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venire solo da una visione
esisterà sempre, qualunque sia non fosse considerata
professionale di tutte le
nell'ambito dei costi industriali.
il tipo di sviluppo che l'uomo
componenti che oggi lo
Oggi
la decisione è una sola:
vorrà
darsi
nel
futuro.
regolano, compresa quella dei
scegliere
le aziende in grado di
Preso atto di ciò si tratta di
rifiuti industriali.
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conformità della legge e con
e procedimenti scientifici che
natura venga deturpata e
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distrutta dai rifiuti industriali,
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in grado di dare per la
siano essi solidi o liquidi, è
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127: una certezza.
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Certo: oltre il 50% di chi compra
una "mille" sceglie una 127.
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RIVISTA DELLA C A M E R A DI C O M M E R C I O
I N D U S T R I A A R T I G I A N A T O E A G R I C O L T U R A DI T O R I N O
SOMMARIO
3
Convegno
4
Analisi tecnico-descrittiva e d aspetti m a c r o e c o n o m i c i
d e l l e p o s s i b i l i t à d i r e c u p e r o d i r i f i u t i i n d u s t r i a l i in I t a l i a
18
internazionale:
La p o l i t i c a d e l l a
R e c u p e r o d e i rifiuti u r b a n i e d
Comunità
Europèa
industriali
Giancarlo Chiesa - Gianmaria Baiano
in m a t e r i a d i g e s t i o n e d e i
rifiuti
24
La B o r s a
29
Le B o r s e d e i rifiuti a s s i c u r a n o m a t e r i a l i alla p r o d u z i o n e . 5 a n n i di e s p e r i e n z e
n e l l e C a m e r e p e r il c o m m e r c i o e l ' i n d u s t r i a d e l l a R e p u b b l i c a f e d e r a l e t e d e s c a
32
Qualche
46
Il r e c u p e r o in r e l a z i o n e ai p r o b l e m i
55
Autostrada Torino
65
Le m a g g i o r i
68
Relazioni e c o n o m i c h e
75
I maiolicari
81
L'uovo per un'alimentazione
83
T r a i libri
89
Dalle riviste
91
Indice
d e i r i f i u t i i n d u s t r i a l i di
esempio
Torino
di v a l o r i z z a z i o n e d e i rifiuti i n d u s t r i a l i
di s m a l t i m e n t o
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Francia
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tecnico-economica
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rivista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli
scritti firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano la
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Redattore capo: Bruno Cerrato
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Palazzo degli A f f a r i
Direzione, redazione e amministrazione: 10123 Torino
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Convegno internazionale
RECUPERO DEI RIFIUTI
URBANI ED INDUSTRIALI
È stata la Camera di commercio
industria artigianato e agricoltura di Torino,
assieme alla società Torino
Esposizioni,
ad organizzare
due giornate di
studio
su questo tema. L'incontro,
che ha avuto
la collaborazione
del CSIT (Centro studi ingegneria del territorio)
e il patronato del Ministero dell'industria
e della
FISP1U
(Federazione
italiana
servizi
pubblici
igiene urbana),
ha
incontrato
un largo successo. Più di trecento
sono
stati infatti i partecipanti
ai lavori, tenutisi presso la sala Giulio Cesare del complesso fieristico di Torino
Esposizioni,
ospitante
in coincidenza,
nel
quadro
della rassegna Tecnica '79, la la Esposizione internazionale
di metodologie
e
tecniche per la raccolta e il
recupero
dei rifiuti. Il programma
dell'iniziativa,
svoltasi nei giorni 30 e 31 ottobre, si è
sviluppato su tre gruppi di
relazioni.
• Relazioni generali
1) Il ruolo delle aziende di igiene
bana. nella politica del
recupero.
(Presidenza
FISPIU).
ur-
2) Stato attuale delle tecniche di recupero: esperienze
e piani operativi
in
atto nelle Aziende di igiene
urbana
- raccolta
- tecniche
smaltimento;
differenziata;
di
recupero
nella
fase
di
(Prof. Enrico Todisco,
Ente
nazionale
per la cellulosa e la carta,
Roma).
c) Il reimpiego, il riciclaggio e la messa
a rifiuto degli
imballaggi.
(Dr. Ing. Franco Migone, Istituto
Italiano Imballaggio,
Milano).
D) UANFIMA,
FICI,
l'ASSOCARTA,
l'ASSOMACERO,
SO VETRO,
l'ASSOGRA-
l'ASSORIMAP,
e R UNIONPLAST
con
PAScomuni-
cazioni.
• Sezione « Rifiuti industriali »
a) La politica della Comunità
europea
in materia di gestione dei rifiuti: il recupero dei rifiuti industriali
e le borse
dei rifiuti nella
Comunità.
(Sig. Benno Risch, Commissione
della
Comunità Europea,
Bruxelles).
b) La borsa dei rifiuti di Torino.
(Dr. Franco Alunno,
Camera di commercio industria,
artigianato
e agricoltura di
Torino).
c) Le borse dei rifiuti assicurano
materiali alla produzione:
5 anni di esperienze nelle Camere per il
commercio
e l'industria
della Repubblica
federale
tedesca.
(Ass.
Wilhelm
K. Risse,
Camera
di
commercio
Italo-germanica,
in rappresentanza
dell'Unione
delle Camere
di
commercio
tedesche).
industriali.
commissione
d) Qualche
esempio 'di
valorizzazione
dei rifiuti industriali in Francia.
(Prof. Michel Murat, Laboratorio di chimica applicata dell'INSA
di
Lione).
3) Analisi tecnico-descrittiva
ed aspetti
macroeconomici
delle possibilità
di recupero di rifiuti industriali
in Italia.
(Prof. Ing. Giancarlo Chiesa, Ing. Gianmaria Baiano, esperti del Gruppo di studio su « recupero e riciclaggio dei materiali » [legge
675]).
e) Il recupero in relazione ai
problemi
di smaltimento
dei rifiuti
industriali.
(Dr. Ing. Lorenzo
Levis,
Federazione
delle associazioni
industriali
del Piemonte,
Dr. Ing. Riccardo
Fox,
Fiat
Engineering,
Costruzioni
e
Impianti
SpA,
Torino).
• Sezione « Rifiuti urbani »
A queste relazioni di base hanno
fatto
seguito numerose
comunicazioni
ufficiali, tra le quali quelle dell'ing.
Oscar
Montabone
(Il recupero dei rifiuti industriali in Fiat), del prof. Paolo
Schmidt
(I principi delle tecnologie non
spreco),
del dott. Carlo R. Gutermann
e dell'ing.
Franco Fox (Il recupero della
gomma
mediante processo pirolitico-progetto
Interno),
dell'ing.
Giovanni
Natta
(Un
- valorizzazione
di rifiuti
(Commissione
tecnica
e
studi della
FISPIU).
a) La normativa e i controlli di qualità
delle materie seconde
recuperate.
(Prof. Giorgio Nebbia, Prof. Elsa Maria
Pizzoli Mazzacane,
Istituto
di
merceologia, Università di Bari).
b) La titolazione
ed i problemi di mercato della carta da macero e della pasta
ricavata dai rifiuti
urbani.
sistema regionale per la
valorizzazione
dei sottoprodotti
industriali).
Ricco di
approfondimenti
e di proposte è stato
anche il dibattito, apertosi subito
vivacemente sui diversi aspetti dei
problemi
oggetto
d'analisi.
Nelle pagine che seguono
(4-54)
sono
riprodotte integralmente
la terza relazione generale e tutte cinque quelle della sezione rifiuti industriali.
Per avere informazioni più dettagliate
sull'intero
convegno e sulla « Borsa rifiuti industriali »,
creata un anno e mezzo fa dalla Camera
di commercio
torinese, gli studiosi,
gli
esperti, gli amministratori
pubblici e le
aziende sono invitati a prendere
contatto con l'Ufficio studi camerale,
che
gestisce l'iniziativa,
la prima e per ora
unica realizzata in Italia con un carattere non soltanto
settoriale.
ANALISI TECNICO-DESCRITTIVA
ED ASPETTI MACROECONOMICI
DELLE POSSIBILITÀ DI RECUPERO
DI RIFIUTI INDUSTRIALI IN ITALIA
Giancarlo
Chiesa - Gianmaria
Baiano
convenienza o m e n o di u n processo, così
come la definizione di u n a politica economica, n o n possono non derivare da
un'analisi dei costi assai più ampia, che
allo stesso titolo delle variabili economiche tenga conto di quelle energetiche,
ambientali ed esprimenti la disponibilità
di risorse.
Sinteticamente si possono f o r m u l a r e alcuni criteri di giudizio, che tengano
contò:
a) dell'entità
delle risorse rinnovabili
e
non rinnovabili
in ambito mondiale,
coinvolte in u n processo p r o d u t t i v o , essendo evidente che il prelievo delle prime deve essere in ogni caso m i n i m o ,
m e n t r e quello delle seconde p u ò trovare
u n limite solo nella loro capacità di
rigenerazione spontanea;
// recupero dei rifiuti
può
e deve diventare una fonte
di materie
prime.
1. PREMESSA
La p r o d u z i o n e a n n u a di rifiuti industriali in Italia è stimata intorno ai 35
milioni di t: parte di tale q u a n t i t a t i v o è
suscettibile di recupero, il resto deve essere smaltito con un m i n i m o costo economico ed ecologico.
T r a le molte iniziative di studio del
p r o b l e m a si ricorda l'attività — tuttora
in corso — del g r u p p o di studio « Recupero e riciclaggio dei materiali » per
la redazione d e l l ' o m o n i m o p r o g r a m m a
finalizzato,
nel q u a d r o della legge num e r o 6 7 5 / 7 7 , istituito dalla deliberazione 24-2-78 del C I P I : i dati e le considerazioni che seguono sono tratti essenzialmente dal r a p p o r t o finale elaborato
dal g r u p p o , che ha operato presso la
Camera di commercio di T o r i n o .
2. CRITERI DI SFRUTTAMENTO
OTTIMALE DELLE FONTI DI ENERGIA
E DELLE MATERIE PRIME
Fino a tempi assai recenti il costo di u n
qualsiasi p r o d o t t o veniva calcolato in
termini esclusivamente economici, almeno da parte di chi lo p r o d u c e v a e di chi
lo acquistava: esso era giudicato t a n t o
migliore q u a n t o più la sua qualità e le
sue prestazioni risultavano convenienti
in relazione al prezzo praticato, indipendentemente dalle modalità e dalle tecniche di p r o d u z i o n e . La politica economica generalmente attuata consisteva semplicemente nel vegliare affinché u n a congiuntura sfavorevole n o n turbasse la dinamica delle forze di mercato, da cui
scaturiva u n sempre maggior volume di
beni a prezzi via via decrescenti.
La presa di coscienza dei limiti dell'ambiente in cui viviamo h a condotto in
breve volgere di anni a considerare molti altri aspetti del sistema p r o d u t t i v o ,
tanto che oggi — almeno a livello macroeconomico — la valutazione della
b) della reperibilità
o meno in ambito
nazionale di ogni risorsa utilizzata, essendo p a r t i c o l a r m e n t e i m p o r t a n t e per
l'Italia, dipendente dall'estero per molte
f o r n i t u r e anche di importanza vitale, incrementare al m a s s i m o il consumo di risorse nazionali sostitutive di altre importate, il cui v o l u m e deve essere in
ogni m o d o ridotto per ragioni relative
non soltanto al b u o n a n d a m e n t o della
bilancia commerciale;
c) del costo ambientale
di
un'attività,
calcolato in relazione alla capacità di
recupero degli ecosistemi interessati, res t a n d o stabilito che questa n o n deve
c o m u n q u e essere superata p r o d u c e n d o
degradazioni irreversibili; q u a n t o agli
effetti negativi sulla qualità della vita
dei cittadini (derivanti p. es. dall'inquin a m e n t o da r u m o r e ) essi devono essere
contenuti entro limiti massimi prefissati,
entro i quali il loro costo deve essere
c o m p u t a t o come u n a qualsiasi altra voce
di spesa, anche se relativa ad u n bene
monetizzato;
d) del grado di vulnerabilità
che u n det e r m i n a t o processo produttivo presenta
qualora in ambito internazionale si verificassero
congiunture o anche avvenimenti eccezionali sfavorevoli, come p u r e
del coefficiente
di rischio che p u ò presentare nelle stesse circostanze per gli
abitanti del paese: ogni sistema articolato, affidabile ed in grado di m a n t e n e r e
u n certo grado di efficienza anche nelle
più avverse condizioni è da preferire ad
altri, altrettanto o relativamente più convenienti m a più rigidi;
e) del livello di occupazione
che p u ò
essere indotto," e del volume di investimenti richiesti dallo svolgimento di u n a
determinata attività, in f u n z i o n e delle
possibili tecnologie utilizzabili, soprattutto in caso di sostanziale equivalenza
dei risultati economici ottenibili, restando inteso che il p r i m o deve essere per
quanto possibile incrementato in rapporto al secondo.
Alla luce di queste considerazioni di carattere generale le strutture produttive
e le tendenze del mercato, come p u r e le
tecnologie oggi disponibili per il recupero delle risorse e lo smaltimento dei
rifiuti n o n più utilizzabili, devono essere valutate in un'ottica assai più lungimirante e m e n o interessata di q u a n t o sia
avvenuto in passato, ed in particolare
tenendo conto del fatto che:
— il complesso delle risorse n o n rinnovabili organizzate in m a n u f a t t i n o n p u ò
essere considerato come u n insieme di
oggetti « a perdere » m a deve essere
ritenuto u n capitale circolante, eventualmente da incrementare in misura anche
cospicua, m a da utilizzare in m o d o da
ridurre al m i n i m o le perdite e di conseguenza i necessari reintegri, il' cui rateo a n n u o rappresenta l'equivalente del
tasso di d e p r e z z a m e n t o degli investimenti o del tasso di svalutazione delle
somme in valuta; q u a n t o più si riuscirà
a limitare in f u t u r o i prelievi dell'ambiente necessari a m a n t e n e r e o ad accrescere tale, capitale, t a n t o più elevato e
tanto p i ù a lungo si m a n t e r r à il livello
di vita di tutti i cittadini;
— l'insieme dei processi di p r o d u z i o n e ,
di consumo e di r e c u p e r o deve giungere
a configurarsi come u n sistema
chiuso
di trasformazioni
in cui gli apporti e le
perdite di materia p r i m a da e verso
l'ambiente sono assai limitate, ed il propellente di questa e n o r m e m a c c h i n a è
rappresentato dall'energia proveniente
da diverse fonti, a loro volta in p a r t e
rinnovabili — e d u n q u e utilizzabili senza limitazioni — ed in parte n o — e
quindi da riservare a quegli usi per cui
non sono ammissibili alternative;
— il f u n z i o n a m e n t o della p a r t e produttiva della m a c c h i n a trasformatrice richiede spesso materie p r i m e di elevata
qualità, che, sebbene n o n disperse, vengono restituite in f o r m e aggregate e suscettibili di utilizzazioni m e n o impegnative; in tal senso si p u ò dire che l'entropia del sistema tende ad a u m e n t a r e . U n a
destinazione p r i m a r i a dell'energia disponibile deve a p p u n t o consistere — attraverso il riciclaggio — nel vincere almeno
parzialmente tale entropia, m e d i a n t e la
raccolta, la concentrazione e la riqualificazione dei materiali, secondo un meccanismo analogo a quello delle p o m p e
di calore e con u n r e n d i m e n t o altrettanto favorevole. La determinazione dei limiti a cui occorre spingere tale azione
d i p e n d e dal r a p p o r t o tra la scarsezza di
risorse n o n rinnovabili e la disponibilità
di energia, in relazione al r e n d i m e n t o
marginale decrescente dei recuperi: secondo talune valutazioni globali si p u ò
ritenere che la convenienza di tali interventi n o n sia più verificata q u a n d o viene raggiunto u n tasso di recupero del
6 0 % , calcolato come media tra quelli
possibili per le diverse risorse; oltre tale
limite ulteriori significativi progressi pot r e b b e r o essere conseguiti soltanto prol u n g a n d o la d u r a t a del periodo d ' u s o dei
manufatti;
— u n a politica lungimirante delle risorse p o t r e b b e portare a privilegiare i
recuperi anche molto al di là dei vincoli
imposti da u n a verifica strettamente economica: la distorsione
del mercato a
favore del recupero non risulta
tuttavia
conveniente
al di là di certi limiti, spesso più ristretti di q u a n t o non si ritenga
comunemente.
3. OSSERVAZIONI RELATIVE AL
RECUPERO DEI MATERIALI
L'utilizzazione di materiali di recupero
da p a r t e dell'industria n o n è u n a novità,
in q u a n t o questo è già attuato relativam e n t e a molte materie seconde, come la
carta da m a c e r o , i rottami metallici ecc.
In questi casi eventuali interventi possono limitarsi a favorire la raccolta e la
selezione di tali materiali in m o d o che
affluiscano in quantitativi sempre più ingenti agli utilizzatori.
Già oggi l'Italia è — nell'ambito CEE —
il principale paese importatore di rottami e di cascami. Tale situazione deriva
dai lunghi sforzi compiuti dall'industria
per aggirare almeno parzialmente la
scarsezza di risorse nazionali in termini
di materie prime.
Per molti altri sottoprodotti dei cicli di
lavorazione n o n si conosce invece ancora u n a possibilità di riutilizzazione, a
causa di deficienze nelle tecnologie di
recupero, il cui studio e la cui sperimentazione sono quindi da incoraggiare in
ogni m o d o . Molto spesso tuttavia l'impossibilità di destinare utilmente tali materiali è dovuta non t a n t o a problemi di
n a t u r a tecnologica, m a al fatto che la
produzione degli scarti è dispersa in
piccoli quantitativi presso u n n u m e r o
t r o p p o grande di produttori, e / o al fatto
che i cascami di diversa n a t u r a o provenienti da lavorazioni differenti vengono
mescolati già all'origine, donde u n a reciproca contaminazione che ne rende
inattuabile u n a valorizzazione in termini economici.
Il raggiungimento delle soglie di convenienza per l'applicazione di tecnologie
di r e c u p e r o p u ò in molti casi essere conseguito avviando iniziative consortili,
senz'altro possibili q u a n d o in u n comprensorio si verifichi u n a concentrazione
di unità produttive di u n determinato
settore. È questo il caso di talune agglomerazioni di aziende piccole e medie
come p. es. quelle per la lavorazione
delle pelli, per la f a b b r i c a z i o n e della
carta, per le costruzioni meccaniche ecc.
localizzate in comprensori b e n definiti.
Per q u a n t o concerne invece l'inutilizzabilità di molti sottoprodotti a causa della reciproca commistione e contaminazione, si rende necessario u n intervento
nella fase di accumulo dei materiali di
rifiuto, intervento che deve essere attuato da p a r t e della stesse industrie produttrici, m e d i a n t e u n a separazione a m o n t e
degli scarti, da riunire secondo categorie
merceologiche compatibili. L'applicazione di tali procedure è essenziale ai fini
di u n successivo recupero, eliminando
la necessità di separazione a valle dei
materiali, riducendo la degradazione
qualitativa dei rifiuti intesi come mate-
rie p r i m e e c o n s e n t e n d o di a t t u a r e processi di n o b i l i t a z i o n e assai p i ù efficaci
e m e n o costosi. Le a z i e n d e d e v o n o cioè
gestire i loro rifiuti c o m e i c i t t a d i n i delle
località in cui sono in a t t o r a c c o l t e differenziate, e q u e s t o n o n solo p e r r e p e r i r e
e v e n t u a l i cespiti di e n t r a t a d o v u t i alla
v e n d i t a dei m a t e r i a l i r e c u p e r a t i , m a anc h e p e r r i d u r r e i costi di s m a l t i m e n t o
dei p r o p r i scarti.
Il c a r a t t e r e di s t r u t t u r a o r g a n i z z a t a dell ' i n d u s t r i a d o v r e b b e in m o l t i casi favorire la m e s s a in a t t o di p r o c e d u r e e comp o r t a m e n t i finalizzati al riciclaggio. All ' i m p e g n o d e l l ' i n d u s t r i a deve p e r ò corr i s p o n d e r e u n p a r a l l e l o i n t e r v e n t o della
p u b b l i c a a m m i n i s t r a z i o n e , c h e n o n deve
f r u s t r a r e con la sua inerzia il l a v o r o svolto p e r l i m i t a r e l ' i n q u i n a m e n t o e p e r valorizzare i r e s i d u i . I n p a r t i c o l a r e a d ogni
o b b l i g o i m p o s t o agli o p e r a t o r i e c o n o m i c i
deve c o r r i s p o n d e r e u n servizio c h e n e
c o m p l e t i l ' o p e r a . Cosi p. es. i garages
con i m p i a n t o di lavaggio delle a u t o possono essere o b b l i g a t i a r a c c o g l i e r e le
a c q u e oleose in a p p o s i t e cisterne, m a è
nel c o n t e m p o n e c e s s a r i o p r e d i s p o r r e u n
servizio di raccolta di tali a c q u e c h e n e
g a r a n t i s c a lo s m a l t i m e n t o n o n i n q u i n a n te. Se è v e r o c h e ciò c o m p o r t a u n costo,
è a n c h e v e r o c h e tale costo r i s u l t a inferiore a quello da sostenere per depurare
i corsi d ' a c q u a i n q u i n a t i dalla d i s c a r i c a
i n c o n t r o l l a t a di tali l i q u i d i .
4. INTERVENTI DI
TECNOLOGICO
CARATTERE
T r a le linee di i n t e r v e n t o p o s s i b i l e p e r
s t i m o l a r e la lotta agli s p r e c h i n e l l ' a p p a r a t o p r o d u t t i v o i t a l i a n o il g r u p p o h a riten u t o c h e r i v e s t a n o u n p a r t i c o l a r e interesse q u e l l e suscettibili di:
a) f a v o r i r e i processi p r o d u t t i v i c h e cons e n t o n o u n r i s p a r m i o di m a t e r i a l i med i a n t e la r a z i o n a l i z z a z i o n e della progett a z i o n e e della l a v o r a z i o n e dei b e n i , o
che r i d u c o n o la q u a n t i t à di rifiuti n o n
riutilizzabili o r i g i n a t i r i c o r r e n d o alle cos i d d e t t e « tecnologie p u l i t e » ;
b) i n c o r a g g i a r e la s o s t i t u z i o n e dei materiali n o n o difficilmente r i n n o v a b i l i , o
p e r i q u a l i sia p i ù a c c e n t u a t a la n o s t r a
d i p e n d e n z a d a l l ' e s t e r o , r i c o r r e n d o invece ad altri le cui f o n t i s i a n o r i n n o v a b i l i
o reperibili nell'ambito nazionale;
c) s t i m o l a r e , a n c h e m e d i a n t e azioni n o r m a t i v e , la p r o g e t t a z i o n e m o d u l a r e e
s t a n d a r d i z z a t a dei m a n u f a t t i , p e r accent u a r n e l ' i n t e r c a m b i a b i l i t à se r e l a t i v a m e n te p o c o c o m p l e s s i , e per p r o l u n g a r n e il
periodo d'uso mediante interventi manutentivi p i ù agevoli se s t r u t t u r a l m e n t e p i ù
articolati;
d) i n c r e m e n t a r e la v i t a u t i l e dei prodotti, da r e a l i z z a r e con m a t e r i a l i p i ù resistenti e d u r e v o l i , o n d e r i d u r r e il prelievo globale di risorse d i m i n u e n d o il
tasso di r i c a m b i o del « c a p i t a l e circol a n t e » di b e n i ;
e) f a v o r i r e la v a l o r i z z a z i o n e dei sottop r o d o t t i , che d e v o n o essere s e m p r e considerati c o m e f o n t i p o t e n z i a l i di risorse
e m o m e n t i p r o d u t t i v i , n o n c o m e conseg u e n z e n e g a t i v e delle t r a s f o r m a z i o n i , d a
n e u t r a l i z z a r e in ogni m o d o ;
/ ) i n c o r a g g i a r e la r e a l i z z a z i o n e di imp i a n t i di r i g e n e r a z i o n e e di d e p u r a z i o n e
dei m a t e r i a l i di scarto, o atti all'utilizzazione diretta degli scarti m e d e s i m i , o n d e
realizzare la c h i u s u r a dei cicli relativi
alle diverse sostanze;
g) stimolare la raccolta e la selezione
dei m a t e r i a l i di scarto, di cui si d e v e
i m p e d i r e la d i s p e r s i o n e in insiemi n o n
o m o g e n e i di o r d i n e s u p e r i o r e e la cont a m i n a z i o n e d a p a r t e di altri agenti, f a v o r e n d o i n v e c e la l o r o v a l o r i z z a z i o n e
nelle f o r m e e c o n o m i c a m e n t e ed energet i c a m e n t e p i ù valide.
5. INTERVENTI DI CARATTERE
N O N TECNOLOGICO
O l t r e agli i n t e r v e n t i sui p r o c e s s i già ill u s t r a t i , u n a politica globale di valorizz a z i o n e dei rifiuti d o v r e b b e c o m p r e n d e r n e altri, di c a r a t t e r e n o n t e c n o l o g i c o ,
atti a f a v o r i r n e la successiva utilizzazione.
T r a questi u l t i m i si p u ò a n n o v e r a r e l'att i v a z i o n e di borse dei rifiuti
industriali,
c h e s a r a n n o t r a t t a t e in u n ' a l t r a p a r t e dei
lavori congressuali; ulteriori possibilità
di i n t e r v e n t o c o n c e r n o n o l ' i n t r o d u z i o n e
di u n a n o r m a t i v a s u l l ' u s o dei m a t e r i a l i
p e r imballaggi, l ' a t t u a z i o n e di u n a opp o r t u n a politica di acquisti p u b b l i c i , u n a
m a g g i o r d i f f u s i o n e dei risultati delle ric e r c h e c o n d o t t e in ogni settore, la concretizzazione di u n a politica c o e r e n t e dei
rifiuti u r b a n i .
R i g u a r d o agli imballaggi,
p u r senza var a r e p r o v v e d i m e n t i e c c e s s i v a m e n t e limitativi e dirigistici, o p u n i t i v i nei conf r o n t i di t a l u n e p r o d u z i o n i , s a r e b b e op-'
p o r t u n a l ' e l a b o r a z i o n e di u n a n o r m a t i v a
finalizzata
a f a c i l i t a r e il r e c u p e r o dei
m a t e r i a l i c o m p o n e n t i o degli stessi imballaggi tal q u a l i ( p . es. sotto f o r m a di
vuoti a rendere).
A q u e s t o p r o p o s i t o la legge f r a n c e s e 756 3 3 del 15 luglio 1 9 7 5 (« e l i m i n a z i o n e
dei rifiuti e r e c u p e r o dei m a t e r i a l i ») dis p o n e a l l ' a r t . 16:
« (...) dei decreti del Consiglio di Stato possano regolamentare i modi di utilizzazione di
certi materiali, manufatti o forme di energia al
fine di facilitare il loro recupero, o quello dei
materiali o delle sostanze associate in certe fabbricazioni. La regolamentazione può disporre
l'interdizione di alcune lavorazioni, mescolanze o associazioni di materiali estranei, o anche
l'obbligo di conformarsi a determinate norme
di fabbricazione».
Queste prescrizioni sono particolarmente significative nella loro a p p l i c a z i o n e
nel c a m p o dei c o n t e n i t o r i e degli imballaggi in genere, c h e in t a l u n i casi posson o essere riciclati ed in altri p o s s o n o
f o r n i r e m a t e r i a l i p e r la f a b b r i c a z i o n e di
altri i m b a l l a g g i o di altri p r o d o t t i . Spesso i n v e c e u n c o n t e n i t o r e , che n o n è possibile r i u t i l i z z a r e , p r e s e n t a a n c h e prob l e m i di r e c u p e r o d e l m a t e r i a l e o dei
m a t e r i a l i che lo c o m p o n g o n o , r i s u l t a n d o
t r o p p o costosa la l o r o s e p a r a z i o n e o, in
a l t e r n a t i v a , t r o p p o s c a d e n t e la q u a l i t à
del m a t e r i a l e c h e se n e p u ò r i c a v a r e senza p r o c e d e r e ad o p e r a z i o n i di separazione. È perciò auspicabile l'introduzion e di u n a n o r m a t i v a che stabilisca le
m o d a l i t à di p r o g e t t a z i o n e dei c o n t e n i t o r i
q u a n d o la l o r o n a t u r a è tale d a ostacol a r e il r e c u p e r o dei relativi c o m p o n e n t i ,
e c h e scoraggi la f a b b r i c a z i o n e e l'utilizz a z i o n e nel t e r r i t o r i o n a z i o n a l e di imballaggi difficilmente riciclabili.
R e l a t i v a m e n t e alla politica degli
acquisti
pubblici,
essa p u ò e s e r c i t a r e u n ' a z i o n e
incisiva p r i v i l e g i a n d o i p r o d o t t i f a b b r i cati c o n m a t e r i a l e riciclato o v v e r o progettati in m o d o da f a c i l i t a r n e il r e c u p e r o
dei c o m p o n e n t i . Le scelte della p u b b l i c a
amministrazione non devono incidere
sulla q u a l i t à dei p r o d o t t i , che devfe essere s a l v a g u a r d a t a t e n e n d o t u t t a v i a presente il criterio della c o n g r u i t à dei b e n i
acquistati a s o d d i s f a r e le esigenze della
f u n z i o n e d ' u s o p r e v i s t a . In q u a l c h e caso
p o t r e b b e q u i n d i essere o p p o r t u n o rivedere gli s t a n d a r d di q u a l i t à prescritti,
come p . es. nel caso dei q u a d e r n i scolastici, la cui f a b b r i c a z i o n e d e v e oggi
avvenire u t i l i z z a n d o e s c l u s i v a m e n t e fib r e cellulosiche v e r g i n i : u n a b b a s s a m e n t o del g r a d o di b i a n c o richiesto perm e t t e r e b b e il ricorso p a r z i a l e a c a r t a
riciclata, c o n s e n t e n d o a n c h e q u a l c h e
vantaggio e c o n o m i c o .
L ' i n f l u e n z a della d o m a n d a p u b b l i c a in
senso stretto p u ò infine essere accresciuta se sarà rivolta u n a m a g g i o r e attenzione al p r o b l e m a dei rifiuti d a p a r t e
delle i m p r e s e a p a r t e c i p a z i o n e statale,
che p o t r e b b e r o essere i n d i r i z z a t e verso
impegni di ricerca e di a p p l i c a z i o n e in
questo campo.
In tal senso la già citata legge f r a n c e s e
n. 6 3 3 all'art. 17 r e c i t a :
« Avuto riguardo alle convenzioni internazionali in vigore ed alle disposizioni relative alla
repressione delle frodi, il Governo può, allo
scopo di contribuire alla salvaguardia dell'ambiente o di far fronte ad una situazione
di penuria, fissare la proporzione minima di
materiale o sostanze recuperate che deve essere utilizzata nella fabbricazione di un prodotto o di una categoria di prodotti. (...)
« L'utilizzazione di una proporzione minima
di materiali o di sostanze recuperate può essere imposta per decreto del Consiglio di Stato ai fabbricanti e, se necessario, agli importatori di prodotti regolamentati. (...) ».
La ricerca scientifica e tecnologica
finalizzata al r i s p a r m i o di m a t e r i a l i h a ass u n t o u n a n o t e v o l e i m p o r t a n z a in questi
ultimi a n n i , a d i f f e r e n z a del p a s s a t o .
Sforzi a n c h e massicci in tal senso possono t u t t a v i a n o n p r o d u r r e benefici effetti sul sistema i n d u s t r i a l e se n o n esiste
u n a s t r u t t u r a in g r a d o di d i f f o n d e r n e i
risultati a livello della m e d i a e piccola
i n d u s t r i a , c o m e s a r e b b e invece o p p o r t u n o in m o l t i settori ( p . es. q u e l l o tessile).
Per r e n d e r e possibile l'accesso di t u t t e le
i m p r e s e a tecnologie a v a n z a t e o c c o r r e
u n ' a z i o n e c h e t e n d a i n n a n z i t u t t o ad acc e r t a r e il livello tecnologico delle u n i t à
p r o d u t t i v e dei singoli settori e ad assistere p o i le i m p r e s e n e l l ' a t t i v i t à di amm o d e r n a m e n t o c h e risulta n e c e s s a r i a ;
u n a v o l o n t à di o p e r a r e in tal senso è
già stata m a n i f e s t a t a dalle F i n a n z i a r i e
regionali, dalle C a m e r e di c o m m e r c i o e
dalle Associazioni i n d u s t r i a l i .
U n a politica coerente dei rifiuti
urbani
d o v r e b b e t e n e r c o n t o a n c h e di quelli ind u s t r i a l i , e viceversa: i n f a t t i ai 14,5 milioni di t / a di i m m o n d i z i e u r b a n e si
d o v r e b b e r o a g g i u n g e r e a l m e n o 2 milioni di t / a di rifiuti i n d u s t r i a l i ad esse
assimilabili, c o m p r e n d e n t i rifiuti degli
uffici, di m e n s a , di t a l u n e attività di m a n u t e n z i o n e , imballaggi ecc. U n trattam e n t o associato degli uni e degli altri
p o t r e b b e in m o l t i casi c o n s e n t i r e u n a
m i g l i o r e utilizzazione di e n t r a m b i , f a r e
r a g g i u n g e r e in alcuni c o m p r e n s o r i la soglia di c o n v e n i e n z a di tecnologie p i ù
efficienti, e r i d u r r e il costo ecologico di
t a l u n e f o r m e di s m a l t i m e n t o .
6. PRODUZIONE DI RIFIUTI
E POSSIBILITÀ DI RECUPERO
NELL'INDUSTRIA ITALIANA
Si r i m a n d a a l l ' a p p e n d i c e B p e r u n a rassegna dei d a t i essenziali relativi ai singoli settori p r o d u t t i v i . A titolo di esemp i o si r i p o r t a n o tuttavia a l c u n i dati tra
i p i ù significativi r i s u l t a n t i dalle analisi
di settore.
A tutt'oggi v e n g o n o ogni a n n o d i s p e r s e ,
m e n t r e s a r e b b e r o i n v e c e in g r a n p a r t e
suscettibili di v a l o r i z z a z i o n e : 4 0 0 0 t di
z u c c h e r o c o n t e n u t o nelle a c q u e di processo d e l l ' i n d u s t r i a d o l c i a r i a ; 2 6 0 . 0 0 0 t
di scarti di m a c e l l a z i o n e ; 8 3 . 0 0 0 t di
p o l p a semi e b u c c e di p o m o d o r o derivanti dall'industria conserviera come
p u r e 2 0 0 0 t di e m i c o t i l e d o n i di piselli,
3 0 0 . 0 0 0 t di scarti di a g r u m i costituiti
p e r la m e t à d a b u c c e ; 1,6 milioni di t
di siero di latte, m e n t r e altri 2 , 4 m i l i o n i
di t sono d e s t i n a t e a l l ' a l i m e n t a z i o n e suin a i n v e c e di essere t r a t t a t e p e r recuper a r e il lattosio e le p r o t e i n e c o n t e n u t e ;
1 . 8 0 0 . 0 0 0 t di sanse esauste d e r i v a n t i
dalla s p r e m i t u r a delle olive; 2 milioni di
t di g r a s p i , vinaccioli e b u c c e o r i g i n a t e
dalla vinificazione delle u v e ; 4 0 0 0 t di
fibre tessili, 10.000 t d i p e l u r i a r e s i d u a t a
n e l l ' i n d u s t r i a tessile e 2 5 0 0 t d i lanolina utilizzabile i n v e c e d a l l ' i n d u s t r i a dei
cosmetici; 5 0 . 0 0 0 t di carniccio e di
scarti d e l l ' i n d u s t r i a c o n c i a r i a ; 1,3 milioni di m e di s f r i d i e particelle legnose
con u n c o n t e n u t o e n e r g e t i c o p a r i a quello di 3 2 0 . 0 0 0 t di p e t r o l i o ; 1 m i l i o n e di
t di scorie di a l t o f o r n o , g r a n d i q u a n t i t a tivi di p i o m b o , zinco e f e r r o c o n t e n u t i
nelle polveri d e r i v a n t i dal t r a t t a m e n t o
dei f u m i delle acciaierie; 3 0 . 0 0 0 t di all u m i n i o , 8 0 0 0 t d i r a m e , 13.000 t di
zinco, 1 0 0 0 t di p i o m b o e 2 5 0 t di stagno c o n s i d e r a t e r e c u p e r a b i l i dalle industrie p e r la l a v o r a z i o n e dei metalli n o n
f e r r o s i , ed oggi i n v e c e disperse; g r a n d i
q u a n t i t a t i v i di m a t e r i e p l a s t i c h e , gomm e , f a n g h i di v e r n i c i a t u r a , s a b b i e deriv a n t i dalle f o n d e r i e d i s e c o n d a f u s i o n e ,
oli interi ed e m u l s i o n i ecc. p r o d o t t i dall ' i n d u s t r i a m e c c a n i c a e da q u e l l a della
c o s t r u z i o n e dei m e z z i di t r a s p o r t o ;
3 9 . 0 0 0 t di i d r o c a r b u r i p e s a n t i c o n t e n u t i
nei f o n d a m i dei depositi p e t r o l i f e r i ;
grandi q u a n t i t a t i v i di sostanze c h i m i c h e
assai v a r i e c o n t e n u t e nelle a c q u e di processo d e l l ' i n d u s t r i a p e t r o l c h i m i c a ; 2 1 5
m i l a t di p n e u m a t i c i ; 1 2 2 . 0 0 0 t di materie p l a s t i c h e ecc.
7. PROBLEMI PARTICOLARI
R e l a t i v a m e n t e ad alcuni m a t e r i a l i o
scarti i lavori del g r u p p o di s t u d i o
h a n n o p o s t o in e v i d e n z a dei p r o b l e m i
p a r t i c o l a r i c h e t r a s c e n d o n o i limiti delle
i n d a g i n i verticali di settore: t r a questi
u n a p a r t i c o l a r e m e n z i o n e deve essere
f a t t a r i g u a r d o alle fibre cellulosiche, ai
c o m p o s t i dello z o l f o d e r i v a n t i dal tratt a m e n t o di effluenti e dalla d e s o l f o r a zione di c o m b u s t i b i l i fossili, alla possibilità di i n d i v i d u a r e nei g r a n d i utilizzatori di energia i d e s t i n a t a r i di e v e n t u a l i
c o m b u s t i b i l i di r e c u p e r o , a l l ' o p p o r t u n i tà p e r le c e m e n t e r i e e le v e t r e r i e di utilizzare s o t t o p r o d o t t i di altre i n d u s t r i e .
Per q u a n t o concerne le fibre
cellulosiche
il p r o b l e m a presenta — come è noto —
d u e aspetti relativi l ' u n o all'approvvigion a m e n t o di materia p r i m a (di cui l'Italia è per la quasi totalità debitrice all'estero) e l'altro al t r a t t a m e n t o ed eventualmente all'utilizzazione degli effluenti
delle cartiere. Il tasso di recupero della
carta da macero nazionale p u ò certam e n t e essere ancora innalzato in maniera significativa, ed inoltre questa potrebbe essere parzialmente surrogata — alm e n o in certe lavorazioni — da fibre
cellulosiche ricavabili dai residui delle
attività forestali e dagli sfridi delle industrie del legno, ove questi fossero avviati a centri consortili di riduzione in
chips e da qui ai p r o d u t t o r i di pasta di
carta. Il m e r c a t o della carta da m a c e r o
p o t r e b b e poi essere ampliato ed in p a r t e
stabilizzato f a v o r e n d o l'attività dei recup e r a t o » (anche n o n istituzionali) di carta, che d o v r e b b e r o procedere in ogni
caso alla selezione e al condizionamento
del materiale p r i m a di cederlo agli utilizzatori, ed incoraggiando con opportuni incentivi le cartiere a migliorare e
ristrutturare le loro linee di pulperizzazione in m o d o da essere in grado di lavorare materie prime di qualità più scadente.
L'attuale massiccio impiego di combustibili fossili c o m p o r t a l'immissione nell ' a t m o s f e r a di grossi quantitativi di anidride solforosa, m e n t r e la loro depurazione onde ottenere combustibili a basso
tenore di zolfo c o n d u c e alla separazione
di grandi quantitativi di zolfo greggio.
Molte lavorazioni c o m p o r t a n o inoltre
l'impiego di grossi quantitativi di acido
solforico che p u ò essere parzialmente
scaricato insieme agli altri effluenti.
L'inasprirsi delle misure di prevenzione
d e l l ' i n q u i n a m e n t o ambientale e l'introduzione delle cosiddette tecnologie pulite, m e n t r e t e n d o n o ad accrescere la disponibilità di composti a base di zolfo,
ne limitano c o n t e m p o r a n e a m e n t e le possibilità di utilizzazione. Sarebbe invece
auspicabile una ricerca plurisettoriale
delle possibili utilizzazioni dell'anidride
solforosa e dell'acido solforico diluito
residuati d a l l ' a b b a t t i m e n t o di molti inquinanti, come p u r e dello zolfo greggio
derivante dalla raffinazione dei combustibili fossili, da f a r confluire in settori
di utilizzazione diversi da quelli tradizionali.
Notevole risulta anche la disponibilità
di
combustibili
secondari costituiti da materiali legnosi, noccioli d'oliva contenuti
nelle sanse esauste, gusci di m a n d o r l e e
nocciole utilizzate dall'industria alimentare, morchie oleose, f o n d a m i delle raffinerie, peluria relativa all'industria tessile, pneumatici non più ricostruibili, solventi usati, scarti di lavorazione delle
materie plastiche ecc. Il potere calorifico
di questi materiali n o n è t r o p p o elevato
(4000-7000 K c a l / K g ) , la loro composizione spesso variabile e la f o r m a di aggregazione tale da rendere per lo più
impossibile la loro combustione in f o r n i
tradizionali.
La disponibilità complessiva in Italia di
questi combustibili di r e c u p e r o supera
p r o b a b i l m e n t e il milione di t / a , equivalenti ad oltre mezzo milione di t / a di
petrolio: sarebbe quindi di grande interesse u n o studio sistematico delle relative possibilità di impiego, anche allo
scopo di minimizzare i costi di t r a s p o r t o
verso i grandi utilizzatori di energia che
p o t r e b b e r o impiegarli a d a t t a n d o opport u n a m e n t e i propri impianti. T r a di essi
si possono annoverare le cementerie, le
fornaci per la produzione di calce viva
e di laterizi, le industrie che utilizzano
grossi quantitativi di v a p o r e o i cui processi produttivi c o m p r e n d o n o cicli di essiccamento dei materiali, i quartieri residenziali ed i servizi che possono assorbire calore per il riscaldamento degli
ambienti o sotto f o r m a di acqua calda.
L'industria
del vetro impiega già oggi
notevoli quantitativi di r o t t a m e sostitutivo della materia p r i m a ed inoltre suscettibile di esercitare u n ' a z i o n e fondente e q u i n d i di consentire u n certo risparmio energetico. La p r o d u z i o n e di
vetri scuri potrebbe a n c h e assorbire u n a
certa percentuale di scorie di a l t o f o r n o
come f o n t e a b u o n m e r c a t o di C a O e di
AI2O3.
Anche Vindustria cementiera
p u ò utilizzare grandi quantitativi di scorie di altof o r n o per realizzare la miscela di silicati
costituenti il cemento, ed inoltre altri
sottoprodotti tra cui i rosticci dei f o r n i
di incenerimento dei rifiuti u r b a n i , le
ceneri volanti delle centrali termoelettriche, i sottoprodotti di arricchimento
di certe industrie minerarie, taluni fanghi e sali residui industriali, gli scisti
bituminosi ed oleosi il cui contenuto di
i d r o c a r b u r i viene utilizzato come combustibile ausiliario, i residui fosforati '
provenienti dall'arricchimento delle fosforiti povere, i fosfogessi, la ganga residua della lavorazione delle piriti, alcuni f a n g h i rossi, le scorie derivanti dalla
combustione dei carboni, le scorie di
f u s i o n e dello zinco e del p i o m b o , le ceneri di lignite ecc. L'assorbimento di
materiali di r e c u p e r o anche relativamente poco idonei risulta facilitata dal grande volume di p r o d u z i o n e delle cementerie, prossimo a 4 0 milioni di t / a in Italia, tale quindi da ammettere l'inserzione — evidentemente minoritaria — di
numerosi cascami. Tali pratiche consentirebbero qualche vantaggio economico
e soprattutto u n beneficio ecologico dovuto alla riduzione dei prelievi dalle
cave.
8. PROPOSTE DI I N D A G I N E
T r a le misure che p o t r e b b e r o contribuire ad ottimizzare la soluzione del problema posto dalla valorizzazione dei rifiuti industriali, come pure del loro smaltimento in genere, alcune h a n n o carattere essenzialmente organizzativo e conoscitivo; la loro attuazione contribuir e b b e a generare u n a maggior chiarezza
ed incisività nelle azioni condotte dai
diversi operatori interessati.
Le iniziative auspicabili sono numerose;
si m e n z i o n a n o in particolare le seguenti:
— classificazione
sistematica
dei rifiuti
industriali
allo scopo di rendere congruenti i dati raccolti nel corso di f u t u r i
lavori, ed anche per facilitare la stima
dei quantitativi totali di rifiuti simili
prodotti in diversi settori'industriali;
— elaborazione
di uno schèma di indagine-tipo, di settore o orizzontale, da f a r
seguire da qualsiasi ente incaricato di eff e t t u a r e ulteriori indagini, onde renderle congruenti e q u i n d i confrontabili;
— istituzione di u n a struttura
pubblica permanente
che rilevi i dati, progetti
e realizzi ricerche, proponga interventi,
e costituisca c o m u n q u e u n p u n t o di riferimento per la p u b b l i c a amministrazione e per le imprese in tema di recupero, riciclaggio, risparmio di materiali e
più in generale gestione dei rifiuti, costituendo cosi u n a b a n c a dei dati in questo
settore, sostenuta dalla collaborazione di
enti esterni per la realizzazione di ricerche finalizzate;
— studio globale del problema
delle
acque reflue, nei suoi aspetti del consumo della risorsa acqua, dell'impegno
energetico necessario per il suo condi^
zionamento termico e d e l l ' i n q u i n a m e n t o
prodotto dall'immissione degli scarichi
liquidi nell'ambiente (e di riflesso dei
costi di disinquinamento).
9. FABBISOGNI FINANZIARI PER
L'ATTUAZIONE DI U N A POLITICA
GENERALIZZATA DI RECUPERO
Attualizzando ad oggi il volume medio
degli investimenti effettuati dall'industria nell'ultimo triennio si ottiene un
valore a n n u o di circa 6000 miliardi di
lire. Analizzando più in dettaglio questa
cifra e tenendo conto del tasso dei recuperi possibili nei diversi settori p r o d u t tivi, n o n c h é delle diverse esigenze di
introdurre tecnologie pulite, il g r u p p o
di studio ha ritenuto di fissare per il
prossimo triennio il volume di investimenti necessari ad attuare interventi di
riciclaggio ovvero a modificare i processi
in m o d o da ridurre il consumo di risorse, nella misura di 6 5 0 miliardi l ' a n n o
per c i a s c u n a dèi tre anni a venire. In
particolare i capitali da mobilitare a
questo scopo sono stati ritenuti necessari
in linea di principio nella misura del
10 o del 1 5 % di quelli globalmente
investiti nei singoli settori, tenuto conto
delle esigenze riscontrate.
In dettaglio i fabbisogni finanziari per
l'ottimizzazione dello s f r u t t a m e n t o delle fonti di energia e delle materie prime
nei processi industriali risultano fissati,
per ciascun comparto, nella misura indicata (valori espressi in miliardi di lire
del 1978) nella tabella 1.
Questo sforzo nazionale p u ò essere rea-
lizzato per diverse vie: p a r t e della somm a necessaria deriverà da investimenti
attuati dalle industrie private e pubbli*
che secondo i capitoli di spesa ordinari
dei loro bilanci, parte sarà compresa nella realizzazione di n u o v e u n i t à produttive concepite in armonia con le n u o v e
esigenze, ed infine u n a parte deve essere
reperita nell'ambito di u n p r o g r a m m a
di interventi pubblici, derivanti dalla
legge 675 o da altri provvedimenti analogamente finalizzati.
Si ritiene che l'intervento pubblico necessario a mettere in m o v i m e n t o anche
le altre f o r m e di impegno non possa
essere inferiore al 4 0 % della cifra totale,
che r a p p r e s e n t a u n m i n i m o n o n riducibile. N e deriva d u n q u e u n f a b b i s o g n o
di capitale pubblico nella misura di
2 6 0 miliardi l ' a n n o per il triennio 19791981, vale a dire di 780 miliardi complessivi.
Oltre all'impegno complessivamente richiesto alle diverse componenti della
produzione industriale, valutato nella cif r a di 1950 miliardi per il triennio considerato, si ritiene che anche successivamente si d o v r à continuare a destinare
a questa f o r m a di r i n n o v a m e n t o delle!
attrezzature produttive u n m i n i m o pari
al 1 0 % degli investimenti effettuati,
Tabella 1. I n v e s t i m e n t i a n n u i n e l l ' i n d u s t r i a ,
r i c h i e s t i p e r lo s f r u t t a m e n t o o t t i m a l e d e l l e
f o n t i di e n e r g i a e d e l l e m a t e r i e p r i m e
C l a s s i di i n d u s t r i e
Valori in
miliardi di lire
Industrie alimentari
Industrie tessili
I n d u s t r i e del v e s t i a r i o , dell'abbig l i a m e n t o e della lavorazione
d e l l e pelli e del cuoio
I n d u s t r i e del legno, del mobilio e
dell'arredamento
Industrie metallurgiche
Industrie m e c c a n i c h e
I n d u s t r i e dei mezzi di t r a s p o r t o
I n d u s t r i e dei materiali da c o s t r u zione
I n d u s t r i e c h i m i c h e e affini
I n d u s t r i e dei d e r i v a t i del petrolio
e del c a r b o n e
Industrie
trasformatrici
della
gomma
I n d u s t r i e c a r t a r i e , poligrafiche
cartotecniche e trasformatrici
della c a r t a e del c a r t o n e
46,5
50,5
Totale
19
24
114,5
108
110
Tabella 2 . D e s t i n a z i o n e d e g l i i n t e r v e n t i p u b blici p e r il r e c u p e r o e il r i c i c l a g g i o d e i
materiali
Destinazione
Ricerca applicata
Ricerca di b a s e e / o finalizzata all ' a t t u a z i o n e di nuove t e c n o l o g i e
I n f r a s t r u t t u r e locali e consortili
R i s t r u t t u r a z i o n e e / o realizzazione di
impianti
%
15
5-10
20
55-60
quota che dovrà essere prevista anche
relativamente ad ogni intervento pubblico p r o g r a m m a t o in f u t u r o .
Gli importi indicati d o v r a n n o essere destinati alle diverse f o r m e di intervento
come indicato nella tabella 2, ove alla
voce « i n f r a s t r u t t u r e locali e consortili »
si sono raggruppate quelle iniziative che
possono essere promosse in a m b i t o regionale e / o di consorzi di C o m u n i , e
quelle che venissero attuate da consorzi
di imprese che agiscano congiuntamente
o attraverso le rispettive associazioni di
categoria.
In molti casi la piccola dimensione delle
unità produttive o l'onerosità e la complessità delle soluzioni tecniche da attuare possono p o r r e il recupero ed il
riciclaggio dei materiali al di là delle
possibilità economiche degli interessati.
In altri casi viceversa il moltiplicarsi
delle iniziative, sebbene ancora economicamente valide, genera sprechi o abbassa i rendimenti conseguibili. La definizione di u n a q u o t a del 2 0 % dell'investimento pubblico a favore di iniziative
consortili è quindi intesa a sostenere
quelle che v e r r a n n o proposte, m a anche
a vincolare u n a p a r t e dei f o n d i disponibili a questa f o r m a di utilizzazione, onde creare in certa m i s u r a u n a necessità
per le imprese di consorziarsi a questo
fine, q u a n d o risultassero esaurite le altre
possibilità di
finanziamento.
3,5
130
23
10,5
10,5
650
10. C O N C L U S I O N I
I dati raccolti in numerose recenti indagini e parzialmente esposti in questa rapida rassegna dimostrano come — an-
c h e al d i là degli aspetti s t r e t t a m e n t e
ecologici — il r e c u p e r o dei sottoprod o t t i i n d u s t r i a l i sia di v a s t a p o r t a t a , e
suscettibile di p r o d u r r e effetti significativi s u l l ' e c o n o m i a n a z i o n a l e q u a l o r a venga a v v i a t o a c o n v e n i e n t e s o l u z i o n e .
U n a stima s o m m a r i a dei m a t e r i a l i elencati al c a p . 6, ed a t t u a l m e n t e n o n valor i z z a t i , n e f a a m m o n t a r e il v a l o r e a circa 4 0 0 m i l i a r d i ; c o n s i d e r a n d o a n c h e altri s o t t o p r o d o t t i n o n m e n z i o n a t i , il val o r e d i tutti i c a s c a m i originati dalle lav o r a z i o n i i n d u s t r i a l i e oggi dispersi pot r e b b e essere a s s u n t o p a r i al d o p p i o alm e n o , vale a d i r e ad 8 0 0 m i l i a r d i di
lire l ' a n n o .
Se o l t r e a l l ' a t t u a z i o n e di p r a t i c h e di rec u p e r o si p r o c e d e s s e a n c h e a l l ' i n t r o d u z i o n e di tecnologie p u l i t e o v u n q u e ciò
a p p a i a a u s p i c a b i l e , p o t r e b b e essere ris p a r m i a t a u n a c i f r a a l m e n o e g u a l e in
t e r m i n i di m a n c a t i costi di d i s i n q u i n a m e n t o , o v v e r o o r i g i n a t i dagli effetti dell ' i n q u i n a m e n t o stesso.
Q u e s t e i n d i c a z i o n i di larga m a s s i m a poss o n o essere c o n f r o n t a t e c o n il v o l u m e di
i n v e s t i m e n t i r i t e n u t i necessari p e r oper a r e gli o p p o r t u n i i n t e r v e n t i , i n d i v i d u a t o i n t o r n o ai 6 5 0 m i l i a r d i l ' a n n o .
Si p u ò q u i n d i p o r r e il v a l o r e del rapp o r t o c o s t i / b e n e f i c i p r o s s i m o ad 1 p e r
q u a n t o attiene al solo r e c u p e r o di m a t e riali, e p a r i a 0 , 5 se si tiene c o n t o anc h e degli effetti e c o l o g i c a m e n t e f a v o r e voli i n d o t t i ; ciò, a p a r t e ogni consideraz i o n e relativa alla p r e c a r i a d i s p o n i b i l i t à
nel tempo di risorse non rinnovabili,
sembra indicare u n a netta convenienza
del riciclaggio n e i c o n f r o n t i della semplice n e u t r a l i z z a z i o n e .
S e n z a c o n s i d e r a r e i benefici a l u n g o term i n e c h e q u e s t o p u ò p r o d u r r e , il s u o
c o s t o i m m e d i a t o p u ò poi r i s u l t a r e n o n
m o l t o s u p e r i o r e a q u e l l o della i n n o c u i z z a z i o n e degli effluenti o v e le s t r u t t u r e
p r o d u t t i v e siano a p r i o r i p r o g e t t a t e allo
s c o p o di f a v o r i r l o in ogni m o d o , e gestite di c o n s e g u e n z a . Il costo dei processi di n o b i l i t a z i o n e e delle tecnologie
p u l i t e n o n è i n f a t t i in g e n e r e t r o p p o
s u p e r i o r e a q u e l l o del d i s i n q u i n a m e n t o ,
a l m e n o in t e r m i n i di i n v e s t i m e n t i ; p e r
q u a n t o attiene la g e s t i o n e il p r i m o risulta poi spesso m e n o o n e r o s o del s e c o n d o .
Ciò d o v r e b b e c o s t i t u i r e , a l u n g o term i n e , u n i n c e n t i v o p e r l e i n d u s t r i e ad
adottare procedimenti
ecologicamente
p i ù c o r r e t t i : la r i c h i e s t a di u n interv e n t o iniziale dello S t a t o d o v r e b b e essere finalizzata s o l t a n t o a d a v v i a r e c o n
t e m p e s t i v i t à ed efficacia il p r o c e s s o di
r i n n o v a m e n t o t e c n o l o g i c o . In tal senso
si p u ò p a r l a r e di u n a politica del recup e r o , oggi i m p r o r o g a b i l e : la sua attuazione r i c h i e d e u n a serie di scelte sulle
cui m o t i v a z i o n i p a r e esservi u n a sostanziale c o n v e r g e n z a di t u t t e le p a r t i sociali, a n c h e se la loro a r t i c o l a z i o n e resta
oggetto di discussione.
A f a v o r e d i u n siffatto i m p e g n o — c h e
d e v e g i u n g e r e a c o i n v o l g e r e in v a r i e
f o r m e risorse nazionali p e r u n i m p o r t o
di m o l t e c e n t i n a i a di m i l i a r d i l ' a n n o —
b i s o g n a a n c o r a a n n o v e r a r e la s u a conv e n i e n z a p e r u n p a e s e c o m e l ' I t a l i a , rel a t i v a m e n t e p o v e r o di risorse n a t u r a l i e
s o v r a p p o p o l a t o . Il r e c u p e r o di m a t e r i e
seconde tende infatti a ridurre l'impiego
di m a t e r i e p r i m e , il cui costo a l l ' i m p o r t a z i o n e v i e n e in g r a n p a r t e a s s o r b i t o d a
u n m a g g i o r c o n t e n u t o di v a l o r e aggiunto delle sostanze riciclate, d o n d e u n inc r e m e n t o g e n e r a l e dei livelli di occup a z i o n e a p a r i t à degli altri f a t t o r i di
produzione.
Il c o n s e g u i m e n t o di significativi progressi nello s f r u t t a m e n t o o t t i m a l e delle
m a t e r i e p r i m e e delle f o n t i e n e r g e t i c h e
è d u n q u e r a c c o m a n d a b i l e ed u r g e n t e p e r
u n a serie assai a m p i a di m o t i v a z i o n i —
a m b i e n t a l i , e c o n o m i c h e e sociali — m a
soprattutto perché rappresenta l'unica
via p e r m a n t e n e r e c o n d i z i o n i d i vita
r a g g i u n t e con u n l u n g o p r o g r e s s o ed
o r m a i i r r i n u n c i a b i l i : le n e c e s s a r i e tecnologie s o n o in p a r t e n o t e v o l e già acquisite, a n c h e se la l o r o a p p l i c a z i o n e ric h i e d e u n m u t a m e n t o s o s t a n z i a l e dei
n o s t r i m o d i di p e n s a r e ed u n a p r e c i s a
v o l o n t à politica di a t t u a r e la riconversione.
APPENDICE A: PRODUZIONE
DI RIFIUTI INDUSTRIALI
Sebbene i dati contenuti nell'indagine « I rifiuti solidi industriali - elementi conoscitivi e
propositivi per una politica d'intervento » della Confederazione-generale dell'industria italiana siano stati in parte ritoccati in seguito
ad ulteriori ricerche, vengono ugualmente riportate alcune indicazioni in essa contenute,
relative alla produzione ed alla destinazione
dei rifiuti industriali nei diversi settori produttivi (tab. 3-4).
Le informazioni relative alla produzione di
rifiuti per addetto impiegato (tab. 5) sono invece tratte dal rapporto « I rifiuti solidi tecniche e costi di raccolta e smaltimento »
(G. M. Baiano, C. G. Bertolotti, V. Borasi).
APPENDICE B: ANALISI DI SETTORE
Mentre si rimanda all'appendice C per una
lista settoriale delle indicazioni di intervento
sui processi e relativo alle ricerche da svolgere, vengono riportati i dati essenziali delle
analisi contenute nel rapporto finale del gruppo di studio « Recupero e riciclaggio dei materiali » (legge 675).
B.1. INDUSTRIA ALIMENTARE
Struttura produttiva
di occupazione
e livelli
Gli addetti del settore risultano (ISTAT 1971)
essere 380.000 ripartiti in 49.000 aziende, di
cui 34.600 (71%) artigiane con 95.000 (25%)
addetti. Inoltre gli addetti in imprese con oltre 20 addetti risultavano essere 227.000 (60%)
(ulteriore fascia di industrie di piccola dimensione).
