la raccolta differenziata 1

SOMMARIO
IL REGALO DI SMELL
pag. 3
LA VENDETTA DELLA SPAZZATURA
pag. 5
RIFIUTI ALLA DERIVA
pag. 6
IL CESTINO VIAGGIATORE
pag. 7
LA STORIA DI BLUETTE
pag. 9
UN AMORE DAVVERO PARTICOLARE
pag. 10
IL RICICLAGGIO
pag. 11
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA 1
pag. 12
BIOGRAFIA DI UN’ORSACCHIOTTA
pag. 13
UN INCONTRO INTERESSANTE
pag. 14
IL FOGLIO
pag. 14
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA 2
pag. 15
UNA GIORNATA PIOVOSA
pag. 16
I RIFIUTI VIVENTI
pag. 17
LA BOTTIGLIA E LA SUA FAMIGLIA
pag. 18
COME NACQUE IL QUADRIFOGLIO
pag. 19
SE NON CREO NON BUTTO
pag. 24
IL MONDO È IN PERICOLO
pag. 25
SALVATI DAL QUADRIFOGLIO
pag. 27
L’AMBIENTE VISTO DALLA PARTE DEI BAMBINI
pag. 29
TITOLO
IL REGALO DI SMELL
L’odore acuto del gorgonzola svegliò tutta la famiglia Puz immediatamente.
Mamma Puzzola ne spalmò un pochino sul pane e preparò felicemente dei toast al “gorgopuz” per colazione ai suoi figli Fetox, Fognino e
Puzzetta.
Ci sarebbe da dire che la famiglia Puz viveva in una discarica ed era una
di quelle famiglie un po’ puzzolenti, disordinata, mangiatrici di “schifezze” e che non riuscivano mai a fare la raccolta differenziata e così
buttavano la spazzatura nei cassonetti sbagliati. Fetox, il più piccolo,
era appassionato di rock ed ogni anno andava nella Valle dei Ratti a vedere il concerto del suo cantante preferito Puzzorock che si esibiva tra
montagne di spazzatura e dove tutti si rotolavano e facevano festa tra
l’immondizia. Fognino, invece, adorava il parco Sporcolandia dove c’era
una piscina di liquame, un’altalena di cartone e uno scivolo di banane,
mentre Puzzetta e la mamma preferivano andare alla Taverna Ruttone
dove assaggiavano sempre le varie specialità della casa come lische di
pesce, banane marce, liquame di maiale e polpette di plastica con salsa
sporca.
SCUOLA
PRIMARIA
G.BECHI
FIRENZE
Classe: 4B
Insegnanti:
Simona Grateni
Iannello
Ma continuiamo il racconto….
Quella mattina, era una bella giornata di primavera, e i tre Puz dopo
colazione si avviarono verso la scuola passando attraverso la discarica
che costeggiava il parco, giocando con i barattoli di pelati sparsi in giro
e sporcandosi con la spazzatura.
Puzzetta guardò l’orologio e si accorse che era tardi così tutti e tre si
misero a correre verso la scuola.
Il più piccolo dei fratelli, Fetox, faceva fatica a stare al passo con gli altri
e improvvisamente cadde finendo in un cespuglio di lavanda del parco,
anzi ne sentì anche l’odore: “Che schifo!!” pensò.
Suo fratello Fognino, lo aiutò a ripulirsi con un po’ di terra fangosa e lo
convinse a non piangere.
In quel momento anche i fratelli Gelsomino, Rosa e Smell della famiglia
Odorix, passarono per caso per il parco mentre si recavano a scuola.
Presentiamo adesso la famiglia Odorix, formata da babbo Max, mamma
Linda, la figlia minore Rosa e i fratelli Smell e Gelsomino.
Questa famiglia era tutta il contrario della famiglia Puz !!! Infatti loro
erano sempre puliti e profumati, rispettavano l’ambiente e facevano la
raccolta differenziata, insomma erano una bella famiglia !!!
Rosa era l’artista del riciclo….. Lei riutilizzava ogni cartone e ogni bottiglia per creare oggetti nuovi e fantasiosi, infatti si era costruita un
“Computer vegetale” fatto da parti riciclate e naturali !!!
Gelsomino era, invece, appassionato di libri profumati e biciclette
smontabili fatte di lattine. Infine Smell … lui era timido e si sentiva un
po’ solo …. gli avrebbe fatto piacere avere degli amici !!!
Ma torniamo alla storia …
Smell, il più grande di loro, volle essere di aiuto e vedendo Fetox imbronciato per la caduta, si mise una mano in tasca, estrasse una cartina
5
TITOLO
IL REGALO DI SMELL
magica profumata e la regalò a Fetox, che appena la toccò, provò un
brividone e la nascose in tasca.
Si incamminarono tutti verso la scuola e appena arrivati, ognuno entrò
nella propria classe.
Fetox era ancora tutto puzzolente quando si avvicinò al suo banco e
immediatamente tutti i compagni si allontanarono da lui, anche la
maestra lo ignorò e vedendolo così sporco e puzzolente, gli assegnò,
per punizione, un compito a sorpresa su come rispettare l’ambiente.
Fetox rimase “ghiacciato” e siccome non sapeva svolgere il compito,
finse di aver bisogno del bagno e andò, invece, disperato a chiamare i
suoi fratelli.
Spiegò, piangendo, del compito-punizione e mentre, Fognino e Puzzetta discutevano sul da farsi, passò Smell nel corridoio e preoccupato
chiese:
“ Cosa ti è successo Fetox?”
Smell era un bambino a cui piaceva fare nuove amicizie ed, in passato,
aveva provato ad avere contatti con i fratelli Puz, ma non ci era mai riuscito; così pensò che questa poteva essere l’occasione giusta per avere
tre nuovi amici un po’ “strani” !!!
Fetox spiegò l’accaduto a Smell gli ricordò di avergli regalato una cartina magica che lo avrebbe potuto aiutare se l’avesse usata.
Fetox, dapprima confabulò con i suoi fratelli, poi decise di fidarsi e se la
strofinò in tutto il corpo….
Improvvisamente il puzzo di sudore e la sporcizia svanirono e gli venne
in mente tante idee per il compito !!!
Così Fetox rientrò in classe profumato e si mise a scrivere il testo, mentre tutti i compagni e la maestra, lo osservavano stupiti.
Fetox scrisse un bellissimo testo, ma non riusciva a spiegare l’accaduto,
così finita la scuola aspettò Smell per ringraziarlo e chiedergli spiegazioni.
Pensò che lui, Fetox, il più sporco e puzzolente della famiglia Puz, aveva
svolto un bellissimo testo su un argomento di cui non aveva idea…..
Ma come era stato possibile?
Smell sorrise e gli disse che la cartina magica era una cartina qualunque, ma era stata regalata da un vero amico.
Così, da quel giorno, sei bambini divennero “fratelli di carta” e Fetox da
allora insegnò a tutti i suoi familiari a diventare puliti ed a rispettare
l’ambiente !!!
TITOLO
LA VENDETTA DELLA SPAZZATURA…
Una città molto pigra, e con molta poca voglia di pulire, decise di stabilirsi in una spiaggia disabitata, vicino ad un mare sconosciuto. Ben
presto quel luogo pulito e pacifico si trasformò in una piattaforma di
guerra, con montagne e torri di rifiuti, ma i cittadini sembravano disinteressati a quella vista, e di tanto in tanto ci aggiungevano qualche
altra busta di spazzatura.
Quello che però i cittadini non sapevano era che gli scarti (che buttavano per strada) avevano dei sentimenti e delle emozioni e che, sicuramente, non gradivano essere lasciati per anni al gelo.
Ma ai cittadini non veniva minimamente in testa questa ipotesi e continuavano come degli irresponsabili a buttare la spazzatura dove capitava. Dopo diversi mesi la città diventò irriconoscibile: il mare limpido
e blu diventò nero si riempì di milioni di sacchetti pieni di spazzatura,
la sabbia calda e piena di conchiglie diventò fredda e si coprì di lattine usate; invece di cadere pioggia, dalle nuvole cadevano i quotidiani
usati dei giorni precedenti. Insomma, era diventato un vero inferno di
spazzatura , ma i cittadini sembravano ciechi e continuavano a fare la
loro vita di sempre.
