Atti — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - la SESSIONE - 21045 — DISCUSSIONI - Camera TORNATA D E L 12 dei SETTEMBRE Deputati 1919 CCCLXXXVIL TORNATA DI VENERDÌ 12 SETTEMBRE 1919 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEL PRESIDENTE I N D I C E . Pag. Osservazioni e proposte : Sul processo verbale : 21045 MARAZZI Congedi .21046 D o m a n d a di procedere contro il deputato Morgari . . . . . . . . . . . . . . . . . 21016 PRESIDENTE 21046 A n n u n z i o di risposte scritte ad interrogazioni e indice relativo 21046-86 Interrogazioni : Disordini avvenuti in Milano nell'aprile scorso. Armamento degli arditi : FINOCCHIARO-APRILE,sottosegretario distato. 21046 TURATI 21047 Sussidi ai profughi : G R A S S I , sottosegretario di Stato . . . . . 21049 ZIBORDI. 21019 Misure di pubblica sicurezza in Milano : G R A S S I , sottosegretario di Stato TURATI . 21050 . . > . . . Anticipata liquidatone della polizza di assicurazione assegnata ai combattenti : B E L O T T I , sottosegretario di Stato D E CAPITANI . . . . . . . . . . . . . . 21050 21051 21051 Fatti avvenuti in Milano nello scorso aprile: C R A S S I , sottosegretario di Stato . . . . 21052-53 D E CAPITANI 21052 Occupazione dei locali della Certosa di Calci: F I N O C C H I A R O A P R I L E , sottosegretario distato. 21054 SITRHIER I 21054 D i s e g n i di- legge (.Presentazione) : SCHANZER, ministro . . . .1 . . . . . PANTANO, ministro BACCELLI, ministro . 21055 . 21072 21073 d e l a z i o n e {Presentasene) : ^ A V A OTTORINO ; Conversione in legge dei decreti luogotenenziali circa i provvedimenti per le c.ise popolari e per l'industria edilizia 21055 1584 RAVA MARCORA. C o m u n i c a z i o n i del Governo [Seguito della discussione) . Relazione della Comtnissione d'inchiesta istituita con regio decreto 1 2 gennaio 1 9 1 8 . D I GIORGIO DISELLI 21055 21055 2 1 0 >6 . . . . . . . . . ; 21073 A L B R I C C I , ministro 21078 È approvata la chiusura della discussione generale. D i s e g n o di legge (Ritiro) : PANTANO, ministro 21073 Osservazioni e proposte : Lavori parlamentari : N I T T I , presidente del Consiglio . . . . . . CICCOTTI . . 21083 21083 L a s e d u t a c o m i n c i a alle 15.5. D E A M I C I S , segretario, legge il p r o c e s s o v e r b a l e della s e d u t a di ieri. M A R A Z Z I . Chiedo di p a r l a r e . P R E S I D E N T E . Ne h a f a c o l t à . M A R A Z Z I . Nel discorso c h e ieri t e n n i alla C a m e r a p a r l a i di un c o l l o q u i o a v u t o col senatore Albertini. I l s e n a t o r e A l b e r t i n i p u b b l i c a , per mezzo dei giornali, u n a s m e n t i t a alle mie p a r o l e . S e egli t r o v a delle i n e s a t t e z z e n e l mio dis c o r s o , h a a p e r t a l ' a u l a del S e n a t o p e r f a r v a l e r e le sue r a g i o n i . P u ò darsi c h e in q u e l l a o c c a s i o n e io a b b i a f a t t i e t e s t i m o n i a n z e da o p p o r r e alle sue asserzioni. D e l r e s t o nel mio discorso io n o n ' h o m a i d e t t o c h e g i o r n a l i di M i l a n o , e s p e c i a l m e n t e il Corriere della Sera e il Secolo, f o s s e r o dis p o s t i a c a m b i a r e per loro c a p r i c c i o , di loro t e s t a , la o p i n i o n e p u b b l i c a per fini secondari. H o d e t t o solo c h e il G o v e r n o a v e v a Atti Parlamentan LEGISLATURA XXIV - l — 21046 — a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919 mezzo di istradare la pubblica opinione sopra diversa via, e che, se il Governo questo avesse voluto, la stampa lo avrebbe secondato. Confermo dunque quanto ho detto nel mio discorso, e non ho altro da aggiungere. P R E S I D E N T E . Se non vi sono altre osservazioni, s'intenderà approvato il processo verbale. (È approvato). Congedi. P R E S I D E N T E . Hanno chiesto un congedo, per motivi di salute, l'onorevole Berti, di giorni 8; e per ufficio pubblico, l'onorevole Callaini, di giorni 3. (Sono conceduti). Domanda di autorizzazione a procedere in giudizio. P R E S I D E N T E . L'onorevole ministro di grazia e giustizia ha trasmesso la domanda di autorizzazione a procedere in giudizio contro il deputato Morgari, per ingiurie, nella sua qualità di gerente responsabile del giornale L'Avanguardia. Sarà stampata e distribuita e inviata agli Uffici. Annunzio di risposta scritta ad una interrogazione. P R E S I D E N T E . Il sottosegretario di Stato per l'agricoltura ha trasmesso la risposta scritta alla interrogazione del deputato Negrotto. Sarà inserita, a norma del regolamento, nel resoconto stenografico della seduta d'oggi (1). Interrogazioni. I P R E S I D E N T E . L'ordine del giorno reca le interrogazioni. La prima è dell'onorevole Turati, al ministro della guerra, « sulla partecipazione dei cosidetti arditi e di ufficiali dell' esercito in divisa ed armati alle dimostrazioni di Milano, che minacciarono lo scoppio della guerra civile». L'onorevole sottosegretario di Stato per la guerra ha facoltà di rispondere. F I N O C C H I ARO-APRILE, sottosegretario dì Stato per la guerra. L'onorevole Turati ha avuto occasione in una delle ultime tor(1) Vedi in fine. Camera dei Deputati nate di parlare dei fatti di Milano e della partecipazione ad essi di ufficiali e di arditi. Oggi ritorna sull'argomento con una nuova interrogazione, alla quale io darò breve risposta. Secondo informazioni pervenute al Ministero della guerra, è assolutamente escluso che alle dimostrazioni di Milano abbiano partecipate ufficiali o militari arditi appartenenti a reparti organici dislocati a Milano, e ciò perchè tutte le truppe del presidio in quei giorni rimasero consegnate in caserma. Gli ufficiali e i militari di truppa ai quali accenna l'onorevole interrogante,, probabilmente erano militari isolati o in licenza, o di passaggio per la città, o già congedati e vestiti militarmente per l'occasione. L'onorevole Turati comprende che su tali elementi isolati è ben difficile esercitare un preventivo controllo e una qualsiasi azione disciplinare. Ad ogni modo, appena noti i fatti, iurono mandati a Milano ufficiali superiori e generali ad ordinare ad ufficiali e militari di truppa di astenersi dal prendere parte a dimostrazioni; e dove e q u a n d o gli ufficiali incaricati ebbero modo di ammonirli personalmente, l'ordine fu eseguito ;. ma per l'estensione e l'intensità delle dimostrazioni e la difficoltà delle identificazioni l'ordine di cui trattasi n o n p o t è essere dato a tutti i militari che si erano uniti ai dimostranti. Con ciò avrei risposto all'interrogazione dell' onorevole Turati, che si trova nell'ordine del giorno. Ma l'onorevole Turati, che ama da fatti particolari assurgere spesso a considerazioni di carattere generale, come egli mi ha cortesemente prevenuto, rispóndendomi, tratterà della questione degli additi, della loro persistenza nel t e r r i t o r i o m tempo di pace, del loro armamento e considererà questo anche in relazione alle vigenti leggi di pubblica sicurezza. A questo proposito, non ho bisogno di ricordare alla Camera il magnifico contributo di valore e di eroismo, che gli " diti hanno dato alla Patria durante la guerra. Per il fervore del loro entusiasmo, per l'alta loro virtù di abnegazione e ai sacrifìcio, i reparti di assalto hanno veramente meritato la riconoscenza nazionale. (Vive approvazioni). Aggiungo che, anche nel periodo di armistizio, gli arditi hanno spesso m o s t r a i il loro sentimento patriottico; nè sono manar Atti — 21047 — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - Ia SESSIONE - DISCUSSIONI - cate occasioni nelle quali h a n n o esercitata opera di pacificazione e di u m a n i t à . Basterà r a m m e n t a r e i f a t t i di P i e t r a l a t a , nei quali si deve s o p r a t u t t o alla resistenza che alcuni r e p a r t i di arditi della città di Boma opposero ad insidie anarcoidi, che cercavano di p e n e t r a r e nell'animo loro, se poterono evitarsi f a t t i molto spiacevoli. (Commenti). Ad ogni modo non può oggi prevedersi quello che potrà essere l'assetto f u t u r o dell'Esercito; ma negli studi che si f a r a n n o al riguardo, come sarà presa in considerazione la posizione delle varie armi, si p r e n d e r à in esame anche quella del corpo degli arditi, e si v e d r à se d o v r à essere m a n t e n u t o o trasformato, ovvero se dovrà, come molti reclamano, essere soppresso per fondersi nella gloriosa a r m a della f a n t e r i a . I n t a n t o , per gli a f d i t i che con i loro reggimenti si t r o v a n o a t t u a l m e n t e in zona territoriale, sono s t a t e i m p a r t i t e particolari disposizioni intese a convenientemente regolare il loro i n q u a d r a m e n t o disciplinare, la loro istruzione e la loro compartecipazione con le altre t r u p p e nei v a r i servizi. Non è improbabile che l'onorevole Turati (del resto a questo si riferisce anche un'altra sua interrogazione) accennerà all'armamento degli arditi, specialmente al pugnale. Esso non r a p p r e s e n t a che u n a sciabola baionetta raccorciata e, come la sciabolabaionetta per le altre specialità, fa p a r t e dell'uniforme del soldato dei r e p a r t i di assalto o da essi proveniente; nè si ritiene che per i militari alle armi l'uscire in pubblico con le armi che fanno p a r t e della loro divisa abbia mai costituito u n a contravvenzione alle vigenti leggi di pubblica sicarezza. . In t u t t i i t e m p i e in t u t t i gli eserciti, senza pregiudizio della grave responsabilità Personale che comporta, il porto delle armi di guerra è s t a t a ed è indiscussa prerogativa del soldato c o m b a t t e n t e . P R E S I D E N T E . L'onorevole T u r a t i ha Scolta di dichiarare se sia sodisfatto. T U R A T I . Constato,onorevolePresidente, che l'onorevole sottosegretario di S t a t o ha ris Posto c o n t e m p o r a n e a m e n t e alla prima delle mie interrogazioni oggi all'ordine del ^ o r n o e insieme ad u n ' a l t r a che non vi è ancora comparsa. Replicherò quindi per enjambe. Mantenendo queste interrogazioni del ^ o o t t a v a r i o di sangue, ho pensato di fare atto cortese verso l'onorevole ministro della guerra, dandogli modo di esporre gli inten- Camera dei TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE Deputati Ì919 dimenti del Governo in u n a . m a t e r i a , che d à luogo a molte dispute e che è seme di molti rancori. Il f a t t o che ufficiali dell'esercito e più specialmente ufficiali degli « arditi » si siano a Milano, il 15 aprile, posti alla t e s t a di dimostrazioni che dovevano sboccare in un principio di guerra civile ; che. essi, valendosi dei loro più densi galloni, si imponessero ad altri ufficiali preposti all'ordine pubblico, rompessero violentemente i cordoni di t r u p p a , sparassero sulla folla in via Mercanti e in via Dante, indi, con gli stessi metodi, conducessero i loro seguaci all'assalto dell' Avanti ! uccidendo, d e v a s t a n d o , incendiando ogni cosa, è ormai un f a t t o indiscutibile, confermato dalla risposta dell'onorevole sottosegretario di S t a t o agli int e r n i ad altre mie interrogazioni precedenti^ e su questo non è più il caso di f a r e commenti. Ohe poi quegli ufficiali a p p a r t e n e s s e r o a r i p a r t i di stanza a Milano od altrove.» che essi fossero di passaggio o in licenza,, è "cosa che mi interessa mediocremente. L'onorevole Finocchiaro-Aprile ha d e t t o che, q u a n d o gli ufficiali sono in licenza, non è facile identificarli, controllarli o vigilare sulla loro c o n d o t t a . Anche senza essere un militarista, mi lasci osservarle chesono v e r a m e n t e edificato da tale sua risposta. Se la disciplina militare non controlla se non gli ufficiali e i soldati che si t r o v a n o in caserma in un dato m o m e n t o , debbo f a r e le mie condoglianze più cordiali alla disciplina militare. Quella, per «¿. esempio, del p a r t i t o socialista, quella che. ci si r i m p r o v e r a qualche volta di rispettare^ raggiunge i compagni e i d e p u t a t i socialisti anche fuori dei congressi e dei òircoli, in t u t t i i loro a t t i politici e, se occorre, a n c h e nella vita p r i v a t a . E v i d e n t e m e n t e il p a r t i t o socialista è un po' mèglio organizzato del glorioso esercito nazionale. Ma l'allegata impossibilità di controllo d i v e n t a t a n t o più s t r a n a e significativa, q u a n d o si pensi che parecchi di quegli arditi. (in ciò v e r a m e n t e arditi di nome e di fatto) non solo vestivano la divisa e agiv a n o in piena luce del sol?, ma, per lungo tempo, nelle riunioni, nei giornali di Milano che ne i n t e r p r e t a n o il pensiero, nello stesso giornale loro proprio, nel modo insomma più palese e clamoroso, d a n d o il proprio nome e cognome, v a n t a v a n o spavald a m e n t e la loro partecipazione a quei f a t t i , e il loro i n t e n d i m e n t o di ripeterli alla prima occasione. È c e r t a m e n t e curioso che ciò Atti — 21048 — Parlamentari LEGISLATURA XXIY - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - che è pubblicato e noto a t u t t a una città, sia sconosciuto soltanto al Governo, che ha i p r o p r i Uffici s t a m p a , sia ignoto soltanto al Ministero della guerra ed alla polizia. U n a siffatta ignoranza è t r o p p o assurda ed inverosimile perchè non si debba darle il suo vero nome:, di,complicità volontaria. Q u a n d o svolgerò una successiva interrogazione, che ho rivolto a questo proposito al ministro di grazia e giustizia, mi riservo di d o m a n d a r e al Governo se non creda che, q u a n d o i suoi dipendenti, t a n t o p i ù se militari in divisa ed a r m a t i , capeggiano orde di f a n a t i c i che p u b b l i c a m e n t e commettono omicidi, devastazioni e saccheggi, e si valgono del loro grado per imporsi alla stessa forza a r m a t a , in servizio di ordine pubblico, n o n nasca nelle vittime di questi eccessi un diritto alla riparazione dei danni verso il Governo. Ma allarghiamo p u r e la questione, come ha f a t t o l'onorevole sottosegretario di Stato. Non discuto le benemerenze degli arditi in guerra. I n questa m a t e r i a noi app a r t e n i a m o a chiese t r o p p o diverse, parliamo due diversi linguaggi, e sarebbe diffìcile intenderci. P e r me t u t t o è assurdo e r i p u g n a n t e nella guerra, ma capisco la logica della guerra, il Kriegsbrauch tedesco, t a n t o diffamato e t a n t o imitato. Non si uccide bene, evidentemente, senza le arti, le armi e le a t t i t u d i n i dell'assassino, e su ciò do volentieri causa v i n t a al mio onorevole c o n t r a d d i t t o r e . Ma. precisamente per questo, non saprei a m m e t t e r e che i metodi della guerra contro il nemico possano t r a s p o r t a r s i , con tanta* sicurezza di i m p u n i t à , nei luoghi e nei t e m p i della pace, ed esercitarsi contro i propri concittadini; a p p u n t o perciò non posso a c q u e t a r m i alla risposta dell'onorevole Finocchiaro-Aprile, il quale ci a n n u n c i a che si . penserà a quel che si debba fare degli « arditi » q u a n d o si p r o v v e d e r à alla riorganizzazione o alla riforma dell'esercito. A p p u n t o perciò penso e sostengo che un corpo, r e c l u t a t o a quel modo, e d u c a t o a quel modo, con quei mezzi, con quelle consuetudini, per quei fini di guerra, si doveva sciogliere e disarmare i m m e d i a t a m e n t e , il giorno stesso che era firmato l'armistizio. "Voi, invece, lo avete disseminato nelle nostre città, dove, con a t t i e con parole, con riunioni, con pubblicazioni, con associazioni, con manifesti, con dimostrazioni, con riti solenni e simposi e giuramenti, esso mostrò di avocare a sè il monopolio della difesa della p a t r i a , di cui si atteggia a tu- Camera dei TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE Deputati 1919 t ó r e ed a padrone, proponendosi di sgominare il cosidetto nemico interno, con quegli stessi metodi con cui lo a v e v a t e lanciato contro il nemico straniero in guerra guerreggiata. Or si vuole (ma spero che smentirete la notizia) che proprio da quel corpo verrebbe la famosa « g u a r d i a regia» che dovrebbe costituire il fior fiore Ideila n u o v a polizia italiana. Certo è che, fintanto che durò la v o s t r a deliziosa censura sulla s t a m p a , gli a r d i t i f u r o n o considerati inviolabili come il P a p a ed il E e . Or questo f u errore di Governo, che rende il Governo d i r e t t a m e n t e responsabile dei f a t t i e degli eccidi di Milano. Tanto più che agli « arditi » più o meno autentici si aggiunsero i falsi arditi, gli arditi in licenza o smobilitati, ai quali, in considerazione della carestia delle stoffe, era concesso di p o r t a r e in pubblico la divisa, militare. All ' a u t o r i t à era impossibile distinguerli, e perciò gli uni e gli altri giravano per le vie, provocando, intimidendo, a r m a t i di rivoltella e di pugnale. I questori eciA prefetti né t r e m a v a n o e si d i c h i a r a v a n o impotenti in loro confronto. Onorevoli colleghi, voi t u t t i ricorderete il chiasso che f u f a t t o in quest'Aula, quando un mio collega di gruppo, ritorcendo certe accuse di ferocia che si m o v e v a n o all'esercito tedesco, ebbe a dire che la guerra era "orrenda e criminosa da per t u t t o ad un modo, e che, se nelle nostre vetrine si esponevano le mazze f e r r a t e e gli ordigni infernali dei tedeschi, probabilmente nelle vetrine di Berlino e di Vienna si esponeva il coltellaccio ed il pugnale del soldato italiano, come simbolo del valore brigantesco dell'esercito nostro. Quelle parole, pur ris p o n d e n t i a v e r i t à , sollevarono un grande clamore ed un grande scandalo. Ora io vi chiedo con che logica si è gridato allora allo scandalo, se il Governo, a guerra finita, nella vita pacifica delle nostre città, p e r m e t t e ai soldati l'ostentazione del pugnale nelle pubbliche vie. Mi osservò l'onorevole sottosegretario di S t a t o che il pugnale è semplicemente una b a i o n e t t a raccorciata. P e r f e t t a m e n t e vero. Ma anche il coltello a serramanico dell'assassino non e che una spada raccorciata. Sono a p p u n t o questi... r a c c o r c i a m e l i , per ripetere 1 elegante eufemismo del sottosegretario di Stato, che costituiscono quelle armi di corta misura le quali, se non mi sbaglio, sono considerate caratteristiche dell'assassino professionale, in q u a n t o si prestano ad uccidere a t r a d i m e n t o con maggiore facilita — 21049 — Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - I a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 e sfuggono più facilmente alle indagini della polizia. Signori, spetta ad un sovversivo ammonire il Governo eli e la scuola della guerra civile, quando è adottata o tollerata dal Governo in quelli che sono i suoi organi, è poi assurdo lamentare che essa fruttifichi negli strati più rozzi della popolazione. Molto leninismo nasce da questo arditismo. L'atmosfera di violenza, lasciata dalla guerra, ha dato sedimenti che fermentano. O non vi pare un tantino arrischiato, da parte vostra, lasciare soltanto a noi questa funzione di combatterli e di svelenirli? Evidentemente, combattendo contro il Governo in questa materia, noi combattiamo ad armi troppo impari ! PRESIDENTE. Segue l'interrogazione dell' onorevole Zibordi, al ministro della guerra, « per sapere se non ritenga doveroso estendere la proroga del sussidio oltre il 15 aprile, concessa ai profughi delle terre liberate che non possono ritornare ai loro paesi, a quei profughi rimpatriati che, nelle attuali condizioni del mercato dell'emigrazione e dei rapporti internazionali, non hanno alcuna probabilità, nonché possibilità, di riprendere oggi la via dell'estero e la precedente attività di lavoro o di commercio ». * L'onorevole sottosegretario di Stato per , l'interno ha facoltà di rispondere. GRASSI, sottosegretario di ¡Stato per l'interno. Avevo pregato ieri l'onorevole Zibordi di rinviare questa interrogazione perchè il ministro delle terre liberate aveva promesso di rispondere direttamente all'onorevole interrogante. Ma, ripetendosi oggi le stesse condizioni, ho voluto assumere notizie presso il Ministero delle terre liberate sulla situazione speciale indicata dall'onorevole ZiDordi, e mi è stato assicurato che la disposizione di estendere la proroga del sussidio °ltre il 15 p i i per tutti i profughi che poterono tornare alle loro terre fu ta i molti casi anche per i profughi quali, tornati nei loro territori, non Poterono per il momento trovare occupatone. . ^ t o aiuto fu anche dato in molti casi dettamente per mezzo dei sussidi di dicupazione, che furono concessi in quella ura di cui il Ministero potè disporre, che >° > quanto alla disposizione * onorevole Zibordi voleva fosse data, ^e finché le condizioni del mercato a a r e a 1 u e s s gnÌ 0 e a c m 0 ( Ì 0 Camera dei Deputati dell'emigrazione e i rapporti internazionali non permettano a tutti coloro che erano abituati, specialmente in Gamia e nel Friuli, ad emigrare, io non so se il Governo possa accettare disposizioni e tendenze di questo genere. Tuttavia, come raccomandazione da parte dell'onorevole Zibordi, io non posso che passarla al Ministero delle terre liberate. PRESIDENTE. L'onorevole Zibordi ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto. ZIBORDI. La questione da me sollevata si riannoda a una condizione di cose generale, a una condizione nè di guerra nè di pace, che rende molto difficili e complicati alcuni problemi. Potrei dire anche che si riannoda a una costumanza generale di Governo di dare, specialmente ai danneggiati più poveri della guerra, molte più promesse che fatti, e molta più rettorica che quattrini. Ma, non facciamo questioni troppo generali . partendo da una questione particolare, e stabiliamo i fatti. - . Coloro, che rimpatriarono dall'estero in conseguenza della guerra, nei nove mesi prima dell'intervento italiano, non sono in condizioni certamente meno gravi di coloro che dovettero fuggire dalle loro terre per l'invasione successiva a Caporetto. Sono famiglie che hanno lasciato all'estero tutti i loro beni, tutte le loro masserizie, i loro interessi, i loro averi. Per alcun tempo, nel primo momento del loro rimpatrio, trovarono nei loro paesi, presso parenti e amici, degli aiuti provvisori, che non potevano andare certamente, evidentemente, al di là di un certo limite di tempo; ed esse ora si trovano in condizioni difficilissime, perchè non trovano più modo di lavorare in patria e non hanno ancorai mezzi per ritornare all'estero. Chiedere che la loro condizione fosse equiparata a quella dei profughi delle terre nostre invase dal nemico, mi pare che fosse il meno che esse potessero chiedere. Già anche prima che me ne dicesse cortesemente l'onorevole sottosegretario di Stato per l'interno, sapevo che le prefetture hanno ordine di dare dei sussidi saltuari, non stabiliti, ma lasciati ad libitum delle prefetture e delle questure. Sono sussidi spesso irrisori, e che sopratutto hanno il difetto dei sussidi non legali, non organici, ma lasciati all'arbitrio ; sono sussidi che vanno ai. più audaci, ai più pronti, ai più procaccianti, ai più sfacciati, ai meno meritevoli e quasi mai ai più bisognosi. Atti — 21050 — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - 1» SESSIONE - DISCUSSIONI - P e r q u e s t o insisto p e r c h è il s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o n o n accolga la mia i n t e r r o g a z i o n e c o m e u n a r a c c o m a n d a z i o n e p e r c h è io la f o r m u l o come u n a precisa d o m a n d a . P R E S I D E N T E . Segue l ' i n t e r r o g a z i o n e d e l l ' o n o r e v o l e M o r a n d o , al m i n i s t r o della g u e r r a , « p e r s a p e r e se n o n r i t e n g a opport u n o p u b b l i c a r e i r i s u l t a t i dell'inchiesta sul g r a v e disastro del p i r o s c a f o Santo Spiridione a Venezia, che costò la v i t a a ben centocinq u a n t a persone; e quali p r o v v e d i m e n t i int e n d a p r e n d e r e a carico degli incoscienti, c h e ne r i s u l t a r o n o r e s p o n s a b i l i » , N o n essendo p r e s e n t e l'onorevole Mor a n d o , s ' i n t e n d e che vi a b b i a r i n u n z i a t o . Segue ora u n ' a l t r a i n t e r r o g a z i o n e dell'on o r e v o l e T u r a t i , al m i n i s t r o d e l l ' i n t e r n o , « sui reali m o v e n t i e sulla c o n c r e t a appli-N cazione, nei r a p p o r t i delle diverse classi so- V ciali, d e l l ' o r d i n a n z a del 16 c o r r e n t e aprile del p r e f e t t o di Milano, che v i e t a in luogo p u b b l i c o gli a s s e m b r a m e n t i di oltre cinque p e r s o n e ». L ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o per l ' i n t e r n o h a f a c o l t à di r i s p o n d e r e . G R A S S I , sottosegretario eli Stato per Vintemo. L ' i n t e r r o g a z i o n e d e l l ' o n o r e v o l e Tur a t i è u n a delle t a n t e i n t e r r o g a z i o n i che egli h a p r e s e n t a t o in occasione dei f a t t i svoltisi a Milano nei giorni 13 e 15 aprile, d e i quali la C a m e r a si è già o c c u p a t a per d u e o t r e s e d u t e successive. L ' o n o r e v o l e T u r a t i sa benissimo come il p r e f e t t o in base agli articoli 2 e 3 della legge c o m u n a l e e p r o v i n c i a l e , n o n c h é agli a r t i c o l i 1 e 2 della legge sulla p u b b l i c a sicurezza, avesse il p o t e r e (dopo i g r a v i avv e n i m e n t i svoltisi a Milano, il giorno 15, e d i cui si è o c c u p a t o a n c h e lo stesso onorevole T u r a t i , v e n e n d o a d e n u n z i a r e alla Cam e r a quei f a t t i gravissimi) di proibire t u t t i gli a s s e m b r a m e n t i e t u t t e le riunioni nei giorni successivi. L ' i m p o r t a n z a di t a l e o r d i n e da p a r t e del p r e f e t t o è d a t a dal , f a t t o che p a r e c c h i t e n t a t i v i di r i u n i o n e vi f u r o n o , s p e c i a l m e n t e p e r o p e r à del p a r t i t o n a z i o n a l i s t a , i cui dirigenti p r o t e s t a r o n o c o n t r o questo divieto, p e r c h è in quel mom e n t o i p a r t i t i n a z i o n a l i s t i a v e v a n o preso i l s o p r a v v e n t o nella c i t t à e c r e d e v a n o che „ il divieto costituisse u n a s o p r a f f a z i o n e a v a n t a g g i o dei socialisti. Ora n o n credo che l ' o n o r e v