La valutazione del quantitativo totale di rifiuti prodotti risulta incerta a causa della diversità dei processi produttivi applicati. Il
valore di 2,35 milioni di t/a riportato dall'indagine Confindustria appare sottostimato,
mentre sembra più realistico un valore di 7-8
milioni di t di rifiuti.
Forme di riutilizzo degli scarti
Lo studio delle forme di riutilizzo deve tener
conto di una serie di fattori tra cui:
— la natura e le caratteristiche dei rifiuti;
— la loro distribuzione sul territorio;
— la fattibilità tecnica di processi di recupero (aspetti chimici, microbiologici, ingegneristici, agronomici ecc.);
— la fattibilità economica;
— il mercato dei prodotti riciclati.
Filoni di ricerca
Riciclaggio ad uso fertilizzante, energetico e
alimentare.
Le suddette forme di recupero sono possibili
solo se applicate ad unità produttive di notevole entità o, in alternativa, attraverso consorzi.
Le tecniche disponibili per effettuare il recupero sono numerose; non tutte, però, risul-
Tabella 3. D e s t i n a z i o n e
dei
rifiuti solidi
Destinazioni
Settori
manifatturieri
Alimentari
Tessili
Vestiario
Calzature
Pelli e c u o i o
Legno
Mobilio
Metallurgiche
Meccaniche
Mezzi t r a s p o r t o
Materiali da c o s t r u z i o n e
Chimiche e derivati
Gomma
Fibre c h i m i c h e
Carta e cartone
Poligrafiche ed editoriali
Fonografiche
Materie plastiche
Manifatt. varie
Totale g e n e r a l e
T a b e l l a 4. T i p o l o g i a d e i
F o r n o di
incenerimento
Altre
forme
di i n c e nerimento
83,60
31,47
13,91
20,42
5,82
74,41
7,17
4,59
62,25
7,03
83,84
52,42
0,95
10,23
17,93
0,43
2,12
8,94
180,09
14,55
3,11
25,92
6,46
30,23
18,85
1,45
Alimentari
Tessili
Vestiario
Calzature
Pelli e cuoio
Legno
Mobilio
Metallurgiche
Meccaniche
Mezzi di t r a s p o r t o
Materiali da costruzione
Chimiche e derivati
Gomma
Fibre c h i m i c h e
Carta e cartone
Poligrafiche ed e d i t o r i a l i
Fonografiche
Materie plastiche
M a n i f a t t . varie
Totale generale
per
Discarica
pubblica
Discarica
privata
1.131,44
119,84
11,34
11,71
326,75
41,21
55,59
6.796,83
1.086,20
184,33
1.190,98
306,01
42,31
129,36
146,75
22,88
11.632,43
7.335,88
settori
( m i g l i a i a di
31,62
10,03
0,14
9,74
2,72
172,94
0,66
183,26
225,34
14,47
7,67
40,54
19,18
70,31
2.716,53
416,07
95,32
362,35
782,03
23,39
30,02
366,14
9,99
0,21
18,39
7,99
502,12
513,95
5.389,19
—
—
17,04
3,02
—
rifiuti solidi
Tipi di rifiuto
Settori
manifatturieri
industriali
—
28,92
—
industriali per
Assimilabili
ai rifiuti
urbani
settori
Recuperati
e / o venduti
179,92
95,71
37,36
15,43
26,05
311,98
46,18
75,27
247,46
120,32
104,43
148,78
19,11
22,02
110,35
34,10
0,26
175,76
6,64
906,69
59,47
30,10
23,28
92,29
421,03
359,25
7.032,33
1.250,56
1.681,95
1.632,80
392,01
43,21
24,51
251,38
53,87
0,92
12,64
6,22
1.777,15
14.274,51
t/a)
( m i g l i a i a di
Vendita
Recupero
725,43
55,72
28,95
21,69
89,88
241,77
44,42
2.535,52
1.044,09
1.660,78
509,03
43,47
37,80
20,37
209,40
52,02
0,92
12,53
2,10
Materiali
inerti
561,70
4,62
—
0,05
0,01
2,86
0,19
9.845,59
1.223,15
76,72
2.497,81
91,14
3,35
16,70
15,06
0,02
0,04
0,04
—
14.339,06
146,08
5,23
0,86
0,18
12,61
170,91
315,94
4.591,10
204,10
21,46
1.035,22
343,79
5,50
4,12
20,57
0,47
Cessione
a terzi
2,16
5,42
0,34
__
3,02
8,36
0,76
135,32
10,72
0,26
20,99
2,47
3,99
5,20
Ritiro
da ditta
specializzata
Ricompos.
pendici
cave
strade
8,27
2,83
0,44
0,99
114,64
4,68
4,93
19,60
25,56
3,41
1,83
0,06
„
Concimazione
54,21
2,52
Corso
di
acqua
Altre
0,07
0,17
6,89
___
37,51
2,46
0,83
__
611,45
8,49
2,04
144,61
19,16
1.053,20
289,61
3,65
1,96
0,06
0,28
0,21
16,18
5,93
.—
0,16
2,11
2,02
6.880,41
201,03
—
—
189,43
Totale
204,07
—
79,81
—
—
6,60
2.344,76
466,49
70,74
64,77
609,09
736,76
512,66
17.302,33
3.006,53
2.011,66
4.409,72
1.879,75
115,70
191,52
820,85
98,40
1,27
243,17
17,60
1.968,86
t/a)
Materie
plastiche
6,89
5,77
2,53
0,86
2,64
—
2,03
0,83
7,80
3,09
3,52
20,08
10,76
7,84
2,27
5,49
0,05
47,63
0,63
130,71
Gomma
0,01
0,99
—
0,28
0,08
—
—
0,77
1,26
1,20
0,10
1,61
36,70
—
—
—
—
—
—
43,00
Fanghi
527,16
298,98
0,75
—
388,07
0,76
63,68
329,82
245,79
118,73
170,21
892,26
1,77
117,25
439,88
2,89
.—.
Infiammabili
0,01
Altri
Totali
162,37
0,94
2.344,76
466,49
70,74
64,77
609,09
736,76
512,66
17.302,33
3.006,53
2.011,66
4.409,72
1.879,75
115,70
191,52
820,85
98,40
1,27
243,17
17,60
—
—
0,12
36,73
3,99
24,65
3,42
0,49
7,30
0,63
3,19
0,36
0,91
3,83
4,11
2,76
3.605,96
84,56
—
24,87
99,96
4,61
13,73
5,86
6,22
0,37
326,58
0,17
—
1,54
1,12
0,51
—
648,83
34.903,78
sostanze alimentari nobili, considerando il
suo contenuto di lattosio (4,50%), proteine
(0,70%), grasso (0,05%) e le controindicazioni che presenta nel caso di impiego massiccio per l'alimentazione dei maiali (dissenteria). Sarebbe d u n q u e invece possibile — mediante opportune lavorazioni — ricavarne circa 200.000 t / a di alimenti nobili.
Tabella 5. Produzione di rifiuti per addetto nell'industria italiana
Kg/addetto/mese
Produzione
totale
rifiuti
(t/a/add.)
Attività industriale
Alimentare
Tabacco
Tessile
Abbigliamento
Calzature
Cuoio
Legno
Mobili
Metallurgia
Meccanica
C o s t r u z i o n e m e z z i di t r a s p o r t o
Minerali non metalliferi
Chimica
Fibre c h i m i c h e
Gomma
Carta
Grafica
Foto-Fono-Cine
Plastica
1,75
0,54
0,31
0,27
0,23
1,94
5,55
0,89
21,80
1,73
1,61
10,80
9,46
0,69
1,22
3,77
0,42
0,48
1,11
Recuperati
3,5
—
2
—
—
2
—
—
4
51
80
7
56
—
5
2
6
2
tano economiche. Quindi si avverte la necessità di ulteriori approfondimenti scientifici e
tecnologici.
B.1.1. Industria molitoria
e della pastificazione
Principali
produzioni
di
rifiuti
La lavorazione del grano tenero produce
sottoprodotti in gran parte recuperati; per
350.000 t / a (crusca, germe, farinaccia ecc.)
di essi non appare possibile il reimpiego a
causa della dispersione e delle modeste dimensioni delle unità produttive.
L'industria della pastificazione produce 45.000
t / a di scarti utilizzati come mangime per
l'80% e 25.000 t / a di scarti di imballaggio.
B.1.2. Industria dolciaria
Principali
produzioni
di
rifiuti
Su 348.000 t / a di prodotti da forno si ha
l ' l % di scarti di lavorazione, attualmente dispersi, ed il 5 % di prodotti resi dalla rete
commerciale e riutilizzati in vario modo. Su
136.000 t / a di prodotti a base di zucchero e
74.000 t / a di prodotti a base di cacao non
si h a n n o scarti importanti, m a le relative
acque di processo — attualmente scaricate in
fogna — contengono zucchero oggi disperso
nella misura di circa 4000 t / a .
Assimilabili a
rifiuti
domestici
25
30
13,5
20,5
15
33
459
63
3
13
29
17
145
27
32
101
23
40
9
Inerti
Plastica
gomma
oli m i nerali
Fanghi
B.1.5. Industria dei grassi vegetali
4,5
2,5
__
1
2,5
2
2,5
8
1
6
7
—
—
2
—
772
60
3
227
372
21
7
8
—
—
12
80
2
8
1
5
3
46
34
1
176
2,5
14
378
179
7
1
94
3
26
3
—
Altri
98,5
2
39
5
863
15,5
B.1.6. Industria delle bevande
alcooliche e della distillazione
276
33
La spremitura delle uve lascia circa 650.000
t / a di graspi, 700.000 t / a di vinaccioli,
1.650.000 t / a di bucce, mentre la distillazione
lascia un quantitativo di parecchie decine
di migliaia di t / a di borlande. L'impiego come combustibile, come mangime o come fertilizzante di queste sostanze è soltanto parziale; viceversa le bucce essiccate potrebbero essere utilizzate come mangime per il
loro contenuto in proteine ed aminoacidi; dai
vinaccioli si può spremere olio.
11
76
2
3
B.1.3. Industria conserviera
Principali
produzioni
di
Il principale sottoprodotto è costituito da 700900.000 t / a di sanse esauste provenienti dalla
spremitura delle olive, attualmente non riutilizzate.
rifiuti
Le attività di macellazione e di lavorazione
delle carni generano 320.000 t / a di scarti da
capi bovini e 230.000 t / a di scarti suini, costituiti da ossa, sangue, grasso, carniccio ecc.,
attualmente recuperati nella misura del 4050%.
La lavorazione dei pomodori lascia inutilizzate 55.000 t / a di polpa e 28.000 t / a di semi
e bucce, oggi generalmente disperse, allontanate con le acque di lavorazione.
La sgranatura dei piselli lascia 2000 t / a di
emicotiledoni (piselli rotti) attualmente dispersi, ma utilizzabili per produrre farina di
piselli per l'alimentazione u m a n a o come foraggio.
La lavorazione delle pere e delle mele origina
25.000 t / a di scarti allontanati con le acque
di processo.
Dalla lavorazione degli agrumi derivano
300.000 t / a di scarti (di cui il 50% costituito
da bucce) solo parzialmente utilizzati per produrre mangimi.
B.1.4. Industria casearia
Dalla lavorazione del latte residuano 4 milioni di t / a di siero, utilizzato per l'alimentazione suina e per altri usi marginali nella
misura del 60-70%. Esso potrebbe invece essere più utilmente destinato all'estrazione di
B.2. INDUSTRIA TESSILE
E DELL'ABBIGLIAMENTO
Struttura
dell'industria
Nel 1971 l'industria tessile contava circa
560.000 addetti, che salivano a quasi 800.000
comprendendo anche il settore della confezione; caratteristica è la localizzazione delle
aziende in poche province,, « tessili » e la loro
consistenza media o piccola, tanto che solo
il 14% dei lavoratori è inquadrato in aziende
con più di 500 addetti mentre il 47% è occupato in unità con meno di 50 addetti.
Principali
produzioni
di rifiuti
Rifiuti totali: 500.000 t / a di cui 300.000 t / a
di fanghi. Il riciclaggio mediante vendita delle fibre scartate e dei ritagli concerne circa
29.000 t / a provenienti dal settore tessile e
26.600 t / a provenienti dalla confezione; 4000
t / a risultano invece disperse mentre potrebbero essere recuperate.
Settori di intervento per
incrementare
la possibilità di recuperi
e razionalizzare
quelli
esistenti
1) L'acqua, considerata come materia prima
e come costo energetico in termini di condizionamento termico;
2) la « peluria » derivante dalla rasatura dei
tessuti nella misura di 10.000 t/a, oggi disperse;
3) la lanolina prodotta nella misura di circa
5000 t/a e recuperata per il 50% circa soltanto: la sua valorizzazione consentirebbe
anche di ridurre il problema del trattamento
delle acque di scarico;
4) i tessuti e le fibre le cui tecniche di recupero richiedono interventi di razionalizzazione; l'industria del riciclaggio di questi materiali è concentrata a Prato, ed assorbe 150.000
t/a di materiale di cui più dell'80% importato.
B.3. INDUSTRIA CONCIARIA
Struttura
dell'industria
Circa 2000 imprese artigiane ed industriali
con 27.000 addetti, localizzate per il 3% in
Piemonte, il 20% in Lombardia, il 15% nelle
Venezie, il 45% in Toscana, il 13% in Campania ed il 4% in Liguria e nelle Marche:
le maggiori concentrazioni si hanno nei comprensori di Turbigo (Milano) con oltre 2000
addetti, Arzignano (Vicenza) con 1700 addetti, Santa Croce sull'Arno (Pisa) con 6500 addetti, Solofra (Avellino) con 2000 addetti.
510.000 t/a dalle industrie del mobilio,
310.000 t/a dalla produzione delle paste per
carta; tali valori comprendono 230.000 t/a
di ritagli, trucioli e segature, e 260.000 t / a
di fanghi.
Il tasso di recupero è di circa il 40-45% che
potrebbe elevarsi qualora fossero adottate alcune tecnologie tra cui:
— la trasformazione in fertilizzanti organici
delle cortecce e di alcuni fanghi di cartiera,
eventualmente mescolandoli con le deiezioni
degli allevamenti industriali;
— la produzione di pannelli di particelle o
di energia termica ricavata da combustibili a
basso potere calorifico;
— la trasformazione in chips degli sfridi di
lavorazione, dei tronchetti e dei rami derivanti dalle attività forestali, da destinare anche alla produzione di paste di carta se la
natura delle essenze lo consente.
B.5. INDUSTRIE METALLURGICHE
Struttura
dell'industria
Si hanno 247.000 addetti di cui il 96% lavora
in industrie medie o grandi: il settore si presenta quindi fortemente accentrato.
Principali produzioni
Principali produzioni
di rifiuti
Dalla lavorazione di circa 500.000 t / a di pelli
grezze e semigrezze derivano circa 240.000 t / a
di rifiuti solidi specifici di cui 44.500 t / a
di sottoprodotti ad alto valore commerciale,
86.500 t / a di sottoprodotti a basso valore
commerciale il cui recupero dipende dai costi
di trasporto e dalle distanze delle concerie,
109.000 t / a di rifiuti attualmente non recuperabili; si hanno inoltre 400.000 mc/a di fanghi. La struttura molto frammentata del comparto suggerisce la creazione di centri consortili per la trasformazione in biogas degli
scarti, e l'installazione presso le aziende di
impianti per la compressione e disidratazione
del carniccio onde facilitarne il trasporto verso centri di valorizzazione e di impianti per
il pretrattamento degli effluenti per separarne
i metalli pesanti.
B.4. INDUSTRIE DEL LEGNO
Struttura
di rifiuti
Benché comprenda soltanto il 4,8% degli addetti all'industria manifatturiera, il settore produce il 49,8% dei rifiuti totali di tale industria; il 97,5% di questa massa è tuttavia inerte o recuperabile e quindi i problemi ambientali derivanti da tale attività risultano relativamente contenuti.
Sono complessivamente prodotti 17,3 milioni
di t / a di rifiuti, di cui 7 milioni di t / a
recuperati o venduti.
L'industria siderurgica genera mensilmente
167.150 t di scorie e ceneri. 16.060 t di macerie e refrattari, 243.650 t di loppe, 45.200 t
di polveri di filtrazione, 5250 t di terre e sabbie, 2850 t di fanghi della depurazione delle
acque, 24.990 t di fanghi derivanti dall'abbattimento dei fumi, 7040 t di fanghi di decapaggio, 900 t di morchie e fanghi oleosi,
1380 t di oli ed emulsioni esauste, 7 t di vernici e solventi, 890 t di carta e cartoni,
1300 t di legno e segatura, 250 t di stracci,
640 t di rifiuti di mensa, 290 t di spazzature,
263.000 t di sfridi, materozze e trucioli,
65.500 t di scaglie di laminazione.
dell'industria
Il settore comprende le industrie del legno,
del sughero e affini, del mobilio e dell'arredamento, della produzione di paste di carta,
di carta e cartoni; le imprese sono circa
100.000 di cui 92.000 artigiane con 398.000
addetti complessivi.
Principali produzioni
di rifiuti
I rifiuti totali superano il 1.500.000 di t / a di
cui 730.000 t / a dalle industrie del legno,
La rottamazione di vecchie
ed
elettrodomestici
auto
La destinazione dei rottami di questi manufatti è il ritorno in ciclo dei componenti, e
particolarmente del ferro in acciaieria. Difficoltà per questo tipo di riciclaggio derivano
tuttavia dall'alto volume specifico delle carcasse, che aumenta i costi di trasporto verso
i centri di trattamento, e dalla presenza di
molti elementi non ferrosi che costituiscono
un inquinante in acciaieria.
Le possibili soluzioni tecniche, penalizzate
tuttavia da diversi fattori tecnologici ed economici, prevedono la compressione in balle
delle carcasse, o la loro frantumazione in mulini a martelli, o la frammentazione mediante
processi criogenici.
Lavorazione
dei metalli non
ferrosi
Dopo aver rilevato come la percentuale dei
consumi dissipativi rispetto a quelli totali
sia del 3,8% per l'alluminio, dell'I,7% per
il rame, del 44,2% per lo zinco, del 37,6%
per il piombo e del 27% per lo stagno, il
volume di metalli non ferrosi recuperati nell'anno 1978 o considerati recuperabili è stato
valutato come segue:
Recuperabili
t/a
Recuperati
t/a
80.000
133.000
58.000
81.000
3.150
50.000
125.000
45.000
80.000
2.900
Alluminio
Rame
Zinco
Piombo
Stagno
B.6. INDUSTRIE MECCANICHE
Principali produzioni
di rifiuti
Secondo l'indagine Confindustria il totale dei
rifiuti prodotti ammonta a poco più di 3 milioni di t da parte di 1.569.000 addetti, derivanti da processi di lavorazione per la gran
parte (2.613.500 t/a), e per il resto dagli uffici
e mense aziendali (142.500 t/a), e da impianti
di trattamento delle acque (250.500 t/a).
Pratiche di smaltimento
di recupero
e
prospettive
Per alcuni tipi di rifiuti è auspicabile l'adozione di nuove tecnologie « pulite » di processo che consentano la loro riduzione ed
eliminazione.
Per altri tipi di rifiuti le tecnologie attuali
non consentono recuperi ma soltanto la loro
neutralizzazione.
Per quanto riguarda i fanghi vi è la possibilità di risolvere molti problemi attraverso
l'elettroforesi, che permette il recupero quasi
totale del materiale non utilizzato.
Risulta infine necessario lo studio di nuovi
processi produttivi tali da ridurre o annullare
la generazione di rifiuti non recuperabili, come p. es. le sabbie, le terre ed i refrattari di
fonderia, le macerie ecc.
B.7. INDUSTRIA DELLA COSTRUZIONE
DEI MEZZI DI TRASPORTO
Struttura
dell'industria
Dal censimento I S T A T (1971) il comparto risulta comprendere circa 2500 aziende di cui
850 artigiane, con 336.000 addetti di cui
4200 occupati in imprese artigiane: si tratta
quindi del settore produttivo in cui risulta
maggiore la concentrazione industriale, poiché
le aziende di tale natura assorbono il 98,7%
degli addetti.
Principali produzioni
di rifiuti
La fabbricazione di un veicolo di 1000 Kg
genera rifiuti pari a 2 / 3 del suo peso, cioè
320 Kg di rifiuti metallici e 300 Kg di rifiuti
non metallici fra cui 100 Kg di sabbie di
fonderia, 20 Kg di prodotti chimici, da 8 a
12 Kg di corpi grassi, 9 Kg di fanghi di verniciatura, 40 Kg di imballaggi. Gran parte degli
sfridi metallici è recuperata, mentre gran parte degli altri sottoprodotti viene dispersa.
Limitatamente alla produzione di rifiuti dell'industria dell'automobile, risultano mensilmente generati 13.250 me di emulsioni, 5600
me di acque di sgrassatura e lavatura, 813 me
di solventi e petrolio, 1900 me di oli interi,
2570 me di melme di verniciatura, 350 me
di melme galvaniche, 3170 me di fanghi derivanti dal trattamento delle acque, 180 me
di melme oleose, 25.200 t di rottami ferrosi,
4650 me di carta e cartone, 650 me di
legno, 550 me di stracci, 800 me di plastica,
10.150 me di spazzature, 20 me di metalli
non ferrosi e 10.800 me di rifiuti di mense.
Complessivamente il settore della costruzione
dei mezzi di trasporto risulta generare poco
più di 2 milioni di t / a di rifiuti, di cui oltre
i 3/4 recuperati e / o venduti.
Materiali che attualmente
non sono riciclati
—
—
—
—
Melme di verniciatura;
melme di galvanica;
rifiuti civili;
melme di rettifica.
Tecniche
in corso di
sperimentazione
Per il recupero dei sali cromici, nichelici e
cuprici contenuti nelle acque di lavaggio sono
attualmente allo studio ed in corso di sperimentazione processi di osmosi inversa e di
elettrodialisi.
B.8. LAVORAZIONE DELLA CERAMICA,
DEL GRES E DEL MATERIALE
REFRATTARIO
Struttura
dell'industria
Le aziende presentano in genere dimensioni
medio-piccole ed occupano complessivamente
circa 80.000 addetti.
Principali produzioni
di rifiuti
L'80-90% dei rifiuti è costituito da rottami
di semilavorati e da prodotti finiti respinti
al collaudo (150-300.000 t/a), che vengono
in gran parte recuperati e reimmessi in ciclo
previa macinazione.
Potrebbe essere interessante studiare il recupero di metalli pesanti di elevato valore commerciale e con forte potere inquinante, contenuti nei fanghi (2500 t/a) degli impianti di
depurazione ad umido dei fumi e dell'aria
aspirata dai reparti, come pure nei reagenti
esausti (3000 t/a).
B.9. INDUSTRIE CHIMICHE
E DEI DERIVATI DEL PETROLIO
E DEL CARBONE
Struttura
dell'industria
Si tratta di un comparto produttivo molto
vario ed articolato, che presenta un notevole
grado di concentrazione: le imprese sono infatti (ISTAT 1971) 8642 di cui 2331 artigiane,
con 279.250 addetti di cui 7900 in imprese
artigiane.
Principali produzioni
di rifiuti
La produzione complessiva di rifiuti, secondo
una recente indagine dell'AscHiMici, sarebbe
di 1,6 milioni di t/a, di cui 35.000 t / a assimilabili ai rifiuti urbani, 146.000 t/a inerti,
114.000 t/a chimicamente attivi, 1.270.000 t / a
costituiti da fanghi e 35.000 t / a costituiti da
liquidi. Secondo l'indagine Confindustria risulterebbero recuperate e / o vendute 392.000
t/a.
L'industria chimica pratica già in misura elevata il ritorno in ciclo dei sottoprodotti. Per
quanto riguarda i materiali residui che non
trovano immediato riutilizzo nel processo produttivo che li ha generati, essi vengono spesso affidati a ditte che ne effettuano il recupero (p. es. dei solventi) ovvero ceduti, attraverso le « borse dei rifiuti », a ditte che li
riutilizzano per le proprie lavorazioni.
Il problema più importante è quello dei fanghi, mentre quello dei fondami è di un certo
interesse per le implicazioni energetiche.
Analizzando le singole produzioni si ritrovano, fra i rifiuti specifici, i seguenti, particolarmente notevoli per l'importanza o l'interesse che presentano: 890.000 t / a di fluoro
e fosfogessi valutati sul secco, attualmente
venduti se derivanti da centrifugazione e posti a discarica negli altri casi, mentre potrebbero essere utilizzati dai cementifici, dalle industrie per la fabbricazione di componenti
edilizi, o ancora essere sfruttati per il recupero
dell'acido solforico; 250.000 t / a di solfato ferroso eptaidrato derivante dalla produzione
di ossido di titanio, attualmente posto a discarica mentre potrebbe essere sfruttato almeno in parte per usi agricoli, per la produzione
di acido solforico, di pigmenti e vernici;
210.000 t / a di acido cloridrico al 32-33%
derivante dalla fabbricazione di fluoroclorocarburi, attualmente venduto; 160.000 t / a di
scorie fosforose, vendute; 70.000 t / a di ceneri
di pirite, cedute a fonderie; 60.000 t / a di
soda in soluzione derivante dalla produzione
di acido cloridrico e dalla separazione di
amalgame di mercurio, attualmente utilizzata
in parte per la produzione di ipoclorito di
sodio o anche venduta; 16.000 t / a di palte fosfatiche solo in parte destinate ad impieghi
agricoli; 14.000 t / a di fanghi titaniferi insolubili, oggi dispersi; 1100 t / a di idrocarburi
alogenati pesanti, attualmente accumulati in
attesa di una soluzione (combustione o pirolisi); 50.000 t/a di residui di fermentazione
derivanti dalla produzione di composti organici, oggi neutralizzati ma suscettibili di essere trasformati in fertilizzante organico;
400.000 t / a di catalizzatori al cobalto-manganese solo in parte recuperato; 280 t / a di metalli pesanti contenuti nei catalizzatori del processo di produzione dell'acrilonitrile, non recuperati; 30.000 t / a di protossido di azoto derivante dalla produzione di acido adipico,
oggi non recuperato; 100.000 N m c / a di argon residuato dagli impianti di liquefazione
dell'aria, non recuperato; 3000 t / a di acidi
bicarbossilici derivanti dalla produzione di
acido adipico, solo parzialmente recuperati;
15.000 t/a di code clorurate pesanti, oggi incenerite; sottoprodotti della sintesi dell'anidride ftalica e dell'anidride maleica; alcune
decine di migliaia di t / a di cloruro di sodio
derivante dalla produzione delle etilenammine, oggi immagazzinato; 100.000 t / a di fanghi organici delle industrie farmaceutiche, suscettibili di essere trasformati in fertilizzante
organico; 110.000 t / a di oli esausti potenzialmente rigenerabili, che potrebbero aggiungersi
alle 70.000 t / a effettivamente riciclate; 1020
t / a di scarti di polimerizzazione e di filatura
delle fibre in poliestere, di cui è allo studio il
recupero.
B.10. INDUSTRIE DELLA G O M M A
Struttura
del settore
Si tratta di un comparto fortemente accentrato con 5500 imprese occupanti 85.000 addetti.
Principali
produzioni
di rifiuti
Si registrano 325.000 t / a di rifiuti in gomma
comprendenti 50.000 t / a di scarti di produzione (in gran parte recuperati e reimmessi in
ciclo), 240.000 t / a di pneumatici usati di cui
215.000 t / a vengono poste a discarica o incenerite, mentre il resto viene recuperato, ed
infine 35.000 t / a di articoli vari fuori uso.
Tecniche di recupero dei pneumatici
usati attualmente allo studio
I principali filoni di ricerca concernono la
pirolisi, per ottimizzare il recupero energetico,
e la depolimerizzazione, finalizzata a riottenere — a lungo termine — materie prime suscettibili di essere nuovamente trasformate in
gomma di buona qualità.
B.11. INDUSTRIA DEI PRODOTTI
DELLE MATERIE PLASTICHE
Struttura
dell'industria
6600 imprese con 101.000 addetti, di cui
75.000 occupati in imprese con più di 20
addetti: a parte quindi u n certo numero di
aziende artigianali, il comparto è costituito
per i 3 / 4 da imprese di dimensioni almeno
medie.
Principali
produzioni
di
rifiuti
I rifiuti prodotti ammontano a 243.170 t / a ,
di cui soltanto 12.640 t / a recuperate e / o vendute; non appaiono possibili altri recuperi di
una certa entità.
Possibilità
di ulteriori
recuperi
L'industria dei prodotti delle materie plastiche
utilizza 400.000 t / a di materiali riciclati, derivanti dal recupero nazionale nella misura del
15% (60.000 t / a ) e per l'85% da importazioni
(340.000 t / a ) . Si ritiene possibile un ulteriore
recupero di 125.000 t / a comprendente 115.000
t / a di polietilene a bassa densità, 5500 t / a
di PVC e 2000 t / a di polistirolo, suscettibile
quindi di innalzare l'entità del recupero nazionale fino al 45% del consumo di materiali
riciclati da parte dell'industria italiana.
Tra le misure che potrebbero contribuire ad
un maggiore riutilizzo delle materie plastiche
si menzionano le disposizioni normative e legislative intese a scoraggiare la realizzazione
di manufatti il cui riciclaggio risulti difficoltoso, ed invece volte ad incoraggiare la fabbricazione di prodotti facilmente recuperabili.
— Recupero degli scarti dell'industria conserviera del pomodoro.
— Recupero degli scarti dell'industria conserviera dei piselli: emicotiledoni.
— Valorizzazione dei sottoprodotti del siero
di latte per l'industria mangimistica e per l'alimentazione umana.
— Utilizzazione delle sanse esauste derivanti
dalla spremitura delle olive.
— Estrazione dei corpi amidacei dalle acque
di lavorazione delle patate per la fabbricazione di mangimi e l'estrazione di acidi aminici, oppure per la produzione di biogas.
— Trattamento dei mosti delle fabbriche di
lievito per produrre concimi e mangimi.
— Migliore utilizzazione di graspi, vinacce,
vinaccioli e bucce derivanti dalla vinificazione dell'uva.
— Idrolisi enzimatica delle materie cellulosiche.
Industria
Il gruppo di studio « Recupero e riciclaggio
dei materiali» (legge 675) a conclusione del
proprio lavoro ha individuato le seguenti esigenze di intervento tecnologico, distinguendole in due gruppi, l'uno relativo alle strutture
produttive da adeguare alle nuove esigenze,
l'altro concernente le ricerche applicate da attuare, finalizzate alla messa a punto di tecnoogie per il recupero e / o di « tecnologie pulite » (art. 20 L. 675).
C.1. INTERVENTI RELATIVI
ALLE STRUTTURE PRODUTTIVE
Industrie
alimentari
e affini
Recupero dello zucchero dalle acque di
processo dell'industria dolciaria.
Incremento del recupero degli scarti di
macellazione.
e
dell'abbigliamento
— Recupero della « p e l u r i a » .
— Impianti consortili a tecnologia avanzata
per la rilavorazione degli stracci.
— Recupero della lanolina.
Industria
delle pelli e del
cuoio
— Impianti di compressione e disidratazione
del carniccio presso le aziende per facilitarne
il trasporto verso centri di valorizzazione.
— Trasformazione enzimatica anaerobica degli scarti in biogas presso centri consortili.
Industrie
APPENDICE C: SETTORI
DI INTERVENTO TECNOLOGICO
tessile
del
legno
— Impianti per la produzione di compost a
partire dalle cortecce e dagli scarti di pastalegno, mescolati con deiezioni di animali da
allevamento.
— Impianti mobili per la trasformazione in
chips di tronchetti e rami provenienti da attività di utilizzazione dei boschi.
— Impianti consortili per la trasformazione
in chips degli scarti legnosi (da destinare, come i precedenti, all'industria della carta o
dei manufatti pressoformati).
Industrie
metallurgiche
— Recupero di polveri ferrose dai fumi dei
forni di raffinazione delle ghise.
— Recupero degli oli da laminazione.
— Captazione e recupero di stagno, zinco e
piombo dai fumi di acciaieria.
— Impianti consortili per il recupero di piombo, zinco, metalli pesanti e spugna di ferro
da rottami e sottoprodotti diversi.
— Riduzione diretta dei fini provenienti dagli
stabilimenti siderurgici.
— Decapaggio cloridrico a ciclo chiuso.
— Decapaggio elettrolitico neutro per acciai
inossidabili.
— Impianti per l'utilizzazione dei sottoprodotti della desolforazione.
— Impianti per il riciclaggio di argon usato
nei processi di raffinazione dell'acciaio.
— Impianti per l'innocuizzazione dei materiali di risulta contenenti metalli pesanti.
— Impianti per il riciclo di sabbie e terre di
fonderia.
Industrie
meccaniche
— Recupero di acidi e composti metallici dai
bagni di decapaggio.
— Rigenerazione dei solventi clorati.
— Recupero dei metalli pesanti dai bagni
galvanici.
Industrie della costruzione
di trasporto
di
mezzi
— Applicazione su scala industriale dei risultati delle ricerche di cui alla successiva
parte 2.
Industrie chimiche
del petrolio e del
e dei derivati
carbone
— Smaltimento dei fondami dei depositi di
idrocarburi con recupero di energia.
— Recupero dei solventi dell'industria organica di sintesi.
— Recupero dell'argento dalle melme di sviluppo di materiali fotosensibili.
— Trattamento dei « fanghi rossi » per estrazione di acido solforico, ferro, titanio e metalli pesanti.
— Recupero del vanadio dalle ceneri di combustibili fossili.
— Recupero di acido cloridrico dalla produzione di solventi clorati.
— Rigenerazione dell'acido solforico dalla
produzione di monomeri.
— Estrazione dei fenoli dalle acque reflue.
— Recupero di protossido di azoto e di altre
sostanze derivanti dalla produzione di acido
adipico.
Industria
della
carta
— Selezione e condizionamento della carta
di recupero.
— Potenziamento delle linee di lavorazione
della carta da macero presso le cartiere, al
fine di estenderne l'impiego.
Industria
plastiche
dei prodotti
delle
materie
— Realizzazione di centri consortili di recupero.
C.2. INTERVENTI RELATIVI
A RICERCHE APPLICATE E PER
LA MESSA A PUNTO DELLE
TECNOLOGIE PULITE
Industrie
alimentari
e affini
— Utilizzazione delle borlande di distilleria.
— Idrolisi enzimatica delle materie cellulosiche.
Industria
tessile e
dell'abbigliamento
— Recupero della lanolina.
— Messa a punto di tecnologie avanzate per
la rilavorazione degli stracci di recupero.
— Recupero degli sfridi dei tessuti plastificati
usati dall'industria dell'auto.
Industria
delle pelli e del
cuoio
— Impianti di pretrattamento degli effluenti
per separare i metalli pesanti.
Industrie
del legno
— Messa a punto di imballaggi privi di parti
metalliche, per facilitare il successivo recupero di materia prima.
Industrie
metallurgiche
— Ricerca tecnico-scientifica e di mercato per
il riciclo e l'utilizzo dei sottoprodotti derivanti da impianti di desolforazione.
— Recupero dell'argon impiegato nei processi
di raffinazione dell'acciaio.
— Recupero delle sabbie e terre di fonderia.
— Ricerca di processi più economici per il
decapaggio elettrolitico neutro per acciai
inossidabili e acciai comuni.
— Ricerca di processi più economici per la
pellettizzazione o ovulizzazione di polveri,
fanghi e scaglie di laminazione derivanti dai
cicli della ghisa e dell'acciaio, per favorirne
il reimpiego.
— Ricerca di un metodo economico per il
trattamento del rottame di rame pesantemente inquinato a ferro.
— Miglioramento delle tecniche di recupero
del rame da automobili, elettrodomestici e
macchine elettriche fuori uso, insieme ad alluminio e zinco.
— Utilizzazione delle scorie primarie e delle
scorie saline alluminifere.
— Innocuizzazione dei materiali di risulta
contenenti metalli pesanti.
Industrie
meccaniche
— Recupero e / o riciclo dei metalli pesanti
dalle acque galvaniche di lavaggio.
Industrie della costruzione
di trasporto
di
mezzi
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da sottoprodotti di lavorazione e da imballaggi.
— Studio di tecnologie di post-trattamento
per il recupero di acque di processo destinate
allo scarico e già depurate ai livelli previsti
dalla tab. C della L. Merli.
— Progettazione di macchine utensili in grado
di funzionare con emulsioni o altro refrigerante anziché con oli da taglio.
Industrie chimiche
del petrolio e del
e dei derivati
carbone
— Recupero di protossido di azoto e di altre
sostanze derivanti dalla produzione di acido
adipico.
— Impianto pilota per il recupero delle code
clorurate pesanti.
— Valorizzazione degli scarti di fibra in poliestere derivanti dai processi di polimerizzazione e filatura.
— Recupero dei metalli pesanti da catalizzatori esausti.
— Recupero di mercurio dai fanghi elettrolitici e catalitici.
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LA POLITICA
DELLA COMUNITÀ' EUROPEA
IN MATERIA DI GESTIONE DEI RIFIUTI
Benno
Risch
matériaux fait actuellement l'objet d'une
récupération.
O r , la C o m m u n a u t é E u r o p é e n n e est
d a n s son ensemble fortement dépend a n t e de l'extérieur pour n o m b r e de
matières premières essentielles:
— 60%
papier
p o u r la p à t é à papier et le
— 8 0 - 9 0 % p o u r le f e r et les m é t a u x
non ferreux.
1. LE DÉVELOPPEMENT
D'UNE POLITIQUE C O M M U N A U T A I R E
EN MATIÈRE DE GESTION
DES DÉCHETS
O n évalue la q u a n t i t é de déchets produite c h a q u e année d a n s la C o m m u n a u t é
à 1,8 milliard de tonnes environ, soit
près de 5 millions de tonnes par jour.
Ce chifTre c o m p r e n d :
— 9 5 0 millions de tonnes de déchets
agricoles
— 3 0 0 millions
d'épuration
de
tonnes
de
boues
— 2 0 0 millions de tonnes de déchets
miniers et de cendres
— 150 millions de tonnes de déchets
industriels
— 120 millions de tonnes de résidus
de c o n s o m m a t i o n (y compris des carcasses de voitures, pneus usagés, emballages, vieux p a p i e r s , etc.).
La p r o d u c t i o n de déchets augmente de
2 - 5 % p a r an.
La décharge reste t o u j o u r s l'un des
m o d e s d'élimination les plus utilisés;
lorsqu'elle n'est pas réglementée, elle
présente des risques sérieux p o u r l'homme et p o u r l ' e n v i r o n n e m e n t en raison
de la présence de produits toxiques et
dangereux dans de n o m b r e u x déchets.
Ces quantités croissantes éliminées p a r
décharge posent aussi de plus en plus
de problèmes de disponibilités de sol,
n o t a m m e n t d a n s des pays et régions de
la C o m m u n a u t é ayant u n e densité élevée de population et u n e f o r t e concentration industrielle.
La décharge, qui est actuellement utilisée p o u r éliminer de 80 à 9 0 % des
déchets produits, représente en plus u n
é n o r m e gaspillage par la perte de matériaux qui, très souvent, p o u r r a i e n t
faire l'objet d ' u n e réutilisation économique. La valeur totale des substances
non récupérées produites c h a q u e a n n é e
d a n s la C o m m u n a u t é est p r o b a b l e m e n t
supérieure à 15 milliards d ' U C E . Si ces
substances pouvaient ètre recyclées, des
économies de l'ordre de 6 à 10 milliards
d ' U C E seraient réalisées.
Toutefois, u n e partie seulement de ces
Le gaspillage des ressources se trouvant
dans les déchets industriels et les résidus de consommation n'est plus admissible alors q u e la C o m m u n a u t é est
de plus en plus vulnérable p o u r son
approvisionnement en matières premières.
La crisi actuelle d a n s l'approvisionnement de la C o m m u n a u t é en énergie et
en matières premières, qui va s'aggraver
p r o b a b l e m e n t encore dans les années à
venir d o n n e donc à la gestion des déchets, au-delà de l'élimination des déchets — u n e dimension et u n e importance nouvelles. Elle exige la récupération maximale des matériaux et substances se t r o u v a n t d a n les déchets et
résidus.
Des mesures et actions nouvelles et
supplémentaires et des efforts considérable sont c e p e n d a n t nécessaires de la
part des responsables publics et de
l'industrie p o u r y arriver.
Des matières premières secondaires et
l'énergie p r o v e n a n t des déchets pourront ainsi devenir à l'avenir des sources
d ' a p p r o v i s i o n n e m e n t les plus importantes et les plus sùres.
3 aspect f o n t que la C o m m u n a u t é doit
s'occuper de la gestion des déchets:
— l ' a u g m e n t a t i o n des échanges interc o m m u n a u t a i r e s de déchets et de résidus;
— la rentabilité et la productivité des
installations de traitement des déchets
exigent des dimensions dépassant souvent les frontières nationales;
— et en troisième lieu les mesures
économiques, réglementaires et fiscales
pratiquées ou envisagées p a r les Etats
m e m b r e s en vue de la promotion de la
récupération et de la réutilisation et
relatives à certains produits posant des
problèmes p o u r la gestion des déchets.
De telles mesures nationales p o u r r o n t
constituer des atteintes au fonctionnement du m a r c h é c o m m u n et conduire à
des distorsions de concurrence.
Etant d o n n é que la Commission a cornine tàche prioritaire et m è m e c o s t i t u tive d'établir un m a r c h é c o m m u n opérationnel et d'assurer u n développement
harmonieux des activités économiques
dans l'ensemble de la C o m m u n a u t é
ainsi q u ' u n e expansion continue et
équilibrée (art. 2 du Traité CEE), il
est essentiel et urgent q u e les actions et
programmes n a t i o n a u x et régionaux en
matière de gestion des déchets soient
coordonnés et intégrés dans un cadre
communautaire.
Pour cette raison, il était nécessaire de
développer u n e politique c o m m u n a u taire en matière de gestion des déchets
et de mettre en oeuvre u n e stratégie
c o m m u n a u t a i r e cohérente dans ce domarne qui compte a u j o u r d ' h u i , vu ses
implications avec la politique industrielle, commerciale, énergétique et d'approvisionnement, p a r m i les tàches essentielles de la C o m m u n a u t é ,
Le développement de cette politique et
la mise en ceuvre des actions concrètes
ont été réalisés jusqu'ici de la f a c o n
suivante et sur 4 plans différents:
— l'élaboration d ' u n e directive-cadre
relative aux déchets qui a été a p p r o u v é e
par le Conseil le 15 juillet 1975 et qui
est en vigueur dans toute la Communauté depuis le 15 juillet 1977;
— un « bouquet » de directives spécifiques. Le Conseil a a p p r o u v é jusqu'ici:
«) une directive concernant
tion des huiles usagées;
l'élimina-
b) u n e directive relative à l'élimination
des PCB;
c) une directive relative aux
de titane;
dioxyde
d) u n e directive relative
toxiques et dangereux.
déchets
aux
— L'établissement
d'un
programme
d'action à moven t e r m e en matière de
gestion des déchets p o u r la période
1977-81 et ceci d a n s le cadre du programme d ' e n v i r o n n e m e n t de la Communauté p o u r la m é m e période;
— la création d ' u n Comité Consultatif
en matière de gestion des déchets qui
doit assister la Commission d a n s le développement et la mise en ceuvre de sa
politique dans ce domaine et assurer en
m è m e temps la coordination des actions
et p r o g r a m m e s nationaux.
La directive-cadre relative aux déchets
du 15 juillet 1975 est d ' u n e importance
particulière parce qu'elle constitue u n e
base législative et administrative comm u n e pour la gestion des déchets d a n s
toute la C o m m u n a u t é .
La directive oblige les Etats m e m b r e s à
créer u n e législation globale et efficace
p o u r l'élimination et la gestion des déchets et d'interdire tout déversement incontròlé des déchets. U n e procédure
d'autorisation est prévue p o u r toutes les
entreprises qui assurent le traitement, le
stockage ou le dépòt de déchets p o u r le
compte d ' a u t r u i . Toutes les entreprises
qui assurent le transport, le ramassage,
le stockage, le dépòt ou le traitement de
leurs propres déchets ainsi que celles
qui ramassent ou transportent p o u r le
compte d ' a u t r u i des déchets sont soumises à la surveillance des autorités
compétentes.
Les autorités compétentes des Etats
m e m b r e s sont tenues d'établir des plans
qui doivent porter n o t a m m e n t sur:
— les types et quantités des déchets à
éliminer;
— les prescriptions techniques
priées;
et qu'« ils i n f o r m e n t la Commission,
en temps utile, de tout projet de réglem e n t a t i o n qui a p o u r objet de telles
mesures, et en particulier de tout projet
de réglementation concernant:
a) l'emploi des produits qui seraient
source de difficultés techniques d'élimination ou engendreraient des couts excessifs d'élimination;
b) l'encouragement:
— de la diminution des quantités de
certains déchets,
— d u traitement de déchets en vue de
leur recyclage et de leur réutilisation,
— de la récupération de matières premières e t / o u de la p r o d u c t i o n d'énergie
à partir de certains déchets;
c) l'emploi de certaines ressources naturelles, y compris les ressources énergétiques, dans les usages où elles peuvent ètre remplacées par des m a t é r i a u x
de récupération ».
Le directive-cadre est p o u r ses parties
essentielles t r a n s f o r m é e en lois nationales par la plupart des Etats m e m b r e s .
Quelques Etats m e m b r e s sont cepenciant
encore en retard avec l'application de
cette directive, ce qui m o n t r e l'importance de cette directive pour l'amélioration de la gestion des déchets et l'harmonisation des politiques nationales en
matière de déchets.
appro-
— les sites appropriés;
— des dispositions spéciales concernant
des déchets particuliers c o m m e les déchets toxiques et dangereux.
L'article 3 de la directive-cadre est u n e
des dispositions clé prévoyant u n e gestion globale des déchets dépassant l'élim i n a t i o n p u r e et simple des déchets
p r a t i q u é e essentiellement d a n s le passé.
L'article 3 prévoit que « les Etats membres p r e n n e n t les mesures appropriées
p o u r p r o m o u v o i r la prévention, le recvclage et la t r a n s f o r m a t i o n des déchets,
l'obtention à partir de ceux-ci de matières
premières
et
éventuellement
d'énergie, ainsi q u e toute autre m é t h o d e
p e r m e t t a n t la réutilisation de déchets »,
2. LE POTENTIEL DE RÉCUPÉRATION
D A N S LA C O M M U N A U T É
On évalue la p r o d u c t i o n des déchets de
toutes sortes dans la C o m m u n a u t é à plus
de 1,8 milliard de tonnes p a r an. Le
potentiel de r é c u p é r a t i o n peut ètre estimé à environ 1,3 milliard de tonnes.
La réalisation de ce potentiel sera déterminé essentiellement p a r les méthodes
de séparation, les problèmes de transport, les prix et disponibilités de matières premières primaires et des difficultés techniques particulières.
En général, les m a t é r i a u x sont récupérés
lorque ceci s'avère
financièrement
attirant.
Une forte proportion des déchets provenant de l'industrie est déjà récupérée,
elle peut ètre évaluée à environ 5 0 %
des déchets industriels récupérables.
Ces grandes exceptions sont certains
résidus chimiques, les déchets alimentaires, les déchets de démolition et les
boues. En outre, il p e u t y avoir des matériaux et m é t a u x p r o v e n a n t d'appareils
et de machines mis au r e b u t .
Mais il y un potential considérable qui
est encore t o u j o u r s p e r d u , car seulement
1 - 5 % des déchets m u n i c i p a u x et commerciels sont actuellement récupérés.
C'est ici que se t r o u v e le plus grand
potentiel de récupération. D a n s ces déchets se trouvent n o t a m m e n t de grandes
quantités de m a t é r i a u x de valeur, tels:
le papier, les matières plastiques, les
textiles récupérables, les déchets f e r r e u x ,
les déchets de m é t a u x non f e r r e u x , de
caoutchouc, le verre, etc.
Une forte p r o p o r t i o n de ces m a t é r i a u x
récupérables se trouvent c e p e n d a n t sous
f o r m e de déchets mixtes.
Lorsqu'il s'agit des déchets mixtes, il
f a u t d ' a b o r d procéder au tri des matières
à réutiliser ou à recycler. O n peut faire
ce tri à la source ou dans u n e installation de récupération centralisée. Les
matières peuvent aussi ètre utilisées en
tant q u e sous-produits, tels q u e combustible ou compost, d a n s ce cas, il se peut
que le tri préalable nei soit pas nécessaire.
La récupération sous f o r m e de matières
premières secondaires présente cependant un surplus plus élevé p o u r l'économie dans son ensemble q u e l'incinération ou le compostage.
La mesure dans laquelle la récupération
des déchets d ' u n e source d o n n é e présente u n avantage financier d é p e n d de
facteurs locaux, tels que le cout du
transport des matières j u s q u ' à l'utilisateur potentiel, la quantité p r o d u i t e sur
place et la capacité des installations de
traitement.
Lorsque les matières * doivent ètre recyclées, il est p r é f é r a b l e de les trier à
la source, étant d o n n é que leur épuration et leur d é c o n t a m i n a t i o n à un stade
ultérieur peuvent se révéler difFiciles et
q u e les matières elles-mèmes peuvent
subir des modifications physiques susceptibles de r é d u i r e leur valeur en tant
q u e produit de substitution. Toutefois,
le tri des déchets u r b a i n s solides exige
la coopération des particuliers et u n e
coopération de plusieurs c o m m u n e s assurant la dimension indispensable. U n
taux de participation élevé et u n débouché locai peuvent ètre nécessaires
pour que l'operation soit rentable.
Lorsque certaines matières ne peuvent
ètre recyclées, il convient de développer
les usages d'autres utilisations avant de
décider leur mise à la décharge.
Les i n f o r m a t i o n s dont dispose la Commission à ce m o m e n t p e r m e t d'évaluer
le potentiel supplémentaire de récupération de matériaux se trouvant dans
les déchets au-delà de la récupération
déjà pratiquée a u j o u r d ' h u i comme suit
et ceci sur la base de la technologie disp o n i l e actuellement:
Métaux
ferreux:
10-20 m t p a 1 provenant d'emballages (environ 4 m t p a ) ,
voitures (environ 1 m t p a ) , restes d'installations, machines, b à t i m e n t s désaffectés, etc.
Métaux non ferreux: 2 m t p a p r o v e n a n t
d'emballages (env. 0,5 m t p a ) voitures
(env. 0,5 m t p a ) , restes d ' a p p a r e i l s ménagers, installations, machines, bàtiments désaffectés, etc.
Papier:
quelques 20 m t p a p r o v e n a n t
essentiellement d'emballages, j o u r n a u x ,
papier de b u r e a u , etc.
Matières plastiques:
quelques 3 m t p a
provenant de l'industrie, mais surtout
( 8 0 % ) de produits mis au rebut
Caoutchouc:
quelques 2 m t p a p r o v e n a n t
essentiellement ( 6 0 % ) de pneus, en partie de l'industrie et en partie d'autres
produits mis au rebut
Textiles:
quelques 2 m t p a p r o v e n a n t
presque entièrement de vètements et
tissus d ' a m e u b l e m e n t mis au rebut
Produits chimiques:
approximativement
7-12 m t p a p r o v e n a n t entièrement de
l'industrie
Lubrifiants:
environ 1 m t p a p r o v e n a n t
p o u r plus de la moitié des véhicules
automobiles
Déchets
de mines:
stériles (quelques
160 m t p a ) , résidus de minerais (30-35
mtpa)
scories
métallurgiques
(5-10
m t p a ) et cendres de combustibles pulvérisés (quelques 10 m t p a )
Denrées alimentaires:
de 50 à 60 m t p a
p r o v e n a n t des o r d u r e s ménagères, de
l'agriculture et de l'industrie alimentaire.
3. CONTRAINTES À LA RÉCUPÉRATION
Bien que de nombreuses possibilités de
recyclage présentent déjà u n attrait financier potentiel, différentes raisons
s'opposent à la récupération et déterm i n e n t dans u n e certaine mesure l'attrait financier réel. Elles peuvent tenir
à la matière m è m e ou au site de production, ou encore revètir u n caractère
plus général.
En règie générale, l'industrie est organisée p o u r recevoir et utiliser des matières premières d e sources primaires et
n o n pas secondaires, à l'exception de la
ferraille, des vieux papiers et de certains m é t a u x n o n f e r r e u x . Les matières
premières secondaires sont souvent u n
appoint qui n'est guère d e m a n d é en
période de récession économique, alors
q u ' e n période de prospérité, q u a n d les
matières primaires sont rares, les matières secondaires sont très recherchées.
Cette situation se traduit par de fortes
fluctuations de la d e m a n d e et d u prix
de ces matières et n'incite guère les utilisateurs potentiels à organiser la récupération et le recyclage des déchets à
long terme.
L'utilisateur potentiel peut p r é f é r e r utiliser des matières de sources primaires
ou des produits f a b r i q u é s à partir de
matières primaires. Cette p r é f é r e n c e
peut ètre due à des considérations d'ord r e technique. La p r é f é r e n c e peut aussi
n ' è t r e nullement f o n d é e ou l'ètre sur u n
simple préjugé. Il s'ensuit que les spédifications de fabrication peuvent interdire à tort l'utilisation de matières secondaires.
Des difficultés techniques peuvent ètre
liées au tri des matières qui se trouvent
dans les déchets mixtes ou les mélanges
c o m p o s a n t certains produits, à la décontamination et à la valorisation des ma-
tières secondaires p o u r donner u n e qualité c o m p a r a b l e à celle des matières
primaires qu'elles doivent remplacer,
ainsi q u ' à l'utilisation de matières secondaires en conjonction avec les matières primaires.
Des difficultés d'organisation peuvent
également surgir. Les p r o d u c t e u r s de
déchets, n o t a m m e n t les ménages, peuvent ne pas ètre en m e s u r e d'effectuer
le tri des déchets. Les services d'enlèvement des déchets (pouvoirs locaux ou
entreprises privées) se sont t o u j o u r s intéressés avant tout à l'élimination des
déchets et l'expérience technico-économique dont jouissent les pouvoirs locaux en matière de récupération est
limitée et peu satisfaisante dans l'ensemble. Les entreprises de récupération
n'ont généralement p a s appliqué, dans
le passé, des m e t h o d e s de gestion et
des techniques suffisamment modernes.
En outre, les i n f o r m a t i o n s disponibles
sur la p r o d u c t i o n des déchets et sur le
marché des matières secondaires n ' o n t
pas t o u j o u r s été adéquates.
4. LES AVANTAGES DE LA
RÉCUPÉRATION ET D U RECYCLAGE
Dans l'ensemble, les déchets sont récupérés lorsque cette opération présente
un avantage financier p o u r les intéressés. Les matières t e c h n i q u e m e n t ou financièrement non récupérées sont donc
n o t a m m e n t celles qui se présentent
dans le déchets mixtes, qui sont contaminées ou géographiquement dispersées,
de sorte que léur récupération serait peu
rentable: D e plus, leur valeur m a r c h a n d e
peut ètre très faible.
La récupération devrait et p o u r r a i t s'intensifier le cout de l'élimination des
déchets et le prix des matières premières
continuent à a u g m e n t e r . Il est p r o b a b l e
cependant q u ' u n e g r a n d e partie des déchets mixtes continue à ètre éliminée en
l'absence de mesures gouvernementales
de p r o m o t i o n de la récupération et de
l'utilisation des matières secondaires. Il
convient de décider si de telles actions
(et les frais qui y sont liés) sont justifiées p a r les avantages d ' u n e récupéra-
tion plus poussée tout en évitant de pert u r b e r la p r o d u c t i o n et la distribution.
Les avantages de la récupération et du
recyclage sont n o t a m m e n t :
— La réalisation d'économies sur les
importations. A cet égard, les matières
particulièrement importantes pour la
C o m m u n a u t é sont les m é t a u x (autres
que l ' a l u m i n i u m ) , le papier, les produits
à base d ' h y d r o c a r b u r e s (lubrifiants,
plastique, caoutchouc) le verre et l'énergie. L'utilisation de matières secondaires
peut p e r m e t t r e de grandes économies; il
s'agit n o t a m m e n t des m é t a u x , des matières plastiques, du caoutchouc, du papier et du calcin;
— La réduction de la pollution. L'exploitation des ressources et l'élimination
des déchets ont souvent u n impact sérieux sur l ' e n v i r o n n e m e n t . En général
l'utilisation de matières récupérées devrait réduire cet impact.
Il convient d'y ajouter encore les économies réalisées sur le cout de l'élimination des déchets.
5. LES A C T I O N S
COMMUNAUTAIRES
Le p r o g r a m m e d'action à moyen terme
de la C o m m u n a u t é en matière de gestion des déchets p o u r la période de 1977
à 1981 a défìni 3 grands objectifs de la
politique c o m m u n a u t a i r e de gestion des
déchets, à savoir:
— la prévention et la réduction de la
p r o d u c t i o n des déchets;
— la r é c u p é r a t i o n et la réutilisation des
déchets en tant que matières premières
secondaires;
— l'élimination inoffensive des résidus
n o n récupérables.
Le premier objectif, qui c o m p r e n d les
effonts de technologies propres et de
conception des produits ne p o u r r a ètre
atteint q u ' à plus long terme. La première priorité dans les trois objectifs
directeurs revient donc à la récupération
et à la réutilisation des déchets et rési-
dus en tant que matières premières secondaires.
Afin de promouvoir la récupération et
la réutilisation des déchets et des résidus
et de dépasser en contraintes existantes,
la Commission entreprend les actions
suivantes:
— l'étude des moyens de p r o m o u v o i r
une extension et u n e meilleure stabilité
du m a r c h é des matières premières secondaires;
— promotion des bourses de déchets;
— études d'optimalisation et d'analyse
c o u t / b é n é f i c e p e r m e t t a n t de m i e u x évaluer les types de traitement à appliquer
aux déchets;
— choix des secteurs de la recherche et
du développement qui nécessitent u n
soutien et u n e coordination au niveau
communautaire;
— étude et comparaison des systèmes
d'organisation permettant d'assurer u n e
récupération optimale des déchets, not a m m e n t des déchets toxiques et dangereux;
— étude des mesures que les administrations pourraient p r e n d r e en vue
d'améliorer, par exemple par le biais
des c o m m a n d e s publiques, les débouchés de certaines matières premières secondaires;
— sensibilisation du public, par exemple, par des campagnes d ' i n f o r m a t i o n
sur les initiatives exemplaires prises par
certaines industries et autorités locales,
par l'attribution de prix communautaires, etc.;
— amélioration de l ' i n f o r m a t i o n des
industriels sur l'offre et la d e m a n d e des
déchets, sur les recherches réalisées dans
ce d o m a i n e (voir titre I V chapitre 3),
ainsi q u e sur les risques liés aux produits chimiques utilisés dans l'industrie;
— mise en place d ' u n e b a n q u e de données en matière de gestion des déchets.
Les t r a v a u x de la C o m m u n a u t é portent
d ' u n e part sur des actions d ' o r d r e général indiquées ci-dessus et en particulier sur les matériaux et domaines
suivants:
— déchets toxiques et dangereux;
— vieux papiers;
—
emballages;
— utilisation énergétique des déchets;
— utilisation des déchets d a n s l'agriculture;
— bourses des déchets;
— huiles usagées;
— p n e u s usagées;
— déchets de démolition;
— boues d ' é p u r a t i o n .
Ces priorités correspondent aussi aux
r e d o m m a n d a t i o n s d u Comité consultatif
en matière de gestion des déchets. P o u r
les 7 premiers domaines, il existe des
groupes de travail composés d'experts
g o u v e r n e m e n t a u x et d'experts industriels. La Commission soumettra dans
ces d o m a i n e s 1980 et 1981 des propositions appropriées.
6. LES BOURSES DE DÉCHETS
D A N S LA C O M M U N A U T É
A la fin de m o n exposé, je voudrais souligner l ' i m p o r t a n c e des bourses de déchets p o u r la gestion des déchets.
