Anno III - Numero 84 - Mercoledì 9 aprile 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Politica Esteri Roma Riforma del Senato, il Pd si spacca Offensiva filorussa: l’Ucraina reagisce Albergatori in piazza “Marino ci rovina” Vignola a pag. 3 Capasso a pag. 7 Sarra a pag. 8 RENZI PRESENTA IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA, MA DI MISURE CONCRETE NEPPURE L‘OMBRA di Igor Traboni a solita minestra riscaldata. E’ questo, solo questo, che Matteo Renzi e il suo governo intendono rifilare sulla tavola e nelle tasche degli italiani, in base a quanto proprio il premier ha fatto sapere ieri sera (giusto all’ora dei tg, tanto per non perdersi neanche un altro minuto di ulteriore visibilità). Il tanto atteso Def, documento di economia e finanza, si è risolto in un panegirico del “ma quanto siamo belli e bravi a risparmiare”. Di concreto, però, poco o nulla. Il commissario alla spending review, quel Cottarelli che il premier vede come il fumo negli occhi, ha presentato risparmi per 6 miliardi, ma il consiglio dei ministri ne ha preso atto solo per 4,5. Quali, però, non è dato sapere: come al solito, il premier ha rimandato il tutto ad una prossima riunione. Così come nel vago è rimasto sulle misure riguardanti il taglio dell’Irpef, che sarà presentato venerdì 18 (venerdì santo, e quanto mai di passione per gli italiani, dunque) perché è necessario il passaggio del Def in Parlamento, previsto per il giorno prima. Le famose ‘coperture’ del taglio del cuneo fiscale, che Matteo Renzi da ieri mattina ha iniziato a ripetere che “abbiamo da venti giorni”, arriverebbero così da questi 4,5 miliardi di risparmi, mentre altri 2,2 “arriveranno dall' aumento del gettito Iva e dall'aumento della tassazione sulla rivalutazione delle quote Bankitalia". Facendo passare un brivido nella schiena degli italiani proprio sul passaggio dell’Iva: nuovo aumento o più gettito sperando in un rilancio dei consumi? Più volte, tra una battuta e l’altra L VUOLE DARCELA A BERE Una manciata di miliardi dalla solita spending review e altri 2 da gettito Iva e aumento della tassazione sulle quote Bankitalia. Stime di crescita al ribasso e pure il Fondo monetario se ne accorge: peggio della Grecia nel tentativo mal riuscito di fare ancora una volta il ‘simpaticone’, Renzi ha ripetuto: “Diamo la quattordicesima agli italiani”, riferendosi ai miseri 80 euro che peraltro neppure finiranno (semmai accadrà, perché di chiarezza non ce n’è stata neanche ieri) nelle tasche di tutti gli italiani. Poi, i soliti ritornelli che Renzi va ripetendo da quando si è autonominato premier, per darla a bere agli italiani: “I manager pubblici non potranno prendere più di quanto prende il Presidente della Repubblica. 238.000 euro per chi lavora nel pubblico è più che sufficiente, è un elemento di limite che ci vuole, in questi anni si è totalmente sforato. Il 10% della retribuzione la si prenderà solo se il paese va bene come le stock options nelle aziende. Non è possibile che un manager prenda un premio RISARCIMENTI NEGATI massimo se il paese va a rotoli. Da adesso inizia a pagare chi non ha mai pagato, è un'operazione di giustizia sociale. Spero che anche gli organi costituzionali accettino l'equiparazione al presidente della Repubblica e abbiano la lungimiranza, il coraggio e l'intelligenza di tornare in sintonia col Paese". Quindi, lo stanco passaggio sulle auto blu all’asta “che gli italiani stanno comprando” e l’ormai eter- no timing delle riforme: "Entro il 25 maggio il Senato batterà il primo colpo sulla riforma del Senato e del Titolo V”. E la famosa crescita? “Per il 2014 la prevediamo dello 0,8%”, ha chiosato Renzi, Che qualche settimana fa ripeteva il mantra dell’1,2%. E senza un riferimento a quel fondo monetario, di solito osannato, che ieri ha bastonato l’Italia: nel 2015 farete peggio della Grecia. LEGGE SULLE CASE CHIUSE, PASSO AVANTI VERSO IL REFERENDUM ABROGATIVO Merlin in pensione? La Lombardia dice sì di Robert Vignola ivedere la legge Merlin? Magari abrogarla? Irreggimentare il mestiere più vecchio del mondo in quattro pareti, in modo da togliere dalle strade la squallida visione di passeggiatrici in perizoma, quando non direttamente nude, magari alla luce del sole? E, soprattutto, porre un freno all’odioso sistema schiavistico che regola oggi la prostituzione, garantire a queste lavoratrici coperture sanitarie adeguate, contributi pensionistici, e persino assicurare un maggiore gettito fiscale ad uno Stato che ricopre di cartelle esattoriali chi resta indietro con un pagamento, ma si tappa gli occhi davanti alle banconote lautamente infilate nelle mutandine di migliaia di “professioniste dell’amore”, rigorosamente esentasse? Se ne parla ormai da anni, ma c’è anche chi fa sul serio. E a prescindere dal “puttan tour” di Razzi, che a favore di telecamere è andato a promuovere la sua proposta di legge sul litorale adriatico tra le dirette (e i diretti) interessati in una ormai memorabile R Gli esuli istriani: ricorreremo in Europa Moriconi a pag 4 serata, c’è anche chi comincia ad alzare la mano in aula pubblica per dire: sì, è ora di mandare in pensione la Merlin. Come la Regione Lombardia, il cui Consiglio ieri ha approvato la proposta di referendum sostenuta dal centrodestra per l’abrogazione parziale di quella legge. Lo scopo dichiarato è quello di togliere la prostituzione dalle strade e arrivare alla riapertura delle case chiuse. Sono stati 41 i sì: in Aula per il voto è voluto esserci anche il presidente della Regione Roberto Maroni, spalleggiato pure dai Cinque Stelle. Contrario, invece, il Ncd. Il percorso scelto in questo caso è comunque lungo e tortuoso e il voto del Pirellone non basta. Perché il referendum sia indetto occorre infatti che la medesima richiesta venga avanzata da altri quattro Consigli regionali. Tuttavia, già in FriuliVenezia Giulia l’argomento è stato posto all’ordine del giorno grazie a una mozione dell’opposizione. Il traguardo potrebbe non essere insomma troppo lontano. 2 Mercoledì 9 aprile 2014 Attualità A NEW YORK I SALOTTI ECONOMICI FANNO IL TIFO PER RENZI E PRE PARANO L O ‘S BARCO’ S U ROMA Ai piedi dell’America. E della sua finanza AL CONSIGLIO D’EUROPA di Igor Traboni opo Obama, John Viola. Che non è esattamente la stessa cosa, ma dà l’idea della ‘campagna d’America’ di Matteo Renzi, portata avanti per suo conto (e loro interesse) da certi potentati a stelle e strisce. Viola è infatti il presidente della National Italian American Foundation e tra un paio di mesi, forse anche meno, dovrebbe arrivare in Italia proprio per incontrare il premier. L’indiscrezione è emersa al gran gala di New York della Niaf, organizzato per premiare vari italiani che si sono fatti onore oltre Oceano, dalla pioniera delle cuoche televisive Mary Ann Esposito all’architetto Joseph Brancato fino all’ex generale dei Marines Frank Libutti. Ma torniamo a Viola: “Avere un capo del governo di 39 anni rappresenta in sè una rivoluzione. Questo fatto, però, incarna la volontà generale del paese di rinnovarsi e tornare a crescere. Noi italo-americani siamo 25 milioni di persone, sempre più istruite e introdotte nella società degli Stati Uniti, ma allo stesso tempo legate alle proprie radici. Possiamo dare un contributo significativo, indirizzando risorse verso l’Italia. Ci sono decine di investitori, in tutto il mondo, che apprezzano le qualità dell’Italia e del suo lavoro. Sono pronti a sfruttare le opportunità che il nostro paese d’origine offre. Le riforme dovrebbero essere condivise da tutti. Penso in particolare a quella della giustizia civile, che deve Nuova iniziativa per la candidatura di Berlusconi D ue parlamentari di Forza Italia, Deborah Bergamini ed Elena Centemero, entrambe membri della delegazione italiana all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, presenteranno oggi a Strasburgo una nuova iniziativa in merito alla candidabilità del Cavaliere alle prossime elezioni europee, da presentare poi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, assieme all’avvocato Ana Palacio.. L’avvocato Ana Palacio - come riferisce l’agenzia Radiocor - ha messo a punto la richiesta di un provvedimento cautelare, a firma di diecimila elettori di Forza Italia. Si chiede alla Corte europea dei diritti dell’Uomo una misura che permetta al leader del partito di candidarsi. Nel ricorso predisposto dal legale, già ministro degli Esteri spagnolo con Aznar, si lamenta la violazione del diritto degli elettori azzurri di votare il loro D diventare più rapida e sicura, per garantire gli investitori esteri, e quella del mercato del lavoro. Ma non vi sto insegnando nulla, perché queste sono le stesse trasformazioni promesse dal premier Renzi”. Insomma, tradotto in soldoni, è proprio di affari che gli italo-americani vogliono parlare con Renzi. Ed è l’appoggio di determinati potentati che il premier gradirebbe avere in misura sempre maggiore. Un presidente del Consiglio che intanto sta per sbarcare in libreria con un’auto-celebrazione mica da niente: è infatti praticamente pronto per andare in tipografia “Magari”, un libro-intervista a Renzi curato da Aldo Cazzullo, punta di diamante del giornalismo italiano e in predicato di salire ai piani alti del Corriere della sera o della Stampa, come vicedirettore. Libro che uscirà da Mondadori, casa editrice della famiglia Berlusconi. presidente. La questione della candidabilità è stata già sottoposta, anche se con modalità differenti, ai giudici di Strasburgo, contro la legge Severino che considera incandidabile per sei anni chi è stato condannato a più di due anni di reclusione. Il Cavaliere aveva chiesto ai giudici di accordare la precedenza a questo ricorso, richiesta che è stata però rigettata. Ora questa nuova iniziativa che, come hanno dichiarato le due parlamentari azzurre “non è comunque un nuovo ricorso”. CONTINUA LO SCONTRO TRA IL LEADER DI M5S E IL SINDACO DI PARMA, SPESSO CRITICO NEI CONFRONTI DELLA GESTIONE DEL GURU Anche “Capitan Pizza” scomunicato da Grillo Sul web, il comico lo attacca ancora: “E’ meglio che stia zitto”. E l’espulsione sembra essere imminente di Bernald Shehaj uori. Anche lui. Il simbolo di “Parma caput mundi”, il primo sindaco grillino di una grande città italiana, è stato investito dalla scomunica di Beppe Grillo. Questione di giorni, forse mesi. E Federico Pizzarotti verrà espulso dal Movimento 5 Stelle. Era uno degli emblemi del gruppo pentastellato. Ma adesso quel “cittadino disinteressato che da bambino sognava F di cambiare in meglio il mondo” deve difendersi dagli attacchi incrociati del Guru. Uno scontro che va avanti a distanza, rigorosamente via web, sul blog ufficiale di M5s. L’ultimo atto è un post al vetriolo, dal titolo: “Capitan Pizza”. Tutto un programma. Il primo cittadino della “piccola Stalingrado” è finito nuovamente nel mirino del grande capo. “Il Movimento 5 stelle è ecumenico – si legge – aperto a tutti i cittadini italiani che vogliono farne parte e disposti ad accettarne le poche, chiare e semplici regole. Per essere candidati con noi è sufficiente rispettare i requisiti di iscrizione, non devi essere conosciuto da qualcuno. Capitan Pizza però non è d’accordo con quelle stesse norme che l’hanno portato a diventare sindaco di Parma. Perché parla, non capisco?” Una polemica, l’ennesima, nata dopo le critiche del primo cittadino, “reo” di aver contestato la gestione delle