Seminario di aggiornamento tecnico Aspetti normativi legati alla sicurezza degli impianti a gas in ambiente domestico Nuove disposizioni introdotte dalla pubblicazione delle nuova edizione della norma UNI 10738 Ravenna, febbraio 2014 Relatore Claudio Palmieri Norma UNI CIG 10738 - settembre 2012 Titolo Impianti alimentati a gas, per uso domestico, in esercizio Linee guida per la verifica dell’idoneità al funzionamento in sicurezza Scopo e campo di applicazione La presente norma stabilisce i criteri per verificare la sussistenza dei requisiti di sicurezza degli impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili, indipendentemente dalla data della loro realizzazione, al fine di stabilire se l’impianto gas (di seguito impianto) verificato può continuare ad essere utilizzato nello stato in cui si trova, senza pregiudicare la sicurezza, ai sensi delle leggi vigenti. La presente norma tratta esclusivamente gli aspetti di verifica degli impianti e pertanto non può essere utilizzata come norma di progettazione, né d’installazione, né per l’adeguamento degli impianti. Termini e Definizioni Controllo Strumentale: Controllo eseguito con l’ausilio di strumenti appropriati. Sono per esempio considerati controlli strumentali: 1 – il controllo della tenuta dell’impianto interno; 2 – il controllo del corretto afflusso di aria comburente; 3 – il controllo dell’assenza di reflusso dei prodotti della combustione in ambiente; 4 – il controllo del tiraggio dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione funzionanti a tiraggio naturale. Termini e Definizioni Controllo visivo: Controllo eseguito sulle parti dell’impianto visibili e/o ispezionabili senza l’ausilio di strumenti. Sono per esempio considerati controlli visivi: 1 – il controllo delle tubazioni e sei relativi accessori installati a vista; 2 – il controllo della sezione libera delle predisposizioni per la ventilazione e l’aerazione dei locali; 3 – il controllo delle predisposizioni edili e meccaniche per l’evacuazione dei prodotti della combustione. Termini e Definizioni Requisiti essenziali di sicurezza Requisiti fondamentali ed inderogabili per garantire la sicurezza impiantistica e la tutela della pubblica incolumità necessari per attestare l’idoneità al funzionamento di un impianto. Sono considerati requisiti essenziali di sicurezza: 1 – tenuta dell’impianto interno; 2 – idoneità dei materiali utilizzati (dei sistemi di giunzione e modalità di posa); 3 – idoneità dei locali d’installazione degli apparecchi e relativa compatibilità; 4 – idoneità della ventilazione dei locali (dove necessario) 5 – idoneità dell’aerazione dei locali (dove è necessario) 6 – corretto funzionamento degli apparecchi e dei relativi dispositivi di controllo, regolazione, sicurezza; 7 – corretto funzionamento dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione e relativa compatibilità con gli apparecchi ad essi raccordati. 4 Verifiche 4.1 Generalità Ai fini della presente norma, le attività di verifica, ispezione e controllo degli impianti devono essere eseguite esclusivamente da operatori aventi specifica competenza tecnica. Le verifiche devono essere eseguite in presenza dell’utilizzatore. Le verifiche stabilite dalla presente norma sono finalizzate ad accertare: 1 – l’assenza di anomalie tali da pregiudicare la sicurezza e la pubblica incolumità; 2 – la sussistenza dei requisiti essenziali di sicurezza; al fine di poter formulare un giudizio sull’idoneità al funzionamento o la non idoneità al funzionamento dell’impianto. Le attività di verifica riguardano le sezioni o componenti dell’impianto riportati nel prospetto 1 e sono maggiormente dettagliate nei punti di seguito riportati. I risultati di ogni controllo/ispezione effettuato, devono essere riportati sul Rapporto Tecnico di Verifica, di cui al punto 4.2. 4 Verifiche 4 Verifiche 4.1.1 Esito delle Verifiche A completamento delle verifiche stabilite dalla presente norma, in considerazione dell’esito di ciascun controllo, l’operatore formula un giudizio sulla idoneità al funzionamento dell’impianto. La presente norma prevede che l’operatore possa esprimere i giudizi di seguito elencati: 1 – impianto idoneo la funzionamento. Tale giudizio è determinato dall’assenza di anomalie e permette l’utilizzo dell’impianto senza la necessità di alcun intervento; 2 – impianto idoneo al funzionamento temporaneo. Tale giudizio è determinato dalla presenza di anomalie che non costituiscono pericolo immediato e consente l’utilizzo dell’impianto per un periodo di tempo stabilito dall’operatore entro il quale l’impianto deve essere adeguato. Gli interventi necessari per l’adeguamento devono essere in conformità alle leggi vigenti. In ogni caso l’operatore è tenuto a diffidare formalmente l’utilizzatore dall’utilizzare l’impianto oltre i termini stabiliti. 3 – impianto non idoneo al funzionamento. Tale giudizio è determinato dalla presenza di anomalie che, in caso di utilizzo dell’impianto, possono costituire pericolo immediato. In tal caso l’operatore deve immediatamente mettere fuori servizio l’impianto e diffidare formalmente l’utilizzatore dall’utilizzare l’impianto fino ad avvenuto adeguamento. Eventuali condizioni impiantistiche e/o normative non considerate nella presente norma, ma riscontrate durante l’esecuzione delle verifiche e ritenute pregiudizievoli per la sicurezza, devono essere debitamente valutate e motivate dall’operatore e segnalate sul rapporto Tecnico di Verifica, di cui al punto 4.2, ai fini della formulazione del giudizio finale. 4 Verifiche 4.2 Rapporto Tecnico di Verifica (RVT) Il Rapporto Tecnico di Verifica, (di seguito RTV), è un documento composto da tre Sezioni, nelle quali devono essere riportati: 1 – i dati identificativi e le informazioni disponibili sull’impianto (Sezione 1); 2 – i controlli eseguito sull’impianto ed i risultati conseguiti (Sezione 2); 3 – la sintesi dei risultati e il giudizio complessivo sullo stato di sicurezza dell’impianto (Sezione 3). Il modello del RTV è riportato nell’appendice A. La compilazione del RVT deve essere eseguita a cura dell’operatore incaricato di effettuare le verifiche previste dalla presente norma, con le modalità di seguito indicate. 