PARROCCHIE DI S. BARTOLOMEO – CAPREZZO S. BRIZIO – COSSOGNO E S. PIETRO - TROBASO Parroco: Micotti don Adriano Casa Parrocchiale di Trobaso e FAX0323 - 57.16.68 338 - 50.59.656 [email protected] www.parrocchiainrete.it Coadiutore: Fè don Fabrizio 340 - 79.64.083 ED ORA VAI… FOGLIETTO SETTIMANALE DAL 16 AL 22 FEBBRAIO 1 DALLA PAROLA DI DIO Ci sono delle esperienze o delle situazioni che ci isolano dagli altri, che ci fanno piombare in un gruppo condannato ad essere marginalizzato. Come quando perdiamo una persona cara, come quando il dolore fisico irrompe nella nostra vita, come quando un fallimento affettivo resetta la nostra vita. Allora ci sentiamo estranei alla vita e la gente ci sfugge. Di cosa parlare? Con chi? Chi vuole accanto a sé qualcuno che è stato azzannato dal demone della sofferenza? In quel caso, a volte, ci si avvicina a Dio. Solo a volte: più spesso nel dolore e nella solitudine la fede la si perde, altro che storie. Il lebbroso di oggi ne sa qualcosa. È una malattia della povertà, la lebbra. Devastante, inarrestabile, immonda, che ti consuma facendoti marcire. Anche Israele, come tutte le civiltà del passato, aveva capito bene la gravità della malattia e del contagio e imposto ai lebbrosi di stare alla larga dai centri abitati, di gridare la propria condizione in caso di incontro con un’altra persona. Una malattia appesantita dal senso di colpa che tutti riversavano sull’ammalato. La lebbra era la più terribile delle punizioni di Dio. Nessuna pietà per i lebbrosi, nessuna pena, solo fastidio e paura nei loro confronti. Una malattia che isola, un cancro dell’anima. Il breve racconto di oggi è un gioiello di sfumature. Il lebbroso ha fiducia in Gesù, si avvicina a lui con confidenza, con cautela, con umiltà. È l'unico caso, nel Vangelo di Marco in cui un ammalato si presenta da solo. E non chiede la guarigione, ma la purificazione. In lui è più forte il desiderio del riscatto sociale che del tornare sano. Così per noi: ciò che uccide è la solitudine, non il male fisico. Gesù ha compassione, diversamente da tutti gli altri. Sente il patire del lebbroso. E lo tocca. I devoti del tempo (e di oggi) dividevano la realtà in due categorie: nella luce e nella purezza c'era Dio e tutti i bravi ragazzi, fra cui loro, ovviamente. Dall’altra parte la tenebra, l’impurità e tutti gli altri. Che Dio tocchi un lebbroso è fuori da ogni immaginazione. Una provocazione infinita. Eppure è questa la grande novità, la conversione da accogliere, la follia già espressa nel battesimo, quando il Figlio si è messo in fila con i peccatori. Dio si sporca le mani. E non è mai il buio che entra in una stanza, ma la luce che esce dalla finestra a rischiarare la notte. E così accade: il puro contagia l’impuro e lo guarisce. Da ogni male, da ogni solitudine, da ogni peccato, da ogni impurità siamo guariti. Ma. Il tono cambia improvvisamente. Gesù sembra essere un'’ltra persona: si scalda, ammonisce e intima, è evidentemente infastidito. Deve tacere, il lebbroso, star zitto, andarsene, farsi visitare dai sacerdoti per essere riammesso nella comunità, come previsto dalla Legge che Gesù non ignora né snobba. Ma il lebbroso disubbidisce, esagera, sbraita. Al punto che Gesù non può più entrare in una città. Dalla compassione alla rabbia, che cosa è successo? Gesù chiede al lebbroso guarito il silenzio. Non vuole passare come un guaritore, come un santone, come un guru. Come può invitare la gente ad ascoltare la sua Parola e la novità del Regno se la folla lo cerca solo per risolvere