Vygotskij - Università degli Studi di Messina

Fondamenti
di
Psicologia dello sviluppo
Prof.ssa Rosalba Larcan
Vygotskij
(1896-1934)
Biografia:
Biografia
•
•
•
•
Contemporaneo di Piaget
Nasce in Russia da famiglia ebrea.
Fu molto influenzato dal pensiero marxista
Riteneva che la cultura, la struttura sociale
e le forze storiche che modellano la società
avessero un peso determinante sullo
sviluppo del pensiero.
• Effettuò una serie di ricerche per analizzare il
rapporto tra fattori genetici e ambientali sullo
sviluppo mentale, sottolineando l’importanza
dell’educazione.
• Morì di tubercolosi a soli 38 anni (1934).
• Per motivi politici molte sue ricerche sono
andate perdute
• Il suo pensiero è stato conosciuto, per merito di
Bruner,
Bruner solo negli anni ’60 (traduzione in inglese di
“Pensiero e linguaggio” e “Il processo cognitivo”).
La teoria
• Per adattarsi, l’uomo trasforma la natura, crea oggetti e
prodotti culturali, e, in quest’opera di trasformazione,
trasforma anche se stesso.
• Gli uomini sono artefici del proprio destino, anche del
proprio sviluppo cognitivo
• Lo sviluppo cognitivo è essenzialmente un processo
sociale:
– Le funzioni intellettuali superiori (pensiero, memoria,
problem-solving) emergono dalle esperienze sociali del
bambino
Lo sviluppo è stato analizzato da Vygotskij a diversi
livelli: (culturale, interpersonale e individuale)
Il concetto di strumento
• Uno dei concetti cardine della teoria di
Vygotskij è quello di strumento inteso come
ciò che media il rapporto tra individuo e
realtà esterna.
• Il rapporto tra l’uomo e lo strumento è
bidirezionale:
– l’uomo modifica l’ambiente esterno tramite gli
strumenti, ma si modifica egli stesso attraverso
l’uso che ne fa.
Aspetti culturali
• Lo sviluppo cognitivo del bambino non comincia
da zero, ma beneficia delle acquisizioni delle
generazioni precedenti
• Quali elementi vengono trasmessi?
Gli strumenti culturali (tecnologici e
psicologici) ovvero:
• Oggetti materiali e
• concetti astratti e simbolici (linguaggio, teorie
scientifiche, valori morali)
Aspetti interpersonali
• Lo sviluppo cognitivo è il risultato delle interazioni
del bambino con persone più esperte, che gli
trasmettono gli strumenti culturali necessari al suo
adattamento sociale e all’acquisizione
dell’indipendenza
• Lo sviluppo cognitivo è un progresso
dall’inter-mentale all’intra-mentale
• Il modo in cui si realizza tale progresso dipende dalle
modalità di interazione, reciprocamente adattative,
adattative
tra tutor e apprendista (processi di apprendimentoinsegnamento)
Zona di sviluppo prossimale
• Quando interagisce con il tutor, il bambino
rivela le sue “potenzialità”
• La valutazione diagnostica di quanto il
bambino riesce a fare da solo non è
sufficiente
– Bambini con uguale età mentale, se
adeguatamente stimolati, possono raggiungere
livelli di prestazione molto diversi
Bambino A
Insieme
Bambino B
da solo
Insieme
da solo
Diverse “zone di sviluppo potenziale”
Zona di sviluppo potenziale
•
Nell’apprendimento di abilità cognitive si
possono distinguere 2 livelli:
1. Comportamenti già interiorizzati (cose che
sa fare da solo)
2. Comportamenti in formazione (che può
fare con il supporto dell’interazione sociale)
•
Nel progettare l’intervento educativo
bisogna tener conto della differenza tra 1
e 2 (zona di sviluppo potenziale o
prossimale)
Aspetti individuali
• Vygotskij non era interessato alla descrizione
degli stadi di sviluppo
• Il bambino contribuisce attivamente al suo
sviluppo (costruttivismo sociale):
sociale
– i bambini segnalano le loro esigenze (disponibilità
