1 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 SISTEMI DI COORDINATE Sistema Cartesiano Ortogonale Ha come riferimento due assi, asse delle Ascisse e asse delle Ordinate, perpendicolari, ossia che formano un angolo retto e che si incontrano nel punto O detto origine. Gli assi sono orientati in verso crescente, indicato dalla freccia, il punto O coincide con lo zero. A sinistra e sotto lo zero corrispondono i valori negativi che aumenteranno man mano che si allontanano sempre più dallo zero. Il sistema cartesiano serve a determinare in modo univoco la posizione di un punto su un piano. Se aggiungo un asse Z, che esce dal piano, posso determinare anche un punto esterno al piano. Le coordinate nel Sistema Cartesiano Ortogonale piano sono due: X e Y. Traccio una parallela all'asse dell’ascissa e una all’asse dell'ordinata dal punto P, leggo il valore di XP e YP e ottengo il valore della coordinata al punto P. Sistema Polare Il sistema di riferimento è costituito da un polo e da un semiasse polare (o asse di direzione). Nel sistema polare le coordinate sono sempre due ma non sono due distanze come nell'asse cartesiano bensì una distanza OP dall’origine e l'angolo (OP) formato dall'asse polare che ruota in senso orario intorno al polo fino a sovrapporsi al segmento OP. Quindi per determinare il punto P, prendo la distanza del punto P da O poi calcolo l'angolo determinato dalla rotazione oraria dell'asse polare sino alla sovrapposizione al segmento OP. Da cui: P = OP ; (OP) dove: OP è la distanza di O da P e (OP) è l’angolo di direzione (o l’angolo azimutale di OP). 2 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 TRASFORMAZIONI (O CONVERSIONI) TRA SISTEMI DI COORDINATE Consideriamo un punto P in un sistema di assi cartesiani. Consideriamo anche un sistema polare con il polo O coincidente con intersezione degli assi cartesiani e l'asse polare coincidente con l'asse delle ordinate. Con il cerchio goniometrico possiamo definire la relazione tra XP-YP e (OP)-OP, perché OP è come il raggio del cerchio goniometrico, (OP) è come l'angolo generico α che disegnavamo all'interno del cerchio goniometrico, XP e YP sono come le tg. Per il 1° TTR possiamo scrivere: XP = OP x sen (OP) Per il 2° TTR possiamo scrivere: YP = OP x cos (OP) Quindi dalle coordinate polari otteniamo quelle cartesiane Per il 3° TTR : (OP) = arc tg XP YP Prestando attenzione al risultato che se: XP>0 ; YP>0 non devo aggiungere niente XP>0 ; YP<0 devo aggiungere 200 gon XP<0 ; YP<0 devo aggiungere 200 gon XP<0 ; YP>0 devo aggiungere 400 gon ANGOLO AZIMUTALE Consideriamo un segmento AB Definiamo angolo azimutale del segmento AB (o angolo di direzione) l'angolo formato tra la parallele all'asse Y passante per il primo punto e il segmento. Individuiamo sull'angolo azimutale la figura di un triangolo rettangolo dove poter scrivere i teoremi: 1° TTR 2° TTR 3° TTR XB - XA = AB x sen (AB) YB –YA = AB x cos (AB) XB – XA = tg (AB) AB = XP = YP YB – YA sen (AB) cos (AB) 3 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 LA TERRA Il geoide è la forma della terra, ma con questa definizione non chiariamo molto perché la forma del geoide è riconducibile solo alla terra. Pensando ad una forma simile alla terra, la sfera è quella più simile al pianeta. Gli elementi che non permettono di ricondurre la sfera alla forma della terra sono la rotazione, che avviene sul suo asse che passa attraverso i poli. Ciò comporta che ogni massa che compone la terra sia soggetta alla forza centrifuga. Un punto sulla terra è soggetto a due forze opposte FC, forza centrifuga e P, la forza gravitazionale (o forza peso). Due oggetti in natura sono soggetti alla legge di Newton (due corpi si attraggono proporzionalmente alla loro massa e inversamente alla loro distanza). Al variare della posizione del punto sulla terra notiamo che la FC, che è perpendicolare all'asse di rotazione diminuisce in prossimità dello stesso mentre rimane invariata la forza peso. L'equilibrio tra le forze lo otteniamo se osserviamo il punto a livello dell'equatore. Considerando la sua FC la terra doveva essere più simile ad un ellissoide ma ciò non è così perché la rotazione non è l'unico fattore che influisce. Tra quelli