4 Verifiche 4.3 Attività preliminare Come prima azione l’operatore deve accertarsi che l’impianto non presenti evidenti situazioni di pericolo che possano pregiudicare la sicurezza propria e dell’utilizzatore e la pubblica incolumità in generale. In caso di evidenti situazioni di pericolo, l’operatore deve sospendere l’attività di verifica e mettere fuori servizio, a seconda del caso, l’impianto o parte di esso o gli apparecchi. L’impianto o la parte di impianto o gli apparecchi ritenuti pericolosi devono essere lasciati fuori servizio fino all’eliminazione della situazione di pericolo e l’utilizzatore deve essere diffidato dall’utilizzarli fino a quando non siano state rimosse le cause di tale situazione. Si considerano in particolare pregiudizievoli per la sicurezza: 1 – la presenza di gas combustibili in ambiente; 2 – la presenza di prodotti della combustione in ambiente. Se a seguito dell’accertamento preliminare, l’operatore verifica l’assenza di anomalie che possono determinare situazioni di pericolo immediato, può procedere ad effettuare le verifiche ed i controlli di cui ai successivi punti. Compilazione della sezione 1 del Rapporto: INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO 1.1 del Rapporto Tecnico di Verifica In questo campo devono essere riportati i dati identificativi dell’impianto. Compilazione della sezione 1 del Rapporto: INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO 1.2 del Rapporto Tecnico di Verifica In questo campo de essere redatto l’elenco della documentazione disponibile. Compilazione della sezione 1 del Rapporto: INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO 1.3 del Rapporto Tecnico di Verifica In questo campo deve essere riportato l’elenco degli apparecchi installati. Compilazione della sezione 1 del Rapporto: INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO 1.3 del Rapporto Tecnico di Verifica In questo campo deve essere riportato l’elenco degli apparecchi installati. Nel caso non sia possibile rilevare i dati di targa di un apparecchio e non sia disponibile la documentazione tecnica del fabbricante, in sostituzione della portata termica nominale l’operatore riporta la portata termica effettiva rilevata mediante lettura del consumo del contatore, in conformità alla UNI 10738-1. Qualora non risulti possibile rilevare la portata termica effettiva, l’operatore può far riferimento alle portate termiche nominali indicative riportate nel prospetto 2. Compilazione della sezione 1 del Rapporto: INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO 1.4 del Rapporto Tecnico di Verifica Se nella documentazione non è disponibile lo schema dell’impianto o l’operatore, verificando che esso non è corretto, ritenga utile/opportuno realizzarne uno, lo schema deve essere eseguito evidenziando la tipologia degli ambienti/locali interessati dalla posa dell’impianto interno e degli eventuali apparecchi di utilizzazione installati. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA DELL’IMPIANTO INTERNO Generalità La verifica dell’impianto interno si effettua mediante controlli visivi e controlli strumentali. I controlli visivi riguardano le parti dell’impianto interno posate a vista e/o ispezionabili (per esempio posate in canaletta) e sono finalizzati a: 1 – individuare il percorso delle tubazioni e la sua idoneità in relazione alle caratteristiche degli ambienti/locali interessati dalla posa dell’impianto interno ed alla tipologia di posa adottata; 2 – accertare l’idoneità dei materiali utilizzati per le tubazioni, i relativi accessori (curve, gomiti, raccordi, rubinetti, pezzi special, ecc.) ed i relativi sistemi di giunzione (per esempio filettatura, saldatura, brasatura, ecc.); 3 – accertare lo stato di conservazione dei materiali. Il controllo strumentale consiste nell’accertamento dei requisiti di tenuta dell’impianto interno, in conformità alla UNI 11137. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICHE IMPIANTO INTERNO – Controllo del percorso Il controllo del percorso consiste nel valutare l’idoneità della posa delle tubazioni, collocate si all’interno che all’esterno degli edifici. Il controllo deve essere effettuato tenendo in considerazione le prescrizioni e gli specifici divieti riportati nelle diverse parti della UNI 7129, UNI TS 11147, UNI/TS 11340 e UNI TS 11343. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO – Controllo del percorso 5.2.1.2 Anomalie che determinano l’inidoneità al funzionamento temporaneo All’esterno degli edifici 1) Polietilene fuori terra 2) tubazioni multistrato metallo/plastici e di tubazioni in acciaio flessibili CSST prive di adeguata protezione dai raggi UV 3) tubazioni in canalette chiuse prive di sfogo verso l’esterno; 4) tubazioni a vista senza protezioni dagli urti in zone soggette al traffico veicolare. -All’interno degli edifici 1) Tubazioni in polietilene; 2) Tubazioni multistrato metallo-plastici a vista senza adeguate protezioni dalla luce; 3) Tubazioni metalliche a vista senza adeguata protezione in locali a rischio di incendio; 4) Raccordi e giunzioni di tipo meccanico in locali con pericolo di incendio o in locali non aerati o non aerabili; 5) Tubazioni posate a vista in vani comuni non aerati in modo permanente. ESEMPI UNI TS 11343: Punto 5.1.2 – Ubicazione delle tubazioni Le tubazioni possono essere collocate: - Sotto traccia; - Interrate; - In strutture appositamente realizzate; - In guaine. - (la UNI 7129 consente anche l’installazione a vista) E’ consentita la posa della tubazione gas all’interno di intercapedini chiuse purchè la tubazione sia posata all’interno di un apposito tubo guaina metallico passante, inoltre deve essere dotato di idonei distanziatori; in questo caso gli ancoraggi delle tubazioni devono essere realizzati con materiali incombustibili. Il tubo multistrato metallo-plastico non deve presentare giunzioni lungo tale tracciato. ESEMPI UNI TS 11343: Punto 5.2.2 – Tracciati esterni all’unità immobiliare All’esterno delle unità immobiliari le tubazioni possono essere installate: - Interrate; - in strutture appositamente realizzate. “E’ vietata la posa a vista” …per le tubazioni prima di provvedere alla posa del tubo deve essere accertata la completa integrità dello strato esterno plastico; nel caso in cui fossero accertati danneggiamenti, incisioni o alterazioni, il tubo non può essere utilizzato. ESEMPI Punto 5.3.3 – Criteri di posa nelle parti comuni degli edifici multifamiliari Tracciati nelle parti comuni interne all’edificio …richiamo dalla uni 7129 La posa delle tubazioni del gas all’interno delle parti comuni degli edifici può essere: - a vista; - in struttura appositamente realizzata. Disposizioni della UNI TS 11343 - Nelle parti comuni interne all’edificio le tubazioni del gas devono essere installate in apposito alloggiamento... - …non è ammessa la posa delle tubazioni gas a vista, a pavimento o sotto traccia nei muri costituenti le parti comuni interne... - Qualora debbano essere soddisfatte prescrizioni antincendio, la condotta deve essere inserita in apposito alloggiamento… ESEMPI