Un giorno, un bambino che camminava per la strada, osservando incuriosito la spazzatura, sentì uno scricchiolio alle sue spalle: quando
si girò non vide niente, ma sentì soltanto un altro scricchiolio; allora si
avvicinò al mare, e sentì un altro scricchiolio ancora… un po’ impaurito
arrivò a bagnarsi le scarpe sulla riva, aspettò qualche secondo e, proprio mentre se ne stava andando, sentì un rumore più forte, si rigirò e
vide un grosso squalo fatto solo di lattine! A seguire altri squali spuntarono dal mare, il bambino in preda al panico scappò urlando: “Aiuto!
Tre squali! Scappate!!!”. Quando ritornò al centro del suo villaggio vide
un disastro totale: uragani di cibo, tempeste di bottiglie, orsi di legno
che attaccavano la gente! Il bambino preso dal terrore si rifugiò in una
cavernetta.
Aspettò tre giorni là dentro poi, ad un certo punto, vide a dieci metri
da lui un telefono; strisciando, riuscì, senza farsi vedere, ad acchiappare il telefono e a ritornare sano e salvo dentro la caverna. Stette ore a
provare tutti i numeri di telefono finchè una voce cavernosa rispose: “
Centro anti rifiuti, volete qualcosa?””. Il bambino urlò: “Si!!!” e dopo
aver spiegato la situazione, dette all’uomo le coordinate della sua città
e, soprattutto, gli disse di fare presto. Quando arrivarono gli “anti rifiuti” con dei sacchetti giganti rinchiusero i rifiuti selvaggi e li buttarono
in una macchina riciclante (i rifiuti naturalmente erano felici di essere
riciclati), quindi, dopo aver ripulito tutto, se ne andarono. I cittadini
rifletterono e presero una decisione: sarebbero tornati dal posto da cui
provenivano, perché quella spiaggia e quel mare sarebbero stati meglio
disabitati.
Autrice:
Denise Giovannelli
SCUOLA
PRIMARIA
L. IL MAGNIFICO
CAMPI BISENZIO
FIRENZE
Classe: 5B
Insegnante:
Maggio Aprile
Francesca
Quindi costruirono un’altra città di nume: Campi Bisenzio, dove scorreva un fiume molto bello e da quel momento decisero di inventare una
nuova cosa: la raccolta differenziata, che cercarono di mantenere per
sempre.
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7
TITOLO
RIFIUTI ALLA DERIVA
Il una città ad alto tasso di inquinamento,dove i cassonetti non si
differenziano per tipologia di rifiuti, dove la puzza del petrolio la trovi
addirittura in uno dei più ”profumosi” negozi di profumi, regnava una
desolazione che si poteva tagliare a fette.
Uno dei più grandi inquinatori del posto era Mr. Alexander Mekbenzer,
un tipo secco, dai capelli neri e gli occhi verdi, che ogni giorno lasciava
per strada quintali di rifiuti: pacchi di carta, migliaia di lattine di Soda, e
trenta litri di vernice scaduta che puzzava più del latte marcio mischiato
col fritto di acciughe e scaglie di pelle dei pirati dei Caraibi.
Un vero schifo! Un giorno Alexander gettò in un cassonetto, oltre ai
suoi soliti rifiuti, un secchio di liquido per levare le vernici delle auto
e se ne andò via via fischiettando ma…… nemmeno il tempo di batter
ciglio….. ecco che quel liquido cominciò a mutare gli altri rifiuti con un
processo chimico che li trasformava in un mostro di rifiuti puzzolenti,
con le mani di plastica, il viso di metallo e il corpo fatto di vernice.
Vedendo quel mostro Alexander si convertì e decise di riprendere la
raccolta differenziata come facevano i poveracci della città. All’improvviso il mostro strisciò lentamente verso Alexander cercando di agguantarlo con le sue mani elastiche ma Alexander riuscì a fuggire.
Forse aveva trovato un modo per neutralizzarlo, bastava mettere i componenti del suo corpo nei contenitori giusti, quindi Alexander fece un
salto enorme, arrivò alla sua mano destra e la buttò nella plastica e così
mise tutte le varie parti del corpo nei cassonetti giusti.
Da quel giorno la città tornò ad essere un pulitissimo luogo di pace e i
cittadini seguirono da quel momento, fino all’eternità, la raccolta differenziata.
IL CESTINO VIAGGIATORE
TITOLO
C’era una città dove la spazzatura veniva buttata tutta in un solo cestino. Nello stesso cestino finivano così bucce di banane, bottiglie di
plastica, quaderni finiti, calzini bucati, pezzi di torta smangiucchiati,
ecc. ecc..
Autore:
Roberto Piludu
SCUOLA
PRIMARIA
L. IL MAGNIFICO
CAMPI BISENZIO
FIRENZE
Classe: 5B
Insegnante:
Maggio Aprile
Francesca
Ma un giorno un cestino di nome Rino, che abitava in una scuola elementare della città di Sesto Fiorentino, decise che era stufo di essere
pieno di cose buttate a caso.
Doveva trovare una soluzione, e una notte d’inverno, mentre fuori nevicava, decise di partire per andare alla discarica a chiedere consiglio
al saggio Riciclindo, che era il più antico cestino della spazzatura ormai
arrugginito e bucato, ma pieno di buone idee.
Così Rino saltò fuori dalla finestra e cominciò a rotolare per la strada,
dopo un po’ che rotolava incontrò una lavatrice rotta che era stata
lasciata al bordo della strada.
-
Dove stai andando? . chiese la Lavatrice
-
Dal saggio Riciclindo perché non voglio più essere pieno di
cose da buttare a caso – rispose Rino
-
Allora verrò con te perché anch’io voglio capire dove essere
buttata, dato che qui in mezzo di strada non mi piace stare.I due si incamminarono insieme, e mentre camminavano passarono da
un bel giardino, ma il prato era pieno di bottiglie rotte, pile scariche e
sacchetti di plastica vuoti. Si sentirono tristi pensando che i bambini
giocavano in mezzo alla spazzatura.
Mentre passavano di lì sentirono piangere, era un bicchiere di vetro
rotto che diceva – Uffa perché devo essere qui in mezzo al prato? Non
servo più a nessuno! –
-Vieni con noi dal saggio Riciclindo che ci dirà come fare –
Così erano in tre: il bicchiere Rex, La lavatrice Isotta e il cestino Rino.
Arrivarono alla discarica all’alba, quando sorgeva il sole, trovarono Riciclindo addormentato su un vecchio materasso pieno di molle che
spuntavano da tutte le parti.
SCUOLA
PRIMARIA
L. RADICE
SESTO FIORENTINO
FIRENZE
Classe: 4A
Insegnantei:
Bruno Concetta
Trinca Eliana
-Svegliati saggio Riciclindo! Devi aiutarci, non sappiamo cosa farne di
tutti questi rifiuti che tutti buttano a caso, dacci tu la soluzione- dissero i tre.
Con voce assonnata il vecchio cestino rispose – Non posso darvi la
risposta, dovrete scoprirla da soli, provate a pescare un’idea delle mie
e vediamo se avete buona sorte!-
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TITOLO
IL CESTINO VIAGGIATORE
Pescarono un foglio sopra c’era scritto – La soluzione è semplice ogni
cosa in un cestino, e per ogni oggetto un posto dove andare.Allora a Rino venne un’idea, andò a cercare altri cestini, li dipinse di
colore diverso e decise che in quello verde ci si doveva buttare il vetro,
il rosso per buttare la plastica, rosa a pois per lattine e scatolette, a
righe gialle per la carta e il cartone, uno grigio argento per le pile scariche e uno lo fece blu oltremare per i rifiuti organici.
