Cortocircuito tra i paladini della lotta a Cosa Nostra. A cominciare dalle elezioni Europee A PAGINA 9 Fra’ Giuseppe Laganà Antonello Montante Antimafia, polemica Montante Giuseppe, il prete del rugby Ha preso i voti all’Ordine dei minimi ma la domenica gioca in serie C1 A PAGINA 18 ANNO XXI Numero 17 1 MAGGIO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA EURO 1,50 AREA METROPOLITANA Scom... messina La riforma delle province ridisegna la geografia del territorio. Ecco come dai Nebrodi alle Eolie, i sindaci, si organizzano per difendersi 1 Maggio 2014 il punto EDITORIALE Che giostra, ragazzi... L’assessore all’Economia Roberto Agnello è tornato da Roma con un “tutto a posto”, il Ministero ha dato il via libera alla manovra-bis da ottocento e passa milioni di euro, compresi i tagli imposti dal governo Renzi che dovrebbe distribuire la mancetta da ottanta euro per dare il primo strappo alla ripresina economica. Di ripresa economica in Sicilia invece non si parla. Si sente solo il coro di protesta dei sindaci dell’Anci che per bocca del presidente regionale Leoluca Orlando dichiarano di non essere più al dissesto, ma semplicemente alla canna del gas. Come fare? Se Renzi vuole dare lo strappo alla macchina Italia inceppata con un pieno da ottanta euro, quella di Crocetta è una rivoluzione “a tassametro”. Si sfascia la Formazione, ma ancora non parte il sistema che dovrebbe sostituirla. Si sfasciano i parchi regionali e si dimezzano i fondi, ma non si dice dove finiranno i dipendenti “a zero ore”, che è caso di dire resteranno al verde. Così su tutti gli altri fronti. Il governo Crocetta-bis è come la finanziaria-bis: tutto si lascia e poi si raddoppia. Qualcuno ha capito le ragioni del rimpasto? Vattelapesca: se c’è un assessore che funziona in Agricoltura, Dario Cartabellotta, lo si sposta poi a fare il direttore della Pesca. Che Giostra, ragazzi… L’ex governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti Nuovi schiaffi dalla politica Candidare alle Europee Scopelliti, costretto a dimettersi dopo la condanna a sei anni, è un atto di inciviltà che alimenta il gioco degli estremi. Trascinando con sè l’intero paese DI DOMENICO BARRILÀ Le provocazioni dalla politica diventano sempre più sfacciate e la testa dei cittadini meno distratti ribolle di sentimenti controversi, che spaziano dalla delusione alla rabbia, toccando persino le corde più riposte e meno nobili, quelle dell’aggressività. Non certo quella fisica, che appartiene a uomini primitivi, come ad esempio i picchiatori fascisti, ma un’aggressività “civile”, difensiva, in opposizione a chi non percepisce di deversi togliere di mezzo avendo causato disastri con la propria presenza. Mi chiedo com’è possibile accettare l’insopportabile atto di inciviltà politica del NCD di candidare alle europee Giuseppe Scopelliti, appena costretto a dimettersi dopo la condanna a sei anni per abuso d’ufficio. Un reato gravissimo, perché sociale, perpetrato contro gli interessi collettivi, che nel caso specifico si è sostanziato nella creazione di un buco enorme nelle casse del comune di Reggio Calabria, quando il predetto ne era sindaco. Il Comune oggi è di fatto in dissesto, cioè fallito, con conseguenze rovinose per i fornitori, persone in carne e ossa, lavoratori e aziende. Un crimine diseducativo con risvolti tragici, vedi suicidio, avvenuto nel 2010, della dirigente comunale Orsola Fallara, che assemblava (non credo solo di testa sua) quel bilancio creativo tra le cui pieghe si è perso un fiume di danaro pubblico e privato. Nel corso delle mie visite di lavoro nelle carceri italiane, mi sono quasi sempre imbattuto in poveri cristi condannati per reati banali, come scassinare una bicicletta in compagnia di altri disgraziati. Cento euro di danni al massimo, non decine di milioni, ma questo è bastato a rovinare le loro vite per sempre, mentre a chi devasta le finanze pubbliche e viene condannato, è concesso di rappresentarci in Europa. Teniamo presente che Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. 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Uno dei tanti scempi confezionati dalla politica italiana, la cui impermeabilità ad ogni forma di buon senso, costringe gli elettori a bussare ad altre porte, persino a quella di un comico prepotente e in debito di democrazia, che tuttavia al cospetto dell’ex governatore della regione Calabria giganteggia come un messia. E’ in questo gioco degli estremi che rischiano di perdersi per sempre i cosiddetti partiti tradizionali, trascinando con sé l’intero Paese. Da una parte i cattivi amministratori, sanzionati dalla magistratura ma purtroppo non sempre dal loro acritico elettorato, dall’altra questi improbabili salvatori, come lo stesso Beppe Hubbard, quello che con fare paternalistico prende sottobraccio la giornalista della Rai mentre cerca di intervistarlo. Un compagnone, lo stesso che poi si toglie la maschera e terrorizza con inaudita violenza verbale chi disobbedisce o semplicemente pensa. Il caso Pizzarotti è solo l’ultimo. In mezzo un Partito Democratico che dopo essersi snaturato, smacchiando non il giaguaro ma la parte nobile del proprio Dna (quello che conteneva i cromosomi della sinistra) è tornato sopra il 30%. Ma anche una destra da operetta, con un leader decotto e privo di freni inibitori, che fa danni, anche all’Italia, ogni volta che apre bocca. Nel resto c’è qualcosa di interessante, soprattutto a sinistra, se non rimane impigliato nella soglia di sbarramento. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. 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Il Gran Maestro dell’Obbedienza di Piazza del Gesù, informato del comportamento “irregolare” di tre fratelli muratori iscritti nelle sede di Via Romagnosi, l’avvocato Carmelo Raspaolo, l’ex dipendente del Cnr, il centro di ricerche di Pistunina, Raffaele Di Leonardo e l’impiegato forestale Rosario La Rosa, ha proceduto a sospenderli ed ad avviare il processo massonico: se le accuse venissero accertate i tre “muratori” rischiano di essere “bruciati tra le colonne”, l’oblìo eterno della “Conoscenza”. Ma cosa hanno fatto di tanto grave i tre massoni messinesi? Hanno preso di mira, attraverso il web, e portato avanti una politica di presunta diffamazione a carico del Grande Ispettore di Messina, “responsabile regionale del Rito”, il docente universitario, responsabile del centro di calcolo dell’Università, Enzo Ciancio. Approdato dalla loggia spuria “Affannato” nella prestigiosa Loggia CASTEL DI TUSA. Iniziativa del mecenate Fiumara d’arte Un Uovo di trenta metri CASTEL DI TUSA. Un uovo grande trenta metri d'altezza, in cima a una Montagna "sacra" come la Piramide di Staccioli, per celebrare il rito della nascita e della Rinascita. E' la nuova idea progettuale alla quale sta lavorando il patron di Fiumara d'arte Antonio Presti, che intende arricchire così il percorso della luce nella Valle di Halesa. Il progetto di "Land Art" proposto dai sindaci dell'area nebroidea ha trovato i finanziamenti del Por Sicilia, programmazione 20072013, per un importo vicino ai tre milioni di euro. Le somme saranno investite per la manutenzione ordinaria di tutte le opere della Fiumara, dal Labirinto di Manfredini, alla "Materia poteva non esserci" di Nagasawa e per la realizzazione di nuove opere "del percorso". Di qui l'idea dell'Uovo, opera di grande impatto visivo, all'interno del quale è previsto un reticolo di scale, sul modello di Escher, che portano in alto verso la Conoscenza. Il Comune rivuole due fontane dentro la Fiera MESSINA. Il Comune di Messina punta al “ritorno” in città di due fontane. Palazzo Zanca ha inviato una lettera all’Autorità Portuale chiedendo “indietro” quella settecentesca realizzata da Ignazio Brugnani e l’altra, in ghisa, risalente all’epoca in cui, al posto della Fiera di Messina, c’erano i Giardini a Mare, detti anche “Chalet”. REGIONE La sede nazionale di Roma, a Palazzo Vitelleschi, della Gran Loggia d’Italia Elvira Amata assessore-fantasma di via Romagnosi, che conta a Messina 64 associati, l’avvocato Carmelo Raspaolo avrebbe proposto con il “Circolo Messina” una serie di iniziative che non avrebbero trovato l’adesione degli altri fratelli: spettacoli per azioni di beneficenza, la creazione di un Caf, la richiesta di accredito per svolgere corsi professionali. Al diniego sarebbe seguite alcune polemiche sulle relazioni del “Tempio” e poi una mole consistente di richieste scritte su rendiconti cui il “33” Ciancio MESSINA. Un giallo lungo due ore: quando l’assessore Fiumefreddo , in quota Drs ha presentato le dimissioni, il partito per la sua sostituzione, prima della Furnari, ha fatto il nome di Elvira Amata. Non si è capito, alla fine, se “l’assessore-fantasma”, fosse la Elvira Amata, ex assessore al verde del Comune, oppure la dirigente dell’Ospedale Piemonte-Papardo, da anni impegnata all’ufficio contratti. non avrebbe risposto secondo le aspettative del penalista. Di qui un esposto- denuncia alla Procura della Repubblica, che ha determinato il provvedimento di sequestro della lista degli associati, firmato dal giudice Viviana Cusolito. Un fatto che non ha precedenti, nella centenaria storia della Loggia, ricompostasi in Italia nel 1908, e che oggi conta 140 Templi e sedi in tutto il mondo, da Beirut a Toronto. SOMMARIO PRIMO PIANO 6. Comuni, l’Orlando furioso Il presidente di Anci Sicilia all’attacco del governo regionale proponendo un piano di riforme POLITICA 9. Antimafia, polemica Montante Cortocircuito tra i paladini. A partire dalle Europee 10. Otto milioni di legali Ecco tutti i debiti che Palazzo Zanca ha con gli avvocati incaricati di difendere il Comune 11. Mantineo, “boccaccia mia” E’ polemica sull’assessore che attacca il prefetto 12. Al voto in frantumi Da Brolo a Rometta le coalizioni si polverizzano per le amministrative SICILIA 13. Formazione, la carica dei mille I sindacati riaccendono le polemiche. Banco di prova all’Ars 14-15. Messina, la discarica fantasma Botta e risposta tra ambientalisti e Regione. Ecco il carteggio dal quale si scopre che... 16-17. Le chiese di Papa Francesco L’assessore Torre di Santa Lucia del Mela scrive al Papa per “salvare” gli edifici religiosi 18. Fra Giuseppe, il prete del rugby Ritratto del religioso di Milazzo che ogni domenica gioca in Serie C1 ECONOMIA 19. Lidi, concessioni a rischio Lo stop del comune di Palermo agli stabilimenti di Mondello rischia di colpire tutta la Sicilia 20. Colti in castagna Un parassita delle piante mette a rischio la produzione dei Nebrodi 21. Gais, alberghi e nobiltà Ritratto del gruppo alberghiero di Taormina POSTER 23. La locanda di Contrisa Storia di un pensionato che fa rivivere il borgo seicentesco di Roccalumera 24. Primo Maggio, ritorno al passato Musica e riflessioni in Sicilia RUBRICHE 4-5. Settegiorni 22. Qui Europa 22. Consulenti del lavoro 22. Consumatori 26. Libri / Classifica / Lacerti di Letture 30-31. Lettere & Commenti 30. Qui scuola 30. Heritage 30. Ecologia e Ambiente 31. Eliodoro 31. Animal House 31. 150 Parole da Palermo centonove pagina 3 COMUNE DI MESSINA Tre concorsi “segreti” per gli interni MESSINA. Tre concorsi “segreti” per gli interni: uno per comandare i vigili urbani, uno per dirigente tecnico e uno per dirigente amministrativo. In maniera felpata ci si lavora a Palazzo Zanca per favorire la copertura di alcuni posti-chiave dell’amministrazione. ACCOGLIENZA IMMIGRATI Fondazione Scandurra Bonaffini chiede 2 piani MESSINA. La società SenisOspes, coordinata dall’imprenditore Benny Bonaffini, ha avanzato richiesta al commissario della Fondazione Scandurra per affittare i due piani di via Sacro Cuore, dove prima si svolgevano i corsi professionali, oggi sott’inchiesta. Bonaffini intende farne un centro di accoglienza per giovani immigrati. 1 Maggio 2014 CHI SALE Carlo Mazzù MESSINA. Il professore ordinario di Diritto Civile presso il Dipartimento di Giurisprudenza e Prorettore alla Gestione delle Risorse umane dell’Ateneo peloritano, è stato eletto Direttore della Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Laureatosi in Giurisprudenza nel 1970, Mazzù è stato anche assessore comunale durante la giunta guidata da Salvatore Leonardi. Tonino Perna MESSINA. Buone notizie per i ricercatori messinesi. L’assessore alla Cultura del Comune di Messina ha disposto l’ampliamento degli orari della Biblioteca comunale e dell'Archivio Storico. La nuova apertura al pubblicosarà così articolata: lunedì dalle ore 15 alle 18.45; martedì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 16.45; mercoledì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.45; giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 16.45; venerdì dalle 9 alle 13. Salvatore Coppolino MESSINA. L’ex consigliere provinciale non si fa attrarre dalle sirene provenienti da Forza Italia, e rimane fedele al percorso avviato con l’Ncd. La coerenza di Coppolino, infatti, è stata premiata con l’elezione nell’assemblea nazionale del partito di Alfano ed è diventato uno dei quadri dirigenti siciliani di rilievo. Lucy Fenech MESSINA. La consigliera di Cambiamo Messina dal basso non si ferma di fronte alla difficoltà. Benchè, per sua stessa ammissione, non sia mai andata a correre, Lucy Fenech non ha esitato ad iscriversi alla maratona di domenica 27, terminando con successo la corsa sui dieci km. L’impresa l’ha gasata a tal punto che, sul suo profilo Twitter, la consigliere si è lasciata andare ad un’autoesaltazione “Mi sento una potenza!!!” Rosario D’Angelo MONFORTE SAN GIORGIO. Il gelataio del bar D’Angelo rappresenta la Sicilia alla manifestazione “I gelati d’Italia, 20 gusti per 20 regioni” che si tiene ad Orvieto da giovedì 1 a domenica 4 maggio. Alla kermesse umbra D’Angelo presenta “Amandorla”, un gusto che si ispira interamente alla Sicilia con la mandorla unita alla malvasia delle Lipari. settegiorni VITTORIO EMANUELE. Blitz di Laura Pulejo e Totò D’Urso Teatro di Messina, si spaccano gli “accorintiani” Neanche il tempo di insediarsi, che il consiglio di amministrazione del Teatro di Messina si è spaccato. O, meglio, si è spaccato il fronte dei componenti designati dal sindaco Renato Accorinti. Protagonisti principali della contesa sono Laura Pulejo (designata per accaparrarsi le simpatie del presidente della Regione, che già la voleva commissario) e Totò D’Urso (indicato su segnalazione della consigliera di Cambiamo Messina dal Basso, Nino Lo Presti, attualmente in rotta con il primo cittadino). I due, infatti, non solo hanno iniziato a chiedere carte e documentazioni per controllare la gestione, ma si sono messi di traverso sulle nomine dei due direttori artistici in pectore, Ninni Bruschetta e Giovanni Renzo, che lo stesso Accorinti aveva benedetto. Con l’assenso dei due esponenti nominati dal commissario della Provincia Filippo Romano, ovvero il vicepresidente Daniele Macris e il consigliere Giovanni Moschella, hanno messo in minoranza il presidente Maurizio Puglisi e i consiglieri Giovanni Giacoppo (Accorinti) e Carmelo Altomonte, in quota Regione, dettando la linea. In primis, un’evidenza pubblica per la scelta del Sovrintendente (su questo, l’accordo c’era), in subordine un’altra evidenza per l’individuazione dei direttori artistici. Una scelta che, però, rende impossibile una minima programmazione per quest’anno e, probabilmente, anche per il prossimo. Bruschetta e Renzo, inoltre, avevano già predisposto i cartelloni di Prosa e Musica per trovarsi pronti al momento della nomina. (D.D.J.) SOCIETÀ La diversa santità di due papi, incontro a Messina MESSINA. “La diversa Santità di due papi”, è il tema dell’incontro che si svolgerà il 5-Maggio alle ore 20,30 nel salone dell’Hotel Royal. L’argomento sarà trattato da monsignor Letterio Gulletta, già parroco della Cattedrale e profondo conoscitore del cammino pastorale della Chiesa. Parteciperà Monsignor Giovanni Marra Arcivescovo emerito della nostra città, oggi in servizio in Vaticano. Maratona di Messina, vince Buccafusca MESSINA. E' Massimo Buccafusca il vincitore della VII edizione della "Messina Marathon" - VI Trofeo Unicredit -. Secondo classificato, Alessandro Vizzini e terzo, Salvatore Buccheri. Nella Maratona femminile si è aggiudicata il primo posto Cinzia Sonsogno. Madrina della manifestazione è stata la Miss Italia messinese Giulia Arena. Pace del Mela, in scena “Freeedom”musical della Chiesa Pentecostale PACE DEL MELA. E’ in programma sabato 3 maggio alle 20, con ingresso libero, l’appuntamento a cura della Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale Olivarella di via Palermo n°20 di Olivarella. La comunità di San Filippo del Mela presenta il musical "Freedom", tratto liberamente dalle Sacre Scritture, con un'alternarsi di profezie e fatti realmente accaduti sulla nascita, passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Tutta la manifestazione sarà tradotta nella lingua Italiana dei segni. LA FOTOGRAFIA Europee, botti per Germanà e La Via BROLO. «...a conclusione possiamo dire che Nino Germanà ha trovato La Via giusta per l’Europa». Sabato 26 aprile, in occasione di un incontro elettorale “europeo” nella cantina di famiglia a Brolo, l’onorevole Nino Germanà ha invitato assieme al deputato uscente Giovanni La Via (entrambi nella foto), oltre 300 amministratori di Ncd, provenienti da Francavilla di Sicilia a Tusa. I due candidati hanno improvvisato un comizio su delle botti di vino. Lo stesso che poi è finito nei bicchieri dei presenti assieme a prelibatezze nebroidee. VERTENZE. Il gruppo Siamo Messina attacca sulla destinazione, la Confsal sulla sicurezza del Tribunale Secondo Palagiustizia, fuoco incrociato sul sindaco DI TIZIANA CARUSO Messina. Tengono banco i pressing sull’Amministrazione comunale in merito al secondo Palagiustizia. Dopo la denuncia alla Corte dei conti di Palermo sulla gestione dell’iter di realizzazione del palazzo satellite presentata da un gruppo di cittadini con a capo l’avvocato Aurora Notarianni, la federazione Confsal-Unsal scrive un esposto al Ministero della Giustizia sulle condizioni igienico sanitarie e di sicurezza di Palazzo Piacentini. Intanto il gruppo consiliare “Siamo Messina”, puntando sulla soluzione della Casa dello Studente ammonisce il sindaco e dice: «Vogliamo tempi certi e brevi». Tutto questo anche perché negli ultimi giorni proprio Accorinti è tornato sulla questione ribadendo che il ventaglio di ipotesi profilate dall’Amministrazione punta su tre aree: l’area dell’ex ospedale militare di viale Europa, la caserma di Bisconte, l’area che ospitava l’ex istituto industriale Marconi. E' in queste circostanze che piombano rispettivamente il documento del gruppo “Siamo Messina” che attraverso Piero Adamo ricorda al Sindaco come si era espresso il Consiglio comunale sulla questione. «La soluzione Casa dello studente - scrive il consigliere - oltre ad essere immediata, determina una inedita e virtuosa sinergia fra Amministrazioni pubbliche (Comune, Università, Provincia Regionale), l’assenza di speculazioni (il denaro del finanziamento ministeriale circuitava fra Amministrazioni pubbliche), il riutilizzo di due beni comuni allo stato dismessi (la Casa dello Studente e l’Hotel Riviera) oltre che la vicinanza netta a Palazzo Piacentini». Parallelamente, la Confederazione generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori denuncia le condizioni di lavoro a Palazzo Piacentini attraverso una serie di allegati che testimoniano come l’inadeguatezza dei locali del Tribunale sia stata più e più volte acclarata anche dalla Commissione Renato Accorinti centonove pagina 4 Manutenzione della Corte d’Appello. Il sindacato ha raccolto una serie di denunce passate e presenti, riunendole all’interno di un esposto che evidenzia, ad esempio, come all’interno di uno degli uffici della seconda sezione penale del Tribunale sia stata sfiorata una vera e propria tragedia a causa della rottura di una vetrata. Con due magistrati che, secondo il sindacato, sono rimasti solo miracolosamente illesi. Altre note dolenti vengono continuamente registrate nei seminterrati del tribunale dove cancellieri e magistrati sono costretti a lavorare tra muffa e umidità e senza che gli impianti di aerazione e riscaldamento funzionino in maniera adeguata. Anche per questo il sindacato chiede tra gli altri al ministro Orlando, al sindaco Accorinti e al Procuratore generale della Repubblica di adoperarsi per dare piena e immediata attuazione alle norme vigenti in materia di salvaguardia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e di conoscere fin da subito quali siano le iniziative per tutelare i lavoratori. In mancanza di riscontro la Confsal, si dice pronta ad ogni azione pubblica o politica pur di trovare una soluzione. (T.C.) 1 Maggio 2014 settegiorni PESCA. La marineria calabrese si rivolge a un legale per il rispetto “dell’uso e della consuetudine del sorteggio delle poste” Stretto, la guerra del pescespada Messina. Rischia di scoppiare la guerra del pescespada sullo Stretto, tra le feluche messinesi e quelle calabresi. Queste ultime, rappresentante dalle imprese di pesca Fortunato Posillipo, Giovanni Pontillo e Maria Giuseppina Romagnoli, proprietarie delle imbarcazioni gestite dalla cooperativa pesca di Maria Porto Salvo, si sono rivolte allo studio legale Aurora Notarianni di Messina per invitare le capitanerie di porto di Messina e Reggio Calabria, rappresentate dai capitani di vascello Antonio Samiani e Gaetano Martinez, “a rispettare le leggi europee”. In passato le imbarcazioni calabresi, dotate di licenza di pesca nei compartimenti marittimi di Gioia Tauro, Reggio Calabria e Messina, l’anno scorso non hanno potuto pescare- si lamenta nell’esposto dell’avvocato Notarianni inviato per conoscenza anche al ministro delle politiche agricole e alimentari Maurizio Martina e al direttore generale della Pesca Riccardo Rigillo, “a causa del mancato accordo sul sorteggio delle cosidette poste”. E’ consuetudine infatti che ogni anno le poste vengano sorteggiate alla Capitaneria di Messina ed è sempre ressa tra i proprietari delle Feluche, dodici in tutto sullo Stretto, comprensive anche del Luntru, l’imbarcazione che precede, per CHI SCENDE Salvatore Cardinale CALTANISSETTA. Il presidente dei Drs è un involontario gaffeur: per presentare l’assessore candidato alle Europee, Michela Stancheris, ai cittadini di Mussomeli si è scusato per gli abiti “dismessi” della stessa. Nino Carreri MESSINA. Il consigliere comunale dei Dr ha subito una reprimenda da parte del suo capogruppo Elvira Amata. L’ex assessore non gradisce gli esperimenti tricologici, e nel suo mirino è entrato giusto Carreri, che sta tentando con successo di farsi crescere le basette. “Tagliatele, non mi piacciono”, lo sgrida la Amata ogni volta che lo vede nei corridoi di palazzo Zanca. Una feluca in navigazione verso la Calabria spuntare le posizioni migliori: sulla costa calabrese da Punta Pezzo a Favazzina Serpentara per quasi sei miglia marine, sulla costa sicula, da Funtana a Punta Faro per 4,7 miglia Marine. A ridosso delle due aree, c’è quello che i vecchi pescatori chiamano “il Mammellone”, un corridoio grazie alle correnti, più popolato dal passaggio del pescespada. Alle autorità preposte viene chiesta, secondo le rispettive competenze, di vigilare sulla delicata problematica, in considerazione del fatto che vanno rispettati “i principi di parità di trattamento”, oggi regolati da legge MESSINA. Rischia di essiccarsi il giardino del litorale premiato da Legambiente Arena, giardiniere senz’acqua MESSINA. Nel 2010 fu insignito dall’allora esponente di Legambiente Daniele Ialacqua del titolo di “Guerrilla Gardening”, un guerriero solitario del giardinaggio “autoctono” sul litorale, dove in barba all’insolenza del Comune piantò palme del Madagascar, piante di gelso nero, pitosforo, rosmarino, una gran quantità di rose e tutta un a serie di piante “a rischio estinzione”, che valsero prima l’interesse scientifico e poi il supporto dei cartelli divulgativi curati dall’Orto Botanico di Messina. Ora quest’angolo di verde è a rischio. Ad estinguersi non sono solo le piante, ma tutto il giardino che rischia di essiccarsi perché nessuno può portare l’acqua. Una disperazione per Salvatore Arena, 89 anni, una vita passata a fare l’economo dell’Ospedale Margherita, che non riesce “a farsi né sentire né ascoltare” dall’attuale assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua, lo stesso che anni fa lo premiò per la sua “indefessa” attività botanica. “Sono veramente deluso - si sfoga accanto alla moglie Giovanna Falpo, il ragioniere Arena - al Comune non chiedo altro di far fare delle strisce pedonali per attraversare la strada e non farmi “stirare” da qualche auto in corsa. Ho scritto più volte, ma nessuna risposta. Si vede che i tempi Salvatore Arena cambiano…” dello strato e regolamenti dell’unione europea che non sono stati applicati. Martedì scorso in occasione del sorteggio delle poste alla capitaneria di porto di Reggio Calabria, il comandante Calandrino, preso atto del mancato accordo fra le marinerie, ha stabilito dodici poste consentendo a ciascun imbarcazione di esercitare la pesca ogni giorno e individuando un tratto di costa calabrese equivalente a quella messinese su cui si esercita la pesca. Le marinerie messinesi hanno per protesta ritirato le domande di partecipazione al sorteggio. ROSA E NERO Incidenti stradali, il calciatore Salmeri muore sull’A20 MESSINA. Un giovane di 23 anni, Marco Salmeri, calciatore che militava nella Due Torri, squadra del campionato di Serie D, è morto nel pomeriggio di domenica 27 aprile in un incidente stradale sul viadotto Montagnareale della A20 Messina-Palermo. Feriti gli altri due compagni di squadra che viaggiavano con Salmeri, Michele Alizzi e Giuseppe Guido . Il Due Torri aveva affrontata in casa, a Piraino, la capolista Savoia, pareggiando 2-2. Il calciatore stava ritornando a casa a Milazzo, subito dopo la fine dell'incontro. Una grande folla commossa gli ha reso l’ultimo saluto martedì presso il Duomo mamertino. Francesco Palano Quero è diventato papà MESSINA. Per la sua nascita, il papà ha persino abbandonato il suo presidio permanente all’interno dell’Isola Pedonale di Messina. Carlotta, primogenita di Francesco Palano Quero e Roberta Torrisi, è venuta al mondo domenica 27 aprile. La bimba, fino ad ora, si sta comportando bene. Il presidente del IV Quartiere, infatti, ha raccontato agli amici di essere riuscito a passare tutta la notte senza risvegli improvvisi. Messina, grave lutto per la famiglia Isolino MESSINA. Grave lutto per il collega fotoreporter Giovanni Isolino. Il 25 aprile è venuta a mancare la mamma Carmela Spadaro, dopo alcuni mesi di malattia. I funerali si sono svolti nella chiesa di San Salvatore a Villaggio Aldisio. A Giovanni, al papà Filippo, alla sorella Giusi e ai familiari tutti le condoglianze della redazione di Centonove. centonove pagina 5 Vincenzo Garofalo MESSINA. Più si è educati è più si paga dazio. È quanto accaduto al deputato messinese Ncd. Garofalo, martedì 22, all’Aeroporto di Catania è stato “messo in croce” da un poliziotto all’imbarco destinato ai deputati che dubitava della sua identità. Il peggio è arrivato qualche giorno dopo: nonostante non avesse detto niente, si è ritrovato sui giornali come parlamentare arrogante che, alle domande, aveva risposto con il famigerato “lei non sa chi sono io!”