Punto 5 – Criteri generali di posa Posa in opera delle tubazioni per sistemi PLT-CSST Le tubazioni per sistemi PLT – CSST possono essere installate - A vista; Sottotraccia; Interrate; In strutture appositamente realizzate; In guaine. E’ consentita la posa “a vista” delle tubazioni… soltanto negli ambienti interni dell’edificio unifamiliare e/o residenziale, purchè il rivestimento plastico della tubazione risulti protetto dalle sollecitazioni meccaniche, termiche e da urti accidentali. Inoltre la tubazione deve essere ancorata o supportata da un’apposita struttura idonea ad impedire il brandeggio e la deformazione delle tubazioni per effetto del proprio peso. ESEMPI Punto 5.3 Divieti E’ vietato posare le tubazioni PLT-CSST direttamente sottotraccia sia all’esterno nelle pareti perimetrali dell’edificio che all’interno nei muri e soffitti, costituenti le parti comuni di un edificio residenziale (come UNI 7129). E’ vietata la posa sottotraccia della tubazione in diagonale ed obliqua. E’ vietata la posa a pavimento delle tubazioni PLT-CSST nei locali costituenti le parti comuni dell’edificio. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO – Controllo del percorso 5.2.1.2 Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 6) presenza di materiale non adatto nelle guaine di protezione negli attraversamenti; 7) presenza di giunzioni negli attraversamenti di solai (ove verificabile); 8) presenza di giunzioni meccaniche (ove verificabile) nelle guaine di attraversamento di locali con pericolo di incendio; 9) tubazioni collocate in vani tecnici contenenti altri sevizi, che non costituiscono un pericolo immediato ma potenziale. ESEMPIO UNI TS 11343: Punto 5.1.2 – Ubicazione delle tubazioni Attraversamento locali con rischi di incendio – che cosa diceva la 7129 al punto 4.4.1.4 ? …è consentito l’attraversamento di vano od ambienti con pericolo di incendio (autorimesse, box, magazzini di materiali combustibili, ecc.) purchè le tubazioni di adduzione gas in acciaio abbiano soltanto giunzioni saldate e le tubazioni i rame abbiano soltanto giunzioni con brasatura forte. In ogni caso le tubazioni devono essere protette con materiali aventi classe A1 di reazione al fuoco secondo UNI EN 13501-1. La protezione di cui sopra può essere realizzata, mediante un tubo guaina passante di metallo, avente diametro interno di almeno 10 mm maggiore del diametro esterno della tubazione gas e spessore non inferiore a 2 mm; materiali e spessori diversi devono comunque garantire una protezione equivalente. Inoltre la protezione deve essere dotata, al suo interno, di idonei distanziatori. In questo caso gli ancoraggi della protezione devono essere realizzati con materiali di classe A1. In alternativa, a quanto sopra indicato, la tubazione metallica può essere posta sotto traccia, secondo le prescrizioni… ESEMPIO UNI TS 11343: Punto 5.1.2 – Ubicazione delle tubazioni Attraversamento locali con rischi di incendio – che cosa dice la UNI 11143 per i tubi multistrato? E’ consentito l’attraversamento di locali o vani con pericolo di incendio… purchè il tubo multistrato sia inserito in apposito alloggiamento. …le caratteristiche di resistenza al fuoco devono essere adeguate al luogo di installazione e comunque non minori di REI 120. Inoltre: - no giunzioni in alloggiamenti non ispezionabili; - alloggiamenti ad uso esclusivo impianto gas; - alloggiamenti aerati alle due estremità; - apertura alla quota bassa provvista di rete tagliafiamma; - le aperture devono proteggere il tubo da raggi UV; - almeno 3 cm dal tubo alla parete dell’alloggiamento; ESEMPIO UNI TS 11343: Punto 5.1.2 – Ubicazione delle tubazioni Attraversamento locali con rischi di incendio – che cosa dice la UNI 11143 per i tubi multistrato? In alternativa, è ammesso che il tubo, dotato di guaina in acciaio, sia posto sotto traccia… ed annegato in malta di cemento realizzando attorno al tubo un “massello di cemento” di spessore almeno pari a 40 mm (differenza rispetto alla UNI 7129). Il tubo guaina di metallo, deve avere diametro interno di almeno 10 mm maggiore del diametro esterno della tubazione gas e spessore non minore di 2 mm… Il tubo multistrato… non deve presentare giunzioni lungo tale tracciato. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO – Controllo del percorso 5.2.1.3 Anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento All’esterno degli edifici 1) Si ritiene che non sussistano anomalie di questo tipo. All’interno degli edifici 1) Tubazioni non metalliche posate in vista all’interno di locali con pericolo di incendio; 2) Impianti a GPL in locali collocati al di sotto del piano di campagna; 3) Tubazioni non metalliche in guaine non metalliche in attraversamenti di locali con pericolo di incendio; 4) Tubazioni in intercapedini chiuse 5) Tubazioni in vani ascensori; 6) Tubazioni in camini, canne fumarie; 7) Tubazioni in vani scarico immondizie; 8) Tubazioni in vani, cavedi ecc. destinati a servizi elettrici. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO – Controllo dei materiali 5.3 Il controllo dei materiali consiste nell’ispezione visiva di tubi, raccordi, accessori, curve, gomiti, rubinetti, pezzi speciali, tubi flessibile ecc. e relative giunzioni, impiegati nella realizzazione dell’impianto interno. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO – Controllo dei materiali 5.3 Il controllo ha lo scopo di accertare che i materiali impiegati siano adatti all’uso e garantiscano in ogni caso i requisiti di sicurezza necessari ai fini della tutela della pubblica incolumità. I materiali con cui è stato realizzato l’impianto interno devono essere: 1) 2) Dichiarati idonei all’impiego dal fabbricante e conformi a norme specifiche di prodotto o previsti da norme specifiche di installazione, anche se non più in vigore o superate da edizioni successive; Non oggetto di specifiche norme, ma corredati da tutta la documentazione prevista dalla legislazione vigente. Non sono consentiti materiali espressamente vietati o non idonei all’uso. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO – Controllo dei materiali 5.3 5.3.1.2 Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo All’esterno degli edifici 1) Materiali idonei che presentano una perdita non superiore a 5 l/h; 2) Materiali non esplicitamente ammessi da una specifica norma tecnica, a condizione che dalla prova di tenuta non risulti una perdita superiore ai 5 l/h; 3) Assenza di rubinetto di intercettazione generale e/o relativo punto di inizio; 4) Assenza di rubinetto di intercettazione apparecchi; 5) Tubi flessibili UNI 7141 e UNI EN 1762, utilizzati in apparecchi fissi quali stufe, scaldabagni e caldaie; 6) Tubi flessibili non metallici UNI 7141 in apparecchi di cottura ad incasso; 7) Tubi flessibili UNI EN 14800 (acciaio non estensibile) o UNI 11353 (acciaio estensibile, ex 9891), utilizzati per collegare apparecchi mobili (non fissi). Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO – Controllo dei materiali 5.3 5.3.1.3 Anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 1) Materiali idonei che presentano una perdita superiore a 5 l/h; 2) Materiali non esplicitamente ammessi da una specifica norma tecnica che alla prova di tenuta presentano una perdita superiore ai 5 l/h; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO Controllo stato di conservazione dei materiali 5.4 Il controllo dello stato di conservazione dei materiali consiste nell’ispezione visiva delle parti dell’impianto interno installate a vista e/o ispezionabili (per esempio posate in canaletta) e dei relativi materiali di cui al punto 5.3 Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO Controllo stato di conservazione dei materiali 5.4 5.4.1.2 Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 1) Tubi flessibili non metallici UNI 7140 scaduti, ma ancora integri; 2) Tubi flessibili non metallici, di cui alla UNI 7140 o uni EN 1762, con presenza di piegature ad angolo vivo o soggetti a trazione, sollecitazioni termiche o meccaniche; 3) Tubi flessibili non metallici, di cui alla UNI 7140, con ispezionabili lungo tutto i percorso; 4) Mancanza di fascette in tubi non metallici flessibili UNI 7140; 5) Rubinetti difficilmente manovrabili; 6) La mancanza di tappi filettati in terminazioni non utilizzate; 7) Ancoraggi e supporti non adeguati. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO Controllo stato di conservazione dei materiali 5.4 5.4.1.3 Anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 1) Tubi flessibili visibilmente deteriorati; 2) Tubazioni metalliche che presentano segni evidenti di corrosione; 3) Rubinetti di intercettazione non accessibili e/o non manovrabili; 4) La mancanza di tappi di chiusura a valle delle predisposizioni terminali per successivo ampliamento dell’impianto; 5) Ancoraggi e supporti palesemente inadeguati. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: VERIFICA IMPIANTO INTERNO Controllo della tenuta dell’impianto interno 5.5 Le anomalie riscontrate, a seconda della criticità dei singoli casi, possono determinare, come esito finale del controllo, l’idoneità al funzionamento temporaneo oppure la non idoneità al funzionamento come specificato nei successivi punti. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 5 VERIFICA IMPIANTO INTERNO Controllo della tenuta dell’impianto interno 5.5 5.5.1.2 Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 1) Per impianti alimentati con gas metano una perdita maggiore di 1 l/h e inferiore a 5 l/h; 2) Per impianti alimentati a GPL una perdita tra 0,4 e 2 l/h. 5.5.1.3 Anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 1) Per impianti alimentati con gas metano una perdita maggiore di 5 l/h; 2) Per impianti alimentati a GPL una perdita superiore a 2 l/h. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Generalità La verifica degli apparecchi di utilizzazione, delle bombole e dei locali d’installazione si effettua mediante controlli visivi e controlli strumentali finalizzati a: 1) Accertare l’idoneità del luogo d’installazione degli apparecchi e/o delle bombole; 2) Accertare l’idoneità della ventilazione; 3) Accertare l’idoneità dell’aerazione; 4) Accertare lo stato di conservazione e la funzionalità degli apparecchi. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Verifica apparecchi - bombole Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Verifica bombole Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Verifica bombole Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.3 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Controllo collegamento apparecchi Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.4 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Controllo della ventilazione Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.5 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Controllo aerazione Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 1) Apparecchi predisposti per l’installazione all’esterno che non rispondono alle prescrizioni del costruttore, in caso di disponibilità delle istruzioni del fabbricante; 2) Apparecchi all’esterno non specificatamente adatti al tale utilizzo; 3) Apparecchi di tipo A che non rispondono con aerazione insufficiente rispetto alle prescrizioni; 4) Apparecchi di tipo A in locali con volumetria insufficiente, o potenza eccessiva rispetto al volume del locale; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 5) Apparecchi di cottura in locali privi di adeguate aperture di ventilazione; 6) Apparecchi di cottura in locali privi di adeguati sistemi di aerazione; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 7) Apparecchi di tipo B in locali con ventilazione insufficiente, ma comunque aerabili; 8) Apparecchi di tipo B in locali dotati di adeguate superfici di ventilazione, ma privi di adeguata aerabilità; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 9) Apparecchi di tipo B per sola ACS in locali da bagno di volumetria insufficiente purchè il locale sia dotato di adeguate aperture di ventilazione, dotato di aperture dirette verso l’esterno, non vi sia riflusso dei prodotti della combustione, ed il tiraggio sia sufficiente. 10) Apparecchi di tipo C in locali non aerati o non aerabili; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 11) Apparecchi di tipo A o non ad incasso dotati di tubo flessibile UNI 7140 o UNI EN 1762 di lunghezza maggiore di 1,5 m; 12) Apparecchi di cottura ad incasso con tubo flessibile non metallico UNI EN 1762 di lunghezza maggiore di 2,0 m; 13) Apparecchi di cottura ad incasso o di tipo B e C, con tubo flessibile di acciaio inossidabile UNI EN 14800 o UNI 11353, di lunghezza maggiore di 2 m; 14) Apparecchi di cottura ad incasso o di tipo B e C, con tubi semirigidi corrugati in acciaio inossidabile rivestito (CSST) UNI EN 15266 e UNI TS 11340 con tratto terminale libero maggiore di 5 m; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 15) Apparecchi di tipo A con superficie di ventilazione insufficiente o assente, purchè sia presente idonea apertura di aerazione; 16) Apparecchi di tipo B con superficie di ventilazione insufficiente, ma installato in locale aerabile; 18) Locale con apparecchi di tipo A con aerazione insufficiente, ma adeguata ventilazione; 19) Apparecchi di tipo B in locali non aerabili, in caso di adeguata ventilazione; 20) Apparecchi di tipo C in locali non aerabili; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5 Stato di conservazione degli apparecchi e funzionamento degli apparecchi Gli apparecchi presenti sull’impianto devono essere sottoposti a specifici controlli al fine di: - valutarne lo stato di conservazione ed integrità - controllarne il corretto funzionamento I controlli relativi allo stato di conservazione degli apparecchi sono di tipo visivo. I controlli relativi al corretto funzionamento degli apparecchi prevedono sia controlli visivi che interventi/operazioni manuali. Tali interventi manuali sono limitati a quelli normalmente previsti per l’utilizzatore, al fine di consentire l’accensione, le eventuali regolazioni e lo spegnimento dell’apparecchio. I controlli dello stato di conservazione e del corretto funzionamento degli apparecchi devono essere eseguiti senza lo smontaggio di parti e/o componenti dell’apparecchio. