa di presentazione anche il presidente e il direttore del Messina Tourism Bureau, rispettivamente Gaetano Majolino e Valeria Leone; le curatrici della mostra fotografica, Alessandra Brancatelli, Emanuela Reitano, Francesca Martello; la famiglia Vizzini; Antonio Vadalà. posterrubriche NUOVE VISIONI RICONOSCIMENTI DI MARCO OLIVIERI Macaluso, le sorelle dell’anno Tutta colpa di Freud Non è un film di Billy Wilder, né possiede la cattiveria e la capacità di penetrazione psicologica della migliore commedia all’italiana. Tuttavia, “Tutta colpa di Freud”, che ritorna nelle sale nel periodo estivo, è un film garbato, ben scritto e più gradevole di tante altre commedie usa e getta del cinema italiano. Niente di straordinario, per carità, ma la regia e sceneggiatura di Paolo Genovese (“La banda dei Babbi Natale”, “Immaturi”) rende l’insieme narrativo non esente da spunti intelligenti e distensivo grazie alla bravura degli interpreti: Marco Giallini (padre modello di tre figlie scapestrate, ma non troppo, e psicoanalista un po’ improbabile), Anna Foglietta (la figlia lesbica ma con parentesi tragicomica da etero), Vittoria Puccini (sensibile e autolesionista), Claudia Gerini (signora annoiata dalla vita e da un matrimonio infelice), Vinicio Marchioni (sordomuto e ladro ma cambiato dallo sguardo amoroso di Marta/Puccini), Laura Adriani (diciottenne invaghitasi di un cinquantenne, provocando la disperazione del padre), Alessandro Gassman (in un ruolo che ne valorizza i tempi comici), Daniele Liotti, Edoardo Leo e Gian Marco Tognazzi. Nella colonna sonora, anche la canzone originale di Daniele Silvestri “Tutta colpa di Freud”. Il film alterna elementi da commedia sentimentale, efficaci situazioni comiche e accenni all’attuale mondo disordinato degli affetti e dei sentimenti, senza premere mai l’acceleratore dell’analisi approfondita ma evitando quasi sempre grossolanità, fino a un epilogo prevedibile. INIZIATIVE Mirto, due giorni di Rock Nuovi talenti al music festival MIRTO. Nel cuore dei Nebrodi, il 2 e 3 agosto 2014, anche quest’anno si svolgerà il MirtoRock Festival, una due giorni che ha come obiettivo la promozione artistica di nuovi talenti della scena indipendente italiana. Ben 8 band più 2 Dj di comprovata esperienza si alterneranno, infatti, sul palco allestito a Villa Loreto. Sabato è prevista l’esibizione di Malarditi e Phantorama, band vincitrici del MirtoRock Contest 2014, a seguire l’electro rock dei capitolini Moseek e il granitico sound degli Appaloosa. Si conclude in bellezza con i dischi di un Dj di fama internazionale come Alessio Bertallot. Il giorno dopo i “Cinema Noir”, il duo “La Rappresentante di Lista”, i “Veivecura” e i “Calibro 35”. Seguirà il Dj Set di Davide Patania. Per info: www.mirtorock.it [email protected] 18 Luglio 2014 A EMMA DANTE IL PREMIO DELLA CRITICA 2014 Un momento dello spettacolo DI PAOLO RANDAZZO PER RACCONTARE il teatro siciliano contemporaneo non basta metterne in fila protagonisti, seguirne le vicende, metter ordine tra poetiche e linguaggi, no, non basta: per spiegare la vitalità di quest’arte nella nostra terra occorre capirne il senso profondo e provare a rintracciarlo laddove esso si è andato depositando. E non è detto che siano gli stessi siciliani i più adatti a compiere tale operazione: è vero che il teatro è finzione, ma è anche vero che sono realtà i mattoni con cui questa finzione si realizza e, se per molti questi mattoni significano poco o nulla, noi siciliani, messi di fronte a uno spettacolo di Scaldati, Cuticchio, Scimone e Sframeli, Eamma Dante, Pirrotta, Zappalà, Caspanello, Luna, Collovà, solo per dire di alcuni (ma ce ne sono molti altri), di quei mattoni riconosciamo origine, senso, tensione e non è affatto detto che questo sia d’ aiuto nello sforzo di capire uno