. Rosario Crocetta MESSINA. Il presidente della Regione prende tempo e gli studenti rimangono senza borsa di studio. Accade all’Ersu di Messina, privo del commissario (l’ultimo è stato Lucio Oieni) da giugno del 2013. IL risultato? A fronte dei 143 che ogni studente paga alla Regione per il diritto allo studio, il rimborso dei conguagli per i più meritovoli non è stato erogato. Daniele Ialacqua MESSINA. Recentemente, all’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua non ne va bene una. Prima gli strali subiti da parte degli ambientalisti, una volta suoi compagni di lotta (ialacua era presidente di Legambiente), oggi una doccia fredda: A Pace, sito in cui il Comune avrebbe dovuto “stoccare” in via emergenziale i rifiuti, non si potrà scaricare: il deposito va adeguato dal punto di vista strutturale. 1 Maggio 2014 primopiano A MUSO DURO. Il sindaco di Palermo convoca i colleghi siciliani ai Cantieri della Zisa il 5 maggio Comuni, l’Orlando furioso Al motto di “ogni euro tolto ai municipi è un euro tolto ai cittadini”, il presidente di Anci Sicilia va all’attacco del governo regionale, proponendo un piano di riforme alla Regione e al Parlamento nazionale DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. Da una parte gli 80 euro in più in busta paga, determinati dal bonus Irpef. Dall’altra, il prestito trentennale da un miliardo che si intende coprire con l’Irap e con la stessa tassa che il governo nazionale abbuona. In mezzo, i Comuni siciliani, ai quali non basta che il super mutuo proposto dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, servirà anche per azzerare i creditori alle porte. COMUNI IN RIVOLTA. A dire “basta” è stato il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, che, con lo slogan “Ogni euro tolto ai Comuni è un euro di tasse per i cittadini”, ha convocato gli amministratori a una grande mobilitazione il prossimo 5 maggio, a Palermo, ai Cantieri della Zisa, per fare quadrato contro i continui tagli ai trasferimenti da parte di Stato e Regione che «stanno mettendo in ginocchio le amministrazioni locali, con 190 comuni sopra i 5 mila abitanti non in grado di chiudere i bilanci». Una presa di posizione che ha fatto arrabbiare Crocetta: «Stiamo lavorando per salvare i Comuni!». Nel corso dell’incontro, sindaci e amministratori provenienti da ogni parte dell'Isola lanceranno ufficialmente il documento elaborato dall'Anci Sicilia, “I comuni in dissesto tra riforme mancate ed il baratro finanziario”. «I Comuni sono sostanzialmente tutti in dissesto, la Regione ci costringe a stare nell'incertezza perenne», tuona Orlando. Che aggiunge: «Noi abbiamo un solo partito di riferimento, i nostri Comuni. Non possiamo farci travolgere dal sistema politico regionale che oggettivamente è imploso». Leoluca Orlando AIUTO, I CONSORZI! «In base alla legge regionale sulle Province, entro sei mesi i Comuni devono aderire ai Liberi consorzi, ma non sappiamo quali funzioni avranno. Come fanno allora i sindaci a scegliere?». È il quesito che si pone Orlando, che aggiunge: «Se la legge avesse previsto per esempio la gestione dei rifiuti in capo ai Liberi consorzi, sarebbe stato agevole per un comune associarsi assieme al comune di Camporeale, dove c’è la discarica pubblica. Invece, nulla: finirà che fra sei mesi ci saranno ancora i commissari nelle Province e le discariche private continueranno a essere gestire in modo speculativo dagli imprenditori». Una circostanza, precisa il presidente dell’Anci Sicilia, sulla quale «c’è stata una grande polemica, ma alla fine l'unico a essere stato mandato via è stato l'ex assessore all'Energia Nicolò Marino, proprio perchè stava cercando la soluzione migliore». IL DISEGNO DI LEGGE. Il cinque maggio, data nota agli studenti di Letteratura italiana, verrà sottoposto ai primi cittadini la bozza del documento “I Comuni siciliani in dissesto tra riforme mancate e il baratro finanziario”, un testo presisposto dal segretario generale dell’Anci sicilia, Emanuele Alvano, che si propone di diventare un disegno di legge da proporre alla Regione e al Parlamento nazionale. Ventinove pagine che fotografano lo stato dell’arte e suggeriscono riforme, a cominciare dalla governance (Regioni, Comuni, Città metropolitane, organismi intermedi), per proseguire con rifiuti, Sanità e dissesti (economico e del territorio). LE RAGIONI DELLA CRISI. Per il testo di Anci Sicilia, tutto deriva da “decenni segnati da scelte sbagliate e da inerzia dell'Amministrazione regionale” in materia di smaltimento dei rifiuti, Ato idrico, personale precario, oltre che all’assenza di investimenti infrastrutturali. Un quadro completato dai rapporti non perfezionati tra Stato e Regione, che si sono scaricati sul sistema degli enti locali riducendo i trasferimenti, determinando un significativo aumento delle aliquote dei tributi locali e del livello locale di pressione fiscale (vedi Tari e Tasi). Praticamente, e a testimoniarlo sono i dati Ifel, i Comuni hanno sopportato il peso maggiore della spending review, garantendo il contributo più significativo al risanamento della finanza pubblica. Per questo, Anci Sicilia sostiene che si è di fronte “a una situazione che è impossibile superare senza adeguati interventi di riforma da parte dello Stato e della Regione Siciliana”, che ha piena potestà legislativa. Potesta che ha esercitato con l’istituzione del Liberi Consorzi: “La questione - si legge nel documento - non è se la legge rappresenti una buona riforma, ma se in questa fase sia indispensabile, anche con gli opportuni correttivi, cogliere questa opportunità ed evitare che si possa restare indietro rispetto al percorso di riforme avviato nel resto d'Italia. PAROLA D’ORDINE “CAL”. Lo hanno chiesto a Crocetta tante volte e lo ribadiscono ancora, i Comuni. I rapporti tra le amministrazioni e la Regione devono essere regolati dal Consiglio delle Autonomie locali (Cal), che va istituito come sede unica di confronto istituzionale per esprimere pareri sui disegni di legge in discussione all’Assemblea regionale e definire linee guida sui diversi temi. Inoltre, i Comuni NOTE DOLENTI “Ridateci la Tarsu!” UNA PROROGA DELLA VECCHIA TASSA PER EVITARE GLI AGGRAVI IUC. MENTRE SU ACQUA E TERRITORIO... Rifiuti, acqua, territorio dissestato costituiscono un interno capitolo del documento Anci. Ecco cosa chiede l’Associazione Comuni Italiani Sicilia. ● RIFIUTI. L’analisi parte proprio dall’istituzione dei Liberi Consorzi. Preso atto che il passaggio dai 27 vecchi Ato rifiuti alle nuove SRR è stato sancito, ma solo sulla carta, la situazione è peggiorata: gli Ambiti sono ancora in vita, sono gestiti da liquidatori e sono ancora competenti ad effettuare la raccolta della spazzatura senza però poterlo fare perché i Comuni non sono nelle condizioni di versare le quote a copertura dei costi, con vertiginosi aumenti delle aliquote dei tributi locali (aggravate dall’Imposta Unica Comunale). L’Anci chiede “una modifica legislativa che consenta, per l’anno in corso, di continuare ad applicare la Tarsu”. Ma non solo. Per i Comuni con popolazione fino a diecimila abitanti, in forma singola o associata, deve essere prevista la possibilità di scegliere di gestire il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani ed assimilabili in forma diretta e/o in economia. ● ACQUA. Il disegno di legge prevede che i Comuni, che hanno consegnato gli impianti ai gestori del servizio idrico integrato, qualora questi ultimi siano dichiarati falliti con sentenza definitiva e con conseguente affidamento della gestione provvisoria ad una curatela fallimentare, su loro esplicita richiesta possono riottenere la gestione diretta del servizio, in centonove pagina 6 forma singola o associata, fino all’entrata in vigore del nuovo testo di legge. È facoltà dei Comuni organizzarsi nella forma di liberi consorzi. ● TERRITORIO. Per fronteggiare abusivismo edilizio e dissesto idro-geologico, L’Anci chiede maggiori risorse per procedere con le demolizioni, creando “sinergie senza contrapposizioni istituzionali”. Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, è necessaria “una svolta radicale nelle politiche di governo e di trasformazione del territorio”. In tal senso, “un sostegno concreto alle amministrazioni dell’Isola per imparare a difendersi dai rischi di natura ambientale”. È però necessario “rivedere le regole del patto di stabilità e consentire agli enti locali di realizzare quelle opere fondamentali e necessarie di manutenzione e consolidamento del territorio, nonché gli interventi di messa in sicurezza statica e strutturale degli edifici”. primopiano chiedono, in alternativa, un rafforzamento della Conferenza Regione Autonomie Locali (Cral), soprattutto alla luce della creazione dei Liberi Consorzi, che assegna alle amministrazioni “un peso ancora più grande per l’attuazione di ogni processo riformatore, considerando che in prospettiva anche la gestione delle funzioni di area vasta, se pur indirettamente, sarà loro affidata”. IL TESTO UNICO. L’Anci chiede la creazione di un Testo Unico per gli Enti locali siciliani che disciplini esclusivamente le materie per le quali non si applica la normativa nazionale (prevedendo per le altre un rinvio dinamico). Per anni, infatti, le innovazioni nazionali sono state fonti di incertezza e di rallentamenti in attesa di circolari esplicative della Regione. Questo, inoltre, avrebbe anche la funzione di “taglia leggi”, eliminando una serie di correttivi promulgati nel corso del tempo. RIFORMARE LA GOVERNANCE. Alla luce dell’abolizione delle Province e dell’istituzione dei Liberi Consorzi, l’Anci si pone alcuni interrogativi: “Non si conoscono ancora le funzioni che potranno essere esercitate dalle città metropolitane e dai liberi consorzi, non si ha idea di quali saranno le risorse finanziarie ed il patrimonio immobiliare di cui potranno beneficiare i nuovi enti. Non si sa se ed in che termini i liberi consorzi saranno titolari di tributi o se saranno beneficiari di trasferimenti adeguati, così come non è chiaro come si possa gestire il tema delicatissimo del personale”. Ma non solo, perché c’è “il problema del territorio delle province dove insistono le città metropolitane”, per cui “non è ancora chiaro il rapporto tra le funzioni esercitate dalla città metropolitane in favore dei Comuni ricadenti nell’area metropolitana e le funzioni gestite dal libero consorzio in favore degli altri Comuni ricompresi nel territorio dell’ex provincia”. “Quest’ultimo aspetto - si legge - appare tra i più controversi e di più difficile gestione, rappresentando al contempo anche uno degli elementi di maggiore distanza tra la legge regionale e quella nazionale”. Per questo, l’Anci ritiene “indispensabile che si realizzi un confronto costante con gli enti locali e l’Associazione”. Parallelamente, “la legislazione regionale si dovrà occupare di incentivare l’associazionismo comunale nella dimensione interna ai liberi consorzi. SULL’ORLO DEL DISSESTO. E la Manovra bis del governo Crocetta? L’Anci la legge così: “Preoccupa notevolmente perché, oltre alla previsione di alcuni tagli consistenti non pone rimedio, neppure in parte, alla drastica riduzione del Fondo per gli Investimenti. Si è trattato di un ulteriore taglio effettuato sulle risorse destinate agli Enti locali, che, anche per la sua consistenza, non appare sostenibile per le Amministrazioni locali. Queste ultime, dovendo subire una decurtazione di oltre 100 milioni di euro, vedranno ancora più compromessa la capacità di realizzare interventi per lo sviluppo del territorio. Si tratta di un taglio di circa il 55% che avrà un forte impatto negativo, anche in considerazione del fatto, che la legge prevede la possibilità di destinare tali risorse al pagamento delle rate di ammortamento dei mutui”. I PRECARI. A fronte dei tagli e dell’incapacità di risolvere il problema sin dal 2006, l’Anci propone un bacino TEMI. Perchè diventa indispensabile l’Area metropolitana dello Stretto La Calabria ci salverà 150 COMUNI, DISTRETTO LOGISTICO, ECONOMIE DI SCALA, RETI PRODUTTIVE: ECCO LE IDEE PER LA CONURBAZIONE. MA NEL FRATTEMPO, GIOIA TAURO... MESSINA. Ma si tratterà di area metropolitana o di città metropolitana? Le scuole di pensiero, sull’argomento, sono diverse, e anche un po’ confuse. La legge approvata dall’Ars il 5 maggio prevede, per Messina, una “città metropolitana” da cinquantuno comuni che farebbe compagnia a Catania e Palermo. Consumato il passaggio normativo palermitano, sembrava definitivamente caduto il “sogno” che più volte il sindaco Renato Accorinti aveva accarezzato, quello di un’area integrata dello Stretto con Reggio Calabria ed i comuni dell’hinterland a cavallo tra le cose e l’Aspromonte. In realtà, una proposta su carta per allargare l’area alla Calabria (e quindi parlare propriamente di “area metropolitana”) l’hanno già elaborata i docenti universitari dell’ateneo messinese Josè Gambino e Michele Limosani, parlando di “Distretto dei due mari” e, in sostanza, di una “microregione” da 150 comuni che, nelle intenzioni dei due, aspira a diventare la terza area italiana per densità di popolazione. E visto che all’Ars si attende una ulteriore legge che normi competenze, compiti e rinunce di ciascuno dei comuni coinvolti nella città metropolitana di Messina (sganciata dalla calabria, visto che sulla sponda opposta l’assemblea regionale siciliana non ha alcuna giurisdizione), nel frattempo ci si porta avanti con le ipotesi. Secondo il documento redatto dai due accademici, la macroarea dello Stretto sarebbe in grado di “generare economie di scala e vantaggi economici che consentiranno al nuovo sistema di competere con altre città metropolitane europee che si affacciano sul Mediterraneo, per l’attrazione di investimenti e per la capacità di innovazione, condizioni indispensabili per intercettare flussi di beni e servizi che transitano dal Mediterraneo verso l’Europa”. Come? “Valorizzando le ampie e qualificate risorse sottoutilizzate, il patrimonio ambientale e culturale, le conoscenze scientifiche radicate nelle due università e Michele Limosani nei centri di ricerca del CNR. Sarà possibile, inoltre, sviluppare nuove attività nei settori della green economy, della logistica, del potenziamento della rete dei trasporti, della cantieristica, dell’agricoltura, del commercio, delle diverse attività manifatturiere, del settore del turismo, cioè su tutti quei settori in grado di rilanciare il nostro sistema economico”. Nel frattempo, si guarda alla Calabria anche per salvaguardare il “distretto logistico”, ciò che dovrebbe diventare l’Autorità portuale con l’accorpamento di Messina, Catania ed Augusta. Sulla questione, la levata di scudi in città è stata piuttosto unanime, ed è andata dal pietismo (“Ci hanno tolto tutto, lasciateci almeno questo”) all’indignazione (“Una volta questa città era il centro del Mediterraneo, oggi guarda come ci siamo ridotti), passando per la riflessione che vede, come salvagente, proprio la Calabria: Il distretto logistico al quale Messina dovrebbe restare ancorata non è quello della Sicilia orientale, ma quello dello Stretto: distretto che, tra lìaltro, oltre alla forza dei numeri espressi da Messina, soddisfarrebbe i requisiti di interregionalità dei sistemi “core ports”, che è la direzione che si vuole imprimere alla portualità europea. Problema è che, sull’argomento, nel calabrese, si sono organizzati senza Messina: La giunta regionale della Calabria infatti, alla fine di maggio, ha votato una delibera che istituisce una Zes (zona economica speciale) nell’area baricentrica a Gioia tauro. Che comprende Reggio Calabria. Ma non Messina. (A.C.) centonove pagina 7 1 Maggio 2014 unico che “deve essere concepito come una occasione per favorire l’inserimento dei lavoratori anche in Comuni diversi”, precisando, però, che “la possibilità della immissione in ruolo dei lavoratori precari viene limitata dalla applicazione di due semplici regole: il requisito della sussistenza effettiva di una scopertura di organico e la sussistenza delle disponibilità finanziarie necessarie. CANTIERI DI SERVIZIO. Sull’argomento, sono diverse le criticità rilevate: le risorse finanziarie previste nel bilancio regionale risultano esigue; la norma non assicura sia nell’immediato che in futuro serenità economica e sociale alle famiglie coinvolte; gli operatori fanno parte di quella fascia sociale più povera ed a rischio esistente sul territorio per cui la problematica va affrontata non solo dal punto di vista prettamente economico ma anche sotto l’aspetto relazionale e sociale; la sperimentazione del Reddito Minimo di Inserimento vede coinvolti i capifamiglia consentendo una vera e propria attività lavorativa unica e primaria, una vita economica più dignitosa e, nel contempo, assicurano alla collettività servizi ed interventi utili, quali la cura del verde pubblico, la manutenzione stradale, la sorveglianza degli edifici comunali scolastici e dei beni architettonici. “CARA” SANITA’. Al primo punto ci sono le rette riabilitative, per cui i Comuni siciliani “si ritrovano un ulteriore onere a proprio carico che riguarda la compartecipazione al costo delle prestazioni”. “Si passa da un contributo zero ad un esborso pari a circa il 40% e se consideriamo i 390 Comuni dell’Isola questi costi nel loro insieme ammontano a decine di milioni di euro”. Ci sono poi i criteri di riparto dei fondi per i Piani di Zona, che “risulta oltremodo penalizzante per i Distretti Socio-Sanitari con un numero ridotto di Comuni” (il criterio è basato sul numero della popolazione): “La ratio degli interventi previsti dalla Legge 328/2000 è quella dell’assistenza dei singoli soggetti e non del numero degli enti coinvolti nei Distretti”, sottolinea l’Anci. Un altro problema è il mancato accreditamento dei fondi della III annualità del Piano di Zona 2010-2013 spettanti ai Distretti Socio-Sanitari “per motivazioni attinenti al Patto di Stabilità”: “Il rischio che si corre è la sospensione dei servizi previsti”. PROGRAMMAZIONE UE. L’Anci propone di individuare due Partenariati Pubblico-Privati legittimati a gestire le risorse: “I Liberi Consorzi di Comuni operanti nella qualità di “Agenzie di Sviluppo Locale”, Partenariati PubblicoPrivati a prevalente capitale pubblico, operanti in ambito Fondo Europeo Sviluppo Regionale (Fesr) e Fondo Sociale Europeo (FSE); i Gruppi di Azione Locale “Gal”, Partenariati Pubblico-Privati a prevalente capitale privato, operanti nell’ambito del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (Feasr)”. Chiesto, infine, l’avvio delle Zone Franche Urbane (Zfu). 1 Maggio 2014 primopiano MESSINA. Sui Nebrodi è lotta per conquistare la leadership Mi faccio il Consorzio Sant’Agata Militelo ambisce a diventare porta dei Nebrodi. Santo Stefano di Camastra volta le spalle a Messina DI GIANFRANCO CUSUMANO IL CORSIVO MESSINA. Santo Stefano di Camastra, Mistretta, San Fratello, Cesarò, San Teodoro, Capizzi guardano a Enna. Da Milazzo a Villafranca sono tutti pronti ad aderire all’Area Metropolitana di Messina. Confusione nella zona tra Patti, Capo d’Orlando e Sant’Agata Militello dove troppi comuni ambiscono ad un ruolo di rilievo. «Vorremmo evitare di ritornare a diventare la periferia della periferia come accaduto con la provincia regionale di Messina - spiega Carmelo Re, sindaco di Santo Stefano Camastra - cosa che rischia di accadere se decidessimo di guardare ad un’aggregazione che guarda al palermitano. L’ipotesi che ci attira di più è quella di progettare il nostro sviluppo con i comuni dell’entroterra, il territorio che comprende Enna e le Madonie. Diventeremmo l’unico sbocco a mare con prospettive importanti visto che stiamo realizzando un porto turistico». Milazzo non ha problemi. «Per noi quella dell’area metropolitana di Messina è una scelta inevitabile dice il sindaco Carmelo Pino - tutto è condizionato da tempi e numero di abitanti». Per Enzo Sindoni la questione non rientra tra le priorità della sua agenda politica. «Attendiamo di conoscere funzioni e competenze prima di definire un ipotetico bacino territoriale con cui dialogare - spiega il primo cittadino di Capo d’Orlando - mi auguro solo che non parta la solita squallida lotta tra campanili». Sindoni DI GIOVANNI FRAZZICA «Senza Provincia non c’è strategia» Carmelo Re non nega che l’abolizione delle province, con questo metodo, non lo ha mai convinto. «Se la rivoluzione si fa in questo modo siamo messi male argomenta - trovo buffo abolire un ente e poi non avere idea di come gestire determinate competenza». Ad ambire alla guida di un consorzio è, invece, Sant’Agata Militello dove sta per nascere il porto dei Nebrodi. «Di fatto già siamo capofila di quello che potrebbe trasformarsi in una ipotesi di consorzio - dice l’assessore Marco Vicari - si chiama “Nebrodi Città aperta” comprende oltre 50 comuni. Il nostro comune potrebbe fare il capofila per una questione strategica (al di la del numero di abitanti) in quanto baricentrico». Sono fondate le preoccupazioni del segretario generale della Cisl di Messina allorchè lancia l’allarme sulla mancanza di una strategia complessiva verso la città metropolitana ed il liberi consorzi? «Si privilegiano spinte ed interessi localistici grazie anche all’immobilismo della politica. La provincia di Messina, che era tale dal punto di vista geografico e amministrativo, rischia di diventare balcanizzata - dice Tonino Genovese - una discrasia che sta creando grande confusione con l’emergere delle volontà di autonomia da parte di molti comuni che, ciascuno per la propria parte, ciascuno per la propria fetta di territorio, guardano ad altro». I comuni della fascia occidentale (Acquedolci, Capizzi, Caronia, Castel di Lucio, Cesarò, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano, San Fratello, San Teodoro, Santo Stefano di Camastra e Tusa) sono tentati dall’ipotesi di avvicinamento al costituendo libero consorzio di Enna, che vorrebbe il suo affaccio a mare. Sul versante jonico, invece, tutti i comuni da Scaletta Zanclea a Giardini Naxos guardano alla costituzione del libero consorzio Jonio-Etna immaginando di staccarsi e non condividere la scelta operata sulla costituzione della città metropolitana di Messina. «Così - riflette Genovese - si comprometterebbe la SANTA TERESA DI RIVA La fusione di Cateno De Luca Santa Teresa di Riva. Dopo lo svincolo autostradale il suo ultimo “pallino” è diventata la fusione tra nove comuni del comprensorio. Cancellare in un colpo di spugna centri come Santa Teresa di Riva, Sant’Alessio, Nizza di Sicilia, Antillo, Casalvecchio, Furci Siculo, Limina, Roccafiorita, Forza D’Agrò, per creare uno dei comuni più importanti della provincia di Messina. I colleghi al solo pensiero di perdere l’autonomia non ci hanno pensato due volte a bocciare immediatamente l’idea, ma e Luca, come si sa, quando le cose si complico e vengono ritenute impossibile, si butta a capofitto. Così, l’ex onorevole di Sicilia Vera, ha annunciato la costituzione di comitati per l' indizione dei referendum. “O ci uniamo o scompariamo”, continua a ripetere Cateno De Luca perpesso sul futuro dei comuni della Val d’Agrò. «Oggi i finanziamenti per la gestione associata dei servizi non ci sono più - dice - ci sono invece quelli per le fusioni, ed è questa la strada che bisogna battere se i comuni sotto i cinquemila abitanti vogliono evitare la soppressione decisa dal governo. Una cosa è entrare nell’area metropolitana o in un consorzio con 1000 abitanti, un' altra è sedersi al tavolo della concertazione con il peso di 30 mila abitanti». Cateno De Luca centonove pagina 8 funzionalità, il peso, le opportunità di privilegio e di vantaggio che ne deriverebbero dall’appartenenza alla città metropolitana, col risultato che la città metropolitana di Messina ne uscirebbe ridimensionata e quasi annullata». In realtà, a monte di queste defezioni, oltre che un moderno sentimento di indipendenza che nasce per imitazione di ciò che avviene in Scozia, in Groenlandia, in Catalogna e nella stessa Padania, c’è la assoluta mancanza di magnetismo di una leadeship messinese. La Città è un una crisi profonda che va ben oltre i segni visibili determinati dal fallimento della sua economia e dal giganteggiare della disoccupazione. Altre volte, anche nella storia dell’ultimo secolo, Messina è caduta, anche malamente (pestilenze, carestie, terremoti, bombardamenti etc.), ma è sempre riuscita a rialzarsi. Oggi preoccupa non il fatto che la Città, tagliata dal sistema dei trasporti, dopo la scelta di definanziare il Ponte e tutte le opere collaterali, sia praticamente in ginocchio, ma che non si intravvedono le condizioni per cui si possa rialzare. Alla necessità di fare analisi politica e di predisporre robusti programmi di sviluppo, spesso si risponde con improvvisati temi di fantasia, non si è riusciti a comprare un solo autobus, le buche stradali si riparano