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.6 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5.1 Stato di conservazione degli apparecchi Tutti gli apparecchi presenti sull’impianto, ove visivamente verificabili, devono soddisfare i requisiti di seguito descritti ed in particolare: a) Apparire integri nella struttura; b) Essere dotati di dispositivo di sorveglianza fiamma, ricordando che i piani di cottura il dispositivo non è soggetto ad obbligatorietà legale, ma la UNI 7129/2008 lo richiede per tutte le nuove installazioni; c) Essere dotati di dispositivo di evacuazione fumi, tenendo presente che tale dispositivo è obbligatorio per le caldaie commercializzate e/o installate dopo il 3 maggio 1993, e sugli altri apparecchi (stufe, scaldabagni ecc), dopo il 30 maggio 1995; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.6 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5.1 Stato di conservazione degli apparecchi d) essere dotati di dispositivo di accensione e regolazione manovrabile direttamente dall’utilizzatore; e) Essere collegati correttamente all’impianto interno, o alla relativa bombola, medianti raccordi idonei; f) Essere correttamente fissati alle strutture di sostegno; g) Essere correttamente inserito nell’apposita strutture di contenimento, se previsti per installazione ad incasso; h) Non devono presentare condizioni di degrado strutturale, deterioramento, corrosione, incrostazione, ossidazione, bruciature o nerofumo; i) Essere correttamente collegati ai sistemi di evacuazione fumi. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.6 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5.1 Stato di conservazione degli apparecchi Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 1) Mancanza di componenti strutturale; 2) Sistema di ancoraggio non sicuro o provvisorio; 3) Inserimento non corretto di apparecchi ad incasso; 4) Presenza di condizioni lievi e localizzate di degrado strutturale, deterioramento, corrosione, incrostazione, ossidazione, bruciature o nerofumo; Le condizioni sopra riportate la necessità di prescrivere interventi di manutenzione sull’apparecchio. Le condizioni di cui sopra non devono compromettere la sicurezza durante il normale funzionamento. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.6 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5.1 Stato di conservazione degli apparecchi Controllo sistema isolante.MOV Controllo sensore fumi.MOV Presenza nerofumo.MOV Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.7 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5.2 Funzionamento degli apparecchi Il controllo del funzionamento degli apparecchi deve essere eseguito con gli apparecchi in funzione durante il normale esercizio e deve stabilire se, durante il normale funzionamento, l’apparecchi garantisce i requisiti di sicurezza. Un particolare si deve controllare: 1) La manovrabilità dispositivi di accensione, regolazione e spegnimento; tali dispositivi devono essere manovrati senza troppo sforzo e consentire l’individuazione delle posizioni di riferimento. 2) Il funzionamento dei dispositivi di controllo fiamma; 3) La conformazione e la colorazione della fiamma ove visivamente verificabili. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.7 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5.2 Funzionamento degli apparecchi 6.5.2.1 Funzionamento dei dispositivi di sorveglianza fiamma In assenza di specifiche indicazioni del fabbricante degli apparecchi, il funzionamento dei dispositivi di sorveglianza fiamma deve essere controllato con le modalità di seguito riportate: Apparecchi dotati di termocoppia 1) Si parte con la sola fiamma pilota in funzione, o con il bruciatore in funzione in assenza di pilota; 2) Si chiude il rubinetto dell’apparecchi attendendo lo spegnimento della fiamma; entro 60 secondi deve intervenire la valvola di blocco, ed in questo caso il dispositivo si ritiene efficiente; 3) Si riapre il rubinetto a monte, e con l’ausilio di un fiammifero si verifica che il pilota o il bruciatore non si accendano. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.7 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5.2 Funzionamento degli apparecchi 6.5.2.1 Funzionamento dei dispositivi di sorveglianza fiamma Apparecchi dotati di sistema di sorveglianza fiamma elettronico (a ionizzazione di fiamma) 1) Si parte accendendo il bruciatore principale dell’apparecchio; 2) Si spegne il bruciatore, chiudendo il rubinetto dell’apparecchio; 3) Si attende che il dispositivo tenti un’accensione automatica per circa 10 secondi; 4) A seguito dell’esito negativo del tentativo, si deve verificare il blocco dell’apparecchio; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.7 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5.2 Funzionamento degli apparecchi 6.5.2.2 Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporanea 1) Eccessivo sforzo nella manovrabilità dei dispositivi di accensione e regolazione; 2) Non corretto funzionamento dei dispositivi di sorveglianza fiamma dei piani di cottura; 3) Fiamma con conformazione e colorazione tale da indicare una combustione imperfetta, a condizione che il locale sia dotato di adeguate condizioni di ventilazione ed aerazione; 4) Altre condizioni visivamente verificabili, indice di una carenza di manutenzione; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.7 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.5.2 Funzionamento degli apparecchi Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.6 Controllo del luogo di installazione delle bombole di GPL e della destinazione d’uso dei locali Anomalie che possono determinare