meno trascurabili abbiamo la densità (massa per unità di volume). Questo fa sì che se in un punto abbiamo una fossa oceanica e in un altro abbiamo della terra emersa troveremo una differenza di attrazione (è da considerare anche il fatto che le zone interne della terra non hanno la stessa densità e che quindi la forza di attrazione varia). Possiamo quindi considerare l’ellissoide con delle ondulazioni che possono essere nell'ordine di grandezza fino a 50-100 m di quota e questa figura è riconducibile al geoide. I parametri dell’ellissoide più recente, WGS 84, danno il semiasse condotto dall'equatore di 6378 km circa e l'asse condotto dal polo di 6356 km circa. La superficie del geoide è definita come la superficie equipotenziale del campo gravitazionale terrestre in cui la forza di gravità ha un valore costante che passa per il livello medio del mare nell'ipotesi che questo sia esteso anche sotto i continenti. Le superfici che approssimano il geoide dalle più indicate alle meno indicate sono: - Ellissoide - Sfera Locale - Piano topografico In quali situazioni possiamo sostituire la superficie ellissoidica, sferica e piana al geoide? Problemi Planimetrici quando ci si occupa della proiezione di quello che viene rilevato rispetto la superficie di rilevamento Problemi Altimetrici quando si considera la distanza di un punto dalla superficie di riferimento La Normale alla superficie di riferimento si utilizza quando ci riferiamo all’ellissoide, alla sfera e al piano topografico. La Normale è la perpendicolare al piano topografico, la perpendicolare ad un punto della sfera corrisponde al raggio di curvatura di quel punto. Nel Geoide la Normale si chiama Verticale, è perpendicolare al geoide in corrispondenza di un certo punto ma ha una caratteristica che è determinabile modo semplice fisicamente: se prendiamo un filo a piombo determiniamo la direzione della verticale che è l'unica di queste Normali che rappresenta il geoide. Il Geoide, dal punto di vista altimetrico, è il riferimento più facile perché con i mareografi che stabiliscono il punto di quota zero con delle operazioni topografiche dette “livellazioni”, determinando i dislivelli, siamo in grado di trovare la quota ortometrica che corrisponde alla distanza di 4 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 un punto dal geoide. In campo planimetrico se l'estensione del rilievo è globale, ad esempio se parliamo di sistemi di navigazione GPS se ci interessa avere un'unica superficie pur ammettendo delle distorsioni, l’ellissoide ha la superficie che ci consente di schematizzare meglio. Il geoide quindi è sempre valida come superficie a livello globale di riferimento ma ha il problema di essere complicato quindi considerato dal punto di vista altimetrico ma mai planimetrico. Per estensioni di grande raggio, interi stati o continenti, si usa sempre l’Ellissoide ma solo ellissoidi che approssimano bene il geoide per una certa regione, ad esempio in Italia l'Istituto Geografico Nazionale ha stabilito un geoide che vale per tutto il territorio nazionale italiano. La Sfera Locale, dal punto di vista planimetrico, per estensioni dell'ordine di grandezza dei 100 km, secondo il criterio che l'errore che commetto considerando la Sfera anziché l’ellissoide è nell'ordine di grandezza dell'errore dato dagli strumenti di misura, se io misuro una distanza ed ottengo un errore di un milionesimo della distanza data, lo stesso errore lo ottengo considerando la Sfera anziché l’Ellissoide come superficie di riferimento e quindi è un errore ammissibile. Il campo sferico, dal punto di vista planimetrico di 100 km, si riferisce ad una sfera che viene determinata in un punto della terra utilizzando come raggio √ ρ • N, dove ρ ed N solo due parametri del raggio di curvatura dell’Ellissoide selezionato da un piano detto" Gran Normale". La Sfera Locale può essere ritenuta valida come superficie di riferimento per spazi non superiori a 100 km. Dal punto di vista altimetrico questa estensione si riduce a 20-25 km perché dal punto di vista planimetrico sostituiamo al tratto di ellisse l'arco di circonferenza, la differenza sulla lunghezza è minima; dal punto di vista altimetrico invece sostituiamo ad una certa quota un certo dislivello quindi la differenza tra la quota calcolata rispetto all’ellisse e quella calcolata rispetto alla Sfera assume una differenza importante con 20-25 km di distanza. 