o l e T u r a t i a b b i a a dolersi che il p r e f e t t o , per e v i t a r e conflitti, e g a r a n t i r e la t r a n q u i l l i t à della •città, v a l e n d o s i della f a c o l t à che le leggi Camera dei TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE Debutati 1919 gli d a v a n o , stabilisse il divieto delle pubbliche r i u n i o n i e degli a s s e m b r a m e n t i . Credo che l ' o n o r e v o l e T u r a t i , giudicando i f a t t i a g r a n d e l o n t a n a n z a di t e m p o e non s o t t o l'impressione d i r e t t a dei f a t t i che in quel d e t e r m i n a t o m o m e n t o gli fecero pres e n t a r e l ' i n t e r r o g a z i o n e , nella sua obiettiv i t à n o n a v r à a r i d i r e sul p r o v v e d i m e n t o e si d i c h i a r e r à s o d i s f a t t o di questa semplice risposta. P R E S I D E N T E . L ' o n o r e v o l e T u r a t i ha f a c o l t à di d i c h i a r a r e se sia s o d i s f a t t o . . T U R A T I . N o n m e t t e conto di dare oggi un largo svolgimento a q u e s t a interrogazione, e posso d i s p e n s a r m i dal dichiarare s'io sia s o d i s f a t t o o i n s o d i s f a t t o . Ringrazio l ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o per l'int e r n o , delle p a r o l e cortesi, con cui riconobbe la mia serena o b i e t t i v i t à . Ma egli è troppo intelligente p e r c h è io n o n pensi ch'egli ha d o v u t o f a r e u n certo sforzo per darsi l ' a r i a di non c a p i r e quello che giaceva sotto il v e l a m e dei versi p u n t o s t r a n i di questa mia interrogazione, che si doleva dell'applicazione d a t a dal p r e f e t t o all'ordinanza che v i e t a v a gli a s s e m b r a m e n t i « nei rapp o r t i delle diverse classi sociali ». I n questo inciso è t u t t a la s o s t a n z a della mia interrogazione. E d invero, d o p o che il p r e f e t t o ebbe lasciato che, per due giorni, la domenica 13 e il m a r t e d ì 15 aprile, si a m m a z z a s s e la gent e per le vie di Milano e si d e v a s t a s s e e si incendiasse con u n a l i b e r t à così anarchicamente sconfinata quale fu ripetutamente n a r r a t a in q u e s t a Camera; dopo che i carabinieri, le g u a r d i e ed i s o l d a t i ebbero c o m p i u t o l'ufficio di assistere impassibili agli assassini e alle d e v a s t a z i o n i , anzi di disciplinarle e di t u t e l a r l e , p e r c h è anche la d e v a s t a z i o n e deve p r o c e d e r e con u n certo ordine, e il p r e f e t t o , in un suo manifesto* si era v a n t a t o di q u e s t a sua assoluta astensione e del n o n i n t e r v e n t o della forza pubblica come di u n a p e n s a t a geniale e di un p r o v v i d e n z i a l e p r o v v e d i m e n t o : dopo t u t t o questo, egli pubblicò i n f a t t i l ' o r d i n a n z a , di cui ci p a r l ò l ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o , che, a d i m i t a z i o n e di quella del famoso sindaco di Gorgonzola nella nota c o m m e d i a milanese, v i e t a v a nelle pubbliche vie i c a p a n n e l l i di più di u n a persona sola. Ma con quale effetto? I nazionalisti non solo p r o t e s t a r o n o a parole,, come ci narro l ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o , ma prot e s t a r o n o coi f a t t i , e c o n t i n u a r o n o allegram e n t e le loro r i u n i o n i come se l ' o r d i n a n z a Atti — Parlamentari LEGISLATURA XXIY - l a SESSIONE - 21051 — DISCUSSIONI - prefettizia fosse u n a g r i d a s p a g n u o l a . E s s i si consideravano p a d r o n i della c i t t à di Milano ; l ' a v e v a n o d i m o s t r a t o con sufficiente eloquenza fino dalla vigilia. Viceversa il divieto degli a s s e m b r a m e n t i fu rivolto u n i c a m e n t e c o n t r o gli aggrediti; contro operai e socialisti. E, poiché in quei giorni si svolgevano in Milano alcuni t r a n q u i l l i s s i m i scioperi, ecco in giro guardie e c a r a b i n i e r i a d impedire, sciogliendo ed a r r e s t a n d o , il c o s i d e t t o Picheting, il d i r i t t o cioè, a c q u i s i t o a t u t t i i paesi civili, eli e gli s c i o p e r a n t i h a n n o , di vigilare, senza violenze, gli s t a b i l i m e n t i per assicurarsi contro il k r u m i r a g g i o . Se cinque o p e r a i stanano p l a c i d a m e n t e r a d u n a t i nel piazzale di uno degli s t a b i l i m e n t i in isciopero, venivano a r r e s t a t i , m e n t r e gli a s s e m b r a m e n t i nazionalisti e r a n o g e l o s a m e n t e r i s p e t t a t i . Questa f u la n o t a comica nella t r a gedia di quei giorni. Si sa che ad ogni t r a gedia suole succedere la f a r s a ; è consuetudine antica dei n o s t r i t e a t r i . P e r compensarli di averli lasciati aggredire, d e v a s t a r e ed uccidere, s ' i m p e d ì agli a g g r e d i t i superstiti la loro l e g i t t i m a difesa nel c a m p o economico dello sciopero. Questo episodio della l o t t a di classe da parte d e l l ' a u t o r i t à m e r i t a v a di essere port a t o a conoscenza della Camera, n o n fosse altro che per m e t t e r e , nella s a n g u i n o s a tristezza di quei giorni, u n a n o t a di ilarità che.. ,<5i risollevasse u n t a n t i n o lo spirito... P R E S I D E N T E . Seguirebbe la i n t e r r o gazione dell'onorevole Oolajanni, al presidente del Consiglio dei ministri, « per sapere da quali c r i t e r i è mossa la Commissione i n t e r m i n i s t e r i a l e nel d a r e la preferenza alle i m p o r t a z i o n i delle sostanze coloranti dalla Svizzera t e d e s c a su quelle degli Stati Uniti d ' A m e r i c a ; se d e t t a Commissione ^on senta il d o v e r e di p r o v v e d e r e con u n a relativa sollecitudine nel d i s p o r r e e rilasciare i permessi d ' i m p o r t a z i o n e e di esportazione onde n o n d a n n e g g i a r e u l t e r i o r m e n t e commercio e la e c o n o m i a n a z i o n a l e » . Ma non essendo p r e s e n t e l ' o n o r e v o l e Colajanni, q u e s t a i n t e r r o g a z i o n e s ' i n t e n d e ritirata. Segue l ' i n t e r r o g a z i o n e degli o n o r e v o l i Agnelli e De C a p i t a n i , al m i n i s t r o del tesoro, « per conoscere se n o n r i t e n g a opportuno di concedere l ' a n t i c i p a t a liquidazione della polizza, i s t i t u i t a con d e c r e t o 7 dicembre 1917, ove la s o m m a r e l a t i v a d e b b a destinarsi a l l ' a c q u i s t o di i s t r u m e n t i di lav ° r o per la pesca o alla p a r t e c i p a z i o n e di- Camera dei TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE Deputati 1919 r e t t a degli e x - c o m b a t t e n t i a società p e r l'esercizio di d e t t a i n d u s t r i a ». L ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o al tesoro h a f a c o l t à di r i s p o n d e r e . B E L O T T I , sottosegretario di Stato 'per il tesoro.• L a f a c o l t à di concedere 1 ' a n t i c i p a t a liquidazione e f f e t t i v a m e n t e era s t a t a r i s e r v a t a al G o v e r n o . S u c c e s s i v a m e n t e , Col r i o r d i n a m e n t o che si è f a t t o nella disciplina d e l l ' e n t e n a z i o n a l e dei c o m b a t t e n t i , si è stabilito che il d i r i t t o di c o n c e d e r e questa a n t i c i p a t a l i q u i d a z i o n e v e n g a i n v e c e att r i b u i t o a l l ' a m m i n i s t r a z i o n e dell' O p e r a nazionale dei c o m b a t t e n t i . I n f a t t i 1' O p e r a n a z i o n a l e dei c o m b a t t e n t i c o n s e n t e la liquidazione a n t i c i p a t a s p e c i a l m e n t e a quegli e x - c o m b a t t e n t i che sono u n i t i in c o o p e r a t i v e . Quindi a t t r a verso q u e s t e c o o p e r a t i v e a n c h e i c o m b a t t e n t i di cui si i n t e r e s s a n o gli i n t e r r o g a n t i possono o t t e n e r e quello che loro cccorre, per le opere che r i s p o n d o n o alle loro necessità. Confido che gli onorevoli i n t e r r o g a n t i saranno sodisfatti. P R E S I D E N T E . L ' o n o r e v o l e De Capit a n i , in assenza dell'onorevole Agnelli, h a f a c o l t à di d i c h i a r a r e se sia s o d i s f a t t o . D E C A P I T A N I . Eingrazio l'onorevole s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o della cortese risposta, e credo a n c h e di i n t e r p r e t a r e il pensiero dell'onorevole Agnelli d i c h i a r a n d o m i sodisfatto. Son sicuro che gli s t u d i ai quali Ira acc e n n a t o l'onorevole s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o al tesoro v e r r a n n o c o n d o t t i con la m a g giore sollecitudine. P R E S I D E N T E . N o n essendo p r e s e n t i gli onorevoli i n t e r r o g a n t i , s ' i n t e n d o n o ritir a t e le i n t e r r o g a z i o n i degli onorevoli : L o m b a r d i , al m i n i s t r o d e l l ' i s t r u z i o n e pubblica, «per sapere.se non creda opport u n o , e q u o e do veroso che agli s t u d e n t i militari i quali, t r o v a n d o s i in g u e r r a , n o n ebbero m o d o e t e m p o di conoscere le m o d a lità dei decreti 1° o t t o b r e 1916, n. 1402, e 2 s e t t e m b r e 1917, n. 1523, circa il t e r m i n e di p r e s e n t a z i o n e delle d o m a n d e per dispensa di tasse ed u n i f o r m a r s i a d esse, sia oggi concesso di p o t e r s i a v v a n t a g g i a r e della disposizione di f a v o r e loro concessa e della q u a l e n o n p o t r e b b e r o u s u f r u i r e , sol p e r c h è il dovere verso la P a t r i a , per la q u a l e cim e n t a r o n o la v i t a , i m p e d ì loro di adempiere ad u n a semplice f o r m a l i t à p r o c e d u rale » ; Pizzini, al m i n i s t r o dei t r a s p o r t i m a r i t t i m i e f e r r o v i a r i , « per conoscere se di Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l — 21052 — a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 fronte ai pericoli gravissimi e quotidiani che presenta il transito sulla ferrovia Cosenza-Paola - sia in rapporto alle pessime condizioni in cui si trovano le speciali locomotive adibitevi, che in rapporto alle ripetutamente deprecate condizioni dell'armamento e della linea - si debbano più oltre attendere le sostituzioni, le innovazioni e i ripari, sempre promessi e mai eseguiti». * Segue l'interrogazione degli onorevoli De Capitani d'Arzago, Yenino e Sioli-Legnani, al ministro dell'interno, « intorno ai fatti di Milano dei giorni 15 e 16 aprile 1919 ». L'onorevole sottosegretario di Stato per l'interno ha facoltà di rispondere. GRASSI, sottosegretario di Stato per Vinterno. Debbo dire all'onorevole De Capitani e agli altri colleghi che hanno presentato una interrogazione al ministro dell'interno intorno ai fatti di Milano dei giorni 15 e 16 aprile, che io non ho altro da aggiungere a quello che ho esposto molto obiettivamente, leggendo le risultanze dell'inchiesta d'a noi ordinata su quei fatti, in occasione dell'interrogazione dell'onorevole Turati. Credo che in quell'occasione fui molto obiettivo. Eaccontai i fatti e non feci considerazioni se non quella di invitare alla massima calma la città di Milano, e augurando che questa questione non dovesse più oltre occupare la Camera. Ad ogni modo, se l'onorevole De Capitani ha altri fatti ed osservazioni da esporre, io sono a sua disposizione per rispondere. P R E S I D E N T E . L'onorevole: De Capitani ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto. DE CAPITANI. Ritenuto che la questione dei fatti di Milano ha già occupato la Camera con le interrogazioni dell'onorevole Turati, del quale riconosco l'obiettività e la serenità, se me lo permette, più formale che di sostanza, e vis.to dunque che di quanto avvenne a Milano il 15 aprile la Camera si è assai interessata, credo mio doveredir qualche cosa che completi quanto non è stato detto nemmeno dall'onorevole sottosegretario di Stato per l'interno. Innanzi tutto l'onorevole sottosegretario di Stato continua a parlare solamente di dimostrazioni nazionaliste. Ora il partito nazionalista a Milano ha una degnissima rappresentanza, è contornato da simpatie sincere, ma non è a credersi che esso da solo abbia condotto quelle dimostrazioni patriottiche, che ebbero invece il consenso e la partecipazione in quei giorni di t u t t e le associazioni patriottiche di Milano, da quelle dei partiti avanzatissimi, a quelle dei conservatori, tutti uniti in un solo fervore nazionale. E i a la Milano patriottica che riteneva doversi dimostrare l'alto spirito della città. (Interruzione del deputato Turati). Devo dire all'onorevole Turati (che in qoiei giorni non era a Milano), che per quanto riflette la dimostrazione e il doloroso conflitto di piazza del Duomo le e.se non sono andate precisamente come egli affermò. Creda, onorevole Turati, che sono andate ben diversamente ! Nella mattinata del giorno 15 si sono verificati deplorevolissimi inconvenienti, perchè la città fu turbata da squadre numerose, che io non voglio fare, nemmeno per un momento, l'onta al partito socialista di ritenere inviate dai capi socialisti, intente a fare chiudere botteghe, rompere i vetri, disturbare insomma la quiete e il libero svolgimento del lavoro e suscitare disordini. (Interruzione del deputato Turati). L'autorità di pubblica sicurezza non seppe fare cessare questi fatti, perchè essa quella mattina fu perfettamente assente, di guisa che sorse spontaneamente la reazione, e si formò un grandioso corteo di dimostranti patriottici quasi a tutela della dignità cittadina e a difesa della libertà. BELTRAMI. Era stato preparato! (Rumori a destra). DE CAPITANI. Io fui in piazza del Duomo, e ho udito i discorsi di alcuni amici miei che incitavano alla calma e alla prosecuzione serena di quella dimostrazione, che cantava inni patriottici ed avea bandiere nazionali. (Rumori air estrema sinistra). BELTRAMI. Non è così ! DE CAPITANI. Devo dire all'onorevole Beltrami, che non ho mai visto nè in quell'occasione alla testa dei cortei dei dimostranti socialisti, nè mai quando occorre d'assumere responsabilità di fronte alle folle, che il corteo proveniente dall'Arena era guidato da 'facinorosi. Se invece fosse stato diretto da persone come l'onorevole Turati, le cose sarebbero andate meglio. La dimostrazione patriottica si scontrò in piazza del Duomo con l'orda, questa è la vera parola, niente altro che un'orda, dei dimostranti che venivano da quel famoso comizio privato all'Arena, di ventimila persone ! MODIGLIANI. Cinquantamila! Atti — 21053 — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 TREVES. È perfettamente il contrario, ed io ero presente. (Rumori a destra). PRESIDENTE. Non interrompano, onorevoli colleglli. DE CAPITANI. Chiedo alla cortesia dei miei contraddittori di lasciarmi dire quel clie giudico la verità. TREVES. Non la potete dire, perchè non la conoscete ! DE CAPITANI. La verità è questa, che in piazza del Duomo i dimostranti che non erano, onorevole Treves, dimostranti del suo tipo, cioè tipo borghese, avevano delle mazze ferrate che furono portate in questura... - Voci air estrema sinistra. Dove le hanno prese? \ DE CAPITANI. In via Dante. (Interruzione del dejiutato Graziadei). Dunque ripeto ed affermo che quell'orda di dimostranti che è venuta in piazza del Duomo, quando ha incontrato la dimostrazione patriottica ha sparato per la prima, come l'inchiesta assevera. È bensì vero che la dimostrazione patriottica ha risposto, ma ha risposto sparando in aria. TURATI. Intanto eravate armati ! DE CAPITANI. Allora la dimostrazione pseudo-socialista ha fatto 'dietro-front, e via di corsa, ed è stata inseguita fino al monumento di Garibaldi al Foro Bonaparte, dai dimostranti patriottici, ossia da. nazionalisti e da arditi, ai* quali si devono aggiungere i mutilati, e molti giovani, vari veterani, e persino cappellani militari. (Interruzioni all'estrema sinistra). Sicuro, perchè ve ne eran^ anche di quelli (Rumori all'estrema sinistra). È la "verità.. Tra gli altri vi era un decorato di medaglia d'oro. Essi furono benemeriti ! E ve lo dimoerà il fatto che non solo il 15 aprile 1919 fecero opera patriottica, ma fin da molto tempo prima esercitarono tale azione. Il 7 ottobre 1918, se non vi fossero stati mutilati, i Comitati d'azione, quei giovani animosi, avremmo avuto in Milano a seconda Caporetto. (Rumori e interazioni aWestrema sinistra — Approvazioni altri settori). È proprio così! La falsa notizia della pace, così leggermente lasciata propalare, era stata divulgata da. P tutto: nei villaggi presso Milano la **otte ignoti in bicicletta la portarono, grindo : la pace è conclusa ! Un manifedell'autorità municipale diceva che rasi spedito un telegramma o meglio un Bonito al Governo in cui si asseriva: « Que1 U n S u er a t o e Camera d i Deputati sta cittadinanza all'annunzio della pace di giustizia uscì .spontaneamente in grandi manifestazioni di giubilo che durarono l'intera notte e hanno culminato stamane in una completa astensione dal lavoro ». (Approvazioni — Rumori e commenti prolungati all' estrema sinistra). Questo manifesto ingenerò negli operai l'idea che eravamo non alla vigilia della pace, ma proprio alla pace stessa. (Rumori all' estrema sinistra — Commenti — Scambio di apostrofi tra V'estrema destra e Vestrema sinistra). Ebbene i giovani patrioti, di cui dissi prima, andarono allora dappertutto, nelle officine, nei negozi, e persuasero molto facilmente gli operai, sempre aperti a sentimenti generosi, se richiamati al dovere, a riprendere il lavoro : essi fecero comprendere che questa falsa e prematura pace avrebbe rovinato il Paese; e soltanto a loro - bisogna rendere l'omaggio dovuto - si deve se Milano si rimise in poche ore alla calma e mantenne la resistenza mirabile che poi ci condusse alla nostra vitoria ! (Rumori all'è,strema sinistra — Vive approvazioni su altri banchi). GRASSI, sottosegretario di Stato per Vinterno. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. GRASSI, sottosegretario di Stato per Vinterno. Sento il dovere di aggiungere soltanto due chiarimenti. L'onorevole De Capitani ha ricordato la mia frase in cui accennavo al partito nazionalista. Ora debbo chiarire che io con quella frase intendevo riferirmi a tutti i partiti che si contrapponevano alle forze socialiste. Un'altra colpa faceva l'onorevole De Capitani al Governo, e cioè che nella mattinata del 15 aprile la pubblica sicurezza di Milano non fece tutto quello che doveva fare per evitare il conflitto. Ma fin dall'altro giorno ho rilevato tale defìcenza e ho detto quali furono i provvedimenti presi dal Governo, che andarono fino all'allontanamento del questore di Milano, perchè la mancanza di coordinazione delle forze impedì che l'ordine pubblico fosse mantenuto. Non ho altro da aggiungere all'onorevole De Capitani. Credo che ci possano essere delle visioni particolaristiche del fenomeno, ma che si debba riconoscere che il Governo fece allora, e ha cercato di fare anche dopo, quanto era in lui perchè l'ordine pubblico fosse a qualunque costo mantenuto. ( Approvazioni). Atti Parlamentari — 21054 — a Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIY - l SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919 DE CAPITANI. Ne prendiamo atto. P R E S I D E N T E . Seguono due interrogazioni dell'onorevole di Stefano: ai ministri delle finanze e del tesoro, « per conoscere se intendano provvedere alla stabilità del personale e dei messi delle categorie delle imposte in base ad organico, accordando un miglioramento degli stipendi ed assegni ed istituendo una Cassa di previde za »; al ministro della guerra, «per conoscere se, in seguito all'amnistia promulgata in favore aei militari condannati durante il periodo della guerra ed alla istituzione del tribunale di reVisione, non creda giusto di istituire un tribunale di revisione pei pronunziati resi durante la guerra dai Consigli di disciplina e definiti colla eliminazione dai ruoli, tanto.più che tali decisioni furono rese in base ad un esame sommario e senza le garenzie necessarie per la giusta tutela dei diritti degli incolpati». Ma non essendo presente l'onorevole interrogante, s'intendono ritirate. Segue l'inteirogazione dell'onorevole Sighieri, ai ministri dell'interno e della guerra, « per conoscere quali provvedimenti ritengano di prendere perchè i locali della monumentale Certosa di Calci non siano più oltre adibiti ad uso di tubercolosario per i prigionieri austriaci; e per sapere quali misure prudenziali intendano prendere per impedire la diffusione del nuovo morbo, ivi scoppiato in questi ultimi tempi, e che minaccia, in modo allarmante, la i n c o l u r mità della popolazione ». L'onorevole sottosegretario di Stato per la guerra ha facoltà di rispondere. FINOCCHI A R O - A P R I L E , sottosegretario di Stato per la guerra. L'interrogazione dell'onorevole Sighieri si riferisce in verità a fatti che sono stati ormai superati dal tempo, ma contiene qualche inesattezza che conviene chiarire. L'ospedale militare di riserva di Calci fu destinato ad essere adibito quale primo cèntro di raccolta dei prigionieri presunti invalidi di guerra non tubercolotici, da sottoporsi a visita sanitaria di controllo da p a r t e dell'ufficio medico delegato dal Ministero della guerra per accertare la loro invalidità o meno agli effetti del rimpatrio. Per i prigionieri presunti o accertati, invalidi tubercolotici di qualsiasi forma o stadio ha sempre funzionato l'ospedale speciale di Coronata nella Riviera di Ponente. È stata cura costante del Ministero della guerra mantenere sempre netta separazione tra prigionieri invalidi di guerra e prigionieri invalidi tubercolotici, e stanno a dimostrarlo numerose circolari emesse in proposito. Detta separazione non solo fu stabilita nella ospedalizzazione dei prigionieri presunti invalidi (e ciò nei riguardi igienicoprofìlattici per la popolazione civile), ma altresì per gli speciali centri di raccolta stabiliti in prossimità della frontiera per i prigionieri accertati invalidi di guerra ed invalidi tubercolotici, il cui rimpatrio viene fatto con speciali treni ospedali. Per quanto riguarda i casi di tifo esantematico verificatisi in prigionieri di guerra, le autorità locali, militari e civili, presero tutti i provvedimenti necessari per assicurare la vigilanza sanitaria e l'applicazione delle misure di bonifica individuale e di risanamento degli alloggiamenti. Fu all'uopo istituita, alla dipendenza della Direzione di sanità territoriale in Firenze, una sezione ispettiva, composta di un ufficiale medico specializzato nei servizi profilattici e di un sanitario civile ; e sotto la sorveglianza di questa sezione si attuarono le misure di polizia personale dei prigionieri e degli alloggiamenti per la distruzione dei parassiti, veicoli dell'infezione. Con tali misure l'infezione fu prima contenuta e poi spenta fra i prigionieri, e soprattutto ne fu impedita la diffusione tra la popolazione civile e militare. P E B S I D E i T E , L'onorevole Sighieri ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto. S I G H I E R I . È vero che la mia interrogazione è ormai sorpassata ; ma io debbo dire brevi parole sull'argomento cominciando dall'osservare che sarebbe bene che. | agl'inconvenienti segnalati si rimediasse con j maggiore sollecitudine.Nei locali della monumentale Certosa di [• Calci furono ricoverati dei prigionieri au! striaci. È stato sempre negato che vi fosj sero dei tubercolotici, ma la verità è che vi erano. Non solo, ma si s v i l u p p ò fra essi ! una terribile malattia, il tifo esantèmatico. : Ora la popolazione di quei paesi ricorse | „a me perchè io richiamassi l'attenzione del Governo su questo fatto e anche sulla I circostanza che non vi erano cure speciali j e che non si usava nessuna precauzione I per il trasporto della biancheria che do| veva andare alla lavanderia. I •—I— .I •^«PVii^HaHp LEGISLATURA XXIV - Camera dei Deputati 21055 Atti Parlamentari la SESSIONE - DISCUSSIONI - È cosa passata ; però io ho m a n t e n u t o la mia interrogazione perchè non so se sia"no ancora sgombrati questi locali dai prigionieri austriaci, credo che lo saranno f r a breve, ma è necessario che i locali, quando resteranno liberi, non siano soltanto spolverati, ma disinfettati accuratamente, perchè potrebbero rimanervi dei bacilli che potrebbero colpire le persone che dovranno abitarli. Eaccomando quindi al ministro della guerra che si prendano t u t t i i provvedimenti richiesti dall'igiene e dalla sicurezza della salute pubblica. P R E S I D E N T E . Non essendo presenti gli onorevoli interroganti, s'intendono ritirate le interrogazioni degli onorevoli : Bovetti, ai ministri di grazia e giustizia e dei culti e dell'interno, « sul contegno apertamente disfattista del procuratore del Re di Mondovì che, tollerato anche dai suoi superiori di Torino, rinvia senz'altro al pretore per tenuità di reato il giudizio in una denunzia di oltraggio con violenze e minaccie gravissime a un d e p u t a t o per essere stato favorevole alla guerra, e sulla propaganda elettorale seguita da intimidazioni e violenze contro i deputati che hanno concorso col Governo a sostenere l ' I t a lia in armi » ; Macchi, al ministro della guerra, « per sapere quali immediati provvedimenti intenda a d o t t a r e circa l'impossibilità di funzionamento del tribunale di guerra di Pachila, dato l'ammassamento caotico in quel deposito speciale di istruzione di più di diecimila giudicabili, la più p a r t e ingiustamente accusati e che attendono da anni la definizione della loro incresciosa posizione giuridica, s o p r a t t u t t o per mancanza dei relativi processi che li riguardano; e per sapere se debbano o no avere applicazione gli ultimi decreti di amnistia e di condono » ; Cassin, ai ministri della guerra e del tesoro; « per sapere se non ritengano opportuno di annullare agli ufficiali ex-prigionieri di guerra l'obbligo del rimborso delle somme pagate dall'Amministrazione militare a titolo di sussidio alle rispettive famiglie, in considerazione degli enormi sacrifìci da queste sostenute per provvedere di viveri i loro cari, intensificando la spedizi one di pacchi i quali pervenivano assai irregolarmente». Sono così esaurite le interrogazioni inscritte nell'ordine del giorno di oggi. TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1919 Presentazione di disegni di legge e di una relazione. P R E S I D E N T E . H a facoltà di p a r l a r e l'onorevole