Infine ne rimase uno nero per quei rifiuti che non si potevano dividere, ma per quello scelse un cestino piccolo piccolo perché voleva che
fosse sempre vuoto.
Isotta la lavatrice che non entrava in nessun cestino, trovò un signore
che la riparò e funzionò di nuovo. E raccontò a tutti che le cose si potevano anche riparare.
E Rex il bicchiere rimase con Rino per aiutarlo a spiegare alla gente
come dividere i rifiuti nel modo giusto, perché solo così ogni oggetto
poteva essere RICICLATO!
TITOLO
LA STORIA DI BLUETTE
Roberto era a scuola e aveva chiesto alla maestra di andare in bagno,
così riempì la sua normalissima bottiglietta, che in realtà aveva un
nome, si chiamava Bluette.
A un certo punto Roberto sentì una risatina… allora gli venne un colpo,
nessuno era in bagno con lui, quindi credette di aver sognato e tornò
in classe.
Dopo aver usato Bluette più volte, Roberto la buttò nella campana blu.
Bluette si sentì persa!
Però incontrò Giallina (che aveva contenuto l’aranciata) e Verdette e
diventarono grandi amiche!
A quel punto Bluette, Giallina e Verdette videro un camion enorme …
stava per svuotare la campana blu e portarle via!
Si presero una grande paura e urlarono: “Aiuto!”
Autrice:
Giulia Pistelli
SCUOLA
PRIMARIA
COLLODI
FIRENZE
Classe: 4A
Insegnante:
Maria Nastri
Dopo un lungo viaggio le portarono in un posto, che sembrava bruttissimo!
Li le divisero per colore e le lavarono, ma la paura più grande fu quando
le macinarono!
Diventarono granellini piccolissimi!
Tutte e tre tirarono un sospiro di gioia! Credevano proprio che fosse
arrivata la fine per loro!
Invece erano pronte per un’altra avventura!
Le aspettava Roberto che si era pentito di aver buttato Bluette!
Infatti andarono in una macchina per fare il pile e, dopo lunghi trattamenti, Bluette, Giallina e Verdette diventarono un fantastico pile colorato di blu, giallo e verde.
Il pile arrivò al mercato di piazza delle Cure, proprio la mattina in cui
la mamma di Roberto aveva deciso di andare in montagna e quindi di
comprare un pile nuovo per suo figlio!
Bluette, Giallina e Verdette avevano sempre sognato di andare in montagna all’aria aperta!
Così dopo che la mamma scelse proprio quel pile, lo portò a Roberto
che urlò di gioia!
E anche Bluette avrebbe voluto urlare, perché tornava dal suo migliore
amico!
Ma Bluette non avrebbe mai potuto tornare da Roberto se Roberto non
l’avesse buttata nell’apposita campana blu!
10
11
TITOLO
UN AMORE DAVVERO PARTICOLARE …
TITOLO
Questa è una storia d’amore, non la classica storia fra persone, ma il
racconto di Carla, un’anziana signora innamorata e rispettosa dell’ambiente.
Il signor Bartolomeo Bartali lavorava nella discarica di Tavarnelle.
Era addetto allo smistamento dei rifiuti proveniente dalla campana
multi materiale; doveva dividere la plastica, il vetro e il cartone.
Ogni sera, dopo cena, in qualunque stagione dell’anno, anche quando
in inverno il freddo fa battere i denti, oppure tira un vento da far volare ogni cosa, la signora Carla dalla propria abitazione cammina verso
i bidoni dei rifiuti per svolgere il suo impegno quotidiano: la raccolta
differenziata.
Gli piaceva molto questo lavoro perché sapeva che ogni oggetto si poteva riciclare.
Dopo che aveva finito di lavorare, prima di tornare a casa, andava nel
reparto dei rifiuti indifferenziati per vedere se trovava qualcosa di interessante per poterlo riutilizzare.
Ogni giorno con la stessa pazienza e la stessa premura per l’ambiente,
Carla si reca a sistemare nei cassonetti il materiale accumulato dalla
sua famiglia. Tira fuori dalle borse un’enorme quantità di materiale differenziato e, salutando i bidoni che ormai l’attendono ogni sera, dice
sempre la solita frase: “ Ce n’è per tutti! Per te Giallo, per te Celestina,
per te Blu e anche per te, Marrone; vediamo chi faccio mangiare di più
stasera!”
Rimaneva sempre stupito da quante cose utili le persone buttavano via.
Ogni giorno tornava a casa con oggetti che lui riutilizzava per costruirci
mobili ed elettrodomestici strani che non erano ancora in commercio.
I suoi colleghi lo prendevano sempre in giro perché prendeva le cose
dalla discarica.
Dopo tanti anni di lavoro per Bartolomeo arrivò il giorno della pensione: organizzò una bella festa a casa sua e invitò tutti i suoi colleghi che
rimasero stupiti dalla sua capacità di costruire oggetti molto utili per
la casa.
Carla si diverte sempre nella distribuzione del materiale e parla affettuosamente con tutti i cassonetti, conta ad una ad una le bottiglie di
plastica accartocciate con tanto amore che poi butta nella bocca di Celestina.
Per Carla l’ambiente è vita e chi la conosce dice che parla ai rifiuti e ai
bidoni con lo stesso amore con cui si rivolge alle persone. Dicono anche
di averla vista molto arrabbiata quando si è accorta che un giovane ragazzo, per pigrizia, gettava sempre la sua spazzatura per terra.
Ovviamente Carla sa quanto questo gesto faccia male all’ambiente e
quindi decide, una sera, di parlargli: “ Caro giovanotto, perché non inizi
a fare la raccolta differenziata? Aiuteresti molto l’ambiente”.
Sentendosi dire così, il ragazzo rispose: “ Le faccio una promessa: dato
che lei mi ha aiutato a capire, d’ora in poi cercherò di aiutare anch’io
l’ambiente comportandomi correttamente cercando di convincere le
persone un po’ maleducate che fare la raccolta differenziata non è una
perdita di tempo, non è neppure faticoso e può essere anche l’occasione per conoscere chi abita vicino a noi …
E poi ci si sente davvero meglio e in pace con noi stessi!”
Autore:
Giulio Niccoli
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
Classe: 5A
Insegnante:
Rossella Cocchi
Da quel giorno anche loro iniziarono a prendere le cose dalla discarica
e provarono a costruire qualcosa.
Parla anche a Giallo: “Spero che tutta questa carta possa far nascere
quaderni per bambini che vanno a scuola “; parla anche a Blu, mentre
getta il sacchetto cercando di fare centro!
12
IL RICICLAGGIO
Autore:
Noemi Di Blasi
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
Classe: 5A
Insegnante:
Rossella Cocchi
13
TITOLO
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA 1
Un giorno a Firenze una nebbia scura coprì il cielo. Era l’inquinamento
… tutti si preoccuparono e i detective Quadrifoglio arrivarono dal nulla
per seguire la nube che li condusse fino alla discarica dove videro una
festa dei rifiuti che ballavano e cantavano tutti insieme.
Più ballavano, più inquinavano facendo aumentare la grande nuvola
nera.
I detective videro anche il capo dei rifiuti, una vecchia batteria che si
trovava lì da quasi un secolo e che non era ancora riuscita a smaltirsi.
Nessun essere vivente riusciva a starle vicino perché era troppo tossica.
La batteria disse ai detective che, insieme, i rifiuti erano invincibili; allora ad uno degli investigatori venne un’idea: se i rifiuti, insieme, erano
invincibili, bisognava separarli.
La carta e il cartone vennero uniti e gettati in un cassonetto giallo; il
vetro, la plastica e i metalli vennero buttati in una campana celeste; i
rifiuti organici vennero messi in un cassonetto marrone mentre tutto il
resto fu sistemato in un cassonetto blu, quello cioè dei materiali indifferenziati.
Una volta separati potevano poi essere riciclati e riutilizzati.
I detective Quadrifoglio quindi insegnarono a tutti i cittadini come poter raccogliere in modo corretto e come si ricicla.
