llHCROflACHE 979 ECOflOi i dCHE CAMERA DI C O M M E R C I O INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI T O R I N O - S p e d i z i o n e in a b b . p o s t a l e (IV g r . ) / 7 0 - 2 ° semestre Certo, l'Italia è un luogo splendido per passarci le vacanze. Ad ogni angolo si incontrano millenni di storia, di arte, di cultura. Ma l'Italia non è soltanto questo. Italia è anche tecnologia avanzata, paziente ricerca, intelligente inventiva. Ne è un'esempio il "Robogate": un impianto industriale completamente "Made in Italy" che unico al mondo consente la saldatura automatica delle scocche d'automobile. L'Italia è anche un mercato aperto, pronto ad intraprendere con qualunque paese estero importanti e validi rapporti commerciali. E l'Istituto Bancario San Paolo di Torino può darvi una mano. Con la sua efficiente e specializzata La t u a b a n c a di fiducia d a 4 0 0 a n n i . Organizzazione Estero. Con i suoi più di quattro secoli di storia e di conoscenza del mercato italiano. 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L'unico modo per evitare che la ricorrere a tutte quelle tecniche risolvere, veramente in conformità della legge e con e procedimenti scientifici che natura venga deturpata e oggi aziende specializzate sono tutta la garanzia del caso, il distrutta dai rifiuti industriali, grosso problema dei rifiuti in grado di dare per la siano essi solidi o liquidi, è industriali. salvaguardia dell'ambiente e quello di prendere atto della dell'uomo, per sollevare da un realtà in cui viviamo, Noi siamo qui per questo. UH: ® iiiii la tecnica al servizio dell'industria per il trattamento dei rifiuti solidi e liquidi ITALRIFIUTI S.p.A. 10071 BORGARO TORINESE Via Donatello Tel.(011) 2620282 2621683 KIWI C.so Sebastopoli 250 10136 TORINO COMPONENTI PER L'ECOLOGIA o NORD Licenziatari in esclusiva per il sud Europa delle tecniche N O R D NERO A B Svezia. Ingegneria e c o m p o n e n t i per la drastica riduzione dei consumi d'acqua in galvanica e il recupero del cromo e del nichel. 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Cinzano per non sbagliare. • s 1 K • - : li»;: • ^aJP^® m n - , , , B H R H R H i I 127: una certezza. E vero che la 127 è oggi la macchina più collaudata e sicura? Certo: ha raggiunto in questi giorni i 4 milioni di unità prodotte. È vero che oggi puoi sceglierla tra 9 versioni? Certo: c'è a 2 porte, a 3 porte, a 4 porte e in versione Sport da 70 CV. È vero che è molto cambiata dalla 127 di qualche anno fa? Certo: è stata talmente arricchita nelle finizioni, nelle dotazioni di serie e nel confort, che oggi è diventata una vera "media" di lusso. È vero che è la macchina che si rivende meglio? Certo: è talmente buona che anche da usata la compri ad occhi chiusi. È vero che la 127 in Italia va sempre molto forte? Certo: oltre il 50% di chi compra una "mille" sceglie una 127. Da 6 anni sempre la più venduta in Europa. B t t B B RIVISTA DELLA C A M E R A DI C O M M E R C I O I N D U S T R I A A R T I G I A N A T O E A G R I C O L T U R A DI T O R I N O SOMMARIO 3 Convegno 4 Analisi tecnico-descrittiva e d aspetti m a c r o e c o n o m i c i d e l l e p o s s i b i l i t à d i r e c u p e r o d i r i f i u t i i n d u s t r i a l i in I t a l i a 18 internazionale: La p o l i t i c a d e l l a R e c u p e r o d e i rifiuti u r b a n i e d Comunità Europèa industriali Giancarlo Chiesa - Gianmaria Baiano in m a t e r i a d i g e s t i o n e d e i rifiuti 24 La B o r s a 29 Le B o r s e d e i rifiuti a s s i c u r a n o m a t e r i a l i alla p r o d u z i o n e . 5 a n n i di e s p e r i e n z e n e l l e C a m e r e p e r il c o m m e r c i o e l ' i n d u s t r i a d e l l a R e p u b b l i c a f e d e r a l e t e d e s c a 32 Qualche 46 Il r e c u p e r o in r e l a z i o n e ai p r o b l e m i 55 Autostrada Torino 65 Le m a g g i o r i 68 Relazioni e c o n o m i c h e 75 I maiolicari 81 L'uovo per un'alimentazione 83 T r a i libri 89 Dalle riviste 91 Indice d e i r i f i u t i i n d u s t r i a l i di esempio Torino di v a l o r i z z a z i o n e d e i rifiuti i n d u s t r i a l i di s m a l t i m e n t o italiane e ed a Francia industriali tecnico-economica Singapore, Malaysia, ed Michel Murat Lorenzo Levis - Riccardo Fox * * * Kuwait Giorgio Pelliccili Piera Condulmer Torino §ana Wilhelm K. Risse Carlo Beltrame piemontesi italiane con in P i e m o n t e in d e i rifiuti - B a r d o n e c c h i a . Verifica di fattibilità banche Benno Risch Franco Alunno economica Bruno Cerrato dell'annata In copertina: A. Pasini. Cavoretto, 1879 (Torino, Museo Civico). Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni debbono essere indirizzati alla Direzione della rivista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano la Direzione della rivista né l'Amministrazione camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono essere inviate in duplice copia. È vietata la riproduzione degli articoli e delle note senza l'autorizzazione della Direzione. I manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Editore: Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino. Presidente: Enrico Salza Giunta: Domenico Appendino, Mario Catella, Giuseppe Cinotto, Renzo Gandini, Franco Gheddo, Enrico Salza, Alfredo Camillo Sgarlazzetta, Liberto Zattoni. Direttore responsabile: Giancarlo Biraghi Vice direttore: Franco Alunno Redattore capo: Bruno Cerrato Impaginazione: Studio Sogno Composizione e stampa: Tipolitografia V. Bona - T o r i n o Pubblicità: Publi Edit Cros s.a.s. - Via Amedeo Avogadro, 22 - 10121 Torino - Tel. 531.009 Palazzo degli A f f a r i Direzione, redazione e amministrazione: 10123 Torino Via S. Francesco da Paola, 24 - Telefono 57161. Aut. del Trib. di Torino in data 25-3-1949 - N. 430 • Corrispondenza: 10100 Torino Casella postale 413 • Prezzo di vendita: un numero L. 750 • numero doppio L. 1500 • estero 5 0 % in più • Abbonamento: annuale L. 6000 • estero L. 9000 • Vers. sul c. c. p. Torino n. 00311100. Sped. in abbonamento (4° Gruppo). Camera di Commercio industria Artigianato e Agricoltura e Ufficio Provinciale Industria Commercio e Artigianato Sede: Palazzo degli Affari Via S. Francesco da Paola, 24 Corrispondenza: 10123 Torino Via S. Francesco da Paola, 24 10100 Torino - Casella Postale 413. Telegrammi : Camcomm Torino. Telefoni: 57161 (10 linee). Telex: 221247 CCIAA Torino. C/c postale: 00311100. Servizio Cassa: Cassa di Risparmio di Torino. Sede Centrale - C/c 53. Borsa Valori 10123 Torino Via San Francesco da Paola, 28. Telegrammi : Borsa. Telefoni: Uffici 54.77.04 Comitato Borsa 54.77.43 Ispettorato Tesoro 54.77.03. Borsa M e r c i 10123 Torino Via Andrea Doria, Telegrammi : Borsa Via Andrea Doria, Telefoni: 55.31.21 15. Merci 15. (5 linee). Gabinetto Chimico Merceologico (presso la Borsa Merci) 10123 Torino Via Andrea Doria, 15. Telefono: 55.35.09. Convegno internazionale RECUPERO DEI RIFIUTI URBANI ED INDUSTRIALI È stata la Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino, assieme alla società Torino Esposizioni, ad organizzare due giornate di studio su questo tema. L'incontro, che ha avuto la collaborazione del CSIT (Centro studi ingegneria del territorio) e il patronato del Ministero dell'industria e della FISP1U (Federazione italiana servizi pubblici igiene urbana), ha incontrato un largo successo. Più di trecento sono stati infatti i partecipanti ai lavori, tenutisi presso la sala Giulio Cesare del complesso fieristico di Torino Esposizioni, ospitante in coincidenza, nel quadro della rassegna Tecnica '79, la la Esposizione internazionale di metodologie e tecniche per la raccolta e il recupero dei rifiuti. Il programma dell'iniziativa, svoltasi nei giorni 30 e 31 ottobre, si è sviluppato su tre gruppi di relazioni. • Relazioni generali 1) Il ruolo delle aziende di igiene bana. nella politica del recupero. (Presidenza FISPIU). ur- 2) Stato attuale delle tecniche di recupero: esperienze e piani operativi in atto nelle Aziende di igiene urbana - raccolta - tecniche smaltimento; differenziata; di recupero nella fase di (Prof. Enrico Todisco, Ente nazionale per la cellulosa e la carta, Roma). c) Il reimpiego, il riciclaggio e la messa a rifiuto degli imballaggi. (Dr. Ing. Franco Migone, Istituto Italiano Imballaggio, Milano). D) UANFIMA, FICI, l'ASSOCARTA, l'ASSOMACERO, SO VETRO, l'ASSOGRA- l'ASSORIMAP, e R UNIONPLAST con PAScomuni- cazioni. • Sezione « Rifiuti industriali » a) La politica della Comunità europea in materia di gestione dei rifiuti: il recupero dei rifiuti industriali e le borse dei rifiuti nella Comunità. (Sig. Benno Risch, Commissione della Comunità Europea, Bruxelles). b) La borsa dei rifiuti di Torino. (Dr. Franco Alunno, Camera di commercio industria, artigianato e agricoltura di Torino). c) Le borse dei rifiuti assicurano materiali alla produzione: 5 anni di esperienze nelle Camere per il commercio e l'industria della Repubblica federale tedesca. (Ass. Wilhelm K. Risse, Camera di commercio Italo-germanica, in rappresentanza dell'Unione delle Camere di commercio tedesche). industriali. commissione d) Qualche esempio 'di valorizzazione dei rifiuti industriali in Francia. (Prof. Michel Murat, Laboratorio di chimica applicata dell'INSA di Lione). 3) Analisi tecnico-descrittiva ed aspetti macroeconomici delle possibilità di recupero di rifiuti industriali in Italia. (Prof. Ing. Giancarlo Chiesa, Ing. Gianmaria Baiano, esperti del Gruppo di studio su « recupero e riciclaggio dei materiali » [legge 675]). e) Il recupero in relazione ai problemi di smaltimento dei rifiuti industriali. (Dr. Ing. Lorenzo Levis, Federazione delle associazioni industriali del Piemonte, Dr. Ing. Riccardo Fox, Fiat Engineering, Costruzioni e Impianti SpA, Torino). • Sezione « Rifiuti urbani » A queste relazioni di base hanno fatto seguito numerose comunicazioni ufficiali, tra le quali quelle dell'ing. Oscar Montabone (Il recupero dei rifiuti industriali in Fiat), del prof. Paolo Schmidt (I principi delle tecnologie non spreco), del dott. Carlo R. Gutermann e dell'ing. Franco Fox (Il recupero della gomma mediante processo pirolitico-progetto Interno), dell'ing. Giovanni Natta (Un - valorizzazione di rifiuti (Commissione tecnica e studi della FISPIU). a) La normativa e i controlli di qualità delle materie seconde recuperate. (Prof. Giorgio Nebbia, Prof. Elsa Maria Pizzoli Mazzacane, Istituto di merceologia, Università di Bari). b) La titolazione ed i problemi di mercato della carta da macero e della pasta ricavata dai rifiuti urbani. sistema regionale per la valorizzazione dei sottoprodotti industriali). Ricco di approfondimenti e di proposte è stato anche il dibattito, apertosi subito vivacemente sui diversi aspetti dei problemi oggetto d'analisi. Nelle pagine che seguono (4-54) sono riprodotte integralmente la terza relazione generale e tutte cinque quelle della sezione rifiuti industriali. Per avere informazioni più dettagliate sull'intero convegno e sulla « Borsa rifiuti industriali », creata un anno e mezzo fa dalla Camera di commercio torinese, gli studiosi, gli esperti, gli amministratori pubblici e le aziende sono invitati a prendere contatto con l'Ufficio studi camerale, che gestisce l'iniziativa, la prima e per ora unica realizzata in Italia con un carattere non soltanto settoriale. ANALISI TECNICO-DESCRITTIVA ED ASPETTI MACROECONOMICI DELLE POSSIBILITÀ DI RECUPERO DI RIFIUTI INDUSTRIALI IN ITALIA Giancarlo Chiesa - Gianmaria Baiano convenienza o m e n o di u n processo, così come la definizione di u n a politica economica, n o n possono non derivare da un'analisi dei costi assai più ampia, che allo stesso titolo delle variabili economiche tenga conto di quelle energetiche, ambientali ed esprimenti la disponibilità di risorse. Sinteticamente si possono f o r m u l a r e alcuni criteri di giudizio, che tengano contò: a) dell'entità delle risorse rinnovabili e non rinnovabili in ambito mondiale, coinvolte in u n processo p r o d u t t i v o , essendo evidente che il prelievo delle prime deve essere in ogni caso m i n i m o , m e n t r e quello delle seconde p u ò trovare u n limite solo nella loro capacità di rigenerazione spontanea; // recupero dei rifiuti può e deve diventare una fonte di materie prime. 1. PREMESSA La p r o d u z i o n e a n n u a di rifiuti industriali in Italia è stimata intorno ai 35 milioni di t: parte di tale q u a n t i t a t i v o è suscettibile di recupero, il resto deve essere smaltito con un m i n i m o costo economico ed ecologico. T r a le molte iniziative di studio del p r o b l e m a si ricorda l'attività — tuttora in corso — del g r u p p o di studio « Recupero e riciclaggio dei materiali » per la redazione d e l l ' o m o n i m o p r o g r a m m a finalizzato, nel q u a d r o della legge num e r o 6 7 5 / 7 7 , istituito dalla deliberazione 24-2-78 del C I P I : i dati e le considerazioni che seguono sono tratti essenzialmente dal r a p p o r t o finale elaborato dal g r u p p o , che ha operato presso la Camera di commercio di T o r i n o . 2. CRITERI DI SFRUTTAMENTO OTTIMALE DELLE FONTI DI ENERGIA E DELLE MATERIE PRIME Fino a tempi assai recenti il costo di u n qualsiasi p r o d o t t o veniva calcolato in termini esclusivamente economici, almeno da parte di chi lo p r o d u c e v a e di chi lo acquistava: esso era giudicato t a n t o migliore q u a n t o più la sua qualità e le sue prestazioni risultavano convenienti in relazione al prezzo praticato, indipendentemente dalle modalità e dalle tecniche di p r o d u z i o n e . La politica economica generalmente attuata consisteva semplicemente nel vegliare affinché u n a congiuntura sfavorevole n o n turbasse la dinamica delle forze di mercato, da cui scaturiva u n sempre maggior volume di beni a prezzi via via decrescenti. La presa di coscienza dei limiti dell'ambiente in cui viviamo h a condotto in breve volgere di anni a considerare molti altri aspetti del sistema p r o d u t t i v o , tanto che oggi — almeno a livello macroeconomico — la valutazione della b) della reperibilità o meno in ambito nazionale di ogni risorsa utilizzata, essendo p a r t i c o l a r m e n t e i m p o r t a n t e per l'Italia, dipendente dall'estero per molte f o r n i t u r e anche di importanza vitale, incrementare al m a s s i m o il consumo di risorse nazionali sostitutive di altre importate, il cui v o l u m e deve essere in ogni m o d o ridotto per ragioni relative non soltanto al b u o n a n d a m e n t o della bilancia commerciale; c) del costo ambientale di un'attività, calcolato in relazione alla capacità di recupero degli ecosistemi interessati, res t a n d o stabilito che questa n o n deve c o m u n q u e essere superata p r o d u c e n d o degradazioni irreversibili; q u a n t o agli effetti negativi sulla qualità della vita dei cittadini (derivanti p. es. dall'inquin a m e n t o da r u m o r e ) essi devono essere contenuti entro limiti massimi prefissati, entro i quali il loro costo deve essere c o m p u t a t o come u n a qualsiasi altra voce di spesa, anche se relativa ad u n bene monetizzato; d) del grado di vulnerabilità che u n det e r m i n a t o processo produttivo presenta qualora in ambito internazionale si verificassero congiunture o anche avvenimenti eccezionali sfavorevoli, come p u r e del coefficiente di rischio che p u ò presentare nelle stesse circostanze per gli abitanti del paese: ogni sistema articolato, affidabile ed in grado di m a n t e n e r e u n certo grado di efficienza anche nelle più avverse condizioni è da preferire ad altri, altrettanto o relativamente più convenienti m a più rigidi; e) del livello di occupazione che p u ò essere indotto," e del volume di investimenti richiesti dallo svolgimento di u n a determinata attività, in f u n z i o n e delle possibili tecnologie utilizzabili, soprattutto in caso di sostanziale equivalenza dei risultati economici ottenibili, restando inteso che il p r i m o deve essere per quanto possibile incrementato in rapporto al secondo. Alla luce di queste considerazioni di carattere generale le strutture produttive e le tendenze del mercato, come p u r e le tecnologie oggi disponibili per il recupero delle risorse e lo smaltimento dei rifiuti n o n più utilizzabili, devono essere valutate in un'ottica assai più lungimirante e m e n o interessata di q u a n t o sia avvenuto in passato, ed in particolare tenendo conto del fatto che: — il complesso delle risorse n o n rinnovabili organizzate in m a n u f a t t i n o n p u ò essere considerato come u n insieme di oggetti « a perdere » m a deve essere ritenuto u n capitale circolante, eventualmente da incrementare in misura anche cospicua, m a da utilizzare in m o d o da ridurre al m i n i m o le perdite e di conseguenza i necessari reintegri, il' cui rateo a n n u o rappresenta l'equivalente del tasso di d e p r e z z a m e n t o degli investimenti o del tasso di svalutazione delle somme in valuta; q u a n t o più si riuscirà a limitare in f u t u r o i prelievi dell'ambiente necessari a m a n t e n e r e o ad accrescere tale, capitale, t a n t o più elevato e tanto p i ù a lungo si m a n t e r r à il livello di vita di tutti i cittadini; — l'insieme dei processi di p r o d u z i o n e , di consumo e di r e c u p e r o deve giungere a configurarsi come u n sistema chiuso di trasformazioni in cui gli apporti e le perdite di materia p r i m a da e verso l'ambiente sono assai limitate, ed il propellente di questa e n o r m e m a c c h i n a è rappresentato dall'energia proveniente da diverse fonti, a loro volta in p a r t e rinnovabili — e d u n q u e utilizzabili senza limitazioni — ed in parte n o — e quindi da riservare a quegli usi per cui non sono ammissibili alternative; — il f u n z i o n a m e n t o della p a r t e produttiva della m a c c h i n a trasformatrice richiede spesso materie p r i m e di elevata qualità, che, sebbene n o n disperse, vengono restituite in f o r m e aggregate e suscettibili di utilizzazioni m e n o impegnative; in tal senso si p u ò dire che l'entropia del sistema tende ad a u m e n t a r e . U n a destinazione p r i m a r i a dell'energia disponibile deve a p p u n t o consistere — attraverso il riciclaggio — nel vincere almeno parzialmente tale entropia, m e d i a n t e la raccolta, la concentrazione e la riqualificazione dei materiali, secondo un meccanismo analogo a quello delle p o m p e di calore e con u n r e n d i m e n t o altrettanto favorevole. La determinazione dei limiti a cui occorre spingere tale azione d i p e n d e dal r a p p o r t o tra la scarsezza di risorse n o n rinnovabili e la disponibilità di energia, in relazione al r e n d i m e n t o marginale decrescente dei recuperi: secondo talune valutazioni globali si p u ò ritenere che la convenienza di tali interventi n o n sia più verificata q u a n d o viene raggiunto u n tasso di recupero del 6 0 % , calcolato come media tra quelli possibili per le diverse risorse; oltre tale limite ulteriori significativi progressi pot r e b b e r o essere conseguiti soltanto prol u n g a n d o la d u r a t a del periodo d ' u s o dei manufatti; — u n a politica lungimirante delle risorse p o t r e b b e portare a privilegiare i recuperi anche molto al di là dei vincoli imposti da u n a verifica strettamente economica: la distorsione del mercato a favore del recupero non risulta tuttavia conveniente al di là di certi limiti, spesso più ristretti di q u a n t o non si ritenga comunemente. 3. OSSERVAZIONI RELATIVE AL RECUPERO DEI MATERIALI L'utilizzazione di materiali di recupero da p a r t e dell'industria n o n è u n a novità, in q u a n t o questo è già attuato relativam e n t e a molte materie seconde, come la carta da m a c e r o , i rottami metallici ecc. In questi casi eventuali interventi possono limitarsi a favorire la raccolta e la selezione di tali materiali in m o d o che affluiscano in quantitativi sempre più ingenti agli utilizzatori. Già oggi l'Italia è — nell'ambito CEE — il principale paese importatore di rottami e di cascami. Tale situazione deriva dai lunghi sforzi compiuti dall'industria per aggirare almeno parzialmente la scarsezza di risorse nazionali in termini di materie prime. Per molti altri sottoprodotti dei cicli di lavorazione n o n si conosce invece ancora u n a possibilità di riutilizzazione, a causa di deficienze nelle tecnologie di recupero, il cui studio e la cui sperimentazione sono quindi da incoraggiare in ogni m o d o . Molto spesso tuttavia l'impossibilità di destinare utilmente tali materiali è dovuta non t a n t o a problemi di n a t u r a tecnologica, m a al fatto che la produzione degli scarti è dispersa in piccoli quantitativi presso u n n u m e r o t r o p p o grande di produttori, e / o al fatto che i cascami di diversa n a t u r a o provenienti da lavorazioni differenti vengono mescolati già all'origine, donde u n a reciproca contaminazione che ne rende inattuabile u n a valorizzazione in termini economici. Il raggiungimento delle soglie di convenienza per l'applicazione di tecnologie di r e c u p e r o p u ò in molti casi essere conseguito avviando iniziative consortili, senz'altro possibili q u a n d o in u n comprensorio si verifichi u n a concentrazione di unità produttive di u n determinato settore. È questo il caso di talune agglomerazioni di aziende piccole e medie come p. es. quelle per la lavorazione delle pelli, per la f a b b r i c a z i o n e della carta, per le costruzioni meccaniche ecc. localizzate in comprensori b e n definiti. Per q u a n t o concerne invece l'inutilizzabilità di molti sottoprodotti a causa della reciproca commistione e contaminazione, si rende necessario u n intervento nella fase di accumulo dei materiali di rifiuto, intervento che deve essere attuato da p a r t e della stesse industrie produttrici, m e d i a n t e u n a separazione a m o n t e degli scarti, da riunire secondo categorie merceologiche compatibili. L'applicazione di tali procedure è essenziale ai fini di u n successivo recupero, eliminando la necessità di separazione a valle dei materiali, riducendo la degradazione qualitativa dei rifiuti intesi come mate- rie p r i m e e c o n s e n t e n d o di a t t u a r e processi di n o b i l i t a z i o n e assai p i ù efficaci e m e n o costosi. Le a z i e n d e d e v o n o cioè gestire i loro rifiuti c o m e i c i t t a d i n i delle località in cui sono in a t t o r a c c o l t e differenziate, e q u e s t o n o n solo p e r r e p e r i r e e v e n t u a l i cespiti di e n t r a t a d o v u t i alla v e n d i t a dei m a t e r i a l i r e c u p e r a t i , m a anc h e p e r r i d u r r e i costi di s m a l t i m e n t o dei p r o p r i scarti. Il c a r a t t e r e di s t r u t t u r a o r g a n i z z a t a dell ' i n d u s t r i a d o v r e b b e in m o l t i casi favorire la m e s s a in a t t o di p r o c e d u r e e comp o r t a m e n t i finalizzati al riciclaggio. All ' i m p e g n o d e l l ' i n d u s t r i a deve p e r ò corr i s p o n d e r e u n p a r a l l e l o i n t e r v e n t o della p u b b l i c a a m m i n i s t r a z i o n e , c h e n o n deve f r u s t r a r e con la sua inerzia il l a v o r o svolto p e r l i m i t a r e l ' i n q u i n a m e n t o e p e r valorizzare i r e s i d u i . I n p a r t i c o l a r e a d ogni o b b l i g o i m p o s t o agli o p e r a t o r i e c o n o m i c i deve c o r r i s p o n d e r e u n servizio c h e n e c o m p l e t i l ' o p e r a . Cosi p. es. i garages con i m p i a n t o di lavaggio delle a u t o possono essere o b b l i g a t i a r a c c o g l i e r e le a c q u e oleose in a p p o s i t e cisterne, m a è nel c o n t e m p o n e c e s s a r i o p r e d i s p o r r e u n servizio di raccolta di tali a c q u e c h e n e g a r a n t i s c a lo s m a l t i m e n t o n o n i n q u i n a n te. Se è v e r o c h e ciò c o m p o r t a u n costo, è a n c h e v e r o c h e tale costo r i s u l t a inferiore a quello da sostenere per depurare i corsi d ' a c q u a i n q u i n a t i dalla d i s c a r i c a i n c o n t r o l l a t a di tali l i q u i d i . 4. INTERVENTI DI TECNOLOGICO CARATTERE T r a le linee di i n t e r v e n t o p o s s i b i l e p e r s t i m o l a r e la lotta agli s p r e c h i n e l l ' a p p a r a t o p r o d u t t i v o i t a l i a n o il g r u p p o h a riten u t o c h e r i v e s t a n o u n p a r t i c o l a r e interesse q u e l l e suscettibili di: a) f a v o r i r e i processi p r o d u t t i v i c h e cons e n t o n o u n r i s p a r m i o di m a t e r i a l i med i a n t e la r a z i o n a l i z z a z i o n e della progett a z i o n e e della l a v o r a z i o n e dei b e n i , o che r i d u c o n o la q u a n t i t à di rifiuti n o n riutilizzabili o r i g i n a t i r i c o r r e n d o alle cos i d d e t t e « tecnologie p u l i t e » ; b) i n c o r a g g i a r e la s o s t i t u z i o n e dei materiali n o n o difficilmente r i n n o v a b i l i , o p e r i q u a l i sia p i ù a c c e n t u a t a la n o s t r a d i p e n d e n z a d a l l ' e s t e r o , r i c o r r e n d o invece ad altri le cui f o n t i s i a n o r i n n o v a b i l i o reperibili nell'ambito nazionale; c) s t i m o l a r e , a n c h e m e d i a n t e azioni n o r m a t i v e , la p r o g e t t a z i o n e m o d u l a r e e s t a n d a r d i z z a t a dei m a n u f a t t i , p e r accent u a r n e l ' i n t e r c a m b i a b i l i t à se r e l a t i v a m e n te p o c o c o m p l e s s i , e per p r o l u n g a r n e il periodo d'uso mediante interventi manutentivi p i ù agevoli se s t r u t t u r a l m e n t e p i ù articolati; d) i n c r e m e n t a r e la v i t a u t i l e dei prodotti, da r e a l i z z a r e con m a t e r i a l i p i ù resistenti e d u r e v o l i , o n d e r i d u r r e il prelievo globale di risorse d i m i n u e n d o il tasso di r i c a m b i o del « c a p i t a l e circol a n t e » di b e n i ; e) f a v o r i r e la v a l o r i z z a z i o n e dei sottop r o d o t t i , che d e v o n o essere s e m p r e considerati c o m e f o n t i p o t e n z i a l i di risorse e m o m e n t i p r o d u t t i v i , n o n c o m e conseg u e n z e n e g a t i v e delle t r a s f o r m a z i o n i , d a n e u t r a l i z z a r e in ogni m o d o ; / ) i n c o r a g g i a r e la r e a l i z z a z i o n e di imp i a n t i di r i g e n e r a z i o n e e di d e p u r a z i o n e dei m a t e r i a l i di scarto, o atti all'utilizzazione diretta degli scarti m e d e s i m i , o n d e realizzare la c h i u s u r a dei cicli relativi alle diverse sostanze; g) stimolare la raccolta e la selezione dei m a t e r i a l i di scarto, di cui si d e v e i m p e d i r e la d i s p e r s i o n e in insiemi n o n o m o g e n e i di o r d i n e s u p e r i o r e e la cont a m i n a z i o n e d a p a r t e di altri agenti, f a v o r e n d o i n v e c e la l o r o v a l o r i z z a z i o n e nelle f o r m e e c o n o m i c a m e n t e ed energet i c a m e n t e p i ù valide. 5. INTERVENTI DI CARATTERE N O N TECNOLOGICO O l t r e agli i n t e r v e n t i sui p r o c e s s i già ill u s t r a t i , u n a politica globale di valorizz a z i o n e dei rifiuti d o v r e b b e c o m p r e n d e r n e altri, di c a r a t t e r e n o n t e c n o l o g i c o , atti a f a v o r i r n e la successiva utilizzazione. T r a questi u l t i m i si p u ò a n n o v e r a r e l'att i v a z i o n e di borse dei rifiuti industriali, c h e s a r a n n o t r a t t a t e in u n ' a l t r a p a r t e dei lavori congressuali; ulteriori possibilità di i n t e r v e n t o c o n c e r n o n o l ' i n t r o d u z i o n e di u n a n o r m a t i v a s u l l ' u s o dei m a t e r i a l i p e r imballaggi, l ' a t t u a z i o n e di u n a opp o r t u n a politica di acquisti p u b b l i c i , u n a m a g g i o r d i f f u s i o n e dei risultati delle ric e r c h e c o n d o t t e in ogni settore, la concretizzazione di u n a politica c o e r e n t e dei rifiuti u r b a n i . R i g u a r d o agli imballaggi, p u r senza var a r e p r o v v e d i m e n t i e c c e s s i v a m e n t e limitativi e dirigistici, o p u n i t i v i nei conf r o n t i di t a l u n e p r o d u z i o n i , s a r e b b e op-' p o r t u n a l ' e l a b o r a z i o n e di u n a n o r m a t i v a finalizzata a f a c i l i t a r e il r e c u p e r o dei m a t e r i a l i c o m p o n e n t i o degli stessi imballaggi tal q u a l i ( p . es. sotto f o r m a di vuoti a rendere). A q u e s t o p r o p o s i t o la legge f r a n c e s e 756 3 3 del 15 luglio 1 9 7 5 (« e l i m i n a z i o n e dei rifiuti e r e c u p e r o dei m a t e r i a l i ») dis p o n e a l l ' a r t . 16: « (...) dei decreti del Consiglio di Stato possano regolamentare i modi di utilizzazione di certi materiali, manufatti o forme di energia al fine di facilitare il loro recupero, o quello dei materiali o delle sostanze associate in certe fabbricazioni. La regolamentazione può disporre l'interdizione di alcune lavorazioni, mescolanze o associazioni di materiali estranei, o anche l'obbligo di conformarsi a determinate norme di fabbricazione». Queste prescrizioni sono particolarmente significative nella loro a p p l i c a z i o n e nel c a m p o dei c o n t e n i t o r i e degli imballaggi in genere, c h e in t a l u n i casi posson o essere riciclati ed in altri p o s s o n o f o r n i r e m a t e r i a l i p e r la f a b b r i c a z i o n e di altri i m b a l l a g g i o di altri p r o d o t t i . Spesso i n v e c e u n c o n t e n i t o r e , che n o n è possibile r i u t i l i z z a r e , p r e s e n t a a n c h e prob l e m i di r e c u p e r o d e l m a t e r i a l e o dei m a t e r i a l i che lo c o m p o n g o n o , r i s u l t a n d o t r o p p o costosa la l o r o s e p a r a z i o n e o, in a l t e r n a t i v a , t r o p p o s c a d e n t e la q u a l i t à del m a t e r i a l e c h e se n e p u ò r i c a v a r e senza p r o c e d e r e ad o p e r a z i o n i di separazione. È perciò auspicabile l'introduzion e di u n a n o r m a t i v a che stabilisca le m o d a l i t à di p r o g e t t a z i o n e dei c o n t e n i t o r i q u a n d o la l o r o n a t u r a è tale d a ostacol a r e il r e c u p e r o dei relativi c o m p o n e n t i , e c h e scoraggi la f a b b r i c a z i o n e e l'utilizz a z i o n e nel t e r r i t o r i o n a z i o n a l e di imballaggi difficilmente riciclabili. R e l a t i v a m e n t e alla politica degli acquisti pubblici, essa p u ò e s e r c i t a r e u n ' a z i o n e incisiva p r i v i l e g i a n d o i p r o d o t t i f a b b r i cati c o n m a t e r i a l e riciclato o v v e r o progettati in m o d o da f a c i l i t a r n e il r e c u p e r o dei c o m p o n e n t i . Le scelte della p u b b l i c a amministrazione non devono incidere sulla q u a l i t à dei p r o d o t t i , che devfe essere s a l v a g u a r d a t a t e n e n d o t u t t a v i a presente il criterio della c o n g r u i t à dei b e n i acquistati a s o d d i s f a r e le esigenze della f u n z i o n e d ' u s o p r e v i s t a . In q u a l c h e caso p o t r e b b e q u i n d i essere o p p o r t u n o rivedere gli s t a n d a r d di q u a l i t à prescritti, come p . es. nel caso dei q u a d e r n i scolastici, la cui f a b b r i c a z i o n e d e v e oggi avvenire u t i l i z z a n d o e s c l u s i v a m e n t e fib r e cellulosiche v e r g i n i : u n a b b a s s a m e n t o del g r a d o di b i a n c o richiesto perm e t t e r e b b e il ricorso p a r z i a l e a c a r t a riciclata, c o n s e n t e n d o a n c h e q u a l c h e vantaggio e c o n o m i c o . L ' i n f l u e n z a della d o m a n d a p u b b l i c a in senso stretto p u ò infine essere accresciuta se sarà rivolta u n a m a g g i o r e attenzione al p r o b l e m a dei rifiuti d a p a r t e delle i m p r e s e a p a r t e c i p a z i o n e statale, che p o t r e b b e r o essere i n d i r i z z a t e verso impegni di ricerca e di a p p l i c a z i o n e in questo campo. In tal senso la già citata legge f r a n c e s e n. 6 3 3 all'art. 17 r e c i t a : « Avuto riguardo alle convenzioni internazionali in vigore ed alle disposizioni relative alla repressione delle frodi, il Governo può, allo scopo di contribuire alla salvaguardia dell'ambiente o di far fronte ad una situazione di penuria, fissare la proporzione minima di materiale o sostanze recuperate che deve essere utilizzata nella fabbricazione di un prodotto o di una categoria di prodotti. (...) « L'utilizzazione di una proporzione minima di materiali o di sostanze recuperate può essere imposta per decreto del Consiglio di Stato ai fabbricanti e, se necessario, agli importatori di prodotti regolamentati. (...) ». La ricerca scientifica e tecnologica finalizzata al r i s p a r m i o di m a t e r i a l i h a ass u n t o u n a n o t e v o l e i m p o r t a n z a in questi ultimi a n n i , a d i f f e r e n z a del p a s s a t o . Sforzi a n c h e massicci in tal senso possono t u t t a v i a n o n p r o d u r r e benefici effetti sul sistema i n d u s t r i a l e se n o n esiste u n a s t r u t t u r a in g r a d o di d i f f o n d e r n e i risultati a livello della m e d i a e piccola i n d u s t r i a , c o m e s a r e b b e invece o p p o r t u n o in m o l t i settori ( p . es. q u e l l o tessile). Per r e n d e r e possibile l'accesso di t u t t e le i m p r e s e a tecnologie a v a n z a t e o c c o r r e u n ' a z i o n e c h e t e n d a i n n a n z i t u t t o ad acc e r t a r e il livello tecnologico delle u n i t à p r o d u t t i v e dei singoli settori e ad assistere p o i le i m p r e s e n e l l ' a t t i v i t à di amm o d e r n a m e n t o c h e risulta n e c e s s a r i a ; u n a v o l o n t à di o p e r a r e in tal senso è già stata m a n i f e s t a t a dalle F i n a n z i a r i e regionali, dalle C a m e r e di c o m m e r c i o e dalle Associazioni i n d u s t r i a l i . U n a politica coerente dei rifiuti urbani d o v r e b b e t e n e r c o n t o a n c h e di quelli ind u s t r i a l i , e viceversa: i n f a t t i ai 14,5 milioni di t / a di i m m o n d i z i e u r b a n e si d o v r e b b e r o a g g i u n g e r e a l m e n o 2 milioni di t / a di rifiuti i n d u s t r i a l i ad esse assimilabili, c o m p r e n d e n t i rifiuti degli uffici, di m e n s a , di t a l u n e attività di m a n u t e n z i o n e , imballaggi ecc. U n trattam e n t o associato degli uni e degli altri p o t r e b b e in m o l t i casi c o n s e n t i r e u n a m i g l i o r e utilizzazione di e n t r a m b i , f a r e r a g g i u n g e r e in alcuni c o m p r e n s o r i la soglia di c o n v e n i e n z a di tecnologie p i ù efficienti, e r i d u r r e il costo ecologico di t a l u n e f o r m e di s m a l t i m e n t o . 6. PRODUZIONE DI RIFIUTI E POSSIBILITÀ DI RECUPERO NELL'INDUSTRIA ITALIANA Si r i m a n d a a l l ' a p p e n d i c e B p e r u n a rassegna dei d a t i essenziali relativi ai singoli settori p r o d u t t i v i . A titolo di esemp i o si r i p o r t a n o tuttavia a l c u n i dati tra i p i ù significativi r i s u l t a n t i dalle analisi di settore. A tutt'oggi v e n g o n o ogni a n n o d i s p e r s e , m e n t r e s a r e b b e r o i n v e c e in g r a n p a r t e suscettibili di v a l o r i z z a z i o n e : 4 0 0 0 t di z u c c h e r o c o n t e n u t o nelle a c q u e di processo d e l l ' i n d u s t r i a d o l c i a r i a ; 2 6 0 . 0 0 0 t di scarti di m a c e l l a z i o n e ; 8 3 . 0 0 0 t di p o l p a semi e b u c c e di p o m o d o r o derivanti dall'industria conserviera come p u r e 2 0 0 0 t di e m i c o t i l e d o n i di piselli, 3 0 0 . 0 0 0 t di scarti di a g r u m i costituiti p e r la m e t à d a b u c c e ; 1,6 milioni di t di siero di latte, m e n t r e altri 2 , 4 m i l i o n i di t sono d e s t i n a t e a l l ' a l i m e n t a z i o n e suin a i n v e c e di essere t r a t t a t e p e r recuper a r e il lattosio e le p r o t e i n e c o n t e n u t e ; 1 . 8 0 0 . 0 0 0 t di sanse esauste d e r i v a n t i dalla s p r e m i t u r a delle olive; 2 milioni di t di g r a s p i , vinaccioli e b u c c e o r i g i n a t e dalla vinificazione delle u v e ; 4 0 0 0 t di fibre tessili, 10.000 t d i p e l u r i a r e s i d u a t a n e l l ' i n d u s t r i a tessile e 2 5 0 0 t d i lanolina utilizzabile i n v e c e d a l l ' i n d u s t r i a dei cosmetici; 5 0 . 0 0 0 t di carniccio e di scarti d e l l ' i n d u s t r i a c o n c i a r i a ; 1,3 milioni di m e di s f r i d i e particelle legnose con u n c o n t e n u t o e n e r g e t i c o p a r i a quello di 3 2 0 . 0 0 0 t di p e t r o l i o ; 1 m i l i o n e di t di scorie di a l t o f o r n o , g r a n d i q u a n t i t a tivi di p i o m b o , zinco e f e r r o c o n t e n u t i nelle polveri d e r i v a n t i dal t r a t t a m e n t o dei f u m i delle acciaierie; 3 0 . 0 0 0 t di all u m i n i o , 8 0 0 0 t d i r a m e , 13.000 t di zinco, 1 0 0 0 t di p i o m b o e 2 5 0 t di stagno c o n s i d e r a t e r e c u p e r a b i l i dalle industrie p e r la l a v o r a z i o n e dei metalli n o n f e r r o s i , ed oggi i n v e c e disperse; g r a n d i q u a n t i t a t i v i di m a t e r i e p l a s t i c h e , gomm e , f a n g h i di v e r n i c i a t u r a , s a b b i e deriv a n t i dalle f o n d e r i e d i s e c o n d a f u s i o n e , oli interi ed e m u l s i o n i ecc. p r o d o t t i dall ' i n d u s t r i a m e c c a n i c a e da q u e l l a della c o s t r u z i o n e dei m e z z i di t r a s p o r t o ; 3 9 . 0 0 0 t di i d r o c a r b u r i p e s a n t i c o n t e n u t i nei f o n d a m i dei depositi p e t r o l i f e r i ; grandi q u a n t i t a t i v i di sostanze c h i m i c h e assai v a r i e c o n t e n u t e nelle a c q u e di processo d e l l ' i n d u s t r i a p e t r o l c h i m i c a ; 2 1 5 m i l a t di p n e u m a t i c i ; 1 2 2 . 0 0 0 t di materie p l a s t i c h e ecc. 7. PROBLEMI PARTICOLARI R e l a t i v a m e n t e ad alcuni m a t e r i a l i o scarti i lavori del g r u p p o di s t u d i o h a n n o p o s t o in e v i d e n z a dei p r o b l e m i p a r t i c o l a r i c h e t r a s c e n d o n o i limiti delle i n d a g i n i verticali di settore: t r a questi u n a p a r t i c o l a r e m e n z i o n e deve essere f a t t a r i g u a r d o alle fibre cellulosiche, ai c o m p o s t i dello z o l f o d e r i v a n t i dal tratt a m e n t o di effluenti e dalla d e s o l f o r a zione di c o m b u s t i b i l i fossili, alla possibilità di i n d i v i d u a r e nei g r a n d i utilizzatori di energia i d e s t i n a t a r i di e v e n t u a l i c o m b u s t i b i l i di r e c u p e r o , a l l ' o p p o r t u n i tà p e r le c e m e n t e r i e e le v e t r e r i e di utilizzare s o t t o p r o d o t t i di altre i n d u s t r i e . Per q u a n t o concerne le fibre cellulosiche il p r o b l e m a presenta — come è noto — d u e aspetti relativi l ' u n o all'approvvigion a m e n t o di materia p r i m a (di cui l'Italia è per la quasi totalità debitrice all'estero) e l'altro al t r a t t a m e n t o ed eventualmente all'utilizzazione degli effluenti delle cartiere. Il tasso di recupero della carta da macero nazionale p u ò certam e n t e essere ancora innalzato in maniera significativa, ed inoltre questa potrebbe essere parzialmente surrogata — alm e n o in certe lavorazioni — da fibre cellulosiche ricavabili dai residui delle attività forestali e dagli sfridi delle industrie del legno, ove questi fossero avviati a centri consortili di riduzione in chips e da qui ai p r o d u t t o r i di pasta di carta. Il m e r c a t o della carta da m a c e r o p o t r e b b e poi essere ampliato ed in p a r t e stabilizzato f a v o r e n d o l'attività dei recup e r a t o » (anche n o n istituzionali) di carta, che d o v r e b b e r o procedere in ogni caso alla selezione e al condizionamento del materiale p r i m a di cederlo agli utilizzatori, ed incoraggiando con opportuni incentivi le cartiere a migliorare e ristrutturare le loro linee di pulperizzazione in m o d o da essere in grado di lavorare materie prime di qualità più scadente. L'attuale massiccio impiego di combustibili fossili c o m p o r t a l'immissione nell ' a t m o s f e r a di grossi quantitativi di anidride solforosa, m e n t r e la loro depurazione onde ottenere combustibili a basso tenore di zolfo c o n d u c e alla separazione di grandi quantitativi di zolfo greggio. Molte lavorazioni c o m p o r t a n o inoltre l'impiego di grossi quantitativi di acido solforico che p u ò essere parzialmente scaricato insieme agli altri effluenti. L'inasprirsi delle misure di prevenzione d e l l ' i n q u i n a m e n t o ambientale e l'introduzione delle cosiddette tecnologie pulite, m e n t r e t e n d o n o ad accrescere la disponibilità di composti a base di zolfo, ne limitano c o n t e m p o r a n e a m e n t e le possibilità di utilizzazione. Sarebbe invece auspicabile una ricerca plurisettoriale delle possibili utilizzazioni dell'anidride solforosa e dell'acido solforico diluito residuati d a l l ' a b b a t t i m e n t o di molti inquinanti, come p u r e dello zolfo greggio derivante dalla raffinazione dei combustibili fossili, da f a r confluire in settori di utilizzazione diversi da quelli tradizionali. Notevole risulta anche la disponibilità di combustibili secondari costituiti da materiali legnosi, noccioli d'oliva contenuti nelle sanse esauste, gusci di m a n d o r l e e nocciole utilizzate dall'industria alimentare, morchie oleose, f o n d a m i delle raffinerie, peluria relativa all'industria tessile, pneumatici non più ricostruibili, solventi usati, scarti di lavorazione delle materie plastiche ecc. Il potere calorifico di questi materiali n o n è t r o p p o elevato (4000-7000 K c a l / K g ) , la loro composizione spesso variabile e la f o r m a di aggregazione tale da rendere per lo più impossibile la loro combustione in f o r n i tradizionali. La disponibilità complessiva in Italia di questi combustibili di r e c u p e r o supera p r o b a b i l m e n t e il milione di t / a , equivalenti ad oltre mezzo milione di t / a di petrolio: sarebbe quindi di grande interesse u n o studio sistematico delle relative possibilità di impiego, anche allo scopo di minimizzare i costi di t r a s p o r t o verso i grandi utilizzatori di energia che p o t r e b b e r o impiegarli a d a t t a n d o opport u n a m e n t e i propri impianti. T r a di essi si possono annoverare le cementerie, le fornaci per la produzione di calce viva e di laterizi, le industrie che utilizzano grossi quantitativi di v a p o r e o i cui processi produttivi c o m p r e n d o n o cicli di essiccamento dei materiali, i quartieri residenziali ed i servizi che possono assorbire calore per il riscaldamento degli ambienti o sotto f o r m a di acqua calda. L'industria del vetro impiega già oggi notevoli quantitativi di r o t t a m e sostitutivo della materia p r i m a ed inoltre suscettibile di esercitare u n ' a z i o n e fondente e q u i n d i di consentire u n certo risparmio energetico. La p r o d u z i o n e di vetri scuri potrebbe a n c h e assorbire u n a certa percentuale di scorie di a l t o f o r n o come f o n t e a b u o n m e r c a t o di C a O e di AI2O3. Anche Vindustria cementiera p u ò utilizzare grandi quantitativi di scorie di altof o r n o per realizzare la miscela di silicati costituenti il cemento, ed inoltre altri sottoprodotti tra cui i rosticci dei f o r n i di incenerimento dei rifiuti u r b a n i , le ceneri volanti delle centrali termoelettriche, i sottoprodotti di arricchimento di certe industrie minerarie, taluni fanghi e sali residui industriali, gli scisti bituminosi ed oleosi il cui contenuto di i d r o c a r b u r i viene utilizzato come combustibile ausiliario, i residui fosforati ' provenienti dall'arricchimento delle fosforiti povere, i fosfogessi, la ganga residua della lavorazione delle piriti, alcuni f a n g h i rossi, le scorie derivanti dalla combustione dei carboni, le scorie di f u s i o n e dello zinco e del p i o m b o , le ceneri di lignite ecc. L'assorbimento di materiali di r e c u p e r o anche relativamente poco idonei risulta facilitata dal grande volume di p r o d u z i o n e delle cementerie, prossimo a 4 0 milioni di t / a in Italia, tale quindi da ammettere l'inserzione — evidentemente minoritaria — di numerosi cascami. Tali pratiche consentirebbero qualche vantaggio economico e soprattutto u n beneficio ecologico dovuto alla riduzione dei prelievi dalle cave. 8. PROPOSTE DI I N D A G I N E T r a le misure che p o t r e b b e r o contribuire ad ottimizzare la soluzione del problema posto dalla valorizzazione dei rifiuti industriali, come pure del loro smaltimento in genere, alcune h a n n o carattere essenzialmente organizzativo e conoscitivo; la loro attuazione contribuir e b b e a generare u n a maggior chiarezza ed incisività nelle azioni condotte dai diversi operatori interessati. Le iniziative auspicabili sono numerose; si m e n z i o n a n o in particolare le seguenti: — classificazione sistematica dei rifiuti industriali allo scopo di rendere congruenti i dati raccolti nel corso di f u t u r i lavori, ed anche per facilitare la stima dei quantitativi totali di rifiuti simili prodotti in diversi settori'industriali; — elaborazione di uno schèma di indagine-tipo, di settore o orizzontale, da f a r seguire da qualsiasi ente incaricato di eff e t t u a r e ulteriori indagini, onde renderle congruenti e q u i n d i confrontabili; — istituzione di u n a struttura pubblica permanente che rilevi i dati, progetti e realizzi ricerche, proponga interventi, e costituisca c o m u n q u e u n p u n t o di riferimento per la p u b b l i c a amministrazione e per le imprese in tema di recupero, riciclaggio, risparmio di materiali e più in generale gestione dei rifiuti, costituendo cosi u n a b a n c a dei dati in questo settore, sostenuta dalla collaborazione di enti esterni per la realizzazione di ricerche finalizzate; — studio globale del problema delle acque reflue, nei suoi aspetti del consumo della risorsa acqua, dell'impegno energetico necessario per il suo condi^ zionamento termico e d e l l ' i n q u i n a m e n t o prodotto dall'immissione degli scarichi liquidi nell'ambiente (e di riflesso dei costi di disinquinamento). 9. FABBISOGNI FINANZIARI PER L'ATTUAZIONE DI U N A POLITICA GENERALIZZATA DI RECUPERO Attualizzando ad oggi il volume medio degli investimenti effettuati dall'industria nell'ultimo triennio si ottiene un valore a n n u o di circa 6000 miliardi di lire. Analizzando più in dettaglio questa cifra e tenendo conto del tasso dei recuperi possibili nei diversi settori p r o d u t tivi, n o n c h é delle diverse esigenze di introdurre tecnologie pulite, il g r u p p o di studio ha ritenuto di fissare per il prossimo triennio il volume di investimenti necessari ad attuare interventi di riciclaggio ovvero a modificare i processi in m o d o da ridurre il consumo di risorse, nella misura di 6 5 0 miliardi l ' a n n o per c i a s c u n a dèi tre anni a venire. In particolare i capitali da mobilitare a questo scopo sono stati ritenuti necessari in linea di principio nella misura del 10 o del 1 5 % di quelli globalmente investiti nei singoli settori, tenuto conto delle esigenze riscontrate. In dettaglio i fabbisogni finanziari per l'ottimizzazione dello s f r u t t a m e n t o delle fonti di energia e delle materie prime nei processi industriali risultano fissati, per ciascun comparto, nella misura indicata (valori espressi in miliardi di lire del 1978) nella tabella 1. Questo sforzo nazionale p u ò essere rea- lizzato per diverse vie: p a r t e della somm a necessaria deriverà da investimenti attuati dalle industrie private e pubbli* che secondo i capitoli di spesa ordinari dei loro bilanci, parte sarà compresa nella realizzazione di n u o v e u n i t à produttive concepite in armonia con le n u o v e esigenze, ed infine u n a parte deve essere reperita nell'ambito di u n p r o g r a m m a di interventi pubblici, derivanti dalla legge 675 o da altri provvedimenti analogamente finalizzati. Si ritiene che l'intervento pubblico necessario a mettere in m o v i m e n t o anche le altre f o r m e di impegno non possa essere inferiore al 4 0 % della cifra totale, che r a p p r e s e n t a u n m i n i m o n o n riducibile. N e deriva d u n q u e u n f a b b i s o g n o di capitale pubblico nella misura di 2 6 0 miliardi l ' a n n o per il triennio 19791981, vale a dire di 780 miliardi complessivi. Oltre all'impegno complessivamente richiesto alle diverse componenti della produzione industriale, valutato nella cif r a di 1950 miliardi per il triennio considerato, si ritiene che anche successivamente si d o v r à continuare a destinare a questa f o r m a di r i n n o v a m e n t o delle! attrezzature produttive u n m i n i m o pari al 1 0 % degli investimenti effettuati, Tabella 1. I n v e s t i m e n t i a n n u i n e l l ' i n d u s t r i a , r i c h i e s t i p e r lo s f r u t t a m e n t o o t t i m a l e d e l l e f o n t i di e n e r g i a e d e l l e m a t e r i e p r i m e C l a s s i di i n d u s t r i e Valori in miliardi di lire Industrie alimentari Industrie tessili I n d u s t r i e del v e s t i a r i o , dell'abbig l i a m e n t o e della lavorazione d e l l e pelli e del cuoio I n d u s t r i e del legno, del mobilio e dell'arredamento Industrie metallurgiche Industrie m e c c a n i c h e I n d u s t r i e dei mezzi di t r a s p o r t o I n d u s t r i e dei materiali da c o s t r u zione I n d u s t r i e c h i m i c h e e affini I n d u s t r i e dei d e r i v a t i del petrolio e del c a r b o n e Industrie trasformatrici della gomma I n d u s t r i e c a r t a r i e , poligrafiche cartotecniche e trasformatrici della c a r t a e del c a r t o n e 46,5 50,5 Totale 19 24 114,5 108 110 Tabella 2 . D e s t i n a z i o n e d e g l i i n t e r v e n t i p u b blici p e r il r e c u p e r o e il r i c i c l a g g i o d e i materiali Destinazione Ricerca applicata Ricerca di b a s e e / o finalizzata all ' a t t u a z i o n e di nuove t e c n o l o g i e I n f r a s t r u t t u r e locali e consortili R i s t r u t t u r a z i o n e e / o realizzazione di impianti % 15 5-10 20 55-60 quota che dovrà essere prevista anche relativamente ad ogni intervento pubblico p r o g r a m m a t o in f u t u r o . Gli importi indicati d o v r a n n o essere destinati alle diverse f o r m e di intervento come indicato nella tabella 2, ove alla voce « i n f r a s t r u t t u r e locali e consortili » si sono raggruppate quelle iniziative che possono essere promosse in a m b i t o regionale e / o di consorzi di C o m u n i , e quelle che venissero attuate da consorzi di imprese che agiscano congiuntamente o attraverso le rispettive associazioni di categoria. In molti casi la piccola dimensione delle unità produttive o l'onerosità e la complessità delle soluzioni tecniche da attuare possono p o r r e il recupero ed il riciclaggio dei materiali al di là delle possibilità economiche degli interessati. In altri casi viceversa il moltiplicarsi delle iniziative, sebbene ancora economicamente valide, genera sprechi o abbassa i rendimenti conseguibili. La definizione di u n a q u o t a del 2 0 % dell'investimento pubblico a favore di iniziative consortili è quindi intesa a sostenere quelle che v e r r a n n o proposte, m a anche a vincolare u n a p a r t e dei f o n d i disponibili a questa f o r m a di utilizzazione, onde creare in certa m i s u r a u n a necessità per le imprese di consorziarsi a questo fine, q u a n d o risultassero esaurite le altre possibilità di finanziamento. 3,5 130 23 10,5 10,5 650 10. C O N C L U S I O N I I dati raccolti in numerose recenti indagini e parzialmente esposti in questa rapida rassegna dimostrano come — an- c h e al d i là degli aspetti s t r e t t a m e n t e ecologici — il r e c u p e r o dei sottoprod o t t i i n d u s t r i a l i sia di v a s t a p o r t a t a , e suscettibile di p r o d u r r e effetti significativi s u l l ' e c o n o m i a n a z i o n a l e q u a l o r a venga a v v i a t o a c o n v e n i e n t e s o l u z i o n e . U n a stima s o m m a r i a dei m a t e r i a l i elencati al c a p . 