ministro del tesoro. SCHANZER, ministro del tesoro. Mi onoro di presentare alla Camera i seguenti disegni di legge: Semplificazione nelle procedure dei controlli ; • Conversione in legge del decreto reale 2 settembre 1919, n. , concernente modificazioni al modo di pagamento delle pensioni e di altri assegni vitalizi; Conversione in legge di decreti reali emanati d u r a n t e la proroga dei lavori parlamentari, autorizzanti provvedimenti di bilancio; ' Convalidazione di decreti Reali eman a t i d u r a n t e la proroga dei lavori parlamentari, autorizzanti prelevazioni dal fondo di riserva per le spese impreviste. Chiedo che siano inviati alla Giunta generale del bilancio. P R E S I D E N T E . Do a t t o all'onorevole ministro del tesoro della presentazione di questi disegni di legge. L'onorevole ministro ha chiesto che siano inviati alla Giunta generale del bilancio. Non essendovi osservazioni in contrario, così rimane stabilito. Invito l'onorevole Ottorino N a v a a recarsi alla tribuna per presentare una relazione. NAVA O T T O R I N O . Mi onoro di present a r e alla Camera la relazione sul disegno di legge: Conversione in legge dei decreti luogotenenziali del 23 marzo 1919, n. 445 e del 19 giugno 1919, n. 1040, concernenti provvedimenti per le case popolari e per l'industria edilizia. (1251-A) P R E S I D E N T E . Questa relazione sarà s t a m p a t a e distribuita. PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARCORA. Seguito della discussione sulle comunicazioni del Governo sulla relazione della Commissione d'inchiesta istituita con Regio decreto 12 gennaio 1918. P R E S I D E N T E . L'ordine del giorno reca il seguito della discussione intorno alle comunicazioni del Governo sulla relazione della Commissione d'inchiesta istituita con Regio decreto 12 gennaio 1918. H a facoltà di parlare 1' onorevole Di Giorgio, che ha presentato il seguente ordine del giorno : « La Camera, nel prendere conoscenza della relazione della Commissione d'inchie- Atti Parlamentari — 21056 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - I SESSOHE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 a sta (Eegio decreto 8 gennaio 1918) giudica che ogni questione relativa alla rotta di Caporetto è da considerarsi ormai sorpassata dal trionfo delle nostre armi, esprime ancora una volta all'Esercito e all'Armata vittoriosi la riconoscenza del paese , e passa all'ordine del giorno ». DI GIOBGIO. Il Parlamento non è nè un Corpo tecnico, nè un'Alta corte di giustizia ; perciò non mi soffermerò soverchiamente nè sulle questioni tecniche, nè sulle responsabilità morali, tanto più che questo campo è stato largamente discusso dai precedenti oratori. Comprendo che è il boccone più ghiotto dell'argomento, ma non credo che sia l'argomento che interessi di più il Parlamento; anzi sorvolerei senz'altro su ogni argomento tecnico, se non vi fossi obbligato per la mia speciale condizione di tecnico. Sarebbe strano infatti che, prendendo la parola su Caporetto, non accennassi almeno alle questioni tecniche più grosse che sono state trattate, perchè in tal modo sembrerebbe quasi che le evitassi, o perchè approvo quanto da qualcuno è stato detto, o perchè disapprovo, o perchè abbia uno speciale modo di vedere che intenda di nascondere o sottacere. Mi propongo invece di esporre il mio pensiero con assoluta franchezza, anche là dove avrò il dolore di dire, ad amici e ad avversari, qualche dura verità. Agire diversamente in questo argomento mi parrebbe profanazione. La Commissione, in sostanza, ha attribuito la rotta di Caporetto a cause militari ; ma di queste, escluse quelle di forza maggiore, ha chiamato efficienti o determinanti della sconfitta le cause militari di natura morale, che poi si condensano e si compendiano tutte nel mal governo degli uomini. Questo a sua volta si compendia in due fattori : secondo gli uni, il malcontento è dovuto agli errori e alle colpe del Comando Supremo, secondo gli altri all'influenza del disfattismo. Per volere quindi, onestamente discutere le cause di Caporetto bisogna indagare a fondo con probità e con coraggio, questi due argomenti, che sono quelli che più appassionano l'Assemblea: il disfattismo e il malgoverno che avrebbe fatto degli uomini il Comando Supremo e non solo il Comando Supremo, ma tutti i grandi Comandi in generale. Quali erano le condizioni del nostro esercito dal principio della guerra fino a Caporetto % Il malgoverno ci fu indubbiamente e sarebbe vano negarlo. E sarebbe anche vano negare che vi furono errori. Ma, a costituire il malgoverno, entrarono, e con influenza anche maggiore degli errori, elementi che se non si possono mettere addirittura fra gli elementi che la Commissione chiama di forza maggiore, furono certamente tali che non fu in facoltà del Comando di sopprimere. Uno di questi la estensione del fronte. Quando sopra una estensione di cinquecentosettanta chilometri si distendono 35 divisioni, manca il modo di dare alle truppe un turno di riposo che renda tollerabile la vita di trincea, ed è impossibile avere riserve per la manovra. Un esercito di 35 divisioni schierato dallo Stelvo al mare, nor^ costituisce una linea di difesa, ma una cinta daziaria; ed un nemico anche inferiore di numero e di mezzi, ma audace e bene organizzato può sfondarla quando crede e dove credè. {Commenti). La condizione era aggravata anche di più dalla forma, a saliente della frontiera. Si è detto che questo è stato l'errore strategico capitale del Comando Supremo, perchè l'esercito non bisognava già distendere su t u t t a la linea di confine^ ma concentrarlo in un dato punto e su quello agire. Ed è vero. I canoni della strategia questo avrebbero imposto. Ma, o signori, in questa guerra la strategia non l'ha applicata nessuno. La strategia potè inspirare le mosse degli eserciti quando la guerra era regolata dal diritto internazionale, quando la guerra se la facevano solo fra di loro gli eserciti, e le popolazioni erano ritenute neutrali, e la integrità dei cittadini e la proprietà privata erano sacre nel territorio nemico così come nel proprio territorio. Allora sì, si poteva manovrare e tenere l'esercito raccolto. È quello che fa lo schermitore quando scopre una parte del corpo e invita l'avversario ad agire per poi vibrargli il colpo mortale ed atterrarlo. Il generale Moltke infatti nel 1870, in vista della momentanea superiorità numerica iniziale dell'esercito francese, sapendo essere nel disegno di guerra di Napoleone I I I una fulminea irruzione sulla Germania del Sud, si proponeva di abbandonare le provinole Eenane e il Palatinato e di r a c c o g l i e r e Atti 21057 Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - le forze tedesche t u t t e sulla destra del. Reno. Nei nostri stessi piani di guerra difensivi contro l'Austria, nella ipotesi di un conflitto a due, il generale Saletta abbandonava al nemico t u t t o il Friuli e schierava l'esercito al Piave. I l generale Pollio a v e v a portato lo schieramento al Tagliamento. I l generale Baldissera, col quale io fui nei miei anni giovanili in grande comunione di idee, trovava t r o p p o arrischiato perfino lo schieramento sul Piave, e a v r e b b e voluto portarlo f r a l'Adige e il Po. Vedete d u n q u e che se non si osò di correre il rischio di dovere a b b a n d o n a r e al nemico una p a r t e del territorio, non f u già per ragioni strategiche - le ragioni strategiche volevano anzi t u t t o 1' opposto ma perchè, dopo lo strazio che gl'Imperiali avevano fatto, del Belgio e del N o r d della Francia, nessuno p o t e v a assumersi la responsabilità di esporre alla invasione nemica un p a r t e se pur piccola del t e r r i t o r i o nazionale. In queste condizioni, con un t e m a . s t r a tegico obbligato - la c o p e r t u r a a q u a l u n q u e costo del territorio nazionale - è inutile parlare di strategia. Bisognò a c c e t t a r e le conseguenze d e l l ' a m p i e z z a del f r o n t e come una necessità ineluttabile. Anche queste potevano t u t t a v i a essere evitate, e dirò in seguito come, e forse qualcheduno che ha letto certa memoria p u b b l i c a t a in questi giorni, che io avevo p r e s e n t a t o al Governo fin dal 1916, sa già quale era il mio pensiero. Se si fosse f a t t o fin da principio, in una volta, lo sforzo che f u f a t t o g r a d a t a mente in seguito, forse la guerra si sarebbe potuta condurre anche con i d e t t a m i della strategia. L'ampiezza del f r o n t e d u n q u e non era elemento che dipend-esse più dal Comando Supremo. Questo doveva c o n t a r e con essa come con un elemento di forza maggiore. ® allora, m e t t e t e una brigata a vivere a Santa Lucia o al Podgora per sei e sette ^esi di seguito, c o n t i n u a m e n t e sotto il fu ° c o , priva per più giorni di seguito di r ancio, priva spesso di cura medica e di ogni conforto, e poi ditemi a che cosa essa sarà Presto r i d o t t a . Perchè è inutile che io descriv a come erano f a t t i i rifornimenti: la n o t t e partivano le corvées, un grosso calibro nemico le colpiva lungo il t r a g i t t o e il rancio arrivava; i feriti r e s t a v a n o giorni interi senza cura; il vestiario a n d a v a in branla biancheria non era c a m b i a t a : ecco 11 malgoverno. Ma, d i t e m i : che cosa il generale più Camera dei Deputati TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1919 mite e sapiente e geniale, che cosa l ' a n i m a g r a n d e e dolce di Garibaldi a v r e b b e p o t u t o f a r e di f r o n t e a questa condizione di cose ? Si fa presto a p a r l a r di malgoverno delle t r u p p e . P e n s a n d o alla disciplina il prof a n o non la concepisce a l t r i m e n t i che come la subordinazione del soldato al superiore. T u t t e le volte che in un r e p a r t o il soldato non si ribella, si dice che il r e p a r t o è disciplinato. No, non è questa la disciplina. La Commissione d'inchiesta ha voluto t i r a r e f u o r i a questo proposito anche le c a r a t t e ristiche di nostra gente, ed ha d e t t o che per la nostra gente ci vuole una disciplina di tolleranza. E io non voglio far passare una siffatta affermazione della Commissione d'inchiesta senza una protesta, perchè essa p o t r e b b e f a r e scuola, e oggi specialmente quando l'esercito non è altro che la nazione in armi, le conseguenze non sarebbero liete. Non è esatto ciò che ha d e t t o la Commissione, che il regolamento di disciplina vuole una disciplina di persuasione- e non di costrizione. No, la disciplina v o l u t a dal nostro regolamento, come dai regolamenti di t u t t i gli eserciti, vuole una disciplina di persuasione e insieme di costrizione, di persuasione per chi si persuade, di costrizione per chi non si persuade. Ora siccome la massa si persuade facilmente, per la massa c'è la persuasione; ed è solo per le minoranze, indocili o riottose 0 svogliate, per coloro che non si vogliono persuadere, che interviene la costrizione. La disciplina di t o l l e r a n z a ! V e l o dico io che cosa è la disciplina di tolleranza! Oggi è la tolleranza verso l'ufficiale ai viveri che avrebbe d o v u t o p r o v v e d e r e al v i t t o della t r u p p a , ed è rimasto a dormire ; e la t r u p p a è r i m a s t a digiuna. Io sono stato benevole e tollerante con lui. Ma i n t a n t o la t r u p p a non ha mangiato. (Commenti). C'è una compagnia che invece di m a n d a r e in licenza 1 soldati a t u r n o , m a n d a solamente quelli che ricevono la raccomandazione del proprio d e p u t a t o . Io tollero, e quella compagnia non gode dei turni. E così via. Sono queste, sono le piccole cose che h a n n o rovinato il morale dell'esercito ; le ingiustizie nelle licenze, il c a t t i v o t r a t t a m e n t o nel v i t t o , l ' a b b a n d o n o in cui è s t a t o lasciato' il soldato. (Commenti — Interruzioni'. Per colpa di chi! Del Comando Supremo,dice la Commissione di inchiesta. Vediamo in quale misura ilComando Supremo c'è e n t r a t o . È s t a t a p u b b l i c a t a una memoria del generale Pollio, che finalmente ci rivela esatta- Atti Parlamentan — 21058 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919 mente, quale fosse lo stato numerico dei qua- , grandito. Caporetto ci trovò con 65 dividri nel 1914. P e r mobilitare 35 divisioni man- j sioni. E r a v a m o perciò riusciti ad improvcavano nientemeno che24 mila ufficiali! I o sa- j visare altre 30 divisioni. Ma quando? Quanpevo che il numero degli ufficiali mancanti j do già avevamo pèrduto quasi un milione agli organici della mobilitazione era grande, ' di uomini e 50 mila ufficiali. E le abbiamo improvvisate nel tumulto delle battaglie, ma non conoscevo le cifre spaventose che a pezzi e bocconi, senza un piano organico, oggi conosco. T u t t a v i a n e l l a seduta d e l 2 m a r mano mano che gli eventi urgevano. Dozo 1915 invocai dal Ministro, della guerra che mando perchè non si sono improvvisate provvedesse allora, nella calma della viprima, quando il paese era ancora nel pieno gilia, al reclutamento di quanti più ufficiali possesso delle sue energie, quando ancora potesse perchè poi non dovesse improvvigli entusiasmi erano i n t a t t i , quando tutti sarli nel tumulto degli eventi, mandando sarebbero accorsi, ancora ignari degli orufficiali ancora immaturi a comandare le rori della guerra, ad offrire la loro opera. truppe e a farsi ammazzare inutilmente. Quelli sì, inutilmente. Una voce all'estrema sinistra: Che cosaE b b e n e , il Ministro della guerra mi mise ne dice l'onorevole S a l a n d r a ! a tacere, e si procurò gli"applausi della CaD I G I O R G I O . L a verità è che un esermera, -dicendo che nel giugno susseguente cito così colossale, come quello che ci ocavrebbe apprestato ben 7 mila ufficiali. Ne correva, non s'improvvisa ; con materiali di occorrevano 24 mila ! E gli altri 17 mila ì circostanza, si può improvvisare la piccola Lungi dall'avere le necessarie riserve, .siac a s e t t a . Ma per fabbricare una mole come mo entrati in guerra con una falla di 17 mila San Pietro non b a s t a neppure il genio di ufficiali. Michelangelo; occorre il tempo ed occorUna voce all'estrema sinistra. Bisognava rono i materiali. Noi abbiamo f a t t o , incaldirlo allora. zati dalla necessità, un esercito colossale, D I G I O R G I O . Lo dissi. Verificate negli ma non l ' a b b i a m o saputo alimentare col a t t i parlamentari. concorso e con la fiamma di t u t t i i cittaE dopo le prime b a t t a g l i e , i reggimenti dini, e l'edificio crollò ! Quanto alla nazione,, sono rimasti quasi senza ufficiali. F u i inessa era e n t r a t a in guerra in condizioni così carièato durante il b r e v e tempo in cui fui difficili, che non hanno riscontro, nelle conaddetto al Comando supremo di andare a dizioni di nessun'altra nazione... fare una ispezione sul Podgora, dove si era B E L T R A M I . E c c o l'onorevole Salandra! manifestato il primo a t t o di ribellione, Parli lui, che si limita a presentare delle quello della B r i g a t a P a v i a . Potei constainterrogazioni sull'acquedotto p u g l i e s e , con t a r e la condizione che ho testé descritta. questo po' po' di r o b a ! ( R u m o r i a destra). Mi sono procurato lo s t a t o dello inquadraD I G I O R G I O . Onorevoli colleghi, vi domento della B r i g a t a , ed ho t r o v a t o una mando un po' di tolleranza ed una garbata media di tre capitani per reggimento, e c'eattenzione... rano delle compagnie che non avevano M O D I G L I A N I . E noi gliela usiamo. neppure un ufficiale. E r a con queste truppe D I G I O R G I O . L a F r a n c i a , il Belgio, la che bisognava c o m b a t t e r e ! E d eravamo Serbia, si trovarono di fronte ad un fatto appena nel primo semestre della guerra. ineluttabile, e, messe con le spalle al muro, L'onorevole Canepa che era ufficiale sudovettero c o m b a t t e r e . L e ragioni della balterno" della B r i g a t a Salerno, sapendo guerra furono là chiare a tutti. Le ragioni, quali ledami mi stringessero a quella Bridella nostra guerra erano invece ragioni di gata, mi scrisse una l e t t e r a rappresentando alta politica sulle quali solamente le perle tristi, le misere condizioni in cui essa sone che avevano una cultura ed una coversava sul Mrzli. L'onorevole Canepa può scienza politica potevano avere una opiimmaginare con quanto interessamento mi n i o n e ; e l'opinione delle classi alte era occupai allora per ottenere che alia B r i g a t a Salerno fosse dato il cambio. Non fu posanche divisa, ed il popolo doveva necessasibile. Non si trovò la maniera di provveriamente sentirsi smarrito di fronte a queste dere perchè non c'erano disponibili truppe divergenze di opinioni dei suoi organi diriper la sostituzione. genti. Come riparare a una così disgraziata siE b b e n e , quando un popolo entra in tuazione? Non c'era che una via. Ingranguerra in queste condizioni di spirito, con dire l'esercito. E l'esercito fu i n f a t t i inuna impreparazione come quplla che vi i Atti Parlamentari — 21059 — a Camera dei Deputali LEGISLATURA XXIV - l SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919 detto, resiste per due anni fino a Capo- . retto ad una guerra di logoramento, e porta j il nemico quasi vicino ad essere battuto ; e ' poi, caduto, si rialza, come si è rialzata il nostro Paese dopo Caporetto, esso offre un . esempio di grandezza che non ha riscontri nella storia! (Applausi). Fin'ora lio parlato del malgoverno, ed' i colleglli della estrema sinistra mi hanno ascoltato benignamente, ed in qualche momento con piacere. Forse dirò qualche altra cosa in seguito che potrebbero ascoltare ancora con piacere; ma ora debbo toccare, e lo farò con quella moderazione che è nella mia natura, ed è, del resto, nel mio dovere, anche di un argomento che loro scotta : del disfattismo... Una voce all'estrema sinistra. Non scotta niente! DI GIORGIO. ...e confido che mi ascolteranno con pazienza. Intendiamoci bene. Se per disfattismo si vuole intendere l'azione concreta o il sentimento preciso contro la guerra, al fine di provocare la disfatta, io devo dichiarare che il disfattismo o non ci fu o fu esércitato entro limiti ristretti ; ed è inutile ricorrere, per qualificarlo, a questa orribile parola di nuovo conio, quando nel dizionario e nel codice abbiamo la parola appropriata : tradimento. Ma, se non vi fu questo disfattismo, un altro ve ne fu, sottile, diffuso, dilagante, ' quello che fu chiamato il disfattismo colposo ; e non fu la prerogativa del partito socialista ufficiale, nè dell' Avanti! ; ma fu perpetrato con discorsi, atti, atteggiamenti che contribuirono potentemente a deprimere lo spirito combattivo fra le truppe, lo spirito di sacrificio nei cittadini, e che facendo pensare alla fine della guerra, ad una fine purché fosse, come ad una liberazione, sabotarono atrocemente la guerra. Ieri l'onorevole Bentini rivendicò con nobili e franche parole, che per la loro realtà e la loro portata il Governo ed i Partiti borghesi dovrebbero profondamente meditare, la natura e la funzione del partito socialista. Il contenuto ideale e programmatico del partito socialista - egli disse di natura prettamente internazionalistica, doveva fare del partito un nemico irriducibile della guerra prima, durante e dopo. Onde era dovere della borghesia di considerare questo stato di fatto come uno degli elementi della situazione e fare i conti con ì esso. D'accordo. E saremo probabilmente anche d'accordo quando parleremo della responsabilità. Ma poiché noi qui facciamo l'analisi dei fattori che poterono contribuire alla rotta, dobbiamo pure assegnare un valore a questo atteggiamento di un partito, che, per sua stessa missione, si dichiarava avulso dalla vita nazionale nel momento in cui la Nazione era impegnata nella mortale partita. E domando : la proclamazione stessa del principio, la stessa affermazione che la guerri era iniqua, e che bisognava comunque finirla, che il prolungamento della inutile strage non serviva ad altro che ad impinguare sempre di più i pescicani ed il militarismo col sangue e col sudore del proletariato, questa proclamazione stessa, non era già tale da minare' la compagine del popolo e dell'esercito H (Rumori e interruzioni alVestrema sinistra). Certo voi, onorevoli colleghi di parte socialista, voi per la vostra coltura e per la vostra coscienza eravate troppo bene in condizione di valutare tutta la portata che potevano avere le vostre affermazioni, voi forse di queste avete talvolta deprecato la efficacia; ma la forza dinamica delle idee e delle passioni è tale, che non è in facoltà di chi proclama le une e scatena le altre di regolarne il corso e di limitarne la portata. Così l'ammonimento dell'onorevole Turati che qualificava idiota e nefanda la propaganda contro la guerra... Voci all'estrema sinistra. Turati non ha mai detto questo. (Proteste sugli altri banchi). CAMERONI. Lo ha detto e lo ha anche scritto. (Rumori). DI GIORGIO. ...e deprecava la pace minchiona non era sufficiente a moderare l'ardore dei gregari, e la propaganda idiota e nefanda aveva luogo egualmente. Peggio, delle idealità del partito socialista, profittavano tutti i non socialisti che avevano comunque un interesse, di natura tutt'altro che politica... SCIORATI. E s'imboscavano ! DI GIORGIO. ...ad essere contro la Patria in armi, tutti coloro che per loro sventura erano nella condizione di dover attendere dalla disfatta la soluzione della loro personale situazione. Ed erano migliaia di disertori, e le loro famiglie ; coloro che l'affetto morboso per un congiunto accecava ; coloro che accecava la esasperazione dei patimenti o la paura del pericolo tanti, questi ultimi, quanti dovevano ne- Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - — I a SESSIONE - 21060 — DISCUSSIONI - c e s s a r i a m e n t e essere t r a cinque milioni di m o b i l i t a t i - insomma i c a t t i v i cittadini. E d era anche n a t u r a l e che t u t t i cercassero di celare le loro t u r p i ragioni, l'egoismo e la c o d a r d i a , colla r i s p e t t a b i l i t à di un principio, e sì servissero d e l l ' e t i c h e t t a socialista ! (Rumori all'estrema sinistra — Approvazióni sugli altri banchi). Voi, veri socialisti, che pretendete di portare a l t a m e n t e le v o s t r e idee, d o v e t e respingere questa c o m p l i c i t à f o r z a t a . (Interruzioni— Rumori all'estrema sinistra). M O D I G L I A N I . L a rossa E o m a g n a ha d a t o il minor numero di disertori, mentre il maggior c o n t i n g e n t e lo ha dato la Sicilia!... (Rumori —- Proteste). L I B E È T I N I G E S U A L D O . È falso. L o ha detto C a d o r n a ! È u n ' a l t r a delle sue colpe. (Commenti — Rumori). D I G I O R G I O . D o p o le giornate oscure di C a p o r e t t o il primo bollettino che risollevò gli spiriti depressi, e risuonò come il primo squillo di v i t t o r i a , f u il bollettino del G r a p p a che a d d i t ò alla riconoscenza della p a t r i a i miei « fieri siciliani -della b r i g a t a A o s t a ». (Applausi vivissimi su molti banchi -— Rumori e commenti all'estrema sinistra). Q n a n t o ho detto spiega quindi facilmente l'abuso e la deformazione delle frasi incriminate del Pontefice e d e l l ' o n o r e v o l e T r e v e s . Nè_ nell'onorevole T r e v e s nè t a n t o meno nel Pontefice era l'intenzione .di sab o t a r e la guerra i t a l i a n a , ma era n a t u r a l e che specialmente la frase dell'onorevole T r e v e s , la quale a v e v a l ' e v i d e n t e signific a t o di un a m m o n i m e n t o a t u t t i i Governi, a t u t t i i belligeranti, fosse voltadai d i s f a t t i s t i ai p r o p r i fini, e diventasse l ' e l o q u e n t e m o t t o del loro p r o g r a m m a . Ma non è forse nel modo stesso come erano a c c o l t e nel nostro c a m p o le m a n i f e s t a z i o n i di L e d e b o u r , di L i e b k n e c h t , di R o s a Lux e m b o u r g , di Massimiliano H a r d e n , la p r o v a che nelle manifestazioni, n e l l ' a t t e g g i a m e n t o del p a r t i t o socialista era un vero e proprio d i s f a t t i s m o ? Se ci s e n t i v a m o c o n f o r t a t i e r a f f o r z a t i noi dalle m a n i f e s t a z i o n i di alcuni socialisti tedeschi, è logico che lo stesso accadesse nel c a m p o dei nostri nemici per la m a n i f e s t a z i o n e dei socialisti italiani. M O D I G L I A N I . Logico e naturale ! N E G R O T T O . E .ve ne v a n t a t e ! . . D I G I O R G I O . B a s t a per questo ricordare che nella t r a v o l g e n t e a v a n z a t a delle nostre t r u p p e nella b a t t a g l i a della Bainz i z z a f u r o n o t r o v a t i a n c o r a indistribuiti v o l u m i n o s i p a c c h i dell 'Avanti ! (Rumori e é proteste' all' estrema, sinistra). Camera dei TORNATA D E L 1 2 S E T T E M B B E Deputati 1919 M O D I G L I A N I ed altri dell' estrema sinistra. F a l s i f i c a t o ! F a l s i f i c a t o ! (Rumori). D I G I O R G I O . Ora sarebbe tempo che la borghesia i t a l i a n a si rendesse ben conto dei d o v e r i che ha il p a r t i t o socialista verso le proprie idee, e verso il proprio programma che sono n e t t a m e n t e internazionalistici e perciò in irriducibile antinomia colle idealità p a t r i o t t i c h e della borghesia. In q u a n t o p a r t i t o internazionale, il partito socialista ha impegni, accordi, t r a t t a t i coi c o m p a g n i delle altre nazioni, che esso deve per sentimento d'onore, per necessità di v i t a , osservare. - P e r c i ò , non il p a r t i t o socialista mancò ai propri d o v e r i d u r a n t e la guerra, ma gli altri, quei borghesi che disertarono il posto assegnato loro dal dovere di cittadino e di p a t r i o t a , e m a n c ò più di tutti il G o v e r n o che non seppe realizzare l'unione sacra f r a t u t t e le f r a z i o n i della borghesia, .e non seppe assumere verso i socialisti la linea di c o n d o t t a meglio opp o r t u n a per c o n t r a s t a r e gli effetti del loro disfattismo, sia s t a t o esso colposo o doloso, seguendo nei loro riguardi una politica incerta, instabile, t o r t u o s a , continuamente oscillante fra le blandizie - ieri l ' o n o r e v o l e B e n t i n i parlò di carezze addir i t t u r a ! - c o n t i n u a m e n t e oscillante fra le blandizie e le violenze. Io immagino, io so q u a n t o gli spiriti più alti del socialismo siano t o r m e n t