Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 Sommar io Sommario IMPEGNO PER UNA VITA MIGLIORE Periodico d’informazione della Federazione Malattie Rare Infantili Anno XII - n. 3 Anno 2009 Registrato presso il Tribunale di Torino, n. 5167 del 12 giugno 1998 EDITORIALE PAG. 2 IL MISTERO DEL SACRO PAG. 2 Direzione e Redazione: Via Susa 37 - 10138 Torino [email protected] NOTIZIE PAG. 4 LO SPORTELLO DELLA SCUOLA PAG. 6 Direttore Responsabile: Maria Antonietta Ricci Redazione: Prof. Alberto Musso Donatella Garitta, Vincenzo Vitagliano LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI PAG. 8 Realizzato da: Associazione Culturale Carta e Penna Via Susa, 37 - 10138 Torino Tel.: 011.434.68.13 www.cartaepenna.it [email protected] SCARTABELLANDO PAG. 18 LE RICETTE DI ELENA PAG. 23 L’INTERVENTO PSICOLOGICO CON SOGGETTI PRADER WILLI PAG. 12 Stampa: AGV - Torino FEDERAZIONE MALATTIE RARE C.so Galileo Galilei, 38 - 10126 Torino Tel. 011 61 6002 - Fax: 011 678 70 52 www.malattie-rare.org - [email protected] GLI AMICI DI VALENTINA (Atassia Teleangiectasia o Sindrome di Louis-Bar ) Via C.L.N. 42/a - 10095 Grugliasco (TO) Tel. fax: 011 4152920 www.atassia-teleangiectasia.it - [email protected] ASSOCIAZIONE ITALIANA LAFORA Via F.lli Sardi, 19 14041 Agliano Terme (Asti) Associazione Italiana Niemann Pick - ONLUS Via Cafasse, 28 10074 - LANZO T.SE - TO Tel. 0123.28995 - Fax 0123.320149 [email protected] - www.niemannpick.org ANF Associazione nazionale NeuroFibromatosi Sede del Piemonte: Sig. Mostacci Tel - fax: 011 411 36 43 www.neurofibromatosi.org ANIPI - Portatori Patologia Ipofisarie Dott. Walter Zaccagnini C.so Matteotti 23 - Torino Cell.: 335 330 087 [email protected] APADEST - Sindrome di Turner Sig.ra Marta Giunti - Via Selvaggio, 183 10094 - Giaveno (TO) Tel.: 011 9339873- [email protected] ArfSAG - Famiglie Adrenogenitale Piemonte Sig.ra Domenica Palermo presso Ospedale Regina Margherita Tel. 011 313 53 45 [email protected] ASPW - Associazione Soggetti Prader-Willi Sig.ra Maria Antonietta Ricci Ospedale Bambin Gesù - Roma Tel.: 338 68 90 187 www.praderwilli.it - [email protected] EAMAS European Association Friends of McCuneAlbright Syndrome Via Borgovecchio 25 - 10041 Carignano (TO) Tel.-fax: 011 969 72 58 [email protected] META - Associazione Malattie Metaboliche Ereditarie OIRM Clinica Pediatrica Tel.: 011 313 53 63 [email protected] 1 Impegno per una vita migliore EDITORIALE PROF. ALBERTO MUSSO Buongiorno a voi lettori (pochi, temo). vo del discorso che il presidente Obama ha fatto in occasione dell’apertura dell’anno scolastico (in inglese con testo a fronte così potete controllare le mie capacità linguistiche). Penso che tutti i genitori, e soprattutto i genitori di bambini con difficoltà, debbano leggerlo e meditarlo. Non mi stanco mai di dire che troppo proteggere e difendere i nostri figli “senza se e senza ma” sia la cosa peggiore che possiamo fare. Non solo non si permette loro di maturare dal punto di vista psicologico e sociale, ma così si “certifica” che dentro di noi li consideriamo inferiori, bisognosi di cure particolari, incapaci di essere autonomi e responsabili. In qualche caso purtroppo è così, ma spesso no, e comportandoci da genitori iperprotettivi non difendiamo i nostri figli ma li danneggiamo in modo talvolta irrecuperabile. Ho scritto i “nostri” figli, ma i figli non sono nostri, appartengono a loro stessi e noi li abbiamo solo in prestito… Buona lettura a voi tutti (spero). In questo numero oltre alle solite rubriche porto alla vostra attenzione una riflessione scritta da una nostra associata sul mistero del sacro. Considero quest’argomento di attualità in quanto nei momenti di crisi come quello che stiamo vivendo, molti hanno la tendenza ad interrogarsi sui fondamentali della vita ed a rivolgersi a qualcosa di diverso dalla realtà quotidiana. Trovate anche un’anteprima degli argomenti che porteremo al congresso di Gennaio, e che quest’anno si incentreranno sui problemi etici e sulla ricerca di una morale o etica condivisa dal maggior numero di quegli esseri umani che popolano il pianeta. Recenti fatti di cronaca rendono di grande attualità quest’argomento, ed aver relatori al nostro congresso le due maggiori autorità a livello mondiale è per noi una grande soddisfazione. Per ultimo ho voluto portarvi un pezzo significati- IL MISTERO DEL SACRO di Elena CAPPELLANO stituisce ancora un superamento di noi stessi e nel medesimo tempo con l’universalità della lingua antica e della musica ci accomuna a essere umani di ogni parte del mondo. L’uomo ha bisogno di qualcosa in cui credere senza capirlo. Altrimenti basterebbe la logica, che rende così infelici. Solo Mozart dà l’impressione, colla sua apparente semplicità, di capire tutto in qualunque lingua, e poi è il più difficile da capire davvero. Ricordate la conclusione del libro di Hesse: “E fiorì l’aspidistra” ? L’uomo a mio parere ha bisogno di mistero, di questa parte oscura o sommersa della sua personalità in cui rifugiarsi quando non capisce più o non riesce ad affrontare le difficoltà dell’esistenza. E privarlo del mistero significa gettarlo sulle tracce di altre illusioni misteriche che lo aiutino a vivere. Ricordiamo ad esempio come nel mondo antico il ruolo che noi oggi riconosciamo alla L’uomo ha fame di sacro. Da sempre. E una componente che nel sacro non deve fare difetto è il mistero di fronte al quale inchinarsi senza capirlo completamente . È lui, il mistero, che penetra immediatamente e profondamente, che ci aiuta proprio perché non lo capiamo o non vogliamo capirlo: ci sentiamo in comunicazione con qualcosa di più grande di noi (di trascendente); così si riproduce lo schema dell’infanzia e della fiducia illimitata negli adulti, anche se non spiegano sempre tutti i perché. Il latino della Messa, il sacerdote che ci voltava le spalle perché parlava direttamente con Dio, l’obbligo di rispondere con delle parole che la maggior parte delle persone non capivano, sollevava per attimi l’animo dalle meschinità quotidiane. Era come entrare in un’altra dimensione. Questa sensazione è ormai possibile riprodurla solo nell’ascolto delle grandi Messe del tempo passato, in cui i cori Bachiani cantati in latino si arrampicano sulle nuvole vicino a Dio portandoci con loro. Il latino di queste Messe in musica co- Continua a pag. 22 2 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 A settembre riaprono le scuole. E’ un evento di massima importanza per i nostri figli. Vi propongo, solo per indurvi a pensare, una parte del discorso del presidente Obama agli studenti in occasione dell’inizio dell’anno scolastico (inglese con testo a fronte!) Dr. Alberto Musso So I know some of you are still adjusting to being back at school. But I’m here today because I have something important to discuss with you. I’m here because I want to talk with you about your education and what’s expected of all of you in this new school year. Now I’ve given a lot of speeches about education. And I’ve talked a lot about responsibility. I’ve talked about your teachers’ responsibility for inspiring you, and pushing you to learn. I’ve talked about your parents’ responsibility for making sure you stay on track, and get your homework done, and don’t spend every waking hour in front of the TV or with that Xbox. Ora, io so che voi vi state già preparando per tornare a scuola. Ma io sono qui oggi perché ho qualcosa di importante da discutere con voi. Sono qui perché voglio parlare con voi della vostra istruzione e di cosa ci si attende da tutti voi in questo nuovo anno scolastico. Ora, io ho fatto un mucchio di discorsi sulla istruzione. E ho parlato molto sulla responsabilità. Ho parlato della responsabilità dei vostri insegnanti ad ispirarvi ed a spingervi ad imparare. Ho parlato della responsabilità dei vostri genitori ad assicurarsi che siete al passo, e che facciate i vostri compiti a casa, e che non passate ogni ora libera davanti alla TV o con un Xbox. Ho parlato molto sulla responsabilità del vostro governo per fissare alti standard, supportando gli insegnanti e i presidi, e cambiando quelle scuole che non stanno funzionando e dove gli studenti non ottengono le opportunità cui hanno diritto. Ma alla fine noi possiamo avere i docenti più impegnati, i genitori più presenti, e la migliore scuola al mondo – e nulla di questo importerà se voi non vi prendete carico delle vostre responsabilità. Cioè solo se voi frequentate questa scuola, state attenti a questi insegnanti, date retta ai vostri genitori, nonni ed altri adulti, e svolgete il duro lavoro necessario per riuscire. E questo è quello che io voglio puntualizzare oggi: la responsabilità che ciascuno di voi ha per la sua istruzione. Io voglio iniziare dalla responsabilità che voi avete con voi stessi. Ciascuno di voi ha qualcosa cui è portato. Ciascuno di voi ha qualcosa da offrire. E voi avete la responsabilità verso voi stessi di scoprire cosa è. Questa è l’opportunità che una istruzione può dare. Forse voi potreste essere un buon scrittore – forse buono a sufficienza per scrivere un libro o un articolo in un giornale – ma non potete saperlo finché non scrivete un lavoro per la vostra lezione di inglese. Forse potreste essere un innovatore od un inventore – forse bravo abbastanza da uscire con il prossimo iPhone o una nuova medicina o vaccino – ma non potete saperlo finché non fate una ricerca per la vostra lezione di scienze. Forse potete essere un sindaco o un senatore o un membro della Suprema Corte di giustizia, ma non potete saperlo finché non partecipate agli organi di governo degli studenti o ai gruppi di dibattito. I’ve talked a lot about your government’s responsibility for setting high standards, supporting teachers and principals, and turning around schools that aren’t working where students aren’t getting the opportunities they deserve. But at the end of the day, we can have the most dedicated teachers, the most supportive parents, and the best schools in the world – and none of it will matter unless all of you fulfill your responsibilities. Unless you show up to those schools; pay attention to those teachers; listen to your parents, grandparents and other adults; and put in the hard work it takes to succeed. And that’s what I want to focus on today: the responsibility each of you has for your education. I want to start with the responsibility you have to yourself. Every single one of you has something you’re good at. Every single one of you has something to offer. And you have a responsibility to yourself to discover what that is. That’s the opportunity an education can provide. Maybe you could be a good writer – maybe even good enough to write a book or articles in a newspaper – but you might not know it until you write a paper for your English class. Maybe you could be an innovator or an inventor – maybe even good enough to come up with the next iPhone or a new medicine or vaccine – but you might not know it until you do a project for your science class. Maybe you could be a mayor or a Senator or a Supreme Court Justice, but you might not know that until you join student government or the debate team. 3 Impegno per una vita migliore NOTIZIE APPUNTAMENTO A GENNAIO CON LA BIOETICA: A TORINO TRISHAM ENGELARDT E JOHN HARRIS Nell’ambito del 13° Congresso Patologia Immune e Malattie Orfane, il 22 gennaio 2010 presso il Centro Congressi Torino Incontra in via Nino Costa si terrà il Convegno: ETHICS AND PLURALISM: MEDICAL INNOVATION AND THE BIOETHICAL PARADIGM ETICA E PLURALISMO: L’INNOVAZIONE MEDICA ED IL PARADIGMA BIOETICO al quale parteciperanno due fra i massimi bioeticisti: Trisham Engelardt, texano e John Harris di Manchester. Il primo, noto per le sue teorie sulla convivenza di varie etiche nelle società pluraliste parlerà sul tema: “The pluralistic ethical scenarios in western societies”, il secondo, esperto di problemi etici legati all’innovazione tecnologica, su “New possibilities in medicine and new ethical choices”. Il loro intervento verrà favorito da discussant d’eccezione, il Prof. Maurizio Mori, docente di bioetica all’Università di Torino ed il Prof. Demetrio Neri, docente di filosofia etica all’Università di Messina e membro del Comitato Nazionale di Bioetica. L’incontro, condotto dal dott. Roberto Lala, vicepresidente della Federazione Malattie Rare Infantili, sarà in lingua inglese ed avrà l’obiettivo di fornire elementi di riflessione su come le aspettative individuali