Passò qualche tempo e la brutta nuvola nera sparì dal cielo di Firenze
che tornò ad essere la bella città che il mondo conosceva.
Riciclare i rifiuti è un impegno importante perché un mondo pulito è un
mondo bello … per tutti!
TITOLO
Autrice:
Camilla Messeri
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
Classe: 5A
Insegnante:
Rossella Cocchi
BIOGRAFIA DI UN’ORSACCHIOTTA
Sono un’orsacchiotta come tutte, marrone con gli occhi neri, ma nessun altro peluche ha mai vissuto la mia esperienza.
La mia vita è cominciata da quando sono scesa da quel camion grigio e
maleodorante che trasportava giocattoli di vario genere..
Ero impaurita e infreddolita dentro quelle enormi scatole. Con me c’erano altri due peluche: un cavallino rosa con una specie di bernoccolo
di plastica color oro ( non avevo idea di cosa fosse); l’altro era un topo
con delle orecchie grandissime, dei mutandoni rossi e dei guanti bianchi (lo chiamavano Topolino).
Autrici:
Lara Facchini
Alice Galavotti
Abbiamo fatto un lungo viaggio insieme, fino ad arrivare su una mensola di un negozio, davanti ad una enorme finestra dalla quale si potevano
vedere tanti bambini piangere perché volevano giocare con noi.
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
Un giorno passò davanti a noi una bella bimba vestita di rosa; poco
dopo una mano fredda e tremolante di un’ anziana signora mi afferrò
per la testa e mi appoggiò tra le braccia della bambina; vidi volare davanti ai miei occhi dei fogli di carta verde (ho scoperto poi che si chiamano banconote) e da quel momento cominciò per me una nuova vita.
Un sabato, mentre andavamo a fare la spesa, un bambino, anzi, un mostro dai denti aguzzi mi tirò talmente forte un braccio che me lo staccò.
Classe: 5A
Insegnante:
Rossella Cocchi
In quel preciso istante venni scaraventata sul marciapiede fra le urla disperate della mia padroncina, dove rimasi per molti giorni fino a quando venni raccolta da un uomo con un quadrifoglio sulla giacca che mi
gettò in un cassonetto con il coperchio azzurro.
Iniziò un nuovo viaggio che condusse in uno strano edificio dove venni
trasformata in un altro oggetto.
Questo mi fece capire l’importanza della raccolta differenziata, attraverso la quale si può dare nuova vita anche a un peluche come me,
rotta e malconcia.
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15
TITOLO
UN INCONTRO INTERESSANTE
Tempo fa, a scuola, abbiamo ricevuto la visita di una signora che lavora
al Quadrifoglio che ci ha insegnato le regole della raccolta differenziata.
Ci ha fatto vedere un breve filmato con un buffo personaggio alle prese
con i rifiuti che sbagliava sempre.
Abbiamo capito così quanto sia importante la raccolta differenziata per
il nostro pianeta, per la nostra salute e anche per il nostro portafoglio.
L’impegno da parte nostra è necessario per imparare a riconoscere i
vari tipi di rifiuti e soprattutto saper buttarli nel contenitore giusto.
La raccolta differenziata serve per il riciclaggio, cioè per costruire nuovi
oggetti dai nostri rifiuti.
Gli scarti alimentari, detto umido, per esempio, possono essere trasformati in fertilizzanti utili per l’agricoltura.
Questo è molto importante per tutti noi.
TITOLO
TITOLO
Autore:
Marco Galgano
La raccolta differenziata divide tutti i rifiuti per categoria: organico, plastica, vetro, legno, carta e indifferenziato; per ognuno ci sono cassonetti di vari colori, per non confondere le persone.
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
Il Comune poi, o meglio Il Quadrifoglio, provvede a raccogliere ciò che
è stato buttato via facendo passare per le strade dei camion. Ciò accade nelle strade dove questi ingombranti mezzi possono circolare senza
bloccare troppo il traffico.
Classe: 5A
Io invece abito in campagna e la strada è stretta quindi ogni giorno passa un piccolo veicolo che raccoglie ogni giorno rifiuti diversi casa per
casa, : il lunedì e il venerdì prendono l’organico, il martedì l’indifferenziato, il mercoledì e il sabato la plastica, il giovedì la carta, la domenica
il vetro.
Insegnante:
Rossella Cocchi
Questo sistema è un po’ complicato perché dobbiamo ricordare quale
rifiuto giornalmente passano a prendere; la mamma allora ha ideato
una tabella settimanale, con colori diversi, per non confondersi e ha
comprato delle borse dove c’è scritto il rifiuto che deve contenere. Ci
ha abituati quindi, fin da piccoli, a stare molto attenti a dove buttiamo
le cose e, se per pigrizia o per disattenzione, sbagliamo sono brontolate!
IL FOGLIO
Un giorno un bambino di nome Paolo e suo fratello Fabio volevano fare
un bell’aeroplano di carta per gareggiare con i loro amici.
I due fratelli presero una coppia di fogli usati che erano diventati molto
amici; i bambini li trasformarono in due meravigliosi aerei.
Siccome Paolo e Fabio erano fratelli e condividevano la camera, i due
fogli non perdevano mai l’occasione di vedersi, stare insieme, chiacchierare e divertirsi, di giorno e di notte.
I due ragazzi, con i loro aeroplani, vincevano tutte le gare ma, per colpa
delle competizioni, i due fogli, da grandi amici, diventarono nemici perché si scontravano sempre.
Un giorno i due fogli si sciuparono e i bambini erano molto dispiaciuti.
Allora decisero di disfarsene, però Paolo disse: “ Perché non li buttiamo
insieme agli altri fogli nel cassonetto della carta? “ Fabio rispose: “ Sì,
buona idea, così non si sentiranno soli”.
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA 2
Autore:
Alessandro Chiarelli
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
Classe: 5B
Insegnante:
Rossella Cocchi
Qualche volta capita che siamo io e mio fratello a correggere gli adulti,
seguendo il consiglio delle maestre che ci ripetono di sorvegliare la raccolta. In queste occasioni siamo noi che sgridiamo …
Che soddisfazione!
Autrici
Marta Cipriani
Valentina Fossi
Anche a scuola infatti siamo abituati ad avere contenitori differenziati,
così le custodi possono gettare la spazzatura negli appositi cassonetti.
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
In questi anni di scuola primaria le nostre classi hanno aderito a iniziative mirate alla sensibilizzazione di noi bambini al problema dei rifiuti
e abbiamo capito che è giusto fare la raccolta differenziata perché così
i vari rifiuti che buttiamo via poi vengono riciclati e riutilizzati per dar
vita a nuovi oggetti.
Classe: 5B
Insegnante:
Rossella Cocchi
I fogli, che avevano litigato ancora per colpa delle gare, nel cassonetto
furono aiutati dagli altri fogli a fare pace.
Per fortuna che i due fratelli avevano fatto la raccolta differenziata,
sennò gli amici-fogli, oltre che essere arrabbiati fra loro, si sarebbero
sentiti terribilmente soli in altri cassonetti.
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17
TITOLO
UNA GIORNATA PIOVOSA
Era una giornata piovosa e Lorenzo stava leggendo nella sua cameretta
il suo nuovo libro mentre beveva una Coca cola.
Appena ebbe finito di bere la buttò nel cestino vicino al letto che stava
accanto alla porta; la madre entrò nella stanza e gli chiese di vuotare
il cestino perché era da molto che non lo faceva. Il ragazzo annuì. Si
vedeva che non aveva voglia di alzarsi dal letto e uscire per buttare la
spazzatura, ma sapeva di doverlo fare.
Quando ebbe finito di leggere, si mise le scarpe, prese un grande foglio
di carta, lo distese per terra, poi afferrò il cestino e ce lo vuotò sopra;
mentre stava dividendo l’immondizia per differenziarla, vide che non
c’era la lattina della Coca, si voltò in giro nel caso non avesse centrato il
cestino e fosse finita per terra, ma non c’era. A Lorenzo sembrò molto
strano e si mise a cercare per tutta la camera e poi in casa ma niente.
