ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA SCUOLA DI ARCHIVISTICA, PALEOGRAFIA E DIPLOMATICA CORSO DI PALEOGRAFIA II ANNO (I PARTE) MARIA GRAZIA BISTONI SCRITTURA SEMIONCIALE - Scrittura libraria in uso nei secc. V-VIII d.C., poi ripresa come scrittura imitativa nei centri scrittorii franchi di Corbie e Tours fino al IX sec. inoltrato - Pienamente minuscola (eccetto che per la N in prevalenza maiuscola) e diritta - Utilizzata in tutte le regioni in cui è in uso la onciale, ma in maniera minore nell' area orientale dell'impero - Non ha rapporti di parentela e di gusto con la coeva scrittura greca (limitatissima presenza in codici digrafici greco- latini) - Ha legami con la corsiva nuova (g, attacco a uncino della m, tendenza a ingrossare "a clava" la parte superiore delle aste di b,h,l) SCRITTURA SEMIONCIALE Utilizzata principalmente per testi di letteratura cristiana "minore" (opere patristiche, omiletiche, liturgiche) mentre per la Bibbia è privilegiata l'onciale, più solenne Traube: "Scrittura cristiana ancor più della onciale" La quantità dei manoscritti prodotti nei secc. V-VIII in semionciale è alta (circa 35%), seconda solo alla onciale Sono attestati codici prodotti in Africa settentrionale e Italia (Napoli, Vivarium, Roma, Ravenna, Verona, Milano) SCRITTURA SEMIONCIALE Lettere caratteristiche a,g,r Abbreviazioni molto rare nei secc. V-inizio VII, poi più frequenti Difficile individuare criteri per la datazione dei codici non datati in quanto la semionciale non raggiunge mai una vera e propria canonizzazione, mantenendo sempre al suo interno eccezioni non tutte riconducibili a un determinato periodo o luogo o centro scrittorio SCRITTURE DI GLOSSA Scritture a base onciale o semionciale o mista, talora anche con rari elementi corsivi usate unicamente per annotazioni marginali, accanto a onciali o semionciali di modulo ridotto. Presentano in tutti i casi contaminazioni consistenti nella presenza di lettere onciali entro un tessuto semionciale e viceversa o di elementi corsivi entro un sistema semionciale o, più raramente, onciale Usate nei secc. V-inizio VII. La loro scomparsa è un segno del crollo di un intero sistema culturale e del passaggio a un'epoca nuova SCRITTURE DI GLOSSA "Costituiscono un tipo di scrittura minuta, inclinata a destra in cui predominano lettere caratteristiche della onciale (a,d,e,h,q) o della semionciale (a, b, d, g, m) che, anche in ragione dell'asse di pendenza, potrebbero esere qualificate come semicorsive, cioè come lettere corsive con tratteggio calligrafico. In tale ipotesi potrebbe rientrare anche la N, ma certamente non la R e la S che, pur di minuta fattura, sono di forma maiuscola, nella maggior parte dei casi" (Alfio Rosario Natale). SCRITTURE DI CANCELLERIA DEL PERIODO TARDOANTICO L'età tardoimperiale ci ha consegnato esigui frammenti di documenti prodotti dalle cancellerie imperiale e provinciali (Egitto, Siria...) nei secc.IV-V J.Mallon ha definito la scrittura della cancelleria imperiale litterae caelestes (ne resta un solo testimone del 436, il papiro di Leida); per le altre esiste il termine di litterae longariae. Il documento è scritto per cola e commata, cioè con righe più lunghe alternate a righe più corte E' scrittura corsiva che ha come modello di riferimento l'antica corsiva romana Caratteristiche: rotazione verso sinistra dell'asse di scrittura, più evidente nelle lettere (A,B,M,N,R) il cui tratto finale dovrebbe ricadere sulla linea duttrice e invece si curva obliquamente verso l'alto a destra; generale tendenza ad allungare le lettere in senso verticale; tendenza ad arrotondare le forme e munirle di elementi ornamentali; particolare tecnica dei legamenti che sono possibili creando piccoli blocchi di lettere il cui punto di unione è a mezza altezza. SCRITTURE DI CANCELLERIA La scrittura imperiale è il recupero di una scrittura antica, non più in uso da quasi due secoli, ormai morta. Usata in pieno V secolo. E' una maiuscola corsiva in cui