di salute, cura e miglioramento del proprio fisico possano essere conciliate con le numerose e differenti opzioni etiche che coesistono in una società plurale. Sarà interessante applicare il modello sviluppato dai convenuti alla società italiana, nella quale è in atto uno scontro politico-mediatico tra differenti visioni etiche. da SANITÀ NEWS alla tiroide: il tessuto adiposo bruno è stato trovato in un terzo dei pazienti. “Questo risultato - ha osservato Cinti - conferma i dati statistici secondo cui questo tessuto è più presente nelle persone giovani e magre. Chi non è magro, probabilmente ha quantità inferiori di tessuto adiposo bruno fin dalla nascita. SI POTRÀ CONTRASTARE L’OBESITÀ CON UN PARTICOLARE TIPO DI STAMINALI Si tratta delle cellule madri del tessuto adiposo bruno. Il gruppo di Saverio Cinti, dell’Università Politecnica delle Marche, ha scoperto che alla base del collo c’è una riserva di cellule staminali che promette di rivoluzionare la lotta a obesità e diabete. Si tratta delle cellule-madri del tessuto adiposo bruno che sono in grado di bruciare i grassi dell’organismo. I risultati della ricerca italiana sono stati presentati nel congresso europeo sull’obesità ad Amsterdam e sono stati pubblicati sulla rivista della Federazione delle società americane di biologia sperimentale, Faseb Journal. Cinti ha spiegato che sarà possibile coltivare queste cellule staminali per ottenere tessuto adiposo bruno da trapiantare allo scopo di curare obesità grave o diabete. La ricerca ha preso le mosse dai due componenti del tessuto adiposo, oggi considerato un vero e proprio organo. Il grasso bianco accumula i grassi e, se in passato è stato decisivo nell’aiutare l’uomo a sopportare lunghi periodi di carestia, oggi è visto soprattutto come il responsabile del I RICERCATORI DELL’ISTITUTO MENDEL SCOPRONO UNA NUOVA MALATTIA RARA I ricercatori dell’Istituto Mendel Roma, con i genetisti medici dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e dell’Ospedale Elena d’Aosta di Napoli, hanno identificato in tre pazienti, due dei quali fratelli, una nuova sindrome caratterizzata da microcefalia con coinvolgimento facio-cardio-scheletrico (MFCS). Dopo aver confrontato questi tre bambini con due fratelli identificati alcuni anni or sono, i ricercatori sono riusciti a delineare il profilo clinico di questa nuova malattia, che è caratterizzata da ritardo della crescita prenatale, ipotelorimo oculare con epicanto, labbra prominenti, orecchie a bassa attaccatura, tetralogia di Fallot, brevità dei metacarpi e del pollice, ipoplasia del radio e dell’ulna. La consanguineità presente nei genitori in una di queste famiglie ha suggerito il modello di trasmissione autosomico re- sovrappeso. Al contrario, il grasso bruno brucia i grassi e consuma glucosio. La scoperta dell’ateneo marchigiano si basa su biopsie da tessuti di 35 individui adulti operati 4 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 cessivo di questa nuova sindrome, consentendo di offrire ai genitori di questi bambini una consulenza genetica mirata, relativamente al rischio di ricorrenza. Lo studio di altri pazienti che condividono le stesse caratteristiche cliniche, consentirà di identificare il gene-malattia correlato con questa condizione. Haifa, in Israele, è in ambito internazionale tra i leader nello sviluppo di strumenti che aprono nuove prospettive di cura mettendo l’informatica al servizio di genetica e clinica medica. La struttura di Genetica Medica del Rizzoli è il secondo partner nel mondo, dopo la Harvard Medical School di Boston, scelto da IBM per lavorare in questa direzione, poiché ha sviluppato nell’ambito dell’attività ambulatoriale un software che consente di gestire i dati clinici dei pazienti affetti da malattie rare scheletriche e di analizzarli in modo da poter trovare nuove risposte. BioMIMs permetterà di superare l’attuale situazione che vede una consistente perdita di dati utili relativi al paziente a causa dell’impossibilità di ‘tenere insieme’ in un’analisi coerente tutte le informazioni disponibili, quelle relative all’Imaging e alle analisi genetiche, e proprio su questi ambiti è puntata in particolare l’attenzione degli esperti israeliani IBM. Una volta sviluppato, il sistema BioMIMs può anche consentire un lavoro in rete agli specialisti, con l’obiettivo di evitare ai pazienti di spostarsi fisicamente. Il programma sarà testato e utilizzato nella rete Hub and Spoke regionale per le malattie rare scheletriche. AL VIA UN PROGETTO RIZZOLI-IBM SULLE MALATTIE SCHELETRICHE RARE Nell’ambito di un Protocollo di Intesa tra la Regione Emilia-Romagna e il Ministero per l’Innovazione e lo Sviluppo di Israele è partito il progetto sviluppato tra l’Istituto Ortopedico Rizzoli e la IBM Israele per migliorare l’assistenza dei pazienti affetti da malattie rare scheletriche. L’obiettivo del progetto denominato BioMIMs, è di creare una piattaforma informatica su cui condividere i dati clinici relativi ai pazienti così da offrire, previa analisi e razionalizzazione delle informazioni, un’ampia casistica utile al personale medico per diagnosticare e somministrare cure. Il gruppo ‘Clinical Genomics’ dell’IBM, con base ad da DIRE SANITÀ essi, la partecipazione alla vita sociale”. Questi sistemi non sono immuni da critiche, che in particolare riguardano secondo il ministero del Welfare “la settorializzazione e la parcellizzazione degli interventi e la necessità di incrementare la qualità degli interventi domiciliari e di quelli residenziali”, garantendo peraltro la sostenibilità dei relativi costi. “Si impone- è specificato nel documento- una programmazione chiara e uniforme, che riaffermi la necessità di attivare la promozione della salute mentale nelle varie fasi del ciclo vitale (adolescenza, età giovanile, adulta, anziana), favorendo l’integrazione funzionale tra servizi a patologia limitrofa (tossicodipendenza, disabilità, disturbi cognitivi in età senile), i miglioramenti organizzativi tesi ad affrontare le patologie emergenti (disturbi del comportamento alimentare, disturbi della personalità), i percorsi differenziati per tipo di patologia, la nuova cronicità e il bisogno di lungoassistenza”. Un aiuto fondamentale in questo cammino sarà dato dall’impiego delle nuove tecnologie che consentono di compensare ampiamente la condizione di svantaggio, soprattutto quando essa ha caratteristiche di tipo fisico: in questo contesto per gli autori del Libro bianco “il fascicolo elettronico personale e l’integrazione dei servizi per il lavoro, indifferentemente pubblici e privati, saranno due strumenti fondamentali per sostenere le persone disabili”. DISABILI. SACCONI: PIÙ POTERI A REGIONI E COMUNI PER SERVIZI QUESTA È LA STRADA INDICATA DAL ‘LIBRO BIANCO’ SUL WELFARE. È attraverso un rafforzamento dei poteri delle regioni e degli enti locali che potrà realizzarsi nel nostro paese la disponibilità di servizi adeguati per favorire la piena partecipazione sociale delle persone con disabilità, ad iniziare dagli aspetti dell’educazione, dell’apprendimento continuo, della mobilità,della promozione di progetti di vita indipendente e del mantenimento delle autonomie personali. E’ la strada indicata dal Libro bianco sul Welfare nella parte dedicata alle persone disabili. Le politiche di integrazione - afferma il testo - devono assicurare “il raccordo e il coinvolgimento dei servizi sanitari e sociali nel sostegno alla persona e alla famiglia” attivando, nei diversi momenti e nelle diverse situazioni, “forme di affiancamento ai compiti di assistenza e servizi di sollievo”. La situazione attuale sconta la profonda disomogeneità dei modelli organizzativi presenti nel territorio nazionale, che ancora una volta contrappone il nord al sud del paese: nei territori più efficienti- afferma il Libro bianco“si è sviluppato un sistema di servizi integrati, accessibili e longitudinali che si propongono di assicurare alle persone con disabilità i livelli essenziali di diagnosi, cura, riabilitazione e che cercano di rendere effettivi il diritto allo studio e al lavoro e, con 5 Impegno per una vita migliore LO SPORTELLO DELLA SCUOLA Abbiamo pensato di concretizzare l’invito che il Prof. Alberto Musso ha proposto nell’editoriale della precedente pubblicazione e cioè quello di “parlare del mondo della scuola” introducendo da questo giornale una nuova rubrica “Lo sportello della scuola”. Un argomento molto importante per tutti noi e per i nostri figli, quindi invitiamo i genitori a scrivere alla redazione del giornale o all’indirizzo di posta elettronica [email protected], esperienze ed anche proposte con l’obiettivo di migliorare la cultura e formazione scolastica del nostro paese. Riportiamo le stimolanti parole del Prof. Musso “Dal punto di vista della scuola invece tutto è rimasto fermo: insegnati troppo spesso impreparati e demotivati, burocrazia scolastica, carenza di supporto. Chi ci è passato lo sa e potrebbe raccontare mille storie assurde. Ciò è grave perché spesso i nostri ragazzi se seguiti adeguatamente possono ottenere risultati più che sufficienti , mentre se mal seguiti finiscono emarginati in modo irrecuperabile. Ecco, questo dovrebbe essere, a mio parere l’obiettivo per i prossimi anni delle associazioni:agire sulla scuola, pretendere dal corpo docente quella preparazione ed impegno necessari, denunciare carenze ed omissioni. Cerchiamo anche qualche soluzione pratica, realizzabile, qualche proposta che possa essere accettata dalla scuola. Scriveteci le vostre esperienze e le vostre proposte: serviranno di base per una tavola rotonda che stiamo organizzando per l’autunno con il mondo della scuola, operatori sanitari, psicologi e soprattutto con voi.” di forza quando chiediamo i nostri diritti. Penso che altri genitori la pensino come me e avrei piacere sapere cosa ne pensano. ciao a tutti. ED ORA UN PO’ DI NORMATIVA Insegnanti di sostegno «in deroga»: le norme e le questioni costituzionali di Francesco Marcellino Come stabiliscono alcune leggi recenti, risulta quanto mai importante - per l’imminente anno scolastico 2009-2010 - che i documenti scolastici certifichino correttamente le «effettive esigenze rilevate» dell’alunno con disabilità e che le scuole si comportino poi di conseguenza. Il tutto con l’auspicio che i pronunciamenti dei vari giudici siano sempre meno numerosi e che quelle effettive esigenze trovino concreta applicazione. Un’ampia e approfondita analisi che prende le mosse dalle assegnazioni di insegnanti di sostegno “in deroga”. Non è un argomento facile, quello che intendiamo qui trattare, ma è fervida la volontà di rendere scorrevole una questione tanto complessa quanto di interesse dei familiari delle persone con disabilità - e, forse, anche dei dirigenti scolastici - a garanzia del diritto allo studio. È ormai noto che le Leggi Finanziarie del 2007 e del 2008 (Legge 296/06, articolo 1, comma 605, lettera B e Legge 244/07, articolo 2, commi 413-414) hanno abrogato la previgente modalità di assegnazione degli insegnanti di sostegno per gli alunni con disabilità (sostanzialmente fondata sul criterio del rapporto 1 insegnante di sostegno : 138 alunni). Afferma infatti la Legge Finanziaria del 2007 che con uno o più decreti del Ministro della Pubblica istruzione sono adottati interventi concernenti «il perseguimento della sostituzione del criterio previsto dall’art. 40 comma 3, della legge 27 dicembre 1997 n. 449, con l’individuazione di organici corrispondenti alle effettive esigenze rilevate, tramite una stretta collaborazione tra regioni, uffici scolastici regionali, aziende sanitarie locali e istituzioni scolastiche, attraverso certificazioni idonee a definire appropriati interventi formativi». Le parole magiche del presente testo legislativo sono «effettive esigenze rilevate». E queste ultime sono ricavate dalla stretta collaborazione tra Enti - ovvero dalle certificazioni quindi dalle Diagnosi Funzionali, dai Profili Dinamici Funzionali (PDF), dai Piani Educativi Individualizzati (PEI) e dai Piani Educativi Didattici di ogni singolo alunno. Secondo la Finanziaria del 2007, dunque, l’assegnazione dell’insegnante di sostegno (e, quindi, an- LE LETTERE Una mamma… da prendere in considerazione Salve sono la mamma di una bimba PSW, non volevo con questo messaggio parlare dei problemi fisici di mia figlia in quanto più o meno sono gli stessi che hanno gli altri bambini colpiti dalla sindrome, ma volevo soffermarmi sui problemi