Sembrava che la lattina fosse svanita nel nulla.
Allora decise di buttare gli altri rifiuti e lasciar perdere. Quando arrivò
alla campana si accorse che accanto c’era la sua lattina, chiedendosi
come fosse finita lì.
Passarono i giorni e il mistero non era stato svelato poi … un pomeriggio Lorenzo scoprì che il suo cane aveva preso l’abitudine di raccogliere
i rifiuti caduti per terra e portarli accanto all’apposito cassonetto, quindi fu chiaro a Lorenzo che tutti in famiglia, veramente TUTTI, avevano
capito l’importanza della raccolta differenziata.
TITOLO
Autrice:
Arianna Casini
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
Classe: 5B
Insegnante:
Rossella Cocchi
I RIFIUTI VIVENTI
Migliaia di anni fa, nel pianeta Terra, la spazzatura era vivente e i rifiuti
più vecchi si gettavano da soli nei cassonetti sbagliati perché non erano
sapienti e non sapevano leggere.
Un giorno arrivarono gli umani che, vedendo i vecchi rifiuti sbagliare,
dettero loro un consiglio che non fu preso in considerazione: ogni cassonetto doveva contenere rifiuti diversi.
Qualche tempo dopo la sporcizia, non sapendo leggere, si gettava ancora a caso nei cassonetti.
La tribù degli umani, stanca della distrazione degli anziani rifiuti, andò
da un mago e gli chiesero se sapeva qualche incantesimo per renderli
non viventi.
I rifiuti, che erano venuti a saperlo, si arrabbiarono e si volevano vendicare; presero le armi organiche, assalirono gli umani e li imprigionarono.
Lo stregone intanto aveva trovato l’incantesimo e si recò alla prigione.
I rifiuti lo videro, capirono le sue intenzioni e pensarono: “ Se ci facciamo pietrificare, gli umani lavoreranno per noi e faticheranno molto”.
Allora lo stregone li congelò indovinando il loro piano, liberò la tribù
degli umani e buttò nei cassonetti giusti i corpi dei rifiuti.
Da quel giorno in poi, per non far cessare l’incantesimo, gli umani cominciarono a fare la raccolta differenziata.
18
Autori:
Francesco Mescolini
Andrea Misirlis
Leonardo Nieri
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
Classe: 5B
Insegnante:
Rossella Cocchi
19
TITOLO
LA BOTTIGLIA E LA SUA FAMIGLIA
C’era una volta una bottiglia di plastica che viveva con una famiglia
umana a cui voleva molto bene.
Un giorno però la bottiglia si ruppe e dovettero buttarla nel cassonetto
apposito, cioè quello della plastica, per essere riciclata. Fu un momento
molto triste per tutti.
Autrici:
Sara Checchi
Jade Rossi
Rebecca Venturi
La bottiglia fece un lungo viaggio e, vedendo le altre bottiglie accartocciate, si impaurì e pensò che quella era la fine della sua vita. Invece si
trasformò in una meravigliosa felpa di pile.
SCUOLA
PRIMARIA
CADORNA
FIRENZE
Una famiglia andò in un negozio di abbigliamento sportivo dove vide la
felpa, piacque molto alla bambina e la comprarono.
Classe: 5B
Mentre la stavano portando a casa, l’ex bottiglia riconobbe la sua vecchia famiglia e dalla tristezza per la perdita dei suoi amici, diventò super felice per averli ritrovati.
La bambina indossava la felpa molto spesso e anche quando cominciò
a starle stretta, la tenne per ricordo.
Così la bottiglia poté vivere per sempre insieme ai suoi padroni e tutto
questo grazie alla raccolta differenziata.
20
TITOLO
COME NACQUE IL “QUADRIFOGLIO”
LOGOOSVILLE.
Logoosville era una città moderna ed urbanizzata, troppo urbanizzata.
Tutti erano così concentrati sulla tecnologia o su qualsiasi altra cosa
che si scordavano di differenziare o addirittura di buttare la spazzatura. La buttavano dove capitava: nei fiumi, nel vulcano di Logoosville o
nel giardino dei vicini.
Così quella era la città più urbanizzata e sporca al mondo.
Fortunatamente un gruppetto di ragazzi aveva preso la “strana” abitudine di buttare, nei pochi cassonetti che c’erano, i rifiuti.
I nostri eroi erano: Lola Ruggeri e suo fratello minore Carlo, Anna
Righini, Giuliano Ciaccheri e Ambra Brembilli Scalpelli anche detta
Ambra BS.
Insegnante:
Rossella Cocchi
Autrice:
Giada Raffaelli
I RIFIUTATORI.
Lola, Carlo, Anna, Giuliano e Ambra avevano formato un gruppo che si
occupava di buttare e riciclare i rifiuti: si facevano chiamare i Rifiutatori.
- NE HO TROVATA UNA !- Gridò Carlo che era la prima volta che trovava
una lattina poiché era entrato da poco nel gruppo.
- Bravo fratellino, la tua prima lattina!- Esclamò Lola assecondando il
fratello – Lo sai che con questa ci fanno il telaio delle biciclette?- Sarà difficile, di qui non ha il coraggio di passare il trifoglio*, c’è troppa sporcizia. - Disse Giuliano, il più negativo del gruppo.
- Quando saremo grandi potremmo formare anche noi un’agenzia per
la raccolta differenziata! … - Pensò ad alta voce Anna, la più sensibile e
carina del gruppo - Chi è con me? - Anna smettila di sognare! Come potremmo? - Gridò Giuliano- Perché cos’hai in contrario ai sogni? - Niente, è che … Non riuscì a finire la frase che Ambra, la più paziente e intelligente, li
divise dicendo:- Smettetela di litigare, abbiamo una missione da compiere. Tutti annuirono, dimenticarono l’accaduto e si incamminarono verso
la via in cui abitavano i nonni di Anna. Lì c’erano dei vecchi cassonetti
della spazzatura dove potevano buttare la sporcizia.
Loro seguivano un processo strano per smaltirla:
Carlo porgeva i rifiuti a Lola che li classificava, poi li dava ad Ambra
che ricordava in quali cassonetti metterli, in seguito li porgeva ad Anna
che li andava a mettere nel contenitore giusto ed infine, Giuliano, se
c’erano rifiuti sporchi, e vi assicuro che c’erano, li puliva.
*la denominazione “Quadrifoglio” viene dopo…
SCUOLA
PRIMARIA
L. IL MAGNIFICO
CAMPI BISENZIO
FIRENZE
Classe: 5A
Insegnanti:
Paola Paoletti
Michele Fanelli
21
TITOLO
COME NACQUE IL “QUADRIFOGLIO”
LA RIBELLIONE DEI RIFIUTI.
Per quanto si impegnassero, i Rifiutatori non riuscivano a ripulire la
città, ripulivano circa 1/5 dei rifiuti.
Quelli che rimanevano erano nel vulcano, nel fiume o in qualsiasi altro
posto che non riuscivano a raggiungere.
Chissà perché, forse per sostanze chimiche o per chissà cos’altro, i rifiuti stavano mutando e, piano piano, diventavano vivi.
I primi a mutare furono i rifiuti fatti di plastica, poi di vetro, a seguire
quelli di legno, di metallo, gli organici e così via … tutto in un giorno.
Quella stessa sera i rifiuti si riunirono tutti in un capanno abbandonato
per discutere della situazione. La plastica, essendo la più intelligente
per via dei suoi molteplici usi, prese la parola:- Fratelli carissimi, ben
ritrovati, spero che vi siate accorti, come me, che siamo vivi, ne possiamo approfittare per attuare la nostra vendetta.
L’uomo ci ha maltrattati, schiacciati solo perché eravamo un po’ rotti o
scheggiati. Allora che dite se facessimo la stessa cosa noi? Chissà come
reagirebbe? Lo dobbiamo scoprire!
Perciò dobbiamo vendicarci!
Legno, non vuoi vendicare l’albero che hanno ucciso per cose inutili?