can- didature europee e evidenziato il rischio che gli “sconosciuti” potessero finire per prendere seggi al posto di attivisti storici. E adesso la Rete si divide. C’è chi difende a spada tratta Pizzarotti e lo definisce un “grande” e chi, invece, lo bolla come una “prima donna”. E ancora: chi invita alla calma, per non prestare il fianco agli avversari. Il tira e molla tra i due prosegue e non intende arrestarsi. Ma la trama del film è già scritta. Sembra di assistere a un déjà vu. Un’altra espulsione, l’ennesima, è in arrivo. Grillo perde cocci. E così facendo, perderà anche consensi. La dittatura – neanche tanto “sobria” – pro- cede spedita. Anche nel giorno più inaspettato, con Gianroberto Casaleggio ricoverato in ospedale dopo l’operazione al cervello necessaria per asportare un edema cerebrale. ETIHAD PROSEGUE LE TRATTATIVE, PENSANDO ANCHE AD UNA FUSIONE CON AIR BERLIN Gli arabi vogliono Alitalia un po’… tedesca P rosegue la trattativa tra Alitalia ed Etihad, con la compagnia degli Emirati che potrebbe entrare in quella italiana, anche se manca ancora la famosa ‘lettera d'intenti’ che fissa le condizioni degli arabi. In particolare, non vi sarebbe ancora certezza sul numero degli eventuali esuberi. L’amministratore delegato della compagnia emiratina, James Hogan, ha comunque ricevuto dal board di Etihad il mandato per proseguire la trattativa. E ha anche annunciato la fase finale della partnership con Air Berlin, la compagnia tedesca che, secondo indiscrezioni, nelle intenzioni degli arabi potrebbe essere fusa con Alitalia. Ora comunque l’attenzione degli arabi si sposta sugli aspetti pretta- mente commerciali: "Il mandato che abbiamo avuto dagli azionisti è che se riusciamo a raggiungere un accordo che soddisfi il mandato commerciale allora torneremo al cda e glielo presenteremo. Al momento questo è lo stato cui siamo arrivati con le discussioni". Tarda però ad arrivare, come detto, la lettera d'intenti che in Alitalia e nel Governo attendevano già per la scorsa settimana. Ambienti vicini all'azienda confermano che dovrebbe essere questione di giorni. Dai contenuti della missiva inizieranno le trattative. Secondo le poche indiscrezioni trapelate, il Piano dovrebbe intervenire sulle rotte (diminuzione del medio raggio e incremento dell'intercontinentale), sul costo del lavoro (conversione della Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia cassa integrazione a rotazione in cig a zero ore), ristrutturazione del debito e connessione di Fiumicino con l'Alta velocità. Nei progetti di Abu Dhabi ci potrebbe essere anche una maggiore integrazione di Alitalia con Air Berlin, di cui Etihad possiede il 29,2% e punterebbe a salire al 49,9. Ma Etihad lavora anche con Air France-Klm, per rafforzare la partnership di code-share. Intanto la Commissione Europa pare orientata a chiedere alle autorità italiane di vigilare sull'operazione con Etihad, in effetti la prima da parte di una compagnia extraeuropea nel vecchio continente. Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Mercoledì 9 aprile 2014 Attualità PER L’ENNESIMA VOLTA I FRAGILI EQUILIBRI INTERNI AL PARTITO DI RE NZ I RIS CHIANO DI S ALTARE Riforma del Senato, c’è la bomba Chiti Il Pd dice no alla eleggibilità per Palazzo Madama, ma la minoranza non molla E da grillini e Forza Italia arriva la sponda: “Potremmo convergere sul suo ddl” di Robert Vignola overna con Scelta Civica e Nuovo Centro-Destra. Chiede i voti agli Italiani insieme a Sel e Tabacci. Dialoga con i grillini e Forza Italia. Praticamente ha partite aperte con tutto l’arco costituzionale e per quanto ne sia rimasto poco, da quando il proporzionale puro è andato in soffitta, su questo un giorno bisognerà pur riflettere. E il certificato di democristianità del suo attuale leader può dare una mano a risolvere l’arcano… Tant’è: non è solo l’eredità del doroteismo, si tratta pure di una incapacità ontologica (questa invece di molto evidente radice post-comunista) a prendere una strada e a seguirla, fino in fondo, con coerenza. Il Pd, in una parola, è un partito indeciso a tutto. Scrivere del Pd diviso, del Pd spaccato, delle liti nel Pd è ormai un esercizio sterile per il cronista politico. Serpeggia anzi il sospetto, nelle redazioni, che i più fannulloni tra gli articolisti abbiano una qualche cartella nascosta nel computer dalla quale copiare e G incollare, alla bisogna, interi paragrafi su quanto quella corrente dem si stia opponendo all’altra, e via dicendo. Tanto è roba che torna buona, ormai, una volta alla settimana: basta solo cambiare qualche cognome… Ma sono pure crudeltà: non si ride delle disgrazie altrui. Anche perché, se sono di chi ci governa, cadranno sulle teste di tutti. Proprio come sta avvenendo con l’ennesima pantomima delle sempre citatissime “riforme”. Ieri quella del Senato ha segnato drammaticamente il passo. La più brutale immagine per i titoli del “bisogna correre” tanto cari a Matteo Renzi. Qui si corre, sì, ma il rischio di fare delle stupidaggini. Un pericolo, tanto per dirne una, che secondo alcune voci il Quirinale ha voluto scongiurare (a dimostrazione della “infinita fiducia” che il Colle ripone nell’istrione fiorentino) leggendo per filo e per segno il testo, prima di firmarlo. Fattore questo che è stato indicato come l’origine del rinvio della riunione dell’ufficio di presidenza della Commissione affari istituzionali del Senato, che doveva cominciare a discutere il ddl. Il testo non c’era, ha dovuto ammettere Anna Finocchiaro… E Felice Casson, senatore del Pd, non ha fatto mistero della causa del ritardo: “Ci sono probabilmente delle sgrammaticature costituzionali che il Colle sta sistemando”. Il giallo si è materializzato quando il Quirinale ha smentito tale evenienza, annunciando che Napolitano aveva firmato nella tarda mattinata. E allora, è tanto meschina l’idea che qualcuno abbia voluto rimandare per non vedere consumato l’ennesimo, imbarazzante strappo nel Pd? Non finisce però qui. Perché oltre al testo del governo in campo rimane anche il ddl a firma di Vannino Chiti: che prevede, guarda caso, l’eleggibilità dei senatori. I diktat arrivati da Luigi Zanda, presidente dei senatori Pd, proprio sull’eleggibilità non sono serviti a nulla, anzi: Corradino Mineo, tra i seguaci del testo alternativo, ha sfidato apertamente l’establishment del partito e immediatamente dopo, a conferma di potenziali accordi sottotraccia tra la minoranza dem e settori dei Cinque Stelle, il senatore grilino Vincenzo Santangelo dice: “il ddl Chiti è praticamente la fotocopia del nostro, in particolare per quanto riguarda la cancellazione delle indennità. Ma anche per quanto riguarda l’eleggibilità, si può ragionare: una convergenza è possibile”. E Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia, ha rincarato la dose: “il ''castello'' sul quale abbiamo lavorato non prevede al momento la scelta fra elezione diretta e non elezione diretta. La proposta Chiti prevede l’elezione diretta. E se il M5s va su quella proposta molti dei nostri senatori, me compreso, siamo convinti che una elezione diretta sarebbe assolutamente meglio anche nell’ottica di un sistema monocamerale: su questo la maggioranza del Senato sarà difficile da immaginare”. IMMIGRAZIONE, DOMANDE D’ASILO LETTERALMENTE ESPLOSE NEL 2013:+60% L’Italia fa il pieno di rifugiati Ma chi scappa dalla guerra vera preferisce l’Europa: i siriani qui non vogliono venire di Bruno Rossi rriva il rapporto annuale del Centro Astalli e le statistiche sull’immigrazione danno una marmorea conferma ai sospetti che in molti nutrivano: le domande d'asilo presentate in Italia nel 2013 sono state 27.830, il 60% in più rispetto all'anno precedente. Questo quanto emerge dallo studio sui dati incrociati, raccolti sul campo A da un’organizzazione che fa dell’accoglienza il suo mestiere. Attenzione però: perché un ulteriore numero sul quale soffermarsi è quello delle domande d’asilo presentate in Europa. Sono salite, anch’esse: del 32%. Un dato che è ovviamente anch’esso riempito di storie di dolore, ma che è la metà di quello italiano. E la causa di questa discrepanza è evidente: l’Italia è la frontiera colabrodo d’Europa e inevitabilmente si carica per prima dei problemi di chi scappa da guerra, carestie e povertà. Già: ma cosa succede, in Italia, a chi arriva qui da posti dove la sua incolumità è messa in pericolo? Dallo stesso rapporto annuale dell'associazione promossa dai Gesuiti per la quale “il dato che desta maggiore preoccupazione è che molto spesso queste persone, pur tanto provate, non riescono ad accedere a misure di accoglienza adeguate: quasi la metà delle vittime di tortura seguite dal Centro di orientamento legale ha dichiarato di vivere per strada (15%), in edifici occupati o di essere saltuariamente ospitati da amici e conoscenti (34%)”. Non proprio una bella prospettiva: ed ecco anche perché così tanta immigrazione finisce per diventare il serbatoio migliore della criminalità organizzata, della malavita, delle mafie (spesso anche straniere) che fanno di abusivismo ed illegalità il proprio core business, ad evidente discapito dell’economia italiana. Perché quando si parla di evasione fiscale, di sommerso, far finta che l’aspetto immigrazione non giochi in questa partita un ruolo fondamentale significa bendare gli occhi davanti al problema. Altro dato da non sottovalutare: mentre in Europa la stragrande maggioranza dei richiedenti asilo del2013 arriva dalla Siria, Paese che sta affrontando un vero e proprio conflitto bellico scatenato dalla repressione di Assad e dalla almeno altrettanto sangui- naria rivolta di ormai chiara radice jihadista, in Italia non è così. I più numerosi sono i senegalesi, seguiti dagli afghani, poi da cittadini del Mali, della Nigeria, persino della Turchia, dell’Egitto. Una molteplicità di arrivi che testimonia proprio l’estrema permeabilità delle nostre frontiere. Ovviamente dal Centro Astalli si chiedono “misure di integrazione”, miglioramento della “politica dell’accoglienza” e via dicendo. D’altronde, come si evidenziava poco fa, questo è il loro mestiere. Il mestiere di uno Stato dovrebbe invece essere quello di analizzare i problemi e trovare delle soluzioni, dopo che UNIVERSITÀ: I RISULTATI SARANNO PUBBLICATI IL 22 APRILE Medicina, il via per 65mila studenti Sessanta domande in 100 minuti tra le proteste: Flash mob fuori dagli atenei di Francesca Ceccarelli utto pronto per i test d'accesso ai corsi di laurea a numero programmato degli atenei pubblici, per la prima volta in calendario ad aprile. Di pari passo si accendono anche le proteste, come all'università La Sapienza di Roma dove i ragazzi fuori dalle aule il Coordinamento universitario Link e la Rete della conoscenza hanno improvvisato un flash mob contro il numero chiuso. Scritte contro il numero chiuso e hashtag creati ad hoc: #liberoaccessopertutti e #meritodiscegliere. Manifestazioni in tutta Italia organizzate da Udu e Rete Studenti T per mostrare il proprio dissenso nei confronti delle nuove norme e per chiedere più trasparenza nei test d'ingresso a Medicina e Odontoiatria che si svolgono oggi in tutti gli atenei. Ad oggi almeno 83mila studenti, moltissimi dei quali impegnati anche nella preparazione per gli esami di maturita' dovranno contendersi un posto a colpi di quiz. L'anticipazione ad aprile del test d'accesso alla facolta' che prepara i futuri medici, avrebbe infatti provocato un calo della domanda di partecipazione visto che lo scorso anno erano circa 100mila. Una grande occasione quella di ieri soprattutto per tutti coloro che lo scorso anno non sono riusciti nell'ardua impresa ed hanno avuto tutto il tempo, rispetto ai maturandi, di prepararsi in modo adeguato. Resta sempre il piano "B", ovvero, andare a studiare all'estero. Le due organizzazioni studentesche saranno in campo anche nei giorni seguenti in cui si svolgeranno le prove per architettura e saranno accanto alle migliaia di studentesse e studenti, con volantinaggi per la guida al test sicuro 2014 allo scopo di prevenire e monitorare eventuali ingiustizie durante lo svolgimento delle prove. "Come tutti gli anni ha dichiarato Gianluca Scuccimarra Coordinatore Unione degli Universitari - oggi e nei prossimi giorni saremo davanti a tutte le universita' italiane con flash mob e volantinaggi per smontare il numero chiuso partendo da un test sicuro. Distribuiremo, infatti, le guide al test affinche' gli studenti siano coscienti di cosa debba o non debba accadere in aula, in modo da poter segnalare qualsiasi irregolarita'. E’ chiaro dunque che partire dalla garanzia di un test in piena sicu- rezza e trasparenza e' l'unico modo scardinare i difetti del numero chiuso: non c’è mai stato infatti un anno in cui non vi fossero domande scorrette o violazioni dell'anonimato. Udu e Rete Studenti ricordano che e' possibile segnalare eventuali scorrettezze sia via mail a [email protected] che attraverso l'app "test d'ingresso sicuro 2014". 