6, ed a t t u a l m e n t e n o n valor i z z a t i , n e f a a m m o n t a r e il v a l o r e a circa 4 0 0 m i l i a r d i ; c o n s i d e r a n d o a n c h e altri s o t t o p r o d o t t i n o n m e n z i o n a t i , il val o r e d i tutti i c a s c a m i originati dalle lav o r a z i o n i i n d u s t r i a l i e oggi dispersi pot r e b b e essere a s s u n t o p a r i al d o p p i o alm e n o , vale a d i r e ad 8 0 0 m i l i a r d i di lire l ' a n n o . Se o l t r e a l l ' a t t u a z i o n e di p r a t i c h e di rec u p e r o si p r o c e d e s s e a n c h e a l l ' i n t r o d u z i o n e di tecnologie p u l i t e o v u n q u e ciò a p p a i a a u s p i c a b i l e , p o t r e b b e essere ris p a r m i a t a u n a c i f r a a l m e n o e g u a l e in t e r m i n i di m a n c a t i costi di d i s i n q u i n a m e n t o , o v v e r o o r i g i n a t i dagli effetti dell ' i n q u i n a m e n t o stesso. Q u e s t e i n d i c a z i o n i di larga m a s s i m a poss o n o essere c o n f r o n t a t e c o n il v o l u m e di i n v e s t i m e n t i r i t e n u t i necessari p e r oper a r e gli o p p o r t u n i i n t e r v e n t i , i n d i v i d u a t o i n t o r n o ai 6 5 0 m i l i a r d i l ' a n n o . Si p u ò q u i n d i p o r r e il v a l o r e del rapp o r t o c o s t i / b e n e f i c i p r o s s i m o ad 1 p e r q u a n t o attiene al solo r e c u p e r o di m a t e riali, e p a r i a 0 , 5 se si tiene c o n t o anc h e degli effetti e c o l o g i c a m e n t e f a v o r e voli i n d o t t i ; ciò, a p a r t e ogni consideraz i o n e relativa alla p r e c a r i a d i s p o n i b i l i t à nel tempo di risorse non rinnovabili, sembra indicare u n a netta convenienza del riciclaggio n e i c o n f r o n t i della semplice n e u t r a l i z z a z i o n e . S e n z a c o n s i d e r a r e i benefici a l u n g o term i n e c h e q u e s t o p u ò p r o d u r r e , il s u o c o s t o i m m e d i a t o p u ò poi r i s u l t a r e n o n m o l t o s u p e r i o r e a q u e l l o della i n n o c u i z z a z i o n e degli effluenti o v e le s t r u t t u r e p r o d u t t i v e siano a p r i o r i p r o g e t t a t e allo s c o p o di f a v o r i r l o in ogni m o d o , e gestite di c o n s e g u e n z a . Il costo dei processi di n o b i l i t a z i o n e e delle tecnologie p u l i t e n o n è i n f a t t i in g e n e r e t r o p p o s u p e r i o r e a q u e l l o del d i s i n q u i n a m e n t o , a l m e n o in t e r m i n i di i n v e s t i m e n t i ; p e r q u a n t o attiene la g e s t i o n e il p r i m o risulta poi spesso m e n o o n e r o s o del s e c o n d o . Ciò d o v r e b b e c o s t i t u i r e , a l u n g o term i n e , u n i n c e n t i v o p e r l e i n d u s t r i e ad adottare procedimenti ecologicamente p i ù c o r r e t t i : la r i c h i e s t a di u n interv e n t o iniziale dello S t a t o d o v r e b b e essere finalizzata s o l t a n t o a d a v v i a r e c o n t e m p e s t i v i t à ed efficacia il p r o c e s s o di r i n n o v a m e n t o t e c n o l o g i c o . In tal senso si p u ò p a r l a r e di u n a politica del recup e r o , oggi i m p r o r o g a b i l e : la sua attuazione r i c h i e d e u n a serie di scelte sulle cui m o t i v a z i o n i p a r e esservi u n a sostanziale c o n v e r g e n z a di t u t t e le p a r t i sociali, a n c h e se la loro a r t i c o l a z i o n e resta oggetto di discussione. A f a v o r e d i u n siffatto i m p e g n o — c h e d e v e g i u n g e r e a c o i n v o l g e r e in v a r i e f o r m e risorse nazionali p e r u n i m p o r t o di m o l t e c e n t i n a i a di m i l i a r d i l ' a n n o — b i s o g n a a n c o r a a n n o v e r a r e la s u a conv e n i e n z a p e r u n p a e s e c o m e l ' I t a l i a , rel a t i v a m e n t e p o v e r o di risorse n a t u r a l i e s o v r a p p o p o l a t o . Il r e c u p e r o di m a t e r i e seconde tende infatti a ridurre l'impiego di m a t e r i e p r i m e , il cui costo a l l ' i m p o r t a z i o n e v i e n e in g r a n p a r t e a s s o r b i t o d a u n m a g g i o r c o n t e n u t o di v a l o r e aggiunto delle sostanze riciclate, d o n d e u n inc r e m e n t o g e n e r a l e dei livelli di occup a z i o n e a p a r i t à degli altri f a t t o r i di produzione. Il c o n s e g u i m e n t o di significativi progressi nello s f r u t t a m e n t o o t t i m a l e delle m a t e r i e p r i m e e delle f o n t i e n e r g e t i c h e è d u n q u e r a c c o m a n d a b i l e ed u r g e n t e p e r u n a serie assai a m p i a di m o t i v a z i o n i — a m b i e n t a l i , e c o n o m i c h e e sociali — m a soprattutto perché rappresenta l'unica via p e r m a n t e n e r e c o n d i z i o n i d i vita r a g g i u n t e con u n l u n g o p r o g r e s s o ed o r m a i i r r i n u n c i a b i l i : le n e c e s s a r i e tecnologie s o n o in p a r t e n o t e v o l e già acquisite, a n c h e se la l o r o a p p l i c a z i o n e ric h i e d e u n m u t a m e n t o s o s t a n z i a l e dei n o s t r i m o d i di p e n s a r e ed u n a p r e c i s a v o l o n t à politica di a t t u a r e la riconversione. APPENDICE A: PRODUZIONE DI RIFIUTI INDUSTRIALI Sebbene i dati contenuti nell'indagine « I rifiuti solidi industriali - elementi conoscitivi e propositivi per una politica d'intervento » della Confederazione-generale dell'industria italiana siano stati in parte ritoccati in seguito ad ulteriori ricerche, vengono ugualmente riportate alcune indicazioni in essa contenute, relative alla produzione ed alla destinazione dei rifiuti industriali nei diversi settori produttivi (tab. 3-4). Le informazioni relative alla produzione di rifiuti per addetto impiegato (tab. 5) sono invece tratte dal rapporto « I rifiuti solidi tecniche e costi di raccolta e smaltimento » (G. M. Baiano, C. G. Bertolotti, V. Borasi). APPENDICE B: ANALISI DI SETTORE Mentre si rimanda all'appendice C per una lista settoriale delle indicazioni di intervento sui processi e relativo alle ricerche da svolgere, vengono riportati i dati essenziali delle analisi contenute nel rapporto finale del gruppo di studio « Recupero e riciclaggio dei materiali » (legge 675). B.1. INDUSTRIA ALIMENTARE Struttura produttiva di occupazione e livelli Gli addetti del settore risultano (ISTAT 1971) essere 380.000 ripartiti in 49.000 aziende, di cui 34.600 (71%) artigiane con 95.000 (25%) addetti. Inoltre gli addetti in imprese con oltre 20 addetti risultavano essere 227.000 (60%) (ulteriore fascia di industrie di piccola dimensione). La valutazione del quantitativo totale di rifiuti prodotti risulta incerta a causa della diversità dei processi produttivi applicati. Il valore di 2,35 milioni di t/a riportato dall'indagine Confindustria appare sottostimato, mentre sembra più realistico un valore di 7-8 milioni di t di rifiuti. Forme di riutilizzo degli scarti Lo studio delle forme di riutilizzo deve tener conto di una serie di fattori tra cui: — la natura e le caratteristiche dei rifiuti; — la loro distribuzione sul territorio; — la fattibilità tecnica di processi di recupero (aspetti chimici, microbiologici, ingegneristici, agronomici ecc.); — la fattibilità economica; — il mercato dei prodotti riciclati. Filoni di ricerca Riciclaggio ad uso fertilizzante, energetico e alimentare. Le suddette forme di recupero sono possibili solo se applicate ad unità produttive di notevole entità o, in alternativa, attraverso consorzi. Le tecniche disponibili per effettuare il recupero sono numerose; non tutte, però, risul- Tabella 3. D e s t i n a z i o n e dei rifiuti solidi Destinazioni Settori manifatturieri Alimentari Tessili Vestiario Calzature Pelli e c u o i o Legno Mobilio Metallurgiche Meccaniche Mezzi t r a s p o r t o Materiali da c o s t r u z i o n e Chimiche e derivati Gomma Fibre c h i m i c h e Carta e cartone Poligrafiche ed editoriali Fonografiche Materie plastiche Manifatt. varie Totale g e n e r a l e T a b e l l a 4. T i p o l o g i a d e i F o r n o di incenerimento Altre forme di i n c e nerimento 83,60 31,47 13,91 20,42 5,82 74,41 7,17 4,59 62,25 7,03 83,84 52,42 0,95 10,23 17,93 0,43 2,12 8,94 180,09 14,55 3,11 25,92 6,46 30,23 18,85 1,45 Alimentari Tessili Vestiario Calzature Pelli e cuoio Legno Mobilio Metallurgiche Meccaniche Mezzi di t r a s p o r t o Materiali da costruzione Chimiche e derivati Gomma Fibre c h i m i c h e Carta e cartone Poligrafiche ed e d i t o r i a l i Fonografiche Materie plastiche M a n i f a t t . varie Totale generale per Discarica pubblica Discarica privata 1.131,44 119,84 11,34 11,71 326,75 41,21 55,59 6.796,83 1.086,20 184,33 1.190,98 306,01 42,31 129,36 146,75 22,88 11.632,43 7.335,88 settori ( m i g l i a i a di 31,62 10,03 0,14 9,74 2,72 172,94 0,66 183,26 225,34 14,47 7,67 40,54 19,18 70,31 2.716,53 416,07 95,32 362,35 782,03 23,39 30,02 366,14 9,99 0,21 18,39 7,99 502,12 513,95 5.389,19 — — 17,04 3,02 — rifiuti solidi Tipi di rifiuto Settori manifatturieri industriali — 28,92 — industriali per Assimilabili ai rifiuti urbani settori Recuperati e / o venduti 179,92 95,71 37,36 15,43 26,05 311,98 46,18 75,27 247,46 120,32 104,43 148,78 19,11 22,02 110,35 34,10 0,26 175,76 6,64 906,69 59,47 30,10 23,28 92,29 421,03 359,25 7.032,33 1.250,56 1.681,95 1.632,80 392,01 43,21 24,51 251,38 53,87 0,92 12,64 6,22 1.777,15 14.274,51 t/a) ( m i g l i a i a di Vendita Recupero 725,43 55,72 28,95 21,69 89,88 241,77 44,42 2.535,52 1.044,09 1.660,78 509,03 43,47 37,80 20,37 209,40 52,02 0,92 12,53 2,10 Materiali inerti 561,70 4,62 — 0,05 0,01 2,86 0,19 9.845,59 1.223,15 76,72 2.497,81 91,14 3,35 16,70 15,06 0,02 0,04 0,04 — 14.339,06 146,08 5,23 0,86 0,18 12,61 170,91 315,94 4.591,10 204,10 21,46 1.035,22 343,79 5,50 4,12 20,57 0,47 Cessione a terzi 2,16 5,42 0,34 __ 3,02 8,36 0,76 135,32 10,72 0,26 20,99 2,47 3,99 5,20 Ritiro da ditta specializzata Ricompos. pendici cave strade 8,27 2,83 0,44 0,99 114,64 4,68 4,93 19,60 25,56 3,41 1,83 0,06 „ Concimazione 54,21 2,52 Corso di acqua Altre 0,07 0,17 6,89 ___ 37,51 2,46 0,83 __ 611,45 8,49 2,04 144,61 19,16 1.053,20 289,61 3,65 1,96 0,06 0,28 0,21 16,18 5,93 .— 0,16 2,11 2,02 6.880,41 201,03 — — 189,43 Totale 204,07 — 79,81 — — 6,60 2.344,76 466,49 70,74 64,77 609,09 736,76 512,66 17.302,33 3.006,53 2.011,66 4.409,72 1.879,75 115,70 191,52 820,85 98,40 1,27 243,17 17,60 1.968,86 t/a) Materie plastiche 6,89 5,77 2,53 0,86 2,64 — 2,03 0,83 7,80 3,09 3,52 20,08 10,76 7,84 2,27 5,49 0,05 47,63 0,63 130,71 Gomma 0,01 0,99 — 0,28 0,08 — — 0,77 1,26 1,20 0,10 1,61 36,70 — — — — — — 43,00 Fanghi 527,16 298,98 0,75 — 388,07 0,76 63,68 329,82 245,79 118,73 170,21 892,26 1,77 117,25 439,88 2,89 .—. Infiammabili 0,01 Altri Totali 162,37 0,94 2.344,76 466,49 70,74 64,77 609,09 736,76 512,66 17.302,33 3.006,53 2.011,66 4.409,72 1.879,75 115,70 191,52 820,85 98,40 1,27 243,17 17,60 — — 0,12 36,73 3,99 24,65 3,42 0,49 7,30 0,63 3,19 0,36 0,91 3,83 4,11 2,76 3.605,96 84,56 — 24,87 99,96 4,61 13,73 5,86 6,22 0,37 326,58 0,17 — 1,54 1,12 0,51 — 648,83 34.903,78 sostanze alimentari nobili, considerando il suo contenuto di lattosio (4,50%), proteine (0,70%), grasso (0,05%) e le controindicazioni che presenta nel caso di impiego massiccio per l'alimentazione dei maiali (dissenteria). Sarebbe d u n q u e invece possibile — mediante opportune lavorazioni — ricavarne circa 200.000 t / a di alimenti nobili. Tabella 5. Produzione di rifiuti per addetto nell'industria italiana Kg/addetto/mese Produzione totale rifiuti (t/a/add.) Attività industriale Alimentare Tabacco Tessile Abbigliamento Calzature Cuoio Legno Mobili Metallurgia Meccanica C o s t r u z i o n e m e z z i di t r a s p o r t o Minerali non metalliferi Chimica Fibre c h i m i c h e Gomma Carta Grafica Foto-Fono-Cine Plastica 1,75 0,54 0,31 0,27 0,23 1,94 5,55 0,89 21,80 1,73 1,61 10,80 9,46 0,69 1,22 3,77 0,42 0,48 1,11 Recuperati 3,5 — 2 — — 2 — — 4 51 80 7 56 — 5 2 6 2 tano economiche. Quindi si avverte la necessità di ulteriori approfondimenti scientifici e tecnologici. B.1.1. Industria molitoria e della pastificazione Principali produzioni di rifiuti La lavorazione del grano tenero produce sottoprodotti in gran parte recuperati; per 350.000 t / a (crusca, germe, farinaccia ecc.) di essi non appare possibile il reimpiego a causa della dispersione e delle modeste dimensioni delle unità produttive. L'industria della pastificazione produce 45.000 t / a di scarti utilizzati come mangime per l'80% e 25.000 t / a di scarti di imballaggio. B.1.2. Industria dolciaria Principali produzioni di rifiuti Su 348.000 t / a di prodotti da forno si ha l ' l % di scarti di lavorazione, attualmente dispersi, ed il 5 % di prodotti resi dalla rete commerciale e riutilizzati in vario modo. Su 136.000 t / a di prodotti a base di zucchero e 74.000 t / a di prodotti a base di cacao non si h a n n o scarti importanti, m a le relative acque di processo — attualmente scaricate in fogna — contengono zucchero oggi disperso nella misura di circa 4000 t / a . Assimilabili a rifiuti domestici 25 30 13,5 20,5 15 33 459 63 3 13 29 17 145 27 32 101 23 40 9 Inerti Plastica gomma oli m i nerali Fanghi B.1.5. Industria dei grassi vegetali 4,5 2,5 __ 1 2,5 2 2,5 8 1 6 7 — — 2 — 772 60 3 227 372 21 7 8 — — 12 80 2 8 1 5 3 46 34 1 176 2,5 14 378 179 7 1 94 3 26 3 — Altri 98,5 2 39 5 863 15,5 B.1.6. Industria delle bevande alcooliche e della distillazione 276 33 La spremitura delle uve lascia circa 650.000 t / a di graspi, 700.000 t / a di vinaccioli, 1.650.000 t / a di bucce, mentre la distillazione lascia un quantitativo di parecchie decine di migliaia di t / a di borlande. L'impiego come combustibile, come mangime o come fertilizzante di queste sostanze è soltanto parziale; viceversa le bucce essiccate potrebbero essere utilizzate come mangime per il loro contenuto in proteine ed aminoacidi; dai vinaccioli si può spremere olio. 11 76 2 3 B.1.3. Industria conserviera Principali produzioni di Il principale sottoprodotto è costituito da 700900.000 t / a di sanse esauste provenienti dalla spremitura delle olive, attualmente non riutilizzate. rifiuti Le attività di macellazione e di lavorazione delle carni generano 320.000 t / a di scarti da capi bovini e 230.000 t / a di scarti suini, costituiti da ossa, sangue, grasso, carniccio ecc., attualmente recuperati nella misura del 4050%. La lavorazione dei pomodori lascia inutilizzate 55.000 t / a di polpa e 28.000 t / a di semi e bucce, oggi generalmente disperse, allontanate con le acque di lavorazione. La sgranatura dei piselli lascia 2000 t / a di emicotiledoni (piselli rotti) attualmente dispersi, ma utilizzabili per produrre farina di piselli per l'alimentazione u m a n a o come foraggio. La lavorazione delle pere e delle mele origina 25.000 t / a di scarti allontanati con le acque di processo. Dalla lavorazione degli agrumi derivano 300.000 t / a di scarti (di cui il 50% costituito da bucce) solo parzialmente utilizzati per produrre mangimi. B.1.4. Industria casearia Dalla lavorazione del latte residuano 4 milioni di t / a di siero, utilizzato per l'alimentazione suina e per altri usi marginali nella misura del 60-70%. Esso potrebbe invece essere più utilmente destinato all'estrazione di B.2. INDUSTRIA TESSILE E DELL'ABBIGLIAMENTO Struttura dell'industria Nel 1971 l'industria tessile contava circa 560.000 addetti, che salivano a quasi 800.000 comprendendo anche il settore della confezione; caratteristica è la localizzazione delle aziende in poche province,, « tessili » e la loro consistenza media o piccola, tanto che solo il 14% dei lavoratori è inquadrato in aziende con più di 500 addetti mentre il 47% è occupato in unità con meno di 50 addetti. Principali produzioni di rifiuti Rifiuti totali: 500.000 t / a di cui 300.000 t / a di fanghi. Il riciclaggio mediante vendita delle fibre scartate e dei ritagli concerne circa 29.000 t / a provenienti dal settore tessile e 26.600 t / a provenienti dalla confezione; 4000 t / a risultano invece disperse mentre potrebbero essere recuperate. Settori di intervento per incrementare la possibilità di recuperi e razionalizzare quelli esistenti 1) L'acqua, considerata come materia prima e come costo energetico in termini di condizionamento termico; 2) la « peluria » derivante dalla rasatura dei tessuti nella misura di 10.000 t/a, oggi disperse; 3) la lanolina prodotta nella misura di circa 5000 t/a e recuperata per il 50% circa soltanto: la sua valorizzazione consentirebbe anche di ridurre il problema del trattamento delle acque di scarico; 4) i tessuti e le fibre le cui tecniche di recupero richiedono interventi di razionalizzazione; l'industria del riciclaggio di questi materiali è concentrata a Prato, ed assorbe 150.000 t/a di materiale di cui più dell'80% importato. B.3. INDUSTRIA CONCIARIA Struttura dell'industria Circa 2000 imprese artigiane ed industriali con 27.000 addetti, localizzate per il 3% in Piemonte, il 20% in Lombardia, il 15% nelle Venezie, il 45% in Toscana, il 13% in Campania ed il 4% in Liguria e nelle Marche: le maggiori concentrazioni si hanno nei comprensori di Turbigo (Milano) con oltre 2000 addetti, Arzignano (Vicenza) con 1700 addetti, Santa Croce sull'Arno (Pisa) con 6500 addetti, Solofra (Avellino) con 2000 addetti. 510.000 t/a dalle industrie del mobilio, 310.000 t/a dalla produzione delle paste per carta; tali valori comprendono 230.000 t/a di ritagli, trucioli e segature, e 260.000 t / a di fanghi. Il tasso di recupero è di circa il 40-45% che potrebbe elevarsi qualora fossero adottate alcune tecnologie tra cui: — la trasformazione in fertilizzanti organici delle cortecce e di alcuni fanghi di cartiera, eventualmente mescolandoli con le deiezioni degli allevamenti industriali; — la produzione di pannelli di particelle o di energia termica ricavata da combustibili a basso potere calorifico; — la trasformazione in chips degli sfridi di lavorazione, dei tronchetti e dei rami derivanti dalle attività forestali, da destinare anche alla produzione di paste di carta se la natura delle essenze lo consente. B.5. INDUSTRIE METALLURGICHE Struttura dell'industria Si hanno 247.000 addetti di cui il 96% lavora in industrie medie o grandi: il settore si presenta quindi fortemente accentrato. Principali produzioni Principali produzioni di rifiuti Dalla lavorazione di circa 500.000 t / a di pelli grezze e semigrezze derivano circa 240.000 t / a di rifiuti solidi specifici di cui 44.500 t / a di sottoprodotti ad alto valore commerciale, 86.500 t / a di sottoprodotti a basso valore commerciale il cui recupero dipende dai costi di trasporto e dalle distanze delle concerie, 109.000 t / a di rifiuti attualmente non recuperabili; si hanno inoltre 400.000 mc/a di fanghi. La struttura molto frammentata del comparto suggerisce la creazione di centri consortili per la trasformazione in biogas degli scarti, e l'installazione presso le aziende di impianti per la compressione e disidratazione del carniccio onde facilitarne il trasporto verso centri di valorizzazione e di impianti per il pretrattamento degli effluenti per separarne i metalli pesanti. B.4. INDUSTRIE DEL LEGNO Struttura di rifiuti Benché comprenda soltanto il 4,8% degli addetti all'industria manifatturiera, il settore produce il 49,8% dei rifiuti totali di tale industria; il 97,5% di questa massa è tuttavia inerte o recuperabile e quindi i problemi ambientali derivanti da tale attività risultano relativamente contenuti. Sono complessivamente prodotti 17,3 milioni di t / a di rifiuti, di cui 7 milioni di t / a recuperati o venduti. L'industria siderurgica genera mensilmente 167.150 t di scorie e ceneri. 16.060 t di macerie e refrattari, 243.650 t di loppe, 45.200 t di polveri di filtrazione, 5250 t di terre e sabbie, 2850 t di fanghi della depurazione delle acque, 24.990 t di fanghi derivanti dall'abbattimento dei fumi, 7040 t di fanghi di decapaggio, 900 t di morchie e fanghi oleosi, 1380 t di oli ed emulsioni esauste, 7 t di vernici e solventi, 890 t di carta e cartoni, 1300 t di legno e segatura, 250 t di stracci, 640 t di rifiuti di mensa, 290 t di spazzature, 263.000 t di sfridi, materozze e trucioli, 65.500 t di scaglie di laminazione. dell'industria Il settore comprende le industrie del legno, del sughero e affini, del mobilio e dell'arredamento, della produzione di paste di carta, di carta e cartoni; le imprese sono circa 100.000 di cui 92.000 artigiane con 398.000 addetti complessivi. Principali produzioni di rifiuti I rifiuti totali superano il 1.500.000 di t / a di cui 730.000 t / a dalle industrie del legno, La rottamazione di vecchie ed elettrodomestici auto La destinazione dei rottami di questi manufatti è il ritorno in ciclo dei componenti, e particolarmente del ferro in acciaieria. Difficoltà per questo tipo di riciclaggio derivano tuttavia dall'alto volume specifico delle carcasse, che aumenta i costi di trasporto verso i centri di trattamento, e dalla presenza di molti elementi non ferrosi che costituiscono un inquinante in acciaieria. Le possibili soluzioni tecniche, penalizzate tuttavia da diversi fattori tecnologici ed economici, prevedono la compressione in balle delle carcasse, o la loro frantumazione in mulini a martelli, o la frammentazione mediante processi criogenici. Lavorazione dei metalli non ferrosi Dopo aver rilevato come la percentuale dei consumi dissipativi rispetto a quelli totali sia del 3,8% per l'alluminio, dell'I,7% per il rame, del 44,2% per lo zinco, del 37,6% per il piombo e del 27% per lo stagno, il volume di metalli non ferrosi recuperati nell'anno 1978 o considerati recuperabili è stato valutato come segue: Recuperabili t/a Recuperati t/a 80.000 133.000 58.000 81.000 3.150 50.000 125.000 45.000 80.000 2.900 Alluminio Rame Zinco Piombo Stagno B.6. INDUSTRIE MECCANICHE Principali produzioni di rifiuti Secondo l'indagine Confindustria il totale dei rifiuti prodotti ammonta a poco più di 3 milioni di t da parte di 1.569.000 addetti, derivanti da processi di lavorazione per la gran parte (2.613.500 t/a), e per il resto dagli uffici e mense aziendali (142.500 t/a), e da impianti di trattamento delle acque (250.500 t/a). Pratiche di smaltimento di recupero e prospettive Per alcuni tipi di rifiuti è auspicabile l'adozione di nuove tecnologie « pulite » di processo che consentano la loro riduzione ed eliminazione. Per altri tipi di rifiuti le tecnologie attuali non consentono recuperi ma soltanto la loro neutralizzazione. Per quanto riguarda i fanghi vi è la possibilità di risolvere molti problemi attraverso l'elettroforesi, che permette il recupero quasi totale del materiale non utilizzato. Risulta infine necessario lo studio di nuovi processi produttivi tali da ridurre o annullare la generazione di rifiuti non recuperabili, come p. es. le sabbie, le terre ed i refrattari di fonderia, le macerie ecc. B.7. INDUSTRIA DELLA COSTRUZIONE DEI MEZZI DI TRASPORTO Struttura dell'industria Dal censimento I S T A T (1971) il comparto risulta comprendere circa 2500 aziende di cui 850 artigiane, con 336.000 addetti di cui 4200 occupati in imprese artigiane: si tratta quindi del settore produttivo in cui risulta maggiore la concentrazione industriale, poiché le aziende di tale natura assorbono il 98,7% degli addetti. Principali produzioni di rifiuti La fabbricazione di un veicolo di 1000 Kg genera rifiuti pari a 2 / 3 del suo peso, cioè 320 Kg di rifiuti metallici e 300 Kg di rifiuti non metallici fra cui 100 Kg di sabbie di fonderia, 20 Kg di prodotti chimici, da 8 a 12 Kg di corpi grassi, 9 Kg di fanghi di verniciatura, 40 Kg di imballaggi. Gran parte degli sfridi metallici è recuperata, mentre gran parte degli altri sottoprodotti viene dispersa. Limitatamente alla produzione di rifiuti dell'industria dell'automobile, risultano mensilmente generati 13.250 me di emulsioni, 5600 me di acque di sgrassatura e lavatura, 813 me di solventi e petrolio, 1900 me di oli interi, 2570 me di melme di verniciatura, 350 me di melme galvaniche, 3170 me di fanghi derivanti dal trattamento delle acque, 180 me di melme oleose, 25.200 t di rottami ferrosi, 4650 me di carta e cartone, 650 me di legno, 550 me di stracci, 800 me di plastica, 10.150 me di spazzature, 20 me di metalli non ferrosi e 10.800 me di rifiuti di mense. Complessivamente il settore della costruzione dei mezzi di trasporto risulta generare poco più di 2 milioni di t / a di rifiuti, di cui oltre i 3/4 recuperati e / o venduti. Materiali che attualmente non sono riciclati — — — — Melme di verniciatura; melme di galvanica; rifiuti civili; melme di rettifica. Tecniche in corso di sperimentazione Per il recupero dei sali cromici, nichelici e cuprici contenuti nelle acque di lavaggio sono attualmente allo studio ed in corso di sperimentazione processi di osmosi inversa e di elettrodialisi. B.8. LAVORAZIONE DELLA CERAMICA, DEL GRES E DEL MATERIALE REFRATTARIO Struttura dell'industria Le aziende presentano in genere dimensioni medio-piccole ed occupano complessivamente circa 80.000 addetti. Principali produzioni di rifiuti L'80-90% dei rifiuti è costituito da rottami di semilavorati e da prodotti finiti respinti al collaudo (150-300.000 t/a), che vengono in gran parte recuperati e reimmessi in ciclo previa macinazione. Potrebbe essere interessante studiare il recupero di metalli pesanti di elevato valore commerciale e con forte potere inquinante, contenuti nei fanghi (2500 t/a) degli impianti di depurazione ad umido dei fumi e dell'aria aspirata dai reparti, come pure nei reagenti esausti (3000 t/a). B.9. INDUSTRIE CHIMICHE E DEI DERIVATI DEL PETROLIO E DEL CARBONE Struttura dell'industria Si tratta di un comparto produttivo molto vario ed articolato, che presenta un notevole grado di concentrazione: le imprese sono infatti (ISTAT 1971) 8642 di cui 2331 artigiane, con 279.250 addetti di cui 7900 in imprese artigiane. Principali produzioni di rifiuti La produzione complessiva di rifiuti, secondo una recente indagine dell'AscHiMici, sarebbe di 1,6 milioni di t/a, di cui 35.000 t / a assimilabili ai rifiuti urbani, 146.000 t/a inerti, 114.000 t/a chimicamente attivi, 1.270.000 t / a costituiti da fanghi e 35.000 t / a costituiti da liquidi. Secondo l'indagine Confindustria risulterebbero recuperate e / o vendute 392.000 t/a. L'industria chimica pratica già in misura elevata il ritorno in ciclo dei sottoprodotti. Per quanto riguarda i materiali residui che non trovano immediato riutilizzo nel processo produttivo che li ha generati, essi vengono spesso affidati a ditte che ne effettuano il recupero (p. es. dei solventi) ovvero ceduti, attraverso le « borse dei rifiuti », a ditte che li riutilizzano per le proprie lavorazioni. Il problema più importante è quello dei fanghi, mentre quello dei fondami è di un certo interesse per le implicazioni energetiche. Analizzando le singole produzioni si ritrovano, fra i rifiuti specifici, i seguenti, particolarmente notevoli per l'importanza o l'interesse che presentano: 890.000 t / a di fluoro e fosfogessi valutati sul secco, attualmente venduti se derivanti da centrifugazione e posti a discarica negli altri casi, mentre potrebbero essere utilizzati dai cementifici, dalle industrie per la fabbricazione di componenti edilizi, o ancora essere sfruttati per il recupero dell'acido solforico; 250.000 t / a di solfato ferroso eptaidrato derivante dalla produzione di ossido di titanio, attualmente posto a discarica mentre potrebbe essere sfruttato almeno in parte per usi agricoli, per la produzione di acido solforico, di pigmenti e vernici; 210.000 t / a di acido cloridrico al 32-33% derivante dalla fabbricazione di fluoroclorocarburi, attualmente venduto; 160.000 t / a di scorie fosforose, vendute; 70.000 t / a di ceneri di pirite, cedute a fonderie; 60.000 t / a di soda in soluzione derivante dalla produzione di acido cloridrico e dalla separazione di amalgame di mercurio, attualmente utilizzata in parte per la produzione di ipoclorito di sodio o anche venduta; 16.000 t / a di palte fosfatiche solo in parte destinate ad impieghi agricoli; 14.000 t / a di fanghi titaniferi insolubili, oggi dispersi; 1100 t / a di idrocarburi alogenati pesanti, attualmente accumulati in attesa di una soluzione (combustione o pirolisi); 50.000 t/a di residui di fermentazione derivanti dalla produzione di composti organici, oggi neutralizzati ma suscettibili di essere trasformati in fertilizzante organico; 400.000 t / a di catalizzatori al cobalto-manganese solo in parte recuperato; 280 t / a di metalli pesanti contenuti nei catalizzatori del processo di produzione dell'acrilonitrile, non recuperati; 30.000 t / a di protossido di azoto derivante dalla produzione di acido adipico, oggi non recuperato; 100.000 N m c / a di argon residuato dagli impianti di liquefazione dell'aria, non recuperato; 3000 t / a di acidi bicarbossilici derivanti dalla produzione di acido adipico, solo parzialmente recuperati; 15.000 t/a di code clorurate pesanti, oggi incenerite; sottoprodotti della sintesi dell'anidride ftalica e dell'anidride maleica; alcune decine di migliaia di t / a di cloruro di sodio derivante dalla produzione delle etilenammine, oggi immagazzinato; 100.000 t / a di fanghi organici delle industrie farmaceutiche, suscettibili di essere trasformati in fertilizzante organico; 110.000 t / a di oli esausti potenzialmente rigenerabili, che potrebbero aggiungersi alle 70.000 t / a effettivamente riciclate; 1020 t / a di scarti di polimerizzazione e di filatura delle fibre in poliestere, di cui è allo studio il recupero. B.10. INDUSTRIE DELLA G O M M A Struttura del settore Si tratta di un comparto fortemente accentrato con 5500 imprese occupanti 85.000 addetti. Principali produzioni di rifiuti Si registrano 325.000 t / a di rifiuti in gomma comprendenti 50.000 t / a di scarti di produzione (in gran parte recuperati e reimmessi in ciclo), 240.000 t / a di pneumatici usati di cui 215.000 t / a vengono poste a discarica o incenerite, mentre il resto viene recuperato, ed infine 35.000 t / a di articoli vari fuori uso. Tecniche di recupero dei pneumatici usati attualmente allo studio I principali filoni di ricerca concernono la pirolisi, per ottimizzare il recupero energetico, e la depolimerizzazione, finalizzata a riottenere — a lungo termine — materie prime suscettibili di essere nuovamente trasformate in gomma di buona qualità. B.11. INDUSTRIA DEI PRODOTTI DELLE MATERIE PLASTICHE Struttura dell'industria 6600 imprese con 101.000 addetti, di cui 75.000 occupati in imprese con più di 20 addetti: a parte quindi u n certo numero di aziende artigianali, il comparto è costituito per i 3 / 4 da imprese di dimensioni almeno medie. Principali produzioni di rifiuti I rifiuti prodotti ammontano a 243.170 t / a , di cui soltanto 12.640 t / a recuperate e / o vendute; non appaiono possibili altri recuperi di una certa entità. Possibilità di ulteriori recuperi L'industria dei prodotti delle materie plastiche utilizza 400.000 t / a di materiali riciclati, derivanti dal recupero nazionale nella misura del 15% (60.000 t / a ) e per l'85% da importazioni (340.000 t / a ) . Si ritiene possibile un ulteriore recupero di 125.000 t / a comprendente 115.000 t / a di polietilene a bassa densità, 5500 t / a di PVC e 2000 t / a di polistirolo, suscettibile quindi di innalzare l'entità del recupero nazionale fino al 45% del consumo di materiali riciclati da parte dell'industria italiana. Tra le misure che potrebbero contribuire ad un maggiore riutilizzo delle materie plastiche si menzionano le disposizioni normative e legislative intese a scoraggiare la realizzazione di manufatti il cui riciclaggio risulti difficoltoso, ed invece volte ad incoraggiare la fabbricazione di prodotti facilmente recuperabili. — Recupero degli scarti dell'industria conserviera del pomodoro. — Recupero degli scarti dell'industria conserviera dei piselli: emicotiledoni. — Valorizzazione dei sottoprodotti del siero di latte per l'industria mangimistica e per l'alimentazione umana. — Utilizzazione delle sanse esauste derivanti dalla spremitura delle olive. — Estrazione dei corpi amidacei dalle acque di lavorazione delle patate per la fabbricazione di mangimi e l'estrazione di acidi aminici, oppure per la produzione di biogas. — Trattamento dei mosti delle fabbriche di lievito per produrre concimi e mangimi. — Migliore utilizzazione di graspi, vinacce, vinaccioli e bucce derivanti dalla vinificazione dell'uva. — Idrolisi enzimatica delle materie cellulosiche. Industria Il gruppo di studio « Recupero e riciclaggio dei materiali» (legge 675) a conclusione del proprio lavoro ha individuato le seguenti esigenze di intervento tecnologico, distinguendole in due gruppi, l'uno relativo alle strutture produttive da adeguare alle nuove esigenze, l'altro concernente le ricerche applicate da attuare, finalizzate alla messa a punto di tecnoogie per il recupero e / o di « tecnologie pulite » (art. 20 L. 675). C.1. INTERVENTI RELATIVI ALLE STRUTTURE PRODUTTIVE Industrie alimentari e affini Recupero dello zucchero dalle acque di processo dell'industria dolciaria. Incremento del recupero degli scarti di macellazione. e dell'abbigliamento — Recupero della « p e l u r i a » . — Impianti consortili a tecnologia avanzata per la rilavorazione degli stracci. — Recupero della lanolina. Industria delle pelli e del cuoio — Impianti di compressione e disidratazione del carniccio presso le aziende per facilitarne il trasporto verso centri di valorizzazione. — Trasformazione enzimatica anaerobica degli scarti in biogas presso centri consortili. Industrie APPENDICE C: SETTORI DI INTERVENTO TECNOLOGICO tessile del legno — Impianti per la produzione di compost a partire dalle cortecce e dagli scarti di pastalegno, mescolati con deiezioni di animali da allevamento. — Impianti mobili per la trasformazione in chips di tronchetti e rami provenienti da attività di utilizzazione dei boschi. — Impianti consortili per la trasformazione in chips degli scarti legnosi (da destinare, come i precedenti, all'industria della carta o dei manufatti pressoformati). Industrie metallurgiche — Recupero di polveri ferrose dai fumi dei forni di raffinazione delle ghise. — Recupero degli oli da laminazione. — Captazione e recupero di stagno, zinco e piombo dai fumi di acciaieria. — Impianti consortili per il recupero di piombo, zinco, metalli pesanti e spugna di ferro da rottami e sottoprodotti diversi. — Riduzione diretta dei fini provenienti dagli stabilimenti siderurgici. — Decapaggio cloridrico a ciclo chiuso. — Decapaggio elettrolitico neutro per acciai inossidabili. — Impianti per l'utilizzazione dei sottoprodotti della desolforazione. — Impianti per il riciclaggio di argon usato nei processi di raffinazione dell'acciaio. — Impianti per l'innocuizzazione dei materiali di risulta contenenti metalli pesanti. — Impianti per il riciclo di sabbie e terre di fonderia. Industrie meccaniche — Recupero di acidi e composti metallici dai bagni di decapaggio. — Rigenerazione dei solventi clorati. — Recupero dei metalli pesanti dai bagni galvanici. Industrie della costruzione di trasporto di mezzi — Applicazione su scala industriale dei risultati delle ricerche di cui alla successiva parte 2. Industrie chimiche del petrolio e del e dei derivati carbone — Smaltimento dei fondami dei depositi di idrocarburi con recupero di energia. — Recupero dei solventi dell'industria organica di sintesi. — Recupero dell'argento dalle melme di sviluppo di materiali fotosensibili. — Trattamento dei « fanghi rossi » per estrazione di acido solforico, ferro, titanio e metalli pesanti. — Recupero del vanadio dalle ceneri di combustibili fossili. — Recupero di acido cloridrico dalla produzione di solventi clorati. — Rigenerazione dell'acido solforico dalla produzione di monomeri. — Estrazione dei fenoli dalle acque reflue. — Recupero di protossido di azoto e di altre sostanze derivanti dalla produzione di acido adipico. Industria della carta — Selezione e condizionamento della carta di recupero. — Potenziamento delle linee di lavorazione della carta da macero presso le cartiere, al fine di estenderne l'impiego. Industria plastiche dei prodotti delle materie — Realizzazione di centri consortili di recupero. C.2. INTERVENTI RELATIVI A RICERCHE APPLICATE E PER LA MESSA A PUNTO DELLE TECNOLOGIE PULITE Industrie alimentari e affini — Utilizzazione delle borlande di distilleria. — Idrolisi enzimatica delle materie cellulosiche. Industria tessile e dell'abbigliamento — Recupero della lanolina. — Messa a punto di tecnologie avanzate per la rilavorazione degli stracci di recupero. — Recupero degli sfridi dei tessuti plastificati usati dall'industria dell'auto. Industria delle pelli e del cuoio — Impianti di pretrattamento degli effluenti per separare i metalli pesanti. Industrie del legno — Messa a punto di imballaggi privi di parti metalliche, per facilitare il successivo recupero di materia prima. Industrie metallurgiche — Ricerca tecnico-scientifica e di mercato per il riciclo e l'utilizzo dei sottoprodotti derivanti da impianti di desolforazione. — Recupero dell'argon impiegato nei processi di raffinazione dell'acciaio. — Recupero delle sabbie e terre di fonderia. — Ricerca di processi più economici per il decapaggio elettrolitico neutro per acciai inossidabili e acciai comuni. — Ricerca di processi più economici per la pellettizzazione o ovulizzazione di polveri, fanghi e scaglie di laminazione derivanti dai cicli della ghisa e dell'acciaio, per favorirne il reimpiego. — Ricerca di un metodo economico per il trattamento del rottame di rame pesantemente inquinato a ferro. — Miglioramento delle tecniche di recupero del rame da automobili, elettrodomestici e macchine elettriche fuori uso, insieme ad alluminio e zinco. — Utilizzazione delle scorie primarie e delle scorie saline alluminifere. — Innocuizzazione dei materiali di risulta contenenti metalli pesanti. Industrie meccaniche — Recupero e / o riciclo dei metalli pesanti dalle acque galvaniche di lavaggio. Industrie della costruzione di trasporto di mezzi BIBLIOGRAFIA — Utilizzazione delle melme di verniciatura. — Studio di nuove vernici e di nuove tecnologie di produzione. — Studio di processi basati sull'osmosi inversa per la separazione di ioni pesanti da soluzioni diluite. ALLEN D. H., BIDDULPH M.W., The economie evaluation of cryopulverising, First Recycling W o r l d C o n g r e s s , Basilea, 6-8 m a r z o 1978. ALTER H . , Development of specifications for recycled produets, First Recycling W o r l d Congress, Basilea, 6-8 m a r z o 1978. — Studio di processi di elettrodialisi per effluenti da cromatura e decapaggio. ANONIMO, Un'iniziativa del Comune lo smaltimento dei rifiuti speciali, to, M i l a n o , d i c e m b r e 1978. di Milano: Inquinamen- — Recupero delle melme di lavorazione meccanica. ARTHUR D . LITTLE INC., Les déchets plastiques, Parigi, 1974. de — Messa a punto di oli emulsionabili di più lunga durata. A S S E S S O R A T O 1 AI L L . P P . E AI T R A S P O R T I , — Studio di una piattaforma-tipo per la produzione di combustibile secondario a partire da sottoprodotti di lavorazione e da imballaggi. — Studio di tecnologie di post-trattamento per il recupero di acque di processo destinate allo scarico e già depurate ai livelli previsti dalla tab. C della L. Merli. — Progettazione di macchine utensili in grado di funzionare con emulsioni o altro refrigerante anziché con oli da taglio. Industrie chimiche del petrolio e del e dei derivati carbone — Recupero di protossido di azoto e di altre sostanze derivanti dalla produzione di acido adipico. — Impianto pilota per il recupero delle code clorurate pesanti. — Valorizzazione degli scarti di fibra in poliestere derivanti dai processi di polimerizzazione e filatura. — Recupero dei metalli pesanti da catalizzatori esausti. — Recupero di mercurio dai fanghi elettrolitici e catalitici. — Ricerca di utilizzazione per i fosfogessi. — Sbocchi di mercato per prodotti derivanti da processi di desolforazione. Industria della gomma dei prodotti Regione L o m b a r d i a , Indagine sulla produzione e lo smaltimento dei rifiuti solidi in Lombardia, M i l a n o , 1975. ASSOCIAZIONE ITALIANA RICOSTRUTTORI PNEUMA- TICI, La ricostruzione di pneumatici nel 1977: profilo produttivo e strutturale del settore, Bol o g n a , o t t o b r e 1978. BAIANO G . M . , BERTOLOTTI C . 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O r , la C o m m u n a u t é E u r o p é e n n e est d a n s son ensemble fortement dépend a n t e de l'extérieur pour n o m b r e de matières premières essentielles: — 60% papier p o u r la p à t é à papier et le — 8 0 - 9 0 % p o u r le f e r et les m é t a u x non ferreux. 1. LE DÉVELOPPEMENT D'UNE POLITIQUE C O M M U N A U T A I R E EN MATIÈRE DE GESTION DES DÉCHETS O n évalue la q u a n t i t é de déchets produite c h a q u e année d a n s la C o m m u n a u t é à 1,8 milliard de tonnes environ, soit près de 5 millions de tonnes par jour. Ce chifTre c o m p r e n d : — 9 5 0 millions de tonnes de déchets agricoles — 3 0 0 millions d'épuration de tonnes de boues — 2 0 0 millions de tonnes de déchets miniers et de cendres — 150 millions de tonnes de déchets industriels — 120 millions de tonnes de résidus de c o n s o m m a t i o n (y compris des carcasses de voitures, pneus usagés, emballages, vieux p a p i e r s , etc.). La p r o d u c t i o n de déchets augmente de 2 - 5 % p a r an. La décharge reste t o u j o u r s l'un des m o d e s d'élimination les plus utilisés; lorsqu'elle n'est pas réglementée, elle présente des risques sérieux p o u r l'homme et p o u r l ' e n v i r o n n e m e n t en raison de la présence de produits toxiques et dangereux dans de n o m b r e u x déchets. Ces quantités croissantes éliminées p a r décharge posent aussi de plus en plus de problèmes de disponibilités de sol, n o t a m m e n t d a n s des pays et régions de la C o m m u n a u t é ayant u n e densité élevée de population et u n e f o r t e concentration industrielle. La décharge, qui est actuellement utilisée p o u r éliminer de 80 à 9 0 % des déchets produits, représente en plus u n é n o r m e gaspillage par la perte de matériaux qui, très souvent, p o u r r a i e n t faire l'objet d ' u n e réutilisation économique. La valeur totale des substances non récupérées produites c h a q u e a n n é e d a n s la C o m m u n a u t é est p r o b a b l e m e n t supérieure à 15 milliards d ' U C E . Si ces substances pouvaient ètre recyclées, des économies de l'ordre de 6 à 10 milliards d ' U C E seraient réalisées. Toutefois, u n e partie seulement de ces Le gaspillage des ressources se trouvant dans les déchets industriels et les résidus de consommation n'est plus admissible alors q u e la C o m m u n a u t é est de plus en plus vulnérable p o u r son approvisionnement en matières premières. La crisi actuelle d a n s l'approvisionnement de la C o m m u n a u t é en énergie et en matières premières, qui va s'aggraver p r o b a b l e m e n t encore dans les années à venir d o n n e donc à la gestion des déchets, au-delà de l'élimination des déchets — u n e dimension et u n e importance nouvelles. Elle exige la récupération maximale des matériaux et substances se t r o u v a n t d a n les déchets et résidus. Des mesures et actions nouvelles et supplémentaires et des efforts considérable sont c e p e n d a n t nécessaires de la part des responsables publics et de l'industrie p o u r y arriver. Des matières premières secondaires et l'énergie p r o v e n a n t des déchets pourront ainsi devenir à l'avenir des sources d ' a p p r o v i s i o n n e m e n t les plus importantes et les plus sùres. 3 aspect f o n t que la C o m m u n a u t é doit s'occuper de la gestion des déchets: — l ' a u g m e n t a t i o n des échanges interc o m m u n a u t a i r e s de déchets et de résidus; — la rentabilité et la productivité des installations de traitement des déchets exigent des dimensions dépassant souvent les frontières nationales; — et en troisième lieu les mesures économiques, réglementaires et fiscales pratiquées ou envisagées p a r les Etats m e m b r e s en vue de la promotion de la récupération et de la réutilisation et relatives à certains produits posant des problèmes p o u r la gestion des déchets. De telles mesures nationales p o u r r o n t constituer des atteintes au fonctionnement du m a r c h é c o m m u n et conduire à des distorsions de concurrence. Etant d o n n é que la Commission a cornine tàche prioritaire et m è m e c o s t i t u tive d'établir un m a r c h é c o m m u n opérationnel et d'assurer u n développement harmonieux des activités économiques dans l'ensemble de la C o m m u n a u t é ainsi q u ' u n e expansion continue et équilibrée (art. 2 du Traité CEE), il est essentiel et urgent q u e les actions et programmes n a t i o n a u x et régionaux en matière de gestion des déchets soient coordonnés et intégrés dans un cadre communautaire. Pour cette raison, il était nécessaire de développer u n e politique c o m m u n a u taire en matière de gestion des déchets et de mettre en oeuvre u n e stratégie c o m m u n a u t a i r e cohérente dans ce domarne qui compte a u j o u r d ' h u i , vu ses implications avec la politique industrielle, commerciale, énergétique et d'approvisionnement, p a r m i les tàches essentielles de la C o m m u n a u t é , Le développement de cette politique et la mise en ceuvre des actions concrètes ont été réalisés jusqu'ici de la f a c o n suivante et sur 4 plans différents: — l'élaboration d ' u n e directive-cadre relative aux déchets qui a été a p p r o u v é e par le Conseil le 15 juillet 1975 et qui est en vigueur dans toute la Communauté depuis le 15 juillet 1977; — un « bouquet » de directives spécifiques. Le Conseil a a p p r o u v é jusqu'ici: «) une directive concernant tion des huiles usagées; l'élimina- b) u n e directive relative à l'élimination des PCB; c) une directive relative aux de titane; dioxyde d) u n e directive relative toxiques et dangereux. déchets aux — L'établissement d'un programme d'action à moven t e r m e en matière de gestion des déchets p o u r la période 1977-81 et ceci d a n s le cadre du programme d ' e n v i r o n n e m e n t de la Communauté p o u r la m é m e période; — la création d ' u n Comité Consultatif en matière de gestion des déchets qui doit assister la Commission d a n s le développement et la mise en ceuvre de sa politique dans ce domaine et assurer en m è m e temps la coordination des actions et p r o g r a m m e s nationaux. La directive-cadre relative aux déchets du 15 juillet 1975 est d ' u n e importance particulière parce qu'elle constitue u n e base législative et administrative comm u n e pour la gestion des déchets d a n s toute la C o m m u n a u t é . La directive oblige les Etats m e m b r e s à créer u n e législation globale et efficace p o u r l'élimination et la gestion des déchets et d'interdire tout déversement incontròlé des déchets. U n e procédure d'autorisation est prévue p o u r toutes les entreprises qui assurent le traitement, le stockage ou le dépòt de déchets p o u r le compte d ' a u t r u i . Toutes les entreprises qui assurent le transport, le ramassage, le stockage, le dépòt ou le traitement de leurs propres déchets ainsi que celles qui ramassent ou transportent p o u r le compte d ' a u t r u i des déchets sont soumises à la surveillance des autorités compétentes. Les autorités compétentes des Etats m e m b r e s sont tenues d'établir des plans qui doivent porter n o t a m m e n t sur: — les types et quantités des déchets à éliminer; — les prescriptions techniques priées; et qu'« ils i n f o r m e n t la Commission, en temps utile, de tout projet de réglem e n t a t i o n qui a p o u r objet de telles mesures, et en particulier de tout projet de réglementation concernant: a) l'emploi des produits qui seraient source de difficultés techniques d'élimination ou engendreraient des couts excessifs d'élimination; b) l'encouragement: — de la diminution des quantités de certains déchets, — d u traitement de déchets en vue de leur recyclage et de leur réutilisation, — de la récupération de matières premières e t / o u de la p r o d u c t i o n d'énergie à partir de certains déchets; c) l'emploi de certaines ressources naturelles, y compris les ressources énergétiques, dans les usages où elles peuvent ètre remplacées par des m a t é r i a u x de récupération ». Le directive-cadre est p o u r ses parties essentielles t r a n s f o r m é e en lois nationales par la plupart des Etats m e m b r e s . Quelques Etats m e m b r e s sont cepenciant encore en retard avec l'application de cette directive, ce qui m o n t r e l'importance de cette directive pour l'amélioration de la gestion des déchets et l'harmonisation des politiques nationales en matière de déchets. appro- — les sites appropriés; — des dispositions spéciales concernant des déchets particuliers c o m m e les déchets toxiques et dangereux. L'article 3 de la directive-cadre est u n e des dispositions clé prévoyant u n e gestion globale des déchets dépassant l'élim i n a t i o n p u r e et simple des déchets p r a t i q u é e essentiellement d a n s le passé. L'article 3 prévoit que « les Etats membres p r e n n e n t les mesures appropriées p o u r p r o m o u v o i r la prévention, le recvclage et la t r a n s f o r m a t i o n des déchets, l'obtention à partir de ceux-ci de matières premières et éventuellement d'énergie, ainsi q u e toute autre m é t h o d e p e r m e t t a n t la réutilisation de déchets », 2. LE POTENTIEL DE RÉCUPÉRATION D A N S LA C O M M U N A U T É On évalue la p r o d u c t i o n des déchets de toutes sortes dans la C o m m u n a u t é à plus de 1,8 milliard de tonnes p a r an. Le potentiel de r é c u p é r a t i o n peut ètre estimé à environ 1,3 milliard de tonnes. La réalisation de ce potentiel sera déterminé essentiellement p a r les méthodes de séparation, les problèmes de transport, les prix et disponibilités de matières premières primaires et des difficultés techniques particulières. En général, les m a t é r i a u x sont récupérés lorque ceci s'avère financièrement attirant. Une forte proportion des déchets provenant de l'industrie est déjà récupérée, elle peut ètre évaluée à environ 5 0 % des déchets industriels récupérables. Ces grandes exceptions sont certains résidus chimiques, les déchets alimentaires, les déchets de démolition et les boues. En outre, il p e u t y avoir des matériaux et m é t a u x p r o v e n a n t d'appareils et de machines mis au r e b u t . Mais il y un potential considérable qui est encore t o u j o u r s p e r d u , car seulement 1 - 5 % des déchets m u n i c i p a u x et commerciels sont actuellement récupérés. C'est ici que se t r o u v e le plus grand potentiel de récupération. D a n s ces déchets se trouvent n o t a m m e n t de grandes quantités de m a t é r i a u x de valeur, tels: le papier, les matières plastiques, les textiles récupérables, les déchets f e r r e u x , les déchets de m é t a u x non f e r r e u x , de caoutchouc, le verre, etc. Une forte p r o p o r t i o n de ces m a t é r i a u x récupérables se trouvent c e p e n d a n t sous f o r m e de déchets mixtes. Lorsqu'il s'agit des déchets mixtes, il f a u t d ' a b o r d procéder au tri des matières à réutiliser ou à recycler. O n peut faire ce tri à la source ou dans u n e installation de récupération centralisée. Les matières peuvent aussi ètre utilisées en tant q u e sous-produits, tels q u e combustible ou compost, d a n s ce cas, il se peut que le tri préalable nei soit pas nécessaire. La récupération sous f o r m e de matières premières secondaires présente cependant un surplus plus élevé p o u r l'économie dans son ensemble q u e l'incinération ou le compostage. La mesure dans laquelle la récupération des déchets d ' u n e source d o n n é e présente u n avantage financier d é p e n d de facteurs locaux, tels que le cout du transport des matières j u s q u ' à l'utilisateur potentiel, la quantité p r o d u i t e sur place et la capacité des installations de traitement. Lorsque les matières * doivent ètre recyclées, il est p r é f é r a b l e de les trier à la source, étant d o n n é que leur épuration et leur d é c o n t a m i n a t i o n à un stade ultérieur peuvent se révéler difFiciles et q u e les matières elles-mèmes peuvent subir des modifications physiques susceptibles de r é d u i r e leur valeur en tant q u e produit de substitution. Toutefois, le tri des déchets u r b a i n s solides exige la coopération des particuliers et u n e coopération de plusieurs c o m m u n e s assurant la dimension indispensable. U n taux de participation élevé et u n débouché locai peuvent ètre nécessaires pour que l'operation soit rentable. Lorsque certaines matières ne peuvent ètre recyclées, il convient de développer les usages d'autres utilisations avant de décider leur mise à la décharge. Les i n f o r m a t i o n s dont dispose la Commission à ce m o m e n t p e r m e t d'évaluer le potentiel supplémentaire de récupération de matériaux se trouvant dans les déchets au-delà de la récupération déjà pratiquée a u j o u r d ' h u i comme suit et ceci sur la base de la technologie disp o n i l e actuellement: Métaux ferreux: 10-20 m t p a 1 provenant d'emballages (environ 4 m t p a ) , voitures (environ 1 m t p a ) , restes d'installations, machines, b à t i m e n t s désaffectés, etc. Métaux non ferreux: 2 m t p a p r o v e n a n t d'emballages (env. 0,5 m t p a ) voitures (env. 0,5 m t p a ) , restes d ' a p p a r e i l s ménagers, installations, machines, bàtiments désaffectés, etc. Papier: quelques 20 m t p a p r o v e n a n t essentiellement d'emballages, j o u r n a u x , papier de b u r e a u , etc. Matières plastiques: quelques 3 m t p a provenant de l'industrie, mais surtout ( 8 0 % ) de produits mis au rebut Caoutchouc: quelques 2 m t p a p r o v e n a n t essentiellement ( 6 0 % ) de pneus, en partie de l'industrie et en partie d'autres produits mis au rebut Textiles: quelques 2 m t p a p r o v e n a n t presque entièrement de vètements et tissus d ' a m e u b l e m e n t mis au rebut Produits chimiques: approximativement 7-12 m t p a p r o v e n a n t entièrement de l'industrie Lubrifiants: environ 1 m t p a p r o v e n a n t p o u r plus de la moitié des véhicules automobiles Déchets de mines: stériles (quelques 160 m t p a ) , résidus de minerais (30-35 mtpa) scories métallurgiques (5-10 m t p a ) et cendres de combustibles pulvérisés (quelques 10 m t p a ) Denrées alimentaires: de 50 à 60 m t p a p r o v e n a n t des o r d u r e s ménagères, de l'agriculture et de l'industrie alimentaire. 3. CONTRAINTES À LA RÉCUPÉRATION Bien que de nombreuses possibilités de recyclage présentent déjà u n attrait financier potentiel, différentes raisons s'opposent à la récupération et déterm i n e n t dans u n e certaine mesure l'attrait financier réel. Elles peuvent tenir à la matière m è m e ou au site de production, ou encore revètir u n caractère plus général. En règie générale, l'industrie est organisée p o u r recevoir et utiliser des matières premières d e sources primaires et n o n pas secondaires, à l'exception de la ferraille, des vieux papiers et de certains m é t a u x n o n f e r r e u x . Les matières premières secondaires sont souvent u n appoint qui n'est guère d e m a n d é en période de récession économique, alors q u ' e n période de prospérité, q u a n d les matières primaires sont rares, les matières secondaires sont très recherchées. Cette situation se traduit par de fortes fluctuations de la d e m a n d e et d u prix de ces matières et n'incite guère les utilisateurs potentiels à organiser la récupération et le recyclage des déchets à long terme. L'utilisateur potentiel peut p r é f é r e r utiliser des matières de sources primaires ou des produits f a b r i q u é s à partir de matières primaires. Cette p r é f é r e n c e peut ètre due à des considérations d'ord r e technique. La p r é f é r e n c e peut aussi n ' è t r e nullement f o n d é e ou l'ètre sur u n simple préjugé. Il s'ensuit que les spédifications de fabrication peuvent interdire à tort l'utilisation de matières secondaires. Des difficultés techniques peuvent ètre liées au tri des matières qui se trouvent dans les déchets mixtes ou les mélanges c o m p o s a n t certains produits, à la décontamination et à la valorisation des ma- tières secondaires p o u r donner u n e qualité c o m p a r a b l e à celle des matières primaires qu'elles doivent remplacer, ainsi q u ' à l'utilisation de matières secondaires en conjonction avec les matières primaires. Des difficultés d'organisation peuvent également surgir. Les p r o d u c t e u r s de déchets, n o t a m m e n t les ménages, peuvent ne pas ètre en m e s u r e d'effectuer le tri des déchets. Les services d'enlèvement des déchets (pouvoirs locaux ou entreprises privées) se sont t o u j o u r s intéressés avant tout à l'élimination des déchets et l'expérience technico-économique dont jouissent les pouvoirs locaux en matière de récupération est limitée et peu satisfaisante dans l'ensemble. Les entreprises de récupération n'ont généralement p a s appliqué, dans le passé, des m e t h o d e s de gestion et des techniques suffisamment modernes. En outre, les i n f o r m a t i o n s disponibles sur la p r o d u c t i o n des déchets et sur le marché des matières secondaires n ' o n t pas t o u j o u r s été adéquates. 