a t i dal f a t t o che la loro azione in I t a l i a trovi sempre t a n t a minore resistenza di quanto n o n t r o v i in altri paesi, che non possono'essi, in q u a n t o sono italiani, non preoccuparsi delle rovine che si r o v e s c e r e b b e r o sull'Italia, su t u t t a l ' I t a l i a , da una v i t t o r i a del massimalismo, r a p i d a , facile ma isolata, che t u t t i ci asservirebbe - borghesia e proletariato - a N a z i o n i meno e v o l u t e e più rapaci. E non è raro sulla loro b o c c a un leale a m m o n i m e n t o , l ' a m m o n i m e n t o della loro irreducibile inimicizia. R e c e n t e ed impressionante è uno c o n t e n u t o in un nobile articolo dell' Avanti! intitolato: « R e s p o n s a b i l i t à » , nel quale in sostanza è detto questo: Noi d u r a n t e la guerra siamo stati fedeli al posto che il nostro d o v e r e di socialisti ci i m p o n e v a ; se t u t t i - cioè la borghesia ed il G o v e r n o - fossero stati al loro, C a p o r e t t o non sarebbe a v v e n u t o . Precisamente. C a p o r e t t o non fu d u n q u e l'opera esclusiva del socialismo, ma il socialismo v i contribuì p o t e n t e m e n t e spiegando un'azione che f u a g e v o l a t a dalle de- Atti. Parlamentari — 21061 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - la SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919 Scienze della borghesia e degli alti poteri dello Stato - Governo e Comando Supremo che sono gli organi e gli esponenti della borghesia. Nel crollo di Caporetto entrarono in egual misura il disfattismo e il malgoverno. (Rumori all' estrema sinistra). BEGHI. Il disfattismo nero. DI GIORGIO. Caporetto è di tutti, e per molto anche vostro. (Rumori all'estrema sinistra — Approvazioni). E trovo anche logico che ora il socialismo si serva di Caporetto, degli errori e degli orrori della guerra, per minare ciò che rappresenta l'ostacolo più grande al raggiungimento dei propri ideali: il sentimento della vittoria e la riconoscenza verso l'Esercito e l'Armata che furono gli artefici della vittoria, l'esponente del popolo in armi, e che esso chiama militarismo ; il sentimento nazionale, che chiama imperialismo. Ma la borghesia potrebbe a sua volta rivolgere al socialismo anch'essa un ammonimento: spetta certo allo Stato borghese di difendersi, ma misuri bene anche il socialismo la violenza dei propri colpi, specialmente in questo momento in cui l'Italia - l'Italia borghese non meno che l'Italia socialista - ha così estremo bisogno di tutti i suoi figli per rifarsi delle ferite della guerra. L ' E u r o p a occidentale, e l'Italia con essa, corse il rischio, per essere corsa un po' più degli Imperi centrali sulla via delle ideologie, di essere ad essi asservita. Il pericolo potrebbe ripetersi. La Commissione, i precedenti oratori, si sono indugiati sulle responsabilità del Comando, sulla condotta tecnica della guerra, sulle benemerenze e sugli errori del generale Cadorna. Io stesso ho esaminato con qualche ampiezza alcuni fattori tecnici. Ma questi fattori riguardanti la condotta tecnica della guerra, non possono costituire che il punto di partenza, il presupposto ed il materiale per una discussione del Parlamento, la quale non può essere che una discussione di natura politica. Nella concatenazione delle responsabilità sulla condotta della guerra il Parlamento non può conoscere che Un solo responsabile : il Governo. E non può indugiarsi sull'esame delle responsabilità degli gani dipendenti dal Governo, sulle responsabilità, sugli errori, .8 ulle eventuali colpe del Comando Supremo, che al solo di stabilire, sulla scorta di queste responsabilità, la responsabilità del Governo, quale gli eventuali errori e le eventuali 0r 11116 11 1585 colpe non avrebbe saputo evitare col suo tempestivo intervento. Questa la sola indagine degna di un Parlamento. Compito della Camera è oggi in sostanza quello di chiedere conto al Governo dell'uso da.lui fatto degli ampliss mi poteri che il Parlamento gli aveva concesso per condurre la guerra, di esercitare, oggi, in ritardo, quella funzione di controllo e di critica, che non esercitò quando avrebbe dovuto, perchè lo stato dello spirito pubblico, la passione di parte, la posizione nella quale i due partiti avversi - neutralisti ed interventisti - si erano messi, non 10 consentirono. ' Non lo consentirono agli interventisti pel sospetto che i neutralisti se ne servissero per spingere l'Italia alla pace separata, non lo consentì ai neutralisti, per tema che 11 sospetto che gravava su loro, e che essi proclamavano ingiusto, prendesse aspetto di verità. (Approvazioni). Oggi che l'esistenza della Patria non è più, in giuoco, oggi che tutti siamo concordi nella necessità di condurre questa discussione con una linea di nobiltà che sia degna dell'argomento, oggi è doveroso parlare con onesta franchezza anche questi argomenti così scottanti. Con onesta franchezza e senza disagio alcuno, io sento, per conto mio, di poterne parlare, chè, considerai sempre come la maggiore delle nostre debolezze lo stato di ostilità aspra fra le parti politiche, e non cessai mai dall'invocare e dall'auspicare come massimo fattore di vittoria quell'unione sacra che è nostra vergogna di non avere realizzato neppure dopo Caporetto, neppure colle frontiere della Patria aperte all'invasione. (Approvazioni —Commenti). Spero che, dagli uni per il sentimento che ci accomunò durante la guerra, dagli altri per la moderazione del mio atteggiamento, si vorranno accogliere con spirito di tolleranza, le cose spiacevoli che, per essere completamente sincero, io sarò volta a volta costretto a dire sulla loro azione durante la guerra. L'onorevole Salandra, colla dichiarazione di neutralità, compì un atto di sapienza politica ed acquistò verso il paese un titolo imperituro di riconoscenza. Ma questo non deve ora impèdirci di fermare lo sguardo sui gravissimi errori che il suo Ministero commise in seguito, e che cosi funestamente pesarono sul corso della guerra. Ison è possibile fare l'esame delle condizioni che determinarono Caporetto, senza Atti Parlamentan — 21062 Camera dei Deputati — LEGISLATURA XXIV - I SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 a riportarsi a quei primi errori; eh è furono essi, più di qualunque altro errore commesso in seguito, che impressero alla nostra politica di guerra quell'indirizzo nefasto che osi amaramente scontammo nell'autunno del 1917. Dichiarata la neutralità, era evidente che i ponti cogli antichi alleati erano rotti, e che noi eravamo ormai esposti al loro implacabile rancore, e, quando fossero stati in condizione di compierla, della loro vendetta. Occorreva pertanto insieme alla dichiarazione di neutralità fare la denunzia dell'alleanza ; procedere immediatamente alla mobilitazione - mobilitazione non di uomini come in parte si fece, ma solo di mezzi logistici e di comandi- radunandoli in una zona centrale fra i due scacchieri; esercitare sulla stampa . e sulla opinione pubblica la necessaria influenza perchè non prendesse prematuramente posizione; spingere febbrilmente avanti gli armamenti. Invece il Governo lasciò che l'opinione pubblica prendesse parte così decisa e così clamorosa e così appassionata per l'Intesa ch'essa, quando volle - speriamo che almeno abbia voluto - non . potè più negoziare l'alleanza, perchè era già noto avere la Nazione preso già, senza possibilità di appello, la sua decisione ; non denunziando allora l'alleanza e non procedendo subito alla mobilitazione, si precluse la possibilità di farlo senza dare ai due atti il preciso significato d'una decisione di guerra contro gli imperi centrali; si limitò per i primi provvedimenti militari alla inutile misura di chiamare alle armi quattro classi di leva, misura che, mentre era priva di ogni valore nei riguardi della difesa del Paese, non fece che aumentare il disordine dell'esercito e sovvertire maggiormente la disciplina. Così si iniziava quel periodo della neutralità che avrebbe dovuto servire ad apparecchiare gli animi, le armi, gli organi tecnici e politici per il grande cimento. Mentre toccava all'Italia la fortuna - così rara nella storia - della scelta del modo e del tempo di entrare in guerra, il suo Governo non ne sapeva profittare. Per gli apparecchi militari, basti notare che nei dieci mesi della neutralità non fu speso neppure un miliardo, e che i dieci mesi non furono neppure sufficienti a farci entrare in guerra col modesto apparecchio previsto dai nostri progetti (35 divisioni) in quel perfetto assetto che il tempo così largamente ci consentiva ; che l'arti- glieria era scarsa ed erano scarse le munizioni ; l'aviazione era nulla, poche le mitragliatrici, incompleti i quadri, mal preparati al grave compito e in crisi i. depositi, i distretti ; incompleti i servizi logistici e più di tutto il servizio sanitario. Per la preparazione morale, il Governo lasciava che interventisti e neutralisti, germanofili e intesofili, scavassero ogni giorno più dell'altro l'abisso che li divideva, senza tentare coi direttori dei grandi giornali, cogli uomini politici più autorevoli, anche se avversari, colle forze direttive insomma della pubblica opinione, quell'azione occulta e discreta, quelle intese segrete, che pure sono possibili senza rivelare prematuramente le proprie intenzioni e scoprire prematuramente il proprio gioco. Erano lontani i tempi in cui durante il Risorgimento i maggiori uomini di Governo erano in continui rapporti cogli uomini del partito d'azione, e cospiravano con essi per fare l'Italia, ed anche i tempi in cui Depretis mandava Crispi, il più fiero avversario del suo Gabinetto, in giro di ricognizione per le capitali europee. (Interruzione del deputato Beltrami). Sono argomenti talmente gravi e seri, e grondano di tanto sangue, che la barzelletta diventa qualcosa che io non voglio qualificare. (Approvazioni).' Onorevoli colleghi, non sono, è noto, tra gli ammiratori dell'onorevole Giolitti. Debbo ora parlare di lui, e mi rincresce di non vederlo presente. L'onorevole Giolitti ha mancato gravemente al suo dovere non venendo qui dopo la dichiarazione di guerra, egli, capo della maggioranza, a difendere le sue idee. (Commenti — Interruzioni). Fino a quel giorno egli era libero di professare qualunque idea, ed aveva anche il dovere di sostenere le sue idee. Se era contrario all'intervento, aveva il diritto di esserlo, ma doveva venire qui a sostenere la bontà delle sue idee, a proclamare la illibatezza dei suoi sentimenti. (Interruzioni -—• Commenti—Rumori). PEANO. L'onorevole G i o l i t t i non intervenne alle sedute per un senso di alto patriottismo e per non dividere m a g g i o r m e n t e il paese, non ostante le indegne p e r s e c u z i o n i di cui era fatto segno. (Commenti — mori). , DI GIORGIO. Dico queste cose senza astio, e le dico obiettivamente. Non sono * senno del poi. Ella che ha vicino l ' o n o r e v o l e Colosimo si faccia dire da lui quale era 1 mio pensiero in quei giorni sulla linea v Atti 21063 Parlamentan LEGISLATURA XXIV - la SESSIONE - DISCUSSIONI - condotta che l'onorevole Giolitti aveva il dovere di seguire. Ma devo anche dichiarare che se l'onorevole Giolitti a v e v a m a n c a t o così gravemente al suo dovere, l'onorevole Salandra non doveva dimenticare che l'onorevole Giolitti r a p p r e s e n t a v a un uomo che aveva governato con poteri così illimitati per 15 anni l ' I t a l i a , e doveva tener conto del seguito che conseguentemente doveva avere in paese, in qualche s t r a t o sociale, nella sua regione, nella sua p a r t e politica, nei suoi giornali, nell'Amministrazione dello Stato. L'onorevole S a l a n d r a non doveva andare in Campidoglio a p a r l a r e di obliqui contatti collo straniero! Se gli obliqui contatti collo straniero ci erano stati, bisognava fare come fece Clemenceau con Malvy e Caillaux, Se non c'erano stati bisognava associarselo. Non era in quel m o m e n t o in cui si lanciava l'Italia in u n a p a r t i t a così a r d u a , iìi un duello per la vita o per la morte, in cui si andava a giuocare l'esistenza del Paese, che si poteva scavare una fossa insormontabile f r a i p a r t i t i avversi. E la cosa è tanto più deplorevole in q u a n t o che chi dubitava dell'altezza morale dell'uomo, non doveva spingerlo a un contegno che certo non ha giovato al buon a n d a m e n t o della guerra. {Commenti). Fu così che il P a r l a m e n t o f u condannato a l l ' i m p o t e n z a ; che f u s c a v a t o un abisso fra le due fazioni, f u così che facemmo getto di uno dei f a t t o r i più. formidabili del successo: della sorpresa, della sorpresa diplomatica e della sorpresa militare. Onde, dopo dieci mesi di n e u t r a l i t à entrammo in guerra con forze militari meschine ed i m p r e p a r a t e ; colla discordia civile all'interno ; considerati con diffidenza dai nuovi alleati - a cagione della m a n c a t a dichiarazione di guerra alla Germania fin dal momento in cui a c c o r r e v a m o a salvarli. La nazione italiana che si lanciava nella mischia C3n lealtà, con spirito di fratellanza, con disinteresse, era fin d'allora sospettata di doppiezza, di tiepidezza, di e §oismo, di quell'egoismo più o meno sacro c °si poco o p p o r t u n a m e n t e p r o c l a m a t o o c °si poco, ahimè, p r a t i c a t o . (Commenti — A PPr ovazioni). Quali le conseguenze sul primo periodo di guerra e quindi su Oaporetto ? E n o r m i e ^negabili. Privi dell'assistenza economica degli albati, i quali non obbligati da speciali t r a t tati negavano o ci lesinavano gli aiuti P e r costringerci a romperla definitivamente Camera dei Deputati TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1919 colla Germania, non si osò di p r e n d e r e , o non si potè per m a n c a n z a di mezzi, neppure ora che le difficoltà della guerra si ergevano d a v a n t i con t a n t a evidenza, lo slancio per quegli a u m e n t i di forze militari che il Comando Supremo r e c l a m a v a con implacabile insistenza, e che poi f u r o n o possibili dopo il primo anno. i i o n o s t a n t e la esiguità delle forze, il Comando Supremo era inoltre costretto ad offensive di dubbia* utilità e di esito incerto, anche per la considerazione che bisognava dar p r o v a agli alleati della nostra lealtà, cosa questa che n a t u r a l m e n t e doveva essere dissimulata di f r o n t e alle t r u p p e e di f r o n t e alla pubblica opinione, colla asserzione di u n a fede nel successo che forse non sentiva n e p p u r e il C o m a n d a n t e Supremo. Ora, se si considera che nel 1917, già perduto un milione di uomini e c i n q u a n t a m i l a ufficiali, depresso così p r o f o n d a m e n t e lo spirito pubblico, siamo riusciti a m e t t e r e insieme, in mezzo al t u m u l t o delle battaglie, ben t r e n t a nuove divisioni, si può facilmente intuire quale sforzo, almeno nei riguardi delle unità di f a n t e r i a - ch'era l a p a r t e più delicata e difficile - era possibile compiere con u n a diversa politica d u r a n t e la neut r a l i t à e d u r a n t e i primi mesi di guerra. Si -pensi quale peso a v r e b b e r a p p r e s e n t a t o l ' I t a l i a se fosse e n t r a t a in guerra di sorpresa con u n a c i n q u a n t i n a di divisioni, e se queste avesse r a d d o p p i a t o nel primoanno di guerra, m e n t r e la Eussia era ancora in piedi minacciosa. Si fece d u n q u e u n a politica di guerra p r o f o n d a m e n t e e r r a t a . E della politica di guerra non può essere responsabile che ili Ministero. Besponsabile s o p r a t u t t o di n o n avere d a t o u n a soluzione al problema più grave, a b problema dell'alta direzione della guerra, al problema delle relazioni f r a Governo e Comando Supremo; e di avere poco alla volta a b d i c a t o nelle mani del Comando Supremo, del generale Cadorna, t a n t e facoltà, t a n t i poteri, che non erano di sua competenza; m e n t r e poi faceva, nel t e m p o stesso, per conto suo, u n a politica di guerra all'infuori della collaborazione e spesso in contrasto colle vpdute del Comando Supremo. (Commenti). La prima volta che ebbi l'onore di p a r lare alla Camera, nel 1913, a p r o p o s i t o della impresa di Libia, nel deplorare l'inconveniente opposto, cioè la soverchia inf r a m m e t t e n z a del Governo nella c o n d o t t a della guerra, io cercai fin d'allora di richiam a r e la v o s t r a attenzione sul formidabile Alti Parlamentan LEGISLATURA XXIV — - Ia SESSIONE - 21062 — DISCUSSIONI - Camera dei Deputati TORNATA D E L 1 2 SETTEMBRE 1919 glieria era scarsa ed erano scarse le muniriportarsi a quei primi errori; chè furono zioni ; l'aviazione era nulla, poche le miessi, più di qualunque altro errore comtragliatrici, incompleti i quadri, mal premesso in seguito,' che impressero alla noparati al grave compito e in crisi i destra politica di guerra quell'indirizzo nepositi, i distretti ; incompleti i servizi lofasto che osi amaramente scontammo nelgistici e più di tutto il servizio sanitario. l'autunno del 1917. Per la preparazione morale, il Governo Dichiarata la neutralità, era evidente lasciava che interventisti e neutralisti, gerche i ponti cogli antichi alleati erano rotti, manofili e intesofili, scavassero ogni giore che noi eravamo ormai esposti al loro no più dell'altro l'abisso che li divideva, implacabile rancore, e, quando fossero stati senza tentare coi direttori dei grandi giorin condizione di compierla, della loro vennali, cogli uomini politici più autorevoli, detta. Occorreva pertanto insieme alla dianche se avversari, colle forze direttive inchiarazione di neutralità fare la denunzia somma della pubblica opinione, quell'azione dell'alleanza ; procedere immediatamente occulta e discreta, quelle intese segrete, che alla mobilitazione - mobilitazione non di pure sono possibili senza rivelare premauomini come in parte si fece, ma solo di turamente le proprie intenzioni e scoprire mezzi logistici e di comandi- radunandoli prematuramente il proprio gioco. Erano in una zona centrale fra i due scacchieri; lontani i tempi in cui durante il Risorgiesercitare sulla stampa . e sulla opinione mento i maggiori uomini di Governo erano pubblica la necessaria influenza perchè non in continui rapporti cogli uomini del parprendesse prematuramente posizione; spintito d'azione, e cospiravano con essi per gere febbrilmente avanti gli armamenti. fare l'Italia, ed anche i tempi in cui DeInvece il Governo lasciò che l'opinione pretis mandava Crispi, il più fiero avverpubblica prendesse parte così decisa e così sario del suo Gabinetto, in giro di ricogniclamorosa e così appassionata per l'Intesa zione per le capitali europee. (Interruzione ch'essa, quando volle - speriamo che aldel deputato Beltrami). meno abbia voluto - non . potè più negoziare l'alleanza, perchè era già noto avere la Sono argomenti talmente gravi e seri, e Nazione preso già, senza possibilità di apgrondano di tanto sangue, che la b a r z e l l e t t a pello, la sua decisione ; non denunziando diventa qualcosa che io non voglio qualifiallora l'alleanza e non procedendo subito care. {Approvazioni).' alla mobilitazione, si precluse la possibilità Onorevoli colleghi, non sono, è noto, di farlo senza dare ai due atti il preciso tra gli ammiratori dell'onorevole G i o l i t t i . significato d'una decisione di guerra conDebbo ora parlare di lui, e mi rincresce di tro gli imperi centrali; si limitò per i primi non vederlo presente. L'onorevole G i o l i t t i provvedimenti militari alla inutile misura ha mancato gravemente al suo dovere non di chiamare alle armi quattro classi di leva, venendo qui dopo la dichiarazione di guerra, misura che, mentre era priva di ogni vaegli, capo della maggioranza, a d i f e n d e r e le lore nei riguardi della difesa del Paese, non sue idee. (Commenti — Interruzioni). fece che aumentare il disordine dell'eserFino a quel giorno egli era libero di cito e sovvertire maggiormente la disciprofessare qualunque idea, ed aveva a n c h e plina. il dovere di sostenere le sue idee. Se era conCosì si iniziava quel periodo della neutrario all'intervento, aveva il diritto di estralità che avrebbe dovuto servire ad apserlo, ma doveva venire qui a sostenere la parecchiare gli animi, le armi, gli organi bontà delle sue idee, a proclamare la illitecnici e politici per il grande cimento. batézza dei suoi sentimenti. {Interruzioni Mentre toccava all'Italia la fortuna - così Commenti—Rumori). rara nella storia - della scelta del modo e PEANO. L'onorevole non interdel tempo di entrare in guerra, il suo Govenne alle sedute per un senso di alto paverno non ne sapeva profittare. triottismo e per non dividere m a g g i o r m e n t e Per gli apparecchi militari, basti noil paese, non ostante le indegne p e r s e c u z i o n i tare che nei dieci mesi della neutralità di cui era fatto segno. {Commenti — non fu speso neppure un miliardo, e che i. mori). dieci mesi non furono neppure sufficienti a D I GIORGIO. Dico queste cose senza farci entrare in guerra col modesto appaastio, e le dico obiettivamente. Non son° recchio previsto dai nostri progetti (35 di- * senno del poi. Ella che ha vicino l ' o n o r e v o l e visioni) in quel perfetto assetto che il tempo Colosimo si faccia dire da lui quale era^_ così largamente ci consentiva ; che l'artimio pensiero in quei giorni sulla linea G i o l i t t i Atti — 21063 Parlamentan LEGISLATURA XXIV - I a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 condotta che l'onorevole Giolitti aveva il colla Germania, non si osò di prendere, o dovere di seguire. Ma devo anche dichiarare non si potè per mancanza di mezzi, nepche se l'onorevole Giolitti aveva mancato pure ora che le difficoltà della guerra si così gravemente al suo dovere, l'onorevole ergevano davanti con t a n t a evidenza, lo Salandra non doveva dimenticare che l'ono- slancio per quegli aumenti di forze militari revole Giolitti rappresentava un uomo che che il Comando Supremo reclamava con aveva governato con poteri così illimitati implacabile insistenza, e che poi furono per 15 anni l'Italia, e doveva tener conto possibili dopo il primo anno. Non ostante del seguito che conseguentemente doveva la esiguità delle forze, il Comando Supremo avere in paese, in qualche strato sociale, era inoltre costretto ad offensive di dubbia nella sua regione, nella sua parte politica, utilità e di esito incerto, anche per la consinei suoi giornali, nell'Amministrazione dello derazione che bisognava dar prova agli alStato. L'onorevole Salandra non doveva leati della nostra lealtà, cosa questa che andare in Campidoglio a parlare di obliqui naturalmente doveva essere dissimulata di contatti collo straniero! Se gli obliqui con- fronte alle truppe e di fronte alla pubblica tatti collo straniero ci erano stati, biso- opinione, colla asserzione di una fede nel gnava fare come fece Clemenceau con Malvy successo che forse non sentiva neppure il e Caillaux, Se non c'erano stati bisognava Comandante Supremo. associarselo. Ora, se si considera che nel 1917, già perNon era in quel momento in cui si lan- duto un milione di uomini e cinquantamila ciava l'Italia in una partita così ardua, in ufficiali, depresso così profondamente lo spiun duello per la vita o per la morte, in cui rito pubblico, siamo riusciti a mettere insiesi andava a giuocare l'esistenza del Paese, me, in mezzo al tumulto delle battaglie, ben che si poteva scavare una fossa insormon- ) trenta nuove divisioni, si può facilmente tabile fra i partiti avversi. E la cosa è intuire quale sforzo, almeno nei riguardi tanto più deplorevole in quanto che chi delle unità di fanteria - ch'era la parte più dubitava dell'altezza morale dell'uomo, non delicata e difficile - era possibile compiere doveva spingerlo a un contegno che certo con una diversa politica durante la neunon ha giovato al buon andamento della tralità e durante i primi mesi di guerra. guerra. {Commenti). Si -pensi quale peso avrebbe rappresentato Fu così che il Parlamento fu condan- l'Italia se fosse entrata in guerra di sornato all'impotenza; che fu scavato un presa con una cinquantina di divisioni, e abisso fra le due fazioni, fu così che fa- se queste avesse raddoppiato nel primo cemmo getto di uno dei fattori più formi- anno di guerra, mentre la Russia era andabili del successo : della sorpresa, della sor- cora in piedi minacciosa. presa diplomatica e della sorpresa militare. Si fece dunque una politica di guerra Onde, dopo dieci mesi di neutralità en- profondamente E della politica di trammo in guerra con forze militari me- guerra non può errata. essere responsabile schine ed impreparate; colla discordia ci- Ministero. Responsabile sopratutto dichenon;il vile all'interno ; considerati con diffidenza avere dato una soluzione al problema più dai nuovi alleati - a cagione della mancata grave, al problema dell'alta direzione della dichiarazione di guerra alla Germania - guerra, al problema delle relazioni fra Gonn dal momento in cui accorrevamo a sal- verno e Comando Supremo; e di avere poco varli. La nazione italiana che si lanciava alla volta abdicato nelle mani del Comannella mischia C3n lealtà, con spirito di fra- do Supremo, generale Cadorna, tante tellanza, con disinteresse, era fin d'allora facoltà, tanti del poteri, che non erano di sua sospettata di doppiezza, di tiepidezza, di competenza; mentre poi nel tempo egoismo, di quell'egoismo più o meno sacro stesso, per conto suo, una faceva, politica di guerra P ° opportunamente proclamato o all'infuori della collaborazione e spesso in così poco, ahimè, praticato. (Commenti — contrasto colle vedute del Comando SuAppr ovazioni). premo. (Commenti). Quali le conseguenze sul primo periodo prima volta che ebbi l'onore di parguerra e quindi su Caporetto? Enormi lareLa alla Camera, nel 1913, a proposito e innegabili. della impresa di Libia, nel deplorare l'inPrivi dell'assistenza economica degli al- conveniente opposto, cioè la soverchia inbati, i quali non obbligati da speciali trat- frammettenza del Governo nella condotta tati ci negavano o ci lesinavano gli aiuti della guerra, io cercai fin d'allora di richias t r i n g e r c i a romperla definitivamente mare la vostra attenzione sul formidabile C Q S Ì 1 P e r c o Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - — 21066 Camera dei Deputati SESSIONE -, DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919 