l’idoneità al funzionamento temporaneo 1) Installazione all’esterno, a livello più basso del piano di campagna; 2) Installazione all’esterno, senza protezione dai raggi solari e dalle intemperie; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.6 Controllo del luogo di installazione delle bombole di GPL e della destinazione d’uso dei locali Anomalie che possono determinare l’idoneità al funzionamento temporaneo 3) Installazione all’esterno, se in numero maggiore di 4; 4) Installazione all’esterno, se di capacità complessiva maggiore di 70 kg; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.6 Controllo del luogo di installazione delle bombole di GPL e della destinazione d’uso dei locali Anomalie che possono determinare l’idoneità al funzionamento temporaneo 6) In locale idoneo, sia per destinazione d’uso che per volume, ma privo di adeguata aerazione permanente; Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.6 Controllo del luogo di installazione delle bombole di GPL e della destinazione d’uso dei locali Anomalie che possono determinare l’idoneità al funzionamento temporaneo 7) In numero superiore al prospetto 3 (o di capacità superiore), ma in locale con adeguate aperture permanenti di aerazione. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.6 Controllo del luogo di installazione delle bombole di GPL e della destinazione d’uso dei locali Anomalie che possono determinare l’idoneità al funzionamento temporaneo 8) Bombole tenute in deposito, non allacciate. Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.6 Controllo del luogo di installazione delle bombole di GPL e della destinazione d’uso dei locali Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.6 Controllo del luogo di installazione delle bombole di GPL e della destinazione d’uso dei locali Compilazione della sezione 2 del Rapporto: campo 2.2.2 6 VERIFICA APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE, BOMBOLE E LOCALI DI INSTALLAZIONE 6.6 Controllo del luogo di installazione delle bombole di GPL e della destinazione d’uso dei locali Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE 7.1 Generalità Le verifiche devono essere effettuate mediante controlli visivi e strumentali. I controlli visivi riguardano le predisposizioni per l’evacuazione dei prodotti della combustione e i relativi componenti installati a vista o ispezionabili, finalizzati ad accertare: 1) L’idoneità dei materiali impiegati e la compatibilità con gli ambienti; 2) Le modalità di posa (sviluppo, pendenza, sezione, curve ecc.); 3) l’idoneità del posizionamento del terminale di tiraggio; 4) Lo stato di conservazione dei vari componenti e la compatibilità tra l’apparecchio e il sistema dei scarico fumi. I controlli devono essere eseguito senza smontare componenti. Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE I controlli strumentali, correlati al funzionamento degli apparecchi, sono finalizzati ad accertare la corretta evacuazione dei prodotti della combustione durante il normale funzionamento degli apparecchi e consistono nella verifica: 1) Per apparecchi di tipo B e C, dell’assenza di riflusso in ambiente dei prodotti della combustione; 2) Per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale, collegati a camini singoli o a canne collettive ramificate, del tiraggio prodotto nel sistema di evacuazione dei prodotti della combustione. Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVAQUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Anomalie che possono determinare l’idoneità al funzionamento temporaneo 1) Impiago di materiali non resistenti alle temperature di esercizio dell’apparecchio; 2) l’impiego di materiali non resistenti alle condense, in caso di apparecchi a condensazione e affini; 3) Impiego di canali da fumo e condotti installati in ambienti con pericolo di incendio; 4) Canali da fumo e condotti non ispezionabili, e non adeguatamente fissati; 5) Presenza di contropendenze o riduzioni di sezioni, purchè il tiraggio sia sufficiente; Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVAQUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Anomalie che possono determinare l’idoneità al funzionamento temporaneo 6) Condotti di collegamento per apparecchi di tipo B o C muniti di ventilatore non ispezionabili e non installati secondo le indicazioni del costruttore; 7) Terminali di tiraggio a parete per apparecchi a tiraggio naturale o per apparecchi dotati di ventilatore, che non rispettano le distanze previste da ostacoli o aperture. 8) Sistemi di scarico fumi predisposto per un funzionamento con pressione positiva, privi dei prescritti sistemi di tenuta (guarnizioni o altri elementi); 9) Sistemi di scarico fumi con macchie di condensa; 10) Assenza di camera di raccolta, ove prevista e ove sia verificabile; Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVAQUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Anomalie che possono determinare l’idoneità al funzionamento temporaneo 11) Riflusso di fumi in apparecchi installati all’esterno; 12) Riflusso di fumi in apparecchi installati in vani tecnici (o in locali non presidiati) non comunicanti con ambienti abitati e a condizioni che i locali siano adeguatamente aerati e ventilati; 13) Prove di tiraggio realizzate secondo la metodologia di cui alla UNI 10845 con esito incerto, a condizione che i locali siano dotati di adeguate aperture di aerazione e ventilazione; Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVAQUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVAQUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVAQUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVAQUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVAQUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Compilazione della sezione 2 del Rapporto 7 VERIFICA DEL SISTEMA DI EVAQUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Tiraggio refl fumi.MOV Compilazione della sezione 2 del Rapporto 8 VERIFICA DEL SISTEMA DI SCARICO DELLA CONDENSA 8.3 Caratteristiche del sistema di scarico delle condense Il sistema di scarico della condensa deve essere realizzato in modo da: 1) Impedire la fuoriuscita di fumi in ambiente o in fogna; 2) Garantire lo scarico dei reflui in ogni condizione di funzionamento; Ai fini della presente norma si deve verificare che tra l’apparecchio (o il sistema di evacuazione dei prodotti della combustione) e l’impianto di smaltimento reflui domestici, sia presente e sia ispezionabile una disgiunzione funzionale (sifone o dispositivo equivalente) atta ad impedire la fuoriuscita dei prodotti gassosi della combustione in ambiente o in fogna. Compilazione della