resoconto stenografico

Atti
—
Parlamentari
LEGISLATURA
XXIV
-
la
SESSIONE -
21045
—
DISCUSSIONI -
Camera
TORNATA D E L
12
dei
SETTEMBRE
Deputati
1919
CCCLXXXVIL
TORNATA DI VENERDÌ 12 SETTEMBRE 1919
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
DEL PRESIDENTE
I N D I C E .
Pag.
Osservazioni e proposte :
Sul processo verbale :
21045
MARAZZI
Congedi
.21046
D o m a n d a di procedere contro il deputato Morgari . . . . . . . . . . . . . . . . .
21016
PRESIDENTE
21046
A n n u n z i o di risposte scritte ad interrogazioni
e indice relativo
21046-86
Interrogazioni :
Disordini avvenuti in Milano nell'aprile scorso.
Armamento degli arditi :
FINOCCHIARO-APRILE,sottosegretario distato. 21046
TURATI
21047
Sussidi ai profughi :
G R A S S I , sottosegretario di Stato
. . . . .
21049
ZIBORDI.
21019
Misure di pubblica sicurezza in Milano :
G R A S S I , sottosegretario di Stato
TURATI .
21050
. . > . . .
Anticipata liquidatone della polizza di assicurazione assegnata ai combattenti :
B E L O T T I , sottosegretario di Stato
D E CAPITANI
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
21050
21051
21051
Fatti avvenuti in Milano nello scorso aprile:
C R A S S I , sottosegretario di Stato . . . .
21052-53
D E CAPITANI
21052
Occupazione dei locali della Certosa di Calci:
F I N O C C H I A R O A P R I L E , sottosegretario distato.
21054
SITRHIER I
21054
D i s e g n i di- legge (.Presentazione) :
SCHANZER, ministro . . .
.1 . . . . .
PANTANO, ministro
BACCELLI, ministro
.
21055
.
21072
21073
d e l a z i o n e {Presentasene) :
^ A V A OTTORINO ; Conversione in legge dei decreti luogotenenziali circa i provvedimenti
per le c.ise popolari e per l'industria edilizia 21055
1584
RAVA
MARCORA.
C o m u n i c a z i o n i del Governo [Seguito della
discussione)
.
Relazione della Comtnissione d'inchiesta istituita con regio decreto 1 2 gennaio 1 9 1 8 .
D I GIORGIO
DISELLI
21055
21055
2 1 0 >6
. . . . . . . . .
;
21073
A L B R I C C I , ministro
21078
È approvata la chiusura della discussione generale.
D i s e g n o di legge (Ritiro) :
PANTANO, ministro
21073
Osservazioni e proposte :
Lavori parlamentari :
N I T T I , presidente del Consiglio . . . . . .
CICCOTTI
.
.
21083
21083
L a s e d u t a c o m i n c i a alle 15.5.
D E A M I C I S , segretario,
legge il p r o c e s s o
v e r b a l e della s e d u t a di ieri.
M A R A Z Z I . Chiedo di p a r l a r e .
P R E S I D E N T E . Ne h a f a c o l t à .
M A R A Z Z I . Nel discorso c h e ieri t e n n i
alla C a m e r a p a r l a i di un c o l l o q u i o a v u t o
col senatore Albertini.
I l s e n a t o r e A l b e r t i n i p u b b l i c a , per mezzo
dei giornali, u n a s m e n t i t a alle mie p a r o l e .
S e egli t r o v a delle i n e s a t t e z z e n e l mio dis c o r s o , h a a p e r t a l ' a u l a del S e n a t o p e r f a r
v a l e r e le sue r a g i o n i . P u ò darsi c h e in q u e l l a
o c c a s i o n e io a b b i a f a t t i e t e s t i m o n i a n z e da
o p p o r r e alle sue asserzioni.
D e l r e s t o nel mio discorso io n o n ' h o m a i
d e t t o c h e g i o r n a l i di M i l a n o , e s p e c i a l m e n t e
il Corriere
della Sera e il Secolo, f o s s e r o dis p o s t i a c a m b i a r e per loro c a p r i c c i o , di loro
t e s t a , la o p i n i o n e p u b b l i c a per fini secondari. H o d e t t o solo c h e il G o v e r n o a v e v a
Atti
Parlamentan
LEGISLATURA XXIV - l
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a
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919
mezzo di istradare la pubblica opinione
sopra diversa via, e che, se il Governo questo avesse voluto, la stampa lo avrebbe
secondato.
Confermo dunque quanto ho detto nel
mio discorso, e non ho altro da aggiungere.
P R E S I D E N T E . Se non vi sono altre
osservazioni, s'intenderà approvato il processo verbale.
(È approvato).
Congedi.
P R E S I D E N T E . Hanno chiesto un congedo, per motivi di salute, l'onorevole Berti,
di giorni 8; e per ufficio pubblico, l'onorevole Callaini, di giorni 3.
(Sono conceduti).
Domanda di autorizzazione a procedere
in giudizio.
P R E S I D E N T E . L'onorevole ministro di
grazia e giustizia ha trasmesso la domanda
di autorizzazione a procedere in giudizio
contro il deputato Morgari, per ingiurie,
nella sua qualità di gerente responsabile
del giornale
L'Avanguardia.
Sarà stampata e distribuita e inviata
agli Uffici.
Annunzio di risposta scritta
ad una interrogazione.
P R E S I D E N T E . Il sottosegretario di
Stato per l'agricoltura ha trasmesso la risposta scritta alla interrogazione del deputato Negrotto.
Sarà inserita, a norma del regolamento,
nel resoconto stenografico della seduta
d'oggi (1).
Interrogazioni. I
P R E S I D E N T E . L'ordine del giorno reca le interrogazioni.
La prima è dell'onorevole Turati, al ministro della guerra, « sulla partecipazione
dei cosidetti arditi e di ufficiali dell' esercito in divisa ed armati alle dimostrazioni di Milano, che minacciarono lo scoppio della guerra civile».
L'onorevole sottosegretario di Stato per
la guerra ha facoltà di rispondere.
F I N O C C H I ARO-APRILE, sottosegretario dì Stato per la guerra. L'onorevole Turati
ha avuto occasione in una delle ultime tor(1) Vedi in fine.
Camera dei Deputati
nate di parlare dei fatti di Milano e della
partecipazione ad essi di ufficiali e di arditi.
Oggi ritorna sull'argomento con una nuova
interrogazione, alla quale io darò breve risposta.
Secondo informazioni pervenute al Ministero della guerra, è assolutamente escluso
che alle dimostrazioni di Milano abbiano
partecipate ufficiali o militari arditi appartenenti a reparti organici dislocati a Milano, e ciò perchè tutte le truppe del presidio in quei giorni rimasero consegnate in
caserma. Gli ufficiali e i militari di truppa
ai quali accenna l'onorevole interrogante,,
probabilmente erano militari isolati o in
licenza, o di passaggio per la città, o già
congedati e vestiti militarmente per l'occasione.
L'onorevole Turati comprende che su
tali elementi isolati è ben difficile esercitare un preventivo controllo e una qualsiasi
azione disciplinare.
Ad ogni modo, appena noti i fatti, iurono mandati a Milano ufficiali superiori
e generali ad ordinare ad ufficiali e militari di truppa di astenersi dal prendere
parte a dimostrazioni; e dove e q u a n d o
gli ufficiali incaricati ebbero modo di ammonirli personalmente, l'ordine fu eseguito ;.
ma per l'estensione e l'intensità delle dimostrazioni e la difficoltà delle identificazioni l'ordine di cui trattasi n o n p o t è essere
dato a tutti i militari che si erano uniti ai
dimostranti.
Con ciò avrei risposto all'interrogazione dell' onorevole Turati, che si trova
nell'ordine del giorno. Ma l'onorevole Turati,
che ama da fatti particolari assurgere spesso
a considerazioni di carattere generale, come
egli mi ha cortesemente prevenuto, rispóndendomi, tratterà della questione degli additi, della loro persistenza nel t e r r i t o r i o m
tempo di pace, del loro armamento e considererà questo anche in relazione alle vigenti leggi di pubblica sicurezza.
A questo proposito, non ho bisogno
di ricordare alla Camera il magnifico contributo di valore e di eroismo, che gli "
diti hanno dato alla Patria durante la
guerra. Per il fervore del loro entusiasmo,
per l'alta loro virtù di abnegazione e ai
sacrifìcio, i reparti di assalto hanno veramente meritato la riconoscenza nazionale. (Vive approvazioni).
Aggiungo che, anche nel periodo di armistizio, gli arditi hanno spesso m o s t r a i
il loro sentimento patriottico; nè sono manar
Atti
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Parlamentari
LEGISLATURA
XXIV -
Ia
SESSIONE -
DISCUSSIONI -
cate occasioni nelle quali h a n n o esercitata
opera di pacificazione e di u m a n i t à .
Basterà r a m m e n t a r e i f a t t i di P i e t r a l a t a ,
nei quali si deve s o p r a t u t t o alla resistenza
che alcuni r e p a r t i di arditi della città di
Boma opposero ad insidie anarcoidi, che
cercavano di p e n e t r a r e nell'animo loro, se
poterono evitarsi f a t t i molto spiacevoli.
(Commenti).
Ad ogni modo non può oggi prevedersi
quello che potrà essere l'assetto f u t u r o dell'Esercito; ma negli studi che si f a r a n n o al
riguardo, come sarà presa in considerazione
la posizione delle varie armi, si p r e n d e r à
in esame anche quella del corpo degli arditi, e si v e d r à se d o v r à essere m a n t e n u t o
o trasformato, ovvero se dovrà, come molti
reclamano, essere soppresso per fondersi
nella gloriosa a r m a della f a n t e r i a .
I n t a n t o , per gli a f d i t i che con i loro
reggimenti si t r o v a n o a t t u a l m e n t e in zona
territoriale, sono s t a t e i m p a r t i t e particolari disposizioni intese a convenientemente
regolare il loro i n q u a d r a m e n t o disciplinare,
la loro istruzione e la loro compartecipazione con le altre t r u p p e nei v a r i servizi.
Non è improbabile che l'onorevole Turati
(del resto a questo si riferisce anche un'altra sua interrogazione) accennerà all'armamento degli arditi, specialmente al pugnale.
Esso non r a p p r e s e n t a che u n a sciabola
baionetta raccorciata e, come la sciabolabaionetta per le altre specialità, fa p a r t e
dell'uniforme del soldato dei r e p a r t i di assalto o da essi proveniente; nè si ritiene
che per i militari alle armi l'uscire in pubblico con le armi che fanno p a r t e della loro
divisa abbia mai costituito u n a contravvenzione alle vigenti leggi di pubblica sicarezza.
. In t u t t i i t e m p i e in t u t t i gli eserciti,
senza pregiudizio della grave responsabilità
Personale che comporta, il porto delle armi
di guerra è s t a t a ed è indiscussa prerogativa del soldato c o m b a t t e n t e .
P R E S I D E N T E . L'onorevole T u r a t i ha
Scolta di dichiarare se sia sodisfatto.
T U R A T I . Constato,onorevolePresidente,
che l'onorevole sottosegretario di S t a t o ha
ris
Posto c o n t e m p o r a n e a m e n t e alla prima
delle mie interrogazioni oggi all'ordine del
^ o r n o e insieme ad u n ' a l t r a che non vi è
ancora comparsa. Replicherò quindi per enjambe.
Mantenendo queste interrogazioni del
^ o o t t a v a r i o di sangue, ho pensato di fare
atto cortese verso l'onorevole ministro della
guerra, dandogli modo di esporre gli inten-
Camera
dei
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
Deputati
Ì919
dimenti del Governo in u n a . m a t e r i a , che d à
luogo a molte dispute e che è seme di molti
rancori.
Il f a t t o che ufficiali dell'esercito e più
specialmente ufficiali degli « arditi » si siano
a Milano, il 15 aprile, posti alla t e s t a di dimostrazioni che dovevano sboccare in un
principio di guerra civile ; che. essi, valendosi dei loro più densi galloni, si imponessero ad altri ufficiali preposti all'ordine
pubblico, rompessero violentemente i cordoni di t r u p p a , sparassero sulla folla in via
Mercanti e in via Dante, indi, con gli stessi
metodi, conducessero i loro seguaci all'assalto dell' Avanti ! uccidendo, d e v a s t a n d o ,
incendiando ogni cosa, è ormai un f a t t o indiscutibile, confermato dalla risposta dell'onorevole sottosegretario di S t a t o agli int e r n i ad altre mie interrogazioni precedenti^
e su questo non è più il caso di f a r e commenti.
Ohe poi quegli ufficiali a p p a r t e n e s s e r o
a r i p a r t i di stanza a Milano od altrove.»
che essi fossero di passaggio o in licenza,,
è "cosa che mi interessa mediocremente.
L'onorevole Finocchiaro-Aprile ha d e t t o
che, q u a n d o gli ufficiali sono in licenza,
non è facile identificarli, controllarli o vigilare sulla loro c o n d o t t a . Anche senza essere un militarista, mi lasci osservarle chesono v e r a m e n t e edificato da tale sua risposta. Se la disciplina militare non controlla se non gli ufficiali e i soldati che si
t r o v a n o in caserma in un dato m o m e n t o ,
debbo f a r e le mie condoglianze più cordiali alla disciplina militare. Quella, per
«¿. esempio, del p a r t i t o socialista, quella che.
ci si r i m p r o v e r a qualche volta di rispettare^
raggiunge i compagni e i d e p u t a t i socialisti
anche fuori dei congressi e dei òircoli, in
t u t t i i loro a t t i politici e, se occorre, a n c h e
nella vita p r i v a t a . E v i d e n t e m e n t e il p a r t i t o socialista è un po' mèglio organizzato
del glorioso esercito nazionale.
Ma l'allegata impossibilità di controllo
d i v e n t a t a n t o più s t r a n a e significativa,
q u a n d o si pensi che parecchi di quegli arditi. (in ciò v e r a m e n t e arditi di nome e di
fatto) non solo vestivano la divisa e agiv a n o in piena luce del sol?, ma, per lungo
tempo, nelle riunioni, nei giornali di Milano che ne i n t e r p r e t a n o il pensiero, nello
stesso giornale loro proprio, nel modo insomma più palese e clamoroso, d a n d o il
proprio nome e cognome, v a n t a v a n o spavald a m e n t e la loro partecipazione a quei f a t t i ,
e il loro i n t e n d i m e n t o di ripeterli alla prima occasione. È c e r t a m e n t e curioso che ciò
Atti
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Parlamentari
LEGISLATURA XXIY -
l
a
SESSIONE -
DISCUSSIONI -
che è pubblicato e noto a t u t t a una città,
sia sconosciuto soltanto al Governo, che ha
i p r o p r i Uffici s t a m p a , sia ignoto soltanto
al Ministero della guerra ed alla polizia.
U n a siffatta ignoranza è t r o p p o assurda ed
inverosimile perchè non si debba darle il
suo vero nome:, di,complicità volontaria.
Q u a n d o svolgerò una successiva interrogazione, che ho rivolto a questo proposito
al ministro di grazia e giustizia, mi riservo
di d o m a n d a r e al Governo se non creda che,
q u a n d o i suoi dipendenti, t a n t o p i ù se militari in divisa ed a r m a t i , capeggiano orde
di f a n a t i c i che p u b b l i c a m e n t e commettono
omicidi, devastazioni e saccheggi, e si valgono del loro grado per imporsi alla stessa
forza a r m a t a , in servizio di ordine pubblico, n o n nasca nelle vittime di questi eccessi un diritto alla riparazione dei danni
verso il Governo.
Ma allarghiamo p u r e la questione, come
ha f a t t o l'onorevole sottosegretario di Stato.
Non discuto le benemerenze degli arditi in guerra. I n questa m a t e r i a noi app a r t e n i a m o a chiese t r o p p o diverse, parliamo due diversi linguaggi, e sarebbe diffìcile intenderci. P e r me t u t t o è assurdo e
r i p u g n a n t e nella guerra, ma capisco la logica della guerra, il Kriegsbrauch tedesco,
t a n t o diffamato e t a n t o imitato.
Non si uccide bene, evidentemente,
senza le arti, le armi e le a t t i t u d i n i dell'assassino, e su ciò do volentieri causa
v i n t a al mio onorevole c o n t r a d d i t t o r e .
Ma. precisamente per questo, non saprei
a m m e t t e r e che i metodi della guerra contro
il nemico possano t r a s p o r t a r s i , con tanta*
sicurezza di i m p u n i t à , nei luoghi e nei t e m p i
della pace, ed esercitarsi contro i propri
concittadini; a p p u n t o perciò non posso
a c q u e t a r m i alla risposta dell'onorevole Finocchiaro-Aprile, il quale ci a n n u n c i a che
si . penserà a quel che si debba fare degli
« arditi » q u a n d o si p r o v v e d e r à alla riorganizzazione o alla riforma dell'esercito.
A p p u n t o perciò penso e sostengo che
un corpo, r e c l u t a t o a quel modo, e d u c a t o
a quel modo, con quei mezzi, con quelle consuetudini, per quei fini di guerra, si doveva
sciogliere e disarmare i m m e d i a t a m e n t e , il
giorno stesso che era firmato l'armistizio.
"Voi, invece, lo avete disseminato nelle
nostre città, dove, con a t t i e con parole,
con riunioni, con pubblicazioni, con associazioni, con manifesti, con dimostrazioni,
con riti solenni e simposi e giuramenti, esso
mostrò di avocare a sè il monopolio della
difesa della p a t r i a , di cui si atteggia a tu-
Camera
dei
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
Deputati
1919
t ó r e ed a padrone, proponendosi di sgominare il cosidetto nemico interno, con quegli stessi metodi con cui lo a v e v a t e lanciato contro il nemico straniero in guerra
guerreggiata. Or si vuole (ma spero che
smentirete la notizia) che proprio da quel
corpo verrebbe la famosa « g u a r d i a regia»
che dovrebbe costituire il fior fiore Ideila
n u o v a polizia italiana. Certo è che, fintanto
che durò la v o s t r a deliziosa censura sulla
s t a m p a , gli a r d i t i f u r o n o considerati inviolabili come il P a p a ed il E e .
Or questo f u errore di Governo, che
rende il Governo d i r e t t a m e n t e responsabile dei f a t t i e degli eccidi di Milano. Tanto
più che agli « arditi » più o meno autentici si
aggiunsero i falsi arditi, gli arditi in licenza
o smobilitati, ai quali, in considerazione
della carestia delle stoffe, era concesso di
p o r t a r e in pubblico la divisa, militare. All ' a u t o r i t à era impossibile distinguerli, e perciò gli uni e gli altri giravano per le vie,
provocando, intimidendo, a r m a t i di rivoltella e di pugnale. I questori eciA prefetti
né t r e m a v a n o e si d i c h i a r a v a n o impotenti
in loro confronto.
Onorevoli colleghi, voi t u t t i ricorderete
il chiasso che f u f a t t o in quest'Aula, quando
un mio collega di gruppo, ritorcendo certe
accuse di ferocia che si m o v e v a n o all'esercito tedesco, ebbe a dire che la guerra era
"orrenda e criminosa da per t u t t o ad un
modo, e che, se nelle nostre vetrine si esponevano le mazze f e r r a t e e gli ordigni infernali dei tedeschi, probabilmente nelle vetrine di Berlino e di Vienna si esponeva il
coltellaccio ed il pugnale del soldato italiano, come simbolo del valore brigantesco
dell'esercito nostro. Quelle parole, pur ris p o n d e n t i a v e r i t à , sollevarono un grande
clamore ed un grande scandalo. Ora io vi
chiedo con che logica si è gridato allora
allo scandalo, se il Governo, a guerra finita, nella vita pacifica delle nostre città,
p e r m e t t e ai soldati l'ostentazione del pugnale nelle pubbliche vie. Mi osservò l'onorevole sottosegretario di S t a t o che il pugnale è semplicemente una b a i o n e t t a raccorciata. P e r f e t t a m e n t e vero. Ma anche il
coltello a serramanico dell'assassino non e
che una spada raccorciata. Sono a p p u n t o
questi... r a c c o r c i a m e l i , per ripetere 1 elegante eufemismo del sottosegretario di Stato, che costituiscono quelle armi di corta
misura le quali, se non mi sbaglio, sono considerate caratteristiche dell'assassino professionale, in q u a n t o si prestano ad uccidere a t r a d i m e n t o con maggiore facilita
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Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXIV - I
a
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
e sfuggono più facilmente alle indagini della
polizia.
Signori, spetta ad un sovversivo ammonire il Governo eli e la scuola della guerra
civile, quando è adottata o tollerata dal
Governo in quelli che sono i suoi organi,
è poi assurdo lamentare che essa fruttifichi negli strati più rozzi della popolazione.
Molto leninismo nasce da questo arditismo.
L'atmosfera di violenza, lasciata dalla
guerra, ha dato sedimenti che fermentano.
O non vi pare un tantino arrischiato, da
parte vostra, lasciare soltanto a noi questa
funzione di combatterli e di svelenirli? Evidentemente, combattendo contro il Governo
in questa materia, noi combattiamo ad
armi troppo impari !
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione
dell' onorevole Zibordi, al ministro della
guerra, « per sapere se non ritenga doveroso estendere la proroga del sussidio oltre
il 15 aprile, concessa ai profughi delle terre
liberate che non possono ritornare ai loro
paesi, a quei profughi rimpatriati che, nelle
attuali condizioni del mercato dell'emigrazione e dei rapporti internazionali, non
hanno alcuna probabilità, nonché possibilità, di riprendere oggi la via dell'estero e
la precedente attività di lavoro o di commercio ». *
L'onorevole sottosegretario di Stato per
, l'interno ha facoltà di rispondere.
GRASSI, sottosegretario di ¡Stato per l'interno. Avevo pregato ieri l'onorevole Zibordi di rinviare questa interrogazione perchè il ministro delle terre liberate aveva
promesso di rispondere direttamente all'onorevole interrogante.
Ma, ripetendosi oggi le stesse condizioni, ho voluto assumere notizie presso il
Ministero delle terre liberate sulla situazione speciale indicata dall'onorevole ZiDordi, e mi è stato assicurato che la disposizione di estendere la proroga del sussidio
°ltre il 15 p i i per tutti i profughi che
poterono tornare alle loro terre fu
ta i molti casi anche per i profughi
quali, tornati nei loro territori, non
Poterono per il momento trovare occupatone.
. ^ t o aiuto fu anche dato in molti casi
dettamente per mezzo dei sussidi di dicupazione, che furono concessi in quella
ura di cui il Ministero potè disporre,
che >°
> quanto alla disposizione
* onorevole Zibordi voleva fosse data,
^e finché le condizioni del mercato
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Camera dei Deputati
dell'emigrazione e i rapporti internazionali non permettano a tutti coloro che
erano abituati, specialmente in Gamia e
nel Friuli, ad emigrare, io non so se il Governo possa accettare disposizioni e tendenze di questo genere. Tuttavia, come
raccomandazione da parte dell'onorevole
Zibordi, io non posso che passarla al Ministero delle terre liberate.
PRESIDENTE. L'onorevole Zibordi ha
facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
ZIBORDI. La questione da me sollevata si riannoda a una condizione di cose
generale, a una condizione nè di guerra nè
di pace, che rende molto difficili e complicati alcuni problemi.
Potrei dire anche che si riannoda a una
costumanza generale di Governo di dare,
specialmente ai danneggiati più poveri della
guerra, molte più promesse che fatti, e molta
più rettorica che quattrini. Ma, non facciamo questioni troppo generali . partendo
da una questione particolare, e stabiliamo
i fatti. - .
Coloro, che rimpatriarono dall'estero in
conseguenza della guerra, nei nove mesi
prima dell'intervento italiano, non sono in
condizioni certamente meno gravi di coloro
che dovettero fuggire dalle loro terre per
l'invasione successiva a Caporetto. Sono famiglie che hanno lasciato all'estero tutti i
loro beni, tutte le loro masserizie, i loro interessi, i loro averi.
Per alcun tempo, nel primo momento
del loro rimpatrio, trovarono nei loro paesi,
presso parenti e amici, degli aiuti provvisori, che non potevano andare certamente,
evidentemente, al di là di un certo limite di
tempo; ed esse ora si trovano in condizioni
difficilissime, perchè non trovano più modo
di lavorare in patria e non hanno ancorai
mezzi per ritornare all'estero. Chiedere che
la loro condizione fosse equiparata a quella
dei profughi delle terre nostre invase dal
nemico, mi pare che fosse il meno che esse
potessero chiedere.
Già anche prima che me ne dicesse cortesemente l'onorevole sottosegretario di
Stato per l'interno, sapevo che le prefetture hanno ordine di dare dei sussidi saltuari, non stabiliti, ma lasciati ad libitum
delle prefetture e delle questure. Sono sussidi spesso irrisori, e che sopratutto hanno
il difetto dei sussidi non legali, non organici, ma lasciati all'arbitrio ; sono sussidi
che vanno ai. più audaci, ai più pronti, ai
più procaccianti, ai più sfacciati, ai meno
meritevoli e quasi mai ai più bisognosi.
Atti
— 21050 —
Parlamentari
LEGISLATURA XXIV -
1» SESSIONE -
DISCUSSIONI -
P e r q u e s t o insisto p e r c h è il s o t t o s e g r e t a r i o
di S t a t o n o n accolga la mia i n t e r r o g a z i o n e
c o m e u n a r a c c o m a n d a z i o n e p e r c h è io la
f o r m u l o come u n a precisa d o m a n d a .
P R E S I D E N T E . Segue l ' i n t e r r o g a z i o n e
d e l l ' o n o r e v o l e M o r a n d o , al m i n i s t r o della
g u e r r a , « p e r s a p e r e se n o n r i t e n g a opport u n o p u b b l i c a r e i r i s u l t a t i dell'inchiesta sul
g r a v e disastro del p i r o s c a f o Santo
Spiridione
a Venezia, che costò la v i t a a ben centocinq u a n t a persone; e quali p r o v v e d i m e n t i int e n d a p r e n d e r e a carico degli incoscienti,
c h e ne r i s u l t a r o n o r e s p o n s a b i l i » ,
N o n essendo p r e s e n t e l'onorevole Mor a n d o , s ' i n t e n d e che vi a b b i a r i n u n z i a t o .
Segue ora u n ' a l t r a i n t e r r o g a z i o n e dell'on o r e v o l e T u r a t i , al m i n i s t r o d e l l ' i n t e r n o ,
« sui reali m o v e n t i e sulla c o n c r e t a appli-N
cazione, nei r a p p o r t i delle diverse classi so- V
ciali, d e l l ' o r d i n a n z a del 16 c o r r e n t e aprile
del p r e f e t t o di Milano, che v i e t a in luogo
p u b b l i c o gli a s s e m b r a m e n t i di oltre cinque
p e r s o n e ».
L ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o per
l ' i n t e r n o h a f a c o l t à di r i s p o n d e r e .
G R A S S I , sottosegretario eli Stato per Vintemo. L ' i n t e r r o g a z i o n e d e l l ' o n o r e v o l e Tur a t i è u n a delle t a n t e i n t e r r o g a z i o n i che
egli h a p r e s e n t a t o in occasione dei f a t t i
svoltisi a Milano nei giorni 13 e 15 aprile,
d e i quali la C a m e r a si è già o c c u p a t a per
d u e o t r e s e d u t e successive.
L ' o n o r e v o l e T u r a t i sa benissimo come
il p r e f e t t o in base agli articoli 2 e 3 della
legge c o m u n a l e e p r o v i n c i a l e , n o n c h é agli
a r t i c o l i 1 e 2 della legge sulla p u b b l i c a sicurezza, avesse il p o t e r e (dopo i g r a v i avv e n i m e n t i svoltisi a Milano, il giorno 15, e
d i cui si è o c c u p a t o a n c h e lo stesso onorevole T u r a t i , v e n e n d o a d e n u n z i a r e alla Cam e r a quei f a t t i gravissimi) di proibire t u t t i
gli a s s e m b r a m e n t i e t u t t e le riunioni nei
giorni successivi. L ' i m p o r t a n z a di t a l e
o r d i n e da p a r t e del p r e f e t t o è d a t a dal ,
f a t t o che p a r e c c h i t e n t a t i v i di r i u n i o n e vi
f u r o n o , s p e c i a l m e n t e p e r o p e r à del p a r t i t o
n a z i o n a l i s t a , i cui dirigenti p r o t e s t a r o n o
c o n t r o questo divieto, p e r c h è in quel mom e n t o i p a r t i t i n a z i o n a l i s t i a v e v a n o preso
i l s o p r a v v e n t o nella c i t t à e c r e d e v a n o che „
il divieto costituisse u n a s o p r a f f a z i o n e a
v a n t a g g i o dei socialisti.