ritorio nazionale rimaneva inviolato, che l'esercito austriaco era non solo tenuto in rispetto ma costantemente battuto, a mantenere lo spirito pubblico in un certo stato di sicurezza, che escludeva, in quel terribile gioco ch'era la guerra, la possibilità di un disastro, e toglieva alle simpatie verso il nemico più minaccioso - il tedesco ! ogni aspetto di odiosità. Alla peggio, si pensava, avremo il parecchio, o, alla peggio ancora, si resterà entro gli antichi confini. Così, mancarono fino a Caporetto i tre elementi che più di ogni altro concorrono a intronare lo spirito pubblico alle necessità supreme della guerra : l'odio pel nemico ; l'evidenza del pericolo; la necessità di una lotta dove non v'è altro scampo che la vittoria : vincere o morire, mancarono cioè le tre condizioni che determinarono lo spirito pubblico del Grappa, del Piave, di Vittorio Veneto. Fu preclusa ài Paese la via di formarsi quella che fu chiamata l'anima della guerra. L'assurdità del sistema col quale i supremi * organi dello Stato conducevano la guerra culminò in due episodi memorabili, in due disastri: il disastro di Libia del 1915, qualcosa come due o tre Adue formate insieme, e il disastro di Durazzo. Per la Libia potè avvenire che il Governo, nel tempo stesso che con quella assenza di controllo e coi poteri-che si è visto,- affidava la Condotta della guerra in Italia al generale Cadorna, che è quanto dire faceva arbitro il generale Cadorna dell'esistenza del Paese, teneva poi in non cale le sue sagge proposte circa il modo di fronteggiare la situazione della Colonia; per l'Albania, trovatosi in dissidio circa la linea di condotta da seguire, sottraeva addirittura ad ogni sua ingerenza quello scacchiere, mettendolo alla diretta dipendenza del ministro della guerra, consacrando così anche in questo, in modo solenne, che all'esercito che combatteva in Italia il ministro dovesse considerarsi estraneo. Le forze della zona di guerra infatti e le forze dislocate in Paese, compenetrandosi in tutti i loro elementi, erano ed avrebbero dovuto essere considerate un esercito solo. Formarono invece due eserciti distinti, dei quali l'uno fu alla dipendenza del Comando Supremo, l'altro alla dipendenza del ministro ; e vissero sotto regimi diversi e sotto diverso indirizzo. La Commissione che attribuisce all'ego centricismo del generale Cadorna tutta la responsabilità del malgoverno degli uo- mini, si è almeno informata quale fu il governo che degli uomini si fece nell' interno del paese, dove viveva ,un esercito più numeroso di quello che combatteva in zona d'operazioni? Si informò quale era l'ambiente dei depositi, dei distretti, dei luoghi di convalescenza e di cura, degli infiniti distaccamenti, di tutti i boschi e boschetti della penisola e delle isole, e quale industre lavoro si facesse per invelenire, sfruttare, volgere contro le spalle dei combattenti, gli umori del preteso malgoverno che si faceva nella zona di guerra ?! Portò la sua attenzione, sia pure fugace, sul modo come funzionò il reparto ricompense, discipline, avanzamento, giustizia del comando supremo? Sul modo come funzionarono i comandi territoriali?! Si informò quale fu l'opera dei prefetti e dei municipi nell'assistenza delle famiglie dei richiamati, delle vedove, degli orfani, dei mutilati? Misurò la influenza che questi importanti fattori ebbero nel malgoverno, e nel dilagare del disfattismo ?! In questo sovvertimento dei poteri dello Stato, in questa mancanza di cordialità, di affiatamento, di intesa fra Governo e Comando Supremo, sta il maggiore dei fattori efficienti di Caporetto, non in quelli additati dalla Commissione, i quali non sono che una derivazione di questo, e una sua conseguenza. Ma è da notare tuttavia che questo sovvertimento non sarebbe stato possibile se lo stato dello spirito pubblico avesse consentito al Parlamento di esercitare sul Governo quell'azione di cooperazione, di controllo, di critica che il Governo, non assistito da un ministro della guerra nel pieno possesso delle sue attribuzioni, n o n osava esercitare a sua volta s u l C o m a n d o Supremo. A chi la responsabilità dell'inaudito fenomeno ? Al generale Cadorna forse? Ma il generale Cadorna viveva - e così doveva vivere - sotto la ossessionante pressione delle necessità militari, in un' alta febbre d'azione e di passione, e non vedeva che il suo scopo : la vittoria. Gli organi che dovevano apprestargli i mezzi, lo strumento erano tardi, incerti, inetti? Ed egli si sostituiva ad essi. Tradivano i propri doveri coloro che consentivano o tolleravano e forse trovavano comode le sue inframmettenze e le sae usurpazioni; nonlui che agiva sotto il comando tirannico delle necessità della guerra. La casa brucia, c'è a portata una pompa, e i pompieri esitano ed indugiano e discutono e patteggiano ; voi v'impadronite del- mi — 21067 Parlamentari LEGISLATURA XXIV - 1» SESSIONE - — Carrera dei Deputati DISCUSSIONI — TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE l'ordegno e lo m e t t e t e in azione. Chi vi può condannare se lo avete f a t t o funzionare male, se lo avete in qualche p a r t e guastato? Nessuno. Ma, meno di t u t t i , coloro che, •colla loro inerzia, vi obbligarono a sostituirvi ad- essi ! Il si&tema era non solo contrario alle leggi, anzi, meglio che alle leggi, alle istituzioni, ma costituiva per il generale Cadorna un peso che sarebbe stato superiore alle spalle di un uomoj quali 'che fossero state la sua forza e la sua c a p a c i t à . Di uomini che abbiano potuto condurre le operazioni, e abbiano potuto nel tempo stesso organizzare un esercito, la storia moderna non ne conosce che uno : Napoleone. Ma il più grande esercito comandato da Napoleone non era neppure la terza p a r t e dell'esercito italiano ; ed era preparato da lunga mano prima che entrasse in campagna ; e Napoleone era legalmente investito di poteri assoluti, e tali poteri esercitava sopra un organismo robusto e perfetto quale era la F r a n c i a del primo I m p e r o . La verità è che nessuno governò in I t a l i a la guerra. (Commenti). Non il generale Cadorna che non ne avèva le f a c o l t à , ed usurpava v o l t a a volta, quando la urgenza c o m a n d a v a , le f a c o l t à del Governo, e tali f a c o l t à era poi costretto ad esercitare saltuariamente, inorganicamente, timidamente, compreso suo malgrado della illegittimità dei poteri usurpati ; non il Gabinetto che lasciava incontrollata l'opera del Comando Supremo, e subordinava la sua composizione e molta della sua azione ai sospettati umori di un P a r l a m e n t o , che credeva in maggioranza se non contrario decisamente alla guerra, ora specialmente ch'essa era un f a t t o compiuto, certo rassegnato alla guerra senza entusiasmo e senza fervore. I l P a r l a m e n t o era di fronte a l Paese e di fronte al Governo paralizzato dal sospetto e dalle passioni di parte condannato all'impotenza, chiamato a dare Periodicamente voti di fiducia t a n t o pletor i c i quanto insinceri. Così, il Governo nè osava ricomporsi, senz'altro criterio che il criterio della c a p a c i t à e senz'altra solidarietà che quella derivante dalla comunanza mcondizionata di responsabilità e di programmi; nè osava governare con criteri giacobini all'infuori di ogni appoggio parla-' dentare addossandosi esso solo t u t t e le r e s PQnsabilità ; nè osava associarsi sinceramente il P a r l a m e n t o , ricorrendo al sie r na delle Commissioni e dei frequenti Coj 1919 ' m i t a t i , segreti, cercando con t u t t i i mezzi di raggiungere l'unione sacra. Si perpetrò un mezzo termine nel quale il Governo cercò un alidi nell'autorità del P a r l a m e n t o , il P a r l a m e n t o un alibi nell'azione del Governo. T u t t e le nostre deficienze derivano t u t t e da questo f a t t o r e , le quali, come dalla conchiglia madre, t u t t e da esse derivano : la m a n c a t a preparazione d u r a n t e la neut r a l i t à e la m a n c a t a sorpresa politica e strategica allo scoppio della guerra ; il tardivo ingrandimento dell'esercito ed il suo l o g o r a m e n t o ; il disfattismo; il decadimento dello spirito c o m b a t t i v o , della disciplina, della efficienza bellica, cioè quello che la commissione chiama il malgoverno degli uomini ed addita come la causa determinante la r o t t a . E valga per t u t t i un esempio : le q u a t t r o lettere che fin dal mese di giugno il generale Cadorna i n v i a v a al presidente del Consiglio per invocare dal Governo un mut a m e n t o della politica interna. Nell'estate del 1917 lo stato morale dell'esercito si manifestava in t u t t a la sua . g r a v i t à . Leggete nella relazione l'impressionante capitolo sui sintomi. Che cosa di più allarmante ? B r i g a t e intere che, o si rifiutano di andare in linea, o partono sparando e tumultuando ; ondata d'assalto, che dopo potente prolungato efficace bombardamento, non lasciano i loro ricoveri ; ufficiali uccisi dai propri soldati in rivolta; partenza di complementi per la zona di guerra a c c o m p a g n a t i da spari, da tumulti, da grida sediziose. . Che ha f a t t o finora il Governo di fronte a questo s t a t o di cose ? Che ha f a t t o per a c c e r t a r n e la realtà, per approntare i rim e d i ? Nulla. L a cosa non lo riguarda. L'esercito - l'esercito, c a p i t e ? - l'esercito non dipende da lui, dipende dal Comando Supremo, quasi fosse un potere sovrano indipendente da ogni controllo. E non si muove neppure quando il generale Cadorna scrive quelle q u a t t r o terribili lettere. Non provvede. Non risponde. Non provvede nep'pure all'esercito suo, all'esercito dell ' i n t e r n o del paese dove c o v a v a il meglio dei germi malefìci, dei microbi dissolventi che andavano regolarmente a divampare nella zona d'operazioni, sul campo di battaglia. Già una prima offesa al retto funzionamento del Governo era già in quel corrispondere direttamente del capo di stato Atti 21068 Parlamentari LEGISLATURA XXIV - 1* SESSIONE - DISCUSSIONI - m a g g i o r e col p r e s i d e n t e del Consiglio. O q u a l e era d u n q u e la f u n z i o n e del minis t r o della g u e r r a nel G a b i n e t t o , s'egli era l a s c i a t o e s t r a n e o a così v i t a l e q u e s t i o n e , r i g u a r d a n t e quell'esercito di' cui egli era il c a p o responsabile di f r o n t e a l ' P a r l a m e n t o ? E r a egli d ' a c c o r d o col generale C a d o r n a sullo s t a t o delle t r u p p e , sulle cause del male, sui r i m e d i i n v o c a t i ? E allora p e r c h è n o n p o r t a v a la q u e s t i o n e nel Consiglio-dei ministri, p e r c h è n o n e s p o n e v a ai suoi colleghi u n p r o g r a m m a concreto, p e r c h è n o n p o n e v a su di esso la q u e s t i o n e di fiducia? E r a invece d ' a c c o r d o col m i n i s t r o dell'int e r n o s u l l ' i n a f f e r r a b i l i t à del f e n o m e n o del d i s f a t t i s m o , sulla o p p o r t u n i t à di c o n t i n u a r e • u n a politica i n t e r n a m i t e e conciliativa ? E p e r c h è n o n p r o v o c a v a in t a l caso la sostit u z i o n e del c a p o di s t a t o maggiore? (Interruzioni alVestrema sinistra). P r o b a b i l m e n t e a v e v a n o ragione e n t r a m bi, un po', e a v e v a n o e n t r a m b i u n p o ' t o r t o , t a n t o il capo di s t a t o maggiore che il m i n i s t r o d e l l ' i n t e r n o ; m a a v e v a s i c u r a m e n t e t o r t o il G o v e r n o c o n s i d e r a t o come - s u p r e m o regol a t o r e e c o o r d i n a t o r e della politica e della g u e r r a , il G o v e r n o che n o n si m e t t e v a d'accordo col capo di s t a t o maggiore p e r a v v i s t a r e i rimedi, a f f i n c h è nell'esercito, in t u t t o l'esercito senza distinzione, t a n t o nell'eser-, cito della zona di g u e r r a che nell'esercito della zona t e r r i t o r i a l e , fosse i n s t a u r a t a u n a disciplina u n i c a , f e r m a nel t e m p o stesso ed u m a n a , o fossero p a s s a t i in revisione il regime disciplinare ed il regime p e n a l e ; e la p r e p a r a z i o n e dei c o m p l e m e n t i ; e il reclut a m e n t o ed il t r a t t a m e n t o dei q u a d r i ; e la p r o p a g a n d a e la c o n t r o p r o p a g a n d a ; e la difesa c o n t r o il disfattismo.; t u t t o quell'insieme di m i s u r e i n s o m m a , di r i s a n a m e n t o , di repressione, di profilassi m o r a l e e discip l i n a r e che, di f r o n t e al grido d ' a l l a r m e del c a p o di s t a t o m a g g i o r e si i m p o n e v a n o con u n a u r g e n z a i n t o l l e r a n t e di indugi. Qual m e r a v i g l i a se il generale C a d o r n a , a b b a n d o n a t o a se stesso senza l'assistenza e l ' a i u t o di u n G o v e r n o che d i s e r t a v a il suo posto fino al p u n t o di lasciare senza r i s p o s t a l e t t e r e come quelle, p r o v v e d e v a da sè come l ' u r g e n z a del pericolo e i a salvezza della P a t r i a c o m a n d a v a n o ' ! A h i m è ! a n c h e qui la v e r i t à che d o m i n a t u t t a la c o n d o t t a della g u e r r a ! Di f r o n t e a colui che la Commissione definisce, forse a ragione, u n egocentrico, u n ' a c c o l t a di deboli; di f r o n t e a u n a v o l o n t à , delle semplici o p i n i o n i ; di f r o n t e a un u o m o delle o m b r e . L ' u o m o errò c e r t a m e n t e più d ' u n a v o l t a . Camera dei TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE Deputati 1919 Ma f r a gli errori si q u e s t ' u o m o che con eroico disinteresse si accolla t u t t e le responsabilità, ed a n c h e quelle che n o n gli s p e t t a n o ; che a f f r o n t a t u t t i i rancori; che semina attorno a sè senza m i s u r a r l i gli odi, lo sguardo s e m p r e i n t e n t o alla sua missione, l'anima s e m p r e t e s a verso la v i t t o r i a con u n a volontà così inflessibile che n e s s u n a a v v e r s i t à , che nessuna difficoltà fa t e n t e n n a r e ; fra gli errori di q u e s t ' u o m o , dico, e gli adattamenti,* le p r u d e n z e , le esitanze, gli smarr i m e n t i di coloro Che a v r e b b e r o d o v u t o essere i suoi t u t o r i , i suoi m o d e r a t o r i , i suoi i n s p i r a t o r i , e insieme i suoi c o o p e r a t o r i , la s i m p a t i a , l ' a m m i r a z i o n e di t u t t i coloro che vogliono g i u d i c a r e con spirito " o b i e t t i v o e s p a s s i o n a t o n o n può essere che per lui pel capo di s t a t o maggiore, per l'egocentrico. B E L T R A M E H a sacrificato i soldati e il Paese ! M A R A N G O N I . E si l i b e r a v a dai competitori ! D I G I O R G I O . Ma p e n s a t e , onorevoli colleghi, in che m o d o con quei sistemi di Governo e con quegli uomini, s a r e b b e s t a t a imbas t i t a e c o n d o t t a la n o s t r a g u e r r a , - s e n z a un egocentrico che n o n avesse realizzato quel t a n t o di p r e p a r a z i o n e - ed era t a n t o p o c o che f u f a t t a d u r a n t e la n e u t r a l i t à ; che fosse riuscito ad o t t e n e r e l ' i n g r a n d i m e n t o dell'esercito fino alle 65 divisioni della vigilia di Cap o r e t t o ; che n o n avesse per due a n n i e mezzo m a n t e n u t a , per q u a n t o i m p e r f e t t a m e n t e , e sia p u r e coi guai d e p l o r a t i , u n a disciplina di costrizione, q u a n d o la disciplina m o r a l e fu i n f r a n t a dal m a l g o v e r n o e dal disfattismo, che n o n fosse riuscito a i m p r i m e r e alle t r u p p e lo spirito offensivo ; che n o n fosse riuscito, sia p u r e col sacrifizio di a l t r e forze, a d i m p o r r e a t u t t i i p r o p r i dipendenti, a n c h e s o r p a s s a n d o in questo il giusto segno, la sua v o l o n t à , così che t u t t i gli obbedissero. I l Machiavelli disse degli i t a l i a n i che « nei duelli e nei congressi di pochi, essi sono s u p e r i o r i colle forze colla d e s t r e z z a coll'ingegno, m a come si v i e n e a g l i e s e r c i t i queste v i r t ù n o n c o m p a r i s c o n o , e t u t t o pi"0* cede dalla debolezza dei capi, p e r c h è q u e l l i che s a n n o n o n sono obbedienti, e a c i a s c u n o p a r e di sapere... di qui nasce che dove è s t a t o ' u n esercito i t a l i a n o s e m p r e fece mala prova... » , L ' u l t i m a storia i t a l i a n a è p u r t r o p p o la c o n f e r m a della s e n t e n z a del M a c h i a v e l l i ; e, alla storia delle n o s t r e disgrazie milita^ 1 è c o s t a n t e m e n t e a t t a c c a t o lo s p e t t r o del- Atti 21069 Parlamentari LEGISLATURA XXIV - 1» ESSIONE - DISCUSSIONI - l'antagonismo dei capi che si chiamarono L a m a r m o r a e Oialdini a Custoza,. Persano e V a c c a a Lissa, B a r a t i e r i e A r i m o n d i ad Adua. F u f o r t u n a somma per l ' I t a l i a che l'esercito delle 11 vittorie dell'Isonzo e dei Trentino prima, e poi, purificato dall'espiazione di Caporetto, l'esercito del G r a p p a , del P i a v e , del Montello, di V i t t o r i o Veneto, abbia a v u t o per organizzatore e, in gran parte per condottiero, un egocentrico. (Proteste all' estrema sinistra). D e v o ora dire una parola sui p r o v v e d i menti presi dal Governo a carico dei generali colpiti dalle conclusioni dell'inchiesta. K~on posso a p p r o v a r l i . E , ciò dicendo, non mi riferisco al generale Cadorna. Il mio pensiero sul generalè Cadorna ve l ' h o espresso già con la franchezza che d o v e v o , e d'altra parte la Commissione d'inchiesta mi a v e v a già f a t t o l'onore di riportare per intero quello già espresso per lui nella mia testimonianza. Le benemerenze e gli errori del generale Cadorna sono di natura tali, e l'azione di lui domina siffattamente t u t t a la guerra, dal principio alla fine, che egli non può avere altro giudice che la storia, cosicché per lui non ha il Governo ricompensa adeguata o adeguato castigo. È agli altri che io mi riferisco, a quelli che l'azione loro svolsero entro la cerchia di più definiti doveri e di più definite responsabilità. Ebbene, io allora devo dire se questi generali sono stati allontanati, dal servizio pel semplice f a t t o di essere stati colpiti dalla relazione, e per avere perduto conseguentemente il prestigio che è necessario a tenere un comando, il p r o v v e d i m e n t o avrebbe dov u t o essere preso in momento meno significativo, ed in f o r m a meno solenne ; se invece si è inteso di colpire in essi i responsabili di Caporetto non si può allora non osserv a r e che il p r o v v e d i m e n t o è sproporzionato a h f a t t o ; ed ha, per la sua stessa mitezza, carattere e q u i v o c o ; e manca di equità, per i limiti suoi t r o p p o ristretti ; e manca di giustizia per il modo come il v e r d e t t o f u pronunziato. Chè, non è già il p r o v v e d i m e n t o in se stesso che conta, ma è il significato che lo rende gravissimo. Onde, prima di pronunziare condanna così grave contro cittadini che per t a n t i anni hanno servito con fedeltà ed onore la P a t r i a , prima di additarli alla Nazione come i responsabili e gli esponenti di Oaporetto sarebbe stato doveroso circondare il giudizio di t u t t e le ga- Camera dei Députait TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1919 ranzie che presso un popolo civile non si negano ai peggiori e più bassi delinquenti. A queste misure io non posso dare dunque la mia a p p r o v a z i o n e . T a n t o meno posso darla quando considero che altre responsabilità più gravi emergono qua e là dalle pagine dell'inchiesta, ed il Governo non ha detto in che modo intende colpirle, all'infuori di quelle che rivestendo carattere di reato, sono già di competenza dell'avv o c a t o militare. Quando considero soprat u t t o la lentezza ostruzionistica colla quale si procede contro gli ufficiali che durante la ritirata e nella prigionia mancarono g r a v e m e n t e ai loro doveri e macchiarono la divisa. ' > V Non certo oggi, quando u n ' a m p i a amnistia, che auguro presto ancora più ampia, metta nell'oblìo t u t t i i reati di guerra, io voglio invocare contro codesti sciagurati i rigori della legge. Siano pure risparmiati loro i rigori della legge. Ma l'onore di t a n t e diecine di migliaia di loro colleghi che fecero intero il loro dovere, la tradizione incontaminata di una divisa p o r t a t a finora con t a n t a fierezza, il prestigio di un Esercito vittorioso, reclamano che costoro siano eliminati dai quadri, occorre • che il Paese conosca per esempio, per nome e cognome, coloro che, nell'additare alla pubblica riprovazione, la Commissione non volle nominare. E possa così il Paese essere sicuro che, eliminando gli indegni, gli altri, t u t t i gli altri, possano essere considerati i cavalieri senza macchia e senza paura quali furono sempre gli ufficiali italiani. (Approvazioni). Quanto ai generali già colpiti, io penso che il Governo compirebbe atto di sapiente giustizia ammettendoli a un giudizio d'appello d a v a n t i ad una Commissione di tecnici. L a mia proposta non ha nulla di men che riguardoso per la Commissione d'inchiesta. L a Commissione - me ne appello ai due nostri illustri colleghi che della Commissione fecero p a r t e - non ebbe altra guida e altri lumi in materia tecnica che la guida e i lumi del presidente, del generale Caneva, l'unico tecnico della Commissione. Onde il giudizio tecnico della Commissione non è in sostanza che il giudizio del generale Caneva. Ora io debbo dichiarare che nessuno più d i me venera e stima il generale C a n e v a , nessuno ha più di me fiducia nella illibatezza della sua coscienza, nell'acume della sua intelligenza, nella sua coltura tecnica, nella sua autorità. Ma il generale C a n e v a è un uomo, e la materia del- Atti — 21070 — Parlamentari LEGISLATURA XXIY - I a SESSIONE - DISCUSSIONI - ¡T'inchiesta era così vasta, e il tempo ed i mezzi furono relativamente così ristretti, che i giudizi definitivi sulle responsabilità richiedono una revisione. , Questa revisione taglierebbe anche corto alle recriminazioni, alle accese polemiche. (Interruzioni Commenti — Approvazioni). SCIORATI. Bastiamo noi. È troppo comodo questo ! P E T R I L L O , Si t r a t t a di generali che hanno riportate ferite in guerra, che hanno f a t t o t u t t o il loro dovere e che s'impongono al rispetto di t u t t i ! BELTRAMI. Lei non è mai stato ferito." (Rumori — Commenti vivissimi). D I GIORGIO. E voglio infine rispondere ad una invocazione che ieri l'onorevole Bentini faceva, a proposito di un incidente del generale Graziani, a coloro che erano stati in quei giorni sul Piave e sul Tagliamento ! E poiché io sono stato fra quelli ch'erano là, mi parrebbe mancare di generosità verso un collega, contro il quale si accaniscono le ire e i risentimenti di t a n t a gente e chè da un mese è esposto ad un supplizio infinitamente maggiore di quello di, cui è accusato. (Rumori vivissimi all'estrema sinistra — Commenti). BELTEAMI. È un po' troppo ! DI-GIORGIO. Mi parrebbe, dico, di mancare ad un dovere,® se non rispondessi alla richiesta dell'onorevole Bentini. Ebbene, io ero lì. Non discuto i f a t t i che si addebitano al generale Graziani: non li conosco nei loro particolari e non li potrei onestamente discutere. Posso però dirvi quale era la situazione. Orbene, che cosa fosse la marea degli sbandati ve lo. descrive nelle sue pagine la relazione ; ma la relazione non vi ha detto che quel pugno di soldati, che ancora si batteva sul Tagliamento, sarebbe stato indubbiamente travolto, se non fossero stati riforniti di qualche autocarro di munizioni. Ricordo che per fare saltare il ponte di Cornino, in cui non erano brillate le mine, si sono mandati autocarri e automobili in t u t t e le direzioni per avere qualche quintale di dinamite, che non potè arrivare perchè le strade erano ingombre; ed il ponte restò com'era, incompletamente interrotto, e nella notte del 3 novembre fu ' forzato dal nemico. Se tutte le strade avessero continuato ad essere ingombre, le munizioni non sarebbero arrivate, le truppe di copertura e le retroguardie sarebbero Camera dei Députait TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1919 state travolte, e il nemico sarebbe arrivato al Piave prima che il Piave fosse stato guarnito, e non avrebbe trovato più ostacoli davanti a sè, e sarebbe arrivato al Po, al di qua del Po, e avrebbe invaso l'Italia! (Commenti— Rumori air estrema sinistra). Onorevoli colleghi, se questo fosse successo, oggi probabilmente non saremmo qui ad accusare e a difendere il generale Graziani. (Approvazioni,a destra). Ma io che conosco l'animo del generale Graziani, sono sicuro che egli è contento di essere inchiodato alla croce del vostro rancore e della vostra persecuzione pensando di aver reso all'Italia, sia pure attraverso gli eccessi,- che gli sono imputati questo grande servizio. (Commenti e rumori air estrema sinistra). Voci all'estrema sinistra). Questa è solidarietà ! D I GIORGIO. Non ho solidarietà che con il mio sentimento! MODIGLIANI. Il fatto narrato dal collega Bentini è del 1915 ! P R E S I D E N T E . Non interrompa, onorevole Modigliani. D I GIORGIO. Ora che avete f a t t o il debito vostro di protestare contro le mie parole, lasciatemi continuare. È stato detto, non posso che ripeterlo, che Oaporetto è stato della guerra un episodio; un episodio grande, angoscioso, nefasto, ma un .episodio. E fu il risultato delle colpe o degli errori di tutti, e t u t t i ne fummo chi più chi meno, colpevoli; comando supremo, alta e bassa gerarchia, truppe, governo, popolo. E contro ciascuno facile sarebbe la requisitoria. Facile, ma non giusta, nè sicura, ùè onesta, chè giudizi sicuri su Oaporetto non saranno possibili fino a quando non,saremo scomparsi t u t t i noi che del gran dramma, persone o semplice coro, fummo gli attori. (Rumori — Commenti). Ma se fummo gli autori di Oaporetto, fummo anche gli attori e gli autori di Vittorio Veneto.. (Bene! Bravo! — Approvazioni). Oaporetto sembrò e, forse fu, la sconfìtta più grande del secolo, e sia. Ma l'Italia seppe lavarla con una vittoria che sorpassò nelle sue proporzioni persino la sconfìtta. (Approvazioni). E se è vero che l'atroce orribile fenomeno della guerra costituisce la misura inappellabile della forza di un popolo, onde noi portammo per mezzo secolo il peso delle nostre sventure militari da Novara a Oustoza, da