Vetro, non sei arrabbiato per le cose orribili che contenevi? Lattine di
metallo, non siete arrabbiate di non essere rinate come telaio?
Bene, voi tutti sfogate la vostra rabbia contro l’uomo!
Chi è con me?Un grido di sì alzò dalla platea, erano tutti carichi e rinforzati dal discorso della plastica ed erano pronti all’attacco.
- Calmi, fratelli, calmi, dobbiamo avere pazienza, ecco il piano… pss…
pss…- bisbigliò la plastica.
ALL’ATTACCO!
Era una mattina stranamente calma a Logoosville, le persone camminavano con i tablet a testa bassa, ma con le orecchie tese, era strana
quell’atmosfera… si sentivano come osservati.
Lola si svegliò di soprassalto:- CARLOOOO! MI HAI CAMBIATO L’ORARIO DELLA SVEGLIAAA! Bene, ora farò tardi a scuola!Era agitatissima, credeva di essere in super ritardo, così apparve in cucina spettinata, il cappello sul ginocchio e in pigiama:- Mamma preparami la colazione che mi devo sbrigare!- Disse quasi gridando.
- Tesoro, oggi non c’è scuola, è domenica.- Disse paziente la mamma
di Lola e Carlo. Lola era molto imbarazzata e, borbottando tra se e se,
tornò in camera sua per prepararsi come si deve. Quando ebbe finito
riscese dalla madre e le chiese:- Mamma, sai dirmi dov’è Carlo?-L’ho visto uscire poco fa, doveva andaree… Mi paree… Da una certa
Ambra.- Grazie mamma, vado!- Disse Lola prima di andare sbattendo la porta
dietro di sé.
“Mio fratello ha sempre avuto una cotta segreta per Ambra, chissà se è
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TITOLO
COME NACQUE IL “QUADRIFOGLIO”
andato da lei per dichiararsi.” Pensava.
Mentre era immersa nei suoi pensieri qualcosa la colpì sul piede:- Ahi!
- esclamò. Si guardò intorno, ma nessuno le aveva pestato il piede,
allora guardò meglio e vide una bottiglia di vetro vicino a lei. La osservava, quando essa gridò:- All’attacco! - Una raffica di bottiglie di vetro
si avventarono contro tutti quelli che erano da quelle parti.
C’era un gran caos di vetro, legno, metallo e chi più ne ha più ne metta.
La gente cercava di scappare, ma non era abituata a correre veloce e
così fu circondata. Lola riuscì fortunatamente a scappare attraverso un
tombino, ma la gente rimase fra le grinfie dei rifiuti.
LA SOTTOMISSIONE.
Lola correva e correva nelle fogne, così si sentiva più protetta visto che
credeva di essere inseguita. “Speriamo che i miei amici stiano bene, ho
bisogno dei rifiutatori” pensava ad alta voce.
Dopo aver corso molto, si fece coraggio ed uscì fuori, fortunatamente si
trovava davanti alla casa di Giuliano.
Bussò titubante, ansiosa di sapere se il suo amico stesse bene; la porta
si stava aprendo e la voce indifferente di Giuliano chiese:- Chi è?- Lola
era così contenta che saltò al collo dell’amico stringendolo in un grande
abbraccio, lui arrossì e domandò:- Cos’è tutto questo affetto?Lola gli raccontò tutta la storia.
Questa volta fu lui ad abbracciare lei:- Deve essere stato terribile. - Lola
stette zitta pensando sempre ai suoi amici.
Si alzò di scatto liberandosi dall’abbraccio di Giuliano, raggiunse il telefono e chiamò Ambra: tuu…tuu…tuu.
- Pronto?- Ambra che fortuna! Sei salva, mio fratello Carlo è lì da te?- Sì certo, deve essere impazzito, racconta di essere stato attaccato dai
rifiuti…- Non è impazzito i rifiuti sono diventati vivi e ci attaccano! - Dai non essere ridicola Lola, lo sai che non può accadere… - Ambra, non sono pazza e non sto scherzando, è vero!- Va bene ti credo, ma solo perché me lo dici tu. Ciao.- Aspetta!… - Che c’è?- Incontriamoci in una delle grotte qui vicino!- Va bene, Ciao - Aspetta!- CHE C’E’ ANCORA! - Passa dalle fogne, è più sicuro e telefona per dire dell’appuntamento
ad Anna. Ciao. Tuu…tuu…tuu…
Il viaggio non fu male, a parte l’acqua sporca.
Appena arrivati Lola e Giuliano scrutarono con lo sguardo il paesaggio
intorno a loro alla ricerca di Ambra, Anna e Carlo, all’improvviso qual-
23
TITOLO
COME NACQUE IL “QUADRIFOGLIO”
cuno gridò:- Sorellona! - Lola si voltò e vide Carlo che correva entusiasta verso di lei. Anche lei gli corse incontro e, appena vicini uno di
fronte all’altro, si abbracciarono molto molto forte.
- Per me niente?- disse scherzosa Ambra e anche lei si prese un bell’abbraccio.
Poco dopo arrivò anche Anna che, prima di perdersi in abbracci, esclamò:- Ragazzi ho visto una cosa molto brutta, c’erano dei rifiuti che stavano costringendo delle persone a mangiare, in modo da far crescere
a vista d’occhio la spazzatura, così da ottenere un esercito a loro disposizione.-
NEL SOTTOSUOLO.
Anna era molto triste e sconsolata, ma non sfuggì all’abbraccio di Lola.
All’improvviso sentirono un grido:- Ecco degli umani, prendeteli!- E
molti oggetti in legno si scagliarono contro di loro.
- Presto, qui dentro!- Gridò Ambra indicando una grotta.
- Io non entro, ho paura del buio!- disse Giuliano spaventato.
- Hai alternative?- disse con sarcasmo Carlo. Così si gettarono tutti nella grotta.
Anche se era buio si riusciva a vedere grazie ai raggi del sole che filtravano: la grotta era gigantesca, piena di stalattiti e stalagmiti che bucavano come aghi l’aria già pesante e umida.
Decisero di esplorare la caverna, anche se non riuscivano a vedere tanto bene.
- Qui la spazzatura non ci seguirà, siamo troppo in basso per i suoi gusti
- Disse Lola, per rassicurare più lei che gli altri.
- Salve!- AHHHHHH!- Gridarono i ragazzi. Chi era stato a parlare?
- Non vi preoccupate, ora accendo la luce. La luce di una torcia si accese per illuminare un volto orribile: era un
signore anziano molto molto magro, sdentato e con un occhio verde e
uno rosso.
- Scusi, lei sarebbe?- Chiese educatamente Anna.
- Io sono Luigi Sonnoli, ero uno scienziato ai miei tempi, ma nessuno
credeva alle mie invenzioni: dicevano che era roba inutile e così mi
sono ritirato qui, sotto terra, con le mie cose per studiare la vita delle
talpe.- Salve noi siamo Anna, Ambra, Lola, Carlo e Giuliano e veniamo da
lassù. Vede ci siamo rifugiati qui per sfuggire ai rifiuti che hanno preso
il sopravvento.Luigi ci pensò molto bene e alla fine disse:- Ho quel che fa per voi,
seguitemi!Camminarono giù giù, sempre più giù, quando alla fine si ritrovarono
in una stanza ampia con dentro un mucchio di aggeggi strani di varie
forme e colori.
Luigi azionò all’improvviso una leva nascosta e apparvero dal nulla dei
contenitori: una campana blu, un cassonetto blu, uno marrone e uno
24
TITOLO
COME NACQUE IL “QUADRIFOGLIO”
giallo ed un camioncino.
- Vi presento il QUADRIFOGLIO cioè il kit per riciclare i rifiuti: la plastica
e il vetro li mettiamo nella campana, gli oggetti in ceramica o terracotta
nel cassonetto blu, l’organico in quello marrone e la carta in quello
giallo. Con il camioncino si portano via gli oggetti tipo mattoni o legno
e, già che ci siamo, facciamo la raccolta differenziata.-
LO SCONTRO FINALE.