4. LES AVANTAGES DE LA RÉCUPÉRATION ET D U RECYCLAGE Dans l'ensemble, les déchets sont récupérés lorsque cette opération présente un avantage financier p o u r les intéressés. Les matières t e c h n i q u e m e n t ou financièrement non récupérées sont donc n o t a m m e n t celles qui se présentent dans le déchets mixtes, qui sont contaminées ou géographiquement dispersées, de sorte que léur récupération serait peu rentable: D e plus, leur valeur m a r c h a n d e peut ètre très faible. La récupération devrait et p o u r r a i t s'intensifier le cout de l'élimination des déchets et le prix des matières premières continuent à a u g m e n t e r . Il est p r o b a b l e cependant q u ' u n e g r a n d e partie des déchets mixtes continue à ètre éliminée en l'absence de mesures gouvernementales de p r o m o t i o n de la récupération et de l'utilisation des matières secondaires. Il convient de décider si de telles actions (et les frais qui y sont liés) sont justifiées p a r les avantages d ' u n e récupéra- tion plus poussée tout en évitant de pert u r b e r la p r o d u c t i o n et la distribution. Les avantages de la récupération et du recyclage sont n o t a m m e n t : — La réalisation d'économies sur les importations. A cet égard, les matières particulièrement importantes pour la C o m m u n a u t é sont les m é t a u x (autres que l ' a l u m i n i u m ) , le papier, les produits à base d ' h y d r o c a r b u r e s (lubrifiants, plastique, caoutchouc) le verre et l'énergie. L'utilisation de matières secondaires peut p e r m e t t r e de grandes économies; il s'agit n o t a m m e n t des m é t a u x , des matières plastiques, du caoutchouc, du papier et du calcin; — La réduction de la pollution. L'exploitation des ressources et l'élimination des déchets ont souvent u n impact sérieux sur l ' e n v i r o n n e m e n t . En général l'utilisation de matières récupérées devrait réduire cet impact. Il convient d'y ajouter encore les économies réalisées sur le cout de l'élimination des déchets. 5. LES A C T I O N S COMMUNAUTAIRES Le p r o g r a m m e d'action à moyen terme de la C o m m u n a u t é en matière de gestion des déchets p o u r la période de 1977 à 1981 a défìni 3 grands objectifs de la politique c o m m u n a u t a i r e de gestion des déchets, à savoir: — la prévention et la réduction de la p r o d u c t i o n des déchets; — la r é c u p é r a t i o n et la réutilisation des déchets en tant que matières premières secondaires; — l'élimination inoffensive des résidus n o n récupérables. Le premier objectif, qui c o m p r e n d les effonts de technologies propres et de conception des produits ne p o u r r a ètre atteint q u ' à plus long terme. La première priorité dans les trois objectifs directeurs revient donc à la récupération et à la réutilisation des déchets et rési- dus en tant que matières premières secondaires. Afin de promouvoir la récupération et la réutilisation des déchets et des résidus et de dépasser en contraintes existantes, la Commission entreprend les actions suivantes: — l'étude des moyens de p r o m o u v o i r une extension et u n e meilleure stabilité du m a r c h é des matières premières secondaires; — promotion des bourses de déchets; — études d'optimalisation et d'analyse c o u t / b é n é f i c e p e r m e t t a n t de m i e u x évaluer les types de traitement à appliquer aux déchets; — choix des secteurs de la recherche et du développement qui nécessitent u n soutien et u n e coordination au niveau communautaire; — étude et comparaison des systèmes d'organisation permettant d'assurer u n e récupération optimale des déchets, not a m m e n t des déchets toxiques et dangereux; — étude des mesures que les administrations pourraient p r e n d r e en vue d'améliorer, par exemple par le biais des c o m m a n d e s publiques, les débouchés de certaines matières premières secondaires; — sensibilisation du public, par exemple, par des campagnes d ' i n f o r m a t i o n sur les initiatives exemplaires prises par certaines industries et autorités locales, par l'attribution de prix communautaires, etc.; — amélioration de l ' i n f o r m a t i o n des industriels sur l'offre et la d e m a n d e des déchets, sur les recherches réalisées dans ce d o m a i n e (voir titre I V chapitre 3), ainsi q u e sur les risques liés aux produits chimiques utilisés dans l'industrie; — mise en place d ' u n e b a n q u e de données en matière de gestion des déchets. Les t r a v a u x de la C o m m u n a u t é portent d ' u n e part sur des actions d ' o r d r e général indiquées ci-dessus et en particulier sur les matériaux et domaines suivants: — déchets toxiques et dangereux; — vieux papiers; — emballages; — utilisation énergétique des déchets; — utilisation des déchets d a n s l'agriculture; — bourses des déchets; — huiles usagées; — p n e u s usagées; — déchets de démolition; — boues d ' é p u r a t i o n . Ces priorités correspondent aussi aux r e d o m m a n d a t i o n s d u Comité consultatif en matière de gestion des déchets. P o u r les 7 premiers domaines, il existe des groupes de travail composés d'experts g o u v e r n e m e n t a u x et d'experts industriels. La Commission soumettra dans ces d o m a i n e s 1980 et 1981 des propositions appropriées. 6. LES BOURSES DE DÉCHETS D A N S LA C O M M U N A U T É A la fin de m o n exposé, je voudrais souligner l ' i m p o r t a n c e des bourses de déchets p o u r la gestion des déchets. La p r o m o t i o n des bourses de déchets figure c o m m e u n e des actions prioritaires d a n s le-domaine de la gestion des déchets au p r o g r a m m e d'action de la C o m m u n a u t é en m a t i è r e d'environnem e n t p o u r la période 1977-81. La Commission considère les bourses de déchets c o m m e u n i n s t r u m e n t privilégié de la gestion des déchets car elles contrib u e n t au service de la protection de l ' e n v i r o n n e m e n t et d ' u n e gestion rationnelle des ressources, à p r o m o u v o i r les économies de matières premières, à encourager le recyclage des déchets et résidus industriels et à réduire la quantité des déchets à éliminer. U n e grande partie des déchets et résidus industriels est ainsi reconduite d a n s le circuit économique. Les « bourses de déchets » — cette appellation s'est introduite dans l'intervalle bien qu'il ne s'agisse pas d ' u n e véritable b o u r s e — servent à piacer gratuitement des déchets et résidus industriels de toutes sortes. Les b o u r s e s de déchets n e se chargent pas des o r d u r e s ménagères, mais u n i q u e m e n t des résidus industriels. Elles ont généralement été crées en tant qu'institutions autonomes ou avec l'appui de l'Etat, d a n s le but de p r o m o u v o i r la gestion des déchets. Le commerce de récupération de vieux m a t é r i a u x , qui est très efficace dans certains pays, ne doit pas ètre supplanté p a r ces institutions; il a au contraire la possibilité de recourir aux bourses des déchets qui assurent la transparence du m a r c h é . D a n s certains pays, le c o m m e r c e de récupération fait déjà grand usage de cette possibilité. Le ròle d ' u n e bourse de déchets est de transmettre des i n f o r m a t i o n s et d'assurer la t r a n s p a r e n c e du m a r c h é . Elle doit s'efforcer de mettre en contact les fournisseurs et les d e m a n d e u r s de résidus industriels. Cela suppose la publication de listes contenant des offres et des d e m a n d e s et souvent aussi des inf o r m a t i o n s sur les capacités disponibles des centres de traitement et de récupération. Le probleme d ' u n e b o u r s e de déchets est d o n c avant tout de trouver des interlocuteurs, c.à.d. des fournisseurs et des d e m a n d e u r s disposés à fournir ou à d e m a n d e r des résidus industriels à la b o u r s e de déchets. U n e b o u r s e a également besoin d'adresses p o u r l'expédition a u x fournisseurs et aux demandeurs des listes qu'elle a établies. Cette tàche est le plus facilement réalisable par les organisations déjà existantes, qui fournissent régulièrement à leurs membres un bulletin, qui p o u r r a i t r e p r e n d r e aussi les i n f o r m a t i o n s relatives à la bourse de déchets. Le f o r m u l a i r e d'inscription des résidus à offrir ou à d e m a n d e r est i m p o r t a n t . Il convient d'y m e n t i o n n e r les indications nécessaires à la description du matériau afin q u ' o n puisse discerner clairement s'il convient à u n éventuel d e m a n d e u r . Il importe, p a r conséquent, d ' i n d i q u e r la désignation du m a t é r i a u , l'état physique, et la composition chimique, de m e n t i o n n e r la quantité, le type d'emballage ou d u récipient collecteur, les possibilités de transport et de d o n n e r des i n f o r m a t i o n s sur le lieu de p r o d u c t i o n . Il convient d ' i n d i q u e r en outre si le matériau est p r o d u i t m e n s u e l l e m e n t , annuellement, exceptionnellement, régulièrement ou irrégulièrement. La p l u p a r t des bourses de déchets emploient des annonces chiffrées car les entreprises, en particulier lors du dém a r r a g e d ' u n e b o u r s e de déchets, ne tiennent pas à faire paraìtre intégralement leur nom d a n s les annonces. L'indication exacte d u lieu de p r o d u c t i o n est importante. Il est r e c o m m a n d é d'utiliser des n u m é r o s p e r m e t t a n t la localisation, tels que n u m é r o d'immatriculation, code postai ou autre. Les fournisseurs et les d e m a n d e u r s de la b o u r s e de déchets sont couverts par des chiffres. Les antennes régionales éventuelles servent u n i q u e m e n t d'intermédiaires. Les conditions, telles que par exemple les négociations relatives aux conditions de livraison et aux prix d ' a c h a t , sont l'affaire des d e u x intéressés. T o u t e s les bourses de déchets horizontales sont divisées p a r groupes de matériaux, comme p a r exemple: — résidus chimiques; — matières plastiques; — papier, carton; — bois; — caoutchouc; — cuir; — textiles; — verre; — métaux; — autres. C o m m e n t se fait l'échange entre l'offre et la d e m a n d e ? L'entreprise A transmet son offre par l'intermédiaire du formulaire d'inscription. L ' a n t e n n e régionale X m u n i t l'offre d ' u n chiffre. L'offre sera inserite dans les listes sous u n chiffre. La centrale nationale publie u n e liste nationale qui est décomposée en régions. L'entreprise B est intéressée par l'offre de l'entreprise A, p a r u e dans la liste nationale. Elle adresse u n e lettre à la centrale, lui d e m a n d a n t de la transmettre à l'entreprise A. Il ne reste plus à l'entreprise A q u ' à décider si elle désire se m e t t r e en r a p p o r t avec l'entreprise B. D a n s les pays m e m b r e s de la Commun a u t é , il existe actuellemen 15 bourses de déchets. Les organismes responsables de ces bourses de déchets sont des associations professionnelles de l'industrie, des C h a m b r e s de commerce et d'industrie, des instituts scientifiques, des institutions para-publiques ou p u b l i q u e s et des revues spécialisées. Il convient de faire u n e différence entre les bourses de déchets verticales, qui se consacrent u n i q u e m e n t aux résidus industriels d ' u n secteur bien déterminé et qui sont généralement exploitées p a r des associations professionnelles, et les bourser de déchets horizontales, qui placent u n e grande variété d e résidus industriels provenant de différents secteurs. Les C h a m b r e s de commerce et d'industrie et les institutions para-publiques et publiques interviennent essentiellement dans ce dernier d o m a i n e . L ' i m p o r t a n c e de ces bourses de déchets est bien entendu considérablement plus large q u e celle des bourses de déchets verticales. Les expériences acquises j u s q u ' à présent ont m o n t r é q u e l'obligation d ' u n e récupération judicieuse de résidus industriels p a r l'intermédiaire de bourses de déchets s'impose à m e s u r e q u e les réglementations légales deviennent plus sévères. En 1977; la Commission a réuni p o u r la première fois les différentes bourses de déchets existantes d a n s les pays membres ainsi q u e le commerce de récupération de vieux m a t é r i a u x en v u e de promouvoir l'échange d'expérience et d'information, la collaboration communautaire et les échanges transfrontaliers, et d ' a u g m e n t e r ainsi la t r a n s p a r e n c e du marché. La Commission désire jouer d a n s ce domaine essentiallement u n róle d e promoteur et de catalysateur, car elle est d'avis q u e les bourses de déchets sont une tàche privilégiée de l'industrie ellemème o f f r a n t ainsi u n service a u x entreprises concernées p a r l'élimination des déchets. La Commission considère que notamment les bourses de déchets horizontales doivent ètre promues car leur importance est considérablement plus large que l'activité des bourses de déchets verticales. C'est ainsi qu'elle a pris contact avec la Conférence Permanente des Chambres de Commerce et d'Industrie de la C o m m u n a u t é qui ont adopté en octobre 1978 lors de leur congrès annuel u n e résolution prévoyant la création des bourses de déchets d a n s toutes les chambres de commerce et d'industrie où ce serait utile. D e p u i s lors, des progrès considérables ont été réalisés: — en France, d é j à 5 bourses de déchets sont opérationnelles; 3 autres sont en voie de p r é p a r a t i o n ; — en Italie, d e u x bourses horizontales de déchets — à T o r i n o et à T a r a n t o — ont entamé leurs activités. En vue d'aider les chambres de commerce et d'industrie dans l'établissement de telles bourses de déchets, u n « Manuel de la b o u r s è des déchets - conseils pratiques » f u t élaboré en coopération entre les services de la Commission et la Conférence P e r m a n e n t e . Le manuel sera distribué à toutes les organisations et personnes intéressées à déployer des activités dans ce domaine. L'intérèt q u ' o n peut constater partout p o u r la récupération et le recyclage des déchets va aussi déterminer l'évolution des bourses de déchets. L'avenir est certainement avec les bourses horizontales, mais les bourses verticales resteront importantes p o u r des m a t é r i a u x bien spécifiques, comme p a r exemple les déchets et résidus chimiques. L'activité et l ' i m p o r t a n c e des bourses de déchets p o u r r a i e n t certainement encore ètre étendues par l'établissement ou l'extension des services de conseils à f o u r n i r aux entreprises ayant des problèmes d'élimination de leurs déchets ainsi que p a r la coopération et l'intégration avec le commerce de récupération et le développement des échanges transfrontaliers. L'efFicacité des bourses d e déchets pourra de plus étre augmentée p a r la précision des indications f o u r n i e s par les listes de l'offre et de la d e m a n d e , l'harmonisation de la n o m e n c l a t u r e et le contròie des résultats. La Commission, en tant q u e p r o m o t e u r et catalysateur est à la disposition de tous ceux qui veulent développer des initiatives et activités dans ce d o m a i n e . 7. C O N C L U S I O N S La raréfaction des sites de déversement, les risques que présentent les déchets p o u r l'environnement et la santé humaine ainsi q u e la pénurie d'énergie et de matières premières primaires vont conduire à u n e intensification de la récupération et du recyclage dans les années à venir. Une amélioration de la gestion des déchets et u n e mise en valeur des ressources se trouvant d a n s les déchets et résidus exige des efforts croissants à différents niveaux et la collaboration de ces niveaux des consommateurs, de l'industrie, de la recherche ainsi que des administrations c o m m u n a u t a i r e s nationales et locales. D a n s le cadre de ces actions, la Comm u n a u t é e u r o p é e n n e a u n ròle i m p o r t a n t à jouer en tant q u ' a n i m a t e u r , coordinateur, p r o m o t e u r et catalysateur, par la mission générale et spécifique q u e le Traité C E E lui confiée, à savoir de veiller à la promotion du développement h a r m o n i e u x dans l'ensemble de la Comm u n a u t é et d'assurer u n e expansion continue et équilibrée. La gestion des déchets et des ressources de la Commun a u t é y apparaìt c o m m e u n e des tàches essentielles et de responsabilité particulière. N O T A 1 m t p a = million de to. p a r a n . LA BORSA DEI RIFIUTI INDUSTRIALI DI TORINO Franco Alunno Particolare dello stand della Camera di commercio di Torino a alla 1 esposizione internazionale di metodologie e tecniche per la raccolta e il recupero dei rifiuti (Torino - 27 ottobre • 4 novembre o0) , ' ^ ,»•> j; • s i z< • .. 5 d |ag&|l[K -Sa \ j* 5" Jllllll^l o e 4Ss COM'È NATA N e l l ' a u t u n n o del 1977 la C a m e r a di c o m m e r c i o di T o r i n o f u sollecitata ad istituire u n a Borsa dei rifiuti industriali, sull'esempio di q u a n t o era già stato realizzato in altri paesi europei. In Italia l'unica iniziativa del genere, gestita dall'Asschimici e tuttora f u n z i o n a n t e , aveva carattere settoriale, m e n t r e l'esperienza degli altri Stati, ed in particolare della G e r m a n i a , f a c e v a ritenere preferibile u n a impostazione generale, in quanto gli scarti e i sottoprodotti delle imprese di alcuni settori possono essere usati c o m e materie p r i m e da altri settori. L'iniziativa p r o p o s t a rispondeva all'esigenza di p r e d i s p o r r e s t r u m e n t i atti a perseguire u n a politica di r i s p a r m i o di materiali, che r i s p o n d e al duplice fine di contenere il c o n s u m o degli stessi ed eliminare o almeno r i d u r r e i costi di smaltimento, che t e n d o n o ad a u m e n t a r e in relazione alle m i s u r e di protezione dell'ambiente già in atto e in progetto. L'esigenza peraltro era già stata avvertita a livello m o n d i a l e (v. per esempio i r a p p o r t i al Club di R o m a ) , a livello di C o m u n i t à europea, che aveva già approvato o aveva allo studio alcune direttive e r a c c o m a n d a z i o n i sull'argomento, ed è stata poi presa in considerazione a n c h e dal governo italiano, in q u a n t o il C I P I deliberò nel f e b b r a i o 1978 che u n o dei piani di settore da p r e d i s p o r r e ai sensi della legge 675 avesse p e r oggetto il r e c u p e r o e il riciclaggio dei materiali. La C a m e r a di commercio di T o r i n o aderì p e r t a n t o alla sollecitazione, preocc u p a n d o s i di f a r e p r e c e d e r e l'istituzione 1979). della borsa rifiuti da u n o studio ; preparatorio (curato dalla F I A T Engineering) che descriveva il f u n z i o n a m e n t o della borsa rifiuti all'estero, indicava alcuni tipi di rifiuti utilizzabili e riportava i risultati di u n ' i n d a g i n e campionaria f r a le principali imprese della provincia di Torino. Nel m a r z o 1978 usciva il p r i m o bollettino che conteneva 70 offerte e 11 ' richieste di scarti di lavorazioni. Le imprese inserzioniste erano quelle piemontesi con almeno 50 addetti, in q u a n t o solo a queste era stata inviata comunicazione dell'iniziativa. Volendosi però allargare l'area interessata a tutto il territorio nazionale, i bollettini venivano inviati a tutte le C a m e r e di commercio e a tutte le U n i o n i industriali. d'Italia, e veniva nel c o n t e m p o sollecitata all ' U n i o n e Italiana delle C a m e r e di commercio u n ' a z i o n e di p r o m o z i o n e e di c o o r d i n a m e n t o . Il modello al quale ci si è ispirati è infatti quello tedesco, sec o n d o il quale ogni C a m e r a pubblica u n bollettino che viene inviato alla Cam e r a federale dell'industria e del commercio, la quale provvede a riportare tutte le offerte e le richieste su u n bollettino nazionale. La soluzione p i ù congrua per l'Italia s e m b r a da ricercare in un'organizzazione su base regionale o interregionale con u n c o o r d i n a m e n t o nazionale. Fino a q u a n d o p e r ò n o n sorgeranno analoghe iniziative sul territorio nazionale, la C a m e r a di T o r i n o accoglierà tutte le richieste e offerte di materiali, da qualsiasi regione provengano. Q u e s t o convegno h a anzi lo scopo di analizzare i risultati e i p r o b l e m i di circa u n a n n o e mezzo di attività della Borsa rifiuti industriali di T o r i n o e di stimolare l'avvio di iniziative dello stesso tipo da p a r t e di altre C a m e r e di c o m m e r c i o o U n i o n i regionali delle stesse. COME FUNZIONA Le offerte e le richieste che pervengono sono classificate in dieci g r u p p i e le relative inserzioni v e n g o n o pubblicate gratuitamente, aggregate per settore. Il bollettino, di cui si s t a m p a n o 2 0 0 0 copie, viene inviato a tutte le imprese m a n i f a t t u r i e r e del Piemonte con almeno 50 addetti, alle Camere di commercio, alle U n i o n i Industriali e A P I di tutta Italia ed a chiunque n e faccia richiesta. Chi è interessato ad u n a o più offerte o richieste comunica, per iscritto o per telefono, che vuole mettersi in contatto con u n o o più inserzionisti: il suo nominativo viene allora trasmesso all'inserzionista che provvede a contattarlo. Oltre che comunicare alle ditte inserzioniste i nominativi delle ditte interessate alle offerte o alle richieste di rifiuti industriali, si è cercato di appurare l'esito delle trattative m e d i a n t e un'indagine diretta presso gli inserzionisti. N e è risultato i n n a n z i t u t t o che u n certo n u m e r o di ditte aveva compilato in m o d o erroneo il m o d u l o per l'inserzione richiedendo ad esempio p r o d o t t i che voleva offrire; altri non avevano ricevuto i nominativi delle ditte interessate per evidenti disguidi postali. La rilevazione di disguidi di tale genere c o m p o r t a la necessità di apportare alcune modificazioni di carattere organizzativo, come, per esempio, u n a maggiore evidenza della diversità dei moduli per offerte rispetto a quelli per richieste, e la sostituzione del mezzo postale con la comunicazione telefonica. Si è anche pensato di rendere m e n o lento e macchinoso il meccanismo com u n i c a n d o d i r e t t a m e n t e il n o m i n a t i v o dell'inserzionista a chi desidera mettersi in contatto. Q u a n d o invece il contatto è avvenuto, ma l'affare n o n è stato concluso, si è cercato di i n d i v i d u a r e le cause della mancata conclusione. Per coloro che avevano offerto rifiuti, i motivi principali sono risultati: 1) la p r e f e r e n z a accordata al precedente raccoglitore, che garantiva lo smaltimento di tutti i rifiuti della ditta, alla r i n f u s a o selezionati, e la continuità del ritiro; 2) la qualità della merce, che non è stata ritenuta dal potenziale acquirente c o n f o r m e alle sue esigenze. Altri motivi m e n o f r e q u e n t i sono inoltre: 3) il prezzo offerto, giudicato poco remunerativo; 4) la quantità dei rifiuti, giudicata troppo scarsa o, al contrario, eccessiva; 5) la distanza giudicata eccessiva dal potenziale acquirente, che doveva evidentemente sostenere le spese di trasporto. Per coloro che h a n n o richiesto rifiuti il motivo principale della m a n c a t a conclusione dell'acquisto è risultata la qualità dei rifiuti offerti. Meno rilevanti invece il m a n c a t o a c c o r d o sul prezzo o la divergenza in difetto o in eccesso f r a la q u a n t i t à d o m a n d a t a e quella offerta. Fra coloro che h a n n o offerto rifiuti vi sono alcuni che avevano già risolto il p r o b l e m a , m a volevano verificare, attraverso la borsa rifiuti, se esistevano migliori possibilità di collocazione degli stessi. In questo caso la borsa rifiuti ha permesso di allargare la conoscenza del m e r c a t o sia p u r e con risultati negativi (prezzo offerto inferiore o uguale a quello già percepito, inferiorità del servizio offerto). Gli altri motivi di m a n c a t a collocazione dei rifiuti s e m b r a n o invece più stimolanti per l'imprenditore, in q u a n t o attestano che esiste un mercato di determinati materiali di scarto, m a gli stessi dev o n o possedere requisiti minimi di purezza e / o essere offerti ad u n prezzo accettabile dalle potenziali controparti. STIMOLI PER IL FUTURO Il consuntivo del p r i m o periodo di attività della borsa rifiuti industriali dimostra a m p i a m e n t e che l'iniziativa risponde ad esigenze diffuse nel m o n d o industriale, ma che occorre anche pensare ad u n potenziamento affinché la stessa sia in grado di incidere con maggiore efficacia nel c a m p o del recupero dei materiali. Uno dei quesiti che nasce dalla valutazione dell'attività svolta è, per esempio, se lo scambio diretto f r a industrie è possibile solo in casi rari, rendendosi indispensabile u n a mediazione (per raccolta, selezione e riciclaggio). In questo caso occorrerà prevedere quale tipo di rapporti possano instaurarsi tra Camera di commercio e imprese di intermediazione. Si p o t r e b b e per esempio predisporre u n a serie di elenchi di imprese operanti nel c a m p o della raccolta, riciclaggio e commercializzazione di rifiuti e scarti; su questo tema ritorneremo più diffusamente f r a poco. Alcune modificazioni di carattere organizzativo di lieve entità sono già state citate; u n ulteriore p r o b l e m a riguarda il meccanismo di comunicazione finalizzato alla presa di contatto tra le imprese: è o p p o r t u n o (e gradito alle imprese) che il n o m i n a t i v o degli inserzionisti sia comunicato alle imprese che desiderano mettersi in contatto con le stesse? Per rendere il bollettino più interessante e « leggibile » si è pensato di arricchirlo con u n notiziario tecnico, con brevi articoli che illustrino iniziative nel c a m p o del recupero e del riciclaggio (attività CEE, legislazione nazionale e regionale, convegni, mostre, attività di associazioni ed enti ecc.), e con la posta dei lettori. Per particolari occasioni, si potrebbero anche p u b b l i c a r e interventi di maggior rilievo. Inoltre, almeno alcuni n u m e r i potrebbero essere diffusi f r a le industrie minori, per le quali sono a t t u a l m e n t e disponibili elenchi abbastanza completi. La borsa dei rifiuti industriali p o t r e b b e anche p r o m u o v e r e u n concorso nazionale di idee per la miglior soluzione di un p r o b l e m a di r e c u p e r o e riciclaggio, dal p u n t o di vista economico ed ecologico. Sembra infine o p p o r t u n o stimolare le imprese ad utilizzare esperti in grado di svolgere u n a consulenza tecnica, economica e commerciale sui rifiuti, costituendo u n archivio di s t u d i professionali, enti ed istituti che o p e r a n o nel settore, ed intervenendo e v e n t u a l m e n t e con contributi sul costo delle consulenze. Tabella A. Attività della borsa rifiuti industriali (marzo 1978 - settembre 1979, n. 5 bollettini) Sett ° rÌ N offerte N a ' « Risposte per offerta N. richieste / . « N Ris - t a Poste richiesta A N A L I S I DEI SETTORI 0,74 0,68 0,78 0,17 0,33 18 19 8 15 2 16 17 19 13 2 0,89 0,89 2,37 0,87 1,00 3 2 26 13 1 0,14 0,67 0,57 0,31 0,33 13 2 20 3 9 3 9 6 0,69 1,50 0,45 2,00 — 0,53 100 43 30 29 4 4 3) Carta e c a r t o n e 4 ) Legno Totale 293 155 5) Materiali in g o m m a Totale ditte 192 — I rifiuti offerti o richiesti sono stati distinti in dieci settori o categorie: 1) Residui chimici 2) Materiali plastici Residui chimici M a t e r i a l i plastici Carta e cartone Legno Materiali in gomma Materiali in cuoio Prodotti tessili M a t e r i a l i in vetro Materiali metallici Materiali vari Attrezzature 58 44 37 24 12 2 22 3 46 42 3 A) B) C) D) E) F) G) H) 1) L) M) — — 34 — 94 — — 0,94 — 6) Materiali in cuoio 7) Prodotti tessili 8) Materiali in vetro 9) Materiali metallici 10) Materiali vari In seguito, essendo p e r v e n u t e alcune offerte di attrezzature, che è risultato diffìcile i n q u a d r a r e in u n o dei dieci settori elencati, si è p r o v v e d u t o ad aggiungere la voce « attrezzature ». C o m e risulta dalla tabella A, nel periodo m a r z o 1978 settembre 1979 d u r a n t e il quale sono usciti cinque n u m e r i del bollettino, sono state p u b b l i c a t e 2 9 3 offerte e 100 richieste di rifiuti. Le imprese che h a n n o ofTerto rifiuti sono state 192: ciò significa che alcune imprese h a n n o offerto più di u n tipo di rifiuto e la m e d i a risulta 1,5 inserzioni per impresa. Le imprese che h a n n o richiesto rifiuti, con 100 inserzioni, sono soltanto 34 con u n r a p p o r t o medio di 3 richieste per impresa. Se analizziamo i settori interessati rispettivamente alle offerte e alle richieste, n o t i a m o che tra le p r i m e prevalgono i residui chimici con il 2 0 % di tutte le offerte, seguiti dai materiali metallici con il 1 6 % , dai materiali plastici con il 1 5 % , dai materiali vari ( 1 4 % ) , da carta e cartone ( 1 3 % ) , legno ( 8 % ) e p r o d o t t i tessili ( 7 % ) . Per i materiali in g o m m a si registra il 4 % , m e n t r e quasi irrilevanti risultano i settori dei materiali in vetro e in cuoio. Per le richieste, sarà sufficiente elencare la graduatoria dei settori citando il num e r o delle inserzioni, poiché, come già detto, questo è esattamente uguale a 100. Sul versante delle richieste a b b i a m o d u n q u e questa graduatoria: — materiali metallici 20 — materiali plastici 19 — residui chimici 18 — legno 15 — prodotti tessili 13 — carta e cartone 8 Quasi irrilevanti i materiali in g o m m a , in vetro e vari. C o m e le offerte sono superiori alle richieste, così le richieste di contatto con le imprese che richiedono rifiuti sono p r o p o r z i o n a l m e n t e più n u m e r o s e : abb i a m o infatti 94 richieste di contatto per 100 inserzioni, m e n t r e sul versante delle offerte si registrano 155 richieste di contatto per 2 9 3 inserzioni. In complesso si p u ò affermare che 387 operazioni sono finalizzate alla cessione di rifiuti, m e n t r e 2 5 5 sono finalizzate all'acquisto: si conta d u n q u e u n a intenzione di acquisto per ogni 1,5 intenzioni di cessione. Analizzando i singoli settori, quelli che s e m b r a n o m e n o interessare per gli acquisti sono quelli dei prodotti tessili (3 contatti per 22 offerte), del legno (4 contatti p e r 2 4 offerte) e dei materiali vari (13 contatti per 4 2 offerte). Le richieste di rifiuti che s e m b r a n o incontrare il maggiore interesse sono quelle relative ai settori della carta e cartone (19 contatti p e r 8 richieste), dei materiali vari (6 contatti per 3 richieste) e dei materiali in vetro (3 contatti per 2 richieste). I n tutti gli altri comparti il n u m e r o delle richieste supera il n u m e r o dei contatti m a in genere di poche u n i t à . C o n c l u d e n d o su questo p u n t o , si p u ò affermare che si è verificato u n sostanziale equilibrio t r a d o m a n d a e offerta nei diversi settori, se si eccettuano i settori del legno e dei p r o d o t t i tessili: equilibrio forse p i ù potenziale c h e effettivo, a causa di diversi elementi che ostacolano la conclusione degli affari, che a b b i a m o già messo in evidenza. Resta c o m u n q u e accertato che la situazione di prevalenza dell'offerta dei prodotti n o n si presenta in m i s u r a così netta da f a r ritenere impossibile o molto diffìcile la collocazione dei diversi tipi di rifiuti. Vi è anche da aggiungere che alcune offerte r i g u a r d a v a n o rifiuti p r a t i c a m e n t e non utilizzabili: si è trattato di tentativi destinati all'insuccesso, ed anche questa considerazione ci s e m b r a da tenere presente in u n bilancio che cerca, sia p u r e in termini abbastanza approssimativi, di m i s u r a r e il m e r c a t o dei rifiuti industriali. UN A R C H I V I O DELLE IMPRESE CHE V E N D O N O E A C Q U I S T A N O RIFIUTI Se vogliamo a questo p u n t o t r a r r e qualche conclusione operativa dall'esperienza di u n a n n o e mezzo di attività, possiamo innanzitutto affermare che la borsa dei rifiuti industriali nella f o r m a del bollettino bimestrale p u ò p r o d u r r e effetti n u m e r o s i e consistenti se è collegata ad altre iniziative che p r o m u o v a n o e favoriscano l'utilizzazione di rifiuti industriali: pensiamo soprattutto all'esistenza di centri di servizi per il riciclaggio, ad u n a rete di raccolta e di selezione dei rifiuti, ad eventuali agevolazioni e contribuzioni. Per q u a n t o riguarda p i ù direttamente il meccanismo di f u n z i o n a m e n t o della borsa rifiuti, le richieste che ci pervengono ci convincono che è molto utile disporre di u n archivio di ditte che richiedono e offrono con continuità e regolarità certi tipi di rifiuti. Per f a r e alcuni esempi, u n a impresa di torrefazione del caffè ci h a contattato per avere nominativi di imprese operanti nel c a m p o della p r e p a r a z i o n e del compost, poiché risulta che la pellicola del caffè che si produce nel processo di to« b » come « borsa » dei rifiuti. statura possiede elevate qualità nutritive del t e r r e n o : sarebbe stato opportun o c o m u n i c a r e qualche n o m i n a t i v o di impresa o p e r a n t e nella p r e p a r a z i o n e del compost, e n o n solo mettere a disposizione il bollettino per u n a inserzione. Altre imprese che i n t e n d o n o attivare impianti di riciclaggio ci chiedono notizie sui potenziali fornitori, notizie che r i g u a r d a n o sia le quantità degli scarti sia l'ubicazione degli stabilimenti. Abb i a m o già avuto d u e richieste di questo tipo per il riciclaggio delle materie plastiche. Imprese produttrici di prodotti di base per l'industria farmaceutica ci h a n n o segnalato la necessità di rifornirsi di sottoprodotti della macellazione o della lavorazione del latte. Alcune cementerie h a n n o richiesto combustibili di qualsiasi tipo. H o citato questi pochi esempi per evidenziare la necessità di predisporre degli strumenti di conoscenza del mercato che r i s p o n d a n o con immediatezza e con sufficiente completezza alle richieste di coloro che i n t e n d o n o operare nel c a m p o del recupero e del riciclaggio. Q u e s t o ci h a stimolato a costituire u n archivio di richieste e offerte di prodotti, gestito per il m o m e n t o con schede dattiloscritte m a che potrà essere trasferito su s u p p o r t o magnetico qualora la massa dei dati archiviati n o n con- senta u n a gestione m a n u a l e rapida ed efficiente. In tale archivio n a t u r a l m e n t e troveranno collocazione solo quelle imprese che accettano di esservi inserite, e sarà inoltre necessaria u n a periodica verifica delle imprese iscritte oltre che u n continuo aggiornamento ed ampliamento. È inoltre da ritenere che u n a presenza abbastanza significativa delle imprese appartenenti alle diverse classi di industria permetta, in combinazione con gli elenchi generali delle industrie, di valutare con sufficiente approssimazione il flusso di scarti e di rifiuti delle singole classi e sottoclassi d'industria. Il bollettino di richieste ed offerte potrà n a t u r a l m e n t e continuare ad uscire, ma soprattutto per operazioni occasionali o per mettere in evidenza nuove acquisizioni dell'archivio. È evidente che u n ' o p e r a z i o n e di tal genere effettuata per u n a sola regione risulta monca ed incompleta: a p p a r e dunque necessario che tutte le altre regioni si dotino di un p r o p r i o archivio e a questo p u n t o p o t r e b b e divenire conveniente raggruppare tutti i dati degli archivi regionali in u n archivio nazionale che dovrà essère gestito con u n elaboratore in grado di selezionare le risposte anche in f u n z i o n e della distanza. IL N O D O cqmera , dfcomroeiao artigianato eagricoHura «Storino DELL'INTERMEDIAZIONE Nelle ricerche e negli studi che sono finora stati condotti sul tema del recupero, si è posta attenzione soprattutto sui produttori dei rifiuti e sui potenziali utilizzatori, lasciando u n po' in o m b r a il meccanismo di passaggio dagli uni agli altri. È noto infatti che tali passaggi avvengono per n u m e r o s i scarti e sottoprodotti, m a n o n si conosce la destinazione precisa degli stessi; si ha, è vero, l'impressione c h e le utilizzazioni alle quali vengono oggi avviati i rifiuti, n o n siano sempre le più convenienti dal punto di vista economico, m a n o n si è in grado di precisare le quantità che vengono sottoutilizzate e i motivi che det e r m i n a n o questi sprechi. Sembra necessario allora a p p u n t a r e l'at- tenzione sulla fase di intermediazione per conoscerla, prima di essere in grado di suggerire quegli interventi che garantiscano u n recupero adeguato al livello più elevato possibile. Per maggiore chiarezza, possiamo riferirci ad u n caso concreto, quello degli olii esausti: è certo che gli olii per motori provenienti da autoveicoli vengono ceduti dai distributori e dalle officine, m a n o n sembra che le quantità di olio rigenerato o riraffinato c o r r i s p o n d a n o alla massa di olio in tal m o d o recuperato; si deve p e r t a n t o s u p p o r r e che la maggior parte degli olii motore esausti v e n g a n o destinati alla combustione con u n a notevolissima perdita economica. L'olio combustibile infatti viene attualmente v e n d u t o a lire 1 6 0 / 1 7 0 Kg m e n t r e l'olio m o t o r e riraffinato e additivato vale lire 1 2 0 0 / 2 2 0 0 al Kg. È difficile capire p e r c h é ciò avvenga: alcuni sono portati a ritenere che la causa principale risieda nella scarsa professionalità dei raccoglitori, che probabilmente non conoscono la possibilità di utilizzazioni più ricche della combustione e pregiudicano già nella fase di raccolta tale possibilità mescolando olii esausti di qualsiasi tipo e provenienza. Se però esiste u n a rete di raccolta^ che utilizza, sia pure male, il rifiuto, è dimostrata la convenienza economica a svolgere questo tipo di attività, convenienza che risulterebbe a u m e n t a t a da una migliore collocazione del rifiuto. A p p a r e allora necessario p r e n d e r e contatto con i raccoglitori, accertare la destinazione dei rifiuti e indirizzarli alla utilizzazione più economica. E ho cosi anche introdotto l'ultimo punto di questa relazione, che è quello relativo alla o p p o r t u n i t à di dedicarsi ad alcuni problemi particolarmente importanti dal p u n t o di vista economico ed ambientale. Ciò p u ò avvenire i n n a n z i t u t t o f o r n e n d o notizie tecniche ed economiche sui prodotti da recuperare e riciclare, promuovendo poi la creazione di centri di servizi o il p o t e n z i a m e n t o di quelli esistenti, e la organizzazione di reti di raccolta e selezione. Il tema degli olii esausti, che h o citato, è u n o di quelli che a p p a r e meritevole di intervento; accanto ad esso citerei Veduta d'assieme delio stand camerale (ideazione e progetto esecutivo di Giovanni Andriani). anche i settori della g o m m a e delle materie plastiche. U n ' e s p e r i e n z a d u n q u e quella della Borsa rifiuti di T o r i n o , che h a permesso da parte nostra l'acquisizione di utili conoscenze e che d ' a l t r o lato h a testimoniato alle imprese che da p a r t e della pubblica amministrazione, qualcosa si m u o v e in questo c a m p o , qualcosa che deve crescere e diffondersi coinvolgendo altre amministrazioni, dallo Stato alla Regione ai C o m u n i , f o r n e n d o servizi via via più articolati ed efficienti e soprattutto p r e d i s p o n e n d o p r o g r a m m i razionali per u n a intensificazione delle attività di recupero. Se è evidente l'interesse generale allo sviluppo del r e c u p e r o , n o n sempre è ravvisabile u n a convenienza economica dell'operatore p r i v a t o : si tratterà allora in questi casi di p r e v e d e r e interventi p u b b l i c i che c o p r a n o u n a p a r t e delle spese, quella p a r t e a p p u n t o che f a raggiungere la soglia di convenienza all ' o p e r a t o r e privato. Sarà p e r ò necessario, in questo caso, che accanto alle C a m e r e di commercio si realizzi l'intervento di altri enti pubblici, a cominciare dallo Stato. LE BORSE DEI RIFIUT ASSICURANO MATERIALI ALLA PRODUZIONE 5 anni di esperienze nelle Camere per il commercio e l'industria della Repubblica federale tedesca Wilhelm K. Risse PREMESSA Dal luglio 1974 le Camere di commercio e industria tedesche, tramite la loro organizzazione al vertice — l'Unione delle Camere di commercio tedesche, D I T H — gestiscono in c o m u n e una borsa dei rifiuti. In questi cinque anni sono state pubblicate 13.500 offerte e 4.200 richieste, per le quali sono arrivate 30.000 risposte. (Dall'inizio del 1975 si sono avuti a n n u n c i anche dai paesi limitrofi, e precisamente 1770 offerte e 694 richieste). « Le borse dei rifiuti » — l'espressione è o r m a i entrata nell'uso corrente, benché n o n si tratti né di u n a borsa, né di rifiuti nel senso attribuito a questo termine dalle legislazioni vigenti — serv o n o alla mediazione gratuita di qualsiasi tipo di residuo industriale. Poste al servizio della protezione dell'ambiente, concorrono a realizzare u n risparmio di materie p r i m e nell'industria, a prom u o v e r e il recupero dei residui dei processi produttivi e a ridurre il volume dei rifiuti. I residui di produzione, che possono in pratica considerarsi materie prime f u o r i luogo, vengono reinseriti nel circuito economico. Le borse dei rifiuti trattano dei residui di produzione industriale e aziendale e non quelli domestici. Esse sono per lo più organizzazioni autogestite (o anche sovvenzionate dallo Stato per promuovere la gestione dei rifiuti). A n c h e il commercio di materiali usati partecipa alle borse dei rifiuti (commercio di materie prime) e fa u n grande uso di questa offerta, che gli assicura u n a trasparenza unica del mercato. Si distingue f r a le borse dei rifiuti verticali e quelle orizzontali. Le borse verticali trattano esclusivamente i residui di p r o d u z i o n e di u n determinato settore ed in genere sono gestite da associazioni di categoria, specialmente quella chimica. Le borse orizzontali, invece, esercitano la loro attività su u n a più ampia gamma di residui di produzione e c o m p r e n d o n o settori diversi. Questo è di dominio delle Camere di commercio e industria. Il loro raggio di azione è per propria n a t u r a molto p i ù vasto di q u a n t o lo sia quello delle borse verticali. METODO DI LAVORO DI UNA BORSA DEI RIFIUTI A torto si era supposto che, p r i m a di avviare u n a borsa dei rifiuti si dovesse stabilire quanti e quali residui vi fossero nell'ambito industriale. U n a tale rilevazione è molto voluminosa e costosa, né darà mai risposte sulla possibile dimensione di u n a borsa dei rifiuti, poiché solo con la borsa stessa si p u ò stabilire quali residui di produzione servono per la mediazione e sono d u n q u e di interesse per altri, e quali invece, come veri rifiuti, sono destinati ad essere regolarmente eliminati. Chi intende mettere in f u n z i o n e u n a borsa dei rifiuti deve poter disporre di un gran n u m e r o di indirizzi cui poter dare comunicazione delle offerte e richieste dei residui di produzione. Questo compito p u ò essere svolto nel m o d o più semplice da organizzazioni già esistenti, solite ad inviare regolarmente u n bollettino ai propri soci, in cui è possibile inserire anche le informazioni sulle borse dei rifiuti. Per lo scambio di residui di produzione occorre indicare l'esatta denominazione dei materiali offerti, la loro composizione, la quantità, l'eventuale imballaggio o contenitore, le possibilità di trasporto ed i dati sul luogo di produzione. Q u a l e indicazione del luogo di provenienza, le Camere tedesche usano la sigla delle targhe automobilistiche. La maggior parte delle borse dei rifiuti adotta u n a casella postale per coprire con l'anonimato l'inserzionista. L'idea se non fosse il caso di riscuotere dei diritti sull'attività di mediazione delle borse dei rifiuti è stata lasciata perdere. A prescindere dalla gestione amministrativa, che graverebbe sulla borsa dei rifiuti con costi più elevati, che forse supererebbero addirittura quelli dei denari riscossi, u n a • tale tariffa avrebbe effetti negativi sul commercio del materiale usato, in q u a n t o dovrebbe essere in pratica equiparata al pagamento della provvigione, cioè dal margine di utile del commercio. D ' a l t r a parte è auspicabile che il commercio vi partecipi, cioè che i commercianti p r e n d a n o parte alla borsa, p e r c h é solo loro h a n n o la possibilità di acquistare piccoli quan- ntativi e offrirli in u n ' u n i c a partita all'utilizzatore, che per p a r t e sua non vuole o n o n p u ò prendersi la briga di entrare in contatto con tanti piccoli offerenti. Nell'organizzare la p r i m a borsa dei rifiuti, si era creduto che quest'attività di mediazione sarebbe stata solo di breve d u r a t a , perché si pensava che offerenti e richiedenti si sarebbero trovati tramite la borsa e avrebbero poi continuato nello scambio dei loro residui di produzione. È vero tuttavia che le borse, d o p o una rapida crescita iniziale di offerte e richieste, registrano u n calo, ma si stabilizzano poi su un livello che si mantiene stabile negli anni. DIFFICILE CONTROLLO DEI RISULTATI REALE Se anche è difficile controllare i risultati, si deve tuttavia, a p p e n a iniziata l'attività della borsa, i n t r o d u r r e u n a verifica della mediazione, che si può svolgere con degli appositi elenchi. La speranza di quanti gestiscono u n a borsa, che gli inserzionisti avvisino la borsa stessa di q u a n d o h a n n o concluso l'affare, in genere resta inesaudita. È necessario pertanto usare un controllo con dei questionari piuttosto complessi, ove si p u ò tuttavia chiedere solamente se è stato ceduto l'intero q u a n t i t a t i v o o solo parte di esso, e se per questo residuo di produzione è stato dato un compenso, o se è stato ritirato gratuitamente, cosa che per l'offerente è c o m u n q u e da registrare come positivo. Il tentativo di calcolare quantitativi precisi è destinato a fallire, perché non è possibile s o m m a r e fra loro diverse misure espresse in tonnellate, metri cubi, metri piani e unità, e che la maggior parte delle offerte correnti si riferiscono a periodi di tempo diversi. QUOTA DI RIUTILIZZO: PIÙ DI UN TERZO Da un'azione con questionari di questo tipo, effettuata dal D I T H risulta che su 921 offerte esaminate, 332 trattative sono andate in porto, e cioè il 3 6 % . Nel 5 1 % di questi 332 casi è stato ritirato l'intero quantitativo offerto e nel 4 9 % solo u n a parte. Nel 2 3 % dei casi i residui di produzione e r a n o stati ritirati da produttori che li h a n n o riutilizzati direttamente. Nel 2 2 % i residui di produzione sono stati presi da utilizzatori e convertiti in nuovi materiali. In quasi tutti i casi gli offerenti h a n n o raggiunto un risultato positivo con la cessione, sia che il cessionario abbia pagato i residui di produzione, ovvero anche che i residui di produzione siano stati raccolti gratuitamente, in q u a n t o l'esercizio ha c o m u n q u e risparmiato i costi di trasporto e di eliminazione. Solo nel1*8% dei casi gli offerenti h a n n o dovuto pagare per il ritiro. Delle 129 richieste controllate, 49 trattative sono a n d a t e in porto, e cioè il 3 7 % . Nel 5 6 % dei casi i richiedenti h a n n o reintegrato direttamente nel ciclo produttivo i residui di p r o d u z i o n e presi dal produttore; nel 1 3 % dei casi è seguita una trasformazione in nuovi materiali. In circa un terzo di tutti i casi si è inserito fra cedente e cessionario u n commerciante di materie prime, da cui si capisce che anche questo settore commerciale ha allacciato n u o v e relazioni d'affari con l'ausilio della borsa dei rifiuti. Poiché la borsa dei rifiuti si limita alla mediazione f r a gli interessati, le condizioni trattate, specialmente per quanto riguardi i prezzi, devono r i m a n e r e tabu per il gestore della borsa. Se si volesse porre una questione del genere, gli interessati diserterebbero la borsa ed un accertamento dei prezzi pagati, da parte del gestore della borsa, equivarrebbe alla compilazione di un prezziario per i residui di p r o d u z i o n e . Q u a l u n q u e gestore di u n a borsa dovrebbe evitarlo. Se anche il gestore della borsa dei rifiuti non p u ò valutare p i e n a m e n t e i risultati raggiunti perché le azioni di controllo sono costose e difficili e perché, d'altra parte, vi sono degli operatori che d o p o essersi conosciuti tramite la borsa c o n t i n u a n o per anni nei loro scambi di residui industriali, senza più avere la mediazione della borsa e senza neanche i n f o r m a r l a , tuttavia il gestore della borsa dei rifiuti non deve lasciarsi scoraggiare. Il n u m e r o delle offerte e delle richieste presso le Camere di commercio e industria tedesche si è negli ultimi anni stabilizzato intorno alle 2 0 0 mensili. Solo nel corso dell'ultimo a n n o si sono trovati 5000 interessati per i residui di produzione offerti. Si è così dimostrato che la borsa dei rifiuti f u n z i o n a e che gestirla è ancora cosa utile. Da un a n n o le Camere di commercio ed industria tedesche, oltre alla pubblicazione di offerte e richieste, accettano di occuparsi anche della consulenza alle aziende, nei casi in cui non sia stato possibile collocare u n residuo di produzione per mezzo della borsa. T r a m i t e un elenco compilato dall'ufficio federale tedesco per l'Ecologia, viene indicato u n probabile utilizzatore. Q u a n d o anche cosi non si riuscisse a cedere il residuo di produzione, avviene u n a consulenza personale con l'aiuto dell'ufficio federale per l'Ecologia. LE OFFERTE OSCILLANO C O N I PREZZI DELLE MATERIE PRIME La borsa dei rifiuti delle Camere di commercio ed industria tedesche è suddivisa in gruppi merceologici, e cioè: residui chimici, materie plastiche, carta, legno, g o m m a , cuoio, prodotti tessili, vetro, metalli, varie. Se si considerano le quote percentuali dei singoli settori trattati nel corso dell'anno, risulta evidente come la loro entità sulla borsa oscilli insieme ai prezzi delle materie prime. Fra le offerte sono s e m p r e nel g r u p p o di testa le materie plastiche ed i residui chimici. La quota delle materie plastiche negli anni 1974-1978 è stata rispettivamente del 19,2, 23,4, 23,6, 22,2 e 2 1 , 3 % . I residui chimici che coprivano il 1 8 , 6 % nel secondo semestre del 1974 sono scesi nel f r a t t e m p o al terzo posto con un 1 5 , 9 % . È notevole come nel corso degli anni siano aumentati i metalli, p a s s a n d o da u n a quota iniziale dell'8,2 a 11,9, 11,8, 16,0 e siano ora con il 1 9 , 0 % al secondo posto. Questa f o r t e crescita si spiega con il fatto che il commercio dei rottami metallici all'inizio nutriva molte riserve nei confronti della borsa, m e n t r e ora si serve di questa istituzione, che offre b u o n a trasparenza di mercato. I residui di carta, che e r a n o all'inizio con 1 2 , 6 % al quarto posto, sono scesi passando dall'8,6, 9,2, 8,9 e 8 , 7 % al q u i n t o posto. In coda, come sempre, si trovano g o m m a , vetro e cuoio. Questo si spiega soprattutto con il fatto che questi settori in c o n f r o n t o a quelli suddetti, comprendono un m i n o r n u m e r o di aziende e pertanto n o n h a n n o cosi tanti residui da offrire. Anche f r a le richieste i residui chimici sono tornati ad essere in testa con u n a percentuale del 2 2 , 9 % , d o p o che l ' a n n o scorso e r a n o scesi al q u a r t o posto con 116 richieste, pari al 1 3 , 7 % . I residui di metallo h a n n o m a n t e n u t o con il 2 2 , 0 % il secondo posto f r a le richieste pervenute, essendo le richieste effettive un poco aumentate. A n c h e le materie plastiche si sono m a n t e n u t e nel g r u p p o di testa, tuttavia la loro quota assoluta e percentuale, rispetto alle 246 richieste ed al 2 9 , 0 % dell'anno scorso è sceso a 193 richieste ed al 1 9 , 9 % . BORSE DEI RIFIUTI: C O M P I T O DELLE CAMERE DI C O M M E R C I O ED INDUSTRIA Nel quadro della Conferenza Permanente delle Camere di commercio della Comunità Europea, l'anno scorso è stato fondato un gruppo di lavoro « borsa dei rifiuti » sotto direzione tedesca. D o p o attenta riflessione della problematica, alla seduta plenaria delle Camere di commercio e industria della Comunità, nel novembre dell'anno scorso è stato deliberato di raccomandare a tutte le Camere di commercio e industria la costituzione di una borsa dei rifiuti, perché: •— l'economia stessa è in grado di crea re una trasparenza sul mercato per i residui di produzione e di assumere la mediazione gerendo le borse dei rifiuti; — le borse dei rifiuti stimolano le aziende e le aiutano a riutilizzare i residui di p r o d u z i o n e ed a farli rivalorizzare da altri; — le borse dei rifiuti prevengono u n a carenza di materie prime; — le borse dei rifiuti riducono la quantità dei rifiuti difficili; — le borse dei rifiuti servono a mediare conoscenze e consulenze tecnologiche; — le borse dei rifiuti ostacolano eventuali misure governative, che sarebbero pregiudizievoli p e r u n a libera economia di mercato; — l'introduzione di misure governative in u n o dei paesi della C E E h a inevitabilmente reazioni sugli altri paesi della CEE. Scopo ultimo è di scambiare i residui di p r o d u z i o n e a n c h e oltre le frontiere di tutti gli stati m e m b r i . Il lavoro delle Camere viene appoggiato dalla commissione della C E E , che si è anche assunta l'incarico di t r a d u r r e in tutte le lingue della commissione un manuale con promozioni e proposte per gestire u n a borsa dei rifiuti, di m o d o che tutte le Camere sono ora in possesso di queste documentazioni e possono organizzare le borse dei rifiuti con le dovute modifiche date dalle realtà locali. Nei seguenti paesi già esistono delle borse dei rifiuti presso le Camere di commercio ed industria: • • • Borsa federale dei rifiuti delle Camere di commercio in Austria dal giugno 1974; Lussemburgo; Francia nelle Regioni: ChampagneA r d e n n e , Ile-de-France, Basse-Norm a n d i e , Marseille, Alsace; altre regioni, e cioè N a n t e s e Lorraine h a n n o deciso di costituire delle borse dei rifiuti; • Italia. Oltre a T o r i n o , che gestisce già con successo u n a borsa dei rifiuti, anche la C a m e r a di T a r a n t o vuole avviare u n a borsa dei rifiuti; • Spagna. La C a m e r a di Bilbao intende gestire u n a borsa dei rifiuti. Per la costituzione di questa organizzazione a livello europeo, retta esclusivamente dalle Camere di commercio ed industria, dovrebbe occorrere ancora del tempo. Tuttavia l'inasprimento delle leggi sui rifiuti nei singoli paesi della CEE d o v r e b b e contribuire a trasmettere una f u n z i o n e importante alle borse dei rifiuti. PROSPETTIVA Per finire ancora un'osservazione. Si dovrebbe sempre tendere a riciclare i rifiuti, cioè a reinserirli nel circuito economico, ciò che in f u t u r o sarà maggiormente possibile per la trasparenza del mercato dovuta proprio alla borsa dei rifiuti ed alle nuove conoscenze tecnologiche. I limiti economici sono c o m u n q u e già posti: il riciclo, economicamente conveniente, è sempre in r a p p o r t o di dipendenza dal prezzo della rispettiva materia p r i m a e dai costi di eliminazione, e subirà delle oscillazioni insieme a questi costi. QUALCHE ESEMPIO DI VALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI INDUSTRIALI IN FRANCIA Michel 1. Murai INTRODUCTION Tableau t . Quelques chiffres concernant e t d a n s q u e l q u e s pays é t r a n g e r s L'intérèt qui est porté de plus en plus à la valorisation des déchets et sousproduits industriels est lié aux différentes causes suivantes: — crise de l'énergie; — p o u r de n o m b r e u x pays, importations de plus en plus couteuses; — législation de plus en plus sévère concernant la protection de la n a t u r e et de l'environnement. Les différents R a p p o r t s du Club de Rome ont clairement analysé les deux premiers points. Il n'est pas besoin de rapport p o u r constater à quel stade avancé de pollution n o u s sommes arrivés (pollution du sol, des eaux, de l'atmosphère), il suffìt de se p r o m e n e r dans les pays dits « civilisés » ou simplement de lire le j o u r n a l chaque matin. En France, la loi du 15 juillet 1975 relative à l'élimination des déchets et à la récupération des m a t é r i a u x et la création de I'ANRED (Agence nationale p o u r la récupération et l'élimination des déchets) n ' a fait que r e n f o r c e r la prise de conscience des problèmes liés aux déchets et mis en évidence la responsabilité du p r o d u c t e u r et du détenteur de déchets. A coté des grandes industries ou des petites et moyennes entreprises, de très n o m b r e u x organismes publics [ANRED, Ministère de l ' I n d u s t r i e et des Mines, (Délégation aux Economies de Matières Premières), DGRST (Délégation à la Recherche Scientifique et Technique), Ministère de l ' E n v i r o n n e m e n t et du Cadre de Vie, Ministère de l'Equipement], para-publics [APAVE, CEA, IRCHA. INRA, I n s t i t u t Francais des Com- bustibles et de l'Energie, ...], industriels [CERCHAR, IRSID, FEDEREC, ...] ou uni- versitaires [Ecoles d'Ingénieurs, Laboratoires universitaires, CNRS, ...] s'intéressent aux problèmes des déchets tant au niveau des procédés d'élimination qu'à la valorisation d a n s l'optique des économies d'énergie et de matières pre- déchets quantités de déchets produits France (Mt/an) Autres en France (Mt/an) déchets de consommation et du secteur tertiaire ordurer ménagères véhicules hors d'usage pneumatiques — diminution des resources mondiales en matières premières; DEMP Nature des les usés boitiers de batteries boites de conserve bouteilles de verre déchets commerciaux déchets animaux déchets de bois: . 