RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 7 febbraio 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 62e 1,20 in abbinata obbligatoria con Italia Oggi Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 Aborto, Stato, famiglia: dalla parte delle donne di LUCIA SERINO E alla fine del fiume di parole che si sono spese sulla proposta di dare un aiuto economico alle pentite che decidono di non abortire in cambio di 250 euro per un po’ di mesi, arriva la posizione dei vescovi che ritengo, per molti aspetti, importante. E’ chiara, per nulla moralistica, meno che meno bigotta e parrocchiale. Certo, ha ragione Salvatore Russillo, quando sostiene (leggi l’articolo a pag 16) che uno sforzo in più per invocare misure pubbliche a sostegno delle fatiche femminili e familiari poteva essere fatto. Ritengo tuttavia che aver riconosciuto innanzitutto il valore di una legge dello Stato da parte della Chiesa sia importante. E sia ancora più prezioso l’aver rimarcato che nessun giudizio di valore debba essere espresso rispetto a una scelta individuale di autodeterminazione. Ripartiamo, dunque, da una riflessione laica paradossalmente suggerita propria dai vescovi lucani: la proposta di legge di Pace (in realtà copiata) non è per nulla adeguata. Quella di Romaniello è sfrondata di retropensiero ideologico. Si possono superare entrambe. A ben guardare la soluzione è nella legge stessa, la 194, che prevede misure che mai, da queste parti, sono state attuate. Tutto il resto è welfare, e l’aborto non c’entra. Ma proprio per niente. Dalla Chiesa una spinta laica I vescovi della conferenza episcopale di Basilicata La questione posta recentemente all’attenzione della competente Commissione Permanente del Consiglio Regionale di Basilicata, circa la possibile erogazione di un sussidio mirato a scongiurare il ricorso all’aborto quando la donna lo richieda per conclamate difficoltà economiche, segue a pagina 16 MATERA Nicola Becce, durante la visita a Palazzo Grazioli, filma il Cavaliere che se la prende con la mafia dei giudici Dalla festa alla gaffe I forzisti lucani imbarazzano Berlusconi Il selfie scattato da Becce con Berlusconi a Palazzo Grazioli Il video postato su Fb e ritirato, ma nel frattempo fa il giro d’Italia. Scoppia il caso. Reagisce l’Anm: «Insulti già sentiti». Il consigliere di Potenza: «Eravamo lì, emozionati», poi arrivano le scuse. AMMORTIZZATORI IN DEROGA Accordo trovato regione-ministero Il tweet dell’assessore Liberali Oggi il comunicato ufficiale L’analisi IL NUOVO SEGRETARIO PD E LE FUTURE POLITICHE PER POTENZA MATERA/EVENTI ALTAVISTA a pagina 41 e 43 40307 771128 022090 La seconda linea e i dubbi sulla piena occupazione Interviene Genovesi (Cgil) E il Campus? Parla l’assessore Liberali PANETTIERI a pagina 10 POTENZA L’antitrend Dal nek al raknominate L’Aism ti nomina su Facebook ma solo per una donazione E una foto contro la sclerosi LORUSSO a pagina 18 Katia Ricciarelli Intervista all’attore presenta Ugo Pagliai “Altro di me” protagonista e si fa appuntare del recital di “Apertamente” da Adduce la spilla aperitivo della mente di Matera 2019 9 CIERVO a pagina 26 FIAT- SATA GIAMPIERO IUDICELLO a pagina 6 LORUSSO, AMATO alle pagine 6,7 e 8 POTENZA/ EVENTI Boato nella notte Esplosione nella sala per matrimoni CIERVO a pagina 14 RASSEGNASTAMPA Venerdì 7 marzo 2014 TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. 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Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 65 VETRI ROTTI E MURO SCHEGGIATO A «I GIARDINI DELLA CORTE» SULLA SS 99 Matera, boato nella notte Ordigno in un albergo c’è lo spettro del racket DORIA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA II >> PUGLIA SE NON S’INTERVERRÀ, NEL 2018 PASSERÀ AI COMUNI O AI PRIVATI Appello per una legge che lasci pubblico l’Aqp Da Amati (Pd) chiamata ai parlamentari pugliesi E il Governatore: la Regione dice no alla vendita MATERA Il luogo dell’esplosione [foto Genovese] SCAGLIARINI CON ALTRI SERVIZI A PAGINA 18 >> CONTI PUBBLICI IL PREMIER REPLICA ALLA PAGELLA NEGATIVA DA PARTE DI BRUXELLES. PADOAN: RISORSE DALLA REVISIONE DELLA SPESA TARANTO ANCHE IL GOVERNATORE PUGLIESE TRA I NOMI COINVOLTI «Niente compiti a casa, sappiamo cosa fare, nessuna manovra» Parità di genere tra i candidati alle elezioni: la rivolta delle donne Vendola: io ho contrastato l’inquinamento Stefàno: coscienza posto, non mi dimetto Slitta il voto sulla riforma elettorale. Monito di Napolitano. Grillo caccia i senatori dimissionari: altri 5 pronti a lasciare LA GIUSTIZIA VA AVANTI MA I PROBLEMI RESTANO chiesto il processo Renzi si ribella all’Europa Ilva, per tutti i 53 indagati SE TI PRENDO A SCHIAFFI IL VIOLENTO SEI TU DAL PROGETTO POIN 135 MILIONI AL SUD di LINO PATRUNO U n’arma di distrazione di massa. Questo è il dibattito che si è sviluppato sul Sud dopo che Renzi è stato a modo suo il più sincero di tutti: non una parola in tema né un ministero. Fine della trasmissione. Ma invece di chiedersene il perché, i censori in cachemere se la sono presa non con chi ha ignorato il Sud, ma col Sud che è stato ignorato. Con la vittima con col carnefice. Tipo detto cinese: quando torni a casa, picchia tua moglie, sa lei perché. Questo è bieco femminicidio, quello è solito noioso suddicidio. Di chi la colpa delle condizioni del Sud? La colpa del suo divario col Nord, del suo temuto deserto umano e industriale, della sua grande bruttezza? Ma è chiaro: delle sue classi dirigenti. GALLIPOLI Il castello: uno dei siti finanziati per il restauro l Renzi si ribella all’Europa e a Bruxelles, davanti ai «grandi» dice che «l’Italia sa cosa fare e non accetta i compiti dalla Ue». Il ministro Padoan esclude manovre aggiuntive. Alla Camera bocciato emendamento all’Italicum sulle preferenze. M5s nel caos: lasciano altri cinque. di MIMMO MAZZA I l Le esercitazioni nell’area del parco dell’Alta Murgia rischiano di sovrapporsi alle numerose iniziative per il decennale dalla fondazione dell’ente parco. Dopo il sì del Comitato paritetico tra Regione Puglia e Forze armate al dimezzamento del numero di giorni in cui le attività militari, la settimana prossima sarà un tavolo tecnico parco-Forze armate a tentare di elaborare un calendario condiviso. l processo chiesto dalla Procura di Taranto per stabilire, al di là di ogni ragionevole dubbio, di chi sono state, sempre che ce ne siano state, le responsabilità se gli impianti dell’Ilva sono stati per anni fonte di malattie e morte, segnerà una tappa fondamentale nella ricerca di verità e giustizia per gli operai e i cittadini. Morti, spesso, due volte. La prima respirando sostanze cancerogene non rilevate da adeguati sistemi di monitoraggio, tutt'ora assenti, la seconda subendo il peso di quelle stesse sostanze sulla propria tomba, rossa come il minerale che ricopre il cimitero del rione Tamburi. Per i periti del giudice Patrizia Todisco sono stati ben 174 i decessi nel periodo compreso tra il 2003 e il 2010 attribuibili ai veleni del siderurgico. ARMENISE A PAGINA 14 >> SEGUE A PAGINA 25 >> SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 >> TARANTO Si avvicina il processo SERVIZI ALLE PAGINE 6 E 7 >> Puglia, arrivano 32 milioni PARCO, 10 ANNI EVITARE SOVRAPPOSIZIONI CON EVENTI CIVILI per 15 interventi culturali Esercitazioni sulla Murgia Recuperi e restauri. A Bari il Museo del cinema l ROMA. Il ministro della cultura Franceschini annuncia l’arrivo di 135 milioni di euro per restauri da avviare immediatamente per i tesori del Mezzogiorno. Di questi quasi 32 sono destinati al patrimonio artistico della Puglia, con Lecce che fa la parte del leone. Esclusa invece la Basilicata. SERVIZI A PAGINA 11 >> un «tavolo» per il calendario SEGUE A PAGINA 25 >> UCRAINA DIALOGO IN SALITA CALABRIA La Crimea dice sì Scontro fra treni: gravi all’adesione a Mosca due donne, una incinta A PAGINA 19 >> l’ira di Usa e Ue l Rischia di andare in pezzi ciò che resta dell’Ucraina post-Yanukovich. Il «parlamentino» della Crimea ha approvato l’adesione alla Russia e ha avviato su questo punto anche un referendum. Dura la reazione degli Usa. E anche dell’Ue che, messe in minoranza le due «colombe», Italia e Germania, ha inviato a Mosca una minaccia chiara e forte: o si fermano le ingerenze russe o arriveranno sanzioni severe. SERVIZIO A PAGINA 20 >> IL FALLIMENTO Oggi in Tribunale i libri del Bari calcio RAIMONDO NELLO SPORT >> MORTO IL FILOSOFO Addio a Sgalambro il paroliere di Battiato IN CULTURA >> RASSEGNASTAMPA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 Venerdì 7 marzo 2014 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. 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Tel 080/5470213 Siamo presenti a: Laurenzana, Nova Siri Marina, Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D’Agri MATERA BOATO NELLA NOTTE. VETRI IN FRANTUMI E MURO SCHEGGIATO A «I GIARDINI DELLA CORTE» SULLA STATALE 99 AMBIENTE RILIEVI SUI SEDIMENTI DEL FIUME A PISTICCI Lo scoppio sveglia mezza città. Panico ma nessun ferito volute dal Comune Basento inquinato Ordigno danneggia albergo Ildagli idrocarburi aleggia l’ombra del racket Ora lo dicono le analisi SENISE, METAFORA DELLA BASILICATA CHE HA LE RISORSE E NON SE NE GIOVA di MIMMO SAMMARTINO C’era un secondo pacco sospetto ma conteneva un tufo, forse un messaggio cifrato l Un’esplosione ha danneggiato la notte tra mercoledì e giovedì scorsi a Matera una vetrata e un muro di una struttura alberghiera, «I Giardini della Corte», situata lungo la statale 99 Matera-Altamura. Sull'episodio indaga la Polizia. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco e gli artificieri, proprio per stabilire le cause dello scoppio. DORIA A PAGINA II >> Il sindaco Di Trani: «Fino ad ora nulla è stato fatto per fermare l’inquinamento» POLICORO: 4 KG DI POLVERE BIANCA. ALLA GUIDA DELL’AUTO UN CORRIERE TEDESCO l Il Basento pisticcese è sempre più inquinato da idrocarburi pesanti. Questa volta a dirlo sono i risultati ufficiali delle analisi sui sedimenti del fiume commissionate dal Comune. MIOLLA A PAGINA XI >> BASILICATA NOIR L a diga di Senise, trent'anni dopo la sua realizzazione, non è solo una promessa non mantenuta. È una metafora della storia lucana. La mattina del 6 marzo 1984 a Senise arrivò il grande Tir con sopra il tappo metallico da 40 quintali. Doveva servire a bloccare lo scorrimento delle acque del fiume Sinni per convogliarle nell’invaso. Avrebbero coperto l’antica statale 92 e la vecchia trattoria. Le case contadine e gli orti fiorenti. Quei tremila ettari sottratti all'agricoltura, da quel momento, avrebbero fatto da culla al grande invaso. Capienza: 600 milioni di metri cubi d’acqua. La più grande diga in terra battuta d'Europa. Fu così che la gente di Senise ruppe gli indugi. I contadini, costretti a cedere le loro terre, requisirono il ciclopico tappo. Il sequestro durò cento giorni. Il tempo necessario a raggiungere un accordo sulle garanzie per il loro futuro. A trent'anni di distanza, i superstiti del ratto del tappo sono più vecchi e disillusi. I loro figli bambini allora, oggi diventati adulti - aspettano ancora che siano mantenute le promesse fatte al tempo dello scambio fra acqua e terra. E ora, con la diga che trabocca, non si spiegano perchè i loro campi debbano pietire una sufficiente irrigazione. Metafora di una Basilicata ricca di risorse che non riesce a mettere a valore. Risorse che troppo spesso non portano benefici alla nostra gente. VERGALLITO A PAGINA VII >> Anna ed Elisa due delitti con «incroci» da verificare SERVIZIO A PAGINA III >> POTENZA Vendita del tribunale i motivi del blocco SERVIZIO A PAGINA VI >> Cocaina in viaggio sulla Statale 106 ROMA RIPRENDE IL CAV E IL VIDEO DIVENTA UN CASO NAZIONALE Becce, il «Grande Fratello» di Silvio Berlusconi l Quattro chili di cocaina pura per un valore di mercato di 500mila euro sequestrati ed un narcotrafficante, di nazionalità tedesca, arrestato. Sono i risultati di un altro duro colpo inferto dalla Guardia di finan- L’ABORTO E I TEMI POLITICI PROMUOVERE LA DIGNITÀ UMANA di CONFERENZA EPISCOPALE DI BASILICATA PALAZZO GRAZIOLI Il consigliere comunale Nicola Becce con Silvio Berlusconi durante l’incontro di mercoledì scorso . SERVIZIO A PAGINA VI >> za, Comando provinciale di Matera e Compagnia di Policoro, al traffico di droga sulla 106 Jonica, direttrice Calabria – Puglia, controllato dalla 'ndrangheta. MATERNITÀ Nascite e incentivi l La questione posta recentemente all’attenzione della commissione del Consiglio regionale, circa la possibile erogazione di un sussidio mirato a scongiurare il ricorso all’aborto, quando la donna lo richieda per conclamate difficoltà economiche, merita una discussione franca, perché la dignità della donna e il valore della vita umana siano, entrambi, promossi con tutti gli sforzi possibili. CONTINUA A PAGINA IV >> MELE A PAGINA II >> TITO SCALO La crisi all’Auchan parla il cav. Fontana SERVIZIO A PAGINA IX >> POTENZA CONSIGLIERI PRENDONO IL GETTONE E SE NE VANNO Assenteisti al Comune quelli della toccata e fuga MUNICIPIO I banchi del consiglio comunale di Potenza BRANCATI A PAGINA V >> RASSEGNASTAMPA Le aziende farmaceutiche difendono i propri interessi ma qualcuno deve difendere gli interessi della comunità. Sono le autorità pubbliche che devono difendere gli interessi dei cittadini. Silvio Garattini 1,30 Anno 91 n. 64 Venerdì 7 Marzo 2014 U: L’altra metà dell’Italicum Sgalambro il filosofo prestato al pop Polizzi pag. 18 ● ● Tumori, trovato un «interruttore» Azzurri sbiaditi verso i mondiali pag. 23 Greco pag. 17 Rivolta delle parlamentari Pd contro l’esclusione della parità di genere dalla legge elettorale Boldrini: rispettare la Costituzione ● Ma Fi non ne vuole sapere ● Intervista a Pollastrini: grave ferita Si tratta ancora, ma Forza Italia non ne vuole sapere: la parità di genere per ora è esclusa dalla legge elettorale. E scatta la rivolta delle parlamentari Pd. 50 senatori firmano un documento di protesta. La presidente della Camera Boldrini: rispettare la Costituzione. Staino FUSANI A PAG. 2-3 La politica non è solo per uomini MASSIMO ADINOLFI ● «LA PARITÀ DI GENERE NON SI IMPONE PER LEGGE» HA STABILITO MARIA STELLA GELMINI, E PER QUESTO FORZA ITALIA NON SI È DICHIARATA DISPONIBILE AGLI EMENDAMENTI che invece ne accolgono il principio, imponendo ad esempio l'alternanza uomo/donna in lista e la metà dei capilista donne. Forse, se all’ex ministro avessero chiesto della festa della donna, che cade domani, avrebbe proseguito contrariata osservando che nemmeno quella si può imporre per legge. Si può imporre infatti di festeggiare qualcuno o qualcosa, conculcando il diritto di libertà di chi invece proprio non vuol far festa? Evidentemente no. Perciò: via la festa. Renzi: crescita e lavoro È scontro sui conti ● Il premier a Bruxelles esclude manovre correttive: SEGUE A PAG. 3 ● Saccomanni: abbiamo IL CASO Grillo colpisce ancora: fuori altri cinque senatori M5S La verità sull’indulto: ● Si erano dimessi per protesta con le espulsioni CARUGATI A PAG. 6 LA CRISI UCRAINA dimezzate le ricadute Uno studio sulla legge del 2006 dimostra che solo un terzo è tornato a delinquere. E gli immigrati ancora meno MANCONI TORRENTE A PAG. 10 La Crimea verso la Russia ● Il Parlamento vota sì: anticipato il referendum. Prime sanzioni Ue a Mosca Il Parlamento della Crimea vota all’unanimità l’adesione alla Russia e anticipa al 16 marzo il referendum (precedentemente indetto per il 30) sulla secessione dall’Ucraina. Da Bruxelles i leader europei dichiarano illegittimo il voto e approvano le prime sanzioni. DEGIOVANNANGELISOLDINIAPAG.8-9 FRONTE DEL VIDEO lasciato tutto in ordine, niente buchi ● Camusso: attenti al culto del capo LA POLEMICA PAOLO LEON «Oggi la priorità per il nostro Paese è crescita e lavoro, lavoro e crescita». Così Matteo Renzi da Bruxelles esclude manovre correttive: «Compiti a casa? Non è così, sappiamo cosa fare». Intanto scoppia la polemica sui conti. L’ex ministro Saccomanni replica duramente alle critiche sull’«eredità» lasciata dal governo Letta: «Nessun buco, i conti sono ordine». Così in un’intervista a l’Unità il deputato lettiano Francesco Boccia. Da un congresso Cgil, Susanna Camusso avverte: «No al culto del capo». «Hoc volo, sic iubeo, sit pro ratione voluntas». Tradotto vuol dire: questo voglio, così comando, la mia volontà valga come ragione. Così pensano Olli Rehn e la Commissione europea, ieri sul deficit ora a proposito del debito, anche se l’ex ministro dell’Economia Saccomanni ha ben spiegato perché il debito italiano è così alto. FRULLETTI LOMBARDO MONGIELLO VENTURELLI A PAG. 4-5 SEGUE A PAG.15 MARIA NOVELLA OPPO Malati di tutto il mondo unitevi volto, come quella della colossale inflitta a Roche e Novartis, due ca● il video sceglie gli esempi zamulta se farmaceutiche che si sono messe d’acSEGUIRE L’ITER DELLE RIFORME DI RENZI ATTRAVERSO LA TV È MOLTO COMPLICATO: più raffigurabili, come i bambini che cantano o altre scene che diventano subito «icone» e vengono ripetute fino alla nausea. Per esempio, sembra che i tg non vedano l’ora di dare notizia di Fassina per poter mandare in onda la faccia di lui che sbuffa vistosamente, quasi a confermare l’idea di tipo malmostoso che ne hanno creato i media. Figurarsi quando danno notizie sen- Disubbidire all’Europa cordo per favorire un farmaco carissimo (900 euro!), quando ce n’era un altro uguale che costava molto meno. Un genere di truffe particolarmente odiose, perché approfittano dell’ignoranza, della povertà e della malattia per consentire profitti superiori a quelli che già la legge consente e favorisce. Tanto per farci capire che, crisi o non crisi, il capitalismo è vivo e lotta insieme a loro. RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Venerdì 7 marzo 2014 LA RISPOSTA ALLA UE Il ministro dell’Economia sta cercando di aggiungere altri 7,5 miliardi ai 2,5 già conteggiati dal governo Letta GOVERNO A CACCIA DI SOLDI Padoan: nessuna manovra risorse dai tagli alla spesa «Impegno sulle riforme e utilizzo dei fondi strutturali comunitari» l MILANO. La pagella della Commissione europea sull'Italia non è stata affatto tenera: per Bruxelles i conti pubblici di Roma sono tra i peggiori del Vecchio Continente, tanto che il Belpaese scivola nel gruppo dei Paesi con gli «squlibri macroeconomici» più gravi insieme a Croazia e Slovenia, zavorrato come è da un debito spropositato. Ma quel che più conta è che gli economisti comunitari hanno giudicato troppo timida la manovra per il 2014, che in quanto a riduzione dello stock fa pochino. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha una linea di difesa chiara: il monito di Bruxelles «è severo, ma è d'accordo con quello che pensiamo noi». Il ministro riconosce che la pagella europea «mette in evidenza problemi strutturali che conosciamo da tempo, praticamente ci incita a far ripartire la crescita e quindi l'occupazione e in questo modo correggere gli squilibri». Padoan assicura: «Nessuna manovra aggiuntiva». E non cambia la posizione di Padoan che punta sulla crescita prima che sulla riduzione del debito per ridurre l'incidenza dello stock d'indebitamento sul Pil. «Impegno sulle riforme e utilizzo dei fondi strutturali comunitari». Per Padoan la priorità è il taglio al cuneo fiscale, indicato co- LA LINEA «Accogliamo le raccomandazioni comunitarie» I tassi europei 5,5 Il cuneo fiscale italiano Fatto 100 il costo del lavoratore tipo in Italia, il cuneo fiscale è a quota 47,6, il sesto più alto in Area Ocse (Belgio 56; Francia 50,2; Germania 49,7) Contributi del lavoratore 7,2% cuneo 47,6% costo del lavoro 100 Contributi a carico del datore di lavoro 24,3% 16,1% Fonte: Ocse (dati 2012) ANSA me prima urgenza in un'intervista. Padoan sta cercando di aggiungere altri 7,5 miliardi ai 2,5 già conteggiati dal governo Letta. Per il ministro, inoltre, sarebbe meglio concentrare le risorse su uno dei due versanti del Dai massimi del 2008 5,39% Euribor (a tre mesi) Bce (riferimento) 4,5 4,25% 4 3,5 3 2,5 2 1,0% 1 0,29% 0,5 0 ’08 2009 0,63% 2010 2011 cuneo: o il lavoratore (attraverso sgravi Irpef) o le imprese (usando come leva l'Irap). Con quali soldi? Il bacino dal quale tutti dicono di voler attingere è la spending review e anche in questo caso Padoan non fa eccezione. AI VERTICI A destra il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri. Nella foto grande sopra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che garantisce «Nessuna manovra» . Draghi: Bce pronta ad altre misure ma non sono facili, ci vuole tempo 5 1,5 Imposte sul reddito a carico del lavoratore Secondo i suoi calcoli, però, a differenza di quanto previsto dal primo piano Letta per la revisione della spesa del commissario Carlo Cottarelli, si potrebbero raccimolare già 5 miliardi nel 2014 invece dei 3 previsti. Proprio ieri il numero uno delle Entrate, Attilio Befera, è stato in Commissione Finanze alla Camera per spiegare la voluntary disclosure. Secondo Befera «non contiene alcuna scorciatoia», ma mira a «stimolare la compliance riguardo ai futuri adempimenti». Sta di fatto che su questa misura molti storcono il naso all'interno della stessa Commissione e il governo potrebbe trovare più difficoltà nell'incassare il via libera al provvedimento, tanto che potrebbe alla fine decadere per essere soppiantato da uno nuovo. Se così fosse, già un primo tassello del piano Padoan sarebbe a rischio e non è confortante il fatto che il presidente della Commissione, Capezzone, abbia preferito non porre limite agli emendamenti, perché «il nuovo governo deve chiarire il percorso che avranno le norme del decreto sul rientro dei capitali dall'estero» e cioè «se i contenuti procederanno su questo veicolo o se il nuovo governo intende trasfonderli in un nuovo decreto o se si procederà per iniziativa parlamentare». 2012 2013 ANSA 0,25% 2014 l FRANCOFORTE. La Bce fa quadrato sulla bacchettata data dalla Commissione europea all’Italia e ad altri Paesi dell’Eurozona. E il presidente Mario Draghi, con parole raramente esplicite, invita a ridurre il debito e consolidare i conti rilanciando la crescita attraverso le riforme dell’economia. «Senz'altro accogliamo con favore le raccomandazioni della Commissione europea», dice il presidente Bce, Mario Draghi, commentando i rilievi di Bruxelles dopo una domanda rivolta proprio sull'Italia. «Sarebbe un disastro dice - tornare indietro sul risanamento dopo "così tanti sacrifici e così tanto dolore"». Un affondo sul tema dei conti pubblici che arriva in parallelo con la decisione di mantenere i tassi fermi allo 0,25% senza quelle misure straordinarie che in molti si aspettavano, pur di fronte a un’inflazione che le nuove stime della Bce rivedono al ribasso: 1% quest’anno, 1,3% il prossimo e 1,5% nella nuova proiezione sul 2016. Non è la paventata deflazione, ma il ritorno all’obiettivo della Bce, che è «vicino ma inferiore al 2%», avverrà soltanto «nel medio-lungo termine». Ciò nonostante, il consiglio della Bce si conclude con un nulla di fatto sulle misure che in molti si aspettavano, a partire dai 175 miliardi di fondi freschi che sarebbero arrivati sospendendo la «sterilizzazione» degli acquisti di bond, fino a un programma di maxi prestiti alle banche subordinato all’erogazione di credito all’economia, fino al «quantitative easing» in stile Federal Reserve. «Se necessario siamo pronti a ulteriori, decisive misure», promette Dra- BCE Il presidente Mario Draghi ghi. Ma «non sono facili, ci vuole tempo», con impedimenti anche sul fronte regolamentare e legislativo a programmi come un rilancio delle cartolarizzazioni, che è fra le ipotesi allo studio. Di certo, c'è sempre più l’euro forte sul tavolo dei governatori a Francoforte, che rendendo meno costoso l'import ha contribuito a raffreddare i prezzi. Draghi è, anche qui, inusitatamente esplicito: il rialzo dai minimi del 2012 ha tagliato all’inflazione attuale 0,4 punti, «un valore significativo di quanto possa contare il tasso di cambio rispetto ai nostri obiettivi» di stabilità dei prezzi. Altrettanto sicuro è che molte delle energie dei consiglieri Bce vanno all’unione bancaria in vista della sorveglianza che finirà in capo a Francoforte a novembre. E qui Draghi, accalorandosi un po’, promette rigore massimo e trasparenza negli «stress test» chiamati a fare luce sullo stato dei bilanci delle banche dell’Eurozona. «La cosa peggiore sarebbe far finta che i problemi non esistano. Le banche zombie non prestano soldi!», ha spiega Draghi. Anche le nuove stime di crescita della Bce, ancorchè riviste lievemente in meglio, confermano lo scenario di una ripresa «moderata» e con rischi al ribasso, dice Draghi, che vede anche «rischi geopolitici notevoli» da un’escalation in Ucraina. Per quest’anno la Bce si attende ora una crescita dei Diciotto all’1,2%, in accelerazione a 1,5% il prossimo e 1,8% nel 2016. In Italia, nota, si sta riducendo il divario di fiducia dei consumatori, e anche i criteri con cui vengono concessi i prestiti, come in Spagna, si stanno «allentando». In questo scenario, anche Draghi smonta la contrapposizione rigore-crescita che vorrebbe un pò di deficit in più per dare ossigeno alla crescita. Serve invece «un mix di misure» - risponde alla domanda sull'Italia ma restando sul generale – per «mettere il debito su una traiettoria discendente», continuare a risanare il bilancio, ma avere anche la crescita: per questa sono «essenziali» le «riforme strutturali», a partire dal mercato del lavoro, la riduzione della burocrazia per le imprese, fino alle liberalizzazioni di prodotti e servizi. Domenico Conti RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Venerdì 7 marzo 2014 «C’è «una sorta di regola distorsiva che penalizza i territori con redditi più bassi ed economie in affanno» La Cgia di Mestre parla di tradimento del sistema con un boom delle imposte «decentrate» del 200% dal 1997 «Il federalismo fiscale penalizza il Mezzogiorno» Corte dei Conti: le tasse locali pesano per l’80% sull’aggravio tributario Il peso del fisco Aliquote di Irap e addizionali Irpef (anno d'imposta 2013 - dati in %) Irap Sardegna Irpef 1,17 Prov. Bolzano Prov. Trento Valle d'Aosta Piemonte 1,23 2,98 1,23 3,44 3,90 3,90 1,23 1,23 1,69 Liguria 3,90 3,90 1,38 1,23 Veneto 3,90 1,23 Friuli V.G. omagnaa E. Romagna 3,90 3,90 na Toscana 3,90 1,23 1,63 1,42 Umbria 3 3,90 Basilicata 3, 3,90 Lombardia Marche 1,43 1,23 4 4,73 1,32 82 4,82 4,82 1,36 1,73 1,73 1,73 Lazio Abruzzo Puglia Sicilia Campania 4,97 4,97 Calabria 4,97 Molise 2,03 2,03 2,03 ANSA Fonte: Corte dei Conti l ROMA. La gran parte dell’aumento della pressione fiscale registrata dal 1990 è dovuta all’aggravio delle tasse locali. Il federalismo, in particolare quello fiscale, non ha mantenuto le promesse. Gli effetti virtuosi di efficienza, contenimento della spesa, minor costo dei servizi, non ci sono stati, anzi, anche per colpa della crisi, la pressione del fisco è aumentata e si è diversificata da ente locale ad ente locale, comportando delle differenze «distorsive» che vanno ad aggravare le situazioni economiche di territori e contribuenti più deboli. A dirlo è la Corte dei Conti che, dati in mano, ha bocciato, al momento, il federalismo fiscale. Secondo i dati della Corte dei Conti, dal 1990 al 2012 «la forza trainante sulla pressione fiscale complessiva, passata dal 38 al 44%, appare imputabile per oltre i 4/5 alle entrate locali. La quota di queste su quelle dell’intera pubblica amministrazione si è più che triplicata passando dal 5,5% al 15,9%», ha detto il presidente Raffaele Squitieri sentito dalla Commissione Parlamentare sul Federalismo Fiscale. Nel percorso di attuazione del fede- L’ALLARME LA CGIL AVVERTE: O VENGONO VARATE MISURE O SI REGISTRERANNO ULTERIORI CALI. L’ADICONSUM: IL GOVERNO INTERVENGA IN MODO ENERGICO E RISOLUTIVO Consumi, una falsa partenza nel 2014 Confcommercio: meno 1,6% a gennaio l ROMA. Comincia male il 2014 sul fronte dei consumi. A gennaio l’indicatore dei consumi Confcommercio (ICC) registra un calo dell’1,6 per cento su base annua e dello 0,3 per cento rispetto a dicembre, «evidenziando con chiarezza tutte le difficoltà dell’economia italiana, dopo due anni di recessione». E la Cgil lancia l’allarme: se non ci saranno interventi a favore di lavoratori dipendenti e pensionati i consumi diminuiranno anche quest’anno. Il consueto indice di Confcommercio evidenzia anche a gennaio un nuovo calo un pò per tutti i tipi di consumi: aumenta solo la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,6 per cento in un anno); e le riduzioni più ampie per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-2,3%), beni e servizi per la casa (-2,2%) e abbigliamento e calzature (-2,1%). «Il ridimensionamento registrato a gennaio, dopo un trimestre di stabilizzazione dei consumi – rileva Confcommercio - si aggiunge ad altri indicatori dell’economia reale che sottolineano la complessità del quadro congiunturale della nostra economia che, dopo un quarto trimestre in cui si erano registrati timidi segnali di miglioramento, sembra essersi instradata più in una fase di stagnazione che di ripresa». Una situazione che rischia anche di peggiorare. «Il calo dei consumi, senza interventi di carattere fiscale a favore di lavoratori e pensionati è destinato non solo a continuare, ma addirittura a peggiorare», afferma la Cgil, che stima una riduzione dei consumi delle famiglie operaie di 212 euro nel 2014 e di 404 euro nel biennio 2015-2016; per gli impiegati il calo stimato nello stesso periodo è di 837 euro. Tra il 2007 e il 2013, secondo i calcoli dall’Associazione Bruno Trentin, la riduzione cumulata del potere di acquisto ha raggiunto l’11% e per il biennio 2014-15 si prevede un’ulteriore flessione dell’1 per cento. «E' l’ulteriore prova di come l’economia del nostro Paese stia galleggiando in una stagnazione senza sbocchi. Del resto, con i redditi delle famiglie contratti fino all’estremo dalle tasse, e con la disoccupazione dilagante che continua ad affliggere soprattutto le fasce più giovani della nostra popolazione, di aspettative miracolistiche è difficile crearsene». Ad affermarlo in una nota è Pietro Giordano, presidente nazionale di Adiconsum, commentando i dati sul calo dei consumi diffusi da Confcommercio. «Adiconsum prosegue Giordano - ribadisce l’urgenza di un intervento energico e risolutivo del Governo, che restituisca le risorse a chi ne ha bisogno per poi rimetterle nel circolo economico, rilanciando così i consumi. Meno tasse significano più consumi, più posti di lavoro e più produzione. Un circolo virtuoso che, d’altra parte, avrebbe indubbi effetti positivi anche sul gettito fiscale, con maggiori introiti Iva e Irpef e minori uscite per gli ammortizzatori sociali». «Taglio del cuneo fiscale, privilegiando i redditi delle famiglie, abbattimento della spesa pubblica e creazione di nuovi posti di lavoro è la ricetta che vogliamo riproporre al Governo Renzi, per una ripresa reale dell’economia che permetta al Paese di uscire una volta per tutte dalla spirale dell’aumento dell’inflazione e del crollo dei consumi», conclude Giordano. Il calo dei consumi TENDENZIALE (gennaio 2014/ gennaio 2013) Gennaio 2014 CONGIUNTURALE (gennaio 2014/ dicembre 2013) -1,6% -0,3% I SETTORI PIÙ IN CRISI (su base annua) Alberghi e pasti fuori casa -2,3% Beni e servizi per la casa -2,2% Abbigliamento e calzature -2,1% IL SETTORE IN ESPANSIONE (su base annua) Beni e servizi per le comunicazioni Fonte: Confcommercio +4,6% ANSA ralismo, inoltre, non è stato rispettato «un vincolo di invarianza della pressione fiscale complessiva» previsto dalla legge delega. Dal Veneto rincara la dose anche la Cgia di Mestre che parla di tradimento del federalismo con un boom delle tasse locali del 200% dal 1997. Tanto che la Confedilizia, che difende i proprietari immobiliari – cioè i contribuenti sui quali poggia il fisco locale – afferma: si aprono gli occhi sulla realtà. Si difendono invece i sindaci. Parla per loro il presidente dell’Anci, Piero Fassino: i tagli ai trasferimenti subiti dai Comuni dal 2007 ad oggi – ha sostenuto – «sono stati nettamente superiori all’incremento della fiscalità locale». La Corte dei Conti conferma che dal 2009 al 2012, in piena crisi, gli enti locali hanno dovuto tagliare 31 miliardi: 15 per compensare il calo dei trasferimenti dallo Stato e 16 miliardi per effetto di misure di inasprimento del Patto di stabilità interno. Ma l’analisi dei magistrati contabili punta l’indice anche su altri squilibri, come la differenziazione del «ricorso alla leva fiscale» fra i vari enti locali. C'è «una sorta di regola distorsiva che penalizza i territori con redditi più bassi ed economie in affanno». Insomma Irpef e Irap (con aumenti fino al 20%) sono più pesanti proprio dove ci sarebbe più bisogno di alleggerire il fisco per liberare risorse. Inizia così una spirale negativa che può indurre, fra l’altro, una delocalizzazione delle imprese verso amministrazioni più favorevoli. Non ci sono, comunque, sono notizie cattive per la tassazione delle imprese. L’Istat ha calcolato – esaminando 860 mila imprese – che nel 2014 le società risparmieranno il 9,8% dell’imposta sui redditi (pari a 2,6 miliardi) grazie ai provvedimenti in materia di tassazione dei redditi delle imprese adottati a partire dal 2011 (riporto delle perdite, deducibilità Irap sul costo del lavoro e l’Ace, la detassazione del rendimento figurativo del capitale proprio). Sempre sul fronte fiscale, è in arrivo il reato di autoriciclaggio attraverso un emendamento al decreto sul rientro dei capitali. A favore dell’ipotesi, che anche il premier Renzi ha detto di voler adottare, si sono espressi in rapida successione sia il comandante della Guardia di Finanza, sia il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, nel corso di due diverse audizioni in Commissione Finanza alla Camera. ENTRATE TRIBUTARIE: A GENNAIO +3,5% - Nel 2013 le entrate tributarie sono state 423.385 milioni di euro (-0,2%, pari a -903 milioni), facendo registrare «un risultato sostanzialmente in linea». Lo scrive in Tesoro in una nota annunciando che a gennaio 2014 (mese poco significativo per le scadenze fiscali) le entrate tributarie ammontano a 33.188 milioni (+3,5%). RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Venerdì 7 marzo 2014 IL GOVERNO FACCIA A FACCIA CON I POTENTI L’ex ministro dell’Economia contro il presidente del consiglio «per le parole sui conti pubblici». Palazzo Chigi smentisce BRUXELLES Il premier Matteo Renzi parla con la cancelliera tedesca Angela Merkel . Renzi: «I compiti dalla Ue? Sappiamo da soli cosa fare» Il premier a Bruxelles: «Le priorità sono lavoro e crescita». Lo sfogo di Saccomanni l ROMA. Non abbiamo rassicurazioni da dare: Matteo Renzi interviene sulle frizioni in corso tra Roma, Bruxelles proprio mentre l’esecutivo è al lavoro sulle prime azioni di rilancio che dovrebbero vedere luce (il job act) già la prossima settimana. Al centro delle contestazioni lo stato dei conti pubblici italiani dopo i severi giudizi arrivati dalla Ue. E si torna a parlare di un possibile «buco». Ma l’ex ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni taglia corto: «escludo nel modo più assoluto che vi siano buchi» nei conti «o che vi sia bisogno di fare manovre correttive». Il governo si impegna comunque a riferire presto in Parlamento. E comunque lunedì sarà lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ad illustrare all’Eurogruppo le priorità economiche del nuovo esecutivo. Ma su una cosa intanto tutti sono concordi (il ministro dell’Economia, l’ex ministro e Palazzo Chigi): non ci sarà bisogno di una manovra di aggiustamento dei conti. Anche perchè - dice appunto il premier Matteo Renzi a Bruxelles – «non abbiamo rassicurazioni da dare» ai partner europei sullo stato dei conti e basta con il «costante refrain italiano per cui si dipinge l’Europa come il luogo dove veniamo a prendere i compiti da fare a casa. L’Italia sa perfettamente cosa deve fare e lo farà da sola e lo farà non perchè lo dice l’Europa ma per il futuro dei nostri figli». Quindi ripete 2 volte: «la priorità è il lavoro e la crescita, il lavoro e la crescita». E ribadisce che il 12 marzo il Cdm varerà il pacchetto sul lavoro. La complessa giornata inizia con un’intervista nella quale il titolare di via XX Settembre Pier Carlo Padoan chiarisce che l'obiettivo ora è «concentrare tutto l’intervento in una direzione», «tutto sulle imprese, oppure tutto sui lavoratori». Quindi si lavora ancora. Quanto alle coperture dalla Spending review queste possono arrivare a «5 miliardi su base annua», e poi ci saranno misure transitorie come il «rientro dei capitali». Poi i conti: «sul deficit - sottolinea – non dobbiamo tornare oltre il 3%». Il debito, aggiunge, va abbattuto e «non perchè ce lo chiede l’Europa ma per noi». Urge quindi «rafforzare il programma di privatizzazioni». Insomma è tutto sotto controllo e il monito della Ue è certo «severo ma va nella direzione di quello che pensiamo noi». Interviene anche il governatore della Bce, Mario Draghi, che sembra appoggiare il richiamo dell’Ue: «senz'altro accogliamo con favore le raccomandazioni della Commissione» e questo perchè «sarebbe un disastro tornare indietro sul risanamento dopo «così tanti sacrifici e così tanto dolore». E la ripresa lenta che vede Draghi più la decisione della Bce di non iniettare nuova liquidità, non sembra impressionare troppo i mercati che proseguono la giornata con il segno positivo. Chi sembra invece decisamente contrariato è l’ex ministro Sac- comanni, che se la prende con Renzi per i commenti «immotivati e incomprensibili» apparsi sulla stampa e attribuiti al premier sullo stato dei conti lasciati dal governo Letta. Ma arriva la smentita del responsabile economico del Pd, Filippo Taddei: «Renzi non l’ha detto». Saccomanni però se la prende anche con la commissione Ue che «sorprende» nell’analisi sugli squilibri italiani. Ed è sorpreso anche Taddei per le considerazioni sul debito. Infatti - dice Saccomanni – l'alto livello del debito pubblico dipende anche dal pagamento dei debiti arretrati della P.a. e dal pagamento del fondo Salva-Stati (pesa 52 miliardi) che non sono certo azioni che Bruxelles non conosce avendole Roma preventivamente concordate. In tutto questo il tema risorse resta comunque in primo piano anche perchè riuscire a ricontrattare il rispetto dei parametri europei sembra utopico. E mentre Padoan fissa l’asticella della spending per il 2014 (5 miliardi), una buona notizia arriva proprio da Bruxelles: «è possibile cominciare da subito a investire su poche e mirate misure, concordate, per occupazione e competitività nel quadro della nuova programmazione 2014-2020». Ma per avere questi fondi ci sono delle condizioni e una è che la programmazione deve essere verificata a posteriori. Inoltre «non ci sono più margini per modificare i fondi regionali 2007-2013». Francesco Carbone L’UNICO LEADER SOTTO I QUARANT’ANNI Il nuovo stile di Matteo nei rapporti con l’Europa IL CONGRESSO DI DUBLINO ALFANO: ORA CI SIAMO ANCHE NOI tolinea Casini che punta a fare da «ponte» tra Alfano e Berlusconi. Il confronto dublinese potrebbe servire proprio a mettere a punto le intese e le possibili strategie comuni delle plurime «anime» italiane del Ppe che si sono presentate all’appuntamento consce delle ben note contrapposizioni tanto da far dire a Deborah Bergamini: «Quanto la divisione del fronte dei moderati italiani, causata dai piccoli egoismi di altrettanto piccoli leader, si ripercuota negativamente anche a livello europeo, indebolendo il nostro Paese». « Nell’importante Congresso del Ppe in corso a Dublino, alla vigilia di un delicato passaggio elettorale, il centrodestra italiano avrebbe potuto e dovuto svolgere un ruolo di traino. Invece, la componente italiana del Ppe si è presenta a questo appuntamento divisa al suo interno e per di più priva del suo leader, Silvio Berlusconi, cui la magistratura milanese ha voluto impedire di essere presente. Una grande occasione si è trasformata in un’occasione persa a causa di chi ha anteposto il proprio protagonismo agli interessi dell’elettorato moderato italiano». Oggi si entrerà nel vivo del confronto che dovrà tener conto del prossimo semestre italiano di guida della Ue. Paolo Cucchiarelli chi lo ha preceduto a Palazzo Chigi appare siderale. «Ha uno stile completamente nuovo rispetto a quello al quale eravamo abituati», racconta chi lo ha visto per la prima volta all’opera tra i corridoi e la sale del Justus Lipsius, la sede del Consiglio Ue. Quando mette piede fuori dall’auto che lo accompagna all’ingresso del Justus Lipsius, Renzi accenna solo un saluto ai giornalisti. Poi si infila tra i corridoi del palazzo per i primi «faccia a faccia» con i partner europei. I leader – e i giornalisti stranieri - aspettano con curiosità di «annusare» il nuovo arrivato. E' il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso il primo a venirgli incontro. Quindi il pre-vertice dei big 5 sull'U- PALAZZO MADAMA PER LA PRESENTAZIONE DI UN LIBRO Berlusconi torna al Senato attacca giudici e comunisti Popolari europei l’esordio del Ncd l ROMA. Esordio per l’Ncd nella grande famiglia del Ppe nel Congresso che si è aperto a Dublino dove la compagine più importante del Parlamento europeo deve scegliere la sua guida interna e il candidato alla presidenza della commissione. La «prima volta» della nuova formazione italiana dopo la scissone da Fi è salutata con entusiasmo da Agelino Alfano: «È un grande debutto dentro la grande famiglia dei Popolari Europei». IL Ncd, ha aggiunto, «sarà protagonista di questa fase di ripresa economica dell’Europa e pensiamo che anche in Italia il popolarismo europeo possa giocare una partita vincente. Speriamo possa giocarla un popolarismo unito, anche se le divisioni sono tante e lavoriamo per superarle». E mentre gli esponenti di Fi protestano per la mancata presenza di Silvio Berlusconi per i noti impedimenti giudiziari è la strategia interna ed europea in vista dell’appuntamento elettorale nella Ue il tema che interessa di più i politici italiani. Pier Ferdinando Casini chiede ai grandi partiti presentarsi uniti nei singoli Stati e anche il Ppe è chiamato alla sfida del futuro. «Superare le vecchie contrapposizioni e le laceranti divisioni significa dare un messaggio chiaro: quello del Ppe italiano come riferimento comune dei riformisti e dei moderati», sot- l BRUXELLES. Renzi «cambia verso» anche in Europa. Sono da poco passate le 11 del mattino quando il premier, abito blu e cravatta in tono – unico tra i 28 a non aver ancora superato la soglia dei 40 anni – sbarca per la prima volta a Bruxelles da capo del governo. E lo fa proprio all’indomani della pesante strigliata della Ue su debito e competitività che relega l’Italia sullo stesso scomodo carro di Croazia e Slovenia. Ma la tabella del premier non cambia affatto, e Renzi non arriva certo per farsi mettere dietro la lavagna. Il rispetto per le istituzioni europee e la consapevolezza della gravità della situazione italiana ovviamente restano, ma la differenza di toni con Poi scherza: troppo vecchio per le nozze IL LEADER NCD Il ministro Angelino Alfano Palese (Forza Italia) «Bruxelles conferma i nostri dubbi» «Perplessità e critiche dell’Unione Europea all’Italia ci danno purtroppo ragione: abbiamo espresso più di un dubbio sul fatto che nella Legge di Stabilità vi fossero spese prive di copertura e infatti si paventa la necessità di una manovra aggiuntiva, seppur subito smentita dal Governo. La nostra ricetta è: si proceda subito con l’attuazione della spending review e si utilizzino le risorse che, per fortuna, stiamo risparmiando sul debito pubblico grazie alla benevolenza dei mercati e nessuno pensi di mettere ancora le mani nelle tasche degli italiani. Serve, piuttosto, trovare subito la copertura per le misure indispensabili ad abbassare il costo del lavoro, a rendere competitive le imprese e a far riprendere i consumi. Punti sui quali il Governo Letta ha deluso ed il Governo Renzi, finora, ha dato solo titoli e non contenuti, il che ci dimostra ulteriormente che abbiamo fatto bene ad uscire dal primo Esecutivo e a non entrare nel secondo. Il nostro ruolo continuerà ad essere quello di stimolo quotidiano acchè il Governo Renzi metta subito in pratica quello di cui il Paese ha bisogno». Lo dichiara in una nota il capogruppo di Forza Italia in commissione bilancio della Camera, Rocco Palese l ROMA. Silvio Berlusconi torna per la prima volta in Senato da quando l’Aula, il 27 novembre dello scorso anno, si espresse a favore della sua decadenza da senatore. L'occasione è la presentazione a palazzo Giustiniani del libro il «sangue di Abele» la cui prefazione è stata curata dal Cavaliere e che offre la possibilità al leader di Forza Italia di poter rispolverare uno dei suoi cavalli di battaglia preferiti: l’attacco all’ideologia comunista bollato come «una malattia» o, peggio, «un viaggio dentro la menzogna». Berlusconi va giù duro con la convinzione che i comunisti in Italia abbiano preso il potere «dalla scuola, ai giornali fino alla giustizia». I giudici sono l’altro bersaglio a cui Berlusconi non risparmia le sue accuse. A rincarare la dose infatti ci pensa un video diffuso dal Fatto Quotidiano in cui il Cavaliere nel corso di un incontro con gli esponenti locali della Basilicata lancia un duro affondo ai magistrati, in particolare a quelli di Milano. Il pensiero dell’ex capo del governo corre al 10 aprile giorno in cui i giudici milanesi dovranno esprimersi sul suo futuro: «Dopo aver lottato 20 anni per la libertà sono qui a difendermi da una mafia di giudici che il 10 di aprile mi dirà se mi mettono in galera o se mi mandano ai servizi sociali». Il Cavaliere chiama in causa di nuovo Giorgio Napolitano a cui riferisce di aver illustrato, tramite «persone a me vicine», la propria situazione senza però sortire alcun effetto dal Colle che – accusa il Cavaliere – ha risposto picche. «Hanno voluto farmi fuori – è la sintesi – e lo hanno fatto in una maniera determinatissima attraverso colpi di Stato». Insomma una serie di ragionamenti che ben rappresentano il suo umore assolutamente pessimista, riferiscono i suoi uomini, su ciò che deciderà il tribunale di Milano. Certo le battute non mancano, nè spunti di alleggerimento. Nel video il Cavaliere torna a cimentarsi con un repertorio di barzellette e, prima di lasciare palazzo Giustiniani, manda una rassicurazione ai tifosi del Milan: «non ho intenzione di vendere» la squadra. Meno felice, forse, sarà stata invece la sua fidanzata Francesca Pascale nel sentire il suo Silvio spiegare di non avere alcuna intenzione di convolare a nuove nozze (il gossip era ripreso a circolare in questi giorni) perchè «sono troppo vecchio». L'obiettivo principale ora però è la riuscita della campagna elettorale per le europee. Il tema è ormai fisso nelle riunioni a palazzo Grazioli (un’altra è in programma domani) per mettere a punto il programma. Yasmin Inangiray RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Venerdì 7 marzo 2014 La conferenza dei capigruppo ha deciso per uno Il Capo dello Stato assicura una «attenta analisi», slittamento del voto a lunedì nonostante la se ne occuperà dopo che la legge sarà varata contrarietà del Partito democratico ma prima che venga promulgata L’Italicum all’esame del Colle regge il patto Pd-FI e alfaniani Protesta delle donne per le quote rosa. In serata bocciato emendamento sulle preferenze l ROMA. L'accordo Renzi-Berlusconi-Alfano sta reggendo il test del voto della Camera, compresi quelli a scrutinio segreto. Non mancano però le tensioni, a partire da quella sulle quote rosa, che sta spaccando soprattutto Forza Italia, cosa che ha portato ad uno slittamento del voto finale a lunedì prossimo, deciso dalla Conferenza dei capigruppo, nonostante la contrarietà del Pd. Ma sono le parole del presidente Napolitano a costituire l’elemento principale della giornata: il Capo dello Stato ha infatti chiarito che non intende di sollevare il tema delle preferenze (estranee all’accordo) durante l’esame in Senato. Insomma, nulla è ancora scontato e lo dimostra la tensione sugli emendamenti bipartisan che introducono la parità di genere sia nelle liste bloccate, sia tra i capolista di ogni Regione. C'è stata una riunione a Forza Italia, partito che si è espresso nettamente contro le quote rosa. Nell’incontro le parlamentari firmatarie di questi emendamenti (come Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna, Renata Polverini o Annagrazia Calabria) sono state invitate a ritirarne l’appoggio. Altre loro colleghe, come Mariastella Gelmini o Daniela Santanchè hanno preso le distanze dagli emendamenti. Secondo il racconto delle sostenitrici della parità di genere, Silvio Berlusconi non sarebbe contrario mentre l’opposizione arriverebbe da Denis Verdini. Il Pd sarebbe favorevole, ma l’indicazione del partito è di non far saltare l’accordo generale, a costo di sacrificare le parità di genere. Nel pomeriggio è circolato un appello ai leader, cioè Renzi e Berlusconi, MOVIMENTO NEL CAOS GRILLO NE MANDA VIA ALTRI CINQUE AL SENATO E ALTRETTANTI SONO GIÀ PRONTI A LASCIARE M5S, è caccia ai dimissionari. Spunta il nuovo gruppo l ROMA. L'immagine che rappresenta al meglio cosa accade al M5S è quella di una valanga: iniziata con un piccolo smottamento. Una massa confusa, formata da «dissidenti» ed «espulsi» che, visti i numeri, presto potrebbero confluire in un nuovo gruppo parlamentare a Palazzo Madama. Altri cinque senatori, infatti, lasciano il gruppo Cinque Stelle al Senato: sono Ales- sandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani «cacciati» direttamente da Grillo. Il leader non ha gradito le loro minacce di dimissioni in segno di protesta contro le quattro espulsioni dei «dissidenti». Gli epurati salgono così a 13. A questi, inoltre, potrebbero aggiungersi presto altri parlamentari (quattro-cinque secondo fonti parlamentari). «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie», confida un senatore che cita Giuseppe Ungaretti per spiegare che «ormai ne casca uno dopo l’altro». Tra i cinque stelle regna il caos. E non aiuta la notizia dell’invio di una lettera di minacce con proiettili inviata a Lorenzo Battista e al collega Luis Orellana, ma nella quale si citano anche altri «dissidenti». Teodoro Fulgione affinchè dessero il via libero. Su esso sono state raccolte firme in Aula, ma poi il testo si è perso nel nulla. Il che non è un buon segno. In questo stop and go, che ha costretto a far slittare il voto finale a lunedì, si inserisce l’accantonamento di altri emendamenti, come il cosiddetto «salva Lega». In serata altro colpo di scena: La Camera inizia la discussione e il voto degli emendamenti che introducono le preferenze, rispetto alle liste bloccate previste dal testo. Gennaro Migliore, capogruppo di Sel, ritira la richiesta di votare gli emendamenti a scrutinio segreto. Dopo una lunga discussione dai toni accesi, in cui alcuni esponenti del Pd si erano espressi a favore delle preferenze, come Rosi Bindi e il lettiano Marco Meloni, i presentatori dell’emendamento (Pino Pisicchio, Giancarlo Giorgetti e Gennaro Migliore) sono tornati sui propri passi chiedendo nuovamente che si votasse a scrutinio segreto. Alla fine i voti favorevoli sono stati 236, cioè molto più numerosi di quelli registrati in altri emendamenti proposti dai piccoli partiti (in media 180-190). Giovanni Innamorati poltronafrau.com craina. È qui, in una stanzetta spartana accanto alla sala del Congresso, che Renzi si siede per la prima volta allo stesso tavolo con chi in Europa conta davvero. La cancelliera tedesca Merkel, il presidente francese Hollande, il premier britannico Cameron. E il collega polacco Tusk. Le immagini che passano sul circuito chiuso mostrano un Renzi sorridente e disteso. Seduto proprio accanto alla Merkel, i due ne approfittano per un breve scambio di vedute. Si rivedranno il 17 marzo di nuovo a Berlino. pronunciarsi mentre il Parlamento sta lavorando, ma che prima di promulgare la legge procederà ad un «attento esame». L’aula della Camera lavora fino a Mezzanotte e sta respingendo tutte le proposte di modifica estranee al patto Pd-Fi-Ncd. Sono stati bocciati, tra l’altro, gli emendamenti dei partiti minori che abbassavano le soglie di sbarramento (il 4,5% per i partiti coalizzati, l’8% per quelli che corrono da soli). Però sia la minoranza interna del Pd, oggi con Gianni Cuperlo, sia Ncd, hanno ribadito la volontà Scopri la Collezione Poltrona Frau Notte presso i rivenditori autorizzati: POLTRONA FRAU BARI Corso Vittorio Emanuele,139 - T. 080/5232105 CASA PAGNOTTI Via Napoli, 77 Cerignola FOGGIA - T. 0885/416685 HABITAT Via Vaccaro, 334 Potenza - T. 0971/594324 SPAZIO FRAU presso LORUSSO ARREDAMENTI Via Napoli, 71 Andria BARI - T. 0883/594130 NOVEMBRE ARREDAMENTI Via Sergente Nestola, 49 Copertino LECCE - T. 0832/933466 SPAZIO FRAU presso ANTEPRIMA D’ORIA Via Taranto, 57 Martina Franca TARANTO - T. 080/4859626 HABITAT AZZARITO Zona Commerciale Via Montagna Mesagne BRINDISI - T. 0831/779244 RASSEGNASTAMPA 20 ATTUALITÀ Venerdì 7 marzo 2014 «FALCHI» A BRUXELLES Berlino e Roma isolate al vertice straordinario tra capi di Stato e di Governo. Ora l’Ue fa il gioco duro INCOMBE LA SECESSIONE Ultimatum Ue a Mosca «Si fermi o sanzioni» Crimea, il Parlamento vota «sì» all’adesione alla Russia l SIMFEROPOLI (CRIMEA). Venti di guerra in Crimea, dopo la decisione del Parlamento di Simferopoli di indire un referendum sull’adesione alla Russia, mentre Kiev spicca un mandato di arresto per i leader secessionisti della regione e Barack Obama e l’Unione europea sparano bordate: la consultazione «è illegittima». Ieri mattina la svolta: prima l’annuncio sul quesito del referendum, poi il voto del Parlamento della Crimea, favorevole all’adesione alla Federazione russa. La reazione di Kiev non si fa attendere: la giustizia ucraina spicca un mandato di arresto nei confronti del premier della Crimea Serghiei Aksionov e per il presidente del Parlamento, Vladimir Kostantinov. Passa qualche ora e la Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) inizia la procedura per sciogliere quello secessionista di Simferopoli. Da Roma, a margine della Conferenza sulla Libia, il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius lancia l’allarme: se la Crimea si unisce alla Russia «vuol dire che non c’è più la pace internazionale, nè frontiere certe». Poi il diluvio, con Barack Obama che dà il via libera a nuove sanzioni Usa ed alza i toni: «Il referendum per l’adesione a Mosca viola la legge internazionale», e dunque è illegittimo, dice il presidente statunitense. Stesse parole usate dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy e da tutto il Vertice Ue, riunito in via straordinaria per cercare una soluzione alla crisi ucraina. Da Bruxelles esce indurita la posizione europea. I leader - uniti - lanciano ultimatum alla Russia: o si ferma o scatteranno sanzioni contro Mosca via via più severe. E Rompuy ha assicurato: «l’Ue parteciperà al gruppo di contatto nel rispetto del diritto internazionale e dell’integrità delle diverse culture». E ieri, in occasione del vertice straordinario tra capi di Stato e di Governo dell’Ue sull’Ucraina, c’è stata anche la prima uscita europea del premier Matteo Renzi che ha commentato: «È stato fatto un lavoro si- gnificativo per accogliere il grido di dolore del popolo ucraino». Intanto, a Simferopoli si contano centinaia di cosacchi russi, che dicono di provenire dalla regione di Krasnodar: «Siamo arrivati tre settimane fa», riferisce un ufficiale, ma alcuni militari lasciano intendere di essere arrivati ben prima. Nella piazza, stretta tra l’imponente palazzo del Parlamento e il memoriale ai caduti della II Guerra mondiale, i dimostranti filo-russi gridano «Grazie, grazie» rivolti ai soldati e «Russia, Russia!», mentre sventolano bandiere di Mosca e sovietiche. Poco distante gentili signore preparano bevande calde e panini per rifocillare i loro «eroi». Nel tardo pomeriggio si diffonde la notizia di un attacco armato alla sede della tv Krim (Crimea, ndr): la stazione tv è ora presidiata da miliziani e ancora da loro, i cosacchi. Una dopo l’altra, le frequenze tv della regione oscurano i canali locali e ucraini. Va in onda l’all news Russia 24. A Sebastopoli, dove ha sede la base della Flotta russa del Mar Nero, le autorità si mettono in linea con Simferopoli e indicono un referendum sempre per il 16 marzo, sempre per aderire alla Russia di Vladimir Putin. Nella Rada, secondo l’agenzia ucraina Uninan, i russi avrebbero affondato due navi per impedire l’uscita della flotta di Kiev: forse è vero forse no. Nel porto ci sono solo due navi che fino a ieri sventolavano i vessilli di Kiev - ammainati al tramonto - che ovviamente non possono minimamente competere con gli oltre 30 vascelli da battaglia russi che oltretutto sono decisamente più moderni e armati con le ultime sofisticate tecnologie di Mosca. E a nord, nei pressi di Kherson, regione del Sud ucraino e porta di accesso per la Crimea, un gruppo di circa 40 osservatori Osce tra i quali anche due italiani viene bloccato al checkpoint delle milizie. È solo l’ultimo episodio che conferma come in Crimea in molti amino Mosca, mentre sono davvero pochi quelli che stimano Bruxelles e Washington. Claudio Accogli MATTEO RENZI «Fatto lavoro significativo per accogliere il grido di dolore del popolo ucraino» «FARMACOPOLI» DOPO LA MULTA INFLITTA DALL’ANTITRUST Codacons lancia una «class action» contro Novartis e Roche Il Pm indaga già su aggiotaggio e truffa al Ssn l ROMA. Dopo la multa inflitta dall’Antitrust a Novartis e Roche per il cartello sui farmaci Avastin e Lucentis, il Codacons passa alle vie legali, e annuncia una denuncia alla Corte dei Conti contro l’Aifa e una class action in favore dei consumatori danneggiati dal cartello posto in essere dalle due aziende. L’annuncio arriva mentre a Roma il Pm indaga già su aggiotaggio e truffa al Servizio sanitario nazionale e a Torino la Soi (Società oftalmologica italiana) ha chiesto alla procura di valutare l’ipotesi del reato di corruzione. E si apre anche un fronte regionale, come quello del Lazio che potrebbe costituirsi parte civile per un danno di circa 60 milioni di euro. Secondo un esposto depositato lo scorso 30 dicembre, «è difficile immaginare che le società farmaceutiche siano riuscite a truffare il Servizio sanitario nazionale senza la fondamentale sponda di quale soggetto operante in Ema e Aifa». «Ancora una volta l’Aifa finisce nell’occhio del ciclone per i suoi comportamenti omissivi sul fronte dei controlli, che hanno prodotto un danno al Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) - spiega il Codacons - e abbiamo deciso di chiedere alla Corte dei Conti di accertare il maggior esborso a carico dello Stato derivante dal mancato intervento dell’Agenzia sui farmaci Avastin e Lucentis, e di procedere verso i responsabili in caso di danni certi per il Ssn. Alla luce dei fatti, ci aspettiamo inoltre le dimissioni immediate dei vertici Aifa». Ma l’Agenzia Italiana del Farmaco sarà anche destinataria, assieme a Novartis e Roche, di una class action attualmente allo studio dell’associazione. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: la Regione si costituirà parte civile per un danno di 60 milioni di euro. La Repubblica di Crimea Regione russa dal 1774, viene donata all'Ucraina da Krusciov nel 1954 Nome "Krym" in russo vuole dire penisola Superficie 26.100 kmq Popolazione 2 milioni GRUPPI ETNICI Russi MAGGIORANZE LINGUISTICHE IN UCRAINA Area russofona Kiev Dne pr UCRAINA Odessa 24,4% Tatari MAR D’AZOV ROMANIA Sebastopoli 12,1% Altro Varna ANSA Base navale russa "in affitto" a Mosca fino al 2042. Ospita la flotta del Mar Nero CELLE SOVRAFFOLLATE L’Europa «bacchetta» l’Italia lo svuota-carceri non basta Strasburgo ha imposto di risolvere l’emergenza entro il 27 maggio l ROMA. Le misure prese finora contro il sovraffollamento delle carceri sono insufficienti. Il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa avverte l’Italia quando mancano meno di tre mesi al 27 maggio, la scadenza fissata dalla Corte di Strasburgo per risolvere l’emergenza. E invita le autorità italiane a individuare altre misure, anche preventive, e a presentare un piano dettagliato con tempi e cifre. Una patata bollente per il neo ministro della Giustizia, Andrea Orlando, consapevole che l’ultimo decreto svuota-carceri, varato a dicembre e approvato in via definitiva il 19 febbraio, è positivo ma non basta, va accompagnato da «un’azione amministrativa» e «interventi di carattere strutturale». Quel decreto, comunque, preceduto a luglio da un intervento analogo, risultati ne sta dando. Oggi i detenuti sono 60.828, contro i 64.000 di inizio dicembre. Lo scostamento dalla capienza quella regolamentare è di 47.857 posti - resta alto: circa 13mila unità. Ma il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria - i cui vertici hanno visto Orlando e lo rivedranno a breve per un approfondimento – prevede per maggio di scendere a 59mila de- tenuti e di salire a 50mila posti di capienza grazie all’apertura di nuovi padiglioni (sono in arrivo 300 posti a Catanzaro, 200 a Ariano Irpino, 200 a Frosinone, per citare alcuni casi). Miglioramenti attesi anche dai baschi blu: «Nelle prossime settimane ci aspettiamo dei progressi sul sovraffollamento», spiega Eugenio Sarno, segretario della Uilpa penitenziaria, auspicando però anche interventi per la polizia penitenziaria: «Nel 2000 avevamo 43 mila agenti per 40 mila detenuti. Oggi il rapporto è 37mila a 61mila. Solo incentivando misure semplici come meccanizzazione dei cancelli e telecamere per la sorveglianza remota abbiamo stimato un risparmio di circa 2.500 unità di polizia penitenziaria al giorno», suggerisce Sarno, che chiede anche norme più incisive sulla custodia cautelare per deflazionare i penitenziari. Va anche detto che Strasburgo ci chiede sì misure contro il sovraffollamento, ma anche rimedi compensativi in termini di risarcimento o sconto di pena, per rispondere ai detenuti o ex detenuti delle carceri italiane che hanno fatto ricorso e disinnescare le 3mila cause pendenti. Ma delle due misure di compensazione previste nell’ultimo decreto, la liberazione anticipata speciale che aumenta i giorni «condonati» ogni sei mesi è stata in parte ridimensionata e il risarcimento equitativo eliminato. La strategia Orlando non prevede, per ora, nuovi decreti e neppure di sollecitare un’amnistia o un indulto, che avrebbero un effetto immediato ma non strutturale, e soprattutto sposterebbero il problema sul piano politico, visto che parte del Pd condivide l’idea di un provvedimento di clemenza, mentre Renzi l’ha sempre osteggiata già prima di diventare premier e la responsabile Giustizia del Pd Alessia Morani l’ha bocciata. Eva Bosco 17 PROFESSIONALI FOGGIA Pamela bellissima affascinante spagnola decolté prosperoso completissima. 345/644.85.02. DOLCI coccole... calde emozioni... idromassaggio... relax infinito... No anonimi. 331/101.72.61. MARCONIA massaggiatrice diplomata mora capelli occhi scuri tutto fare. 345/751.72.83. MINISTRO Andrea Orlando S E N S UA L totalbody... vero benessere... forti calde emozioni... lun.-sab... 347/210.91.47. 24 VARIE A A Bari centro affascinante Jennifer no anonimi. 380/157.98.35. 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C'è però un neo al progetto: secondo le ultime informazioni raccolte, Bruxelles al momento non prevede di ridurre per i prodotti bio il livello in vigore attualmente nell’Ue di residui di Ogm autorizzati: ossia lo 0,9% di tracce per ingrediente in ogni alimento. Ciò non toglie che il dossier, il cui varo da parte della Commissione europea è atteso il prossimo 19 marzo, si ponga obiettivi ambiziosi. In primo luogo, l’eliminazione degli ostacoli allo sviluppo dell’agricoltura biologica, grazie a regole di produzione più chiare e senza eccezioni. Ma anche norme di concorrenza più eque e un’armonizzazione delle regole di produzione per snellire le pratiche bu- rocratiche, rendendo più severi gli standard europei. Bruxelles intende rafforzare anche i controlli sulle importazione dal resto del mondo, e che rischiano di danneggiare il prodotto originale come è successo con il falso pomodoro made in Italy, importato dalla Cina. Il documento poi – e questa è un’altra importante novità - si interessa ai prodotti biologici trasformati per i quali manca una legislazione europea. Solo in Italia – spiegano esperti Ue - esiste una normativa nazionale che potrebbe essere da modello a quella europea. Insomma a Bruxelles la parola d’ordine è: il biologico non può essere vittima del suo successo. La produzione - sempre più nelle mani di giovani imprenditori preparati e innovativi – deve aumentare mantenendo standard di produzione elevati per non perdere credibilità presso i consumatori. Per l’Italia – assicurano gli esperti – la proposta del commissario all’agricoltura, Dacian Ciolos, di dare un giro di vite alla regole sul biologico, rappresenta un’opportunità di crescita, essendo già il settore al primo posto in Europa per le esportazioni di bio, Chie Shimpo: è la prima volta Giappone, una donna guiderà una banca al quinto nel mondo come produttore, ed al settimo per superficie coltivata, subito dopo la Cina e prima della Germania. Senza contare che tra pochi mesi, la presidenza di turno dell’Ue permetterà all’Italia di tenere anche le redini del Consiglio per portare in porto una vera rivoluzione per il biologico. Patrizia Lenzarini BRUXELLES Il 2014 sarà l’anno di svolta per il biologico: la Commissione europea si appresta a rivoluzionarne le regole TOKYO – Il Giappone segna un’altra pietra miliare nell’accidentato percorso della parità dei sessi: Nomura Holdings, la più grande casa di brokeraggio e tra le prime al mondo, ha scelto una donna a capo della divisione bancaria, per la prima volta nella storia del credito nipponico. Chie Shimpo, 48 anni, Mba a Stanford dopo la laurea presso la prestigiosa università privata di Waseda, sarà dal primo aprile direttore generale di Nomura Trust and Banking, la numero uno, dopo essere entrata nel gruppo nel 1989 e aver scalato tutte le posizioni fino al board, come executive officer della holding. Una designazione dal sapore storico considerando che nessuna delle tre principali conglomerate bancarie (le «megabank») Mitsubishi UFJ, Sumitomo Mitsui e Mizuho Financial, ha donne tra i suoi alti dirigenti. Nel personale, invece, la percentuale femminile è al 30-40%, scende sotto il 10% in ruoli manageriali e allo zero – ancora fino ad aprile – nei comitati di gestione. Il premier conservatore Shinzo Abe, al potere da fine 2012, ha avviato un piano ad ampio raggio per spingere i colossi della Corporate Japan, società quotate in Borsa in testa, ad aver almeno un rappresentante femminile nel board. E ha dato l’esempio: a novembre, dopo l’arrivo a Tokyo di Caroline Kennedy (figlia del presidente americano Jfk) come prima ambasciatore Usa donna a Tokyo, Abe ha scelto Makiko Yamada, funzionaria ministeriale di 53 anni, come stretta collaboratrice – una prima in assoluto – sulle politiche per le donne. La Bank of Japan ne conta nel board solo una su 9 componenti dopo aver rotto un tabù nel 2010 nominando, per la prima volta in 128 anni di storia, una donna a capo di una delle sue filiali regionali. Vinitaly: focus estero con 120 Paesi si partirà il 6 aprile LA PARTITA UNA PARTENZA A RAZZO CON UNA FRENATA PIUTTOSTO BRUSCA PER IL TITOLO CHE HA CHIUSO A -1,77% l ROMA. Vinitaly accelera nella sua mission di promuovere all’estero la cultura e la commercializzazione del vino italiano arricchendo i contenuti della 48esima edizione, in scena dal 6 al 9 aprile a Veronafiere, con nuove proposte dedicate agli operatori stranieri, più di 50mila da 120 Paesi. Ecco quindi il nuovo padiglione Vininternational che raduna 70 espositori dei principali Paesi produttori di vino con aree per degustazioni e «salotti» d’affari. Ed ecco l’International Buyers' Lounge, nuova area dedicata espressamente agli incontri b2b, con il coinvolgimento dei consorzi di tutela e le aziende espositrici da una parte e i buyer esteri dall’altra. «Vinitaly non è più un appuntamento fieristico ma un vero e proprio sistema rivolto a favorire l’inter nazionalizzazione delle imprese», afferma il presidente di Veronafiere, Ettore Riello, presentando la rassegna che si abbina, come ogni anno, a Sol&Agrifood ed Enolitech, i due saloni che completano l’offerta di Vinitaly con il food d’eccellenza e le nuove tecnologie per il settore. «Per la prima volta quest’anno si supereranno i 5 miliardi di valore dell’export di vini italiani e un pezzettino di questo valore ce lo sentiamo nel nostro patrimonio», osserva da parte sua il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Ma l’accelerazione sull'internazionalizzazione non è la sola novità del 48esimo Vinitaly: la crescita dell’interesse e del mercato del vino biologico ha portato gli organizzatori a dar vita allo speciale salone specializzato Vinitalybio, realizzato con la collaborazione di Federbio. Intanto crescono i numeri del salone veronese, ormai affermato numero uno delle rassegne di settore mondiali: quest’anno – sottolinea Riello – sono stati superati i centomila metri quadri venduti ad espositori. «Il comparto del vino è una nuova frontiera industriale di grande opportunità e va in controtendenza in tempi di crisi», osserva Riello, battendo il tasto sulla necessità che il nuovo governo affronti il problema del rilancio dei deboli consumi interni, contrasti il fenomeno della contraffazione, definito «un furto a mani aperte» e favorisca lo sbarco delle imprese italiane, caratterizzate da dimensioni medio-piccole, anche sui mercati più lontani. A raccogliere l’appello di Riello alla presentazione di Vinitaly c'è il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, che afferma di riconoscere «una centralità assoluta» all’esperienza Vinitaly. Martina annuncia anche che la rassegna sarà protagonista ad Expo 2015 dove il suo ministero accompagnerà le eccellenze del settore agroalimentare. l SIENA. Una partenza a razzo con una frenata piuttosto brusca per il titolo di Banca Monte dei Paschi che ieri ha chiuso a -1,77, a 0,21 euro, dopo il gran boom registrato di mercoledì quando aveva toccato quasi +20%. Ma nel mercato ieri sono passati 1,806 miliardi di azioni, pari al 15,5% del capitale, addirittura superiore al La Fondazione nega le vendite si arresta il boom di Mps in Borsa 12% scambiato mercoledì, con il titolo, in estrema volatilità subito stoppato in apertura per eccesso di rialzo, e poi riammesso. La frenata è arrivata solo dopo la comunicazione della Fondazione Mps che, su richiesta della Consob, ha precisato di non aver «eseguito alcuna transazione in Borsa nè di aver siglato alcun contratto di compravendita sulla quota nella Banca Mps». La partecipazione dell’ente nella banca, spiega la nota, è al 5 marzo pari al 31,48%. Una smentita che per la verità ha frenato il titolo solo dopo oltre un’ora stoppandosi poi dopo la precisazione del fondo americano Och Ziff, indicato come uno dei possibili compratori di importanti pacchetti da alcuni quotidiani: un suo portavoce ha detto che il fondo «non ha comprato l’8%» di banca Mps. Nonostante ciò le voci si sono rincorse per tutta la giornata e qualche analista non esclude che nei prossimi giorni (5 di Borsa aperta a partire da mercoledì secondo il regolamento), non arrivi qualche comunicazione ufficiale su un passaggio di titoli. Cosa su cui vigila la Consob. Del resto che la presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi, debba vendere gran parte del capitale prima della ricapitalizzazione da 3 miliardi decisa dalla banca, e quindi entro la fine di maggio (anche per ripianare il debito con un pool di banche da 340 milioni), non è un segreto. E con il titolo che comunque è a valori ben superiori a 15 giorni fa, e lo spread sempre ai minimi, il momento potrebbe essere favorevole. Non è da escludere, inopltre, che qualche socio privato abbia venduto una parte della sua partecipazione dando il via all’ondata speculativa che, come ha sottolinenato il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti, sta favorendo la Fondazione, «per la quale io faccio il tifo» ha aggiunto. Inutile, anche ieri, al di là della nota, cercare notizie dirette da Palazzo Sansedoni dove il direttore Enrico Granata è rimasto a lavoro fino a tardi come, per la verità, è sua abitudine. Intanto, anche ieri, al tribunale di Siena nuova puntata delle vicende legate alle inchieste sul Monte. Il gup Gaggelli ha aperto la prima udienza per l’inchiesta principale sull'acquisizione di Antonveneta, che vede imputate 8 persone (tra cui l’ex presidente Mussari), più la banca d’affari JP Morgan. Sarebbero colpevoli di manipolazione del mercato, ostacolo all’autorità di vigilanza, false comunicazioni sociali. Domenico Mugnaini RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 25 Venerdì 7 marzo 2014 PATRUNO Se ti prendo a schiaffi... >> CONTINUA DALLA PRIMA M a avrebbero potuto fare danni dal 1970, nascita delle Regioni (che notoriamente hanno fatto danni solo a Sud: la Lombardia di metà giunta in galera e il Piemonte delle mutande comprate con i soldi pubblici sono in Finlandia). Ma prima, quando per 128 anni su 153 i governi hanno avuto primi ministri non meridionali? E con la Cassa per il Mezzogiorno che anch’essa non ha mai avuto un presidente meridionale? E con tutte le grandi aziende di Stato dirette da nordisti? E i partiti altrettanto? Se il Sud è rimasto indietro e la colpa è delle sue classi dirigenti in blocco, in blocco sono assolte quelle settentrionali, Trota e Cota compresi. E non solo il Sud è rimasto indietro, ma si lamenta pure, dà la colpa agli altri. Sarà ultimo in tutto, ma è sicuramente primo in faccia tosta. Fino ad osare alzare il ditino per insinuare che questo Paese potrebbe essere nato settimino e con doppio taglio cesareo. Propaganda anti-italiana, 30 anni di deportazione in Siberia. Insomma non ci sarebbero colpe dell’Italia verso il Sud, ma solo del Sud verso il Sud. Fino all’indicibile orrore verso la complicità dell’intellighenzia del Sud, gli intellettuali, e ora anche gli insegnanti che cominciano a diffondere il contagio nelle scuole. E che invece di bacchettare anch’essi la terra loro, condividono una verità che solo i ciechi non vedono: l’Italia è così poco unita perché è stata unita male. Ma a Nord come a Sud, mica differenze. Se ne accorgono solo perché l’inno nazionale non è cantato oltre le partite di calcio. E comunque lo possono dire tutti, tranne i meridionali. Non ci sono dubbi che parte della classe dirigente meridionale sia riuscita a dare soprattutto il peggio di se stessa, sia pure in un Paese in cui l’etica pubblica è una molestia. Non ci sono dubbi che sia stata specialista nel fare arrivare soldi per vivacchiare di rendita e conquistarsi il voto distribuendo beneficenza (e non a chi più meritava ma ai più fedeli, non a chi più servivano ma dove più serviva per il consenso). E non ci sono dubbi che così non si sono affermati i più bravi ma i più spregiudicati. E che anche così un certo Sud sia arretrato tanto più quanto gli arrivavano soldi. Assistenza non sviluppo. Ma chi dalle Alpi a Lampedusa ha mai eccepito? Chi mai, e non solo al Sud, ha rifiutato i voti frutto di questo ricatto? Chi mai ha buttato fuori dai partiti quei dirigenti meridionali un po’ più birichini ma bravi, tanto bravi a portare in dote migliaia di voti che non puzzano mai? Chi mai non ha piantato un capannone al Sud per prendersi gli incentivi? Chi mai ha rifiutato di farsi pagare i suoi prodotti con quei soldi del Sud non più puzzolenti se zitti zitti finivano al Nord? E chi mai nel resto d’Italia è cresciuto non drogato da uno Stato che ne aveva e ne ha per tutti nel Paese più statalista del mondo e perciò fra i più indebitati del mondo? L’Italia che non ha dato treni, strade, porti, aeroporti, scuole, asili, servizi pubblici al Sud come li ha dati al Nord, ha finito per partorire quella stessa classe dirigente meridionale della quale ora si lamenta. Ci fosse stato un binario in più al Sud e un aiuto in meno, si sarebbe avuto anche un cattivo dirigente meridionale in meno. Invece gli hanno affidato il lavoro sporco perché nessuno si accorgesse che grandi banche, grandi industrie, grande finanza, grandi università erano state fatte crescere solo al Nord anche perché colà ci sono più treni, più strade, più porti, più aeroporti, più scuole, più asili, più servizi pubblici che li favoriscono. Insomma Sud anche pessimo ladro, più ruba più si impoverisce. Colpevole di scarsa efficienza pure in questo. Ed è vero che colpa del Sud è il Sud: quello che non ha saputo dire basta. Ora qualcuno comincia, anche nelle scuole dove meno che mai si devono formare i meridionali consapevoli altrimenti il giochino potrebbe cessare. Il problema è che il Sud non dovrebbe tanto contestare Garibaldi quanto chi lo fa viaggiare su carri merci invece che sul Frecciarossa e chi contro la criminalità gli taglia i poliziotti. Ma questo, ai censori del Sud, sta benissimo, altrimenti che Sud pezzente sarebbe e a quale menerebbero? Lino Patruno MAZZA Ma i problemi restano >> CONTINUA DALLA PRIMA U n dato – drammatico per consistenza ed eloquenza – già processualmente acquisito, come non sarà in discussione, vista la formula dell'incidente probatorio utilizzata, l'aumento di malattie polmonari e cardiovascolari nei residenti nei quartiere più vicini a impianti e ciminiere. Ma la storia dell’Ilva non si è fermata il 26 luglio del 2012, quando furono arrestati proprietari e dirigenti e quando si cercò - senza riuscirci - prima per cause tecniche, data la complessità produttiva dell'acciaieria più grande d'Europa poi per volontà politica, scandita da ben cinque decreti legge - di bloccare gli impianti inquinanti fino alla loro messa a norma, più volte annunciata e sempre puntualmente rinviata. L’inquinamento dell’Ilva non è finito - purtroppo - quel giorno ma continua ancora oggi. Certo, di meno, perché lo stabilimento funziona a regime ridotto, con una produzione pari alla metà di quella degli anni in cui la famiglia Riva macinava utili per centinaia di milioni di euro, e perché lentamente vengono adempiute prescrizioni contenute nelle Autorizzazioni integrate ambientali del 2011 e del 2012, autorizzazioni dalla dubbia utilità e dalla mai del tutto chiarita legittimità, visto quanto emerso nell'indagine. Ma la fabbrica ancora inquina, le nuvole rosse di slopping ancora colorano di rosso il cielo della città dei due mari come risulta dai rapporti, redatti di recente dai carabinieri del Noe e dai custodi, in possesso dell’autorità giudiziaria, senza che di converso si dica ai tarantini, per chi ritiene l’acciaieria strategica per il futuro dell’Italia, il numero di malattie e morti accettabili, il punto reale di equilibrio tra salute e lavoro, il livello di mediazione tra i due diritti. Ammesso, e Costituzione alla mano non concesso, che ce ne sia uno. Mimmo Mazza NICOLA SIMONETTI La generazione «X, X free» G enerazione “X X (ics ics) free”, le under 24 anni: “consultano la rete, seguono le mode, hanno gusti musicali evoluti, usano i social network, si credono evolute e convinte di saper tutto sul sesso, appreso da amiche, giornali, siti e spettacoli osé ma, spesso – dice il prof. Nicola Surico, direttore ostetricia ginecologia università Piemonte orientale e presidente SIGO (originario di Gioia del Colle) – difettano di informazioni fondamentali per affrontare la sessualità in modo consapevole”. Inoltre timori, preconcetti, miti e pericolosa saccenteria espongono a rischi per la salute e per possibili irresponsabili concepimenti. “In Puglia – dice la dr Stella Morgese, dirigente medico Distretto 2 ASL Bari – 3 giovani su 4 sono convinte che il primo rapporto sia privo di rischi e, nella pratica sessuale, il “fai da te” è molto diffuso mentre gli aborti sono in aumento tra le under 20 anni”. Ignorato o quasi che la pillola – dice la prof. Rossella Nappi, università, Pavia – vada adattata alla singola donna che lo richieda e, ove necessaria, l’alternativa di cerotto o dell’anello vaginale a basso dosaggio che fugano timori e paure di ingrassare e mettano al sicuro da “dimenticanza” confessata da 8 su 10 assuntrici della pillola. La Società italiana di ginecologia ed ostetricia (SIGO) mette in guardia contro i primi rapporti senza protezione alcuna, le gravidanze indesiderate (1 su 5), i contagi per via sessuale, gli aborti (4,2% in under 18) ed i ri-aborti (27,2%), l’uso di pillole del giorno dopo o di 5 giorni dopo (mille al giorno nel 2013) quali soluzioni dell’ “incidente”. Manca o non è corretta conoscenza delle problematiche le più elementari. Non sappiamo – dicono gli ostetrici-ginecologi parlare ai ragazzi con il linguaggio che essi intendono meglio. Bisogna cambiare strategia. E la SIGO lancia “Love it!”, originale campagna di informazione in collaborazione con “lapillolassenzapillola”, progetto educazionale MSD, ed adopera linguaggi e mezzi di comunicazione “nuovi”. Progettati un bracciale glamour che affermi e ricordi la libertà di scelta della singola persona, nel contesto di rigore personale e morale, un servizio informativo di consulenza on-line gestito da 10 ginecologhe (“Love Band” tra le quali Stella Morgese), un canale di musica con testimonial (cantante Baby K, “femmina alfa” del rap italiano) che ha firmato un brano. SUD, NON C’È TRACCIA DI RISPOSTE CONCRETE AI BISOGNI REALI di SERGIO BLASI CONSIGLIERE REGIONALE PUGLIESE DEL PD P ochi giorni fa la Commissione Europea ha pubblicato il suo rapporto su innovazione e ricerca negli Stati membri. Una fotografia che vede ancora una volta la Puglia ai margini dello sviluppo innovativo e che conferma quanto ci sia da fare su questo campo in tutti i settori, dal pubblico all’industria, alla governance degli enti locali. Siamo in una fascia, noi pugliesi, appena un gradino sopra la Romania. Questi dati non possono che interrogare la classe politica pugliese sul cammino compiuto e su quello da intraprendere per sfruttare al meglio l’occasione – l’ultima – che ci viene offerta dalla programmazione europea. A interrogarsi deve essere prima di tutto il Pd pugliese, la cui direzione regionale ha approvato lunedì un documento sul Mezzogiorno nel quale manca una presa di coscienza sui temi dell’innovazione e dello sviluppo con una declinazione vecchia e superata della questione meridionale. Insomma, in Puglia abbiamo un problema. Ed è bene che il Pd e il centrosinistra ne parlino apertamente anche perché entriamo in una fase nella quale la politica tornerà in subbuglio in vista della fine della legislatura e dell’emersione di proposte di governo per la prossima. Due anni fa, con gli stati generali del centrosinistra, boicottati dall’interno e dall’esterno del Pd, provai ad avviare questo percorso di merito. Penso che riprenderlo oggi sia ancora fondamentale. ONERE -Nell’agenda politica del centrosinistra, che porta sulle spalle l’onere e gli onori di una lunga stagione di governo, non può esserci altra priorità se non l’innovazione delle reti di comunicazione. Trascurare questo tema così urgente significherebbe svilire ogni potenzialità, anche di quei comparti in crescita, come il turismo, l’agroalimentare e il manifatturiero ad alta carica innovativa, che rischiano di restare fuori dall’accesso al mercato mondiale. Proprio quei settori di cui scriveva Gianfranco Summo sul vostro giornale il 5 marzo scorso. Entro il 2014 l’Europa si è data l’obiettivo di eliminare il digital divide ed entro il 2020 quello di dare la banda larga a tutti e quella ultra larga al cinquanta per cento della popolazione. In Puglia siamo indietro. Nella nostra Regione ci sono ancora aree non raggiunte dall’adsl. L’infrastruttura per la banda larga copre una porzione troppo limitata di territorio per pensare che saremo in grado di rispettare l’obiettivo europeo. A marzo dovrebbe partire il primo bando per la banda ultralarga. Dovrebbe. Le imprese pugliesi sono penultime d’Italia per raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale. La Regione Puglia è all’ultimo posto per la trasparenza digitale degli atti amministrativi. Tutti insieme questi ritardi sono una ipoteca su qualsiasi ipotesi di sviluppo futuro. Il Governo e nell’ultimo anno di legislatura la Regione Puglia devono darsi una mossa per recuperare. Accanto alle infrastrutture digitali, nell’agenda politica del centrosinistra e del Pd non vedo la razionalizzazione delle reti di trasporto. Nel Salento, la parte più dinamica della regione dal punto di vista della crescita del turismo, oggi sono in costruzione centinaia di chilometri di strade a quattro corsie, la maggior parte dei quali inutili e risalenti a progetti datati trent’anni fa, ed è ancora al palo la realizzazione di un sistema di trasporto pubblico sostenibile sulla vecchia rete delle Ferrovie Sud Est. Un sistema che sarebbe accessibile soprattutto a chi sceglie di andare in vacanza senza l’automobile. I costi ambientali di questa politica sono sotto gli occhi di tutti: la distruzione del paesaggio. COSTI -Ma ci sono anche costi economici nei termini di perdita di attrattività. Le rilevazioni sui flussi turistici ci dicono infatti che, se da una parte il turismo cresce, dall’altra una consistente fetta di turisti non ritorna. Se questo accade è perché non riusciamo a garantirgli una comoda esperienza di viaggio, proprio a partire dai trasporti pubblici. Mi spiego con un esempio: come si fa a non immaginare nella rete ferroviaria locale un secondo binario dall’aeroporto di Brindisi verso il Capo di Leuca, che attraversi tutto il Salento, in modo da favorire i turisti che arrivano in aereo da ogni parte d’Europa? Perché invece continuiamo a investire sull’asfalto per potenziare il trasporto su gomma su brevi tratti? Innovativo, allora, per la politica pugliese sarebbe anche progettare lo sviluppo dei trasporti a partire dai bisogni reali. Parliamone, dunque, a viso aperto. Anche perché tutto ciò nel generico documento sul Mezzogiorno approvato dalla direzione regionale del Pd pugliese non c’è traccia. RASSEGNASTAMPA 2 venerdì 7 marzo 2014 POLITICA C. FUS. @claudiafusani Fotogrammi di una giornata speciale a Montecitorio. Si vota la nuova legge elettorale. Ma in palio c’è soprattutto il diritto-dovere delle donne di essere rappresentate nelle liste elettorali. Non i soliti posti in piedi e in fondo. Ma posti buoni, per vincere. Nella pausa pranzo Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia, convoca le amazzoni, Micaela Biancofiore compresa, e le redarguisce, come può, per quella foto su tutti i quotidiani in cui le deputate azzurre si mostrano fiere e decise ai loro posti in aula, a loro modo pioniere di una battaglia secolare: garantire pari accesso alle donne non solo in politica ma in Parlamento, che della politica è la casa madre. Brunetta ottiene che le suddette deputate, Mara Carfagna, Stefania Prestigiacomo, Laura Ravetto, Renata Polverini, Gabriella Giammanco, a turno, negli anni, le preferite del Cav, non si presentino nello studio della presidente della Camera dove, più o meno alla stessa ora, un’altra pioniera, Barbara Pollastrini guida un altro gruppo di deputate per spiegare a Laura Boldrini tutta la loro «preoccupazione». Non è possibile, dicono, che la legge elettorale che rappresenta il primo passo di una rivoluzione di sistema, cominci il suo cammino con una discriminazione così evidente. Con l’evidenza di un diritto negato. In aula, per tutto il giorno, durante le votazioni sull’Italicum, le deputate di una parte e dell’altra dell’emiciclo si passano biglietti, s’incontrano vicino ai banchi del governo, si scambiano informazioni. L’ordine è tenere duro sui tre emendamenti firmati da donne, e anche qualche uomo, di Pd, Fi, Sc, Popolari, Sel. Sono il 1.88, 1.92 e 1.93. Dicono che non basta una generica parità di genere nelle liste, 50 per cento donne e l’altro cinquanta uomini. Si sa come va a finire: che le candidate restano stipate in basso, in fondo, senza alcuna possibilità. Dicono, quegli emendamenti, che serve fissare per legge l’obbligo di alternare i capilista, un uomo e una donna; oppure il 60 per cento delle circoscrizioni agli uomini e il 40 per cento alle donne. Oppure, infine, l’alternanza pura e semplice, magari cominciando la lista con una candidata. I deputati, maschi, osservano. Non possono fare altro. Ogni tanto consegnano ai giornalisti in Transtalantico, le loro valutazioni su come andrà a finire. «Non c’è nessuna trattativa, Berlusconi ha chiuso e Verdini lo ha già comunicato al ministro per le Riforme Maria Elena Boschi» spiega convinto un deputato azzurro. «Anche perchè - aggiunge - se passa la norma sulla parità di genere obbligatoria, se il Senato sarà abolito, insomma, per noi, che già scontiamo le preferenze del Cavaliere per le donne, è veramente finita». Un deputato del Pd, uno di quelli che più di tutti segue l’evoluzione dell’Italicum, garantisce: «La trattativa è veramente in salita, Berlusconi non ci sente, dice che ha già fatti troppi passi indietro. E che non riusci- Boldrini riceve la delegazione delle parlamentari del Pd, di Sel, Ncd, Sc e Per l’Italia. Assenti Fi, M5S e Lega FOTO DIRE Italicum, non c’è la parità per le barricate di Forza Italia La legge elettorale slitta a lunedì ma resta il nodo della mancata eguaglianza di genere in lista ● Le deputate di ogni schieramento, tranne le azzurre, si sono riunite dalla presidente Boldrini ● rebbe più a tenere i suoi». Intesi come parlamentari di genere maschile. Un fotogramma anche per il ministro Boschi: in aula viene spesso chiamata in causa, non solo dai Cinque stelle, perchè dica la sua nel merito della legge elettorale. Ad esempio sul rischio, alto, che milioni di elettori restino senza rappresentanza per via delle soglie e degli sbarramenti che tagliano via chi non raggiunge almeno il 4,5% dei voti. La giovane ministro tace, non replica e quando esce dall’aula è sempre scortata da un paio di deputati. Un fotogramma anche per Daniela Santanchè: la pitonessa di Arcore non partecipa alla rivolta delle colleghe. La vera rivoluzione, spiega, «sarà quando potranno essere le donne a fare le liste». I passaggi intermedi, cioè, sono inutili. Un imbarazzato scaricabarile. Tutti quelli che parlano chiedono l’anonimato perchè «la faccenda è delicata». Anche le donne perchè se a destra temono rappresaglie, a sinistra sono convinte che «a trattativa in corso sia sbagliato dichiarare». Ci sarà tempo dopo, semmai. «Che tanto la legge deve passare al .. . In aula confronto tra le parlamentari I forzisti vogliono lo scambio col Salva-Lega Senato» suggerisce la responsabile Giustizia del pd Alessia Morani. La trattativa è molto in salita ma ancora in corso. Per tutto il fine settimana, fino a lunedì quando l’aula tornerà a votare l’Italicum. La battaglia di genere occupa scena e restroscena della giornata. Il premier Renzi deve rivedere i suoi piani visto che la legge sarà licenziata dalla Camera non questa ma la prossima settimana, lunedì, forse anche martedì. Le votazioni, ieri, sono andate avanti fino a mezzanotte, una ventina in tutto, duecento pagine di emendamenti su un totale di cinquecento. Nei voti segreti la maggioranza tiene, a corrente alternata però, con improvvisi cali di tensione. A fine mattinata solo 48 voti dividono la maggioranza dall’opposizione. Ci sono una cinquantina di franchi tiratori. «Il 35 per cento sono nostri» fa i conti preoccupato un renziano. Il resto è Forza Italia. Decisamente troppi. Lorenzo Guerini, il portavoce della segreteria, si allarma. Ettore Rosato, che tiene i conti dell’aula, chiede rinforzi. Ecco che arri- vano in aula sottosegretari, ministri, persino il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio. Scene già viste quando le maggioranze scricchiolano. Ma il governo Renzi dovrebbe essere ancora in luna di miele. I nodi e le spine sono stati tutti accantonati per far procedere le votazioni. Per vedere se l’Italicum prende la rincorsa e parte senza inciampare. È passata la soglia del 37 per cento per ottenere il premio. Sono stati messi da parte le soglie, le preferenze, le multicandidature, il salva-Lega, la parità di genere. Si allunga un pensiero in aula, un pensiero tremendo: «Chi vuole affondare l’Italicum e dare una lezione a Renzi sta sfruttando la storia delle donne». Un pensiero meschino. Si lavora al compromesso. L’ennesimo. Berlusconi potrebbe concedere l’opzione 60/40 ma solo in cambio di un grosso favore: il salva Lega. Che poi può essere anche il salva-Campania (la lista di Nicola Cosentino). E altre liste satelliti, regionali, fedelissime. Napolitano: «Attento esame prima della firma» Il Colle: fuorviante chiedere valutazioni mentre la Camera lavora ● L’auspicio di positiva conclusione ● MARCELLA CIARNELLI @marciarnelli Dato che il più volte ripetuto (ancora ieri mattina) «lasciamo lavorare le Camere» non è bastato ad evitare le interpretazioni sulla disposizione positiva (o meno) del presidente della Repubblica nei confronti della legge elettorale che sta muovendo i primi, difficili passi a Montecitorio ecco che dal Quirinale è stata diffusa una nota ufficiale proprio «in merito alle discussioni e votazioni in Parlamento sulla legge elet- Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano FOTO LAPRESSE torale». Che lui valuterà con la dovuta attenzione, solo nella stesura definitiva. Quando dovrà promulgarla. La posizione del presidente Napolitano resta quella sempre ribadita nei confronti di qualunque provvedimen- to fosse in discussione alle Camere. Anche se nel caso della legge elettorale non è ardito immaginare che l’attenzione al Colle sia massima trattandosi di una legge di cui il Capo dello Stato segnalò la necessità di modifica poco dopo l’inizio del suo primo mandato quando fu evidente, dopo il risultato elettorale che aveva portato Prodi a palazzo Chigi con una vittoria di misura, che c’era bisogno di intervenire sulle regole per arrivare a una legge che garantisse la stabilità di governo. Una sollecitazione ripetuta negli anni e i cui termini vengono ripresi nella nota quirinalizia. «Fin dalla prima sentenza in cui la Corte Costituzionale, nel 2008, sollevò dubbi sulla legittimità costituzionale della legge elettorale del 2005 il Capo dello Stato sollecitò doverosamente le forze parlamentari a procedere ad una revisione, e ricevette risposte largamente affermative, che non si sono però tradotte in decisioni legislative fino alla decisiva pronuncia della Consulta che con la sentenza numero 1 del 2014 ha annullato alcune fondamentali disposizioni della legge elettorale rimasta vigente». Quindi «essendosi finalmente mes- so in moto alla Camera dei Deputati un iter di revisione di detta legge, il presidente della repubblica non può che auspicarne la conclusione positiva su basi di adeguato consenso parlamentare, non avendo altro ruolo che quello della promulgazione -previo attento esame- del testo definitivamente approvato dalle Camere». Da queste parole appare chiaro che Napolitano non ha alcuna intenzione di farsi tirare per la giacca e di anticipare giudizi e prese di posizioni che potrebbero essere interpretati come una ingerenza nel lavoro parlamentare che nella stesura e approvazione definitiva delle leggi è sovrano. Allora appare chiaro che «mentre sono in corso discussioni e votazioni in Parlamento sulla legge elettorale, è fuorviante chiedere al presidente della repubblica, in nome di presunte incostituzionalità pronunciarsi» e men che mai «intervenire sulla materia». RASSEGNASTAMPA 3 venerdì 7 marzo 2014 «Senza donne sarebbe ferita la democrazia» CLAUDIA FUSANI ROMA Le battaglie più difficili si possono fare anche in tailleur, armati di un volume di 500 pagine pieno di segna-pagine verdi, il sorriso sulle labbra e i modi di fare pazienti. L’ex ministro alle Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, deputata Pd, è in una squadra di parlamentari donne per portare fino in fondo una battaglia che non può non essere combattuta. «Fino in fondo», precisa. L’INTERVISTA Barbara Pollastrini «Chi dice che questa battaglia può far saltare tutto vuole solo boicottare la legge. Cosa chiediamo? L’alternanza di genere tra i capilista» mente è una furbata. E chi l’ha scritto lo sa benissimo. Dire parità di genere senza specificare in che modo, è solo un modo meschino di aggirare la questione, provare a lavarsi la coscienza e lasciare le cose come stanno». Può fare un esempio? «Una lista di sei persone, i primi tre sono uomini, le ultime tre sono donne. La parità di genere è garantita, metà e metà, peccato che di quella lista passerà il primo e forse il secondo. Gli altri non servono». Voi cosa avete chiesto? «Sono tre emendamenti, 1.88, 1.92 e 1.93, e guardi qua, ognuno ha una pagina di firme, di tutti i partiti. Ci sono le ex ministre alle Pari Opportunità Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo, Laura Ravetto, Giammanco, Polverini. Quello che chiediamo è molto semplice: o alternanza di genere nei capilista, un uomo nella circoscrizione x e una donna nella circoscrizione y; alternanza nei capilista 60 a 40; alternanza semplice, dove si può e si deve anche cominciare da un capolista donna». Nella pausa pranzo è stata ricevuta dal presidente della Camera Laura Boldrini. Perché? «La presidente, che voglio ringraziare per la sensibilità, ha ricevuto deputate di alcune formazioni politiche che hanno firmato gli emendamenti alla legge elettorale per avere una effettiva parità di genere nelle liste. Ci sembrava giusto e necessario esternare alla Terza carica dello Stato, innanzitutto perché è donna, la nostra preoccupazione perché una legge elettorale, seppur imperfetta come questa, non può avere autorevolezza se è fuori dal tempo perché orba di una regola antidiscriminatoria efficace». State trattando? «Ci stiamo provando e dico cerchiamo tutti insieme ancora una soluzione. Ci sono molte resistenze. Anche se mi chiedo quale può essere il leader politico che potrebbe andare a giustificare con la sua base elettorale una cosa del genere». L’Italicum ha tante ferite… «Senza dubbio, le soglie, le liste bloccate. Ma sarebbe una ferita della democrazia approvare una legge elettorale, che tra l’altro è il primo passo per una svolta di sistema visto che andremo a cambiare il nostro ordinamento, senza prevedere una regola certa che garantisca alle donne di partecipare con uguali opportunià alla vita politica e quindi alla direzione della cosa pubblica. Non so se è chiaro: stiamo parlando di diritti e doveri, non di accessori». Qualcunosuggeriscechelaparitàdigenere sta diventando il grimaldello per farsaltaretutto.C’èunrischiostrumentalizzazione? «Chi lo dice non solo è in cattiva fede ma vuole un alibi per boicottare la legge. Faccio io una domanda: davvero un’intesa che deve aprire la porta alla più compiuta riforma costituzionale può saltare perché c’è una norma antidiscriminatoria? Sarebbe un clamoro- L’Italicum prevede la parità di genere. «Quello che prevede la legge attual- Il Cav riparte dal libro nero del comunismo albanese L ’auspicio - ma è più che altro uno «spiraglio», una speranza volatile che «non può misurarsi in percentuali» - è che Matteo Renzi trasformi la sinistra italiana in un partito socialdemocratico come hanno già fatto, da tempo, i tedeschi e gli inglesi con il labour. Per ora, invece, «facciamo i conti con chi non ha ancora rinnegato la sua storia». E che storia: «Il comunismo. Più che una follia una malattia. Un cataclisma che ha ridotto in macerie una nazione, l’Albania. Un terremoto devastante provocato dagli uomini. L’ideologia più criminale della storia. Un feroce laboratorio del dolore. Chi si ribellava veniva eliminato». Silvio Berlusconi torna in un’aula del Senato, salutato dalla sottolineatura di Alessandro Sallusti e dalla conseguente ovazione della sala piena (per metà metà di albanesi). Non è l’emiciclo, però, bensì la Sala Zuccari. L’occasione è la presentazione di un libro di Keda Kaceli - giovane albanese che vive in Italia dall’adolescenza e ha conosciuto tempo fa il Cavaliere a un raduno di azzurrini - sulle efferatezze del regime di Enver Hoxa e in particolare sulla persecuzione di un prete cattolico, ma che ha colpito anche il nonno dell’autrice. Il saggio si intitola «Il sangue di Abele» (ma un’agenzia si sbaglia e lo trasforma nel «Sangue di Adele»). Opera che ha toccato molto Berlusconi: oltre ad aver scritto la prefazione ha redatto anche un articolo «per IL CASO FEDERICA FANTOZZI twitter @Federicafan Berlusconi torna al Senato per presentare un saggio La Pascale? «Troppo vecchio per risposarmi». Si sfoga: «Ora sono in mano a una mafia di giudici» un quotidiano che me lo ha chiesto». È un libro «incredibile, mi ha tolto il sonno per intere notti, rivelandomi particolari che non conoscevo». Prevalentemente torture, di cui informa debitamente il pubblico: uomini messi in un sacco con gatti selvatici, appesi per le ascelle ad alberi di pesco, ustionati con un attizzatoio, bastonati con randelli, seviziati con fili elettrici nelle orecchie. Invano Sallusti tenta di ricondurlo all’attualità, magari a un giudizio meno alato su Renzi e la riforma elettorale. «Ancora oggi l’Occidente fatica ad accettare la verità storica sul comunismo - redarguisce l’ex premier - La complicità di molti intellettuali perdura». E dunque, in attesa di vedere il finale del thriller - se il giovane premier rottamerà infine il comunismo è un Berlusconi in grande spolvero che apre il libro nero di quest’ultimo, non più cinese (i «bambini bolliti per concimare i campi» ai tempi di Mao) bensì sovietico-balcanico. «Milioni di morti sotto lo stalinismo», «Stato di polizia», «terrore», «miseria», «massacri», «orrore», «torture prodotte da menti malate». Il pomeriggio decisamente pulp si conclude su note più leggere. La targa onorifica consegnatagli da un sindaco di città albanese con fascia (purtroppo di un rosso vivido): «Ultimamente sono abituato a ricevere non premi ma sentenze di condanna». I ringraziamenti della scrittrice a «un uomo giu- so controsenso. Nessun leader politico lo potrebbe giustificare. E poi, via, usare le donne per far saltare la democrazia, sarebbe veramente troppo meschino. Non ci crederebbe nessuno». Cosa dice a quella fetta del suo partito che non vuole? «Di avere coraggio perché siamo a una vera svolta, c'è un nuovo governo, metà sono donne». Il voto segreto potrebbe aiutare gli indecisi? «So che molti colleghi si chiudono a riccio. Li capisco: se con la parità di genere scompare anche il Senato, i posti in Parlamento diminuiscono e di parecchio. Ma sono sicura che molti di loro voteranno per questa norma semplicemente perché è giusto». Crede che il premier Renzi appoggerà questi emendamenti? «Un leader che produce innovazione, un leader di cambiamento non può che volere innovazione nelle regole. E aprire alle donne. Cosa che lui ha fatto con il governo». Cosa vorrebbe dire al ministro Boschi? «È un passaggio difficile per tutti, soprattutto per lei che deve cercare di rappresentare il governo e quindi le intese raggiunte. Vorrei dirle però che se uniamo le forze, ce la possiamo fare a raggiungere insieme quel traguardo». Un’altra diffusa obiezione è che la paritàdigenere,quellavera,potrebbecreare problemi nella formazione delle liste specie al Sud. Cosa risponde? «Anche al Nord, se è per questo. Dico che non è vero. Non è vero che mancano talenti femminili a cui affidare la politica. La società italiana vive della ricchezza delle donne». Si temono parenti e amiche usate come specchietto per le allodole. «Questo è un altro grande tema, quello dell’autonomia e dell’indipendenza delle donne. Dico che succede anche con gli uomini, i prestanome sono di ambo i sessi. Però bisogna cominciare. E rischiare. E bisogna farlo adesso perché è arrivato il momento della restituzione. Le donne sono quelle che hanno pagato di più la crisi, sociale, morale e di democrazia». Ottimista? «Non è facile. So però che i diritti vanno sempre riconquistati». sto che da vent’anni si batte per la libertà». Le foto con fan, amici e parenti della suddetta. La rassicurazione ai tifosi rossoneri che non venderà il Milan. NIENTE GRAZIA Mentre, contrariamente al consiglio dispensato da Giovanni Toti a «Un giorno da pecora», dice che non sposerà Francesca Pascale: «Sono troppo vecchio». Salvo contrordini, niente terze nozze a Napoli, Capri o Ischia. Niente luna di miele in Italia o all’estero magistrati di sorveglianza permettendo. Niente scorciatoia per candidare la coniuge e mettere il cognome nel simbolo lasciando contemporaneamente intoccati gli assetti aziendali. Altro suggerimento di Toti disatteso è quello di parlare meno di giustizia. Ieri, sfogandosi con i forzisti della Basilicata ha confermato che al centro dei suoi pensieri non c’è il partito bensì il suo destino giudiziario: «Sto vivendo il momento più brutto della mia vita, dopo avere lottato vent'anni per la libertà sono qui a dipendere da una mafia di giudici che il 10 aprile mi diranno se devo andare in galera, se mi mettono agli arresti domiciliari, se mi mandano a fare non so che servizio sociale». Colpa, il Cavaliere pare pensarla così, anche di Napolitano: «Ho rappresentato al Capo dello Stato, attraverso persone a me vicine, la ridicolaggine di avere un uomo della mia età dopo tutto ciò che ha fatto affidato a una riabilitazione attraverso colloqui con assistenti sociali. Niente, ha detto: no, non ci sono le condizioni». .. . «Quell’ideologia è una malattia. Renzi? Spero trasformi la sinistra in una socialdemocrazia» La politica non può essere solo per uomini IL COMMENTO MASSIMO ADINOLFI SEGUE DALLA PRIMA E forse anche: via quel senso di vincolo collettivo, pubblico, che si cerca di affidare ai gesti e alle manifestazioni dell’8 marzo. A pensarci bene, poi, le parole della Gelmini sono un filo pleonastiche: non solo, avrebbe dovuto dire, le quote rosa non si impongono per legge, ma non si impone niente a nessuno. Non è questione di imposizione, insomma. Bensì di cortesia, di buona volontà, di garbo e, perché no? di cavalleria. Il tutto messo in un pacchetto e ben confezionato con in bella vista l’importante dicitura: «cultura». È questione di cultura, si dice infatti. Se non cambia la cultura del Paese, la presenza delle donne nelle istituzioni non sarà mai davvero paritaria. Intanto, però, è da dire che le cose stanno già cambiando: il 30 per cento della composizione dell’attuale Parlamento è costituito dalle donne (e svettano, quasi alla pari, le rappresentanze dei 5 Stelle e del Pd). È la percentuale più alta dall’inizio della storia repubblicana. In secondo luogo, si dimentica che le leggi sono uno strumento fondamentale proprio per il cambiamento della cultura di un Paese. Se è questione di cultura, è anche perché certe leggi promuovono attivamente una certa cultura: aperta per esempio ai diritti fondamentali, all’uguaglianza, alla parità di genere. Certo, Alcune volte sono i cambiamenti sociali e culturali del Paese a imporre mutamenti del corpo delle leggi, ma altre volte va al contrario, e non c'è alcun motivo per essere così perentori come la Gelmini, rifiutando di percorrere una delle due direzioni. Anche perché, nonostante i progressi compiuti, l’Italia è ancora un Paese a rappresentanza prevalentemente, quando non esclusivamente maschile: alla Presidenza della Repubblica, alla Corte Costituzionale, alla Corte dei Conti, alla Presidenza del Senato, e via elencando i vertici delle nostre istituzioni. Fa parzialmente eccezione la Camera, che ha avuto tre Presidenti donna, e ora il governo, dove il numero di uomini e donne è, finalmente, pari. Ma non si capisce perché non aiutare questo processo, cosa si teme da un maggiore ingresso delle donne nel Parlamento. La cui credibilità (dico quella delle Camere, non delle donne) è peraltro attualmente così bassa, come dimostra il rapporto Eurispes sul grado di fiducia nelle istituzioni, che ben difficilmente le quote rosa potrebbero peggiorarlo. D’altronde, la neo-capogruppo del Ncd alla Camera, Nunzia De Girolamo, ha ricordato proprio ieri alla Gelmini, in un tempo non lontano sua collega di partito, che ormai facciamo valere per legge la parità di genere nei consigli di amministrazione, sicché non si capisce perché per le Camere il principio non debba valere. Ed effettivamente: non si capisce. Il Pd in verità lo capisce il principio e lo adotta. Forza Italia no, non lo adotta e forse non lo capisce. Si capisce invece quel che diceva Tina Anselmi, figura prestigiosa della politica italiana: «Nessuna vittoria è irreversibile. Dopo aver vinto possiamo anche perdere, se viene meno la nostra vigilanza». È giusto. Ma è vero pure che una legge può rendere un po’ meno reversibile l’incremento della rappresentanza femminile nel Parlamento italiano. RASSEGNASTAMPA 4 venerdì 7 marzo 2014 POLITICA «Sappiamo cosa fare: crescita e lavoro» ● Renzi a Bruxelles esclude manovre correttive: «No ai compiti a casa da parte della Ue» ● Poi la cena col segretario di Stato Usa che elogia il governo: «Importanti progressi sull’occupazione» VLADIMIRO FRULLETTI [email protected] L’esame è fissato per il 20 e 21 marzo, «oggi abbiamo parlato di Ucraina e del grido di dolore che ci arriva da quel popolo» spiega, quando ci sarà la nuova riunione del Consiglio europeo, intanto però Matteo Renzi da Bruxelles, alla sua prima uscita con i capi di governo e i vertici dell'Unione europea, mette le mani avanti. L’Italia non è finita dietro la cattedra in punizione, e se è certo che ha ancora parecchi compiti da fare non è perché glielo impone l'Europa, ma perché è un dovere verso le nuove generazioni. Sui conti pubblici «non abbiamo da dare rassicurazioni» alla Ue perché l'Italia, garantisce, «sa quello che deve fare e lo farà». Concetti (e persino parole) che il premier aveva già usato sabato scorso al congresso del Partito socialista europeo a Roma di cui adesso anche il Pd fa parte a pieno titolo. Sponda indispensabile per fare breccia nel muro dei rigoristi e per utilizzare al meglio il semestre di presidenza Ue. Appuntamento a cui però l’Italia si deve presentare col quaderno in ordine. «Lavoro e crescita, crescita e lavoro» sono le priorità che Renzi indica di fronte ai giornalisti. Una linea che non è proprio perfettamente sovrapponibile a quella di chi in Europa vede l’unica fonte di salvezza per i paesi in difficoltà come l’Italia nel taglio della spesa pubblica. Il che, ovviamente, spiega Renzi, non significa che l’Italia il proprio lavoro a casa non lo debba fare. Anzi. La situazione non è facile, la previsione che il Pil non debba crescere nemmeno dell’1% come teme l’Europa non aiuta. Ma Palazzo Chigi assicura che non ci sarà alcuna manovra correttiva. Anche se, sottolineano i renziani con poco amichevoli ammiccamenti al precedente presidente del Consiglio, si tratta di una condizione «ereditata». Il punto però è che più che guardarsi indietro ora c’è da fare dei passi in avanti. Quindi la linea è: disinnescare. Così Lorenzo Guerini glis- sa «non facciamo polemiche, in questo momento dobbiamo essere molto seri» perché «ci sono tutte le condizioni per evitare la procedura d’infrazione». Il deputato e portavoce del Pd parla a margine della segreteria lampo tenuta da Renzi di buon mattino prima di volare a Bruxelles. Esordio di una giornata dedicata quasi tutta alla politica estera (ma con orecchie e iPhone in costante collegamento con la Camera per la legge elettorale) che il premier conclude la sera a cena col segretario di Stato Usa John Kerry, il quale, prima di sedersi a tavola, elogia il nuovo governo italiano per «gli importanti progressi sulla crescita e nell’affrontare la disoccupazione». Guarda caso la stessa accoppiata usata da Renzi. Un progetto che però impone riforme di struttura. Ovviamente quelle istituzionali anche se alla Camera l'Italicum ha rallentato la propria velocità, e poi quelle economiche e del lavoro. Per Renzi andrebbe quindi archi- L’ANTITRUST «Per la ministra Guidi nessun conflitto d’interesse» L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nella sua riunione del 5 marzo, ha ritenuto non sussistere alcuna situazione di incompatibilità nella carica di governo ricoperta dal ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, secondo la normativa in materia di risoluzione dei conflitti di interesse. Il ministro Guidi, subito dopo la sua nomina, si è dimessa da tutte le cariche aziendali e dagli incarichi ricoperti. È quanto si legge in una nota del ministero dello Sviluppo Economico, dopo le polemiche dei giorni scorsi sul nome della Guidi e sulle aziende di famiglia. viato (un tempo si sarebbe detto rottamato) il refrain che l'Europa sia «il luogo in cui veniamo a prendere i compiti da fare a casa». Dato che «l’Italia sa perfettamente quello che deve fare, lo sa da sola, lo deve fare per il futuro dei propri figli e lo farà, consapevole che oggi la priorità per il nostro Paese è lavoro e crescita, crescita e lavoro». Per conoscere il modo in cui l'Italia potrà prendere il treno della crescita senza uscire dai binari dei conti pubblici, però, ci sarà da aspettare mercoledì quando Renzi spiegherà i suoi piani su scuola, casa e jobs-act. Intanto però già lunedì Pier Carlo Padoan salirà a Bruxelles per la riunione coi colleghi ministri economico-finanziari della Ue. La cartellina del ministro è quasi pronta. «Il governo - spiega al Gr1 - ha una strategia ambiziosa di crescita, riforme e risanamento della finanza pubblica in un arco di tempo di medio termine e ci accingiamo a vararla e poi a implementarla». I tempi forse non sono proprio quelli da Tav immaginati dal premier, ma anche per Padoan i binari su cui deve muoversi l’Italia sono chiari: «politiche che rilancino la crescita e l'occupazione». Questa almeno sarà la linea italiana in Europa quando da luglio assumerà la presidenza del semestre, assicura. L’ossigeno dovrà arrivare dal pagamento dei 60 miliardi di debiti della pa e dal taglio di 10 miliardi (2,5 già messi da Letta) del cuneo fiscale in gran parte ricavati dalla spending rewiev studiata da Cottarelli che per Padoan, come dice al Sole24Ore, può fruttare fino a 5 miliardi. Il nodo è se questi soldi vanno messi su Irap o Irpef o contributi. Per Padoan vanno concentrati per poterne vedere gli effetti. Dove non è stato deciso. Ma per il ministro del lavoro Gianfranco Poletti «senza investimenti» non ci sarà crescita. Intanto mentre ai sindacati assicura che la Cig ordinaria e straordinaria non si toccherà, Poletti, lancia l’allarme su quella in deroga destinata a sparire, ma che intanto ha bisogno di essere finanziata perché i soldi stanziati (1,7 miliardi) finiranno a luglio. .. . Mercoledì la presentazione dei piani Padoan: «Abbiamo una strategia ambiziosa» Camusso: «Attento al culto del capo» CATERINA LUPI ROMA «Attento, rischi il culto della personalità». Dal congresso provinciale del sindacato, a Brescia, Susanna Camusso lancia il suo severo monito a Matteo Renzi. Consigli di stile, contro qualsiasi tentazione di inseguire il consenso, ma non solo, da parte della leader della Cgil che avanza critiche severe sulla proposta del premier che riguarda la riforma del lavoro. «Matteo Renzi rischia di confondere un’azione di riavvicinamento della politica al Paese con il culto della personalità», dice da Brescia Camusso, che poi definisce «insufficiente» il piano sul cuneo fiscale. «I cinque miliardi di risorse che il governo prevede di ricavare dal taglio alla spesa pubblica e destinare al taglio del cuneo fiscale è una misura ancora lontana dall’avere quell’effetto choc che il presidente del Consiglio aveva annunciato in Parlamento», commenta e poi continua ancora più dura: «Ho la sensazione che ci stiamo riraccontando la legge di stabilità che prevedeva un fondo destinato a ridurre la tassazione sulle imprese e sui lavoratori, alimentato direttamente dai tagli di spesa e dagli eventuali proventi del rientro dei capitali». Secondo la sindacalista «se è di La prima volta da premier con Merkel, Hollande, Cameron I ntimidito e un po' disorientato, il premier Matteo Renzi ha avuto ieri a Bruxelles il suo battesimo del fuoco nella politica europea. Le condizioni però non erano delle migliori: l'Italia è di nuovo dietro la lavagna per la sua gestione dell'economia, c'è una crisi internazionale che mette il Paese in una posizione diplomaticamente difficile e a Roma le riforme non sembrano affatto essere uscite dalla palude. Certo non era così che se l'immaginava il suo ingresso al Consiglio europeo quando ha vinto le primarie del Partito Democratico e pensava di succedere a Enrico Letta solo dopo il 2015. Ancora a inizio 2014 le dichiarazioni di Renzi sull' Europa erano quelle battagliere e incaute di chi non deve renderne poi conto nei faccia a faccia con i vertici Ue. In un'intervista al Fatto Quotidiano il 2 gennaio prometteva in Europa «un deciso cambio delle regole del gioco» e sul vincolo del 3% del deficit assicurava: «È evidente che si può sforare: si tratta di un vincolo anacronistico che risale a 20 anni fa». La prima visita dell'anno nella capitale belga era prevista per il 18 e il 19 febbraio per suggellare l'ingresso del Parti- IL CASO MARCO MONGIELLO BRUXELLES Non c’è stato il tempo per le cerimonie: il capo di governo più giovane subito a confronto con i leader europei tra crisi ucraina e crisi economica to Democratico nella famiglia socialista europea. Poi la defenestrazione di Letta nella direzione del 13 febbraio e il cambio di governo hanno costretto ad annullare l'incontro con una lettera di scuse al Pse. Da neopremier i toni sull'Europa sono diventati più prudenti, ma Renzi sperava comunque di arrivare a Bruxelles con qualche margine di manovra in termini di economia e con qualche risultato in tasca per accreditarsi. Il programma era sbarcare a Bruxelles al summit del 20 e 21 marzo, con la strada spianata dal ministro dell'Economia Padoan che nel frattempo avrebbe dovuto spiegare ai colleghi europei le riforme messe in cantiere dal nuovo esecutivo. Il precipitare della crisi in Ucraina invece ha sconvolto tutti i programmi. Per pura sfortuna Renzi è arrivato a Bruxelles il giorno dopo la pubblicazione del rapporto della Commissione europea che boccia l'Italia per gli «squilibri macroeconomici eccessivi». Una vera e propria dimostrazione di sfiducia da parte del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rhen che, dopo aver visto sfilare quattro governi italiani dall' inizio della crisi dell'euro, oramai non crede più a nessun piano di riforma. Renzi è arrivato ieri alle 11 di mattina è ha infilato in velocità la porta dell'edificio del Consiglio europeo senza fermarsi a parlare con i giornalisti, come fanno in genere gli altri leader. Il portavoce della rappresentanza italiana presso l'Ue, Michelangelo Nerini, l'ha dovuto guidare per i corridoi e poco dopo si è trovato nella saletta di un incontro ristretto che ha preceduto il summit. Al tavolo c'erano il premier britannico David Cameron, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e quello polacco Donald Tusk. Tutti leader più che rodati e che si conoscono bene. Non c'è tempo per fare cerimonie al premier più giovane. Renzi infatti ha strappato il titolo al primo ministro maltese Jospeh Muscat, nato nel 1974, un anno prima di lui. In poco più di venti minuti i cinque leader hanno passato in rassegna le opzioni sulla questione Ucraina. Il Presidente del Consiglio italiano era arrivato con l'intenzione di dar man forte alla Merkel nel convincere gli altri leader a dialogare con la Russia, invece che arroccarsi sulle sanzioni. L'accelerazione degli eventi in Crimea però ha reso il compito più difficile e delicato. L'Italia inoltre si trova nella scomoda posizione di essere il secondo partner economico europeo della Russia, dopo la Germania, e un membro del G8 che quest'anno è guidato dalla presidenza di Mosca. Insomma, una parte molto diversa da quello del rottamatore dell'austerità europea che aveva immaginato. Il rischio di fare un passo falso è alto e finito il vertice il Presidente del Consiglio evita prudentemente la conferenza stampa. Al termine della riunione si ferma solo un minuto con i