NUOVE TAVOLETTE CERATE POMPEIANE Tre libelli furono trovati a Pompei, pati in un il 20 settembre 1887, avvilup- forte tessuto insieme con molti vasi d'argento e con pezzi di legno. Il prof. Giulio de Petra ne pubblicò il testo col fac-simile di uno dei libelli e con brevi illustrazioni, nelle Notizie degli scavi di antichità comunicate alla E. Accademia dei Lincei, ottobre 1887, pag. 417 e segg. Ecco com'egli « che be pleti, li li descrive (p. 417) aveva in parte decomposti i libelli « strati di cera ; Per l'umido si leggeva su- poiché appena scorso qualche giorno, gli staccandosi dal legno si screpolarono in minutissimi « pezzi, che si sono disgregati e confusi. « sioni maggiori, e « tornarono a luce incom- ed oggi ne rimane molto meno di quello, che « bito dopo la scoverta « : Due libelli hanno dimen- misuravano (valutando approssimativamente che manca) circa m. 0.20 largh. e 0.13 alt,; più piccolo è il ciò terzo « (0.14 largh.), che somiglia pressò a poco agi' istrumenti di Ce« cilio Il Giocondo. Mommsen ristampò il » nello Hermes voi. XXIII, fase. I, pag. 157 testo delle tavolette con alcune osservazioni ; e segg. notando specialmente che la prima e la seconda tavoletta sono, secondo ogni probabilità, due tavole dello stesso dittico, e posponendo quindi la tavoletta 1^ del De Petra, alla 2^; sicché la numerazione del sen é in ciò diversa da quella del = 2 De Petra; 2 Mommsen Mommsen := 3 Mommsen 1 e 1 De De Petra Petra. ; De Petra : Momm- BULLETTINO DELL'ISTITUTO DI DIRITTO EOMANO 6 Io mi atterrò d'ora innanzi alla numerazione del mi pare più Mommsen, che probabile. Volendo ripubblicare nel nostro Bullettino questi notevoli monumenti giuridici, io pregai l'illustre prof. Ilario Alibrandi di volerli illustrare, e gli tor Mau comunicai anche un lucido della copia fatta dal dot- della tavoletta 2*, copia che sta ora in luogo dell'originale. Di questo lucido accuratissimo sono debitore del prof. De alla squisita cortesia Petra. Il prof. Alibrandi, ritenendo che la 1* e la voletta non presentassero difficoltà, 'ò'^ ta- contentò di illustrare la 2", si nella lettura della quale egli si allontana un poco dai suoi prede- cessori. Io qui mi limiterò a riprodurre con poche note tavolette col fac-simile della sopra citate (*), e l"" dato già dal il testo delle tre De Petra nelle Notizie con la riproduzione in zincotlpia del lucido della seconda. Anche della seconda darò il testo secondo la trascrizione del Petra. Nell'articolo seguente del prof. Alibrandi si trova il De testo di questa tavoletta secondo la sua lettura e coi suoi supplementi. I. Probabilmente è la prima parte del opinione del Mommsen. È dittico, secondo la plausibile l'unica tavoletta, in cui la cera sia rimasta attaccata al legno, forse, scrive il De Petra, per l'ossido di rame, di cui è impregnata. (') Debbo alla cortesìa dell'illustre senatore facoltà di riprodurre questo fac-simile. Esso è conformità della fotografia della tavoletta. Fiorelli e del professor stato Bernabeì la da me leggermente corretto in NL'OYE TAVOLETTE CERATE POMPEIANE Eccone Poppaea il testo (^) Pr(/)sci liberta Petrinum et : Note iurauit pueros Simplicem siue ea mancipia alis nominib(w5) sunt sua esse seque possidere ncque ea mancipia. mi ulli obligata esse ncque cum sibi . . ulo Gom{munia) esse eaque mancipia singula sestertis iiVL{mmis sin) 5. gulis Dicidia Margaris emit ob