sono allungate a dismisura le aste e legati i tratti, resa calligrafica (ma non per questo più leggibile) con l'aggiunta di elementi decorativi e caratterizzata con impressionante regolarità da un angolo di inclinazione delle lettere a 25-30° Una disposizione di Valentiniano I e Valente, data da Treviri nel 367, riportata nel codice teodosiano, riserva l'uso delle litterae coelestes alla cancelleria imperiale imponendo alla altre cancellerie l'uso delle litterae communes. Usate nel IV-V secolo, è presumibile che siano nate nell'ambito della cancelleria imperiale molto prima; la loro scomparsa coincide con la sostituzione del greco al latino come lingua ufficiale dell'impero (dopo la caduta dell'impero d'occidente) SCRITTURE DI CANCELLERIA Al di fuori della cancelleria centrale vengono usate scritture alte e slanciate per interi documenti o parti di essi. Le cancellerie provinciali usano la scrittura della cancelleria centrale per scrivere i nomi dei consoli in atti da loro emessi. Tale scrittura è definita dal Tjader "scrittura iniziale". Si distingue dalla "celeste" per il progressivo inserimento di elementi della corsiva nuova e dalla presenza di forme bizzarre e fantasiose che si accentuano nel tempo. Con litterae communes si intende forse la normale corsiva nuova, ma accanto ad essa troviamo una tipizzazione della scrittura delle cancellerie provinciali che il Kresten definisce litterae officiales. SCRITTURE DI CANCELLERIA Caratteristiche delle litterae officiales (V-VI sec.): ● caratteri allungati e ingranditi ● elementi ornamentali, artifizi e ghirigori ● basate interamente sull'alfabeto minuscolo ● ● ● dal V sec. tendenza a ingrandire le prime lettere del nome dell'autore del documento per distinguerlo da quello del destinatario (funzione "introduttiva") dal VI sec. allungamento verticale delle lettere e lieve inclinazione a destra questa scrittura, a base rigidamente minuscola, darà origine alla merovingica e alle scritture di altre cancellerie regie dell'alto medioevo. SCRITTURE DI CANCELLERIA Concludendo, si può ritenere che le cancellerie provinciali non si attennero appieno al rescritto imperiale del 367 inventando una scrittura d' apparato che era tanto lontana dalle litterae coelestes (per l'origine), quanto dalle litterae communes (per l' esecuzione). IL SISTEMA ABBREVIATIVO Esistono tracce di un sistema abbreviativo dal I sec. a.C. La più antica raccolta di abbreviazioni pervenuta è il De notis iuris di M.Valerio Probo (I sec. d.C.) Nel Medioevo queste compilazioni si moltiplicano (lessici e notarum laterculi) Fino al IV sec. la tecnica compendiaria si basa soltanto sul principio del "troncamento". Già Probo osserva l'utilità delle sigle (litterae singulares, σίγλαι) che possono essere pubbliche (usate nei monumenti e nei libri sacri di storia) o private. Con esse si abbrevia una parola scrivendone l'iniziale. IL SISTEMA ABBREVIATIVO ● Le sigle più antiche sono quelle utilizzate per i prenomi: C = Caius Cn = Cneus ● Per i nomi di gentes, termini di parentela o relazione sociale: F = filius L = libertus ● Per i nomi di magistrature: COS = consul, AED = aedilis, PR = praetor, TR PL = tribunus plebis ● In epoca più recente, per termini tecnici del diritto e della procedura ● Formule, titoli e nomi geografici noti, pronomi. Secondo la tradizione il poeta Ennio (239-169 a.C.) avrebbe introdotto M e C per i numeri 1000 e 100, al posto di Ф e Θ usati in precedenza. IL SISTEMA ABBREVIATIVO Le abbreviazioni vengono incontro a due esigenze: ● Evitare la ripetizione di termini ricorrenti ● Contenere il testo entro lo spazio scrittorio Nella scrittura corsiva sono anche elemento di velocizzazione, al pari delle legature Nella corrispondenza epistolare si trovano compendiate anche formule e frasi fatte IL SISTEMA ABBREVIATIVO Compendi: ● ● ● ● ● Consistono nell'indicare la prima o le prime lettere della parola (che ne costituiscono il "radicale alfabetico") Negli esempi più antichi, le lettere non sono