i proprio problemi? Come potrà gestire la folla che chiede a Dio guarigione e non certo conversione? Come potrà far capire alle persone il senso profondo della vita se questi pensano già di conoscerlo e chiedono a Dio, eventualmente, di adeguarsi? Allora come oggi è questo il dilemma che attanaglia Dio: provare compassione, certo, e intervenire, ma senza diventare il Dio fantoccio che 2 portiamo nel cuore, il Dio a nostro servizio. Leggendo questa pagina, non si può non pensare a padre Damiano de Veuster che nel 1873 sbarcava a Molokai, vicino alle Hawaii, un'isola in cui venivano rinchiusi i lebbrosi, isola in cui la violenza e la depravazione erano seconde solo all’inumanità della malattia. Padre Damiano morì a Molokai, facendo rinascere la dignità dei lebbrosi, dando loro fede, speranza, feste, un cimitero, il canto, affetto, Cristo. Costretto a confessarsi urlando i propri peccati ad un confratello che li ascoltava da una barca, guardato con fastidio dai suoi superiori che lo consideravano un eccentrico, padre Damiano morirà di lebbra dopo aver trascorso sedici anni a restituire dignità ai lebbrosi di Molokai. Sulle pagine della stampa internazionale, dopo la sua morte, finirà un osceno articolo di un polemista inglese, che insinuava l'idea che la lebbra padre Damiano l'avesse contratta con rapporti sessuali, facendo diventare un truce personaggio il santo dei lebbrosi. Letto l’articolo, dal suo letto di malattia (aveva la tubercolosi), il grande scrittore Stevenson, di fede anglicana, inviò una lettera aperta a tutti i quotidiani inglesi dicendo che chi oltraggiava la memoria di padre Damiano "era rimasto immerso ingloriosamente nel suo benessere, seduto nella sua bella camera (...) mentre padre Damiano, coronato di glorie e di orrori, lavorava e marciva in quel porcile, sotto le scogliere di Kalawao". 3 PROGRAMMA DELLA SETTIMANA Ogni volta che un appuntamento è contraddistinto da questo simbolo è possibile collegarsi e partecipare, attraverso la “radio parrocchiale” . LUNEDÌ 16 FEBBRAIO ore 8.30 Trobaso: S. Messa ore 17.30 Trobaso: preghiera del Rosario MARTEDÌ 17 FEBBRAIO ore 17.00 Trobaso: S. Messa ore 17.30 Trobaso: preghiera del Rosario ore 20.45 Trobaso: incontro gruppo “Sui passi di Gesù” MERCOLEDÌ 18 FEBBRAIO: LE CENERI L’uso delle ceneri ha un duplice significato. Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell’uomo. In tanti passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere. Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri, conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai; dunque convertiti e credi al Vangelo". Viviamolo questo segno pensando che la cenere che porremo sul nostro capo è stata prodotta bruciando proprio le foglie secche dei rami d’ulivo benedetti lo scorso anno nella domenica delle Palme. ore 16.00 Caprezzo: S. Messa ed imposizione delle Ceneri ore 17.00 Cossogno Chiesa di Loreto: S. Messa ed imposizione delle Ceneri ore 17.30 Trobaso: preghiera del S. Rosario ore 18.00 Trobaso - salone parrocchiale: Celebrazione penitenziale ed imposizione delle Ceneri per tutti i RAGAZZI DELLE MEDIE E DELLE SUPERIORI ore 18.00 ore 20.45 Trobaso: S. Messa ed imposizione delle Ceneri Trobaso: Celebrazione penitenziale comunitaria ed 4 imposizione delle Ceneri GIOVEDÌ 19 FEBBRAIO ore 14.30 Trobaso: incontro del gruppo “Tiramisù” in… letture ore 17.00 Trobaso: S. Messa ore 17.30 Trobaso: preghiera del Rosario VENERDÌ 20 FEBBRAIO ore 17.00 Trobaso: S. Messa ore 17.30 Trobaso: preghiera del S. Rosario ore 20.45 