5 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 Nel Campo Topografico intendiamo l'estensione alla quale è consentito di approssimare la superficie di riferimento La proiezione di A e B sulla Sfera locale individua i punti A0 e B0. Se anziché utilizzare la Sfera locale utilizziamo un piano topografico tangente alla Sfera locale in A0 le proiezioni di A e B sulla superficie di riferimento saranno su A1 e B1 dove A1 essendo sempre il punto di tangenza corrisponde sempre a A0, B1 è diverso da B0 e dista in senso altimetrico da B0 nella misura x. Da B0 a O (che è il centro della Terra) verrà definito R, raggio. Dal punto di vista planimetrico, in campo topografico, la distanza AB è uguale alla distanza A 1B1; in campo sferico alla distanza AB è data dallo sviluppo dell'arco di circonferenza A0B0 (campo sferico). Supponiamo che l'angolo AB (le Normali passanti in A e B) riferito al centro della Terra, angolo detto ω, per il campo sferico A0B0 sarà dato dal prodotto del R per l'angolo espresso in rad. In campo topografico la distanza sarà data dal R moltiplicando la tg ω. 6 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 Campo sferico AB = A0B0 = R ω rad Campo topografico AB = A1B1= R tg ω infatti A1B1 è un triangolo rettangolo, il cateto è il raggio R, l'altro cateto è uguale al primo cateto per la tg dell'angolo opposto all'incognita (III TTR). La differenza tra la distanza topografiche e sferica sarà data da: ε ε = errore; L = lunghezza) R tg ω - ωrad = L ( ossia dato da: R tg ω - R ω rad è lecito quindi sostituire la Sfera con il Piano Topografico quando l'errore degli strumenti che usiamo. εL è inferiore all'errore di misura Errore Altimetrico Dobbiamo determinare X, il teorema di Pitagora applicato al triangolo A0B10 dice che: 2 2 D + R =(R+X) 2 dove D = AB 2 2 2 2 2 2 D + R = R + X + 2 RX (dividiamo per 2R tutti termini) D = X + 2RX 2R 2R 2R → X = D2 2R ↓ 0 (possiamo considerarlo quasi 0 perché X è l’errore, l’errore ammissibile sarà nell’ordine del cm) Riassumendo: Errore Planimetrico εL = Errore Altimetrico 2 R tg ω - ω X=D 2R rad Considerando per entrambi R = 6337 km (Raggio della Sfera Locale, Terra) D (distanza AB) = 1 km ↓ ω = arc tg 1_ 6337 εL = -6 8 x 10 m = 8 µm -63 X= 10 _ =0,078 m 2 x 6377 x 10-3 m X= 4 x 10 _ =0,312 m -3 2 x 6377 x 10 m errore molto piccolo l’errore è tanto più grande quanto maggiore è la distanza se D = 2 km εL = -5 6,6 x 10 m = 66 µm -63 se D = 10 km εL = -3 8 x 10 m = 8 mm aumento imponente 7 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 SEGNALI E MIRE I segnali e le mire sono dispositivi che hanno le seguenti funzioni: i Segnali servono a materializzare un punto, ossia individuarlo fisicamente; le Mire servono a visualizzare un punto, ossia renderlo visibile da una certa distanza. Un esempio di segnale è un chiodo, se posizioniamo un chiodo sull'asfalto materializiamo un punto, la mira invece è il dispositivo (ad esempio l'asta a bande) che mi permette di rendere visibile il segnale da lontano. I segnali possono essere provvisori quando la loro durata è limitata nel tempo (ad esempio il chiodo), o permanenti quando durano per sempre (un pilastrino di calcestruzzo con una rondella di ottone alla sua sommità oppure un segnale all'interno di un pozzetto chiuso da un chiusino). La palina è una mira provvisoria, lo spigolo di un fabbricato è una mira permanente. I segnali e le mire possono essere inoltre artificiali quando appositamente costruiti o posizionati dall'uomo per dare un riferimento ad un punto e permettere ciò, o naturali perché non nascono con lo scopo specifico di assolvere alla funzione di segnale o mira. A volte le mire e i segnali coincidono, ad esempio lo spigolo di un fabbricato. I segnali e le mire possono essere di maggiore o minore precisione, per esempio nello spigolo del fabbricato occorre stabilire la quota di riferimento del punto, il pilastrino con il cerchietto di ottone è più preciso. Le mire sono caratterizzate da colori vivaci ed assi di simmetria ben definiti. Strumenti di Mira Palina Prisma (riflettore delle onde elettromagnetiche che permette la valutazione della distanza con l'elettrodistanziometro). Mire di precisione montate su treppiede (tramite le viti del piatto di base garantiscono la verticalità). Strumenti di Segnale Chiodi; Picchetti di legno o di ferro; Pilastrini; Centrini, all'interno di pozzetti; Strutture (per esempio sommità di un campanile). 