La p r o m o t i o n des bourses de déchets
figure c o m m e u n e des actions prioritaires d a n s le-domaine de la gestion des
déchets au p r o g r a m m e d'action de la
C o m m u n a u t é en m a t i è r e d'environnem e n t p o u r la période 1977-81. La Commission considère les bourses de déchets c o m m e u n i n s t r u m e n t privilégié de
la gestion des déchets car elles contrib u e n t au service de la protection de
l ' e n v i r o n n e m e n t et d ' u n e gestion rationnelle des ressources, à p r o m o u v o i r les
économies de matières premières, à
encourager le recyclage des déchets et
résidus industriels et à réduire la quantité des déchets à éliminer. U n e grande
partie des déchets et résidus industriels
est ainsi reconduite d a n s le circuit économique.
Les « bourses de déchets » — cette appellation s'est introduite dans l'intervalle
bien qu'il ne s'agisse pas d ' u n e véritable b o u r s e — servent à piacer gratuitement des déchets et résidus industriels de toutes sortes. Les b o u r s e s de
déchets n e se chargent pas des o r d u r e s
ménagères, mais u n i q u e m e n t des résidus industriels. Elles ont généralement
été crées en tant qu'institutions autonomes ou avec l'appui de l'Etat, d a n s
le but de p r o m o u v o i r la gestion des
déchets. Le commerce de récupération
de vieux m a t é r i a u x , qui est très efficace
dans certains pays, ne doit pas ètre
supplanté p a r ces institutions; il a au
contraire la possibilité de recourir aux
bourses des déchets qui assurent la
transparence du m a r c h é . D a n s certains
pays, le c o m m e r c e de récupération fait
déjà grand usage de cette possibilité.
Le ròle d ' u n e bourse de déchets est de
transmettre des i n f o r m a t i o n s et d'assurer la t r a n s p a r e n c e du m a r c h é . Elle
doit s'efforcer de mettre en contact les
fournisseurs et les d e m a n d e u r s de résidus industriels. Cela suppose la publication de listes contenant des offres et
des d e m a n d e s et souvent aussi des inf o r m a t i o n s sur les capacités disponibles
des centres de traitement et de récupération. Le probleme d ' u n e b o u r s e de
déchets est d o n c avant tout de trouver
des interlocuteurs, c.à.d. des fournisseurs et des d e m a n d e u r s disposés à fournir ou à d e m a n d e r des résidus industriels à la b o u r s e de déchets. U n e b o u r s e
a également besoin d'adresses p o u r l'expédition a u x fournisseurs et aux demandeurs des listes qu'elle a établies. Cette
tàche est le plus facilement réalisable
par les organisations déjà existantes, qui
fournissent régulièrement à leurs membres un bulletin, qui p o u r r a i t r e p r e n d r e
aussi les i n f o r m a t i o n s relatives à la
bourse de déchets.
Le f o r m u l a i r e d'inscription des résidus
à offrir ou à d e m a n d e r est i m p o r t a n t . Il
convient d'y m e n t i o n n e r les indications
nécessaires à la description du matériau
afin q u ' o n puisse discerner clairement
s'il convient à u n éventuel d e m a n d e u r .
Il importe, p a r conséquent, d ' i n d i q u e r
la désignation du m a t é r i a u , l'état physique, et la composition chimique, de
m e n t i o n n e r la quantité, le type d'emballage ou d u récipient collecteur, les possibilités de transport et de d o n n e r des
i n f o r m a t i o n s sur le lieu de p r o d u c t i o n .
Il convient d ' i n d i q u e r en outre si le
matériau est p r o d u i t m e n s u e l l e m e n t , annuellement, exceptionnellement, régulièrement ou irrégulièrement.
La p l u p a r t des bourses de déchets emploient des annonces chiffrées car les
entreprises, en particulier lors du dém a r r a g e d ' u n e b o u r s e de déchets, ne
tiennent pas à faire paraìtre intégralement leur nom d a n s les annonces. L'indication exacte d u lieu de p r o d u c t i o n
est importante. Il est r e c o m m a n d é d'utiliser des n u m é r o s p e r m e t t a n t la localisation, tels que n u m é r o d'immatriculation, code postai ou autre.
Les fournisseurs et les d e m a n d e u r s de
la b o u r s e de déchets sont couverts par
des chiffres. Les antennes régionales
éventuelles servent u n i q u e m e n t d'intermédiaires. Les conditions, telles que par
exemple les négociations relatives aux
conditions de livraison et aux prix
d ' a c h a t , sont l'affaire des d e u x intéressés.
T o u t e s les bourses de déchets horizontales sont divisées p a r groupes de matériaux, comme p a r exemple:
— résidus chimiques;
— matières plastiques;
— papier, carton;
—
bois;
—
caoutchouc;
—
cuir;
—
textiles;
—
verre;
—
métaux;
—
autres.
C o m m e n t se fait l'échange entre l'offre
et la d e m a n d e ? L'entreprise A transmet
son offre par l'intermédiaire du formulaire d'inscription. L ' a n t e n n e régionale
X m u n i t l'offre d ' u n chiffre. L'offre sera
inserite dans les listes sous u n chiffre.
La centrale nationale publie u n e liste
nationale qui est décomposée en régions.
L'entreprise B est intéressée par l'offre
de l'entreprise A, p a r u e dans la liste
nationale. Elle adresse u n e lettre à la
centrale, lui d e m a n d a n t de la transmettre à l'entreprise A. Il ne reste plus à
l'entreprise A q u ' à décider si elle désire
se m e t t r e en r a p p o r t avec l'entreprise B.
D a n s les pays m e m b r e s de la Commun a u t é , il existe actuellemen 15 bourses
de déchets. Les organismes responsables
de ces bourses de déchets sont des associations professionnelles de l'industrie, des C h a m b r e s de commerce et d'industrie, des instituts scientifiques, des
institutions para-publiques ou p u b l i q u e s
et des revues spécialisées.
Il convient de faire u n e différence entre
les bourses de déchets verticales, qui se
consacrent u n i q u e m e n t aux résidus industriels d ' u n secteur bien déterminé et
qui sont généralement exploitées p a r des
associations professionnelles, et les
bourser de déchets horizontales,
qui
placent u n e grande variété d e résidus
industriels provenant de différents secteurs.
Les C h a m b r e s de commerce et d'industrie et les institutions para-publiques et
publiques interviennent essentiellement
dans ce dernier d o m a i n e . L ' i m p o r t a n c e
de ces bourses de déchets est bien entendu considérablement plus large q u e
celle des bourses de déchets verticales.
Les expériences acquises j u s q u ' à présent ont m o n t r é q u e l'obligation d ' u n e
récupération judicieuse de résidus industriels p a r l'intermédiaire de bourses de
déchets s'impose à m e s u r e q u e les réglementations légales deviennent plus
sévères.
En 1977; la Commission a réuni p o u r
la première fois les différentes bourses
de déchets existantes d a n s les pays membres ainsi q u e le commerce de récupération de vieux m a t é r i a u x en v u e de
promouvoir l'échange d'expérience et
d'information, la collaboration communautaire et les échanges transfrontaliers,
et d ' a u g m e n t e r ainsi la t r a n s p a r e n c e du
marché.
La Commission désire jouer d a n s ce
domaine essentiallement u n róle d e promoteur et de catalysateur, car elle est
d'avis q u e les bourses de déchets sont
une tàche privilégiée de l'industrie ellemème o f f r a n t ainsi u n service a u x entreprises concernées p a r l'élimination
des déchets.
La Commission considère que notamment les bourses de déchets horizontales doivent ètre promues car leur importance est considérablement plus large
que l'activité des bourses de déchets verticales. C'est ainsi qu'elle a pris contact
avec la Conférence Permanente des
Chambres de Commerce et d'Industrie
de la C o m m u n a u t é qui ont adopté en
octobre 1978 lors de leur congrès annuel
u n e résolution prévoyant la création des
bourses de déchets d a n s toutes les
chambres de commerce et d'industrie
où ce serait utile.
D e p u i s lors, des progrès considérables
ont été réalisés:
— en France, d é j à 5 bourses de déchets
sont opérationnelles; 3 autres sont en
voie de p r é p a r a t i o n ;
— en Italie, d e u x bourses horizontales
de déchets — à T o r i n o et à T a r a n t o —
ont entamé leurs activités.
En vue d'aider les chambres de commerce et d'industrie dans l'établissement
de telles bourses de déchets, u n « Manuel de la b o u r s è des déchets - conseils
pratiques » f u t élaboré en coopération
entre les services de la Commission et
la Conférence P e r m a n e n t e . Le manuel
sera distribué à toutes les organisations
et personnes intéressées à déployer des
activités dans ce domaine.
L'intérèt q u ' o n peut constater partout
p o u r la récupération et le recyclage des
déchets va aussi déterminer l'évolution
des bourses de déchets. L'avenir est certainement avec les bourses horizontales,
mais les bourses verticales resteront importantes p o u r des m a t é r i a u x bien spécifiques, comme p a r exemple les déchets
et résidus chimiques.
L'activité et l ' i m p o r t a n c e des bourses
de déchets p o u r r a i e n t certainement encore ètre étendues par l'établissement
ou l'extension des services de conseils
à f o u r n i r aux entreprises ayant des problèmes d'élimination de leurs déchets
ainsi que p a r la coopération et l'intégration avec le commerce de récupération
et le développement des échanges transfrontaliers.
L'efFicacité des bourses d e déchets pourra de plus étre augmentée p a r la précision des indications f o u r n i e s par les
listes de l'offre et de la d e m a n d e , l'harmonisation de la n o m e n c l a t u r e et le
contròie des résultats.
La Commission, en tant q u e p r o m o t e u r
et catalysateur est à la disposition de
tous ceux qui veulent développer des
initiatives et activités dans ce d o m a i n e .
7. C O N C L U S I O N S
La raréfaction des sites de déversement,
les risques que présentent les déchets
p o u r l'environnement et la santé humaine ainsi q u e la pénurie d'énergie et de
matières premières primaires vont conduire à u n e intensification de la récupération et du recyclage dans les années
à venir.
Une amélioration de la gestion des déchets et u n e mise en valeur des ressources se trouvant d a n s les déchets et
résidus exige des efforts croissants à
différents niveaux et la collaboration de
ces niveaux des consommateurs, de l'industrie, de la recherche ainsi que des
administrations c o m m u n a u t a i r e s nationales et locales.
D a n s le cadre de ces actions, la Comm u n a u t é e u r o p é e n n e a u n ròle i m p o r t a n t
à jouer en tant q u ' a n i m a t e u r , coordinateur, p r o m o t e u r et catalysateur, par la
mission générale et spécifique q u e le
Traité C E E lui confiée, à savoir de veiller à la promotion du développement
h a r m o n i e u x dans l'ensemble de la Comm u n a u t é et d'assurer u n e expansion continue et équilibrée. La gestion des déchets et des ressources de la Commun a u t é y apparaìt c o m m e u n e des tàches
essentielles et de responsabilité particulière.
N O T A
1
m t p a = million de to. p a r a n .
LA BORSA DEI RIFIUTI INDUSTRIALI
DI TORINO
Franco
Alunno
Particolare dello stand
della Camera di
commercio
di Torino
a
alla 1 esposizione
internazionale
di metodologie
e tecniche
per la raccolta e il recupero
dei rifiuti
(Torino - 27 ottobre • 4 novembre
o0)
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COM'È
NATA
N e l l ' a u t u n n o del 1977 la C a m e r a di
c o m m e r c i o di T o r i n o f u sollecitata ad
istituire u n a Borsa dei rifiuti industriali,
sull'esempio di q u a n t o era già stato
realizzato in altri paesi europei. In Italia l'unica iniziativa del genere, gestita
dall'Asschimici e tuttora f u n z i o n a n t e ,
aveva carattere settoriale, m e n t r e l'esperienza degli altri Stati, ed in particolare
della G e r m a n i a , f a c e v a ritenere preferibile u n a impostazione generale, in quanto gli scarti e i sottoprodotti delle imprese di alcuni settori possono essere
usati c o m e materie p r i m e da altri settori.
L'iniziativa p r o p o s t a rispondeva all'esigenza di p r e d i s p o r r e s t r u m e n t i atti a
perseguire u n a politica di r i s p a r m i o di
materiali, che r i s p o n d e al duplice fine
di contenere il c o n s u m o degli stessi ed
eliminare o almeno r i d u r r e i costi di
smaltimento, che t e n d o n o ad a u m e n t a r e
in relazione alle m i s u r e di protezione
dell'ambiente già in atto e in progetto.
L'esigenza peraltro era già stata avvertita a livello m o n d i a l e (v. per esempio
i r a p p o r t i al Club di R o m a ) , a livello
di C o m u n i t à europea, che aveva già approvato o aveva allo studio alcune direttive e r a c c o m a n d a z i o n i sull'argomento, ed è stata poi presa in considerazione
a n c h e dal governo italiano, in q u a n t o il
C I P I deliberò nel f e b b r a i o 1978 che
u n o dei piani di settore da p r e d i s p o r r e
ai sensi della legge 675 avesse p e r oggetto il r e c u p e r o e il riciclaggio dei materiali.
La C a m e r a di commercio di T o r i n o
aderì p e r t a n t o alla sollecitazione, preocc u p a n d o s i di f a r e p r e c e d e r e l'istituzione
1979).
della borsa rifiuti da u n o studio ; preparatorio (curato dalla F I A T Engineering)
che descriveva il f u n z i o n a m e n t o della
borsa rifiuti all'estero, indicava alcuni
tipi di rifiuti utilizzabili e riportava i
risultati di u n ' i n d a g i n e campionaria f r a
le principali imprese della provincia di
Torino.
Nel m a r z o 1978 usciva il p r i m o bollettino che conteneva 70 offerte e 11 ' richieste di scarti di lavorazioni. Le imprese inserzioniste erano quelle piemontesi con almeno 50 addetti, in q u a n t o
solo a queste era stata inviata comunicazione dell'iniziativa. Volendosi però
allargare l'area interessata a tutto il territorio nazionale, i bollettini venivano
inviati a tutte le C a m e r e di commercio
e a tutte le U n i o n i industriali. d'Italia,
e veniva nel c o n t e m p o sollecitata all ' U n i o n e Italiana delle C a m e r e di commercio u n ' a z i o n e di p r o m o z i o n e e di
c o o r d i n a m e n t o . Il modello al quale ci
si è ispirati è infatti quello tedesco, sec o n d o il quale ogni C a m e r a pubblica
u n bollettino che viene inviato alla Cam e r a federale dell'industria e del commercio, la quale provvede a riportare
tutte le offerte e le richieste su u n bollettino nazionale.
La soluzione p i ù congrua per l'Italia
s e m b r a da ricercare in un'organizzazione su base regionale o interregionale
con u n c o o r d i n a m e n t o nazionale.
Fino a q u a n d o p e r ò n o n sorgeranno
analoghe iniziative sul territorio nazionale, la C a m e r a di T o r i n o accoglierà
tutte le richieste e offerte di materiali,
da qualsiasi regione provengano.
Q u e s t o convegno h a anzi lo scopo di
analizzare i risultati e i p r o b l e m i di
circa u n a n n o e mezzo di attività della
Borsa rifiuti industriali di T o r i n o e di
stimolare l'avvio di iniziative dello stesso tipo da p a r t e di altre C a m e r e di
c o m m e r c i o o U n i o n i regionali delle
stesse.
COME
FUNZIONA
Le offerte e le richieste che pervengono
sono classificate in dieci g r u p p i e le
relative inserzioni v e n g o n o pubblicate
gratuitamente, aggregate per settore.
Il bollettino, di cui si s t a m p a n o 2 0 0 0
copie, viene inviato a tutte le imprese
m a n i f a t t u r i e r e del Piemonte con almeno
50 addetti, alle Camere di commercio,
alle U n i o n i Industriali e A P I di tutta
Italia ed a chiunque n e faccia richiesta.
Chi è interessato ad u n a o più offerte o
richieste comunica, per iscritto o per
telefono, che vuole mettersi in contatto
con u n o o più inserzionisti: il suo nominativo viene allora trasmesso all'inserzionista che provvede a contattarlo.
Oltre che comunicare alle ditte inserzioniste i nominativi delle ditte interessate alle offerte o alle richieste di rifiuti industriali, si è cercato di appurare l'esito delle trattative m e d i a n t e
un'indagine diretta presso gli inserzionisti. N e è risultato i n n a n z i t u t t o che u n
certo n u m e r o di ditte aveva compilato
in m o d o erroneo il m o d u l o per l'inserzione richiedendo ad esempio p r o d o t t i
che voleva offrire; altri non avevano
ricevuto i nominativi delle ditte interessate per evidenti disguidi postali.
La rilevazione di disguidi di tale genere c o m p o r t a la necessità di apportare alcune modificazioni di carattere
organizzativo, come, per esempio, u n a
maggiore evidenza della diversità dei
moduli per offerte rispetto a quelli per
richieste, e la sostituzione del mezzo
postale con la comunicazione telefonica. Si è anche pensato di rendere m e n o
lento e macchinoso il meccanismo com u n i c a n d o d i r e t t a m e n t e il n o m i n a t i v o
dell'inserzionista a chi desidera mettersi
in contatto.
Q u a n d o invece il contatto è avvenuto,
ma l'affare n o n è stato concluso, si è
cercato di i n d i v i d u a r e le cause della
mancata conclusione. Per coloro che
avevano offerto rifiuti, i motivi principali sono risultati:
1) la p r e f e r e n z a accordata al precedente raccoglitore, che garantiva lo smaltimento di tutti i rifiuti della ditta, alla
r i n f u s a o selezionati, e la continuità del
ritiro;
2) la qualità della merce, che non è
stata ritenuta dal potenziale acquirente
c o n f o r m e alle sue esigenze.
Altri motivi m e n o f r e q u e n t i sono inoltre:
3) il prezzo offerto, giudicato poco remunerativo;
4) la quantità dei rifiuti, giudicata troppo scarsa o, al contrario, eccessiva;
5) la distanza giudicata eccessiva dal
potenziale acquirente, che doveva evidentemente sostenere le spese di trasporto.
Per coloro che h a n n o richiesto rifiuti il
motivo principale della m a n c a t a conclusione dell'acquisto è risultata la qualità
dei rifiuti offerti. Meno rilevanti invece
il m a n c a t o a c c o r d o sul prezzo o la divergenza in difetto o in eccesso f r a la
q u a n t i t à d o m a n d a t a e quella offerta.
Fra coloro che h a n n o offerto rifiuti vi
sono alcuni che avevano già risolto il
p r o b l e m a , m a volevano verificare, attraverso la borsa rifiuti, se esistevano migliori possibilità di collocazione degli
stessi. In questo caso la borsa rifiuti ha
permesso di allargare la conoscenza del
m e r c a t o sia p u r e con risultati negativi
(prezzo offerto inferiore o uguale a quello già percepito, inferiorità del servizio
offerto).
Gli altri motivi di m a n c a t a collocazione
dei rifiuti s e m b r a n o invece più stimolanti per l'imprenditore, in q u a n t o attestano che esiste un mercato di determinati materiali di scarto, m a gli stessi dev o n o possedere requisiti minimi di purezza e / o essere offerti ad u n prezzo accettabile dalle potenziali controparti.
STIMOLI PER IL FUTURO
Il consuntivo del p r i m o periodo di attività della borsa rifiuti industriali dimostra a m p i a m e n t e che l'iniziativa risponde ad esigenze diffuse nel m o n d o industriale, ma che occorre anche pensare
ad u n potenziamento affinché la stessa
sia in grado di incidere con maggiore
efficacia nel c a m p o del recupero dei
materiali.
Uno dei quesiti che nasce dalla valutazione dell'attività svolta è, per esempio,
se lo scambio diretto f r a industrie è
possibile solo in casi rari, rendendosi
indispensabile u n a mediazione (per raccolta, selezione e riciclaggio).
In questo caso occorrerà prevedere quale tipo di rapporti possano instaurarsi
tra Camera di commercio e imprese di
intermediazione. Si p o t r e b b e per esempio predisporre u n a serie di elenchi di
imprese operanti nel c a m p o della raccolta, riciclaggio e commercializzazione
di rifiuti e scarti; su questo tema ritorneremo più diffusamente f r a poco.
Alcune modificazioni di carattere organizzativo di lieve entità sono già state
citate; u n ulteriore p r o b l e m a riguarda
il meccanismo di comunicazione finalizzato alla presa di contatto tra le imprese: è o p p o r t u n o (e gradito alle imprese) che il n o m i n a t i v o degli inserzionisti sia comunicato alle imprese che
desiderano mettersi in contatto con le
stesse?
Per rendere il bollettino più interessante
e « leggibile » si è pensato di arricchirlo
con u n notiziario tecnico, con brevi articoli che illustrino iniziative nel c a m p o
del recupero e del riciclaggio (attività
CEE, legislazione nazionale e regionale,
convegni, mostre, attività di associazioni ed enti ecc.), e con la posta dei lettori. Per particolari occasioni, si potrebbero anche p u b b l i c a r e interventi di maggior rilievo.
Inoltre, almeno alcuni n u m e r i potrebbero essere diffusi f r a le industrie minori,
per le quali sono a t t u a l m e n t e disponibili elenchi abbastanza completi.
La borsa dei rifiuti industriali p o t r e b b e
anche p r o m u o v e r e u n concorso nazionale di idee per la miglior soluzione di
un p r o b l e m a di r e c u p e r o e riciclaggio,
dal p u n t o di vista economico ed ecologico.
Sembra infine o p p o r t u n o stimolare le
imprese ad utilizzare esperti in grado di
svolgere u n a consulenza tecnica, economica e commerciale sui rifiuti, costituendo u n archivio di s t u d i professionali,
enti ed istituti che o p e r a n o nel settore,
ed intervenendo e v e n t u a l m e n t e con contributi sul costo delle consulenze.
Tabella A. Attività della borsa rifiuti industriali
(marzo 1978 - settembre 1979, n. 5 bollettini)
Sett
°
rÌ
N
offerte
N
a
'
«
Risposte
per offerta
N.
richieste
/
.
«
N
Ris
-
t
a
Poste
richiesta
A N A L I S I DEI SETTORI
0,74
0,68
0,78
0,17
0,33
18
19
8
15
2
16
17
19
13
2
0,89
0,89
2,37
0,87
1,00
3
2
26
13
1
0,14
0,67
0,57
0,31
0,33
13
2
20
3
9
3
9
6
0,69
1,50
0,45
2,00
—
0,53
100
43
30
29
4
4
3) Carta e c a r t o n e
4 ) Legno
Totale
293
155
5) Materiali in g o m m a
Totale ditte
192
—
I rifiuti offerti o richiesti sono stati
distinti in dieci settori o categorie:
1) Residui chimici
2) Materiali plastici
Residui chimici
M a t e r i a l i plastici
Carta e cartone
Legno
Materiali in gomma
Materiali in cuoio
Prodotti tessili
M a t e r i a l i in vetro
Materiali metallici
Materiali vari
Attrezzature
58
44
37
24
12
2
22
3
46
42
3
A)
B)
C)
D)
E)
F)
G)
H)
1)
L)
M)
—
—
34
—
94
—
—
0,94
—
6) Materiali in cuoio
7) Prodotti tessili
8) Materiali in vetro
9) Materiali metallici
10) Materiali vari
In seguito, essendo p e r v e n u t e alcune offerte di attrezzature, che è risultato diffìcile i n q u a d r a r e in u n o dei dieci settori elencati, si è p r o v v e d u t o ad aggiungere la voce « attrezzature ».
C o m e risulta dalla tabella A, nel periodo
m a r z o 1978 settembre 1979 d u r a n t e il
quale sono usciti cinque n u m e r i del
bollettino, sono state p u b b l i c a t e 2 9 3 offerte e 100 richieste di rifiuti. Le imprese che h a n n o ofTerto rifiuti sono state
192: ciò significa che alcune imprese
h a n n o offerto più di u n tipo di rifiuto
e la m e d i a risulta 1,5 inserzioni per impresa.
Le imprese che h a n n o richiesto rifiuti,
con 100 inserzioni, sono soltanto 34 con
u n r a p p o r t o medio di 3 richieste per impresa.
Se analizziamo i settori interessati rispettivamente alle offerte e alle richieste, n o t i a m o che tra le p r i m e prevalgono
i residui chimici con il 2 0 % di tutte le
offerte, seguiti dai materiali metallici
con il 1 6 % , dai materiali plastici con il
1 5 % , dai materiali vari ( 1 4 % ) , da
carta e cartone ( 1 3 % ) , legno ( 8 % ) e
p r o d o t t i tessili ( 7 % ) . Per i materiali in
g o m m a si registra il 4 % , m e n t r e quasi
irrilevanti risultano i settori dei materiali in vetro e in cuoio.
Per le richieste, sarà sufficiente elencare
la graduatoria dei settori citando il num e r o delle inserzioni, poiché, come già
detto, questo è esattamente uguale a
100.
Sul versante delle richieste a b b i a m o
d u n q u e questa graduatoria:
— materiali metallici
20
— materiali plastici
19
— residui chimici
18
— legno
15
— prodotti tessili
13
— carta e cartone
8
Quasi irrilevanti i materiali in g o m m a ,
in vetro e vari.
C o m e le offerte sono superiori alle richieste, così le richieste di contatto con
le imprese che richiedono rifiuti sono
p r o p o r z i o n a l m e n t e più n u m e r o s e : abb i a m o infatti 94 richieste di contatto
per 100 inserzioni, m e n t r e sul versante
delle offerte si registrano 155 richieste
di contatto per 2 9 3 inserzioni.
In complesso si p u ò affermare che 387
operazioni sono finalizzate alla cessione
di rifiuti, m e n t r e 2 5 5 sono
finalizzate
all'acquisto: si conta d u n q u e u n a intenzione di acquisto per ogni 1,5 intenzioni di cessione.
Analizzando i singoli settori, quelli che
s e m b r a n o m e n o interessare per gli acquisti sono quelli dei prodotti tessili
(3 contatti per 22 offerte), del legno
(4 contatti p e r 2 4 offerte) e dei materiali vari (13 contatti per 4 2 offerte).
Le richieste di rifiuti che s e m b r a n o incontrare il maggiore interesse sono quelle relative ai settori della carta e cartone (19 contatti p e r 8 richieste), dei
materiali vari (6 contatti per 3 richieste) e dei materiali in vetro (3 contatti
per 2 richieste). I n tutti gli altri comparti il n u m e r o delle richieste supera il
n u m e r o dei contatti m a in genere di poche u n i t à .
C o n c l u d e n d o su questo p u n t o , si p u ò
affermare che si è verificato u n sostanziale equilibrio t r a d o m a n d a e offerta
nei diversi settori, se si eccettuano i
settori del legno e dei p r o d o t t i tessili:
equilibrio forse p i ù potenziale c h e effettivo, a causa di diversi elementi che
ostacolano la conclusione degli affari,
che a b b i a m o già messo in evidenza.
Resta c o m u n q u e accertato che la situazione di prevalenza dell'offerta dei prodotti n o n si presenta in m i s u r a così netta da f a r ritenere impossibile o molto
diffìcile la collocazione dei diversi tipi
di rifiuti.
Vi è anche da aggiungere che alcune offerte r i g u a r d a v a n o rifiuti p r a t i c a m e n t e
non utilizzabili: si è trattato di tentativi
destinati all'insuccesso, ed anche questa
considerazione ci s e m b r a da tenere presente in u n bilancio che cerca, sia p u r e
in termini abbastanza approssimativi,
di m i s u r a r e il m e r c a t o dei rifiuti industriali.
UN A R C H I V I O DELLE IMPRESE
CHE V E N D O N O E A C Q U I S T A N O
RIFIUTI
Se vogliamo a questo p u n t o t r a r r e qualche conclusione operativa dall'esperienza di u n a n n o e mezzo di attività, possiamo innanzitutto affermare che la borsa dei rifiuti industriali nella f o r m a del
bollettino bimestrale p u ò p r o d u r r e effetti n u m e r o s i e consistenti se è collegata ad altre iniziative che p r o m u o v a n o
e favoriscano l'utilizzazione di rifiuti
industriali: pensiamo soprattutto all'esistenza di centri di servizi per il riciclaggio, ad u n a rete di raccolta e di selezione dei rifiuti, ad eventuali agevolazioni e contribuzioni.
Per q u a n t o riguarda p i ù direttamente
il meccanismo di f u n z i o n a m e n t o della
borsa rifiuti, le richieste che ci pervengono ci convincono che è molto utile
disporre di u n archivio di ditte che
richiedono e offrono con continuità e
regolarità certi tipi di rifiuti. Per f a r e
alcuni esempi, u n a impresa di torrefazione del caffè ci h a contattato per
avere nominativi di imprese operanti
nel c a m p o della p r e p a r a z i o n e del compost, poiché risulta che la pellicola del
caffè che si produce nel processo di to« b » come
« borsa » dei
rifiuti.
statura possiede elevate qualità nutritive del t e r r e n o : sarebbe stato opportun o c o m u n i c a r e qualche n o m i n a t i v o di
impresa o p e r a n t e nella p r e p a r a z i o n e del
compost, e n o n solo mettere a disposizione il bollettino per u n a inserzione.
Altre imprese che i n t e n d o n o attivare
impianti di riciclaggio ci chiedono notizie sui potenziali fornitori, notizie che
r i g u a r d a n o sia le quantità degli scarti
sia l'ubicazione degli stabilimenti. Abb i a m o già avuto d u e richieste di questo tipo per il riciclaggio delle materie
plastiche.
Imprese produttrici di prodotti di base
per l'industria farmaceutica ci h a n n o segnalato la necessità di rifornirsi di sottoprodotti della macellazione o della
lavorazione del latte. Alcune cementerie
h a n n o richiesto combustibili di qualsiasi tipo.
H o citato questi pochi esempi per evidenziare la necessità di predisporre degli strumenti di conoscenza del mercato
che r i s p o n d a n o con immediatezza e con
sufficiente completezza alle richieste di
coloro che i n t e n d o n o operare nel c a m p o
del recupero e del riciclaggio.
Q u e s t o ci h a stimolato a costituire u n
archivio di richieste e offerte di prodotti, gestito per il m o m e n t o con schede
dattiloscritte m a che potrà essere trasferito su s u p p o r t o magnetico qualora
la massa dei dati archiviati n o n con-
senta u n a gestione m a n u a l e rapida ed
efficiente.
In tale archivio n a t u r a l m e n t e troveranno collocazione solo quelle imprese che
accettano di esservi inserite, e sarà inoltre necessaria u n a periodica verifica
delle imprese iscritte oltre che u n continuo aggiornamento ed ampliamento.
È inoltre da ritenere che u n a presenza
abbastanza significativa delle imprese
appartenenti alle diverse classi di industria permetta, in combinazione con gli
elenchi generali delle industrie, di valutare con sufficiente approssimazione il
flusso di scarti e di rifiuti delle singole
classi e sottoclassi d'industria.
Il bollettino di richieste ed offerte potrà
n a t u r a l m e n t e continuare ad uscire, ma
soprattutto per operazioni occasionali o
per mettere in evidenza nuove acquisizioni dell'archivio.
È evidente che u n ' o p e r a z i o n e di tal genere effettuata per u n a sola regione risulta monca ed incompleta: a p p a r e dunque necessario che tutte le altre regioni
si dotino di un p r o p r i o archivio e a
questo p u n t o p o t r e b b e divenire conveniente raggruppare tutti i dati degli archivi regionali in u n archivio nazionale
che dovrà essère gestito con u n elaboratore in grado di selezionare le risposte
anche in f u n z i o n e della distanza.
IL N O D O
cqmera
,
dfcomroeiao
artigianato
eagricoHura
«Storino
DELL'INTERMEDIAZIONE
Nelle ricerche e negli studi che sono finora stati condotti sul tema del recupero, si è posta attenzione soprattutto
sui produttori dei rifiuti e sui potenziali
utilizzatori, lasciando u n po' in o m b r a
il meccanismo di passaggio dagli uni
agli altri. È noto infatti che tali passaggi avvengono per n u m e r o s i scarti e sottoprodotti, m a n o n si conosce la destinazione precisa degli stessi; si ha, è vero, l'impressione c h e le utilizzazioni alle
quali vengono oggi avviati i rifiuti, n o n
siano sempre le più convenienti dal punto di vista economico, m a n o n si è in
grado di precisare le quantità che vengono sottoutilizzate e i motivi che det e r m i n a n o questi sprechi.
Sembra necessario allora a p p u n t a r e l'at-
tenzione sulla fase di intermediazione
per conoscerla, prima di essere in grado
di suggerire quegli interventi che garantiscano u n recupero adeguato al livello
più elevato possibile. Per maggiore chiarezza, possiamo riferirci ad u n caso concreto, quello degli olii esausti: è certo
che gli olii per motori provenienti da
autoveicoli vengono ceduti dai distributori e dalle officine, m a n o n sembra che
le quantità di olio rigenerato o riraffinato c o r r i s p o n d a n o alla massa di olio in
tal m o d o recuperato; si deve p e r t a n t o
s u p p o r r e che la maggior parte degli olii
motore esausti v e n g a n o destinati alla
combustione con u n a notevolissima perdita economica. L'olio combustibile infatti viene attualmente v e n d u t o a lire
1 6 0 / 1 7 0 Kg m e n t r e l'olio m o t o r e riraffinato e additivato vale lire 1 2 0 0 / 2 2 0 0
al Kg.
È difficile capire p e r c h é ciò avvenga:
alcuni sono portati a ritenere che la causa principale risieda nella scarsa professionalità dei raccoglitori, che probabilmente non conoscono la possibilità
di utilizzazioni più ricche della combustione e pregiudicano già nella fase di
raccolta tale possibilità mescolando olii
esausti di qualsiasi tipo e provenienza.
Se però esiste u n a rete di raccolta^ che
utilizza, sia pure male, il rifiuto, è dimostrata la convenienza economica a
svolgere questo tipo di attività, convenienza che risulterebbe a u m e n t a t a da
una migliore collocazione del rifiuto.
A p p a r e allora necessario p r e n d e r e contatto con i raccoglitori, accertare la destinazione dei rifiuti e indirizzarli alla
utilizzazione più economica.
E ho cosi anche introdotto l'ultimo punto di questa relazione, che è quello relativo alla o p p o r t u n i t à di dedicarsi ad
alcuni problemi particolarmente importanti dal p u n t o di vista economico ed
ambientale.
Ciò p u ò avvenire i n n a n z i t u t t o f o r n e n d o
notizie tecniche ed economiche sui prodotti da recuperare e riciclare, promuovendo poi la creazione di centri di servizi o il p o t e n z i a m e n t o di quelli esistenti, e la organizzazione di reti di
raccolta e selezione.
Il tema degli olii esausti, che h o citato,
è u n o di quelli che a p p a r e meritevole
di intervento; accanto ad esso citerei
Veduta
d'assieme
delio stand camerale
(ideazione e progetto
esecutivo
di Giovanni
Andriani).
anche i settori della g o m m a e delle materie plastiche.
U n ' e s p e r i e n z a d u n q u e quella della Borsa
rifiuti di T o r i n o , che h a permesso da parte nostra l'acquisizione di utili conoscenze e che d ' a l t r o lato h a testimoniato alle imprese che da p a r t e della
pubblica amministrazione, qualcosa si
m u o v e in questo c a m p o , qualcosa che
deve crescere e diffondersi coinvolgendo altre amministrazioni, dallo Stato
alla Regione ai C o m u n i , f o r n e n d o servizi via via più articolati ed efficienti
e soprattutto p r e d i s p o n e n d o p r o g r a m m i
razionali per u n a intensificazione delle
attività di recupero.
Se è evidente l'interesse generale allo
sviluppo del r e c u p e r o , n o n sempre è
ravvisabile u n a convenienza economica
dell'operatore p r i v a t o : si tratterà allora
in questi casi di p r e v e d e r e interventi
p u b b l i c i che c o p r a n o u n a p a r t e delle
spese, quella p a r t e a p p u n t o che f a raggiungere la soglia di convenienza all ' o p e r a t o r e privato.
Sarà p e r ò necessario, in questo caso,
che accanto alle C a m e r e di commercio
si realizzi l'intervento di altri enti pubblici, a cominciare dallo Stato.
LE BORSE DEI RIFIUT
ASSICURANO MATERIALI ALLA PRODUZIONE
5 anni di esperienze
nelle Camere per il commercio e l'industria
della Repubblica federale tedesca
Wilhelm
K.
Risse
PREMESSA
Dal luglio 1974 le Camere di commercio e industria tedesche, tramite la loro
organizzazione al vertice — l'Unione
delle Camere di commercio tedesche,
D I T H — gestiscono in c o m u n e una borsa dei rifiuti. In questi cinque anni sono
state pubblicate 13.500 offerte e 4.200
richieste, per le quali sono arrivate
30.000 risposte. (Dall'inizio del 1975 si
sono avuti a n n u n c i anche dai paesi limitrofi, e precisamente 1770 offerte e
694 richieste).
« Le borse dei rifiuti » — l'espressione
è o r m a i entrata nell'uso corrente, benché n o n si tratti né di u n a borsa, né
di rifiuti nel senso attribuito a questo
termine dalle legislazioni vigenti — serv o n o alla mediazione gratuita di qualsiasi tipo di residuo industriale. Poste
al servizio della protezione dell'ambiente, concorrono a realizzare u n risparmio
di materie p r i m e nell'industria, a prom u o v e r e il recupero dei residui dei processi produttivi e a ridurre il volume dei
rifiuti. I residui di produzione, che possono in pratica considerarsi materie prime f u o r i luogo, vengono reinseriti nel
circuito economico.
Le borse dei rifiuti trattano dei residui
di produzione industriale e aziendale e
non quelli domestici. Esse sono per lo
più organizzazioni autogestite (o anche
sovvenzionate dallo Stato per promuovere la gestione dei rifiuti). A n c h e il
commercio di materiali usati partecipa
alle borse dei rifiuti (commercio di materie prime) e fa u n grande uso di questa
offerta, che gli assicura u n a trasparenza
unica del mercato.
Si distingue f r a le borse dei rifiuti verticali e quelle orizzontali. Le borse verticali trattano esclusivamente i residui
di p r o d u z i o n e di u n determinato settore
ed in genere sono gestite da associazioni
di categoria, specialmente quella chimica. Le borse orizzontali, invece, esercitano la loro attività su u n a più ampia gamma di residui di produzione e
c o m p r e n d o n o settori diversi. Questo è
di dominio delle Camere di commercio
e industria. Il loro raggio di azione è
per propria n a t u r a molto p i ù vasto di
q u a n t o lo sia quello delle borse verticali.
METODO DI LAVORO DI UNA BORSA
DEI RIFIUTI
A torto si era supposto che, p r i m a di avviare u n a borsa dei rifiuti si dovesse stabilire quanti e quali residui vi fossero
nell'ambito industriale. U n a tale rilevazione è molto voluminosa e costosa, né
darà mai risposte sulla possibile dimensione di u n a borsa dei rifiuti, poiché
solo con la borsa stessa si p u ò stabilire
quali residui di produzione servono per
la mediazione e sono d u n q u e di interesse per altri, e quali invece, come veri
rifiuti, sono destinati ad essere regolarmente eliminati. Chi intende mettere in
f u n z i o n e u n a borsa dei rifiuti deve poter disporre di un gran n u m e r o di indirizzi cui poter dare comunicazione delle
offerte e richieste dei residui di produzione. Questo compito p u ò essere svolto
nel m o d o più semplice da organizzazioni già esistenti, solite ad inviare regolarmente u n bollettino ai propri soci, in
cui è possibile inserire anche le informazioni sulle borse dei rifiuti. Per lo
scambio di residui di produzione occorre indicare l'esatta denominazione
dei materiali offerti, la loro composizione, la quantità, l'eventuale imballaggio
o contenitore, le possibilità di trasporto
ed i dati sul luogo di produzione. Q u a l e
indicazione del luogo di provenienza, le
Camere tedesche usano la sigla delle
targhe automobilistiche. La maggior parte delle borse dei rifiuti adotta u n a casella postale per coprire con l'anonimato l'inserzionista.
L'idea se non fosse il caso di riscuotere
dei diritti sull'attività di mediazione delle borse dei rifiuti è stata lasciata perdere. A prescindere dalla gestione amministrativa, che graverebbe sulla borsa dei rifiuti con costi più elevati, che
forse supererebbero addirittura quelli
dei denari riscossi, u n a • tale tariffa
avrebbe effetti negativi sul commercio
del materiale usato, in q u a n t o dovrebbe
essere in pratica equiparata al pagamento della provvigione, cioè dal margine di utile del commercio. D ' a l t r a parte è auspicabile che il commercio vi partecipi, cioè che i commercianti p r e n d a n o
parte alla borsa, p e r c h é solo loro h a n n o
la possibilità di acquistare piccoli quan-
ntativi e offrirli in u n ' u n i c a partita all'utilizzatore, che per p a r t e sua non vuole o n o n p u ò prendersi la briga di entrare in contatto con tanti piccoli offerenti.
Nell'organizzare la p r i m a borsa dei rifiuti, si era creduto che quest'attività di
mediazione sarebbe stata solo di breve
d u r a t a , perché si pensava che offerenti
e richiedenti si sarebbero trovati tramite
la borsa e avrebbero poi continuato nello scambio dei loro residui di produzione. È vero tuttavia che le borse, d o p o
una rapida crescita iniziale di offerte e
richieste, registrano u n calo, ma si stabilizzano poi su un livello che si mantiene stabile negli anni.
DIFFICILE CONTROLLO
DEI RISULTATI
REALE
Se anche è difficile controllare i risultati,
si deve tuttavia, a p p e n a iniziata l'attività della borsa, i n t r o d u r r e u n a verifica
della mediazione, che si può svolgere
con degli appositi elenchi. La speranza
di quanti gestiscono u n a borsa, che gli
inserzionisti avvisino la borsa stessa di
q u a n d o h a n n o concluso l'affare, in genere resta inesaudita. È necessario pertanto usare un controllo con dei questionari piuttosto complessi, ove si p u ò tuttavia chiedere solamente se è stato ceduto l'intero q u a n t i t a t i v o o solo parte
di esso, e se per questo residuo di produzione è stato dato un compenso, o se
è stato ritirato gratuitamente, cosa che
per l'offerente è c o m u n q u e da registrare
come positivo. Il tentativo di calcolare
quantitativi precisi è destinato a fallire,
perché non è possibile s o m m a r e fra loro
diverse misure espresse in tonnellate,
metri cubi, metri piani e unità, e che la
maggior parte delle offerte correnti si
riferiscono a periodi di tempo diversi.
QUOTA DI RIUTILIZZO:
PIÙ DI UN TERZO
Da un'azione con questionari di questo
tipo, effettuata dal D I T H risulta che
su 921 offerte esaminate, 332 trattative
sono andate in porto, e cioè il 3 6 % .
Nel 5 1 % di questi 332 casi è stato ritirato l'intero quantitativo offerto e nel
4 9 % solo u n a parte. Nel 2 3 % dei casi
i residui di produzione e r a n o stati ritirati da produttori che li h a n n o riutilizzati direttamente. Nel 2 2 % i residui di
produzione sono stati presi da utilizzatori e convertiti in nuovi materiali. In
quasi tutti i casi gli offerenti h a n n o raggiunto un risultato positivo con la cessione, sia che il cessionario abbia pagato
i residui di produzione, ovvero anche
che i residui di produzione siano stati
raccolti gratuitamente, in q u a n t o l'esercizio ha c o m u n q u e risparmiato i costi di
trasporto e di eliminazione. Solo nel1*8% dei casi gli offerenti h a n n o dovuto
pagare per il ritiro.
Delle 129 richieste controllate, 49 trattative sono a n d a t e in porto, e cioè il
3 7 % . Nel 5 6 % dei casi i richiedenti
h a n n o reintegrato direttamente nel ciclo
produttivo i residui di p r o d u z i o n e presi
dal produttore; nel 1 3 % dei casi è seguita una trasformazione in nuovi materiali. In circa un terzo di tutti i casi
si è inserito fra cedente e cessionario u n
commerciante di materie prime, da cui
si capisce che anche questo settore commerciale ha allacciato n u o v e relazioni
d'affari con l'ausilio della borsa dei rifiuti.
Poiché la borsa dei rifiuti si limita alla
mediazione f r a gli interessati, le condizioni trattate, specialmente per quanto riguardi i prezzi, devono r i m a n e r e
tabu per il gestore della borsa. Se si
volesse porre una questione del genere,
gli interessati diserterebbero la borsa
ed un accertamento dei prezzi pagati, da
parte del gestore della borsa, equivarrebbe alla compilazione di un prezziario
per i residui di p r o d u z i o n e . Q u a l u n q u e
gestore di u n a borsa dovrebbe evitarlo.
Se anche il gestore della borsa dei rifiuti non p u ò valutare p i e n a m e n t e i risultati raggiunti perché le azioni di controllo sono costose e difficili e perché,
d'altra parte, vi sono degli operatori che
d o p o essersi conosciuti tramite la borsa
c o n t i n u a n o per anni nei loro scambi di
residui industriali, senza più avere la
mediazione della borsa e senza neanche i n f o r m a r l a , tuttavia il gestore della
borsa dei rifiuti non deve lasciarsi scoraggiare.
Il n u m e r o delle offerte e delle richieste
presso le Camere di commercio e industria tedesche si è negli ultimi anni stabilizzato intorno alle 2 0 0 mensili. Solo
nel corso dell'ultimo a n n o si sono trovati 5000 interessati per i residui di produzione offerti. Si è così dimostrato che
la borsa dei rifiuti f u n z i o n a e che gestirla è ancora cosa utile.
Da un a n n o le Camere di commercio ed
industria tedesche, oltre alla pubblicazione di offerte e richieste, accettano di
occuparsi anche della consulenza alle
aziende, nei casi in cui non sia stato
possibile collocare u n residuo di produzione per mezzo della borsa. T r a m i t e un
elenco compilato dall'ufficio federale tedesco per l'Ecologia, viene indicato u n
probabile utilizzatore. Q u a n d o anche
cosi non si riuscisse a cedere il residuo
di produzione, avviene u n a consulenza
personale con l'aiuto dell'ufficio federale per l'Ecologia.
LE OFFERTE OSCILLANO C O N I PREZZI
DELLE MATERIE PRIME
La borsa dei rifiuti delle Camere di
commercio ed industria tedesche è suddivisa in gruppi merceologici, e cioè:
residui chimici, materie plastiche, carta,
legno, g o m m a , cuoio, prodotti tessili,
vetro, metalli, varie. Se si considerano
le quote percentuali dei singoli settori
trattati nel corso dell'anno, risulta evidente come la loro entità sulla borsa
oscilli insieme ai prezzi delle materie
prime.
Fra le offerte sono s e m p r e nel g r u p p o di
testa le materie plastiche ed i residui
chimici. La quota delle materie plastiche negli anni 1974-1978 è stata rispettivamente del 19,2, 23,4, 23,6, 22,2 e
2 1 , 3 % . I residui chimici che coprivano
il 1 8 , 6 % nel secondo semestre del 1974
sono scesi nel f r a t t e m p o al terzo posto
con un 1 5 , 9 % . È notevole come nel
corso degli anni siano aumentati i metalli, p a s s a n d o da u n a quota iniziale dell'8,2 a 11,9, 11,8, 16,0 e siano ora con
il 1 9 , 0 % al secondo posto.
Questa f o r t e crescita si spiega con il
fatto che il commercio dei rottami metallici all'inizio nutriva molte riserve nei
confronti della borsa, m e n t r e ora si serve di questa istituzione, che offre b u o n a
trasparenza di mercato. I residui di carta, che e r a n o all'inizio con 1 2 , 6 % al
quarto posto, sono scesi passando dall'8,6, 9,2, 8,9 e 8 , 7 % al q u i n t o posto. In
coda, come sempre, si trovano g o m m a ,
vetro e cuoio. Questo si spiega soprattutto con il fatto che questi settori in
c o n f r o n t o a quelli suddetti, comprendono un m i n o r n u m e r o di aziende e pertanto n o n h a n n o cosi tanti residui da
offrire.
Anche f r a le richieste i residui chimici
sono tornati ad essere in testa con u n a
percentuale del 2 2 , 9 % , d o p o che l ' a n n o
scorso e r a n o scesi al q u a r t o posto con
116 richieste, pari al 1 3 , 7 % . I residui
di metallo h a n n o m a n t e n u t o con il
2 2 , 0 % il secondo posto f r a le richieste
pervenute, essendo le richieste effettive
un poco aumentate. A n c h e le materie
plastiche si sono m a n t e n u t e nel g r u p p o
di testa, tuttavia la loro quota assoluta
e percentuale, rispetto alle 246 richieste
ed al 2 9 , 0 % dell'anno scorso è sceso
a 193 richieste ed al 1 9 , 9 % .
BORSE DEI RIFIUTI: C O M P I T O
DELLE CAMERE DI C O M M E R C I O
ED INDUSTRIA
Nel quadro della Conferenza Permanente delle Camere di commercio della
Comunità Europea, l'anno scorso è stato
fondato un gruppo di lavoro « borsa dei
rifiuti » sotto direzione tedesca. D o p o attenta riflessione della problematica, alla
seduta plenaria delle Camere di commercio e industria della Comunità, nel
novembre dell'anno scorso è stato deliberato di raccomandare a tutte le Camere di commercio e industria la costituzione di una borsa dei rifiuti, perché:
•— l'economia stessa è in grado di crea
re una trasparenza sul mercato per i residui di produzione e di assumere la
mediazione gerendo le borse dei rifiuti;
— le borse dei rifiuti stimolano le
aziende e le aiutano a riutilizzare i residui di p r o d u z i o n e ed a farli rivalorizzare da altri;
— le borse dei rifiuti prevengono u n a
carenza di materie prime;
— le borse dei rifiuti riducono la quantità dei rifiuti difficili;
— le borse dei rifiuti servono a mediare conoscenze e consulenze tecnologiche;
— le borse dei rifiuti ostacolano eventuali misure governative, che sarebbero
pregiudizievoli p e r u n a libera economia
di mercato;
— l'introduzione di misure governative
in u n o dei paesi della C E E h a inevitabilmente reazioni sugli altri paesi della
CEE.
Scopo ultimo è di scambiare i residui
di p r o d u z i o n e a n c h e oltre le frontiere
di tutti gli stati m e m b r i . Il lavoro delle
Camere viene appoggiato dalla commissione della C E E , che si è anche assunta
l'incarico di t r a d u r r e in tutte le lingue
della commissione un manuale con promozioni e proposte per gestire u n a borsa dei rifiuti, di m o d o che tutte le Camere sono ora in possesso di queste documentazioni e possono organizzare le
borse dei rifiuti con le dovute modifiche
date dalle realtà locali.
Nei seguenti paesi già esistono delle borse dei rifiuti presso le Camere di commercio ed industria:
•
•
•
Borsa federale dei rifiuti delle Camere di commercio in Austria dal giugno 1974;
Lussemburgo;
Francia nelle Regioni: ChampagneA r d e n n e , Ile-de-France, Basse-Norm a n d i e , Marseille, Alsace;
altre regioni, e cioè N a n t e s e Lorraine h a n n o deciso di costituire delle
borse dei rifiuti;
•
Italia. Oltre a T o r i n o , che gestisce
già con successo u n a borsa dei rifiuti,
anche la C a m e r a di T a r a n t o vuole avviare u n a borsa dei rifiuti;
•
Spagna. La C a m e r a di Bilbao intende
gestire u n a borsa dei rifiuti.
Per la costituzione di questa organizzazione a livello europeo, retta esclusivamente dalle Camere di commercio ed
industria, dovrebbe occorrere ancora
del tempo. Tuttavia l'inasprimento delle
leggi sui rifiuti nei singoli paesi della
CEE d o v r e b b e contribuire a trasmettere
una f u n z i o n e importante alle borse dei
rifiuti.
PROSPETTIVA
Per finire ancora un'osservazione.
Si dovrebbe sempre tendere a riciclare
i rifiuti, cioè a reinserirli nel circuito
economico, ciò che in f u t u r o sarà maggiormente possibile per la trasparenza
del mercato dovuta proprio alla borsa
dei rifiuti ed alle nuove conoscenze tecnologiche.
I limiti economici sono c o m u n q u e già
posti: il riciclo, economicamente conveniente, è sempre in r a p p o r t o di dipendenza dal prezzo della rispettiva materia p r i m a e dai costi di eliminazione,
e subirà delle oscillazioni insieme a questi costi.
QUALCHE ESEMPIO DI VALORIZZAZIONE
DEI RIFIUTI INDUSTRIALI IN FRANCIA
Michel
1.
Murai
INTRODUCTION
Tableau t . Quelques chiffres concernant
e t d a n s q u e l q u e s pays é t r a n g e r s
L'intérèt qui est porté de plus en plus
à la valorisation des déchets et sousproduits industriels est lié aux différentes causes suivantes:
— crise de l'énergie;
— p o u r de n o m b r e u x pays, importations de plus en plus couteuses;
— législation de plus en plus sévère
concernant la protection de la n a t u r e et
de l'environnement.
Les différents R a p p o r t s du Club de
Rome ont clairement analysé les deux
premiers points. Il n'est pas besoin de
rapport p o u r constater à quel stade
avancé de pollution n o u s sommes arrivés (pollution du sol, des eaux, de
l'atmosphère), il suffìt de se p r o m e n e r
dans les pays dits « civilisés » ou simplement de lire le j o u r n a l chaque matin.
En France, la loi du 15 juillet 1975 relative à l'élimination des déchets et à la
récupération des m a t é r i a u x et la création de I'ANRED (Agence nationale p o u r
la récupération et l'élimination des déchets) n ' a fait que r e n f o r c e r la prise de
conscience des problèmes liés aux déchets et mis en évidence la responsabilité du p r o d u c t e u r et du détenteur de
déchets.
A coté des grandes industries ou des
petites et moyennes entreprises, de très
n o m b r e u x organismes publics [ANRED,
Ministère de l ' I n d u s t r i e et des Mines,
(Délégation
aux
Economies
de
Matières Premières), DGRST (Délégation
à la Recherche Scientifique et Technique), Ministère de l ' E n v i r o n n e m e n t et
du Cadre de Vie, Ministère de l'Equipement],
para-publics
[APAVE, CEA,
IRCHA. INRA, I n s t i t u t
Francais des
Com-
bustibles et de l'Energie, ...], industriels
[CERCHAR, IRSID, FEDEREC,
...]
ou
uni-
versitaires [Ecoles d'Ingénieurs, Laboratoires universitaires, CNRS, ...] s'intéressent aux problèmes des déchets tant
au niveau des procédés d'élimination
qu'à la valorisation d a n s l'optique des
économies d'énergie et de matières pre-
déchets
quantités
de
déchets
produits
France (Mt/an)
Autres
en
France
(Mt/an)
déchets de consommation et du secteur tertiaire
ordurer ménagères
véhicules hors d'usage
pneumatiques
— diminution des resources mondiales
en matières premières;
DEMP
Nature des
les
usés
boitiers de batteries
boites de conserve
bouteilles de verre
déchets commerciaux
déchets animaux
déchets de bois:
.
215
exploita.
industr.
.
.
.
Monde
Ili"
Brésil
bagasse canne è sucre
d é c h e t s d e m i n e s (total)
stériles de charbon (
quantité stockée
|
mines de potasse
mines métalliques
minerais de fer
Mat. p r e m . m i n é r a l e s
amiante I
stockée I
ardoises I
stockée
|
argiles
(
stockée
|
.
.
120
.
.
.
40
20
700
8-9
3
USA
2000
860
Canada
Canada
G r . Br.
G r . iir.
G r . Br.
G r . Br.
30
11-14
3,6
3
6,5
20
1100
G r . Br.
50
Gr. B r . > 3 0 0 0
USA
déchets industriels
laitiers de haut-forneau
cendres volantes
machefers d'incinération
phosphogypse
USA
30
paille
déchets des industries extractives
120-150
10M d ' u n i t é s
USA > 100M d ' u n i t é s
USA
40M d ' u n i t é s
USA
50.10» u n i t é s
25.10» u n i t é s
USA
80
USA
1 à 2
.
déchets agricoles
USA
USA
13
1M d ' u n i t é s
0,350
30M d ' u n i t é s
.
.
.
200
10-15
1000
1
300
22
280
USA
170
USA
36
Monde
50
autres types de déchets
ferrailles
déchets de plastiques (
dont industriels
|
déchets de caoutchouc
boues d'épuration
urbaines (75% H,0)
I
industrielles (75% H,0) |
huiles u s a g é e s
mières d ' u n e part, de la protection de
l'environnement d ' a u t r e p a r t .
Les quantités de déchets produits en
France sont très variables selon le secteur concerné (Tableau 1).
Il faut signaler que selon les sources
d ' i n f o r m a t i o n on trouve encore d'assez
grandes divergences d a n s les chiffres
relatifs aux tonnages des différents résidus produits et u n certain n o m b r e de
campagnes d'inventaires ont été et sont
encore conduites afin de préciser ces
chiffres.
~
12
1
0,1
0,5
1
1,2
0,9
CEE
2,5
Les possibilités de valorisation sont
liées à u n certain n o m b r e de caractéristiques des déchets (composition, pouvoir caloriftque, état de pureté, localisation, quantité p r o d u i t e en continuité
de p r o d u c t i o n , etc...). La mise au point,
p o u r c h a q u e déchet, d ' u n e fiche du type
de celle présentée au T a b l e a u 2 serait
très utile p o u r connaìtre l'état actuel de
ce qui est fait concernant la connaissance de ces p r o d u i t s et leur valorisation possible ou effective.
N o u s allons présenter m a i n t e n a n t u n
certain n o m b r e d'exemples de ce qui
est ou a été fait en France dans les
grands domaines suivants:
— valorisation énergétique;
— production de matières premières
(organiques, minérales, métaux);
— valorisation en science des matériaux ou dans d'autres domaines particuliers.
Tableau 2. Fiche déchet
1. Denomination
2. Origine et caractéristiques
2.1. S o u r c e ( j o i n d r e si p o s s i b l e
2.2. L o c a l i s a t i o n ( g é o g r a p h i q u e )
le s c h è m a d u p r o c e s s
concerné)
2.3. T o n n a g e
2.4. R a p p o r t m a s s i q u e « d é c h e t / p r o d u c t i o n »
2.5. Etat e t p r o p r i é t é s
(caractérisation)
3. Modes d'élimination
3.1. R e j e t e n m e r ou e n r i v i è r e ( a v e c t r a i t e m e n t p r é a l a b l e
3.2. M i s e e n d é c h a r g e , e n t e r r i l , o u e n
2. VALORISATION
ENERGETIQUE
éventuel)
crassier
3.3. I n c i n é r a t i o n
4. Modes de valorisation
Elle concerne l'obtention de calories ou
de matières premières à caractère énergétique (combustibles, carburants) et
met en jeu différents type de réactions:
combustion (incinération), pyrolyse (dégradation thermique en l'absence d'air),
fermentation anaérobie, réactions chimiques diverses.
2.1. Incinération-combustion
Cette transformation chimique, qui fournit des gaz chauds ( C 0 2 ' + H 2 0 vap.),
ne peut concerner que les déchets qui
présentent u n certain pouvoir calorifique (PCI) (Tableau 3). '
Le type de fours utilisables pour réaliser l'incinération des déchets industriels
varie selon la nature, le PCI et l'état
sous lequel se présentent ces déchets.
Différentes sociétés frangaises ou étrang è r e s ( H E U R T E Y , CALIQUA, S P E I C H I M ,
PILLARD, BERTIN, L U R G I , e t c . . . )
ont
réalisé des installations adaptées à
l'incinération des déchets (utilisation
de fours rotatifs, f o u r à grille, fours
fixes à fiamme nue, four fixe à
émulsion, fours à soles étagées, f o u r
à lit fluidisé, combinaison d ' u n ou
plusieurs types de f o u r avec une
chambre de post-combustion). Par rapport aux traitements des combustibles
classiques, certains élément tels que
brùleurs, chaudières et échangeurs,
unités de lavage des fumées ont nécessité une mise au point particulière,
compte tenu de l'état solide ou pàteaux
de certains résidus, des possibilités de
corrosion et d'abrasion et de la nature
de certains constituants gazeux contenus
dans les fumées (métaux volatils, chlore,
4.1. Recyclage proprement-dit, e n l ' é t a t ou a p r è s
Cas particulier:
traitement
régénération
4.2. Valorisation énergétique
4.2.1. Directe par destruction I n c i n é r a t i o n ou p y r o l y s e + p o s t c o m b u s t i o n ( - » g a z c h a u d s
(calories)
vapeur — é v e n t u e l l e m e n t électricité)
4.2.2. Source de matières premières a caractere énergétique p a r t r a i t e m e n t a p p r o p r i é (pyrol y s e , f e r m e n t a t i o n , d i s t i l l a t i o n , ...)