all’apprendimento);
– gli adulti devono essere sensibili ai loro segnali e
adattare i loro interventi
L’apprendimento:
passaggio dall’inter-mentale all’intra-mentale
• Si realizza in 3 stadi successivi:
– Stadio 1 – la prestazione è controllata da
persone più esperte
– Stadio 2 – la prestazione è controllata dal
bambino
– Stadio 3 – la prestazione è automatizzata
Sviluppi successivi della ZSP
• Vygotskij si è limitato a descrivere il concetto
di ZSP e ha limitato le sue funzioni
all’educazione formale (istruzione)
• Per descrivere i processi che vengono messi in
atto,
– Wood e Bruner idearono il concetto di scaffolding,
– B. Rogoff di partecipazione guidata,
– Skinner di prompting e fading
(sforzo contingente, collaborativo e interattivo che
induce gradualmente il bambino ad assumersi la
responsabilità di portare a termine il compito)
Procedure di scaffolding
• Semplificare il compito
• Suddividerlo in parti ridotte (task analysis)
analysis
• Attribuire al bambino la responsabilità delle
fasi più semplici (apprendimento senza errori)
errori
• Dare dimostrazioni (modeling)
modeling
• Fornire incoraggiamenti e supporti (prompting e
rinforzamento)
rinforzamento
• Ridurre gradualmente gli aiuti, adattando le
istruzioni al livello di abilità dell’apprendista
(fading)
fading
Come Vygotskij spiega le
differenze
• Diversa capacità degli adulti di
sintonizzarsi con le esigenze dei bambini
(=aiuto inadeguato)
• Diversa capacità dei bambini di entrare in
sintonia con il tutor
• Differenze di tipo affettivo-relazionale
(attaccamento, fiducia)
Fattori che influenzano
l’apprendimento (Tutoring)
• Che cosa viene trasmesso
• Quando (a quali età)
• Come (stile più o meno direttivo)
L’influenza dei pari
• L’apprendimento collaborativo (gruppo)
• Tutoring tra pari (asimmetria di ruoli)
–
–
–
–
–
Il tutor deve essere più competente
Deve essere apprezzato dal tutee
Deve lasciargli sufficiente spazio
Deve saper stimolare la sua motivazione
Deve fornirgli feedback adeguati
Pensiero e linguaggio
• In Piaget pensiero e linguaggio sono inizialmente
egocentrici e gradualmente diventano adatti alla
comunicazione sociale
• In Vygotskij,
Vygotskij al contrario, attraverso le interazioni
sociali (uso funzionale-strumentale del linguaggio) il
bambino passa gradualmente a forme sempre più
evolute di linguaggio interiorizzato (=pensiero).
Il linguaggio egocentrico
• Per Piaget il linguaggio egocentrico è una
conseguenza dell’egocentrismo cognitivo,
dovuto all’immaturità del bambino
• Per Vygotskij invece, è un importante
momento del processo di interiorizzazione
del linguaggio, oltre che una modalità
funzionale che permane per tutta la vita.
• Il bambino inizia a parlare per mettersi in rapporto con
l’altro, per richiedere attenzione e risposte ai suoi bisogni,
con modalità sempre più comunicative,
• progressivamente il linguaggio tende all’interiorizzazione,
cioè serve sempre di più da ausilio alla riflessione.
• Successivamente subentra la fase del linguaggio egocentrico
ed è qui che pensiero e linguaggio che finora avevano seguito
traiettorie separate, anche se parallele, si uniscono.
• Durante questa fase il pensiero acquisisce un nuovo
strumento che potenzia le sue capacità: il simbolo.
• Nel percorso di pensiero e linguaggio dunque il pensiero
tende progressivamente ad esteriorizzarsi, mentre il
linguaggio tende sempre di più all’interiorizzazione,
attraverso forma di pensiero silenzioso.
Diverse origini
di pensiero e linguaggio
• Il pensiero ha un’origine interna:
nasce cioè tramite l’azione sensomotoria sulla realtà (come Piaget).