seste{rtios) mancipio accepit de Poppea Prisc(i liberta Note) tutore auctore D. Caprasio a Libripende in singula P. 10. C testata est in si(w^2t)la Poppea Prisci \\h(erta Note) : . uti ea manc(z^ia) È, come si vede, il • documento della vendita Poppaea Note a Dicidia Margaris La • • • fatta dalla liberta due schiavi Simplex e Petrinus. di venditrice giura di essere unica proprietaria e di possedere gli schiavi liberi da ogni vincolo di pegno. mo uno La mancipazione il prezzo indicato dopo {oh sestertios ) num- fa nummis per ogni schiavo {mancipia singula sestertiis gulis), e si sin- secondo ogni è, verisimiglianza, ancora da pagarsi e viene accreditato nel modo de- terminato nella seconda tavoletta. Trattandosi dell'alienazione di res mancipi^ la liberta venditrice aveva bisogno delV auctoritas tutoris: così tutore Caprasio spiega si non doveva avere la venditrice : il l' intervento del ius liberorum. Per questa parte nulla di nuovo c'insegna la nostra tavoletta; come pure non differiscono dall'usato (') V. primo 4. Il Poche osservazioni sulla lettura 1 Poppaea pare *. — V. 2. Il Mommsen (vel u)nu(ni). corretto come Mommsen ha crede, che Vedi però il di Z>. Caprasio; vedi però gi formule della mancipazione. dì questo testo*. vede dal fac-simile. Anche nel Prtsci manca mancipìas, ma credo per errore di stampa. possa restituire la fine del fac-simile. il si le altre — v. 8. Il v. Mommsen fac-simile, e le osservazioni 3 e il — il v. principio del 4 così 3 : legge A. Capra8(i)o invece mie a proposito di tal nome, L't dì Caprasio esiste realmente nella tavoletta: esso fu solo per errore omesso nel fac-simile nelle Notizie degli Scavi. Il oltre nel testo le mie osservazioni. — De Petra ha v. 10. Il letto Mommsen D. Caprasio AI; vedi più restituisce {sin)te8tata. BULLETTINO DELL ISTITUTO DI DIRITTO ROMANO Tavola. I. \ \ / •^ NUOYE TAVOLETTE CERATE POMPEIANE Tavola V/,..NXvy luv»iKv:Av;v.vv. tv A^ ^ \^b Ivv^ M^ Cv^r «IPIII)l"flll/^*''v II. ^ ' ^ O vtV>-vj vi^* ir- innni'Jnil'f^"' ^^w/y^^^^'X \ o r^ Jvvc7v^v\vvC . MN T v,v M yv . \ ^( C «> 'N M •» N »*7vN ^ (. _ n»mii»/(ì^ 10 BULLETTINO DELL'ISTITUTO DI DIRITTO ROMANO Si può il suo tutore pare che porti altro può solo notare, che, essere, che fosse mente) che D. Caprasio portasse trono C). Il (') Il sempre Mommsen MoMMSEH- rom. Drumàkn nome nome il cognome il il Inscr. n. 6379, cezione in lui era solo nel prenome non di Dionisio di Cicerone addotti dal Att. IV, 8a, 2: " : qua quidem tuus. p. 403, ktt. IV, ritiene, li- e. pag. 159, nota il che il e, nome il appoggian- liberto M. Pom- non costituisse un'ecce- 15, 1, BoRaHBsi liberto di Cicerone, Marcw ma Oeuvres, V, pa- bensì di Attico; l'ec- tratto da quello di Cicerone. — Chi con piena certezza; né mi pare che fosse i tolgano assolutamente ogni dubbio Credi, p. il luoghi es., ad dimostra come il in re mirifica opera Dionysii et Menophili tui fuit „ Confr. Drumann cettare l'interpretazione del ci (1. nega risolutamente che come credettero un è facile dire Drumann dove Dionysius non è detto 1, attribuito alla Postea vero quam Tyrannio mihi libros disposuit, mens addita ri- detur meis «dibus 15, Poppea p. 427, n. 3 67 e VI, zione a questa regola, perchè non era, manumissore ces- di Prisco, ne a questa mai essere diverso da quello del patrono, rlim. Gesckichte, V, p. Hknzen perchè difficoltà, dei liberti era quello del loro