4 Mercoledì 9 aprile 2014 Primo Piano L’INDIGNAZIONE DEL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA, INTERVISTATO DAL GIORNALE D’ITALIA Diritti negati agli esuli: l’amarezza di Ballarin “Questa sentenza è un ulteriore atto di mortificazione nei nostri confronti. Ricorreremo in Europa” di Emma Moriconi a sentenza della Corte di Cassazione emessa nelle scorse ore sulla vicenda delle terre di Istria, Fiume e Dalmazia, secondo la quale gli esuli non hanno diritto ad alcun risarcimento da parte dell’Italia per i beni immobili sottratti ed espropriati alla fine della seconda guerra mondiale, continua a far discutere. Secondo la Cassazione, interpellata da alcuni esuli e loro eredi, la violazione è stata compiuta dalla ex Jugoslavia, dunque l’Italia non c’entra. Lo prevede, dice la Corte, il Trattato di Pace del 1947. Il ricorso riguardava somme, stabilite con il Trattato di Osimo del 1975 - reso esecutivo anni dopo - versate agli esuli come indennizzo, ritenute tardive e “irrisorie” dai ricorrenti. La questione, per la quale i ricorrenti sono risultati soccombenti sia in primo che in secondo grado, era approdata dunque alla Cassazione, che si è espressa in senso negativo. La Corte afferma che esiste “un diritto soggettivo della parte nei confronti della pubblica amministrazione”, ma ciò “non limita le scelte del legislatore nel determinare la misura dell’indennizzo”, ritenendo questo indennizzo “ispirato a criteri di solidarietà della comunità nazionale”, non ad “un obbligo di natura risarcitoria per un fatto illecito, non imputabile allo Stato italiano”. Antonio Ballarin, Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, è amareggiato. Contattato dal Giornale d’Italia, esprime tutto il suo rammarico: “Questa sentenza è un ulteriore atto di mortificazione nei nostri confronti. C’era forse bisogno anche di questo per capire che non stiamo a cuore alle Istituzioni italiane”. Lo sfogo di Ballarin è doloroso, nelle sue parole c’è tutto il rimpianto di un figlio di esuli che ha visto intere famiglie private delle proprie terre. “Intanto c’è da dire – con- L Antonio Ballarin tinua il Presidente dell’Associazione - a mio modo di vedere, che in realtà la questione non va risolta a livello giudiziario ma politico. Peraltro devo osservare che, se quello che riferisce l’Ansa è vero, la sentenza dice cose non corrette, quando sostiene che l’Italia non dovrebbe essere considerata responsabile di quanto avvenuto. In realtà è stata proprio l’Italia ad accettare la questione del “giusto indennizzo”: qui viene negata la “morale”. Insomma, tu Italia fai guerra ad un altro Stato, la perdi e anziché pagare i debiti di guerra con i tuoi beni, li paghi con i beni delle persone che furono costrette ad andarsene da quei luoghi”. L’amarezza che si avverte nelle parole di Ballarin è profonda, la delusione cocente per questa ennesima mancanza di rispetto nei confronti di un intero popolo, che non meritava e non merita tutto questo. “Però noi non ci arrendiamo – continua il Presidente di ANVGD – questa sentenza ci da la possibilità di portare i nostri diritti negati alla Corte Europea. La vicenda si concluderà certamente con la nostra vittoria, ma di certo ci vorrà molto tempo: probabil- mente neanche la generazione successiva alla nostra riuscirà a gioirne, ma è un percorso che va fatto. Nel frattempo prendiamo atto che questa sentenza è stata emessa anche a dispetto della Legge sul Giorno del Ricordo. Aggiungerei che se a vedersi negati i propri diritti fossero stati altri popoli, si sarebbe scatenato un putiferio da Obama in giù. Avevamo in mente e nel cuore uno Stato simile ad un gigante buono, una figura positiva, che ci aiutasse e che fosse per noi entità morale e di riscatto di un popolo ferito e defraudato. Ci ritroviamo ad osservare uno Stato che ci ha defraudati dei nostri beni per pagare i suoi debiti. Senza neppure porre mente al fatto che se l’Italia è accettata ovunque, e considerata con rispetto, lo si deve proprio a noi, al nostro sacrificio”. Insomma, dopo l’oblio a cui il dramma del popolo istriano e fiumano dalmata è stato condannato nel corso dei decenni, questa sentenza va ad aggiungere dolore al dolore. “Ci dovremo ricomprare da soli ciò che ci appartiene – continua Ballarin – ma soprattutto il nostro lavoro deve essere indirizzato a ricostruire la socialità. In settant’anni non abbiamo avuto nessun aiuto. C’è tanta indignazione, oggi. Ma anche tanta voglia di continuare a combattere”. È lo spirito della giustizia mancata, ad indignare chi quel dramma lo ha vissuto in prima persona. Un dramma che ha ferito profondamente un’intera comunità, al quale è stato tolto tutto, non certo la dignità. RENATO SARTI ED ELIO DE CAPITANI PORTANO IN SCENA IL TRAGICO RACCONTO DI UN SOPRAVVISSUTO Il gulag di Goli Otok e le torture dei titini Lo spettacolo è in cartellone al Teatro Elfo Puccini di Milano fino a domenica 13 aprile n tavolo e due persone, sedute, che parlano tra loro. Scenografia semplicissima quella dello spettacolo diretto ed interpretato da Elio De Capitani e Renato Sarti, che fa da cornice ad un lavoro tutt’altro che semplice. “Goli Otok. Isola della libertà” (questo il titolo della pièce, in scena fino al 13 aprile al Teatro Elfo Puccini di Milano), racconta infatti della vicenda terribile e poco conosciuta di uno dei peggiori campi di concentramento titini. Un luogo di sofferenze e torture, in cui venivano spediti, per essere “rieducati”, i comunisti che, in seguito all’espulsione della Jugoslavia dal Cominform (1948), restarono fedeli a Stalin. Circa trentamila persone, comunisti perseguitati dai comunisti, che trascorsero sull’Isola Calva (chiamata così perché resa brulla e arida dal vento) il periodo peggiore della loro vita. Per salvarsi non dovevano far altro che “ravvedersi”: ovvero dimostrare di essere passati dalla parte di Tito tradendo e massacrando i propri compagni. E non solo: una volta usciti dal campo di prigionia, gli ex internati dovevano firmare un documento in cui dichiaravano che non avrebbero mai raccontato la loro storia. Ed erano isolati da tutti, vittime ancora una volta. Il testo, scritto da Renato Sarti, racconta la storia di Aldo Juretich, un anziano comunista fiumano che dopo la Seconda Guerra mondiale ha trascorso 22 mesi nel gulag di Goli U Otok. Trasferitosi poi a Monza, a tanti anni di distanza da quegli eventi Aldo ha deciso di raccontare quel che ha passato. La sua testimonianza di sopravvissuto è stata raccolta da Renato Sarti, drammaturgo triestino, che l’ha tradotta nel testo teatrale. “Lo cercai dopo aver letto ‘Goli Otok’ di Giacomo Scotti, nel quale si parlava anche di lui” ha dichiarato Sarti ad Avvenire. “Aldo – precisa ancora l’autore – aveva come un’ossessione, temeva cioè che la sua sofferenza a Goli Otok fosse stata inutile e che altri, in futuro, avrebbero potuto vivere una simile condizione di disumanità”. E’ per questo motivo che Sarti ha deciso di trasporre i suoi racconti in lavoro da portare a teatro: “Juretich è l’emblema di una speranza contro la ferocia di cui è capace l’uomo”, e questo nonostante la grande delusione per il crollo del comunismo. Nel testo Aldo (Elio De Capitani) viene visitato da un medico (Rento Sarti) che, dopo aver letto il libro di Giacomo Scotti sull’Isola Calva, riesce a farsi raccontare la sua terribile esperienza. E ne resterà decisamente coinvolto. “Stavolta – ha detto De Capitani – non indosso l’anima del personaggio. Mi sembra di averlo davanti. Mi emoziona la sua grandiosa dignità”, che non ha mai perso nonostante le violenze subite e il tradimento dei suoi ideali. Cristina Di Giorgi 5 Mercoledì 9 aprile 2014 Focus LA PARADOSSALE STORIA DI PAOLO BADELLINO, MEDICO PSICHIATRA IN SERVIZIO AL CARCERE DI CIVITAVECCHIA Previde un suicidio: rischia 6 anni Il caso di Anna Toracchi, giovane detenuta impiccatasi nel penitenziario di Borgata Aurelia di Federico Colosimo ul banco degli imputati per omicidio colposo. Con l’amara consapevolezza di doversi difendere in un’aula di tribunale da colpe che, probabilmente, andrebbero ascritte ad altri. Alle carenze strutturali di carattere cronico dell’intero sistema penitenziario italiano, forse. Ed in questo caso, del carcere di Borgata Aurelia. Ma non solo… Questa, la triste storia di Paolo Badellino, psichiatra dell’istituto di Civitavecchia. La vicenda è quella che riguarda il suicidio in prigione di Anna Toracchi, avvenuto nel 2009. Una giovane donna alla quale era stata diagnosticata una “sindrome bipolare con disturbi borderline”. Finita in galera dopo aver commesso una rapina al supermercato nel dicembre 2008, fu trovata impiccata nel penitenziario la mattina del 20 giugno 2009. Una morte che, per gli inquirenti di Civitavecchia, non fu del tutto inattesa. Appena tre giorni prima - la tesi della magistratura - la donna aveva tentato di suicidarsi sbattendo con violenza la testa al muro. E il 13 giugno si era legata intorno al collo il cavo della televisione. Secondo i pm, la donna avrebbe meritato l’adozione di soluzioni estreme, come prevedono i protocolli medici quando un detenuto manifesta gravi disturbi emotivi. E quindi essere sottoposta ad una sorveglianza a vista. Tesi sostenuta con forza anche dallo stesso Badellino. Con le guardie penitenziarie che, quindi, non avrebbero dovuta perderla d’occhio neanche per un secondo. Suggerimento rimasto evidentemente lettera morta. Tutto questo sarebbe però stato possibile in uno Stato che non soffre di problemi di sovraffollamento e di tagli al personale. Sempre più scarso, nelle prigioni italiane e ancor di più nelle sezioni femminili. E in un carcere, quello di Borgata Aurelia, con agenti “meno restii – come spiega Badellino – a questi tipi di trattamenti”. Perché il giorno della morte la ragazza era soggetta ad un regime di grande sorveglianza, con