seguite da altri segni, poi compare il punto. Negli esempi più antichi il genere femminile può essere espresso dalle litterae conversae, scritte in forma speculare rispetto alla norma o verso l'alto invece che verso il basso Per esprimere il plurale, le lettere espresse vengono raddoppiate (eccetto CONSULES = COSS) Se si compendia una parola composta si possono avere le iniziali delle psrole che la compongono (IS = INFRASCRIPTUS, SS = SUPRASCRIPTUS, BF = BENEFICIARIUS) IL SISTEMA ABBREVIATIVO Nel VI sec. le abbreviazioni cambiano la loro natura: Dal troncamento puro si passa al troncamento sillabico, dove è espressa la lettera iniziale e la prima lettera della sillaba o delle sillabe successive. Da molti questo è considerato il punto di passaggio verso la contrazione. LA SCRITTURA TACHIGRAFICA ● ● ● ● Scrittura abbreviata usata inizialmente solo da tecnici della scrittura veloce e poi da gran parte degli scrivani Secondo Plutarco (45- 125 d.C.) la più antica notizia di tale pratica risale a Cicerone che si avvalse del suo liberto Tirone per raccogliere il discorso di Catone contro Catilina Tirone inventò e uso una serie di compendi che furono poi chiamati notae tironianae. In seguito altri scrivani ne inventarono altri Furono detti notae perché rendevano chiare parole e sillabe e notarii coloro che usarono tale tecnica LA SCRITTURA TACHIGRAFICA A Tirone risalgono poco più di 200 note: Pochi segni di base ispirati alla maiuscola corsiva indicano le singole lettere; combinandosi fra loro attraverso un processo di immedesimazione danno luogo a nuovi simboli, composti sempre da un signum principale (che rappresenta la radice o tema della parola) e da un signum auxiliare che ne indica la desinenza. LA SCRITTURA TACHIGRAFICA Delle note tironiane fu fatto largo uso sia presso i privati che nella pubblica amministrazione. Nel primo caso, a usarle furono i notarii per la scrittura sotto dettatura, nel secondo gli exceptores o ancora i notarii (ad es. Nei più antichi resoconti degli atti dei martiri) e, talvolta, anche gli studenti. LA SCRITTURA TACHIGRAFICA Tra III e V il sistema tachigrafico subì una evoluzione: ● ● ● Ebbe enorme diffusione, soprattutto nella copia di opere giuridiche Si creò uno schema in cui i segni erano formati da un radicale più una desinenza Dalle note tironiane ebbe origine una forma di scrittura sillabica La conquista più importante fu che un insieme di lettere particolarmente significative potessero richiamare alla mente un' intera parola LA SCRITTURA TACHIGRAFICA Nei codici di carattere giuridico si giunge a definire un complesso di abbreviazioni stabili, chiamate notae iuris che costituiscono il punto di passaggio verso il sistema abbreviativo medioevale. Esso è costituito da: ● Sigle e troncamenti ● Troncamenti sillabici ● Segni tachigrafici ● Letterine soprascritte ● Contrazioni ● Segni convenzionali in genere LA SCRITTURA TACHIGRAFICA Sigle e troncamenti: il segno abbreviativo (l'elemento simbolico) è il punto in tutte le sue derivazioni, tra cui la virgola posta in esponente accanto all'ultima lettera espressa Troncamenti sillabici: l'elemento simbolico è una lineetta soprascritta chiamata titulus es. dd per d(ein)d(e) Segni tachigrafici veri e propri posti su radicali alfabetici semplici come la p e la q per p(er), p(re),p(ro),q(ui),q(ue),q(uo)d) Letterine soprascritte: nell'interlinea, in corrispondenza della lettera mancante Contrazioni: indicate dal titulus, ma senza escludere segni d'altro tipo IL PARTICOLARISMO GRAFICO La grande vitalità grafica del periodo imperiale subisce una battuta d'arresto nel corso del VI sec. Le espressioni grafiche, fino ad allora sostanzialmente unitarie nelle regioni dell'Impero, iniziano a differenziarsi profondamente. Giorgio Cencetti parla di particolarismo grafico a indicare le scritture latine dei secc. VI-IX IL PARTICOLARISMO GRAFICO Le ragioni che lo determinano sono molteplici: ● ● ● ● Politiche (frantumazione dell'impero in due e, poi, in