che incontro ogni tanto con insegnanti e altre figure che dovrebbero insegnare, educare e trasmettere dei valori ai nostri figli e che invece fanno tutto l’opposto! Purtroppo quando ciò succede io personalmente non lascio passare e come al solito mi definiscono quella “litigiosa” mentre invece pretendo solo quello che mi spetta e cioè che mia figlia sia trattata il più possibile come gli altri! Questa cosa mi disturba molto perché ogni volta che succede un qualcosa di non-giusto so che me la devo cavare da sola nel senso che non esiste una figura all’interno dell’associazione che protegga in qualche modo i nostri figli, una figura a cui noi genitori possiamo appoggiarci e avere un po’ più 6 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 2) il rapporto 1:2 non è un vincolo normativo, ma una tendenza media; 3) il rapporto 1:2 non è immediato, ma deve essere gradualmente raggiunto; 4) il rapporto 1:2 - che non è un vincolo normativo, ma una media matematica - non può ledere il vincolo normativo delle «effettive esigenze rilevate»; 5) La disciplina normativa, nel suo complesso, deve migliorare (o, quantomeno, garantire) la qualità dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità e non già, invece, peggiorarla. Per chi si occupa di questo ramo del diritto, al momento della promulgazione degli atti normativi in commento, non è stato difficile rendersi immediatamente conto di una “novità” rispetto al panorama complessivo delle norme a tutela delle persone con disabilità. Sia la Legge Finanziaria del 2008, sia (ovviamente) il Decreto del Ministero della Pubblica Istruzione affermano: «un rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due alunni diversamente abili». Due alunni diversamente abili: a differenza di quasi tutta la legislazione in tema di tutela delle persone con disabilità, nessuna distinzione ha previsto il Legislatore tra tipologie di disabilità, tra connotazioni di gravità (o meno). Insomma, la legge non fa distinzione se l’alunno con disabilità è (o non è) connotato da gravità. Anche il previgente sistema di assegnazione dei docenti di sostegno determinava distinzioni di trattamento fondate sulla connotazione di gravità. Ciò non risulta invece più previsto dalle Leggi Finanziarie e dal Decreto in commento. Ovviamente questo determinò perplessità tra gli operatori del diritto. Anche se occorre riferire che qualora funzionasse realmente il sistema vigente dell’assegnazione in base alle effettive esigenze rilevate, probabilmente non si sentirebbe la mancanza del “regime speciale” della deroga giustificata dalla connotazione di gravità dell’alunno. Anzi. Proprio la Finanziaria del 2008 espressamente abroga l’articolo 40 della Legge 449/97 nella parte in cui consentiva «la possibilità di assumere con contratto a tempo determinato insegnanti di sostegno in deroga al rapporto docenti alunni indicato al comma 3, in presenza di handicap particolarmente gravi». Dall’analisi delle norme in atto, quindi, credo risulti chiaro che il sistema delle “deroghe” non è più presente nel nostro ordinamento giuridico. Al momento, perciò - salvo in alcuni sporadici casi - credo che si parli di deroghe in modo non consono con il dettato legislativo vigente. Compiuta questa premessa, si può adesso approfondire quanto ha già divulgato l’avvocato Salvatore Nocera riguardo la sollevata questione di legittimità costituzionale. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regio- che dell’ammontare delle ore che l’insegnante di sostegno stesso deve seguire in classe lo studente con disabilità) è il frutto delle «effettive esigenze rilevate e certificate dalle documentazioni sanitarie, sociali e scolastiche». La Finanziaria del 2008, poi, tenendo espressamente fermo il principio sancito da quella dell’anno precedente (si legga l’articolo 2, commi 413-414 della citata Legge 244/07) ha tra l’altro aggiunto che «criteri e modalità devono essere definiti con riferimento alle effettive esigenze rilevate, assicurando lo sviluppo dei processi di integrazione degli alunni diversamente abili anche attraverso opportune compensazioni tra province diverse ed in modo da non superare un rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due alunni diversamente abili». I familiari delle persone con disabilità, invece, affermano che gli Uffici Scolastici Regionali e gli Uffici Scolastici Provinciali hanno applicato le normative appena menzionate solo mediante calcoli matematici (rapporto 1 insegnante di sostegno ogni 2 alunni con disabilità), anziché tramite la lettura normativa complessiva che richiedeva l’assegnazione in base alle «effettive esigenze rilevate» del singolo alunno. E a conferma di ciò - durante lo scorso anno scolastico 2008-2009 - non pochi Tribunali Amministrativi Regionali hanno chiaramente affermato che «il raggiungimento del tendenziale rapporto di 1:2» è da seguire «solo come media nazionale e non come limite normativo». L’unico limite normativo, quindi (rectius: diritto dello studente con disabilità quale diritto fondamentale all’istruzione e all’integrazione scolastica), è quello dell’assegnazione dell’insegnante in base alle «effettive esigenze rilevate» e non già - come forse amaramente accaduto - la mera suddivisione matematica della metà di insegnanti di sostegno rispetto al numero complessivo di alunni disabili e, poi, a seguito di questo, l’assegnazione “possibile” di ore. D’altra parte, a conferma di ciò è chiarissimo il Decreto del Ministero della Pubblica Istruzione emesso il 24 aprile 2008 di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, laddove, all’articolo 9, afferma: «per l’anno scolastico 2008/09 il numero dei posti di sostegno complessivamente attivabili in ciascuna regione […] tende a realizzare al livello regionale il graduale raggiungimento del rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due alunni diversamente abili». Insomma, risulta evidente e agevole formulare la seguente lettura normativa: 1) il principio normativo è quello delle «effettive esigenze rilevate» dell’alunno con disabilità, il quale, di per sé, garantisce il diritto fondamentale dell’alunno all’istruzione e all’integrazione; 7 Impegno per una vita migliore l’effettiva esigenza rilevata determina inequivocabilmente e inconfutabilmente - la rilevazione di esigenze diverse tra alunno con disabilità lieve e alunno con disabilità grave, ciò, invece, non accade più se matematicamente si devono dividere le risorse assegnate indistintamente tra gli alunni disabili. Forse, allora, il diritto alla «priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici» scaturente dal riconoscimento della gravità di cui all’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92, dovrebbe condurre non già ad una norma di riferimento diversa in tema di attribuzione di insegnante di sostegno, ma all’effettiva fornitura di risorse per programmi, interventi e servizi che renda esigibile il diritto soggettivo della persona con disabilità (evitandone, così, un possibile affievolimento o vanificazione già solo per il doverlo “condividere” con altri). Insomma, come spesso affermano i familiari di persone con disabilità, sarebbe auspicabile evitare una “lotta tra poveri” e forse una sentenza di tipo “interpretativo” potrebbe aiutare gli operatori del settore. D’altra parte - come riferito da alcuni familiari «la scuola non è un ospedale che cura i sani e respinge gli ammalati» e al di là del diritto, cosa si può dire al genitore che ritiene che «economizzare le risorse istituzionali a scapito dei bambini meno fortunati ha il sapore dell’immoralità e che da genitori si ha il dovere, prima ancora che il diritto, di salvaguardare la crescita del figlio»? Ad avviso di chi scrive, una lettura normativa fondata e ragionevole conduce ad affermare che è la tendenza matematica nazionale di 1:2 derogabile; e derogabile proprio in base alle effettive esigenze rilevate e se queste (e quando queste) riguardano alunni con disabilità grave. Non già, quindi, una deroga normativa o una deroga che conduca alla possibilità di assumere personale (così da evitare la formazione di ulteriore precariato), ma la vera e profonda applicazione di una norma che finalmente vuol vedere alunni e persone con disabilità e non già numeri! Per l’imminente prossimo anno scolastico, dunque - come già confermato dallo scorso anno e dai pronunciamenti giurisprudenziali - risulta importante che i documenti scolastici abbiano correttamente certificato le «effettive esigenze rilevate». Se tra queste ultime e i servizi di integrazione scolastica effettivamente assegnati/forniti all’alunno (assistenza igienico-personale; insegnante di sostegno e numero di ore; assistente per l’autonomia e la comunicazione) dovesse esserci discrepanza, si ha ragionevole motivo per fondare una domanda di giustizia innanzi all’autorità giudiziaria. Con l’auspicio che i pronunciamenti siano sempre meno numerosi e le effettive esigenze rilevate trovino concreta applicazione. ne Sicilia è stato da ultimo chiamato a pronunciarsi con riferimento all’assegnazione di insegnanti di sostegno per alunni con disabilità. Il suddetto CGA con diverse argomentazioni - ha ritenuto «rilevante e non manifestamente infondata» la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 2, commi 413 e 414 della Legge 244/07, ritenendo sostanzialmente che la mancanza di distinzione tra connotazione di gravità vanifichi per i disabili gravi la possibilità di accedere all’istruzione. Si ritiene prematuro e inopportuno immaginare come potrebbe pronunciarsi la Corte Costituzionale, anche se la tempestività del pronunciamento potrebbe aiutare familiari e operatori nel definire l’assetto complessivo della materia. Alcune osservazioni di ampio respiro possono tuttavia compiersi. Innanzitutto risulta chiaro che il diritto della persona con disabilità ad ottenere un insegnamento di sostegno non può essere condizionato, nella sua concreta attuazione, dalle disponibilità finanziarie dello Stato. Anche se l’equilibrio di finanza pubblica, infatti, è un interesse di rango costituzionale che si “dubita” possa considerarsi superiore agli interessi giuridici di tutela dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità - occorre ricordare che la modifica del sistema previgente è stata voluta dalle due ultime Finanziarie «per meglio qualificare il ruolo e l’attività dell’amministrazione scolastica attraverso misure e investimenti, anche di carattere strutturale, che consentano il razionale utilizzo della spesa e diano maggiore efficacia ed efficienza al sistema istruzione» (si veda l’articolo 1, comma 605 della Legge 296/06). Di certo il sistema dell’effettiva esigenza rilevata rende “personalizzata” alle obiettive necessità l’integrazione scolastica e quindi (dovrebbe automaticamente essere) efficace ed efficiente. Non si comprende, pertanto, come questa - senza tra l’altro ledere altri fondamentali principi possa inficiare l’equilibrio della finanza pubblica (se non ammettendo, automaticamente, che si è promulgato un sistema normativo inadatto o che risulta essere adatto solo con il rispetto normativo - e, quindi, non più statistico - del rapporto 1:2!). D’altra parte è nota - e deve esserlo sempre più l’eterogeneità del mondo della disabilità che per sua intrinseca natura presenta aspetti soggettivi e variabili da caso a caso (per tipologia, connotazione, gravità e condizione anche dell’intero nucleo familiare oltre che dell’intero sistema di risorse - anche diverse dalla scuola - presenti sul territorio). Il sistema dell’effettiva esigenza rilevata, quindi, è certamente commisurato alla personalizzazione delle esigenze, non essendo personalizzata, invece, la mera divisione/distribuzione di 1 insegnante ogni due alunni disabili. Mentre infatti 8 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI FEDERAZIONE TRA LE ASSOCIAZIONI PER L’AIUTO AI SOGGETTI CON LA SINDROME DI PRADER WILLI ha dato prova di grande competenza medica e organizzativa, i Prof.ri Bernasconi e Iughetti, la Dr.ssa Garavelli che è riuscita con disarmante semplicità a rendere comprensibile ai profani una materia ostica come la genetica,Dr.ssa Greggi, Achutegui, Pontevichi, Raffa, Kodra e i Dr. Grugni e Crotti. Ci sono stati momenti di alta concentrazione nel cercare di assimilare tutti i concetti esposti e momenti di alta intensità emotiva quando genitori e familiari hanno partecipato al dibattito con domande ed esperienze