spettacolo. Eppure si tratta di grandi artisti che tutto il mondo, pubblico e critica, ci invidia. L’ultimo episodio di questa straordinaria storia è accaduto la settimana scorsa e si compirà il 23 luglio a Volterra nel corso del celebre Festival di Armando Punzo e DE GUSTIBUS Cinzia De Felice: l’Associazione nazionale critici di teatro ha assegnato a Emma Dante il “Premio della Critica 2014” per il suo ultimo spettacolo “Le sorelle Macaluso” che, dopo una lunga e felice tournee in Italia, ha cominciato il suo giro internazionale e in questi giorni è acclamato in Francia ad Avignone. Si tratta di uno spettacolo davvero formidabile: morte, amore, ferocia, solidarietà familiare, luce e buio, destino, memoria, dolore, bellezza ne compongono un profilo che è insieme straziato, complesso ed estremamente composto. Ecco se c’è una qualità che colpisce in questo spettacolo è la sua solidità, la compostezza adulta di un linguaggio teatrale che, definitosi a partire dal 2001, è ormai nella piena consapevolezza e padronanza della regista palermitana. Per la cronaca, accanto alla Dante, riceveranno i premi della critica 2014: lo spettacolo “La società” di Musella e Mazzarelli, il Teatro Sociale di Gualtieri, Sara Bertelà, il light designer Cesare Accetta, la compagnia Punta Corsara, Gigi Dall’Aglio, Serena Sinigaglia, Elio De Capitani, Paolo Graziosi (Premio Poesio), Filippo Dini (Premio Hystrio), Stalker teatro e Mimmo Sorrentino (Premio Teatri delle diversità). MUSICA DI CESARE NATOLI Un film su Miles Davis S’intitola “Miles Ahead” il nuovo film che racconterà un pezzo di storia di Miles Davis. Le riprese della pellicola, che si intitola come un famoso album del celebre trombettista statunitense, sono iniziate da pochi giorni e vedono Don Cheadle come attore protagonista, regista e produttore. Sua anche la sceneggiatura, scritta insieme a Steven Baigelman. Miles Davis è una leggena della storia del jazz. Scomparso nel 1991 a 65 anni, ha suonato con tutti i grandi della sua epoca: da Charlie Parker e John Coltrane a Chick Corea, fino a Coleman Hawkins, Horace Silver, Cannonball Adderley, Sonny Rollins, Bill Evans, Wayne Shorter, Herbie Hancock. In mezzo, la svolta fusion e rock e il suo essere musicista sperimentatore e visionario. Inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2006, Davis, nella sua carriera, ha esplorato diverse strade, affrontando anche momenti difficili e travagliati, come il quinquennio 1975-1980, durante il quale ha fatto largo uso di sostanze stupefacenti e alcool. Un tunnel lungo e pericoloso, che lo ha condotto alle soglie dell’isolamento prima del definitivo ritorno sulle scene negli anni '80. Il film si soffermerà proprio sul periodo più difficile nella vita del trombettista, conosciuto anche come ‘periodo del silenzio’. Don Cheadle, 49 anni e una nomination agli Oscar nel 2005 per il film "Hotel Rwanda", sarà affiancato nelle riprese, tra gli altri, da Zoe Saldana e Ewan McGregor. . DI MASSIMO LANZA Bellavista, le delizie di Marcello ERA DA TEMPO IMMEMORE che non mangiavo così bene a Messina, a mia memoria probabilmente dai tempi del mitico Sporting di Alberto, locale che per ragioni semplicemente paesaggistiche ho sempre preferito all’Alberto in centro città. A cominciare dalla location, mai fu più giustificato il nome Bellavista per il locale di Marcello Startari, una stupenda terrazza affacciata sullo Stretto proprio di fronte a Scilla. Elegante e luminosa la sala, panoramicissimi i terrazzi dove si apparecchia la sera, unici i tavoli praticamente sulla battigia, da riservare per tempo perché i più richiesti. La cucina è quasi esclusivamente di mare, semplice e raffinata al tempo stesso, capace di esaltare materia prima freschissima e selezionatissima, così come alcuni piatti della tradizione