pa- ponius Dionyaiu» menzionato da Cicerone ad gina 329 e lo di veramente ha supposto StaaturecJit III, gentilizio del liberto potesse dosi al non fa ciò : essere anche però (lo dico assai remissiva- ipotesi sarebbe grave ostacolo berta, poiché non nome dice liberta di Prisco, si un successore del manumissore, un tutore Può fiduciario. sicio mentre Poppea Note nome di VII, 7, e del un 1.) In ogni modo, anche volendo ac- Mommsen, il passo di quella epistola IV, liberto possa differire da quello del patrono per mutamenti avvenuti. T. Pomponio Attico adottato dallo zio Q. Cecilie fu denominato Q. Caecilius Q. F. Pomponianus Atticus ed era patrono così del liberto T. Cne- Pomponim ciUu8 Eutychide», come del liberto M. sibili anche per parte del liberto, probabilmente ghesi loc. cit. quanto pare, un Lucius Calpurniut Marci di Dionyeius. Per simili mutamenti, possi libertus ha nella lapide Menophilua un Valeriua. Parecchie erano dunque le cause, illustrata dal Bor- Valerianus liberto, a per le quali un liberto poteva portare un nome diverso da quello del patrono. Così nel caso di un servo di più condomini, vedi p. leibertus e. C. I. L., I, 1110," Q. Caecilius Cn(aet) A(ul{) (^(uinti) „ e simili. Vedi sui nomi dei la cond. privée dea affranchisi 1887, App. liberti II, anche Lemonnikr, Étude Flamini hisf. sur pag. 311 segg. Notevole è anche che Poppea è detta Prisci liberta col cognome del patrono, anziché col prenome, come d'ordinario si frequente: essa probabilmente indica che cerchia delle sue conoscenze : così oggi il suolo. il Tale maniera di designazione non è patrono era noto col suo cognome nella eh. professor Gatti vorrebbe spiegare la cosa, modificando un poco quanto già scrisse in proposito nel Bullettino della commiss, archeol. comun. Roma 1878 p. 30 seg. Tutto ciò dico del resto senza alcuna pretensione di certezza, poiché è sempre possibile il caso di un tutore diverso dal manumissore, come ho detto nel testo. NUOA^E TAVOLETTE CERATE POMPEIANE che al V. 18, tav. II), ma tutore il e non chiamasse A. Caprasius Aper; mi pare che abbia ragione relativamente al prenome leggendo D. si il De Petra può essere anche avvalo- la lezione di lui J.., e 11 rata col paragone di due iscrizioni pompeiane relative a persona portante il 8058*') nome ; il di Caprasio e cognome poi prenome il è dal Decimo di Mommsen commento del prof. Alibrandi. le lettere del v. un P e poi I. L. X, 805, da una congettura tratto rimando a questa fatta sul V. 18 della seconda tavoletta, per cui al (C. A me non sembra impossibile, e che 8 della nostra tav. I susseguenti a Caprasio siano un frammento un E, di sulla qual cosa è da vedere il fac-simile. In tal caso si potrebbe forse leggere D. Caprasio Prisco. Sopra un sigillo a Pompei (C. I. L. X, 8058^') si è letto infatti D. CAP. PEI. C) Più interessante per Il il giurista è la giuramento della venditrice, che prima parte del nostro gli schiavi son possiede, che non sono obligati ad alcuno, e che non minio con infatti non deve confondersi con proposito di contratti di vendita, dei quali non (vedi, verbigrazia, Cato de E. E.^ giuramento relativo alla Eudens, Prol. 46. 