personali, la giornata è trascorsa velocemente sia per chi attende risposte sia per chi le vorrebbe fornire. Un ringraziamento va a tutti per quello che è stato fatto e per quanto sarà ancora impegnato per il futuro. Un grazie di cuore anche al presidente dell’Associazione Emilia Romagna, Sig. Andrea Faggiani, che con tanta generosità e senza risparmio di energie sue e dei collaboratori ha reso possibile ancora una volta la perfetta riuscita di questo convegno. Ringraziamo l’Onorevole Carmen Motta e l’Assessore Bernini Giovanni per aver presenziato la giornata e per aver donato lo striscione del convegno ed inoltre per aver gentilmente offerto in esposizione tutti i grafici della Macrocoop e per ultima, ma non per questo tale, la nostra impareggiabile grafica Paola, che da anni dedica il suo lavoro alla nostra associazione. CONVEGNO REGIONALE SULLA SINDROME PRADER WILLI PARMA DI CINZIA CONVERSI Il 13 giugno si è tenuto presso l’Hotel tre Ville, il primo convegno regionale Emilia Romagna sulla Sindrome di Prader-Willi. Obiettivo di questi periodici incontri, come noi tutti ormai sappiamo, è quello di riunire le famiglie dei soggetti affetti da PWS per uno scambio di esperienze e informazioni, ma soprattutto quello di sensibilizzare e attivare nuovi operatori, enti, medici, politici in quello che è il difficile e complesso cosmo nel quale ruotano i ragazzi e le famiglie con soggetti affetti da questa particolare ed invalidante patologia. La giornata è stata caratterizzata da una notevole presenza di pubblico che ha confermato quanta curiosità e interesse stà cominciando a nascere intorno a una malattia pressoché sconosciuta, e questo con grande soddisfazione di quanti negli anni hanno operato con tutte le loro energie perché la vita di familiari e ragazzi colpiti da questa rara malattia, potesse essere migliore e più serena. Il convegno ha rivisto ancora una volta riuniti quelli che sono ormai i nostri pionieri e più accaniti sostenitori; nelle figure del moderatore Dr.ssa Caselli, che come sempre 9 Impegno per una vita migliore MOMENTI DEL CONVEGNO DI PARMA Dott.ssa Caselli,Andrea Faggiani e Greggi Silvano Ciancamerla presidente Federazione Prof. Bernasconi Dott. Iughetti 10 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 LA NOSTRA VITA ACCANTO AD UN FIORE LETTERA-RACCONTO SCRITTA DAI GENITORI DI ANTONELLA. (SANTI COSMA E DAMIANO-LT) Un domani quando noi genitori non ci saremo più, qualcuno deciderà per lei se lasciarla vivere o morire. Non posso neppure immaginarlo. Mi viene una rabbia indescrivibile solo nel pensarlo. La vita è preziosa sempre e la sofferenza fa parte della vita: vivere accanto a persone così speciali ti fa capire quanto la vita vada apprezzata e vissuta. In questo mio piccolo sfogo non ho citato nessun “organo istituzionale” perché di fronte a situazioni del genere ti chiudono la porta in faccia e ti mettono barriere che tu devi sempre abbattere. Tutto ciò che ha, che ha avuto e che avrà è grazie anche al supporto della sua famiglia che ci tiene a difendere i suoi diritti. Gli organi istituzionali trovano sempre ostacoli e non concedono un diritto alla persona con handicap quando invece questo le spetta. Spesso io mi metto al posto di altri genitori che magari non hanno la forza di combattere per difendere i propri diritti, mentre chi ci dovrebbe pensare non lo fa , probabilmente perché ciò che noi dobbiamo subire tutti i giorni non li tocca di persona. Ringrazio Dio per la mia caparbietà e per la mia forza d’animo: non mi arrendo e non mi arrenderò mai di fronte a nessuno e lotterò sempre per far rispettare ogni diritto sacrosanto per Antonella. Avrei ancora tante altre cose da scrivere...ma non basterebbe neppure un libro per descrivere da quel lontano dicembre del 1995, le emozioni, le preoccupazioni, la sofferenza e la gioia che proviamo perché nostra figlia è ancora in vita e Dio continua ad aiutarla. E COME DICE IL MOTTO DELL’ASSOCIAZIONE: “NULLA E’ PERDUTO” E’ il titolo della poesia scritta da un ragazzo colpito dalla stessa malattia di Antonella. Questo ragazzo si chiama Stefano ed è il figlio del nostro stimatissimo Presidente e fondatore dell’Associazione Italiana Niemann Pick Onlus. Noi associati lo ringraziamo di tutto ciò che ha fatto e sta facendo e che farà in futuro per i nostri figli. Nostra figlia Antonella e’ affetta sin dalla nascita da una rara malattia dal nome “Niemann Pick tipo C”. Noi genitori non conoscevamo questa malattia e nemmeno immaginavamo come si manifestasse. E’ una malattia che consiste nell’accumulo del colesterolo che l’organismo non riesce a metabolizzare correttamente e conseguentemente colpisce sia a livello neurologico che psicomotorio. Sia io che mia moglie e la piccola Vale viviamo con serenità e nello stesso tempo con molta preoccupazione, attenti a non farci accorgere da nessuno, specialmente da Antonella. In questi anni vissuti al fianco di Antonella, abbiamo capito che anche questo tipo di vita è meraviglioso. Antonella parla, canta ( a modo suo): le piace cantare e nello stesso tempo anche ascoltare. Non compie autonomamente gli atti quotidiani della vita, cioè lavarsi, mangiare, bere, camminare, vestirsi e c’è’ sempre qualcuno al suo fianco, pronto ad imboccarla, farla camminare e a rispondere a qualsiasi altro suo bisogno. Lei non è in grado di dire se ha dolore e quindi dobbiamo stare attenti al suo comportamento per capire se ha bisogno di aiuto. Antonella è bellissima, è una persona viva, allegra, gioiosa e solare. I suoi occhi parlano per lei e il sorriso che ci regala quando sta bene ci rende felici. Da Antonella abbiamo imparato quanto ogni minuto della vita sia importante: assaporare ogni attimo come se fosse l’ultimo aiuta a viverlo intensamente e lo rende indelebile nella memoria. Abbiamo imparato che il denaro, il successo, il divertimento, non rendono felici anche se possono dare gradevolezza alla vita. Ma quando si vive accanto ad un fiore come Antonella capisci che non puoi sprecare la vita in cose futili. Vi sono persone che vivono come se non dovessero morire mai, e altre che muoiono senza aver vissuto realmente. Certo avremmo voluto per Antonella una vita piena, ma questo non dà diritto a nessuno di dire che la sua vita non è degna d’essere vissuta. GRAZIE PRESIDENTE LUIGI BONAVITA! 11 Impegno per una vita migliore L’INTERVENTO PSICOLOGICO CON SOGGETTI PRADER WILLI CORSI DI FORMAZIONE PER GENITORI E PER PROFESSIONISTI realizzati su iniziativa dell’Associazione PWS – Veneto e Triveneto Il progetto è stato co- finanziato, su bando progetto disabilità 2007, dal Comitato di Gestione del Fondo Speciale regionale per il Volontariato del Veneto CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI ed al GRUPPI DI SOSTEGNO PSICOPEDAGOGICO OBIETTIVI Promuovere la conoscenza e lo scambio di informazioni sia teoriche sia pratiche sulla sindrome. z Favorire lo sviluppo di strategie per rafforzare le competenze e le risorse dei soggetti PW. z Superare l’isolamento che spesso caratterizza la loro area d’intervento grazie al confronto e condivisione dei casi seguiti tra i diversi professionisti. cerche relative agli aspetti psicologici della patologia. I corsisti hanno compilato dei protocolli di informazione sui ragazzi seguiti per verificare la presenza o meno dei tratti descritti e il loro livello. Questo ha permesso un collegamento pratico tra la teoria e le situazioni reali, con un confronto tra i casi seguiti. Inoltre, per facilitare l’apprendimento delle capacità operative e della gestione delle relazioni (con i soggetti e con le famiglie) è stato lasciato uno spazio per l’analisi dei casi seguiti e le problematiche presentate dai corsisti. Tutto ciò ha consentito un apprendimento pratico, volto a mettere in luce la notevole variabilità tra i soggetti, sia riguardo alle caratteristiche sia riguardo all’evoluzione nel tempo. METODO Sono state adoperate le metodologie didattiche tradizionali (lezioni frontali e dispense) per favorire un apprendimento cognitivo, tramite aggiornamenti e riCORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI INCONTRO 1 DATA 14/02/09 ore 10 -13 2 28/02/09 ore 10 -13 3 21/03/09 ore 10 -13 Totale Iscritti:26 TITOLO LEZIONE Presentazione corso. Aspetti cognitivi. Strumenti di diagnosi e valutazione. Compilazione scheda sulle caratteristiche funzionali del soggetto seguito e discussione. Aspetti emotivi e relazionali. Strumenti di diagnosi e valutazione. TOTALE PRESENZE 22 29 Compilazione schede individuali e discussione. Alterazioni comportamentali, pulsione verso il cibo, autolesionismo. Discussione, conclusioni finali. 23 9/ 5/2009 INCONTRO CONCLUSIVO CON I GENITORI ED OPERATORI Valutazione finale del progetto, suggerimenti. Restituzione delle valutazioni psicologiche dei soggetti P.W. partecipanti. z stabilire un collegamento pratico tra la teoria e le situazioni reali z confrontare i casi seguiti. LE SCHEDE INFORMATIVE COMPILATE DAGLI OPERATORI SUI CASI SEGUITI avevano lo scopo di z verificare la presenza o meno dei tratti associate alla sindrome e il loro livello OBIETTIVI ED EFFICACIA DEL CORSO: VALUTAZIONE FINALE DEGLI OPERATORI Come già detto, l’incontro finale era destinato alla valutazione del progetto, con commenti e suggerimenti da parte dei partecipanti. Anche agli operatori 12 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 è stato chiesto di compilare un questionario, in forma anonima, per la verifica di alcune aree specifiche. dai 2 ai 3 anni di esperienza con soggetti che vanno dai 26 mesi il minore a 26 anni d’età. La professione dei corsisti varia da insegnante curriculare o di sostegno ad educatori e membri della associazione scout con professioni diverse (due, uno con laurea triennale in ingegneria e uno con diploma istituto tecnico). Numero di lezioni frequentate dai 23 corsisti che hanno compilato il questionario: 1°) Presentazione corso. Aspetti cognitivi. Strumenti di diagnosi e valutazione: 71% 2°) Aspetti emotivi e relazionali. Strumenti di diagnosi e valutazione: 95% 3°) Alterazioni comportamentali, pulsione verso il cibo, autolesionismo: 100% RISULTATI Gli iscritti al corso erano 29 operatori provenienti dalle province di Verona, Vicenza, Padova, Udine, Treviso, Trento e Bologna. Fra questi, 23 hanno compilato il questionario finale di valutazione al termine del corso. Secondo i dati emersi, quasi tutti (90%) seguono direttamente soggetti con la Sindrome Prader Willi e due intendono seguirli nel futuro. Gli anni di esperienza con i soggetti affetti dalla sindrome vanno da un minimo di 2 mesi (2 operatori) a 7 anni (2 operatori) mentre la maggioranza ha Gli argomenti trattati nel corso sono stati giudicati: Abbastanza Molto Moltissimo Interessanti, su un piano personale 22% 52% 26% Utili per l’attività che svolgo 13% 52% 35% Ricchi d’informazioni o di nuove conoscenze 13% 61% 26% Complessi, difficili da assimilare Pochissimo, poco 0% Quanto ritiene che le esposizioni ricevute siano state chiare? Molto: 41% Moltissimo: 59% Il clima generale in cui si sono svolte discussioni le è sembrato stimolante? Moltisimo: 36% Molto: 54% Abbastanza: 15% L’impegno richiesto dal corso è stato: Minimo: 27% Nè scarso nè eccessivo: 59% Molto: 13% né poco, né molto 18% molto 18% sante. z Una sintesi delle indicazioni e dei suggerimenti per i centri diurni. Impegno ad organizzare questi incontri con cadenza annuale, per l’importanza della formazione ed informazione continua insita nella professione dell’educatore, nonché legata alla sindrome Prader Willi. z Potersi confrontare con operatori e insegnanti che seguono ragazzi di pari età. z Approfondire lo sviluppo sessuale-affettivo e l’incidenza che avrà sul rendimento scolastico. z Il futuro dei Prader Willi. z Confrontare i dati emersi dagli operatori con quelli dei genitori. Confronto con i vissuti delle famiglie. z Approfondire le problematiche nell’età adolescenziale ed adulta e le modalità di sviluppo delle abilità dell’individuo in età adulta. Più esempi concreti, più confronto con gli altri operatori. Indicazioni, richieste o suggerimenti: z Minore impostazione teorica, informazioni sulle ricerche e più casi pratici. z Più spazio alle discussioni individuali di cui si possono trarre spunti interessanti. z Prevedere, oltre la teoria, una parte più “pratica” nella quale dare dei consigli su come impostare un lavoro in un centro per poter integrare i soggetti PW con altri che presentano disabilità diverse. z La casistica: la presenza di soggetti diversi per età, percorsi e gravità non ha permesso risoluzioni concrete anche se tutto è stato interes- CONCLUSIONI Possiamo affermare che il giudizio generale sul corso è stato positivo. Più di due terzi degli operatori hanno giudicato gli argomenti trattati come molto interessanti, sia sul piano personale che professionale, ricchi di 13 Impegno per una vita migliore informazioni, chiari, facili da assimilare (in questo caso ha indubbiamente contribuito la conoscenza diretta dei soggetti con la sindrome). Inoltre, la quasi totalità ha apprezzato il clima generale in cui si sono svolte le discussioni ed il confronto tra i singoli casi. Dalle presenze agli incontri possiamo affermare che la motivazione ha avuto un andamento costan- disturbi comportamentali. Si è discusso dell’importanza di non sottovalutare le disarmonie nello sviluppo intellettivo dei PW per non creare aspettative irrealistiche da parte degli insegnanti e genitori. In questi casi si finisce con l’addossare un carico superiore d’impegno scolastico e con l’assecondare la richiesta del bambino di eseguire gli stessi compiti dei compagni, rifiutando il programma individualizzato. Durante gli scambi è stata sottolineata la fragilità emotiva dei soggetti PW scaturita dalla tensione per il confronto con i compagni, per il sentimento di inferiorità che emerge rispetto agli apprendimenti e alle capacità motorie e, infine, dalle limitazioni alimentari a cui vengono sottoposti. Gli insegnanti si sono mostrati attenti e sensibili riguardo ai problemi d’inserimento sociale, in particolare verso le difficoltà di adattamento alle nuove situazioni e nella gestione dei rapporti interpersonali, sottolineando il rischio d’isolamento in momenti meno strutturati come la ricreazione. Gli operatori dei centri diurni per i disabili hanno concentrato la loro attenzione, invece, principalmente sulle problematiche connesse ai disturbi comportamentali e alla gestione delle situazioni di crisi. Nelle loro osservazioni sono emersi aspetti che riguardavano le relazioni interpersonali. In particolare, hanno frequentemente rilevato un’ambivalenza dei giovani PW nei confronti degli operatori: da una parte il desiderio di stabilire dei rapporti privilegiati, dall’altra anche spinte verso l’autonomia che sfociano sovente in atteggiamenti oppositivi connotati d’aggressività. E’ stata sottolineata: z la necessità da parte degli operatori di identificare i momenti di particolare tensione nei P.W., dovuti per esempio al turn-over tra operatori, alla stanchezza o ad un eccesso di confusione, per prevenire o limitare le crisi. z L’importanza di approfondire la comprensione dello stato emotivo dei singoli soggetti, tramite l’analisi di situazioni problematiche concrete, al fine di prevenire o limitare la loro insorgenza. z La necessità di programmare interventi specifici per alleviare la frequente tensione indotta dal confronto con i coetanei disabili, lo stress scaturito dalla pulsione verso il cibo, dai cambiamenti nella routine che si manifesta con disturbi comportamentali finalizzati al rifiuto delle attività e degli operatori. Per avere una visione globale, in grado di superare i condizionamenti imposti dalla sindrome, i corsisti si sono soffermati anche sulle caratteri- te. Ci sorprende constatare come la maggioranza non abbia giudicato impegnativa la frequenza, nonostante la notevole distanza dalla sede degli incontri di tanti corsisti. Possiamo pertanto dedurre che non sono state deluse le aspettative riguardo all’iniziativa e dai loro suggerimenti emergono degli spunti interessanti riguardo alle loro necessità: organizzare questi incontri con cadenza annuale, per l’importanza dell’aggiornamento professionale in generale e riguardo alla sindrome PW in particolare, offrire uno spazio più ampio per la discussione degli aspetti pratici, tramite il confronto tra operatori e insegnanti che seguono ragazzi di pari età, oppure approfondimenti riguardo al futuro dei ragazzi seguiti. Durante le discussioni nel gruppo, gli operatori hanno esternato le loro opinioni. Le tematiche e le relative problematiche che hanno preso corpo sono state molteplici. Tutti sono stati concordi nell’identificare difficoltà d’inserimento nei centri/scuola e il rischio d’isolamento nel tempo libero dei giovani PW, considerata la mancanza o scarsità di “amici” unita ad un’accentuata dipendenza dall’adulto, con esigenze di approvazione e guida. Gli operatori con bambini in età scolare hanno affrontato soprattutto le problematiche relative all’adattamento scolastico e al confronto con i coetanei. Hanno identificato i punti deboli associati alla sindrome che sono alla base di queste problematiche: una bassa tolleranza alla frustrazione, irritabilità, cocciutaggine, rigidità nel voler rispettare la routine quotidiana e nell’aderire a rituali. E’ emersa la necessità di discriminare tra i comportamenti adeguati all’età, tenendo conto dell’immaturità degli allievi, e quelli associati alle caratteristiche tipiche della sindrome. Si rileva, talvolta, la tendenza da parte degli operatori scolastici di assegnare un valore prioritario agli obiettivi di apprendimento, senza tenere sufficientemente in considerazione l’estrema affaticabilità, i limiti cognitivi e lo stato emotivo degli allievi, con il rischio di aumentare la frequenza o l’entità dei 14 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 stiche positive di ogni caso. Sono state evidenziate per ognuno interessi come il ballo, la musica, la pittura, il nuoto, l’ascolto delle storie, la creatività, e punti di forza come la curiosità, la loquacità, la tenacia, la simpatia, le doti nella comunicazioni non verbale, la sensibilità verso gli altri, la collaborazione e la generosità. Aspetti e inclinazioni che possono essere valorizzati, risorse utili per poterli sostenere in maniera adeguata, che possono aiutare nella ricerca di modalità di intervento efficaci e gratificanti per ognuno. In particolare, sono state messe in evidenza la sensibilità all’incoraggiamento e l’importanza del rapporto interpersonale, del clima affettivo, aspetti che vanno costantemente sostenuti e motivati, sia con gli educatori che con gli insegnanti. E’ emersa anche l’importanza di utilizzare modalità comunicative adeguate nel rapporto tra le famiglie e gli operatori. E’ stata rilevata la necessità che gli operatori e i genitori si attivino insieme per trovare delle soluzioni condividendo le loro valutazioni sul bambino. GRUPPI DI SOSTEGNO PSICOPEDAGOGICO PER SOGGETTI CON SINDROME DI PRADER-WILLI OBIETTIVI z Osservare il comportamento dei soggetti PW in un ambiente sociale, completandone il profilo psicologico. z Offrire uno spazio di socializzazione, d’accoglienza e di ascolto, permettendo loro di esperire relazioni positive. z Attenuare alcuni aspetti tipici della Sindrome, come l’egocentrismo e l’isolamento. un’identità di gruppo. z Stimolare la partecipazione e la cooperazione dei ragazzi o dei bambini, valorizzandone risorse e abilità. z Intervenire con funzione di mediazione e d’ascolto per favorire la verbalizzazione e prevenire l’emergere di momenti di conflittualità o di tensione emotiva. z Compilare, al termine d’ogni incontro, griglie d’osservazione delle caratteristiche cognitive, relazionali ed emotive di ciascun partecipante, correlate alle diverse attività svolte, con particolare attenzione agli aspetti tipici della Sindrome. RUOLO DELLE PSICOLOGHE z Promuovere un clima positivo, privo di aspetti competitivi o frustranti, favorendo lo sviluppo di GLI INCONTRI GRUPPO PW BAMBINI date incontri 1° > 01/03/08 2° > 29/03/08 3° > 1 /01/09 4° > 31/01/09 5° > 14/02/09 6° > 28/02/09 7° > 21/03/09 GRUPPO PW GIOVANI date incontri 1° > 01/03/08 2° > 29/03/08 3° > 1 /01/09 4° > 31/01/09 5° > 14/02/09 6° > 28/02/09 7° > 21/03/09 ATTIVITA' Intrattenimento (con animatori volontari) Intrattenimento (con animatori volontari) Conoscenza e presentazione Cooperazione e socializzazione Cooperazione e socializzazione Dialogo, socializzazione, cooperazione Dialogo, socializzazione, chiusura ATTIVITA' Intrattenimento (con animatori volontari) Intrattenimento (con animatori volontari) Conoscenza e presentazione Cooperazione, dialogo, socializzazione Cooperazione, elaborazione di emozioni, dialogo Cooperazione, elaborazione di emozioni, dialogo Elaborazione di emozioni, chiusura LE ATTIVITÀ Il percorso intrapreso in questo ciclo di incontri è stato elaborato tenendo conto del numero e delle caratteristiche di personalità di ciascun partecipante. La realizzazione delle attività si è basata sulle osservazioni effettuate nel primo incontro relative alle loro capacità relazionali, cognitive e sociali e al livello di tensione emotiva presente nel gruppo. z Gruppo bambini PW Nelle attività del primo incontro, volte ad incrementare il TOTALE PRESENZE 6 6 6 5 6 4 6 TOTALE PRESENZE 4 5 4 5 4 5 4 livello di conoscenza reciproca, si sono rilevati atteggiamenti di tipo individualistico, una scarsa propensione a relazionarsi spontaneamente con gli altri e tendenza alla passività. Elementi che hanno orientato le attività degli incontri successivi verso la promozione dell’identità del gruppo e verso la stimolazione, intellettiva e motoria. Il tutto, tenendo conto anche delle profonde differenze individuali. Gli incontri hanno quindi previsto giochi di socializzazione, spazi di confronto e di dialogo (ad esem15 Impegno per una vita migliore tivi (offrire uno spazio di socializzazione, accoglienza e di ascolto, permettendo di esperire relazioni positive e attenuare alcuni aspetti tipici della Sindrome, come l’egocentrismo e l’isolamento) si possono considerare raggiunti in maniera soddisfacente. In particolare, il rapporto collaborante instaurato fin dall’inizio con le psicologhe ha permesso di creare un setting favorevole per lo svolgimento delle attività. Attraverso la loro mediazione, volta a favorire l’interazione e la comunicazione dei bambini, è stato possibile instaurare un clima positivo che ha permesso un progressivo passaggio da atteggiamenti prevalentemente individualistici a un significativo incremento del sentimento di partecipazione al gruppo e delle competenze relazionali, come dimostra il fatto che i bambini gradualmente hanno imparato a dialogare tra loro in modo costruttivo, ciascuno portando elementi informativi di sé. Così, mentre nei primi incontri si rendevano necessari mediatori, quali storie e giochi ad hoc, per aumentare la conoscenza reciproca, gradualmente i bambini hanno imparato a confrontarsi senza l’utilizzo di mediatori specifici, semplicemente raccontandosi. Tale conquista sembra averli gratificati molto. Da sottolineare anche il passaggio da una diffusa tendenza alla passività ad un maggior coinvolgimento e intraprendenza nello svolgere le attività proposte, frutto della maggior confidenza con la situazione gruppale e, presumibilmente, del maggior senso di competenza con il progredire degli incontri. Un ulteriore elemento degno di nota è il fatto che i bambini hanno dimostrato capacità di collaborare tra loro, senza litigare o prevaricare l’altro nello svolgimento dei compiti. E’ stato rilevato il entusiasmo sempre maggiore dimostrato da parte dei bambini nel partecipare. Nessun membro, all’inizio degli incontri, ha mai manifestato preoccupazione, paura, mancanza di voglia o rabbia alla richiesta di lasciare i genitori e unirsi al gruppo per svolgere le attività. pio, attraverso l’utilizzo di storie interattive), che includevano attività creative per la realizzazione di cartelloni e giochi di movimento. L’ultima parte dell’incontro finale è stata dedicata alla chiusura del gruppo, attraverso l’utilizzo di una storia interattiva, mediante la quale è stato inoltre possibile far riflettere i bambini sulle loro caratteristiche, attraverso l’identificazione con gli animali protagonisti. Al termine, ad ogni bambino è stato consegnato un CD-ROM, contenente un videoclip che ripercorreva tutti gli incontri, con foto e frasi che ricordassero la storia e le attività del gruppo. z Gruppo ragazzi PW Negli spazi di conoscenza iniziali è emerso chiaramente che i ragazzi presentavano differenze anagrafiche e personali anche rilevanti. Il loro desiderio di partecipazione e l’assenza di momenti di tensione ci hanno però permesso di strutturare le attività partendo da un coinvolgimento diretto nel processo di costruzione del gruppo. A tal fine abbiamo