siciliana. Così ecco centonove pagina 37 arrivare un piatto di crudo contenete un carpaccio di spada dal sapore squisito, dei gamberetti di nassa da succhiarsi le dita e un carpaccio di sarago impreziosito da un trito di capperi e un fili di extravergine di rara bontà. A seguire una zuppetta di cozze e vongole davvero deliziosa, da farci la scarpetta sino a ripulire la ciotolina dove viene servita. Per primo abbiamo scelto la pasta con i ricci, saporita e cotta al dente perfettamente. Per chiudere uno splendido scorfano all’acqua di mare splendidamente cotto, profumatissimo e sapido. In chiusura un tris di dolci, tra cui un sorbetto ai gelsi davvero notevole. La carta dei vini è abbastanza vasta e ben scelta, tante buone etichette non solo italiane offerte con il giusto ricarico, da segnalare la piccola ma ben selezionata scelta di bollicine. Il servizio guidato con mano ferma da Marcello è all’altezza della situazione e sa districarsi bene anche nei momenti di confusione. Ristorante Bellavista – Via Circuito – Torre Faro – Messina Tel. 090 326682 18 Luglio 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Scadenze utilizzazioni e assegnazioni provvisorie Senza passato nè futuro? Definiti gli organici dei docenti e pubblicati i movimenti per la scuola dell’infanzia, primaria e scuola media, a breve si conosceranno anche gli esiti per i docenti delle scuole superiori e gli organici del personale ATA. E quasi senza soluzione di continuità si passerà alla mobilità annuale: utilizzazioni e assegnazioni provvisorie (AP). La prima interessa il personale senza sede definitiva, i trasferiti in quanto soprannumerari e consente di prestare servizio per un anno in una scuola richiesta dall’interessato; l’AP, invece, è l’istituto attraverso il quale è possibile prestare servizio per un anno in una scuola più vicina al proprio nucleo familiare (coniuge, figli, genitori, convivente) o in una di un dato comune per cure connesse a gravi motivi di salute. Le scadenze fissate dal MIUR per la mobilità annuale sono: 21 luglio per i docenti della scuola dell´infanzia e primaria; dal 24 al 30 luglio per i docenti della scuola di istruzione secondaria di I e II grado; 25 luglio per il personale educativo e i docenti di religione cattolica; 12 agosto per il personale ATA. Per i docenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria la presentazione delle domande è prevista con la modalità web attraverso le istanze online. Per il personale educativo, gli insegnanti di religione cattolica e il personale ATA, invece, permane la modalità cartacea e,pertanto, verranno utilizzati i moduli predisposti dal Ministero. Le domande di utilizzazione debbono essere indirizzate all´Ufficio territoriale (UT) competente della provincia di titolarità per il tramite del dirigente scolastico dell´istituto di servizio. Quelle di AP e di utilizzazione in altra provincia debbono essere presentate direttamente all´UT della provincia richiesta e, per conoscenza, all’UT della provincia di titolarità. ECOLOGIA&AMBIENTE MESSINADRASTICA DI FABIO AMATO VACANZE ESTIVE E finalmente sono arrivate le vacanze! Posso rilassarmi tutta la giornata, andare al mare, e cenare in posti caratteristici. E per questo motivo ho scelto, quest'anno Messina, la citta' dello Stretto, la città del pescespada e della spatola, la citta' del pescestocco e dello scirocco, e quindi con la mia macchina, sono arrivato a Messina, via autostrada, e chiaramente ho preso l'uscita "centro". A Messina , pero' ho subito scoperto, che "Centro" è un eufemismo! Lo svincolo e' circondato da baracche , costruite dopo il terremoto del 1908 , e mai piu' eliminate o riconvertite in appartamenti. Improvvisamente mi ritrovo in un vialone, chiamato " Viale Europa " e ciò mi rende felice, perche' penso