giornalisti per cercare di scrollarsi di dosso l'immagine del novellino sotto esame. «Non abbiamo rassicurazioni da dare», risponde a chi gli chiede del rapporto Ue sugli squilibri macroeconomici, l'Europa non è «il luogo dove veniamo a prendere i compiti da fare a casa». Ma l'impressione per tutti è proprio quella e ora ci sono solo due settimane di tempo per farli i compiti a casa e tornare a Bruxelles il 20 marzo in un clima diverso. RASSEGNASTAMPA 5 venerdì 7 marzo 2014 Saccomanni difende Letta: «Accuse incomprensibili» ● Le censure dell’Ue e le critiche di esponenti dell’area del premier suscitano la reazione dell’ex ministro del Tesoro ● Respinta ogni allusione sulla non correttezza dei conti LUIGINA VENTURELLI [email protected] Il premier Matteo Renzi mentre sale a bordo dell’aereo di Stato per andare a Bruxelles FOTO AP nuovo quella cosa lì era insufficiente a dicembre e non diventa sufficiente adesso». Non solo. «Sento il governo continuare a parlare di aliquote Irpef e non va bene, perché così si dà una risposta ai lavoratori e agli evasori contemporaneamente». Per la leader della Cgil invece la strada da intraprendere è un’altra e deve cominciare con un intervento sulle detrazioni dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Camusso spera che il Jobs Act annunciato da Renzi «non sia l’ennesima moltiplicazione delle forme di ingresso al lavoro e quindi della precarietà». Proprio per evitarlo, secondo lei «sarebbe utile, per mettere ordine al sistema, cominciare a tagliare tutte le forme di precarietà e poi, a quel punto, si può discutere anche di contratto unico». E ancora, secondo la Cgil è prioritario partire da un piano del lavoro e dalla necessità di creare occupazione, concentrando l’attenzione su «alcuni temi che potrebbero determinare un serio e significativo investimento pubblico per creare posti di lavoro, che sono la cura di cui ha bisogno la nostra economia per riprendersi». Camusso raccomanda poi «la creazione di un sistema di ammortizzatori sociali universale, perché oggi è diseguale e ci costringe in pochi mesi a chiedere le risorse per l’anno precedente e quello in corso». Un sistema che «ancora sia fatto di contribuzione delle imprese e di fiscalità generale, perché la contribuzione dei lavoratori e delle imprese da sola non è sufficiente». Il tema oggi non è quello dei licenziamenti ma delle assunzioni, sottolinea inoltre la segretaria generale della Cgil riguardo la possibilità di prevedere con il Jobs Act l’esenzione per tre anni dall’articolo 18 per le aziende che assumano giovano. «Servono politiche per creare il lavoro e per non far fuggire non solo i cervelli ma anche la manodopera giovanile - conclude - altrimenti creiamo un debito straordinario sui nostri figli e sui nostri nipoti progettando un Paese di poveri». La vicenda dei conti pubblici italiani, che hanno indispettito l’Unione europea tanto da far declassare il Paese tra quelli con «squilibri economici eccessivi» insieme a Slovenia e Croazia, può leggersi in termini scientifici, in numeri che non coincidono, perché frutto di previsioni troppo ottimistiche o di programmi incompiuti. Ma una simile lettura non spiegherebbe il disappunto del premier Matteo Renzi per i conti ereditati dal precedente governo, né la sollecitudine con cui l’ex ministro Fabrizio Saccomanni si è affrettato ieri a respingere qualsiasi allusione alla loro non correttezza. Le bacchettate di Bruxelles all’Italia hanno infatti acuito ed evidenziato lo scontro politico tra lettiani e renziani nato dall’avvicendamento a Palazzo Chigi e finora non ricomposto. Uno scontro tra gli esponenti di un governo che non ha apprezzato la propria fine prematura, a cui addebita in parte la strigliata dell’Ue, e quelli di un governo appena insediato, che sente di dover rispondere anche alle aspettative suscitate da chi c’era prima. Non a caso il premier, commentando con i suoi la bocciatura europea, avrebbe detto: «Sapevamo che i numeri non erano quelli che raccontava Letta, ma siamo gentiluomini e non abbiamo calcato la mano». NESSUN BUCO NEI CONTI Parole che sono state riportate dai retroscena politici della carta stampata, scatenando l’ira e l’immediata replica dell’ex inquilino di via XX Settembre, che in prima persona - dal proprio indirizzo di posta elettronica, dal proprio account su Twitter e poi in diretta radiofonica - ha fornito ai media la sua versione dei fatti: «Forse c’è stata una lettura non pienamente corretta di quello che è successo: escludo nel modo più assoluto che vi siano buchi o che vi sia bisogno di fare manovre correttive per effetto delle cose che sono state fatte da noi». Insomma, «i commenti sulla correttezza dei conti presentati dal governo Letta sono incomprensibi- li e immotivati» ha puntualizzato ieri Saccomanni, visto che «la Commissione non ha fatto alcuna analisi ex-post della contabilità nazionale, bensì ha ribadito la divergenza tra le proprie stime e i nostri obiettivi per l’anno in corso». Ovvero, Bruxelles non crede che l’Italia possa raggiungere quell’1% di crescita economica prevista invece dal ... Abbiamo lavorato per la crescita all'1%, obiettivo necessario per abbattere debito/PIL e insieme creare nuova occupazione @enricoletta ... Avremmo realizzato anche gli obiettivi di revisione della spesa secondo il programma ma ci è stato negato il tempo per farlo @enricoletta ... Il 23/11 l’Eurogruppo aveva apprezzato le misure assunte “in parallelo” alla legge di stabilità: 3 su 4 le abbiamo realizzate @enricoletta ... Conti pubblici? La Commissione non ha fatto alcuna analisi ex-post. Fa stime e previsioni, noi ci siamo dati obiettivi @EnricoLetta @FABSACCOMANNI precedente esecutivo per il 2014. Un obiettivo che invece l’ex ministro continua a ritenere «ambizioso ma realistico». Questione di opinione, insomma, non di correttezza delle cifre. E solo il tempo dimostrerà chi aveva ragione: «La divergenza potrà eventualmente essere apprezzata soltanto quando tutte le misure messe in campo avranno potuto esprimere i propri effetti». La legge di Stabilità per il 2014, infatti, «non fa previsioni ma mette in campo politiche per raggiungere obiettivi». E se riguardo alla crescita dell’1% erano stati espressi dubbi «già a metà novembre», l’Eurogruppo aveva però «apprezzato» le ulteriori iniziative poste in essere dal governo Letta, ovvero «revisione della spesa, privatizzazioni, voluntary disclosure, gettito straordinario dalla revisione del capitale di Banca d’Italia». E se tre di queste iniziative, ha ricordato Saccomanni, sono state concretamente attuate con le opportune norme in soli due mesi, «soltanto la caduta del governo» ha impedito di attuare la quarta, la revisione della spesa. Anche per questo, ha concluso il precedente responsabile dell’Economia, «sorprende la decisione della Commissione di classificare come eccessivi gli squilibri macroeconomici italiani», tanto più che «all’elevato debito hanno contribuito i versamenti ai fondi europei salva-stati e l’operazione straordinaria di pagamento dei debiti arretrati delle pubbliche amministrazioni, concordata con l’esecutivo di Bruxelles». CHIAREZZA IN AULA Nel frattempo, però, lo scontro sui conti pubblici si è allargato all’esterno della maggioranza politica, in entrambi i rami, con Forza Italia e Sel che chiedono al governo di presentarsi in aula a riferire sulla materia. «Se è vero che Renzi avrebbe detto che i conti di Letta non erano quelli che Letta andava raccontando, ce lo venga a dire in Parlamento» ha affermato il capogruppo forzista Renato Brunetta. «Oggi i conti sono in ordine, domani no. Mi chiedo quali calcolatrici stiano usando al ministero dell’Economia, se le hanno rotte ne comprino di nuove» gli ha fatto eco il senatore vendoliano Uras. E la risposta è arrivata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, che ha assicurato che il governo riferirà in tempi «ravvicinati» alla Camera sullo stato dei conti pubblici, dopo l’Ecofin in calendario lunedì e martedì prossimi. «Sui conti parole gravissime, il premier smentisca» NATALIA LOMBARDO [email protected] «Mi auguro che il presidente del Consiglio non abbia mai detto queste cose, se l’avesse fatto sarebbe gravissimo». Così Francesco Boccia, deputato Pd vicino a Letta, commenta le indiscrezioni sul fatto che Renzi avrebbe contestato i conti lasciati dal governo Letta. Il premier ha lamentato l’eredità ricevuta, dopo il pessimo giudizio espresso dalla Ue sull’Italia. Che ne pensa? «Non voglio crederlo, mi sembra una tipica cosa da centrodestra, come fece Berlusconi quando arrivò dopo Prodi. Spero che smentisca, sono romantico, politicamente... Qui la propaganda la fa da padrona e ricordo le parole del sottosegretario Delrio pronunciate quando il governo Letta ha guidato l’uscita dell’Italia dalla procedura d’infrazione europea. Certo è stato possibile grazie ai sacrifici fatti dagli italiani nei 18 mesi precedenti e nei primi mesi con Letta. Insomma, c’è chi ha la memoria corta, anche per quel che riguarda lo sblocco dei debiti della Pubblica amministrazione». Ovvero? «Il governo Berlusconi aveva varato due provvedimenti per questo, e uno il governo Monti, ma si sono sempre impantanati nelle procedure burocratiche. Il governo Letta, che alla fine aveva la stessa maggioranza di quello Renzi, ha portato l’Italia fuori dalla procedura d’infrazione imposta dall’Europa. Una condizione a cui ci aveva portato la destra, anche Prodi nel 2008 ci fece superare un’altra procedura causata da Berlusconi nel 2006, lo ricordo a Brunetta e a Mara Carfagna, che erano ministri. Ecco, Letta ci tirò fuori da questa situazione ipotizzando lo sblocco dei debiti della Pa.». Ma i debiti della Pa. ci sono ancora. «Letta ha messo sul tavolo 47 miliardi, tra il secondo trimestre del 2013 e il primo del 2014. Finora lo Stato ha pagato 20 miliardi di debiti e ce ne sono altri 27 disponibili. I ritardi sono dovuti alla certificazione degli enti locali e delle Asl, è questo il problema. Dobbiamo semplificare le procedure e rendere la Pa più efficiente, prima di parlare di altri 70 miliardi». Vuol dire che non servono? «Servono, ma intanto si usino quei 27. A ha previsto nella legge di Stabilità 32 miliardi di tagli in tre anni, e 23 sono già scontati nel bilancio. Poi c’è la strada parallela: spostare le risorse da alcuni mondi ad altri». L’INTERVISTA Francesco Boccia Dalle banche alle imprese? Dalle rendite al lavoro? «Il governo Letta ci ha fatto uscire dalla procedura d’infrazione Ricordo in proposito infinite interviste in cui Delrio ne cantava le lodi» quanto ammonta il cumulo delle richieste? Bankitalia aveva dato una cifra approssimativa di 80 miliardi ma non è stata mai certificata nel bilancio dello Stato. Però Letta, nella legge per lo sblocco dei debiti della Pa. ha istituito un monitoraggio affidato al Mef, il Tesoro. Sarebbe opportuno, ora, che il governo Renzi comunichi i dati di quel monitoraggio. A quanto ammontano i debiti? 60, 80, 120 miliardi? Qui l’unica certezza sono i 20 restituiti e i 27 non ancora usati per i ritardi sulle certificazioni dei debitori. La vera urgenza è accelerare le procedu- re di Comuni e Asl, visto che abbiamo tanti esperti di Comuni nel governo... si cerchi di semplificare». Ce l’ha con Delrio, ex presidente Anci? «Ricordo infinite interviste in cui Delrio decantava le azioni di Letta, l’essere usciti dalla procedura d’infrazione». Di sicuro c’è il giudizio della Ue sull’Italia come Paese dagli «squilibri eccessivi». Cosa dovrebbe fare il governo? «Chi lavora e non fa proclami sa che le alternative ci sono e non si possono fare altri debiti. L’unica strada è tagliare la spesa. Cottarelli con la spending review «Dare incentivi alle imprese e, se dev’essere un’operazione choc come il taglio del cuneo fiscale a due cifre, devi tagliare a qualcuno. Ci sono settori dopati nell’energia, tenuti in vita da aiuti di Stato, bisogna togliere tutti gli incentivi inutili (lasciare il credito d’imposta su innovazione e ricerca), così puoi ridurre le tasse sul lavoro». Che credito dà al governo Renzi? «Sugli obiettivi, come l’abbassare il costo del lavoro, sono d’accordo. Sulla terapia ci vuole coraggio: tagliare e ridistribuire. Con i tagli si creano degli scontenti, secondo me coincideranno con chi ha voluto questo cambio di governo». Cosa farà sulla legge elettorale? «Se rimane così come è nata dal patto con Verdini, senza preferenze o primarie obbligatorie e parità di genere non la voto, anche se per spirito di partito non voto contro». RASSEGNASTAMPA 6 venerdì 7 marzo 2014 POLITICA Fuori altri cinque Grillini in crisi da reality show sta, io me ne torno a casa a fare l’infermiera», scoppia in lacrime Alessandra Bencini. E con loro tanti altri che al M5S avevano creduto sembrano sul punto di crollare: la bolognese Michela Montevecchi è bianca in volto, così come il sardo Roberto Cotti e la Serenella Fuksia che prima di parlare con i cronisti chiede la presenza di uno dello staff della comunicazione, «così mi può controllare». LO PSICODRAMMA Riunione fiume in Senato, ma sul blog il comico ha già deciso: nessuna mediazione con chi si è dimesso in solidarietà con gli espulsi ● Lo sfogo di Mussini: «Non ne posso più di parlare di soldi» ● ANDREA CARUGATI ROMA La gita finisce lì dov’era iniziata a marzo di un anno fa, nella saletta della commissione Industria al terzo piano del Senato, con l’ennesima assemblea fiume dove si consumano infinite coltellate, e pianti, e vendette, e principi non negoziabili che nessuno sa più dove stiano scritti. È proprio in questa saletta dalle seggioline beige che un anno fa sbarcarono i cittadini normali che avrebbero dovuto aprire i palazzi del potere coma scatole di tonno. Con tutto il loro carico di emozioni e buone ragioni e anche illusioni. C’erano la maestra di Reggio Emilia Maria Mussini, l’infermiera di Scandicci Alessandra Bencini, l’austero ma ironico medico fiorentino Maurizio Romani, la mamma e fisico nucleare di Busto Arsizio Laura Bignami, e Monica Casaletto, libera professionista brianzola. Tutti paracadutati qui in Senato dallo tsunami di Grillo nelle urne, e ora urlanti, e piangenti, in una assemblea che diventa una resa dei conti, una seduta di psicanalisi collettiva, tanto ieri di buon mattino Grillo ha già deciso tutto, come al solito: i cinque che si erano dimessi la settimana scorsa per solidarizzare con l’espulsione sommaria di quattro colleghi senatori sono «fuori dal M5S». L’ha deciso lui, il Grande Capo, ormai del tutto incurante della consistenza della truppa parlamentare, perché convinto di elezioni a breve e della necessità di non avere nessun dubbioso nella trincea in cui lui stesso ha trasformato un partito del 25%. L’ha deciso con un brevissimo post dai toni bulgari, come aveva fatto in passato con altri espulsi. «Le loro dimissioni dal Senato non sono state motivate da particolari situazioni personali, familiari o di salute, ma come gesto politico in aperto conflitto e contrasto con quanto richiesto dal territorio, stabilito dall’assemblea dei parlamentari del M5S, confermato dai fondatori del M5S e ratificato dagli iscritti certificati in Rete, in merito ai quattro senatori espulsi». Grillo, bontà sua, ricorda che in questa settimana era stato chiesto ai cinque se intendessero ritirare le dimissioni. Cosa che non si è verificata, e dunque «i senatori dimissionari si sono isolati dal M5S e non possono continuare a esserne rappresentanti ufficiali nelle istituzioni». «Sono fuori», scrive Grillo, parafrasando il Briatore di una celebre trasmissione tv. Tutto il resto è quasi noia, se non fosse perché nella truppa dei senatori ci sono cittadini normali, con le loro emozioni, e infatti Maria Mussini, la maestra, durante l’assemblea s’infervora, chiede agli altri a più riprese «che senso ha misurare il tasso di organicità di ognuno di noi, il grillometro?», denuncia l’«arroganza» e la «sicumera» di chi ha trasformato un movimento in una setta. «Qui ci sono persone che si sentono in guerra, che non vogliono fare prigionieri, e come in ogni guerra ci sono dei caduti», dice la senatrice emiliana. Le sue parole sull’«integrare le diversità», e «accettare le differenze» finiscono nel vento di una seduta in cui tutto è già deciso. Così come la sua richiesta di non ridurre tutta questa avventura politica a «una questione di soldi da rendicontare». «Non ne posso più di parlare di soldi», grida, eppure in queste ore nella onnipotente rete ai reprobi vengono fatte le pulci: quanto hai speso di alloggio? E quelle ricevute dei taxi? «Ba- .. . Busta con proiettili per Battista e Orellana Campanella: «A forza di dire falsità su di noi...» Beppe Grillo leader del Movimento 5 stelle FOTO LAPRESSE SU LEFT DI DOMANI Europee, così i partiti si preparano alla sfida Una ventata populista e xenofoba agita l’Europa, ma alle elezioni di maggio il Pse potrebbe risultare primo, con oltre duecento eletti. E anche la lista Tsipras potrebbe riscuotere successo e conquistare, secondo gli ultimi sondaggi, 67 seggi. Segnali di vita a sinistra, dunque. Ed è questo il tema della storia di copertina di Left - in edicola domani, come ogni sabato con l’Unità - che racconta come si muovono i partiti europei per vincere le elezioni della Ue. Il primo test è già in arrivo, con il voto amministrativo al quale sono chiamati, tra marzo e aprile, quattro Paesi dell’Unione: Francia, Olanda, Ungheria e Slovacchia. È un clima di sospetto e di terrore, tutti temono che l’interlocutore abbia un microfono o un registratore, la sfiducia reciproca è diventata la vera moneta corrente. Il super falco Laura Bottici a un certo punto propone ai reprobi di ritirare le dimissioni, e insieme «riscriviamo le regole del gruppo». Infatti la cacciata di ieri non ha seguito alcuna regola interna: solo un post sul blog. «Lo dici solo perché hai paura che se ne vadano altri», è la replica di Mussini. E infatti, mentre all’ora di cena, in un Senato deserto, l’assemblea e le urla proseguono, il sospetto è che altri senatori, quattro o cinque o forse di più, seguano i colleghi esclusi ieri. E così il gruppo, dai 54 iniziali, scenderebbe a 35-36 unità. Una botta, anche dal punto di vista del budget. Tutta l’ala critica decimata in poco più di una settimana. Il capogruppo Santangelo e il capo della comunicazione Claudio Messora ribadiscono che «non si tratta di espulsioni, abbiamo solo preso atto della volontà dei senatori di dimettersi». Ma la scena dice il contrario, e anche un falco come Alberto Airola si dice «dispiaciuto» per la sorte toccata ai colleghi. La gita dei cittadini normali, il Grande fratello della politica nei palazzi, si rivela un clamoroso flop. Resta una setta di fedelissimi, mentre i cacciati da fuori cercano di riorganizzare le truppe bastonate. «Grillo ha rivelato che è il padrone assoluto, ci sono praterie per chi come noi vuole fare un movimento diverso», sussurra Francesco Campanella. Ora i numeri per il suo nuovo gruppo ci sono, con ben 13 fuoriusciti (tutti e 5 i dimissionari infatti hanno confermato la decisione), ma i tempi non sembrano ancora maturi, perché le ferite sono profonde. «Non entreremo in altri gruppi», assicura Mussini. Intanto arrivano buste con proiettili (intercettate dalla polizia) a Orellana e Battista, due espulsi della settimana scorsa. Arriva anche la solidarietà dei partiti, dal Pd alla Lega compresi i vertici del M5S, ma Campanella dice che «a forza di mettere in giro falsità sul nostro conto può succedere anche questo». Orellana sorride: «Mia moglie mi ha chiesto di lasciare al più presto questo posto, è terrorizzata». Altri senatori si sentono come «d’autunno sugli alberi le foglie». Come a dire: l’epurazione non è finita. «Se eletto lascio il seggio ad altri, dov’è il problema?» RACHELE GONNELLI ROMA Moni Ovadia si candida alle europee, è in testa di lista nel collegio del Nord Ovest sotto il logo «L’Altra Europa per Tsipras». Però, c’è un però. Il teatrante Moni così come la giornalista Barbara Spinelli e lo storico Adriano Prosperi, tre dei più nomi della lista Tsipras, hanno già comunicato che non hanno alcuna intenzione, anche se eletti, di lasciare i rispettivi lavori per un seggio. Nonlesembrainquestomododiingannareglielettorichevoterannoperleiesi troverannounaltrooun’altraarappresentarli? «Chiariamo subito che io non ho chiesto di candidarmi, mentre ho aderito subito e con grande entusiasmo al progetto della lista Tsipras. Non mi dispiace Martin Schulz ma sono un uomo di sinistra-sinistra, il Pd non lo è, mentre Syriza è un’esperienza sconcertante: un partito di sinistra arrivato alla maggioranza relativa che in Grecia si oppone alle politiche di austerità ma non all’Europa. A un’Europa dei cittadini, per la giustizia sociale, che metta al centro l’uomo e non l’economia della finanza. Una scelta nitida, che guarda al futuro, bellissimo. Quando i garanti, che sono tutte persone che stimo tantissimo, mi hanno chiamato, dicendomi che sarebbe stato importante che mi candidassi, che avrebbe rafforzato la lista, mi sono messo a disposizione. Se i militanti non lo ritengono opportuno non ho alcun problema a ritirare il mio nome. Per me è solo una corvée, un sacrificio. Che interesse ho? Non la visibilità, ne ho fin troppa. Non mi interessa il potere, non la voglio una poltrona. Mi prendo solo la responsabilità piena del progetto. E poi avendolo detto prima chi non apprezza il mio gesto può non votarmi, scegliere un altro». Però quando Berlusconi o Grillo si sono candidati in passato per poi far eleggere altri, questa pratica è stata duramente criticata. Anche da lei. «Io e gli altri lo diciamo prima che non andremo, loro no. Non c’è raggiro, c’è trasparenza. Voglio farti capire, elettore, quanto ci tengo, che sostengo questa lista con tutto il cuore, se ti piaccio mi voti, se no non mi voti. Berlusconi o Grillo invece baravano, non lo chiarivano. Non ho mai avuto tessere di partito, non sono mai stato a libro paga di qualcuno, le mie scelte le ho sempre pagate care, Non tutte lodi, c’è anche chi vede la lista comeun’accozzagliadicetopoliticoemovimentisti di professione. Persino Rodotà non l’ha trovata esaltante. L’INTERVISTA Moni Ovadia «Non capisco le polemiche Io non faccio come Berlusconi, lo dico prima. Non c’è raggiro: voglio far capire all’elettore quanto tengo alla lista Tsipras» non mi hanno mai dato una virgola di vantaggio. Sono un militante della sinistra, al massimo un attivista. Anni fa Mirabelli dei Ds mi chiese di candidarmi a Milano per l’Ulivo. Mi disse: aiutaci a mandar via la Moratti. Accettai ma poi i consigli comunali si svolgevano il lunedì e il giovedì e io ho una compagna teatrale, devo fare le turnée, da me dipendono gli stipendi degli altri. Dovetti lasciare. Tutti furono molto affettuosi, solo un giornale di destra mi schernì con un titolo, “prendi i voti e scappa”. Ripeto, per me è solo una rottura, lo faccio solo finché si ritiene utile. Ma non sono uno specchietto per le allodole». Ci sono state già lamentele in questo senso? «Su qualche blog qualcuno ha parlato dei “soliti intellettuali di sinistra”. Devo dire che Internet è una cosa meravigliosa ma magari prima di scrivere la prima cosa che gli passa per la testa certa gente dovrebbe chiedere, documentarsi, farsi delle domande. Perché lo fanno? Cosa gliene viene? Niente. Comunque l’altra sera a Milano ho partecipato a una iniziativa elettorale, c’era un sacco di gente e tutti dicevano: ci piace che stiano con noi le persone in cui crediamo». «Abbiamo dovuto muoverci in fretta e un pochettino se ne risente. Ci saranno anche elementi un po’ così... ma sono pochi. C’è soprattutto un popolo della sinistra che tiene duro. Io non demonizzo Grillo, anzi, credo che gli dobbiamo della gratitudine per aver denunciato cose di cui nessuno parlava. Però non mi piacciono le sue modalità interne, la non condivisione, e alcuni suoi cavalli di battaglia come l’uscita dall’euro. Syriza è una forza politica seria e sobria con valori condivisibili». C’è chi vi vede come sinistra “oltranzista, tradizionale, massimalista, accozzaglia di sigle e rissosità”. «I veri estremisti sono i sedicenti moderati. Altrove può darsi che sia una virtù ma in Italia essere moderati è un vizio. La mafia occupa quattro regioni e la mafia è sempre stata moderata. La corruzione è in gran parte una pratica dei moderati. Non è la sinistra massimalista che ha portato allo sfascio questo Paese, è stato Berlusconi. Chi ci accusa, prima si guardi allo specchio». RASSEGNASTAMPA 7 venerdì 7 marzo 2014 ECONOMIA Draghi avverte l’Italia: «Sacrifici da non sprecare» Il presidente della Bce appoggia il richiamo della Ue al nostro Paese su squilibri economici e deficit ● MARCO VENTIMIGLIA MILANO Mario Draghi vive ormai più a Francoforte, dove esercita il ruolo di presidente della Banca centrale europea, che nella sua Italia. Eppure, visto che a casa torna spesso e volentieri, non può sfuggirgli il singolare destino a cui va incontro ogni qual volta deve approcciare la stampa dopo le riunioni del direttivo della Bce. Come accaduto ad esempio ieri, dopo che Eurotower ha deciso di lasciare ancora una volta invariati i tassi d’interesse dell'area euro al minimo storico dello 0,25 per cento. I temi forti che ormai da tempo Draghi “deve” dare in pasto ai media europei, ovvero il contenimento dell’inflazione e le aspettative di crescita, sono infatti ben distanti dalle emergenze italiche. Piuttosto, per noi residenti nello Stivale il gran capo della politica monetaria europea ha trovato il tempo per più di una bacchettata. «Sui conti pubblici - ha affermato - l'Italia non deve sprecare quanto già fatto in passato, a costo di tanti sacrifici e dolore, perché sarebbe un disastro. Che senso avrebbe tornare indietro ora e sprecare tutto il capitale umano e politico investito in questi sforzi?». Parole, quelle di Draghi, giunte subi- to dopo i moniti partiti da Bruxelles all’indirizzo dei Paesi più “problematici” del continente. «Sicuramente - ha sottolineato il presidente della Bce - accogliamo con favore le raccomandazioni della Commissione europea sulla necessità di risolvere gli eccessivi squilibri macroeconomici nell'area dell'euro». SINTONIA CON BRUXELLES In particolare, Draghi ha ribadito che la Bce auspica che le traiettorie dei debiti pubblici dei Paesi dell'euro «ritornino verso il basso. Le strategie fiscali dovrebbero essere in linea con il Patto di stabilità e di crescita ma anche con elementi di sostegno alla crescita». A questo riguardo, secondo Eurotower, «si dovrebbe ripensare il mix tra le varie misure che compongono le manovre nazionali. Poi, un messaggio senza un destinatario esplicito, ma che è difficile pensare non rivolto anche e soprattutto al no- .. . Il direttivo di Eurotower ha deciso di lasciare i tassi dell'area euro sul minimo storico dello 0,25% stro Paese. «I Governi - ha detto Draghi - dovrebbero attuare con determinazione le riforme strutturali. Questo è essenziale perché ci sono mercati che, senza questo tipo di riforme, non riprenderanno a funzionare correttamente. Uno di questi è il mercato del lavoro. La disoccupazione strutturale si risolve con le riforme strutturali». Bastone ma anche carota, in quel di Francoforte, sotto forma di qualche segnale di timido ottimismo. «I segnali congiunturali che, dal mese scorso, sono giunti dall’Eurozona - ha spiegato Draghi - sono stati nel complesso positivi, come il restringimento del divario tra Germania da un lato, Italia e Spagna dall'altro, in termini di fiducia dei consumatori. In generale, dall'ultimo incontro del Consiglio direttivo, a inizio febbraio, abbiamo visto che il nostro scenario di base è stato confermato, con la continuazione di una ripresa modesta dell'economia e con dati dalla congiuntura che, da allora, sono stati generalmente positivi». Il presidente della Bce ha poi ricordato che pur restando la disoccupazione su livelli elevati, «la tendenza si sta stabilizzando e da alcuni mesi non peggiora. Alcuni dati locali, poi, come il calo del 2% dei senza lavoro in Portogallo, sono stati piuttosto straordinari. Abbiamo anche visto qualche timido segnale di una ripresa nei numeri degli occupati». Da qui le ultime decisioni assunte dalla Bce. «Guardando a tutte le informazioni in nostro possesso - ha dichiarato Draghi -, abbiamo deciso di confermare il nostro orientamento monetario accomodante e la nostra “forward guidance”. In particolare, ci siamo chiesti se si fossero materializzate quelle due condizioni, di cui ho parlato nel precedente incontro, che avrebbero invece giustificato un ritocco dei tassi. La prima riguardava un aumento ingiustificato dei tassi di mercato a breve e, di contro, abbiamo osservato un’ulteriore normalizzazione di questi tassi. L'altra era un peggioramento consistente dell'outlook di inflazione all’interno dell'area euro, ed anche questo non è successo». VENDITE Consumi, la ripresa non si vede Nuovi segnali negativi per l’economia italiana che fatica ad agganciare la ripresa. Per Confcommercio i consumi degli italiani sono calati dell'1,6% a gennaio rispetto allo stesso mese dell'anno scorso e dello 0,3% rispetto a dicembre. Il dato «evidenzia tutte le difficoltà dell'economia, dopo due anni di recessione, ad avviarsi su un sentiero di sviluppo che coinvolga le delle famiglie». Confcommercio sottolinea che il ridimensionamento di gennaio assieme ad altri indicatori dicono che l’economia «sembra essersi instradata più in una fase di stagnazione che di ripresa» RASSEGNASTAMPA 8 venerdì 7 marzo 2014 LA CRISI UCRAINA Il Parlamento vota: la Crimea è già russa ● Simferopoli decide la scissione e anticipa al 16 marzo il referendum sul futuro della regione ● Kiev: «Atto illegale ispirato da Mosca» ● La missione Osce bloccata da uomini armati MARCO MONGIELLO BRUXELLES La Crimea è sempre più vicina alla secessione. Ieri l’assemblea della regione autonoma e filorussa ha votato all’unanimità l’adesione alla Russia e ha approvato una mozione parlamentare per anticipare di due settimane, al 16 marzo, il referendum sullo status della repubblica. Lo ha annunciato il vice premier locale Rustam Temirgaliev. Un referendum simile, ha commentato su Twitter il vice capo della Sicurezza Nazionale americana Ben Rhodes, violerebbe la costituzione ucraina e il diritto internazionale. Vladimir Kostantivov, presidente del Consiglio Supremo della Crimea, ha dichiarato che «in una situazione in cui c’è un’amministrazione illegale a Kiev, in una situazione in cui c’è una minaccia fisica alla vita delle persone in Crimea e una colossale destabilizzazione, il Consiglio Supremo oggi ha deciso di tenere un referendum» e che questo è «assolutamente legittimo». Secondo le stime di Kostantivov «più del 70% delle persone in Crimea sono a favore dell’adesione» alla Russia. OSCURATE RADIO E TV UCRAINE Ieri uomini armati hanno occupato la stazione di trasmissione radio e tv di Simferopoli, capitale della regione, e sono state oscurate le reti ucraine Canale 5 e 1+1. Da Kiev la reazione del governo provvisorio, nato dopo il rovesciamento dell’autoritario presidente filorusso Viktor Yanukovich, non si è fatta attendere. Il referendum è «incostituzionale» ha denunciato l’esecutivo e ha spiccato dei mandati d'arresto per il premier e per il presidente del parlamentino della Crimea, Serghei Aksionov e Vladimir Kostantivov. I servizi di sicurezza ucraini hanno anche arrestato Pavel Gubarev, l’autoproclamato governatore filorusso di Donetsk, nell’est del Paese. Dall’appartamento in cui si trova detenuto, Gubarev ha tenuto una conferenza stampa durante la quale, tra le altre cose, ha detto di essere in contatto con funzionari della Crimea filorussi e con deputati della Duma di Mosca e di «non escludere la possibilità che le forze armate russe vengano a calmare la tensione». Gubarev, che nelle settimane precedenti ha guidato le manifestazioni contro il nuovo potere di Kiev, ha detto che nel suo movimento «alcuni hanno delle armi». Io, ha poi aggiunto, «non controllo tutti. Le persone sono arrabbiate». PENTAGONO Inviati in Polonia 12 caccia Sul Baltico altri F15 Gli Stati Uniti invieranno altri 12 caccia F-16 e 300 militari nella Polonia centrale nella base di Lask, ufficialmente per operazioni di addestramento. La notizia è stata confermata dal ministero della Difesa di Varsavia. In Polonia sono già presenti altri 4 F-16 Usa per attività di pattuglia. Gli Usa stanno rafforzando il loro schieramento militare, già attivo da anni, nei Paesi europei lungo i confini della Russia. Una mossa percepita a Mosca come un accerchiamento ostile. Sono già stati schierati 6 caccia F-15 in Lituania (che si aggiungono ai 4 già presenti nei tre Stati baltici). Il Pentagono ha anche annunciato l’intensificazione dell’addestramento con l’aeronautica polacca alla luce della crisi in Ucraina. E in questi giorni è anche arrivato nel Mar Nero un cacciatorpediniere classe Arleigh Burke, lo USS Truxtun. Effettuerà un’esercitazione congiunta con la Marina di Romania e Bulgaria. Il presidente ad interim Oleksandr Turchynov, in carica fino alle elezioni presidenziali del 25 maggio, ha affermato di aver invalidato le decisioni delle autorità della Crimea. «In base ai poteri che mi sono stati conferiti ha dichiarato in un messaggio trasmesso dalle televisioni - ho fermato la decisione del Parlamento della Crimea. La Verkhovna Rada dell’Ucraina avvierà la dissoluzione del parlamento della Repubblica Autonoma della Crimea. Noi difenderemo l’inviolabilità del territorio ucraino». Turchynov ha detto che il Consiglio Supremo della Crimea «è completamente controllato dai servizi delle Forze Armate russe». Da Mosca fonti del Cremlino hanno riferito che Putin ha accolto la notizia del referendum in Crimea convocando d’urgenza il Consiglio di sicurezza russo. Mentre il premier Dmitri Medvedev ha fatto sapere di essere al lavoro sulla semplificazione delle procedure per concedere la nazionalità ai cittadini stranieri russofoni che abbiano vissuto in Russia o in altre repubbliche ex sovietiche. La prossima settimana inoltre potrebbe essere approvato un provvedimento per rendere più semplice anche l’adesione alla Federazione Russa di «parti di Stati stranieri». Per il governo di Kiev non ci sono dubbi sul fatto che gli sviluppi in Crimea e a Mosca sono stati coordinati. «Tutto quello che sta succedendo ora, sia la risoluzione del Consiglio Supremo della Crimea che le dichiarazioni del Consiglio e della Duma della Russia indicano che queste sono azioni coordinate - ha accusato il portavoce del ministero degli esteri ucraino, Yevhen Perebyinis - ora hanno gettato la maschera e si capisce perché tutto questo è cominciato». Intanto sono stati bloccati sul confine con la Crimea gli osservatori internazionali dell’Osce, inviati su richiesta di Kiev. Da Vienna l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha confermato che i suoi osservatori, 40 persone non armate provenienti da 21 Paesi diversi, sono stati fermati nei pressi della città di Kherson e stanno decidendo come proseguire la missione. A fermarli sarebbero stati degli uomini armati ad un posto di blocco. Manifestazioni pro-russe a Sebastopoli FOTO AP Quando «Czernowitz era Czernowitz» e parlava tutte le lingue IL COMMENTO PAOLO SOLDINI ● C’È UN FILM TEDESCO DELLA FINE DEGLI ANNI ’90 CHE POTREBBE AIUTARE CHI SI VOGLIA AVVICINARE ALLA COMPLESSITÀ DELL’UCRAINA, CERCAR DI COGLIERE RAGIONI E TORTI CHE SI CELANO DIETRO AL CONFLITTO CHE SCUOTE IL PAESE E FA PAURA ALL’EUROPA. Il film, girato dal regista Volker Koepp, si chiama «Herr Zwilling und Frau Zuckermann» ed è la storia di due ebrei che, sopravvissuti alla catastrofe che ha annientato il loro mondo, consumano la vecchiaia insieme, ormai unica compagnia l’uno per l’altra: lei, forte e positiva nonostante tutto, e lui, rassegnato e intimidito, ancora incredulo di essere stato così bastonato dalla Storia e un po’ succubo dell’indole energica dell’amica. I due rievocano insieme il passato della loro piccola patria. La città in cui vivono si chiama, oggi, Cernivtsi, è in Ucraina e fa parte della regione storica della Bucovina, ai piedi dei Carpazi e a pochi chilometri dai confini con la Romania e la Moldova. Cernivtsi ha avuto molti altri nomi: Cernowzy in russo, Cernauti in romeno, Czerniowce in polacco. E Czernowitz in yiddish e in tedesco. E in tedesco parlano il signor Zwilling e la signora Zuckermann durante le ore che lui ogni giorno chiede, e ottiene, di passare con lei. Sono ormai gli unici abitanti della città che hanno salvato la loro lingua in un contesto che da quasi settant’anni è soltanto ucraino. In cui non c’è più posto per il russo o il polacco, e neppure per il rumeno che è stato per molti anni la lingua ufficiale (e all’epoca quasi imposta con la forza). E neppure per il tedesco e per l’ebraico, che pure fu la lingua del culto per quasi la metà degli abitanti quando «Czernowitz era Czernowitz»: una vera Kulturmetropole, il maggior centro di cultura dell’Impero austro-ungarico ad est di Vienna, sede di un famosissimo teatro e patria di scrittori e artisti celebrati nel mondo, come Paul Celan, Rose Ausländer, Edgar Hilsenrath, Gregor von Rezzori, Roman Vlad e soprattutto straordinario crogiuolo di tutte le etnìe, le culture, le lingue e le religioni diffuse dai confini occidentali della Germania e dell’Austria fino alle steppe della Russia. Nella Czernowitz degli anni d’oro la lingua ufficiale era il tedesco, ma si parlavano lo yiddish, l’ebraico, il rumeno, l’ucraino, il russo, il polacco, il ruteno, l’ungherese. Si .. . Un film tedesco degli anni ’90 metafora dell’Europa dei nazionalismi usavano tre alfabeti, si pregava nelle sinagoghe, nelle chiese cattoliche di rito romano e armeno, in quelle ortodosse, in un tempio luterano e persino in una moschea. Tutto questo è stato spazzato via. Dall’Olocausto, innanzitutto. Alla fine della prima guerra mondiale, quando con il disfacimento dell’Impero la Bucovina del nord fu riunita a quella del sud nel regno di Romania, gli ebrei erano quasi il 40% della popolazione di Czernowitz. Quando, dopo una breve occupazione sovietica, la città nel 1941 tornò sotto la sovranità di Bucarest, i tedeschi non ebrei furono trasferiti nel Reich, mentre degli ebrei i pochi sopravvissuti ai campi di sterminio non tornarono a Czernowitz: Herr Zwilling e Frau Zuckermann furono un’eccezione. La città fu annessa all’Ucraina e, spopolata dei suoi abitanti d’anteguerra, ripopolata di ucraini e russi, diventò la grigia capitale di uno dei distretti più occidentali dell’Unione Sovietica. Nel film di Koepp è struggente il contrasto tra l’antico splendore, testimoniato dal teatro e dagli edifici ormai in rovina o faticosamente riciclati alle consuetudini del «socialismo reale», e il grigiore del presente, nel quale i due protagonisti si muovono come fantasmi, nonostante tutto animata da un qualche ottimismo lei («in fondo tutto quello che ci poteva accadere è già accaduto») e immerso in un pessimismo cosmico lui («no, ci può sempre succedere ancora qualcosa di brutto, per esempio un inverno troppo freddo»). Herr Zwilling e Frau Zuckermann sono le figure perfette di una metafora con cui si può leggere la storia di quella parte d’Europa in cui la distruzione delle molteplicità e delle convivenze etniche, linguistiche, culturali, religiose ha portato con sé un declino irrimediabile. Czernowitz era colta, ricca e forse anche felice perché era cosmopolita: RASSEGNASTAMPA 9 venerdì 7 marzo 2014 Uomini in divisa nella base di Perevalnoye: Mosca nega che siano russi, Washington: «Basta prese in giro» FOTO REUTERS Prime sanzioni Ue, Obama: Occidente unito Da Bruxelles un piano graduale, dagli Usa restrizioni sui visti: «Illegittimo voto in Crimea» ● A Roma Kerry e Lavrov: si lavora al gruppo di contatto ● Europa: patto d’associazione con Kiev ● UMBERTO DE GIOVANNANGELI [email protected] Matteo Renzi con il premier britannico Cameron e la cancelliera Merkel FOTO AP non russa, non ucraina, non rumena, non polacca, non cristiana, non ebraica ma tutte le etnìe e tutte le culture insieme. Cernivtsi è triste e forse infelice perché ha cancellato le diversità del proprio passato. Il nazionalismo e la presunzione della tutela di una «identità» etnica portano povertà e conflitti, ed evocano fantasmi pericolosi, come i revanchismi che riscoprono il criminale alleato dei nazisti Stepan Bandera o, sull’altro fronte, i fanatici del neoimperialismo russo che anch’esso reclama «purezza» e superiorità. In questa parte d’Europa, dove si sono succeduti la follia del genocidio nazista e la violenza dell’omologazione etnico-culturale imposta dal potere sovietico anche con epocali trasferimenti di popolazioni, questi pericoli ... È qui una delle ragioni della crisi in Ucraina: l’idea che non ci sia vera libertà se non nell’omogeneità appaiono del tutto evidenti. Ma lo sono anche altrove, nei Balcani occidentali per esempio, come s’è visto nelle pulizie etniche e nelle guerre di pochi anni fa e come si intuisce nelle tensioni che sembrano ora riaccendersi. E anche in terre a noi ancora più vicine, dove gli egoismi e le paure si nutrono della falsa illusione che esista una terra «nostra» da difendere dalle pretese degli «altri». È qui una delle ragioni profonde del conflitto che sta squassando l’Ucraina: l’idea, falsa, che non ci sia vera libertà e indipendenza se non nell’omogeneità, per cui gli ucraini debbono stare con gli ucraini e i russi con i russi, magari sulla base di improbabili statistiche sulle composizioni etniche. Come se fosse possibile tracciare confini etnici, linguistici e culturali non arbitrari nella terra della signora Zuckermann e del signor Zwilling. Lei è morta nel 2002, di lui non sappiamo. Ma guardando quel che sta accadendo sembra di sentirlo dire, come nel film: «Sono pessimista, è vero. Però ho avuto sempre ragione». Da Bruxelles a Roma: sulla crisi ucraina l’Europa si affida a una parola «magica»: de-escalation tra Mosca e Kiev. Ma più che una strategia politica, appare ad oggi una speranza tendente all’illusione. A Bruxelles, il vertice straordinario sull’Ucraina del capi di stato e di Governo dell’Unione europea si protrae molto più del preventivato. La ragione è una: trovare un punto d’incontro tra i Ventotto leader su come rispondere all’ultima forzatura di Mosca: l’indizione, il 16 marzo, di un referendum in Crimea sull’annessione alla Federazione Russa. Sull’Ucraina «abbiamo fatto un lavoro significativo per cercare di accogliere il grido di dolore del popolo ucraino», rimarca il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al termine dei vertice. Spiegare il come sia stato accolto questo «grido di dolore», spetta al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. «Condanniamo con forza la non provocata violazione della sovranità e integrità territoriale ucraina da parte della Federazione russa e chiediamo a quest' ultima di ritirare immediatamente le sue forze armate nelle aree in cui stazionano in modo permanente, in intesa con gli accordi pertinenti». É quanto si legge nella dichiarazione congiunta dei capi di Stato e di governo dei Paesi dell'Unione europea. Inoltre, spiega Van Rompuy, l’Ue ritiene che la decisione di tenere un referendum nel Paese sia contrario alla Costituzione ucraina e perciò deve essere considerata «illegale». Quanto alle misure concrete, il presidente del Consiglio europeo annuncia la decisione dei Ventotto leader di sospendere i negoziati per la liberalizzazione dei visti tra Ue e Russia, come conseguenza della crisi ucraina. Inoltre, i leader dell’Unione europea hanno deciso di firmare con il governo di Kiev i primi capitoli politici di un accordo di associazione «prima delle elezioni in Ucraina del 25 maggio». «I leader europei hanno accolto con favore e approvato all’unanimità il pacchetto da 11 miliardi di aiuti per l’Ucraina presentato dalla Commissione», aggiunge il presidente dell’Esecutivo Ue, Josè Manuel Barroso. Di Ucraina torna a parlare anche Barack Obama. Gli Stati Uniti hanno preso le loro decisioni insieme ai partner europei», prevedendo «conseguenze contro coloro che sono responsabili della situazione in Crimea», dice il presidente Usa. Che in sintonia con i leader Ue definisce «illegale» il referendum sulla Crimea, ma poi aggiunge che: «La soluzione della crisi deve rispettare gli interessi del popolo dell’Ucraina, e anche quelli della Federazione russa. I diritti di tutte le persone in Ucraina, Crimea e Russia devono essere rispettati. Da Washington a Bruxelles. Il capitolo sanzionatorio sarà, nel malaugurato caso, scritto in un’altra occasione. In caso di assenza di risultati, l’Unione europea minaccia l’introduzione di nuove TRE FASI Stop sui visti La prima mossa decisa dall’Unione Europea è l’immediata sospensione dei negoziati con la Russia sulla liberalizzazione dei visti e per un nuovo accordo con la Ue, insieme alla sospensione degli incontri preparatori per il G8 di Sochi a giugno. Sanzioni mirate La seconda mossa prevista dal piano Ue sarà l’introduzione di sanzioni mirate contro personalità russe, ma verrà esaminata solo se Mosca non dovesse cooperare. Alle autorità russe si chiede l’avvio di negoziati diretti con Kiev. Misure economiche Il terzo passo prevede l’applicazione di sanzioni «in una vasta gamma di settori economici». È un terreno impervio per i 28 Paesi Ue. Scatterà nel momento in cui la Russia «dovesse portare avanti nuove azioni per la destabilizzazione dell’Ucraina». sanzioni, una strategia in tre tempi, quali il divieto di accesso nell’Ue per alcune personalità russe, il congelamento mirato di beni e risorse finanziarie e la cancellazione dei summit bilaterali tra Ue e Russia, spiega ancora Van Rompuy. Che avverte: «Ulteriori passi della Russia per destabilizzare la situazione in Ucraina porterebbero conseguenze severe e di vasta portata, anche in aree economiche su vasta scala». Oggi, però, è ancora tempo di lavorare per l’auspicata «de-escalation». «L’Unione europea - si legge nel documento finale del vertice - ha importanti relazioni con Ucraina e Federazione russa ed è pronta a impegnarsi in un dialogo franco e aperto con loro». «Perseguiremo questi obiettivi - prosegue la dichiarazione congiunta dei capi di Stato e di governo dei Ventotto - usando tutti i canali disponibili e chiederemo ai rappresentanti Ue di intraprendere tutte le iniziative necessarie». A prevalere, dicono a l’Unità fonti diplomatiche bene informate, è stata alla fine la linea tedesca, supportata dall’Italia, favorevole allo stop dei negoziati con Mosca su Visti e accordi commerciali, ma non al congelamento dei capitali. «STRADA APERTA» Della crisi ucraina si è parlato anche a Roma, in occasione della Conferenza internazionale sulla Libia. «A Roma viene il messaggio chiaro di una strada diplomatica aperta e fino a 2-3 giorni fa a Bruxelles non sembrava. Oggi quella strada è la parola d’ordine della maggior parte dei Paesi», rileva con soddisfazione la ministra degli Esteri, Federica Mogherini. Se questo porterà a risultati, si chiede la titolare della Farnesina, «non è detto perchè alla fine ci saranno le decisioni politiche», ma è comunque «un segnale incoraggiante rispetto ai segnali di chiusura dello scorso fine settimana». Per Mogherini «è già un risultato che si sia aperto un canale di dialogo e tutti dicono che oggi la strada deve essere diplomatica, politica e non militare». Al meeting di Roma erano presenti anche il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e il suo omologo americano John Kerry, che in conferenza stampa avverte: «Chi sfida il diritto internazionale deve essere punito». A Roma, sottolinea ancora la ministra degli Esteri, è stata definita la proposta di creare un Gruppo di contatto sull’Ucraina «che il ministro russo Sergey Lavrov sta sottoponendo al presidente Putin in queste ore». E l’Italia ha avuto un ruolo cruciale nella messa a punto di questa proposta. RASSEGNASTAMPA 13 venerdì 7 marzo 2014 ECONOMIA Balzo delle tasse locali 130% in più in 20 anni ● L’aumento per compensare il taglio dei trasferimenti dallo Stato, ma ci sono anche le maxi-perdite delle partecipate ● Fassino chiede un incontro a Renzi FELICIA MASOCCO ROMA Le tasse aumentano soprattutto per colpa del fisco locale e se in «periferia», nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni, le cose vanno male in termini di bilancio, le cause sono da ricercare tanto in un federalismo fiscale «senza coordinamento», quanto in alcune zavorre per gran parte identificate nelle aziende partecipate, vere macchine fabbrica-debiti. A fare il punto sul federalismo fiscale ai tempi della crisi è la Corte dei Conti. Il presidente, Raffaele Squitieri è intervenuto ieri nella commissione bicamerale per l’Attuazione del federalismo e ha tratteggiato un quadro a tinte fosche. Squitieri ha appunto rilevato «una mancanza di coordinamento fra prelievo centrale e locale, sconfinata nell'aumento della pressione fiscale complessiva a causa di un effetto combinato: lo Stato centrale che taglia i trasferimenti, ma lascia invariato il prelievo di sua competenza; gli enti territoriali che, per sopperire ai tagli dei trasferimenti, aumentano le aliquote dei propri tributi, a volte anche più dell'occorrente». «con un allentamento dei vincoli anche su singoli settori» viene posto in cima alla lista delle questioni che l’Anci chiede di discutere con il governo sollecitando un incontro con Renzi. L’associazione dei Comuni, presieduta da Piero Fassino, chiede anche una correzione della disciplina che regola il Fondo di solidarietà comunale, attraverso l'attribuzione dell'intero gettito immobiliare ai Comuni «anche nella prospettiva di un alleggerimento della pressione fiscale sulla casa». La «piattaforma» continua con la necessità di darsi una disciplina organica in materia di società partecipate. Quanto questo sia urgente è di nuovo la magistratura contabile a ricordarlo visto che in questi anni sono state vane le misure per ricondurre le aziende partecipate a maggiore efficienza e concorrenzialità. «Il fenomeno - osserva la Corte dei Conti - è di dimensioni ragguardevoli e condiziona anche la tenuta degli obiettivi economici nazionali». Il problema delle perdite riguarda il 33% delle società partecipate da Comuni e Province, e nel 12 % dei casi la perdita è reiterata negli ultimi tre anni. «Di 3.949 società rilevate nel 2012, 469 hanno chiuso con un segno negativo consecutivamente nel triennio, con un valore complessivo medio di 652,6 milioni di perdita». Acqua e rifiuti, gas, energia e trasporti assommano il 64,6% delle perdite totali. La sola Atac romana, «pesa per il 28,6% del totale delle perdite croniche su scala nazionale». Ci sono poi i mancati incassi, una vera e propria mina per i bilanci disastrati dei Comuni: ci sono almeno 13,5 miliardi di euro che gli Enti locali che si avvalgono di Equitalia devono ancora riscuotere ma di fatto non sono recuperabili. Iscritte come residui attivi, queste somme si trasformeranno in «buchi» di bilancio. Operai della Lucchini Lucchini, tre giorni per offerte credibili OSVALDO SABATO FIRENZE L’incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico è stato definito «interlocutorio». Come dire, che una soluzione è possibile, ma che ancora non si vede all’orizzonte. Il guaio è che per la Lucchini di Piombino più passa il tempo e più si aggrava la situazione, con il rischio di vedere andare in fumo migliaia di posti di lavoro. E il quadro si fa ancora più preoccupante dopo il dietrofront di una delle cordate italiane interessate a rilevare lo stabilimento siderurgico, perché lunedì scadono i termini per la presentazione delle proposte di acquisto sia pure non vincolanti della Lucchini. «Non ci sono più le condizioni ambientali» hanno fatto sapere Antonio Gozzi della Duferco Italia Holding e Giuseppe Pasini della Ferlpi Siderurgica in rappresentanza anche di Alessandro Banzato delle Acciaierie Venete, annunciando la loro decisione di non presentare l’offerta non vincolante, lo hanno detto al commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi e alle principali istituzioni locali e nazionali. Dunque, Duferco e Acciaierie Venete si defilano, mentre non giungono segnali concreti dal gruppo tunisino Smc del giordano Khaled al Aabahbeh interessato ad acquisire in blocco lo stabilimento, inclusa l’area calda, che presuppone il funzionamento dell’altoforno. Smc e Lesch, però, presenteranno la loro offerta martedì prossimo con le relative garanzie finanziarie. Lo si è appreso da fonti sindacali a margine del tavolo di ieri al ministero dello Svi- LA MINA DEI MANCATI INCASSI Il risultato: non c’è traccia di compensazione fra fisco centrale e fisco locale, in entrambi i casi le tasse sono aumentate e quelle locali, nell’arco di un ventennio, hanno registrato «un balzo di quasi cinque punti in termini reali, con un aumento del 130%. Quindi «la forza trainante sulla pressione fiscale complessiva, cresciuta dal 38% al 44%, appare imputabile per oltre i 4/5 alla dinamica delle entrate locali. La quota delle entrate locali su quelle dell'intera Pa si è più che triplicata (dal 5,5% del 1990 al 15,9% del 2012)». C’è poi un altro dato, la distribuzione del rincaro delle addizionali sul territorio non è omogeneo, ma scandito da «una sorta di regola distorsiva»: le aree più in crisi, con redditi più bassi come il Mezzogiorno, sono le più penalizzate in termini di Irap e Irpef. Una dinamica che si spiega con due fattori: c’è il progressivo taglio dei trasferimenti dallo Stato agli enti locali che dal 2009 ha pesato per 15 miliardi mentre altri 16 si devono all’inasprimento del Patto di stabilità interno. Un totale di 31 miliardi di minore uscite imposte agli enti locali. Altri sacrifici vengono imposti con la legge di Stabilità del 2014 che prevede, per il prossimo triennio, una riduzione della spesa di oltre 2 miliardi, in modo che il rapporto rispetto al Pil passerà dal 14,8% del 2013 al 13,3 del 2016. Proprio la revisione dl Patto di stabilità luppo economico. E a quel punto partirà la due diligence e la valutazione delle offerte. Un fatto è certo: bisogna far presto. Da parte del governo afferma il viceministro De Vincenti «non c'è alcun pregiudizio nei confronti di nessuna delle proposte». E l’esecutivo rivolge un invito a tutti coloro che hanno presentato le manifestazioni d'interesse per la Lucchini a formulare, entro lunedì, le loro offerte non vincolanti corredate dalla documentazione richiesta dal disciplinare di gara. «Vedremo martedì le offerte che saranno state presentate - dice il viceministro - Valuteremo il contenuto dei progetti, la loro credibilità industriale e finanziaria». «Una volta ricevute le offerte, in un tempo “tecnico” di circa 30-40 giorni, sulla base della capacità finanziaria garantita dalle stesse, verrà scelta, tra le offerte ritenute “vincolanti” quella che garantirà solidità finanziaria ed efficacia dal punto di vista industriale» hanno poi spiegano Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom Cgil, e Gianni Venturi, responsabile per la siderurgia». Ora ill tavolo è stato aggiornato a giovedì prossimo, ed entro questa data, aggiungono i due sindacalisti «si conosceranno le offerte presentate ma anche ultima utile per garantire l'approvvigionamento di materie prime e la continuità produttiva dell'altoforno, condizione imprescindibile per la Fiom per poter gestire la transizione verso i nuovi assetti proprietari e industriali». Infine per il 20 marzo è stata convocata, sempre presso il Mise, una riunione con i sindacati, le istituzioni locali e il commissario straordinario Nardi. Cgil, lo strappo di Bologna sul tavolo di Camusso ADRIANA COMASCHI BOLOGNA Una grana in più per la leader nazionale Cgil Susanna Camusso. La «ricomposizione» della Camera del Lavoro di Bologna - nessun commissariamento, ma la consultazione da Roma dei 150 del direttivo locale per individuare un nuovo vertice - non sarà semplice, né rapida. Non tanto da spazzare via le polemiche che mercoledì sera hanno portato il segretario Danilo Gruppi a ritirare la sua ricandidatura. L’unica certezza è che non ci sono certezze: nessun documento veramente «alternativo», come accusa Antonella Raspadori della segreteria, e anche i 110 «no» al documento finale votato dai delegati (277 i sì) non bastano a spiegare il frantumarsi di una realtà sindacale di primo piano, Gruppi nel 2010 venne eletto con numeri non troppo di- versi. Né basta l’opposizione della Fiom. Anche se il patatrac si consuma proprio su un emendamento sulla democrazia interna. Viene presentato come «un tentativo di mediazione» con le tute blu, da tempo critiche verso il segretario e salite sulle barricate dopo l’accordo sulla rappresentanza sindacale del 10 gennaio (salutato da Gruppi come «l’avverarsi di un sogno»). Ma le parole del segretario affossato («discussione inquinata da dinamiche non trasparenti») sembrano evocare anche altro. Ed è un fatto che in calce all’«emendamento dei 50» stanno le firme di molti dei «suoi» dirigenti, a sollecitarlo «a fare un passo oltre» sul nodo aperto il 10 gennaio, come riassume la giovane segretaria Flc Francesca Ruocco che lo ha sottoscritto. Si chiede di far votare sempre i lavoratori sui contratti di secondo livello, si difende l’auto- nomia delle categorie nazionali sulle sanzioni. «Gruppi aveva assicurato che avrebbe lavorato per l’unità e si è trovato davanti senza preavviso un documento così. Altro che “pontieri”, era un chiaro atto di sfiducia al segretario» ribatte Valentino Minarelli, appena riconfermato alla guida dei pensionati, 96 mila iscritti sui 172 mila della Cgil bolognese. Uno «schiaffo», insomma, condiviso tra gli altri da Slc e Flai, con consensi trasversali oltre le tute blu. Ma i «malpancisti» fanno capolino anche su un ordine del giorno di aperta critica al segretario, per non avere sostenuto (c’era libertà di voto) il referendum che un anno fa chiese alla giunta di Merola di tagliare i fondi alle scuole materne paritarie private, per garantire ulteriori risorse a quelle pubbliche in tempi di crisi. «Non escludo il disagio, veniamo da anni di scarsi risultati» ammette Minarel- li, tra servizi a rischio per i tagli ai Comuni e crescenti difficoltà economiche, «ma c’è stato un esercizio puerile del dissenso, che poteva trovare espressioni più adatte. E comunque noto che giovanilismo e antipolitica hanno fatto breccia anche tra noi con urla, fischi, applausi eccessivi». C’è chi vede anche uno scontro generazionale tra vecchia guardia e giovani leve, «diciamo che ci sono molti nuovi segretari, finalmente, che hanno voluto affrontare dei problemi - chiosa Ruocco -. E attenzione, nessuno ha “impallinato” Gruppi, è lui che ha ritenuto di non poter essere la persona adatta a garantire l’unità». Chissà come percepiranno i lavoratori la “svolta” di via Marconi. Qualche delegato il problema se lo pone, «qui dovremmo invece preoccuparci delle fabbriche, sennò viene giù tutto». RASSEGNASTAMPA 15 venerdì 7 marzo 2014 COMUNITÀ L’analisi L’intervento Il vero rischio che corre il Partito democratico Minoranza Pd responsabile Altri sono poco coerenti Claudio Sardo ● IL PARTITO DEMOCRATICO NON RISCHIA LA ROTTURA PER IL TIMORE DI QUALCUNO DI «MORIRE SOCIALISTA» ORA CHE È APPRODATO UFFICIALMENTE NEL PARTITO SOCIALISTA EUROPEO. E neppure per il timore di qualcun altro di «morire democristiano» ora che Renzi ha conquistato Palazzo Chigi e sconfitto l’ultima generazione di dirigenti nata nel Pci. Sul piano identitario il Pd è più solido di quanto non pensino molti dei suoi stessi esponenti. Nasce dall’Ulivo, ma in realtà le sue radici affondano ancor prima nella storia repubblicana. È oggi il solo partito nazionale e, nel bene come nel male, così è percepito dai cittadini. Ha grandi responsabilità verso l’Italia: non può andare all’opposizione di se stesso. Costituisce l’albero maestro di qualunque ipotesi di sinistra, e le stesse componenti più radicali che si stanno radunando nella lista Tsipras non possono che guardare al Pd come interlocutore necessario se non vogliono scivolare nello spazio dell’alterità totale e anti-sistema ora saldamente presidiata da Grillo. Ma il Pd non è affatto immune da rischi. Nell’impresa in cui