Trobaso: prove del Coro Parrocchiale SABATO 21 FEBBRAIO ore 9.45 - 17.00 Trobaso: giornata di ritiro dei ragazzi di quarta elementare ore 10.00 Trobaso: catechismo dei ragazzi di seconda elementare ore 17.00 Ungiasca: S. Messa ore 17.30 Trobaso: preghiera del Rosario ore 18.00 Trobaso: S. Messa DOMENICA 22 FEBBRAIO: 1A DOMENICA DI QUARESIMA ore 9.00 Caprezzo - Possaccio: S. Messa ore 10.00 Cossogno: S. Messa e FESTA DEL S. CROCIFISSO In una relazione del 1845 del parroco Pietro De Vincenti si legge: "Vi ha di più il privilegio perpetuo concesso l’anno 1821 da S.S. Pio VII di dire Messa solenne proprio del SS. Redentore nella domenica di sessuagesima in cui celebra la festa del S. Crocifisso". “La Santità di Nostro Signore Pio VII, Pontefice Massimo, acconsentendo alle preghiere del Parroco e del Popolo del borgo di Cossogno, Diocesi di Novara, stante la relazione fatta da me, sottoscritto Segretario della Congregazione dei Riti, permette che negli anni avvenire nella Domenica di Sessagesima, nella quale in detta Chiesa Parrocchiale si fa solenne memoria festiva dell'Immagine del Nostro Signore Crocifisso, si possa celebrare una Messa solenne come nella festa del Santissimo Redentore, non tralasciando però la Messa conventuale del giorno, fino a quando ne sussista l'onere”. 5 ore 11.00 Trobaso: S. Messa ore 14.30 Trobaso - salone parrocchiale: Incontro in preparazione alla Missione Popolare, un appuntamento di preparazione spirituale animato dalle Sorelle Francescane del Vangelo. Riflessione, preghiera e verifica di tutto il “lavoro” fatto finora. ore 17.00 Trobaso: Adorazione Eucaristica ore 18.00 Trobaso: S. Messa Mercoledì prossimo inizia la Quaresima, “tempo di grazia”. Gli atteggiamenti caratteristici sono quelli della penitenza e della conversione attraverso il digiuno e la semplicità della vita. La pratica spirituale del digiuno consiste in una privazione o in una radicale moderazione non solo del cibo, ma anche di tutto ciò che può essere in qualche modo di ostacolo ad una vita spirituale intensa. Siamo invitati al perdono e all’amore, alla preghiera ed alla carità. Cioè, siamo invitati a una vita spirituale pronta al rapporto con Dio nella meditazione e nella preghiera, ricca e feconda di virtù cristiane e disponibile al servizio umile e disinteressato del prossimo. Dunque, maggior ascolto della Parola di Dio, rivisitazione del sacramento del Battesimo, riscoperta e celebrazione del sacramento della Riconciliazione, partecipazione più assidua alla celebrazione dell’Eucaristia, specialmente a quella della propria Comunità parrocchiale nel “Giorno del Signore”, la Domenica, intensificazione della preghiera personale e comunitaria ed, infine, una vita vissuta all'insegna della carità verso il prossimo: farmi cioè "vicino" al fratello o alla sorella che mi chiede qualcosa o che soffre, perché lì io avvicino Cristo. Indicazioni riguardo al digiuno e all’astinenza: 1. Sono giorni di sola astinenza: tutti i venerdì. 2. Sono giorni di digiuno ed astinenza: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì santo. 3. All’astinenza dalle carni sono tenuti coloro che hanno compiuto i 14 anni; al digiuno sono tenuti coloro che hanno compiuto i 18 anni fino ai 60 anni. 4. Chi si trovasse in condizione di seria difficoltà per l’adempimento di questi impegni, può compiere altre opere: lettura della Sacra Scrittura; carità verso i bisognosi, offerta della propria sofferenza e del lavoro; rinuncia a divertimenti … 6
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