Si fa buio, accendi il sole!

09/09/2014
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Effe - Risparmio e Investimenti
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photography
and Design:
Michael Loos
photography: Michael Loos
Design by Consuline Architetti Associati
photography and Design: Michael Loos
Art Buyer: Laura Rinaldi
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Nelle foto di queste pagine alcune applicazioni reali del sistema di illuminazione sviluppato da CoeLux
LA RIVOLUZIONE COELUX
Si fa buio, accendi il sole!
Parte da Lomazzo, in Brianza, un'innovazione che promette di cambiare la vita
quotidiana di milioni di persone, trasformando la luce artificiale in quella del sole
di VALERIA PANIGADA
ortare il cielo in una stanza, anche se questa è senza finestre o addirittura
si trova sottoterra. E' ciô
che fa CoeLux, una startup tecnologica di Lomazzo, in provincia di Como, che ha sviluppato un
innovativo sistema di illuminazione: sul soffitto nessun lampadario,
ma una specie di finestra che imita
alla perfezione i raggi del sole in
un cielo terso, dando l'impressione che ci sia davvero un'apertura
da cui entra luce naturale. L'idea
è cosî rivoluzionaria che la Commissione europea l'ha selezionata
tra i 12 progetti tecnologicamente
più innovativi in Europa, invitandola all'Innovation Convention
2014 a Bruxelles.
P
Sembra una finestra ma non lo è
L'impressione inganna. Sembra una
finestra vera e propiia, ma in realtà non lo è. Si tratta infatti di un sistema di illuminazione che ricalca
nella forma una finestra per rendere ancora più veritiero il tentativo di
"far entrare" la luce solare negli ambienti interni, grazie a una tecnologia piuttosto complessa: miriadi di
nanoparticelle ricreano il fenomeno
di diffusione della luce, riproducendo lo splendore del cielo, mentre un
sofisticato sistema ottico, insieme a
una serie di luci led di ultimissima
generazione, ricrea l'effetto della
luce solare. In questo modo, luci e
ombre tipiche degli ambienti esterni vengono proiettate sugli oggetti
e sugli spazi interni, ricreando in un
ambiente chiuso l'esperienza dell'illuminazione naturale.
Si puô addirittura scegliere che
tipo di sole e cielo si vuole per avéré una luce più o meno intensa. Al
momento sono stati sviluppati tre
diversi ambienti: Nord Europa,
Mediterraneo o Tropici. La versione CoeLux 30, con fascio di luce
inclinato di 30 gradi rispetto all'orizzonte, grazie a una finestra a parete riproduce una luce calda e radente, che ricorda quella dei Paesi
nordici. Un più equilibrato bilanciamento luce-ombra viene riprodotto da CoeLux 45, con lucernario
a soffitto e fascio a 45 gradi per ricreare un'atmosfera mediterranea.
E infine, per un taglio più drastico
tra luce e ombra, simile al sole dei
Tropici, CoeLux 60 offre un'ulteriore soluzione con lucernario a
soffitto e fascio di luce verticale.
L'idea è rivoluzionaria. Perché oltre a rendere luminose stanze cieche
e spazi bui, come farebbe qualsia-
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
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L'importanza della luce naturale
passa anche dall'ufficio, dove si
trascorre generalmente la maggior
parte della giornata. Secondo una
ricerca realizzata da un gruppo di
architetti e ricercatori medici negli
Stati Uniti pubblicata sul Journal of
Clinical Sleep Medicine, i lavoratori
che siedono vicino a una finestra
sono più attivi durante la giornata,
mentre di notte dormono 46 minuti
in più dei colleghi che si trovano
photography: Michael Loos
Design by Consuline Architetti Associati
lontano dalla fonte di luce naturale.
Forse non è un caso che la scrivania
vicino a un'ampia finestra sia
photography: Iwan Baan
Design: "Z! Zingonia, mon amour",
by A R G O T ou La Maison Mobile and Marco Biraghi
nell'immaginario collettivo simbolo
dell'avanzamento di carriera.
si lampadario, dà l'effetto di un'apertura sul cielo con tutti i benefici
visivi e psicologici che ne derivano
(pensiamo allé persone che soffrono di claustrofobia o meteoropatia).
La tecnologia è ideale soprattutto
per quegli ambienti angusti o senza finestre, come metropolitane, aeroporti, centri commerciali e musei,
fino agli spazi più piccoli come gli
ascensori. E perché no, anche per la
casa. Insomma, i numerosi ambiti di
possibile applicazione lasciano immaginare un futuro luminoso (è proprio il caso di dire) alla startup lariana. Non a caso negli Stati Uniti si
sono già accorti di CoeLux, apparsa
più volte sulle pagine di alcuni dei
più autorevoli siti specializzati in
tecnologia.
L'idea è di un professore
Nessuno ci aveva pensato prima.
L'idea rivoluzionaria è nata dalla
mente di Paolo Di Trapani, docente di fisica presso il dipartimento di
scienze e alta tecnologia dell'Università dell'Insubria a Como. Dieci
anni fa, il professore inizia a interessarsi ai meccanismi e fenomeni ottici della luce all'aperto con il
desiderio di creare una tecnologia
in grado di ricostruire questi effetti in un ambiente chiuso. Viene avviata cosî una ricerca scientifica,
che conduce fino all'invenzione.
La startup segue il percorso di ideazione: nata come spin-off universitario dell'Università dell'Insubria,
oggi ha sede a Lomazzo all'interno del parco scientifico tecnologico ComoNext, progetto promosso dalla Caméra di Commercio di
Como con l'obiettivo di facilitare
lo sviluppo e la compétitivité delle imprese del territorio in tema di
innovazione. Fino al 2012 l'attività
di ricerca è stata interamente finanziata da fondi europei per poi ricevere sostegno anche da investitori
privati, che attualmente partecipano al capitale della società, e sui
quali al momento la startup preferisce mantenere il riserbo.
F
Quando la startup sfida i giganti della Silicon Valley
Boole Server, la giovane azienda italiana, specializzata nella
protezione dei dati informatici, dopo aver conquistato il mercato interno e poste le basi anche a Londra e Parigi si lancia alla
conquista degli Stati Uniti con l'apertura di una nuova
sede a San Francisco, a un passo dalla Silicon Valley, la culla mondiale della tecnologia. "E' come
se un americano andasse a Napoli a fare la
pizza", scherza Paolo Ardemagni, amministratore delegato della società. Ma Boole Server non terne il confronto con i colossi statunitensi, consapevole dell'esclusività del proprio
know how. Cio che la distingue è il suo sistema "data centric
protection": diversamente dal tradizionale approccio, è in grado
di proteggere da accessi e da utilizzi non autorizzati qualsiasi
tipo di informazione digitale ovunque essa risieda (non
solo su computer ma anche su smartphone, tablet
e qualsiasi dispositivo mobile) e in maniera centrale. Il sistema permette infatti di controllare
ogni singola attività che viene svolta sul file,
gestire l'accesso ai dati in tempo reale, scegliendo anche di distruggerli dopo la ricezione. A prova di Datagate!
PAOLO ARBeSÏ/ÎGNI
amministratore delegato
di Boole Ser
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