Ora n o n credo che l ' o n o r e v o l e T u r a t i
a b b i a a dolersi che il p r e f e t t o , per e v i t a r e
conflitti, e g a r a n t i r e la t r a n q u i l l i t à della
•città, v a l e n d o s i della f a c o l t à che le leggi
Camera
dei
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
Debutati
1919
gli d a v a n o , stabilisse il divieto delle pubbliche r i u n i o n i e degli a s s e m b r a m e n t i .
Credo che l ' o n o r e v o l e T u r a t i , giudicando
i f a t t i a g r a n d e l o n t a n a n z a di t e m p o e non
s o t t o l'impressione d i r e t t a dei f a t t i che in
quel d e t e r m i n a t o m o m e n t o gli fecero pres e n t a r e l ' i n t e r r o g a z i o n e , nella sua obiettiv i t à n o n a v r à a r i d i r e sul p r o v v e d i m e n t o
e si d i c h i a r e r à s o d i s f a t t o di questa semplice risposta.
P R E S I D E N T E . L ' o n o r e v o l e T u r a t i ha
f a c o l t à di d i c h i a r a r e se sia s o d i s f a t t o .
. T U R A T I . N o n m e t t e conto di dare oggi
un largo svolgimento a q u e s t a interrogazione, e posso d i s p e n s a r m i dal dichiarare
s'io sia s o d i s f a t t o o i n s o d i s f a t t o . Ringrazio
l ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o per l'int e r n o , delle p a r o l e cortesi, con cui riconobbe la mia serena o b i e t t i v i t à . Ma egli è troppo intelligente p e r c h è io n o n pensi ch'egli
ha d o v u t o f a r e u n certo sforzo per darsi
l ' a r i a di non c a p i r e quello che giaceva sotto
il v e l a m e dei versi p u n t o s t r a n i di questa
mia interrogazione, che si doleva dell'applicazione d a t a dal p r e f e t t o all'ordinanza
che v i e t a v a gli a s s e m b r a m e n t i « nei rapp o r t i delle diverse classi sociali ». I n questo inciso è t u t t a la s o s t a n z a della mia interrogazione.
E d invero, d o p o che il p r e f e t t o ebbe lasciato che, per due giorni, la domenica 13
e il m a r t e d ì 15 aprile, si a m m a z z a s s e la gent e per le vie di Milano e si d e v a s t a s s e e si incendiasse con u n a l i b e r t à così anarchicamente sconfinata quale fu ripetutamente
n a r r a t a in q u e s t a Camera; dopo che i carabinieri, le g u a r d i e ed i s o l d a t i ebbero
c o m p i u t o l'ufficio di assistere impassibili
agli assassini e alle d e v a s t a z i o n i , anzi di
disciplinarle e di t u t e l a r l e , p e r c h è anche la
d e v a s t a z i o n e deve p r o c e d e r e con u n certo
ordine, e il p r e f e t t o , in un suo manifesto*
si era v a n t a t o di q u e s t a sua assoluta astensione e del n o n i n t e r v e n t o della forza pubblica come di u n a p e n s a t a geniale e di un
p r o v v i d e n z i a l e p r o v v e d i m e n t o : dopo t u t t o
questo, egli pubblicò i n f a t t i l ' o r d i n a n z a , di
cui ci p a r l ò l ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di
S t a t o , che, a d i m i t a z i o n e di quella del famoso sindaco di Gorgonzola nella nota
c o m m e d i a milanese, v i e t a v a nelle pubbliche
vie i c a p a n n e l l i di più di u n a persona sola.
Ma con quale effetto? I nazionalisti non
solo p r o t e s t a r o n o a parole,, come ci narro
l ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o , ma prot e s t a r o n o coi f a t t i , e c o n t i n u a r o n o allegram e n t e le loro r i u n i o n i come se l ' o r d i n a n z a
Atti
—
Parlamentari
LEGISLATURA XXIY -
l
a
SESSIONE -
21051
—
DISCUSSIONI -
prefettizia
fosse u n a g r i d a s p a g n u o l a . E s s i
si consideravano p a d r o n i della c i t t à di Milano ; l ' a v e v a n o d i m o s t r a t o con sufficiente
eloquenza fino dalla vigilia.
Viceversa il divieto degli a s s e m b r a m e n t i
fu rivolto u n i c a m e n t e c o n t r o gli aggrediti;
contro operai e socialisti.
E, poiché in quei giorni si svolgevano in
Milano alcuni t r a n q u i l l i s s i m i scioperi, ecco in
giro guardie e c a r a b i n i e r i a d impedire, sciogliendo ed a r r e s t a n d o , il c o s i d e t t o Picheting, il d i r i t t o cioè, a c q u i s i t o a t u t t i i paesi
civili, eli e gli s c i o p e r a n t i h a n n o , di vigilare,
senza violenze, gli s t a b i l i m e n t i per assicurarsi contro il k r u m i r a g g i o . Se cinque o p e r a i
stanano p l a c i d a m e n t e r a d u n a t i nel piazzale
di uno degli s t a b i l i m e n t i in isciopero, venivano a r r e s t a t i , m e n t r e gli a s s e m b r a m e n t i
nazionalisti e r a n o g e l o s a m e n t e r i s p e t t a t i .
Questa f u la n o t a comica nella t r a gedia di quei giorni. Si sa che ad ogni t r a gedia suole succedere la f a r s a ; è consuetudine antica dei n o s t r i t e a t r i . P e r compensarli di averli lasciati aggredire, d e v a s t a r e
ed uccidere, s ' i m p e d ì agli a g g r e d i t i superstiti la loro l e g i t t i m a difesa nel c a m p o economico dello sciopero.
Questo episodio della l o t t a di classe da
parte d e l l ' a u t o r i t à m e r i t a v a di essere port a t o a conoscenza della Camera, n o n fosse
altro che per m e t t e r e , nella s a n g u i n o s a tristezza di quei giorni, u n a n o t a di ilarità che..
,<5i risollevasse u n t a n t i n o lo spirito...
P R E S I D E N T E . Seguirebbe la i n t e r r o gazione dell'onorevole Oolajanni, al presidente del Consiglio dei ministri, « per sapere da quali c r i t e r i è mossa la Commissione i n t e r m i n i s t e r i a l e nel d a r e la preferenza alle i m p o r t a z i o n i delle sostanze coloranti dalla Svizzera t e d e s c a su quelle degli
Stati Uniti d ' A m e r i c a ; se d e t t a Commissione
^on senta il d o v e r e di p r o v v e d e r e con u n a
relativa sollecitudine nel d i s p o r r e e rilasciare i permessi d ' i m p o r t a z i o n e e di esportazione onde n o n d a n n e g g i a r e u l t e r i o r m e n t e
commercio e la e c o n o m i a n a z i o n a l e » .
Ma non essendo p r e s e n t e l ' o n o r e v o l e Colajanni, q u e s t a i n t e r r o g a z i o n e s ' i n t e n d e ritirata.
Segue l ' i n t e r r o g a z i o n e degli o n o r e v o l i
Agnelli e De C a p i t a n i , al m i n i s t r o del tesoro, « per conoscere se n o n r i t e n g a opportuno di concedere l ' a n t i c i p a t a liquidazione
della polizza, i s t i t u i t a con d e c r e t o 7 dicembre 1917, ove la s o m m a r e l a t i v a d e b b a
destinarsi a l l ' a c q u i s t o di i s t r u m e n t i di lav
° r o per la pesca o alla p a r t e c i p a z i o n e di-
Camera dei
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
Deputati
1919
r e t t a degli e x - c o m b a t t e n t i a società p e r
l'esercizio di d e t t a i n d u s t r i a ».
L ' o n o r e v o l e s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o al
tesoro h a f a c o l t à di r i s p o n d e r e .
B E L O T T I , sottosegretario di Stato 'per il
tesoro.• L a f a c o l t à di concedere 1 ' a n t i c i p a t a liquidazione e f f e t t i v a m e n t e era s t a t a
r i s e r v a t a al G o v e r n o . S u c c e s s i v a m e n t e , Col
r i o r d i n a m e n t o che si è f a t t o nella disciplina
d e l l ' e n t e n a z i o n a l e dei c o m b a t t e n t i , si è
stabilito che il d i r i t t o di c o n c e d e r e questa a n t i c i p a t a l i q u i d a z i o n e v e n g a i n v e c e att r i b u i t o a l l ' a m m i n i s t r a z i o n e dell' O p e r a nazionale dei c o m b a t t e n t i .
I n f a t t i 1' O p e r a n a z i o n a l e dei c o m b a t t e n t i c o n s e n t e la liquidazione a n t i c i p a t a
s p e c i a l m e n t e a quegli e x - c o m b a t t e n t i che
sono u n i t i in c o o p e r a t i v e . Quindi a t t r a verso q u e s t e c o o p e r a t i v e a n c h e i c o m b a t t e n t i di cui si i n t e r e s s a n o gli i n t e r r o g a n t i
possono o t t e n e r e quello che loro cccorre,
per le opere che r i s p o n d o n o alle loro necessità.
Confido che gli onorevoli i n t e r r o g a n t i
saranno sodisfatti.
P R E S I D E N T E . L ' o n o r e v o l e De Capit a n i , in assenza dell'onorevole Agnelli, h a
f a c o l t à di d i c h i a r a r e se sia s o d i s f a t t o .
D E C A P I T A N I . Eingrazio l'onorevole
s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o della cortese risposta, e credo a n c h e di i n t e r p r e t a r e il pensiero dell'onorevole Agnelli d i c h i a r a n d o m i
sodisfatto.
Son sicuro che gli s t u d i ai quali Ira acc e n n a t o l'onorevole s o t t o s e g r e t a r i o di S t a t o
al tesoro v e r r a n n o c o n d o t t i con la m a g giore sollecitudine.
P R E S I D E N T E . N o n essendo p r e s e n t i
gli onorevoli i n t e r r o g a n t i , s ' i n t e n d o n o ritir a t e le i n t e r r o g a z i o n i degli onorevoli :
L o m b a r d i , al m i n i s t r o d e l l ' i s t r u z i o n e
pubblica, «per sapere.se non creda opport u n o , e q u o e do veroso che agli s t u d e n t i militari i quali, t r o v a n d o s i in g u e r r a , n o n ebbero m o d o e t e m p o di conoscere le m o d a lità dei decreti 1° o t t o b r e 1916, n. 1402, e
2 s e t t e m b r e 1917, n. 1523, circa il t e r m i n e
di p r e s e n t a z i o n e delle d o m a n d e per dispensa
di tasse ed u n i f o r m a r s i a d esse, sia oggi
concesso di p o t e r s i a v v a n t a g g i a r e della disposizione di f a v o r e loro concessa e della
q u a l e n o n p o t r e b b e r o u s u f r u i r e , sol p e r c h è
il dovere verso la P a t r i a , per la q u a l e cim e n t a r o n o la v i t a , i m p e d ì loro di adempiere ad u n a semplice f o r m a l i t à p r o c e d u rale » ;
Pizzini, al m i n i s t r o dei t r a s p o r t i m a r i t t i m i e f e r r o v i a r i , « per conoscere se di
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXIV - l
— 21052 —
a
Camera dei Deputati
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
fronte ai pericoli gravissimi e quotidiani
che presenta il transito sulla ferrovia Cosenza-Paola - sia in rapporto alle pessime
condizioni in cui si trovano le speciali locomotive adibitevi, che in rapporto alle ripetutamente deprecate condizioni dell'armamento e della linea - si debbano più
oltre attendere le sostituzioni, le innovazioni e i ripari, sempre promessi e mai eseguiti».
*
Segue l'interrogazione degli onorevoli De
Capitani d'Arzago, Yenino e Sioli-Legnani,
al ministro dell'interno, « intorno ai fatti
di Milano dei giorni 15 e 16 aprile 1919 ».
L'onorevole sottosegretario di Stato per
l'interno ha facoltà di rispondere.
GRASSI, sottosegretario di Stato per Vinterno. Debbo dire all'onorevole De Capitani e
agli altri colleghi che hanno presentato una
interrogazione al ministro dell'interno intorno ai fatti di Milano dei giorni 15 e 16
aprile, che io non ho altro da aggiungere a
quello che ho esposto molto obiettivamente, leggendo le risultanze dell'inchiesta
d'a noi ordinata su quei fatti, in occasione
dell'interrogazione dell'onorevole Turati.
Credo che in quell'occasione fui molto
obiettivo. Eaccontai i fatti e non feci considerazioni se non quella di invitare alla
massima calma la città di Milano, e augurando che questa questione non dovesse più
oltre occupare la Camera.
Ad ogni modo, se l'onorevole De Capitani ha altri fatti ed osservazioni da
esporre, io sono a sua disposizione per rispondere.
P R E S I D E N T E . L'onorevole: De Capitani ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
DE CAPITANI. Ritenuto che la questione dei fatti di Milano ha già occupato
la Camera con le interrogazioni dell'onorevole Turati, del quale riconosco l'obiettività e la serenità, se me lo permette, più
formale che di sostanza, e vis.to dunque che
di quanto avvenne a Milano il 15 aprile la
Camera si è assai interessata, credo mio
doveredir qualche cosa che completi quanto
non è stato detto nemmeno dall'onorevole
sottosegretario di Stato per l'interno.
Innanzi tutto l'onorevole sottosegretario
di Stato continua a parlare solamente di
dimostrazioni nazionaliste. Ora il partito
nazionalista a Milano ha una degnissima
rappresentanza, è contornato da simpatie
sincere, ma non è a credersi che esso da
solo abbia condotto quelle dimostrazioni
patriottiche, che ebbero invece il consenso
e la partecipazione in quei giorni di t u t t e
le associazioni patriottiche di Milano, da
quelle dei partiti avanzatissimi, a quelle dei
conservatori, tutti uniti in un solo fervore
nazionale. E i a la Milano patriottica che
riteneva doversi dimostrare l'alto spirito
della città. (Interruzione del deputato Turati).
Devo dire all'onorevole Turati (che in
qoiei giorni non era a Milano), che per
quanto riflette la dimostrazione e il doloroso conflitto di piazza del Duomo le e.se
non sono andate precisamente come egli affermò.
Creda, onorevole Turati, che sono andate ben diversamente ! Nella mattinata
del giorno 15 si sono verificati deplorevolissimi inconvenienti, perchè la città fu turbata da squadre numerose, che io non voglio fare, nemmeno per un momento, l'onta
al partito socialista di ritenere inviate dai
capi socialisti, intente a fare chiudere botteghe, rompere i vetri, disturbare insomma
la quiete e il libero svolgimento del lavoro
e suscitare disordini. (Interruzione del deputato Turati).
L'autorità di pubblica sicurezza non
seppe fare cessare questi fatti, perchè essa
quella mattina fu perfettamente assente,
di guisa che sorse spontaneamente la reazione, e si formò un grandioso corteo di dimostranti patriottici quasi a tutela della
dignità cittadina e a difesa della libertà.
BELTRAMI. Era stato preparato! (Rumori a destra).
DE CAPITANI. Io fui in piazza del
Duomo, e ho udito i discorsi di alcuni amici
miei che incitavano alla calma e alla prosecuzione serena di quella dimostrazione,
che cantava inni patriottici ed avea bandiere nazionali. (Rumori air estrema sinistra).
BELTRAMI. Non è così !
DE CAPITANI. Devo dire all'onorevole Beltrami, che non ho mai visto nè in
quell'occasione alla testa dei cortei dei dimostranti socialisti, nè mai quando occorre d'assumere responsabilità di fronte alle
folle, che il corteo proveniente dall'Arena
era guidato da 'facinorosi. Se invece fosse
stato diretto da persone come l'onorevole
Turati, le cose sarebbero andate meglio.
La dimostrazione patriottica si scontrò in piazza del Duomo con l'orda, questa è la vera parola, niente altro che un'orda,
dei dimostranti che venivano da quel famoso comizio privato all'Arena, di ventimila persone !
MODIGLIANI. Cinquantamila!
Atti
— 21053 —
Parlamentari
LEGISLATURA XXIV - l
a
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
TREVES. È perfettamente il contrario,
ed io ero presente. (Rumori a destra).
PRESIDENTE. Non interrompano, onorevoli colleglli.
DE CAPITANI. Chiedo alla cortesia dei
miei contraddittori di lasciarmi dire quel
clie giudico la verità.
TREVES. Non la potete dire, perchè non
la conoscete !
DE CAPITANI. La verità è questa, che
in piazza del Duomo i dimostranti che non
erano, onorevole Treves, dimostranti del
suo tipo, cioè tipo borghese, avevano delle
mazze ferrate che furono portate in questura...
- Voci air estrema sinistra. Dove le hanno
prese? \
DE CAPITANI. In via Dante. (Interruzione del dejiutato Graziadei).
Dunque ripeto ed affermo che quell'orda
di dimostranti che è venuta in piazza del
Duomo, quando ha incontrato la dimostrazione patriottica ha sparato per la
prima, come l'inchiesta assevera. È bensì
vero che la dimostrazione patriottica ha
risposto, ma ha risposto sparando in aria.
TURATI. Intanto eravate armati !
DE CAPITANI. Allora la dimostrazione
pseudo-socialista ha fatto 'dietro-front, e via
di corsa, ed è stata inseguita fino al monumento di Garibaldi al Foro Bonaparte,
dai dimostranti patriottici, ossia da. nazionalisti e da arditi, ai* quali si devono aggiungere i mutilati, e molti giovani, vari
veterani, e persino cappellani militari. (Interruzioni all'estrema sinistra).
Sicuro, perchè ve ne eran^ anche di
quelli (Rumori all'estrema sinistra). È la
"verità.. Tra gli altri vi era un decorato di
medaglia d'oro.
Essi furono benemeriti ! E ve lo dimoerà il fatto che non solo il 15 aprile 1919
fecero opera patriottica, ma fin da molto tempo prima esercitarono tale azione.
Il 7 ottobre 1918, se non vi fossero stati
mutilati, i Comitati d'azione, quei giovani animosi, avremmo avuto in Milano
a seconda Caporetto. (Rumori e interazioni aWestrema sinistra — Approvazioni
altri settori). È proprio così! La falsa
notizia della pace, così leggermente lasciata propalare, era stata divulgata da.
P tutto: nei villaggi presso Milano la
**otte ignoti in bicicletta la portarono, grindo : la pace è conclusa ! Un manifedell'autorità municipale diceva che
rasi spedito un telegramma o meglio un
Bonito al Governo in cui si asseriva: « Que1
U n
S u
er
a
t o
e
Camera d i Deputati
sta cittadinanza all'annunzio della pace di
giustizia uscì .spontaneamente in grandi
manifestazioni di giubilo che durarono l'intera notte e hanno culminato stamane in
una completa astensione dal lavoro ». (Approvazioni — Rumori e commenti prolungati
all' estrema sinistra).
Questo manifesto ingenerò negli operai
l'idea che eravamo non alla vigilia della
pace, ma proprio alla pace stessa. (Rumori all' estrema sinistra — Commenti —
Scambio di apostrofi tra V'estrema destra e
Vestrema sinistra). Ebbene i giovani patrioti, di cui dissi prima, andarono allora
dappertutto, nelle officine, nei negozi, e
persuasero molto facilmente gli operai,
sempre aperti a sentimenti generosi, se
richiamati al dovere, a riprendere il lavoro : essi fecero comprendere che questa
falsa e prematura pace avrebbe rovinato
il Paese; e soltanto a loro - bisogna rendere l'omaggio dovuto - si deve se Milano
si rimise in poche ore alla calma e mantenne la resistenza mirabile che poi ci condusse alla nostra vitoria ! (Rumori all'è,strema sinistra — Vive approvazioni su altri
banchi).
GRASSI, sottosegretario di Stato per Vinterno. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRASSI, sottosegretario di Stato per Vinterno. Sento il dovere di aggiungere soltanto due chiarimenti. L'onorevole De Capitani ha ricordato la mia frase in cui accennavo al partito nazionalista. Ora debbo
chiarire che io con quella frase intendevo
riferirmi a tutti i partiti che si contrapponevano alle forze socialiste.
Un'altra colpa faceva l'onorevole De
Capitani al Governo, e cioè che nella mattinata del 15 aprile la pubblica sicurezza
di Milano non fece tutto quello che doveva
fare per evitare il conflitto. Ma fin dall'altro giorno ho rilevato tale defìcenza e ho
detto quali furono i provvedimenti presi
dal Governo, che andarono fino all'allontanamento del questore di Milano, perchè la
mancanza di coordinazione delle forze impedì che l'ordine pubblico fosse mantenuto.
Non ho altro da aggiungere all'onorevole De Capitani. Credo che ci possano
essere delle visioni particolaristiche del fenomeno, ma che si debba riconoscere che
il Governo fece allora, e ha cercato di fare
anche dopo, quanto era in lui perchè l'ordine pubblico fosse a qualunque costo mantenuto. ( Approvazioni).
Atti Parlamentari
— 21054 —
a
Camera dei Deputati
LEGISLATURA XXIY - l SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919
DE CAPITANI. Ne prendiamo atto.
P R E S I D E N T E . Seguono due interrogazioni dell'onorevole di Stefano:
ai ministri delle finanze e del tesoro,
« per conoscere se intendano provvedere
alla stabilità del personale e dei messi delle
categorie delle imposte in base ad organico, accordando un miglioramento degli
stipendi ed assegni ed istituendo una Cassa
di previde za »;
al ministro della guerra, «per conoscere
se, in seguito all'amnistia promulgata in
favore aei militari condannati durante il
periodo della guerra ed alla istituzione del
tribunale di reVisione, non creda giusto di
istituire un tribunale di revisione pei pronunziati resi durante la guerra dai Consigli
di disciplina e definiti colla eliminazione
dai ruoli, tanto.più che tali decisioni furono rese in base ad un esame sommario e
senza le garenzie necessarie per la giusta
tutela dei diritti degli incolpati».
Ma non essendo presente l'onorevole interrogante, s'intendono ritirate.
Segue l'inteirogazione dell'onorevole Sighieri, ai ministri dell'interno e della guerra,
« per conoscere quali provvedimenti ritengano di prendere perchè i locali della monumentale Certosa di Calci non siano più
oltre adibiti ad uso di tubercolosario per i
prigionieri austriaci; e per sapere quali misure prudenziali intendano prendere per impedire la diffusione del nuovo morbo, ivi
scoppiato in questi ultimi tempi, e che
minaccia, in modo allarmante, la i n c o l u r
mità della popolazione ».
L'onorevole sottosegretario di Stato per
la guerra ha facoltà di rispondere.
FINOCCHI A R O - A P R I L E , sottosegretario di Stato per la guerra. L'interrogazione
dell'onorevole Sighieri si riferisce in verità
a fatti che sono stati ormai superati dal
tempo, ma contiene qualche inesattezza
che conviene chiarire.
L'ospedale militare di riserva di Calci
fu destinato ad essere adibito quale primo
cèntro di raccolta dei prigionieri presunti
invalidi di guerra non tubercolotici, da
sottoporsi a visita sanitaria di controllo da
p a r t e dell'ufficio medico delegato dal Ministero della guerra per accertare la loro
invalidità o meno agli effetti del rimpatrio.
Per i prigionieri presunti o accertati, invalidi tubercolotici di qualsiasi forma o stadio ha sempre funzionato l'ospedale speciale di Coronata nella Riviera di Ponente.
È stata cura costante del Ministero della
guerra mantenere sempre netta separazione
tra prigionieri invalidi di guerra e prigionieri invalidi tubercolotici, e stanno a dimostrarlo numerose circolari emesse in proposito.
Detta separazione non solo fu stabilita
nella ospedalizzazione dei prigionieri presunti invalidi (e ciò nei riguardi igienicoprofìlattici per la popolazione civile), ma
altresì per gli speciali centri di raccolta
stabiliti in prossimità della frontiera per
i prigionieri accertati invalidi di guerra ed
invalidi tubercolotici, il cui rimpatrio viene
fatto con speciali treni ospedali.
Per quanto riguarda i casi di tifo esantematico verificatisi in prigionieri di guerra,
le autorità locali, militari e civili, presero
tutti i provvedimenti necessari per assicurare la vigilanza sanitaria e l'applicazione
delle misure di bonifica individuale e di risanamento degli alloggiamenti.
Fu all'uopo istituita, alla dipendenza
della Direzione di sanità territoriale in Firenze, una sezione ispettiva, composta di
un ufficiale medico specializzato nei servizi
profilattici e di un sanitario civile ; e sotto
la sorveglianza di questa sezione si attuarono le misure di polizia personale dei prigionieri e degli alloggiamenti per la distruzione dei parassiti, veicoli dell'infezione.
Con tali misure l'infezione fu prima contenuta e poi spenta fra i prigionieri, e soprattutto ne fu impedita la diffusione tra
la popolazione civile e militare.
P E B S I D E i T E , L'onorevole Sighieri ha
facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
S I G H I E R I . È vero che la mia interrogazione è ormai sorpassata ; ma io debbo
dire brevi parole sull'argomento cominciando dall'osservare che sarebbe bene che.
| agl'inconvenienti segnalati si rimediasse con
j maggiore sollecitudine.Nei locali della monumentale Certosa di
[• Calci furono ricoverati dei prigionieri au! striaci. È stato sempre negato che vi fosj sero dei tubercolotici, ma la verità è che
vi erano. Non solo, ma si s v i l u p p ò fra essi
! una terribile malattia, il tifo esantèmatico.
: Ora la popolazione di quei paesi ricorse
| „a me perchè io richiamassi l'attenzione del
Governo su questo fatto e anche sulla
I circostanza che non vi erano cure speciali
j e che non si usava nessuna precauzione
I per il trasporto della biancheria che do| veva andare alla lavanderia.
I •—I—
.I •^«PVii^HaHp
LEGISLATURA XXIV -
Camera dei Deputati
21055
Atti Parlamentari
la
SESSIONE -
DISCUSSIONI -
È cosa passata ; però io ho m a n t e n u t o
la mia interrogazione perchè non so se sia"no ancora sgombrati questi locali dai prigionieri austriaci, credo che lo saranno f r a
breve, ma è necessario che i locali, quando
resteranno liberi, non siano soltanto spolverati, ma disinfettati accuratamente, perchè potrebbero rimanervi dei bacilli che
potrebbero colpire le persone che dovranno abitarli.
Eaccomando quindi al ministro della
guerra che si prendano t u t t i i provvedimenti richiesti dall'igiene e dalla sicurezza
della salute pubblica.
P R E S I D E N T E . Non essendo presenti
gli onorevoli interroganti, s'intendono ritirate le interrogazioni degli onorevoli :
Bovetti, ai ministri di grazia e giustizia e dei culti e dell'interno, « sul contegno
apertamente disfattista del procuratore del
Re di Mondovì che, tollerato anche dai suoi
superiori di Torino, rinvia senz'altro al
pretore per tenuità di reato il giudizio in
una denunzia di oltraggio con violenze e
minaccie gravissime a un d e p u t a t o per essere stato favorevole alla guerra, e sulla
propaganda elettorale seguita da intimidazioni e violenze contro i deputati che hanno concorso col Governo a sostenere l ' I t a lia in armi » ;
Macchi, al ministro della guerra, « per
sapere quali immediati provvedimenti intenda a d o t t a r e circa l'impossibilità di funzionamento del tribunale di guerra di Pachila, dato l'ammassamento caotico in quel
deposito speciale di istruzione di più di diecimila giudicabili, la più p a r t e ingiustamente accusati e che attendono da anni la
definizione della loro incresciosa posizione
giuridica, s o p r a t t u t t o per mancanza dei relativi processi che li riguardano; e per sapere se debbano o no avere applicazione
gli ultimi decreti di amnistia e di condono » ;
Cassin, ai ministri della guerra e del
tesoro; « per sapere se non ritengano opportuno di annullare agli ufficiali ex-prigionieri di guerra l'obbligo del rimborso
delle somme pagate dall'Amministrazione
militare a titolo di sussidio alle rispettive
famiglie, in considerazione degli enormi sacrifìci da queste sostenute per provvedere
di viveri i loro cari, intensificando la spedizi one di pacchi i quali pervenivano assai
irregolarmente».