215 exploita. industr. . . . Monde Ili" Brésil bagasse canne è sucre d é c h e t s d e m i n e s (total) stériles de charbon ( quantité stockée | mines de potasse mines métalliques minerais de fer Mat. p r e m . m i n é r a l e s amiante I stockée I ardoises I stockée | argiles ( stockée | . . 120 . . . 40 20 700 8-9 3 USA 2000 860 Canada Canada G r . Br. G r . iir. G r . Br. G r . Br. 30 11-14 3,6 3 6,5 20 1100 G r . Br. 50 Gr. B r . > 3 0 0 0 USA déchets industriels laitiers de haut-forneau cendres volantes machefers d'incinération phosphogypse USA 30 paille déchets des industries extractives 120-150 10M d ' u n i t é s USA > 100M d ' u n i t é s USA 40M d ' u n i t é s USA 50.10» u n i t é s 25.10» u n i t é s USA 80 USA 1 à 2 . déchets agricoles USA USA 13 1M d ' u n i t é s 0,350 30M d ' u n i t é s . . . 200 10-15 1000 1 300 22 280 USA 170 USA 36 Monde 50 autres types de déchets ferrailles déchets de plastiques ( dont industriels | déchets de caoutchouc boues d'épuration urbaines (75% H,0) I industrielles (75% H,0) | huiles u s a g é e s mières d ' u n e part, de la protection de l'environnement d ' a u t r e p a r t . Les quantités de déchets produits en France sont très variables selon le secteur concerné (Tableau 1). Il faut signaler que selon les sources d ' i n f o r m a t i o n on trouve encore d'assez grandes divergences d a n s les chiffres relatifs aux tonnages des différents résidus produits et u n certain n o m b r e de campagnes d'inventaires ont été et sont encore conduites afin de préciser ces chiffres. ~ 12 1 0,1 0,5 1 1,2 0,9 CEE 2,5 Les possibilités de valorisation sont liées à u n certain n o m b r e de caractéristiques des déchets (composition, pouvoir caloriftque, état de pureté, localisation, quantité p r o d u i t e en continuité de p r o d u c t i o n , etc...). La mise au point, p o u r c h a q u e déchet, d ' u n e fiche du type de celle présentée au T a b l e a u 2 serait très utile p o u r connaìtre l'état actuel de ce qui est fait concernant la connaissance de ces p r o d u i t s et leur valorisation possible ou effective. N o u s allons présenter m a i n t e n a n t u n certain n o m b r e d'exemples de ce qui est ou a été fait en France dans les grands domaines suivants: — valorisation énergétique; — production de matières premières (organiques, minérales, métaux); — valorisation en science des matériaux ou dans d'autres domaines particuliers. Tableau 2. Fiche déchet 1. Denomination 2. Origine et caractéristiques 2.1. S o u r c e ( j o i n d r e si p o s s i b l e 2.2. L o c a l i s a t i o n ( g é o g r a p h i q u e ) le s c h è m a d u p r o c e s s concerné) 2.3. T o n n a g e 2.4. R a p p o r t m a s s i q u e « d é c h e t / p r o d u c t i o n » 2.5. Etat e t p r o p r i é t é s (caractérisation) 3. Modes d'élimination 3.1. R e j e t e n m e r ou e n r i v i è r e ( a v e c t r a i t e m e n t p r é a l a b l e 3.2. M i s e e n d é c h a r g e , e n t e r r i l , o u e n 2. VALORISATION ENERGETIQUE éventuel) crassier 3.3. I n c i n é r a t i o n 4. Modes de valorisation Elle concerne l'obtention de calories ou de matières premières à caractère énergétique (combustibles, carburants) et met en jeu différents type de réactions: combustion (incinération), pyrolyse (dégradation thermique en l'absence d'air), fermentation anaérobie, réactions chimiques diverses. 2.1. Incinération-combustion Cette transformation chimique, qui fournit des gaz chauds ( C 0 2 ' + H 2 0 vap.), ne peut concerner que les déchets qui présentent u n certain pouvoir calorifique (PCI) (Tableau 3). ' Le type de fours utilisables pour réaliser l'incinération des déchets industriels varie selon la nature, le PCI et l'état sous lequel se présentent ces déchets. Différentes sociétés frangaises ou étrang è r e s ( H E U R T E Y , CALIQUA, S P E I C H I M , PILLARD, BERTIN, L U R G I , e t c . . . ) ont réalisé des installations adaptées à l'incinération des déchets (utilisation de fours rotatifs, f o u r à grille, fours fixes à fiamme nue, four fixe à émulsion, fours à soles étagées, f o u r à lit fluidisé, combinaison d ' u n ou plusieurs types de f o u r avec une chambre de post-combustion). Par rapport aux traitements des combustibles classiques, certains élément tels que brùleurs, chaudières et échangeurs, unités de lavage des fumées ont nécessité une mise au point particulière, compte tenu de l'état solide ou pàteaux de certains résidus, des possibilités de corrosion et d'abrasion et de la nature de certains constituants gazeux contenus dans les fumées (métaux volatils, chlore, 4.1. Recyclage proprement-dit, e n l ' é t a t ou a p r è s Cas particulier: traitement régénération 4.2. Valorisation énergétique 4.2.1. Directe par destruction I n c i n é r a t i o n ou p y r o l y s e + p o s t c o m b u s t i o n ( - » g a z c h a u d s (calories) vapeur — é v e n t u e l l e m e n t électricité) 4.2.2. Source de matières premières a caractere énergétique p a r t r a i t e m e n t a p p r o p r i é (pyrol y s e , f e r m e n t a t i o n , d i s t i l l a t i o n , ...) 4.3. Source de matières premières sans caractere énergétique p a r t r a i t e m e n t approprié 4.3.1. Matières premières organiques 4.3.2. Matières premières minerales 4.4. U t i l i s a t i o n c o m m e matières premières de substitution — à caractère énergétique — sans caractère énergétique (Elaboration d e s matériaux, e m p l o i s divers) 4.5. U t i l i s a t i o n p o u r le traitement d'autres déchets ou d'effluents e n v u e d e l e l i m i n a t i o n ou d e la dépollution d e ceux-ci 5. Rentabilité de la valorisation Tableau 3. Q u e l q u e s exemples Déchets de PCI de déchets concernés D é c h e t s ind. c h i m . o r g a n i q u e Solutions aqueuses organiques Solvants chlorés j ^hjore Déchets de peintures, encres grasses Graisses résiduaires Goudrons L i q u e u r s r é s i d u a i r e s He r a f f i n e r i e s S c h i s t e s houillers noirs Liqueurs de s c h i s t e s de flottation Huiles u s a g é e s Boues urbaines et industrielles Boues d'hydrocarbures per p c { PVC Déchets de caoutchouc D é c h e t s d e bois s e c s Liqueurs résid. d e l'ind. p a p e t i è r e Paille s è c h e Gaz d e pyrolyse de s c h i s t e s houillers Gaz d e haut-fourneau Gaz de four à c o k e l M u l t i p l i e r p a r 4,18 p o u r a v o i r le PCI e n K J / k g . industriels Valeur approximative d u PCI ( k c a l / k g ) i 4500 - 10.000 600 - 800 300 - 1200 7000 - 9000 4500 ( s u r r é s i d u à 110 U C) 5800 9500 1900 - 2 0 0 0 600 2000 - 3000 9000 - 9800 2100-3600 6000 - 8000 10.500 4500 - 4800 8000 3500 - 4000 2500 3500 1000 - 2 0 0 0 / N m 3 1000/Nm3 10.500/Nm3 dcrivcs phosphorés o u soufrés, sels alcalins, etc...). Des postes de prétraitement (postes de réchaufTage, de mélangeage et d ' a j u s t e m e n t de P C I ) sont également nécessaires. La récupération des calories pour fournir d e la v a p c u r ou d e I'élcctricitc est très largement utilisée en France. On peut citer à titre d ' e x e m p l e le traitement des déchets suivants: a) Déchets chimiques. L'installation d'incinération des e a u x résiduaires et déchets organiques d e l'usine de Chauny (Aisne) de la Société Rhòne-Poulenc qui f o u r n i t de la v a p e u r 2 3 bars et permet à l'usine u n e economie annuelle de 4 0 % sur l'energie consommée. Déchets chlorés. La récupération d'énergie p a r incinération de déchets chlorés est plus diffìcile car le PCI diminue très r a p i d e m e n t avec l'augmentation de la teneur en chlore du résidu. D a n s ce cas, on s'intéressera plutót à la récupération de l'acide chlorhydrique comme celà est réalisé à l'usine RhónePoulenc de Saint-Auban (voir plus loin Fig. 6). b) Huiles usées. — La récupération de chaleur par incinération des boues grasses (résultant du cassage des huiles de coupé), opération qui est à l ' é t u d e par exemple à l'usine de Cléon (Seine Maritime) de la Règie R e n a u l t . — L'incinération des boues acides et des résidus de filtration du procédé de régénération des huiles usées (procédé de la société Sopaluna) qui rend le procédé a u t o n o m e à 9 0 % . — L'incinération des déchets huileux non régénérables à la Centrale électrique de Courrières (Pas-de-Calais) (Fig. 1). c) Boues. Bien que valorisables énergétiquement par incinération en f o u r à soles étagées ou en f o u r à lit fluidisé, les b o u e s nécessitent u n traitement préalable de déshydratation et séchage. La valorisation énergétique n'est intéressante q u e si la teneur en matières sèches est supérieure à 4 0 - 4 5 % . La préparation des b o u e s résiduaires avant incinération est à l ' é t u d e en France par exemple à la société BERTIN SAINISSEMENT. e à I'OMNIUM d'As- En ce qui concerne les b o u e s d'hydrocarbures, l'incinération avec récupération des calories peut ètre réalisée de différentes manières: le f o u r fìxe à èmulsion (incinérateur CINCLUS) est utilisé à ELF-FRANCE mais il semble q u e l'exemple le plus f r a p p a n t soit celui de l'usine de la société SOLAMAT implantée à Rognac (Bouches-du-Rhóne) à proximité de Marseille sur l'étang de Berre. Cette installation, qui a commencé à fonctionner en 1978, doit briìler 6 0 . 0 0 0 t / a n de boues d ' h y d r o c a r b u r e s , ce qui devrait conduire à la p r o d u c t i o n de 200.000 t de vapeur 40-45 b a r s / 4 0 0 4 5 0 °C, ce qui équivaut à l'alimentation en eau c h a u d e et chauffage d ' u n e ville de 2 0 0 . 0 0 0 habitants. Cette v a p e u r produite par incinération des résidus liquides en incinérateur statique horizontal et des résidus solides en f o u r rotatif, est livrèe à la SHELL, située à 2,5 k m de l'usine, par un pipi-line calorifugé. d) Déchets de matières plastiques et caoutchouc. L'incinération des déchets de caoutchouc et surtout des p n e u m a t i q u e s usés pose des problèmes à tous les niveaux: ils sont difficiles à bruler (utilisation de f o u r rotatif à co-courant o u d e f o u r à Figure 1. Incinération des résidus huileux à la centrale thermique de Courrières (d'après Cloagen. Paris. 1977). grille avec c h a m b r e de post-combustion), donnent d ' a b o n d a n t e s f u m é e s noires, et leur teneur en soufre (caoutchouc vulcanisé) conduit à u n e formation importante de SO 2 . L'incinération des déchets de matières plastiques est réalisée essentiellement dans les ordures ménagères où elles remontent le PCI (1 kg de déchet de matière plastique correspond à 0 , 6 5 kg de fuel). Mais l'incinération des matières plastiques seules après séparation des déchets u r b a i n s n'est pas souvent réalisée, la tendance étant au recyclage du matériau ou à la pyrolyse. e) Déchets de bois. La valorisation énergétique des déchets de bois est réalisée en France d a n s de nombreuses usines. La société WINTER utilise u n équipement CIREC. U n e tonne de déchets de bois à 1 5 % d ' h u m i d i t é fournit 3 5 0 0 thermies, 4 0 0 litres équivalentfuel convertibles en 4,2 t de v a p e u r . De n o m b r e u s e s usines b r ù l e n t leurs déchets de bois p o u r obtenir leur v a p e u r , leur électricité et leur eau c h a u d e . La Fig. 2 présente la centrale thermique à déchets de bois construite par CALIQUA pour la société SONIB qui fabrique des matériaux de construction. / ) Paille. Bien que la production frano s e de paille soit d'environ 25 millions de tonnes par an, il ne semble pas que la valorisation énergétique soit encore au point en France, car encore trop couteuse par rapport aux sources d'énergie conventionnelles. g) Gaz résiduaires. Les gaz de hautfourneau sont valorisés p a r brulage dans certaines centrales thermiques (EDF près de Dunkerque). Les gaz de fours a coke servent au chauffage de ces fours après épuration (cokeries de Dunkerque p a r exemple). Les émanations de cuisson de peintures et les fumées d'étuves « anti-gravillonnage » sont brulées avec récupération d'énergie respectivement chez CITROEN INDUSTRIE (Usine d'Aulnay) et chez PEUGEOT. 2.2. Pyrolyse La pyrolyse (dégradation thermique en l'absence d'air) fournit des gaz et des huiles combustibles et u n résidu charbonneux. Elle présente certains avantages par rapport à l'incinération: températures plus basses de fonctionnement, faible volume de gaz formés, faibles quantités de poussières, mais surtout production d'énergie sous forme stockable. Les gaz servent le plus souvent corame combustible d'appoint pour chauffer le pyrolyseur. Il existe de nombreux procédés mixtes « déchets urbains/déchets industriels ». Par exemple à l'étranger: procédés D E S T R U G A S ( D a n e m a r k ) , PYROGAS ( S u è - de), BATIELLE (U.S.A.); en France: procedé HERBOI.D (commercialisé par la société MICLO S.A.) et ANDCO-TORRAX CALIQUA. La plupart des déchets organiques sont Pyrolysables pour obtenir des huiles utilisables comme combustibile: déchets de bois, paille, rafles de mais, déchets tropicaux, pneumatiques, boues... En France, les déchets de bois alimentent des dispositifs à gazogène de type DELACOTTE (société Les copeaux DISTRIBOIS et sciures Jura). sont également Figure 2. Schèma d'ensemble d'une centrale thermique à déchets de bois construite par Caliqua pour une société de matériaux de construction (d'après Jean maire. 1977). pyrolysés dans u n e fabrique de sièges en bois à Marvejols (Lozère) selon le procédé TABIL: deux kg de copeaux équivalent ainsi à 1 litre de fuel. A Valencienne, les Etablissements DUVANT utilisent les gaz de pyrolyse des boues résiduaires de l'industrie papetière pour alimenter un moteur Diésel qui fait tourner un groupe électrogène. La pyrolyse des déchets de caoutchouc est assez développée à l'étranger. En 1979 a été installée en Moselle dans la région de Metz une unité industrielle de pyrolyse des pneumatiques usagés selon le procédé HERKO commercialisé p a r MICLO S . A . : 100 kg de pneuma- tiques fournissent ainsi 45 kg d'huile combustible. Cette usine est prévue pour traiter 3500 à 4000 t de pneumatiques par an. Les schistes houillers ont fait l'objet en France, d'études au stade pilote, de gazéification en lits fluidisés superposés, par la societe HEURTEY. Le GAZ pauvre obtenu, de PCI 1000-2000 k c a l / N m 3 , est utilisable directement comme combustible dans une chaudière productrice de vapeur. 2.3. Fermentation méthanique La fermentation méthanique (processus anaérobie) s'applique à tout déchet hydrocarburé, fournit u n mélange de méthane et de gaz carbonique, le rapport CH4/CO2 étant fonction de la composition et de la nature du déchet. En France, de nombreuses installations artisanales ont réalisé de tout temps la production de méthane à partir de déchets agricoles (fumier de bétail, lisiers de porcs, résidus de récoltes) (Fig. 3). La société CETOM-METHANE expérimente cette production de méthane dans la région lyonnaise depuis plusieurs années, sur les ordures ménagères et les boues de stations d'épuration. Au niveau des stations d'épuration, les exemples francais sont nombreux. On ne citerà que celui de la station d'Achères qui dessert Paris et la région parisienne où la récupération, qui est effective depuis 1940, permet de subvenir en maieure partie aux besoins énergétiques de la station où le méthane fait fonctionner des moteurs Diésel-gaz et des moteurs électriaues. La puissance installée (6230 k w ) est utilisée pour la production d'air comprimé à insuffler dans les canaux de boues activées et pour le chauffage des digesteurs eux-mèmes. L'INRA et I'IRCHA p o u r s u i v e n t actuelle- 3 gazomètres c a p a c i t i unitaire : 30 m : ' n\ 8 cuves de fermentatimi c a p a c i t i unitaire : 12 m* //\\ Portique avec benne rouiante pour m a n u t e n t i o n du lumier Figure 3. Quelques exemples d'installations artisanales de digestion des déchets agricoles avec récupération de méthane (d'après Maés, 1977). Serpentins Compresseur de gaz Chaudière en thermosiphon tnstaiiation de i'abbaye de Mont-des-Cats ( N o r d ) . Puisard de chargement Ballon de réchaulfage — Gazomètre Admission des eaux usées = domestiques Compteur à gaz épuré Poi à eau = Circuit gaz Circuit liquide Cellule de digestion chauffée Épurateur FeSO, Fosse et pompe à purin Installation de Darmstadt. Goulotte à purin — Sortie des gaz leurs eu lieu en 1977 à Paris à ce sujet. La distillation d'une tonne de déchets de bois fournit environ 30 1 de méthanol. La fermentation des hydrolysats des déchets végétaux conduit à une production d'éthanol qui varie de 50 à 350 1/t selon le procédé de traitement mis en ceuvre et selon la nature du produit traité. La quantité d'éthanol que la France pourrait produire à partir des seuls déchets de bois (20 à 30 M t / a n ) serait de l'ordre de 5-6 M t / a n . Actuellement en France, on envisage surtout de distiller les produits de fermentation de certains excédents agricoles contenant des sucres (pommes de terre, fruits, betteraves, vinasses...) pour obtenir de l'éthanol. Ceci permettrait de résoudre en particulier la crise viticole des départements situés au sud de la Loire. En 1979, une R 16 Renault, fonctionnant uniquement à l'alcool, a été présentée par les betteraviers, lesquels ont affirmé qu'elle avait roulé 104.000 k m sans problème avec une consommation de 5 à 6 litres d'alcool aux 100 km. E n 1 9 7 7 , ROTHLISBERGER a m i s a u p o i n t Fosse à p u r i n et pompe Puisard de chargement Chambre en pression n Cellule de digestion Installation système Berlin. ment u n important programme de reeherche concernant la production de méthane à partir de déchets animaux. L'IRH (Institut de Recherches Hydrologiques) conduit des travaux du mème ordre sur des marcs et vinasses de distilleries. Des recherches récentes d ' u n e équipe du Laboratoire des Sciences Appliquées du Génie Chimique à Nancy ont conduit à produire le méthane sous pression en faisant fonctionner les fermenteurs en surpression, alimentés en paille d'avoine et de souches de microorganismes provenant de déjections animales. Ceci permet de disposer de gaz sous pression, ce qui améliore les conditions de stockage et de transport et d'élimination de CO2 par réduction des frais de compression. 2.4. Obtention d'alcools utilisables comme combustible ou carburant Compte tenu de la crise énergétique qui sévit depuis 1973 et de la diminution constante des ressources en combustibles fossiles, la France, comme beaucoup d'autres pays — les Etats-Unis ou le Brésil par exemple — s'intéresse de plus en plus aux alcools (surtout l'éthanol) comme substitut aux carburants conventionnels (essence). Or, comme nous l'avons schématisé Fig. 4 pour l'éthanol et le méthanol, il apparait que la part des déchets dans les processus de production peut ètre très importante et supplantera probablement, dans un proche avenir, la source actuelle que représente le pétrole. Un important colloque a d'ail- de son coté un procédé de traitement de déchets végétaux (paille, herbes séchées) en autoclave et en présence de catalyseurs, permettant d'obtenir à partir de 2 kg de déchets végétaux, environ 1 / 2 litre d'isopropanol pur et 500 g de cellulose. Cette dernière est utilisable pour fabriquer du papier d'emballage, alors que l'isopropanol est mélangé au carburant habituel dans les proportions 1/32 / 3 sans diminuer de facon importante les performances des automobiles soumises aux essais. Un tei procédé, qui fournit donc un carburant à un prix voisin de celui du pétrole brut, pourrait permettre une économie annuelle importante sur les dépenses en énergie. Les fibres cellulosiques de récupération (ou vieux papiers peuvent ètre également le point de départ de fabrication d'alcool. Ainsi I'INRA (Institut National de Recherche Agronomique) a mis au point récemment un procédé consistant à faire pousser des champignons sur de vieux papiers et cartons: ces champignons dégradent la cellulose en produisant des jus sucrés, eux-mèmes fermentables en alcool. Figure 4. Exemples types de rintervention actuelle ou potentielle des déchets dans la fabrication du méthanol et de l'éthano/. RESIDUS FERMENTESCIBLES Fermentation + distillation (déchets contenant des sucres) Tableau 4. E q u i v a l e n t s t . e . p . q u i p o u r r a i e n t è t r e é c o n o m i s é s é n e r g é t i q u e d e s p r i n c i p a u x d é c h e t s ( d ' a p r è s D u m o n , 1978) Déchets concernés GOMA à I'INSA d e T o u l o u s e , o n t en France par valorisation Millions de t.e.p. Ordures m é n a g è r e s (sur la b a s e de 10 mt c o l l e c t é e s ) Petit bois e t d é c h e t s de bois Déchets a g r i c o l e s les plus i m p o r t a n t s Déchets d e s i n d u s t r i e s o r g a n i q u e s Gaz industriels dont gaz d ' a c i é r i e s à l'oxygène Total: 8 m t.e.p. 1 Soit environ 5 % de la c o n s o m m a t i o n d ' é n e r g i e en France en 1975. Le thème de la production d'alcool à partir de produits agricoles est considéré comme prioritaire par les COMES (Commissariat à l'Energie Solaire). Il apparait ainsi que les déchets peuvent intervenir de facon non négligeable dans la production d'énergie d ' u n pays. Le tableau 4 indique quelques chiffres de t.e.p. qui pourraient ètre économisés en France en fonction de la nature des principaux déchets énergétiquement valorisables. Mais comme le signale fort justement DUMON, les problèmes de l'utilisation de tous les résidus, s'ils sont parfois d'ordre technique, sont le plus souvent d'ordre économique, les habitudes étant souvent un frein à toute forme de récupération. Par ailleurs ces valorisations ne sont pas gratuites et conduisent toujours à des augmentations d'investissement. toses (xylose), hexoses (glucose) et lignine résiduaire; les deux premiers nommés conduisent à de nombreux produits de base de la chimie organique (furfural et dérivés, sucres, alcools, protéines, etc...) mais le développement de cette chimie très variée dépend du prix de revient des matières premières que sont le xylose et le glucose. La fermentation des hydrolysats ou des déchets végétaux peut conduire à l'obtention d'alcools (comme on l'a vu précédemment) ou de protéines. Des recherches francaises, conduites par 3. P R O D U C T I O N D E M A T I E R E S PREMIERES 3.1. Matières premières et produits organiques L'utilisation des déchets aux fins d'obtention de matières premières ou de produits organiques fait appel à des types d'opérations ou réactions classiques telles que: hydrolyse, fermentation, distillation, pyrolyse, etc... De nombreux déchets sont valorisés en France dans ce domaine: a) Déchets végétaux. L'hydrolyse des déchets végétaux permet une séparation plus ou moins aisée des 3 constituants de base que sont les pentosanes, la cellulose et la lignine, sous forme de pen- permis d'obtenir, à l'aide d'un réacteur originai comportant un échangeur tubulaire et une colonne pulsée, des protéines ( P o u ou protéines d'organismes unicellulaires) utilisables en alimentation humaine ou animale, et ce à partir d'éthanol ou de méthanol. Au niveau national, ceci doit pouvoir alléger la charge de notre balance commérciale et donner une certaine indépendance vis-à-vis du soja américain. Les alcools mis en jeu comme substrat pourraient ètre des alcools de récupération. La valorisation des déchets de bois par distillation-pyrolyse ou steam-cracking tend à retrouver un certain intérèt en France. Des recherches sont effectuées dans ce sens à l'Université de Nancy (Prof. DEGLISE) depuis 1978 dans le cadre d'actions thématiques programmées CNRS-PIRDES. Elles visent à utiliser l'énergie solaire qui fournirait un apport énergétique bon marché dans les pays tropicaux. b) Déchets des industries agro-alimentaires. Nous choisirons l'exemple des lactosérums qui sont les sous-produits des industries fromagères et laitières et représentent une production francaise d'environ 6 M t / a n . Sa valorisation comme source de protéines doit limiter très largement l'importation francaise annuelle de tourteau de soja (2 M t / a n ) . Cette valorisation peut ètre réalisée en utilisant le séchage SPRAY, mais la tendance actuelle est d'extraire les lacto- protéines puis à valoriser les jus lactosés résiduels. L'extraction des lactoprotéines est réalisée en France par différentes techniques: extraction à chaud en milieu acide (procédé BEL-INDUSTRIE), ultrafìltration (procédé CALIQUASIREB), absorption sur échangeur d'ions de type SPHEROSIL (billes de silice poreuse) (procédé RHONE-POULENC), etc... Le traitement des jus lactosés a également fait l'objet de nombreux travaux en France (procédé BEL et DEVOS). RHONE-POULENC e t I ' I F P ( I n s t i t u t F r a n huile usagée c) Déchets d'animaux et déchets d'abattoirs. Ils servent essentiellement à la préparation d'aliment pour bétail (déshydratation dans des cuiseurs à vapeur à 200 °C, Société Equarrissage Moderne du Var à Carnoules par exemple qui a un marché de 350 t / m o i s ) , ou à la fabrication de gélatine (Usine ROUSSELOT à L'Isle-sur-Sorgue/Vauclu- se, Etablissements ALQUIER à Mazam e t / T a r n ) . De la colle, du phosphate bicalcique et des farines animales sont obtenus à coté de la gélatine. d) Résidus lourds pétroliers. La possibilité de valorisation des fractions lourdes de pétrole (résidus, fuel lourd) est à l'étude en France pour fabriquer des produits légers (ATP du CNRS), mais, les recherches actuelles portent essentiellement sur une meilleure connaissance de la structure et des propriétés de ces résidus lourds (travaux du Laboratoire de Chimie Moléculaire et de Pétrochimie de l'Université d'Aix-Marseille). On se limite actuellement à l'obtention de brais, de coke ou de noir de carbone. e) Résidus de l'industrie chimique organique. Ils sont très nombreux (isomères indésirables, produits secondaires...). Citons l'exemple de la valorisation récente par RHONE-POULENC à St. Fons, de la pyrocatéchine (sous-produit de la fabrication de l'hydroquinone) qui était jusqu'à 1979 incinérée, mais qui est maintenant transformée en gaiacol puis vanilline, cette dernière entrant dans la fabrication de produits alimentaires. De mème le phénol est récupéré des liqueurs ammoniacales de cokeries, le plus souvent via le phénate de sodium, puis régénération par traitement acide. gasoli Figure 5 A. Régénération des huiles usagées par ultrafiltration (procédé Rhone-Poulenc/IFP). / ) Déchets de matières plastiques. Seuls certains polymères (téflon, plexiglass) redonnent du monomère pur par pyrolyse. Les déchets de polystyrène pour leur part conduisent par pyrolyse à des rendements de 60-70% en monomère, mais bien que des recherches aient été poursuivies en France des ce domaine par P. VERMANDE et son équipe au Laboratoire de Chimie Appliquée de I'INSA de Lyon (contrat DGRST), le débouché de ce produit semble peu intéressant actuellement compte tenu des stocks de styrène monomère disponibles, mais il n'en sera certainement plus de mème dans une dizaine d'années. g) Huiles usagées. La Société SOPALUNA avait mis au point il y a quelques années une installation fonctionnant pratiquement de facon autonome où les huiles usagées subissent successivement u n dégazage thermique, un traitement acide, un traitement de décoloration (passage sur terre activée) puis une distillation sous vide. Actuellement, il semble que l'imploi de l'ultrafiltration, procédé développé par c i s du Pétrole), aient conduit à des résultats intéressants dans la mesure où l'ultrafiltration est à 2 étages et où l'huile subit un traitement de finition (Figure 5). h) Solvants usés. La consommation fran9aise de solvants est estimée à 700.000800.000 t / a n . Les solvants usés proviennent d'industries très diverses et se présentent soit à l'état liquide, soit à l'état vapeur, dilués ou non dans l'air ou dans des gaz inertes. Ces deux types de résidus conduisent donc à deux classes de procédés de récupération, généralement décantation, évaporation ou distillation fractionnée pour les premiers, condensation, adsorption sur charbon actif ou sur u n liquide approprié (adsorption-lavage) pour les seconds. La rectification est appliquée en France, par exemple par la Société SARPAP à Bergerac (Dordogne) qui traite entre autres les solvants usés des ateliers de nettoyage et de dégraissage et ceux des industries métallurgiques fines et électroniques. La récupération des solvants usés par adsorption sur charbon actif est réalisée à grande échelle à la Société GOHIN-POULENC à Vélizy (Yvelines) dans des installations comportant 2 adsorbeurs fonctionnant en marche alternative en adsorption et en régénération. 3.2. Matières premières minérales Bien que de valeur marchande souvent inférieure à celle des produits organiques, la récupération de matières premières minérales à partir de déchets fait l'objet de certaines réalisations en France. Nous nous limiterons à deux exemples: a) Acide chlorhydrique. La Société RHONE-POULENC a réalisé à St-Auban une installation, fonctionnant de facon entièrement continue et automatique, permettant la récupération (rendement 9 5 % ) du chlore contenu dans les résidus chlorés industriels. Ce chlore est récupéré sous forme de HC1 pur (12.000 t / a n depuis 1971) par concentration de la solution commerciale à 3 5 % HC1 obtenue après incinération des résidus (CU + H 2 0 - > 2 HC1 + 1/2 CU) (Figure 6). L'acide chlorhydrique est également le sous-produit de fabrication des foranes (solvants fluorés) à la Société PCUK. 11 est utilisé dans d'autres usines d u groupe. L'acide chlorhydrique résiduaire est souvent utilisé pour la fabrication de chlorure de vinyle monomère. rapport huile/hexane = 25/75 hexane > ^ — désulfuration des combustibles liquides: lors de la distillation du pétrole brut, 8 0 % du soufre se retrouvent dans les résidus de distillation (fuel-oil et fuel de raffinerie) dont la combustion risque de provoquer d'importantes émissions de S 0 2 . Les produits pétroliers et les résidus de distillation sont donc désulfurés par hydrogéno-désulfuration (action de H 2 sous pression). Il se forme H 2 S qui est transformé en soufre par le procédé Claus. — désulfuration des fumées contenant S02: le procédé IFP (Institut F r a n c i s du Pétrole) consiste en un lavage des fumées par une solution ammoniacale et en une régénération du réactif avec production de soufre élémentaire via le S 0 2 récupéré (traitement de S 0 2 par H 2 S (2 H 2 S + SCU - » 7 , Sn + 2 H 2 0 ) provenant d'une source annexe. — réduction de sulfates résiduaires: la réduction des phosphogypses par les bactéries a été envisagée au BRGM mais le procédé ne semble pas ètre encore au point. Le soufre de récupération est utilisé le plus souvent pour la fabrication de l'acide sulfurique, ou pour l'élaboration de certains matériaux (sulfobitumes, sulfobétons). huile régénérèe Rdt: 95",, Rdt: 80-90 b) Soufre et acide sulfurique. Le soufre est obtenu à partir de nombreuses sources telles que: — traitement du gaz naturel (gaz de Lacq): l'hydrogène sulfuré contenu dans le gaz naturel est séparé p a r absorption sur une solution d'amines et le soufre est récupéré par le procédé Claus (production annuelle: ~ 1,75 Mt.) Une partie du H 2 S n'est pas transformée en soufre mais est utilisée dans la fabrication de composés organo-soufrés. rejet secondaire 2 modules en sèrie à I plaque porte-membrane 2 modules en sèrie à 2 plaques porte-membrane Figure 5 B. Ultrafiltration à deux étages. 3.3. Récupération et recyclage des metaux Les métaux peuvent ètre récupérés soit à partir de déchets de nature métallique proprement dite (ferrailles, copeaux, vieux alliages...) soit à partir de composés métalliques (sels résiduaires, spentacids, poussières métallurgiques, catalyseurs usés, effluents des traitements de surface, etc...). D a n s le premier cas, on sera souvent amené avant de refondre le métal, à traiter les résidus par méthodes physiques p a r exemple: — déchiquetage et cryobroyage pour séparer les constituants gènants telles que matières plastiques (cables; caoutchouc, pneumatiques armés de fibres d'acier). L ' A I R LIQUIDE a d é v e l o p p é c e s m é t h o - des et a mis au point en particulier avec KLÒCKNER SCHROTTHANDEL le procédé « Inschscrap » de déchiquettage des ferrailles (carcasses automobiles, électroménager...). — séparation par décantation (ex. séparation des copeaux des huiles de coupé). Dans le second cas certaines réactions chimiques devront ètre mises en oeuvre, généralement du domaine de ì'hydrométallurgie (dissolution, précipitation ou cémentation, électrolyse) ou de la pyrométallurgie (réduction à haute température, affinage, ...). Le recyclage proprement dit des vieux métaux ou déchets métalliques consiste à réintroduire le résidu dans sa propre chaine: par exemple fabriquer de l'acier à partir des ferrailles, refondre le cuivre ou les métaux précieux,... L'apport d'énergie nécessaire à cette opération est fonction de la température de fusion du métal (il est plus facile de refondre du plomb que du molybdène) et de l'état de pureté que l'on désire obtenir. La récupération des métaux à partir de la deuxième catégorie passe généralement par la récupération du métal sous forme d'une combinaison donnée (sei, oxyde) puis par l'utilisation de celle-ci comme matière première pour obtenir le métal lui-mème ou dans un cycle de traitement (traitement de surface par exemple). La France recycle un certain nombre ou récupère de nombreux métaux à partir des déchets. Dans le cas du fer et des ferrailles, les trois principales sources que sont les chutes de l'industrie sidérurgique, les chutes des industries de transformation et les rebuts d'utilisation représentent 12 M t / a n dont un tiers environ est exporté et les deux autres tiers sont consommés dans l'industrie métallurgique (recyclage au four électrique dans les grands centres Est, Nord et Còte méditerranéenne, et dans des mini-aciéries localisées notamment dans le Bassin de la Seine. (Fig. 7). L'usine de Limay-Porcheville de la Société ALPA peut produire par exemple 160.000 t / a n de fer à béton par recyclage des ferrailles en f o u r électrique. Dans le cas du cuivre, sur une consom- REFROIDISSEUR ABSORBEUR ABSORBEUR PURIFICATION GftZ °ES ATM PURGE ques sous f o r m e de combinaisons, on trouve toute une g a m m e de résidus valorisables et qui ont fait l'objet de réalisations pilotes ou industrielles, par exemple: — Préparation d'alumine à partir des schistes houillers. La Société ALUMINIUM-PECHINEY a m i s a u p o i n t l e p r o - ^ Figure 6. Procédé Rhone-Pouienc de récupération d'acide chlorhydrique (gaz ou solutions) à partir des résidus ch/orés (d'après Prudhon et Guaite/la. 1978). mation francaise d'environ 6 0 0 . 0 0 0 t / an, le recyclage des déchets de récupération fournit 160.000 t (soit 2 7 % ) . La DEMP a souhaité que ce recyclage passe à 4 2 % en 1980, la France ne disposant p r a t i q u e m e n t pas de minerais de cuivre et les importations de ce métal représentant 4 milliards de F / a n . Les déchets de cuivre sont recyclés en France p a r t r o i s s o c i é t é s : A F F I M E T , la COMPAGNIE GENERALE D'ELECTROLYSE et la Société Fran9aise d'AFFINAGE DU CUIVRE. Derrière ces trois sociétés on trouve PECHINEY, PENARROYA e t HOBO- KEN (Belge). Il est d o m m a g e q u e le tiers des déchets fran?ais de cuivre soit exporté f a u t e de pouvoir ètre traité chez nous. L'aluminium est recyclé par AFFIMET qui retraite également les déchets de zinc. La Société PENARROYA retraite par fusion les déchets de plomb à l'usine de Saint Denis et traite 2 0 . 0 0 0 t / a n de batteries à son usine de Villefranchesur-Saóne. Le recyclage des non-ferreux fournit en France 5 0 % du plomb consommé, 3 8 % du cuivre, 3 0 % du zinc et 2 7 % de l ' a l u m i n i u m . De n o m b r e u x f o n d e u r s r e f o n d e n t les m é t a u x en France et des sociétés spéc i a l i s é e s t e l l e s le COMPTOIR LYON ALEMAND LOUYOT OU l a Société CAPLAIN SAINT ANDRE r é c u p è r e n t les métaux pré- PURGE cieux et retraitent les masses catalytiques au platine, au p a l l a d i u m ou à l'argent, les cendres, les boues et les bains usés. Le recyclage des déchets de titane est d'actualité, la France ne f a b r i c a n t pas ce métal mais important l'éponge de titane. Il en est de m è m e d'autres métaux stratégiques tels que le molybdène ou le manganése. Le mercure peut ètre récupéré des eaux résiduaires de fabrication d u chlore p a r électrolyse. D a n s ces eaux il se présente à la fois sous forme ionique ou sous f o r m e de vésicules métalliques. A l'usine UGINE-KUHLMANN de Jarrie (Isère), le mercure est récupéré sous forme métal par traitement des effluents à l'hydrazine. Ceci évite une perte de l ' o r d r e de 1,4 t de m e r c u r e par an. En ce qui concerne les déchets métalliFigure 7. Schèma de principe du four éiectrique continu pour le recyclage des ferrailles de petites dimensions {procédé (d'après Trentini). IRSID) IM>» Alm.en.alio^SX contìnue Premier étage ||| Deuxième étage ^L^^ALaitier cédé H + qui consiste à extraire l'alumine des schistes houillers ( ~ 2 0 % AI2O3) via la filière « schiste —» sulfate d ' a l u m i n i u m —» chlorure d'aluminium —> alumine » (fig. 8). La demande d'énergie est environ deux fois supé rieure à celle de la filière bauxite - » a l u m i n a t e de soude alumine, mais les schistes houillers des terrils fran^ais représentent un tonnage très important, il f a u t économiser les réserves de bauxite, le procédé H + est moins polluant que le procédé BAYER et l'alumine obtenue est de qualité supérieure. ALUMINIUM-PECHINEY et ALCAN (Canada), après avoir expérimenté le procédé sur pilote et en usine expérimentale, prévoient la réalisation d ' u n e usine de capacité 50.000 à 100.000 t / a n , mais on ne sait pas encore si ce seront les schistes houillers ou les argiles qui seront utilisés comme matières premières. De toute facon, l'alumine o b t e n u e alimenterà u n e usine de production d'alum i n i u m par électrolyse. — Recyclage des poussières et déchets métallurgiques. Les poussières (ou boues) résultant des opérations de dépoussiérage des f u m é e s des fours d'aciéries sont constituées généralement de m é t a u x (essentiellement Fe) à l'état oxydé. Leur valorisation comme cha'rge en h a u t - f o u r n e a u nécessite des opérations préliminaires d'agglomération par briquetage avec addition de liant ou par frittage thermique, et conduit à u n e économie n o n négligeable de matières premières. Ainsi à l'aciérie de G r a n d a n g e (Moselle), un gain de 6 0 . 0 0 0 t / a n d'acier (correspondant à u n e économie de plus de 120.000 t / a n de minerai) a été réalisé en 1975 par la Société SACILOR sur u n e p r o d u c t i o n de 150.000 t d'acier p a r an. Certaines poussières ou déchets métallurgiques (boues de gueulard de hautf o r n e a u , cendres de f o u r à cuve de trai- Minerà! 1 . H,SO4 , Préparation HCI en solution £ Allaque 125 °C c | Calcination Lavage Lixiviation - C i Dissolut. sulfates imp. Filtrat. r Fe 2 0 3 + MgO + T i 0 2 i Lavage | ] Filtr ation | t _ | Dégazage Absorptlon r Filtration r | [Lavage J K Lavage Epuration Na Crista sulfate H Filtration H20 [ WAELZ mis au point p a r r — - - L [-» 2S°4 "| Décomposition Evaporation Calcination 7 0 0 - 1000 n C Cloche métallique xxx x y y yy y yx y x xy X X * - Paniers dans lesquels s o n t placés les déchets c o n t e n a n t du m e r c u r e x x x xx x x x x Eau t e m e n t d u p l o m b , etc...) c o n t i e n n e n t des q u a n t i t é s i m p o r t a n t e s de zinc et d e p l o m b . L'IRSID est c h a r g é d ' é t u d i e r les possibilités de r é c u p é r a t i o n de ces mét a u x ( p a r e x e m p l e selon u n p r o c é d é type E v a c u a t i o n de l'eau LURGI). — Valorisation des effluents liquides et résidus de traitement de sur face: U n e a p p r o c h e m é t h o d i q u e des solutions de t r a i t e m e n t des effluents d e t r a i t e m e n t de s u r f a c e a été f a i t e en 1 9 7 5 p a r la Société FAIRTEC. E n effet de n o m b r e u x m é t a u x ( A u , A g , N i , C u , Cr, Z n , Cd, sont r é c u p é r a b l e s à p a r t i r de ces d é c h e t s , mais il s e m b l e q u e les pays é t r a n g e r s soient b e a u c o u p plus avancés d a n s ce d o m a i n e . O n p e u t citer c e p e n d a n t les t r a v a u x d e BONNEMAY a u C N A M q u i ré- c u p è r e d u fer électrolytique p a r électrodyalise des solutions d e FeCU r é s i d u a i r e de d é c a p a g e d u f e r et des aciers; l'emploi d e résines type IMAC t e n d égalem e n t à se d é v e l o p p e r p o u r la r é c u p é r a tion de m é t a u x tels q u e N i , Cu, Z n , o u p o u r les m é t a u x p r é c i e u x d o n t l ' a r g e n t des b a i n s de fixation d a n s l ' i n d u s t r i e p r o t o g r a p h i q u e et le m e r c u r e des e a u x r é s i d u a i r e s de f a b r i c a t i o n d u chlore p a r électrolyse. Il existe de n o m b r e u x autres e x e m p l e s tels la r é c u p é r a t i o n d u m e r c u r e p a r t r a i t e m e n t t h e r m i q u e des résidus m e r curiels (réactifs, piles usées, etc...) et c o n d e n s a t i o n d u m é t a l ( p r o c é d é de la SAMC-Lyon, d o n t l ' i n t é r è t d é p e n d de la t e n e u r e n m e r c u r e d u d é c h e t traité) (Fig. 9), ou la r é c u p é r a t i o n d ' u r a n i u m r é u t i l i s a b l e et de p l u t o n i u m ( p o u v a n t servir d a n s le f u t u r à l ' a l i m e n t a t i o n d e s s u r r é g é n é r a t e u r s ) ce q u i est réalisé à l ' u s i n e de la H a g u e p a r r e t r a i t e m e n t des c o m b u s t i b l e s irradiés. 4. V A L O R I S A T I O N DES MATÉRIAUX EN SCIENCE Mercure In alto: Figure 8. Schèma du procédé H+ applique è des schistes houillers. Figure 9. Schématisation du dispositif pour le traitement thermique des déchets contenant du mercure. (Communication personnelle de Mr. David, Société Nouvelle pour l'Affinage des Métaux, Lyon). D e u x cas sont à c o n s i d é r e r : le recyclage d ' u n résidu e n science des m a t é r i a u x (recyclage d u v e r r e , d u p a p i e r , des m a t i è r e s p l a s t i q u e s , ...) et l'utilisation des r é s i d u s ou sous-produits c o m m e m a t i è r e s p r e m i è r e s de s u b s t i t u t i o n d a n s l ' é l a b o r a t i o n des m a t é r i a u x . 4.1. Recyclage proprement dit. La DEMP a incité à plusieurs actions relatives au recyclage du verre, du papier et des déchets de matières plastiques. a) Recyclage du verre. Il concerne essentiellement les déchets d'emballage en verre (calcin étranger) et les déchets de fabrication proprement dit (calcin interne). Les déchets urbains en France contiennent 1 M t / a n de verre dont 0,5 M t / a n sont recyclables. La DEMP a prévu que le recyclage du verre en France devrait passer à 0,6 M t / a n en 1980, le verre usagé étant payé par les verriers environ 140 F / t (chiffres 1975). Mais le problème du recyclage du verre est lié à la couleur. En France, une quinzaine d'usines fabriquant 'du verre foncé participent à la campagne de recyclage du verre usagé. b) Recyclage du papier. Les déchets de papier, ou fibres cellulosiques de récupération (FCR) constituent ~ 2 5 - 3 0 % des ordures ménagères en France, soit ~ 3 à 4 M t / a n . Les autres sources sont les éditeurs de presse, imprimeurs et transformateurs, les grandes surfaces, les administrations, etc ... E n ' 1974 seulement 3 1 % (1,85 Mt) étaient récupérés sur les 6 Mt produites. Le recyclage des FCR pose un certain nombre de problèmes techniques: elles doivent subir des traitements préalables dont le désencrage par lavage ou flottation. Il existe en France une cinquantaine de chaìnes de traitement des vieux papiers dont 2 chaines de désencrage. Les possibilités de réutilisation des FCR sont assez limitées: pàtes de remplissage (papier pour ondulés et cartons); pàté de substitution pouvant remplacer les pàtes mécaniques mi-chimiques ou chimiques (papier d'impression-écriture, papier kraft); papier journal pour les pàtes désencrées. Un programme de recherche important concernant le recyclage des FCR est en cours depuis plusieurs années au Centre Technique du Papier à Grenoble (Isère). c) Recyclage des déchets de matières plastiques (1 Mt/an) et caoutchouc (0.5 Mt/an). On retrouve là encore les deux sources principales que sont les déchets urbains et emballages, et les déchets de fabrication (production, transformation) avec quelques déchets complémentaires tels que déchets de décorticage des càbles, films agricoles, etc. ... Le recyclage se heurte là aussi à des problèmes de couleur et d'incompatibilité des polymères entre eux quand on traite des mélanges (les propriétés mécaniques peuvent alors s'en ressentir). Certains procédés de recyclage ou régénération ont été mis au point en France (procédé PERIPLAST à La Rochelle, qui régénère les bouteilles de PVC sous forme de granulés; procédé DORLYL qui transforme les bouteilles de PVC en tuyaux ou gaines; procédé EMERY conduisant à l'émerite; procédé japonais REVERZER qui a été utilisé sous licence par la Société LABAT-MERLE, mais qui a posé de nombreux problèmes à cette Société). Une action de recherche assez importante a été lancée en France par la DGRST et un certain n o m b r e de résultats intéressants ont été obtenus. En ce qui concerne le recyclage des déchets de caoutchouc, la France a fabriqué environ 25.000 t de régénéré en 1974. Les recherches dans ce domaine sont poursuivies au Laboratoire de Recherches et de Contròie des Caoutchoucs à Montrouge. 