Armati di campana, cassonetti e camioncino uscirono dal sottosuolo
e si diressero in città: essa era un disastro. Aveva cumuli e cumuli di
spazzatura, tutti i vetri sporchi, molti oggetti rotti e le persone erano
diventate grassissime.
Posizionarono a terra i contenitori (li avevano portati a mano perché
erano molto leggeri) e aspettarono.
La spazzatura non si fece attendere: miliardi e miliardi di oggetti arrivarono dichiarando guerra ai contenitori, ma non fecero in tempo a
dire “all’attacco”, che i cassonetti li risucchiarono facendo la raccolta
differenziata.
La città era tornata pulita.
IL QUADRIFOGLIO.
- E ora che ne facciamo di tutti questi rifiuti?- Chiese Anna.
- Quello che hai sempre desiderato, cara Anna, apriremo un agenzia
specializzata in raccolta differenziata e riciclaggio. Chi è con me?- Chiese l’allegro Giuliano.
Tutti gridarono “io” entusiasmati dell’idea, soprattutto Anna.
- Vi va se ci chiamiamo “Quadrifoglio” ?Ancora tutti gridarono:- “Sììì!”. Questo fu un modo fantastico per far
nascere il “Quadrifoglio”.
Ragazzi, il riciclaggio è una cosa seria, come potete vedere, può salvare milioni di alberi, vite e molto altro, non fate come hanno fatto gli
abitanti di Logoosville.
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TITOLO
SE NON CREO NON BUTTO
Bella!
Ragazzi e ragazze, sono Fazzh e oggi vi racconto una storia sull’immondizia che s’intitola: “La città della spazzatura”.
TITOLO
Autore:
Andrea Todaro
In questa città, che si chiama Strilind, viveva una famiglia povera; il
figlio, Pino, lavorava in una fabbrica che produceva metano, benzina e
kerosene. Il suo grande sogno era diventare un’importante violinista,
anche se non aveva la possibilità di frequentare una scuola di musica,
né tantomeno, comprarsi un violino. Un giorno al lavoro si ustionò una
mano e dovettero amputargliela. Nella sua città c’era gente che non
pensava alla cura dell’ambiente e buttava tutto a terra.
SCUOLA
PRIMARIA
L. IL MAGNIFICO
CAMPI BISENZIO
FIRENZE
Un giorno Pino, vedendo tutta quella spazzatura, pensò insieme al suo
migliore amico: “ Potremmo usare quei rifiuti per fare una protesi e sostituire la mia mano”. Si misero al lavoro qualche giorno dopo: prima,
per forza, dovettero trovare le lattine con cui costruire le parti metalliche della nuova mano, poi trovare tanti oggetti in plastica ed infine…
Insegnanti:
Paola Paoletti
Michele Fanelli
Ecco fatta la mano! Vista la buona riuscita pensarono di costruire anche un violino con l’archetto e una batteria. In questo modo realizzarono il loro sogno di formare una band.
Classe: 5A
IL MONDO E’ IN PERICOLO
Era una bella mattina su una piccola isola del Mar Tirreno: gli uccelli
cinguettavano e il sole splendeva. L’erba era di un bel verde brillante e
le margherite erano così uniformi che sembravano neve.
Due ragazze stavano osservando quel meraviglioso paesaggio dalla riva
di un limpido fiume: una si chiamava Vera e l’altra Cleo. La prima era
molto dolce e simpatica, l’altra era saggia ed educata.
Cleo disse: “Che bel panorama! Si sta proprio bene. Questa arietta fresca è molto piacevole.”
Vera annuì: “Sì, hai ragione!”
Mentre loro due chiacchieravano tranquillamente, un ragazzo finì di
bere da una lattina e la buttò nel fiume. Cleo se ne accorse e gridò arrabbiata: “Non si gettano le cose nel fiume, si danneggia l’ambiente!”
Il ragazzo fece come se non l’avesse sentita e se ne andò.
Cleo disse a Vera: “Se tutti fanno così, il mondo diventerà una pattumiera!”
Vera approvò e poi disse: “Forse un modo c’è per evitarlo.”
“Quale sarebbe?” chiese Cleo.
“Potremmo fare dei volantini da consegnare ad ogni casa e, visto che
siamo in un luogo di vacanza, sarebbe bene fare dei manifesti colorati
per i villeggianti.”
Cleo rispose scoraggiata: “E’ inutile, non riusciremo mai a impedire la
maleducazione!”
Vera la consolò: “Non essere pessimista, ce la faremo!”
I volantini antisporco
Cleo pensò molto a cosa scrivere sui volantini per sensibilizzare le
persone all’ambiente, ma non le veniva niente in mente. Anche Vera
ci pensò tanto che… Alla fine ebbe un’illuminazione e comunicò l’idea
all’amica per telefono:
“Cleo, mi è venuta un’idea!”
“Che bello! Di che cosa si tratta?” Chiese Cleo.
Vera rispose: “Scriveremo così sui volantini e sul manifesto: Noi siamo
gli abitanti di quest’isola immersa nel verde e nel blu; siamo lieti di
ospitare ogni persona che voglia passare del tempo qui per rilassarsi,
ma chiediamo anche la cortesia di tenere pulito il nostro “salotto”. NON
SI BUTTANO LE COSE A TERRA, MA NEGLI APPOSITI CESTINI.
Cleo accolse felice l’idea, ma sollevò: “Come faremo ad appenderli in
tutta l’isola?”
“Non ti preoccupare ci ho già pensato io.” Disse Vera.
Il giorno successivo si ritrovarono in piazza con tanti volantini e tanti
volontari pronti a disperdersi per le vie dei vari rioni. L’operazione si era
conclusa felicemente ma…
Il giorno dopo, Vera e Cleo ritornarono al fiume per rilassarsi e si accorsero che era sporco e, anzi, c’erano anche i loro volantini a terra.
“Oh! No, non hanno funzionato i miei volantini!” Si rattristò Vera.
Cleo disse: “Questa volta ce l’ho io un’idea, la devo ben organizzare e
quindi te la comunico per telefono. Le amiche tornarono a casa e …
Il pomeriggio squillò il telefono in casa di Vera: “Ciao Vera, sono Cleo.
Ti dico la mia idea, andremo in Comune dal Sindaco e riferiremo il mio
piano: visto che i volantini volano e gli esseri umani, talvolta, non rie-
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Autrice:
Noemi Simonetti
SCUOLA
PRIMARIA
L. IL MAGNIFICO
CAMPI BISENZIO
FIRENZE
Classe: 5A
Insegnanti:
Paola Paoletti
Michele Fanelli
27
TITOLO
IL MONDO E’ IN PERICOLO
scono ad essere responsabili dei propri comportamenti da soli, ho pensato di fare un bello striscione e di appenderlo al porto dove attraccano
i traghetti. Scriveremo così:
TITOLO
Fuori concorso: Premio speciale per l’originalità
C’erano una volta
in una pizzeria di Firenze
un bicchiere, una cannuccia
ed una lattina
BENVENUTI NELL’ISOLA
ricca di acqua e piante,
che vogliano essere vive e non stanche,
qualsiasi oggetto vogliate gettare,
mettetelo nel cestino e non nei prati o nel mare.
Gli abitanti dell’isola ringraziano.
Dal Sindaco
Cleo e Vera si recarono entusiasmate dal Sindaco, che rimase colpito
ed approvò il piano. Infine disse: “ Domani vi metterete subito al lavoro
e disporrò il luogo dove sistemare lo striscione. L’idea sarà attuata in
breve tempo.”
Felici Cleo e Vera si abbracciarono, ringraziarono e salutarono il Sindaco.
Morale
Ricordate l’ambiente va protetto e non maltrattato. Se facciamo del
male all’ambiente, lo facciamo anche a noi stessi.
SCUOLA
PRIMARIA
G. BUCCIOLINI
STRADA IN CHIANTI
FIRENZE
I tre erano molto amici
e trascorrevano le loro
giornate sempre insieme.
Servivano bevande e pizze
e rallegravano le feste di
compleanno dei bambini.