4.3. Source de matières premières sans caractere énergétique p a r t r a i t e m e n t
approprié
4.3.1. Matières premières organiques
4.3.2. Matières premières minerales
4.4. U t i l i s a t i o n c o m m e matières premières de substitution
— à caractère énergétique
— sans caractère énergétique
(Elaboration d e s matériaux, e m p l o i s divers)
4.5. U t i l i s a t i o n p o u r le traitement d'autres déchets ou d'effluents e n v u e d e l e l i m i n a t i o n ou d e la
dépollution d e ceux-ci
5. Rentabilité de la valorisation
Tableau
3. Q u e l q u e s
exemples
Déchets
de
PCI
de
déchets
concernés
D é c h e t s ind. c h i m . o r g a n i q u e
Solutions aqueuses organiques
Solvants chlorés j
^hjore
Déchets de peintures, encres grasses
Graisses résiduaires
Goudrons
L i q u e u r s r é s i d u a i r e s He r a f f i n e r i e s
S c h i s t e s houillers noirs
Liqueurs de s c h i s t e s de flottation
Huiles u s a g é e s
Boues urbaines et industrielles
Boues d'hydrocarbures
per p c
{
PVC
Déchets de caoutchouc
D é c h e t s d e bois s e c s
Liqueurs résid. d e l'ind. p a p e t i è r e
Paille s è c h e
Gaz d e pyrolyse de s c h i s t e s houillers
Gaz d e haut-fourneau
Gaz de four à c o k e
l M u l t i p l i e r p a r 4,18 p o u r a v o i r le PCI e n K J / k g .
industriels
Valeur approximative
d u PCI ( k c a l / k g ) i
4500 - 10.000
600 - 800
300 - 1200
7000 - 9000
4500 ( s u r r é s i d u à 110 U C)
5800
9500
1900 - 2 0 0 0
600
2000 - 3000
9000 - 9800
2100-3600
6000 - 8000
10.500
4500 - 4800
8000
3500 - 4000
2500
3500
1000 - 2 0 0 0 / N m 3
1000/Nm3
10.500/Nm3
dcrivcs phosphorés o u soufrés, sels alcalins, etc...). Des postes de prétraitement (postes de réchaufTage, de mélangeage et d ' a j u s t e m e n t de P C I ) sont également nécessaires.
La récupération des calories pour fournir d e la v a p c u r ou d e I'élcctricitc est
très largement utilisée en France. On
peut citer à titre d ' e x e m p l e le traitement
des déchets suivants:
a) Déchets
chimiques.
L'installation
d'incinération des e a u x résiduaires et
déchets organiques d e l'usine de Chauny
(Aisne) de la Société Rhòne-Poulenc
qui f o u r n i t de la v a p e u r 2 3 bars et permet à l'usine u n e economie annuelle de
4 0 % sur l'energie consommée.
Déchets
chlorés.
La
récupération
d'énergie p a r incinération de déchets
chlorés est plus diffìcile car le PCI diminue très r a p i d e m e n t avec l'augmentation de la teneur en chlore du résidu.
D a n s ce cas, on s'intéressera plutót à
la récupération de l'acide chlorhydrique
comme celà est réalisé à l'usine RhónePoulenc de Saint-Auban (voir plus loin
Fig. 6).
b) Huiles
usées.
— La récupération de chaleur par incinération des boues grasses (résultant
du cassage des huiles de coupé), opération qui est à l ' é t u d e par exemple à
l'usine de Cléon (Seine Maritime) de la
Règie R e n a u l t .
— L'incinération des boues acides et
des résidus de filtration du procédé de
régénération des huiles usées (procédé
de la société Sopaluna) qui rend le procédé a u t o n o m e à 9 0 % .
— L'incinération des déchets huileux
non régénérables à la Centrale électrique
de Courrières (Pas-de-Calais) (Fig. 1).
c) Boues. Bien que valorisables énergétiquement par incinération en f o u r à
soles étagées ou en f o u r à lit fluidisé,
les b o u e s nécessitent u n traitement préalable de déshydratation et séchage. La
valorisation énergétique n'est intéressante q u e si la teneur en matières sèches
est supérieure à 4 0 - 4 5 % . La préparation
des b o u e s résiduaires avant incinération
est à l ' é t u d e en France par exemple à la
société
BERTIN
SAINISSEMENT.
e
à
I'OMNIUM
d'As-
En ce qui concerne les b o u e s d'hydrocarbures, l'incinération avec récupération des calories peut ètre réalisée de
différentes manières: le f o u r fìxe à
èmulsion (incinérateur CINCLUS) est utilisé à ELF-FRANCE mais il semble q u e
l'exemple le plus f r a p p a n t soit celui de
l'usine de la société SOLAMAT implantée
à Rognac (Bouches-du-Rhóne) à proximité de Marseille sur l'étang de Berre.
Cette installation, qui a commencé à
fonctionner en 1978, doit briìler 6 0 . 0 0 0
t / a n de boues d ' h y d r o c a r b u r e s , ce qui
devrait conduire à la p r o d u c t i o n de
200.000 t de vapeur 40-45 b a r s / 4 0 0 4 5 0 °C, ce qui équivaut à l'alimentation
en eau c h a u d e et chauffage d ' u n e ville
de 2 0 0 . 0 0 0 habitants. Cette v a p e u r produite par incinération des résidus liquides en incinérateur statique horizontal et des résidus solides en f o u r rotatif,
est livrèe à la SHELL, située à 2,5 k m
de l'usine, par un pipi-line calorifugé.
d) Déchets
de matières
plastiques
et
caoutchouc.
L'incinération des déchets de caoutchouc et surtout des p n e u m a t i q u e s usés
pose des problèmes à tous les niveaux:
ils sont difficiles à bruler (utilisation de
f o u r rotatif à co-courant o u d e f o u r à
Figure 1. Incinération
des résidus huileux à la centrale
thermique de Courrières
(d'après Cloagen. Paris. 1977).
grille avec c h a m b r e de post-combustion), donnent d ' a b o n d a n t e s f u m é e s
noires, et leur teneur en soufre (caoutchouc vulcanisé) conduit à u n e formation importante de SO 2 .
L'incinération des déchets de matières
plastiques est réalisée essentiellement
dans les ordures ménagères où elles remontent
le PCI (1 kg de déchet de
matière plastique correspond à 0 , 6 5 kg
de fuel). Mais l'incinération des matières plastiques seules après séparation
des déchets u r b a i n s n'est pas souvent
réalisée, la tendance étant au recyclage
du matériau ou à la pyrolyse.
e) Déchets
de bois. La valorisation
énergétique des déchets de bois est
réalisée en France d a n s de nombreuses
usines. La société WINTER utilise u n
équipement CIREC. U n e tonne de déchets de bois à 1 5 % d ' h u m i d i t é fournit 3 5 0 0 thermies, 4 0 0 litres équivalentfuel convertibles en 4,2 t de v a p e u r . De
n o m b r e u s e s usines b r ù l e n t leurs déchets
de bois p o u r obtenir leur v a p e u r , leur
électricité et leur eau c h a u d e . La Fig. 2
présente la centrale thermique à déchets
de bois construite par CALIQUA pour la
société SONIB qui fabrique des matériaux
de construction.
/ ) Paille. Bien que la production frano s e de paille soit d'environ 25 millions
de tonnes par an, il ne semble pas que
la valorisation énergétique soit encore au
point en France, car encore trop couteuse par rapport aux sources d'énergie
conventionnelles.
g) Gaz résiduaires.
Les gaz de hautfourneau sont valorisés p a r brulage dans
certaines centrales thermiques (EDF
près de Dunkerque). Les gaz de fours
a coke servent au chauffage de ces
fours après épuration (cokeries de Dunkerque p a r exemple). Les émanations
de cuisson de peintures et les fumées
d'étuves « anti-gravillonnage » sont brulées avec récupération d'énergie respectivement
chez
CITROEN
INDUSTRIE
(Usine d'Aulnay) et chez PEUGEOT.
2.2. Pyrolyse
La pyrolyse (dégradation thermique en
l'absence d'air) fournit des gaz et des
huiles combustibles et u n résidu charbonneux. Elle présente certains avantages par rapport à l'incinération: températures plus basses de fonctionnement, faible volume de gaz formés, faibles quantités de poussières, mais surtout production d'énergie sous forme
stockable. Les gaz servent le plus souvent corame combustible d'appoint pour
chauffer le pyrolyseur.
Il existe de nombreux procédés mixtes
« déchets urbains/déchets
industriels ».
Par exemple à l'étranger:
procédés
D E S T R U G A S ( D a n e m a r k ) , PYROGAS ( S u è -
de), BATIELLE (U.S.A.); en France: procedé HERBOI.D (commercialisé par la
société
MICLO
S.A.)
et
ANDCO-TORRAX
CALIQUA.
La plupart des déchets organiques sont
Pyrolysables pour obtenir des huiles
utilisables comme combustibile: déchets
de bois, paille, rafles de mais, déchets
tropicaux, pneumatiques, boues... En
France, les déchets de bois alimentent
des dispositifs à gazogène de type DELACOTTE
(société
Les copeaux
DISTRIBOIS
et sciures
Jura).
sont également
Figure 2. Schèma
d'ensemble d'une centrale
thermique
à déchets de bois construite par Caliqua
pour une société de matériaux de
construction
(d'après Jean maire. 1977).
pyrolysés dans u n e fabrique de sièges
en bois à Marvejols (Lozère) selon le
procédé TABIL: deux kg de copeaux
équivalent ainsi à 1 litre de fuel. A Valencienne, les Etablissements DUVANT
utilisent les gaz de pyrolyse des boues
résiduaires de l'industrie papetière pour
alimenter un moteur Diésel qui fait
tourner un groupe électrogène.
La pyrolyse des déchets de
caoutchouc
est assez développée à l'étranger. En
1979 a été installée en Moselle dans la
région de Metz une unité industrielle
de pyrolyse des pneumatiques usagés
selon le procédé HERKO commercialisé
p a r MICLO S . A . :
100 kg de
pneuma-
tiques fournissent ainsi 45 kg d'huile
combustible. Cette usine est prévue
pour traiter 3500 à 4000 t de pneumatiques par an.
Les schistes houillers ont fait l'objet en
France, d'études au stade pilote, de gazéification en lits fluidisés superposés,
par la societe HEURTEY. Le GAZ pauvre
obtenu, de PCI 1000-2000 k c a l / N m 3 ,
est utilisable directement comme combustible dans une chaudière productrice
de vapeur.
2.3. Fermentation méthanique
La fermentation méthanique (processus
anaérobie) s'applique à tout déchet
hydrocarburé, fournit u n mélange de
méthane et de gaz carbonique,
le rapport CH4/CO2 étant fonction de la composition et de la nature du déchet.
En France, de nombreuses installations
artisanales ont réalisé de tout temps la
production de méthane à partir de déchets agricoles (fumier de bétail, lisiers
de porcs, résidus de récoltes) (Fig. 3).
La société CETOM-METHANE expérimente cette production de méthane dans
la région lyonnaise depuis plusieurs
années, sur les ordures ménagères et les
boues de stations d'épuration. Au niveau
des stations d'épuration, les exemples
francais sont nombreux. On ne citerà
que celui de la station d'Achères qui
dessert Paris et la région parisienne où
la récupération, qui est effective depuis
1940, permet de subvenir en maieure
partie aux besoins énergétiques de la
station où le méthane fait fonctionner
des moteurs Diésel-gaz et des moteurs
électriaues.
La
puissance
installée
(6230 k w ) est utilisée pour la production d'air comprimé à insuffler dans les
canaux de boues activées et pour le
chauffage des digesteurs eux-mèmes.
L'INRA et I'IRCHA p o u r s u i v e n t
actuelle-
3 gazomètres
c a p a c i t i unitaire : 30 m : '
n\
8 cuves de fermentatimi
c a p a c i t i unitaire : 12 m*
//\\
Portique avec benne
rouiante pour m a n u t e n t i o n
du lumier
Figure
3.
Quelques
exemples
d'installations
artisanales
de
digestion
des déchets
agricoles
avec
récupération
de
méthane
(d'après
Maés,
1977).
Serpentins
Compresseur de gaz
Chaudière en thermosiphon
tnstaiiation de i'abbaye de Mont-des-Cats ( N o r d ) .
Puisard
de chargement
Ballon
de réchaulfage
— Gazomètre
Admission
des eaux usées =
domestiques
Compteur à gaz épuré
Poi à eau
=
Circuit gaz
Circuit liquide
Cellule de digestion
chauffée
Épurateur FeSO,
Fosse et pompe
à purin
Installation de Darmstadt.
Goulotte
à purin
— Sortie des gaz
leurs eu lieu en 1977 à Paris à ce sujet.
La distillation d'une tonne de déchets de
bois fournit environ 30 1 de méthanol.
La fermentation des hydrolysats des
déchets végétaux conduit à une production d'éthanol qui varie de 50 à 350 1/t
selon le procédé de traitement mis en
ceuvre et selon la nature du produit
traité.
La quantité d'éthanol que la France
pourrait produire à partir des seuls
déchets de bois (20 à 30 M t / a n ) serait
de l'ordre de 5-6 M t / a n .
Actuellement en France, on envisage
surtout de distiller les produits de fermentation de certains excédents
agricoles contenant des sucres (pommes de
terre, fruits, betteraves, vinasses...) pour
obtenir de l'éthanol. Ceci permettrait de
résoudre en particulier la crise viticole
des départements situés au sud de la
Loire. En 1979, une R 16 Renault, fonctionnant uniquement à l'alcool, a été
présentée par les betteraviers, lesquels
ont affirmé qu'elle avait roulé 104.000
k m sans problème avec une consommation de 5 à 6 litres d'alcool aux 100 km.
E n 1 9 7 7 , ROTHLISBERGER a m i s a u p o i n t
Fosse à p u r i n
et pompe
Puisard
de chargement
Chambre en pression n
Cellule de digestion
Installation système Berlin.
ment u n important programme de reeherche concernant la production de
méthane à partir de déchets animaux.
L'IRH (Institut de Recherches Hydrologiques) conduit des travaux du mème
ordre sur des marcs et vinasses de distilleries.
Des recherches récentes d ' u n e équipe
du Laboratoire des Sciences Appliquées
du Génie Chimique à Nancy ont conduit à produire le méthane sous pression en faisant fonctionner les fermenteurs en surpression, alimentés en paille
d'avoine et de souches de microorganismes provenant de déjections animales.
Ceci permet de disposer de gaz sous
pression, ce qui améliore les conditions
de stockage et de transport et d'élimination de CO2 par réduction des frais
de compression.
2.4. Obtention d'alcools utilisables
comme combustible ou carburant
Compte tenu de la crise énergétique qui
sévit depuis 1973 et de la diminution
constante des ressources en combustibles fossiles, la France, comme beaucoup d'autres pays — les Etats-Unis ou
le Brésil par exemple — s'intéresse de
plus en plus aux alcools (surtout l'éthanol) comme substitut aux carburants
conventionnels (essence).
Or, comme nous l'avons schématisé
Fig. 4 pour l'éthanol et le méthanol, il
apparait que la part des déchets dans
les processus de production peut ètre
très importante et supplantera probablement, dans un proche avenir, la
source actuelle que représente le pétrole. Un important colloque a d'ail-
de son coté un procédé de traitement de
déchets végétaux (paille, herbes séchées)
en autoclave et en présence de catalyseurs, permettant d'obtenir à partir de
2 kg de déchets végétaux, environ 1 / 2
litre d'isopropanol
pur et 500 g de cellulose. Cette dernière est utilisable pour
fabriquer du papier d'emballage, alors
que l'isopropanol est mélangé au carburant habituel dans les proportions 1/32 / 3 sans diminuer de facon importante
les performances des automobiles soumises aux essais. Un tei procédé, qui
fournit donc un carburant à un prix
voisin de celui du pétrole brut, pourrait permettre une économie annuelle
importante sur les dépenses en énergie.
Les fibres cellulosiques de récupération
(ou vieux papiers peuvent ètre également le point de départ de fabrication
d'alcool. Ainsi I'INRA (Institut National
de Recherche Agronomique) a mis au
point récemment un procédé consistant
à faire pousser des champignons sur de
vieux papiers et cartons: ces champignons dégradent la cellulose en produisant des jus sucrés, eux-mèmes fermentables en alcool.
Figure 4. Exemples types
de rintervention
actuelle
ou potentielle des déchets
dans la fabrication du méthanol
et de l'éthano/.
RESIDUS
FERMENTESCIBLES
Fermentation + distillation
(déchets contenant des
sucres)
Tableau 4. E q u i v a l e n t s t . e . p . q u i p o u r r a i e n t è t r e é c o n o m i s é s
é n e r g é t i q u e d e s p r i n c i p a u x d é c h e t s ( d ' a p r è s D u m o n , 1978)
Déchets concernés
GOMA à I'INSA d e T o u l o u s e , o n t
en
France
par
valorisation
Millions de t.e.p.
Ordures m é n a g è r e s (sur la b a s e de 10 mt c o l l e c t é e s )
Petit bois e t d é c h e t s de bois
Déchets a g r i c o l e s les plus i m p o r t a n t s
Déchets d e s i n d u s t r i e s o r g a n i q u e s
Gaz industriels dont gaz d ' a c i é r i e s à l'oxygène
Total:
8 m t.e.p. 1
Soit environ 5 % de la c o n s o m m a t i o n d ' é n e r g i e en France en 1975.
Le thème de la production d'alcool à
partir de produits agricoles est considéré comme prioritaire par les COMES
(Commissariat à l'Energie Solaire).
Il apparait ainsi que les déchets peuvent intervenir de facon non négligeable dans la production d'énergie d ' u n
pays. Le tableau 4 indique quelques
chiffres de t.e.p. qui pourraient ètre économisés en France en fonction de la nature des principaux déchets énergétiquement valorisables. Mais comme le signale fort justement DUMON, les problèmes de l'utilisation de tous les résidus, s'ils sont parfois d'ordre technique, sont le plus souvent d'ordre économique, les habitudes étant souvent un
frein à toute forme de récupération. Par
ailleurs ces valorisations ne sont pas
gratuites et conduisent toujours à des
augmentations d'investissement.
toses (xylose), hexoses (glucose) et lignine résiduaire; les deux premiers nommés conduisent à de nombreux produits
de base de la chimie organique (furfural et dérivés, sucres, alcools, protéines, etc...) mais le développement de
cette chimie très variée dépend du prix
de revient des matières premières que
sont le xylose et le glucose.
La fermentation des hydrolysats ou des
déchets végétaux peut conduire à l'obtention d'alcools (comme on l'a vu précédemment) ou de protéines. Des recherches
francaises,
conduites
par
3. P R O D U C T I O N D E M A T I E R E S
PREMIERES
3.1. Matières premières
et produits organiques
L'utilisation des déchets aux fins d'obtention de matières premières ou de
produits organiques fait appel à des types d'opérations ou réactions classiques
telles que: hydrolyse, fermentation, distillation, pyrolyse, etc... De nombreux
déchets sont valorisés en France dans
ce domaine:
a) Déchets végétaux.
L'hydrolyse des
déchets végétaux permet une séparation
plus ou moins aisée des 3 constituants
de base que sont les pentosanes, la cellulose et la lignine, sous forme de pen-
permis
d'obtenir, à l'aide d'un réacteur originai
comportant un échangeur tubulaire et
une colonne pulsée, des protéines
( P o u ou protéines d'organismes unicellulaires) utilisables en alimentation humaine ou animale, et ce à partir d'éthanol ou de méthanol. Au niveau national, ceci doit pouvoir alléger la charge
de notre balance commérciale et donner une certaine indépendance vis-à-vis
du soja américain. Les alcools mis en
jeu comme substrat pourraient ètre des
alcools de récupération.
La valorisation des déchets de bois par
distillation-pyrolyse ou steam-cracking
tend à retrouver un certain intérèt en
France. Des recherches sont effectuées
dans ce sens à l'Université de Nancy
(Prof. DEGLISE) depuis 1978 dans le
cadre d'actions thématiques programmées CNRS-PIRDES. Elles visent à utiliser l'énergie solaire qui fournirait un apport énergétique bon marché dans les
pays tropicaux.
b) Déchets des industries
agro-alimentaires. Nous choisirons l'exemple des
lactosérums qui sont les sous-produits
des industries fromagères et laitières et
représentent une production francaise
d'environ 6 M t / a n . Sa valorisation
comme source de protéines doit limiter
très largement l'importation francaise
annuelle de tourteau de soja (2 M t / a n ) .
Cette valorisation peut ètre réalisée en
utilisant le séchage SPRAY, mais la tendance actuelle est d'extraire les lacto-
protéines puis à valoriser les jus lactosés résiduels. L'extraction des lactoprotéines est réalisée en France par différentes techniques: extraction à chaud
en milieu acide (procédé BEL-INDUSTRIE), ultrafìltration (procédé CALIQUASIREB), absorption sur échangeur d'ions
de type SPHEROSIL (billes de silice poreuse) (procédé RHONE-POULENC), etc...
Le traitement des jus lactosés a également fait l'objet de nombreux travaux
en France (procédé BEL et DEVOS).
RHONE-POULENC e t I ' I F P ( I n s t i t u t F r a n huile
usagée
c) Déchets d'animaux et déchets d'abattoirs. Ils servent essentiellement à la
préparation d'aliment pour bétail (déshydratation dans des cuiseurs à vapeur à 200 °C, Société Equarrissage
Moderne du Var à Carnoules par exemple qui a un marché de 350 t / m o i s ) , ou
à la fabrication de gélatine (Usine
ROUSSELOT
à
L'Isle-sur-Sorgue/Vauclu-
se, Etablissements ALQUIER à Mazam e t / T a r n ) . De la colle, du phosphate
bicalcique et des farines animales sont
obtenus à coté de la gélatine.
d) Résidus lourds pétroliers. La possibilité de valorisation des fractions lourdes
de pétrole (résidus, fuel lourd) est à
l'étude en France pour fabriquer des
produits légers (ATP du CNRS), mais,
les recherches actuelles portent essentiellement sur une meilleure connaissance de la structure et des propriétés de
ces résidus lourds (travaux du Laboratoire de Chimie Moléculaire et de Pétrochimie de l'Université d'Aix-Marseille). On se limite actuellement à l'obtention de brais, de coke ou de noir de
carbone.
e) Résidus de l'industrie
chimique
organique. Ils sont très nombreux (isomères indésirables, produits secondaires...). Citons l'exemple de la valorisation récente par RHONE-POULENC à St.
Fons, de la pyrocatéchine (sous-produit
de la fabrication de l'hydroquinone) qui
était jusqu'à 1979 incinérée, mais qui
est maintenant transformée en gaiacol
puis vanilline, cette dernière entrant
dans la fabrication de produits alimentaires.
De mème le phénol est récupéré des liqueurs ammoniacales de cokeries, le
plus souvent via le phénate de sodium,
puis régénération par traitement acide.
gasoli
Figure 5 A.
Régénération
des huiles usagées
par
ultrafiltration
(procédé
Rhone-Poulenc/IFP).
/ ) Déchets de matières plastiques. Seuls
certains polymères (téflon, plexiglass) redonnent du monomère pur par pyrolyse.
Les déchets de polystyrène pour leur
part conduisent par pyrolyse à des rendements de 60-70% en monomère, mais
bien que des recherches aient été poursuivies en France des ce domaine par
P. VERMANDE et son équipe au Laboratoire de Chimie Appliquée de I'INSA
de Lyon (contrat DGRST), le débouché
de ce produit semble peu intéressant actuellement compte tenu des stocks de
styrène monomère disponibles, mais il
n'en sera certainement plus de mème
dans une dizaine d'années.
g) Huiles usagées. La Société SOPALUNA
avait mis au point il y a quelques années une installation fonctionnant pratiquement de facon autonome où les huiles usagées subissent successivement u n
dégazage thermique, un traitement acide, un traitement de décoloration (passage sur terre activée) puis une distillation sous vide.
Actuellement, il semble que l'imploi de
l'ultrafiltration, procédé développé par
c i s du Pétrole), aient conduit à des résultats intéressants dans la mesure où
l'ultrafiltration est à 2 étages et où l'huile subit un traitement de finition (Figure 5).
h) Solvants usés. La consommation fran9aise de solvants est estimée à 700.000800.000 t / a n . Les solvants usés proviennent d'industries très diverses et se
présentent soit à l'état liquide, soit à
l'état vapeur, dilués ou non dans l'air
ou dans des gaz inertes. Ces deux types
de résidus conduisent donc à deux
classes de procédés de récupération, généralement décantation, évaporation ou
distillation fractionnée pour les premiers, condensation, adsorption sur
charbon actif ou sur u n liquide approprié (adsorption-lavage) pour les seconds. La rectification est appliquée en
France, par exemple par la Société
SARPAP à Bergerac (Dordogne) qui traite entre autres les solvants usés des ateliers de nettoyage et de dégraissage et
ceux des industries métallurgiques fines
et électroniques. La récupération des
solvants usés par adsorption sur charbon actif est réalisée à grande échelle à
la Société GOHIN-POULENC à Vélizy
(Yvelines) dans des installations comportant 2 adsorbeurs fonctionnant en
marche alternative en adsorption et en
régénération.
3.2. Matières premières minérales
Bien que de valeur marchande souvent
inférieure à celle des produits organiques, la récupération de matières premières minérales à partir de déchets fait
l'objet de certaines réalisations en France. Nous nous limiterons à deux exemples:
a) Acide chlorhydrique.
La Société RHONE-POULENC a réalisé à St-Auban une
installation, fonctionnant de facon entièrement continue et automatique, permettant la récupération
(rendement
9 5 % ) du chlore contenu dans les résidus
chlorés industriels. Ce chlore est récupéré sous forme de HC1 pur (12.000
t / a n depuis 1971) par concentration de
la solution commerciale à 3 5 % HC1 obtenue après incinération des résidus
(CU + H 2 0 - > 2 HC1 + 1/2 CU) (Figure 6).
L'acide chlorhydrique est également le
sous-produit de fabrication des foranes
(solvants fluorés) à la Société PCUK. 11
est utilisé dans d'autres usines d u
groupe.
L'acide chlorhydrique résiduaire est souvent utilisé pour la fabrication de chlorure de vinyle monomère.
rapport huile/hexane
= 25/75
hexane
>
^
— désulfuration des combustibles
liquides: lors de la distillation du pétrole
brut, 8 0 % du soufre se retrouvent dans
les résidus de distillation (fuel-oil et
fuel de raffinerie) dont la combustion
risque de provoquer d'importantes émissions de S 0 2 . Les produits pétroliers et
les résidus de distillation sont donc désulfurés par hydrogéno-désulfuration
(action de H 2 sous pression). Il se forme H 2 S qui est transformé en soufre par
le procédé Claus.
— désulfuration
des fumées
contenant
S02: le procédé IFP (Institut F r a n c i s
du Pétrole) consiste en un lavage des
fumées par une solution ammoniacale et
en une régénération du réactif avec production de soufre élémentaire via le
S 0 2 récupéré (traitement de S 0 2 par
H 2 S (2 H 2 S + SCU - » 7 , Sn + 2 H 2 0 )
provenant d'une source annexe.
— réduction de sulfates résiduaires:
la
réduction des phosphogypses par les
bactéries a été envisagée au BRGM mais
le procédé ne semble pas ètre encore au
point.
Le soufre de récupération est utilisé le
plus souvent pour la fabrication de l'acide sulfurique, ou pour l'élaboration de
certains matériaux (sulfobitumes, sulfobétons).
huile régénérèe
Rdt: 95",,
Rdt: 80-90
b) Soufre et acide sulfurique. Le soufre
est obtenu à partir de nombreuses sources telles que:
— traitement
du gaz naturel (gaz de
Lacq): l'hydrogène sulfuré contenu dans
le gaz naturel est séparé p a r absorption
sur une solution d'amines et le soufre
est récupéré par le procédé Claus (production annuelle: ~ 1,75 Mt.)
Une partie du H 2 S n'est pas transformée
en soufre mais est utilisée dans la fabrication de composés organo-soufrés.
rejet secondaire
2 modules
en sèrie à
I plaque
porte-membrane
2 modules
en sèrie à
2 plaques
porte-membrane
Figure
5 B.
Ultrafiltration
à deux
étages.
3.3. Récupération et recyclage
des metaux
Les métaux peuvent ètre récupérés soit
à partir de déchets de nature métallique
proprement dite (ferrailles, copeaux,
vieux alliages...) soit à partir de composés métalliques (sels résiduaires, spentacids, poussières métallurgiques, catalyseurs usés, effluents des traitements de
surface, etc...). D a n s le premier cas, on
sera souvent amené avant de refondre le
métal, à traiter les résidus par méthodes physiques p a r exemple:
— déchiquetage et cryobroyage pour séparer les constituants gènants telles que
matières plastiques (cables; caoutchouc,
pneumatiques armés de fibres d'acier).
L ' A I R LIQUIDE a d é v e l o p p é c e s m é t h o -
des et a mis au point en particulier avec
KLÒCKNER
SCHROTTHANDEL
le
procédé
« Inschscrap » de déchiquettage des ferrailles (carcasses automobiles, électroménager...).
— séparation par décantation
(ex. séparation des copeaux des huiles de
coupé).
Dans le second cas certaines réactions
chimiques devront ètre mises en oeuvre,
généralement du domaine de ì'hydrométallurgie (dissolution, précipitation ou
cémentation, électrolyse) ou de la pyrométallurgie (réduction à haute température, affinage, ...).
Le recyclage proprement
dit des vieux
métaux ou déchets métalliques consiste
à réintroduire le résidu dans sa propre
chaine: par exemple fabriquer de l'acier
à partir des ferrailles, refondre le cuivre
ou les métaux précieux,... L'apport
d'énergie nécessaire à cette opération est
fonction de la température de fusion du
métal (il est plus facile de refondre du
plomb que du molybdène) et de l'état
de pureté que l'on désire obtenir.
La récupération des métaux à partir de
la deuxième catégorie passe généralement par la récupération du métal sous
forme d'une combinaison donnée (sei,
oxyde) puis par l'utilisation de celle-ci
comme matière première pour obtenir
le métal lui-mème ou dans un cycle de
traitement (traitement de surface par
exemple).
La France recycle un certain nombre ou
récupère de nombreux métaux à partir
des déchets. Dans le cas du fer et des
ferrailles, les trois principales sources
que sont les chutes de l'industrie sidérurgique, les chutes des industries de
transformation et les rebuts d'utilisation
représentent 12 M t / a n dont un tiers
environ est exporté et les deux autres
tiers sont consommés dans l'industrie
métallurgique (recyclage au four électrique dans les grands centres Est, Nord
et Còte méditerranéenne, et dans des
mini-aciéries localisées notamment dans
le Bassin de la Seine. (Fig. 7).
L'usine de Limay-Porcheville de la Société ALPA peut produire par exemple
160.000 t / a n de fer à béton par recyclage des ferrailles en f o u r électrique.
Dans le cas du cuivre, sur une consom-
REFROIDISSEUR
ABSORBEUR
ABSORBEUR
PURIFICATION
GftZ
°ES
ATM
PURGE
ques sous f o r m e de combinaisons, on
trouve toute une g a m m e de résidus valorisables et qui ont fait l'objet de réalisations pilotes ou industrielles, par exemple:
— Préparation
d'alumine
à partir des
schistes houillers.
La Société ALUMINIUM-PECHINEY a m i s a u p o i n t l e p r o -
^
Figure 6. Procédé
Rhone-Pouienc
de récupération d'acide
chlorhydrique
(gaz ou solutions)
à partir des résidus ch/orés
(d'après Prudhon et Guaite/la.
1978).
mation francaise d'environ 6 0 0 . 0 0 0 t /
an, le recyclage des déchets de récupération fournit 160.000 t (soit 2 7 % ) .
La DEMP a souhaité que ce recyclage
passe à 4 2 % en 1980, la France ne
disposant p r a t i q u e m e n t pas de minerais
de cuivre et les importations de ce métal
représentant 4 milliards de F / a n . Les
déchets de cuivre sont recyclés en France
p a r t r o i s s o c i é t é s : A F F I M E T , la COMPAGNIE
GENERALE
D'ELECTROLYSE
et
la
Société Fran9aise d'AFFINAGE DU CUIVRE. Derrière ces trois sociétés on
trouve
PECHINEY,
PENARROYA e t
HOBO-
KEN (Belge). Il est d o m m a g e q u e le tiers
des déchets fran?ais de cuivre soit exporté f a u t e de pouvoir ètre traité chez
nous. L'aluminium
est recyclé par AFFIMET qui retraite également les déchets
de zinc. La Société PENARROYA retraite
par fusion les déchets de plomb à l'usine
de Saint Denis et traite 2 0 . 0 0 0 t / a n
de batteries à son usine de Villefranchesur-Saóne. Le recyclage des non-ferreux
fournit en France 5 0 % du plomb consommé, 3 8 % du cuivre, 3 0 % du zinc
et 2 7 % de l ' a l u m i n i u m .
De n o m b r e u x f o n d e u r s r e f o n d e n t les
m é t a u x en France et des sociétés spéc i a l i s é e s t e l l e s le COMPTOIR LYON ALEMAND
LOUYOT
OU l a
Société
CAPLAIN
SAINT ANDRE r é c u p è r e n t les métaux
pré-
PURGE
cieux et retraitent les masses catalytiques au platine, au p a l l a d i u m ou à
l'argent, les cendres, les boues et les
bains usés.
Le recyclage des déchets de titane est
d'actualité, la France ne f a b r i c a n t pas
ce métal mais important l'éponge de
titane. Il en est de m è m e d'autres métaux stratégiques tels que le
molybdène
ou le manganése.
Le mercure peut ètre récupéré des eaux
résiduaires de fabrication d u chlore p a r
électrolyse. D a n s ces eaux il se présente
à la fois sous forme ionique ou sous
f o r m e de vésicules métalliques. A l'usine
UGINE-KUHLMANN de Jarrie (Isère), le
mercure est récupéré sous forme métal
par traitement des effluents à l'hydrazine. Ceci évite une perte de l ' o r d r e de
1,4 t de m e r c u r e par an.
En ce qui concerne les déchets métalliFigure 7. Schèma de principe
du four éiectrique
continu
pour le recyclage des ferrailles
de petites dimensions {procédé
(d'après
Trentini).
IRSID)
IM>»
Alm.en.alio^SX
contìnue
Premier étage
|||
Deuxième étage
^L^^ALaitier
cédé H + qui consiste à extraire l'alumine des schistes houillers ( ~ 2 0 %
AI2O3) via la filière « schiste —» sulfate
d ' a l u m i n i u m —» chlorure d'aluminium
—> alumine » (fig. 8). La demande
d'énergie est environ deux fois supé
rieure à celle de la filière bauxite - »
a l u m i n a t e de soude
alumine, mais les
schistes houillers des terrils fran^ais représentent un tonnage très important,
il f a u t économiser les réserves de bauxite, le procédé H + est moins polluant
que le procédé BAYER et l'alumine
obtenue est de qualité supérieure. ALUMINIUM-PECHINEY
et
ALCAN
(Canada),
après avoir expérimenté le procédé sur
pilote et en usine expérimentale, prévoient la réalisation d ' u n e usine de capacité 50.000 à 100.000 t / a n , mais on
ne sait pas encore si ce seront les
schistes houillers ou les argiles qui seront utilisés comme matières premières.
De toute facon, l'alumine o b t e n u e alimenterà u n e usine de production d'alum i n i u m par électrolyse.
— Recyclage
des poussières
et déchets métallurgiques.
Les poussières (ou
boues) résultant des opérations de dépoussiérage des f u m é e s des fours d'aciéries sont constituées généralement de
m é t a u x (essentiellement Fe) à l'état oxydé. Leur valorisation comme cha'rge en
h a u t - f o u r n e a u nécessite des opérations
préliminaires d'agglomération par briquetage avec addition de liant ou par
frittage thermique, et conduit à u n e économie n o n négligeable de matières premières. Ainsi à l'aciérie de G r a n d a n g e
(Moselle), un gain de 6 0 . 0 0 0 t / a n
d'acier (correspondant à u n e économie
de plus de 120.000 t / a n de minerai) a
été réalisé en 1975 par la Société SACILOR sur u n e p r o d u c t i o n de 150.000 t
d'acier p a r an.
Certaines poussières ou déchets métallurgiques (boues de gueulard de hautf o r n e a u , cendres de f o u r à cuve de trai-
Minerà!
1
.
H,SO4
,
Préparation
HCI
en solution
£
Allaque 125 °C c |
Calcination
Lavage
Lixiviation
- C
i
Dissolut.
sulfates imp.
Filtrat.
r
Fe 2 0 3 +
MgO + T i 0 2
i
Lavage
|
]
Filtr ation
|
t _
|
Dégazage
Absorptlon
r
Filtration
r
|
[Lavage
J
K
Lavage
Epuration
Na
Crista
sulfate H
Filtration
H20
[
WAELZ mis au point p a r
r — - - L
[-»
2S°4
"|
Décomposition
Evaporation
Calcination
7 0 0 - 1000 n C
Cloche
métallique
xxx
x
y y
yy y
yx y
x xy
X X *
- Paniers dans
lesquels s o n t
placés les
déchets c o n t e n a n t
du m e r c u r e
x x x
xx x
x x x
Eau
t e m e n t d u p l o m b , etc...) c o n t i e n n e n t
des q u a n t i t é s i m p o r t a n t e s de zinc et d e
p l o m b . L'IRSID est c h a r g é d ' é t u d i e r les
possibilités de r é c u p é r a t i o n de ces mét a u x ( p a r e x e m p l e selon u n p r o c é d é type
E v a c u a t i o n de
l'eau
LURGI).
— Valorisation
des effluents liquides et
résidus de traitement
de sur face: U n e
a p p r o c h e m é t h o d i q u e des solutions de
t r a i t e m e n t des effluents d e t r a i t e m e n t de
s u r f a c e a été f a i t e en 1 9 7 5 p a r la Société
FAIRTEC. E n effet de n o m b r e u x m é t a u x
( A u , A g , N i , C u , Cr, Z n , Cd,
sont
r é c u p é r a b l e s à p a r t i r de ces d é c h e t s ,
mais il s e m b l e q u e les pays é t r a n g e r s
soient b e a u c o u p plus avancés d a n s ce
d o m a i n e . O n p e u t citer c e p e n d a n t les
t r a v a u x d e BONNEMAY a u C N A M q u i
ré-
c u p è r e d u fer électrolytique p a r électrodyalise des solutions d e FeCU r é s i d u a i r e
de d é c a p a g e d u f e r et des aciers; l'emploi d e résines type IMAC t e n d égalem e n t à se d é v e l o p p e r p o u r la r é c u p é r a tion de m é t a u x tels q u e N i , Cu, Z n , o u
p o u r les m é t a u x p r é c i e u x d o n t l ' a r g e n t
des b a i n s de fixation d a n s l ' i n d u s t r i e
p r o t o g r a p h i q u e et le m e r c u r e des e a u x
r é s i d u a i r e s de f a b r i c a t i o n d u chlore p a r
électrolyse.
Il existe de n o m b r e u x autres e x e m p l e s
tels la r é c u p é r a t i o n d u m e r c u r e p a r
t r a i t e m e n t t h e r m i q u e des résidus m e r curiels (réactifs, piles usées, etc...) et
c o n d e n s a t i o n d u m é t a l ( p r o c é d é de la
SAMC-Lyon, d o n t l ' i n t é r è t d é p e n d de la
t e n e u r e n m e r c u r e d u d é c h e t traité)
(Fig. 9), ou la r é c u p é r a t i o n d ' u r a n i u m
r é u t i l i s a b l e et de p l u t o n i u m ( p o u v a n t
servir d a n s le f u t u r à l ' a l i m e n t a t i o n d e s
s u r r é g é n é r a t e u r s ) ce q u i est réalisé à
l ' u s i n e de la H a g u e p a r r e t r a i t e m e n t des
c o m b u s t i b l e s irradiés.
4. V A L O R I S A T I O N
DES MATÉRIAUX
EN
SCIENCE
Mercure
In alto:
Figure 8. Schèma
du procédé H+ applique
è des schistes
houillers.
Figure 9. Schématisation
du dispositif
pour le traitement
thermique
des déchets contenant du mercure.
(Communication
personnelle de Mr. David,
Société Nouvelle pour
l'Affinage
des Métaux,
Lyon).
D e u x cas sont à c o n s i d é r e r : le recyclage d ' u n résidu e n science des m a t é r i a u x (recyclage d u v e r r e , d u p a p i e r ,
des m a t i è r e s p l a s t i q u e s , ...) et l'utilisation des r é s i d u s ou sous-produits c o m m e
m a t i è r e s p r e m i è r e s de s u b s t i t u t i o n d a n s
l ' é l a b o r a t i o n des m a t é r i a u x .
4.1. Recyclage proprement dit.
La DEMP a incité à plusieurs actions
relatives au recyclage du verre, du papier et des déchets de matières plastiques.
a) Recyclage du verre. Il concerne essentiellement les déchets d'emballage en
verre (calcin étranger) et les déchets de
fabrication proprement dit (calcin interne). Les déchets urbains en France
contiennent 1 M t / a n de verre dont
0,5 M t / a n sont recyclables. La DEMP
a prévu que le recyclage du verre en
France devrait passer à 0,6 M t / a n en
1980, le verre usagé étant payé par les
verriers environ 140 F / t (chiffres 1975).
Mais le problème du recyclage du verre
est lié à la couleur. En France, une
quinzaine d'usines fabriquant 'du verre
foncé participent à la campagne de recyclage du verre usagé.
b) Recyclage du papier. Les déchets de
papier, ou fibres cellulosiques de récupération (FCR) constituent ~ 2 5 - 3 0 %
des ordures ménagères en France, soit
~ 3 à 4 M t / a n . Les autres sources sont
les éditeurs de presse, imprimeurs et
transformateurs, les grandes surfaces, les
administrations, etc ... E n ' 1974 seulement 3 1 % (1,85 Mt) étaient récupérés
sur les 6 Mt produites. Le recyclage
des FCR pose un certain nombre de
problèmes techniques: elles doivent subir des traitements préalables dont le
désencrage par lavage ou flottation.
Il existe en France une cinquantaine de
chaìnes de traitement des vieux papiers
dont 2 chaines de désencrage. Les possibilités de réutilisation des FCR sont
assez limitées: pàtes de remplissage
(papier pour ondulés et cartons); pàté
de substitution pouvant remplacer les
pàtes mécaniques mi-chimiques ou chimiques (papier
d'impression-écriture,
papier kraft); papier journal pour les
pàtes désencrées. Un programme de recherche important concernant le recyclage des FCR est en cours depuis plusieurs années au Centre Technique du
Papier à Grenoble (Isère).
c) Recyclage des déchets de
matières
plastiques
(1 Mt/an)
et
caoutchouc
(0.5 Mt/an).
On retrouve là encore les
deux sources principales que sont les
déchets urbains et emballages, et les
déchets de fabrication (production,
transformation) avec quelques déchets
complémentaires tels que déchets de décorticage des càbles, films agricoles,
etc. ...
Le recyclage se heurte là aussi à des
problèmes de couleur et d'incompatibilité des polymères entre eux quand on
traite des mélanges (les propriétés mécaniques peuvent alors s'en ressentir).
Certains procédés de recyclage ou régénération ont été mis au point en France
(procédé PERIPLAST à La Rochelle, qui
régénère les bouteilles de PVC sous
forme de granulés; procédé DORLYL qui
transforme les bouteilles de PVC en
tuyaux ou gaines; procédé EMERY conduisant à l'émerite; procédé japonais
REVERZER qui a été utilisé sous licence
par la Société LABAT-MERLE, mais qui
a posé de nombreux problèmes à cette
Société). Une action de recherche assez
importante a été lancée en France par
la DGRST et un certain n o m b r e de résultats intéressants ont été obtenus.
En ce qui concerne le recyclage des
déchets de caoutchouc, la France a fabriqué environ 25.000 t de régénéré en
1974. Les recherches dans ce domaine
sont poursuivies au Laboratoire de Recherches et de Contròie des Caoutchoucs
à Montrouge.
4.2. Utilisation des déchets
comme matières premières
de substitution
a) Industrie des matériaux de construction. Nous ne reviendrons pas ici sur
les nombreuses utilisations qui ont été
faites des laitiers et des cendres volantes de centrales thermiques dans le domaine de la fabrication des ciments. Ces
utilisations sont déjà anciennes et datent
respectivement de 1928 et d'environ
1950. Indépendamment des économies
de matières premières qu'elles apportent,
ces utilisations conduisent à des économies d'énergie non négligeables.
Dans le mème domaine des économies
d'énergie, une campagne expérimentale
d'incinération de .résidus industriels
dans un f o u r de cimenterie a été con-
duite récemment à Desvres (Pas-de-Cal a i s ) p a r l a S o c i é t é d e s CIMENTS FRAN-
CAI S. Les résidus pàteux peuvent ètre
mélangés au cru de cimenterie alors
que les déchets liquides sont brules avec
ou sans combustible d'appoint au niveau
du système de chauffage du four cimentier.
Au niveau des granulats et de la fabrication des bétons, les laitiers et cendres
entrent dans de nombreuses compositions, de mème que de nombreux résidus
tels que màchefers, déchets de verre
expansés, etc. ... Une réalisation récente
est
celle
des
HOUILLERES
DU
BASSIN
DU N O R D E T DU P A S - D E - C A L A I S q u i f a -
brique des granulats légers à partir des
schistes houillers (Fig. 10) ou des mélanges ternaires (schistulite) à partir de
laitiers granulés, de cendres volantes et
de schistes houillers. Le CERCHAR a
également mis au point récemment un
procédé de fabrication de sable léger à
partir de la plupart des rejets solides
de l'industrie minérale.
L'industrie francaise des liants de sulfate de calcium (plàtre et ciments d'anhydrite) a fait appel elle aussi à des
résidus dont les phosphogypses et la
fluoroanhydrite, provenant respectivement de la fabrication de l'acide phosphorique et de l'acide fluorhydrique.
Certains problèmes liés à l'emploi des
phosphogypses
ont été résolus par la
mise au point de procédés de purification: réalisation de RHONE-POULENC par
exemple, qui transforme le produit
épuré en plàtre de construction par différents procédés (procédé en 2 stades:
séchage et calcination en lit fluidisé, et
procédé LEA en un seul stade). Différentes usines ont été ainsi implantées
par
RHONE-POULENC
(Roches-de-Con-
drieu dans la région lyonnaise, GrandQuevilly près de Rouen, Cormeilles-enParisis dans la région parisienne, etc...).
De mème CdF CHIMIE exploite à Douvrain (Nord) le procédé AIR INDUSTRIE
e t SOCIÉTÉ C H I M I Q U E DES
CHARBONNA-
GES de purification et de cuisson en séchoirs pneumatiques de gypses chimiques dont essentiellement les phosphogvpses qu'elle produit dans ses usines
d'engrais.
La fluoroanhydrite
et les produits de
cuisson des phosphogypses à haute tem-
pérature ont été utilisés par PCUK p o u r
f a b r i q u e r des dalles et planchers de
grande surface d ' u n e part, et des éléments porteurs (murs) ou des bétons
légers.
Dans le domaine des matériaux
pour
technique routière, la France est également très avancée. I n d é p e n d a m m e n t de
l'utilisation des goudrons, brais, bitumes, laitiers et cendres pour d'élaboration des remblais, des graves et des
couches de roulement, certaines inovations ont été faites ces dernières années,
en particulier dans les Laboratoires des
Ponts et Chaussées:
— valorisation
des phosphogypses
soit
en tant que matériau p o u r terrassement
(cette utilisation reste cependant sujette
à caution compte tenu des propriétés
physico-chimiques — dont la solubilité — du déchet concerné) ou comme
activateur des laitiers et des cendres
dans l'élaboration des graves et des matériaux p o u r assises de chaussées. L'activation par le « Gypsonat » ou « gypse
sodé » préconisée par PRANDI, ou de mélange « phosphogypse-chaux-cendres »,
semble d o n n e r toute satisfaction.
— valorisation
dont les scories
—
utilisation
des
LD.
laitiers
de laitiers
d'aciéries
prébroyés.
— valorisation des déchets de matières
plastiques dans la fabrication des liants
b i t u m i n e u x , qui conduit à des gains importants de propriétés mécaniques.
Figure 10. Schèma de l'usine Sur ex
d'une capacité de production
de 1000
m3/jour
de granu/ats légers de schiste houiller expansé
(d'après Hanquez, Lyon 1975).
D'autres types de déchets utilisables en
technique routière sont à l'étude (soufre,
déchets de caoutchouc, màchefers d'incinération d'ordures ménagères, stériles,
de mines de fer, déchets de mines de
potasse, etc...).
b) Industrie
céramique.
La réalisation
francaise la plus intéressante est certainement la fabrication de briques à
partir de schistes houillers, procédé mis
a u p o i n t p a r les HOUILLERES DU BASSIN
DU
NORD
ET
DU
PAS-DE-CALAIS
(Fig. 11). La consommation d'énergie
nécessaire à cette fabrication n'est que
de 350 t h / t , soit la moitié de celle nécessaire (700 t h / t ) p o u r fabriquer les
briques d'argile en f o u r tunnel.
S t o c k a g e des
schistes secs
A r r i v é e des schistes
sélectionnés en
p r o v e n a n c e de la
mine
c) Industrie du verre. L'utilisation des
laitiers de haut-fourneau, moyennant
une fourchette de composition bien précise et des caractéristiques particulières
de coloration, accélère la fusion et l'affinage dans la fabrication du verre. En
F r a n c e la S o c i é t é BSN-GERVAIS DANONE
Broyage
S t o c k a g e de
la p o u d r e de
schistes
PRODUCTION: 4 6 0 T/Jour
P e s a n e de la p o u d r e
Pesage de l ' e a u
S é c h a g e des T
produits crus
•il]
de s é c h o i r j l
consomme ainsi 35.000 t / a n de laitier
à son usine de Givors (Rhóne).
Une autre réalisation intéressante est
celle de SANTT qui, à partir de déchets
miniers et métallurgiques divers, a mis
au point un verre dit « verre noir 195 »
présentant un certain nombre de propriétés séduisantes, ce qui lui confère
des débouchés très nombreux (verre
moulé, fibres, verre sphérulaire, vitrocéramiques,...).
Mélange!
eau-poudreJ~*
PB
B rrii q u e s
[ [ ccoupées
oi
Découpage
Malaxage
Piviale
[ d e la pàté
5. A U T R E S
DES
MODES
DE
VALORISATION
DECHETS
Moulage
F o u r à rétracter
Indépendamment de l'utilisation de certains déchets en agriculture,
tels que:
— cendres volantes de centrales thermiques (essais de HBNPC);
C u i s s o n en
four-tunnel
de 1 2 8 m
Depilage
et
triage
Mise sur
palettes
et cerclage
E n l e v e m e n t pour
expéditions par
r o u t e , f e r et e a u
Figure 11.
Schèma
de l'usine
d'HuIluch
produisant
250.000
briques/jour
(d'après Hanquez,
Lyon
1975).
— scories de convertisseurs THOMAS
dites « scories de déphosphoration »;
— poussières de cimenteries ou K2SO4
extrait de ces poussières;
— phosphate bicalcique sous-produit
de la fabrication de la gélatine;
— sulfate de fer résiduaire, sous-produit de la fabrication de T1O2 (THANN
e t MULHOUSE) OU d e s
traitements
de
surface;
— déchets organiques divers dont fumier, lisiers etc... en l'état ou après
avoir été soumis au compostage (cas des
déchets de pavots ou pulpes de raisins
entrant dans la fabrication de certains
composts à la société TRIGA près d'Avignon, ou sciures, boues urbaines, et en
particulier déchets de bois provenant du
débroussaillage des forèts qui servent à
élaborer le « compost de broussailles »
d e J. PAIN d a n s le V a r ) ;
— nous devons signaler un autre mode
de valorisation qui est l'utilisation
de
déchets pour le traitement d'autres dé-
chets ou effluents. Ainsi le sulfate ferreux résiduaire peut ètre utilisé pour le
traitement des effluents industriels o u
u r b a i n s . L a S o c i é t é THANN e t M U L HOUSE a e x p é r i m e n t é l ' u t i l i s a t i o n d u
chlorosulfate
de fer (obtenu par chloration de FeSC>4 résiduaire) dans l'épuration des eaux industrielles à l'usine de
Norville (Seine Maritime) et des eaux
urbaines à Choisy-le-Roi, et ces essais
ont donné toute satisfaction. De m è m e
E s s o CHIMIE fournit gratuitement l'eau
alumineuse, effluent de son usine de résines de N o t r e Dame de G r a v e n c h o n ,
au Syndicat I n t e r c o m m u n a l d'Assainissement de l'agglomération de Rouen,
lequel l'utilise pour le traitement de
ses eaux usées avant de la rejeter d a n s
la Seine.
Les boues d'acétylène ou « boues de
carbure » (hydroxyde de calcium résiduaire) pourraient également trouver u n
débouché dans ce domaine, en association avec le sulfate f e r r e u x résiduaire
par exemple.
Enfin, ou peut assimiler à u n e valorisation de ce type l'utilisation de certains résidus (cendres, laitiers, etc...)
pour en « solidifier » d'autres préalablement à leur stockage en milieu naturel
(mise en décharge) (Procédé QUIENOT).
Une expérience du m è m e type a été faite
par
RHONE-POULENC
qui
a utilisé
des
plàtres f a b r i q u é s à partir de phosphogypses p o u r absorber des hydrocarbures
répandus sur les cótes de Bretagne lors
de la marèe noire provoquée par l'Amoco-Cadiz.
6. C O N C L U S I O N
Les différents exemples qui viennent
d'ètre présentés, concernant les réalisations ou les recherches effectuées en
France ces dernières années ne sont pas
exhaustifs. Ils donnent cependant u n
apercu de l'intérèt que porte notre pays
au problème des déchets. Il n'en reste
pas moins que toute valorisation pose
un certain n o m b r e de problèmes tels
que nécessité d'investissement, possibilité de concurrence entre les matières
premières conventionnelles et les ma-
tières premières de substitution que
deviennent les déchets valorisables, disponibilité qualité et localisation (problème du cout du transport) des résidus,
maintien de certaines habitudes, etc...,
problèmes qui ne sont pas t o u j o u r s faciles à résoudre.
Par ailleurs, toute valorisation n ' a p p o r t e
pas forcément u n bénéfice mais garde
toute sa valeur si elle correspond à u n
traitement à m o i n d r e cout. D a n s la
c o n j o n c t u r e actuelle, si cette valorisation est bien pensée, elle tendra à préserver les matières premières restantes
et à limiter la pollution dont souffre de
plus en plus notre planète.
— Ministère de l'Environnement, « Usines
propres. La technologie au service de
l'environnement ».
La Documentation Francaise, 1975.
— Elimination des déchets urbains et
industriels. Colloque de Saint-Etienne,
24-28 juin 1974.
—
Journées
de
I'INSA
de
Lyon
sur
les
déchets et sous-produits industriels:
élimination, recyclage, valorisation. Villeurbanne, 25-27 novembre 1975.
— Congrès national sur la prévention des
pollutions industriells à l'aide des
technologies
propres.
INSA
de
Tou-
louse, 16-18 sept. 1975.
— La valorisation énergétique des déchets
industriels. Paris 14 oct. 1977, Agence
pour les économies d'énergie. Edition
de l'Institut Franfais des Combustibles
et de l'Energie, 1977.
QUELQUES DONNEES
BIBLIOGRAPHIQUES O U COLLOQUES
F R A N C A I S D A N S LE D O M A I N E
DE V A L O R I S A T I O N DES DECHETS
INDUSTRIELS
— Méthanol et éthanol, produits d'hier et
de demain. Journées d'études. I.C.F.,
Paris 24 nov. 1977.
— M. MAES, « Les résidus industriels ».
Tome 1: traitement, valorisation, législation (1975), 410 p.
Tome 2: technologie propre, traitement, valorisation, législation (1977),
661 p.
Technique et Documentation, 11 rue
Lavoisier, 75008 Paris.
— Colloque sur la récupération des matières plastiques.
Strasbourg, 1-2 juin 1978.
— GERS, « Les déchets solides. Proposition pour une politique ».
La Documentation Francaise, Paris,
1974, 190 p.
— M. J. BRUN, « Les déchets source
d'énergie ».
Institut F r a n c i s des Combustibles et
de l'Energie, 3 rue Henri Heine, 75016
Paris, Pubi. n. 62, 1977, 167 p.
— P. PERRIN, « Déchets solides industriels et urbains (Elimination, récupération) ».
PYC Edition-Desforges, Paris, 1977,
146 p.
—
J. F . MICHEL, « L a r é c u p é r a t i o n » .
FEDEREC, 74 rue de Courcelles, 75008
Paris, 1977, 160 p.
— G. BERTOLINI, « Rebuts ou ressources?
La socio-économie du déchet ».
Les Cahiers de l'Ecologie, Edition Entente, 12 rue Honoré-Chevalier, 75006
Paris, 1978, 152 p.
— Xlème Conférence internationale des
Arts Chimiques (Société de Chimie Industrielle), Paris, 6-8 dèe. 1977.
— Colloque sur le devenir des résidus
industriels non valorisés.
INSA d e L y o n , 18-20 s e p t . 1 9 7 8 .
— Colloque international sur l'utilisation
des sous-produits et déchets dans le génie civil. Paris, 28-30 nov. 1978.
— Valorisation énergétique des sous-produits agricoles. DGRST, Paris, 13-14
mars 1979.
— Publications « economies de matières
p r e m i è r e s », D E M P e t BRGM.
IL RECUPERO IN RELAZIONE Al PROBLEMI
DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI INDUSTRIALI
Lorenzo
Levis
- Riccardo
Fox
PREMESSA
Nel recente passato, negli ultimi decenni, si sono verificati notevoli m u t a m e n t i
qualitativi e quantitativi nella composizione dei rifiuti solidi. Q u e s t o f e n o m e n o
è stato causato d a l l ' a u m e n t o della popolazione, dall'incremento dei consumi dovuto al sensibile miglioramento del tenore di vita, dal progredire della civiltà
industriale che ha o c c u p a t o sempre maggiore spazio nell'attività della collettività u m a n a .
I problemi di tutela ambientale che esigono nuove forme e più razionali criteri
nella gestione dei problemi di raccolta
e poi di smaltimento dei rifiuti solidi
sono divenuti di ampia dimensione ed
esigono soluzioni organiche ed urgenti.
I dati sull'incremento dei rifiuti sono
sorprendenti. Si pensi che negli Stati
Uniti d'America nel 1920 u n a famiglia
media produceva 1,2 kg di rifiuti solidi
al giorno; nel 1970 e r a n o 2,4 kg; nel
1980 si prevede possano raggiungere oltre 4 kg. Se si aggiungono i rifiuti al di
fuori del settore civile, la media prevedibile salirà, in un f u t u r o non lontano,
a circa 15 kg giornalieri per famiglia.
La Comunità Economica Europea ha valutato che la produzione dei rifiuti nei
paesi della Comunità stessa sia di 1600
milioni di tonnellate ripartite, in percentuale:
6 0 % di rifiuti agricoli (circa 9 5 0 milioni di tonn.);
1 8 % di rifiuti dalle industrie minerarie
(circa 3 0 0 milioni di tonn.);
1 2 % di fanghi prodotti da impianti di
depurazione delle acque (circa 2 0 0 milioni di tonn.);
7 % di rifiuti da lavorazioni industriali
(circa 115 milioni di tonn.);
3 % di rifiuti civili o domestici (circa
90 milioni di tonn.).
Sempre la Comunità valuta intorno al
5 % il tasso a n n u o m e d i o di a u m e n t o .
I rifiuti solidi quindi crescono, nell'anno, con lo stesso ritmo del c o n s u m o di
energia: è coincidenza singolare.
A b b i a m o dei dati sufficientemente precisi sui rifiuti solidi prodotti in Italia?