Sono così esaurite le interrogazioni inscritte nell'ordine del giorno di oggi.
TORNATA DEL 1 2
SETTEMBRE
1919
Presentazione di disegni di legge
e di una relazione.
P R E S I D E N T E . H a facoltà di p a r l a r e
l'onorevole ministro del tesoro.
SCHANZER, ministro del tesoro. Mi onoro di presentare alla Camera i seguenti disegni di legge:
Semplificazione nelle procedure dei controlli ;
•
Conversione in legge del decreto reale
2 settembre 1919, n.
, concernente modificazioni al modo di pagamento delle pensioni e di altri assegni vitalizi;
Conversione in legge di decreti reali
emanati d u r a n t e la proroga dei lavori parlamentari, autorizzanti provvedimenti di
bilancio;
'
Convalidazione di decreti Reali eman a t i d u r a n t e la proroga dei lavori parlamentari, autorizzanti prelevazioni dal fondo
di riserva per le spese impreviste.
Chiedo che siano inviati alla Giunta generale del bilancio.
P R E S I D E N T E . Do a t t o all'onorevole
ministro del tesoro della presentazione di
questi disegni di legge.
L'onorevole ministro ha chiesto che siano
inviati alla Giunta generale del bilancio.
Non essendovi osservazioni in contrario,
così rimane stabilito.
Invito l'onorevole Ottorino N a v a a recarsi alla tribuna per presentare una relazione.
NAVA O T T O R I N O . Mi onoro di present a r e alla Camera la relazione sul disegno
di legge:
Conversione in legge dei decreti luogotenenziali del 23 marzo 1919, n. 445 e del
19 giugno 1919, n. 1040, concernenti provvedimenti per le case popolari e per l'industria edilizia. (1251-A)
P R E S I D E N T E . Questa relazione sarà
s t a m p a t a e distribuita.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARCORA.
Seguito della discussione sulle comunicazioni
del Governo sulla relazione della Commissione d'inchiesta istituita con Regio decreto 12 gennaio 1918.
P R E S I D E N T E . L'ordine del giorno reca
il seguito della discussione intorno alle comunicazioni del Governo sulla relazione
della Commissione d'inchiesta istituita con
Regio decreto 12 gennaio 1918.
H a facoltà di parlare 1' onorevole Di
Giorgio, che ha presentato il seguente ordine del giorno :
« La Camera, nel prendere conoscenza
della relazione della Commissione d'inchie-
Atti Parlamentari
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21056
—
Camera dei Deputati
LEGISLATURA XXIV - I SESSOHE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
a
sta (Eegio decreto 8 gennaio 1918) giudica
che ogni questione relativa alla rotta di Caporetto è da considerarsi ormai sorpassata
dal trionfo delle nostre armi, esprime ancora una volta all'Esercito e all'Armata
vittoriosi la riconoscenza del paese , e
passa all'ordine del giorno ».
DI GIOBGIO. Il Parlamento non è nè
un Corpo tecnico, nè un'Alta corte di giustizia ; perciò non mi soffermerò soverchiamente nè sulle questioni tecniche, nè sulle
responsabilità morali, tanto più che questo
campo è stato largamente discusso dai precedenti oratori. Comprendo che è il boccone più ghiotto dell'argomento, ma non
credo che sia l'argomento che interessi di
più il Parlamento; anzi sorvolerei senz'altro
su ogni argomento tecnico, se non vi fossi
obbligato per la mia speciale condizione di
tecnico.
Sarebbe strano infatti che, prendendo
la parola su Caporetto, non accennassi almeno alle questioni tecniche più grosse che
sono state trattate, perchè in tal modo sembrerebbe quasi che le evitassi, o perchè
approvo quanto da qualcuno è stato detto,
o perchè disapprovo, o perchè abbia uno
speciale modo di vedere che intenda di nascondere o sottacere.
Mi propongo invece di esporre il mio pensiero con assoluta franchezza, anche là dove
avrò il dolore di dire, ad amici e ad avversari, qualche dura verità. Agire diversamente in questo argomento mi parrebbe profanazione.
La Commissione, in sostanza, ha attribuito la rotta di Caporetto a cause militari ; ma di queste, escluse quelle di forza
maggiore, ha chiamato efficienti o determinanti della sconfitta le cause militari di
natura morale, che poi si condensano e si
compendiano tutte nel mal governo degli
uomini. Questo a sua volta si compendia in
due fattori : secondo gli uni, il malcontento
è dovuto agli errori e alle colpe del Comando Supremo, secondo gli altri all'influenza
del disfattismo.
Per volere quindi, onestamente discutere le cause di Caporetto bisogna indagare
a fondo con probità e con coraggio, questi
due argomenti, che sono quelli che più
appassionano l'Assemblea: il disfattismo
e il malgoverno che avrebbe fatto degli uomini il Comando Supremo e non solo il Comando Supremo, ma tutti i grandi Comandi in generale.
Quali erano le condizioni del nostro esercito dal principio della guerra fino a Caporetto %
Il malgoverno ci fu indubbiamente e
sarebbe vano negarlo. E sarebbe anche vano
negare che vi furono errori. Ma, a costituire il malgoverno, entrarono, e con influenza anche maggiore degli errori, elementi che se non si possono mettere addirittura fra gli elementi che la Commissione
chiama di forza maggiore, furono certamente tali che non fu in facoltà del Comando di sopprimere. Uno di questi la
estensione del fronte.
Quando sopra una estensione di cinquecentosettanta chilometri si distendono 35
divisioni, manca il modo di dare alle truppe
un turno di riposo che renda tollerabile la
vita di trincea, ed è impossibile avere riserve per la manovra. Un esercito di 35 divisioni schierato dallo Stelvo al mare, nor^
costituisce una linea di difesa, ma una
cinta daziaria; ed un nemico anche inferiore di numero e di mezzi, ma audace e
bene organizzato può sfondarla quando
crede e dove credè. {Commenti). La condizione era aggravata anche di più dalla
forma, a saliente della frontiera.
Si è detto che questo è stato l'errore
strategico capitale del Comando Supremo,
perchè l'esercito non bisognava già distendere su t u t t a la linea di confine^ ma concentrarlo in un dato punto e su quello agire.
Ed è vero. I canoni della strategia questo
avrebbero imposto. Ma, o signori, in questa
guerra la strategia non l'ha applicata nessuno.
La strategia potè inspirare le mosse degli eserciti quando la guerra era regolata
dal diritto internazionale, quando la guerra
se la facevano solo fra di loro gli eserciti,
e le popolazioni erano ritenute neutrali, e
la integrità dei cittadini e la proprietà
privata erano sacre nel territorio nemico
così come nel proprio territorio. Allora sì,
si poteva manovrare e tenere l'esercito raccolto. È quello che fa lo schermitore quando
scopre una parte del corpo e invita l'avversario ad agire per poi vibrargli il colpo mortale ed atterrarlo.
Il generale Moltke infatti nel 1870, in
vista della momentanea superiorità numerica iniziale dell'esercito francese, sapendo
essere nel disegno di guerra di Napoleone I I I
una fulminea irruzione sulla Germania del
Sud, si proponeva di abbandonare le provinole Eenane e il Palatinato e di r a c c o g l i e r e
Atti
21057
Parlamentari
LEGISLATURA XXIV -
l a SESSIONE -
DISCUSSIONI -
le forze tedesche t u t t e sulla destra del.
Reno. Nei nostri stessi piani di guerra difensivi contro l'Austria, nella ipotesi di un
conflitto a due, il generale Saletta abbandonava al nemico t u t t o il Friuli e schierava
l'esercito al Piave. I l generale Pollio a v e v a
portato lo schieramento al Tagliamento. I l
generale Baldissera, col quale io fui nei miei
anni giovanili in grande comunione di idee,
trovava t r o p p o arrischiato perfino lo schieramento sul Piave, e a v r e b b e voluto portarlo f r a l'Adige e il Po.
Vedete d u n q u e che se non si osò di correre il rischio di dovere a b b a n d o n a r e al
nemico una p a r t e del territorio, non f u
già per ragioni strategiche - le ragioni strategiche volevano anzi t u t t o 1' opposto ma perchè, dopo lo strazio che gl'Imperiali
avevano fatto, del Belgio e del N o r d della
Francia, nessuno p o t e v a assumersi la responsabilità di esporre alla invasione nemica un p a r t e se pur piccola del t e r r i t o r i o
nazionale.
In queste condizioni, con un t e m a . s t r a tegico obbligato - la c o p e r t u r a a q u a l u n q u e
costo del territorio nazionale - è inutile
parlare di strategia. Bisognò a c c e t t a r e
le conseguenze d e l l ' a m p i e z z a del f r o n t e
come una necessità ineluttabile. Anche queste potevano t u t t a v i a essere evitate, e dirò
in seguito come, e forse qualcheduno che
ha letto certa memoria p u b b l i c a t a in questi giorni, che io avevo p r e s e n t a t o al Governo fin dal 1916, sa già quale era il mio
pensiero. Se si fosse f a t t o fin da principio,
in una volta, lo sforzo che f u f a t t o g r a d a t a mente in seguito, forse la guerra si sarebbe
potuta condurre anche con i d e t t a m i della
strategia.
L'ampiezza del f r o n t e d u n q u e non era
elemento che dipend-esse più dal Comando
Supremo. Questo doveva c o n t a r e con essa
come con un elemento di forza maggiore.
® allora, m e t t e t e una brigata a vivere a
Santa Lucia o al Podgora per sei e sette
^esi di seguito, c o n t i n u a m e n t e sotto il
fu
° c o , priva per più giorni di seguito di
r
ancio, priva spesso di cura medica e di ogni
conforto, e poi ditemi a che cosa essa sarà
Presto r i d o t t a . Perchè è inutile che io descriv
a come erano f a t t i i rifornimenti: la n o t t e
partivano le corvées, un grosso calibro nemico le colpiva lungo il t r a g i t t o e il rancio
arrivava; i feriti r e s t a v a n o giorni interi senza cura; il vestiario a n d a v a in branla biancheria non era c a m b i a t a : ecco
11
malgoverno.
Ma, d i t e m i : che cosa il generale più
Camera dei Deputati
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
1919
mite e sapiente e geniale, che cosa l ' a n i m a
g r a n d e e dolce di Garibaldi a v r e b b e p o t u t o
f a r e di f r o n t e a questa condizione di cose ?
Si fa presto a p a r l a r di malgoverno delle
t r u p p e . P e n s a n d o alla disciplina il prof a n o non la concepisce a l t r i m e n t i che come
la subordinazione del soldato al superiore.
T u t t e le volte che in un r e p a r t o il soldato
non si ribella, si dice che il r e p a r t o è disciplinato. No, non è questa la disciplina. La
Commissione d'inchiesta ha voluto t i r a r e
f u o r i a questo proposito anche le c a r a t t e ristiche di nostra gente, ed ha d e t t o che
per la nostra gente ci vuole una disciplina di tolleranza. E io non voglio far
passare una siffatta affermazione della
Commissione d'inchiesta senza una protesta, perchè essa p o t r e b b e f a r e scuola,
e oggi specialmente quando l'esercito non
è altro che la nazione in armi, le conseguenze non sarebbero liete. Non è esatto
ciò che ha d e t t o la Commissione, che il
regolamento di disciplina vuole una disciplina di persuasione- e non di costrizione.
No, la disciplina v o l u t a dal nostro regolamento, come dai regolamenti di t u t t i gli
eserciti, vuole una disciplina di persuasione
e insieme di costrizione, di persuasione per
chi si persuade, di costrizione per chi non
si persuade.
Ora siccome la massa si persuade facilmente, per la massa c'è la persuasione; ed
è solo per le minoranze, indocili o riottose
0 svogliate, per coloro che non si vogliono
persuadere, che interviene la costrizione.
La disciplina di t o l l e r a n z a ! V e l o dico io
che cosa è la disciplina di tolleranza! Oggi
è la tolleranza verso l'ufficiale ai viveri
che avrebbe d o v u t o p r o v v e d e r e al v i t t o
della t r u p p a , ed è rimasto a dormire ; e la
t r u p p a è r i m a s t a digiuna. Io sono stato benevole e tollerante con lui. Ma i n t a n t o la
t r u p p a non ha mangiato. (Commenti). C'è una
compagnia che invece di m a n d a r e in licenza
1 soldati a t u r n o , m a n d a solamente quelli
che ricevono la raccomandazione del proprio d e p u t a t o . Io tollero, e quella compagnia non gode dei turni. E così via. Sono
queste, sono le piccole cose che h a n n o rovinato il morale dell'esercito ; le ingiustizie
nelle licenze, il c a t t i v o t r a t t a m e n t o nel v i t t o ,
l ' a b b a n d o n o in cui è s t a t o lasciato' il soldato. (Commenti —
Interruzioni'.
Per colpa di chi! Del Comando Supremo,dice la Commissione di inchiesta. Vediamo in
quale misura ilComando Supremo c'è e n t r a t o .
È s t a t a p u b b l i c a t a una memoria del generale Pollio, che finalmente ci rivela esatta-
Atti
Parlamentan
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Camera
dei
Deputati
LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919
mente, quale fosse lo stato numerico dei qua- , grandito. Caporetto ci trovò con 65 dividri nel 1914. P e r mobilitare 35 divisioni man- j sioni. E r a v a m o perciò riusciti ad improvcavano nientemeno che24 mila ufficiali! I o sa- j visare altre 30 divisioni. Ma quando? Quanpevo che il numero degli ufficiali mancanti j do già avevamo pèrduto quasi un milione
agli organici della mobilitazione era grande, ' di uomini e 50 mila ufficiali. E le abbiamo
improvvisate nel tumulto delle battaglie,
ma non conoscevo le cifre spaventose che
a pezzi e bocconi, senza un piano organico,
oggi conosco. T u t t a v i a n e l l a seduta d e l 2 m a r mano mano che gli eventi urgevano. Dozo 1915 invocai dal Ministro, della guerra che
mando perchè non si sono improvvisate
provvedesse allora, nella calma della viprima, quando il paese era ancora nel pieno
gilia, al reclutamento di quanti più ufficiali
possesso delle sue energie, quando ancora
potesse perchè poi non dovesse improvvigli entusiasmi erano i n t a t t i , quando tutti
sarli nel tumulto degli eventi, mandando
sarebbero accorsi, ancora ignari degli orufficiali ancora immaturi a comandare le
rori della guerra, ad offrire la loro opera.
truppe e a farsi ammazzare inutilmente.
Quelli sì, inutilmente.
Una voce all'estrema
sinistra:
Che cosaE b b e n e , il Ministro della guerra mi mise
ne dice l'onorevole S a l a n d r a !
a tacere, e si procurò gli"applausi della CaD I G I O R G I O . L a verità è che un esermera, -dicendo che nel giugno susseguente
cito così colossale, come quello che ci ocavrebbe apprestato ben 7 mila ufficiali. Ne
correva, non s'improvvisa ; con materiali di
occorrevano 24 mila ! E gli altri 17 mila ì
circostanza, si può improvvisare la piccola
Lungi dall'avere le necessarie riserve, .siac a s e t t a . Ma per fabbricare una mole come
mo entrati in guerra con una falla di 17 mila
San Pietro non b a s t a neppure il genio di
ufficiali.
Michelangelo; occorre il tempo ed occorUna voce all'estrema
sinistra.
Bisognava
rono i materiali. Noi abbiamo f a t t o , incaldirlo allora.
zati dalla necessità, un esercito colossale,
D I G I O R G I O . Lo dissi. Verificate negli
ma non l ' a b b i a m o saputo alimentare col
a t t i parlamentari.
concorso e con la fiamma di t u t t i i cittaE dopo le prime b a t t a g l i e , i reggimenti
dini, e l'edificio crollò ! Quanto alla nazione,,
sono rimasti quasi senza ufficiali. F u i inessa era e n t r a t a in guerra in condizioni così
carièato durante il b r e v e tempo in cui fui
difficili, che non hanno riscontro, nelle conaddetto al Comando supremo di andare a
dizioni di nessun'altra nazione...
fare una ispezione sul Podgora, dove si era
B E L T R A M I . E c c o l'onorevole Salandra!
manifestato il primo a t t o di ribellione,
Parli lui, che si limita a presentare delle
quello della B r i g a t a P a v i a . Potei constainterrogazioni sull'acquedotto p u g l i e s e , con
t a r e la condizione che ho testé descritta.
questo po' po' di r o b a ! ( R u m o r i a destra).
Mi sono procurato lo s t a t o dello inquadraD I G I O R G I O . Onorevoli colleghi, vi domento della B r i g a t a , ed ho t r o v a t o una
mando
un po' di tolleranza ed una garbata
media di tre capitani per reggimento, e c'eattenzione...
rano delle compagnie che non avevano
M O D I G L I A N I . E noi gliela usiamo.
neppure un ufficiale. E r a con queste truppe
D I G I O R G I O . L a F r a n c i a , il Belgio, la
che bisognava c o m b a t t e r e ! E d eravamo
Serbia, si trovarono di fronte ad un fatto
appena nel primo semestre della guerra.
ineluttabile, e, messe con le spalle al muro,
L'onorevole Canepa che era ufficiale sudovettero c o m b a t t e r e . L e ragioni della
balterno" della B r i g a t a Salerno, sapendo
guerra furono là chiare a tutti. Le ragioni,
quali ledami mi stringessero a quella Bridella nostra guerra erano invece ragioni di
gata, mi scrisse una l e t t e r a rappresentando
alta politica sulle quali solamente le perle tristi, le misere condizioni in cui essa
sone che avevano una cultura ed una coversava sul Mrzli. L'onorevole Canepa può
scienza politica potevano avere una opiimmaginare con quanto interessamento mi
n i o n e ; e l'opinione delle classi alte era
occupai allora per ottenere che alia B r i g a t a
Salerno fosse dato il cambio. Non fu posanche divisa, ed il popolo doveva necessasibile. Non si trovò la maniera di provveriamente sentirsi smarrito di fronte a queste
dere perchè non c'erano disponibili truppe
divergenze di opinioni dei suoi organi diriper la sostituzione.
genti.
Come riparare a una così disgraziata siE b b e n e , quando un popolo entra in
tuazione? Non c'era che una via. Ingranguerra in queste condizioni di spirito, con
dire l'esercito. E l'esercito fu i n f a t t i inuna impreparazione come quplla che vi i
Atti Parlamentari
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a
Camera dei Deputali
LEGISLATURA XXIV - l SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919
detto, resiste per due anni fino a Capo- .
retto ad una guerra di logoramento, e porta j
il nemico quasi vicino ad essere battuto ; e '
poi, caduto, si rialza, come si è rialzata il
nostro Paese dopo Caporetto, esso offre un .
esempio di grandezza che non ha riscontri
nella storia! (Applausi).
Fin'ora lio parlato del malgoverno, ed'
i colleglli della estrema sinistra mi hanno
ascoltato benignamente, ed in qualche momento con piacere. Forse dirò qualche altra cosa in seguito che potrebbero ascoltare
ancora con piacere; ma ora debbo toccare, e lo farò con quella moderazione che
è nella mia natura, ed è, del resto, nel mio
dovere, anche di un argomento che loro
scotta : del disfattismo...
Una voce all'estrema sinistra. Non scotta
niente!
DI GIORGIO. ...e confido che mi ascolteranno con pazienza.
Intendiamoci bene. Se per disfattismo
si vuole intendere l'azione concreta o il
sentimento preciso contro la guerra, al fine
di provocare la disfatta, io devo dichiarare
che il disfattismo o non ci fu o fu esércitato entro limiti ristretti ; ed è inutile ricorrere, per qualificarlo, a questa orribile
parola di nuovo conio, quando nel dizionario e nel codice abbiamo la parola appropriata : tradimento.
Ma, se non vi fu questo disfattismo, un
altro ve ne fu, sottile, diffuso, dilagante, '
quello che fu chiamato il disfattismo colposo ; e non fu la prerogativa del partito
socialista ufficiale, nè dell' Avanti! ; ma fu
perpetrato con discorsi, atti, atteggiamenti
che contribuirono potentemente a deprimere lo spirito combattivo fra le truppe,
lo spirito di sacrificio nei cittadini, e che
facendo pensare alla fine della guerra, ad
una fine purché fosse, come ad una liberazione, sabotarono atrocemente la guerra.
Ieri l'onorevole Bentini rivendicò con
nobili e franche parole, che per la loro
realtà e la loro portata il Governo ed i
Partiti borghesi dovrebbero profondamente
meditare, la natura e la funzione del partito socialista.
Il contenuto ideale e programmatico
del partito socialista - egli disse di natura prettamente internazionalistica, doveva fare del partito un nemico irriducibile della guerra prima, durante e dopo.
Onde era dovere della borghesia di considerare questo stato di fatto come uno degli
elementi della situazione e fare i conti con
ì
esso.
D'accordo. E saremo probabilmente anche d'accordo quando parleremo della responsabilità.
Ma poiché noi qui facciamo l'analisi
dei fattori che poterono contribuire alla
rotta, dobbiamo pure assegnare un valore
a questo atteggiamento di un partito, che,
per sua stessa missione, si dichiarava avulso
dalla vita nazionale nel momento in cui
la Nazione era impegnata nella mortale
partita. E domando : la proclamazione
stessa del principio, la stessa affermazione
che la guerri era iniqua, e che bisognava
comunque finirla, che il prolungamento
della inutile strage non serviva ad altro
che ad impinguare sempre di più i pescicani ed il militarismo col sangue e col sudore del proletariato, questa proclamazione
stessa, non era già tale da minare' la compagine del popolo e dell'esercito H (Rumori
e interruzioni alVestrema sinistra).
Certo voi, onorevoli colleghi di parte
socialista, voi per la vostra coltura e per
la vostra coscienza eravate troppo bene
in condizione di valutare tutta la portata
che potevano avere le vostre affermazioni,
voi forse di queste avete talvolta deprecato la efficacia; ma la forza dinamica delle
idee e delle passioni è tale, che non è in
facoltà di chi proclama le une e scatena le
altre di regolarne il corso e di limitarne la
portata.
Così l'ammonimento dell'onorevole Turati che qualificava idiota e nefanda la
propaganda contro la guerra...
Voci all'estrema sinistra. Turati non ha
mai detto questo. (Proteste sugli altri banchi).
CAMERONI. Lo ha detto e lo ha anche
scritto. (Rumori).
DI GIORGIO. ...e deprecava la pace
minchiona non era sufficiente a moderare
l'ardore dei gregari, e la propaganda idiota
e nefanda aveva luogo egualmente. Peggio,
delle idealità del partito socialista, profittavano tutti i non socialisti che avevano
comunque un interesse, di natura tutt'altro
che politica...
SCIORATI. E s'imboscavano !
DI GIORGIO. ...ad essere contro la Patria in armi, tutti coloro che per loro sventura erano nella condizione di dover attendere dalla disfatta la soluzione della
loro personale situazione. Ed erano migliaia di disertori, e le loro famiglie ; coloro
che l'affetto morboso per un congiunto accecava ; coloro che accecava la esasperazione dei patimenti o la paura del pericolo tanti, questi ultimi, quanti dovevano ne-
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XXIV -
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I
a
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DISCUSSIONI -
c e s s a r i a m e n t e essere t r a cinque milioni di
m o b i l i t a t i - insomma i c a t t i v i cittadini. E d
era anche n a t u r a l e che t u t t i cercassero di
celare le loro t u r p i ragioni, l'egoismo e la
c o d a r d i a , colla r i s p e t t a b i l i t à di un principio, e sì servissero d e l l ' e t i c h e t t a socialista ! (Rumori all'estrema
sinistra — Approvazióni sugli altri banchi).
Voi, veri socialisti, che pretendete di portare a l t a m e n t e le v o s t r e idee, d o v e t e respingere questa c o m p l i c i t à f o r z a t a . (Interruzioni—
Rumori all'estrema
sinistra).
M O D I G L I A N I . L a rossa E o m a g n a ha
d a t o il minor numero di disertori, mentre
il maggior c o n t i n g e n t e lo ha dato la Sicilia!... (Rumori —- Proteste).
L I B E È T I N I G E S U A L D O . È falso. L o
ha detto C a d o r n a ! È u n ' a l t r a delle sue
colpe. (Commenti — Rumori).
D I G I O R G I O . D o p o le giornate oscure
di C a p o r e t t o il primo bollettino che risollevò gli spiriti depressi, e risuonò come il
primo squillo di v i t t o r i a , f u il bollettino del
G r a p p a che a d d i t ò alla riconoscenza della
p a t r i a i miei « fieri siciliani -della b r i g a t a
A o s t a ». (Applausi vivissimi su molti banchi
-— Rumori e commenti all'estrema
sinistra).
Q n a n t o ho detto spiega quindi facilmente l'abuso e la deformazione delle frasi
incriminate del Pontefice e d e l l ' o n o r e v o l e
T r e v e s . Nè_ nell'onorevole T r e v e s nè t a n t o
meno nel Pontefice era l'intenzione .di sab o t a r e la guerra i t a l i a n a , ma era n a t u r a l e
che specialmente la frase dell'onorevole
T r e v e s , la quale a v e v a l ' e v i d e n t e signific a t o di un a m m o n i m e n t o a t u t t i i Governi, a t u t t i i belligeranti, fosse voltadai d i s f a t t i s t i ai p r o p r i fini, e diventasse
l ' e l o q u e n t e m o t t o del loro p r o g r a m m a . Ma
non è forse nel modo stesso come erano
a c c o l t e nel nostro c a m p o le m a n i f e s t a z i o n i
di L e d e b o u r , di L i e b k n e c h t , di R o s a Lux e m b o u r g , di Massimiliano H a r d e n , la p r o v a
che nelle manifestazioni, n e l l ' a t t e g g i a m e n t o
del p a r t i t o socialista era un vero e proprio
d i s f a t t i s m o ? Se ci s e n t i v a m o c o n f o r t a t i
e r a f f o r z a t i noi dalle m a n i f e s t a z i o n i di alcuni socialisti tedeschi, è logico che lo stesso
accadesse nel c a m p o dei nostri nemici per
la m a n i f e s t a z i o n e dei socialisti italiani.
M O D I G L I A N I . Logico e naturale !
N E G R O T T O . E .ve ne v a n t a t e ! . .
D I G I O R G I O . B a s t a per questo ricordare che nella t r a v o l g e n t e a v a n z a t a delle
nostre t r u p p e nella b a t t a g l i a della Bainz i z z a f u r o n o t r o v a t i a n c o r a indistribuiti
v o l u m i n o s i p a c c h i dell 'Avanti ! (Rumori e
é proteste' all' estrema, sinistra).
Camera dei
TORNATA D E L 1 2 S E T T E M B B E
Deputati
1919
M O D I G L I A N I ed altri dell' estrema sinistra. F a l s i f i c a t o ! F a l s i f i c a t o ! (Rumori).
D I G I O R G I O . Ora sarebbe tempo che
la borghesia i t a l i a n a si rendesse ben conto
dei d o v e r i che ha il p a r t i t o socialista verso
le proprie idee, e verso il proprio programma che sono n e t t a m e n t e internazionalistici
e perciò in irriducibile antinomia colle idealità p a t r i o t t i c h e della borghesia.
In q u a n t o p a r t i t o internazionale, il partito socialista ha impegni, accordi, t r a t t a t i
coi c o m p a g n i delle altre nazioni, che esso
deve per sentimento d'onore, per necessità
di v i t a , osservare.
- P e r c i ò , non il p a r t i t o socialista mancò
ai propri d o v e r i d u r a n t e la guerra, ma
gli altri, quei borghesi che disertarono il
posto assegnato loro dal dovere di cittadino e di p a t r i o t a , e m a n c ò più di tutti
il G o v e r n o
che non seppe
realizzare
l'unione sacra f r a t u t t e le f r a z i o n i della
borghesia, .e non seppe assumere verso i
socialisti la linea di c o n d o t t a meglio opp o r t u n a per c o n t r a s t a r e gli effetti del loro
disfattismo, sia s t a t o esso colposo o doloso, seguendo nei loro riguardi una politica incerta, instabile, t o r t u o s a , continuamente oscillante fra le blandizie - ieri
l ' o n o r e v o l e B e n t i n i parlò di carezze addir i t t u r a ! - c o n t i n u a m e n t e oscillante fra le
blandizie e le violenze.