controlli ogni 10 minuti. C’è una cosa, però, che ancora non è stata detta. Il carcere di Civitavecchia - sostengono i legali degli imputati - non è classificato come 1 bis e quindi non avrebbe dovuto accogliere detenuti a rischio suicidio. E adesso una domanda sorge spontanea: perché una persona affetta da una sindrome bipolare (disturbo dell’umore in cui si è depressi o particolarmente eccitati) non è stata trasferita in un ospedale psichiatrico giudiziario? E al contrario, tenuta rinchiusa dentro una prigione, visto che per 8 anni è stata paziente dei servizi di cura mentale a Frascati (Roma)? Alla sbarra sono finiti Patrizia Bravetti, già direttrice vicaria del carcere, Marco Celli, comandante delle guardie del penitenziario, Cecilia Ciocci, responsabile del reparto femminile e, appunto, Paolo Badellino, il medico che avrebbe avuto in cura la ragazza. Avrebbe, appunto. Perché lo psichiatra la ragazza l’ha visitata solamente 3 volte. Insieme a lui, del S caso, si sono interessati altri 6 professionisti. Ma sotto processo è finito solo Badellino. Cosa avrebbe dovuto fare di più? Ha consegnato il referto agli agenti preposti. Avvertendo dunque del pericolo cui andava incontro la povera donna. Ma tutto questo non è bastato. E il suo incubo giudiziario continua. Stamattina, l’ennesima udienza. Di un processo lungo, straziante. Interminabile. Con una sentenza di primo grado che tarda ad arrivare. Il professionista non ne vuole sapere di mollare. Dichiara con forza che rinuncerà alla prescrizione e che porterà il caso a Strasburgo. Perché innocente – sostiene - e vittima di una persecuzione giudiziaria. Con il Giornale d’Italia, Badellino ripercorre punto per punto la vicenda. Iniziamo da quel maledetto 20 giugno 2009, uno dei giorni più tristi della sua vita? Sicuramente uno di quelli che hanno cambiato la mia vita. Perché sono stato messo alla gogna e rinviato a giudizio ingiustamente. E sto pagando tutto a caro prezzo. Un processo non meritato comporta un danno fisico, mediatico. Questa vicenda mi ha portato ad ammalarmi e la mia carriera ne ha risentito. Mi hanno rovinato. Ci aiuti a capire come sono andate realmente le cose… La detenuta era ristretta nel carcere di Rebibbia. Per motivi comportamentali, arrivò l’ordine di trasferirla appunto nel penitenziario di Civitavecchia. Ma il tutto non avvenne alla luce del sole. Come sarebbe a dire? Alla ragazza era stato detto che l’avrebbero portata all’Ospedale Sant’Andrea di Roma. Naturalmente per farla calmare perché molto arrabbiata. Di solito i detenuti non sono tenuti a sapere la meta di destinazione… Non so cosa risponderle. Al suo arrivo visitai la ragazza, ma nella cartella clinica arrivata dal penitenziario romano non c’erano elementi sintomatologici riferiti a un disturbo bipolare, ma a un disturbo di personalità. Che è cosa ben diversa. Lei è stato il solo professionista a visitare la ragazza? Assolutamente no. Mi accusano di essere il medico che l’aveva in cura. Tutto questo è falso. Perché del caso si sono occupati altri 6 professionisti. E nessuno riuscì a capirci niente. Io sono quello che ha avvertito il pericolo e ha cercato di porre il rimedio. I miei colleghi non ebbero il minimo sentore. Quindi si dice il falso quando si afferma che era il dottor Badellino ad avere in cura la giovane Anna? Assolutamente sì. Quante volte ha incontrato la donna? Solamente 3 volte. La prima a una settimana dal suicidio. L’ultima a 48 ore dal gesto estremo. E allora perché è finito sotto processo? Per responsabilità oggettiva? Non riesco a spiegarmelo. Il mio rinvio a giudizio è stato un atto delirante della magistratura, chiesto e ottenuto da un pubblico ministero contro il parere assolutamente contrario del perito nominato proprio dalla stessa procura. Le sue sono accuse pesanti. Quel magistrato, che adesso non si occupa più del caso, ha fatto di tutto per incastrarmi, andando contro ogni evidenza. Il perito incaricato mi scagionò, mettendo tutto per iscritto. Nero su bianco. Fu messo sotto torchio per 2 ore dal giudice. E il risultato qual è stato? Che sono finito alla sbarra. Dottor Badellino, se lei si dichiara innocente, a chi sono da attribuire le colpe? La famiglia di Anna Toracchi merita giustizia. Voglio fare una premessa. Il suicidio è e rimane un atto imprevedibile. Ciò nonostante, è evidente che in questa vicenda c’è chi non ha tenuto conto di quanto da me disposto. La direttrice del carcere ha disatteso le sue richieste? Questo andrebbe chiesto a lei. Ho consegnato il referto agli agenti preposti. Cosa potevo fare di più oltre che avvertire il pericolo? La vita di Anna si poteva salvare? Se fosse stata sorvegliata a vista come da me richiesto - sì. Sente di doversi rimproverare qualcosa? Assolutamente no. Sono vittima di una situazione kafkiana. Ma è vero che la ragazza aveva già provato due volte a togliersi la vita? Non esattamente. Quello di sbattere la testa contro il muro fu un gesto dimostrativo. E basta. Perché la Toracchi fu trasferita a Civitavecchia e non in un ospedale psichiatrico giudiziario? Questo non so dirglielo. Crede che il dipartimento amministrativo penitenziario abbia sottovalutato in qualche modo il caso? Forse. A che punto è il processo? In fase dibattimentale. E la sentenza di primo grado non arriverà prima di settembre. Ma voglio che sia chiaro che rifiuterò l’eventuale prescrizione. E’ cosciente che rischia fino a 6 anni di carcere? Sono consapevole di vivere una situazione folle. Storia di malagiustizia, la sua? Assolutamente sì. Un magistrato di levatura superiore rispetto ai miei persecutori disse che non si dovrebbe mai arrivare a condannare un innocente, semplicemente perché non si sarebbe neanche dovuti arrivare a processarlo. Dopo la sentenza Cucchi - con gli agenti assolti e i medici condannati – ha paura che la storia possa ripetersi? Vivo nel terrore. Non ho alcuna fiducia nella magistratura. Ma è vero che lei è coinvolto anche in un caso analogo e sotto processo con le stesse accuse? Sì, in un procedimento ancora più assurdo, coordinato sempre dalla procura di Civitavecchia. Che evidentemente ha un comportamento persecutorio nei confronti dei medici. Dove vuole arrivare? Porterò i miei casi a Strasburgo. Andrò fino in fondo. Perché i giudici che sbagliano devono pagare. 6 Mercoledì 9 aprile 2014 Storia QUELLA “CORPORATIVA”, PER SERGIO PANUNZIO, È “LA QUARTA FUNZIONE DELLO STATO”: IL CONTRIBUTO DEL PENSATORE, FILOSOFO E GIURISTA Il Fascismo,“conservazione rivoluzionaria”/2 La “rivoluzione italiana … ha conservato il passato, realizzato il presente e orientato tutto verso l’avvenire” di Emma Moriconi li scritti di Panunzio costituiscono una sorta di “manuale ideale” del Fascismo: “Il Fascismo non è unicamente conservazione, né unicamente rivoluzione, ma è nello stesso tempo – beninteso sotto due aspetti differenti – una cosa e l’altra. Se mi è lecito servirmi d’ una frase che non è una frase vuota di senso, ma una concezione dialettica, io dirò che il Fascismo è una grande “conservazione rivoluzionaria”. Nel senso che la “rivoluzione italiana” … “ha conservato il passato, realizzato il presente e orientato tutto verso l’avvenire, nei limiti della condizionalità e dell’attualità storiche”. Non sono solo belle frasi. Panunzio argomenta: “Per certi aspetti il Fascismo è ultraconservatore – scrive – ad esempio, nella restaurazione dei valori famigliari, religiosi, autoritari, giuridici, attaccati e distrutti dalla cultura enciclopedica, illuministica, che si è trapiantata arbitrariamente, anche nell’ideologia del proletariato, vale a dire nel socialismo democratico, che è il più grande responsabile della corruzione contemporanea. Per altri aspetti – continua – il Fascismo è innovatore, e a un punto tale che i conservatori ne sono G spaventati, come per esempio per la sua orientazione verso lo ‘Stato sindacale’ e per la sua demolizione dello ‘Stato parlamentare’”. Questo scrive in “Che cos’è il Fascismo” nel 1924. Poi, uno dei testi chiave del pensiero di Panunzio è certamente “Lo Stato fascista” del 1925. Importante il suo contributo nell’ambito dell’istruzione: è insegnante di filosofia del diritto all’Università degli Studi di Ferrara, poi Rettore all’Università degli Studi di Perugia, poi insegnante di dottrina dello Stato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi della Capitale. Come Commissario del Governo, Panunzio organizza la Facoltà Fascista di Scienze Politiche di Perugia. Per Sergio Panunzio la “funzione corporativa” è la “quarta funzione dello Stato” dopo quella esecutiva, legislativa e giurisdizionale: nella “Teoria Generale dello Stato Fascista” egli esprime il suo punto di vista sull’ordinamento sindacale corporativo, sostenendo l’importanza cruciale del sindacato all’interno del sistema statale in una concezione di “economia mista” che veda pubblico e privato alleati per un’economia “ordinata, subordinata, armonizzata, ridotta all’unità, ossia unificata dallo Stato, in quanto il pluralismo economico e la pluralità delle forme economiche sono un momento ed una determinazione organica del monismo giuridico-politico dello Stato”. Dunque Panunzio è fine pensatore e sottile filosofo, ma anche solerte giurista: egli partecipa infatti alla riforma del Codice di Procedura Civile e del Codice Civile, con specifica attenzione ai libri relativi a “proprietà”, di cui emerge la funzione sociale, e “lavoro”: si deve a lui se al “lavoro” è dedicato un intero libro del Codice. Nel volume “Sergio Panunzio, profilo intellettuale di un giurista”, si possono trovare le relazioni e gli interventi della giornata di studio dedicata a Perugia nel 2006, presso la Facoltà di Giurisprudenza, a questo straordinario personaggio. L’incontro, organizzato dal Centro studi giuridici e politici e dalla Facoltà e presieduto da Mauro Volpi, Preside della stessa Facoltà, sottolinea come Panunzio sia un personaggio di valore: egli fu uno dei sostenitori, insieme a Giovanni Gentile, Alfredo Rocco e Carlo Costamagna, del principio secondo cui è possibile fondare una civiltà nuova a patto che essa sia fondata sul mito dello Stato. (continua) [email protected] EDDA NEGRI MUSSOLINI CI SCRIVE Gentile Emma Moriconi, ho letto il suo ritratto su mia madre su "Il Giornale d'Italia", la ringrazio per essersi ricordata di lei. Mia madre a differenza degli altri figli è la meno ricordata e quando leggiamo (mia sorella ed io) qualcosa su di lei ci fa molto piacere. Distinti saluti. Edda Negri Mussolini Cara Signora Edda, la ringrazio di cuore per questa mail. Sono stata a Villa Carpena di recente per realizzare uno speciale per Il Giornale d’Italia ed entrando nella stanza di sua madre Anna Maria ho provato una certa commozione. Ho voluto, così, ricordarla prendendo spunto proprio dalle parole che ella disse prima di morire. Mi è sembrato, in questo modo, di contribuire, nel mio piccolo, a mantenerne vivo il ricordo anche tra chi non la conobbe. Uscendo dalla Villa mi sono avvicinata all’albero che suo nonno fece piantare quando Anna Maria nacque. È lì, testimonianza silenziosa e solenne. La saluto e la abbraccio. Emma Moriconi 7 Mercoledì 9 aprile 2014 Esteri PER MOSCA C’È IL RISCHIO DI UNA GUERRA CIVILE, LA NATO CONDANNA L’USO DELLE ARMI L’Ucraina reagisce all’offensiva filorussa Liberati i palazzi di governo occupati, Kiev inasprisce le pene per i reati contro lo Stato di