in ritardo e malamente, per la monnezza si assumono dei fuoriclasse dal nord, mentre per i servizi sociali non si introducono i voucher che il nord ha già adottato ed ai più importanti semofori cittadini non ci sono più quei consueti mendicanti di etnia Rom che facevano ormai parte del paesaggio, ma ci sono tanti atletici giovani ganesi, forse pilotati da scafisti della terrafema. Questi giovani dovrebbero essere ospiti dei centri di accoglienza e, in attesa di destinazione, essere liberi di girare come turisti. Ma la loro scientifica dislocazione nei punti strategici della viabilità cittadina, in qualità di mendicanti, dovrebbe richiamare alle proprie responsabilità l’Assessore ai servizi sociali, che invece attacca il Prefetto e costringe il Sindaco a blindare il cerchio magico nel quale si sono rinchiusi. Il divismo e l’nsulto sono due facce della stessa medaglia che, purtroppo, non producono risultati utili. politica Antonello Montante SCRICCHIOLII. Entra in cortocircuito la schiera dei paladini della lotta a cosa nostra. A cominciare dalle europee Antimafia, polemica Montante Dopo le esclusioni di Sonia Alfano e Beppe Lumia dalle liste, un altra circostanza colpisce di striscio il fronte del presidente Rosario Crocetta: la notizia pubblicata da “I Siciliani Giovani” sul presidente di Confindustria Sicilia PALERMO. Alla fine, è rimasta soltanto Caterina Chinnici (a Messina mercoledì 30) a portare la testimonianza dell’Antimafia alle europee. Un’Antimafia di nascita (è figlia di Rocco Chinnici, il giudice ucciso dalla mafia), legata alla carriera (è magistrato) ma solo ultimamente di testimonianza. Al contrario di chi, come Beppe Lumia e Sonia Alfano, da anni sono centro di gravità permanente della lotta militante, il primo anche con i ruoli in Commissione nazionale Antimafia, la seconda come presidente del Crim, creato su suo input dall’Ue grazie al suo lavoro come deputato. CROCETTA E DINTORNI. C’è poi il presidente della Regione, il quale, fra incidenti, attentati e dichiarazioni forti, prova a rinnovare un’attenzione che, però, non si è tradotta della composizione delle liste europee con l’inserimento del fedele alleato Lumia e con la riconferma di Sonia Alfano. A fronte di tanta attenzione richiamata, però, qualcosa inizia a scricchiolare (vedi le polemiche sulla commemorazione di Pio La Torre, mercoledì 30). Al di là dell’inchiesta che vedrebbe coinvolto lo stesso governatore, pubblicata mesi fa da Centonove, a “colpire”, nei giorni scorsi è stata una notizia pubblicata da Riccardo Orioles, uno dei “giovani” de “I Siciliani” di Pippo Fava, riguardante Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e responsabile nazionale Legalità per l’associazione nazionale degli industriali. Montante, nell’attuale assetto isolano, corrisponde l’ala imprenditoriale che sostiene non acriticamente il governo regionale anche col tramite di Lumia. TESTIMONI E IMBARAZZI. Ma cosa ha scritto Orioles su “I Siciliani Giovani” (www.isiciliani.it), tanto da scatenare una serie di condivisioni tali da diventare “virale”? Nell’articolo “Confindustria e strani amici”, ripreso 1 Maggio 2014 da diverse testate online, si legge che “nasce da una denuncia a Caltanissetta l’inchiesta, finita per competenza alla Procura di Catania, che coinvolge il leader di Confindustria Sicilia e responsabile nazionale della Legalità degli industriali italiani e il sospetto mafioso Vincenzo Arnone”. “Le indagini - continua - partono però dal 27 aprile 2010, quando in casa di Vincenzo Arnone, imprenditore di Serradifalco contiguo a Cosa Nostra, viene ritrovata una foto che lo ritrae insieme ad Antonello Montante” (quella pubblicata risale alla nomina dell’imprenditore a leader di Confindustria giovani di Caltanissetta). In aggiunta, a riprova dei rapporti, Orioles produce anche l’atto di matrimonio in cui per lo sposo appone la firma come testimone proprio Arnone, all’epoca incensurato ma “figlio del patriarca mafioso di Boccadifalco”. CONTESTUALIZZANDO. Ma quanto è stato imprudente Antonello Montante? Contestualizzando i fatti, e non giudicando col senno di poi, non lo è stato quasi per nulla. Ecco perché. Innanzi tutto si deve considerare il luogo d’origine dei due, San Cataldo, che essendo una piccola cittadina fa sì che tutti si conoscano. E i due non solo si conoscevano, ma erano anche compagni dalle scuole elementari e quindi amici (da qui il ruolo di testimone al matrimonio, quando Montante era appena diciassettenne). Inoltre, negli anni Ottanta e all’epoca delle nozze, Arnone padre e figlio non erano stati toccati ancora da alcuna inchiesta, ma anzi rappresentavano la “illustre” famiglia che, con gli Averna, aveva fondato Confindustria Caltanissetta. Da qui i rapporti, anche amicali e di frequentazione. Rapporti, però, interrotti bruscamente quando Montante intraprese la sua battaglia per “ripulire” Confindustria attraverso una serie di denunce che portarono all’espulsione degli stessi Arnone. IN PRIMA LINEA Fava torna sotto scorta Claudio Fava Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Catania ha deciso di assegnare una scorta Claudio Fava, giornalista, deputato di Sel e vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia. La motivazione si lega alla segnalazione ricevuta dalla Polizia secondo cui il clan mafioso Ercolano stava progettando un attentato ai suoi danni. Nel corso di una recente visita a Catania, Fava aveva contestato l’abolizione del regime del 41 bis per il boss Aldo Ercolano. Il regime duro carcerario nei confronti del capomafia era poi stato ripristinato. Fava era già stato due volte al centro di progetti di attentati, negli anni ‘90: già in quelle occasioni gli era stata assegnata la scorta. «Ho appreso di questa decisione, ma non conosco i dettagli. Per centonove pagina 9 me non cambia nulla. Si va avanti con l'impegno e la serenità di sempre», ha commentato Fava. La notizia è giunta al giornalista mentre si trovava a Reggio Calabria insieme ai componenti della delegazione della Commissione antimafia per effettuare una visita di due giorni nella città dello Stretto. «Va presa d'esempio la determinazione che ha sempre caratterizzato l'attiva politica di Claudio Fava nel contrasto alla criminalità organizzata, caratterizzata in questo ultimo anno anche con il ruolo di vicepresidente della commissione parlamentare antimafia», ha detto Massimiliano Smeriglio, responsabile nazionale organizzazione di Sel, a cui si è aggiunto un altro esponente del partito, il senatore Massimo cervellini: «Solidarietà assoluta a Claudio Fava e comune impegno nella lotta contro le mafie, lotta che condividiamo anche sul territorio del litorale laziale, su cui alta è la recrudescenza di fenomeni criminali intimidatori». 1 Maggio 2014 Aldo Tigano politica Bonny Candido Rosario Cucinotta MESSINA. I debiti che palazzo Zanca ha con gli avvocati incaricati di difendere il Comune Otto milioni di legali Dal milione e seicentomila euro di Rosario Cucinotta ai 220mila euro di Lo Castro, passando per il “decano” Aldo Tigano, che aspetta 1,3 milioni. I pagamenti? A rate. Da sette anni DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Circa cento avvocati Parcelle, come nel caso di Rosario Cucinotta, e Aldo Tigano, da un milione e oltre. E’ questo il fardello legale che Palazzo Zanca ha accumulato negli anni. Senza contare il valore delle controversie in atto tra il Comune e la sfilza di società, banche, cooperative o semplici cittadini che hanno intentato causa contro. ALLERTA AVVOCATI. Nonostante l’affidamento di incarichi legali abbia sùbito una brusca flessione all’indomani dall’epoca di Giuseppe Buzzanca, la mole di debiti contratti da Palazzo Zanca con gli avvocati è tutt’altro che poca roba e, anche se non è di certo paragonabile alle voragini create dalle partecipate, il settore dei giudizi pendenti rappresenta una delle voci più insidiose del piano di riequilibrio, su cui Renato Accorinti e la sua Giunta dovranno tenere gli occhi ben puntati per non ripetere quelle sviste fatte in passato da altri e che hanno causato laccatastarsi di cause perse e debiti legali. LA TOP TEN. Nella top ten degli avvocati creditori all’ultimo posto c’è il tandem composto da Renato Caudo e Massimo Mazzullo: entrambi vantano un credito di circa 146 mila euro a testa. Più sù troviamo Franco Saccà, a cui Palazzo Zanca deve circa 177 mila euro. Salendo c’è invece uno fra gli avvocati maggiormente “prediletti” dagli enti locali, ovvero Andrea Lo Castro, anche se nel caso del Comune, a differenza della Provincia (che gli deve circa 600 mila euro) i crediti vantati sono poco più di 220 mila. Un gradino più in alto troviamo Giovanni Giacoppo, già indicato dal Accorinti come componente del Cda del Vittorio Emanuele, simpatizzante del Pd e parecchio vicino ad Antonio Saitta. A lui Palazzo Zanca deve circa 350 mila euro. Poi troviamo Carmelo Iaria che sfiora i 390 mila euro. Supera la soglia dei 400 mila euro Bonny Candido, mentre Edoardo Bucca per poco non arriva a 490 mila euro. Sul podio troviamo al terzo posto Gregorio Falzea, al secondo Aldo Tigano e al primo Rosario Cucinotta. I compensi dei tre sommati arrivano quasi alla metà del debito totale del Comune dovuto a parcelle legali. Rispettivamente, infatti, avanzano quasi 700 mila euro Falzea, oltre 1,3 milioni di euro Tigano e quasi 1 milione e 650 mila euro Cucinotta. UNDER CENTOMILA. Sopra i 100mila euro di credito dal Comune ci sono i legali Giovanni Arena, Giulia Carrara, Alessandra Crinò, Mariangela Ferrara, Alessandro Franciò, Nino Gazzarra, Assunta Massaro e Nino Parisi. Solo per due avvocati i crediti vanno sopra i 50 mila euro si tratta di Giancarlo Saccà e Francesca Versaci. Moltissimi invece vanno dai 10 mila agli oltre 40 mila euro. In particolare Domenico Cambria, Maria Venera Signorello, Ersilia Sard, Francesco Aloisi, Fabrizio Seminara avanzano dai 10 ai 20 mila euro, mentre Carmelo Aloi, Giuseppe Biondo, Giacomo Calderonio, Benedetto Farsaci, Adelio Romano, Marco Galipò, Antonio Stancanelli, Francesco Velardi, Paolo Vermiglio e Giuseppe Vitarelli avanzano dai 20 ai 30 mila euro. Ancora Paolo Falzea, Claudio Rugolo e Luigi Sorrenti dai 30 ai 40 mila euro. Infine Alberto Ciccone, Domenico Furnari, Andrea Scuderi e Silvio Tommasini superano di poco i 40 mila o comunque non arrivano a 50 mila euro di credito. PAGAMENTO A RATE. Alcuni di loro hanno già concordato col Comune come e quando essere pagati, nella peggiore delle ipotesi il debito verrà saldato entro la durata massima del piano di riequilibrio, come nel caso di Marco Galipò. In dieci anni saranno pagati Gregorio Falzea, Ersilia Sard e Francesca Versaci, per altri invece i tempi potrebbero essere anche più brevi, ad esempio per il primo in lista, Rosario Cucinotta che, secondo la tabella di marcia di Palazzo Zanca, dovrebbe essere liquidato in 7 anni con una prima rata di oltre 250 mila euro a decorrere dall’esercizio finanziario 2014. In 5 anni saranno pagati anche i debiti con Assunta Massaro e Giovanni Giacoppo, mentre in 4 anni quelli contratti con Mariangela Ferrara. In 3 anni invece saranno liquidati tra gli altri Renato Caudo, Alessandra Crinò, Andrea Lo Castro e Nino Parisi. ZOOM A nostro parere I “CONSIGLI” SU CONTENZIOSI, CAUSE, GIUDIZI, RICORSI. CHI LI HA DATI. E CHI SI È “ASTENUTO” MESSINA. Su oltre una sessantina di questi giudizi passivi pendenti è stato richiesto specifico parere al legale di fiducia incaricato dal Comune per capire se è il caso di transigere la controversia nella speranza di “minimizzare i danni”. Tra questi anche alcuni contenziosi ormai storici, come ad esempio quello in atto tra Messinambiente e Ato3, il cui valore della controversia ammonta a 24.634.507,22 e per cui l’avvocato Fortunata Grasso ha specificato che non è possibile fornire un pronostico sull’esito del giudizio, ma che, in ogni caso, il costo del contenzioso graverebbe sul bilancio comunale. Altri contenziosi famosi sono certamente quelli nati dai passaggi di testimone nella costruzione dello svincolo di GiostraAnnunziata. Tra questi, ad esempio, quello con la Torno Spa, su cui i legali Aldo Tigano, Bonny Candido e Gregorio Falzea hanno definito opportuno il tentativo di transigere la controversia. Niente parere da parte di Aldo Tigano e Giovanni Area sul contenzioso da circa 24 milioni di euro con Francesco Marullo la Gepco Salc sulle riserve e centonove pagina 10 gli obblighi derivanti dal contratto d’appalto per la costruzione dello svincolo. Francesco Marullo di Condojanni, ad esempio, ha dato invece parere incerto sul giudizio pendente col MondoMessina service, la curatela fallimentare dell’ex Fc Messina. Sì alla transazione da parte di Aldo Tigano anche per due giudizi pendenti con la 2R Immobiliare. Assunta Massaro non si è pronunciata invece sull’opportunità di una eventuale transazione sul ricorso al Tar per l’approvazione del piano particolareggiato delle ex cave di sabbia e il risarcimento danni per la mancata autorizzazione alla realizzazione di un centro commerciale da parte della Androma Impianti. Mariangela Ferrara sul giudizio pendente con la Demoter di Carlo Borrella definisce invece opportuna la prosecuzione del giudizio. (T.C.) politica 1 Maggio 2014 PALAZZO ZANCA. “Prefetto scarso”. La dichiarazione dell’assessore scatena il finimondo Mantineo,“boccaccia mia”... Le frizioni sulla questione migranti esplodono in una frase. Che il consiglio comunale drammatizza, chiedendo dimissioni. Nel frattempo in aula i dirigenti, richiesti a gran voce, restano con le mani in mano DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “Uno dei prefetti più scarsi che la città abbia mai avuto”. E’ bastata una frase indirizzata dall’assessore ai Servizi sociali del comune di Messina Nino Mantineo verso Stefano Trotta per scatenare il finimondo. Una mozione di sfiducia da parte dei consiglieri del Pd, una richiesta di dimissioni da parte dell’ex ministro Udc Gianpiero D’Alia, che si è tirato dietro i suoi rappresentanti in aula, solidarietà a palate al Prefetto per la frase infelice, poi, facendo appello alla saggezza orientale appresa in anni di viaggi in India, a pacificare gli animi è arrivato il sindaco Renato Accorinti: “Chiariremo col prefetto, è stata comunque una frase che io non avrei usato”. Da palazzo del Governo fanno tesoro della frase “il silenzio è d’oro”, al Comune vale piuttosto “tanto rumore per nulla”. TUTTO COME PRIMA. Perchè la posizione in giunta di Mantineo non è stata messa in discussione nemmeno per un istante. L’episodio, avvenuto al culmine di un dibattito sui migranti, non ha fatto altro che confermare lo scarso feeling della giunta Accorinti con l’organo del Governo. Frizioni erano scoppiate ad ottobre, quando per la prima volta a Messina sbarcarono poco meno di duecento migranti poi costretti in una tendopoli al Palanebiolo, attriti sono continuati con la bocciatura del complesso turistico Le Dune per ospitare i profughi più degnamente, finchè non ha riacceso la scintilla Mantineo stesso, che si è difeso in consiglio comunale, sempre solerte in occasioni di manifestazioni di solidarietà ma gravemente deficitario sotto il profilo amministrativo. Ovviamente, nonostante l’autodifesa e l’ammissione, Mantineo è stato impallinato ad alzo zero. E dire che di motivi per accusare l’assessore ce ne sarebbero di molto più seri. Le tre proroghe alle coop dei servizi sociali, quando invece Mantineo aveva promesso gli appalti, per esempio, o la disastrosa situazione di casa Serena, o quella nebulosa dei cantieri di lavoro. Invece no: anche stavolta, la forma ha prevalso sulla sostanza. PREDICARE BENE E RAZZOLARE... Ironia della sorte, non più tardi di dieci giorni fa, in aula era andato in scena un accesissimo dibattito sull’assenza di assessori e dirigenti a spiegare le delibere che sarebbero poi andate al voto (ancora nessuna, giusto per informazione). Ebbene, martedi sera, oltre a Mantineo (che detiene anche la Nino Mantineo delega dei rapporti col consiglio), erano presenti un assessore, un dirigente ed un funzionario. Piuttosto che dell’alata questione di attacchi e difese alla reputazione di Stefano Trotta, che sulla vicenda ha fatto calare un elegante silenzio, si sarebbe potuto domandare all’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola ed al dirigente Raffaele Cucinotta lo stato dell’arte della Stu del Tirone, oggetto di una delibera d’indirizzo che il consigliere del Pd Pietro Iannello ha nel cassetto, e che vorrebbe accelerare i tempi per la presentazione del piano industriale, mentre l’amministrazione, che in campagna elettorale si era schierata per la cancellazione della società senza se e senza ma, oggi tentenna, attende, fa melina. Gli stessi che ne chiedevano a gran voce la presenza in aula, offesissimi per essere “snobbati”, avrebbero poi potuto apprendere dal funzionario dei Tributi Giovanni Arena della notizia che il dipartimento ha inviato tre milioni di euro di accertamenti Tares a nuclei familiari fino a qualche settimana fa assolutamente sconosciuti all’anagrafe tributaria del Comune. Erano lì, assessore, dirigente e funzionario, carte in mano, in paziente attesa che qualcuno li interpellasse. Invece no, la seduta è trascorsa a parlare di reati di lesa maestà. PALAZZO DEL GOVERNO Vertenze, sicurezza, e... “ombudsman” MESSINA. Di cosa si occupa, materialmente, la Prefettura? Il Prefetto, istituzionalmente, rappresenta il “governo” in periferia. In concreto, ci si rivolge al Prefetto quando la politica non ha risposte soddisfacenti da fornire. Nello specifico, soprattutto in questo momento storico, la Prefettura esercita una continua attività di Ombudsman (termine che deriva da un ufficio di garanzia costituzionale istituito in Svezia nel 1809 e letteralmente significa “uomo che funge da tramite”, ndr). Interviene, cioè, per mettere le due parti attorno ad un tavolo e farle ragionare in termini pragmatici. Esiste una legge a normare compiti e istituti? No. Tutto questo accade in virtù dellʼautorevolezza, della credibilità e del prestigio dellʼufficio di Prefettura: Il Prefetto non ha alcun potere legislativo per intervenire a dirimere le controversie, non può obbligare nessuno a sedersi e ragionare. RIguardo alla vicenda che ha scatenato le polemiche, quello dell’accoglienza ai migranti, come organo alle dirette dipendenze del ministero dell’Interno, la Prefettura si è occupata di trovare un sito in grado di ospitare parecchie centinaia di profughi in attesa di riconoscimento, di concessione di asilo politico o di rimpatrio. E dato che il VIminale si occupa essenzialmente di sicurezza, il requisito principale che il sito avrebbe dovuto avere è stato quello della “sorvegliabilità”. Il che ha portato alla bocciatura di ipotesi tipo cittadella universitaria, il complesso turistico Le Dune. (A.C.) IL COMMENTO “Messina e il sindaco clochard” Il sindaco di Messina Renato Accorinti, nell’articolo impietoso di un editorialista di Italia Oggi, reduce da un viaggio in Sicilia così titolato “da siciliano torno da un viaggio in Sicilia dove ho visto cose che avrei preferito non vedere e politici che preferirei dimenticare” è stato definito “il fenomeno di Messina” e “il Sindaco clochard” che non solo gira in consunta maglietta e scalzo, (per rimanere con i piedi per terra) ma va scalzo dal Papa per manifestare chissà cos’altro se non la mancanza di senso delle istituzioni e delle opportunità. Ci sarebbe da rimanere perplessi di fronte a questa singolare scelta dei messinesi, se non ci fosse una ragione giusta e precisa; il concorrente era uomo di Genovese e faceva temere la disastrosa performance amministrativa del suo dante causa. “C’è da dire, continua Domenico Cacopardo, che alcuni centonove pagina 11 volenterosi professionisti hanno accettato di entrare in Giunta e, col lavoro quotidiano, cercano di impedire che la barca affondi definitivamente”. Uno spaccato della nostra città assolutamente mortificante che ci qualifica come una città del terzo mondo. E per Messina che, in un passato non certo remoto, ha avuto sindaci come Carmelo Fortino, Francesco Saya, Pino Merlino ritrovarsi con un sindaco che la stampa nazionale qualifica come “clochard” non è certo esaltante. A questo punto delle due l’una: o il Sindaco Accorinti si adatta ad osservare le regole rispettando le istituzioni e i cittadini che rappresenta oppure si dimette da Sindaco e in questo caso può continuare a camminare a piedi scalzi e in maglietta più o meno consunta. Entrambe le cose non può continuare a farle per il rispetto che deve alla città e agli elettori che lo hanno votato- oltre che per evitare un persistente danno di immagine alla città che rappresenta. Franco Pustorino (avvocato) 1 Maggio 2014 politica ELEZIONI. Ecco i nomi dei futuri sindaci del messinese. E le loro strategie Al voto in frantumi Da Brolo a Rometta le coalizioni si polverizzano in numerose liste e centinaia di candidati al consiglio. A Mistretta la campagna elettorale concentrata sulla difesa di ospedale e carcere DI GIANFRANCO CUSUMANO Messina. Sfide tra parenti, coalizioni nazionali che si sgretolano, vecchi rancori messi da parte per combattere il comune nemico politico. Negli undici comuni del messinese pronti al voto c’è di tutto e di più. La sfida più interessante è sicuramente a Brolo dove in campo di battaglia è sceso un esercito guidato da 5 aspiranti sindaci e 75 candidati al consiglio comunale - record senza precedenti. Il primo a presentare la lista è stato l'avvocato Carmelo Occhiuto. Il combattivo penalista schiera una squadra che vede la sua punta di diamante in Elisabetta Morini, già capogruppo di Salvo Messina che da sempre, insieme al marito Pippo Raffaele - a cui è succeduta nella carica è uno dei punti fermi delle amministrazioni Laccoto-Messina. Ettore Salpietro, ribaltando le previsioni fallite - di scettici ed "addetti ai lavori", ha messo a segno la prima vera e propria significativa vittoria. L'ingegnere, infatti, partendo praticamente da zero ha messo insieme, presentandola con largo anticipo, una lista di facce nuove che a dire degli osservatori locali è fortemente rappresentativa, permettendosi anche il lusso di non schierare direttamente in lista alcuni di quei suoi autorevoli supporters, ad iniziare dai dottori Mario Giuliano e Davide Donzelli. Irene Ricciardello, forte del ritrovato appeal del cognato, Nino Germanà, come da previsioni presenta la lista sulla carta più munita. Ricciardello in aggiunta ai suoi 3 consiglieri uscenti Gaetano Scaffidi Lallaro, Vincenzo Princiotta e Giuseppe Miraglia, ha arruolato Carmelo Princiotta proveniente dalla maggioranza di Salvo Messina nonché Lirio Porracciolo Pippo Testa figlio e successore di Nunziatina Faustino, ex assessore di lungo corso delle giunte Laccoto-Messina. Mimmo Magistro, pur forte del marchio di fabbrica di Laccoto ha faticato non poco a mettere insieme una lista all'altezza delle aspettative. Il legale, dopo aver rinviato "per pioggia", l'annunciata presentazione della lista ha, insolitamente, designato con largo anticipo l'avvocato Carmelo Ziino, il dottore Pippo Aricò e l'Architetto Pippo Ricciardo rispettivamente vicesindaco ed assessori. Ziino sembrava essere accreditato dapprima come ipotetico candidato sindaco del gruppo che oggi esprime Basilio Scaffidi e successivamente come vice sindaco di Salpietro. Basilio Scaffidi, ha presentato per ultimo. Il giovane legale che ha designato assessori la giovane Maria Teresa Materia e il veterano Nuccio Ricciardello, già vicesindaco di Laccoto insieme all'assessore Linda Marino, schiera, tra gli altri, il giovane pallavolista Salvo Scolaro e punta sulla sua verve grillina. A Mistretta, invece, domina la chiusura del carcere e del tribunale. “Fermare il declino” è la sigla del movimento politico liberale fondato dagli intellettuali economisti Oscar Giannino e Michele Boldrin, ma per la città di Mistretta , dopo la soppressione del Tribunale, il declassamento dell’ospedale e la chiusura del mandamento del carcere, è diventato l’imperativo categorico che ha fatto muovere con largo anticipo le forze politiche. A contendersi lo scettro del comando della città saranno solo due liste civiche , “Sosteniamo Mistretta” e “Cambia Mistretta”, rispettivamente con due candidati a sindaco, il giovane commercialista Pippo Testa e l’avvocato, Lirio Porracciolo. “Sosteniamo Mistretta” nasce dallo stesso cordone ombelicale che ha generato l’esecutivo amministrativo uscente, guidato dal sindaco Iano Antoci. La sorella del primo cittadino, Maria Rosaria Antoci, è la prima candidata della lista. Nino Nino Cirino, Alessandro Previti e Nicola Merlino. Sono questi gli sfidanti dell'uscente primo cittadino di Rometta, Roberto Abbadessa. Uno scenario politico frazionato ha portato alla creazione di ben quattro liste. L'ultimo nome ad essere svelato è stato quello dell'avvocato Nicola Merlino, sostenuto dal gruppo “RomettaVentiQuattordici”, capeggiato da Giuseppe Laface, esponente del “Megafono”, e dall'imprenditore Antonio Bisazza, in quota Drs e già ex esperto di Abbadessa. (Nino Dragotto e Antonio Bonaccorso) LA SCHEDA Ecco i candidati negli undici centri messinesi Ecco le sfide per singolo centro messinese: Brolo: Mimmo Magistro, Basilio Scaffidi, Irene Ricciardello, Ettore Salpietro, Carmelo Occhiuto Condrò: Salvatore Antonio Campagna (uscente), Giuseppe Pietro Catanese Forza d’Agrò: Fabio Di Cara (uscente), Giulietta Verzino Leni: Riccardo Gullo (uscente), Elio De Losa, Maurizio Santisi Mandanici: Armando Carpo (Uscente) -Gabriella Urso Mistretta: Pippo Testa, Lirio Porracciolo Oliveri:Michele Pino (uscenta), Antonino Bertino Rometta: Alessandro Previti, Nicola Merlino, Roberto Abbadessa (uscente) e Nino Cirino San Salvatore di Fitalia: Rita Franchina Spadafora: Giuseppe Pappalardo (uscente), Nino Farsaci Tortorici: Carmelo Rizzo Nervo (uscente), Antonino Iuculano, Emanuele Galati centonove pagina 12 PUNTINI SULLE I Cirino: «La verità sul caso Pensavalli» Gent.mo Direttore, nell’interesse del signor Antonino Cirino, in proprio e quale candidato a sindaco per il comune di Rometta, facente capo alla lista di candidati al