Io immagino, io so q u a n t o gli spiriti
più alti del socialismo siano t o r m e n t a t i dal
f a t t o che la loro azione in I t a l i a trovi
sempre t a n t a minore resistenza di quanto
n o n t r o v i in altri paesi, che non possono'essi,
in q u a n t o sono italiani, non preoccuparsi
delle rovine che si r o v e s c e r e b b e r o sull'Italia, su t u t t a l ' I t a l i a , da una v i t t o r i a del
massimalismo, r a p i d a , facile ma isolata, che
t u t t i ci asservirebbe - borghesia e proletariato - a N a z i o n i meno e v o l u t e e più rapaci.
E non è raro sulla loro b o c c a un leale
a m m o n i m e n t o , l ' a m m o n i m e n t o della loro
irreducibile inimicizia. R e c e n t e ed impressionante è uno c o n t e n u t o in un nobile articolo dell' Avanti!
intitolato: « R e s p o n s a b i l i t à » , nel quale in sostanza è detto questo: Noi d u r a n t e la guerra siamo stati fedeli al posto che il nostro d o v e r e di socialisti ci i m p o n e v a ; se t u t t i - cioè la borghesia ed il G o v e r n o - fossero stati al loro,
C a p o r e t t o non sarebbe a v v e n u t o .
Precisamente. C a p o r e t t o non fu d u n q u e
l'opera esclusiva del socialismo, ma il socialismo v i contribuì p o t e n t e m e n t e spiegando un'azione che f u a g e v o l a t a dalle de-
Atti. Parlamentari
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Camera dei Deputati
LEGISLATURA XXIV - la SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919
Scienze della borghesia e degli alti poteri
dello Stato - Governo e Comando Supremo che sono gli organi e gli esponenti della
borghesia.
Nel crollo di Caporetto entrarono in egual
misura il disfattismo e il malgoverno. (Rumori all' estrema sinistra).
BEGHI. Il disfattismo nero.
DI GIORGIO. Caporetto è di tutti, e
per molto anche vostro. (Rumori all'estrema
sinistra — Approvazioni).
E trovo anche logico che ora il socialismo si serva di Caporetto, degli errori e
degli orrori della guerra, per minare ciò
che rappresenta l'ostacolo più grande al
raggiungimento dei propri ideali: il sentimento della vittoria e la riconoscenza verso
l'Esercito e l'Armata che furono gli artefici
della vittoria, l'esponente del popolo in armi,
e che esso chiama militarismo ; il sentimento
nazionale, che chiama imperialismo. Ma la
borghesia potrebbe a sua volta rivolgere
al socialismo anch'essa un ammonimento:
spetta certo allo Stato borghese di difendersi,
ma misuri bene anche il socialismo la violenza dei propri colpi, specialmente in questo
momento in cui l'Italia - l'Italia borghese
non meno che l'Italia socialista - ha così
estremo bisogno di tutti i suoi figli per rifarsi delle ferite della guerra. L ' E u r o p a
occidentale, e l'Italia con essa, corse il rischio, per essere corsa un po' più degli
Imperi centrali sulla via delle ideologie, di
essere ad essi asservita. Il pericolo potrebbe
ripetersi.
La Commissione, i precedenti oratori,
si sono indugiati sulle responsabilità del
Comando, sulla condotta tecnica della
guerra, sulle benemerenze e sugli errori
del generale Cadorna. Io stesso ho esaminato con qualche ampiezza alcuni fattori
tecnici. Ma questi fattori riguardanti la
condotta tecnica della guerra, non possono
costituire che il punto di partenza, il presupposto ed il materiale per una discussione del Parlamento, la quale non può essere che una discussione di natura politica.
Nella concatenazione delle responsabilità sulla condotta della guerra il Parlamento non può conoscere che Un solo responsabile : il Governo. E non può indugiarsi sull'esame delle responsabilità degli
gani dipendenti dal Governo, sulle responsabilità, sugli errori, .8 ulle eventuali
colpe del Comando Supremo, che al solo
di stabilire, sulla scorta di queste responsabilità, la responsabilità del Governo,
quale gli eventuali errori e le eventuali
0r
11116
11
1585
colpe non avrebbe saputo evitare col suo
tempestivo intervento. Questa la sola indagine degna di un Parlamento.
Compito della Camera è oggi in sostanza
quello di chiedere conto al Governo dell'uso da.lui fatto degli ampliss mi poteri
che il Parlamento gli aveva concesso per
condurre la guerra, di esercitare, oggi, in
ritardo, quella funzione di controllo e di
critica, che non esercitò quando avrebbe
dovuto, perchè lo stato dello spirito pubblico, la passione di parte, la posizione
nella quale i due partiti avversi - neutralisti ed interventisti - si erano messi, non
10 consentirono.
' Non lo consentirono agli interventisti pel
sospetto che i neutralisti se ne servissero
per spingere l'Italia alla pace separata,
non lo consentì ai neutralisti, per tema che
11 sospetto che gravava su loro, e che essi
proclamavano ingiusto, prendesse aspetto
di verità. (Approvazioni).
Oggi che l'esistenza della Patria non è
più, in giuoco, oggi che tutti siamo concordi nella necessità di condurre questa discussione con una linea di nobiltà che sia
degna dell'argomento, oggi è doveroso parlare con onesta franchezza anche questi argomenti così scottanti. Con onesta franchezza e senza disagio alcuno, io sento,
per conto mio, di poterne parlare, chè, considerai sempre come la maggiore delle nostre
debolezze lo stato di ostilità aspra fra le
parti politiche, e non cessai mai dall'invocare e dall'auspicare come massimo fattore
di vittoria quell'unione sacra che è nostra
vergogna di non avere realizzato neppure
dopo Caporetto, neppure colle frontiere
della Patria aperte all'invasione. (Approvazioni —Commenti).
Spero che, dagli uni per il sentimento
che ci accomunò durante la guerra, dagli
altri per la moderazione del mio atteggiamento, si vorranno accogliere con spirito di
tolleranza, le cose spiacevoli che, per essere
completamente sincero, io sarò volta a volta
costretto a dire sulla loro azione durante
la guerra.
L'onorevole Salandra, colla dichiarazione di neutralità, compì un atto di sapienza politica ed acquistò verso il paese
un titolo imperituro di riconoscenza. Ma
questo non deve ora impèdirci di fermare
lo sguardo sui gravissimi errori che il suo
Ministero commise in seguito, e che cosi funestamente pesarono sul corso della guerra.
Ison è possibile fare l'esame delle condizioni che determinarono Caporetto, senza
Atti
Parlamentan
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21062
Camera dei Deputati
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LEGISLATURA XXIV - I SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
a
riportarsi a quei primi errori; eh è furono
essi, più di qualunque altro errore commesso in seguito, che impressero alla nostra politica di guerra quell'indirizzo nefasto che osi amaramente scontammo nell'autunno del 1917.
Dichiarata la neutralità, era evidente
che i ponti cogli antichi alleati erano rotti,
e che noi eravamo ormai esposti al loro
implacabile rancore, e, quando fossero stati
in condizione di compierla, della loro vendetta. Occorreva pertanto insieme alla dichiarazione di neutralità fare la denunzia
dell'alleanza ; procedere immediatamente
alla mobilitazione - mobilitazione non di
uomini come in parte si fece, ma solo di
mezzi logistici e di comandi- radunandoli
in una zona centrale fra i due scacchieri;
esercitare sulla stampa . e sulla opinione
pubblica la necessaria influenza perchè non
prendesse prematuramente posizione; spingere febbrilmente avanti gli armamenti.
Invece il Governo lasciò che l'opinione
pubblica prendesse parte così decisa e così
clamorosa e così appassionata per l'Intesa
ch'essa, quando volle - speriamo che almeno abbia voluto - non . potè più negoziare l'alleanza, perchè era già noto avere la
Nazione preso già, senza possibilità di appello, la sua decisione ; non denunziando
allora l'alleanza e non procedendo subito
alla mobilitazione, si precluse la possibilità
di farlo senza dare ai due atti il preciso
significato d'una decisione di guerra contro gli imperi centrali; si limitò per i primi
provvedimenti militari alla inutile misura
di chiamare alle armi quattro classi di leva,
misura che, mentre era priva di ogni valore nei riguardi della difesa del Paese, non
fece che aumentare il disordine dell'esercito e sovvertire maggiormente la disciplina.
Così si iniziava quel periodo della neutralità che avrebbe dovuto servire ad apparecchiare gli animi, le armi, gli organi
tecnici e politici per il grande cimento.
Mentre toccava all'Italia la fortuna - così
rara nella storia - della scelta del modo e
del tempo di entrare in guerra, il suo Governo non ne sapeva profittare.
Per gli apparecchi militari, basti notare che nei dieci mesi della neutralità
non fu speso neppure un miliardo, e che i
dieci mesi non furono neppure sufficienti a
farci entrare in guerra col modesto apparecchio previsto dai nostri progetti (35 divisioni) in quel perfetto assetto che il tempo
così largamente ci consentiva ; che l'arti-
glieria era scarsa ed erano scarse le munizioni ; l'aviazione era nulla, poche le mitragliatrici, incompleti i quadri, mal preparati al grave compito e in crisi i. depositi, i distretti ; incompleti i servizi logistici e più di tutto il servizio sanitario.
Per la preparazione morale, il Governo
lasciava che interventisti e neutralisti, germanofili e intesofili, scavassero ogni giorno più dell'altro l'abisso che li divideva,
senza tentare coi direttori dei grandi giornali, cogli uomini politici più autorevoli,
anche se avversari, colle forze direttive insomma della pubblica opinione, quell'azione
occulta e discreta, quelle intese segrete, che
pure sono possibili senza rivelare prematuramente le proprie intenzioni e scoprire
prematuramente il proprio gioco. Erano
lontani i tempi in cui durante il Risorgimento i maggiori uomini di Governo erano
in continui rapporti cogli uomini del partito d'azione, e cospiravano con essi per
fare l'Italia, ed anche i tempi in cui Depretis mandava Crispi, il più fiero avversario del suo Gabinetto, in giro di ricognizione per le capitali europee. (Interruzione
del deputato Beltrami).
Sono argomenti talmente gravi e seri, e
grondano di tanto sangue, che la barzelletta
diventa qualcosa che io non voglio qualificare. (Approvazioni).'
Onorevoli colleghi, non sono, è noto,
tra gli ammiratori dell'onorevole Giolitti.
Debbo ora parlare di lui, e mi rincresce di
non vederlo presente. L'onorevole Giolitti
ha mancato gravemente al suo dovere non
venendo qui dopo la dichiarazione di guerra,
egli, capo della maggioranza, a difendere le
sue idee. (Commenti — Interruzioni).
Fino a quel giorno egli era libero di
professare qualunque idea, ed aveva anche
il dovere di sostenere le sue idee. Se era contrario all'intervento, aveva il diritto di esserlo, ma doveva venire qui a sostenere la
bontà delle sue idee, a proclamare la illibatezza dei suoi sentimenti. (Interruzioni -—•
Commenti—Rumori).
PEANO. L'onorevole G i o l i t t i non intervenne alle sedute per un senso di alto patriottismo e per non dividere m a g g i o r m e n t e
il paese, non ostante le indegne p e r s e c u z i o n i
di cui era fatto segno. (Commenti —
mori).
,
DI GIORGIO. Dico queste cose senza
astio, e le dico obiettivamente. Non sono
* senno del poi. Ella che ha vicino l ' o n o r e v o l e
Colosimo si faccia dire da lui quale era 1
mio pensiero in quei giorni sulla linea
v
Atti
21063
Parlamentan
LEGISLATURA XXIV -
la
SESSIONE -
DISCUSSIONI -
condotta che l'onorevole Giolitti aveva il
dovere di seguire. Ma devo anche dichiarare
che se l'onorevole Giolitti a v e v a m a n c a t o
così gravemente al suo dovere, l'onorevole
Salandra non doveva dimenticare che l'onorevole Giolitti r a p p r e s e n t a v a un uomo che
aveva governato con poteri così illimitati
per 15 anni l ' I t a l i a , e doveva tener conto
del seguito che conseguentemente doveva
avere in paese, in qualche s t r a t o sociale,
nella sua regione, nella sua p a r t e politica,
nei suoi giornali, nell'Amministrazione dello
Stato. L'onorevole S a l a n d r a non doveva
andare in Campidoglio a p a r l a r e di obliqui
contatti collo straniero! Se gli obliqui contatti collo straniero ci erano stati, bisognava fare come fece Clemenceau con Malvy
e Caillaux, Se non c'erano stati bisognava
associarselo.
Non era in quel m o m e n t o in cui si lanciava l'Italia in u n a p a r t i t a così a r d u a , iìi
un duello per la vita o per la morte, in cui
si andava a giuocare l'esistenza del Paese,
che si poteva scavare una fossa insormontabile f r a i p a r t i t i avversi. E la cosa è
tanto più deplorevole in q u a n t o che chi
dubitava dell'altezza morale dell'uomo, non
doveva spingerlo a un contegno che certo
non ha giovato al buon a n d a m e n t o della
guerra. {Commenti).
Fu così che il P a r l a m e n t o f u condannato a l l ' i m p o t e n z a ; che f u s c a v a t o un
abisso fra le due fazioni, f u così che facemmo getto di uno dei f a t t o r i più. formidabili del successo: della sorpresa, della sorpresa diplomatica e della sorpresa militare.
Onde, dopo dieci mesi di n e u t r a l i t à entrammo in guerra con forze militari meschine ed i m p r e p a r a t e ; colla discordia civile all'interno ; considerati con diffidenza
dai nuovi alleati - a cagione della m a n c a t a
dichiarazione di guerra alla Germania fin dal momento in cui a c c o r r e v a m o a salvarli. La nazione italiana che si lanciava
nella mischia C3n lealtà, con spirito di fratellanza, con disinteresse, era fin d'allora
sospettata di doppiezza, di tiepidezza, di
e
§oismo, di quell'egoismo più o meno sacro
c
°si poco o p p o r t u n a m e n t e p r o c l a m a t o o
c
°si poco, ahimè, p r a t i c a t o . (Commenti —
A
PPr ovazioni).
Quali le conseguenze sul primo periodo
di guerra e quindi su Oaporetto ? E n o r m i
e
^negabili.
Privi dell'assistenza economica degli albati, i quali non obbligati da speciali t r a t tati
negavano o ci lesinavano gli aiuti
P e r costringerci a romperla definitivamente
Camera dei Deputati
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
1919
colla Germania, non si osò di p r e n d e r e , o
non si potè per m a n c a n z a di mezzi, neppure ora che le difficoltà della guerra si
ergevano d a v a n t i con t a n t a evidenza, lo
slancio per quegli a u m e n t i di forze militari
che il Comando Supremo r e c l a m a v a con
implacabile insistenza, e che poi f u r o n o
possibili dopo il primo anno. i i o n o s t a n t e
la esiguità delle forze, il Comando Supremo
era inoltre costretto ad offensive di dubbia*
utilità e di esito incerto, anche per la considerazione che bisognava dar p r o v a agli alleati della nostra lealtà, cosa questa che
n a t u r a l m e n t e doveva essere dissimulata di
f r o n t e alle t r u p p e e di f r o n t e alla pubblica
opinione, colla asserzione di u n a fede nel
successo che forse non sentiva n e p p u r e il
C o m a n d a n t e Supremo.
Ora, se si considera che nel 1917, già perduto un milione di uomini e c i n q u a n t a m i l a
ufficiali, depresso così p r o f o n d a m e n t e lo spirito pubblico, siamo riusciti a m e t t e r e insieme, in mezzo al t u m u l t o delle battaglie, ben
t r e n t a nuove divisioni, si può facilmente
intuire quale sforzo, almeno nei riguardi
delle unità di f a n t e r i a - ch'era l a p a r t e più
delicata e difficile - era possibile compiere
con u n a diversa politica d u r a n t e la neut r a l i t à e d u r a n t e i primi mesi di guerra.
Si -pensi quale peso a v r e b b e r a p p r e s e n t a t o
l ' I t a l i a se fosse e n t r a t a in guerra di sorpresa con u n a c i n q u a n t i n a di divisioni, e
se queste avesse r a d d o p p i a t o nel primoanno di guerra, m e n t r e la Eussia era ancora in piedi minacciosa.
Si fece d u n q u e u n a politica di guerra
p r o f o n d a m e n t e e r r a t a . E della politica di
guerra non può essere responsabile che ili
Ministero. Besponsabile s o p r a t u t t o di n o n
avere d a t o u n a soluzione al problema più
grave, a b problema dell'alta direzione della
guerra, al problema delle relazioni f r a Governo e Comando Supremo; e di avere poco
alla volta a b d i c a t o nelle mani del Comando Supremo, del generale Cadorna, t a n t e
facoltà, t a n t i poteri, che non erano di sua
competenza; m e n t r e poi faceva, nel t e m p o
stesso, per conto suo, u n a politica di guerra
all'infuori della collaborazione e spesso in
contrasto colle vpdute del Comando Supremo. (Commenti).
La prima volta che ebbi l'onore di p a r lare alla Camera, nel 1913, a p r o p o s i t o
della impresa di Libia, nel deplorare l'inconveniente opposto, cioè la soverchia inf r a m m e t t e n z a del Governo nella c o n d o t t a
della guerra, io cercai fin d'allora di richiam a r e la v o s t r a attenzione sul formidabile
Alti Parlamentan
LEGISLATURA
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Camera dei Deputati
TORNATA D E L 1 2
SETTEMBRE
1919
glieria era scarsa ed erano scarse le muniriportarsi a quei primi errori; chè furono
zioni ; l'aviazione era nulla, poche le miessi, più di qualunque altro errore comtragliatrici, incompleti i quadri, mal premesso in seguito,' che impressero alla noparati al grave compito e in crisi i destra politica di guerra quell'indirizzo nepositi, i distretti ; incompleti i servizi lofasto che osi amaramente scontammo nelgistici e più di tutto il servizio sanitario.
l'autunno del 1917.
Per la preparazione morale, il Governo
Dichiarata la neutralità, era evidente
lasciava che interventisti e neutralisti, gerche i ponti cogli antichi alleati erano rotti,
manofili e intesofili, scavassero ogni giore che noi eravamo ormai esposti al loro
no più dell'altro l'abisso che li divideva,
implacabile rancore, e, quando fossero stati
senza tentare coi direttori dei grandi giorin condizione di compierla, della loro vennali, cogli uomini politici più autorevoli,
detta. Occorreva pertanto insieme alla dianche se avversari, colle forze direttive inchiarazione di neutralità fare la denunzia
somma della pubblica opinione, quell'azione
dell'alleanza ; procedere immediatamente
occulta e discreta, quelle intese segrete, che
alla mobilitazione - mobilitazione non di
pure sono possibili senza rivelare premauomini come in parte si fece, ma solo di
turamente le proprie intenzioni e scoprire
mezzi logistici e di comandi- radunandoli
prematuramente il proprio gioco. Erano
in una zona centrale fra i due scacchieri;
lontani i tempi in cui durante il Risorgiesercitare sulla stampa . e sulla opinione
mento i maggiori uomini di Governo erano
pubblica la necessaria influenza perchè non
in continui rapporti cogli uomini del parprendesse prematuramente posizione; spintito d'azione, e cospiravano con essi per
gere febbrilmente avanti gli armamenti.
fare l'Italia, ed anche i tempi in cui DeInvece il Governo lasciò che l'opinione
pretis mandava Crispi, il più fiero avverpubblica prendesse parte così decisa e così
sario del suo Gabinetto, in giro di ricogniclamorosa e così appassionata per l'Intesa
zione
per le capitali europee. (Interruzione
ch'essa, quando volle - speriamo che aldel deputato
Beltrami).
meno abbia voluto - non . potè più negoziare l'alleanza, perchè era già noto avere la
Sono argomenti talmente gravi e seri, e
Nazione preso già, senza possibilità di apgrondano di tanto sangue, che la b a r z e l l e t t a
pello, la sua decisione ; non denunziando
diventa qualcosa che io non voglio qualifiallora l'alleanza e non procedendo subito
care. {Approvazioni).'
alla mobilitazione, si precluse la possibilità
Onorevoli colleghi, non sono, è noto,
di farlo senza dare ai due atti il preciso
tra gli ammiratori dell'onorevole G i o l i t t i .
significato d'una decisione di guerra conDebbo ora parlare di lui, e mi rincresce di
tro gli imperi centrali; si limitò per i primi
non vederlo presente. L'onorevole G i o l i t t i
provvedimenti militari alla inutile misura
ha mancato gravemente al suo dovere non
di chiamare alle armi quattro classi di leva,
venendo qui dopo la dichiarazione di guerra,
misura che, mentre era priva di ogni vaegli, capo della maggioranza, a d i f e n d e r e le
lore nei riguardi della difesa del Paese, non
sue idee. (Commenti — Interruzioni).
fece che aumentare il disordine dell'eserFino a quel giorno egli era libero di
cito e sovvertire maggiormente la disciprofessare qualunque idea, ed aveva a n c h e
plina.
il dovere di sostenere le sue idee. Se era conCosì si iniziava quel periodo della neutrario all'intervento, aveva il diritto di estralità che avrebbe dovuto servire ad apserlo, ma doveva venire qui a sostenere la
parecchiare gli animi, le armi, gli organi
bontà delle sue idee, a proclamare la illitecnici e politici per il grande cimento.
batézza dei suoi sentimenti. {Interruzioni
Mentre toccava all'Italia la fortuna - così
Commenti—Rumori).
rara nella storia - della scelta del modo e
PEANO. L'onorevole
non interdel tempo di entrare in guerra, il suo Govenne alle sedute per un senso di alto paverno non ne sapeva profittare.
triottismo e per non dividere m a g g i o r m e n t e
Per gli apparecchi militari, basti noil paese, non ostante le indegne p e r s e c u z i o n i
tare che nei dieci mesi della neutralità
di cui era fatto segno. {Commenti —
non fu speso neppure un miliardo, e che i.
mori).
dieci mesi non furono neppure sufficienti a
D I GIORGIO. Dico queste cose senza
farci entrare in guerra col modesto appaastio, e le dico obiettivamente. Non son°
recchio previsto dai nostri progetti (35 di- * senno del poi. Ella che ha vicino l ' o n o r e v o l e
visioni) in quel perfetto assetto che il tempo
Colosimo si faccia dire da lui quale era^_
così largamente ci consentiva ; che l'artimio pensiero in quei giorni sulla linea
G i o l i t t i
Atti
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Parlamentan
LEGISLATURA XXIV - I
a
Camera dei Deputati
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
condotta che l'onorevole Giolitti aveva il colla Germania, non si osò di prendere, o
dovere di seguire. Ma devo anche dichiarare non si potè per mancanza di mezzi, nepche se l'onorevole Giolitti aveva mancato pure ora che le difficoltà della guerra si
così gravemente al suo dovere, l'onorevole ergevano davanti con t a n t a evidenza, lo
Salandra non doveva dimenticare che l'ono- slancio per quegli aumenti di forze militari
revole Giolitti rappresentava un uomo che che il Comando Supremo reclamava con
aveva governato con poteri così illimitati implacabile insistenza, e che poi furono
per 15 anni l'Italia, e doveva tener conto possibili dopo il primo anno. Non ostante
del seguito che conseguentemente doveva la esiguità delle forze, il Comando Supremo
avere in paese, in qualche strato sociale, era inoltre costretto ad offensive di dubbia
nella sua regione, nella sua parte politica, utilità e di esito incerto, anche per la consinei suoi giornali, nell'Amministrazione dello derazione che bisognava dar prova agli alStato. L'onorevole Salandra non doveva leati della nostra lealtà, cosa questa che
andare in Campidoglio a parlare di obliqui naturalmente doveva essere dissimulata di
contatti collo straniero! Se gli obliqui con- fronte alle truppe e di fronte alla pubblica
tatti collo straniero ci erano stati, biso- opinione, colla asserzione di una fede nel
gnava fare come fece Clemenceau con Malvy successo che forse non sentiva neppure il
e Caillaux, Se non c'erano stati bisognava Comandante Supremo.
associarselo.
Ora, se si considera che nel 1917, già perNon era in quel momento in cui si lan- duto un milione di uomini e cinquantamila
ciava l'Italia in una partita così ardua, in ufficiali, depresso così profondamente lo spiun duello per la vita o per la morte, in cui rito pubblico, siamo riusciti a mettere insiesi andava a giuocare l'esistenza del Paese, me, in mezzo al tumulto delle battaglie, ben
che si poteva scavare una fossa insormon- ) trenta nuove divisioni, si può facilmente
tabile fra i partiti avversi. E la cosa è intuire quale sforzo, almeno nei riguardi
tanto più deplorevole in quanto che chi delle unità di fanteria - ch'era la parte più
dubitava dell'altezza morale dell'uomo, non delicata e difficile - era possibile compiere
doveva spingerlo a un contegno che certo con una diversa politica durante la neunon ha giovato al buon andamento della tralità e durante i primi mesi di guerra.
guerra. {Commenti).
Si -pensi quale peso avrebbe rappresentato
Fu così che il Parlamento fu condan- l'Italia se fosse entrata in guerra di sornato all'impotenza; che fu scavato un presa con una cinquantina di divisioni, e
abisso fra le due fazioni, fu così che fa- se queste avesse raddoppiato nel primo
cemmo getto di uno dei fattori più formi- anno di guerra, mentre la Russia era andabili del successo : della sorpresa, della sor- cora in piedi minacciosa.
presa diplomatica e della sorpresa militare.
Si fece dunque una politica di guerra
Onde, dopo dieci mesi di neutralità en- profondamente
E della politica di
trammo in guerra con forze militari me- guerra non può errata.
essere
responsabile
schine ed impreparate; colla discordia ci- Ministero. Responsabile sopratutto dichenon;il
vile all'interno ; considerati con diffidenza avere dato una soluzione al problema più
dai nuovi alleati - a cagione della mancata grave, al problema dell'alta direzione della
dichiarazione di guerra alla Germania - guerra, al problema delle relazioni fra Gonn dal momento in cui accorrevamo a sal- verno
e Comando Supremo; e di avere poco
varli. La nazione italiana che si lanciava alla volta
abdicato nelle mani del Comannella mischia C3n lealtà, con spirito di fra- do Supremo,
generale Cadorna, tante
tellanza, con disinteresse, era fin d'allora facoltà, tanti del
poteri,
che non erano di sua
sospettata di doppiezza, di tiepidezza, di competenza; mentre poi
nel tempo
egoismo, di quell'egoismo più o meno sacro stesso, per conto suo, una faceva,
politica
di guerra
P ° opportunamente proclamato o all'infuori della collaborazione e spesso
in
così poco, ahimè, praticato. (Commenti — contrasto colle vedute del Comando SuAppr ovazioni).
premo. (Commenti).
Quali le conseguenze sul primo periodo
prima volta che ebbi l'onore di parguerra e quindi su Caporetto? Enormi lareLa alla
Camera, nel 1913, a proposito
e innegabili.
della impresa di Libia, nel deplorare l'inPrivi dell'assistenza economica degli al- conveniente opposto, cioè la soverchia inbati, i quali non obbligati da speciali trat- frammettenza del Governo nella condotta
tati ci negavano o ci lesinavano gli aiuti della guerra, io cercai fin d'allora di richias t r i n g e r c i a romperla definitivamente mare la vostra attenzione sul formidabile
C Q S Ì
1
P e r
c o
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LEGISLATURA XXIV -
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21066
Camera dei Deputati
SESSIONE -, DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1919
ritorio nazionale rimaneva inviolato, che
l'esercito austriaco era non solo tenuto in
rispetto ma costantemente battuto, a mantenere lo spirito pubblico in un certo stato
di sicurezza, che escludeva, in quel terribile gioco ch'era la guerra, la possibilità di
un disastro, e toglieva alle simpatie verso
il nemico più minaccioso - il tedesco ! ogni aspetto di odiosità.
Alla peggio, si pensava, avremo il parecchio, o, alla peggio ancora, si resterà entro gli antichi confini.