Chantal Capasso ra Kiev reagisce dopo gli assalti di giovedì dei filorussi nelle principali città orientali del Paese. La prima città in cui la polizia è intervenuta per liberare il palazzo di governo è stata Kharkiv, provvedendo all’arresto di 70 filorussi. Questo quanto riferisce l’agenzia Interfax riportando la nota del ministero dell’Interno. Anche se non c’è stato l’intervento armato delle forze dell’ordine, si è sviluppato un principio d’incendio, subito domato, al piano terra dell’edificio causato forse da alcune molotov lanciate dagli insorti. Come annunciato il ministro dell'Interno Arsen Avakov è cominciata “l'operazione anti terrorismo' dove il centro della città dell’est è bloccato. Mentre a Donetsk sono in corso le negoziazioni tra la polizia e i filorussi che la scorsa domenica hanno occupato il palazzo della Regione dichiarando la propria indipendenza. A mediare la situazione, l’uomo più ricco dell’Ucraina, l’oligarca Rinat Akhmetov, proprietario della squadra di calcio locale Shaktar. Già lunedì sera a Donetsk era stata liberata la sede amministrativa dei servizi segreti. Sempre Akhmetov ha proposto una trattativa per evitare l’utilizzo massiccio delle forze dell’ordine, ciò ha avuto luogo nella piazza Ottobre antistante all’edificio occupato. Invece nell’Ucraina meridionale, a Mikolaiv, scontri con qualche ferito, qui gli attivisti filo occidentali hanno costretto i filorussi ad abbandonare il palazzo governativo e di levare le tende vicino al monumento di Konstantin Olshansky. Le forze dell’ordine hanno cercato di dividere le due fazioni, ma mani- O SECONDA UDIENZA DEL PROCESSO Pistorius insiste: “Volevo solo proteggere Reeva” scar Pistorius ieri è tornato, per la seconda volta, in un aula del tribunale di Pretoria per rendere la sua testimonianza, in qualità di imputato nel processo per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, una giovane top model, avvenuto nel 2013. Dopo aver esordito, il giorno prima, nell’interrogatorio reso davanti al giudice togato, rivolgendo le proprie scuse alla famiglia della ragazza, ribadisce che voleva "solo proteggerla". Dopo aver dichiarato in aula il suo grande amore per la fidanzata uccisa, arriva il colpo da maestro del difensore cha ha chiesto al suo assistito, nel secondo giorno di deposizione di sflirasi le protesi in fibra di carbonio che, da atleta paralimpico, gli erano valse il soprannome di 'Blade Runner'. Lo ha fatto su richiesta del suo avvocato, Barry Roux, in una mossa che puntava a mostrare i suoi problemi di equilibrio e quindi la sua insicurezza senza le preziose lame al titanioma oltre che per infondere la compassione dei giudici. L'ex atleta ha dovuto mostrare la sua altezza, con e senza protesi, rispetto alla porta festanti pro Maidan hanno avuto la meglio, essendo in numero maggiore. A causa delle tensioni politiche nella città dell’Ucraina orientale lunedì sera la compagnia di bandiera russa Aeroflot ha anche cancellato dei voli con Donetsk, dove gli attivisti filorussi hanno proclamato una repubblica sovrana occupando il palazzo del governo. La Russia dal canto suo ha chiesto all’Ucraina di fermare ogni intervento militare nel suo territorio perché preoccupata dell’eventuale rischio di una guerra civile. Questo quanto riferisce il comunicato del ministero estero russo pubblicato in rete. «Sulla base delle nostre informazioni, unità delle truppe militari e della guardia nazionale ucraina, insieme a militanti della formazione, illegalmente armata, Il settore destro, si stanno ammassando nelle zone sud orientali dell’Ucraina e nella città di Donetsk», si legge nella nota secondo quanto riportano i media russi. In particolare, il ministero russo ha riferito le sue perplessità per l’operazione di «150 mercenari americani» di una società di sicurezza privata «che indossano uniformi delle forze speciali delle polizia di Sokol». Ribadendo che chi organizzerà e parteciperà a queste azioni «si sta assumendo l’enorme responsabilità di minacciare i diritti, la libertà e le vite di cittadini ucraini e la stabilità dell’Ucraina», quanto si legge sul sito dell’Itar-Tass. Mentre, Andres Fogh Rasmussen, il segretario generale della Nato, mettere in guardia la Russia sottolineando che sarebbe ’’uno storico errore’’ il verificarsi di ulteriori interventi in territorio ucraino. Rasmussen ha così invitato la Russia a rimanere ’’un passo indietro’’ dopo i proclami secessionisti del militanti filorussi nell’Est del paese.” “Se la Russia dovesse intervenire ulteriormente - ha dichiarato - ci sarebbero gravi conseguenze nelle relazioni con la Nato e questo significherebbe isolare la Russia a livello internazionale’’. L’ Ucraina nell’indomani degli scontri filorussi nelle regioni orientali russofone del Paese, ha approvato nel Parlamento monocamerale di Kiev, la Rada Suprema, un disegno di legge che modifica il codice penale per inasprire i reati contro lo Stato quali la violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina e delle sue frontiere, attentato alla sicurezza nazionale e alto tradimento. Il provvedimento sottoposto all’aula con la firma di Serhiy Sobolev, capogruppo dell’Unione Pan-Ucraina Patria, il partito dell’ex premier Yulia Tymoshenko e dell’attuale leader del governo ad interim, Arseniy Yatsenyuk. Hanno votato a favore la quasi totalità dei deputati presenti, 231. La seduta è stata turbata da diversi malcontenti tra parlamentari comunisti e del movimento nazionalista Svoboda, fino ad arrivare alle mani durante la discussione sulla situazione all’est. Eurosky Tower . Entrare in casa e uscire dal solito. O del bagno attraverso cui sparo', mostrando le difficoltà nel muoversi sui monconi rimastigli dopo l'amputazione degli arti inferiori all'eta' di soli 11 mesi. Dopo di che all’imputato è stato chiesto di avvicinarsi alla porta (riprodotta) di casa sua, quella che separava la camera da letto dal bagno in cui morì Reeva. In seguito, le dichiarazioni rese dallo sportivo in aula mirano a convincere la Corte della sua innocenza. Afferma che è stato lui a gridare e che ha sparato alla Steenkamp attraverso la porta del bagno per errore avendola scambiata per un ladro. "Prima di rendermene conto avevo sparato quattro colpi verso la porta", racconta prima della sospensione della seduta del processo. Qualora fosse ritenuto colpevole dell’omicidio della fidanzata Pistorius rischia l’ergastolo. Ch.C. Il quotidiano è sempre straordinario. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it 8 Mercoledì 9 aprile 2014 Da Roma e dal Lazio GLI ALBERGATORI SCENDONO PER LA PRIMA VOLTA IN PIAZZA, MA IL S INDACO MARINO L I S NOBBA “Non siamo il bancomat della capitale” Il centrosinistra, alla ricerca di coperture economiche per il Salva Roma, non vuole sentire ragioni. Caterina Valente (Hotel Locarno): “Questo balzello è una follia” oma come una margherita da sfogliare. Il piano di rientro nelle mani di Marino e compagni, però, sta assumendo sempre più le sembianze di una bambina distesa sul tappeto di un noto parco della città, attratta dalla classica pratolina: li tassiamo, non li tassiamo. Immaginazione a parte, mentre è in atto un tour de force del centrosinistra per evitare il dissesto finanziario, il sindaco del Pd è ostaggio, quotidianamente ormai, di centinaia di manifestanti. Sfortuna esclusa, il primo cittadino genovese ce l’ha messa tutta. Detiene il record, perfino, di essere stato capace a far scendere in piazza - per la prima volta nella storia – gli albergatori capitolini, che non ci stanno a vedersi aumentare fino al 70% la tassa di soggiorno. Dai 3 attuali, ai possibili 10 euro. Un gettito che varia, secondo i calcoli del tanto discusso R assessore al Bilancio Morgante, dai 40 agli 80 milioni di euro. Una somma preziosissima per il centrosinistra, prigioniero delle coperture per il Salva Roma. Il contributo comunque sarà modulato – assicurano in base al numero esatto di stelle degli alberghi. Più lussuoso sarà l’hotel, maggiore la tassa da versare per gli albergatori. Oltre all’esborso economico, dunque, secondo le associazioni di categoria l’aumento scoraggerà il 70% dei turisti internazionali. “Questo balzello è una follia! – fa notare Caterina Valente, proprietaria dell’hotel Locarno, nei pressi della centralissima piazza del Popolo, al Giornale d’Italia -. E’ una misura miope, grossolana, prepotente che affossa il turismo”. L’imprenditrice, che ha aderito alla manifestazione degli esercenti romani, armata di fischietto e bandiera, ha anche ricordato che il provvedimento andrà ad Caterina Valente, titolare dell'hotel Locarno di Roma incidere pesantemente sui flussi turistici: “Siamo già passati dal primo al quinto posto. Così, continuiamo a distruggere l’industria ricettiva, una delle poche che funzionano in Italia”. Il sindaco Marino, tuttavia, non ha digerito l’ennesima manifestazione ai piedi del Campidoglio: “Se gli albergatori decidono di scioperare, se gli alberghi di lusso decidono di chiudere, sarà una decisione libera”. La sinistra, insomma, non vuole sentire ragioni ed è pronta a tassare gli esercenti: “Piuttosto che andare a gravare ulteriormente sulle tasse dei cittadini credo sia più giusto che chi paga una stanza che costa alcune centinaia di euro possa spendere qualche ero in più di tassa di soggiorno”. Gli albergatori, dal canto loro, rispediscono al mittente il possibile aumento: “Non siamo il bancomat della capitale”. Il presidente di Albaa, Federico Traldi, parla invece di “tsunami”: “Le famiglie sceglierebbero un’altra capitale come Londra, dove non c’è la tassa”. Traldi, inoltre, propone di fare come New York, con la City Tax sugli scontrini: “Riguarderebbe tutti i turisti, non solo quelli che pernottano e aumenterebbe le entrate con una piccola sovrattassa. Così si potrebbe abbassare la Tasi”. Giuseppe Sarra SAN FILIPPO NERI: LA REGIONE LAZIO HA DELIBERATO LA CHIUSURA DEL REPARTO Reumatologia, l’ultimo appello Domani Zingaretti risponde in Aula all’interrogazione presentata da Storace, che lo invita a “rivedere la sconsiderata decisione” nnesimo appello dell’ex governatore del Lazio, Francesco Storace, attuale vicepresidente del Consiglio regionale e capogruppo de La Destra, rivolto a Nicola Zingaretti, presidente della Regione e commissario ad acta per la Sanità, per scongiurare la chiusura del reparto di Reumatologia del San Filippo Neri. A poche ore dalla risposta dell’ex numero della Provincia di Roma in Aula alla Pisana, prevista per giovedì, Storace torna di nuovo sui tagli che hanno colpito l’ospedale situato nell’area nord di Roma lungo la via Trionfale. “Zingaretti riveda la sconsiderata decisione di chiudere reumatologia al San Filippo Neri. E Non infligga ulteriori vessazioni – chiede ancora l’ex Ministro della Salute nel terzo governo Berlusconi - a persone che hanno diritto alle cure”. Oltre all’interrogazione presentata due settimane fa in cui si chiedeva l’annullamento della determina che dispone la cancellazione del reparto di Reumatologia, Storace ha anche inviato una lettera al presidente della commissione regionale alle Politiche sociali e salute Lena, affinché convocasse un’audizione con la presenza dei vertici dell’azienda ospedaliera e la cabina di regia del servizio sanitario regionale. A rivolgere un appello al governatore del Pd diverse associazioni sanitarie, le quali chiedono a gran voce di non “abbandonare i