di essere arrivato, finalmente, in Europa, e cioe' in un posto pieno di bar, ristoranti, negozi, grattacieli ....ma quando mai, mi ritrovo in un posto circondato da venditori ambulanti, che vendono di tutto, dalle cozze alla spatola, dalla frutta alla verdura, dagli autoricambi per autovetture al pane, dal salame all'olio, tutto sulla strada e tutto a portata di tutto. Mi viene in mente , subito , Istanbul , Tangeri , Marrakesh, con la differenza che li esistono i Mercati , coperti e sistemati , puliti ed ordinati e le strade sono libere da macchine e sono tutte pulite. Decido quindi di andare al mare , e dopo aver finalmente trovato un accesso libero al mare , scavalco letteralmente la spazzatura e le suppellettili , abbandonate sulla spiaggia e mi tuffo ! Ho saputo che le prossime Olimpiadi le faranno a Messina e le gare di salto in alto , lancio del peso , ginnastica e sollevamento pesi le faranno sulle nostre splendide spiagge . Finalmente al calar del sole , prendo la mia bicicletta e decido di farmi una bella passeggiata , poiche' c'e' una pista ciclabile lunghissima , ma non posso praticarla perche' e invasa da motorini , macchine posteggiate , gente che fa jogging , bambini che passeggiano con i tricicli, rassegnato poso la bicicletta, mi compro 5 chili di focaccia e disteso sulla spiaggia "Me la calo" e GOOODOOO!!!!!! Attorniato da un bagno di folla il Presidente Napolitano ha replicato a un ragazzo che gli chiedeva sulle possibilità d’occupazione: «Se non c’è lavoro per i giovani, l’Italia è finita». È una risposta sincera, ma rischia di rimanere quella di un buon padre di famiglia, se, proprio ora che è cominciato il semestre europeo a guida italiana, non si avviano politiche di sviluppo e crescita per rimettere in moto l’economia. Perché il destino dei giovani è legato a quello dei padri e dell’intero Paese. Occorre farlo capire proprio ai giovani, soprattutto a quelli del Sud. Tra loro, molti incarnano gli atteggiamenti della “generazione nini”, che non tenta di trovare impiego, né tantomeno s’impegna nello studio, puntando ad accrescere le competenze da spendere in tutte le realtà sociali. Sembra che con la “spending review” non si risparmi solo sulla spesa pubblica, ma anche sui valori che hanno sostenuto le generazioni passate: quelle del dopoguerra, ad esempio. In tale pigrizia mentale, nessuno sembra consapevole delle conseguenze. La stessa scuola è sotto scacco. I grandi mediatori di un tempo – dice il filosofo francese Michel Serres – cioè il sistema scolastico, gli istituti della politica e della società, brillano come stelle morte. E avverte: le nuove tecnologie annullano le distanze, dislocando diversamente il sapere. Quale sapere? Mi chiedo. I nostri giovani sono schiacciati su questo oscuro presente, senza alcuna visione del futuro, ma soprattutto senza prospezione del passato da cui prendere slancio, perché (come Serres intitola il suo libro) per loro questo “Non è un mondo per vecchi”. [email protected] DI ANNA GIORDANO Essere o benessere? UN AFFANNO SENZA LIMITI, quello che prende numerosi soggetti e li spinge a fare le umane e le divine cose, per far soldi sempre e comunque. Finalizzati non a campare, ma a strafare e stra apparire. Come se il valore di una persona si dovesse valutare in base alla marca dell’orologio, della macchina, delle scarpe. Avevo un fidanzato che riusciva a distinguere le marche delle scarpe, dei pantaloni. Non un fiore dall’altro, un albero da un cespuglio o una roccia da tante (bellissime) rocce ancora. No. E’ finita per fortuna, inconciliabile assortimento di interessi. E per questo affannato e spasmodico ricercare lusso e appariscente manifestazione del proprio essere, non hanno ormai alcun pudore nel gestire i loro affari. Che vi sia un decadimento morale