sezione 2 del Rapporto 8 VERIFICA DEL SISTEMA DI SCARICO DELLA CONDENSA 8.3 Caratteristiche del sistema di scarico delle condense Compilazione della sezione 2 del Rapporto 8 VERIFICA DEL SISTEMA DI SCARICO DELLA CONDENSA 8.3 Caratteristiche del sistema di scarico delle condense Il sifone (o dispositivo equivalente), in caso di assenza di indicazioni dal costruttore del sistema di scarico fumi deve avere dimensioni idonee allo smaltimento della condensa. Per apparecchi fino a 35 kW si considera idoneo un sifone di diametro di scarico minimo di 13 mm, con battente minimo di 60 mm. Compilazione della sezione 2 del Rapporto 8 VERIFICA DEL SISTEMA DI SCARICO DELLA CONDENSA 8.3 Caratteristiche del sistema di scarico delle condense A valle della disgiunzione ispezionabile ed immediatamente a monte dell’impianto di smaltimento reflui domestici, si deve verificare la presenza di un’ulteriore disgiunzione funzionale atta a prevenire la pressurizzazione dell’impianto di smaltimento reflui (esempio: pozzetto con sfiato atmosferico, fossa settica, sifone tipo Firenze o similari, ecc. Il collegamento fra l’apparecchio e l’impianto di smaltimento reflui domestici deve: 1) Evitare il congelamento del liquido eventualmente contenuto; 2) Non presentare contropendenze in direzione del sifone; 3) Essere privo di strozzature. Compilazione della sezione 2 del Rapporto 8 VERIFICA DEL SISTEMA DI SCARICO DELLA CONDENSA 8.4 Funzionalità del sistema di scarico della condensa La verifica di funzionalità del sistema di scarico delle condense deve essere effettuata secondo le indicazioni fornite dal fabbricante dell’apparecchio o dal costruttore del sistema di scarico fumi. In mancanza di tali indicazioni si può verificare il sistema di scarico condense scaricando il quantitativo di acqua (caricata a mano con l’apparecchio spento) di cui al prospetto 6, accertandosi che il sistema sia in grado di smaltirlo entro 5 minuti un una delle seguenti posizioni: 1) In prossimità del collegamento apparecchio – impianto di scarico condensa; 2) In prossimità del tappo di carico del sifone (ove presente e se consentito dal fabbricante dell’apparecchio o del sistema di scarico fumi. Compilazione della sezione 2 del Rapporto 8 VERIFICA DEL SISTEMA DI SCARICO DELLA CONDENSA Anomalie che determinano l’idoneità al funzionamento temporaneo 1) Assenza della disgiunzione funzionale (sifone o dispositivo equivalente) 2) Sifoni prive di caratteristiche minime, con esclusione di dispositivi facenti parte integrante con l’apparecchio o il sistema di scarico fumi; 3) Contropendenze, giunzioni non adatte, strozzature; 4) Presenza di perdite, giunzioni deteriorate o cedimenti strutturali; 5) Assenza della seconda disgiunzione funzionale (Sfiato atmosferico ecc.) 6) Smaltimento condense inadeguato, in quanto supera i limiti di tabella. Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 1) Tubazioni non metalliche posate in vista all’interno di locali con pericolo di incendio; 2) Impianti a GPL in locali collocati al di sotto del piano di campagna; 3) Tubazioni non metalliche in guaine non metalliche in attraversamenti di locali con pericolo di incendio; 4) Tubazioni in intercapedini chiuse; 5) Tubazioni in vani ascensori; 6) Tubazioni in camini, canne fumarie; 7) Tubazioni in vani scarico immondizie; 8) Tubazioni in vani, cavedi ecc. destinati a servizi elettrici. Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 9) Materiali idonei che presentano una perdita superiore a 5 l/h; 10) Materiali non esplicitamente ammessi da una specifica norma tecnica che alla prova di tenuta presentano una perdita superiore ai 5 l/h; 11) Tubi flessibili visibilmente deteriorati; 12) Tubazioni metalliche che presentano segni evidenti di corrosione; 13) Rubinetti di intercettazione non accessibili e/o non manovrabili; 14) La mancanza di tappi di chiusura a valle delle predisposizioni terminali per successivo ampliamento dell’impianto; 15) Ancoraggi e supporti palesemente inadeguati; Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 16) Per impianti alimentati con gas metano una perdita maggiore di 5 l/h; 17) Per impianti alimentati a GPL una perdita superiore a 2 l/h; 18) Apparecchi in locale con pericolo di incendio; 19) Bombole di GPL in locali con pericolo di incendio; 20) Apparecchi di tipo A in locali uso bagno o doccia; 21) Apparecchi di tipo A in monolocali o camere da letto; 22) Apparecchi di tipo A in locali privi sia di aperture di aerazione, che di ventilazione; Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 23) Apparecchi tipo B per riscaldamento e ACS in monolocali o camere da letto; 24) Apparecchi di tipo B per riscaldamento e ACS in locale da bagno; 25) Apparecchi di tipo B per risc e ACS in locali provi di ventilazione; 26) Apparecchi di tipo B per risc, e ACS in locali con pericolo di incendio; 27) Apparecchi di tipo B per sola ACS in locali con pericolo di incendio; 28) Apparecchi tipo B per sola ACS in monolocali o camere da letto; 29) Apparecchi tipo B per sola ACS in locali uso bagno o doccia completamente privi di aerazione e ventilazione; Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 30) Tubi flessibili visibilmente deteriorati; 31) Tubazioni metalliche che presentano evidenti segni di corrosione; 32) In relazione alle aperture di aerazione e ventilazione, situazioni do completa assenza di entrambe; 33) Locali con apparecchi di tipo A in locali privi di sola ventilazione e con volume inferiore a 20 mc, o potenza apparecchio maggiore di 11,7 kW o contemporanea presenza di un apparecchi di tipo B; 34) Locali con apparecchi di tipo B privi di adeguate predisposizioni di ventilazione, se non viene dimostrato con prova strumentale un sufficiente afflusso di aria dalle fessurazioni; 35) Locali con apparecchi di tipo B con ventilazione insufficiente e locale non aerabile; Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 36) Locali con apparecchi a GPL con apertura di ventilazione alta e assenza di porte apribili o aperture di aerazione; 37) Locali con apparecchi di tipo A con ventilazione insufficiente e apertura di aerazione inferiore a 100 cmq; 38) Assenza di aperture di aerazione; 39) Locali con piani di cottura privi di aerazione e contemporaneamente locale inferiore a 20 mc e volume inferiore a 1,5 mc/kW; 40) Locali con apparecchi di tipo B non aerabili e privi di ventilazione; 41) Apparecchio non adeguatamente fissato, o mancanza di componenti strutturali che potrebbero compromettere la sicurezza durante il normale funzionamento; Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 42) Apparecchio privo dei dispositivi di controllo e sicurezza