RELAZIONE al BILANCIO PREVENTIVO 2015 PREMESSA Nell’anno 2015 la CER dovrà pagare costi ordinari di circa 11,6M€, cui vanno sommati 200mila€ stimati per il rimborso della quota capitale del mutuo ipotecario (originario pari a 3,5M/€, debito residuo attuale circa 2,4M€), ovvero costi di natura finanziaria; significa dover preventivare entrate, ovvero trovare risorse, di pari importo. Classifichiamo per natura le entrate del bilancio preventivo, secondo lo schema Ucei, come da seguente elenco: Proventi istituzionali Ricavi immobiliari Proventi mobiliari Proventi culto Proventi attività sociali Proventi attività culturali Proventi scuola Proventi editoria -libreria biblioteca Proventi museo Proventi casherut Proventi vari cui si contrappone l’esposizione dei costi direttamente riconducibili a ciascun settore, visto come Cdc/Cdr (centro di costo/ricavo), e di cui, nel prospetto di bilancio, si riporta l’avanzo/disavanzo atteso. Rispetto allo scorso anno, abbiamo attese di minori entrate per almeno 400mila€ (fondamentalmente per minori incassi di rette scolastiche e di contributi da iscritti) ed è quindi necessario con questo bilancio predisporre un mix di maggiori risorse da incassare/minori oneri da sostenere per ritrovare il pareggio. o Tra i Maggiori ricavi (in .000€): sovvenzione fondazione Lauder vs Scuole (100 a copertura di borse di studio) locazione Jcu (John Cabott) Oi 8x 1000 Museo o Tagli (ovvero minori costi in .000€): scuole (borse di studio) shalom maccabi e contributi ad altri enti o scritture rettificative (in .000€): accantonamenti a fondi rischi o Ipotesi discusse di tagli e ristrutturazione libreria Via Venuti Vale la pena ricordarsi che il bilancio CER è strutturalmente in deficit, sconta una difficoltà a ridurre i costi, giacché circa il 70% del totale delle uscite è rappresentato da voci stipendiali. Esso si fonda, tra l’altro, su alcune voci di entrata “precarie”, cioè non stabili (alcune cicliche, ovvero legate alla congiuntura) e su costi certi e difficilmente riducibili (oltre al costo del lavoro, le imposte e tasse). Inoltre, il bilancio preventivo non solo deve rappresentare una veritiera situazione economica di pareggio alla fine dell’anno di riferimento, ma anche, e soprattutto, permetterci di gestire un sostanziale equilibrio finanziario e patrimoniale, compatibile con gli affidamenti bancari di cui la CER può disporre (nei prospetti di bilancio evidenziamo, tra i costi, anche i rimborsi di quote di debito che, in una logica civilistica, andranno rappresentati nei rendiconti finanziari). Come abbiamo detto innumerevoli volte, per gestire la Comunità in maniera strutturalmente più equilibrata abbiamo due opzioni, non necessariamente alternative (tagli lineari e/o ristrutturazione dei dipartimenti, cioè razionalizzazione/miglioramento della quantità/qualità dei servizi erogati). In alcune riunioni, soprattutto recenti di Giunta, si è discusso, anche se un po’ timidamente, di qualche progetto e/o intervento in tal senso (vedi infra, ricorda anche manuale procedure rilasciato dalla società di consulenza Business value) che potrà eventualmente essere approfondito da chi verrà dopo. Nella predisposizione del bilancio, oltreché ad una forma ed ai principi codificati (esposizione chiara e correttezza), occorre tenere in considerazione, con riferimento agli aspetti di informativa, della ricerca di un elevato livello di responsabilizzazione. Uno degli obiettivi nella redazione del bilancio degli enti no profit (Enp) è quello di contribuire alla creazione e allo sviluppo di un clima di fiducia all’interno della collettività/comunità di riferimento. Per poter raggiungere tale risultato, occorre che l’attività dell’Enp sia trasparente e coerente con le decisioni intraprese. Un obiettivo, nei prossimi bilanci, dovrà essere quello di predisporre, oltre ai prospetti previsti