inimmaginabile e profondissimo non vi è dubbio e lo dice chi dall’alto del suo osservatorio professionale, ne vede centomila volte più dei pochi ambientalisti rimasti, quelli che ci credono e continuano, inspiegabilmente (anche per me) a crederci comunque, sbattendo malamente con silenzi eloquenti, indifferenze conclamate e talmente consolidate che manco ce ne si rende più conto. Allora mi domando come sia possibile che progetti giganteschi, sia in termini di opere che di soldi (decine e decine di milioni di euro), si accompagnino a studi ambientali dove il copia e incolla è palese, dove non si sono neanche presi la briga di controllare che ci fossero, diciamo, “stranezze”. Cosa li renda così sicuri, così sfacciati, così arroganti, così superbi nel perseverare con le barzellette del nulla che accade nonostante il tanto, devastante che vogliono fare. Un clic e ti riciclo il presunto studio di impatto o valutazione di incidenza che sia, e il centonove pagina 38 nulla che accade facendo 500 ville con piscine al posto di macchia mediterranea e boschi e praterie sub steppiche, diventa il nulla che accade in area di fiumara e mare (e no ville), incluse le specie animali che non esistono dalla Lombardia in giù. Che dire della mirabolante non risposta del rapporto ambientale della VAS del piano regionale rifiuti, sulla più che mai preziosissima acqua ? Il Ministero chiede (giustamente), di sapere da dove si prenderebbe l’acqua per i tanti impianti del piano (che la usano, eccome se la usano !!) e la regione “risponde” che nessun impianto ha bisogno di acqua. Ora, la domanda che mi faccio ogni santo giorno è: tanta arroganza, superficialità, in documenti importantissimi (per il resto dell’Europa) è casuale oppure no ? io la risposta ce l’ho già, visto che mi sono letta 445 pagine (più altre 1500) del nulla che accade qualunque discarica o TBM o quel che è, si faccia. La pongo a voi, ma so già che il silenzio sarà assordante, come sempre, da anni. postercommenti DISCUTIAMONE DI FRANCO PUSTORINO* Dateci un teatro per gli spettatori Messina continua ad affondare lentamente ma inesorabilmente, tra la indifferenza generale. Abbiamo perduto diverse strutture pubbliche tra cui la più importante, la cosiddetta Fiera Internazionale che non era più un gran che ma restava pur sempre un momento di svago e di relax per i tanti messinesi costretti a rimanere in città durante la calura estiva. Stavamo per perdere la squadra di calcio perché il patron Lo Monaco, dopo avere riportato la squadra boccheggiante tra i dilettanti in serie professionistica stava per andar via perché, giustamente, non si può dare lo stadio, per di più a prezzo stracciato, in prossimità dell’inizio del campionato, per due concerti alla fine dei quali il manto erboso non esisterà più e non ci saranno né il tempo né i soldi per rifarlo. Ora Lo Monaco per restare detta le sue condizioni e il Comune quasi certamente dovrà accettarle. Infine, grazie ai politici che gravitano attorno stiamo perdendo, se non lo abbiamo già perduto, anche l’unico Teatro degno di questo nome, il Vittorio Emanuele. Quest’anno è rimasto chiuso e l’anno prossimo non si sa ancora se riaprirà. Certo, ci restano due sale parrocchiali che ospitano compagnie semi amatoriali, ma questa è una magra consolazione per una città di 250.000 abitanti, nella quale c’è solo una multisala e due piccoli cinema e dove gli unici possibili svaghi rimasti sono il burraco e la pizza. Molto poco, in verità. E veniamo al Vittorio Emanuele che dopo decenni di letargo e di lotte intestine era riuscito a decollare alla grande, fino a quando sono intervenuti i 150 PAROLE DA PALERMO Scambi culturali Pa-Gr DI 18 Luglio 2014 MARIA D’ASARO La notizia è apparsa sul quotidiano “Il Tirreno” il 24 maggio scorso: i vigili urbani di Grosseto