• Il linguaggio ha un’origine esterna,
viene cioè appreso dal bambino
tramite l’ambiente fatto da persone
che usano il linguaggio
• Il linguaggio ha una doppia funzione:
funzione
1. Strumento di comunicazione e scambio
sociale (direzione centripeta)
2. Auto-regolazione del comportamento
(direzione centrifuga)
SVILUPPO
processo di interiorizzazione di mediatori
simbolici offerti dalla cultura
Apprendimento concettuale
Interazione tra “concetti spontanei” e “concetti
scientifici”
• Spontanei = appresi direttamente attraverso le
interazioni, ma di cui il bambino non sa dare
definizioni teoriche
• Scientifici = appresi a scuola attraverso
definizioni teoriche (senza esperienza diretta)
L’apprendimento concettuale segue 2
direzioni:
up-down
induzione
deduzione
bottom – up
L’educazione e l’istruzione
servono a favorirne l’integrazione
L’esperimento sui concetti
• Lo sperimentatore mette davanti al bambino dei
blocchi di legno diversi fra loro per forma e colore.
• Sotto ogni blocco c’è scritta una parola priva di
significato.
• Alcuni blocchi hanno lo stesso nome, perché hanno
alcune caratteristiche in comune le quali sono state
decise dallo sperimentatore con criteri che il
bambino non conosce.
• A questo punto lo sperimentatore mostra al bambino
un blocco dicendogli, ad esempio “Guarda questo è
uno zig, puoi trovarmi gli altri?”I
• l bambino non conosce la parola, ma capisce che deve
trovare qualcosa di simile.
• L’esperimento va avanti finché il bambino non capisce
la regola che è stata usata dallo sperimentatore.
Osservazioni sull’esperimento
• Questo esperimento mette in risalto il
ruolo del linguaggio inteso come ausilio per
classificare la realtà.
• lo sviluppo concettuale avviene tramite le
parole che ci permettono di nominare le
cose, ma queste sono del tutto arbitrarie.
• Questo metodo consente anche di
esplorare le strategie di classificazione del
bambino
Lo sviluppo dei concetti
• All’inizio il bambino procede per mucchi,
mucchi cioè tende a fare delle
scelte quasi casuali o comunque incoerenti tra loro, cambiando più
volte il criterio che guida le sue azioni.
• In seguito, inizia a ragionare per complessi,
complessi ovvero mette insieme
degli oggetti che stanno bene tra loro perché formano qualcosa
insieme (ad esempio un blocco triangolare e uno quadrato perché
insieme formano una casa)
• I complessi possono essere definiti raggruppamenti funzionali.
funzionali
• L’ulteriore progresso cognitivo consiste nella capacità di usare i
concetti, ovvero classificare gli oggetti in base a delle
caratteristiche comuni.
Le fasi dello sviluppo
• Lo sviluppo ha un andamento dinamico
regolato dalle interazioni con
l’ambiente sociale:
– susseguirsi di età stabili ed età critiche
• Le età stabili sono caratterizzate da
cambiamenti impercettibili che culminano in
una crisi, che determina un salto qualitativo
• Nei periodi critici i rapporti con l’ambiente
possono diventare difficili.
Età critiche:
• Passaggio dall’allattamento alla prima infanzia (1° anno)
(inizio della deambulazione e del linguaggio)
• Insubordinazione rivolta all’ambiente (3°anno)
(sviluppo della volontà)
• Difficoltà sul piano educativo (7° anno)
(crescente autonomia e cambiamento positivo nel
rapporto con i coetanei)
• Difficoltà dipendenti dalla maturazione sessuale
(13°anno) (passaggio dal ragionamento induttivo al
ragionamento deduttivo).
le età critiche creano i presupposti di un salto
qualitativo nello sviluppo.
Pregi e limiti della teoria
• Pregi :
– avere evidenziato l’influenza del contesto storicoculturale
– Aver stimolato la ricerca sul ruolo dell’educazione
• Limiti :
– Aver trascurato l’analisi delle differenze individuali
(età, provenienza sociale) e gli effetti di queste
sull’interazione educativa
– Non aver analizzato l’influenza degli aspetti emotivi
sullo sviluppo delle conoscenze
– Non aver analizzato le caratteristiche dei diversi
tutor e gli effetti differenziali
L’elaborazione delle
informazioni
Il modello H I P
Il modello H.I.P.