molteplici tronconi) Sociali (nuove etnie si sovrappongono o si sostituiscono alle popolazioni del mondo occidentale; mutano le strutture sociali) Economiche (contrazione della produzione e degli scambi, prevalenza dell'economia chiusa e di terra) Culturali (chiusura delle scuole pubbliche, contrazione del tasso di alfabetizzazione e della capacità di lettura, progressivo abbandono delle forme scritte a vantaggio di quelle iconografiche e orali). IL PARTICOLARISMO GRAFICO Religiose: da un lato, affermazione e diffusione del cristianesimo e della cultura cristiana e nascita degli Ordini monastici dall'altro, divisioni provocate dalla nascita di eresie e movimenti non ortodossi e dai contrasti tra il vescovo di Roma e l'imperatore d' Oriente; dal VII sec. conquista del bacino del Mediterraneo, del nord- Africa e oltre da parte dell'Islam. IL PARTICOLARISMO GRAFICO ● Petrucci: il particolarismo grafico si esplica in senso geografico, secondo le nazioni o regioni in cui si suddivide l'Europa già romana e in senso sociale, secondo le diverse categorie o classi componenti la ristretta comunità degli alfabetizzati (particolarismo graf. orizzontale e verticale). Dal punto di vista geografico si distinguono le scritture: ● insulari (Irlanda, Scozia, Britannia) ● merovingica (regno merovingico) ● visigotica (penisola iberica) ● codici del Sinai ● scritture italiane LE INSULARI ● ● Sono le scritture che si sviluppano in Irlanda e nelle Isole Britanniche a partire dal V-VI sec.e che di lì si diffondono in Gran Bretagna e sul Continente, fino in Italia (Bobbio) grazie alle missioni di evangelizzazione dei monaci irlandesi e anglosassoni. L'Irlanda, rimasta estranea alla conquista romana, nel V sec. è ancora terra di cultura celtica. La scrittura vi è pressoché sconosciuta, salvo che per rari esempi epigrafici di tipo ogamico attestati in iscrizioni funebri. LE INSULARI Le prime notizie sulla storia dell' Irlanda coincidono con il momento della cristianizzazione (IV-V sec.). Il grande evangelizzatore è Patrizio (390-460), di origine scozzese e di cultura celtica, là inviato da papa Celestino I; a lui si deve il cosiddetto cristianesimo celtico. Nel V sec. molti membri del clero gallico, sotto la pressione di Burgundi e Visigoti, varcano ilmare e si rifugiano in Irlanda: vi inizia la penetrazione della culturalatina e l' uso dell'alfabeto latino. LE INSULARI Gran Bretagna: nel II sec. avviene la prima cristianizzazione dell' isola britannica (missionari gallo- romani); le successive invasioni di popolazioni germaniche anglosassoni (secc. V-VI) spazzano via ogni retaggio di cristianesimo; nel 596 monaci romani inviati da papa Gregorio Magno e guidati da Agostino, poi detto di Canterbury, iniziano la rievangelizzazione (Kent). Un altro canale di evangelizzazione proviene dai monaci irlandesi. LE INSULARI ● ● ● ● Irlanda: i monasteri creano un sistema scolastico funzionante; fioriscono gli studi grammaticali, di esegesi biblica e del computo pasquale; vi è interesse per l'enciclopedismo tardo- antico (Macrobio, Marziano Capella, Isidoro di Sviglia). Si ipotizza che la scrittura irlandese sia nata nella 2° metà del V sec. Le più antiche testimonianze grafiche superstiti sono della fine del VI sec. Il processo di formazione della scrittura insulare si avvia in Irlanda prima che in Inghilterra LE INSULARI ● L'isola di Iona, di fronte alle coste occidentali della Scozia, è il luogo da cui si irradia l'evangelizzazione del Northumberland, con S. Aidano, 634 d.C.,fondatore dell'abbazia di Lindisfarne da dove, insieme alla cultura irlandese, penetra anche la scrittura, nei territori da poco rievangelizzati dai missionari romani. ● A Iona, nel 563 il monaco irlandese S. Columba con 12 compagni, aveva fondato l'omonima abbazia da cui partono gruppi di monaci missionari per la rievangelizzazione dell'Europa. Ad es. S. Colombano o San Gallo che fondò l'abbazia omonima. LE INSULARI ● Caratteristiche: Schiaparelli: base della scrittura