proposto la fondazione di un loro ‘club’, un gruppo di appartenenza al quale far attribuire nome, obiettivi, regole e confini. La maggior parte del secondo incontro è stata dedicata a questo scopo. A partire dal terzo incontro, abbiamo voluto valorizzare la disponibilità a condividere racconti ed esperienze attraverso attività che favorissero l’elaborazione delle emozioni, tenendo conto delle tipiche difficoltà dei PW ad interpretare le situazioni emotive e ad allontanarsi da una prospettiva egocentrica. La chiusura è stata rappresentata dalla consegna di un diario che ripercorreva la storia e le attività del gruppo, con la raccolta di materiale da loro prodotto. LE RELAZIONI INDIVIDUALI Le relazioni individuali, consegnate nell’ultimo incontro ai genitori, sono state stilate facendo riferimento agli aspetti analizzati nelle griglie osservative compilate al termine di ogni incontro. GRUPPO GIOVANI PW Anche se la mediazione delle conduttrici è stata necessaria per favorire l’interazione e la comunicazione dei ragazzi, i momenti di oppositività, di aggressività o di rifiuto sono stati minimi e non hanno intaccato il clima positivo che ha contraddistinto lo svolgimento delle attività. L’emergere di un sentimento d’identità di gruppo, come avvenuto in precedenti esperienze, ha promosso un clima di accettazione e permesso l’attenuazione, almeno parziale, delle tendenze egocentriche. Pensiamo che questo sia il risultato di diversi fattori: CONCLUSIONI Gruppo bambini PW In generale, il bilancio si può considerare positivo, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, illustrati all’inizio della presente relazione. In primo luogo, gli incontri hanno permesso di approfondire il quadro psicologico dei bambini, comprendendo il loro funzionamento complessivo all’interno di un contesto gruppale che includeva coetanei con analoghe problematiche e figure adulte di riferimento diverse da quelle genitoriali (psicologhe). Oltre all’aspetto più valutativo, anche gli altri obiet16 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 z La partecipazione di un basso numero di ragazzi, pur limitando gli spunti di dialogo e di c o n fronto, ha permesso maggiori spazi di conoscenza. z La richiesta di una partecipazione attiva alla contrattazione delle regole e dei contenuti delle attività ha evitato la percezione di forzature o imposizioni, responsabilizzando però ciascuno rispetto alla riuscita del gruppo. z L’offerta d’attività centrate sull’elaborazione delle emozioni ha valorizzato gli aspetti di maturità e le capacità di verbalizzazione dei ragazzi, facilitando, al contempo, la conoscenza reciproca e la cooperazione. La nostra impressione è che questa esperienza abbia gratificato il loro bisogno di vivere autentiche relazioni amicali all’interno di un contesto rassicurante, in grado di accettare e rispettare i loro limiti, ma anche di valorizzarli come individui. Le attività svolte, oltre a mettere in luce le risorse sociali ed emotive di ciascuno, hanno confermato alcune caratteristiche tipiche di questi soggetti, soprattutto quelle riguardanti l’egocentrismo e il riconoscimento delle emozioni. In particolare si è osservato che: z I ragazzi tendono ad attribuire a sé e agli altri emozioni in modo stereotipato, riconoscendo principalmente quelle di base (triste/felice). Hanno bisogno di suggerimenti quando le situazioni implicano maggiori sfumature emotive (come, ad esempio, dubbioso, sorpreso, preoccupato). Le difficoltà diventano evidenti nella discriminazione delle espressioni emotive della mimica facciale. z In alcuni casi l’identificazione nelle emozioni altrui è possibile solo se si ricorre ad un esempio riguardante la vita personale del ragazzo. L’estensione del proprio vissuto all’altro e la comprensione dei comportamenti sociali od emotivi devono essere spesso mediati da una spiegazione e da una guida. z Tendono a ricercare la mediazione dell’adulto – o comunque di una figura di riferimento – nell’interazione con l’altro anche nei momenti non strutturati o che non richiedono particolari abilità cognitive. z Hanno bisogno di sentirsi supportati da un clima sereno e rilassato. Momenti di tensione o di crisi di un membro del gruppo li destabilizzano, rendendo necessari interventi rassicuranti e sdrammatizzanti. Dai commenti dei genitori è emerso un generale apprezzamento della divisione dei due gruppi in base all’età dei figli (bambini/giovani), che ha permesso loro una maggiore identificazione e coinvolgimento nella discussione delle situazioni. E’ stata sottolineata la differenza con l’esperienza negativa sovente vissuta nei Congressi, durante i quali i genitori con figli piccoli si sentono disorientati o intimoriti di fronte agli sfoghi dei genitori dei PW più grandi, relativi ai comportamenti più problematici. Un genitore spiega, con un esempio, l’angoscia provata:”gli esperti parlano di comportamenti aberranti e sono vissuta finora con la paura della comparsa di questo fenomeno a me sconosciuto. Nei gruppi, i ho avuto l’opportunità di collegare le difficoltà di mia figlia a delle situazioni concrete”. I genitori hanno valutato positivamente anche lo svolgimento dei due gruppi (bambini/giovani) per i figli, hanno notato che erano molto motivati e che gli è stata data la possibilità di “vivere un’esperienza socializzante tra coetanei”. Gli insegnanti ed educatori, soprattutto quelli con soggetti in età scolare, hanno apprezzato l’impostazione teorica, l’approfondimento sugli aspetti intellettivi ed emotivi, sull’inserimento sociale e gli strumenti di diagnosi e valutazione utilizzati. A chi si occupa dei ragazzi più grandi, nei centri diurni o di inserimento lavorativo, questi gruppi permettono invece di ridurre i momenti di stress e di isolamento vissuti nella gestione quotidiana dei soggetti o di acquisire strumenti per affrontare le crisi. Il lavoro effettuato, nonostante i riscontri positivi in tutte le aree di intervento, ci ha permesso di riflettere su alcuni punti di criticità e di raccogliere alcuni suggerimenti per iniziative future, che sintetizziamo di seguito: z Impostare una campagna informativa più incisiva sulle finalità dell’iniziativa, con la produzione di opuscoli specifici rivolti ai genitori e agli operatori che motivino la condivisione dei significati del progetto. z Sollecitare una partecipazione puntuale e continuativa, che tenga conto del bisogno di stabilità dei soggetti P.W. e della gradualità del percorso formativo offerto nei gruppi, sia dei genitori che dei figli. z Accogliere il desiderio dei genitori e degli operatori di sentirsi inseriti in una rete di sostegno sia emotivo che informativo, non limitato ad iniziative saltuarie od occasionali. z Aderire alla richiesta degli operatori, che riterrebbero utile distinguere tra due gruppi (bambini in età scolare/adulti), essendosi evidenziate necessità diverse rispetto alle diverse età e ai diversi contesti/ruoli professionali. z Realizzare i gruppi dei figli in spazi adeguati, che permettano di svolgere le attività in una cornice ambientale e strutturale più accogliente e rilassante. RIFLESSIONI E SUGGERIMENTI FINALI L’incontro di chiusura ha permesso uno scambio di informazioni tra i due gruppi di genitori, un confronto con gli operatori e un’esposizione del percorso effettuato nei gruppi da parte delle psicologhe. Inoltre ha offerto la possibilità, risultata gradita ai genitori, di avere una restituzione individuale centrata sulla valutazione psicologica del figlio/a. 17 Impegno per una vita migliore SCARTABELLANDO DECRETO ANTI-CRISI E INVALIDITÀ CIVILE missione di verifica dell’INPS che ha tempo 60 giorni per confermare l’esito, oppure per sospendere il procedimento richiedendo chiarimenti alla Commissione Usl, oppure per convocare a visita l’interessato per approfondimenti. Come sarà: La Commissione dell’Azienda Usl sarà integrata con un medico INPS. Questo lascia supporre che il passaggio di verifica – che ora comporta almeno 60 giorni – dovrebbe essere soppresso. L’articolo, tuttavia, sembra contraddittorio quando precisa: “In ogni caso, l’accertamento definitivo è effettuato dall’INPS”. Tuttavia, è verosimile che questa sottolineatura stia ad indicare la “facoltà di veto” del medico INPS all’interno della Commissione Usl cui è chiamato a partecipare. In tal caso, andrà ridefinito il ruolo dei Presidenti delle Commissioni e della “collegialità” delle decisioni assunte dalle stesse. L’articolo non modifica la composizione delle Commissioni Usl che rimangono uguali, inclusi i medici rappresentanti delle associazioni “storiche”, ANMIC, ENS, UIC, ANFFAS. La successiva permanenza dei requisiti sanitari è affidata all’INPS. Non è chiaro se questa indicazione riguarderà solo le verifiche a campione oppure ogni procedimento di revisione o di rivedibilità anche se stabilito dalla Commissione Usl. All’interno del decreto-legge “anticrisi” approvato dal Consiglio dei Ministri (decreto-legge 1 luglio 2009, n. 78), è contenuto un articolo che, nelle intenzioni del Governo dichiarate in conferenza stampa, dovrebbe consentire tempi più rapidi e modalità di più chiare per il riconoscimento dell’invalidità civile, dell’handicap e della disabilità, attribuendo all’INPS nuove competenze. Ma vediamo in concreto di cosa si tratta. L’articolo in questione porta il titolo: “Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile” e rivede profondamente le modalità di presentazione delle domande di accertamento, della valutazione, della concessione, e del ricorso giurisprudenziale. L’articolo non fa cenno ad una diversa fissazione dei tempi massimi di accertamento e di concessione, anche se – nelle dichiarazioni governativa viene ventilata una riduzione dei tempi medi – fra la domanda e la definitiva concessione – dagli attuali 11 mesi a 4 mesi. DOMANDA DI ACCERTAMENTO DEGLI STATI INVALIDANTI L’articolo riguarda sia le domande di accertamento delle minorazioni civili (invalidità, cecità, sordomutismo) che le domande di accertamento dell’handicap (Legge 104/1992) che quelle per la disabilità (Legge 68/1999). Com’è ora: le domande si presentano alla segreteria della Commissione di accertamento presso l’Azienda Usl di residenza che provvede, entro 90 giorni a fissare la data di accertamento. Come sarà: se il decreto legge verrà convertito in legge nell’attuale testo, dal primo gennaio 2010 le domande verranno presentate esclusivamente all’INPS che provvederà all’invio, per via telematica, all’Azienda Usl di competenza che provvederà alla convocazione. La disposizione presuppone che esista una rete e una modalità d comunicazione uniforme, su tutto il territorio nazionale, che consenta il passaggio dei dati in tempo reale. LA VALUTAZIONE DELLE MINORAZIONI CIVILI Com’è ora: le Commissioni di accertamento e le Commissioni di verifica INPS, per valutare le minorazioni civili, applicano le modalità e le tabelle riportate nel Decreto del Ministero della Sanità del 5 febbraio 1992. La Legge n. 328/2000 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) aveva delegato il Governo alla revisione dei criteri di accertamento dell’invalidità “tenuto conto di quanto previsto dall’articolo 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 157, nonché dalla Classificazione internazionale dei disturbi, disabilità ed handicap - International classification of impairments, disabilities and handicaps (ICIDH), adottata dall’Organizzazione mondiale della sanità.” Nel frattempo l’OMS ha approvato l’ICF (Classificazione Internazionale del Fuzionamento, della Disabilità e della Salute) che l’Italia ha provveduto a recepire. Come sarà: entro 30 giorni L’ACCERTAMENTO E LA VERIFICA Com’è ora: attualmente l’accertamento degli stati invalidanti viene effettuato da una specifica Commissione presente in ogni Azienda Usl. Una volta redatto il verbale viene trasmesso alla Com18 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 dall’entrata in vigore del nuovo decreto, il Ministero della Salute nomina una Commissione con il compito di “aggiornare le tabelle indicative delle percentuali di invalidità già approvate con Decreto del 5 febbraio 1992 (...).” con la precisazione che tali aggiornamenti non devono comportare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Nessuna modifica in vista, quindi, quanto alla logica attuale della valutazione delle minorazioni. LA CONCESSIONE DELLE PROVVIDENZE ECONOMICHE Com’è ora: se il verbale di invalidità civili, cecità civile e sordomutismo contiene i presupposti sanitari per l’erogazione di provvidenze economiche (pensioni, indennità, assegni), inizia l’iter per la concessione che prevede un’istruttoria sugli altri requisiti (reddito personale, ricovero). Una volta concluso, il decreto di concessione viene trasmesso all’INPS per l’erogazione delle provvidenze stesse. La concessione delle provvidenze economiche è espressamente attribuito alle Regioni dall’articolo 130 del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 Come sarà: Con un accordo quadro fra Ministero della Salute e Conferenza Stato – Regioni, le competenze concessorie saranno trasferite al- l’INPS. L’accordo dovrà essere sottoscritto entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge. IL RICORSO Com’è ora: il ricorso contro i verbali e contro la mancata concessione delle provvidenze è possibile solo davanti al giudice (e con l’assistenza di un legale). Dal 2005 le comunicazioni relative ai ricorsi devono essere comunicati anche all’INPS. Non è possibile il ricorso amministrativo né è prevista l’istanza di riesame per autotutela. Come sarà: l’INPS diventa unica “controparte”. Inoltre nel caso in cui un giudice nomini un consulente tecnico (cioè un medico che valuti per conto del tribunale l’effettiva condizione sanitaria di chi ricorre), questi dovrà obbligatoriamente essere affiancato nelle indagini da un medico INPS. Il decreto non prevede l’introduzione del ricorso amministrativo o altre formule di contenimento del contenzione in giudizio. Il Decreto-Legge 1 luglio 2009, n. 78 è stato convertito in legge con modificazioni dalla Legge 3 agosto 2009, n. 102. Colora l’elefante del circo... 