dalla normativa privatistica, una relazione di missione ove indicare, per fini informativi e comunicativi, i livelli di efficacia ed efficienza raggiunti e raggiungibili nelle attività poste in essere dall’organizzazione, fornendo la più approfondita informativa comparabile nello spazio e nel tempo. Se in questi anni avessimo proceduto così, sicuramente risalterebbero molte cose fatte, e spesso con poche risorse, o almeno si comprenderebbe meglio come ogni assessorato ha gestito le risorse a propria disposizione, e quali e quante attività ha svolto. Di seguito, dopo tali premesse, si dà accenno agli input principali dei dipartimenti/settori che vengono interessati nel presente bilancio preventivo. Il patrimonio immobiliare Nel corso degli anni, la CER ha provveduto, compatibilmente con le proprie risorse, a mantenere funzionale il proprio patrimonio immobiliare, sia quello messo “a reddito” che utilizzato direttamente. I molti lavori di ristrutturazione già sostenuti per gli spazi destinati agli uffici amministrativi e per fornire alla CER attrezzature ed impianti più moderni, non sono stati mai capitalizzati e nel prossimo bilancio civilistico troveranno una loro rappresentazione, rafforzando così l’attivo patrimoniale. Anche per il prossimo anno si prevede di spendere per manutenzioni quanto circa nell’anno precedente. Gli stanziamenti preventivati sono sufficienti a mantenere in stato decente il patrimonio immobiliare. Tuttavia va seriamente ripensata una politica di conservazione e di maggiore sfruttamento dello stesso ed in proposito l’assessore Anav ha lasciato un suo progetto che merita attenzione ed approfondimento. Le entrate relative alle locazioni immobiliari sono sostanzialmente in linea con quelle preventivate (e consuntivabili a dicembre, sulla base del preconsuntivo di novembre e su base tendenziale a fine anno). Come detto, è previsto un aumento delle entrate dal conduttore JCU (università John Cabott), per 50mila€ annui, anche se sono previste minori locazioni per via della crisi del mercato immobiliare. La gestione delle scuole. Il numero di iscrizioni attese è in diminuzione e conseguentemente sono state previste minori entrate, rispetto allo scorso anno, per circa 300 mila€. Attualmente (anno in corso) gli alunni iscritti sono 809; sembra plausibile una riduzione del numero che nel prossimo anno 2015/16 potrebbe essere pari a 776 (con un potenziale ulteriore diminuzione del 10%). Nel biennio 2009/2010 si era registrata una media di circa 1000 iscritti. Il trend al ribasso è dovuto principalmente al calo anagrafico ed alle recenti e rilevanti alyiot ma, forse, anche alla difficoltà di alcuni nuclei familiari a pagare le rette. Prudenzialmente è stata prevista una ulteriore riduzione del contributo del MIUR (per le scuole elementari), che si prevede pari a 500mila€ (ovvero inferiore di ulteriori 30mila€ rispetto allo scorso anno). Due anni fa, stanziavamo circa 600mila€! Da un punto di vista economico, con un deficit complessivo di circa 2 M€/anno (e nonostante i notevoli correttivi previsti in questo bilancio- già da anni si è intrapreso un serio ed incisivo processo di revisione dei costi), le scuole rappresentano il maggior onere che la CER deve sopportare. Tuttavia, rappresentando la principale garanzia che la Comunità continui a rimanere viva negli anni a venire, tali uscite vanno considerate piuttosto un investimento. L’importo medio delle rette scolastiche è stato aggiornato solo una tantum, anche per allinearlo alla dinamica dei costi del personale; nel loro complesso, e al netto delle borse di studio (il budget delle borse di studio , si attesta a circa 120mila€, e potrebbe aumentare solo se fosse previsto il contributo per borse di studio dall’Ucei , che lo scorso anno è stato pari a 100mila€ per tutte le scuole italiane),le rette coprono ancora, ed