pazienti a se stessi”. Al San Filippo Neri sono ricoverati circa 100 pazienti in trattamento con farmaco biologico, 300 con artrite reumatoide, 200 con spondiloartrite e 50 con connettivite in trattamento con farmaci diversi. L’ambulatorio in questione, inoltre, effettua quasi 3500 visite annuali. “La Regione Lazio ha deliberato la chiusura dell’ambulatorio di reumatologia – denunciano l’Associazione nazionale malati reumatici e l’Associazione laziale malati reumatici - senza prevedere un piano di fattibilità per la continuità delle terapie. I pazienti sono abbandonati a se stessi, contattano personalmente centri o medici per esser seguiti ma spesso ricevono un rifiuto, perché le strutture sono già oberate di lavoro”. Sulla stessa lunghezza d’onda di quanto richiesto da Storace, Anmar e Almar chiedono la sospensione della determina regionale e “l’elaborazione di un piano di fattibilità basato su dati reali e una immediata convocazione delle parti per un confronto nell’esclusivo interesse dei malati”. G.S. I L Q U O T I D I A N O R A D I C A L - C H I C C O N F O N D E I L S I M B O L O D I R O M A C O N L’ A Q U I L A N A Z I S TA La Repubblica a lezione di “bird watching” uella della redazione di Repubblica Roma.it è una gaffe che merita più di un commento ironico. Oltre che un consiglio spassionato a tornare sui libri di scuola. Nel riportare la notizia del cantiere aperto dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali a piazza della Repubblica (ex piazza Esedra), con tanto di slide composta da una sequenza di ben tredici immagini, il redattore dell’articolo ha scritto: “Dal 10 febbraio scorso si sta lavorando per la messa in sicurezza dei pennoni portabandiera installati nel 1938 per la visita di Hitler a Roma: alti pali metallici sormontati da un'aquila nazista”. Un intervento di somma urgenza, a salvaguardia della pubblica incolumità che “durerà 120 giorni, ma sulla tabella non è specificato né il costo dell’operazione né quanti dei ventidue pennoni presenti sulla piazza sa- Q ranno interessati dai lavori”. Il collaboratore del noto quotidiano radical-chic aveva molto probabilmente l’intenzione di denunciare il presunto rischio di possibili sprechi di denaro pubblico, meglio ancora se utilizzati per restaurare effigie in qualche modo collegate all’odiato “nazifascismo”. Peccato però che, come chiunque può notare guardando le immagini, non si tratta di aquile naziste, ma di semplici e tradizionalissime aquile romane. Del resto, la scritta SPQR è piuttosto chiara e visibile, e neanche la più ideologicamente ottusa fantasia potrebbe scambiarla per una svastica. Il maldestro (o in malafede?) giornalista di Repubblica Roma.it avrebbe forse fatto più bella figura se avesse parlato della biancoceleste Olimpia, l’aquila portafortuna della Lazio. Ma si sa, l’ironia è propria delle persone libere. E quelli del giornale diretto da Ezio Mauro non sembrano proprio tali. Cristina Di Giorgi Uno dei pennone portabandiera e a sinistra un’aquila nazista e una romana 9 Mercoledì 9 aprile 2014 Dall’Italia TRAFFICO DI LUCCIOLE DALL’AFRICA – NUOVO SCANDALO A LUCI ROSSE Magia nera per reclutare prostitute Madame e stregoni rastrellavano le minori nei villaggi della Nigeria e le sottoponevano a riti vodoo facendo sottoscrivere un debito di 50mila euro: arrestati 12 nigeriani e un italiano di Miriana Markovic rima di essere avviate alla prostituzione, erano sottoposte a riti di magia nera in Nigeria e obbligate a sottoscrivere un debito di 50mila euro, da restituire con il ricavato delle proprie prestazioni sessuali. Le giovani donne, tutte nigeriane, erano obbligate a vendersi tutti i giorni della settimana sotto la minaccia di maledizioni e ritorsioni sulla famiglia d’origine. È lo scenario che emerge da un’indagine “Niger” durata oltre un anno e mezzo dei Carabinieri di Anzio che hanno notificato, nelle province di Roma e di Asti, tredici ordinanze di custodia cautelare in carcere: si tratta di dodici nigeriani, tra cui quattro donne e un italiano. Sono ritenute responsabili a vario titolo di sfruttamento della prostituzione, anche minorile, riduzione in schiavitù, ingresso illegale di clandestini al fine dello sfruttamento sessuale e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. L’indagine, coordinata dalla Dda e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, trae origine dalle dichiarazioni di una vittima. “Non ce la facevo più, non era la vita che avevo sognato e sperato”, P ha raccontato ai carabinieri. La giovane che ha denunciato i suoi aguzzini, era minorenne quando è stata portata in Italia, e ha raccontato ai carabinieri che prima della partenza dalla Nigeria, era stata sottoposta a riti di magia nera e obbligata a sottoscrivere un debito di 50mila euro, che avrebbe dovuto restituire nel corso del tempo prostituendosi. Le indagini, anche grazie alle intercettazioni, hanno consentito di accertare la presenza nel territorio della Compagnia di Anzio di almeno tre “madame” facenti parte dell’organizzazione che, oltre a gestire di- Padre e figlio sono rimasti asfissiati: cercavano di soccorrere un parente na vera tragedia si è consumata nell’hinterland barese: due operai, padre e figlio, sono morti asfissiati dopo essersi calati in una cisterna per soccorrere l'altro figlio che era intento a pulirla e che era stato colto da malore. Quest'ultimo si è salvato. E' accaduto nella mattina di ieri a Molfetta, all'interno di una azienda che commercializza prodotti ittici. Secondo le ricostruzioni questa la dinamica: le vittime si chiamavano Nicola e Vincenzo Rizzi, avevano rispettivamente 50 e 28 anni. Un secondo fratello, Alessio, è sopravvissuto ed è ricoverato a Corato con prognosi riservata. Sarebbe stato lui il primo a calarsi nella cisterna. Accortosi che il giovane stava male, il padre è sceso ad aiutarlo salvandolo, ma ha a sua volta perso i sensi. L'altro fratello, Vincenzo, è quindi sceso per aiutare il padre morendo con lui. L'azienda si trova nella zona industriale della cittadina, a poca distanza dalla Truck Center, ditta sulle loro famiglie, spesso rassegnatamente consenzienti. Non solo, contemporaneamente erano costrette a firmare una sorta di debito, da 30mila a 50mila euro, che dovevano saldare prostituendosi. Poi venivano portate in Italia fatte arrivare in Italia attraverso la Libia ma anche attraverso gli scali italiani: alcuni documenti falsi sono stati rinvenuti nei covi sul litorale. I militari hanno così documentato “uno stato di totale assoggettamento delle giovani donne, le quali venivano costantemente controllate e obbligate a prostituirsi tutti i giorni della setti- MESTRE MOLFETTA Morti due operai in una cisterna verse prostitute presso abitazioni del luogo, reclutavano altre ragazze dalla Nigeria, spesso minorenni tra i 15 e i 16 anni, attraverso la mediazione di altri referenti del gruppo criminale. Secondo quanto emerso prima di essere portate in Italia, le giovani erano in effetti sottoposte a riti di magia nera: stregoni del posto, usando ciocche di capelli e altri elementi simbolici, compivano riti che le legavano indissolubilmente agli aguzzini, pena l’avverarsi di una maledizione di morte che sarebbe ricaduta non solo sulle ragazze ma anche mana sotto minaccia e ritorsioni anche sulla famiglia d’origine”. Un vero e proprio sfruttamento anche perché il debito delle giovani donne non si estingueva mai: a sequestrate tutti i soldi che guadagnavano sule strade erano infatti le madame, che si guardavano bene dal computarli a sconto del debito, usandoli a loro dire “per mantenerle”. Le stesse madame si occupavano di loro, della loro sistemazione, le spostavano di strada in strada, di casa in casa, cambiando anche città. Controllando ogni loro gesto, sia quando si prostituivano che fuori dalla strada. Insomma “una vera e propria riduzione in schiavitù” come hanno sottolineato gli inquirenti. Metodi brutali che sono emersi anche quando una ragazza è rimasta incinta ed è stata costretta ad abortire. Una macchina del sesso che si accompagnava a quella della droga. Nel corso dell’indagine i militari hanno anche sequestrato sostanze stupefacenti, 300 grammi di eroina, 150 grammi di cocaina e 3 chili di marijuana, e arrestato 10 persone, in flagranza di reato, per detenzione ai fini di spaccio. Nell’operazione sono stati impiegati più di 100 uomini con l’ausilio unità cinofile e di un elicottero del Raggruppamento Elicotteri di Pratica di Mare. PADOVA Amante troppo focoso Perde al casinò e inventa una rapina condannato per stalking Il 21enne si è mangiato nelle macchinette tutti i risparmi della fidanzata: 10mila euro Inflitta una pena di 6 mesi ad un 42enne per via dei suoi gemiti eccessivi durante il sesso erde 10 mila euro al casinò e per evitare di dirlo alla fidanzata, alla quale aveva sottratto il denaro, dice ai carabinieri di essere stato rapinato. Un racconto però che non ha retto e che è stato ben presto smascherato dai carabinieri di Mestre: il 20enne di Spinea è stato infatti scoperto e denunciato. Il 21enne ha infatti speso l’ingente somma tra i tavoli e le macchinette di Ca' Noghera e non sapendo come dirlo alla fidanzata, alla quale aveva sottratto il denaro, nella disperazione, ha inscenato una rapina in casa da parte di un incappucciato, che con la pistola puntata alla tempia si era fatto consegnare il denaro. Il giovane ha poi raccontato all'Arma che un uomo, con l’accento dell’est Europa, era entrato esso troppo focoso e soprattutto troppo rumoroso che è costato per ora una condanna (in primo grado) a 6 mesi per un 42enne di Vigodarzere (Padova), colpito da una fattispecie della legge che punisce lo stalking. La vittima però non è la compagna dell’uomo ma sono i vicini di casa. I fatti si sono svolti a Limena, dove ben dodici condomini hanno accusato l’uomo, colpevole, a loro dire, perché la fidanzata urlava talmente forte mentre facevano sesso che nel palazzo nessuno riusciva a dormire. Il protagonista della vicenda ha annunciato che farà ricorso in appello. Mai avrebbe immaginato di finire sotto processo per via U P che si occupa di lavaggio di mezzi industriali e dove, il 3 marzo 2008, cinque operai morirono nello stesso modo durante la pulizia di una cisterna, inalando acido solfridico mentre tentavano di soccorrersi l'un l'altro. Sempre ieri un altro incidente si è verificato a Ravenna dove si è verificato in uno stabilimento Marcegaglia a Ravenna, dove, Lorenzo Petronici, 58 anni, è morto nella notte tra lunedì 7 e martedì 8. L'uomo, che era dipendente di una ditta esterna, secondo le prime ricostruzioni sarebbe stato travolto da un coil, cioè una enorme bobina di acciaio. Ancora al vaglio degli inquirenti la dinamica dell'incidente. Francesca Ceccarelli incappucciato e con la pistola, e che dopo averlo svegliato (mentre riposava e la fidanzata era al lavoro) ha portato via il denaro. Già il racconto presenta palesi incongruenze, ma i sospetti dei Carabinieri vengono fugati dopo il sopralluogo nell’appartamento del giovane; di fronte alle contestazioni sempre più pressanti, il ragazzo crolla e confessa di essersi inventato tutto per nascondere le perdite al gioco. Invece che l’informativa per il reato di rapina contro ignoti, scatta quindi la denuncia in stato di libertà per simulazione di reato dello sprovveduto, che deve ora rendere conto alla fidanzata dell’ammanco. Ragazza che ovviamente non