Classe: 4A
Insegnanti:
Katia Bettini,
Rossella Mattioli
Un giorno però vennero buttati
via separatamente.
Al buio della campana
non vedevano nulla. Erano
terrorizzati ed avevano tanta
paura. Cominciarono a
piangere. Si cercarono
disperatamente. Pensavano
che la loro vita fosse finita.
28
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TITOLO
Fuori concorso: Premio speciale per l’originalità
Ma come per miracolo un dipendente
del Quadrifoglio li salvò.
TITOLO
L’AMBIENTE VISTO DALLA PARTE DEI BAMBINI
Gli alunni della classe VA della scuola Primaria “L. il Magnifico” – Istituto Comprensivo di Campi Bisenzio Centro. Anno scolastico 2013/2014
presentano alcune riflessioni scaturite in seguito a valutazioni su comportamenti sbagliati nei confronti dell’ambiente e, in particolare, verso
il fiume Bisenzio.
E’ nato così il nostro lavoro.
“ Durante una mattina di marzo c. a., ci siamo recati sulla passerella
del fiume Bisenzio, vicino alla nostra scuola e la maestra ci ha indicato i luoghi dov’erano stati gettati, su sponde opposte, un televisore e
un sacchetto di immondizia. Dal sopralluogo abbiamo compreso che le
azioni erano dipese da precise volontà di ferire l’ambiente.
In classe, poi abbiamo visionato due immagini e …
Nella fabbrica del riciclaggio furono
trasformati.
PERCHÉ LÌ

SCUOLA
PRIMARIA
L. IL MAGNIFICO
CAMPI BISENZIO
FIRENZE
Classe: 5A
E NON QUÌ
di conseguenza abbiamo scritto i nostri pensieri qui di seguito:
Il bicchiere di carta era diventato
Una pagina, la cannuccia la copertina
Del diario e la lattina il lucchetto.
E restarono sempre insieme.
- Che senso ha buttare l’immondizia a terra o nel fiume?
Bisogna buttare le cose nei cassonetti. (Giuseppe Rovito)
- Non buttate le cose in mare perché è difficile da ripulire: buste, bottiglie e cose varie sono anche brutte da vedere. (Noemi Simonetti)
- Ci sono appositi cestini per gettare i rifiuti e un numero verde per i
rifiuti ingombranti. (Francesca Abati)
- La fatica di tenere le cose in mano o in tasca fintanto che non viene
trovato un cestino fa gettare ad alcuni le cose a terra. (Alessandro Dani)
- Chi getta le cose nei fiumi non si deve lamentare se poi lo ritrova nel
mare mentre fa il bagno. (Simone Sacco)
- Noi dobbiamo gettare la spazzatura differenziata nei cassonetti per
non danneggiare l’ambiente, gli animali e per rendere le nostre città
pulite. Spero che sia così! (Elena Bassi)
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TITOLO
L’AMBIENTE VISTO DALLA PARTE DEI BAMBINI
- Perché buttare della spazzatura nel fiume se ci sono i cestini? Se tutti
continuiamo così, il fiume e il mare si inquineranno irrimediabilmente.
(Marco Baldini)
- Mi domando io, perché la gente deve buttare a terra i rifiuti invece che
nel cestino? Tanto duri la stessa fatica. E’ brutto vedere i rifiuti a terra.
Si vive meglio ed è più bello vivere in un mondo pulito.
(Beatrice Poggi)
- Una mia esperienza al mare, mentre facevo il bagno, mi sono imbattuta in delle feci che galleggiavano: sono corsa fuori dall’acqua e ho fatto
una lunga doccia per il ribrezzo che ho provato. (Sara Giovannini)
- Le persone che buttano i rifiuti a terra fanno male perché il nostro
mondo pian piano diventerà molto sporco. Ho notato, quando camino
sui marciapiedi le gomme appiccicate a terra: “A me piace vivere in un
mondo pulito. (Alessia Tanasa)
- Si devono pulire i bisogni dei propri cani e gatti, stare attenti a non
farglieli fare davanti a case, negozi o per strada perché viene pestata,
dà cattivo odore e può causare malattie. (Federica Di Vita)
- Che effetto! Un giorno al mare, mentre facevo il bagno a largo, ho visto un topo morto senza testa galleggiare; mi è passata la voglia di fare
il bagno, quindi sono tornato a riva. (Marco Belardinelli)
- Gettare i rifiuti a terra e, come abbiamo visto, nei fiumi o sugli argini
non è corretto perché danneggia la vegetazione e gli animali che ci vivono. (Niccolò Iarpini)
TITOLO
L’AMBIENTE VISTO DALLA PARTE DEI BAMBINI
- Il mare, la terra e i fiumi devono essere vivibili per la nostra salute e
per la loro bellezza. (Filippo Rosati)
- Dopo aver fatto un sopralluogo al fiume e visionato l’immagine proposta dall’insegnante, mi viene da chiedermi: perché continuiamo a
gettare nel mare con il pericolo di soffocare le creature marine? Perché
sporcare l’ambiente quando il Nostro Comune mette a disposizione dei
contenitori per raccogliere la sporcizia? L’ignoranza dell’uomo è grande: priva l’acqua della sua purezza, l’erba della sua brillantezza, gli animali di quella gioia negli occhi che esprime: ”Ehi! Io sono vivo!”
Se non rimediamo subito, montagne di sacchi sporchi ci sommergeranno e l’acqua non sarà più potabile e limpida.
Per impedire che questo accada, possiamo impegnarci con comportamenti corretti ed iniziare, per aiutare “Il Quadrifoglio”, a tenere pulito
l’ambiente. Ad esempio, creare una comitiva di volontari ecologici per
pulire le strade e sensibilizzare le persone verso i bisogni dell’ambiente;
inoltre sorvegliare sulla raccolta differenziata. Non ci deve parer fatica
a fare azioni corrette, ne va della salute di tutta la terra.
(Giada Raffaelli)
- Lasciare i rifiuti incustoditi non è una cosa buona né per le persone né
per l’ambiente. Le cose gettate nei fiumi aumentano il pericolo di alluvioni perché ostacolano il percorso dell’acqua. Affinché ciò non accada
dobbiamo mettere più cassonetti e osservare le disposizioni dei colori;
bisogna creare più discariche autorizzate, limitare gli inceneritori ad un
uso ristretto e soprattutto riciclare.
IL PROBLEMA DEI RIFIUTI RIGUARDA TUTTI!
(Francesco Tozzetti)
- Non dobbiamo mai disperdere i rifiuti nell’ambiente perché s’inquina.
Se nel fiume ci sono troppi rifiuti la sua acqua sale e non ci si deve lamentare se ci sono gli allagamenti. (Leonardo Della Giustina)
- Se noi continuiamo a lasciare i rifiuti a terra potrebbe accadere che
fra un po’ di anni si propaghino delle malattie, gli animali muoiano o
si estinguano e non avremmo più il piacere di nuotare nel mare e fare
passeggiate all’aperto. (Viola Pancani)
- Se il mondo diventa una discarica dove buttare i rifiuti, gli uomini
sono gli oggetti da raccogliere e gettare. Riflettete gente!…. Riflettete.
(Leonardo Cantini)
- Durante un soggiorno a Napoli ho visto dei cassonetti troppo pieni. E’
brutto da vedere perché la spazzatura cade sulla strada. Forse un modo
c’è!.. Allarghiamo i cassonetti o facciamo passare più spesso i camion
della spazzatura. (Pierluigi Bussone)
- Non importa se abitiamo in una grande città o in un piccolo paese:
dobbiamo tutti imparare a gestire meglio i nostri rifiuti, buttando meno
e buttando meglio. (Angela Hu)
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Si ringraziano
gli alunni e le insegnanti
delle classi quarte e quinte
delle scuole primarie
che hanno partecipato al concorso
redigendo i testi presentati
in questo volume.
Un ulteriore ringraziamento
è rivolto ai Dirigenti Scolastici
che ne hanno permesso
la partecipazione.
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