appena, un terzo dei costi. Per il prossimo anno, non è stato previsto alcun incremento delle rette. E’ attesa una importante sovvenzione dalla Fondazione Lauder per 100mila€ che potrebbe anche divenire continuativa che, nel caso erogata, farà aumentare il budget delle borse di studio di pari importo. Tributi/contributo volontario La pesante situazione economica del paese incide anche sugli iscritti CER. Non è sostenibile un incremento, seppur minimo, dell’importo della c.d. “matricola”, ed anche se l'accertato medio per iscritto oggi è ai livelli di molti anni fa e la contribuzione media, per nucleo familiare, è molto bassa (vedi tabella che fa riferimento alla matricola 2013, ma nell’anno 2014 la situazione è simile). fascia contribuzione NR. Contribuenti importo totale media singolo contribuente peso numerico peso per incasso da 0 a 200 6.692 561.408 84 65% 19,9% da 201 a 250 2.117 639.362 302 20% 22,7% da 251 a 500 883 606.054 686 9% 21,5% da 501 a 1000 553 717.346 1.297 5% 25,5% oltre 1001 107 293.241 2.741 1% 10,4% 10.352 2.817.410 tot. Matricola 2013 L’imposizione dovrebbe fondarsi, secondo statuto Ucei, su un principio di capacità contributiva che è molto difficile da applicare e viene spesso disatteso. Lo scorso anno si decise di addebitare agli iscritti morosi in fase bonaria le commissioni che la CER paga ad Equitalia Sud (il 2%); quanto si è recuperato? Si attendevano almeno 15mila€! Si era dato input di rivedere la matricola nella fascia post universitaria e di aumentare del 5% il contributo della fascia di contribuenti che paga meno, (fino a 500€) e l’incassato da matricola avrebbe dovuto risultare di circa 100 mila€ superiore al 2013. A consuntivo non siamo sicuri che tali risultati siano conseguiti, anzi! Probabilmente va ripensato il settore, soprattutto quando stiamo per cambiare il sistema gestionale e di tesoreria, cioè anche il meccanismo di accertamento e riscossione. Più in generale, va deciso se “spostare” la contribuzione degli iscritti sui prezzi dei servizi piuttosto che lasciarla su un qualcosa che somiglia ad una imposta. La matricola che viene evidenziata in bilancio parte da una valutazione dei dati consuntivi, soprattutto dell’anno in corso, che viene così valutata in % sull’importo stanziato : contanti e rate pagate: 100% importi a ruolo: 70% ( si incasseranno in circa 10 anni) non definito: 60% residuo rateale: 90% Di seguito una tabella che evidenzia l’incassato da matricola nei primi 18 mesi dall’emissione. anno emissione importo tot. Matricola 2012 2013 2014 01-apr 01-feb 01-mar Incassato (.000€) a6 mesi a 12 mesi a 18 mesi 2920 1070 1803 1902 2879 1037,6 1680,4 1888 2854 1024 - I c.d. “Proventi istituzionali”, ovvero gli incassi da matricola, dovrebbero perlomeno coprire l’insieme delle seguenti spese (anche un precedente schema Ucei di bilancio preventivo metteva le classi a confronto): Spese amministive e generali Spese istituzionali Imp. Tasse e oneri finanz. Già alcune volte è stata avanzata la proposta di una tassa/contributo ai “servizi essenziali”, un importo che dovrebbero pagare tutti gli iscritti, salvo particolari correttivi/sgravi per certe classi, e tale cioè da coprire le spese dell’amministrazione, della sicurezza, il disavanzo del culto, magari anche le imposte e tasse e/o gli oneri finanziari. gettito dell'otto x mille L’andamento delle entrate in Cer, da quando si beneficia di questo gettito, ha avuto un picco di oltre 1,2 M€ per poi scendere a 0,8 M€. L’entrata in questione sembra ora assestarsi sul milione/€ da almeno 2 anni. Abbiamo previsto, quindi, una entrata pari a quella consuntivata nello scorso anno e pari a circa 1,1 M€. Culto e casherut I costi dell’Ufficio Rabbinico e dei servizi rituali sono in diminuzione (40mila€ circa, per voci stipendiali) rispetto al preventivo dello scorso anno ( si prevede, comunque, un disavanzo