si è gettato si gioca comunque l’osso del collo. Non è questo un ordinario tentativo di governo della crisi. Non c’è più nulla di ordinario con queste cifre di decrescita, con questa morìa di imprese, con questa sofferenza sociale, con questa domanda di lavoro che non trova risposte, con queste politiche sbagliate a Bruxelles. Siamo come in un dopoguerra. E l’opera di ricostruzione nazionale deve avere l’idea di un nuovo sviluppo, ma al tempo stesso anche una seria politica costituzionale per rianimare e riformare un sistema democratico vicino al collasso. Questa capacità guidò l’Italia dopo la Liberazione. Ecco, nella connessione tra ricostruzione economica, cambiamento in Europa e ricostruzione democratica, il Pd si gioca la sua stessa esistenza. E se non fosse capace di affrontare la questione democratica, che non è secondaria o sovrastrutturale rispetto ad ogni ipotesi di rilancio e di innovazione del Paese, il Pd potrebbe anche crollare. Siamo a un bivio. L’alternativa è se affrontare il governo della crisi costruendo un nuovo, vitale circuito democratico oppure se accettare la deriva leaderista e populista. Se rianimare, con partiti rinnovati, trasparenti, contendibili, il sistema parlamentare oppure assecondare la spinta anti-partitica e anti-parlamentare. Un Pd che rinunciasse alla sfida della democra- La polemica Bilancio pubblico, disubbidire all’Europa Paolo Leon SEGUE DALLA PRIMA Tra l’altro, perché l’Italia ha contribuito al capitale del Meccanismo europeo di stabilità, che però non interviene a favore dei Paesi con debito alto, ma solo di quelli in pericolo di fallimento, che non è il caso dell’Italia. C’è qualcosa di profondamente sbagliato nelle decisioni della Commissione e che non se ne renda conto è a sua volta un mistero: basterebbe che si rivolgesse al Fondo monetario Internazionale per farsi spiegare qualcosa del funzionamento delle economie in fase recessiva. Il debito è alto, perché era alto fin dall’inizio dell’euro; è stato ridotto più volte negli anni, ma la crescita del Pil, che è al denominatore del rapporto con il debito, è stata frenata dalla necessità di presentare ogni anno un bilancio pubblico con avanzo zia perderebbe la ragione sociale. Non è vero che i tempi stretti ci impongono la scorciatoia autoritaria dell’uomo forte. È vero invece che è in atto già da tempo un trasferimento di poteri dalle istituzioni rappresentative ad entità esterne, cioè poteri finanziari, tecnocrazie, oligarchie, istituti internazionali. E che questo processo è esattamente una delle ragioni del nostro declino. Le questioni istituzionali che il Parlamento sta affrontando non sono allora la ricreazione dei politologi e dei perditempo. Sono un pezzo decisivo del progetto di ricostruzione. Non solo il premier Renzi, ma l’intero Pd si sta giocando la faccia. La legge elettorale è una questione seria, che non può considerarsi conclusa per il solo fatto che Renzi e Berlusconi abbiano trovato un accordo di base. E non c’è soltanto la legge elettorale. La riforma del Senato e quella del Titolo V ridisegneranno la forma di Stato e di governo: il vuoto di contenuti che ancora oggi accompagna questi temi è preoccupante. Ma il compito della legislatura va ancora oltre. Bisogna costituzionalizzare i partiti, altrimenti la crisi di fiducia e di credibilità che li ha travolti nel ventennio passato, diventerà irreversibile. Bisogna attuare finalmente l’articolo 49. L’ha detto ieri molto bene il presidente del Senato Grasso: come si può pensare di affrontare un impegno costituente di questa portata senza garantire nei partiti - cioè negli strumenti veri della democrazia dei cittadini - la trasparenza dei bilanci, le regole di democrazia interna, la parità di genere, una legge sui conflitti di interessi, le incompatibilità, il divieto dei doppi e tripli incarichi? I partiti padronali e patrimoniali hanno distrutto le istituzioni e ci hanno spinto a ridosso di un presidenzialismo straccione, evocato ma non dichiarato. O il Pd riuscirà a rompere questo schema, o non ce la farà neppure a rilanciare l’economia e la società. I leader servono oggi ancora più di ieri - per affermare politiche, progetti di cambiamento, stagioni nuove. Ma non sono il surrogato della democrazia. Ne sono uno strumento. Ieri alla Camera è stata una giornata triste. L’Italicum (ancora in una versione simil-Porcellum) sta passando senza modifiche di sostanza. Una volta ridotta la validità della legge alla sola Camera, c’è un tacito accordo a riesaminare il merito in Senato. Persino l’emendamento sull’equilibrio di genere incontra pesanti veti. Addirittura è stata approvata la norma che consente ai partiti più forti della coalizione di «rubare» i voti dei partiti minori alleati che non superano lo sbarramento. Una simile mostruosità serve esattamente a confermare il bipolarismo coatto e le coalizioni lunghe, che nella «seconda Repubblica» sono state armi per demolire i partiti, per incentivare il trasformismo, per trasformare la politica in un teatrino di leader impotenti. Nel sostenere il governo, il Pd deve dare una nuova prospettiva al suo essere partito. Deve creare anche fuori da sé la convenienza a costruire partiti nuovi, ma democratici e autorevoli nelle istituzioni. Se si arrende, se rinuncia ad essere partito, ha già perso. Maramotti primario (entrate meno spese, senza gli interessi) proprio per ridurre il debito; così facendo, una parte rilevante della domanda di beni e servizi della pubblica amministrazione è stata sterilizzata, riducendo il livello del Pil. Quanto più si vuole aumentare il Pil con politiche di offerta, come l’aumento delle imposte, la riduzione delle spese pubbliche, o il taglio di salari e stipendi (che si vede in tutta evidenza dal peggioramento della distribuzione del reddito), tanto più si riduce la domanda di beni e servizi, e le imprese sono costrette a chiudere. È un classico circolo vizioso, ben noto e già investigato, che solo le teste dure dei partiti conservatori che dominano la Commissione ignorano. C’è qualcosa di più profondo, in questa questione, del caso italiano (greco, portoghese, spagnolo). Quando una regola, come quella del fiscal compact, è sbagliata, è illegale rispettarla anche se è scritta in Trattati, approvati da Parlamenti e, magari, incastonata nelle costituzioni. Il verso di Giovenale, citato all’inizio, è per alcuni soltanto l’espressione del monopolio della forza che spetta allo Stato; ma se quella forza è contraria al diritto (naturale, per qualcuno, collettivo per altri), allora diventa l’espressione di un potere autoritario. Che la regola sia illegale, lo dimostrano poi i dati: entro l’eurozona sono ormai molti anni che alcuni Paesi godono di un surplus nei conti con l’estero, mentre altri soffrono un deficit. In economia, una delle regole dell’equilibrio vorrebbe che nessun Paese fosse in surplus o deficit «strutturale». Entro un’unione monetaria, è necessario che i Paesi in surplus finanzino quelli in deficit, e non con prestiti, bensì acquistandone beni e servizi. Purtroppo, nell’eurozona non esiste un’autorità capace di punire i grassi e favorire i magri, perché la Banca Centrale è stata creata al solo scopo di garantire la stabilità monetaria. Ma anche in questo caso, c’è qualcosa di illegale, perché surplus e deficit strutturali determinano deflazione, un evento che i Trattati europei penavano non esistesse. È abbastanza commovente lo sforzo di Draghi di negare l’evidenza della deflazione, anche se dichiara che l’eurozona dovrebbe attestarsi su un’inflazione del 2% all’anno. L’ho già scritto più volte, ma contro Giovenale c’è un brocardo insuperabile: «Ad impossibilia nemo tenetur» (nessuno è tenuto a fare cose impossibili). Mi rivolgo ai giuristi che studiano il diritto europeo: dov’è la loro analisi? Perché non sfidano la Corte di Giustizia sulle sue interpretazioni dei Trattati? Pochi si sono misurati sul diritto al rifiuto di regole sbagliate, anche se molti – Guarino, Gianni Ferrara, Ferrajoli – hanno da tempo denunciato le mancanze dei Trattati. A questi dovrebbe rivolgersi il nuovo governo, se vuole costruire una posizione di forza nei confronti della Commissione: non pugni, ma il diritto va sbattuto sul tavolo europeo. Giuseppe Lauricella Deputato Pd ● <PARTIAMO DA UN DATO: IL TESTO-BASE DELL’ACCORDO CON FORZA ITALIA COSTITUIVA, SOTTO VARI PROFILI, UNO STRUMENTO NELLE MANI DI BERLUSCONI PER ELIMINARE LE MINORANZE ESTERNE ED INTERNE AI PARTITI MAGGIORI,SENZA,IN ALCUNMODO, RISOLVEREILPROBLEMA DELLA GOVERNABILITÀ. Proprio la go- vernabilità costituisce - soprattutto dopo la sentenza n. 1/2014 della Corte costituzionale - un principio ineludibile per qualsiasi legge elettorale. Fin dal primo atto, Matteo Renzi, da segretario del Pd, ha proposto, ottenendo il sostegno della direzione nazionale del Pd, un unico e coerente percorso di riforme, che andasse dalla legge elettorale alla revisione del bicameralismo, per giungere ad un bicameralismo differenziato, in cui una sola Camera (dei Deputati) accordi o revochi la fiducia al governo. Lo stesso progetto che, poi, diventa il primo punto del programma del governo Renzi. Avremmo preferito, e lo abbiamo proposto, che, essendo venuta meno anche la «premura», atteso l’impegno di un governo di legislatura, si invertisse l’ordine dei fattori: prima il sistema bicamerale; poi, una legge elettorale coe.. . rente e, magari, migliore. Legare La minoranza del Pd, essendo rimasto per legge invariato l’ordine, il sistema con senso di responsabilità e per un sistema elettorale e coerente, ha assunto la modifica del fin dalla prima Comtramite bicameralismo missione, l’emendamento che è una coerenza reca la mia prima firma, la posizione più di sistema logica e ragionevole: tenere legate la legge elettorale e la modifica del bicameralismo. Dunque, la legge elettorale avrebbe efficacia dall’entrata in vigore della legge costituzionale di modifica del bicameralismo. D’altra parte, la legge elettorale prevista nel testo-base non avrebbe potuto funzionare così come è stata concepita, atteso che, sia alla Camera che al Senato, sarebbero risultate due maggioranze diverse, in ogni caso. L’effetto: un governo di larghe intese. Quindi nessuna governabilità ma uno strumento utile ad andare subito alle urne, con la probabilità che vincesse Forza Italia o che, al massimo, con Berlusconi avremmo dovuto condividere un governo di larghe intese. Un’operazione a somma zero, se è vero che con Forza Italia non intendiamo «più» governare. Legare formalmente e per legge il sistema elettorale e la modifica del bicameralismo è una coerenza di sistema, inattaccabile sul piano della logica e della funzionalità, ma «disastroso» (secondo Brunetta) per chi vuole il voto subito ma non le riforme. Pertanto, la soluzione accettata da Berlusconi rappresenta un male minore per Forza Italia: disciplina il sistema elettorale per la sola Camera dei Deputati, non lega formalmente, ma solo politicamente, legge elettorale e modifica del bicameralismo, lasciando aperta la possibilità tecnica di elezioni, seppur politicamente inconcepibile. Su un dato non vi possono essere dubbi: se avessimo approvato il testo-base per Camera e Senato avremmo prodotto un’arma per Forza Italia, incostituzionale, ma pronta all’uso e avremmo certificato la fine di ogni revisione costituzionale. La mediazione trovata rende più difficile la possibilità di andare ad elezioni e crea le condizioni per una possibile modifica del bicameralismo, cui legare la legge per la sola Camera. Altrimenti, tutti avremo fallito. Non so quanti se ne siano accorti, ma esiste un emendamento «aggiuntivo» che ripropone la formalizzazione del legame tra legge elettorale e modifica del bicameralismo. Approvarlo renderebbe tutto il percorso sicuro e coerente. Ma la coerenza è un bene non comune. RASSEGNASTAMPA 16 venerdì 7 marzo 2014 COMUNITÀ Dialoghi Non c’è nessun bisogno di crociate Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta Nel ‘56 i carri armati russi entrarono in Ungheria per domare i compagni ribelli, nel ‘68 la storia si ripeté pari pari contro i partigiani cecoslovacchi e molti comunisti italiani, anche di alto rango, erano schierati con gli aggressori, ora Putin seguendo la tradizione occupa la CRIMEA. COSA È CAMBIATO? ENZO BERNASCONI Tutto. O quasi tutto. Barbara Spinelli ha efficacemente combattutto, su Repubblica di mercoledì, l’idea per cui la crisi attuale in Ucraina sarebbe simile a quelle dell’Ungheria o della Cecoslovacchia. Quello di cui si parla oggi da parte dei russi non è un intervento armato ma un referendum per la Crimea e la necessità di difendere le regioni dell’Ucraina in cui la popolazione di lingua e cultura russa è ancora maggioranza da scelte «antirusse» come quelle maturata nelle piazze di Kiev e sostenute oggi da un governo di cui fa parte un nazista CaraUnità Il «non-partito» del M5S Da giovane, al margine delle lezioni di matematica, incuriosito dai «numeri immaginari» (radice quadrata dei numeri negativi), mi mettevo talvolta a fantasticare di formule utili a rappresentare entità inusuali, come il «non-segmento» (quel che resta della retta, sottraendone un segmento) oppure il «non triangolo» (quel che resta di un piano, bucato da un triangolo). Non mi ricordo di aver fatto molti progressi, e poi mi sono dato all’urbanistica, invece che alla matematica (con non so quali danni per il territorio). Però mi piacerebbe ora capire, in termini logici, se si può applicare anche ad un «non partito» (come il M5S) l’assioma di Vladimir Ilic Lenin (dal Che Fare) «epurandosi un partito si rafforza»; o forse il non-partito si indebolisce? Oppure si riconosce come «partito», e così si rafforza a puntino anche lui? Aldo Vecchi Pd e PS europeo Il Pd confluisce nel Partito socialista europeo e qualcuno se ne dispiace. Poteva forse confluire nel Partito popolare dove ormai prevalgono i sostenitori della finanza libera e onnipotente? Anche in Italia qualche ex-popolare o ex-margherita rimpiange i vecchi tempi in cui il popolarismo era più deciso nella difesa Il commento Università, il ministero e i concorsi a fotografia Alessandro Figà Talamanca Matematico ● SIAMOINREGIMEDIBLOCCODELRECLUTAMENTOUNIVERSITARIO,MAQUALCHECONCORSO VIENE ANCORA BANDITO. Si tratta di concorsi a posti di «ricercatore a tempo determinato» una nuova figura che, secondo la recente riforma dovrebbe costituire il canale principale di reclutamento dei giovani alla carriera universitaria. I concorsi dovrebbero essere aperti a tutti i giovani qualificati, ma molti professo- Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 dichiarato come Bandera. Yanukovich, dicono i russi, era il leader di un governo scelto, in libere elezioni, da una maggioranza significativa dei cittadini dell'intero Paese e non un dittatore come Gheddafi o come Saddam Hussein. Da giudicare nei tribunali locali o internazionali se ha commesso abusi, ovviamente, come qualsiasi cittadino ma da giudicare prima di tutto, come un qualsiasi premier, con il voto. Considero personalmente Putin un uomo spregiudicato e mi auguro con forza che i russi se ne liberino al più presto (votando, anche qui e senza guerre civili) ma sarebbe un errore tragico, in questo momento, affrontare le posizioni della Russia con un linguaggio da crociata. Di crociate il secolo iniziato da poco ne ha già patite molte. Le soluzioni per questa crisi vanno cercate con la pazienza e il realismo di chi si confronta con un problema complesso. Evitando gli isterismi e gli estremismi e dimostrando di aver fiducia nella democrazia. Via Ostiense,131/L 00154 Roma [email protected] dei diritti delle classi disagiate. Quel tempo è chiuso e solo Fioroni nel Pd non lo riconosce. Ma è chiuso anche per colpa di quegli ex che non hanno saputo interpretare la difesa degli umili, la solidarietà tra i popoli, la lotta alle manovre dei sopraffattori, l'applicazione dei valori costituzionali nel nostro Paese. In sostanza si sono limitati alla difesa formale dei «valori non negoziabili» dimenticando la sofferenza attuale dei più. E allora ben vengano i socialisti europei, e anche i comunisti, e anche la lista del greco Alexis Tsipras se sapranno applicare con determinazione e coraggio i principi della solidarietà europea, ispirandosi non solo alle Costituzioni più avanzate, come quella italiana, ma anche alle azioni rivoluzionarie civili e sociali di Papa Francesco. Allora forse anche quei popolari rientreranno nello spirito giusto. Mauro Bortolani Pizzaioli per un giorno Chi da piccolo non ha sognato di poter, anche solo per un attimo, trasformarsi in un bravissimo pizzaiolo e potersi barcamenare tra farina, acqua e lievito senza incorrere nei rimproveri materni per il disordine provocato. Questo é il sogno che i bambini delle elementari dell'Istituto Comprensivo «Gatto» di Battipaglia hanno potuto coronare grazie ri, con il consenso delle università e del ministero hanno trovato il modo di riservarli a priori ad alcuni predestinati. Lo strumento è ben noto, si tratta del cosiddetto «concorso a fotografia» per il quale nel bando viene disegnato un «profilo» del futuro vincitore che corrisponde esattamente al profilo scientifico del predestinato, ad esempio corrisponde al titolo e all’argomento della sua tesi di dottorato. Questa pratica furbesca che consente di prescindere dal merito scientifico dei concorrenti è talmente ben nota che la legge la proibisce esplicitamente. La legge 240 del 2010 stabilisce che un eventuale «profilo» può essere specificato «esclusivamente tramite indicazione di uno o più settori scientifico disciplinari», per fare un esempio si potrà specificare che il candidato debba essere un esperto di «Probabilità e statistica matematica» ma non necessariamente un esperto di «Processi di diffusione negli spazi ultrametrici». I bandi che non rispettano la legge dovrebbero essere censurati dal ministero, ma questo non avviene; anzi il ministero all'intuito del maestro pizzaiolo Vito De Vita della Scuola napoletana pizzaioli, che reduce da un'analoga esperienza, sebbene più articolata, con i ragazzi dell'Istituto Alberghiero «Ferrari», ha pensato di trasformare la didattica in un divertentissimo gioco. E soprattutto, grazie alla disponibilità del dirigente scolastico Fortunato Ricco, che ha saputo individuare nel progetto un valido incentivo alla conoscenza ed ha consentito ai suoi allievi di diventare «pizzaioli per un giorno». Diligenti, educati e particolarmente curiosi, i piccoli artigiani hanno impastato, fatto lievitare, steso e infornato un numero notevole di pizze, grazie alla disponibilità delle strutture di Pizzaart, nel cuore cittadino di Battipaglia. E così, panetto dopo panetto, anche i più piccoli hanno potuto arricchire il loro bagaglio di esperienze e conoscenze con nuovi valori che vanno dal rispetto delle tradizioni culinarie, alla corretta gestione degli ingredienti al fine di contribuire ad una sana alimentazione, fino ad arrivare al riconoscimento di una nuova figura professionale. Del resto, è stato San Francesco d'Assisi il primo a dire che chi lavora con le mani è un operaio, chi usa la mente è un progettista, ma chi sa coordinare mani, mente e cuore è un artigiano. Helga Liberto stesso incoraggia questo tipo di bando consentendo la descrizione del profilo nel sito ufficiale del ministero. La violazione della legge potrebbe essere eliminata attraverso il ricorso di un candidato ai Tribunali amministrativi, ma i ricorsi costano e nessuno può garantire che il ricorrente che ottenga dal tribunale la cancellazione del «profilo» dal bando, risulti poi vincitore. Complice il ministero si sta diffondendo quindi una prassi illegale che può portare solo danni al sistema universitario. Naturalmente le scuse per violare la legge sono molte, ma tutte legate a una caratteristica negativa del sistema universitario e scientifico in Italia e cioè la sua struttura gerarchica, che prevede che gli argomenti e la direzione della ricerca siano indicati da un anziano «grande capo», mentre i giovani nell’età più creativa vengono mantenuti in una situazione di dipendenza. Secondo questa prassi il posto di ricercatore appartiene quindi ad un «grande capo» che ha diritto di scegliersi il «collaboratore». Localismo e nepotismo, i mali dell’università italiana sono casi estremi di questa assurda prassi. La tiratura del 6 marzo 2014 è stata di 65.471 copie L’intervento Pensioni, un nuovo equilibrio per i diritti Cesare Damiano ● NELSUODISCORSODIINSEDIAMENTOALSENATOEDALLA CAMERA IL PREMIER MATTEO RENZI NON HA CITATO IL TEMA DELLE PENSIONI. Noi pensiamo che questo sia un errore per due motivi: il primo é che va indicato il modo di risolvere il problema degli «esodati», come promesso al tempo delle primarie; il secondo è che bisogna correggere la «riforma» delle pensioni targata Fornero perché, non solo è socialmente iniqua, ma impedisce anche l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro: se i padri sono costretti a stare in attività fino a 67 anni, i loro figli e nipoti resteranno a lungo fuori dalle porte di fabbriche ed uffici per mancanza di turnover. A questo silenzio di Renzi corrisponde un preoccupante mormorio sul tema previdenziale che coinvolge politici e studiosi della materia. Come se non bastassero tutti gli interventi fin qui fatti che hanno fortemente penalizzato i lavoratori e le lavoratrici che, per sopraggiunti limiti di età e di contributi, stavano per lasciare il lavoro, adesso l’attenzione si rivolge anche alle pensioni in essere. Il tema, ancora una volta, è il riequilibrio dei diritti e delle prestazioni tra le vecchie generazioni e quelle più giovani. All’interno di questa argomentazione c’è anche quella dell’abuso delle pensioni d’oro, quelle ottenute furbescamente attraverso calcoli di convenienza attuariale o con la sommatoria di vitalizi dovuti al cumulo degli incarichi: in questo caso è giusto parlare di privilegi che vanno combattuti e superati. Ma l’impressione che abbiamo è quella che invece si voglia partire dalle pensioni d’oro per scivolare verso quelle d’argento e non fermarsi lì. Poi si pas.. . sa a quelle di bronzo e a quelle di ferro: parliamo degli opeIl governo rai da 1.200 euro netti mensideve li guadagnati dopo 35/40 anni di lavoro alla catena di monaffrontare taggio o nelle fonderie. Il pecil tema esodati cato originale di questi lavoratori, secondo alcuni commene il rapporto tatori e studiosi, è quello di fra avere un assegno pensionistico calcolato con il sistema regenerazioni tributivo. Parliamo in ogni caso di cifre che toccano il lavoro dipendente con carriere medio-basse (Lavoceinfo, ad esempio, fissa il tetto per il ricalcolo a partire dai 2.000 euro lordi mensili). Questo disegno va sconfitto. Ancora una volta si pone un problema giusto, quello della pensione adeguata per i giovani, e si suggerisce la soluzione sbagliata: la riduzione dell’assegno a chi è oggi in pensione, non distinguendo tra coloro che arrivano a malapena a fine mese e coloro che nuotano nell’oro. Dopo la novità dei «lavoratori poveri», adesso vogliamo anche aumentare la platea dei «pensionati poveri»? La nostra proposta inserita nel «Decalogo per le pensioni» presentato in un convegno di Lavoro- Welfare giovedì scorso, prevede, tra l'altro: l'introduzione di un criterio di flessibilità nel sistema previdenziale (una uscita dal lavoro in un'età compresa tra i 62 ed i 70 anni, con 35 anni di contributi ed una penalizzazione massima dell'8%); la soluzione del problema degli «esodati» (esiste un testo di legge unificato della commissione Lavoro della Camera che vorremmo sottoporre al presidente del Consiglio ed al ministro del Lavoro); la fissazione di un tetto di 5mila euro netti mensili (90mila euro lordi annui) a partire dal quale intervenire per rendere strutturale un prelievo sulle «pensioni d'oro» da redistribuire ai pensionati più poveri; il raggiungimento dell'obiettivo di un tasso di sostituzione del 60% (retribuzione/pensione) per le giovani generazioni. Obiettivo che si raggiunge, nella nostra proposta, con una pensione di base di 442 euro finanziata dalla fiscalità generale, sulla quale costruire il calcolo contributivo del futuro. Le nostre proposte vanno nella direzione di un riequilibrio dei diritti e delle prestazioni tra le vecchie e nuove generazioni e della lotta ai privilegi, ma in coerenza con quello che ha affermato lo stesso Matteo Renzi nell’incontro ormai famoso con il segretario della Fiom Maurizio Landini: dobbiamo pensare anche ai non garantiti, senza eliminare diritti ma dandoli a chi non li ha. Un argomento con il quale siamo totalmente d'accordo. Il nostro «Decalogo sulle pensioni», elaborato da un gruppo di parlamentari della commissione Lavoro della Camera, lo sta a dimostrare. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA Il ministro dell’Economia si impegna su riforme e utilizzo dei fondi strutturali Ue Padoan stoppa nuova manovra I fondi necessari saranno recuperati attraverso la spending review e il rientro dei capitali dall’estero di FRANCESCO CARBONE ROMA - Non abbiamo rassicurazioni da dare: Matteo Renzi interviene sulle frizioni in corso tra Roma e Bruxelles proprio mentre l’esecutivo è al lavoro sulle prime azioni di rilancio che dovrebbero vedere luce (il job act) già la prossima settimana. Al centro delle contestazioni lo stato dei conti pubblici italiani dopo i severi giudizi arrivati ieri dalla Ue. E si torna a parlare di un possibile ‘bucò. Ma l’ex ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni taglia corto: “escludo nel modo più assoluto che vi siano buchi” nei conti “o che vi sia bisogno di fare manovre correttive”. Il governo si impegna comunque a riferire presto in Parlamento. E comunque lunedì sarà lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ad illustrare all’Eurogruppo le priorità economiche del nuovo esecutivo. Ma su una cosa intanto tutti sono concordi (il ministro dell’Economia, l’ex ministro e Palazzo Chigi): non ci sarà bisogno di una manovra di aggiustamento dei conti. Anche perchè - dice appunto il premier Matteo Renzi a Bruxelles - “non abbiamo rassicurazioni da dare” ai partner europei sullo stato dei conti e basta con il “costante refrain italiano per cui si dipinge l’Europa come il luogo dove veniamo a prendere i compiti da fare a casa. L’Italia sa perfettamente cosa deve fare e lo farà da sola e lo farà non perchè lo dice l’Europa ma per il futuro dei nostri figli”. Quindi ripete 2 volte: “la priorità è il lavoro e la crescita, il lavoro e la crescita”. E ribadisce che il 12 marzo il Cdm varerà il pacchetto sul lavoro. La complessa giornata inizia con un’intervista nella quale il titolare di via XX Settembre Pier Carlo Padoan chiarisce che l’obiettivo ora è “concentrare tutto l’intervento in una direzione”, “tutto sulle imprese, oppure tutto sui lavoratori”. Quindi si lavora ancora. Quanto alle coperture dalla Spending review queste possono arrivare a “5 miliardi su base annua”, e poi ci saranno misure transitorie come il “rientro dei capitali”. Poi i conti: “sul deficit sottolinea - non dobbiamo tornare oltre il 3%”. Il debito, aggiunge, va abbattuto e “non perchè ce lo chiede l’Europa ma per noi”. Urge quindi “rafforzare il programma di privatizzazioni”. Insomma è tutto sotto controllo e il monito della Ue è certo “severo ma va nella direzione di quello che pensiamo noi”. Interviene anche il governatore della Bce, Mario Draghi, che sembra appoggiare il richiamo dell’Ue: “senz’altro accogliamo con favore le raccomandazioni della Commissione” e questo perchè “sarebbe un disastro tornare indietro sul risanamento dopo “così tanti sacrifici e così tanto dolore”. E la ‘ripresa lentà che vede Draghi più la decisione della Bce di non iniettare nuova liquidità, non sembra impressionare troppo i mercati che proseguono la giornata con il segno positivo. Chi sembra invece decisamente contrariato è l’ex ministro Saccomanni, che in una mail ‘di fuocò se la prende con Renzi per i commenti “immotivati e incomprensibili” apparsi sulla stampa e attribuiti al premier sullo stato dei conti lasciati dal governo Letta. Ma arriva la smentita del responsabile economico del Pd, Filippo Taddei: “Renzi non l’ha detto”. Saccomanni però se la prende anche con la commissione Ue che “sorprende” nell’analisi sugli squilibri italiani. Ed è sorpreso anche Taddei per le considerazioni sul debito. Infatti - dice Saccomanni - l’alto livello del debito pubblico dipende anche dal pagamento dei debiti arretrati della P.a. e dal pagamento del fondo Salva-Stati (pesa 52 miliardi) che non sono certo azioni che Bruxelles non conosce avendole Roma preventivamente concordate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan | IL PREMIER A BRUXELLES | Primo esame per Renzi «Niente compiti a casa» di LUIGI AMBROSINO BRUXELLES - Matteo Renzi “cambia verso” anche in Europa. Sono da poco passate le 11 del mattino quando il premier, abito blu e cravatta in tono - unico tra i 28 a non aver ancora superato la soglia dei 40 anni sbarca per la prima volta a Bru- Angela Merkel e Matteo Renzi a confronto xelles da capo del governo. E lo fa proprio all’indomani della pesante strigliata della Ue su debito e competitività che relega l’Italia sullo stesso scomodo carro di Croazia e Slovenia. Ma la tabella del premier non cambia affatto, e Renzi non arriva certo in Europa per farsi mettere dietro la lavagna. Il succo del messaggio che porta a Bruxelles lo sintetizzerà lui stesso in serata: basta con il refrain dell’Europa come il luogo dove l’Italia “viene a prendere i compiti da fare a casa“, perchè “sappiamo già perfettamente cosa dobbiamo fare e lo faremo da soli, per il futuro dei nostri figli.” Il rispetto per le istituzioni europee e la consapevolezza della gravità della situazione italiana ovviamente restano, ma la differenza di toni con chi lo ha preceduto a Palazzo Chigi appare siderale. “Ha uno stile completamente nuovo rispetto a quello al quale eravamo abituati“, racconta chi lo ha visto per la prima volta all’opera tra i corri- doi e la sale del Justus Lipsius, la sede del Consiglio Ue. E’il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso il primo a venirgli incontro e ad avere un breve colloquio con lui dopo il saluto con Van Rompuy. Quindi il pre-vertice dei ‘big 5’ sull’Ucraina. E’ qui, in una stanzetta spartana accanto alla sala del Congresso, che Renzi si siede per la prima volta allo stesso tavolo con chi in Europa conta davvero. La cancelliera tedesca Merkel, il presidente francese Hollande, il premier britannico Cameron. E il collega polacco Tusk. Si parla della tragedia di Kiev, si cerca di mettere a punto una posizione comune. Seduto proprio accanto alla Merkel, i due ne approfittano per un breve scambio di vedute. Il premier passa dal francese con Hollande all’inglese con Cameron e Merkel. E “l’accoglienza è stata buona da parte di tutti”. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ANALISI Per la Corte dei Conti gli enti locali hanno dovuto tagliare 31 miliardi Le tasse aumentano, federalismo fiscale bocciato Per Raffaele Squitieri il Sud è stato penalizzato I sindaci si difendono: «Niente risorse da Roma» di MARIA GABRIELLA GIANNICE ROMA - La gran parte dell’aumento della pressione fiscale registrata dal 1990 è dovuta all’aggravio delle tasse locali. Il federalismo, in particolare quello fiscale, non ha mantenuto le promesse. Gli effetti virtuosi di efficienza, contenimento della spesa, minor costo dei servizi, non ci sono stati, anzi, anche per colpa della crisi, la pressione del fisco è aumentata e si è diversificata da ente locale ad ente locale, comportando delle differenze “distorsive” che vanno ad aggra- vare le situazioni economiche di territori e contribuenti più deboli. A dirlo è la Corte dei Conti che, dati in mano, ha “bocciato”, al momento, il federalismo fiscale. Secondo i dati della Corte dei Conti, dal 1990 al 2012 “la forza trainante sulla pressione fiscale complessiva, passata dal 38 al 44%, appare imputabile per oltre i 4/5 alle entrate locali. Per Squitieri il Sud è stato penalizzato. Parla per loro il presidente dell’Anci, Piero Fassino: i tagli ai trasferimenti subiti dai Comuni dal 2007 ad oggi - ha sostenuto - “sono stati nettamente superiori all’incremento della fiscalità locale.” La Corte Conti conferma che dal 2009 al 2012, in piena crisi, gli enti locali hanno dovuto tagliare 31 miliardi: 15 per compensare il calo dei trasferimenti dallo Stato e 16 miliardi per effetto di misure di inasprimento del Patto di stabilità. Ma l’analisi dei magistrati contabili punta l’indice anche su altri squilibri, come la differenziazione del “ricorso alla leva fiscale” fra i vari enti locali. C’è “una sorta di ‘regola distorsivà che penalizza i territori con redditi più bassi ed economie in affanno”. Insomma Irpef e Irap sono più pesanti proprio dove ci sarebbe più bisogno di alleggerire il fisco per liberare risorse. Piero Fassino RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 VOTO E NORME Stop and go alla Camera Italicum a fasi alterne e sulle quote rosa la tensione sale di GIOVANNI INNAMORATI | I NODI DELLA RIFORMA | Dopo la norma anti-piccoli dubbi sulla parità di genere di ANNA LAURA BUSSA ROMA - Il cammino della riforma elettorale, che si annunciava in discesa continua a trovare sul suo cammino ostacoli non facili. Il tema più caldo, al momento, è quello dell’asimmetria che si creerebbe tra le Camere se, una volta approvato l’Italicum, si tornasse a votare prima che si sia completata anche la riforma del Senato. In quel caso, per Montecitorio, si tornerebbe a votare con un sistema maggioritario, mentre per Palazzo Madama si ricorrerebbe al “Consultellum”, cioè un meccanismo di fatto proporzionale. Che richiederebbe comunque un intervento normativo per tradurre in legge almeno il discorso delle preferenze sollecitato dalla recente sentenza della Corte Costituzionale. Il rischio, in questa situazione, è che esca fuori un Parlamento con due maggioranze e soglie d’accesso completamente differenti. Peraltro, una camera con il ballottaggio e l’altra con il turno unico. Ma non è questo l’unico problema. A tormentare le forze politiche non è solo la questione delle soglie, ma anche quella del premio. Prima di tutto, si osserva anche nella maggioranza, c’è uno stacco eccessivo tra la soglia prevista per le forze politiche coalizzate e quelle che invece scelgono di presentarsi da sole. Poi c’è il meccanismo del premio che desta non poche perplessità e che per molti andrebbe definito con più chiarezza, visto che «rischierebbe di avere effetti ancora più dirompenti» del Porcellum. di TEODORO FULGIONE I“piccoli”, poi, sono sul piede di guerra per la norma che di fatto li renderebbe “portatori d’acqua” dei partiti più grandi, senza che a loro gliene venga nulla in cambio. Una forza politica del 20%, infatti, potrebbe raggiungere il traguardo del 37% grazie al fatto che si è coalizzata con quelle minori. Arrivando così ad incassare il premio di maggioranza. In questo caso, per come è scritta la norma, al partito più grande finirebbero tutti i seggi, mentre i cespugli, se non superassero il tetto del 4,5%, resterebbero completamente a bocca asciutta. Recente, infine, è la polemica sulla rappresentanza di genere scatenata dalle parlamentari in modo bipartisan. Per molte deputate e senatrici, infatti la misura contenuta nel provvedimento, secondo la quale non si possono candidare più di due dello stesso sesso consecutivamente, non garantirebbe una sicura presenza delle donne alle Camere visto che nell’Italicum le liste sono corte. E le possibilità di venire elette sono ridotte. «In realtà - commenta il costituzionalista Stefano Ceccanti - tutte le questioni sollevate dalle varie forze politiche non si possono considerare così dirompenti a livello tecnico visto che comunque l’Italicum i principi fondamentali contenuti nella sentenza della Consulta li recepisce: ha una soglia, le liste bloccate sono corte e il premio è limitato. E non è che se non si garantisse la parità di genere come si chiede ora a gran voce si potrebbe correre il rischio che la riforma venga impugnata». ma l’indicazione del partito è di non far saltare l’accordo generale, a coROMA - L’accordo Renzi-Berlusco- sto di sacrificare le parità di geneni-Alfano sta reggendo il test del re. Nel pomeriggio è circolato un voto della Camera, compresi quelli appello ai leader, cioè Renzi e Bera scrutinio segreto. Non mancano lusconi, affinchè dessero il via libeperò le tensioni, a partire da quella ro. Su esso sono state raccolte firsulle quote rosa, che sta spaccando me in Aula, ma poi il testo si è perso soprattutto Forza Italia, cosa che nel nulla. Il che non è un buon seha portato ad uno slittamento del gno. voto finale a lunedì prossimo, deciIn questo stop and go, che ha coso dalla Conferenza dei capigrup- stretto a far slittare il voto finale a po, nonostante la contrarietà del lunedì, si inserisce l’accantonaPd. Ma sono le parole del presiden- mento di altri emendamenti, come te Napolitano a costituire l’elemen- il cosiddetto “salva Lega.” Infatti si to principale della giornata: il Capo è evitato il voto sulle proposte bordello Stato ha inder-line nel timofatti chiarito che re di un incidente, non intende proviste le tensioni nunciarsi mentre su altri temi. il Parlamento sta Infine il Presilavorando, ma dente della Reche prima di propubblica, tirato mulgare la legge per la giacca in procederà ad un questi giorni sia “attento esame.” da alcuni media Oggi l’aula delche da esponenti la Camera lavora delle opposizioni fino a Mezzanotte contrari alla lege sta respingendo ge, ha voluto ritutte le proposte cordare quali sodi modifica estrano le prerogative nee al patto Pd-Fie i limiti del QuiriNcd. Sono stati Deputate Pd al lavoro sulla norma nale. “Mentre sobocciati, tra l’alno in corso ditro, gli emendamenti dei partiti mi- scussioni e votazioni in Parlamennori che abbassavano le soglie di to - ha detto Napolitano in una nota sbarramento (il 4,5% per i partiti - è fuorviante chiedere al Presidencoalizzati, l’8% per quelli che corro- te della Repubblica - in nome di preno da soli). Però sia la minoranza sunte incostituzionalità - di prointerna del Pd, oggi con Gianni Cu- nunciarsi o ‘intervenirè sulla maperlo, sia Ncd, hanno ribadito la vo- teria”. lontà di sollevare il tema delle preNapolitano ha poi ricordato le ferenze (estranee all’accordo) du- sue numerose sollecitazioni al Parrante l’esame in Senato. lamento a modificare la legge eletInsomma, nulla è ancora sconta- torale sin da quando la Corte Costito e lo dimostra la tensione sugli tuzionale sollevò nel 2008 dubbi emendamenti bipartisan che in- sul Porcellum. Essendo “finaltroducono la parità di genere sia mente” partito l’iter parlamentare nelle liste bloccate, sia tra i capoli- della riforma, ha quindi avvertito sta di ogni Regione. Oggi c’è stata Napolitano nella sua nota, “il Preuna riunione a Forza Italia, partito sidente della Repubblica non può che si è espresso nettamente con- che auspicarne la conclusione potro le quote rosa. Nell’incontro le sitiva su basi di adeguato consenso parlamentari firmatarie di questi parlamentare, non avendo altro emendamenti (come Stefania Pre- ruolo da svolgere che quello della stigiacomo, Mara Carfagna, Rena- promulgazione - previo attento ta Polverini o Annagrazia Cala- esame - del testo definitivamente bria) sono state invitate a ritirarne approvato dalle Camere”. l’appoggio. Altre loro colleghe, coUn modo per ricordare che rimame Mariastella Gelmini o Daniela ne sì vigile su questo tema, nel riSantanchè hanno preso le distanze spetto dei parametri coastituziodagli emendamenti. Secondo il nali e delle indicazioni della Corte, racconto delle sostenitrici della pa- ma con la premessa che sarebbe rità di genere, Silvio Berlusconi ben lieto di veder portato a compinon sarebbe contrario mentre l’op- mento questo delicato iter parlaposizione arriverebbe da Denis mentare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Verdini. Il Pd sarebbe favorevole, LA SCELTA I senatori dimissionari sono stati cacciati dal movimento presentano per affrontare i colleghi. Volano insulti, parolacce. Il clima si scalda. Circola l’ipotesi, mai confermata, di una mediazione: voi ritirate le dimissioni e rientrate. Ma si tratta di un’idea irrealizzabile. L’ortodossa Barbara Lezzi taglia corto: “Non c’è nulla di cui discutere e, se avessero voluto ritirare le loro dimissioni, lo avrebbero già fatto”. D’altronde, l’altra sponda non prende in considerazione la cosa. Così, dopo l’ennesima lunga riunione, i cinque espulsi non ritirano le dimissioni, ma non sciolgono neanche i dubbi sulla loro destinazione futura. C’è chi vuole tornare a casa, come annuncia la Bencini tra le lacrime; chi vuole continuare a “lottare dall’interno”e magari passare al misto; e chi andare a formare un nuovo gruppo parlamentare al Senato perchè “ora i numeri ci sono”. Grillo accelera la spaccatura nei Cinque Stelle ROMA - L’immagine che rappresenta al meglio cosa accade al M5S è quella di una valanga: iniziata con un piccolo smottamento, ovvero un’espulsione e qualche richiamo di Beppe Grillo su blog a inizio legislatura, e trasformatasi in poco tempo in una massa inarrestabile. Una massa confusa, formata da “dissidenti“, “ribelli”, “dimissionari” ed “espulsi” che, visti i numeri, presto potrebbero confluire in un nuovo gruppo parlamentare a Palazzo Madama. Altri cinque senatori, infatti, lasciano il gruppo Cinque Stelle al Senato: sono Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani che sono stati “cacciati” direttamente da Grillo. Il leader non ha gradito le loro minacce di dimissioni in segno di protesta contro le quattro espulsioni dei “dissidenti” e gli ha dato il ben servito dal suo blog. Gli epurati salgono così a 13: gli ultimi cinque; i quattro “ribelli” Orellana, Battista, Campanella e Bocchino espulsi la scorsa settimana; ed i quattro più datati Mastrangeli, De Pin, Gambaro e Atinori. A questi, inoltre, potrebbero aggiungersi presto altri parlamentari (quattro-cinque secondo fonti parlamentari) rimasti “sorpresi” dalla decisione di Grillo. “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie“, confida un senatore che cita Giuseppe Ungaretti per spiegare che “ormai ne casca uno dopo l’altro.” Il “clima interno è av- velenato“, aggiunge. Chiede l’anonimato. Confida anche il timore di essere “beccato in Transatlantico da qualche solerte spia a parlare con chi non di deve.” “Tanto basta per finire tra i cattivi.” Tra i cinque stelle (“ortodossi“, “ex“,“espulsi”) regna il caos. E non aiuta la notizia dell’invio di una lettera di minacce con proiettili inviata a Lorenzo Battista e al collega Luis Orellana, ma nella quale si citano anche altri “dissidenti” come Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Paola De Pin. “Non ho timore, ma certo non fa piacere”, confessa Campanella. “Grillo è fuori dal mondo per la modalità” con cui ha fatto queste altre cinque espulsioni “e perchè afferma, di fatto, che lui è il padrone del movimento.” Nel gruppo al Senato è il momento dei regolamenti di conti. Campanella ricorda la vecchia questione dei soldi: “Viene usata per fare pressione” su chi dissente, dice. E contrattacca: “Io ho sempre restituito tutto, ma tra i talebani si dovrebbero fare più controlli. C’è anche chi ha assunto il convivente. Io non l’avrei mai fatto.” “Sono solo scuse. Fanno il gioco di Renzi e vogliono appoggiare il Pd”, è l’accusa degli “ortodossi.” Lo scenario per lo show-down è la riunione del gruppo M5S nel pomeriggio. I cinque neo-espulsi si © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA Le amministrative a Potenza e in provincia C’è un gran caos nel centrosinistra di SARA LORUSSO POTENZA - «È un modus operandi vetusto e nauseabondo quello attuato da chi, lanciando messaggi di ogni genere, pensa che il Pd prima, e la coalizione di centro-sinistra dopo, debbano subire pressioni sul metodo e sui tempi per la scelta del candidato sindaco della città di Potenza». Piuttosto, dice Antonio Losasso (Popolari uniti), sarebbe meglio concentrarsi sui programmi, sui temi, su un finire di legislatura segnato da fatica, nessuna risorsa, malcontento popolare. Il punto è che a poche settimane dalla presentazione delle liste - e con in prospettiva una competizione elettorale per nulla scontata il partito di maggioranza relativa nel capoluogo non solo non ha una chiara idea sul candidato sindaco, ma non ha neanche definito un metodo comune con gli alleati. Nè è chiaro ai più quale sarà il confine della coalizione di centrosinistra. Losasso riprende, così, il tema “primarie”. «Nessuno pensi che la partecipazione alle primarie possa costituire una sorta di salvacondotto, come accaduto alle ultime elezioni regionali, per accedere a incarichi di rilievo o di primo piano per la città». «Il rinnovamento avviato a livello regionale - continua Losasso - non può che continuare anche a livello di capoluogo, creando quella necessaria discontinuità con il passato ed archiviando una volta per tutte la pagina degli assessori comunali a vita. Su tale indirizzo, l’imminente competizione elettorale non potrà diventare occasione per la collocazione di ex consiglieri regionali o provinciali usciti dalla porta e convinti di rientrare dalla finestra». Insomma non basterà sbandierare la richiesta di primarie, né mettere in pratica la competizione popolare per garantire cambiamento. Il rischio, anzi, potrebbe essere opposto. Gli alleati del Pd sono in fibrillazione. Poca chiarezza, molti aspiranti alal carica di primo cittadino, un certo movimentismo diffuso e forse anche poca certezza di quanto si muove nel campo avversario, contribuiscono a creare una situazione di stasi. La tempistica, però, non è più un fattore che gioca a favore. Anche l’Idv si fa largo nella discussione. In questo caso, le primarie sono una condi- «Consultare non serva per premiare qualche uscente» L’incontro istituzionale L’appuntamento di Pittella con i parlamentari IL presidente della regione Marcello Pittella aveva invitato i due lucani appena nominati nella squadra del governo Renzi a un incontro istituzionale, anche con i parlamentari della Basilicata. Ieri sera la conferma dell’appuntamento istituzionale. Oggi pomeriggio, nella sala Verrastro del palazzo della giunta, si terrà l’incontro tra Pittella e i parlamentari lucani. Alla riunione sono stati invitati anche il viceministro agli Interni Filippo Bubbico e il sottosegretario alla Sanità, Vito De Filippo. Al termine della riunione è stata convocata una conferenza stampa. La differenza tra il consiglio regionale lucano e quello lombardo? È nel costo. Dice il leader della Lega Salvini che oltre Po si risparmia. Solo 7 euro ad abitante; in Basilicata 47. Che spreconi questi lucani Il Pd, gli alleati e le primarie (forse) Ancora non è stato convocato il tavolo del centrosinistra Tuona Centro democratico, gli avvertimenti dei Popolari uniti zione necessaria. «Senza strattonare per forza il gruppo dirigente del Pd di Potenza, le primarie di coalizione per la scelta da affidare innanzitutto ai cittadini del candidato sindaco sono una scelta qualificante della svolta che si deve attuare nel governo municipale», scrive Marialuisa Cantisani, segretaria IdV Basilicata. «I problemi interni al Pd non si possono scaricare sugli alleati di maggioranza che come noi vogliono contribuire a determinare il futuro del capoluogo - aggiunge - Né si può sottovalutare la fuga dalle urna manifestata anche a Potenza nelle elezioni regionali di metà novembre scorso come prova di sfiducia nella politica». Anche Centro Democratico continua a mandare segnali e avvertimenti al Pd locale. «Siamo ormai a due mesi dalle elezioni e, ad oggi, dobbiamo constatare che il tavolo del centro sinistra non è stato ancora convocato» ricorda Massimo Macchia, coordinatore provinciale di CD. All’avvio di una discussione ufficiale proprio non si può più rinunciare. «Quanto sta accadendo nella città di Potenza è emblematico delle debolezze del centro sinistra e del PD in quanto a poche settimane dalle elezioni non vi è accordo su un candidato unico e nemmeno è stata stabilita la data di celebrazione delle primarie«. Caso che, però, si replica in tutti gli altri centri della provincia in cui, «a parte qualche rara eccezione, si naviga a vista per la scelta dei candidati e, troppo spesso, i criteri di appartenenza prevalgono sui programmi». E non è un buon punto di partenza. L’INTERVENTO di GIANPIERO IUDICELLO “Cogito ergo sum”, diceva Cartesio secoli fa. Quello che sembra mancare alla politica oggi è proprio il pensiero. Il pensiero è visione, pensiero significa avere un’idea chiara della società che vogliamo e sapere individuare le azioni da mettere in campo per cercare di trasformarla e migliorarla. Consumiamo a ritmi da record primarie, congressi, elezioni amministrative e politiche senza che ci sia un confronto sulle idee, sul merito delle questioni da affrontare, su quale modello di società vogliamo e su quali principi deve essere fondata; tutto sembra ridursi a lotte di potere, a quale dei candidati ci piace o ci conviene di più. Si parla troppo poco di contenuti e di dove e come modelli culturali, principi, modi di pensare e di stare con gli altri nascono e si trasmettono. La latitanza del pensiero è figlia della riduzione della politica a guerre di filiera o personalisti- La latitanza del pensiero e la grande bellezza dei sogni collettivi che, ma queste guerre producono solo soldati senza pensiero (che alla prima occasione si dimostrano inadeguati), e una comunità che non è pensata, immaginata, sognata, a lungo andare finisce per morire. La latitanza del pensiero è figlia della genetica degli italiani, di quello scarso senso di libertà e di responsabilità di cui parlava anni fa Flaiano, della tendenza a lasciar correre ed abbozzare fino a che non si ha l’acqua alla gola. A questo stato di cose ha contribuito non poco il modello culturale che ci è stato propinato negli ultimi venti anni, un modello che ha fatto pensare ai giovani che è più facile prendere le scorciatoie che faticare, che andare in tv a far vedere quanto si è belli senza saper fare nulla è via piu comoda rispet- to allo studio e all’onere faticoso del pensiero. Trionfa il massimalismo superficiale massmediatico e la mediaticità è diventata la natura stessa della politica, ridotta a spot, comunicazione, show. Nei prossimi mesi noi del Partito Democratico saremo chiamati a scegliere il nuovo Segretario regionale e Sindaco e squadra che amministreranno la nostra città. Io spero che il nuovo Segretario sia il segretario di tutti, che abbia a cuore il partito, che sappia dargli un’anima, che abbia come unico scopo quello di rigenerare la comunità politica che avrà l'onore di rappresentare facendo sentire i militanti padroni di casa e non passanti. A Potenza dovremo scegliere il Sindaco e la nuova squadra che guiderà questa città. Sono tempi difficili, sul comune pesa un debito storico che non si può ignorare e chi si troverà ad operare lo farà in un contesto difficile. Ci sarà bisogno di serietà e rigore, si dovrà fare di tutto per razionalizzare i servizi e costruire una sano rapporto qualità/costo, Occorrerà stabilire un rapporto dialettico e costruttivo con la Regione mettendo al centro della discussione politica il ruolo della città capoluogo, erogatrice di servizi alla intera comunità regione. Ma tutto questo non basterà. La cosa più importante che si deve fare è a mio parere dare a questa città un’anima, risvegliare gli entusiasmi e il protagonismo dei cittadini, chiamare tutti a sentirsi attori. Consiglierei al nuovo sindaco di elaborare una strategia che metta a sistema le energie potenziali intorno al tema della qualità della vita. Le risorse economiche sono poche, ma in città ci sono le risorse umane, professionali e imprenditoriali che, se messe a sistema, possono contribuire a fare un piccolo rinascimento. Il politico non deve pensare di fare da solo quello che i cittadini possono fare meglio di lui; il politico deve indirizzare, guidare, ma poi si va avanti sono se sulla barca tutti remano convintamente nella direzione che, insieme, si è scelta. La politica, se si vuole salvare, deve recuperare una dimensione meno politicista e più umana, deve essere più vicina alla vita delle persone e ispirarsi meno alla televisione; la politica deve riscoprire la fatica del pensiero e la grande bellezza dei sogni collettivi, quei sogni che nascono guardando negli occhi le persone e poi camminano sulle gambe di tanti e non di pochi, magari chiusi in una stanza. Il nostro impegno deve andare in questa direzione. * segretario PD Potenza RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 7 EUROPEE Dopo la notizia di Emiliano capolista, altre voci su De Luca Pd, chi sarà in lista per il Sud? L’attesa per la riconferma di Pittella senior nella corsa a Strasburgo POTENZA - La scelta di Michele Emiliano capolista alle europee nel collegio meridionale deve aver spiazzato più di qualcuno. «Le candidature le decide il partito, e al momento non ci sono liste», sorrideva via Twitter il vicepresidente uscente del parlamento europeo, Gianni Pittella. Con l’annuncio di Matteo Renzi - anche questo fato via Twitter su Emiliano primo in lista nel Sud, si è aperta la questione Pittella senior. Ancora un mandato per l’europarlamentare lucano? A che posto in lista? Ieri Gianni Pittella era a Roma, alla presentazione di un libro (“Conversazioni con Arrigo Levi”) dedicato a Emilio Colombo, l’altro lucano euro- Il Mezzogiorno potrebbe eleggere fino a 4 democratici Gianni Pittella | COLLEGIO SUD | Lista Tsipras A Matera la conferenza stampa | CENTRODESTRA | Statuto Presentati 137 emendamenti alla bozza | SEL peista. Nel frattempo sulla stampa nazionale, nuove indiscrezioni sulle candidature davano in pole nei primi posti anche l’ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che Renzi non ha richiamato nella squadra di governo. Tutti nomi per cui è facile prevedere un dispendio di forze e sostegno importante da parte della dirigenza del partito democratico, da qualche giorno ufficialmente nel Pse. Proprio Pittella è stato uno die più forti sostenitori di questo percorso. Ancora bisognerà aspettare per avere la lista democratica definitiva in corsa a Strasburgo. Un elenco che sarà costruito tra equilibri importanti, storie e aspettative di pezzi importanti della dirigenza del partito. A volare (o tornare) in Europa dal Mezzogiorno dovrebbero essere almeno in quattro. | La lettera Barozzino all’assessore Franconi Tumori, l’importanza dei dati aggiornati di GIOVANNI BAROZZINO* Il leader greco Tsipras Vito Santarsiero MATERA - Sabato 9 marzo 2014 alle ore 10.30 presso la Libreria dell’Arco in piazzetta Pascoli a Matera, è stata indetta una conferenza stampa per presentare il Comitato L’Altra Europa con Tsipras-Matera a sostegno della lista L’Altra Europa con Tsipras alle prossime elezioni europee, presentata ufficialmente ieri. A partire da questo fine settimana, infatti, inizierà la campagna di raccolta firme per la lista che è stata ufficialmente presentata a Roma lo scorso 5 marzo con l’indicazione delle candidate e dei candidati di tutte le Circoscrizioni italiane. La conferenza stampa di sabato sarà inoltre l’occasione per presentare l’iniziativa pubblica che il Comitato L'Altra Europa con Tsipras-Matera ha organizzato per domenica 9 marzo alle ore 18 presso la Libreria dell’Arco con la partecipazione del giornalista greco Argiris Panagopoulos. Saranno presenti all’incontro alcuni candidati della Circoscrizione Meridionale. La Basilicata è rappresentata in lista dal giudice Silvana Arbia, originaria di Senise e che da anni presta servizio alla Corte internazionale dell’Aja, candidata nel collegio Sud. LA discussione sullo Statuto regionale sta andando avanti. Ad oggi sono stati presentati 137 emendamenti dai gruppi politici agli articoli dei primi tre titoli della bozza in discussione in prima commissione consiliare. È la prima tappa del processo definito dall’organismo coordinato dal consigliere Vito Santarsiero (PD) che prevede l’adozione dello statuto entro la prima metà di aprile, per poi aprire una fase di partecipazione e confronto con tutti i soggetti interessati. Gli emendamenti saranno discussi nella seduta del 12 marzo e sono consultabili sul sito della Regione Basilicata nell’apposita sezione dedicata allo Statuto. «Un grazie a tutti i colleghi per lo sforzo fatto, stiamo rispettando i tempi - ha detto Santarsiero - un lavoro di approfondimento che sarà utilissimo per integrare la proposta di base, di qualità, ereditato dalla scorsa Legislatura. Abbiamo tutti consapevolezza di dover procedere alacremente per adottare una proposta di Statuto con cui aprire una ampia consultazione ed arrivare rapidamente all’approvazione definitiva del nuovo Statuto della Regione Basilicata». Gentile Assessore, Periodicamente in Basilicata la stampa locale accenna all’argomento tumori in regione, con particolare attenzione, di volta in volta, all’innalzamento del tasso d’incidenza del cancro in merito alla malattia e alla mortalità delle lucane e dei lucani. Tra i primi studi scientifici di merito troviamo un’indagine pubblicata nel 2009 con il titolo ‘Current cancer profiles of the italian regions’ e curata da quattro ricercatori – Andrea Micheli, Silvia Francisci, Paolo Baili e Roberta De Angelis – dell’Istituto Superiore della Sanità in collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano, attraverso l’incrocio con dati Istat. Secondo questo studio, condotto sull’intero territorio nazionale, alla data di pubblicazione la Basilicata risultava la regione in cui si registrava una delle più alte incidenze dei tumori tra le cause di mortalità… tendenza che, tra l’altro – concludevano i ricercatori – risultava essere in controtendenza rispetto al dato nazionale che, al contrario, alla data di pubblicazione faceva registrare invece un abbassamento della incidenza tumorale tra le cause di decesso. Lo studio aprì uno squarcio tanto da indurre l’Istituto Superiore della Sanità – in collaborazione con il Dipartimento della Salute della Regione Basilicata, e sempre con l’ausilio di dati Istat – a eseguire un successivo studio sul fenomeno i cui risultati, resi pubblici nel 2012, non solo confermavano l’alto tasso d’incidenza dei tumori tra le cause di mortalità dei lucani, ma addirittura rilevavano come, nella nostra regione, l’incidenza di malattie tumorali fosse addirittura superiore rispetto alla popolazione che vive nelle regioni settentrionali, dove a rigore di logica per via della maggiore presenza nel territorio La Basilicata risulta tra le regioni con maggiore incidenza Giovanni Barozzino di fabbriche e per la massiccia presenza dell’inquinamento atmosferico, dovrebbe essere notevolmente più incisiva. Dati, quelli emersi fin lì, che avrebbero richiesto un’attenzione quotidiana al fenomeno di entità più che grave. Eppure l’impressione è che, a parte qualche pubblicazione di carattere giornalistico, risulti difficile reperire più recenti dati di carattere scientifico e ufficiale sul fenomeno, tanto che, visitando il sito del CROB di Rionero presso cui è tenuto il ‘registro tumori di Basilicata’ il confronto dei dati sulla incidenza dei tumori si ferma al 2009. Poiché i dati di cui fin qui siamo informati descrivono un quadro a dir poco preoccupante che richiederebbe un aggiornamento costante, si chiede di conoscere quali sono i dati odierni a disposizione e, al contempo, si chiede la loro pubblicazione, convinto che la conoscenza può aiutare le istituzioni ad adoperarsi per la rimozione di eventuali cause alla base del fenomeno, così come la messa a disposizione della collettiva delle informazioni può aiutare a una maggiore consapevolezza, anche degli stili di vita. Sicuro di un Suo interessamento, l’occasione mi è gradita per porgerLe i miei più cordiali saluti. *Senatore SEL RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano POLITICA Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it Il consigliere potentino filma i lucani a Palazzo Grazioli Ma il cavaliere dà