Consiglio Comunale “Coerenza impegno e buonsenso“ per le elezioni amministrative del 25 maggio 2014, significo quanto segue. Nell’edizione del 18 aprile 2014 sul Vostro settimanale, è comparso l’articolo, a firma di Antonio Bonaccorso, dal titolo “Fermi tutti arriva il sindaco Pensavalli”, ove viene dato risalto all’allontanamento, dalla predetta lista, del giornalista Gianfranco Pensavalli, allora potenziale candidato consigliere. La detta esclusione del giornalista dalla su nominata lista è avvenuta unicamente a seguito della cessazione del rapporto fiduciario tra il candidato a sindaco Antonino Cirino ed il Pensavalli stesso, a causa della non condivisione, da parte del Cirino, col totale assenso degli altri candidati consiglieri, dei toni e delle modalità con cui il giornalista Pensavalli aveva posto alcune esternazioni offensive, di poi sfociate in un’aggressione verbale, nei confronti del sindaco di Messina Accorinti, riprese da un video pubblicato sul web. Lungi dall’entrare nel merito delle ragioni e delle argomentazioni che avevano spinto il Pensavalli ad agire nella detta maniera, la presa di distanza del candidato a sindaco Cirino nei confronti del Pensavalli, scaturiva esclusivamente dal suo sentimento di rispetto delle Istituzioni, a cui tutti gli altri futuri candidati si associavano. Tuttavia, la motivazione, così come prospettata dal Vostro giornale, non si evince in maniera chiara. Infatti, dopo aver riportato nell’articolo una dichiarazione del candidato Cirino, esplicativa delle proprie ragioni in ordine all’allontanamento del Pensavalli, ripresa dal suo profilo facebook, venivano, altresì, riportate dichiarazioni del Pensavalli dalle quali sembrava, invece, che la detta esclusione fosse legata al non gradimento, da parte del candidato Cirino, dei “ continui riferimenti – che il Pensavalli avrebbe fatto in non meglio precisate occasioni - alla necessità di chiarir meglio il concetto di legalità dopo l'affare mafioso Gotha 4, le puntate dei carabinieri e i depistaggi su droga e prostituzione a Marea e il solito laser puntato sul Centro Commerciale …; oppure ad un fantomatico intervento della “consigliera accorintiana Fenech, che è residente al complesso Scirocco (vicenda rimborsi e poi le altre esasperazioni mediatiche)?” con la quale, in realtà, il signor Cirino non ha mai avuto alcun contatto di tal genere. Le dichiarazioni del Pensavalli, riportate dal Vostro Giornale, sono del tutto fantasiose oltre che tendenti a far sottintendere motivi e fatti inesistenti, in riferimento alla sua estromissione dalla lista. Non ultimo, vale la pena rammentare, per chiarezza, che Antonino Cirino non ha mai avuto a che fare con la giustizia ed il relativo casellario giudiziale risulta vuoto. Avv. Giuseppina Irene Aloi 1 Maggio 2014 sicilia Protesta dei sindacati REGIONE. I sindacati del settore scuola riaccendono le proteste. Banco di prova all’Ars Formazione, la carica dei mille L’Assemblea regionale chiamata a chiarire sugli esuberi e le contestazioni degli ispettori sui fondi europei. Le linee guida della riforma Scilabra che studia un piano sui settori che possono assorbire nuova occupazione MESSINA. Ad avviare il ciclo di proteste che investirà tutte le Prefetture della Sicilia fino a metà maggio sono stati i sindacati scuola di tutta l’Isola. Ma il settore della Formazione professionale in Sicilia è ormai “una pentola a pressione che rischia di esplodere da un momento all’altro…” ripetono come un mantra gli stessi sindacati. Se Piazza Indipendenza a Palermo, sede della Presidenza, è ormai quasi quotidianamente presieduta dai lavoratori che protestano, la rivoluzione avviata nel settore a distanza di un anno e mezzo dall’insediamento dell’assessore Nelly Scilabra, 29 anni, in quota Pd, comincia a delinearsi nei primi report, sette emendamenti presentati all’Ars e riuniti dal presidente Giovanni Ardizzone in un unico punto. Sono più di mille i lavoratori a spasso, dei 1928 enti accreditati due anni fa si è oggi passati a 701 e di questi solo la metà hanno superato i controlli: duecento enti sono stati definitivamente revocati e i lavoratori in mobilità, quasi 1800 trasferiti nella grande struttura in house del Ciapi di Priolo, sotto le insegne del progetto Nelly Scilabra Prometeo. Mentre gli enti chiudono battenti alla media di un paio alla settimana, ora sono entrati in agitazione i dipendenti dei centri per l’impiego di tutta l’Isola. Marco Falcone di Forza Italia continua a chiedere una commissione di indagine per conoscere tutti guasti procurati dal sistema. L’Ars martedì prossimo, dopo l’ennesimo rinvio, sarà chiamata a chiarire quanti sono gli esuberi nel settore; quante le contestazioni degli ispettori sui fondi impiegati del Fers, il fondo europeo; quanti sono i componenti accreditati nel nuovo Albo degli operatori; che fine farà il personale che oggi si trova a zero ore; che tempi si prevedono per l’adozione del Piano formativo 2014-2015. Una serie di quesiti ai quali, l’assessore Scilabra ha risposto illustrando le linee guida del Piano di Riforma che è allo studio. Sono stati convocati gli operatori economici e i sindacati per valutare secondo gli indici quasi sono i settori che possono assorbire nuova occupazione nel futuro; si sta preparando la short-list per inserire esperti di comunicazione del “Piano Giovani”, che ha una dotazione di cento milioni di euro. Nel frattempo continuano i controlli stringenti sulla degenerazione del sistema: ogni ente dovrà avere un conto dedicato, il Durc, il documento di regolarità contributiva a posto, le presenze e le retribuzioni verso gli allievi sotto controllo. Il clima attorno al settore resta comunque avvelenato. L’ex dirigente generale Ludovico Albert, che ha già querelato insieme all’ex assessore Mario Centorrino Nelly Scilabra, chiedendole 50mila euro di danni morali per le sue dichiarazioni, ha ironizzato: “Come mai un anno e mezzo per varare il Piano Giovani, che era quasi pronto?”. Della Formazione più che l’assessorato al lavoro, oggi si occupano i Tribunali di tutta l’Isola. Inchieste sono aperte a Palermo, Enna, Catania e Messina, città nella quale si è già al dibattimento in Tribunale. PROCESSO CORSI D’ORO Se la perizia è ad intuito MESSINA. E’ davvero a rischio la tenuta del processo “Corsi d’Oro” a Messina? Tutto ruota attorno alla figura di quello che il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, nella richiesta di arresto avanzata alla Camera, considera “il dominus”, l’onorevole Francantonio Genovese. Interrogati dai legali della difesa, i due consulenti dell’Accusa, il commercialista reggino Giuseppe Barreca e prima di lui, l’ingegnere palermitano Dario Megna, hanno dato una rappresentazione casereccia del loro lavoro: in particolare Barreca, che a Messina non è un cognome che... porta bene, ha detto che si è spulciato alcuni dati ufficiali e poi, così, per curiosità, ha chiesto lumi a due imprenditori della sua zona? Chi sono? “C’è la privacy...”. Tanto è bastato perché l’avvocato Bonny Candido, un sangue misto calabro-siculo, che in aula è in assetto di guerra con altri mastini come il fitalese Marcello Scurria e il tortoriciano Nino Favazzo, già irretiti dal fatto che Barreca ha candidamente ammesso che si è fatto aiutare nel suo lavoratore da un collaborante, un altro ingegnere del quale la delega o la procura non si sa bene dove sia finita, è poi arrivato a quelle stime, "intuito personam". Se questo è il principio, secondo il quale si chiede l’arresto delle persone e poi si dovrebbero affrontare i processi, le anomalie dell’inchiesta “Corsi d’Oro”cominciano ad addensarsi. Se è vero che l’approccio dei Genovese-boys, è tutta una saga familiare, dove figurano mogli, elfi, cognati, autisti, segretarie tuttofare, fatti da condannare in sede morale, la risposta della Procura anziché essere intentata al massimo rispetto delle regole processuali, mostra una macchina scanzonata, che i francesi chiamavano in maniera alata “alla sanfasò”. I giudici, senza essere sportivi, qualche forzatura l’hanno fatta: non hanno concesso l’incidente probatorio alla centonove pagina 13 difesa sulla congruità dei prezzi degli affitti e hanno proceduto con le richieste di arresto, quando “a naso” il 99% dei magistrati in servizio a Messina sa che non ci sono le condizioni: pericolo di fuga; reiterazione del reato; inquinamento delle prove. Ora c’è un “ma”. Questo signor Genovese, un riccone già condannato sui giornali,” ora non lesinerà sforzi e denari per cercare la migliore difesa alle accuse pesanti che gli vengono mosse. Se la Procura mostra il fianco con queste figure peregrine, però non ci siamo. Si è già visto un gip, Giovanni De Marco, che non ha convinto nessuno con la sua richiesta di astensione: bisognerebbe chiedere al cognato Piero David o al suo assessore, Mario Centorrino, perché in un anno e mezzo di indagine parlavano al telefono come “i pesci in barile”. Ma se Genovese alla Camera si difende dicendo che contro di lui c’è solo tanto “fumus”, rischia di essere la Procura a dover dimostrare la differenza tra arresti e "arrosto". 1 Maggio 2014 sicilia Vista aerea dell’impianto di Pace. La discarica si inerpicherà lungo il pendio per 40mila metri quadrati MESSINA. Botta e risposta tra ambientalisti e Regione: tutto il carteggio, dal quale si scopre che... La discarica fantasma Nessuna traccia dell’impianto di Pace nel piano regionale dei rifiuti, la cui valutazione ambientale strategica parte a un anno e mezzo dall’approvazione: in contemporanea col bando per Messina. Ecco i retroscena. DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Non c’è pace per la discarica di...Pace. Alle polemiche degli ambientalisti per la decisione del sindaco Renato Accorinti di consentire di “stoccare” provvisoriamente i rifiuti nel sito, oggi si aggiungono quelle di altre associazioni per le incongruità e le omissioni intorno al progetto di discarica con annesso impianto di biostabilizzazione. Un progetto che pare abbia gravemente sottovalutato le prescrizioni ambientali. LA PRIMA DIFFIDA. Il carteggio inizia a fine 2013, a novembre, quando il Wwf e l’associazione Man diffidano il comune di Messina “dal procedere con il progetto di biostabilizzatore localizzato in contrada Pace”, e chiedono al ministero dell’Ambiente di intervenire sulla Regione Sicilia “per il rispetto delle norme che regolamentano la Rete Natura 2000 e per l’obbligo dell’evidenza pubblica scaturito anche da recenti sentenze della Corte di Giustizia Europea”. Ultima richiesta è per l’Arpa, l’ente regionale per la Marco Lupo protezione dell’ambiente, al quale le associazioni ambientaliste si rivolgono affinchè verifichino “le condizioni della falda della fiumara Pace”. Perchè questa lunga serie di ammonimenti? Innanzitutto perchè il decreto ministeriale del 17 ottobre 2007 vieta espressamente l’apertura di nuove discariche in Zps, la zona a protezione speciale in cui la vallata di Pace, ma praticamente l’intera riviera nord di Messina (e due terzi della città, in definitiva) ricade. Tanto basterebbe, secondo gli ambientalisti, per bloccare le procedure di discarica e impianto di biostabilizzazione, ma nelle pagine del documento c’è parecchio altro: “Ad oggi tutto ciò che il comune di Messina o la Regione Sicilia ha autorizzato in Zps, si basa su Valutazioni di incidenza che non hanno avuto evidenza pubblica, rendendo impossibile la presentazione delle osservazioni che potessero incidere sull’iter autorizzativo - si legge nel documento - e tutto quanto è stato realizzato ad oggi non è mai stato valutato complessivamente sommandosi come impatto”. Le conseguenze? Disastrose, secondo gli ambientalisti. “perdita di risorse naturali (suolo e acqua), di habitat naturali e semi naturali, di habitat di specie”. Poi c’è un rilievo tecnico: “L’aspetto idrico è assolutamente critico”, spiegano le due associazioni, argomentando con il fatto che il fabbisogno d’acqua dell’impianto non potrebbe essere assicurato dal solo acquedotto comunale e quindi si dovrebbe ricorrere ad una falda. Non passano che due mesi, e gli ambientalisti tornano alla carica. LA DISCARICA CHE NON C’E’. Il 27 febbraio, Wwf, Man, stavolta insieme ad Italia Nostra, si lanciano in un’ardita impresa: spulciare il progetto integrale della discarica di Pace e confrontarlo col piano regionale dei rifiuti. Cosa ne esce fuori? Un’altra diffida, per parecchie difformità. Quali? “Il Piano, le pochissime volte in cui cita la discarica di Pace, non riporta mai che tale DISASTRI Le opere maledette TRAM, STADIO, SVINCOLII. TUTTE LE MAGAGNE DEI LAVORI PUBBLICI DEGLI ULTIMI TRENT’ANNI MESSINA. Mentre a Pace si effettua un sopralluogo (solo dopo la decisione presa di usare la piattaforma dell’inceneritore come deposito di stoccaggio emergenziale e temporaneo dei rifiuti), il mistero intorno alle procedure di valutazione d’incidenza rischia ancora una volta di far dilatare i tempi di realizzazione di una grande opera. Prassi consolidata, a Messina. Quando non ci si mette il Tar, chiamato in causa da chi le gare le ha perse, quando non basta il Cga a stabilire il percorso amministrativo, quando non è abbastanza il fallimento delle imprese aggiudicatarie degli appalti, ci si mettono errori progettuali, varianti, sovrapposizione di competenze, imprevisti misteriosi. E’ successo sempre, negli ultimi vent’anni. Eʼ successo con gi svincoli di Giostra e Annunziata, iter iniziato nel 1997 e mai concluso, nonostante nel 2010 sia stata inaugurata la galleria e un anno fa una sola rampa, quella verso Palermo, dello svincolo vero e proprio. E l’altra? Ferma: si attende la messa in sicurezza del viadotto Ritiro e una variante progettuale. Che non arrivano. E’ successo con il san Filippo, stadio che ha fatto bestemmiare per due anni i tifosi costretti a raggiungerlo dopo due km di salita ripida: finanziato coi fondi dei mondiali di calcio del 1990, iniziato nel 1991 e terminato in fretta e furia solo nel tardo 2004, e giusto perchè il Messina, all’epoca neo promosso in serie A, non avrebbe potuto giocare altrove. Se non fosse Beppe Rodriquez che nel 2011 è crollato il centonove pagina 14 muro che ne sorreggeva la strada esterna, e da allora è ancora a pezzi. E lo svincolo per raggiungerlo, costruito apposta, restava chiuso: non si poteva sfruttarlo per la funzione con la quale era stato concepito, cioè servire lo stadio. Ogni volta che piove un poʼ più del previsto, il tram (lavori iniziati nel 1998 e completati nel 2003) si ferma perchè i binari diventano paludi, e quando cʼè scirocco e mare forte, il porto di Tremestieri si trasforma in una spiaggetta: nel 2011 uno dei bracci dei due moli si spacca a metà, oggi i lavori non sono ancora terminati, e di ampliamento non se ne parla nemmeno. La più vecchia di queste opere ha meno di quindici anni, la più giovane non ha ancora raggiunto i dodici mesi. Andando più indietro nel tempo, al parcheggio Cavallotti, dopo averlo tirato sù si è scoperto che le rampe erano troppo strette per qualsiasi auto che non fosse unʼutilitaria. Sono state riprogettate ed allargate da Beppe Rodriquez: colui che le aveva progettate troppo strette. Rodriquez è stato anche progettista di svincoli e stadio. (A.C.) 1 Maggio 2014 sicilia impianto ricadrebbe in Zona a Protezione Speciale”, tanto per iniziare, “nè viene mai segnalata, nel Piano già approvato dal Ministero, l’interferenza diretta o indiretta con aree protette”. Poi un gustoso retroscena: la procedura Vas (valutazione ambientale strategica) del Piano Regionale dei Rifiuti è partita il 30 dicembre, combinazione esattamente insieme al bando di gara per la discarica di Pace. Problema è che il piano rifiuti è stato approvato dal ministero un anno e mezzo prima, il 12 luglio 2012. Non solo: la valutazione per Pace non è prevista, mentre l’impianto risulta approvato con semplice “screening”. Questo perchè, secondo il report degli ambientalisti , con riferimento a Pace, “mai si fa cenno che tale località si trovi in Zps”. Come mai? Perchè, prendendo la briga di leggere il piano regionale dei rifiuti, fino a pagina 325, nel “crono programma delle attività da svolgere per la provincia di Messina non vi è nulla di esplicito riferibile ad una discarica di rifiuti urbani e relativi impianti presso Pace. Una discarica fantasma a tutti gli effetti. E da Palermo? Come rispondono? PALERMO RISPONDE. Invece di farsi venire il mal di testa, a Palermo accettano la sfida, e ribattono punto per punto. Il 5 marzo il dirigente regionale Marco Lupo prende carta e penna e scrive ai presidenti delle tre associazioni: Dante Caserta (Wwf), Leandro Janni (Italia Nostra) e Deborah Ricciardi (Man). “La piattaforma di Pace si compone di una discarica, un impianto di biostabilizzazione e un impianto di trattamento del percolato. I progetti, muniti delle necessarie autorizzazioni, sono stati trasmessi alla struttura commissariale del Comune di Messina al fine di rendere appaltabili le relative opere. Sia la discarica che gli impianti di pertinenza risultano autorizzati con decreti di Aia (autorizzazione integrata ambientale) e Via (valutazione d’impatto ambientale): tali decreti considerano esplicitamente he gli impianti ricadono in area Zps, prevedendo specifiche misure di mitigazione da concordare con l’ente gestore. I provvedimenti - specifica Lupo - sono stati emanati in data precedente all’approvazione del piano rifiuti e risultano oggi vigenti”. Dal didascalico, però, Lupo passa al “possibilista” nel giro di due righe: Questo dipartimento scrive - si riserva di effettuare una verifica, interessando le autorità ambientali competenti in materia, su quanto segnalato, preliminarmente all’avvio della fase di valutazione delle offerte pervenute in sede di gara. Gara che si è conclusa ad inizio marzo ma i cui risultati ancora non sono noti. Secondo l’assessore all’Ambiente del LA STORIA INFINITA. I tre anni di lavori per il secondo approdo in zona sud. Ancora mai terminati comune di Messina, Daniele Ialacqua, si starebbe ancora decidendo sulla composizione della commissione aggiudicatrice. Tutto chiaro, quindi? Nemmeno per idea. A NOI NON LA SI FA. Non paghi delle risposte, gli ambientalisti non sono non lasciano, ma addirittura raddoppiano, segnalando “affermazioni contraddittorie nel Rapporto Ambientale”, e “l’assenza, nel Piano Regionale trasmesso al Ministero dell’Ambiente, di qualunque indicazione relativa al fatto che ben 8 impianti su 23 (di cui 6 non ancora individuati) hanno interferenze dirette e/o indirette con siti della Rete Natura 2000”, ma anche il declassamento del progetto di Pace da esecutivo a definitivo, “che in caso di incompatibilità con il territorio e le norme di tutela, non verrà realizzato. Si presuppone - concludono le tre associazioni - possa scaturire un danno erariale”. Dopo lo scoglio ambientale, quindi, potrebbe arrivare quello contabile. Tremestieri senza Via SECONDO IL WWF, È STATA IGNORATA L’INCIDENZA DEL MOLO. CHE DOVREBBE ESSERE AMPLIATO, MA... MESSINA. La storia del porto di Tremestieri inizia ad assomigliare pericolosamente alla tela di Cassandra: lavori iniziati e più volte annunciati trionfalmente come “in dirittura d’arrivo”, giusto prima della mesta presa di coscienza che un nuovo problema ne slitterà la conclusione. Iniziate tre anni fa, a maggio del 2011, le operazioni di dragaggio dei fondali e di posa dei pali a sostegno della diga, avrebbero dovuto essere terminati a giugno del 2013, invece, a quasi un anno di distanza, si continua a fare e disfare. Nel frattempo, di costruzione della seconda banchina, quella che dovrebbe dare piena funzionalità al molo in zona sud e liberare la città dalla schiavitù del passaggio dei tir, non ci si azzarda nemmeno a far più pronostici: i sessantadue milioni di appalto aggiudicati dalla Nuova Coedmar di Chioggia sono fermi al...palo. Fermi quanto basta perchè qualcuno, a bocce ferme, andasse a spulciare le carte progettuali e chiedesse se per caso, prima di iniziare i lavori, a qualcuno fosse venuto in mente di chiedere la valutazione d’incidenza ambientale. La risposta? No. “Abbiamo preso visione dei documenti del progetto e rileviamo che è stata richiesta la verifica di esclusione dalla procedura”, ha segnalato il Wwf. Un capriccio, quello dell’associazione ambientalista? Nemmeno per idea. “Tale necessità scaturisce dagli aspetti tecnici/progettuali, inclusa la ingente movimentazione di materiale di scavo e successivo utilizzo del medesimo per interventi di ripascimento costiero (oltre 800 mila metri cubi)”, spiegano gli ambientalisti. Anche perchè non è solo il volume dello scavo ad essere imponente, visto che l’intera area occuperà dodici ettari (centoventimila metri quadrati) di costa e comporterà la regimazione di tre fiumare. Questo, e il brutto vizio di effettuare le opere infrastrutturali in regime emergenziale, è l’aspetto che preoccupa più gli ambientalisti: “Non si ritiene ammissibile - scrive il delegato Il braccio rotto del molo di Tremestieri nel 2010. I lavori di consolidamento del porto sono ancora in corso regionale del Wwf Angela Guardo - che siano procedure di urgenza, determinate da un’ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri del 2007 a stabilire che un progetto di ampia portata possa esimersi dall’effettuare una corretta procedura di verifica degli impatti. Si è già visto come le opere di realizzazione del porto di Tremestieri si siano rivelate negativamente impattanti sul territorio, aggravando l’erosione costiera e di fatto rivelando limiti oggettivi anche in termini di funzionalità”. Non solo: anche i tempi non quadrano. la procedura, sul progetto della Coedmar, è stata conclusa in un solo mese, a metà aprile. “Si fa presente che il termine per la presentazione delle osservazioni è il 29 aprile”, ammonisce il Wwf. “La condizione emergenziale - si legge in conclusione del documento - che ha peraltro visto in questi anni le amministrazioni comunali lasciare decadere progetti già pronti e a basso impatto ambientale, per inventarne letteralmente di nuovi e ad elevatissimo impatto ambientale, non può essere motivo per esentare questo progetto da corretti e approfonditi studi, centonove pagina 15 in mancanza dei quali a pagare le conseguenze sarebbe la collettività tutta. E questo non solo per le conseguenze dirette delle scelte poco attente alle conseguenze gravi che ne deriverebbero, ma anche - termina la lettera, inviata al ministero dell’Ambiente - per il danno erariale conseguente ad una possibile procedura di infrazione”. Lo stato dell’arte, ad oggi, è che ci sono voluti tre anni dalla posa del primo dei sessanta pali in acciaio e cemento che avrebbero dovuto rinforzare la nuova diga, così come da contratto per la ricostruzione della barriera protettiva, firmato il 27 maggio 2011. Dopo tre anni di tribolazioni quasi tragicomiche, si è scoperto che ci sono grossi problemi anche per l’installazione dei “micropali”. Tutto questo mentre l’insenatura, l’unica disponibile, si insabbia un giorno si e un no. Il progetto originario, quello cioè dei due approdi d’emergenza richiesti dalla Protezione civile, è opera dello studio Mallandrino. Al progetto esecutivo ha collaborato l’ingegnere palermitano Marco Antonio Rizzo. (A.C.) 1 Maggio 2014 sicilia SANTA LUCIA DEL MELA. L’assessore Torre scrive alla Santa Sede Le chiese di Papa Francesco Ventisei gli edifici religiosi abbandonati o chiusi al culto. Alcuni rischiano di crollare. Davanti alle porte chiuse di Regione e Ministero il politico chiede il “miracolo” al Vaticano DI GIANFRANCO CUSUMANO SANTA LUCIA DEL MELA. A questo punto, dopo essersi visto sbattere le porte in faccia dai vari enti, per salvare il patrimonio monumentale del suo comune, l’assessore Rosario Torre ha pensato seriamente che ci vorrebbe un miracolo: e cosa meglio dell’intercessione di un Papa potrebbe risolvere il problema? Così Torre, responsabile dei Beni culturali a Santa Lucia del Mela, uno dei più estesi del messinese con 83 chilometri quadrati con una popolazione di 5 mila abitanti, dopo avere tentato tutte le strade possibili per intercettare i fondi necessari a “salvare” i 26 edifici religiosi abbandonati o chiusi al culto, La chiesa di Santa Maria Annunziata, la terza parrocchia storica più importante Rosario Torre ha pensato bene di giocarsi l’ultima carta: Papa Francesco. Così, in una lettera inviata al Vaticano, ha raccontato la difficoltà dell’amministrazione nel salvare i luoghi di culto, a rischio di crollo o bisognosi di urgenti interventi di restauro, chiedendo - se non un miracolo - almeno un intervento economico della Santa Sede. Santa centonove pagina 16 Lucia, in passato è stata sede vescovile con 38 chiese e 8 conventi. A spingere Rosario Torre, che si occupa di Beni culturali non solo per una questione politica ma per una vera passione, sono stati gli eventi calamitosi degli ultimi anni. Un vero bollettino di guerra. Il 22 settembre 2010 un fulmine ha colpito la Torre triangolare del 1 Maggio 2014 sicilia Castello (di proprietà dell’Arcidiocesi di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela) e da quella data non è stato possibile intervenire, per mancanza di fondi, sulla struttura. Il 20 agosto 2013 un altro fulmine ha colpito il Campanile della Chiesa Immacolata ai Cappuccini (di proprietà del F.e.c. Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno) e ancora oggi i tempi della burocrazia non hanno permesso di restituire alla piena fruizione il bene culturale. Il 18 gennaio 2014 si è verificato il distacco di intonaco dalla facciata della Chiesa di Santa Maria del Rosario e allo stato attuale, per mancanza di fondi, non si è riusciti ad intervenire per la sommaria messa in sicurezza della parte esterna dell’edificio, già dichiarato inagibile per problemi strutturali al suo interno. «Mentre Le scrivo - continua Torre - il Transenne alla Chiesa del Rosario Campanile della Chiesa di Santa Maria dell’Annunziata risulta essere interessato da una profonda lesione nel secondo livello della struttura. La Torre Campanaria della Chiesa di Santa Maria Annunziata (XV sec.) costituisce un’opera di grandissimo interesse storico-culturale poiché si tratta di una Torre di avvistamento di Epoca Normanna trasformata in Campanile nel XV secolo. In passato più volte è stato sollecitato un intervento di messa in sicurezza di questo edificio, che rappresenta la terza Parrocchia per importanza storica del Comune di Santa Lucia del Mela, ma purtroppo non si è riusciti a reperire gli opportuni fondi». Nel 2012 Torre ha intrapreso una raccolta firme in occasione del 6° Censimento dei “Luoghi del Cuore” del Fai, Fondo Ambiente Italiano, ma, nonostante le Il corpo del Beato Antonio Franco 3.325 segnalazioni, è stata raggiunta solo la 69ª posizione a livello nazionale. Quella di Santa Lucia del Mela è una comunità molto religiosa. E’ stata recentemente coinvolta dalla beatificazione del Prelato Antonio Franco, avvenuta nella Cattedrale di Messina il 2 settembre 2013, il cui corpo mummificato è ritornato ed è custodito nella Cattedrale luciese dal 15 settembre 2013. In questi ultimi anni si è riusciti a riparare il prospetto esterno della Cattedrale e la copertura del Palazzo Vescovile, mentre sono stati restaurati l’Altare del Crocifisso e il corpo del Beato Antonio Franco, dopo la solenne ricognizione. «Nonostante questo - continua nella lettera “scritta con il cuore” a Papa Francesco - assistiamo a una mancanza di attenzione verso l’immenso Patrimonio storico-culturale presente nel Territorio. Molti di noi si sono stancati di sentire la stessa giustificazione della “mancanza di fondi” o la “minaccia di chiusura o di trasferimento dei Beni Culturali in altri siti”. Così ho deciso di scrivere questa lettera per condividere le nostre preoccupazioni per un Patrimonio immenso consegnato dai nostri avi e che, allo stato attuale, diventa sempre più difficile cercare di salvaguardarlo per le generazioni future». centonove pagina 17 ZOOM I monumenti dimenticati MESSINA. Tredici chiese chiuse, sei in stato di abbandono, otto chiese scomparse e altrettanti conventi e monasteri presenti sul territorio. Ecco quelle chiuse: Cuba bizantina in Contrada Cardile (riutilizzata come Carcere, oggi edificio privato); Santa Maria dell’Arco del 1466 (complesso architettonico con due Chiese tuttora esistenti); San Sebastiano l’Arèna o della Resurrezione del XV sec. (ex Salone parrocchiale); Candelora o Purificazione del XVI sec. “Moschita” o Sinagoga ebraica, oggi Oratorio parrocchiale); Santa Maria del Rosario del XVI sec. (ex Oratorio parrocchiale); San Francesco d’Assisi del XVI sec. (di proprietà del Fec); Gesù e Maria del XVI sec. (edificio privato); Santissima Trinità del 1567 (edificio privato); San Paolo della Murra del XVI sec. (edificio privato); Anime del Purgatorio del XVII sec. (riutilizzata come edificio privato); San Carlo del 1621 (riutilizzata come edificio privato); Ss Salvatore (edificio privato inglobato in una precedente struttura medievale). 1 Maggio 2014 sicilia Fra Giuseppe Laganà gioca nel ruolo di “tallonatore” Fra Giuseppe Laganà MILAZZO. Ha preso i voti nell’Ordine dei Minimi ma la domenica gioca in serie C1 Fra Giuseppe gioca a rugby Pratica lo sport a livello agonistico sin da piccolo, ha rischiato di giocare in una delle squadre più importanti di Top Ten. Ma poi ha seguito l’altra vocazione. Senza rinunciare alle “mischie” DI GIANFRANCO CUSUMANO Milazzo. Il suo idolo era (ed è) Andrea Lo Cicero, recordman della nazionale di Rugby. Oggi in apertura della sua pagina facebook ha una raffigurazione di Papa Francesco nelle vesti di un supereroe. Due “vocazioni” quelle di Fra Giuseppe Laganà, 26 anni, una infanzia trascorsa in Germania assieme ai genitori milazzesi, che per molti potrebbero essere un’antitesi, ma che in lui convivono e si stanno rivelando complementari. Fra Giuseppe, infatti, oltre a seguire il suo percorso di fede che lo porterà al sacerdozio all’interno dell’ordine dei Minimi, è un giocatore del Clan Catanzaro Rugby, team che milita in serie C1. A testimonialo il suo palmares clinico: rottura del legamento crociato anteriore, sub lussazione alla clavicola e frattura composta del setto nasale rutto di una testata a Messina durante selezioni per nazionale giovanile. IL TALLONATORE. Fra Giuseppe la domenica, infatti, dopo la celebrazione eucaristica ripone per qualche ora l’abito religioso e si butta (con il ruolo di “tallonatore”) in violente mischie per conquistare una palla ovale con i colori del Catanzaro. Dalla sacrestia agli spogliatoi, il passo e più breve di quello che si possa pensare. «Ho cominciato a giocare a 13 anni al rientro a Milazzo dalla Germania - racconta Fra Giuseppe, ex alunno del tecnico commerciale Leonardo Da Vinci - mi ha avvicinato a questo gioco mio zio Massimo, che così ha cercato anche di farmi integrare. Nel corso della mia carriera ho preso parte alla rappresentativa regionale di rugby, al torneo Aldo Milani di Rovigo, sono stato convocato in serie B. Poi, però, è maturata la scelta vocazionale». L’ANNUNCIO. Tra un allenamento e una meta, infatti, a farsi largo era una voce interiore. «La prima persona con cui mi sono confidato - rivela - è stato un sacerdote milazzese, padre Giuseppe Currò. Poi l’ho detto al mio compagno di banco Giovanni Buda una persona con cui ci siamo sempre sostenuti a vicenda specialmente nei momenti più difficili, e al mio amico Sergio Scibilia. In famiglia l’ho detto la sera prima della prima prova scritta della maturità. Mia madre era titubante, si è rassicurata la prima volta che è venuta al santuario dove mi ero trasferito». All’oscuro anche i compagni di squadra del Milazzo Rugby. Il primo a saperlo è stato l’allenatore Carmelo Mastroeni. Nel 2012 non è voluto mancare alla cerimonia della prima professione dei voti religiosi a Paterno Calabro. ORDINAZIONI Al Santuario arriva padre Alessandro Sframeli MILAZZO. Se per fra Giuseppe Laganà passerà ancora qualche anno prima di diventare sacerdote, la consacrazione presbiteriale per padre Alessandro Sframeli, originario di Monforte è diventata una realtà. Padre Sframeli è stato ordinato domenica 6 aprile al Santuario di San Francesco di Paola di Milazzo dall’Arcivescovo e Archimandrita di Messina monsignor Calogero La Piana. Il giorno successivo padre Alessandro ha celebrato la sua prima messa nella Chiesa Madre di Monforte San Giorgio, comune di residenza del frate francescano, che “rafforza” la missione del Santo di Paola cui i fedeli dell’hinterland sono devoti. Commovente il rito dell’ordinazione, che ha visto il giovane monfortese consegnare la propria vita alla volontà di Dio, dalla promessa di obbedienza, all’imposizione delle mani, l’emozionante saluto dei genitori Nino e Lucia e del fratello Nicola, fino alla preghiera consacratoria. Padre Alessandro aiuterà il superiore del santuario mamertino, padre Mario Savarese, rimasto solo dopo la scomparsa di padre Matteo Cusumano. centonove pagina 18 «Quando sono entrato in convento non ho più giocato - racconta il frate dell’ordine dei Minimi di San Francesco di Paola - poi da frate, quando mi sono trasferito a Catanzaro, mi sono ritrovato il campo da rugby sotto casa e ho cominciato a fare un po’ di attività fisica. Piano piano con la dirigenza del Clan Catanzaro ho instaurato un rapporto di amicizia e di stima reciproca, così ho cominciato a giocare. IL SEGRETO. Nessuno sapeva che ero un frate tranne l’allenatore e il presidente. Quando un giorno mi sono presentato con l’abito qualcuno non credeva ai suoi occhi», sorride. All’interno degli spogliatoi Fra Giuseppe non solo dispensa consigli tattici ai più giovani in quanto tra i giocatori più esperti, ma spesso si intrattiene a chiacchierare diventando il confessore di molti. «Talvolta, però, sono brusco, secondo me la terapia d’urto è la migliore - sostiene». Il frate gioca solo le partite casalinghe, non fa le trasferte perché la domenica in parrocchia ci sono impegni di comunità e non li vuole mancare. In campo si trasforma. «Quando gioco per gli avversari sono uno dei tanti, non mi presento con l’abito. Ma quando i miei compagni mi chiamano “fra Giuseppe” si stupiscono e nel corso del “terzo tempo”, quello dell’agape fraterna, mentre si mangia mi domandano della mia esperienza vocazionale. Nel campo, però, mi faccio rispettare come giocatore di rugby. Non rispondo mai alle provocazioni. Nel rugby il segreto è quello di replicare con i fatti: o una meta o un placcaggio fatto bene». IL CONVEGNO. Il 9 aprile scorso il frate ha preso parte ad una conferenza dedicata alle scuole che aveva come tema “sport, chiesa e legalità”. «Lo sport, come sosteneva San Paolo, è esercizio sia fisico che spirituale. La chiesa non può che appoggiare quando si fa questo tipo di cammino». Fra Giuseppe Laganà ha sempre giocato per passione. «Non sono mai stato dietro a questioni di categorie, classifiche o punteggi. Ho sempre giocato facendo del mio meglio per essere utile alla squadra. Del rugby mi piacciono valori e principi sani anche se devo ammettere che quando militavo nell’under 18 vennero alcuni selezione dell’Arix Viadana, una delle squadre più importanti del campionato top ten di rugby, e cominciavo a credere nella possibilità di intraprendere la carriera sportiva. Le cose sono andate diversamente. Importante anche il derby contro la Amatori Messina». economia Uno scorcio de “La Spiaggetta” a Messina TURISMO. Lo stop del Comune di Palermo agli stabilimenti di Mondello rischia di colpire tutta la Sicilia Lidi, concessioni a rischio Se il parere richiesto alla Regione per interpretare la legge del 2005 dovesse dare ragione all’amministrazione, i paletti sulle autorizzazioni farebbero una “strage”. Ma Messina è al sicuro, come spiega il presidente della Fiba MESSINA. Una “grana” palermitana che potrebbe estendersi a tutta la Sicilia ma non preoccupa Messina, almeno secondo Santino Morabito, presidente provinciale della Federazione italiana Imprese balneari (Fiba). Già, perché lo stop alle concessioni per gli stabilimenti balneari nella spiaggia di Mondello imposta dallo Sportello Unico per le Attività produttive del Comune del capoluogo siciliano, in ossequio alla legge del 2005, potrebbe determinare un parere dell’Ufficio legale di Palazzo d’Orleans, determinando un possibile stop alle altre località balneari. LA VICENDA. A Palermo, il Suap ha detto “no” alle concessioni (in tutto 18) finché non sarà approvato il Piano di utilizzo del demanio marittimo (Pudm) dal consiglio comunale, prima, e dalla Regione, poi. In sintesi, dopo decenni di utilizzo pure oggetto di discussione (vedi la licenza alla Società Mondello Immobiliare Italo-Belga), si è scoperto che nulla si può più fare in assenza di una concessione edilizia ed il pagamento degli oneri dovuti. Di fronte alle polemiche (anche se, ad esempio, la Società ha deciso di procedere con l’allestimento dei lidi già da oggi, 1 maggio), il Comune di Palermo ha chiesto chiarimenti alla Regione in merito all’applicazione della legge. La questione è approdata anche in III Commissione Ars (Territorio e Ambiente). Ed è qui che il vicepresidente Edi Tamajo ha provocatoriamente rilanciato: «Porrò il Santino Morabito problema di Palermo anche per tutti gli altri Comuni costieri. Perché mai la città deve restare senza lidi per una interpretazione di una legge regionale e gli altri dovrebbero, invece, operare in maniera difforme?». Al di là della provocazione, il possibile rischio potrebbe essere che, di fronte a un parere univoco della Regione sull’applicazione di una legge che, a distanza di anni, in molti casi non ha visto seguite le norme attuative, i regolamenti e il piano di utilizzo del demanio marittimo (obbligatorio in base alla legge). Se la linea seguita dal Comune di Palermo dovesse rivelarsi esatta per gli uffici della Regione, allora 1 Maggio 2014 molti dei 140 Comuni costieri siciliani si ritroverebbero nel cul de sac di dover chiedere concessioni edilizie e pagamento oneri senza aver ottemperato a tutte le fasi preliminari della legge del 2005. MA A MESSINA... Nel 2012, il Comune approvò il Pudm (inviandolo all’assessorato regionale), quindi, da questo punto di vista gli stabilimenti balneari messinesi non dovrebbero avere problemi. Se ciò non bastasse, però, ecco i chiarimenti forniti da Morabito: «La questione, qui, è marginale perché i lidi con le cabine stabili, in muratura, sono pochissimi e il punto è che si tratta di volumetrie catastate che rimangono sul demanio marittimo per più di sei mesi. Nel caso messinese, quindi, si tratta ci si trova di fronte, soprattutto, a strutture che vengono smontate. Inoltre - aggiunge - i lidi stagionali sono in regime di autorizzazione edilizia, che è molto più snella e non necessita anche dell’agibilità. Al contrario, le strutture in cemento hanno bisogno di concessione e sono soggete al pagamento dell’Imu. Riguardo a Palermo, il caso è particolare perché si tratta di un raro caso in cui, a essere concessionario è il Comune, mentre altrove il rapporto è direttamente con la Regione». Ma quanto costa un lido temporaneo? «Ogni anno paghiamo il rinnovo, che è circa 230 euro al Comune tra diritti di segreteria e amministrativi, mentre il canone demaniale da corrispondere alla Regione varia a seconda della superfice. Si va dai 1500 euro a poco più di tremila per la stagione. È ovvio che chi decide di prolungare il periodo, paga di più». La legge 15, inoltre, dà la possibilità di chiedere l’autorizzazione per attività in spiaggia che non siano balneari, da qui il fiorire di locali e anche ristoranti. «Lo scorso anno, come si ricorderà - spiega Morabito - la stagione stava per saltare a causa dell’aumento proposto dalla Regione del 600%. Il decreto fu poi ritirato e i canoni demaniali ritornarono nella normalità. (D.D.J.) SOTTO LA LENTE Tra new entry e ritorni UNA NUOVA STRUTTURA A PACE E DUE RIAPERTURE A CAPO PELORO. SUL FRONTE MOVIDA, IL BLANCO PASSA DI MANO MESSINA. La stagione balneare del 2013 vedrà un lido in più e il ritorno di altri due. La new entry si trova a Pace, e ha destato la curiosità dei passanti perché rimasto praticamente incompiuto per tutta l’estate. Il motivo? L’iter non era stato perfezionato e quindi tutto è slittato a quest’anno. I due stabilimenti che invece dovrebbero riaprire le porte sono entrambi a Capo Peloro. Si tratta dell’Happy Lido, che risorge con il nome di “Punta Playa” e di quello di fronte alla Sea Flight, finito in amministrazione giudiziaria nel 2012 e non montato nel 2013. Sempra nella punta della Sicilia, complice il centonove pagina 19 vento di scirocco, che questo inverno ha soffiato abbondantemente, si è riformata la spiaggia scomparsa che dal Lido Horcynus Orca (dai più conosciuto con l’antico nome di “Lido Legambiente” o con il nomignolo di “Lidino”) va verso la Torre degli Inglesi. Lo stabilimento, quindi, quest’anno dovrebbe tornare alle dimensioni originarie. Sul fronte della “Movida” extra balneazione, si registra il passaggio di proprietà del Blanco, il ritrovo sulla spiaggia accanto alla piscina di Sant’Agata di proprietà della Two srl (soci, tra gli altri, Chiara Schirò e Nazzareno Foti). Il Blanco è stato infatti venduto per 210 mila euro a un non messinese di nome Giancarlo, a Enza Gravina (dell’ex omonimo bar) e a Nico Cannavò. In pole position per la gestione, però, c’è Gianluca Arcovito, che rischia di diventare il “re” della riviera con tre locali: il Pitch (destinato a pizzeria e serate), il Lucky Beach (più easy, un piccolo bar sulla spiaggia) e, appunto, il Blanco, destinato ad ospitare le serate vere e proprie. (D.D.J) 1 Maggio 2014 economia MONTAGNAREALE. Parassita mette a rischio la produzione sui Nebrodi Colti in Castagna Il coordinamento dei sindaci avvia la battaglia alla “vespa cinese”. Nel territorio il 50% delle piante siciliane minacciate DI PAMELA ARENA Montagnareale. Primi interventi messi in pratica nel messinese per combattere la “Vespa Cinese”. Si tratta del “Cinipede galligeno”, un parassita che dalla Cina si è diffuso in tutto il mondo e che ora mette seriamente a rischio circa 3.500 ettari di castagneto della provincia di Messina. L’allarme nei mesi scorsi era stato lanciato dalla “Mutuo Soccorso” di Montagnareale, società che, nell’ambito della famosa Sagra della castagna del paese, aveva voluto inserire in programma anche un importante convegno che ha contribuito a sensibilizzare addetti ai lavori e amministratori comunali per affrontare un problema di grande attualità. Già nel 2011 il sindaco dello stesso comune, Anna Sidoti, aveva avviato una forma di collaborazione con il collegio dei Periti Agrari, Anna Sidoti rappresentato da Dario Natoli, al fine di rilevare la presenza del cinipide galligeno del castagno in ambito comunale. «Si tratta di un parassita che si può combattere solo con la lotta biologica – dichiara il sindaco Sidoti – e, non potendo usufruire di fondi regionali, stiamo cercando di effettuarla attingendo a fondi comunali». I primi interventi sono stati organizzati dall’amministrazione nei giorni scorsi, ma anche altri comuni si stanno attivando con i lanci di “Torymus sinesis”, un altro parassita sempre originario della Cina, che attualmente risulta essere il naturale antagonista del “Cinipide galligeno”. Questo sistema non è mai stato messo in pratica in provincia di Messina dove si stima la presenza della metà dei castagneti esistenti in tutta la Sicilia. Gli unici interventi con il predatore antagonista, che hanno dato esito positivo, sono stati effettuati nella provincia di Catania nel 2013 con 3 “lanci”. «Gli agronomi mi hanno consigliato di iniziare ora la lotta biologica – continua la Sidoti – perché è nel periodo della fioritura che si possono ottenere migliori risultati. Inoltre, sono a conoscenza che anche gli altri comuni come Sant’Angelo di Brolo, Librizzi, San Fratello, Raccuia, Ucria, Floresta, San Marco D’Alunzio, San Fratello e altri privati , si stanno attivando per risolvere il problema attingendo alle proprie casse per potere effettuare i lanci per la diffusione dell’insetto antagonista, dal momento che la coltura del castagno da frutto e da legno è particolarmente Interventi nei castagneti per combattere il Cinipede Galligeno estesa e costituisce una fonte di reddito importante per molte aziende. Ad essere stato coinvolto – conclude il sindaco - anche l’ assessorato regionale delle politiche agricole con l’interessamento dell’assessorato regionale all’Agricoltura e dell’Anci, oltre ché i funzionari della regione siciliana Giuseppe Campo, Agatino Sidoti e Corno che hanno supportato gli uffici comunali con sopralluoghi e indagini specifiche sul territorio. Nonostante le iniziative promosse al fine di acquisire le risorse necessarie non sono arrivati i finanziamenti auspicati per cui, d’intesa e collaborati dai responsabili delle strutture regionali ho assegnato le risorse facendo gravare la spesa sulle casse del bilancio comunale». UCRIA Nocciole, caccia al ghiro Ucria. A preoccupare i sindaci non sono solo le castagne, ma anche le nocciole. Da lunghi anni a colpire i noccioleti non sono solo i parassiti ma anche i ghiri. «Ormai - dice il sindaco di Ucria Giuseppe Lembo questi animali non attaccano solo le nocciole, ma gradiscono ortaggi e frutta. Stanno mettendo in ginocchio la precaria condizione economica del paese. Tra le ipotesi che stiamo prendendo e quella di mettere trappole come avviene in altre regioni. Ne bastano una decina per ettaro». L’ESPERTO Così combatteremo il cinipide PARLA IL PRESIDENTE DEI PERITI AGRARI, DARIO NATOLI: «UTILIZZEREMO UN SUO NEMICO NATURALE, UN INSETTO CHE LO NEUTRALIZZERÀ» PATTI. La lotta obbligatoria al cinipide galligeno del castagno è una disposizone di legge pubblicato sulla gazzetta ufficiale regionale 21 del 2011. Il Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati di Messina, sin dalla pubblicazione del decreto, di concerto con vari sindaci (Patti, S. Piero Patti e S. Angelo), ed in particolare con il Sindaco di Montagnareale, Anna Sidoti, ha stipulato una convenzione per il monitoraggio del territorio che, all'epoca, era totalmente indenne unitamente al comune di Patti (su cui le aree destinate a castagno sono limitate), a differenza, invece, di S. Angelo di Brolo e S. Piero Patti, dove la presenza del cinipide era preoccupante Per contenere i danni provocati da questo insetto nocivo per il castagno si può effettuare la lotta biologica, basato sulla liberazione nei boschi di castagno del suo antagonista naturale, l'imenottero “Torymus sinesis”. Si tratta di un insetto di 2 millimetri che ha lo stesso ciclo biologico del Cinipide e in questi giorni si sta provvedendo ad effettuare dei lanci di questo antagonista sui vari territori comunali, il tutto di concento con il Servizio Fitopatologico Regionale di Milazzo , diretto da Corno Graziano. «In media - spiega l’agronomo Dario Natoli, presidente del collegio dei Periti Agrari - si utilizza una provetta contenenti circa 100 esemplari, per coprire circa 5.000-7.000 metri quadrati di superficie, che subiscono una riduzione di numero a causa dell'adattamento climatico e pertanto, al fine di rendere sicura ed efficace la lotta biologica, è necessario ripetere i lanci più volte e in più anni». P.A. centonove pagina 20 economia UOMINI&BUSINESS. Ritratto del gruppo alberghiero di Taormina fresco di premio “Hotelier of the year” Gais, alberghi e nobiltà Destagionalizzazione, sinergia e qualità, le parole d’ordine della famiglia Bambara-De Luca che ha dovuto rinunciare al progetto Castello a Mare. Ma fa crescere la quarta generazione di manager del turismo DI VINCENZO LOMBARDO David Herbert Richards Lawrence è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, saggista e pittore inglese che rispecchiò efficacemente la rivolta della sua generazione contro l'epoca vittoriana. Antesignano e profeta dell’amore libero fu un figlio dei fiori ante litteram. Soggiornò a Taormina (1920-1922), con la moglie Frieda von Richthofen, per problemi legati al suo stato cagionevole di salute e alloggiò in uno dei più esclusivi alberghi dell’epoca, l’Hotel Diodoro. L’albergo, costruito nel 1898 da Giuseppe e Isabella Bambara, secondo la moda inglese imperante in quel periodo, fu teatro delle turbolenti avventure extraconiugali taorminesi della inquieta moglie che ispirarono l’artista a scrivere “L’amante di Lady Chatterley”, romanzo che lo immortalò. Occupato, durante le due guerre dalla Luftwaffe germanica, prima, e dall’Air Force inglese, dopo, l’albergo è stato sempre punto di riferimento di una clientela internazionale ed esclusiva tra teste coronate, scrittori e artisti. Ai primi intraprendenti imprenditori, ai figli dei figli, si sono sostituiti nel tempo, Sebastiano De Luca e Isabella Bambara, perfetti eredi di quello stile unico, e della classe tipica di chi è cresciuto in un ambiente cosmopolita raffinato. Oggi la famiglia De Luca è proprietaria di un Gruppo alberghiero – il Gais Hotels Group – che comprende a Taormina oltre allo stesso storico Diodoro, anche il cinque stelle lusso Grand Hotel San Pietro, l’Hotel Caparena & Wellness Club, splendido resort in riva al mare, il residence Villa Giulia e il Boutique Hotel Isabella nel cuore del centro storico. Del Gruppo fa parte anche l’Azienda Agricola “Chiuse del Signore” sita a Linguaglossa, alle pendici dell’Etna, in un territorio dalle caratteristiche uniche, tra le bianche nevi del vulcano e l’infinita distesa del mare azzurro di Sicilia. L’ indomabile spirito imprenditoriale LA SCHEDA RATING ECONOMICO SOCIALE (0 a 10): 6 - Storia ultra centenaria: 9 - Andamento economico: 5 - Rapporto Occupazione/Territorio Partner di Iniziative Sociali: 6 - Sponsor Attività Sportive: 4 La famiglia De Luca della famiglia De Luca – Bambara è stato messo alla prova l’anno scorso non già dalle avversità economiche bensì dalla burocrazia. Il 14 dicembre 2013 essi scrivono all’Amministrazione una lettera accorata nella quale spiegano i motivi della loro rinuncia al progetto di riqualificazione di un’ area degradata da tempo nel cuore storico di Taormina, ammassata da vecchi ruderi di un antico albergo importante, il Grand Hotel Castello. L’area fu acquistata nel 2001 e ben quattro progetti sono stati redatti dalla famiglia in conformità ai desiderata delle tante Amministrazioni che si sono date il cambio alla guida della città. Ad ogni avvicendamento di sindaco il progetto per andare avanti doveva ora allungarsi, ora accorciarsi, alzarsi, abbassarsi, ovvero modificato negli esterni oppure ridursi. Tanti progetti fatti e rifatti. Tanti denari spesi e andati in fumo. Due importanti finanziamenti, irrimediabilmente perduti. E così, dopo aver bruciato tante risorse senza concludere nulla, la famiglia De Luca – Bambara ha mestamente abbandonato il progetto. Niente più Castello a Mare, niente più Albergo, niente posti di lavoro in più, meno turisti di classe alta, quelli cioè che spendono qualche soldo in più nell’indotto cittadino. Nemo propheta in patria Sebastiano De Luca. L’ Ehma (European hotel managers’ association), un’ente internazionale formato da direttori di prestigiosi hotel a 4 e 5 stelle, a febbraio lo ha insignito del premio “Hotelier of the year”. «Mi auguro - ha commentato con eleganza Sebastiano De Luca - che la il premio dia, tramite il riconoscimento personale, visibilità internazionale al nostro prodotto integrato su tutto il territorio di Taormina e dell’Etna. Destagionalizzazione, sinergia e qualità sono le parole chiave della mia azienda, da tempo impegnata a promuovere il prodotto ricettivo regionale in un’ottica ampia e articolata». Sebastiano De Luca è al suo quarto mandato, come presidente dell’Unione regionale degli albergatori siciliani. Egli è, inoltre, presidente di Gisa SpA e componente della giunta Aica (Associazione Italiana Confindustria Alberghi), Amministratore del Distretto Turistico Taormina-Etna e consigliere regionale Unicredit Territorial Community Sicilia. Prima di intraprendere l’avventura imprenditoriale ha lavorato in importanti strutture in Italia e all’estero. A lui va il merito di aver ristrutturato e potenziato gli alberghi di famiglia, creando una catena alberghiera che oggi è di riferimento per la Sicilia e per il Paese. Accanto a lui, cresce professionalmente la quarta generazione: i figli Stefania e Sergio con il compito di portare avanti “ the ancient tradition of hospitality”. Ma la decisione di abbandonare l’investimento sul Grand Hotel Castello è irrevocabile? Aggrottando un po’ le ciglia e con un accenno di sorriso l’anima del gruppo risponde: “Più in là, quando ne avremo tempo e voglia, provvederemo a recuperare quel terreno secondo le leggi in vigore, ricostruendo quello che è già lì, nel rispetto dei volumi ad oggi esistenti, operando delle scelte subordinate alle nostre esigenze familiari e patrimoniali.” [email protected] centonove pagina 21 1 Maggio 2014 ANDAMENTO ECONOMICO Accoglienza e dop Gais Spa società capogruppo che fa riferimento a Isabella Bambara. Capitale sociale euro 1.196.000 suddiviso in due quote tra i coniugi Isabella Bambara 80,43% e Sebastiano De Luca 19,57%. Il gruppo è formato da diverse società tutte operanti nel settore turistico alberghiero proprietarie di alcune delle più prestigiose strutture presenti a Taormina. Alla Gais Spa fanno capo l’Hotel Villa Diodoro, l’Hotel Isabella e l’Hotel Villa Giulia. Caparena Srl, capitale sociale euro 1.638.000 suddiviso tra Gais Spa il 63,49%, Isabella Bambara il 36,03% e Sebastiano De Luca lo 0,48%. La società gestisce l’omonimo albergo. Gisa Spa, capitale sociale euro 1.122.000 suddiviso tra Gais Spa il 50% e la Cisa Spa, che fa capo all’editore del Giornale di Sicilia Ciancio Sanfilippo, l’altro 50%. Gestisce il Grand Hotel San Pietro. Tenuta Chiuse del Signore: società cooperativa arl che gestisce l’omonima Azienda Agricola che produce prodotti Dop e commercializza un vino autoctono. Il Gruppo non presenta un bilancio consolidato. Addetti occupati 370 unità. FATTURATO 2012 Gais Spa euro 5.135.000 (+ 0,8% rispetto al 2011); Gisa Spa euro 2.333.000 (+ 2,15% rispetto al 2011); Caparena Srl euro 3.058.000 (+14,28% rispetto al 2011). I ricavi sono in crescita nonostante la crisi del settore. Il risultato della gestione operativa (Mol) presenta un analogo trend: Gais euro 1.224.000 (+26%), Gisa euro 387.000 (+555%), Caparena euro 199.000 (+300%). I dati segnalano un miglioramento dell’efficienza produttiva delle strutture e una coeva riduzione dei costi operativi. Circostanze che hanno provveduto a rilasciare maggiori margini. Nell’anno in esame non vi sono utili. La Gais chiude con una perdita d’esercizio di euro 234.000 causati dal peso riverberato in bilancio da oneri straordinari di euro 426.000. La Gisa termina l’esercizio con una perdita di euro 103.000 per effetto della gestione finanziaria e tributaria. Caparena conclude la gestione con una perdita di 487.000 per via dell’incidenza dell’elevato costo degli investimenti effettuati negli anni precedenti e ammontanti a complessivi euro 19.000.000. La Gais Spa ha investimenti per euro 35.248.000. Gisa Spa per euro 16.640.000. Impieghi finanziati con mezzi propri e con capitali a medio e lungo termine prestati dalle banche. Il Gruppo reperisce risorse finanziarie, anche, con moderni e più raffinati sistemi di emissioni di titoli obbligazionari propri che vengono assorbiti dai mercati mobiliari. Outlook: debole stabilità. 