complessivo di circa 750mila€). La contribuzione ai Batei Hakeneseth (140mila€ circa) , che si reggono soprattutto con risorse proprie, è stata mantenuta. Va rilevato che c’è una disparità di trattamento tra i vari tempi e non c’è logica nell’assegnazione delle risorse. Quanto alla casherut, si rileva il costante aumento della domanda di prodotti casher, che ha comportato un rilevante potenziamento delle risorse impiegate in questo settore. Il settore, che preventiviamo addirittura in avanzo di circa 130mila€, ancora nel 2014 aveva dei problemi al livello finanziario (problemi degli incassi con i gestori). Si auspica, per il futuro, che il piano tariffario venga finalmente rispettato e che si possano anche coprire i costi generali (indiretti) che la Cer sostiene per il buon funzionamento dell’organizzazione del servizio. Altre entrate (enti vigilati) Il contributo dell’OI per l’anno 2015 dovrebbe essere pari a 950mila€, nonostante le note vicissitudini. Vogliamo ringraziare ufficialmente il Cda che, nonostante le serie difficoltà, ha capito quanto tale contribuzione sia vitale per la Comunità (che non ne è l’azionista). Mutatis mutandis, anche la CER non viene meno ai propri impegni a favore di alcuni enti e/o associazioni. Solo lievi riduzioni sono state preventivate nel capitolo delle uscite assistenziali e dei contributi ad enti, tranne che alla Deputazione di Assistenza e Servizio Sociale, cui è stato garantito lo stesso importo dello scorso anno. Shalom Lo scorso anno il Consiglio della Cer aveva deliberato un aumento, su base volontaria, della tassazione di appena 5 euro all’anno, per ricevere Shalom a casa. Tale minimo aggravio avrebbe consentito di incassare almeno 30.000 euro, e avrebbe consentito di risparmiare le copie per coloro che avrebbe voluto il giornale solo sul web. Giusta o sbagliata che fosse quella scelta, viene richiesto a shalom un piano di riduzione dei costi. Secondo la relazione del Direttore Kahn (di cui in seguito alcuni spunti operativi), le spese di gestione sono divise in quattro macro aree per un totale uscite che a fine 2014 dovrebbero attestarsi a circa 230.000 euro. Le ipotesi di risparmio, quali ad esempio riduzione delle pagine o della grammatura, produrrebbero risparmi risibili e molto marginali, perché non inciderebbero sulle maggiori voci di spesa, per altro producendo un giornale di qualità più bassa e di minor leggibilità. Anche l’ipotesi di una cancellazione del giornale cartaceo, lasciando solo quello sul web, non è praticabile perché non produrrebbe alcun serio risparmio. Il solo risparmio che si otterrebbe dal giornale telematico sarebbe la cancellazione delle voci stampa e distribuzione ma sarebbe un risparmio fittizio, perché il trasferimento di Shalom sul web produrrebbe l’immediata fuga di tutti gli inserzionisti che attualmente – pur in presenza di una consolidata crisi economica – garantiscono comunque entrate per circa 70.000 euro all’anno. Si propone un drastico calo della tiratura (6000 copie/mese). Le spese complessive sarebbero pari a 195.000 euro, ma rinunciando alle provvigioni pubblicitarie sui primi 42.000 euro di raccolta pubblicitaria (pari a un risparmio di 12.600 euro), di fatto il costo della produzione verrebbe in parte assorbito. In tal modo – tra risparmi di redazione e mancate commissioni - il costo di Shalom per la Cer sarebbe ridotto ad un disavanzo pari a circa 115.000 euro. Museo e Libreria Il Museo oltre a rappresentare un ottimo "biglietto da visita" della Cer è ormai da qualche anno anche un interessante centro di profitto. Anche quest’anno per il Museo sono attese entrate per circa 815mila€, a fronte di spese dirette di circa 652mila€. La libreria, che accoglie ad oggi nei suoi locali anche il centro di cultura, e per cui stimiamo circa 230mila€ di uscite, le entrate preventivate, considerando una lieve