4.2. Utilisation des déchets comme matières premières de substitution a) Industrie des matériaux de construction. Nous ne reviendrons pas ici sur les nombreuses utilisations qui ont été faites des laitiers et des cendres volantes de centrales thermiques dans le domaine de la fabrication des ciments. Ces utilisations sont déjà anciennes et datent respectivement de 1928 et d'environ 1950. Indépendamment des économies de matières premières qu'elles apportent, ces utilisations conduisent à des économies d'énergie non négligeables. Dans le mème domaine des économies d'énergie, une campagne expérimentale d'incinération de .résidus industriels dans un f o u r de cimenterie a été con- duite récemment à Desvres (Pas-de-Cal a i s ) p a r l a S o c i é t é d e s CIMENTS FRAN- CAI S. Les résidus pàteux peuvent ètre mélangés au cru de cimenterie alors que les déchets liquides sont brules avec ou sans combustible d'appoint au niveau du système de chauffage du four cimentier. Au niveau des granulats et de la fabrication des bétons, les laitiers et cendres entrent dans de nombreuses compositions, de mème que de nombreux résidus tels que màchefers, déchets de verre expansés, etc. ... Une réalisation récente est celle des HOUILLERES DU BASSIN DU N O R D E T DU P A S - D E - C A L A I S q u i f a - brique des granulats légers à partir des schistes houillers (Fig. 10) ou des mélanges ternaires (schistulite) à partir de laitiers granulés, de cendres volantes et de schistes houillers. Le CERCHAR a également mis au point récemment un procédé de fabrication de sable léger à partir de la plupart des rejets solides de l'industrie minérale. L'industrie francaise des liants de sulfate de calcium (plàtre et ciments d'anhydrite) a fait appel elle aussi à des résidus dont les phosphogypses et la fluoroanhydrite, provenant respectivement de la fabrication de l'acide phosphorique et de l'acide fluorhydrique. Certains problèmes liés à l'emploi des phosphogypses ont été résolus par la mise au point de procédés de purification: réalisation de RHONE-POULENC par exemple, qui transforme le produit épuré en plàtre de construction par différents procédés (procédé en 2 stades: séchage et calcination en lit fluidisé, et procédé LEA en un seul stade). Différentes usines ont été ainsi implantées par RHONE-POULENC (Roches-de-Con- drieu dans la région lyonnaise, GrandQuevilly près de Rouen, Cormeilles-enParisis dans la région parisienne, etc...). De mème CdF CHIMIE exploite à Douvrain (Nord) le procédé AIR INDUSTRIE e t SOCIÉTÉ C H I M I Q U E DES CHARBONNA- GES de purification et de cuisson en séchoirs pneumatiques de gypses chimiques dont essentiellement les phosphogvpses qu'elle produit dans ses usines d'engrais. La fluoroanhydrite et les produits de cuisson des phosphogypses à haute tem- pérature ont été utilisés par PCUK p o u r f a b r i q u e r des dalles et planchers de grande surface d ' u n e part, et des éléments porteurs (murs) ou des bétons légers. Dans le domaine des matériaux pour technique routière, la France est également très avancée. I n d é p e n d a m m e n t de l'utilisation des goudrons, brais, bitumes, laitiers et cendres pour d'élaboration des remblais, des graves et des couches de roulement, certaines inovations ont été faites ces dernières années, en particulier dans les Laboratoires des Ponts et Chaussées: — valorisation des phosphogypses soit en tant que matériau p o u r terrassement (cette utilisation reste cependant sujette à caution compte tenu des propriétés physico-chimiques — dont la solubilité — du déchet concerné) ou comme activateur des laitiers et des cendres dans l'élaboration des graves et des matériaux p o u r assises de chaussées. L'activation par le « Gypsonat » ou « gypse sodé » préconisée par PRANDI, ou de mélange « phosphogypse-chaux-cendres », semble d o n n e r toute satisfaction. — valorisation dont les scories — utilisation des LD. laitiers de laitiers d'aciéries prébroyés. — valorisation des déchets de matières plastiques dans la fabrication des liants b i t u m i n e u x , qui conduit à des gains importants de propriétés mécaniques. Figure 10. Schèma de l'usine Sur ex d'une capacité de production de 1000 m3/jour de granu/ats légers de schiste houiller expansé (d'après Hanquez, Lyon 1975). D'autres types de déchets utilisables en technique routière sont à l'étude (soufre, déchets de caoutchouc, màchefers d'incinération d'ordures ménagères, stériles, de mines de fer, déchets de mines de potasse, etc...). b) Industrie céramique. La réalisation francaise la plus intéressante est certainement la fabrication de briques à partir de schistes houillers, procédé mis a u p o i n t p a r les HOUILLERES DU BASSIN DU NORD ET DU PAS-DE-CALAIS (Fig. 11). La consommation d'énergie nécessaire à cette fabrication n'est que de 350 t h / t , soit la moitié de celle nécessaire (700 t h / t ) p o u r fabriquer les briques d'argile en f o u r tunnel. S t o c k a g e des schistes secs A r r i v é e des schistes sélectionnés en p r o v e n a n c e de la mine c) Industrie du verre. L'utilisation des laitiers de haut-fourneau, moyennant une fourchette de composition bien précise et des caractéristiques particulières de coloration, accélère la fusion et l'affinage dans la fabrication du verre. En F r a n c e la S o c i é t é BSN-GERVAIS DANONE Broyage S t o c k a g e de la p o u d r e de schistes PRODUCTION: 4 6 0 T/Jour P e s a n e de la p o u d r e Pesage de l ' e a u S é c h a g e des T produits crus •il] de s é c h o i r j l consomme ainsi 35.000 t / a n de laitier à son usine de Givors (Rhóne). Une autre réalisation intéressante est celle de SANTT qui, à partir de déchets miniers et métallurgiques divers, a mis au point un verre dit « verre noir 195 » présentant un certain nombre de propriétés séduisantes, ce qui lui confère des débouchés très nombreux (verre moulé, fibres, verre sphérulaire, vitrocéramiques,...). Mélange! eau-poudreJ~* PB B rrii q u e s [ [ ccoupées oi Découpage Malaxage Piviale [ d e la pàté 5. A U T R E S DES MODES DE VALORISATION DECHETS Moulage F o u r à rétracter Indépendamment de l'utilisation de certains déchets en agriculture, tels que: — cendres volantes de centrales thermiques (essais de HBNPC); C u i s s o n en four-tunnel de 1 2 8 m Depilage et triage Mise sur palettes et cerclage E n l e v e m e n t pour expéditions par r o u t e , f e r et e a u Figure 11. Schèma de l'usine d'HuIluch produisant 250.000 briques/jour (d'après Hanquez, Lyon 1975). — scories de convertisseurs THOMAS dites « scories de déphosphoration »; — poussières de cimenteries ou K2SO4 extrait de ces poussières; — phosphate bicalcique sous-produit de la fabrication de la gélatine; — sulfate de fer résiduaire, sous-produit de la fabrication de T1O2 (THANN e t MULHOUSE) OU d e s traitements de surface; — déchets organiques divers dont fumier, lisiers etc... en l'état ou après avoir été soumis au compostage (cas des déchets de pavots ou pulpes de raisins entrant dans la fabrication de certains composts à la société TRIGA près d'Avignon, ou sciures, boues urbaines, et en particulier déchets de bois provenant du débroussaillage des forèts qui servent à élaborer le « compost de broussailles » d e J. PAIN d a n s le V a r ) ; — nous devons signaler un autre mode de valorisation qui est l'utilisation de déchets pour le traitement d'autres dé- chets ou effluents. Ainsi le sulfate ferreux résiduaire peut ètre utilisé pour le traitement des effluents industriels o u u r b a i n s . L a S o c i é t é THANN e t M U L HOUSE a e x p é r i m e n t é l ' u t i l i s a t i o n d u chlorosulfate de fer (obtenu par chloration de FeSC>4 résiduaire) dans l'épuration des eaux industrielles à l'usine de Norville (Seine Maritime) et des eaux urbaines à Choisy-le-Roi, et ces essais ont donné toute satisfaction. De m è m e E s s o CHIMIE fournit gratuitement l'eau alumineuse, effluent de son usine de résines de N o t r e Dame de G r a v e n c h o n , au Syndicat I n t e r c o m m u n a l d'Assainissement de l'agglomération de Rouen, lequel l'utilise pour le traitement de ses eaux usées avant de la rejeter d a n s la Seine. Les boues d'acétylène ou « boues de carbure » (hydroxyde de calcium résiduaire) pourraient également trouver u n débouché dans ce domaine, en association avec le sulfate f e r r e u x résiduaire par exemple. Enfin, ou peut assimiler à u n e valorisation de ce type l'utilisation de certains résidus (cendres, laitiers, etc...) pour en « solidifier » d'autres préalablement à leur stockage en milieu naturel (mise en décharge) (Procédé QUIENOT). Une expérience du m è m e type a été faite par RHONE-POULENC qui a utilisé des plàtres f a b r i q u é s à partir de phosphogypses p o u r absorber des hydrocarbures répandus sur les cótes de Bretagne lors de la marèe noire provoquée par l'Amoco-Cadiz. 6. C O N C L U S I O N Les différents exemples qui viennent d'ètre présentés, concernant les réalisations ou les recherches effectuées en France ces dernières années ne sont pas exhaustifs. Ils donnent cependant u n apercu de l'intérèt que porte notre pays au problème des déchets. Il n'en reste pas moins que toute valorisation pose un certain n o m b r e de problèmes tels que nécessité d'investissement, possibilité de concurrence entre les matières premières conventionnelles et les ma- tières premières de substitution que deviennent les déchets valorisables, disponibilité qualité et localisation (problème du cout du transport) des résidus, maintien de certaines habitudes, etc..., problèmes qui ne sont pas t o u j o u r s faciles à résoudre. Par ailleurs, toute valorisation n ' a p p o r t e pas forcément u n bénéfice mais garde toute sa valeur si elle correspond à u n traitement à m o i n d r e cout. D a n s la c o n j o n c t u r e actuelle, si cette valorisation est bien pensée, elle tendra à préserver les matières premières restantes et à limiter la pollution dont souffre de plus en plus notre planète. — Ministère de l'Environnement, « Usines propres. La technologie au service de l'environnement ». La Documentation Francaise, 1975. — Elimination des déchets urbains et industriels. Colloque de Saint-Etienne, 24-28 juin 1974. — Journées de I'INSA de Lyon sur les déchets et sous-produits industriels: élimination, recyclage, valorisation. Villeurbanne, 25-27 novembre 1975. — Congrès national sur la prévention des pollutions industriells à l'aide des technologies propres. INSA de Tou- louse, 16-18 sept. 1975. — La valorisation énergétique des déchets industriels. Paris 14 oct. 1977, Agence pour les économies d'énergie. Edition de l'Institut Franfais des Combustibles et de l'Energie, 1977. QUELQUES DONNEES BIBLIOGRAPHIQUES O U COLLOQUES F R A N C A I S D A N S LE D O M A I N E DE V A L O R I S A T I O N DES DECHETS INDUSTRIELS — Méthanol et éthanol, produits d'hier et de demain. Journées d'études. I.C.F., Paris 24 nov. 1977. — M. MAES, « Les résidus industriels ». Tome 1: traitement, valorisation, législation (1975), 410 p. Tome 2: technologie propre, traitement, valorisation, législation (1977), 661 p. Technique et Documentation, 11 rue Lavoisier, 75008 Paris. — Colloque sur la récupération des matières plastiques. Strasbourg, 1-2 juin 1978. — GERS, « Les déchets solides. Proposition pour une politique ». La Documentation Francaise, Paris, 1974, 190 p. — M. J. BRUN, « Les déchets source d'énergie ». Institut F r a n c i s des Combustibles et de l'Energie, 3 rue Henri Heine, 75016 Paris, Pubi. n. 62, 1977, 167 p. — P. PERRIN, « Déchets solides industriels et urbains (Elimination, récupération) ». PYC Edition-Desforges, Paris, 1977, 146 p. — J. F . MICHEL, « L a r é c u p é r a t i o n » . FEDEREC, 74 rue de Courcelles, 75008 Paris, 1977, 160 p. — G. BERTOLINI, « Rebuts ou ressources? La socio-économie du déchet ». Les Cahiers de l'Ecologie, Edition Entente, 12 rue Honoré-Chevalier, 75006 Paris, 1978, 152 p. — Xlème Conférence internationale des Arts Chimiques (Société de Chimie Industrielle), Paris, 6-8 dèe. 1977. — Colloque sur le devenir des résidus industriels non valorisés. INSA d e L y o n , 18-20 s e p t . 1 9 7 8 . — Colloque international sur l'utilisation des sous-produits et déchets dans le génie civil. Paris, 28-30 nov. 1978. — Valorisation énergétique des sous-produits agricoles. DGRST, Paris, 13-14 mars 1979. — Publications « economies de matières p r e m i è r e s », D E M P e t BRGM. IL RECUPERO IN RELAZIONE Al PROBLEMI DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI INDUSTRIALI Lorenzo Levis - Riccardo Fox PREMESSA Nel recente passato, negli ultimi decenni, si sono verificati notevoli m u t a m e n t i qualitativi e quantitativi nella composizione dei rifiuti solidi. Q u e s t o f e n o m e n o è stato causato d a l l ' a u m e n t o della popolazione, dall'incremento dei consumi dovuto al sensibile miglioramento del tenore di vita, dal progredire della civiltà industriale che ha o c c u p a t o sempre maggiore spazio nell'attività della collettività u m a n a . I problemi di tutela ambientale che esigono nuove forme e più razionali criteri nella gestione dei problemi di raccolta e poi di smaltimento dei rifiuti solidi sono divenuti di ampia dimensione ed esigono soluzioni organiche ed urgenti. I dati sull'incremento dei rifiuti sono sorprendenti. Si pensi che negli Stati Uniti d'America nel 1920 u n a famiglia media produceva 1,2 kg di rifiuti solidi al giorno; nel 1970 e r a n o 2,4 kg; nel 1980 si prevede possano raggiungere oltre 4 kg. Se si aggiungono i rifiuti al di fuori del settore civile, la media prevedibile salirà, in un f u t u r o non lontano, a circa 15 kg giornalieri per famiglia. La Comunità Economica Europea ha valutato che la produzione dei rifiuti nei paesi della Comunità stessa sia di 1600 milioni di tonnellate ripartite, in percentuale: 6 0 % di rifiuti agricoli (circa 9 5 0 milioni di tonn.); 1 8 % di rifiuti dalle industrie minerarie (circa 3 0 0 milioni di tonn.); 1 2 % di fanghi prodotti da impianti di depurazione delle acque (circa 2 0 0 milioni di tonn.); 7 % di rifiuti da lavorazioni industriali (circa 115 milioni di tonn.); 3 % di rifiuti civili o domestici (circa 90 milioni di tonn.). Sempre la Comunità valuta intorno al 5 % il tasso a n n u o m e d i o di a u m e n t o . I rifiuti solidi quindi crescono, nell'anno, con lo stesso ritmo del c o n s u m o di energia: è coincidenza singolare. A b b i a m o dei dati sufficientemente precisi sui rifiuti solidi prodotti in Italia? La Confederazione Nazionale dell'Industria Italiana ha, due anni or sono, dato corso ad una indagine statistica a campione, ma condotta su un complesso di aziende sufficientemente rappresentativo per tipologia e per n u m e r o , sui rifiuti solidi derivanti dall'attività del settore industriale p e r v e n e n d o a valutare la produzione nazionale a n n u a dei rifiuti del settore in circa 35 milioni di tonnellate. La stima pone in luce la rilevanza preminente del comparto metallurgico che copre circa il 5 0 % del totale dei rifiuti solidi generati in un a n n o dall'industria manifatturiera italiana. Anche i rifiuti provenienti dal comparto dei materiali da costruzione r a p p r e s e n t a n o u n a quota di tutto rilievo ( 1 3 % del volume globale). Seguono, in ordine di i m p o r t a n z a , i rifiuti del settore meccanico, alimentare, dei mezzi di trasporto, del settore chimico. La carta, le pelli e cuoio, p u r possedendo un quantitativo unitario di rifiuti superiore a quello medio nazionale, raggiungono però u n peso non eccessivamente elevato. Meno contribuiscono alla formazione del volume complessivo gli altri settori: vestiario, poligrafico, calzaturiero ecc. Circa l'origine dei rifiuti, per la generalità dei settori essi derivano dal ciclo di lavorazione; seguono i rifiuti provenienti da impianti di trattamento delle acque di scarico; di scarso rilievo, sotto l'aspetto quantitativo, sono i rifiuti provenienti dall'attività amministrativa, di spedizione e di mensa. La stima derivante dallo studio confederale condotta due anni or sono è confermata dallo studio che la Federazione delle Associazioni Industriali del Piemonte, con il supporto operativo della Fiat Engineering, ha recentemente condotto a termine per la Regione Piemonte: è u n o studio a p p r o f o n d i t o che ha impegnato l'organizzazione industriale per oltre u n a n n o ed è stato motivato dalla necessità di mettere a disposizione della pubblica autorità gli elementi necessari alla soluzione del problema, tanto per q u a n t o riguarda i rifiuti solidi che i fanghi. Questa ricerca ha permesso di individuare con b u o n a precisione quantità, tipologia, qualità e collocazione dei luoghi di produzione in Piemonte dei rifiuti solidi e dei fanghi derivanti dall'industria. Con questo studio conoscitivo si è anche pervenuti a distinguere i principali tipi di rifiuti prodotti: recuperabili, assimilabili, inorganici, fanghi. Si è infine, con più che sufficiente approssimazione, individuata la collocazione e la quantità dei rifiuti per i quali si richiedono soluzioni urgenti e, successivamente anche di quelli con problemi oggi m e n o pressanti ma per i quali sorgeranno problemi nel prossimo f u t u r o . In termini molto riassuntivi si è accertato che il quantitativo globale di rifiuti solidi e fanghi industriali in Piemonte è di circa 4.360.000 tonnellate e che è indispensabile trovare soluzioni urgenti per circa 1.720.000 tonnellate, cioè a dire per il 4 0 % circa della p r o d u z i o n e globale. Per un termine di riferimento, si consideri che lo studio condotto dall'Assessorato all'Ambiente della Regione Piemonte nell'anno 1975 era pervenuto a valutare in circa 1.200.000 tonnellate a n n u e i rifiuti di origine domestica, o c o m u n q u e civile, prodotti sul territorio regionale. In Piemonte, d u n q u e , p r o d u c i a m o ann u a l m e n t e circa 5 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti solidi e di fanghi che d o b b i a m o raccogliere, per q u a n t o possibile recuperare o riciclare o p p u r e smaltire. C O M E AUMENTARE IL RECUPERO L'indagine condotta dall'organizzazione industriale confederale nell'anno 1977 ha indicato in circa 15 milioni di tonnellate a n n u e la q u a n t i t à dei rifiuti provenienti dal settore produttivo che att u a l m e n t e vengono recuperati con riciclo o con vendita: si tratta di u n quantitativo già oggi non trascurabile, sfior a n d o il 4 0 % sul totale dei rifiuti industriali. La recente indagine della Federpiemonte ridimensiona, per la nostra regione, il quantitativo dei rifiuti dell'industria che attualmente vengono riassorbiti nelle lavorazioni e per i quali q u i n d i non si pone il p r o b l e m a dello smaltimento: siamo nell'ordine del 2 5 - 3 0 % . È, in ogni caso, evidente che la fase del recupero e del riciclaggio deve essere affrontata con maggior impegno: il nostro paese ha motivi di diretto interesse, anche al di là del fatto che in questo modo si ridimensiona il gravissimo problema dello smaltimento, di ottenere un risparmio nelle materie da sottoporre a trasformazione. La penuria di materie prime è infatti motivo che dovrebbe consigliare interventi, tanto delle imprese q u a n t o della parte pubblica, volti alla reimmissione nei cicli della produzione delle materie risultanti da processi di riciclo. È da ritenere che ciò avvenga attualmente solamente in relazione al rapporto di convenienza che il mercato determina; p u r t r o p p o questa attività stenta ad incrementarsi ed a generalizzarsi poiché il costo dei processi di riciclo determina di n o r m a u n prezzo finale del prodotto recuperato superiore a quello originario. Quindi soltanto la predisposizione di condizioni operative adeguate e di agevolazioni che p e r m e t t a n o di ridurre il costo dei processi di recupero, od almeno di u n a parte di essi, p u ò innescare l'avvio spontaneo di u n circuito di riutilizzo. Tra le condizioni operative atte a favorire il riciclo potrebbe anche essere ipotizzata l'adozione di misure disincentivanti la produzione dei rifiuti, da estendere tanto al settore p r o d u t t i v o che a quello civile. Nell'ambito della Comunità Europea sono stati messi in atto o sono in corso di studio provvedimenti che possano incentivare i recuperi: tra questi è da citare l'adozione delle cosiddette « borse rifiuti ». Si tratta di bollettini periodicamente pubblicati e contenenti offerte e richieste di materiali di rifiuto riutilizzabili in cascata nello stesso settore produttivo o collateralmente tra settore e settore. In Italia è stata la Camera di commercio, industria ed agricoltura di T o r i n o ad avviare, tra i primi, u n a iniziativa di « borsa rifiuti »: ne ha parlato diffusamente l'amico D r . A l u n n o mettendo in evidenza impegno e ricerca, fase di attuazione, difficoltà incontrate, risultati finora ottenuti e possibilità di ampliam e n t o e potenziamento dell'iniziativa. Analoga iniziativa attua l'Associazione industriale dell'industria chimica, nel particolare settore merceologico. A nostro giudizio, l'iniziativa va contin u a t a e supportata da una più intensa pubblicazione da parte dell'organizzazione industriale, particolarmente agendo poi nel c a m p o della sensibilizzazione delle imprese. Sotto l'aspetto più strettamente tecnologico, studi e ricerche sono state condotte o tuttora sono in atto particolarmente: — per il r e c u p e r o degli olii minerali dagli scarichi ove sono contenuti prodotti oleosi concentrati. Il problema degli olii esausti riveste parallelamente un aspetto ecologico ed un aspetto energetico. L'attuale tendenza prevalente è per incenerire gli olii. Ma, a nostro giudizio, la via da seguire è quella della rigenerazione ad evitare oltretutto, di distruggere u n a f o n t e energetica riutilizzabile. A tal fine occorre a p p r o f o n d i r e la strada dell'incentivazione alle imprese che raccolgono e ritrattano gli oli usati che, anche in relazione alle direttive della CEE, d e b b o n o ricevere u n a speciale indennità a contropartita del servizio ecologico reso; — il recupero dei fanghi di vernice che possono essere riutilizzati come riempitivo in pannelli truciolati di legno; — il recupero degli sfridi e degli scarti delle resine termoplastiche e termoindurenti: problema più specifico dei rifiuti urbani; — il recupero di p a r t e delle terre di fonderia. È da mettere infine in luce che, ai fini di allargare le possibilità di recupero di u n a certa parte di rifiuti industriali, u n a f u n z i o n e d e t e r m i n a n t e p o t r a n n o svolgere i cosiddetti « centri di servizio » che d o v r a n n o sorgere al fine di risanare gli scarichi ad alta tossicità, per renderli utili soprattutto della piccola industria e dell'artigianato. RECUPERO ENERGETICO DIRETTO DEI RIFIUTI INDUSTRIALI In un clima di crisi energetica u n o smaltimento dei rifiuti che permetta un recupero totale o parziale dell'energia termica in essi contenuta, è da considerarsi tra le soluzioni di riciclo più valide. Q u a n t o detto vale ancor di più se lo smaltimento avviene attraverso u n processo che è ecologicamente valido e corretto. Tale è il caso della combustione di rifiuti combustibili di basso pregio nei cementifici. In un f o r n o di cementificio si opera ad alta temperatura (sui 1700 °C) in un ambiente alcalino. Queste condizioni sono ritenute ideali per evitare la formazione di diossine o altri microinquinanti riscontrati invece nei forni di incenerimento dei rifiuti solidi u r b a n i e industriali. Secondo i risultati pubblicati da u n a rivista tecnica inglese, in Svizzera sono state ritrovate nelle ceneri del f o r n o di incenerimento di Zurigo 0,2 p p m di policlorodibenzoparadiossine e 0,1 p p m di policlorodibenzofurani; nel f o r n o di incenerimento di Aaran le percentuali sono rispettivamente di 0,6 e 0,3 p p m . Anche nei f u m i e nelle ceneri dei forni di Milano sono state recentemente trovate diossine. Pertanto vi sono ricercatori che h a n n o proposto di incenerire i rifiuti u r b a n i nei forni dei cementifici per evitare questo pericolo. È chiaro che, sebbene da un lato la disponibilità di combustibile, sia pure di basso pregio, ma con costo nullo, sia allettante d'altro canto non tutti i combustibili possono essere accettati e non si p u ò affidare completamente e solamente ad essi la combustione. In un f o r n o da cementificio si p u ò utilizzare come combustibile o del carbone o della n a f t a o del gas. Il c a r b o n e viene usato per lo più ridotto in polvere ed insufflato nel forno con l'aria primaria di combustione. Il polverino di c a r b o n e deve pertanto essere molto fino (deve lasciare un resid u o inferiore al 1 0 % su u n vaglio di 4 9 0 0 maglie/cm 2 ). Pertanto solo rifiuti industriali polverulenti o macinabili possono essere presi in considerazione. Inoltre, al fine di m a n t e n e r e la t e m p e r a t u r a sugli alti livelli, solo u n a piccola percentuale di rifiuto (che ha logicamente un basso potere calorifico) p u ò essere mescolata col carbone. Più facile l'uso di combustibili liquidi industriali. Occorre però anche qui analizzarli, caso per caso, per accertarsi che non contengano tenori troppo ele- vati di inquinanti (es. zolfo) o che siano eccessivamente corrosivi. Ritornando per un m o m e n t o ai rifiuti u r b a n i , che qui interessano per analogia, si ricorda che la cementiera di Westbury in Inghilterra, che p r o d u c e 700 mila t di cemento all'anno, brucia, dal 1977, 80 -T- 9 0 . 0 0 0 t / a n n o di rifiuti urbani che il C o m u n e cede p a g a n d o un contributo • di 5 0 0 0 L / t per lo smaltimento. Questi rifiuti, f r a n t u m a t i e deferrizzati, vengono insufflati col polverino di carbone nella proporzione del 1 0 % . Un altro sistema di trasformazione dei rifiuti industriali in combustibile è in corso di realizzazione qui a T o r i n o presso un impianto che la Fiat sta costruendo nella zona delle basse di Stura. Fig. 1. Centro FIAT di riciclaggio dei rifiuti solidi industriali. (T) arrivo rifiuti d'officina (2) linea s e p a r a z i o n e m e c c a n i c a c o n di c o m b u s t i b i l e (3) s e r b a t o i o a c c u m u l o combustibile (4) v a s c h e raccolta f a n g h i (5) f o r n o i n c e n e r i m e n t o f a n g h i produzione Si tratta di un impianto di riciclaggio che p r e n d e i rifiuti d'officina (costituiti da carta 5 4 % , plastica 1 2 % , stracci 7 % , ferro 2 % , metalli 8 % , similpelle 4 % , legno 4 % , - v a r i 5 % ) nel quantitativo di 5 t / h , e dopo averli f r a n t u m a t i , deferrizzati, ulteriormente f r a n t u m a t i e sottoposti ad una separazione aerodinamica (vedere fig. 1) permette di ottenere un combustibile con dimensione massima di 25 m m X 25 m m ed un potere calorifico di 3000 k c a l / k g Nel caso specifico, a cui prima si è accennato, questo combustibile serve a bruciare, in apposito f o r n o , le melme di verniciatura; in altri casi potrà essere bruciato presso le caldaie delle centrali termiche degli stabilimenti, p u r c h é queste siano atte a bruciare carbone oppure vengano o p p o r t u n a m e n t e adattate. Certo sarebbe u n a soluzione ideale, per certe categorie di stabilimenti, poter utilizzare direttamente p a r t e dei propri rifiuti come combustibile ausiliario, in modo da r i d u r r e i consumi di combustibili pregiati. RECUPERO ENERGETICO INDIRETTO DEI RIFIUTI INDUSTRIALI Il recupero energetico indiretto consiste nel recuperare, attraverso u n ' o p p o r t u n a politica di riciclo, i materiali di scarto con il loro contenuto energetico intrinseco. L'esempio dell'acciaio è illuminante: 1) si deve estrarre il minerale di f e r r o dalla miniera (spese energetiche di natura mineraria); 2) si deve portarlo alle acciaierie (spese energetiche di trasporto); 3) si deve fonderlo per ottenere l'acciaio (spese energetiche di siderurgia); 4). si deve lavorarlo per ottenere i semilavorati ed i pezzi finiti (spese energetiche di n a t u r a meccanica). Di queste quattro voci la più dispendiosa, energeticamente p a r l a n d o , è la voce 3: per f o n d e r e u n a tonnellata di minerale di f e r r o e trasformarla in acciaio occorrono infatti mediamente 4270 kWh. Se però, invece di partire dal minerale di ferro, si converte direttamente il rottame di ferro, per ottenere u n a tonnellata di acciaio occorrono soltanto più 1660 kWh. Solo considerando la voce 3 del bilancio complessivo c'è già u n a g r a n d e differenza. Essa a u m e n t e r à ancora qualora si p r e n d a n o in considerazione anche le voci 1 e 2. Il discorso p u ò estendersi ad infiniti altri casi, o g n u n o dei quali varrebbe a dimostrare l'opportunità di riciclo dei materiali. A questi numerosi argomenti a favore, altri se ne aggiungono tutt'altro che trascurabili: quelli di n a t u r a ecologica. Infatti quasi sempre riciclando si ottiene un ulteriore risparmio energetico che deriva dal non ricorrere a metodi distruttivi per eliminare materiale che se n o n riciclato risulterebbe inquinante. Il riciclaggio e il recupero degli sfridi metallici nell'industria è ormai prassi comune. Secondo l'indagine sui rifiuti solidi industriali pubblicata dalla Confindustria nel luglio 1977, su circa 35 milioni di t / a n n o di rifiuti industriali, 14 milioni venivano recuperati e venduti. Si tratta prevalentemente di sfridi metallici, tanto che di questi 14 milioni di t / a n n o , ben 7 provenivano da industrie metallurgiche, 1,25 dall'industria meccanica e 1,7 dall'industria dei mezzi di trasporto. C o m u n q u e si p u ò ulteriormente estendere questa prassi, anche in quei casi finora trascurati per ragioni di convenienza economica o di limitatezza dei quantitativi in gioco. Un altro settore interessato al recupero indiretto è quello delle materie plastiche. L'industria delle materie plastiche produce tre tipi di scarto di lavorazione: a) sfridi e materozze di termoplastica puliti: essi vengono introdotti nuovamente nel ciclo produttivo dello stabilimento; b) scarti di termoplastica inquinati dal- la presenza in essi di inserti e di supporti: essi n o r m a l m e n t e non possono essere recuperati direttamente dallo stabilimento; c) scarti, sfridi e materozze di termoindurenti che per la irreversibilità del processo di policondensazione non possono più essere recuperati come materia plastica attiva. Quest'ultimo è il problema più grave e difficile da risolvere nel campo del recupero degli scarti di questo settore industriale. È stato calcolato che gli scarti del secondo e terzo tipo prodotti in Italia a m m o n t a n o a circa 70.000 t / a n n o , di cui il 4 9 % vengono normalmente riciclati da ditte specializzate. L'azienda produttrice dello scarto ricava dalla sua vendita m e d i a m e n t e 170 L / k g mentre il 5 1 % deve essere pertanto smaltito con un qualche mezzo ecologicamente non dannoso e conseguentemente ad un certo costo. C'è ancora da osservare che oltre il 7 0 % di quest'ultimo quantitativo è rappresentato da scarti di termoindurenti di difficile recupero. Sostanzialmente quindi delle 70.000 t / a n n o prodotte 34.000 t sono normalmente vendute con un ricavo di circa 5 / 6 miliardi di lire; 35.700 t devono essere smaltite ad un costo di circa 20.000 L / t (considerando trasporto ed incenerimento): la spesa complessiva risultante è di oltre 700 milioni di lire (essa si dimezza qualora si utilizzi per lo smaltimento la discarica). È evidente che la soluzione dei problemi di riciclaggio per quest'ultimo tipo di scarico comporterebbe dei notevoli risparmi anche senza valutare un recupero economico dalla sua utilizzazione. Il riciclaggio delle termoplastiche inquinate non comporta problemi insuperabili ed è stato già sperimentato in qualche caso con buoni risultati. Invece il riciclaggio o meglio il recupero delle termoindurenti presenta numerosi problemi la cui soluzione richiede tempo per individuare le tecniche adatte che consentano l'utilizzo del sottoprodotto ricavato. Per il m o m e n t o le soluzioni che si presentano p i ù promettenti per gli sfridi di resine termoindustriali ormai policondensate sono: — macinazione di tali sfridi per usarli come cariche inerti; — pirolisi per ricavarne combustibile; — uso diretto per t a l u n e di esse come combustibile dato il loro elevato potere calorifico, con tutte le precauzioni del caso però per la d e p u r a z i o n e dei fiumi conseguenti. Interessante al r i g u a r d o è tutta u n a serie di macchine automatiche, in parte attualmente già in c o m m e r c i o ed in parte allo studio, che p a r t e n d o da prodotti termoplastici di rifiuto f r a loro mescolati p r o d u c o n o con essi u n a g a m m a completa di oggetti di uso comune, c h e v a n n o dal paletto per recinzione al rullo avvolgi-cavi. L'aspetto più interessante di queste macchine consiste nel f a t t o che esse sono predisposte per variare nel m o d o più i m m e d i a t o e semplice il tipo di oggetto in costruzione onde poter cosi adattare p e r f e t t a m e n t e la loro produzione alla richiesta di mercato. Un altro settore di interessanti possibilità di recupero è costituito dagli scarti dell 'industria della gomma. L'industria della g o m m a impiega essenzialmente elastometri, gomma naturale, nero f u m o , olii plastificanti, inserti metallici. La produzione di sfridi da lavorazione è notevole in q u a n t o strettamente connessa alla tecnica di stampaggio per iniezione o per compressione. Per farsene un'idea u n ' i n d u s t r i a di articoli in gomm a con 1000 -f- 1500 dipendenti produce circa 1300 t / a n n o di sfridi di gomma. Senza contare l'enorme patrimonio costituito dai copertoni usati dagli autoveicoli. Finora la via seguita per recuperare tale materiale è consistita essenzialmente in una sua macinazione per v i i meccanica o per via criogenica, onde poterlo riutilizzare in piccola percentuale c o m e carica nella mescola iniziale. I risultati sono stati piuttosto scarsi, forse a n c h e perché n o n è stata scelta la scala giusta nella q u a l e eseguire questo tipo di riciclo che richiede, specialmente per il sistema criogenico, un impianto di una certa potenzialità e possibilmente a f u n z i o n a m e n t o continuo. Un sistema ingegnoso e remunerativo di riutilizzo dei cascami di g o m m a è stato quello di impegnarli nella carica dei cubilotti delle fonderie di ghisa in sostituzione del c a r b o n e coke. Spesso, ma con rese molto più basse, e con problemi di i n q u i n a m e n t o atmosferico, si impiegano attualmente come combustibile nelle fornaci per la calce. Una via molto promettente è quella pirolitica. Sono già in fase sperimentale inoltrata grandi impianti capaci di trattare fino a 100 t / g i o r n o di g o m m a , anche se costituita u n i c a m e n t e da copertoni usati di automobile o d'autocarro. La produzione di tali impianti è la seguente: potenzialità pianto im- nerofumo da 100 t / g i o r n o da 13.000 t / a n n o olio combustibile da 15.000 t / a n n o acciaio da 5.200 t / a n n o Le analisi eseguite sui campioni di olio h a n n o dato le seguenti principali caratteristiche: potere calorifico sup. ( k c a l / k g ) 8.187 zolfo (%) 0,42 ceneri totali (%) 0,04 Nel processo pirolitico nulla va sprecato ed i gas combustibili che d u r a n t e essi si sprigionano servono al f u n z i o n a m e n t o stesso dell'impianto. Sull'argomento verrà presentata u n a apposita relazione nel corso di questo convegno. Esaminiamo infine un ultimo caso di recupero indiretto quello dell'industria del vetro. Riciclare il vetro p u ò voler dire cose: due 1) reintrodurlo nel ciclo p r o d u t t i v o con materia p r i m a ; 2) riutilizzare gli oggetti con esso confezionati per più cicli sia per lo stesso uso, sia per gli usi diversi che c o m u n q u e diano una destinazione d u r a t u r a al rifiuto. Nell'ambito del 1° caso il riciclaggio ha ancora due aspetti f o n d a m e n t a l i : — il riciclaggio dei rifiuti di tipo urbano (prevalentemente contenitori a perdere); — il riciclaggio dei rottami provenienti dalle industrie. In quest'ultimo caso dal punto di vista tecnologico non vi sono problemi dal m o m e n t o che il rottame è reimpiegabile quale materia p r i m a per nuovi prodotti in vetro. L'introduzione di grandi quantitativi di rottame nel ciclo produttivo ha effetti contrastanti, ma complessivamente positivi. Principalmente il rottame p r o d u c e un abbassamento del p u n t o di fusione della miscela con conseguenti risparmi energetici, unitamente al risparmio della soda (materiale energeticamente costoso). C o n t e m p o r a n e a m e n t e però induce un perdita di viscosità con conseguenti difficoltà di lavorazione. L'industria vetraria oggi non ha molti problemi nel riciclare il proprio rottame in proporzioni intorno al 2 0 % del vetro prodotto. In effetti il rottame utilizzato in questi casi è estremamente puro, selezionato in base alla colorazione e senza i n q u i n a m e n t o da sostanze estranee. L'utilizzo massiccio di rottame proveniente da altri stabilimenti (specialmente da quelli che eseguono la seconda lavorazione del vetro p a r t e n d o da lastre p r e f o r m a t e ) e di quello proveniente dai contenitori in vetro presenta qualche lieve difficoltà dovuta all'eterogenità nella composizione e nella colorazione del materiale. Il rottame eterogeneo p u ò c o m u n q u e essere utilizzato da vetrerie per produzioni di minor pregio e per vetri generici senza particolari caratteristiche. Se la fonte di produzione del rottame è consistente, non esistono rilevanti problemi per il riciclaggio. Se invece le fonti di produzione sono di piccola entità e disperse territorialmente (come, nel caso limite, le famiglie delle aree urbane), sorgono rilevanti problemi di raccolta i quali u n i t a m e n t e agli ostacoli frapposti dalla mentalità consumistica Fig. 2. Schema di flusso. della gente r e n d o n o il problema di difficile soluzione. Eventuali impianti centralizzati di recupero del rottame di vetro dai rifiuti solidi u r b a n i , p e r m e t t o n o di ottenere u n materiale sufficientemente pulito riutilizzabile nelle vetrerie. In questo caso però occorre f a r e i conti tra il costo di selezione ed il prezzo del rottame sul mercato. T e n e n d o presenti i costi diretti ed indiretti dovuti all'eventuale smaltimento in discarica è auspicabile che venga semp r e effettuato il recupero ed il riciclaggio del vetro. Per q u a n t o concerne il secondo p u n t o è noto che il p r o l u n g a m e n t o della vita media di qualsiasi oggetto diminuisce l'inq u i n a m e n t o . Ciò è dovuto alla diminuzione della q u a n t i t à di oggetti che nell'unità di tempo deve essere smaltita. Inoltre il p r o l u n g a m e n t o della vita induce dei risparmi di materiale e di energia per la produzione di nuovi oggetti. Nel caso dei contenitori in vetro è necessario incentivare il riciclo conservando dove è possibile la loro f u n z i o n e , opp u r e m u t a n d o l a o p p o r t u n a m e n t e . Lo studio di u n a eventuale f u n z i o n e secondaria deve essere effettuato all'origine, in fase di progettazione. In questo contesto di idee ci sembra che, per esempio, il riutilizzo del « vuoto a perdere » come mattone per l'edilizia sia un tipo di soluzione che possa dare i massimi profitti sotto tutti i p u n t i di vista. RECUPERO DEI F A N G H I INDUSTRIALI Nelle industrie si p r o d u c o n o notevoli quantità di fanghi sia direttamente nei cicli produttivi sia indirettamente negli impianti di depurazione delle acque di scarico. Occorre notare che i metalli non sono presenti solo nei fanghi provenienti da impianti di depurazione delle acque industriali ma a n c h e da acque u r b a n e di aree fortemente industrializzate. A Collegno (provincia di T o r i n o ) ad esempio si sono riscontrati nei fanghi la presenza dei seguenti metalli: — Cr = 2.200 p.p.m. max; — Cu = 1.200 p.p.m. m a x ; — Fe = 10.500 p.p.m. max; — Pb = 240 p.p.m. max; — Zn = 3.200 p.p.m. m a x ; con un contenuto totale di metalli di oltre 13.000 p.p.m. Questi contenuti sono prossimi di un rapporto 1 : 10 ai contenuti minimi di metalli per cui le tecnologie minerarie attuali sono in grado di prospettare sistemi economici di recupero. Infatti vale la spesa recuperare un metallo q u a n d o questo è presente in tenori di alcuni % , vale a dire di oltre 10.000 p.p.m. Però nei fanghi industriali è possibile arrivare a queste percentuali. Infatti gli studi di cui si parlerà in seguito, relativi al recupero di cromo e rame dai fanghi sono stati condotti su un campione di f a n g o dell'industria galvanica contenente: — rame pari a l l ' 1 , 4 6 % come CuO — cromo pari al 3 , 6 8 % come Cr203 — nichel pari al 2 , 4 0 % come NiO — zinco ZnO pari al 0 , 6 7 % come La ricerca è stata condotta dai laboratori del Centro Ricerche F I A T nell'ambito di u n o studio svolto da F I A T Engineering per il progetto finalizzato CNR « Promozione della qualità dell'ambiente ». Per il recupero del rame e del cromo la tecnica adottata prevedeva lo schema di flusso illustrato nella fig. 2. Per la precipitazione acida dei metalli sono stati sperimentati attacchi chimici con acido cloridrico e solforico: con quest'ultimo si consuma m e n o acido, precipita il calcio come solfato e si ottiene u n a maggior concentrazione dei metalli nella soluzione acida. La resa di attacco è del 9 9 , 9 % ; il f a n g o residuo è sterile e p u ò essere smaltito facilmente senza problemi ecologici. La soluzione proveniente dall'attacco acido ha p H = 1,5 e contiene 14,3 g / 1 di Cu, 30,8 di Cr, 23,1 di N i e 8,8 di Z n . Per recuperare il r a m e sono state sperimentate le seguenti tecniche: a) estrazione con solventi selettivi; b) deposizione elettrolitica; c) separazione mediante con polvere di ferro. cementazione È stata adottata quest'ultima soluzione; si ottiene u n p r o d o t t o che si presenta come u n agglomerato spugnoso di colore nero. Tale cemento di r a m e p u ò essere ceduto cosi c o m ' è agli utilizzatori come rottame di rame o p u ò essere affinato per via termica ottenendo r a m e di p r i m a fusione con titolo maggiore del 9 9 % . Per recuperare il c r o m o vi sono diverse possibilità: a) ossidazione in ambiente alcalino; b) ossidazione elettrolitica in ambiente acido; c) precipitazione a p H controllato (per evitare la cooprecipitazione del nichel e dello zinco) e calcinazione ossidante. Fig. 3. Schema a blocchi. È risultato che quest'ultima tecnica è la p i ù conveniente: si p o r t a il p H al valore di 4, si precipita, si separa la soluzione contenente tutto lo zinco e il nichel insieme al 1 0 % del cromo; il precipitato contenente ferro, cromo ed alluminio viene calcinato in ambiente ossidante o t t e n e n d o del f a n g o esausto ed u n a soluzione di c r o m a t o sodico. Lo schema a blocchi di figura 3 illustra il processo di recupero. U n altro metodo per smaltire correttamente i fanghi di depurazione, in particolare provenienti da industrie galvanic h e e meccaniche contenenti ossidi e idrossidi metallici, già da almeno 5 anni in atto presso le f o r n a c i di tutta Europa, consiste nell'utilizzarli quale materia prima nella produzione di mattoni. Lo smaltimento di fanghi attraverso i m a t t o n i , p u r c h é n o n alteri le caratteristiche degli stessi e p u r c h é v e n g a n o fatti gli o p p o r t u n i controlli ecologici, p u ò essere agevolmente effettuato senza modifiche agli impianti esistenti per molti tipi di f a n g h i a base organica o a base di ossidi di metalli quali r a m e , ferro, zinco, nichel, cadmio in ragione del 10 ,-r2 0 % di f a n g o palabile (40 -h 5 0 % di solido setto a 15 °C). I vincoli principali che limitano lo smaltimento s e m b r a n o l'umidità, il tipo di laterizi e il costo. II primo vincolo impone per motivi economici di concentrare nel periodo estivo lo smaltimento q u a n d o le argille disponibili h a n n o generalmente u n grado di umidità minore. Il secondo di indirizzare lo smaltimento di fanghi verso quelle fornaci che producono mattoni pieni o f o r a t i pesanti in quanto questi possono sopportare percentuali di fango, fino al 2 0 % , superiori a quelle che accetterebbero fornaci che p r o d u c o n o mattoni forati normali. Considerato che u n a f o r n a c e m o d e r n a consuma da 10.000 a 2 0 . 0 0 0 me di argilla all'anno e che in u n a regione della Lombardia esistono u n a decina di fornaci di queste dimensioni si p u ò affermare che c'è la possibilità di smaltire 25 5 0 . 0 0 0 m 3 di fanghi attraverso questa strada. Infine, l'onere dell'operazione (consiste nelle prove di fattibilità, nel calore da fornire per evaporare l'acqua di inibizione dei fanghi e nelle verifiche degli effluenti) può essere parzialmente o totalmente coperto dal calore ricuperato durante la combustione. Possiamo concludere che la pratica di riutilizzo dei fanghi nella produzione di laterizi deve essere stimolata ed estesa a tutti quei fanghi che avendo un discreto potere calorifico possono essere vantaggiosamente utilizzati senza pericoli per l'ambiente di lavoro ed esterno. to finalizzato C N R - Promozione della qualità dell'ambiente, u n a ricerca che è stata pubblicata dal C N R ed illustrata in vari convegni. Qui si intende ricordare che questi centri non solo possono assolvere la funzione di centri di depurazione ma anche essere la sede n a t u r a l e per eventuali recuperi (ad es. di metalli dai fanghi, ecc.). Si intende per « p i a t t a f o r m a di depurazione » un centro nel quale le industrie: — inviano i p r o p r i rifiuti solidi n o n assimilabili a quelli u r b a n i (cioè tutti i rifiuti diversi da quelli di mensa, di ufficio e d'imballaggio); — inviano i f a n g h i , sia quelli di processo che quelli prodotti dagli impianti di depurazione delle acque o abbattimento dei f u m i ; — specie le piccole e medie (che non h a n n o dimensioni tali da giustificare costosi impianti di depurazione) inviano le acque tossiche prodotte in volumi limitati (acque galvaniche, acque contenenti olii emulsionati, acque acide o basiche, ecc.). Il centro deve disporre: — di un parco automezzi ed autobotti per la raccolta dei rifiuti; Si è proposto di realizzare centri consortili o « piattaforme » di depurazione degli scarichi liquidi o solidi industriali come sede naturale per risolvere il problema della depurazione degli scarichi delle industrie piccole e medie localizzate nei grandi centri urbani. In questa prospettiva la FIAT Engineering ha condotto, nell'ambito del Proget- c) ridurre i costi della depurazione (pochi grandi impianti costano m e n o di molti piccoli sia come costo di capitale che di gestione) e soprattutto trasformare un costo cospicuo iniziale (disporre del capitale necessario per costruire l'impianto) in un costo differito (si paga volta per volta per la prestazione che si riceve). Un centro di questo tipo p u ò essere completato: — con sistemi di separazione meccanici dei rifiuti che p e r m e t t o n o di ottenere ad esempio combustibili derivati, oltreché recuperare metalli, vetro, ecc.; — con impianto di recupero dei metalli dai f a n g h i ; — con impianti di pirolisi per smaltire gomme, materie plastiche, ecc. Inoltre u n a piattaforma di questo tipo può assolvere alla f u n z i o n e di centro di concentrazione, selezione e smistamento dei materiali riciclabili da inviare presso impianti industriali che possono recuperarli inserendoli nel p r o p r i o ciclo produttivo. — di o p p o r t u n e aree, vasche o serbatoi per la ricezione e stoccaggio; — di u n a o più discariche controllate per lo smaltimento rifiuti solidi n o n inquinanti; — di impianti di depurazione delle acq u e tossiche; — di impianti di trattamento di fanghi; CRITERI DI RECUPERO gestisce gli impianti pubblici consortili) e l'industria; — di forni di incenerimento per liquidi, fanghi e solidi non altrimenti smaltibili (con recupero del calore a fini di processo). Q u a l è la f u n z i o n e del Centro di servizi? A nostro giudizio è triplice: a) non lasciare le industrie sole, soprattutto le piccole alle prese col problema del d i s i n q u i n a m e n t o senza sostegno tecnico, giuridico ed economico; b) f o r m a r e un canale naturale di collaborazione tra l'Autorità Pubblica (che PROBLEMI NORMATIVI Le n o r m e legislative italiane attualmente in vigore in tema di rifiuti solidi si c o m p e n d i a n o quasi esclusivamente nella legge n. 366 del 2 0 marzo 1941, a « Raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi u r b a n i » che non serve più a nulla perché largamente antiquata e superata, oltreché limitata al solo settore dei rifiuti civili. O r b e n e è chiaro che condizione pregiudiziale per avviare u n a politica di gestione dei rifiuti è quella di u n a normativa nazionale che contenga u n a precisa definizione dei rispettivi ruoli e delle competenze istituzionali di tutti gli organi amministrativi, specialmente avuto riguardo al compito determinante che in questo settore possono e d e b b o n o svol- gere le Regioni, nel r i s p e t t o di u n a linea o m o g e n e a di i n t e r v e n t i g a r a n t i t a da u n i n d i r i z z o c e n t r a l e di i n t e r v e n t o . È i n d i s p e n s a b i l e q u i n d i ed u r g e n t e c h e si a r r i v i ad u n a legge q u a d r o dello Stato. Le Regioni d o v r e b b e r o , n e l l ' a m b i t o dei vincoli di c o e r e n z a c o n l ' i n d i r i z z o dello Stato, p r e d i s p o r r e p i a n i regionali per lo s m a l t i m e n t o dei rifiuti solidi u r b a n i e dei f a n g h i n o n c h é dei rifiuti p r o d u t t i v i assimilabili a quelli civili (od accettabili con quelli civili senza p r e g i u d i c a r n e u n o smaltimento ambientalmente corretto). Le Regioni infine d o v r e b b e r o a s s i c u r a r e alle i m p r e s e p r o d u t t i v e la possibilità di s m a l t i m e n t o c o r r e t t o dei rifiuti p i ù difficilmente e l i m i n a b i l i , p a r t i c o l a r m e n t e di quelli tossici. Il t u t t o , n a t u r a l m e n t e , nel r i s p e t t o del p r i n c i p i o a f f e r m a t o in sede c o m u n i t a r i a , che « chi i n q u i n a p a g a ». E q u i v o g l i a m o d a r e a t t o alla R e g i o n e P i e m o n t e della sensibilità e dell'impegno d i m o s t r a t o p e r q u e s t o g r a v e problema. A n c o r p r i m a che in P a r l a m e n t o f o s s e r o p r e s e n t a t e le p r o p o s t e p e r u n a legge q u a d r o ( s o n o , se n o n a n d i a m o e r r a t i , degli a n n i 1 9 7 6 e 1977), la R e g i o n e Piem o n t e h a v a r a t o la legge n . 4 6 del 4 giugno 1975 c h e p r e v e d e i n t e r v e n t i a favore dei Consorzi tra enti locali p e r lo s m a l t i m e n t o dei rifiuti solidi, ha promosso e c o n d o t t o u n o studio a p p r o f o n dito sul t e m a delle possibilità di smalt i m e n t o c h e sono s f o c i a t e nel « p i a n o o r i e n t a t i v o per lo s m a l t i m e n t o dei rifiuti solidi sul territorio p i e m o n t e s e » app r o v a t o c o n delibera del Consiglio n. 5 4 dell'I 1 d i c e m b r e 1 9 7 5 . P u r t r o p p o gli enti locali p i e m o n t e s i , dic i a m o l o f r a n c a m e n t e , n o n h a n n o a tutt'oggi d i m o s t r a t o u g u a l i sensibilità e la situazione della r a c c o l t a e dello smaltim e n t o dei rifiuti civili è quella c h e tutti conosciamo. L'organizzazione regionale industriale, la F e d e r p i e m o n t e , è v i v a m e n t e i m p e g n a ta su q u e s t o p r o b l e m a c o m e a b b i a m o detto, c o n il s u p p o r t o della « Fiat Engin e e r i n g », h a c o n d o t t o n e l l ' a r c o dell'ultimo a n n o e r e c e n t e m e n t e c o m p l e t a t o u n dettagliato studio sui rifiuti solidi e sui f a n g h i i n d u s t r i a l i p r o d o t t i in P i e m o n t e che costituisce s u p p o r t o p e r l ' a t t u a z i o n e del « p i a n o dei siti » p e r le d i s c a r i c h e controllate c h e l ' A s s e s s o r a t o R e g i o n a l e a l l ' A m b i e n t e si accinge a p r e d i s p o r r e ai sensi d e l l ' a r t . 12 della legge regionale n . 31 del 2 2 g i u g n o '79 p e r lo smaltim e n t o dei f a n g h i . Il p i a n o dei siti idonei allo s m a l t i m e n t o finale dei f a n g h i , dice la legge, costit u i r à a tutti gli effetti stralcio dei p i a n i territoriali di c o m p r e n s o r i o : è u n a imp o s t a z i o n e giusta ed i n d i s p e n s a b i l e per r e n d e r e finalmente possibile l ' a t t u a z i o n e di valide d i s c a r i c h e c o n t r o l l a t e , il migliore sistema p e r risolvere, a l m e n o nel m e d i o t e r m i n e , il p r o b l e m a dello smalt i m e n t o dei f a n g h i e dei rifiuti solidi. NOTA 1 In un forno rotante lungo con processo a secco sono necessarie 1200 kcal/kg di clinker, in uno corto con preriscaldatore a secco il consumo si riduce a 900 kcal/kg; in uno con scambiatore termico a cicloni e recupero termico dei gas dell'impianto di essiccazione scende a meno di 800 kcal/kg; comunque si tratta pur sempre di consumi energetici note\oli. AUTOSTRADA TORINO BARDONECCHIA Verifica di fattibilità tecnico-economica traffico, modalità di concessione e di finanziamento non sono determinati in m o d o analitico, ma desunti per analogia con realizzazioni similari, e pertanto non distanti da quello che sarà la realtà. I risultati che derivano sono sufficienti per fornire quegli elementi informativi utili per un primo orientamento sull'iniziativa. Va tenuto presente che per le tariffe si è tenuto conto di q u a n t o normalmente è applicato nelle autostrade e non dei costi reali come avviene, ad esempio, nel caso del traforo. PREMESSA Si tratta di u n o studio preliminare, predisposto dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con i consiglieri degli azionisti privati presenti nel consiglio SITAF (Società italiana per il t r a f o r o autostradale del Frejus), per dare un concreto contributo all'analisi delle varie problematiche emergenti da questa importante iniziativa. Nel lavoro, costo di costruzione, costo di esercizio, tariffe di pedaggio, dati di Tabella 1. C o s t i di c o s t r u z i o n e N. (Agosto Tronco 1979) Lunghezza tronco km Lunghezza progressiva km Costo tronco miliardi di lire * Costo prog.vo miliardi di lire * 30,00 vai. SITAF 30,00 1 Bardonecchia (piazzale t r a f o r o ) Savoulx 7,50 7,50 II Savoulx Oulx (svincolo 4) 3,30 10,80 16,00 46,00 III Oulx Moncellier 7,85 18,65 31,00 77,00 IV Galleria di S e r r e d e la Voute 1,39 20,04 18,00 vai. SITAF 95,00 V Deveys Exilles 1,53 21,57 7,75 102,75 VI Exilles Ruinas 2,95 24,52 30,00 132,75 VII Ruinas La Maddalena 3,60 28,12 43,00 175,75 Vili La M a d d a l e n a S. Giovanni 2,65 30,77 24,00 199,75 IX Galleria di Giaglione 1,34 32,11 18,00 217,75 X La Corna S u s a (svincolo 3) 4,75 36,86 30,50 248,25 XI Susa Foresto 3,45 40,31 15,00 263,25 XII Circonvallazione B u s s o l e n o 4,35 44,66 13,00 vai. SITAF 276,25 XIII S. Giorio S. Antonino (svincolo 2) 7,50 52,16 28,00 304,25 XIV S. Antonino Avigliana (svincolo 1) 9,90 62,06 37,00 341,25 XV Avigliana Rivoli ( t a n g e n z i a l e nord) 10,40 72,46 20,00 vai. SITAF 361,25 * Esclusa IVA 14%. Fig. 1. Tracciato Fig. 2. Tempi di dell'arteria. realizzazione. Tabella 2. Previsione stradali della variazione Incidenze Personale Energia Cemento Acciaio Spese fisse 60% 10% 15% 5% 10% Totali in 1980 15 21 20 5 0 100% Totali arrotondati COSTI DI Progetto i B e n e s t a r e A.N.A.S. ed appalti WWVNNS E s e c u z i o n e Si sono fatte le seguenti d u e ipotesi: • l a : autostrada a pedaggio Susa-Savoulx - superstrada libera tra Rivoli e Susa, al fine di agevolare l'intenso traffico dei pendolari e delle merci della bassa Val Susa; • 2 a : autostrada a pedaggio Rivoli-Savoulx, ritenendo le d u e statali della Valle di Susa (la 24 e la 25) sufficienti a smaltire quella p a r t e di traffico locale di f o n d o valle n o n assorbita dall'autostrada a pedaggio. 9 2,10 3 0,25 0 11 9 8 7 0 SCELTA DEL dei costi 1982 6,60 0,90 1,20 0,35 0 11 11 10 7,5 0 6,60 1,10 1,5 0,37 0 nel grandi 1983 9 12 11 5 0 5,40 1,20 1,65 0,25 0 lavori 1984 8 14 13 5,5 0 4,80 1,40 1,95 0,27 0 9,05 9,57 8,50 8,42 14,50 9,00 9,50 8,50 8,50 COSTRUZIONE REALIZZAZIONE PERCORSO Il tracciato preso in considerazione è quello proposto dalla SITAF nel suo progetto di massima elaborato nel 1973. indici 14,35 I costi di costruzione adottati sono stati valutati al chilometro in f u n z i o n e della complessità della realizzazione e desunti da analoghe realizzazioni con prezzi attualizzati all'agosto del 1979 (tab. 1). Solo per i tronchi I, IV, XII e XV, in corso o di imminente realizzazione, sono stati adottati i costi previsti dalla SITAF. I costi esposti c o m p r e n d o n o , oltre il costo di costruzione, valutato nel 9 0 % , i costi per l'acquisto dei suoli e quelli per la progettazione, direzione lavori e pratiche amministrative inerenti al progetto ed appalti, valutati nel 1 0 % . TEMPI DI degli 1981 Come risulta dalla figura 1 il tracciato è stato suddiviso in 15 tronchi corrispondenti o g n u n o a differenti condizioni di terreno o tipo di m a n u f a t t o e quindi a differenti costi unitari. I vari tronchi sono stati definiti dopo attento esame, con ricognizione in loco, del tracciato visto sotto gli aspetti geomorfologici, plano-altimetrici, ambientali, ecc. Legenda fig. 2. % Il p r o g r a m m a dei tempi di costruzione esposto nella fig. 2 si p u ò ritenere realizzabile alle seguenti condizioni: — affidamento della concessione di rea- lizzazione ad u n Ente in grado di operare in m o d o agile; — via all'operazione entro corrente anno 1979 in m o d o da poter iniziare la progettazione dell'intero percorso a partire dal gennaio 1980; — progettazione e capitolati tecnici sviluppati nei dettagli al fine di definire con le imprese aggiudicatane l'oggetto dell'appalto in m o d o inequivocabile. Massiccio intervento di u n a competente direzione lavori per u n rigoroso rispetto della tempistica; — appalti per la costruzione di tutta l'arteria suddivisi in tronchi di opportune dimensioni ed emessi in tempi molto ristretti. PIANO DEGLI INVESTIMENTI Il piano degli investimenti descritto nella tabella 3 parte dai costi di costruzione esposti nella tabella 1, a loro volta ripartiti nelle varie a n n a t e di attuazione, e, quindi, indicizzati secondo u n coefficiente di inflazionamento (vedere t a b . 