Custoza ad Adua, e ne vedemmo intristita la nostra vita nazionale, abbiamo ora ragione di essere fieri persino LEGISLATURA XXIV - I Camera dei Deputati — 21071 — Atti Parlamentavi a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 di Caporetto, se Caporetto fu il punto di attraverso la ressa degli sbandati dai partenza per l'ultimo slancio meraviglioso quali - a tal punto èra giunta la orrenda che abbattè il secolare nemicò. Quale altro follìa ! - partirono al loro indirizzo fischi popolo offrì mai l'esempio di una così ra- ed imprecazioni e grida di : traditori e di pida riscossa da così profonda caduta ?! crumiri. Diluviava, e la notte era oscurissima. L'Italia, che nel 1898 sembrò sul punto di sfasciarsi perchè una sua divisione era stata Nulla di più facile pei fanti della Bologna distrutta in una spedizione coloniale, venti che posare per terra il fucile e lasciarsi anni dopo stette ferma come la torre dan- trasportare dalla corrente. Fatto il domani, tesca, di fronte allo spettacolo di 300,000 sulla posizione di Monte Eagogna all'apsbandati, di 250,000 prigionieri, di 3,000 can- pello nessuno mancava. (Approvazioni). La noni perduti, della frontiera aperta all'in- brigata Bologna veniva da Latisana, e vasione di un nemico di cui la fama d'in- marciava da tre giorni sotto la pioggia fra vincibilità era pari a quella di spietata fe- lo spettacolo del disastro, e dallo spettarocia. E l'Italia era già al suo terzo anno colo del disastro aveva tratto ragione, non di guerra ed aveva già perduto tra morti di depressione, ma di eroica esaltazione. e feriti un milione di uomini ! Roma dopo (Approvazioni). Canne non era stata più grande. (ApprovaP I R O L I S I . Tre giorni hanno tenuto ! zioni). MAZZONI. E allora perchè Cadorna Eppure allora non si rese conto il po- fece il comunicato che offendeva l'esercito ? polo italiano, non si rende conto completa- (Sumori a destra). COTTAFAVI. Questo accadde dopo. mente neppure adesso, che tanta granDI GIORGIO. Io- vi dico che un atto dezza non fu opera nò del miracolo, nè del così detto stellone, ma fu l'opera dei suoi solo di questi ai quali ho accennato, il configli, sapienza di capi, eroismo di gregari. tegno di uno solo-di questi-* valorosi vale a La relazione, che ha fatto una così rea- sanare la fellonia di mille vigliacchi. PETRILLO. Fu anche merito del loro listica ed impressionante pittura della folla degli sbandati dilagante a traverso la pia- generale ! (Bum&ri). DI GIORGIO, dell'accennare a questi nura friulana, avrebbe fatto bene ad indugiarsi anche un po' di più ed a fissare più fatti, rispondendo al questionario, io avevo solennemente,al cospetto della patria aspet- rivolto alla Commissione d'inchiesta una tante, lo spettacolo dei reparti della se- preghiera. L'avevo pregata di proporre conda armata che dal Tagliamento al Piave essa, nella sua autorità, che di tutti i miresistettero per dodici giorni di fronte al- litari della 2 Armata che passarono il l'avanzata delle armate nemiche inebriate Piave, inquadrati in un reparto in arme, di dal successo, e, uno contro cinque, ne con- tutti coloro che, sfasciata la grande unità tennero l'impeto fino allora travolgente. alla quale appartenevano, non si sbandaEssi, dando il tempo d'imbastire la linea rono, non gettarono le armi, fosse compidel Piave, salvarono l'Italia! Salvarono l'I- lato un elenco, ed i loro nomi fossero iscritti talia chè, senza il loro eroismo, il nemico in un albo, come in una specie di ordine sarebbe giunto al Piave indifeso, avrebbe cavalleresco, l'ordine dei cavalieri della fetagliato le comunicazioni alla terza, alla deltà. quarta ed alla prima armata, ' avrebbe inLa stessa preghiera rivolgo ora al Mivaso la penisola e l'Italia sarebbe stata nistero della guerra. Essi - gli eroi delperduta. l'ora triste - sono degni di un posto d'orrore Nessun eroismo è pari all'eroismo di fra coloro ohe poi, a sì breve distanza, tutti quei fanti, nella maggior parte sem- quest'ora seppero cancellare con una vitplici contadini, che stettero fermi al loro toria che rimarrà nei secoli fra le più grandi posto di dovere e di disperazione in mezzo e decisive della storia. Dicano pure coloro al defluire della vile folla, quando tante che la gelosia, o l'odio, o l'interesse anima migliaia di sciagurati gettavano le armi e ed accieca, che l'albero era minato alle radici, e che bastava un soffio per abbatterlo; disertavano i loro posti. I/a brigata Bologna, la sera del 28 otto- dicano pure che quando le armate italiane bre, nel recarsi sulle posizioni del Monte Ra- mossero all'attacco, l'Esercito nemico si era gogna, che essa doveva poi consacrare alla già disgregato. Non è ancora passato un storia con un magnifico episodio di valore anno, e già il perfido tentativo di mistificadi sacrifìcio, fu costretta sul Ponte di zione è sventato, per opera stessa nei noCinzano ad aprirsi il passo con la forza stri nemici. 1 a e Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l — 21072 — a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 Attestavano già i nostri 30,000 caduti di Vittorio Veneto, ed attestava la cronologia, clie l'esercito austriaco, prima di disgregarsi, tentò la difesa estrema col valore e con l'accanimento che in esso erano tradizionali, e clie il crollo avvenne solo il28 ottobre, vale a dire dopo quattro giornate di lotta cruente quando, vista ormai certa la disfatta, il nemico fu travolto dal pànico. Ma viene ora anche l'attestazione di Ludendorff. Quando egli dice che il crollo dell'Austria rendeva disperata la situazione della Germania, attesta implicitamente che fino a quel momento l'Austria sperava di resistere, ed attesta pure chela Germaniasi vide perduta soltanto dopo il crollo dell'Austria. Ed il crollo dell'Austria è esclusiva opera" nostra, non solo per virtù della battaglia di Vittorio Veneto, ma di 41 mesi di sforzi ininterrotti, di battaglie sanguinose, di sofferenze inaudite sopportate da soli, dal popolo e dall'esercito italiano. La guerra ha una unicità assoluta ed infrangibile che non può essere spezzata dall'episodio di Caporetto. In una guerra come questa, condotta da intere nazioni, da eserciti improvvisati i quali non sono altro che sterminate folle armate, l'arte militare segnò un periodo di sicura decadenza; onde, abolita la manovra ed il gioco strategico di grande stile, la soluzione non poteva aspettarsi che dal logoramento dell'avversario. Guerra di logoramento, si disse; avrebbe vinto l'esercito che avesse resistito un'ora di j)iù. Quando l'esercito austriaco era già logoro, l'esercito italiano rinnovato, purificato, rinvigorito, meglio che fiaccato, dalla sventura di Caporetto, era in piedi vigoroso come non era mai stato. Ma il logoramento del colosso col quale esso lottava da tre anni e mezzo, e da un anno, dopo la scomparsa della Russia, da solo a solo, in un duello mortale in campo chiuso, non era forse opera sua ? Non era l'opera sua di ogni mese, di ogni giorno, di ogni ora ? E sarebbe stato questo logoramento possibile senza logorarsi esso stesso, senza la lotta, sanguinosa per sè, ma anche per il nemico, senza la minaccia continua contro il nemico, senza le undici battaglie dell'Isonzo ? Si sono posta questa domanda coloro che bestemmiano che i caduti dei primi due anni di guerra furono sacrificati invano ? ! (Commenti) Sia detto alto e forte, esentano a loro conforto le famiglie dei caduti: non un uomo fu sacrificato invano, non una goccia di sangue fu sparsa invano. (Commenti — Approvazioni). L'Esercito e la Marina tornano dalla guerra lunga e dura con il diritto per tutti, capi e gregari, in nome dei loro morti e dei loro mutilati, in nome del loro lungo martirio, in nome della grandezza e della gloria conquistata alla Patria, di passare acclamati per l'Arco di trionfo e di salire in Campidoglio consacrati ad una gloria che è degna di Roma. La Patria, che nell'ora del trionfo ha voluto dèi suoi figli men degni, dei deboli e dei traviati, dimenticare e perdonare le colpe, non può, non deve, continuare a recriminare contro coloro che della impresa titanica affrontarono la parte più ardua ; che ne assunsero "eon spirito eroico le più tragiche responsabilità; che nell'ora fosca non si smarrirono e non disperarono di essa; che, anche a traverso i propri errori, le dettero tutti i palpiti della loro anima e tutta la forza del loro ingegno. Fra essi, anche il vecchio capo di stato maggiore, 'il creatore dell'esercito, il vincitore delle battaglie dell'Isonzo, l'organizzatore della nuova diga, che, dopo Caporetto, arrestò l'invasiòne - Luigi Cadorna! (Vive approvazioni ed applausi — Commenti prolungati — Rumori — Moltissimi deputati si congratulano con Voratore). * BELTRAME Ha finito male, molto male ! (Si ride). MAZZONI. Cadorna non ha fatto nemmeno un telegramma a Diaz per Vittorio Veneto; questa è la verità! NEGROTTO. Non è vero ! (Eumori). Presentazione di disegni di legge. PRESIDENTE. L'onorevole ministro dei lavori pubblici ha facoltà di parlare. PANTANO, ministro dei lavori pubblici. Mi onoro di presentare alla Camera i seguenti disegni di legge : Conversione in legge del Regio decreto 15 maggio 1919, n. 964, sui sussidi ai danneggiati dalla piena dell'Arno dell'8-9 gennaio 1919; Conversione in legge del Regio decreto 8 luglio 1919, n. 1327, recante provvedi-, menti per le ferrovie da concedere all'industria privata ; Conversione in legge del Regio decreto 8 luglio 1919, n. 1358, recante autorizzazione di spesa per la ferrovia O s t i g l i a - T r e viso ; Conversione in legge del Regio decreto 8 luglio 1919, n. 1271, riguardante la conces- p if*! P^PI Aiti r ] - Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - 21073 — Camera dei DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE Deputati insii 1919 Mi --' m sione di mutui per la sistemazione idraulico-forestale dei bacini m o n t a n i ; Conversione in legge del decreto luogotenenziale 4 maggio 1919, n. 667, che autorizza a coprire i posti che sono o si renderanno v a c a n t i nei vari ruoli dell'Amministrazione dei lavori pubblici, provvedendosi altresì all'istituzione temporanea di nuovi posti; Conversione in legge del decreto luogotenenziale 12 febbraio 1919, n. 305, sul riscatto della ferrovia dalla stazione di Desenzano al lago di Garda ; Conversione in legge del decreto luogotenenziale 30 gennaio 1919, n. 207, che istituisce un ente autonomo pel porto di * Rimini ; Conversione in legge del decreto luogotenenziale 13 marzo 1919, n. 572, che istituisce un ente autonomo pel porto-canale Corsini; Conversione in legge del decreto luo-~ gotenenziale 21 aprile 1919, n. 668, che istituisce un ente autonomo pel porto industriale da Polcevera a Yoltri (Genova). Chiedo che i primi cinque disegni di legge siano trasmessi per l'esame alla Giunta generale del bilancio, e gli altri q u a t t r o agli Uffici. Presento poi un Regio decreto pel ritiro del disegno di legge n. 597, r i g u a r d a n t e le tramvie extra-urbane, per le quali fu emesso il decreto-legge 28 febbraio 1919, n. 303, presentato alla Camera nella seduta del 25 luglio scorso per la conversione in legge. P R E S I D E N T E . L' onorevole ministro dell'istruzione pubblica ha facoltà di parlare. BACCELLI, ministro dell'istruzione pub, Mica. Ho l'onore di presentare alla Camera il seguente disegno di legge: 7 Concessione di un assegno vitalizio a Vincenzo Gemito. (Approvazioni) Chiedo che sia trasmesso all'esame della Giunta generale del bilancio. P R E S I D E N T E . Do atto agli onorevoli ministri dei lavori pubblici e della pubblica istruzione della presentazione di questi disegni di legge, i quali, se non vi sono, osser. nazioni in contrario, seguiranno la procedura richiesta dagli onorevoli ministri. Si riprende la discussione sulle comunicazioni dei Governo sulla relazione della Commissione d'inchiesta istituita con Regio decreto 12 gennaio 1918. B O S E L L I . Chiedo di parlare per f a t t o personale. ' ' P R E S I D E N T E . Ne ha facoltà. B O S E L L I . (Segni d' attenzione). Il discorso vibrante e coraggioso dell'onorevole Di Giorgio dà luogo ad alcuni f a t t i personali miei per i quali la Camera vorrà concedermi brevi istanti di attenzione. Non seguirò l'onorévole Di Giorgio in t u t t e quelle p a r t i della sua orazione che possono riguardare il Gabinetto, che ebbi l'onore di. presiedere; ma egli mi appose addebiti, che costituirebbero fallo così grave per chi ha a v u t o il dovere di vegliare alla difesa e alla vittoria della patria, che il mio silenzio sarebbe colpevole d a v a n t i a voi, dav a n t i al Paese e davanti alla mia coscienza. Voi, disse l'onorevole Di Giorgio, avete a b b a n d o n a t o al Comando Militare Supremo t u t t e le facoltà che appartengono al Governo. Onorevoli colleghi, il generale Cadorna (e mi duole di parlarne in questa discussione, nella quale l'opera sua è avvolta in t a n t a onda di investigazioni e di critiche) riuniva effettivamente in sè le funzioni di capo dello stato maggiore e quelle del Comando Supremo : i bandi, che egli e m a n a v a , riguardanti argomenti di legislazione interna, traevano a u t o r i t à , non, dalle disposizioni del 1908 o del 1912, che si riferiscono al capo di stato maggiore, ma dai poteri a t t r i b u i t i al Comando Supremo. Nei b a n d i del generale Cadorna, fin dal giugno 1915, e così un anno prima che io assumessi la presidenza del Consiglio, era s c r i t t o : « I n virtù dei pieni poteri a noi conferiti». E r a in lui, secondo gli ordinamenti del 1912 e i decreti del luglio e dell'agosto 1915, l'arbitrio di allontanare da qualsiasi funzione militare comandanti, ufficiali ed impiegati d'ogni grado, e l'arbitrio pure di far luogo alle promozioni in t u t t i i gradi, quelli compresi dei comandanti dei corpi d ' a r m a t a e delle divisioni. Al generale Cadorna, giusta gli ordinamenti del 1912, spettava « intieramente ed esclusivamente la responsabilità della cond o t t a della guerra ». Un giorno ci dimostrò l'onorevole Di Giorgio q u a n t o male avesse cagionato il Governo ingerendosi nella guerra libica; e triste è sempre il rammentarci di Adua; e infauste pagine serbano nella storia i consigli aulici, che volevano guidare la guerra: nè, seguendo le istruzioni del direttorio, Napoleone avrebbe vinto le gloriose battaglie; e senza il premere dei Governi nell'impresa di Sebastopoli, meglio e prima sarebbe finita la guerra di Crimea. Il presidente del Consiglio riaffermò, pochi giorni or sono, che i •^ssf •iM .A- Ì — 21074 Atti Parlamentari LEGISLATURA X Ì I V - 1« SESSIONE - DISCUSSIONI - Governi non devono condurre la guerra. E voi per certo, onorevoli colleglli, consentite in questo, ch'è il verace e il più sicuro insegnamento della storia. Ma voi, si è detto, non vi siete occupati degli esonerati in quanto essi reclamavano da voi giustizia. ISTon ebbi mai alcun reclamo, tranne quelle comunicazioni, che con molta dignità mi rivolse il generale Brusati, concernenti l'atto di Governo che lo aveva colpito; chiesi soltanto al generale Cadorna l'elenco degli esoneri che egli ordinava; e insieme con esso venivano le motivazioni, ma queste naturalmente erano molto semplici. Secondo il giudizio, che legalmente gli era proprio, o si t r a t t a v a di ufficiali ch'egli riteneva impari alle funzioni che esercitavano, o a lui, ed era il più delle volte, pareva giusto aderire alle proposte dei comandanti direttamente superiori all'ufficiale esonerato, nel quale essi dichiaravano mancare il valore o le attitudini occorrenti al grado e al compito suo. Mentre però nella condotta della guerra il Governo non è mai intervenuto, sarebbe cosa non vera il dire che le operazioni della guerra non abbiamo sempre vigilato, e che intorno ad esse non siamo sempre stati informati. Tanto è vero che dovevamo essere informati che, ad ogni richiesta di classi, ad ogni richiesta di mezzi bellici, andavano necessariamente uniti i motivi, per i quali queste maggiori forze di uomini e di materiale si domandavano ; quindi le operazioni, che si divisava di fare, ci erano segnalate, non sempre però, non lo nego, con adeguata anticipazione rispetto al momento in cui si dovevano eseguire. Quanto alle ultime operazioni, mentre avevamo invitato il generale Cadorna a recarsi a Eoma per conferire con noi circa i disegni suoi, egli, invece, non ha potuto venire, per varie ragioni giustifìcatissime, se non quando una parte delle operazioni già era stata compiuta. L'onorevole Di Giorgio disse: voi non avete mai informato il generale, che comandava la guerra, dei vostri concetti, delle vostre relazioni di politica estera. Certo è che non di ogni episodio di politica estera doveva essere ragguagliato; ma della somma direzione, del complessivo andamento della politica estera del Governo egli ebbe sempre contezza e intervenne anche alla conferenza internazionale che si tenne qui in Eoma nel gennaio del 1917. Nè è mestieri rilevare come nei Con- Camera dei Deputati TOKNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1919 gressi militari, ove egli rappresentava la voce della guerra nostra, si trattasse pure, insieme col concerto dei fini comuni militari, del concerto politico generale. E d egli, partecipando a quei Congressi, ce ne riferiva. Disse ancora l'onorevole Di Giorgio: voi avete ritardata la dichiarazione di guerra alla Germania e l'avete fatta senza consultare il generale Cadorna. Veramente il Ministero, che ho presieduto, assunse il Governo alla fine di giugno, e, poco dopo la metà di agosto, la guerra alla Germania era dichiarata. La Camera comprende che non era lieve e facile deliberazione rispetto all'importanza della decisione e alla opinione del paese ; ma è stata una deliberazione che noi abbiamo unanimemente presa senza esitare. Un trattato ci obbligava ad entrare in guerra contro la Germania; ogni ritardo scemava la pienezza della nostra intimità cogli Alleati; onde neppure ci erano note tutte le convenzioni tra essi concluse. Del resto il generale Cadorna alla guerra con la Germania era e si mostrò preparato; e laguerra con la Germania già era effettivamente cominciata, perchè era palese che I sottomarini, che parevano austriaci, erano germanici ; ed ora infatti si è trovato a Pola un messaggio che l'Imperatore Guglielmo inviava per rallegrarsi coi suoi marinai autori del barbarico eccidio dell' Ancona. (Commenti). La Camera rammenta il siluramento straziante di quella nave. Si disse allora che il sottomarino siluratore era austriaco, invece era germanico. (Commenti). iTon avrei chiesto di parlare se l'onorevole Di Giorgio non avesse rivolto al Gabinetto, da me presieduto, una gravissima, anzi una crudele accusa, quando egli ci disseril morale dell'esercito pareva cosa che non vi riguardasse ; il generale Cadorna vi ammoniva che ogni giorno si indeboliva il vigore morale dell'esercito: e il Governo taceva, come se si trattasse di argomento di poco conto o ad altri affidato. Avrei voluto evitare alla Camera questa esposizione protocollare delle relazioni passate tra il generale Cadorna e il Gabinetto; ma, poiché l'accusa è fatta, tolleri la Camera che io dia qualche precisa indicazione. I primi avvertimenti circa la propaganda disfattista, che si faceva attiva nel paese e nell'esercito, si .ebbero sulla fine del 1916. ) Atti 21075 Parlamentari LEGISLATURA XXIV - I a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 I prefetti, e specialmente quello di Roma (noto questo perchè si collega coi criteri della politica interna), ^avvertirono che i partiti erano giunti a tal segno di insofferenza reciproca, che, ove non si fosse fatta opera di pacifìcàzione preventiva, c'era il pericolo che fossero passati a violenze; e le violenze, come la Camera comprende, avrebbero indebolito profondamente, disastrosamente, la resistenza dell'esercito e del paese, « mentre le masse sociali, secondo mi si riferiva, erano t u t t e più o meno in agitazione per il disagio ch'era inevitabile conseguenza del prolungarsi della guerra». A sua volta il ministro della guerra mi espose il sospetto che la propaganda contro la guerra fosse penetrata nelle caserme. Con lui stabilii un'azione di educativa prevenzione e, occorrendo, di energico intervento, azione ch'egli recava ad effetto mediante istruzioni ai Comandi Superiori nell'interno del paese. Il Comando Supremo scopriva una sorda, ma attiva, propaganda sovversiva fra le truppe mobilitate, ne informava il Governo, a mezzo di quel gennaio,. e riconosceva la « valida cooperazione » data ai comuni intenti dal Governo, mercè le disposizioni da me prese di concerto coi ministri dell'interno e della guerra. Si t r a t t a v a dunque di pacificazione preventiva e insieme di vigilanza solerte e di propositi fermi, ma non intempestivamente messi in azione. A noi sembrava che fosse miglior partito vigilare, e comprimere giudiziosamente i primi germi di quella propaganda, che fare altre opere (e non saprei poi quali sarebbero state tali opere) che avrebbero rotto la concordia che era tanto necessaria. Ed appunto ebbi l'onore di assumere il Governo perchè questa Camera ebbe fiducia in me per mantenere la concordia ; ed io assunsi il governo nel momento in cui i partiti erano in cozzo acerbissimo gli uni contro gli altri, quasi prossimi a prorompere; ed avrei tradito la missione che mi eia stata affidata se non avessi sempre seguito una politica di concordia e di pacifica, zione. Seguii tale politica e la concordia fu mantenuta e giovò al paese. (Vivissimi applausi). Che cosa sarebbe avvenuto nel nostro paese se, dopo Caporetto, gli animi si fossero trovati implacabilmente, violentemente divisi ? Il generale Cadorna conduceva la guerra seguendo insieme un concetto militare e un concetto politico ; egli guardava agli eser- citi nemici e ai partiti politici ch'erano nel paese. All'appressarsi delle operazioni militari metteva in campo i doveri e i pericoli della politica interna. Il suo concetto ha significato nel telegramma del 27 ottobre.(da lui, non da me, comunicato alla Commissione d'inchiesta), telegramma che il generale a me indirizzava affermando : « l'esercito non cade vinto (e l'esercito per gloria d'Italia e per la propria virtù vinto non cadde) l'esercito non cade vinto da nemico esterno, ma da quello interno, contro il quale invano reclamai provvedimenti »; telegramma, onorevoli colleghi, che gettava sopra di me una responsabilità che non m'àppartiene nè davanti a voi, nè davanti alla storia. Le lettere, che il generale Cadorna mi indirizzava, erano dominate da questi tre concetti: ogni reato militare ha una sorgente politica; ogni reato militare politico, che si compie al fronte, è congiunto con la propaganda criminosa, che si fa nel paese; se gli eserciti nemici nostri sono così forti, egli è perchè i loro Governi hanno una disciplina, che voi (questo non diceva, ma di certo pensava), che voi, Govèrno debole,non sapete nemmeno immaginare. Ma, onorevoli colleghi, quegli eserciti si sono sfasciati e il nostro si è subito ricomposto, risollevato, e meravigliosamente ha vinto. (Applausi vivissimi — Commenti animati). Ma il generale Cadorna, si comprende,, viveva nelPambiente suo. Per esempio, in una delle sue lettere, mi denunziava dei depositi di bombe, raccolte dai circoli sovversivi giovanili, che si trovavano nella Toscana e nelle Eomagne. Io, per quanto fosse mia consuetudine di non conferire coi prefetti, perchè a quest'uopo troppo bene faceva il ministro dell'interno, ne chiamai cinque, tra cui quelli di Genova, di Milano, di Firenze, a conferire in proposito con me. Orbene, essi mi riferirono che si trovò qualche bomba, ma quei depositi non si trovarono. (Commenti). Il generale Cadorna, nell'aprile, mi mandò una lettera alla quale, ben lungi dal non avere risposto, risposi in questo modo : « Ho preso visione di quanto la Eccellenza Vostra ha esposto circa la propaganda contro la guerra che si va insinuando nei riparti militari. È un fenomeno grave che deve essere energicamente combattuto. Ne ho già conferito col ministro dell'interno, interessandolo a prendere solleciti provvedimenti per reprimere l'opera malvagia di persone e di associazioni sovversive che Atti Parlamentari — 21076 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - 1« SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 si dedicano a tale funesta propaganda » (12 aprile,.n. 901). Il ministro dell'interno, eli e mi usava il favore di conferire ogni giorno con me, prese tutti i provvedimenti che corrispondevano alle circostanze. Nel giugno e luglio il generale Cadorna mi mandò quelle altre lettere, che la Commissione ha pubblicato, e che la Camera conosce. Appena ricevuta la lettera del generale Cadorna del 13 giugno, la feci conoscere al ministro dell'interno, rilevandone la portata ed esprimendo il desiderio di poter rispondere al più presto al generale. E nello stesso giorno il ministro dell'interno, non più a voce, ma per iscritto, mi rispose non solo confermando le intenzioni sue, ma mettendo innanzi il concetto giustissimo che la questione era questione di Gabinetto e che era opportuno un convegno col generale Cadorna. Da quel giorno (/Segni d'attenzione) più volte invitai, o direttamente, o per mezzo dell'onorevole Bissolati, o per mezzo del ministro della guerra, il generale Cadorna a venire a Eoma per conferire; ond'è che le sue lettere ebbero questa forma di risposta che era riguardosa verso di lui e la più utile allo scopo cui si mirava. Ma, e per motivi di vario genere e per le operazioni di guerra, il generale dovette ritardare la sua venuta a Eoma. Ma egli, in un telegramma del giorno 8 settembre, dicendo « di esser dolente di non poter venire a discutere i gravi problemi dell'ora presente », (Commenti) riconosce che si trattava per l'appunto di conferire intorno all'argomento delle lettere sue. Il Consiglio dei ministri, ad ogni modo, anche senza la presenza del generale Cadorna, trattò due volte la questione della politica interna; e due volte*il Consiglio dei ministri fu unanime nell'approvare il criterio col quale la politica interna era condotta. Onde quella politica era collettiva, e, come dissi alla Commissione- d'inchiesta, di questa, come di ogni altra cosa operata dal Governo che ho presieduto, assumo t u t t a la responsabilità, perchè le responsabilità politiche collettive si riassumono nel presidente