Studia come si sviluppano il pensiero e la
memoria, recentemente anche in relazione a processi
affettivi ed emotivi
Descrive strutture (hardware) e processi
(software) coinvolti
Descrive l’algoritmo delle operazioni mentali
che un soggetto deve compiere per eseguire un
compito
Dal punto di vista evolutivo
Lo sviluppo consiste nel passaggio da processi
controllati a processi automatici
I cambiamenti evolutivi vengono spiegati in
relazione a:
Velocità di elaborazione
Livelli di attenzione e di memorizzazione e capacità di
riconoscimento e di recupero delle informazioni
Quantità e flessibilità delle strategie disponibili
Quantità e tipologia degli errori commessi
La natura del pensiero
Comprende funzioni mentali come:
• Ragionamento, simbolizzazione, problem-solving,
pianificazione, decision making
Per studiarla nei bambini si può:
• Analizzare le conversazioni
• Registrare i monologhi (pensiero a voce alta)
• Osservare il comportamento (es. le tecniche di gioco)
• Stimolare il comportamento in contesti
sperimentali
Le rappresentazioni simboliche
•
Sono forme personali di pensiero
Funzioni:
Consentono di rievocare il passato e anticipare il
futuro
Consentono di economizzare risorse (es. categorizzazione)
Sono molto flessibili
(lo stesso oggetto può essere
rappresentato in vari modi)
Possono essere condivise
(nella comunicazione)
Le più comuni nell’infanzia sono:
il linguaggio, il gioco, il disegno
Il linguaggio
La progressiva acquisizione del lessico
fa aumentare (quantitativamente e
qualitativamente) le possibilità di
comunicare e si riflette sullo sviluppo
del pensiero
Il gioco
• Le capacità ludiche progrediscono
parallelamente allo sviluppo del
linguaggio e del pensiero
• Un momento cruciale è la comparsa
del gioco di finzione (2° anno)
Livelli evolutivi di gioco
• Senso-motorio (primi 18 mesi)
• Costruzione (dal 2° anno)
• Finzione (dal 2° anno)
• Socio-drammatico (dai 4 anni)
• Disciplinato da regole (scolarizzazione)
Il disegno
• Attribuzione di significato alle immagini
• La comprensione precede la produzione
(come nel linguaggio)
è una forma di
comunicazione
• È più “realistico” rispetto al linguaggio e
al gioco
Stadi del disegno
• Realismo involontario (2 anni)- lo scarabocchio
significa qualcosa: le immagini diventano simboli
• Realismo mancato – alla volontà non corrisponde
ancora l’abilità necessaria
• Realismo intellettuale (4 anni) – i disegni sono più
riconoscibili, ma spesso non rappresentano gli
oggetti come sono nella realtà, ma prototipi
concettuali (es. casetta)
• Realismo visivo (7-8 anni) – le immagini sono più
somiglianti, maggiore presenza di dettagli,
prospettiva e relazione tra distanza e dimensione
Il disegno
della figura umana
stadio del girino (21/2-4)
stadio di transizione (4-5 anni)
Stadio canonico (5-7 anni)
Stadio realistico (8 anni)
La formazione dei concetti
• Concetti=
Concetti categorie mentali usate per
classificare oggetti diversi con caratteristiche
distintive simili
• La capacità di categorizzazione
(funzionale) precede l’acquisizione del
linguaggio
• La struttura dei concetti è legata alla
struttura del linguaggio
• La capacità di categorizzazione (E. Rosch)
Rosch
diventa gradualmente più sofisticata:
• Dalle caratteristiche percettive a quelle
funzionali e concettuali
• La categorizzazione gerarchica (basilari,
subordinate, superordinate)
animale
Cane
Barboncino Collie
gatto
Terrier
(superordinata)
cavallo
(basilari)
(subordinate)
Script (K. Nelson)
Nelson
• Le routine quotidiane danno stabilità e
prevedibilità al nostro pensiero e alle nostre
emozioni nei loro confronti
• Le rappresentazioni mentali di tali routine sono
gli script
• Uno script descrive una sequenza ordinata di
eventi
• Ogni fase può contenere elementi opzionali
(slot fillers)
fillers
• Con l’aumentare dell’età gli script diventano più
lunghi e dettagliati
• Sono fondamentali per lo sviluppo cognitivo e
sociale
Lo sviluppo della memoria
L’elaborazione delle informazioni
Per eseguire le operazioni del programma, un