La Confederazione Nazionale dell'Industria Italiana ha, due anni or sono, dato
corso ad una indagine statistica a campione, ma condotta su un complesso di
aziende sufficientemente rappresentativo
per tipologia e per n u m e r o , sui rifiuti solidi derivanti dall'attività del settore industriale p e r v e n e n d o a valutare la produzione nazionale a n n u a dei rifiuti del
settore in circa 35 milioni di tonnellate.
La stima pone in luce la rilevanza preminente del comparto metallurgico che
copre circa il 5 0 % del totale dei rifiuti
solidi generati in un a n n o dall'industria
manifatturiera italiana. Anche i rifiuti
provenienti dal comparto dei materiali
da costruzione r a p p r e s e n t a n o u n a quota
di tutto rilievo ( 1 3 % del volume globale). Seguono, in ordine di i m p o r t a n z a ,
i rifiuti del settore meccanico, alimentare, dei mezzi di trasporto, del settore
chimico.
La carta, le pelli e cuoio, p u r possedendo un quantitativo unitario di rifiuti
superiore a quello medio nazionale, raggiungono però u n peso non eccessivamente elevato. Meno contribuiscono alla
formazione del volume complessivo gli
altri settori: vestiario, poligrafico, calzaturiero ecc.
Circa l'origine dei rifiuti, per la generalità dei settori essi derivano dal ciclo di
lavorazione; seguono i rifiuti provenienti da impianti di trattamento delle acque
di scarico; di scarso rilievo, sotto l'aspetto quantitativo, sono i rifiuti provenienti
dall'attività amministrativa, di spedizione e di mensa.
La stima derivante dallo studio confederale condotta due anni or sono è confermata dallo studio che la Federazione
delle Associazioni Industriali del Piemonte, con il supporto operativo della
Fiat Engineering, ha recentemente condotto a termine per la Regione Piemonte: è u n o studio a p p r o f o n d i t o che ha
impegnato l'organizzazione industriale
per oltre u n a n n o ed è stato motivato
dalla necessità di mettere a disposizione
della pubblica autorità gli elementi necessari alla soluzione del problema, tanto per q u a n t o riguarda i rifiuti solidi che
i fanghi.
Questa ricerca ha permesso di individuare con b u o n a precisione quantità,
tipologia, qualità e collocazione dei luoghi di produzione in Piemonte dei rifiuti
solidi e dei fanghi derivanti dall'industria.
Con questo studio conoscitivo si è anche pervenuti a distinguere i principali
tipi di rifiuti prodotti: recuperabili, assimilabili, inorganici, fanghi. Si è infine,
con più che sufficiente approssimazione,
individuata la collocazione e la quantità dei rifiuti per i quali si richiedono soluzioni urgenti e, successivamente anche di quelli con problemi oggi m e n o
pressanti ma per i quali sorgeranno problemi nel prossimo f u t u r o .
In termini molto riassuntivi si è accertato che il quantitativo globale di rifiuti
solidi e fanghi industriali in Piemonte è
di circa 4.360.000 tonnellate e che è indispensabile trovare soluzioni urgenti
per circa 1.720.000 tonnellate, cioè a
dire per il 4 0 % circa della p r o d u z i o n e
globale.
Per un termine di riferimento, si consideri che lo studio condotto dall'Assessorato all'Ambiente della Regione Piemonte nell'anno 1975 era pervenuto a
valutare in circa 1.200.000 tonnellate
a n n u e i rifiuti di origine domestica, o
c o m u n q u e civile, prodotti sul territorio
regionale.
In Piemonte, d u n q u e , p r o d u c i a m o ann u a l m e n t e circa 5 milioni e mezzo di
tonnellate di rifiuti solidi e di fanghi che
d o b b i a m o raccogliere, per q u a n t o possibile recuperare o riciclare o p p u r e
smaltire.
C O M E AUMENTARE IL RECUPERO
L'indagine condotta dall'organizzazione
industriale confederale nell'anno 1977
ha indicato in circa 15 milioni di tonnellate a n n u e la q u a n t i t à dei rifiuti provenienti dal settore produttivo che att u a l m e n t e vengono recuperati con riciclo o con vendita: si tratta di u n quantitativo già oggi non trascurabile, sfior a n d o il 4 0 % sul totale dei rifiuti industriali.
La recente indagine della Federpiemonte ridimensiona, per la nostra regione, il
quantitativo dei rifiuti dell'industria che
attualmente vengono riassorbiti nelle lavorazioni e per i quali q u i n d i non si pone il p r o b l e m a dello smaltimento: siamo nell'ordine del 2 5 - 3 0 % .
È, in ogni caso, evidente che la fase del
recupero e del riciclaggio deve essere
affrontata con maggior impegno: il nostro paese ha motivi di diretto interesse,
anche al di là del fatto che in questo
modo si ridimensiona il gravissimo problema dello smaltimento, di ottenere
un risparmio nelle materie da sottoporre
a trasformazione.
La penuria di materie prime è infatti
motivo che dovrebbe consigliare interventi, tanto delle imprese q u a n t o della
parte pubblica, volti alla reimmissione
nei cicli della produzione delle materie
risultanti da processi di riciclo.
È da ritenere che ciò avvenga attualmente solamente in relazione al rapporto di convenienza che il mercato determina; p u r t r o p p o questa attività stenta
ad incrementarsi ed a generalizzarsi poiché il costo dei processi di riciclo determina di n o r m a u n prezzo finale del prodotto recuperato superiore a quello originario.
Quindi soltanto la predisposizione di
condizioni operative adeguate e di agevolazioni che p e r m e t t a n o di ridurre il
costo dei processi di recupero, od almeno di u n a parte di essi, p u ò innescare
l'avvio spontaneo di u n circuito di riutilizzo.
Tra le condizioni operative atte a favorire il riciclo potrebbe anche essere ipotizzata l'adozione di misure disincentivanti la produzione dei rifiuti, da estendere tanto al settore p r o d u t t i v o che a
quello civile.
Nell'ambito della Comunità Europea
sono stati messi in atto o sono in corso
di studio provvedimenti che possano incentivare i recuperi: tra questi è da citare l'adozione delle cosiddette « borse
rifiuti ».
Si tratta di bollettini periodicamente
pubblicati e contenenti offerte e richieste di materiali di rifiuto riutilizzabili in
cascata nello stesso settore produttivo o
collateralmente tra settore e settore.
In Italia è stata la Camera di commercio, industria ed agricoltura di T o r i n o
ad avviare, tra i primi, u n a iniziativa di
« borsa rifiuti »: ne ha parlato diffusamente l'amico D r . A l u n n o mettendo in
evidenza impegno e ricerca, fase di attuazione, difficoltà incontrate, risultati
finora ottenuti e possibilità di ampliam e n t o e potenziamento dell'iniziativa.
Analoga iniziativa attua l'Associazione
industriale dell'industria chimica, nel
particolare settore merceologico.
A nostro giudizio, l'iniziativa va contin u a t a e supportata da una più intensa
pubblicazione da parte dell'organizzazione industriale, particolarmente agendo poi nel c a m p o della sensibilizzazione delle imprese.
Sotto l'aspetto più strettamente tecnologico, studi e ricerche sono state condotte o tuttora sono in atto particolarmente:
— per il r e c u p e r o degli olii minerali
dagli scarichi ove sono contenuti prodotti oleosi concentrati. Il problema degli olii esausti riveste parallelamente un
aspetto ecologico ed un aspetto energetico. L'attuale tendenza prevalente è per
incenerire gli olii. Ma, a nostro giudizio, la via da seguire è quella della rigenerazione ad evitare oltretutto, di distruggere u n a f o n t e energetica riutilizzabile. A tal fine occorre a p p r o f o n d i r e
la strada dell'incentivazione alle imprese che raccolgono e ritrattano gli oli
usati che, anche in relazione alle direttive della CEE, d e b b o n o ricevere u n a speciale indennità a contropartita del servizio ecologico reso;
— il recupero dei fanghi di vernice che
possono essere riutilizzati come riempitivo in pannelli truciolati di legno;
— il recupero degli sfridi e degli scarti
delle resine termoplastiche e termoindurenti: problema più specifico dei rifiuti
urbani;
— il recupero di p a r t e delle terre di
fonderia.
È da mettere infine in luce che, ai fini
di allargare le possibilità di recupero di
u n a certa parte di rifiuti industriali, u n a
f u n z i o n e d e t e r m i n a n t e p o t r a n n o svolgere i cosiddetti « centri di servizio » che
d o v r a n n o sorgere al fine di risanare gli
scarichi ad alta tossicità, per renderli
utili soprattutto della piccola industria
e dell'artigianato.
RECUPERO ENERGETICO DIRETTO
DEI RIFIUTI INDUSTRIALI
In un clima di crisi energetica u n o smaltimento dei rifiuti che permetta un recupero totale o parziale dell'energia termica in essi contenuta, è da considerarsi
tra le soluzioni di riciclo più valide.
Q u a n t o detto vale ancor di più se lo
smaltimento avviene attraverso u n processo che è ecologicamente valido e corretto.
Tale è il caso della combustione
di rifiuti combustibili
di basso pregio nei cementifici.
In un f o r n o di cementificio si opera ad
alta temperatura (sui 1700 °C) in un ambiente alcalino.
Queste condizioni sono ritenute ideali
per evitare la formazione di diossine o
altri microinquinanti riscontrati invece
nei forni di incenerimento dei rifiuti solidi u r b a n i e industriali.
Secondo i risultati pubblicati da u n a rivista tecnica inglese, in Svizzera sono
state ritrovate nelle ceneri del f o r n o di
incenerimento di Zurigo 0,2 p p m di
policlorodibenzoparadiossine e 0,1 p p m
di policlorodibenzofurani; nel f o r n o di
incenerimento di Aaran le percentuali
sono rispettivamente di 0,6 e 0,3 p p m .
Anche nei f u m i e nelle ceneri dei forni
di Milano sono state recentemente trovate diossine.
Pertanto vi sono ricercatori che h a n n o
proposto di incenerire i rifiuti u r b a n i
nei forni dei cementifici per evitare
questo pericolo.
È chiaro che, sebbene da un lato la disponibilità di combustibile, sia pure di
basso pregio, ma con costo nullo, sia
allettante
d'altro canto non tutti i
combustibili possono essere accettati e
non si p u ò affidare completamente e solamente ad essi la combustione.
In un f o r n o da cementificio si p u ò utilizzare come combustibile o del carbone
o della n a f t a o del gas.
Il c a r b o n e viene usato per lo più ridotto
in polvere ed insufflato nel forno con
l'aria primaria di combustione.
Il polverino di c a r b o n e deve pertanto
essere molto fino (deve lasciare un resid u o inferiore al 1 0 % su u n vaglio di
4 9 0 0 maglie/cm 2 ).
Pertanto solo rifiuti industriali polverulenti o macinabili possono essere presi
in considerazione. Inoltre, al fine di
m a n t e n e r e la t e m p e r a t u r a sugli alti livelli, solo u n a piccola percentuale di rifiuto (che ha logicamente un basso potere calorifico) p u ò essere mescolata col
carbone.
Più facile l'uso di combustibili liquidi
industriali. Occorre però anche qui analizzarli, caso per caso, per accertarsi
che non contengano tenori troppo ele-
vati di inquinanti (es. zolfo) o che siano
eccessivamente corrosivi.
Ritornando per un m o m e n t o ai rifiuti
u r b a n i , che qui interessano per analogia,
si ricorda che la cementiera di Westbury in Inghilterra, che p r o d u c e 700
mila t di cemento all'anno, brucia, dal
1977, 80 -T- 9 0 . 0 0 0 t / a n n o di rifiuti urbani che il C o m u n e cede p a g a n d o un
contributo • di 5 0 0 0 L / t per lo smaltimento.
Questi rifiuti, f r a n t u m a t i e deferrizzati,
vengono insufflati col polverino di carbone nella proporzione del 1 0 % .
Un altro sistema di trasformazione
dei
rifiuti industriali
in combustibile
è in
corso di realizzazione qui a T o r i n o presso un impianto che la Fiat sta costruendo nella zona delle basse di Stura.
Fig. 1. Centro FIAT di
riciclaggio
dei rifiuti solidi
industriali.
(T) arrivo rifiuti d'officina
(2) linea s e p a r a z i o n e m e c c a n i c a c o n
di c o m b u s t i b i l e
(3) s e r b a t o i o a c c u m u l o
combustibile
(4) v a s c h e raccolta f a n g h i
(5) f o r n o i n c e n e r i m e n t o f a n g h i
produzione
Si tratta di un impianto di riciclaggio
che p r e n d e i rifiuti d'officina (costituiti
da carta 5 4 % , plastica 1 2 % , stracci
7 % , ferro 2 % , metalli 8 % , similpelle
4 % , legno 4 % , - v a r i 5 % ) nel quantitativo di 5 t / h , e dopo averli f r a n t u m a t i ,
deferrizzati, ulteriormente f r a n t u m a t i e
sottoposti ad una separazione aerodinamica (vedere fig. 1) permette di ottenere un combustibile con dimensione massima di 25 m m X 25 m m ed un potere
calorifico di 3000 k c a l / k g
Nel caso specifico, a cui prima si è accennato, questo combustibile serve a
bruciare, in apposito f o r n o , le melme
di verniciatura; in altri casi potrà essere bruciato presso le caldaie delle centrali termiche degli stabilimenti, p u r c h é
queste siano atte a bruciare carbone oppure vengano o p p o r t u n a m e n t e adattate.
Certo sarebbe u n a soluzione ideale, per
certe categorie di stabilimenti, poter
utilizzare direttamente p a r t e dei propri
rifiuti come combustibile ausiliario, in
modo da r i d u r r e i consumi di combustibili pregiati.
RECUPERO ENERGETICO INDIRETTO
DEI RIFIUTI INDUSTRIALI
Il recupero energetico indiretto consiste
nel recuperare, attraverso u n ' o p p o r t u n a
politica di riciclo, i materiali di scarto
con il loro contenuto energetico intrinseco.
L'esempio dell'acciaio è illuminante:
1) si deve estrarre il minerale di f e r r o
dalla miniera (spese energetiche di natura mineraria);
2) si deve portarlo alle acciaierie (spese
energetiche di trasporto);
3) si deve fonderlo per ottenere l'acciaio (spese energetiche di siderurgia);
4). si deve lavorarlo per ottenere i semilavorati ed i pezzi finiti (spese energetiche di n a t u r a meccanica).
Di queste quattro voci la più dispendiosa, energeticamente p a r l a n d o , è la
voce 3: per f o n d e r e u n a tonnellata di
minerale di f e r r o e trasformarla in acciaio occorrono infatti
mediamente
4270
kWh.
Se però, invece di partire dal minerale
di ferro, si converte direttamente il rottame di ferro, per ottenere u n a tonnellata di acciaio occorrono soltanto più
1660
kWh.
Solo considerando la voce 3 del bilancio complessivo c'è già u n a g r a n d e differenza. Essa a u m e n t e r à ancora qualora
si p r e n d a n o in considerazione anche le
voci 1 e 2.
Il discorso p u ò estendersi ad infiniti altri
casi, o g n u n o dei quali varrebbe a dimostrare l'opportunità di riciclo dei materiali. A questi numerosi argomenti a favore, altri se ne aggiungono tutt'altro
che trascurabili: quelli di n a t u r a ecologica.
Infatti quasi sempre riciclando si ottiene un ulteriore risparmio energetico che
deriva dal non ricorrere a metodi distruttivi per eliminare materiale che se
n o n riciclato risulterebbe inquinante.
Il riciclaggio e il recupero degli sfridi
metallici
nell'industria è ormai prassi
comune.
Secondo l'indagine sui rifiuti solidi industriali pubblicata dalla Confindustria
nel luglio 1977, su circa 35 milioni di
t / a n n o di rifiuti industriali, 14 milioni
venivano recuperati e venduti.
Si tratta prevalentemente di sfridi metallici, tanto che di questi 14 milioni di
t / a n n o , ben 7 provenivano da industrie
metallurgiche, 1,25 dall'industria meccanica e 1,7 dall'industria dei mezzi di
trasporto.
C o m u n q u e si p u ò ulteriormente estendere questa prassi, anche in quei casi
finora trascurati per ragioni di convenienza economica o di limitatezza dei
quantitativi in gioco.
Un altro settore interessato al recupero
indiretto è quello delle materie
plastiche.
L'industria delle materie plastiche produce tre tipi di scarto di lavorazione:
a) sfridi e materozze di termoplastica
puliti: essi vengono introdotti nuovamente nel ciclo produttivo dello stabilimento;
b) scarti di termoplastica inquinati dal-
la presenza in essi di inserti e di supporti: essi n o r m a l m e n t e non possono
essere recuperati direttamente dallo stabilimento;
c) scarti, sfridi e materozze di termoindurenti che per la irreversibilità del
processo di policondensazione non possono più essere recuperati come materia
plastica attiva.
Quest'ultimo è il problema più grave
e difficile da risolvere nel campo del recupero degli scarti di questo settore industriale. È stato calcolato che gli scarti
del secondo e terzo tipo prodotti in Italia a m m o n t a n o a circa 70.000 t / a n n o ,
di cui il 4 9 % vengono normalmente riciclati da ditte specializzate. L'azienda
produttrice dello scarto ricava dalla sua
vendita m e d i a m e n t e 170 L / k g mentre
il 5 1 % deve essere pertanto smaltito
con un qualche mezzo ecologicamente
non dannoso e conseguentemente ad un
certo costo.
C'è ancora da osservare che oltre il
7 0 % di quest'ultimo quantitativo è rappresentato da scarti di termoindurenti
di difficile recupero. Sostanzialmente
quindi delle 70.000 t / a n n o prodotte
34.000 t sono normalmente vendute con
un ricavo di circa 5 / 6 miliardi di lire;
35.700 t devono essere smaltite ad un
costo di circa 20.000 L / t (considerando
trasporto ed incenerimento): la spesa
complessiva risultante è di oltre 700 milioni di lire (essa si dimezza qualora si
utilizzi per lo smaltimento la discarica).
È evidente che la soluzione dei problemi
di riciclaggio per quest'ultimo tipo di
scarico comporterebbe dei notevoli risparmi anche senza valutare un recupero economico dalla sua utilizzazione.
Il riciclaggio delle termoplastiche inquinate non comporta problemi insuperabili ed è stato già sperimentato in qualche caso con buoni risultati.
Invece il riciclaggio o meglio il recupero delle termoindurenti presenta numerosi problemi la cui soluzione richiede
tempo per individuare le tecniche adatte
che consentano l'utilizzo del sottoprodotto ricavato.
Per il m o m e n t o le soluzioni che si presentano p i ù promettenti per gli sfridi
di resine termoindustriali ormai policondensate sono:
— macinazione di tali sfridi per usarli
come cariche inerti;
— pirolisi per ricavarne combustibile;
— uso diretto per t a l u n e di esse come
combustibile dato il loro elevato potere
calorifico, con tutte le precauzioni del
caso però per la d e p u r a z i o n e dei fiumi
conseguenti.
Interessante al r i g u a r d o è tutta u n a serie di macchine automatiche, in parte
attualmente già in c o m m e r c i o ed in
parte allo studio, che p a r t e n d o da prodotti termoplastici di rifiuto f r a loro mescolati p r o d u c o n o con essi u n a g a m m a
completa di oggetti di uso comune, c h e
v a n n o dal paletto per recinzione al rullo avvolgi-cavi. L'aspetto più interessante di queste macchine consiste nel f a t t o
che esse sono predisposte per variare
nel m o d o più i m m e d i a t o e semplice il
tipo di oggetto in costruzione onde poter cosi adattare p e r f e t t a m e n t e la loro
produzione alla richiesta di mercato.
Un altro settore di interessanti possibilità di recupero è costituito dagli scarti
dell 'industria della
gomma.
L'industria della g o m m a impiega essenzialmente elastometri, gomma naturale,
nero f u m o , olii plastificanti, inserti metallici.
La produzione di sfridi da lavorazione
è notevole in q u a n t o strettamente connessa alla tecnica di stampaggio per iniezione o per compressione. Per farsene
un'idea u n ' i n d u s t r i a di articoli in gomm a con 1000 -f- 1500 dipendenti produce circa 1300 t / a n n o di sfridi di gomma. Senza contare l'enorme patrimonio
costituito dai copertoni usati dagli autoveicoli. Finora la via seguita per recuperare tale materiale è consistita essenzialmente in una sua macinazione per
v i i meccanica o per via criogenica, onde
poterlo riutilizzare in piccola percentuale c o m e carica nella mescola iniziale.
I risultati sono stati piuttosto scarsi,
forse a n c h e perché n o n è stata scelta la
scala giusta nella q u a l e eseguire questo
tipo di riciclo che richiede, specialmente per il sistema criogenico, un impianto
di una certa potenzialità e possibilmente
a f u n z i o n a m e n t o continuo.
Un sistema ingegnoso e remunerativo di
riutilizzo dei cascami di g o m m a è stato
quello di impegnarli nella carica dei cubilotti delle fonderie di ghisa in sostituzione del c a r b o n e coke.
Spesso, ma con rese molto più basse, e
con problemi di i n q u i n a m e n t o atmosferico, si impiegano attualmente come
combustibile nelle fornaci per la calce.
Una via molto promettente è quella pirolitica. Sono già in fase sperimentale inoltrata grandi impianti capaci di trattare
fino a 100 t / g i o r n o di g o m m a , anche se
costituita u n i c a m e n t e da copertoni usati
di automobile o d'autocarro.
La produzione di tali impianti è la seguente:
potenzialità
pianto
im-
nerofumo
da
100 t / g i o r n o
da 13.000 t / a n n o
olio combustibile
da 15.000 t / a n n o
acciaio
da
5.200 t / a n n o
Le analisi eseguite sui campioni di olio
h a n n o dato le seguenti principali caratteristiche:
potere calorifico sup. ( k c a l / k g ) 8.187
zolfo
(%)
0,42
ceneri totali
(%)
0,04
Nel processo pirolitico nulla va sprecato
ed i gas combustibili che d u r a n t e essi
si sprigionano servono al f u n z i o n a m e n t o
stesso dell'impianto. Sull'argomento verrà presentata u n a apposita relazione nel
corso di questo convegno.
Esaminiamo infine un ultimo caso di recupero indiretto quello dell'industria
del
vetro.
Riciclare il vetro p u ò voler dire
cose:
due
1) reintrodurlo nel ciclo p r o d u t t i v o con
materia p r i m a ;
2) riutilizzare gli oggetti con esso confezionati per più cicli sia per lo stesso uso,
sia per gli usi diversi che c o m u n q u e
diano una destinazione d u r a t u r a al rifiuto.
Nell'ambito del 1° caso il riciclaggio
ha ancora due aspetti f o n d a m e n t a l i :
— il riciclaggio dei rifiuti di tipo urbano (prevalentemente contenitori a perdere);
— il riciclaggio dei rottami provenienti
dalle industrie.
In quest'ultimo caso dal punto di vista
tecnologico non vi sono problemi dal
m o m e n t o che il rottame è reimpiegabile
quale materia p r i m a per nuovi prodotti
in vetro. L'introduzione di grandi quantitativi di rottame nel ciclo produttivo
ha effetti contrastanti, ma complessivamente positivi.
Principalmente il rottame p r o d u c e un
abbassamento del p u n t o di fusione della miscela con conseguenti risparmi
energetici, unitamente al risparmio della
soda (materiale energeticamente costoso). C o n t e m p o r a n e a m e n t e però induce
un perdita di viscosità con conseguenti
difficoltà di lavorazione.
L'industria vetraria oggi non ha molti
problemi nel riciclare il proprio rottame in proporzioni intorno al 2 0 % del
vetro prodotto. In effetti il rottame utilizzato in questi casi è estremamente
puro, selezionato in base alla colorazione e senza i n q u i n a m e n t o da sostanze
estranee.
L'utilizzo massiccio di rottame proveniente da altri stabilimenti (specialmente da quelli che eseguono la seconda lavorazione del vetro p a r t e n d o da lastre
p r e f o r m a t e ) e di quello proveniente dai
contenitori in vetro presenta qualche lieve difficoltà dovuta all'eterogenità nella
composizione e nella colorazione del
materiale.
Il rottame eterogeneo p u ò c o m u n q u e essere utilizzato da vetrerie per produzioni
di minor pregio e per vetri generici senza particolari caratteristiche.
Se la fonte di produzione del rottame
è consistente, non esistono rilevanti problemi per il riciclaggio. Se invece le fonti di produzione sono di piccola entità
e disperse territorialmente (come, nel
caso limite, le famiglie delle aree urbane), sorgono rilevanti problemi di raccolta i quali u n i t a m e n t e agli ostacoli
frapposti dalla mentalità consumistica
Fig. 2.
Schema
di
flusso.
della gente r e n d o n o il problema di difficile soluzione.
Eventuali impianti centralizzati di recupero del rottame di vetro dai rifiuti solidi u r b a n i , p e r m e t t o n o di ottenere u n
materiale sufficientemente pulito riutilizzabile nelle vetrerie.
In questo caso però occorre f a r e i conti
tra il costo di selezione ed il prezzo del
rottame sul mercato.
T e n e n d o presenti i costi diretti ed indiretti dovuti all'eventuale smaltimento in
discarica è auspicabile che venga semp r e effettuato il recupero ed il riciclaggio del vetro.
Per q u a n t o concerne il secondo p u n t o è
noto che il p r o l u n g a m e n t o della vita media di qualsiasi oggetto diminuisce l'inq u i n a m e n t o . Ciò è dovuto alla diminuzione della q u a n t i t à di oggetti che nell'unità di tempo deve essere smaltita.
Inoltre il p r o l u n g a m e n t o della vita induce dei risparmi di materiale e di energia per la produzione di nuovi oggetti.
Nel caso dei contenitori in vetro è necessario incentivare il riciclo conservando dove è possibile la loro f u n z i o n e , opp u r e m u t a n d o l a o p p o r t u n a m e n t e . Lo
studio di u n a eventuale f u n z i o n e secondaria deve essere effettuato all'origine,
in fase di progettazione.
In questo contesto di idee ci sembra che,
per esempio, il riutilizzo del « vuoto a
perdere » come mattone per l'edilizia
sia un tipo di soluzione che possa dare i
massimi profitti sotto tutti i p u n t i di
vista.
RECUPERO DEI F A N G H I INDUSTRIALI
Nelle industrie si p r o d u c o n o notevoli
quantità di fanghi sia direttamente nei
cicli produttivi sia indirettamente negli
impianti di depurazione delle acque di
scarico.
Occorre notare che i metalli non sono
presenti solo nei fanghi provenienti da
impianti di depurazione delle acque industriali ma a n c h e da acque u r b a n e di
aree fortemente industrializzate.
A Collegno (provincia di T o r i n o ) ad
esempio si sono riscontrati nei fanghi
la presenza dei seguenti metalli:
— Cr =
2.200 p.p.m. max;
— Cu =
1.200 p.p.m. m a x ;
— Fe =
10.500 p.p.m. max;
— Pb =
240 p.p.m. max;
— Zn =
3.200 p.p.m. m a x ;
con un contenuto totale di metalli di oltre 13.000 p.p.m.
Questi contenuti sono prossimi di un
rapporto 1 : 10 ai contenuti minimi di
metalli per cui le tecnologie minerarie
attuali sono in grado di prospettare sistemi economici di recupero. Infatti
vale la spesa recuperare un metallo
q u a n d o questo è presente in tenori di
alcuni % , vale a dire di oltre 10.000
p.p.m.
Però nei fanghi industriali è possibile
arrivare a queste percentuali. Infatti gli
studi di cui si parlerà in seguito, relativi al recupero di cromo e rame dai fanghi sono stati condotti su un campione
di f a n g o dell'industria galvanica contenente:
— rame
pari a l l ' 1 , 4 6 % come
CuO
— cromo pari al 3 , 6 8 % come
Cr203
— nichel pari al 2 , 4 0 % come
NiO
— zinco
ZnO
pari al 0 , 6 7 % come
La ricerca è stata condotta dai laboratori
del Centro Ricerche F I A T nell'ambito
di u n o studio svolto da F I A T Engineering per il progetto
finalizzato
CNR
« Promozione della qualità dell'ambiente ».
Per il recupero del rame e del cromo la
tecnica adottata prevedeva lo schema di
flusso illustrato nella fig. 2.
Per la precipitazione acida dei metalli
sono stati sperimentati attacchi chimici
con acido cloridrico e solforico: con
quest'ultimo si consuma m e n o acido,
precipita il calcio come solfato e si ottiene u n a maggior concentrazione dei
metalli nella soluzione acida. La resa di
attacco è del 9 9 , 9 % ; il f a n g o residuo è
sterile e p u ò essere smaltito facilmente
senza problemi ecologici.
La soluzione proveniente dall'attacco
acido ha p H = 1,5 e contiene 14,3
g / 1 di Cu, 30,8 di Cr, 23,1 di N i e 8,8
di Z n .
Per recuperare il r a m e sono state sperimentate le seguenti tecniche:
a) estrazione con solventi selettivi;
b) deposizione elettrolitica;
c) separazione mediante
con polvere di ferro.
cementazione
È stata adottata quest'ultima soluzione;
si ottiene u n p r o d o t t o che si presenta
come u n agglomerato spugnoso di colore nero.
Tale cemento di r a m e p u ò essere ceduto
cosi c o m ' è agli utilizzatori come rottame di rame o p u ò essere affinato per via
termica ottenendo r a m e di p r i m a fusione con titolo maggiore del 9 9 % .
Per recuperare il c r o m o vi sono diverse
possibilità:
a) ossidazione in ambiente alcalino;
b) ossidazione elettrolitica in ambiente
acido;
c) precipitazione a p H controllato (per
evitare la cooprecipitazione del nichel e
dello zinco) e calcinazione ossidante.
Fig. 3.
Schema
a
blocchi.
È risultato che quest'ultima tecnica è la
p i ù conveniente: si p o r t a il p H al valore
di 4, si precipita, si separa la soluzione
contenente tutto lo zinco e il nichel insieme al 1 0 % del cromo; il precipitato
contenente ferro, cromo ed alluminio
viene calcinato in ambiente ossidante
o t t e n e n d o del f a n g o esausto ed u n a soluzione di c r o m a t o sodico.
Lo schema a blocchi di figura 3 illustra il processo di recupero.
U n altro metodo per smaltire
correttamente i fanghi di depurazione, in particolare provenienti da industrie galvanic h e e meccaniche contenenti ossidi e
idrossidi metallici, già da almeno 5 anni
in atto presso le f o r n a c i di tutta Europa, consiste nell'utilizzarli quale materia prima nella produzione
di
mattoni.
Lo smaltimento di fanghi attraverso i
m a t t o n i , p u r c h é n o n alteri le caratteristiche degli stessi e p u r c h é v e n g a n o fatti
gli o p p o r t u n i controlli ecologici, p u ò essere agevolmente effettuato senza modifiche agli impianti esistenti per molti tipi
di f a n g h i a base organica o a base di
ossidi di metalli quali r a m e , ferro, zinco,
nichel, cadmio in ragione del 10 ,-r2 0 % di f a n g o palabile (40 -h 5 0 % di
solido setto a 15 °C).
I vincoli principali che limitano lo smaltimento s e m b r a n o l'umidità, il tipo di
laterizi e il costo.
II primo vincolo impone per motivi economici di concentrare nel periodo estivo lo smaltimento q u a n d o le argille disponibili h a n n o generalmente u n grado
di umidità minore.
Il secondo di indirizzare lo smaltimento
di fanghi verso quelle fornaci che producono mattoni pieni o f o r a t i pesanti in
quanto questi possono sopportare percentuali di fango, fino al 2 0 % , superiori a quelle che accetterebbero fornaci
che p r o d u c o n o mattoni forati normali.
Considerato che u n a f o r n a c e m o d e r n a
consuma da 10.000 a 2 0 . 0 0 0 me di argilla all'anno e che in u n a regione della
Lombardia esistono u n a decina di fornaci di queste dimensioni si p u ò affermare che c'è la possibilità di smaltire
25
5 0 . 0 0 0 m 3 di fanghi attraverso
questa strada.
Infine, l'onere dell'operazione (consiste
nelle prove di fattibilità, nel calore da
fornire per evaporare l'acqua di inibizione dei fanghi e nelle verifiche degli
effluenti) può essere parzialmente o totalmente coperto dal calore ricuperato
durante la combustione.
Possiamo concludere che la pratica di
riutilizzo dei fanghi nella produzione di
laterizi deve essere stimolata ed estesa
a tutti quei fanghi che avendo un discreto potere calorifico possono essere
vantaggiosamente utilizzati senza pericoli per l'ambiente di lavoro ed esterno.
to finalizzato C N R - Promozione della
qualità dell'ambiente, u n a ricerca che è
stata pubblicata dal C N R ed illustrata in
vari convegni.
Qui si intende ricordare che questi centri non solo possono assolvere la funzione di centri di depurazione ma anche essere la sede n a t u r a l e per eventuali recuperi (ad es. di metalli dai fanghi, ecc.).
Si intende per « p i a t t a f o r m a di depurazione » un centro nel quale le industrie:
— inviano i p r o p r i rifiuti solidi n o n assimilabili a quelli u r b a n i (cioè tutti i rifiuti diversi da quelli di mensa, di ufficio
e d'imballaggio);
— inviano i f a n g h i , sia quelli di processo che quelli prodotti dagli impianti di
depurazione delle acque o abbattimento
dei f u m i ;
— specie le piccole e medie (che non
h a n n o dimensioni tali da giustificare
costosi impianti di depurazione) inviano le acque tossiche prodotte in volumi limitati (acque galvaniche, acque
contenenti olii emulsionati, acque acide
o basiche, ecc.).
Il centro deve disporre:
— di un parco automezzi ed autobotti
per la raccolta dei rifiuti;
Si è proposto di realizzare centri consortili o « piattaforme » di depurazione
degli scarichi liquidi o solidi industriali
come sede naturale per risolvere il problema della depurazione degli scarichi
delle industrie piccole e medie localizzate nei grandi centri urbani.
In questa prospettiva la FIAT Engineering ha condotto, nell'ambito del Proget-
c) ridurre i costi della depurazione (pochi grandi impianti costano m e n o di
molti piccoli sia come costo di capitale
che di gestione) e soprattutto trasformare un costo cospicuo iniziale (disporre del capitale necessario per costruire
l'impianto) in un costo differito (si paga
volta per volta per la prestazione che si
riceve).
Un centro di questo tipo p u ò essere completato:
— con sistemi di separazione meccanici dei rifiuti che p e r m e t t o n o di ottenere
ad esempio combustibili derivati, oltreché recuperare metalli, vetro, ecc.;
— con impianto di recupero dei metalli
dai f a n g h i ;
— con impianti di pirolisi per smaltire
gomme, materie plastiche, ecc.
Inoltre u n a piattaforma di questo tipo
può assolvere alla f u n z i o n e di centro di
concentrazione, selezione e smistamento
dei materiali riciclabili da inviare presso
impianti industriali che possono recuperarli inserendoli nel p r o p r i o ciclo produttivo.
— di o p p o r t u n e aree, vasche o serbatoi
per la ricezione e stoccaggio;
— di u n a o più discariche controllate
per lo smaltimento rifiuti solidi n o n inquinanti;
— di impianti di depurazione delle acq u e tossiche;
— di impianti di trattamento di fanghi;
CRITERI DI RECUPERO
gestisce gli impianti pubblici consortili)
e l'industria;
— di forni di incenerimento per liquidi,
fanghi e solidi non altrimenti smaltibili
(con recupero del calore a fini di processo).
Q u a l è la f u n z i o n e del Centro di servizi?
A nostro giudizio è triplice:
a) non lasciare le industrie sole, soprattutto le piccole alle prese col problema
del d i s i n q u i n a m e n t o senza sostegno tecnico, giuridico ed economico;
b) f o r m a r e un canale naturale di collaborazione tra l'Autorità Pubblica (che
PROBLEMI NORMATIVI
Le n o r m e legislative italiane attualmente in vigore in tema di rifiuti solidi si
c o m p e n d i a n o quasi esclusivamente nella legge n. 366 del 2 0 marzo 1941, a
« Raccolta, trasporto e smaltimento dei
rifiuti solidi u r b a n i » che non serve più
a nulla perché largamente antiquata e
superata, oltreché limitata al solo settore dei rifiuti civili.
O r b e n e è chiaro che condizione pregiudiziale per avviare u n a politica di gestione dei rifiuti è quella di u n a normativa nazionale che contenga u n a precisa
definizione dei rispettivi ruoli e delle
competenze istituzionali di tutti gli organi amministrativi, specialmente avuto
riguardo al compito determinante che in
questo settore possono e d e b b o n o svol-
gere le Regioni, nel r i s p e t t o di u n a linea o m o g e n e a di i n t e r v e n t i g a r a n t i t a da
u n i n d i r i z z o c e n t r a l e di i n t e r v e n t o .
È i n d i s p e n s a b i l e q u i n d i ed u r g e n t e c h e
si a r r i v i ad u n a legge q u a d r o dello
Stato.
Le Regioni d o v r e b b e r o , n e l l ' a m b i t o dei
vincoli di c o e r e n z a c o n l ' i n d i r i z z o dello
Stato, p r e d i s p o r r e p i a n i regionali per lo
s m a l t i m e n t o dei rifiuti solidi u r b a n i e
dei f a n g h i n o n c h é dei rifiuti p r o d u t t i v i
assimilabili a quelli civili (od accettabili
con quelli civili senza p r e g i u d i c a r n e u n o
smaltimento ambientalmente corretto).
Le Regioni infine d o v r e b b e r o a s s i c u r a r e
alle i m p r e s e p r o d u t t i v e la possibilità di
s m a l t i m e n t o c o r r e t t o dei rifiuti p i ù difficilmente e l i m i n a b i l i , p a r t i c o l a r m e n t e di
quelli tossici.
Il t u t t o , n a t u r a l m e n t e , nel r i s p e t t o del
p r i n c i p i o a f f e r m a t o in sede c o m u n i t a r i a ,
che « chi i n q u i n a p a g a ».
E q u i v o g l i a m o d a r e a t t o alla R e g i o n e
P i e m o n t e della sensibilità e dell'impegno d i m o s t r a t o p e r q u e s t o g r a v e problema.
A n c o r p r i m a che in P a r l a m e n t o f o s s e r o
p r e s e n t a t e le p r o p o s t e p e r u n a legge
q u a d r o ( s o n o , se n o n a n d i a m o e r r a t i , degli a n n i 1 9 7 6 e 1977), la R e g i o n e Piem o n t e h a v a r a t o la legge n . 4 6 del 4 giugno 1975 c h e p r e v e d e i n t e r v e n t i a favore dei Consorzi tra enti locali p e r lo
s m a l t i m e n t o dei rifiuti solidi, ha promosso e c o n d o t t o u n o studio a p p r o f o n dito sul t e m a delle possibilità di smalt i m e n t o c h e sono s f o c i a t e nel « p i a n o
o r i e n t a t i v o per lo s m a l t i m e n t o dei rifiuti solidi sul territorio p i e m o n t e s e » app r o v a t o c o n delibera del Consiglio n. 5 4
dell'I 1 d i c e m b r e 1 9 7 5 .
P u r t r o p p o gli enti locali p i e m o n t e s i , dic i a m o l o f r a n c a m e n t e , n o n h a n n o a tutt'oggi d i m o s t r a t o u g u a l i sensibilità e la
situazione della r a c c o l t a e dello smaltim e n t o dei rifiuti civili è quella c h e tutti
conosciamo.
L'organizzazione regionale industriale,
la F e d e r p i e m o n t e , è v i v a m e n t e i m p e g n a ta su q u e s t o p r o b l e m a c o m e a b b i a m o
detto, c o n il s u p p o r t o della « Fiat Engin e e r i n g », h a c o n d o t t o n e l l ' a r c o dell'ultimo a n n o e r e c e n t e m e n t e c o m p l e t a t o u n
dettagliato studio sui rifiuti solidi e sui
f a n g h i i n d u s t r i a l i p r o d o t t i in P i e m o n t e
che costituisce s u p p o r t o p e r l ' a t t u a z i o n e
del « p i a n o dei siti » p e r le d i s c a r i c h e
controllate c h e l ' A s s e s s o r a t o R e g i o n a l e
a l l ' A m b i e n t e si accinge a p r e d i s p o r r e ai
sensi d e l l ' a r t . 12 della legge regionale
n . 31 del 2 2 g i u g n o '79 p e r lo smaltim e n t o dei f a n g h i .
Il p i a n o dei siti idonei allo s m a l t i m e n t o
finale dei f a n g h i , dice la legge, costit u i r à a tutti gli effetti stralcio dei p i a n i
territoriali di c o m p r e n s o r i o : è u n a imp o s t a z i o n e giusta ed i n d i s p e n s a b i l e per
r e n d e r e finalmente possibile l ' a t t u a z i o n e
di valide d i s c a r i c h e c o n t r o l l a t e , il migliore sistema p e r risolvere, a l m e n o nel
m e d i o t e r m i n e , il p r o b l e m a dello smalt i m e n t o dei f a n g h i e dei rifiuti solidi.
NOTA
1
In un forno rotante lungo con processo a
secco sono necessarie 1200 kcal/kg di clinker,
in uno corto con preriscaldatore a secco il consumo si riduce a 900 kcal/kg; in uno con scambiatore termico a cicloni e recupero termico dei
gas dell'impianto di essiccazione scende a meno
di 800 kcal/kg; comunque si tratta pur sempre
di consumi energetici note\oli.
AUTOSTRADA TORINO
BARDONECCHIA
Verifica di fattibilità
tecnico-economica
traffico, modalità di concessione e di
finanziamento
non sono determinati in
m o d o analitico, ma desunti per analogia
con realizzazioni similari, e pertanto
non distanti da quello che sarà la realtà.
I risultati che derivano sono sufficienti
per fornire quegli elementi informativi
utili per un primo orientamento sull'iniziativa.
Va tenuto presente che per le tariffe si
è tenuto conto di q u a n t o normalmente è
applicato nelle autostrade e non dei costi
reali come avviene, ad esempio, nel caso
del traforo.
PREMESSA
Si tratta di u n o studio preliminare, predisposto dalla Camera di commercio di
Torino in collaborazione con i consiglieri
degli azionisti privati presenti nel consiglio SITAF (Società italiana per il t r a f o r o
autostradale del Frejus), per dare un
concreto contributo all'analisi delle varie problematiche emergenti da questa
importante iniziativa.
Nel lavoro, costo di costruzione, costo
di esercizio, tariffe di pedaggio, dati di
Tabella 1. C o s t i di c o s t r u z i o n e
N.
(Agosto
Tronco
1979)
Lunghezza
tronco
km
Lunghezza
progressiva
km
Costo
tronco
miliardi
di lire *
Costo
prog.vo
miliardi
di lire *
30,00
vai. SITAF
30,00
1
Bardonecchia (piazzale t r a f o r o )
Savoulx
7,50
7,50
II
Savoulx
Oulx (svincolo 4)
3,30
10,80
16,00
46,00
III
Oulx
Moncellier
7,85
18,65
31,00
77,00
IV
Galleria di S e r r e d e la Voute
1,39
20,04
18,00
vai. SITAF
95,00
V
Deveys
Exilles
1,53
21,57
7,75
102,75
VI
Exilles
Ruinas
2,95
24,52
30,00
132,75
VII
Ruinas
La Maddalena
3,60
28,12
43,00
175,75
Vili
La M a d d a l e n a
S. Giovanni
2,65
30,77
24,00
199,75
IX
Galleria di Giaglione
1,34
32,11
18,00
217,75
X
La Corna
S u s a (svincolo 3)
4,75
36,86
30,50
248,25
XI
Susa
Foresto
3,45
40,31
15,00
263,25
XII
Circonvallazione B u s s o l e n o
4,35
44,66
13,00
vai. SITAF
276,25
XIII
S. Giorio
S. Antonino (svincolo 2)
7,50
52,16
28,00
304,25
XIV
S. Antonino
Avigliana (svincolo 1)
9,90
62,06
37,00
341,25
XV
Avigliana
Rivoli ( t a n g e n z i a l e nord)
10,40
72,46
20,00
vai. SITAF
361,25
* Esclusa IVA 14%.
Fig.
1. Tracciato
Fig. 2. Tempi
di
dell'arteria.
realizzazione.
Tabella 2. Previsione
stradali
della variazione
Incidenze
Personale
Energia
Cemento
Acciaio
Spese fisse
60%
10%
15%
5%
10%
Totali
in
1980
15
21
20
5
0
100%
Totali arrotondati
COSTI DI
Progetto
i B e n e s t a r e A.N.A.S. ed appalti
WWVNNS E s e c u z i o n e
Si sono fatte le seguenti d u e ipotesi:
• l a : autostrada a pedaggio Susa-Savoulx - superstrada libera tra Rivoli
e Susa, al fine di agevolare l'intenso
traffico dei pendolari e delle merci della bassa Val Susa;
• 2 a : autostrada a pedaggio Rivoli-Savoulx, ritenendo le d u e statali della
Valle di Susa (la 24 e la 25) sufficienti
a smaltire quella p a r t e di traffico locale di f o n d o valle n o n assorbita dall'autostrada a pedaggio.
9
2,10
3
0,25
0
11
9
8
7
0
SCELTA DEL
dei costi
1982
6,60
0,90
1,20
0,35
0
11
11
10
7,5
0
6,60
1,10
1,5
0,37
0
nel
grandi
1983
9
12
11
5
0
5,40
1,20
1,65
0,25
0
lavori
1984
8
14
13
5,5
0
4,80
1,40
1,95
0,27
0
9,05
9,57
8,50
8,42
14,50
9,00
9,50
8,50
8,50
COSTRUZIONE
REALIZZAZIONE
PERCORSO
Il tracciato preso in considerazione è
quello proposto dalla SITAF nel suo progetto di massima elaborato nel 1973.
indici
14,35
I costi di costruzione adottati sono stati
valutati al chilometro in f u n z i o n e della
complessità della realizzazione e desunti
da analoghe realizzazioni con prezzi attualizzati all'agosto del 1979 (tab. 1).
Solo per i tronchi I, IV, XII e XV, in
corso o di imminente realizzazione, sono
stati adottati i costi previsti dalla SITAF.
I costi esposti c o m p r e n d o n o , oltre il costo di costruzione, valutato nel 9 0 % , i
costi per l'acquisto dei suoli e quelli per
la progettazione, direzione lavori e pratiche amministrative inerenti al progetto
ed appalti, valutati nel 1 0 % .
TEMPI DI
degli
1981
Come risulta dalla figura 1 il tracciato
è stato suddiviso in 15 tronchi corrispondenti o g n u n o a differenti condizioni
di terreno o tipo di m a n u f a t t o e quindi
a differenti costi unitari.
I vari tronchi sono stati definiti dopo
attento esame, con ricognizione in loco,
del tracciato visto sotto gli aspetti geomorfologici, plano-altimetrici, ambientali, ecc.
Legenda fig. 2.
%
Il p r o g r a m m a dei tempi di costruzione
esposto nella fig. 2 si p u ò ritenere realizzabile alle seguenti condizioni:
— affidamento della concessione di rea-
lizzazione ad u n Ente in grado di operare in m o d o agile;
— via all'operazione entro corrente anno 1979 in m o d o da poter iniziare la
progettazione dell'intero percorso a partire dal gennaio 1980;
— progettazione e capitolati tecnici sviluppati nei dettagli al fine di definire
con le imprese aggiudicatane l'oggetto
dell'appalto in m o d o inequivocabile.
Massiccio intervento di u n a competente
direzione lavori per u n rigoroso rispetto della tempistica;
— appalti per la costruzione di tutta
l'arteria suddivisi in tronchi di opportune dimensioni ed emessi in tempi molto
ristretti.
PIANO DEGLI
INVESTIMENTI
Il piano degli investimenti descritto nella tabella 3 parte dai costi di costruzione esposti nella tabella 1, a loro volta
ripartiti nelle varie a n n a t e di attuazione,
e, quindi, indicizzati secondo u n coefficiente di inflazionamento (vedere t a b . 2)
costruito ad hoc dopo esame della tendenza a variare, nel prossimo quinquennio, prevista per i prezzi delle principali
voci costituenti l'opera presa in esame.
Per un più comodo utilizzo dei dati, gli
investimenti sono stati riuniti in tre
gruppi:
— il p r i m o , che riguarda il tronco Traforo Frejus-Savoulx;
Tabella 3. Piano degli investimenti
Costi
C o s t o di c o s t r u z i o n e prezzi a g o s t o
N.
Tronco
1,05
ag.-dic. 5 %
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1,20
1,31
Totali
1979
1980
1981
30
5,25
24,00
6,55
16
0,96
1,048
31
1,80
1,965
18
10,80
1
Bardonecchia (piazzale t r a f o r o )
Savoulx-I tratto
II
Savoulx
Outx (svincolo 4)
0,8
0,8
III
Oulx
Moncellier
1,5
1,5
IV
Galleria di S e r r e d e la Voute
9
9
V
Deveys
Exilles
VI
Exilles
Ruinas
1,5
1,5
10
10
7
30
1,80
VII
Ruina§
La M a d d a l e n a
2
8
13
13
7
43
2,40
10,48
Vili
La M a d d a l e n a
S . Giovanni
1
2
10
11
24
1,20
2,62
IX
Galleria di Giaglione
0,8
3,2
7
7
18
0,96
4,192
X
La Corna
S u s a (svincolo 3)
0,5
3
12
15
30,50
0,60
3,93
73,70
84,20
218,25
20,52
38,317
15
0,60
1,31
13
7,20
9,17
5
20
5
7,2
14
0,25
Totale II t r a t t o
17,1
29,25
7,2
14
0,5
7
7,75
14
11,79
0,327
1,965
XI
Susa
Foresto
0,5
1
XII
Circonvallazione B u s s o l e n o
6
7
XIII
S. Giorio
S . Antonino (svincolo 2)
1
2
12
13
28
1,20
2,62
XIV
S. Antonino
Av/igliana (svincolo 1)
2
2
15
18
37
2,40
2,62
XV
Avigliana
Rivoli ( t a n g e n z i a l e nord)
1
7
12
20
1,20
9,17
10,5
19
113
12,60
24,89
47,60
53,25
57,12
69,757
Totale III, IV, V t r a t t o
Totale g e n e r a l e
5
6
45
118,70
7,5
38,5
122,70
— il s e c o n d o , il t r o n c o S a v o u l x - S u s a ;
— il terzo, il t r o n c o Susa-Rivoli.
S T U D I O DEL TRAFFICO
L a fig. 3 r i p r o d u c e la s i t u a z i o n e a t t u a l e
d e l traffico sulle statali della valle, la
2 4 , la 2 5 e la 3 3 5 .
I dati riportati sono stati tutti tratti dal
rilevamento del traffico fatto dall'ANAS
14
361,25
5,25
nel 1 9 7 5 , espressi in T G M (traffico giornaliero medio), e rappresentano u n po'
la m e d i a degli a n n i 7 0 .
L a tabella 4 r i p o r t a u n a p r e v i s i o n e del
traffico a p a r t i r e d a l l ' a n n o 1985, v a l i d a
solo nell'ipotesi di u n a nuova arteria a
pedaggio, b a s a t a su u n a soggettiva interp r e t a z i o n e dei dati d e l l a fig. 3, integrati
dai d a t i di traffico previsti dalla SITAF
p e r il t r a f o r o del F r e j u s .
P i ù in dettaglio, p e r l ' a n n o 1985, p e r
q u a n t o c o n c e r n e l ' a p p o r t o di traffico delle statali alla n u o v a a r t e r i a , si s o n o f o r -
T a b e l l a 4. P r e v i s i o n e d e l t r a f f i c o in m i g l i a i a d i
ostruzione indicizzato
miliardi di lire)
1985-1990
unità anno
1990-1995
1995-2000
o l t r e 2000
A p p o r t o dei tronchi
1,43
1,55
1,68
982
1983
1984
Leggero
Totali
35,800
1. T r a f o r o d e l
Frejus
2. T r o n c o S a v o u l x - B a r d o n e c c h i a
3. T r a f f i c o t r a t t a 1
0,296
11,16
0,715
4,30
21,70
10,85
15,50
4,30
0,01
20,15
11,76
5.391
130,51
1,45
9,741
812
412
940
497
1.068
582
1.184
646
292
9
330
10
360
11
360
11
1.104
421
1.270
507
1.428
593
1.544
657
540
20
590
22
640
24
640
24
1.644
441
1.860
529
2.068
617
2.184
681
7
200
8
218
9
218
9
11,892
7. T r o n c o M o n c e n i s i o - S u s a
115
10
125
11
135
12
135
12
8. T r o n c o S u s a - B o r g o n e
897
44
990
48
1.080
52
1.080
52
2.838
502
3.175
596
3.501
690
3.617
754
153
0
168
0
183
0
183
0
11. T r a f f i c o t r a t t a IV
2.991
502
3.343
596
3.684
690
3.800
754
12. T r o n c o A v i g l i a n a - Rivoli
1.200
50
1.320
55
1.440
60
1.440
60
13. T r a f f i c o t r a t t a V
4.191
552
4.663
651
5.124
750
5.240
814
45,325
63,380
23,52
10. T r o n c o B o r g o n e - A v i g l i a n a
318,258
22,115
20,15
41,130
27,90
54,370
27,530
59,675
T a b e l l a 5. D e t e r m i n a z i o n e
23,52
515,573
• Apporto del tronco
chia:
Oulx-Bardonec-
delle
tariffe
Autostrada
Tariffa
media
vett. turismo
L./km
Tariffa
media
autocarri
L./km
traffico leggero proveColle del Monginevro;
traffico leggero proveColle del Sestriere;
Turismo
Merci
km 29,36
1.200
2.400
450
500
T r a t t a III: S u s a - B o r g o n e
km 15,30
T r a t t a IV: B o r g o n e - A v i g l i a n a
Torino - Milano
M e d i a a u t o s t r a d e IRI
Torino - S a v o n a
Quincinetto - Aosta
14,32
17,90
17,33
18,45
18,90
20,11
27,30
38,10
Per e s t r a p o l a z i o n e , per i due tronchi dell'arteria
p r e s a in e s a m e si a s s u m o n o le s e g u e n t i t a r i f f e :
L . / k m 1979
L . / k m 1985
18
20
28,8
32,0
25
50
40,0
80,0
— 3 0 % del traffico pesante.
del
dal
del
dal
(in L i r e )
Tratta II : S a v o u l x - S u s a
— 5 0 % del traffico leggero;
* Apporto del tronco Oulx-Cesana:
T a b e l l a 6. I n c a s s i n e t t i d i t r a t t a
T a r i f f e v i g e n t i nel 1979 al n e t t o di IVA ( 1 4 % ) e
D e v o l u z i o n e allo S t a t o ( m e d i a m e n t e c i r c a 2 5 % )
161,515
mulate le seguenti ipotesi di traffico,
sempre riferite al rilevamento A N A S ' 7 5 :
— 40%
niente
— 70%
niente
Pesante
182
44,940
11,625
190,185
Leggero
6. T r o n c o S a v o u l x - S u s a
26,012
7,16
4,35
Pesante
22,590
16,370
7,16
Leggero
5. T r a f f i c o t r a t t a II
35,170
10,95
23,25
8,58
11,76
17,05
7,16
Pesante
45,485
9. T r a f f i c o t r a t t a III
8,59
Leggero
23,464
4. T r o n c o O u l x - C e s a n a
0,02
Pesante
T r o n c o Rivoli - S u s a
— Vetture turismo
— Autocarri merci
Tronco S u s a - Savoulx
— Vetture turismo
— Autocarri merci
km 9,90
Tratta V : A
v i g10,40
l i a n a - Rivoli
km
300
350
300
350
Tabella 7. P i a n o d e i
di
lire
ricavi
netti
{ T r a f f i c o in m i g l i a i a d i p a s s a g g i
Turismo
Tratta
Merci
in
milioni
Totali
incassi
Periodo
Traffico
>
anno - Incassi
anno)
Incassi
Traffico
Incassi
§
1985-1990
1.644
1.973
441
1.058
3.031
™
1990-1995
1.860
2.232
529
1.270
3.502
1
1995-2000
2.068
2.482
617
1.480
3.962
|
o l t r e 2000
2.184
2.620
681
1.634
4.254
1985-1990
2.838
1.277
502
251
1.528
1990-1995
3.175
1.428
596
298
1.726
1995-2000
3.501
1.575
690
345
1.920
o l t r e 2000
3.617
1.627
754
377
2.004
<
1985-1990
2.991
897
502
175
1.072
1990-1995
3.343
1.002
596
208
1.210
1995-2000
3.684
1.105
690
241
1.346
o l t r e 2000
3.800
1.140
754
264
1.404
1985-1990
4.191
1.257
552
193
1.450
1990-1995
4.663
1.398
651
228
1.626
1995-2000
5.124
1.537
750
262
1.799
o l t r e 2000
5.240
1.572
814
284
1.856
Incassi complessivi della tratta
( s o m m a d e l l e t r a t t e lll-IV-V)
1985-1990
1990-1995
1995-2000
o l t r e 2000
T a b e l l a 8. C o s t i
di
gestione
:
:
:
:
Rivoli-Susa
4.050
4.562
5.065
5.264
e di m a n u t e n z i o n e
(in milioni
di
lire)
1979
Tratti
1985
Savoulx-Susa (km 29,36)
— Gestione 2 caselli terminali
gestione
75 [
57Q
x
2
1.140
p e r s o n a l e 30 X 16,5 = 4 9 5 [
— Manutenzione ordinaria
k m 29,36 X 3 3
— Sgombro neve
k m 29,36 X
7,5
968
222
2.330
3.730
Susa-Rivoli (km 35,60)
( d u e a r e e di s e r v i z i o )
— Gestione 2 caselli intermedi
gestione
25 I
380
p e r s o n a l e 10 X 16,5 = 165 |
— Manutenzione ordinaria
k m 35,60 x 22
783
— Sgombro neve
km 35,60 X
182
Ricavo 2 aree di servizio (nel t r a t t o
5
1.345
2.150
250
400
Susa-Rivoli)
(diritti di s u p e r f i c i e )
2 X 125
Spese di sede della Società
300
•
480
PASSO
DEL
MONCENISIO
ILFCYNI
CASELLE'
BUSSOLENO
8850
'CHIOMONTE
S
AMBROGIO
"AVIGLIANA
RIVOLI
TORINO
FENESTRELLE*
L
ORBASSANO
CHIERLI
S. Statale
Turismo
Trasp. pesanti
PASSO
DEL
MONCENISIO
ILEYNI
BUSSOLENO
SUSA
JRGONE
'CHIOMONTE
S
DI S U S A
ANTONINO™
S
AMBROGIO
'AVIGLIANA
RIVOLI 1
TORINO
FENESTRELLE
ORBASSANO
CHIERI
Turismo
Merci
Fig. 3. Rilevamento
A.N.A.S.
anno 1975. in
T.G.M.
(traffico
giornaliero
medio).
del
Fig. 4. Previsione
del
traffico
sulla nuova arteria, anno
1985
(in migliaia
di passaggi
anno).
traffico,
Tabella 9. Tratta II (Savoglx-Susa). Conto economico e stato patrimoniale
CONTO E C O N O M I C O (in milioni
Lit.)
Costi
Periodo
1985/90
1991/95
1996/2000
oltre
Ricavi
Gest. manut.
A m m . finanz.
Amm. tee.
3.924
3.924
3.924
3.924
13.292
13.292
13.292
13.292
3.183
3.183
3.183
3.183
3.031
3.502
3.962
4.254
STATO PATRIMONIALE (in milioni di
Periodo
(Situazione
a fine anno)
Costo
Costruz.
1984
1990
1995
318.258
318.258
318.258
Tabella 10. Tratta lll-IV-V
Oneri
Capital.
Totale
investim.
80.492
80.492
80.492
398.750
398.750
398.750
Perdite
progress.
410.208
924.693
Perdita
operativa
Oneri
finanz.
Perdita
esercizio
17.368
16.897
16.437
16.145
51.000
86.000
139.000
68.368
102.897
155.437
Lit.)
Fondi
Totale
generale
attività
Debiti
finanz.
398.750
808.958
1.323.443
398.750
710.108
1.142.218
ammort.
Finanz.