1 Maggio 2014 economia NOMINE QUI EUROPA. L’impegno della ministra Cecile Kyenge per introdurre lo “ius soli” Cittadinanza, l’integrazione possibile dei nuovi nati DI SALVATORE CIFALÀ La nuova ministra per l’integrazione Cecile Kyenge ha chiaramente espresso la volontà di continuare a impegnarsi perché in Italia venga cambiata la legge sulla cittadinanza del 5 febbraio 1992, basata sullo ius sanguinis, e che venga introdotto come principio che regoli la materia, invece, lo ius soli. Come dimostrano le esperienze di altri paesi europei e non, in cui lo ius soli è applicato (spesso con modalità ibride), vi sono varie forme che esso può assumere nella sua applicazione pratica. La Fondazione Leone Moressa si è chiesta quanti sarebbero, quindi, i nuovi cittadini italiani se lo ius soli fosse stato applicato nell’anno 2011 nella sua forma più pura e semplice, cioè se la cittadinanza venisse data a ciascun bambino nato sul territorio italiano, anche se da genitori stranieri. L’anno 2011 è preso come ultimo riferimento, poiché i dati anagrafici più recenti disponibili risalgono proprio a questa annualità. Nel 2011 sono nati quasi 80.000 bambini da genitori stranieri. Il 14,50%, quindi CONSUMATORI Gestori elettrici Le offerte migliori per le utenze domestiche sono online e tra le 10 tariffe più economiche per l’elettricità , le prime 6 sono sottoscrivibili solo via internet . Il risparmio anche tra le offerte a prezzo più basso può arrivare fino a circa 50 euro l’anno. Il Web offre un altro , importante vantaggio : la possibilità di confrontare quasi tutte le offerte sul mercato relative a elettricità, gas, telefono e Adsl e ottenere preventivi di spesa . Prima di aderire a un’offerta online bisogna essere certi di avere dimestichezza con le tecnologie informatiche . Le caratteristiche di questi contratti , infatti, prevedono che il recapito delle bollette e i pagamenti si svolgano esclusivamente attraverso il canale telematico . Proprio la riduzione dei costi di gestione permette alle società del settore di applicare tariffe concorrenziali. Per tutti i contratti applicati via web vale il diritto di ripensamento entro 14 giorni dalla stipula . Per annullare la sottoscrizione del servizio bisogna inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno. Francesco Sabatino Adoc Uil Messina dei nuovi cittadini italiani, sarebbero stati figli di genitori stranieri. Dal 2002 la quota di bambini nati in Italia è aumentata , così come l’incidenza dei nati stranieri sui nati totali, che è passata dal 6,20% del 2002 al 14,50% del 2011. I minori stranieri, considerando anche coloro che non sono nati in Italia, stanno diventando di anno in anno una componente sempre più importante della popolazione e la loro incidenza sul totale dei minori si aggira quasi intorno al 10%, ovvero quasi 7 punti percentuali in più rispetto al 2002. Se consideriamo le seconde generazioni, vale a dire coloro che sono nati in Italia, tali giovani stranieri possono essere stimati in circa 730.000 unità andando a comporre oltre il 70% della popolazione minore straniera complessiva. Tornando ai nati nel 2011, oltre la metà di questi nuovi cittadini si concentrerebbero al Nord, il 38,2% nel Nord Ovest e il 29,2% nel Nord Est. A livello regionale, in termini assoluti, è sicuramente la Lombardia la regione in cui l’applicazione dello ius soli avrebbe più impatto, in quanto qui si concentrano oltre un quarto delle nascite, a seguire il Veneto e l’ Emilia Romagna, rispettivamente con il 12,7% e il 12,3% delle nascite. Se prendiamo in considerazione l’incidenza dei nati stranieri a livello regionale, vediamo che anche in questo caso la Lombardia presenta i valori più elevati (22,1%), seguita nuovamente da Emilia Romagna (23,7%) e Veneto (21.7%). Valori consistenti però sono presenti anche in Piemonte (19,5%), Umbria (19,8), Toscana (18,6%), Marche (18,8%). Interessante è poi invece scendere nel dettaglio regionale: oltre il 40% dei nuovi cittadini nascerebbe nelle prime dieci province, con Milano in testa (8,0%) e Bologna a chiudere (2,4%). Le province lombarde, venete ed emiliane sarebbero quindi quelle più interessate da questo fenomeno a livello locale. Se invece consideriamo l’incidenza, vediamo come le province in cui ci sarebbe il maggior numero di nuovi cittadini italiani sono concentrate in tre regioni: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. È interessante però notare come non siano i centri metropolitani a presentare il maggior numero di nati stranieri sul totale dei nati, ma piuttosto realtà di medie dimensioni, quali Mantova e Brescia per la Lombardia, con rispettivamente un’incidenza del 29,9% e del 29,8%, Treviso e Vicenza per il Veneto (23,7% e 23,2%) e, infine, Modena e Reggio Emilia per l’Emilia Romagna (28,2% e 25,5%). “Dare evidenza al dettaglio territoriale ha senso nei termini in cui l’acquisizione della cittadinanza permette l’accesso a tutta una serie di servizi e conferisce sia diritti che doveri che trovano la loro principale espressione a livello locale” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “In questo studio abbiamo ipotizzato costantemente che lo ius soli entri in azione senza valora retroattivo, quindi abbiamo calcolato gli effetti solo sui nati del 2011. Rimarrebbe comunque aperto quindi, il problema dei giovani di seconda generazione, che non rappresentano un numero poco significativo: questi giovani rimarrebbero sospesi ancora tra la condizione di sentirsi italiani praticamente a tutti gli effetti (essendo nati e cresciuti in Italia e avendo ridotti contatti con il paese di origine) ma di non essere riconosciuti tali giuridicamente, con il rischio di cadere nell’illegalità una volta maggiorenni. Acquisire coscienza di quanti siano questi giovani e di come sono distribuiti sul territorio italiano sottolinea l’urgenza di un cambiamento radicale sia rispetto a un riconoscimento giuridico dei doveri e dei diritti tramite la cittadinanza, sia attraverso un riconoscimento informale da parte della società civile. L’attuale legge sulla cittadinanza non trova più corrispondenza nelle realtà del fenomeno migratorio contemporaneo”. REGIONE Nomina consulenti Irsap PALERMO. La giunta regionale siciliana, riunita dal presidente Rosario Crocetta, ha deliberato: l' approvazione del regolamento per la nomina dei componenti della consulta delle Attività Produttive dell' Irsap; il progetto sulla digitalizzazione degli archivi delle Questure e dei Commissariati. Ha inoltre designato quale componente del Consiglio giustizia amministrativa (CGA) - sezione giurisdizionaleil magistrato Giuseppe Grasso. ASSOSTAMPA Macaluso nuovo presidente PALERMO. Giancarlo Macaluso, 50 anni, cronista di bianca del Giornale di Sicilia, è il nuovo presidente dell' Associazione siciliana della stampa. Lo ha eletto a Palermo, all' unanimità, il Consiglio regionale nel corso della seduta di insediamento dopo il congresso regionale di Enna. Vice presidenti sono stati eletti Massimiliano Passalacqua e Paolo Licciardello. Il Consiglio ha inoltre eletto la nuova giunta esecutiva guidata da Alberto Cicero, che era stato già riconfermato segretario al congresso di Enna. L' esecutivo è composto da Nino Amante, Massimo Bellomo Ugdulena, Francesco Celi, Franco Di Parenti, Virgilio Fagone, Salvo Messina per i professionali e Antonio Fiasconaro, Giuseppe Petralia e Cristina Puglisi peri collaboratori. Riconfermato alla carica di tesoriere Massimo Bellomo Ugdulena. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Professionisti senza cassa, si versa all’Inps Esiste un’ampia platea di liberi professionisti titolari di Partita Iva che svolgono attività a contenuto artistico o professionale per i quali non è istituita una specifica cassa di previdenza di categoria. L’attività deve essere svolta senza vincoli di subordinazione, decidendo autonomamente tempi, modalità e mezzi necessari per l’esecuzione, con abitualità e professionalità. Non occorre che tale attività sia esclusiva né prevalente, basta solo che sia abituale. L’attività di lavoro autonomo si caratterizza per la personalità della prestazione e per la prevalenza del fattore “lavoro” sul capitale, mentre nell’attività condotta sotto forma di impresa prevale il fattore “organizzazione” delle risorse produttive (beni, servizi e risorse umane). Questi liberi professionisti sono soggetti all’obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS a copertura dei rischi di invalidità, vecchiaia e superstiti. La base imponibile previdenziale è pari all’imponibile fiscale, così come risulta dalla dichiarazione dei redditi e dagli accertamenti definitivi: è quindi definita per differenza fra i compensi percepiti e le spese di gestione. L’ aliquota applicata è del 27,72% per i soggetti non iscritti ad altre forme di previdenza e del 22% per i titolari di altra tutela contributiva. Il contributo alla Gestione Separata è interamente a carico del professionista, che tuttavia ha facoltà di addebitare al cliente in fattura, a titolo di rivalsa, un’aliquota pari al 4% dei compensi lordi. L'esercizio di tale facoltà ha rilevanza solo nei rapporti fra il professionista ed il cliente ed è del tutto ininfluente ai fini del versamento alla Gestione Separata, poiché a quest'ultimo dovrà provvedere sempre e comunque il professionista e per l'intero importo. Poiché il contributo è rapportato al reddito conseguito nell'anno di riferimento, il versamento avviene con lo stesso meccanismo di acconto e saldo e con le stesse scadenze previste dal fisco per i versamenti Irpef. E’ posto in capo al lavoratore l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata comunicando all’INPS la data di inizio dell’attività lavorativa, la tipologia dell’attività, i propri dati anagrafici, il codice fiscale e il proprio domicilio. L’iscrizione deve essere effettuata per via telematica entro 30 giorni dall’inizio del primo rapporto di lavoro, anche tramite i Consulenti del lavoro o gli altri professionisti abilitati ad assistere in toto i soggetti interessati. centonove pagina 22 poster 1 Maggio 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA ZOOM Nel 1623 vivevano 69 famiglie Roccalumera. Nel 1623 nella baronia di Contrisa vi erano 69 famiglie e 299 anime, i cui terreni erano piantati a olivi, gelsi ed alberi da frutto. Da anni la zona risultava abbandonata. «Il futuro è qui nelle campagne, nella coltivazione della terra come risorsa di vita, l’unica risorsa che non ha mai una scadenza – spiega don Catino Totaro – i giovani lo devono capire. Abbiamo i posti più belli del mondo, luoghi inesplorati e ricchi di storia che non possiamo dimenticare». Don Catino Totaro con la moglie Giovanna. Tre giorni a settimana sfornano il pane da un forno costruito in una grotta SVOLTE. Per una vita ha fatto il decoratore d’interni, ora fa rivivere un borgo seicentesco La locanda di Contrisa Catino Totaro, 70 anni, ricomincia da capo in un casale feudale. Assieme a moglie e figli si dedica alla campagna, riscopre vecchi sapori e ospita “viandanti”. Un esempio per i più giovani DI GIUSEPPE PISTONE Roccalumera. Dal pennello alla cucina genuina. Una passione quasi genetica per i sapori e i colori della natura trasformata in una vera “filosofia di vita”. Ha dedicato oltre mezzo secolo della sua vita a fare il decoratore d’interni, dipingendo e stuccando chiese, ville nobiliari e antichi palazzi per tutta l’isola. E oggi alla sua veneranda età, con una pensione minima, torna a vivere in campagna e intraprendere una nuova avventura per garantirsi un reddito dignitoso. Realizzare ciò che ha sempre sognato, dedicandosi con amore e passione, alla ricerca degli antichi sapori. Don Catino Totaro, 70 anni sonanti si trasferisce con la moglie Giovanna nell’antico e disabitato borgo feudale di Contrisa e da “lezioni” di sapori e natura. Partner: i frutti della terra, il cinguettio degli uccelli ed il profumo di zagare e gelsomino. Ma con una missione ambiziosa. Rievocare gli antichi sapori attraverso una ricerca storica delle specialità culinarie di quella che un tempo era la principesca contrada di “Contrisa”. Un luogo che conserva ancora l’aspetto incantevole del piccolo e salubre borgo feudale del ‘600. E nella quiete di un paesaggio bucolico, ormai quasi spopolato, e monte del centro abitato di Roccalumera, in una posizione dominante, trasforma una vecchia casa di famiglia in una locanda non solo per rievocare antiche ricette culinarie, ma presto anche per ospitare i viandanti con lo stesso calore familiare come fossero dei parenti. Proprio com’erano un tempo le antiche locande di una volta e quì tutto ha il sapore di antico. E oggi la taverna prende il suo stesso nome: “Locanda di don Catino”. A fare da scenografia è il forno per il pane ricavato nella roccia e collegato alla cucina in muratura, attraverso uno stretto cunicolo scavato dentro la roccia che si affaccia su una terrazza dal panorama mozzafiato che domina da Capo S.Alessio, con il suo castello arabo, alla costa calabra. Un luogo che ha già ispirato lo storico e ricercatore Angelo Cascio il quale ha voluto dedicare all’interno della locanda un singolare scritto di “Benvenuti” con tanto di descrizione storica e stemma araldico del principato d’Alcontres. «Qui il fluire del tempo si è arrestato, qui tutto ci parla di infinito, di eternità, di cicli di stagioni, e di speranze sempre le stesse. Qui - si legge ancora – c’è l’uomo di ieri, di oggi e di domani, l’uomo di sempre che contemplando la natura, riesce a leggervi il grande amore di Dio per le sue creature. Un luogo in cui il tempo sembra non sia mai passato e mai passerà». Nel 1623 nella baronia di Contrisa vi erano 69 famiglie e 299 anime, i cui terreni erano piantati a olivi, gelsi ed alberi da frutto. L'Antica Locanda di Don Catino si propone così di dare ospitalità in un'antica stazione di posta dall'ambiente rustico ed accogliente, proponendo una cucina mediterranea semplice ma allo stesso modo ricercata, puntando tutto sulla genuinità delle materie prime. «Tante le specialità culinarie tipiche del luogo che portiamo in tavola ogni giorno – dalla verdura selvatica raccolta all’alba, ai legumi, passando per i prodotti dell’orto di stagione coltivato nel retro della locanda, alle uova fresche delle nostre galline – racconta orgoglioso don Catino. Capaci di saziare le esigenze dei palati più originali e raffinati. Tre volte la settimana sforniamo il pane caldo fatto con il metodo tradizionale della lievitazione naturale, condito con acciughe e olio». In principio doveva essere solo una piccola avventura, un passatempo da coltivare nei momenti liberi e solo per gli amici più intimi – confessa il decoratore produttore - oggi invece si ritrova a lavorare sodo anche per lasciare ai suoi tre figli, Francesco, Gianfilippo e Sebastiano, un futuro più sicuro. A sinistra il borgo di Contrisa. A destra don Totaro raccoglie piselli dall’orto centonove pagina 23 1 Maggio 2014 posterricorrenze EVENTI. Gli appuntamenti nell’isola per la Festa. Tra musica e riflessioni Primo maggio, ritorno al passato Dalla memoria della Strage di Portella della Ginestra ai concertoni da Messina a Palermo, dalle escursioni del Fai ai festeggiamenti per San Giuseppe. Ecco la Sicilia che celebra la lotta per il lavoro. Le riflessioni di un sindacalista DI MARIA TIZIANA SIDOTI 1 MAGGIO. «Oggi più che mai è necessario che il Primo Maggio sia una Festa, ma anche un impegno di lotta», è l'invito di Dino Paternostro, segretario della Cgil di Corleone, la Camera del Lavoro intitolata a Placido Rizzotto, il sindacalista assassinato dalla mafia del feudo nel 1948. Che il 1 maggio sarà alla manifestazione della sua sigla sindacale a Portella della Ginestra in ricordo della Strage del 1947, uno dei tanti appuntamenti in occasione della Festa dei Lavoratori in Sicilia, dove dalla memoria dell'eccidio di Portella ai concerti sulla scia di Roma, dalle "scampagnate" del Fai alla riscoperta del territorio alle celebrazioni di San Giuseppe lavoratore, il laico è rincorso dal sacro tra il dolore del passato e la fragilità della precarietà quotidiana, tra rituali contadini, tradizionali tavolate per i poveri e la poca solidità economica del presente. PORTELLA SIMBOLO DI LOTTA. «Il mondo del lavoro subisce attacchi da tutte le parti, la legislazione sul lavoro è stata indebolita, oggi sembra più moderno chi attacca di più i diritti dei lavoratori. Ma ci rendiamo conto che lo Stato italiano sta rubando il futuro a diverse generazioni di giovani, condannati alla precarietà a vita? Ci rendiamo conto che oggi il datore di lavoro può licenziare quasi come vuole e quando vuole? Quale fiducia possono avere nel futuro i giovani senza lavoro o con un lavoro precario, senza nessuna certezza?» si interroga Paternostro. Che rilancia: «Il Primo Dino Partenostro segretario Cgil di Corleone Portella della Ginestra, in ricordo della strage Maggio oggi dev'essere un impegno a lottare per il lavoro, per il futuro dei giovani e contro la precarietà». E annuncia: «Parteciperò, come ogni anno, alla manifestazione organizzata dalla Cgil a Portella della Ginestra. Parteciperò al corteo che da Piana si snoderà fino al Memoriale (sistemazione naturale-monumentale dell'artista Ettore De Conciliis, ndr) di Portella, luogo simbolico per il mondo del lavoro, perchè ci ricorda la strage, ma ci ricorda anche che fin dal 1893 i contadini di quella zona, guidati da Nicola Barbato, si riunivano in quel luogo per parlare del "sol dell'avvenire" e del "riscatto del lavoro"». Era proprio il 1 maggio il giorno della Strage, quando ripristinata la Festa dei Lavoratori, soppressa nel ventennio fascista, anzi sostituita dalla Festa del lavoro italiano del 21 aprile, il Natale di Roma, circa 2000 lavoratori, in maggioranza contadini, a Piana degli Albanesi nella vallata di Portella manifestavano contro il latifondismo e in favore dell'occupazione delle terre incolte e celebravano la vittoria del Blocco del Popolo alle elezioni per l'Assemblea regionale siciliana. Dalle colline partirono raffiche di mitra: ufficialmente 11 morti e 27 feriti di cui alcuni morirono in seguito, e colpevole la banda di Salvatore Giuliano. «A Portella, 67 anni fa, è stata consumata la prima strage dell'Italia repubblicana. Le sentenze giudiziarie indicano nel bandito Giuliano l'unico colpevole di quella nefandezza. Non è possibile, non ci crediamo. Insieme al bandito di Montelepre c'erano sicuramente i mafiosi al soldo degli agrari. E non è improbabile che ci fossero anche pezzi di servizi segreti italiani e stranieri. Allora, l'Isola doveva a tutti i costi restare nella sfera di influenza occidentale e bisognava fermare l'avanzata della sinistra (dei comunisti in particolare) a tutti i costi. Come Cgil questo chiediamo che si faccia luce su quella terribile strage, andando oltre le verità superficiali e di comodo. Col libro "Portella della Ginestra e il processo di Viterbo" che presenteremo oggi pomeriggio (28 aprile, ndr) a Piana degli Albanesi vogliamo sottolineare proprio questo: il valore della memoria e la necessità di avere verità e giustizia», conclude Paternostro. E il 1 maggio ancora una volta dal sasso da cui Barbato parlava alla sua gente e tra i sassi in cui persero la loro vita i contadini in nome del lavoro la "voce" della lotta di ieri e di oggi vibrerà alta. IN CONCERTO. Sulla scia del concerto organizzato dal 1990 dai sindacati Cgil, Cisl e Uil a Roma per ricordare l'impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti dai lavoratori in centonove pagina 24 ambito economico e sociale, anche Messina ha il suo appuntamento musicale per il Primo Maggio. Che, in collaborazione con l'associazione socioculturale Paradisea e con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura, ha il nome di "Messina in Musica" con allestimento della band Tremori dei giovanissimi Giovanni Rollo, Emanuel Raffa e Riccardo Sindona. Sul palco messinese in Duomo dalle 16:30 a mezzanotte oltre ai Tremori altre 9 band emergenti, Esa Trio, Waiting light, Ji ka jah city, Reset, Intelaitura basimale, Deep red sky, Sibirka, Ginger lane e Sonic effect, presenteranno cover di brani famosi o inediti propri. In piazza ci saranno stand di ristoro ma anche di tipo culturale e associativo con attività per i più piccoli, mentre l'organizzazione, interessata a creare un punto d'incontro annuale, punterà anche a sensibilizzare sui temi legati alla Festa del Lavoro. In musica anche Paceco, nel trapanese, dove si alterneranno Improvvisescion Band, U4, Wiscky&Coca , On the Road, The Sunrises e gli Ottoni Animati sul palco posterricorrenze allestito dalla Proloco e dall'associazione culturale giovanile "Rerum Novarum" col patrocinio del Comune pacecota. L'appuntamento è in Piazza Vittorio Emanule dalle 9 alle 24, dove ci sarà spazio anche per una premiazione con borse di studio per studenti di elementari, medie e superiori, impegnati a sviluppare con arte pittorica o descrittiva il tema della Festa, mentre mangiafuoco, giocolieri, truccabimbi e personaggi Disney cattureranno i visitatori. In piazza, oltre alla degustazione di prodotti enogastronomici particolarmente rappresentativi del territorio, ci saranno stand espositivi e mostre fotografiche in collaborazione con l'associazione "La Koinè della Collina e omologhe di utlilità sociale e di volontariato quali l'Avis, i balli dell'Asd (Associazione sportiva dilettantistica, ndr) "Hakuna Matata" e le esposizioni di club auto e moto d'epoca. Note musicali e profumi di Sicilia anche a Centuripe, in provincia di Enna. Dove da Villa Corradino per Garibaldi "Balcone della Sicilia", in affaccio a vista sull'Etna il live di vari gruppi musicali con band di spicco, organizzato dall'associazione LiberArt, impegnata a "liberare" il lato artistico dei giovani, oltre a promuovere progetti culturali, e il lavoro di "Radio Studio 2", "avvolgeranno" i presenti tra gli aromi degli stand di piatti tipici. SAN GIUSEPPE "LAVORATORE". Primo Maggio all'insegna di San Giuseppe Artigiano o Lavoratore è sia a Leni, nell'eoliana isola di Salina, sia a Montemaggiore Belsito nel palermitano. A Leni nella piazza della chiesa intitolata al santo si prepara la "tavuliata", una tradizione di fine '800, iniziata su idea di un devoto, Giuseppe Pittorio che, proprietario di barche, allestì per la festa del santo una tavola per i poveri con i cibi di rito come pasta con ceci e vari legumi. Interrotta durante la II guerra mondiale, è stata ripristinata anni fa con una variante: a consumare il banchetto delle "quadare", le pentole di rame con pasta e ceci, e altri prodotti tipici eoliani non più i poveri ma tutta la comunità. Dopo la benedizione del parroco 12 bambini e i componenti della Sacra Famiglia con vesti multicolori siedono alla "tavuliata". Nel pomeriggio la processione corre per le vie del paese, mentre in tutte le piazze adiacenti le chiese si imbandiscono ricche tavole per una tradizione estesasi anche alle altre Eolie. Anche