48; 117 li ha li in condo- cosa nuova, almeno per me. altri, è Questo giuramento 3, testo. suoi, ch'essa e. ci anche a altri, mancano esempi 148 (149) Lex vino in doliis, misurazione del vino venduto; Plautus Ctirculio, III, e segg.; Mostellaria, Y, 1, 89; lY, 4, 10; Psetidulus, I, 36, etc, giuramenti promissore); lo speciale carattere, che lo distingue, è l'affermazione del pieno diritto del venditore. {*) ma Si può il Cap. Pri leggere Decimus Caprasius Priscus? -D. non la credo impossibile. L'abbreviazione Pri per Priscus sigillo, dove molto si La cosa è dubbia, è irregolare, ma in un deve concedere alla tirannia dello spazio, essa potrebbe anche ammettersi. Veramente l'abbreviazione, che finisce con vocale e che è già per sé stessa eccezionale, Veggansi — si adatterebbe più ad un Primus: ma non L L. M.CLAV.AGRIP p. es. le seguenti iscrizioni nel C. 8059^": C.AS.FA P.SATV.PRIMI — 8059'" — 8052": : — voi. si può escludere il Prisciis. X: 8058": C.PRO.PYLADES 8059i3«: N.CRLHER C.TV.PRI, e altre simili soprattutto in sigilli, — 8059^^^: lucerne ecc. 12 BULLETTINO DELL'ISTITUTO DI DIRITTO ROMANO Non mancano Il prof. tuttavia testi, che hanno grande affinità col nostro. Alibrandi, appena veduta la nostra tavoletta, istrumento di vendita fra Domnico roni. tabidae negotioruni e mi indicò lo Montano (Spangenberg soUemnium, pag. 243 e segg.), tur. in cui si trova una affermazione simile (ma non giurata) della pienezza del autem diritto del venditore (pag. 246. 247): « liberas « tiones populi pribative non a sorte barbarica, et a ratione tutelarla et curae, < gatione, citerisque aliis titulis vel « lique « fìsci deviti ab bere alieno, litibus, causis controversihisque omnibus, nec « et « duorum fundorum ab omni nexu inlibatas por- et ab obli- honeribus sive contractibus, nul- antea portiones iuris sui, sive competentes in integro, a se donatas, cessas, ncque distractas, nec alieni offiduciatas, nec cum « quoquam « per venditionem, aliove quolibet iure transtulisse, sed sui iuris communes, ncque per cautionem, ncque se eas habere « esse professus est ». Somiglianti affermazioni Domnica lone e si leggono anche nella vendita di Tulgi- Deutherio (Spangenberg, pag. 236 segg. 239) quelle di Gundilebo (ibid. pag. 259 segg. 261), di Domnino e in (ibid. pag. 273 segg. 276), di Deusdedit (ibid. pag. 278 segg. 279), di Kusticiana (ibid. pag. 282 segg. 284), di un anonimo (ibid. pag. 286 segg. 288). Un esempio, assai notevole dal punto di visto giuridico, giuramento relativo alla pienezza del un venditore, si ha nella tosto dallo Alibrandi: <c 1. diritto, ma non per parte di di 4 D. stellionatus (47, 20), segnalatami Modestinus libro tertio de poenis. De per- « iurio, si sua pignora esse quis in instrumento iuravit, crimen stel- « lionatus fit, falso et ideo ad tempus exulat dove si vede anche che il giuramento non era punito se non come un modo di frode, pu- nizione che si comminava a colui che dava in pegno la cosa altrui come propria anche senza giuramento 34; », 1. 16 § 1, La formula 1. 36 § 1. D. de pign. (v. 1. 2 C. de crim. steli. 9, act. 13, 7). Sive ea mancìpia aliis nominibus sunt, che si legge NUOYE TAVOLETTE CERATE POMPEIANE 13 nei V. 2. 