insulare è la semionciale, con il concorso della onciale e in mimima parte della corsiva. ● In semioinciale sono scritti i codici biblici e liturgici portati dalla Gallia da San Patrizio e anche i testi di cultura laica. Forse alcuni di questi codici provengono addirittura dall'Italia e dall'Africa. LE INSULARI Il sistema grafico irlandese è costituito da: ● ● ● Una scrittura rotonda e di modulo quasi bilineare (litterae tunsae o litterae scotticae) detta anche insulare rotonda. Una scrittura più angolosa, compressa lateralmente e con accentuato quadrilinearismo Un alfabeto maiuscolo usato nei titoli, capitoli, rubriche ed iniziali. In rotonda vengono scritti testi di particolare importanza: vangeli, salterii. ● Elemento caratteristico è un tipico motivo ornamentale a triangolo (dente di lupo) con cui iniziano le aste della b e d minuscola, f, F, h, k, l, p, s, i tratti verticali di i, N, u, quelli iniziali di m, n, r ed R, l'inizio del tratto orizzontale di g, t e d onciale. LE INSULARI Insulare rotonda: ● ● Scrittura dal tracciato pesante, tratti marcati e scarso prolungamento delle aste sopra e sotto il rigo. Nonostante l'accentuato bilinearismo, solo F, R, S, ed N sono prevalentemente maiuscole. ● La d è per lo più onciale. ● In casi rarissimi ai trovano a e m onciali ● Sempre minuscole q e t ● Rare le forme aperte di a ed e di derivazione corsiva. ● Il legamento et ha l'ultimo tratto orizzontale invece che ascendente verso destra. LE INSULARI ● Rotonda più corsiveggiante: detta anche minuscola irlandese antica o semionciale rustica, è nell' Antofonario di Bangor (680-690), Orosio ambrosiano e Vita di San Colombano (/13). ● Minuscola insulare: la scrittura più usata in tutto il Medioevo (dal VII sec. con apogeo nel IX). Pur essendo pienamente minuscola, presenta a volte F,R,S maiuscole, d onciale e N quasi sempre capitale. INSULARE Altre caratteristiche: ● ● scarso uso di legature (non quelle con a ed u aoprascritte); la e lega mediante il tratto mediano con alcune lettere successive (es. t); la i è quasi appesa all' ultimo tratto della lettera che precede; legamenti caratteristici sono in dit, nit, vit o tra r ed l nella parola et reliqua. Frequente il nesso OR con la R in forma di 2. Abbreviazioni: sono numerose: que, bus, m, n, nomina sacra, note tironiane, notae iuris che vengono rielaborate a formare un vero sistema che si diffonde a tutto il mondo occidentale; et e est INSULARE ● Fenomeni ortografici comuni a Irlandesi e Anglosassoni: introduzione di i dopo c nel participio presente (es.dociens); ● ● ● Uso arbitrario dell' h per lo spostamento dell' aspirazione in inizio di parola; Raddoppiamento o scempiamento di s (es. missi per misi o expossitus) Propensione a dividere le sillabe in maniera non corretta ma, nello stesso tempo, abbandono della scriptio continua e l'introduzione di spazi tra le parole (questo solo nei testi in latino, non in lingua celtica). INSULARE ● Adozione precoce di un sistema di interpunzione: punto e diplé; punti e commata raggruppati in vari modi per indicare una pausa più o meno lunga, uso del diminuendo: ogni aprte del discorso che si vuole evidenziare inizia con una lettera più grande (littera notabilior) seguita da lettere di grandezza decrescente fino alla minuscola del restante testo. INSULARE ● L'alfabeto maiuscolo o capitale decorativa è presente nei grandi codici per evidenziare incipit, explicit, capitula. E' un adattamento dell' alfabeto capitale, con l'inserimento di lettere onciali e semionciali a uno schema quadrangolare entro cui le curve vengono spesso spezzate e tutti i tratti iniziano in alto col tipico triangolo insulare. Lettere caratteristiche: C in tre elementi, O a losanga con tratti orizzontali tangenti, A con la barra divisa in due tratti disposti ad angolo, M formata da tre tratti verticale tagliati da una traversa o da un unico tratto verticale segnato da tre brevi tratti orizzontali.
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