del Consiglio. (Benissimo ! — Applausi.) Il generale Cadorna intervenne di poi in un consiglio dei ministri ; ed io vorrei avere tutta l'eloquenza del mio aniico Orlando per riferire, come egli seppe esporre, le ragioni della nostra politica interna. Rammento che in quella occasione si osservò come molti dei fatti deplorati fossero accaduti in quelle contrade che erano poste direttamente sotto il governo del Comando militare. D' altronde, onorevoli colleghi, nelle lettere del generale Cadorna, si adducevano, come fatti di propaganda politica, dei fatti, che diffìcilmente potevano attribuirsi a tale propaganda. Il generale Cadorna comprendeva in tali fatti reati del tutto militari, come l'insubordinazione, la disobbedienza e perfino le mutilazioni volontarie; ma potevo io credere che le mutilazioni volontarie fossero proprio opera politica e nella quale dovessi intervenire? (Commenti animati). Il generale recava innanzi fatti riguardanti alcune unità siciliane... Una voce. Era un'infamia ! BOSELLI. Ma quei fatti originavano dalla soppressione delle licenze inflitta ai siciliani, e, mentre in Sicilia le principali organizzazioni dei contadini e degli operai facevano capo al partito riformista, come avrei potuto io immaginare che gli elettori dell'onorevole Marchesano e dell'onorevole Drago fossero così perversi nemici della guerra? (Commenti). E che dire della brigata Catanzaro? Ma la brigata Catanzaro si era proprio ribellata a causa della propaganda politica, o non invece, per imprevidenze e persistenze d'indole militare, ora palesi, che la condussero a quella infausta sedizione, che riparò poi con tanto valore? Il generale Cadorna, nella riunione del • Consiglio dei ministri, manifestò le sue idee, sentì l'esposizione nostra, e richiesto se qualche cosa avesse avuto ad obiettare o ad aggiungere, egli preferì di non dare risposta alcuna. Ma ebbe così luogo quello scambio di vedute che, fin dall'll agosto, egli riteneva « specialmente utile in quei momenti » e che si era divisato e a lui annunziato come risposta alle sue lettere. Ma sono sorto a parlare soprattutto perchè mi pesava e mi avrebbe sempre pesato sulla coscienza il rimprovero che mi ha fatto l'onorevole Di Giorgio, dicendo : che no: eravamo un Governo che non si curava del morale dell'esercito e che quanto al morale dell'esercito noi pensavamo : che cosa ce ne importa? Ci pensi il Comando Supremo. Oh! questo no ! onorevole Di Giorgio ! Tutte le colpe pos&o avere avute, ma quella di aver passato un giorno solo senza pensare al morale dell'esercito, questa col- Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - V 1» SESSIONE - •• 2.1077 DISCUSSIONI - pa, in t u t t a coscienza, n o n la sento e n o n la ho ! ( A p p r o v a z i o n i ) . Noi s a p e v a m o q u a n t a p a r t e nella v i t toria è d a t a da quella energia f a t t i v a , da quella sicurezza m o r a l e che a l t o e b a l d o solleva il s o l d a t o q u a n d o si sente bene e quanto basti, a r m a t o e munito. N o n . ho mai p o s t o m e n t e a .ciò che le a r m i e le munizioni c o s t a v a n o ; 'e, per quanto conoscessi gli alti prezzi che smis u r a t a m e n t e si p a g a v a n o e le p e r t u r b a zioni economiche che ne d e r i v a v a n o , di armi e di m u n i z i o n i il n o s t r o esercito n o n ha mai m a n c a t o . .Per a l t r a p a r t e , n o n ignari che m e t à dell'anima del s o l d a t o era s e m p r e coi suoi cari l o n t a n i ; coi suoi l a v o r i sospesi, noi p r o v v e d e m m o , v i n c e n d o molteplici difficoltà, a r a s s e r e n a r n e lo spirito, a d a c q u e t a r n e il morale, con le concessioni per gli agricoltori, col s o v v e n i r e a d e g u a t a m e n t e alle famiglie, colle cure r i v o l t e agli o r f a n i e ai m u t i l a t i e p r o m o v e n d o ogni o p e r a di assistenza civile. E q u a n t o alla resistenza m o r a l e del paese, t u t t o quello che da noi, che,da ciascuno-'dei miei colleghi si è p o t u t o fare, si è f a t t o alacremente e d i u t u r n a m e n t e . Mi recai a n c h e da N a p o l i a Milano* (e ne serbo i n d i m e n t i c a b i l e ricordo), in varie c i t t à d ' I t a l i a per d'ire, a n o m e del Governo, come l ' a n i m a del Paese e quella del Governo fossero e dovessero essere u n ' a n i ma sola per la g u e r r a e per la v i t t o r i a . Onorevoli colleglli, poiché l ' o n o r e v o l e Di Giorgio mi ha sciolto le l a b b r a che volevo t e n e r m u t e , lasciate che ricordi, non per v a n t o mio, ma per giustizia verso i miei colleghi, che i mesi che a b b i a m o p a s s a t o al Governo, f u r o n o i' mesi più g r a v i per l'esercito e per la Nazione. F u quello il tempo in cui crollò l'esercito r u s s o , in cui l'America n o n era a n c o r a g i u n t a , in cui gli jugoslavi c e r c a v a n o d i . a t t r a r c i , ricchi di lusinghe e riuscendo a n c h e a d a t t r a r r e delle menti e l e t t e e dei nobili cuori. C a d e v a la Riunenia; nella F r a n c i a e nel Belgio gli eserciti amici d u r a v a n o in a sp rissimi c i m e n t i . Nel nostro paese l ' i n a t t e s o p r o l u n g a r s i della guerra t u r b a v a le m e n t i ; rigidissimo l'inverno; le stragi dei s o t t o m a r i n i s e m p r e piti Paurose; ogni qiecie di t r a s p o r t i in pericolo; lo spionaggio i n v a d e n t e , le g r a n d i n a v i 111 ha mine; la c h i a m a t a . d e l l e classi più anziane r e c a v a scompiglio ed a n g u s t i a nelle famiglie, la c h i a m a t a delle classi più giovani p e r c u o t e v a a n s i o s a m e n t e il cuore delle 1586 Camera dei TORNATA D E L 1 2 S E T T E M B R E Deputati 1919 m a d r i ; si r e s t r i n g e v a n o n e c e s s a r i a m e n t e gl a p p r o v v i g i o n a m e n t i ; il paese d o v e t t e allora p r e n d e r e il volto della g u e r r a e r a s s e g n a r s i a d u n a n u o v a disciplina di consumi e a s c o l t a r e la p a r o l a che lo e s o r t a v a ad u n a n u o v a a u s t e r i t à dì v i t a . ' E d e r a n o i t e m p i in cui le p r o p o s t e di p a c e Venivano da ogni p a r t e , e da ogni p a r t e ci i n s i d i a v a n o . P a s s a i dei m o m e n t i di angoscia, dov e n d o decidere f r a p r o p o s i t i di paci insidiose, che n o n ascoltai, e il c o n t i n u a r e quella g u e r r a che t a n t i sacrifici, t a n t o sangue e t a n t i l u t t i c o s t a v a al paese. Ma non mi p e n t o di a v e r chiuso le orecchie e l ' a n i m o alle offerte di quelle paci, poiché, colla p a c e g e r m a n i c a o con quella p a c e f r a n c e s e che si t e s s e v a i n s i d i o s a m e n t e in I t a l i a , Trieste n o n s a r e b b e r e d e n t a ! {Vivissime approvazioni — Applausi). Il Ministero n a z i o n a l e f u u n m i n i s t e r o diverso d a t u t t o -ciò che, n e l l ' o r d i n e costituzionale, si può t e o r i c a m e n t e p r e d i s p o r r e , stabilire, i m m a g i n a r e . N o n f u la conseguenza di u n a coalizione p a r l a m e n t a r e , ove ciascuno, p u r a n d a n d o al Governo, e n t r a fìtto, intero, nella p i e n a coesione g o v e r n a t i v a ; f u u n a riunione di r a p p r e s e n t a n t i dei v a r i p a r t i t i , congiunti dallo scopo s u p r e m a della g u e r r a , per il t r i o n f o del d i r i t t o e per la v i t t o r i a della N a z i o n e italiana. (Approvazioni). * A q u e s t o i n t e n t o t u t t i i miei colleghi f u r o n o s e m p r e "fedeli e sinceri. Concedet e m i che io li ringrazi, in mezzo a q u e s t a C a m e r a ed in mezzo ai loro p a r t i t i , ai quali sono t o r n a t i . Concedetemi di dirvi, onorevoli colleglli, che, nella t a r d a vecchiaia, sento che il mio cuore, se lagrima e s a n g u i n a q u a n d o penso a C a p o r e t t o , f e r v i d a m e n t e esulta nel salut a r e le m i r a b i l i gesta, le c o n q u i s t e rivendicatrici, con le quali l ' I t a l i a ha c o m p i u t a l ' o p e r a del suo risorgiftiento; c o m p i u t a forse n o n i n t e r a m e n t e ; m a quello che a l compim e n t o „ i n t e r o può m a n c a r e , se io n o n lo p o t r ò vedere, io v e d r a n n o c e r t a m e n t e red e n t o i figli n o s t r i ! (Vivissimi generali applausi—Moltissimi deputati si recano da vari settori a congratularsi con Voratore). P R E B I D E N T E . La s e d u t a è sospesa per alcuni m i n u t i . (La seduta è sospesa alle 18.20 e ripresa 18,30). alle P R E S I D E N T E . H a f a c o l t à di p a r l a r e l ' o n o r e v o l e m i n i s t r o della g u e r r a . Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - — 21078 — l a SESSIONE - DISCUSSIONI - Càmera dei Deputati TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1919 È bene intendersi, signori. B e n a l t r a A L B K I C C I , ministro della guerra. Onocosa è il m i l i t a r i s m o e ben a l t r a è lo spirevoli d e p u t a t i ! B e n a ragione f u d e t t o in r i t o militare. {Bene!) q u e s t ' A u l a che di a v v e n i m e n t i , come quelli di cui discutiamo, il solo giudice i m p a r z i a l e Questo sorge dalla convinzione dei p r o p r i è la storia. doveri verso la P a t r i a da d i f e n d e r e e dal r i s p e t t o di t u t t e le libere istituzioni e da F i n c h é ci s t a n n o d a v a n t i gli u o m i n i che t u t t e le v o l o n t à del P a e s e ; quello, dal posf u r o n o a t t o r i colle loro convinzioni, ben difsedere la f o r z a e vuole r e n d e r e la sua azione cile ci riesce a stabilire q u a l e sia la v e r i t à p r e p o n d e r a n t e hello S t a t o a d a n n o delle v e r a , t a n t o che simili discussioni generala l t r e a t t i v i t à sociali e degli a l t r i istituti. mente non raggiungono l'imparzialità.che q u a n d o gli a t t o r i p r i n c i p a l i sono scom- • (Approvazioni). parsi. Un o r a t o r e nel l a m e n t a r e a l c u n i giorni fa la i m p r e p a r a z i o n e del n o s t r o popolo alla Come ben disse il p r e s i d e n t e del Conguerra, i n t e n d e v a l a m e n t a r e a p p u n t o la siglio, e r r o r i f u r o n o certo commessi; m a deficienza dello spirito m i l i t a r e da noi. quale s o m m a di e n o r m i difficoltà si sono d o v u t e a f f r o n t a r e ! Quali g r a n d i cose sono Questo, d o b b i a m o a l i m e n t a r e e f a r sors t a t e f a t t e ! (Bravo !) gere, ove m a n c h i ; m a in I t a l i a , r i p e t o , per n o s t r a f o r t u n a , n o n p r o s p e r a e n o n può proI l G o v e r n o ha preso i suoi p r o v v e d i s p e r a r e la sua d e g e n e r a z i o n e che è il milim e n t i d o p o p r o f o n d a d i s a m i n a , ed io, come t a r i s m o . Q u e s t ' u l t i m o è un f a n t a s m a comom i n i s t r o della g u e r r a , p r e n d o t u t t a la redo t a l v o l t a a d evocarsi, m a che non ispas p o n s a b i l i t à che mi c o m p e t e , m a la Camera v e n t a nessuno - p e r c h è in* t u t t a la nostra c o m p r e n d e come, p e r essere io s t a t o u n o storia dalla degenerazione delle milizie di degli a t t o r i negli a v v e n i m e n t i , d e b b a a n c o r a B o m a I m p e r i a l e in q u à , non vi è t r a c c i a di a u m e n t a r e ogni mia circospezione. militarismo. I n p r i m o luogo t e n g o a r a p p r e s e n t a r e alla C a m e r a còme t u t t o l'esercito, allorIl m i l i t a r i s m o è una specie di v a m p i r o ; ma ché il Governo del suo paese ebbe stain I t a l i a invece l'esercito è s e m p r e p r o n t o bilito di f a r luogo ad u n a inchiesta, senza a d a r e il suo s u d o r e ed il suo sangue al solo distinzione di g r a d o , di convinzioni o di v a n t a g g i o di t u t t o il Paese. ( Vive approvat e n d e n z e , con largo spirito di disciplina e zioni). di r i s p e t t o ai voleri g o v e r n a t i v i , a b b i a acE d il P a e s e lo sa ed in ogni circòstanza colto u n tale p r o v v e d i m e n t o . d i m o s t r a all'esercito la sua g r a t i t u d i n e . E I l G o v e r n o h a v o l u t o luce c o m p l e t a e nella g u e r r a n o n s e p a r a la g r a t i t u d i n e , che n o n m e n o di esso l ' h a d e s i d e r a t a l'esercito, d e v e ai soldati, da quella che deve agli ufp e r c h è n o n volle che potesse n e m m e n o esficiali, che il s o l d a t o h a n n o sempre a m a t o e sere sollevato il s o s p e t t o che la c o l l e t t i v i t à soccorso e che lo h a n n o g u i d a t o d u r a n t e la t e n t a s s e - d i coprire le r e s p o n s a b i l i t à indiguerra. viduali, q u a n d o queste esistessero. N o n ho magnifica eloquenza per soL a Commissione d ' i n c h i e s t a , a p a g i n a 3 stenere q u e s t a v e r i t à : m a ho l'eloquenza della sua relazione, ha a v u t o p a r o l e a l t a della sincerità. m e n t e l a u d a t i v e per il consenso e per il N o n mi lascio a r r e s t a r e d a v a n t i a f a t t i concorso dell'esercito, dai n o s t r i maggiori isolati e sensazionali. P r i n c i p i s o l d a t i al C o m a n d o S u p r e m o , ai I n I t a l i a il s o l d a t o a m a i suoi ufficiali, C o m a n d i ed ai Corpi v i s i t a t i in zona di opegli ufficiali, a m a n o i soldati. Questo io afrazione, sino ai più umili ; i quali t u t t i dief e r m o colla p r o v a dei f a t t i , a cui ho preso dero p r o v a di p r e m u r o s a c o n d i s c e n d e n z a , p a r t e , e sfido c h i u n q u e a s m e n t i r m i . (Apfossero essi f r a i m a g g i o r m e n t e i n t e r e s s a t i provazioni). o fossero f u o r i causa. I l Paese n o n sa le cifre che rappresenÈ q u e s t a u n a nobile p r o v a di fiducia e t a n o la p r o p o r z i o n e dei sacrifici ; m a , nella di civismo che m e r i t a v a di essere r i f e r i t a . sua giustizia e «nel suo immenso b u o n senso, E questo d i m o s t r a u n a v o l t a di più, se lo intuisce. ve ne fosse bisogno, come in I t a l i a non alNella g u e r r a sono c a d u t i , come bene ha ligni, per n o s t r a f o r t u n a , la m a l a p i a n t a r i c o r d a t o l ' o n o r e v o l e C o t t a f a v i , 18 generali dello spirito di c a s t a ; come n o n esista t r a e 36 f u r o n o feriti, ed io lo ringrazio di avere noi quella degenerazione dello spirito mie s t e r n a t o il desiderio che i loro n o m i siano l i t a r e alla quale si dà il n o m e di militain m o d o solenne r i c o r d a t i e p r o v v e d e r ò per rismo, e della quale ieri si è p a r l a t o in , sodisfarlo. quest'Aula. — 21079 — Apti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1 9 1 9 I cadaveri di 52 colonnelli furono raccolti sul campo e 114 di essi furono feriti; 20 ufficiali di stato maggiore in servizio presso le truppe e nei comandi di quello stato maggiore che è sovente oggetto di ingiuste critiche, furono gloriosamente uccisi davanti al nemico e 15? di essi furono feriti, raggiungendo la proporzione del venti, per cento, non superata che dalla fanteria, alla quale va tutta la nostra ammirazione, perchè essa ebbe la supremazia delle perdite col venticinque per cento. (Vivissimi e prolungati applausi— Grida di: Viva la fanteria !) Sopra poco più di 18,000 ufficiali effettivi entrati in campagna, 3,468 sono morti e 7,255 feriti (senza calcolare che molti furono feriti più di una volta) cioè in totale 10,723. Ho voluto mettere in luce queste cifre perchè sono fatti controllabili e sono fatti che erano ben lungi da ess-ere noti e perchè è debitg di giustizia che essi lo siano. Dirò di passaggio che fu ricordatj in quest'Aula un viaggio in Austria del generale Ganeva per aderire ad un invito di quel Governo, allora alleato. Essendo io in quel tempo addetto militare a Vienna mi trovai ad accompagnarlo perciò solo ne parlo. Il generale compiè col suo viaggio un dovere di cortesia dal quale non sarebbe stato comunque possibile in quei tempi ed in quella situazione dispensarsi. È infatti superfluo ricordare che eravamo allora in piena alleanza. Non è il caso che io mi soffermi a parlare delle alte benemerenze patriottiche del generale Caneva, il quale, sull'altare della Patria, ha anche sacrificato in questa guerra il suo unico figlio. (Commenti). È stato accennato all'assetto futuro della difesa nazionale del Paese. Per conto mio, io non posso che riferirmi a quanto ho avuto l'onore di dire in questa Camera la prima volta in cui presi la parola; ricordo solo che allora conclusi dicendo : • Dopo la grande guerra chi può pensare senza fremere all'avvento di nuovi conflitti ? Ma per converso quale organismo statale può non dico prosperare ma soltanto vivere senza aver provveduto alla propria difesa interna ed esterna? Ora, dopo due mesi di vita pubblica (e nel nostro tempo i mesi contano anni) guardandomi attorno e studiando le condizioni di vita dei nuovi Stati dopo la guerra o delle grandi agglomerazioni che dalla guerra sono sorte, io non ho che da confermare quello che ho detto. In questi due mesi non si è perso temp®. Si è fatto un lavoro febbrile e in pieno accordo collo stato maggiore. Il piano è quasi elaborato e già si applica in "parte e sarà seguito Con. tutta la fermezza da chi si ispira al solo bene dell'esercito. Qualche oratore si è diffuso a ricordare le difficoltà della nostra guerra ed ha voluto avvisare ai mezzi migliori per superarle, a provvedimenti o sistemi che avrebbero evitati gli errori commessi. La Camera comprenderà che io non posso addentrarmi in questo esame nel quale non porterei, del resto, che il mio apprezzamento personale. Tanto meno io posso addentrarmi nell'esame politico della condotta della guerra. Le difficoltà della nostra guerra a tutti sono note. Tutti sappiamo gli svantaggi della forma avvolgente del nostro confine, tanto che una parte della fronte minacciava le terga del difensore dall' altra ; tutti sappiamo che è una fallace espressione geografica il dire che le Alpi prima della guerra proteggessero l'Italia, Il nemico già aveva superato le Alpi coll'iniquo confine che noi avevamo, eccetto in un breve tratto in corrispondenza della valle del Gail; e nel versante meridionale delle Alpi stava accampato ed aveva tracciato a tergo tutte le sue vie strategiche attraverso il massiccio e vie laterali di arroccamento ed eretta una formidabile barriera di forti nelle vallate e sugli altipiani che dovevano essere nostri ed ora soltanto lo sono. Mancavano i forti solo nell'Alpe Giulia, ma qui la linea dell'Isonzo venne coperta dalle due piazze improvvisate con fortificazioni campali durante il periodo della neutralità, a Tolmino ed a Gorizia. Queste piazze o posizioni fortificate, favorite dal terreno e dall'arte, presentarono durante la guerra una formidabile resistenza, superiore a quella di posizioni così dette permanenti. Ciò che soprattutto non si sapeva, ciò che non fu valutato fu la resistenza lunga ed ostinata, che tutte le potenze entrate in guerra seppero 'are. Furono i consumi enormi di uomini, di munizioni, furono le migliaia di cannoni sempre rinnovati, furono gli animi delle popolazioni che persistettero tanto a lungo nella lotta. Questa fu lotta di popoli e tutte le itti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l — 21080 — a SESSIONE Camera dei Deputati DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 risorse furono messe in azione con sempre generale Ludendorff nell'accennare, nelle rinnovate energie. sue memorie, all'offensiva austriaca del Ed ora, signori, voglio toccare il dolo- Trentino, dica chiaramente che già alla.~fine roso tasto delle fucilazioni,, delle quali si è di maggio l'esercito austriaco aveva pertanto parlato. (Segni di attenzione). Che al- duto il suo slancio, ed il noto colonnello tro potrei dire se non deplorarle come forse la I svizzero Egli, in una recente pubblicazione più dolorosa tra le necessità della guerra? sulla grande guerra-, attribuisce all'accreEsse furono comuni a tutte le guerre, a sciuta forza dell'esercito italiano l'insuctutti gli eserciti regi o repubblicani, reazio- cesso di quell'offensiva. nari o rivoluzionari, agli eserciti bianchi ed DI GIORGIO. Fu una nostra vittoria ! agli eserciti rossi. MODIGLIANI. Il Cadorna disse diverLo stesso Garibaldi, il puro cavaliere, samente anche allora. dovette "far fucilare qualche suo volontario. DI GIORGIO. Fu una vittoria! Egli non aveva tribunali, ma giudicava daMODIGLIANI. C'è un comunicato... vanti al grande tribunale dell'umanità.(Com- (Commenti). menti). ALB RICCI, ministro della guerra. E fi-, Le cifre- qui affermate sono state riferite nalmente mi piace citare dopo i militari esattamente/ La Commissione, la cui lealtà anche" un grande " giornalista inglese, lordnessuno può mettere in dubbio, fissa in Northcliffe -lamico, ma non certo sospetto 729 le condanne eseguite .durante "tutta la "di eccessiva parzialità verso l'Italia... guerra. / ' . Voci. Anzi! (Commenti)'. ALB RICCI, ministro delia guerra. ... il Le tristi esecuzioni sommarie superano" quale così si esprime nel suo libro « La di poco il centinaio. Sono tutte di troppo secondo il nostro • Guerra » a pag.'219: « Sebbene tenessero bene sui due fianchi ; desiderio e la nostra pietà, ma si applicalo a milioni di uomini e per tutta la guerra, « nel centro gli.italiani furono sopraffatti e e chi-la guerra ha fatto e realmente cono- «le loro basi di rifornimento disorganizsce, sa che sono state una tragica necessità. « zate. Si sarebbe potuto arrestare il nemico "Questa grande guerra ha subito alterne « prima che giungesse alla pianura ? Già i e dolorose fasi su tutte le fronti. Io non «colpi dell'artiglieria nemica .scoppiavano ho bisogno di ricordarle. Se noi seguiamo « all'estremo margine sud dell'Altopiano dei sulle carte le linee che rappresentano i san- , « Sette Comuni. Asiago ed Arsiero erano guinosi e sovente improvvisi cedimenti di « presi ; Schio e Vicenza minacciate da terreno sui vari teatri d'operazione e li con- « presso. « Quando sar a scritta la storia della, rafrontiamo con l'arretramento avvenuto sul nostro, scorgiamo che, come perdita di ter- « pida concentrazione delle forze italiane, ritorio,; il confronto non sempre sia a noi , « la organizzazione di nuove basi di riforsfavorevole. Che se noi abbiamo avuto a « nimento, compresa l'acqua di cui non vi Capo retto così grandi perdite in prigionieri «e quasi traccia sugli altipiani, ciò formerà e in materiali, ciò è dovuto alle conseguenze « uno dei più emozionanti capitoli di tutta che l'improvviso crollo .ebbe sulla nostra « la guerra ». (Benissimo !) SANDRINI. E sono gli inglesi che seri-, estesissima fronte ; a motivo soprattutto della conformazione del terreno e dell'an- vono questo: ALBRICCI, ministro della guerra. Negli damento della linea di battaglia già fin dall'inizio a noi decisamente svantaggiosa. stessi giorni che seguirono Caporetto, soHo sentito in. quest'Aula pronunziare, prattutto allorché il mondo, quasi attoed in-buona fede, l'espressione: la disfatta nito, vide il nostro meraviglioso risorgere e il riaffermarsi della nostra capacità milidel •Trentino. tare con la fermata al Piave, la consideraNon entrerò in considerazioni tecniche e strategiche per dimostrare che l'offensiva zione nella- quale eravamo tenuti all'estero austriaca nel maggio-giugno 1916 non fu declinò assai meno di. quanto taluno potè una disfatta per noi, ma fu in definitivo credere fra noi. E di ques'to io posso dare una'prova, e un insuccesso per il nemico, poiché è evilo faccio solo perchè in questo momento dente che il grande risultato strategico cui tendeva, ad onta delle enormi perdite dji sento'che debbo cedere più ai doveri verso esso subite, non fu raggiunto, (Com,menti). la verità che a quelli verso la modestia. Quando io ebbi l'onore di. condurre al Troppo tempo prenderebbe l'approfondire tale argomento. Ma io riferirò come il di là delle Alpi, a combattere sulla fronte francese, truppe italiane, fu u n c o r p o d'arN Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSS/ONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 mata della 2 armata, un corpo di Caporetto, che il Comando Supremo aveva scelto con coraggiosa fiducia. (Bene!) Quelle truppe provenivano per metà circa dalle brigate di Caporetto, la Salerno, la-Napoli e la Bresciane per metà dagli uomini sbandati dei dolorosi campi di concentramento. -Orbene, quando quelle truppe chiesero, di fronte al minaccioso delincarsi della grandiosa offensiva tedesca del 1918, di avere un impiego adatto alla loro forza, il Generalissimo francese non esitò a dar loro un posto d'onore ed affidò loro la difesa della montagna di Reims. ( Vivi applausi). ... Così scriveva il maresciallo Petain il 10. giugno (cioè prima della battaglia del Piave) al generale italiano: « Ió so che posso contare sulle vostre belle truppe; esse stanno per venire impiegate nelle condizioni più propizie a far valere le loro magnifiche qualità ». 