Così, mancarono fino a Caporetto i tre
elementi che più di ogni altro concorrono a
intronare lo spirito pubblico alle necessità supreme della guerra : l'odio pel nemico ; l'evidenza del pericolo; la necessità di una lotta
dove non v'è altro scampo che la vittoria :
vincere o morire, mancarono cioè le tre condizioni che determinarono lo spirito pubblico
del Grappa, del Piave, di Vittorio Veneto.
Fu preclusa ài Paese la via di formarsi
quella che fu chiamata l'anima della guerra.
L'assurdità del sistema col quale i supremi *
organi dello Stato conducevano la guerra
culminò in due episodi memorabili, in due
disastri: il disastro di Libia del 1915, qualcosa come due o tre Adue formate insieme,
e il disastro di Durazzo. Per la Libia potè
avvenire che il Governo, nel tempo stesso
che con quella assenza di controllo e coi
poteri-che si è visto,- affidava la Condotta
della guerra in Italia al generale Cadorna,
che è quanto dire faceva arbitro il generale Cadorna dell'esistenza del Paese, teneva poi in non cale le sue sagge proposte
circa il modo di fronteggiare la situazione
della Colonia; per l'Albania, trovatosi in
dissidio circa la linea di condotta da seguire, sottraeva addirittura ad ogni sua
ingerenza quello scacchiere, mettendolo alla
diretta dipendenza del ministro della guerra,
consacrando così anche in questo, in modo
solenne, che all'esercito che combatteva in
Italia il ministro dovesse considerarsi
estraneo.
Le forze della zona di guerra infatti e le
forze dislocate in Paese, compenetrandosi
in tutti i loro elementi, erano ed avrebbero
dovuto essere considerate un esercito solo.
Formarono invece due eserciti distinti, dei
quali l'uno fu alla dipendenza del Comando
Supremo, l'altro alla dipendenza del ministro ; e vissero sotto regimi diversi e sotto
diverso indirizzo.
La Commissione che attribuisce all'ego
centricismo del generale Cadorna tutta la
responsabilità del malgoverno degli uo-
mini, si è almeno informata quale fu il
governo che degli uomini si fece nell' interno del paese, dove viveva ,un esercito
più numeroso di quello che combatteva in
zona d'operazioni? Si informò quale era
l'ambiente dei depositi, dei distretti, dei
luoghi di convalescenza e di cura, degli infiniti distaccamenti, di tutti i boschi e boschetti della penisola e delle isole, e quale
industre lavoro si facesse per invelenire,
sfruttare, volgere contro le spalle dei combattenti, gli umori del preteso malgoverno
che si faceva nella zona di guerra ?! Portò
la sua attenzione, sia pure fugace, sul modo
come funzionò il reparto ricompense, discipline, avanzamento, giustizia del comando
supremo? Sul modo come funzionarono i comandi territoriali?! Si informò quale fu
l'opera dei prefetti e dei municipi nell'assistenza delle famiglie dei richiamati, delle vedove, degli orfani, dei mutilati? Misurò la influenza che questi importanti fattori ebbero
nel malgoverno, e nel dilagare del disfattismo ?!
In questo sovvertimento dei poteri dello
Stato, in questa mancanza di cordialità, di
affiatamento, di intesa fra Governo e Comando Supremo, sta il maggiore dei fattori
efficienti di Caporetto, non in quelli additati
dalla Commissione, i quali non sono che
una derivazione di questo, e una sua conseguenza.
Ma è da notare tuttavia che questo sovvertimento non sarebbe stato possibile se lo
stato dello spirito pubblico avesse consentito al Parlamento di esercitare sul Governo quell'azione di cooperazione, di controllo, di critica che il Governo, non assistito da un ministro della guerra nel pieno
possesso delle sue attribuzioni, n o n osava
esercitare a sua volta s u l C o m a n d o Supremo.
A chi la responsabilità dell'inaudito fenomeno ? Al generale Cadorna forse? Ma
il generale Cadorna viveva - e così doveva vivere - sotto la ossessionante pressione delle necessità militari, in un' alta
febbre d'azione e di passione, e non vedeva
che il suo scopo : la vittoria. Gli organi che
dovevano apprestargli i mezzi, lo strumento
erano tardi, incerti, inetti? Ed egli si sostituiva ad essi. Tradivano i propri doveri coloro che consentivano o tolleravano e forse
trovavano comode le sue inframmettenze e le
sae usurpazioni; nonlui che agiva sotto il comando tirannico delle necessità della guerra. La casa brucia, c'è a portata una pompa,
e i pompieri esitano ed indugiano e discutono e patteggiano ; voi v'impadronite del-
mi
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Parlamentari
LEGISLATURA XXIV -
1» SESSIONE -
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Carrera dei Deputati
DISCUSSIONI — TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
l'ordegno e lo m e t t e t e in azione. Chi vi può
condannare se lo avete f a t t o funzionare
male, se lo avete in qualche p a r t e guastato?
Nessuno. Ma, meno di t u t t i , coloro che,
•colla loro inerzia, vi obbligarono a sostituirvi ad- essi !
Il si&tema era non solo contrario alle
leggi, anzi, meglio che alle leggi, alle istituzioni, ma costituiva per il generale Cadorna un peso che sarebbe stato superiore
alle spalle di un uomoj quali 'che fossero
state la sua forza e la sua c a p a c i t à . Di
uomini che abbiano potuto condurre le operazioni, e abbiano potuto nel tempo stesso
organizzare un esercito, la storia moderna non ne conosce che uno : Napoleone.
Ma il più grande esercito comandato da
Napoleone non era neppure la terza p a r t e
dell'esercito italiano ; ed era preparato da
lunga mano prima che entrasse in campagna ; e Napoleone era legalmente investito
di poteri assoluti, e tali poteri esercitava
sopra un organismo robusto e perfetto quale
era la F r a n c i a del primo I m p e r o .
La verità è che nessuno governò in I t a l i a
la guerra.
(Commenti).
Non il generale Cadorna che non ne avèva le f a c o l t à , ed usurpava v o l t a a volta,
quando la urgenza c o m a n d a v a , le f a c o l t à
del Governo, e tali f a c o l t à era poi costretto
ad esercitare saltuariamente, inorganicamente, timidamente, compreso suo malgrado
della illegittimità dei poteri usurpati ; non
il Gabinetto che lasciava incontrollata
l'opera del Comando Supremo, e subordinava la sua composizione e molta della sua
azione ai sospettati umori di un P a r l a m e n t o ,
che credeva in maggioranza se non contrario decisamente alla guerra, ora specialmente ch'essa era un f a t t o compiuto, certo
rassegnato alla guerra senza entusiasmo e
senza fervore. I l P a r l a m e n t o era di fronte
a l Paese e di fronte al Governo paralizzato
dal sospetto e dalle passioni di parte condannato all'impotenza, chiamato a dare
Periodicamente voti di fiducia t a n t o pletor i c i quanto insinceri.
Così, il Governo nè
osava ricomporsi, senz'altro criterio che il
criterio della c a p a c i t à e senz'altra solidarietà che quella derivante dalla comunanza
mcondizionata di responsabilità e di programmi; nè osava governare con criteri giacobini all'infuori di ogni appoggio parla-'
dentare addossandosi esso solo t u t t e le
r e s PQnsabilità ; nè
osava associarsi sinceramente il P a r l a m e n t o , ricorrendo al sie r na delle Commissioni e dei frequenti Coj
1919
' m i t a t i , segreti, cercando con t u t t i i mezzi
di raggiungere l'unione sacra.
Si perpetrò un mezzo termine nel quale
il Governo cercò un alidi nell'autorità del
P a r l a m e n t o , il P a r l a m e n t o un alibi nell'azione del Governo.
T u t t e le nostre deficienze
derivano
t u t t e da questo f a t t o r e , le quali, come dalla
conchiglia madre, t u t t e da esse derivano :
la m a n c a t a preparazione d u r a n t e la neut r a l i t à e la m a n c a t a sorpresa politica e
strategica allo scoppio della guerra ; il tardivo ingrandimento dell'esercito ed il suo
l o g o r a m e n t o ; il disfattismo; il decadimento dello spirito c o m b a t t i v o , della disciplina, della efficienza bellica, cioè quello che
la commissione chiama il malgoverno degli uomini ed addita come la causa determinante la r o t t a .
E valga per t u t t i un esempio : le q u a t t r o
lettere che fin dal mese di giugno il generale Cadorna i n v i a v a al presidente del
Consiglio per invocare dal Governo un mut a m e n t o della politica interna.
Nell'estate del 1917 lo stato morale dell'esercito si manifestava in t u t t a la sua
. g r a v i t à . Leggete nella relazione l'impressionante capitolo sui sintomi. Che cosa di
più allarmante ? B r i g a t e intere che, o si rifiutano di andare in linea, o partono sparando e tumultuando ; ondata d'assalto,
che dopo potente prolungato efficace bombardamento, non lasciano i loro ricoveri ;
ufficiali uccisi dai propri soldati in rivolta;
partenza di complementi per la zona di
guerra a c c o m p a g n a t i da spari, da tumulti,
da grida sediziose. .
Che ha f a t t o finora il Governo di fronte
a questo s t a t o di cose ? Che ha f a t t o per
a c c e r t a r n e la realtà, per approntare i rim e d i ? Nulla. L a cosa non lo riguarda.
L'esercito - l'esercito, c a p i t e ? - l'esercito
non dipende da lui, dipende dal Comando
Supremo, quasi fosse un potere sovrano indipendente da ogni controllo. E non si
muove neppure quando il generale Cadorna
scrive quelle q u a t t r o terribili lettere. Non
provvede. Non risponde. Non provvede
nep'pure all'esercito suo, all'esercito dell ' i n t e r n o del paese dove c o v a v a il meglio
dei germi malefìci, dei microbi dissolventi
che andavano regolarmente a divampare
nella zona d'operazioni, sul campo di battaglia.
Già una prima offesa al retto funzionamento del Governo era già in quel corrispondere direttamente del capo di stato
Atti
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Parlamentari
LEGISLATURA XXIV -
1* SESSIONE -
DISCUSSIONI -
m a g g i o r e col p r e s i d e n t e del Consiglio. O
q u a l e era d u n q u e la f u n z i o n e del minis t r o della g u e r r a nel G a b i n e t t o , s'egli era
l a s c i a t o e s t r a n e o a così v i t a l e q u e s t i o n e ,
r i g u a r d a n t e quell'esercito di' cui egli era il
c a p o responsabile di f r o n t e a l ' P a r l a m e n t o ?
E r a egli d ' a c c o r d o col generale C a d o r n a
sullo s t a t o delle t r u p p e , sulle cause del
male, sui r i m e d i i n v o c a t i ? E allora p e r c h è
n o n p o r t a v a la q u e s t i o n e nel Consiglio-dei
ministri, p e r c h è n o n e s p o n e v a ai suoi colleghi u n p r o g r a m m a concreto, p e r c h è n o n
p o n e v a su di esso la q u e s t i o n e di fiducia?
E r a invece d ' a c c o r d o col m i n i s t r o dell'int e r n o s u l l ' i n a f f e r r a b i l i t à del f e n o m e n o del
d i s f a t t i s m o , sulla o p p o r t u n i t à di c o n t i n u a r e •
u n a politica i n t e r n a m i t e e conciliativa ? E
p e r c h è n o n p r o v o c a v a in t a l caso la sostit u z i o n e del c a p o di s t a t o maggiore? (Interruzioni alVestrema
sinistra).
P r o b a b i l m e n t e a v e v a n o ragione e n t r a m bi, un po', e a v e v a n o e n t r a m b i u n p o ' t o r t o ,
t a n t o il capo di s t a t o maggiore che il m i n i s t r o
d e l l ' i n t e r n o ; m a a v e v a s i c u r a m e n t e t o r t o il
G o v e r n o c o n s i d e r a t o come - s u p r e m o regol a t o r e e c o o r d i n a t o r e della politica e della
g u e r r a , il G o v e r n o che n o n si m e t t e v a d'accordo col capo di s t a t o maggiore p e r a v v i s t a r e i rimedi, a f f i n c h è nell'esercito, in t u t t o
l'esercito senza distinzione, t a n t o nell'eser-,
cito della zona di g u e r r a che nell'esercito
della zona t e r r i t o r i a l e , fosse i n s t a u r a t a u n a
disciplina u n i c a , f e r m a nel t e m p o stesso ed
u m a n a , o fossero p a s s a t i in revisione il regime disciplinare ed il regime p e n a l e ; e la
p r e p a r a z i o n e dei c o m p l e m e n t i ; e il reclut a m e n t o ed il t r a t t a m e n t o dei q u a d r i ; e la
p r o p a g a n d a e la c o n t r o p r o p a g a n d a ; e la
difesa c o n t r o il disfattismo.; t u t t o quell'insieme di m i s u r e i n s o m m a , di r i s a n a m e n t o ,
di repressione, di profilassi m o r a l e e discip l i n a r e che, di f r o n t e al grido d ' a l l a r m e del
c a p o di s t a t o m a g g i o r e si i m p o n e v a n o con
u n a u r g e n z a i n t o l l e r a n t e di indugi.
Qual m e r a v i g l i a se il generale C a d o r n a ,
a b b a n d o n a t o a se stesso senza l'assistenza
e l ' a i u t o di u n G o v e r n o che d i s e r t a v a il
suo posto fino al p u n t o di lasciare senza
r i s p o s t a l e t t e r e come quelle, p r o v v e d e v a
da sè come l ' u r g e n z a del pericolo e i a salvezza della P a t r i a c o m a n d a v a n o ' ! A h i m è !
a n c h e qui la v e r i t à che d o m i n a t u t t a la
c o n d o t t a della g u e r r a ! Di f r o n t e a colui che
la Commissione definisce, forse a ragione,
u n egocentrico, u n ' a c c o l t a di deboli; di f r o n t e
a u n a v o l o n t à , delle semplici o p i n i o n i ; di
f r o n t e a un u o m o delle o m b r e .
L ' u o m o errò c e r t a m e n t e più d ' u n a v o l t a .
Camera
dei
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
Deputati
1919
Ma f r a gli errori si q u e s t ' u o m o che con
eroico disinteresse si accolla t u t t e le responsabilità, ed a n c h e quelle che n o n gli s p e t t a n o ;
che a f f r o n t a t u t t i i rancori; che semina attorno a sè senza m i s u r a r l i gli odi, lo sguardo
s e m p r e i n t e n t o alla sua missione, l'anima
s e m p r e t e s a verso la v i t t o r i a con u n a volontà così inflessibile che n e s s u n a a v v e r s i t à ,
che nessuna difficoltà fa t e n t e n n a r e ; fra
gli errori di q u e s t ' u o m o , dico, e gli adattamenti,* le p r u d e n z e , le esitanze, gli smarr i m e n t i di coloro Che a v r e b b e r o d o v u t o
essere i suoi t u t o r i , i suoi m o d e r a t o r i , i suoi
i n s p i r a t o r i , e insieme i suoi c o o p e r a t o r i , la
s i m p a t i a , l ' a m m i r a z i o n e di t u t t i coloro che
vogliono g i u d i c a r e con spirito " o b i e t t i v o e
s p a s s i o n a t o n o n può essere che per lui pel capo di s t a t o maggiore, per l'egocentrico.
B E L T R A M E H a sacrificato i soldati e il
Paese !
M A R A N G O N I . E si l i b e r a v a dai competitori !
D I G I O R G I O . Ma p e n s a t e , onorevoli colleghi, in che m o d o con quei sistemi di Governo e con quegli uomini, s a r e b b e s t a t a imbas t i t a e c o n d o t t a la n o s t r a g u e r r a , - s e n z a un
egocentrico che n o n avesse realizzato quel
t a n t o di p r e p a r a z i o n e - ed era t a n t o p o c o che f u f a t t a d u r a n t e la n e u t r a l i t à ; che fosse
riuscito ad o t t e n e r e l ' i n g r a n d i m e n t o dell'esercito fino alle 65 divisioni della vigilia di Cap o r e t t o ; che n o n avesse per due a n n i e mezzo
m a n t e n u t a , per q u a n t o i m p e r f e t t a m e n t e , e
sia p u r e coi guai d e p l o r a t i , u n a disciplina di
costrizione, q u a n d o la disciplina m o r a l e fu
i n f r a n t a dal m a l g o v e r n o e dal disfattismo,
che n o n fosse riuscito a i m p r i m e r e alle
t r u p p e lo spirito offensivo ; che n o n fosse
riuscito, sia p u r e col sacrifizio di a l t r e forze,
a d i m p o r r e a t u t t i i p r o p r i dipendenti,
a n c h e s o r p a s s a n d o in questo il giusto
segno, la sua v o l o n t à , così che t u t t i gli
obbedissero.
I l Machiavelli disse degli i t a l i a n i che
« nei duelli e nei congressi di pochi, essi
sono s u p e r i o r i colle forze colla d e s t r e z z a
coll'ingegno, m a come si v i e n e a g l i e s e r c i t i
queste v i r t ù n o n c o m p a r i s c o n o , e t u t t o pi"0*
cede dalla debolezza dei capi, p e r c h è q u e l l i
che s a n n o n o n sono obbedienti, e a c i a s c u n o
p a r e di sapere... di qui nasce che dove è
s t a t o ' u n esercito i t a l i a n o s e m p r e fece mala
prova... »
,
L ' u l t i m a storia i t a l i a n a è p u r t r o p p o la
c o n f e r m a della s e n t e n z a del M a c h i a v e l l i ;
e, alla storia delle n o s t r e disgrazie milita^ 1
è c o s t a n t e m e n t e a t t a c c a t o lo s p e t t r o del-
Atti
21069
Parlamentari
LEGISLATURA XXIV -
1» ESSIONE -
DISCUSSIONI -
l'antagonismo dei capi che si chiamarono
L a m a r m o r a e Oialdini a Custoza,. Persano
e V a c c a a Lissa, B a r a t i e r i e A r i m o n d i ad
Adua.
F u f o r t u n a somma per l ' I t a l i a che l'esercito delle 11 vittorie dell'Isonzo e dei
Trentino prima, e poi, purificato dall'espiazione di Caporetto, l'esercito del G r a p p a ,
del P i a v e , del Montello, di V i t t o r i o Veneto,
abbia a v u t o per organizzatore e, in gran
parte per condottiero, un egocentrico. (Proteste all' estrema sinistra).
D e v o ora dire una parola sui p r o v v e d i menti presi dal Governo a carico dei generali colpiti dalle conclusioni dell'inchiesta.
K~on posso a p p r o v a r l i . E , ciò dicendo, non
mi riferisco al generale Cadorna. Il mio
pensiero sul generalè Cadorna ve l ' h o
espresso già con la franchezza che d o v e v o ,
e d'altra parte la Commissione d'inchiesta
mi a v e v a già f a t t o l'onore di riportare per
intero quello già espresso per lui nella mia
testimonianza.
Le benemerenze e gli errori del generale
Cadorna sono di natura tali, e l'azione di
lui domina siffattamente t u t t a la guerra,
dal principio alla fine, che egli non può
avere altro giudice che la storia, cosicché
per lui non ha il Governo ricompensa adeguata o adeguato castigo. È agli altri che
io mi riferisco, a quelli che l'azione loro
svolsero entro la cerchia di più definiti
doveri e di più definite responsabilità.
Ebbene, io allora devo dire se questi generali sono stati allontanati, dal servizio pel
semplice f a t t o di essere stati colpiti dalla
relazione, e per avere perduto conseguentemente il prestigio che è necessario a tenere
un comando, il p r o v v e d i m e n t o avrebbe dov u t o essere preso in momento meno significativo, ed in f o r m a meno solenne ; se invece
si è inteso di colpire in essi i responsabili
di Caporetto non si può allora non osserv a r e che il p r o v v e d i m e n t o è sproporzionato
a h f a t t o ; ed ha, per la sua stessa mitezza,
carattere e q u i v o c o ; e manca di equità, per
i limiti suoi t r o p p o ristretti ; e manca di
giustizia per il modo come il v e r d e t t o f u
pronunziato.
Chè, non è già il p r o v v e d i m e n t o in se
stesso che conta, ma è il significato che lo
rende gravissimo. Onde, prima di pronunziare condanna così grave contro cittadini
che per t a n t i anni hanno servito con fedeltà ed onore la P a t r i a , prima di additarli alla Nazione come i responsabili e gli
esponenti di Oaporetto sarebbe stato doveroso circondare il giudizio di t u t t e le ga-
Camera dei Députait
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
1919
ranzie che presso un popolo civile non si
negano ai peggiori e più bassi delinquenti.
A queste misure io non posso dare dunque la mia a p p r o v a z i o n e . T a n t o meno posso
darla quando considero che altre responsabilità più gravi emergono qua e là dalle
pagine dell'inchiesta, ed il Governo non
ha detto in che modo intende colpirle, all'infuori di quelle che rivestendo carattere
di reato, sono già di competenza dell'avv o c a t o militare. Quando considero soprat u t t o la lentezza ostruzionistica colla quale
si procede contro gli ufficiali che durante
la ritirata e nella prigionia mancarono
g r a v e m e n t e ai loro doveri e macchiarono
la divisa.
'
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V
Non certo oggi, quando u n ' a m p i a amnistia, che auguro presto ancora più ampia, metta nell'oblìo t u t t i i reati di guerra, io voglio invocare contro codesti sciagurati i rigori della legge. Siano pure risparmiati loro i rigori della legge. Ma l'onore di t a n t e diecine di migliaia di loro
colleghi che fecero intero il loro dovere, la
tradizione incontaminata di una divisa
p o r t a t a finora con t a n t a fierezza, il prestigio di un Esercito vittorioso, reclamano che
costoro siano eliminati dai quadri, occorre
• che il Paese conosca per esempio, per nome
e cognome, coloro che, nell'additare alla
pubblica riprovazione, la Commissione non
volle nominare. E possa così il Paese essere sicuro che, eliminando gli indegni, gli
altri, t u t t i gli altri, possano essere considerati i cavalieri senza macchia e senza
paura quali furono sempre gli ufficiali italiani.
(Approvazioni).
Quanto ai generali già colpiti, io penso
che il Governo compirebbe atto di sapiente
giustizia ammettendoli a un giudizio d'appello d a v a n t i ad una Commissione di tecnici. L a mia proposta non ha nulla di men
che riguardoso per la Commissione d'inchiesta. L a Commissione - me ne appello
ai due nostri illustri colleghi che della Commissione fecero p a r t e - non ebbe altra guida e altri lumi in materia tecnica che la
guida e i lumi del presidente, del generale
Caneva, l'unico tecnico della Commissione.
Onde il giudizio tecnico della Commissione
non è in sostanza che il giudizio del generale Caneva. Ora io debbo dichiarare che
nessuno più d i me venera e stima il generale C a n e v a , nessuno ha più di me fiducia
nella illibatezza della sua coscienza, nell'acume della sua intelligenza, nella sua coltura tecnica, nella sua autorità. Ma il generale C a n e v a è un uomo, e la materia del-
Atti
— 21070 —
Parlamentari
LEGISLATURA XXIY -
I a SESSIONE -
DISCUSSIONI -
¡T'inchiesta era così vasta, e il tempo ed i
mezzi furono relativamente così ristretti,
che i giudizi definitivi sulle responsabilità
richiedono una revisione. ,
Questa revisione taglierebbe anche corto
alle recriminazioni, alle accese polemiche.
(Interruzioni
Commenti — Approvazioni).
SCIORATI. Bastiamo noi. È troppo comodo questo !
P E T R I L L O , Si t r a t t a di generali che
hanno riportate ferite in guerra, che hanno
f a t t o t u t t o il loro dovere e che s'impongono
al rispetto di t u t t i !
BELTRAMI. Lei non è mai stato ferito." (Rumori — Commenti vivissimi).
D I GIORGIO. E voglio infine rispondere ad una invocazione che ieri l'onorevole Bentini faceva, a proposito di un incidente del generale Graziani, a coloro che
erano stati in quei giorni sul Piave e sul
Tagliamento !
E poiché io sono stato fra quelli ch'erano là, mi parrebbe mancare di generosità
verso un collega, contro il quale si accaniscono le ire e i risentimenti di t a n t a gente
e chè da un mese è esposto ad un supplizio infinitamente maggiore di quello di, cui
è accusato. (Rumori vivissimi all'estrema sinistra — Commenti).
BELTEAMI. È un po' troppo !
DI-GIORGIO. Mi parrebbe, dico, di mancare ad un dovere,® se non rispondessi alla
richiesta dell'onorevole Bentini.
Ebbene, io ero lì. Non discuto i f a t t i
che si addebitano al generale Graziani:
non li conosco nei loro particolari e non li
potrei onestamente discutere. Posso però
dirvi quale era la situazione.
Orbene, che cosa fosse la marea degli
sbandati ve lo. descrive nelle sue pagine la
relazione ; ma la relazione non vi ha detto
che quel pugno di soldati, che ancora si
batteva sul Tagliamento, sarebbe stato indubbiamente travolto, se non fossero stati
riforniti di qualche autocarro di munizioni.
Ricordo che per fare saltare il ponte di
Cornino, in cui non erano brillate le mine,
si sono mandati autocarri e automobili in
t u t t e le direzioni per avere qualche quintale di dinamite, che non potè arrivare
perchè le strade erano ingombre; ed il
ponte restò com'era, incompletamente interrotto, e nella notte del 3 novembre fu '
forzato dal nemico. Se tutte le strade avessero continuato ad essere ingombre, le munizioni non sarebbero arrivate, le truppe
di copertura e le retroguardie sarebbero
Camera dei Députait
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
1919
state travolte, e il nemico sarebbe arrivato
al Piave prima che il Piave fosse stato
guarnito, e non avrebbe trovato più ostacoli davanti a sè, e sarebbe arrivato al Po,
al di qua del Po, e avrebbe invaso l'Italia!
(Commenti— Rumori air estrema sinistra).
Onorevoli colleghi, se questo fosse successo, oggi probabilmente non saremmo qui
ad accusare e a difendere il generale Graziani. (Approvazioni,a destra).
Ma io che conosco l'animo del generale
Graziani, sono sicuro che egli è contento
di essere inchiodato alla croce del vostro
rancore e della vostra persecuzione pensando di aver reso all'Italia, sia pure attraverso gli eccessi,- che gli sono imputati
questo grande servizio. (Commenti e rumori air estrema sinistra).
Voci all'estrema sinistra). Questa è solidarietà !
D I GIORGIO. Non ho solidarietà che
con il mio sentimento!
MODIGLIANI. Il fatto narrato dal collega Bentini è del 1915 !
P R E S I D E N T E . Non interrompa, onorevole Modigliani.
D I GIORGIO. Ora che avete f a t t o il
debito vostro di protestare contro le mie
parole, lasciatemi continuare.
È stato detto, non posso che ripeterlo,
che Oaporetto è stato della guerra un
episodio; un episodio grande, angoscioso,
nefasto, ma un .episodio. E fu il risultato
delle colpe o degli errori di tutti, e t u t t i ne
fummo chi più chi meno, colpevoli; comando
supremo, alta e bassa gerarchia, truppe,
governo, popolo. E contro ciascuno facile
sarebbe la requisitoria. Facile, ma non giusta, nè sicura, ùè onesta, chè giudizi sicuri
su Oaporetto non saranno possibili fino a
quando non,saremo scomparsi t u t t i noi che
del gran dramma, persone o semplice coro,
fummo gli attori. (Rumori — Commenti).
Ma se fummo gli autori di Oaporetto, fummo anche gli attori e gli autori di Vittorio
Veneto.. (Bene! Bravo! — Approvazioni). Oaporetto sembrò e, forse fu, la sconfìtta più
grande del secolo, e sia. Ma l'Italia seppe
lavarla con una vittoria che sorpassò nelle
sue proporzioni persino la sconfìtta. (Approvazioni). E se è vero che l'atroce orribile
fenomeno della guerra costituisce la misura
inappellabile della forza di un popolo, onde
noi portammo per mezzo secolo il peso
delle nostre sventure militari da Novara a
Oustoza, da Custoza ad Adua, e ne vedemmo intristita la nostra vita nazionale, abbiamo ora ragione di essere fieri persino
LEGISLATURA XXIV - I
Camera dei Deputati
— 21071 —
Atti Parlamentavi
a
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
di Caporetto, se Caporetto fu il punto di attraverso la ressa degli sbandati dai
partenza per l'ultimo slancio meraviglioso quali - a tal punto èra giunta la orrenda
che abbattè il secolare nemicò. Quale altro follìa ! - partirono al loro indirizzo fischi
popolo offrì mai l'esempio di una così ra- ed imprecazioni e grida di : traditori e di
pida riscossa da così profonda caduta ?! crumiri.