2) costruito ad hoc dopo esame della tendenza a variare, nel prossimo quinquennio, prevista per i prezzi delle principali voci costituenti l'opera presa in esame. Per un più comodo utilizzo dei dati, gli investimenti sono stati riuniti in tre gruppi: — il p r i m o , che riguarda il tronco Traforo Frejus-Savoulx; Tabella 3. Piano degli investimenti Costi C o s t o di c o s t r u z i o n e prezzi a g o s t o N. Tronco 1,05 ag.-dic. 5 % 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1,20 1,31 Totali 1979 1980 1981 30 5,25 24,00 6,55 16 0,96 1,048 31 1,80 1,965 18 10,80 1 Bardonecchia (piazzale t r a f o r o ) Savoulx-I tratto II Savoulx Outx (svincolo 4) 0,8 0,8 III Oulx Moncellier 1,5 1,5 IV Galleria di S e r r e d e la Voute 9 9 V Deveys Exilles VI Exilles Ruinas 1,5 1,5 10 10 7 30 1,80 VII Ruina§ La M a d d a l e n a 2 8 13 13 7 43 2,40 10,48 Vili La M a d d a l e n a S . Giovanni 1 2 10 11 24 1,20 2,62 IX Galleria di Giaglione 0,8 3,2 7 7 18 0,96 4,192 X La Corna S u s a (svincolo 3) 0,5 3 12 15 30,50 0,60 3,93 73,70 84,20 218,25 20,52 38,317 15 0,60 1,31 13 7,20 9,17 5 20 5 7,2 14 0,25 Totale II t r a t t o 17,1 29,25 7,2 14 0,5 7 7,75 14 11,79 0,327 1,965 XI Susa Foresto 0,5 1 XII Circonvallazione B u s s o l e n o 6 7 XIII S. Giorio S . Antonino (svincolo 2) 1 2 12 13 28 1,20 2,62 XIV S. Antonino Av/igliana (svincolo 1) 2 2 15 18 37 2,40 2,62 XV Avigliana Rivoli ( t a n g e n z i a l e nord) 1 7 12 20 1,20 9,17 10,5 19 113 12,60 24,89 47,60 53,25 57,12 69,757 Totale III, IV, V t r a t t o Totale g e n e r a l e 5 6 45 118,70 7,5 38,5 122,70 — il s e c o n d o , il t r o n c o S a v o u l x - S u s a ; — il terzo, il t r o n c o Susa-Rivoli. S T U D I O DEL TRAFFICO L a fig. 3 r i p r o d u c e la s i t u a z i o n e a t t u a l e d e l traffico sulle statali della valle, la 2 4 , la 2 5 e la 3 3 5 . I dati riportati sono stati tutti tratti dal rilevamento del traffico fatto dall'ANAS 14 361,25 5,25 nel 1 9 7 5 , espressi in T G M (traffico giornaliero medio), e rappresentano u n po' la m e d i a degli a n n i 7 0 . L a tabella 4 r i p o r t a u n a p r e v i s i o n e del traffico a p a r t i r e d a l l ' a n n o 1985, v a l i d a solo nell'ipotesi di u n a nuova arteria a pedaggio, b a s a t a su u n a soggettiva interp r e t a z i o n e dei dati d e l l a fig. 3, integrati dai d a t i di traffico previsti dalla SITAF p e r il t r a f o r o del F r e j u s . P i ù in dettaglio, p e r l ' a n n o 1985, p e r q u a n t o c o n c e r n e l ' a p p o r t o di traffico delle statali alla n u o v a a r t e r i a , si s o n o f o r - T a b e l l a 4. P r e v i s i o n e d e l t r a f f i c o in m i g l i a i a d i ostruzione indicizzato miliardi di lire) 1985-1990 unità anno 1990-1995 1995-2000 o l t r e 2000 A p p o r t o dei tronchi 1,43 1,55 1,68 982 1983 1984 Leggero Totali 35,800 1. T r a f o r o d e l Frejus 2. T r o n c o S a v o u l x - B a r d o n e c c h i a 3. T r a f f i c o t r a t t a 1 0,296 11,16 0,715 4,30 21,70 10,85 15,50 4,30 0,01 20,15 11,76 5.391 130,51 1,45 9,741 812 412 940 497 1.068 582 1.184 646 292 9 330 10 360 11 360 11 1.104 421 1.270 507 1.428 593 1.544 657 540 20 590 22 640 24 640 24 1.644 441 1.860 529 2.068 617 2.184 681 7 200 8 218 9 218 9 11,892 7. T r o n c o M o n c e n i s i o - S u s a 115 10 125 11 135 12 135 12 8. T r o n c o S u s a - B o r g o n e 897 44 990 48 1.080 52 1.080 52 2.838 502 3.175 596 3.501 690 3.617 754 153 0 168 0 183 0 183 0 11. T r a f f i c o t r a t t a IV 2.991 502 3.343 596 3.684 690 3.800 754 12. T r o n c o A v i g l i a n a - Rivoli 1.200 50 1.320 55 1.440 60 1.440 60 13. T r a f f i c o t r a t t a V 4.191 552 4.663 651 5.124 750 5.240 814 45,325 63,380 23,52 10. T r o n c o B o r g o n e - A v i g l i a n a 318,258 22,115 20,15 41,130 27,90 54,370 27,530 59,675 T a b e l l a 5. D e t e r m i n a z i o n e 23,52 515,573 • Apporto del tronco chia: Oulx-Bardonec- delle tariffe Autostrada Tariffa media vett. turismo L./km Tariffa media autocarri L./km traffico leggero proveColle del Monginevro; traffico leggero proveColle del Sestriere; Turismo Merci km 29,36 1.200 2.400 450 500 T r a t t a III: S u s a - B o r g o n e km 15,30 T r a t t a IV: B o r g o n e - A v i g l i a n a Torino - Milano M e d i a a u t o s t r a d e IRI Torino - S a v o n a Quincinetto - Aosta 14,32 17,90 17,33 18,45 18,90 20,11 27,30 38,10 Per e s t r a p o l a z i o n e , per i due tronchi dell'arteria p r e s a in e s a m e si a s s u m o n o le s e g u e n t i t a r i f f e : L . / k m 1979 L . / k m 1985 18 20 28,8 32,0 25 50 40,0 80,0 — 3 0 % del traffico pesante. del dal del dal (in L i r e ) Tratta II : S a v o u l x - S u s a — 5 0 % del traffico leggero; * Apporto del tronco Oulx-Cesana: T a b e l l a 6. I n c a s s i n e t t i d i t r a t t a T a r i f f e v i g e n t i nel 1979 al n e t t o di IVA ( 1 4 % ) e D e v o l u z i o n e allo S t a t o ( m e d i a m e n t e c i r c a 2 5 % ) 161,515 mulate le seguenti ipotesi di traffico, sempre riferite al rilevamento A N A S ' 7 5 : — 40% niente — 70% niente Pesante 182 44,940 11,625 190,185 Leggero 6. T r o n c o S a v o u l x - S u s a 26,012 7,16 4,35 Pesante 22,590 16,370 7,16 Leggero 5. T r a f f i c o t r a t t a II 35,170 10,95 23,25 8,58 11,76 17,05 7,16 Pesante 45,485 9. T r a f f i c o t r a t t a III 8,59 Leggero 23,464 4. T r o n c o O u l x - C e s a n a 0,02 Pesante T r o n c o Rivoli - S u s a — Vetture turismo — Autocarri merci Tronco S u s a - Savoulx — Vetture turismo — Autocarri merci km 9,90 Tratta V : A v i g10,40 l i a n a - Rivoli km 300 350 300 350 Tabella 7. P i a n o d e i di lire ricavi netti { T r a f f i c o in m i g l i a i a d i p a s s a g g i Turismo Tratta Merci in milioni Totali incassi Periodo Traffico > anno - Incassi anno) Incassi Traffico Incassi § 1985-1990 1.644 1.973 441 1.058 3.031 ™ 1990-1995 1.860 2.232 529 1.270 3.502 1 1995-2000 2.068 2.482 617 1.480 3.962 | o l t r e 2000 2.184 2.620 681 1.634 4.254 1985-1990 2.838 1.277 502 251 1.528 1990-1995 3.175 1.428 596 298 1.726 1995-2000 3.501 1.575 690 345 1.920 o l t r e 2000 3.617 1.627 754 377 2.004 < 1985-1990 2.991 897 502 175 1.072 1990-1995 3.343 1.002 596 208 1.210 1995-2000 3.684 1.105 690 241 1.346 o l t r e 2000 3.800 1.140 754 264 1.404 1985-1990 4.191 1.257 552 193 1.450 1990-1995 4.663 1.398 651 228 1.626 1995-2000 5.124 1.537 750 262 1.799 o l t r e 2000 5.240 1.572 814 284 1.856 Incassi complessivi della tratta ( s o m m a d e l l e t r a t t e lll-IV-V) 1985-1990 1990-1995 1995-2000 o l t r e 2000 T a b e l l a 8. C o s t i di gestione : : : : Rivoli-Susa 4.050 4.562 5.065 5.264 e di m a n u t e n z i o n e (in milioni di lire) 1979 Tratti 1985 Savoulx-Susa (km 29,36) — Gestione 2 caselli terminali gestione 75 [ 57Q x 2 1.140 p e r s o n a l e 30 X 16,5 = 4 9 5 [ — Manutenzione ordinaria k m 29,36 X 3 3 — Sgombro neve k m 29,36 X 7,5 968 222 2.330 3.730 Susa-Rivoli (km 35,60) ( d u e a r e e di s e r v i z i o ) — Gestione 2 caselli intermedi gestione 25 I 380 p e r s o n a l e 10 X 16,5 = 165 | — Manutenzione ordinaria k m 35,60 x 22 783 — Sgombro neve km 35,60 X 182 Ricavo 2 aree di servizio (nel t r a t t o 5 1.345 2.150 250 400 Susa-Rivoli) (diritti di s u p e r f i c i e ) 2 X 125 Spese di sede della Società 300 • 480 PASSO DEL MONCENISIO ILFCYNI CASELLE' BUSSOLENO 8850 'CHIOMONTE S AMBROGIO "AVIGLIANA RIVOLI TORINO FENESTRELLE* L ORBASSANO CHIERLI S. Statale Turismo Trasp. pesanti PASSO DEL MONCENISIO ILEYNI BUSSOLENO SUSA JRGONE 'CHIOMONTE S DI S U S A ANTONINO™ S AMBROGIO 'AVIGLIANA RIVOLI 1 TORINO FENESTRELLE ORBASSANO CHIERI Turismo Merci Fig. 3. Rilevamento A.N.A.S. anno 1975. in T.G.M. (traffico giornaliero medio). del Fig. 4. Previsione del traffico sulla nuova arteria, anno 1985 (in migliaia di passaggi anno). traffico, Tabella 9. Tratta II (Savoglx-Susa). Conto economico e stato patrimoniale CONTO E C O N O M I C O (in milioni Lit.) Costi Periodo 1985/90 1991/95 1996/2000 oltre Ricavi Gest. manut. A m m . finanz. Amm. tee. 3.924 3.924 3.924 3.924 13.292 13.292 13.292 13.292 3.183 3.183 3.183 3.183 3.031 3.502 3.962 4.254 STATO PATRIMONIALE (in milioni di Periodo (Situazione a fine anno) Costo Costruz. 1984 1990 1995 318.258 318.258 318.258 Tabella 10. Tratta lll-IV-V Oneri Capital. Totale investim. 80.492 80.492 80.492 398.750 398.750 398.750 Perdite progress. 410.208 924.693 Perdita operativa Oneri finanz. Perdita esercizio 17.368 16.897 16.437 16.145 51.000 86.000 139.000 68.368 102.897 155.437 Lit.) Fondi Totale generale attività Debiti finanz. 398.750 808.958 1.323.443 398.750 710.108 1.142.218 ammort. Finanz. Tecnico Totale generale passività 79.752 146.212 19.098 35.013 398.750 808.958 1.323.443 (Susa-Rivoli). Conto economico e stato patrimoniale C O N T O E C O N O M I C O (in milioni Lit.) Costi Periodo 1985/90 1991/95 1996/2000 oltre Perdita Ricavi Gest. manut. Amm. finanz. Amm. tee. 2.436 2.436 2.436 2.436 6.915 6.915 6.915 6.915 1.615 1.615 1.615 1.615 4.450 4.962 5.465 5.664 STATO PATRIMONIALE (in milioni di Periodo (Situazione a fine anno) Costo costruz. 1984 1990 1995 161.515 161.515 161.515 Oneri capital. 45.942 45.942 45.942 Totale investim. 207.457 207.457 207.457 Perdite progress. 195.096 437.616 operativa 6.516 6.004 5.501 5.302 ,°neri finanz. Perd ta ! esercizio 26.000 42.500 67.000 32.516 48.504 72.501 Lit.) Totale generale attività Debiti finanz. 207.457 402.553 645.073 207.457 351.373 551.243 Fondi ammort. Finanz. Tecnico Totale generale passività 41.490 76.065 9.690 17.765 207.457 402.553 645.073 Tabella 11. Tratta ll-lll-IV-V (Savoulx-Susa-Rivoli). C o n t o economico e stato patrimoniale CONTO ECONOMICO (in milioni Lit.) Costi Periodo Ricavi Gest. manut. A m m . finanz. Amm. tee. 6.360 6.360 3.360 6.360 20.207 20.207 20.207 20.207 4.798 4.798 4.798 4.798 7.481 8.464 9.427 9.918 1985/90 1991/95 1996/2000 oltre Perdita operativa Oneri Finanz. Perdita esercizio 23.884 22.901 21.938 21.447 77.000 128.500 206.000 100.384 151.401 227.938 STATO PATRIMONIALE (in milioni di Lit.) Periodo (Situazione a fine anno) Costo costruz. 1984 1990 1995 479.773 479.773 479.773 Oneri capital. 126.434 126.434 126.434 — 2 0 % del traffico pesante dal Colle del Monginevro; — 5 0 % del traffico pesante proveniente dal Colle del Sestriere. • A p p o r t o del tronco Oulx-Susa, che per metà si scarica su O u l x e metà su Susa: — 5 0 % del traffico leggero; — 5 0 % del traffico pesante. • A p p o r t o del tronco Susa-Moncenisio: — 4 0 % del traffico leggero; — 2 0 % del traffico pesante. • A p p o r t o del tronco Susa-Borgone: — 3 0 % sia del traffico leggero che del traffico pesante. • Apporto gliana: del tronco Borgone-Avi- — 3 0 % sia del traffico leggero che del traffico pesante. • A p p o r t o del tronco Avigliana-Rivoli: — 3 0 % sia del traffico leggero che del traffico pesante. Prescindendo dall'apporto di traffico del traforo, a titolo prudenziale per tutta la durata della concessione si è previsto Totale investim. 606.207 606.207 606.207 Perdite progress. 605.304 1.362.309 Fondi a m m o r t . Totale generale attività Debiti finanz. 606.207 1.211.511 1.968.516 606.207 1.061.481 1.693.461 un traffico locale stabilizzato che solo nei 2 q u i n q u e n n i 1985-1995 registra un incremento complessivo di avviamento del 2 0 % . TARIFFE E R I C A V I Le tariffe ipotizzate per la nuova arteria sono state estrapolate da quelle in vigore nel 1979 presso le autostrade IRI per il tratto in p i a n u r a , mentre per il tratto in m o n t a g n a , che per difficoltà costruttive ed elevazione in quota, non ha equivalenti, si sono assunte le tariffe 1979 della Quincinetto-Aosta maggiorate del 33%. Dovendosi considerare gli incassi netti, dette tariffe sono state d e p u r a t e sia dell ' I V A ( 1 4 % ) che della devoluzione allo Stato prevista dalla recente legge (mediamente circa 2 5 % ) . Poiché tutta l'impostazione economica della relazione p a r t e da costi e ricavi attualizzati all'inizio dell'esercizio previsto per il gennaio 1985, dette tariffe 1979 sono state maggiorate di circa l ' I , 6 0 , pari ad un a u m e n t o medio a n n u o di circa il 1 0 % . Finanz. Tecnico Totale generale passività 121.242 222.277 28.788 52.778 606.207 1.211.511 1.968.516 GESTIONE E M A N U T E N Z I O N E I costi di gestione e m a n u t e n z i o n e qui di seguito indicati si ispirano a quelli medi registrati da alcune società autostradali, con la sola variante che per il tratto di montagna Savoulx-Susa i costi di manutenzione e sgombero neve sono stati aumentati del 5 0 % . PIANO FINANZIARIO Si sono elaborati 2 piani finanziari relativi rispettivamente a: — tratta II - Savoulx-Susa (tab. 9) — tratta III-IV-V - Susa-Rivoli (tab. 10) nonché u n piano di riepilogo per l'intero percorso (tab. 11). L'elaborazione è stata impostata sulla base delle seguenti considerazioni: — Ipotesi di bilancio a prezzi costanti 1984. — Tassi d'interesse: 1980 1981 1982 1983 1984 13% 12,5% 11,5% 9,5% 10,5% Successivamente al 1984 si è considerato u n tasso costante p a r i al 1 0 % . incide solo marginalmente sul costo del trasporto; — Per il calcolo degli interessi fino al 1984 si è ipotizzato che l'erogazione per gli investimenti avvenga in unica soluzione a metà anno. - turismo esterno); — Si è considerato la d u r a t a della convenzione pari a 30 anni, per cui la quota a n n u a di a m m o r t a m e n t o finanziario è stata determinata p a r i a 1 / 3 0 del costo totale dell'investimento. — La quota a n n u a di a m m o r t a m e n t o tecnico è stata determinata pari all'I % del costo di costruzione (al netto quindi degli oneri finanziari). — Le spese di sede (Lit. 194 milioni per la I I ; Lit. 286 milioni per la III-IVV) sono state ripartite in proporzione ai ricavi annuali 1984 delle 2 tratte in esame. — Le esposizioni finanziarie esposte possono considerarsi u n minimo, in q u a n t o n o n è stato ipotizzato alcun esborso monetario per m a n u t e n z i o n e straordinaria. CONCLUSIONI I risultati economici negativi, dovuti agli alti investimenti se correlati ai ricavi, sconsigliano la SITAF a dar vita ad u n a simile iniziativa. Infatti, i conteggi per l'intero percorso già nel 1995 presentano esposizioni finanziarie che raggiungono quasi i 1700 miliardi, per cui n o n è parso utile proseguire oltre in q u a n t o si i n c o n t r e r e b b e r o cifre al di fuori della portata di qualsiasi società. Scontata la validità ed indifferibilità dell'iniziativa sotto l'aspetto tecnico, la risoluzione più logica p a r r e b b e essere la costruzione, in tempi ristretti, da parte di u n E n t e o Società p u b b l i c a , di u n a arteria a pedaggio q u a n t o m e n o sul percorso Susa-Savoulx, per i seguenti motivi: 1) il p a g a m e n t o di u n pedaggio p a r e o p p o r t u n o in q u a n t o la nuova arteria verrebbe utilizzata soprattutto d a : - articolati per trasporto merci, per i quali il p a g a m e n t o di questo pedaggio - internazionale (italiano ed turismo sportivo di fine settimana; 2) l'arteria lavoro; offrirebbe nuovi posti di 3) la gestione ad autostrada d a r e b b e all'arteria una maggiore garanzia di buona m a n u t e n z i o n e per i m a n u f a t t i e di pulizia della strada specie in inverno; 4) i pedaggi incassati, oltre che a coprire interamente i costi vivi di gestione e m a n u t e n z i o n e , d o v r e b b e r o dare in futuro un margine attivo che compenserebbe, seppure in piccola parte, il capitale investito. Si sottolinea che non si è ritenuto utile considerare l'apporto di capitale che, per queste dimensioni finanziarie, n o n risolverebbe la situazione, a m e n o di pensare ad apporti di capitali di centinaia di miliardi. Nella determinazione dei pedaggi, le considerazioni di ordine politico prevalgono nettamente su quelle di o r d i n e economico. Ci si d o m a n d a c o m u n q u e se è corretto, ed eventualmente in quale misura, applicare d u e criteri diversi in termini di pedaggio (pedaggio presumibile 1980 tunnel: L. 1000 al k m ; pedaggio autostradale da Susa-Savoulx 1980: L. 35 al k m ) per due opere tra loro certamente complementari e con gradi di difficoltà e di costo n o n t r o p p o dissimili. LE MAGGIORI BANCHE ITALIANE E PIEMONTESI Carlo Nei mesi scorsi sono state prodotte diverse graduatorie delle maggiori b a n c h e estere e italiane. Accanto a classiche graduatorie, come quella del mensile inglese « T h e Banker », si sono affacciate, da noi, da qualche a n n o , le classifiche della rivista « Il M o n d o », di « Successo », di « M e d i o b a n c a ». Scorriamo queste graduatorie, per vedere soprattutto, nel q u a d r o internazionale, qual è il « peso » delle banche italiane e poi, in particolare, p e r costruire la graduatoria delle principali b a n c h e piemontesi. « T h e Banker » ha messo in graduatoria le maggiori 300 b a n c h e del m o n d o occidentale secondo la dimensione del loro conto patrimoniale ( d e p u r a t o delle par- tite di giro). La lista si apre con il nome della gloriosa Bank of America, di San Francisco, f o n d a t a all'inizio del secolo da un emigrato italiano. Segue u n n o m e francese, la Caisse Nationale de Crédit Agricole, che è u n a gigantesca struttura bancaria cooperativa, con una capillare rete che arriva in ogni angolo di Francia. Altro n o m e USA (CiticorpCitibank), poi u n nome tedesco (la Deutsche Bank) e la graduatoria contin u a con i nomi delle tre grandi b a n c h e « nazionalizzate » francesi: Banque Nationale de Paris, Crédit Lyonnais e Société Générale. A b b i a m o poi i giapponesi (Dai-Ichi-Kangyo Bank), ancora un n o m e tedesco (Dresdner Bank) e u n al- Beltrame tro n o m e USA (la Chase M a n h a t t a n Bank). Ma e gli italiani dove si collocano nella graduatoria di « T h e Banker »? N o n proprio ai primi posti, come avveniva un tempo. La prima banca italiana della lista di « T h e Banker » è la Banca Nazionale del Lavoro (30° posto), seguita dalla Banca Commerciale Italiana (43° posto), dal Banco di R o m a (50° posto), dalla Cariplo (60° posto) e dal Credito Italiano (69° posto). Nella tabella 1 sono riportati i nomi italiani nella lista delle maggiori 300 b a n c h e del m o n d o , ordinati secondo il totale dell'attivo, senza partite di giro e partite che si bilanciano. Tabella 1. Le m a g g i o r i condo la g r a d u a t o r i a (in m i l i o n i di d o l l a r i ) banche italiane sedi « The Banker » Tabella 3. Le m a g g i o r i banche italiane Esercizio Raccolta (miliardi di lire) 1. Banca Nazionale del Lavoro 1978 1977 23.069.243 18.172.176 1 1 2. Banca C o m m e r c i a l e 1978 1977 18.337.729 15.025.454 2 2 3. C r e d i t o italiano 1978 1977 15.056.556 13.620.852 3 3 4. Banco di Roma 1978 1977 14.523.484 11.132.633 4 4 1978 1977 9.678.137 7.256.027 5 5 6. I s t i t u t o B a n c a r i o San Paolo di Torino 1978 1977 8.693.432 7.156.501 6 6 7. M o n t e dei P a s c h i di S i e n a 1978 1977 8.130.198 6.655.043 7 8 8. Banco di Napoli 1978 1977 8.121.949 6.785.099 8 7 9. Banca Nazionale d e l l ' A g r i c o l t u r a 1978 1977 7.357.981 5.496.689 9 9 10. Banca P o p o l a r e di Novara 1978 1977 5.972.836 5.011.423 10 10 11. Banco di Sicilia 1978 1977 5.796.304 4.556.252 11 11 12. Banco di S a n t o Spirito 1978 1977 4.863.558 3.888.532 12 13 A z i e n d e di c r e d i t o 1. Banca Nazionale del Lavoro 37,856 2. Banca C o m m e r c i a l e 31,595 Italiana 3. B a n c o di Roma 29,076 4. C a s s a di R i s p a r m i o d e l l e Provincie Lombarde 22,865 5. M o n t e dei Paschi di S i e n a 21,681 6. C r e d i t o Italiano 20,777 7. Istituto Torino Bancario San Paolo di 13,807 8. Banco di Napoli 9. Banco di Sicilia 10. Banca Nazionale 19,482 11.331 11. Banca Popolare di Novara 8,517 12. Banca P o p o l a r e di Milano 7,910 13. I s t i t u t o Bancario 6,849 Italiano 14. Banco di S a n t o Spirito 6,822 15. C a s s a di R i s p a r m i o di Torino 6,167 16. C a s s a di R i s p a r m i o di Roma 5,779 17. Banco Ambrosiano 5,350 18. C r e d i t o Romagnolo 4,364 20. Banca C a t t o l i c a del VE per 5. C a s s a di R i s p a r m i o d e l l e Provincie Lombarde 10,542 dell'Agricoltura 19. C a s s a di Risparmio Provincie Siciliane Italiana le 4,328 Veneto Graduatoria 4,194 13. M e d i o b a n c a 21. C a s s a di R i s p a r m i o di V e r o n a , Vic e n z a e Belluno 1978 1977 4.739.172 4.397.398 13 12 3,702 14. C a s s a di R i s p a r m i o di Torino 22. C a s s a di R i s p a r m i o di Imperia 1978 1977 4.385.918 3.507.210 14 14 3,550 15. Banca P o p o l a r e di 1978 1977 4.084.864 3.215.400 15 15 16. B a n c o A m b r o s i a n o 1978 1977 3.947.747 3.150.003 16 16 17. I s t i t u t o B a n c a r i o 1978 1977 3.870.306 3.135.411 17 17 18. Banca T o s c a n a 1978 1977 3.414.501 2.724.655 18 18 19. Banca C a t t o l i c a del V e n e t o 1978 1977 3.063.590 2.431.229 19 19 20. C r e d i t o R o m a g n o l o 1978 1977 2.977.158 2.342.217 20 21 21. C a s s a di R i s p a r m i o di Roma 1978 1977 2.905.263 2.356.208 21 20 1978 1977 2.684.481 2.079.281 22 23 23. Banca Provinciale Lombarda 1978 1977 2.418.411 2.089.565 23 22 24. C a s s a di R i s p a r m i o di Firenze 1978 1977 2.335.820 1.914.682 24 24 25. C a s s a di R i s p a r m i o di G e n o v a e Imperia 1978 1977 2.288.808 1.869.366 25 26 Genova 23. C a s s a di R i s p a r m i o di F i r e n z e e Tabella 2. Le p r i m e d i e c i b a n c h e i t a l i a n e s e c o n d o « S u c c e s s o » (in m i l i a r d i di l i r e ) 1. Banca Nazionale del 2. Banca C o m m e r c i a l e Lavoro Italiana 3. Cariplo 4. C r e d i t o Milano 3,314 Italiano 12.837 10.847 22. C a s s a di R i s p a r m i o di V e r o n a , Vicenza e 9.153 Italiano 9.013 5. Banco di Napoli 8.364 6. Banco di Roma 7.699 7. M o n t e dei Paschi di S i e n a 7.040 8. San Paolo di Torino 6.879 9. Banca Popolare di Novara 5.254 10. Banca Nazionale dell'Agricoltura 5.026 Fonte: Mediobanca. Belluno Tra i 3 0 0 grandi del b a n k i n g mondiale i nopii italiani sono, c o m e si vede, 23, ma i giapponesi sono u n a folla (58 nomi, di cui ben 15 tra le p r i m e 50 b a n c h e del m o n d o ) , davanti agli USA (56 nomi) e la G e r m a n i a Federale ( 3 5 nomi). E passiamo alle graduatorie italiane, tutte basate s u l l ' a m m o n t a r e della raccolta (grosso m o d o , i depositi). Le più note classifiche in materia sono quelle costruite dal settimanale « Il M o n d o » (« le p r i m e 245 banche »), dal mensile « Successo » (« le maggiori 300 b a n c h e che o p e r a n o in Italia ») e da « Mediobanca » (« le 258 principali aziende di credito italiane »). Assai ampia è la « relazione » che accompagna la graduatoria di « Successo », perché la rivista si diffonde nell'elaborare indici e raffronti di grande interesse. A p p r e n d i a m o , ad esempio, che le b a n c h e operanti in Italia con il più elevato r a p p o r t o utile netto su raccolta sono tre b a n c h e estere, e cioè la Chase M a n h a t t a n Bank, Algemene Bank Nederland e Barclays Castellini. Ma ecco, nella tab. 2, secondo « Successo », le 10 maggiori banche italiane secondo l ' a m m o n t a r e della raccolta a fine 1978. « Successo » mette in evidenza anche le banche con i maggiori volumi di utile. A b b i a m o in testa Mediobanca (30,4 miliardi di utile netto nel 1978), seguita dalla Banca Nazionale del Lavoro (26,9 miliardi), dalla Banca Cattolica del Veneto (20,5 miliardi), dalla Banca Commerciale Italiana (16,7 miliardi) e dalla Cariplo (16,1 miliardi). Come si vede, i maggiori utili vengono anche dalle banche non p r o p r i a m e n t e al vertice della graduatoria. Ed eccoci alla graduatoria di « Mediobanca », u n a delle più tradizionali ormai per coloro che si occupano di economia e di finanza da noi. Abbiamo ripreso, nella tab. 3, i primi 25 nomi della graduatoria di « Mediobanca » e a b b i a m o costruito la graduatoria delle maggiori banche piemontesi. La graduatoria dei 25 big del banking italiano si apre con la Banca nazionale del lavoro e qui le cifre sono superiori a quelle di « Successo », perché sotto la voce « raccolta » a b b i a m o queste « componenti »: depositi a risparmio, libretti Tabella 4. Le cifre delle banche piemontesi (valori in milioni di lire a fine ,978) Raccolta Capitale e riserve Impieghi per c a s s a Partecipazioni N. dipendenti 1. I s t i t u t o B a n c a r i o S . Paolo di T o r i n o 8.693.137 482.333 4.860.646 191.362 8.426 2. B a n c a P o p o l a r e di 5.972.836 230.306 3.088.618 34.635 6.318 4.385.918 181.027 2.051.400 51.482 3.985 4. C a s s a di R i s p a r m i o di C u n e o 661.269 33.704 243.094 3.628 534 5. C a s s a di R i s p a r m i o di A s t i 496.508 11.850 231.638 2.686 442 6. C a s s a di R i s p a r m i o di A l e s s a n d r i a 438.895 13.958 205.672 2.220 561 7. C a s s a di R i s p a r m i o di Biella 391.334 13.670 253.183 1.810 387 Banche Novara 3. C a s s a di R i s p a r m i o di Torino 3. B a n c a Sella 9. B a n c a P o p o l a r e di I n t r a 304.147 10.600 148.154 1.995 270 296.713 14.749 140.219 1.092 391 10. C a s s a di R i s p a r m i o di V e r c e l l i 204.708 7.040 87.521 2.395 240 11. B a n c a S u b a l p i n a 195.267 11.994 113.491 514 252 12. B a n c a C u n e e s e L a m b e r t i M e i n a r d i & C. 130.381 6.431 68.926 140 89 13. C a s s a di R i s p a r m i o di T o r t o n a 106.352 3.401 43.055 983 130 14. C a s s a di R i s p a r m i o di S a l u z z o 104.188 2.67J 40.370 522 86 15. B a n c a A n o n i m a di C r e d i t o 96.786 6.325 52.953 54 135 16. C a s s a di R i s p a r m i o di F o s s a n o 95.591 5.823 51.530 843 70 17. C a s s a di R i s p a r m i o di Bra 91.414 3.464 35.248 767 89 18. C a s s a di R i s p a r m i o di S a v i g l i a n o 87.625 2.299 45.098 555 75 Fonte: E l a b o r a z i o n e CEDRES su d a t i Mediobanca. di conto corrente, buoni f r u t t i f e r i , certificati di deposito, conti correnti e diversi con clienti e corrispondenti, depositi di controllate e collegate, obbligazioni e cartelle. Nella graduatoria sono riportati i dati della raccolta a fine 1978 e a fine 1977 e le posizioni in graduatoria a tali date delle 25 b a n c h e considerate. Rileviamo solo che il M o n t e dei Paschi di Siena passa, tra il 1977 e il 1978, dall'ottavo al settimo posto (e diventa anche un grossissimo g r u p p o , se pensiamo che ha acquisito al g r u p p o il Credito Commerciale, di Milano, aggiungendolo alla Banca Toscana). Sale poi di u n gradino anche il Banco di Santo Spirito, banca I R I , p a s s a n d o dal 13° al 12° posto. « Mediobanca » fornisce numerosi dati delle b a n c h e messe in graduatoria, ad esempio il n u m e r o dei dipendenti. Sapp i a m o cosi che la Banca Nazionale del Lavoro ha 18.274 dipendenti e 17.900 ne ha la Banca Commerciale Italiana. Il Credito Italiano è a quota 15.192 addetti, il Banco di R o m a a quota 13.188 addetti, il Banco di Napoli a quota 12.842 addetti. E sono le b a n c h e con più dipendenti. La graduatoria delle maggiori b a n c h e piemontesi (tab. 4) c o m p r e n d e 18 n o m i , guidati dall'Istituto Bancario San Paolo di T o r i n o (8.693 miliardi di lire di raccolta) e dalla Banca Popolare di N o v a r a . Nella lista dei 18 nomi sono numerose le casse di risparmio, guidate da quelle di T o r i n o (4.385 miliardi di depositi), di Cuneo (661 miliardi), di Asti (496 miliardi) e di Alessandria (438 miliardi) . Il prospetto c o m p r e n d e , oltre al dato della raccolta, quelli relativi a: — capitale e riserve; — impieghi per cassa; — partecipazioni; — n u m e r o dei dipendenti. Rileviamo solo che il più cospicuo volume di partecipazioni è quello dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino, b e n 191 miliardi di lire. Nel conto di queste partecipazioni c'è anche il Banco L a d a no, acquisito dal San Paolo qualche tempo fa dalla Montedison. RELAZIONI ECONOMICHE ITALIANE C O N SINGAPORE, MALAYSIA, KUWAIT Giorgio Pelliccili Le pagine qui pubblicate rappresentano uno stralcio di tre specifiche prodotte dal Centro Estero Camere Commercio Piemontesi. 1. LE RELAZIONI C O N L'ESTERO DI SINGAPORE 1.1. Struttura P o i c h é S i n g a p o r e n o n h a risorse n a t u rali, la sua e c o n o m i a d i p e n d e q u a s i tot a l m e n t e d a l l o s c a m b i o c o n l ' e s t e r o . Negli u l t i m i a n n i la s t r u t t u r a di tale scamb i o è l e n t a m e n t e c a m b i a t a e i b e n i di i n v e s t i m e n t o (in p a r t i c o l a r m o d o m a c chinari, telecomunicazioni, attrezzature p e r la t r i v e l l a z i o n e , m a t e r i a l i i n d u s t r i a li, ecc.) ed a n c h e i servizi c o s t i t u i s c o n o una parte crescente dell'intero scambio. L ' a n d a m e n t o delle e s p o r t a z i o n i , delle i m p o r t a z i o n i e del s a l d o della b i l a n c i a c o m m e r c i a l e degli u l t i m i a n n i è i n d i c a t o nella tabella 1. N e l corso del 1975 sia le i m p o r t a z i o n i c h e le e s p o r t a z i o n i — a seguito della crisi c h e h a c o l p i t o la m a g g i o r p a r t e delle e c o n o m i e dei p a e s i industrializzati — si s o n o r i d o t t e . A p a r t i r e d a l l ' a n n o successivo la r i p r e s a è stata p e r ò vigorosa. I p r i n c i p a l i e s p o r t a t o r i v e r s o il m e r c a t o di S i n g a p o r e ed a n c h e i p r i n c i p a l i comp r a t o r i s o n o Stati U n i t i , M a l a y s i a e Giappone. C o m e i n d i c a la tabella 2 il 1 8 % delle importazioni è fornito dal Giappone, il 1 4 % d a l l a M a l a y s i a , il 1 3 % dagli Stati U n i t i e il 1 4 % da R e g n o U n i t o . P e r q u a n t o r i g u a r d a la c o m p o s i z i o n e delle i m p o r t a z i o n i , c o m e i n d i c a la tabella 3, la q u o t a m a g g i o r e è r a p p r e s e n t a t a dai c o m b u s t i b i l i , seguita da m a c c h i n a r i e a t t r e z z a t u r e da t r a s p o r t o e d a prodotti manifatturati. A S i n g a p o r e o p e r a n o circa 2 0 0 i m p r e s e i n t e r n a z i o n a l i c o n f o r t e p r o p e n s i o n e all ' e s p o r t a z i o n e . S i n g a p o r e è t r a T p a e s i in via di s v i l u p p o c h e h a n n o d i r i t t o a trattamento tariffario preferenziale da parte del M e r c a t o C o m u n e . G o d e di t a r i f f e p r e f e r e n z i a l i d a p a r t e di A u s t r a l i a , Austria, Canada, Finlandia, Giappone, N u o v a Z e l a n d a , N o r v e g i a , Svezia, Svizz e r a , Stati U n i t i e Paesi d e l l ' E s t E u r o p e o . Circa 3 0 i m p r e s e i n t e r n a z i o n a l i usa- analisi di mercato n o S i n g a p o r e c o m e b a s e p e r r i f o r n i r e le l o r o s u b s i d i a r i e s del sud-est asiatico. La m a g g i o r p a r t e dei p r o d o t t i p o s s o n o essere i m p o r t a t i l i b e r a m e n t e . L i c e n z e specifiche s o n o r i c h i e s t e s o l t a n t o p e r il riso, i p r o d o t t i tessili p r o v e n i e n t i d a l G i a p pone e i prodotti provenienti da alcuni paesi c o m u n i s t i ( i n c l u s a la C i n a ) . La m a g g i o r p a r t e dei p r o d o t t i e n t r a sul m e r c a t o di S i n g a p o r e senza p a g a r e dazi. Le u n i c h e eccezioni s o n o r a p p r e s e n t a t e da l i q u o r i , t a b a c c o e p r o d o t t i petrolif e r i . D a z i p r o t e t t i v i s o n o stati p o s t i su p o c h i b e n i di c o n s u m o , tra i q u a l i p n e u m a t i c i d ' a u t o m o b i l e , p r o d o t t i di abbig l i a m e n t o , m a c c h i n e e l e t t r i c h e e b e n i alim e n t a r i n o n essenziali. N e l c o r s o del 1973, allo s c o p o di r i d u r r e la p r e s s i o n e inflazionistica, s o n o stati tolti i d a z i doganali su 153 voci r i d u c e n d o in tal mod o a 181 quelle soggette a t a r i f f e . Le m a t e r i e p r i m e necessarie a l l ' i n d u stria s o n o in g e n e r e i m p o r t a t e s e n z a pagare d a z i . Per q u a n t o r i g u a r d a le b a r r i e r e n o n tariffarie e s i s t o n o regole specifiche soltanto p e r l ' i m p o r t a z i o n e di p r o d o t t i alimentari, prodotti farmaceutici e liquori. L a r e g o l a m e n t a z i o n e c h i e d e in g e n e r e la specificazione degli i n g r e d i e n t i , della q u a n t i t à e del p a e s e di origine. 1.2. Posizione dell'Italia Le i m p o r t a z i o n i di S i n g a p o r e d a l l ' I t a l i a rappresentano una percentuale trascurabile del totale delle i m p o r t a z i o n i del paese. Per quanto riguarda l ' a n d a m e n t o della b i l a n c i a c o m m e r c i a l e i t a l i a n a nei c o n f r o n t i di S i n g a p o r e , i dati c h e seguon o m o s t r a n o c o m e il n o s t r o p a e s e sia in surplus. N e l corso degli u l t i m i a n n i tale s u r p l u s è considerevolmente aumentato. N e l 1978 le p r i n c i p a l i e s p o r t a z i o n i ital i a n e sono state le seguenti ( m i l i a r d i di lire): l a m p a d e e l e t t r i c h e e l o r o p a r t i 12,7; p a r t i s t a c c a t e di a u t o v e i c o l i 8 , 6 ; m a t e r i a l i da c o s t r u z i o n e di t e r r a c o t t a e di m a t . r e f r a t t a r i o 8 , 4 ; ( a l t r e ) m a c c h i n e ed a p p . n o n elettr. 9 , 7 ; (altri) p r o d o t t i delle i n d u s t r i e m e t a l m e c c a n i c h e 4 , 8 ; (altri) a p p a r e c c h i p e r le a p p l i c . della elettr. e loro p a r t i 3 , 6 ; lavori in pelle e c u o i o 3 , 1 ; p a r t i staccate di m a c c h i n e ed a p p . n o n elettr. 2 , 7 ; m a t e r i e p l a s t i c h e artificiali e r e s i n e s i n t e t i c h e 2 , 7 ; l a v o r i di p i e t r e e di m i n . n o n m e t a l l . escluso m a r m o e a l a b a s t r o 2 , 2 ; motocicli e l o r o parti 2,0. 1.3. Politica c o m m e r c i a l e e tariffe doganali (Fonte Cerved) S i n g a p o r e h a sottoscritto le o b b l i g a z i o n i del f o n d o m o n e t a r i o i n t e r n a z i o n a l e ed è p a r t e c o n t r a e n t e d e l l ' a c c o r d o generale sul c o m m e r c i o e le tariffe d o g a n a l i ( G A T T ) . D a l 10 g e n n a i o 1 9 7 5 h a adott a t o la n o m e n c l a t u r a t a r i f f a r i a di Bruxelles. Singapore è da lungo tempo un centro di v e n d i t a e d i s t r i b u z i o n e p e r q u a n t o r i g u a r d a il c o m m e r c i o i n t e r n a z i o n a l e c o n i p a e s i a p p a r t e n e n t i al settore del sud-est asiatico e f u n z i o n a f o n d a m e n t a l m e n t e c o m e u n p o r t o f r a n c o , con a l c u n e tariffe d o g a n a l i i m p o s t e solo c o m e f o n t e di e n t r a t e fiscali. G r a n p a r t e del comm e r c i o di t r a n s i t o si svolge nella z o n a f r a n c a a d i a c e n t e al p o r t o , sotto la giur i s d i z i o n e d e l l ' a u t o r i t à p o r t u a l e di Sing a p o r e . E n t r o i confini d i tale z o n a , i b e n i p o s s o n o essere scaricati, i m m a g a z z i n a t i , selezionati, c a r i c a t i , r i i m b a l l a t i e r i s p e d i t i , c o n l ' i m p o s i z i o n e di tasse doganali minime. I b e n i i m p o r t a t i a S i n g a p o r e p e r u s o locale n o n s o n o soggetti a c o n t i n g e n t a m e n t i , n é a b a r r i e r e d o g a n a l i protezion i s t i c h e , d a q u a n d o il p a e s e h a sviluppato una industria competitiva orientata v e r s o l ' e s p o r t a z i o n e . I tassi v a r i a n o t r a il 1 0 % e il 4 0 % . 1.4. Canali distributivi e commerciali (Fonte Cerved) Il m e t o d o p i ù . u s a t o p e r l ' i m p o r t a z i o n e di b e n i a S i n g a p o r e consiste n e l l ' a v v a lersi dei servizi di u n a delle n u m e r o s e c o m p a g n i e c o m m e r c i a l i locali. T a l i comp a g n i e , c h e o p e r a n o su t u t t a l ' a r e a di m e r c a t o di S i n g a p o r e , s o n o m o l t o diver- DATI GENERALI SU SINGAPORE Popolazione 2.3 milioni ( s t i m a 1977) Superficie 581 kmq Prodotto Nazionale Lordo 6.4 miliardi di dollari (1977) (a c o n f r o n t o l'Italia ha 196 dollari) Reddito Pro-capite miliardi di 2.780 dollari USA (1977) (Italia 3.470) Importazioni totali 25,5 milioni di dollari USA (1977) Importazioni dall'Italia 99 miliardi di lire (1978) Cambio 1 d o l l a r o = 379 lire (23-8-79) La p o p o l a z i o n e d e l l ' i s o l a è p r e v a l e n t e m e n t e c i n e s e (76% c i n e s e , 17% m a l e s e , 7 % indiana). Il ritmo di i n c r e m e n t o a n n u o della p o p o l a z i o n e è s t a t o del 4 , 4 % t r a il 1957 e il 1977. Negli ultimi d u e anni il t a s s o di i n c r e m e n t o m e d i o a n n u o è s c e s o a l l ' 1 , 4 % . La p o p o l a z i o n e di Sing a p o r e è m o l t o g i o v a n e p o i c h é il 4 0 % ha m e n o di 20 anni ed un a l t r o 3 4 % ha u n ' e t à comp r e s a t r a i 20 e i 40 anni. La lingua n a z i o n a l e è il m a l a y ma a l t r e t r e lingue h a n n o riconos c i m e n t o ufficiale: c i n e s e , i n g l e s e e t a m i l . La s t r u t t u r a d e l l ' e c o n o m i a di S i n g a p o r e p u ò e s s e r e r i a s s u n t a e s a m i n a n d o l'origine d e l PNL. Settori Agricoltura, p e s c a e f o r e s t e Miniere Industria manufatturiera Costruzioni Servizi pubblici Trasporti e c o m u n i c a z i o n i Distribuzione a l l ' i n g r o s s o e al d e t t a g l i o Banche e assicurazioni e s e t t o r e immobiliare Proprietà di a p p a r t a m e n t i Pubblica a m m i n i s t r a z i o n e e d i f e s a Servizi Fonte: Stima Business % 1,9 0^3 24,6 s!o 2^0 13^6 2&,2 IO|O 3,7 3^5 4,1 sificate per dimensioni: le maggiori generalmente trattano numerose linee di prodotti di molte imprese estere; quelle di medie-piccole dimensioni sono sovente specializzate per prodotto o settore produttivo. Oltre alle operazioni di importazioni, offrono u n a serie di prestazioni: assistenza tecnica e di manutenzione ai clienti, mantenimento di magazzini di parti di ricambio, distribuzione a grossisti e dettaglianti. Sovente le compagnie commerciali locali operano anche con funzione di grossisti, coprendo oltre a Singapore tutto l'estremo Oriente. 2. LE RELAZIONI C O N L'ESTERO DELLA M A L A Y S I A International. 2.1. Struttura I rapporti con l'estero e in particolar modo le esportazioni (che rappresentano circa il 5 0 % del PNL) giocano un ruolo molto importante nell'economia della Malaysia; per questa ragione l'economia del paese è molto vulnerabile alla congiuntura internazionale. L'andamento delle esportazioni, delle importazioni e del saldo commerciale negli ultimi anni è indicato nella tabella 5. Negli ultimi due anni le importazioni hanno mostrato u n ritmo di crescita più rapido rispetto a quello delle esportazioni. Esse sono aumentate infatti in valore del 2 1 % nel 1977 ed in misura ancora superiore nei primi sette mesi del 1978 ( + 27%). II principale fornitore del mercato della Malaysia è il Giappone ( 2 1 % delle importazioni totali), seguito dagli Stati Uniti ( 9 % ) , dal Regno Unito e da Singapore ( 8 % ciascuno), dall'Australia ( 7 % ) e dalla Repubblica Federale Tedesca. La Malaysia importa soprattutto i beni strumentali e i prodotti semilavorati impiegati dall'industria locale. Negli ultimi anni il processo di industrializzazione e diversificazione dell'economia ha fatto aumentare la domanda di beni di investimento, in particolar modo da p a r t e Tabella 1. Bilancia commerciale di Singapore 1973 dei settori a tecnologie medie e avanzate. (milioni di dollari di Singapore) 1974 1975 1976 1977 2.2. Posizione dell'Italia Esportazioni 8.91 Importazioni 14.15 12.51 Saldo - 12.76 20.40 3.60 - 16.27 19.27 6.25 - 20.1 22.40 6.51 - 25.5 6.13 - 5.4 Fonte: IMF. Tabella 2. Principali paesi esportatori verso Singapore nel 1977 (% del totale delle importazioni) Tabella 3. Principali (% del valore) voci di Voci Paesi Esportazioni S t a t i Uniti Malaysia Giappone H o n g Kong Regno Unito G e r m a n i a (RFT) Francia importazione 1976 1977 Importazioni 16 14 10 7 3 4 2 13 14 18 3 4 3 1 Prodotti alimentari, b e v a n d e e tabacco Materie prime Combustibili e prodotti chimici Prodotti manifatturati Macchinari e attrezzature da trasporto 9 9 30 15 9 9 33 14 26 26 T o t a l e (dollari S . 22.4 25.5 miliardi) Le importazioni della Malaysia dall'Italia rappresentano una quota assai modesta del totale delle importazioni del paese. Per quanto riguarda l ' a n d a m e n t o della bilancia commerciale italiana nei confronti della Malaysia i dati della tabella 7 mostrano come il nostro paese sia costantemente in deficit e nel corso degli ultimi anni tale deficit è considerevolmente aumentato. Nel 1978 le principali esportazioni italiane sono state le seguenti (miliardi di lire): autoveicoli 10,8; alluminio e sue leghe 5,0; (altre) macch. ed app. non elettr. 6,6; (altri) prodotti di autoveicoli 3,5; parti staccate di macchine ed app. non elettr. 3,3; motocicli e loro parti 2,9; (altri) prodotti chimici organici 2,7. Fonte: M o n t h l y D i g e s t of S t a t i s t i c s . 2.3. Regolamentazioni commerciali (Fonte C e r v e d ) Tabella 4. Bilancia commerciale Italia/Singapore 1972 Esportazioni italiane v e r s o Singapore 1973 1974 1975 1976 1977 1978 32 41 40 49 75 99 18 Importazioni italiane da Singapore 4 Saldo + + 14 (miliardi di lire) 13 20 15 19 + 21 + 25 30 + 19 + 56 63 19 + 36 Fonte: ISTAT. Tabella 5. Importazioni, esportazioni e saldo commerciale (milioni di dollari malesi) 1975 1976 1977 Esportazioni (fob) 9.042 13.288 14.900 Importazioni (fob) 8.113 9.478 11.287 Saldo 929 3.810 3.613 Tabella 6. Composizione delle Voci Macchinari e attrezzature Prodotti semilavorati e p r o d o t t i finiti Prodotti alimentari Combustibili minerali Prodotti chimici Materie prime Totale importazioni 1976 1978 ( s t i m a ) 33 36 22 15 14 10 6 22 16 11 9 6 100 100 La politica del commercio internazionale svolta dal governo malaisiano tende a p r o m u o v e r e u n a integrazione e uno svil u p p o economico, pur contenendo al minimo i controlli commerciali. È stata cosi istituita u n a « common customs area » in tutto il paese; quasi tutte le merci sono esenti da tariffe, q u a n d o vengono mosse all'interno del paese; la dogana sulle materie prime e sui beni capitali è bassissima o addirittura nulla; la dogana sugli altri prodotti è moderata, a m e n o che n o n ci sia produzione locale supplementare. I controlli non tariffari sulle importazioni non sono estensivi ed includono licenze e restrizioni di quote per proteggere i beni prodotti localmente, le regolamentazioni antidumping e le misure sanitarie di sicurezza. Dal 1° gennaio 1969 è in vigore una tariffa doganale basata sulla nomenclatura di Bruxelles. Le tariffe doganali variano dallo zero al 1 0 0 % del valore, ma solo pochi prodotti h a n n o tariffe superiori al 2 5 % . La tariffa doganale media è del 1 5 % circa. DATI GENERALI SULLA MALAYSIA Popolazione 12,2 Superficie p e n i s o l a di M a l a y s i a e 1,8 milioni in S a b a h e Sarawak. 332.316 kmq milioni (1975) di cui 10,4 milioni nella Prodotto Nazionale Lordo 12,5 Reddito p r o - c a p i t e (a c o n f r o n t o l'Italia ha 196 miliardi di dollari) dollari USA (1977) 9 6 5 i 2 Importazioni totali (Cif) 4i615 Importazioni dall'Italia 58 miliardi di dollari USA (1977) (Italia 3.470 $) C a m b i 0 miliardi di dollari USA (1977) miliardi di lire (1978) (ringgrt) 1 d o l l a r o m a l e s e (23-8-79) Principali c i t t à (popolazione in migliaia di (MS) = 379 lire abitanti): Kuala Lumpur, la c a p i t a l e , 454; G e o r g e Town 270; Ipoh 248; Johor Bahni 136; K e l a n d e 114. Maggiori gruppi e t n i c i : m a l e s i 54,7%; c i n e s i 3 4 , 2 % ; indiani 9 % . L'origine del PNL e la g r a d u a l e c r e s c i t a che segue. ORIGINE DEL PNL ( c o m p o s i z i o n e %) Settori Agricoltura, f o r e s t e e p e s c a Miniere Industria manifatturiera Costruzioni Elettricità e f o r n i t u r a a c q u a Servizi Totale F o n t e : IMF, EIU. del s e t t o r e i n d u s t r i a l e s o n o i n d i c a t e dalla 1972 1977 29 5 14 5 3 43 28 4 17 4 3 44 100 100 tabella U n o degli scopi delle tariffe doganali alte per i beni prodotti all'interno è quello di incoraggiare gli investitori esteri a p r o d u r r e localmente. Le tariffe sono calcolate sul valore C I F del p r o d o t t o ; i contenitori e gli imballaggi sono esclusi dall'imposta q u a n d o questa è calcolata sul peso. Le m i s u r e s t a n d a r d di lunghezza e di peso in Malaysia sono la yarda e la libbra; per la capacità viene usato il gallone imperiale, che è pari a 4 , 5 4 5 9 6 litri. Si prevede l'introduzione del sistema metrico entro il 1981. In Malaysia le tasse doganali vengono definite e pagate in m o n e t a locale al momento dello s d o g a n a m e n t o delle merci. C è un 4 % di soprattassa imposta sul valore C I F di molte importazioni dalla quale sono escluse le materie p r i m e per lavorazioni industriali, tassate del 2 % , e il m a c c h i n a r i o per l'espansione industriale che è esente da tasse. È stata istituita anche u n a « f r e e t r a d e zone » nella q u a l e p o s s o n o essere portate tutte le merci, n o n specificamente proibite dalla legge, senza pagare dogana. Le merci possono p e r ò essere spostate solo per l'esportazione 0 per il passaggio ad u n ' a l t r a « f r e e trade zone » in Malaysia. I documenti richiesti dalle autorità doganali per le importazioni in Malaysia sono i seguenti: f a t t u r a commerciale, polizza di carico, certificato di origine, dichiarazione di importazione. Documenti speciali vengono richiesti per l'importazione di alcuni materiali e di animali. N o n sono richiesti d o c u m e n t i consolari. Le f a t t u r e commerciali p o s s o n o essere presentate su carta intestata dell'importatore, devono essere firmate da persona autorizzata e contenere la descrizione, qualità o peso, valore C I F , paese d'origine della merce. T r e copie della f a t t u r a devono essere inviate al compratore, m e n t r e la copia originale deve essere presentata alle autorità doganali. La maggior parte delle merci p u ò entrare in Malaysia sotto u n a « o p e n general licence », m e n t r e per alcune è necessaria una licenza specifica rilasciata dalle autorità doganali. La « open general licence » è semplicemente u n a autorizzazione governativa a importare merci specifiche senza ricorso a licenze particolari per ogni transazione. Tale licenza è rilasciata agli importatori dietro regolare richiesta alle autorità competenti. L'importazione di alcuni prodotti è assolutamente proibita: articoli e pubblicazioni indecenti o osceni, prodotti che riportano il disegno o la riproduzione di monete o banconote di ogni paese. Esistono anche proibizioni per le importazioni dalla Repubblica Sud A f r i c a n a e dalla Rhodesia. 3. LE RELAZIONI C O N L'ESTERO DEL KUWAIT Tabella 7. Bilancia commerciale Italia/Malaysia (miliardi di lire) Esportazioni i t a l i a n e v e r s o la M a l a y s i a Importazioni italiane dalla Malaysia Il K u w a i t ha u n a lunga tradizione come paese importatore sia perché negli ultimi 25 anni vi è stata u n a costante crescita nei consumi e degli investimenti sia perché il Kuwait è u n centro commerciale dal quale molti prodotti sono riesportati verso gli altri paesi del Golfo. Per avere un'idea dell'aumento delle importazioni basta tenere presente che nel 1970 sono stati importati prodotti per 2 2 5 milioni di dollari, che nel 1973 le importazioni erano già salite a 1 miliardo di dollari e che nel 1976 sono salite a 3,3 miliardi di dollari. L ' a n d a m e n t o delle importazioni e della bilancia commerciale è riassunto nella tabella 8. La forte crescita delle importazioni si spiega con l'aumento dello standard di vita e con il processo di industrializzazione. La crescita è stata particolarm e n t e elevata nel 1974 ( + 4 7 % ) e nel 1975 ( + 5 4 % ) . Per q u a n t o riguarda la struttura delle importazioni, la quota maggiore è rappresentata da macchinari e attrezzature da trasporto seguiti dai prodotti industriali e dai prodotti alimentari. Per q u a n t o riguarda le prospettive future, si prevede che la tendenza all'aum e n t o delle importazioni continuerà anche se ad un ritmo inferiore rispetto a quello degli anni precedenti mentre i 1973 1974 1975 8 13 31 25 39 Saldo 56 - 3 1 - 95 43 - 64 1976 22 71 - 46 1977 36 130 - 108 1978 58 136 - 160 100 - 102 Fonte: ISTAT. Tabella 8. Andamento della bilancia commerciale (milioni di dinari) 1972 3.1. Struttura 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 2.896,2 Esportazioni 841,3 980,5 2.890,1 2.506,8 2.873,9 2.806,1 Importazioni CIF 262,2 310,6 455,1 693,2 972,0 1.387,1 + 579,1 + 669,9 + 2.435,0 + 1.813,6 + 1.901,9 + 1.419,0 Saldo Fonte: F o n d o M o n e t a r i o 1.181,4 + 1.714,8 Internazionale. beni di investimento dovrebbero gradualmente a u m e n t a r e la loro quota nelle importazioni totali in conseguenza dei programmi di sviluppo industriale. Si prevedono importazioni soprattutto per il settore dell'energia e delle telecomunicazioni. Per quanto riguarda i principali esportatori verso il Kuwait, come risulta dalla tabella 10, al primo posto è il Giappone seguito a distanza dagli Stati Uniti e dalla Repubblica Federale Tedesca, l'Italia è al sesto posto con il 4 , 4 % . Il Kuwait adotta una politica liberale nei confronti dello scambio internazionale e non vi sono in sostanza controlli sulle importazioni. Per lungo t e m p o è stata applicata u n a tassa ad valorem unificata del 4 % per tutte le merci importate (questa regola prevedeva esenzioni per il settore petrolifero, alimentare e per alcuni beni di investimento). Sulle merci in transito è previsto in genere il pagamento di un dazio del 2 % . Di recente, allo scopo di proteggere l'industria nazionale sono stati introdotti alcuni dazi protettivi (di solito intorno al 1 5 % ) . Ciò vale in par- ticolare per cemento, ossigeno, farina, batterie per autocarri e alcuni prodotti alimentari. Restrizioni specifiche sono previste per il settore della distribuzione. Le imprese di distribuzione non possono essere controllate da stranieri (ai quali è consentita solo una partecipazione fino al 4 9 % del capitale). I contratti di fornitura e le proposte di tenders al Governo possono essere fatte soltanto attraverso cittadini del K u w a i t oppure attraverso imprese nelle quali cittadini locali abbiano la maggioranza del capitale. Di recente è stata tolta la tariffa protettiva del 1 5 % ed è stata sostituita da un sistema flessibile di tariffe che tiene conto del diverso grado di competitività dell'industria locale. Questo sistema di tariffe è sottoposto a revisione ogni cinque anni. La decisione circa l'ammontare delle tariffe protettive spetta al Ministero del Commercio e dell'Industria che decide tenendo conto: a) del r a p p o r t o tra il costo dei prodotti importati e i costi dello stesso prodotto per l'industria locale; DATI GENERALI SUL KUWAIT Popolazione 1.130 m i l a Superficie 17.818 k m q , c o m p r e s i 1.000 k m q di i s o l e P r o d o t t o N a z i o n a l e Lordo 13 m i l i a r d i di dollari USA (1977) (a c o n f r o n t o l ' I t a l i a ha 196 miliardi di dollari) Reddito pro-capite (1979) 11.950 d o l l a r i (Italia (1977) 3.470) Importazione dall'Italia 243 m i l i a r d i di lire (1978) Cambio 1 d i n a r o = 2.959 lire (1-9-79) Principali città (popolazione in m i g l i a i a di Kuwait City 276; Hawalli e Salmya 577; Fahahil 32; Ahmadi Misura: s i s t e m a b) dell'introduzione del National Industries Support Fund finanziato attraverso l'imposizione delle tariffe doganali ed avente lo scopo di ridurre i prezzi di alcuni prodotti locali; abitanti): m e t r i c o . O r a : 3 o r e a v a n t i r i s p e t t o al 19. GMT. COMPOSIZIONE DEL PNL (a prezzi c o r r e n t i , milioni cli KD) Settori Agricoltura Industrie estrattive Industrie manifatturiere Elettricità, g a s e acqua Costruzioni D i s t r i b u z i o n e a l l ' i n g r o s s o e al d e t t a g l i o Trasporti e comunicazioni Finanza, assicurazione e immobiliare Altri s e r v i z i PNL a p r e z z i di m e r c a t o Fonte: C e n t e r Bank Q u a r t e r l y Statistical Bulletin, EIU. 1971-72 1975-76 4 902 42 47 40 90 41 21 159 1.346 8 2.294 164 77 30 190 85 151 280 3.279 c) dell'ammontare dei prodotti fabbricati nel paese in rapporto alla domanda locale (i prodotti locali devono fornire non m e n o del 4 0 % della domanda nazionale); d) della qualità dei prodotti locali. Il Ministro del Commercio potrebbe com u n q u e contingentare l'importazione di prodotti manifatturati per i quali l'industria nazionale sia in grado di fornire anche oltre il 7 5 % della d o m a n d a . 3.2. Posizione dell'Italia Le importazioni del K u w a i t dall'Italia rappresentano in media il 4 , 5 % del totale (come si è visto nella tabella 10 che analizzava la struttura delle importazioni del paese). Per quanto riguarda l ' a n d a m e n t o della bilancia commerciale italiana nei confronti del Kuwait, i dati della tabella 11 dimostrano come il nostro paese sia costantemente in deficit. Nel corso degli ultimi anni tale deficit è considerevolmente aumentato. Nel periodo 1978 le principali esportazioni italiane verso il K u w a i t sono state le seguenti: (miliardi di lire) argento, oro e platino 68,0; (altri) prodotti delle industrie metalmeccaniche 20,4; (altre) macch. ed app. non elettrici 18,2; mobili di legno, di giunchi, ecc. 16,6; ferri e acciai laminati 10,2; oggetti cuciti di fibre vegetali 8,4; materiali da costruzione di terracotta e di mat. refrattario 7,2. 