Tecnico
Totale
generale
passività
79.752
146.212
19.098
35.013
398.750
808.958
1.323.443
(Susa-Rivoli). Conto economico e stato patrimoniale
C O N T O E C O N O M I C O (in milioni
Lit.)
Costi
Periodo
1985/90
1991/95
1996/2000
oltre
Perdita
Ricavi
Gest. manut.
Amm. finanz.
Amm. tee.
2.436
2.436
2.436
2.436
6.915
6.915
6.915
6.915
1.615
1.615
1.615
1.615
4.450
4.962
5.465
5.664
STATO PATRIMONIALE (in milioni di
Periodo
(Situazione
a fine anno)
Costo
costruz.
1984
1990
1995
161.515
161.515
161.515
Oneri
capital.
45.942
45.942
45.942
Totale
investim.
207.457
207.457
207.457
Perdite
progress.
195.096
437.616
operativa
6.516
6.004
5.501
5.302
,°neri
finanz.
Perd ta
!
esercizio
26.000
42.500
67.000
32.516
48.504
72.501
Lit.)
Totale
generale
attività
Debiti
finanz.
207.457
402.553
645.073
207.457
351.373
551.243
Fondi
ammort.
Finanz.
Tecnico
Totale
generale
passività
41.490
76.065
9.690
17.765
207.457
402.553
645.073
Tabella 11. Tratta ll-lll-IV-V
(Savoulx-Susa-Rivoli). C o n t o economico e stato
patrimoniale
CONTO ECONOMICO (in milioni Lit.)
Costi
Periodo
Ricavi
Gest. manut.
A m m . finanz.
Amm. tee.
6.360
6.360
3.360
6.360
20.207
20.207
20.207
20.207
4.798
4.798
4.798
4.798
7.481
8.464
9.427
9.918
1985/90
1991/95
1996/2000
oltre
Perdita
operativa
Oneri
Finanz.
Perdita
esercizio
23.884
22.901
21.938
21.447
77.000
128.500
206.000
100.384
151.401
227.938
STATO PATRIMONIALE (in milioni di Lit.)
Periodo
(Situazione
a fine anno)
Costo
costruz.
1984
1990
1995
479.773
479.773
479.773
Oneri
capital.
126.434
126.434
126.434
— 2 0 % del traffico pesante dal Colle
del Monginevro;
— 5 0 % del traffico pesante proveniente dal Colle del Sestriere.
• A p p o r t o del tronco Oulx-Susa, che per
metà si scarica su O u l x e metà su
Susa:
— 5 0 % del traffico leggero;
— 5 0 % del traffico pesante.
• A p p o r t o del tronco Susa-Moncenisio:
— 4 0 % del traffico leggero;
— 2 0 % del traffico pesante.
• A p p o r t o del tronco Susa-Borgone:
— 3 0 % sia del traffico leggero che
del traffico pesante.
• Apporto
gliana:
del
tronco
Borgone-Avi-
— 3 0 % sia del traffico leggero che
del traffico pesante.
• A p p o r t o del tronco Avigliana-Rivoli:
— 3 0 % sia del traffico leggero che
del traffico pesante.
Prescindendo dall'apporto di traffico del
traforo, a titolo prudenziale per tutta la
durata della concessione si è previsto
Totale
investim.
606.207
606.207
606.207
Perdite
progress.
605.304
1.362.309
Fondi a m m o r t .
Totale
generale
attività
Debiti
finanz.
606.207
1.211.511
1.968.516
606.207
1.061.481
1.693.461
un traffico locale stabilizzato che solo
nei 2 q u i n q u e n n i 1985-1995 registra un
incremento complessivo di avviamento
del 2 0 % .
TARIFFE E R I C A V I
Le tariffe ipotizzate per la nuova arteria
sono state estrapolate da quelle in vigore
nel 1979 presso le autostrade IRI per
il tratto in p i a n u r a , mentre per il tratto
in m o n t a g n a , che per difficoltà costruttive ed elevazione in quota, non ha equivalenti, si sono assunte le tariffe 1979
della Quincinetto-Aosta maggiorate del
33%.
Dovendosi considerare gli incassi netti,
dette tariffe sono state d e p u r a t e sia dell ' I V A ( 1 4 % ) che della devoluzione allo
Stato prevista dalla recente legge (mediamente circa 2 5 % ) .
Poiché tutta l'impostazione economica
della relazione p a r t e da costi e ricavi attualizzati all'inizio dell'esercizio previsto
per il gennaio 1985, dette tariffe 1979
sono state maggiorate di circa l ' I , 6 0 , pari ad un a u m e n t o medio a n n u o di circa
il 1 0 % .
Finanz.
Tecnico
Totale
generale
passività
121.242
222.277
28.788
52.778
606.207
1.211.511
1.968.516
GESTIONE E M A N U T E N Z I O N E
I costi di gestione e m a n u t e n z i o n e qui
di seguito indicati si ispirano a quelli
medi registrati da alcune società autostradali, con la sola variante che per il
tratto di montagna Savoulx-Susa i costi
di manutenzione e sgombero neve sono
stati aumentati del 5 0 % .
PIANO
FINANZIARIO
Si sono elaborati 2 piani finanziari relativi rispettivamente a:
— tratta II - Savoulx-Susa (tab. 9)
— tratta III-IV-V - Susa-Rivoli (tab. 10)
nonché u n piano di riepilogo per l'intero percorso (tab. 11).
L'elaborazione è stata impostata sulla
base delle seguenti considerazioni:
— Ipotesi di bilancio a prezzi costanti
1984.
— Tassi d'interesse:
1980
1981
1982
1983
1984
13%
12,5%
11,5%
9,5%
10,5%
Successivamente al 1984 si è considerato u n tasso costante p a r i al 1 0 % .
incide solo marginalmente sul costo del
trasporto;
— Per il calcolo degli interessi fino al
1984 si è ipotizzato che l'erogazione per
gli investimenti avvenga in unica soluzione a metà anno.
- turismo
esterno);
— Si è considerato la d u r a t a della convenzione pari a 30 anni, per cui la quota a n n u a di a m m o r t a m e n t o
finanziario
è stata determinata p a r i a 1 / 3 0 del costo totale dell'investimento.
— La quota a n n u a di a m m o r t a m e n t o
tecnico è stata determinata pari all'I %
del costo di costruzione (al netto quindi
degli oneri
finanziari).
— Le spese di sede (Lit. 194 milioni
per la I I ; Lit. 286 milioni per la III-IVV) sono state ripartite in proporzione ai
ricavi annuali 1984 delle 2 tratte in
esame.
— Le esposizioni
finanziarie
esposte
possono considerarsi u n minimo, in
q u a n t o n o n è stato ipotizzato alcun
esborso monetario per m a n u t e n z i o n e
straordinaria.
CONCLUSIONI
I risultati economici negativi, dovuti
agli alti investimenti se correlati ai ricavi, sconsigliano la SITAF a dar vita ad
u n a simile iniziativa. Infatti, i conteggi
per l'intero percorso già nel 1995 presentano esposizioni finanziarie che raggiungono quasi i 1700 miliardi, per cui
n o n è parso utile proseguire oltre in
q u a n t o si i n c o n t r e r e b b e r o cifre al di fuori della portata di qualsiasi società.
Scontata la validità ed indifferibilità dell'iniziativa sotto l'aspetto tecnico, la risoluzione più logica p a r r e b b e essere la
costruzione, in tempi ristretti, da parte
di u n E n t e o Società p u b b l i c a , di u n a
arteria a pedaggio q u a n t o m e n o sul percorso Susa-Savoulx, per i seguenti motivi:
1) il p a g a m e n t o di u n pedaggio p a r e
o p p o r t u n o in q u a n t o la nuova arteria
verrebbe utilizzata soprattutto d a :
- articolati per trasporto merci, per i
quali il p a g a m e n t o di questo pedaggio
-
internazionale
(italiano
ed
turismo sportivo di fine settimana;
2) l'arteria
lavoro;
offrirebbe nuovi
posti
di
3) la gestione ad autostrada d a r e b b e all'arteria una maggiore garanzia di buona m a n u t e n z i o n e per i m a n u f a t t i e di
pulizia della strada specie in inverno;
4) i pedaggi incassati, oltre che a coprire interamente i costi vivi di gestione e
m a n u t e n z i o n e , d o v r e b b e r o dare in futuro un margine attivo che compenserebbe, seppure in piccola parte, il capitale investito.
Si sottolinea che non si è ritenuto
utile considerare l'apporto di capitale
che, per queste dimensioni
finanziarie,
n o n risolverebbe la situazione, a m e n o
di pensare ad apporti di capitali di centinaia di miliardi.
Nella determinazione dei pedaggi, le
considerazioni di ordine politico prevalgono nettamente su quelle di o r d i n e economico. Ci si d o m a n d a c o m u n q u e se è
corretto, ed eventualmente in quale misura, applicare d u e criteri diversi in termini di pedaggio (pedaggio presumibile
1980 tunnel: L. 1000 al k m ; pedaggio autostradale da Susa-Savoulx 1980:
L. 35 al k m ) per due opere tra loro
certamente complementari e con gradi
di difficoltà e di costo n o n t r o p p o dissimili.
LE MAGGIORI BANCHE
ITALIANE E PIEMONTESI
Carlo
Nei mesi scorsi sono state prodotte diverse graduatorie delle maggiori b a n c h e
estere e italiane. Accanto a classiche graduatorie, come quella del mensile inglese « T h e Banker », si sono affacciate,
da noi, da qualche a n n o , le classifiche
della rivista « Il M o n d o », di « Successo », di « M e d i o b a n c a ». Scorriamo queste graduatorie, per vedere soprattutto,
nel q u a d r o internazionale, qual è il
« peso » delle banche italiane e poi, in
particolare, p e r costruire la graduatoria
delle principali b a n c h e piemontesi.
« T h e Banker » ha messo in graduatoria
le maggiori 300 b a n c h e del m o n d o occidentale secondo la dimensione del loro
conto patrimoniale ( d e p u r a t o delle par-
tite di giro). La lista si apre con il nome
della gloriosa Bank of America, di
San Francisco, f o n d a t a all'inizio del secolo da un emigrato italiano. Segue u n
n o m e francese, la Caisse Nationale de
Crédit Agricole, che è u n a gigantesca
struttura bancaria cooperativa, con una
capillare rete che arriva in ogni angolo
di Francia. Altro n o m e USA (CiticorpCitibank), poi u n nome tedesco (la
Deutsche Bank) e la graduatoria contin u a con i nomi delle tre grandi b a n c h e
« nazionalizzate » francesi: Banque Nationale de Paris, Crédit Lyonnais e Société Générale. A b b i a m o poi i giapponesi (Dai-Ichi-Kangyo Bank), ancora un
n o m e tedesco (Dresdner Bank) e u n al-
Beltrame
tro n o m e USA (la Chase M a n h a t t a n
Bank).
Ma e gli italiani dove si collocano nella
graduatoria di « T h e Banker »? N o n
proprio ai primi posti, come avveniva
un tempo. La prima banca italiana della
lista di « T h e Banker » è la Banca Nazionale del Lavoro (30° posto), seguita
dalla Banca Commerciale Italiana (43°
posto), dal Banco di R o m a (50° posto),
dalla Cariplo (60° posto) e dal Credito
Italiano (69° posto). Nella tabella 1
sono riportati i nomi italiani nella lista
delle maggiori 300 b a n c h e del m o n d o ,
ordinati secondo il totale dell'attivo,
senza partite di giro e partite che si
bilanciano.
Tabella 1. Le m a g g i o r i
condo
la g r a d u a t o r i a
(in m i l i o n i di d o l l a r i )
banche italiane sedi
« The Banker »
Tabella 3. Le m a g g i o r i
banche
italiane
Esercizio
Raccolta
(miliardi di lire)
1. Banca Nazionale del Lavoro
1978
1977
23.069.243
18.172.176
1
1
2. Banca C o m m e r c i a l e
1978
1977
18.337.729
15.025.454
2
2
3. C r e d i t o italiano
1978
1977
15.056.556
13.620.852
3
3
4. Banco di Roma
1978
1977
14.523.484
11.132.633
4
4
1978
1977
9.678.137
7.256.027
5
5
6. I s t i t u t o B a n c a r i o San Paolo di Torino
1978
1977
8.693.432
7.156.501
6
6
7. M o n t e dei P a s c h i di S i e n a
1978
1977
8.130.198
6.655.043
7
8
8. Banco di Napoli
1978
1977
8.121.949
6.785.099
8
7
9. Banca Nazionale d e l l ' A g r i c o l t u r a
1978
1977
7.357.981
5.496.689
9
9
10. Banca P o p o l a r e di Novara
1978
1977
5.972.836
5.011.423
10
10
11. Banco di Sicilia
1978
1977
5.796.304
4.556.252
11
11
12. Banco di S a n t o Spirito
1978
1977
4.863.558
3.888.532
12
13
A z i e n d e di c r e d i t o
1. Banca Nazionale del Lavoro
37,856
2. Banca C o m m e r c i a l e
31,595
Italiana
3. B a n c o di Roma
29,076
4. C a s s a di R i s p a r m i o d e l l e Provincie
Lombarde
22,865
5. M o n t e dei Paschi di S i e n a
21,681
6. C r e d i t o Italiano
20,777
7. Istituto
Torino
Bancario
San
Paolo
di
13,807
8. Banco di Napoli
9. Banco di Sicilia
10. Banca Nazionale
19,482
11.331
11. Banca Popolare di Novara
8,517
12. Banca P o p o l a r e di Milano
7,910
13. I s t i t u t o Bancario
6,849
Italiano
14. Banco di S a n t o Spirito
6,822
15. C a s s a di R i s p a r m i o di Torino
6,167
16. C a s s a di R i s p a r m i o di Roma
5,779
17. Banco
Ambrosiano
5,350
18. C r e d i t o Romagnolo
4,364
20. Banca C a t t o l i c a del
VE
per
5. C a s s a di R i s p a r m i o d e l l e Provincie
Lombarde
10,542
dell'Agricoltura
19. C a s s a di Risparmio
Provincie Siciliane
Italiana
le
4,328
Veneto
Graduatoria
4,194
13. M e d i o b a n c a
21. C a s s a di R i s p a r m i o di V e r o n a , Vic e n z a e Belluno
1978
1977
4.739.172
4.397.398
13
12
3,702
14. C a s s a di R i s p a r m i o di Torino
22. C a s s a di R i s p a r m i o di
Imperia
1978
1977
4.385.918
3.507.210
14
14
3,550
15. Banca P o p o l a r e di
1978
1977
4.084.864
3.215.400
15
15
16. B a n c o A m b r o s i a n o
1978
1977
3.947.747
3.150.003
16
16
17. I s t i t u t o B a n c a r i o
1978
1977
3.870.306
3.135.411
17
17
18. Banca T o s c a n a
1978
1977
3.414.501
2.724.655
18
18
19. Banca C a t t o l i c a del V e n e t o
1978
1977
3.063.590
2.431.229
19
19
20. C r e d i t o R o m a g n o l o
1978
1977
2.977.158
2.342.217
20
21
21. C a s s a di R i s p a r m i o di Roma
1978
1977
2.905.263
2.356.208
21
20
1978
1977
2.684.481
2.079.281
22
23
23. Banca Provinciale Lombarda
1978
1977
2.418.411
2.089.565
23
22
24. C a s s a di R i s p a r m i o di Firenze
1978
1977
2.335.820
1.914.682
24
24
25. C a s s a di R i s p a r m i o di G e n o v a e Imperia
1978
1977
2.288.808
1.869.366
25
26
Genova
23. C a s s a di R i s p a r m i o di F i r e n z e
e
Tabella 2. Le p r i m e d i e c i b a n c h e i t a l i a n e
s e c o n d o « S u c c e s s o » (in m i l i a r d i di l i r e )
1. Banca Nazionale del
2. Banca C o m m e r c i a l e
Lavoro
Italiana
3. Cariplo
4. C r e d i t o
Milano
3,314
Italiano
12.837
10.847
22. C a s s a di R i s p a r m i o di V e r o n a , Vicenza e
9.153
Italiano
9.013
5. Banco di Napoli
8.364
6. Banco di Roma
7.699
7. M o n t e dei Paschi di S i e n a
7.040
8. San Paolo di Torino
6.879
9. Banca Popolare di Novara
5.254
10. Banca Nazionale
dell'Agricoltura
5.026
Fonte:
Mediobanca.
Belluno
Tra i 3 0 0 grandi del b a n k i n g mondiale
i nopii italiani sono, c o m e si vede, 23,
ma i giapponesi sono u n a folla (58 nomi, di cui ben 15 tra le p r i m e 50 b a n c h e
del m o n d o ) , davanti agli USA (56 nomi)
e la G e r m a n i a Federale ( 3 5 nomi).
E passiamo alle graduatorie italiane,
tutte basate s u l l ' a m m o n t a r e della raccolta (grosso m o d o , i depositi). Le più
note classifiche in materia sono quelle
costruite dal settimanale « Il M o n d o »
(« le p r i m e 245 banche »), dal mensile
« Successo » (« le maggiori 300 b a n c h e
che o p e r a n o in Italia ») e da « Mediobanca » (« le 258 principali aziende di
credito italiane »).
Assai ampia è la « relazione » che accompagna la graduatoria di « Successo », perché la rivista si diffonde nell'elaborare indici e raffronti di grande
interesse. A p p r e n d i a m o , ad esempio, che
le b a n c h e operanti in Italia con il più
elevato r a p p o r t o utile netto su raccolta
sono tre b a n c h e estere, e cioè la Chase
M a n h a t t a n Bank, Algemene Bank Nederland e Barclays Castellini. Ma ecco,
nella tab. 2, secondo « Successo », le
10 maggiori banche italiane secondo
l ' a m m o n t a r e della raccolta a fine 1978.
« Successo » mette in evidenza anche le
banche con i maggiori volumi di utile.
A b b i a m o in testa Mediobanca (30,4 miliardi di utile netto nel 1978), seguita
dalla Banca Nazionale del Lavoro (26,9
miliardi), dalla Banca Cattolica del Veneto (20,5 miliardi), dalla Banca Commerciale Italiana (16,7 miliardi) e dalla
Cariplo (16,1 miliardi). Come si vede,
i maggiori utili vengono anche dalle banche non p r o p r i a m e n t e al vertice della
graduatoria.
Ed eccoci alla graduatoria di « Mediobanca », u n a delle più tradizionali
ormai per coloro che si occupano di
economia e di finanza da noi. Abbiamo ripreso, nella tab. 3, i primi 25
nomi della graduatoria di « Mediobanca » e a b b i a m o costruito la graduatoria
delle maggiori banche piemontesi. La
graduatoria dei 25 big del banking italiano si apre con la Banca nazionale del
lavoro e qui le cifre sono superiori a
quelle di « Successo », perché sotto la
voce « raccolta » a b b i a m o queste « componenti »: depositi a risparmio, libretti
Tabella 4. Le cifre delle banche piemontesi (valori in milioni di lire a fine ,978)
Raccolta
Capitale
e riserve
Impieghi
per c a s s a
Partecipazioni
N.
dipendenti
1. I s t i t u t o B a n c a r i o S . Paolo di T o r i n o
8.693.137
482.333
4.860.646
191.362
8.426
2. B a n c a P o p o l a r e di
5.972.836
230.306
3.088.618
34.635
6.318
4.385.918
181.027
2.051.400
51.482
3.985
4. C a s s a di R i s p a r m i o di C u n e o
661.269
33.704
243.094
3.628
534
5. C a s s a di R i s p a r m i o di A s t i
496.508
11.850
231.638
2.686
442
6. C a s s a di R i s p a r m i o di A l e s s a n d r i a
438.895
13.958
205.672
2.220
561
7. C a s s a di R i s p a r m i o di Biella
391.334
13.670
253.183
1.810
387
Banche
Novara
3. C a s s a di R i s p a r m i o di Torino
3. B a n c a
Sella
9. B a n c a P o p o l a r e di I n t r a
304.147
10.600
148.154
1.995
270
296.713
14.749
140.219
1.092
391
10. C a s s a di R i s p a r m i o di V e r c e l l i
204.708
7.040
87.521
2.395
240
11. B a n c a S u b a l p i n a
195.267
11.994
113.491
514
252
12. B a n c a C u n e e s e L a m b e r t i M e i n a r d i & C.
130.381
6.431
68.926
140
89
13. C a s s a di R i s p a r m i o di T o r t o n a
106.352
3.401
43.055
983
130
14. C a s s a di R i s p a r m i o di S a l u z z o
104.188
2.67J
40.370
522
86
15. B a n c a A n o n i m a di C r e d i t o
96.786
6.325
52.953
54
135
16. C a s s a di R i s p a r m i o di F o s s a n o
95.591
5.823
51.530
843
70
17. C a s s a di R i s p a r m i o di Bra
91.414
3.464
35.248
767
89
18. C a s s a di R i s p a r m i o di S a v i g l i a n o
87.625
2.299
45.098
555
75
Fonte: E l a b o r a z i o n e CEDRES su d a t i
Mediobanca.
di conto corrente, buoni f r u t t i f e r i , certificati di deposito, conti correnti e diversi con clienti e corrispondenti, depositi di controllate e collegate, obbligazioni e cartelle.
Nella graduatoria sono riportati i dati
della raccolta a fine 1978 e a fine 1977
e le posizioni in graduatoria a tali date
delle 25 b a n c h e considerate. Rileviamo
solo che il M o n t e dei Paschi di Siena
passa, tra il 1977 e il 1978, dall'ottavo
al settimo posto (e diventa anche un
grossissimo g r u p p o , se pensiamo che ha
acquisito al g r u p p o il Credito Commerciale, di Milano, aggiungendolo alla Banca Toscana). Sale poi di u n gradino anche il Banco di Santo Spirito, banca I R I ,
p a s s a n d o dal 13° al 12° posto.
« Mediobanca » fornisce numerosi dati
delle b a n c h e messe in graduatoria, ad
esempio il n u m e r o dei dipendenti. Sapp i a m o cosi che la Banca Nazionale del
Lavoro ha 18.274 dipendenti e 17.900
ne ha la Banca Commerciale Italiana.
Il Credito Italiano è a quota 15.192 addetti, il Banco di R o m a a quota 13.188
addetti, il Banco di Napoli a quota
12.842 addetti. E sono le b a n c h e con
più dipendenti.
La graduatoria delle maggiori b a n c h e
piemontesi (tab. 4) c o m p r e n d e 18 n o m i ,
guidati dall'Istituto Bancario San Paolo
di T o r i n o (8.693 miliardi di lire di raccolta) e dalla Banca Popolare di N o v a r a .
Nella lista dei 18 nomi sono numerose
le casse di risparmio, guidate da quelle
di T o r i n o (4.385 miliardi di depositi),
di Cuneo (661 miliardi), di Asti (496
miliardi) e di Alessandria (438 miliardi) . Il prospetto c o m p r e n d e , oltre al
dato della raccolta, quelli relativi a:
— capitale e riserve;
— impieghi per cassa;
— partecipazioni;
— n u m e r o dei dipendenti.
Rileviamo solo che il più cospicuo volume di partecipazioni è quello dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino, b e n
191 miliardi di lire. Nel conto di queste
partecipazioni c'è anche il Banco L a d a no, acquisito dal San Paolo qualche
tempo fa dalla Montedison.
RELAZIONI ECONOMICHE ITALIANE
C O N SINGAPORE, MALAYSIA, KUWAIT
Giorgio
Pelliccili
Le pagine qui pubblicate rappresentano uno stralcio di tre specifiche
prodotte dal Centro Estero Camere Commercio
Piemontesi.
1. LE RELAZIONI C O N L'ESTERO
DI SINGAPORE
1.1. Struttura
P o i c h é S i n g a p o r e n o n h a risorse n a t u rali, la sua e c o n o m i a d i p e n d e q u a s i tot a l m e n t e d a l l o s c a m b i o c o n l ' e s t e r o . Negli u l t i m i a n n i la s t r u t t u r a di tale scamb i o è l e n t a m e n t e c a m b i a t a e i b e n i di
i n v e s t i m e n t o (in p a r t i c o l a r m o d o m a c chinari, telecomunicazioni, attrezzature
p e r la t r i v e l l a z i o n e , m a t e r i a l i i n d u s t r i a li, ecc.) ed a n c h e i servizi c o s t i t u i s c o n o
una parte crescente dell'intero scambio.
L ' a n d a m e n t o delle e s p o r t a z i o n i , delle
i m p o r t a z i o n i e del s a l d o della b i l a n c i a
c o m m e r c i a l e degli u l t i m i a n n i è i n d i c a t o
nella tabella 1.
N e l corso del 1975 sia le i m p o r t a z i o n i
c h e le e s p o r t a z i o n i — a seguito della
crisi c h e h a c o l p i t o la m a g g i o r p a r t e
delle e c o n o m i e dei p a e s i industrializzati — si s o n o r i d o t t e . A p a r t i r e d a l l ' a n n o successivo la r i p r e s a è stata p e r ò
vigorosa.
I p r i n c i p a l i e s p o r t a t o r i v e r s o il m e r c a t o
di S i n g a p o r e ed a n c h e i p r i n c i p a l i comp r a t o r i s o n o Stati U n i t i , M a l a y s i a e
Giappone.
C o m e i n d i c a la tabella 2 il 1 8 % delle
importazioni è fornito dal Giappone,
il 1 4 % d a l l a M a l a y s i a , il 1 3 % dagli
Stati U n i t i e il 1 4 % da R e g n o U n i t o .
P e r q u a n t o r i g u a r d a la c o m p o s i z i o n e
delle i m p o r t a z i o n i , c o m e i n d i c a la tabella 3, la q u o t a m a g g i o r e è r a p p r e s e n t a t a dai c o m b u s t i b i l i , seguita da m a c c h i n a r i e a t t r e z z a t u r e da t r a s p o r t o e d a
prodotti manifatturati.
A S i n g a p o r e o p e r a n o circa 2 0 0 i m p r e s e
i n t e r n a z i o n a l i c o n f o r t e p r o p e n s i o n e all ' e s p o r t a z i o n e . S i n g a p o r e è t r a T p a e s i in
via di s v i l u p p o c h e h a n n o d i r i t t o a trattamento tariffario preferenziale da parte
del M e r c a t o C o m u n e . G o d e di t a r i f f e
p r e f e r e n z i a l i d a p a r t e di A u s t r a l i a ,
Austria, Canada, Finlandia, Giappone,
N u o v a Z e l a n d a , N o r v e g i a , Svezia, Svizz e r a , Stati U n i t i e Paesi d e l l ' E s t E u r o p e o . Circa 3 0 i m p r e s e i n t e r n a z i o n a l i usa-
analisi di
mercato
n o S i n g a p o r e c o m e b a s e p e r r i f o r n i r e le
l o r o s u b s i d i a r i e s del sud-est asiatico. La
m a g g i o r p a r t e dei p r o d o t t i p o s s o n o essere i m p o r t a t i l i b e r a m e n t e . L i c e n z e specifiche s o n o r i c h i e s t e s o l t a n t o p e r il riso,
i p r o d o t t i tessili p r o v e n i e n t i d a l G i a p pone e i prodotti provenienti da alcuni
paesi c o m u n i s t i ( i n c l u s a la C i n a ) . La
m a g g i o r p a r t e dei p r o d o t t i e n t r a sul
m e r c a t o di S i n g a p o r e senza p a g a r e dazi.
Le u n i c h e eccezioni s o n o r a p p r e s e n t a t e
da l i q u o r i , t a b a c c o e p r o d o t t i petrolif e r i . D a z i p r o t e t t i v i s o n o stati p o s t i su
p o c h i b e n i di c o n s u m o , tra i q u a l i p n e u m a t i c i d ' a u t o m o b i l e , p r o d o t t i di abbig l i a m e n t o , m a c c h i n e e l e t t r i c h e e b e n i alim e n t a r i n o n essenziali. N e l c o r s o del
1973, allo s c o p o di r i d u r r e la p r e s s i o n e
inflazionistica, s o n o stati tolti i d a z i doganali su 153 voci r i d u c e n d o in tal mod o a 181 quelle soggette a t a r i f f e .
Le m a t e r i e p r i m e necessarie a l l ' i n d u stria s o n o in g e n e r e i m p o r t a t e s e n z a pagare d a z i .
Per q u a n t o r i g u a r d a le b a r r i e r e n o n tariffarie e s i s t o n o regole specifiche soltanto p e r l ' i m p o r t a z i o n e di p r o d o t t i alimentari, prodotti farmaceutici e liquori.
L a r e g o l a m e n t a z i o n e c h i e d e in g e n e r e
la specificazione degli i n g r e d i e n t i , della
q u a n t i t à e del p a e s e di origine.
1.2. Posizione dell'Italia
Le i m p o r t a z i o n i di S i n g a p o r e d a l l ' I t a l i a
rappresentano una percentuale trascurabile del totale delle i m p o r t a z i o n i del
paese. Per quanto riguarda l ' a n d a m e n t o
della b i l a n c i a c o m m e r c i a l e i t a l i a n a nei
c o n f r o n t i di S i n g a p o r e , i dati c h e seguon o m o s t r a n o c o m e il n o s t r o p a e s e sia in
surplus.
N e l corso degli u l t i m i a n n i tale s u r p l u s
è considerevolmente aumentato.
N e l 1978 le p r i n c i p a l i e s p o r t a z i o n i ital i a n e sono state le seguenti ( m i l i a r d i di
lire): l a m p a d e e l e t t r i c h e e l o r o p a r t i
12,7; p a r t i s t a c c a t e di a u t o v e i c o l i 8 , 6 ;
m a t e r i a l i da c o s t r u z i o n e di t e r r a c o t t a e
di m a t . r e f r a t t a r i o 8 , 4 ; ( a l t r e ) m a c c h i n e
ed a p p . n o n elettr. 9 , 7 ; (altri) p r o d o t t i
delle i n d u s t r i e m e t a l m e c c a n i c h e 4 , 8 ; (altri) a p p a r e c c h i p e r le a p p l i c . della elettr.
e loro p a r t i 3 , 6 ; lavori in pelle e c u o i o
3 , 1 ; p a r t i staccate di m a c c h i n e ed a p p .
n o n elettr. 2 , 7 ; m a t e r i e p l a s t i c h e artificiali e r e s i n e s i n t e t i c h e 2 , 7 ; l a v o r i di
p i e t r e e di m i n . n o n m e t a l l . escluso m a r m o e a l a b a s t r o 2 , 2 ; motocicli e l o r o
parti 2,0.
1.3. Politica c o m m e r c i a l e
e tariffe doganali (Fonte Cerved)
S i n g a p o r e h a sottoscritto le o b b l i g a z i o n i
del f o n d o m o n e t a r i o i n t e r n a z i o n a l e ed è
p a r t e c o n t r a e n t e d e l l ' a c c o r d o generale
sul c o m m e r c i o e le tariffe d o g a n a l i
( G A T T ) . D a l 10 g e n n a i o 1 9 7 5 h a adott a t o la n o m e n c l a t u r a t a r i f f a r i a di Bruxelles.
Singapore è da lungo tempo un centro
di v e n d i t a e d i s t r i b u z i o n e p e r q u a n t o
r i g u a r d a il c o m m e r c i o i n t e r n a z i o n a l e
c o n i p a e s i a p p a r t e n e n t i al settore del
sud-est asiatico e f u n z i o n a f o n d a m e n t a l m e n t e c o m e u n p o r t o f r a n c o , con a l c u n e
tariffe d o g a n a l i i m p o s t e solo c o m e f o n t e
di e n t r a t e fiscali. G r a n p a r t e del comm e r c i o di t r a n s i t o si svolge nella z o n a
f r a n c a a d i a c e n t e al p o r t o , sotto la giur i s d i z i o n e d e l l ' a u t o r i t à p o r t u a l e di Sing a p o r e . E n t r o i confini d i tale z o n a , i
b e n i p o s s o n o essere scaricati, i m m a g a z z i n a t i , selezionati, c a r i c a t i , r i i m b a l l a t i e
r i s p e d i t i , c o n l ' i m p o s i z i o n e di tasse doganali minime.
I b e n i i m p o r t a t i a S i n g a p o r e p e r u s o locale n o n s o n o soggetti a c o n t i n g e n t a m e n t i , n é a b a r r i e r e d o g a n a l i protezion i s t i c h e , d a q u a n d o il p a e s e h a sviluppato una industria competitiva orientata
v e r s o l ' e s p o r t a z i o n e . I tassi v a r i a n o t r a
il 1 0 % e il 4 0 % .
1.4. Canali distributivi
e commerciali (Fonte Cerved)
Il m e t o d o p i ù . u s a t o p e r l ' i m p o r t a z i o n e
di b e n i a S i n g a p o r e consiste n e l l ' a v v a lersi dei servizi di u n a delle n u m e r o s e
c o m p a g n i e c o m m e r c i a l i locali. T a l i comp a g n i e , c h e o p e r a n o su t u t t a l ' a r e a di
m e r c a t o di S i n g a p o r e , s o n o m o l t o diver-
DATI GENERALI SU SINGAPORE
Popolazione
2.3 milioni ( s t i m a 1977)
Superficie
581 kmq
Prodotto Nazionale Lordo
6.4 miliardi di dollari (1977)
(a c o n f r o n t o l'Italia ha 196
dollari)
Reddito
Pro-capite
miliardi
di
2.780 dollari USA (1977)
(Italia 3.470)
Importazioni
totali
25,5 milioni di dollari USA (1977)
Importazioni
dall'Italia
99 miliardi di lire (1978)
Cambio
1 d o l l a r o = 379 lire (23-8-79)
La p o p o l a z i o n e d e l l ' i s o l a è p r e v a l e n t e m e n t e c i n e s e (76% c i n e s e , 17% m a l e s e , 7 % indiana).
Il ritmo di i n c r e m e n t o a n n u o della p o p o l a z i o n e è s t a t o del 4 , 4 % t r a il 1957 e il 1977. Negli
ultimi d u e anni il t a s s o di i n c r e m e n t o m e d i o a n n u o è s c e s o a l l ' 1 , 4 % . La p o p o l a z i o n e di Sing a p o r e è m o l t o g i o v a n e p o i c h é il 4 0 % ha m e n o di 20 anni ed un a l t r o 3 4 % ha u n ' e t à comp r e s a t r a i 20 e i 40 anni. La lingua n a z i o n a l e è il m a l a y ma a l t r e t r e lingue h a n n o riconos c i m e n t o ufficiale: c i n e s e , i n g l e s e e t a m i l .
La s t r u t t u r a d e l l ' e c o n o m i a di S i n g a p o r e p u ò e s s e r e r i a s s u n t a e s a m i n a n d o l'origine d e l PNL.
Settori
Agricoltura, p e s c a e f o r e s t e
Miniere
Industria manufatturiera
Costruzioni
Servizi pubblici
Trasporti e c o m u n i c a z i o n i
Distribuzione a l l ' i n g r o s s o e al d e t t a g l i o
Banche e assicurazioni e s e t t o r e immobiliare
Proprietà di a p p a r t a m e n t i
Pubblica a m m i n i s t r a z i o n e e d i f e s a
Servizi
Fonte: Stima Business
%
1,9
0^3
24,6
s!o
2^0
13^6
2&,2
IO|O
3,7
3^5
4,1
sificate per dimensioni: le maggiori generalmente trattano numerose linee di
prodotti di molte imprese estere; quelle
di medie-piccole dimensioni sono sovente specializzate per prodotto o settore produttivo. Oltre alle operazioni di
importazioni, offrono u n a serie di prestazioni: assistenza tecnica e di manutenzione ai clienti, mantenimento di magazzini di parti di ricambio, distribuzione a grossisti e dettaglianti. Sovente
le compagnie commerciali locali operano
anche con funzione di grossisti, coprendo oltre a Singapore tutto l'estremo
Oriente.
2. LE RELAZIONI C O N L'ESTERO
DELLA M A L A Y S I A
International.
2.1. Struttura
I rapporti con l'estero e in particolar
modo le esportazioni (che rappresentano
circa il 5 0 % del PNL) giocano un ruolo
molto importante nell'economia della
Malaysia; per questa ragione l'economia
del paese è molto vulnerabile alla congiuntura internazionale.
L'andamento delle esportazioni, delle
importazioni e del saldo commerciale
negli ultimi anni è indicato nella tabella 5.
Negli ultimi due anni le importazioni
hanno mostrato u n ritmo di crescita più
rapido rispetto a quello delle esportazioni. Esse sono aumentate infatti in valore
del 2 1 % nel 1977 ed in misura ancora
superiore nei primi sette mesi del 1978
( + 27%).
II principale fornitore del mercato della
Malaysia è il Giappone ( 2 1 % delle importazioni totali), seguito dagli Stati Uniti ( 9 % ) , dal Regno Unito e da Singapore ( 8 %
ciascuno),
dall'Australia
( 7 % ) e dalla Repubblica Federale Tedesca.
La Malaysia importa soprattutto i beni
strumentali e i prodotti semilavorati impiegati dall'industria locale. Negli ultimi
anni il processo di industrializzazione e
diversificazione dell'economia ha fatto
aumentare la domanda di beni di investimento, in particolar modo da p a r t e
Tabella 1. Bilancia commerciale di Singapore
1973
dei settori a tecnologie medie e avanzate.
(milioni di dollari di Singapore)
1974
1975
1976
1977
2.2. Posizione dell'Italia
Esportazioni
8.91
Importazioni
14.15
12.51
Saldo
-
12.76
20.40
3.60
-
16.27
19.27
6.25
-
20.1
22.40
6.51
-
25.5
6.13
-
5.4
Fonte: IMF.
Tabella 2. Principali paesi esportatori verso
Singapore nel 1977 (% del totale delle importazioni)
Tabella 3. Principali
(% del valore)
voci
di
Voci
Paesi
Esportazioni
S t a t i Uniti
Malaysia
Giappone
H o n g Kong
Regno Unito
G e r m a n i a (RFT)
Francia
importazione
1976
1977
Importazioni
16
14
10
7
3
4
2
13
14
18
3
4
3
1
Prodotti alimentari, b e v a n d e e
tabacco
Materie prime
Combustibili e prodotti chimici
Prodotti manifatturati
Macchinari e attrezzature
da
trasporto
9
9
30
15
9
9
33
14
26
26
T o t a l e (dollari S .
22.4
25.5
miliardi)
Le importazioni della Malaysia dall'Italia rappresentano una quota assai modesta del totale delle importazioni del
paese.
Per quanto riguarda l ' a n d a m e n t o della
bilancia commerciale italiana nei confronti della Malaysia i dati della tabella 7 mostrano come il nostro paese sia
costantemente in deficit e nel corso degli
ultimi anni tale deficit è considerevolmente aumentato.
Nel 1978 le principali esportazioni italiane sono state le seguenti (miliardi di
lire): autoveicoli 10,8; alluminio e sue
leghe 5,0; (altre) macch. ed app. non
elettr. 6,6; (altri) prodotti di autoveicoli
3,5; parti staccate di macchine ed app.
non elettr. 3,3; motocicli e loro parti
2,9; (altri) prodotti chimici organici 2,7.
Fonte: M o n t h l y D i g e s t of S t a t i s t i c s .
2.3. Regolamentazioni commerciali
(Fonte C e r v e d )
Tabella 4. Bilancia commerciale Italia/Singapore
1972
Esportazioni
italiane v e r s o
Singapore
1973
1974
1975
1976
1977
1978
32
41
40
49
75
99
18
Importazioni
italiane da Singapore
4
Saldo
+
+
14
(miliardi di lire)
13
20
15
19
+ 21
+ 25
30
+
19
+
56
63
19
+ 36
Fonte: ISTAT.
Tabella 5. Importazioni, esportazioni e saldo
commerciale (milioni di dollari malesi)
1975
1976
1977
Esportazioni (fob)
9.042
13.288
14.900
Importazioni (fob)
8.113
9.478
11.287
Saldo
929
3.810
3.613
Tabella 6. Composizione delle
Voci
Macchinari e attrezzature
Prodotti semilavorati
e p r o d o t t i finiti
Prodotti alimentari
Combustibili minerali
Prodotti chimici
Materie prime
Totale
importazioni
1976
1978 ( s t i m a )
33
36
22
15
14
10
6
22
16
11
9
6
100
100
La politica del commercio internazionale
svolta dal governo malaisiano tende a
p r o m u o v e r e u n a integrazione e uno svil u p p o economico, pur contenendo al minimo i controlli commerciali.
È stata cosi istituita u n a « common customs area » in tutto il paese; quasi
tutte le merci sono esenti da tariffe,
q u a n d o vengono mosse all'interno del
paese; la dogana sulle materie prime e
sui beni capitali è bassissima o addirittura nulla; la dogana sugli altri prodotti
è moderata, a m e n o che n o n ci sia produzione locale supplementare. I controlli non tariffari sulle importazioni non
sono estensivi ed includono licenze e restrizioni di quote per proteggere i beni
prodotti localmente, le regolamentazioni
antidumping e le misure sanitarie di sicurezza.
Dal 1° gennaio 1969 è in vigore una
tariffa doganale basata sulla nomenclatura di Bruxelles.
Le tariffe doganali variano dallo zero
al 1 0 0 % del valore, ma solo pochi prodotti h a n n o tariffe superiori al 2 5 % . La
tariffa doganale media è del 1 5 % circa.
DATI GENERALI SULLA MALAYSIA
Popolazione
12,2
Superficie
p e n i s o l a di M a l a y s i a e 1,8 milioni in S a b a h
e Sarawak.
332.316 kmq
milioni (1975) di cui 10,4 milioni nella
Prodotto Nazionale Lordo
12,5
Reddito p r o - c a p i t e
(a c o n f r o n t o l'Italia ha 196 miliardi di dollari)
dollari USA (1977)
9 6 5 i 2
Importazioni totali (Cif)
4i615
Importazioni dall'Italia
58
miliardi di dollari USA (1977)
(Italia 3.470 $)
C a m b i 0
miliardi di dollari USA (1977)
miliardi di lire (1978)
(ringgrt) 1 d o l l a r o m a l e s e
(23-8-79)
Principali c i t t à (popolazione in migliaia di
(MS) = 379
lire
abitanti):
Kuala Lumpur, la c a p i t a l e , 454; G e o r g e Town 270; Ipoh 248; Johor Bahni 136; K e l a n d e
114.
Maggiori gruppi e t n i c i : m a l e s i 54,7%; c i n e s i 3 4 , 2 % ; indiani 9 % .
L'origine del PNL e la g r a d u a l e c r e s c i t a
che segue.
ORIGINE DEL PNL ( c o m p o s i z i o n e
%)
Settori
Agricoltura, f o r e s t e e p e s c a
Miniere
Industria manifatturiera
Costruzioni
Elettricità e f o r n i t u r a a c q u a
Servizi
Totale
F o n t e : IMF, EIU.
del s e t t o r e i n d u s t r i a l e s o n o i n d i c a t e dalla
1972
1977
29
5
14
5
3
43
28
4
17
4
3
44
100
100
tabella
U n o degli scopi delle tariffe doganali
alte per i beni prodotti all'interno è
quello di incoraggiare gli investitori esteri a p r o d u r r e localmente.
Le tariffe sono calcolate sul valore C I F
del p r o d o t t o ; i contenitori e gli imballaggi sono esclusi dall'imposta q u a n d o
questa è calcolata sul peso. Le m i s u r e
s t a n d a r d di lunghezza e di peso in Malaysia sono la yarda e la libbra; per la
capacità viene usato il gallone imperiale, che è pari a 4 , 5 4 5 9 6 litri. Si prevede
l'introduzione del sistema metrico entro
il 1981.
In Malaysia le tasse doganali vengono
definite e pagate in m o n e t a locale al momento dello s d o g a n a m e n t o delle merci.
C è un 4 % di soprattassa imposta sul
valore C I F di molte importazioni dalla
quale sono escluse le materie p r i m e per
lavorazioni industriali, tassate del 2 % ,
e il m a c c h i n a r i o per l'espansione industriale che è esente da tasse.
È stata istituita anche u n a « f r e e t r a d e
zone » nella q u a l e p o s s o n o essere portate tutte le merci, n o n specificamente
proibite dalla legge, senza pagare dogana. Le merci possono p e r ò essere spostate solo per l'esportazione 0 per il
passaggio ad u n ' a l t r a « f r e e trade zone »
in Malaysia.
I documenti richiesti dalle autorità doganali per le importazioni in Malaysia
sono i seguenti: f a t t u r a commerciale,
polizza di carico, certificato di origine,
dichiarazione di importazione. Documenti speciali vengono richiesti per l'importazione di alcuni materiali e di animali. N o n sono richiesti d o c u m e n t i consolari. Le f a t t u r e commerciali p o s s o n o
essere presentate su carta intestata dell'importatore, devono essere firmate da
persona autorizzata e contenere la descrizione, qualità o peso, valore C I F ,
paese d'origine della merce. T r e copie
della f a t t u r a devono essere inviate al
compratore, m e n t r e la copia originale
deve essere presentata alle autorità doganali.
La maggior parte delle merci p u ò entrare in Malaysia sotto u n a « o p e n general licence », m e n t r e per alcune è necessaria una licenza specifica rilasciata dalle
autorità doganali.
La « open general licence » è semplicemente u n a autorizzazione governativa a
importare merci specifiche senza ricorso
a licenze particolari per ogni transazione. Tale licenza è rilasciata agli importatori dietro regolare richiesta alle autorità competenti.
L'importazione di alcuni prodotti è assolutamente proibita: articoli e pubblicazioni indecenti o osceni, prodotti che
riportano il disegno o la riproduzione di
monete o banconote di ogni paese. Esistono anche proibizioni per le importazioni dalla Repubblica Sud A f r i c a n a e
dalla Rhodesia.
3. LE RELAZIONI C O N L'ESTERO
DEL KUWAIT
Tabella 7. Bilancia commerciale Italia/Malaysia (miliardi di lire)
Esportazioni
i t a l i a n e v e r s o la M a l a y s i a
Importazioni
italiane dalla
Malaysia
Il K u w a i t ha u n a lunga tradizione come
paese importatore sia perché negli ultimi 25 anni vi è stata u n a costante crescita nei consumi e degli investimenti
sia perché il Kuwait è u n centro commerciale dal quale molti prodotti sono
riesportati verso gli altri paesi del
Golfo.
Per avere un'idea dell'aumento delle
importazioni basta tenere presente che
nel 1970 sono stati importati prodotti
per 2 2 5 milioni di dollari, che nel 1973
le importazioni erano già salite a 1 miliardo di dollari e che nel 1976 sono
salite a 3,3 miliardi di dollari.
L ' a n d a m e n t o delle importazioni e della
bilancia commerciale è riassunto nella
tabella 8.
La forte crescita delle importazioni si
spiega con l'aumento dello standard di
vita e con il processo di industrializzazione. La crescita è stata particolarm e n t e elevata nel 1974 ( + 4 7 % ) e nel
1975 ( + 5 4 % ) . Per q u a n t o riguarda la
struttura delle importazioni, la quota
maggiore è rappresentata da macchinari
e attrezzature da trasporto seguiti dai
prodotti industriali e dai prodotti alimentari.
Per q u a n t o riguarda le prospettive future, si prevede che la tendenza all'aum e n t o delle importazioni continuerà anche se ad un ritmo inferiore rispetto a
quello degli anni precedenti mentre i
1973
1974
1975
8
13
31
25
39
Saldo
56
- 3 1
-
95
43
-
64
1976
22
71
-
46
1977
36
130
-
108
1978
58
136
-
160
100
-
102
Fonte: ISTAT.
Tabella 8. Andamento della bilancia commerciale (milioni di dinari)
1972
3.1. Struttura
1972
1973
1974
1975
1976
1977
1978
2.896,2
Esportazioni
841,3
980,5
2.890,1
2.506,8
2.873,9
2.806,1
Importazioni CIF
262,2
310,6
455,1
693,2
972,0
1.387,1
+ 579,1
+ 669,9
+ 2.435,0
+ 1.813,6
+ 1.901,9
+ 1.419,0
Saldo
Fonte: F o n d o M o n e t a r i o
1.181,4
+
1.714,8
Internazionale.
beni di investimento dovrebbero gradualmente a u m e n t a r e la loro quota nelle importazioni totali in conseguenza dei
programmi di sviluppo industriale. Si
prevedono importazioni soprattutto per
il settore dell'energia e delle telecomunicazioni.
Per quanto riguarda i principali esportatori verso il Kuwait, come risulta dalla tabella 10, al primo posto è il Giappone seguito a distanza dagli Stati Uniti
e dalla Repubblica Federale Tedesca,
l'Italia è al sesto posto con il 4 , 4 % .
Il Kuwait adotta una politica liberale
nei confronti dello scambio internazionale e non vi sono in sostanza controlli
sulle importazioni.
Per lungo t e m p o è stata applicata u n a
tassa ad valorem unificata del 4 % per
tutte le merci importate (questa regola
prevedeva esenzioni per il settore petrolifero, alimentare e per alcuni beni di
investimento). Sulle merci in transito è
previsto in genere il pagamento di un
dazio del 2 % . Di recente, allo scopo
di proteggere l'industria nazionale sono
stati introdotti alcuni dazi protettivi (di
solito intorno al 1 5 % ) . Ciò vale in par-
ticolare per cemento, ossigeno, farina,
batterie per autocarri e alcuni prodotti
alimentari.
Restrizioni specifiche sono previste per
il settore della distribuzione. Le imprese di distribuzione non possono essere
controllate da stranieri (ai quali è consentita solo una partecipazione fino al
4 9 % del capitale). I contratti di fornitura e le proposte di tenders al Governo
possono essere fatte soltanto attraverso
cittadini del K u w a i t oppure attraverso
imprese nelle quali cittadini locali abbiano la maggioranza del capitale.
Di recente è stata tolta la tariffa protettiva del 1 5 % ed è stata sostituita da
un sistema flessibile di tariffe che tiene
conto del diverso grado di competitività
dell'industria locale. Questo sistema di
tariffe è sottoposto a revisione ogni cinque anni. La decisione circa l'ammontare delle tariffe protettive spetta al Ministero del Commercio e dell'Industria
che decide tenendo conto:
a) del r a p p o r t o tra il costo dei prodotti
importati e i costi dello stesso prodotto
per l'industria locale;
DATI GENERALI SUL KUWAIT
Popolazione
1.130 m i l a
Superficie
17.818 k m q , c o m p r e s i 1.000 k m q di i s o l e
P r o d o t t o N a z i o n a l e Lordo
13 m i l i a r d i di dollari USA (1977)
(a c o n f r o n t o l ' I t a l i a ha 196 miliardi di dollari)
Reddito pro-capite
(1979)
11.950 d o l l a r i
(Italia
(1977)
3.470)
Importazione dall'Italia
243 m i l i a r d i di lire (1978)
Cambio
1 d i n a r o = 2.959 lire (1-9-79)
Principali
città
(popolazione
in m i g l i a i a di
Kuwait City 276; Hawalli e Salmya 577; Fahahil 32; Ahmadi
Misura: s i s t e m a
b) dell'introduzione del National Industries Support Fund finanziato attraverso l'imposizione delle tariffe doganali ed
avente lo scopo di ridurre i prezzi di
alcuni prodotti locali;
abitanti):
m e t r i c o . O r a : 3 o r e a v a n t i r i s p e t t o al
19.
GMT.
COMPOSIZIONE DEL PNL (a prezzi c o r r e n t i , milioni cli KD)
Settori
Agricoltura
Industrie estrattive
Industrie manifatturiere
Elettricità, g a s e acqua
Costruzioni
D i s t r i b u z i o n e a l l ' i n g r o s s o e al d e t t a g l i o
Trasporti e comunicazioni
Finanza, assicurazione e immobiliare
Altri s e r v i z i
PNL a p r e z z i di m e r c a t o
Fonte: C e n t e r
Bank Q u a r t e r l y
Statistical
Bulletin,
EIU.
1971-72
1975-76
4
902
42
47
40
90
41
21
159
1.346
8
2.294
164
77
30
190
85
151
280
3.279
c) dell'ammontare dei prodotti fabbricati
nel paese in rapporto alla domanda locale (i prodotti locali devono fornire
non m e n o del 4 0 % della domanda nazionale);
d) della qualità dei prodotti locali.
Il Ministro del Commercio potrebbe com u n q u e contingentare l'importazione di
prodotti manifatturati per i quali l'industria nazionale sia in grado di fornire
anche oltre il 7 5 % della d o m a n d a .
3.2. Posizione dell'Italia
Le importazioni del K u w a i t dall'Italia
rappresentano in media il 4 , 5 % del totale (come si è visto nella tabella 10
che analizzava la struttura delle importazioni del paese).
Per quanto riguarda l ' a n d a m e n t o della
bilancia commerciale italiana nei confronti del Kuwait, i dati della tabella 11
dimostrano come il nostro paese sia costantemente in deficit.
Nel corso degli ultimi anni tale deficit è
considerevolmente aumentato.
Nel periodo 1978 le principali esportazioni italiane verso il K u w a i t sono state
le seguenti: (miliardi di lire) argento,
oro e platino 68,0; (altri) prodotti delle
industrie metalmeccaniche 20,4; (altre)
macch. ed app. non elettrici 18,2; mobili
di legno, di giunchi, ecc. 16,6; ferri e
acciai laminati 10,2; oggetti cuciti di
fibre vegetali 8,4; materiali da costruzione di terracotta e di mat. refrattario
7,2.
3.3. Politica commerciale,
regolamenti sulle importazioni,
tariffe doganali (Fonte Cerved)
Poiché dipende dalle informazioni per
l'approvvigionamento della maggior parte del suo fabbisogno alimentare, di beni
di consumo e di beni di investimento, il
Kuwait segue una politica commerciale
liberale, le cui linee principali sono:
tariffe doganali m o l t o basse, controlli
amministrativi su pochi prodotti, restrizioni esercitate solo al fine di assicurare
agli abitanti del paese i proventi del
commercio internazionale.
Il K u w a i t ha accordi commerciali bilaterali con l ' I r a n , l ' I r a q , il S u d a n e la
Siria. È m e m b r o della Lega A r a b a p e r
gli Accordi Commerciali e di Pagamento, che garantisce tariffe preferenziali
ad alcuni prodotti degli stati m e m b r i
della Lega. Il K u w a i t è inoltre firmatario
del G A T T (accordo generale sulle tariffe
e il commercio) e beneficia di u n trattamento tariffario preferenziale da p a r t e
dei paesi del C o m m o n w e a l t h britannico.
N o n ha relazioni di affari con Israele,
il Sud A f r i c a e la Rodesia.
N o n vengono richieste licenze di importazione per le singole transazioni commerciali. Nella maggioranza dei casi agli
importatori che o p e r a n o in vari settori
commerciali viene concessa u n a licenza
generale aperta di importazione; u n a
licenza valida per p r o d o t t i specifici viene assegnata agli i m p o r t a t o r i che trattano u n a definita linea di prodotti. La
validità delle licenze è n o r m a l m e n t e di
u n a n n o , rinnovabile.
Le u n i c h e restrizioni o proibizioni commerciali sono le seguenti: f a r i n a e grano
possono essere importati solo tramite la
compagnia di m a c i n a z i o n e del grano del
K u w a i t . Per gli insetticidi è necessaria
u n a licenza rilasciata dal Ministero della
salute p u b b l i c a . Un consenso scritto del
Ministero della salute p u b b l i c a è richiesto per l'importazione di q u a l u n q u e sostanza contenente u n a percentuale di
alcool etilico. G e n e r a l m e n t e è p r o i b i t a
l'importazione di b e v a n d e alcooliche,
autocarri usati, tubi (con linea di saldatura a spirale) aventi il d i a m e t r o compreso f r a 6 e 42 pollici, medicine contenenti sali di cobalto e ossigeno p e r
uso industriale e m e d i c o .
Le tariffe doganali sui prodotti importati a m m o n t a v a n o , con poche eccezioni,
al 4 % del valore dei beni. Allo scopo
di proteggere la nascente industria del
K u w a i t , vengono applicate tariffe variabili f r a il 1 0 % e il 1 5 % su alcuni prodotti, f r a cui biscotti, lana di acciaio,
b i t u m e p e r isolamento, mobili d'acciaio,
mobili d ' a r r e d a m e n t o in legno, alcuni
prodotti in ghisa, vernici industriali,
Tabella 9. Struttura delle importazioni (milioni di Kd)
1972
1976
Valore
P r o d o t t i a l i m e n t a r i e a n i m a l i vivi
Prodotti chimici
Prodotti manifatturati
Macchinari e veicoli da trasporto
Prodotti vari
Totale (inclusi
a n c h e altri
46,1
12.7
56,3
85,6
46.8
prodotti)
17,6
4,8
21.5
32.6
17,8
262,2
Valore
%
121,3
30,1
214,7
406,7
140,1
12,5
3,1
22,1
41,8
14,4
972,0
Fonte: M i n i s t r y of P l a n n i n g S t a t i s t i c s , EIU.
Tabella 10. Principali paesi esportatori verso il Kuwait ( % delle importazioni in valore)
Paese
Giappone
USA
RFT
1972
1976
16,0
13,1
8,3
20,7
14,7
9,4
Gran Bretagna
Francia
Italia
10,2
4,2
4,7
8,2
5,2
4,4
Fonte: M i n i s t r y of P l a n n i n g , EIU.
Tabella 11. Bilancia commerciale Italia/Kuwait
Esportazioni
i t a l i a n e v e r s o il K u w a i t
(milioni di lire)
1972
1973
1974
1975
1976
1977
1978
228
243
21
22
42
76
151
Importazioni
italiane dal Kuwait
175
171
311
234
176
619
766
Saldo
154
149
269
158
25
391
523
p r o d o t t i aerosol e alcuni prodotti di
plastica.
Bevande alcooliche e gas in bidoni sono
soggetti a u n a tariffa doganale del 1 0 0 % .
Sono esenti da d o g a n a i beni importati
dai dipartimenti governativi, dalle compagnie petrolifere per operazioni in Kuwait e alcuni prodotti, come m a c c h i n e
per la f a b b r i c a z i o n e del ghiaccio, macchinari per m a c i n a r e il grano e certi prodotti alimentari.
N o n vi sono tasse interne sulle importazioni.
IMAIOLICARI
IN PIEMONTE ED A TORINO
Piera
Condulmer
A b b i a m o iniziato la serie di questi
articoli s u l l ' a r t i g i a n a t o torinese, c o n lo
spirito atteggiato ad u n certo sospiroso
r i m p i a n t o , c o m e u n a lamentatio
per un
p a s s a t o p e r d u t o , u n b e n e di cui n o n pot r e m o p i ù f r u i r e . A v e v a m o la sensazione di essere c o n d a n n a t i , p a r a d o s s a l m e n te, a v i v e r e nello s q u a l l o r e p e r eccesso
di t e c n i c i s m o , di p e r f e z i o n i s m o . Concetti q u e s t i c h e s e m b r a n o antitetici tra loro,
m a in r e a l t à n o n lo sono, p e r c h é se la
perfettibilità è aspirazione e prerogativa
dello spirito u m a n o , la p e r f e z i o n e realizzata d a l l ' u o m o , c o n la sua a v a n z a tissima tecnologia, h a u n che di disum a n o , e ci rimane e s t r a n e o , e a n d i a m o
i s t i n t i v a m e n t e alla ricerca di quell'attim o d ' i m p e r f e z i o n e c h e ce lo f a c c i a sentire p i ù v i c i n o alla n o s t r a c o n d i z i o n e
imperfetta.
La r i p e t i z i o n e m e c c a n i c a e in serie anc h e dell'oggetto p i ù bello, e s t r e m a m e n te l o n t a n o o r m a i d a l calore u m a n o del
p r o t o t i p o , p u r nella r i p r o d u z i o n e esattissima, n o n dà gioia, p e r c h é la s e n t i a m o
o r m a i m a t e r i a i n e r t e , dalla q u a l e la
c r e a t i v i t à iniziale è esalata.
Q u e s t i p e n s i e r i mi si s o n o fatti p r e s e n t i
alla m e n t e r i p e r c o r r e n d o il c a m m i n o
d e l l ' a r t i g i a n a t o della c e r a m i c a in Piemonte e più particolarmente a Torino.