Diluviava, e la notte era oscurissima.
L'Italia, che nel 1898 sembrò sul punto di
sfasciarsi perchè una sua divisione era stata Nulla di più facile pei fanti della Bologna
distrutta in una spedizione coloniale, venti che posare per terra il fucile e lasciarsi
anni dopo stette ferma come la torre dan- trasportare dalla corrente. Fatto il domani,
tesca, di fronte allo spettacolo di 300,000 sulla posizione di Monte Eagogna all'apsbandati, di 250,000 prigionieri, di 3,000 can- pello nessuno mancava. (Approvazioni). La
noni perduti, della frontiera aperta all'in- brigata Bologna veniva da Latisana, e
vasione di un nemico di cui la fama d'in- marciava da tre giorni sotto la pioggia fra
vincibilità era pari a quella di spietata fe- lo spettacolo del disastro, e dallo spettarocia. E l'Italia era già al suo terzo anno colo del disastro aveva tratto ragione, non
di guerra ed aveva già perduto tra morti di depressione, ma di eroica esaltazione.
e feriti un milione di uomini ! Roma dopo (Approvazioni).
Canne non era stata più grande. (ApprovaP I R O L I S I . Tre giorni hanno tenuto !
zioni).
MAZZONI. E allora perchè Cadorna
Eppure allora non si rese conto il po- fece il comunicato che offendeva l'esercito ?
polo italiano, non si rende conto completa- (Sumori a destra).
COTTAFAVI. Questo accadde dopo.
mente neppure adesso, che tanta granDI GIORGIO. Io- vi dico che un atto
dezza non fu opera nò del miracolo, nè del
così detto stellone, ma fu l'opera dei suoi solo di questi ai quali ho accennato, il configli, sapienza di capi, eroismo di gregari. tegno di uno solo-di questi-* valorosi vale a
La relazione, che ha fatto una così rea- sanare la fellonia di mille vigliacchi.
PETRILLO. Fu anche merito del loro
listica ed impressionante pittura della folla
degli sbandati dilagante a traverso la pia- generale ! (Bum&ri).
DI GIORGIO, dell'accennare a questi
nura friulana, avrebbe fatto bene ad indugiarsi anche un po' di più ed a fissare più fatti, rispondendo al questionario, io avevo
solennemente,al cospetto della patria aspet- rivolto alla Commissione d'inchiesta una
tante, lo spettacolo dei reparti della se- preghiera. L'avevo pregata di proporre
conda armata che dal Tagliamento al Piave essa, nella sua autorità, che di tutti i miresistettero per dodici giorni di fronte al- litari della 2 Armata che passarono il
l'avanzata delle armate nemiche inebriate Piave, inquadrati in un reparto in arme, di
dal successo, e, uno contro cinque, ne con- tutti coloro che, sfasciata la grande unità
tennero l'impeto fino allora travolgente. alla quale appartenevano, non si sbandaEssi, dando il tempo d'imbastire la linea rono, non gettarono le armi, fosse compidel Piave, salvarono l'Italia! Salvarono l'I- lato un elenco, ed i loro nomi fossero iscritti
talia chè, senza il loro eroismo, il nemico in un albo, come in una specie di ordine
sarebbe giunto al Piave indifeso, avrebbe cavalleresco, l'ordine dei cavalieri della fetagliato le comunicazioni alla terza, alla deltà.
quarta ed alla prima armata, ' avrebbe inLa stessa preghiera rivolgo ora al Mivaso la penisola e l'Italia sarebbe stata nistero della guerra. Essi - gli eroi delperduta.
l'ora triste - sono degni di un posto d'orrore
Nessun eroismo è pari all'eroismo di fra coloro ohe poi, a sì breve distanza,
tutti quei fanti, nella maggior parte sem- quest'ora seppero cancellare con una vitplici contadini, che stettero fermi al loro toria che rimarrà nei secoli fra le più grandi
posto di dovere e di disperazione in mezzo e decisive della storia. Dicano pure coloro
al defluire della vile folla, quando tante che la gelosia, o l'odio, o l'interesse anima
migliaia di sciagurati gettavano le armi e ed accieca, che l'albero era minato alle radici, e che bastava un soffio per abbatterlo;
disertavano i loro posti.
I/a brigata Bologna, la sera del 28 otto- dicano pure che quando le armate italiane
bre, nel recarsi sulle posizioni del Monte Ra- mossero all'attacco, l'Esercito nemico si era
gogna, che essa doveva poi consacrare alla già disgregato. Non è ancora passato un
storia con un magnifico episodio di valore anno, e già il perfido tentativo di mistificadi sacrifìcio, fu costretta sul Ponte di zione è sventato, per opera stessa nei noCinzano ad aprirsi il passo con la forza stri nemici.
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Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXIV - l
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Camera dei Deputati
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
Attestavano già i nostri 30,000 caduti di
Vittorio Veneto, ed attestava la cronologia,
clie l'esercito austriaco, prima di disgregarsi,
tentò la difesa estrema col valore e con l'accanimento che in esso erano tradizionali, e
clie il crollo avvenne solo il28 ottobre, vale
a dire dopo quattro giornate di lotta cruente quando, vista ormai certa la disfatta, il
nemico fu travolto dal pànico.
Ma viene ora anche l'attestazione di Ludendorff. Quando egli dice che il crollo
dell'Austria rendeva disperata la situazione
della Germania, attesta implicitamente che
fino a quel momento l'Austria sperava di resistere, ed attesta pure chela Germaniasi vide
perduta soltanto dopo il crollo dell'Austria.
Ed il crollo dell'Austria è esclusiva opera"
nostra, non solo per virtù della battaglia
di Vittorio Veneto, ma di 41 mesi di sforzi
ininterrotti, di battaglie sanguinose, di sofferenze inaudite sopportate da soli, dal popolo e dall'esercito italiano. La guerra ha
una unicità assoluta ed infrangibile che
non può essere spezzata dall'episodio di
Caporetto.
In una guerra come questa, condotta da
intere nazioni, da eserciti improvvisati i
quali non sono altro che sterminate folle
armate, l'arte militare segnò un periodo di
sicura decadenza; onde, abolita la manovra
ed il gioco strategico di grande stile, la soluzione non poteva aspettarsi che dal logoramento dell'avversario.
Guerra di logoramento, si disse; avrebbe
vinto l'esercito che avesse resistito un'ora
di j)iù. Quando l'esercito austriaco era già
logoro, l'esercito italiano rinnovato, purificato, rinvigorito, meglio che fiaccato, dalla
sventura di Caporetto, era in piedi vigoroso come non era mai stato.
Ma il logoramento del colosso col quale
esso lottava da tre anni e mezzo, e da un
anno, dopo la scomparsa della Russia, da
solo a solo, in un duello mortale in campo
chiuso, non era forse opera sua ? Non era
l'opera sua di ogni mese, di ogni giorno,
di ogni ora ? E sarebbe stato questo logoramento possibile senza logorarsi esso stesso, senza la lotta, sanguinosa per sè, ma
anche per il nemico, senza la minaccia continua contro il nemico, senza le undici battaglie dell'Isonzo ?
Si sono posta questa domanda coloro che
bestemmiano che i caduti dei primi due
anni di guerra furono sacrificati invano ? !
(Commenti) Sia detto alto e forte, esentano
a loro conforto le famiglie dei caduti: non
un uomo fu sacrificato invano, non una
goccia di sangue fu sparsa invano. (Commenti — Approvazioni).
L'Esercito e la Marina tornano dalla
guerra lunga e dura con il diritto per tutti,
capi e gregari, in nome dei loro morti e dei
loro mutilati, in nome del loro lungo martirio, in nome della grandezza e della gloria conquistata alla Patria, di passare acclamati per l'Arco di trionfo e di salire in
Campidoglio consacrati ad una gloria che
è degna di Roma.
La Patria, che nell'ora del trionfo ha
voluto dèi suoi figli men degni, dei deboli e
dei traviati, dimenticare e perdonare le
colpe, non può, non deve, continuare a
recriminare contro coloro che della impresa
titanica affrontarono la parte più ardua ;
che ne assunsero "eon spirito eroico le più
tragiche responsabilità; che nell'ora fosca
non si smarrirono e non disperarono di
essa; che, anche a traverso i propri errori,
le dettero tutti i palpiti della loro anima
e tutta la forza del loro ingegno. Fra essi,
anche il vecchio capo di stato maggiore,
'il creatore dell'esercito, il vincitore delle
battaglie dell'Isonzo, l'organizzatore della
nuova diga, che, dopo Caporetto, arrestò
l'invasiòne - Luigi Cadorna! (Vive approvazioni ed applausi — Commenti prolungati
— Rumori — Moltissimi deputati si congratulano con Voratore).
*
BELTRAME Ha finito male, molto
male ! (Si ride).
MAZZONI. Cadorna non ha fatto nemmeno un telegramma a Diaz per Vittorio
Veneto; questa è la verità!
NEGROTTO. Non è vero ! (Eumori).
Presentazione di disegni di legge.
PRESIDENTE. L'onorevole ministro dei
lavori pubblici ha facoltà di parlare.
PANTANO, ministro dei lavori pubblici.
Mi onoro di presentare alla Camera i seguenti disegni di legge :
Conversione in legge del Regio decreto
15 maggio 1919, n. 964, sui sussidi ai danneggiati dalla piena dell'Arno dell'8-9 gennaio 1919;
Conversione in legge del Regio decreto
8 luglio 1919, n. 1327, recante provvedi-,
menti per le ferrovie da concedere all'industria privata ;
Conversione in legge del Regio decreto
8 luglio 1919, n. 1358, recante autorizzazione di spesa per la ferrovia O s t i g l i a - T r e viso ;
Conversione in legge del Regio decreto
8 luglio 1919, n. 1271, riguardante la conces-
p if*! P^PI Aiti
r
]
-
Parlamentari
LEGISLATURA XXIV -
l
a
SESSIONE -
21073 —
Camera dei
DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
Deputati
insii
1919
Mi
--'
m
sione di mutui per la sistemazione idraulico-forestale dei bacini m o n t a n i ;
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 4 maggio 1919, n. 667, che autorizza a coprire i posti che sono o si renderanno v a c a n t i nei vari ruoli dell'Amministrazione dei lavori pubblici, provvedendosi altresì all'istituzione temporanea di
nuovi posti;
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 12 febbraio 1919, n. 305, sul riscatto della ferrovia dalla stazione di Desenzano al lago di Garda ;
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 30 gennaio 1919, n. 207, che
istituisce un ente autonomo pel porto di
* Rimini ;
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 13 marzo 1919, n. 572, che istituisce un ente autonomo pel porto-canale
Corsini;
Conversione in legge del decreto luo-~
gotenenziale 21 aprile 1919, n. 668, che istituisce un ente autonomo pel porto industriale da Polcevera a Yoltri (Genova).
Chiedo che i primi cinque disegni di legge
siano trasmessi per l'esame alla Giunta generale del bilancio, e gli altri q u a t t r o agli
Uffici.
Presento poi un Regio decreto pel ritiro
del disegno di legge n. 597, r i g u a r d a n t e le
tramvie extra-urbane, per le quali fu emesso
il decreto-legge 28 febbraio 1919, n. 303,
presentato alla Camera nella seduta del
25 luglio scorso per la conversione in legge.
P R E S I D E N T E . L' onorevole ministro
dell'istruzione pubblica ha facoltà di parlare.
BACCELLI, ministro dell'istruzione pub, Mica. Ho l'onore di presentare alla Camera
il seguente disegno di legge:
7
Concessione di un assegno vitalizio a
Vincenzo Gemito.
(Approvazioni)
Chiedo che sia trasmesso all'esame della
Giunta generale del bilancio.
P R E S I D E N T E . Do atto agli onorevoli
ministri dei lavori pubblici e della pubblica
istruzione della presentazione di questi disegni di legge, i quali, se non vi sono, osser. nazioni in contrario, seguiranno la procedura richiesta dagli onorevoli ministri.
Si riprende la discussione sulle comunicazioni dei Governo sulla relazione della
Commissione d'inchiesta istituita con Regio decreto 12 gennaio 1918.
B O S E L L I . Chiedo di parlare per f a t t o
personale.
'
'
P R E S I D E N T E . Ne ha facoltà.
B O S E L L I . (Segni d' attenzione). Il discorso vibrante e coraggioso dell'onorevole
Di Giorgio dà luogo ad alcuni f a t t i personali
miei per i quali la Camera vorrà concedermi brevi istanti di attenzione.
Non seguirò l'onorévole Di Giorgio in
t u t t e quelle p a r t i della sua orazione che
possono riguardare il Gabinetto, che ebbi
l'onore di. presiedere; ma egli mi appose
addebiti, che costituirebbero fallo così grave
per chi ha a v u t o il dovere di vegliare alla
difesa e alla vittoria della patria, che il mio
silenzio sarebbe colpevole d a v a n t i a voi, dav a n t i al Paese e davanti alla mia coscienza.
Voi, disse l'onorevole Di Giorgio, avete
a b b a n d o n a t o al Comando Militare Supremo
t u t t e le facoltà che appartengono al Governo.
Onorevoli colleghi, il generale Cadorna
(e mi duole di parlarne in questa discussione,
nella quale l'opera sua è avvolta in t a n t a
onda di investigazioni e di critiche) riuniva
effettivamente in sè le funzioni di capo dello
stato maggiore e quelle del Comando Supremo : i bandi, che egli e m a n a v a , riguardanti argomenti di legislazione interna, traevano a u t o r i t à , non, dalle disposizioni del
1908 o del 1912, che si riferiscono al capo di
stato maggiore, ma dai poteri a t t r i b u i t i al
Comando Supremo.
Nei b a n d i del generale Cadorna, fin dal
giugno 1915, e così un anno prima che io
assumessi la presidenza del Consiglio, era
s c r i t t o : « I n virtù dei pieni poteri a noi
conferiti».
E r a in lui, secondo gli ordinamenti del
1912 e i decreti del luglio e dell'agosto 1915,
l'arbitrio di allontanare da qualsiasi funzione militare comandanti, ufficiali ed impiegati d'ogni grado, e l'arbitrio pure di
far luogo alle promozioni in t u t t i i gradi,
quelli compresi dei comandanti dei corpi
d ' a r m a t a e delle divisioni.
Al generale Cadorna, giusta gli ordinamenti del 1912, spettava « intieramente ed
esclusivamente la responsabilità della cond o t t a della guerra ».
Un giorno ci dimostrò l'onorevole Di Giorgio q u a n t o male avesse cagionato il Governo ingerendosi nella guerra libica; e triste
è sempre il rammentarci di Adua; e infauste pagine serbano nella storia i consigli
aulici, che volevano guidare la guerra: nè,
seguendo le istruzioni del direttorio, Napoleone avrebbe vinto le gloriose battaglie; e
senza il premere dei Governi nell'impresa
di Sebastopoli, meglio e prima sarebbe finita
la guerra di Crimea. Il presidente del Consiglio riaffermò, pochi giorni or sono, che i
•^ssf
•iM
.A-
Ì
— 21074
Atti Parlamentari
LEGISLATURA X Ì I V -
1« SESSIONE -
DISCUSSIONI -
Governi non devono condurre la guerra. E
voi per certo, onorevoli colleglli, consentite
in questo, ch'è il verace e il più sicuro insegnamento della storia.
Ma voi, si è detto, non vi siete occupati
degli esonerati in quanto essi reclamavano
da voi giustizia. ISTon ebbi mai alcun reclamo, tranne quelle comunicazioni, che con
molta dignità mi rivolse il generale Brusati, concernenti l'atto di Governo che lo
aveva colpito; chiesi soltanto al generale
Cadorna l'elenco degli esoneri che egli ordinava; e insieme con esso venivano le motivazioni, ma queste naturalmente erano
molto semplici.
Secondo il giudizio, che legalmente gli
era proprio, o si t r a t t a v a di ufficiali ch'egli
riteneva impari alle funzioni che esercitavano, o a lui, ed era il più delle volte, pareva giusto aderire alle proposte dei comandanti direttamente superiori all'ufficiale esonerato, nel quale essi dichiaravano mancare il valore o le attitudini occorrenti al grado e al compito suo.
Mentre però nella condotta della guerra
il Governo non è mai intervenuto, sarebbe
cosa non vera il dire che le operazioni della
guerra non abbiamo sempre vigilato, e
che intorno ad esse non siamo sempre stati
informati. Tanto è vero che dovevamo
essere informati che, ad ogni richiesta di
classi, ad ogni richiesta di mezzi bellici, andavano necessariamente uniti i motivi, per i
quali queste maggiori forze di uomini e di
materiale si domandavano ; quindi le operazioni, che si divisava di fare, ci erano segnalate, non sempre però, non lo nego, con
adeguata anticipazione rispetto al momento
in cui si dovevano eseguire.
Quanto alle ultime operazioni, mentre
avevamo invitato il generale Cadorna a
recarsi a Eoma per conferire con noi circa
i disegni suoi, egli, invece, non ha potuto
venire, per varie ragioni giustifìcatissime,
se non quando una parte delle operazioni
già era stata compiuta.
L'onorevole Di Giorgio disse: voi non
avete mai informato il generale, che comandava la guerra, dei vostri concetti, delle
vostre relazioni di politica estera. Certo è
che non di ogni episodio di politica estera
doveva essere ragguagliato; ma della somma
direzione, del complessivo andamento della
politica estera del Governo egli ebbe sempre
contezza e intervenne anche alla conferenza
internazionale che si tenne qui in Eoma nel
gennaio del 1917.
Nè è mestieri rilevare come nei Con-
Camera dei Deputati
TOKNATA DEL 1 2
SETTEMBRE
1919
gressi militari, ove egli rappresentava la
voce della guerra nostra, si trattasse pure,
insieme col concerto dei fini comuni militari, del concerto politico generale. E d egli,
partecipando a quei Congressi, ce ne riferiva.
Disse ancora l'onorevole Di Giorgio: voi
avete ritardata la dichiarazione di guerra
alla Germania e l'avete fatta senza consultare il generale Cadorna. Veramente il
Ministero, che ho presieduto, assunse il
Governo alla fine di giugno, e, poco dopo
la metà di agosto, la guerra alla Germania era dichiarata.
La Camera comprende che non era lieve
e facile deliberazione rispetto all'importanza della decisione e alla opinione del
paese ; ma è stata una deliberazione che
noi abbiamo unanimemente presa senza
esitare.
Un trattato ci obbligava ad entrare in
guerra contro la Germania; ogni ritardo scemava la pienezza della nostra intimità
cogli Alleati; onde neppure ci erano note
tutte le convenzioni tra essi concluse. Del
resto il generale Cadorna alla guerra con la
Germania era e si mostrò preparato; e laguerra con la Germania già era effettivamente cominciata, perchè era palese che I
sottomarini, che parevano austriaci, erano
germanici ; ed ora infatti si è trovato a
Pola un messaggio che l'Imperatore Guglielmo inviava per rallegrarsi coi suoi marinai autori del barbarico eccidio dell' Ancona. (Commenti).
La Camera rammenta il siluramento
straziante di quella nave. Si disse allora
che il sottomarino siluratore era austriaco,
invece era germanico.
(Commenti).
iTon avrei chiesto di parlare se l'onorevole Di Giorgio non avesse rivolto al Gabinetto, da me presieduto, una gravissima,
anzi una crudele accusa, quando egli ci
disseril morale dell'esercito pareva cosa che
non vi riguardasse ; il generale Cadorna vi
ammoniva che ogni giorno si indeboliva il
vigore morale dell'esercito: e il Governo
taceva, come se si trattasse di argomento
di poco conto o ad altri affidato.
Avrei voluto evitare alla Camera questa
esposizione protocollare delle relazioni passate tra il generale Cadorna e il Gabinetto;
ma, poiché l'accusa è fatta, tolleri la Camera che io dia qualche precisa indicazione.
I primi avvertimenti circa la propaganda
disfattista, che si faceva attiva nel paese
e nell'esercito, si .ebbero sulla fine del 1916.
)
Atti
21075
Parlamentari
LEGISLATURA XXIV - I
a
Camera dei Deputati
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
I prefetti, e specialmente quello di Roma
(noto questo perchè si collega coi criteri
della politica interna), ^avvertirono che i
partiti erano giunti a tal segno di insofferenza reciproca, che, ove non si fosse fatta
opera di pacifìcàzione preventiva, c'era il
pericolo che fossero passati a violenze; e le
violenze, come la Camera comprende, avrebbero indebolito profondamente, disastrosamente, la resistenza dell'esercito e del
paese, « mentre le masse sociali, secondo mi
si riferiva, erano t u t t e più o meno in agitazione per il disagio ch'era inevitabile conseguenza del prolungarsi della guerra».
A sua volta il ministro della guerra mi
espose il sospetto che la propaganda contro
la guerra fosse penetrata nelle caserme.
Con lui stabilii un'azione di educativa prevenzione e, occorrendo, di energico intervento, azione ch'egli recava ad effetto mediante istruzioni ai Comandi Superiori nell'interno del paese. Il Comando Supremo
scopriva una sorda, ma attiva, propaganda
sovversiva fra le truppe mobilitate, ne informava il Governo, a mezzo di quel gennaio,. e riconosceva la « valida cooperazione » data ai comuni intenti dal Governo,
mercè le disposizioni da me prese di concerto coi ministri dell'interno e della guerra.
Si t r a t t a v a dunque di pacificazione preventiva e insieme di vigilanza solerte e
di propositi fermi, ma non intempestivamente messi in azione.
A noi sembrava che fosse miglior partito
vigilare, e comprimere giudiziosamente i
primi germi di quella propaganda, che fare
altre opere (e non saprei poi quali sarebbero state tali opere) che avrebbero rotto
la concordia che era tanto necessaria.
Ed appunto ebbi l'onore di assumere il
Governo perchè questa Camera ebbe fiducia
in me per mantenere la concordia ; ed io
assunsi il governo nel momento in cui i
partiti erano in cozzo acerbissimo gli uni
contro gli altri, quasi prossimi a prorompere;
ed avrei tradito la missione che mi eia
stata affidata se non avessi sempre seguito
una politica di concordia e di pacifica,
zione. Seguii tale politica e la concordia
fu mantenuta e giovò al paese. (Vivissimi
applausi).
Che cosa sarebbe avvenuto nel nostro
paese se, dopo Caporetto, gli animi si fossero trovati implacabilmente, violentemente
divisi ?
Il generale Cadorna conduceva la guerra
seguendo insieme un concetto militare e un
concetto politico ; egli guardava agli eser-
citi nemici e ai partiti politici ch'erano nel
paese.
All'appressarsi delle operazioni militari
metteva in campo i doveri e i pericoli della
politica interna. Il suo concetto ha significato nel telegramma del 27 ottobre.(da lui,
non da me, comunicato alla Commissione
d'inchiesta), telegramma che il generale a
me indirizzava affermando : « l'esercito non
cade vinto (e l'esercito per gloria d'Italia
e per la propria virtù vinto non cadde)
l'esercito non cade vinto da nemico esterno,
ma da quello interno, contro il quale invano
reclamai provvedimenti »; telegramma, onorevoli colleghi, che gettava sopra di me
una responsabilità che non m'àppartiene
nè davanti a voi, nè davanti alla storia.
Le lettere, che il generale Cadorna mi
indirizzava, erano dominate da questi tre
concetti: ogni reato militare ha una sorgente
politica; ogni reato militare politico, che si
compie al fronte, è congiunto con la propaganda criminosa, che si fa nel paese; se
gli eserciti nemici nostri sono così forti, egli
è perchè i loro Governi hanno una disciplina, che voi (questo non diceva, ma di
certo pensava), che voi, Govèrno debole,non
sapete nemmeno immaginare. Ma, onorevoli colleghi, quegli eserciti si sono sfasciati e il nostro si è subito ricomposto, risollevato, e meravigliosamente ha vinto.
(Applausi vivissimi — Commenti animati).
Ma il generale Cadorna, si comprende,,
viveva nelPambiente suo. Per esempio, in
una delle sue lettere, mi denunziava dei depositi di bombe, raccolte dai circoli sovversivi giovanili, che si trovavano nella Toscana e nelle Eomagne. Io, per quanto fosse
mia consuetudine di non conferire coi prefetti, perchè a quest'uopo troppo bene faceva il ministro dell'interno, ne chiamai
cinque, tra cui quelli di Genova, di Milano, di Firenze, a conferire in proposito con me.
Orbene, essi mi riferirono che si trovò qualche bomba, ma quei depositi non si trovarono. (Commenti).
Il generale Cadorna, nell'aprile, mi mandò una lettera alla quale, ben lungi dal non
avere risposto, risposi in questo modo :
« Ho preso visione di quanto la Eccellenza Vostra ha esposto circa la propaganda
contro la guerra che si va insinuando nei
riparti militari. È un fenomeno grave che
deve essere energicamente combattuto. Ne
ho già conferito col ministro dell'interno,
interessandolo a prendere solleciti provvedimenti per reprimere l'opera malvagia di
persone e di associazioni sovversive che
Atti Parlamentari
— 21076 —
Camera dei Deputati
LEGISLATURA XXIV - 1« SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
si dedicano a tale funesta propaganda »
(12 aprile,.n. 901).
Il ministro dell'interno, eli e mi usava
il favore di conferire ogni giorno con me,
prese tutti i provvedimenti che corrispondevano alle circostanze.
Nel giugno e luglio il generale Cadorna
mi mandò quelle altre lettere, che la Commissione ha pubblicato, e che la Camera conosce. Appena ricevuta la lettera del generale Cadorna del 13 giugno, la feci conoscere al ministro dell'interno, rilevandone
la portata ed esprimendo il desiderio di poter rispondere al più presto al generale. E
nello stesso giorno il ministro dell'interno,
non più a voce, ma per iscritto, mi rispose
non solo confermando le intenzioni sue, ma
mettendo innanzi il concetto giustissimo
che la questione era questione di Gabinetto
e che era opportuno un convegno col generale Cadorna.
Da quel giorno (/Segni d'attenzione) più
volte invitai, o direttamente, o per mezzo
dell'onorevole Bissolati, o per mezzo del
ministro della guerra, il generale Cadorna
a venire a Eoma per conferire; ond'è che le
sue lettere ebbero questa forma di risposta
che era riguardosa verso di lui e la più utile allo scopo cui si mirava. Ma, e per motivi di vario genere e per le operazioni di
guerra, il generale dovette ritardare la sua
venuta a Eoma. Ma egli, in un telegramma
del giorno 8 settembre, dicendo « di esser
dolente di non poter venire a discutere i
gravi problemi dell'ora presente », (Commenti) riconosce che si trattava per l'appunto di conferire intorno all'argomento
delle lettere sue.
Il Consiglio dei ministri, ad ogni modo,
anche senza la presenza del generale Cadorna, trattò due volte la questione della
politica interna; e due volte*il Consiglio
dei ministri fu unanime nell'approvare il
criterio col quale la politica interna era condotta. Onde quella politica era collettiva,
e, come dissi alla Commissione- d'inchiesta,
di questa, come di ogni altra cosa operata
dal Governo che ho presieduto, assumo
t u t t a la responsabilità, perchè le responsabilità politiche collettive si riassumono nel
presidente del Consiglio. (Benissimo ! — Applausi.)
Il generale Cadorna intervenne di poi in
un consiglio dei ministri ; ed io vorrei avere
tutta l'eloquenza del mio aniico Orlando
per riferire, come egli seppe esporre, le ragioni della nostra politica interna. Rammento che in quella occasione si osservò
come molti dei fatti deplorati fossero accaduti in quelle contrade che erano poste
direttamente sotto il governo del Comando
militare. D' altronde, onorevoli colleghi,
nelle lettere del generale Cadorna, si adducevano, come fatti di propaganda politica, dei fatti, che diffìcilmente potevano
attribuirsi a tale propaganda. Il generale
Cadorna comprendeva in tali fatti reati
del tutto militari, come l'insubordinazione,
la disobbedienza e perfino le mutilazioni
volontarie; ma potevo io credere che le
mutilazioni volontarie fossero proprio opera
politica e nella quale dovessi intervenire?