ha digerito la storia e ha cacciato immediatamente di casa il 21enne. M.M. S delle sue effusioni troppo appassionate e per giunta, giudicato per il reato di stalking. Incredulo, il 42enne ha cercato in tutti i modi di difendersi, sostenendo che tra lo stalking e i rumori molesti c’è una bella differenza. Ma il tribunale ha dato ragione ai 12 vicini di casa, che si erano costituiti parte civile al processo e che nella denuncia avevano fatto scrivere di non poterne più di “urla e gemiti che disturbano la quiete dei condomini e il decoro del fabbricato stesso”. Il reato di stalking si è configurato, in base agli atti di questo processo, anche perché l’uomo metteva in atto tutta un’altra serie di atti di disturbo ai condomini, fino alle minacce vere e proprie. C.B. 10 Mercoledì 9 aprile 2014 Dall’Italia LO SCANDALOSO CASO IN UN ISTITUTO DI ARZIGNANO, NEL VICENTINO Alle elementari lezioni sui trans Una psicologa “insegna” ai bambini come cambiare sesso. La denuncia parte da un padre: “Quando è tornato a casa mio figlio mi ha detto: Papà, a scuola mi hanno spiegato che da maschio posso diventare femmina” di Barbara Fruch na lezione su chi sono i transgender e come cambiare sesso. Il tutto davanti alle facce sbigottite di bimbi di appena dieci anni. Non bastavano gli incontri sull’omofobia sbandierati davanti a piccoli innocenti che probabilmente non hanno altri pensieri se non quello di giocare e “far merenda”, ora si arriva addirittura a “insegnare” ad un bambino che può diventare una bambina, e viceversa. L’episodio, che ha suscitato non poche polemiche, è successo ad Arzignano, nel Vicentino. A raccontarlo sulle colonnine del giornale locale “Il Corriere del Veneto”, è proprio il genitore di un bambino (l’identità non viene riportata a tutela del minore) che dopo “l’illuminante lezione” ha voluto mettere al corrente il padre su quanto aveva appreso. “Quando è tornato a casa mio figlio mi ha detto: ‘papà, a scuola ci hanno spiegato che si può cambiare sesso. Da maschio a femmina e da femmina a maschio’ – afferma l’uomo – E visto che è in quinta elementare, non è proprio il massimo sentire queste parole. Le maestre non c’entrano, per spiegare cosa sono i transgender è stata chiamata una psicologa. Per un bambino di quell’età non lo ritengo propriamente edu- U cativo, e comunque non capisco cosa interessi”. Ben quattro le lezioni del corso di educazione e affettività, così è stato chiamato, di un’ora e mezza ciascuna avvenute nelle due classi quinte della “Villaggio Giardino” di Arzignano, in quattro mattine di marzo. Ma non è finita: a finanziare gli incontri non sono stati di certo associazioni di trans bensì il Comune. “Ci dispiace molto per la vicenda – commenta l’assessore comunale all’Istruzione Beatrice Marchezzolo – Andremo a fondo, bisogna appurare. Ma delle lezioni della psicologa Federica Bastianello nessun papà o mamma si era mai lamentato”. Beh, in questo caso le polemiche ci sono state eccome. A sollevare il polverone non solo i genitori degli alunni ma anche la sezione vicentina di Forza Nuova. “Combatteremo il buonismo di insegnanti politicizzati che vorrebbero far passare per anormale la coppia formata da marito e moglie – dichiara Daniele Beschin, coordinatore del capoluogo vicentino – magari arrivando a sostituire gli stessi con i termini genitore 1 e genitore 2”. In tutto questo il dirigente scolastico, invece di vigilare sulle attività didattiche, si preoccupa di difendere la reputazione dell’istituto. “Questi corsi sono previsti da indicazioni BAGHERIA Partorisce di nascosto e abbandona il neonato Il bimbo, trovato dalla vicina di casa, è in condizioni gravi. Aperta un’inchiesta na donna di 38 anni dopo aver nascosto per nove mesi la sua gravidanza, ha partorito per poi abbandonare il suo piccolo sul balcone della vicina di casa. È successo ieri mattina a Palermo, Bagheria in uno stabile di via Giovan Battista Marini 33. I vicini hanno raccontato che per tutta la notte hanno sentito il pianto di un bambino in lontananza e non riuscivano a spiegarsi da dove potesse venire. Poi la scoperta fatta dalla proprietaria di casa: sul balcone della casa accanto c'era un neonato abbandonato, disteso sul pavimento, nudo e senza coperte. Adesso il neonato lotta per la vita: per i medici le sue condizioni sono piuttosto gravi. La donna, una trentenne, che ha soccorso il neonato ha raccontato agli inquirenti “Ho sentito alcuni flebili vagiti. Mi sono affacciata al balcone e ho visto il piccolo. Nudo infreddolito. Non riuscivo a capire chi potesse avere abbandonato il piccolo appena nato nel balcone. In seguito all’al- U larme dato dalla vicina di casa, sul posto sono giunti i carabinieri che hanno avviato le indagini, e i sanitari del 118 che hanno preso il bimbo e lo hanno trasportato all'ospedale Buccheri La Ferla di Palermo. Il neonato ha così ricevuto le prime cure ma le sue condizioni vengono definite "critiche": secondo i medici al momento dell'arrivo si trovava in stato di ipotermia, per aver trascorso diverse ore all'addiaccio, nudo e senza nessuna protezione. Adesso è intubato. Scovata, nel giro di poche ore, anche la madre: ricoverata nello stesso ospedale locale, nel reparto di ginecologia. Si tratta di una donna di 38 anni, che vive nell'appartamento vicino a quello in cui è stato trovato il bimbo . Secondo la Questura la donna, dopo aver nascosto la gravidanza ai familiari, per evitare di uscire allo scoperto avrebbe deciso di abbandonare il figlio subito dopo averlo partorito. È stata aperta un’inchiesta e le indagini proseguono. Chantal Capasso nazionali e tenuti da anni presso tutti gli istituti scolastici di Arzignano e preventivamente concordati tra insegnanti, esperti, genitori e dirigenti scolastici dei due istituti comprensivi” tuona il dirigente scolastico Pier Paolo Frigotto precisando che sui docenti non c’è “nessun dubbio” e che per tutelarne l’onorabilità “pesantemente compromessa” sono già stati presi provvedimenti. “Desidero esprimere un sentimento di riconoscenza – aggiunge – a tutti i docenti, esperti e collaboratori che hanno permesso ai nostri ragazzi, attraverso l’ampliamento dell’offerta formativa che sa andare oltre ai programmi obbligatori, di offrire il meglio di se stessi, di migliorare le proprie competenze e di vivere la scuola come una significativa e forte esperienza umana e formativa”. Tutto ciò come? Spiegando a un bambino che può diventare una bambina. Ma questo pare che sia normale a detta di chi, come la psicologa Federica Bastianello, si na- sconde dietro ad un “no comment” ignorando il problema. “Sono stata portata a conoscenza della questione dal dirigente scolastico – precisa – Ci siamo confrontati e non ci sono state lamentele verso il mio operato. Non voglio fare nessun commento sul resto”. Un episodio che mette in luce ancora una volta il meschino tentativo di smantellare la famiglia, quella naturale. Di certo non si può rimanere impassibili davanti a casi come questo. MILANO: SOTTO ACCUSA PER AVER DICHIARATO DI ESSERE ENTRAMBI I GENITORI Utero affittato, coppia assolta “Diritto con le spalle al muro” La sentenza: “L’avanzamento della tecnologia rende la stessa definizione di maternità ormai controversa” ono volati in India per “assemblare” un bambino con il seme dell’uomo, l’ovulo di una donatrice e un utero in affitto appartenente ad un’altra donna. Al rientro in Italia hanno dichiarato che il bambino era loro e chiesto la trasmissione dell’atto di nascita al consolato. La coppia, assolta dall’accusa per cui erano stati portati a processo con rito abbreviato, è stata condannata a un anno e 4 mesi (pena sospesa) soltanto per dichiarazioni mendaci alle autorità italiane, ossia per aver dichiarato che la donna era madre del bimbo. Bimbo che, dunque, resterà figlio loro, anche perché il Tribunale per i Minorenni di Milano ha bloccato la procedura di adottabilità che era stata aperta in questo caso. A deciderlo è stato il gup di Milano Gennaro Mastrangelo che, nelle motivazioni della sentenza, fa riferimento, tra le altre cose, “all’avanzamento della tecnologia” che rende “la stessa definizione di maternità ormai controversa”. I due, entrambi milanesi, lui 48 anni e lei “paziente oncologica” di 54 anni e sterile per le cure a cui si era sottoposta, nel dicembre del 2011 hanno deciso, come si legge nelle motivazioni, “di recarsi in India per procedere a fecondazione eterologa con materiale genetico donato dall’uomo S e donazione anonima dell’ovocita”. In questo caso di cosiddetto utero in affitto “sono intervenute due donne anonime, l’una ha fornito l’ovulo da fecondare e l’altra ha portato avanti la gravidanza” e il bimbo è nato il 2 gennaio del 2012. I due imputati erano accusati di alterazione di stato per aver richiesto, il 25 gennaio 2012, “la trascrizione dell’atto di nascita formato” a Mumbai prima al Consolato Generale d’Italia in India e poi all’ufficio di Stato Civile del Comune di Milano, “trascrizione effettuata in data 27 febbraio 2012”, facendo risultare, dunque, la donna milanese come madre del bimbo “contrariamente al vero”. Da quest’accusa i due sono stati assolti, mentre il pm chiedeva per loro una condanna a 1 anno e 8 mesi. Il giudice nelle complesse motivazioni, in cui ha dovuto ricostruire, tra le altre cose, anche la normativa indiana, sottolinea prima di tutto la “estrema incertezza giuridica circa la legittimità dei cosiddetti contratti di surrogazione (...) tutt’al più tollerati dall’ordinamento” indiano. Ma ciò che conta, chiarisce il gup, in relazione al reato contestato è “il momento della formazione dell’atto di nascita”. E gli imputati, scrive ancora, “pur consapevoli, secondo l’ordinamento italiano, della contrarietà alla realtà materiale dello stato di filiazione ‘a latere matris’, hanno approfittato dello stato della ‘normazione’ locale indiana che lasciava ampio spazio all'autonomia privata”. Il gup, inoltre, nelle motivazioni chiarisce che “con l’avanzamento della tecnologia si è assistito all’avveramento della profezia di quel giurista inglese che, nella seconda metà dell’800, delineando le linee evolutive del diritto, coniò la famosa espressione ‘from status to contract’”. Anche il diritto di famiglia, si legge ancora, “è stato investito dalla dissociazione tra il dato naturale della procreazione e la contrattualizzazione delle forme di procreazione, quest’ultimo fenomeno variamente normato dai sistemi giuridici nazionali”. Di fronte a questo stato di cose, spiga il giudice, “la stessa definizione della maternità è ormai controversa”. Carlotta Bravo 11 Mercoledì 9 aprile 2014 Dall’Italia IL GOVERNATORE VARA LA NUOVA SQUADRA DI GOVERNO E IL SEGRETARIO REGIONALE RACITI, COME IL SUO PREDECESSORE, LO SFIDUCIA Sicilia, Crocetta spacca ancora il Pd “Piuttosto che fare i calcoli sulla direzione del partito, ti consiglierei di farli sulla maggioranza all’Ars” di Giuseppe Sarra rocetta barcolla ancora, ma quanto durerà non si sa. Il governatore della Regione Siciliana ha varato la nuova squadra di governo. Una giunta che ha mandato in frantumi il Partito democratico. La sostanza, rispetto al suo primo anno e mezzo di mandato, non cambia. Polemiche, accuse e malumori agitano – sempre e comunque - gli equilibri interni alla maggioranza. E così, dopo Giuseppe Lupo, a poche settimane dalla sua elezione, è la volta del neo segretario regionale del piddì, Fausto Raciti, a