hanno multato i titolari di un bar perché, con due casse esterne, animavano con musica una cena/aperitivo, ideata per raccogliere fondi per Guglielmo, un bambino di 4 anni affetto da una rara forma di tumore, che subirà una costosa operazione. Peraltro erano appena le 20.30 di sera e la musica, per la quale sono stati pagati i diritti SIAE, non era ad alto volume. Ce ne fossero vigili così solerti a Palermo, subito pronti ad accorrere alle chiamate dei cittadini! Forse Grosseto e Palermo avrebbero bisogno con urgenza di una sorta di gemellaggio o “scambio culturale”, simili a quelli operati nelle scuole: molti palermitani dovrebbero soggiornare a Grosseto per imparare il rispetto delle regole; ad alcuni grossetani farebbe bene vivere qualche settimana a Palermo per imparare, a loro spese, a essere più tolleranti. ELIODORO Catania città turistica, Bianco esulta, ma... politici e lo hanno ridotto ad un cumulo di macerie. Negli anni passati il Teatro Vittorio Emanuele allestiva cartelloni di musica e di prosa di prim’ordine. Le prime degli spettacoli di lirica erano recensiti, sui più importanti quotidiani nazionali da critici musicali di gran nome. In un cartellone preso a caso, quello degli anni 1997-98 sono state rappresentate e prodotte opere liriche come Madama Butterfly di Puccini, prodotta dal Teatro di Messina, Elisir d’amore di Donizetti, Il telefono di Giancarlo Menotti, Norma di Bellini, prodotta dal Teatro di Messina, La gazzaladra di Rossini e tanti altri. C’era anche un cartellone di balletti nel quale spiccavano il famoso musical Evita, rappresentato in tutto il mondo, il Don Chisciotte, prodotto dal Teatro di Messina, Imetta e Tracollo di Pergolesi ed altro ancora. Una stagione di musica veramente eccezionale, ma altrettanto lo era la stagione di prosa. Cito a caso: Medea con Franco Branciaroli, Il caso Kafka con Moni Ovadia, Ditegli sempre di si di Eduardo. Insomma, cartelloni teatrali! Adesso vediamo cosa ci propongono gli attuali vertici del Teatro Vittorio Emanuele appena nominati. Di lirica non se ne parla neppure mentre di prosa se ne parla ma al peggio. Una prima proposta è valorizzare le tante professionalità che abbiamo a Messina. L’altra proposta, davvero estemporanea, è quella di dar vita ad una sorta di gemellaggio culturale con il Teatro Greco. Secondo il proponente questa manifestazione avrebbe risonanza internazionale e prevederebbe anche un ciclo di manifestazioni musicali dedicate a Mikis Theodorakis. Se si spera di riempire il Teatro Vittorio Emanuele con questo tipo di proposte io ritengo che è meglio tenerlo chiuso. Da vecchio frequentatore e conoscitore di teatro lancerei un cartellone così concepito: tre spettacoli di prosa impegnata, tre spettacoli di prosa leggera, due spettacoli dedicati alle professionalità locali e due musical. Il tutto con compagnie di giro a livello internazionale. Questo perché il teatro, gestito con denaro pubblico, non lo si fa per se stessi ma per gli spettatori. ANIMAL HOUSE CATANIA. Diciannovesima in Italia, terza in Sicilia dietro solo a Palermo e Taormina. Catania si ritrovata città turistica grazie ad un articolo del Corriere della sera che pubblica i dati forniti dall'Enit. Il sindaco Enzo Bianco è raggiante, l'assessore Orazio Licando incontenibile. Dichiarazioni e comunicati a raffica. Il miracolo è stato compiuto e il sindaco della primavera (che ancora non è arrivata) è pronto ad aggiungersi un'altra medaglietta virtuale (molto virtuale) sul petto. Poi, la doccia fredda: leggendo bene quei dati si scopre che sono del 2012, era Stancanelli... ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Da amministrati a cittadini attivi Da tempo il principio di sussidiarietà (uno dei capisaldi della Dottrina Sociale della Chiesa) è riconosciuto sia dalla Costituzione italiana (art.118, dal 2001) sia, a partire dal trattato di Maastricth nel 1992, dall'Unione Europea. Un principio apparentemente astratto, ma che se ben applicato potrebbe produrre una rivoluzione sociale anche nella nostra città. Grazie alla sussidiarietà i cittadini passano dal ruolo meramente passivo di amministrati per assumere quello di cittadini attivi. La sussidiarietà verticale coincide con il decentramento amministrativo delle funzioni pubbliche, quella orizzontale implica il coinvolgimento di cittadini, famiglie, associazioni, per favorire lo sviluppo di attività di interesse generale. Negli ultimi anni si parla più esplicitamente di sussidiarietà circolare, per sottolineare che i tre settori di cui si compone la società (enti pubblici, mondo delle imprese, associazionismo) devono elaborare in maniera paritaria le regole per garantire non solo la gestione di progetti, ma anche la programmazione degli interventi. Insomma, la fase della progettazione non è una prerogativa esclusiva dell'ente publico. Senza aspettare che siano le singole amministrazioni a favorire le iniziative di cittadini attivi, dovrebbero essere i cittadini ad attuare il principio di sussidiarietà, senza che le amministrazioni possano impedirlo. Ma in una città malata da decenni di ottuso assistenzialismo e da forme di solidarismo familistico e clientelare che hanno svuotato lo spirito di iniziativa dei messinesi, quali possibilità di rigenerazione sociale possono esserci nel breve periodo? La forte riduzione delle risorse disponibili a livello pubblico, i bisogni crescenti della collettività, renderanno sempre più urgente e necessaria la ricerca di soluzioni innovative. Anche per questo occorre ripartire subito dal principio di sussidiarietà che, comunque, per essere concretamente applicato, richiede un radicale cambio culturale da parte di amministratori, imprenditori, volontari. Non basta riunirsi intorno a un tavolo se la mentalità resta sempre la stessa. [email protected] DI ROBERTO SALZANO Tra sevizie e stalking LA PERVERSIONE UMANA non ha davvero limiti. Ed i fatti di cronaca lo ricordano costantemente. Quale può essere il motivo? Forse sono gli esseri umani che, ormai, rivelano di avere perso qualsiasi valore e rinunciato alla loro dignità, senza avere molto altro da offrire se non storie di rara e sconvolgente violenza e depravazione. L’ultimo sconcertante episodio arriva da Bergamo e le vittime dell’ingegno deviato dell'uomo sono, ancora una volta, gli animali. Un quarantenne è stato denunciato dal Corpo forestale dello Stato in quanto presunto responsabile di sevizie e dell'uccisione di cuccioli di gatto. Monitorava gli annunci caricati online da donne attraverso cui procurarsi le future vittime. Le inserzioni sui vari portali erano infatti centonove pagina 39 relative alla cessione gratuita di felini e riusciva a farsi consegnare gli esemplari. L'inizio di un incubo fatto di continui atti di stalking. Messaggi ingiuriosi e molesti venivano inoltrati alle donne: gli venivano chieste rassicurazioni sullo stato degli animali e lui rispondeva con foto raccapriccianti, in cui i quattrozampe erano ritratti morti o in agonia, seviziati, gravemente maltrattati. Le continue segnalazioni hanno portato alla denuncia di questi giorni, mentre le perquisizioni e gli accertamenti, ancora in corso, hanno fatto emergere la presenza di tracce ematiche su mobili, pavimento e letto. Una vicenda inquietante e folle. L’ennesima storia di violenza sugli animali. L’ennesima storia che finisce sotto i riflettori per la spietatezza degli uomini nei confronti delle creature più deboli e per il piacere insano che la razza umana è capace di provare grazie alle efferatezze di cui si macchia troppo spesso, purtroppo.
© Copyright 2024 Paperzz