(Commenti animati).
Il generale recava innanzi fatti riguardanti alcune unità siciliane...
Una voce. Era un'infamia !
BOSELLI. Ma quei fatti originavano
dalla soppressione delle licenze inflitta ai
siciliani, e, mentre in Sicilia le principali
organizzazioni dei contadini e degli operai
facevano capo al partito riformista, come
avrei potuto io immaginare che gli elettori
dell'onorevole Marchesano e dell'onorevole
Drago fossero così perversi nemici della
guerra? (Commenti).
E che dire della brigata Catanzaro?
Ma la brigata Catanzaro si era proprio ribellata a causa della propaganda politica,
o non invece, per imprevidenze e persistenze d'indole militare, ora palesi, che la
condussero a quella infausta sedizione, che
riparò poi con tanto valore?
Il generale Cadorna, nella riunione del •
Consiglio dei ministri, manifestò le sue idee,
sentì l'esposizione nostra, e richiesto se
qualche cosa avesse avuto ad obiettare
o ad aggiungere, egli preferì di non dare
risposta alcuna. Ma ebbe così luogo quello
scambio di vedute che, fin dall'll agosto,
egli riteneva « specialmente utile in quei
momenti » e che si era divisato e a lui annunziato come risposta alle sue lettere.
Ma sono sorto a parlare soprattutto perchè mi pesava e mi avrebbe sempre pesato
sulla coscienza il rimprovero che mi ha
fatto l'onorevole Di Giorgio, dicendo : che
no: eravamo un Governo che non si curava
del morale dell'esercito e che quanto al
morale dell'esercito noi pensavamo : che
cosa ce ne importa? Ci pensi il Comando
Supremo.
Oh! questo no ! onorevole Di Giorgio !
Tutte le colpe pos&o avere avute, ma
quella di aver passato un giorno solo senza
pensare al morale dell'esercito, questa col-
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XXIV -
V
1» SESSIONE -
•• 2.1077
DISCUSSIONI -
pa, in t u t t a coscienza, n o n la sento e n o n
la ho ! ( A p p r o v a z i o n i ) .
Noi s a p e v a m o q u a n t a p a r t e nella v i t toria è d a t a da quella energia f a t t i v a , da
quella sicurezza m o r a l e che a l t o e b a l d o
solleva il s o l d a t o q u a n d o si sente bene e
quanto basti, a r m a t o e munito.
N o n . ho mai p o s t o m e n t e a .ciò che
le a r m i e le munizioni c o s t a v a n o ; 'e, per
quanto conoscessi gli alti prezzi che smis u r a t a m e n t e si p a g a v a n o e le p e r t u r b a zioni economiche che ne d e r i v a v a n o , di
armi e di m u n i z i o n i il n o s t r o esercito n o n
ha mai m a n c a t o .
.Per a l t r a p a r t e , n o n ignari che m e t à
dell'anima del s o l d a t o era s e m p r e coi suoi
cari l o n t a n i ; coi suoi l a v o r i sospesi, noi
p r o v v e d e m m o , v i n c e n d o molteplici difficoltà, a r a s s e r e n a r n e lo spirito, a d a c q u e t a r n e il morale, con le concessioni per gli
agricoltori, col s o v v e n i r e a d e g u a t a m e n t e
alle famiglie, colle cure r i v o l t e agli o r f a n i
e ai m u t i l a t i e p r o m o v e n d o ogni o p e r a di
assistenza civile.
E q u a n t o alla resistenza m o r a l e del paese,
t u t t o quello che da noi, che,da ciascuno-'dei
miei colleghi si è p o t u t o fare, si è f a t t o alacremente e d i u t u r n a m e n t e .
Mi recai a n c h e da N a p o l i a Milano*
(e ne serbo i n d i m e n t i c a b i l e ricordo), in varie c i t t à d ' I t a l i a per d'ire, a n o m e del Governo, come l ' a n i m a del Paese e quella del
Governo fossero e dovessero essere u n ' a n i ma sola per la g u e r r a e per la v i t t o r i a .
Onorevoli colleglli, poiché l ' o n o r e v o l e
Di Giorgio mi ha sciolto le l a b b r a che volevo t e n e r m u t e , lasciate che ricordi, non
per v a n t o mio, ma per giustizia verso i miei
colleghi, che i mesi che a b b i a m o p a s s a t o
al Governo, f u r o n o i' mesi più g r a v i per
l'esercito e per la Nazione. F u quello il
tempo in cui crollò l'esercito r u s s o , in cui
l'America n o n era a n c o r a g i u n t a , in cui gli
jugoslavi c e r c a v a n o d i . a t t r a r c i , ricchi di
lusinghe e riuscendo a n c h e a d a t t r a r r e delle
menti e l e t t e e dei nobili cuori. C a d e v a la
Riunenia; nella F r a n c i a e nel Belgio gli eserciti amici d u r a v a n o in a sp rissimi c i m e n t i .
Nel nostro paese l ' i n a t t e s o p r o l u n g a r s i della
guerra t u r b a v a le m e n t i ; rigidissimo l'inverno; le stragi dei s o t t o m a r i n i s e m p r e piti
Paurose; ogni qiecie di t r a s p o r t i in pericolo; lo spionaggio i n v a d e n t e , le g r a n d i n a v i
111
ha mine; la c h i a m a t a . d e l l e classi più anziane r e c a v a scompiglio ed a n g u s t i a nelle
famiglie, la c h i a m a t a delle classi più giovani p e r c u o t e v a a n s i o s a m e n t e il cuore delle
1586
Camera dei
TORNATA D E L 1 2 S E T T E M B R E
Deputati
1919
m a d r i ; si r e s t r i n g e v a n o n e c e s s a r i a m e n t e gl
a p p r o v v i g i o n a m e n t i ; il paese d o v e t t e allora
p r e n d e r e il volto della g u e r r a e r a s s e g n a r s i
a d u n a n u o v a disciplina di consumi e a s c o l t a r e la p a r o l a che lo e s o r t a v a ad u n a n u o v a
a u s t e r i t à dì v i t a . '
E d e r a n o i t e m p i in cui le p r o p o s t e di
p a c e Venivano da ogni p a r t e , e da ogni
p a r t e ci i n s i d i a v a n o .
P a s s a i dei m o m e n t i di angoscia, dov e n d o decidere f r a p r o p o s i t i di paci insidiose, che n o n ascoltai, e il c o n t i n u a r e
quella g u e r r a che t a n t i sacrifici, t a n t o sangue e t a n t i l u t t i c o s t a v a al paese.
Ma non mi p e n t o di a v e r chiuso le orecchie e l ' a n i m o alle offerte di quelle paci,
poiché, colla p a c e g e r m a n i c a o con quella
p a c e f r a n c e s e che si t e s s e v a i n s i d i o s a m e n t e
in I t a l i a , Trieste n o n s a r e b b e r e d e n t a !
{Vivissime
approvazioni
— Applausi). Il Ministero n a z i o n a l e f u u n m i n i s t e r o
diverso d a t u t t o -ciò che, n e l l ' o r d i n e costituzionale, si può t e o r i c a m e n t e p r e d i s p o r r e ,
stabilire, i m m a g i n a r e .
N o n f u la conseguenza di u n a coalizione
p a r l a m e n t a r e , ove ciascuno, p u r a n d a n d o
al Governo, e n t r a fìtto, intero, nella p i e n a
coesione g o v e r n a t i v a ; f u u n a riunione di r a p p r e s e n t a n t i dei v a r i p a r t i t i , congiunti dallo
scopo s u p r e m a della g u e r r a , per il t r i o n f o
del d i r i t t o e per la v i t t o r i a della N a z i o n e
italiana. (Approvazioni).
*
A q u e s t o i n t e n t o t u t t i i miei colleghi
f u r o n o s e m p r e "fedeli e sinceri. Concedet e m i che io li ringrazi, in mezzo a q u e s t a
C a m e r a ed in mezzo ai loro p a r t i t i , ai
quali sono t o r n a t i .
Concedetemi di dirvi, onorevoli colleglli,
che, nella t a r d a vecchiaia, sento che il mio
cuore, se lagrima e s a n g u i n a q u a n d o penso
a C a p o r e t t o , f e r v i d a m e n t e esulta nel salut a r e le m i r a b i l i gesta, le c o n q u i s t e rivendicatrici, con le quali l ' I t a l i a ha c o m p i u t a
l ' o p e r a del suo risorgiftiento; c o m p i u t a forse
n o n i n t e r a m e n t e ; m a quello che a l compim e n t o „ i n t e r o può m a n c a r e , se io n o n lo
p o t r ò vedere, io v e d r a n n o c e r t a m e n t e red e n t o i figli n o s t r i ! (Vivissimi
generali applausi—Moltissimi
deputati si recano da
vari settori a congratularsi
con Voratore).
P R E B I D E N T E . La s e d u t a è sospesa per
alcuni m i n u t i .
(La seduta è sospesa alle 18.20 e ripresa
18,30).
alle
P R E S I D E N T E . H a f a c o l t à di p a r l a r e
l ' o n o r e v o l e m i n i s t r o della g u e r r a .
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XXIV -
— 21078 —
l
a
SESSIONE -
DISCUSSIONI -
Càmera dei
Deputati
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
1919
È bene intendersi, signori. B e n a l t r a
A L B K I C C I , ministro della guerra. Onocosa è il m i l i t a r i s m o e ben a l t r a è lo spirevoli d e p u t a t i ! B e n a ragione f u d e t t o in
r i t o militare. {Bene!)
q u e s t ' A u l a che di a v v e n i m e n t i , come quelli
di cui discutiamo, il solo giudice i m p a r z i a l e
Questo sorge dalla convinzione dei p r o p r i
è la storia.
doveri verso la P a t r i a da d i f e n d e r e e dal
r i s p e t t o di t u t t e le libere istituzioni e da
F i n c h é ci s t a n n o d a v a n t i gli u o m i n i che
t u t t e le v o l o n t à del P a e s e ; quello, dal posf u r o n o a t t o r i colle loro convinzioni, ben difsedere la f o r z a e vuole r e n d e r e la sua azione
cile ci riesce a stabilire q u a l e sia la v e r i t à
p r e p o n d e r a n t e hello S t a t o a d a n n o delle
v e r a , t a n t o che simili discussioni generala l t r e a t t i v i t à sociali e degli a l t r i istituti.
mente non raggiungono l'imparzialità.che
q u a n d o gli a t t o r i p r i n c i p a l i sono scom- •
(Approvazioni).
parsi.
Un o r a t o r e nel l a m e n t a r e a l c u n i giorni
fa la i m p r e p a r a z i o n e del n o s t r o popolo alla
Come ben disse il p r e s i d e n t e del Conguerra, i n t e n d e v a l a m e n t a r e a p p u n t o la
siglio, e r r o r i f u r o n o certo commessi; m a
deficienza dello spirito m i l i t a r e da noi.
quale s o m m a di e n o r m i difficoltà si sono
d o v u t e a f f r o n t a r e ! Quali g r a n d i cose sono
Questo, d o b b i a m o a l i m e n t a r e e f a r sors t a t e f a t t e ! (Bravo !)
gere, ove m a n c h i ; m a in I t a l i a , r i p e t o , per
n o s t r a f o r t u n a , n o n p r o s p e r a e n o n può proI l G o v e r n o ha preso i suoi p r o v v e d i s p e r a r e la sua d e g e n e r a z i o n e che è il milim e n t i d o p o p r o f o n d a d i s a m i n a , ed io, come
t a r i s m o . Q u e s t ' u l t i m o è un f a n t a s m a comom i n i s t r o della g u e r r a , p r e n d o t u t t a la redo t a l v o l t a a d evocarsi, m a che non ispas p o n s a b i l i t à che mi c o m p e t e , m a la Camera
v e n t a nessuno - p e r c h è in* t u t t a la nostra
c o m p r e n d e come, p e r essere io s t a t o u n o
storia dalla degenerazione delle milizie di
degli a t t o r i negli a v v e n i m e n t i , d e b b a a n c o r a
B o m a I m p e r i a l e in q u à , non vi è t r a c c i a di
a u m e n t a r e ogni mia circospezione.
militarismo.
I n p r i m o luogo t e n g o a r a p p r e s e n t a r e
alla C a m e r a còme t u t t o l'esercito, allorIl m i l i t a r i s m o è una specie di v a m p i r o ; ma
ché il Governo del suo paese ebbe stain I t a l i a invece l'esercito è s e m p r e p r o n t o
bilito di f a r luogo ad u n a inchiesta, senza
a d a r e il suo s u d o r e ed il suo sangue al solo
distinzione di g r a d o , di convinzioni o di
v a n t a g g i o di t u t t o il Paese. ( Vive approvat e n d e n z e , con largo spirito di disciplina e
zioni).
di r i s p e t t o ai voleri g o v e r n a t i v i , a b b i a acE d il P a e s e lo sa ed in ogni circòstanza
colto u n tale p r o v v e d i m e n t o .
d i m o s t r a all'esercito la sua g r a t i t u d i n e . E
I l G o v e r n o h a v o l u t o luce c o m p l e t a e
nella g u e r r a n o n s e p a r a la g r a t i t u d i n e , che
n o n m e n o di esso l ' h a d e s i d e r a t a l'esercito,
d e v e ai soldati, da quella che deve agli ufp e r c h è n o n volle che potesse n e m m e n o esficiali, che il s o l d a t o h a n n o sempre a m a t o e
sere sollevato il s o s p e t t o che la c o l l e t t i v i t à
soccorso e che lo h a n n o g u i d a t o d u r a n t e la
t e n t a s s e - d i coprire le r e s p o n s a b i l i t à indiguerra.
viduali, q u a n d o queste esistessero.
N o n ho magnifica eloquenza per soL a Commissione d ' i n c h i e s t a , a p a g i n a 3
stenere q u e s t a v e r i t à : m a ho l'eloquenza
della sua relazione, ha a v u t o p a r o l e a l t a della sincerità.
m e n t e l a u d a t i v e per il consenso e per il
N o n mi lascio a r r e s t a r e d a v a n t i a f a t t i
concorso dell'esercito, dai n o s t r i maggiori
isolati e sensazionali.
P r i n c i p i s o l d a t i al C o m a n d o S u p r e m o , ai
I n I t a l i a il s o l d a t o a m a i suoi ufficiali,
C o m a n d i ed ai Corpi v i s i t a t i in zona di opegli
ufficiali, a m a n o i soldati. Questo io afrazione, sino ai più umili ; i quali t u t t i dief
e
r
m
o colla p r o v a dei f a t t i , a cui ho preso
dero p r o v a di p r e m u r o s a c o n d i s c e n d e n z a ,
p
a
r
t
e
, e sfido c h i u n q u e a s m e n t i r m i . (Apfossero essi f r a i m a g g i o r m e n t e i n t e r e s s a t i
provazioni).
o fossero f u o r i causa.
I l Paese n o n sa le cifre che rappresenÈ q u e s t a u n a nobile p r o v a di fiducia e
t a n o la p r o p o r z i o n e dei sacrifici ; m a , nella
di civismo che m e r i t a v a di essere r i f e r i t a .
sua giustizia e «nel suo immenso b u o n senso,
E questo d i m o s t r a u n a v o l t a di più, se
lo intuisce.
ve ne fosse bisogno, come in I t a l i a non alNella g u e r r a sono c a d u t i , come bene ha
ligni, per n o s t r a f o r t u n a , la m a l a p i a n t a
r i c o r d a t o l ' o n o r e v o l e C o t t a f a v i , 18 generali
dello spirito di c a s t a ; come n o n esista t r a
e 36 f u r o n o feriti, ed io lo ringrazio di avere
noi quella degenerazione dello spirito mie s t e r n a t o il desiderio che i loro n o m i siano
l i t a r e alla quale si dà il n o m e di militain m o d o solenne r i c o r d a t i e p r o v v e d e r ò per
rismo, e della quale ieri si è p a r l a t o in
, sodisfarlo.
quest'Aula.
— 21079 —
Apti Parlamentari
LEGISLATURA XXIV - l
a
Camera dei Deputati
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 12 SETTEMBRE 1 9 1 9
I cadaveri di 52 colonnelli furono raccolti sul campo e 114 di essi furono feriti;
20 ufficiali di stato maggiore in servizio
presso le truppe e nei comandi di quello
stato maggiore che è sovente oggetto
di ingiuste critiche, furono gloriosamente
uccisi davanti al nemico e 15? di essi furono feriti, raggiungendo la proporzione del
venti, per cento, non superata che dalla
fanteria, alla quale va tutta la nostra ammirazione, perchè essa ebbe la supremazia
delle perdite col venticinque per cento.
(Vivissimi e prolungati applausi— Grida di:
Viva la fanteria !)
Sopra poco più di 18,000 ufficiali effettivi
entrati in campagna, 3,468 sono morti e
7,255 feriti (senza calcolare che molti furono feriti più di una volta) cioè in totale
10,723.
Ho voluto mettere in luce queste cifre
perchè sono fatti controllabili e sono fatti
che erano ben lungi da ess-ere noti e perchè
è debitg di giustizia che essi lo siano.
Dirò di passaggio che fu ricordatj in
quest'Aula un viaggio in Austria del generale Ganeva per aderire ad un invito di
quel Governo, allora alleato.
Essendo io in quel tempo addetto militare a Vienna mi trovai ad accompagnarlo
perciò solo ne parlo. Il generale compiè col
suo viaggio un dovere di cortesia dal quale
non sarebbe stato comunque possibile in
quei tempi ed in quella situazione dispensarsi. È infatti superfluo ricordare che eravamo allora in piena alleanza.
Non è il caso che io mi soffermi a parlare delle alte benemerenze patriottiche del
generale Caneva, il quale, sull'altare della
Patria, ha anche sacrificato in questa guerra
il suo unico figlio. (Commenti).
È stato accennato all'assetto futuro della
difesa nazionale del Paese.
Per conto mio, io non posso che riferirmi
a quanto ho avuto l'onore di dire in questa
Camera la prima volta in cui presi la parola; ricordo solo che allora conclusi dicendo : •
Dopo la grande guerra chi può pensare
senza fremere all'avvento di nuovi conflitti ? Ma per converso quale organismo
statale può non dico prosperare ma soltanto
vivere senza aver provveduto alla propria
difesa interna ed esterna?
Ora, dopo due mesi di vita pubblica (e
nel nostro tempo i mesi contano anni) guardandomi attorno e studiando le condizioni
di vita dei nuovi Stati dopo la guerra o
delle grandi agglomerazioni che dalla guerra
sono sorte, io non ho che da confermare
quello che ho detto.
In questi due mesi non si è perso temp®.
Si è fatto un lavoro febbrile e in pieno accordo collo stato maggiore. Il piano è quasi
elaborato e già si applica in "parte e sarà
seguito Con. tutta la fermezza da chi si
ispira al solo bene dell'esercito.
Qualche oratore si è diffuso a ricordare
le difficoltà della nostra guerra ed ha voluto avvisare ai mezzi migliori per superarle, a provvedimenti o sistemi che avrebbero evitati gli errori commessi.
La Camera comprenderà che io non
posso addentrarmi in questo esame nel quale
non porterei, del resto, che il mio apprezzamento personale. Tanto meno io posso addentrarmi nell'esame politico della condotta
della guerra.
Le difficoltà della nostra guerra a tutti
sono note.
Tutti sappiamo gli svantaggi della forma avvolgente del nostro confine, tanto che
una parte della fronte minacciava le terga
del difensore dall' altra ; tutti sappiamo
che è una fallace espressione geografica il
dire che le Alpi prima della guerra proteggessero l'Italia,
Il nemico già aveva superato le Alpi
coll'iniquo confine che noi avevamo, eccetto
in un breve tratto in corrispondenza della
valle del Gail; e nel versante meridionale
delle Alpi stava accampato ed aveva tracciato a tergo tutte le sue vie strategiche
attraverso il massiccio e vie laterali di arroccamento ed eretta una formidabile barriera di forti nelle vallate e sugli altipiani
che dovevano essere nostri ed ora soltanto
lo sono.
Mancavano i forti solo nell'Alpe Giulia,
ma qui la linea dell'Isonzo venne coperta
dalle due piazze improvvisate con fortificazioni campali durante il periodo della
neutralità, a Tolmino ed a Gorizia.
Queste piazze o posizioni fortificate, favorite dal terreno e dall'arte, presentarono
durante la guerra una formidabile resistenza, superiore a quella di posizioni così dette
permanenti.
Ciò che soprattutto non si sapeva, ciò
che non fu valutato fu la resistenza lunga
ed ostinata, che tutte le potenze entrate in
guerra seppero 'are.
Furono i consumi enormi di uomini, di
munizioni, furono le migliaia di cannoni sempre rinnovati, furono gli animi delle popolazioni che persistettero tanto a lungo nella
lotta. Questa fu lotta di popoli e tutte le
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SESSIONE
Camera dei Deputati
DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
risorse furono messe in azione con sempre generale Ludendorff nell'accennare, nelle
rinnovate energie.
sue memorie, all'offensiva austriaca del
Ed ora, signori, voglio toccare il dolo- Trentino, dica chiaramente che già alla.~fine
roso tasto delle fucilazioni,, delle quali si è di maggio l'esercito austriaco aveva pertanto parlato. (Segni di attenzione). Che al- duto il suo slancio, ed il noto colonnello
tro potrei dire se non deplorarle come forse la I svizzero Egli, in una recente pubblicazione
più dolorosa tra le necessità della guerra? sulla grande guerra-, attribuisce all'accreEsse furono comuni a tutte le guerre, a sciuta forza dell'esercito italiano l'insuctutti gli eserciti regi o repubblicani, reazio- cesso di quell'offensiva.
nari o rivoluzionari, agli eserciti bianchi ed
DI GIORGIO. Fu una nostra vittoria !
agli eserciti rossi.
MODIGLIANI. Il Cadorna disse diverLo stesso Garibaldi, il puro cavaliere, samente anche allora.
dovette "far fucilare qualche suo volontario.
DI GIORGIO. Fu una vittoria!
Egli non aveva tribunali, ma giudicava daMODIGLIANI. C'è un comunicato...
vanti al grande tribunale dell'umanità.(Com- (Commenti).
menti).
ALB RICCI, ministro della guerra. E fi-,
Le cifre- qui affermate sono state riferite nalmente mi piace citare dopo i militari
esattamente/ La Commissione, la cui lealtà anche" un grande " giornalista inglese, lordnessuno può mettere in dubbio, fissa in Northcliffe -lamico, ma non certo sospetto
729 le condanne eseguite .durante "tutta la "di eccessiva parzialità verso l'Italia...
guerra.
/
'
.
Voci. Anzi! (Commenti)'.
ALB RICCI, ministro delia guerra. ... il
Le tristi esecuzioni sommarie superano"
quale così si esprime nel suo libro « La
di poco il centinaio.
Sono tutte di troppo secondo il nostro • Guerra » a pag.'219:
« Sebbene tenessero bene sui due fianchi ;
desiderio e la nostra pietà, ma si applicalo
a milioni di uomini e per tutta la guerra, « nel centro gli.italiani furono sopraffatti e
e chi-la guerra ha fatto e realmente cono- «le loro basi di rifornimento disorganizsce, sa che sono state una tragica necessità. « zate. Si sarebbe potuto arrestare il nemico
"Questa grande guerra ha subito alterne « prima che giungesse alla pianura ? Già i
e dolorose fasi su tutte le fronti. Io non «colpi dell'artiglieria nemica .scoppiavano
ho bisogno di ricordarle. Se noi seguiamo « all'estremo margine sud dell'Altopiano dei
sulle carte le linee che rappresentano i san- , « Sette Comuni. Asiago ed Arsiero erano
guinosi e sovente improvvisi cedimenti di « presi ; Schio e Vicenza minacciate da
terreno sui vari teatri d'operazione e li con- « presso.
« Quando sar a scritta la storia della, rafrontiamo con l'arretramento avvenuto sul
nostro, scorgiamo che, come perdita di ter- « pida concentrazione delle forze italiane,
ritorio,; il confronto non sempre sia a noi , « la organizzazione di nuove basi di riforsfavorevole. Che se noi abbiamo avuto a « nimento, compresa l'acqua di cui non vi
Capo retto così grandi perdite in prigionieri «e quasi traccia sugli altipiani, ciò formerà
e in materiali, ciò è dovuto alle conseguenze « uno dei più emozionanti capitoli di tutta
che l'improvviso crollo .ebbe sulla nostra « la guerra ». (Benissimo !)
SANDRINI. E sono gli inglesi che seri-,
estesissima fronte ; a motivo soprattutto
della conformazione del terreno e dell'an- vono questo:
ALBRICCI, ministro della guerra. Negli
damento della linea di battaglia già fin
dall'inizio a noi decisamente svantaggiosa. stessi giorni che seguirono Caporetto, soHo sentito in. quest'Aula pronunziare, prattutto allorché il mondo, quasi attoed in-buona fede, l'espressione: la disfatta nito, vide il nostro meraviglioso risorgere
e il riaffermarsi della nostra capacità milidel •Trentino.
tare
con la fermata al Piave, la consideraNon entrerò in considerazioni tecniche
e strategiche per dimostrare che l'offensiva zione nella- quale eravamo tenuti all'estero
austriaca nel maggio-giugno 1916 non fu declinò assai meno di. quanto taluno potè
una disfatta per noi, ma fu in definitivo credere fra noi.
E di ques'to io posso dare una'prova, e
un insuccesso per il nemico, poiché è evilo
faccio
solo perchè in questo momento
dente che il grande risultato strategico cui
tendeva, ad onta delle enormi perdite dji sento'che debbo cedere più ai doveri verso
esso subite, non fu raggiunto, (Com,menti). la verità che a quelli verso la modestia.
Quando io ebbi l'onore di. condurre al
Troppo tempo prenderebbe l'approfondire tale argomento. Ma io riferirò come il di là delle Alpi, a combattere sulla fronte
francese, truppe italiane, fu u n c o r p o d'arN
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXIV - l
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SESSIONE - DISCUSS/ONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
mata della 2 armata, un corpo di Caporetto, che il Comando Supremo aveva scelto
con coraggiosa fiducia. (Bene!)
Quelle truppe provenivano per metà
circa dalle brigate di Caporetto, la Salerno,
la-Napoli e la Bresciane per metà dagli
uomini sbandati dei dolorosi campi di concentramento. -Orbene, quando quelle truppe
chiesero, di fronte al minaccioso delincarsi
della grandiosa offensiva tedesca del 1918,
di avere un impiego adatto alla loro forza,
il Generalissimo francese non esitò a dar
loro un posto d'onore ed affidò loro la difesa della montagna di Reims. ( Vivi applausi). ...
Così scriveva il maresciallo Petain il 10.
giugno (cioè prima della battaglia del Piave)
al generale italiano: « Ió so che posso contare sulle vostre belle truppe; esse stanno
per venire impiegate nelle condizioni più
propizie a far valere le loro magnifiche qualità ».
'MAZZONI. Cadorna li chiamò vigliacchi ! (Rumori vivissimi). Siete in contraddizione ! (Rumori — Proteste).
ALBRICCI, ministro della guerra. E queste erano truppe che dopo Caporetto non
erano mai state al fuoco e tutti sapevano,
primo il Comando francese, torno a dirlo,
che per oltre metà erano composte di cosidetti sbandati.
E il comandante del Corpo d'armata
italiano, nel riportare le parole del maresciallo, poteva dire a quei soldati in un ordine del giorno :
« La Francia affida al vostro valore e al
nostro onore la difesa di una delle porte
sacre de'l suo territorio ; voi comprendete
che su quella soglia noi combattiamo non
solo per lei, non solo per la ca'usa comune,
ma per la maggior grandezza e per l'onore
d'Italia ». (Applausi).
Come quei soldati abbiano risposto alla,
fiducia in essi risposta, voi lo sapete.
Onorevoli deputati! È stato detto autorevolmente in questa Camera che Caporetto
non fu che una fase dolorosa „della nostra
guerra. Giova che sia ripetuto da questo
banco. Delle cause morali oratori di diverse tendenze a lungo hanno parlato dibattendo quali abbiano avuto maggiore influenza. In questo breve esame che mi è
consentito di fare, sotto il punto di vista
Più specialmente tecnico, io debbo diie che
Provvedimenti presi dal Governo riconoscano errori commessi in più o meno grande
misura. Sulle responsabilità minori vi sono
chieste pendenti per ufficiali reduci da
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1
1:Q
Camera dei Deputati
21081
prigionia o per fatti segnalati dalle autorità gerarchiche o messi ora in luce dalla
Commissione d'inchiesta.