gettare fango contro l’ex sindaco di Gela. “Crocetta piuttosto che fare i calcoli sulla direzione del Pd, ti consiglierei di farli sulla maggioranza all’Ars”, un tweet veneloso quello messo a segno da Raciti che si affida all’hastag “#dareinumeri”. Una giunta nata sull’onda dei ricatti dell’Udc, che rivendicava più spazio e visibilità nel quartier generale di Palazzo dei Normanni. Diatriba cavalcata pure dalle varie minoranze interne in seno al Pd. Poi, il patatrak. Tra le new entry Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, catanese che da anni vive a Firenze, molto vicino a Renzi, Nico Torrisi (Udc), Roberto Agnello e Giuseppe Bruno, ambedue in quota Pd. Antonio Fiumefreddo, invece, C per i Drs e Paolo Ezechia Reale (Articolo 4). Confermati gli uscenti Michela Stancheris (Lista Megafono), Nelli Scilabra (Pd), Patrizia Valenti (Udc), Mariarita Sgarlata (Pd), Lucia Borsellino e Linda Vancheri, vicine al presidente Crocetta. La tensione nel partito guidato da Renzi, però, è alle stelle. Tanto da far saltare la direzione regionale che si sarebbe dovuta riunire ieri po- TURISMO - ENNESIMO PASSO FALSO I visitatori dell’Expo? Non dormiranno in Italia meriggio a Palermo. A darne notizia è stato lo stesso Raciti: “Il governatore con le sue decisioni ha partorito un governo di sopravvivenza con numeri addirittura più risicati di quello precedente, che rischia di tradursi in costante mercimonio all’Ars”. Il neo segretario, oltre al presidente Crocetta, mette sul banco degli imputati “i singoli esponenti delle forze po- litiche di maggioranza, compreso il mio partito, che hanno scelto di parteciparvi”. E a Renzi dice: “Roma debba fare chiarezza”. Il numero del Pd isolano, inoltre, prende pure le distanze dal programma di governo: “La logica notabiliare e correntizia con cui è stato composto questo nuovo esecutivo è figlia delle piccolezze di chi avrebbe dovuto rappresentare la Sicilia all’interno del partito nazionale ed ha preferito, invece, cedere agli interessi di bottega consegnandosi del tutto ad un cerchio magico che è il vero problema di questa regione e del suo presidente”. Musica per le orecchie del senatore di Forza Italia, nonché coordinatore siciliano del partito di Berlusconi, Vincenzo Gibiino: “Dopo diciotto mesi di soli annunci e di totale immobilismo il governatore ci presenta la nuova giunta, frutto di un’attenta spartizione politica. La verità è una sola – attacca ancora - dal Crocetta-Bis non possiamo attenderci nulla di buono. Come al solito non mancano le parole, come al solito manca un programma di riforme e di crescita. Forza Italia è certa – conclude - che la Sicilia e i siciliani meritino ben altro”. Crocetta, però, rispedisce al mittente le accuse, sottolineando che la seconda fase del suo governo è “nata su impulso della segreteria nazionale Pd: c’era la necessità di ricomporre un largo quadro di alleanza, fedele al quadro politico originario”. Intanto, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha già comunicato che il presidente Crocetta riferirà sul rimpasto in Aula mercoledì prossimo. Una seduta che si preannuncia scoppiettante. Chi ben comincia è a metà dell’opera. Non è il caso di Crocetta. MILANO – CAMPI NOMADI ABUSIVI, SPORCIZIA E FURTI L’AssoHotel: “Austria e Svizzera ci portano via le quote di mercato garantite dall’evento” La città sempre più ostaggio dei Rom: e il Sindaco dorme n’Italia talmente debole da finire sotto i tacchi delle nazioni vicine. Non certo solo la Germania, o la Francia, o la Gran Bretagna: anche la Slovenia e la Svizzera, l’Austria e la Croazia hanno ormai gioco facile nel sottrarre quote di mercato all’Italia nel settore produttivo, in quello commerciale, persino in quello turistico dove non dovremmo temere proprio nessuno. L’ultimo allarme? Svizzera e Austria stanno ''scippando'' all''Italia i visitatori dell''Expo 2015 di Milano. A lanciarlo è Filippo Donati, presidente nazionale di Assohotel, che ieri a Bologna durante l’assemblea regionale dell’associazione degli albergatori di Confesercenti, ha reso noto l’ennesimo colpo l quartiere Adriano a Milano è ormai ostaggio dei rom, che hanno occupato un ampio parcheggio situato nell’area di via Trasimeno e la fanno da padroni, con buona pace della sicurezza degli abitanti della zona e senza che l’amministrazione cittadina faccia nulla per rispondere alle esasperate lamentele di questi ultimi. La denuncia viene da un residente che, per spiegare quel che accade in quell’area, ha scritto una dettagliata lettera a cronacamilano.it. in cui segnala “la continua presenza di rom all’interno di un parcheggio situato in via Trasimeno”. Un campo vero e proprio insomma che, insediatosi poco prima dell’estate 2013, era stato poi sgomberato. Ma la tranquillità del quartiere non è però purtroppo durata a lungo. Dallo scorso mese di febbraio (2014) infatti, “ogni settimana si insediano varie famiglie rom, con i loro soliti ‘modi e costumi’. Parcheggiano sul suolo pubblico camper o roulotte, con tanto di finestre aperte, panni sporchi, banchetti all’aperto”. Situazione questa portata prontamente all’attenzione della Polizia municipale, che interviene ma non riscontra nessuna infrazione e di conseguenza non rilascia nessuna multa. “Ho chiesto le motivazioni di questo comportamento e mi è stato risposto che le multe non vengono fatte I cittadini protestano: “L’illegalità va combattuta con provvedimenti esemplari” I U all’economia italiana. Il fatto è che le due nazioni alpine, dice Donati, “da due anni sono in campo con il sistema delle loro città, mentre noi non abbiamo ancora un’agenzia unica che dirotti le presenze in Italia”. Risultato: l’Expo si farà a Milano e il beneficio per il settore ricettivo va dirottandosi verso il canton Ticino o il Tirolo. In Italia, scuote la testa Donati, “siamo un po’ troppo feudali”, e le divisioni a livello locale finiscono per avvantaggiare gli altri Paesi. Il presidente di Assohotel si dice dunque “scettico sull’Expo: già con Italia '90 e il Giubileo del 2000 dovevano arrivare milioni di visitatori, ma non abbiamo visto granché”. Valter Brogino perché tanto non le pagano”, dice ancora il cittadino. Senza contare che “il sindaco Pisapia – aggiunge - concede permessi temporanei per accamparsi sul suolo pubblico. Così è ovvio che i rom sgombrano momentaneamente la zona occupata e si ripresentano dopo due o tre giorni”. Insomma, nessuno fa niente per risolvere la questione, “e intanto la brava gente, con documenti in regola ed un conto corrente in banca viene tassata e al momento opportuno multata. Tanto paghiamo come asini. L’illegalità e le continue infrazioni delle persone – osserva infine l’indignato cittadino – si combattono con richiami e provvedimenti esem- plari, atte a proteggere la comunità”. Certo, bisogna chiedersi di quale comunità si tratta. Perché a ben vedere l’amministrazione arcobaleno di Pisapia sembra più attenta alle esigenze degli zingari. Per capirlo basta scorrere il testo della delibera recentemente approvata dalla Giunta e gli accordi ad essa collegati. Che prevedono lo stanziamento di circa sei milioni di euro per un’assistenza abitativa, sociale, culturale ed economica. Ironia della sorte, si tratta di fondi erogati dal Ministero dell’Interno sulla base del “Piano Maroni” che la giunta Moratti aveva destinato all’azzeramento dei campi milanesi. Cristina Di Giorgi Mercoledì 9 aprile 2014 12 Sport GP ARIA SPORT Dominio abruzzese nel Città di Roma Martorelli, Falez e Alessandra Ruggieri in evidenza tra i laziali. Bis dell’aquilano Giusti del Romana Ski i è disputato a Campo Imperatore il VI° Trofeo Città di Roma Gran Premio Aria Sport, uno degli appuntamenti clou del calendario sciistico regionale laziale. L’evento, organizzato dal G.S. Città Romana Ski in collaborazione con il Comitato Regionale Lazio – Sardegna della FISI, si è avvalso quest’anno di un Main Sponsor di prestigio come Aria Sport, brand di Aria Group. La gara riservata alle categorie Master, Giovani e Senior ha visto impegnati sulla pista Mirtillo della stazione abruzzese oltre cento sciatori provenienti da tutto il Centro Italia. Due gli slalom giganti tracciati da Luigi Faccia e disputati nella splendida cornice assolata del Gran Sasso. L’artistico Trofeo Città di Roma, una splendida riproduzione del Colosseo, è stato vinto a sorpresa dallo S.C. Campo Felice - Rocca di Cambio. Gli aquilani si sono imposti con 4410 punti davanti allo Sci Club Aliski (3635). Terzo posto per il G.S. Romana Ski (3575 punti). In una manifestazione dominata dagli sciatori abruzzesi sono stati due i laziali ad aggiudicarsi entrambe le gare delle rispettive categorie: Angelo Martorelli dello S.C. Terminillo (Seniores) e Alessandro Falez dello S.C. Maestri Laziali (Master B). Il reatino tra l’altro ha fatto segnare il miglior tempo assoluto (56”27) nella seconda gara. In campo femminile spiccano il secondo ed il terzo posto di Alessandra Ruggieri del G.S. Romana Ski (Master C). Tra gli altri laziali saliti sul podio terzo posto per Pietro Dall’Oglio (CAI Roma), Marco Caprini (Romana Ski) e Luca Boezi (Campocatino). A regalare una doppia vittoria al GS Romana Ski è stato Mario Giusti. Lo sciatore di Assergi, S La premiazione: da sinistra il vice presidente del CLS U. Occhioni, G. Cerasa (Aliski), A. Lolli (Campo Felice) e G. Lucarelli (Romana Ski) tesserato dallo sci club di Lucarelli, si è imposto in entrambe le gare dei Master A precedendo l’umbro Matteo Corvatta. Per la cronaca da segnalare il doppio successo della teramana Elena Mastronolo (Master C), di Wanda Cirilli (Campo Felice) e Niccolò Villani (Aquilotti Gran Sasso) nella categoria Aspiranti, di Elisa Di Nardo (C. Felice) e Francesco Rovere (Castiglione) tra gli juniores e di Bianca Maria Canaletti (Paganica) tra le seniores. “Il Città di Roma rappresenta il nostro fiore all’occhiello da ben sette anni e siamo orgogliosi di essere riusciti seppure in extremis a recuperare la gara – ha sottolineato il Presidente Lucarelli - un ringraziamento particolare oltre che a tutti i partecipanti desidero rivolgerlo ai dirigenti di Aria Sport che con il loro marchio hanno dato lustro alla manifestazione”. Vittorio Ricerni, Direttore Generale di Aria Sport, intervenuto alla cerimonia di premiazione, ha ribadito gli obiettivi del suo gruppo: “Il supporto di Aria Sport al Trofeo Città Roma nasce da una forte propensione per le attività agonistiche e dal desiderio di voler dare risalto, a livello sia locale sia nazionale, alla disciplina sciistica. Vorrei, assieme al mio team, sviluppare un percorso di crescita e formazione per gli atleti della neve, dotato di un laboratorio di medicina sportiva guidato da uno staff di professionisti qualificati”. Parole di elogio all’organizzazione ha invece rivolto Umberto Occhioni Giudice di gara nonché Vice presidente del CLS FISI: “Il Città di Roma si è confermato evento di grande risalto. Complimenti a tutti i partecipanti e soprattutto ai Maestri di sci di Assergi ed al personale della stazione di Campo Imperatore che con il loro prezioso lavoro hanno consentito il regolare svolgimento della manifestazione”. ALBO D’ORO. 2008: Sci Club Mid Sport Roma, 2009: Sci Club Mid Sport Roma, 2010: Alitalia Euroski, 2011: Sci Club Mid Sport Roma, 2012 non disputato, 2013: Alitalia Euroski, 2014: Campo Felice - Rocca di Cambio.
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