diminuzione degli incassi consuntivati nel corso del 2014, sono state ribassate dell’8% rispetto al preventivo 2014 e vengono indicate in 165mila€. Nel 2015 è stato previsto lo spostamento del centro di cultura ed è stata data disdetta dell’attuale contratto di locazione della libreria; tuttavia, a bilancio, sono state stanziate le risorse necessarie alla ordinaria gestione della libreria in altra sede, che a breve dovrebbe formalizzarsi, con l’utilizzo dello stesso organico, anche se si è ragionato sulla possibilità di una riduzione dello stesso con una certa turnazione. Giovani e sport Non sono state previste riduzioni di contribuzione ai centri giovanili mentre si è ridotto lo stanziamento a favore del MACCABI. Situazione finanziaria La Cer ha un affidamento bancario di 3,5M€, cui si applica un tasso decisamente più basso di quello di mercato. Da alcuni prospetti/grafici (vedi allegati) è possibile riscontrare l’andamento dei flussi in entrata/uscita ed i saldi bancari, mensilmente, negli ultimi 3 anni. Se considerassimo i flussi solo per competenza, la gestione Cer causerebbe, cumulativamente nell’anno, deficit per almeno 4-4,5M€. Tale divario entrate/uscite si è andato ampliando negli ultimi anni in quanto la quasi totalità delle uscite ha un andamento lineare e regolare, ma lo stesso non può dirsi delle entrate. Per fortuna l’andamento dei “cd residui”, ovvero l’incasso ed il pagamento dei crediti/debiti pregressi, è inverso e, in tal modo, si riesce parzialmente a compensare il gap finanziario causato nell’anno di riferimento. Alcune entrate, poi, non vengono riscosse puntualmente, lasciando che molti crediti si accumulino. In sintesi, e concludendo, l’equilibrio finanziario si regge su una linea molto labile e su andamenti di entrate non regolari nei vari mesi. Potrebbe aumentarsi il volume di affidamenti nel momento in cui l’indebitamento a lungo termine (il mutuo ipotecario) si va riducendo, mantenendo così stabile l’esposizione verso il sistema bancario. Da qualche mese si sta ipotizzando, piuttosto, una ristrutturazione del complessivo debito bancario, che passa per una riduzione degli affidamenti a breve ed un riscadenziamento dell’esposizione. Per tal via dovremmo disporre di maggiori risorse, rimborsando ogni anno rate minori. D’altra parte, però, vanno ritrovate, con uno sforzo eccezionale, le migliori vie perché l’equilibrio e la solidità finanziaria siano frutto anche di una gestione più stabile e prudente. Conclusioni Appare evidente come poter predisporre bilanci in equilibrio economico-finanziario diventi sempre più complesso. In una situazione di crisi straordinaria, lunga e profonda, quale quella di questi ultimi 7 anni, dovremmo rivedere ed approfondire, al livello comunitario nazionale, qual è il compromesso tra puntuale rispetto delle norme e del sistema di controlli, e la possibilità di disattenderli, temporaneamente, giustificandolo se a beneficio della vitalità delle comunità. Ove vi fossero determinate garanzie patrimoniali e fosse verificabile l’esistenza di un trend positivo degli indicatori di “buona salute” delle Comunità (che sarebbe bene capire quali sono, oltre quelli normalmente utilizzati ed indicati dalla buona tecnica e dottrina aziendalistica), andrebbe data la possibilità di derogare a certi impegni, se questo significa investire nel nostro futuro. E’ pur vero che non ci si può illudere che la Comunità di Roma possa mantenere lo stesso livello/quantità di servizi ( e quindi debba spesare così tanti costi), e un certo standard qualitativo, sicuramente migliorabile, senza considerare seriamente quanto stia cambiando la struttura e la consistenza delle proprie entrate; conseguentemente, non si può più rimandare una seria revisione della propria organizzazione tutta. Roma, 18 dicembre 2014
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