computer deve “conservare” sia le istruzioni che
i dati
Questa conservazione deve durare il tempo
necessario ad eseguire le operazioni (magazzino
della memoria di servizio)
servizio e a volte a tempo
indeterminato, in modo da poter riutilizzare i
dati ogni volta che sono necessari (memoria
permanenente)
permanenente
Il modello dei magazzini
Risposta in
uscita
stimolo in
entrata
Generatore di risposta
r
e
g
i
s
t
r
o
s
e
n
s
o
r
i
a
l
e
Buffer di
reiterazione
Magazzino
a breve termine
(working memory)
Processi di controllo
Magazzino
a lungo
termine
La Working memory
Taccuino
visuo-spaziale
Esecutivo
centrale
Circuito fonologico
Vari tipi di memoria
Dichiarativa
Non dichiarativa
esplicita
implicita
• semantica
(conoscenze generali)
•Procedurale; abitudini
• Priming
(riconoscimento
da indizi ridotti)
• episodica (eventi
esperiti personalmente)
• emotiva
(apprendimento
condizionato di risposte
emotive)
La memoria si sviluppa?
•Prime settimane : forme rudimentali di memoria
•La prima a svilupparsi è il riconoscimento (voci, visi,
ecc); il richiamo compare verso gli 8-9 mesi
•Amnesia infantile (primi 2 anni) ? (rimozione,
immaturità cerebrale, mancanza del concetto di sé)
•Dopo i 2 anni : memoria autobiografica,
autobiografica legata allo
stile genitoriale di socializzazione e di elaborazione
degli eventi passati (alto-basso) e al livello di
sviluppo del linguaggio
Da cosa dipendono i cambiamenti?
Maturazione del
Sviluppo del linguaggio
sistema nervoso
esperienze
Cambiamenti
strutturali
Miglioramento
funzionale
Strategie di immagazzinamento
Alcune sono consapevoli e volontarie
(difficilmente usate prima dei 7 anni)
altre automatiche
Le più frequenti:
•Rehersal (reiterazione)
•Chunking (organizzazione o raggruppamento)
•Attenzione selettiva
•Elaborazione di associazioni mentali
Sviluppo delle strategie
•Un uso rudimentale di memorizzazione
strategica (volontaria) è stata osservata tra
18 e 24 mesi
•Può diventare regolare e stabile (appreso)
dai 5 anni in su
La metacognizione
• Consapevolezza del funzionamento dei
propri processi cognitivi
• I bambini più piccoli sono più
“ottimisti” (sopravvalutano le proprie
capacità)
• con l’aumentare dell’età si diventa più
realistici
I bambini come testimoni
• La quantità di informazioni che il bambino è in
grado di ricordare aumenta dopo i 5 anni
• Dopo i 6 anni aumenta notevolmente
l’attendibilità, specie in riferimento ad argomenti
salienti e personali
• Se l’evento da rievocare è trascorso da più di un
mese la precisione diminuisce soprattutto nei più
piccoli
• I più piccoli sono più influenzabili
• La suggestionabilità dipende soprattutto dal modo
in cui viene condotta l’intervista e dalla percezione
che ne ha il bambino
Pensare le altre persone
Come i bambini
descrivono le altre persone
Come si spiegano il loro
comportamento
Descrivere le persone
• Il modo in cui i bambini percepiscono e
descrivono le persone cambia con l’età
rispetto alle seguenti dimensioni:
•
•
•
•
•
Dalle caratteristiche esteriori a quelle interiori
Dal generale allo specifico
Dal semplice al complesso
Dal globale al differenziato
Dall’egocentrico al sociocentrico
Migliora:
• La capacità di confronto sociale
• L’organizzazione delle descrizioni
• La stabilità delle descrizioni
Spiegare il comportamento
• A partire dai 2 anni e mezzo, ma
soprattutto dopo i 3-4 anni i bambini
cominciano ad elaborare ipotesi di relazioni
causali tra attributi mentali e
comportamento
• Le “teorie della mente”
mente (comprensione del
mondo interiore e soggettivo degli individui) si
sviluppa tra i 3 e i 5 anni = mind-reading
Le teorie della mente
Come si sviluppano le conoscenze
“psicologiche” nei bambini
La rappresentazione di
emozioni, desideri e credenze
Le emozioni e i bisogni generano desideri
Le esperienze percettive (dirette e indirette) generano e
alimentano le credenze
Desideri e credenze causano azioni e reazioni emotive
congruenti con i risultati di tali azioni
Il bambino come si rappresenta desideri, scopi,
credenze e pensieri dei suoi simili?