3, non è punto nuova: essa si ritrova tal quale « sive is [o ea] quo nomine alio est » negli atti di vendita degli schiavi, con- servatici nelle tavolette di Transilvania, e nell' istrumento greco di vendita trovato in Arsinoe (Bruns-Mommsen Fontes tur. rom. pagina 265) XGÙ zC Ttvi £T£pcp dvdp,aTi xaXtT£ « £1 che richiama alla mente il il vocabula immutabilia sunt, noto detto di Ulpiano hominum mutabilia xXrfi(rpeT(xi) » ri « : » (1. rerum enim 4 pr. D. de leg. I). II. Della seconda tavoletta Il testo, la restituzione e Appena sore Alibrandi. e, il ha si la parte inferiore della scrittura. commento ci è dato più oltre dal profes- scoperta, fu accuratamente copiata dal comescriveilDePetra,rapografodilui ora sta a far Mau, le veci dell'ori- ginale pressoché distrutto. Il fac-simile, che pubblichiamo, è tratto da un lucido del di questo apografo. Mommsen, A me pare probabile la congettura che questa tavoletta sia la seconda del dittico, a cui appartiene la prima, essendo uguale la grandezza delle due tavole, uguale il carattere dellascrittura, uguali le persone, uguale l'oggetto del contratto. I consoli, pure tav. 3 b.), il cui nome è notato nell'ultimo verso (vedi sono quelli dell'anno 61 di Cr. attribuito a L. Caesennius Essendo piuttosto Paetus difficile la è : Mommsen, benché ghi migliore nome di quella dello Alibrandi De Petra mi sembri e . prò duobu(5) mnis m(i)hì eYe{dwe meo) atusue 5. . nt ea man cip (za Pompeis tibi egi ea pecun(m) tatur. solxi{ta) ^)dibus D{ecemhribus) in foro luce paga neve heres mì{hi) asi mì(hi) 10. si K. Nouem. primis de dolo malo eaue seguita in più luo- : did mit ea Junius lettura del testo, ho creduto conve- niente di riprodurre qui anche la lezione data dal dal il nuovo. . 14 BULLETTINO DELL' ISTITUTO DI DIRITTO ROMANO quo minoris Si cem mancipia diduenie(rmO e (a) d(e)bebun(^) ut mì{Jd). . ea mancipia ad ered . . erediu(e) uene a. . ea pecunia 15. utique ea mancipia sumtu inp tecum conuenit id mihi a Margaris Poppea (P)risci Supra hec inter ((?)as IX 20. inter se sunt ac(^.) Pompeis Del terzo libello scrive sua larghezza, ed vato mentre il il resto . nsa per . K P. Calui(5)io Rusone Cos. L. Junio Caesemnio III. Note tuto lib. conueneru il De Petra lembo superiore « : È stato tagliato nella delle tre tavolette si è conser- trovò marcito. » Poco è da dire sul contenuto si di questi brani residui: risulta dal primo, che si tratta di una sti- pulazione intervenuta tra le stesse contraenti delle altre tavolette, Dicidia Margaris creditrice e Poppea Note debitrice. « HS MLD n. argentum probum » « recto dari » Le formule sono ben note a tutti C). Ecco il testo di questi frammenti, secondo la lezione del seguita dal Mommsen HS A. De Petra, : n. 00 probum LD. argentum recte dari stipulata est Dicid(ia) Margaris spopond(i^ Foppea) Prisci liberta N(o^e) O Persa Argentum probum, Plaut. Persa 4, 6, 1 probi, L 24 § — 1, nummi 4, 3, 57: Liv. 32, 2 D. de pign. act. 13, 7 — XV proba, 1. cunia proba, tav. di Transilyania Bruns-Mommsen Fonte» tem et usuras) probos. Mutui dationes ponderis et speciei probae, silvania § 1, Bruns-Mommsen, 1. 1, C. 1. 2, de vet. num. 11, 11 267; a. probatum, Plàut^ 40 de R. i. r. Bruns-Mommsen, p. 252, 2a3, 259, 261, — Bacchides 4, probi, Plaut. Persa 3, 3, 33; 267 40, D. de D. de V.O. 45, 1; L 11 § 2, D. de duob. reis 45, 2: n. re- — pe- 8, 261 — X (sor— Solidos debiti p. 259. p. (10)= recte 1. 41; C. 12, 1 etc. dari, tav. di R.C. 12, 1; Tran1. 122 NUOVE TAVOLETTE CERATE POMPEIANE B. Actum Pompeis YIII . 15 . L. Junio Caesennio Paeto P. Caluisio Eusone Cos m C r actum Pompeis (^) Vittorio Scialoja (*) Nel secondo verso di questo frammento Mommsen III, e, legge perciò re: forse sono resti di rim. dopo IV si trovano due aste ,1. Il
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