19 Impegno per una vita migliore L'associazione di volontariato Utim - Unione per la tutela degli insufficienti mentali con if patrocinio delia Regione Piemonte e con fa collaborazione delia Fondazione Promozione Sociale onlus HANDICAP INTELLETTIVO Come garantire una reale integrazione alle persone con limitata Riflessioni, esperienze, proposte 0 nulla autonomia. VENERDI 9 OTTOBRE 2009 - Centro Ineontri Regione Piemonte, C.so Stati Uniti~23 (g.e), Torino II convegno si propone di rafforzare 1'integrazione reale delle persone con handicap intellettivo. Allo scopo, nella prima parte saranno presentati contributi di esperti ed esperienze positive gia realizzate, ma ancora poco diffuse. Inoltre vi sara l' occasione di approfondire recenti normative regionali che, se correttamente attuate, potrebbero contribuire a promuovere ulteriormente i diritti sociali delle persone con handicap intellettivo. I promotori partono dalla convinzione che questi soggetti non sono di per se persone sempre da assistere 0 malate ma molto spes so hanno potenzialita e capacita da spendere nel mercato del lavoro. Salvo i casi dei soggetti con handicap intellettivo in situazione di gravita, tutti gli altri aspirano all'autonomia e all'indipendenza. L'inserimento lavorativo dovrebbe essere il filo conduttore di tutte Ie iniziative, dalla riabilitazione all' abbattimento delle barriere architettoniche, dalla prescuola alla scuola dell' obbligo e superiore, dalla formazione professionale ai trasporti ecc. Ovviamente per dare a ciascuno cia di cui ha bisogno secondo Ie sue autonomie e potenzialita sono indispensabili norme che sanciscano diritti esigibili e, conseguentemente, assicurino risorse adeguate per garantire servizi e prestazioni. Pomeriggio ore 14.00: TAVOLA ROTONDA - coordina M. Grazia Breda, presidente Fondazione promozione sociale: "Le nuove frontiere dell' ass i- ore 9.00: registrazione partecipanti ore 9.30: apertura dei lavori - presiede Riccardo Bonacina, direttore del settimanale Vita ore 9.40: saluti dell' Assessore allavoro e al welfare delIa Regione Piemonte Angela Migliasso ore 10.00: Emilia De Rienzo, insegnante e condirettrice delIa collana "Persona e societa: i diritti da conquistare" edita dalla Utet Universita: "Come ridejinire it problema handicap (riferimenti con- stenza alle persone con handicap intellettivo in situazione di gravita volontariato intrafamitiare; cure con limitata 0 nulla autonomia: domicitiari; ricoveri di sollievo; i risvolti sanitari dell'invecchiamento degli utenti dei centri diurni e delle comunita alloggio, ecc. "; INTERVENGONO: ore 14.15: Vincenzo Bozza, presidente Utim (relazione concordata con Ie altre associazioni del settore) ore 14.30: Giampaolo Albini, responsabi1eDirezione politiche sociaIi dell' Assessorato al welfare delIa Regione Piemonte ore 14.45: Monica Lo Cascio, Direttore servizi sociali e rapporti con Ie Asl del Comune di Torino ore 15.00: Mauro Ferrari, Direttore Consorzio socio-assistenziale del Verbano Cusio Ossola ore 15.15: Carlo Romano, Direttore Distretto Asl To2 Interventi preordinati di rappresentanti delIa cooperazione sociale, dei gestori privati, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di tutela. creti per azioni efficaci anche alla luce delle dejinizioni dell 'Oms e dell'Icj; concetti di autonomia e di potenzialita; handicap e malattia) "; ore 10.20: Paola Guerra, responsabile del servizio di consulenza educativa dell' Assessorato all'istruzione del Comune di Torino: "Il nucleo famitiare: luogo privitegiato per crescere bene (gli aiuti indispensabili per promuovere l'accoglienza di un neonato con handicap intellettivo, it supporto che pub essere garantito dagli Enti locali)"; ore 10.40: Marisa Pavone, Universita di Torino, Facolta di pedagogia speciale: "Il punto sull'integrazione scolastica (ruolo dell'Universita nellaformazione degli insegnanti; i supporti degli Enti locali anche in riferimento al piano triennale regionale suI diritto allo studio; la funzione dell'orientamento per la vita da adulto)"; La partecipazione e gratuita, ma e indispensabile telefonare, scrivere 0 inviare un fax 0 una e-mail alIa segreteria del convegno per la prenotazione (obbligatoria). Verra ri1asciato il codice di iscrizione, necessario per l' accesso alIa sala del convegno. Le iscrizioni si ricevono nei limiti delIa capienza delIa sala. La segreteria del convegno e assicurata dalla Fondazione Promozione Sociale onlus, via Artisti 36 - 10124 Torino, tel. 011/812.44.69, fax 011/812.25.95, indirizzo e-mail: [email protected]. Qualora insorgessero impedimenti alIa partecipazione al convegno, gli iscritti sono pregati di informare al piu presto la segreteria. Ai partecipanti verra rilasciato un attestato. ore 11.00: Gaudenzio Como, Responsabile area formazione professionale e lavoro, Provincia di Torino: "Le nuove prospettive della formazione professionale per chi ha potenzialita lavorative (it corso prelavorativo in relazione all'obbligo formativo; esperienze positive di continuita traformazione professionale e centri provinciali per l'impiego)"; ore 11.20: Concetto Maugeri, funzionario Assessorato al lavoro Regione Piemonte: "Illavoro come conquista della autonomia (Ie politiche attive della Regione Piemonte; Ie azioni praticabiti dagli Enti locali per promuovere Ie assunzioni nella cooperazione socia Ie, come previsto dal piano socio-sanitario regionale) "; ore 11.40: dibattito ore 12.00: repliche ore 13.00: sospensione dei lavori 20 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 L'Anfaa, Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie in collaborazione con la Fondazione promozione sociale onlus, il Comitato per I'integrazione scolastica e la rivista Prospettive assistenziali organizza il convegno nazionale LA SCUOLA DELL' ACCOGLIENZA - Apprendere dalle differenze Milano, venerdi 16 ottobre 2009 ore 9,00 - 17,00 (buffet in sede) Sala delle Colonne delia Banca popolare di Milano, Via San Paolo 12 La scuola continua ad essere I'ambiente in cui i bambini si misurano con gli altri, sia sui piano relazionale che su quello degli apprendimenti e costituisce per ognuno di lara una importante occasione di verifica del proprio valore e di costruzione, attraverso il confronto con gli altri, delia propria identita. Negli ultimi anni la scuola italiana ha registrato un incremento notevole nella frequenza di alunni con situazioni personali e familiari particolari - tra cui minori adottati 0 in affidamento a scopo educativo - ed un aumento delle problematiche sociali ed educative connesse anche agli as petti di una societa multiculturale ed interrazziale. La scuola di ogni ordine e grado PUQ contribuire concretamente ad un corretto processo di socializzazione di ogni minore; al superamento di stereotipi, a volte ancora presenti in alcuni libri di testo, come quello di una rappresentazione dei rapporti familiari basata sui soli leg ami biologici; alia promozione del cambiamento culturale che deve vedere i minori come soggetti di diritti e non oggetti dei bisogni dell'adulto. II Convegno intende quindi: a) offrire ai docenti strumenti di analisi delle nuove complesse tipologie familiari e in particolare delle famiglie adottive e affidatarie, nonche strumenti didattici per affrontare il tema delia famiglia ai vari livelli (materne,elementari, medie e superiori); b) ampliare Ie conoscenze degli operatori delia scuola sulla condizione familiare oggi, sui concetto di genitorialita e sui ruolo delia scuola stessa per superare/far superare gli stereotipi esistenti che considerano ancora il legame biologico come fondamento del rapporto genitori-figli; c) fornire ai genitori gli strumenti per una collaborazione scuola-famiglia tesa al benessere del rninore. are 8,45 Registrazione are 9,15 Apertura dei lavori a cura dell'Anfaa dei partecipanti are 9,30 Introduzione del rappresentante are 9,45 "Apprendere e stare bene insieme a scuola si pu6", Emilia De Rienzo', insegnante e scrittrice "Quale relazione fra scuola e famiglia" - oonatella sociologa, docente Universita Cattolica di Milano Dibattito are 13,00 Buffet "Imparare con il cuore e con la mente" - Presentazione di strategie e percorsi didattico-educativi per imparare a riconoscere e gestire Ie emozioni a cura del gruppo di lavoro "Commissione scuola - Anfaa", Giuse Tiraboschi, insegnante scuola primaria e pedagogista; Anna Stroppa, psicoterapeuta dell'eta evolutiva are 14,45 Teatro Forum "Parliamo di adozione e affidamento agli adulti di oggi e di domani" (realizzazione curata da Adriana Zamboni e Manuela Massarentt) delia Regione Lombardia "Scuola e cultura dei diritti" - Maria Grazia Breda, presidente Fondazione promozione sociale, condirettrice delia Collana "Persona e Societa: i diritti da conquistare" edita dall'Utet Universita; Marisa Faloppa, pedagogista, redattrice di "Handicap e scuola" . are 11,30 are 14,00 Bramanti, are 15,45 Dibattito are 17,00 Conclusione dei lavori e e gratuita, ma la prenotazione obbligatoria. Telefonare La partecipazione o scrivere alia Segreteria del convegno: Anfaa, Via Artisti 36, 10124 Torino, tel. 011.8122327, fax 011.8122595, e-mail [email protected], che fornira iI codice indispensabile per I'accesso alia sala del convegno. L' Anfaa, Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie in collaborazione con la Fondazione promozione sociale onlDs e la rivista Prospettive assistenziali organizza il convegno nazionale ADOZIONE E AFFIDAMENTO FAMILIARE A LUNGO TERMINE RIFLESSIONI E PROPOSTE DALLA PARTE DEI MINORI Con questo convegno intendiamo proporre una riflessione sugli aspetti fondanti dell'adozione. Com'e noto, presupposto imprescindibile dell'adozione e la lJichiarazione di adottabilita. Si tratta di un provvedimento estremamente importante in quanto accerta che i minori siano «privi di assistenza morale-e materiale da parte dei genitori dei parenti tenuti a provvedervi» e che «Lamancanza di assistenza non sia dovuta a cause di Jorza maggiore di carat/ere transitorio». Nella vigente legge 184/1983 sono previste diverse e valide nonne dirette sia per evitare una ingiustificata sottrazione dei minori dai lorn nuclei d'origine, sia per garantire at minore in stato diadottabilita una famiglia idonea. Fenno restando che finora nessuno ha messo in discussione questi principi di fonda dell'adozione legittimante, nel convegno si intende approfondire la proposta di introdurre nel nostro ordinamento I' adozione cosiddetta "mite" 0 "aperta", Sl! cui sono stati presentati al Parlamento alcuni disegni di legge. L' adozione mite 0 aperta e incentrata suI "semi-abbandono pennanente del minore", situazione che pero e mai stata e non viene definita. Risulta quindi evidente che mancano i riferimenti giuridici necessari per poterne individuare la sussistenza. Nel convegno i promotori intendono altresl individuare Ie misure da assumere a tutela dei minori non dichiarabili in stato di adottabilita, che continuand a vivere con gli affidatari per anni, in certi casi anche oltre la maggiore eta, mantenendo rapporti significativi con i lorn congiunti, che non sono pero in grado di riaccoglierli a causa delle loro difficolta, e definire gli aspetti giuridico-sociali degli affidamenti "a lungo termine". Ipotesi di programma (ore 9.00-12.00/14.00-18.00) Aspetti etologici, genetici e sociali della genitorialita Presentazione del documento Presupposti etico-giuridici "Principi irrinunciabili biologic a e adottiva; in materia di adozione e affidamento farniliare di rninori"; e sociali dello stato di adottabilita; Tavola rotonda su "Affidamenti farniliari a lungo terrnine: a quali condizioni?" con l'intervento di giudici, amministratori, operatori sociali, affidati adulti e affidatari. La partecipazione 01l.812.23.27,jax e gratuita, ma la prenotazione e obbligato ria. Telefonare 0 serivere alIa Segreteria del eonvegno: Anfaa, Via Artisti 36, 10124 Torino, tel. 011.812.25.95, e-mail segreteria@anfaa,it ehe fomira il eodice indispensabile per I'aceesso alIa sala del convegno. 