Riconoscimento di
desideri e credenze
Riconoscimento di un desiderio: attribuire ad
un’altra persona uno stato interno verso qualcosa
Riconoscimento di una credenza: attribuire ad
un’altra persona uno stato interno
(epistemico)
incorpora una rappresentazione mentale
che
Sviluppo della psicologia della
credenza e del desiderio
A 2 anni il bambino interpreta le azioni sulla base dei
desideri e spiega le reazioni emotive in base alla loro
soddisfazione
A 3 anni è in grado di prevedere che le azioni possono
essere motivate non solo da desideri, ma anche da
credenze e successivamente (4 anni) comprende che
tali credenze possono essere vere o false
L’esperimento di Wimmer
credenza (Sally e Anna)
e
Perner
sulla
falsa
Wimmer e Perner (1983)
• Paradigma sperimentale della
falsa credenza:
credenza
Trasferimento inaspettato di un oggetto da un
posto x a un posto y
Esempio:
• Sally pone una biglia in un cestino e se ne va
• Anne prende la biglia dal cestino e la ripone in un
cassetto.
• Sally torna per riprendersi la biglia.
• Dove la cercherà?
Soluzione
•Nel cestino (riconoscimento della falsa credenza)
•Il bambino deve rendersi conto che “Sally”
possiede una “rappresentazione dei fatti” diversa
dalla realtà effettiva e che il suo comportamento
sarà guidato dalla sua falsa credenza
Per risolvere il compito
di falsa credenza
• Bisogna sapere che “vedere porta a
sapere”
sapere (accesso all’informazione)
• Bisogna essere in grado di assumere
la prospettiva mentale di un’altra
persona
Precursori delle teorie della mente
I primi segni della presenza di teorie della mente
sono stati individuati nel gioco simbolico (far finta
di…) all’età di 2 anni
Il bambino cioè comincia a rappresentarsi una realtà
diversa da quella percepita, può così evocare oggetti
e situazioni non presenti
Un altro precursore è l’intenzione comunicativa
dichiarativa (fine del 1° anno) : indicare un oggetto
per richiamare l’attenzione di qualcuno e condividere
con lui l’interesse per l’oggetto. Il bambino cioè
intende influenzare il suo “stato mentale”
Influenze biologiche o costruzione sociale?
Intenso dibattito sul ruolo delle componenti
innate e di quelle apprese sullo sviluppo delle
teorie della mente
Alcuni autori sostengono un approccio
costruttivista, che punta prevalentemente sul
ruolo della costruzione sociale
Altri invece sostengono che si tratti di un
processo modulare che ha le sue basi nella
maturazione del sistema nervoso
I principali precursori biologici
(Baron-Cohen)
• Il rilevatore di intenzionalità
• Il rilevatore della direzione dello sguardo
• L’attenzione condivisa (controllo dello
sguardo e indicazione proto-dichiarativa)
• Il meccanismo della ToM (giochi di finzione
e falsa credenza)
Il decadimento (?) dell’età senile
• maggiore difficoltà nell’applicazione di
strategie di immagazzinamento (MBT)
• Rallentamento nella velocità di
elaborazione delle informazioni
• Calo della motivazione
•Ottimizzazione selettiva con
compensazione (memorie esterne)