Dal punto di vista strettamente militare
è utile rilevare alcune caratteristiche dell'avvenimento :
la lunghezza delia nostra fronte a cui
fu oggi giustamente accennato (620 chilometri) e- la sua forma convessa che aumentava
i pericoli e' le conseguenze di una qualsiasi
rottura;
la circo-stanza che la rottura avente
maggiori conseguenze strategiche, avvennein corrispondenza della saldatura tra due armate (2 e zona Carnia) e nel punto di mas^
sima vicinanza del nemico al medio Tagliamento.
la rapidità - derivante da quel complesso di circostanze che la Commissione
mise in luce, fra cui anche la novità di taluni metodi di attacco, la nebbia, ecc. della
quale si è forse troppo poco parlato, - con
cui le divisioni di prima linea furono sopraffatte, lasciando tempo insufficiente all'accorrere dei rincalzi e delle riserve e impedendone altresì il transito sulle strade di
accesso, che presto furono ingombre.
Dalla larga breccia così aperta il 24 ottobre nella fronte settentrionale della 2 armata, il nemico poteva raggiungere il 25
l'antico confine, il 27 si insinuava verso la
confluenza di Val Fella, obbligandoci alla
ritirata generale dietro il Tagliamento fra
la Mauria ed il mare, ed il 28 infine ad onta
di eroiche parziali difese di mirabili repartigià padrone degli sbocchi fra Torre e Judrio,
dilagava in piano, minacciando^ di avvolgere la sinistra della 3 armata e di staccarla dal Tagliamento.
Fu questo, fra il 29 ed il 31, il periodo
più critico della nostra ritirata, sia per il
congestionamento delle strade, sia per le
circostanze, talune fatali e taFaltre imputabili, che osta.eolarono il passaggio del
fiume in piena alla massa di militari e di
profughi che do vè transitarvi.
Pur tuttavia,, a prezzo di gravissime perdite, in prigionieri e sopratutto in artiglierie
e materiali, l'esercito riusciva il 31 ottobre
a raccogliersi sulla destra del Tagliamento,
e vi sostava due giorni.
Ma rotta il 3 novembre dal nemico, con
fortunato attacco, questa linea a Cornino,
il. 4 doveva essere ripresa la ritirata, la
quale, con nuove dolorose perdite, conduceva però il 10 novembre l'esercito a schie. rarsi dal Brenta pel Grappa lungo il Piave
fino al mare a difesa della restante pianura..
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DISCUSSIONI -
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1919
E b b e n e signori, C a p o r e t t o non f u u n bam i l i t a r e q u e s t a c o n t r o u n s o r p a s s a t o milir a t r o senza f o n d o , nel quale sieno c a d u t i
t a r i s m o . (Bene!)
i risultati tanto contrastati.delle precedenti
E s s a f u c o m b a t t u t a , si noti, sulle rive
b a t t a g l i e ; da quel b a r a t r o ddve c a d d e r o
di quel P i a v e dove, o r m a i n o n è un mistero
p o v e r i corpi, e migliaia di c a n n o n i e di
per alcuno, ed oggi f u d e t t o in questa Cacarri e, d o v e f a m e illustri f u r o n o o f f u s c a t e ,
m e r a , secondo i piani p r e c e d e n t i si sarebbe
esce la linea dei P i a v e , sorgono le balze
d o v u t o s c h i e r a r e l'esercito s o t t o la protedel Monte Ho e più d i e t r o quelle del Grap- zione della linea a v a n z a t a del Tagliamento,
pa, e sul G r a p p a c o m p a r e la P a t r i a , e
nel caso in cui l ' I t a l i a si fosse t r o v a t a in
d i e t r o sta t u t t o un popolo a g u a r d a r e
g u e r r a da sola c e n t r o l ' A u s t r i a - U n g h e r i a .
con cuore p a l p i t a n t e m a f e r m o , e per v i r t ù
Poiché a t a n t o sacrifizio iniziale di terre,
di s o l d a t i e di m a r i n a i accorsi, di popolo,
di a v e r i e di l i b e r t à di c i t t a d i n i , ci forzava
di S o v r a n o , la v i t t o r i a si compie e si prosino dall'inizio della g u e r r a il confine imclama. (Vivi
applausi).
possibile col quale e per il q u a l e sfamo enL'esercito, f e r m a t o s i sulla n u o v a f r o n t e ,
t r a t i nella l o t t a m o n d i a l e .
era r i n a t o come per miracolo, dopo u n a
Su quél P i a v e f u v i n t a la guerra ; là si
r i t i r a t a che r e s t e r à nella storia, n o n solo
p r e p a r ò la g r a n d e r o v i n a del colosso austroper i suoi dolori, m a a n c h e per il c o n c e t t o
ungarico, c o m p i u t a dopo cosciente attesa
che la guidò e per il m o d o copie f u comnel g r a n d e sforzo definitivo della battaglia
piuta. .
di V i t t o r i o Veneto, che nella storia diverrà
-Signori, s g o m b r i a m o ogni d u b b i o dololeggenda. ( B e n i s s i m o ! )
roso dalle n o s t r e m e n t i , questi miracoli n o n
Onorevoli signori, i i p e t o a n c o r a la frase
si i m p r o v v i s a n o , questi miracoli i n o l t r e non
del p r e s i d e n t e del Consiglio : E r r o r i furono
si o t t e n g o n o con generali ed ufficiali che
commessi, ma cose g r a n d i f u r o n o f a t t e . Din o n a b b i a n o la s t i m a e l ' a f f è t t o dei loro soln a n z i agli errori, dinanzi alla stessa valudati; questi miracoli si compiono s o l t a n t o
t a z i o n e che noi ne a b b i a m o f a t t o nella noin quegli eserciti d o v e esiste nella g r a n d e
s t r a coscienza, e sulla quale sarà giudice
m a s s a la giusta s e v e r i t à f o n d a t a s u l l ' a m o r e .
definitivo, come ho d e t t o , solamente la
Si compiono solo, q u a n d o esercito e paese
storia, r i c o n o s c i a m o a n c h e le benemerenze
sono u n i t i còme u n ' a n i m a sola.
di coloro che. in m o l t e cose h a n n o errato,
m a f u r o n o g u i d a t i dalla f e d e e da alto paSe a v v e n n e , come è a v v e n u t a , quella ritriottismo.
n a s c i t a , si d o v r à dire che a d o n t a di t u t t o ,
un g r a n legame u n i v a p u r s e m p r e f r a di
I n q u a n t o ai generale C a d o r n a , io mi
loro i n o s t r i ufficiali ed i n o s t r i - s o l d a t i e
associo, con serena coscienza, alla Commisn o n si r u p p e n e m m e n o nella s v e n t u r a .
sione stessa, allorché ci dice che egli spinse
Sulla f r o n t e m o n t a n a , a t t o r n o al G r a p p a ,
e guidò l ' a p p a r e c c h i o dell'esercito con fat10 stesso esercito di C a p o r e t t o , dopo p o c h i
t i v a energia ; che i n t r a v v i d e ed organizzò
giorni, i n f r a n g e v a t u t t i gli a t t a c c h i del nela difesa del G r a p p a e del B a s s o Piave,
mico e dopo pochi mesi sul P i a v e v i n c e v a
che scelse q u e s t a linea (la più a d a t t a , fra
la g r a n d i o s a b a t t a g l i a .
le s t r e t t u r e del F r i u l i e la più larga pian u r a p a d o v a n a ) alla e s t r e m a resistenza e
Questa b a t t a g l i a che l ' A u s t r i a volle offenguidò con perizia la r i t i r a t a sul P i a v e di
siva, r a p p r e s e n t a v a lo sforzo di chi si sente
gagliardo ed è pieno di fiducia di a b b a t t e r e ' . quella e n o r m e m a s s a di a r m a t i .
11 p r o p r i o nemico. L ' A u s t r i a a n c o r a non
A l t r i generali fallirono d u r a n t e la lunga
era scossa-nella sua resistenza i n t e r n a ed
g u e r r a , o a l m e n o il giudizio degli uomini
a n c o r a a v e v a fiducia nella f o r m u l a del suo
ritiene che a b b i a n o fallito in m o d o più o
a n t i c o militarismo : « O A u s t r i a la t u a forza
meno grav.e. Ma nessuno ha p e r d u t a il diè nel t u o c a m p o ! »
r i t t o al n o s t r o r i s p e t t o e molti h a n n o conseguito p r i m a o poi alte benemerenze verso
L a b a t t a g l i a c o m b a t t u t a d a l l ' A s t i c o al
m a r e , che f u d e t t a b a t t a g l i a del Piave,, f u
il Paese.
(Approvazioni).
per noi u n a v e r a , u n a g r a n d e v i t t o r i a , f u
Vi sono dolori nella v i t a d a v a n t i ai quali
u n a b a t t a g l i a m a n o v r a t a come eloquentea n c h e pei più c o n v i n t i a v v e r s a r i , è un dom e n t e fu[ d e t t o in q u e s t ' A u l a , u n a b a t t a g l i a
vere i n c h i n a r s i con r i s p e t t o .
(Approvazioni)che sarà s e m p r e oggetto di a m m i r a z i o n e e
Ma, onorevoli d e p u t a t i , noi t u t t i non
di studio. F u u n a b a t t a g l i a f r u t t o d'elio
vogliamo che d a l l ' e s a m e coraggioso che
sforzo c o n c o r d e di t u t t o un p a e s e ; fu u n a
noi italiani, soli nel m o n d o , a b b i a m o saputo
v i t t o r i a n o n solo per l ' I t a l i a , m a per t u t t a
f a r e di u n a f a s e s f o r t u n a t a e dolorosa della
l ' I n t e s a , F u u n a v e r a v i t t o r i a dello spirito
n o s t r a g u e r r a , d e b b a essere a m a r e g g i a t a
^HHHnnHHH
21083' —
'Atti Parlamentan
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debba essere avvelenata l'anima del nostro
popolo che ha tanto generosamente sofferto, debba essere per un momento attenuata la luce della nostra vittoria.
Noi studieremo tutti, ed io per il primo,
come è mio dovere, di trarre ogni frutto
dalla dolorosa esperienza. Ed intanto posso
dire all'oratore ohe qui ne ha parlato, che
per accordi già prima intervenuti col ministro di grazia e giustizia e col ministro
della marina, noi contiamo di venire presto all'unificazione ed al rinnovamento dei
nostri codici penali per l'esercito e per la
marina. (Commenti)/
'
.
Onorevoli signori, non abbiamo solo
la dolorosa esperienza per noi, abbiamo
anche l'esperienza, e i doveri, che c'impone
il grande successo. Questo ci dicono soprattutto le voci dei combattenti, questo
ci dicono le voci dei morti che hanno voluto cadere per la unione di tutti gli italiani veramente fratelli, per una patria fatta
più sicura e più grande.
Anche se, siano disperse le mie parole,
anche se avvenisse che il nostro vanto
fosse, per cause nostre diminuito, la storia
farebbe giustizia e la verità balzerebbe
dalle sue pagine immortali; ma la nostra
generazione sarebbe colpita da Una grande
ombra, e tacciata di avere -avuto in se
stessa uomini di poca fede. Questa non è,
non deve essere, e non sarà. ( Vivissime approvazioni — Vivissimi applausi — Molti
deputati si congratulano con Vonorevole ministro).
Voci. La chiusura !
• PRESIDENTE. Essendo stata chiesta
la chiusura, chiedo se sia appoggiata.
{È appoggiata).
Metto allora a partito la chiusura.
(È approvata).
Il seguito di questa discussione è rimesso
domani.
Sui lavori parlamentari.
CICCOTTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CICCOTTI, Ho chiesto la parola per domandare l'inscrizione nell'ordine del giorno
del disegno , di legge riguardante la conversione-in legge del decreto, n. 972, sulla
costruzione del bacino di carenaggio di
Napoli e del porto di Bajà-Ancona..
NITTI, presidente del Consiglio dei miministro delVinterno. Chiedo di parlare.
1
a
Camera dei Deputati
PRESIDENTE. Ne. ha facoltà.
NITTI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro deW interno.. Mi pare che non
si pòssa modificare l'ordine della discussione. Avevamo detto che avremmo se
guìto .quest'ordine di lavori: dopo il voto
alle donne, la discussione sui risultati dell'inchiesta per Caporetto; dopo mi è stato
chiesto di discutere l'inchiesta sui cascami,
e poi vi sono dei provvedimenti anche urgenti.
Ora rientriamo nella questione dei decreti-legge da legalizzare. Molti sono questi decreti-legge. Yi è anche quello per il
porto di Venezia e ve ne sono altri importanti; e se consentissi ora di discutere.
quello che interessa l'onorevole Ciecotti,
dovrei consentire la discussione anche degli
altri.
'
Prendo impegno, se i colleghi ci tengono, che si discuta, tutto quanto la Camera desidera, ma non voglio turbare l'ordine già stabilito dei lavori.
Ripeto che sono pronto a discutere,
senza nessuna restrizione, tutto quanto la
Camera vuole ;, ma intendo che la discussione sia fatta in modo regolare.
P R E S I D E N T E . L'onorevole Ciccotti ha
facoltà di parlare.
CICCOTTI. Spiegherò all'onorevole presidente del Consiglio la rag-ione della mia
richiesta, fatta quale relatore della Commissione. La Commissione costituita per
l'esame del decreto luogotenenziale n. 972
da convertirsi in legge, ha creduto con voto
unanime, e per ben specificati motivi, di non
poter consentire in nessun modo la conversione in legge. Essendo quel decreto la sanzione, se pure provvisoria, di una convenzione, a cui si dice si stia già dando esecuzione, importa che la Camera non si sciolga
senza avere deliberato su quel decreto.
Senza di che l'Amministrazione si troverebbe in imbarazzo per impedire l'ulteriore
corso di un contratto, che la Commissione
ha ritenuto e dimostrato gravemente lesivo
per gli interessi dello Stato. E, poiché vi è,
in questo, urgenza; e per breve tempo ancora siederà la Camera ; e, d'altra parte,
l'annullamento potrà offrire poca o nessuna
materia di discussione, ho chiesto, come
relatore della Commissione, l'iscrizione nell'ordine del giorno di domani in principio
di seduta. Ciò non turberebbe punto l'ordine dei lavori; e spesso si è fatto altrettanto per argomenti di pronto disbrigo. Da
parte mia, ho adempiuto un dovere ; e lascio a cui tocca la responsabilità del rifiuto.
Atti Parlamentari
&<-~——*~~mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmtm——mmmm*mmmtmmmmm,ma~mm:,,m
LEGISLATURA XXIV -
l a SESSIONE -
— 21084 —
DISCTJSSrONI -
N I T T I , presidente
del Consiglio dei ministri, ministro delVinterno.
Ma non ho letto
nemmeno la relazione, che non credo sia
s t a t a distribuita.
P R E S I D E N T E . L a relazione non è ancora distribuita. JSTon potrà essere distribuita che questa sera a t a r d a ora.
NITTT, presidente del Consiglio
dei ministri, ministro del!'interno.
A quanto dice il
Presidente, la relazione non è s t a t a ancora
distribuita.
Che vuole l'onorevole Ciccotti"? Vuole •
la sicurezza che questo disegno di legge
verrà p o r t a t o in discussione prima che la
Camera chiuda i suoi lavori.
ÌTon ho nessuna difficoltà a dargli questa assicurazione, ma sull'ordine dei lavori
non intendo portare modificazioni.
Interrogazioni e interpellanza.
P R E S I D E N T E . Si dia lettura' delle interrogazioni e di una interpellanza present a t e oggi.
MOLIN A, segretario,
legge :
« I l sottoscritto chiede d'interrogare i
ministri delle terre liberate e della guerra,
per sapere -se, a scongiurare i danni ed i
pericoli gravissimi della disoccupazione
nelle provincie di Udine, di Belluno e di
Treviso, intendano disporre d'urgenza che
i lavori stradali in corso vengano senza
interruzioni continuati d a l l ' a u t o r i t à milit a r e con fondi a carico del bilancio della
guerra, giusta gli accordi intervenuti t r a il Ministero delle terre liberate ed il Comando Supremo e comunicati al sottoscritto dall' onore-vole sottosegretario di
S t a t o , mentre - c o n t r a r i a m e n t e a tali accordi - si procede in questi giorni al licenziamento degli operai.
« Morpurgo ».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro della guerra, sulla punizione inflitta a.1 capitano degli arditi V i t t o r i o Ambrosini per aver pubblicato alcuni articoli
&ulVAvanti !
•
«Musatti».
« I l sottoscritto chiede di interrogare il
presidente del Consiglio dei ministri, per
sapere che cosa c'è di vero nella notizia
giornalistica di una marcia Su F i u m e di volontari italiani.
« Marangoni ».
ibm.
..
Camera dei Deputarti
TORNATA DEL 1 2
'
il
l »
ni'
SETTEMBRE
1919
« I l s o t t o s c r i t t o chiede d'interrogare il
ministro della guerra, per sapere se ai sottufficiali delle ci issi dal 1874 al 1879, non
sia-giusto pagare a l l ' a t t o dei loro congedo
le sessanta ' giornate di soldo che furono
pagate ai sottufficiali delle classi jorue
riori. (L'interrogante
chiede.
la
risposta
scritta).
« Bussi ».
« I l s o t t o s c r i t t o chiede d'interrogare il
presidente del Consiglio, ministro dell'interno, ed i ministri della guerra, del tesoro
e dell'assistenza militare e delle pensioni
di guerra, per sapere se, tenute presenti le
miserande condizioni fìsiche che toccano
gli smobilitati, riformati per malattie di
n a t u r a clinicamente tubercolare, costretti
alla rinuncia nella gara per l'ascensione al
benessere - elementare aspirazione di t u t t a
l'umanità - obbligati c o s t a n t e m e n t e a ricorrere a mezzi medicinali curativi domiciliari (quando non sono dannati all'ospit a l i t à di sanatorio), per difendere sè e gli
intimi dall'invasione del male, non credano
equo, di fronte ad altri casi favoriti, in
cui minori si rivelarono gli accidenti e i
danni della guerra, far luogo alla concessione del pacco vestiario (astraendo da qualunque titolo o p a t t o condizionale) ancorché la m a l a t t i a , per effeito di misure dovute
a sanitari militari t a l v o l t a troppo solleciti
e spicciativi nella semplicissima interpretazione di alto e grave mandato, non siasi
riconosciuta da ospedali militari e quindi
da Consigli amministrativi dei corpi, dipendente da causa di servizio.
« Lo scrivente pensa che tali riformati
siano meritevoli della più "completa assistenza da p a r t e del Governo che deve raccogliere la voce di dolore di infermi che
più soffrirono e soffrono con affievolita
speranza nella gioia della vita.
(L'interrogante chiede la .risposta
scritta).
«Bussi».
« I l sottoscritto chiede di interrogare il
ministro della istruzione pubblica, per sapere se non creda opportuno, come già è
stato f a t t o per gl'insegnanti medi, abolire
il non lodevole sistema, delle note s e g r e t e
dei provveditori, sulla cultura, a t t i v i t à ,
attitudine professionale degli ispettori e .direttori didattici, sistema che anche nelle
recenti nomine ha dato luogo a gravi e non
ingiustificate lagnanze. (L'interrogante
chiede
la vis posta
scritta).
«Scalori».
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Atti Parlamentari
LEGISLATURA X X I V -
la
SESSIONE -
DISCUSSIONI -
« I sottoscritti chiedono di interrogare il
ministro della guerra, per sapere se intenda intervenire per chiarire di fronte alla
pubblica opinione la posizione morale di
quegli ufficiali dell'esercito che sottoposti a
inchieste o a procedimenti penali videro
riconosciuta la propria-innocenza e onorabilità, come avvenne recentemente nel caso
del capitano Roberto Figerio decorato al
valore, accusato di tradimento ]òer commercio col nemico, che ebbe a soffrire per oltre un anno il carcere e il pubblico disprezzo,
salvo vedere in questi giorni dichiarata insussistente qualunque accusa. (Gli interroganti chiedono la risposta
scritta).
« Yenino, Gasparotto, Marangoni, Padulli, De Capitani, Sighieri, Cameroni,
Canepa ».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro dell'interno, per sapere se non creda
opportuno provvedere d'urgenza all'accoglimento dei desiderata delle organizzazioni
delle levatrici italiane che culminano in un
miglioramento delle loro condizioni materiali e morali cui parallelamente devesi accoppiare un miglioramento delle condizioni
culturali. (L' interrogante chiede la
risposta
scritta).
« Bussi ».
I sottoscritti chiedono d'interrogare il
ministro delle poste c dei telegrafi, per'sapere se, e quando, intenda disporre il passaggio ad ufficiale amministrativo dei commessi postelegrafici forniti del titolo di studio (minimo licenza tecnica o ginnasiale).
{Gli interroganti chiedono la risposta
scritta).
« Gallenga, Fornari, Dentice, Di Sant'Onofrio, Hegrotto».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro del tesoro, per sapere il perchè,
mentre il caro-viveri è stato concesso a
tutti i pensionati dello Stato, non lo si è
poi ancora accordato al numeroso stuolo
di orfane nubili, maggiorenni d'impiegati
statali, le quaK non avendo diritto a pensione, godono di un assegno irrisorio e vitalizio sulla Cassa sovvenzioni, che varia
dalle 15 alle 25 lire mensili.
(L'interrogante
chiede la risposta
scritta).
«Leone».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare i
ministri della guerra e dell'assistenza militare, per sapere se reputino equo che sia
1587
Camera dei Deputati
TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE
1919
negato di fregiarsi dello speciale distintivo
a coloro che, fuori di combattimento, ma
in zona di guerra, e per causa - sia pure
accidentale - di guerra, riportarono gravi
-mutilazioni (cecità, perdita degli arti, ecc.),
rifiutando ad essi quella considerazione e
quella protezione che sono dovute da tutti
i cittadini, a coloro che subirono per la
guerra i ,più gravi sacrifici.
(L'interrogante
chiede la risposta
scritta).
« Ottorino Nava ».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro di grazia e giustizia, per sapere
se non creda giusto e doveroso dare le necessarie disposizioni perchè al concorso bandito fra gli avvocati professionisti per 300
posti di pretore siano ammessi i reduci dal
servizio militare, anche se abbiano superato il 40° anno di età. (L'interrogante
chiede
la risposta
scritta).
« Bevione ».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro delle poste e dei telegrafi, per conoscere se e quali provvedimenti intenda
adottare per evitare il grave disordine verificatosi da qualche giorno sul servizio postale di alcune città e specialmente di Napoli, dove la spedizione e la distribuzione
della corrispondenza non funziona o quasi,
con grave danno del pubblico, mentre le
autorità preposte al servizio non sono a
tèmpo intervenute a prevenirlo e tanto
meno riescono a reprimerlo efficacemente.
(L'interrogante
chiede la risposta
scritta).
« Dentice ».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro delle poste e deivtelegrafi, per conoscere se e quando vorrà ripristinare in
via normale il servizio postale-telegrafico
domenicale, pur senza limitare il riposo agli
agenti, per impedire l'accumulo della corrispondenza e la forte spesa della tassa telegrafica triplicata per oltre quaranta ore
la settimana, con grave pregiudizio del pubblico e senza vantaggio dell'Erario. (L'interrogante chiede la risposta
scritta).
« Dentice ».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro della guerra, sulle cause della permanenza, malgrado le reiterate dichiarazioni del Governo, di nostri riparti militari sul fronte russo (Krasmojarak in Si-
A iti Parlamentari
-- 21086 —
LEGISLATURA XXIV - l
a
SESSIONE ~ DISCUSSIONI - TORNATA DEL 1 2 SETTEMBRE 1 9 1 9
beria), riparti comprendenti anche moltissimi militari della classe del 1900 congedata
lino dal febbraio corrente anno. (L'interrogante chiede la risposta scritta).
« Brunelli » .
« Il sottoscritto chiede d'interjpellare il
presidente del Consiglio, ministro dell'interno, per conoscere se e quali ulteriori
provvedimenti intenda assumere per tutelare il libero svolgimento delle manifestazioni e delle competizioni civili, nonché
l'incolumità delle persone fìsiche e morali,
minacciate e diminuite da recenti, reiterati
episodi di violenza.
« Degli Occhi ».
PRESIDENTE. Le interrogazioni tèste
lette saranno iscritte nell'ordine del giorno,
trasmettendosi ai ministri competenti quelle
per cui si chiede la risposta scritta.
Così pure la interpellanza sarà iscritta
nell'ordine del giorno, qualora il ministro
interessato non vi si opponga nel termine
regolamentare.
La seduta termina alle 19.15.
Ordine del giorno per la seduta di domani.
Alle ore 15.
1. Interrogazioni.
2. Seguito della discussione intorno alle
Comunicazioni del Governo sulla relazione
della Commissione d'inchiesta istituita con
Regio decreto 12 gennaio 1918.
3. Relazione della Commissione che ha
esaminata la relazione del ministro delle
finanze Meda sulle esportazioni dal 1914 al
31 dicembre 1917. (Doc. LYI).
4. Approvazione del Trattato di pace fra
le potenze alleate e associate e la Germania
e del protocollo firmato a Versailles il 28
giugno 1919.
;
R i s p o s t e scritte a d interrogazioni.
- '
-,
INDICE.
. -
Camerasdei Deputati
Pag
JNEGROTTO : Regia scuola di agricoltvu-a « Gal- lini» in Voghera . . . . . . .
. 21086
Negrotto. — Al ministro di agricoltura. —
« Per sapere sé, in conformità dei voti
espressi dal Comitato amministrativo della
Regia scuola pratica di agricoltura « Gallini » in Voghera nella seduta del 15 luglio
1919, non creda opportuno :
« 1° concedere agli studenti di detta
scuola di pari grado dipendenti dal Mini-
stero di agricoltura quelle facilitazioni per
l'esonero dagli esami che già sussistono o
che verranno accordate agli studenti delle
scuòle medie di pari grado dipendenti dal
Ministero della pubblica istruzione ;
« 2° modificare l'articolo 2 del decreto
Reale 20 marzo 1913, n. 656, nel senso di
ottenere l'ammissione degli alunni licenziati
da detta scuola alle scuole superiori di
agricoltura di Pisa e di Bologna ;
«3° di provvedere perchè la licenza con
seguita in detta scuola conferisca un titolo
di reale valore giuridico per l'esercizio di
funzioni di perito agronomo ».
R I S P O S T A . — « 1. Non si è mai ritenuto
opportuno da questo Ministero di concedere facilitazioni per l'esonero dagli esami
agli alunni delle scuole agrarie. E ciò per
motivi tecnici intrinseci, trattandosi di
istituti prettamente professionali.
« Sono state pertanto mantenutele presenti disposizioni in ordine agli esami, perchè rispondenti alla serietà dell'educazione,
all'interesse dei giovani e'al prestigio degli
istituti.
«2. Non dipende da questo Ministero,
bensì da quello dell'istruzione pubblica,
concedere l'ammissione degli alunni licenziati dalla Regia scuola pratica di agricoltura di Voghera, alle scuole superiori agrarie di Pisa e di Bologna, che sono annesse
alle rispettive Regie Università.
« Sarà tuttavia fatto presente al Ministero dell'istruzione il desiderio della scuola
di Voghera.
" « 3. Perchè la licenza conseguita presso
la Regia scuola pratica di agricoltura di
Voghera possa valere quale titolo giuridico
per l'esercizio di funzioni di perito agronomo, occorrerebbe che gli insegnamenti,
che ivi si impartiscono, corrispondessero a
quelli fìssati per le sezioni di agronomia
degli istituti tecnici. Ma in questo caso la
scuola di Voghera perderebbe il suo attuale
carattere, e si trasformerebbe in sezione di
istituto tecnico, mentre è obiettivamente
utile che essa conservi il carattere da poco
tempo impressole, e del quale bisogna man
mano perfezionare lo svolgimento.
« Il sottosegretario di Stato
« C E R M E N A T I ».
Il Capo dell' Ufficio di Revisione e Stenografia
PROF. T . TRINCHERI
Roma, 1919 — Tip. della Camera dei Deputati.