21 Impegno per una vita migliore continuazione di pag. 2: IL MISTERO DEL SACRO di Elena Cappellano si ha l’impressione di uscire per un poco da se stessi dimenticando le difficoltà quotidiane spesso così insolubili. A questo rafforzamento della fede sappiamo come possa contribuire anche la musica: ma, appunto, la musica vera e non quella, che ha solo il vantaggio della facilità, cantata dai ragazzi all’angolo della strada, che è un dilatarsi dei polmoni con cui l’adolescente proclama il montare in sé della linfa vitale che, come dicono gli indiani, sale nei giovani guidandoli verso l’amore e la procreazione. Ciò che è troppo facile, per il solo motivo di esserlo, perde valore anche se per un certo tempo può essere gradevole. I fumi ed i canti che provengono da dietro l’iconostasi contribuiscono a risvegliare e a mantenere viva la fede nella Chiesa di Oriente che si risveglia alle vecchie pratiche religiose. L’amore del prossimo: non è il sacro. La preghiera banale, che tutti capiscono senza sforzo: non è il sacro . Il prete alla tua altezza come un pari: non è il sacro. La religione più diffusa nel Nord, la protestante, è una religione triste: nel Nord infatti abbiamo il maggior numero di suicidi. In America c’è il maggior numero di sette. Forse la gente cerca altro: ha bisogno di qualcosa da non capire completamente. religione fosse adempiuto dalla religione misterica. Il resto, il Dodecatheon greco, era qualcosa di molto vicino alla politica: di tal genere era il dovere di sacrificare agli dei, e politica era la disobbedienza di cui i Cristiani venivano accusati nei primi secoli. Il togliere assolutamente questo velo, che come il fumo dell’incenso rivestiva il sacro, se è stato pensato come omaggio alla democrazia, ha forse contribuito ad allontanare dal cristianesimo molte persone. Le canzoni accompagnate da chitarre e percussioni accarezzano la propensione umana a limitarsi a cose facili, compiendo nello stesso tempo il proprio dovere religioso, ma a lungo andare come tutto quello che si realizza senza fatica viene vissuto come privo di qualsiasi significato importante. E’ a questo punto che per soddisfare in qualche modo il bisogno di un mistero di fronte al quale inchinarsi, tanti si rivolgono alle sette o alle società segrete, che esigono quei sacrifici che il culto cattolico attuale, nel suo timore di perdere seguaci, non chiede più a nessuno. Se quella in cui si sceglie di credere è una divinità bisogna offrirle denaro, libertà e soprattutto quella componente razionale di cui andiamo tanto orgogliosi. Non si può dire che attualmente nelle chiese cattoliche abbondino i fumi di quell’incenso che caratterizza tanti culti venuti dall’Oriente e che provoca quello stordimento leggero attraverso il quale ... un gatto, una civetta, la luna e le stelle... colora e scrivi un breve poesia 22 Anno XII - N. 3 luglio, agosto, settembre 2009 LE RICETTE DI ELENA Pensiero La comunità che frequento si chiama Casa gialla ed è composta dalla stanza della televisione, il corridoio, la cucina, il bagno con la doccia, il bagno con la vasca, tre camere da letto piano sopra il bagno degli educatori la camera degli educatori la camera di una ragazza e il bagno di una ragazza. Al piano sotto la lavanderia il bagno in più la stanza della riunione degli operatori, il bagno degli operatori, la palestra e la stanza degli computer. La comunità è molto bella una persona si può anche perdere perché è grande e una villetta. Poi c’è né un’altra villetta che si chiama la Casa bianca ed è composta da corridoio, il bagno con la vasca, la stanza della televisione, le due camere composte da due letti e una camera composta da un letto, la cucina, la stanza degli operatori. Io ritorno in comunità a Pasqua, alla festa dei lavoratori, festa della Repubblica, per il mio compleanno farò le vacanze, e infine tornerò per capodanno fino alla befana. Mi manca ancora e speriamo che il prossimo anno mi mandano anche a san Valentino, alla festa del papà e mamma, al pesce d’aprile, alla festa della liberazione, a ferragosto, alla festa dei morti e dei santi, all’Immacolata, a Natale a Santo Stefano, a Carnevale e alla Festa delle Donne. RICETTE DEL MEDITERRANEO: IL MAGRHEB pezzi di carne nell’olio. Aggiungete l’aglio le cipolle i pomodori il cumino la cannella il sale e il pepe. Mescolate. Versate 1 bicchiere di acqua. Coprite e lasciate cuocere a fuoco lento per 1 ora. Passato questo tempo aggiungete le fave i cuori di carciofo tagliati a spicchi e le olive verdi. Coprite e proseguite la cottura per 30 minuti. Spremete il limone eliminate la scorza e tagliatelo a pezzi. Aggiungetelo al piatto Servite nel piatto TAJINE e aggiungete coriandolo fresco 30 minuti. Per 4 persone tot. 1 ora e 40 PASTILLA 2 piccioni 3 uova sode 1 tuorlo d’uovo 1 cucchiaio di cannella in polvere 3 cucchiai di olio d’oliva sale pepe 8 fogli di BRICK 1 cucchiaio di zucchero in polvere 80g di burro 80g di uva passa 300g di funghi gallinacci porcini Fate cuocere a fuoco dolce i piccioni per 1 ora con l’olio d’oliva il sale e il pepe in una casseruola coperta. Quando i piccioni sono cotti disossateli Tagliate la carne a piccoli pezzi. Pulite i funghi Tagliateli a fettine. Sgusciate le uova sode. Schiacciateli con una forchetta In un’insalatiera mettete la carne dei piccioni i funghi e le uova .Aggiungete l’uva passa e la cannella. Mescolate bene. Disponete la farcia su ogni foglio di BRICK Impilateli terminando con un foglio di BRICK. La PASTILLA è pronta. Mettetela in un pirofila. Sbattete il tuorlo d’uovo con un po’ di acqua. Spennellatevi la PASTILLA mediante un pennello Irrorate con burro fuso e fate cuocere per 30 minuti al forno a 200°C temperatura 6 minuti. Cospargete di zucchero e servite caldo e aggiungere lo zenzero e lo zafferano 40 minuti. Per 4 persone tempo tot. 1 ora e mezza. TE ALLA MENTA 1 cucchiaino e 2 di tè verde 2 mazzi di menta fresca 1 cucchiaino di zucchero in polvere 75 cl di acqua bollente Lavate accuratamente la menta e asciugatela con della carta assorbente. Per eliminare l’amaro del tè mettetelo in un teiera e riempite di acqua bollente poi gettate l’acqua Nella teiera aggiungete il rametto di menta e lo zucchero Versatevi sopra l’acqua bollente Lasciate in infusione per 3 minuti. Versate il tè nel bicchiere e rimettetelo poi nella teiera per aerarlo Aspettate 3 minuti prima di servire . Per 4 persone tot. 10 minuti TAJINE D’AGNELLO ALLE FAVE E I CARCIOFI 6 cucchiai d’olio d’olive 1 cucchiaino di cumino 1 cucchiaino di cannella 2 cuori di carciofi sale pepe 1 limone CONFIT sotto sale 12 olive verdi 2 cipolle 3 pomodori 3 spicchi d’aglio 1 spalla d’agnello disossata e tagliate a pezzi 250g di fave fresche Tagliate la carne in 8 pezzi. Pelate e tritate le cipolle e l’aglio. Sbollentate i pomodori fateli raffreddare passandoli sotto l’acqua fredda e spelateli. Tagliateli a spicchi e privateli dei semi. Sbollentate le fave In un piatto per TAJINE o in mancanza in un coccio, mettete a dorare i 23 Impegno per una vita migliore L’isoLa dei desideri Torna «Il Volo di Pegaso» Il Centro Nazionale Malattie Rare (CNMR) dell’Istituto Superiore di Sanità promuove per il secondo anno consecutivo il Concorso artistico-letterario “Il Volo di Pegaso - Raccontare le malattie rare: parole e immagini”, aperto a tutti gli autori. Il tema scelto quest’anno e a cui dovranno ispirarsi le opere - da inviare entro il 15 ottobre prossimo - è quello della relazione tra le malattie rare e l’ignoto. Pègaso, il cavallo alato caro a Zeus, prende il volo ancora una volta. Siamo lieti di annunciare e presentare, infatti, la seconda edizione del Concorso artistico-letterario Il Volo di Pègaso, raccontare le malattie rare, aperto in questa occasione anche alle opere video, oltre che di narrativa, poesia, fotografia, pittura, disegno e scultura. Tema del concorso, quest’anno, è Oltre l’ignoto: la relazione tra le malattie rare e l’ignoto. C’è una cosa, infatti, che accomuna e rende peculiari tutte le malattie rare: la difficoltà della diagnosi e, molto spesso, della cura. Le persone in attesa di diagnosi vivono settimane, talvolta mesi o anni, prima di capire quale sia il male che li rende tanto fragili e deboli. È un limbo, una condizione di sospensione: si sa che si sta male ma se ne ignorano le cause e le ragioni; la malattia è dentro di noi e nello stesso tempo ci è estranea, ignota. Le opere narrative e figurative dovranno dunque prendere le mosse da questa condizione di sospensione e attesa che caratterizza le prime fasi della malattia rara. Dovranno portare alla luce il dialogo interiore che la malattia innesta nelle persone. Un dialogo di certo drammatico che diviene però grande occasione di introspezione e di conoscenza di sé: “Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi”, scriveva infatti Italo Svevo ne «La coscienza di Zeno». I candidati sono dunque invitati a percorrere questo sentiero metaforico e ad illuminarlo con la parola o con il gesto artistico, perché, come ricorda il Premio Nobel Rita Levi Montalcini, «non è l’assenza di difetti che conta, ma la passione, la generosità, la comprensione e la simpatia del prossimo e l’accettazione di noi stessi con i nostri errori, le nostre debolezze, le nostre tare e le nostre virtù, così simili a quelle di chi ci ha preceduto o di chi verrà dopo di noi». Per poter partecipare è necessario leggere il regolamento e compilare la scheda di partecipazione in ogni sua parte, autorizzando il trattamento dei dati personali e la cessione del diritto di stampa e/o riproduzione, pena l’esclusione dal concorso. Si ricorda che anche le schede in formato rtf, compilate elettronicamente, devono essere firmate e poi scansionate per l’invio email. Il termine per l’invio delle opere è il 15 ottobre 2009. Per ulteriori informazioni: Centro Nazionale Malattie Rare - ISS, tel. 06 49904017, fax 06 49904370, [email protected] 24 L’AURA DI LAURA di Fabio CLERICI (Milano) Due pepite scure, ornano il solcato viso, parlano, amano, abbracciano; fili di scura seta svolazzano, all’aria di quest’estate; serene le parole, nel fluire dei suoi accadimenti, donate da morbide labbra; materno il sorriso, quando gli occhi si posano, sull’universo del suo giardino, della presenza rassicurando la bianca fedele amica, accanto accucciata; la piccola casa in legno, sogno del suo esistere, profuma di semplice vita, appare un raggio di sole, nel buio della notte, un vento che spazza il pregiudizio e percorre di umiltà il sentiero di vita; Laura è una brezza, leggera e tiepida, le parole sono canzoni, la vita le appartiene, un’aura avvolge le sue membra, l’infante linea del suo sguardo, lo scolpito viso, mostrano divina bellezza, a più desolante fato di mai poter in un prato correre; una sedia son le gambe e due angeli le sue braccia, ma Laura vive di percezioni, sensazioni, sentimenti, la vita è continua emozione, e Laura si nutre di essa; mi allontano dal suo mondo volgendo un ultimo sguardo, ai fiori del suo giardino, alla pacificata rabbia con la vita, saluto i suoi angeli, e penso di poter morir contento, se questo è il paradiso. L’autore dedica questa poesia a una sua cara amica.
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