dei mafiosi ai magistrati e scoppia il caso Becce “inguaia” Berlusconi Le scuse: «Eravamo tutti eccitati ed entusiasti di essere lì con lui, credevo di postare una foto» di LEO AMATO I SOTTOSEGRETARI INDAGATI POTENZA - «Eravamo entusiasti di essere lì con Berlusconi. Io volevo solo postare una foto per condividerla con gli amici». Si dice «addolorato» Nicola Becce per il clamore suscitato dal video dell’incontro col cavaliere della delegazione lucana di Forza Italia, in cui torna a prendersela con i magistrati, questa volta quelli del Tribunale di sorveglianza di Milano, apostrofandoli come «mafiosi». A fare un brutto scherzo al consigliere comunale sembra proprio che sia stata l’emozione di trovarsi per una volta faccia a faccia con il suo «maestro». Se si scorre il diario della giornata trascorsa nella capitale sulla sua pagina di facebook non si fa fatica a credergli. «Indimenticabile», tutto in maiuscolo, è il commento all’ultimo “selfie” con l’ex premier e Vito Di Lascio, dirigente regionale di Forza Italia e compagno di viaggio, assieme all’ex deputato e consigliere regionale Nicola Pagliuca. Becce è in già corsa per la rielezione nel consiglio comunale del capoluogo, tant’è che sui muri della città campeggiano manifesti con la sua immagine e lo slogan: «Disincantato dalla politica ma innamorato di Potenza». Un sentimentale, insomma, tradito proprio dall’eccitazione del momento. «Sto scrivendo una lettere di scuse al presidente». Spiega al Quotidiano dopo la telefonata mattutina del coordinatore di Forza Italia Basilicata Cosimo Latronico che gli ha suggerito di far sparire il video dal suo profilo. Peccato che i giornalisti del Fatto Quotidiano sono stati rapidi a salvarne una copia e da ieri l’incontro con le accuse ai magistrati e le barzellette è tuttora visibile sul loro sito. «Non era mia intenzione tutto questo. Eravamo in tanti lì a riprendere e scattare fotografie col telefonino e io pensavo di postare soltanto una foto. Era una fatto goliardico». Dal tono si capisce che la “strigliata” è stata decisa. «Sono stato ingenuo». Ammette sconfortato il cogliere Becce. «Sono insulti che abbiamo già sentito e che respingiamo». E’ stato il commento in serata di Rodolfo Sabelli, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. «Non intendiamo raccogliere provocazioni ed entrare in polemica. Possiamo rispondere solo con la nostra serietà e la nostra professionalità come si addice a chi esercita la funzione giudiziaria». Repubblica attacca «Renzi tradisce il cambiamento» Il “selfie” di Becce con Berlusconi e la delegazione lucana a Palazzo Grazioli | SE non è un cambio di linea quello del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari nei confronti del premier, poco ci manca. E il motivo sono i due esponenti lucani al Governo entrambi alle prese con questioni giudiziarie come il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro e la collega Francesca Barracciu. Anche ieri Repubblica è tornata sulla questione aperta dalle dimissioni del senatore Antonio Gentile coinvolto nello scandalo per le pressioni all’Ora della Calabria. Non è mancata nell’edizione cartacea del quotidiano nemmeno la riproposizione delle foto del viceministro Filippo Bubbico e del sottosegretario Vito De Filippo. Ma l’affondo è arrivato in tarda mattinata col commento del direttore Ezio Mauro sul «cambiamento tradito» dalle parole del ministro Maria Elena Boschi alla Camera rispondendo a un’interrogazione sul caso Barracciu dopo quanto dichiarato da Renzi sulla Cancellieri e De Girolamo. Abbastanza per aspettarsi che il tema delle dimissioni degli «indagati al Governo» resterà d’attualità ancora nei prossimi giorni, quando potrebbero arrivare decisioni importanti dal Tribunale proprio per i due lucani. IL RITORNO A PALAZZO MADAMA E L’ATTACCO A COMUNISTI E TOGHE di YASMIN INANGIRAY ROMA - Silvio Berlusconi torna per la prima volta in Senato da quando l’Aula, il 27 novembre dello scorso anno, si espresse a favore della sua decadenza da senatore. L’occasione è la presentazione a palazzo Giustiniani del libro il “sangue di Abele” la cui prefazione è stata curata dal Cavaliere e che offre la possibilità al leader di Forza Italia di poter rispolverare uno dei suoi cavalli di battaglia preferiti: l’attacco all’ideologia comunista bollato come «una malattia» o, peggio, «un viaggio dentro la menzogna». Berlusconi va giù duro con la convinzione che i comunisti in Italia abbiano preso il potere «dalla scuola, ai giornali fino alla giustizia». I giudici sono l’altro bersaglio a cui Berlusconi non risparmia le sue accuse. A rincarare la dose infatti ci pensa un video diffuso dal «Renzi? Una speranza» Poi smentisce il matrimonio Fatto Quotidiano in cui il Cavaliere nel corso di un incontro con gli esponenti locali della Basilicata lancia un duro affondo ai magistrati, in particolare a quelli di Milano. Il pensiero dell’ex capo del governo corre al 10 aprile giorno in cui i giudici milanesi dovranno esprimersi sul suo futuro: «Dopo aver lottato 20 anni per la libertà sono qui a difendermi da una mafia di giudici che il 10 di aprile mi dirà se mi mettono in galera o se mi mandano ai servizi sociali». Il Cavaliere chiama in causa di nuovo Giorgio Napolitano a cui riferisce di aver illustrato, tramite «persone a me vicine», la propria situazione senza però sortire alcun effetto dal Colle che - accusa il Cavaliere - ha risposto picche non ravvedendo le condizioni per un intervento. «Hanno voluto farmi fuori - è la sintesi - e lo hanno fatto in una maniera determinatissima attraverso colpi di Stato». Insomma una serie di ragionamenti che ben rappresentano il suo umore assolutamente pessimista, riferiscono i suoi uomini, su ciò che deciderà il tribunale di Milano. Certo le battute non mancano, nè spunti di «alleggerimento». Nel video diffuso il Cavaliere torna a cimentarsi con un repertorio di barzellette e, prima di lasciare Nominati i 3 vice di Latronico: Napoli, Manzi, Pici e Riviello Ecco il nuovo comitato di presidenza IL presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi ha nominato, su proposta del coordinatore regionale, il deputato Cosimo Latronico, il nuovo comitato di presidenza della Regione Basilicata. L’organismo è così composto: vicepresidente con delega Enti Locali: Michele Napoli; vicepresidente Fundraising: Michele Manzi; vicepresidente Rapporti con i Club: Mariano Pici; vicepresidente Attività dei Club: Nicola Riviello. Il presidente Berlusconi ha inoltre nominato i coordinamenti territoriali. Per la provincia di Potenza sarà coordinatore Nicola Pagliuca, mentre Antonio Capuano avrà ruolo di vicario, vicecoordinatore invece Giuseppe Mariani. Per la provincia di Matera è stato nominato coordinatore Antonio Stigliano; vicecoordinatori Fabio Mazzilli, Antonella Prete e Marcello Maffia. Inoltre Giuseppe Moles è stato nominato consigliere per la campa- La delegazione lucana a Palazzo Grazioli gna elettorale del coordinatore regionale. Forza Italia Basilicata si è poi dotato del coordinamento regionale, i cui componenti avranno deleghe diverse. Ecco l’elenco: Enzo De Vincenzis (enti locali Matera), Nicola Becce (attività club “Forza Silvio”), Enzo Amoia(difensori del voto), Vito Di Lascio (volontari azzurri), Paolo Marino (iniziative culture e politiche), Gianluca Colonna (vo- lontariato e alla solidarietà), Francesca Sassano (vittime della giustizia), Maria Armentano(ambiente e amici dell’uomo), Marina Cristina Marino (infrastrutture e trasporti), Barbara Sassone (imprese), Filomena Russo (università), Tommaso Coviello (pubblica amministrazione), Ivana Pipponzi (professionisti), Michele Forte (agricoltura), Adriano Pedicini(sicurezza e | palazzo Giustiniani, manda una rassicurazione ai tifosi del Milan: «non ho intenzione di vendere» la squadra. Meno felice, forse, sarà stata invece la sua fidanzata Francesca Pascale nel sentire il suo Silvio spiegare di non avere alcuna intenzione di convolare a nuove nozze (il gossip era ripreso a circolare in questi giorni) perchè «sono troppo vecchio». L’obiettivo principale ora però è la riuscita della campagna elettorale per le europee. Il tema è ormai fisso nelle riunioni a palazzo Grazioli (un’altra è in programma domani) per mettere a punto il programma. I temi, granitici, sono quelli noti: meno rigore; no al vincolo del 3%; riforma dello statuto della Bce. Il nodo vero potrebbe essere rappresentato dalla composizione delle liste su cui diversi dirigenti azzurri sarebbero pronti a far sentire la loro voce ed il “peso” dei voti sul territorio. LA GAFFE DI TOTAL Telegramma di auguri a D’Andrea per la nomina ma è quello sbagliato «GENTILE onorevole D’Andra desidero esprimerle, personalmente e a nome di Total Ep Italia, le più vive congratulazioni per la nomina di capo di gabinetto del ministro FranceschiniBrutta gaffe per Total Italia, che si complimenta con il nuovo capo di gabinetto del ministro Franceschini». E’ il testo del telegramma inviato dall’amministratore delegato della filiale italiana della compagnia francese Natalie Limet. Peccato solo che a riceverlo non sia stato Giampaolo D’Andrea bensì Vincenzo, omonimo geometra dell’Ufficio Difesa del Suolo della Regione Basilicata. A svelare la gaffe è stato il TiGiuro di Angelomauro Calza, giornalista e speaker radiofonico. Ripresa da Maurizio Bolognetti dei Radicali italiani, la notizia ha provocato la replica di Total che ha ammesso la confusione ringraziando Bolognetti per la segnalazione. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it LA QUINTA MAFIA 9 Il gup crede agli ultimi pentiti del clan Cassotta A giugno al via il dibattimento per 12 persone A giudizio le accuse dei Cacalano Agli atti anche le dichiarazioni di Loconsolo su estorsioni e rapporti con la mala potentina di LEO AMATO POTENZA - Dovranno comparire il prossimo 13 giugno davanti al collegio del Tribunale di Potenza i 12 imputati nel processo “Tandem”. LA FAIDA Lo ha deciso ieri mattina il gup Rosa Larocca accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio del pm Francesco Basentini della Dda di Potenza. E’ PREVISTO tra Al centro delle actre settimane il cuse ci sono le diprocesso in Apchiarazioni di pello contro DoAdriano e Giuseppe nato Prota e MiCacalano, padre e fichele Morelli acglio, entrambi collacusati dell’omiciboratori di giustidio di Bruno Caszia, a cui si sono agsotta, l’ultimo a giunte anche quelle cadere nella faida di Erio Loconsolo, che da trent’anni l’ultimo pentito del insanguina il Vulclan Cassotta e di ture - Melfese. In sua moglie. primo grado il La scelta dei due gup aveva manCacalano di collabodato assolti enrare con la giustizia trambi condanrisale a marzo del nando il solo 2012. Mentre quella Alessandro D’Adi Loconsolo era armato, reo confes- rivata solo la scorsa so e collaboratoestate. re di giustizia, coSergio e Massimo me mandante. Cassotta, Giuseppe Caggiano, Donato Prota, Michele Morelli, Luciano Grimolizzi, e i giovani Simone Battaglia, Nicola Fontana, Donato Sassone e Alessandro Sportiello, oltre ad Adriano e Giuseppe Cacalano dovranno rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, L’accusa in appello sull’ultimo omicidio Adriano Cacalano armi, estorsione, favoreggiamento e danneggiamenti vari. Ma agli atti del processo, in particolare nei verbali di Loconsolo, c’è anche dell’altro. Per esempio che il clan avrebbe avuto in programma una serie di omicidi e tra questi anche quello di un uomo accusato di un furto nei capannoni del patron del Melfi Calcio, Giuseppe Maglione, che nel processo figura come parte offesa di estorsione continuata. Stando al capo d’imputazione iniziale, che è frutto dei riscontri effettuati alle dichiarazioni del “tandem” Cacalano, per Maglione il pizzo sarebbe consistito in 3mila euro in contanti consegnati a Giu- | Giuseppe Cacalano Saverio Loconsolo seppe Cacalano, più l’assunzione Ecco perché gli investigatori nella sua ditta della moglie del hanno chiamato la moglie per senboss Marco Ugo Cassotta e del fra- tire la sua versione dei fatti su tello della moglie di Massimo Cas- quella strana “bacinella”, come sotta, erede della guida del clan viene chiamata in gergo l’assidopo l’omicidio del primo nell’e- stenza per i detenuti dei clan e le lostate del 2007. ro famiglie. E la signora Pamela Ma con le rivelazioni di Locon- Festino non si è fatta trovare imsolo il conto si è appesantito. preparata depositando un block «Quando ero in carcere mi veniva- notes con 23 nomi appuntati: tutti no mandati dei soldi in piccole i suoi benefattori. «Si tratta - scriquantità e a volte Caggiano, per vono gli investigatori della mobile tramite di Giuseppe Maglione, pa- di Potenza - in gran parte soggetti gava le rate della macchina di mia indagati nell’ambito del presente moglie». Così l’ex “colonnello” procedimento, di ex sodali dell’inpentito che non è stato in grado di dagato e anche di assuntori di sodare una spiegazione a tutto ciò a stanze stupefacenti “clienti” dello parte riferire «che Maglione era stesso». sotto estorsione dei Cassotta». Tra loro c’è anche il pignolese OMICIDIO GIANFREDI Vito Riviezzi, il figlio di Saverio, considerato il capo dell’ultima ‘ndrina rimasta in piedi dalla scissione dei vecchi basilischi, da sempre molto vicina proprio coi Cassotta. Quanto le davano? Di solito 50 o 100 euro alla volta, ma ogni tanto anche 400. Invece sul motivo per cui Maglione le pagasse le bollette, a quanto pare le rate del finanziamento per l’acquisto dell’auto più le utenze domestiche, nemmeno lei è stata in grado di fornire molte spiegazioni. «Io non ho chiesto le ragioni per cui questa persona si prestava a pagare i loro e i miei bollettini ma ho effettivamente iniziato a consegnare dal mese successivo i bollettini del finanziamento e le bollette di luce, telefono e affitto di casa a Giuseppe Caggiano che provvedeva a farmele pagare restituendomi i relativi tagliandini. Questa situazione è accaduta per mesi e comunque fino a quando sono stata a Melfi». Poi è arrivato il pentimento del marito. La signora ha raccontato anche di quando Massimo Cassotta e Adriano Cacalano hanno suggerito a lei e al marito di occupare un appartamento nel palazzo dove abitavano entrambi. Ma all’Ater nessuno si sarebbe offerto di chiudere un occhio e «dopo un po’» sarebbe arrivata una comunicazione ai due coniugi, «Da quel momento abbiamo iniziato a pagare anche il fitto, con un importo che in realtà recuperava anche le somme dovute per i mesi precedenti». Sempre fin quando il patron dei gialloverdi non si sarebbe offerto di farlo al posto loro. | Le versioni dei collaboratori di giustizia valutate dai magistrati di Salerno «Senza di loro il caso sarebbe rimasto irrisolto» I sospetti sull’atteggiamento del fondatore dei basilischi NON sono tanto le contraddizioni nella versione di uno dei due collaboratori rei confessi dell’omicidio dei coniugi Gianfredi, ma l’atteggiamento di Gino “faccia d’angelo” Cosentino, collaboratore di giustizia a sua volta fino a maggio dell’anno scorso, ad aver insospettito il magistrato di Salerno che la scorsa settimana ha deciso gli arresti per lui, per il pignolese Saverio Riviezzi e il potentino Carmine Campanella. Nell’ordinanza del gip Maria Zambrano viene evidenziato che Cosentino, sebbene si fosse collocato ai vertici della “quinta mafia” e avesse puntato il dito in particolare contro il suo «pupillo» Antonio Cossidente, non solo non ha mai ammesso di aver avuto un ruolo nell’omicidio dei coniugi Gianfredi, il 29 aprile del 1997, ma nemmeno nell’attentato – sei mesi prima - al fratello della sua ex compagna. Nonostante due sentenze abbiano stabilito che si è trattato di una ritorsione perché non aveva voluto vendicare l’onore del boss offeso da un tradimento della sorella. Cosentino nel 2008 aveva accusato Cossidente per il delitto di Parco Aurora, indicando anche degli altri autori materiali. Per questo il pm di Salerno Rosa Volpe a un certo punto ha deciso di metterli uno davanti all’altro, e sul più bello ha tirato fuori anche l'argomento della “copiata irregolare” di Riviezzi, che secondo il gip potrebbe essere la causa del contrasto tra le versioni fornite dal secondo agli investigatori. «A distanza di 15 anni – spiega il gip Zambrano commentando l’esito del confronto - emerge ancora il livore del primo per essere stato escluso dalla copiata (il Cosentino, invero, sembra più seccato da questa circostanza che dalla notizia, pure appresa nel corso del confronto, che il Cossidente era stato l’autore del suo tentato omicidio)». Di qui la convinzione che sarebbe stato proprio questo il motivo dell’“iniziale reticenza” di Cossidente sul ruolo di Riviezzi nell’agguato. In conclusione per il gip «deve ritenersi che le dichiarazioni di Cossidente e di D’Amato siano Nella foto grande i rilievi sulla scena del crimine. Da sinistra: Cosentino, D’Amato e Cossidente precise dettagliate e coerenti quanto al ruolo di Riviezzi, Campanella e Cosentino. Gli atti processuali richiamati, le dichiarazioni rese, i controlli di polizia effettuati offrono ulteriore riscontro a una piattaforma indiziaria già sufficientemente sostenuta dalle dichiarazioni, convergenti, dei due collaboratori». «Nè qualche inesattezza del racconto del Cossidente - aggiunge ancora il gip - come quella relativa all’indicazione del- l’arma utilizzata dal D’Amato, che ricordava trattarsi di una calibro 9 anziché una calibro 7,65, mina l’attendibilità intrinseca del collaboratore considerato il suo ruolo di organizzatore e non di esecutore, e considerato che i dettagli dell’attentato gli furono raccontati dal Lisanti (Claudio, deceduto a gennaio dell’anno scorso, ndr)». Piuttosto, secondo il gip Zambrano, con le loro confessioni l’ex boss potentino e il braccio ar- mato del clan Cassotta, poi passato coi rivali del gruppo Di Muro-Delli Gatti: «hanno finalmente svelato movente e autori di un omicidio che probabilmente, rimaste infruttuose o comunque abbandonate le piste perseguite sino alle loro rivelazioni, sarebbero rimasti sconosciuti». A distanza di 17 anni non è una cosa da non tenere in considerazione. [email protected] 3/fine RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it LAVORO Liberali è d’accordo «Ma il progetto non si può modificare facilmente Ci stiamo lavorando» di VALERIO PANETTIERI POTENZA - Il discorso sembra essere condiviso da tutti. L’investimento di Marchionne su Melfi per la costruzione della nuova jeep Renegade destinata al mercato europeo e la 500x non può che essere visto in maniera positiva. Ma certamente non sarà la soluzione definitiva per lo stabilimento, l’indotto e anche il campus di ricerca che dovrebbe essere inaugurato a luglio, porprio in occasione dell’uscita dei primi modelli delle nuove auto. Il problema vero resta sempre lo stesso. Con una sola linea occupata a produrre auto e una seconda in fase di dismissione (quella che produce attualmente la Punto e che chiuderà a dicembre 2014) il rischio di esuberi è quasi una concretezza, nonostante le speranze di Marchionne di tenere occupati tutti e 5400 operai di Melfi più una parte dei cassintegrati di Pomigliano. Dunque c’è un problema da affrontare subito, quantomeno prima di maggio, quando Fca, ovvero l’azienda nata dalla fusione di Fiat e Chrysler, presenterà il suo piano industriale. Piano che oltretutto prevede una quotazione a Wall Street. Carmine Vaccaro nell’intervista rilasciata al Quotidiano due proposte le ha lanciate: o si aumentano i turni di lavoro a 18 ore settimanali, con un picco di 21, o si contratta con Fca o altre aziende per fare in modo che sulla linea di segmento B dismessa venga prodotta un’altra auto, non importa che sia Alfa o Mazda o nuovamente Fiat. Altrimenti si rischia e non poco. La Cgil intanto sta lavorando al settimo rapporto sull’automotive, che dovrebbe essere pubblicato in un paio di settimane o anche meno, ma dalla discussione non si tira indietro Alessandro Genovesi, segretario regionale della Cgil. C’è un primo presupposto che va tenuto in considerazione: «Con l’utilizzo di una sola linea - dice Genovesi - qui ci potremmo aspettare stando ai nostri calcoli oltre duemila esuberi. È chiaro che non basta l’investimento che è stato fatto, ma non per questo significa che non doveva essere fatto. Il problema è ragionare, adesso, su cosa produrre anche sulla linea in via di dismissione». Diciamo che il discorso di una possibile joint venture potrebbe essere una delle due soluzioni, meno invece quello di aumentare le ore sui turni settimanali. Bisogna piuttosto capire che tipo di funzioni potrà avere il campus di ricerca. A questo proposito abbiamo sentito l’assessore alle Attività Produttive Raffaele Liberali che ribadisce la necessità di «internazionalizzare tutta l’area dell’indotto, a partire dal campus». Tutte cose che, stando a quanto dice l’assessore, sono già in fase di discussione con la stessa Fiat. Anche l’idea stessa di sviluppare un campus di ricerca che possa essere capace di vendere i suoi brevetti con laboratori a prototipazione rapida è vista bene, ma c’è da tenere in conto una cosa. «Questa struttura - dice Liberali - la stiamo costruendo grazie ad una partnership con il centro di ricerche della Fiat, è ovvio che questo tipo di accordo dovrà andare avanti. Però allo stesso tempo bisogna discutere per uscire fuori dalla logica della committenza unica. Il nostro lavoro, così come ha ribadito Pittella nella sua relazione programmatica, è quello di puntare all’internazionalizzazione del settore. È una cosa che possiamo fare e posso assicurare che ci stiamo già lavorando». Dunque il campus è il vero perno sul quale muovere l’intero sviluppo dell’area. Genovesi su questo è ancora più chiaro: «Sul campus bisogna fare un discorso di ricerca che vada oltre l’efficienza di produzio- Un polo tecnologico è una delle possibilità più valutate Fiat, la vera speranza è il nuovo Campus Anche la Cgil concorda: «Il prossimo piano di produzione su una linea porterà a circa 2mila esuberi. Bisogna trasformare il centro ricerche» ne». In effetti il progetto prevede che all’interno della struttura si studino metodi per ridurre al minimo costi, consumi e sprechi all’interno della fabbrica. «Eppure - continua Genovesi - si potrebbe lavorare sulle nuove tecnologie che effettivamente stanno facendo la differenza anche nel mondo dell’auto. Si potrebbe per esempio insistere sui progetti di efficienza energetica che non servano soltanto al mondo delle auto, nonostante a Melfi si lavori già sui motori Gpl. Diciamo che un punto importante potrebbe essere lo sviluppo delle nuove tecnologie legate ai beni di consumo, senza che per forza si tratti di tecnologia destinata all’auto. In questo modo si potrebbe anche pensare di tenere bassi i turni di lavoro. Un esempio lam- pante è quello della Mercedes con 12 ore di turni. L’importante è capire quanto può essere appetibile un marchio, vedere se si venderanno e investire sulla ricerca nelle nuove tecnologie». Insomma, un punto di partenza c’è ed è solido, ma la contrattazione deve comincia re da ora. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA In un tweet l’annuncio: la Regione potrà anticipare sei milioni Liberali a Roma trova l’accordo L’Inps erogherà gli assegni di mobilità POTENZA - L’assessore Raffaele Liberalei lo comunica via twitter: l’accordo con il ministero dello Sviluppo Economico e l’Inps è stato trovato. La Regione potrà anticipare i 10 milioni di euro destinati a coprire gli ulLa timi cinque mesi di ammortizzatori manifestazione sociali per i lavoratori in mobilità in deroga che negli ultimi giorni handavanti ai cancelli della no affollato i cancelli di via Verrastro. Regione I milioni che investirà la Regione per coprire gli assegni arretrati sono sei, gli altri quattro invece sono stati già versati dallo Stato. Ora però bisognerà stabilire la procedura necessaria affinché l’Inps possa effettivamente versare agli ex lavoratori gli ammortizzatori sociali. Una operazione che molto probabilmente potrà essere effettuata alla fine del mese di aprile. Dunque c’è da registrare Il tweet dell’assessore Raffaele Liberali non solo il dietrofront del governo sulla questione anticipi degli ammortizzatori sociali, ma anche un cambio di rotta notevole all’interno della Regione per quanto riguarda le vertenze sul territorio. Ma questo accordo potrebbe anche nascondere una situazione ancora più critica che potrebbe ripercuotersi nei prossimi mesi sui beneficiari di assegni di mobilità in deroga. Attualmente il governo centrale non sembra avere la disponibilità economica per poter pagare gli ammortizzatori e questo potrebbe essere un pericoloso precedente per la Regione che potrebbe farsi carico di nuove spese lungo tutto il 2014. In ogni caso la buona notizia è che tempo due mesi e la situazione potrebbe andare verso la normalizzazione. Resta da capire se per il 2014 il governo Renzi ha previsto un fondo per gli ammortizzatori che possa coprire tutte le possibili necessità sul piano nazionale. v. p. I beneficiari erano in attesa dei cinque mesi arretrati © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 11 Il 10 marzo si terrà l’incontro tra l’azienda di Marchionne e i sindacati A Pomigliano si rinnova la cig Intanto si confermano gli investimenti a Mirafiori e in Canada Nella foto grande la catena di montaggio della Sata, in alto la nuova Jeep “Renegade” | STATISTICHE | A gennaio nuovo calo dei consumi, a rischio soprattutto i lavoratori NAPOLI - Si svolgerà lunedì 10 marzo il primo incontro tra Fiat Chrysler e sindacati per discutere dell’avvio della procedura per il rinnovo di un altro anno di cassa integrazione nello stabilimento di Pomigliano d’Arco. La riunione, per l’esame congiunto che poi sarà ratificato in Regione, si svolgerà nella fabbrica automobilistica, dove si incontreranno vertici aziendali, segretari territoriali ed rsa di Fim, Uilm, Fismic e Ugl. La procedura è stata avviata qualche giorno fa, in vista della scadenza della cig prevista per il prossimo 31 marzo. Dei 4.515 lavoratori dello stabilimento, circa 1.200 non sono ancora stati richiamati nel ciclo produttivo, ed effettuano una rotazione di poche settimane solo in alcuni settori della fabbrica, così come previsto dall’accordo dello scorso anno. Intanto nello stabilimento è in visita Hajime Yamashina, guru del metodo World Class Manufactoring, per valutare che siano invariate tutte le condizioni che a giugno scorso portarono all’assegnazione della medaglia d’oro al Vico. Intanto è pronto a presentare un esposto in Procura contro il sindacato se il rinnovo della cassa integrazione per lo stabilimento Fiat Chrysler di Pomigliano d’Arco, non conterrà delle modifiche che porteranno alla ricollocazione di tutti i lavoratori in fabbrica: è la “promessa”fatta da Gerardo Giannone, cassaintegrato del Giambattista Vico, alla vigilia del primo incontro tra azienda e sindacati per la procedura sul rinnovo per 12 mesi della cig per ristrutturazione, che si svolgerà lunedì prossimo. «Sembra - dice Giannone, che in passato è stato delegato della Fim - che l’intesa per il rinnovo della cig avrà le stesse modalità dell’attuale. Ma ad ottobre 2013 e gennaio 2014, le rsa di Fim e Uilm hanno sottoscritto due documenti siglati dai segretari nazionali, in cui si invocava il contratto di solidarietà (Fim), e la ricollocazione di tutti i cassaintegrati (Uilm). Se adesso firmassero un accordo non in linea con questi documenti, gli stessi sindacati perderebbero di credibilità e dunque chi di dovere dovrebbe dimettersi subito». «Non si giochi allo scarica barile - conclude Giannone - stavolta non consentiremo a nessuno di giocare con la vita di chi sta sempre in cassa integrazione. Sarò io stesso a portare alla Procura della Repubblica di Nola un esposto contro il sindacato». Ma la Fiat adesso sta pensando anche ai prossimi investimenti. Il primo, quello a Mirafiori «è partito, stiamo organizzando lo stabilimento», nessuna battuta d’arresto. In attesa del piano industriale, che verrà presentato il 6 maggio a Detroit e fornirà i dettagli sui modelli delle fabbriche Fiat, Sergio Marchionne annuncia che le prime scocche della vettura prodotta a Mirafiori «si vedranno nel 2015». Il riferimento è al Levante, il suv di Maserati, al quale dovrà poi essere affiancata una seconda vettura. L’amministratore delegato del Lingotto non vuole svelare se l’altro modello da destinare a Mirafiori sarà l'Alfieri, il concept presentato dal Tridente. «La piattaforma e i motori ci sono, teoricamente si potrebbe fare in 24 e 28 mesi, è una macchina di una bellezza straordinaria», si limita a dire. Poi aggiunge che «il polo è chiaro, Mirafiori e a Grugliasco sono una cosa sola, l’Alfieri è una delle cose che completerebbero la linea della Maserati». Ma Marchionne conferma anche che l’investimento in Canada andrà avanti, con il lancio di tre modelli, nonostante sia saltato l'accordo per aiuti pubblici a Chrysler: «Non voglio che i politici ficchino il naso nei nostri investimenti - spiega non è affare loro. Non sono qua per cercare di soddisfare ambizioni politiche, io faccio macchine e facendo le cose da soli si è molto più liberi di fare quello che si considera redditizio». Proprio a Windsor, in Ontario, sarà prodotto il primo ibrido plug nel 2016. «Non abbiamo mai creduto nel futuro dell’auto elettrica, ma dell’ibrido non possiamo fare a meno» ha detto. Pronto un esposto alla procura di Nola in caso di mancato reintegro degli operai RIUNIONE Strategia comune per la competitività Le sei emergenze da risolvere in agricoltura secondo la Cia L’interno di un supermercato Comincia male il 2014 sul fronte dei consumi. A gennaio l’indicatore dei consumi Confcommercio (ICC) registra un calo dell’1,6% su base annua e dello 0,3% rispetto a dicembre, «evidenziando con chiarezza tutte le difficoltà dell’economia italiana, dopo due anni di recessione». E la Cgil lancia l’allarme: se non ci saranno interventi a favore di lavoratori dipendenti e pensionati i consumi diminuiranno anche quest’anno. Il consueto indice di Confcommercio evidenzia anche a gennaio un nuovo calo un pò per tutti i tipi di consumi: aumenta solo la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,6% in un anno); e le riduzioni più ampie per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-2,3%), beni e servizi per la casa (-2,2%) e abbigliamento e calzature (-2,1%). «Il ridimensionamento registrato a gennaio, dopo un trimestre di stabilizzazione dei consumi - rileva Confcommercio -, si aggiunge ad altri in- dicatori dell’economia reale che sottolineano la complessità del quadro congiunturale della nostra economia che, dopo un quarto trimestre in cui si erano registrati timidi segnali di miglioramento, sembra essersi instradata più in una fase di stagnazione che di ripresa». Una situazione che rischia anche di peggiorare. «Il calo dei consumi, senza interventi di carattere fiscale a favore di lavoratori e pensionati è destinato non solo a continuare, ma addirittura a peggiorare», afferma la Cgil, che stima una riduzione dei consumi delle famiglie operaie di 212 euro nel 2014 e di 404 euro nel biennio 2015-2016; per gli impiegati il calo stimato nello stesso periodo è di 837 euro. Tra il 2007 e il 2013, secondo i calcoli dall’Associazione Bruno Trentin, la riduzione cumulata del potere di acquisto ha raggiunto l’11% e per il biennio 2014-15 si prevede un’ulteriore flessione dell’1%. AGGREDIRE le sei maggiori emergenze (anche attraverso tavoli tematici e tecnici) e accelerare la fase di partenariato e concertazione in vista della scrittura del Psr 2014-2020: è questa la posizione che la delegazione della CiaConfederazione Italiana Agricoltori, formata dal presidente Antonio Nisi e dal direttore Donato Distefano, ha illustrato ieri in un incontro con il neo direttore generale del Dipartimento Agricoltura Giovanni Oliva. Le emergenze indicate – si legge in una nota della Cia - riguardano, nello specifico, nel settore zootecnico il piano smaltimento reflui e l’adeguamento funzionale delle aziende (la Cia propone uno specifico Bando per venire incontro alle esigenze degli allevatori); la sburocratizzazione in materia di controlli con l’introduzione del Registro unico e di misure meno vessatorie; L’incontro in Regione per studiare nuove misure sul Psr un tavolo tecnico-scientifico per interventi urgenti in campo fitosanitario (secondo la Cia un terzo del patrimonio arboreo e forestale è interessato da fitopatie, le ultime in ordine di tempo stanno colpendo gli oliveti); le garanzie per la campagna irrigua 2014; un tavolo sul credito per consentire il completamento di circa un migliaio di progetti dell’attuale Psr (la Cia chiede di mettere in moto gli strumenti Ismea); la chiusura rapida dell’emergenza alluvione del Metapontino con l’individuazione dei siti che possono produrre ulteriori danni per esondazioni e frane. La delegazione della Cia ha espresso l’auspicio che la concertazione riavviata dall’Assessore Ottati e dal direttore Oliva possa produrre effetti a breve e medio termine sul mondo agricolo lucano. Per la Cia, infine, la strategia del nuovo Psr deve ruotare intorno ad un maggiore protagonismo degli agricoltori coniugato sulla centralità di imprese, prodotto e territorio per rendere competitivo il “made in Basilicata”. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 14 Primo piano Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it UNA DIVA SUL PALCO Katia Ricciarelli il 15 marzo al Teatro Duni con la commedia musicale “Altro di me..” «Gioie e dolori? Serve ironia» La soprano veneta racconterà insieme a Francesco Zingariello la sua vita TESTIMONIAL D’ECCEZIONE LA LIRICA A QUALSIASI ORA LA COPPIA AFFIATATA IL SINDACO appunta la spilla di Matera 2019 sul bavero della Ricciarelli (le foto in pagina sono di C. Martemucci) UNA ESPRESSIONE eloquente della celebre interprete che il 15 marzo sarà a Matera IL TENORE Francesco Zingariello sarà sul palco del Duni insieme a Katia Ricciarelli. Il loro binomio è collaudato | di ANTONELLA CIERVO MATERA - Ricorda con grande affetto l personaggio che ha interpretato nel film di Pupi Avati “La seconda notte di nozze” e che le è valso il Nastro d’argento nel 2006. Katia Ricciarelli non è solo un soprano ma una interprete che deve alle origini umili gran parte del suo successo. In particolare lo deve a sua madre e al vicino di casa che scoprì le sue doti canore, Ludovico Petrolini. Anche questo parte della sua vita è contenuta nella commedia musicale “Altro di me...” che porterà in scena il 15 marzo al teatro Duni, insieme a Francesco Zingariello con la regia di Marco Mattolini. Lo spettacolo è stato presentato ieri mattina nella sala Nelson Mandela al Comune. Lo spettacolo è ispirato al libro autobiografico, dallo stesso titolo, che la soprano ha scritto e sottoposto a Maurizio Costanzo affinchè trovasse un abile sceneggiatore. «Lo faccio io - le ha detto, aggiungendo - insieme a Enrico Vaime». La conferenza stampa è stato un piacevole happening in cui la descrizione del plot della commedia è stata affidata a Francesco Zingariello, tenore pugliese cui la Ricciarelli riconosce talento e straordinarie doti canore e che la affianca, nelle vesti di un giovane cantante che si presenta ad un’audizione con lei. Nasce così il racconto fatto non solo di brani d’opera ma anche di autori contemporanei. Un viaggio nel tempo, attraverso vita, amori, successi, sconfitte e rinascite di una donna che custodisce in se’ la dolcezza delle signore d’altri tempi e la caparbietà di una virago contemporanea. Il sindaco Adduce (che le ha donato una copia del dossier di Matera 2019 e del libro dedicato alle maioliche di Peppino Mitarotonda) ne approfitta e le appunta una spilletta di sostegno alla candidatura che nel primo tentativo trova una “posizione” poco felice. E’ la soprano a suggerire al sindaco di riprovarci LA PROPOSTA | Adduce: «Stagione lirica La nostra città ne ha proprio bisogno» Katia Ricciarelli alla conferenza stampa e in basso in alcune scene dello spettacolo Il sindaco e Katia Ricciarelli. Si pensa a una stagione lirica MATERA - Potrebbe esse- nare come risolvere quere una delle prossime sta vicenda. Il nostro priorità: dotare Matera di viaggio verso la capitale europea della cultura nel una stagione lirica. Lo ha detto il sindaco, 2019, ci fa guardare lonchiedendo la collabora- tano, non ci siamo fermazione di Francesco Zin- ti. Le vicende di questi angariello e Katia Ricciarel- ni costringono a guardarsi la punta delle scarli. «Quando ci ha propo- pe, ma noi abbiamo scelto sto questa commedia mu- la strada opposta, decidendo di salsicale siamo statare gli ostato subito d’accoli, guardancordo, perchè do al futuro abbiamo potuto immaginancollocarla tra le dolo come fainiziative culturebbero i norali della città. stri ragazzi L’esempio di Kache nel 2019 tia Ricciarelli, il avranno 18 suo entusiasmo anni. è un forte stimoI giovani hanno bisolo anche per chi, come noi, svolge ruoli istitu- gno di confrontarsi con zionali. C’è un vuoto che noi nel modo giusto, di contiamo di colmare con dare un apporto diverso e investimenti e sforzi par- la forza che Katia Ricciaticolari: nella nostra città relli ci dà, può essere l’annon c’è una stagione liri- tidoto a questa sindrome. ca e questo problema si Da lei dobbiamo imparacerca dirisolvere. La pre- re molto». senza di Katia Ricciarelli [email protected] può aiutarci per immagi© RIPRODUZIONE RISERVATA «E’ un vuoto che contiamo di colmare presto» per darle una collocazione più adatta. Le domande lasciano spazio a aneddoti della sua vita, a cominciare dall’unico amore: Josè Carreras, per giungere fino alla figura di sua madre, donna forte, decisa e in grado di crescere da sola tre figlie. Brevissimo, per evitare domande più stringenti, il riferimento all’unico marito Pippo Baudo. «Nel libro gli ho dedicato po- che righe in un capitolo...almeno così non mi querela spiega. E l’ironia? Il testo teatrale ne conterrà, essendo stato scritto dalla coppia Costanzo-Vaime ed affidato ad una donna come lei? «Certo. Come tutta la mia vita in cui l’ironia c’è sempre stata, anche nei momenti più difficili». Orgogliosa del suo passato la Ricciarelli cede solo per un attimo alla tristezza, ma solo per qualche minuto. Lo fa quando racconta di non aver mai più interpretato la Wally di Catalani da quando, una sera, improvvisamente decise di interrompere un concerto per correre al capezzale della madre. Mentre lei si esibiva, era entrata in coma. Anche questo, come spiega, è «Altro di me». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Economia Italia / Mondo Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 15 BRUXELLES Apertura nonostante gli «squilibri macroeconomici» «Investire su poche e mirate misure» La Commissione Ue tende la mano all’Italia per lavoro e competitività di PATRIZIA ANTONINI BRUXELLES - Il giorno dopo la bocciatura di Bruxelles per gli «eccessivi» squilibri macroeconomici e la sollecitazione a fare le riforme, la Commissione tende la mano all’Italia aprendo alla possibilità di cominciare fin da subito ad «investire su poche e mirate misure» per incentivare lavoro e competitività. Questo nel quadro dei 33 miliardi di euro di cofinanziamento targati Ue della nuova programmazione dei fondi per le politiche di coesione 2014-2020, ma soprattutto (questa è la vera novità) prima dell’ok definitivo di Bruxelles al piano complessivo che l’Italia dovrà presentare entro aprile. Ma - si sottolinea a Bruxelles - ci sono tre condizioni imprescindibili da rispettare affinchè questo meccanismo (che funziona sulla base del rimborso) possa essere messo in campo: «deve essere concordato con la commissione Ue; deve riguardare misure molto mirate ed in numero limitato; e la coerenza delle azioni con la strategia della programmazione dovrà essere verificata a posteriori». Proprio ieri in un’intervista, il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, che lunedì presenterà le priorità economiche del nuovo governo all’Eurogruppo, ha parlato dell’utilizzo dei fondi per le politiche di coesione per rilanciare crescita e sviluppo. Tuttavia, se per gli inter- venti di cui l’Italia tanto necessita è possibile guardare alla programmazione degli stanziamenti 2014-2020 che in questi mesi si va definendo tra Bruxelles ed i 28 Stati membri - «non ci sono più margini per modificare» il piano in corso. Anzi, rimettere in discussione il pacchetto, mettono in guardia da Bruxelles, sarebbe «rischioso» e «controproducente». «E’ importante concentrarsi sull’attuazione veloce ed efficace di ciò che esiste, piuttosto che rimettere tutto in discussione a pochi mesi dalla fine della programmazione 20072013», anche perchè gli stanziamenti «che apparentemente non sono stati destinati, in realtà sono già stati impegnati» per essere spesi negli ultimi due anni (2014-2015) lasciati ai “ritardatari”. D’altra parte alla Commissione si evidenzia anche come il negoziato col governo Letta, ed in particolare col ministro Carlo Trigilia, conclusosi di recente, abbia portato ad una riprogrammazione dei progetti proprio con l’obiettivo prioritario di ottenere un «impatto immediato su crescita e lavoro». Dal canto suo, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti tira le fila al termine di una giornata fitta di incontri con le parti sociali ha detto che bisogna superare la cassa integrazione in deroga, arrivando a «uno strumento in grado di rispondere alle esigenze» che si pongono. LA CRISI Confcommercio: «È una fase di stagnazione» Consumi calati dell’1,6% a gennaio Dall’economia ancora segnali negativi ROMA - Ancora segnali negativi per l’economia italiana che fatica ad agganciare la ripresa: secondo Confcommercio infatti, i consumi degli italiani sono calati dell’1,6% a gennaio rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e dello 0,3% rispetto a dicembre. Il dato, sostiene l’associazione dei commercianti, «evi- denzia con chiarezza tutte le difficoltà dell’economia italiana, dopo due anni di recessione, ad avviarsi su un sentiero di sviluppo che coinvolga in misura di un certo rilievo la domanda delle famiglie». Confcommercio sottolinea che «il ridimensionamento registrato a gennaio, dopo un trimestre di sta- Ma l’azione deve essere veloce bilizzazione dei consumi si aggiunge ad altri indicatori dell’economia reale che sottolineano la complessità del quadro congiunturale della nostra economia che, dopo un quarto trimestre in cui si erano registrati timidi segnali di miglioramento, sembra essersi instradata più in una fase di stagnazione che di ripresa». Dallo studio emerge che le famiglie italiane hanno speso l’1,1% in meno per i servizi e l’1,9% in meno per i beni. In crescita solo la spesa per le comunicazioni (+4,6%), mentre il taglio più netto riguarda alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-2,3%), beni e servizi per la casa (-2,2%) e per l’abbigliamento e le calzature (-2,1%). Dunque, aggiunge il report dei commercianti, «i timidi tentativi messi in atto dalle famiglie per tentare di recuperare i livelli di consumo sono vanificati dalle dinamiche del reddito disponibile che, in assenza di miglioramenti dell’occupazione e di politiche fiscali meno restrittive ha trovato nei mesi più recenti come unico sostegno la bassa dinamica inflazionistica». Il dato di ieri conferma le preoccupazione dei sindacati, sostiene la Cgil, secondo cui senza interventi di carattere fiscale per lavoratori e pensionati il calo dei consumi è destinato a peggiorare e tra il 2014-16 per le famiglie di operai crollerebbe di 616 euro. A fine 2013 la riduzione cumulata del potere di acquisto, rispetto al 2007 ha raggiunto l’11% e per il biennio 2014-15 si prevede un’ulteriore flessione dell’1%. TASSE Pubblicati i dati della Corte dei Conti Federalismo fiscale bocciato la “pressione” dal 38% al 44% di MARIA GABRIELLA GIANNICE ROMA - La gran parte dell’aumento della pressione fiscale registrata dal 1990 è dovuta all’aggravio delle tasse locali. Il federalismo, in particolare quello fiscale, non ha mantenuto le promesse. Gli effetti virtuosi di efficienza, contenimento della spesa, minor costo dei servizi, non ci sono stati, anzi, anche per colpa della crisi, la pressione del fisco è aumentata e si è diversificata da ente locale ad ente locale, comportando delle differenze «distorsive» che vanno ad aggravare le situazioni economiche di territori e contribuenti più deboli. A dirlo è la Corte dei Conti che, dati in mano, ha “bocciato”, al momento, il federalismo fiscale. Secondo i dati della Corte dei Conti, dal 1990 al 2012 «la forza trainante sulla pressione fiscale complessiva, passata dal 38 al 44%, appare imputabile per oltre i 4/5 alle entrate locali. La quota di queste su quelle dell’intera pubblica amministrazione si è più che triplicata passando dal 5,5% al 15,9%» ha detto il presidente Raffaele Squitieri sentito dalla Commissione Parlamentare sul Federalismo Fiscale. Nel percorso di attuazione del federalismo, inoltre, non è stato rispettato «un vincolo di invarianza della pressione fiscale complessiva» previ- sto dalla legge delega. Dal Veneto rincara la dose anche la Cgia di Mestre che parla di tradimento del federalismo con un boom delle tasse locali del 200% dal 1997. Tanto che la Confedilizia, che difende i proprietari immobiliari - cioè i contribuenti sui quali poggia il fisco locale afferma: si aprono gli occhi sulla realtà. Si difendono invece i sindaci. Parla per loro il presidente dell’Anci, Piero Fassino: i tagli ai trasferimenti subiti dai Comuni dal 2007 ad oggi - ha sostenuto - «sono stati nettamente superiori all’incremento della fiscalità locale». La Corte Conti conferma che dal 2009 al 2012, in piena crisi, gli enti locali hanno dovuto tagliare 31 miliardi: 15 per compensare il calo dei trasferimenti dallo Stato e 16 miliardi per effetto di misure di inasprimento del Patto di stabilità interno. Ma l’analisi dei magistrati contabili punta l’indice anche su altri squilibri, come la differenziazione del «ricorso alla leva fiscale» fra i vari enti locali. C’è «una sorta di “regola distorsiva” che penalizza i territori con redditi più bassi ed economie in affanno». Insomma Irpef e Irap (con aumenti fino al 20%) sono più pesanti proprio dove ci sarebbe più bisogno di alleggerire il fisco per liberare risorse. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 18 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] Campagna ideata dall’Aism cittadina e che ribalta in positivo la logica del neknominate «Ti nomino», ma è per solidarietà Sms per la ricerca, poi le foto e i tag su Fb: così ci si passa il (bel) messaggio LA dinamica è quella della catena, del coinvolgimento esponenziale, che si moltiplica nodo dopo nodo. L’effetto è tutto positivo, misurato in solidarietà. L’idea è venuta al gruppo young della sezione di Potenza dell’Aism per promuovere la campagna di finanziamento della ricerca scientifica per le forme più gravi di sclerosi multipla. Il gioco è semplice e comincia con l’SMS da inviare al numero 45509 per sostenere la ricerca. A questo punto il gesto di solidarietà va raccontato e condiviso. Il webteam dell’Aism di Potenza chiede a tutti di fare uno screenshot o una foto del messaggio di ricevuta della donazione arrivato sul proprio telefonino. E se si ha voglia, si può modificare la fotografia con un autoscatto o magari con una foto di gruppo, facendo un piccolo fotomontaggio personale. A questo punto basta postare l’immagine ottenuta sull’evento “Passa il messaggio”creato dal team sulla pagina Facebook della sezione Aism, di Potenza. L’importante, però, è non dimenticare di taggare altri amici a cui «passare il messaggio». A mo’ di nomination, ma positiva. «Dovevamo pensare a un modo simpatico per mantenere alta l’attenzione sulla campagna di finanziamento della ricerca». L’ispirazione, spiega Ida, referente dei volontari a Potenza, è arrivata dal film “Un sogno per domani” in cui il protagonista, un ragazzino con una vita difficile, avvia una catena di buone azioni. «Avevamo bisogno di costruire uno spazio in cui coinvolgere quante più persone possibili in uno sforzo comune. Conta la piccola donazione via sms (il costo del messaggio è di 2 euro), certo. Ma serve la vicinanza a chi ruota attorno alla grand efamiglia che è Aism». Volontari, malati, operatori. Una macchina gioiosa che dona tempo e professionalità alla normalità di ci piano piano, per la malattia, perde la propria quotidianità. “Passa il messaggio” sfrutta una dinamica che risponde in maniera positiva anche a un altro gioco a base di nomination, in questo caso però persino pericoloso. Si chiama neknominate ed è diffuso soprattutto tra i ragazzi. Le regole: filmarsi mentre buttano giù d’un fiato un bicchiere di vino o una bottiglia di birra, pubblicare il video e poi nominare (meglio ancora se taggando) altri amici che dovranno replicare il gesto entro una certa scadenza temporale. Il team potentino di Aism ribalta il messaggio della dinamica della segnalazione. E diventa uno dei tanti casi di raknominate (random act of kindness), di quella tendenza nata in modo spontaneo in tutto il mondo - proprio come risposta al neknominate - dell’inventarsi catene di gesti positivi. La catena inventata dall’Aism porta in dote solidarietà per la ricerca sulla sclerosi. In poche ore l’evento creato sulla pagina Facebook dell’Aism di Potenza si è riempito di fotografie e tag (a proposito, andate subito a dare uno sguardo; e l’8 e il 9 marzo andate in piazza, lì l’Aism vi aspetta con le gardenie). Tanti messaggi di chi ha partecipato alla catena, ha contribuito con una piccola donazione, ha invitato amici a fare altrettanto. C’è ancora tempo, la campagna scade il 16 marzo. L’entusiasmo è cresciuto fino a coinvolgere interi gruppi: la squadra di rugby dell’Cus è praticamente diventata il main sponsor dell’iniziativa. Vale la pena diventare un nodo della catena, davvero. Creatività e simpatia hanno trasformato il gioco in uno spazio di comunità. Sara Lorusso Alcune delle foto a sostegno della campagna di solidarietà a favore dell’Aism Entro pochi giorni il bando per la riqualificazione dell’area I campetti di Poggio passano al Comune «E’ il suo ultimo atto da assessore allo Sport?». Prima un sorriso, poi la risposta: “forse...”. In attesa di capire se sarà ancora in corsa per le Amministrative, Peppino Ginefra (in foto) ci tiene a concludere il suo mandato mettendo il punto su una questione che da sempre gli sta a cuore. Parliamo degli impianti sportivi all’aperto di Poggio Tre Galli, familiarmente noti come i campetti di piazzale Budapest. «Lo scorso 4 marzo l’ufficio Urbanistica mi ha notificato l’acquisizione del terreno da parte del Comune - spiega Ginefra - poniamo così fine all’abbandono di un’area che per trent’anni è stata terra di nessuno e invece merita di essere valorizzata». In realtà la gestione dei campi - come abbiamo ricostruito - è passata per diverse mani tra cui quelle del Circolo Tennis Adriatico, non più affiliato da una decina d’anni. «Entro pochi giorni verrà predisposto il bando per il piano di riqualificazione dell’area - entra nei dettagli l’assessore - destinato a soggetti privati che avranno il vincolo di realizzare due campi da tennis, uno da calcio a cinque, due campi da bocce e un parco giochi per i bambini. Chi si farà carico dell’investimento prenderà in gestione la struttura per l’arco di tempo previsto dalle attuali disposizioni di legge». Particolarmente importante l’aspetto riguardante i campi da ten- nis: averne due nello stesso impianto, omologati dalla Fit, consentirebbe alle società del capoluogo di partecipare ai campionati dalla Serie C in su senza ricorrere alle particolari deroghe che sono state necessarie nella stagione in corso. «E’ nostra intenzione dotare la città di un’area destinata allo sport e alle attività ricreative – conclude Ginefra – in un quartiere strategi- co quale sta sempre più diventando quello di Poggio Tre Galli. E’ un altro segnale dell’attenzione che questa amministrazione ha dedicato all’attività sportiva, soprattutto quella di base, nonostante la ben nota carenza di risorse». E allora, quando si può, si cerca di mettere i privati nelle migliori condizioni per investire. Almeno nell’impiantistica. Pietro Scognamiglio Ztl attiva a Capodanno E ora le multe MULTE, la notte di Capodanno, per il mancato rispetto dei limiti della Zona a traffico limitato: secondo il consigliere comunale del gruppo misto, Vito Mitro, «un grave errore, una evidente disattenzione e una dimostrazione di superficialità». In questi giorni, infatti, sono arrivate ai cittadini le notifiche dei verbali fatti nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio. «La Prima commissione che presiedo – evidenzia Mitro – aveva all’unanimità dei presenti segnalato al sindaco la necessità e l’opportunità di sospendere l’attivazione della Ztl durante il periodo natalizio e quello dei saldi. L’aver organizzato manifestazioni nel centro storico in occasione della notte dell’ultimo dell’anno e scoprire che comunque le telecamere sono rimaste attive è davvero di difficile comprensione. Sono centinaia i giovani che sono incappati nel ‘Grande fratello’ della polizia locale, alcuni addirittura con più passaggi nell’arco della stessa serata. Purtroppo non è più possibile intervenire al fine di assumere un provvedimento, anche da parte del sindaco, per far sì che le sanzioni possano essere eliminate». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 19 Il progetto realizzato da tre giovani universitari a Milano. Tra loro anche un lucano Non passare sopra i diritti Giuseppe Salviulo e le sagome femminili disegnate sulle strisce pedonali ALL’inizio era solo il progetto di un esame. Ora è un’iniziativa che ha conquistato l’attenzione di agenzie pubblicitarie - anche straniere - testate giornalistiche e associazioni. La campagna si chiama “#Nonpassarcisopra” ed è stata ideata da tre giovani che frequentano la Naba (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano: Giuseppe Salviulo, Riccardo Buffolino e Rosario Guastalla. Ma Milano è in realtà solo la tappa finale, perchè i tre ideatori sono tutti meridionali e uno di loro, Giuseppe Salviulo, è originario di Brienza. Una campagna incisiva, «pensata per un esame - racconta Giuseppe - ma che abbiamo associato a un concorso indetto da Pubblicità progresso. Ci sono le sagome bianche di tre donne disegnate per terra sulle strisce pedonali. A pochi passi una scritta bianca: Non passarci sopra». E i passanti sono diventati attori protagonisti di questa iniziativa: «si trovavano lì sulle strisce e noi filmavamo le loro reazioni stupite mentre cercavano di evitare di calpestare quelle sagome di donne. Poi uscivamo e spiegavamo loro il messaggio che c’è dietro». Un messaggio forte, rivolto agli uomini certo: non passate sulle donne, sui loro diritti e sulle loro vite. Ma anche alle donne, che troppo spesso “ci passano sopra”, non danno la giusta importanza a un gesto violento, o a un atteggiamento che nasconde una molestia. “Non passarci sopra” è diventato allora un messaggio a un mondo ancora troppo maschilista, che spesso non si accorge delle donne, le dà per scontate. Come scontate sono le strisce pedonali che trovi sulla strada. I ragazzi hanno scelto con cura una zona di Milano che fosse di passaggio, «ma anche a traffico limitato, per dare anche il tempo ai passanti di vedere. Così abbiamo scelto corso Garibaldi (zona Brera) e nella notte tra il 13 e il 14 febbraio scorso abbiamo realizzato il nostro progetto». E hanno anche rischiato quando la Giuseppe Salviulo polizia, alle tre di notte, li ha fermati per capire cosa stessero facendo. «Ci hanno controllati, ma poi hanno capito anche loro il nostro intento positivo». E infatti, con sorpresa degli stessi ideatori, già il giorno dopo quell’iniziativa «ha preso il sopravvento. Associazioni, semplici cittadini, agenzie pubblicitarie hanno iniziato a condividere il nostro messaggio». E infatti sulla pagina Facebook dell’iniziativa (https://www.facebook.com/nonpassarcisopra) ognuno ha iniziato a dare il suo contributo all’idea, facendo crescere il valore di quel semplice ma profondo messaggio. «Un’idea - dice Giuseppe - che è piaciuta molto anche al presidente di Pubblicità progresso, così come a diversi pubblicitari. Ma che è piaciuta soprattutto alle persone comuni, che stanno contribuendo a diffonderla». Ed è una bella soddisfazione per questo ragazzo di 28 anni, partito da Brienza con l’idea di restare per sempre a Milano ma che, con il passare del tempo, si è convinto che la scelta giusta è proprio tornare nella sua regione: «Se pure io abitassi - dice nello stesso palazzo dell’agenzia pubblicitaria che mi interessa, comunque dovrei inviare i miei lavori tramite internet. Allora che differenza c’è se lo faccio stando a Brienza? Da qui posso raggiungere Londra e Hong Kong e poi credo che sia giusto restare. Posso dare anch’io un contributo e posso farlo in un luogo che conosco, dove non devo perdere tempo alla ricerca del fabbro o del falegname per i miei progetti». Una determinazione che è più di una speranza: non passiamoci sopra. Antonella Giacummo Messaggio a un mondo che dà per scontate le donne LA SENTENZA Sospese l’insegnante Condannato il dirigente scolastico E’ STATO condannato il dirigente scolastico che aveva sospeso dal servizio una docente che si era opposta alla sospensione di un alunno. A dichiarare nulla la sanzione disciplinare di 10 giorni inflitta all’insegnante di un istituto superiore lucano è stato il tribunale di Potenza con una sentenza emessa il 4 marzo scorso. Ne dà notizia la Gilda spiegando che la docente era stata «ingiustamente punità perchè durante un consiglio di classe, quindi nel pieno esercizio delle sue funzioni istituzionali, aveva espresso un’opinione diversa da quella del dirigente scolastico. Il giudice del lavoro, accogliendo il ricorso presentato dall’insegnante, ha decretato nulla la sanzione disciplinare e ha disposto il pagamento dello stipendio e dei contributi previdenziali sottratti alla docente durante i dieci giorni di sospensione. «Dopo la riforma Brunetta - afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda - l’abuso delle sanzioni disciplinari sta diventando un problema sempre più diffuso ma purtroppo ignorato dal ministero dell’Istruzione». Il progetto #Nonpassarcisopra in corso Garibaldi a Milano. A sinistra una delle foto inviate La denuncia contro gli abusivi che vendono prodotti agricoli «Noi commercianti onesti siamo quelli sempre penalizzati» SONO commercianti onesti, «che nonostante le difficoltà pagano regolarmente le tasse e adempiono ai loro doveri senza veder tutelati i propri diritti». E sono loro a denunciare una serie di atti illeciti «che stanno mettendo in ginocchio numerose famiglie». Il problema sono i numerosi ambulanti ortofrutticoli abusivi, residenti della provincia, «ma molto più spesso provenienti da fuori regione, che commercializzano prodotti ortofrutticoli infrangendo numerose norme». In particolare: dopo aver posteggiato lungo le strade, vendono prodotti agricoli pur essendo privi degli opportuni permessi rilasciati dalle autorità competenti. Poi, le merci vendute non espongono i prezzi nè i certificati che ne permettano la tracciabilità (obbligatoria per noermativa europea). Ma si assiste anche ai «finti produttori che rivendono le merci esibendo- le per coltivazione propria, mentre in realtà sono al 100% acquistate all’ingrosso e non fatturati sia al momento dell’acquisto che della vendita. Avvalendosi dunque di tutte le agevolazioni di un produttore, pur non essendolo». Tale commercio «è illecito e a spese dell’erario, poichè questi falsi produttori beneficiano di diritti e agevolazioni alle spalle di commercianti che emettono regolare scontrino fiscale e hanno spese più gravose. Il tutto a scapito dell’equità tra commercianti, che a parità di diritti dovrebbero avere anche parità di oneri». Ragioni queste che hanno spinto i commercianti a denunciare la situazione al corpo forestale dello Stato, alla Guardia di finanza e alla polizia municipale, nella speranza di risollevare la situazione di quanti, cercando di restare onesti. Venditori ambulanti abusivi in città (Foto Andrea Mattiacci) Dallo scorso 8 gennaio il quarantaseienne attende ancora il processo per direttissima Sciopero della fame per un uomo ai domiciliari DA ieri mattina un uomo di 46 anni ha cominciato lo sciopero della fame per protestare contro la lentezza del sistema giudiziario. Il quaranteseienne che ha affisso davanti alla sua abitazione di Bucaletto una serie di volantini è stato arrestato intorno alle 23 dello scorso 8 gennaio. L’uomo stava rientrando a casa, a bordo della sua auto, quando lungo la strada ha incontrato un ragazzo che abita vicino casa sua. Gli ha dato un passaggio e poco dopo sono stati fermati dalla Guardia di finanza. Il ragazzo, che era in possesso di droga, ha deciso di patteggiare e ha ammesso che l’uomo era estraneo ai fatti e che non sapeva nulla della droga. Nonostante tutto il Riesame ha rigettato i due ricorsi presentati dal legale del quarantaseienne. Ma non è tutto. Il processo per direttissima si terrà il prossimo 10 aprile nonostante i termini vadano da un minimo di due giorni a un massimo di 30. L’uomo dallo scorso 8 gennaio non potendosi recare al lavoro non ha potuto neanche pagare gli alimenti alla ex moglie e ai figli. Da ieri la protesta e il prefabbricato tappezzato di volantini. Il prefabbricato tappezzato dai volantini (f. A. M.) RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 22 Potenza e provincia Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it TITO Ultimo appuntamento del progetto voluto dall’Associazione italiana formatori Il Cnr apre le porte agli studenti Affrontate le tematiche ambientali e climatiche attraverso il lavoro dei ricercatori TITO – “Lezioni aperte”. Questo è il nome del progetto realizzato dall’Aif (Associazione italiana formatori) e dal Cnr – Imaa (Istituto di metodologie per l’analisi ambientale). Un progetto, alla seconda edizione, cominciato ieri mattina con il tema “Particelle carboniose e qualità dell’aria” e giunto oggi al termine. Una proposta di carattere formativo, rivolto agli allievi di alcune scuole superiori del capoluogo (Liceo delle “Scienze umane” i Licei scientifici “Paolini e “Galilei”, il Liceo ginnasio del Pontificio Seminario regionale). Due giorni di lezioni con gli studenti sulle tematiche ambientali e climatiche, per conoscere e toccare con mano la realtà di un’eccellenza come il Cnrnr- Imaa, ma anche per far comprendere il lavoro svolto dai ricercatori, al fine di divulgare e somministrare una metodologia di- dattica un po’ diversa dal solito ma di sicuro impatto formativo. Tra gli organizzatori il presidente Aif Basilicata, Felicia D’Anna. «Il progetto “Lezioni aperte” rappresenta un momento molto importante sia per la crescita per i ragazzi, attraverso una metodologia didattica diversa, sia per la comprensione dell’importanza della ricerca come bene comune». Per la dottoressa Licia Fanti invece, responsabile comunicazione del CnrImaa: «La cosa importante di questo progetto è il coinvolgimento delle scuole superiori, di diverso indirizzo, per far conoscere ai ragazzi il Cnr– Imaa e i risultati della ricerca scientifica perché sono patrimonio di tutti. Un’attività che si realizza grazie alla disponibilità del direttore Vincenzo Lapenna». Davide Di Vito CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Beni archeologici Una borsa di studio Un momenti di “Lezioni aperte” al Cnr di Tito SATRIANO Incidente in galleria, tre feriti SATRIANO - Traffico bloccato per ore a causa di un incidente avvenuto ieri sera tra Satriano e Tito all’interno di una delle gallerie. Tre auto e un autotreno i mezzi coinvolti. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i Carabinieri, gli agenti della Polizia stradale, i Vigili del fuoco e il personale del “Basilicata soccorso”. Tre le persone rimaste ferite. Trasportate immediatamente al San Carlo, dopo essere state medicate, sono state dimesse. La circolazione è stata deviata lungo la vecchia strada. © RIPRODUZIONE RISERVATA TITO - L’Istituto per i Beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche, ha indetto una pubblica selezione per il conferimento di una borsa di studio per laureati . La domanda per potere partecipare alla selezione, redatta in carta semplice secondo lo schema previsto d all’allegato del bando IBAM001-2014-PZ dovrà essere indirizzata all'Istituto per i beni archeologici e monumentali sede di Potenza - Consiglio nazionale delle ricerche - contrada Santa Loja Zona industriale - 85050 Tito Scalo (Potenza). La domanda , per esse- CAMPOMAGGIORE Gli alunni della terza A raccontano “Un poliziotto per amico” re presa in considerazione, dovrà essere presentata entro il termine perentorio di trenta giorni dalla data di pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana secondo quanto previsto all'articolo 4 del bando stesso. Il bando per il conferimento di una borsa di studio è stato già affisso all'albo ufficiale dell'Istituto per i beni archeologici e monumentali. Non solo. Il bando e' anche disponibile sul sito internet del Centro nazionale delle ricerche all'indirizzo: www.urp.cnr.it link formazione e lavoro. CASTELMEZZANO Telefoni muti nella case e al Municipio «Telecom ci risarcisca» Quali accorgimenti bisogna adottare per non cadere in trappole Ecco come il web è più sicuro Due momenti dell’incontro “LA libertà non è star sopra un albero/non è neanche il volo di un moscone/la libertà non è uno spazio libero libertà è partecipazione. (Giorgio Gaber)”. Sembra proprio che gli abitanti del web, ogni volta che arriva alla cronaca una “malaffare”, abbiano voglia di seguire le parole della canzone di Gaber! Peccato che lo fanno in quel momento, per poi sprofondare nell’oblio, aspettando la prossima “corruzione” o il prossimo “inquinamento ambientale”, per scatenarsi nella piazza virtuale fine a se stessa. La solita tiritera del cane che si morde la coda, nutrendosi del nuovo prodotto fornito e nulla più. Nel nome del fare, dell’affare, dell’arraffare e del malaffare, la corruzione del terzo millennio ha le sue CAMPOMAGGIORE - “Un poliziotto per amico” : potremmo sintetizzare così il messaggio dell’incontro tenutosi a Campomaggiore con gli agenti della Polizia Postale. La giornata si è inserita in un più ampio progetto, promosso dall’Istituto comprensivo di Albano di Lucania, dal titolo “Web sicuro”rivolto proprio agli studenti «per aprirci - raccontano Rossana Abbamonte, Marco Albano, Vincenzo Eufemia, Serena Filardi, Letizia Loguercio, Michela Loguercio, Sabrina Loguercio, Emran Mohamed, Giusy Tripolino, Adriana valente e Maria Domenica Zotta della classe terza A - gli occhi sulle insidie che nasconde il web. Noi giovani facciamo largo uso di social network, di chat, di strumenti quali twitter, Ask e What sapp senza conoscere bene quale pericolioquesto mondo virtuale, anche molto utile, può rappresentare soprattutto per noi minorenni». I poliziotti Domenico Nolè, Paolo Tanzarella e Marcello Rizzuti ci hanno guidato alla scoperta di questo mondo che ci fa compagnia tutti i giorni e l’abbiamo guardato finalmente con occhi diversi possiamo dire con occhi più attenti». Grazie alla visione di filmati, alcuni girati con la collaborazione di attori fa- mosi, abbiamo compreso quali sono le truffe o i pericoli più ricorrenti a cui noi piccoli possiamo andare incontro navigando senza il controllo dei nostri genitori. Una frase, ripetuta più volte dai poliziotti è stata molto significativa e difficilmente la dimenticheremo , recita così “ Una volta si diceva non accettate caramelle dagli sconosciuti, oggi vi diciamo non “date” l’amicizia agli sconosciuti né frequentate siti altrettanto sconosciuti o poco sicuri”. «Inutile dire che tutte le informazioni che la Polizia postale ci ha fornito - hanno proseguito gli studenti - ci hanno aiutato a comprendere quali accorgimenti possiamo usare, nell’uso quotidiano di questi strumenti, per non incappare in truffe o “amicizie” pericolose, uno per tutti cercare di non restare soli davanti al computer, anzi posizionarlo in una zona di passaggio della casa in modo tale che i nostri genitori possano sempre vigilare sul nostro operato. Se qualcosa dovesse accadere il consiglio che ci hanno dato è stato quello di parlarne subito con i genitori o con gli insegnanti perché se si interviene tempestivamente si possono risolvere in tempo tanti problemi». CASTELMEZZANO - Da circa 15 giorni la principale utenza telefonica fissa del Municipio di Castelmezzano e quella di buona parte della cittadinanza e’fuori servizio, per guasti sulla linea Telecom. L’amministrazione comunale, pertanto, ha deciso, insieme ai cittadini, avvalendosi della consulenza di un’associazione di consumatori, di chiedere i danni a «Telecom Italia». A renderlo noto il primo cittadino di Castelmezzano, Domenico Antonio Cavuoti. «A oggi - ha affermato il primo cittadino - nonostante numerosi solleciti le linee telefoniche non sono state ancora riparate» causando non poco disservizi sia all’amministrazione comunale ma anchce agli utenti. Pertanto il primo cittadino ha stigmatizzato l’atteggiamento di Telecom ritenendolo «gravemente omissivo e di forte nocumento verso i cittadini-utenti. Un simile ta comportamento e’ da considerarsi ancor piu’ grave e lesivo se si pensa che ad essere interessato dal disservizio e’, anche, l’ente comunale con tutto cio’che ne consegue sulla normale attivita’ dello stesso verso la cittadinanza e le altre istituzioni». L’INTERVENTO Avigliano e il “Vento del Sud” radici nei secoli. Basti pensare alle opere di Tucidide e Tacito, gli "Annali" e le "Storie", e alle "Lettere a Lucilio” di Seneca. In epoca cristiana, alle "Confessioni" di Sant'Agostino. Grandi capolavori della letteratura antica, ma anche opere di attualità stringente. Perché le questioni proposte sono questioni di oggi: solo che oggi non abbiamo né Seneca né Tacito. Credo buona che parte della gente amia affermare - Pecuniae obediunt omnia. - Tutto obbedisce al denaro . E per questoche esistono "luoghi", dove si incon- trano le varie forme dell’ “affare”. E’ cosa più che evidente. Spesso figli di padri di un sessantotto mal digerito, di cui si è voluta ereditare solo la pervicacia e l’arroganza per un’indebita e prolungata scorreria nelle stanze degli affari. Dal ciclostile, passando al bancomat per arrivare all’era cibernetica, nascosti dietro ad un pc, il passo è breve e le stesse grottesche vicende del “malaffare” di queste ore, che ha turbato la comunità aviglianese, ne appaiono tragica ed evidente testimonianza di quanto ho detto sopra. De Andrè diceva: “Ho sempre avuto pochissime idee ma in compenso fisse”. Ecco, Avigliano, per me, è una di quelle. Nella mia città, non ci sono cittadini alla ricerca di una corruzione che non c’è, è solo invenzione di un’incapace opposizione “sfascista” con forti mal di pancia. E chi amministra non difende i corrotti e i corruttori fisiologici, aspetta che la magistratura faccia il suo corso, per trarne le dovute conseguenze. È così che si crea consenso. La mia città ha un passato da raccontare e guarda avanti per scriverne an- cora. La mai città è una comunità di tante associazioni, capace di mischiare il passato e il presente per costruire il futuro. La mia città ha dei giovani vivaci, ma nessuno ha paura delle strade, anche quando è notte. Nella mia città le famiglie straniere si sono ben integrate, contribuendo a mantenere il numero della popolazione sopra i 12 mila abitanti. Insomma, si sentono a casa. La mia città non si chiude mai dentro i confini e rifiuta i luoghi comuni. Non saranno questi presunti scandali, non saranno gli attacchi sconclusionati e malvagi di una “sciocca” e “orsacchiotta” opposizione a rovinare la reputazione di Avigliano. Enzo Claps © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 23 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] BANZI Il primo cittadino chiede di essere audito in Commissione ambiente «Inaudita ed estrema scorrettezza» Impianto termodinamico: Nicola Vertone critica l’odg della Provincia BANZI - La definisce «un’audita ed estrema scorrettezza» l’ordine del giorno approvato dalla Provincia in merito all’impianto di Banzi. A scriverlo è il primo cittadino Nicola Vertone il quale, in una nota, sfoga tutta la sua rabbia sulla presa di posizione dell’Ente.Una presa di posizione forte dovuta, sono sue parole,« all’assoluta assenza di contraddittorio con la scrivente Amministrazione che non è stata invitata» mentre «avrebbe partecipato ai lavori del Consiglio il solo Sindaco del Comune di Palazzo San Gervasio». Vertone, dunque non le manda a dire invitando la Provincia «a rivedere radicalmente le convinzioni pregiudizialmente espresse con l’ordine del giorno e chiedo formalmente di essere audito in commissione ambiente che il Presidente vorrà convocare a breve e possibilmente con la presenza anche del collega Sindaco di Palazzo San Gervasio al fine di chiarire ogni dubbio sulla vicenda». Il primo cittadino inoltre vuole dare «il contributo di conoscenza che la nostra Amministrazione ha maturato in mesi di intenso impegno dedicato alla analisi critica degli aspetti della sicurezza e dell’impatto ambientale del progetto, alle sue ricadute occupazionali e sui suoi potenziali effetti positivi sul tessuto economico sociale del territorio». Vertone entra poi nel merito della questione. «Il dato dell’incidenza percentuale del valore aggiunto dell’agricoltura sul valore aggiunto totale prodotto, pari a uno stentato 6% sia per il Comune di Banzi che per il Comune di Palazzo San Gervasio, / spiega - indica di per se che la decantata vocazione agricola è una chimera e che, purtroppo, nei nostri territori non si praticano colture “intensive” bensì estensive, prevalentemente di tipo seminativo, marginalmente orticole, soprattutto di pomodori da industria, con redditività basse e con il ricorso a personale extracomunitario per la raccolta ben noto per le forme con cui si realizza». Quindi «non esiste nei nostri vasti territori alcun problema di scarsezza di superfici agricole ma un serio problema di riqualificazione fondiaria verso colture di più elevato valore aggiunto e più alta produttività per ettaro impegnato come è stato fatto in altre aree ad autentica vocazione agricola della nostra Regione in cui, facendo ampio ricorso all’impiego di serre, sono stati raggiunti indici di redditività e produttività soddisfacenti qualificando e impiegando personale locale». Inoltre, aggiunge: «le superfici coperte da strade bitumate e in terra battuta e quelle coperte con pavimentazione in cemento sarebbero pari a non più del 3% del totale delle superfici incluse nel perimetro dell’impianto. Sulle superfici del campo solare tra le file di specchi e dopo le operazioni necessarie per un leggero livellamento verrà riportato il terreno vegetale che sarà inerbito. Un eventuale, riuso agricolo del terreno non sarà pertanto in alcun modo impedito ancorché in un remoto futuro attesa la vita utile ultratrentennale di questa tipologia di impianti». Altro punto sono «le emissioni in atmosfera derivanti dal limitato ricorso alle caldaie a gas metano, che notoriamente non generano particolato, non produrranno alcuna dannosa precipitazione al suolo e tantomeno produrranno significativi impatti le emissioni del sistema di purificazione del fluido termovettore che sono pari a quelle di un motociclo che percorra quotidianamente per tre o quattro volte il perimetro del campo solare». Infine, spiega: «non è prevista alcuna immissione di reflui nel Fosso Marascione che dista circa cinque chilometri dal sedime dell’impianto, bensì l’immissione, peraltro già autorizzata dalla Amministrazione Provinciale ( ne siete a conoscenza?), di acque, perfettamente idonee a uso irriguo e derivanti dal trattamento di quelle di raffreddamento, nell’omonimo canale artificiale di bonifica che attraversa il perimetro dell’impianto. Tali acque saranno ben più pulite di quelle attualmente emunte dai pozzi del sito per finalità irrigue». MELFI Una nuova scuola per gli studente dell’istituto Alberghiero MELFI - Dopo esattamente quattordici anni gli studenti dell’istituto alberghiero di Melfi hanno una scuola nuova. Da ieri mattina, infatti, 350 su 700 aspiranti chef della scuola lucana hanno preso possesso delle nuove aule in via Giuseppe Verdi lasciando così la scomoda sistemazione in contrada Ponticelli dove erano costretti a seguire le lezioni nei locali di un mobilificio. Sono stati completati i lavori di ristrutturazione dell’ex istituto professionale che la provincia di Potenza aveva scelto di assegnare al neonato Iis, Gasparrini. «Abbiamo atteso quindici anni – spiega il dirigente scolastico, Michele Masciale – ma finalmente oggi i nostri studenti hanno delle aule vere, cucine e laboratori degni di questo nome. Adesso potranno davvero lavorare con tutte le comodità che una scuola deve garantire». Nata negli anni Settanta come sede distaccata dell’istituto alberghiero di Potenza, la scuola di Melfi era stata ospitata negli ambienti di palazzo Donadoni. Nella stagione 98 – 99 arriva l’autonomia dal capoluogo di Regione e l’esponenziale aumento delle iscri- zioni costringe la provincia di Potenza a rilevare e fittare le stanze di un altro palazzo cittadino in periferia ancora una volta nei pressi della strada statale 658, Potenza Melfi. Con l’utilizzo di palazzo Perillo, in definitiva, la scuola si divide in tre plessi con evidenti disagi per studenti, insegnanti e dipendenti del personale Ata. Disagi che la nuova scuola, nel ben più centrale quartiere di Valleverde, saranno superati definitivamente entro la fine del prossimo mese: «quando anche gli ultimi 300 studenti delle classi terze, quarte e quinte – conclude il preside, Masciale - potranno raggiungere i colleghi del biennio al termine dei lavori nella seconda ala dell’edificio dove si sta ultimando il cantiere. Avremo anche la nuova cucina e da quel momento comincerà il corso futuro del nostro istituto». A parte il risparmio per la provincia di Potenza, che con questo dirigente scolastico ha annullato le spese per gli affitti di palazzo Perillo, del mobilificio e del convitto ospitato nel Gasparrini, finalmente 700 studenti potranno studiare in autentiche classi. Vittorio Laviano VENOSA Iniziativa promossa dalla Fondazione “Alessandra Bisceglia” “Help line” per le anomalie vascolari L’obiettivo: fornire informazioni sulla malattia e relativa disabilità VENOSA - Un “Servizio help line” di supporto per le anomalie vascolari è stato attivato in questi giorni dalla Fondazione Alessandra Bisceglia W AleOnlus,in collaborazione con il Centro Nazionale Malattie Rare - Istituto Superiore di Sanità. Il servizio telefonico fornisce gratuitamente informazioni in tema di anomalie vascolari congenite e relative disabilità. A prendere in carico le richieste i volontari della Fondazione, appositamente formati, che forniscono informazioni tra le altre cose su centri di diagnosi e cura per le anomalie vascolari congenite; Esenzioni e diritti esigibili per persone con anomalie vascolari congenite e i loro familiari. «Naturalmente –evidenzia Raffaella Restaino, presidente della Fondazione - il trattamento dei dati è effettuato nel rispetto della normativa attualmente vigente in tema di privacy». Questi i numeri telefonici ai quali rivolgersi : 0972 39359 (martedì 10.00 – 12.00; giovedì 10.0012.00); 0972 475194(lunedì 10.0012.00; mercoledì 15.00- 17.00). «Tutti i cittadini possono contribuire a cambiare il futuro di una malattia oggi senza cura - sottolinea la Presidente Restaino - destinando alla nostra Fondazione il 5x1000”. Questo il codice fiscale 97566810582. Ricordiamo al riguardo che la Fondazione in collaborazione con l’Asp ha attivato nell’ ospedale S. Francesco di Venosa “Le Stanze di Ale”. Una iniziativa molto apprezzata per l’attività svolta dalla Fondazione nel colmare vuoti assistenziali nella rete dei servizi per le anomalie vascolari». Incontriamo nell’ospedale di Venosa Angela, trentenne, della provincia di Matera affetta da malformazioni venose congenite. «Da quando ero piccola i miei genitori si sono attivati per trovare un medico specializzato che comprendesse e risolvesse la mia patologia, trovandosi sempre soli. Ogni volta che emergeva qualche manifestazione nuova della malattia, sono stata seguita da un medico diverso- ci racconta Angela-Purtroppo ... ma non c'era nessuno che avesse una visione chiara e completa di tale patologia, non c’era nessuno in grado di dare delle spiegazioni, non si erano mai trovati davanti a problemi vascolari molto più gravi”. La svolta un paio di anni fa quando la madre ha ascoltato la Dott.ssa Restaino che in tv illustrava obiettivi e attività della Fondazione. “Oggi con le “Stanze di Ale” ho un punto di riferimento solido per lo studio dell'evoluzione della mia malattia». Giuseppe Orlando Alessandra Bisceglia ATELLA Mutui pregressi: le critiche Telesca bacchetta l’ex sindaco ATELLA - E’ un clima politico infuocato quello di Atella. Uno scontro aspro tra maggioranza e opposizione che si protrae oramai da diverso tempo. A mettere i puntini sulle “i” è il sindaco di Atella Nicola Telesca il quale fornisce alla stampa una dettagliata tabella, con il riassunto dei mutui contratti nell’ultimo decennio dalle due precedenti Amministrazioni comunali atellane guidate entrambe dal Partito democratico. ‹‹La prego vivamente sottolinea al cronista il pri- mo cittadino di Atella - di guardare con molta attenzione l’entità di alcuni mutui. Come quello di oltre 2.600.000 euro. Che, iniziato nel 2012, andrà avanti fino al 2040››. Si tratta di una tecnica amministrativa basata essenzialmente sulla contrazione di numerosi mutui con la Cassa Depositi e Prestiti alcuni dei quali «non sempre hanno dato luogo alla realizzazione di progetti concreti, per dar luogo ad opere pubbliche ed iniziative utili alla collettività atellana». Il sin- daco Nicola Telesca, che nei mesi scorsi, ha scovato le prove di quella che in Piazza Matteotti molti definiscono “finanza garibaldina” del Pd atellano, non è propenso, tuttavia, a gettare la croce addosso solo alla Ragioneria comunale dell’epoca. «Perché la responsabilità politicoamministrativa - sostiene Nicola Telesca - al di là di quanto disposto dalla Legge Bassanini, è sempre politicamente delle Giunte municipali dell’epoca». be. ca. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 24 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] MELFI Domani la cerimonia MELFI Il bilancio del segretario del Pd alla vigilia del congresso 2014” «Uscire dall’isolamento prodotto Un “Donna premio nel segno dalla gestione del centrodestra» della bellezza MELFI - Sia a livello nazionale che a livello locale il partito democratico sta vivendo un momento di grande rinnovamento. A Melfi, domenica prossima, si terrà il congresso di sezione. Un momento di confronto da cui scaturirà il nuovo direttivo. «Viviamo un momento di grande crescita - spiega il segretario cittadino, Nando Dello Russo - e quindi di grande responsabilità. Quando un partito come il nostro cresce la classe dirigente ha l'obbligo di garantire la coesione e il rafforzamento della coalizione e dell'intero Pd. Abbiamo offerto la nostra disponibilità a farci carico di maggiori responsabilità nella giunta che guida la città e così di raccordo con l'opinione pubblica ed il governo sia provinciale che regionale. Melfi deve uscire da un isolamento che si è prodotto in anni di gestione del cen- Una riunione del Pd con Dello Russo tro destra e con questa prospettiva lavorare nei prossimi anni sarà cosa impegnativa ma stimolante». Sulla nuova giunta a Melfi. «Non abbiamo registrato Nessun contraccolpo prosegue il segretario, Dello Russo - perché abbiamo costruito un gruppo maturo e consapevole del ruolo che deve svolgere al servizio della città. Anche in questa ottica, domenica prossima, si chiude il nostro congresso di circolo con l'elezione di un nuovo gruppo dirigente ancora più coeso e forte di oggi». Il futuro personale. «Sono stato protagonista di una vicenda elettorale che ha portato ad un risultato di coesione autentica - conclude - ed ora ho l'obbligo di svolgere una funzione che garantisca l'unità del partito, la possibilità e la necessità che nell'arco di qualche anno si insedi un gruppo dirigente composto da giovani che dovranno assicurare il governo del partito per il prossimo futuro. Ognuno di noi ha questa funzione e dobbiamo lavorare insieme nella stessa direzione». v. l. MELFI - Verranno premiate domani pomeriggio le tre donne che si sono distinte per impegno, passione e determinazione nella loro vita professionale. La cerimonia si terrà nel castello federiciano a partire dalle 18.30. Il Comune di Melfi dà vita così ad una “serata in rosa” coi riflettori puntati sulle eccellenze femminili della Città in collaborazione con il Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo, il Cif, laFidapa, l’Associazione Ramaela e l’associazione Body Planet. Per l’Assessore alle Pari Opportunità, Lucia Moccia «il conseguimento delle pari opportunità, l'eliminazione del gender gap è una questione etica ma anche pragmatica perchè le donne nel mondo della competitività globale costituiscono un forte elemento di stabilizzazione sociale ed economica, un volano per la ripresa. Anche quest'annoil Premio Il manifesto dell’evento Donna 2014 ha individuato tre figure femminili che si sono distinte per impegno, professionalità e pragmatismo».«E’ doveroso rendere omaggio a tutte le donne – ha detto il sindaco, Livio Valvano- ed in particolar modo a quelle che si sono distinte per capacità professionali e per significativa presenza nella società civile. Donne che rappresentano modelli positivi per affrontare la vita con professionalità e spirito di sacrificio, capaci di esprimere con forza l’universo femminile». RIONERO IN VULTURE Iniziativa rivolta all’universo femminile Al Crob i “Riflessi di specchio” Ospite della giornata il make up artist Enrico Gambera RIONERO - Continua la serie di interessanti appuntamenti del progetto “Riflessi di Specchio” dedicato alle pazienti ed al personale femminile che opera all'interno del Crob di Rionero in Vulture. Nato da un'idea dell'associazione di volontariato Iris Basilicata Onlus, con il supporto medico scientifico dell’Irccs Crob e la collaborazione con il reparto dermocosmetico della farmacia Papa, l’evento, che si terrà oggi e domani, sarà come sempre dedicato a tutte le donne colpite da alopecia a seguito di chemio o radioterapia affinché possano ri- di GIOVANNI A. CHIEPPA* RIONERO - Da pochi giorni si è concluso a Rionero in Vulture il congresso cittadino del partito democratico per il rinnovo degli organi interni del medesimo. E' stato eletto segretario con una larga maggioranza di voti l'architetto Schirò Michele Antonio e rinnovato anche l'intero direttivo di cui faccio parte. La mozione che ha raccolto i maggiori suffragi degli iscritti ha sostenuto la necessità di volere da subito un cambiamento radicale nella struttura interna ed esterna del partito, ossia di tentare di predisporre le basi di un nuovo Pd che sia in grado di avere un ruolo più attivo e presente nella comunità locale, di avvicinare i cittadini alla Politica e di aprire porte e fi- trovare la propria immagine di donna, mamma e moglie. «Il concetto base sul quale si fonda il progetto – riferiscono gli organizzatori - è che la cura non deve essere solo della malattia, ma della persona a tutto tondo. Una delle più grandi paure della donna malata di cancro, è quella di non essere accettata dalla società spiegano le volontarie Iris – per avere una vita normale non c’è bisogno solo di poter lavorare, ma anche di poter uscire. Per farlo bisogna sentirsi bene con se stessi, e anche con la propria immagine». Ospite d'onore della due giorni al femminile sarà Enrico Gambera official make up artist IsaDora che questa mattina, nella “stanza degli specchi” allestita nell’IRCCS Crob di Rionero, offrirà consigli personalizzati con tecniche di trucco correttivo e setting della parrucca da utilizzare in base alle caratteristiche del volto. Il giorno successivo, nell’auditorium dell’Istituto di Ricerca, si terrà un convegno a cura del personale medico della struttura sulla prevenzione nell'oncologia femminile. A seguire l’Associazione Arcadia di Rionero porterà in scena Il Crob di Rionero lo spettacolo “Femminopatia”. Rossella Irenze, Sara Paolino, Florinda Barbetta e Silvana Ciampa, per la regia di Christian Strazza, racconteranno otto storie di otto donne costrette a combattere tra lavoro, famiglia e sogni nascosti nel cassetto, ognuna decisa a riscattarsi e pronta a sorridere anche di fronte alle av- versità. Durante la stessa serata, Raffaella Irenze, in collaborazione con il Progetto dell'ArcheoClub di Melfi "Lu Scarecavasce", darà ai presenti un assaggio su come "scacciare il mal di vivere" attraverso uno dei balli più belli e sensuali della tradizione popolare salentina: la pizzica. Andrea Gerardi L’INTERVENTO Chieppa spiega gli obiettivi dei democratici di Rionero «Più spazio alla politica buona e dignitosa» nestre verso l'esterno , privilegiando e rafforzando il legame con le forze tradizionali del centrosinistra con cui sta governando la città senza estendere oltre i propri confini e di avere , in un'ultima analisi, un rapporto vivo e propulsivo con il mondo dell'associazionismo in genere, categorie professionali e quant'altro da cui coglierne stimoli ed istanze degne di avere attenzione ed adeguata rappresentanza nelle sedi istituzionali. E' utile precisare che il partito ha tra i suoi obiettivi prioritari quello di affiancare ed aiutare la Giunta Comunale nella sua quotidiana attività di programmazione e di indirizzo amministrativo ,di scandagliare e rendere noto il lavoro fatto finora nonché di elaborare nuove proposte operative da sottoporre alle altre forze di coalizione con cui confrontarsi positivamente per trovare soluzioni idonee nell'interesse della comunità locale. Insomma , un PD che vuole cominciare a correre sul serio. Il nostro sarà un Pd come dire “di movimento”, di azione, di confronto e di ricerca delle soluzioni possibili per migliorare le condizioni di vita della nostra città. Un pd che crede nella concertazione e nel rispetto della pari dignità delle altre compagini che formano la coalizione e con le quali cominciare a discutere del prossimo progetto politico da attuare per Rionero. Un partito che crede molto nella necessità di interloquire con i comuni vicini con i quali trattare materie comuni per tutelare la zona alla stregua di una nuova governance che oggi più del passato si rende davvero necessaria per la crescita economica e sociale dei territori. Aree geografiche che risentono in modo acu- to del difficile momento che l'italia sta attraversando sotto il profilo economico e sociale. e che si aspettano molto dall'azione del governo guidato da Renzi al fine di tentare di fermare lo scivolone in corso e di invertire la rotta verso la crescita e l'occupazione. Di questo quadro d'insieme ne siamo consapevoli come anche della situazione del nostro comune che al pari di altri è chiamato ogni giorno a cimentarsi con la scarsità delle risorse finanziarie, con i disagi sociali e la mancanza di lavoro dei propri concittadini. A fronte di tutto ciò crediamo, però, che ci sia ancora spazio per fare una buona e dignitosa Politica, quella del confronto, dell'impegno disinteressato e del rispetto della legalità nelle istituzioni al fine di ripristinare un sano e robusto senso della partecipazione democratica, oggi ahimè, in forte calo,e per migliorare la nostra città che ha bisogno dell'aiuto e coinvolgimento di tutti . Per queste ragioni crediamo sia giunto il momento di provare ad andare oltre questo stato di cose avendo la consapevolezza che il cammino non sarà semplice e che richiederà dedizione ed abnegazione per raggiungere il traguardo. Venite, pertanto, nel Pd , a Rionero c'è spazio per tutti. *Componente del direttivo Pd Rionero in Vulture RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] LAGONEGRO I lavori per l’ospedale per acuti ancora lontani SENISE Condannato il Ctr il ruolo Quale sorte per il nosocomio? «Riconoscere del rappresentante I cittadini chiedono spiegazioni sindacale Fp Cgil» LAGONEGRO - L'ospedale unico di Lagonegro torna al centro delle polemiche mentre i lavori per il nuovo centro per acuti stentano ad avviarsi. I cittadini e gli operatori del settore temono che queste continue dilazioni servano a congelare definitivamente il progetto, mentre intanto la vecchia struttura diventa sempre più fatiscente. La questione è molto sentita dalla popolazione, che teme di rimanere tra qualche anno senza un presidio medicoospedaliero e di pronto soccorso essenziale, che serve un vasto bacino d'utenza e rappresenta l'unica struttura di un certo livello, in termini di servizi sanitari offerti e cure prestate, di tutta l'area sud della regione. Sempre più pazienti sono costretti a rivolgersi al San Carlo di Potenza per esami e terapie prima garantiti a Lagonegro, o addirittura ad andare in centri più lontani, alimentan- L’attuale struttura ospedaliera do così quel fenomeno di migrazione ospedaliera interregionale che pure si vorrebbe limitare. L'ennesima criticità ci è stata segnalata da un gruppo di cittadini che si lamentano della soppressione del servizio di dialisi, spostato a Lauria dopo che l'unico rene artificiale dell'ospedale di Lagonegro è andato definitivamente in disuso. Lamentano di dover fare più di 30 chilometri tre o quattro volte alla settimana attraverso percorsi accidentali, sia che si scelga l'autostrada A3 nel cui tratto insistono lavori e cantieri pluri-decennali, sia che si scelga la fondovalle del noce, altrettanto trafficata e di recente chiusa per una frana. Sostengono che in queste condizioni non sarebbe tutelato il diritto alla salute dei pazienti, anche perché si tratta di cure delicate e qualora capiti, come già successo, che qualche degente abbia ad esempio un problema cardiaco durante la dialisi, si verifica il paradosso per cui bisogna trasportarlo d'urgenza a Lagonegro in ambulanza. Pare che, a fronte delle lamentele sempre più diffuse da parte di familiari e parenti dei soggetti diabetici per i disagi patiti, i dirigenti della ASL stiano cercando di trovare una soluzione in tempi brevi con l'acquisto di un nuovo rene artificiale che possa garantire un adeguato ed efficace trattamento di dialisi per numerosi malati. Fabio Falabella SENISE - «Il Giudice del Lavoro ha condannato il Ctr di Senise per comportamento antisindacale». E’ quanto sostiene in una nota il segretario generale della Fp Cgil, Roberta Laurino. Secondo la sindacalista il giudice del lavoro avrebbe condannato l’azienda «per non aver riconosciuto il ruolo di Rsa della Funzione Pubblica Cgil negandogli anche i permessi, le prerogative di legge e della contrattazione collettiva prevista per i rappresentanti sindacali aziendali». Il Giudice del Lavoro, «nel dichiarare antisindacale il comportamento tenuto dal Centro Terapeutico Riabilitativo, ordina allo stesso di riconoscere il ruolo del rappresentante sindacale aziendale della FP CGIL e di concedergli tutte le prerogative di legge e di contrattazione collettiva». La Funzione Pubblica CGIL, nell’esprimere soddisfazione per il pronunciamento del Tribunale di Potenza, «auspica che d’ora in avanti le rela- Il tribunale di Potenza zioni sindacali nel Ctr di Senise possano svolgersi nel pieno rispetto dei principi di libertà sindacali, dei ruoli e delle prerogative che la contrattazione nazionale riconosce alle Organizzazioni Sindacali e ai propri rappresentanti aziendali e ribadisce la propria determinazione a garantire all’interno del Centro il pieno rispetto delle regole quale presupposto fondamentale per la tutela dei diritti di tutti i lavoratori». CASTELSARACENO Il sindaco Rosano scrive al governatore «Bisogna cambiare passo con lo sguardo rivolto al futuro» CASTELSARACENO - Investire nella viabilità, nell’energia rinnovabile. Senza tralasciare la raccolta differenziata e il turismo. Sono solo alcuni degli argomenti del primo cittadino di Castelsaraceno Rocco Rosano contenuti in una lettera spedita al governatore Marcello Pittella. Una sorta di consiglio in riferimento alla programmazione strategica dei fondi europei per gli anni 2014-2020. «Occorre puntare in modo determinato e massiccio sugli investimenti in infrastrutture stradali e ferroviarie per rendere più connesso l’intero territorio regionale ai centri più grandi per il tramite delle 4 arterie fondamentali: Sin- nica, Val d'Agri, Basentana e Bradanica. Basti pensare che per il mio Comune si attende da oltre 30 anni il completamento della Fondovalle del Racanello (circa 19 Km) per collegarsi alla SS 598 della Val d'Agri e della SP 36 dell’Armizzone (circa 15 Km) per collegarsi alla SS 653 Sinnica, consentendo di poter raggiungere in tempi ragionevoli strutture essenziali come ospedali, scuole, aree industrali e Comuni più grandi come Sant'Arcangelo, Marsicovetere o lo stesso capoluogo di Regione, dal versante Val d’Agri, Lauria o Lagonegro, dal versante Lagonegrese». Il sindaco ritiene importante «migliorare gli edifici pubblici in chiave sostenibile ed autonoma» puntando anche «sull'ambiente con l'implementazione di una seria politica di sistema regionale di raccolta differenziata». E aggiunge che «un’attenzione particolare va prestata anche ai molti siti inquinati disseminati sul territorio regionale, per i quali i Comuni non possono consentirsi né i costi per le bonifiche (tipo smaltimento di coperture in eternit) né la concessione di contributi ai privati per la bonifica degli stessi». «Altra questione fondamentale - riprende riguarda lo sviluppo delle aree interne e della montagna. E' assodato, ormai da anni, che le politiche E’ legale rappresentante di un’azienda di Brescia Il sindaco Rosano regionali puntano molto sul turismo. Ma senza infrastrutture e servizi, lo sforzo di marketing e comunicazione diventa assai vano». Per il primo cittadino, infine: «Occorre una seria e convinta politica industriale sull’innovazione dove le nostre aree regionali esistenti abbiano infrastrutture e servizi adeguate con i tempi ed in grado di attrarre investimenti di imprese nazionali ed internazionali, caratterizzandoci come Regione di eccellenza sulle tecnologie dell'energia, dell'informatica e della bioedilizia. Insomma, - conclude - cambiare passo ed avere lo sguardo rivolto al futuro». LAGONEGRO Ventunenne segnalato al prefetto Sequestrati beni a un moliternese Sorpreso a Napoli con la droga MOLITERNO – Il tribunale di Brescia, su richiesta della procura della repubblica, ha disposto il sequestro di conti correnti e beni nei confronti di un moliternese che è amministratore di una società con sede legale a Brescia. Il Gip di Brescia, Luca Tringali, ha disposto il sequestro preventivo sino alla concorrenza di circa centotrentamila euro delle somme di denaro esistenti sui conti correnti nonché dei depositi titoli ed altre disponibilità o dei beni equipollenti riconducibile al patrimonio di A.S. di Moliterno. La richiesta avanzata dalla procura bresciana al Gip scaturisce da un controllo effettuato lo scorso mese di giugno dall’Agenzia delle Entrate di Brescia nei confronti della società della quale è legale rappresentante da circa dieci anni un moliternese. Il fisco ha accertato che l’indagato non ha versato, entro il termine previsto per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto d’imposta, le ritenute risultanti dalla certificazione rilasciata ai sostituti relativamente all’anno d’imposta 2009, per circa centotrentamila euro. Nei giorni scorsi è stato dato esecuzione al provvedimento del Tribunale a firma del gip Tringali con il quale è stato disposto il sequestro preventivo di conti correnti bancari, beni mobili ed immobili sino all’equivalente dell’illecito profitto conseguito appartenenti all’indagato ed alla società. e. m. LAGONEGRO – Giovane lagonegrese segnalato al prefetto di Potenza perché sorpreso con una modica quantità di sostanza stupefacente. Si trovava a Napoli, nei pressi della stazione ferroviaria di piazza Garibaldi, quando una unità cinofila ha iniziato ad abbaiare facendo insospettire il conduttore. Raggiunto nell’immediatezza il giovane 21enne di Lagonegro alla vista del cane ha consegnato spontaneamente circa un grammo e mezzo di hashish. La droga è stata così sottoposta a sequestro e per il giovane è scattata la segnalazione al prefetto di Potenza, quale assuntore di modica quantità di droga. Anche un’altra giovane lucana di Gallicchio, qualche giorno fa, era stata sorpresa sempre nei pressi di piazza Garibaldi con modiche quantità di droga ed anche in quel caso era scattata la segnalazione al prefetto. em. ma. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 26 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] La bomba avrebbe danneggiato uno dei locali principali. Trovato anche un secondo congegno Ordigno nella sala ricevimenti Esplosione ai “Giardini della corte”. Indagini a 360 gradi, no comment della proprietà PER i gestori della sala “I giardini della corte” si tratta, forse, di un tentato furto. Meglio, anzi, negare ogni particolare e affidarsi ad un secco no comment. E’ accaduto questo ieri mattina, a poche ore dall’esplosione notturna in una delle sale della struttura ricettiva alle porte di Matera. I fatti, però, parlano di una bomba collocata con ogni probabilità nel salone centrale, esplosa in piena notte verso le 2,30 e avvertita dai cittadini dei rioni a ridosso della zona. Immediato l’intervento di Vigili del fuoco, carabinieri, Squadra mobile e volanti. Gli artificieri, avrebbero poi individuato un secondo ordigno fatto esplodere a distanza. La bomba non ha provocato danni alle persone ma solo alle infrastrutture. Massima attenzione da parte delle forze dell’ordine che ora valuteranno tutti gli elementi necessari a comprendere la dinamica dei fatti e l’eventuale origine della bomba esplosa. Il riserbo, in questi casi, gioca un ruolo fondamentale soprattutto nelle ore immediatamente successive ai fatti che ieri nelle prime ore del mattino avevano già fatto il giro della città. Il frastuono, scambiato da alcuni abitanti per un tuono, in realtà è stato l’effetto di una bomba che un significato sicuramente ce l’ha. Difficile non pensare all’allarme bomba di qualche giorno fa al tribunale di Matera, che ha provocato un’interruzione delle attività per circa quattro ore. Lo stato di allerta, ovviamente, è molto alto. Per valutare le conseguenze e i particolari del caso, anche il Questore Stanislao Schimeri si è recato sul posto dove c’erano già i suoi uomini, insieme a carabinieri e vigili del fuoco, intenti nelle operazioni di bonifica e controllo. Le indagini si muovono, ovviamente, a 360 gradi senza escludere nessuna ipotesi. [email protected] [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA IL COMMENTO Tortorelli: «Occorre massima vigilanza e sinergia fra imprenditori» Alcune immagini dei “Giardini della corte” Il boato è stato sentito dagli abitanti dei rioni che si trovano nell’area in cui c’è l’edificio danneggiato dalle fiamme Il Questore Schimeri è giunto sul posto per verificare modalità e particolari della vicenda con i suoi uomini Il presidente della Camera di Commercio IL presidente della Ca- se. Occorre, pertanto, mera di commercio, massima vigilanza e Angelo Tortorelli, ha collaborazione tra imespresso piena solida- prenditori, associaziorietà agli imprenditori ni e autorità inquirenche la notte scorsa so- te per evitare pericolono state vittime a Mate- se infiltrazioni nel tesra di un grave episodio suto socio economico intimidatorio, rinno- locale. La Camera di vando attenzione, vici- commercio, nell’esprinanza e impegno del- mere solidarietà agli l’Ente camerale sui operatori economici problemi dell’econo- vittime dell’episodio mia . intimidatorio, non fa«E’ un segnale preoc- rà mancare il proprio cupante –ha detto Tor- sostegno insieme alle torelli- che impegna associazioni di categotutti, e a vari livelli, nel ria per evitare il ripedifendere quelle condi- tersi di situazioni, che zioni di vivibilità e ope- rischiano di aggravaratività che hanno fat- re lo stato di difficoltà to di Matera e della sua dell’economia materaprovincia tra le più na». [email protected] tranquille aree del Pae- Giulia Adduce neo segretario di Fp-Cgil Giulia Adduce (a destra) con Manuela Taratufolo segretario generale di Cgil Il Comitato Direttivo eletto dal decimo congresso della Funzione Pubblica Cgil di Matera, che si è tenuto il 5 marzo, ha eletto all’unanimità nuova Segretaria Generale Giulia Adduce. Dipendente della Camera di Commercio di Matera, già Rsu e componente della Segreteria provinciale uscente della Fp Cgil di Matera con delega alla Sanità Pubblica e Privata, succede a Vito Ma- ragno in scadenza di mandato. Subito dopo la sua elezione la Segretaria Generale ha dichiarato: «Spero di essere all’altezza dell’incarico affidatomi e di ricambiare la fiducia che mi è stata accordata. Dovremo governare davvero il cambiamento che ci aspetta, in questa difficile e complicata fase della storia del nostro Paese. Un pensiero e un apprezzamento a tutte le lavoratrici e i lavoratori delle funzioni pubbliche che svolgono quotidianamente e con impegno il loro lavoro, assicurando a tutti i cittadini l’erogazione dei servizi pubblici. Garantisco che metterò tutto il mio impegno e tutta la mia passione per far fronte a tutte le sfide che, come sindacato delle funzioni pubbliche, ci attendono. Durante questo congresso c’è stata una bella discussione, anche critica, ma soprattutto plurale e partecipata. Questo è un elemento importante, perché senza la partecipazione delle/gli iscritte/i il sindacato si snatura e diventa un’altra cosa. La Funzione Pubblica di Matera è stata, e continuerà ad essere, la casa di tutte le lavoratrici ed i lavoratori». [email protected] VICO PIAVE Intesa Comune-Bpm COME annunciato nei giorni scorsi, il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, e il direttore generale della Banca Popolare del Mezzogiorno, Roberto Vitti, hanno sottoscritto una convenzione finalizzata ad alleviare i disagi dei cittadini coinvolti dal crollo della palazzina di vico Piave. L’intesa verrà illustrata nel corso di una conferenza stampa che si terrà a due mesi esatti dal tragico incidente martedì 11 marzo, alle ore 11, nella sala Giunta “Mandela”, al sesto piano del municipio. Parteciperanno il sindaco, Salvatore Adduce, il direttore generale della Banca Popolare del Mezzogiorno, Roberto Vitti, e il responsabile area Basilicata della banca, Antonio Luongo. L’iniziativa si inserisce fra quelle a sostegno degli ex abitanti delle palazzine colpite dal crollo. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Matera Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 27 Animazione, graffiti e musica domani e domenica in piazza Cesare Firrao Esperienze in movimento Ragazzi impegnati in laboratori e giochi di ruolo nel progetto di Joven MATERA - Giovani in movimento contro i problemi della vita. E' stata presentata ieri mattina, nella sala Mandela del Comune di Matera, la MoodZone del progetto "Giovani: esperienze in movimento", promosso dall'associazione materana Joven. Finanziato dal Ministero del Lavoro e Politiche sociali - direttiva 266/2012 -, l'obiettivo dell'idea è innanzitutto quella di «Favorire la crescita e l’integrazione dei minori attraverso la realizzazione di attività, percorsi, esperienze definiti attraverso una loro partecipazione attiva, in grado di stimolare e costruire modelli di vita positivi, ma anche affrontare le piccole grandi difficoltà quotidiane, da quelle scolastiche, a quelle di socializzazione e integrazione, a quelle legate alle dipendenze». Una sperimentazione condivisa. Perché partecipata, ovvero con contenuti pensati grazie all'ascolto degli utenti. Se le prime attività, che si possono sfogliare grazie al sito www.modzone.it, piacciono, a queste ci si può iscrivere senza alcuna previsione di spese da sostenere. Intanto il programma lanciato è stato scelto appunto in virtù d'un lavoro di discussione con Un momento della conferenza stampa e la locandina le associazioni partner dell'iniziativa e un centinaio di giovani che hanno offerto così il loro primo contributo. Ma c'è, alla base del progetto, una sinergia con Provincia di Matera, Comune di Matera, Ser.T., Asl Matera, Consulta provinciale degli studenti, Cinefabrica, Amici del Parco della Murgia Materana, Aps "Il Sor- riso", Centro arti integrate, Fotclub Matera, Alludo, Cittadini solidali, Ama, Kafila, Centro studi anziani, Acat e Csv Basilicata. E non a caso, quindi, hanno presenziato al momento pubblico di presentazione della MoodZone l'assessore comunale Simona Guarini e l'omologo a via Ridola, Grieco, insieme alla dott.ssa Lucia D'Ambrosio del Ser.T di via Gramsci. «Siamo orgogliosi d'esser riusciti a ottenere questo finanziamento - ha cominciato Pietro Iacovone, presidente di Joven - con il quale riusciremo a dare un buon aiuto a molti giovani». Tra i primi eventi, "La piazza delle Arti urbane", con animazione, graffiti, musica e arti di strada. Per co- lorare la città dei Sassi; che si svolgerà sabato e domenica in piazza Firrao. Ma il percorso è ancora in progress, come s'usa dire. Visto che, ha spiegato tra le altre cose Imma D'Angelo, coordinatrice del progetto: «Stiamo continuando a incontrare i giovani attraverso parrocchie e scuole, perché sono le loro idee che ci permettono di definire i contenuti da realizzare». Mentre lo psicologo Luciano Antezza ha voluto sottolineare proprio come, dato che le attività sono portate da persone più mature a persone più giovani, «E’ necessario superare quel gap naturale di fondo, approfittando delle possibilità d'ascolto messe in campo». Tra le richieste, per fare un esempio, i momenti del "non far niente". Che «Sono invece - ha riflettuto lo stesso Antezza per evidenziare i vantaggi del metodo utilizzato - momenti che i ragazzi vogliono specialmente per socializzare fra loro e non solo». Proprio quei momenti dedicati alle opportunità contrarie all'utilizzo delle droghe della solitudine. Nunzio Festa [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Entro il 30 aprile la consegna dei lavori basati sul riconoscimento cromatico Parte il progetto di visure col Qr Code Colori in gara con la Bic Scuole materane coinvolte nel progetto promosso dall’azienda di penne BIC, azienda leader mondiale nei prodotti di scrittura, entra anche quest’anno in circa 1.200 scuole d’Italia per dare vita a uno stimolante progetto incentrato sull’importanza dei colori e pensato per accompagnare gli studenti in un percorso di formazione e fantasia. Attraverso il programma “Il linguaggio del colore”, Bic si rivolge alle classi degli istituti primari e secondari, coinvolgendole nella scrittura di un elaborato che potrà prendere la forma di un giornalino. La Basilicata partecipa all’iniziativa e numerose sono le scuole della provincia di Matera ad aderire alla proposta. Gli insegnanti spiegheranno agli studenti il significato di ogni colore nella storia, nel costume e nella comunicazione e come la semiotica dei colori sia cambiata col tempo nella nostra e nelle altre culture. Sarà la classe ad attribuire ai diversi toni un significato particolare e a elaborare un prodotto editoriale che conterrà otto pagine, ognuna redatta con una tonalità delle celebri penne “4 colours”: blu, verde, rosso e nero della versione classica e verde chiaro, turchese, viola e rosa della linea “fashion”. I ragazzi avranno anche occasione di conoscere episodi singolari: il rosa, ad esempio, non è sempre stato un colore “femminile”, ma fino alla prima guerra Un concorso riservato alle scuole e basato sul riconoscimento cromatico E’ lo spirito dell’iniziativa della Bic i cui termini scadono entro il prossimo 30 aprile e che coinvolge istituti di tutta Italia mondiale era considerato più affine all’universo maschile, mentre il colore delle donne era un più “raffinato” blu. A sostenere le attività degli studenti sarà la mitica penna “4 colours” Bic, diventata col tempo una vera e propria icona della scrittura, grazie alla quale, all’interno delle comunità scolastiche, si è consolidata l’idea che i colori non appartengano solo al disegno ma anche alla redazione di testi. Gli elaborati dovranno essere inviati a Bic entro il 30 aprile ed entro maggio saranno selezionati da una commissione i 12 migliori progetti. Le classi vincitrici riceveranno in premio del materiale di supporto didattico che accompagnerà i giovani scolari nel loro percorso formativo. [email protected] ASM PER LE DONNE Monologo di Carlotto UN omaggio alla condizione delle donne, proposto dal Comitato Unico di Garanzia della Asm, per ricordare, se ancora ce ne fosse bisogno, l’impegno ed il ruolo svolto dalle donne nel lavoro e nella società. La storia di una donna, domestica a ore immersa e contornata di offerte di supermercati, giornali patinati e trasmissioni che mostrano finte realtà in un finto mondo. Da un testo di Massimo Carlotto prende spunto il monologo, che verrà rappresentato nell’auditorium della Asm, regia Maria Rosaria Ponzetta e Antonella Iallorenzi, con Antonella Iallorenzi. Al termine una serie di riflessioni sui temi tracciati. Registri imprese a portata di tablet VISURA camerale più chiara e accessibile, con la possibilità di verificare i dati anche utilizzando lo smartphone o il tablet. Aziende, amministrazioni, professionisti e cittadini, nella consultazione dei dati del Registro delle Imprese, possono ottenere informazioni ancora più chiare, complete, accessibili e garantite, grazie a una rivisitazione della veste grafica, a un organizzazione dei contenuti più funzionale e all’applicazione del Qr Code, che consente ovunque e in qualsiasi momento di recuperare il documento originale direttamente da smartphone e tablet e confrontarlo con quello in proprio possesso. Sulla prima pagina della visura sono evidenziate le principali informazioni dell’azienda come dati anagrafici ed economici, attività esercitate e un riepilogo dei documenti e delle certificazioni dell’impresa. Grazie ad un indice navigabile si può accedere direttamente alle informazioni da approfondire ed avere una sintesi dei dati principali, con gli schemi presenti all’inizio di ogni paragrafo. Interessante e utile è l’impiego del Qr Code, il nuovo codice identifi- cativo dei documenti ufficiali delle Camere di Commercio. La lettura del QR Code avviene tramite l’app "RI Qr Code" realizzata da InfoCamere e scaricabile gratuitamente dai principali store o dal sito istituzionale del Registro Imprese “registroimprese.it. «Le innovazioni introdotte da Infocamere –ha detto il presidente della Camera di commercio di Matera, Angelo Tortorelli- rappresentano un ulteriore contributo nel facilitare il rapporto tra il sistema camerale, i cittadini e le imprese. Un risultato che accresce la trasparenza del Registro Imprese e il percorso di costruzione e sviluppo dell’agenda digitale». L’ulteriore semplificazione di accesso ai dati del Registro Imprese dimostra che il sistema camerale italiano, è in prima linea nel dare risposte veloci e concrete al mondo imprenditoriale e al sistema Paese, più in generale. Le Camere di commercio, attraverso soluzioni innovative, costituiscono un punto di riferimento irrinunciabile e sono fonte di trasparenza e garanzia per tutti gli attori del sistema produttivo italiano. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 PISTICCI [email protected] PISTICCI Sel boccia il piano da 45 milioni e invita il Comune a opere concrete «Prevenzione frane, no a progetti faraonici» PISTICCI - «Le terribili alluvioni degli ultimi mesi, oltre ad aver creato ingenti danni a infrastrutture, aziende e privati cittadini, hanno fatto sentire le prime conseguenze del grave incendio che nel 2012 ha colpito vaste aree del territorio di Pisticci. La mancata bonifica dell’area danneggiata e l’assenza di opportune opere di riforestazione, hanno amplificato i fenomeni di dissesto idrogeologici, come si è potuto osservare in questi mesi, tra frane e smottamenti, anche a seguito delle carcasse degli alberi bruciati abbattuti dal vento». Lo ribadisce il Cir- colo di Sel di Pisticci e Marconia. «Eppure, immediatamente dopo l’incendio che interessò una superficie di circa 1.000 ettari di terreno a ridosso dell’abitato, era chiaro anche alla Giunta Di Trani che la mancata copertura vegetale avrebbe potuto generare pericolosi e incontrollabili fenomeni di dissesto idrogeologico con ricadute anche sull’abitato di Pisticci. La Giunta, con delibera 128/2013, si è limitata ad approvare un progetto preliminare da 45 milioni di euro per la difesa del suolo ed il ripristino della copertura vegetale». Ma quella prospet- tiva è rimasta sulla carta. «Ancora una volta –è la denuncia di Sel- risulta tangibile l’inadeguatezza del sindaco e della Giunta. Un progetto fatto dal Comune e presentato direttamente al Ministero, che è destinato a rimanere sulla carta, viste le ristrettezze economiche del periodo, ma soprattutto alla luce del fatto che l’intera Platea forestale della Regione Basilicata ammonta a 45 milioni di euro, la stessa cifra chiesta dal sindaco Di Trani per il solo Comune di Pisticci». Il Circolo Sel ritiene opportuno che «il sindaco Di Trani e l’intera Giunta abbandonino inattuabili progetti faraonici e si spoglino dell’arroganza che impedisce loro di dialogare con le altre istituzioni territoriali, quali Regione e Provincia (visto che il sindaco è anche consigliere provinciale), in modo da farci uscire Una recente frana sul territorio di Pisticci dall’isolamento istituzionale nel gramma del Metapontino – Colliquale è caduto il nostro comune». na materana, per riqualificare e Sel chiede al sindaco e all’assesso- rimboschire le aree interessate re all’Ambiente di «concordare dall’incendio o quantomeno incon la Regione un progetto che tervenire nelle aree a più elevata preveda l’utilizzo dei braccianti criticità». [email protected] forestali, ricadenti nell’area pro- MONTESCAGLIOSO I colpi dei mesi scorsi hanno accelerato la decisione GROTTOLE Canale sporco Il Basentello minaccia Dopo cinquant’anni il Banco di Napoli abbandona la città quindici aziende Troppi furti, la banca chiude MONTESCAGLIOSO - Dopo mezzo secolo, l'annuncio non è ancora ufficiale, chiude a Montescaglioso, l'agenzia del Banco di Napoli con sede in via San Francesco D’Assisi. La razionalizzazione e il potenziamento dei servizi di alcune agenzie di Matera, come il prolungamento di orari e l'apertura del sabato, le motivazioni, a dire di alcuni dipendenti, della chiusura avvenuta il 21 febbraio. L'agenzia di Montescaglioso del Banco di Napoli, è stata nel 2013 messa a dura prova, subendo ben due furti a distanza di pochi mesi. Due furti della cassaforte del bancomat esterno, durante la notte, con tecniche identiche e dal carattere alquanto spettacolare. Entrambe le volte sono stati utilizzarti grossi escavatori, che in pochi minuti hanno sfondato vetrate e portato via il bancomat con un cospicuo bottino. Ma questa è un'altra storia, è una storia che purtroppo fa parte di tutte le banche. A sentire le voci, tali sconcertanti eventi hanno molto inciso sulle decisione di chiudere l’agenzia. La cosa che, invece, è certa è che una parte della storia economica di Montescaglioso va via da una comunità già duramente colpita. Soltanto il mese scorso a causa di una devastante frana, alcune abitazioni, opifici e l'ipermercato Lidl sono crollati e soprattutto è stato interrotto il collegamento stradale con la Ss 175. Il momento è sicuramente difficile, anche per le banche; le statistiche ci dicono che la raccolta dei risparmi è ridotta ai minimi termini, complice la crisi mondiale e soprattutto la disoccupazione. Le banche, poi, concedono prestiti alle imprese richiedendo sempre più garanzie, per non parlare delle giovani famiglie che non riescono ad avere mutui spesso a causa della precarietà lavorativa. Molti in questi giorni ricordano i primi momenti in cui il prestigioso istituto del sud Italia mosse i primi passi a Montescaglioso. Una piccola sede in via Garibaldi, nei primi anni Sessanta, apriva grazie all'interessamento di Franco Morano, che per diverso tempo è stato responsabile dell'agenzia, e operatore dello sportello, ovvero cassiere. Una persona stimata che ben conosceva la realtà e ogni singola persona del posto consigliando al meglio i suoi concittadini piccoli risparmiatori. Una banca insomma, dove il rapporto umano e la funzione sociale erano gli attori protagonisti. Erano gli anni dell’emigrazione, seguiti poi dallo sviluppo edilizio ed agricolo sostenuto proprio dai mutui agrari del Banco di Napoli. Tanti i risparmiatori storici del Banco di Napoli, che hanno ricevuto per posta una lettera, che annunciava la chiusura dello spor- tello e che saranno costretti, se lo vorranno, a continuare il rapporto con la banca recandosi a Matera. Colpa tutta della scure della razionalizzazione? Una cosa è certa, occorre che le banche, soprattutto quelle storiche del territorio, si scrollino di dosso quella spersonalizzazione acquisita negli ultimi anni e si riprendano il ruolo di sostegno delle comunità, con maggiore fiducia nelle persone più che nei numeri, perché la Banca di un territorio deve essere l’espressione di una comunità e vivere e crescere con essa. Maria Andriulli [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Banco di Napoli a Montescaglioso BREVI MONTESCAGLIOSO PISTICCI MONTESCAGLIOSO - Lunedì, alle ore 10.30 presso la Sala Giunta comunale, il sindaco Giuseppe Silvaggi e il Direttore generale della Banca Popolare del Mezzogiorno, Roberto Vitti, firmeranno una convenzione intesa a favorire i nuclei familiari montesi interessati dalla frana di “Cinque Bocche” lo scorso 3 dicembre. L’istituto bancario devolverà 2.000 euro in favore delle stesse famiglie. PISTICCI - L'associazione Etnie - Cultura senza frontiere, nell'ambito della giornata dedicata alla donna, organizza in collaborazione con l'associazione Fidapa di Marconia, domani nella sua sede in viale Magna Grecia 10, un incontro-dibattito sul ruolo della donna nella storia sia in relazione al contesto sociale sia come soggetto ispiratore e produttore di arte, letteratura e fotografia. L'incontro avrà inizio alle ore 21. La Bpmez aiuta le famiglie Donne a confronto GROTTOLE - Il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito, ha segnalato al Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto la situazione di pericolo, che corrono una quindicina di imprese in località “Stingeta” di Grottole, a causa del rischio di esondazione del torrente Basentello. In particolare, le abbondanti piogge di queste settimane, insieme alla carenza di pulizia del torrente che ne ha ridotto notevolmente la sezione, potrebbe causare l’esondazione delle acque specialmente in prossimità del ponte Stingeta, dove si registra un vero e proprio sbarramento al regolare deflusso delle stesse. «In caso di ulteriori piogge –segnala il presidente di Confapi nella nota inviata per conoscenza anche al prefetto di Matera, al presidente della Provincia e al sindaco di Grottole- la situazione potrebbe degenerare con notevole rischio per l’incolumità delle persone e pregiudizio per le attività imprenditoriali». Intanto i 15 imprenditori hanno inviato anch’essi una lettera al Consorzio e al prefetto Pizzi. Di qui l’invito all’Ente consortile ad adoperarsi con ogni urgenza per la pulizia dell’alveo del torrente Basentello e per la rimozione dei detriti accumulatisi sotto il ponte in località Stingeta. [email protected] MARCONIA Partono oggi le iniziative al Centro Tilt Premio alle “Women in question” Il direttore Lucia Serino MARCONIA - Prende il via stasera, al Centro Tilt la seconda edizione di “Donna in questione”, iniziativa nata l’anno scorso da un’idea sviluppata da Comune a associazioni intorno al tema delle donne, dei diritti e dalla partecipazione. Il primo appuntamento è previsto per le ore 18, con l'inaugurazione di una mostra internazionale di arti visive presso il Centro Tilt di Marconia. La serata entrerà nel clou con la consegna del Premio Donna “Woman in question”,assegnato a quattro donne lucane che si sono distinte nel mondo della comunicazione, dell’informazione e della tutela del territorio. Saranno insignite Albina Colella,professore ordinario di Geologia all’Università della Basilicata, impegnata in attività di divulgazione scientifica in campo ambientale, con particolare riferimento alle risorse acqua e petrolio; Lucia Serino,direttore del Quotidiano, che in meno di un anno ha aperto le porte al web ed alla innovazione. In un certo senso anche la sua mission riesce ad intersecare le ambizioni della nuova industria creativa lucana; Caterina Policaro,teacher e blogger, docente di ruolo nella secondaria II grado dal 2007 e formatrice in corsi in presenza e online. Si occupa di didattica, e-learning, formazione e insegnamento/apprendimen- to con le nuove tecnologie e social media; Neeta Sharma, ricercatrice presso Enea per direzione progetto internazionale di Bioenergia -International Projects Networking. Donna in Questione proseguirà fino al 15 marzo con una lunga serie di appuntamenti. Domani saranno coinvolte le scuole per dar vita alla Web Tv sul tema delle pari opportunità. Domenica tutti in bici; giovedì 13 marzo la nascita di una web tv. Venerdì 14 lo spettacolo della Compagnia senza teatro. Roberto D’Alessandro RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. BERNALDA Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 [email protected] COMUNALI A ROTONDELLA Voteranno solo i 46 iscritti, è già polemica sul metodo Cucari e Francomano, sfida chiusa Domenica le Primarie del Pd tra lo storico ex sindaco e l’uscente ROTONDELLA – Primarie chiuse, solo per gli iscritti, quasi in silenzio, ma comunque Primarie. A conferma di quanto anticipato dal Quotidiano nelle scorse settimane, arrivano a Rotondella le Primarie del Pd. E’la prima volta per le Comunali del centro jonico. In campo ci sono i due leader del partito: l’ex sindaco Mario Cucari e l’attuale primo cittadino Vincenzo Francomano. A scegliere il candidato sindaco del partito, però, non sarà tutta la popolazione, né i simpatizzanti, ma esclusivamente i 46 iscritti alla sezione locale. Si vince a maggioranza, anche con un solo voto in più. L’appuntamento è per il pomeriggio di domenica. Per quella data è indetta un’assemblea di sezione: i candidati spiegheranno le proprie ragioni, poi si voterà. Come si è arrivati a questo? Non per una volontà unanime, a quanto pare. Forse non se l’aspettava il sindaco Francomano, uscente, giovane, con un mandato mai messo pubblicamente in discussione dagli organismi del partito e con due incarichi; vice presidenza dell’Anci e presidenza dell’Area Programma, che avevano contribuito a valorizzarne il profilo. Candidatura scontata? Le cose sono andate diversamente. Francomano ha dovuto prendere atto della nascita, in seno alla sezione, di un comitato “pro-Primarie” e ha accettato la sfida. Su queste colonne si era scritto che per un’eventuale sfida aperta alla cittadinanza sarebbe parso favorito quest'ultimo (sulla base dei risultati di precedenti Primarie), ma la formula chiusa delle “Primarie in sezione”rimette tutto in gioco e non lascia spazio a pronostici facili. Sarà una vera e propria caccia all’ultimo voto, in particolare quello degli “indecisi”: gli iscritti meno direttamente legati alle due aree da cui provengono i candidati, vicini rispettivamente a Carlo Chiurazzi (Cucari) e Filippo Bubbico (Francomano). Gli iscritti giudicheranno la positività dell’ultima amministrazione. Poi, per il dopo Primarie, c’è già un accordo di sostegno al vincitore da parte dello sconfitto. Insomma, da lunedì si viaggia compatti. La scelta di queste “Primarie a metà” lascerà spazio alle critiche degli avversari: troppo facile chiamarle “Primarie farsa”, per un partito che per le Politiche è riuscito a coinvolgere centinaia di concittadini e che ora, per il voto che più sta a cuore, ha scelto di chiudersi ai suoi 46 iscritti. La scelta, però, avrà forse l’effetto di evitare uno scontro pubblico troppo lacerante. E forse, date le difficili premesse, traghetterà il partito alla prova elettorale nel miglior modo possibile. O, se si preferisce, nel “meno peggiore”. Pino Suriano Da sinistra, Mario Cucari e Vincenzo Francomano BERNALDA Lezione pratica di disostruzione pediatrica con l’associazione “Nutrimente” Come salvare il neonato dal soffocamento La locandina dell’evento BERNALDA - L’associazione culturale “Nutrimente”, ha organizzato per domani a Bernalda, alle ore 17, nella sede in via Giovanni Colonna, 3 zona Pip, una lezione di disostruzione pediatrica a cura dell’istruttore Domenico Lamagna (Istituto nazionale Blsd – Pblsd - Manovre di Disostruzione (Adulte -Pediatriche) - Salvamento Academy numero brevetto 13-00588. «La nostra -spiega la presidente Giovanna Gualtieri- è un’associazione giovane, fondata da ge- nitori ed ha come scopo quello di affiancarsi alle famiglie e di supportarle offrendo loro servizi che li aiutino nel difficile compito di essere genitori (con corsi e lezioni), perché genitori non si nasce, ma si diventa - e servizi destinati alla crescita globale del bambino (come laboratori, letture animate, spettacoli teatrali, progetti culturali, mostre e anche momenti di gioco)». Questa lezione ha lo scopo di diffondere alle famiglie che si rivolgono all’associazione, le ma- TURSI Grande successo per l’iniziativa spontanea del gruppo mascherato Carnevale con “U Bandone” Carri e costumi variopinti hanno invaso il rione Santi Quaranta TURSI – L’associazione culturale musicale, gli amici de “U Bandone” hanno organizzato quest’anno le sfilate di Carnevale. Sono usciti la prima volta domenica 16 febbraio di pomeriggio, partendo dal popoloso rione di Santi Quaranta e facendo il giro per il paese, con canti e suoni. Poi le altre domeniche successive, il gruppo dei “Mascharete” (così si chiamavano i giovani vestiti con le maschere carnevalesche negli anni ’60 del secolo scorso) si è radunato nel piazzale “Fratelli Conte Sacerdoti” che si trova di fronte a viale Sant’Anna, quello che costeggia il torrente Pescogrosso. Qui erano presenti anche i carri allegorici: uno rappresentava la casetta dei Peppa Pig, su un carro c’era il pupazzo di Carnevale e ultimo chiudeva un carro grande e lungo trainato da un trattore che rappresentava la casetta della Tares. Martedì 4 marzo, c’è stata l’ultima sfilata, che ha radunato tantissimi bambini, anche romeni e albanesi, accompagnati dalle mamme. C’erano: bimbi vestiti da carabinieri; vestiti da Uomo Ragno; bimbi vestiti da Batman e bimbi mascherati da Pierrot. C’era il monaco cercatore. Due ragazze diciottenni erano vestite da scolarette con il grembiule blu. C’era il diavolo rosso e la regina bianca. Ragazza vestita da mummia e due erano mascherati da zombie. Un ragazzo diciottenne indossava la divisa da vigile che il suo papà indossava, quando era in servizio. C’erano giovani mascherati riuniti in gruppetti, che camminavano avanti ai carri e ballavano le tipiche tarantelle suonate dai musicanti de U Bandone. Così la centralissima via Roma si tappezzava di coriandoli. In serata il corteo si fermava nella piazza davanti al municipio e i musicanti de “U Bandone” cantavano la canzone: “I Mascharete” scritta da Mario Bruno negli anni ’80 e ambientata nei carnevali degli anni ‘50. E’ stata una festa che ha divertito soprattutto i bambini. Un evento fotografato in lungo e in largo. Il finale si è svolto sul palco della piazza con i giochi della Pentolaccia, della pastasciutta e un balletto classico eseguito da Serena e Denise. Infine sono state proiettate le foto della sfilata, alla ricerca della ma- Il Carnevale di Tursi schera più bella. La recita del processo a Carnevale e il rogo del suo pupazzo hanno concluso la festa. Il servizio d’ordine è stato assicurato dai vigili urbani e dai componenti della Protezione civile “Gruppo Lucano”. U Bandone è presente come gruppo anche su Facebook e si è costituito come associazione nel 2011. Una bella festa. Salvatore Martire [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA novre di primo soccorso in caso di soffocamento per ostruzione di un corpo estraneo, perché pochi sanno che ogni anno in Italia muoiono cinquanta bambini per soffocamento. «Il non sapere -conclude Gualtieri- genera errori, sapere cosa fare può aiutare a salvare una vita». Di sicuro, in caso di emergenza, il sangue freddo e la competenza specifica, sono di vitale importanza per salvare il piccolo. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 7 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 32 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO [email protected] Nello chassis di una monovolume tre panetti del valore di mezzo milione di euro Sotto la marmitta 4 chili di cocaina Il fiuto provvidenziale dei cani ha svelato il trucco ai finanzieri sulla Ss 106 SCANZANO JONICO - Fiumi di droga viaggiano ancora lungo la Statale 106 jonica tra le regioni Puglia, Basilicata e Calabria, a volte con il volto pulito di incensurati, che si muovono con auto fuori da ogni sospetto. Come la monovolume che martedì mattina nascondeva “in pancia” ben quattro chilogrammi di cocaina purissima, che avrebbe fruttato oltre mezzo milione di euro sul mercato. Il blitz della Guardia di finanza della Compagnia di Policoro, è maturato ancora una volta nell’ambito dell’intensificata attività di controllo economico del territorio, disposta nella giornata di martedì u.s. dal Comando provinciale di Matera sulle principali arterie stradali della fascia jonico-metapontina. I militari, coadiuvati dalle Unità cinofile della Compagnia di Matera, che sono state quantomai provvidenziali in questo caso, hanno intercettato il carico diviso in tre panetti ben cellophanati. In tarda mattinata, tra i numerosi veicoli in transito sottoposti a controllo sin dalle prime luci dell’alba, l’attenzione delle Fiamme gialle è stata attratta dalle segnalazioni dei due cani antidroga, che hanno insistentemente puntato il naso e raspato con le zampe sul fondo della monovolume, condotta da un insospettabile poi rivelatosi Unità cinofila al lavoro corriere della droga. Sull’auto, sottoposta subito a una più approfondita ispezione, c’erano abilmente occultati in un’intercapedine appositamente creata mediante una modifica strutturale dello chassis, tre pani di sostanza stupefacenteper un peso complessivo di quattro chilogrammi circa. Il conducente è stato arrestato in flagranza del reato di trasporto di sostanza stupefacente ed associato alla Casa circondariale di Matera a disposizione della competente Autorità giudiziaria. La cocaina e il veicolo utilizzato per il trasporto sono stati sottoposti a sequestro. Sul mercato dello spaccio la droga sequestrata avrebbe reso Una pattuglia Gdf oltre mezzo milione di euro. «Il risultato conseguito -spiegano dal Comando provinciale- testimonia quanto sia fondamentale l’ausilio offerto dai cani antidroga per il contrasto al traffico delle sostanze stupefacenti; l’eccezionale fiuto degli animali, infatti, facilita il complicato lavoro dei finanzieri soprattutto nel corso dei controlli su strada alle persone e alle merci in transito, permettendo sovente di smascherare i tentativi più svariati di nascondere la droga (in bombole del gas, nelle camere d’aria delle biciclette, nelle borse dell’acqua calda o saldata nelle lamiere delle automobili o confondendo il forte odore con benzina, borotalco, pepe, cipolle, naftalina, pesce, uova marce o, addirittura, con urina di cane)». Il 9 febbraio scorso, al bivio di Nova Siri, i finanziari di Policoro avevano intercettato un altro carico, due chili di eroina nascosti questa volta nell’imbottitura del sedile di un’auto. E’ sempre più scacco matto al narcotraffico sulla direttrice jonica. Antonio Corrado Unità cinofila di vitale importanza nel fiutare l’inganno © RIPRODUZIONE RISERVATA PESCA ILLEGALE Maxi sequestro nello Jonio SCANZANO JONICO - Oltre 40 chilogrammi di pesce e ben 80 metri di rete da circuizione con maglia strettissima, il cosiddetto velo, tipicamente utilizzato in violazione della legge per la pesca del novellame, sono stati sequestrati nel Mar Grande di Taranto e nelle acque di Scanzano Jonico dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari. Il sequestro è stato eseguito dagli equipaggi delle unità navali delle fiamme gialle di Taranto che hanno individuato e denunciato alle Procure della città jonica e di Matera quattro persone dedite alla pesca illegale di novellame di pesce, noto come bianchetto. Analogamente, nel corso di due ulteriori crociere operative in località “Lama” e in Mar Grande, i finanzieri hanno sorpreso due persone a bordo di due imbarcazioni che, sprovvisti di qualsiasi tipo di autorizzazione, stavano pescando riccio di mare. Finanziere estrae i panetti di coca dallo chassis della monovolume Tre giorni di convegni, escursioni e una mostra pomologica Montalbano Jonico in festa per sua maestà l’arancio MONTALBANO, terra di zagare e aranci, torna anche quest’anno a celebrare il suo fiore all’occhiello: “Re Arancio” che, almeno fino a qualche anno fa, è stato protagonista assoluto dell’attività economica e imprenditoriale agricola. Parte oggi l’edizione 2014 della manifestazione cui si annette anche quella de “L’Arancio d’oro” , con il quale, ogni anno, si va a premiare i cittadini montalbanesi che, in ogni dove nel mondo, si contraddistinguono per il loro impegno. In mattinata, nell’atrio della scuola elementare di viale dei Caduti, l’inaugurazione della mostra pomologica, cui seguirà una lunga serie di attività e di approfondimento attraverso l’intervento di esperti, tanto della produzione che della valorizzazione economica del prodotto. La manifestazione, è organizzata dall’Amministrazione comunale, capeggiata da Enzo Devincenzis, in stretta collaborazione dell’assessorato all’Agricoltura, diretto da Rocco Tauro e con loro alcuni sodalizi attivi nel comune jonico: la Pro loco in prima linea, per la parte convegnistica, ma anche la parte dello spettacolo, attraverso la partecipazione del bravo “Gruppo Folk Terravecchia”, che vanta una componente musicale con la direzione di Franco Leone, attuale presidente Pro loco e, della componente ballo diretta da Tonia Casulli; il Forum giovanile delle associazioni, il Cosvel, l’èquipe della biblioteca comunale. Sono programmati anche interventi didattici ed escursioni. Con la cooperativa sociale “L’Arcobaleno” e l’associazione “Terra dei Calanchi”, sono stati organizzati laboratori interni alla scuola “Fiorentino”, destinati ai ragazzi delle classi V per approfondire le qualità dell’arancia e i vari usi che se ne possono fare. Domenica, oltre al convegno pomeridiano e alla consegna del premio Arancio d’oro, in mattinata Terra dei calanchi organizzerà una escursione mentre, in serata il Gruppo Folk Terravecchia, intratterrà i convenuti con canti, balli e la rottura della pentolaccia. Anna Carone Un aranceto, prodotto tipico di Montalbano Jonico © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli operai del Metapontino rassicurati sulla ripresa del progetto Pinete Lavoratori Ivam ricevuti da Berlinguer UNA delegazione di lavoratori del Progetto Ivam (Intervento di Valorizzazione Ambientale nelle Pinete Metapontine), nella mattinata del 4 marzo, a seguito di una richiesta inoltrata nel mese di gennaio al presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, é stata ricevuta dall’assessore del Dipartimento Ambiente Aldo Berliguer. L’oggetto dell’incontro, voluto dai lavoratori, è stato quello di chiedere al nuovo assessore la data del- le ripresa dei lavori nelle pinete metapontine e, nel contempo, quello di portare a conoscenza del nuovo assessore l’operato dei lavoratori del progetto Ivam svolto nei quattro anni precedenti. La delegazione, durante l’incontro tenutosi anche alla presenza del dirigente della Forestazione, ha potuto avere un confronto tra il Dipartimento ed i lavoratori stessi, circa la tipologia e la qualità dei lavori eseguiti. L’assessore ha portato a conoscenza la delegazione del fatto che si è in attesa della stesura del bilancio regionale per la fine del mese di marzo e che prima di tale periodo non sarà possibile programmare nessun avvio dei can- I lavoratori del progetto Ivam tieri. Egli ha comunque confermato che, come negli anni precedenti, in accordo con la Provincia, saranno programmati e organizzati gli interventi nelle pinete metapontine. «La delegazione -si legge in una nota- ha molto apprezzato la sincerità e l’onestà intellettuale dell’assessore e del dipartimento sia per quanto riguarda la risposta dell’avvio dei cantieri che per la considerazione dei lavori svolti nelle pinete ioniche». L’incontro si è chiuso con l’impegno da parte dell’assessore di informare la delegazione, circa la programmazione dei lavori, verso la fine del mese di marzo. [email protected] RASSEGNASTAMPA IV I BASILICATA PRIMO PIANO REGIONE BASILICATA EMERGENZA LAVORO Venerdì 7 marzo 2014 IL PROGETTO Alla società in house finanziato un progetto con l’impiego delle persone che già lavoravano al Dipartimento agricoltura Precari, via preferenziale per quelli del Formez In Regione da anni. Stanziato un milione e mezzo per la proroga PRECARI Corsie differenziate per i precari della Regione Basilicata ANTONELLA INCISO l Lavorano al Dipartimento agricoltura da anni. Si sono occupati di supportare gli istruttori che si interessano della rendicontazione dei fondi europei legati al Psr e come tutti i precari, ossia quelli con un contratto a tempo determinato, sono finiti nel calderone degli aspiranti al rinnovo. Con un destino diverso, però. A differenza degli altri 87 dell’assistenza tecnica che quel rinnovo lo attendono ancora, i 17 precari impiegati dal Formez la proroga, l’hanno avuta poco più di un mese fa. Continueranno a lavorare per altri due anni, fino alla fine del 2015. Alcuni occupandosi dell’analisi organizzativa del Dipartimento e della redazione di un progetto di sviluppo organizzativo, altri continuando ad affiancare gli istruttori della struttura agricola regionale e dell’Arbea che si interessano dell’assistenza tecnica. In modo da favorire la rendicontazione dei fondi europei del Piano di sviluppo rurale che la Basilicata rischia di dover tornare a Bruxelles. E questo grazie ad una determinazione dirigenziale della fine di gennaio che approva un progetto esecutivo del Formez legato ad «Azioni di supporto ed accompagnamento dei processi di completamento e chiusura del Piano di sviluppo rurale Basilicata 2007- 2013». Costo L’OPPOSIZIONE Insorge l’opposizione. Rosa chiede l’annullamento della delibera dell’operazione un milione e mezzo di euro. Soldi che il Formez utilizzerà anche per prorogare quei 17 precari che già lavoravano all’agricoltura. Insomma, con quella determina la Regione paga il Formez che, a sua volta, pagherà i suoi addetti impegnati al Dipartimento Agricoltura. Questo, tra l’altro, mentre altri 5 precari pagati direttamente dall’ente regionale ed assegnati sempre all’agricoltura restano con il fiato sospeso in attesa di sapere se e quando il loro contratto verrà prorogato. Per i precari legati al Formez, dunque, una sorta di corsia preferenziale rispetto agli altri. Motivata anche dalla necessità di rendicontare le domande di pagamento e di evitare il disimpegno di quei fondi considerato che - si legge nella determina - «al 31 dicembre 2011 il Psr registra una capacità di spesa prossima al 36 per cento». Rendicontazione su cui, però, que- . gli stessi addetti già lavoravano. E se la determinazione dirigenziale non potrà non provocare la reazione di coloro che il rinnovo del contratto lo attendono ancora e degli stessi sindacati, a chiedere l’immediata sospensione del provvedimento è il presidente del- la seconda commissione consiliare regionale, Gianni Rosa, di Fratelli d’Italia che sollecita «un doveroso ed opportuno approfondimento nelle sedi opportune». «C’è una mozione approvata all’unanimità con cui il Consiglio si impegnava a selezionare il personale con av- visi pubblici - precisa Rosa Invece, la gestione è sempre la stessa, nonostante si dice sia iniziato un nuovo ciclo. Un milione e mezzo di euro sono una cifra sostanziosa di cui non sappiamo neanche se ci sia la disponibilità considerato che il bilancio 2014 non è stato ancora approvato». EMERGENZA LAVORO La sede della Regione Lacorazza «Lo Statuto si ispiri a Colombo» «Il Consiglio regionale della Basilicata non farà mancare il proprio contributo per onorare» il senatore a vita Emilio Colombo, scomparso lo scorso giugno, «un uomo che fu punto di riferimento indiscusso nel processo di costruzione della prospettiva europea: la stessa riscrittura dello Statuto deve ispirarsi al pensiero politico europeista di Colombo e delle altre grandi personalità lucane che a vario titolo, ed in diversi momenti della nostra storia, hanno contribuito a fortificare le nostre radici culturali nella dimensione euromediterranea”. Così il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza (Pd), a margine di una cerimonia che si è svolta a Roma, a cui ha partecipato il presidente Napolitano L’IPOTESI DELLA GIUNTA REGIONALE DI FORNIRE SERVIZI ILLUSTRATA IERI IN QUARTA COMMISSIONE. INTANTO ANCHE IL PD PENSA A UN SUO DDL Bonus bebè, arriva la terza proposta Non soldi, ma pannolini e latte gratis l E tre. Dopo i «Popolari per l’Europa», dopo Sel, è la Giunta regionale a lanciare la terza ipotesi per sostenere la maternità. A parlare è l’assessore regionale alla Sanità, Flavia Franconi, durante l’audizione in Quarta commissione consiliare regionale dove sono in discussione la proposta di legge di sostegno economico alle donne che decidono di non abortire del consigliere Aurelio Pace e quella suo bonus bebè presentata, invece, dal consigliere di Sel, Giannino Romaniello. Per la rappresentante del governo regionale la «tutela della maternità e del percorso di crescita dei bebè» sono impegni fondamentali. Ma devono passare non dall’erogazione di soldi, quanto di servizi. Servizi come la fornitura di pannolini o di un bonus per il latte che possono raggiungere una platea più ampia di persone. Non soldi, quindi, ma servizi. Un impegno che la Giunta regionale porterà avanti con un suo disegno di legge. Un progetto che abbia come fondamento la tutela della maternità. Un progetto che rischia se non di «cancellare» quanto meno di far arenare le proposte di Pace e di Romaniello. Perchè di fronte ad un provvedimento del governo regionale su quella materia la maggioranza non può che recepirlo ed approvarlo. Resta da capire, però, la tempistica che avrà questo provvedimento governativo e soprattutto lo stanziamento finanziario. Nel frattempo in commissione si continua e AUDIZIONE La seduta della quarta commissione con l’assessore alla sanità Franconi . si continuerà a discutere della materia. Perchè anche il Partito democratico ha annunciato la presentazione di una sua proposta di legge sul tema del sostegno alla natalità. Una proposta che dovrà essere firmata da tutti consiglieri del gruppo, compresi quelli che hanno già firmato la proposta di Pace. Un nuovo provvedimento, dunque, che rischia di aggiungersi agli altri. Anche se a fronte di tutta questa attenzione sulla tutela della mater- nità qualche interrogativo viene sollevato. Soprattutto sulla concreta attuazione dei progetti. Se già nella scorsa legislatura una proposta di legge uguale a quella presentata da Pace è finita in un nulla di fatto, non c’è la possibilità che - al di là delle diverse posizioni - le proposte di legge, tutte, finiscano nel vuoto? Travolte dalle tante emergenze ? In questo caso si sarebbe fatto realmente tanto rumore per nulla. [a.i.] L’ABORTO RAPPRESENTA UN DRAMMA PER LE DONNE di VESCOVI DI BASILICATA SEGUE DA PAGINA I >> D a parte di noi Vescovi è stato triste constatare come tale proposta (che pure avremmo desiderato più largamente preparata con il concorso di tutte le realtà vive della Regione) sia stata ritenuta da taluni addirittura offensiva e provocatoria, e come, prima ancora di avviare il doveroso dibattito istituzionale, siano stati alzati steccati pregiudiziali, che, con danno di tutti, rischiano di diventare invalicabili. Consapevoli che, da un punto di vista civile e sociale, in base alla Legge vigente nessuno può restringere il diritto alla scelta individuale della donna e che nessuna donna può essere giudicata o perseguita per un aborto, riaffermiamo allo stesso tempo un chiaro punto di diritto. Secondo il dettato dell’articolo 1 della Legge 194, la comunità politica ha il dovere primario di scongiurare la soppressione del concepito, con ogni mezzo lecito e ogni volta che sia possibile. Si può comprendere che una gravidanza non desiderata pone alla donna uno straziante dilemma, tuttavia la politica non può rassegnarsi a quell’unica semplificazione che conduce a eliminare la vita umana, rinunciando a esercitare quanto è in suo potere per sostenere le situazioni più fragili e vulnerabili, che riguardano, in particolare, quanti temono di non poter far fronte alla nascita di un figlio per motivi economici. Siamo convinti che tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale sanno che l’aborto rappresenta, sempre e comunque, un dramma per la donna e una sconfitta per l’intera società e per quella lucana in particolare, attraversata oggi da una gravissima denatalità, che mette al rischio il futuro stesso della Regione. Proprio per questo auspichiamo che il tema sia finalmente affrontato con approccio ampio, razionale e realistico, e con una sensibilità del tutto laica, senza tentare di imporre limiti restrittivi alla libertà individuale, ma immaginando quali sostegni poter mettere in campo perché l’autonomia della donna non diventi, mai, solitudine e abbandono. Da parte nostra assicuriamo tutta la preghiera e la fattiva collaborazione, perché nella nostra Regione, come ha scritto il Santo Padre Francesco alle famiglie, «sia promossa una nuova consapevolezza di fronte alla cultura dello scarto, che relativizza il valore della vita umana» in modo che il dialogo torni sereno e rispettoso, senza reciproci anatemi, per operare scelte coerenti ed efficaci per la costruzione del bene comune e nell’interesse di tutta la comunità. RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Venerdì 7 marzo 2014 ASSENTEISMO ASSEMBLEE SPESSO «DESERTE» MECCANISMO Non è un andazzo legato al periodo di fine consiliatura, ma un sistema che dura da sempre e che spesso blocca i lavori INCASSO E «FUGA» I segretari certificano l’entrata non l’uscita. E rischiano ogni volta una denuncia. Per ogni seduta i consiglieri incassano 25,99 euro Toccata e fuga in consiglio comunale Entrano in aula, prendono la presenza e il gettone e se ne vanno a spasso MASSIMO BRANCATI l Non è l’effetto «stecca della naja». Non è una tendenza legata alle ultime battute dell’attuale consiliatura. Sarebbe comunque grave «sbracarsi», perché proiettati alle elezioni di maggio, nonostante il lavoro non sia ancora finito. Ma no, quella a cui stiamo assistendo è una prassi. Un andazzo che va avanti da sempre e che s’inserisce nel solco di una mala-politica che vive di sotterfugi, furbizie, escamotage finalizzati ad un proprio tornaconto, infischiandosene delle problematiche da risolvere. Nel caso specifico, ci si ingegna per intascare quei «miserabili» 25,99 euro netti del gettone di presenza con una «toccata e fuga»: ecco ciò che accade al consiglio comunale di Potenza, il più delle volte sciolto per mancanza di numero legale. L’ultima seduta di mercoledì scorso è solo l’ennesimo esempio di un trend che non conosce sosta. Il presidente dell’assemblea, Vincenzo Santangelo, è sbottato di fronte all’assenza del consigliere Nicola Becce (in viaggio verso Roma per incontrare Berlusconi), firmatario di una dozzina di interrogazioni che erano all’ordine del giorno: «L’interrogante sapeva che oggi si discutevano le sue richieste e non c’è. Comportamento da stigmatizzare». A difesa di Becce (che peraltro risulta essere tra i più presenti in consiglio comunale e uno dei più «prolifici» in termini di interventi e interrogazioni) l’attacco del consigliere Antonino Imbesi: «Non è possibile che quando ci siano interrogazioni a cui rispondere tutte le volte manchino gli assessori di riferimento». Assessori, come nel caso di Giuseppe Ginefra o Luciano De Rosa, che per ragioni di lavoro e di location operativa spesso disertano l’assemblea. Senza dimenticare quei consiglieri di cui si sono perse le tracce, come Clementina La Sala che da quando si è dimessa da assessore non ha rimesso più piede al Mobility center. In generale, potremmo chiamarlo assenteismo «mascherato». Sono tanti i consiglieri che, dopo aver attestato la propria presenza, garantendosi così la «mancia», sgattaiolano fuori dall’aula con la scusa di una telefonata. Per non tornare più e filare via verso i propri interessi, prendendosi gioco innanzitutto della comunità, dei colleghi ligi al dovere, ma anche dei segretari a cui non si può certo chiedere di segnare di volta in volta l’ingresso e l’uscita di un consigliere. Che, magari, per davvero si assenta solo qualche minuto, il tempo di rispondere ad una telefonata o di andare in bagno. Ecco perché leggendo superficialmente i dati ufficiali sulle presenze in consiglio rischiamo di finire fuori strada. In diversi casi le assenze certificate risultano poche, ma quante sono quelle reali? Quante di quelle partecipazioni ai consigli non sono soltanto il frutto di fugaci apparizioni? Nel corso della precedente legislatura, il consigliere Marcello Travaglini propose il sistema della «doppia presenza» nel tentativo di arginare il fenomeno. Da allora prima di ogni deliberazione va ripetuto l'appello per verificare il numero legale. Ma anche in questo caso fatta la legge trovato l’inganno: consiglieri che rientrano in aula senza sapere neppure di cosa si stia discutendo. E poi tornano alle loro faccende. La questione della presenza-assenza potrebbe avere risvolti che vanno al di là dell’etica politica. I segretari vivono perennemente sull’orlo del baratro: se un consigliere che risulta presente e che, in realtà, gigioneggia altrove viene coinvolto, per esempio, in un incidente stradale o s’infortunia, il conseguente accertamento metterebbe nei guai lui, ma anche il segretario che aveva certificato la sua presenza ai lavori del consiglio o di una commissione. Prima o poi, insomma, bisognerebbe intervenire su questo tema. Come? Prevedendo un sistema di controllo delle entrate e delle uscite. Cellule fotoelettriche agganciate ai propri cellulari o, più semplicemente, un badge, un tesserino da «strisciare». Per evitare che il consigliere di turno, quatto quatto, «strisci» fuori dall’aula. LE PRESENZE IN CONSIGLIO COMUNALE NEL 2013 Carmine ALBANO Nicola BECCE Anna Maria CALABRESE Gianpaolo CARRETTA Francesco CASELLA Rocco Teodosio CIRIELLO Donato COVIELLO Rocco COVIELLO Francesco FANELLI Valentino FELLONE Giuseppe FERRARO Rocco FIORE Roberto GALANTE Filippo Pompeo GESUALDI Antonino IMBESI Clementina LA SALA Salvatore LACERRA Angelo Rocco C. LAIETA Giuseppe LAVIERO Emilio LIBUTTI Roberto LOGIUDICE salvatore LOMONACO Antonino LOSASSO Roberto MANCINO Nito MITRO Giuseppe Mario MOLINARI Michele NAPOLI Sebastinao PAPA Fernando PICERNO Sergio POTENZA Angelo Raffaele RINALDI Pietro ROSA Donato RUSSO Vincenzo SANTANGELO Felice SCARANO Antonio SMALDONE Beniamino STRAZIUSO Rocco Donato SUMMA Antonio VACCARO Francesco VILLANI Vincenzo LOFRANO presenze 5 8 8 4 29 16 14 32 1 27 6 30 3 26 7 13 29 4 28 5 19 20 33 15 26 23 21 20 33 17 26 1 7 12 33 3 15 ACCESSO Si parla di un errore l’aver lasciato attivo il sistema di divieto. Il problema è che, a quanto pare, le multe non possono essere annullate . di festa per tutti. Purtroppo mi sono informato del fatto che non è più possibile intervenire al fine di assumere un provvedimento, anche da parte del sindaco, per far sì che le sanzioni possano essere eliminate. Non posso esimermi – conclude il consigliere Mitro dal tornare a esprimere vivo disappunto per l’episodio e augurarmi che in occasione di momenti simili si possano predisporre per tempo ordinanze e quant’altro necessario a garantire un sereno svolgimento delle iniziative programmate». 7 33 3 33 10 33 32 1 6 12 13 32 1 32 1 21 32 1 32 1 6 18 7 6 27 26 27 Nella notte più lunga dell’anno il divieto di accesso alla Ztl è rimasto attivo. Potentini beffati za solo per qualche giorno e, non essendo a conoscenza della disposizione, hanno utilizzato l’auto dei genitori. Tutto ciò ha determinato un vero e proprio salasso per molti potentini, che ricorderanno non con grande piacere un notte che avrebbe dovuto essere 8 26 27 15 Echi di S. Silvestro nelle multe casione, attraverso la Polizia locale ha assunto una decisione che è risultata oltremodo penalizzante per i contribuenti potentini. L’aver organizzato manifestazioni nel centro storico in occasione della notte dell’ultimo dell’anno e scoprire che comunque le telecamere sono rimaste attive è davvero di difficile comprensione. Sono centinaia i giovani che sono incappati nel «Grande fratello» della polizia locale, alcuni addirittura con più passaggi nell’arco della stessa serata, magari perché prestatisi ad accompagnare nella parte antica della città amici che non avevano l’auto e che, non potendo usufruire di mezzi pubblici, scale mobili e autobus non attivi, non avevano alternativa all’auto privata. Tra l’altro, mi corre l’obbligo di sottolineare, come molti ragazzi che studiano fuori città, siano tornati a Poten- 30 12 CENTRO STORICO ALCUNI POTENTINI SI SONO VISTI APPIOPPARE SANZIONI DALLO STESSO COMUNE CHE LI AVEVA INVITATI A TRASCORRERE LA FESTA IN PIAZZA l Echi di Capodanno nelle case dei potentini. Sono botti, ma per i portafogli. Durante la notte di San Silvestro è rimasto attivo il divieto di accesso alla zona a traffico limitato nel centro storico. Di qui l’invio nelle case degli automobilisti di verbali per infrazioni commesse proprio la notte più lunga dell’anno. Sul tema interviene il consigliere comunale del gruppo misto, Vito Mitro: «È stato un grave errore, una evidente disattenzione e una dimostrazione di superficialità l’aver mantenuto attivo il divieto di accesso alla Ztl nella notte di Capodanno. La prima commissione che presiedo – evidenzia Mitro – aveva all’unanimità dei presenti segnalato al Sindaco la necessità e l’opportunità di sospendere l’attivazione della Ztl durante il periodo natalizio e quello dei saldi. L’amministrazione in questa oc- 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 8 33 25 15 18 6 tot Consigli 28 25 25 17 assenze 30 30 16 3 7 3 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 le altre notizie LAMORTE (UGL) «Festa della donna oggi sminuita» n «La mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, è il simbolo della giornata della donna, giornata nata per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo». È quanto sostiene la responsabile regionale welfare e pari opportunità Ugl Basilicata, Giuditta Lamorte per la quale, «la data dell’8 marzo è legata al tragico epilogo di uno sciopero all’interno di una fabbrica, sciopero indetto per manifestare contro le condizioni vergognose in cui le operaie si trovavano costrette quotidianamente a lavorare e nel corso del quale 129 operaie rimasero uccise a causa di un incendio divampato nella fabbrica stessa. Purtroppo – conclude - oggi l'8 marzo si è trasformato nella pura celebrazione della Festa della donna». RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ Venerdì 7 marzo 2014 IL CASO DEL GIORNO INCONTRO A PALAZZO GRAZIOLI IL VERTICE Il video girato durante un incontro tra una delegazione lucana di Forza Italia e il Cavaliere a Palazzo Grazioli LETTERA AL CAVALIERE Il consigliere comunale di Potenza invia una lettera privata al Cavaliere per scusarsi dell’accaduto, «frutto dell’entusiasmo» Becce, il Grande Fratello del Cav Berlusconi «immortalato» mentre attacca i giudici del tribunale di Sorveglianza MASSIMO BRANCATI l Dice di essere stato travolto dall’emozione. Incontrarlo, stringergli la mano, riuscire a fargli scambiare qualche parola al telefono con il figlio. Roba da perdere lucidità. Sull’onda dell’entusiasmo di un «forzista» di prima ora, Nicola Becce, consigliere comunale di Potenza e candidato in pectore alle prossime elezioni amministrative, ha postato sulla sua pagina Facebook, insieme a diverse foto, un video girato con il telefonino durante il vertice tra la delegazione lucana di Forza Italia e Silvio Berlusconi. Ma quello doveva essere un incontro interno, quasi uno sfogo tra amici. È bastato far circolare le immagini sul social network per scatenare un putiferio a livello politico. L’ex premier è stato «immortalato» da Becce mentre spara a zero sui giudici del tribunale di Sorveglianza: «Dopo il 25 maggio, se non mi mettono in galera prima mi invitate da voi e vengo giù da voi. Ho detto - ha sottolineato Berlusconi - se non mi mettono in galera perchè io sto davvero vivendo il periodo più brutto della mia vita perchè dopo aver lottato per 20 anni per la libertà sono qui a difendermi da una mafia di giudici che il 10 di aprile mi diranno se mi mettono in galera o se mi mandano ai servizi sociali». Il Cavaliere ha anche ripreso un altro tema a lui caro, vale a dire il complotto nei suoi confronti e il mancato aiuto da parte del presidente Giorgio Napolitano: «Ho rappresentato attraverso persone vicine al capo dello Stato la ridicolaggine di aver un uomo della mia età, con tutto quello che nel passato ha fatto, un uomo di impresa, uomo Stato, uomo di sport, e affidarlo a una riabilitazione attraverso colloqui con assistenti sociali. Niente ha detto no, non ci sono le condizioni. Quindi - ha aggiunto Berlusconi - hanno voluto farmi fuori e lo hanno fatto in una maniera determinatissima attraverso colpi di Stato». Dopo aver fatto qualche battuta e raccontato una barzelletta invita i partecipanti all’incontro a spegnere registratori e cellulari: «Perché - ha detto il Cavaliere - se devo dire una parolaccia la dico…». Ciò dimostra che Berlusconi sapeva di essere ripreso. Il video, che dura circa cinque minuti, è stato subito «intercettato» e pubblicato da Il Fatto Quotidiano. Becce, a cui è stato «consigliato» di rimuovere le immagini dal suo profilo Facebook, è intervenuto per cancellarlo. Ma la frittata era ormai fatta. Becce, con questo video ha creato un problema in più a Berlusconi... «Non era assolutamente mia intenzione. Ho scritto una lettera riservata al presidente spiegandogli che è stato tutto frutto di un equivoco e del mio entusiasmo per averlo incontrato. Sono un convinto sostenitore di Berlusconi, figuriamoci se volevo metterlo in cattiva luce». Perché parla di un equivoco? «Avevo scattato diverse foto durante l’incontro e girato quelle immagini. Alla fine quando ho postato le istantanee su Facebook non mi sono accorto che in mezzo c’era anche il video». Berlusconi si era accorto che lei lo stava filmando? «Certo. E non ero solo io. Tant’è che ad un certo punto ci ha invitati a stoppare le registrazioni». Si è reso conto di ciò che stava dicendo il Cavaliere e che quelle parole, se uscite da Palazzo Grazioli, potevano metterlo in difficoltà? «Francamente no. Eravamo troppo presi da quel momento, dall’emozione. Il video l’ho girato nei primi minuti del vertice ed ero ancora frastornato. Comunque poi l’ho rimosso». Però ormai Il Fatto Quotidiano lo aveva già pubblicato sul suo sito... «I giornalisti fanno il loro mestiere. Mi dispiace solo che si continui a strumentalizzare le dichiarazioni di Berlusconi». Teme ripercussioni negative sulla sua futura candidatura al Comune di Potenza? «Perché mai? Berlusconi ha anche firmato il mio manifesto elettorale. Lo ritengo di buon auspicio. È davvero un grande uomo, molto disponibile. Sono riuscito anche a fargli scambiare qualche parola al telefono con un amico e con mio figlio». «Berlusconiano» come lei? «Ovvio». L’INCONTRO CON BERLUSCONI A ROMA TELEFONINO L’assembea regionale di Fi rinviata al 17 L’Esercito di Silvio: «Latronico ci snobba» «Ho postato il video per errore insieme a tante foto dell’incontro» SCATTI Alcune istantanee postate da Nicola Becce sul suo profilo Facebook. In alto Berlusconi mentre firma il manifesto elettorale di Becce, candidato in pectore alle prossime elezioni amministrative a Potenza È stata rinviata a lunedì 17 marzo, alle ore 17.30, l'assemblea regionale di Forza Italia, convocata dal coordinatore regionale l’on. Cosimo Latronico, in programma a Potenza presso il Park Hotel alla presenza dell'on. Raffaele Fitto. Il responsabile dell’Esercito di Silvio, Fabrizio Fiorini si dice «rammaricato e sorpreso che l’on. Cosimo Latronico non abbia voluto incontrarlo. «Si snobba il nuovo - dice Fiorini - e si va avanti con i vecchi dinosauri della politica. Ci si rifiuta di incontrare il nuovo rappresentato dai club Forza Silvio, entità tanto a cuore di Berlusconi, ma per certi non degna di essere presa in considerazione perché temono il rinnovamento». Secondo Fiorini «si continua a dare spazio a vecchi arnesi della politica, perché nulla sia toccato. Basta con questa politica vecchia, basta con atteggiamenti di arroccamento al vecchio fortino. Basta. Rinnovamento, meritocrazia, parole che fanno paura. I vecchi dinosauri della politica - tuona ancora Fiorini - fanno resistenza. Ma il vento del rinnovamento alla fine trionferà perché noi siamo e restiamo Berlusconiani. Ma sempre pronti a lottare per il cambiamento». . Ecco perché il Consiglio di Stato ha bocciato la vendita del tribunale Le motivazioni della sentenza che ha respinto il ricorso di Comune e Maya l Sono contenute in una decina di pagine le motivazioni in base alle quali il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi del Comune di Potenza e di Maya Immobiliare contro la sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Basilicata che aveva «bocciato» la vendita e successiva locazione del palazzo di giustizia del capoluogo lucano. Il Consiglio di Stato ha ricordato che l’immobile, di poco più di 14 mila metri quadrati, fu oggetto di una delibera del consiglio comunale che, il 30 luglio 2008, affidò alla direzione generale dell’ente il compito di «definire le procedure amministrative volte alla alienazione dell’immobile, con patto di successiva locazione». Il contratto preliminare di vendita e il «collegato contratto di locazione» è stato firmato il 28 dicembre 2012: prezzo di acquisto di 32 milioni di euro e canone di locazione annuale pari a 3,2 milione di euro per trent'anni. L'11 gennaio 2013 il Tar per la Ba- silicata, accogliendo un ricorso del Ministero della Giustizia e dell’associazione “Autonomia Forense”, ha annullato la delibera del consiglio comunale del 2008 e tutti gli atti successivi. Quella della posizione del Ministero della Giustizia è una questione che ha un «peso» importante anche nella decisione del Consiglio di Stato, secondo cui – contrariamente all’opinione del Comune di Potenza – «non è contestabile che il Ministero della Giustizia sia coinvolto nella vicenda, quale codestinatario degli effetti e delle conseguenze della delibera adottata e che, pertanto, la delibera stessa andava ad esso partecipata». Quindi, «la comunicazione dell’avvio del procedimento era necessaria, essendo il Ministero soggetto nei confronti del quale il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti». Ma è sulle conseguenze degli atti intercorsi fra Comune e Maya (e sulla destinazione dell’immobile) che si è con- CITTADINI Criticata un’operazione «che avrebbe scaricato costi sull’intera comunità» centrata l'attenzione – e la critica – del Consiglio di Stato, secondo il quale «permangono, successivamente all’eventuale stipula del contratto di locazione, gli effetti di legge, propri di tale genere di contratti, legati ad inadempienze delle parti, con conseguenze dirette sul contratto di locazione stesso e non certo immediatamente e direttamente su quello di compravendita. E comunque – è scritto nella sentenza del Consiglio di Stato - il dedotto collegamento tra gli atti negoziali successivi, delineati nell’iniziale delibera del Comune, non garantisce in modo pieno l’interesse pubblico sotteso alla sussistenza e alla permanenza del vincolo di destinazione». Facendo un passo indietro, in riferimento alla necessità della comunicazione al Ministero dell’avvio del procedimento, il Ministero stesso avrebbe potuto agire, fare osservazioni e cercare anche «una potenziale riduzione del contenzioso». Il Consiglio di Stato ha evidenziato che tutte le parti hanno riconosciuto che «il bene in questione è da considerarsi, quanto al regime giuridico che lo riguarda, un bene indisponibile». le altre notizie INCONTRI Suicidi di Stato un «flash mob» n Oggi pomeriggio, alle 17, il comitato popolare art. 580 con sede a Portasalza, a Potenza, aprirà la propria sede per affrontare le tematiche legate ai «suicidi di Stato». Ci sarà un flash mob realizzato dalla scenografa Roberta Ancona di Roma. SINDACATI Assemblea regionale Filt Cgil n Si terrà oggi, alle 9.30, nella Fattoria di Potenza, il decimo congresso regionale Filt Cgil. I lavori del Congresso saranno aperti dalla relazione di Bruno Bevilacqua, segretario Filt Cgil Basilicata, e saranno chiusi da Franco Nasso, segretario generale Filt Cgil Naziona A chiusura dell’assemblea un incontro sul futuro dei trasporti. CHIESA Via Crucis per la Quaresima n La chiesa Santa Maria del Sepolcro di Potenza organizza oggi una Via Crucis in occasione del primo venerdì della Quaresima 2104. Ad animare il ricordo del percorso compiuto da Gesù dal pretorio di Pilato al Santo Sepolcro, i Leoni di Santa Maria ed il gruppo delle Vincenziane. Appuntamento alle 19. RASSEGNASTAMPA ATTUALITÀ I VII Venerdì 7 marzo 2014 LA RIEVOCAZIONE IL SIGNIFICATO Collocare quella calotta di ferro, diametro di 3 metri, dietro il muro della diga avrebbe ACCADDE IL 6 MARZO 1984 A SENISE oltre significato dare il via all’invasamento delle terre L’EVENTO L’allora sindaco Pietro Policicchio, con un’ordinanza lampo, sequestrò il tappo che fu portato con un lungo corteo in paese La presa del tappo dopo 30 anni Ricordati quei momenti per rilanciare la vertenza di un territorio ancora molto povero MARIAPAOLA VERGALLITO l SENISE. Anche ieri era una giornata grigia e piovosa, così come quella mattina del 6 marzo del 1984, quando i cittadini di Senise, guidati dagli amministratori e dai sindacati, si recarono di buon’ora dietro il muro di sbarramento dell’invaso di Montecotugno. Avevano avuto sentore che da lì a poco l’impresa avrebbe fatto collocare il «tappo», la grande calotta di ferro, dal diametro di tre metri e sessanta centimetri, di oltre quaranta quintali che serviva per chiudere la condotta che dalla diga doveva collegarle alla tubazione centrale ferma ad alcune centinaia di metri di distanza per altri lavori che si stavano realizzando tra le due giunture. Insomma, collocare quel fondello avrebbe significato dare inizio all’invasamento delle terre. E i senisesi non potevano permetterlo, perché ancora erano appese diverse questioni legate all’occupazione, all’area industriale, al recupero dei terreni golenali. L’allora sindaco Pietro Policicchio, con un’ordinanza lampo, sequestrò il tappo che fu portato, con un lungo corteo, in paese. Il tappo restò in piazza Vittorio Emanuele per tre mesi, presidiato giorno e notte. Ieri il Comune di Senise ha voluto rievocare quei momenti mettendo in scena la «presa del tappo», con una riproduzione in scala ridotta del fondello che ora si trova in quella stessa piazza. L’ evento è stato organizzato con la collaborazione di Raffaele Soave, sindacalista della Cgil e tra i protagonisti di quegli anni, Ulderico Pesce e un gruppo di interpreti senisesi che hanno letto alcuni brani tratti dal lavoro di Pesce «Il viaggio del fiume Sinni» e la giovane orchestra dell’Istituto scolastico «Nicola Sole». Ora che l’acqua ha coperto le terre, ancora molte questioni sono rimaste in sospeso. Ed è anche per questo che il 14 marzo prossimo si terrà un con- vegno per continuare a celebrare il trentennale dalla presa del tappo. «L’Accordo di Programma tra Puglia, Basilicata e Governo Centrale fu un fatto epocale- spiega il sindaco Giuseppe Castronuovo- nel 2004 la Puglia versò alla Basilicata un ristoro di fondi straordinari di 35 milioni di euro che poi la Regione decise di stanziare all’area del Senisese. Parte di quei fondi sono stati già investiti, ma occorre rilanciare la questione perché da allora verso questo territorio non è arrivato nulla. Il convegno in programma per il prossimo 14 marzo servirà proprio a rilanciare questo tema». LA DENUNCIA DIGA DI MONTECOTUGNO I FLASH PER RICORDARE QUEL GIORNO DI 30 ANNI FA «E i terreni vicini all’invaso senz’acqua» RIEVOCAZIONE Foto storiche e altre immagini di ieri che ricordano la presa del tappo. Si riconosce il sindaco di Senise, Castronuovo che ha denunciato «quanto il territorio ha ricevuto poco» l Diga, acqua e irrigazione. Ma una delle questioni ancora aperte è che le terre che si trovano ad un passo dall’invaso di Montecotugno non hanno acqua per l’irrigazione. Lo denunciano gli agricoltori con una raccolta di firme indirizzate alla Regione Basilicata; lo denuncia il Comune che, come fa sapere l’assessore all’agricoltura Giuseppe Uccelli, ha di fatto aperto una vertenza nei confronti del Consorzio di Bonifica Alta Val d’Agri, ora commissariato. «Il problema- spiega uno dei firmatari, Antonio Cifarelli- è che ogni anno il nostro territorio è costretto ad affrontare seri problemi legati a tubature fatiscenti che, paradossalmente, vengono riparate con grande lentezza dal Consorzio di Bonifica anche perché, essendo in amianto, non è consentito agli operai dell’Ente di effettuare gli interventi. Ma adesso il Consorzio è anche commissariato. Come faremo?». Paradossi a pochi metri da una delle dighe più grandi d’Europa in terra battuta, che porta acqua irrigua e potabile in Puglia e nel Metapontino, mentre gli agricoltori senisesi, ogni anno, sono costretti a convivere con [mp. verg.] tali problemi. POTENZA LO SCAMBIO DI PERSONA SCOPERTO DAL TG SATIRICO «TIGIURO». L’IRONIA DI MAURIZIO BOLOGNETTI (RADICALI) Gli auguri della Total a D’Andrea indirizzati... a un geometra CONGRATULAZIONI Il telegramma della Total l La notizia è stata lanciata dal tg satirico di facebook «Tigiuro». Sono le congratulazioni da parte della Total che avrebbero dovute essere esternate a Giampaolo D’Andrea nominato a Capo di Gabinetto del ministro Franceschini. Solo che nel telegramma c’è un errore evidente. Uno scambio di persona. Il destinatario non è il prof. Giampaolo D’Andrea bensì il geom. Vincenzo D’Andrea, funzionario regionale in forze al Dipartimento Infrastrutture, Opere pubbliche e Mobilità (Ufficio Difesa del Suolo) della Regione Basilicata. La gaffe è stata subito ripresa da Maurizio Bolognetti, direzione Radicali Italiani e segretario Radicali Lucani. «Quelli di Total Italia - dice Bolognetti dovevano avere una gran fretta IL TAPPO Nella storia [foto mpv] di esternare la loro grande soddisfazione. Ma la gatta frettolosa, come è noto, a volte partorisce i gattini ciechi e fa commettere imperdonabili gaffe. E così, è successo che l’Ad di Total Italia, Nathalie Limet, ha scambiato le persone». «Benedetti figlioli - conclude Bolognetti - lo so che siete intenti a bucherellare il nostro territorio e a sponsorizzare sagre, feste, film e calendari, ma prima di inviare telegrammi, forse fareste bene a documentarvi. Tutto sommato dovreste saperlo che le pubbliche relazioni sono un settore di fondamentale importanza per una grande multinazionale. Al Tgiuro il mio grazie per avermi segnalato una notizia degna del da poco trascorso carnevale». INCIDENTE STRADALE COINVOLTI UN AUTOCARRO E QUATTRO AUTO Tre feriti ieri sera sulla «Tito-Brienza» Traffico deviato sulla vecchia ss «95» l TITO. A causa di un incidente, in cui sono rimasti coinvolti quattro automobili e un autocarro e sono rimaste ferite tre persone, è rimasta chiusa provvisoriamente al traffico, ieri sera, in entrambe le direzioni, la strada statale 95 «Variante di Tito Brienza», al km 2,500, nel comune di Tito. L’Anas ha specificato che sul posto sono arrivate le squadre Anas e la Polizia stradale per la gestione della viabilità e per ripristinare il prima possibile la regolare circolazione. Il traffico è stato deviato temporaneamente sul vecchio tracciato della statale 95 tra Tito e Satriano. Sempre l’Anas fa sapere che è stato prorogato, fino al termine delle attività lavorative, il doppio senso di circolazione sulla carreggiata nord della strada statale 407 Basentana tra i km 10,000 e 10,950, in provincia di Potenza. Il provvedimento si rende necessario per consentire il proseguimento degli interventi di ripristino e messa in sicurezza del piano viabile a seguito degli avvallamenti provocati dalle esondazioni del fiume Basento durante gli ultimi eventi atmosferici. RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA E PROVINCIA Venerdì 7 marzo 2014 PALAZZO SAN GERVASIO LA PROFESSORESSA SI ERA OPPOSTA NEL 2011 ALLA SOSPENSIONE DI UN ALUNNO Sospese una docente per 10 giorni condannata la dirigente scolastica ll giudice del lavoro ha accolto il ricorso presentato dall’insegnante l Dirigente scolastica condannata per aver sospeso dal servizio una docente colpevole di essersi opposta alla sospensione di un alunno. A dichiarare nulla la sanzione disciplinare di 10 giorni inflitta all’insegnante della scuola secondaria «D’Errico» di Palazzo San Gervasio è stato il tribunale di Potenza con una sentenza emessa il 4 marzo scorso. Ne dà notizia la Gilda spiegando che la docente era stata ingiustamente «punita perchè durante un consiglio di classe, quindi nel pieno esercizio delle sue funzioni istituzionali, aveva espresso un’opinione diversa da quella della dirigente scolastica». Il giudice del lavoro, accogliendo il ricorso presentato dall’insegnante, ha decretato nulla la sanzione disciplinare e ha disposto il pagamento dello stipendio e dei contributi previdenziali sottratti alla docente durante i dieci giorni di sospensione. «Il provvedimento disciplinare esercitato dalla dirigente - si legge nella sentenza – risulta in aperto contrasto con i principi fondamentali stabiliti dall’articolo 7 dello Statuto dei lavoratori». E ancora, nelle conclusioni: «Non appare sufficientemente specificata la fonte normativa del potere disciplinare esercitato e appare evidente che quest’ultimo sia stato esercitato al di fuori delle norme che avrebbero dovuto trovare applicazione». «Dopo la riforma Brunetta – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – l'abuso delle sanzioni disciplinari sta diventando un problema sempre più diffuso ma purtroppo ignorato dal ministero dell’Istruzione e dagli uffici scolastici territoriali. Sarebbe bene che il ministro Giannini, prima di ampliare i poteri dei dirigenti, si informasse sulla reale situazione delle scuole». La vicenda nel 2011 che riguarda la scuola secondaria «D’Errico» di Palazzo San Gervasio così fu raccontata dalla Gazzetta. Il primo a denunciare la particolarità di quella decisione era stato il padre dell’alunno protagonista della storia. Poi fu la volta del sindacato. La storia del ragazzo con la media alta a cui era stato assegnato un 6 in condotta per non aver pagato una tassa di settantadue centesimi riservava novità. Però, con una nuova protagonista: una docente. Un’ insegnante della classe del giovane che fu sospesa per dieci giorni per essersi rifiutata di votare proprio quel sei in condotta. A denunciare la vicenda il sindacato «Gilda» degli insegnanti che raccontò di come la docente della scuola secondaria fu «punita dalla dirigente scolastica con 10 giorni di sospen- sione senza retribuzione». «La sanzione disciplinare fu inflitta - spiegò il sindacato - perché, durante un Consiglio di classe, l’insegnante espresse il suo dissenso contro la proposta, avanzata dalla stessa preside, di assegnare un 6 in condotta a un alunno modello che si era rifiutato di pagare 72 centesimi alla