3.3. Politica commerciale, regolamenti sulle importazioni, tariffe doganali (Fonte Cerved) Poiché dipende dalle informazioni per l'approvvigionamento della maggior parte del suo fabbisogno alimentare, di beni di consumo e di beni di investimento, il Kuwait segue una politica commerciale liberale, le cui linee principali sono: tariffe doganali m o l t o basse, controlli amministrativi su pochi prodotti, restrizioni esercitate solo al fine di assicurare agli abitanti del paese i proventi del commercio internazionale. Il K u w a i t ha accordi commerciali bilaterali con l ' I r a n , l ' I r a q , il S u d a n e la Siria. È m e m b r o della Lega A r a b a p e r gli Accordi Commerciali e di Pagamento, che garantisce tariffe preferenziali ad alcuni prodotti degli stati m e m b r i della Lega. Il K u w a i t è inoltre firmatario del G A T T (accordo generale sulle tariffe e il commercio) e beneficia di u n trattamento tariffario preferenziale da p a r t e dei paesi del C o m m o n w e a l t h britannico. N o n ha relazioni di affari con Israele, il Sud A f r i c a e la Rodesia. N o n vengono richieste licenze di importazione per le singole transazioni commerciali. Nella maggioranza dei casi agli importatori che o p e r a n o in vari settori commerciali viene concessa u n a licenza generale aperta di importazione; u n a licenza valida per p r o d o t t i specifici viene assegnata agli i m p o r t a t o r i che trattano u n a definita linea di prodotti. La validità delle licenze è n o r m a l m e n t e di u n a n n o , rinnovabile. Le u n i c h e restrizioni o proibizioni commerciali sono le seguenti: f a r i n a e grano possono essere importati solo tramite la compagnia di m a c i n a z i o n e del grano del K u w a i t . Per gli insetticidi è necessaria u n a licenza rilasciata dal Ministero della salute p u b b l i c a . Un consenso scritto del Ministero della salute p u b b l i c a è richiesto per l'importazione di q u a l u n q u e sostanza contenente u n a percentuale di alcool etilico. G e n e r a l m e n t e è p r o i b i t a l'importazione di b e v a n d e alcooliche, autocarri usati, tubi (con linea di saldatura a spirale) aventi il d i a m e t r o compreso f r a 6 e 42 pollici, medicine contenenti sali di cobalto e ossigeno p e r uso industriale e m e d i c o . Le tariffe doganali sui prodotti importati a m m o n t a v a n o , con poche eccezioni, al 4 % del valore dei beni. Allo scopo di proteggere la nascente industria del K u w a i t , vengono applicate tariffe variabili f r a il 1 0 % e il 1 5 % su alcuni prodotti, f r a cui biscotti, lana di acciaio, b i t u m e p e r isolamento, mobili d'acciaio, mobili d ' a r r e d a m e n t o in legno, alcuni prodotti in ghisa, vernici industriali, Tabella 9. Struttura delle importazioni (milioni di Kd) 1972 1976 Valore P r o d o t t i a l i m e n t a r i e a n i m a l i vivi Prodotti chimici Prodotti manifatturati Macchinari e veicoli da trasporto Prodotti vari Totale (inclusi a n c h e altri 46,1 12.7 56,3 85,6 46.8 prodotti) 17,6 4,8 21.5 32.6 17,8 262,2 Valore % 121,3 30,1 214,7 406,7 140,1 12,5 3,1 22,1 41,8 14,4 972,0 Fonte: M i n i s t r y of P l a n n i n g S t a t i s t i c s , EIU. Tabella 10. Principali paesi esportatori verso il Kuwait ( % delle importazioni in valore) Paese Giappone USA RFT 1972 1976 16,0 13,1 8,3 20,7 14,7 9,4 Gran Bretagna Francia Italia 10,2 4,2 4,7 8,2 5,2 4,4 Fonte: M i n i s t r y of P l a n n i n g , EIU. Tabella 11. Bilancia commerciale Italia/Kuwait Esportazioni i t a l i a n e v e r s o il K u w a i t (milioni di lire) 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 228 243 21 22 42 76 151 Importazioni italiane dal Kuwait 175 171 311 234 176 619 766 Saldo 154 149 269 158 25 391 523 p r o d o t t i aerosol e alcuni prodotti di plastica. Bevande alcooliche e gas in bidoni sono soggetti a u n a tariffa doganale del 1 0 0 % . Sono esenti da d o g a n a i beni importati dai dipartimenti governativi, dalle compagnie petrolifere per operazioni in Kuwait e alcuni prodotti, come m a c c h i n e per la f a b b r i c a z i o n e del ghiaccio, macchinari per m a c i n a r e il grano e certi prodotti alimentari. N o n vi sono tasse interne sulle importazioni. IMAIOLICARI IN PIEMONTE ED A TORINO Piera Condulmer A b b i a m o iniziato la serie di questi articoli s u l l ' a r t i g i a n a t o torinese, c o n lo spirito atteggiato ad u n certo sospiroso r i m p i a n t o , c o m e u n a lamentatio per un p a s s a t o p e r d u t o , u n b e n e di cui n o n pot r e m o p i ù f r u i r e . A v e v a m o la sensazione di essere c o n d a n n a t i , p a r a d o s s a l m e n te, a v i v e r e nello s q u a l l o r e p e r eccesso di t e c n i c i s m o , di p e r f e z i o n i s m o . Concetti q u e s t i c h e s e m b r a n o antitetici tra loro, m a in r e a l t à n o n lo sono, p e r c h é se la perfettibilità è aspirazione e prerogativa dello spirito u m a n o , la p e r f e z i o n e realizzata d a l l ' u o m o , c o n la sua a v a n z a tissima tecnologia, h a u n che di disum a n o , e ci rimane e s t r a n e o , e a n d i a m o i s t i n t i v a m e n t e alla ricerca di quell'attim o d ' i m p e r f e z i o n e c h e ce lo f a c c i a sentire p i ù v i c i n o alla n o s t r a c o n d i z i o n e imperfetta. La r i p e t i z i o n e m e c c a n i c a e in serie anc h e dell'oggetto p i ù bello, e s t r e m a m e n te l o n t a n o o r m a i d a l calore u m a n o del p r o t o t i p o , p u r nella r i p r o d u z i o n e esattissima, n o n dà gioia, p e r c h é la s e n t i a m o o r m a i m a t e r i a i n e r t e , dalla q u a l e la c r e a t i v i t à iniziale è esalata. Q u e s t i p e n s i e r i mi si s o n o fatti p r e s e n t i alla m e n t e r i p e r c o r r e n d o il c a m m i n o d e l l ' a r t i g i a n a t o della c e r a m i c a in Piemonte e più particolarmente a Torino. Ma forse lo s p u n t o mi è d e r i v a t o dall'aver visto aprirsi nel c e n t r o della città u n a b o t t e g u c c i a di c e r a m i s t a artigiano, a r r e d a t a in assoluta semplicità, con esposti n e l l ' i n c a v o di u n m u r o i suoi lavori a p p e n a p l a s m a t i o già d e c o r a t i , i suoi attrezzi, i suoi sacchetti di belle figuline, di argille. L a v o r i p i ù raffinati, m e n o raffinati, m a pieni di vita; il vasaio i n t e n t o al suo l a v o r o c o p i a v a il modello che a v e v a nella sua m e n t e , e a v e v a e v i d e n t e il p i a c e r e del f a r e , del d a r c o r p o ad u n a idea. S o n o nostalgie d e l l ' i n d i v i d u a l e che riaffiorano di f r o n t e allo s t a n d a r d , e c h e a poco a p o c o i n v a d e r a n n o a n c h e il c o n s u m o in q u e i settori d o v e ciò è possibile, e l ' a r t i g i a n a t o , l i b e r a t o da certe p a s t o i e m o r t i f i c a n t i la s u a necessaria libertà, d o v r à p u r rifiorire c o m e necessaria ed i n a l i e n a b i l e attività u m a n a , c o n tutti i suoi benefici influssi sociali. E d o r a v e n i a m o a l l ' a r g o m e n t o c h e interessa q u e s t e n o t e : i m a i o l i c a r i in Piem o n t e , o meglio a T o r i n o , p e r restringere u n p o c o la t r a t t a z i o n e , a n c h e se p e r iniziare il discorso storico d o b b i a m o u s c i r n e . I n f a t t i è a P o l l e n z o e ad Asti c h e d o b b i a m o riferirci p e r i n t r o d u r r e q u e s t o discorso a p r o p o s i t o del p a e s e s u b a l p i n o , r i c o r r e n d o alle t e s t i m o n i a n ze, a n c h e se f u g a c i , di d u e scrittori latini: M a r z i a l e in u n o dei suoi Epigrammi (il X I V ) a c c e n n a in f o r m a a m m i r a t i va ai vari p r o d o t t i di cui è c a p a c e la ricca città p r o v i n c i a l e di P o l l e n z o : Non tantum pullo lugentes veliere lanas Sed solet et calices haec dare terra suos m e n t r e Plinio ( N a t u r a l i s H i s t o r i a XXXV v. 4 6 ) r i v e n d i c a a l l ' I t a l i a gloria di vasi belli, che n o n sono p u r a p r e r o g a t i v a di S a m o : « Et c a l i c u m t a n t u m , S u r r e n t u m , Asta, Pollentia... ». E C l a u d i a n o a n c o r a ne r i c o r d a i celebri vasi in t e r r a c o t t a e in vetro. Poi u n g r a n silenzio, giustificato p e r P o l l e n z o dalla e n i g m a t i c a totale d i s t r u z i o n e della ricca e g a u d e n t e città, n o n si sa se p e r c a u s a , o in conc o m i t a n z a c o n i r i p e t u t i assalti di Alarico e dei Visigoti. D o b b i a m o perciò giungere alla riorganizzazione della vita c o m u n a l e , per avere ragione di ricercare negli antichi ord i n a m e n t i riguardanti le arti e i mestieri, qualcosa che riguardi quest'arte; m a , strano a dirsi, negli O r d i n a t i del Consiglio C o m u n a l e di T o r i n o per gli a n n i 1374-1375, tra i ventisei g r u p p i di attività elencate come tenute a f o r n i r e e p o r t a r e i ceri per la festa di S. Giovanni, n o n n e ho t r o v a t a u n a che potesse corrispondere all'attività del vasaio, del figulo, o del f o r n a c i a i o . Allora a n d a i avanti nel t e m p o fino alle Costituzioni di A m e d e o V i l i del 1430, stabilenti la disciplina delle arti e dei mestieri; m a n e p p u r e li h o trovato menzionati i miei maiolicari. Proseguiamo il nostro c a m m i n o storico fino all'Editto di Carlo E m a n u e l e I, del gennnaio 1580 e troviamo che si fa « obbligo a tutti gli artisti e mercanti, o g n u n o secondo la sua arte, f r a d u e mesi d o p o la p u b b l i c a z i o n e della presente, a b b i a n o tutti a consegnarsi, e loro lavoranti e garzoni, luogo per luogo, e eleggere tra loro di ciascun arte, tre delli p i ù sufficienti, dei quali due sas a n n o chiamati massari e il terzo priore ». Lo stesso duca nelle Costituzioni del 1619 elencava c i n q u a n t u n g r u p p i di attività (escluse le professioni nobili) tenuti alla iscrizione obbligatoria nella matricola dell'arte, e tra essi trovo i chincaglieri, e più oltre fornaciari: possiamo a n n e t t e r e i figuli, i vasai ad u n a di queste categorie? È strano, p e r c h é se ci spingiamo innanzi nella ricerca fino alle Costituzioni di Vittorio A m e d e o II, che ridistribuisce le f o r z e di lavoro in v e n t i d u e università, soggette alla vigilanza statutaria del Consolato, e alla vigilanza p r o d u t t i v a e di moralità professionale del Consiglio del Commercio, n e m m e n o f r a esse trovo i ceramisti, e dire che da Emanuele Filiberto in poi, d u c h i e re f u r o n o tutti p r e o c c u p a t i di d o t a r e il p r o p r i o paese a n c h e di questa attività. Q u e s t a infatti come le altre, s ' i n q u a d r a v a nella disciplina economica dello Stato, rappresentava la possibilità di sottrarsi all ' i m p o r t a z i o n e da altri paesi, q u a n d o negli usi domestici il legno e lo stag n o per le classi umili, e l'oro e l'argento e il vermeil p e r le alte classi, do- vettero essere sostituite con la terraglia, la maiolica, come stoviglie d ' u s o , in attesa di poter realizzare il sogno della porcellana cinese. S a p p i a m o viceversa, che E m a n u e l e Filiberto al rientro nei suoi stati, si prem u r ò di p r o m u o v e r e q u e s t ' a r t e e per sottrarsi alla importazione e p e r procurare nuovi posti di lavoro ai suoi sudditi affamati di lavoro. Ed allora ricorse a quei maestri che tra Faenza e U r b i n o stavano d a n d o celebrità alla ceramica italiana: ed ecco il celebre O r a z i o Fontana venire a T o r i n o e A n t o n i o N a n i da U r b i n o . Questi anzi risiedeva a palazzo, come u n o di quegli artefici che il duca ospitava per averli sempre a disposizione nel suo laboratorio, q u a n d o le cure di governo gli consentivano di andarvi p e r le sue esperienze di alchimia, o a studiare n u o v e m a c c h i n e , senza mai d a r e tregua alla sua attività, dice l'ambasciatore veneziano Francesco Morosini nella sua Relazione al Senato della Serenissima. re f u o r i dello stato terra di C u m i a n a e di Piossasco, perché si fa crusoli si pel servizio delle nostre artiglierie e per l'uso di artefici ». Si riferiva cioè alla quarzite di quei terreni. Nel Museo d'arte antica di Torino, nella raccolta delle ceramiche d o n a t e da E m a n u e l e Tapparelli d'Azeglio, vi è un cestello in maiolica con la scritta sul retro « Fatta a T o r i n o a di 12 setebre 1577 », che è da attribuire a questa p r i m a m a n i f a t t u r a , eseguito nello stile c o m p e n d i a r i o dei faentini Virgiliotto e Bettisi, che pare siano venuti p u r e a Torino. Q u e s t a f r e q u e n z a di ceramisti f e a n t i n i p u ò essere legata alla presenza qui del pittore Alessandro A r d e n t e , di Faenza, che dal 1572 rimase a lungo coi Savoia. La c o n f e r m a dell'interesse del d u c a per l'attività figulina a T o r i n o , ci viene data dal Registro dei conti della Tesoreria generale, che presenta f r e q u e n t i p a g a m e n t i ai d u e artefici n o m i n a t i , fin dalla sua p e r m a n e n z a a Rivoli, e cioè dal 1562. Il D u b o i n poi nella sua Raccolta di leggi editti ecc. (Voi. XIX) registra il p e r e n t o r i o divieto del duca di estrarre terra di C u m i a n a senza permissione e tanto peggio di esportarla f u o r i dei suoi stati: « N e s s u n o ardisca estrar- La ceramica f a e n t i n a dal '400 era assurta a g r a n d e r i n o m a n z a per essere passata dalla terracotta, o mezza pasta coperta da vernice p i o m b i f e r a , alla maiolica sottile e leggera coperta da uno smalto fluido e brillante, con decorazioni sempre raffinate, specie nel secondo p e r i o d o , c o n colori chiari ma vividi (il — b e r e t t i n o — o azzurro pallido), con il centro occupato da ritratti, e il bordo o r n a t o da m a s c h e r o n i , la cui b a r b a si articola in arabeschi. Recipiente particolare di cui al castello di Masin vi è una collezione. Questo porta appunto scritto sotto il manico « Masino ». Altri esemplari di questo periodo in Torino, p u r t r o p p o non si sono potuti reperire, e questo donato dal d A z e g l i o , fu c o m p e r a t o dal diplomatico piemontese alla Galleria Raynol di L o n d r a . L'interesse s a b a u d o alla industria ceramica continua con Carlo Emanuele I, il quale consente che venga aperta u n a m a n i f a t t u r a a certo Simone Fasola concedendogli l'esclusiva per dieci anni, perché « ha introdotto l'arte di f a r maiorica et vasi turchini nella città nostra di Asti » e ciò in data 15 luglio 1581. In quel di T o r i n o viceversa, nel 1616 concede venga aperto u n laboratorio di ceramiche ai limiti del Regio Parco e accetta l'offerta di T a d e a di Dus, vedova di u n ceramista f a e n t i n o che lavorava a Lodi, allora i m p o r t a n t e centro di tale lavorazione della ceramica. M a questa impresa p a r e n o n abbia sortito molto b u o n esito e nulla è rimasto a testimoniare della sua p r o d u z i o n e , cosi come nulla ci è rimasto di u n ' a l t r a manifattura apertasi nel 1621 in Borgo Po. Più interessante viceversa risulta quella per la quale Cesare Bianchi, u n ligure, ottenne regia patente nel 1649 e v e n n e privilegiata con esenzioni fiscali, dal pagamento dei pedaggi pel trasporto di q u a n t o necessario alla f a b b r i c a , e l'esclusiva per dieci anni. D i questa manifattura è stato t r a m a n d a t o il n o m e del capo f a b b r i c a , che risulta essere stato certo Nicola Corradi di Arbasola, il che dimostra che l'attuale Albissola già era in grado di esportare m a n o d'opera qualificata; ad Albissola poi avevano compilato gli Statuti dei figlili. Questa f a b b r i c a adottò a T o r i n o il marchio dello scudo crociato di Savoia sormontato dalla corona ducale, e tentò di rispondere ai desideri dei duchi di realizzare pezzi che tentassero u n a somiglianza coi rarissimi e costosissimi prodotti cinesi, realizzati in quella porcellana che per gli occidentali era ancora u n sogno poterla p r o d u r r e . Le cineserie infatti erano divenute u n a m o d a ossessiva, e i vari principi a n d a v a n o a gara nello sforzo di r i p r o d u r l a da noi, se n o n nella sostanza a l m e n o nella decorazione; perciò a b b i a m o ora le ceramiche orientaleggianti, con decorazioni cioè di uccelli e animali v a r i tra u n fo- gliame delicatamente variopinto su di u n o s f o n d o di vernice bianca. Tuttavia il maiolicaro a T o r i n o pare non avesse molta f o r t u n a , e certo ciò dipendeva dalla scarsa conoscenza dei suoli piemontesi, dall'assenza quasi dello studio chimico di essi, poiché la chimica era ancora c o n f u s a con l'alchimia, che non aveva compiuto la sua evoluzione. E r a questione di miscelature e di dosaggio che d o v r a n n o attendere ancora circa u n secolo, a Torino, il loro scienziato e il loro artista. Perciò anche se belle, le nostre ceramiche p r e s e n t a v a n o poca resistenza al fuoco, o la vernice t r o p p o facile a screpolarsi, o la fragilità del pezzo, o porosità non molto igienica. Ben più attivo perciò era questo artigianato sul suolo monregalese, ricco di strati p r o f o n d i d'argilla figulina, di banchi di quarzite, di dolomia, tanto che G. B. Botteri dice che a Chiusa di Pesio nel 1763 vi erano ben 31 fabbriche di stoviglie, mentre, secondo alcuni, già nel '600 tale attività dava luogo ad un interessante m o v i m e n t o di denaro, che G . Prato calcola sulle 2 5 0 . 0 0 0 lire all'anno. Era tuttavia u n artigianato u n poco campagnolo, di p o c h e pretese, che soddisfaceva le esigenze pratiche di u n a popolazione che a n d a v a a u m e n t a n d o , e si p r e o c c u p a v a di rispondere ad esse con miglioramenti tecnici più che estetici, per giungere a d u n a maggiore solidità con u n migliore impasto e omogeneità, p r o v a n d o vari sistemi di cottura, perché questa avvenisse u n i f o r m e m e n t e . Vi era stato però certo Stefano Olivero che mescolando argilla con la piombaggine, avea ottenuto crogiuoli eccellenti. A n c o r a a Castellamonte il maneggio delle argille era un'attività che a n d a v a facendosi caratteristica; con la sua argilla bigia esso p r o d u c e v a bensì stoviglie correnti di larghissimo uso, m a anche era capace di maioliche fini, come d u e bei vasi esistenti, al castello di Masino, con e senza coperchio, di cui u n o con decorazione decisamente orientaleggiante s t a n n o a dimostrare. La sua gran r i n o m a n z a peraltro è legata alle stufe, ai caminetti, agli scaldini, nei quali strumenti calorifici l'artigiano immetteva spesso il suo estro decorativo. T r a queste f o r t u n e e s f o r t u n e dei vasai piemontesi e torinesi, la corte per l'approvvigionamento delle maioliche di cui necessitava, si rivolgeva alla produzione savonese, cui si era legata, molto p r o b a b i l m e n t e attraverso il pittore Bartolomeo G u i d o b o n o , divenuto affrescatore del convento di S. Francesco da Paola in T o r i n o , e apprezzato pittore di corte. Egli era figlio di u n noto maiolicaro di Savona, G i r o l a m o G u i d o b o n o , ed il p a d r e lo aveva iniziato nella sua arte, lo aveva m a n d a t o a studiare a Parma, e poi a Venezia p e r c h é imparasse l'arte del colore. Con questi studi e con il suo estro, egli era cosi in grado di affermarsi come pittore, e nello stesso temp o come capace decoratore di ceramiche, che rendeva festose con scene boscherecce e danze di amorini, creando quello stile vecchia Savona, con cui ha p u r e arredato tante antiche f a r m a c i e , allin e a n d o sui loro scaffali quelle bellissime arberelle, con o senza coperchio, che dovevano contenere i toccasana dell'epoca, polveri di sterco di topo, di corno sinistro di b u e , ecc., e tra esse, al centro, troneggiava sempre il grande vaso artisticamente il più bello, spesso in bronzo, m a più spesso in ceramica, per contenere la regina dei rimedi universali: la Teriaca Ci avviciniamo cosi a quel f o r t u n o s o secolo X V I I I che r i m a r r à cruciale nella storia di questo settore dell'attività in occidente, lanciata alla scoperta del caolino come materia p r i m a , n o n sufficientemente studiata, p e r ottenere le b r a m a t e porcellane cinesi, bianchissime, trasparentissime, leggerissime, irraggiungibili per l'estrema costosità, se n o n dai grandi della terra. P u n g o l o reso più acuto dall'instaurarsi a n c h e di u n a m o d a letteraria dell'esotismo, favorita dai molti viaggi che le scoperte scientifiche r e n d e v a n o p i ù celebri p e r m a r e . L ' O r i e n t e entra nelle opere di Voltaire, di Montesquieu, di G o e t h e in varia guisa, alle corti e nei palazzi padronali il salotto cinese viene quasi d'obbligo con tappezzerie, decorazioni, laccature adeguate, in attesa delle cineserie in porcellana casalinga, q u a n d o n o n è possibile procurarsi le autentiche. Ma del g r a n d e assalto alla porcellana, parlerò altra volta, ora d o b b i a m o rima- nere alla p r o p e d e u t i c a di essa, per cosi dire, a quella ceramica, a quella maiolica che i re sabaudi tentano di f a r sviluppare artisticamente, sempre all'arrembaggio di impresari artisti e coraggiosi su cui riversare i loro favori e i loro privilegi, per dare al proprio regno u n a p r o d u z i o n e di pregio. All'inizio del secolo tuttavia n o n sono da trascurare certe ragioni storiche e politiche che h a n n o m o v i m e n t a t o il m o n d o della ceramica t r a s f o r m a n d o l o in m o d a . Tali f u r o n o le miserrime condiZuppiera rococò decorata zioni cui era giunto l'erario f r a n c e s e pel con scene mitologiche dissanguamento di ogni residuo che le e girali. ostinate guerre imperialistiche di Luigi X I V avevano provocato. Si rese necessaria l'offerta alla patria degli ori e degli argenti della aristocrazia f r a n c e s e , e artigiani italiani del c a m p o della ceche dovette spogliarsi di tutti i suoi ramica, tra i quali ricordiamo, verso la bei servizi da tavola e soprammobili, fine del '500 i fratelli D o m e n i c o , Battiricorrendo alla ceramica per la sostista e Agostino Conradi, di Albissola, il tuzione. che spiega il prevalere della decorazione azzurra del p r i m o periodo delle ceramiDalla necessità alla m o d a il passo f u che neverine, m e n t r e il soggetto mitolobreve, e f u tosto c o m p i u t o anche da chi gico della p a r t e figurativa è f a e n t i n o . non si trovava nelle stesse condizioni Nel X V I I I secolo questa sintesi stilistica di necessità patriottica. E allora inizia la torna in Italia come stile di Nevers, rincorsa al bello in questa p r o d u z i o n e , allo stesso m o d o che lo stile detto di e la caccia agli artisti p i ù abili che sapMoustier ha la sua paternità nel pittore piano i n f o n d e r l o a n c h e nell'utile. fiorentino T e m p e s t a , e lo stile detto alla Si disse allora che la Francia si sia Bèrein è quel grottesco stilizzato da messa tutta en fàience, espressione che Marot e da Bérain partito dalla rinaindica c h i a r a m e n t e c o m e la Francia n o n scenza faentina. si sia resa maestra nostra in materia, m a che a b b i a attinto dal glorioso passato Ed ecco la terra piemontese regalare ai italiano f a e n t i n o , che aveva dato belre sabaudi un nome, Rossetti, che f u lezza n o n solo a semplici oggetti, m a a per quasi un secolo il nome di una dinapavimenti di cappelle, a facciate di pa- stia, proveniente da Macello o da Calazzi, a cuspidi di campanili, senza convour, anche se l'origine p o t r e b b e darsi tare la g r a n d e arte dei Della R o b b i a . fosse l o m b a r d a , perché a Lodi già c'era Che poi certe nostre abilità e certi nou n a m a n i f a t t u r a Rossetti, p r i m a che a stri gusti si siano naturalizzati in FranT o r i n o o c o n t e m p o r a n e a m e n t e a Torino. cia e si siano riespressi come francesi o inglesi, ciò non s o p p r i m e la loro origiNoi p o n i a m o l'inizio dell'attività di quene. Origine che p e r c i ò è molto p i ù ansti maiolicari verso il 1722, anche se tica del 1709, a n n o dell'Editto di requiquella ufficiale r i m a n e alla data del Mesizione f r a n c e s e dei preziosi, ma che moriale a capi del 16 m a r z o 1725, con p u ò risalire a Carlo IX o a Francesco I cui il re concedeva a Giorgio Rossetti i d'Angoulème, attraverso i molti artisti richiesti permessi, le concessioni, le italiani fatti affluire colà e a lungo ospiesenzioni richieste, accordava il priviletati. Influssi rinvigoriti dal trasferimengio di vendita e di f a b b r i c a z i o n e e l'eto in Francia di Luigi G o n z a g a diventasclusiva, vietando l'importazione conto duca di Nevers attraverso il suo macorrenziale dall'estero. In p i ù concedeva trimonio con Enrichetta di Clèves, che un prestito, senza interessi, di lire 3 0 0 0 invitò con mecenatesca larghezza artisti per f a r avanzare l'arte sua; prestito che, avallato dal nipote Giovanni Battista, f u portato ad 8 0 0 0 lire alle stesse condizioni. Un altro nipote, Giorgio Giacinto, era a n d a t o a f a r e esperienze a Marsiglia poi aveva lavorato a Lodi, e forse f u il canale attraverso cui tornò in Italia dalla Francia, quello stile a grottesche che ne era partito nel '500, stilizzato e ribattezzato dal Bérain. L ' i m p i a n t o sarebbe avvenuto in contrada di Po; la lavorazione incomincia, ma non ci vengono indicate le terre impiegate, si pensa tuttavia che venisse impiegata la magnesite di Baldissero come c o m p o n e n t e principale. Il p r i m o periodo è ancora caratterizzato da u n a m o n o c r o m i a azzurrina divenuta cara ai Savoia, nella quale il pittore Gratapaglia ha inserito la presenza di u n giallino e verdino, come il piatto esistente al Museo civico di T o r i n o presenta, con l'episodio di Susanna sul f o n d o , e i contorni lobati, firmato al retro Gratapaglia Fe Taur, e il grande piatto da servizio di più di mezzo metro di diametro, con al centro lo stemma s a b a u d o con la corona ducale, in un trofeo di armi. Ma se questo piatto viene attribuito ai Rossetti, bisognerebbe pensare che essi lavorassero in Torino molto p r i m a di ottenere le Patenti regie, certo prima del 1713, ché altrimenti avrebbero d o v u t o disegnare la corona reale e non quella ducale. Perciò questi esemplari p o t r e b b e r o non essere ancora dei Rossetti, ma forse di u n a f a b b r i c a del Gratapaglia. Piatti col marchio di fabbrica adottato dai Rossetti, T R (cioè T o r i n o Rossetti) nel p r i m o periodo, non ne possediamo; il p i ù antico firmato e j datato col m a r c h i o T. R. Fabbrica di Torino 1736 dipinto da Giorgio Giacinto Rossetti, si trova al Museo delle ceramiche di Sèvres, dove emigrò in epoca napoleonica, q u a n d o s'impiantò tale museo, al quale N a p o l e o n e volle fosse preposto A. Brongniart e dove trovansi altri begli esemplari firmati da Giorgio Giacinto Rossetti, m a prodotti nella man i f a t t u r a di Lodi. Gli esemplari firmati j G. Rossetti esistenti a T o r i n o a Palazzo M a d a m a , attribuibili a Giorgio Giacinto, con decorazione azzurrina alla Bérain, p o t r e b b e r o essere anche di Giorgio o di G i o b a t t a , e per u n a più precisa attribuzione occorrerebbe f a r e uno studio di raffronto con la produzione di Lodi. Vi è u n periodo non b e n chiarito circa la p e r m a n e n z a di questa ditta in T o r i n o , e cioè tra il 1728 e il 1736, in cui la loro fabbrica risulta passata al b a n c h i e r e Pietro Bistorto, per poi ritornare nel '37 ai Rossetti, anzi a Giorgio Giacinto Rossetti che si dichiarava « già introduttore della maiolica e dopo r i f o r m a t o r e della medesima » n o n solo, m a volle impiantare a n c h e u n a f a b b r i c a per la porcellana fine e trasparente. D i questa n u o v a e breve attività per ora n o n ci occupiamo, e seguiamo il g r a n d e maiolicaro nella sua m a n i f a t t u r a di c o n t r a d a di Po, che anche rinnovata diventa t r o p p o angusta, nonostante in essa si c o m p i a n o solo le operazioni di m o d e l l a t u r a , cottura e verniciatura, m e n t r e la pista, ossia la m a c i n a dei colori, si compiva in locali lungo il canale di D o r a , ai Molassi del C o m u n e , e poi a Valdocco in un secondo tempo. Si rese necessario l'acquisto di u n a n u o v a sede, che f u quella in regione Monveglio, poco di- Cestello scenetta in stile compendiario con al umoristica, in policromia. Accanto: / / marchio di fabbrica (Torino, Museo Civico). tu cr** di centro Torino. / jTùrinf •13- T f f t t & e T • * Vassoio in monocromia azzurrina stile Bérain. Fabbrica Rossetti, Torino, 1730-35. (Torino, Museo Civico). 77 stante da Villa della Regina. La ceramica Rossetti era ormai divenuta opera d'arte, ed anche la produzione corrente aveva caratteristiche di d u r a t a e di resistenza superiore alle altre, al p u n t o di f a r ritenere ai conduttori p i ù utile, salvo r e s t a n d o i dazi sulle merci forestiere, r i n u n c i a r e al privilegio di esclusiva, p e r vendere a prezzo libero. Cessato il privilegio, t e n t a r o n o d'inserirsi i concorrenti, e p r i m o della serie f u G. A n t o n i o Ardizzone di Bra nel 1705 che, chiesti i soliti privilegi al re, i m p i a n t ò il suo laboratorio al R u b a t t o (lungo il Po). Esaminati i suoi pezzi dal Consolato del commercio, f u r o n o trovati b u o n i , ed egli prese a firmare i suoi prodotti G . A . À . M a l'Ardizzone potè p o r t a r e avanti la sua bell'azienda per p o c h i anni p e r c h é nel ' 7 0 moriva, e tutti coloro che t e n t a r o n o f a r l a continuare (Ravotti, Longarini, Grosso, Barberis) non ne furono in grado, e i Rossetti ridivennero padroni del campo. Tuttavia il periodo aureo della vitalità della famiglia, dell'estro e della volontà di conquista, andava esaurendosi d o p o la morte di Giorgio Giacinto. Il figlio, Pietro Maria volle inseguire la m o d a della terra di pipa diffusa dall'Inghilterra, o iron stone, o terre-de-jer, di cui diceva di aver trovato la presenza nel biellese; d o p o aver ottenuto tutte le concessioni possibili da Vittorio Amedeo III non seppe c o n d u r l a al successo; suo figlio Giacinto i m m e m o r e delle cure artistiche che il n o n n o dava ai suoi prodotti, f u solo preoccupato di p r o d u r r e merce scadente, per il p i ù largo e facile mercato, e la celebre m a n i f a t t u r a Rossetti perse il suo prestigio. La vigile attenzione del Consolato del commercio, m a il s u o giudizio r i g u a r d a solo le porcellane. U n ' a l t r a Società si costituisce, c o n la ragione sociale — Luigi R i c h a r d e C . — , con f o r t e c o n t r i b u t o f i n a n z i a r i o di certo C. I m o l a . La f a b b r i c a s e m b r a p r o s p e r a r e , fino a c h e n e l 1 8 6 3 , senza u n app a r e n t e p l a u s i b i l e m o t i v o cessa la s u a attività. I n t a n t o a T o r i n o si e r a n o a p e r t e scuole p r o f e s s i o n a l i , con c o r s i d ' o r n a t o . All ' A c c a d e m i a A l b e r t i n a si a p r i nel 1871 u n corso p e r c e r a m i s t i , e f u c h i a m a t o ad i n s e g n a r e il p r o f e s s o r D e v e r s , c h e a v e v a alle sue spalle m o l t e a f f e r m a z i o n i i n t e r n a z i o n a l i in tale c a m p o e il m e r i t o di a v e r e r a v v i v a t o in F r a n c i a il g u s t o p e r la f a e n z a artistica antica e m o d e r n a , n o n c h é l'interesse di artisti italiani p e r quest'arte detta minore, quali l'Ardy, l ' A v o n d o , il Pastoris, il D e l l e a n i e altri c h e g i u n s e r o a f a r e v e r i q u a d r i in ceram i c a , talvolta p r e f e r i t i dal p u b b l i c o p e r la l o r o i n c o r r u t t i b i l i t à . D o p o la s e c o n d a g u e r r a m o n d i a l e , si è da noi rivitalizzato l'interesse p e r la cer a m i c a , i n s e r e n d o l a a n c h e in f o r m a di p a n n e l l i a l l ' e s t e r n o c o m e a l l ' i n t e r n o delle case, u s o c h e p u ò risalire alle m e t o p e dei t e m p l i greci, o a q u e l l i e t r u s c h i , e alle p a r e t i m a i o l i c a t e di q u e l l i babilonesi. 222- TC Un cespo di fiori al centro e fiori e lungo ii bordo ornano in policromia questo grande piatto. A fianco: // marchio di fabbrica (Torino, Museo Civico). a t t r a v e r s o il p r o c u r a t o r e g e n e r a l e c o n t e Ghilossi, nel 1823 n e f a i m m e d i a t a den u n c i a in u n a R e l a z i o n e . N o n c ' e r a c h e da s c o m p a r i r e . E d i n f a t t i la m a r c a T . R . s c o m p a r v e . U n certo F e r i u , c h e a v e v a a p e r t o atelier a P o r t a S u s i n a nel 1 8 0 7 e t e n t a t o rim e t t e r s i n e l solco della t e r r a da p i p a , r i e s u m a p e r la sua p r o d u z i o n e lo stile P o m p a d o u r c o n i n t r e c c i di fiori e p e r l e d i p i n t i c o n colori detti — a r i v e r b e r o — m a f i r m a n d o l i T . , era m o r t o nel 1 8 1 7 . S u b e n t r a t o a lui c e r t o B o r g a n o , c h e c o n tale n o m e f i r m a v a la s u a p r o d u z i o n e , poco a lungo sopravvisse. R i m a n e v a da r a c c o g l i e r e l ' e r e d i t à dei Rossetti, e la Svizzera si p r e s e n t ò all ' o r i z z o n t e t o r i n e s e c o n i n o m i di D o r f u , palmette e data. R i c h a r d e P r e l a z , c h e già e s e r c i t a v a n o tale attività a C a r o u g e , c o m e vasai di t e r r a di p i p a . P a s s a r o n o nelle l o r o m a n i t u t t i gl'imp i a n t i Rossetti, sia p e r la m a i o l i c a sia p e r la p o r c e l l a n a , a p p o r t a n o i n n o v a z i o ni p e r le q u a l i d i c h i a r a n o di a v e r speso 4 0 0 . 0 0 0 lire, e in virtù di ciò r i c h i e d o n o i noti privilegi s o v r a n i . N o n o t t e n e n d o p e r ò l'esclusiva, p e r l o r o , n u o v i all ' a m b i e n t e , la c o n c o r r e n z a s t r a n i e r a è f a t a l e , e c o m e s e m p r e nella c a t t i v a sorte le società si sciolgono. Q u e s t a nel 1 8 4 6 e r a già sciolta. A q u e s t o p u n t o r i p r e n d o in m a n o la fam o s a Relazione Giulio c h e f a il p u n t o sulla c o n d i z i o n e delle v a r i e m a n i f a t t u r e p i e m o n t e s i alla E s p o s i z i o n e del 1 8 4 4 , N O T A 1 Cfr. PIERA CONDULMER, Cielo e terra in far- macia, in Cronache economiche, aprile 1971 e giugno 1971. L' U OVO per un'alimentazione sana ed economica L'INIZIATIVA Il 15 n o v e m b r e ha preso il via la campagna di informazione alimentare promossa dalla Camera di commercio di T o r i n o in collaborazione con il Comitato piemontese dell'Unione nazionale consumatori. M o m e n t o centrale di questo dialogo aperto con il pubblico, che ha registrato u n successo superiore ad ogni aspettativa, è stato (e lo sarà anche in f u t u r o ) la presentazione di u n a dettagliata relazione sulle caratteristiche nutritive, dietetiche ed economiche del prodotto in esame. Sull'uovo ha p a r l a t o il prof. Nicola Sacco. Altri esperti nutrizionisti e s p o r r a n n o nei prossimi mesi pregi e virtù di non m e n o importanti alimenti, quali il riso, il pesce, il latte, certi tipi o qualità di f r u t t a , i formaggi ecc. Oltre a predisporre u n vivace depliant (grafica di Eros Sogno), sintetizzante le molteplici ragioni per cui l'uovo p u ò essere considerato un « signor alimento » e suggeritore di alcune appetitose ricette per u n a sua migliore valorizzazione culinaria, l'istituto camerale ha offerto all'attenta folla degli intervenuti numerosi assaggi di piatti f r e d d i , aventi a base proprio il p r o d o t t o illustrato dal conferenziere. T u t t a l'iniziativa ha avuto l'adesione e delle associazioni dei p r o d u t t o r i e delle associazioni dei commercianti, n o n c h é l'appoggio dei ristoratori, dell'Ente per lo sviluppo agricolo piemontese, dei vari organismi cooperativistici, dell'Unione regionale dei cuochi piemontesi (artefici delle dimostrazioni gastronomiche), dell'Istituto statale professionale alberghiero, dei più diversi Comitati o g r u p p i per la difesa dei consumatori. Tale unità conforta e fa ben sperare circa il conseguimento di concreti risultati positivi. Scopo dell'azione non è infatti quello di p r o m u o v e r e u n più elevato c o n s u m o di questo o quell'alimento, bensì quello di f a r conoscere le reali proprietà di alcuni di essi, sovente trascurati vuoi per insufficiente i n f o r m a z i o n e vuoi per i condizionamenti imposti dalla pubblicità o dall'ambiente sociale in cui si vive. In breve: si cerca di dimostrare come si p u ò mangiare meglio di q u a n t o normalmente facciamo, senza a u m e n t a r e , Bruno Cerrato anzi r i d u c e n d o le spese. Nell'interesse n o n solo del bilancio familiare, m a anche di quello nazionale. Seconda originalità dell'iniziativa rispetto ad interventi simili, assunti anche di recente da altri organismi italiani (camerali e non), è l'assoluta m a n c a n z a di finalità campanilistiche. L'obiettivo f o n d a m e n t a l e è quello di insegnare a s f r u t t a r e bene gli alimenti più semplici, non i m p o r t a se tipici della terra piemontese. COS'È L'UOVO L'uovo di gallina, esordisce il depliant ( a m p i a m e n t e diffuso nei negozi e nelle scuole), è u n alimento lipoproteico prodotto da animali ovipari. A differenza di altri alimenti di origine animale, presenta un sistema di difesa molto efficace, che lo preserva pressoché totalmente da azioni batteriche. Oltre al guscio e ad alcune m e m b r a n e che esercitano u n a azione protettiva chimica e meccanica, l'uovo contiene infatti n e l l ' a l b u m e sostanze con azione batteriostatica e battericida, aventi f u n z i o n e di ritardare o bloccare la moltiplicazione di microorganismi. L ' u o v o è un alimento perfetto perché: — le proteine contenute sono ad alto valore biologico, in q u a n t o contengono in giusta m i s u r a gli aminoacidi essenziali indispensabili all'organismo; — i lipidi presenti nel tuorlo ( 3 1 % ) sono costituiti per 2 / 3 da gliceridi e per 1 / 3 da fosfolipidi; — tutte le vitamine, anche se talune soltanto in tracce, sono presenti nel tuorlo e n e l l ' a l b u m e , t r a n n e la vitamina C; — i sali minerali più a b b o n d a n t i sono: nel tuorlo il calcio, il magnesio e il ferro; n e l l ' a l b u m e il sodio, il potassio e il cloro. A PROPOSITO DI PREGIUDIZI C o n t r a r i a m e n t e a q u a n t o si pensa, continua il pieghevole informativo, la dige- ribilità dell'uovo è ottima. Si h a l'optim u m q u a n d o è cucinato a la coque. Ecco i tempi di soggiorno nello stomaco di due uova cotte (o trattate) in vario modo: — c r u d e : due ore e 15 minuti; — sode: due ore e 50 minuti; — a f r i t t a t a : tre ore; — a ' la coque: u n ' o r a e 45 m i n u t i . L'uovo è un vero toccasana per il fegato, in quanto lo stimola, facilitando il deflusso della bile. Ecco perché u n individuo sano p u ò tranquillamente mangiare tre paia di uova alla settimana, ottenendo notevoli vantaggi sotto ogni aspetto alimentare. È inoltre bene sapere che: — C o m e caratteristiche nutritive u n uovo p u ò essere p a r a g o n a t o a 115 gr di latte e a 40 gr di carne. — Il valore calorico dell'uovo piccolo supera quello dell'uovo grande: infatti q u a n t o più piccolo è l'uovo tanto maggiore è il tuorlo, che risulta il maggior portatore di calorie. N e segue che è meglio n o n orientarsi all'acquisto di uova di grandi dimensioni, visto che quelle relativamente piccole garantiscono un miglior valore nutritivo (e costano anche meno). — L ' u o v o p u ò essere utilizzato come fattore dietetico, considerato che è l'alimento più ricco di proteine nobili, e anche come fattore di a u m e n t o dell'emoglobina nel sangue in virtù dell'alto contenuto in ferro. Per ottenere quest'ultimo beneficio è sufficiente mangiare u n u o v o al giorno. — U n vantaggio che le uova h a n n o sulla carne, oltre a quello economico, è di poter essere usate nelle razioni alimentari degli ammalati, dal m o m e n t o che, pur essendo ricche di grassi e di albumine, i primi sono altamente digeribili e le seconde sono sopportate meglio anche in casi di A l b u m i n u r i a presente in soggetti con patologie renali. — La somministrazione di uova è p u r e consigliabile ai gottosi, in q u a n t o l'alimento n o n contiene nucleoproteine atte a p r o d u r r e acidi urici e quindi capaci di aggravare la forma patologica in atto. CONFRONTI INTERESSANTI T r a i p i ù i m p o r t a n t i paesi del m o n d o i n d u s t r i a l i z z a t o , l ' I t a l i a risulta agli ultimi posti nella g r a d u a t o r i a del c o n s u m o p r ò c a p i t e . I d a t i , sintetizzati nell'illus t r a z i o n e dei dieci ovetti, c h i a r i s c o n o b e n e la p o s i z i o n e di f a n a l i n o di coda del n o s t r o p a e s e , che n o n va oltre le 192 u o v a a l l ' a n n o p e r p e r s o n a (ossia 3 , 6 9 per settimana). Relativamente all'aspetto economico sono le cifre della tabella A ad evidenziare l'assoluta convenienza delle uova rispetto ad altri prodotti. INFORMAZIONI PRATICHE L ' a l t e r a z i o n e p i ù f r e q u e n t e delle u o v a d i p e n d e d a l l ' i n v e c c h i a m e n t o , c h e determ i n a n d o u n a p e r d i t a del c o n t e n u t o in a c q u a favorisce la crescita di m u f f e e b a t t e r i . Le u o v a d e v o n o essere conservate alla t e m p e r a t u r a di circa 1-2 g r a d i . In b a s e ad u n R e g o l a m e n t o C E E ( f a t t o p r o p r i o dalla nostra legislazione), relativo a t a l u n e n o r m e di c o m m e r c i a l i z z a zione a p p l i c a b i l i alle u o v a , esse v e n g o n o classificate in tre categorie q u a l i t a t i v e : A o « u o v a f r e s c h e »; B o « u o v a di s e c o n d a qualità o c o n s e r v a t e »; C o « u o v a declassate d e s t i n a t e a l l ' i n d u s t r i a a l i m e n t a r e ». Le u o v a delle categorie A e B s o n o a loro volta classificate s e c o n d o sette categorie di peso: 7 0 gr e p i ù ; d a m e n o di 7 0 a 6 5 gr; da m e n o di 6 5 a 6 0 gr; u a m e n o eli bO a 5 5 g r ; d a m e n o d i 5 5 (Dati tratti dal d e p l i a n t i l l u s t r a t i v o — T u o r l o : g l o b o s o , elastico, b e n cont e n u t o nella m e m b r a n a ; pubblicato dall'istituto meno trasparente, opaca, tuorlo aderente al guscio, c a m e r a d ' a r i a g r a n d e (diametro s u p e r i o r e ad 1 c m ) ; — A l b u m e : gialliccio, no consistente; I caratteri dell'uovo vecchio (oltre due s e t t i m a n e di v i t a ) sono i n v e c e : — Tuorlo: appiattito con tendenza a r o m p e r s i p e r m i n o r e elasticità della membrana; — Guscio: — In l u c i d o , levigato; trasparenza: tinta rosso-scura, — Albume: incolore, fluido all'esterno consistente, globoso all'interno; me- — Peso specifico: i n f e r i o r e a 1 0 5 0 (in s o l u z i o n e a c q u o s a di c l o r u r o di sodio al 7 % l ' u o v o r i m a n e a galla). Tabella A - Costo di 13 gr di proteine nobili, di origine animale, fornite da alcuni prodotti t a " [rilevazioni del Comune di Torino - prezzi medi di settembre 1979) Sostanza edibile Prezzi unitari Le caratteristiche d e l l ' u o v o f r e s c o s o n o : — I n t r a s p a r e n z a : c o l o r i t o roseo semit r a s p a r e n t e , lieve o p a c i t à globosa in corr i s p o n d e n z a del t u o r l o e piccola c a m e r a d aria ( d i a m e t r o i n f e r i o r e a d 1 c m ) ; fluidificato, allmen Prodotti Guscio: morbido, vellutato; torinese) — Peso specifico: s u p e r i o r e a 1 0 5 0 (in soluzione a c q u o s a di c l o r u r o di sodio al 7 % l ' u o v o deve a f f o n d a r e ) . a 5 0 gr; da m e n o di 5 0 a 4 5 gr; m e n o di 4 5 gr. — camerale C o s t o di 13 gr di p r o t e i n e Prosciutto crudo • Parma • gr L. 12.710 il kg L. 788,02 Merluzzo f r e s c o gr 106 L. 4.996 » L. 529,58 gr 59 L. 8.686 • L. 512,47 gr 62 L. 7.093 » L. 439,77 gr 33 L. 6.861 » L. 226,41 gr 95 L. 2.970 . C o s c i a vitello 1<> t a g l i o ( a f f e t t a t a ) C o s c i a v i t e l l o n e 1° t a g l i o ( a f f e t t a t a ) S a l a m e « Milano » Pollo pulito Uova (disossato) 62 98 l'uno L. 282,15 I 1SR (Trailibri] PRESENTATI DAGLI AUTORI V. VALLI, L'economia e la politica economica italiana (1945-1979) - Voi. di 14 x 20,5 cm, pp. 210 - Etas, Milano, 1979 L. 6500. L ' o b i e t t i v o di q u e s t o v o l u m e è di d a r e u n ' i n t e r pretazione dello sviluppo e della politica economica italiana del s e c o n d o d o p o g u e r r a s e c o n d o u n ' o t t i c a d i s a g g r e g a t a e f a c e n d o c o n t i n u o riferim e n t o al c o n f r o n t o c o n altri s i s t e m i e c o n o m i c i . C i ò c o n s e n t e d a u n a p a r t e di d a r e r i l i e v o a l l e - p e c u l i a r i t à », m a a n c h e a l l e a n a l o g i e , d e l c a s o i t a l i a n o r i s p e t t o a l l e e s p e r i e n z e d e g l i altri s i s t e m i e c o n o m i c i e d a l l ' a l t r a di m e t t e r e in l u c e q u e g l i a s p e t t i d e l l a n o s t r a e c o n o m i a c h e le a n a l i s i agg r e g a t e n o n p e r m e t t o n o di c o g l i e r e a d e g u a t a mente. S e si g u a r d a r e t r o s p e t t i v a m e n t e all'evoluzione e c o n o m i c a italiana del periodo post-bellico e m e r g e in m o d o a s s a i c h i a r o c h e le c r i s i e c o n o m i c h e r i c o r r e n t i e s e m p r e più p r o f o n d e d e g l i a n n i s e s s a n t a e s e t t a n t a h a n n o u n ' o r i g i n e s t r u t t u r a l e più che congiunturale. Le m a g g i o r i d e b o l e z z e s t r u t t u r a l i n o n s o n o , tuttavia, soltanto frutto dell'evoluzione economica e p o l i t i c a di q u e s t ' u l t i m o t r e n t e n n i o , m a s o n o in n o t e v o l e m i s u r a u n ' e r e d i t à del p a s s a t o . Il p e c c a t o o r i g i n a l e d e l l a p o l i t i c a e c o n o m i c a di q u e s t o d o p o g u e r r a è s t a t o q u i n d i di n o n a v e r e r e c i s o più d r a s t i c a m e n t e i l e g a m i c o n il p a s s a t o , di a v e r c i o è c o n s e r v a t o q u a s i i n t e g r a l m e n t e i più gravi nodi s t r u t t u r a l i d e l n o s t r o s i s t e m a e c o n o m i c o s o c i a l e ( g r a n d i d i s e g u a g l i a n z e dei r e d d i t i e d e l l e r i c c h e z z e , e c c e s s i v o d i v a r i o s t i p e n d i / s a l a r i , inefficienza burocratica, dualismo territoriale, ecc...). Le d u e s c e l t e f o n d a m e n t a l i d e l l ' i m m e d i a t o d o p o g u e r r a ( i n s e r i m e n t o n e l l ' a r e a o c c i d e n t a l e c o n l'avv i o di u n p r o c e s s o di c r e s c e n t e « a p e r t u r a e c o n o m i c a e f i n a n z i a r i a » e c r e a z i o n e di un b l o c c o politico m o d e r a t o con l'esclusione delle sinistre dal g o v e r n o ) d o v e v a n o alla l u n g a , e c i o è negli anni '60 e '70, r i v e l a r s i c o n t r a d d i t t o r i e . La m a g g i o r e i n t e g r a z i o n e e c o n o m i c a e f i n a n z i a r i a i n t e r n a z i o n a l e r i c h i e d e v a o s a l a r i più b a s s i , o u n p r o c e s s o r a d i c a l e di m o d e r n i z z a z i o n e d e l l ' a s s e t t o economico e istituzionale, che richiedeva a sua v o l t a p r o f o n d e r i f o r m e di s t r u t t u r a . Ma l ' e g e m o nia d e l b l o c c o m o d e r a t o , s e p e r m e t t e v a p e r un c e r t o p e r i o d o (gli a n n i '50) di c o n s e r v a r e più f a c i l m e n t e la p r i m a c o n d i z i o n e , i m p e d i v a la s e c o n d a , s o p r a t t u t t o p o i c h é irrigidiva l ' a s s e t t o d i s t r i b u t i v o f r a le f a m i g l i e e f r a le a r e e t e r r i t o r i a l i . L'analisi d i s a g g r e g a t a dell'evoluzione della nostra e c o n o m i a m o s t r a i n f a t t i c o m e in q u e s t o p e r i o d o muti p r o f o n d a m e n t e l'intera s t r u t t u r a produttiva, m a m u t i a s s a i p o c o la d i s t r i b u z i o n e d e i r e d d i t i f r a le f a m i g l i e . Q u e s t ' u l t i m a è i n f l u e n z a t a s i a dall ' a n d a m e n t o dei salari dei lavoratori c h e dalla dinamica quantitativa e dalle variazioni strutturali d e l l a f o r z a - l a v o r o o c c u p a t a e s e m b r a in g e n e r a l e d i p e n d e r e più d a l s e c o n d o c h e d a l p r i m o o r d i n e di f e n o m e n i . M a i p r o f o n d i m u t a m e n t i v e r i f i c a t i s i nel m e r c a t o d e l l a v o r o h a n n o c o n d o t t o ad un r a f f o r z a m e n t o della forza c o n t r a t t u a l e dei sindacati e quindi alla c e s s a z i o n e , a p a r t i r e d a l l ' i n i z i o d e g l i a n n i '60, d e l l ' e r a dei b a s s i salari. Si s o n o c o s i m a n i f e s t a t e le c o n t r a d d i z i o n i f r a i c o n d i z i o n a m e n t i p r o v e n i e n t i d a l l a c r e s c e n t e integ r a z i o n e i n t e r n a z i o n a l e , la r i g i d i t à d e l l a d i s t r i b u z i o n e f r a le f a m i g l i e e l ' a s s e n z a di u n a r e a l e polit i c a di p i a n i f i c a z i o n e e di r i f o r m e . La r i s u l t a n t e s t a g n a z i o n e d e l l ' a c c u m u l a z i o n e e dell o c c u p a z i o n e ha c o n d o t t o ad u n a l u n g a c r i s i s t r u t t u r a l e c o n la q u a l e si è i n t r e c c i a t a u n a s e r i e di f l u t t u a z i o n i c i c l i c h e c h e le v i c e n d e i n t e r n a z i o nali h a n n o c o n t r i b u i t o n e g l i a n n i s e t t a n t a a rend e r e più s e v e r e n e l l e loro f a s i r e c e s s i v e e c h e le p o l i t i c h e e c o n o m i c h e di b r e v e p e r i o d o a d o t t a t e (nella loro e s s e n z a p o l i t i c h e di stop and go) si s o n o r i v e l a t e i n c a p a c i di r e g o l a r e . P. GUERRIERI - G. LUCIANI, L'Italia e il nuovo ordine economico internazionale - Voi. di 12,5 X 19 cm, pp. 128 - Etas, Milano, 1979 L. 4500. Q u e s t o s a g g i o p r e n d e le m o s s e d a l l a c o n v i n z i o n e c h e nel c o r s o degli anni '70 si s i a v e r i f i c a t a u n a r o t t u r a p r o f o n d a nei r a p p o r t i e c o n o m i c i i n t e r n a zionali, t a l e d a a u t o r i z z a r e l ' a f f e r m a z i o n e c h e un certo ordine economico — instaurato nell'immed i a t o d o p o g u e r r a — è o r m a i g i u n t o alla f i n e e d è iniziato un l u n g o e difficile p r o c e s s o e v o l u t i v o v e r s o un n u o v o o r d i n e e c o n o m i c o del q u a l e o g g i non è p o s s i b i l e r i c o n o s c e r e n e m m e n o i lineamenti fondamentali. Vi s o n o d u n q u e a s p e t t i in cui l ' a t t u a l e s i t u a z i o n e è molto simile a quella dell'immediato dopoguerra, e in p a r t i c o l a r e la d i f f u s a s e n s a z i o n e d e l l ' e s i g e n z a di un n u o v o o r d i n e (o, p e r t a l u n i , di u n maggiore ordine — ritenendosi s e m p r e valido q u e l l o i n s t a u r a t o nel d o p o g u e r r a ) . Vi s o n o al t e m p o s t e s s o a s p e t t i e s t r e m a m e n t e i m p o r t a n t i p e r cui la s i t u a z i o n e a t t u a l e d i f f e r i s c e r a d i c a l m e n t e da q u e l l a d e l 1945-50 — e s o p r a t t u t t o la m a n c a n z a di un p a e s e c h i a r a m e n t e in p o s i z i o n e e g e m o n e a livello i n t e r n a z i o n a l e . È c o m u n q u e g i u n t o il m o m e n t o di t o r n a r e a p o r s i un i n t e r r o g a t i v o c h e già a s s u n s e i m p o r t a n z a c r u c i a l e in Italia nel d i b a t t i t o p o l i t i c o d e l d o p o g u e r r a , e c i o è q u a l e d e b b a e s s e r e la p o s i z i o n e d e l n o s t r o p a e s e a l l ' i n t e r n o di q u e s t o n u o v o ord i n e . O g g i le opzioni s o n o d i v e r s e a l m e n o in part e da q u e l l e di a l l o r a : n o n è in d i s c u s s i o n e la s c e l t a di u n a e c o n o m i a a p e r t a , n é la c o l l o c a z i o n e nel c o n t e s t o o c c i d e n t a l e , n é la s c e l t a d e l l ' i n t e g r a z i o n e e u r o p e a ; s o n o p e r ò in d i s c u s s i o n e i r a p p o r ti con i p a e s i in via di s v i l u p p o , il t i p o di s p e c i a l i z z a z i o n e c h e d e v e e s s e r e p e r s e g u i t o dal nos t r o p a e s e , i m o d i p e r r i t r o v a r e la c o e r e n z a f r a politica interna e s c e l t e internazionali. E questi nuovi p r o b l e m i n o n s o n o d a v v e r o m e n o i m p o r t a n t i di q u e l l i di a l l o r a . E s s e n d o c o s i i n c e r t o il q u a d r o i n t e r n a z i o n a l e u n a p r i m a p a r t e di q u e s t o s a g g i o è d e d i c a t a ad un t e n t a t i v o di c h i a r i r e il più p o s s i b i l e il c o n t e s t o a l l ' i n t e r n o d e l q u a l e le s c e l t e d e l l ' I t a l i a d o v r a n n o collocarsi. Fare previsioni è s e m p r e e s t r e m a m e n t e r i s c h i o s o , m a vi s o n o a n c h e c i r c o s t a n z e in cui è n e c e s s a r i o , s e non si v u o l e c o n t i n u a r e a d i s c u t e r e di s t r a t e g i e c h e s o n o q u a s i c e r t a m e n t e destinate a risultare impossibili. N e l l a s e c o n d a p a r t e si d i s c u t e r à d e l l e p o s s i b i l i s c e l t e d e l l ' I t a l i a . Il n o s t r o p r i n c i p a l e s f o r z o a r i g u a r d o s a r à di i m p o s t a z i o n e e s i s t e m a t i z z a z i o n e log ica e di e s p l i c i t a z i o n e di n e s s i di c o n g r u e n z a o i n c o m p a t i b i l i t à f r a d i v e r s i i n s i e m i di d e c i s i o n i di p o l i t i c a e c o n o m i c a . P e r q u a n t o in un e s e r c i z i o di q u e s t o g e n e r e si d e b b a n o n e c e s s a r i a m e n t e p r e n d e r e in c o n s i d e r a z i o n e t u t t e le v a r i a b i l i c o n t e m p o r a n e a m e n t e , la n o s t r a a t t e n z i o n e si è r i v o l t a s o p r a t t u t t o ai p r o b l e m i d e l l ' i n d u s t r i a . E s i s t e a n c h e un p r o b l e m a a g r i c o l o - a l i m e n t a r e , e d è fin t r o p p o n o t o q u a n t o q u e s t o s i a i m p o r t a n t e p e r il n o s t r o p a e s e . Tutt a v i a la l o g i c a d e l l a d i v i s i o n