Ma forse lo s p u n t o mi è d e r i v a t o dall'aver visto aprirsi nel c e n t r o della città
u n a b o t t e g u c c i a di c e r a m i s t a artigiano,
a r r e d a t a in assoluta semplicità, con
esposti n e l l ' i n c a v o di u n m u r o i suoi
lavori a p p e n a p l a s m a t i o già d e c o r a t i , i
suoi attrezzi, i suoi sacchetti di belle
figuline, di argille. L a v o r i p i ù raffinati,
m e n o raffinati, m a pieni di vita; il vasaio i n t e n t o al suo l a v o r o c o p i a v a il modello che a v e v a nella sua m e n t e , e a v e v a
e v i d e n t e il p i a c e r e del f a r e , del d a r
c o r p o ad u n a idea.
S o n o nostalgie d e l l ' i n d i v i d u a l e che riaffiorano di f r o n t e allo s t a n d a r d , e c h e
a poco a p o c o i n v a d e r a n n o a n c h e il
c o n s u m o in q u e i settori d o v e ciò è possibile, e l ' a r t i g i a n a t o , l i b e r a t o da certe
p a s t o i e m o r t i f i c a n t i la s u a necessaria
libertà, d o v r à p u r rifiorire c o m e necessaria ed i n a l i e n a b i l e attività u m a n a ,
c o n tutti i suoi benefici influssi sociali.
E d o r a v e n i a m o a l l ' a r g o m e n t o c h e interessa q u e s t e n o t e : i m a i o l i c a r i in Piem o n t e , o meglio a T o r i n o , p e r restringere u n p o c o la t r a t t a z i o n e , a n c h e se p e r
iniziare il discorso storico d o b b i a m o
u s c i r n e . I n f a t t i è a P o l l e n z o e ad Asti
c h e d o b b i a m o riferirci p e r i n t r o d u r r e
q u e s t o discorso a p r o p o s i t o del p a e s e
s u b a l p i n o , r i c o r r e n d o alle t e s t i m o n i a n ze, a n c h e se f u g a c i , di d u e scrittori latini: M a r z i a l e in u n o dei suoi Epigrammi (il X I V ) a c c e n n a in f o r m a a m m i r a t i va ai vari p r o d o t t i di cui è c a p a c e la
ricca città p r o v i n c i a l e di P o l l e n z o :
Non tantum pullo lugentes veliere lanas
Sed solet et calices haec dare terra suos
m e n t r e Plinio ( N a t u r a l i s H i s t o r i a XXXV
v. 4 6 ) r i v e n d i c a a l l ' I t a l i a gloria di vasi
belli, che n o n sono p u r a p r e r o g a t i v a di
S a m o : « Et c a l i c u m t a n t u m , S u r r e n t u m ,
Asta, Pollentia... ». E C l a u d i a n o a n c o r a
ne r i c o r d a i celebri vasi in t e r r a c o t t a e
in vetro. Poi u n g r a n silenzio, giustificato p e r P o l l e n z o dalla e n i g m a t i c a totale d i s t r u z i o n e della ricca e g a u d e n t e
città, n o n si sa se p e r c a u s a , o in conc o m i t a n z a c o n i r i p e t u t i assalti di Alarico e dei Visigoti.
D o b b i a m o perciò giungere alla riorganizzazione della vita c o m u n a l e , per avere ragione di ricercare negli antichi ord i n a m e n t i riguardanti le arti e i mestieri, qualcosa che riguardi quest'arte;
m a , strano a dirsi, negli O r d i n a t i del
Consiglio C o m u n a l e di T o r i n o per gli
a n n i 1374-1375, tra i ventisei g r u p p i di
attività elencate come tenute a f o r n i r e
e p o r t a r e i ceri per la festa di S. Giovanni, n o n n e ho t r o v a t a u n a che potesse corrispondere all'attività del vasaio, del figulo, o del f o r n a c i a i o .
Allora a n d a i avanti nel t e m p o fino alle
Costituzioni di A m e d e o V i l i del 1430,
stabilenti la disciplina delle arti e dei
mestieri; m a n e p p u r e li h o trovato menzionati i miei maiolicari.
Proseguiamo il nostro c a m m i n o storico
fino all'Editto di Carlo E m a n u e l e I,
del gennnaio 1580 e troviamo che si
fa « obbligo a tutti gli artisti e mercanti,
o g n u n o secondo la sua arte, f r a d u e
mesi d o p o la p u b b l i c a z i o n e della presente, a b b i a n o tutti a consegnarsi, e
loro lavoranti e garzoni, luogo per luogo, e eleggere tra loro di ciascun arte,
tre delli p i ù sufficienti, dei quali due sas a n n o chiamati massari e il terzo priore ». Lo stesso duca nelle Costituzioni
del 1619 elencava c i n q u a n t u n g r u p p i
di attività (escluse le professioni nobili) tenuti alla iscrizione obbligatoria
nella matricola dell'arte, e tra essi trovo
i chincaglieri,
e più oltre
fornaciari:
possiamo a n n e t t e r e i figuli, i vasai ad
u n a di queste categorie?
È strano, p e r c h é se ci spingiamo innanzi nella ricerca fino alle Costituzioni di
Vittorio A m e d e o II, che ridistribuisce le
f o r z e di lavoro in v e n t i d u e università,
soggette alla vigilanza statutaria del
Consolato, e alla vigilanza p r o d u t t i v a
e di moralità professionale del Consiglio del Commercio, n e m m e n o f r a esse
trovo i ceramisti, e dire che da Emanuele Filiberto in poi, d u c h i e re f u r o n o
tutti p r e o c c u p a t i di d o t a r e il p r o p r i o
paese a n c h e di questa attività. Q u e s t a
infatti come le altre, s ' i n q u a d r a v a nella
disciplina economica dello Stato, rappresentava la possibilità di sottrarsi all ' i m p o r t a z i o n e da altri paesi, q u a n d o
negli usi domestici il legno e lo stag n o per le classi umili, e l'oro e l'argento e il vermeil p e r le alte classi, do-
vettero essere sostituite con la terraglia,
la maiolica, come stoviglie d ' u s o , in attesa di poter realizzare il sogno della
porcellana cinese.
S a p p i a m o viceversa, che E m a n u e l e Filiberto al rientro nei suoi stati, si prem u r ò di p r o m u o v e r e q u e s t ' a r t e e per
sottrarsi alla importazione e p e r procurare nuovi posti di lavoro ai suoi sudditi
affamati di lavoro. Ed allora ricorse a
quei maestri che tra Faenza e U r b i n o
stavano d a n d o celebrità alla ceramica
italiana: ed ecco il celebre O r a z i o Fontana venire a T o r i n o e A n t o n i o N a n i
da U r b i n o . Questi anzi risiedeva a palazzo, come u n o di quegli artefici che
il duca ospitava per averli sempre a disposizione nel suo laboratorio, q u a n d o
le cure di governo gli consentivano di
andarvi p e r le sue esperienze di alchimia, o a studiare n u o v e m a c c h i n e , senza mai d a r e tregua alla sua attività,
dice l'ambasciatore veneziano Francesco
Morosini nella sua Relazione al Senato
della Serenissima.
re f u o r i dello stato terra di C u m i a n a e
di Piossasco, perché si fa crusoli si pel
servizio delle nostre artiglierie e per
l'uso di artefici ». Si riferiva cioè alla
quarzite di quei terreni.
Nel Museo d'arte antica di Torino, nella raccolta delle ceramiche d o n a t e da
E m a n u e l e Tapparelli d'Azeglio, vi è un
cestello in maiolica con la scritta sul
retro « Fatta a T o r i n o a di 12 setebre
1577 », che è da attribuire a questa
p r i m a m a n i f a t t u r a , eseguito nello stile
c o m p e n d i a r i o dei faentini Virgiliotto e
Bettisi, che pare siano venuti p u r e a Torino. Q u e s t a f r e q u e n z a di ceramisti
f e a n t i n i p u ò essere legata alla presenza
qui del pittore Alessandro A r d e n t e , di
Faenza, che dal 1572 rimase a lungo
coi Savoia.
La c o n f e r m a dell'interesse del d u c a
per l'attività figulina a T o r i n o , ci viene data dal Registro dei conti della Tesoreria generale, che presenta f r e q u e n t i
p a g a m e n t i ai d u e artefici n o m i n a t i , fin
dalla sua p e r m a n e n z a a Rivoli, e cioè
dal 1562. Il D u b o i n poi nella sua Raccolta di leggi editti ecc. (Voi. XIX) registra il p e r e n t o r i o divieto del duca di
estrarre terra di C u m i a n a senza permissione e tanto peggio di esportarla f u o r i
dei suoi stati: « N e s s u n o ardisca estrar-
La ceramica f a e n t i n a dal '400 era assurta a g r a n d e r i n o m a n z a per essere passata dalla terracotta, o mezza pasta coperta da vernice p i o m b i f e r a , alla maiolica sottile e leggera coperta da uno
smalto fluido e brillante, con decorazioni sempre raffinate, specie nel secondo
p e r i o d o , c o n colori chiari ma vividi (il
— b e r e t t i n o — o azzurro pallido), con
il centro occupato da ritratti, e il bordo
o r n a t o da m a s c h e r o n i , la cui b a r b a si
articola in arabeschi.
Recipiente
particolare
di cui al castello di Masin
vi è una
collezione.
Questo porta appunto
scritto
sotto il manico « Masino ».
Altri esemplari di questo periodo in Torino, p u r t r o p p o non si sono potuti reperire, e questo donato dal d A z e g l i o ,
fu c o m p e r a t o dal diplomatico piemontese alla Galleria Raynol di L o n d r a .
L'interesse s a b a u d o alla industria ceramica continua con Carlo Emanuele I,
il quale consente che venga aperta u n a
m a n i f a t t u r a a certo Simone Fasola concedendogli l'esclusiva per dieci anni,
perché « ha introdotto l'arte di f a r maiorica et vasi turchini nella città nostra
di Asti » e ciò in data 15 luglio 1581.
In quel di T o r i n o viceversa, nel 1616
concede venga aperto u n laboratorio di
ceramiche ai limiti del Regio Parco e
accetta l'offerta di T a d e a di Dus, vedova di u n ceramista f a e n t i n o che lavorava a Lodi, allora i m p o r t a n t e centro
di tale lavorazione della ceramica. M a
questa impresa p a r e n o n abbia sortito
molto b u o n esito e nulla è rimasto a
testimoniare della sua p r o d u z i o n e , cosi
come nulla ci è rimasto di u n ' a l t r a manifattura apertasi nel 1621 in Borgo Po.
Più interessante viceversa risulta quella
per la quale Cesare Bianchi, u n ligure,
ottenne regia patente nel 1649 e v e n n e
privilegiata con esenzioni fiscali, dal
pagamento dei pedaggi pel trasporto di
q u a n t o necessario alla f a b b r i c a , e
l'esclusiva per dieci anni. D i questa manifattura è stato t r a m a n d a t o il n o m e
del capo f a b b r i c a , che risulta essere
stato certo Nicola Corradi di Arbasola,
il che dimostra che l'attuale Albissola
già era in grado di esportare m a n o
d'opera qualificata; ad Albissola poi
avevano compilato gli Statuti dei figlili.
Questa f a b b r i c a adottò a T o r i n o il marchio dello scudo crociato di Savoia sormontato dalla corona ducale, e tentò
di rispondere ai desideri dei duchi di
realizzare pezzi che tentassero u n a somiglianza coi rarissimi e costosissimi
prodotti cinesi, realizzati in quella porcellana che per gli occidentali era ancora u n sogno poterla p r o d u r r e . Le cineserie infatti erano divenute u n a m o d a
ossessiva, e i vari principi a n d a v a n o a
gara nello sforzo di r i p r o d u r l a da noi,
se n o n nella sostanza a l m e n o nella decorazione; perciò a b b i a m o ora le ceramiche orientaleggianti, con decorazioni
cioè di uccelli e animali v a r i tra u n fo-
gliame delicatamente variopinto su di
u n o s f o n d o di vernice bianca.
Tuttavia il maiolicaro a T o r i n o pare
non avesse molta f o r t u n a , e certo ciò
dipendeva dalla scarsa conoscenza dei
suoli piemontesi, dall'assenza quasi dello studio chimico di essi, poiché la chimica era ancora c o n f u s a con l'alchimia,
che non aveva compiuto la sua evoluzione. E r a questione di miscelature e di
dosaggio che d o v r a n n o attendere ancora
circa u n secolo, a Torino, il loro scienziato e il loro artista. Perciò anche se
belle, le nostre ceramiche p r e s e n t a v a n o
poca resistenza al fuoco, o la vernice
t r o p p o facile a screpolarsi, o la fragilità
del pezzo, o porosità non molto igienica.
Ben più attivo perciò era questo artigianato sul suolo monregalese, ricco
di strati p r o f o n d i d'argilla figulina, di
banchi di quarzite, di dolomia, tanto
che G. B. Botteri dice che a Chiusa di
Pesio nel 1763 vi erano ben 31 fabbriche di stoviglie, mentre, secondo alcuni,
già nel '600 tale attività dava luogo ad
un interessante m o v i m e n t o di denaro,
che G . Prato calcola sulle 2 5 0 . 0 0 0 lire
all'anno.
Era tuttavia u n artigianato u n poco
campagnolo, di p o c h e pretese, che soddisfaceva le esigenze pratiche di u n a
popolazione che a n d a v a a u m e n t a n d o ,
e si p r e o c c u p a v a di rispondere ad esse
con miglioramenti tecnici più che estetici, per giungere a d u n a maggiore solidità con u n migliore impasto e omogeneità, p r o v a n d o vari sistemi di cottura,
perché questa avvenisse u n i f o r m e m e n t e .
Vi era stato però certo Stefano Olivero
che mescolando argilla con la piombaggine, avea ottenuto crogiuoli eccellenti.
A n c o r a a Castellamonte il maneggio
delle argille era un'attività che a n d a v a
facendosi caratteristica; con la sua argilla bigia esso p r o d u c e v a bensì stoviglie correnti di larghissimo uso, m a anche era capace di maioliche fini, come
d u e bei vasi esistenti, al castello di Masino, con e senza coperchio, di cui u n o
con decorazione decisamente orientaleggiante s t a n n o a dimostrare. La sua gran
r i n o m a n z a peraltro è legata alle stufe, ai
caminetti, agli scaldini, nei quali strumenti calorifici l'artigiano immetteva
spesso il suo estro decorativo.
T r a queste f o r t u n e e s f o r t u n e dei vasai
piemontesi e torinesi, la corte per l'approvvigionamento delle maioliche di cui
necessitava, si rivolgeva alla produzione savonese, cui si era legata, molto
p r o b a b i l m e n t e attraverso il pittore Bartolomeo G u i d o b o n o , divenuto affrescatore del convento di S. Francesco da
Paola in T o r i n o , e apprezzato pittore di
corte. Egli era figlio di u n noto maiolicaro di Savona, G i r o l a m o G u i d o b o n o ,
ed il p a d r e lo aveva iniziato nella sua
arte, lo aveva m a n d a t o a studiare a Parma, e poi a Venezia p e r c h é imparasse
l'arte del colore. Con questi studi e con
il suo estro, egli era cosi in grado di affermarsi come pittore, e nello stesso temp o come capace decoratore di ceramiche,
che rendeva festose con scene boscherecce e danze di amorini, creando quello stile vecchia Savona, con cui ha p u r e
arredato tante antiche f a r m a c i e , allin e a n d o sui loro scaffali quelle bellissime
arberelle, con o senza coperchio, che
dovevano contenere i toccasana dell'epoca, polveri di sterco di topo, di corno
sinistro di b u e , ecc., e tra esse, al centro, troneggiava sempre il grande vaso
artisticamente il più bello, spesso in
bronzo, m a più spesso in ceramica, per
contenere la regina dei rimedi universali: la Teriaca
Ci avviciniamo cosi a quel f o r t u n o s o
secolo X V I I I che r i m a r r à cruciale nella
storia di questo settore dell'attività in
occidente, lanciata alla scoperta del
caolino come materia p r i m a , n o n sufficientemente studiata, p e r ottenere le
b r a m a t e porcellane cinesi, bianchissime,
trasparentissime, leggerissime, irraggiungibili per l'estrema costosità, se n o n dai
grandi della terra. P u n g o l o reso più
acuto dall'instaurarsi a n c h e di u n a m o d a
letteraria dell'esotismo, favorita dai
molti viaggi che le scoperte scientifiche
r e n d e v a n o p i ù celebri p e r m a r e .
L ' O r i e n t e entra nelle opere di Voltaire,
di Montesquieu, di G o e t h e in varia guisa, alle corti e nei palazzi padronali il
salotto cinese viene quasi d'obbligo con
tappezzerie, decorazioni, laccature adeguate, in attesa delle cineserie in porcellana casalinga, q u a n d o n o n è possibile
procurarsi le autentiche.
Ma del g r a n d e assalto alla porcellana,
parlerò altra volta, ora d o b b i a m o rima-
nere alla p r o p e d e u t i c a di essa, per cosi
dire, a quella ceramica, a quella maiolica che i re sabaudi tentano di f a r sviluppare artisticamente, sempre all'arrembaggio di impresari artisti e coraggiosi su cui riversare i loro favori e i
loro privilegi, per dare al proprio regno
u n a p r o d u z i o n e di pregio.
All'inizio del secolo tuttavia n o n sono
da trascurare certe ragioni storiche e
politiche che h a n n o m o v i m e n t a t o il
m o n d o della ceramica t r a s f o r m a n d o l o in
m o d a . Tali f u r o n o le miserrime condiZuppiera rococò
decorata
zioni cui era giunto l'erario f r a n c e s e pel
con scene
mitologiche
dissanguamento di ogni residuo che le
e girali.
ostinate guerre imperialistiche di Luigi X I V avevano provocato. Si rese necessaria l'offerta alla patria degli ori e
degli argenti della aristocrazia f r a n c e s e ,
e artigiani italiani del c a m p o della ceche dovette spogliarsi di tutti i suoi
ramica, tra i quali ricordiamo, verso la
bei servizi da tavola e soprammobili,
fine del '500 i fratelli D o m e n i c o , Battiricorrendo alla ceramica per la sostista e Agostino Conradi, di Albissola, il
tuzione.
che spiega il prevalere della decorazione
azzurra del p r i m o periodo delle ceramiDalla necessità alla m o d a il passo f u
che neverine, m e n t r e il soggetto mitolobreve, e f u tosto c o m p i u t o anche da chi
gico della p a r t e figurativa è f a e n t i n o .
non si trovava nelle stesse condizioni
Nel X V I I I secolo questa sintesi stilistica
di necessità patriottica. E allora inizia la
torna in Italia come stile di Nevers,
rincorsa al bello in questa p r o d u z i o n e ,
allo stesso m o d o che lo stile detto di
e la caccia agli artisti p i ù abili che sapMoustier ha la sua paternità nel pittore
piano i n f o n d e r l o a n c h e nell'utile.
fiorentino T e m p e s t a , e lo stile detto alla
Si disse allora che la Francia si sia
Bèrein è quel grottesco stilizzato da
messa tutta en fàience, espressione che
Marot e da Bérain partito dalla rinaindica c h i a r a m e n t e c o m e la Francia n o n
scenza faentina.
si sia resa maestra nostra in materia, m a
che a b b i a attinto dal glorioso passato
Ed ecco la terra piemontese regalare ai
italiano f a e n t i n o , che aveva dato belre sabaudi un nome, Rossetti, che f u
lezza n o n solo a semplici oggetti, m a a
per quasi un secolo il nome di una dinapavimenti di cappelle, a facciate di pa- stia, proveniente da Macello o da Calazzi, a cuspidi di campanili, senza convour, anche se l'origine p o t r e b b e darsi
tare la g r a n d e arte dei Della R o b b i a .
fosse l o m b a r d a , perché a Lodi già c'era
Che poi certe nostre abilità e certi nou n a m a n i f a t t u r a Rossetti, p r i m a che a
stri gusti si siano naturalizzati in FranT o r i n o o c o n t e m p o r a n e a m e n t e a Torino.
cia e si siano riespressi come francesi o
inglesi, ciò non s o p p r i m e la loro origiNoi p o n i a m o l'inizio dell'attività di quene. Origine che p e r c i ò è molto p i ù ansti maiolicari verso il 1722, anche se
tica del 1709, a n n o dell'Editto di requiquella ufficiale r i m a n e alla data del Mesizione f r a n c e s e dei preziosi, ma che
moriale a capi del 16 m a r z o 1725, con
p u ò risalire a Carlo IX o a Francesco I
cui il re concedeva a Giorgio Rossetti i
d'Angoulème, attraverso i molti artisti
richiesti permessi, le concessioni, le
italiani fatti affluire colà e a lungo ospiesenzioni richieste, accordava il priviletati. Influssi rinvigoriti dal trasferimengio di vendita e di f a b b r i c a z i o n e e l'eto in Francia di Luigi G o n z a g a diventasclusiva, vietando l'importazione conto duca di Nevers attraverso il suo macorrenziale dall'estero. In p i ù concedeva
trimonio con Enrichetta di Clèves, che
un prestito, senza interessi, di lire 3 0 0 0
invitò con mecenatesca larghezza artisti
per f a r avanzare l'arte sua; prestito che,
avallato dal nipote Giovanni Battista,
f u portato ad 8 0 0 0 lire alle stesse condizioni. Un altro nipote, Giorgio Giacinto, era a n d a t o a f a r e esperienze a Marsiglia poi aveva lavorato a Lodi, e forse
f u il canale attraverso cui tornò in Italia dalla Francia, quello stile a grottesche che ne era partito nel '500, stilizzato e ribattezzato dal Bérain.
L ' i m p i a n t o sarebbe avvenuto in contrada di Po; la lavorazione incomincia,
ma non ci vengono indicate le terre impiegate, si pensa tuttavia che venisse
impiegata la magnesite di Baldissero
come c o m p o n e n t e principale. Il p r i m o
periodo è ancora caratterizzato da u n a
m o n o c r o m i a azzurrina divenuta cara ai
Savoia, nella quale il pittore Gratapaglia ha inserito la presenza di u n giallino e verdino, come il piatto esistente
al Museo civico di T o r i n o presenta,
con l'episodio di Susanna sul f o n d o , e
i contorni lobati, firmato al retro Gratapaglia Fe Taur, e il grande piatto da
servizio di più di mezzo metro di diametro, con al centro lo stemma s a b a u d o
con la corona ducale, in un trofeo di
armi. Ma se questo piatto viene attribuito ai Rossetti, bisognerebbe pensare
che essi lavorassero in Torino molto
p r i m a di ottenere le Patenti regie, certo
prima del 1713, ché altrimenti avrebbero d o v u t o disegnare la corona reale e
non quella ducale. Perciò questi esemplari p o t r e b b e r o non essere ancora dei
Rossetti, ma forse di u n a f a b b r i c a del
Gratapaglia. Piatti col marchio di fabbrica adottato dai Rossetti, T R (cioè
T o r i n o Rossetti) nel p r i m o periodo, non
ne possediamo; il p i ù antico firmato e j
datato col m a r c h i o T. R. Fabbrica di
Torino 1736 dipinto da Giorgio
Giacinto Rossetti, si trova al Museo delle ceramiche di Sèvres, dove emigrò in epoca
napoleonica, q u a n d o s'impiantò tale
museo, al quale N a p o l e o n e volle fosse
preposto A. Brongniart e dove trovansi
altri begli esemplari firmati da Giorgio
Giacinto Rossetti, m a prodotti nella man i f a t t u r a di Lodi. Gli esemplari firmati
j
G. Rossetti esistenti a T o r i n o a Palazzo
M a d a m a , attribuibili a Giorgio Giacinto, con decorazione azzurrina alla
Bérain, p o t r e b b e r o essere anche di
Giorgio o di G i o b a t t a , e per u n a più
precisa attribuzione occorrerebbe f a r e
uno studio di raffronto con la produzione di Lodi.
Vi è u n periodo non b e n chiarito circa
la p e r m a n e n z a di questa ditta in T o r i n o ,
e cioè tra il 1728 e il 1736, in cui la loro
fabbrica risulta passata al b a n c h i e r e
Pietro Bistorto, per poi ritornare nel '37
ai Rossetti, anzi a Giorgio Giacinto Rossetti che si dichiarava « già introduttore
della maiolica e dopo r i f o r m a t o r e della
medesima » n o n solo, m a volle impiantare a n c h e u n a f a b b r i c a per la porcellana fine e trasparente. D i questa n u o v a
e breve attività per ora n o n ci occupiamo, e seguiamo il g r a n d e maiolicaro
nella sua m a n i f a t t u r a di c o n t r a d a di Po,
che anche rinnovata diventa t r o p p o angusta, nonostante in essa si c o m p i a n o
solo le operazioni di m o d e l l a t u r a , cottura e verniciatura, m e n t r e la pista, ossia la m a c i n a dei colori, si compiva in
locali lungo il canale di D o r a , ai Molassi del C o m u n e , e poi a Valdocco in
un secondo tempo. Si rese necessario
l'acquisto di u n a n u o v a sede, che f u
quella in regione Monveglio, poco di-
Cestello
scenetta
in stile compendiario
con al
umoristica,
in
policromia.
Accanto: / / marchio
di fabbrica
(Torino, Museo
Civico).
tu cr**
di
centro
Torino.
/
jTùrinf
•13- T f f t t & e T •
*
Vassoio in monocromia
azzurrina
stile
Bérain.
Fabbrica Rossetti,
Torino,
1730-35.
(Torino,
Museo
Civico).
77
stante da Villa della Regina. La ceramica Rossetti era ormai divenuta opera
d'arte, ed anche la produzione corrente
aveva caratteristiche di d u r a t a e di resistenza superiore alle altre, al p u n t o di
f a r ritenere ai conduttori p i ù utile, salvo r e s t a n d o i dazi sulle merci forestiere,
r i n u n c i a r e al privilegio di esclusiva, p e r
vendere a prezzo libero. Cessato il privilegio, t e n t a r o n o d'inserirsi i concorrenti, e p r i m o della serie f u G. A n t o n i o
Ardizzone di Bra nel 1705 che, chiesti
i soliti privilegi al re, i m p i a n t ò il suo
laboratorio al R u b a t t o (lungo il Po).
Esaminati i suoi pezzi dal Consolato del
commercio, f u r o n o trovati b u o n i , ed
egli prese a firmare i suoi prodotti
G . A . À . M a l'Ardizzone potè p o r t a r e
avanti la sua bell'azienda per p o c h i anni p e r c h é nel ' 7 0 moriva, e tutti coloro
che t e n t a r o n o f a r l a continuare (Ravotti,
Longarini, Grosso, Barberis) non ne furono in grado, e i Rossetti ridivennero
padroni del campo.
Tuttavia il periodo aureo della vitalità
della famiglia, dell'estro e della volontà
di conquista, andava esaurendosi d o p o
la morte di Giorgio Giacinto. Il figlio,
Pietro Maria volle inseguire la m o d a
della terra di pipa diffusa dall'Inghilterra, o iron stone, o terre-de-jer, di cui
diceva di aver trovato la presenza nel
biellese; d o p o aver ottenuto tutte le
concessioni possibili da Vittorio Amedeo III non seppe c o n d u r l a al successo;
suo figlio Giacinto i m m e m o r e delle cure
artistiche che il n o n n o dava ai suoi prodotti, f u solo preoccupato di p r o d u r r e
merce scadente, per il p i ù largo e facile
mercato, e la celebre m a n i f a t t u r a Rossetti perse il suo prestigio. La vigile attenzione del Consolato del commercio,
m a il s u o giudizio r i g u a r d a solo le porcellane.
U n ' a l t r a Società si costituisce, c o n la ragione sociale — Luigi R i c h a r d e C . — ,
con f o r t e c o n t r i b u t o f i n a n z i a r i o di certo
C. I m o l a . La f a b b r i c a s e m b r a p r o s p e r a r e , fino a c h e n e l 1 8 6 3 , senza u n app a r e n t e p l a u s i b i l e m o t i v o cessa la s u a
attività.
I n t a n t o a T o r i n o si e r a n o a p e r t e scuole
p r o f e s s i o n a l i , con c o r s i d ' o r n a t o . All ' A c c a d e m i a A l b e r t i n a si a p r i nel 1871
u n corso p e r c e r a m i s t i , e f u c h i a m a t o
ad i n s e g n a r e il p r o f e s s o r D e v e r s , c h e
a v e v a alle sue spalle m o l t e a f f e r m a z i o n i
i n t e r n a z i o n a l i in tale c a m p o e il m e r i t o
di a v e r e r a v v i v a t o in F r a n c i a il g u s t o
p e r la f a e n z a artistica antica e m o d e r n a ,
n o n c h é l'interesse di artisti italiani p e r
quest'arte detta minore, quali l'Ardy,
l ' A v o n d o , il Pastoris, il D e l l e a n i e altri
c h e g i u n s e r o a f a r e v e r i q u a d r i in ceram i c a , talvolta p r e f e r i t i dal p u b b l i c o p e r
la l o r o i n c o r r u t t i b i l i t à .
D o p o la s e c o n d a g u e r r a m o n d i a l e , si è
da noi rivitalizzato l'interesse p e r la cer a m i c a , i n s e r e n d o l a a n c h e in f o r m a di
p a n n e l l i a l l ' e s t e r n o c o m e a l l ' i n t e r n o delle case, u s o c h e p u ò risalire alle m e t o p e
dei t e m p l i greci, o a q u e l l i e t r u s c h i , e
alle p a r e t i m a i o l i c a t e di q u e l l i babilonesi.
222-
TC
Un cespo di fiori al centro e fiori e
lungo ii bordo ornano in
policromia
questo grande
piatto.
A fianco: // marchio di fabbrica
(Torino, Museo
Civico).
a t t r a v e r s o il p r o c u r a t o r e g e n e r a l e c o n t e
Ghilossi, nel 1823 n e f a i m m e d i a t a den u n c i a in u n a R e l a z i o n e .
N o n c ' e r a c h e da s c o m p a r i r e .
E d i n f a t t i la m a r c a T . R . s c o m p a r v e .
U n certo F e r i u , c h e a v e v a a p e r t o atelier
a P o r t a S u s i n a nel 1 8 0 7 e t e n t a t o rim e t t e r s i n e l solco della t e r r a da p i p a ,
r i e s u m a p e r la sua p r o d u z i o n e lo stile
P o m p a d o u r c o n i n t r e c c i di fiori e p e r l e
d i p i n t i c o n colori detti — a r i v e r b e r o —
m a f i r m a n d o l i T . , era m o r t o nel 1 8 1 7 .
S u b e n t r a t o a lui c e r t o B o r g a n o , c h e c o n
tale n o m e f i r m a v a la s u a p r o d u z i o n e ,
poco a lungo sopravvisse.
R i m a n e v a da r a c c o g l i e r e l ' e r e d i t à dei
Rossetti, e la Svizzera si p r e s e n t ò all ' o r i z z o n t e t o r i n e s e c o n i n o m i di D o r f u ,
palmette
e data.
R i c h a r d e P r e l a z , c h e già e s e r c i t a v a n o
tale attività a C a r o u g e , c o m e vasai di
t e r r a di p i p a .
P a s s a r o n o nelle l o r o m a n i t u t t i gl'imp i a n t i Rossetti, sia p e r la m a i o l i c a sia
p e r la p o r c e l l a n a , a p p o r t a n o i n n o v a z i o ni p e r le q u a l i d i c h i a r a n o di a v e r speso
4 0 0 . 0 0 0 lire, e in virtù di ciò r i c h i e d o n o i noti privilegi s o v r a n i . N o n o t t e n e n d o p e r ò l'esclusiva, p e r l o r o , n u o v i all ' a m b i e n t e , la c o n c o r r e n z a s t r a n i e r a è
f a t a l e , e c o m e s e m p r e nella c a t t i v a sorte
le società si sciolgono. Q u e s t a nel 1 8 4 6
e r a già sciolta.
A q u e s t o p u n t o r i p r e n d o in m a n o la fam o s a Relazione
Giulio c h e f a il p u n t o
sulla c o n d i z i o n e delle v a r i e m a n i f a t t u r e
p i e m o n t e s i alla E s p o s i z i o n e del 1 8 4 4 ,
N O T A
1
Cfr.
PIERA
CONDULMER,
Cielo
e
terra
in
far-
macia, in Cronache economiche, aprile 1971 e
giugno 1971.
L'
U
OVO
per un'alimentazione
sana ed economica
L'INIZIATIVA
Il 15 n o v e m b r e ha preso il via la campagna di informazione alimentare promossa dalla Camera di commercio di
T o r i n o in collaborazione con il Comitato piemontese dell'Unione nazionale
consumatori. M o m e n t o centrale di questo dialogo aperto con il pubblico, che
ha registrato u n successo superiore ad
ogni aspettativa, è stato (e lo sarà anche
in f u t u r o ) la presentazione di u n a dettagliata relazione sulle caratteristiche nutritive, dietetiche ed economiche del prodotto in esame. Sull'uovo ha p a r l a t o il
prof. Nicola Sacco. Altri esperti nutrizionisti e s p o r r a n n o nei prossimi mesi
pregi e virtù di non m e n o importanti alimenti, quali il riso, il pesce, il latte, certi tipi o qualità di f r u t t a , i formaggi ecc.
Oltre a predisporre u n vivace depliant
(grafica di Eros Sogno), sintetizzante le
molteplici ragioni per cui l'uovo p u ò
essere considerato un « signor alimento » e suggeritore di alcune appetitose
ricette per u n a sua migliore valorizzazione culinaria, l'istituto camerale ha
offerto all'attenta folla degli intervenuti
numerosi assaggi di piatti f r e d d i , aventi
a base proprio il p r o d o t t o illustrato dal
conferenziere.
T u t t a l'iniziativa ha avuto l'adesione e
delle associazioni dei p r o d u t t o r i e delle
associazioni dei commercianti, n o n c h é
l'appoggio dei ristoratori, dell'Ente per
lo sviluppo agricolo piemontese, dei vari
organismi cooperativistici, dell'Unione
regionale dei cuochi piemontesi (artefici
delle dimostrazioni gastronomiche), dell'Istituto statale professionale alberghiero, dei più diversi Comitati o g r u p p i per
la difesa dei consumatori. Tale unità
conforta e fa ben sperare circa il conseguimento di concreti risultati positivi.
Scopo dell'azione non è infatti quello di
p r o m u o v e r e u n più elevato c o n s u m o di
questo o quell'alimento, bensì quello di
f a r conoscere le reali proprietà di alcuni
di essi, sovente trascurati vuoi per insufficiente i n f o r m a z i o n e vuoi per i condizionamenti imposti dalla pubblicità o
dall'ambiente sociale in cui si vive.
In breve: si cerca di dimostrare come
si p u ò mangiare meglio di q u a n t o normalmente facciamo, senza a u m e n t a r e ,
Bruno
Cerrato
anzi r i d u c e n d o le spese. Nell'interesse
n o n solo del bilancio familiare, m a anche di quello nazionale.
Seconda originalità dell'iniziativa rispetto ad interventi simili, assunti anche di
recente da altri organismi italiani (camerali e non), è l'assoluta m a n c a n z a
di finalità campanilistiche. L'obiettivo
f o n d a m e n t a l e è quello di insegnare a
s f r u t t a r e bene gli alimenti più semplici,
non i m p o r t a se tipici della terra piemontese.
COS'È L'UOVO
L'uovo di gallina, esordisce il depliant
( a m p i a m e n t e diffuso nei negozi e nelle
scuole), è u n alimento lipoproteico prodotto da animali ovipari. A differenza
di altri alimenti di origine animale, presenta un sistema di difesa molto efficace,
che lo preserva pressoché totalmente da
azioni batteriche. Oltre al guscio e ad
alcune m e m b r a n e che esercitano u n a
azione protettiva chimica e meccanica,
l'uovo contiene infatti n e l l ' a l b u m e sostanze con azione batteriostatica e battericida, aventi f u n z i o n e di ritardare o
bloccare la moltiplicazione di microorganismi.
L ' u o v o è un alimento perfetto perché:
— le proteine contenute sono ad alto
valore biologico, in q u a n t o contengono
in giusta m i s u r a gli aminoacidi essenziali indispensabili all'organismo;
— i lipidi presenti nel tuorlo ( 3 1 % )
sono costituiti per 2 / 3 da gliceridi e per
1 / 3 da fosfolipidi;
— tutte le vitamine, anche se talune
soltanto in tracce, sono presenti nel
tuorlo e n e l l ' a l b u m e , t r a n n e la vitamina C;
— i sali minerali più a b b o n d a n t i sono:
nel tuorlo il calcio, il magnesio e il ferro; n e l l ' a l b u m e il sodio, il potassio e il
cloro.
A PROPOSITO DI PREGIUDIZI
C o n t r a r i a m e n t e a q u a n t o si pensa, continua il pieghevole informativo, la dige-
ribilità dell'uovo è ottima. Si h a l'optim u m q u a n d o è cucinato a la coque. Ecco
i tempi di soggiorno nello stomaco di
due uova cotte (o trattate) in vario
modo:
— c r u d e : due ore e 15 minuti;
— sode: due ore e 50 minuti;
— a f r i t t a t a : tre ore;
— a ' la coque: u n ' o r a e 45 m i n u t i .
L'uovo è un vero toccasana per il fegato,
in quanto lo stimola, facilitando
il deflusso della bile. Ecco perché u n individuo sano p u ò tranquillamente mangiare
tre paia di uova alla settimana, ottenendo notevoli vantaggi sotto ogni aspetto
alimentare.
È inoltre bene sapere che:
— C o m e caratteristiche nutritive u n uovo p u ò essere p a r a g o n a t o a 115 gr di
latte e a 40 gr di carne.
— Il valore calorico dell'uovo piccolo
supera quello dell'uovo grande: infatti
q u a n t o più piccolo è l'uovo tanto maggiore è il tuorlo, che risulta il maggior
portatore di calorie. N e segue che è meglio n o n orientarsi all'acquisto di uova
di grandi dimensioni, visto che quelle relativamente piccole garantiscono un miglior valore nutritivo (e costano anche
meno).
— L ' u o v o p u ò essere utilizzato come
fattore dietetico, considerato che è l'alimento più ricco di proteine nobili, e anche come fattore di a u m e n t o dell'emoglobina nel sangue in virtù dell'alto contenuto in ferro. Per ottenere quest'ultimo
beneficio è sufficiente mangiare u n u o v o
al giorno.
— U n vantaggio che le uova h a n n o sulla carne, oltre a quello economico, è di
poter essere usate nelle razioni alimentari degli ammalati, dal m o m e n t o che,
pur essendo ricche di grassi e di albumine, i primi sono altamente digeribili e
le seconde sono sopportate meglio anche
in casi di A l b u m i n u r i a presente in soggetti con patologie renali.
— La somministrazione di uova è p u r e
consigliabile ai gottosi, in q u a n t o l'alimento n o n contiene nucleoproteine atte
a p r o d u r r e acidi urici e quindi capaci di
aggravare la forma patologica in atto.
CONFRONTI INTERESSANTI
T r a i p i ù i m p o r t a n t i paesi del m o n d o
i n d u s t r i a l i z z a t o , l ' I t a l i a risulta agli ultimi posti nella g r a d u a t o r i a del c o n s u m o
p r ò c a p i t e . I d a t i , sintetizzati nell'illus t r a z i o n e dei dieci ovetti, c h i a r i s c o n o
b e n e la p o s i z i o n e di f a n a l i n o di coda del
n o s t r o p a e s e , che n o n va oltre le 192
u o v a a l l ' a n n o p e r p e r s o n a (ossia 3 , 6 9
per settimana).
Relativamente all'aspetto economico sono le cifre della tabella A ad evidenziare l'assoluta convenienza delle uova
rispetto ad altri prodotti.
INFORMAZIONI
PRATICHE
L ' a l t e r a z i o n e p i ù f r e q u e n t e delle u o v a
d i p e n d e d a l l ' i n v e c c h i a m e n t o , c h e determ i n a n d o u n a p e r d i t a del c o n t e n u t o in
a c q u a favorisce la crescita di m u f f e e
b a t t e r i . Le u o v a d e v o n o essere conservate alla t e m p e r a t u r a di circa 1-2 g r a d i .
In b a s e ad u n R e g o l a m e n t o C E E ( f a t t o
p r o p r i o dalla nostra legislazione), relativo a t a l u n e n o r m e di c o m m e r c i a l i z z a zione a p p l i c a b i l i alle u o v a , esse v e n g o n o
classificate in tre categorie q u a l i t a t i v e :
A o « u o v a f r e s c h e »; B o « u o v a di
s e c o n d a qualità o c o n s e r v a t e »; C o
« u o v a declassate d e s t i n a t e a l l ' i n d u s t r i a
a l i m e n t a r e ».
Le u o v a delle categorie A e B s o n o a
loro volta classificate s e c o n d o sette categorie di peso: 7 0 gr e p i ù ; d a m e n o
di 7 0 a 6 5 gr; da m e n o di 6 5 a 6 0 gr;
u a m e n o eli bO a 5 5 g r ; d a m e n o d i 5 5
(Dati tratti
dal d e p l i a n t i l l u s t r a t i v o
— T u o r l o : g l o b o s o , elastico, b e n cont e n u t o nella m e m b r a n a ;
pubblicato
dall'istituto
meno trasparente, opaca, tuorlo aderente
al guscio, c a m e r a d ' a r i a g r a n d e (diametro s u p e r i o r e ad 1 c m ) ;
— A l b u m e : gialliccio,
no consistente;
I caratteri dell'uovo vecchio (oltre due
s e t t i m a n e di v i t a ) sono i n v e c e :
— Tuorlo: appiattito con tendenza a
r o m p e r s i p e r m i n o r e elasticità della
membrana;
—
Guscio:
—
In
l u c i d o , levigato;
trasparenza:
tinta
rosso-scura,
— Albume: incolore, fluido all'esterno
consistente, globoso all'interno;
me-
— Peso specifico: i n f e r i o r e a 1 0 5 0 (in
s o l u z i o n e a c q u o s a di c l o r u r o di sodio al
7 % l ' u o v o r i m a n e a galla).
Tabella A - Costo di 13 gr di proteine nobili, di origine animale, fornite da alcuni prodotti
t a " [rilevazioni del Comune di Torino - prezzi medi di settembre 1979)
Sostanza
edibile
Prezzi
unitari
Le caratteristiche d e l l ' u o v o f r e s c o s o n o :
— I n t r a s p a r e n z a : c o l o r i t o roseo semit r a s p a r e n t e , lieve o p a c i t à globosa in corr i s p o n d e n z a del t u o r l o e piccola c a m e r a
d aria ( d i a m e t r o i n f e r i o r e a d 1 c m ) ;
fluidificato,
allmen
Prodotti
Guscio: morbido, vellutato;
torinese)
— Peso specifico: s u p e r i o r e a 1 0 5 0 (in
soluzione a c q u o s a di c l o r u r o di sodio
al 7 % l ' u o v o deve a f f o n d a r e ) .
a 5 0 gr; da m e n o di 5 0 a 4 5 gr; m e n o
di 4 5 gr.
—
camerale
C o s t o di 13 gr
di p r o t e i n e
Prosciutto crudo • Parma •
gr
L. 12.710 il kg
L. 788,02
Merluzzo f r e s c o
gr 106
L.
4.996
»
L. 529,58
gr
59
L.
8.686
•
L. 512,47
gr
62
L.
7.093
»
L. 439,77
gr
33
L.
6.861
»
L. 226,41
gr
95
L.
2.970
.
C o s c i a vitello 1<> t a g l i o ( a f f e t t a t a )
C o s c i a v i t e l l o n e 1° t a g l i o ( a f f e t t a t a )
S a l a m e « Milano »
Pollo pulito
Uova
(disossato)
62
98 l'uno
L. 282,15
I
1SR
(Trailibri]
PRESENTATI DAGLI AUTORI
V. VALLI, L'economia e la politica economica italiana (1945-1979) - Voi. di 14 x
20,5 cm, pp. 210 - Etas, Milano, 1979 L. 6500.
L ' o b i e t t i v o di q u e s t o v o l u m e è di d a r e u n ' i n t e r pretazione dello sviluppo e della politica economica italiana del s e c o n d o d o p o g u e r r a s e c o n d o
u n ' o t t i c a d i s a g g r e g a t a e f a c e n d o c o n t i n u o riferim e n t o al c o n f r o n t o c o n altri s i s t e m i e c o n o m i c i .
C i ò c o n s e n t e d a u n a p a r t e di d a r e r i l i e v o a l l e
- p e c u l i a r i t à », m a a n c h e a l l e a n a l o g i e , d e l c a s o
i t a l i a n o r i s p e t t o a l l e e s p e r i e n z e d e g l i altri s i s t e m i
e c o n o m i c i e d a l l ' a l t r a di m e t t e r e in l u c e q u e g l i
a s p e t t i d e l l a n o s t r a e c o n o m i a c h e le a n a l i s i agg r e g a t e n o n p e r m e t t o n o di c o g l i e r e a d e g u a t a mente.
S e si g u a r d a r e t r o s p e t t i v a m e n t e
all'evoluzione
e c o n o m i c a italiana del periodo post-bellico e m e r g e in m o d o a s s a i c h i a r o c h e le c r i s i e c o n o m i c h e
r i c o r r e n t i e s e m p r e più p r o f o n d e d e g l i a n n i s e s s a n t a e s e t t a n t a h a n n o u n ' o r i g i n e s t r u t t u r a l e più
che congiunturale.
Le m a g g i o r i d e b o l e z z e s t r u t t u r a l i n o n s o n o , tuttavia, soltanto frutto dell'evoluzione economica e
p o l i t i c a di q u e s t ' u l t i m o t r e n t e n n i o , m a s o n o in
n o t e v o l e m i s u r a u n ' e r e d i t à del p a s s a t o . Il p e c c a t o o r i g i n a l e d e l l a p o l i t i c a e c o n o m i c a di q u e s t o
d o p o g u e r r a è s t a t o q u i n d i di n o n a v e r e r e c i s o più
d r a s t i c a m e n t e i l e g a m i c o n il p a s s a t o , di a v e r
c i o è c o n s e r v a t o q u a s i i n t e g r a l m e n t e i più gravi
nodi s t r u t t u r a l i d e l n o s t r o s i s t e m a e c o n o m i c o s o c i a l e ( g r a n d i d i s e g u a g l i a n z e dei r e d d i t i e d e l l e
r i c c h e z z e , e c c e s s i v o d i v a r i o s t i p e n d i / s a l a r i , inefficienza burocratica, dualismo territoriale, ecc...).
Le d u e s c e l t e f o n d a m e n t a l i d e l l ' i m m e d i a t o d o p o g u e r r a ( i n s e r i m e n t o n e l l ' a r e a o c c i d e n t a l e c o n l'avv i o di u n p r o c e s s o di c r e s c e n t e « a p e r t u r a e c o n o m i c a e f i n a n z i a r i a » e c r e a z i o n e di un b l o c c o
politico m o d e r a t o con l'esclusione delle sinistre
dal g o v e r n o ) d o v e v a n o alla l u n g a , e c i o è negli
anni '60 e '70, r i v e l a r s i c o n t r a d d i t t o r i e .
La m a g g i o r e i n t e g r a z i o n e e c o n o m i c a e f i n a n z i a r i a
i n t e r n a z i o n a l e r i c h i e d e v a o s a l a r i più b a s s i , o u n
p r o c e s s o r a d i c a l e di m o d e r n i z z a z i o n e d e l l ' a s s e t t o
economico e istituzionale, che richiedeva a sua
v o l t a p r o f o n d e r i f o r m e di s t r u t t u r a . Ma l ' e g e m o nia d e l b l o c c o m o d e r a t o , s e p e r m e t t e v a p e r un
c e r t o p e r i o d o (gli a n n i '50) di c o n s e r v a r e più f a c i l m e n t e la p r i m a c o n d i z i o n e , i m p e d i v a la s e c o n d a , s o p r a t t u t t o p o i c h é irrigidiva l ' a s s e t t o d i s t r i b u t i v o f r a le f a m i g l i e e f r a le a r e e t e r r i t o r i a l i .
L'analisi d i s a g g r e g a t a dell'evoluzione della nostra
e c o n o m i a m o s t r a i n f a t t i c o m e in q u e s t o p e r i o d o
muti p r o f o n d a m e n t e l'intera s t r u t t u r a produttiva,
m a m u t i a s s a i p o c o la d i s t r i b u z i o n e d e i r e d d i t i
f r a le f a m i g l i e . Q u e s t ' u l t i m a è i n f l u e n z a t a s i a dall ' a n d a m e n t o dei salari dei lavoratori c h e dalla
dinamica quantitativa e dalle variazioni strutturali d e l l a f o r z a - l a v o r o o c c u p a t a e s e m b r a in g e n e r a l e d i p e n d e r e più d a l s e c o n d o c h e d a l p r i m o
o r d i n e di f e n o m e n i .
M a i p r o f o n d i m u t a m e n t i v e r i f i c a t i s i nel m e r c a t o
d e l l a v o r o h a n n o c o n d o t t o ad un r a f f o r z a m e n t o
della forza c o n t r a t t u a l e dei sindacati e quindi alla
c e s s a z i o n e , a p a r t i r e d a l l ' i n i z i o d e g l i a n n i '60,
d e l l ' e r a dei b a s s i salari.
Si s o n o c o s i m a n i f e s t a t e le c o n t r a d d i z i o n i f r a i
c o n d i z i o n a m e n t i p r o v e n i e n t i d a l l a c r e s c e n t e integ r a z i o n e i n t e r n a z i o n a l e , la r i g i d i t à d e l l a d i s t r i b u z i o n e f r a le f a m i g l i e e l ' a s s e n z a di u n a r e a l e polit i c a di p i a n i f i c a z i o n e e di r i f o r m e .
La r i s u l t a n t e s t a g n a z i o n e d e l l ' a c c u m u l a z i o n e e
dell o c c u p a z i o n e ha c o n d o t t o ad u n a l u n g a c r i s i
s t r u t t u r a l e c o n la q u a l e si è i n t r e c c i a t a u n a s e r i e
di f l u t t u a z i o n i c i c l i c h e c h e le v i c e n d e i n t e r n a z i o nali h a n n o c o n t r i b u i t o n e g l i a n n i s e t t a n t a a rend e r e più s e v e r e n e l l e loro f a s i r e c e s s i v e e c h e
le p o l i t i c h e e c o n o m i c h e di b r e v e p e r i o d o a d o t t a t e
(nella loro e s s e n z a p o l i t i c h e di stop and go) si
s o n o r i v e l a t e i n c a p a c i di r e g o l a r e .
P. GUERRIERI - G. LUCIANI, L'Italia e il nuovo ordine economico internazionale - Voi. di
12,5 X 19 cm, pp. 128 - Etas, Milano, 1979 L. 4500.
Q u e s t o s a g g i o p r e n d e le m o s s e d a l l a c o n v i n z i o n e
c h e nel c o r s o degli anni '70 si s i a v e r i f i c a t a u n a
r o t t u r a p r o f o n d a nei r a p p o r t i e c o n o m i c i i n t e r n a zionali, t a l e d a a u t o r i z z a r e l ' a f f e r m a z i o n e c h e un
certo ordine economico — instaurato nell'immed i a t o d o p o g u e r r a — è o r m a i g i u n t o alla f i n e e d è
iniziato un l u n g o e difficile p r o c e s s o e v o l u t i v o
v e r s o un n u o v o o r d i n e e c o n o m i c o del q u a l e o g g i
non è p o s s i b i l e r i c o n o s c e r e n e m m e n o i lineamenti fondamentali.
Vi s o n o d u n q u e a s p e t t i in cui l ' a t t u a l e s i t u a z i o n e
è molto simile a quella dell'immediato dopoguerra, e in p a r t i c o l a r e la d i f f u s a s e n s a z i o n e d e l l ' e s i g e n z a di un n u o v o o r d i n e (o, p e r t a l u n i , di u n
maggiore ordine — ritenendosi s e m p r e valido
q u e l l o i n s t a u r a t o nel d o p o g u e r r a ) .
Vi s o n o al t e m p o s t e s s o a s p e t t i e s t r e m a m e n t e
i m p o r t a n t i p e r cui la s i t u a z i o n e a t t u a l e d i f f e r i s c e
r a d i c a l m e n t e da q u e l l a d e l 1945-50 — e s o p r a t t u t t o la m a n c a n z a di un p a e s e c h i a r a m e n t e in
p o s i z i o n e e g e m o n e a livello i n t e r n a z i o n a l e .
È c o m u n q u e g i u n t o il m o m e n t o di t o r n a r e a p o r s i
un i n t e r r o g a t i v o c h e già a s s u n s e i m p o r t a n z a c r u c i a l e in Italia nel d i b a t t i t o p o l i t i c o d e l d o p o g u e r r a , e c i o è q u a l e d e b b a e s s e r e la p o s i z i o n e
d e l n o s t r o p a e s e a l l ' i n t e r n o di q u e s t o n u o v o ord i n e . O g g i le opzioni s o n o d i v e r s e a l m e n o in part e da q u e l l e di a l l o r a : n o n è in d i s c u s s i o n e la
s c e l t a di u n a e c o n o m i a a p e r t a , n é la c o l l o c a z i o n e
nel c o n t e s t o o c c i d e n t a l e , n é la s c e l t a d e l l ' i n t e g r a z i o n e e u r o p e a ; s o n o p e r ò in d i s c u s s i o n e i r a p p o r ti con i p a e s i in via di s v i l u p p o , il t i p o di s p e c i a l i z z a z i o n e c h e d e v e e s s e r e p e r s e g u i t o dal nos t r o p a e s e , i m o d i p e r r i t r o v a r e la c o e r e n z a f r a
politica interna e s c e l t e internazionali. E questi
nuovi p r o b l e m i n o n s o n o d a v v e r o m e n o i m p o r t a n t i di q u e l l i di a l l o r a .
E s s e n d o c o s i i n c e r t o il q u a d r o i n t e r n a z i o n a l e u n a
p r i m a p a r t e di q u e s t o s a g g i o è d e d i c a t a ad un
t e n t a t i v o di c h i a r i r e il più p o s s i b i l e il c o n t e s t o
a l l ' i n t e r n o d e l q u a l e le s c e l t e d e l l ' I t a l i a d o v r a n n o
collocarsi. Fare previsioni è s e m p r e e s t r e m a m e n t e r i s c h i o s o , m a vi s o n o a n c h e c i r c o s t a n z e in
cui è n e c e s s a r i o , s e non si v u o l e c o n t i n u a r e a
d i s c u t e r e di s t r a t e g i e c h e s o n o q u a s i c e r t a m e n t e
destinate a risultare impossibili.
N e l l a s e c o n d a p a r t e si d i s c u t e r à d e l l e p o s s i b i l i
s c e l t e d e l l ' I t a l i a . Il n o s t r o p r i n c i p a l e s f o r z o a
r i g u a r d o s a r à di i m p o s t a z i o n e e s i s t e m a t i z z a z i o n e
log ica e di e s p l i c i t a z i o n e di n e s s i di c o n g r u e n z a
o i n c o m p a t i b i l i t à f r a d i v e r s i i n s i e m i di d e c i s i o n i
di p o l i t i c a e c o n o m i c a .
P e r q u a n t o in un e s e r c i z i o di q u e s t o g e n e r e si
d e b b a n o n e c e s s a r i a m e n t e p r e n d e r e in c o n s i d e r a z i o n e t u t t e le v a r i a b i l i c o n t e m p o r a n e a m e n t e , la
n o s t r a a t t e n z i o n e si è r i v o l t a s o p r a t t u t t o ai p r o b l e m i d e l l ' i n d u s t r i a . E s i s t e a n c h e un p r o b l e m a
a g r i c o l o - a l i m e n t a r e , e d è fin t r o p p o n o t o q u a n t o
q u e s t o s i a i m p o r t a n t e p e r il n o s t r o p a e s e . Tutt a v i a la l o g i c a d e l l a d i v i s i o n e d e l l a v o r o a g r i c o l o
è p r o f o n d a m e n t e diversa da quella della divisione
del lavoro industriale, ed una s u a analisi e s u l a
dai limiti di q u e s t o l a v o r o e d a l l e c o m p e t e n z e d e i
redattori.
Il p r e s e n t e l a v o r o ha o r i g i n e d a u n a s o l l e c i t a z i o n e
r i v o l t a a l l ' I s t i t u t o Affari I n t e r n a z i o n a l i d a p a r t e
d e l l a C o n f i n d u s t r i a . L ' o b i e t t i v o e r a q u e l l o di o t t e nere una ampia d i s c u s s i o n e sulla collocazione
i n t e r n a z i o n a l e dell e c o n o m i a i t a l i a n a , c h e t e n e s s e
p r e s e n t i t a n t o gli a s p e t t i s t r e t t a m e n t e e c o n o m i c i
q u a n t o q u e l l i p o l i t i c o - s t r a t e g i c i , u t i l i z z a n d o c o s i la
c a p a c i t à di r i c e r c a i n t e r d i s c i p l i n a r e c h e è u n a
d e l l e c a r a t t e r i s t i c h e r i c o r r e n t i dei lavori d e l l o
I Al.
D o p o u n a p r i m a d i s c u s s i o n e , ci è p a r s o c h i a r o
c h e p e r a f f r o n t a r e il t e m a b i s o g n a s s e g u a r d a r e
l o n t a n o e p o r s i c o r a g g i o s a m e n t e la q u e s t i o n e d e l
n u o v o o r d i n e . Il l e t t o r e t r o v e r à le r a g i o n i di q u e s t a s c e l t a n e l l e p a g i n e d e l s a g g i o , e di c o n s e guenza potrà giudicare della sua validità.
II s a g g i o h a n a t u r a s i n t e t i c a : il p r o b l e m a d e l
n u o v o o r d i n e h a n u m e r o s e d i m e n s i o n i e d implic a z i o n i , e il n o s t r o s f o r z o è s t a t o s o p r a t t u t t o
q u e l l o di e v i d e n z i a r e le i n t e r r e l a z i o n i f r a i d i v e r s i
a s p e t t i . Di n e s s u n o d e i n u m e r o s i p r o b l e m i t o c c a t i n e l l e p a g i n e s e g u e n t i si è p o t u t a d a r e u n a
t r a t t a z i o n e e s a u s t i v a , p e r o v v i e r a g i o n i di s p a z i o .
Il l e t t o r e t r o v e r à nei r i f e r i m e n t i in n o t a , c h e abb i a m o d e l i b e r a t a m e n t e c o n t e n u t o nei limiti in c u i
ci è p a r s o e s s i p o t e s s e r o e f f e t t i v a m e n t e e s s e r e
utili s e n z a un s u p e r f l u o s f o g g i o di e r u d i z i o n e , le
i n d i c a z i o n i p e r u l t e r i o r i l e t t u r e al f i n e di a p p r o f o n d i r e s i n g o l i a s p e t t i di s u o p a r t i c o l a r e interesse.
La s t e s s a n a t u r a s i n t e t i c a h a i m p o s t o u n p a r t i c o l a r e m e t o d o di l a v o r o . A b b i a m o s t e s o u n a prim a v e r s i o n e d e l s a g g i o fin d a i primi m e s i d e l
1978; q u e s t a v e r s i o n e è s t a t a d i s c u s s a e r i v i s t a
n u m e r o s e volte all'interno ed all'esterno dell'Istit u t o . Nel c o r s o di q u e s t o p r o c e s s o di « p r o v a e d
e r r o r e » gii a u t o r i h a n n o a c c u m u l a t o d e b i t i intell e t t u a l i m o l t o c o n s i d e r e v o l i v e r s o gli altri m e m bri d e l l o s t a f f d e l l o IAI e v e r s o i molti altri c h e
s o n o s t a t i c o i n v o l t i in q u e s t a o q u e l l a o c c a s i o n e .
P. ALBANI, Crisi del profitto e sviluppo capitalistico - Voi. di 13 x 21 cm, pp. 267 La Nuova Italia, Firenze, 1979 - L. 10.000.
Gli e l e m e n t i c h e a b b i a m o p o r t a t o ad i l l u s t r a z i o n e
d e l l a d i n a m i c a d e l l a r e d d i t i v i t à d e l c a p i t a l e in
Italia h a n n o m e s s o in l u c e a l c u n e c o r r e l a z i o n i
e c o n o m i c a m e n t e s i g n i f i c a t i v e , ad e s e m p i o t r a
« g r a d o di s f r u t t a m e n t o » , « c o m p o s i z i o n e o r g a n i c a » e s a g g i o di s a v r a p p i u e d a n c h e t r a r i t m o
d'accumulazione (reale) e struttura matrimoniale
delle imprese.