a Montemaggiore anticamente il pranzo era per i poveri, "I Virginieddi", mentre oggi per il San Giuseppe lavoratore il 1 maggio, il banchetto, aperto a tutti, è soprattutto un evento di promozione delle tradizioni culturali ed enogastronomiche e di richiamo per i turisti: pasta con salsa e finocchietti di montagna, riso con lenticchie, fritture di cardi, di carciofi, di baccalà e di broccoli ricoperti con pastetta, e "ghiotta", "pignulata", cannolo con ricotta, e "sfince", e vino, tutto rigorosamente del luogo, mentre i commensali inneggiano al santo con il tipico "Evviva lu Patriarca San Ciusieppi". A termine del pranzo si distribuiscono sacchetti con un assaggio dei fritti e dei dolci, un'arancia ed una forma di pane, mentre nel pomeriggio la processione del santo e la sera, davanti l'altare tradizionale, realizzato con una grande struttura lignea ed addobbato con antichi teli in lino ricamato a mano, su cui sono esposti, "i panuzzi di San Giuseppe", i dolci e le piantine del frumento, "u laurieddu", si conclude con il Rosario. Festeggiamenti religiosi ma al SS. Crocifisso coinvolgono anche la palermitana Monreale dall'1 al 3 maggio. L'1 e il 2 manifestazioni folkloriche con bande musicali, corse di cavalli, sbandieratori e giostre tra "luminarie" e "bancarelle" accendono di luci e suoni, mentre il culmine delle celebrazioni è il 3, quando c'è la tradizionale discesa dall'altare del Crocifisso, adagiato sullo zoccolo della "Vara", con le ferite del costato sfiorate dai fazzoletti bianchi, rossi e turchini dei fedeli al grido di "Grazia Patruzzu Amurusu" prima della processione che muove in gran parte per il percorso del 1625 dalle 18 alle 2 di notte. L'avvio della processione è dalla Collegiata, per passare per via A. Veneziano fino al "Canale", e per corso P. Novelli fino 1 Maggio 2014 La parrocchia di San Giuseppe lavoratore a Leni all'"Abbiviratura", e riscendere dopo una sosta di circa 30 minuti dalla stessa strada fino a via Garibaldi, detta "a scinnuta ru Signuri", dove si ferma dinanzi la statua di Padre Pio per poi proseguire per via Venero, quindi, corso P. Novelli, detto "a "Varanni", per via Roma fino a piazza Vittorio Emanuele II con un giro completo, per via B. D'Acquisto, e risalire da via Palermo, rifare il giro della suddetta piazza e sostare dinanzi il Comune e il Duomo per i giochi pirotecnici al termine dei quali il Crocifisso ritorna in Collegiata, passando per via Umberto I. SCAMPAGNATA COL FAI. Per il Primo Maggio il Fai, Fondo ambiente italiano, dal 1975 capace di salvare dal degrado e aprire al pubblico importanti testimonianze del partimonio artistico e naturalistico italiano, invece, dà l'appuntamento con la "Scampagnata del 1° Maggio 2014" al Giardino della Kolymbetra, nella Valle dei Templi di Agrigento per far riscoprire la bellezza dei luoghi tra le fogge del passato nelle testimonianze archeologiche e i profumi di primavera di agrumi e zagare, e olivi secolari: una visita guidata nell'antico sito della Piscina di Akragas, bagnato ancor oggi dalle acque degli Acquedotti Feaci con aperitivo rustico, possibilità di prenotare una colazione al sacco o di consumare il pranzo da casa in una piccola area attrezzata tra gli aranci. CIVILTÀ CONTADINA IN FESTA. A Villarosa, nell'ennese, ci sarà la II edizione della Sagra della Pecora-Festa della Civiltà Contadina alla Stazione Ferroviaria di Villarosa-Treno Museo della Civiltà Contadina e Mineraria: un viaggio tra sapori tipici con degustazioni di piatti locali a base di pecora nello stand gastronomico e le tradizioni contadine, e la visita del Treno Museo, del centro storico e Villapriolo il "Paese Museo". Un percorso nella memoria di luoghi fondati nel 1761 nell'attuale forma ma dall'origine medievale di un più antico insediamento, il "Casale di Bombunetto" della famiglia Petroso di Castrogiovanni nel XIV secolo, che, distrutto dal terremoto del 1693, venne riedificato a metà '700 da Placido Notarbartolo-Zati prima come San Giacomo di Villarosa e poi come Villarosa, nome di poesia verosimilmente dal casato di Faustina Villaraut, nonna materna di Angela Zati, sposa di Francesco Notarbartolo, padre di Placido. SAN MARCO D’ALUNZIO Quattro passi nel borgo più bello d’Italia Allurakì in concerto Tutto pronto per la terza edizione del “Bosco in Festa” che si terrà a San Marco d’Alunzio l’1 maggio. Musica dal vivo, giochi nella natura, sport, buon cibo e tante altre sorprese all’interno dell’area attrezzata – Percorso della Salute - in contrada San Giovanni, proprio nel cuore del Parco dei Nebrodi grazie all’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Amedeo Arcodia, insieme alle Associazioni Arcieri, Volontari Onlus e Pro Loco San Marco organizzano una fantastica giornata all’insegna del divertimento e del relax completamente immersi nella natura. Un’altra splendida cartolina promozionale per le tante attrattive presenti sul territorio aluntino che con grande passione vengono costantemente valorizzate dai suoi abitanti. Arte, Cultura, Storia, Tradizione, Sport, centonove pagina 25 Benessere e Natura da sempre sono stati le fondamenta di un solido piano di sviluppo turistico che sta portando San Marco d’Alunzio (tra i Borghi più belli d’Italia) ad affermarsi come centro turistico propulsivo in tutto il comprensorio. Ed è proprio in questo contesto che si colloca la manifestazione dell’1 maggio volta a valorizzare pienamente il patrimonio naturalistico e paesaggistico presente sul territorio di San Marco d’Alunzio. Una giornata che offrirà tantissime opportunità a chi vuole trascorrere alcuni momenti veramente esclusivi. A partire dalla mattina, infatti, sarà possibile andare alla scoperta del Borgo aluntino con entrate ai musei e visite guidate gratuite. All’interno dell’area attrezzata, sarà invece possibile organizzare il proprio pic-nic con amici e familiari. Nel pomeriggio sarà la musica live a farla da padrona con Siculanti, Nuntereggeapiù, Turé Muschio e gli Allurachì, Black Soul. 1 Maggio 2014 posterlibri SAGGI. Un libro per riflettere e sperare puntando tutto sull’etica “dell’ecoappartenenza” La felicitàpossibile secondo Franceschelli E’ obbligatorio scegliere fra la speranza in Dio e la disperazione nichilistica? Il filosofo presenta la terza via di una saggezza ‘naturalistica’ che persegue una felicità sobria e solidale DI AUGUSTO CAVADI L’universo è una matrice eterna e ingenerata oppure, in qualche modo, il frutto di un’Intelligenza creatrice ‘esterna’? E –in esso – l’essere umano è il punto di arrivo di un progetto divino o piuttosto uno degli innumerevoli prodotti casualmente emersi a un certo punto dell’evoluzione? E – infine - la morte per il soggetto individuale è la porta verso la vita piena o, al contrario, verso la dissoluzione irreversibile? Orlando Franceschelli nella sua ultima opera (Elogio della felicità possibile. Il principio natura e la saggezza della filosofia, Donzelli, Roma 2014) espone, in forma quasi sistematica, le proprie risposte a tali ineludibili questioni. L’opzione metodologica è il “criterio epistemologico della plausibilità”: una teoria filosofica può “legittimamente pretendere” di essere riconosciuta come plausibile se “soddisfa il duplice requisito della compatibilità con la scienza e della validità argomentativa”. Tale prospettiva “sollecita non solo a praticare scrupolosamente il principio di carità interpretativo”, ma anche “la disponibilità a rivedere le proprie tesi”. Tra le teorie filosofiche che rispettano il criterio della plausibilità l’autore rivendica un posto per il “naturalismo (e ateismo) metodologico”: spiegare gli eventi naturali iuxta propria principia, senza far ricorso a “entità e fattori soprannaturali”. Seguendo questa LACERTI DI LETTURE direttiva metodologica si arriva ad una visione del cosmo caratterizzato da “autarchia ontologica, contingenza evolutiva e sovrumanità della realtà fisica”. Coerente con questa cosmologia risulta l’antropologia: l’uomo non più capax Dei bensì capax naturae. “L’antropologia dell’ecoappartenenza” implica, tra altre caratteristiche, “la consapevolezza che l’uomo e la sua storia non costituiscono il fine dell’esistenza e dei processi evolutivi della natura, il cui accadimento si protrarrà – con le stesse sterminate vicissitudini temporali di quando ancora non c’eravamo – anche dopo che noi non ci saremo più. Con ogni probabilità neppure come specie e certamente come individui destinati a morire”. Una concezione del cosmo e dell’uomo di tal genere esclude qualsiasi ipotesi di felicità? Franceschelli lo nega con fermezza e, a riprova, delinea una vera e propria “etica dell’ecoappartenenza” incentrata sull’impegno a “ricercare, definire e vivere una felicità che effettivamente sappia alimentarsi, per quanto ci è possibile, di piacere, saggezza e virtù. E perciò sappia essere anche concretamente solidale”. Un impegno che si lascia riassumere nella Regola Aurea che l’autore propone di riformulare così: “fai per la fioritura della felicità degli altri tutto ciò che ritieni possibile e vorresti fosse fatto per la fioritura della tua felicità”. Nonché di estendere “i diritti al benessere e alla felicità anche agli altri animali non umani ma senzienti, in sintonia con prospettive morali non più antropocentriche e speciste ma sensiocentriche”. La “saggezza della felicità possibile e solidale” non esclude “la conspevolezza e la memoria della sofferenza o memoria passionis, per dirlo con questa pregnante nozione usata dai teologi quando opportunamente invitano a far rientrare anche «l’autorità dei sofferenti» tra le voci dell’odierno pluralismo. Si tratta appunto non di una contrapposizione ma di un legame, nel senso che continuare ad aspirare alla felicità anche quando si prova sofferenza e ad essere consapevoli e memori di ogni sofferenza anche mentre si è felici, consente di vivere tutta la propria felicità in un modo ancora più sereno, gradevole e autentico”. LA CLASSIFICA Orlando Franceschelli Le tesi di Franceschelli suscitano, ovviamente, non pochi interrogativi sia in interlocutori cristiani che marxisti. Egli ne discuterà in pubblico sabato 3 maggio nell’isola di Levanzo con i partecipanti alla prima edizione della “Festa della filosofia d’a-mare” (che si terrà nelle isole Egadi da venerdì 2 a domenica 4 maggio). www.augustocavadi.com DI FELICE IRRERA Questa volta, l’irresistibile Eco ci trasporta con la sua scrittura coinvolgente in luoghi molto noti, anche se solo congetturati dall’uomo o comunque mai materialmente trovati: si parla dell’Eden, delle isole Fortunate, del paese di Cuccagna, dell’immaginata Terra Australe, degli Antipodi. Tutti tentativi di pensare il diverso che abita la stessa terra, ma in luoghi noti solo per essere stati narrati dal mito o dalla letteratura. Molte le gradevoli illustrazioni. Umberto Eco, Storie delle terre e dei luoghi leggendari, Bompiani 2013, pp. 478, € 35,00 Espinosa Michael Connelly 1Albert Braccialetti rossi - Salani 4 Il quinto testimone - Piemme Alan Friedman Clara Sánchez il Gattorpardo - Rizzoli Le cose che sai di me - Garzanti 2Ammazziamo 5 Andrea Vitali Serra 3Rizzoli 6Michele Premiata ditta Sorelle Ficcadenti Gli sdraiati - Feltrinelli www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Inadeguati non si nasce Perniciosi processi di valorizzazione dell’incompetenza consentono al mediocre di mortificare l’eccellenza. Un tempo questi era costretto ad evolvere, oggi invece gode del consenso di una moltitudine di ignoranti e ignavi, che in esso pienamente si identificano. “Il sentimento di inadeguatezza non è più una leva preziosa in grado di sollevare noi e il mondo circostante, bensì il pretesto per trovare scorciatoie a danno dei nostri simili. Nemici da superare ad ogni costo. Non è più necessario elevare noi stessi, basta barare oppure abbassare gli altri. Oggi si vince così. Almeno si crede di vincere.” Non possiamo essere indifferenti ai problemi altrui. E’ un atteggiamento che oltre a danneggiare il prossimo, alla lunga, danneggia noi stessi facendoci sprofondare in un’apatia esistenziale di cui cogliamo solo il fastidio di un’insoddisfazione perenne. “Non tutti siamo costretti ad andare dalla stessa parte. Tenerne conto è vitale. L’alternativa è l’incomunicabilità, l’estraneità, e infine il conflitto. L’indifferenza è colpevole.” Il ricorso alla follia è l’unica strategia possibile che il nostro cervello può attivare per difendersi dall’insopportabile dolore mentale che ci provocano certe ingiustizie, violenze, tradimenti, indifferenze, cattiverie, cinismi, praticati nei nostri riguardi. “La nostra psiche sembra organizzata come un potente, ma piuttosto strano, apparato di sicurezza che nell’ansia di proteggerci si lascia tentare da soluzioni rischiose. Le psicosi e le nevrosi fanno parte di questi espedienti di sopravvivenza.” Le mogli spesso compensano primordiali errori di valutazione istigati più dall’istinto materno che da consapevoli scelte centonove pagina 26 sentimentali. “La maggior parte degli adulteri femminili sono una risposta all’immaturità dei mariti, e anche la scarsa disponibilità nella vita intima di cui molti uomini si lamentano senza porsi troppe domande, prende le mosse da premesse analoghe.” Chissà perché certa burocrazia si compiace più della forma che dell’efficacia dei propri provvedimenti. “Il potere che promana dalla forma tenta irresistibilmente chi è privo di sostanza.” L’autocontrollo davanti a qualsiasi emozione è la strategia degli animi codardi. “Vi è un sistematico occultamento di emozioni e sentimenti, temuti perché suscettibili di palesare il nostro lato debole.” Noi siamo, soprattutto, quello che abbiamo vissuto in famiglia. “La famiglia spesso scolpisce la nostra vita, nel bene o nel male.” Lacerti tratti da: “Inadeguati non si nasce ” - 2003 Domenico Barrilà postercinema 1 Maggio 2014 RASSEGNE PROTAGONISTI.. Da Baarìa a Il capo dei capi, le mille sfumature di un attore siciliano Foti nomination Ancora nei cinema con la commedia romantica Ti sposo ma non troppo, al fianco di Vanessa Incontrada e Chiara Francini Catania. L’attore siciliano Francesco Foti (Fuori dal mondo; Baarìa; Il capo dei capi) ritorna al cinema dopo l’esperienza con il Premio Oscar Giuseppe Tornatore sul set di Baarìa, grazie a Ti sposo ma non troppo, opera prima dell’attore e sceneggiatore Gabriele Pignotta, dove recita al fianco di Vanessa Incontrada, ma anche di Chiara Francini, Catherine Spaak e dello stesso regista. In questa commedia romantica, distribuita da Teodora Film e ora nei cinema di tutta Italia, Foti impersona il fratello del protagonista, canoista e amante della vita, sorridente e positivo. Una prova da attore che è valsa il plauso per l’interpretazione da parte di molta critica, che ha scritto ad esempio: “Francesco Foti nei panni di Giulio riesce a mantenere un registro comico contenuto e ricco di sfumature interpretative. A lui, non a caso, è affidata la svolta narrativa più Francesco Foti bella e inaspettata della sceneggiatura”. “Non smetterò mai di ringraziare – sottolinea Foti - il regista, gli attori, il produttore Marco Belardi e tutta la troupe per la serenità sul set, la disponibilità, la collaborazione, direi quasi la complicità e la libertà creativa che mi hanno lasciato sul personaggio affidatomi”. Francesco Foti è in attesa di riportare sulle scene dei teatri italiani il suo one-man-show Niuiòrc Niuiòrc, reduce da una serie di date a New York nell'ambito del festival di teatro italiano In Scena! Diplomatosi all'Accademia d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, Francesco Foti, nato a Catania nel 1965, diventa uno dei primi vee jay italiani, conducendo Segnali di Fumo nel 1994. In campo cinematografico lavora, tra gli altri, con Giuseppe Tornatore in Baarìa, con Roberto Faenza in Alla luce del sole e con Giuseppe Piccioni in Fuori dal mondo. Parallelamente, partecipa a diversi film indipendenti ed è il protagonista di alcuni cortometraggi tra cui Tiger boy di Gabriele Mainetti, selezionato tra i 10 finalisti per la Nomination ai Premi Oscar 2014. E' un volto noto soprattutto per le sue numerose presenze in serie televisive di successo, dove alterna felicemente ruoli comici e drammatici. Avvocato senza scrupoli in Squadra Antimafia 3 e boss molto umano in Una Musica silenziosa, tra i tanti personaggi interpretati ricordiamo anche il mai cresciuto dj in All Stars, il perfido Sgrò in Intelligence, il buonissimo idealista Pietro Passalacqua nelle due serie di Raccontami e il boss Stefano Bontade ne Il capo dei capi. E’ George Ragalan, il protagonista indiano della sit-com Sweet India ed il cabarettista drogato Luca Melis ne L’ultima battuta della seria Crimini. In teatro è protagonista di numerosi spettacoli, passando dai classici (L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello, Lady Macbeth di Shakespeare, Il gabbiano di Checov) ai più moderni (Zoo story di Albee, La peste di Camus). Sceglie anche testi di autori contemporanei come Top dogs di Urs Widmer, Un'impresa difficile di Hanoch Levine e, recentissimamente, la versione siciliana del celebratissimo Muratori di Edoardo Erba; nel 2011 tocca anche l'operetta, interpretando il mitico ruolo del carceriere Frosh ne Il Pipistrello, per la regia di Michele Mirabella. Come autore e attore comico, nel 1996 scrive e interpreta, con Margherita Antonelli, Le relazioni più o meno pericolose, portandolo in tournée nei principali locali e teatri italiani. Pietro Germi La valigia dei sogni dedicata a Germi Quinta edizione della manifestazione al Cinema Lux di Messina Messina. E’ cominciata lunedì 28 aprile, presso il cinema Lux di Messina, la quinta edizione della rassegna “La valigia dei sogni”, organizzata dallo stesso cinema Lux e dal Cineforum Orione, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Cognitive della Formazione e degli Studi culturali (ex Facoltà di Scienze della Formazione) e del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne (ex Facoltà di Lettere) dell’Università degli Studi di Messina e con il patrocinio della FICC (Federazione Italiana Circoli del Cinema), cui il Cineforum Orione aderisce. Per ricordare il grande regista Pietro Germi, l’edizione di quest’anno – che s’intitola “Pietro Germi ‘siciliano’ nel centenario della nascita” – presenta tutti i suoi film “siciliani” (ad eccezione del meno riuscito “Gelosia”), che costituiscono le opere più significative della sua vasta filmografia: i primi due (“In nome della legge” del 1949 e “Il cammino della speranza” del 1950) vertono sul piano dell’analisi sociale, trattando la situazione di un paese della Sicilia nei suoi collegamenti con la mafia e le peripezie di un gruppo di minatori costretti ad MARSALA Tutti al cinema con Archè Marsala. La valenza educativa e formativa del grande schermo a beneficio dei minori che soffrono situazioni di svantaggio. Questa, in sintesi, la mission del progetto “Tutti al Cinema” che l’Associazione Archè realizza a Marsala col patrocinio dell’Amministrazione Adamo. In maniera del tutto gratuita, si offre un’opportunità di svago e socializzazione attraverso la visione di film d’animazione rivolta a bambini con disagio sociale e psico-fisico. In particolare, la programmazione di maggio (ogni lunedì) vede in calendario quattro pellicole: Mr Peabody and Sherman (il 5 maggio, nella foto in alto), Il Castello Magico (12), Cuccioli - la città del vento (19), Barry, Gloria e i Disco Worms(il 26 maggio). I film saranno proiettati al Cinema Golden con inizio alle ore 16,30 (termineranno entro le ore 18,30). Nel corso dell'intervallo è previsto un breve confronto tra i piccoli, invitati ad intervenire per esprimere le proprie sensazioni o a porre domande agli assistenti. centonove pagina 27 emigrare in Francia; gli altri due, invece (“Divorzio all’italiana” del 1962 e “Sedotta e abbandonata” del 1964), prendendo spunto da due famigerati articoli di legge allora in vigore, affrontano due delicati temi di costume attraverso uno stile ironico, dissacratorio e graffiante, che avrebbe dato origine alla cosiddetta “commedia all’italiana”. I film, presentati da docenti universitari e studiosi di cinema, saranno proiettati, ogni lunedì, presso il Cinema Lux di Messina, con spettacolo unico alle ore 20,45, secondo il seguente calendario: “In nome della legge” (28 aprile); “Il cammino della speranza” (5 maggio); “Divorzio all’italiana” (12 maggio); “Sedotta e abbandonata” (26 maggio). L’ingresso ad ogni singolo spettacolo è di €. 5; l’abbonamento ai 4 film costa €. 15; vi è anche un “Abbonamento Speciale” riservato agli studenti dell’“AgiScuola” che hanno frequentato le proiezioni del Concorso “David Giovani”, del costo di €. 10; infine, per gli studenti universitari dell’Università di Messina, la partecipazione all’intera manifestazione darà diritto a crediti formativi, in base alle disposizioni dei singoli corsi di laurea. S’incomincia lunedì 28 aprile (cine Lux, ore 20,45), con il raro film “In nome della legge” (1949), con Massimo Girotti e Charles Vanel, che, attraverso lo schema tipico dei western americani, offre una visione un po’ “romantica” della mafia di quei tempi, rurale, arcaica e sottoposta a un suo preciso “codice d’onore”, offrendoci uno spaccato del conflitto mafia-legge di grande efficacia visiva e notevole portata storica. L’intera manifestazione e il primo film saranno presentati da Nino Genovese, Presidente del Cineforum Orione di Messina. 1 Maggio 2014 posterteatro DEBUTTI. La piece di Olmi al Teatro di Patti con Gianni Fortunato Pisani e Isabella Giacobbe Tutti pazzi per Mathilde Festival del centenario La storia di una scrittrice uscita dal carcere per avere avuto una scandalosa relazione con un 14enne tornerà in scena alla Sala Laudamo di Messina il 10 maggio Gianni Fortunato Pisani con Isabella Giacobbe DI GIÒ PEREC Messina. “Mathilde” è una pièce di Veronique Olmi, una delle più apprezzate autrici teatrali francesi, pubblicata qui da noi da Einaudi con la traduzione di Alessandra Sera. Il testo, in versione ridotta, è stato messo in scena in Italia (a Milano) una sola volta nel 2011. Adesso il giovane regista pattese Michelangelo Maria Zanghi, evidentemente innamorato dei suoi contenuti, l’ha messo in scena al Teatro Comunale di Patti, per replicarlo il 10 maggio nella Sala Laudamo di Messina, avendo come protagonisti due interpreti all’altezza: il navigato e sicuro Gianni Fortunato Pisani dalle belle tonalità vocali e la giovane nascente e trepidante figuretta Isabella Giacobbe che già dimostra di possedere le qualità per interpretare ruoli d’un certo spessore drammatico. La “Mathilde” del titolo è una scrittrice appena uscita dal carcere, condannata a tre mesi per avere avuto una relazione scandalosa con un ragazzo minorenne di 14 anni. Lo spettacolo inizia su una scena tutta occupata da una piramide di scatoli e scatoloni, mentre le note di Je ne regrette rien di Edith Piaf dilaniano le carni d’una figura maschile sul punto di traslocare, che sta cercando di riempire gli ultimi cartoni con libri e riviste d’ogni tipo. Ad un tratto giunge con una grossa valigia in mano Mathilde, la giovane moglie di quell’uomo che si chiama Pierre e che fa il ginecologo. INDA DI SIRACUSA L’uomo, un tipo razionale e conformista, è abbastanza stupito di quell’arrivo inatteso e sulle prime l’accoglie con freddezza come se avesse davanti un’estranea. Poi i due coniugi cominciano con fatica a parlarsi. Si capisce che lui-ama-lei più di quanto lei-ami-lui. “Perché l’hai fatto” – dice lui – E lei: “ E’ stata una boccata d’aria fresca, un respiro di poesia”. L’uomo è disarmato, non sa come ri-prendere il bandolo della matassa, non trova gli espedienti, le parole per riavvicinarla a sé. “Questo processo mi ha reso ridicolo” – sostiene lui – . “Io mi sentivo sola, aspettavo che tu tornassi a casa” – risponde lei – . L’uomo vuole sapere se ha dormito col ragazzo. Lei le dice di no. Entrambi prendono gusto a ferirsi, a Sarà una festa che celebrerà la bellezza, il pensiero e la forza morale della cultura classica: in occasione dei cento anni dalla sua fondazione, l'Istituto Nazionale del Dramma Antico (Inda) di Siracusa organizza il ''Festival del Centenario'', con una stagione particolarmente ricca e curata di rappresentazioni classiche che, dal 9 maggio al 22 giugno, saranno allestite al Teatro Greco. ''Siracusa è stata la capitale culturale del Mediterraneo nel V secolo A.C.'', ha ricordato il Commissario Straordinario dell'Inda Alessandro Giacchetti, ''oggi torna ad esserlo con il centenario del Teatro Greco, al quale il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto concedere il suo alto Patronato per il centenario''. In questo compleanno importante, il sito archeologico diverrà un vero e proprio cantiere teatrale, con le scene curate da Arnaldo Pomodoro e la partecipazione di nomi importanti come Paola Gassman, Ugo Pagliai, Massimo Venturiello, Piera Degli Esposti, Mariano Rigillo, Giovanna Di Rauso, Francesco Scianna, Elisabetta Pozzi. lasciare cicatrici indelebili. Infine si insinua sempre più forte la volontà di cercare le ragioni della loro convivenza, e di verificare se le ferite nel loro amore possano rimarginarsi. “ Rimani” – sussurra lui – . “ E’ questo l’’amore ? “ – chiude lei - . Una pièce da seduta psicoanalitica oppure una profonda riflessione sulla coppia e sul matrimonio, sul perché si sta insieme o ci si separa. Una riflessione all'insegna della più crudele sincerità, senza sconti e senza risposte preordinate. Le musiche erano di Chiara Pollicita, il backstage di Antonio Ferraro e Giuseppe Contarini. Successo per la Compagnia teatrale Santina Porcino e Scena Nuda che hanno prodotto lo spettacolo. MARSALA E CATANIA Italia Libre APPUNTI PER UNA MODERNA RIVOLUZIONE BORGHESE Un momento dello spettacolo Catania. Certo, confrontarsi con la contemporaneità è per l’arte difficile eppure doveroso. Ed è necessario per il teatro, arte che fa del qui e ora la sua cifra essenziale: il teatro deve necessariamente essere contemporaneo, diversamente, non solo è cattivo teatro, ma proprio non esiste come arte. È quanto vien fatto di pensare, presentando “Italia Libre: appunti per una moderna rivoluzione borghese”, la commedia che Pietro Dattola, giovane regista e attore siracusano, ma da anni residente e operante a Roma, metterà in scena il 2 e 3 maggio a Marsala sulla scena del “Baluardo Velasco” e, subito dopo, il 4 e 5 a Catania alla “Cartiera” sede del Jazz Brass Group etneo. Il testo è di Paolo Zaffaina, mentre in scena ci sono centonove pagina 28 Flavia Germana De Lipsis e Camillo Marcello Ciorciaro. Comicità corrosiva per dire dell’impotenza umana, culturale, politica, della nostra società e della paradossalità dei percorsi attraverso cui, oggi, si può arrivare ad una consapevolezza del baratro in cui sta scivolando la cultura occidentale: percorsi che appaiono velocissimi, istantanei, efficaci, alla portata di tutti. Ma sono la rete, i new media e, se si vuole, la cocaina a farli apparire tali e pertanto si tratta di illusioni destinate a svanire. Due giovani sognano una rivoluzione e sniffano cocaina: «si tratta di una commedia d'azione grottesca, esilarante, dal retrogusto amaro – spiega il regista -; per gli argomenti e per l'epilogo, una commedia dark, "Il sorpasso" dell'Italia di oggi, un paese immobile che, quando si muove, lo fa per restare dov'è. Basta sentire le parole di questi giovani: Senti, ma pippare è considerato un’attività criminosa? No, se lo fai per caricarti prima di un’azione!». posterrubriche 1 Maggio 2014 MOZART-STRAUSS A ALERMO NUOVE VISIONI DI MARCO OLIVIERI Il cinema ritrovato “Il cinema ritrovato” è il titolo di una bellissima rassegna promossa a Bologna (prossima edizione dal 28 giugno al 5 luglio) dalla Fondazione Cineteca. Un’occasione per recuperare i capolavori e le perle del passato. Nella nuova edizione, ad esempio, si celebreranno i 100 anni di Charlot. Sulla scia di questo modello significativo, sono molteplici le iniziative che si potrebbero realizzare anche nei territori siciliani e messinesi, se solo ci fosse maggiore attenzione da parte delle istituzioni, favorendo magari l’educazione al linguaggio filmico da parte delle nuove generazioni. “Il cinema ritrovato”, inoltre, è anche un progetto per far vedere i classici restaurati nelle sale. Così, in questo ambito, la multisala Apollo di Messina proporrà il prossimo 7 maggio (ore 16.30, 18.30, 20.20) “Roma città aperta” di Roberto Rossellini – un capolavoro del 1945 interpretato da Anna Magnani e Aldo Fabrizi – dopo aver proposto “Risate di gioia” e “Il gattopardo”. Un’altra iniziativa meritevole è quella organizzata dal Cineforum Don Orione di Messina e dal cinema Lux: la quinta edizione dell’interessante “La valigia dei sogni”. Questa volta la rassegna è dedicata a “Pietro Germi ‘siciliano’ nel centenario della nascita”, con quattro suoi film di ambientazione isolana: “In nome della legge”, “Il cammino della speranza" (lunedì 5 maggio), “Divorzio all’italiana” (12 maggio), “Sedotta e abbandonata” (26 maggio). L’appuntamento è al cinema Lux di Messina, con spettacolo unico alle ore 20,45. DE GUSTIBUS Pizzolato chiude il Festival MUSICA La mezzosoprano palermitana torna al Teatro Massimo da star Record store day Vince il vintage Marianna Pizzolato PALERMO. Concerto conclusivo del Festival Mozart-Strauss al Teatro Massimo di Palermo, martedì scorso. In programma la "Alt Rhapsodie" e "Il canto del destino di Brahms e l'ultima splendida sinfonia di Mozart, la "Jupiter". Sul podio Stefano Ranzani, che resterà a Palermo per le prove dell'attesissimo "Don Giovanni", il capolavoro del genio salisburghese che debutta il 16 maggio. Il programma è stato pensato per evidenziare i legami straordinari tra la musica di Brahms e quella di Mozart, e la star della serata è Marianna Pizzolato, mezzosoprano palermitana che ormai da anni registra il tutto esaurito nei migliori teatri del mondo. La Pizzolato si è diplomata al Conservatorio di Palermo, ma in seguito si è perfezionata con Claudia Carbi e Raul Gimenez. La consacrazione avvenne al Rossini opera festival con "Il viaggio a Reims", da lì in poi non si è più fermata, dal Covent Garden alla Scala, al prestigioso festival di Lucerna. Appena diplomata è andata via da Palermo per poi tornare due anni fa per amore, ha sposato un palermitano e come dice "in fondo sono in più cinquanta minuti di aereo per raggiungere Roma e poi il mondo, ma questo mi consente di stare vicino a mio marito". Tra gli autori che più frequenta senz'altro il primo è Rossini, ma anche Verdi. Memorabile è il suo Nabucco con Placido Domingo al Covent Garden. Di strada ne ha fatta Marianna, ma "le doti più importanti - dice - sono la cautela e la pazienza. La voce è lo strumento più delicato, bisogna non avere fretta, non osare di sforzare la voce per inseguire il successo o il denaro. Ho imparato anche a rifiutare ruoli prestigiosi, come accadde con 'Semiramide'. Confesso però che il sogno che vuole diventare progetto è 'Carmen', comincio seriamente a pensare alla bella sigaraia. In questi mesi sto studiando il ruolo di Eboli per il 'Don Carlos' di Verdi e il repertorio concertistico di Malher, poi vedremo". La musica per lei ha una struttura genetica a cominciare dal bisnonno che era cantante e liutaio, ma già a 12 anni Marianna entrò in conservatorio per studiare il sax, poi il canto ebbe la meglio. DI MASSIMO LANZA All’osteria Ballarò A pochi passi da piazza Borsa, nel cuore del centro storico palermitano, ha da poco aperto i battenti un locale davvero interessante. Bellissima la location in quelle che erano le scuderei dell'antico palazzo che lo ospita, interessante e molto diversificata la proposta. Si può cominciare dall'aperitivo accompagnato dai classici delle cucina di strada palermitana come panelle, crocchette, pane ca meusa, stigghiole, trippa e quarume, tutto preparato con materie prime di cui è certificata la provenienza. Poi c'è anche la carta del ristorante, ampia e che cambia spesso a seconda della stagione. Si può cominciare con lo street food o si può optare per salumi e formaggi siciliani, la tartara di Cinisana, bovino siciliano, o il carpaccio di suino nero dei Nebrodi, ovviamente non mancano altre proposte anche di pesce. Tra i primi lo spaghetto alla Ballarò, che poi è il nome del locale, con vongole veraci, ricci e gamberi nostrani, il pacchero al ragù di suino nero dei Nebrodi, la Margherita al ragù di tonno o magari il risotto zucca rossa, ricotta e cannella. Tra i tanti secondi il bollito con i giri, (verdura selvatica) il tonno in agrodolce e un'ampia scelta di pesce freschissimo, gamberi, gamberoni, triglie, mupe e tanto altro ancora. Tutto cucinato a regola d'arte e nei tempi giusti tempi di attesa nonostante il centinaio di coperti disponibili. Tra i dolci i classici cannoli, la cassata o il gelo di limone o mandarino. Carta dei vini ?working in progress? che elenca ai giusti ricarichi tantissime etichette siciliane. Personale cortese e molto disponibile. Dopo cena è d'obbligo fare due passi sino al vicino coloritissimo mercato della Ucciria che è diventato negli ultimi anni il cuore pulsante della movida notturna palermitana, magari per prendere il bicchiere della staffa nella storica Taverna Azzura. Osteria Ballarò -Via Calascibetta 25 - Palermo tel 091 7910184 centonove pagina 29 DI CESARE NATOLI Il Record Store Day, appena tenutosi in tutto il mondo, ha rinvigorito il dibattito sui formati fisici e digitali e sul loro appeal tra giovani e meno giovani. Come abbiamo più volte documentato, vinile e cassette piacciono ai bambini e ai ragazzi ancora più del download e della musica digitale. Un dato che trova ancora conferme. Secondo un sondaggio realizzato da ICM Research su 2.030 acquirenti di musica, sarebbero addirittura le audiocassette, spesso considerate come finite da tempo, a giovare di una seconda giovinezza. La loro fruizione, infatti, passa dal 2% di utilizzatori dello scorso anno al 5% attuale, cifra che sale al 10% tra la fascia di età 18-24 anni, al 13% tra i giovani di 25-34 anni. Il vecchio vinile si attesta al 10% ma sale al 26% tra i 25 e 34 anni, mentre i cd, con un 23%, sono ancora il mezzo più usato per ascoltare ed acquistare musica contro il 20% di chi ha effettuato download a pagamento. In sostanza, in barba a mp3 e streaming, da questi dati emerge sicuramente un desiderio molto forte di ascoltare musica ancora da supporto fisico. Non è chiarissimo se le interviste sono state realizzate fuori dai negozi indipendenti di musica che hanno partecipato al Record Store Day; i dati, comunque, parlano di un atto d'amore verso la musica analogica che rivive grazie ad una moltitudine di appassionati e collezionisti. Saranno pure una nicchia ma sono vivi e vegeti e se ne infischiano delle classifiche di vendita. 1 Maggio 2014 posterlettere QUI SCUOLA HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI GUI A vincere saranno i libri Graduatorie ad esaurimento, domande da rifare La via della dematerializzazione è certo quella da intraprendere, non solo per il contenimento dei costi, ma anche per una maggiore trasparenza e regolarità che ne dovrebbe derivare. Purtroppo nella procedura per la presentazione delle domande per l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento (GAE) non fila tutto liscio e molteplici sono state le anomalie e i malfunzionamenti del sistema informativo del ministero riscontrati. Il MIUR è corso ai ripari mettendo in linea una versione aggiornata del software che gestisce le domande. Si è, però, presentato il problema delle domande già acquisite entro il 22 aprile, che devono essere annullate e ripresentate dagli interessati. Nel dettaglio, in messaggio il gestore del servizio informativo del MIUR, che è auspicabile sia pervenuta a tutti, invita, per una verifica dei dati inseriti, a procedere alle seguenti operazioni: annullare inoltro sulla pagina “Elenco delle domande presentate” e verificare giorni di servizio nei quadri G1, G2 ed E (per tutti gli aspiranti che hanno compilato/inoltrato la domanda in data antecedente al 18/04/2014); verificare il periodo di durata legale del corso abilitante nei quadri B e F1: il periodo non deve superare il quadriennio, nel caso in cui fosse stato inserito un periodo superiore indicare quello corretto (per tutti gli aspiranti che hanno compilato/inoltrato la domanda fino a 22/04/2014 compreso); inoltrare domanda (tale operazione produrrà un PDF che sostituisce il precedente se già prodotto). I termini per la presentazione delle domande scadono il 10 maggio, ma le organizzazioni sindacali insistono per una proroga, visto quanto accaduto. La proroga - qualora dovesse esserci - non riguarderà l'acquisizione di nuovi titoli e servizi che dovranno sempre essere posseduti entro il 10 maggio. ECOLOGIA&AMBIENTE MESSINADRASTICA DI FABIO AMATO Granite e consolazione Continuando il "Fil Rouge" della mia criticità e negatività nei confronti della mia amata Città. La mia consolazione è che se andate all'estero, nessuno parla Italiano, non siamo considerati da nessuno e siamo conosciuti per la pizza e per il bunga-bunga. Ad esempio in Austria, paese confinante con L'Italia, nessuno, e dico nessuno, parla Italiano. Addirittura parlano il Turco ed il Cinese, ma non l'Italiano. Ad Istanbul, ci prendono in giro per il Bunga-Bunga, ed infatti al mercato delle spezie, mi volevano vendere una pomata miracolosa. Pazzesco. La cosa che però mi fa impazzire che in tutte le Città Europee tutti parlano almeno tre lingue. Da noi se parlano in Italiano è già un successo. Ma ve lo immaginate se un turista chiedesse un'informazione in Inglese al conducente di un autobus della nostra Città, come minimo gli risponderebbe in Siciliano! E noi parliamo di Turismo, di Water-Front, di accessi al mare e friubilità del territorio. Domenica scorsa, mentre passavo dal faro, precisamente vicino al Parco Letterario, ho visto un gruppo di turisti Tedeschi, con delle cartine in mano, che cercavano il Parco, chiaramente chiuso. Hanno allora chiesto a dei pescatori che passavano sulla spiaggia, che chiaramente non hanno capito cosa cercassero, ed allora, caparbiamente sono andati a visitare il Monte di Pietà, che hanno trovato chiaramente chiuso, desolati si sono seduti in un bar e si sono mangiati una bella granita con panna e brioche, e’ questa l'unica "cosa" turistica che hanno potuto fare nella nostra Città. Soddisfare un bene primario, il cibo, come gli uomini primitivi. Minchia del gran turismo! Ma queste considerazioni consolatorie ci devono rendere felici, perchè questo significa che Messina, in Italia, è ai primi posti, anche perchè rispetto alle altre Città Italiane, la non considerazione dell'Europa, da noi raggiunge livelli ineguagliabili e quindi non lamentiamoci e viviamo orgogliosamente la Nostra Messinesità. L’altra sera ho partecipato alla presentazione di un libro. L’atmosfera familiare ed accogliente mi ha ricordato quella del "Negozio dietro l'angolo" gestito con passione da Meg Ryan nello scontro con la catena dei bookstore Fox proprietà di Tom Hanks. Alla fine del film trionfavano i buoni sentimenti e da Doralice, a fine serata, ha riscosso successo un buon libro, con copie quasi esaurite. Questo in un’epoca in cui la carta sta per essere sorpassata del digitale. La concorrenza portata dai tablet influisce su di un mercato in crescita anche in Italia, pur se il fatturato ancora non compensa la flessione dei lettori. I titoli elettronici triplicano in numero e formato, ma già si fa evidente la progressiva concentrazione della vendita di ebooks nelle mani dei global players come Amazon, Google, Apple, Kobo. La loro quota di mercato è dell’80%. Altro che lotta tra piccole, deliziose, librerie e famelici megastore. Perciò ci si preoccupa d’individuare nuove strade e nuovi canali. Ma la tecnologia, come già avvenuto per la lotta degli anni Settanta tra stampa a caldo e a freddo, si evolve con soluzioni inattese. Un inchiostro a base di nanoparticelle di grafene sarà in grado assumere interattività al tocco. Se le sperimentazioni troveranno conferma, ne conseguirà che libri e giornali di carta, sostituendo il vecchio col nuovo inchiostro conduttivo, potrebbero diventare meravigliosamente interattivi. Sfiorati con un tocco si accenderà a contenuti multimediali visualizzati su tablet e smartphone collegati via Bluetooth. Con buona pace di tradizionalisti e innovatori, a vincere saranno i libri. [email protected] DI ANNA GIORDANO L’isola al contrario Dopo un excursus su quanto accade, alcuni campisti mi dicono, “c’è da essere sempre arrabbiati, visto cosa succede !”. vengono da regioni e nazioni dove la legge, se la invochi, la applicano, dove non chiudono per un giorno intero le strade che portano sui monti solo per far correre 60 e passa macchine, senza neanche lontanamente porsi il problema di come potranno migliaia di persone, andare dove vogliono o devono. Semplicemente, qui ti dicono di tornartene indietro, con modi da lasciare allibiti, e tutti zitti, supini, tornano indietro (rally di domenica 27 aprile). Poco importa che nelle settimane precedenti i prodi corridori abbiano sperimentato il circuito correndo come folli facendo rischiare la pelle al prossimo, che abbiano piantato chiodi negli alberi, dipinto con segni vari guard rail e muretti, tronchi inclusi. Al Prefetto, la cui ordinanza è stata sbandierata con estrema arroganza da soggetti finalmente investiti di un qualche potere (evidentemente privi e desiderosi di averlo, prima o poi), manderemo una lettera estremamente eloquente su come non debba più autorizzare simili follie. Danesi, inglesi, tedeschi, italiani, venuti per vedere i falchi, lasciati passare solo dopo urla (mie), insieme a Francesi in camper che volevano godere dei monti, senza poterlo fare. Il pilone continua ad essere illuminato, senza una Valutazione di Incidenza (di evidenza pubblica non ne parliamo), muoiono gli uccelli sbattendoci o semplicemente perdendo l’orientamento e morendo di inedia altrove. Andiamo avanti. Il prato bellissimo accanto alla torre degli inglesi, a Faro, si è trasformato in parcheggio/discarica, sorvolo sui responsabili, ho già detto a chi dovevo. Ai laghi tornano prepotentemente interessi sportivi, come se fosse legge centonove pagina 30 (questa si, da rispettare rigorosamente) che laddove si tutela la natura si debba per forza fare attività umana. Che gli uccelli che arrivano stremati debbano andarsene a morire di inedia un po’ più in là, non gliene frega niente a nessuno, compresi i motivi istitutivi della riserva, carta straccia. Che dire degli 850 mila mc di materiale di scavo per Tremestieri, che vogliono buttare a mare, senza neanche una VIA e una Valutazione di Incidenza? e dell’essere (implicitamente) tacciati di mafiosità perché ci si oppone a percorsi autorizzativi “anomali” (eufemismo)? vedi questione discarica (taciuta) a Pace, in piena ZPS, in territorio già massacrato da follie simili in passato? in questa isola, chi persegue legalità, chi invoca rispetto per il prossimo a 2 ali o 4 zampe, si fa un fegato marcio, e viene relegato tra coloro che vanno zittiti, ignorati, isolati, snobbati. Continuo, per vostra sfortuna credo in ciò che faccio e vado avanti. E volo con chi amo e vorrei rispettaste. postercommenti DISCUTIAMONE ELIODORO I più deboli vittime sull’ara dell’amore DI PASQUALE RUSSO Era il 431 a.C. quando Euripide metteva in scena la sua Medea. Abbandonata da Giasone, dopo avergli sacrificato ogni cosa, si vendica uccidendo la nuova sposa con un vestito avvelenato e poi i figli avuti da lui, baciandoli ripetutamente prima di ucciderli. Purtroppo il terribile episodio, ultimo in ordine di tempo e vorrei fosse l’ultimo in assoluto, della sventurata madre di Lecco che ha ucciso i suoi tre figlioletti in modo atroce, riattualizza il dramma euripideo. Si è parlato di “Sindrome di Medea, " ora si definisce “Complesso di Medea” un comportamento finalizzato alla distruzione totale del rapporto tra padri e figli dopo una separazione conflittuale. L’uccisione dell’innocente è simbolica, non è il figlio che si vuole distruggere ma il legame con il padre. Il delitto esplode dopo tempo dalla separazione. Si tende a far diventare il bambino un confidente, quasi un complice, allineandolo ai propri bisogni. Troppo spesso i figli diventano vittime di 150 PAROLE DA PALERMO Ciao, Kelly DI MARIA D’ASARO Orecchie lunghe e nere, il mantello maculato e un?allegra scodinzolante coda bianca: ecco Kelly, cagnetta di taglia media, che mi correva accanto quando mettevo l?auto nel garage. Infatti Kelly viveva lì, il suo padrone la faceva giocare nell?ampio cortile interno tra i garage, perché era impossibile farla correre nello spazio angusto della casa condominiale. La cagnetta ora non c?è più; qualcuno le ha preparato un pasto avvelenato e lei è morta qualche settimana fa dopo una straziante agonia, malgrado le cure amorevoli dei suoi custodi. Perchè la presenza di Kelly nei box dava fastidio a qualche condomino che ha risolto la faccenda in questo modo brutale. Nel marzo del 2013 la Corte di Cassazione ha sancito la legittimità delle condanne per maltrattamento di animali ? Quanto tempo ci vorrà ancora perché, aldilà delle sentenze della suprema corte, gli uomini della strada sentano che anche uccidere un cane è un assassinio? 1 Maggio 2014 abusi emotivi. Ognuno dei genitori, più facilmente quello affidatario, cerca di coinvolgerlo in una sorta di patto d’alleanza, svalutando l’altro fino a far sviluppare rifiuto e odio. Il fantasma della perdita, la ferita narcisistica dell’abbandono esplodono. Purtroppo anche i padri uccidono. Il bambino non è più vittima, diventa esso stesso arma di vendetta. Numerosi studi hanno tentato di tracciare una linea di demarcazione tra il delitto commesso dalle madri e quello commesso dai padri. I risultati non sono concordi. Sono diverse le modalità con cui uccidono. Non cambia l’efferatezza del delitto né l’orrore che suscita, ma l’uomo coinvolge spesso, nella sua follia omicida, altri membri della famiglia, soprattutto l’ex compagna. L’episodio del padre di Giussano che ha ucciso i due bambini avuti da due diverse relazioni ed ha poi tentato il suicidio precede solo di pochi giorni i fatti di Lecco. Nella maggior parte dei casi, si tratta di coppie protagoniste di una separazione conflittuale. Un mix esplosivo di rabbia, depressione, panico, aggravato talora dalle difficoltà economiche, scatena reazioni incontrollate che armano la mano omicida e, talora, comportano il suicidio. Il rischio suicidiario è alto dopo il tragico evento, quando chi ha ucciso, torna all'esame di realtà. L’opinione pubblica assiste stupefatta, addolorata, incredula ma la domanda è: “Si potrebbe tentare di prevenire questi terrificanti fatti di sangue"? La madre o il padre assassini erano persone “normali” e apparentemente tranquille? Il crimine esplode talora in una reazione di corto circuitazione dei poteri volitivi. Le statistiche dimostrano che 2/3 dei rei non presentavano alcun tratto psicopatologico ma pensare che sia stata la malattia mentale a scatenare l’efferato delitto che ripugna a ogni coscienza, ci aiuta a liberarci dall’angoscia. ANIMAL HOUSE Enzo Bianco, il sindaco con la ruspa CATANIA - Da sindaco della primavera, con una smodata passione per i fiori, come ricordano i maligni, a "sindaco con la Ruspa”. Enzo Bianco si è rifatto il look politico e, adesso, riceve più critiche che consensi. L'estate scorsa, sorprendendo tutti, decise di buttare giù senza indecisioni il ponte del Tondo Gioeni che il suo predecessore aveva salvato. Gli effetti di quella scelta si vedono, purtroppo, quotidianamente e con gravi ripercussioni i sul traffico in un punto nodale della circolazione, soprattutto nelle ore di punta. Non contento di tanto decisionismo Enzo Bianco ha buttato giù, a colpi di sega, anche una gigantesca araucaria ad Ognina, che creava qualche problema alla sicurezza degli automobilisti, fungendo da involontario spartitraffico. Salvata dai cittadini che avevano partecipato a un sondaggio, il sindaco ha deciso che era giunta la sua ora e dopo qualche ore di lavoro di un albero ultra cinquantenario non è rimasto più nulla. O meglio: un mucchio di segatura. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Providenti e Accorinti Una fra le riflessioni più comuni, per chi segue la politica locale, riguarda il confronto fra Renato Accorinti e Franco Providenti, eletto sindaco venti anni fa. Se si paragonano le biografie di entrambi, i punti di contatto sono veramente pochi e riguardano soprattutto il fatto che sia Providenti che Accorinti sono diventati sindaci all'età di 59 anni, senza avere mai svolto prima una specifica attività politicoamministrativa. Solo che, mentre Providenti, grazie all'attività di magistrato, aveva maturato una grande conoscenza di problemi, norme, procedure, che lo hanno aiutato non poco nell'attività di Sindaco (anche per il suo impegno sociale nella Lega Antidroga, ha dovuto tenere conto di tanti aspetti amministrativi), Accorinti, ha svolto un'intensa attività sociale con il Movimento Non Violento, si è intestato molte battaglie di grande rilevanza non solo cittadina, ma si è tenuto lontano dagli aspetti istituzionali e procedurali che ha volutamente trascurato, considerandoli pure formalità di cui poter fare a meno. Queste caratteristiche lo stanno aiutando anche da Sindaco ad entrare in contatto empatico con i messinesi, ma non gli permettono purtroppo di esercitare con competenza l'attività di amministratore. Le analogie fra i due riguardano piuttosto le modalità del successo elettorale: entrambi sfruttano la spaccatura nei due schieramenti (centrodestra e centrosinistra) ed enfatizzano la distanza dai partiti. Ora, le cause della sconfitta di Providenti nel 1998 furono sia la tardiva comprensione del peso del sistema partitico, ma soprattutto la presunzione (in particolare di alcuni assessori) di avere acquisito il consenso dei messinesi, trasformati ormai in maniera irreversibile. A sentire parlare Accorinti sulla rivoluzione culturale in atto, sembra di ascoltare ancora qualche assessore di Providenti. Rivoluzione culturale? Sarà, ma basterà a vincere le elezioni? [email protected] DI ROBERTO SALZANO Nemici forasacchi Tra aprile ed ottobre, con il riavvicinarsi della bella stagione, torna puntuale anche un'insidia da cui i compagni a quattro zampe devono guardarsi bene. O meglio, da cui vanno guardati e tutelati dai loro padroni, che hanno il compito di vigilare attentamente e costantemente sul benessere del proprio animale. Questa volta, infatti, l'insidia non arriva dalla mano umana, ma proprio la mano umana può essere utile e decisiva nel prevenire eventuali complicazioni. Cosa sono i forasacchi? Sono le spighe delle graminacee selvatiche, che imperversano quando si seccano le erbacce durante i mesi più caldi. Apparentemente innocue, sono piccole ma fastidiose e possono insidiarsi in svariati siti anatomici dei cani. I migliori amici degli uomini sono più esposti al pericolo perché più frequentemente condotti a fare lunghe centonove pagina 31 passeggiate all'aria aperta: un tranquillo giro in luoghi dove c'è vegetazione, campagne, aiuole dei parchi o giardini, può essere l'inizio di un'esperienza non tanto ludica. I forasacchi riescono a penetrare nella pelle del cane e provocare profondi e dolorosi tragitti fistolosi. La forma lanceolata permette loro di viaggiare nel corpo dell'esemplare. Per tale motivo è impossibile comprendere in una casistica che non risulti molto ampia e complessa i punti di rinvenimento dei forasacchi, ma le zone più colpite sono le orecchie, il naso e gli spazi interdigitali. L'occhio e la mano del padrone sono provvidenziali. Spesso bastano semplici accorgimenti, quali possono essere una veloce ispezione e una bella spazzolata al cane, soprattutto se a pelo lungo, dopo le passeggiate. Inoltre, ovunque si incuneino, i forasacchi provocano al quattrozampe fastidi e disturbi. In presenza di atteggiamenti anomali o fenomeni sospetti, è sempre il caso di agire con prudenza e fare visitare immediatamente il proprio animale. messaggio elettorale - mandatario Panzera Giancarlo
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