previsti; 43) Apparecchio privo dei dispositivi di accensione, eventuale regolazione e spegnimento generalmente a corredo dell’apparecchio e normalmente manovrabili a cura dell’utilizzatore; 44) Apparecchio con condizioni evidenti e diffuse di degrado strutturale, deterioramento, corrosione, incrostazione, ossidazione e bruciature/nerofumo; 45) Apparecchio con dispositivi di accensione, eventuale regolazione e spegnimento, non manovrabili; 46) Apparecchi di tipo A, B, C con dispositivi di sorveglianza fiamma che funziona non correttamente; 475) Conformazione della fiamma indice di cattiva combustione, e locale non aerabile, o privo di adeguate aperture di aerazione e ventilazione; Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 56) Presenza di bombole di GPL in locali con pericolo di incendio; 50) Presenza di bombole di GPL con pavimento a quota inferiore rispetto al piano di campagna; 51) Presenza di bombole di GPL in locali adibiti a camera da letto; 52) Presenza di bombole di GPL in locali adibiti a uso bagno/doccia; 53) Locali privi dell’idonea volumetria o del corretto rapporto volume/capacità della bombola, privi di aperture di aerazione; 54) Sistemi di scarico fumi di materiali combustibili non compatibili con l’apparecchio Installato; 55) Impiego di canali da fumo e/o condotti di scarico fumi di tenuta non adeguata al funzionamento fluido-dinamico in pressione positiva del sistema di evacuazione; Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 56) Apparecchi tipo B per riscaldamento e ACS in monolocali o camere da letto; 57) Condotti di collegamento ai sistemi fumari per apparecchi tipo B o C non fissati adeguatamente, o caratteristiche di tenuta non idonee al funzionamento in pressione positiva, o dotati di serrande o dispositivi di chiusura non facenti parte integrante dell’apparecchio; 58) Sistemi di scarico fumi previsti per un funzionamento con pressione positiva, con presenza di fessurazioni; 59) Sistemi di scarico fumi con segni di surriscaldamento, bruciatura o nerofumo; 60) Cappe da cucina collegate a camini o canne fumaria a servizio di apparecchi di tipo B o C; 61) Apparecchi di tipo B a tiraggio naturale collegati a camini o canne fumarie collettive ramificate ad uso non dedicato (per esempio asservite contemporaneamente ad apparecchi a tiraggio forzato con apparecchi a tiraggio naturale e/o altri apparecchi alimentati con combustibili diversi); Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 62) Cappe da cucina collegate a camini o canne fumaria a servizio di apparecchi di tipo B o C; 63) Apparecchi di tipo B a tiraggio naturale collegati a camini o canne fumarie collettive ramificate ad uso non dedicato (per esempio asservite contemporaneamente ad apparecchi a tiraggio forzato con apparecchi a tiraggio naturale e/o altri apparecchi alimentati con combustibili diversi); Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 69) Apparecchi di tipo B a tiraggio naturale collegati a canne collettive non ramificate. Tale condizione può essere considerata idonea al funzionamento a condizione che sia presente un progetto, o da prove strumentali il tiraggio risulti sufficiente; 70) Apparecchi di tipo B muniti di ventilatore, collegati a camini/condotti singoli ad uso non dedicato; 71) Apparecchi di tipo B muniti di ventilatore, collegati a canne fumarie collettive di qualsiasi tipo; 72) Apparecchi di tipo C collegati a camini o canne fumarie ad uso non dedicato (per esempio asservite contemporaneamente ad apparecchi a tiraggio forzato con apparecchi a tiraggio naturale e/o altri apparecchi alimentati con combustibili diversi); Compilazione della sezione 2 del Rapporto VERIFICA COMPLESSIVA IMPIANTO DOMESTICO Raggruppamento anomalie che determinano la non idoneità al funzionamento 73) Presenza di riflusso fumi in locali destinati al soggiorno di persone; 74) Presenza di riflusso fumi in vani tecnici comunicanti con locali destinati al soggiorno di persone; 75) Presenza di riflusso fumi in locali non presidiati, comunicanti con locali destinati al soggiorno di persone; 76) Valore di tiraggio con metodo diretto o indiretto, effettuato con strumentazione, insufficiente; 77) Tiraggio incerto, e locale privo di adeguate aperture di ventilazione e/o non aerabile; 78) Sistemi di scarico fumi predisposti per un funzionamento in condensazione, privi di un sistema di scarico condensa; 79) Il mancato smaltimento della condensa, nei tempi minimi indicati nel prospetto 6). Compilazione della sezione 3 del Rapporto 9 ATTIVITA’ CONCLUSIVE Il giudizio conclusivo sullo stato di sicurezza dell’impianto deve chiaramente tenere in considerazione gli esiti delle singole prove; in particolare: 1) Se tutti i controlli hanno avuto esito positivo, l’impianto deve essere ritenuto idoneo al funzionamento; 2) In caso di singolo controllo con esito negativo l’impianto può essere ritenuto, a seconda del caso, idoneo al funzionamento temporaneo oppure non idoneo al funzionamento; 3) Nel caso di più controlli con esito negativo l’impianto deve essere ritenuto non idoneo al funzionamento salvo diversa valutazione dell’operatore; 4) Nel caso in cui non si siano potute effettuare alcune prove l’operatore deve considerare la rilevanza specifica di ognuna di esse. Se le prove non effettuate sono di tipo strumentale e riguardano la prova di tenuta o la verifica del tiraggio, l’esito finale non può essere positivo Compilazione della sezione 3 del Rapporto 9 ATTIVITA’ CONCLUSIVE Compilazione della sezione 3 del Rapporto 9 ATTIVITA’ CONCLUSIVE Compilazione della sezione 3 del Rapporto 9 ATTIVITA’ CONCLUSIVE Compilazione della sezione 3 del Rapporto 9 ATTIVITA’ CONCLUSIVE Se al termine dei controlli si evidenzia un giudizio di idoneità al funzionamento temporaneo, il tempo per provvedere all’eliminazione delle anomalie deve essere il più breve possibile e comunque non può eccedere i 30 giorni solari dalla data della verifica. Se al termine dei controlli si evidenzia un giudizio di idoneità al funzionamento temporaneo, l’impianto o la parte di impianto o l’apparecchio ritenuto non idoneo al funzionamento deve essere messo immediatamente fuori esercizio. L’operazione di messa fuori esercizio deve essere attuata operando esclusivamente sui dispositivi di intercettazione presenti sull’impianto, senza apportare modifiche all’impianto. Per tutti gli operatori, e/o tecnici, sussiste, inoltre, l’obbligo di diffidare verbalmente e per iscritto l’utilizzatore dall’utilizzare l’impianto. Per gli incaricati di pubblico servizio, sussistono gli obblighi definiti dalla legislazione vigente.
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