C e r t a m e n t e , n e s s u n a di e s s e p u ò r i t e n e r s i prob a n t e o t a n t o m e n o indicativa del f u n z i o n a m e n t o
di q u a l c h e « l e g g e e c o n o m i c a ».
In r e a l t à , i d a t i a n o s t r a d i s p o s i z i o n e n o n s o n o
sufficienti né a comprovare né a s m e n t i r e una
t e s i c o m e quella della « c a d u t a t e n d e n z i a l e del
s a g g i o di p r o f i t t o », a n c h e s e n o n p o c h i s o n o gli
indizi c h e m i l i t a n o in q u e l l a d i r e z i o n e . Nel cim e n t a r s i in q u e s t ' i m p r e s a d i m o s t r a t i v a , a v r e m m o
a v u t o b i s o g n o di s e r i e s t o r i c h e m o l t o più l u n g h e ,
di m a g g i o r i e più q u a l i f i c a t e i n f o r m a z i o n i s t a t i s t i c h e , f o r s e di e l a b o r a z i o n i p i ù s o f i s t i c a t e .
C o n m o l t i limiti, ci s i a m o s f o r z a t i di e v i d e n z i a r e
le r a g i o n i di u n o s v i l u p p o q u a l i t a t i v a m e n t e e
q u a n t i t a t i v a m e n t e « c o n t o r t o », n o n l i n e a r e e c o n traddittorio, c o s c i e n t i che, q u a n d o si affronti una
v e r i f i c a e m p i r i c a , il c o n t r o l l o s t a t i s t i c o degli a s s i o m i di u n a p r o p o s i z i o n e t e o r i c a l a s c i a s e m p r e
m a r g i n i di a p p r o s s i m a z i o n e .
Non ci e r a v a m o , c o m u n q u e , p r o p o s t i di p i e g a r e
l ' e v i d e n z a d e l l a r e a l t à alla l o g i c a di u n o s c h e m a
a s t r a t t o (nel s e n s o m a r x i a n o ) , di a p p i c c i c a r e o
s o v r a p p o r r e f o r z a t a m e n t e i d u e piani e f a r t o r n a r e
i c o n t i c o n un c o l p o di b a c c h e t t a m a g i c a .
In o g n i c a s o , il t e n t a t i v o di i n t e r p r e t a r e l ' a n d a m e n t o d e l livello di v a l o r i z z a z i o n e d e l c a p i t a l e ,
c o n l ' a u s i l i o d e l l a m e t o d o l o g i a m a r x i a n a , ci s e m b r a p o s s a a p r i r e n u o v i s v i l u p p i alla r i c e r c a s c i e n tifica.
S e n z a a l c u n a p r e s u n z i o n e di a v e r d e t t o u n a parola d e f i n i t i v a s u l l ' a r g o m e n t o , al c o n t r a r i o n e l l a
c o n s a p e v o l e z z a di t r o v a r c i a n c o r a a l l ' i n i z i o dì un
lungo c a m m i n o dell'analisi, p r o v e r e m o a riassum e r e q u e l l i c h e ci s e m b r a n o , p e r g r a n d i l i n e e , i
nodi f o n d a m e n t a l i e m e r g e n t i dal n o s t r o l a v o r o :
a) la c r i s i d e l l a p r o f i t t a b i l i t à , c i r c o s c r i t t a a d
alcuni settori particolari (tessile, metallurgico,
m e c c a n i c o , mezzi di t r a s p o r t o , m i n e r a l i non m e t a l l i f e r i , g o m m a ) e s i t u a b i l e s o p r a t t u t t o nel c o r s o
degli a n n i s e s s a n t a , n o n è s t r e t t a m e n t e r i c o n d u cibile alle variazioni dei salari e / o della d o m a n d a
i n t e r n a e d e s t e r a , m a si c o n f i g u r a c o m e il risult a t o di un m o v i m e n t o e v o l u t i v o s e g n a t o d a u n a
s p e c i f i c a c o m p o s i z i o n e del c a p i t a l e f i s s o , da una
struttura produttiva p r e v a l e n t e m e n t e oligopolistica e dalla c r e s c e n t e influenza dall'intermediazione
•finanziaria, s i a p u b b l i c a c h e p r i v a t a , c h e ha aum e n t a t o la p r o p r i a c a p a c i t à di p r e l i e v o dal s o vrappiù sociale;
b) il r e n d i m e n t o di c a p i t a l e m u t a a s e c o n d a d e l l a
d i m e n s i o n e aziendale, della natura del controllo
delle imprese, della settorializzazione industriale
e d e l l a f o r m a di m e r c a t o ;
c) a l l ' i n t e r n o d e l l ' i n d u s t r i a m a n i f a t t u r i e r a , è p o s s i b i l e c l a s s i f i c a r e i s e t t o r i in b a s e a l l a loro q u a lità di « i m p o r t a t o r i » ( m e t a l l u r g i c o , m e z z i di t r a s p o r t o , g o m m a ) e d « e s p o r t a t o r i » di r e d d i t i d a
capitale risparmiati, e ciò dipende dall'interazione
di m o l t e p l i c i f a t t o r i , q u a l i la c o n f i g u r a z i o n e t e c n o l o g i c a , il r a p p o r t o c a p i t a l e - l a v o r o e la p o s s i bilità di s o s t i t u z i o n e d e i f a t t o r i p r o d u t t i v i , l ' e s p o s i z i o n e i n t e r n a z i o n a l e , la q u a l i t à d e l l a f o r z a - l a v o r o , il s o s t e g n o p u b b l i c o al f i n a n z i a m e n t o , e c c . ;
d) la d i m i n u z i o n e d e l s a l a r i o r e l a t i v o i n d i c a s o m m a r i a m e n t e c h e la c r e s c i t a d e l l e r e t r i b u z i o n i d e i
lavoratori dipendenti è rimasta vincolata, almeno
nel l u n g o p e r i o d o , a l l e v i c e n d e d e l l ' a c c u m u l a zione;
e) l ' i n t e r v e n t o d e l l o S t a t o e l ' a z i o n e d e l s i s t e m a
creditizio, insieme all'approfondimento delle operazioni di r i s t r u t t u r a z i o n e e al m e c c a n i s m o inflati v o , h a n n o r a p p r e s e n t a t o la p r i n c i p a l e « c o n t r o t e n d e n z a » alla f l e s s i o n e d e i m a r g i n i di p r o f i t t o ,
o v e q u e s t a si è m a n i f e s t a t a più v i s t o s a m e n t e .
L. BRUSA, Strutture organizzative d'impresa
- Voi. di 17,5 X 24 cm, pp. 223 - Giuffrè,
Milano, 1979 - L. 6500.
F i n o r a si è p a r l a t o g e n e r i c a m e n t e di variabili organizzative, f a c e n d o r i f e r i m e n t o , in p r i m a a p p r o s s i m a z i o n e , ai c r i t e r i di d i v i s i o n e e c o o r d i n a m e n t o
d e l l a v o r o in a z i e n d a .
P e r la p r e c i s i o n e , le v a r i a b i l i o r g a n i z z a t i v e
s t a n o di u n a pluralità di elementi, a v o l t e
classificati:
a) la s t r u t t u r a
b) i m e c c a n i s m i
concosi
organizzativa;
operativi;
c) lo s t i l e di d i r e z i o n e .
La struttura è il p r i m o e f o n d a m e n t a l e e l e m e n t o
dell'organizzazione aziendale, e riguarda:
— gli organi t r a cui è s u d d i v i s o il l a v o r o (uffici,
reparti, dipartimenti, divisioni, ecc.);
— le funzioni ( d i r e t t i v e , e s e c u t i v e ,
e c c . ) a s s e g n a t e agli o r g a n i ;
consultive,
— le relazioni ( g e r a r c h i c h e , f u n z i o n a l i , e c c . )
gli o r g a n i c h e c o m p o n g o n o la s t r u t t u r a .
A p r o p o s i t o di q u e s t a d e f i n i z i o n e , v a n n o
in e v i d e n z a d u e p u n t i i m p o r t a n t i :
tra
messi
1) p a r l a n d o di s t r u t t u r a o r g a n i z z a t i v a s ' i n t e n d e
il m o d e l l o di d i v i s i o n e e c o o r d i n a m e n t o d e l lav o r o formalmente s t a b i l i t o d a l l a d i r e z i o n e a z i e n d a l e (si p r e s c i n d e c i o è d a l l ' o r g a n i z z a z i o n e « inf o r m a l e », c h e si c r e a s p o n t a n e a m e n t e a l l ' i n t e r n o
dell'impresa);
2) gli organi n o n c o i n c i d o n o c o n le persone; infatti, una s t e s s a posizione organizzativa p e r m a n e
n o n o s t a n t e l'alternarsi delle p e r s o n e che ricoprono quel c e r t o ruolo.
La s t r u t t u r a o r g a n i z z a t i v a d e f i n i s c e , a l m e n o e n t r o
c e r t i limiti, q u a l è il c o m p o r t a m e n t o c h e l ' a z i e n d a
attende dai s u o i m e m b r i . A tal f i n e n e p r e s c r i v e
i c o m p i t i e le r e l a t i v e m o d a l i t à di s v o l g i m e n t o ,
d e f i n i s c e i f l u s s i di l a v o r o e le r e l a z i o n i t r a le
d i v e r s e unità organizzative, e cosi via. Tuttavia,
le p r e s c r i z i o n i d e l d i s e g n o s t r u t t u r a l e , p e r q u a n t o
dettagliate, per e s s e r e v e r a m e n t e efficaci debb o n o e s s e r e integrate e rafforzate d a altri s t r u m e n t i , c h i a m a t i meccanismi operativi, i quali si
p r o p o n g o n o di « c h i a r i r e m e g l i o ai m e m b r i d e l l'organizzazione ciò c h e è loro richiesto, qual è
la f u n z i o n e d e l loro l a v o r o ai fini d e l r a g g i u n g i m e n t o d e g l i s c o p i c h e l ' o r g a n i z z a z i o n e si p r e f i g g e , e , q u a n d o n e c e s s a r i o , p e r i n c o r a g g i a r l i a mig l i o r a r e la c o l l a b o r a z i o n e ».
I principali m e c c a n i s m i operativi s o n o :
1) il s i s t e m a di c o n t r o l l o d e l l a
2) il s i s t e m a
gestione;
informativo;
3) le t e c n i c h e di g e s t i o n e d e l
personale.
Infine, f a p a r t e d e l l e v a r i a b i l i o r g a n i z z a t i v e a n c h e
lo stile di direzione o di l e a d e r s h i p c h e l ' a z i e n d a
a t t e n d e dai s u o i d i r i g e n t i .
Si t r a t t a d e l tipo di comportamento dei responsabili ai vari livelli nei confronti dei propri subordinati. E s s o r a p p r e s e n t a u n a s o r t a di « c o d i c e »
di c o n d u z i o n e d e l l e p e r s o n e , c h e d o v r e b b e , alm e n o in u n a c e r t a m i s u r a , « t r a s c e n d e r e » le c a r a t t e r i s t i c h e p e r s o n a l i d e i c a p i , in m o d o d a c o s t i t u i r e un e f f i c a c e s t r u m e n t o o r g a n i z z a t i v o , opp o r t u n a m e n t e adattabile alle circostanze.
C o n q u e s t o , si v u o l e i n t e n d e r e c h e u n a c o s a è lo
s t i l e « personale » di c i a s c u n c a p o e d u n ' a l t r a
è lo s t i l e « aziendale », c i o è c o n f o r m e a l l e e s i g e n z e o r g a n i z z a t i v e a z i e n d a l i . Una v o l t a d i m o s t r a t o c h e lo s t i l e « a z i e n d a l e » p r e s c e l t o è il più
c o r r e t t o , è ad e s s o c h e d o v r e b b e r o a d e g u a r s i gli
stili « p e r s o n a l i », a n c h e s e q u e s t i u l t i m i s o n o
s p e s s o difficilmente modificabili.
S t r u t t u r a , m e c c a n i s m i o p e r a t i v i e stili di l e a d e r s h i p s o n o le v a r i a b i l i o g g e t t o d e l l e s c e l t e o r g a n i z z a t i v e d e l l ' i m p r e s a , d a cui d i p e n d o n o in mis u r a non i r r i l e v a n t e i r i s u l t a t i e c o n o m i c i d e l l a
g e s t i o n e . Non s i t r a t t a t u t t a v i a di e l e m e n t i c o n s i d e r a b i l i e « m a n o v r a b i l i » separatamente; m o d i f i c a n d o u n o di tali e l e m e n t i , v a n n o n e c e s s a r i a m e n t e m o d i f i c a t i a n c h e gli a l t r i . D a t a l'interdipendenza c h e le l e g a , la coerenza t r a q u e s t e v a r i a -
bili è u n o d e i r e q u i s i t i f o n d a m e n t a l i di e f f i c a c i a
dell'organizzazione.
Nei s u c c e s s i v i c a p i t o l i le v a r i a b i l i o r g a n i z z a t i v e
f o r m e r a n n o o g g e t t o di a n a l i s i . D a t o l ' i n f l u s s o c h e
s u di e s s e e s u l c o m p o r t a m e n t o a z i e n d a l e e s e r c i t a n o le forze ambientali e s t e r n e , l ' e s a m e dell'organizzazione del lavoro s a r à p r e c e d u t o da un
c a p i t o l o a v e n t e p e r o g g e t t o la s t r u t t u r a e le car a t t e r i s t i c h e dell'ambiente.
G. BRUGGER, Gli investimenti industriali.
Criteri di inquadramento e di valutazione Voi. di 15 x 23 cm, pp. 205 - Giuffrè, Milano,
1979 - L. 5500.
Nel c o r s o d e g l i u l t i m i a n n i , h o a v u t o m o d o di
r i l e v a r e q u a n t o s i a t a r d i v a e d i n c e r t a la p r a s s i
a z i e n d a l e i t a l i a n a in m a t e r i a di p r o g r a m m a z i o n e
degli investimenti rispetto allo s t a t o delle conos c e n z e degli studiosi e degli e s p e r t i . Q u e s t a conclusione discende, oltre che dall'esame diretto
di non p o c h i c a s i , dai c o n f r o n t i di o p i n i o n i e di
e s p e r i e n z e s c a t u r i t i dai s e m i n a r i p e r - a d d e t t i ai
lavori » c h e h o p e r i o d i c a m e n t e t e n u t o p r e s s o la
S c u o l a di D i r e z i o n e A z i e n d a l e d e l l ' U n i v e r s i t à Bocconi.
Un n u m e r o s o r p r e n d e n t e di a z i e n d e non c o n o s c e ,
o q u a n t o m e n o n o n utilizza in m o d o s i s t e m a t i c o ,
a l c u n m e t o d o f o r m a l e p e r la r a z i o n a l i z z a z i o n e
d e l l e s c e l t e . E d a n o t a r e c h e i c r i t e r i più c o m u n i
p e r l ' a n a l i s i e la v a l u t a z i o n e d e g l i i m p i e g h i di
c a p i t a l e d a a l m e n o 15 a n n i c o m p a i o n o c o n a s s i d u i t à in t u t t e le o p e r e c h e t r a t t a n o il p r o b l e m a .
Altre a z i e n d e hanno a c c e t t a t o tali s t r u m e n t i , m a
m o s t r a n o di a v v a l e r s e n e s e n z a s e n s i b i l i t à c r i t i c a
e s e n z a r i g o r e m e t o d o l o g i c o . In a r e e f o n d a m e n t a l i , c o m e a d e s e m p i o la d e t e r m i n a z i o n e d e i f l u s s i
f i n a n z i a r i r i l e v a n t i e del t a s s o di c o m p u t o o di
r i f e r i m e n t o , la c o n f u s i o n e e l ' e r r o r e s o n o a l l ' o r i g i n e di p r a s s i a z i e n d a l i c o s i d i v e r g e n t i f r a loro
d a d e s t a r e m e r a v i g l i a . S o l o u n a m i n o r a n z a di
i m p r e s e , infine, è solita c o m p i e r e esplorazioni
al di f u o r i d e l l a s f e r a fittizia c r e a t a d a l l ' i p o t e s i di
certezza degli eventi.
La l e t t e r a t u r a , in q u e s t o s t a t o di c o s e , ha le s u e
r e s p o n s a b i l i t à . Da un l a t o , gli s c r i t t i in m a t e r i a
di i n v e s t i m e n t i c h e si c o l l o c a n o n e l l ' a m b i t o dell'economia aziendale s e m b r a n o quasi cristallizzati
nei loro c o n t e n u t i . I n o l t r e , il l a v o r o di r e v i s i o n e
c r i t i c a , di c o n s o l i d a m e n t o , di p r e c i s a z i o n e c h e è
n e c e s s a r i o per dar luogo a p r o c e d u r e operative
v a l i d e , a livello d ' i m p r e s a , n o n è s t a t o p o r t a t o
a v a n t i in m o d o d e l t u t t o s o d d i s f a c e n t e . P e r a l t r o
v e r s o , gli s f o r z i d e i r i c e r c a t o r i c h e l a v o r a n o p r e s s o la • f r o n t i e r a d e l l e c o n o s c e n z e » si s o n o dir e t t i in g r a n p a r t e v e r s o s e t t o r i di s t u d i o ( t i p i c a m e n t e i m o d e l l i p e r le s c e l t e in c o n d i z i o n i di
r i s c h i o e di i n c e r t e z z a , s p e c i e nel c o n t e s t o d e l l a
t e o r i a d e l l a f o r m a z i o n e d e l v a l o r e di m e r c a t o
delle attività finanziarie) non ancora suscettibili
di f o r n i r e d e g l i s t r u m e n t i d e f i n i t i p e r le d e c i s i o n i
aziendali.
In q u e s t o v o l u m e , mi s o n o p r o p o s t o di realizz a r e a l c u n i o b i e t t i v i b e n p r e c i s i . In p r i m o l u o g o ,
ho c e r c a t o di d a r e u n a s i s t e m a z i o n e c o m p i u t a
a t u t t o c i ò c h e , nel c a m p o d e l l a p r o g r a m m a z i o n e
d e g l i i n v e s t i m e n t i , c o s t i t u i s c e m a t e r i a già a c q u i sita. A q u e s t o scopo, ho dedicato uno spazio
f o r s e i n c o n s u e t o all'analisi metodologica,
pur
s e n z a p e r d e r e di v i s t a l ' e s i g e n z a di p r o s p e t t a r e
s o l u z i o n i c h e u n i s c a n o al r i g o r e s c i e n t i f i c o un
c o n c r e t o v a l o r e o p e r a t i v o . Mi s o n o a n c h e ado-
p e r a t o p e r c o m p l e t a r e il q u a d r o degli s t r u m e n t i
di s c e l t a più c o n o s c i u t i c o n f o r m u l a z i o n i e prop o s t e in u n a c e r t a m i s u r a n u o v e , r i s p e t t o alla lett e r a t u r a c o r r e n t e . A l l u d o in p a r t i c o l a r e ai c r i t e r i
di v a l u t a z i o n e « r e t t i f i c a t i » in m o d o d a t e n e r e
c o n t o d e l l e o p e r a z i o n i i n t e g r a t i v e di r e i m p i e g o ,
che credo p o s s a n o offrire una risposta soddisfac e n t e ad a l c u n i non t r a s c u r a b i l i p r o b l e m i p r a t i c i .
A l t r o i m p o r t a n t e o b i e t t i v o è s t a t o q u e l l o di t r a t t a r e c o n a t t e n z i o n e , pur s e n z a u s c i r e dai limiti
di f u n z i o n a l i t à r i s p e t t o allo s c o p o , t u t t i i m a g g i o r i
problemi legati all'impiego del calcolo e c o n o m i c o f i n a n z i a r i o nel p r o c e s s o di d e c i s i o n e d e g l i inves t i m e n t i . C o m e b e n s a n n o c o l o r o c h e si o c c u p a n o
p r o f e s s i o n a l m e n t e di q u e s t e a n a l i s i , l ' a p p l i c a z i o n e d e i v a r i c r i t e r i di s c e l t a c o m p o r t a d i f f i c o l t à
c h e c o m i n c i a n o a s s a i p r i m a d e l c a l c o l o d e l risult a t o di u n a f o r m u l a m a t e m a t i c a , q u a l u n q u e e s s a
s i a , e c h e c o n t i n u a n o b e n o l t r e il r a g g i u n g i m e n t o di t a l e e s i t o . Il g i u d i z i o f i n a l e di o p p o r t u n i t à
è il f r u t t o di un p r o c e d i m e n t o c o m p l e s s o , c h e
d e v e s v o l g e r s i c o r r e t t a m e n t e in ogni s u a f a s e .
L'indirizzo d a t o al t e s t o d i s c e n d e a n c h e d a a l c u n e a u t o l i m i t a z i o n i . P e r c o m i n c i a r e , h o v o l u t o rid u r r e al m i n i m o gli s v i l u p p i m a t e m a t i c i d e i problemi, p e r non s o v r a p p o r r e delle difficoltà formali a l l e q u e s t i o n i s o s t a n z i a l i . In s e c o n d o l u o g o ,
ho p r e f e r i t o n o n s o f f e r m a r m i s u q u e i t e m i e s u
quei m o d e l l i c h e , p e r l ' e l e v a t o g r a d o di a s t r a z i o n e , o c o m u n q u e p e r l ' i n d i s p o n i b i l i t à , allo s t a t o
a t t u a l e , di a d e g u a t i m e c c a n i s m i di t r a s f e r i m e n t o
nella s f e r a d e l l a g e s t i o n e , m a n c a n o di c o n t e n u t o
o p e r a t i v o . Infine, h o d a t o u n a n e t t a p r e v a l e n z a
a l l e a n a l i s i di t i p o q u a n t i t a t i v o , a n c h e s e n o n ho
t r a s c u r a t o di m o s t r a r e al l e t t o r e quali s i a n o i
limiti d e l l e v a l u t a z i o n i e c o n o m i c o - f i n a n z i a r i e ai
fini d e l l a d e c i s i o n e di i n v e s t i r e . Un d i s c o r s o s u l l e
s t r a t e g i e a z i e n d a l i a v r e b b e p o r t a t o t r o p p o lontano.
A. HEGEDIIS, Le alternative dello sviluppo
socialista - Voi. di 13 x 21 cm, pp. 164 De Donato, Bari, 1979 - L. 5000.
Il p r o b l e m a f o n d a m e n t a l e d e l l o s v i l u p p o nei p a e si s o c i a l i s t i c o n s i s t e q u i n d i n o n t a n t o n e l p a s s a g g i o d a u n t i p o ( c e n t r a l i z z a t o ) a u n a l t r o (dec e n t r a l i z z a t o ) di s i s t e m a di d i r e z i o n e o g e s t i o n e
d e l l ' e c o n o m i a . Q u e s t o è in e f f e t t i q u a n t o a v v i e n e ,
a l m e n o p e r certi a s p e t t i , nel c o r s o del p r o c e s s o
di s v i l u p p o , m a n o n n e r a p p r e s e n t a il n u c l e o ,
quanto piuttosto una c o n s e g u e n z a e uno strumento.
Il p r o b l e m a f o n d a m e n t a l e c o n s i s t e i n v e c e nell ' e v o l u z i o n e degli o b i e t t i v i f o n d a m e n t a l i d e l sis t e m a , v a l e a d i r e n e l l ' e v o l u z i o n e di q u e l proc e s s o c h e a b b i a m o definito c o s t r u z i o n e del soc i a l i s m o in s e n s o l a t o . Q u e s t o si c o n f i g u r a non
s o l o c o m e un p r o c e s s o s t o r i c o di l u n g a d u r a t a ,
m a a n c h e c o m e un p r o c e s s o e s t r e m a m e n t e c o m p l e s s o . In e s s o è i n f a t t i c o m p r e s a l ' e v o l u z i o n e
p a r a l l e l a di t r e e l e m e n t i — c r e s c i t a e c o n o m i c a ,
c o s t r u z i o n e d e l s o c i a l i s m o in s e n s o s t r e t t o e dir e z i o n e d e l l ' e c o n o m i a , c h e in un c e r t o s e n s o r i a s s u m e i primi d u e — e dei rapporti e s i s t e n t i f r a
di e s s i .
Il p r o b l e m a d e l l o s v i l u p p o d e i p a e s i s o c i a l i s t i
è in e f f e t t i t u t t o r a in g r a n p a r t e i n d e t e r m i n a t o a
livello t e o r i c o . Alla l u c e d e l l ' e s p e r i e n z a s t o r i c a
di q u e s t i p a e s i e di q u a n t o a b b i a m o d e t t o in q u e s t a s e d e è p e r ò p o s s i b i l e f o r m u l a r e le l i n e e g e nerali della t e n d e n z a e s s e n z i a l e , n o n c h é i problemi f o n d a m e n t a l i .
Il trend di s v i l u p p o in q u e s t i p a e s i si è f i n o r a
m a n i f e s t a t o c o m e il t e n t a t i v o di u s c i r e d a u n a
s i t u a z i o n e di s o t t o s v i l u p p o più o m e n o a c c e n t u a t o a t t r a v e r s o un p r o c e s s o di i n d u s t r i a l i z z a z i o n e f o r z a t a , quindi di c r e s c i t a a c c e l e r a t a , proc e s s o c h e p e r ò è s t a t o n e c e s s a r i o a t t u a r e in
m o d o n u o v o , c i o è a v e n d o in v i s t a gli o b i e t t i v i
politico-sociali del s i s t e m a . Q u e s t o ha r i c h i e s t o
— s u l l a b a s e di m o d i f i c a z i o n i s t r u t t u r a l i prof o n d e — un s i s t e m a di d i r e z i o n e c a p a c e di m o b i l i t a r e e di c o n c e n t r a r e r a p i d a m e n t e le r i s o r s e ,
quindi e s s e n z i a l m e n t e ' quantitativo ' e diretto,
q u a l e e r a e n t r o c e r t i limiti q u e l l o a n c o r a in
v i g o r e a l l ' i n i z i o d e g l i a n n i C i n q u a n t a . Il p r o s e g u i m e n t o del p r o c e s s o di s v i l u p p o ha r i c h i e s t o a
un c e r t o p u n t o la m o d i f i c a z i o n e di t a l e s i s t e m a di
d i r e z i o n e , e la s u a s o s t i t u z i o n e c o n un s i s t e m a
b a s a t o s u s t r u m e n t i i n d i r e t t i e quindi ' a u t o m a t i c i ', un a u m e n t o del r u o l o a t t i v o d e l l e i m p r e s e e c c . , v a l e a d i r e l ' u t i l i z z a z i o n e di un t i p o di
s i s t e m a di d i r e z i o n e p r e v a l e n t e m e n t e i n d i r e t t o .
Q u e s t o p e r c h é , c o m e r i s u l t a t o d e l p r o c e s s o di
s v i l u p p o , gli o b i e t t i v i f o n d a m e n t a l i si s o n o modificati: da un lato i risultati raggiunti nella cres c i t a e c o n o m i c a r e n d o n o m e n o i m p e l l e n t e il s u o
p r o s e g u i m e n t o in t e r m i n i q u a n t i t a t i v i ; d a l l ' a l t r o
p e r c h é i risultati raggiunti nella costruzione del
s o c i a l i s m o in s e n s o s t r e t t o , q u i n d i l ' a c c r e s c i u t a
m a t u r i t à p o l i t i c a e s o c i a l e d e l l a s o c i e t à , s i a in
s e n s o m a t e r i a l e (servizi a disposizione, istruzion e ecc.) c h e morale, r e n d o n o n e c e s s a r i e ulteriori
trasformazioni sociali.
F i n o r a p e r ò q u e s t ' u l t i m a f a s e non è s t a t a r e a l i z z a t a . Il m o t i v o l ' a b b i a m o i n d i v i d u a t o e s s e n z i a l m e n t e nella s t r u t t u r a del s i s t e m a organizzativoi s t i t u z i o n a l e . La t r a s f o r m a z i o n e di q u e s t ' u l t i m a si
p o n e quindi a t t u a l m e n t e c o m e il p r o b l e m a s p e c i f i c o più i m p o r t a n t e d e l l o s v i l u p p o nei p a e s i s o cialisti.
Da c i ò l ' e s t r e m a i m p o r t a n z a d e l c o n t r i b u t o d a t o
d a H a g e d ù s a l l ' a n a l i s i d e i p a e s i s o c i a l i s t i . La
p a r t e c e n t r a l e del s u o c o n t r i b u t o m e t t e infatti
c h i a r a m e n t e in r i l i e v o c o m e la s o l u z i o n e d e i prob l e m i di q u e s t i p a e s i n o n p o s s a e s s e r e t r o v a t a
a l l ' e s t e r n o , in u n m o d e l l o di s v i l u p p o di a l t r o
g e n e r e . E s s a v a i n v e c e c e r c a t a a l l ' i n t e r n o del
m o d e l l o di s v i l u p p o in v i g o r e , m a in u n a s u a
t r a s f o r m a z i o n e p r o f o n d a c h e p e r m e t t a il p r o s e g u i m e n t o d e l p r o c e s s o di s v i l u p p o , f a c e n d o l o u s c i r e
d a l l a s i t u a z i o n e c r i t i c a in c u i è g i u n t o .
H e g e d i i s si r e n d e c o n t o c h e la r i s o l u z i o n e d e l
p r o b l e m a non p u ò v e n i r e dall'interno del s i s t e m a
organizzativo-istituzionale
stesso, come
hanno
a m p i a m e n t e d i m o s t r a t o le r i f o r m e e c o n o m i c h e .
E s s o va i n v e c e c e r c a t o al s u o e s t e r n o , o m e g l i o
n e l l o s v i l u p p o di u n a s u a p a r t e f i n o r a t r a s c u r a t a ,
q u i n d i in u n a t r a s f o r m a z i o n e d e l l a s u a s t r u t t u r a .
S e m b r a u n a c o n t r a d d i z i o n e , m a i n v e c e n o n lo è .
H e g e d ù s p r o p o n e infatti lo s v i l u p p o di m o v i m e n t i
di c o n t r o l l o e di p r e s s i o n e n o n i s t i t u z i o n a l i z z a t i .
C i ò nel c o n t e m p o c r e e r e b b e i n e v i t a b i l m e n t e u n a
d i n a m i c a n u o v a a n c h e nel s i s t e m a o r g a n i z z a t i v o i s t i t u z i o n a l e , n e c e s s a r i a m e n t e t r a s f o r m a n d o l o . La
r e a l i z z a z i o n e di q u e s t a p r o p o s t a s i g n i f i c h e r e b b e
in p r a t i c a d e i s t i t u z i o n a l i z z a r e il s i s t e m a o r g a n i z z a t i v o - i s t i t u z i o n a l e . C o n t u t t e le c o n s e g u e n z e c h e
c i ò a v r e b b e , in p a r t i c o l a r e i m p e d e n d o la c r i s t a l l i z z a z i o n e d e i r a p p o r t i al s u o i n t e r n o , in g r a n
p a r t e c a u s a d e l l e a t t u a l i d i f f i c o l t à d e i p a e s i socialisti, c o m e a b b i a m o visto.
A q u e s t a conclusione H e g e d ù s arriva sulla b a s e
di u n a a p p r o f o n d i t a a n a l i s i a d u e livelli c o n d o t t a
n e l s u o o r m a i l u n g o l a v o r o di r i c e r c a , e di cui
qui di s e g u i t o p r e s e n t i a m o i r i s u l t a t i r e c e n t i più
s i g n i f i c a t i v i . Il p r i m o livello è c o s t i t u i t o e s s e n z i a l m e n t e d a un c o r p o di a n a l i s i d e i p r i n c i p a l i
c o n t r i b u t i t e o r i c i al p r o b l e m a d e l l a c o s t r u z i o n e
d e l s o c i a l i s m o in g e n e r a l e , e n e l l ' E u r o p a c e n t r o o r i e n t a l e in p a r t i c o l a r e . Il s e c o n d o livello è inve-
c e c o s t i t u i t o d a u n i n s i e m e di a n a l i s i di t i p o s t o r i c o - s t r u t t u r a l e di a l c u n e d e l l e più s i g n i f i c a t i v e
e s p e r i e n z e dei p a e s i socialisti. Dalla combinazion e dei r i s u l t a t i di q u e s t i d u e livelli n a s c e l'ins o d d i s f a z i o n e di H e g e d u s p e r le i n t e r p r e t a z i o n i
correnti delle e s p e r i e n z e dei p a e s i socialisti, e
p e r le p r o p o s t e f i n o r a e l a b o r a t e c i r c a la s o l u z i o n e dei p r o b l e m i di q u e s t i p a e s i . Le i n t e r p r e t a z i o n i e le p r o p o s t e s o n o , s e c o n d o H e g e d u s , in
v a r i a m i s u r a o a p o l o g e t i c h e o u t o p i s t i c h e : in
ogni c a s o e s s e s o n o s o s t a n z i a l m e n t e insoddisfac e n t i p e r il f i n e c h e si p r o p o n g o n o di r a g g i u n gere.
La r i s p o s t a p u ò e s s e r e t r o v a t a , s e c o n d o H e g e d ù s , s o l a m e n t e t e n e n d o c o n t o d e l l a r e a l t à di
q u e s t i p a e s i , q u i n d i s t a n d o s u u n a p o s i z i o n e crit i c a nei c o n f r o n t i d e l l e t e o r i e u f f i c i a l i , m a nel
c o n t e m p o s e n z a v o l e r s n a t u r a r e le e s p e r i e n z e e
la r e a l t à o r m a i a m p i a m e n t e c o n s o l i d a t a di q u e s t i
p a e s i . C i ò p e r m e t t e f r a l ' a l t r o di s f u g g i r e al. dil e m m a — f a l s o s e c o n d o H e g e d ù s nel c a s o d e i
p a e s i c h e qui v e n g o n o c o n s i d e r a t i — f r a g e s t i o n e
s t a t a l e e a u t o g e s t i o n e : q u e s t o d i l e m m a non p u ò
e s s e r e r i s o l t o a f a v o r e di un t e r m i n e o d e l l ' a l t r o ,
m a p u ò e s s e r e s o l t a n t o s u p e r a t o . Si t r a t t a q u i n di di una v i s i o n e c e r t a m e n t e non o r t o d o s s a , m a
a l t a m e n t e s t i m o l a n t e , c h e c o n t r i b u i s c e in m o d o
fondamentale all'arricchimento e all'approfondim e n t o del d i b a t t i t o sui p a e s i s o c i a l i s t i .
(dall'introduzione
di BRUNO DALLAGO)
ARRIVATI
NELLA BIBLIOTECA CAMERALE
Economia - Politica economica - Programmazione - Andamento congiunturale.
MASERA FRANCESCO - L'Italia e l'economia internazionale - UTET - Torino, 1979 - p a g g . XXIV +
991 - L. 48.000.
FRANCO GIAMPIERO (a cura di) - Sviluppo e
crisi dell'economia italiana - E t a s Libri - M i l a n o ,
1979 - p a g g . XI + 384 - L. 12.500.
OCDE - Face aux futurs - Pour une maitrise du
vraisemblable et une gestion de l'imprévisible P a r i s , 1979 - p a g g . VI + 450 - L. 22.400.
ISVEIMER - Politica industriale e sviluppo economico del Mezzogiorno - N a p o l i , 1978 - p a g g . 6 7 3
- s.i.p.
SVIMEZ - Il Mezzogiorno nell'Europa a dodici R o m a , 1979 - p a g g . XII + 259 - L. 6000.
REGIONE SICILIANA - Relazione sulla situazione
economica della Regione Siciliana - Voi. 1° - 1978
- P a l e r m o , 1979 - p a g g . XXVI + 114 - s . i . p .
REGIONE EMILIA-ROMAGNA - DIP. BILANCIO E
PROGRAMMAZIONE - Primo rapporto sull'industria dell'Emilia Romagna - B o l o g n a , 1979 - pagin e 205 - s . i . p .
UNIONCAMERE DELL'UMBRIA - Indagine sull'andamento delle industrie manufatturiere dell'Umbria 1978 - T e r n i , 1979 - p a g g . 62 - s . i . p .
Scienze sociali e politiche - Sociologia.
UNIVERSITÀ DI FIRENZE - Il processo amministrativo - Scritti in onore di Giovanni M i e l e - G i u f f r è
Ed. - M i l a n o , 1979 - p a g g . Vili + 593 - L. 15.000.
CENSIS - Nuovi orientamenti di politica sociale
in Gran Bretagna, Svezia e Francia - F o n d a z i o n e
Agnelli - T o r i n o , 1979 - p a g g . 110 - L. 6000.
RAGUSA MAGGIORE GIUSEPPE - Imprenditore,
impresa, fallimento - CEDAM - P a d o v a , 1979 - pag i n e 302 - L. 11.000.
GRUPPO PARLAMENTARE RADICALE - Il Parlamento nella Costituzione e nella realtà - Atti, regolamenti e prassi della Camera nella V I I Legislatura - Atti del Convegno - Roma, 20-21-22 ottobre 1978 - G i u f f r è Ed. - M i l a n o , 1979 - pagin e Vili + 715 - L. 20.000.
G H I N I ALFONSO - Trasformazione delle società •
Aspetti civilistici e fiscali - I p s o a I n f o r m a t i c a M i l a n o , 1979 - p a g g . 249 - L. 8000.
Statistica - Demografia - Distribuzione dei
redditi - Conti economici nazionali e regionali.
CENTRAL STATIST1CS OFFICE - Statistical Abstract of Ireland 1974 and 1975 - Dublin, 1977 p a g g . XVI + 363 - Lst. 2.10.
ISTAT - Statistiche dell'istruzione - Dati sommari
dell'anno scolastico 1978-79 - R o m a , 1979 - pagine 90 - L. 3000.
ISTAT - Rilevazione delle forze di lavoro - aprile
1979 - R o m a , 1979 - p a g g . 106 -f a p p . - L. 3000.
ISTAT - Elezioni del Senato della Repubblica 20-6-1976 - Voi. I - R o m a , 1979 - p a g g . 329 +
ali. - L. 7500.
ISTAT - Annuario di contabilità nazionale • Volume V i l i - 1978 - Tomo II - R o m a , 1979 - p a g g . XVI
+ 192 - L. 7000.
ICE - Attività dell'ICE 1978 - R o m a , 1979 - pagine 6 3 + 24 - s . i . p .
ASSONIME • Statistiche sulle Società Italiane per
Azioni - Voi. XXV - Movimento 1978 e situazione
a fine anno - R o m a , 1979 - p a g g . 289 - L. 10.000.
PARDOLESI ROBERTO - I contratti di distribuzione
- J o v e n e - N a p o l i , 1979 - p a g g . XIX + 435 L. 12.000.
ANDRIOLI VIRGILIO - Diritto Processuale Civile Voi. I o - J o v e n e Ed. - N a p o l i , 1979 - p a g g . XI +
1056 - L. 28.000.
Credito - Finanza - Assicurazioni - Problemi
monetari.
FRIEDMAN M. - JACOBSON SCHWARTZ A. - Il
dollaro • Storia monetaria degli Stati Uniti (18671960) - UTET - T o r i n o , 1979 - p a g g . XVI + 492 L. 38.000.
ZOFREA SALVATORE G I O V A N N I - Prescrizione e
decadenza nel campo dei contributi sociali - Giuff r è Ed. - M i l a n o , 1979 - p a g g . 41 - L. 1500.
FREY L. - LIVRAGHI R. - LUCA TROMBETTA P. Occupazione e ristrutturazioni industriali - Il caso
dei settori tessile-abbigliamento - F. A n g e l i - Mil a n o , 1979 - p a g g . 183 - L. 5000.
CANAVESE G. - LA ROSA M . (a cura di) - Sviluppo capitalistico, organizzazione del lavoro e
professionalità - F. A n g e l i - M i l a n o , 1979 - pagin e 173 - L. 3800.
OCDE • L'apprentissage: les grandes orientations
- P a r i s , 1979 - p a g g . 117 - F. 25.
UNIVERSITÀ DI TORINO - IST. DI SOCIOLOGIA Lavorare due volte - Una ricerca pilota sul secondo lavoro - Book S t o r e - T o r i n o . 1979 - p a g g . 381
- L. 14.000.
R1POLI REMO - La disciplina dei licenziamenti individuali e collettivi - I p s o a I n f o r m a t i c a - M i l a n o ,
1979 - p a g g . 160 - L. 6000.
BENVENUTO GIORGIO - Collocamento - I p s o a Inf o r m a t i c a - M i l a n o , 1979 - p a g g . 146 - L. 6000.
ROSSIGNOLI BRUNO - Le Casse di Risparmio e i
Monti di Credito su Pegno - F. A n g e l i - M i l a n o ,
1979 - p a g g . 297 - L. 9000.
PATRONI GRIFFI ANTONIO • La concorrenza nel
sistema bancario • Profili ricostruttivi - J o v e n e N a p o l i , 1979 - p a g g . XI + 287 - L. 8000.
CAMERA DI C O M M E R C I O ITALIANA PER LE
AMERICHE - Le operazioni bancarie riferite al
commercio estero (Profili tecnici) - R o m a , 1979 2 a Ed. r i e l a b o r a t a - p a g g . 168 - s . i . p .
BORSA VALORI DI M I L A N O - COMITATO DIRETTIVO - AGENTI DI C A M B I O - Canali e strumenti finanziari per le imprese industriali di medie dimensioni - Atti del Convegno - Milano,
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- Torino, a g o s t o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 12-15.
RUGGIERO VITTORIO - SKONIECZNY GIORGIO Aviazione civile italiana e t r a s p o r t o a e r e o intern a z i o n a l e - Nord e Sud n. 7 - N a p o l i , l u g l i o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 133-200.
Turismo.
Commercio internazionale - Tecnica doganale.
MALERBA FRANCO - Il c o m m e r c i o e s t e r o d e l
s e t t o r e t e s s i l e - a b b i g l i a m e n t o : i d i v e r s i p a e s i ind u s t r i a l i z z a t i e il c a s o i t a l i a n o - Rivista di economia e politica industriale n. 2 - B o l o g n a , m a g g i o - a g o s t o 1979 - p a g g . 173-221.
LANCIERI ELIO - I n s t a b i l i t y of A g r i c u l t u r a l Exports: World Markets, Developing and Developed
C o u n t r i e s - Ouarterly Review - B a n c a N a z i o n a l e
d e l L a v o r o n . 130 - R o m a , s e t t e m b r e 1979 - pag i n e 287-310.
POMA FRANCO - Prezzi a l l ' i m p o r t a z i o n e e loro
c o n t r i b u t o a l l ' i n f l a z i o n e . L ' e s p e r i e n z a i t a l i a n a nel
p e r i o d o 1953-1977 - Il Risparmio n. 6 - M i l a n o ,
g i u g n o 1979 - p a g g . 798-818.
Economia e politica internazionale - Enti ed
organizzazioni internazionali.
Le n u o v e p r i o r i t à in C i n a - Notiziario commerciale
- C C I A A di M i l a n o n . 18 - M i l a n o , 30 s e t t e m b r e
1979 - p a g g . 1849-1853.
La s i t u a z i o n e e c o n o m i c a d e l l a M a l a y s i a - Notiziario commerciale - C C I A A di M i l a n o n. 18 - Milan o , 30 s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 1855-1859.
CERRETELLI ADRIANA - Il r i s v e g l i o d e l g i g a n t e
n e r o ( N i g e r i a ) - D o s s i e r - Mondo Economico n. 42
- M i l a n o , 2 7 o t t o b r e 1979 - p a g g . 27-31.
BERTOLINA ELIO - L ' a g r i t u r i s m o e la m o n t a g n a
a l p i n a : u n a p r o p o s t a g l o b a l e - Realtà Economica
- C C I A A di M i l a n o n. 3-4 - M i l a n o , l u g l i o - d i c e m b r e 1978 - p a g g . 19-28.
Edilizia - Lavori pubblici - Architettura - Urbanistica - Politica del territorio.
FIORELLI FRANCO - L ' a s s e t t o t e r r i t o r i a l e n e l l a
p r o s p e t t i v a e u r o p e a - Nord e Sud n. 7 - N a p o l i ,
l u g l i o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 121-132.
RADICIONI RAFFAELE - La r e v i s i o n e d e l P i a n o
r e g o l a t o r e g e n e r a l e - Torino notizie n. 6-7 - Torin o , a g o s t o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 6-11.
Tecnica e organizzazione aziendale.
FRIGERO PIERCARLO - Per u n o s t u d i o d e l l a prod u t t i v i t à : c o n t r i b u t i t e o r i c i e m e t o d i di r i c e r c a Bollettino CERIS n. 3 - R o m a , 1979 - p a g g . 93.
M A D D I S O N ANGUS - La d i n a m i c a d e l l a p r o d u t t i v i t à nel l u n g o p e r i o d o - Moneta e Credito n. 125
- R o m a , m a r z o 1979 - p a g g . 3-49.
LANGFELDER M A U R O - Un c o d i c e di c o m p o r t a m e n t o p e r le m u l t i n a z i o n a l i - API n. 10 - T o r i n o ,
o t t o b r e 1979 - p a g g . 51-53.
FIORELLI FRANCO - L ' a s s e t t o t e r r i t o r i a l e n e l l a
p r o s p e t t i v a e u r o p e a - Nord e Sud n. 7 - N a p o l i ,
l u g l i o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 121-132.
Scienze - Tecnologia - Automazione - Inquinamento.
CAIATI GABRIELE - A n a l i s i d e g l i e f f e t t i d e l l a politica a g r i c o l a c o m u n i t a r i a s u i r e d d i t i a g r i c o l i nei
p a e s i d e l l a CEE - Realtà Economica - C C I A A di
M i l a n o n . 3-4 - M i l a n o , l u g l i o - d i c e m b r e 1978 p a g g . 29-54.
GIUDICETTI RETO - P r o t e z i o n e d e l l e a c q u e e g e s t i o n e d e i rifiuti - Rivista tecnica n. 9 - Bellinzon a , s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 52-54.
S w i s s C a p i t a l M a r k e t s - S u r v e y - Financial Times
n. 28,022 - L o n d o n , n o v e m b e r 20 1979 - p a g g . V.
FIERAMOSCA ETTORE - C e n n i s u l l ' u t i l i z z a z i o n e
d e l l ' e n e r g i a s o l a r e . P a r t e 2 a - Il Geometra n. 3 T o r i n o , 1979 - p a g g . 37-46.
BIAGI GASTONE - SABELLA SERGIO
Impianto
di c o n d i z i o n a m e n t o ad e n e r g i a s o l a r e - Ercole Marelli n . 1-2 - M i l a n o , 1979 - p a g g . 15-18.
POMPEI C. - La d e p u r a z i o n e degli a f f l u e n t i nell'ind u s t r i a l a t t i e r o - c a s e a r i a - Industrie alimentari
n. 10 - P i n e r o l o , o t t o b r e 1979 - p a g g . 720-733.
ANDREONI G I O V A N N I - I rifiuti non si r i f i u t a n o
( I n c e n e r i r e vuol d i r e s p r e c a r e e i n q u i n a r e ) Il coltivatore italiano n. 5 - R o m a , 31 o t t o b r e 1979
- p a g g . 13-14.
Istruzione - Istruzione professionale.
La s c u o i a t r a c u l t u r a e p r o f e s s i o n a l i t à ( R e l a z i o n e
P a o l e t t i al XII C o n v e g n o n a z i o n a l e p e r la civiltà
del l a v o r o - R o m a , 25-26 o t t o b r e ) - Mondo Economico n. 4 5 - M i l a n o , 17 n o v e m b r e 1979 - pagin e 55-57.
INDICE DELL'ANNATA 1979
ARTICOLI PER AUTORE
A
28
Albonico L.- C. Gutermann - Fox F. - Come si può recuperare il rifiuto gomma - n. 7-8.
40
Alunno Franco - istruzione professionale e Camere di commercio - n. 3-4.
24
—, La borsa dei rifiuti industriali di Torino - n. 11-12.
B
4
Baiano G.-Chiesa G. - Analisi tecnico-descrittiva ed aspetti macroeconomici delle
possibilità di recupero di rifiuti industriali in Italia - n. 11-12.
3
Bellando Alfonso - Visita al museo nazionale della montagna - n. 1-2.
3
Bellando Eddi - Visita al museo della marionetta piemontese - n. 5-6.
65
Beltrame Carlo - Le maggiori banche italiane e piemontesi - n. 11-12.
53
Bianucci Piero - Cosa fa lo CSELT? - n. 7-8.
57
Bisio Gianni - Di nuovo in treno da Torino a Nizza - n. 5-6.
89
Brogiato Giovanni - La funicolare del Monte dei Cappuccini - n. 1-2.
45
—, Il nodo ferroviario di Cuneo e la linea di Ventimiglia - n. 5-6.
71
Cansacchi Giorgio - La tutela comunitaria del consumatore - n. 1-2.
51
Cerrato Bruno - Quanto si legge il giornale in Italia - n. 3-4.
17
—, Piccola, media e grande impresa in Piemonte: verifica di un mito - n. 7-8.
81
—, L'uovo per un'alimentazione sana ed economica - n. 11-12.
4
Chiesa G. - Baiano G. - Analisi tecnico-descrittiva ed aspetti macroeconomici delle
possibilità di recupero di rifiuti industriali in Italia - n. 11-12.
85
Ciravegna Daniele - A proposito dei prezzi delle materie prime - n. 1-2.
61
Condulmer Piera - L'arte degli antichi minusieri - n. 7-8.
75
—_ | maiolicari in Piemonte ed a Torino - n. 11-12.
60
Costantino Costanza - In margine alle nuove norme di contabilità dello Stato - n. 5-6.
F
24
Fabbri Giulio - Italia paese d'immigrazione? - n. 3-4.
28
Fox F.-Albonico L.-Gutermann C. - Come si può recuperare il rifiuto gomma - n. 7-8.
46
Fox R. - Levis L. - Il recupero in relazione ai problemi di smaltimento dei rifiuti industriali - n. 11-12.
33
Funaro Gabriella - A proposito di energia solare - n. 3-4.
G
105
Galasso Piero - Informazione sui surgelati - n. 1-2.
37
Gennaro Enrico - Esportare non è difficile - n. 7-8.
19
Gerbi Sethi Marisa - Un'indagine sulle imprese importatrici del Piemonte - n. 5-6.
28
Giitermann C. - Fox F. - Albonico L. - Come si può recuperare il rifiuto gomma n. 7-8.
L
46
Levis L.-Fox R. - Il recupero in relazione ai problemi di smaltimento dei rifiuti industriali - n. 11-12.
M
39
Mellano Franco - La pedonalizzazione di aree urbane - n. 9-10.
32
Murat M. - Qualche esempio di valorizzazione dei rifiuti industriali in Francia - n. 11-12.
P
9
33
Pastorini Fausto M. - Dati e problemi dell'apicoltura piemontese - n. 7-8.
—, Spazi dell'intermediazione del mercato bovino in Piemonte - n. 9-10.
46
Pedicelli Giorgio - Prospettive di export italiano in Arabia Saudita - n. 3-4.
42
—, Realtà e prospettive di sviluppo delle transazioni commerciali con Egitto, Portogallo e Venezuela - n. 7-8.
68
—, Relazioni economiche italiane con Singapore, Malaysia, Kuwait - n. 11-12.
81
18
Ricotta Riccardo - Le Camere di commercio italiane e spagnole a confronto - n. 1-2.
Risch Benno - La politica della comunità europea in materia di gestione dei rifiuti n. 11-12.
Risse Wilhelm K. - Le borse dei rifiuti assicurano materiali alla produzione. 5 anni
di esperienze nelle Camere per il commercio e l'industria della Repubblica Federale
Tedesca - n. 11-12.
29
55
R
Rossetti Salvatore - L'impresa italiana e la CEE - n. 3-4.
S
3
Sciolla Gianni C. - I « cartoni » gaudenziani dell'Accademia Albertina di Torino - n. 3-4.
3
Secco Giorgio - Torino in foto. Il centro più antico - n. 9-10.
59
Serafini Antonio - Il rifasamento degli impianti elettrici utilizzatori - n. 9-10.
35
Stefanelli Franco - A proposito di aree industriali attrezzate - n. 7-8.
T
26
Tardivo Giuseppe - La programmazione d'impresa strumento di gestione aziendale n. 3-4.
33
— , Aspetti procedurali della programmazione finanziaria: uno schema di attuazione n. 5-6.
63
Tibone Maria Luisa - Viaggio nel medioevo caucasico - n. 3-4.
3
67
— , Maestranze e strutture medioevali nel castello di Porta Fibellona - n. 7-8.
Turchi Costanzo M. - Per un più efficace controllo dei cambi valutari - n. 9-10.
V
99
Vigna Alberto - Expovacanze '79 - n. 1-2.
59
—, Expocasa '79 - n. 3-4.
66
— , Tenda, roulotte o motorcamp? - n. 7-8.
77
—, Alla mostra della montagna - n. 9-10.
Z
13
Zignoli Vittorio - Tutto sul comprensorio di Torino - n. 1-2.
38
* * * - Programmazione dei centri di servizio e di smistamento merci nei sistemi
urbani del Piemonte e della Rhone-Alpes interessati al Traforo del Fréjus - n. 5-6.
21
* * * - Un'indagine sull'agriturismo piemontese - n. 9-10.
72
* * * - La ligne Nice-Cuneo - n. 9-10.
3
55
* * * - Convegno internazionale: recupero dei rifiuti urbani ed industriali - n. 11-12.
* * * - Autostrada
n. 11-12.
Torino-Bardonecchia.
Verifica
di
fattibilità
tecnico-economica
-
TRA I LIBRI
107
Linoblom C. - Politica e mercato - n. 1-2.
107
Autori Vari (a cura di Canavese G. e La Rosa M.) - Sviluppo capitalistico, organizzazione del lavoro e professionalità - n. 1-2.
108
Autori Vari (a cura di Cesarini F. e Onado M.) - Struttura e stabilità del sistema
finanziario - n. 1-2.
109
Bratina D. - Martinelli A. - Gli imprenditori e la crisi - n. 1-2.
109
Bernardi G.-Sordi C. - Come progettare la struttura aziendale - n. 1-2.
109
Barbiroli G. - Lineamenti di una politica energetica - n. 1-2.
110
Pedini M. - Rapporto sull'Europa - n. 1-2.
68
Autori Vari (a cura di Rosa J.J. e Aftalion F.) - I nuovi economisti. Il mercato contro
lo Stato. Analisi critiche e nuove idee economiche - n. 3-4.
68
Masera F. - Il mercato finanziario italiano nel quadro dei controlli pubblicistici e degli
indirizzi comunitari - n. 3-4.
69
Colombini L. - Le regioni non spendono? Indagine comparata su alcuni aspetti della
gestione finanziaria delle regioni a statuto ordinario - n. 3-4.
70
Lloyd P. E. -Dicken P. (a cura di Costa M. e Pagnini M.P.) - Spazio e localizzazione
- n. 3-4.
71
Galbraith J. K. - Salinger M. - Sapere tutto o quasi sull'economia - n. 3-4.
71
Autori Vari - L'assenteismo e i rimedi - n. 3-4.
71
Unione nazionale consumatori - La prima regola - n. 3-4.
63
Medio A. - Teoria non lineare del ciclo economico - n. 5-6.
63
Minterhuber G. - La direzione strategica dell'impresa industriale. Le funzioni del
direttore generale - n. 5-6.
64
Gerbi Sethi M. - Imprese italiane di fronte alle esportazioni - n. 5-6.
64
Ancarani L. - Guida all'operazione doganale - n. 5-6.
65
Barberis C. - Per una sociologia del turismo - n. 5-6.
66
Bucarelli F. - L'organizzazione scientifica del lavoro in URSS. Lo Stabilimento automobilistico di Città Togliatti - n. 5-6.
68
Autori Vari (a cura di Franco G.) - Sviluppo e crisi dell'economia italiana - n. 7-8.
68
Autori Vari (a cura dell'Istituto di Sociologia dell'Università di Torino) - Lavorare
due volte. Una ricerca pilota sul secondo lavoro - n. 7-8.
69
De Battistini R. - Serie storiche, effetti di trascinamento e analisi congiunturale n. 7-8.
69
Gorrieri E. - La giungla dei bilanci familiari - n. 7-8.
70
Autori vari - Il Mezzogiorno nell'Europa a dodici - n. 7-8.
71
Villani A. - Beni culturali. Conservazione e progetto - n. 7-8.
80
Lippi M. - I prezzi di produzione. Un saggio sulla teoria di Sraffa - n. 9-10.
80
Masera R. - L'Italia e l'economia internazionale - n. 9-10.
80
Corticelli R. - La crescita dell'azienda. Armonie e disarmonie di gestione - n. 9-10.
81
Carnevali V. - La responsabilità del produttore - n. 9-10.
82
Berruti G. - Il merchandising - n. 9-10.
83
Friedman M.-Jacobson Schwartz A. - Il dollaro. Storia monetaria degli Stati Uniti n. 9-10.
83
Biraghi G. - Garbarino D.-Tibone M. L. - Palazzo Lascaris. Tre secoli di vita torinese n. 9-10.
83
Valli V. - L'economia e la politica economica italiana (1945-1979) - n. 11-12.
83
Guerrieri P.-Luciani G. - L'Italia e il nuovo ordine economico internazionale - n. 11-12.
84
Albani P. - Crisi del profitto e sviluppo capitalistico - n. 11-12.
84
Brusa L. - Strutture organizzative d'impresa - n. 11-12.
85
Brugger G. - Gli investimenti industriali. Criteri di inquadramento e di valutazione n. 11-12.
85
Hegediis A. - Le alternative dello sviluppo socialista - n. 11-12.
CAMERA di COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO e AGRICOLTURA
di TORINO
ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI EDITE
PERIODICI
4.
Le principali società piemontesi.
1977
L.
1.000
•
5.
Le legge 10 e i relativi problemi.
1977
»
1.000
Listino quindicinale
prezzi all'ingrosso
Listino
settimanale
prezzi all'ingrosso
Abb. annuo L.
»
»
24.000
12.000
Bollettino
Protesti
(quindicinale)
»
»
35.000
Bollettino
(mensile)
»
»
30.000
»
»
80.000
Brevetti
Listino Borsa
(quotidiano)
»
»
40.000
»
»
30.000
»
»
25.000
Bollettino ufficiale Spa
e Srl (quindicinale)
»
» 228.000
Cronache economiche
(trimestrale)
»
»
— Dinamica modificazioni (mensile)
— Dinamica cessazioni
(mensile)
14.000
COLLANA «RICERCHE
E DOCUMENTAZIONE»
2.
3.
Per l'esame del commerciante.
Nozioni generali. 1978
Esaurito
6.1.1. Per l'esame del commerciante.
Nozioni generali. Nuova ediz.
In prep.
6.2.
Per l'esame del commerciante.
Nozioni merceol. (1a parte).
1978
»
5.000
6.3.
Per l'esame del commerciante.
Nozioni merceol. (2a parte).
1979
»
5.000
6.4.
Per l'esame del commerciante.
Nozioni merceol. (3a parte).
1979
»
5.000
6.5.
Per l'esame del commerciante.
Nozioni merceol. (4a parte)
In prep.
6.6.
Per l'esame del commerciante.
Nozioni merceol. (5a parte)
In prep.
7.
Le principali società piemontesi.
1978
»
1.000
8.1.
Il commercio e i quartieri torinesi. Caratteristiche generali.
1978
»
1.000
8.2.
Il commercio e i quartieri torinesi. Dettagli e visualizzazioni.
1978
»
1.000
9.
L'occupazione irregolare in Piemonte. 1978
»
2.000
10.
Forze di lavoro a Torino e in
Piemonte. 1978
Valori
Bollettino Movimento
ditte
— Dinamica iscrizioni
(mensile)
1.
6.1.
Le principali società piemontesi.
1976
Esaurito
Cosa fare per il risparmio? 1976
Esaurito
La legge 373 e i risparmi di
energia. 1976
1.000
11.
Le principali società piemontesi.
1979
»
12.
Le principali società piemontesi.
1980
Esaurito
1.000
In prep.
Per informazioni sulle modalità di abbonamento e di acquisto, rivolgersi all'Ufficio economato dell'ente
Via S. Francesco da Paola, 24 - 10123 Torino. Tel. 57161
Banco di Sicilia
SOCIETÀ PER AZIONI
Istituto di Credito di Diritto Pubblico
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