e d e l l a v o r o a g r i c o l o è p r o f o n d a m e n t e diversa da quella della divisione del lavoro industriale, ed una s u a analisi e s u l a dai limiti di q u e s t o l a v o r o e d a l l e c o m p e t e n z e d e i redattori. Il p r e s e n t e l a v o r o ha o r i g i n e d a u n a s o l l e c i t a z i o n e r i v o l t a a l l ' I s t i t u t o Affari I n t e r n a z i o n a l i d a p a r t e d e l l a C o n f i n d u s t r i a . L ' o b i e t t i v o e r a q u e l l o di o t t e nere una ampia d i s c u s s i o n e sulla collocazione i n t e r n a z i o n a l e dell e c o n o m i a i t a l i a n a , c h e t e n e s s e p r e s e n t i t a n t o gli a s p e t t i s t r e t t a m e n t e e c o n o m i c i q u a n t o q u e l l i p o l i t i c o - s t r a t e g i c i , u t i l i z z a n d o c o s i la c a p a c i t à di r i c e r c a i n t e r d i s c i p l i n a r e c h e è u n a d e l l e c a r a t t e r i s t i c h e r i c o r r e n t i dei lavori d e l l o I Al. D o p o u n a p r i m a d i s c u s s i o n e , ci è p a r s o c h i a r o c h e p e r a f f r o n t a r e il t e m a b i s o g n a s s e g u a r d a r e l o n t a n o e p o r s i c o r a g g i o s a m e n t e la q u e s t i o n e d e l n u o v o o r d i n e . Il l e t t o r e t r o v e r à le r a g i o n i di q u e s t a s c e l t a n e l l e p a g i n e d e l s a g g i o , e di c o n s e guenza potrà giudicare della sua validità. II s a g g i o h a n a t u r a s i n t e t i c a : il p r o b l e m a d e l n u o v o o r d i n e h a n u m e r o s e d i m e n s i o n i e d implic a z i o n i , e il n o s t r o s f o r z o è s t a t o s o p r a t t u t t o q u e l l o di e v i d e n z i a r e le i n t e r r e l a z i o n i f r a i d i v e r s i a s p e t t i . Di n e s s u n o d e i n u m e r o s i p r o b l e m i t o c c a t i n e l l e p a g i n e s e g u e n t i si è p o t u t a d a r e u n a t r a t t a z i o n e e s a u s t i v a , p e r o v v i e r a g i o n i di s p a z i o . Il l e t t o r e t r o v e r à nei r i f e r i m e n t i in n o t a , c h e abb i a m o d e l i b e r a t a m e n t e c o n t e n u t o nei limiti in c u i ci è p a r s o e s s i p o t e s s e r o e f f e t t i v a m e n t e e s s e r e utili s e n z a un s u p e r f l u o s f o g g i o di e r u d i z i o n e , le i n d i c a z i o n i p e r u l t e r i o r i l e t t u r e al f i n e di a p p r o f o n d i r e s i n g o l i a s p e t t i di s u o p a r t i c o l a r e interesse. La s t e s s a n a t u r a s i n t e t i c a h a i m p o s t o u n p a r t i c o l a r e m e t o d o di l a v o r o . A b b i a m o s t e s o u n a prim a v e r s i o n e d e l s a g g i o fin d a i primi m e s i d e l 1978; q u e s t a v e r s i o n e è s t a t a d i s c u s s a e r i v i s t a n u m e r o s e volte all'interno ed all'esterno dell'Istit u t o . Nel c o r s o di q u e s t o p r o c e s s o di « p r o v a e d e r r o r e » gii a u t o r i h a n n o a c c u m u l a t o d e b i t i intell e t t u a l i m o l t o c o n s i d e r e v o l i v e r s o gli altri m e m bri d e l l o s t a f f d e l l o IAI e v e r s o i molti altri c h e s o n o s t a t i c o i n v o l t i in q u e s t a o q u e l l a o c c a s i o n e . P. ALBANI, Crisi del profitto e sviluppo capitalistico - Voi. di 13 x 21 cm, pp. 267 La Nuova Italia, Firenze, 1979 - L. 10.000. Gli e l e m e n t i c h e a b b i a m o p o r t a t o ad i l l u s t r a z i o n e d e l l a d i n a m i c a d e l l a r e d d i t i v i t à d e l c a p i t a l e in Italia h a n n o m e s s o in l u c e a l c u n e c o r r e l a z i o n i e c o n o m i c a m e n t e s i g n i f i c a t i v e , ad e s e m p i o t r a « g r a d o di s f r u t t a m e n t o » , « c o m p o s i z i o n e o r g a n i c a » e s a g g i o di s a v r a p p i u e d a n c h e t r a r i t m o d'accumulazione (reale) e struttura matrimoniale delle imprese. C e r t a m e n t e , n e s s u n a di e s s e p u ò r i t e n e r s i prob a n t e o t a n t o m e n o indicativa del f u n z i o n a m e n t o di q u a l c h e « l e g g e e c o n o m i c a ». In r e a l t à , i d a t i a n o s t r a d i s p o s i z i o n e n o n s o n o sufficienti né a comprovare né a s m e n t i r e una t e s i c o m e quella della « c a d u t a t e n d e n z i a l e del s a g g i o di p r o f i t t o », a n c h e s e n o n p o c h i s o n o gli indizi c h e m i l i t a n o in q u e l l a d i r e z i o n e . Nel cim e n t a r s i in q u e s t ' i m p r e s a d i m o s t r a t i v a , a v r e m m o a v u t o b i s o g n o di s e r i e s t o r i c h e m o l t o più l u n g h e , di m a g g i o r i e più q u a l i f i c a t e i n f o r m a z i o n i s t a t i s t i c h e , f o r s e di e l a b o r a z i o n i p i ù s o f i s t i c a t e . C o n m o l t i limiti, ci s i a m o s f o r z a t i di e v i d e n z i a r e le r a g i o n i di u n o s v i l u p p o q u a l i t a t i v a m e n t e e q u a n t i t a t i v a m e n t e « c o n t o r t o », n o n l i n e a r e e c o n traddittorio, c o s c i e n t i che, q u a n d o si affronti una v e r i f i c a e m p i r i c a , il c o n t r o l l o s t a t i s t i c o degli a s s i o m i di u n a p r o p o s i z i o n e t e o r i c a l a s c i a s e m p r e m a r g i n i di a p p r o s s i m a z i o n e . Non ci e r a v a m o , c o m u n q u e , p r o p o s t i di p i e g a r e l ' e v i d e n z a d e l l a r e a l t à alla l o g i c a di u n o s c h e m a a s t r a t t o (nel s e n s o m a r x i a n o ) , di a p p i c c i c a r e o s o v r a p p o r r e f o r z a t a m e n t e i d u e piani e f a r t o r n a r e i c o n t i c o n un c o l p o di b a c c h e t t a m a g i c a . In o g n i c a s o , il t e n t a t i v o di i n t e r p r e t a r e l ' a n d a m e n t o d e l livello di v a l o r i z z a z i o n e d e l c a p i t a l e , c o n l ' a u s i l i o d e l l a m e t o d o l o g i a m a r x i a n a , ci s e m b r a p o s s a a p r i r e n u o v i s v i l u p p i alla r i c e r c a s c i e n tifica. S e n z a a l c u n a p r e s u n z i o n e di a v e r d e t t o u n a parola d e f i n i t i v a s u l l ' a r g o m e n t o , al c o n t r a r i o n e l l a c o n s a p e v o l e z z a di t r o v a r c i a n c o r a a l l ' i n i z i o dì un lungo c a m m i n o dell'analisi, p r o v e r e m o a riassum e r e q u e l l i c h e ci s e m b r a n o , p e r g r a n d i l i n e e , i nodi f o n d a m e n t a l i e m e r g e n t i dal n o s t r o l a v o r o : a) la c r i s i d e l l a p r o f i t t a b i l i t à , c i r c o s c r i t t a a d alcuni settori particolari (tessile, metallurgico, m e c c a n i c o , mezzi di t r a s p o r t o , m i n e r a l i non m e t a l l i f e r i , g o m m a ) e s i t u a b i l e s o p r a t t u t t o nel c o r s o degli a n n i s e s s a n t a , n o n è s t r e t t a m e n t e r i c o n d u cibile alle variazioni dei salari e / o della d o m a n d a i n t e r n a e d e s t e r a , m a si c o n f i g u r a c o m e il risult a t o di un m o v i m e n t o e v o l u t i v o s e g n a t o d a u n a s p e c i f i c a c o m p o s i z i o n e del c a p i t a l e f i s s o , da una struttura produttiva p r e v a l e n t e m e n t e oligopolistica e dalla c r e s c e n t e influenza dall'intermediazione •finanziaria, s i a p u b b l i c a c h e p r i v a t a , c h e ha aum e n t a t o la p r o p r i a c a p a c i t à di p r e l i e v o dal s o vrappiù sociale; b) il r e n d i m e n t o di c a p i t a l e m u t a a s e c o n d a d e l l a d i m e n s i o n e aziendale, della natura del controllo delle imprese, della settorializzazione industriale e d e l l a f o r m a di m e r c a t o ; c) a l l ' i n t e r n o d e l l ' i n d u s t r i a m a n i f a t t u r i e r a , è p o s s i b i l e c l a s s i f i c a r e i s e t t o r i in b a s e a l l a loro q u a lità di « i m p o r t a t o r i » ( m e t a l l u r g i c o , m e z z i di t r a s p o r t o , g o m m a ) e d « e s p o r t a t o r i » di r e d d i t i d a capitale risparmiati, e ciò dipende dall'interazione di m o l t e p l i c i f a t t o r i , q u a l i la c o n f i g u r a z i o n e t e c n o l o g i c a , il r a p p o r t o c a p i t a l e - l a v o r o e la p o s s i bilità di s o s t i t u z i o n e d e i f a t t o r i p r o d u t t i v i , l ' e s p o s i z i o n e i n t e r n a z i o n a l e , la q u a l i t à d e l l a f o r z a - l a v o r o , il s o s t e g n o p u b b l i c o al f i n a n z i a m e n t o , e c c . ; d) la d i m i n u z i o n e d e l s a l a r i o r e l a t i v o i n d i c a s o m m a r i a m e n t e c h e la c r e s c i t a d e l l e r e t r i b u z i o n i d e i lavoratori dipendenti è rimasta vincolata, almeno nel l u n g o p e r i o d o , a l l e v i c e n d e d e l l ' a c c u m u l a zione; e) l ' i n t e r v e n t o d e l l o S t a t o e l ' a z i o n e d e l s i s t e m a creditizio, insieme all'approfondimento delle operazioni di r i s t r u t t u r a z i o n e e al m e c c a n i s m o inflati v o , h a n n o r a p p r e s e n t a t o la p r i n c i p a l e « c o n t r o t e n d e n z a » alla f l e s s i o n e d e i m a r g i n i di p r o f i t t o , o v e q u e s t a si è m a n i f e s t a t a più v i s t o s a m e n t e . L. BRUSA, Strutture organizzative d'impresa - Voi. di 17,5 X 24 cm, pp. 223 - Giuffrè, Milano, 1979 - L. 6500. F i n o r a si è p a r l a t o g e n e r i c a m e n t e di variabili organizzative, f a c e n d o r i f e r i m e n t o , in p r i m a a p p r o s s i m a z i o n e , ai c r i t e r i di d i v i s i o n e e c o o r d i n a m e n t o d e l l a v o r o in a z i e n d a . P e r la p r e c i s i o n e , le v a r i a b i l i o r g a n i z z a t i v e s t a n o di u n a pluralità di elementi, a v o l t e classificati: a) la s t r u t t u r a b) i m e c c a n i s m i concosi organizzativa; operativi; c) lo s t i l e di d i r e z i o n e . La struttura è il p r i m o e f o n d a m e n t a l e e l e m e n t o dell'organizzazione aziendale, e riguarda: — gli organi t r a cui è s u d d i v i s o il l a v o r o (uffici, reparti, dipartimenti, divisioni, ecc.); — le funzioni ( d i r e t t i v e , e s e c u t i v e , e c c . ) a s s e g n a t e agli o r g a n i ; consultive, — le relazioni ( g e r a r c h i c h e , f u n z i o n a l i , e c c . ) gli o r g a n i c h e c o m p o n g o n o la s t r u t t u r a . A p r o p o s i t o di q u e s t a d e f i n i z i o n e , v a n n o in e v i d e n z a d u e p u n t i i m p o r t a n t i : tra messi 1) p a r l a n d o di s t r u t t u r a o r g a n i z z a t i v a s ' i n t e n d e il m o d e l l o di d i v i s i o n e e c o o r d i n a m e n t o d e l lav o r o formalmente s t a b i l i t o d a l l a d i r e z i o n e a z i e n d a l e (si p r e s c i n d e c i o è d a l l ' o r g a n i z z a z i o n e « inf o r m a l e », c h e si c r e a s p o n t a n e a m e n t e a l l ' i n t e r n o dell'impresa); 2) gli organi n o n c o i n c i d o n o c o n le persone; infatti, una s t e s s a posizione organizzativa p e r m a n e n o n o s t a n t e l'alternarsi delle p e r s o n e che ricoprono quel c e r t o ruolo. La s t r u t t u r a o r g a n i z z a t i v a d e f i n i s c e , a l m e n o e n t r o c e r t i limiti, q u a l è il c o m p o r t a m e n t o c h e l ' a z i e n d a attende dai s u o i m e m b r i . A tal f i n e n e p r e s c r i v e i c o m p i t i e le r e l a t i v e m o d a l i t à di s v o l g i m e n t o , d e f i n i s c e i f l u s s i di l a v o r o e le r e l a z i o n i t r a le d i v e r s e unità organizzative, e cosi via. Tuttavia, le p r e s c r i z i o n i d e l d i s e g n o s t r u t t u r a l e , p e r q u a n t o dettagliate, per e s s e r e v e r a m e n t e efficaci debb o n o e s s e r e integrate e rafforzate d a altri s t r u m e n t i , c h i a m a t i meccanismi operativi, i quali si p r o p o n g o n o di « c h i a r i r e m e g l i o ai m e m b r i d e l l'organizzazione ciò c h e è loro richiesto, qual è la f u n z i o n e d e l loro l a v o r o ai fini d e l r a g g i u n g i m e n t o d e g l i s c o p i c h e l ' o r g a n i z z a z i o n e si p r e f i g g e , e , q u a n d o n e c e s s a r i o , p e r i n c o r a g g i a r l i a mig l i o r a r e la c o l l a b o r a z i o n e ». I principali m e c c a n i s m i operativi s o n o : 1) il s i s t e m a di c o n t r o l l o d e l l a 2) il s i s t e m a gestione; informativo; 3) le t e c n i c h e di g e s t i o n e d e l personale. Infine, f a p a r t e d e l l e v a r i a b i l i o r g a n i z z a t i v e a n c h e lo stile di direzione o di l e a d e r s h i p c h e l ' a z i e n d a a t t e n d e dai s u o i d i r i g e n t i . Si t r a t t a d e l tipo di comportamento dei responsabili ai vari livelli nei confronti dei propri subordinati. E s s o r a p p r e s e n t a u n a s o r t a di « c o d i c e » di c o n d u z i o n e d e l l e p e r s o n e , c h e d o v r e b b e , alm e n o in u n a c e r t a m i s u r a , « t r a s c e n d e r e » le c a r a t t e r i s t i c h e p e r s o n a l i d e i c a p i , in m o d o d a c o s t i t u i r e un e f f i c a c e s t r u m e n t o o r g a n i z z a t i v o , opp o r t u n a m e n t e adattabile alle circostanze. C o n q u e s t o , si v u o l e i n t e n d e r e c h e u n a c o s a è lo s t i l e « personale » di c i a s c u n c a p o e d u n ' a l t r a è lo s t i l e « aziendale », c i o è c o n f o r m e a l l e e s i g e n z e o r g a n i z z a t i v e a z i e n d a l i . Una v o l t a d i m o s t r a t o c h e lo s t i l e « a z i e n d a l e » p r e s c e l t o è il più c o r r e t t o , è ad e s s o c h e d o v r e b b e r o a d e g u a r s i gli stili « p e r s o n a l i », a n c h e s e q u e s t i u l t i m i s o n o s p e s s o difficilmente modificabili. S t r u t t u r a , m e c c a n i s m i o p e r a t i v i e stili di l e a d e r s h i p s o n o le v a r i a b i l i o g g e t t o d e l l e s c e l t e o r g a n i z z a t i v e d e l l ' i m p r e s a , d a cui d i p e n d o n o in mis u r a non i r r i l e v a n t e i r i s u l t a t i e c o n o m i c i d e l l a g e s t i o n e . Non s i t r a t t a t u t t a v i a di e l e m e n t i c o n s i d e r a b i l i e « m a n o v r a b i l i » separatamente; m o d i f i c a n d o u n o di tali e l e m e n t i , v a n n o n e c e s s a r i a m e n t e m o d i f i c a t i a n c h e gli a l t r i . D a t a l'interdipendenza c h e le l e g a , la coerenza t r a q u e s t e v a r i a - bili è u n o d e i r e q u i s i t i f o n d a m e n t a l i di e f f i c a c i a dell'organizzazione. Nei s u c c e s s i v i c a p i t o l i le v a r i a b i l i o r g a n i z z a t i v e f o r m e r a n n o o g g e t t o di a n a l i s i . D a t o l ' i n f l u s s o c h e s u di e s s e e s u l c o m p o r t a m e n t o a z i e n d a l e e s e r c i t a n o le forze ambientali e s t e r n e , l ' e s a m e dell'organizzazione del lavoro s a r à p r e c e d u t o da un c a p i t o l o a v e n t e p e r o g g e t t o la s t r u t t u r a e le car a t t e r i s t i c h e dell'ambiente. G. BRUGGER, Gli investimenti industriali. Criteri di inquadramento e di valutazione Voi. di 15 x 23 cm, pp. 205 - Giuffrè, Milano, 1979 - L. 5500. Nel c o r s o d e g l i u l t i m i a n n i , h o a v u t o m o d o di r i l e v a r e q u a n t o s i a t a r d i v a e d i n c e r t a la p r a s s i a z i e n d a l e i t a l i a n a in m a t e r i a di p r o g r a m m a z i o n e degli investimenti rispetto allo s t a t o delle conos c e n z e degli studiosi e degli e s p e r t i . Q u e s t a conclusione discende, oltre che dall'esame diretto di non p o c h i c a s i , dai c o n f r o n t i di o p i n i o n i e di e s p e r i e n z e s c a t u r i t i dai s e m i n a r i p e r - a d d e t t i ai lavori » c h e h o p e r i o d i c a m e n t e t e n u t o p r e s s o la S c u o l a di D i r e z i o n e A z i e n d a l e d e l l ' U n i v e r s i t à Bocconi. Un n u m e r o s o r p r e n d e n t e di a z i e n d e non c o n o s c e , o q u a n t o m e n o n o n utilizza in m o d o s i s t e m a t i c o , a l c u n m e t o d o f o r m a l e p e r la r a z i o n a l i z z a z i o n e d e l l e s c e l t e . E d a n o t a r e c h e i c r i t e r i più c o m u n i p e r l ' a n a l i s i e la v a l u t a z i o n e d e g l i i m p i e g h i di c a p i t a l e d a a l m e n o 15 a n n i c o m p a i o n o c o n a s s i d u i t à in t u t t e le o p e r e c h e t r a t t a n o il p r o b l e m a . Altre a z i e n d e hanno a c c e t t a t o tali s t r u m e n t i , m a m o s t r a n o di a v v a l e r s e n e s e n z a s e n s i b i l i t à c r i t i c a e s e n z a r i g o r e m e t o d o l o g i c o . In a r e e f o n d a m e n t a l i , c o m e a d e s e m p i o la d e t e r m i n a z i o n e d e i f l u s s i f i n a n z i a r i r i l e v a n t i e del t a s s o di c o m p u t o o di r i f e r i m e n t o , la c o n f u s i o n e e l ' e r r o r e s o n o a l l ' o r i g i n e di p r a s s i a z i e n d a l i c o s i d i v e r g e n t i f r a loro d a d e s t a r e m e r a v i g l i a . S o l o u n a m i n o r a n z a di i m p r e s e , infine, è solita c o m p i e r e esplorazioni al di f u o r i d e l l a s f e r a fittizia c r e a t a d a l l ' i p o t e s i di certezza degli eventi. La l e t t e r a t u r a , in q u e s t o s t a t o di c o s e , ha le s u e r e s p o n s a b i l i t à . Da un l a t o , gli s c r i t t i in m a t e r i a di i n v e s t i m e n t i c h e si c o l l o c a n o n e l l ' a m b i t o dell'economia aziendale s e m b r a n o quasi cristallizzati nei loro c o n t e n u t i . I n o l t r e , il l a v o r o di r e v i s i o n e c r i t i c a , di c o n s o l i d a m e n t o , di p r e c i s a z i o n e c h e è n e c e s s a r i o per dar luogo a p r o c e d u r e operative v a l i d e , a livello d ' i m p r e s a , n o n è s t a t o p o r t a t o a v a n t i in m o d o d e l t u t t o s o d d i s f a c e n t e . P e r a l t r o v e r s o , gli s f o r z i d e i r i c e r c a t o r i c h e l a v o r a n o p r e s s o la • f r o n t i e r a d e l l e c o n o s c e n z e » si s o n o dir e t t i in g r a n p a r t e v e r s o s e t t o r i di s t u d i o ( t i p i c a m e n t e i m o d e l l i p e r le s c e l t e in c o n d i z i o n i di r i s c h i o e di i n c e r t e z z a , s p e c i e nel c o n t e s t o d e l l a t e o r i a d e l l a f o r m a z i o n e d e l v a l o r e di m e r c a t o delle attività finanziarie) non ancora suscettibili di f o r n i r e d e g l i s t r u m e n t i d e f i n i t i p e r le d e c i s i o n i aziendali. In q u e s t o v o l u m e , mi s o n o p r o p o s t o di realizz a r e a l c u n i o b i e t t i v i b e n p r e c i s i . In p r i m o l u o g o , ho c e r c a t o di d a r e u n a s i s t e m a z i o n e c o m p i u t a a t u t t o c i ò c h e , nel c a m p o d e l l a p r o g r a m m a z i o n e d e g l i i n v e s t i m e n t i , c o s t i t u i s c e m a t e r i a già a c q u i sita. A q u e s t o scopo, ho dedicato uno spazio f o r s e i n c o n s u e t o all'analisi metodologica, pur s e n z a p e r d e r e di v i s t a l ' e s i g e n z a di p r o s p e t t a r e s o l u z i o n i c h e u n i s c a n o al r i g o r e s c i e n t i f i c o un c o n c r e t o v a l o r e o p e r a t i v o . Mi s o n o a n c h e ado- p e r a t o p e r c o m p l e t a r e il q u a d r o degli s t r u m e n t i di s c e l t a più c o n o s c i u t i c o n f o r m u l a z i o n i e prop o s t e in u n a c e r t a m i s u r a n u o v e , r i s p e t t o alla lett e r a t u r a c o r r e n t e . A l l u d o in p a r t i c o l a r e ai c r i t e r i di v a l u t a z i o n e « r e t t i f i c a t i » in m o d o d a t e n e r e c o n t o d e l l e o p e r a z i o n i i n t e g r a t i v e di r e i m p i e g o , che credo p o s s a n o offrire una risposta soddisfac e n t e ad a l c u n i non t r a s c u r a b i l i p r o b l e m i p r a t i c i . A l t r o i m p o r t a n t e o b i e t t i v o è s t a t o q u e l l o di t r a t t a r e c o n a t t e n z i o n e , pur s e n z a u s c i r e dai limiti di f u n z i o n a l i t à r i s p e t t o allo s c o p o , t u t t i i m a g g i o r i problemi legati all'impiego del calcolo e c o n o m i c o f i n a n z i a r i o nel p r o c e s s o di d e c i s i o n e d e g l i inves t i m e n t i . C o m e b e n s a n n o c o l o r o c h e si o c c u p a n o p r o f e s s i o n a l m e n t e di q u e s t e a n a l i s i , l ' a p p l i c a z i o n e d e i v a r i c r i t e r i di s c e l t a c o m p o r t a d i f f i c o l t à c h e c o m i n c i a n o a s s a i p r i m a d e l c a l c o l o d e l risult a t o di u n a f o r m u l a m a t e m a t i c a , q u a l u n q u e e s s a s i a , e c h e c o n t i n u a n o b e n o l t r e il r a g g i u n g i m e n t o di t a l e e s i t o . Il g i u d i z i o f i n a l e di o p p o r t u n i t à è il f r u t t o di un p r o c e d i m e n t o c o m p l e s s o , c h e d e v e s v o l g e r s i c o r r e t t a m e n t e in ogni s u a f a s e . L'indirizzo d a t o al t e s t o d i s c e n d e a n c h e d a a l c u n e a u t o l i m i t a z i o n i . P e r c o m i n c i a r e , h o v o l u t o rid u r r e al m i n i m o gli s v i l u p p i m a t e m a t i c i d e i problemi, p e r non s o v r a p p o r r e delle difficoltà formali a l l e q u e s t i o n i s o s t a n z i a l i . In s e c o n d o l u o g o , ho p r e f e r i t o n o n s o f f e r m a r m i s u q u e i t e m i e s u quei m o d e l l i c h e , p e r l ' e l e v a t o g r a d o di a s t r a z i o n e , o c o m u n q u e p e r l ' i n d i s p o n i b i l i t à , allo s t a t o a t t u a l e , di a d e g u a t i m e c c a n i s m i di t r a s f e r i m e n t o nella s f e r a d e l l a g e s t i o n e , m a n c a n o di c o n t e n u t o o p e r a t i v o . Infine, h o d a t o u n a n e t t a p r e v a l e n z a a l l e a n a l i s i di t i p o q u a n t i t a t i v o , a n c h e s e n o n ho t r a s c u r a t o di m o s t r a r e al l e t t o r e quali s i a n o i limiti d e l l e v a l u t a z i o n i e c o n o m i c o - f i n a n z i a r i e ai fini d e l l a d e c i s i o n e di i n v e s t i r e . Un d i s c o r s o s u l l e s t r a t e g i e a z i e n d a l i a v r e b b e p o r t a t o t r o p p o lontano. A. HEGEDIIS, Le alternative dello sviluppo socialista - Voi. di 13 x 21 cm, pp. 164 De Donato, Bari, 1979 - L. 5000. Il p r o b l e m a f o n d a m e n t a l e d e l l o s v i l u p p o nei p a e si s o c i a l i s t i c o n s i s t e q u i n d i n o n t a n t o n e l p a s s a g g i o d a u n t i p o ( c e n t r a l i z z a t o ) a u n a l t r o (dec e n t r a l i z z a t o ) di s i s t e m a di d i r e z i o n e o g e s t i o n e d e l l ' e c o n o m i a . Q u e s t o è in e f f e t t i q u a n t o a v v i e n e , a l m e n o p e r certi a s p e t t i , nel c o r s o del p r o c e s s o di s v i l u p p o , m a n o n n e r a p p r e s e n t a il n u c l e o , quanto piuttosto una c o n s e g u e n z a e uno strumento. Il p r o b l e m a f o n d a m e n t a l e c o n s i s t e i n v e c e nell ' e v o l u z i o n e degli o b i e t t i v i f o n d a m e n t a l i d e l sis t e m a , v a l e a d i r e n e l l ' e v o l u z i o n e di q u e l proc e s s o c h e a b b i a m o definito c o s t r u z i o n e del soc i a l i s m o in s e n s o l a t o . Q u e s t o si c o n f i g u r a non s o l o c o m e un p r o c e s s o s t o r i c o di l u n g a d u r a t a , m a a n c h e c o m e un p r o c e s s o e s t r e m a m e n t e c o m p l e s s o . In e s s o è i n f a t t i c o m p r e s a l ' e v o l u z i o n e p a r a l l e l a di t r e e l e m e n t i — c r e s c i t a e c o n o m i c a , c o s t r u z i o n e d e l s o c i a l i s m o in s e n s o s t r e t t o e dir e z i o n e d e l l ' e c o n o m i a , c h e in un c e r t o s e n s o r i a s s u m e i primi d u e — e dei rapporti e s i s t e n t i f r a di e s s i . Il p r o b l e m a d e l l o s v i l u p p o d e i p a e s i s o c i a l i s t i è in e f f e t t i t u t t o r a in g r a n p a r t e i n d e t e r m i n a t o a livello t e o r i c o . Alla l u c e d e l l ' e s p e r i e n z a s t o r i c a di q u e s t i p a e s i e di q u a n t o a b b i a m o d e t t o in q u e s t a s e d e è p e r ò p o s s i b i l e f o r m u l a r e le l i n e e g e nerali della t e n d e n z a e s s e n z i a l e , n o n c h é i problemi f o n d a m e n t a l i . Il trend di s v i l u p p o in q u e s t i p a e s i si è f i n o r a m a n i f e s t a t o c o m e il t e n t a t i v o di u s c i r e d a u n a s i t u a z i o n e di s o t t o s v i l u p p o più o m e n o a c c e n t u a t o a t t r a v e r s o un p r o c e s s o di i n d u s t r i a l i z z a z i o n e f o r z a t a , quindi di c r e s c i t a a c c e l e r a t a , proc e s s o c h e p e r ò è s t a t o n e c e s s a r i o a t t u a r e in m o d o n u o v o , c i o è a v e n d o in v i s t a gli o b i e t t i v i politico-sociali del s i s t e m a . Q u e s t o ha r i c h i e s t o — s u l l a b a s e di m o d i f i c a z i o n i s t r u t t u r a l i prof o n d e — un s i s t e m a di d i r e z i o n e c a p a c e di m o b i l i t a r e e di c o n c e n t r a r e r a p i d a m e n t e le r i s o r s e , quindi e s s e n z i a l m e n t e ' quantitativo ' e diretto, q u a l e e r a e n t r o c e r t i limiti q u e l l o a n c o r a in v i g o r e a l l ' i n i z i o d e g l i a n n i C i n q u a n t a . Il p r o s e g u i m e n t o del p r o c e s s o di s v i l u p p o ha r i c h i e s t o a un c e r t o p u n t o la m o d i f i c a z i o n e di t a l e s i s t e m a di d i r e z i o n e , e la s u a s o s t i t u z i o n e c o n un s i s t e m a b a s a t o s u s t r u m e n t i i n d i r e t t i e quindi ' a u t o m a t i c i ', un a u m e n t o del r u o l o a t t i v o d e l l e i m p r e s e e c c . , v a l e a d i r e l ' u t i l i z z a z i o n e di un t i p o di s i s t e m a di d i r e z i o n e p r e v a l e n t e m e n t e i n d i r e t t o . Q u e s t o p e r c h é , c o m e r i s u l t a t o d e l p r o c e s s o di s v i l u p p o , gli o b i e t t i v i f o n d a m e n t a l i si s o n o modificati: da un lato i risultati raggiunti nella cres c i t a e c o n o m i c a r e n d o n o m e n o i m p e l l e n t e il s u o p r o s e g u i m e n t o in t e r m i n i q u a n t i t a t i v i ; d a l l ' a l t r o p e r c h é i risultati raggiunti nella costruzione del s o c i a l i s m o in s e n s o s t r e t t o , q u i n d i l ' a c c r e s c i u t a m a t u r i t à p o l i t i c a e s o c i a l e d e l l a s o c i e t à , s i a in s e n s o m a t e r i a l e (servizi a disposizione, istruzion e ecc.) c h e morale, r e n d o n o n e c e s s a r i e ulteriori trasformazioni sociali. F i n o r a p e r ò q u e s t ' u l t i m a f a s e non è s t a t a r e a l i z z a t a . Il m o t i v o l ' a b b i a m o i n d i v i d u a t o e s s e n z i a l m e n t e nella s t r u t t u r a del s i s t e m a organizzativoi s t i t u z i o n a l e . La t r a s f o r m a z i o n e di q u e s t ' u l t i m a si p o n e quindi a t t u a l m e n t e c o m e il p r o b l e m a s p e c i f i c o più i m p o r t a n t e d e l l o s v i l u p p o nei p a e s i s o cialisti. Da c i ò l ' e s t r e m a i m p o r t a n z a d e l c o n t r i b u t o d a t o d a H a g e d ù s a l l ' a n a l i s i d e i p a e s i s o c i a l i s t i . La p a r t e c e n t r a l e del s u o c o n t r i b u t o m e t t e infatti c h i a r a m e n t e in r i l i e v o c o m e la s o l u z i o n e d e i prob l e m i di q u e s t i p a e s i n o n p o s s a e s s e r e t r o v a t a a l l ' e s t e r n o , in u n m o d e l l o di s v i l u p p o di a l t r o g e n e r e . E s s a v a i n v e c e c e r c a t a a l l ' i n t e r n o del m o d e l l o di s v i l u p p o in v i g o r e , m a in u n a s u a t r a s f o r m a z i o n e p r o f o n d a c h e p e r m e t t a il p r o s e g u i m e n t o d e l p r o c e s s o di s v i l u p p o , f a c e n d o l o u s c i r e d a l l a s i t u a z i o n e c r i t i c a in c u i è g i u n t o . H e g e d i i s si r e n d e c o n t o c h e la r i s o l u z i o n e d e l p r o b l e m a non p u ò v e n i r e dall'interno del s i s t e m a organizzativo-istituzionale stesso, come hanno a m p i a m e n t e d i m o s t r a t o le r i f o r m e e c o n o m i c h e . E s s o va i n v e c e c e r c a t o al s u o e s t e r n o , o m e g l i o n e l l o s v i l u p p o di u n a s u a p a r t e f i n o r a t r a s c u r a t a , q u i n d i in u n a t r a s f o r m a z i o n e d e l l a s u a s t r u t t u r a . S e m b r a u n a c o n t r a d d i z i o n e , m a i n v e c e n o n lo è . H e g e d ù s p r o p o n e infatti lo s v i l u p p o di m o v i m e n t i di c o n t r o l l o e di p r e s s i o n e n o n i s t i t u z i o n a l i z z a t i . C i ò nel c o n t e m p o c r e e r e b b e i n e v i t a b i l m e n t e u n a d i n a m i c a n u o v a a n c h e nel s i s t e m a o r g a n i z z a t i v o i s t i t u z i o n a l e , n e c e s s a r i a m e n t e t r a s f o r m a n d o l o . La r e a l i z z a z i o n e di q u e s t a p r o p o s t a s i g n i f i c h e r e b b e in p r a t i c a d e i s t i t u z i o n a l i z z a r e il s i s t e m a o r g a n i z z a t i v o - i s t i t u z i o n a l e . C o n t u t t e le c o n s e g u e n z e c h e c i ò a v r e b b e , in p a r t i c o l a r e i m p e d e n d o la c r i s t a l l i z z a z i o n e d e i r a p p o r t i al s u o i n t e r n o , in g r a n p a r t e c a u s a d e l l e a t t u a l i d i f f i c o l t à d e i p a e s i socialisti, c o m e a b b i a m o visto. A q u e s t a conclusione H e g e d ù s arriva sulla b a s e di u n a a p p r o f o n d i t a a n a l i s i a d u e livelli c o n d o t t a n e l s u o o r m a i l u n g o l a v o r o di r i c e r c a , e di cui qui di s e g u i t o p r e s e n t i a m o i r i s u l t a t i r e c e n t i più s i g n i f i c a t i v i . Il p r i m o livello è c o s t i t u i t o e s s e n z i a l m e n t e d a un c o r p o di a n a l i s i d e i p r i n c i p a l i c o n t r i b u t i t e o r i c i al p r o b l e m a d e l l a c o s t r u z i o n e d e l s o c i a l i s m o in g e n e r a l e , e n e l l ' E u r o p a c e n t r o o r i e n t a l e in p a r t i c o l a r e . Il s e c o n d o livello è inve- c e c o s t i t u i t o d a u n i n s i e m e di a n a l i s i di t i p o s t o r i c o - s t r u t t u r a l e di a l c u n e d e l l e più s i g n i f i c a t i v e e s p e r i e n z e dei p a e s i socialisti. Dalla combinazion e dei r i s u l t a t i di q u e s t i d u e livelli n a s c e l'ins o d d i s f a z i o n e di H e g e d u s p e r le i n t e r p r e t a z i o n i correnti delle e s p e r i e n z e dei p a e s i socialisti, e p e r le p r o p o s t e f i n o r a e l a b o r a t e c i r c a la s o l u z i o n e dei p r o b l e m i di q u e s t i p a e s i . Le i n t e r p r e t a z i o n i e le p r o p o s t e s o n o , s e c o n d o H e g e d u s , in v a r i a m i s u r a o a p o l o g e t i c h e o u t o p i s t i c h e : in ogni c a s o e s s e s o n o s o s t a n z i a l m e n t e insoddisfac e n t i p e r il f i n e c h e si p r o p o n g o n o di r a g g i u n gere. La r i s p o s t a p u ò e s s e r e t r o v a t a , s e c o n d o H e g e d ù s , s o l a m e n t e t e n e n d o c o n t o d e l l a r e a l t à di q u e s t i p a e s i , q u i n d i s t a n d o s u u n a p o s i z i o n e crit i c a nei c o n f r o n t i d e l l e t e o r i e u f f i c i a l i , m a nel c o n t e m p o s e n z a v o l e r s n a t u r a r e le e s p e r i e n z e e la r e a l t à o r m a i a m p i a m e n t e c o n s o l i d a t a di q u e s t i p a e s i . C i ò p e r m e t t e f r a l ' a l t r o di s f u g g i r e al. dil e m m a — f a l s o s e c o n d o H e g e d ù s nel c a s o d e i p a e s i c h e qui v e n g o n o c o n s i d e r a t i — f r a g e s t i o n e s t a t a l e e a u t o g e s t i o n e : q u e s t o d i l e m m a non p u ò e s s e r e r i s o l t o a f a v o r e di un t e r m i n e o d e l l ' a l t r o , m a p u ò e s s e r e s o l t a n t o s u p e r a t o . Si t r a t t a q u i n di di una v i s i o n e c e r t a m e n t e non o r t o d o s s a , m a a l t a m e n t e s t i m o l a n t e , c h e c o n t r i b u i s c e in m o d o fondamentale all'arricchimento e all'approfondim e n t o del d i b a t t i t o sui p a e s i s o c i a l i s t i . (dall'introduzione di BRUNO DALLAGO) ARRIVATI NELLA BIBLIOTECA CAMERALE Economia - Politica economica - Programmazione - Andamento congiunturale. MASERA FRANCESCO - L'Italia e l'economia internazionale - UTET - Torino, 1979 - p a g g . XXIV + 991 - L. 48.000. FRANCO GIAMPIERO (a cura di) - Sviluppo e crisi dell'economia italiana - E t a s Libri - M i l a n o , 1979 - p a g g . XI + 384 - L. 12.500. OCDE - Face aux futurs - Pour une maitrise du vraisemblable et une gestion de l'imprévisible P a r i s , 1979 - p a g g . VI + 450 - L. 22.400. ISVEIMER - Politica industriale e sviluppo economico del Mezzogiorno - N a p o l i , 1978 - p a g g . 6 7 3 - s.i.p. SVIMEZ - Il Mezzogiorno nell'Europa a dodici R o m a , 1979 - p a g g . XII + 259 - L. 6000. REGIONE SICILIANA - Relazione sulla situazione economica della Regione Siciliana - Voi. 1° - 1978 - P a l e r m o , 1979 - p a g g . XXVI + 114 - s . i . p . REGIONE EMILIA-ROMAGNA - DIP. BILANCIO E PROGRAMMAZIONE - Primo rapporto sull'industria dell'Emilia Romagna - B o l o g n a , 1979 - pagin e 205 - s . i . p . UNIONCAMERE DELL'UMBRIA - Indagine sull'andamento delle industrie manufatturiere dell'Umbria 1978 - T e r n i , 1979 - p a g g . 62 - s . i . p . Scienze sociali e politiche - Sociologia. UNIVERSITÀ DI FIRENZE - Il processo amministrativo - Scritti in onore di Giovanni M i e l e - G i u f f r è Ed. - M i l a n o , 1979 - p a g g . Vili + 593 - L. 15.000. CENSIS - Nuovi orientamenti di politica sociale in Gran Bretagna, Svezia e Francia - F o n d a z i o n e Agnelli - T o r i n o , 1979 - p a g g . 110 - L. 6000. RAGUSA MAGGIORE GIUSEPPE - Imprenditore, impresa, fallimento - CEDAM - P a d o v a , 1979 - pag i n e 302 - L. 11.000. GRUPPO PARLAMENTARE RADICALE - Il Parlamento nella Costituzione e nella realtà - Atti, regolamenti e prassi della Camera nella V I I Legislatura - Atti del Convegno - Roma, 20-21-22 ottobre 1978 - G i u f f r è Ed. - M i l a n o , 1979 - pagin e Vili + 715 - L. 20.000. G H I N I ALFONSO - Trasformazione delle società • Aspetti civilistici e fiscali - I p s o a I n f o r m a t i c a M i l a n o , 1979 - p a g g . 249 - L. 8000. Statistica - Demografia - Distribuzione dei redditi - Conti economici nazionali e regionali. CENTRAL STATIST1CS OFFICE - Statistical Abstract of Ireland 1974 and 1975 - Dublin, 1977 p a g g . XVI + 363 - Lst. 2.10. ISTAT - Statistiche dell'istruzione - Dati sommari dell'anno scolastico 1978-79 - R o m a , 1979 - pagine 90 - L. 3000. ISTAT - Rilevazione delle forze di lavoro - aprile 1979 - R o m a , 1979 - p a g g . 106 -f a p p . - L. 3000. ISTAT - Elezioni del Senato della Repubblica 20-6-1976 - Voi. I - R o m a , 1979 - p a g g . 329 + ali. - L. 7500. ISTAT - Annuario di contabilità nazionale • Volume V i l i - 1978 - Tomo II - R o m a , 1979 - p a g g . XVI + 192 - L. 7000. ICE - Attività dell'ICE 1978 - R o m a , 1979 - pagine 6 3 + 24 - s . i . p . ASSONIME • Statistiche sulle Società Italiane per Azioni - Voi. XXV - Movimento 1978 e situazione a fine anno - R o m a , 1979 - p a g g . 289 - L. 10.000. PARDOLESI ROBERTO - I contratti di distribuzione - J o v e n e - N a p o l i , 1979 - p a g g . XIX + 435 L. 12.000. ANDRIOLI VIRGILIO - Diritto Processuale Civile Voi. I o - J o v e n e Ed. - N a p o l i , 1979 - p a g g . XI + 1056 - L. 28.000. Credito - Finanza - Assicurazioni - Problemi monetari. FRIEDMAN M. - JACOBSON SCHWARTZ A. - Il dollaro • Storia monetaria degli Stati Uniti (18671960) - UTET - T o r i n o , 1979 - p a g g . XVI + 492 L. 38.000. ZOFREA SALVATORE G I O V A N N I - Prescrizione e decadenza nel campo dei contributi sociali - Giuff r è Ed. - M i l a n o , 1979 - p a g g . 41 - L. 1500. FREY L. - LIVRAGHI R. - LUCA TROMBETTA P. Occupazione e ristrutturazioni industriali - Il caso dei settori tessile-abbigliamento - F. A n g e l i - Mil a n o , 1979 - p a g g . 183 - L. 5000. CANAVESE G. - LA ROSA M . (a cura di) - Sviluppo capitalistico, organizzazione del lavoro e professionalità - F. A n g e l i - M i l a n o , 1979 - pagin e 173 - L. 3800. OCDE • L'apprentissage: les grandes orientations - P a r i s , 1979 - p a g g . 117 - F. 25. UNIVERSITÀ DI TORINO - IST. DI SOCIOLOGIA Lavorare due volte - Una ricerca pilota sul secondo lavoro - Book S t o r e - T o r i n o . 1979 - p a g g . 381 - L. 14.000. R1POLI REMO - La disciplina dei licenziamenti individuali e collettivi - I p s o a I n f o r m a t i c a - M i l a n o , 1979 - p a g g . 160 - L. 6000. 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FORTE FRANCESCO - I c i n q u e « p e r c h é » d e l s u c c e s s o d e l l a p i c c o l a i m p r e s a in Italia - L'Industria dei Farmaci n. 3 - R o m a , luglio 1979 - p a g g . 2-3. BERTOLINI ERMANNO - C o m m e n t o alla L e g g e Q u a d r o p e r l ' A r t i g i a n a t o - Bollettino Economico C C I A A di A n c o n a n. 6 - A n c o n a , g i u g n o 1979 p a g g . 1-12. Commercio interno - Pubblicità - Ricerche di mercato - Consumi. S C H I A N C H I AUGUSTO - Le s p e s e p e r c o n s u m i privati in I t a l i a . Una a p p l i c a z i o n e d e l m o d e l l o lin e a r e di s p e s a - Rivista di economia e politica industriale n . 2 - B o l o g n a , m a g g i o - a g o s t o 1979 p a g g . 283-293. L e g g e r e g i o n a l e 30-10-79 n. 62 « D i s c i p l i n a d e i mercati all'ingrosso - Bollettino ufficiale della Regione Piemonte n. 45 - T o r i n o , 6 n o v e m b r e 1979 - p a g g . 5718-5724. Comunicazioni e trasporti. ROLANDO GIUSEPPE - Linee p r o t e t t e : p r e l u d i o alla m e t r o p o l i t a n a l e g g e r a - Torino notizie n. 6-7 - Torino, a g o s t o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 12-15. RUGGIERO VITTORIO - SKONIECZNY GIORGIO Aviazione civile italiana e t r a s p o r t o a e r e o intern a z i o n a l e - Nord e Sud n. 7 - N a p o l i , l u g l i o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 133-200. Turismo. Commercio internazionale - Tecnica doganale. MALERBA FRANCO - Il c o m m e r c i o e s t e r o d e l s e t t o r e t e s s i l e - a b b i g l i a m e n t o : i d i v e r s i p a e s i ind u s t r i a l i z z a t i e il c a s o i t a l i a n o - Rivista di economia e politica industriale n. 2 - B o l o g n a , m a g g i o - a g o s t o 1979 - p a g g . 173-221. LANCIERI ELIO - I n s t a b i l i t y of A g r i c u l t u r a l Exports: World Markets, Developing and Developed C o u n t r i e s - Ouarterly Review - B a n c a N a z i o n a l e d e l L a v o r o n . 130 - R o m a , s e t t e m b r e 1979 - pag i n e 287-310. POMA FRANCO - Prezzi a l l ' i m p o r t a z i o n e e loro c o n t r i b u t o a l l ' i n f l a z i o n e . L ' e s p e r i e n z a i t a l i a n a nel p e r i o d o 1953-1977 - Il Risparmio n. 6 - M i l a n o , g i u g n o 1979 - p a g g . 798-818. Economia e politica internazionale - Enti ed organizzazioni internazionali. Le n u o v e p r i o r i t à in C i n a - Notiziario commerciale - C C I A A di M i l a n o n . 18 - M i l a n o , 30 s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 1849-1853. La s i t u a z i o n e e c o n o m i c a d e l l a M a l a y s i a - Notiziario commerciale - C C I A A di M i l a n o n. 18 - Milan o , 30 s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 1855-1859. CERRETELLI ADRIANA - Il r i s v e g l i o d e l g i g a n t e n e r o ( N i g e r i a ) - D o s s i e r - Mondo Economico n. 42 - M i l a n o , 2 7 o t t o b r e 1979 - p a g g . 27-31. BERTOLINA ELIO - L ' a g r i t u r i s m o e la m o n t a g n a a l p i n a : u n a p r o p o s t a g l o b a l e - Realtà Economica - C C I A A di M i l a n o n. 3-4 - M i l a n o , l u g l i o - d i c e m b r e 1978 - p a g g . 19-28. Edilizia - Lavori pubblici - Architettura - Urbanistica - Politica del territorio. FIORELLI FRANCO - L ' a s s e t t o t e r r i t o r i a l e n e l l a p r o s p e t t i v a e u r o p e a - Nord e Sud n. 7 - N a p o l i , l u g l i o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 121-132. RADICIONI RAFFAELE - La r e v i s i o n e d e l P i a n o r e g o l a t o r e g e n e r a l e - Torino notizie n. 6-7 - Torin o , a g o s t o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 6-11. Tecnica e organizzazione aziendale. FRIGERO PIERCARLO - Per u n o s t u d i o d e l l a prod u t t i v i t à : c o n t r i b u t i t e o r i c i e m e t o d i di r i c e r c a Bollettino CERIS n. 3 - R o m a , 1979 - p a g g . 93. M A D D I S O N ANGUS - La d i n a m i c a d e l l a p r o d u t t i v i t à nel l u n g o p e r i o d o - Moneta e Credito n. 125 - R o m a , m a r z o 1979 - p a g g . 3-49. LANGFELDER M A U R O - Un c o d i c e di c o m p o r t a m e n t o p e r le m u l t i n a z i o n a l i - API n. 10 - T o r i n o , o t t o b r e 1979 - p a g g . 51-53. FIORELLI FRANCO - L ' a s s e t t o t e r r i t o r i a l e n e l l a p r o s p e t t i v a e u r o p e a - Nord e Sud n. 7 - N a p o l i , l u g l i o - s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 121-132. Scienze - Tecnologia - Automazione - Inquinamento. CAIATI GABRIELE - A n a l i s i d e g l i e f f e t t i d e l l a politica a g r i c o l a c o m u n i t a r i a s u i r e d d i t i a g r i c o l i nei p a e s i d e l l a CEE - Realtà Economica - C C I A A di M i l a n o n . 3-4 - M i l a n o , l u g l i o - d i c e m b r e 1978 p a g g . 29-54. GIUDICETTI RETO - P r o t e z i o n e d e l l e a c q u e e g e s t i o n e d e i rifiuti - Rivista tecnica n. 9 - Bellinzon a , s e t t e m b r e 1979 - p a g g . 52-54. S w i s s C a p i t a l M a r k e t s - S u r v e y - Financial Times n. 28,022 - L o n d o n , n o v e m b e r 20 1979 - p a g g . V. FIERAMOSCA ETTORE - C e n n i s u l l ' u t i l i z z a z i o n e d e l l ' e n e r g i a s o l a r e . P a r t e 2 a - Il Geometra n. 3 T o r i n o , 1979 - p a g g . 37-46. BIAGI GASTONE - SABELLA SERGIO Impianto di c o n d i z i o n a m e n t o ad e n e r g i a s o l a r e - Ercole Marelli n . 1-2 - M i l a n o , 1979 - p a g g . 15-18. POMPEI C. - La d e p u r a z i o n e degli a f f l u e n t i nell'ind u s t r i a l a t t i e r o - c a s e a r i a - Industrie alimentari n. 10 - P i n e r o l o , o t t o b r e 1979 - p a g g . 720-733. ANDREONI G I O V A N N I - I rifiuti non si r i f i u t a n o ( I n c e n e r i r e vuol d i r e s p r e c a r e e i n q u i n a r e ) Il coltivatore italiano n. 5 - R o m a , 31 o t t o b r e 1979 - p a g g . 13-14. Istruzione - Istruzione professionale. La s c u o i a t r a c u l t u r a e p r o f e s s i o n a l i t à ( R e l a z i o n e P a o l e t t i al XII C o n v e g n o n a z i o n a l e p e r la civiltà del l a v o r o - R o m a , 25-26 o t t o b r e ) - Mondo Economico n. 4 5 - M i l a n o , 17 n o v e m b r e 1979 - pagin e 55-57. INDICE DELL'ANNATA 1979 ARTICOLI PER AUTORE A 28 Albonico L.- C. Gutermann - Fox F. - Come si può recuperare il rifiuto gomma - n. 7-8. 40 Alunno Franco - istruzione professionale e Camere di commercio - n. 3-4. 24 —, La borsa dei rifiuti industriali di Torino - n. 11-12. B 4 Baiano G.-Chiesa G. - Analisi tecnico-descrittiva ed aspetti macroeconomici delle possibilità di recupero di rifiuti industriali in Italia - n. 11-12. 3 Bellando Alfonso - Visita al museo nazionale della montagna - n. 1-2. 3 Bellando Eddi - Visita al museo della marionetta piemontese - n. 5-6. 65 Beltrame Carlo - Le maggiori banche italiane e piemontesi - n. 11-12. 53 Bianucci Piero - Cosa fa lo CSELT? - n. 7-8. 57 Bisio Gianni - Di nuovo in treno da Torino a Nizza - n. 5-6. 89 Brogiato Giovanni - La funicolare del Monte dei Cappuccini - n. 1-2. 45 —, Il nodo ferroviario di Cuneo e la linea di Ventimiglia - n. 5-6. 71 Cansacchi Giorgio - La tutela comunitaria del consumatore - n. 1-2. 51 Cerrato Bruno - Quanto si legge il giornale in Italia - n. 3-4. 17 —, Piccola, media e grande impresa in Piemonte: verifica di un mito - n. 7-8. 81 —, L'uovo per un'alimentazione sana ed economica - n. 11-12. 4 Chiesa G. - Baiano G. - Analisi tecnico-descrittiva ed aspetti macroeconomici delle possibilità di recupero di rifiuti industriali in Italia - n. 11-12. 85 Ciravegna Daniele - A proposito dei prezzi delle materie prime - n. 1-2. 61 Condulmer Piera - L'arte degli antichi minusieri - n. 7-8. 75 —_ | maiolicari in Piemonte ed a Torino - n. 11-12. 60 Costantino Costanza - In margine alle nuove norme di contabilità dello Stato - n. 5-6. F 24 Fabbri Giulio - Italia paese d'immigrazione? - n. 3-4. 28 Fox F.-Albonico L.-Gutermann C. - Come si può recuperare il rifiuto gomma - n. 7-8. 46 Fox R. - Levis L. - Il recupero in relazione ai problemi di smaltimento dei rifiuti industriali - n. 11-12. 33 Funaro Gabriella - A proposito di energia solare - n. 3-4. G 105 Galasso Piero - Informazione sui surgelati - n. 1-2. 37 Gennaro Enrico - Esportare non è difficile - n. 7-8. 19 Gerbi Sethi Marisa - Un'indagine sulle imprese importatrici del Piemonte - n. 5-6. 28 Giitermann C. - Fox F. - Albonico L. - Come si può recuperare il rifiuto gomma n. 7-8. L 46 Levis L.-Fox R. - Il recupero in relazione ai problemi di smaltimento dei rifiuti industriali - n. 11-12. M 39 Mellano Franco - La pedonalizzazione di aree urbane - n. 9-10. 32 Murat M. - Qualche esempio di valorizzazione dei rifiuti industriali in Francia - n. 11-12. P 9 33 Pastorini Fausto M. - Dati e problemi dell'apicoltura piemontese - n. 7-8. —, Spazi dell'intermediazione del mercato bovino in Piemonte - n. 9-10. 46 Pedicelli Giorgio - Prospettive di export italiano in Arabia Saudita - n. 3-4. 42 —, Realtà e prospettive di sviluppo delle transazioni commerciali con Egitto, Portogallo e Venezuela - n. 7-8. 68 —, Relazioni economiche italiane con Singapore, Malaysia, Kuwait - n. 11-12. 81 18 Ricotta Riccardo - Le Camere di commercio italiane e spagnole a confronto - n. 1-2. Risch Benno - La politica della comunità europea in materia di gestione dei rifiuti n. 11-12. Risse Wilhelm K. - Le borse dei rifiuti assicurano materiali alla produzione. 5 anni di esperienze nelle Camere per il commercio e l'industria della Repubblica Federale Tedesca - n. 11-12. 29 55 R Rossetti Salvatore - L'impresa italiana e la CEE - n. 3-4. S 3 Sciolla Gianni C. - I « cartoni » gaudenziani dell'Accademia Albertina di Torino - n. 3-4. 3 Secco Giorgio - Torino in foto. Il centro più antico - n. 9-10. 59 Serafini Antonio - Il rifasamento degli impianti elettrici utilizzatori - n. 9-10. 35 Stefanelli Franco - A proposito di aree industriali attrezzate - n. 7-8. T 26 Tardivo Giuseppe - La programmazione d'impresa strumento di gestione aziendale n. 3-4. 33 — , Aspetti procedurali della programmazione finanziaria: uno schema di attuazione n. 5-6. 63 Tibone Maria Luisa - Viaggio nel medioevo caucasico - n. 3-4. 3 67 — , Maestranze e strutture medioevali nel castello di Porta Fibellona - n. 7-8. Turchi Costanzo M. - Per un più efficace controllo dei cambi valutari - n. 9-10. V 99 Vigna Alberto - Expovacanze '79 - n. 1-2. 59 —, Expocasa '79 - n. 3-4. 66 — , Tenda, roulotte o motorcamp? - n. 7-8. 77 —, Alla mostra della montagna - n. 9-10. Z 13 Zignoli Vittorio - Tutto sul comprensorio di Torino - n. 1-2. 38 * * * - Programmazione dei centri di servizio e di smistamento merci nei sistemi urbani del Piemonte e della Rhone-Alpes interessati al Traforo del Fréjus - n. 5-6. 21 * * * - Un'indagine sull'agriturismo piemontese - n. 9-10. 72 * * * - La ligne Nice-Cuneo - n. 9-10. 3 55 * * * - Convegno internazionale: recupero dei rifiuti urbani ed industriali - n. 11-12. * * * - Autostrada n. 11-12. Torino-Bardonecchia. Verifica di fattibilità tecnico-economica - TRA I LIBRI 107 Linoblom C. - Politica e mercato - n. 1-2. 107 Autori Vari (a cura di Canavese G. e La Rosa M.) - Sviluppo capitalistico, organizzazione del lavoro e professionalità - n. 1-2. 108 Autori Vari (a cura di Cesarini F. e Onado M.) - Struttura e stabilità del sistema finanziario - n. 1-2. 109 Bratina D. - Martinelli A. - Gli imprenditori e la crisi - n. 1-2. 109 Bernardi G.-Sordi C. - Come progettare la struttura aziendale - n. 1-2. 109 Barbiroli G. - Lineamenti di una politica energetica - n. 1-2. 110 Pedini M. - Rapporto sull'Europa - n. 1-2. 68 Autori Vari (a cura di Rosa J.J. e Aftalion F.) - I nuovi economisti. Il mercato contro lo Stato. Analisi critiche e nuove idee economiche - n. 3-4. 68 Masera F. - Il mercato finanziario italiano nel quadro dei controlli pubblicistici e degli indirizzi comunitari - n. 3-4. 69 Colombini L. - Le regioni non spendono? Indagine comparata su alcuni aspetti della gestione finanziaria delle regioni a statuto ordinario - n. 3-4. 70 Lloyd P. E. -Dicken P. (a cura di Costa M. e Pagnini M.P.) - Spazio e localizzazione - n. 3-4. 71 Galbraith J. K. - Salinger M. - Sapere tutto o quasi sull'economia - n. 3-4. 71 Autori Vari - L'assenteismo e i rimedi - n. 3-4. 71 Unione nazionale consumatori - La prima regola - n. 3-4. 63 Medio A. - Teoria non lineare del ciclo economico - n. 5-6. 63 Minterhuber G. - La direzione strategica dell'impresa industriale. Le funzioni del direttore generale - n. 5-6. 64 Gerbi Sethi M. - Imprese italiane di fronte alle esportazioni - n. 5-6. 64 Ancarani L. - Guida all'operazione doganale - n. 5-6. 65 Barberis C. - Per una sociologia del turismo - n. 5-6. 66 Bucarelli F. - L'organizzazione scientifica del lavoro in URSS. Lo Stabilimento automobilistico di Città Togliatti - n. 5-6. 68 Autori Vari (a cura di Franco G.) - Sviluppo e crisi dell'economia italiana - n. 7-8. 68 Autori Vari (a cura dell'Istituto di Sociologia dell'Università di Torino) - Lavorare due volte. Una ricerca pilota sul secondo lavoro - n. 7-8. 69 De Battistini R. - Serie storiche, effetti di trascinamento e analisi congiunturale n. 7-8. 69 Gorrieri E. - La giungla dei bilanci familiari - n. 7-8. 70 Autori vari - Il Mezzogiorno nell'Europa a dodici - n. 7-8. 71 Villani A. - Beni culturali. Conservazione e progetto - n. 7-8. 80 Lippi M. - I prezzi di produzione. Un saggio sulla teoria di Sraffa - n. 9-10. 80 Masera R. - L'Italia e l'economia internazionale - n. 9-10. 80 Corticelli R. - La crescita dell'azienda. Armonie e disarmonie di gestione - n. 9-10. 81 Carnevali V. - La responsabilità del produttore - n. 9-10. 82 Berruti G. - Il merchandising - n. 9-10. 83 Friedman M.-Jacobson Schwartz A. - Il dollaro. Storia monetaria degli Stati Uniti n. 9-10. 83 Biraghi G. - Garbarino D.-Tibone M. L. - Palazzo Lascaris. Tre secoli di vita torinese n. 9-10. 83 Valli V. - L'economia e la politica economica italiana (1945-1979) - n. 11-12. 83 Guerrieri P.-Luciani G. - L'Italia e il nuovo ordine economico internazionale - n. 11-12. 84 Albani P. - Crisi del profitto e sviluppo capitalistico - n. 11-12. 84 Brusa L. - Strutture organizzative d'impresa - n. 11-12. 85 Brugger G. - Gli investimenti industriali. Criteri di inquadramento e di valutazione n. 11-12. 85 Hegediis A. - Le alternative dello sviluppo socialista - n. 11-12. CAMERA di COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO e AGRICOLTURA di TORINO ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI EDITE PERIODICI 4. Le principali società piemontesi. 1977 L. 1.000 • 5. Le legge 10 e i relativi problemi. 1977 » 1.000 Listino quindicinale prezzi all'ingrosso Listino settimanale prezzi all'ingrosso Abb. annuo L. » » 24.000 12.000 Bollettino Protesti (quindicinale) » » 35.000 Bollettino (mensile) » » 30.000 » » 80.000 Brevetti Listino Borsa (quotidiano) » » 40.000 » » 30.000 » » 25.000 Bollettino ufficiale Spa e Srl (quindicinale) » » 228.000 Cronache economiche (trimestrale) » » — Dinamica modificazioni (mensile) — Dinamica cessazioni (mensile) 14.000 COLLANA «RICERCHE E DOCUMENTAZIONE» 2. 3. Per l'esame del commerciante. Nozioni generali. 1978 Esaurito 6.1.1. Per l'esame del commerciante. Nozioni generali. Nuova ediz. In prep. 6.2. Per l'esame del commerciante. Nozioni merceol. (1a parte). 1978 » 5.000 6.3. Per l'esame del commerciante. Nozioni merceol. (2a parte). 1979 » 5.000 6.4. Per l'esame del commerciante. Nozioni merceol. (3a parte). 1979 » 5.000 6.5. Per l'esame del commerciante. Nozioni merceol. (4a parte) In prep. 6.6. Per l'esame del commerciante. Nozioni merceol. (5a parte) In prep. 7. Le principali società piemontesi. 1978 » 1.000 8.1. Il commercio e i quartieri torinesi. Caratteristiche generali. 1978 » 1.000 8.2. Il commercio e i quartieri torinesi. Dettagli e visualizzazioni. 1978 » 1.000 9. L'occupazione irregolare in Piemonte. 1978 » 2.000 10. Forze di lavoro a Torino e in Piemonte. 1978 Valori Bollettino Movimento ditte — Dinamica iscrizioni (mensile) 1. 6.1. Le principali società piemontesi. 1976 Esaurito Cosa fare per il risparmio? 1976 Esaurito La legge 373 e i risparmi di energia. 1976 1.000 11. Le principali società piemontesi. 1979 » 12. Le principali società piemontesi. 1980 Esaurito 1.000 In prep. Per informazioni sulle modalità di abbonamento e di acquisto, rivolgersi all'Ufficio economato dell'ente Via S. Francesco da Paola, 24 - 10123 Torino. Tel. 57161 Banco di Sicilia SOCIETÀ PER AZIONI Istituto di Credito di Diritto Pubblico Presidenza e Amministrazione Centrale in Palermo P a t r i m o n i o : L. 2 1 0 . 6 9 0 . 7 9 4 . 5 4 7 TALCO E GRAFITE Azienda Bancaria e Sezioni speciali per il Credito agrario e peschereccio, minerario, industriale e all'esportazione, fondiario, turistico e alberghiero e per il finanziamento di opere pubbliche VAL 10064 PINEROLO CHISONE - PIAZZA TEL. ( 0 1 2 1 ) 7 1 2 1 4 GARIBALDI - TELEX 25 210113 In Italia - Sedi e S u c c u r s a l i : Acireale Agrigento Alcamo Ancona Bologna Caltagirone Caltanissetta Catania Enna Firenze Gela Genova Lentini Marsala Messina Mestre Milano Palermo Perugia Pordenone Ragusa Roma S. 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