'MAZZONI. Cadorna li chiamò vigliacchi ! (Rumori vivissimi). Siete in contraddizione ! (Rumori — Proteste). ALBRICCI, ministro della guerra. E queste erano truppe che dopo Caporetto non erano mai state al fuoco e tutti sapevano, primo il Comando francese, torno a dirlo, che per oltre metà erano composte di cosidetti sbandati. E il comandante del Corpo d'armata italiano, nel riportare le parole del maresciallo, poteva dire a quei soldati in un ordine del giorno : « La Francia affida al vostro valore e al nostro onore la difesa di una delle porte sacre de'l suo territorio ; voi comprendete che su quella soglia noi combattiamo non solo per lei, non solo per la ca'usa comune, ma per la maggior grandezza e per l'onore d'Italia ». (Applausi). Come quei soldati abbiano risposto alla, fiducia in essi risposta, voi lo sapete. Onorevoli deputati! È stato detto autorevolmente in questa Camera che Caporetto non fu che una fase dolorosa „della nostra guerra. Giova che sia ripetuto da questo banco. Delle cause morali oratori di diverse tendenze a lungo hanno parlato dibattendo quali abbiano avuto maggiore influenza. In questo breve esame che mi è consentito di fare, sotto il punto di vista Più specialmente tecnico, io debbo diie che Provvedimenti presi dal Governo riconoscano errori commessi in più o meno grande misura. Sulle responsabilità minori vi sono chieste pendenti per ufficiali reduci da a 1 1:Q Camera dei Deputati 21081 prigionia o per fatti segnalati dalle autorità gerarchiche o messi ora in luce dalla Commissione d'inchiesta. Dal punto di vista strettamente militare è utile rilevare alcune caratteristiche dell'avvenimento : la lunghezza delia nostra fronte a cui fu oggi giustamente accennato (620 chilometri) e- la sua forma convessa che aumentava i pericoli e' le conseguenze di una qualsiasi rottura; la circo-stanza che la rottura avente maggiori conseguenze strategiche, avvennein corrispondenza della saldatura tra due armate (2 e zona Carnia) e nel punto di mas^ sima vicinanza del nemico al medio Tagliamento. la rapidità - derivante da quel complesso di circostanze che la Commissione mise in luce, fra cui anche la novità di taluni metodi di attacco, la nebbia, ecc. della quale si è forse troppo poco parlato, - con cui le divisioni di prima linea furono sopraffatte, lasciando tempo insufficiente all'accorrere dei rincalzi e delle riserve e impedendone altresì il transito sulle strade di accesso, che presto furono ingombre. Dalla larga breccia così aperta il 24 ottobre nella fronte settentrionale della 2 armata, il nemico poteva raggiungere il 25 l'antico confine, il 27 si insinuava verso la confluenza di Val Fella, obbligandoci alla ritirata generale dietro il Tagliamento fra la Mauria ed il mare, ed il 28 infine ad onta di eroiche parziali difese di mirabili repartigià padrone degli sbocchi fra Torre e Judrio, dilagava in piano, minacciando^ di avvolgere la sinistra della 3 armata e di staccarla dal Tagliamento. Fu questo, fra il 29 ed il 31, il periodo più critico della nostra ritirata, sia per il congestionamento delle strade, sia per le circostanze, talune fatali e taFaltre imputabili, che osta.eolarono il passaggio del fiume in piena alla massa di militari e di profughi che do vè transitarvi. Pur tuttavia,, a prezzo di gravissime perdite, in prigionieri e sopratutto in artiglierie e materiali, l'esercito riusciva il 31 ottobre a raccogliersi sulla destra del Tagliamento, e vi sostava due giorni. Ma rotta il 3 novembre dal nemico, con fortunato attacco, questa linea a Cornino, il. 4 doveva essere ripresa la ritirata, la quale, con nuove dolorose perdite, conduceva però il 10 novembre l'esercito a schie. rarsi dal Brenta pel Grappa lungo il Piave fino al mare a difesa della restante pianura.. a a a — 21082 — Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - ' Camera dei TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE Deputati 1919 E b b e n e signori, C a p o r e t t o non f u u n bam i l i t a r e q u e s t a c o n t r o u n s o r p a s s a t o milir a t r o senza f o n d o , nel quale sieno c a d u t i t a r i s m o . (Bene!) i risultati tanto contrastati.delle precedenti E s s a f u c o m b a t t u t a , si noti, sulle rive b a t t a g l i e ; da quel b a r a t r o ddve c a d d e r o di quel P i a v e dove, o r m a i n o n è un mistero p o v e r i corpi, e migliaia di c a n n o n i e di per alcuno, ed oggi f u d e t t o in questa Cacarri e, d o v e f a m e illustri f u r o n o o f f u s c a t e , m e r a , secondo i piani p r e c e d e n t i si sarebbe esce la linea dei P i a v e , sorgono le balze d o v u t o s c h i e r a r e l'esercito s o t t o la protedel Monte Ho e più d i e t r o quelle del Grap- zione della linea a v a n z a t a del Tagliamento, pa, e sul G r a p p a c o m p a r e la P a t r i a , e nel caso in cui l ' I t a l i a si fosse t r o v a t a in d i e t r o sta t u t t o un popolo a g u a r d a r e g u e r r a da sola c e n t r o l ' A u s t r i a - U n g h e r i a . con cuore p a l p i t a n t e m a f e r m o , e per v i r t ù Poiché a t a n t o sacrifizio iniziale di terre, di s o l d a t i e di m a r i n a i accorsi, di popolo, di a v e r i e di l i b e r t à di c i t t a d i n i , ci forzava di S o v r a n o , la v i t t o r i a si compie e si prosino dall'inizio della g u e r r a il confine imclama. (Vivi applausi). possibile col quale e per il q u a l e sfamo enL'esercito, f e r m a t o s i sulla n u o v a f r o n t e , t r a t i nella l o t t a m o n d i a l e . era r i n a t o come per miracolo, dopo u n a Su quél P i a v e f u v i n t a la guerra ; là si r i t i r a t a che r e s t e r à nella storia, n o n solo p r e p a r ò la g r a n d e r o v i n a del colosso austroper i suoi dolori, m a a n c h e per il c o n c e t t o ungarico, c o m p i u t a dopo cosciente attesa che la guidò e per il m o d o copie f u comnel g r a n d e sforzo definitivo della battaglia piuta. . di V i t t o r i o Veneto, che nella storia diverrà -Signori, s g o m b r i a m o ogni d u b b i o dololeggenda. ( B e n i s s i m o ! ) roso dalle n o s t r e m e n t i , questi miracoli n o n Onorevoli signori, i i p e t o a n c o r a la frase si i m p r o v v i s a n o , questi miracoli i n o l t r e non del p r e s i d e n t e del Consiglio : E r r o r i furono si o t t e n g o n o con generali ed ufficiali che commessi, ma cose g r a n d i f u r o n o f a t t e . Din o n a b b i a n o la s t i m a e l ' a f f è t t o dei loro soln a n z i agli errori, dinanzi alla stessa valudati; questi miracoli si compiono s o l t a n t o t a z i o n e che noi ne a b b i a m o f a t t o nella noin quegli eserciti d o v e esiste nella g r a n d e s t r a coscienza, e sulla quale sarà giudice m a s s a la giusta s e v e r i t à f o n d a t a s u l l ' a m o r e . definitivo, come ho d e t t o , solamente la Si compiono solo, q u a n d o esercito e paese storia, r i c o n o s c i a m o a n c h e le benemerenze sono u n i t i còme u n ' a n i m a sola. di coloro che. in m o l t e cose h a n n o errato, m a f u r o n o g u i d a t i dalla f e d e e da alto paSe a v v e n n e , come è a v v e n u t a , quella ritriottismo. n a s c i t a , si d o v r à dire che a d o n t a di t u t t o , un g r a n legame u n i v a p u r s e m p r e f r a di I n q u a n t o ai generale C a d o r n a , io mi loro i n o s t r i ufficiali ed i n o s t r i - s o l d a t i e associo, con serena coscienza, alla Commisn o n si r u p p e n e m m e n o nella s v e n t u r a . sione stessa, allorché ci dice che egli spinse Sulla f r o n t e m o n t a n a , a t t o r n o al G r a p p a , e guidò l ' a p p a r e c c h i o dell'esercito con fat10 stesso esercito di C a p o r e t t o , dopo p o c h i t i v a energia ; che i n t r a v v i d e ed organizzò giorni, i n f r a n g e v a t u t t i gli a t t a c c h i del nela difesa del G r a p p a e del B a s s o Piave, mico e dopo pochi mesi sul P i a v e v i n c e v a che scelse q u e s t a linea (la più a d a t t a , fra la g r a n d i o s a b a t t a g l i a . le s t r e t t u r e del F r i u l i e la più larga pian u r a p a d o v a n a ) alla e s t r e m a resistenza e Questa b a t t a g l i a che l ' A u s t r i a volle offenguidò con perizia la r i t i r a t a sul P i a v e di siva, r a p p r e s e n t a v a lo sforzo di chi si sente gagliardo ed è pieno di fiducia di a b b a t t e r e ' . quella e n o r m e m a s s a di a r m a t i . 11 p r o p r i o nemico. L ' A u s t r i a a n c o r a non A l t r i generali fallirono d u r a n t e la lunga era scossa-nella sua resistenza i n t e r n a ed g u e r r a , o a l m e n o il giudizio degli uomini a n c o r a a v e v a fiducia nella f o r m u l a del suo ritiene che a b b i a n o fallito in m o d o più o a n t i c o militarismo : « O A u s t r i a la t u a forza meno grav.e. Ma nessuno ha p e r d u t a il diè nel t u o c a m p o ! » r i t t o al n o s t r o r i s p e t t o e molti h a n n o conseguito p r i m a o poi alte benemerenze verso L a b a t t a g l i a c o m b a t t u t a d a l l ' A s t i c o al m a r e , che f u d e t t a b a t t a g l i a del Piave,, f u il Paese. (Approvazioni). per noi u n a v e r a , u n a g r a n d e v i t t o r i a , f u Vi sono dolori nella v i t a d a v a n t i ai quali u n a b a t t a g l i a m a n o v r a t a come eloquentea n c h e pei più c o n v i n t i a v v e r s a r i , è un dom e n t e fu[ d e t t o in q u e s t ' A u l a , u n a b a t t a g l i a vere i n c h i n a r s i con r i s p e t t o . (Approvazioni)che sarà s e m p r e oggetto di a m m i r a z i o n e e Ma, onorevoli d e p u t a t i , noi t u t t i non di studio. F u u n a b a t t a g l i a f r u t t o d'elio vogliamo che d a l l ' e s a m e coraggioso che sforzo c o n c o r d e di t u t t o un p a e s e ; fu u n a noi italiani, soli nel m o n d o , a b b i a m o saputo v i t t o r i a n o n solo per l ' I t a l i a , m a per t u t t a f a r e di u n a f a s e s f o r t u n a t a e dolorosa della l ' I n t e s a , F u u n a v e r a v i t t o r i a dello spirito n o s t r a g u e r r a , d e b b a essere a m a r e g g i a t a ^HHHnnHHH 21083' — 'Atti Parlamentan LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEI. 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 debba essere avvelenata l'anima del nostro popolo che ha tanto generosamente sofferto, debba essere per un momento attenuata la luce della nostra vittoria. Noi studieremo tutti, ed io per il primo, come è mio dovere, di trarre ogni frutto dalla dolorosa esperienza. Ed intanto posso dire all'oratore ohe qui ne ha parlato, che per accordi già prima intervenuti col ministro di grazia e giustizia e col ministro della marina, noi contiamo di venire presto all'unificazione ed al rinnovamento dei nostri codici penali per l'esercito e per la marina. (Commenti)/ ' . Onorevoli signori, non abbiamo solo la dolorosa esperienza per noi, abbiamo anche l'esperienza, e i doveri, che c'impone il grande successo. Questo ci dicono soprattutto le voci dei combattenti, questo ci dicono le voci dei morti che hanno voluto cadere per la unione di tutti gli italiani veramente fratelli, per una patria fatta più sicura e più grande. Anche se, siano disperse le mie parole, anche se avvenisse che il nostro vanto fosse, per cause nostre diminuito, la storia farebbe giustizia e la verità balzerebbe dalle sue pagine immortali; ma la nostra generazione sarebbe colpita da Una grande ombra, e tacciata di avere -avuto in se stessa uomini di poca fede. Questa non è, non deve essere, e non sarà. ( Vivissime approvazioni — Vivissimi applausi — Molti deputati si congratulano con Vonorevole ministro). Voci. La chiusura ! • PRESIDENTE. Essendo stata chiesta la chiusura, chiedo se sia appoggiata. {È appoggiata). Metto allora a partito la chiusura. (È approvata). Il seguito di questa discussione è rimesso domani. Sui lavori parlamentari. CICCOTTI. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. CICCOTTI, Ho chiesto la parola per domandare l'inscrizione nell'ordine del giorno del disegno , di legge riguardante la conversione-in legge del decreto, n. 972, sulla costruzione del bacino di carenaggio di Napoli e del porto di Bajà-Ancona.. NITTI, presidente del Consiglio dei miministro delVinterno. Chiedo di parlare. 1 a Camera dei Deputati PRESIDENTE. Ne. ha facoltà. NITTI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro deW interno.. Mi pare che non si pòssa modificare l'ordine della discussione. Avevamo detto che avremmo se guìto .quest'ordine di lavori: dopo il voto alle donne, la discussione sui risultati dell'inchiesta per Caporetto; dopo mi è stato chiesto di discutere l'inchiesta sui cascami, e poi vi sono dei provvedimenti anche urgenti. Ora rientriamo nella questione dei decreti-legge da legalizzare. Molti sono questi decreti-legge. Yi è anche quello per il porto di Venezia e ve ne sono altri importanti; e se consentissi ora di discutere. quello che interessa l'onorevole Ciecotti, dovrei consentire la discussione anche degli altri. ' Prendo impegno, se i colleghi ci tengono, che si discuta, tutto quanto la Camera desidera, ma non voglio turbare l'ordine già stabilito dei lavori. Ripeto che sono pronto a discutere, senza nessuna restrizione, tutto quanto la Camera vuole ;, ma intendo che la discussione sia fatta in modo regolare. P R E S I D E N T E . L'onorevole Ciccotti ha facoltà di parlare. CICCOTTI. Spiegherò all'onorevole presidente del Consiglio la rag-ione della mia richiesta, fatta quale relatore della Commissione. La Commissione costituita per l'esame del decreto luogotenenziale n. 972 da convertirsi in legge, ha creduto con voto unanime, e per ben specificati motivi, di non poter consentire in nessun modo la conversione in legge. Essendo quel decreto la sanzione, se pure provvisoria, di una convenzione, a cui si dice si stia già dando esecuzione, importa che la Camera non si sciolga senza avere deliberato su quel decreto. Senza di che l'Amministrazione si troverebbe in imbarazzo per impedire l'ulteriore corso di un contratto, che la Commissione ha ritenuto e dimostrato gravemente lesivo per gli interessi dello Stato. E, poiché vi è, in questo, urgenza; e per breve tempo ancora siederà la Camera ; e, d'altra parte, l'annullamento potrà offrire poca o nessuna materia di discussione, ho chiesto, come relatore della Commissione, l'iscrizione nell'ordine del giorno di domani in principio di seduta. Ciò non turberebbe punto l'ordine dei lavori; e spesso si è fatto altrettanto per argomenti di pronto disbrigo. Da parte mia, ho adempiuto un dovere ; e lascio a cui tocca la responsabilità del rifiuto. Atti Parlamentari &<-~——*~~mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmtm——mmmm*mmmtmmmmm,ma~mm:,,m LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - — 21084 — DISCTJSSrONI - N I T T I , presidente del Consiglio dei ministri, ministro delVinterno. Ma non ho letto nemmeno la relazione, che non credo sia s t a t a distribuita. P R E S I D E N T E . L a relazione non è ancora distribuita. JSTon potrà essere distribuita che questa sera a t a r d a ora. NITTT, presidente del Consiglio dei ministri, ministro del!'interno. A quanto dice il Presidente, la relazione non è s t a t a ancora distribuita. Che vuole l'onorevole Ciccotti"? Vuole • la sicurezza che questo disegno di legge verrà p o r t a t o in discussione prima che la Camera chiuda i suoi lavori. ÌTon ho nessuna difficoltà a dargli questa assicurazione, ma sull'ordine dei lavori non intendo portare modificazioni. Interrogazioni e interpellanza. P R E S I D E N T E . Si dia lettura' delle interrogazioni e di una interpellanza present a t e oggi. MOLIN A, segretario, legge : « I l sottoscritto chiede d'interrogare i ministri delle terre liberate e della guerra, per sapere -se, a scongiurare i danni ed i pericoli gravissimi della disoccupazione nelle provincie di Udine, di Belluno e di Treviso, intendano disporre d'urgenza che i lavori stradali in corso vengano senza interruzioni continuati d a l l ' a u t o r i t à milit a r e con fondi a carico del bilancio della guerra, giusta gli accordi intervenuti t r a il Ministero delle terre liberate ed il Comando Supremo e comunicati al sottoscritto dall' onore-vole sottosegretario di S t a t o , mentre - c o n t r a r i a m e n t e a tali accordi - si procede in questi giorni al licenziamento degli operai. « Morpurgo ». « I l sottoscritto chiede d'interrogare il ministro della guerra, sulla punizione inflitta a.1 capitano degli arditi V i t t o r i o Ambrosini per aver pubblicato alcuni articoli &ulVAvanti ! • «Musatti». « I l sottoscritto chiede di interrogare il presidente del Consiglio dei ministri, per sapere che cosa c'è di vero nella notizia giornalistica di una marcia Su F i u m e di volontari italiani. « Marangoni ». ibm. .. Camera dei Deputarti TORNATA DEL 1 2 ' il l » ni' SETTEMBRE 1919 « I l s o t t o s c r i t t o chiede d'interrogare il ministro della guerra, per sapere se ai sottufficiali delle ci issi dal 1874 al 1879, non sia-giusto pagare a l l ' a t t o dei loro congedo le sessanta ' giornate di soldo che furono pagate ai sottufficiali delle classi jorue riori. (L'interrogante chiede. la risposta scritta). « Bussi ». « I l s o t t o s c r i t t o chiede d'interrogare il presidente del Consiglio, ministro dell'interno, ed i ministri della guerra, del tesoro e dell'assistenza militare e delle pensioni di guerra, per sapere se, tenute presenti le miserande condizioni fìsiche che toccano gli smobilitati, riformati per malattie di n a t u r a clinicamente tubercolare, costretti alla rinuncia nella gara per l'ascensione al benessere - elementare aspirazione di t u t t a l'umanità - obbligati c o s t a n t e m e n t e a ricorrere a mezzi medicinali curativi domiciliari (quando non sono dannati all'ospit a l i t à di sanatorio), per difendere sè e gli intimi dall'invasione del male, non credano equo, di fronte ad altri casi favoriti, in cui minori si rivelarono gli accidenti e i danni della guerra, far luogo alla concessione del pacco vestiario (astraendo da qualunque titolo o p a t t o condizionale) ancorché la m a l a t t i a , per effeito di misure dovute a sanitari militari t a l v o l t a troppo solleciti e spicciativi nella semplicissima interpretazione di alto e grave mandato, non siasi riconosciuta da ospedali militari e quindi da Consigli amministrativi dei corpi, dipendente da causa di servizio. « Lo scrivente pensa che tali riformati siano meritevoli della più "completa assistenza da p a r t e del Governo che deve raccogliere la voce di dolore di infermi che più soffrirono e soffrono con affievolita speranza nella gioia della vita. (L'interrogante chiede la .risposta scritta). «Bussi». « I l sottoscritto chiede di interrogare il ministro della istruzione pubblica, per sapere se non creda opportuno, come già è stato f a t t o per gl'insegnanti medi, abolire il non lodevole sistema, delle note s e g r e t e dei provveditori, sulla cultura, a t t i v i t à , attitudine professionale degli ispettori e .direttori didattici, sistema che anche nelle recenti nomine ha dato luogo a gravi e non ingiustificate lagnanze. (L'interrogante chiede la vis posta scritta). «Scalori». - - 21085 — Atti Parlamentari LEGISLATURA X X I V - la SESSIONE - DISCUSSIONI - « I sottoscritti chiedono di interrogare il ministro della guerra, per sapere se intenda intervenire per chiarire di fronte alla pubblica opinione la posizione morale di quegli ufficiali dell'esercito che sottoposti a inchieste o a procedimenti penali videro riconosciuta la propria-innocenza e onorabilità, come avvenne recentemente nel caso del capitano Roberto Figerio decorato al valore, accusato di tradimento ]òer commercio col nemico, che ebbe a soffrire per oltre un anno il carcere e il pubblico disprezzo, salvo vedere in questi giorni dichiarata insussistente qualunque accusa. (Gli interroganti chiedono la risposta scritta). « Yenino, Gasparotto, Marangoni, Padulli, De Capitani, Sighieri, Cameroni, Canepa ». « I l sottoscritto chiede d'interrogare il ministro dell'interno, per sapere se non creda opportuno provvedere d'urgenza all'accoglimento dei desiderata delle organizzazioni delle levatrici italiane che culminano in un miglioramento delle loro condizioni materiali e morali cui parallelamente devesi accoppiare un miglioramento delle condizioni culturali. (L' interrogante chiede la risposta scritta). « Bussi ». I sottoscritti chiedono d'interrogare il ministro delle poste c dei telegrafi, per'sapere se, e quando, intenda disporre il passaggio ad ufficiale amministrativo dei commessi postelegrafici forniti del titolo di studio (minimo licenza tecnica o ginnasiale). {Gli interroganti chiedono la risposta scritta). « Gallenga, Fornari, Dentice, Di Sant'Onofrio, Hegrotto». « I l sottoscritto chiede d'interrogare il ministro del tesoro, per sapere il perchè, mentre il caro-viveri è stato concesso a tutti i pensionati dello Stato, non lo si è poi ancora accordato al numeroso stuolo di orfane nubili, maggiorenni d'impiegati statali, le quaK non avendo diritto a pensione, godono di un assegno irrisorio e vitalizio sulla Cassa sovvenzioni, che varia dalle 15 alle 25 lire mensili. (L'interrogante chiede la risposta scritta). «Leone». « I l sottoscritto chiede d'interrogare i ministri della guerra e dell'assistenza militare, per sapere se reputino equo che sia 1587 Camera dei Deputati TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1919 negato di fregiarsi dello speciale distintivo a coloro che, fuori di combattimento, ma in zona di guerra, e per causa - sia pure accidentale - di guerra, riportarono gravi -mutilazioni (cecità, perdita degli arti, ecc.), rifiutando ad essi quella considerazione e quella protezione che sono dovute da tutti i cittadini, a coloro che subirono per la guerra i ,più gravi sacrifici. (L'interrogante chiede la risposta scritta). « Ottorino Nava ». « I l sottoscritto chiede d'interrogare il ministro di grazia e giustizia, per sapere se non creda giusto e doveroso dare le necessarie disposizioni perchè al concorso bandito fra gli avvocati professionisti per 300 posti di pretore siano ammessi i reduci dal servizio militare, anche se abbiano superato il 40° anno di età. (L'interrogante chiede la risposta scritta). « Bevione ». « I l sottoscritto chiede d'interrogare il ministro delle poste e dei telegrafi, per conoscere se e quali provvedimenti intenda adottare per evitare il grave disordine verificatosi da qualche giorno sul servizio postale di alcune città e specialmente di Napoli, dove la spedizione e la distribuzione della corrispondenza non funziona o quasi, con grave danno del pubblico, mentre le autorità preposte al servizio non sono a tèmpo intervenute a prevenirlo e tanto meno riescono a reprimerlo efficacemente. (L'interrogante chiede la risposta scritta). « Dentice ». « I l sottoscritto chiede d'interrogare il ministro delle poste e deivtelegrafi, per conoscere se e quando vorrà ripristinare in via normale il servizio postale-telegrafico domenicale, pur senza limitare il riposo agli agenti, per impedire l'accumulo della corrispondenza e la forte spesa della tassa telegrafica triplicata per oltre quaranta ore la settimana, con grave pregiudizio del pubblico e senza vantaggio dell'Erario. (L'interrogante chiede la risposta scritta). « Dentice ». « I l sottoscritto chiede d'interrogare il ministro della guerra, sulle cause della permanenza, malgrado le reiterate dichiarazioni del Governo, di nostri riparti militari sul fronte russo (Krasmojarak in Si- A iti Parlamentari -- 21086 — LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE ~ DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9 beria), riparti comprendenti anche moltissimi militari della classe del 1900 congedata lino dal febbraio corrente anno. (L'interrogante chiede la risposta scritta). « Brunelli » . « Il sottoscritto chiede d'interjpellare il presidente del Consiglio, ministro dell'interno, per conoscere se e quali ulteriori provvedimenti intenda assumere per tutelare il libero svolgimento delle manifestazioni e delle competizioni civili, nonché l'incolumità delle persone fìsiche e morali, minacciate e diminuite da recenti, reiterati episodi di violenza. « Degli Occhi ». PRESIDENTE. Le interrogazioni tèste lette saranno iscritte nell'ordine del giorno, trasmettendosi ai ministri competenti quelle per cui si chiede la risposta scritta. Così pure la interpellanza sarà iscritta nell'ordine del giorno, qualora il ministro interessato non vi si opponga nel termine regolamentare. La seduta termina alle 19.15. Ordine del giorno per la seduta di domani. Alle ore 15. 1. Interrogazioni. 2. Seguito della discussione intorno alle Comunicazioni del Governo sulla relazione della Commissione d'inchiesta istituita con Regio decreto 12 gennaio 1918. 3. Relazione della Commissione che ha esaminata la relazione del ministro delle finanze Meda sulle esportazioni dal 1914 al 31 dicembre 1917. (Doc. LYI). 4. Approvazione del Trattato di pace fra le potenze alleate e associate e la Germania e del protocollo firmato a Versailles il 28 giugno 1919. ; R i s p o s t e scritte a d interrogazioni. - ' -, INDICE. . - Camerasdei Deputati Pag JNEGROTTO : Regia scuola di agricoltvu-a « Gal- lini» in Voghera . . . . . . . . 21086 Negrotto. — Al ministro di agricoltura. — « Per sapere sé, in conformità dei voti espressi dal Comitato amministrativo della Regia scuola pratica di agricoltura « Gallini » in Voghera nella seduta del 15 luglio 1919, non creda opportuno : « 1° concedere agli studenti di detta scuola di pari grado dipendenti dal Mini- stero di agricoltura quelle facilitazioni per l'esonero dagli esami che già sussistono o che verranno accordate agli studenti delle scuòle medie di pari grado dipendenti dal Ministero della pubblica istruzione ; « 2° modificare l'articolo 2 del decreto Reale 20 marzo 1913, n. 656, nel senso di ottenere l'ammissione degli alunni licenziati da detta scuola alle scuole superiori di agricoltura di Pisa e di Bologna ; «3° di provvedere perchè la licenza con seguita in detta scuola conferisca un titolo di reale valore giuridico per l'esercizio di funzioni di perito agronomo ». R I S P O S T A . — « 1. Non si è mai ritenuto opportuno da questo Ministero di concedere facilitazioni per l'esonero dagli esami agli alunni delle scuole agrarie. E ciò per motivi tecnici intrinseci, trattandosi di istituti prettamente professionali. « Sono state pertanto mantenutele presenti disposizioni in ordine agli esami, perchè rispondenti alla serietà dell'educazione, all'interesse dei giovani e'al prestigio degli istituti. «2. Non dipende da questo Ministero, bensì da quello dell'istruzione pubblica, concedere l'ammissione degli alunni licenziati dalla Regia scuola pratica di agricoltura di Voghera, alle scuole superiori agrarie di Pisa e di Bologna, che sono annesse alle rispettive Regie Università. « Sarà tuttavia fatto presente al Ministero dell'istruzione il desiderio della scuola di Voghera. " « 3. Perchè la licenza conseguita presso la Regia scuola pratica di agricoltura di Voghera possa valere quale titolo giuridico per l'esercizio di funzioni di perito agronomo, occorrerebbe che gli insegnamenti, che ivi si impartiscono, corrispondessero a quelli fìssati per le sezioni di agronomia degli istituti tecnici. Ma in questo caso la scuola di Voghera perderebbe il suo attuale carattere, e si trasformerebbe in sezione di istituto tecnico, mentre è obiettivamente utile che essa conservi il carattere da poco tempo impressole, e del quale bisogna man mano perfezionare lo svolgimento. « Il sottosegretario di Stato « C E R M E N A T I ». Il Capo dell' Ufficio di Revisione e Stenografia PROF. T . TRINCHERI Roma, 1919 — Tip. della Camera dei Deputati.
© Copyright 2024 Paperzz