scuola per far riparare un estintore danneggiato da un atto vandalico di cui non era responsabile». Il ragazzo in questione aveva la media del nove e si sarebbe sempre comportato in modo corretto. Unico problema il pagamento di quella «sanzione collettiva» di 72 centesimi. Pagamento che era stato imposto dalla dirigente scolastica a titolo di sanzione collettiva a tutti gli alunni dell’istituto perché ignoti, nella stes- sa scuola, avevano danneggiato un estintore. «Il provvedimento arrivò durante gli scrutini e gli esami dove la docente non potette partecipare - disse il coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio - La sua assenza ebbe ripercussioni negative sulla valutazione degli alunni». Lo stesso coordinatore nazionale Di Meglio, segnalò l’anomala questione all’allora ministro della pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. «L'attribuzione di enormi poteri disciplinari ai dirigenti scolastici, in base al principio dell'autonomia scolastica, - disse Di Meglio – sta provocando casi abnormi esattamente come avevamo previsto. Ecco perchè è necessario procedere a un'urgente riforma del sistema». SCUOLA Lezioni in una classe LAVELLO LA RICHIESTA AL NUOVO GOVERNO DA PARTE DI COMITATI E ASSOCIAZIONI TERRITORIALI PER EVITARE GLI SFREGI AL TERRITORIO «Fermate le aste per i sussidi ai nuovi impianti eolici» l «Su iniziativa dell’infaticabile Enzo Cripezzi, responsabile Lipu di Puglia e Basilicata, e con il concorso di tantissime sigle nazionali è stato stilato un documento inviato al presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministri dell’Economia,dello Sviluppo economico,delle Politiche agricole,dell’Ambiente e dei Beni culturali. Già a Matera, alla presenza del Vice Ministro Bubbico, venne lanciato l’ennesimo allarme contro gli sfregi al territorio arrecati dall’eolico, la cui proliferazione si chiedeva di fermare, con il risultato di far approvare per la Basilicata una modifica al Piano di Indirizzo Energetico Ambientale regionale,con un emendamento che venne definito salva paesaggio dalla stampa. L’emendamento purtroppo è stato impugnato dal Governo nazionale e non ha potuto esplicare gli effetti sperati contro la corsa alla distruzione dell’immenso bene paesaggio lucano». Così Vitantonio Iacoviello presidente sezione Vulture Alto Bradano di Italia Nostra. «Adesso - prosegue - le associazioni nazionali più sensibili, insieme con Comitati locali di ogni regione d’Italia, chiedono al nuovo Governo misure drastiche: l’adozione di un «provvedimento urgente per sospendere le imminenti aste del Gestore dei servizi elettrici (Gse) ed evitare ulteriori, scandalose attri- buzione di sussidi ventennali a nuovi impianti eolici o ad altri impianti di energia rinnovabile caratterizzati da scarso indice di efficienza energetica o da alto impatto ambientale, paesaggistico o territoriale». I firmatari, primi fra tutti Lipu, Amici della Terra, Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza,Italia Nostra, Altura, Mountain Wilderness,Movimento Azzurro,Terra Celeste,VAS ( Verdi, Ambiente e Società ), ove non venissero approvati gli emendamenti al Decreto Ministeriale 6 luglio 2012 ( Incentivi per l’energia da fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche) da loro proposti e con i quali appunto si bloccherebbero le aste, temono ulteriori gravi compromissioni paesaggistiche e territoriali su vastissima scala e consumo di territorio agricolo e naturale,ormai inarrestabili se non attraverso misure drastiche di chiusura dei finanziamenti». La stesse associazioni ,114 firmatarie sollecitano il Governo a destinare le economie così conseguite a «più performanti e convenienti azioni di lotta ai gas serra nel comparto del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile, dell’efficienza e del risparmio energetico», nonché alla massiccia diffusione di piccoli impianti solari e fotovoltaici, su superfici non di pregio e già urbanizzate. Mentre viene fatto rilevare che l’obbiettivo del 26,39% di contributo rinnovabile previsto per il 2020 è stato raggiunto e superato con 8 anni di anticipo,si sottolinea il fatto che l’apporto elettrico dell’eolico, peraltro intermittente e quindi poco affidabile,è del 4,7%, pari all’1,3% del fabbisogno energetico complessivo italiano. «Anche alla sezione di Italia Nostra del Vulture Alto Bradano - dice Iacoviello - appare assurdo continuare a finanziare grandi impianti che fanno strame di Beni comuni a vantaggio di aziende spesso anche straniere, invece di industriarsi a far nascere, crescere e sviluppare aziende italiane, a livello nazionale e locale, per realizzare micro impianti e investire in ricerca finalizzata a introdurre prodotti innovativi atti a migliorare efficienza e risparmio, con conseguente vera crescita del’occupazione». POTENZA IL FILO CONDUTTORE CHE ANIMA IL PANATHLON CLUB DEL CAPOLUOGO LATRONICO PRESENTATA UNA SOLA LISTA Lo sport che unisce ed educa impegno profuso da 50 anni Il Pd elegge il segretario ma la spaccatura resta l Far sì che lo sport sia sempre più vissuto e considerato un elemento di unione della comunità, un'occasione di crescita e di sviluppo di un territorio e della sua gente. Saranno queste le direttrici che animeranno il lavoro del Panathlon club di Potenza, associazione si occupa di educazione allo sport, presente nel capoluogo da quasi 50 anni. Un impegno concreto e costante che il club porta avanti anno dopo anno con iniziative finalizzate a sostenere i giovani talenti lucani dello sport, ma anche i semplici appassionati. Ad impegnarsi in questa direzione anche per il biennio 2012- 2014 il nuovo direttivo che è stato eletto: il neo presidente, Francesco Cafarelli, il past president Giacomo Rosa, il vice presidente Salvatore Laurini, il segretario Enzo Matassini, il tesoriere Giuseppe Laccertosa, la cerimoniera Antonella Inciso, ed i consiglieri Luciana Biscione, Alfonso Danza, Enzo Di Croce, Michele Doti, Michele Fierri. "Il prestigio del nostro club è legato anche agli ideali che sono contenuti nello Statuto tra cui il rispetto della competizione e non dell'agonismo. Per questo il nostro obiettivo è far crescere la pratica sportiva " precisa il presidente Cafarelli. Ma se il filo conduttore è questo, tra gli obiettivi anche quelli di un maggiore inserimento nel tessuto sociale della città attraverso iniziative e progetti finalizzati a favorire i diritti dei minori e dei disabili nelle pratiche sportive. Un impegno che si concretizzerà, ad esempio, nella creazione di gruppi l Il partito democratico di Latronico ha eletto il suo nuovo segretario ed il direttivo, ma il gruppo è diviso. A partecipare al voto, infatti, solo 46 iscritti su un 109; il 42% degli aventi diritto. Una sola la lista in gioco. Il 58% né ha presentato una seconda lista né ha partecipato al voto. Perché? Cosa si chiedeva? «I tentativi di mantenere l’unità del partito - dicono i dissidenti - con la elezione di un segretario condiviso, che ben poteva essere lo stesso segretario eletto, a condizione che venisse garantita la pari dignità all’interno del direttivo. E’ prevalsa una logica vecchia, quella del «pacchetto delle tessere», anziché quella del merito e dell’impegno, entrambi, continuano,conquistati sul campo, proprio quando il partito era senza una sede, senza gli Organi statutari e senza visibilità sul territorio. Evi- CLUB Il direttivo del club con i past governor di lavoro che possano contribuire - in collaborazione con gli enti comunali e regionali - al miglioramento dello stato delle palestre ed al sostegno degli atleti che- per difficoltà economiche - non riescono più a praticare le attività sportive. Intanto, in attesa dello sviluppo delle attività del biennio nel corso della cerimonia di insediamento del direttivo è stata formalizzata l'adesione al club di due nuovi socili: Giovanni Pace e Domenico Vignola, entrambi con una lunga carriera - anche a livello internazionale nelle arti marziali. LA DENUNCIA DEL SINDACO «Castelmezzano da quindici giorni con i telefoni Al voto hanno preso parte solo 46 iscritti su 109 fuori servizio» dentemente il contributo concreto offerto in questi mesi non è stato preso in considerazione». Le motivazioni del gesto, simbolico e dirompente, sono state rappresentate in un documento fatto acquisire agli atti dell’assemblea, nel quale si sottolinea, tra l’altro «la necessità di un superamento della logica delle tessere, in un momento storico e sociale in cui quello che dovrebbe contare sono la trasparenza, la concretezza, la voglia di impegnarsi, la capacità di valutare i problemi per quello che sono, al fine di cercare le migliori soluzioni possibili». I «dissidenti» fanno sapere che il loro non è e non sarà un Aventino: «proveremo a stare sui problemi cercando, con le nostre capacità e le nostre idee, di essere punto di riferimento per tutti quelli che vorranno condividere il nostro percor[a.zac.] so». «Da circa 15 giorni la principale utenza telefonica fissa del municipio di Castelmezzano e quella di buona parte della cittadinanza è fuori servizio, per guasti sulla linea Telecom Italia: Ad oggi nonostante numerosi solleciti la linea insieme a molte altre non è stata ancora riparata». A denunciare il disservizio è il sindaco Domenico Cavuoti. «Stigmatizziamo - prosegue il sindaco - l’atteggiamento di Telecom Italia ritenendolo gravemente omissivo e di forte nocumento verso i cittadini-utenti. Tale comportamento è da considerarsi ancor più grave e lesivo se si pensa che ad essere interessato dal disservizio è anche il Comune con tutto ciò che ne consegue sulla normale attività dell’ente». «A tal proposito il Comune di Castelmezzano comunica, sin d’ora, che procederà insieme ai cittadini-utenti a promuovere, tramite la consulenza di un’associazione di consumatori, una azione risarcitoria contro Telecom italia per i danni subiti». RASSEGNASTAMPA POTENZA E PROVINCIA I IX Venerdì 7 marzo 2014 TITO SCALO DOPO LA MESSA IN MOBILITÀ DI 43 ADDETTI DEL CENTRO COMMERCIALE LAGONEGRO NELLE PARROCCHIE Auchan, «decisione sofferta ma i lavoratori avranno ancora un futuro» Parla il cav. Fontana proprietario dell’ipermercato l Sono trascorsi ormai quasi tre anni da quel 20 aprile 2011 giorno in cui Il Polo Acquisti Lucania aprì le sue porte a migliaia di visitatori inaugurando così «una nuova era» per il commercio della Basilicata che mai fino ad allora aveva conosciuto una realtà così imponente: 34 negozi, 12.500 mq di spazi commerciali distribuiti su due piani, questi i numeri dell’offerta commerciale iniziale del Centro situato strategicamente all’uscita autostradale della zona industriale di Tito. Oggi il sogno regalato a centinaia di giovani lavoratori e alle proprie famiglie sembra già essersi sgretolato e il fulmine a ciel sereno della messa in mobilità dei 43 dipendenti dell’Ipermercato Auchan a partire dal 1° aprile ha sconvolto un pò tutti. Nelle ultime settimane qualcosa era trapelato da persone vicine alle realtà del «Colosso Commerciale» ma nulla faceva pensare a una così drastica evoluzione degli eventi. La notizia ha fatto rapidamente il suo corso tra quotidiani e pagine del web andando a minare non solo la tranquillità dei 43 lavoratori, adesso alle prese con un futuro tutto da scoprire, ma anche quella di tutti gli altri negozianti del Polo privati, apparentemente, del cavallo trainante dei propri affari. Dopo tanto silenzio, voluto anche nel rispetto della difficile situazione che si stava avviando ad affrontare, parla oggi per la prima volta il Cav. Domenico Fontana, leader del gruppo proprietario dell’Ipermercato presente nei locali del Polo Acquisti Lucania e ideatore principe dell’intera struttura nella quale lavorano circa 400 persone: «La decisione di mollare la presa - dice - e di non proseguire in quello che per me rappresentava un piccolo sogno è stata molto sofferta ma presa per salvaguardare il futuro della mia società». Questo il pensiero dell’imprenditore lucano costretto a cedere la mano per non vedere intaccate le sue altre attività dalle difficoltà incontrate dalla sua ultima creazione di imporsi sul mercato regionale e di rientrare nei costi necessari per sopravvivere. Troppo semplice ora IPERMERCATO Ingresso Auchan puntare il dito verso un uomo che ad oggi conta alle sue dipendenze quasi 120 persone suddivise tra Europa Cash, Cedi, Supermercato Le Piramidi e appunto Auchan: «Sapevo che l’impatto mediatico della strada intrapresa da me e la mia società sarebbe stato oggetto di critiche anche e soprattutto in considerazione delle difficoltà che saranno costretti a vivere i “miei ragazzi” ma un imprenditore deve per forza di cose affrontare il problema prima che sia troppo tardi. Il rischio sarebbe stato quello di vedere tra un paio d’anni ben 120 persone senza lavoro e senza alcuna possibilità di rientrare». La chiusura è ricca di speranze ancora una volte rivolte a chi per tre anni ha sofferto e fatto sacrifici tra i locali e gli scaffali dell’Auchan: «Una continuità ci sarà, le trattative con nuovi compratori sono da tempo in corso e mio dovere sarà quello di suggerire un riassorbimento nel progetto che verrà per 43 combattenti abituati ai ritmi di un centro aperto sette giorni su sette e 360 giorni all’anno». VIGGIANO APPELLO CGIL SU «TUTELA AMBIENTE E SALUTE, CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE, SALARI EQUIPARATI AI DIPENDENTI ENI» Lavoro e diritti nell’indotto Eni I sindacati e gli imprenditori oggi discutono di una piattaforma per i lavoratori della Val d’Agri l Indotto Eni al centro della riflessione di imprese e sindacati. «Tutela dell’ambiente e della salute nei luoghi di lavoro; crescita e stabilizzazione dell’occupazione; equiparazione salariale con i dipendenti Eni». Sono i nodi centrali che faranno da sfondo all’incontro che stamattina (ore 9.30) è stato convocato nella sede di Confindustria con associazioni datoriali e Cgil, Cisl, Uil e tutti i soggetti firmatari del contratto di sito. L’obiettivo è l’apertura di un confronto sui contenuti della «piattaforma sindacale per i lavoratori dell’indotto Eni di Viggiano». «Ci aspettiamo un positivo riscontro da parte delle associazioni datoriali - afferma la Cgil di Potenza - a partire da un’organizzazione del lavoro che assicuri livelli occupazionali stabili e che si rivolga ai disoccupati lucani, che riconosca l’uguaglianza di trattamento tra tutti i lavoratori impegnati nella conduzione del Centro olio, sia in termini salariali che di tutela della salute dei lavoratori». CENTRO OLII Il Centro olii dell’Eni in Val d’Agri [foto Tony Vece] . GALLICCHIO LA RICHIESTA DEL SINDACO SINISGALLI IN UN INCONTRO POTENZA SI CHIAMA «SAFE NOMINATIONS» Dai giovani della Cri un gioco «La Total si impegni per la sicurezza stradale per l’occupazione locale» Educare a comportamenti idonei mentre si guida l Nell’incontro pubblico tra il Movimento «Quinta Colonna» il sindaco e tutto il consiglio comunale, si è discusso dell’esclusione di Gallicchio dalla concessione Gorgoglione. Mariantonietta Sanchirico ha illustrato le ragioni dell’incontro e i punti su cui bisognava soffermarsi: l’esclusione dalla concessioni e le possibili strade da percorrere per cercare di rientrarvi al fine di dare un rilievo istituzionale al comune di Gallicchio e metterlo sullo stesso livello degli altri paesi che fanno parte della concessione. Il sindaco Pasquale Sinisgalli che ha indicato come esclusione il fatto che Gallicchio «fosse oggetto di un’altra richiesta di concessione avanzata da Shell Italia E&P e denominata “Grotta Salice”, concessione non accolta dalla giunta regionale nel 2012 a seguito dell’approvazione in Consiglio regionale della moratoria sulle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi». Inoltre, il sindaco ha affermato che non è di autorità di un comune chiedere di entrare a far parte di una concessione in quanto sono le società petrolifere che, dopo le dovute indagini ed analisi, fanno richiesta al Ministero. Infine, il sindaco si è impegnato a chiedere, entro la settimana prossima, un incontro con il Presidente ALESSANDRO BOCCIA IL TAVOLO Si discute della concessione della Regione e le ditte che operano per la realizzazione del centro oli al fine di costringere la Total a prendere impegni concreti per l’occupazione. Per la minoranza il consigliere Prospero Di Pierro ha espresso la possibilità «di premere verso l’attuazione dell’Unione dei comuni così che Gallicchio in automatico entri a far parte della concessione». Invece l’assessore Antonio Salerno ha detto che «la Total ha depositato gli atti per l’ampliamento della concessione». Ancora per la minoranza Gaetano Montemurro ha rilevato «che da tempo aveva esposto tale problema in consiglio». l Anche i giovani lucani della Croce Rossa Italiana lanciano le «Safe Nominations», il gioco per educare alla sicurezza stradale. Una risposta costruttiva ed originale al fenomeno, perlopiù giovanile, dilagato sul web chiamato «NekNominations”, un passatempo on line in cui bisogna rispondere ad una sfida lanciata da un amico, filmandosi mentre si beve una birra tutta d’un fiato, per poi nominare altri «concorrenti» da sfidare a propria volta. Un gioco che può degenerare, rischiando di diventare pericoloso per la salute, e che la Cri ha saputo rielaborare in maniera utile e didattica: «Safe Nominatios» consiste infatti nel registrare un video tramite smarthpone, cimentandosi in attività legate CROCE ROSSA Safe Nominations alla sicurezza stradale e ai comportamenti idonei durante la guida. In pochi giorni dal lancio dell’iniziativa sono arrivati oltre 100 video. «L’obiettivo è utilizzare il web – ha spiegato il delegato regionale dei giovani Cri di Basilicata, Marco Bellezza - per educare ad adottare comportamenti idonei soprattutto se ci si mette alla guida». In distribuzione il messaggio del vescovo per la Quaresima ANTONIETTA ZACCARA l LAGONEGRO. All’inizio della Quaresima distribuito nelle parrocchie della diocesi di Tursi-Lagonegro il messaggio del vescovo mons. Francesco Nolè. Quest’anno il presule ha deciso di inviare quanto scritto da papa Francesco nel suo primo messaggio quaresimale, «è talmente bello, ha scritto, profondo, semplice e ricco di consigli- suggestioni-proposte per la crescita spirituale personale e comunitaria, che ho pensato di farla giungere a voi in modo integrale e originale». In un primo paragrafo, dedicato alla «grazia di Dio», Papa Francesco sottolinea che «l’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze». Papa Bergoglio distingue «tre tipi di miseria: materiale, morale e spirituale». La prima, ovvero la «povertà», «tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale». Di fronte a questa miseria la Chiesa «offre il suo servizio» per «andare incontro ai bisogni». Per il Papa, «quando il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono all’esigenza di una equa distribuzione delle ricchezze» e pertanto «è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione». Ma «non meno preoccupante», per il Papa, «è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri – spesso giovane – è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. In questi casi – scrive Papa Bergoglio – la miseria morale può ben chiamarsi suicidio incipiente». Questa forma di miseria, «che è anche causa di rovina economica», «si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore». Il tempo di Quaresima, scrive infine il Santo Padre, «trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico». le altre notizie SANITÀ E SOLIDARIETÀ Donazione è vita: la storia dei Green n «Sopravvivere non basta - Donare la vita» è il titolo dell’incontro che domani si tiene nell’auditorium del S. Carlo di Potenza (dalle 9.30 alle 13.30). Con l’ntervento di benvenuto del dg del S. Carlo, Giampiero Maruggi, e il coordinamento di Mario Trufelli, interverrà Mr. Reginald Green il papà del piccolo Nicholas, che fu ucciso a 7 anni, in Calabria, da rapinatori il 29 settembre ‘94. I genitori autorizzarono la donazione dei suoi organi. DA OGGI AL SAN CARLO Ambulatorio oculistica pediatrica n Il Centro Pediatrico Bambino Gesù Basilicata inaugurerà oggi, nell’ospedale San Carlo di Potenza, l’attività ambulatoriale di Oculistica pediatrica, «ampliando così la sua offerta specialistica». Da oggi sarà attivo l’ambulatorio di Oculistica pediatrica, a cura del Prof. Luca Buzzonetti, responsabile Unità operativa complessa di Oculistica dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. PIGNOLA «Portale d’oro» a Carmen Lasorella n Tredici Pro Loco, interventi di uomini delle istituzioni e del mondo dell’associazionismo, momenti musicali, premiazione della giornalista Carmen Lasorella, presidente di Rainet, con «Il Portale d’oro». È l’iniziativa che domani propone la Pro Loco di Pignola, presieduta da Maria Albano. Si intitola «L’altra faccia di Penelope», giunta alla sua nona edizione, e avrà luogo in contrada Petrucco. RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ L’OPIFICIO DI VENUSIO LA «VERTENZA» SI RIACCENDE Venerdì 7 marzo 2014 MATERANI E ANCHE I PUGLIESI Il problema è in discussione anche nel Consiglio comunale di Altamura, dopo le interrogazioni di tre consiglieri SI TORNA A PROTESTARE Davanti ai cancelli della fabbrica verrà riproposta la postazione da cui si reclamerà di bloccare il progetto aziendale «Ora la Regione scenda in campo» «Sospenda l’Aia», chiede il presidio di cittadini EMILIO SALIERNO l La «vertenza» Ila Laterizi, dopo la nuova mobilitazione annunciata l’altro ieri dai cittadini di Venusio, sconfina ad Altamura, dove il Consiglio comunale sta per esprimersi sulla vicenda del pet-coke, il temuto materiale derivato dalla lavorazione degli scarti petroliferi che la società intende utilizzare come combustibile nell’impianto della fabbrica che produce laterizi. Martedì scorso, la Ila Valdadige ha annunciato di voler procedere con la «messa in prova» del pet-coke, una decisione a cui ha fatto seguito la reazione del Comune di Matera, che ha segnalato la necessità di non smentire quanto deciso nel tavolo tecnico del 24 febbraio (sospensione delle procedure tecniche per il pet-coke). Ad Altamura, tre consiglieri di minoranza (Enzo Colonna, Rosa Melodia e Lello Rella) hanno presentato una interpellanza urgente al sindaco, chiedendo un parere in merito alla Via (Valutazione di impatto ambientale), così come previsto dallo stesso codice dell'ambiente. E ora potrebbero scendere in campo anche i comuni di Santeramo, Gravina, Laterza, così come altri enti pubblici, tra cui Provincia di Bari e Regione Puglia. In Consiglio regionale della Basilicata, intanto, si attende la risposta della giunta dopo l’interrogazione a risposta immediata da parte del Movimento 5 stelle (a firma di Gianni Perrino e Gianni Leggieri). Per ora sono solo indiscrezioni, ma sembra che la Regione Basilicata stia valutando un intervento per sospendere l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l’uso del pet-coke. Una iniziativa auspicata dal presidio spontaneo di cittadini di Venusio. «Il massimo ente lucano dice Mimmo Genchi - dovrebbe procedere con la sospensione, a tutela di tutti, ma anche della stessa azienda. Resta la preoccupazione per lo stoccaggio in vasca di un materiale così pericoloso in una zona soggetta a gravi esondazioni del canale prospiciente - ribadisce Genchi come quella avvenuta il 6 novembre del 2011. Del resto, quale affidabilità ci si può aspettare da chi confonde 1 chilometro con 500 metri, da chi non si accorge che nelle vicinanze c’è un acquedotto ed un metanodotto? È per questo che gli abitanti del Borgo Venusio sono in massima allerta e in queste ore si stanno organizzando per la riproposizione del presidio permanente davanti i cancelli della Valdadige e per organizzare azioni decisamente più incisive nei confronti dell’azienda, degli organi istituzionali preposti al rilascio delle autorizzazioni e degli organi istituzionali preposti ai controlli. Chiediamo al Comune di Matera - dice Genchi a nome del presidio di Venusio - di intervenire per far si che venga sospeso l’uso del pet coke, di impegnarsi con decisione presso l’azienda e la Regione perché sia scongiurata questa violenza sulla salute di una comunità già fortemente segnata da decenni di grave inquinamento e numerosissimi decessi per neoplasie». PRESIDIO Riprende la protesta a Borgo Venusio [foto Genovese] OLTRE I VIDEOGIOCHI PER I GIOVANI IL PROGETTO MOODZONE DELL’ASSOCIAZIONE «JOVEN» Nuovi spazi per socializzare che non siano solo virtuali INTERAZIONE Percorsi, laboratori creativi e del “niente” BRUTTA ARIA Un momento del confronto a Matera LA STORIA NEL 2010 FU RITROVATO IN CITTÀ, RIMESSO IN SALUTE, INANELLATO E ORA SI RITROVA IN PROVENZA Il Falco grillaio curato al Cras è stato «ricatturato» in Francia l Un pulcino di Falco grillaio di circa 10 giorni di età, il 24 giugno 2010 fu ritrovato a Matera, in Via XX Settembre, da una turista di Firenze, che si preoccupò di consegnarlo alla Provincia, da dove fu subito portato al Cras per il necessario soccorso. «Il pulcino era sanguinante, con traumi agli occhi e alla testa - dice Matteo Visceglia, responsabile del Cras - debole e con poche possibilità di sopravvivere. Grazie alle attente e assidue cure del Centro recupero il piccolo riuscì a sopravvivere e divenne grande, capace di nutrirsi, di volare e di predare. Anche per lui arrivò il giorno del ritorno alla natura e così il 18 agosto 2010, nell'ambito di un evento pubblico di sensibilizzazione e divulgazione sulla attività del Centro, spiccò il volo dal Belvedere sui Sassi di Matera. Da quel momento nulla più poteva ricondurre alla sua vita». Ma il Cras svolge anche attività scien- tifica e quindi cerca sempre di utilizzare ogni metodo che permetta, ove possibile, di ricavare dati scientifici interessanti. Infatti, grazie alla collaborazione di Egidio Mallia, che inanella nell’ambito dell’Osservatorio faunistico regionale, poco prima della sua liberazione fu marcato con un piccolo e leggerissimo anello su cui era inciso un codice alfanumerico che lo identificava in modo ufficiale ed univoco. «I dati di recupero degli esemplari, di rilascio e di inanellamento - fa presente Visceglia - vengono raccolti e inseriti, a cura dello stesso inanellatore, in una banca dati nazionale gestita dall'Ispra mediante l'Euring Protocol Engine con l'obiettivo di coordinare la ricerca e le attività di inanellamento in Italia rapportandosi alle altre banche dati europee e mondiali. Grazie ad “un anello” quindi, da qual momento il giovane grillaio era identificabile in caso di ritrovamento in qualsiasi luogo. Ma le probabilità di ottenere informazioni relative allo stesso individuo a distanza di tempo e magari lontano dal luogo di nascita, rese possibile attraverso la lettura dell’anello, sono molto basse, un pò come trovare un ago nel pagliaio. Ma in questi giorni il Cras ha ricevuto una notizia bella ed imprevedibile. E’ giunta infatti al nostro inanellatore una scheda dell'Ispra in cui si comunica che questo grillaio dopo circa 700 giorni dal suo recupero è stato “ricatturato” nella Francia meridionale nella regione della Provenza nell'ambito di una campagna di ricerca ed inanellamento. È uno dei primi dati, se non l’unico, di ricattura in Francia di grillai materani, con informazioni importanti sui loro spostamenti, facendo comprendere altresì, l’importante ruolo che svolge la colonia di grillai materani per la colonizzazione e conservazione della specie in tutto il Mediterraneo». CARMELA COSENTINO l Social network e videogiochi. Due strumenti di largo utilizzo nella società odierna, ma spesso causa di dipendenze e di estraniamento dal mondo esterno. Ragioni che hanno spinto l’Associazione Joven a redigere il progetto MoodZone. “Giovani: esperienze in movimento” che ha ottenuto il finanziamento del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Rivolto a una fascia di età sensibile che va dai 13 ai 18 anni, il progetto ha come finalità la realizzazione di attività, percorsi, laboratori creativi e del “niente” ideati con la collaborazione dei giovani per permettere loro di avere degli spazi e dei momenti in cui interagire, relazionarsi, mettere a frutto le proprie capacità e competenze, diventando essi stessi i protagonisti di un modello operativo, realizzato in rete con le associazione di volontariato e culturali, il Sert e gli enti locali, Comune e Provincia di Matera, che punta sul rilancio di stili di vita sani ed equilibrati. Il progetto, presentato ieri mattina le altre notizie NOMINA PROVINCIALE Realtà Italia, Paolino nuovo commissario n Il commissario regionale della Basilicata del movimento politico Realtà Italia, Ninni Borzillo, di concerto con il presidente nazionale, Giacomo Olivieri, e sentito il parere dell’Ufficio di presidenza, ha nominato Vincenzo Paolino nuovo commissario per la provincia di Matera e Antonio Ripoli suo vice. “I due nuovi responsabili per Matera di Realtà Italia – ha spiegato Borzillo – sono professionisti seri e competenti che hanno già dimostrato di possedere quelle doti umane e politiche ideali per ottimizzare l’organizzazione del movimento nel Materano”. SALA PALATUCCI DELLA QUESTURA Stamane l’ottavo congresso del sindacato autonomo di polizia n Dalle 9.30, nella Sala Palatucci della Questura, ottavo congresso regionale del Sap, il Sindacato autonomo di polizia. Il tema su cui si discuterà è “Sicurezza e sviluppo”. Chiuderà il congresso, alle 12.30, il segretario generale aggiunto Ernesto Morandini. nella sala Mandela del Palazzo di Città, è consultabile on line all’indirizzo www.moodzone.it. Uno spazio virtuale di interazione in cui i ragazzi possono esprimere opinioni e lanciare delle idee che saranno valutate dai soggetti attuatori e realizzate se corrispondenti alle finalità dell’iniziativa. «Il progetto- ha detto Pietro Iacovone presidente dell’Associazione Joven- nasce dalla constatazione che la fascia di età compresa tra i 13 e i 18 anni viene spesso dimenticata. E così siamo partiti da una mappatura dei bisogni, delle esigenze e delle aspettative dei giovani e con loro abbiamo redatto il programma delle attività che si svolgeranno nei prossimi giorni».Quanto alla scelta del nome, Mood Zone, «rimanda – ha aggiunto Imma D’Angelo coordinatrice del progetto- alla volontà di creare degli spazi, dei luoghi fisici all’interno della città in cui i giovani possono riunirsi e dare sfogo alla propria creatività. Uno di questi spazi è piazza Cesare Firrao dove sabato e domenica i ragazzi, insieme alle associazioni, si riuniranno per svolgere alcune attività». Un modello sperimentale dunque realizzato anche il contributo dello psicologo Luciano Antezza, figura fondamentale nella fase di acquisizione delle richieste e delle aspettative dei ragazzi. «In questa fase- ha spiegatoabbiamo ascoltato diverse centinaia di ragazzi. Dai colloqui è emersa la richiesta di potersi relazionare con gli altri e di aver uno spazio fisico in cui confrontarsi ma anche di realizzare un Laboratorio del “niente” in cui potersi esprimere liberamente. L’ultima fase prevede il monitoraggio delle attività e dei risultati raggiunti». Coinvolto nel percorso educativo, il Sert di Matera. «Si tratta- ha aggiunto la dottoressa Lucia D’Ambrosio- di un progetto in linea con le iniziative di contrasto alle dipendenze che va a toccare una fascia di età delicata su cui è possibile fare azioni di prevenzione, promuovendo stili di vita sani attraverso la riscoperta dell’ambiente in cui vivono». All’incontro hanno partecipato l’assessore provinciale Michele Grieco e l’assessore comunale Simonetta Guarini che hanno sottolineato la validità di un progetto che parte dal basso, dai giovani, rendendoli protagonisti di iniziative di sociali e culturali. RASSEGNASTAMPA MATERA E PROVINCIA I XI Venerdì 7 marzo 2014 PISTICCI I CAMPIONAMENTI COMMISSIONATI DAL COMUNE. RISCONTRATA LA PRESENZA DI IDROCARBURI PESANTI Basento sempre più inquinato adesso lo confermano le analisi PIERO MIOLLA l PISTICCI. Il Basento pisticcese è sempre più inquinato da idrocarburi pesanti, in particolare nel secondo semestre del 2103. La notizia non è frutto di prese di posizione isolate ma è contenuta nei risultati ufficiali delle analisi sui sedimenti del fiume, commissionate dal Comune di Pisticci in ossequio ad una precisa delibera del consiglio comunale. In particolare, si apprende dai risultati pubblicati sul sito istituzionale di Palazzo Giannantonio, nel secondo semestre dell’anno sono stati sforati i parametri di legge nel mese di dicembre per ciò che concerne gli idrocarburi pesanti, in tre punti diversi: a monte ed a valle dello scarico di Tecnoparco (campione del 10 dicembre ) e sul ponte che bypassa la statale 106 Jonica. Le soglie di legge, come si ricorderà, erano state superate anche nel mese di luglio del 2013, tanto che il sindaco Vito Di Trani aveva trasmesso quei dati ai Carabinieri del Noe, alla Regione Basilicata, alla Provincia di Matera, all’Arpab, all’Asm ed, ancora, alla Prefettura di Matera, al Consorzio Industriale della Provincia di Matera ed all’Area di Programma: anche in questo caso, il primo cittadino di Pisticci ha fatto la stessa cosa, chiedendo «le determinazioni che si intendono adottare per la eliminazione di tali inconvenienti». Il problema, come ha sottolineato lo stesso Di Trani, è che fino ad ora nulla è stato fatto per fermare l’inquinamento: la conferma arriva proprio dalle ultime analisi, che hanno nuovamente attestato la presenza nel Basento di idrocarburi oltre le soglie di legge. In attesa che qualcuno intervenga (avendone, tra l’altro, anche l’obbligo), in Valbasento si aspettano anche i risultati dei prelievi privati commissionati da alcuni imprenditori agricoli della zona, letteralmente vessati per le conseguenze del forte inquinamento della valle che ha contaminato l’acqua di falda, l’aria e, si teme, anche i terreni al di fuori del perimetro del Sin (Sito d’Interesse Nazionale). I prelievi effettuati giorni fa dal tenente della Polizia Provinciale di Potenza, Giuseppe Di Bello, con l’ausilio dell’ingegnere ambientale Silvana Baldantoni, dovrebbero dare un quadro più esaustivo sulla situazione attuale nella zona compresa tra Pisticci, Ferrandina, Pomarico e Bernalda. Nella speranza che, in ogni caso, da un lato i risultati non confermino l’inquinamento totale della zona e, dall’altro, che finalmente qualcuno inizi a prendere provvedimenti seri e concreti. Acito, Confapi «A Grottole, 15 aziende a rischio esondazione» GROTTOLE. Una quindicina di imprese ubicate in contrada Stingeta, in agro di Grottole, sono in pericolo a causa del rischio esondazione del torrente Basentello. Lo ha segnalato al Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito, sottolineando che «le abbondanti piogge di queste settimane, unitamente alla carenza di pulizia del torrente che ne ha ridotto notevolmente la sezione, potrebbe causare l’esondazione delle acque specie in prossimità del ponte Stingeta. Dove si registra un vero e proprio sbarramento al regolare deflusso delle stesse». Eventuali nuove piogge potrebbero far degenerare la situazione con rischio per l’incolumità delle persone e pregiudizio per le imprese: il Consorzio con urgenza [p.miol.] per la pulizia dell’alveo». LENTA AGONIA I segni dell’inquinamento nel fiume Basento BERNALDA IL PROGETTO DEL LICEO SCIENTIFICO «PARISI» PREMIATO ALL’UNIVERSITÀ DI BASILICATA Una smart city puntando sulle energie rinnovabili BERNALDA Il Liceo scientifico «Parisi» l BERNALDA. Una smart city tra Bernalda e Pisticci, per mettere in rete le risorse, ottimizzando energie, ambiente e servizi al cittadino. È il succo di un progetto del Liceo scientifico “Matteo Parisi” di Bernalda, coordinato dal professor Pietro De Nittis. Protagonista la classe III B dell’Istituto jonico, diretto da Anna Di Trani. L’idea è stata premiata a Potenza, nella sede dell’Università lucana, da “Play Energy”, il concorso di idee, patrocinato dall’Enel. L’Istituto bernaldese ha ottenuto una menzione speciale per la qualità dell’elaborato. «Nel quadro di una città del futuro - afferma De Nittis intelligente, innovativa ed ecologica, abbiamo immaginato uno sviluppo ecosostenibile, che preveda un consorzio tra i Comuni di Bernalda e di Pisticci, aperto ad altri Enti pubblici, con relativo Statuto». In prima linea i servizi energetico e idrico integrato. E poi piste ciclabili intercomunali, edifici scolastici, asili nido, trasporto, centri estivi, impianti sportivi, arredo urbano e verde pubblico, ma anche un centro di aggregazione giovanile e una Biblioteca consortile. La durata del Consorzio sarebbe trentennale, con sede baricentrica a Mar- conia, nel Palazzo municipale. I due Comuni parteciperebbero con quote rapportate al numero di abitanti (40 % riservate a Bernalda e 60 % a Pisticci). «Abbiamo pensato - sostiene Paolo Conte, studente di Bernalda - di sfruttare, in sinergia, potenzialità umane e risorse naturali. Con una Scuola collegata a centri di ricerca per l’innovazione agricola, turistica, ed energetica a filiera corta». Per Rossana Lopatriello di Marconia «sarebbero possibili varie forme di energia alternativa, con riutilizzo di materiali di scarto agricoli e forestali, altrimenti destinati alla discarica». Secondo Carmine Capece di Pisticci Scalo «è previsto il recupero di aree degradate, destinate al verde fruibile». «La creazione del Consorzio - afferma De Nittis - garantirebbe una migliore qualità della vita ai suoi 30 mila abitanti, e la fruizione di energie alternati[an.mor.] ve». MIGLIONICO CONNUBIO TRA GASTRONOMIA E SOLIDARIETÀ TURSI «MUOVIAMO TURSI» SI MOBILITA CON UNA PETIZIONE POPOLARE L’arte dei panificatori «Emergenza rifiuti, si agisca un ponte con la Palestina su base comprensoriale» GIACOMO AMATI l MIGLIONICO. Messaggio di pace e d’amore a Betlemme, in Palestina, da parte di tre panificatori miglionichesi: Carlo Antonio Guidotti (Panfornaio), e i cugini Antonio Centonze (Antico Forno) e Antonio Centonze (la Bontà del Mulino). Unitamente al sindaco Angelo Buono e agli assessori comunali, Mariangela Bertugno (delega alla P.I.) e a Michelangelo Piccinni (Cultura), i tre fornai vi stanno svolgendo una vera e propria missione di solidarietà. È cominciata lunedì scorso, durerà una settimana, si concluderà lunedì prossimo. L’obiettivo è quello di svelare i segreti della nobile arte della panificazione miglionichese, di insegnare a fare il pane, focacce, biscotti e tante altre bontà gastronomiche ai giovani palestinesi, per dare da mangiare ai bambini profughi, rinchiusi negli orfanatrofi e ai tanti poveri che non hanno cibo e che, spesso, purtroppo, muoiono di fame. L’opera di beneficenza è stata organizzata dal Comune in collaborazione con l’associazione materana “Alt” (Apulo lucani talenti e turismo), diretta dalla giornalista Rosita Stella Brienza, col patro- cinio della Regione Basilicata. L’iniziativa rientra nel progetto “Pane Nostro”, che è sostenuto anche dal vice presidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella. Il tutto è nato da un’idea dello scrittore serbo croato Predrag Matzejevic. «Il pane è un simbolo di sacralità – dichiara Buono - e vuole rappresentare il valore della pace tra i popoli». In particolare, l’attività della panificazione si sta attuando nel forno dei Salesiani di Betlemme: oggi è previsto l’incontro tra gli amministratori comunali miglionichesi e il sindaco di Betlemme, il Patriarca di Gerusalemme e il Custode di Terra Santa per un’iniziativa di gemellaggio e scambio culturale. Giova precisare, infine, che, nel corso delle visita, sarà allestita una mostra fotografica presso la sala teatro del convento dei Salesiani di Betlemme, dal titolo, “Scatti d’autore, scene di vita contadina”, a cura degli artisti Gabriele Coppi e Teta Colamonaco, promossa dal Gal Bradanica (Gruppo d’azione locale), presieduto da Leonardo Braico. Tra i testimonial del progetto umanitario spiccano i nomi dell’artista Renzo Arbore, del giornalista Tony Capuozzo e dell’attore comico pugliese Uccio De Santis. SALVATORE VERDE l TURSI. No alla discarica di Colobraro e sì alla gestione pubblica comprensoriale del ciclo dei rifiuti. È la sintesi della proposta di MuoviAmo Tursi, la neo costituita associazione politica tursitana. Proprio sulla questione ambientale è stata sollecitata la partecipazione dei cittadini, prima con l’affollato incontro del 14 febbraio nella sala consiliare del municipio e poi con la raccolta firme che, iniziata sabato scorso, si concluderà domani pomeriggio in piazza Maria SS. di Anglona. Tramite il banchetto, si vuole “informare e raccogliere le sottoscrizioni sulle due proposte rivolte al sindaco di Colobraro e di Tursi. La prima, per una richiesta di revoca del progetto di ampliamento della discarica, così come predisposto nella delibera n. 20 del 26 agosto 2013 del consiglio comunale colobrarese. La seconda, perché l’amministrazione comunale tursitana ritorni alla Tarsu per l’annualità 2013, revochi il nuovo bando per l’affidamento del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti comunali e si impegni a realizzare una società pubblica partecipata da tutti i Comuni del Basso Sinni o dell’Area programma, di cui Tursi è capofila. «Le due proposte - argomenta Mario Cuccarese, neo portavoce dell’associazione sono frutto del dibattito pubblico tenutosi tra i cittadini di Tursi, Colobraro e Policoro. Si è discusso, inoltre, dell’aumento della Tares e dell’emergenza rifiuti che si andrà a creare nei prossimi tre mesi in tutta la Provincia di Matera. Nel comprensorio non si vogliono discariche, perché vengono sistematicamente gestite male e i danni per l’ambiente, la salute dei cittadini e il sistema economico locale sono incalcolabili. Pure il no alla Tares, perché comporta aumenti che almeno per l’anno appena trascorso si potevano evitare. Anzi, fino all’approvazione del bilancio consuntivo 2013, potranno essere apportate modifiche e noi chiederemo un rimborso dei 160 mila euro pagati in più dai tursitani oppure uno sgravio sui futuri pagamenti. Invece, i cittadini hanno detto sì ad una gestione pubblica comprensoriale dell’intero ciclo dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento, passando per il trasporto. Solo in tal modo si potranno garantire livelli di efficienza considerevoli e benefici per tutta l’economia locale. MuoviAmo Tursi - conclude Cuccarese - sta lavorando per coinvolgere altre associazioni nel circondario affinché negli altri Comuni si facciano le stesse battaglie di Tursi». le altre notizie POLICORO Modarelli: «L’Inail non chiuda la sede» n POLICORO - Si moltiplicano gli appelli al direttore della sede Inail di Matera a non chiudere la sede Inail di Policoro. In verità si trattava di un inutile sportello settimanale ospitato negli uffici dell’Inps chiuso da oltre un anno. Così, dopo il presidente della Provincia, Franco Stella, è il turno del presidente del Consiglio comunale, Gianluca Modarelli. E giù il ritornello della spoliazione, del servizio pubblico che abbandona, della vasta area di riferimento. Ma di quale sede Inail di Policoro parlano Stella e Modarelli? Non sanno che feriti, fratturati, infortunati, hanno sempre viaggiato da Policoro e dintorni a Matera e ritorno? Perchè, se ne hanno il coraggio, non chiedono l’istituzione di una vera sede dell’Inail con servizi, medici legali, uffici, come si era programmato venti [fi.me.] anni fa?. GRASSANO Pd, Malvinni è il nuovo segretario cittadino n GRASSANO - La sezione del Partito Democratico di Grassano ha rinnovato il consiglio direttivo ed eletto il nuovo segretario. È Antonello Malvinni funzionario di banca. Succede a Domenico Beatrice ed ha affermazioni di autorevolezza e di coraggio proponendo «un cambiamento radicale per scrollarsi di dosso la sensazione che tutto sia immobile. Il Pd di Grassano ha le capacità e gli uomini per cambiare - ha proseguito Malvinni - e per riconquistare l’amministrazione comunale (attualmente guidata dal Pdl). Il passato da cui proveniamo è costellato di errori delle correnti che hanno logorato la sezione fino all’ultimo minuto prima della presentazione della lista per le amministrative del 2012». E l’errore condanna la lista del partito alla esclusione dalla competizio[g.pon.] ne elettorale. RASSEGNASTAMPA XII I LETTERE E COMMENTI Venerdì 7 marzo 2014 ANTONIA LOSACCO * NICOLA VERTONE * La sfida del ministro Lorenzin Impianto «solare» L’ iniziativa presentata dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che attraverso il sito «dovesalute.gov.it» introduce per la prima volta un sistema di voto, da una a cinque stelle, per permettere all'utente di esprimere un parere sull'accoglienza ricevuta presso strutture sanitarie per ora pubbliche e successivamente da estendere a quelle private accreditate, trova il nostro plauso e il nostro incoraggiamento. Da parte nostra, vale a dire in rappresentanza di tante strutture nello specifico erogatrici di prestazioni riabilitative e di fisioterapia, non c’è alcun timore di ricevere il giudizio dell’utenza, come facciamo del resto già da anni attraverso il nostro sistema di questionario rivolto ai cittadini che utilizzano i nostri servizi oltre che attraverso il sito web delle strutture stesse. Per noi è essenziale raccogliere i pareri dell’utenza su ogni aspetto della nostra attività. Condividiamo in particolare tra le ricadute positive in- dividuate dal ministro la riduzione dello spostamento dei pazienti da una Regione all'altra, perché – come afferma Lorenzin - "spesso il cittadino non sa di avere vicino casa strutture d'eccellenza". Ci piace inoltre l'idea di fare un grande censimento dei servizi offerti in Italia. Ovviamente però la cosa importante è l'informazione che si vuole dare ai cittadini, i quali dovrebbero trovare un quadro chiaro che permette di scegliere una buona struttura dove curarsi , magari vicino casa. Un'altra cosa importante, per ora non attivata, è la possibilità di controllare «gli esiti» dell'attività dei vari reparti, cioè la qualità dell'assistenza. Si dovrebbero utilizzare i dati di Agenas (l'Agenzia delle Regioni) che potrebbero servire ad orientare la scelta dei cittadini, i quali si rivolgeranno alle strutture con i dati migliori.Lo abbiamo detto all’atto dell’insediamento della nuova Giunta regionale e lo ribadiamo in questa circostanza: la Fenasp Basilicata, condivide l’obiettivo prioritario del Presidente di «rimettere la persona al centro delle politiche per la salute» con il compito affidato all’assessore Franconi di ridare fiducia ai cittadini che si curano fuori regione.A tal proposito il dato diffuso sulla mobilità sanitaria che registra nell’anno appena concluso un saldo negativo per le casse della Regione di oltre 19 milioni di euro è fortemente significativo del gravoso impegno che attende il nuovo Assessore. Siamo convinti che il miglioramento delle prestazioni sanitarie passa attraverso l'integrazione pubblico-privato e con questo convincimento rinnoviamo la massima disponibilità al dialogo e alla collaborazione, già espressa. Riteniamo che prioritariamente, vada superata l’assenza totale di una progettualità territoriale e di una buona politica sanitaria che favorisca l'integrazione pubblico-privato, quel privato che opera correttamente nell’attenzione alla qualità delle prestazioni erogate con efficienza ed appropriatezza e nel rispetto dei contratti di lavoro. [* Fenasp Basilicata] ROSSELLA BRENNA * Per una Basilicata europea I l nostro partito ha annunciato il progetto innovazione e progresso. La Conferenza regionale permanente (Crp) democratiche lucane nasce all'interno di questo concetto, per guardareal 2020, per una Basilicata Europea, nel segno della modernizzazione. L'appuntamento del rinnovo della segreteria regionale richede scelte di coraggio e responsabilità. La candidatura di una donna a segretario regionale del Pd, va vista come un protagonismo di competenza , un'esigenza che viene dalla società. Questa candidatura non vuole mettere in campo la politica delle quote, ma è la traduzione completa degli impegni assunti in tal senso. Il partito deve ripristinare e motivare il senso di partecipazione degli iscritti e dei partecipanti.questo deve essere il motore dei congressi a tutti i livelli, ritengo di fondamentale importanza in questa prospettiva anche i congressi di circolo appena svolti e quelli che si svolgeranno, perchè servono a mettere a punto politiche locali sui bisogni e su scenari territoriali . Io sono iscritta al circolo di Rionero in Vulture, dove il neo-eletto segretario otterrà mandato dal direttivo, di portare avanti,con atti concreti, una rinnovata stagione fatta di idee, ma anche di persone idonee a portarle avanti all'interno dell'amministrazione comunale. Auspico per Rionero, per tutti i circoli, per il Pd tutto, un rilancio che veda nel Pd un elemento innovativo per superare a tutti i livelli,da quello regionale a quello comunale, uno stallo non più rinviabile!! [* portavoce Crp Basilicata] Rossella Brenna ELISA LARAIA * Leggi su maternità e natalità R isulta quantomeno incredibile come, nel giro di due mesi, in Basilicata, dopo anni di torpore legislativo in materia di genere, vengano presentate addirittura due proposte di legge. Alla notizia della prima proposta di legge del consigliere Pace “Misure di sostegno sociale alla maternità e alla natalità” abbiamo concentrato la nostra attenzione su uno dei tanti punti illustrati lo scorso 17 febbraio nel 1° Tavolo di Concertazione del Comitato di Scopo “Cittadinanza di Genere” a cui hanno partecipato più di 100 donne da tutto il territorio della Basilicata. Si è tenuta oggi la nostra audizione presso la Quarta Commissione della Regione Basilicata. Noi come Comitato abbiamo affermato che vogliamo contribuire a costruire la consapevolezza di genere all’interno della società lucana. I primi invitati a seguire il nostro percorso sono stati proprio i nostri consiglieri che oggi, dopo le tante contestazioni, hanno sicuramente una spinta nuova data, sono convinta, tanto da noi quanto da tutte le Donne che si sono interfacciate con la Commissione. Devo affermare che la Quarta Commissione ha mostrato di poter essere un reale luogo di ascolto, a cominciare dalla richiesta di approfondimento, dopo aver ascoltato la nostra relazione, dei Consiglieri Spada e Perrino e dall’invito del Presidente Bradascio a contribuire con un'azione concreta ed immediata. Il Comitato è convinto che non sia possibile da un punto di vista metodologico mettere insieme la Legge n. 194 “Norme per la Elisa Laraia tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza” con una legge regionale come quella in oggetto, in quanto la parola aborto non può essere letta come causa di denatalità nella nostra regione. Altro punto importante per noi è l’inadeguatezza di una legge che ha come obiettivo solo i centri di sostegno alla vita, che peraltro non si precisa che tipo di professionalità debbano avere al loro interno. Riteniamo, dunque, che queste questioni debbano rimanere nelle mani delle istituzioni pubbliche e ci riferiamo ai consultori, ad oggi svuotati di ogni senso reale, e non di associazioni con- fessionali. Non avalliamo nessuna volontà punitiva nei confronti della donna che si trova davanti ad una scelta nella quale deve esprimere la sua libertà di autodeterminarsi. Il Comitato di Scopo “Cittadinanza di Genere” ritiene che non sarà certo la dimensione di aiuto data a 20 nuove madri a risolvere il problema della denatalità. Le leggi che noi immaginiamo dovranno rivolgersi alla soluzione dell’instabilità sociale per l’introduzione di una reale possibilità lavorativa, per giovani e donne, per tutti. Propositiva l’attenzione del Vice Presidente Castelgrande e del Consigliere Galante che hanno fatto espressa richiesta di prendere visione del nostro lavoro complessivo sulla legge “Cittadinanza di genere”, e specifico sulle tematiche della maternità e della natalità. Abbiamo già ridisegnato la legge regionale proprio collocandola in una dimensione di più ampio respiro come tassello della legge più generale sulla “Cittadinanza di Genere”, la cui struttura consegneremo alla commissione come ulteriore strumento di studio. Interessanti gli spunti emersi dal confronto con il Consigliere Romaniello, sia in merito alla Proposta di Sel “Incentivi alle nascite, alla prima infanzia e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”, pervenuta in Consiglio solo ieri, già studiata dal Comitato “Cittadinanza di Genere” e ancora all’esame della Commissione, sia in merito all’urgenza della modifica dello Statuto regionale. [* presidente Comitato di Scopo Cittadinanza di Genere] e contraddittorio D enuncio l’inaudita ed estrema scorrettezza istituzionale consistente nell’aver il Consiglio provinciale discusso e deliberato un ordine del giorno su un progetto che coinvolge in via prioritaria il Comune di Banzi in assoluta assenza di contraddittorio con la scrivente amministrazione che non è stata invitata a partecipare alla seduta. Mentre apprendo, con stupore, dal testo dell’ordine del giorno che, non invitato formalmente, avrebbe partecipato ai lavori del Consiglio il solo Sindaco del Comune di Palazzo San Gervasio. Alla luce della circostanza sopra richiamata il riferimento dell’ordine del giorno all’“autodeterminazione delle amministrazioni comunali” suona come una beffa. In effetti in senso ampio, per autodeterminazione si intende “la libertà per i popoli di definire il proprio regime politico, economico e sociale: essa è quindi, allo stesso tempo, un diritto collettivo del popolo a decidere autonomamente il corso della propria vita. Nella concezione del costituzionalismo italiano, invece, il principio dell’autodeterminazione delle comunità locali, viene concepito con il fatto che le stesse disponevano e dispongono della possibilità di autodeterminare le scelte collegate al loro territorio. Alla luce di quanto citato permettetemi, con garbo e con il dovuto rispetto istituzionale, di evidenziare che nell’ordine del giorno avete enunciato, per tutelarlo, un sacro santo principio ma che lo avete immediatamente violato e disatteso nei fatti. Avete semplicemente non valutato, sicuramente in buana fede, che l’intero territorio ove potrà essere realizzato l’impianto, se autorizzato, ricade nel territorio del Comune di Banzi e non in altri territori. Inoltre, e come abbiamo sempre sostenuto, non vogliamo far cambiare idea a nessuno, tanto meno ai nostri rappresentanti in Provincia, ma abbiamo chiesto e chiediamo solo che le opinioni siano basate su fatti veri e non falsati per accendere le emozioni o per richiamare l’attenzione o peggio per creare falsi allarmismi e paventare catastrofi. Per le ragioni anzi dette, ritengo mio dovere denunciare la sconcertante superficialità con cui singoli consiglieri hanno espresso le loro valutazioni basandole su chiacchere da corridoio e non sulle circostanziate informazioni che quest’amministrazione, coinvolta più di qualunque altra sull’intero procedimento, avrebbe potuto fornire al Consiglio con ben altra cognizione di causa. A tale proposito, ricordo che il sottoscritto e non altri, in quanto componente per legge del Comitato Tecnico Regionale previsto dai D.L. 334/99 e 238/2005, che in data 5.12.2013 ha rilasciato il nulla osta di fattibilità con prescrizioni ulteriormente migliorative della sicurezza e dei controlli, ha personalmente preso conoscenza di ogni aspetto dei rischi valutati e delle soluzioni adottate partecipando a tutte le riunioni del Comitato ed ha preso atto del rigore metodologico con cui si sono svolti i lavori e della altissima professionalità dei suoi componenti. Tra queste valutazioni cito tra le più fuorvianti quelle per cui: a) i territori coinvolti dal progetto evidenzierebbero un’esclusiva ed escludente “vocazione agricola”; b) La totalità dei suoli del progetto sarebbero interessati da interventi di “impermeabilizzazione e pavimentazione bituminosa” che non consentirebbero in futuro “di poter riutilizzare quei terreni a uso agricolo”; c) le emissioni in atmosfera produrrebbero “concentrazioni al suolo” di non meglio precisate sostanze risultanti di diffusione di fumi; d) sarebbero previsti scarichi di “reflui” nel “Fosso Marascione”. In realtà: a) il dato dell’incidenza percentuale del valore aggiunto dell’agricoltura sul valore aggiunto totale prodotto, pari a uno stentato 6% sia per il Comune di Banzi che per il Comune di Palazzo San Gervasio, indica di per se che la decantata vocazione agricola è una chimera e che, purtroppo, nei nostri territori non si praticano colture “intensive” bensì estensive, prevalentemente di tipo seminativo, marginalmente orticole, soprattutto di pomodori da industria, con redditività basse e con il ricorso a personale extracomunitario per la raccolta ben noto per le forme con cui si realizza. b) le superfici coperte da strade bitumate e in terra battuta e quelle coperte con pavimentazione in cemento sarebbero pari a non più del 3% del totale delle superfici incluse nel perimetro dell’impianto. Sulle superfici del campo solare tra le file di specchi e dopo le operazioni necessarie per un leggero livellamento verrà riportato il terreno vegetale che sarà inerbito. c) le emissioni in atmosfera derivanti dal limitato ricorso alle caldaie a gas metano, che notoriamente non generano particolato, non produrranno alcuna dannosa precipitazione al suolo e tantomeno produrranno significativi impatti le emissioni del sistema di purificazione del fluido termovettore che sono pari a quelle di un motociclo che percorra quotidianamente per tre o quattro volte il perimetro del campo solare. d) non è prevista alcuna immissione di reflui nel Fosso Marascione che dista circa cinque chilometri dal sedime dell’impianto, bensì l’immissione, peraltro già autorizzata dalla Amministrazione Provinciale, di acque, perfettamente idonee a uso irriguo e derivanti dal trattamento di quelle di raffreddamento, nell’omonimo canale artificiale di bonifica che attraversa il perimetro dell’impianto. Tali acque saranno ben più pulite di quelle attualmente emunte dai pozzi del sito per finalità irrigue. Per i motivi su esposti invito il Consiglio a rivedere radicalmente le convinzioni pregiudizialmente espresse con l’ordine del giorno e chiedo formalmente di essere audito in commissione ambiente che il Presidente vorrà convocare a breve e possibilmente con la presenza anche del collega Sindaco di Palazzo San Gervasio al fine di chiarire ogni dubbio sulla vicenda. Quanto sopra per consentirmi di dare ai Consiglieri il contributo di conoscenza che la nostra Amministrazione ha maturato in mesi di intenso impegno dedicato alla analisi critica degli aspetti della sicurezza e dell’impatto ambientale del progetto, alle sue ricadute occupazionali e sui suoi potenziali effetti positivi sul tessuto economico sociale del territorio. [* sindaco di Banzi] RASSEGNASTAMPA corriere.it Che cosa prevede la bozza di Jobs Act Dall’agenzia unica federale che coordini i centri per l’impiego a un assegno universale per chi perde il lavoro di FABIO SAVELLI 27 La premessa: finora si tratta di una bozza contenuta in una newsletter diffusa dal premier Matteo Renzi l’8 gennaio scorso. Ai punti B e C contiene una serie di riforme per creare occupazione e rendere più efficiente il mercato del lavoro. Tuttavia siamo ancora nel campo delle ipotesi e delle intenzioni. Qui intanto un prospetto programmatico da dover poi declinare in norme e azioni concrete: Parte B – I nuovi posti di lavoro Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro. a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo. b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l’artigianato e per i makers) c) ICT d) Green Economy e) Nuovo Welfare f) Edilizia g)Manifattura Parte C - Le regole Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti. Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro. Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell’erogazione deve essere l’effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance. Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali. Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende. 04 marzo 2014
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