8 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 I segnali possono essere accessibili o no (se vi si può fare o meno base di stazionamento). Il pilastrini di cemento possono avere sulla sommità un piattello con la possibilità di fissare il Teodolite, particolarmente nei casi che debbano assolvere frequentemente la funzione di punto di valutazione per la loro stabilità di strutture. Le mire, se utilizzate da distanze notevoli, possono essere costituite direttamente dai tralicci. Il pilastrini, essendo dei punti di riferimento molto importanti per le reti trigonometriche di rilievo, possono avere oltre il centrino sulla sommità, un centrino di profondità che nel caso di distruzione del pilastrino permette il suo ripristino senza perdere il punto di riferimento. Treppiedi Treppiedi per mire provvisorie Strumenti semplici Filo a piombo Livella Longimetri Squadri Agrimensori (servono ad individuare gli allineamenti ortogonali, si dispongono in modo da g individuare attraverso le fenditure disposte ad angolo di 100 . Strumento di relativa precisione utilizzabile solo per gli scavi. Il limite di questo strumento è che se la Palina si trova molto più in alto o molto più in basso non si riuscirà ad individuarla nella fessura. Per ovviare a questo problema si usano gli Squadri Sferici che aumentano il campo di visione. La scala graduata alla base fornisce la possibilità di utilizzarlo come una sorta di goniometro. Possono presentare inoltre fili di riferimento all'interno delle feritoie, scale graduate o bussole); 9 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 Triplometro (o Canna Metrica, per applicare la misurazione a coltellazione dei terreni non orizzontali o particolarmente scoscesi. Teodolite e Tacheometro (il Tacheometro è meno preciso perché meno sensibile). È costituito dal cannocchiale che deve essere girevole per collimare i punti che sono a quota maggiore o minore. Il Tacheometro non misura oltre la seconda cifra decimale mentre il Teodolite può raggiungere sino alla quarta cifra decimale (i 10 millesimi di gon). 10 APPUNTI DI TOPOGRAFIA - Alberto Vipraio Tiberi - 3a T serale 2012/13 Cannocchiale Piatto di Base fissato al treppiede tramite il Vitone. Basamento che può essere reso orizzontale tramite il livellamento con le vite calanti, prima se ne regolano dure ed infine la terza. Alidada parte girevole dello strumento a forma di forcella. Il suo asse verticale si chiama Asse Principale. L'Asse Secondario è invece l'asse di rotazione del cannocchiale. L'asse ottico del cannocchiale è detto anche “di collimazione”. Il cerchio orizzontale è graduato come un goniometro da disegno e serve a misurare gli angoli azimutali relativi allo zero. Il cerchio verticale serve a misurare gli angoli zenitali, ossia quelli formati tra quelli verticali e l'asse di collimazione. L'angolo zenitale, al contrario dell'angolo azimutale ha sempre una direzione di riferimento che è varia. Per misurare un angolo azimutale bisogna fissare il cerchio orizzontale rispetto al basamento in modo da fissare lo zero e bloccare la rotazione dell’Alidada rispetto il cerchio del basamento. Questo consente di lasciare lo zero fermo portando l’Alidada a fare una lettura angolare in una direzione, una seconda lettura angolare con una seconda direzione e trovare la misura dell'angolo azimutale tra le due differenti direzioni. Per trovare l'angolo direttamente: - devo definire lo zero; - bloccare il cerchio dell’Alidada; - sbloccare il cerchio del basamento; - portare lo zero sulla prima direzione; - bloccare il cerchio al basamento; - sbloccare il cerchio dall’Alidada; - fare la seconda collimazione. La lettura alla seconda collimazione è quella dell'angolo cercato. Operazione sconsigliata perché più laboriosa e meno precisa.
© Copyright 2024 Paperzz